SOSTENIBILE LEGGEREzzA

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SOSTENIBILE LEGGEREzzA
Unicredit Pavilion Milano
Sostenibile leggerezza
TECNOLOGIA ARCHITETTURA IMPIANTI
INNOVAZIONE
MICHELE MOLÉ
PROGETTARE NZEB
Progetti hi-tech:
mattoni digitali,
cemento a batteri
e stampa 3D
Dopo Padiglione:
Italia: un nuovo
Rinascimento
urbano
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F5, Storia di un progetto d’eccellenza.
L’edificio di Cuneo merita una riflessione da parte di Sabatino Faraone.
1 - Arriva una richiesta di preventivo da parte della vetreria Mbt di Torino. Esaminiamo il
progetto è ci accorgiamo subito della taratura:
una balaustra Ninfa tutto vetro con una veletta
che copre la trave solaio, parte del controsofacque del balcone non a vista.
Data la complessità e il prestigio del progetto,
il rischio di non rispettare il budget previsto
dal committente era alto.
Avevamo due strade: abbandonare il progetto
o svilupparlo e rischiare.
L’indole della Faraone è proprio quella a divertirsi con i progetti speciali e, visti i risultati già
ottenuti con diversi lavori, abbiamo deciso di
sviluppare in modo esecutivo il progetto. Presentando la relativa offerta, i prezzi erano più
alti del 50% rispetto ad una balaustra normale.
2 - Insieme alla Vetreria Mbt di Torino abbiamo incontrato il committente ed abbiamo
capito che lui voleva realizzare quel progetto
integro dicendo “Lo so che il prezzo è molto
più costoso di una balaustra in vetro normale,
tuttavia voglio questo progetto! Per abbassare
i costi esiste un solo modo, acquistare in modo
intelligente:
a) la Faraone provveda alla progettazione esecutiva della fornitura con relative misure dei
vetri ed io acquisterò direttamente da loro i
Ninfa” con lo stesso
sconto che fa alla vetreria;
b) acquisterò i vetri direttamente dalla vetreria
allo stesso prezzo scontato che fanno ai suoi
clienti vetrai o serramentisti;
c) vista la facilità di montaggio del sistema
ducia alla posa in opera”.
Diciamo Grazie al committente Portarossa,
al progettista Arch. Duilio Damilano e della
posa a regola d’arte del Sig. Girardi, la Faraone
si continua a divertire realizzando opere partecnico.
scarico
acqua
Sabatino Faraone.
3 - D’accordo con la vetreria Mbt sulla fornicomponenti in economia, il prezzo si è ridotto del 35% e quindi il committente ha speso
poco di più realizzando però una facciata dove
l’elemento architettonico principale è tutto in
vetro (trasparente nelle balaustre e di colore
Bianco nelle velette che coprono il solaio +
4 - Se si vuole realizzare veramente un progetto originale si trova anche il sistema di spendere poco di più, con un risultato di immagine
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RESPONSABILE AREA BUILDING/IMPIANTI Francesco Briglia
([email protected])
"Q uando in Italia il meglio della creatività si unisce alla passione
delle aziende che fanno delle visioni la materia del proprio lavoro,
nascono capolavori di cui solo noi siamo capaci".
DIRETTORE EDITORIALE Ennio Braicovich
([email protected])
REDAZIONE Manuela Battaglino ([email protected])
con la collaborazione di Alberto Schoenstein ([email protected])
COMITATO SCIENTIFICO Prof. Ing. Sergio Croce, Ing. Arch. Paolo Bassi, Prof. Ing. Antonio Occhiuzzi,
Prof. Arch. Tiziana Poli
DBInformation SpA
20143 Milano - Viale G. Richard, 1/a
Tel. 02 81830.1 - Redazione 02 81830.237
Fax redazione 02 81830407 - Fax pubblicità 02 81830405
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Registrazione Tribunale di Milano n° 199 in data 25/06/2015
Iscrizione al ROC n. 1136
Costo copia singola € 3,00 (presso l’editore, fiere e manifestazioni)
Direttore responsabile: Francesca Bonadeo
Stampato da: Caleidograf - Viale Milano, 45 - 23899 Robbiate (LC) Italy
SEGRETERIA DI REDAZIONE
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legislativo 30 giugno 2003, n° 196 e dell’art. 2, comma 2 del Codice deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, DBInformation S.p.A. - titolare del
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conservati gli archivi di dati personali e di immagini fotografiche cui i giornalisti, praticanti, pubblicisti
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ai sensi dell’art. 138, d. lgs 196/2003, non è esercitabile il diritto di conoscere l’origine dei dati personali
ai sensi dell’art. 7, comma 2, lettera a), d. lgs 196/2003, in virtù delle norme sul segreto professionale,
limitatamente alla fonte della notizia.
È
un passaggio dell’intervista a Michele Molé che leggerete in questo primo
numero di The Next Building. Oltre a raccontare tutta la grandezza
del suo Padiglione Italia, di cui scoprirete dettagli tecnologici e progettuali
inediti a pag.34, quella frase è un perfetto biglietto da visita della nuova rivista che
siamo orgogliosi di presentarvi, e che va ad aggiungersi alla grande famiglia di testate
di DbInformation dedicate al Building: Nuova Finestra, Gie, Tis e Il Bagno Oggi e Domani.
La creatività di Molé è infatti anche quella di voi lettori - ci auguriamo - di The Next
Building: architetti, ingegneri, progettisti e tutti coloro che hanno a che fare
con il mondo dell’edilizia. Siete voi che ogni giorno tentate di applicarla al meglio
nei vostri progetti, scontrandovi con i limiti imposti da budget, tempi e vincoli energetici
sempre più stretti, fino alle nuove norme sull’energia quasi zero (di cui vi diciamo
tutto in un ampio dossier a pag.64).
La rivista che state sfogliando nasce proprio con questa ambizione: aiutarvi a liberare
la vostra creatività e trasformare la sfida energetica da freno in opportunità. Tenendovi
aggiornati sulle grandi novità normative come il protocollo Nzeb,
che diventa obbligatorio in Lombardia dal 1° gennaio 2016 e in Emilia Romagna
l’anno dopo, ma soprattutto sulla straordinaria ondata di innovazione che sta
investendo il vostro, nostro mondo.
Il Bim e la building automation, i nuovi materiali hi-tech, la robotica, le smart city...
Sarà la tecnologia il vero banco di prova dell’architettura del futuro, dove si
misureranno le capacità e il coraggio di sperimentare, di trovare il giusto equilibrio
tra efficienza, bellezza e comfort. Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione
nella progettazione edilizia, con potenzialità straordinarie ancora tutte da scoprire,
e The Next Building sarà lì in prima fila a raccontarla. Intercettando nuove tendenze
e nuove idee con grandi architetti e docenti. Ispirandovi per nuove soluzioni
con i case study e progetti più innovativi, come l’Unicredit Pavilion a Milano
che analizziamo in dettaglio, e in anteprima, a pag. 40, e selezionando per voi il meglio
dei prodotti, materiali, sistemi, impianti necessari per metterle in pratica.
The Next Building mira proprio a gettare un ponte tra la vostra creatività e la “passione
del saper fare delle aziende che fanno delle visioni la materia del proprio lavoro”.
Speriamo che anche a noi, nel nostro piccolo, venga un capolavoro.
Buona lettura
Francesco Briglia
Nello stesso settore DBInformation pubblica le riviste: Nuova Finestra, TIS, GIE, Il Bagno Oggi e Domani.
NOVEMBRE 2015
9
IN COPERTINA
Unicredit Pavilion
Milano
Il seme
dell’architettura
sostenibile
C AS E STUDY
Efficienza a colori
40
Sommario
012015
INTERVISTA
Michele Molé
Dopo Padiglione Italia:
verso un nuovo
rinascimento urbano
32
IDEE
Edifici ed efficienza
energetica:
opportunità e vincoli
Prof. Sergio Croce
14
PROGETTI
COMPLESSO
GIOIAOTTO MILANO
Sostenibilità spinta
Involucro ad alte
prestazioni con
certificazione
Leed Platinum
52
Le tre torri San Benigno
a Genova
88
DOSSIER
Le nuove norme Nzeb
sull’energia quasi zero
Idee e soluzioni
per l’efficienza
DA PAGINA
65
C urve l ibere:
la struttura sospesa
sognata da Niemeyer
84
C A S E STUDY
Proget to Cmr
PROGETTI
EDIFICIO F5 CUNEO
Dominio vetrato
Comfort termico
e acustico in Classe A+
58
Il recupero
di un edificio
storico a Milano
con certificazione
Bream
72
Laboratorio I nnovazione 22
Vetrina Prodot ti 102
abbiamo parlato di... 112
NOVEMBRE 2015
10
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THE NEXT BUILDING
Obiettivo efficienza
La sfida della sostenibilità
tra impianto, involucro
e greening urbano
I nuovi decreti sulle prestazioni energetiche degli edifici
sono certamente un fatto positivo, ma per la vera svolta
in direzione di un’architettura sostenibile non bastano.
dalla mitigazione al free cooling, ecco che cosa manca
prof. Sergio Croce
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L’
emissione del DM 26 giugno 2015 e i
documenti attuativi della legge 90 /2013
di recepimento della Direttiva 2010/31/
UE sull’efficienza energetica degli
edifici e l’anticipazione al 1° gennaio 2016 della sua
applicazione è certamente un fatto positivo. Si tratta
di documenti molto importanti che consentono di
approfondire la effettiva possibilità di rispettare il
Climate Action package del Parlamento Europeo per il
2020 che prevede le seguenti misure:
-riduzione dei gas ad effetto serra del 20% (o del 30%,
previo accordo internazionale);
- riduzione dei consumi energetici del 20% attraverso
un aumento dell'efficienza energetica;
-innalzamento al 20% del nostro fabbisogno
energetico l'utilizzo delle energie rinnovabili.
NOVEMBRE 2015
14
EDIFICI ED EFFICIENZA ENERGETICA
In realtà tali obiettivi richiedono interventi che non
riguardano solo il progetto degli edifici, ma anche altri
aspetti e in particolare il controllo del loro impatto
interattivo sulle condizioni ambientali degli spazi
urbani, che, se non mitigate interattivamente, possono
ridurre l’efficienza energetica prevista. Si tratta come
vedremo degli effetti della cosiddetta isola di calore
che richiede importanti interventi riqualificazione
pianificata del clima urbano.
Considerazioni generali
Ad una prima analisi dei documenti legislativi e in
particolare del decreto dirigenziale 6480 della Regione
Lombardia del 30 luglio 2015 si rilevano alcuni aspetti
che vale la pena di approfondire in quanto evidenziano
una logica più orientata a soluzioni impiantistiche,
che allo sviluppo di edifici già in grado per loro conto
di svolgere una funzione primaria o secondaria di
auto-climatizzazione. Si tratta di una logica su cui
è importante discutere per gli aspetti sociologici
e culturali che sottende. Una prima osservazione
riguarda il fatto che su 559 pagine del documento il
termine comfort o quello di benessere compaiono solo
9 volte e solamente riferite ad apparati impiantistici
L’impianto culturale si basa quindi solo su logiche
energetico-impiantistiche dimenticando che concetti
come comfort adattivo e free running dovrebbero
essere tenuti in conto se non premiati in una logica di
sostenibilità e in presenza dei particolari climatismi
del nostro Paese. Una seconda osservazione riguarda
la sofisticazione del calcolo, forse eccessiva, che
richiederebbe per la parte edilizia una altrettanto
sofisticata conoscenza delle caratteristiche dei
materiali e dei componenti o comunque dei dati tecnici
di ingresso. Tutt’altro naturalmente riguarda la parte
impiantistica che per sua natura è abbondantemente
ingegnerizzata ed affrontata in termini molto
approfonditi. Naturalmente se a tale sofisticazione
corrispondesse una sofisticata precisione dei risultati
non ci sarebbe nessun problema, ma la cosa che
stupisce da questo punto di vista è il fatto che nelle
regole di calcolo compaiono complessivamente 60
termini come “in assenza di dati specifici”, “in assenza
di dati più precisi”, “in assenza di dati certi”, oltre che
svariati riferimenti a dati tabellari. Tutto ciò evidenzia
il fatto che i risultati e quindi anche la classificazione
NOVEMBRE 2015
15
Salewa Headquarter
Bolzano
Edificio di Cino Zucchi
Architetti e Park Associati
con climatizzazione
radiativa (pavimentazione
radiante, masse del solaio
non controsoffittato in
calcestruzzo attivate,
ricambio d’aria
igrotermicamente
controllato). Free cooling
nelle stagioni intermedie.
Foto Oskar Dariz, courtesy
Stahlbau Pichler.
THE NEXT BUILDING
potrà essere diversa a seconda della procedura
utilizzata o forse anche a seconda della competenza
effettiva del certificatore sulla comprensione del
significato delle regole di calcolo. A meno che si creda
che l’uso di un software sia sufficiente di per se stesso.
Alcune osservazioni sul concetto di fabbricato
Naturalmente non ci si propone di analizzare
esaustivamente i documenti in esame, ma ci
limiteremo ad alcuni appunti relativi alle parti che
trattano aspetti che si innervano sulla progettazione
del sistema edilizio. Una prima osservazione riguarda
il concetto di fabbricato che nella logica di alcune parti
del decreto è costituito esclusivamente dall’involucro.
Per quanto riguarda le prescrizioni di tipo edilizio per la
stagione estiva, esse si limitano infatti a dare criteri di
configurazione energetica dell’involucro, dimenticando
che il comportamento termico di un edificio dipende
dal sistema costruttivo nella sua interezza. In un
progetto sostenibile risulta infatti importante che, in
assenza di un impianto di condizionamento o in caso di
spegnimento forzato, l’edificio offra un comportamento
tale da controllare il più possibile il surriscaldamento
dovuto alla solarizzazione, che diventa critico in
edifici con masse interne insufficienti. Ciò appare
sorprendente in Italia dove sussistono condizioni
climatiche e tradizioni culturali e tecniche costruttive
basate sulle masse inerziali interne, che, se aggiornate,
consentono di raggiungere in modo veramente
sostenibile gli obiettivi del Climate Action package.
Dal punto di vista della compatibilità ambientale è
certamente positivo il ricorso a sistemi impiantistici
basati su energie rinnovabili, ma va anche valutato il
loro impatto ambientale. Quindi l’obiettivo dovrebbe
essere quello di mettere a punto progetti in grado
di fare solo ricorso a energie rinnovabili, ma anche
per queste energie, nel tempo, andrebbero ridotti i
consumi. L’approccio impiantistico andrebbe quindi
mitigato da efficienti comportamenti complessivi
dell’edificio Esemplare di questa assegnazione
quasi esclusiva del controllo del clima interno
all’edificio al sistema impianto-involucro, è quanto
si riscontra nell’allegato del Decreto della Lombardia
dove viene trattato il tema per il contenimento del
surriscaldamento degli ambienti durante l’estate e
dove non si tiene conto di condizioni di free running
stagionali. A parte la necessaria valutazione degli
apporti solari con un parametro che fa discutere (area
solare equivalente), vengono date alcune prescrizioni
sulle quali si nutrono forti perplessità.
Per quanto riguarda l’involucro opaco, ma solo per
località con irradianza superiore a 290W/m2, si danno
indicazioni alternative:
NOVEMBRE 2015
16
1.la massa superficiale delle chiusure verticali deve
essere superiore a 230 kg/m2
2.il modulo della trasmittanza media periodica deve
essere inferiore a 10W/m2K
A questo proposito va osservato che nelle soluzioni
costruttive ad elevatissime resistenze termiche, quali
quelle che vengono prescritte ed eventualmente
potenziate in rapporto alle prescrizioni date sulle parti
trasparenti, il flusso termico si riduce a valori minimi. Il
comportamento inerziale delle pareti d’ambito tende
ad avere quindi una rilevanza energetica non così
importante, mentre diventa importante il ruolo giocato
dalle masse interne, come mezzo che insieme alla
ventilazione naturale e alle schermature solari può
evitare l’utilizzo di sistemi di condizionamento estivo o
semmai limitato esclusivamente durante le cosiddette
ondate di calore. un freno allo sviluppo di soluzioni
tecnologiche alternative e appaiono troppo legate a
una situazione di mercato questa si poco dinamica. In
particolare non è chiaro il significato della prescrizione
alternativa di una massa superficiale (sarebbe meglio
definire areica) superiore a 230 kg/m2, oltretutto
prescritto indipendentemente dalla sua eventuale
posizione in sistemi di chiusura a strati, come è
attualmente la linea di tendenza.
Non sarebbe bastato il riferimento al modulo di
trasmittanza periodica evitando il riferimento a
specifici sistemi costruttivi? La cosa sorprendente è
il fatto che stranamente per le coperture, fatte salve
le considerazioni precedenti, non si danno indicazioni
sulla massa superficiale. Più corretto sarebbe stato
aggiungere alle prestazioni del fabbricato l’inserimento
del parametro “fattore di inerzia” delle masse protette
dall’involucro, come ad esempio fa da tempo la
normativa francese.
L’attestato di prestazione energetica
del fabbricato
La posizione culturale che interpreta il fabbricato come
costituito esclusivamente dall’involucro è ribadita
assurdamente nell’attestato e più precisamente
nell’indicatore delle “prestazioni energetiche estive del
fabbricato al netto dell’efficienza dell’impianto”,
caratterizzato da faccette più o meno sorridenti. Anche
in questo caso, il sorriso delle faccine è valutato
attraverso la trasmittanza periodica e l’area solare
equivalente estiva, cioè esclusivamente attraverso il
controllo della energia termica entrante o uscente. In
assenza di un impianto di raffrescamento, se ciò non è
integrato da strumenti di mitigazione della velocità del
riscaldamento dell’ambiente interno quali le masse
inerziali interne o l’asportazione del calore entrante
attraverso la ventilazione naturale (forzata da riscontri
EDIFICI ED EFFICIENZA ENERGETICA
Commerzbank
Francoforte
Edificio a torre con
ventilazione naturale.
Progetto: arch. Norman
Forster.
NOVEMBRE 2015
17
THE NEXT BUILDING
Tipo di parco
Dimensione
Area servita
Grandi parchi urbani 202.343 o più
Intera comunità
Popolazione servita
Variabile
Parchi urbani
Da 121.406 a 202.343 mqA Da 805m a 4.828m
10.117mq ogni 1000 abitanti
Parchi di quartiere
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Mini parchi (oasi
urbane)
Da 1000 a 4000mq
Meno di 400m
Da 1000 a 4000mq ogni 1000
abitanti
Standard elaborati dal National Recreation Park Association (Washington DC)
Tab. 1
Nella tabella
sono elencati
gli standard
di pianificazione
della NRPA.
o da camini di tiraggio come avviene da 60 anni in
Francia), queste disposizioni non permettono in alcun
modo di “contenere le oscillazioni della temperatura
degli ambienti” come attestato dal documento
normativo. La tendenza al surriscaldamento
caratterizzerà l’ambiente sia a finestra aperta
schermata, sia ancor più a finestra chiusa ancorché
schermata. Certamente la reazione di un abitante al
surriscaldamento della casa, in edifici a faccina
sorridente non condizionati, sarà una diversa
interpretazione del sorriso della faccina.
Altri aspetti: tetti verdi, riflettanza, superfici
vetrate e altre cose
Trascuriamo di prendere in esame le divagazioni di
calcolo su sistemi di potenziamento dei guadagni
solari come serre, muri trombe, isolanti trasparenti e
altri esempi di sistemi trasparenti, che fanno
riferimento a tempi in cui l’involucro era caratterizzato
da ridotte resistenze termiche. Le nuove prestazioni
termiche dell’involucro tendono già per loro conto a
generare d’inverno fenomeni di surriscaldamento
dovuti ai carichi interni e tali da dover attivare il
potenziamenti dei ricambi. Per quanto riguarda
l’adozione di tetti verdi e superfici riflettenti per i tetti
anziché spingerne l’applicazione come avviene in molti
altri paesi, si prescrive la necessità di “una adeguata
documentazione e certificazione delle tecnologie e dei
materiali che attesti l’equivalenza con le citate
disposizioni”, di una verifica dell’efficacia in termini di
costi benefici e addirittura la presentazioni di
certificazioni, anziché fornire direttamente strumenti di
calcolo come avviene per i componenti di cui sopra
certamente di una complessità termodinamica
maggiore Lo stesso trattamento riguarda il free
cooling, su cui sono già disponibili esperienze, e che
consentono di adottare sistemi di climatizzazione
ibrida, riducendo notevolmente il supporto
impiantistico.[1]
In conclusione per questi aspetti il decreto si presenta
datato e poco coraggioso in quanto pone dei freni
all’innovazione che caratterizza l’attuale scenario dei
settore edilizio Un altro punto critico è la mancata
NOVEMBRE 2015
18
distinzione tra residenze, edifici per uffici e la
conseguenti generalizzazione della trasmittanza di
riferimento dei vetri. A questo riguardo anche AICARR
aveva chiesto giustamente uno sdoppiamento per
motivazioni impiantistiche. A questo proposito il
giocare eccessivamente sulla termo-trasmittanza dei
vetri, appare non troppo giustificato, sia per quanto
riguarda una valutazione costi/benefici, sia in quanto
il clima Italiano, anche lombardo, è più mitigato dei
paesi d’oltralpe, sia per altri aspetti implicati come la
riduzione al minimo delle superfici vetrate che hanno
riflessi sul benessere degli utenti inteso come
piacevolezza visivo-sensoriale architettonica che non
trascurerei. Va ricordato che in estate la trasmittanza
termica dei vetri è molto meno importante che in
inverno (la differenza di temperatura tra interno ed
esterno in edifici condizionati è molto inferiore rispetto
a quanto avviene nell’inverno), mentre è più
importante e più produttivo agire sul controllo della
solarizzazione estiva e quindi sulla trasmittanza
solare, attraverso schermature e vetrature. Si tratta
questo di un settore produttivo su cui concentrarsi,
caratterizzato da un notevole trend di innovazione che
andrebbe favorita: si pensi solo allo sviluppo di vetri e
superfici selettive.
Le strategie energetico-progettuali
Come abbiamo visto la logica che sottende i decreti
appare basata esclusivamente su un approccio
conservativo (iperisolamento delle chiusure opache,
elevata resistenza termica delle parti finestrate,
guadagni diretti, ricambi d’aria meccanizzati anche per
eliminare carichi termici interni e solari in eccesso,
climatizzazione annuale) tipico dei paesi del centro
Europa. Ma le strategie progettuali puramente
conservative adottate in tali paesi, trascurano la
importante risposta inerziale delle masse interne del
fabbricato e le potenzialità del free cooling che
consentirebbero con pochi sforzi di raggiungere gli
obiettivi posti dalla Unione Europea. Come già
osservato la logica che sottende il complesso del
decreto in esame è orientata ad una visione
tendenzialmente impiantistica che trascura
l’importante contributo che l’edificio può offrire nella
sua complessità comportamentale L’Italia è infatti
caratterizzata da un clima che presenta in stagione
estiva situazioni di criticità che non si pongono con la
stessa intensità nei paesi a nord delle Alpi. La
trasposizione integrale di tali strategie energetiche al
caso italiano, rende infatti l’edificio esposto a
condizioni di surriscaldamento durante la stagione
calda e quindi necessariamente porta al ricorso di
sistemi di raffrescamento impiantistici.
EDIFICI ED EFFICIENZA ENERGETICA
climate sensitive
building
L’edificio per uffici del
BRE (Building Research
Establishment) di Garston
(Inghilterra) progettato
dallo studio Feilden Clegg
Bradley e realizzato nel
1997, rappresenta un vero e
proprio edificio “manifesto”
di soluzioni e tecnologie
di risparmio energetico,
attraverso strategie che sono
da ricondurre al “climate
sensitive building”.
L’errore di tale approccio riguarda inoltre aspetti
sociologici in quanto la mitezza del nostro clima
immette nel concetto di qualità dell’abitare un
rapporto diretto tra ambiente interno ed esterno, non
mediato durante la maggior parte dell’anno da
supporti impiantistici. Per tener conto delle condizioni
climatiche estremamente variabili anche solo per la
Lombardia, con una alternanza climi alpini, appenninici,
collinari, lacustri, di pianura e urbani che instaurano
livelli e modalità di stimolazione dell’ambiente
costruito oltremodo differenti è necessario diffondere
in Italia una cultura di progettazione edilizia “climate
responsive” per giungere a soluzioni costruttive
differenti tra di loro, a seconda delle specifiche
condizioni climatiche, ma comunque sempre meno
dipendenti da supporti impiantistici basati su supporti
energetici seppur rinnovabili.[2]
Il superamento dell’approccio basato sulla
generalizzazione dei sistemi di condizionamento anche
estivi, richiede la revisione degli attuali modelli
costruttivi verso sistemi modulati rispetto al sito
specifico e cioè mediante sistemi costruttivi e
architetture caratterizzate da comportamenti inerziali
passivi o attivi, sistemi finestrati innovativi di
modulazione degli input solari, orientamenti e
conformazioni architettoniche, distribuzioni interne che
facilitino la ventilazione naturale mediante l’adozione
di sistemi di potenziamento della ventilazione naturale
(camini solari, facciate ventilanti), sistemi geotermici di
raffrescamento. E tutto questo, o quantomeno una
attenzione a tali temi, in una visione proattiva, che ci si
sarebbe aspettato da un impianto normativo così
importante, anziché un documento che riproduce
stereotipi che frenano l’evoluzione del modo di
costruire verso sistemi meno convenzionali e
certamente più performanti. Efficienza energetica del
fabbricato e sua dipendenza dall’efficienza energetica
degli spazi urbani Ma in un momento storico
caratterizzato da un sempre più rapido processo di
urbanizzazione tutto ciò rischia di non produrre i
risultati auspicati. Lo sprawl urbano che caratterizza
molte città italiane è accompagnato infatti da un
innalzamento della temperatura che può superare di
4-5 °C quella delle zone agricole circostanti. A fronte di
ciò i risultati attesi dalle misure di efficienza energetica
rischiano non solo di non essere raggiunti, ma
addirittura peggiorati. L’efficienza energetica degli
edifici viene annullata dalla inefficienza energetica
della città.
In particolare il territorio lombardo a nord di Milano
costituisce un caso tipico. Eurostat ha inserito Milano
nel novero delle Larger Urban Zone (LUZ) con 3.076.643
abitanti che si distribuiscono su un territorio di 1.348.32
km2, con una densità media pari a 2282 abitanti per
km quadrato. Come riferimento, Londra ha una densità
di popolazione pari a 1336 abitanti per kilometro
quadrato e Parigi una densità pari a 918 abitanti per
km quadrato. L’isola di calore nella LUZ Milano, che si
estende progressivamente a nord verso i laghi, può
determinare in estate incrementi di 4-5°C rispetto alle
zone a sud di pianura. Ciò diventa ulteriormente critico
nella zona più densa della città dove le trappole
termiche costituite dai canyon urbani rendono
impossibile sfruttare il raffrescamento notturno che
richiede minimamente una differenza di 5°C tra giorno
e notte. Una efficiente ed efficace politica di controllo
delle condizioni ambientali generate dall’isola di calore
richiede una profonda revisione della attuale struttura
di amministrazione del territorio e l’adozione di più
aggiornate procedure di governo della sviluppo
urbano-territoriale, non solo al livello della
pianificazione, ma anche e forse soprattutto al livello
NOVEMBRE 2015
19
THE NEXT BUILDING
l’organizzazione di superfici acquee costituisce un altro
strumento interessante di mitigazione del clima negli
spazi urbani basato sull’uso dell’acqua come
nell’ipotesi di riaprire i navigli milanesi. Un caso
esemplare, a questo riguardo, è l’intervento di
riqualificazione del Cheonggyecheon a Seoul: un
piccolo corso d’acqua in precedenza tombinato per
dare posto ad una autostrada urbana. Si tratta di un
intervento di riqualificazione ambientale che attira oggi
migliaia di turisti. L’intervento di ricostituzione urbana
di un ecosistema acqueo, ha consentito di abbassare la
temperatura dell’aria, sul suo percorso ribassato, del
10-13%, di facilitare il fluire del vento e delle brezze e
quindi dell’evaporazione dell’acqua.
Riqualificazione urbana
Un caso esemplare
è l’intervento di
riqualificazione del
Cheonggyecheon a Seoul:
un piccolo corso d’acqua in
precedenza tombinato per
dare posto ad una autostrada
urbana.
Note
[1] S . Croce, T. Poli, Case a basso
consumo energetico: edifici a
climatizzazione spontanea,
Sole24ore 2009.
[2] S . Croce, T. Poli, Case a basso
consumo energetico: edifici a
climatizzazione spontanea,
Sole24ore 2009.
della progettazione sia dell’architettura che degli spazi
urbani che vengono a definirsi. Se la lotta all’isola di
calore richiederà tempi lunghi, risultati più ravvicinati
possono essere ottenuti attraverso una corretta
pianificazione del verde in città, maggiormente in
grado di incidere sulle prestazioni energetiche degli
edifici e sulla possibilità di rendere abitabili gli spazi
urbani in stagione estiva, oltreché di incidere sulla
efficienza energetica degli edifici. Le condizioni di
benessere degli spazi urbani, possono essere quindi
peggiorate anche notevolmente in funzione della
costituzione fisica e dell’assetto planivolumetrico delle
superfici urbane e architettoniche, ma può essere
migliorato da un corretto greening urbano. Per greening
urbano non si intende una generica piantumazione di
alberi, ma interventi di mitigazione delle condizioni
termiche estive dei percorsi pedonali. In molte strade a
Milano gli alberi ombreggiano le linee tranviarie o di
autobus, mentre i marciapiedi godono del solleone
estivo. A questo proposito è necessario distinguere tra
greening degli spazi urbani e parchi urbani che operano
positivamente sulla riduzione del CO2, ma non incidono
sul benessere termico degli spazi urbani
Per greening urbano si intende la creazione di corridoi
verdi che collegano piccole “oasi” non troppo lontano
tra di loro, costituite da zone ombreggiate con alberi a
foglia caduca, ad elevato indice fogliare, a chioma
bassa e allargata, trattate con pavimentazioni
permeabili, per favorire l’accumulazione dell’acqua
piovana e quindi sfruttare gli effetti positivi dovuti al
calore latente. A questo proposito è interessante citare
le azioni della la National Park Association di
Washington DC, dello Stockholm parkprogram e il piano
di Phoenix per la creazione di green corridors. Anche
NOVEMBRE 2015
20
Conclusioni
Il decreto della regione Lombardia e l’anticipazione al
2016 della sua applicazione, è certamente un fatto
positivo, ma appare poco coraggioso e poco proattivo
rispetto ad un necessaria revisione del modo di
costruire e a utilizzare il fermento di innovazione che si
registra nel settore edilizio. Si tratta di un documento un
poco datato che non apre all’innovazione, come per
inciso si dimostra nel fatto che per l’utilizzo di coperture
verdi richieda addirittura una certificazione e
dimostrazioni sul rapporto costi/benefici. Tutto ciò per
tecniche costruttive per cui che la ricerca ha già messo a
disposizione strumenti analitici di controllo sulla
prestazione energetica. Un documento che riporta
logiche progettuali di potenziamento degli apporti
solari che erano importanti nel passato quando le
trasmittanze delle chiusure erano elevate. Un
documento che non tiene conto dell’importanza del
fattore inerziale dell’edificio, ma si concentra sulle
prestazioni termodinamiche dell’involucro opaco, dando
indicazioni merceologiche anziché prestazionali come
sarebbe opportuno in un momento di forte innovazione
del settore. Questo approccio, oltretutto in presenza di
un involucro opaco iperisolato, non può che provocare
surriscaldamenti estivi e il ricorso necessario a sistemi
di climatizzazione impiantistici La logica conservativoimpiantistica del documento, non favorisce l’adozione di
sistemi “free cooling” e di soluzioni ibride di
climatizzazione, molto più performanti anche
energeticamente e più adatte alla sociologia
dell’abitare italiano. Il rapporto diretto con l’esterno (a
finestra aperta) costituisce un must importante del
nostro paese e consente per gli aspetti anche energetici
di sfruttare l’adattività comportamentale delle persone.
