Strage a Dallas - Il Giornale D`Italia
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Strage a Dallas - Il Giornale D`Italia
Anno V - Numero 165 - Sabato 9 luglio 2016 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Attualità Economia Roma Ora i migranti restano tutti qui Banche in crisi? Altri soldi pubblici La giunta Raggi già sulla graticola a pag. 2 Sarra a pag. 6 Calvo a pag. 3 DA AN IN POI NESSUNO RIESCE PIÙ A RAPPRESENTARE LA NOSTRA STORIA. DOBBIAMO RIPROVARCI, ALLA FINE SE NE CONVINCERANNO TUTTI di Francesco Storace furia di mettere in soffitta la nostra storia; calpestando ogni traccia di valori nel nome del nuovo; mistificando e magnificando la fine della destra e della sinistra; alla fine abbiamo convinto gli elettori a votare per chi se ne frega di ciò che c’è alle nostre spalle, se ne infischia di qualsiasi coerenza morale e che giudica più convenienti scomode caselle a indicare appartenenza politica. Sono i Cinque stelle, a cui auguriamo di restare onesti come dicono di essere. In realtà costoro si affermano solo perché manca una destra seria. Finché c’era e si chiamava Alleanza nazionale, l’alternativa alla sinistra non poteva prescindere da essa. Oggi, l’eredità di quella storia galleggia. Ma quando sparisci da consigli comunali che rappresentano nel complesso milioni e milioni di italiani hai voglia a strillare che sei di destra più degli altri. Stamane, al nostro comitato centrale, dovremo cominciare a scrivere una storia nuova. Dobbiamo rassegnarci al postideologismo, o tentare di mantenere coerenza in altre forme? Non credo che la destra sia improvvisamente diventata fuorilegge nella politica italiana; semplicemente deve essere ricostruita da soggetti adeguati allo scopo. E magari puntare ad ampliarsi, senza escludere. Riprendendo un percorso antico e nobile. Da mesi ne parliamo con i dirigenti di Azione nazionale e sentiamo il dovere di provarci. Fondere tutta la destra che non si è ritrovata in Fratelli d’Italia - il movimento che respinge qualunque tentativo di unità del nostro mondo - per tentare di tornare a parlare con milioni di italiani che non votano più da quando An si è dissolta. C’è bisogno della rappresentanza A L’EREDITÀ A destra, col comitato centrale di oggi, parte una nuova storia per riprendere un percorso antico e nobile di una forza che sappia essere interprete del bisogno di sovranità; che non costruisci se sei subalterno alla lega di Salvini. Il quale avrebbe potuto rappresentare una speranza se si fosse liberato dei dogmi secessionisti e antinazionali che invece albergano ancora in vaste fasce del suo movimento politico. C’è necessità di una forza politica che sappia parlare con coerenza a quel vasto mondo cattolico che da troppi anni è rappresentato da chi fa strage di potere per le solite clientele senza costruire nulla che almeno mantenga saldi i valori non negoziabili, a partire dalla famiglia. Pensano solo alle loro e non a quelle degli italiani. C’è bisogno di un movimento che sappia dare voce agli esclusi dalla società, a milioni di italiani sempre più poveri ai quali l’Europa delle burocrazie e delle banche ci costringe a rispondere a sportellate in faccia nel nome del risparmio sulle politiche sociali. Se tutto questo possa trovare ospitalità e protagonismo in un centrodestra rinnovato non lo sappiamo ULTIMI IN EUROPA PER TASSO DI NATALITÀ. E ALLE FAMIGLIE NON PENSA PIÙ NESSUNO CECCHINO DI COLORE SPARA E UCCIDE 5 AGENTI La cicogna italiana non vola più lmeno finirà l’assillo, per molti di noi, di spiegare come nascono i bambini e cosa c’è nella pancia di quella signora. Ma c’è poco da scherzare: in Italia i bambini non nascono più. Siamo ultimi in Europa per tasso di natalità. Mentre oramai superiamo un po’ tutti per quello della mortalità. Lasciando perdere, per ovvi scongiuri, quest’ultimo dato, concentriamoci sulle cicogne volate via, lontano da noi. Gli italiani non fanno più figli, ecco l’amara, amarissima realtà. Colpa dei tempi che cambiano? Neanche per sogno: per quello magari non ti sposi più . E poi i tempi cambiano anche nel resto d’Europa, dove invece i figli continuano a farli. Solo che nel resto d’Europa superano anche le crisi economiche (emblematici i casi di Spagna e Irlanda che erano messe peggio di noi e ora stanno di nuovo benino, mentre tutto tace dal fronte Grecia, il che magari vuol dire che A Strage a Dallas Di Giorgi a pag. 4 certo alla partenza del progetto. Intanto, cominciamo a ri-parlarne a destra. Magari, alla fine del tunnel, se ne convincerà anche qualche riottoso di oggi, che non comprende che conviene a tutti una destra forte e unita. E soprattutto all’Italia. Noi comunque ci proveremo, persino liberi dall’assillo delle candidature a tutti i costi. tra un po’ pure Atene riprenderà se non a correre, quanto meno a camminare). L’Italia, invece, nella crisi sta affondando, con un inesorabile trend che coincide con gli ultimi governi Monti-Letta-Renzi, eletti da nessuno se non voluti da qualcuno sul Colle. Fateci caso: a parte la crisi economica derivante anche da un aumento della pressione fiscale e da nessun intervento per rilanciare l’occupazione, sono anche gli ultimi governi che per la famiglia non hanno fatto un accidenti. Anzi: è la famiglia (quella naturale) il grande, unico nemico di questi governi del piffero. Se poi nelle famiglie ci sono dei figli, è finita. E più figli ci sono, più il governo ti mette il bastone tra le ruote. Gioia di mamma e di papà, ma non di Matteo e Maria Elena, insomma. Come vanno reclamando da anni le associazioni di famiglie, soprattutto quelle cattoliche (avete presente? Si tratta degli ambienti dove i cattosinistri vanno a bussare prima delle elezioni e poi puntualmente non fanno niente per loro). E così, addio cicogne italiane: a guidare la classifica europea dei Paesi con il maggior tasso di natalità sono l'Irlanda (14,2 x mille) seguita da Francia (12) e Gran Bretagna (11,9). Noi, desolatamente ultimi, quasi alla metà di queste percentuali. Igor Traboni 2 Sabato 9 luglio 2016 ATTUALITA’ ADESSO LO AMMETTE ANCHE IL GOVERNO: ALTRO CHE PAESE DI TRANSITO… Gli immigrati? Restano in Italia E a Milano riesplode la polemica sull’area Expo da destinare a campo profughi desso, a proposito dell’invasione degli immigrati, arriva una mezza ammissione anche da parte del governo: "L''Italia ha smesso di essere un Paese di transito, ma è diventato di destinazione. Quest'anno abbiamo avuto 77.800 sbarchi, l'anno passato erano stati 74 mila, abbiamo però più di 51 mila domande di asilo", ha detto infatti il sottosegretario all'Interno Domenico Manzione, partecipando ieri ad un convegno a Firenze. Sulla "lunghezza delle procedure per il riconoscimento del diritto di asilo – ha aggiunto Manzione - posso dire che abbiamo già fatto un decreto legge, abbiamo raddoppiato il numero delle commissioni e attualmente i tempi di decisioni delle commissioni sono assolutamente in linea con una tempistica europea. Rispetto alle circa 49 mila domande di asilo depositate, le decisioni ad oggi sono state 48.700 .Quindi, sostanzialmente sono quasi in pari. Abbiamo da affrontare il problema dei ricorsi sotto il versante giudiziario, che a sua volta crea problematiche in termini di tempistiche". Per ovviare a tale nodo, ha aggiunto il sottosegretario del governo Renzi "pensiamo di agire insieme al ministero della Giustizia, che ha pen- A sato di fare alcune modifiche normative, vediamo quale sarà il sistema migliore per portarle avanti. Sotto il profilo della diversità di valutazione, i tribunali decidono in perfetta autonomia, non possiamo avere la pretesa di omologare le decisioni, ma il punto essenziale è quello di "avere una legittima aspettativa", ha concluso Manzione. Ma intanto sul problema migranti torna ad esplodere, e questa volta in maniera ancora più virulenta, la vicenda dell’area Expo di Milano che la giunta i sinistra vorrebbe mettere a disposizione degli immigrati: Il governo e il neo sindaco di Milano, Beppe Sala, si spingono fino a quello che non credevamo possibile: l'Esposizione Universale dei migranti. Destinare un'area Expo a campo per immigrati clandestini significa penalizzare lo sviluppo di uno spazio che dovrebbe essere riservato all''innovazione e alla ricerca", dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani. "Nessuno verrebbe mai a investire e a creare posti di lavoro in un simile contesto- prosegue Romani- soltanto una mentalità per niente lungimirante, incapace di qualunque buon senso e di trovare soluzioni serie ad un'emergenza che dura da anni, può avallare una scelta così sciagurata. Milano e l'Italia- termina Romani- hanno bisogno di altro". Sul tema interviene anche Mariastella Gelmini, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia: "Lavoriamo seriamente per portare nell'area post Expo l'Agenzia euro- pea del farmaco e l'Autorita'' Bancaria. Con la No Tax Area e il progetto Human Technopole, supportato dalle università milanesi- ha sottolineato la Gelmini- questo spazio potrebbe alimentare innovazione, ricerca, crescita e lavoro in Lombardia. Ospitare nella stessa area un centro di accoglienza per 1000 immigrati clandestini vuol dire togliere ogni credibilità a questo progetto. Il governo non può azzerare l'ipotesi di sviluppo più concreta che Milano e la Lombardia stanno creando, per la sua totale incapacità nella gestione dei migranti". ADESSO APRONO ALLO SPACCHETTAMENTO DEI QUESITI, CON LA SPONDA DEL COLLE Renzi-Boschi, paura del referendum L a paura del referendum comincia a fare novanta dalle parti di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, sempre più preoccupati dai sondaggi che arrivano e che danno il ‘no’ avanti di alcuni punti, ma con una crescita che aumenta con il passare delle settimane. E così anche quella di ieri è stata una giornata “di riflessione” in casa pd, fronte renziano, anche alla luce dell’incontro che il premier-segretario ha avuto l’altro ieri sera con il presidente Mattarella. Un mini vertice improvviso, con Renzi che ha cercato di trovare sponda nell’inquilino del Quirinale soprattutto in ordine ad uno spostamento della data del voto. Ma dal Colle avrebbero risposto sostanzialmente picche: va bene spostare il voto di una settimana (dall’ultima domenica di ottobre alla prima di novembre, giusto per evitare il ponte di tutti i Santi) ma non di più. Sarebbe invece proprio il Quirinale a non disdegnare la possibilità di un spacchettamento dei quesiti referendari, come sollecitato da alcuni settori della sinistra, radicali in testa. Ipotesi che Renzi e la Boschi hanno sempre visto come fumo negli occhi ma che dall’altra sera, dopo l’intervento di Mattarella, hanno iniziato quanto meno a prendere in considerazione. "Ricordiamo al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, evidentemente folgorato sulla via di Damasco per quanto riguarda lo spacchettamento del quesito referendario sulla riforma della Costituzione approvata dalla sua maggioranza, che proporre ai cittadini un referendum confermativo spezzatino è impossibile”, ha però sottolineato Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, sottolineando tre impossibilità: “giuridicamente, politicamente, costituzionalmente". Sul tema referendario ieri è tornata a farsi viva anche la Boschi: "Le riforme costituzionali rappresentano il bivio. Noi siamo consapevoli di non potere essere in nessun modo paragonabili alle madri e ai padri costituenti e di esser lontani da quella stagione. Ma questa è una riforma che ci fa fare un passo in avanti e non un passo indietro