Il nostro diario - Suore Orsoline di Gandino

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Il nostro diario - Suore Orsoline di Gandino
Ado&Gio 2015/2016
Caro Diario
“Scrivere un diario è fondamentale: ci regala il grande vantaggio della
comprensione quando la commedia ha ancora il sipario alzato”
(Duccio Demetrio)
Caro Diario
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CARO DIARIO
“Scrivere un diario è fondamentale: ci regala il grande vantaggio della comprensione quando la
commedia ha ancora il sipario alzato”
(Duccio Demetrio)
Questa frase di Duccio Demetrio, un accademico e scrittore italiano, già professore ordinario di Filosofia
dell’educazione e di teorie e pratiche della narrazione, e ora direttore scientifico della Libera Università
dell’Autobiografia e di “Accademia del silenzio”.
Mica male la “Libera Università dell’Autobiografia”. E che dire dell’Accademia del silenzio? Nei nostri
incontri di quest’anno “autobiografia” e “silenzio” saranno due parole preziose, compagne di viaggio
fedeli. L’invito è proprio quello di prendersi tempo per

RIEVOCARE

RICORDARE

RIMEMBRARE
Perché? Perché è fondamentale ! FONDAMENTALE, non semplicemente bello o importante, ma
fondamentale, cioè qualcosa che diventa base per la costruzione successiva, per la vita che verrà. Qualcosa
che se io riesco a posizionare bene, solidamente, mi permette di andare in alto senza che io mi crolli
addosso.
Rievocare, ricordare e rimembrare, anche scrivendo … ecco il titolo Caro diario. Scriveremo a penna su
fogli … a casa vedrete voi come continuare, va bene tutto… un blog, attraverso fotografie, oggetti,
poesie… fate quello che volete, fondamentale è che impariate a dire di voi, cioè a porre un gesto di
rilettura della propria vita.
Per non lasciarla scappare, la vita. Che poi è il rischio che ci portiamo sempre addosso… si vive
intensamente e velocemente… di rincorsa e non si gusta più. E non si sceglie più. Troppo
preoccupati di non fermarsi. Incapaci di fissare l’ essenza di quel che siamo …
Caro Diario
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Scrivere un’autobiografia ci regala il grande vantaggio della comprensione quando la commedia ha
ancora il sipario alzato, mica male vero?
Impariamo a comprendere, cioè a prendere-con, a non lasciare sfuggire questa vita che rischia di
scorrerci attraverso senza lasciare traccia.
Con- prendere, cioè diventare capaci di accoglienza di un Senso che si dischiude attimo dopo
attimo. Già adesso, con la grande commedia della vita ancora in atto, che le parti non sono state
scritte fino in fondo, che c’è ancora tempo, che c’è un futuro tutto da scrivere …
“Caro diario” sarà mettere a fuoco la propria storia, anche breve, sono solo i primi anni, eppure
già ricchi di eventi, lacrime e sorrisi …
“Caro diario” sarà una storia personale scritta insieme, insieme ad alcune amiche che
condivideranno questi incontri.
“Caro diario” è anche un bellissimo film di Nanni Moretti, grandissimo regista italiano,
imperdibile.
“Caro diario” è una storia. La tua. Che chiede di essere compresa. La metteremo negli occhi e
nelle mani di Colui che tutto comprende perché tutto ama. Lo faremo provando ad intrecciare
la nostra storia con la Sua, storia di novelle buone, di Vangelo, storia capace di stendere luce
buona su ogni storia.
La vita in fondo non è altro che una storia. Saggio è colui che “crede alle storie”.
O forse davvero saggio è colui che riesce a scrivere una storia credibile.
Caro Diario
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1 GIOCO:
IL GIOCO DELL’OCA
Raccontarsi in gruppo per conoscersi un po’ a caso e un po’ di più
Riprendendo i motivi dell’antico e tradizionale gioco dell’oca, sostituiamo alle consuete caselle
numerate, immagini che richiamano alla memoria esperienze, situazioni, fatti.
Si gioca in gruppi di 4-5 persone, tirando un solo dado. A seconda del numero, la regola vuole
che raccontiate un vostro ricordo associato alla casella corrispondente.
Poiché è un gioco potete anche inventare al momento, qualora non vi ricordiate nulla non
vogliate evocare quel particolare episodio.
Lo scopo è permette la conoscenza di persone che non si conoscono o si conoscono appena o
che, pur conoscendosi, di sicuro in questo modo si conosceranno di più. Qualora il senso della
casella vi appaia oscuro, potete associare voi il significato da attribuire.
