Strage a Dallas - Il Giornale D`Italia

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Strage a Dallas - Il Giornale D`Italia
Anno V - Numero 165 - Sabato 9 luglio 2016
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Attualità
Economia
Roma
Ora i migranti
restano tutti qui
Banche in crisi?
Altri soldi pubblici
La giunta Raggi
già sulla graticola
a pag. 2
Sarra a pag. 6
Calvo a pag. 3
DA AN IN POI NESSUNO RIESCE PIÙ A RAPPRESENTARE LA NOSTRA STORIA. DOBBIAMO RIPROVARCI, ALLA FINE SE NE CONVINCERANNO TUTTI
di Francesco Storace
furia di mettere in soffitta
la nostra storia; calpestando ogni traccia di
valori nel nome del nuovo; mistificando e magnificando la fine della destra e
della sinistra; alla fine abbiamo
convinto gli elettori a votare per
chi se ne frega di ciò che c’è alle
nostre spalle, se ne infischia di
qualsiasi coerenza morale e che
giudica più convenienti scomode
caselle a indicare appartenenza
politica. Sono i Cinque stelle, a cui
auguriamo di restare onesti come
dicono di essere.
In realtà costoro si affermano solo
perché manca una destra seria.
Finché c’era e si chiamava Alleanza
nazionale, l’alternativa alla sinistra
non poteva prescindere da essa.
Oggi, l’eredità di quella storia galleggia. Ma quando sparisci da consigli comunali che rappresentano
nel complesso milioni e milioni di
italiani hai voglia a strillare che
sei di destra più degli altri.
Stamane, al nostro comitato centrale, dovremo cominciare a scrivere una storia nuova.
Dobbiamo rassegnarci al postideologismo, o tentare di mantenere coerenza in altre forme? Non
credo che la destra sia improvvisamente diventata fuorilegge nella
politica italiana; semplicemente
deve essere ricostruita da soggetti
adeguati allo scopo. E magari puntare ad ampliarsi, senza escludere.
Riprendendo un percorso antico e
nobile.
Da mesi ne parliamo con i dirigenti
di Azione nazionale e sentiamo il
dovere di provarci. Fondere tutta
la destra che non si è ritrovata in
Fratelli d’Italia - il movimento che
respinge qualunque tentativo di
unità del nostro mondo - per tentare
di tornare a parlare con milioni di
italiani che non votano più da quando An si è dissolta.
C’è bisogno della rappresentanza
A
L’EREDITÀ
A destra, col comitato centrale di oggi, parte una nuova
storia per riprendere un percorso antico e nobile
di una forza che sappia essere interprete del bisogno di sovranità;
che non costruisci se sei subalterno
alla lega di Salvini. Il quale avrebbe
potuto rappresentare una speranza
se si fosse liberato dei dogmi secessionisti e antinazionali che invece albergano ancora in vaste fasce del suo movimento politico.
C’è necessità di una forza politica
che sappia parlare con coerenza a
quel vasto mondo cattolico che da
troppi anni è rappresentato da chi
fa strage di potere per le solite
clientele senza costruire nulla che
almeno mantenga saldi i valori
non negoziabili, a partire dalla famiglia. Pensano solo alle loro e
non a quelle degli italiani.
C’è bisogno di un movimento che
sappia dare voce agli esclusi dalla
società, a milioni di italiani sempre
più poveri ai quali l’Europa delle
burocrazie e delle banche ci costringe a rispondere a sportellate
in faccia nel nome del risparmio
sulle politiche sociali.
Se tutto questo possa trovare ospitalità e protagonismo in un centrodestra rinnovato non lo sappiamo
ULTIMI IN EUROPA PER TASSO DI NATALITÀ. E ALLE FAMIGLIE NON PENSA PIÙ NESSUNO
CECCHINO DI COLORE SPARA E UCCIDE 5 AGENTI
La cicogna italiana non vola più
lmeno finirà l’assillo, per molti di
noi, di spiegare come nascono i
bambini e cosa c’è nella pancia di
quella signora. Ma c’è poco da scherzare:
in Italia i bambini non nascono più. Siamo
ultimi in Europa per tasso di natalità.
Mentre oramai superiamo un po’ tutti per
quello della mortalità. Lasciando perdere,
per ovvi scongiuri, quest’ultimo dato, concentriamoci sulle cicogne volate via, lontano
da noi. Gli italiani non fanno più figli, ecco
l’amara, amarissima realtà.
Colpa dei tempi che cambiano? Neanche
per sogno: per quello magari non ti sposi
più . E poi i tempi cambiano anche nel
resto d’Europa, dove invece i figli continuano a farli. Solo che nel resto d’Europa
superano anche le crisi economiche (emblematici i casi di Spagna e Irlanda che
erano messe peggio di noi e ora stanno
di nuovo benino, mentre tutto tace dal
fronte Grecia, il che magari vuol dire che
A
Strage
a Dallas
Di Giorgi a pag. 4
certo alla partenza del progetto.
Intanto, cominciamo a ri-parlarne
a destra. Magari, alla fine del tunnel,
se ne convincerà anche qualche
riottoso di oggi, che non comprende
che conviene a tutti una destra forte
e unita. E soprattutto all’Italia.
Noi comunque ci proveremo, persino liberi dall’assillo delle candidature a tutti i costi.
tra un po’ pure Atene riprenderà se non a
correre, quanto meno a camminare). L’Italia,
invece, nella crisi sta affondando, con un
inesorabile trend che coincide con gli
ultimi governi Monti-Letta-Renzi, eletti da
nessuno se non voluti da qualcuno sul
Colle. Fateci caso: a parte la crisi economica derivante anche da un aumento
della pressione fiscale e da nessun intervento per rilanciare l’occupazione, sono
anche gli ultimi governi che per la famiglia
non hanno fatto un accidenti. Anzi: è la famiglia (quella naturale) il grande, unico
nemico di questi governi del piffero. Se
poi nelle famiglie ci sono dei figli, è finita.
E più figli ci sono, più il governo ti mette il
bastone tra le ruote. Gioia di mamma e di
papà, ma non di Matteo e Maria Elena, insomma. Come vanno reclamando da anni
le associazioni di famiglie, soprattutto
quelle cattoliche (avete presente? Si tratta
degli ambienti dove i cattosinistri vanno a
bussare prima delle elezioni e poi puntualmente non fanno niente per loro).
E così, addio cicogne italiane: a guidare
la classifica europea dei Paesi con il maggior tasso di natalità sono l'Irlanda (14,2 x
mille) seguita da Francia (12) e Gran Bretagna (11,9). Noi, desolatamente ultimi,
quasi alla metà di queste percentuali.
Igor Traboni
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Sabato 9 luglio 2016
ATTUALITA’
ADESSO LO AMMETTE ANCHE IL GOVERNO: ALTRO CHE PAESE DI TRANSITO…
Gli immigrati? Restano in Italia
E a Milano riesplode la polemica sull’area Expo da destinare a campo profughi
desso, a proposito dell’invasione degli immigrati, arriva una mezza
ammissione anche da
parte del governo: "L''Italia ha smesso di essere un Paese di
transito, ma è diventato di destinazione. Quest'anno abbiamo avuto
77.800 sbarchi, l'anno passato erano
stati 74 mila, abbiamo però più di
51 mila domande di asilo", ha detto
infatti il sottosegretario all'Interno
Domenico Manzione, partecipando
ieri ad un convegno a Firenze.
Sulla "lunghezza delle procedure
per il riconoscimento del diritto di
asilo – ha aggiunto Manzione - posso
dire che abbiamo già fatto un decreto legge, abbiamo raddoppiato
il numero delle commissioni e attualmente i tempi di decisioni delle
commissioni sono assolutamente in
linea con una tempistica europea.
Rispetto alle circa 49 mila domande
di asilo depositate, le decisioni ad
oggi sono state 48.700 .Quindi, sostanzialmente sono quasi in pari.
Abbiamo da affrontare il problema
dei ricorsi sotto il versante giudiziario, che a sua volta crea problematiche in termini di tempistiche".
Per ovviare a tale nodo, ha aggiunto
il sottosegretario del governo Renzi
"pensiamo di agire insieme al ministero della Giustizia, che ha pen-
A
sato di fare alcune modifiche normative, vediamo quale sarà il sistema
migliore per portarle avanti. Sotto
il profilo della diversità di valutazione, i tribunali decidono in perfetta
autonomia, non possiamo avere la
pretesa di omologare le decisioni,
ma il punto essenziale è quello di
"avere una legittima aspettativa", ha
concluso Manzione.
Ma intanto sul problema migranti
torna ad esplodere, e questa volta
in maniera ancora più virulenta, la
vicenda dell’area Expo di Milano
che la giunta i sinistra vorrebbe
mettere a disposizione degli immigrati: Il governo e il neo sindaco di
Milano, Beppe Sala, si spingono fino
a quello che non credevamo possibile: l'Esposizione Universale dei
migranti. Destinare un'area Expo a
campo per immigrati clandestini
significa penalizzare lo sviluppo di
uno spazio che dovrebbe essere
riservato all''innovazione e alla ricerca", dichiara il presidente dei
senatori di Forza Italia, Paolo Romani. "Nessuno verrebbe mai a investire e a creare posti di lavoro in
un simile contesto- prosegue Romani- soltanto una mentalità per
niente lungimirante, incapace di
qualunque buon senso e di trovare
soluzioni serie ad un'emergenza
che dura da anni, può avallare una
scelta così sciagurata. Milano e l'Italia- termina Romani- hanno bisogno
di altro".
Sul tema interviene anche Mariastella Gelmini, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia: "Lavoriamo seriamente per portare
nell'area post Expo l'Agenzia euro-
pea del farmaco e l'Autorita'' Bancaria. Con la No Tax Area e il progetto Human Technopole, supportato
dalle università milanesi- ha sottolineato la Gelmini- questo spazio
potrebbe alimentare innovazione,
ricerca, crescita e lavoro in Lombardia. Ospitare nella stessa area
un centro di accoglienza per 1000
immigrati clandestini vuol dire togliere ogni credibilità a questo progetto. Il governo non può azzerare
l'ipotesi di sviluppo più concreta
che Milano e la Lombardia stanno
creando, per la sua totale incapacità
nella gestione dei migranti".
ADESSO APRONO ALLO SPACCHETTAMENTO DEI QUESITI, CON LA SPONDA DEL COLLE
Renzi-Boschi, paura del referendum
L
a paura del referendum comincia a fare novanta dalle
parti di Matteo Renzi e Maria
Elena Boschi, sempre più preoccupati dai sondaggi che arrivano
e che danno il ‘no’ avanti di alcuni
punti, ma con una crescita che
aumenta con il passare delle settimane.
E così anche quella di ieri è stata
una giornata “di riflessione” in
casa pd, fronte renziano, anche
alla luce dell’incontro che il premier-segretario ha avuto l’altro ieri
sera con il presidente Mattarella.
Un mini vertice improvviso, con
Renzi che ha cercato di trovare
sponda nell’inquilino del Quirinale
soprattutto in ordine ad uno spostamento della data del voto. Ma
dal Colle avrebbero risposto sostanzialmente picche: va bene spostare il voto di una settimana (dall’ultima domenica di ottobre alla
prima di novembre, giusto per evitare il ponte di tutti i Santi) ma
non di più.
Sarebbe invece proprio il Quirinale
a non disdegnare la possibilità di
un spacchettamento dei quesiti
referendari, come sollecitato da
alcuni settori della sinistra, radicali
in testa. Ipotesi che Renzi e la Boschi hanno sempre visto come
fumo negli occhi ma che dall’altra
sera, dopo l’intervento di Mattarella,
hanno iniziato quanto meno a prendere in considerazione.
"Ricordiamo al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, evidentemente
folgorato sulla via di Damasco per
quanto riguarda lo spacchettamento
del quesito referendario sulla riforma della Costituzione approvata
dalla sua maggioranza, che proporre ai cittadini un referendum
confermativo spezzatino è impossibile”, ha però sottolineato Renato
Brunetta, presidente dei deputati
di Forza Italia, sottolineando tre
impossibilità: “giuridicamente, politicamente, costituzionalmente".
Sul tema referendario ieri è tornata
a farsi viva anche la Boschi: "Le riforme costituzionali rappresentano
il bivio. Noi siamo consapevoli di
non potere essere in nessun modo
paragonabili alle madri e ai padri
costituenti e di esser lontani da
quella stagione. Ma questa è una
riforma che ci fa fare un passo in
avanti e non un passo indietro e
soprattutto che ha un
punto di forza: rendere
padri e madri costituenti
i cittadini nel momento
in cui dovranno pronunciarsi e potranno
colmare anche alcune
nostre mancanze". Un
accostamento che ha
fatto saltare la mosca
al naso alle opposizioni:
“Il ministro cerca di arruffianarsi gli elettori chiamandoli
padri costituenti, quando poi il
Governo Renzi è nato con una
congiura di Palazzo e contro la
volontà popolare”, ha detto Elvira
Igor Traboni
Savino, di FI.