In definitiva si auspica che nel tempo si possano
dirimere i nodi problematici che abbiamo evidenziato, in
una logica normativa che forzi il dinamismo di nuove
soluzioni performanti. v
Infissi in PVC
Infissi in Legno e Legno Alluminio
Persiane in Alluminio
Infissi con sistemi di sicurezza
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GRUPPO INDUSTRIALE SERRAMENTI
THE NEXT BUILDING
Laboratorio Innovazione
ph. Matthew Millman
MATERIALI, TECNOLOGIE, SOLUZIONI
una struttura da record
Il Bloom Pavilion, all’Università di Berkeley, è la più grande
costruzione in cemento realizzata con elementi ottenuti
da stampa 3D. La struttura ondulata supera i 2,5 m di
altezza ed è composta da 840 blocchi diversi, realizzati
con un nuovo tipo di cemento Portland privo di ossidi,
sviluppato dal team di ricercatori guidati dal professor
Ronald Rael, Ceo di Emerging Objects e professore
associato di architettura presso l'università californiana.
La stampante 3D più grande del mondo
(che costruisce le case dal nulla)
È
alta 12 metri la stampante 3D
più grande del mondo ed è
un progetto tutto italiano, ideato e
realizzato dall’azienda ravennate Wasp,
per costruire case in argilla. La mega
stampante BigDelta è un progetto
esemplare di Maker Economy, modello
emergente di economia orientato
all’autoproduzione affidata alla stampa
3D. Wasp (acronimo di World’s Advanced
Saving Project) in questi anni ha fatto
del concetto di autoproduzione e di
conoscenza condivisa il cuore del proprio
impegno, superando l'obiettivo di una
casa a costo zero. Attualmente, i materiali
più adatti al mondo dell'architettura
e dell’edilizia, testati in differenti
esperimenti, sono la sabbia, l’argilla,
il cemento. Quali i vantaggi? La nuova
tecnologia potrà assicurare significative
riduzioni dei tempi di realizzazione,
intervenendo quindi sui costi finali di
realizzazione del manufatto. Inoltre,
ripercussioni importanti potranno
riguardare il costo della manodopera,
ridotta all’essenziale. Le implicazioni
di questa ricerca sono anche di ordine
sociale: le Nazioni Unite stimano che
entro il 2030 oltre 4 miliardi di persone
con un reddito annuo sotto i 3mila dollari
avranno bisogno di alloggi a prezzi
adeguati e quindi che per i prossimi 15
anni salirà a 100mila unità il fabbisogno
giornaliero di abitazioni.
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APIS COR 3D
Una casa in un giorno
È stata ideata dall’ingegnere russo Nikita
Chen-yun-ta la stampante 3D in grado di
costruire un’ intera casa a più piani in un
solo giorno. La Apis Cor 3D rappresenta
l’estrema evoluzione delle stampanti 3D
per il settore edilizio per le sue dimensioni
ridotte: può essere spostata facilmente con
un camion sul luogo di lavoro ed essere
operativa in 30 minuti. In 24 ore è in grado
di edificare una casa di più di 90 metri
quadrati di superficie, depositando strato
per strato il materiale di costruzione. “Oltre
a ridurre i costi energetici di produzione
- sostiene il team di Apis Cor. - limita i
rifiuti, riduce la necessità di manodopera
e consuma solo 8 kilowatt, quanto 5 teiere
sul fuoco”.
STUDIO DI PROSPETTIVA
S
ituata nell’area occidentale della città di Poznań, in Polonia,
la torre Baltyk (25mila metri quadrati totali di superficie)
è un progetto in fase di realizzazione dello studio olandese
MVRDV, presentato all'ultimo Lodz Design Festival. Esito delle
tecnologie di progettazione più evolute, il corpo architettonico,
che obbedisce alle restrizioni in termini di volume e altezze del
sito, appare infatti totalmente differente alla visione, in base alla
prospettiva dalla quale viene osservato. Sul lato sud sono presenti
inedite terrazze a scalare, la facciata invece appare come un
grande specchio, interrotto da feritoie verticali in vetro cemento.
NOVEMBRE 2015
23
THE NEXT BUILDING
Laboratorio Innovazione
MATERIALI, TECNOLOGIE, SOLUZIONI
ALUSIUM
Schiuma in alluminio chich
MATERIALI
Il bio-cemento
dinamico che pulisce
l'aria dallo smog
O
ltre 12.500 ore di attività e 15 ricercatori,
così è nato i.active Biodynamic.
Sviluppato in i.lab (nella foto in alto) e punta
di diamante dell’innovazione Italcementi,
è il cemento con cui il è stata realizzata la
struttura esterna di Palazzo Italia, icona
di Expo Milano 2015. La componente “bio”
è data dalle sue proprietà fotocatalitiche,
ottenute grazie al principio attivo TX Active,
che a contatto con la luce del sole, consente
di “catturare” alcuni inquinanti presenti
nell’aria, trasformandoli in sali inerti e
contribuendo così a liberare l’atmosfera
dallo smog. La malta cementizia prevede
l’utilizzo per l’80% di aggregati riciclati. La
“dinamicità” nasce invece dalla fluidità
che consente la realizzazione di forme
complesse come quelle che caratterizzano
i pannelli di Palazzo Italia. Per la sua
particolare lavorabilità, i.active Biodynamic
può penetrare nei casseri, progettati
singolarmente e messi a punto da Styl-Comp
per formare il disegno finale del pannello,
garantendo un’eccezionale qualità della
superficie finale.
Fluidità iniziale
Resistenza a compressione
Resistenza a flessione
i.active
Biodynamic
100 mm
30 MPa
5 MPa
> 300 mm
> 60 MPa
> 10 MPa
* malta per applicazioni tradizionali (miscela di legante idraulico, aggregati,
eventuali additivi e acqua, rapporto acqua/cemento maggiore di 0,5)
BENCORE
MATERIALI
PER L’ARCHITETTURA
Via Provinciale Nazzano, 20
54033 Massa Carrara
www.bencore.it
mapei
Adesivi a effetto climalterante zero
Mapei ha valutato
le emissioni di
gas serra durante
l'intero ciclo di vita
dei due suoi prodotti
Keraflex Maxi S1
Zero e Keraquick S1
Zero, misurandone
la quantità totale di CO2. Questa è stata
compensata con l’acquisto di “crediti” di CO2
per progetti di produzione di energia eolica,
permettendo agli adesivi di ottenere la
cosidetta “carbon neutrality”.
Il confronto
malta
ordinaria *
Prodotto al 20% con materiale riciclato
e riciclabile al 100% Alusion (distribuito
in Italia da Bencore) è una schiuma in
alluminio stabilizzata, prodotta iniettando
aria nell’alluminio fuso, che contiene una
dispersione fine di particelle di ceramica
utili per stabilizzare le bolle formate
dall’aria. Molto più che una semplice
superficie laminare, Alusion è stato
scelto per decorare la nuova sede della
Fondazione Prada di Milano progettata
dallo Studio OMA guidato dall’architetto
Rem Koolhaas.
ITALCEMENTI
CEMENTO
E CALCE
IDRAULICA
NOVEMBRE 2015
Via G. Camozzi, 124
24121 Bergamo
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24
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CHIMICI PER L’EDILIZIA
Via Cafiero, 22
20158 Milano
www.mapei.it
MATERIALI
Smart Masonry: il “mattone digitale”
ispirato alle tecniche murarie tradizionali
I
l progetto Smart Masonry nasce come
testi di laurea degli architetti russi Dmytro
Zhuikov e Arina Agieieva, che insieme formano
lo studio ZA con sede in Germania. Il lavoro
si inserisce concettualmente nell’ambito
delle ricerche sviluppate dal Makers Center
in Berlin e rappresenta anche una proposta
architettonica per la sede. Smart Masonry
sviluppa un metodo di progettazione
strutturale e costruzione che aggiorna e
ottimizza in modalità digitale le tecniche
murarie tradizionali. Il nuovo processo
riduce drasticamente il peso e i materiali di
costruzione delle infrastrutture, ricorrendo alla
robotica per assemblare le forme complesse
e mixando sapientemente i vantaggi della
stampa 3D con quelli dei moduli prefabbricati.
La “muratura intelligente” può essere
composta da una maglia senza saldature
che costituisce l’intera struttura, invece che
pareti, pilastri, travi di sostegno… I progettisti
hanno mutuato il modello dalla natura,
le sue forme organiche ed economiche: la
muratura stessa incarna questo principio
e può essere prodotta rapidamente con
tecniche relativamente semplici. Ogni “cella”
che compone la struttura è realizzata in
un materiale ricavato da una particolare
schiuma di gomma. Un filo caldo a 4 assi
taglia il modulo utilizzando un modello
computerizzato che consente la realizzazione
di forme complesse in pochissimo tempo. Il
tutto viene quindi saturato con calcestruzzo
e lasciato indurire. Una volta pronta, la
muratura può essere portata al sito, con
un notevole aumento della velocità di
costruzione e la riduzione di costi energetici e
di materiali. (ph. courtesy of ZA Architects)
NOVEMBRE 2015
25
RICERCA
Sono i batteri il segreto
del nuovo cemento
auto ristrutturante
U
n cemento che si “ricostruisce” da solo:
questa l’invenzione del microbiologo
Hendrik Jonkers della Delft University nei
Paesi Bassi (nella foto). Nonostante le
strutture in cemento appaiano solide e
resistenti, in realtà la tensione a cui sono
sottoposte nel corso del tempo, crea
crepe e deterioramenti. Come intervenire
per rinforzarne la tenuta, aumentarne la
longevità e saldare gli spazi? L’approccio
innovativo dello studioso, ispirato alla
biologia umana, ha portato alla creazione
di un calcestruzzo più stabile, grazie
all’aggiunta di batteri che producono
calcare nella miscela. La ricerca è iniziata
con la riflessione di come le ossa del corpo
umano guariscano autonomamente,
attraverso la mineralizzazione da
osteoblasti. Jonkers ha quindi impostato
la sperimentazione di tecniche di auto
rigenerazione simili, applicate alla malta
cementizia. I batteri resistenti e presenti
in natura (Bacillus pseudofirmus o
Sporosarcina Pasteurii) si trovano nei laghi
altamente alcalini vicini ai vulcani e sono
in grado di rimanere inattivo fino a 200
anni, iniziando il loro lavoro di ricostruzione
solo quando le eventuali crepe entrano a
contatto con l’acqua.
THE NEXT BUILDING
Laboratorio Innovazione
MATERIALI, TECNOLOGIE, SOLUZIONI
Sostenibilità
L’ecocasa in bamboo
che cresce come una pianta
I
nteramente in bamboo, a km ed emissioni zero, flessibile e
replicabile. E’ il progetto di eco-casa presentato dallo studio di
architettura austro-cinese Penda alla Design Week di Pechino. Fondato
su materiali naturali e una tecnologia modulare che fa letteralmente
crescere la casa su se stessa, secondo i suoi visionari inventori potrebbe
dare vita a una piccola città vegetale in grado di ospitare fino a 20 mila
persone entro il 2023.
Con le canne di bamboo, che vantano caratteristiche meccaniche
paragonabili all’acciaio e possono arrivare a 40 metri di altezza in soli
4-6 anni, viene realizzata una struttura reticolare con bielle, giunti a X e
tiranti, fino a formare un telaio che può crescere diversi piani. Ciascuna
unità è integrabile con le altre, sia in orizzontale sia in verticale: e più
blocchi si aggiungono, più la struttura diventa stabile.
Tutto troppo facile? Forse sì, ma come minimo è un buon punto di
partenza per soluzioni progettuali innovative e sostenibili.
Penda
ARCHITECTURE,
DESIGN, GRAPHIC
Dongcheng District
Beijing, China
www. home-of-penda.com
PROGETTAZIONE INVOLUCRO
Soluzioni digitali per l’edilizia collaborativa
F
açade Design for Fabrication è una
nuova soluzione digitale basata sulla
piattaforma 3DExperience di Dassault
Systèmes, per la progettazione degli edifici
di nuova generazione.
La soluzione include
strumenti di pianificazione
integrata per la progettazione
rapida degli edifici
direttamente collegata con
la progettazione dei dettagli
della facciata, sfruttando la
scalabilità e le funzionalità
del cloud. È così possibile
NOVEMBRE 2015
26
pianificare i progetti con applicazioni
dinamiche che verificano e convalidano i
requisiti in tempo reale e definire forma,
motivo e struttura della facciata, grazie ad
applicazioni che trasformano il modello in
disegni di cantiere e distinte base (BOM).
DASSAULT SYSTEMES
SISTEMI DI PROGETTAZIONE
PER ARCHITETTURA,
EDILIZIA, INGEGNERIA
Via Gioacchino Rossini, 1/a
20020, Lainate Milano
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RECUPERO EDILIZIO
Tracciati di luce
ad alta efficienza
F
irmato dallo studio Donaldson +Warn
Architects, l’intervento di recupero
di questa torre degli anni ‘70, a Perth in
Australia, ha ampliato le aree commerciali
al piano terra, creando poi un ristorante
su più piani e un panoramico roof garden.
Sulla facciata dell’edificio, divenuta
una griglia cangiante, è intervenuto il
progetto dei lighting specialist Jacobs and
Flynn Talbott. L’apparecchio compatto
Trick iGuzzini (design Dean Skira) è stato
collocato su alcune finestrature per creare
tracciati di luce irregolari. In versione a
lama di luce, wallwasher e radiale, per
creare effetti luminosi, pattern grafici e i
decori, con sorgenti LED e ottica brevettata,
Trick può essere gestito con un sistema
elettronico intelligente, per ottenere
risparmi energetici dell’80% rispetto ad una
sorgente alogena.
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62019 Recanati
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DOMOTICA
La gestione delle finestre
via smartphone e tablet
Tra le soluzioni innovative in grado di
offrire nuove funzionalità all’ambiente
domestico grazie alla tecnologia avanzata,
Internorm ha sviluppato la App I-Tec
SmartWindow con cui regolare da tablet e
smartphone più funzioni dei serramenti.
Tra queste, la ventilazione I-Tec, i sistemi
oscuranti, compresi quelli I-Tec, l’apertura
dei sopraluce. Sono sufficienti pochi tocchi
sullo schermo di comando per gestire i
componenti o richiamare configurazioni
personalizzate dall’utente. La App permette
anche di comandare agevolmente da
dispositivo mobile l’intero impianto domotico
dell’edificio.
INTERNORM ITALIA
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PER FINESTRE
E PORTONCINI
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Arriva l'app per simulare
il vetro in facciata perfetto
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a Saint-Gobain Glass la nuova App che aiuta i
professionisti nella scelta della soluzione più
giusta per le facciate in vetro. Disponibile su App
Store e Google Play, Glass Pro consente di visualizzare
le soluzioni prodotte dall’azienda, simulandone
l’installazione in facciata e valutandone l’impatto
estetico in più condizioni: in caso di giornate
soleggiate o nuvolose, con o senza la presenza di
tende, con visuale orientata verso l’interno o l’esterno
dell’edificio, con soluzioni a singola lastra di vetro o
in vetrata isolante doppia/tripla. Glass Pro consente
di confrontare più prodotti, per decidere la soluzione
ideale. Tra le applicazioni mobili sviluppate da SaintGobain Glass: Glass Compass (calcolo del risparmio
energetico); dBstation (simulazione dell’isolamento
acustico); Glass (prodotti in ambienti interni); Glass
Design e Glass Façade (photolibrary delle realizzazioni
di interni e dei cantieri).
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w
THE NEXT BUILDING
Laboratorio Innovazione
MATERIALI, TECNOLOGIE, SOLUZIONI
PARETI VETRATE
Ampie superfici per la massima trasparenza
S
oluzione specificamente studiata
per ampie superfici vetrate, Vista
è un sistema studiato da Finstral
per garantire la massima flessibilità
nella progettazione di soluzioni di
apertura innovative, curate nei minimi
dettagli. Vista abbina vetrate di
ampia superficie a molteplici sistemi
di apertura: ciò è possibile grazie ai
telai dai ridottissimi ingombri (solo
50 mm) e ai nuovi angoli a vetro
che garantiscono una maggiore
trasparenza e un design essenziale,
come in un sistema di facciata. In
aggiunta alle porte finestre alzanti
scorrevoli e alle scorrevoli Easy-Slide,
la parete vetrata può essere integrata
con porte finestre apribili ad anta e
anta/ribalta.
È inoltre disponibile un’ampia scelta di
portoncini in alluminio e PVC-alluminio.
Ottime le prestazioni relative
all’isolamento termico, assicurate
dall’utilizzo di vetri speciali in due
differenti spessori: vetrocamera a
doppia lastra da 30 mm e vetrocamera
a tripla lastra da 46 mm con un valore
Ug fino a 0,6 W/m²K.
effetto notte
2. Porta finestra Vista alzante scorrevole
3. Angolo a vetro Vista
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Bolzano
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Le caratteristiche tecniche
Isolamento termico del telaio
Uf 1,1 W/m2K
Spessore vetri
da 30 mm a 46 mm
Dimensioni anta apertura integrabile
variabili a seconda della soluzione scelta
Fattore solare
valore g da 64% a 26% (in base al vetro impiegato)
Il sistema costruttivo
L
e pareti vetrate sono composte da
profili in PVC termoisolanti, con valore
Uf 1,1 W/m2K, rinforzati in acciaio. Questi
sono rivestiti con gusci in alluminio,
esternamente o su entrambi i lati e
possono essere personalizzati con
materiali e finiture diversi, anche fra
interno ed esterno, in base al risultato
estetico desiderato.
NOVEMBRE 2015
28
SERRAMENTI
Obiettivo massimo
isolamento termico
S
ALSISTEM
SISTEMI
PER SERRAMENTI
IN ALLUMINIO
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21040 Gerenzano
Varese
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SUPERFICI
Immagini dinamiche
per facciate
tridimensionali
Parte del più grande centro internazionale di
ricerca e consulenza sui materiali innovativi e
sostenibili, Material ConneXion Italia conserva nella sede di Milano una library fisica di
oltre 4mila materiali (circa 2.500 esposti). Tra
gli ultimi arrivi, un’innovativa tecnologia di riproduzione strutturale delle immagini - Ombrae
System™ di Ombrae Studios Inc. - che consente
di includere disegni complessi direttamente su
materiali solidi. Il sistema consente di riprodurre texture, immagini e pattern come lavorazioni
ph. courtesy of Ombrae Studios Europe
oluzione ad alto contenuto
progettuale, il sistema 3G dichiara i
propri contenuti innovativi a prima vista:
invece delle consuete due battute, tipiche
dei serramenti tradizionali, AlSistem ne
propone tre, con altrettante guarnizioni
integrate, che consentono prestazioni ai
massimi livelli. La forte compressione del
sistema ha inoltre portato a ridurre la
mostra architettonica a soli 75 mm, così
le finestre garantiscono agli ambienti una
maggior luminosità. Ottime le performance
di tenuta all’aria, all’acqua e acustiche.
A rappresentare la concreta evoluzione
del sistema è anche l’utilizzo di un nuovo
materiale per migliorare l’isolamento
termico, il ThermAL, in grado di conferire un
altissimo valore di isolamento, mantenendo
inalterate le proprietà meccaniche della
finestra. Dall’integrazione tra elementi
progettuali, prestazionali ed estetici nasce
dunque un cambiamento radicale nella
concezione dei sistemi per serramenti in
alluminio.
Il sistema costruttivo
I
l sistema per serramenti a taglio termico con ridottissima mostra architettonica, a
tripla guarnizione, conferisce un alto isolamento termico/acustico e dona una maggiore
luminosità agli ambienti. La gamma di profili comprende: finestra, portafinestra, wasistas in
versione fermavetro e vetro a infilare.
• Serie battente a taglio termico marcata CE
• Sezione telaio 62 mm
• Sezione anta 69 mm
• Mostra architettonica nodo laterale 75 mm
• Mostra architettonica nodo centrale 97 mm
• Sistema di tenuta a tripla battuta
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ThermAL di nuova generazione
• Ferramenta originale certificata fino a 170kg
di portata
• Alto isolamento termico e acustico
• Design minimale
29
delle superfici, generando un particolare effetto
tridimensionale che rende possibile modulare
la riflessione della luce e controllare parzialmente il flusso dell’aria. Le dimensioni dei cilindri variano secondo le applicazioni: sottilissimi
per quelle domestiche, grandi per le facciate. Le
immagini riprodotte si comportano in maniera
dinamica, modificandosi al variare del punto di
vista dell’osservatore o delle condizioni di luce,
la cui interazione con le ombre viene perfettamente calibrata. L’effetto ottico prodotto da
questo tipo di lavorazione funziona su qualsiasi scala e tipologia di materiale solido, tra cui
cemento, metallo, vetro o plastica.
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Imago è il primo serramento interamente in legno selezionato da ADI,
per essere pubblicato nel Design Index e partecipare al Compasso d’oro.
THE NEXT BUILDING
PADIGLIONE ITALIA
Dettaglio progettuale della
piazza interna di Padiglione
Italia, disegnato con i più
moderni software BIM.
NOVEMBRE 2015
32
INTERVISTA
Progettare il futuro
Disegneremo case
che voi umani...
Walter Mariotti
Foto courtesy of Nemesi
Padiglione Italia è stato un successo planetario.
Ma che cosa verrà dopo? Che scenari aprono
le straordinarie innovazioni applicate per la prima
volta in quel progetto? La visione di Michele Molé.
Tra Bim sempre più evoluti, prefabbricazione
leggera e sperimentazione “pesante”
R
omano, classe 1964, Michele Mole’ a 33 anni fonda lo
studio Nemesi, di cui è anche direttore creativo. Dal 2008 è
alla guida di “Nemesi&Partners”, società di servizi integrati
di architettura che affianca la progettazione di Nemesi,
creata in partnership con la collega Susanna Tradati. Lo studio Nemesi
è risultato vincitore, fra oltre sessanta progetti, del concorso per il
Padiglione Italia dell’Expo Milano 2015, una realizzazione che ha portato
Molé all’attenzione di tutto il mondo.
Con il suo padiglione ha stupito il mondo. Ma da architetto, che
orizzonti e nuove opportunità aprono le grandi innovazioni viste e
messe in opera in quel progetto, dal cemento biodinamico al Bim dagli
impianti alla “pelle”? E al contrario: quanto condizioneranno la libertà
creativa di architetti e progettisti le nuove norme sull’efficienza
energetica?
A mio parere si deve assolutamente ribaltare l’ottica. All’università
vedevamo nei vincoli – energetico, economico, dimensionale, sociale degli elementi depressivi rispetto alla libera circolazione delle idee, al
libero fluire della creatività. Paletti che andavano a limitare lo spazio
ampio della creazione artistica. Io vedo, da architetto e progettista, le
cose in maniera ribaltata. Non esiste architettura che non parta da un
contesto, da un sistema di riferimenti che possiamo definire di vincolo:
NOVEMBRE 2015
33
THE NEXT BUILDING
ambientale, psicologico, economico, normativo,
geografico e tecnologico. Questo sistema di riferimenti
non solo non è il depotenziamento del progetto
ma rappresenta l’occasione attraverso la quale
l’architettura si concretizza. Da questo discende che le
sfide energetiche non vanno viste in termini costrittivi,
ma tutto l’opposto, l’occasione dell’immaginazione di
sistemi diversi e sperimentabili. Palazzo Italia vuole
essere paradigmatico di questa condizione e di questa
visione, perché fra la sue mission ha dare forma e voce
a questo sistema di riferimenti e performance. Queste
sono occasioni di crescita e sperimentazione.
Istanbul
Atasehir master
plan, complesso
residenziale e
terziario, concorso
internazionale,
Istanbul, Turchia.
“
Siamo di fronte alla possibilità
di una nuova fase della industria
architettonica, che produrrà soluzioni
che non abbiamo nemmeno la capacità
di immaginare
”
Eppure i vincoli per ottenere edifici Nzeb, a energia
quasi zero, sono particolarmente stringenti.
Di certo nel futuro ci saranno innovazioni tecnologiche
in grado di spingere le performance delle architetture
che andremo a immaginare. La vera base di confronto
e di scontro che caratterizzerà l’architettura è quella
tecnologica: penso all’utilizzo di software innovativi
come il BIM, che non solo ha rivoluzionato l’architettura
in termini di razionalizzazione del processo progettuale
e costruttivo, ma che porta in sé anche una potenzialità
straordinaria in un mondo di prefabbricazione
pesante, in cui il cantiere dell’architettura è fatto
ancora di hardware, di pezzi pesanti, di manodopera
e artigianalità molto elevata. Ecco, con la tecnologia
che si sta profilando, si passerà alla prefabbricazione
leggera, dominata da software evoluti che siano
in grado di gestire non solo la costruzione, ma
soprattutto la manutenzione della vita di un edificio
in una maniera scientifica. I sistemi robotici, per
esempio, porterà a una fabbricazione leggera che
offre possibilità di personalizzazione e diversificazione
straordinariamente ampie e del tutto nuove. E’ come
la musica elettronica: quando è arrivata, non ha
riprodotto un’orchestra ma ha permesso a chiunque,
in ogni parte del mondo, di riprodurre l’effetto di una
NOVEMBRE 2015
34
INTERVISTA
PADIGLIONE ITALIA
Dopo la chiusura di Expo,
la notizia è ufficiale:
il capolavoro di Molé
resterà al suo posto.
E potrebbe essere riaperto
in primavera.
grande orchestra. Prima, per riuscirci, un talento come
Mozart doveva incontrare quella di Re Sole... Quindi non
solo semplificazione e organizzazione, ma rivoluzione
dell’industria dell’architettura. Questo è il vero terreno
di scontro del futuro.
E con Palazzo Italia ne ha dato un primo esempio
concreto...
Progettare Palazzo Italia è stata un’esperienza forte
ed emozionante; una sfida che, non accettando una
innata vocazione alla pratica di una medietà che
oramai pervade una parte consistente del
nostro Paese, ha invece cercato di restituire
orgoglio, coraggio e fiducia a quanti, come
noi, credono nella possibilità di costruire
ancora una ritrovata eccellenza. Palazzo
Italia afferma con forza la centralità del
progetto e della sua capacità di costruire
visioni e scenari. Visioni innovative,
prefigurazioni in cui lo stupore
verso l’incommensurabile
sostituisca il consumo della
piatta banalità conformista
dei nostri tempi. Nemesi
accetta questa sfida
che intende rigenerare
una complessità non gratuita ed esibizionistica,
ma tesa a sondare lo spazio profondo e indicibile
della vita; l’unicità di un’esperienza sensoriale
ricca di riferimenti e sfumature in grado di ridonare
centralità all’architettura e all’urbanità. Se l’Italia ha
saputo generare percorsi straordinariamente virtuosi
nel corso della sua millenaria storia, realizzando
un’antropizzazione del territorio unica e irripetibile,
negli ultimi decenni ha invece prevalso una miope
considerazione di una utilità separata e
autoreferenziale. L’arte, l’architettura e
la dimensione contemporanea sono
divenute oggetto di un culto confinato
nei musei o parte di un tempo passato
oramai non più attualizzabile: abbiamo
smesso di dare parola al presente e di
dare consistenza estetica al nostro modo di
praticare il mondo, lasciando così
il campo libero al consumo
e alla devastazione del
territorio di un’edilizia priva
di qualsiasi contenuto
estetico alto. Palazzo
Italia riafferma con
determinazione la
NOVEMBRE 2015
35
Michele Molé
Architetto, 50 anni.
Laureato in Architettura
presso l’Università degli
Studi La Sapienza di
Roma, nel 1999 consegue
il dottorato di ricerca in
Teoria dell’Architettura
Contemporanea con la tesi
“Il progetto della differenza:
il significato nel progetto
contemporaneo”. Docente di
Laboratorio di Progettazione
presso le Facoltà di
Architettura Ludovico
Quaroni e Valle Giulia
dell’Università degli Studi di
Roma La Sapienza e presso
la Facoltà di Architettura
dell’Università degli Studi
di Ferrara, con il suo lavoro
di sperimentazione di nuovi
linguaggi architettonici
ha conseguito numerosi
premi tra cui la Medaglia al
Benemerito della Cultura e
dell’Arte della Presidenza
della Repubblica Italiana.
THE NEXT BUILDING
ricerca della bellezza come presupposto fondativo del
progetto, dando vita a una architettura-paesaggio in
grado di riconfigurare il rapporto di bellicosa alterità
con l’ambiente esterno. La passione diviene di nuovo
paradigma di una grande responsabilità, che vede
nella trasformazione del territorio un’arte a servizio
della collettività e che esprime il consumo della
bellezza come presupposto del nostro vivere civile. Una
passione che ha unito in una grande utopia comune
noi progettisti, architetti, ingegneri ma anche imprese,
artigiani che, coinvolti nella suggestiva visionarietà
del progetto, hanno contribuito a rendere concreto
e realizzabile qualcosa che sembrava confinato
nell’ambito del mai.
Quale è stata la sfida più difficile?
Sono due. La prima è che doveva essere un’opera
di architettura che, in termini più possibile popolari,
riuscisse ad esprimere in maniera colta l’identità di una
collettività e farlo ad un doppio tempo, una doppia vita
durante e dopo l’Expo. Tempo breve della mostra e lungo
della città. Occorre però mai dimenticare che Palazzo
Italia è un edificio e non un padiglione, come quello
inglese, che è un’istallazione artistica più o meno riuscita.
L’altra sfida sono stati i tempi impossibili in cui tutto è
stato realizzato e nel contesto, quello italiano, dove se si
può rendere più complicato quello che è già complicato
non ce lo facciamo mancare. La burocrazia e alcune
situazioni paradossali che sono finite giustamente sui
giornali hanno portato tutto ad un passo dal rendere
l’opera irrealizzabile: le inchieste su Expo che hanno
mutilato il management e creato un vuoto di potere
nei mesi centrali della realizzazione, a cui si è supplito
solo con la passione da parte di tutti gli attori. Per non
accettare che per colpa di questa mediocre gestione della
cosa pubblica si dovesse rinunciare a produrre eccellenza
rappresentando la creatività italiana.
Ci racconta un aneddoto?
Ce ne sarebbero molti, a partire da problemi tecnici
molto spinti. Per esempio, le strutture fatte grazie a
un programma che si chiama Tecla, diverso da quelli
che hanno permesso la pelle esterna e la grande
copertura. Siamo riusciti a convincere il Rupp, cioè il
committente esterno, che queste opere mai viste prima
erano di tale complessità che occorreva scorporare
gli appalti dall’appalto principale e fare una ricerca
nel settore delle facciate e dei manufatti in cemento
e tecnologia in acciaio e vetro. Alla fine si sono
individuate in Italcementi e Stylcom, e in Stahlbau
Pichler per la copertura. Per queste aziende è stata
un’occasione di marketing, ma non dimentichiamo
che Italcementi ha prodotto un materiale d’eccellenza
mai visto grazie a 3.000 ore di ricerca (vedi a pag.
26), proprio come Zambelli di Stylcomp ci ha spinto a
portare alle estreme conseguenze questa tecnologia
creando qualcosa di unico e nuovo.
Siete stati spinti dai vostri partner tecnologici
insomma.
E’ così e questo racconta molto. Quando in Italia il
meglio della creatività si unisce alla passione del saper
fare, alla filiera delle aziende che fanno delle visioni la
materia del proprio lavoro, nascono capolavori di cui
solo noi siamo capaci. Come Palazzo Italia, con i suoi 10
mila m2 di facciate, dove ogni metro quadrato è diverso
dall’altro, dove i circa 900 pannelli sono un modello
unico fatto di quattro layers sovrapposti e passati da
un software che si chiama Catia, che rendeva ogni
pannello un progetto a se verificato staticamente.