e soprattutto che ha un punto di forza: rendere padri e madri costituenti i cittadini nel momento in cui dovranno pronunciarsi e potranno colmare anche alcune nostre mancanze". Un accostamento che ha fatto saltare la mosca al naso alle opposizioni: “Il ministro cerca di arruffianarsi gli elettori chiamandoli padri costituenti, quando poi il Governo Renzi è nato con una congiura di Palazzo e contro la volontà popolare”, ha detto Elvira Igor Traboni Savino, di FI. CON I NUOVI TAGLI, DISSESTO FINANZIARIO IN VISTA PER MOLTI ENTI LOCALI Province e Comuni vicine al collasso ltre quaranta province sono prossime al dissesto finanziario per effetto dei nuovi tagli disposti dal decreto. E così centinaia di comuni. Si rischia il blocco dei servizi alle comunità locali. In questo modo la Cisl-Fp torna a lanciare il grido d'allarme a Governo e Parlamento, dove è in discussione la conversione in legge del decreto enti locali. "La situazione finanziaria di province, città metropolitane e comuni è già drammatica", spiega la federazione del pubblico impiego Cisl. "Se la legge di conversione del decreto passasse così com’è, lo sforamento del patto di stabilità diventerebbe inevitabile per troppi enti. Con conseguenze drammatiche sui cittadini e sui lavoratori. Basta pensare che scatterebbero subito i tagli sui salari di O produttività, che non si rinnoverebbero i contratti del personale precario e il blocco delle assunzioni sarebbe totale. Ciò vorrebbe dire paralisi di servizi essenziali come viabilità, ambiente, sicurezza, turismo, servizi sociali". Il sindacato non intende quindi mollare la presa: "Chiediamo a Governo e Parlamento di intervenire subito e cambiare il decreto", conclude la Cisl Fp. "Niente tagli al salario, sblocco del turn-over e certezze per i precari. La riorganizzazione dei servizi locali non si può fare con il prelievo forzoso da parte dello Stato sulle casse di province e comuni. Non si possono lasciare allo sbando lavoratori e comunità locali. Servono servizi più innovativi e meno costosi, ma per questo bisogna investire sulle competenze e sulle persone". Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Sabato 9 luglio 2016 ATTUALITA’ VISCO E PADOAN ALL’UNISONO. SÌ ALL’INTERVENTO PUBBLICO IN CASO DI BOCCIATURA AGLI STRESS TEST Bankitalia e Tesoro in coro:“Salviamo Mps” Il ministro dell’Economia: “Esplorare tutte le modalità nel rispetto delle regole Ue” di Marco Zappa embra di ascoltare la stessa campana, con la musica di governo e Bankitalia dalle stesse note. Secondo via Nazionale, per sostenere le banche in difficoltà, la via dell’intervento pubblico “non può essere esclusa”. E anzi, per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan “è da esplorare, con una natura precauzionale e nel rispetto delle regole Ue”. Il disco introdotto all’assemblea dell’Abi dal governatore Ignazio Visco e dal titolare di Via XX settembre contiene le stesse canzoni. Quelle che portano diritte a un salvataggio pubblico, l’ennesimo, del Monte dei Paschi di Siena. La banca più antica al mondo e quella, da sempre, vicina alla sinistra italiana fin dai tempi del Pci. Il governo e Palazzo Koch non hanno dubbi: Mps va aiutata. E siccome le normative Ue consentono una ricapitalizzazione pubblica (solo se l’istituto di credito in questione può fornire le garanzie giuste) è questa l’unica strada possibile da percorrere. Per Visco l’intervento pubblico deve dunque essere preso in considerazione, anche e soprattutto se Rocca Salimbeni dovesse ottenere un’altra bocciatura agli stress test di Francoforte, con le pagelle dell’Eurotower che metteranno sotto i riflettori cinque istituti di credito italiani, tra cui Mps, e saranno pubblicati il prossimo 29 luglio. All’Assemblea Abi il governatore di Bankitalia ha spiegato di confidare “nella capacità di successo di un impegno comune volto a superare S Il governatore di Bankitalia IgnazioVisco e il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan le attuali difficoltà. Non sottovalutiamo – l’appello – i segnali di preoccupazione, il nervosismo che proviene dalle situazioni dei mercati finanziari e interessano i nostri istituti di credito. Insieme con le altre autorità stiamo agendo con determinazione per promuovere efficaci interventi di mercato. Le banche ‘significative’ con livelli di crediti deteriorati particolarmente elevati, detenevano alla fine dello scorso anno 15 miliardi di sofferenze, al netto delle svalutazioni già conteggiate in bilancio, anch’esse coperte da garanzie reali e personali”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Padoan, che spinge per l’entrata in scena dello Stato. Pronto a mettere una toppa sul buco di banca rossa. Con un intervento pubblico “la cui natura deve essere precauzionale. E il governo – ammette – si sta adoperando per rendere possibile la questione”. Le trattative con Bruxelles sono serrate e il dialogo, continuo. “E ha lo scopo di esplorare tutte le modalità di intervento pubblico ammesse dalle regole sugli aiuti di Stato. L’intento di Palazzo Chigi è quello di tutelare il risparmio secondo il mandato costituzionale. Ma la nuova normativa Ue sulle banche è molto esigente e la sua attuazione ha elementi di flessibilità che vanno sfruttati in pieno soprattutto in caso di rischio sistemico”. Non è ancora da escludere un incremento delle risorse nel Fondo Atlante, che per Padoan “può investire sia negli aumenti di capitale delle banche sia unitamente ad altri investitori in tranche di veicoli creati a sostegno dei gruppi gravati dai Npl”. Il tutto per velocizzare i tempi di recupero dei crediti. Da Padoan tornando ancora a Visco, che s’è detto perfino ottimista circa possibili nuove fusioni nel mercato bancario italiano. “Dopo quella tra Bpm e Banco Popolare attendiamo altre iniziative aggregative non in tempi lunghi”. Non è questo il caso di Mps che comunque non sembra averne bisogno visto che ogni volta che si trova in seria difficoltà può contare sempre sul sostegno del governo e quindi del Pd. Da sempre interessato alle vicende di banca rossa. PER IL PRESIDENTE PATUELLI È DA RIVEDERE IL SANGUINOSO STRUMENTO VOLUTO DALL’EUROPA Anche l’Abi lo ammette: il bail-in è incostituzionale Dal numero uno di Palazzo Altieri una difesa esagerata verso le banche e perfino un attacco immeritato alle imprese a normativa sul bail-in è da rivedere al più presto perché incostituzionale”. Parola del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. Che nel corso della relazione all’assemblea annuale svoltasi ieri a Roma ha sottolineato tutte le sue preoccupazioni su quello strumento voluto dall’Europa, in vigore dallo scorso 1° gennaio, che consente prelievi forzosi sui conti correnti ove siano depositati oltre 100mila euro nel caso in cui la banca che gestisce quei risparmi sia in difficoltà e rischi il tracollo. Un meccanismo che ha provocato il salvataggio di Etruria, Banca Marche, Cari Ferrara e Cari Chieti, sulla pelle di migliaia di risparmiatori beffati pure dal decreto della discordia varato dal governo il 22 novembre 2015. Ebbene, per Patuelli la normativa sulle risoluzioni e sul bail-in va cambiata. Visto pure “L che “innovative iniziative private come il Fondo Atlante e il rinnovato ramo volontario di quello interbancario, con interventi preventivi, partecipativi e non più a fondo perduto, prevengono i rischi di altre eventuali (e più costose per tutti) risoluzioni e respingono ogni ipotesi di bail-in”. Secondo il numero uno dell’Abi occorre tuttavia anche “un calmiere per l’onerosità a carico degli istituti di credito per la contribuzione ai numerosi fondi obbligatori, pure europei. Soprattutto a quelli ai quali l’Italia non ricorre”. Dopo l’attacco all’esecutivo, l’ovvia entrata a difesa delle banche italiane, “che scontano cavilli Ue e non hanno avuto negli anni i cospicui aiuti di Stato, frequenti altrove. E nell’autunno scorso hanno sopportato i costi morali ed economici di cavillose interpretazioni burocratiche della Commissione europea che Antonio Patiuelli hanno impedito i meno onerosi e iniqui interventi già decisi dal Fondo interbancario”. Una non verità quella di Patuelli. Perché nel 2012, grazie pure all’approvazione dell’Ue, che ha dato il via libera alla ricapitalizzazione, il Monte dei Paschi di Siena ha ottenuto 3,9 miliardi di Monti bond dal ministero dell’Economia. Che le hanno consentito di rimanere in vita e che solo adesso sono stati restituiti. Col Tesoro “costretto” ad entrare addirittura nel patrimonio di banca rossa, con il 4% delle azioni (ancora oggi detenute). Il dominus dell’Abi ha puntato il dito contro le autorità europee, “che non favoriscono le aggregazioni delle banche in Italia”. Altra affermazione discutibile. Perché se è vero che il regolamento è stringente, è vero anche che molti gruppi di credito attualmente non hanno le credenziali per sperare di trovare un partner credibile. Eppure per Patuelli i veti a tutela dei depositi imposti dalla Ue sono “inammissibili”. Questione crediti deteriorati. La riduzione dei Npl (non performing loans) per l’Abi è da considerarsi come “un obiettivo strategico fondamentale per la ripresa che non può e non deve essere sopravvalutato. Ci sono tante iniziative per provare a risolvere questa questione, con le sofferenze nette che sono ampiamente coperte da garanzie”. Il numero uno di Palazzo Altieri prova poi a indicare la strada da seguire alle imprese: “E’ il momento di investire. Se non ora, quando?” E con quali soldi? Negli ultimi anni la Banca centrale europea ha rimpinzato di soldi gli istituti di credito, che anziché incentivare aziende e famiglie hanno solo pensato ai propri affari. Investendo le risorse attraverso l’acquisizione di titoli di Stato. A discapito proprio delle aziende, costrette ad abbassare le serrande perché strozzate dal fisco e impossibilitate dal ricevere prestiti a condizioni accettabili. Certamente da rivedere l’intervento di Patuelli, che però su una cosa ha ragione: il bailin è incostituzionale. 