CON I NUOVI TAGLI, DISSESTO FINANZIARIO IN VISTA PER MOLTI ENTI LOCALI
Province e Comuni vicine al collasso
ltre quaranta province sono prossime al dissesto finanziario per
effetto dei nuovi tagli disposti
dal decreto. E così centinaia di comuni.
Si rischia il blocco dei servizi alle comunità locali.
In questo modo la Cisl-Fp torna a lanciare il grido d'allarme a Governo e
Parlamento, dove è in discussione la
conversione in legge del decreto enti
locali. "La situazione finanziaria di
province, città metropolitane e comuni
è già drammatica", spiega la federazione del pubblico impiego Cisl.
"Se la legge di conversione del decreto
passasse così com’è, lo sforamento
del patto di stabilità diventerebbe inevitabile per troppi enti. Con conseguenze drammatiche sui cittadini e
sui lavoratori. Basta pensare che scatterebbero subito i tagli sui salari di
O
produttività, che non si rinnoverebbero
i contratti del personale precario e il
blocco delle assunzioni sarebbe totale.
Ciò vorrebbe dire paralisi di servizi
essenziali come viabilità, ambiente,
sicurezza, turismo, servizi sociali".
Il sindacato non intende quindi mollare
la presa: "Chiediamo a Governo e Parlamento di intervenire subito e cambiare il decreto", conclude la Cisl Fp.
"Niente tagli al salario, sblocco del
turn-over e certezze per i precari. La
riorganizzazione dei servizi locali non
si può fare con il prelievo forzoso da
parte dello Stato sulle casse di province
e comuni. Non si possono lasciare
allo sbando lavoratori e comunità locali. Servono servizi più innovativi e
meno costosi, ma per questo bisogna
investire sulle competenze e sulle
persone".
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Sabato 9 luglio 2016
ATTUALITA’
VISCO E PADOAN ALL’UNISONO. SÌ ALL’INTERVENTO PUBBLICO IN CASO DI BOCCIATURA AGLI STRESS TEST
Bankitalia e Tesoro in coro:“Salviamo Mps”
Il ministro dell’Economia: “Esplorare tutte le modalità nel rispetto delle regole Ue”
di Marco Zappa
embra di ascoltare la stessa
campana, con la musica di
governo e Bankitalia dalle
stesse note. Secondo via
Nazionale, per sostenere
le banche in difficoltà, la via dell’intervento pubblico “non può essere esclusa”. E anzi, per il ministro
dell’Economia Pier Carlo Padoan
“è da esplorare, con una natura
precauzionale e nel rispetto delle
regole Ue”.
Il disco introdotto all’assemblea
dell’Abi dal governatore Ignazio
Visco e dal titolare di Via XX settembre contiene le stesse canzoni.
Quelle che portano diritte a un salvataggio pubblico, l’ennesimo, del
Monte dei Paschi di Siena. La banca
più antica al mondo e quella, da
sempre, vicina alla sinistra italiana
fin dai tempi del Pci.
Il governo e Palazzo Koch non hanno
dubbi: Mps va aiutata. E siccome
le normative Ue consentono una
ricapitalizzazione pubblica (solo
se l’istituto di credito in questione
può fornire le garanzie giuste) è
questa l’unica strada possibile da
percorrere.
Per Visco l’intervento pubblico deve
dunque essere preso in considerazione, anche e soprattutto se Rocca
Salimbeni dovesse ottenere un’altra
bocciatura agli stress test di Francoforte, con le pagelle dell’Eurotower che metteranno sotto i riflettori
cinque istituti di credito italiani, tra
cui Mps, e saranno pubblicati il
prossimo 29 luglio.
All’Assemblea Abi il governatore
di Bankitalia ha spiegato di confidare
“nella capacità di successo di un
impegno comune volto a superare
S
Il governatore di Bankitalia IgnazioVisco e il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan
le attuali difficoltà. Non sottovalutiamo – l’appello – i segnali di preoccupazione, il nervosismo che proviene dalle situazioni dei mercati
finanziari e interessano i nostri istituti
di credito. Insieme con le altre autorità stiamo agendo con determinazione per promuovere efficaci
interventi di mercato. Le banche
‘significative’ con livelli di crediti
deteriorati particolarmente elevati,
detenevano alla fine dello scorso
anno 15 miliardi di sofferenze, al
netto delle svalutazioni già conteggiate in bilancio, anch’esse coperte
da garanzie reali e personali”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche
Padoan, che spinge per l’entrata in
scena dello Stato. Pronto a mettere
una toppa sul buco di banca rossa.
Con un intervento pubblico “la cui
natura deve essere precauzionale.
E il governo – ammette – si sta adoperando per rendere possibile la
questione”. Le trattative con Bruxelles sono serrate e il dialogo, continuo. “E ha lo scopo di esplorare
tutte le modalità di intervento pubblico ammesse dalle regole sugli
aiuti di Stato. L’intento di Palazzo
Chigi è quello di tutelare il risparmio
secondo il mandato costituzionale.
Ma la nuova normativa Ue sulle
banche è molto esigente e la sua
attuazione ha elementi di flessibilità
che vanno sfruttati in pieno soprattutto in caso di rischio sistemico”.
Non è ancora da escludere un incremento delle risorse nel Fondo
Atlante, che per Padoan “può investire sia negli aumenti di capitale
delle banche sia unitamente ad altri
investitori in tranche di veicoli creati
a sostegno dei gruppi gravati dai
Npl”. Il tutto per velocizzare i tempi
di recupero dei crediti.
Da Padoan tornando ancora a Visco,
che s’è detto perfino ottimista circa
possibili nuove fusioni nel mercato
bancario italiano. “Dopo quella tra
Bpm e Banco Popolare attendiamo
altre iniziative aggregative non in
tempi lunghi”.
Non è questo il caso di Mps che comunque non sembra averne bisogno
visto che ogni volta che si trova in
seria difficoltà può contare sempre
sul sostegno del governo e quindi
del Pd. Da sempre interessato alle
vicende di banca rossa.
PER IL PRESIDENTE PATUELLI È DA RIVEDERE IL SANGUINOSO STRUMENTO VOLUTO DALL’EUROPA
Anche l’Abi lo ammette: il bail-in è incostituzionale
Dal numero uno di Palazzo Altieri una difesa esagerata verso le banche e perfino un attacco immeritato alle imprese
a normativa sul
bail-in è da rivedere al più presto
perché incostituzionale”. Parola del presidente dell’Abi,
Antonio Patuelli. Che nel corso
della relazione all’assemblea
annuale svoltasi ieri a Roma
ha sottolineato tutte le sue
preoccupazioni su quello strumento voluto dall’Europa, in
vigore dallo scorso 1° gennaio,
che consente prelievi forzosi
sui conti correnti ove siano
depositati oltre 100mila euro
nel caso in cui la banca che
gestisce quei risparmi sia in
difficoltà e rischi il tracollo.
Un meccanismo che ha provocato il salvataggio di Etruria,
Banca Marche, Cari Ferrara
e Cari Chieti, sulla pelle di
migliaia di risparmiatori beffati
pure dal decreto della discordia varato dal governo il 22
novembre 2015.
Ebbene, per Patuelli la normativa sulle risoluzioni e sul
bail-in va cambiata. Visto pure
“L
che “innovative iniziative private come il Fondo Atlante e
il rinnovato ramo volontario
di quello interbancario, con
interventi preventivi, partecipativi e non più a fondo perduto, prevengono i rischi di
altre eventuali (e più costose
per tutti) risoluzioni e respingono ogni ipotesi di bail-in”.
Secondo il numero uno dell’Abi occorre tuttavia anche
“un calmiere per l’onerosità
a carico degli istituti di credito
per la contribuzione ai numerosi fondi obbligatori, pure
europei. Soprattutto a quelli
ai quali l’Italia non ricorre”.
Dopo l’attacco all’esecutivo,
l’ovvia entrata a difesa delle
banche italiane, “che scontano
cavilli Ue e non hanno avuto
negli anni i cospicui aiuti di
Stato, frequenti altrove. E nell’autunno scorso hanno sopportato i costi morali ed economici di cavillose interpretazioni burocratiche della
Commissione europea che
Antonio Patiuelli
hanno impedito i meno onerosi e iniqui interventi già decisi dal Fondo interbancario”.
Una non verità quella di Patuelli. Perché nel 2012, grazie
pure all’approvazione dell’Ue,
che ha dato il via libera alla
ricapitalizzazione, il Monte dei
Paschi di Siena ha ottenuto
3,9 miliardi di Monti bond dal
ministero dell’Economia. Che
le hanno consentito di rimanere in vita e che solo adesso
sono stati restituiti. Col Tesoro
“costretto” ad entrare addirittura nel patrimonio di banca
rossa, con il 4% delle azioni
(ancora oggi detenute).
Il dominus dell’Abi ha puntato
il dito contro le autorità europee, “che non favoriscono le
aggregazioni delle banche in
Italia”. Altra affermazione discutibile. Perché se è vero
che il regolamento è stringente, è vero anche che molti
gruppi di credito attualmente
non hanno le credenziali per
sperare di trovare un partner
credibile. Eppure per Patuelli
i veti a tutela dei depositi imposti dalla Ue sono “inammissibili”.
Questione crediti deteriorati.
La riduzione dei Npl (non performing loans) per l’Abi è da
considerarsi come “un obiettivo strategico fondamentale
per la ripresa che non può e
non deve essere sopravvalutato. Ci sono tante iniziative
per provare a risolvere questa
questione, con le sofferenze
nette che sono ampiamente
coperte da garanzie”.
Il numero uno di Palazzo Altieri
prova poi a indicare la strada
da seguire alle imprese: “E’ il
momento di investire. Se non
ora, quando?”
E con quali soldi? Negli ultimi
anni la Banca centrale europea
ha rimpinzato di soldi gli istituti
di credito, che anziché incentivare aziende e famiglie hanno solo pensato ai propri affari.
Investendo le risorse attraverso
l’acquisizione di titoli di Stato.
A discapito proprio delle
aziende, costrette ad abbassare le serrande perché strozzate dal fisco e impossibilitate
dal ricevere prestiti a condizioni accettabili.
Certamente da rivedere l’intervento di Patuelli, che però
su una cosa ha ragione: il bailin è incostituzionale.
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Sabato 9 luglio 2016
ESTERI
STATI UNITI
Bagno di sangue a Dallas:
uccisi cinque poliziotti
A sparare alcuni cecchini, entrati in azione al termine di un corteo di protesta
contro la violenza delle forze dell’ordine nei confronti degli afroamericani
di Stella Spada
finita in un bagno di sangue la manifestazione organizzata a Dallas per
protestare contro le recenti uccisioni, per mano
della polizia, di due afroamericani
in Minnesota e in Louisiana. Sono
infatti cinque (quattro morti sul colpo e uno deceduto in ospedale in
seguito alle ferite riportate) gli
agenti che sono rimasti uccisi nel
corso di una sparatoria scoppiata
quando il corteo – al quale hanno
partecipato diverse centinaia di
persone – stava per finire. Senza
contare che altri sette uomini in
divisa e due civili – riferisce la
stampa – sono rimasti feriti e almeno cinque di loro sono in gravi
condizioni. Il sindaco di Dallas Mike
Rawlings, nel corso di una conferenza stampa, ha precisato che sul
posto, al momento della sparatoria,
c'erano 100 agenti.
Quanto alla ricostruzione dell'accaduto, ad aprire il fuoco, intorno
alle 21 (le 3 ora italiana), sono stati
alcuni cecchini (si pensa almeno
quattro) appostati sui tetti di palazzi
situati lungo il percorso della manifestazione. Il capo della polizia
di Dallas David Brown ha parlato
di “uomini armati” che “hanno spa-
È
rato da una posizione soprelevata”.
Molto probabilmente “il loro piano
– ha detto ancora Brown – era di
ferire e uccidere il maggior numero
possibile di agenti”. Ancora nessuna
ipotesi sulle ragioni di quella che
un testimone, che ha filmato l'accaduto dalla sua camera d'albergo,
ha definito, parlando con la Cnn,
come “un'esecuzione, un attacco
pianificato”.