Idem la copertura vetrata. Stahblau Pichler ha ideato
con noi una matrice a geometrie particolari da aree
semplici planari ad aree curve ad un ordine, a due
NOVEMBRE 2015
36
PROGETTO ENI
Nuovo centro direzionale
Eni, concorso internazionale
vinto, progetto architettonico
in partnership con Morphosis
Architects, Milano.
INTERVISTA
ordini, a tre ordini coniche e anche di quart’ordine
sferiche, con raggi di curvatura spinti con un raggio
anche di sessanta centimetri. Fuksas, per intendersi,
nella sua realizzazione in Fiera di Milano aveva usato
un sistema che si chiama Omero che però non sarebbe
stato in grado di fare quello che abbiamo fatto noi,
quindi abbiamo dovuto elaborare una tecnologia ad
hoc. E le nervature in acciaio della curvatura hanno un
andamento complesso, permesso da un sofware che
si chiama Rinoceros e un altro che si chiama Tecla e poi
calandrati con tecniche robotiche.
Non vuole proprio raccontarcelo un aneddoto…
Quello più divertente forse riguarda la copertura della
piazza, vero e proprio imbuto in acciaio che raccoglie
l’acqua da una scala a forma di conchiglia e la mette
in vasche interrate. Questa cascata è stata una grande
scommessa, perché avevamo una gran paura che
all’inaugurazione con Renzi e Napolitano l’acqua
schizzasse le personalità. Anche qui, simulando con
software evoluti, abbiamo capito che l’acqua non
avrebbe schizzato gli abiti….
Il Bim è davvero il futuro della progettazione?
Senza dubbio. Il Bim però, non dimentichiamolo, è
solo una parte di un apparato tecnologico in continua
evoluzione, che sarà non solo, come dicevo, una
trasformazione scientifica dei processi di costruzione.
Siamo di fronte alla possibilità di una nuova fase della
industria architettonica, che produrrà soluzioni che non
abbiamo nemmeno la capacità di immaginare.
Dal 1 gennaio 2016 in Lombardia tutti i nuovi edifici
e le grandi ristrutturazioni dovranno rispondere ai
requisiti energetici Nzeb: architetti, ingegneri e studi
di progettazione saranno pronti? E lei che ne pensa?
L’aumento delle performance energetiche rappresenta
NOVEMBRE 2015
37
THE NEXT BUILDING
VISIONI AEREE
Hainan International Airport,
concorso internazionale a
inviti, Hainan, Cina.
National Creative Cluster,
concorso internazionale a
inviti, Pechino, Cina.
una frontiera non più evitabile, perché fanno parte
dell’aumento di evoluzione per l’uomo, dalle auto agli
edifici. E’ chiaro che il sistema di consumo delle risorse
che ha governato il XX secolo non può continuare e
dobbiamo farne uno diverso. Palazzo Italia ancora
una volta è paradigmatico: l’edificio-foresta, l’edificioalbero, l’edificio-paesaggio non è solo una visione, ma
l’espressione di creatività, di un organismo osmotico
che prende risorse ma le restituisce all’ambiente,
che ha una serie di trovate tecnologiche e spaziali
paradigmatiche. Produce oltre il 70% dell’energia a
cui fa ricorso: a questo proposito, ricordo che le norme
Nzeb impongono un minimo del 30% e arriveranno al
70% nel 2017. Quindi a Palazzo Italia abbiamo fatto uno
NOVEMBRE 2015
38
sforzo avveniristico, riducendo i consumi e producendo
energia attiva.
Il modello che più si avvicina agli standard Nzeb è
quello delle passive house: è adatto all’Italia?
In realtà si tratta di un modello pensato per l’Europa
settentrionale. Però anche qui occorre intendersi e uscire
dalla retorica. A Palazzo Italia, per esempio, abbiamo
usato un sistema di pompe di calore considerando che
da noi l’acqua d’estate è già fresca senza contributi
esterni, a 22-23 gradi. Dopodiché abbiamo usato un
sistema che si chiama “concrete cooling” per cui l’aria
raffrescata non viene mandata dalle pompe di calore
fuori dall’edificio ma dentro, attraverso serpentine di
alluminio incastonate nel cemento che raffrescano o
riscaldano le pareti che diventano così elemento attivo
per produrre il confort ambientale. Questo sistema
produce il 40% della riduzione energetica. Invece,
attraverso il grande vuoto dell’interno del Palazzo si ha
l’effetto camino: l’aria fresca si riscalda con la luce delle
vetrate e sale fino a dove viene fatta fuoriuscire dalle
parti alte della copertura. L’aria si muove all’interno del
Palazzo senza bisogno di altra energia. La pelle esterna
scherma il sole e contiene il riscaldamento degli ambienti
interni delle pareti in cemento armato dell’edificio.
Insomma, anche qui è la performance richiesta che che
ha suggerito le soluzioni architettoniche.
Faccia una previsione: vivremo tutti in case sigillate?
Non credo. La drammatica separazione dell’utile
dal bello, che negli ultimi quarant’anni è stata
artificialmente ricostruita, lasciando l’architettura
nell’Aventino universitario come unica chance di
qualificare il territorio, è il vero obiettivo da superare.
Trasformare l’utile in bello è l’unica soluzione. Il resto
verrà da solo. E ci stupirà.
Facile a dirsi.
La cosa più importante è proprio questa, nelle
stupide polemiche quando in Italia si parla di
“cementificazione”. Il tema non è che si costruisca,
ma come si trasforma il territorio, come si costruisce
senza deturpare, ma anzi creando bellezza e
funzionalità. Palazzo Italia vuole essere espressione
di un’architettura che torna ad essere capace di
costruire differenza, profondità, qualità: una visione
di architettura come elemento attivo che diventa
paesaggio e non è più sordo. Il cemento bianco di
cui è fatto è la spettacolarizzazione di tutto questo,
un materiale che attraverso la luce del sole attiva
la pulizia dell’aria e la lucentezza delle facciate: un
doppio risultato straordinario.
Mi pare una visione ottimistica per il futuro.
L’Italia ha prodotto la più straordinaria antropizzazione
del territorio al mondo. Una tradizione perduta da
recuperare e aggiornare con gli strumenti di oggi. v
EVEN MORE
SHADE
Ricerca e design continuano nella collezione SHADE, da oggi disponibile anche con vetrate scorrevoli e porte d'ingresso.
Un progetto di stile innovativo ad alto contenuto tecnologico firmato Giuseppe Bavuso. shade.ercoitalia.it
THE NEXT BUILDING PROGETTI
Copertina
UNICREDIT PAVILION
MILANO
Manuela Battaglino
Foto: courtesy of UniCredit,
MSC Associati, Studio Ariatta,
Zintek
per Unicredit Pavilion
Il seme
dell’architettura
che verrà
Sostenibile leggerezza
Senza fondamenta, super efficiente, interamente progetttato
in Bim. L’ultimo capolavoro di Michele De Lucchi
è uno degli edifici più innovativi di Milano. Ma che cosa
nasconde sotto i suoi 1.900 m2 di pannelli vetrati
e travi in legno? Solo per voi, per la prima volta, ecco svelati
tutti i dettagli progettuali, strutturali e ingegneristici
che lo hanno reso possibile
NOVEMBRE 2015
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NOVEMBRE 2015
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THE NEXT BUILDING PROGETTI
Progetto architettonico
Progetto
unicredit
pavillon
Architetto
Michele De Lucchi
aMDL Srl
piazza gae aulenti, 10
20124 milano
Dati tecnici
Area
3.300 m2
Peso
6.800 t
Superficie
3.500 mq coperti
Superficie vetrata
1.450 mq
Responsabile Progetto:
Nicholas Bewick
BIM Modeling & Coordination:
Francesco Garofoli, Vittorio Romano,
Giorgio Traverso
Renders:
Marcello Biffi, Moreno Marrazzo
Modelli:
Matteo di Ciommo, Francesco Faccin
Esecuzione
Development management
Project
Construction
Impresa costruzioni
Hines Italia
Coima
Italiana Costruzioni
Cronologia lavori
Design
Completamento
2013-2014
2015
Immagini/disegni costruttivi
UniCredit, MSC Associati, Studio Ariatta, Zintek
Partner e Consulenti
Alluminio
30.000 Kg
Copertura zinco
1550 mq
Pale frangisole
2517 Unità
Legno
400 m3
Pannelli copertura
100 m3
Carpenteria metallica
130 t
Calcestruzzo
1144 M3 lc35/38 +
997 m3 c35/45 +
235 m3 di c45/55
Progetto strutture
Progetto impianti
Progetto facciate e copertura
Progetto sicurezza/antincendio
Progetto illuminotecnico
Progetto acustico e AV
MSC Associati
Ariatta Ingegneria dei Sistemi
Eurodesign Crotti
GTP
Gruppo C14
Ingegneria acustica Brugola
Modellazione BIM
Quality surveyor
Pratiche edilizie
Consulenti LEED
Direzione lavori
Harpaceas
J&A Consultants
Tekne
Greenwich Srl
FVR Engineering, arch. Enrico Favero
Aziende
Copertura e portelloni in zinco titanio
Struttura portante in legno lamellare larice
Facciate ventilate, passerella, sistema frangisole
Sistema per facciate su disegno
Vetrazioni Quadri elettrici e trasformatori UPS energia di continuità di servizio e security
Diffusori sonori scenici Corpi illuminanti LED Gestione impianti (BMS) schermatura esterna Sistemi safety e security Elevatori
Gruppi frigo Impianto di condizionamento Auditorium Sedute in legno massello di faggio Scala elicoidale interna
Zintek
Wood Beton
AZA
Metra
Guardian by Tvitec
Schneider Electric
Riello
Meyer Sound
L’
edificio E3
West - o
Unicredit
Pavilion - è
definito da
un’architettura
inedita, esito di una riflessione
attenta sull’ambiente e le
risorse naturali. Questa emerge
a prima vista nella leggera
struttura verticale montante,
realizzata in larice europeo,
completata dal vetrocamera
luminoso e trasparente delle
facciate. In sapiente dialogo con
il parco circostante, con la piazza
e con la verticalità della vicina
Unicredit Tower, il Pavilion vanta
molte innovazioni tecniche,
costruttive e di impianto, e
alcuni primati. È stato infatti
progettato per rispondere alle
più stringenti normative
internazionali in materia di
sostenibilità e quindi per
ottenere la certificazione di
NOVEMBRE 2015
eccellenza Leed Gold, un
passaggio che qualificherà
l’intera zona milanese
circoscritta come l’area europea
con il maggior numero di edifici
green. L’intervento è anche uno
dei primi esempi italiani
completi di progettazione BIM
(Building Information Modelling)
per la gestione simulata
completa dell’edificio, attraverso
un modello informativo
tridimensionale. Una soluzione
che consente ai diversi
consulenti delle discipline
architettonica, strutturale e
impiantistica di interfacciarsi,
condividendo in tempo reale
dati e informazioni.
Progettare
senza fondamenta
L’Unicredit Pavilion è definito da
un volume arrotondato la cui
forma evoca un seme, come
suggerisce l’architetto Michele
42
Erco e Zumtobel
Siemens
Siemens, Prase, Selesta, Sony
Kone
Climaveneta
Rhoss
Cassina
Fontanot
De Lucchi, che lo ha “piantato”: «I
semi cadono sulla terra e le
radici si infiltrano nel terreno per
radicarsi e crescere e vegetare. I
semi hanno una pelle che li
ricopre e protegge, un cuore vivo,
vitale, fertile. C'è dentro
l'essenza della vita e la magia di
quelle materie che si
trasformano e rigenerano quelle
dalle quali sono state generate.
Questo seme è oggi un edificio,
di legno, giustamente, al bordo
di un grande parco cittadino». Di
fatto, la forma dell’edificio
risponde anche alla particolare
configurazione del sedime e
quindi alle due differenti altezze
relative al possibile volume
edificabile (circa 22 m la
massima e 9,3 m la minima).
Questa struttura “organica” e
sostenibile, in legno e vetro,
comunica quasi osmoticamente
con l’ambiente circostante,
sviluppando il tema della
UNICREDIT PAVILION
“
L'architetto
è un contadino
e io ho piantato
un seme
per Milano
”
Michele De Lucchi
oasi metropolitana
La struttura in legno, vetro
e metallo dell’Unicredit
Pavilion completa il paesaggio
urbano della nuova Milano.
NOVEMBRE 2015
43
THE NEXT BUILDING PROGETTI
trasparenza, quindi della
percezione tra interno ed
esterno, non solo nella scelta
dei materiali, ma anche nei suoi
elementi formali. Vedi il sistema
automatizzato di schermatura
orizzontale con lamelle
frangisole, che riduce l’apporto
solare, regolandone l’intensità
negli spazi interni. E ancora: le
ampie ali laterali lunghe 12 m e
alte 5,5 m alzabili in occasione
di concerti ed eventi pubblici,
dotate di maxischermi rivolti
verso il parco e la piazza Gae
Aulenti, che aprono l’edificio
verso l’esterno.
Un’ulteriore peculiarità del
Pavilion è l’essere privo di
fondamenta, quindi di poggiare
sul parcheggio sotterraneo,
senza prevedere pilastri.
«Progettare oggi senza
fondazioni - ribadisce l’architetto
ferrarese - ha veramente un
senso in più perché noi
continuiamo a occupare terreno
vergine, spazi che sono dedicati
alla natura e che non possiamo
continuare a consumare. C’è
quindi il messaggio di iniziare a
costruire sopra le cose già
costruite, di cominciare a usare
meglio lo spazio che abbiamo in
qualche maniera usato per altre
cose».
Sostenibile leggerezza
Firmato dagli ingegneri Danilo
Campagna e Alessandro Aronica
involucro e volumi interni
L’integrazione ottimale tra struttura
e impianti, grazie anche alla scala
relativamente piccola dell’edificio,
prevede che le centine verticali e le
travi in legno lamellare del soffitto
siano isolate dai volumi interni che
comprendono la circolazione verticale,
le condotte impiantistiche e i servizi.
Una struttura antisismica e staticamente indipendente
la Sfida
Evitare il giunto nel nuovo
edificio in corrispondenza di
quello del sottostante podio
(creare un edificio monolitico
sopra livello piazza), rispettando
le norme antisismiche.
Limitare gli interventi strutturali
nel sottostante podio occupato
nei piani -3 e -2 da parcheggi
pubblici e commerciali già in
funzione (diminuire la forzante
sismica).
la Soluzione
L'isolamento sismico con
dispositivi di appoggio in
elastomero armato (a strati
alterni di acciaio ed elastomero
collegati mediante processo di
vulcanizzazione) ha permesso:
la soluzione statica al problema
del giunto; la riduzione del
tagliante sismico trasferito dal
nuovo edificio al sottostante di
circa il 66%; la riduzione dei
nuovi controventi nei piani
interrati.
L’
Unicredit Pavilion è stato progettato
interrati: secondo la normativa sulle costruzioni
in appoggio sulle strutture sottostanti
NTC2008, infatti, l’intervento edilizio si intende
con isolatori elastomerici armati,
come sopraelevazione di un edificio esistente (e
usualmente utilizzati come sistemi di protezione
cioè il podio sottostante, rinforzato per permettere
in siti ad alta pericolosità sismica. Il fabbricato
l’equilibrio della nuova forzante sismica). Nei piani
monolitico realizzato è di tipo “sliding”, cosicchè,
interrati, gli interventi strutturali sono avvenuti
scavalcando il giunto esistente, si evitino
mantenendo in esercizio i parcheggi interrati del
interazioni cinematiche con il podio sottostante.
podio nel corso delle lavorazioni.
Due i motivi della scelta: garantire una
superiore protezione sismica e ridurre
considerevolmente i rinforzi strutturali da
realizzare nei piani interrati del podio (avendo
ridotto il tagliante sismico da trasferire alle
fondazioni). Questa soluzione ha permesso di
realizzare l’adeguamento sismico degli edifici
NOVEMBRE 2015
44
UNICREDIT PAVILION
Building Information Modelling
L’
Unicredit Pavilion vanta il
primato di essere uno dei primi
esempi italiani completi di
progettazione BIM. Per condividere tutte
le informazioni di ordine architettonico
(dalla rappresentazione foto realistica per
la valutazione di impatto ambientale alle
visualizzazioni virtuali per la committenza),
esecutivo (dagli elementi strutturali agli
impianti tecnologici meccanici ed elettrici)
e gestionale (dai computi metrici alle
distinte fornitori) sono stati creati tre
specifici file BIM relativi alle discipline
architettonica, strutturale e impiantistica.
Partendo dunque dal BIM architettonico
è stata definita una strategia operativa
comune e i tre modelli sono stati collegati
e unificati per venire elaborati come
modello unico. Per gestire il complesso
iter progettuale e quindi di interfaccia
tra i consulenti è stato scelto il software
per la progettazione architettonica e la
costruzione BIM Revit di Autodesk. Dal
punto di vista architettonico, la gestione
degli spazi e dei volumi ha richiesto
un’attenzione particolare e delicata: così,
per integrare uno dei due locali tecnici al
piano secondo, sono stati ottimizzati tutti
gli spazi utili, per favorire il passaggio di
canali e impianti, in modo organico con la
struttura portante in cemento armato e
legno lamellare. Di particolare interesse, la
possibilità di effettuare l’analisi energetica
dell’edificio, per eseguire calcoli sul
modello volumetrico, l’involucro e studiare
l’irraggiamento e l’ombreggiamento
delle superfici nei vari periodi dell’anno.
Partendo quindi dal modello architettonico,
è stato possibile costruire gli elementi
del modello strutturale verificando
costantemente possibili conflitti geometrici.
Dal modello architettonico sono stati
ricavati direttamente alcuni elementi
strutturali, modificandoli in modo
parametrico (spessore, altezze, materiali…)
e acquisendoli nel modello strutturale
senza ridisegnarne le geometrie. Ciò si
è rivelato particolarmente vantaggioso
sia come garanzia di congruità con le
ARCHITETTURA, STRUTTURA, IMPIANTI: I VANTAGGI DEL BIM
1
La tecnologia BIM, integrando un modello di progettazione in 3D, ha
pressoché eliminato il rischio di errori, fornendo molteplici sezioni e
spaccati assonometrici modificabili. La funzione di "clash detection" ha
permesso il controllo di interferenze a livello geometrico, quella di "code
compliance" la verifica del rispetto di normative per l’accessibilità e la
sicurezza dell’edificio.
2
La verifica della compatibilità tra gli elementi impiantistici e gli elementi
strutturali, ed in particolare delle forometrie e dei ridotti spazi di
passaggio presenti, ha rappresentato un enorme vantaggio nella verifica delle
interferenze, contribuendo a ridurre ed anticipare la risoluzione di errori e
problemi che spesso emergono solo in fase di costruzione dell’involucro edilizio.
3
Simulare significa risolvere attraverso l’analisi del modello le interferenze
fisiche tra gli elementi, verificare la sua efficienza energetica, creare un
modello di gestione dell’intero edificio per fornire informazioni utili per la
costruzione, la gestione e la manutenzione dell’opera.
complesse geometrie architettoniche, sia
nell’ottimizzazione delle risorse e dei tempi
di progettazione. Per quanto riguarda
infine gli impianti, il nuovo approccio
progettuale ha determinato un aumento
dell’efficienza delle distribuzioni, una
riduzione degli errori progettuali e un totale
coordinamento dei passaggi impiantistici
con gli elementi architettonici e strutturali.
L’esistenza di cores e cavedi per i soli
NOVEMBRE 2015
45
passaggi impiantistici verticali, ma l’assenza
di controsoffitti per passaggi orizzontali e
l’impossibilità di avere impianti tecnologici
“a vista”, sono stati temi fondamentali
da indagare e risolvere con l’utilizzo del
software BIM. Lo sviluppo del modello ha
permesso di prevedere tutti i passaggi
impiantistici coordinati, assolutamente
non a scapito dell’architettura o della
struttura dell’edificio.
THE NEXT BUILDING PROGETTI
della MSC Associati, il progetto
strutturale del nuovo Pavilion
Unicredit E3 West nasce dalla
valutazione architettonica
dell’edificio immaginato come
un sasso (o un seme) poggiato
sul terreno. L’E3 West è infatti
situato a cavallo di un giunto
presente nell’esistente edificio
podio, che si estende per tre
piani sotto il livello della piazza.
Parte dell’edificio si trova inoltre
sovrapposto planimetricamente
alla galleria a doppio binario
della linea MM5, ubicata poco
sotto le fondazioni. La soluzione
a questa condizione è stata
realizzare una costruzione
staticamente indipendente,
costituita da una piattaforma
isolata dal punto di vista
sismico. E’ questa che permette
di poggiare l’edificio fuoriterra al
sottostante podio e sorreggere
le strutture in elevazione. Tutte
le scelte progettuali sono state
adottate al fine di limitare il
peso totale del nuovo fabbricato
e, conseguentemente, ridurre al
massimo le sezioni strutturali
attribuendo all’edificio una
voluta snellezza.
L’analisi delle sollecitazioni di
progetto è stata eseguita
attraverso la costruzione di un
complesso modello numerico ad
elementi finiti (software Midas
Gen) che, oltre a modellare il
nuovo edificio fuori terra, ha
contemplato una vasta porzione
del podio interrato, verificato
nella nuova configurazione di
SPAZI interni E ATTIVITÀ
Auditorium, edificio per eventi, meeting
e conferenze, sede espositiva e asilo
per l’infanzia, il Pavilion copre un’area
di circa 3200 mq e si sviluppa su tre
livelli. Al piano terreno l’Auditorium può
ospitare sino a 700 persone e grazie
alla particolare concezione modulare
degli spazi, è possibile suddividere
l’area in più ambienti di dimensioni
ridotte. Attraverso una scala elicoidale,
dall’Auditorium si accede alla Passerella
dell’Arte, luogo dedicato alle mostre. Al
2° livello si colloca l’asilo nido Mini-Tree
e, cuore pulsante dell’edificio, il volume
tecnico che ospita gli impianti, non
collocabili in copertura dell’edificio per
non comprometterne l’integrità formale e
l’impatto visivo dai grattacieli circostanti.
Al 3° piano, la Greenhouse, location
destinata a meeting ed eventi.
NOVEMBRE 2015
carico dovuta alla realizzazione
del sovrastante E3 West.
I TEST DEL CNR SULL’INVOLUCRO
Come un oggetto poggiato su
un podio, grazie anche alla sua
scala relativamente piccola, la
struttura organica vetrata
composta da centine di legno
lamellare dell’Unicredit Pavilion
contribuisce a definire il nuovo
panorama urbano milanese. La
sua realizzazione è il risultato
esemplare del lavoro di più
team di professionisti chiamati a
interagire in stretta
collaborazione.
Il guscio esterno dell’edificio è
costituito da archi iperstatici a
due cerniere, di luce fino a 35 m,
realizzati con legno lamellare in
larice di classe GL28h: una
struttura composta da circa
1.900 mq di pannelli vetrati e
1.358 m lineari di legno per travi
e centine. Vera sfida
ingegneristica e tecnologica,
l’Unicredit Pavilion ha richiesto
l’effettuazione di test iniziali
eseguiti dall’ITC-CNR, cui è stato
affidato il compito di validare il
connubio tra la grande valenza
estetica, l’elevata integrazione
tecnologica e l’effettivo comfort
e sicurezza degli occupanti.
Nella sede di San Giuliano
dell’istituto, è stato realizzato
un mock-up dell’edificio 3E West
in scala 1:1, alto 12 metri e con un
ingombro alla base di 10 x 10 m,
a rappresentare una porzione
della curvatura di testa del
BMS - Building Management System
L’
ottimizzazione delle prestazioni dell’involucro è garantita da
un sistema BMS (Building Management System), che permette
la gestione della schermatura solare (lamelle esterne) dotata
di sensori d’irraggiamento in facciata, da gateway e da moduli
intelligenti (secondo Del. 8/8745 del 22.12.2008 della Regione
Lombardia). Vera ”intelligenza” dell’edificio, il BMS permette la
centralizzazione di tutti i sistemi, il controllo e la visualizzazione di
tutti i principali parametri e soprattutto la gestione degli allarmi.
46
UNICREDIT PAVILION
Working Detail
INVOLUCRO
La facciata
portellone chiuso
I
l sistema per realizzare la
facciata è stato realizzato
da AZA, Eurodesign e Metra
su progetto, perché fosse in
grado di soddisfare particolari
requisiti di ordine tecnico e relativi
alla sequenza di montaggio
del cantiere. Sulla facciata a
montanti e traversi, con parte in
vista da 100 mm, i vetri dovevano
essere montati dall’interno,
pertanto sono state affrontate
e risolte tutte le problematiche
relative alla gestione dell’acqua,
operazione complicata dalle
grandi dimensioni dei vetri.
Per questi motivi sono stati
studiati accessori specifici:
• Cavallotti con portate di 2000 kg
• Accessori per mandare in pressione uniforme i vetri contro le guarnizioni
• Aperture nascoste per evacuazione fumo e areazione con gestione automatica
• Passaggio dei pluviali all’ interno delle tubolarità
• Aperture sulla copertura per evacuazione fumo con gestione automatica
• Telai vulcanizzati per garantire le tenute dei moduli vetrati
• Appositi accessori per evacuazione dell’acqua sia per le parti dirette che inclinate
• Trasmittanza termica Ucw = 1,1
• Verifica della condensa
1
Rivestimento
basculante in
zintek prepatinato, doghe a
scalino
2
Rivestimento
basculante in
zintek prepatinato, forato
per areazione
3
Rivestimento
basculante in
zintek prepatinato, doghe a
incastro
1
2
3
portellone aperto
7
8
4
Video-wall
con sistema
audio subwoofer
5 Sensori wi-fi
6 Sensori di rilevamento
7
Sistema
di chiusura
elettronica "flap"
8
Griglia
in zintek
prepatinato, forato per
aereazione, ventilazione
con ventole all'interno del
video-wall
4
5
5
6
6
LE ALI LATERALI
Tra gli elementi più interessanti del Pavilion, le aperture
laterali consentono di aprire la facciata per creare
continuità tra edificio e piazza durante eventi speciali.
Sulle due porte “hangar” simmetriche, larghe 12 m e alte
5,5, sono montati schermi Led. Dietro le porte, 4 pannelli
NOVEMBRE 2015
47
scorrevoli in vetro, apribili indipendentemente.
Il rivestimento dei portelloni riprende la finitura in
zintek e integra il sistema di illuminazione a Led.
Sulla parte posteriore delle ali sono posizionati 2 hotspot
wi-fi per consentire la connessione a circa 30mila utenti.
THE NEXT BUILDING PROGETTI
Pavilion, lato sud-ovest. Il
campione comprendeva il guscio
esterno ligneo con gli attacchi al
piede e i fissaggi di copertura, i
moduli di facciata continua e
relative interconnessioni, le
porte di accesso e la passerella
interna agganciata al soffitto
per mezzo di tiranti. L’indagine
preliminare è stata svolta in
relazione agli agenti atmosferici
(permeabilità all’aria, tenuta
all’acqua sotto pressione
statica, tenuta all’acqua in
condizioni dinamiche e
resistenza al carico del vento).
Sono stati quindi indagati gli
aspetti principali connessi alla
sicurezza (resistenza dinamica
all’impatto sugli elementi di
facciata, prove di carico
uniformemente distribuito sulla
passerella interna e prove di
carico linearmente distribuito
sul corrimano…) e alla
funzionalità e durabilità (prove
di resistenza meccanica, prove
cicliche…). Le valutazioni in
laboratorio hanno preceduto
ulteriori test condotti “in situ”
per la comparazione ex post e il
rilievo di eventuali
problematiche connesse alla
posa in opera. Successivamente,
sono state ipotizzate analisi
finalizzate alla valutazione
delle prestazioni energetiche e
acustiche dell’ involucro e alla
valutazione del livello di comfort
ambientale interno nelle reali
condizioni di utilizzo.
ENERGIA VERDE
Edificio multifunzionale, l’E3
West ha richiesto dal punto di
vista impiantistico una decisa
elasticità. A servizio del nuovo
building sono operativi diversi
tipi di impianti: di potenza per la
distribuzione dell’energia
elettrica; di illuminazione;
speciali di safety e security;
multimediali. Lo studio Ariatta
NOVEMBRE 2015
48
UNICREDIT PAVILION
COPERTURE
1
1
3
2
1
fotovoltaico
1
Rivestimento
in zintek
prepatinato
2 Pannello fotovoltaico
3
Lucernaio
apribile
sez. b-b
dett. D
dett. C
A
B
dett. e
sez. A-A
NOVEMBRE 2015
49
Il sistema di copertura - che dà
continuità alla struttura portante
dell’edificio ed è concepito
come una superficie che unisce
i gusci in legno - è firmato
dall’azienda veneta Zintek, unica
produttrice italiana del laminato
in zinco-titanio. Guardata in
pianta, la copertura si presenta
perfettamente regolare, composta
da moduli rettangolari uguali
disposti secondo assi ortogonali,
ma in realtà il rivestimento
a pannelli è realizzato con
elementi uno diverso dall’altro
per assecondare le curvature e la
sinuosità della struttura. Utilizza
moduli da 900 mm di larghezza
per la sottodivisione dei pannelli
metallici in zintek, l’integrazione
dei lucernai, i pannelli fotovoltaici
e le griglie di ventilazione.
Compongono il soffitto un pannello
acustico in legno multistrato,
una bariera al vapore, 2 livelli di
forte isolamento e una membrana
traspirante (impermeabile,
resistente agli UV e saldata a
caldo per sigillare i sormonti).
Su questa si trovano un listello in
legno per creare un’intercapedine
di aerazione e un tavolato in legno
con strato separatore drenante e
antirombo a supporto del laminato
zintek. La copertura è composta da
moduli in zintek posati accostati,
che creano una fuga parallela e
ortogonale all’asse centrale. Sono
protetti con messa a terra tutti
i componenti metallici (telai dei
corpi emergenti, rivestimento in
zintek…) e sulla copertura sono
montati sistemi di protezione dalle
scariche atmosferiche e sistemi
anticaduta per la manutenzione
dei pannelli fotovoltaici, invisibili
a occhio nudo.
THE NEXT BUILDING PROGETTI
Working Detail
IMPIANTI
puntO di osservazione 1
piano 1° interrato: punti di osservazione
puntO di osservazione 5
FAN COILS A QUATTRO TUBI
Nell’asilo aziendale (1° piano) è attivo un
impianto di condizionamento di tipo misto
acqua-aria, tramite pannelli radianti a
pavimento ed aria primaria.
Nella zona uffici/ meeting room/lounge
(3° piano) è attivo un impianto di
condizionamento di tipo misto acquaaria, con fan-coils ed aria primaria. Per
soddisfare la massima flessibilità degli
spazi, sono previsti fan coils a quattro
tubi posizionati sotto il pavimento
sopraelevato.
la potenza
Alimentazione
• fonte di energia elettrica pubblica in
media tensione
• fonti preferenziali (gruppi elettrogeni e
gruppi di continuità)
• impianto fotovoltaico in copertura
(32kWp)
Quadri elettrici
• di zona/area completi di più sezioni di
energia elettrica (normale, preferenziale,
continuità) per alimentare i diversi
carichi previsti.