4 8 Sabato 9 luglio 2016 ESTERI STATI UNITI Bagno di sangue a Dallas: uccisi cinque poliziotti A sparare alcuni cecchini, entrati in azione al termine di un corteo di protesta contro la violenza delle forze dell’ordine nei confronti degli afroamericani di Stella Spada finita in un bagno di sangue la manifestazione organizzata a Dallas per protestare contro le recenti uccisioni, per mano della polizia, di due afroamericani in Minnesota e in Louisiana. Sono infatti cinque (quattro morti sul colpo e uno deceduto in ospedale in seguito alle ferite riportate) gli agenti che sono rimasti uccisi nel corso di una sparatoria scoppiata quando il corteo – al quale hanno partecipato diverse centinaia di persone – stava per finire. Senza contare che altri sette uomini in divisa e due civili – riferisce la stampa – sono rimasti feriti e almeno cinque di loro sono in gravi condizioni. Il sindaco di Dallas Mike Rawlings, nel corso di una conferenza stampa, ha precisato che sul posto, al momento della sparatoria, c'erano 100 agenti. Quanto alla ricostruzione dell'accaduto, ad aprire il fuoco, intorno alle 21 (le 3 ora italiana), sono stati alcuni cecchini (si pensa almeno quattro) appostati sui tetti di palazzi situati lungo il percorso della manifestazione. Il capo della polizia di Dallas David Brown ha parlato di “uomini armati” che “hanno spa- È rato da una posizione soprelevata”. Molto probabilmente “il loro piano – ha detto ancora Brown – era di ferire e uccidere il maggior numero possibile di agenti”. Ancora nessuna ipotesi sulle ragioni di quella che un testimone, che ha filmato l'accaduto dalla sua camera d'albergo, ha definito, parlando con la Cnn, come “un'esecuzione, un attacco pianificato”. Al momento risulta che la caccia all'uomo lanciata per arrestare i responsabili della carneficina abbia portato al fermo di alcuni sospetti, tra cui una donna. Secondo quanto riferito dal Dipartimento di polizia della cittadina del Texas, un sospetto cecchino si era asserragliato in un garage. “La polizia ha tentato di negoziare con l’uomo per diverse ore senza successo. Per neutralizzare la minaccia, è stato utilizzato un piccolo robot controllato in remoto e dotato di una testata esplosiva. È stata l’esplosione del robot ad uccidere il sospettato. Tutte le altre opzioni, considerato la situazione di stallo che si era venuta a creare, avrebbero esposto pericolosamente gli agenti polizia sul posto” ha riferito il capo delle forze dell'ordine di Dallas. Prima di essere ucciso, l'uomo ha affermato di non appartenere a nessun gruppo terroristico e di voler uccidere solo gli agenti bianchi in risposta agli ultimi due episodi di neri uccisi dalla polizia. Sembra inoltre che abbia anche dichiarato di aver piazzato alcune bombe. La polizia in proposito ha fatto sapere di aver “scoperto un pacco sospetto” ed ha aggiunto che gli artificieri sono già al lavoro. Sull'accaduto il movimento “Black Lives Matter” (Le vite dei neri con- tano) si è espresso molto duramente, condannando l'azione e sottolineando che l'organizzazione, impegnata a lottare contro la violenza e la brutalità della polizia, “si batte per la dignità, la giustizia e la libertà e non per l'omicidio”. Anche il presidente Obama ha condannato l'attacco, che lui stesso ha definito “feroce e premeditato”. Inoltre, dopo aver promesso che “sarà fatta giustizia” ha sottolineato che le uccisioni degli afroamericani da parte della polizia “non sono una questione solo nera o ispanica, ma americana. Tutte le persone imparziali – ha concluso - dovrebbero essere preoccupate della frequenza con cui la polizia uccide gli afroamericani”. COREA DEL NORD Nuove sanzioni a Pyongyang per “violazione dei diritti umani” Kim Jong-un reagisce: “È un crimine odioso, che consideriamo come una dichiarazione di guerra” a situazione, nella penisola coreana, risulta in quest'ultimo periodo sempre più complessa. E più tesa. Tra le notizie che arrivano sulla regione, spicca innanzitutto la decisione degli Stati Uniti di comminare al leader di Pyongyang e ad altri dirigenti del Paese un pacchetto di nuove sanzioni (le prime “ad personam”, dopo quelle già in essere in capo al governo locale per i programmi missilistici e nucleari) per “violazione dei diritti umani” (secondo Washington, infatti, il regime nordcoreano detiene in campi di prigionia tra le 80 mila e le 120 mila persone). Immediata e, come prevedibile, molto stizzita la replica di delle autorità nordcoreane, secondo cui i provvedimenti di Washington – si legge in una nota del ministero degli Esteri riportata dall'agenzia di stampa ufficiale Kcna – sono conditi di “bugie e falsificazioni” e costituiscono l'equivalente “di una formale dichiarazione di guerra”. Ora dunque che “gli Usa hanno dichiarato guerra alla Repubblica Popolare Democratica di Corea – prosegue il comunicato – qualsiasi problema dovesse sorgere con gli americani sarà trattato sulla base della legge di guerra”. Pyongyang inoltre definisce le sanzioni un “crimine odioso” e chiede il loro immediato ritiro. L Quanto agli Usa, il portavoce del dipartimento di Stato Kirby ha commentato la nota del governo nordcoreano dicendo che si dovrebbe astenere “da azioni e retorica che servono solo ad aumentare ulteriormente la tensione nella regione”. Sulla vicenda è inoltre intervenuto anche il segretario generale delle Nazioni Unite (presso cui la Corea del Nord mantiene una delegazione diplomatica), che si augura che la Cina induca il suo alleato nordcoreano a “cooperare a livello internazionale sui diritti umani”. Non esattamente forse quella sperata la reazione della Cina, il cui ministro degli Esteri si è detto contrario all'uso di sanzioni unilaterali e ha annunciato – riferisce Tgcom 24 – che si opporrà ad eventuali discussioni sul tema in Consiglio di sicurezza, ritenendo che la situazione dei diritti umani in Corea del Nord non costituisce una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale. Nel frattempo la Corea del Sud ha concluso con gli Usa un accordo in forza del quale Washington schiererà nel Paese un sistema di difesa missilistica avanzata. L'intesa arriva dopo una serie di colloqui avviati in seguito agli ultimi test nucleari e missilistici della Corea del Nord. “Sulla base di tali consultazioni, il Sud e gli Usa hanno preso la decisione di schierare il Terminal High Altitude Area Defence (Thaad) come misura difensive per garantire la sicurezza della Corea del Sud e dei suoi cittadini” hanno dichiarato i ministeri della Difesa dei due Paesi. Secondo Pechino però, tale iniziativa rappresenta “un grave danno” alla sicurezza regionale del nordest dell'Asia ed ha chiesto a Washington e Seul di CdG tornare sui loro passi. HONDURAS - UCCISA CON UN COLPO DI MACHETE Ritrovata morta ambientalista rapita Si batteva contro la diga sul fiume Chinacla stata trovata morta Lesbia Janeth Urquia, l’ambientalista rapita martedì scorso. Appartiene infatti a lei il corpo rinvenuto ieri in una discarica nei pressi di Marcala, centosessanta chilometri a ovest di Tegucigalpa, capitale dell'Honduras. Urquia è stata uccisa con un colpo alla testa, probabilmente inferto con un machete. Quanto alle indagini, le autorità locali sembra stiano privilegiando la pista di una rapina finita male. Non condivisa dall'organizzazione di cui la donna faceva parte. “La morte di Lesbia Yanet - si legge infatti in un comunicato pubblicato sul sito web del Copinh - è un femminicidio politico che prova a silenziare le voci di donne che con coraggio difendono i loro diritti. L'omicidio conferma che si è messo in moto un piano per far sparire chi difende i beni comuni della natura. Riteniamo le autorità direttamente responsabili di questo omicidio”. Considerazione questa che sembrerebbe tra l'altro confermata È dalle ammissioni - riportate qualche tempo fa dal Guardian - di un ex componente delle forze armate honduregne fuggito all'estero, secondo cui l'esercito avrebbe una lista di bersagli da colpire per metterli a tacere. L'assassinio di Lesbia Janeth Urquia segue di pochi mesi quello di Berta Caceres (uccisa a marzo in casa sua), nota a livello internazionale per il suo impegno al fianco delle popolazioni locali honduregne contro la privatizzazione delle terre, la concessione di licenze minerarie e la costruzione di impianti idroelettrici. Tra le battaglie più accese del gruppo del quale le due donne facevano parte, quella contro la costruzione della diga di Agua Zarca, progetto finanziato tra gli altri dalla Banca mondiale e dai fondi di cooperazione allo sviluppo di Stati Uniti, Paesi Bassi e Finlandia. Nel 2015 gli ambientalisti uccisi nel piccolo Paese del Nord America (stretto tra Guatemala e Nicaragua) sono stati, secondo CdG Global Witness, oltre cinquanta. 5 Sabato 9 luglio 2016 ESTERI MORTE E DEVASTAZIONE IN UN TEMPIO SCIITA A NORD DELLA CAPITALE Il terrorismo colpisce ancora in Iraq Nuovo attacco a una moschea sciita: oltre trenta morti. E continua a salire il bilancio delle vittime dell’attentato di domenica scorsa a Baghdad di Cristina Di Giorgi on si ferma l'ondata di violenza che, in una fase della guerra sul campo che vede lo Stato islamico in difficoltà, si traduce in attentati terroristici e sangue. Un commando jihadista ha infatti nuovamente colpito in Iraq: è di ieri la notizia che almeno 35 persone sono morte e 78 sono rimaste ferite in un'azione compiuta nella notte tra giovedì e venerdì nel nord del Paese, dove un gruppo di miliziani è entrato in azione nel mausoleo sciita Sayyid Muhammad bin Ali al Hadi a Balad, nella provincia di Saladin (circa 70km da Baghdad), a maggioranza sunnita. Le agenzie riferiscono, quanto alla ricostruzione dei fatti, di un commando jihadisti che prima ha bersagliato il mausoleo con colpi di mortaio, poi ha aperto il fuoco sui fedeli riuniti in preghiera (un componente del commando sembra sia riuscito ad entrare nel tempio, prendendo di mira gli addetti alla sicurezza, ma anche i civili) ed infine hanno azionato le cinture esplosive. La polizia locale ha dichiarato che uno degli attentatori è stato ucciso prima che si facesse esplodere. L'attacco, portato a termine durante la festività musulmana della fine del Ramadan, non risulta che al momento sia stato ancora ufficialmente rivendicato anche se è stato da molti attribuito allo Stato Islamico che – sottolinea la stampa – considera gli sciiti come parte di un culto eretico. N Nel frattempo continua a salire il già altissimo bilancio delle vittime dell'attentato di domenica nel quartiere sciita Karrada di Baghdad (rivendicato dall'Isis): le ultime drammatiche notizie parlano infatti di 292 morti. E potrebbe non finire qui, dato che le autorità sanitarie locali hanno fatto sapere che tra i feriti (se ne contano almeno 200, stando a quanto riferito dal portavoce del ministro iracheno della salute al Redaini) ve ne sono purtroppo diversi in gravi condizioni. Oltretutto, tra le vittime, ve ne sono molte ancora non identificate a causa delle condizioni in cui sono stati ritrovati i resti: prosegue dunque, in quest'ambito, il lavoro di confronto del Dna con i campioni prelevati dai familiari, nel tentativo di dare un nome alle salme. Intanto continuano, a Baghdad e non solo, le polemiche sulla mancanza di sicurezza. Emblematico di tale situazione – riferisce il Washington Post – è “il fatto che i rilevatori di bombe ancora utilizzati in Iraq, prodotti nel Regno Unito, come ha dimostrato un'inchiesta della Bbc di sei anni fa, sono risultati falsi”. Al punto che dopo l'indagine l'esportazione è stata vietata e il produttore dei rilevatori è finito in prigione per frode. Eppure la polizia utilizza ancora quei rilevatori, come un reporter del “New York Times” ha fatto notare subito dopo l'attentato di domenica. “Non abbiamo ordini in tal senso. Sappiamo che non funzionano, ma non abbiamo altra scelta” ha dichiarato in proposito un ufficiale di polizia. Una situazione grave dunque che porta con sé una pericolosissima instabilità (quando il premier al Abadi si è recato sul luogo dell'attentato è stato infatti contestato duramente dalla gente, che lo ha insultato, lanciandogli anche pietre e scarpe) ben lontana dall'essere in qualche modo risolta. Dalla deposizione di Saddam il Paese ha avuto almeno mezzo milione di morti, rifugiati, povertà e, come rilevato, insicurezza. Senza contare la corruzione della classe politica.