Al momento risulta che la caccia
all'uomo lanciata per arrestare i responsabili della carneficina abbia
portato al fermo di alcuni sospetti,
tra cui una donna. Secondo quanto
riferito dal Dipartimento di polizia
della cittadina del Texas, un sospetto
cecchino si era asserragliato in un
garage. “La polizia ha tentato di
negoziare con l’uomo per diverse
ore senza successo. Per neutralizzare la minaccia, è stato utilizzato
un piccolo robot controllato in remoto e dotato di una testata esplosiva. È stata l’esplosione del robot
ad uccidere il sospettato. Tutte le
altre opzioni, considerato la situazione di stallo che si era venuta a
creare, avrebbero esposto pericolosamente gli agenti polizia sul posto” ha riferito il capo delle forze
dell'ordine di Dallas. Prima di essere
ucciso, l'uomo ha affermato di non
appartenere a nessun gruppo terroristico e di voler uccidere solo
gli agenti bianchi in risposta agli
ultimi due episodi di neri uccisi
dalla polizia. Sembra inoltre che
abbia anche dichiarato di aver piazzato alcune bombe. La polizia in
proposito ha fatto sapere di aver
“scoperto un pacco sospetto” ed
ha aggiunto che gli artificieri sono
già al lavoro.
Sull'accaduto il movimento “Black
Lives Matter” (Le vite dei neri con-
tano) si è espresso molto duramente, condannando l'azione e sottolineando che l'organizzazione, impegnata a lottare contro la violenza
e la brutalità della polizia, “si batte
per la dignità, la giustizia e la libertà
e non per l'omicidio”. Anche il presidente Obama ha condannato l'attacco, che lui stesso ha definito “feroce e premeditato”. Inoltre, dopo
aver promesso che “sarà fatta giustizia” ha sottolineato che le uccisioni degli afroamericani da parte
della polizia “non sono una questione solo nera o ispanica, ma
americana. Tutte le persone imparziali – ha concluso - dovrebbero
essere preoccupate della frequenza
con cui la polizia uccide gli afroamericani”.
COREA DEL NORD
Nuove sanzioni a Pyongyang per “violazione dei diritti umani”
Kim Jong-un reagisce: “È un crimine odioso, che consideriamo come una dichiarazione di guerra”
a situazione, nella penisola coreana,
risulta in quest'ultimo periodo sempre più complessa. E più tesa. Tra
le notizie che arrivano sulla regione,
spicca innanzitutto la decisione degli
Stati Uniti di comminare al leader di
Pyongyang e ad altri dirigenti del Paese
un pacchetto di nuove sanzioni (le prime
“ad personam”, dopo quelle già in essere
in capo al governo locale per i programmi
missilistici e nucleari) per “violazione
dei diritti umani” (secondo Washington,
infatti, il regime nordcoreano detiene in
campi di prigionia tra le 80 mila e le 120
mila persone).
Immediata e, come prevedibile, molto
stizzita la replica di delle autorità nordcoreane, secondo cui i provvedimenti
di Washington – si legge in una nota
del ministero degli Esteri riportata dall'agenzia di stampa ufficiale Kcna – sono
conditi di “bugie e falsificazioni” e costituiscono l'equivalente “di una formale
dichiarazione di guerra”. Ora dunque
che “gli Usa hanno dichiarato guerra
alla Repubblica Popolare Democratica
di Corea – prosegue il comunicato –
qualsiasi problema dovesse sorgere con
gli americani sarà trattato sulla base
della legge di guerra”. Pyongyang inoltre
definisce le sanzioni un “crimine odioso”
e chiede il loro immediato ritiro.
L
Quanto agli Usa, il portavoce del dipartimento di Stato Kirby ha commentato
la nota del governo nordcoreano dicendo
che si dovrebbe astenere “da azioni e
retorica che servono solo ad aumentare
ulteriormente la tensione nella regione”.
Sulla vicenda è inoltre intervenuto anche
il segretario generale delle Nazioni Unite
(presso cui la Corea del Nord mantiene
una delegazione diplomatica), che si
augura che la Cina induca il suo alleato
nordcoreano a “cooperare a livello internazionale sui diritti umani”. Non esattamente forse quella sperata la reazione
della Cina, il cui ministro degli Esteri si
è detto contrario all'uso di sanzioni unilaterali e ha annunciato – riferisce Tgcom
24 – che si opporrà
ad eventuali discussioni sul tema in
Consiglio di sicurezza, ritenendo che la
situazione dei diritti
umani in Corea del
Nord non costituisce
una minaccia alla
pace e alla sicurezza
internazionale.
Nel frattempo la Corea
del Sud ha concluso
con gli Usa un accordo in forza del
quale Washington schiererà nel Paese
un sistema di difesa missilistica avanzata.
L'intesa arriva dopo una serie di colloqui
avviati in seguito agli ultimi test nucleari
e missilistici della Corea del Nord. “Sulla
base di tali consultazioni, il Sud e gli
Usa hanno preso la decisione di schierare
il Terminal High Altitude Area Defence
(Thaad) come misura difensive per garantire la sicurezza della Corea del Sud
e dei suoi cittadini” hanno dichiarato i
ministeri della Difesa dei due Paesi.
Secondo Pechino però, tale iniziativa
rappresenta “un grave danno” alla sicurezza regionale del nordest dell'Asia
ed ha chiesto a Washington e Seul di
CdG
tornare sui loro passi.
HONDURAS - UCCISA CON UN COLPO DI MACHETE
Ritrovata morta ambientalista rapita
Si batteva contro la diga sul fiume Chinacla
stata trovata morta Lesbia Janeth
Urquia, l’ambientalista rapita martedì
scorso. Appartiene infatti a lei il
corpo rinvenuto ieri in una discarica nei
pressi di Marcala, centosessanta chilometri
a ovest di Tegucigalpa, capitale dell'Honduras. Urquia è stata uccisa con un colpo
alla testa, probabilmente inferto con un
machete.
Quanto alle indagini, le autorità locali
sembra stiano privilegiando la pista di
una rapina finita male. Non condivisa
dall'organizzazione di cui la donna faceva
parte. “La morte di Lesbia Yanet - si
legge infatti in un comunicato pubblicato
sul sito web del Copinh - è un femminicidio
politico che prova a silenziare le voci di
donne che con coraggio difendono i loro
diritti. L'omicidio conferma che si è messo
in moto un piano per far sparire chi
difende i beni comuni della natura. Riteniamo le autorità direttamente responsabili
di questo omicidio”. Considerazione questa
che sembrerebbe tra l'altro confermata
È
dalle ammissioni - riportate qualche tempo
fa dal Guardian - di un ex componente
delle forze armate honduregne fuggito
all'estero, secondo cui l'esercito avrebbe
una lista di bersagli da colpire per metterli
a tacere.
L'assassinio di Lesbia Janeth Urquia segue
di pochi mesi quello di Berta Caceres (uccisa a marzo in casa sua), nota a livello
internazionale per il suo impegno al fianco
delle popolazioni locali honduregne contro
la privatizzazione delle terre, la concessione
di licenze minerarie e la costruzione di
impianti idroelettrici. Tra le battaglie più
accese del gruppo del quale le due donne
facevano parte, quella contro la costruzione
della diga di Agua Zarca, progetto finanziato
tra gli altri dalla Banca mondiale e dai
fondi di cooperazione allo sviluppo di
Stati Uniti, Paesi Bassi e Finlandia.
Nel 2015 gli ambientalisti uccisi nel piccolo
Paese del Nord America (stretto tra Guatemala e Nicaragua) sono stati, secondo
CdG
Global Witness, oltre cinquanta.
5
Sabato 9 luglio 2016
ESTERI
MORTE E DEVASTAZIONE IN UN TEMPIO SCIITA A NORD DELLA CAPITALE
Il terrorismo colpisce ancora in Iraq
Nuovo attacco a una moschea sciita: oltre trenta morti. E continua
a salire il bilancio delle vittime dell’attentato di domenica scorsa a Baghdad
di Cristina Di Giorgi
on si ferma l'ondata di
violenza che, in una fase
della guerra sul campo
che vede lo Stato islamico
in difficoltà, si traduce in
attentati terroristici e sangue. Un
commando jihadista ha infatti nuovamente colpito in Iraq: è di ieri la
notizia che almeno 35 persone sono
morte e 78 sono rimaste ferite in
un'azione compiuta nella notte tra
giovedì e venerdì nel nord del Paese,
dove un gruppo di miliziani è entrato
in azione nel mausoleo sciita Sayyid
Muhammad bin Ali al Hadi a Balad,
nella provincia di Saladin (circa
70km da Baghdad), a maggioranza
sunnita.
Le agenzie riferiscono, quanto alla
ricostruzione dei fatti, di un commando jihadisti che prima ha bersagliato il mausoleo con colpi di
mortaio, poi ha aperto il fuoco sui
fedeli riuniti in preghiera (un componente del commando sembra sia
riuscito ad entrare nel tempio, prendendo di mira gli addetti alla sicurezza, ma anche i civili) ed infine
hanno azionato le cinture esplosive.
La polizia locale ha dichiarato che
uno degli attentatori è stato ucciso
prima che si facesse esplodere. L'attacco, portato a termine durante la
festività musulmana della fine del
Ramadan, non risulta che al momento
sia stato ancora ufficialmente rivendicato anche se è stato da molti attribuito allo Stato Islamico che – sottolinea la stampa – considera gli
sciiti come parte di un culto eretico.
N
Nel frattempo continua a salire il
già altissimo bilancio delle vittime
dell'attentato di domenica nel quartiere sciita Karrada di Baghdad (rivendicato dall'Isis): le ultime drammatiche notizie parlano infatti di 292
morti. E potrebbe non finire qui,
dato che le autorità sanitarie locali
hanno fatto sapere che tra i feriti (se
ne contano almeno 200, stando a
quanto riferito dal portavoce del
ministro iracheno della salute al Redaini) ve ne sono purtroppo diversi
in gravi condizioni. Oltretutto, tra le
vittime, ve ne sono molte ancora
non identificate a causa delle condizioni in cui sono stati ritrovati i
resti: prosegue dunque, in quest'ambito, il lavoro di confronto del Dna
con i campioni prelevati dai familiari,
nel tentativo di dare un nome alle
salme.
Intanto continuano, a Baghdad e
non solo, le polemiche sulla mancanza di sicurezza. Emblematico di
tale situazione – riferisce il Washington Post – è “il fatto che i rilevatori
di bombe ancora utilizzati in Iraq,
prodotti nel Regno Unito, come ha
dimostrato un'inchiesta della Bbc
di sei anni fa, sono
risultati falsi”. Al
punto che dopo
l'indagine l'esportazione è stata
vietata e il produttore dei rilevatori è finito in
prigione per frode. Eppure la polizia utilizza ancora quei rilevatori,
come un reporter
del “New York Times” ha fatto notare subito dopo
l'attentato di domenica. “Non abbiamo ordini in tal
senso. Sappiamo
che non funzionano, ma non abbiamo altra scelta”
ha dichiarato in
proposito un ufficiale di polizia.
Una situazione
grave dunque che porta con sé una
pericolosissima instabilità (quando
il premier al Abadi si è recato sul
luogo dell'attentato è stato infatti
contestato duramente dalla gente,
che lo ha insultato, lanciandogli
anche pietre e scarpe) ben lontana
dall'essere in qualche modo risolta.
Dalla deposizione di Saddam il Paese
ha avuto almeno mezzo milione di
morti, rifugiati, povertà e, come rilevato, insicurezza. Senza contare la
corruzione della classe politica.“Non
stupisce dunque – scrive Gwynne
Dyer – che anche molti degli iracheni
SIRIA
ORRORE ISIS
Verso la conquista di Aleppo
L’esercito di Damasco ha bloccato l’ultima via di rifornimento
dei ribelli. Ora la seconda città del Paese è sotto assedio totale
esercito siriano ha bloccato
l'ultima via ancora aperta che
collegava, ad Aleppo, la zona
orientale (in mano ai ribelli) e l'entroterra occidentale. Lo ha riferito la Bbc
sul suo sito internet. Dopo una serie
di violenti combattimenti dunque, le
truppe di Damasco sembra siano riuscite a chiudere l'accesso alla strada
del Castello, attraverso la quale giungevano i rifornimenti agli estremisti
che ancora in parte occupano la seconda città della Siria. La cui riconquista completa da parte del legittimo
governo del Paese appare quindi imminente.