Protezione scariche atmosferiche
• “rete” metallica integrata con
l’architettura
puntO di osservazione 2
puntO di osservazione 4
puntO di osservazione 3
L’impianto intelligente
di riscaldamento/raffrescamento
L’
acqua fredda e calda generata dalla centrale termo-frigorifera è inviata ai circuiti secondari
a servizio della rete fan coils, dei condizionatori e dei pannelli radianti e distribuita da gruppi
di pompaggio a portata variabile. L’impianto è calibrato sulle diverse esigenze dell’utenza
e sulla possibilità di suddividere gli spazi dei tre livelli dell’edificio in più porzioni. L’impianto di
condizionamento del tipo a “tutt’aria” consente di ridurre al minimo il consumo energetico, in relazione
alle effettive necessità. L’unità di trattamento dell’aria è dotata di doppio ventilatore con inverter e
di sistema di scambio termico per recuperare il calore contenuto all’interno dell’aria di espulsione del
tipo a scambiatore aria-aria a secco. La portata dell’aria dei ventilatori è regolata secondo l’effettiva
presenza di persone negli ambienti, misurata mediante sonda CO2. Nella maggior parte dell’anno è
attivato un solo ventilatore di mandata
e ripresa, in caso di funzionamento
alla massima configurazione è attivato
anche il secondo. L’immissione dell’aria
avviene mediante plenum a pavimento
con bocchette di mandata inserite
nel pavimento stesso con anteposte
cassette a portata variabile dotate di
batteria di post riscaldamento. Il plenum
di distribuzione è opportunamente
sezionato per mantenere la suddivisione
fisica della varie sale configurabili e
permettere una diversa gestione dei
funzionamenti, per presenza di persone e
temperature.
NOVEMBRE 2015
50
UNICREDIT PAVILION
l’illuminazione
Tutti gli spazi, ad accezione dei locali
tecnici, sono illuminati con corpi
illuminanti LED ad alto rendimento. Tutti
i corpi illuminanti sono del tipo DALI così
da adattarsi ad ogni tipologia di evento
ed in grado di essere gestiti direttamente
dal sistema BMS. I corpi illuminanti a
servizio delle vie d’esodo (U.S.) sono del
tipo LED, con potenza inferiore a 5W come
da richieste LEED. Tutta l’illuminazione
di emergenza è derivata da soccorritori
(UPS di emergenza) dedicati ai sistemi
safety, posti nei locali tecnici.
LA SOSTENIBILITÀ
Il Pavilion è registrato secondo il protocollo LEED 2009 New Construction con
obiettivo Gold. LEED AP Consultant del progetto, l’ingegner Mario Pinoli di
Greenwich - Progetti e servizi per l’ambiente ha gestito il processo finalizzato
all’ottenimento della certificazione dell’edificio E3 West, sviluppato in più
fasi operative e con i diversi partner: LEED Preliminary Assessment con proprietà,
sviluppatore e progettisti; registrazione del progetto presso l’ente (GBCI) a cura di Unicredit; Design
Phase LEED e Energy modeling con i Progettisti; Design submission; Construction Phase con Italiana
Costruzioni; Commissioning; Construction Submission e ottenimento finale della certificazione. Il sistema
di rating LEED si struttura in 7 famiglie organizzate in prerequisiti e in crediti.
Dal punteggio ottenuto durante le fasi di progettazione, esecuzione e completamento dell’edificio deriva
il livello di certificazione (da 40 a 110 punti): Certified (almeno 40), Silver (almeno 50), Gold (almeno 60)
o Platinum (almeno 80).
NOVEMBRE 2015
51
ha inoltre attribuito un’estrema
attenzione al tema del
risparmio energetico, sviluppato
sia in ambito meccanico sia
elettrico. Decisivo, intermini di
sostenibilità ambientale, il
ricorso a una soluzione a basso
consumo energetico,
alternativa all’impianto
convenzionale di
riscaldamento/raffreddamento.
L’edificio è infatti collegato
all’anello di acqua di falda
proveniente dal sistema di
distribuzione “condominiale”
comune a tutto il complesso.
L’energia termica e frigorifera
primaria è così prodotta da una
centrale termo-frigorifera
composta da due unità
polivalenti condensate ad
acqua, con produzione continua
e simultanea di acqua calda a
45°C e refrigerata a 8°C
(impianto a quattro tubi). Il
sistema preleva acqua a
temperatura costante dai pozzi
in profondità. L’impianto scarica
la potenza termica o frigorifera
in eccesso in un anello comune
di scarico: il raffreddatore può
quindi recuperare potenza
termica o frigorifera sfruttando
la massima efficienza del
sistema. Pertanto, l’acqua
calda e l’acqua refrigerata sono
prodotte sfruttando la
massima efficienza, generando
il minimo rumore e senza
emissioni locali di CO2. Sulla
copertura dell’edificio, un
impianto fotovoltaico a pannelli
perfettamente integrato con
l’architettura dell’involucro
fornisce supporto energetico
per una potenza di circa 32kWp
(il 5% circa del fabbisogno
totale). Ed è proprio questo
sistema ad aver contribuito
significativamente
al’ottenimento della
certificazione Leed Gold per
edifici innovativi e sostenibili. v
THE NEXT BUILDING PROGETTI
complesso uffici gioiaotto
milano
Margherita Toffolon
Foto Andrea Martiradonna,
Park Associati
e Alessandro Sartori
NOVEMBRE 2015
52
Sostenibilità spinta
Rinnovare a Leed Platinum
Porta le firme di Marco Zanuso e Pietro Crescini l’edificio
anni ’70 recentemente riqualificato da Park Associati con
certificazione Leed Platinum. Ed è l’involucro ad alte prestazioni,
con fasce orizzontali in cemento e vetrate continue,
a caratterizzare la matrice contemporanea del nuovo intervento
NOVEMBRE 2015
53
THE NEXT BUILDING PROGETTI
Progetto
COMPLESSO UFFICI
GIOIAOTTO
via Melchiorre gioia, 8
20124 milano
I
l progetto per la
riqualificazione del
“Residence Porta
Nuova” a Milano,
firmato dallo studio
Park Associati,
vincitore del concorso indetto
da Hines Italia, è stato sin
dall’inizio impostato sulla
sostenibilità, ottenendo la
certificazione internazionale
Leed Platinum (il primo
edificio a Milano e il secondo
in Italia per punteggio), sul
riuso conservativo della
struttura portante originaria
e sulla razionalizzazione degli
spazi interni e delle facciate.
L’edificio, ora denominato
Gioaotto, da oltre quarant’anni
caratterizza il tratto iniziale di
via Melchiorre Gioia a Milano,
zona che negli anni ’70 è
stata oggetto di importanti
interventi architettonici. Il
progetto originale, firmato da
Marco Zanuso e Pietro Crescini,
presentava spiccati apparati
prefabbricati e una matrice
orizzontale che il recente
intervento di riqualificazione
ha mantenuto e valorizzato
nel suo rapporto con la
strada e nel contrasto con
la verticalità delle nuove
costruzioni dell’area Porta
Nuova. Puntuali gli interventi
per la riduzione del consumo
energetico e idrico, la riduzione
dei corpi illuminanti, la
selezione dei materiali,
l’incremento dell’isolamento
termico, la rigenerazione
delle aree esterne a garanzia
di un’efficienza energetica
Progetto
Riuso conservativo della struttura portante
di un residence a Milano con razionalizzazione
di spazi interni e facciate.
La Sfida
Realizzare un edificio destinato ad uffici e
all'hotellerie con format flessibile degli spazi
interni di lavoro, nell'ottica di sostenibilità
elevata ed efficienza energetica.
Un intervento di riqualificazione che conduca
alla certificazone LEED Platinum.
Project Team
Architetto
Park Associati
via Garofalo 31
20133 Milano talia
Progettazione archittonica e DL
GENERAL PLANNING srl
Design Team
Alessandro Rossi (Project Leader)
Alexia Caccavella
Marinella Ferri
Marco Panzeri
Davide Pojaga
Elisa Taddei
Paolo Uboldi
Fabio Calciati
Involucro
Committente
Hines Italia sgr
General Contractor
CESI Soc. Cooperativa
Project Management
Coima
Impianti
Consulenti progetto costruttivo MIBP Milano Building Project
Certificazione LEED
Greenwich srl
Struttura metallica copertura
C.M.S.
5.000 mq
Project size Serramenti e pinne in vetro Cima
Sistemi per serramenti Schueco
Vetri AGC Flat Glass Italia
Impiato fotovoltaico Fire Consultancy
Safety Consultancy
1Alpiq InTec
GAE Engineering
General Planning
Il piano terra
Il piano terra è realizzato con facciate
continue Schüco FW 50+ SG, per
garantire la massima connessione fra
gli accessi e l’attacco a terra, mentre
è evidente la discontinuità dalle
parti opache strutturali coperte dai
serramenti serigrafati.
elevata e un consistente
risparmio sui costi di gestione.
Interventi che facendo
riferimento al protocollo Leed
2009 Core&Shell (che valuta
l’efficienza del solo guscio
e degli impianti energetici
solitamente utilizzata per
edifici i cui spazi sono pensati
per l’affitto), hanno permesso
al Green Building Certification
Institute (Gbci) di rilasciare la
certificazione LEED Platinum
con un punteggio di 88 punti
su 110.
Il progetto architettonico
L’edificio originariamente
denominato ‘Residence Porta
NOVEMBRE 2015
54
COMPLESSO UFFICI GIOIAOTTO
Working Detail
involucro
RINNOVO DI CLASSE
Cemento, alluminio e
vetro sono i materiali che
caratterizzano il nuovo
involucro edilizio. Gli
originali marcapiani in
cemento prefabbricato
sono stati messi a nudo,
a segnare il ritmo delle
fasce vetrate continue.
Ma è il grande serramento
orizzontale a generare il
ritmo di facciata..
3
4
2
4
1
5
La Facciata di GIOIAOTTO
1
2
3
4
5
Ritmo di facciata
e pareti mobili
C
emento, alluminio e vetro sono i materiali che caratterizzano
il nuovo involucro edilizio. Gli originali marcapiani in cemento
prefabbricato sono stati messi a nudo, a segnare il ritmo
delle fasce vetrate continue, unico elemento chiaroscurale dell’intera
composizione. Ma è il grande serramento (dal primo all’ottavo
piano), che segue il passo strutturale in orizzontale e si sviluppa
verticalmente in tre parti, a generare il ritmo di facciata. La parte
superiore, opaca e inclinata, indirizza la luce naturale sull’intradosso
del soffitto. La parte di mezzo, trasparente e apribile, mette in
comunicazione l’ambiente lavorativo con l’esterno, mentre la parte
inferiore alterna, in adiacenza alla postazioni, archivi e mobili copri
fancoil. All’interno, il passo dei serramenti, realizzati con profilati
Schüco AWS 75 BS.HI (Uf compreso tra 1,5÷1,7 W/m²K per le parti fisse,
e tra 1,8÷2,0 W/m²K per le parti apribili), è sottolineato da pinne in
vetro extrachiaro, che aumentano la flessibilità interna permettendo
l’installazione di pareti mobili, mentre all’esterno vi è l’alternanza di
pinne in vetro extra-chiaro e colorato in pasta grigio chiaro. Il vetro
NOVEMBRE 2015
Marcapiani in cemento
Pinne in vetro
Zona ufficio
Serramento in alluminio
Fancoil
dei serramenti è composto da: lastra esterna 44.2 Stratophone
Stopray Vision-60 on Clearvision pos.2; intercapedine 20mm con
gas Argon 90% canalino Chromatech Ultra; lastra interna 10mm
Planibel Clear temperato HST (TL 60%-RL 16%; FS 34%; Ug= 1.0 W/m²K;
Rw=db45). Il valore complessivo di trasmittanza termica è Uw=1.3 W/
m²K. Il valore di abbattimento acustico (Rb) della facciata è pari a
45 dB così da aver in opera un valore di 42 dB come da normativa.
Davanti ai pilastri sono posizionati box in lamiera microforatapressopiegata. Nella parte riservata all’hotel, il passo dei serramenti
ai piani superiori è evidenziato con l’alternanza discontinua di lame
in vetro trasparente e box in legno. Il piano terra invece, realizzato
con facciate continue Schüco FW 50+ SG, segue un ritmo di moduli
trasparenti in vetro per garantire la massima connessione fra
gli accessi e l’attacco a terra, mentre la discontinuità dalle parti
opache strutturali coperte dai serramenti serigrafati su due livelli
aumenta l’effetto tridimensionale in facciata. La facciata continua è
composta da zone trasparenti e zone spandrel. Le zone trasparenti
sono composte da: lastra esterna 55.2 Stratophone Low-e Planibel
Light on Clearvision pos.2; intercapedine 20mm con gas Argon 90%
canalino Chromatech Ultra; lastra interna 10mm plani bel Clear
temperato HAST (TL 64%-RL 26%; FS 40%; Ug = 1.0 W/m²K; Rw =dB 43).
Il valore di trasmittanze termica è Uw = 1.3W/m²K.
55
THE NEXT BUILDING PROGETTI
Nuova’, ultimato nel 1973 su
progetto di Marco Zanuso e
Pietro Crescini, presenta una
forte matrice orizzontale che
l’intervento di riqualificazione
di Park Associati ha
ulteriormente valorizzato.
L’analisi filologica e attenta
del manufatto unitamente
al processo progettuale
sviluppato in ogni dettaglio e
in un’ottica di sostenibilità ed
efficienza energetica spinta, ha
permesso un’organizzazione
flessibile degli spazi interni
della zona uffici e dell’hotel
con un alto grado di
luminosità. La hall d’ingresso
al piano terra da subito pone
in contrasto superfici ruvide
che rifrangono, mentre altre
riflettono la luce naturale
diurna e quella artificiale
notturna. Ai piani superiori è il
grande serramento tripartito
a sviluppo orizzontale la fonte
di luce naturale. Una sorta di
facciata continua realizzata
su disegno, in base all’altezza
interpiano e i marcapiani in cls
esistenti, tale da indirizzare
la luce e raggiungere elevate
prestazioni termo-acustiche.
L’edificio manifesta tutto il
carattere di sostenibilità in
copertura, che è stata invece
completamente ridisegnata,
conservando solo la possente
arca in calcestruzzo armato
originaria. Qui un’apposita
struttura metallica, rivestita
da una superficie calpestabile
che riflette il calore, sostiene e
accoglie: gli impianti tecnologici
mascherati da un sistema
verde, il sistema di raccolta
dell’acqua piovana utilizzata
per gli scarichi dei bagni,
mentre verso nord, pavimenti
flottanti in doghe di legno e
superfici a prato circondano
sull’integrazione fra
impiantistica e architettura.
Gli impianti sono stati
rinnovati al fine di raggiungere
elevati valori di efficienza
energetica. Per quanto
riguarda il riscaldamento è
stato mantenuto il concept
originale di Zanuso (impianto
orizzontale con alloggiamento
interno ai marcapiani)
installando un impianto a
quattro tubi che alimenta i
convettori posizionati lungo
le pareti perimetrali. Sistema
che consente di mantenere
uno schema distributivo
Frangisole fotovoltaici
Alla sommità una sala polifunzionale
completamente vetrata che è protetta
da una copertura frangisole su cui
poggiano i 44 pannelli fotovoltaici da
240 W (per una potenza complessiva
di 10 kWp).
Una HALL in contrasto
L'edificio presenta una forte matrice
orizzontale. L’analisi filologica e
attenta del manufatto unitamente
al processo progettuale sviluppato
in ogni dettaglio e in un’ottica di
sostenibilità ed efficienza energetica
spinta, ha permesso un’organizzazione
flessibile degli spazi interni. La hall
da subito pone in contrasto superfici
ruvide che rifrangono, mentre altre
riflettono la luce naturale diurna e
quella artificiale notturna.
una sala polifunzionale
completamente vetrata che
è protetta da una copertura
frangisole su cui poggiano i 44
pannelli fotovoltaici da 240W
(per una potenza complessiva
di 10kWp).
interno molto flessibile e
differenziato per piano.
L’impianto di riscaldamento e
condizionamento è regolato
da un sistema domotico, che
ne consente la disattivazione
con l’apertura delle finestre.
Un software apposito permette
di gestire ogni singolo piano e
ogni singolo ufficio. v
NOVEMBRE 2015
Il sistema impiantistico
L’intervento è stato impostato
56
COMPLESSO UFFICI GIOIAOTTO
I VALORI LEED
DELLA SOSTENIBILITà
Ecco gli interventi
in chiave sostenibile
del progetto certificati
dal Green Building
Certification Institute
32%
di riduzione dei
costi energetici
complessivi;
48%
di riduzione
del consumo
di acqua per usi interni
dell’edificio;
56%
di riduzione
del consumo
d’acqua a fini irrigui;
installazione di contabilizzatori
di energia elettrica sui
quadri elettrici per la misura
dell’energia assorbita dai singoli
sistemi;
85%
dei rifiuti
prodotti in fase
di cantiere inviati a riciclo;
25%
di uso di
materiali riciclati
sul totale;
20%
di uso di
materiali
regionali sul totale;
100%
installazione
di prodotti in
legno privi di urea-formaldeide;
70%
di uso di
materiali in
legno certificati FSC sul totale.
PARK ASSOCIATI
S
uperare continuamente i limiti compositivi e tipologici dell’architettura è il primo obiettivo
dell’approccio culturale e progettuale di Park Associati, studio fondato nel 2000 da Filippo
Pagliani e Michele Rossi; i progetti si alimentano dello scambio di idee libero e aperto che
caratterizza il lavoro dei collaboratori; si articolano attorno alle suggestioni compositive date
dal contesto, dalla ricerca tecnologica e dall’ibridazione di materiali e di tecniche, all’innovazione
formale, tecnologica e funzionale. Tra gli altri progetti recenti: Nestlè Headquarters di Assago, la
ristrutturazione della Serenissima, gli store internazionali Brioni e il ristorante Priceless.
NOVEMBRE 2015
57
THE NEXT BUILDING PROGETTI
NUOVO
Edificio F5
Cuneo
Margherita Toffolon
Foto © Andrea Martiradonna,
Emanuele Mainero
Dominio vetrato
Un edificio a destinazione mista in Classe A+ ricoperto di vetro:
serramenti, parapetti, vetrine e rivestimento murario.
Un catalizzatore di luce con elevato comfort termico e acustico
Classe A+
Soluzioni tecnologicamente avanzate
per la progettazione dell'edificio F5
a Cuneo. Dai tripli vetri con valore Ug
0,6 W/m2K a serramenti in alluminio a
taglio termico, dai frangisole esterni in
alluminio motorizzati alla stratigrafia
ei componenti opachi. L'edificio è in
classe A+ secondo i parametri della
Regione Piemonte.
L’
edificio
F5 è il
primo di
tre edifici
realizzati
nell’area
di espansione sull’altipiano
della città di Cuneo grazie
all’attuazione di un
masterplan volto alla
realizzazione di un nuovo
polo sostenibile. Gli edifici,
a destinazione residenziale,
commerciale e direzionale,
sono inseriti in un contesto
pubblico e di verde urbano
e sono progettati per
raggiungere un’efficienza
NOVEMBRE 2015
energetica e un comfort
acustico elevati. L’edificio
a sviluppo lineare, firmato
dall’architetto Duilio
Damilano, è il primo che
è stato completato e si
presenta caratterizzato da
vaste superfici verticali in
vetro anche a rivestimento
delle pareti murarie, che
ne aumentano l’effetto
riflettente e diafano del
volume.
Pro comfort abitativo
La progettazione acustica
dell’edificio è stata curata
analizzando nel dettaglio
58
le componenti passive,
impiantistiche e gli elementi
d’impatto sull’ambiente
esterno con obiettivi
prestazionali che oltre al
rispetto della normativa
vigente, potessero offrire il
massimo comfort abitativo
attraverso l’impiego di
soluzioni tecnologiche
avanzate. Per le tamponature,
interne ed esterne, è stata
realizzata una base centrale
con doppio tavolato in blocchi
di calcestruzzo da 120+80
mm e intercapedine 50-80
mm rivestite con una doppia
lastra di gesso con densità
NOVEMBRE 2015
59
THE NEXT BUILDING PROGETTI
Facciate a contrasto
Tutti gli ambienti degli appartamenti
hanno affaccio sulla città e sull'arco
alpino circostante e l'edificio è
interamente perimetrato da balconi
con parapetti vetrati che talvolta si
allargano per diventare vere e proprie
terrazze. Le facciate sono ricoperte da
vetro riflettente con colori a contrasto.
Il legno è utilizzato a pavimento e
come rivestimento dei soffitti.
ParalleLEpipedo
L'edificio realizzato da
Damilianostudio Architects è un
volume parallelepipedo orientato sugli
assi est-ovest, i migliori, per la qualità
degli affacci sul paesaggio circostante.
L'interno è organizzato in modo
semplice e funzionale. I tre piani
interrati ospitano le autorimesse, le
cantine e una parte dei locali tecnici.
La centrale termica è in copertura.
differenziate e intercapedini
di 50-100 mm parzialmente
riempite in materiale fibroso
sul lato interno. Sul lato
esterno l’intercapedine di 80
mm è stata realizzata con una
lastra in vetro da 10 mm.
Una facciata ventilata con
sistema portante nascosto
in profili alluminio e vetri
extrachiari retrosmaltati in
colore RAL 9006, temprati, con
test HST.
I serramenti sono di due
tipologie: alzanti scorrevoli in
profilati d’alluminio Domal
Slide C160; portefinestre
a battente in profilati
d’alluminio Sapa Building
System A75.
Su entrambe sono stati
installati tripli vetri
stratificati internamente ed
esternamente, con doppio
basso emissivo e valore Ug
= 0,6 W/m²K con protezione
di frangisole a lamelle
in alluminio orientabili e
sollevabili Griesser "Metalunic"
motorizzate.
Il valore di trasmittanza media
delle superfici opache è di
U=0,247 W/m²K, mentre per
le superfici trasparenti è Uw
NOVEMBRE 2015
= 1,526 W/m²K. L’alternanza
di numerosi strati massivi
e leggeri, aria e materiali
fibrosi, consente di ottenere
prestazioni di fonoisolamento
delle partizioni verticali è di
Rw = 56.1 dB, mentre per quelle
orizzontali è di Rw = 68.9. Il
valore dell’isolamento aereo
di facciata è di D2m,nTw = 44,2.
L’edificio appartiene alla
Classe I della classificazione
acustica secondo norma UNI
11367. Le vetrate esterne che
completano le facciate sono
in triplo vetro di spessore
complessivo pari a 46 mm.
60
Per gli orizzontamenti il
solaio in laterocemento
è stato integrato con due
materassini anticalpestio
a elevate prestazioni,
posizionati al di sopra e
al di sotto del massetto di
alloggiamento impiantistico,
per garantire un elevato
isolamento del pavimento
galleggiante e livelli di rumore
da calpestio L'n,w= 42 dB.
Sono stati inoltre utilizzati
elementi di disaccoppiamento
in polietilene espanso
reticolato a celle chiuse per
eliminare i ponti acustici che
Edificio F5 CUNEO
A funzione multipla
Il piano terra dell'edificio F5 è
di facile fruizione ed è occupato
dagli spazi commerciali mentre
il primo piano, indipendente dalle
residenze, è adibito ad uffici.
I livelli soprastanti sono dedicati
alle residenze, con tre vani scala
con corpo ascensore che servono
ciascuno due appartamenti per piano.
potevano compromettere le
prestazioni degli elementi di
confinamento.
Gli elementi strutturali in c.a.
(pilastri e setti) e gli elementi
impiantistici (tubi e cassette
di scarico w.c.) sono stati
completamente rivestiti con
isolamenti tipo Isolmant
per interrompere ogni tipo
di percorso di propagazione
indiretto del rumore.
Le unità tecniche collocate
in copertura sono state
posizionate su un apposito
massetto flottante su un
materassino elastomerico
a base poliuretanica
dimensionati per attenuare la
propagazione delle vibrazioni
dal piede delle macchine agli
ambienti di vita.
Inoltre sono state dotate di
schermature al perimetro
dell’edificio per limitare la
propagazione del rumore
aereo sulle terrazze e balconi
sottostanti oltre che verso le
palazzine adiacenti
Impiantistica mirata
L’impianto termico di
riscaldamento e produzione di
acqua calda igienico sanitaria
è di tipo centralizzato e fa
capo a una unica centrale
termica e frigorifera con tre
pompe di calore del tipo ariaacqua poste sul tetto piano
di copertura, per le quali sono
state adottate tutte le misure
NOVEMBRE 2015
61
THE NEXT BUILDING PROGETTI
necessarie per la protezione
dal rumore, in conformità a
quanto prescritto dalle norme
vigenti.
La tipologia di impianto
centralizzato, oltre al
risparmio energetico, recepisce
le prescrizioni della Regione
Piemonte che impone oltre
le quattro unità abitative
l’impianto di riscaldamento
centralizzato. Le pompe
di calore sono alimentate
con energia elettrica
per il contenimento dei
consumi energetici, fornita
dall’impianto a pannelli
fotovoltaici di potenza pari a
120 kWp.
A supporto dell’impianto
termico è stato l’installato
un gruppo termico a
condensazione, alimentato a
gas metano, in conformità alle
norme di prevenzione incendi.
Con lo scopo di realizzare
un edificio in classe A+,
secondo i parametri riportati
nelle nuove normative della
Regione Piemonte (dgr 4311965) sono stati installati
tre impianti di ventilazione
meccanica controllata (Vmc)
uno per scala, in grado di
garantire il ricambio forzato
dell’aria (minimo 0,3 ric/h del
volume aria ambiente) con il
relativo recupero dell’aria di
espulsione tramite un sistema
di recupero del calore con
una altissima efficienza (90%
circa).
FACCIATA VETRATA
Per le tamponature interne ed esterne,
è stata realizzata una base centrale
con doppio tavolato in blocchi
di calcestruzzo e intercapedine
rivestiti con doppia lastra di gesso e
intercapedini parzialmente riempite
in materiale fibroso sul lato interno.
Sul lato esterno l'intercapedine è stata
realizzata con una lasta di vetro da 10
mm Ne risulta una facciata ventilata
con sistema portante nascosto.
SErramenti IN alluminio
I vetri in facciata ventilata sono AGC
extrachiari retrosmaltati in colore
RAL 9006, temprati, con test HST.
I serramenti in alluminio a taglio
termico ad alte prestazioni
termiche sono di due tipologie:
alzanti scorrevoli Domal Slide C160
e portefinestre a battente Sapa
Building System A75. Presentano
tripli vetri isolanti con valore
Ug = 0,6 W/m2K.
GLI IMPIANTI
L'impianto termico di riscaldamento
e produzione di acqua calda igienico
sanitaria è di tipo centralizzato con
unità centrale termica e frigorifica
con tre pompe di calore del tipo
aria-acqua poste sul tetto piano di
copertura per le quali sono state
adottate tutte e misure necessarie
per la protezione dal rumore, in
conformità con quanto prescritto
dalle norme vigenti.
Il progetto architettonico
L’edificio F5 si presenta come
un volume parallelepipedo
orientato sugli assi estovest, i migliori per la qualità
degli affacci sul paesaggio
circostante. L'interno è
organizzato in maniera
semplice e funzionale. Il
piano terra di facile fruizione
è occupato dagli spazi
commerciali mentre il primo
piano, indipendente dalle
residenze, è adibito ad uffici.
I livelli soprastanti sono
dedicati alle residenze, con
tre vani scala con corpo
ascensore che servono
NOVEMBRE 2015
62
Edificio F5 CUNEO
ciascuno due appartamenti
per piano. Tutti gli ambienti
degli appartamenti hanno
affaccio sull'arco alpino
circostante e l'edificio è
interamente perimetrato da
balconi con parapetti in vetro,
che talvolta si allargano
a diventare terrazze. Le
facciate sono ricoperte da
vetro riflettente che mette
in evidenza, con colori a
contrasto, le strutture rispetto
al resto dell'edificio e genera
un movimento dinamico
delle facciate. L'utilizzo del
legno a pavimento e come
rivestimento dei soffitti,
rafforza la vocazione
residenziale dell’edificio
stemperando l’effetto
immateriale del vetro.
I tre piani interrati ospitano
le autorimesse, le cantine e
una parte di locali tecnici; la
centrale termica è collocata
sulla copertura piana, che è
ricoperta da pannelli solari
e fotovoltaici, che forniscono
all'edificio energia sufficiente
per renderlo indipendente
dal punto di vista energetico
e consentire di raggiungere
la certificazione in Classe
A+ (prestazione energetica
raggiungibile = 7,28 KWh/m2). v
IL PROGETTISTA
Damilanostudio Architects
Il lavoro dello studio Damilanostudio
Architects, fondato nel 1990 dall’architetto
Duilio Damilano, si caratterizza per la
chiarezza e purezza del disegno delle residenze private e,
dall'altro, per le forme sperimentali degli edifici ad uffici e
commerciali. Lo studio è specializzato in progetti residenziali,
commerciali e direzionali in Italia e all'estero.
Project Team
Certificazione energetica
TERMICA PROGETTI
via di Gherbiana 7
12084 Mondovì (CN)
Project Team
Progettazione acustica
STUDIO PROGETTO AMBIENTE
Corso Rosselli 40
10128 Torino
Involucro e Impianti
Superficie 15.000 mq
Superficie piano tipo 2.800 mq
Porte interne Rimadesio
Porte d'ingresso Oikos
Parapetti vetrati Girardi
Profili per parapetti Faraone
Sistemi per serramenti Sapa Building System
Serramenti Domal Slide C160 e Sapa Building System A75
Vetri isolanti (trasmittanza) Ug= 0,6 W/m2K
Serramenti e facciate in vetro
Comet
Vetri
AGC Flat Glass Italia
Vetri isolante triplo
iplus I-TOP
Vetro facciata
extrachiaro retrosmaltato
Tende esterne alluminio Metalunic Griesser
Trasmittanza superfici opache
U=0,247 W/m2K
Trasmittanza superfici trasparenti
1,526 W/m2K
Profili per parapetti Faraone
Estetica e Comfort
La copertura piana è ricoperta
da pannelli solari e fotovoltaici,.
Forniscono all'edificio energia
sufficiente per renderlo indipendente
e consentire di raggiungere la
certificazione in Classe A+ (pari
a 7,28 KWh/m2). Ne risulta un
edificio energeticamente efficiente,
con comfort acustico elevato,
caratterizzato da vaste superfici
verticali in vetro anche a rivestimento
delle pareti murarie che ne aumentano
l'effetto riflettente e diafano.
NOVEMBRE 2015
63
Isolamento acustico verticale
Rw = 56.1 dB
Isolamento acustico orizzontale
68,9
Isolamento aereo facciata
44,2 Dntw
Isolamento pavimento interpiano
L=42 dB
Impianti elettrici
Silo
Impianti termoidraulici
Tranchero
Recinzioni e fotovoltaico
Mondino
Impianto termico
condensazione a metano
Pannelli fotovoltaici 120 kWp
Strutture e cemento
Cogein
VMC
3
Impianti elettrici
Silo
Tranchero
Impianti termoidraulici
Opere murarie Ediltubi
Massetti sottofondi
Lecacem
Ascensori
Schindler
Cartongessi
Cti Isolare
FI
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LA RIVOLUZIONE NZEB
E LA SFIDA DEGLI EDIFICI
A ENERGIA QUASI ZERO
Il caso Lombardia
e i decreti nazionali
sull’efficienza
Ing. Valeria Erba
67
Le nuove tecnologie
impiantistiche
negli
edici Nzeb
Arch. Paolo Bassi
92
CASE STUDY
Le schermature
solari tra
prestazione
eProf.normativa
Tiziana Poli
78
NOVEMBRE 2015
65
Efficienza a colori: le tre torri
di San Benigno a Genova
88
Progetto Cmr: il recupero di un
edificio storico nel centro di Milano
72
Curve libere: la struttura sospesa
sognata da Niemeyer
84
Come Ghiaccio: il nuovo grattacielo
di Renzo Piano a Torino
90
Rifugio Mollino: percorsi storici
per l’efficienza
86
THE NEXT BUILDING DOSSIER
Le norme Nzeb e gli edifici
a energia quasi zero.