“Non stupisce dunque – scrive Gwynne Dyer – che anche molti degli iracheni SIRIA ORRORE ISIS Verso la conquista di Aleppo L’esercito di Damasco ha bloccato l’ultima via di rifornimento dei ribelli. Ora la seconda città del Paese è sotto assedio totale esercito siriano ha bloccato l'ultima via ancora aperta che collegava, ad Aleppo, la zona orientale (in mano ai ribelli) e l'entroterra occidentale. Lo ha riferito la Bbc sul suo sito internet. Dopo una serie di violenti combattimenti dunque, le truppe di Damasco sembra siano riuscite a chiudere l'accesso alla strada del Castello, attraverso la quale giungevano i rifornimenti agli estremisti che ancora in parte occupano la seconda città della Siria. La cui riconquista completa da parte del legittimo governo del Paese appare quindi imminente. Continuano dunque le operazioni militari. E non solo ad Aleppo: è infatti di ieri anche la notizia di una serie di raid portati a termine – riferisce askanews citando fonti locali – contro un villaggio nella provincia di Idleb, nel nord-ovest del Paese, controllato dai jihadisti del Fronte al Nusra, il ramo siriano di al Qaeda. Che, insieme ad altri gruppi considerati come terroristi, non rientrano nel cessate il fuoco di 72 ore proclamato dall'esercito di Damasco in occasione della fine del Ramadan. che si opponevano al regime di Saddam Hussein oggi vorrebbero che quest’ultimo non fosse mai stato spodestato”, come emerge anche dalle parole di Kadhim al Jabbouri, divenuto celebre per essere stato immortalato mentre prendeva a martellate una statua del Rais durante l'ingresso a Baghdad delle truppe americane. “Saddam non c’è più, e oggi abbiamo mille Saddam. Le cose erano diverse sotto Saddam. Non lo amavamo, ma era meglio di quelli che ci sono oggi. Non c’era tutta questa corruzione. Si poteva vivere tranquilli” ha infatti dichiarato in una recente intervista alla Bbc. In tutto questo, dal rapporto Chilcot (l'analisi che una commissione britannica appositamente costituita ha in questi giorni diffuso sui motivi che hanno spinto il Regno Unito a seguire gli Usa – dove non ci sono state indagini del genere – nell'invasione dell'Iraq), risulta abbastanza chiaro, per quanto si tenti di minimizzarlo, che intenzioni più o meno buone a parte le conseguenze dell'invasione dell'Iraq – morte e devastazione – erano ampiamente prevedibili.“Chiunque conoscesse davvero la situazione politica, etnica e settaria della regione e dell’Iraq in particolare le aveva previste, compresi gli esperti del dipartimento di stato americano e del foreign office britannico. La cosa più evidente – conclude Dyer - è l’assoluta arroganza e ignoranza di chi ha inflitto una simile catastrofe agli iracheni, che sono condannati a vivere nella miseria e nel terrore”. I disertori bolliti in pentola L’atroce esecuzione di sette miliziani catturati dopo essere fuggiti dal campo di battaglia L’ embra non conoscere limiti la devastante violenza dello Stato Islamico. L'ultimo orrore dei tagliagole del Califfato, che non hanno mancato di diffondere sul web le fotografie della loro “impresa”, riguarda il modo attraverso il quale hanno punito un gruppo di miliziani ritenuti colpevoli di diserzione. I malcapitati, che sembra siano stati catturati dopo essere fuggiti dal campo di battaglia nel nord dell'Iraq, sono stati legati e gettati, viti, in un calderone pieno di acqua bollente. Le immagini dell'esecuzione, che sembra sia avvenuta il 4 luglio – riferisce askanews – sono state pubblicate dalla tv satellitare iraniana al S Quanto al fronte diplomatico, in una nota ufficiale diffusa dal Cremlino si legge che “in seguito ad una conversazione telefonica avviata dal leader russo, entrambe le parti (Mosca e Washington, ndr.) confermano la loro disponibilità ad aumentare la cooperazione militare in Siria” per sconfiggere sconfiggere l'Isis e il Fronte al Nusra”. I due capi di Stato hanno inoltre concordato sul fatto che “i colloqui di pace mediati dalle Nazioni Unite sono fondamentali per giungere ad una soluzione politica della crisi”. Alla base dell'intesa, si legge ancora nella nota del Cremlino, c'è l'invito del presidente Putin a “separare nel più breve tempo possibile le forze moderate da quelle di Al Nusra e dagli altri gruppi estremisti”. St.Sp. Alam. Che sottolinea come si tratti della prima volta che l'Isis fa ricorso a questa forma di uccisione. In passato infatti – ricorda l'emittente di Teheran - i disertori venivano sepolti vivi o fucilati: a tal proposito, il canale Fox (citato da Sputniknews) riferisce infatti che “i comandanti del Daesh hanno recentemente fucilato 19 subordinati che erano fuggiti durante la battaglia nel centro di Falluja”. Nella città, recentemente liberata dall'esercito iracheno, secondo l'agenzia Reuters sono state rinvenute diverse tracce dell'efferatezza degli islamisti: tra esse piccole gabbie metalliche, in cui si ritiene che i terroristi tenessero rinchiusi i loro CdG prigionieri. 6 Sabato 9 luglio 2016 DA ROMA E DAL LAZIO PER CERCARE DI USCIRE DALL’EMERGENZA AFFIDATE 200 TONNELLATE AL COLARI DI CERRONI E 300 ALLA SAF DI FROSINONE Ambiente: la base 5 stelle boccia Muraro E la strada è tutta in salita: gli ecodistretti, respinti dai grillini ma sponsorizzati dal riconfermato Fortini (Ama): “Sono il futuro di Roma”. Poi lo sciopero nazionale dell’11 e 12 luglio, la città rischia di esplodere di Giuseppe Sarra ifiuti zero, altro che inceneritori. Per Virginia Raggi, il neo-assessore alla Sostenibilità ambientale, Paola Muraro, è uno dei massimi esperti nella gestione del ciclo dei rifiuti della Capitale, con un curriculum ineccepibile, tra cui spunta una consulenza in Ama. Promossa dal sindaco di Roma, bocciata invece dalla base grillina che non le sta risparmiando dure critiche e qualche perplessità. E’ stata lanciata persino una petizione su change.org, sottoscritta in pochi R giorni da 1.110 utenti, mancano infatti 390 firme per raggiungere l’obiettivo, per chiedere al neo sindaco di ritirarle le deleghe, accusandola persino di non aver consultato gli iscritti e i meet up perché occorre una “discontinuità con l’attuale catastrofica gestione dei rifiuti a Roma e in sintonia con i valori fondanti del Movimento 5 Stelle”. Come? Attuando, sostengono gli attivisti, le strategie europee in transizione dall'economia dei “rifiuti” verso l’economia circolare. E non è un mistero che il neo assessore sia favorevole agli inceneritori. “Si tratta di una scelta sbagliata - ha affermato Angelo Consoli, attivista e direttore dell’ufficio europeo di Jeremy Rifkin - Abbiamo in Italia i migliori ingegneri e ambientalisti del mondo, che potrebbero consigliare qualcuno da utilizzare in giunta”. Un altro scoglio saranno gli ecodistretti. “Il futuro di Roma”, per Daniele Fortini, presidente di Ama, riconfermato proprio dalla Raggi. Come quello previsto a Rocca Cencia, su cui pure i 5 Stelle erano contrari. Eppure la Regione Lazio ha già indicato la strada con la delibera 199, contestata dalle opposizioni, con la quale si dà la possibilità di ampliare le volumetrie solo ai siti esistenti, che di fatto modifica il Piano di gestione dei rifiuti approvato nel 2012. Nonostante il Tar del Lazio ha condannato l’ente a mettere a punto, in un semestre, un piano di discariche dove smaltire gli scarti dei rifiuti trattati negli impianti del territorio. Una decisione che potrebbe giovare proprio chi ha gestito per circa trent’anni lo smaltimento dell’immondizia. Intanto dall’incontro dell’altro ieri tra il neo assessore Muraro e il presidente Fortini è stato predisposto un piano straordinario di pulizia della Capitale, in particolare nelle aree più critiche: Acilia, Quarticciolo, Ostia Antica, Prati, Circonvallazione Nomentana, dove in queste settimane si è assistito a uno spettacolo indecoroso: dai cumuli di rifiuti sui marciapiedi ai frigoriferi, materassi e sanitari. Non che nelle altre zone di Roma si stia meglio. Con la pulizia totale prevista entro la metà della prossima settimana. Così Ama ha previsto nuovi accordi: il primo, stipulato con la Saf di Frosinone per il conferimento GIALLO ALL’OSPEDALE SPAZIANI DI FROSINONE Febbre alta, muore una bimba Abbruzzese, consigliere regionale della Ciociaria, accusa Zingaretti e il commissario dell’Asl Macchitella iallo allo Spaziani di Frosinone. Una bambina di 9 mesi ha perso la vita, dopo essere stata ricoverata presso il pronto soccorso dell’ospedale ciociaro, in codice giallo, per un’altissima febbre. Sconvolti i familiari della piccola. Non si ha certezza sulle cause, che saranno chiarite dalle indagini. Intanto Mario Abbruzzese, consigliere regionale di Forza Italia, ha denunciato il caso parlando “dell’ennesimo episodio di malasanità nel Lazio” e accusando direttamente la gestione sanitaria del centrosinistra e, in particolare, dell’Asl locale. “Questa è l’ennesima dimostrazione della malagestione del sistema sanitario da parte di Zingaretti e nel caso specifico del Commissario straordinario della ASL di Frosinone, Macchitella”, ha sottolineato il consigliere, che ha chiesto lumi sulla vicenda preannun- G di 300 tonnellate di rifiuti indifferenziati/ giorno; il secondo, invece, con il Colari, il consorzio di Manlio Cerroni, che “ha accettato di ricevere 200 tonnellate aggiuntive di rifiuti indifferenziati per i prossimi 10 giorni”. Mentre l’assessore promette di girare la città per valutare l’efficacia del lavoro svolto da Ama, l’11 e 12 luglio incroceranno le braccia anche i netturbini romani per uno sciopero nazionale. L’imminente PENDOLARI STUPITI Critiche anche da Forza Italia e Cuoritaliani: “A tutto c’è un limite”. Sulla Roma-Viterbo trovate persino le pulci E Mentre Daniele Sabatini (Cuoritaliani) ha riportato le condizioni con cui viaggiano gli utenti della linea ferroviaria RomaViterbo, dove “si segnala la presenza di pulci a bordo dei treni, fastidiosi compagni di viaggio di cui farebbero volentieri a Roma. Quella linea è di proprietà regionale, Zingaretti chieda immediatamente ad Atac di verificare le condizioni igieniche dei mezzi e non faccia spallucce come al suo solito”. E ha elencato le gravi criticità: “I pendolari non solo devono protesta potrebbe avere effetti ancora più pesanti. Dopo due giornate di mobilitazione, una a fine maggio e l’altra a metà giugno, i dipendenti sono pronti a scioperare ancora una volta. Con lo stop, questa volta, di 48 ore continuative della raccolta, che metterà probabilmente a serio rischio la già delicata situazione. Si ha l’impressione che l’emergenza delle ultime settimane sarà solo un antipasto. CAOS SULLA LINEA A “Puntuali 91 treni su 100” ora Nicola Zingaretti esalta la puntualità dei treni regionali gestiti da Trenitalia. Un risultato conseguito nel primo semestre del 2016, in netto miglioramento rispetto al biennio precedente: “Con una media di 90,9 treni puntuali su 100 il Lazio”, migliora così “nettamente gli standard e l’offerta a disposizione dei 400mila passeggeri che quotidianamente si muovono sui treni regionali”. Una notizia che ha stupito in molti. A partire dai diretti interessati, costretti a viaggiare su treni che accumulano pesanti ritardi, sporchi e stracolmi: dalla tratta Roma-Napoli a Roma-Cassino, da RomaNettuno a Roma-Viterbo. Sui quali, spesso, non funziona neanche l’aria condizionata. “A tutto c’è un limite. Abbiamo più volte assistito alle inaugurazioni, da parte di Zingaretti, di reparti che poi non vengono aperti, ma adesso assistere addirittura all’esaltazione della puntualità dei treni, ci sembra davvero troppo e decisamente esagerato”, ha denunciato Antonello Aurigemma (Forza Italia). ciando la presentazione, molto probabilmente, di una dettagliatissima interrogazione: “Spero che da entrambi arrivino presto delle spiegazioni che, personalmente, chiederò anche in Consiglio regionale. So che questo non riporterà alla vita la piccola, ma è fondamentale che sia fatta chiarezza sull’ennesimo episodio negativo che riguarda la nostra sanità”. sopportare vagoni afosi e bollenti, ritardi e disservizi cronici, ora pure le pulci”. Tenta il suicidio, metro in tilt n tilt la metro A. Non si è trattato di un disservizio, almeno questa volta. Ma dello stop necessario per salvare un uomo finito sotto un vagone della metropolitana nella stazione di Colli Albani ed estratto miracolosamente