Continuano dunque le operazioni militari. E non solo ad Aleppo: è infatti di
ieri anche la notizia di una serie di
raid portati a termine – riferisce askanews citando fonti locali – contro un
villaggio nella provincia di Idleb, nel
nord-ovest del Paese, controllato dai
jihadisti del Fronte al Nusra, il ramo
siriano di al Qaeda. Che, insieme ad
altri gruppi considerati come terroristi,
non rientrano nel cessate il fuoco di
72 ore proclamato dall'esercito di Damasco in occasione della fine del Ramadan.
che si opponevano al regime di Saddam Hussein oggi vorrebbero che
quest’ultimo non fosse mai stato spodestato”, come emerge anche dalle
parole di Kadhim al Jabbouri, divenuto celebre per essere stato immortalato mentre prendeva a martellate una statua del Rais durante
l'ingresso a Baghdad delle truppe
americane. “Saddam non c’è più, e
oggi abbiamo mille Saddam. Le cose
erano diverse sotto Saddam. Non lo
amavamo, ma era meglio di quelli
che ci sono oggi. Non c’era tutta
questa corruzione. Si poteva vivere
tranquilli” ha infatti dichiarato in una
recente intervista alla Bbc.
In tutto questo, dal rapporto Chilcot
(l'analisi che una commissione britannica appositamente costituita ha
in questi giorni diffuso sui motivi
che hanno spinto il Regno Unito a
seguire gli Usa – dove non ci sono
state indagini del genere – nell'invasione dell'Iraq), risulta abbastanza
chiaro, per quanto si tenti di minimizzarlo, che intenzioni più o meno
buone a parte le conseguenze dell'invasione dell'Iraq – morte e devastazione – erano ampiamente prevedibili.“Chiunque conoscesse davvero la situazione politica, etnica e
settaria della regione e dell’Iraq in
particolare le aveva previste, compresi gli esperti del dipartimento
di stato americano e del foreign
office britannico. La cosa più evidente
– conclude Dyer - è l’assoluta arroganza e ignoranza di chi ha inflitto
una simile catastrofe agli iracheni,
che sono condannati a vivere nella
miseria e nel terrore”.
I disertori bolliti in pentola
L’atroce esecuzione di sette miliziani catturati
dopo essere fuggiti dal campo di battaglia
L’
embra non conoscere limiti la
devastante violenza dello Stato
Islamico. L'ultimo orrore dei tagliagole del Califfato, che non hanno
mancato di diffondere sul web le fotografie della loro “impresa”, riguarda il
modo attraverso il quale hanno punito
un gruppo di miliziani ritenuti colpevoli
di diserzione.
I malcapitati, che sembra siano stati catturati dopo essere fuggiti dal campo di
battaglia nel nord dell'Iraq, sono stati
legati e gettati, viti, in un calderone pieno
di acqua bollente. Le immagini dell'esecuzione, che sembra sia avvenuta il 4
luglio – riferisce askanews – sono state
pubblicate dalla tv satellitare iraniana al
S
Quanto al fronte diplomatico, in una
nota ufficiale diffusa dal Cremlino si
legge che “in seguito ad una conversazione telefonica avviata dal leader
russo, entrambe le parti (Mosca e
Washington, ndr.) confermano la loro
disponibilità ad aumentare la cooperazione militare in Siria” per sconfiggere sconfiggere l'Isis e il Fronte al
Nusra”. I due capi di Stato hanno
inoltre concordato sul fatto che “i colloqui di pace mediati dalle Nazioni
Unite sono fondamentali per giungere
ad una soluzione politica della crisi”.
Alla base dell'intesa, si legge ancora
nella nota del Cremlino, c'è l'invito
del presidente Putin a “separare nel
più breve tempo possibile le forze
moderate da quelle di Al Nusra e
dagli altri gruppi estremisti”. St.Sp.
Alam. Che sottolinea come si tratti della
prima volta che l'Isis fa ricorso a questa
forma di uccisione. In passato infatti –
ricorda l'emittente di Teheran - i disertori
venivano sepolti vivi o fucilati: a tal proposito, il canale Fox (citato da Sputniknews) riferisce infatti che “i comandanti
del Daesh hanno recentemente fucilato
19 subordinati che erano fuggiti durante
la battaglia nel centro di Falluja”. Nella
città, recentemente liberata dall'esercito
iracheno, secondo l'agenzia Reuters
sono state rinvenute diverse tracce dell'efferatezza degli islamisti: tra esse
piccole gabbie metalliche, in cui si ritiene
che i terroristi tenessero rinchiusi i loro
CdG
prigionieri.
6
Sabato 9 luglio 2016
DA ROMA E DAL LAZIO
PER CERCARE DI USCIRE DALL’EMERGENZA AFFIDATE 200 TONNELLATE AL COLARI DI CERRONI E 300 ALLA SAF DI FROSINONE
Ambiente: la base 5 stelle boccia Muraro
E la strada è tutta in salita: gli ecodistretti, respinti dai grillini ma sponsorizzati dal riconfermato Fortini
(Ama): “Sono il futuro di Roma”. Poi lo sciopero nazionale dell’11 e 12 luglio, la città rischia di esplodere
di Giuseppe Sarra
ifiuti zero, altro che inceneritori. Per Virginia Raggi, il neo-assessore alla
Sostenibilità ambientale,
Paola Muraro, è uno dei
massimi esperti nella gestione del
ciclo dei rifiuti della Capitale, con
un curriculum ineccepibile, tra cui
spunta una consulenza in Ama. Promossa dal sindaco di Roma, bocciata
invece dalla base grillina che non
le sta risparmiando dure critiche e
qualche perplessità.
E’ stata lanciata persino una petizione
su change.org, sottoscritta in pochi
R
giorni da 1.110 utenti, mancano infatti 390 firme per raggiungere
l’obiettivo, per chiedere al neo sindaco di ritirarle le deleghe, accusandola persino di non aver consultato gli iscritti e i meet up perché
occorre una “discontinuità con l’attuale catastrofica gestione dei rifiuti
a Roma e in sintonia con i valori
fondanti del Movimento 5 Stelle”.
Come? Attuando, sostengono gli attivisti, le strategie europee in transizione dall'economia dei “rifiuti”
verso l’economia circolare. E non è
un mistero che il neo assessore sia
favorevole agli inceneritori.
“Si tratta di una scelta sbagliata -
ha affermato Angelo Consoli, attivista e direttore dell’ufficio europeo
di Jeremy Rifkin - Abbiamo in Italia
i migliori ingegneri e ambientalisti
del mondo, che potrebbero consigliare qualcuno da utilizzare in
giunta”. Un altro scoglio saranno
gli ecodistretti. “Il futuro di Roma”,
per Daniele Fortini, presidente di
Ama, riconfermato proprio dalla
Raggi. Come quello previsto a Rocca Cencia, su cui pure i 5 Stelle
erano contrari.
Eppure la Regione Lazio ha già indicato la strada con la delibera 199,
contestata dalle opposizioni, con la
quale si dà la possibilità di ampliare
le volumetrie solo ai siti esistenti,
che di fatto modifica il Piano di gestione dei rifiuti approvato nel 2012.
Nonostante il Tar del Lazio ha condannato l’ente a mettere a punto,
in un semestre, un piano di discariche dove smaltire gli scarti dei
rifiuti trattati negli impianti del territorio. Una decisione che potrebbe
giovare proprio chi ha gestito per
circa trent’anni lo smaltimento dell’immondizia.
Intanto dall’incontro dell’altro ieri
tra il neo assessore Muraro e il presidente Fortini è stato predisposto
un piano straordinario di pulizia
della Capitale, in particolare nelle
aree più critiche: Acilia, Quarticciolo,
Ostia Antica, Prati, Circonvallazione
Nomentana, dove in queste settimane
si è assistito a uno spettacolo indecoroso: dai cumuli di rifiuti sui marciapiedi ai frigoriferi, materassi e
sanitari. Non che nelle altre zone di
Roma si stia meglio.
Con la pulizia totale prevista entro
la metà della prossima settimana.
Così Ama ha previsto nuovi accordi: il primo, stipulato con la Saf
di Frosinone per il conferimento
GIALLO ALL’OSPEDALE SPAZIANI DI FROSINONE
Febbre alta, muore una bimba
Abbruzzese, consigliere regionale della Ciociaria,
accusa Zingaretti e il commissario dell’Asl Macchitella
iallo allo Spaziani di Frosinone.
Una bambina di 9 mesi ha perso
la vita, dopo essere stata ricoverata presso il pronto soccorso dell’ospedale ciociaro, in codice giallo,
per un’altissima febbre.
Sconvolti i familiari della piccola. Non
si ha certezza sulle cause, che saranno
chiarite dalle indagini.
Intanto Mario Abbruzzese, consigliere
regionale di Forza Italia, ha denunciato
il caso parlando “dell’ennesimo episodio
di malasanità nel Lazio” e accusando
direttamente la gestione sanitaria del
centrosinistra e, in particolare, dell’Asl
locale.
“Questa è l’ennesima dimostrazione
della malagestione del sistema sanitario
da parte di Zingaretti e nel caso specifico del Commissario straordinario
della ASL di Frosinone, Macchitella”,
ha sottolineato il consigliere, che ha
chiesto lumi sulla vicenda preannun-
G
di 300 tonnellate di rifiuti indifferenziati/ giorno; il secondo, invece,
con il Colari, il consorzio di Manlio
Cerroni, che “ha accettato di ricevere 200 tonnellate aggiuntive di
rifiuti indifferenziati per i prossimi
10 giorni”.
Mentre l’assessore promette di girare la città per valutare l’efficacia
del lavoro svolto da Ama, l’11 e 12
luglio incroceranno le braccia anche i netturbini romani per uno
sciopero nazionale. L’imminente
PENDOLARI STUPITI
Critiche anche da Forza Italia e Cuoritaliani: “A tutto c’è un limite”.
Sulla Roma-Viterbo trovate persino le pulci
E
Mentre Daniele
Sabatini (Cuoritaliani) ha riportato
le condizioni con
cui viaggiano gli
utenti della linea
ferroviaria RomaViterbo, dove “si
segnala la presenza di pulci a bordo
dei treni, fastidiosi
compagni di viaggio di cui farebbero volentieri a
Roma. Quella linea
è di proprietà regionale, Zingaretti
chieda immediatamente ad Atac
di verificare le
condizioni igieniche dei mezzi e
non faccia spallucce come al suo solito”. E ha elencato le
gravi criticità: “I pendolari non solo devono
protesta potrebbe avere effetti ancora più pesanti. Dopo due giornate di mobilitazione, una a fine
maggio e l’altra a metà giugno, i
dipendenti sono pronti a scioperare ancora una volta. Con lo stop,
questa volta, di 48 ore continuative
della raccolta, che metterà probabilmente a serio rischio la già
delicata situazione.
Si ha l’impressione che l’emergenza
delle ultime settimane sarà solo un
antipasto.
CAOS SULLA LINEA A
“Puntuali 91 treni su 100”
ora Nicola Zingaretti esalta la puntualità dei treni regionali gestiti da
Trenitalia. Un risultato conseguito
nel primo semestre del 2016, in netto miglioramento rispetto al biennio precedente:
“Con una media di 90,9 treni puntuali su
100 il Lazio”, migliora così “nettamente
gli standard e l’offerta a disposizione dei
400mila passeggeri che quotidianamente
si muovono sui treni regionali”.
Una notizia che ha stupito in molti. A
partire dai diretti interessati, costretti a
viaggiare su treni che accumulano pesanti
ritardi, sporchi e stracolmi: dalla tratta
Roma-Napoli a Roma-Cassino, da RomaNettuno a Roma-Viterbo. Sui quali, spesso,
non funziona neanche l’aria condizionata.
“A tutto c’è un limite. Abbiamo più volte
assistito alle inaugurazioni, da parte di
Zingaretti, di reparti che poi non vengono
aperti, ma adesso assistere addirittura
all’esaltazione della puntualità dei treni,
ci sembra davvero troppo e decisamente
esagerato”, ha denunciato Antonello Aurigemma (Forza Italia).
ciando la presentazione, molto probabilmente, di una dettagliatissima
interrogazione: “Spero che da entrambi
arrivino presto delle spiegazioni che,
personalmente, chiederò anche in
Consiglio regionale. So che questo
non riporterà alla vita la piccola, ma è
fondamentale che sia fatta chiarezza
sull’ennesimo episodio negativo che
riguarda la nostra sanità”.
sopportare vagoni afosi e bollenti, ritardi
e disservizi cronici, ora pure le pulci”.
Tenta il suicidio,
metro in tilt
n tilt la metro A. Non
si è trattato di un disservizio, almeno questa
volta. Ma dello stop necessario per salvare un
uomo finito sotto un vagone della metropolitana
nella stazione di Colli Albani ed estratto miracolosamente vivo poco dopo
dai vigili del fuoco. L’uomo
infatti ha tentato il suicidio,
ora è in codice rosso all’ospedale San Giovanni.
Un’interruzione che ha
creato però notevoli disagi
agli utenti, costretti ad attendere i bus sostitutivi messi a disposizione dall’Atac. Anche qui non sono mancate le polemiche.