Prove tecniche di efficienza
Dal gennaio 2016 in Lombardia e dall’anno dopo in Emilia Romagna, in anticipo
di 4 anni sui termini Ue, tutte le nuove costruzioni e le grandi ristrutturazioni dovranno
rispettare i rigidi criteri dei Near Zero Energy Building. Per l’Italia è un bel primato
e una grande opportunità di rilancio dell’edilizia green. Ma per chi progetta
e costruisce? Che cosa prevedono e quali effetto avranno?
L’
NZEB IN LOMBARDIA
Nella foto in alto a destra,
la nuova sede del Gruppo
GR Informatica a Lecco,
realizzata da Aiace Srl –
Società di Ingegneria e
Studio Ghilardi, esempio di
integrazione tra involucro,
impianti e rinnovabili per un
edificio climate sensitive e
ad altissima efficienza. Con
lo studio Carminati, Aiace e
Ghilardi firmano anche uno
dei primi Nzeb in Lombardia:
la palazzina ex-Falck di
Zogno, Bergamo (vedi a
pagina 93).
edificio intelligente. La casa che consuma
pochissima energia. Anzi meno, quasi zero.
È il sogno che da sempre agita le notti di
ingegneri, architetti, costruttori e comuni proprietari. Ma
è anche lo NZEB (Near Zero Energy Building), standard
progettuale per una prestazione energetica sempre più
efficiente, che dal 1 gennaio 2016 diventa obbligatorio
in Lombardia. Dopo decenni di sperimentazioni anche
felici, come la prima “passivhaus” di cultura tedesca,
il “CasaClima” della Provincia Autonoma di Bolzano
o la più recente “Passive-on” che nasce dai climi miti
dell’Europa meridionale, a sorpresa è dunque arrivata
la Lombardia a spiazzare tutti. Anzi, sono arrivate due
regioni, Lombardia ed Emilia Romagna, che saranno
tra le prime d’Europa a vedere applicate le normative
Nzeb, anticpando addirittura di 4 e 3 anni le scadenze
imposte dalla Ue. Non solo. Anche la Toscana si è
mossa, inaugurando la “Best Practice per l’edilizia
sostenibile” e nei suoi molti e inaspettati distretti
tecnologici promuovendo start-up orientate al tema
dell’innovazione in edilizia declinato sul risparmio dei
consumi. Dal 2016, dunque, in Lombardia tutti i nuovi
edifici e le grandi ristrutturazioni dovranno avere le
caratteristiche definite Nzeb: secondo la direttiva,
“edifici ad altissima prestazione energetica e fabbisogno
NOVEMBRE 2015
66
energetico molto basso, quasi nullo, coperto in larga
misura da fonti rinnovabili, compresa l'energia da
rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze”. Stesso
discorso per l’Emilia Romagna, che sulla scia della
pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei tre decreti
nazionali sull’efficienza energetica (vedi articolo a
pag. Xx), ha anche lei adeguato la propria disciplina
sui requisiti minimi di prestazione. Il risultato è che
da “domani” ogni edificio di Emilia e Lombardia dovrà
essere a bassissimo consumo. In Europa, lo stesso varrà
dal 2018 per gli edifici pubblici di nuova costruzione
e dal 2020 per quelli privati. Oltre che un bel primato,
per l’Italia lo Nzeb è anche una grande occasione, un
cambiamento radicale che riguarda la visione o meglio
la percezione. Oggetto primario dell’intervento infatti non
è il nuovo edificio, quello in costruzione, ma quello già
esistente e sedimentato che costituisce il patrimonio.
Normativa Nzeb dunque legata più al restauro e
alla conservazione che alla nuova immaginazione
progettuale, quindi alle opportunità che si aprono
soprattutto in Italia, dove il primo momento concreto
per indirizzare il settore delle costruzioni nella direzione
europea di sostenibilità appare nella legge 90/2013.
Sebbene ci fossero stati esempi edificanti, come il bando
da 22 milioni pubblicato dalla Regione Lombardia nello
IL CASO LOMBARDIA
DM 26 giugno
Una lettura
ragionata
e critica
stesso anno, per l’installazione di pompe di calore in
edifici pubblici (un tipo di intervento che in Italia ha
permesso di risparmiare 47.800 GWh/anno di energia),
per oltre due anni è mancata l’integrazione tra queste
norme e quelle che pertengono alle energie rinnovabili.
Anche per questo la decisione di Lombardia ed Emilia
appare davvero antesignana di una tendenza destinata
a prendere piede attraverso politiche d’integrazione ma
soprattutto di sinergia tra tutti gli attori della filiera. v
IL PROTOCOLLO NZEB
L’
acronimo Nzeb (Near Zero Energy Building)
appare per la prima volta nella Direttiva
Europea 31/2010 che, richiamando una norma
in materia di prestazioni energetiche del 2002,
assumeva la sigla EPDB (Energy Performance
Building Directive) per integrare il tema nel quadro
strategico dello sviluppo sostenibile comunitario.
Erano i primi vagiti del famoso protocollo “Europa
2020”, con cui la Comunità dettava le linee
della propria visione strategica di sostenibilità
decennale che indicava come obiettivo (rispetto
al 1990) la riduzione delle emissioni di gas serra
del 20%, l’aumento del 20% delle rinnovabili,
l’innalzamento del 20% dell'efficienza energetica
degli edifici. Era il protocollo “20-20-20”, risposta
concreta all’emergenza relativa all’emissione di
anidride carbonica. Ma l’Europa faceva di più. Il
regolamento n. 244/2012 stabiliva anche un quadro
metodologico comparativo per il calcolo dei livelli
ottimali, sia in funzione dei costi che dei requisiti
minimi di prestazione. Per questo il legislatore
aveva lasciato la definizione di Nzeb piuttosto
ampia, perché attribuiva discrezione ai singoli Stati
o alle singole regioni per la costruzione di piani
centrati sulle differenze e particolarità territoriali.
Detto degli aspetti positivi, vi sono nei decreti
sull’efficienza alcuni punti critici che riguardano
l'intera filiera: committenza, progettazione, imprese di
costruzione e mondo degli applicatori, e dietro di loro
tutto il settore delle forniture, messo a dura prova
soprattutto in Lombardia. Un mercato che vale circa il
20% del comparto italiano delle costruzioni. La fretta
della Regione è apparsa a molti operatori eccessiva
e per alcuni aspetti sta mettendo in crisi l'industria
dell'involucro: le opere in fase di realizzazione,
per esempio, andrebbero adeguate alla nuova
legislazione con extra costi di progetto e costruzione.
I valori di trasmittanza termica oggi richiesti non
permetterebbero dal 1° gennaio 2016 la costruzione
di edifici simbolo di Milano, come il Grattacielo Pierelli,
la sede della Regione o il Palazzo Unicredit e tutti i
grattacieli del progetto Porta Nuova. Le tecnologie
per soddisfare quei valori oggi non ci sono e si rischia
di coartare fortemente la libertà progettuale. Questo
è forse il punto più critico della nuova legislazione
energetica. Architetture vetrate addio? Saremmo
l'unico Paese al mondo a imporlo. No, crediamo che
nessuno lo voglia.
Valeria Erba*
I
l DM 26 giugno 2015 riporta i documenti attuativi
della legge 90/2013 di recepimento della
Direttiva 2010/31/UE sull’efficienza energetica in
edilizia ed è entrato in vigore il 1 ottobre 2015.
Il testo legislativo è suddiviso in tre parti: la prima
riguarda i requisiti minimi e le verifiche obbligatorie
per edifici nuovi o esistenti sottoposti a interventi
di efficienza energetica, la seconda definisce i
nuovi metodi di classificazione energetica nonché
gli attestati di certificazione, la terza riporta i
nuovi modelli di relazione tecnica da consegnare
in comune. Credo che la scelta del Ministero dello >
NOVEMBRE 2015
67
THE NEXT BUILDING DOSSIER
DM 26 giugno
Una lettura
ragionata
e critica
>
sviluppo economico sia vincente: in questo modo
si ha a disposizione un vero e proprio testo unico
sull’efficienza energetica che, direttamente o
indirettamente (con specifici riferimenti ad altre
norme), permette al professionista di conoscere tutte
le prescrizioni per gli edifici. Per semplicità, nominerò
i tre documenti “DM requisiti minimi, linee guida
certificazione e modelli relazione”.
Una prima novità e differenza rispetto alle modalità
applicative a cui siamo stati abituati si riscontra
subito e riguarda l’entrata in vigore delle prescrizioni.
L’obbligo di applicazione del DM requisisti minimi
fa riferimento alla data di presentazione della
richiesta di concessione, scia o similari. Quindi per una
costruzione già cominciata i requisiti da rispettare
sono ancora quelli previsti dal DPR 59/2009 a meno
di varianti sostanziali. L’obbligo di utilizzo dei nuovi
attestati energetici e di conseguenza della nuova
metodologia di classificazione invece è entrato in
vigore dal 1 ottobre 2015. Quindi per una costruzione
già cominciata che finisce le opere dopo il 1 ottobre
2015 l’APE dovrà essere redatto conformemente a
quanto previsto nel DM 26 giugno 2015, malgrado per
i requisiti minimi valga la vecchia legislazione.
Infine i modelli di relazione tecnica dovrebbero essere
entrati in vigore all’atto di pubblicazione del DM sulla
Gazzetta ufficiale quindi il 15 luglio 2015, tuttavia
siccome nella relazione vengono richiesti dati e calcoli
previsti solo nei nuovi metodi si presuppone l’entrata
in vigore ufficiale sia il 1 ottobre 2015.
Questa incongruenza potrebbe essere un problema
soprattutto per la certificazione energetica. Edifici
progettati per risultare in una determinata classe
energetica potrebbero a fine lavori finire in una classe
diversa, proprio perché il metodo di valutazione è
molto differente. Sarà indispensabile che le imprese
forniscano le giuste informazioni e spieghino per
quanto possibile che la classificazione è diversa
rispetto alla precedente e quindi non va confrontata.
NOVEMBRE 2015
68
IL CASO LOMBARDIA
ARCHITECTURE AT ZERO
Alcuni progetti premiati
all’Architecture at Zero - A
Competion for Zero Net
Energy, prestigioso premio
dell’ American Institute of
Architects, con California
Council (AIACC) e Pacific
Gas and Electric Company
(PG&E). L’obiettivo era
la trasformazione di un
campus della University of
California San Francisco in
unità residenziali a energia
zero. Proprio la California ha
appena stanziato 31 milioni di
dollari per il finanziamento di
progetti Nzeb.
Photos courtesy of UCSF,
PG&E, AIACC
ALVEO - CITATION AWARD
EBS Consultants and AXIS
Architecture + Design
San Francisco, CA
CONSPICUOUS
CONSUMPTION HONOR AWARD
Weber Thompson
Seattle, WA
TRANSFORMER CITATION AWARD
University of Cincinnati
Cincinnati, OH
Tabella 1. Definizioni degli interventi di ristrutturazione importante
Ristrutturazioni importanti di primo livello
Ristrutturazioni importanti di secondo livello
Intervento che interessa
più del 50%
della superficie
disperdente esterna
+
Rifacimento
dell’impianto termico
invernale e/o estivo
Intervento che interessa
dal 25% al 50%
della superficie
disperdente esterna
+
Eventuale rifacimento
dell’impianto termico
invernale e/o estivo
Applicazione e requisiti
Passando ora agli ambiti di applicazione la differenza
sostanziale che si evince rispetto alla precedente
legislazione è che il legislatore ha voluto staccarsi
dalle definizioni di interventi tipici del testo unico.
Questa scelta nasce anche dalle incomprensioni
sorte all’uscita del DLgs 192, in cui si parlava
sostanzialmente di ristrutturazione e manutenzione
straordinaria; gli interventi di manutenzione ordinaria
venivano esclusi dall’applicazione del decreto.
Siccome alcuni interventi influenti dal punto di vista
termico in realtà vengono a volte compresi nella
manutenzione ordinaria (ad esempio la sostituzione
degli infissi), il Mise ha dovuto pubblicato una
circolare di chiarimenti per spiegare che tutti gli
interventi che modificano l’assetto energetico
dell’edificio devono rispettare i limiti.
Per ovviare a tutte queste criticità sono state
introdotte delle nuove definizioni per comprendere gli
ambiti di applicazione. Si parla quindi di nuovo edificio
(che comprende anche demolizione e ricostruzione e
ampliamenti volumetrici), ristrutturazione importante
(di primo e secondo livello) e riqualificazioni
energetiche (si veda Tabella 1). In funzione dell’ambito
di applicazione e della categoria di edificio si devono
rispettare obblighi e requisiti.
Ci soffermeremo di seguito sui requisiti più legati
all’edificio ricordando che ci sono anche diverse
prescrizioni impiantistiche importanti e nuove. È
possibile raggruppare gli ambiti in due sottogruppi
ognuno con delle richieste specifiche (riportate nella
Tabella 2). Lo schema fornisce le informazioni di base
per capire quali siano le prescrizioni da rispettare ma
NOVEMBRE 2015
69
Intervento
che interessa
più del 50%
della superficie
disperdente esterna
soprattutto fa intuire quante siano tali indicazioni e
verifiche, soprattutto per il nuovo e gli interventi di
grosse dimensioni.
Le verifiche richieste sono veramente molte e spesso
si sovrappongono. Ne analizzeremo solo alcune
cercando di focalizzare le criticità o i punti di forza.
Per quanto riguarda prettamente la verifica
dell’efficienza dell’involucro si contano 10 prescrizioni
tra quelle invernali e quelle estive. La volontà del
legislatore è sicuramente meritoria, in quanto non si
voleva lasciare nulla al caso e si è scelto di puntare
molto anche sull’efficienza energetica estiva. Tuttavia
in alcuni aspetti forse sarebbe stata utile una
semplificazione applicativa, soprattutto per eventuali
controlli.
Problema invernale
Per quanto riguarda la verifica dell’indice di
prestazione energetica invernale di involucro
EPh,nd, tale indicatore risulta dall’applicazione delle
trasmittanze di riferimento all’edificio reale. Tali
valori di riferimento per l’involucro sono abbastanza
restrittivi, viene richiesto infatti un involucro di
riferimento molto più prestazionale se confrontato
con i valori di riferimento degli impianti. Tanto è
che risulta più difficile rispettare l’EPh,nd rispetto
all’EPgl,tot. Nella Tabella 3 è riportato il calcolo
per un villetta attualmente classificata in classe
C, quindi che rispetta i limiti di legge DPR 59/2009.
Nell’esempio, la differenza tra i valori di EPh,nd di
progetto e quello limite al 2015 è circa del 50%,
mentre l’EPgl,tot si scosta da quello limite di meno del
10%. La volontà di dare valore all’involucro dell’edificio
THE NEXT BUILDING DOSSIER
Tabella 2. Requisiti da rispettare in funzione dell’ambito di applicazione.
Nuovo Edificio
Demolizione e Ricostruzione
Ampliamenti Volumetrici
(>15% o >500 m3)
Ristrutturazioni importanti
di secondo livello
Ampliamenti volumetrici
(<15% o < 500m3)
Ristrutturazioni importanti
di primo livello
Riqualificazioni Energetiche
I requisiti si applicano all’intero edificio
e devo verificare:
EP
-EP
• h,nd c,nd-EPgl,tot con il metodo
dell’edificio di riferimento
• H’t: coeff. medio globale di scambio termico
• Asol,est/Asup utile:
area solare equivalente estiva
• U limite per divisori <0,8 W/m2K
• Verifica delle prestazioni estive
dell’involucro Yie
h
h
• H WhC: rendimenti limite
• Integrazione FR in base al DLgs28/2011
• Requisiti impiantistici
Oltre alle verifiche comuni a tutti
tra cui le verifiche termoigrometriche
I requisiti si applicano alla superficie in
oggetto di intervento e riguardano:
• Verifica del rispetto
delle trasmittenze limite
• Verifica di H’t solo
per le ristrutturazioni importanti
di secondo livello
• Fattore di trasmissione solare
ggl+sh <0.35
• Requisiti minimi sugli impianti termici
Oltre alle verifiche comuni a tutti
tra cui le verifiche termoigrometriche
per noi è importante e significa voler tutelare l’edificio
che non potrà più essere di “carta velina” con tante
rinnovabili.
Rimanendo in ambito invernale un altro indicatore ci
fornisce la qualità dell’involucro edilizio: il coefficiente
medio di scambio termico H’t.
H’t è la media delle trasmittanze (opaco e finestrato)
pesata sulle superfici di dispersione e comprensiva
dei ponti termici.
Tale valore deve essere inferiore a quello riportato
nella Tabella 4, che riproduce l’originale tabella 10 del
DM, per tutte le categorie di edifici.
Per quanto riguarda gli edifici residenziali il limite non
è particolarmente restrittivo in considerazione delle
richieste di isolamento attuali, il problema potrebbe
sorgere se pensiamo a edifici con elevate superfici
finestrate. Facendo un esempio su un edificio con
S/V medio in zona E, H’t dovrà essere inferiore a 0,55
(W/m2K). Questo significa, semplificando molto il
concetto, che in media la trasmittanza dovrà avere un
valore di 0,55. Se per i componenti opachi ipotizziamo
una Uo = 0,30 W/m2K significa che, senza considerare
i ponti termici, e ipotizzando la trasmittanza dei
serramenti pari a quella di riferimento Uf= 1,8 W/
m2K significa che per rispettare i limiti non posso
avere più del 15 % di superfici finestrate sul totale
NOVEMBRE 2015
70
delle superfici disperdenti. In alternativa dovremo
prevedere componenti finestrati con prestazioni
energetiche molto più elevate. Il mercato attuale
presenta prodotti decisamente più prestazionali,
tuttavia pensando agli edifici tutti vetrati o quasi,
credo che il problema si presenterà inducendo ad
inserire obbligatoriamente parti opache.
Su questo argomenti sarebbe stato più semplice
indicare delle trasmittanze limite anche per gli edifici
di nuova costruzione senza dover finire in calcoli e
complicazioni che non permettono a volte il controllo
da parte del legislatore. Pensando agli edifici esistenti
riteniamo che le trasmittanze limite, proposte da 2015
al 2021, avrebbero potuto essere ridotte ulteriormente
nell’ottica di andare incontro alle esigenze di
efficientamento energetico e riduzione delle emissioni
(in Tabella 5). Si consideri che tali valori limite non
sono neanche pari ai valori oggi richiesti per accedere
alle detrazioni fiscali. Questa situazione ci sembra
paradossale considerato che oggi, proprio per gli
incentivi, non si riqualifica più con trasmittanze più
alte rispetto a quelle del provvedimento del 65%.
Problema estivo
Passando al problema estivo il DM 26 giugno
2015 impone la verifica sia del fabbisogno estivo
dell’involucro che delle caratteristiche dei singoli
componenti con la trasmittanza termica periodica,
la verifica dell’area solare equivalente e del
fattore solare gtot. Il fabbisogno energetico estivo
dell’involucro, a nostro parere è un indicatore che,
a causa dell’approccio normativo stazionario non
rappresenta realmente il comportamento estivo.
La corretta analisi estiva di un fabbricato andrebbe
fatta in regime dinamico ma ad oggi non tutti i
professionisti sono pronti ad affrontare un calcolo
orario, non solo dal punto di vista delle capacità
professionali, ma anche dal punto di vista dell’onere
economico che questo comporterebbe a carico
dell’utente. Per quanto riguarda le strutture opache è
rimasto lo stesso indicatore di verifica del DPR 59/09,
ossia la trasmittanza termica periodica che identifica
come la struttura reagisce all’irraggiamento e alle
alte temperature esterne. Sono cambiati i limiti che
sono stati resi più restrittivi, passando da 0,20 W/m2K
a 0,18 W/m2K per le strutture orizzontali e da 0,12 W/
m2 K a 0,10 W/m2K per le strutture verticali.
La novità però riguarda l’area solare equivalente
estiva. Il nuovo indicatore per serramenti e sistemi
schermanti porterà a progettare in maniera più
idonea tutti i sistemi di schermatura per limitare
il surriscaldamento degli ambienti interni a causa
dell’irraggiamento solare. Tale indice si calcola come
sommatoria delle aree equivalenti estive di ogni
IL CASO LOMBARDIA
componente vetrato. Ogni area equivalente estiva si
calcola così:
Tabella 3. L’esempio di una palazzina di 4 piani con pannelli solari e fotovoltaico.
Verifica degli indici di prestazione energetica
Asol,est = Σk Fsh,ob × ggl+sh × (1 – FF) × Aw,p × Fsol,est [m2]
Fsh,ob è il fattore di riduzione per ombreggiatura
relativo ad elementi esterni per l’area di captazione
solare effettiva della superficie vetrata k–esima,
riferito al mese di luglio;
ggl+sh è la trasmittanza di energia solare totale della
finestra calcolata nel mese di luglio, quando la
schermatura solare è utilizzata;
FF è la frazione di area relativa al telaio, rapporto tra
l’area proiettata del telaio e l’area proiettata totale
del componente finestrato;
Aw,p è l’area proiettata totale del componente
vetrato (area del vano finestra);
Fsol,est è il fattore di correzione per l’irraggiamento
incidente, ricavato come rapporto tra l’irradianza
media nel mese di luglio, nella località e
sull’esposizione considerata, e l’irradianza media
annuale di Roma, sul piano orizzontale.
Un indicatore importante proprio per la progettazione
attenta al problema estivo che non può riguardare
solo i componenti opachi ma deve riguardare
soprattutto i componenti trasparenti.
La parte trasparente purtroppo a seconda di come
viene considerata può risultare positiva o negativa.
L’importante è il bilancio globale degli apporti solari
che deve essere fatto lungo tutto l’arco dell’anno.
Se d’inverno tali apporti sono positivi d’estate
ovviamente sono fonte di surriscaldamento, per
questo motivo è indispensabile progettare molto
bene le schermature fisse e mobili e valutare in base
all’orientamento quali siano le soluzioni migliori.
Riteniamo in questo senso sia importante che il
progettista proponga sistemi differenziati in base
all’orientamento dell’edificio. Negli edifici esistenti
tale verifica viene eseguita rispettando che il fattore
solare gtot sia inferiore a 0,35. Tale indice comprende
sia il fattore solare del vetro che degli eventuali
schermi e deve essere rispettato per i componenti con
orientamento da est a ovest passando per sud.
Conclusioni
Abbiamo presentato un focus sulle prescrizioni di
involucro previste dal nuovo DM 26 giugno 2015 ed
analizzato le criticità più importanti ma non dobbiamo
dimenticare che in tutti questi nuovi calcoli che deve
fare il professionista ci sono anche tanti requisiti
impiantistici. Quindi il nostro appunto principale sul
DM requisiti minimi riguarda il numero di verifiche
da effettuare (tra i vari ambiti di applicazione, a noi
risultano 24 verifiche). Alcune di queste inoltre sono
EPH-nd
Valori edificio reale
Valori 2015
Verifica
Valori 2021
Verifica
EPcnd
Riscaldamento
Acqua Calda sanitaria
Raffrescamento
EPH-nren EPH-ren EPH-gl EPW-nren EPW-ren EPW-gl EPc-nren EPc-ren
53,2
53,2
10,6
18,6
22,71 22,43 30,99
30,99
6,64
19,02 25,66 16,08 10,29 26,37 53,71 83,02
22,92
6,64
19,02 25,66 17,22
46,2 15,93
NO
29,2
2,6
6,7
Globale
EPc-gl EPgl-nren EPgl-totale
9,3
66,4
SI
16,79 24,07 22,92
NO
91,7
NO
11,07
28,29 46,78 76,87
SI
NO
Tabella 4. La Tabella 10 contenuta nel DM del 26 giugno 2015.
Tabella 5. Confronto delle trasmittanze limite dei serramenti.
U (W/m2K)
Zone climat.
A
B
C
D
E
F
Chiusure
trasparenti
Ulimite
detrazioni fiscali
del 65%
Ulimite
esistente DM 26/06/15
dal 2015 al 2021
3,70
2,40
2,10
2,00
1,80
1,60
ancora di difficile interpretazione tanto che il comitato
termotecnico ha già preparato una serie di FAQ che
verranno divulgate dal Mise. Allo stato attuale il
professionista dovrà cambiare il suo approccio al
progetto sia sul nuovo che sulle riqualificazioni,
non saranno permessi ponti termici non corretti o
mancanza di logica nella valutazione delle soluzioni
per limitare il surriscaldamento estivo. Non sarà facile
ma credo che sia il giusto passo da fare per poter
garantire un risultato di efficienza energetica inverale
ed estivo che porti a dei risultati sia all’ambiente ma
anche al comfort abitativo e al risparmio dell’utente
finale. IL DM 26 giugno 2015 riporta poi anche le linee
guida sulla certificazione energetica che introducono
un metodo di classificazione totalmente differente e
che provocherà non poca confusione in quanto va a
modificare le classi attuali. v
* Presidente Anit
NOVEMBRE 2015
71
3,20
3,20
2,40
2,10
1,90
1,70
Ulimite
esistente DM 26/06/15
dal 2021
3,00
3,00
2,00
1,80
1,40
1,00
THE NEXT BUILDING DOSSIER
Case Study Riqualificazione
San Nicolao Building, Milano
Architettura urbana
in classe A: un processo progettuale
con l'obiettivo della sostenibilità
UN PROGETTO PREMIATO
Il recupero dell'edificio anni 60 nel cento di Milano è
risultato vincitore del Premio Rebuild 2014.
NOVEMBRE 2015
72
CASE STUDY
Il recupero conservativo di un edificio urbano degli anni ’60 all’insegna della contemporaneità dal punto di vista dell’immagine
architettonica, delle soluzioni costruttive, soprattutto di facciata, e dell’efficienza energetica.
Margherita Toffolon, foto Alessandro Speccher
la Sfida
Del complesso esistente anni '60 è stata mantenuta la struttura
portante originaria mentre
il nuovo involucro presenta
una forte immagine
contemporanea ottenuta
da forme gemetriche
pure e dalla scansione
ritmica regolare delle
finestre. L'insieme di
soluzioni tecnologiche
adottate, fra cui il recupero
dell'acqua piovana, la
gestione domotica di
luce e condizionamento
consentono di raggiungere
la classe A.
IL PROGETTISTA
I
l progetto di riqualificazione dell’edificio degli anni ’60 in Piazza
Cadorna, firmato dell’architetto Massimo Roj, è caratterizzato da
uno stretto legame tra architettura e alta efficienza energetica.
Del complesso esistente, costituito da tre corpi di fabbrica, è
stata mantenuta la struttura portante originaria, mentre il nuovo
involucro presenta un’immagine contemporanea ottenuta da forme
geometriche pure e dalla scansione ritmica regolare.
La pelle dell’edificio si contraddistingue per qualità materica
e l’elevato valore di isolamento termo-acustico, ma anche per
la modularità delle aperture (il rapporto pieno/vuoto è pari a
70/30%) che consentono di massimizzare l’efficienza termica,
minimizzando le dispersioni e assicurando un adeguato comfort
luminoso. Il progetto si sviluppa dell’interno verso l’esterno per
poter organizzare gli spazi adibiti ad uffici in maniera razionale e
flessibile.
La presenza del tetto-giardino (corpo C) contribuisce inoltre alla
termo-regolazione interna dell'edificio. L’insieme di soluzioni
adottate, fra cui il recupero dell’acqua piovana, la gestione
dell’illuminazione artificiale e del condizionamento con un sistema
di domotica, hanno consentito di raggiungere la classe A (EPh =
5.62 KWh/m³a) e di realizzare spazi interni di elevato comfort, a
vantaggio della qualità dell’ambiente circostante.
NOVEMBRE 2015
Massimo Roj - Progetto CMR
S
ocietà specializzata nella
progettazione integrata e
strutturata in sei dipartimenti
(architettura, ingegneria, tecnico
normativa, industrial design,
process management, ricerca
e sviluppo). Sorge nel 1994
con l'obiettivo di realizzare
un'architettura flessibile,
efficiente ed ecosostenibile a
partire dall'analisi delle esigenze
del cliente. La sede principale
è a Milano, ma altri uffici sono
presenti a Roma, Atene, Bahrain, Barcellona, Chennai,
Dubai, Istanbul, Jakarta,Pechino, Praga, Singapore, Tianjin.
E’ partner di EAN (European Architects Network). Si avvale
della collaborazione di un team multidisciplinare di 150
professionisti: architetti, ingegneri civili e impiantisti,
project manager, designer.
73
THE NEXT BUILDING DOSSIER
Case Study Riqualificazione
San Nicolao Building, Milano
4
2
3
1
3 CORPI e 10 piani
1 Piani interrati
2
Corpo
A
3
Corpo
B
4 Copertura
I SERRAMENTI
Il complesso presenta 17 tipologie
di finestre realizzate con sistema
Wicline 75 evo di Wicona (Uw
compreso fra 1,2 e 1,5 W/m2K). Qui
accanto il disegno tecnico di uno
dei serramenti.
NOVEMBRE 2015
74
CASE STUDY
12.170 mq
DI SUPERFICIE
10
Piani
34
1,2 - 1,5 W/m2K
metri di altezza
Il sistema di facciata
Il sistema facciata, costituito da un telaio in acciaio sagomato a
freddo, si differenzia in base all’esposizione. Sul fronte interno è
costituito da pannelli di fibrocemento e da una controparete in
cartongesso per garantire l’integrazione impiantistica degli spazi
interni, mentre sul fronte esterno presenta un rivestimento a cappotto
in polistirene espanso sagomato a spessore variabile, messo in opera
su pannelli di fibrocemento. Le diverse geometrie della facciata sono
caratterizzate da un intonaco a base di cemento fotocatalitico con
pigmenti miscelati in grado di abbattere i livelli di inquinamento
atmosferico e di formare una patina impermeabile in caso di pioggia.
In particolare il corpo di fabbrica su piazza Cadorna riprende gli
allineamenti degli edifici adiacenti e reinterpreta in chiave moderna
la scansione ritmica della zoccolatura, data dagli archi, mediante
l’utilizzo di portali. A livello materico è stata mantenuta la continuità
tra le due cortine, rivestendo le colonne dei portali con la medesima
pietra martellinata “a bugnato” degli archi, creando un basamento
attraverso degli scuretti nella parte inferiore. Il disegno della facciata
è stato sviluppato sulla maglia strutturale e morfologica dell’edificio,
che ha consentito di organizzare gli spazi interni in maniera razionale
e flessibile con la possibilità di differenti distribuzioni. La dimensioni
della maglia è per il corpo A di 1,35x1,52 m, per il corpo B di 1,76x1,48
m e per il corpo C di 1,76x1,76 m. La standardizzazione e l’utilizzo di
tale maglia ha inoltre consentito la realizzazione di una superficie
modulare materica, intervallata ritmicamente dalle aperture, per
massimizzare l’efficienza termica, minimizzando le dispersioni e
assicurando il necessario comfort luminoso. Il complesso presenta 17
tipologie di finestre realizzate con sistema Wicline 75 evo di Wicona (Uw
compreso fra 1,2 e 1,5 W/m²K) con vetrocamera così composto: lastra 1
Float Glass ExtraClear 5 mm, Pvb Clear 0,76 mm, Float Glass ExtraClear
SunGuard HS SN 62/34, intercapedine Argon 90% 16 mm; lastra 2
Float Glass ExtraClear 4 mm, PVB SR 0,76 mm, Float Glass ExtraClear
4mm (Ug = 1,0 W/m²K, FS = 31,8%). I serramenti del corpo B presentano
lateralmente un frangisole verticale a bandiera in alucobond con
finitura in alluminio anodizzato, per limitare l’abbagliamento e i
carichi solari interni, mentre all’esterno per articolare in modo più
NOVEMBRE 2015
TRASMITTANZA SERRAMENTI
incisivo la facciata. Le strombature dei serramenti sono ricavate nello
spessore della muratura realizzata a secco, e insieme alle superfici
degli svasi aumentano il senso di profondità dell’intera composizione,
proteggendo al contempo l’interno da un eccessivo irraggiamento. Un
articolato gioco di geometrie e tonalità che interagisce con le ombre
e con l’incidenza naturale dei raggi solari, creando scenari sempre
diversi e mutevoli.