vivo poco dopo dai vigili del fuoco. L’uomo infatti ha tentato il suicidio, ora è in codice rosso all’ospedale San Giovanni. Un’interruzione che ha creato però notevoli disagi agli utenti, costretti ad attendere i bus sostitutivi messi a disposizione dall’Atac. Anche qui non sono mancate le polemiche. In migliaia sotto il sole, una vera e propria odissea. Mentre Atac ha ricordato che quando si verificano incidenti così gravi “l’azienda, su disposizione delle istituzioni competenti, deve interrompere il servizio fino a quando le stesse autorità non autorizzino la riattivazione della cessata emergenza”, il Codacons ha denunciato la situazione di caos generalizzata, aggravata dal grande caldo e dall’afa. Come se non bastasse, ha ricostruito l’associazione, “le navette arrivano stracolme”. I 7 Sabato 9 luglio 2016 DA ROMA E DAL LAZIO ESPLODE L’EMERGENZA IN VIA CUPA, DOVE SONO ACCAMPATI QUATTROCENTO STRANIERI Migranti, caso in prefettura senza soluzione Raggi alza la voce ma nei prossimi giorni ne arriveranno altri. I residenti sono inferociti LA BANDA DEI QUINDICENNI Rapina con bastoni chiodati, fermata baby gang gominata un’altra baby gang nella Capitale, a un mese dalla violenta aggressione ai danni di un commerciante. Armati di bastoni, il 6 giugno erano entrati in un minimarket al Quadraro gestito da un cittadino del Bangladesh e avevano tentato di rapinare frutta e incasso mettendo a soqquadro l’intero negozio di via Ponzio Cominio. Ma i carabinieri della Stazione Roma Cinecittà sono riusciti ad identificare i responsabili: si tratta di 3 ragazzi 15enni (due originari del Brasile e uno della provincia di Trapani) di cui uno già con numerosi precedenti alle spalle. I giovani, tutti residenti a poca distanza dal minimarket assaltato, sono stati denunciati a piede libero con le accuse S di Marco Compagnoni residenti della Tiburtina sono inferociti. E il messaggio è stato recepito dal Campidoglio. La tendopoli davanti all’ex Baobab è ormai una vera e propria emergenza. Una bomba sociale, che è rischiata di scoppiare nelle scorse settimane. Con le proteste quasi quotidiane del comitato stazione Tiburtina. La gente è stanca e continua a chiedere senza mezzi termini lo sgombero. Anche perché gli sbandati sono davvero tanti nella zona, molto insicura. I E il sindaco Virginia Raggi sembra avere le idee chiare:“Per strada non possono stare, non è una situazione dignitosa né tollerabile per loro. Si sta anche creando un problema di ordine pubblico perché i residenti sono inferociti”, ha spiegato il sindaco a margine del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza svoltosi in Prefettura, che verteva sull’emergenza migranti. Gli attivisti dell’ex Baobab e il centrosinistra, dal canto loro, vorrebbero la riconversione dell’ennesima struttura: l’ex Istituto Ittiogenico nei pressi della stazione Tiburtina, di proprietà della Regione Lazio, con il via libera della giunta Zingaretti. La Raggi, al momento, non ci sta e ha mandato un messaggio direttamente al governo Renzi, in particolare al Viminale.“Roma è abbastanza affollata. Sono molto determinata a capire se oggi, con questo flusso di migranti sempre crescente e che viene scaricato in continuazione su Roma, gli strumenti normativi sono adeguati per gestire questo fenomeno”, ha tuonato il primo cittadino. “Ma nel medio e lungo periodo la logica dell’emergenza non può piú essere tollerata perchè non finirá CASTELNUOVO DI PORTO, ALTRE PROTESTE. BLOCCATA PER MEZZ’ORA LA TIBERINA mai”, ha ribadito ancora. Intanto la situazione ha raggiunto l’apice in via Cupa, dove le condizioni igienico-sanitarie sono molto critiche. I 5 Stelle sembrano tendere la mano ai residenti, ma regna ancora l’incertezza e l’emergenza potrebbe prevalere ancora una volta. Anche perché l’ondata migratoria, viste anche le ottime condizioni meteorologiche, continuerà ad aumentare. Sono ormai oltre 400 i migranti presenti nella tendopoli. E nei prossimi giorno potrebbero arrivarne altre centinaia. Nei giorni scorsi, il comitato della stazione Tiburtina aveva di tentata rapina aggravata in concorso e danneggiamento in concorso. Oltre all’allarme sociale, le modalità del blitz hanno destato sin dall’inizio preoccupazione. I carabinieri, intervenuti subito dopo l’incursione, hanno recuperato e sequestato i bastoni con alle estremità dei chiodi. puntato il dito persino contro il questore capitolino Nicolò D’Angelo. Inoltre circola con insistenza la voce della riapertura di una tendopoli della Croce rossa affianco ai binari della Stazione Tiburtina, già allestita nel 2015. Un’ipotesi rispedita al mittente dai cittadini. Mentre proseguono i lavori di riconversione - che costereranno alla collettività almeno 150mila euro - dell’ex albergo Ferrotel in centro di accoglienza per rifugiati tramite una convenzione stiputata dal Campidoglio, guidato dall’allora sindaco Marino, e le Ferrovie dello Stato. TUTTI STRANIERI, DUE ARRESTI E DODICI DENUNCE I rifugiati tornano in piazza Tiburtino, sgomberato stabile occupato Il paesino era finito già in Mafia Capitale, con l’arresto del sindaco sempre per la gestione del centro di accoglienza na vera bomba sociale, sottavaluta sin qui. Una nuova protesta dei migranti è andata in scena per tutta la giornata di ieri al Cara di Castelnuovo di Porto, vicino Roma. Un gruppo circa 200 stranieri, ospiti della struttura, ha bloccato per circa una mezz’ora la via Tiberina, creando alcuni disagi al traffico. Sotto l’occhio vigile delle volanti e pattuglie delle forze dell’ordine. Gli immigrati, però, hanno continuato la loro protesta rifiutandosi di rientrare nella struttura fino a quando non saranno ricevuti da un rappresentante della Prefettura. La strada è stata poi liberata.La protesta si è solo spostata davanti all’ingresso del Cara, attendendo il colloquio. Castelnuovo di Porto è tornata così alla ribalta delle cronache, dopo l’arresto del sindaco Fabio Stefoni (lista civica), che ha respinto le accuse sin dall'inizio, per il quale il gip aveva disposto la misura dei domiciliari. Il nome di Stefoni era stato inse- U mportante operazione degli uomini della questura della Capitale, che hanno sgomberato un altro immobile di fortuna occupato da clandestini, che vivevano di stenti o spacciavano nella zona del Pigneto. Si tratta di dieci unità abitative occupate, e restituite ai legittimi proprietari, in uno stabile di via Scipione Rivera, al Tiburtino. Complessivamente sono state identificate diciotto persone, tutte straniere; tredici di loro, con precedenti di polizia e sprovviste di permesso di soggiorno. I poliziotti li hanno così accompagnati all’ufficio Immigrazione. Due stranieri, invece, erano rintracciati e per questo sono stati arrestati. Devono scontare una pena per precedenti condanne. Trovate e sequestrate - sia indosso ad alcune delle persone fermate, che all’interno degli appartamenti occupati - diverse dosi di marijuana, hashish e cocaina. Confermando ancora una volta la radicalità delle organizzazioni criminali straniere, che gestiscono importanti piazze di I rito, come indagato, anche nel primo filone dell’inchiesta su Mafia Capitale, per i suoi rapporti con Buzzi - confermati dalle intercettazioni telefoniche e ambientali - in merito alla gestione dei rifugiati politici nel territorio tiberino. I rifugiati non sono nuovi alle proteste. Lo scorso anno, un gruppo numeroso scese in piazza per chiedere chiarimenti sul destino incerto, gridando: “Siamo persone, non siamo pacchi postali”. In quell’occasione gli ospiti del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto si riunirono sotto le finestre della Prefettura. Via Scipione Riviera (Fonte: Google Maps) spaccio della Capitale. Nel corso dell’operazione, i poliziotti hanno sgombrato e bonificato anche la limitrofa area in cui erano state edificate alcune baracche di fortuna. Al termine delle verifiche, oltre ai due arresti, sono state dodici le persone denunciate per occupazione di luoghi e di edifici. Purtroppo il fenomeno delle occupazioni non sembra cessare nella Città Eterna, dove agiscono delle vere e proprie organizzazioni che danno ospitalità ai senzatetto, in particolare degli stranieri, beneficiando dell’affitto. In molti casi si poi trasformano in rifugio di sbandati, drogati e alcolizzati. 8 Sabato 9 luglio 2016 STORIA LA STORIA ATTRAVERSO I DOCUMENTI Prato, il Fascismo e le opere pubbliche L’approvvigionamento idrico, la Casa del Fascio, l’Ara Votiva dei Caduti della Grande Guerra… di Emma Moriconi estiamo ancora per un po' a Prato e proseguiamo la nostra analisi circa le opere che il Fascismo realizzò in questo angolo di mondo. Abbiamo parlato nella scorsa puntata di questo speciale delle opere viarie, eccoci oggi giunti a quelle igieniche. A parlarne è sempre l'ingegner Tommaso Gatti e la nostra fonte è ancora la rivista dedicata alle opere pubbliche "Rassegna dello sviluppo dell'Italia imperiale", fornitoci dal nostro Edoardo Fantini. "Il risanamento igienico è stato condotto vigorosamente, come del resto lo chiedevano le necessità delle arretrate condizioni preesistenti - dice l'ingegner Gatti -. Problemi fondamentali che attendevano da decenni la possibilità di idonee soluzioni, sono stati risolti, specialmente quelli relativi all'approvvigionamento idrico, ormai assicurato con le abbondanti acque sorgive, scaturite durante gli scavi della grande galleria di valico, a cui il Governo Nazionale ha contribuito potentemente con provvedimenti generosi, concretati in un'intesa regolarmente convenuta tra l'Amministrazione Comunale e le Ferrovie dello Stato, per cui è stato possibile: alla prima, di approvvigionare l'abitato; alla seconda, di servire le Stazioni del versante toscano della Direttissima". Per realizzare questo, dice ancora Gatti, si ricorse ad una condotta della lunghezza di 32,700 chilometri, di cui 14 con tubazioni in cemento armato e il resto in ghisa, con diramazioni lunghe circa 3 km. La spesa totale, riferisce l'ingegnere, fu di sette milioni di lire, quattro dei quali a carico dello Stato. Anche relativamente alla fognatura cittadina, vennero create distinte reti per le acque bianche e nere, come pure si lavorò per risolvere il problema annoso dei rifiuti stradali e domestici, per cui venne utilizzato un nuovissimo stabilimento, "corredato di impianti modernissimi R Prato la Casa del Fascio; sotto, il castello restaurato e nuovi fornici nel cimitero della Chiesa Nuova di celle zimotermiche, tipo BeccariValtancoli". Altro settore in cui il Fascismo interviene è quello cimiteriale, sia nel Capoluogo che nelle frazioni: "Così il Cimitero comunale del Capoluogo ha ricevuto decorosa sistemazione con la costruzione di un vasto loggiato a fornici, ove sono sistemate decorose tombe a colom- baro, con intercalate cappelle private, e l'ampliamento del recinto comune con formazione di nuovi campi e di una area destinata ad artistiche edicole funerarie. I Cimiteri rurali, con nuove costruzioni o ampliamenti, sono stati adeguati ad impellenti necessità; le frazioni d'Iolo S. Pietro e Iolo S. Andrea sono state dotate di un nuovo cimitero capace di 800 sepolture; mentre ai recinti delle altre frazioni, con ampliamenti, con nuovi ossari e numerose tombe a colombaro, si è conferito carattere di praticità e di modernità". Quanto all'edilizia pubblica, molte furono le opere importanti edificate nel Ventennio. "Meritevole di men- MISTICA FASCISTA In memoria di Niccolò Giani, intellettuale e uomo d’azione hi affama il popolo non ha nessun problema. Non scorda neppure il modo: tanto è quello che