In migliaia sotto il sole, una vera e propria odissea.
Mentre Atac ha ricordato che quando si verificano incidenti
così gravi “l’azienda, su disposizione delle istituzioni competenti,
deve interrompere il servizio fino a quando le stesse autorità
non autorizzino la riattivazione della cessata emergenza”, il
Codacons ha denunciato la situazione di caos generalizzata,
aggravata dal grande caldo e dall’afa.
Come se non bastasse, ha ricostruito l’associazione, “le
navette arrivano stracolme”.
I
7
Sabato 9 luglio 2016
DA ROMA E DAL LAZIO
ESPLODE L’EMERGENZA IN VIA CUPA, DOVE SONO ACCAMPATI QUATTROCENTO STRANIERI
Migranti, caso in prefettura senza soluzione
Raggi alza la voce ma nei prossimi giorni ne arriveranno altri. I residenti sono inferociti
LA BANDA DEI QUINDICENNI
Rapina con bastoni chiodati,
fermata baby gang
gominata un’altra baby gang nella
Capitale, a un mese dalla violenta
aggressione ai danni di un commerciante. Armati di bastoni, il 6 giugno
erano entrati in un minimarket al Quadraro gestito da un cittadino del Bangladesh e avevano tentato di rapinare
frutta e incasso mettendo a soqquadro
l’intero negozio di via Ponzio Cominio.
Ma i carabinieri della Stazione Roma
Cinecittà sono riusciti ad identificare i
responsabili: si tratta di 3 ragazzi 15enni
(due originari del Brasile e uno della
provincia di Trapani) di cui uno già con
numerosi precedenti alle spalle.
I giovani, tutti residenti a poca distanza
dal minimarket assaltato, sono stati
denunciati a piede libero con le accuse
S
di Marco Compagnoni
residenti della Tiburtina sono
inferociti. E il messaggio è
stato recepito dal Campidoglio. La tendopoli davanti all’ex Baobab è ormai una vera
e propria emergenza. Una bomba
sociale, che è rischiata di scoppiare
nelle scorse settimane. Con le proteste quasi quotidiane del comitato
stazione Tiburtina. La gente è stanca
e continua a chiedere senza mezzi
termini lo sgombero. Anche perché
gli sbandati sono davvero tanti nella
zona, molto insicura.
I
E il sindaco Virginia Raggi sembra
avere le idee chiare:“Per strada non
possono stare, non è una situazione
dignitosa né tollerabile per loro. Si
sta anche creando un problema di
ordine pubblico perché i residenti
sono inferociti”, ha spiegato il sindaco
a margine del Comitato provinciale
per l’ordine e la sicurezza svoltosi
in Prefettura, che verteva sull’emergenza migranti.
Gli attivisti dell’ex Baobab e il centrosinistra, dal canto loro, vorrebbero
la riconversione dell’ennesima struttura: l’ex Istituto Ittiogenico nei pressi
della stazione Tiburtina, di proprietà
della Regione Lazio, con il via libera
della giunta Zingaretti.
La Raggi, al momento, non ci sta e
ha mandato un messaggio direttamente al governo Renzi, in particolare
al Viminale.“Roma è abbastanza affollata. Sono molto determinata a
capire se oggi, con questo flusso di
migranti sempre crescente e che
viene scaricato in continuazione su
Roma, gli strumenti normativi sono
adeguati per gestire questo fenomeno”, ha tuonato il primo cittadino.
“Ma nel medio e lungo periodo la
logica dell’emergenza non può piú
essere tollerata perchè non finirá
CASTELNUOVO DI PORTO, ALTRE PROTESTE. BLOCCATA PER MEZZ’ORA LA TIBERINA
mai”, ha ribadito ancora.
Intanto la situazione ha raggiunto
l’apice in via Cupa, dove le condizioni
igienico-sanitarie sono molto critiche.
I 5 Stelle sembrano tendere la mano
ai residenti, ma regna ancora l’incertezza e l’emergenza potrebbe
prevalere ancora una volta. Anche
perché l’ondata migratoria, viste anche le ottime condizioni meteorologiche, continuerà ad aumentare.
Sono ormai oltre 400 i migranti presenti nella tendopoli. E nei prossimi
giorno potrebbero arrivarne altre
centinaia. Nei giorni scorsi, il comitato della stazione Tiburtina aveva
di tentata rapina aggravata in concorso
e danneggiamento in concorso.
Oltre all’allarme sociale, le modalità del
blitz hanno destato sin dall’inizio preoccupazione. I carabinieri, intervenuti
subito dopo l’incursione, hanno recuperato e sequestato i bastoni con alle
estremità dei chiodi.
puntato il dito persino contro il questore capitolino Nicolò D’Angelo.
Inoltre circola con insistenza la voce
della riapertura di una tendopoli
della Croce rossa affianco ai binari
della Stazione Tiburtina, già allestita
nel 2015.
Un’ipotesi rispedita al mittente dai
cittadini. Mentre proseguono i lavori
di riconversione - che costereranno
alla collettività almeno 150mila euro
- dell’ex albergo Ferrotel in centro
di accoglienza per rifugiati tramite
una convenzione stiputata dal Campidoglio, guidato dall’allora sindaco
Marino, e le Ferrovie dello Stato.
TUTTI STRANIERI, DUE ARRESTI E DODICI DENUNCE
I rifugiati tornano in piazza Tiburtino, sgomberato
stabile occupato
Il paesino era finito già in Mafia Capitale, con l’arresto
del sindaco sempre per la gestione del centro di accoglienza
na vera bomba sociale,
sottavaluta sin qui. Una
nuova protesta dei migranti
è andata in scena per tutta la
giornata di ieri al Cara di Castelnuovo di Porto, vicino Roma.
Un gruppo circa 200 stranieri,
ospiti della struttura, ha bloccato
per circa una mezz’ora la via Tiberina, creando alcuni disagi al
traffico. Sotto l’occhio vigile delle
volanti e pattuglie delle forze dell’ordine.
Gli immigrati, però, hanno continuato la loro protesta rifiutandosi di rientrare nella struttura
fino a quando non saranno ricevuti da un rappresentante della
Prefettura.
La strada è stata poi liberata.La
protesta si è solo spostata davanti
all’ingresso del Cara, attendendo
il colloquio.
Castelnuovo di Porto è tornata
così alla ribalta delle cronache,
dopo l’arresto del sindaco Fabio
Stefoni (lista civica), che ha respinto le accuse sin dall'inizio,
per il quale il gip aveva disposto
la misura dei domiciliari.
Il nome di Stefoni era stato inse-
U
mportante operazione degli
uomini della questura della
Capitale, che hanno sgomberato un altro immobile di fortuna occupato da clandestini,
che vivevano di stenti o spacciavano nella zona del Pigneto.
Si tratta di dieci unità abitative
occupate, e restituite ai legittimi
proprietari, in uno stabile di via
Scipione Rivera, al Tiburtino.
Complessivamente sono state
identificate diciotto persone,
tutte straniere; tredici di loro,
con precedenti di polizia e sprovviste di permesso di soggiorno.
I poliziotti li hanno così accompagnati all’ufficio Immigrazione.
Due stranieri, invece, erano rintracciati e per questo sono stati
arrestati. Devono scontare una
pena per precedenti condanne.
Trovate e sequestrate - sia indosso ad alcune delle persone
fermate, che all’interno degli appartamenti occupati - diverse
dosi di marijuana, hashish e cocaina. Confermando ancora una
volta la radicalità delle organizzazioni criminali straniere, che
gestiscono importanti piazze di
I
rito, come indagato, anche nel
primo filone dell’inchiesta su
Mafia Capitale, per i suoi rapporti
con Buzzi - confermati dalle intercettazioni telefoniche e ambientali - in merito alla gestione
dei rifugiati politici nel territorio
tiberino.
I rifugiati non sono nuovi alle
proteste. Lo scorso anno, un
gruppo numeroso scese in piazza per chiedere chiarimenti sul
destino incerto, gridando: “Siamo persone, non siamo pacchi
postali”.
In quell’occasione gli ospiti del
centro di accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di
Porto si riunirono sotto le finestre
della Prefettura.
Via Scipione Riviera (Fonte: Google Maps)
spaccio della Capitale.
Nel corso dell’operazione, i poliziotti hanno sgombrato e bonificato anche la limitrofa area
in cui erano state edificate alcune
baracche di fortuna.
Al termine delle verifiche, oltre
ai due arresti, sono state dodici
le persone denunciate per occupazione di luoghi e di edifici.
Purtroppo il fenomeno delle occupazioni non sembra cessare
nella Città Eterna, dove agiscono
delle vere e proprie organizzazioni che danno ospitalità ai
senzatetto, in particolare degli
stranieri, beneficiando dell’affitto.
In molti casi si poi trasformano
in rifugio di sbandati, drogati e
alcolizzati.
8
Sabato 9 luglio 2016
STORIA
LA STORIA ATTRAVERSO I DOCUMENTI
Prato, il Fascismo e le opere pubbliche
L’approvvigionamento idrico, la Casa del Fascio, l’Ara Votiva dei Caduti della Grande Guerra…
di Emma Moriconi
estiamo ancora per un
po' a Prato e proseguiamo
la nostra analisi circa le
opere che il Fascismo realizzò in questo angolo di
mondo. Abbiamo parlato nella scorsa
puntata di questo speciale delle
opere viarie, eccoci oggi giunti a
quelle igieniche. A parlarne è sempre l'ingegner Tommaso Gatti e la
nostra fonte è ancora la rivista dedicata alle opere pubbliche "Rassegna dello sviluppo dell'Italia imperiale", fornitoci dal nostro Edoardo
Fantini. "Il risanamento igienico è
stato condotto vigorosamente, come
del resto lo chiedevano le necessità
delle arretrate condizioni preesistenti
- dice l'ingegner Gatti -. Problemi
fondamentali che attendevano da
decenni la possibilità di idonee soluzioni, sono stati risolti, specialmente
quelli relativi all'approvvigionamento
idrico, ormai assicurato con le abbondanti acque sorgive, scaturite
durante gli scavi della grande galleria di valico, a cui il Governo Nazionale ha contribuito potentemente con provvedimenti
generosi, concretati in un'intesa regolarmente convenuta
tra l'Amministrazione Comunale e le Ferrovie dello Stato,
per cui è stato possibile: alla
prima, di approvvigionare
l'abitato; alla seconda, di servire le Stazioni del versante
toscano della Direttissima".
Per realizzare questo, dice ancora Gatti, si ricorse ad una
condotta della lunghezza di
32,700 chilometri, di cui 14
con tubazioni in cemento armato e il resto in ghisa, con
diramazioni lunghe circa 3
km. La spesa totale, riferisce
l'ingegnere, fu di sette milioni
di lire, quattro dei quali a carico
dello Stato. Anche relativamente alla
fognatura cittadina, vennero create
distinte reti per le acque bianche e
nere, come pure si lavorò per risolvere il problema annoso dei rifiuti
stradali e domestici, per cui venne
utilizzato un nuovissimo stabilimento,
"corredato di impianti modernissimi
R
Prato la Casa del Fascio; sotto, il castello restaurato e nuovi fornici nel cimitero della Chiesa Nuova
di celle zimotermiche, tipo BeccariValtancoli". Altro settore in cui il Fascismo interviene è quello cimiteriale, sia nel Capoluogo che nelle
frazioni: "Così il Cimitero comunale
del Capoluogo ha ricevuto decorosa
sistemazione con la costruzione di
un vasto loggiato a fornici, ove sono
sistemate decorose tombe a colom-
baro, con intercalate cappelle private,
e l'ampliamento del recinto comune
con formazione di nuovi campi e di
una area destinata ad artistiche edicole funerarie. I Cimiteri rurali, con
nuove costruzioni o ampliamenti,
sono stati adeguati ad impellenti
necessità; le frazioni d'Iolo S. Pietro
e Iolo S. Andrea sono state dotate di
un nuovo cimitero capace di 800 sepolture; mentre ai recinti delle altre
frazioni, con ampliamenti, con nuovi
ossari e numerose tombe a colombaro, si è conferito carattere di praticità e di modernità".
Quanto all'edilizia pubblica, molte
furono le opere importanti edificate
nel Ventennio. "Meritevole di men-
MISTICA FASCISTA
In memoria di Niccolò Giani, intellettuale e uomo d’azione
hi affama il popolo non ha
nessun problema. Non scorda neppure il modo: tanto
è quello che conosce e continua
a fare.