IN ARMONIA
Il progetto architettonico
L’
edificio in Piazza Cadorna, oggetto dell’intervento di
riqualificazione firmato da Progetto CMR, si sviluppa
su una superficie di 12.170 mq ed è costituito da tre corpi
di fabbrica di altezza diversa, collegati tra loro in modo da
risultare un unico complesso dal punto di vista estetico
e funzionale. La struttura portante in cemento armato e
le facciate, caratterizzate da una pannellatura modulare
costituita da nastri verticali in pannelli opachi alternati
a serramenti in vetro e alluminio, conferivano all’edificio
un’immagine complessiva in netta discontinuità con il
tessuto urbano circostante. Il progetto di ristrutturazione
dell’architetto Massimo Roj, vincitore del Premio Rebuild
2014, si basa sulla definizione di una nuova immagine
architettonica, in grado di dialogare con la piazza
prospiciente e d’integrarsi con il contesto costituito da
cortine edilizie realizzate fra la fine dell’Ottocento e i primi
del Novecento. La soluzione adottata reinterpreta in chiave
contemporanea le architetture tipiche del Razionalismo
italiano, introducendo forme geometriche modulate
dalla scansione ritmica tra parti opache e trasparenti,
riconducibili alla maglia strutturale e di pianificazione del
complesso stesso, generata dall’analisi delle sue strutture e
della sua morfologia.
75
THE NEXT BUILDING DOSSIER
Case Study Riqualificazione
San Nicolao Building, Milano
Soluzioni integrate
Tutto il processo progettuale ha seguito precisi obiettivi di
sostenibilità e efficienza energetica dell’edificio. Le analisi
effettuate da Tekser, mediante software CENED+ versione 1.2
mettono in evidenza che il complesso edilizio rispetta tutti i limiti
imposti della normativa vigente, tale da raggiungere la classe
energetica A secondo i criteri dettati da Regione Lombardia,
con un indice di energia primaria EPh pari a 11,36 kWh/m³anno.
La particolare scelta della facciata, la sua prefabbricazione, le
modalità di costruzione e il mantenimento delle strutture esistenti,
hanno permesso una serie di vantaggi: prestazioni elevate, rapidità
di esecuzione, ridotto peso della stratigrafia del pacchettoparete, limitata produzione di CO2 (per le attività di cantiere) e di
rifiuti da demolizione e ricostruzione, limitato spazio di cantiere
(in centro storico). La copertura è stata progettata per ridurre
l’effetto isola di calore attraverso il tetto freddo, realizzato con
materiali dai colori chiari, e il tetto giardino (corpo C dell’edificio)
che contribuisce anche all’abbattimento delle polveri sottili e
alla regolazione del microclima locale e diventa inoltre un vero e
proprio spazio verde fruibile dagli utenti. Soluzioni permettono
di contribuire positivamente alla termoregolazione dell’edificio,
limitando il passaggio di calore dall’esterno verso l’interno (aspetto
particolarmente importate durante i mesi estivi). Per contenere
il consumo delle risorse idriche sono stati installati WC a doppio
Progetto
san nicolaO building
RINNOVO di edificio anni '60 in
centro a milano
flusso e rubinetteria a bassa portate, e si è provveduto al recupero
delle acque meteoriche previa filtrazione defogliatrice, attraverso
la raccolta in 2 serbatoi (capacita di circa 2.000 litri ciascuno)
situati nella centrale idrica. Per quanto riguarda l’impiantistica
è stato realizzato un impianto di riscaldamento, climatizzazione
estiva e trattamento aria meccanica, produzione di acqua calda
con pompa di calore composto da: sistema VRV (pompe di calore
elettriche aria-aria) per la climatizzazione dei singoli ambienti;
impianto idronico a pompa di calore aria-acqua per il trattamento
dell’aria primaria di rinnovo igienico; pompa di calore aria-acqua
per la climatizzazione dell'auditorium. E’ stato installato inoltre un
recuperatore del calore con due unità di trattamento aria a sezioni
componibili per il trattamento dell'aria negli uffici, nel negozio e
nell'auditorium composte da batteria idronica di raffreddamento/
deumidificazione estiva/riscaldamento invernale, sezione di
umidificazione elettrica a vapore, batteria di post-riscaldamento
estivo, sezione con recuperatori di calore di tipo rotativo in grado
di permettere un recupero entalpico sull’aria di espulsione per
un valore pari a circa il 63%. Per il comfort acustico il rumore
prodotto da impianti tecnologici non supera i limiti di 40 dB(A). Per
quanto riguarda l’ecocompatibilità dei materiali l’acciaio presente
all’interno del modulo facciata prefabbricato è costituito per il 25 %
del peso da contenuto riciclato (valore medio internazionale, fonte
USGBC: LEED for New Construction & Major Renovation).
Project Team
Architetto
MASSIMO ROJ - PROGETTO CMR
Corso Italia 68
20122 Milano
Italia
Impresa Pozzobon
Strutture ing. Domenico Insinga
NOVEMBRE 2015
Committente
Beni Stabili Siiq
Impianti
M&E Tekser
Classe energetica A Eph=5.62 KWh/m3a
Classificazione BRAVE AAA
Antincendio Hughes Associatest
Acustica Si. Eng.
Direzione lavori B.S. Engineering
Serramenti Vega System
Sistema Wicona 75 evo
Vetri Guardian
Vetrazioni Isoterglass
Sistemi riscaldamento
e condizionamento Daikin
76
CASE STUDY
12.170 mq
DI SUPERFICIE
10
Piani
DISEGNO MAGLIA FACCIATA
per il corpo A: 1,35x1,52 m / COrpo B: 1,76x1,48 m / CoRPo C: 1,76x1,76 m
Scenari diversi
Un articolato gioco di
geometrie e tonalità che
interagisce con le ombre e
con l'incidenza naturakle dei
raggi solari, creando scenari
sempre diversi e mutevoli.
NOVEMBRE 2015
77
THE NEXT BUILDING DOSSIER
Le schermature solari
tra tecnologia, prestazione
e normativa
Il fabbisogno energetico per la climatizzazione estiva,
invernale e l’illuminazione dipende fortemente dall’ “efficienza”
delle porzioni trasparenti dell’involucro edilizio. Il rispetto dei nuovi
indicatori prestazionali apre una serie di questioni che non renderanno
semplice modellare la prestazione energetica di un edificio
Tiziana Poli
e Andrea Giovanni Mainini
• limitare gli apporti solari gratuiti nel periodo
Politecnico di Milano - Dipartimento
di Architettura, Ingegneria
delle Costruzioni e Ambiente Costruito,
P.zza Leonardo da Vinci 32,
Milano 20133, Italia
I
l fabbisogno energetico per la climatizzazione
estiva, invernale e l’illuminazione dipende
fortemente dall’ “efficienza” delle porzioni
trasparenti dell’involucro edilizio. Per le nostre latitudini
un sistema può essere definito efficiente se è ad
assetto variabile. Questo significa disporre di un
sistema trasparente in grado di:
• limitare i disperdimenti (U value) e guadagnare
quanto possibile (incremento degli apporti solari
gratuiti) durante il periodo sotto riscaldato al fine di
limitare il consumo per il riscaldamento;
NOVEMBRE 2015
78
surriscaldato;
• f avorire la presenza di luce naturale in ambiente
confinato (incremento daylight autonomy).
Per garantire un tale modello di funzionamento delle
superfici trasparenti, le alternative tecniche sono
molteplici e dipendono dalla estensione della chiusura
vetrata stessa. Se le dimensioni sono contenute è
possibile (ma non è certo questa una regola) pensare
di disporre di un sistema statico; in altri termini si può
pensare di demandare il controllo dei flussi termici,
energetici e luminosi alla sola vetrazione [1].
L’impiego di un eventuale elemento aggiuntivo
(tende) avrebbe il solo scopo di controllare i fenomeni
di abbagliamento. Se, invece, le dimensioni delle
superfici sono importanti (serramento/facciata o
facciate continua), la modularità della prestazione e
l’uso di una protezione solare risultano necessarie.
Fino all’emanazione dei tre DM del 26.06.2015 [2], [3], [4]
(e del D.g.r. 17 luglio 2015 - n. X/3868 [5] che ha recepito
i DM), la scelta della strategia dipendeva unicamente
dal rispetto di Eph limite e dall’ottimizzazione mensile
INVOLUCRO
degli apporti solari rispetto ai disperdimenti (almeno
sull’involucro), mentre ora il concetto di Edificio di
Riferimento, utilizzato nella classificazione e verifica
dell’edificio oggetto di analisi cambia sostanzialmente
il paradigma di quantificazione della prestazione
dell’ edificio, imponendo un vincolo non solo sulla
prestazione del sistema edificio impianto, ma
anche relativamente a quella del solo involucro. In
precedenza la presenza o meno di una schermatura
solare dipendeva dalle strategie morfologiche, edilizie
e impiantistiche adottate. Oggi, invece, il rispetto del
valore limite di ggl+sh minore di 0.35 indipendentemente
dalla latitudine per le esposizioni più sfavorevoli,
oppure il rispetto del rapporto tra l’area solare
equivalente estiva dell’edificio e la superficie utile
dello stesso, implicano l’adozione di un sistema di
protezioni solari esterno alla vetrazione, mobile e
ad assetto variabile. Tale vincolo avrà forti ricadute
sull’architettura (l’integrazione di questi dispositivi
richiede una differente attenzione progettuale che va
oltre il semplice “applico una tenda a posteriori!”), sulla
tecnologia del sistema serramento (la schermatura
potrebbe essere direttamente integrata nella parte di
telaio ricordando però che non deve andare a discapito
della trasmittanza termica, U), sulla tecnologia dei
sistemi di facciata continua, sui materiali/prodotti per
le schermature che saranno sempre più funzionalizzati,
sugli strumenti per il calcolo della prestazione. Il
rispetto di tali indicatori prestazionale apre una serie
di questioni che non renderanno semplice modellare la
prestazione energetica di un organismo edilizio dotato
di schermature solari.
Ed è proprio osservando l’Architettura contemporanea
che ci si rende immediatamente conto del grado
di complessità che connota il costruire (e quindi il
progettare e il modellare) oggi (Fig. 1).
Molteplici sono i problemi che ci si trova ad affrontare
per la determinazione della prestazione delle
schermature e del sistema schermatura più vetro. Se
si considera l’apparato normativo di riferimento per
il calcolo della prestazione energetica del sistema
schermante (UNI EN 13363 parte 1 e 2 [6] [7] , UNI/TS 113001 [8], DM 26.06.2015 in materia di energia [2], [3], [4]), ecco
manifestato il primo limite: nel mondo delle protezioni
NOVEMBRE 2015
79
One Central Park
Edificio pluripremiato
a Sydney, Australia, per
la massima efficienza e
sostenibilità. A fine novembre
sarà ultimato un impianto di
trigenerazione (produzione
di energia elettrica, calore e
freddo) a gas naturale da due
megawatt, che lo avvicinerà
ai requisiti di autosufficienza
NZeb. Le schermature
sono garantite dai giardini
verticali e la piattaforma di
atterraggio per gli elicotteri,
dotata di specchi motorizzati
e 220 pannelli riflettenti.
Foto Bopac (CC-BY2.0)
THE NEXT BUILDING DOSSIER
SCHERMATURE
NELL'ARCHITETTURA
1. DS+R, contemporary art
museum, Los Angeles.
3. Esempio rete o maglia
metallica (© SEEDLab,
Dipartimento. ABC Politecnico di Milano, T. Poli,
A.G. Mainini, R. Paolini, A.
Speroni, A. Zani)
4. Esempio lamiera stirata
(© SEEDLab, Dipartimento.
ABC -Politecnico di Milano, T.
Poli, A.G. Mainini, R. Paolini, A.
Speroni, A. Zani)
5. Lamiera bi-direzionale
(© SEEDLab, Dipartimento.
ABC - Politecnico di Milano, T.
Poli, A.G. Mainini, R. Paolini, A.
Speroni, A. Zani)
6. Esempio di lamiera stirata
ondulata (© Italfilm)
7. Tessuto 3D (© SEEDLab,
Dipartimento. ABC Politecnico di Milano, T. Poli,
A.G. Mainini, R. Paolini, A.
Speroni, A. Zani)
8. I.Light Italcementi (©
SEEDLab, Dipartimento. ABC
– Politecnico di Milano, T.
Poli, A.G. Mainini, R. Paolini, A.
Speroni, A. Zani)
9. Applicazione di SMA su
tessuti a base metallica
fonte: www.deckeryeadon.
com)
solari non esistono solo le lamelle (con orientamento
ortogonale al filo di facciata o con inclinazione 45° e
costituite da elementi pieni), le tende (chiare o scure)
o gli aggetti orizzontali o verticali (anche in questo
caso costituiti da elementi pieni). E se le protezioni
solari sono costituite da reti e maglie metalliche (Fig. 3
oppure lamiere stirate (Fig. 4) [9] [10] [11]? E se sono lamiere
micro-forate con geometria bi-direzionale (Fig. 5)? E
se gli elementi sono discontinui e non planari (Fig. 6)?
E se, infine, gli elementi presentano una geometria
2D oppure 3D non uniforme (Fig. 7) [12] oppure sono
elementi eterogenei (ossia costituiti da più materiali)
(Fig. 8) [13] [14]? E se l’attivazione non dipende da un
sistema meccanico ma dalla temperatura e da un
impulso elettrico (stiamo parlando in questo caso di
SMA, SME e TBM) (Fig. 9).
Il progettista, l’esperto di involucro e il certificatore,
dispongono di tutti i dati necessari per la modellazione
energetica del sistema (ossia il calcolo di g gl+sh)?
Sui tessuti tecnici, in linea di massima sì! È “semplice”
misurare le proprietà ottico radiative del tessuto e
altrettanto “semplice” modellarle (come richiesto dalla
norma sia rispetto la componente diretta che diffusa).
Questa affermazione vale se l’openness factor (%,
rapporto vuoto/pieno) non è elevato; in caso contrario
anche i tessuti presentano una dipendenza angolare
della trasmittanza energetica (τE) e visibile (τV).
Facendo un passo indietro, condizione necessaria e
sufficiente è, in prima istanza, comprendere le natura
effettiva del sistema schermante che può essere
definito in funzione:
• d ella morfologia complessiva quando discontinuo
(dimensione, passo tra elementi, spessore, openness
factor);
• d ella geometria del singolo elemento (diametro
filo, diametro vuoto, dimensione lamella, spessore,
openness factor);
• della consistenza materica degli elementi, che
incide sulle proprietà termiche e ottico-radiative
dell’elemento (trasmittanza solare - (TE - e
riflettanza solare - ρE , della trasmittanza visibile
- τVIS - e riflettanza nel campo del visibile - ρVIS ed
emissività - ε);
• d el modello di funzionamento (elemento fisso,
orientabile in continuo, on-off);
• d ella tipologia di azionamento (incide sul tempo
impiegato per raggiungere l’assetto ottimizzato);
• d ella durata di attivazione (da definirsi in funzione di
W/m2 su superficie trasparente).
Accoppiando il sistema schermante al vetro, l’indicatore
di prestazione è ggl+sh (fattore di trasmissione solare
totale), indicatore di riferimento per la caratterizzazione
della prestazione del serramento secondo [6], [7].
Anche disponendo dei dati, la difficoltà nella
NOVEMBRE 2015
80
modellazione rimane. Spesso, per evitare tempi
macchina importanti o per assenza di uno strumento in
grado di modellare esattamente il comportamento del
sistema, si procede per semplificazioni, sottovalutando
la portata di tale semplificazione (sottostima o
sovrastima degli apporti solari gratuiti, sovrastima
e/o sottostima del livello di illuminamento e dei
possibili fenomeni di abbagliamento). Inoltre, per
evitare lunghe e complesse modellazioni, sarebbe
opportuno poter disporre di un profilo caratteristico di
prestazione dei sistemi complessi al variare della loro
geometria e della loro tipologia di posa (soprattutto
per gli elementi a geometria bi-direzionale che a parità
di openness factor presentano variazioni importanti al
variare dell’angolo di incidenza della radiazione) (Fig.
2). Questo significa che la scelta del sistema dovrebbe
essere vincolata alla prevalenza dell’angolo di
incidenza sulla superficie trasparente (estivo, invernale
e nel periodo intermedio). Definire degli indicatori
prestazionali è condizione necessaria e sufficiente così
come definire le specifiche di prestazione. L’importante
è comprendere che quei valori dipendono da sistemi
edilizi e impiantistici che si devono integrare e che
la modellazione deve avvicinarsi il più possibile al
valore misurato in opera (e qui si aprirebbe anche
la questione legata alla validazione). E allora, quali
valori limite effettivamente usare? ggl+sh è il riferimento
o basta la prestazione energetica dell’edificio
distinguendo tra involucro e sistema integrato
involucro-impianti? L’unica cosa certa è che il nuovo
apparato normativo porterà allo sviluppo e alla
messa a punto di componenti di involucro innovativi,
altamente performanti e fortemente caratterizzati dal
punto di vista ottico-radiativo e non solo.
La nuova normativa in dettaglio
L’Unione Europea tramite la Direttiva 2002/91/CE
“Rendimento energetico nell’edilizia” [15] aggiornata
nel 2010 dalla direttiva 31 [16], si è espressa in merito
alle procedure e alla politica di risparmio energetico
nel settore delle costruzioni. In Italia tali direttive
sono state recepite tramite il D.lgs. 192/05 [17]
(successivamente integrato dal D.lgs. 311/06 [18], riferito
alla sola [15]) e il Decreto Legge 63/13 [19] che ha recepito
la direttiva [16], in seguito convertita in legge dalla Legge
90/13 [20] e il cui attuativo è rappresentato dai Decreti
Ministeriali del 26 giugno 2015 che definiscono:
• I criteri per identificare un edificio a energia quasi zero,
la metodologia di calcolo e i requisiti minimi degli
edifici a seconda del tipo di intervento realizzato [2]
• L e linee guida nazionali per la certificazione
energetica [3]
• G li schemi della relazione tecnica di progetto [4]
In materia di uso e promozione delle fonti rinnovabili
INVOLUCRO
1
2a
3
2b
4
5
6
8
7
9
NOVEMBRE 2015
81
2a. Elemento schermante
caratterizzato da una
geometria bi-direzionale. La
variazione della prestazione
ottico-energetica al variare
della giacitura [© SEEDLab,
Dipartimento. ABC –
Politecnico di Milano, T. Poli,
A.G. Mainini, R. Paolini, A.
Speroni]
2b. Elemento schermante
caratterizzato da una
geometria 3D. La variazione
della prestazione otticoenergetica al variare della
giacitura (© SEEDLab,
Dipartimento. ABC –
Politecnico di Milano, T. Poli,
A.G. Mainini, R. Paolini, A.
Speroni)
THE NEXT BUILDING DOSSIER
note
[1] IA. G. Mainini, D. Bonato, T. Poli
e A. Speroni, «Lean strategies
for window retrofit of Italian
office buildings: impact on
energy use, thermal and visual
comfort.,» ENERGY PROCEDIA,
vol. 70, pp. 719-728, 2015.
[2] IDM 26 giugno 2015,
Applicazione delle
metodologie di calcolo delle
prestazioni energetiche e
definizione delle prescrizioni
e dei requisiti minimi degli
edifici. (15A05198) (GU Serie
Generale n.162 del 15-7-2015 Suppl. Ordinario n. 39).
[3] IDM 26 giugno 2015,
Adeguamento del decreto
del Ministro dello sviluppo
economico, 26 giugno 2009
- Linee guida nazionali per la
certificazione energetica degli
edifici. (15A05200)(GU Serie
Generale n.162 del 15-7-2015 Suppl. Ordinario n. 39).
[4] IDM 26 giugno 2015, Schemi
e modalita' di riferimento
per la compilazione della
relazione tecnica di progetto
ai fini dell'applicazione delle
prescrizioni e dei requisiti
minimi di prestazione
energetica negli edifici.
(15A05199) (GU Serie Generale
n.1.
[5] ID.g.r. 17 luglio 2015 - n. X/3868
Disposizioni in merito alla
disciplina per l’efficienza
energetica degli edifici
ed al relativo attestato di
prestazione energetica a
seguito dell’approvazione
dei decreti ministeriali per
l’attuazione del d.lgs. 192/2005.
[6] IUNI EN 13363-01 Dispositivi
di protezione solare in
combinazione con vetrate;
calcolo della trasmittanza
totale e luminosa, metodo di
calcolo semplifi cato.
[7] IUNI EN 13363-02 Dispositivi
di protezione solare in
combinazione con vetrate;
calcolo della trasmittanza
totale e luminosa, metodo di
calcolo dettagliato.
[8] IUNI/TS 11300- 1, Prestazioni
energetiche degli edifici
– Parte 1: Determinazione
del fabbisogno di energia
termica dell’edificio per la
climatizzazione estiva e
invernale, 2014.
[9] IA. G. Mainini, T. Poli, M. Zinzi
e A. Speroni, «Spectral light
transmission measure of metal
screens for glass façades and
assessment of their shading
potential,» ENERGY PROCEDIA,
vol. 48, pp. 1292-1301, 2014.
[10] IT. Poli, «Una pelle
esterna come protezione
solare continua,» in
Transparency. Facciate in
vetro tra architettura e
sperimentazione, Milano, Il
sole 24 ore, 2013, pp. 99-115.
[11] IT.Poli, «Schermature solari e
Tabella 1. Caratteristiche ottico energetiche delle tende a rullo considerate. La tipologia A si riferisce a tende mediamente traslucide, il tipo
B si riferisce a tende altamente traslucide, così come definite nella [6]
Tipologia di schermatura
A.1
A.2
A.3
B.1
B.2
B.3
Bianco
Colorato
Scuro
Bianco
Colorato
Scuro
τe,B
0.2
0.2
0.2
0.4
0.4
0.4
ρe,B
αe,B
0.6
0.4
0.1
0.4
0.3
0.1
0.2
0.4
0.7
0.2
0.3
0.5
Tabella 2. Caratteristiche termiche e ottiche dei vetri considerati
Tipologia vetro
Triplo vetro chiaro
Doppio vetro basso-emissivo
Triplo vetro basso- emissivo
Ug
g
2
1.6
1.4
0.67
0.7
0.5
troviamo infine il DLgs 28/2011 [21] che attua quanto
promosso a livello europeo all’ interno della direttiva
2009/28/CE. [22]. I decreti [2], [3], [4] del 26 giugno
2015 cambiano significativamente lo scenario
normativo italiano in materia di risparmio energetico,
determinando uno sforzo progettuale maggiore e
una migliore attenzione alla qualità del costruito, in
risposta a richieste prestazionali più restrittive rispetto
alla pratica costruttiva attualmente in vigore.
Fatte salve le tipologie di edifici e le destinazioni d’uso
elencate in [17] e [20], che sono escluse dall’applicazione
del Decreto, si prescrive, per tutte le rimanenti
casistiche, il rispetto di una serie di verifiche in funzione
della tipologia di intervento edilizio che si deve attuare,
ovvero:
uova costruzione;
•N
• D emolizione e ricostruzione;
• A mpliamenti (creazione di un nuovo volume lordo
> di 500 m3 o superiore del 15% del volume lordo
esistente);
• R istrutturazioni importanti di primo livello che
coinvolgono più del 50% della superficie lorda
dell’edificio, nonché l’impianto termico;
• R istrutturazioni importanti di secondo livello, che
coinvolgono più del 25% della superficie lorda
dell’edificio ed eventualmente l’impianto termico;
• R iqualificazioni energetiche dell’involucro che
coinvolgono meno del 25% della superficie
disperdente;
• Interventi sull’ impianto termico (nuova installazione,
ristrutturazione e sostituzione del generatore);
A seconda del tipo di intervento le verifiche possono
riguardare il sistema edificio impianto, il solo involucro
edilizio o il solo impianto. Oltre alla tradizionale
procedura di confronto puntuale delle caratteristiche di
involucro e di impianto rispetto alle tabelle di riferimento
(Appendice B di [2] ) è introdotto il concetto di edificio
di riferimento, che permette di valutare la prestazione
energetica dell’ edificio da verificare o certificare,
tramite il confronto con un edificio identico in termini
di destinazione d’uso, località, contesto, geometria,
orientamento, ma in possesso delle caratteristiche di
involucro e impianto conformi all’ Appendice A di [2]. La
trattazione delle novità introdotte dai decreti potrebbe
essere molto lunga elaborata, ma quanto in seguito
esposto si limiterà ad analizzare le implicazioni relative
all’ efficacia dei sistemi schermanti.
Verifica del fattore di trasmissione
solare totale ggl+sh
Nel caso di ristrutturazioni importanti che
coinvolgono l’involucro per più del 25% della
superficie dell’involucro, o nei casi di riqualificazione
energetica dell’involucro che coinvolgano meno del
25% della superficie disperdente dell’involucro, è
richiesto al progettista di verificare che il fattore
di trasmissione solare totale ggl+sh valutato
secondo [8], [6], [7] sia inferiore a 0.35. La verifica deve
essere effettuata per componenti finestrati con
ggl+sh
Esterno
ggl+sh
Interno
ggl+sh < 0,35
Esterno
g = 0.65_Ug = 2.0
g = 0.5_Ug = 1.4
g = 0.7_Ug = 1 .6
Interno
ggl+sh < 0,35
g = 0.65_Ug = 2.0
g = 0.5_Ug = 1.4
g = 0.7_Ug = 1 .6
10
NOVEMBRE 2015
82
INVOLUCRO
orientamento da EST a OVEST, passando per SUD e in
presenza di una schermatura mobile, mentre può
essere omessa per altri orientamenti e in caso di
edifici in categoria E.8.
Per valutare le implicazioni di questa prescrizione
normativa, consideriamo una serie di semplici casi
analitici e che possono essere affrontati tramite la
procedura di calcolo semplificata riportata all’interno
della norma norma UNI EN 13363-1 [6]. Siamo in presenza
di una famiglia di tende a rullo, tra loro differenti in
termini di caratteristiche di trasmissione solare diretta
della radiazione (τe,B), riflessione (ρe,B) e assorbimento
(αe,B), così come riportato in Tabella 1. Consideriamo che
tali tende stiano schermando differenti tipologie di
chiusure trasparenti, caratterizzate da differente coppie
di valori di trasmittanza termica (Ug) e fattore solare
normale (g), così come riportato in Tabella 2.
Nei grafici (fig. 10) nella pagina precedente viene
riportato il valore di ggl+sh valutato per tutte le coppie
possibili di sistema schermante-vetro proposte in
Tabella 1 e 2. Come è possibile notare dai grafici, per
garantire il rispetto dei valori minimi richiesti dal DM
26 Giugno 2015 [2] e considerando vetri standard non a
controllo solare, si deve ricorrere a sistemi schermanti
con valori di τe,B inferiori a 0.2, nel caso di schermature
poste internamente. In questo caso risulta importante
controllare anche la riflettanza del lato della superficie
della tenda a rulla rivolta verso il vetro. Maggiore
sarà il valore di riflettanza solare ρe,B, migliore sarà la
prestazione ottenuta.
Ponendo la schermatura esternamente all’elemento
trasparente, la verifica risulterà essere molto più
agevole, garantendo la possibilità di utilizzare,
a parità di vetro impiegato, sistemi con una
trasparenza maggiore, ma pur sempre con valori di
τe,B inferiori a 0.4.
Verifica del rapporto ASOL,EST/ASUP UTILE
Per tutti gli interventi non elencati nel paragrafo
precedente e ad esclusione degli interventi che
riguardano il solo impianto termico dell’edificio, viene
richiesta di effettuare la verifica del rapporto tra l’area
solare equivalente estiva dell’edificio e la superficie
utile dello stesso, ovvero Asol,est/Asup utile. Il valore
così calcolato deve essere inferiore a:
• 0 .030 nel caso di edifici in categoria E.1 (escludendo
collegi, conventi, case di pene e caserme)
• 0 .040 per tutte le rimanenti categorie di edifici,
compresa la categoria E.8
La procedura per il calcolo dell’area equivalente estiva
Asol,est dell’edificio è in seguito espressa ed equivale,
come descritto nella Appendice A di [2], alla sommatoria
delle aree equivalenti estive di ogni componente
vetrato k, ovvero:
Asol,est =
∑F
sh,ob
× ggl+sh × (1 - FF ) × Aw,p × Fsol,est
k
Dove:
• Fsh,ob è il fattore di riduzione per ombreggiatura
relativo ad elementi esterni per l’area di captazione
solare effettiva della superficie vetrata k-esima,
riferito al mese di luglio e valutata secondo [8];
• g gl+sh è la trasmittanza di energia solare totale della
finestra calcolata nel mese di luglio, quando la
schermatura solare è utilizzata, valutata secondo le
[8], [6], [7]
;
• FF è la frazione di area relativa al telaio, rapporto tra
larea proiettata del telaio e l’area proiettata totale
del componente finestrato;
• Aw,p è l’area proiettata totale del componente vetrato
(area del vano finestra);
• Fsol, est è il fattore di correzione per l’irraggiamento
incidente, ricavato come rapporto tra l’irradianza
media nel mese di luglio, nella località e
sull’esposizione considerata e l’irradianza media
annuale di Roma, sul piano orizzontale.
Continua a valere la richiesta che il progettista, al fine
di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione
estiva e di contenere la temperatura interna degli
ambienti, valuti puntualmente e documenti l’efficacia
di sistemi schermanti le superfici vetrate, che siano
interni o esterni, ma tali da ridurre l’apporto di calore
per irraggiamento. I regolamenti edilizi comunali e i
regolamenti d’igiene vincolano la superficie minima
di chiusura trasparente che deve essere garantita per
ogni destinazione d’uso. Diventa quindi importante
prevedere efficaci sistemi di schermatura, che siano
in grado di garantire il soddisfacimento della verifica,
abili allo stesso tempo di ottimizzare le richieste utili
a garantire il confort visivo. La presenza di aggetti,
il loro corretto dimensionamento in funzione della
latitudine e la loro ricaduta nel calcolo di Fsh,ob, diventa
in questo caso premiante, mentre l’efficacia del
sistema schermante mobile deve essere oggetto di
attenta analisi, soprattutto nei casi in cui vengano
utilizzati come schermatura solare mobile dei materiali
come quelli presentati nel primo paragrafo. Il nuovo
decreto determina una evidente penalizzazione,
o meglio regolamentazione, degli edifici realizzati
tramite sistemi a facciata continua o in cui la porzione
trasparente di involucro è dominante rispetto alla
parte opaca, soprattutto se il confronto con edifici
standard viene effettuata a parità di superficie utile
degli ambienti. Per ottenere il rispetto dei parametri
imposti, soprattutto per edifici di grande altezza,
caratterizzati da una prevalenza di sistemi schermanti
interni, sarà necessario garantire valori molto ridotti di
fattore solare del vetro. v
NOVEMBRE 2015
83
involucri ad alte prestazioni:
tra innovazione e misura,»
Ingenio, pp. 1-8, Aprile 2015.
[12] IT. Poli, A. G. Mainini, R. Paolini,
A. Speroni, L. Vercesi e M.
Zinzi, «Sviluppo di materiali
e tecnologie per la riduzione
degli effetti della radiazione
solare. A. Implementazione
delle prestazioni e nuovi
prodotti per il controllo
della radiazione solare e
costruzione di un archivio
cartaceo di prodotti
innovativi,» ENEA, Roma, 2013.