conosce e continua a fare. Non è difficile, basta sapersi guardare attorno. Girare le città, scendere in stazioni e inoltrarsi nelle piazze. Basta camminare, che sia per lavoro o per uno stanco bisogno di muoversi alla ricerca di qualcosa che non esiste. Chi vuole continuare a camminare sulle macerie è libero di farlo. E il metodo è il medesimo: senza voltarsi indietro, per convenienza. Ma bisogna sempre sapere ciò che si fa e le conseguenze che queste azioni comportano. Allora leviamo le solite balle che alcuni colleghi ci raccontano sui C giornali. Perbenisti non si nasce, cari colleghi. Si può solo morire di detta inclinazione. E invece continuate a scrivere come se nulla fosse, ingrassando la pagnotta che neppure riesce ad andarvi di traverso. Figuriamoci la coscienza vostra. Anche se la dichiarate pulita, non esiste bugia più grande. Perché chi scrive contro la Nazione e il Popolo Italiano, scrive sputando nel piatto dove poi mangia. Ma del sudiciume ormai non v’importa più. Fa ingrassare anche quello. Perché ormai lo Stato non esiste più. Bisogna saperlo ammettere. E quello che è successo a Torino, con la questione delle palazzine del Moi, dovrebbe far riflettere. Almeno pensare. Marco Racca, Coordinatore di Ca- saPound per il Piemonte si è espresso in modo netto. “Complimenti ad Alfano. I manganelli si usano solo quando gli Italiani chiedono in massa di non aprire nuovi centri di accoglienza. Quando, invece, migliaia di immigrati, con la complicità dei centri sociali, si impossessano di intere palazzine, nessuno muove un dito. Tutti zitti e si subisce. Fine.” Chi ci governa, insomma, si scambia favori, cedendo posti e sovranità. Chi affama sa come farlo, ricordate? “Quelle palazzine (del Moi, nda) sono rubate alla collettività che le ha costruite e devono essere restituite agli Italiani” continua Racca “e sul banco degli imputati devono salire tutti quelli che con- tinuano a tradire il popolo Italiano. Chi ha lasciato vuote quelle palazzine ne deve rispondere, proprio perché c'è la fila di Italiani che implorano un tetto”. E invece spacciatori, finti profughi, rifiuti dei centri sociali si permettono di fare quello che vogliono con la proprietà pubblica. Probabile che ministri e politici, che sanno tanto di vecchiume, non abbiamo mai avuto il bisogno di girare in città. Magari anche solo una via. Quella stessa via, per esempio, che CasaPound riesce a bonificare e a risanare (come a Roma, Asti e nella stessa Torino) magari anche quando non è dentro le Istituzioni. Allora qualcosa non torna. Alessandro Russo zione - dice Gatti - è anzitutto l'edificio che il Partito Nazionale Fascista ha voluto erigere come degna sede delle proprie organizzazioni locali": parliamo della locale "Casa del Fascio", un edificio di 12mila mc e di 1200 mq di area coperta, che "conferisce alla vetusta piazza, in unione al vastissimo giardino pubblico all'italiana di recente impianto, un aspetto aggraziato e veramente decoroso". Altra realizzazione di rilievo è, poi, l'Ara Votiva dei Caduti della Grande Guerra, che venne inaugurata il 21 aprile 1934 da Vittorio Emanuele: "Il gruppo statuario, ove l'On. Prof. Antonio Maraini ha raffigurato l'Eroismo che conforta il Dovere, ben s'intona, con le sue linee severe, con i superbi monumenti che delimitano la piazza e specialmente con la mole imponente del 'Castello dell'Imperatore', restituito, dopo un abbandono secolare, nelle sue grandi linee esteriori, all'antica magnificenza. Il Castello - spiega l'ingegnere - che già vide i soldati di Federico II e le lotte delle libertà comunali, fu donato gratuitamente dallo Stato all'Amministrazione Civica per essere convenientemente restaurato. Ed infatti, liberato da sovrastrutture deturpanti, sistemata convenientemente a verde la ripa che lo circonda, posta in luce l'antica merlatura ghibellina, formatavi intorno con opportuni ampliamenti una viabilità perfetta, la vetusta Fortezza è un nobile esempio delle cure che il Regime porta ai gloriosi monumenti della nostra storia medioevale". Quanto a opere pubbliche le informazioni sono ancora numerose e tutte di rilievo, quindi la loro trattazione è rimandata alla prossima puntata. Per i lettori del portale che vogliano prendere visione delle immagini straordinarie messe a disposizione per noi da Edoardo Fantini, vi invitiamo a sfogliare il nostro quotidiano, gratuitamente, dal vostro pc o dall'applicazione per il cellulare. [email protected] 9 Sabato 9 luglio 2016 DALL’ITALIA INIZIATA IERI L’AUTOPSIA SUL CADAVERE DI EMMANUEL CHIDI NAMDI Caso di Fermo, segni di aggressione sul corpo di Amedeo Mancini L’esame medico legale sull’accusato fornisce elementi che sono compatibili con la sua versione dei fatti di Emma Moriconi i sono segni di aggressione sul corpo di Amedeo Mancini, l'uomo accusato dell'omicidio di Emmanuel Chidi Namdi. Lo ha stabilito l'ispezione medico legale disposta dalla Procura, effettuata ieri pomeriggio nel carcere di Marino del Tronto. Un esame disposto per stabilire la veridicità di quanto l'indagato aveva affermato e di quanto i testimoni avevano riferito. In particolare sul corpo di Mancini è stato riscontrato un ematoma diffuso al costato, che sarebbe stato provocato dal palo della segnaletica, oltre a segni di un morso e altri ematomi soprattutto alle braccia. Questi, secondo gli esperti, sarebbero compatibili con un tentativo di difesa. A occuparsi dell'esame lo stesso gruppo di lavoro - guidato dalla dottoressa Alice Romanelli - che ha effettuato, sempre ieri, l'esame autoptico sul corpo del nigeriano ucciso. Questo esame e il tipo di lesività che esso indica sarebbe compatibile dunque con la versione data da Mancini agli inquirenti, e anche con quella della cosiddetta "supertestimone" Pisana Bachetti, C di Fermo, che ha dichiarato di aver assistito alla scena e di aver visto che il giovane fermano, prima di sferrare il pugno, era stato "letteralmente assalito dalla vittima e da sua moglie", che lo avrebbero "picchiato per quattro o cinque minuti" e "colpito con il palo di un segnale stradale". La Bachetti è la donna che per prima aveva avvertito la polizia lo scorso martedì pomeriggio. "Ero presente - ha detto - e voglio precisare che quel povero ragazzo nigeriano, prima di cadere a terra per un pugno subito, si è reso protagonista di un vero e proprio pestaggio del 39enne fermano", riferendo ciò che avrebbe visto e dichiarando di aver chiamato la polizia perché temeva "per l'incolumità del 39enne fermano, che ha reagito con un colpo, purtroppo per la vittima, ben assestato". La donna ha poi aggiunto: "Qualcuno ha cercato di intervenire, ma è stato preso a scarpate dalla moglie del giovane di colore. Casualmente sono giunti sul posto degli agenti della polizia municipale, perché nel frattempo la moglie di Emmanuel aveva fatto una telefonata ed erano arrivati una quindicina di nigeriani pronti ad entrare in azione". L'accusa per Amedeo Mancini è di omicidio preterintenzionale con l'aggravante razzista. Il suo avvocato Francesco De Minicis ha riferito che Mancini "ha un grosso ematoma sul costato che gli provoca forti dolori", e "una ferita ad un braccio che potrebbe essere un morso o una sprangata, oltre a varie lesioni più lievi in altre parti del corpo", e infatti l'esame medico legale ha confermato questa circostanza. Mancini, dal canto suo, aveva dichiarato durante l'interrogatorio dei sostituti procuratori Monti e Perlini di "non appartenere a nessun movimento politico, di non disprezzare le razze e di non aver avuto la volontà di uccidere", il suo legale ha aggiunto che Mancini si sarebbe pentito delle parole pronunciate contro la moglie del nigeriano (gli avrebbe detto "scimmia africana"), "quando pensava che stessero armeggiando vicino ad un'auto". Secondo il difensore la tra- gedia si è consumata in tre fasi: prima gli insulti, poi l'aggressione, infine la reazione. La moglie di Emmanuel Chidi Namdi ha chiesto "che venga fatta giustizia", mentre il ministro dell'Interno Alfano ha dichiarato che "la commissione competente ha concesso alla compagna del migrante ucciso a Fermo lo status di rifugiata", per l'ottenimento del quale la donna aveva sostenuto l'esame lo scorso maggio. LA VICENDA È AVVENUTA A MILANO, AL POLICLINICO DI SAN DONATO Genitori vegani: bimbo con problemi cardiaci salvato dai medici La patria potestà è stata affidata all’Ospedale: è l’ennesimo caso di malnutrizione a un anno, ma pesava come un bimbo di tre mesi quando i medici hanno cominciato ad occuparsi di lui. I valori degli esami del sangue del piccolo indicavano una situazione che i sanitari hanno ritenuto ai limiti della sopravvivenza. Il bambino ha una grave cardiopatia congenita, ma ad aggravare le sue condizioni sa- H rebbe stata la rigida dieta vegana a cui lo avrebbero sottoposto i genitori. Nei giorni scorsi i medici dell'Irccs Policlinico San Donato - a cui il giudice ha affidato temporaneamente la patria potestà del minore - hanno effettuato un intervento e ora il bambino sta meglio. La situazione del bambino era finita sotto la lente d'ingrandimento del Tribunale per minorenni di Milano dopo che era stato visitato al Fatebenefratelli e al Buzzi: i risultati che erano emersi avevano indotto i sanitari a convocare i genitori del piccolo tentando un dialogo che si è poi rivelato impossibile. A questo punto è sceso in campo il Tribunale per i minorenni che ha disposto il ricovero attivando l'ufficiale giudiziario che ha preso il bam- bino da casa per trasportarlo al Fatebenefratelli. Riferisce Rainews24 che il Policlinico di San Donato ha reso noti alcuni particolari: "Il bimbo soffriva di un difetto interventricolare al cuore. L'intervento, eseguito da Alessandro Giamberti dell'Unità operativa di cardiochirurgia pediatrica è andato bene. Il bambino è già uscito dalla terapia intensiva ed è stato trasferito in reparto dove resterà per alcuni giorni". La stessa fonte rende noto che - a quanto riferito dalla struttura sanitaria - il pediatra che detiene la patria potestà preferisce restare anonimo. E si ripropone la questione della malnutrizione dei bambini, inevitabilmente la memoria corre a un altro caso, quello del Gaslini di Genova di qualche giorno fa, dove una bambina sottoposta a una rigida dieta vegana è stata ricoverata in rianimazione; e ancora al piccolo di undici mesi appena ricoverato al Meyer di Firenze sempre per una carenza nutrizionale grave al punto di rischiare la vita. Anche in questo caso i genitori erano vegani, sono stati indagati per maltrattamenti in famiglia. Ancora, lo scorso anno a Belluno un bimbo di due anni era finito in ospedale. LA PROCURA DI MILANO HA APERTO UN FASCICOLO D’INCHIESTA, SENZA INDAGATI NÉ IPOTESI DI REATO Le Br e il covo scovato. Quarant’anni dopo Un documento con la stella a cinque punte è stato rinvenuto in un’intercapedine n fascicolo d'inchiesta senza indagati né ipotesi di reato è stato aperto dalla Procura di Milano sulla scoperta del covo delle Brigate Rosse a Milano. A scoprire il sito, un gruppo di operai che lavoravano alla ristrutturazione dell'ospedale Policlinico di Milano: il fascicolo era in un'intercapedine e recava la stella a cinque punte delle BR. Lo riferisce RaiNews24 citando La Repubblica e specificando che U sul contenuto del faldone sta ora indagando il procuratore aggiunto capo del pool antiterrorismo Maurizio Romanelli con i Carabinieri del Ros. Tra le prime informazioni che arrivano alla stampa, dall'intercapedine sarebbe uscito il tesserino di riconoscimento di Massimo De Carolis, che nella primavera del '75 venne