Non è difficile, basta sapersi guardare attorno. Girare le città, scendere in stazioni e inoltrarsi nelle
piazze. Basta camminare, che sia
per lavoro o per uno stanco bisogno di muoversi alla ricerca di
qualcosa che non esiste. Chi vuole
continuare a camminare sulle macerie è libero di farlo. E il metodo
è il medesimo: senza voltarsi indietro, per convenienza. Ma bisogna sempre sapere ciò che si fa e
le conseguenze che queste azioni
comportano.
Allora leviamo le solite balle che
alcuni colleghi ci raccontano sui
C
giornali. Perbenisti non si nasce,
cari colleghi. Si può solo morire
di detta inclinazione. E invece continuate a scrivere come se nulla
fosse, ingrassando la pagnotta
che neppure riesce ad andarvi di
traverso. Figuriamoci la coscienza
vostra. Anche se la dichiarate
pulita, non esiste bugia più grande.
Perché chi scrive contro la Nazione
e il Popolo Italiano, scrive sputando
nel piatto dove poi mangia. Ma
del sudiciume ormai non v’importa
più. Fa ingrassare anche quello.
Perché ormai lo Stato non esiste
più. Bisogna saperlo ammettere.
E quello che è successo a Torino,
con la questione delle palazzine
del Moi, dovrebbe far riflettere.
Almeno pensare.
Marco Racca, Coordinatore di Ca-
saPound per il Piemonte si è
espresso in modo netto. “Complimenti ad Alfano. I manganelli
si usano solo quando gli Italiani
chiedono in massa di non aprire
nuovi centri di accoglienza. Quando,
invece, migliaia di immigrati, con
la complicità dei centri sociali, si
impossessano di intere palazzine,
nessuno muove un dito. Tutti zitti
e si subisce. Fine.”
Chi ci governa, insomma, si scambia favori, cedendo posti e sovranità. Chi affama sa come farlo, ricordate?
“Quelle palazzine (del Moi, nda)
sono rubate alla collettività che
le ha costruite e devono essere
restituite agli Italiani” continua
Racca “e sul banco degli imputati
devono salire tutti quelli che con-
tinuano a tradire il popolo Italiano.
Chi ha lasciato vuote quelle palazzine ne deve rispondere, proprio
perché c'è la fila di Italiani che
implorano un tetto”. E invece
spacciatori, finti profughi, rifiuti
dei centri sociali si permettono
di fare quello che vogliono con la
proprietà pubblica.
Probabile che ministri e politici,
che sanno tanto di vecchiume,
non abbiamo mai avuto il bisogno
di girare in città. Magari anche
solo una via. Quella stessa via,
per esempio, che CasaPound riesce
a bonificare e a risanare (come a
Roma, Asti e nella stessa Torino)
magari anche quando non è dentro
le Istituzioni. Allora qualcosa non
torna.
Alessandro Russo
zione - dice Gatti - è anzitutto l'edificio
che il Partito Nazionale Fascista ha
voluto erigere come degna sede
delle proprie organizzazioni locali":
parliamo della locale "Casa del Fascio", un edificio di 12mila mc e di
1200 mq di area coperta, che "conferisce alla vetusta piazza, in unione
al vastissimo giardino pubblico all'italiana di recente impianto, un
aspetto aggraziato e veramente decoroso".
Altra realizzazione di rilievo è, poi,
l'Ara Votiva dei Caduti della Grande
Guerra, che venne inaugurata il 21
aprile 1934 da Vittorio Emanuele:
"Il gruppo statuario, ove l'On. Prof.
Antonio Maraini ha raffigurato l'Eroismo che conforta il Dovere, ben s'intona, con le sue linee severe, con i
superbi monumenti che delimitano
la piazza e specialmente con la mole
imponente del 'Castello dell'Imperatore', restituito, dopo un abbandono
secolare, nelle sue grandi linee esteriori, all'antica magnificenza. Il Castello - spiega l'ingegnere - che già
vide i soldati di Federico II e le lotte
delle libertà comunali, fu donato
gratuitamente dallo Stato all'Amministrazione Civica per
essere convenientemente restaurato. Ed infatti, liberato
da sovrastrutture deturpanti,
sistemata convenientemente
a verde la ripa che lo circonda, posta in luce l'antica merlatura ghibellina, formatavi
intorno con opportuni ampliamenti una viabilità perfetta, la vetusta Fortezza è un
nobile esempio delle cure
che il Regime porta ai gloriosi
monumenti della nostra storia
medioevale".
Quanto a opere pubbliche
le informazioni sono ancora
numerose e tutte di rilievo,
quindi la loro trattazione è
rimandata alla prossima puntata.
Per i lettori del portale che vogliano
prendere visione delle immagini
straordinarie messe a disposizione
per noi da Edoardo Fantini, vi invitiamo a sfogliare il nostro quotidiano,
gratuitamente, dal vostro pc o dall'applicazione per il cellulare.
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9
Sabato 9 luglio 2016
DALL’ITALIA
INIZIATA IERI L’AUTOPSIA SUL CADAVERE DI EMMANUEL CHIDI NAMDI
Caso di Fermo, segni di aggressione
sul corpo di Amedeo Mancini
L’esame medico legale sull’accusato fornisce elementi che sono compatibili con la sua versione dei fatti
di Emma Moriconi
i sono segni di aggressione
sul corpo di Amedeo Mancini, l'uomo accusato dell'omicidio di Emmanuel
Chidi Namdi. Lo ha stabilito
l'ispezione medico legale disposta
dalla Procura, effettuata ieri pomeriggio nel carcere di Marino del
Tronto. Un esame disposto per stabilire la veridicità di quanto l'indagato aveva affermato e di quanto i
testimoni avevano riferito. In particolare sul corpo di Mancini è stato
riscontrato un ematoma diffuso al
costato, che sarebbe stato provocato
dal palo della segnaletica, oltre a
segni di un morso e altri ematomi
soprattutto alle braccia. Questi, secondo gli esperti, sarebbero compatibili con un tentativo di difesa.
A occuparsi dell'esame lo stesso
gruppo di lavoro - guidato dalla
dottoressa Alice Romanelli - che
ha effettuato, sempre ieri, l'esame
autoptico sul corpo del nigeriano
ucciso. Questo esame e il tipo di
lesività che esso indica sarebbe
compatibile dunque con la versione
data da Mancini agli inquirenti, e
anche con quella della cosiddetta
"supertestimone" Pisana Bachetti,
C
di Fermo, che ha dichiarato di aver
assistito alla scena e di aver visto
che il giovane fermano, prima di
sferrare il pugno, era stato "letteralmente assalito dalla vittima e da
sua moglie", che lo avrebbero "picchiato per quattro o cinque minuti"
e "colpito con il palo di un segnale
stradale".
La Bachetti è la donna che per
prima aveva avvertito la polizia lo
scorso martedì pomeriggio. "Ero
presente - ha detto - e voglio precisare che quel povero ragazzo nigeriano, prima di cadere a terra
per un pugno subito, si è reso protagonista di un vero e proprio pestaggio del 39enne fermano", riferendo ciò che avrebbe visto e dichiarando di aver chiamato la polizia
perché temeva "per l'incolumità del
39enne fermano, che ha reagito con
un colpo, purtroppo per la vittima,
ben assestato". La donna ha poi aggiunto: "Qualcuno ha cercato di intervenire, ma è stato preso a scarpate dalla moglie del giovane di
colore. Casualmente sono giunti sul
posto degli agenti della polizia municipale, perché nel frattempo la
moglie di Emmanuel aveva fatto
una telefonata ed erano arrivati una
quindicina di nigeriani pronti ad
entrare in azione".
L'accusa per Amedeo Mancini è di
omicidio preterintenzionale con l'aggravante razzista. Il suo avvocato
Francesco De Minicis ha riferito che
Mancini "ha un grosso ematoma sul
costato che gli provoca forti dolori",
e "una ferita ad un braccio che potrebbe essere un morso o una sprangata, oltre a varie lesioni più lievi in
altre parti del corpo", e infatti l'esame
medico legale ha confermato questa
circostanza. Mancini, dal canto suo,
aveva dichiarato durante l'interrogatorio dei sostituti procuratori Monti
e Perlini di "non appartenere a nessun movimento politico, di non disprezzare le razze e di non aver
avuto la volontà di uccidere", il suo
legale ha aggiunto che Mancini si
sarebbe pentito delle parole pronunciate contro la moglie del nigeriano (gli avrebbe detto "scimmia
africana"), "quando pensava che
stessero armeggiando vicino ad
un'auto". Secondo il difensore la tra-
gedia si è consumata in tre fasi: prima gli insulti, poi l'aggressione,
infine la reazione.
La moglie di Emmanuel Chidi Namdi ha chiesto "che venga fatta giustizia", mentre il ministro dell'Interno
Alfano ha dichiarato che "la commissione competente ha concesso
alla compagna del migrante ucciso
a Fermo lo status di rifugiata", per
l'ottenimento del quale la donna
aveva sostenuto l'esame lo scorso
maggio.
LA VICENDA È AVVENUTA A MILANO, AL POLICLINICO DI SAN DONATO
Genitori vegani: bimbo con problemi
cardiaci salvato dai medici
La patria potestà è stata affidata all’Ospedale: è l’ennesimo caso di malnutrizione
a un anno, ma pesava
come un bimbo di tre
mesi quando i medici
hanno cominciato ad occuparsi
di lui. I valori degli esami del
sangue del piccolo indicavano
una situazione che i sanitari
hanno ritenuto ai limiti della
sopravvivenza.
Il bambino ha una grave cardiopatia congenita, ma ad aggravare le sue condizioni sa-
H
rebbe stata la rigida dieta vegana a cui lo avrebbero sottoposto i genitori. Nei giorni
scorsi i medici dell'Irccs Policlinico San Donato - a cui il
giudice ha affidato temporaneamente la patria potestà del
minore - hanno effettuato un
intervento e ora il bambino sta
meglio. La situazione del bambino era finita sotto la lente
d'ingrandimento del Tribunale
per minorenni di Milano dopo
che era stato visitato al Fatebenefratelli e al Buzzi: i risultati
che erano emersi avevano indotto i sanitari a convocare i
genitori del piccolo tentando
un dialogo che si è poi rivelato
impossibile. A questo punto è
sceso in campo il Tribunale
per i minorenni che ha disposto
il ricovero attivando l'ufficiale
giudiziario che ha preso il bam-
bino da casa per trasportarlo
al Fatebenefratelli.
Riferisce Rainews24 che il Policlinico di San Donato ha reso
noti alcuni particolari: "Il bimbo
soffriva di un difetto interventricolare al cuore. L'intervento,
eseguito da Alessandro Giamberti dell'Unità operativa di cardiochirurgia pediatrica è andato bene. Il bambino è già
uscito dalla terapia intensiva
ed è stato trasferito in reparto
dove resterà per alcuni giorni".
La stessa fonte rende noto che
- a quanto riferito dalla struttura
sanitaria - il pediatra che detiene la patria potestà preferisce
restare anonimo. E si ripropone
la questione della malnutrizione
dei bambini, inevitabilmente
la memoria corre a un altro
caso, quello del Gaslini di Genova di qualche giorno fa, dove
una bambina sottoposta a una
rigida dieta vegana è stata ricoverata in rianimazione; e ancora al piccolo di undici mesi
appena ricoverato al Meyer di
Firenze sempre per una carenza nutrizionale grave al punto di rischiare la vita. Anche in
questo caso i genitori erano
vegani, sono stati indagati per
maltrattamenti in famiglia. Ancora, lo scorso anno a Belluno
un bimbo di due anni era finito
in ospedale.
LA PROCURA DI MILANO HA APERTO UN FASCICOLO D’INCHIESTA, SENZA INDAGATI NÉ IPOTESI DI REATO
Le Br e il covo scovato. Quarant’anni dopo
Un documento con la stella a cinque punte è stato rinvenuto in un’intercapedine
n fascicolo d'inchiesta senza indagati né ipotesi di
reato è stato aperto dalla
Procura di Milano sulla scoperta
del covo delle Brigate Rosse a
Milano. A scoprire il sito, un
gruppo di operai che lavoravano
alla ristrutturazione dell'ospedale
Policlinico di Milano: il fascicolo
era in un'intercapedine e recava
la stella a cinque punte delle BR.
Lo riferisce RaiNews24 citando
La Repubblica e specificando che
U
sul contenuto del faldone sta ora
indagando il procuratore aggiunto
capo del pool antiterrorismo Maurizio Romanelli con i Carabinieri
del Ros. Tra le prime informazioni
che arrivano alla stampa, dall'intercapedine sarebbe uscito il tesserino di riconoscimento di Massimo De Carolis, che nella primavera del '75 venne colpito dai
brigatisti nel suo studio di Milano,
oltre a documenti e rivendicazioni
inneggianti alla lotta armata. La
pistola 7.65 di cui si parla sarebbe
la stessa di Padova, quella del
17 giugno del '74, quella che uccise Giuseppe Mazzola e Graziano
Giralucci.