[13] IA. G. Mainini, T. Poli, M. Zinzi
e S. Cangiano, «Spectral light
transmission measure and
radiance model validation
of an innovative transparent
concrete panel for facades,»
ENERGY PROCEDIA, vol. 30, pp.
1184-1194, 2012.
[14] IS. Cangiano, T. Poli, A. Mainini e
M. Zinzi, «CARATTERIZZAZIONE
FOTOMETRICA DI UN
PANNELLO IN CALCESTRUZZO
TRASPARENTE,» in Atti del 19°
Congresso C.T.E., Bologna, 2012.
[15] IDirettiva 2002/91/CE, Del
Parlamento europeo del
consiglio del 16 dicembre 2002
sul rendimento energetico
nell'edilizia.
[16] IDirettiva 2010/31/UE, Del
Parlamento Europeo e del
Consiglio del 19 Maggio 2010
sulla prestazione energetica
nell' edilizia (rifusione).
[17] IDLgs 192/2005, Attuazione
della direttiva 2002/91/
CE relativa al rendimento
energetico in edilizia.
[18] IDLgs 311/06, Disposizioni
correttive ed integrative
al DLgs 192/05, recante
attuazione della direttiva
2002/91/CE, relativa al
rendimento energetico
nell'edilizia.
[19] IDL 63/2013, Disposizioni
urgenti per il recepimento
della Direttiva 2010/31/UE del
Parlamento europeo e del
Consiglio del 19 maggio 2010,
sulla prestazione energetica
nell'edilizia per la definizione
delle procedure d'infrazione
avviate dalla Commissione.
[20] ILegge 90/13, Conversione, con
modificazioni, del decretolegge 4 giugno 2013, n. 63.
[21] IDLgs 28/2011, Attuazione
della direttiva 2009/28/CE
sulla promozione dell’uso
dell’energia da fonti
rinnovabili, recante modifica
e successiva abrogazione
delle direttive 2001/77/CE e
2003/30/CE.
[22] IDirettiva 2009/28/CE, del
Parlamento Europeo e
del Consiglio del 23 aprile
2009 sulla promozione
dell’uso dell’energia da fonti
rinnovabili, recante modifica
e successiva abrogazione
delle direttive 2001/77/CE e
2003/30/CE.
THE NEXT BUILDING DOSSIER
Case Study Realizzazioni
Città amministrativa Tancredo Neves, Minas Gerais, Brasile
Curve libere e sensuali a forte contrasto:
tra concreto bianco, facciate nere
e veneziane all'interno del vetro isolante
20mila Screenline
Un complesso monomentale di 5 edifici realizzato
su progetto di Oscar Neimeyer nello Stato brasiliano
di Minas Gerais.
È
stata progettata dall’architetto Oscar Ribeiro de Almeida
Niemeyer Soares Filho comunemente noto come Oscar
Niemeyer, morto nel 2012 alla veneranda età di 104 anni che
è stato con tutta probabilità il più importante architetto brasiliano.
Alle sue idee si devono la creazione di Brasilia, capitale del Brasile e
anche il progetto di Tancredo Neves destinata a ospitare sedicimila
impiegati pubblici.
“Non è l’angolo retto ciò che mi affascina. Non la linea retta. Dura,
inflessibile, creata dall’uomo. Ciò che mi affascina è la curva libera e
sensuale. La curva che trovo nelle montagne del mio Paese, nel corso
sinuoso dei suoi fiumi, nelle nuvole del cielo, nel corpo della donna.
Di curva è fatto tutto l’Universo.” Questo lo spirito creativo di Oscar
Niemeyer di cui Tancredo Neves rappresenta una sorta di emblema.
La "Città amministrativa Tancredo Neves" è stata inaugurata
all'inizio del 2010. In tutto, questa vera e propria città ospiterà
16mila impiegati pubblici ai quali si sommano i circa 5mila visitatori
NOVEMBRE 2015
giornalieri. La sede del potere esecutivo dello stato di Minas Gerais
è costituita da 5 edifici nei quali l'architetto enfatizza il carattere
"monumentale". Il complesso supera i 265 mila metri quadrati di
area costruita su un terreno di 800 mila metri quadrati dove prima
era presente un ippodromo. Uno degli edifici del complesso è stato
definito come il maggiore edificio sospeso del mondo, con un vano
di 147 metri di lunghezza e 26 di larghezza. Secondo Niemeyer il
complesso è una "aula magna di architettura e di amministrazione
pubblica. Oltre a concentrare migliaia di dipendenti pubblici in solo
2 edifici, valorizza al massimo le aree libere e verdi". Quando ancora
in fase di progetto, lo stesso Niemeyer ha dichiarato in intervista:
"credo che diventerà così bello, così imponente, che di fronte ad esso
ho creato una larga strada pedonale per il passeggio, dove il popolo
soddisfatto possa apprezzare la bellezza di questa opera che, a mio
avviso, darà inizio all'architettura monumentale, che in certi casi
diventa anche fondamentale".
84
CASE STUDY
16.000
impiegati
5.000
visitatori
5
edifici
265.000 mq
superficie costruita
la Sfida
Ospitare 16.000 dipendenti in un
complesso di edifici direzionali
amministrativi garantendo comfort
di lavoro nel rispetto dell'idea formale
di un grande architetto. Nei 5 edifici
si amministra l'attività dello Stato di Minas
Gerais in Brasile.
scheda tecnica di progetto
P rogetto : O scar N iemeyer
C ostruttore : C onsõrcio C amargo C orrea , M endes J r , S anta B arbara
F acciate : B elmetal
V eneziane
in vetrocamera :
S creenline , P ellini
I COMPONENTI
Screenline
L
e veneziane ScreenLine, inserite all’interno
di un vetro isolante, presentano vantaggi
sotto il profilo della durata e del rendimento energetico, e
garantiscono protezione dallo sporco e dagli agenti atmosferici,
senza richiedere manutenzione. La movimentazione della tenda
avviene attraverso comandi magnetici, e non va ad alterare le
proprietà isolanti del vetrocamera.
NOVEMBRE 2015
800.000 mq
superficie complessiva
20.000
veneziane in vetrocamera
La denominazione di "città amministrativa" non è casuale. Il
complesso di 5 edifici è riconosciuto dallo stato come città a tutti
gli effetti, ed ha il curioso record di essere la città brasiliana con
meno edifici costruiti, 5 appunto. I due edifici più grandi, denominati
"Minas" e "Gerais" accentrano tutti gli uffici pubblici dello stato,
hanno 14 piani oltre a quelli interrati. Ogni piano ha circa 7mila mq.
Tutte le facciate di questi edifici sono costituite da una vetrata
strutturale con vetro scuro (espressamente richiesto da Niemeyer
per contrastare con il concreto verniciato di bianco delle strutture) e
veneziane in vetrocamera ScreenLine® (per un totale che supera le
20.000 tende). Le facciate inoltre sono rivolte ad Est o ad Ovest, e da
ciascun lato è presente un lago artificiale per la raccolta dell'acqua
piovana. Questo ha reso fondamentale uno studio sulla protezione
solare dato dall'insieme vetro+ScreenLine.
I vertici del governo trovano sede nell'edificio sospeso dedicato
all'eroe nazionale "Tiradentes". Nell'edificio di 21.000 metri quadrati
lavoreranno circa 300 funzionari. Secondo José Carlos Sussekind,
ingegnere responsabile per il calcolo della struttura, non esiste
al mondo un'opera simile a questa: "gli architetti non osano così
tanto". Gli unici progetti simili sono sempre di Niemeyer situati nella
capitale Brasilia. La struttura è tenuta in sospeso da 30 tiranti,
formati da 12 cavi di acciaio ciascuno. Una "prova di forza" del
genere può comunque essere messa in pratica sono in zone con
assenza totale di attività sismica come il Brasile. Vicino all'edificio
sospeso del governo trova posto l'auditorium "Juscelino Kubitschek",
collegato al primo edificio sia in superficie che da un tunnel nel
sottosuolo. La costruzione di 4 mila metri quadrati è interamente in
concreto. L'auditorium può ospitare 490 persone e verrà utilizzato per
congressi ufficiali e presentazioni.
La costruzione degli interni è stata eseguita pensando ad ambienti
flessibili, intelligenti, integrati e di basso costo di manutenzione.
L'area con moquette è di 164.000 metri quadrati. Analizzando
la struttura organizzativa del governo, sono stati distinti 30 tipi
differenti di incarichi. Sono state stabilite 6 tipologie di postazioni
di lavoro modulari ed equivalenti tra di loro che tengono in
considerazione il livello gerarchico. Ad ogni lavoratore sono garantiti
8 mq in ambiente openspace.
Sono invece distribuite in ogni piano di tutti gli edifici alcune centrali
di archiviazione che costituiscono per ogni piano il 4,15% della sua
superficie. L'11% della superficie calpestabile di ogni piano è invece
destinato alle sale riunioni. Le stampanti e fotocopiatrici sono
centralizzate e condivise da molti utenti che però non devono fare
più di 20 metri per raggiungerle.
A ciò si somma un impianto dimmerizzabile delle luci che sfrutta
l'effetto "light shelf" offerto dalle veneziane ScreenLine, e un
impianto di scarico dei WC che lavora in pressione negativa (come
quelli degli aerei) in modo da consumare pochissimi litri d'acqua. In
totale verranno installate 16.000 postazioni lavorative, 22.000 sedie,
450 sale riunione, 10.500 armadi.
La facciata invece è costituita da 33.000 metri quadrati di cui 21.000
contenenti tende in vetrocamera ScreenLine.
85
THE NEXT BUILDING DOSSIER
Case Study Realizzazione
Rifugio Carlo Mollino
I
la Sfida
Percorsi storici per
l'efficienza ad alta quota:
un progetto del 1954
trasformato in manifesto
dell'innovazione
La scelta di realizzare un edificio a basso consumo energetico,
con tecniche innovative
a livello impiantistico,
è stata perseguita in
coerenza con la variante
al progetto Casa Capriata
elaborata da Carlo Mollino
nel 1951 nell’ambito del
concorso Vetroflex-Domus.
l Rifugio Carlo Mollino sorge lungo il Walserweg - il grande
sentiero dei Walser - all’arrivo della seggiovia del comprensorio
sciistico di Weissmatten nel comune di Gressoney Saint Jean
(AO), in prossimità del padiglione da tè della Regina Margherita di
Savoia, una storica architettura in legno originariamente ubicata
presso il Castello Savoia e trasferita in quota negli anni ’50 come
capanno di caccia prima e più recentemente come punto di ristoro
per gli sciatori.
L’architettura, sviluppata su modello del progetto “Casa Capriata”
per la X Triennale di Milano (1954), una delle case ideali di Carlo
Mollino rimasta opera incompiuta, è stata realizzata in Valle d’Aosta
a distanza di sessant’anni, con l’intento di evidenziare il valore e
l’attualità del progetto originario come manifesto sull’innovazione
tecnologica e la prefabbricazione edilizia.
E, a inizio di quest’anno, il Rifugio Carlo Mollino è stato inaugurato
grazie al Comune di Gressoney Saint Jean, al Politecnico di Torino e a
una serie di sponsor tecnici.
Il progetto di ricerca si è infatti concretizzato con la creazione
di un edificio sperimentale ripensato in coerenza con i criteri
progettuali indicati da Carlo Mollino, grazie ad uno stretto lavoro
di collaborazione fra il Dipartimento di Architettura e Design del
Politecnico di Torino e gli uffici tecnici del Comune di Gressoney Saint
Jean e della Comunità montana Walser Alta Valle del Lys.
La realizzazione del Rifugio Carlo Mollino è stata possibile anche
grazie all’apporto di molte istituzioni e sponsor tecnici, coordinati
dal Politecnico attraverso una modalità di lavoro che ha previsto un
coinvolgimento nello sviluppo progettuale dei soggetti partner, con
ruoli e competenze diverse, attraverso l’istituzione di un expertise
group sulla progettazione di edifici in legno energeticamente efficienti.
L’edificio intitolato alla figura di Carlo Mollino, uno dei protagonisti
della cultura architettonica del Novecento, vuole evidenziare e
riconoscere il profondo legame fra la ricerca progettuale sviluppata
dall’architetto torinese fra gli anni ’30 e ’50 sul tema dell’architettura
NOVEMBRE 2015
86
CASE STUDY
2100 m
Quota
1951
Progetto originario
220 m2
falde Del tetto
alpina e l’area culturale e geografica della Valle d’Aosta.
Responsabile scientifico del progetto è l’arch. Guido Callegari del
Dipartimento di Architettura e Design (DAD) che ha coordinato lo
sviluppo del progetto insieme al gruppo di ricercatori del Politecnico
di Torino DAD (Prof. Liliana Bazzanella, Arch. Guido Callegari, Arch.
Alessandro Mazzotta, Arch. Mario Sassone, Prof. Elena Tamagno),
all’Ufficio tecnico della Comunità montana Walser - alta Valle del Lys
(arch. Laura Montani, geom. Alessandro Bringhen) e all’Ufficio tecnico
del Comune di Gressoney Saint Jean (arch. Germana Maida).
Internorm ha fornito le finestre con oscurante integrato in legnoalluminio HV 350 e il portoncino d'ingresso in alluminio AT 400.
I serramenti sono HV 350 home pure-doppia finestra in legno/
termoschiuma/alluminio. Quelli realizzati per Casa Capriata sono
dotati di vetrocamera triplo 4be temperato/8gas/4/8gas/be 4
temperato con isolamento termico Ug = 0,66 W/m²K+lastra esterna
da 4 mm temp, valore globale vetrazione è di Ug = 0,58 W/m²K (con
canalina warm edge ψ = 0,035 W/mK). Una tendina veneziana
inserita nell’intercapedine tra il vetrocamera e la lastra singola.
L’abbattimento acustico è Rw = 45 dB. La trasmittanza termica del
telaio è Uf=0,88 W/m²K e la trasmittanza termica del serramento
è Uw = 0,76 W/m²K (valore calcolato per una dimensione di finestra
NOVEMBRE 2015
<10 kW/h/m2
CASACLIMA A GOLD
<0,8 W/m2k
trasmittanza serramenti
3
livelli
campione di 1230 x 1480 mm). La porta d’ingresso AT 400 ha un
rivestimento interno ed esterno in alluminio, coibentazione al
centro in poliuretano senza ponti termici nel telaio fisso e nel telaio
anta, la parte trasparente è un vetro isolante a quattro lastre. La
trasmittanza termica della porta d’ingresso è Ud = 0,94 W/m²K.
È certificato alla stabilità dei climi differenti test tra i -15° e i +80°
secondo EN 1121, in classe 2 secondo EN 12219.
Sponsor
I top sponsor principali del progetto sono Internorm, Hoval, Isover Saint
Gobain, Denaldi. Gli altri sponsor tecnici sono Bertolotto Porte, Artigo Rubber
Flooring, Velux, Unimetal, Idrocentro/Unimetal, Rheinzink, ThermoEasy, Thermal
Technology, Abet Laminati, Armalam, Rothoblaas, Geberit, Carra depurazioni,
Caprari pumping power, Bticino, Iguzzini, Laterlite, be-eco, Zanotta.
Partner istituzionali sono Ordine Architetti della Regione Autonoma Valle d’Aosta,
Ordine Architetti Provincia di Torino (OAT), Fondazione Ordine Architetti di Torino,
Federazione Interregionale degli Architetti P.P.C. del Piemonte e della Valle
D'Aosta, Regione autonoma Valle d’Aosta, Comunità montana Walser, Agenzia
Casaclima, Triennale di Milano.
87
THE NEXT BUILDING DOSSIER
Case Study Realizzazione
Le torri San Benigno a Genova
L
la Sfida
Involucro vetrato colorato
a sfumature cangianti
e lettura variabile.
Per un mix tra estetica
ed efficienza energetica
Utilizzare vetrate colorate per definire una sfumatura sull'intero
sviluppo delle facciate delle
torri che procede con toni
più chiari sui fronti meno
esposti all'irraggiamento
solare, diventando più scuri
sui fronti maggiormente
soleggiati, permettendo
all'edificio di rispondere
meglio ai requisiti richiesti
di efficienza e sostenibilità.
a zona di San Benigno a Genova è oggi sede di centri
direzionali, infrastrutture e servizi, in gran parte legati
alle attività portuali. Le 3 torri recentemente inaugurate
appoggiano su un’unica piastra, originariamente destinate due ad
accogliere gli uffici della compagnia di navigazione MSC e la terza
che ad ospitare 108 appartamenti. Le società di costruzione SVIM
Spa e GLF Grandi Lavori Fincosit Spa hanno optato durante il lungo
periodo gestazionale dell’intervento per la riconversione dell’ultima
torre da residenziale a direzionale. Così la destinazione finale è
diventata nel corso del tempo solo quella ad uffici e il progetto
è formato da 5+1AA (Alfonso Femia, Gianluca Peluffo e Simonetta
Cenci). L’idea fondante del progetto per le tre torri di Genova è stata
di utilizzare vetrate colorate per definire una sfumatura sull’intero
sviluppo delle facciate delle tre torri, che procede con toni più chiari
sui fronti meno esposti all’irraggiamento solare, divenendo più scuri
sui fronti maggiormente soleggiati. AGC Flat Glass Italia - branch
italiana di AGC Glass Europe, al top nella produzione di vetro piano ha fornito i vetri per la sua realizzazione.
I colori utilizzati per le vetrazioni sono in totale sei, accostati a due
a due, tono su tono, con l’intento di ottenere, su ogni lato delle
torri, un colore più “morbido” e meno contrastante con la facciata
adiacente. La composizione utilizza quindi due vetrazioni dai colori
differenti, le cui caratteristiche tecniche, nell’insieme, consentono il
raggiungimento dei valori termo-acustici richiesti in questa zona, per
questo tipo di funzione.
Il risultato finale è una superficie esterna cangiante che, insieme alla
“sfumatura orizzontale”, conferisce agli edifici una lettura sempre
differente da ogni angolazione, donando ad ogni torre una nuance
diversa dalle altre. Riflessi e trasparenze, ora più intense ora più
NOVEMBRE 2015
88
CASE STUDY
3
torri VETRATE
12 - 14
livelli
9
livelli basamento
tenui, si susseguono in una specie di caleidoscopio meteorologico,
che rende le facciate ora opache e massive ora liquide e riflettenti,
ora semitrasparenti, il tutto come se un insieme di nuvole mutevoli
attraversasse costantemente l’edificio nelle sue “tre” facce principali.
Il risparmio energetico
Il primo intervento per il risparmio energetico consiste nel
contenimento dei consumi e nell’impiego di materiali opachi con
basso valore di trasmittanza e superfici vetrate basso-emissive in
grado di schermare l’irraggiamento solare diretto.
Si tratta di un unico complesso articolato in tre grattacieli due dei
quali su 12 livelli oltre due di copertura e l’altro su 14 livelli oltre due
di copertura che appoggiano su un unico basamento con funzioni
di commercio, archivio comunale e parcheggi di 9 livelli. Nell’insieme
la struttura raggiunge i 100 mt d’altezza. Per il basamento è stato
studiato un rivestimento a fasce in lamiera stirata di alluminio
verniciato, fissate alle strutture orizzontali di piano. Nei primi piani
del basamento trovano posto anche tamponamenti in vetrocamera a
chiusura delle funzioni commerciali e dell’archivio.
17.140 m2
100 m
Superficie
Altezza
6
TIPologie DI VETRI
L’involucro è costituito da cellule di vetro strutturale in parte
trasparenti e in parte opache con trasmittanza inferiore a quanto
disposto dalla Regione Liguria (22.01.2009 n.1). E’ stato previsto
l’allaccio al teleriscaldamento cittadino per riscaldamento e acqua
calda sanitaria. Il teleriscaldamento offre l’opportunità di non
dover realizzare spazi tecnici da dedicare alle caldaie ed evitare la
manutenzione successiva.
Sono previsti sistemi di recupero di calore sull’aria emessa mediante
recuperatore entalpico con rendimento pari a circa il 70%. Per le
torri sono state installate quattro unità TECS di Climaveneta –
Versione Super Low Noise, Classe A di efficienza secondo Eurovent
– con compressori a levitazione magnetica, assicurando altissima
efficienza a pieno carico e la massima efficienza ai carichi parziali.
Il compressore è altamente innovativo: cuscinetti a levitazione
magnetica e controllo digitale della velocità delle giranti consentono
di raggiungere valori di efficienza ai carichi parziali mai raggiunti fino
ad oggi.
Per ridurre i consumi elettrici dei sistemi di pompaggio sono previste
elettropompe dotate di inverter.
IL COMPONENTE
I vetri AGC
I
vetri AGC contribuiscono così a definire e valorizzare
le tre torri, le cui facciate sono state concepite come
involucri dalle alte prestazioni, che uniscono estetica ed
efficienza.
Nello specifico, le vetrate isolanti (fattore solare sempre
inferiore a 0,5 utilizzate nel progetto sono composte da
una lastra esterna in Stratobel 88.4 - vetro stratificato e
temprato che garantisce elevate prestazioni dal punto di
vista meccanico e della sicurezza - composta da un mix di
vetri da 8 mm (Stopsol Supersilver Clear, Planibel Clear,
Sunergy Clear, Planibel Dark Blue, Sunergy Dark Blue e
Stopsol Supersilver Dark Blue); camera da 18 mm con Argon
90%; lastra interna realizzata con Stratophone iplus Top
1.0, vetro stratificato acustico che garantisce isolamento
termico e controllo solare, con proprietà anticondensa.
scheda tecnica di progetto
C ommittente : SVIM
spa
– GLF G randi L avori F incosit
spa
P rogettazione : 5+1AA
I nvolucro vetrato : B erti
V etri AGC: S tratobel 88.4, S topsol SS C lear 8 mm , P lanibel C lear
8 mm , S unergy C lear 8 mm , P lanibel D ark B lue 8 mm ,
S unergy D ark B lue 8 mm , S topsol SS D ark B lue 8 mm ,
44.2 S tratophone iplus T op 1.0
NOVEMBRE 2015
89
THE NEXT BUILDING DOSSIER
Case Study Realizzazioni
Torre Intesa firmata Renzo Piano
"E’ un edificio che respira, un edificio
che ha una doppia pelle, vivo, attivo
e intelligente"
I
ntesa Sanpaolo ha inaugurato il grattacielo di Torino.
La banca ha commissionato l'opera per ospitare più
razionalmente i suoi uffici centrali in un'unica sede e ne
ha fatto un segno concreto del suo legame storico con Torino,
prevedendo ampi spazi fruibili dalla comunità.
Lo studio Renzo Piano RPBW ha progettato un edificio che ha
definito "luminescente quasi come il ghiaccio", grazie a una serie
di lamelle in vetro che, in armonia con le montagne innevate
sullo sfondo, rendono le superfici cangianti in funzione della luce
naturale.
“E’ un edificio che respira - sottolinea l’architetto Renzo Piano un edificio che ha una doppia pelle, vivo, attivo e intelligente e
restituisce alla città quello che gli ha dato”.
E' il primo grattacielo di Torino con 38 piani fuori terra e 6 piani
interrati. La torre, occupa una superficie di 7.000 mq e alta 166 m,
poco meno della Mole Antonelliana.
Due volumi di pari dimensioni attestano in particolare la fruibilità
pubblica del grattacielo: quello alla base della torre con la hall
trasparente e l'auditorium a configurazione variabile che può
diventare una sala conferenze, concerto o espositiva in funzione
dell'evento e quello sulla sommità con la serra bioclimatica.
Ad integrazione e supporto dei lavori di costruzione della torre,
è stato sviluppato un modello tridimensionale completo e
dettagliato della struttura, con il preciso obiettivo di esplorare
nuove potenzialità del BIM al servizio delle attività assegnate
alla direzione lavori strutturale. Le parti singole per i soli elementi
in acciaio risultano essere oltre 121.000, cui vanno aggiunti,
ad esempio, 77.000 bulloni, e alcune migliaia di saldature.
Includendo anche le altre parti in cemento armato e altri oggetti
strutturali, il modello si compone complessivamente di oltre
205.000 oggetti fisici individuabili e computabili uno ad uno.
La realizzazione dell’edificio è stata affidata al gruppo Rizzani de
Eccher, consociatosi con la Implenia Italia.
Sotto il profilo della sostenibilità energetica, il grattacielo
Intesa Sanpaolo certificato in classe A otterrà una certificazione
secondo il protocollo LEED (Leadership in Energy and Enviromental
Design) grazie all’ottimale recupero, controllo e contenimento dei
consumi energetici complessivi. L’edificio è alimentato con energia
proveniente da fonte idroelettrica e da 1.600 metri quadrati di
pannelli fotovoltaici installati sulla facciata sud; inoltre l’80% dei
corpi illuminanti è a led. In condizioni di funzionamento normale
COME GHIACCIO
La torre di Intesa San Paolo a Torino. Un edificio
luminescente quasi come il ghiaccio, grazie a una
serie di lamelle in vetro.
NOVEMBRE 2015
90
CASE STUDY
La nuova sede di Banca Intesa San Paolo a Torino è un grattacielo ad elevata efficienza energetica progettato
da Renzo Piano con le facciate firmate da Permasteelisa con lamelle vetrate motorizzate e comandate
da un sistema CENTRALIZZATO. LE CERNIERE PER PORTE SONO della SIMONSWERK
IL COMPONENTE
Cerniere ad hoc
P
ermasteelisa, per infissi particolarmente
impegnativi ha voluto utilizzare due
tipologie di cerniere dell’azienda leader
tedesca Simonswerk. Per le porte d’ingresso
al piano terra tutto vetro e acciaio laccato
bianco, si è optato per il sistema di cerniere
Variant VX 7729/160-4. Cerniere perfettamente adatte a
queste porte ‘monumentali’ che in alcuni casi, raggiungono i
4 metri d’altezza, una larghezza di 1,3 metri e pesi fino a 300
kg. Altre cerniere Variant VN disegnate e realizzate su misura
per Permasteelisa, sono state adottate per movimentare le
finestre collocate alla sommità della torre per aerare il giardinoserra bioclimatico. Un sistema automatizzato particolarmente
sofisticato permette, in funzione di diversi parametri
che regolano la serra, di aprire o chiudere le finestre per
un’aerazione naturale dello spazio.
San.Co, specialista di soluzioni tagliafuoco, ha fornito le porte in
legno resistenti al fuoco del grande auditorium di 364 posti, le
vetrate ad altissimo abbattimento acustico delle sale regia, e le
altre porte resistenti al fuoco vetrate e automatiche progettate
appositamente per questa torre. Anche in questo caso, la cura
per i dettagli ha fatto scegliere al produttore le cerniere Variant
VN di Simonswerk per movimentare le pesanti porte EI 120
installate nell’edificio.
Identikit
E dificio : S ede B anca I ntesa S an P aolo
a
T orino
P rogetto : R enzo P iano RPBW
C ostruzione : R izzani
de
E ccher , I mplenia I talia
I nvolucro : P ermasteelisa
I ngeneria
P orte
delle facciate :
tagliafuoco :
RFR
S anco
I mpianti : T ecnelit
C erniere
per porte :
S imonswerk
C operture : F ranzen I talia
il grattacielo non ha emissioni inquinanti.
Nelle parti est e ovest dell’edificio due pareti vetrate distanti
circa 2,5 metri formano la cosiddetta "doppia pelle", una
facciata "attiva", tra le più grandi al mondo, gestita da un
sistema centralizzato che regola l’apertura e la chiusura delle
lamelle. Nelle facciate est e ovest ci sono 12.680 lamelle di vetro
orientabili motorizzate, progettate realizzate e installate dal
Gruppo Permasteelisa, si aprono e si chiudono per garantire la
giusta ventilazione in estate e il massimo isolamento termico
in inverno. L’Istituto Giordano ha effettuato la misurazione
in laboratorio del rumore generato dal passaggio dell’aria
attraverso la pelle esterna della facciata.
Una rete di sensori rileva le differenti condizioni climatiche
giornaliere e stagionali, massimizzando l’utilizzo della luce solare
per il riscaldamento degli ambienti e dissipando il calore grazie
alla ventilazione dell’intercapedine e alla protezione offerta dalle
schermature solari mobili inserite tra le due vetrate.
Il sistema di riscaldamento e raffreddamento a pompa di calore
non fa uso di gas e sfrutta l’energia termica dell’acqua di falda.
L’acqua piovana, raccolta in speciali pozzetti, alimenta sia la
NOVEMBRE 2015
rete di irrigazione delle aree verdi sia le cassette di risciacquo
dei bagni. Il sistema di illuminazione interno regola l’intensità
delle sorgenti in funzione della quantità di luce naturale e
della presenza di persone. I sistemi terminali a pannelli radianti
sospesi a soffitto e microforati utilizzati per la climatizzazione
consentono di eliminare il rumore della ventilazione meccanica
forzata e di ottenere un ottimo comfort ambientale.
Tecnelit ha realizzato la progettazione costruttiva e la costruzione
di tutti gli impianti tecnologici.
L'impianto di climatizzazione è geotermico con 18 pozzi di
emungimento e restituzione in falda 5 gruppi frigoriferi acqua/
acqua in pompa di calore per la produzione contemporanea di
fluidi caldi e freddi 6.300 kW di potenza termica 7.000 kW di
potenza frigorifera sottocentrali termofrigere e UTA al 6° e 34°
piano fuori terra 20.000 kVA trasformazione MT/BT in due cabine
di trasformazione 6.000 kVA alimentazione di riserva da 4 gruppi
elettrogeni 4.000 kVA alimentazione di continuità da 4 UPS da
800 kVA più UPS ai piani 170 KWp impianto fotovoltaico sulla
facciata sud 16.000 corpi illuminanti a LED 18.500 mq pannelli
radianti a soffitto.
91
THE NEXT BUILDING DOSSIER
Il ruolo degli impianti
negli edifici NZEB:
prospettive e pregresso
Come un’Annunciazione, le nuove disposizioni lombarde
sull’efficienza hanno lasciato tutti sorpresi e smarriti.
Da una parte, la svolta verso un futuro promettente
di progetti green, fonti rinnovabili, risparmi energetici.
Dall’altra, molti dubbi sulla loro applicabilità ed efficacia
Paolo Bassi
Architetto e ingegnere
libero professionista
N
ell’annunciazione di Lorenzo Lotto, la
Vergine appare smarrita, in presenza di un
angelo che fa l’annuncio e soprattutto del
Padreterno che sembra quasi tuffarsi nella scena
al punto, come dice Carlo Argan, che la Madonna “...
non osa neppure volgere il capo; il suo gesto, quasi
di difesa, è quello di chi si sente colpito alle spalle da
un richiamo improvviso...” . Non bastante l’angelo, c’è
anche la mano di Dio in persona.
I recenti disposti regionali in materia di efficienza
energetica degli edifici e il conseguente attestato
di prestazione energetica sono una sorta di
annunciazione, che da un canto dà una svolta verso
un futuro promettente, una sorta di accelerazione,
dall’altro ci rimandano, in modo repentino, a
NOVEMBRE 2015
92
considerazioni più generali e relative al costruito con
tutte le più svariate sfaccettature.
In Lombardia, a partire dal 1° gennaio 2016, i nuovi
edifici pubblici e privati saranno, per legge, a energia
quasi zero (NZEB, Near Zero Energy Building) [1]. Tale
anticipazione di tempi [2] costituisce il messaggio
sconvolgente della sopracitata annunciazione in
quanto coglie i più alla sprovvista per non dire
“impreparati”. E indubbio che tale anticipazione
della norma sugli «Edifici ad energia quasi zero»
(NZEB) consentirà significativi risparmi energetici
da qui ai prossimi anni, risparmi dovuti anche a un
efficientamento spinto della prestazione energetica
dell'edificio, accompagnata da sistemi impiantistici
volti esclusivamente alle rinnovabili. Non è il caso di
entrare nel merito specifico della normativa, varrà
tuttavia la pena di sottolineare alcune delle novità
che entrano in gioco, non solo per la definizione della
prestazione energetica globale quanto per gli aspetti
di natura impiantistica.