colpito dai brigatisti nel suo studio di Milano, oltre a documenti e rivendicazioni inneggianti alla lotta armata. La pistola 7.65 di cui si parla sarebbe la stessa di Padova, quella del 17 giugno del '74, quella che uccise Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci. Ora si indaga per capire se il covo scoperto nei giorni scorsi (ma la notizia è stata tenuta riservata ed emersa solo ora sul quotidiano citato) sia collegato alla vicenda dell'omicidio del medico Luigi Marangoni, all'epoca direttore sanitario del Policlinico, che rifiutò la scorta per non mettere a rischio l'incolumità dei poliziotti dopo aver denunciato alcuni infermieri per atti di sabotaggio contro la banca del sangue. Venne assassinato da quattro terroristi il 17 febbraio 1981. Insomma si tratterebbe, sottolinea Repubblica, del primo casa in Italia di "'covo' organizzato dentro un ospedale pubblico". Lo stesso quotidiano riferisce delle operazioni condotte dalle unità cinofile, e del fatto che ai curiosi è stato detto che si trattava di un'eserci- tazione. A quanto risulta, pare che non ci siano armi. 10 Sabato 9 luglio 2016 DALL’ITALIA FONDI CAMERA DI COMMERCIO DI NAPOLI DISTRATTI: TRE ARRESTI Truffa allo Stato per progetti mai realizzati Si indaga su sessanta progetti per la promozione di prodoti tipici. Dubbi su eventuale complicità di dipendenti VENAFRO Soda caustica in ospedale, è omicidio: indagata infermiera embra omicidio volontario quello subito da Celestino Valentino, l'anziano ricoverato all'ospedale "Santissimo Rosario" di Venafro, cittadina in provincia di Isernia, per un ictus e morto per avere ingerito un liquido di natura acida, lo stesso che si usa per pulire le tubature dell'acqua. Indagata un’infermiera. Era stato proprio il padre, anziano e malato, a evitare alla figlia, infermiera, il trasferimento: la donna era indicata come assistente del genitore in base alla legge 104. Questo è stato fatale per il povero genitore. Il 76enne di Pratella, piccolo comune del Casertano ai confini con il Molise, è morto lo scorso 25 giugno, ma soltanto con il passare dei giorni è affiorata la verità e "le indagini sono ormai concen- S di Chantal Capasso anno dichiarato di aver realizzato 60 progetti di pubblico interesse ma in realtà gli stessi non sarebbero mai stati svolti appropiandosi, quindi, di fondi pubblici destinati alla Camera di Commercio di Napoli. Il Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica (sezione reati contro la pubblica amministrazione), ha dato mandato al Nucleo di Polizia Tributaria di trarre in arresto tre persone ed eseguire sequestri per un importo complessivo di 1 milione e 200 mila euro nei loro confronti e di altre quattro persone indagate. H Sono stati posti agli arresti domiciliari Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa, Raffaele Ottaviano, presidente di Unimpresa Napoli, e Vincenzo Longobardi, figlio di Paolo e componente della Giunta della Camera di Commercio di Napoli. Le accuse sono di associazione a delinquere e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. “I provvedimenti emessi dal Gip di Napoli su richiesta della procura fanno riferimento - spiega una nota a firma dell'aggiunto Alfonso D'Avino - a una serie di illeciti in danno dell'Ente camerale perpetrati nell'ambito di procedure di erogazione di cospicui finanziamenti pubblici che la Cciaa assegna a beneficio di numerose associazioni di categoria per lo svolgimento di attività progettuali ed eventi di promozione della realtà socio-economica napoletana”. Secondo gli inquirenti gli indagati avrebbero beneficiato delle erogazioni pubbliche della CCiaa che dovevano essere destinate alla tutela dei mercati e dei consumatori nonché alla promozione dell’impresa e dell’artigianato dirottandole a proprio vantaggio o di società a loro stessi riconducibili. La Procura, inoltre, a dimostrazione della falsa natura dei progetti, ha riscontrato, nell’esaminare la documentazione, firme false sulle ricevute di paga- mento per prestazioni o collaborazioni rese da terzi o fatture per operazioni inesistenti.Tra le 60 iniziative finite sotto la lente della Procura alcune trattano su temi di agroalimentare ("La tutela alimentare", "Zeppola di San Giuseppe - riconoscimento di prodotto tipico napoletano") altre, ironia della sorte, su eventi che richiamano proprio i principi di legalità, come: "La legalità come investimento nella promozione dello sviluppo territoriale", "Codice per la legalità delle piccole e medie imprese", "I costi dell'illegalità e la lotta alla criminalità organizzata". ENNESIMA VIOLENZA FAMILIARE Alle percosse ha assistito il primo figlio della coppia U Mentre l’uomo, operaio con precedenti episodi di violenza familiare, all’arrivo dei carabinieri ha tentato di nascondere il bastone usato per picchiare la compagna, in camera da letto, tra il materasso e la rete. I militari hanno sentito decine di vicini della coppia, i quali hanno riferito che da tempo la donna veniva picchiata quasi ogni giorno e che da quell’appartamento quotidianamente provenivano urla e richieste d’aiuto. R.F.G. è stato arrestato in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia e lesioni Ad attirare l’attenzione degli inquirenti, inoltre, la presentazione di piani finanziari identici per più progetti, richieste di contributi per pubblicazioni in realtà già realizzate o per nuove edizioni mai pubblicate ed il fatto che siano stati allegati ai rendiconti assegni utilizzati per l'acquisto di beni o servizi che nulla avevano a che fare con il progetto finanziato. Il lavoro della Procura, però, non finisce qui: è stata riscontrata l'assoluta assenza di controlli svolti dalle competenti strutture o la consapevole complicità di alcuni infedele dipendenti camerali. LAGO D’ISEO Siena: prende a bastonate la moglie incinta, arrestato na triste storia di violenza familiare. La vittima, come sempre, il soggetto più debole: una donna, ma lo è ancora di più se incinta. È successo nel senese, giovedì sera, dopo l’ennesima lite, a detta dei vicini. Vittima del suo carnefice e compagno per la vita: una donna incinta all’ottavo mese e madre di un bimbo di tre anni. Quest’ultimo è stato testimone di una terribile scena di violenza, il padre che picchia la madre con un bastone e lui che tenta disperatamente di difenderla. E' stata una vicina di casa che dopo aver sentito, per l'ennesima volta, le urla della donna, ha chiamato il 112. Per l’aggressore R.F.G. 31enne di Lucca ma da anni residente a Colle Val d'Elsa (Siena), non era la prima volta che si accaniva contro la donna. Appena arrivati nell’abitazione, i militari dell’Arma hanno prestato subito soccorso alla donna incinta che riportava evidenti segni di violenza sul corpo ed è stata portata in ospedale, per essere dimessa in serata. Per fortuna i medici dopo le cure del caso hanno verificato ed escluso qualsiasi rischio per la donna ed il feto. trate su una pista precisa", ha dichiarato il procuratore capo di Isernia, Paolo Albano, che coordina l'inchiesta. Secondo indiscrezioni, non confermate dalla Procura, la persona indagata sarebbe una dipendente dell'ospedale di Venafro e avrebbe agito in seguito a dei contrasti con un parente dell'anziano deceduto. Si parla di un’infermiera che non voleva essere trasferita da Venafro e che quando ha saputo che la sua collega sarebbe rimasta lì avrebbe deciso di fargliela pagare avvelenando il genitore. Ci sarebbe dunque questo alla base del movente: il rancore della donna sarebbe montato in poche settimane per poi sfociare in un gesto dalle conCh.C. seguenze irreversibili. personali ed è stato portato nel carcere di Siena. La donna ha riportato varie lesioni e nessun danno al bambino che porta in grembo. Il figlio di tre anni, in stato di choc, è stato affidato alle cure della madre e i servizi sociali sono stati attivati dai carabinieri, al fine di verificare se fosse necessario avviare un percorso di sostegno psicologico. I carabinieri già in passato, sono stati costretti ad intervenire più volte nell’abitazione della famiglia, ma senza purtroppo avere elementi tali da poter procedere contro l’uomo. Dal canto suo la donna, pur subendo quotidianamente violenze di ogni tipo, non ha mai formalizzato denunce nei confronti del suo compagno. Al contrario ha sempre negato che la picchiasse. Ma all’ennesima violenza e per il terrore di perdere il piccolo in grembo, la donna si è fatta coraggio è ha riportato ai militari la triste realtà in cui era costretta a vivere da tempo. Una vita di soprusi, abusi e percosse. Ch.C. Ma, finalmente l’incubo è finito. Ragazzino cade in acqua: gravissimo in gravissime condizioni il piccolo di origini senegalesi caduto nelle acque del lago d’Iseo a Sarnico, giovedì pomeriggio 7 luglio. Il ragazzino tredicenne è ricoverato nel reparto di Terapia intensiva del Papa Giovanni XXIII di Bergamo. I medici non si pronunciano circa le possibilità di ripresa del piccolo, che fino a sabato dovrà rimanere in ipotermia terapeutica. I danni subiti restano comunque ancora da valutare. Dalle prime ricostruzioni sulla triste vicenda, sembrerebbe che il tredicenne, abitante a Villongo con la famiglia, non sapendo nuotare si fosse tenuto al sicuro con i piedi nell’acqua ma appoggiati all’ultimo gradone del pontile, immerso nel lago per pochi centimetri. Ma da quella posizione è purtroppo scivolato in acqua, nel punto più profondo di circa quattro metri. Preso dal panico, il tredicenne si è aggrappato ad un altro ragazzino ed insieme sono finiti sott’acqua. L’altro è riuscito a mettersi in È salvo salendo in superficie mentre il suo amichetto non c’era più. Dopo circa un quarto d’ora, il corpo del ragazzino è stato individuato, adagiato sul fondo del lago, a circa 5 metri di profondità e a circa 15 dal pontile. Dopo averlo riportato a galla sono arrivati i sanitari del 118 che hanno inviato l’elisoccorso, l’auto medica e un’ambulanza della Croce Blu Basso Sebino. Immediatamente hanno praticato le procedure di rianimazione sul ragazzino, che non dava segni di vita ed era in arresto cardiaco. Dopo un massaggio cardiaco durato una ventina di minuti e altre procedure d’emergenza, il cuore ha fortunatamente ripreso a battere e, una volta stabilizzate le sue condizioni, il tredicenne è stato portato in elicottero al «Papa Ch.C Giovanni». 