Vincerà chi arriva per primo alla fine. In realtà il vero vincitore sarà chi avrà raccontato le storie
più divertenti, originali, vere o inventate…
Il gioco serve anche per allenare la memoria, a dimostrare che di fronte ad una immagine non
uno ma più sono gli episodi da rievocare.
Potete inoltre utilizzarlo da soli (proveremo), per prendere contato con la vostra storia, per farvi
venir voglia di scrivere qualcosa, per collegare e mettere ordine nei fatti del vostro passato più o
meno recente.
Caro Diario
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1 CANZONE:
“Una Canzone” (Guccini)
e ti ricorda quel canto muto
la donna che ha fatto innamorare
le vite che tu non hai vissuto
e quella che tu vuoi dimenticare.
La canzone è una scatola magica
spesso riempita di cose futili
ma se la intessi d'ironia tragica
ti spazza via i ritornelli inutili;
è un manifesto che puoi riempire
con cose e facce da raccontare
esili vite da rivestire
e storie minime da ripagare
fatta con sette note essenziali
e quattro accordi cuciti in croce
sopra chitarre più che normali
ed una voce che non è voce
ma con carambola lessicale
può essere un prisma di rifrazione
cristallo e pietra filosofale
svettante in aria come un falcone.
La canzone è una penna e un foglio
così fragili fra queste dita,
è quel che non è, è l'erba voglio
ma può essere complessa come la vita.
La canzone è una vaga farfalla
che vola via nell'aria leggera,
una macchia azzurra, una rosa gialla,
un respiro di vento la sera,
una lucciola accesa in un prato,
un sospiro fatto di niente
ma qualche volta se ti ha afferrato
ti rimane per sempre in mente
e la scrive gente quasi normale
ma con l'anima come un bambino
che ogni tanto si mette le ali
e con le parole gioca a rimpiattino.
Perché può nascere da un male oscuro
che è difficile diagnosticare
fra il passato appesa e il futuro,
lì presente e pronta a scappare
e la canzone diventa un sasso
lama, martello, una polveriera
che a volte morde e colpisce basso
e a volte sventola come bandiera.
La urli allora un giorno di rabbia
la getti in faccia a chi non ti piace
un grimaldello che apre ogni gabbia
pronta ad irridere chi canta e tace.
Però alla fine è fatta di fumo
veste la stoffa delle illusioni,
nebbie, ricordi, pena, profumo:
son tutto questo le mie canzoni.
La canzone è una stella filante
che qualche volta diventa cometa
una meteora di fuoco bruciante
però impalpabile come la seta.
La canzone può aprirti il cuore
con la ragione o col sentimento
fatta di pane, vino, sudore
lunga una vita, lunga un momento.
Si può cantare a voce sguaiata
quando sei in branco, per allegria
o la sussurri appena accennata
se ti circonda la malinconia
Caro Diario
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1 FILM:
“Freedom Writers”
L’importanza di Erin, quindi, si ritrova nella sua
capacità di lavorare “al di fuori delle righe” pur di
ottenere dei risultati con i propri studenti:
risultati che le hanno permesso di fondare
un’associazione - la Freedom Writers Foundation,
appunto - che si occupa di diffondere nel paese il
metodo da lei creato e utilizzato.
Una situazione
complessa
Erin Gruwell è una
giovane insegnante
alla sua prima vera
esperienza lavorativa.
Si presenta quindi al
lavoro carica di
entusiasmo e di
voglia di fare, scontrandosi però con la dura
realtà della scuola e della classe dove insegna:
ragazzi cui non interessa lo studio, costretti a
frequentare le lezioni e divisi in gruppi legati al
colore della pelle. Ovviamente lei cerca di
svolgere il suo lavoro, ma non ottiene risultati
fino a quando, per caso, durante una discussione
si cita l’olocausto e scopre che nessuno dei suoi
studenti sapeva cosa fosse; così, capisce che se
vuole ottenere qualcosa da loro deve modificare
il suo metodo di insegnamento, e inizia a
sfruttare espedienti poco convenzionali che la
porteranno a scontrarsi più volte con i suoi
superiori e con il suo stesso ambiente familiare...
Desiderio e volontà possono fare miracoli
La trama, inutile negarlo, può ricordare alcuni
aspetti de L'attimo fuggente, film del 1989 in cui
Robin Williams si trovava di fronte a una realtà
“sbagliata” e tentava di cambiarla, con metodi
inusuali; ma il paragone regge solo per quanto
riguarda il concetto di base, perché le due
pellicole divergono sia negli attori - Hillary Swank
non è Robin Williams - sia nella realizzazione.
Freedom Writers scorre molto bene e riesce a
tratteggiare con efficacia l'ambiente scolastico,