Ora si indaga per capire se il
covo scoperto nei giorni scorsi
(ma la notizia è stata tenuta riservata ed emersa solo ora sul
quotidiano citato) sia collegato
alla vicenda dell'omicidio del medico Luigi Marangoni, all'epoca
direttore sanitario del Policlinico,
che rifiutò la scorta per non mettere a rischio l'incolumità dei poliziotti dopo aver denunciato alcuni
infermieri per atti di sabotaggio
contro la banca del sangue. Venne
assassinato da quattro terroristi
il 17 febbraio 1981.
Insomma si tratterebbe, sottolinea
Repubblica, del primo casa in
Italia di "'covo' organizzato dentro
un ospedale pubblico". Lo stesso
quotidiano riferisce delle operazioni condotte dalle unità cinofile,
e del fatto che ai curiosi è stato
detto che si trattava di un'eserci-
tazione. A quanto risulta, pare
che non ci siano armi.
10
Sabato 9 luglio 2016
DALL’ITALIA
FONDI CAMERA DI COMMERCIO DI NAPOLI DISTRATTI: TRE ARRESTI
Truffa allo Stato per progetti mai realizzati
Si indaga su sessanta progetti per la promozione di prodoti tipici. Dubbi su eventuale complicità di dipendenti
VENAFRO
Soda caustica in ospedale,
è omicidio: indagata infermiera
embra omicidio volontario quello
subito da Celestino Valentino, l'anziano ricoverato all'ospedale "Santissimo Rosario" di Venafro, cittadina in
provincia di Isernia, per un ictus e morto
per avere ingerito un liquido di natura
acida, lo stesso che si usa per pulire le
tubature dell'acqua. Indagata un’infermiera. Era stato proprio il padre, anziano
e malato, a evitare alla figlia, infermiera,
il trasferimento: la donna era indicata
come assistente del genitore in base
alla legge 104. Questo è stato fatale per
il povero genitore.
Il 76enne di Pratella, piccolo comune
del Casertano ai confini con il Molise, è
morto lo scorso 25 giugno, ma soltanto
con il passare dei giorni è affiorata la
verità e "le indagini sono ormai concen-
S
di Chantal Capasso
anno dichiarato di aver
realizzato 60 progetti di
pubblico interesse ma in
realtà gli stessi non sarebbero mai stati svolti
appropiandosi, quindi, di fondi pubblici destinati alla Camera di Commercio di Napoli. Il Gip del Tribunale
di Napoli, su richiesta della Procura
della Repubblica (sezione reati contro la pubblica amministrazione),
ha dato mandato al Nucleo di Polizia
Tributaria di trarre in arresto tre
persone ed eseguire sequestri per
un importo complessivo di 1 milione
e 200 mila euro nei loro confronti e
di altre quattro persone indagate.
H
Sono stati posti agli arresti domiciliari Paolo Longobardi, presidente
di Unimpresa, Raffaele Ottaviano,
presidente di Unimpresa Napoli,
e Vincenzo Longobardi, figlio di
Paolo e componente della Giunta
della Camera di Commercio di
Napoli. Le accuse sono di associazione a delinquere e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
“I provvedimenti emessi dal Gip
di Napoli su richiesta della procura
fanno riferimento - spiega una nota
a firma dell'aggiunto Alfonso D'Avino - a una serie di illeciti in danno
dell'Ente camerale perpetrati nell'ambito di procedure di erogazione
di cospicui finanziamenti pubblici
che la Cciaa assegna a beneficio
di numerose associazioni di categoria per lo svolgimento di attività
progettuali ed eventi di promozione
della realtà socio-economica napoletana”.
Secondo gli inquirenti gli indagati
avrebbero beneficiato delle erogazioni pubbliche della CCiaa che
dovevano essere destinate alla tutela dei mercati e dei consumatori
nonché alla promozione dell’impresa e dell’artigianato dirottandole
a proprio vantaggio o di società a
loro stessi riconducibili. La Procura,
inoltre, a dimostrazione della falsa
natura dei progetti, ha riscontrato,
nell’esaminare la documentazione,
firme false sulle ricevute di paga-
mento per prestazioni o collaborazioni rese da terzi o fatture per
operazioni inesistenti.Tra le 60 iniziative finite sotto la lente della Procura alcune trattano su temi di agroalimentare ("La tutela alimentare",
"Zeppola di San Giuseppe - riconoscimento di prodotto tipico napoletano") altre, ironia della sorte,
su eventi che richiamano proprio i
principi di legalità, come: "La legalità
come investimento nella promozione
dello sviluppo territoriale", "Codice
per la legalità delle piccole e medie
imprese", "I costi dell'illegalità e la
lotta alla criminalità organizzata".
ENNESIMA VIOLENZA FAMILIARE
Alle percosse ha assistito il primo figlio della coppia
U
Mentre l’uomo, operaio con precedenti
episodi di violenza familiare, all’arrivo dei
carabinieri ha tentato di nascondere il bastone usato per picchiare la compagna,
in camera da letto, tra il materasso e la
rete. I militari hanno sentito decine di
vicini della coppia, i quali hanno riferito
che da tempo la donna veniva picchiata
quasi ogni giorno e che da quell’appartamento quotidianamente provenivano urla
e richieste d’aiuto.
R.F.G. è stato arrestato in flagranza di reato
per maltrattamenti in famiglia e lesioni
Ad attirare l’attenzione degli inquirenti, inoltre, la presentazione di
piani finanziari identici per più progetti, richieste di contributi per pubblicazioni in realtà già realizzate o
per nuove edizioni mai pubblicate
ed il fatto che siano stati allegati ai
rendiconti assegni utilizzati per l'acquisto di beni o servizi che nulla
avevano a che fare con il progetto
finanziato. Il lavoro della Procura,
però, non finisce qui: è stata riscontrata l'assoluta assenza di controlli
svolti dalle competenti strutture o
la consapevole complicità di alcuni
infedele dipendenti camerali.
LAGO D’ISEO
Siena: prende a bastonate
la moglie incinta, arrestato
na triste storia di violenza familiare.
La vittima, come sempre, il soggetto
più debole: una donna, ma lo è
ancora di più se incinta. È successo nel senese, giovedì sera, dopo l’ennesima lite, a
detta dei vicini. Vittima del suo carnefice e
compagno per la vita: una donna incinta
all’ottavo mese e madre di un bimbo di tre
anni.
Quest’ultimo è stato testimone di una terribile scena di violenza, il padre che picchia
la madre con un bastone e lui che tenta disperatamente di difenderla.
E' stata una vicina di casa che dopo aver
sentito, per l'ennesima volta, le urla della
donna, ha chiamato il 112. Per l’aggressore
R.F.G. 31enne di Lucca ma da anni residente
a Colle Val d'Elsa (Siena), non era la prima
volta che si accaniva contro la donna.
Appena arrivati nell’abitazione, i militari
dell’Arma hanno prestato subito soccorso
alla donna incinta che riportava evidenti
segni di violenza sul corpo ed è stata
portata in ospedale, per essere dimessa
in serata. Per fortuna i medici dopo le cure
del caso hanno verificato ed escluso qualsiasi rischio per la donna ed il feto.
trate su una pista precisa", ha dichiarato
il procuratore capo di Isernia, Paolo Albano, che coordina l'inchiesta.
Secondo indiscrezioni, non confermate
dalla Procura, la persona indagata sarebbe una dipendente dell'ospedale di
Venafro e avrebbe agito in seguito a dei
contrasti con un parente dell'anziano
deceduto.
Si parla di un’infermiera che non voleva
essere trasferita da Venafro e che
quando ha saputo che la sua collega
sarebbe rimasta lì avrebbe deciso di
fargliela pagare avvelenando il genitore.
Ci sarebbe dunque questo alla base
del movente: il rancore della donna
sarebbe montato in poche settimane
per poi sfociare in un gesto dalle conCh.C.
seguenze irreversibili.
personali ed è stato portato nel
carcere di Siena. La donna ha riportato varie lesioni e nessun
danno al bambino che porta in
grembo. Il figlio di tre anni, in
stato di choc, è stato affidato alle
cure della madre e i servizi sociali
sono stati attivati dai carabinieri,
al fine di verificare se fosse necessario avviare un percorso di
sostegno psicologico.
I carabinieri già in passato, sono
stati costretti ad intervenire più
volte nell’abitazione della famiglia,
ma senza purtroppo avere elementi tali
da poter procedere contro l’uomo. Dal
canto suo la donna, pur subendo quotidianamente violenze di ogni tipo, non ha
mai formalizzato denunce nei confronti
del suo compagno. Al contrario ha sempre
negato che la picchiasse.
Ma all’ennesima violenza e per il terrore di
perdere il piccolo in grembo, la donna si è
fatta coraggio è ha riportato ai militari la
triste realtà in cui era costretta a vivere da
tempo. Una vita di soprusi, abusi e percosse.
Ch.C.
Ma, finalmente l’incubo è finito.
Ragazzino cade
in acqua: gravissimo
in gravissime condizioni il
piccolo di origini senegalesi
caduto nelle acque del lago
d’Iseo a Sarnico, giovedì pomeriggio 7 luglio.
Il ragazzino tredicenne è ricoverato
nel reparto di Terapia intensiva
del Papa Giovanni XXIII di Bergamo. I medici non si pronunciano circa le possibilità di ripresa
del piccolo, che fino a sabato
dovrà rimanere in ipotermia terapeutica. I danni subiti restano
comunque ancora da valutare.
Dalle prime ricostruzioni sulla
triste vicenda, sembrerebbe che
il tredicenne, abitante a Villongo
con la famiglia, non sapendo
nuotare si fosse tenuto al sicuro
con i piedi nell’acqua ma appoggiati all’ultimo gradone del pontile,
immerso nel lago per pochi centimetri.
Ma da quella posizione è purtroppo scivolato in acqua, nel
punto più profondo di circa quattro
metri.
Preso dal panico, il tredicenne si
è aggrappato ad un altro ragazzino
ed insieme sono finiti sott’acqua.
L’altro è riuscito a mettersi in
È
salvo salendo in superficie mentre
il suo amichetto non c’era più.
Dopo circa un quarto d’ora, il
corpo del ragazzino è stato individuato, adagiato sul fondo del
lago, a circa 5 metri di profondità
e a circa 15 dal pontile. Dopo
averlo riportato a galla sono
arrivati i sanitari del 118 che
hanno inviato l’elisoccorso, l’auto
medica e un’ambulanza della Croce Blu Basso Sebino. Immediatamente hanno praticato le procedure di rianimazione sul ragazzino, che non dava segni di
vita ed era in arresto cardiaco.
Dopo un massaggio cardiaco durato una ventina di minuti e altre
procedure d’emergenza, il cuore
ha fortunatamente ripreso a battere e, una volta stabilizzate le
sue condizioni, il tredicenne è
stato portato in elicottero al «Papa
Ch.C
Giovanni».
11
Sabato 9 luglio 2016
SOCIETA’
I LIBRI DEL SABATO
a cura di Alessandra Rauti
Non il solito giallo
uca Poldelmengo, scrittore
e sceneggiatore, è considerato uno dei più promettenti autori noir italiani e il suo
ultimo libro lo conferma. La tranquillità di Mandela, un pugno di
case nella valle dell'Aniene, alle
porte di Roma, viene sconvolta
dal brutale omicidio di Margherita, giovane mamma di una
coppia di gemellini. Un delitto a
sfondo sessuale: guarda caso,
il marito della vittima è un vizioso
che vive grazie ad un locale a
luci rosse.
Sulla vicenda indagano i commissari Andrea Valente e Francesca Ralli, con l'ispettore Marco
Alfieri. I tre, ciascuno a modo suo, sono segnati da
un dramma personale: mogli fuggite, sorelle uccise
o amori irrisolti. Una storia emozionante quella costruita di Poldelmengo. Un groviglio di fatti che
coinvolgono il lettore. Sullo sfondo di zone desolate
si muovono personaggi ottimamente descritti,
come lo squallido Giulio, marito di Margherita o il
ripugnante "Mignolino ".
Vite solitarie e segnate, un caleidoscopio di orrori
e verità inconfessabili ci accompagna per parte del
libro, fondendosi poi in un unico affresco che non
ci si stanca di ammirare. I colpi di scena si susseguono: le indagini sull'omicidio si sovrappongono
ai casi personali di Andrea, Francesca e Marco e,
con un colpo di genio, l'autore fa incrociare il
L
tutto. Il passato dei tre viene ricostruito con flash-back che
scrivono il futuro della storia...