11 Sabato 9 luglio 2016 SOCIETA’ I LIBRI DEL SABATO a cura di Alessandra Rauti Non il solito giallo uca Poldelmengo, scrittore e sceneggiatore, è considerato uno dei più promettenti autori noir italiani e il suo ultimo libro lo conferma. La tranquillità di Mandela, un pugno di case nella valle dell'Aniene, alle porte di Roma, viene sconvolta dal brutale omicidio di Margherita, giovane mamma di una coppia di gemellini. Un delitto a sfondo sessuale: guarda caso, il marito della vittima è un vizioso che vive grazie ad un locale a luci rosse. Sulla vicenda indagano i commissari Andrea Valente e Francesca Ralli, con l'ispettore Marco Alfieri. I tre, ciascuno a modo suo, sono segnati da un dramma personale: mogli fuggite, sorelle uccise o amori irrisolti. Una storia emozionante quella costruita di Poldelmengo. Un groviglio di fatti che coinvolgono il lettore. Sullo sfondo di zone desolate si muovono personaggi ottimamente descritti, come lo squallido Giulio, marito di Margherita o il ripugnante "Mignolino ". Vite solitarie e segnate, un caleidoscopio di orrori e verità inconfessabili ci accompagna per parte del libro, fondendosi poi in un unico affresco che non ci si stanca di ammirare. I colpi di scena si susseguono: le indagini sull'omicidio si sovrappongono ai casi personali di Andrea, Francesca e Marco e, con un colpo di genio, l'autore fa incrociare il L tutto. Il passato dei tre viene ricostruito con flash-back che scrivono il futuro della storia... Già, perché mentre si tenta di dare un volto all'assassino, qualcuno è anche in cerca di vendetta o di verità... Ad esempio, dove è finita Alice, la moglie di Andrea svanita nel nulla? Come è nel suo stile, Podelmengo si lascia andare alle riflessioni sociali, ci fa toccare con mano il degrado attuale, l'abisso in cui l'essere umano a volte cade. Ci presenta gli istinti peggiori o le riflessioni più intime oppure la solitudine e la paura che, spesso, dominano l'uomo della nostra epoca. Quell'incapacità di comunicare che sembra impadronirsi di esseri abituati a un mondo virtuale, fatto di chat o di mail. Tutto finto, mentre quello che è vero è duro o tragico. Un crescendo di incastri e trappole ci accompagna sino all'ultima pagina. Non solo cerchiamo di smascherare l'autore di un delitto ma anche, se possibile, di trovare un'ombra di serenità, di redenzione o di possibilità di allontanare i fantasmi che, a tutti, fanno compagnia. I pregiudizi di Dio di Luca Poldelmengo Edizioni e/o - 16 euro Malaparte da riscoprire R ita Monaldi e Francesco Sorti, coppia di vita e di lavoro, considerati i Ken Follet italiani, ci regalano questo nuovo meraviglioso giallo-storico, genere in cui sono maestri indiscussi. Il libro è un tributo a Curzio Malaparte, al secolo Kurt Erich Suckert, e un invito a riscoprirlo. Capri estate 1939: l'alta società è riunita sull'isola quando accade l'incredibile... Malaparte è accusato della morte di Pamela Reynolds, giovane poetessa precipitata da una scogliera. Un fatto vero, quello della ragazza, accaduto nel maggio del 1935. Monaldi&Sorti lo usano per costruirci il romanzo, animato da figure realmente esistite (come è nel loro stile ) calate in vicende inventate. Assistiamo a una parata di nomi illustri: Edda Mussolini e Galeazzo Ciano, Axel Munthe, Mafalda di Savoia e consorte, il principe di Sirignano, il pittore Tamburi o il gioielliere Chantecler. Tutto vero e tutto inventato. I nostri, e molti altri ancora, si muovono da una festa all'altra, da un adulterio all'altro, da una stranezza a una follia. Un'epoca dissoluta - nel libro gli esempi non mancano - e dorata volge al tramonto. Malaparte morente racconta la storia. I capitoli del libro coprono due tempi: i fatti del '39 e quanto sta succedendo nell'agosto del '57 con Curzio agonizzante per un cancro ai polmoni. Torniamo all'accusa d'omicidio: l'effetto è deflagrante. Malaparte costretto alla fuga tra le rocce e le campagne dell'isola, accompagnato dall'inseparabile cane Febo, si chiede chi e perchè voglia incastrarlo. Pagine ad altissima seduzione. Descrizioni magistrali di opere, persone e cose. Tripudio di botanica, accenni a rarità bibliografiche come "Bestie Delinquenti" , volume che avrà un ruolo nella vicenda. Ed ancora l'OVRA e le sue spie, maestrine pudiche, mafiosi e blasonati, ufficiali, ereditiere e femminielli. Un carosello continuo con un sorprendente Malaparte, intelligente, colto e ironico. Sono Monaldi&Sorti che scrivono? E' Curzio? La trama diabolica ci travolge..Come finirà? Seguiamo quello che fu ? Che avfebbe potuto essere? Malaparte detta i suoi ricordi alla Morte in persona, ma niente scheletri e falci. La "nera signora" ha i tratti della miliardaria, Mona Williams, definita da Suckert " La donna più bella ed elegante del mondo". Un giallo dalla soluzione geniale. Un grazie di cuore agli autori. Malaparte. Morte come me di Monaldi & Sorti Baldini & Castoldi - 18 euro PUBBLICATA DA SKIRA LA SCENEGGIATURA DELL’ULTIMO FILM DI ROBERTO ANDÒ “Le confessioni” di un potente della Terra “Q uando un film riesce a cogliere lo spirito del tempo, le nevrosi e i limiti, il non detto e le paure più profonde dei contemporanei, si assiste quasi a un miracolo. A un’epifania. A una rivelazione tra il profetico, il sacro e il misterioso. Lo stesso accade per un romanzo, una poesia, un quadro, una sinfonia, un sogno rivelatore, una canzone o un’opera. Lo spettatore percepisce che lì, nelle pieghe di quella storia, di quel racconto per immagini, si cela un’autenticità di sguardo, una capacità di interpretare la realtà con occhi liberi e a volte premonitori”. Quando qualcuno si lancia con parole così impegnative non si può fare altro che aguzzare le orecchie (o gli occhi, visto che stiamo leggendo). E non per niente Marco Olivieri, curatore del volume su “Le confessioni”, l’omonimo film di Roberto Andò, nella lunga postfazione che apre la ricca appendice del libro, non si risparmia negli accostamenti illustri per immagini e scrittura: da Hitchcock a Polanski, da Rossellini a Bergman, da Fellini a Rosi e a Pasolini per il cinema, e poi Carrère, Houellebecq, Amos Oz, Sciascia… Sono accostamenti arditi, non c’è che dire, ma se la riflessione viene da un esperto disincantato come Olivieri, non possiamo che accogliere il consiglio e buttarci nella lettura. Ed è una lettura insolita di per se stessa, visto che ci troviamo di fronte alla sce- neggiatura del film, così come l’hanno avuta tra le mani gli attori, con la descrizione delle scene e i movimenti e le espressioni che avrebbero dovuto interpretare. In più, queste righe così affascinanti (per gli esperti e per i semplici curiosi), l’editrice Skira le ha illustrate con le splendide foto di scena di Lia Pasqualino, che portano il lettore nelle atmosfere del film. Già il film… Tanto per gradire, ha un cast di notevole livello (Toni Servillo, Daniel Auteuil, Connie Nielsen, Pierfrancesco Favino, Lambert Wilson). Quello che campeggia in copertina è il monaco Roberto Salus, sorprendentemente invitato a un summit di ministri dell’Economia del G8. E come mai un monaco tra i “grandi” del Pianeta? L’insolita scelta si deve al potente Daniel Roché, direttore del Fondo Monetario Internazionale, che in una notte drammatica gli chiede di essere confessato. Il destino di Roché e la figura di Salus si intrecciano nel segno del mistero, alla vigilia di una decisione gravida di conseguenze per le popolazioni più povere della Terra. Il film “veicola lo spettatore in un mondo ombroso, che vive nel segreto e che dal segreto della confessione viene minacciato”. Come tutto questo accade, lo raccontano gli sceneggiatori (lo stesso Andò insieme ad Angelo Pasquini) e il protagonista Toni Servillo. A noi non resta che leggere. M.R. 12 Sabato 9 luglio 2016 SPORT IL TECNICO SI DIMETTE ANCOR PRIMA DI SBARCARE A ROMA E I BIANCOCELESTI SONO PRONTI A FARGLI CAUSA Bielsa-Lazio, la farsa è compiuta Nessuna sorpresa, il Loco mantiene fede al suo soprannome e non si presenta perché insoddisfatto da una campagna acquisti che non ha ancora prodotto gli effetti sperati - Lotito tocca il fondo di Federico Colosimo ltro che clamoroso. Tutto come ampiamente da pronostico: Marcelo Bielsa non allenerà la Lazio. Il tecnico argentino, dopo una telenovela lunga un mese, ha comunicato alla società biancoceleste l’intenzione di rinunciare alla panchina assegnatagli e di dimettersi. La squadra è stata affidata a Simone Inzaghi, con l’ex trainer della Primavera che potrebbe anche essere solo un traghettatore. Perché sul mister destinato inizialmente alla Salernitana ci sono già diverse ombre ingombranti. La prima porta dritta a Marcello Lippi, una ipotesi difficilmente realizzabile. Mentre la seconda lascia pensare che a Formello potrebbe arrivare Gianni De Biasi, il prescelto di Tare soprattutto dopo l’ottima esperienza alla guida dell’Albania. Ma non è da escludere un incredibile ritorno in pista di Cesare Prandelli, sedotto e poi abbandonato da Claudio Lotito. La figura rimediata dal presidente dei biancocelesti è senza precedenti. La Lazio questa volta ha davvero toccato il fondo. E i dubbi lanciati proprio dalla nostra redazione sulla presa di posizione presa dalla società mercoledì scorso, con l’annuncio ufficiale (e forzato) dell’ingaggio del tecnico di Rosario che non faceva presagire nulla di buono. Se non LA FERRARI NON VINCE E NON CAMBIA A Confermato Raikkonen: e lo staff resta al suo posto? a Ferrari non vince e non convince. Cambiano i direttori di scuderia, gli ingegneri, ma la sostanza è sempre la stessa. Così come il risultato: disastroso. Ma a chi sono da attribuire le responsabilità? Di certo non ai piloti. Impossibile discutere il quattro volte campione del mondo Vettel. Qualche dubbio in più su Raikkonen che quest’anno sta andando addirittura meglio del compagno di squadra meritandosi il rinnovo del contratto per un’altra stagione. A sorpresa da Maranello è arrivato infatti l’annuncio della firma del finlandese che resterà al suo posto anche nel 2017. Con il team principal della Rossa, Maurizio L l’ennesima battaglia giudiziaria di Lotito (dopo i casi Zarate e Petkovic) adesso materializzatasi. Perché la notizia, scontata, è che il club biancoceleste (che strano!) agirà per le vie legali nei confronti del Loco. Così come annunciato dall’avvocato del team capitolino, Gianmichele Gentile.“Certamente, faremo valere le nostre ragioni. Bisognerà vedere un attimo e valutare la situazione, ma ci sarà un azione giudiziaria. Il processo si svolgerà in Italia, il contratto è stato firmato e datato a Roma, depositato nel Bel Paese. E quindi la causa si celebrerà qui. Se Bielsa si vorrà presentare bene, altrimenti sono questioni sue”. La Lazio si dice “stupita” delle dimissioni dell’ex Ct dell’Argentina. Arrivate “in palese violazione degli impegni assunti”. Ma per l’ennesima volta la dirigenza deve recitare il “mea culpa”. Perché se è vero che Bielsa non ha rispettato la parola data, è vero anche che a quanto pare, ancora una volta, non l’ha fatto neanche la dirigenza. Sollecitata più volte dal tecnico ad ingaggiare i calciatori richiesti, ma inutilmente. Di qui la decisione di non rispettare l’impegno preso (forse anche per via di alcune clausole pattuite nel contratto e sconosciute all’opinione pubblica) e far saltare il matrimonio ancor prima della sua celebrazione. E’ solo l’ultima pazzia del Loco che poi, così folle, conoscendo il personaggio, non è. Un fulmine dunque non proprio a ciel sereno per la Lazio, che attendeva il tecnico e il suo staff questa mattina all’alba all’aeroporto di Fiumicino. Con Bielsa che aveva addirittura ritirato il visto di lavoro all’ambasciata italiana di Buenos Aires. S’infrange il sogno dei tifosi bian- Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio Arrivabene, che ha spiegato come questa sia una decisione volta “a motivarlo ulteriormente. Presa, non a caso, in vista del 100° Gp di Kimi in rosso. Non certo una coincidenza. Arrivata con grande velocità pure per la grande pressione creatasi attorno alla sua figura, anche poco rispettosa per un pilota che in Ferrari ha vinto un campionato del mondo. Noi non abbiamo un problema piloti e intendiamo focalizzarci sulle questioni da risolvere per le nostre vetture”. Non cambiano i principali interpreti, dunque. A Maranello tutti confermati, anche e soprattutto per quel che riguarda lo staff dirigenziale. D’altronde, squadra che perde non cambia. cocelesti che sognavano finalmente di poter contare su un tecnico così bravo e innovativo, rivoluzionario, pronto a dare quella svolta attesa da anni a un ambiente ormai saturo di entusiasmo. Sconforto e rabbia da parte dei supporter, traditi ancora una volta dalle promesse della dirigenza. E destinati a dover inghiottire una delusione con davvero pochi precedenti.