pur con un grosso difetto: all’inizio ogni studente
è gravato da problematiche ben precise e
definite, ma successivamente queste spariscono,
non in quanto risolte, bensì dimenticate o non
considerate importanti, e si restituisce
l'impressione che i vari studenti cambino soltanto
grazie ai dibattiti o alla lettura di un libro. I
ragazzi passano da situazioni in cui si odiano ad
altre in cui sono fraterni, e tutto nel giro di pochi
minuti, senza che ci sia un vero e proprio
percorso di crescita individuale e collettivo. Ed è
proprio questa la principale mancanza della
pellicola; troppe questioni vengono presentate
all'inizio, senza che ricevano un adeguato
sviluppo. Forse una maggiore cura nella
costruzione della storia, oltre a qualche minuto in
più di durata, avrebbero contribuito ad
allontanare una certa superficialità diffusa e
quella fastidiosa sensazione di "non finito" che vi
si respira.
Il metodo Gruwell
Freedom Writers è tratto dalla vera storia di Erin
Gruwell, insegnante americana che è riuscita non
solo a far capire ai giovani l’importanza
dell’istruzione, ma a convincerli ad abbattere le
barriere sociali con cui erano cresciuti, e a cui
avevano uniformato il loro modo di vivere.
Ambientato dopo i terribili fatti del 1992 e basato
sul libro Freedom Writers Diary (1999), il film
presenta uno spaccato della realtà scolastica
successiva alle leggi emanate per favorire
l’integrazione razziale; leggi che funzionavano
solo sulla carta, ma che nessuno, a partire dagli
insegnanti, si preoccupava di mettere in pratica.
Caro Diario
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CARO DIARIO … per rievocare
RIVEDO …
Prendete un foglio di carta e concentratevi sul primo ricordo che vi viene in mente. Andate
avanti fino a quando qualcuno non vi dirà STOP! Scrivete il più rapidamente possibile, senza
staccare la penna, senza badare alla calligrafia, alla forma … scrivete …
Allo STOP!
Rileggete quel che avete scritto e a turno (nel gruppo) condividete
perché avete evocato proprio quel momento.
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Caro diario … (Nanni Moretti)
“VOI gridavate cose orrende e violentissime e VOI siete imbruttiti.
IO gridavo cose giuste e ora sono uno splendido quarantenne”.
Una cosa che a Nanni Moretti piace davvero fare è
caracollare a bordo della sua Vespa per la città. Armato di
casco e occhiali da sole, Nanni vagabonda per un Roma
estiva e solitaria, quasi a misura d'uomo. E annota,
naturalmente, come d'estate, in città, le sale
cinematografiche siano prevalentemente chiuse e che
quelle poche aperte programmino o film pornografici o
film italiani oppure film americani di serie B come Henry. Pioggia di sangue.
I film italiani, inoltre, si somigliano tutti: un salotto con quattro - cinque amici che piangono il
consueto fallimento generazionale ("siamo tutti colpevoli... siamo tutti imbruttiti"), fotografia
emaciata, macchina da presa fissa, recitazione vetero-naturalistica.
Il sogno di Nanni è sempre stato quello di saper ballare bene ma ha dovuto regolarmente
accontentarsi di rimanere a guardare. Ferma la Vespa in uno spiazzo dove alcuni giovani danzano
un ballo caraibico, corre sul palco e canta anche lui al microfono. Flashdance è stato il film che gli
ha cambiato la vita: quando finalmente incontra Jennifer Beals che passeggia con un ragazzo cerca
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di spiegarle il perché del suo amore non corrisposto con il
ballo, ma lo fa a suo modo e l'attrice americana, impaurita
e divertita allo stesso tempo, confida al compagno che
pensa che Nanni sia "speciale, particolare, quasi pazzo ma
non ancora... quasi scemo".
Moretti monta di nuovo in Vespa e raggiunge prima
Spinaceto (quartiere periferico a Roma sud) quindi Casal
Palocco (quartiere residenziale tra Roma e il mare) dove,
interrogando un abitante, cerca di capire le ragioni che negli anni sessanta hanno spinto molti
romani ad abbandonare la capitale ("... ma Roma all'epoca era bellissima") per andare a vivere in
quartieri tranquilli ma anonimi.
Ultima tappa del suo vagabondare in Vespa (Sequenza 15) è il luogo dove, nel 1975, venne
ucciso Pier Paolo Pasolini. Il monumento a lui dedicato, scrostato e decadente, si confonde tra le
cartacce e l'incuria del luogo: la camera car segue Moretti che
attraversa in Vespa il quartiere degradato dove Pasolini fu
ucciso, fino a raggiungere il pratone incolto, costellato di