Già, perché mentre si tenta di
dare un volto all'assassino, qualcuno è anche in cerca di vendetta
o di verità... Ad esempio, dove
è finita Alice, la moglie di Andrea
svanita nel nulla?
Come è nel suo stile, Podelmengo si lascia andare alle riflessioni sociali, ci fa toccare
con mano il degrado attuale,
l'abisso in cui l'essere umano a
volte cade. Ci presenta gli istinti
peggiori o le riflessioni più intime
oppure la solitudine e la paura
che, spesso, dominano l'uomo
della nostra epoca.
Quell'incapacità di comunicare che sembra impadronirsi di esseri abituati a un mondo virtuale,
fatto di chat o di mail. Tutto finto, mentre quello
che è vero è duro o tragico. Un crescendo di
incastri e trappole ci accompagna sino all'ultima
pagina. Non solo cerchiamo di smascherare l'autore di un delitto ma anche, se possibile, di
trovare un'ombra di serenità, di redenzione o di
possibilità di allontanare i fantasmi che, a tutti,
fanno compagnia.
I pregiudizi di Dio
di Luca Poldelmengo
Edizioni e/o - 16 euro
Malaparte da riscoprire
R
ita Monaldi e Francesco
Sorti, coppia di vita e di
lavoro, considerati i Ken
Follet italiani, ci regalano questo
nuovo meraviglioso giallo-storico,
genere in cui sono maestri indiscussi. Il libro è un tributo a
Curzio Malaparte, al secolo Kurt
Erich Suckert, e un invito a riscoprirlo. Capri estate 1939: l'alta
società è riunita sull'isola quando
accade l'incredibile... Malaparte
è accusato della morte di Pamela
Reynolds, giovane poetessa precipitata da una scogliera. Un fatto
vero, quello della ragazza, accaduto nel maggio del 1935. Monaldi&Sorti lo usano per costruirci il romanzo,
animato da figure realmente esistite (come è nel
loro stile ) calate in vicende inventate.
Assistiamo a una parata di nomi illustri: Edda
Mussolini e Galeazzo Ciano, Axel Munthe, Mafalda
di Savoia e consorte, il principe di Sirignano, il
pittore Tamburi o il gioielliere Chantecler. Tutto
vero e tutto inventato. I nostri, e molti altri ancora,
si muovono da una festa all'altra, da un adulterio
all'altro, da una stranezza a una follia. Un'epoca
dissoluta - nel libro gli esempi non mancano - e
dorata volge al tramonto. Malaparte morente racconta la storia. I capitoli del libro coprono due
tempi: i fatti del '39 e quanto sta succedendo nell'agosto del '57 con Curzio agonizzante per un
cancro ai polmoni.
Torniamo all'accusa d'omicidio:
l'effetto è deflagrante. Malaparte
costretto alla fuga tra le rocce e
le campagne dell'isola, accompagnato dall'inseparabile cane
Febo, si chiede chi e perchè voglia
incastrarlo. Pagine ad altissima
seduzione. Descrizioni magistrali
di opere, persone e cose. Tripudio
di botanica, accenni a rarità bibliografiche come "Bestie Delinquenti" , volume che avrà un
ruolo nella vicenda. Ed ancora
l'OVRA e le sue spie, maestrine
pudiche, mafiosi e blasonati, ufficiali, ereditiere e femminielli. Un
carosello continuo con un sorprendente Malaparte,
intelligente, colto e ironico.
Sono Monaldi&Sorti che scrivono? E' Curzio? La
trama diabolica ci travolge..Come finirà? Seguiamo
quello che fu ? Che avfebbe potuto essere? Malaparte detta i suoi ricordi alla Morte in persona, ma
niente scheletri e falci. La "nera signora" ha i tratti
della miliardaria, Mona Williams, definita da Suckert
" La donna più bella ed elegante del mondo". Un
giallo dalla soluzione geniale. Un grazie di cuore
agli autori.
Malaparte. Morte come me
di Monaldi & Sorti
Baldini & Castoldi - 18 euro
PUBBLICATA DA SKIRA LA SCENEGGIATURA DELL’ULTIMO FILM DI ROBERTO ANDÒ
“Le confessioni” di un potente della Terra
“Q
uando un film riesce
a cogliere lo spirito
del tempo, le nevrosi
e i limiti, il non detto e le paure
più profonde dei contemporanei, si assiste quasi a un miracolo. A un’epifania. A una
rivelazione tra il profetico, il
sacro e il misterioso. Lo stesso
accade per un romanzo, una
poesia, un quadro, una sinfonia,
un sogno rivelatore, una canzone o un’opera. Lo spettatore
percepisce che lì, nelle pieghe
di quella storia, di quel racconto per immagini, si cela
un’autenticità di sguardo, una
capacità di interpretare la realtà
con occhi liberi e a volte premonitori”.
Quando qualcuno si lancia
con parole così impegnative
non si può fare altro che aguzzare le orecchie (o gli occhi,
visto che stiamo leggendo). E
non per niente Marco Olivieri,
curatore del volume su “Le
confessioni”, l’omonimo film
di Roberto Andò, nella lunga
postfazione che apre la ricca
appendice del libro, non si risparmia negli accostamenti illustri per immagini e scrittura:
da Hitchcock a Polanski, da
Rossellini a Bergman, da Fellini
a Rosi e a Pasolini per il cinema, e poi Carrère, Houellebecq, Amos Oz, Sciascia…
Sono accostamenti arditi, non
c’è che dire, ma se la riflessione viene da un esperto disincantato come Olivieri, non
possiamo che accogliere il
consiglio e buttarci nella lettura. Ed è una lettura insolita
di per se stessa, visto che ci
troviamo di fronte alla sce-
neggiatura del film, così come
l’hanno avuta tra le mani gli
attori, con la descrizione delle
scene e i movimenti e le
espressioni che avrebbero
dovuto interpretare. In più,
queste righe così affascinanti
(per gli esperti e per i semplici curiosi), l’editrice Skira
le ha illustrate con le splendide foto di scena di Lia Pasqualino, che portano il lettore
nelle atmosfere del film.
Già il film… Tanto per gradire,
ha un cast di notevole livello
(Toni Servillo, Daniel Auteuil,
Connie Nielsen, Pierfrancesco
Favino, Lambert Wilson).
Quello che campeggia in copertina è il monaco Roberto
Salus, sorprendentemente invitato a un summit di ministri
dell’Economia del G8. E come
mai un monaco tra i “grandi”
del Pianeta? L’insolita scelta
si deve al potente Daniel Roché, direttore del Fondo Monetario Internazionale, che in
una notte drammatica gli chiede di essere confessato. Il destino di Roché e la figura di
Salus si intrecciano nel segno
del mistero, alla vigilia di una
decisione gravida di conseguenze per le popolazioni
più povere della Terra.
Il film “veicola lo spettatore in
un mondo ombroso, che vive
nel segreto e che dal segreto
della confessione viene minacciato”.
Come tutto questo accade, lo
raccontano gli sceneggiatori
(lo stesso Andò insieme ad
Angelo Pasquini) e il protagonista Toni Servillo.
A noi non resta che leggere.
M.R.
12
Sabato 9 luglio 2016
SPORT
IL TECNICO SI DIMETTE ANCOR PRIMA DI SBARCARE A ROMA E I BIANCOCELESTI SONO PRONTI A FARGLI CAUSA
Bielsa-Lazio, la farsa è compiuta
Nessuna sorpresa, il Loco mantiene fede al suo soprannome e non si presenta perché insoddisfatto
da una campagna acquisti che non ha ancora prodotto gli effetti sperati - Lotito tocca il fondo
di Federico Colosimo
ltro che clamoroso. Tutto
come ampiamente da
pronostico: Marcelo Bielsa
non allenerà la Lazio. Il
tecnico argentino, dopo
una telenovela lunga un mese, ha
comunicato alla società biancoceleste l’intenzione di rinunciare alla
panchina assegnatagli e di dimettersi. La squadra è stata affidata a
Simone Inzaghi, con l’ex trainer della
Primavera che potrebbe anche essere solo un traghettatore. Perché
sul mister destinato inizialmente alla
Salernitana ci sono già diverse ombre
ingombranti. La prima porta dritta
a Marcello Lippi, una ipotesi difficilmente realizzabile. Mentre la seconda lascia pensare che a Formello
potrebbe arrivare Gianni De Biasi,
il prescelto di Tare soprattutto dopo
l’ottima esperienza alla guida dell’Albania. Ma non è da escludere un
incredibile ritorno in pista di Cesare
Prandelli, sedotto e poi abbandonato
da Claudio Lotito.
La figura rimediata dal presidente
dei biancocelesti è senza precedenti.
La Lazio questa volta ha davvero
toccato il fondo. E i dubbi lanciati
proprio dalla nostra redazione sulla
presa di posizione presa dalla società
mercoledì scorso, con l’annuncio ufficiale (e forzato) dell’ingaggio del
tecnico di Rosario che non faceva
presagire nulla di buono. Se non
LA FERRARI NON VINCE E NON CAMBIA
A
Confermato Raikkonen:
e lo staff resta al suo posto?
a Ferrari non vince e non convince.
Cambiano i direttori di scuderia,
gli ingegneri, ma la sostanza è
sempre la stessa. Così come il risultato:
disastroso. Ma a chi sono da attribuire
le responsabilità? Di certo non ai piloti.
Impossibile discutere il quattro volte
campione del mondo Vettel. Qualche
dubbio in più su Raikkonen che quest’anno sta andando addirittura meglio
del compagno di squadra meritandosi
il rinnovo del contratto per un’altra stagione.
A sorpresa da Maranello è arrivato infatti
l’annuncio della firma del finlandese che
resterà al suo posto anche nel 2017.
Con il team principal della Rossa, Maurizio
L
l’ennesima battaglia giudiziaria di
Lotito (dopo i casi Zarate e Petkovic)
adesso materializzatasi. Perché la
notizia, scontata, è che il club biancoceleste (che strano!) agirà per le
vie legali nei confronti del Loco.
Così come annunciato dall’avvocato
del team capitolino, Gianmichele
Gentile.“Certamente, faremo valere
le nostre ragioni. Bisognerà vedere
un attimo e valutare la situazione,
ma ci sarà un azione giudiziaria. Il
processo si svolgerà in Italia, il contratto è stato firmato e datato a Roma,
depositato nel Bel Paese. E quindi
la causa si celebrerà qui. Se Bielsa
si vorrà presentare bene, altrimenti
sono questioni sue”.
La Lazio si dice “stupita” delle dimissioni dell’ex Ct dell’Argentina.
Arrivate “in palese violazione degli
impegni assunti”. Ma per l’ennesima
volta la dirigenza deve recitare il
“mea culpa”. Perché se è vero che
Bielsa non ha rispettato la parola
data, è vero anche che a quanto
pare, ancora una volta, non l’ha fatto
neanche la dirigenza. Sollecitata più
volte dal tecnico ad ingaggiare i
calciatori richiesti, ma inutilmente.
Di qui la decisione di non rispettare
l’impegno preso (forse anche per
via di alcune clausole pattuite nel
contratto e sconosciute all’opinione
pubblica) e far saltare il matrimonio
ancor prima della sua celebrazione.
E’ solo l’ultima pazzia del Loco che
poi, così folle, conoscendo il personaggio, non è. Un fulmine dunque
non proprio a ciel sereno per la
Lazio, che attendeva il tecnico e il
suo staff questa mattina all’alba all’aeroporto di Fiumicino. Con Bielsa
che aveva addirittura ritirato il visto
di lavoro all’ambasciata italiana di
Buenos Aires.
S’infrange il sogno dei tifosi bian-
Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio
Arrivabene, che ha spiegato come questa
sia una decisione volta “a motivarlo ulteriormente. Presa, non a caso, in vista
del 100° Gp di Kimi in rosso. Non certo
una coincidenza. Arrivata con grande
velocità pure per la grande pressione
creatasi attorno alla sua figura, anche
poco rispettosa per un pilota che in
Ferrari ha vinto un campionato del mondo. Noi non abbiamo un problema piloti
e intendiamo focalizzarci sulle questioni
da risolvere per le nostre vetture”.
Non cambiano i principali interpreti,
dunque. A Maranello tutti confermati,
anche e soprattutto per quel che riguarda
lo staff dirigenziale. D’altronde, squadra
che perde non cambia.
cocelesti che sognavano finalmente
di poter contare su un tecnico così
bravo e innovativo, rivoluzionario,
pronto a dare quella svolta attesa
da anni a un ambiente ormai saturo
di entusiasmo. Sconforto e rabbia
da parte dei supporter, traditi ancora
una volta dalle promesse della dirigenza. E destinati a dover inghiottire
una delusione con davvero pochi
precedenti.