baracche e di mucchi di spazzatura, dell'Idroscalo di Ostia e il
monumento al poeta. La lunga sequenza, sottolineata soltanto
dalle note del Köln Concert di Keith Jarrett, si chiude con la
veduta, attraverso una rete metallica, del monumento nei
pressi della porta sgangherata di un campetto di calcio. Un
monumento degradato, dimenticato e circondato da erbacce.
Riflessioni
Facendo film autobiografici, la comicità è un modo per esorcizzare ciò di cui si parla e che si mette
in scena. Ironia e distanza sono obbligatorie: quando si parla di se stessi se ci si prende troppo sul
serio si rischia di diventare ridicoli". E ancora: “Trovo più interessante essere crudele con me
stesso che con gli altri...
“Sa cosa stavo pensando? Io stavo pensando una cosa molto triste, cioè che io, anche in una
società più decente di questa, mi troverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso
di quei film dove c'è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un'isola deserta perché il
regista non crede nelle persone. Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle
persone. Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza…”
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Il primo capitolo In Vespa infatti è un continuo elenco delle cose che Nanni adora fare tra le quali
spicca l’andare in giro in vespa. È un uomo felice quello che a suon di musica gira per le strade
osservando ciò che gli piace - le case, i palazzi i ponti - e ciò che ancora non conosce ma che è
desideroso di scoprire - i quartieri come Spinaceto e Casalpalocco. Dunque un inno alla vita che si
manifesta ancor più nella passione prediletta per il ballo e la musica.
In questo quadro si inserisce magnificamente la sequenza interamente dedicata al poeta
scomparso Pasolini. Perché un diario è soprattutto questo: memoria! Un film che, a differenza di
tutti i precedenti, non fa ridere e non vuole far ridere, un film che non racconta storie ma
impressioni, idee, sensazioni e che meglio di ogni altro esempio precedente riesce a mediare
invenzione ed autobiografia, vita vera e poesia.
2 GIOCO:
IL GIOCO DELL’OCA
Potete per prendere contato con la vostra storia, per condividerla con qualcuno; per collegare e
mettere ordine nei fatti del vostro passato più o meno recente.
Caro Diario
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2 CANZONE: “Sempre
e per sempre”
(Francesco De Gregori)
Pioggia e sole
cambiano
la faccia alle persone
Fanno il diavolo a quattro nel cuore e
passano
e tornano
e non la smettono mai
Sempre e per sempre tu
ricordati
dovunque sei,
se mi cercherai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte mi troverai
Ho visto gente andare, perdersi e tornare
e perdersi ancora
e tendere la mano a mani vuote
E con le stesse scarpe camminare
per diverse strade
o con diverse scarpe
su una strada sola
Tu non credere
se qualcuno ti dirà
che non sono più lo stesso ormai
Pioggia e sole abbaiano e mordono
ma lasciano,
lasciano il tempo che trovano
E il vero amore può
nascondersi,
confondersi
ma non può perdersi mai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte mi troverai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte mi troverai.
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2 FILM: “Molto forte, incredibilmente vicino”
Molto forte, incredibilmente vicino racconta la vicenda di Oskar Schell (Thomas Horn), un bambino
particolare che osserva il mondo con occhi da grande. Anche se ha solo nove anni, è un inventore
prodigioso, è curioso, ama le piccole cose, i dettagli, e ama la sua famiglia.
L’11 settembre 2011 perde il padre (Tom Hanks) nell’attacco terroristico alle Torri Gemelle di New
York e rimane a vivere con la madre (Sandra Bullock). La sua voglia di conoscere non viene
schiacciata da un evento così drammatico e decide di mettere tutto sé stesso nella ricerca
spasmodica di qualcosa che gli faccia sembrare di avere il genitore ancora al suo fianco. Quando
trova una chiave appartenente al padre, si mette a caccia della serratura corrispondente. Nel
percorso che lo attende, tra le varie difficoltà da superare, troverà un modo per mettersi in
comunicazione con il genitore scomparso, sentendo la sua presenza ‘molto forte, incredibilmente
vicina’….
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2 ATTIVITÀ PER ME E PER IL GRUPPO:
“La prima volta che …”
Gli inizi dell’esperienza cosciente:
Cosa ti accadde la prima volta che:

Ti sei accorta che eri al mondo

Hai pensato a qualcosa di importante

Hai fatto qualcosa di degno di nota per te

Ti sei sentita felice
e per gli altri

Hai visto qualcosa che poi ti sarebbe

Hai voluto bene a qualcuno

Ti sei sentita libera

Hai provato dolore

Hai scoperto l’ingiustizia

Hai scoperto la
bellezza
rimasto impresso

Hai scoperto l’esistenza del bene e del
male

Hai sottovalutato la fede

Hai rivalutato la fede
“Méntori” (i nostri maestri)
Mentore era il tutore di Telemaco, a lui Ulisse affida il figlio prima di partire, perché lo custodisse ed
educasse. Ognuno ha nella propria vita dei Mentori, ciò delle persone senza le quali la nostra vita non
sarebbe la stessa, noi non saremmo le stesse. Frugate nella vostra storia e andate alla ricerca sia dei
Mentori abbandonati o sostituiti da altri, sia di quelli che continuano ad essere presenze fondamentali.
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CARO DIARIO … per ricordare
“In ogni frammento di una storia
si trova la forma dell’intera storia […]
le storie mettono in moto la vita interiore”
(C. Pincola Estés, Donne che corrono con i lupi)
Il gioco della vita serve a sviluppare narrazione, a parlare della propria storia e a parlarsi. Serve a
invogliare al ritorno alla scrittura personale e al piacere di leggere le autobiografie degli altri, i
romanzi biografici e tutto ciò che può contribuire a quella educazione alla memoria oggi così a
rischio. E la memoria si forma, si allena, si custodisce come bene e identità tanto più la
esercitiamo su di noi.
Le azioni della memoria più note le troviamo nei verbi che stanno accompagnando il nostro
cammino:

RIEVOCARE: chiamare, ridare voce ai ricordi
 RICORDARE: riportare al cuore, quindi rievocare emozionandosi
… _____________________________________________________________________________
Stupori
La capacità di continuare a stupirci, a provare meraviglia e curiosità nei
confronti della vita è, a detta di molti, una sicura garanzia contro i rischi
dell’invecchiamento. Il termometro dello stupore ci darà preziose
indicazioni sullo STATO DI SALUTE del nostro “APPARATO
EMOTIVO”.
Seguendo una logica molto personale, provate a enumerare le volte in
cui vi siete stupiti rispetto a: (completa la tabella)
Nell’infanzia (0-10)
Persone
Cose
Avvenimenti
Viaggi
Luoghi
Altro ….
Caro Diario
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Nell’adolescenza (11-18)
3 ATTIVITA’ PER IL GRUPPO
EMOZIONE … cioè? (tempesta di idee)
IL CUORE DI GESU’
Cristo è un emotivo. Dire emotivo significa sensibile, capace di pietà e di tenerezza; significa
dire uomo dal cuore ben fatto.
Gesù sentiva un forte bisogno di immersione nel mondo: bisognoso di impegno, di sporcarsi le mani, di non
stare in periferia, ma di andare al centro dell’esistenza umana con tutti i suoi problemi. Gli altri furono la
sua passione. Cristo è un allocentrico: esiste solo nel dimenticarsi1.
Liberare l’emozione!
Guai a non liberare le emozioni! Gesù lasciava che si manifestassero in lui
tristezza** (Lc 19,41),
la gioia* (Lc 10,21), la
la tenerezza (Mc 10,21), la collera (Mc 11,15), l’angoscia (Lc 12,50),
l’ammirazione (Lc 7,26), l’amore (Gv 11,5).
Per oggi:
*Gesù esultò di gioia e disse: “Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai rivelato il tuo
volto ai piccoli, ai semplici. Sì, perché così hai voluto nella tua bontà” (Lc 10,21)
Gesù disse ai suoi discepoli: “Rallegratevi! Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti in cielo” (Lc 10,20)
Che significa: siate nella gioia perché Dio è Padre, che vi conosce per nome, per il quale siete unici.
**
Quando Gesù fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: «Se avessi compreso
anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. (Lc 19,41-42)
Quando Gesù vide piangere Maria, la sorella di Lazzaro, che era morto, e vide piangere anche i Giudei che
erano venuti con lei, fremette nello spirito, si turbò e disse: «Dove l'avete deposto?» Essi gli dissero:
«Signore, vieni a vedere!» Gesù pianse. Perciò i Giudei dicevano: «Guarda come l'amava!» (Gv 11,33-34)
1
Rahner K., Dio si è fatto uomo (Brescia, Queriniana 1986)
Caro Diario
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CHE EMOZIONE!
Dopo l’ascolto compila scrivendo la o le emozione/i che hai provato:
EMOZIONE/I
BRANO
Primo brano musicale
Secondo brano musicale
Terzo brano musicale
Quarto brano musicale
Primo brano scritto
Secondo brano scritto
Terzo brano scritto
Quarto brano scritto
SE NON TI VENGONO I TERMINI PER DESCRIVERE LE EMOZIONI PUOI SEGLIERE DA QUI:

ALLEGRIA

SERENITA’

ENTUSIASMO

INTOLLERANZA

TRISTEZZA

APATIA

DISPERAZIONE

GIOIA

RABBIA

DISAGIO

TERRORE

CONFUSIONE

PAURA

AMAREZZA

VERGOGNA

NOSTALGIA

STUPORE

TENEREZZA

NOIA

EUFORIA

DISGUSTO
Caro Diario
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3 FILM:
“The Judge”
L'avvocato Hank Palmer è costretto a tornare nella sua cittadina natale, Carlinville (Indiana),
quando arriva la notizia che sua padre Joseph, giudice nella corte locale, è accusato di omicidio,
Da anni i rapporti tra Hank e Joseph sono molto deteriorati...
Da sempre quello giudiziario rappresenta, nel cinema americano, un filone a parte, un vero e
proprio 'genere', da considerare accanto al western. Ogni sottogenere è lecito, e lecitamente
affrontato. Qui siamo al confronto non tanto giudice/corte o colpevole/innocente quanto a quello
tra padre e figlio. Il che implica una serie di risvolti molto più sottili, profondi, delicati. La
sceneggiatura segue con compattezza ogni sfumatura, la regia pedina cambiamenti sia geografici
che interiori, i protagonisti offrono una prova di alta scuola drammaturgica e psicologica. Se ne
potrebbe parlare a lungo, e insieme il risultato è di grande, efficacissimo intrattenimento.
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IL CUORE DI GESU’
Liberare l’emozione!
Guai a non liberare le emozioni! Gesù lasciava che si manifestassero in lui la gioia (Lc 10,21), la tristezza (Lc
19,41),
la tenerezza (Mc 10,21), la collera (Mc 11,15), l’angoscia (Lc 12,50), l’ammirazione (Lc
7,26), l’amore (Gv 11,5).
Per oggi:
Mentre Gesù usciva per la via, un tale accorse e, inginocchiatosi davanti a lui, gli
domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?» Gesù gli
disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. Tu sai i
comandamenti: "Non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non dire falsa
testimonianza; non frodare nessuno; onora tuo padre e tua madre"». Ed egli rispose:
«Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia gioventù». Gesù,
guardatolo, l'amò e gli disse: «Una cosa ti manca! Va', vendi tutto ciò che hai e
dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristato da
quella parola, se ne andò dolente, perché aveva molti beni.
(Mc 10,17-22)
Gesù lo fissa, dice Marco, come se prima non l'avesse neppure visto, e vede apparire, farsi largo,
avanzare un cercatore di vita. E lo ama. Poi parla: vendi tutto, dona ai poveri, segui me. L'uomo si
spaventa e si rattrista per quelle tre parole. Marco usa un verbo come per il cielo che diventa cupo:
il suo volto si oscura. Era arrivato correndo, se ne va camminando. L'uomo che fioriva di domande
se ne va muto.
(p. Ermes Ronchi)
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3 GIOCO:
IL GIOCO DELL’OCA
Potete per prendere contato con la vostra storia, per rileggere le emozioni che riaffiorano, per
collegarle ad alcuni episodi, persone, incontri … per parlare a Dio del vostro cuore, per chiedere
a Lui di renderlo sempre più simile al suo …
Salmo 139
Se dico: «Almeno l’oscurità mi copra
e intorno a me sia la notte»;
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
nemmeno le tenebre per te sono oscure,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
e la notte è chiara come il giorno;
Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino e quando riposo.
per te le tenebre sono come luce.
Ti sono note tutte le mie vie;
Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
la mia parola non è ancora sulla lingua
Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
e tu, Signore, già la conosci tutta.
sono stupende le tue opere,
Alle spalle e di fronte mi circondi
tu mi conosci fino in fondo.
e poni su di me la tua mano.
Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
Stupenda per me la tua saggezza,
quanto grande il loro numero, o Dio;
troppo alta, e io non la comprendo.
se li conto sono più della sabbia,
Dove andare lontano dal tuo spirito,
se li credo finiti, con te sono ancora.
dove fuggire dalla tua presenza?
Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore,
Se salgo in cielo, là tu sei,
provami e conosci i miei pensieri:
se scendo negli inferi, eccoti.
vedi se percorro una via di menzogna
Se prendo le ali dell’aurora
e guidami sulla via della vita.
per abitare all’estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.
Gloria al Padre …
Caro Diario
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GESU’ suscita EMOZIONI - Dal Vangelo di Luca (24, 13-35)
Ed ecco in quello stesso giorno (primo giorno dopo il sabato) due dei discepoli erano in
cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome
Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e
discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi
erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state
facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di
nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò
che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò
che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio
e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per
farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a
liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono
accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al
sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una
visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al
sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto». Ed
egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non
bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E
cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si
riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se
dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il
giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con
loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono
loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un
l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi
lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz'indugio e
fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano
con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi
poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello
spezzare il pane.
Caro Diario
19
CARO DIARIO … per rimembrare
“Silvia, rimembri ancora quel tempo di tua vita mortale,
quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi
e tu, lieta e pensosa, il limitar di gioventù salivi?
(Giacomo Leopardi, A Silvia)
L’ultimo verbo, che ci accompagnerà, è RIMEMBRARE: ricomporre, rimettere insieme ciò che è
disperso. Ridare forma, ridarci forma, volto, sguardo umano. Sì, se vogliamo ridarci corpo,
ricomporci, che sia in uno stile umano! E allora lavoriamoci su un po’…
4 ATTIVITA’ PERSONALE
Arcipelago
Se pensiamo alla nostra vita come ad un mare, scopriamo che nel corso degli anni abbiamo
disseminato isole di diverso fascino e dimensione.
Seguendo questa metafora, su un foglio bianco proviamo a disegnare le isole che costituiscono
il nostro arcipelago: a ciascuna attribuiamo un significato e un nome.
Es: “La mia isola del tesoro è …… perché ….”; “Lo scoglio più grande è ….. perché …..”
Ci sono delle navi, delle imbarcazioni, ponti … che collegano alcune isole? Se si quali?
Come sono le acque attorno alle isole ?
Caro Diario
20
RIMEMBRARE NELLA
PAROLA
Nell’Antico Testamento, il quinto libro della Torah è il Deuteronomio, il libro della Legge,
un’esortazione a riappropriarsi del significato del Comandamento e della Fedeltà.
Il Signore Dio invita il popolo ad ASCOLTARE! A fermarsi, a farsi tutt’orecchi! Come gli iniziati,
i neofiti!
Il Signore Dio invita il popolo a ricordare chi è il Signore, il loro Dio, e a non dimenticare ciò che
ha fatto in Egitto, nel deserto …
Il Signore Dio invita il popolo a credere che per darsi corpo, forma, identità c’è bisogno di una
legge, di regole che indirizzino, che orientino, che non solo diano corpo al singolo ma che lo
facciano sentire “corpo” come popolo.
E ciò che dà corpo e cuore è la fedeltà al comandamento, che non significa non sbagliare mai,
non tradire, ma riconoscere che lì soltanto è custodito il senso della vita, dell’essere e dell’agire.
È riconoscere che abbiamo scelti di lasciarci accompagnare. È nella relazione che matura la
nostra identità.
Fedeltà non è abitudine, ripetitività “ho sempre rispettato i comandamenti”, fedeltà è ridirsi ogni
giorno “ci sto”, “mi metto in gioco”!
Qualcuno un giorno ha scritto che servono uomini fedeli, non impeccabili, cuori sensibili, non
osservanti!
“Il Signore custodirà per te l’alleanza e la benevolenza. Egli ti amerà, ti benedirà, ti
moltiplicherà” (Deut. 7,12)
“Ricordati … dell’Egitto, … del faraone, … di come il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire”
(Deut. 7,18-19)
“Ricorda di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi
quarant’anni nel deserto …”
(Deut. 8,2)
“Ascolta!” (Deut. 9,1)
Caro Diario
21
4 FILM:
“Questione di tempo”
“Cosa accadrebbe se potessi rivivere ogni momento della tua vita?”
All'età di 21 anni, Tim Lake scopre di essere in grado di viaggiare nel tempo...
Dopo l'ennesima, deludente festa di Capodanno, il padre di Tim rivela al figlio che gli
uomini della loro famiglia hanno sempre avuto il potere di viaggiare attraverso il tempo.
Tim non può cambiare la storia, ma può cambiare quel che accade e che è accaduto nella
sua vita, perciò decide di rendere il suo mondo migliore … trovandosi una fidanzata.
Sfortunatamente questa impresa non sarà facile come potrebbe sembrare.
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E se anche tu potessi viaggiare nel tempo, che cosa cambieresti?
Dove vorresti essere? Prima o dopo che cosa? Con chi? Perché?
Quali le frasi sbagliate, da correggere? Quali gli sguardi, i gesti da non ripetere?
Caro Diario
22
Un MESSAGGIO in BOTTIGLIA
Dall’Antico al Nuovo Testamento, o meglio nel Nuovo l’Antico Testamento; che ancora di
Comandamento si parla, ma nuovo (un messaggio prezioso che raggiunge le sponde del tuo
arcipelago, mosso dalle acqua del tuo mare, in una bottiglia):
“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io ho amato voi, così
amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo sapranno che siete miei discepoli, se avrete
amore gli uni per gli altri”.
(Gv. 13, 34-35)
Ecco la novità: la Legge non è più semplicemente scritta o incisa sulla tavole, la Legge è una
persona, è il Signore (come io … anche voi); quindi credere non è aderire a dei precetti, ma
costruire una relazione d’amore con una persona, credere profondamente che in Cristo dimora
la pienezza dell’Amore, ed Egli è l’Uomo nuovo a cui tendere, la misura a cui ambire, il Senso!
E se davvero potessimo viaggiare nel tempo, che bello pensare profondamente che Lui è il punto
da cui ripartire, Lui è la Parola giusta, Lui è lo sguardo, il gesto …
Lui, il Vangelo, il Risorto a cui tornare, per evitare l’”effetto farfalla”.
Provaci, in questo tempo di deserto:

Ci sono degli episodi, dei momenti della vita di Gesù che ti stupiscono a cui vorresti
tornare? Cosa dicono alla tua storia?

C’è una parola di Gesù che vorresti risentire? Cosa suggerisce al tuo modo di
parlare?
Caro Diario
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4 CANZONE:
(Gen Rosso – Francesco Guccini)
c'è bisogno di dolori che non lasciano dormire
C'è bisogno di silenzio, c'è bisogno di ascoltare
c'è bisogno di qualcosa, c'è bisogno di
c'è bisogno di un motore che sia in grado di
qualcuno
volare
c'è bisogno di parole che non dice mai nessuno.
c'è bisogno di sentire, c'è bisogno di capire
C'è bisogno di un amore vero
c'è bisogno di dolori che non lasciano dormire
c'è bisogno di un amore immenso
c'è bisogno di qualcosa, c'è bisogno di
c'è bisogno di un pezzo di cielo
qualcuno
in questo mondo che ritrovi senso.
c'è bisogno di parole che non dice mai nessuno.
Abbiamo visto cose nuove
C'è bisogno di fermarsi, c'è bisogno di
abbiamo fatto tanta strada
aspettare
ma il mondo che verrà domani
c'è bisogno di una mano per poter ricominciare
resta un'impresa da titani
c'è bisogno di domande, c'è bisogno di risposte
siamo tutti adesso importanti
c'è bisogno di sapere cose sempre più nascoste
siamo tutti un po' più attori
c'è bisogno di domani, c'è bisogno di futuro
in questi grandi lavori in corso.
c'è bisogno di ragazzi che sono al di là del
muro.
C'è bisogno di un amore vero
c'è bisogno di un amore grande
C'è bisogno di un amore vero
c'è bisogno di un pezzo di cielo
c'è bisogno di un amore grande
in questo mondo sempre più distante.
c'è bisogno di un pezzo di cielo
C'è bisogno di un amore vero
in questo mondo sempre più distante.
c'è bisogno di un amore amore
C'è bisogno di silenzio, c'è bisogno di ascoltare
c'è bisogno di un pezzo di cielo
c'è bisogno di un motore che sia in grado di
in questo mondo che abbia più colore.
volare
c'è bisogno di sentire, c'è bisogno di capire
C'è bisogno di memoria, c'è bisogno di pensare
c'è bisogno di coraggio, c'è bisogno di sognare.
Caro Diario
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