Tale prestazione energetica negli edifici è determinata
sulla base della quantità di energia necessaria
annualmente per soddisfare le esigenze legate a un
IMPIANTI
uso standard dell’edificio e corrisponde al fabbisogno
energetico annuale globale in energia primaria
per la climatizzazione invernale, la climatizzazione
estiva, per la ventilazione, per la produzione di acqua
calda sanitaria e, nel settore non residenziale, per
l’illuminazione, gli impianti ascensori e le scale mobili.
Entrano pertanto in campo [3 climatizzazione estiva,
ventilazione meccanica controllata, illuminazione
artificiale, ascensori e scale mobili [4], che erano gli
“ingredienti” mancati alla definizione complessiva
dell’edificio. Non è il caso di affrontarli in modo
dettagliato, confermandosi, di base, l’ ampio ventaglio
di norme UNI EN specifiche del settore. Tuttavia se
analizziamo le metodologie di calcolo riferite a questi
nuovi ambiti, ci rendiamo conto che non si tratta
di valutazioni elementari, in quanto sottintendono
non solo una conoscenza di base ma anche una
conoscenza dei sistemi e dei sottosistemi impiantistici.
Valgano alcune esemplificazioni relativamente
all’ambito aeraulico. Esso richiama la UNI 10339, o
meglio il progetto di norma, ma al tempo stesso
richiede una conoscenza non certo superficiale dei
terminali di mandata e ripresa (si parla di diffusori a
NOVEMBRE 2015
93
progettare nzeb
La palazzina ex-Falk di Zogno,
riqualificata in edificio a emissioni
ed energia zero, ospiterà gli
uffici della Comunità Montana
Valle Brembana. Il fabbisogno
per riscaldamento sarà pari a 0
kWh/m³anno. Alle performance
termiche e acustiche
dell’involucro, si abbinano
tecniche passive come la serra
solare e un impianto con pompa
di calore e sonde geotermiche,
pannelli fotovoltaici e impianto di
ventilazione con recuperatore di
calore. Il progetto è firmato dallo
Studio Carminati, con Ghilardi e
Aiace.
THE NEXT BUILDING DOSSIER
effetto elicoidale, diffusori lineari, diffusori a microugelli, diffusori a dislocamento, ecc.) con le loro
caratteristiche prestazionali [5].
A meno che il tutto si traduca in una meccanica
applicazioni di coefficienti senza coglierne il
significato sorge spontanea una riflessione sui
titoli dei soggetti certificatori [6]. Spaziano infatti
dalle Lauree specifiche del settore e/o compatibili
(ingegneria, architettura ecc.) a diplomi in grafica
e comunicazione o sistema moda. Non c’è alcuna
preclusione di sorta ma, considerato sia il quadro
di riferimento normativo legislativo nazionale e
regionale [7] che le varie metodologie di calcolo si
evince sempre più la necessità di un approccio di tipo
squisitamente progettuale, non fosse altro perché
ricorrenti sono le metodologie comparative sia per
quanto riguarda l’edificio che per gli impianti.
Resta il conflitto di interessi tra certificatore e
progettista / direttore dei lavori, in quanto il primo ha
l’esclusivo ruolo di audit; tuttavia l’approccio alle varie
problematiche deve avere una sensibilità comune,
quella del progettista a tutto campo, in quanto edificio
e impianti che “escono” dalle recente legislazione
assumono sempre più il carattere di una macchina
complessa, in cui tutti gli elementi morfologici,
tipologici, tecnologici, comprendendo tra questi ultimi
i building services, concorrono alla prestazione finale.
Si tratta della conferma che l’edificio è un sistema
integrato e che il progetto è un progetto integrato.
Tenuto sempre conto dei recenti disposti, valga, a titolo
indicativo e non esaustivo, una riflessione sul rapporto
illuminazione naturale – artificiale – carichi esogeni carichi endogeni. Tale rapporto non si declinerà più al
solo livello di gioco compositivo in taluni casi vincente
in altri infelice, ma piuttosto confrontandosi, numeri
alla mano, con i vari apporti di calore e trovando la
medietà o almeno una soluzione energetic correct [8] .
Le Società di Revisione forniscono servizi assai
articolati che vanno ben oltre l’audit e le mere
certificazioni di bilanci; la compagine interna è
mediamente composta da commercialisti e fiscalisti,
fatti salvi conflitti di interessi e compliance. Quindi,
in analogia, è auspicabile una seria valutazione, al
di là di successive abilitazioni, su quei protagonisti
della scena dell’efficientamento energetico che non
abbiamo un vero pedigree.
È venuto quindi il momento di calarci più
specificatamente negli edifici NZEB per capire quali
siano le ricadute a livello impiantistico.
Per la definizione del NZEB - Near Zero Energy Building
- i dispositive regionali rimandano a D. Min. Sviluppo
Econ. 26/06/2015 [9].
Drastica la suddivisione: da una parte l’edificio, con
le prestazioni, o meglio le trasmittanze termiche dei
suoi componenti [10], dall’altro gli impianti e quindi il
concetto di rinnovabili.
Il tutto trova un riferimento legislativo [11] e quindi
delle precise indicazioni in una serie di definizioni quali
energia proveniente da fonti rinnovabili non fossili, vale
a dire energia eolica, solare, aerotermica, geotermica,
idrotermica e oceanica, idraulica, biomassa, gas di
discarica, gas residuati dai processi di depurazione
e biogas. Si abbina a tutto ciò il teleriscaldamento
e il tele raffreddamento da fonti rinnovabili in
considerazione del fatto che tali infrastrutture di
distribuzione di energia sono assimilate alle opere
di urbanizzazione primaria. Inoltre nell’ambito della
pianificazione e progettazione di singole aree ed
urbana, unitamente alle restanti reti possono essere
coinvolti soggetti terzi. Emerge inoltre la volontà del
legislatore di garantire una pianificazione a vari livelli
(sotto e sopra la soglia di 50.000 per Comune) sia per il
Valore medio di EPH per epoca costruttiva per edifici residenziali
100%
90%
Antecedenti al 1930
242,52
1930-1945
243,03
70%
1946-1960
246,50
60%
Property value
1961-1976
80%
237,09
1977-1992
205,34
1993-2006
20%
10%
75,61
0
50
100
40%
30%
154,49
Dal 2007 in poi
50%
0%
150
200
EPH kWh/m2a
250
Current
Tarhet 2020
300
Site
Living quality
Financial aspects
(Infrastrutture Lombarde, Catasto Energetico Edifici Regionale - aggiornamento ottobre 2014)
NOVEMBRE 2015
94
Aesthetics
Energu performance
lo stato dell'arte
A sinistra, i dati relativi alle
prestazioni energetiche del
patrimonio edilizio della
regione Lombardia, per epoca
di costruzione. Sulla destra, il
peso percentuale dei singoli
aspetti che determinano
il valore immobiliare o
dell’affitto di un edificio:
luogo, qualità dell’abitare,
estetica, aspetti finanziari,
prestazione energetica, che
dovrà passare dal 2% al 20%
entro il 2020.
IMPIANTI
nexushaus
Il progetto NexusHaus, tra i
vincitori del Solar Decathlon
2015, promosso dallo U.S.
Department of Energy. E'
firmato dagli studenti della
School of Architecture
dell'University of Texas di
Austin (UT), in partnership
con la tedesca Technische
Universität München (TUM)+.
Si tratta di un'abitazione a
energia positiva, realizzata
interamente in legno, con
un impianto fotovoltaico da
7 kW sul tetto, che combina
misure attive e passive tali da
raggiungere l’energia zero,
o addirittura produrne più di
quanta ne consuma.
Nello schema, il funzionamento
del sistema NexusHaus che
cattura l’acqua piovana per
soddisfare la quasi totalità del
fabbisogno di acqua potabile
dell’abitazione, facendo
affidamento sulle riserve di
acqua cittadina solo per piccoli
rifornimenti durante i lunghi
peridi di siccità. Il sistema
di trattamento acque per la
potabilizzazione in loco evita
le perdite lungo le condotte di
distribuzione comunali (pari
circa al 10%).
(ph. Foto Thomas Kelsey/U.S.
Department of Energy Solar
Decathlon, rendering courtesy
of UT's 2015 Solar Decathlon
team, NexusHaus).
teleriscaldamento che per il teleraffrescamento, il tutto
volto a un incremento dell’utilizzo dell’energia prodotta
anche da fonti rinnovabili. Ma gli impianti, negli NZEB,
si qualificano in modo più specifico con un’indicazione
di tipo percentuale. Si tratta di coprire, con impianti
da fonti rinnovabili, il 50% del fabbisogno di energia
termica deputata ai consumi previsti per acqua calda
sanitaria, riscaldamento e raffrescamento. Il tutto
però ha un vincolo. Esso è rappresentato dal fatto gli
obblighi non possono essere assolti tramite impianti
da fonti rinnovabili che producano esclusivamente
energia elettrica la quale alimenti, a sua volta,
dispositivi o impianti per la produzione di acqua
calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento.
Si tratta quindi di un mix tipologico, prevalentemente
confinato nell’ambito del sito e dell’edificio, che vede
la compresenza, in funzione dei fabbisogni specifici, di
pannelli solari termici, pannelli fotovoltaici, pompe di
calore aerotermiche, idrotermiche, geotermiche. Il tutto
si abbina ovviamente alle varie tipologie impiantistiche,
così come nel caso del residenziale a una ventilazione
meccanica controllata con recupero termodinamico o
a recuperi estesi nel caso di impianti a tutt’aria quindi
per destinazioni d’uso non residenziale.
Un quadro comparativo europeo risulta complesso
dal momento che in alcuni casi la definizione del
NZEB assume come principale indicatore il massimo
dell’energia primaria, in altri casi tale energia primaria
è comparata a quella di un edificio di riferimento
con caratteristiche simili, in altri casi l’emissioni di
CO2 solo il parametro di riferimento. A titolo indicativo
due parametri, relativi alla Danimarca: per edifici
NOVEMBRE 2015
95
THE NEXT BUILDING DOSSIER
residenziali si parla di 20 [kWh/m2] mentre per il non
residenziale di 25 [kWh/m2].
Ovviamente NZEB è una sorta di sapiente mix
(suffragato da simulazioni e calcoli) tra efficienza
dei sistemi passivi e di quelli attivi che, per cosi
dire, si rincorrono. Infatti, come ci impone la recente
legislazione, si tratta di valorizzare il comportamento
passivo dell’involucro del building per diminuire il peso
degli impianti [12]. Agire quindi non solo a livello di
trasmittanze, ma anche a livello di sistemi schermanti
particolarmente efficaci, una sorta di combinato
disposto tra fattore solare dei componenti trasparenti
e schermature, in funzione del tipo di pelle dell’edificio
acciocchè il sistema attivo, in esercizio estivo, abbia
fabbisogni sempre più contenuti. Oggi, da un punto di
vista energetico, le criticità sono rappresentate dalle
climatizzazione estiva rispetto all’invernale. E proprio
in rapporto ai fabbisogni estivi più contenuti e al
rapporto tra fattore solare e trasmissione luminosa
può giocare un ruolo importante l’illuminazione. Ci
si riferisce ovviamente agli edifici non residenziali e
agli ambienti interni di lavoro e quindi al fabbisogno
energetico per illuminazione che trova il suo
riferimento, sancito anche dalla legislazione recente
per il calcolo dell’ EPl, nella norma UNI EN 15193. Tale
norma introduce l'indice di efficienza energetica
del sistema di illuminazione, LENI (Lighting Energy
Numeric Indicator).
Tre sono le strade per tale valutazione: le misurazioni
vere proprie dei consumi effettivi, un protocollo di
calcolo rapido, quindi di tipo tabellare con valori
parametrici standard, un calcolo di tipo analitico che
prende in considerazione tutti i fattori.
I parametri utilizzati nel calcolo sono in parte
mutuati dalla UNI_EN 12464-1 [13] e riguardano i
criteri di progettazione illuminotecnica e i relativi
livelli prestazionali da garantire. Il tutto si rapporta
poi con la presenza e l’influenza della luce naturale,
le modalità di utilizzo e gestione della sistema di
illuminazione, il ruolo dell’illuminazione di emergenza.
L’ambito del terziario direzionale è molto sfrangiato,
possiamo comunque dire che il fabbisogno energetico
per illuminazione considerando l’utilizzo di lampade
tradizionali, quindi fluorescenti, possa incidere fino al
50% sul valore complessivo. Se poi si compara, a titolo
esemplificativo, per la medesima destinazione a uffici
comprensiva di aree comuni e servizi, una soluzione
a fluorescenza a incasso con una soluzione a Led, a
livello di potenza impegnata il rapporto oscilla tra 2,2
e 2,5 il che ha chiari riscontri con i carichi endogeni per
il calcolo della prestazione legata alla climatizzazione
estiva, mentre a livello di prestazione energetica il
rapporto può arrivare fino a 5, in funzione del controllo
del day light e di gestione.
Ma quali sono attualmente gli ambiti del costruito
su cui applicare scelte virtuose in rapporto alla
“prestazione energetica negli edifici”?
Occorre prendere in considerazione i dati per la regione
Lombardia, relativi al patrimonio edilizio.
In particolare per quanto riguarda la destinazione
residenziale riscontriamo un valore medio complessivo
di EPH (Indice prestazione energetica) pari a 201,8
[kWh/m2]. Gli edifici in classe A+ risultano pari allo 0,2%
mentre quelli in classe A sono lo 1% del totale. La classe
G rappresenta il 52% del totale. Se consideriamo invece,
su base regionale, le destinazioni non residenziali si ha
un valore medio EPH pari a 70,2 [kWh/m3]. Gli edifici in
classe A+ risultano pari allo 0,1 mentre quelli in classe
A sono lo 0,4% del totale. La classe G rappresenta il
47% del totale. Se consideriamo poi il valore medio
EPH in ambito residenziale in rapporto all’anno di
costruzione passiamo da poco meno di 250 (anni 30)
a 75 nel 2007, dato in decremento anno per anno (59,1
nel 2012).
La progressiva riduzione a poco più di un quinto del
valore EPH ha delle soglie significative rappresentate
dalle date di emanazione delle varie legislazioni in
materia di risparmi energetici ed efficienza.
Ora è richiesto un ulteriore balzo, in rapporto da un
canto ai nuovi parametri di riferimento dall’altro alla
deriva energie rinnovabili per gli impianti. Questa è
una considerazione di carattere generale e anche
legata alle obbligazioni che nascono per gli edifici
nuovi, per gli ampliamenti, per le ristrutturazioni
e per le riqualificazioni energetiche, in rapporto al
quadro di sintesi della legislazione regionale [14]. A
livello mondiale [15] si conferma un trend in crescita,
soprattutto per gli impianti solari, eolici e geotermici.
L’Europa si caratterizza con un picco nel 2011 e una
ripresa tra il 2013-2014.
Hybrid system
in combination
with Altherma
3 Hot water tank
Solar
collector
Solar pump
station
Stainless steel
3 sizes 150,
200, 300
(40, 53, 70 gallon)
totale autonomia
energetica
ShelteR3 è il nome della
casa presentata dal
Crowder College e la
Drury University's U.S. al
Solar Decathlon 2015: si
tratta di un’abitazione
progettata per resistere
alle calamità naturali e
funzionare da riparo e
rifugio. I moduli che la
compongono possono essere
trasportati e assemblati
rapidamente. Il sistema
fotovoltaico installato sul
tetto e le apparecchiature
ad alta efficienza interne
garantiscono l’indipendenza
energetica della struttura.
risparmio ideale
La soluzione residenziale
NZEB ottimale è
rappresentata da un mix
tipologico, che vede la
compresenza, secondo
i fabbisogni specifici, di
pannelli solari termici,
pannelli fotovoltaici, pompe
di calore aerotermiche,
idrotermiche, geotermiche.
Il tutto abbinato una
ventilazione meccanica
controllata con recupero
termodinamico.
Ideal concept for a new house
Floor space:
120 to 180 m2
1292 to 1938 ft2
Low
temperature
radiator
H/C
4 Solar kit
Interface
between
solar panel
and Altherma
domestic hot
water tank
NOVEMBRE 2015
H/C(*)
1A Outdoor
unit
96
1B Indoor unit
Fan coil
unit
(*)
floor cooling has imbed capacity
(approx 20 Wm2)
Under Floor
Heating System
Floor heating
Water temp: 30-35C-40
56-96F-104
IMPIANTI
Ciò premesso Moodys, senza tuttavia dare un rating
vero e proprio, ha espresso recentemente delle
perplessità circa l’Italia, vedendo maggior rischi negli
investimenti nel campo delle rinnovabili, in rapporto
a un regime instabile a livello di regole in materia di
incentivi e finanziamenti.
Quindi occorre un cambio di passo e in questo senso
Confidustria e Ance [16] hanno recentemente indicato
delle possibili strade: il fisco come leva per una politica
industriale di settore che miri al risparmio energetico,
alla sostenibilità e alla crescita economica e la
sostenibilità come obiettivo per imprese e pubblica
amministrazione attraverso l’introduzione di incentivi.
Centrale, alla luce dei dati [17], non confortanti della
Regione Lombardia [18] l’ipotesi di rottamazione
di vecchi edifici sostituiti con fabbricati di nuova
generazioni, quindi NZEB, con in regime di tassazione
fisso e forfettario, così come il mantenimento delle
agevolazioni per la riqualificazione energetica e quindi
per tutto ciò che riguarda il citato “Quadro di sintesi”;
da ultimo un regime di detassazione ad ampio spettro
e per una certa fascia temporale, sull’acquisto di case
nuove in classe A e B.
Ma su tutto ciò, o meglio relativamente all’ambito delle
ristrutturazioni e riqualificazioni, pende la spada dei
vincoli storico culturali, paesaggistici, ed urbanistici
che consentono [19] di bypassare l’intero impianto
normativo legislativo in materia di efficientamento
del sistema edificio impianto. Va pensato comunque
qualcosa per questi ambiti, discernendo tra ciò che è
veramente storico-monumentale e ciò che, di minor
pregio e non in mano pubblica, è soggetto, non
raramente, a rimaneggiamenti di varia natura in spregio
delle regole edilizie, dei beni culturali, paesaggistiche
per non parlare di quelle energetiche. Sappiamo tutti
cosa è successo dopo l’Annunciazione. Una parte del
mondo ha “cambiato passo”; tuttavia ancora oggi
quella stessa parte non sembra aver trovato la giusta
sequenza per il piede destro e il piede sinistro, per non
parlare dell’altra “parte” della terra, su cui poi abita la
maggioranza della popolazione.
Al di là dei paradossi, la nuova disciplina in materia
di efficienza energetica, è tanto innovativa quanto
repentina. Per certi versi può risultare sconvolgente, se
non accompagnata, come visto, da idonei programmi
di intervento e dalla maturazione di una energetic
consciousness. A sostegno di questa tesi, i dati
[20] che legano il valore immobiliare o dell’affitto
alla prestazione energetica. Tale valore è dovuto a:
luogo, qualità dell’abitare, estetica, aspetti finanziari,
prestazione energetica. Oggi a tali criteri corrispondono
rispettivamente il 30%, 15%, 25%, 28%, 2% [21]. I target
per il 2020 è invece: luogo 21% qualità dell’abitare
17%, estetica 20% , aspetti finanziari 22%, prestazione
energetica 20%. Mi scuso per le lacune storico critiche su
Lorenzo Lotto, ma forse la trattazione mirava ad altro. v
NOVEMBRE 2015
97
note
[1] I decreti dettagliano i limiti
applicativi sia per il nuovo
che per il costruito oggetto di
interventi.
[2] I tempi canoni sanciti a livello
nazionale sarebbero stati 1°
gennaio 2019 per edifici pubblici
e 1° gennaio 2021 per i privati
[3] EPgl = EPH + EPW + EPV + EPC + EPL
+ EPT [kWh/m2].
[4] Con esclusione del residenziale
e di altre particolari
destinazioni
[5] In altri punti compaiono
parametri di progettazione
per gli impianti HVAC di Aicarr,
associazione di riferimento per
il settore in Italia.
[6] Cfr. allegato F D. Dirig.R.
Lombardia 30/07/2015, n. 6480.
[7] Il Solo Decreto Regionale
Disposizioni in merito alla
disciplina per l’efficienza
energetica degli edifici e per il
relativo attestato di prestazione
energetica a seguito della d.g.r.
3868 del 17 luglio 2015 consta di
655 pagine.
[8]Non dobbiamo pensare solo
agli esempi virtuosi dello star
system, ma all’edilizia comune,
non raramente di scarsa qualità
architettonica.
[9]In particolare Allegato 1, cap. 3.
[10]I riferimenti sono volutamente
omessi, in quanto riguardano
specificatamente il building.
[11]Decreto Legislativo 3 marzo
2011 , n. 28, tipico della ns.
legislazione è il rimando da una
disposizione a un’altra.
[12]Tutto l’opposto
dell’International Style che
vedeva elementi morfologici,
tipologicie tecnologici
ricorrenti, il tutto sanato dai
impianti “potenti” e se del caso
tropicalizzati.
[13] Illuminazione nei luoghi di
lavoro
[14] Elaborazione Bloomberg
[15] UNEP
[16] Sole 24 Ore 23 settembre 2015 –
Rassegna Stampa ANCE.
[17] Citati precedentemente a
campione ma sufficientemente
icastici.
[18] Esistono anche dati a livello
Nazionale.
[19] Cfr.il citato Decreto Legislativo 3
marzo 2011, n. 28.
[20] Nearly Zero-Energy Building
Strategy 2020.
[21] Ci sono tuttavia delle realtà
virtuose, ad esempio la
presentazione di recenti
interventi nel centro di Milano,
che esaltano, oltre a sito, storia,
aggregazione spazi interni e
finiture, una serie di dettagli
impiantistici e, ovviamente, la
classe energetica di riferimento.
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ARTICOLO TECNICO
La gestione economica
del progetto
È compito del progettista trovare il giusto equilibrio
tra la qualità del costruito e il costo della costruzione
Sergio Colombo
N
ell'edilizia residenziale il progetto
- inteso come studio coordinato
dell'involucro edilizio e degli impianti
termici - ha assunto un ruolo di
fondamentale importanza non solo per gli aspetti
di carattere tecnico ma anche per quelli di carattere
economico.
1. CONTENUTO DEL PROGETTO
Il progetto in esame riguarda la definizione
delle caratteristiche del fabbricato nuovo o da
ristrutturare, in particolare per la scelta:
• dell'isolamento termico dell'involucro del
fabbricato (superfici esterne opache e trasparenti)
le cui stratigrafie saranno la base per il progetto
della Legge 10/91;
• delle tipologie impiantistiche da adottare per il
riscaldamento invernale, la produzione di acqua
calda di consumo e il raffrescamento estivo.
BUSINESS CENTER
Il restauro dell’Eiffel Palace
di Budapest, vincitore del
GBC Leadership Awards
2015, per un intervento di
riconversione a Leed Gold
che ha saputo rispettare la
struttura storica (120 anni)
migliorando notevolmente le
prestazioni energetiche.
Nell’edizione italiana, a
Verona dal 14 al 16 ottobre,
sono stati premiati
BioCasa_82 nella categoria
progettazione, Officina
dell’Ambiente s.p.A per
la categoria impresa e
società sostenibile e il
Piano Particolareggiato di
Rigenerazione “Fontanelle
Smart” per l’urbanistica.
2. L'EVOLUZIONE NATURALE DEL PROGETTO
Se, fino a qualche anno fa, il progetto veniva
considerato quasi esclusivamente sotto l'aspetto
tecnico, oggi il contesto generale è completamente
mutato per cui è necessario tenere sotto stretto
controllo i costi di costruzione. Con il calo delle
vendite nell’edilizia residenziale, l'operatore
immobiliare deve necessariamente proporre al
mercato abitazioni in grado di attrarre l’interesse
dei potenziali acquirenti considerando – tra l’altro –
anche i costi di gestione della casa, con quelli degli
impianti termici in primo piano. Il costo di costruzione
– che deve essere compatibile con quello delle
vendite - oltre alle caratteristiche della zona e al
grado delle finiture edìli è ovviamente condizionato
dalla qualità globale del fabbricato, compresa
quella degli impianti. Ne consegue che il progetto in
generale, e quello degli impianti in particolare, deve
essere gestito con molta oculatezza, alla ricerca del
miglior rapporto costo-benefici. È naturale quindi
NOVEMBRE 2015
99
THE NEXT BUILDING
che il progettista degli impianti debba entrare in
scena sin dall'inizio del processo progettuale, insieme
all'architetto e allo strutturista, nell'ambito di una
idonea progettazione integrata.
3. L'INVOLUCRO EDILIZIO
La "gestione" del progetto - dopo la preliminare
fase urbanistica-architettonica - inizia dallo studio
dell'involucro, con l'obiettivo di comporre un ottimale
sistema edificio-impianto termico le cui prestazioni
sono strettamente correlate a quelle dell'involucro,
con l'obiettivo di ottenere il massimo confort
ambientale con costi di gestione ragionevolmente
limitati. Le caratteristiche dell'involucro devono
comprendere diversi aspetti: in particolare quelli
antisismici, termoigrometrici e acustici. In questa sede
ci occupiamo solo di quelli relativi alla termotecnica,
quali per esempio: le trasmittanze delle superfici
disperdenti; l'inerzia e lo sfasamento termico delle
murature, l’assenza di condensa interstiziale; i ponti
termici; l'inserimento dei serramenti esterni nelle
murature; le esposizioni solari, le ombreggiature,
eccetera. La tecnologia delle costruzioni offre oggi un
ampio ventaglio di soluzioni: dai cappotti applicati
alle murature, ai mattoni isolanti, dalle facciate
ventilate all'edilizia a secco.
Un'attenzione particolare deve essere dedicata
alla scelta dei serramenti esterni, cercando il più
opportuno equilibrio tra le caratteristiche basso
emissive (utili d'inverno) e quelle termoriflettenti
(utili in estate).
Nella scelta della tipologia costruttiva è importante
tener conto non solo del costo delle materie prime
ma anche di quello della mano d'opera e, non per
ultimo, della velocità del costruire: un cantiere che
si trascini troppo a lungo sarebbe antieconomico.
NOVEMBRE 2015
100
In tema di velocità della costruzione si sta sempre
più affermando la tecnologia a secco, ormai
ampiamente consolidata che - tra l'altro – rende
molto più rapida non solo la costruzione dei tavolati
ma anche l'installazione di tutti gli impianti (termici,
idrici, elettrici, ecc.). Mentre col sistema tradizionale,
si costruivano i divisori e poi li si demolivano a
metà, per creare le tracce per l'alloggiamento degli
impianti, con la tecnica a secco si lavora "di fino" a
vantaggio non solo della velocità di installazione ma
anche della pulizia del cantiere che si traduce, oltre
che in risparmio di tempo, anche in maggiore ordine
e sicurezza. Da questi elementi non può prescindere
la gestione economica del progetto dell’insieme
edile e impiantistico.
4. GLI IMPIANTI TERMICI DI RISCALDAMENTO
E DI RAFFRESCAMENTO
Per quanto riguarda gli impianti, la tecnica a secco
si sposa perfettamente con i sistemi radianti
(sia in regime invernale sia in quello estivo) che,
funzionando a basse temperature, permettono
anche di ridurre la bolletta energetica, rispetto
ai sistemi tradizionali. I pannelli possono essere
a pavimento, a parete o a soffitto: è compito
dei progettisti individuare la soluzione migliore
applicabile al caso in esame.
Le diverse tipologie di pannelli (pavimento/
parete/soffitto) hanno costi diversi; bisogna quindi
mettere sul piatto della bilancia non solo il costo
dei materiali ma anche quelli della posa in opera,
considerando, per esempio, che, negli spazi sopra i
pannelli a soffitto, si possono installare gli impianti
idraulici ed elettrici, rendendone più veloce la posa e
rendendoli di fatto ispezionabili in caso di necessità.
Individuata la tipologia impiantistica, si deve poi
LA GESTIONE ECONOMICA DEL PROGETTO
porre molta attenzione alla produzione dell'energia
termica, elemento determinante per i costi futuri di
gestione degli impianti. Anche per la produzione dei
fluidi termovettori v'è un'ampia scelta: dalle caldaie
a condensazione alle pompe di calore di vario tipo
(elettriche: ad aria, ad acqua; a gas naturale); dalla
geotermia al solare (termico e/o fotovoltaico).
La scelta non è mai scontata e dipende da molti
fattori quali, per esempio: la disponibilità delle
necessarie potenze di energie elettriche, la presenza
di gas naturale, la disponibilità di spazi per la
collocazione dei macchinari esterni, la rumorosità
delle macchine, le aree da dedicare ai captatori
solari, eccetera. Oggi la tendenza prevalente prevede
impiantì centralizzati con l'uso della tecnologia
radiante abbinata alle pompe di calore, che possono
essere di tipo polivalente se si è in presenza di
acqua calda di consumo. Un ruolo fondamentale ai
fini del confort ambiente e del consumo di energia
spetta al sistema di termoregolazione dell'impianto,
ormai sempre più legato alla domotica di base
dell'abitazione. L'obiettivo da raggiungere è la
regolazione delle temperature ambiente locale
per locale e, per il regime estivo, la regolazione
dell'umidità relativa interna, per evitare fenomeni di
condense superficiali. Nelle considerazioni relative
alla gestione economica del progetto un ruolo
rilevante spetta anche alla ventilazione meccanica
controllata per la quale il sistema più idoneo è di tipo
autonomo, dotato di recupero del calore, condizione
che però ne innalzano il costo degli impianti. Il
progettista deve quindi compiere un’analisi tecnicoeconomica a 360° prima di prendere decisioni.
5. LA PRODUZIONE DI ACQUA CALDA DI CONSUMO
Con il ritorno agli impianti centralizzati l'acqua
calda rappresenta un problema in termini di costi di
gestione poiché il ricircolo funziona 24 ore su 24 per
365 giorni all’anno per cui, a conti fatti, si determina
un rendimento globale dell'impianto talvolta inferiore
al 50%, anche negli impianti di nuova costruzione. È
quindi compito del progettista valutare l’opportunità
di una produzione autonoma, ben sapendo che,
in tale ipotesi, si avvantaggia l'utente mentre il
costruttore andrebbe incontro a maggiori spese.
6. I COSTI DI GESTIONE
Oggi i potenziali acquirenti di case nuove o
ristrutturate chiedono non solo il prezzo al m²
dell'abitazione ma anche i costi annuali dei servizi
del riscaldamento e dell'acqua calda di consumo e,
ove presente, del raffrescamento estivo. Il venditore
ha il dovere di comunicarli in assoluta trasparenza
con la consapevolezza che dal famoso APE (indice
di prestazione energetica) non si possono ricavare
in modo automatico gli effettivi consumi, che
devono essere desunti da calcoli previsionali ad hoc,
fatte salve ovviamente le modalità con le quali il
conduttore utilizzerà i propri impianti.
7. CONCLUSIONE
Nella gestione economica del progetto occorre
considerare che il costo di costruzione è composto
all’incirca dalle seguenti percentuali: 8% per
l’impianto di cantiere; 25% per le opere strutturali:
20/25% per gli impianti e il resto per le opere edili.
Tolta la parte strutturale, il pool di progettazione
deve quindi cercare le soluzioni più idonee per la
costruzione in esame tenuto conto che non esistono
ipotesi standard applicabili a tutti i casi, anche se le
moderne tecnologie hanno assunto una impronta
ben delineata.
8. ULTERIORI PRECISAZIONI
La più recente novità in materia è rappresentata
dai tre decreti emanati dal Ministero dello
Sviluppo Economico il 26 giugno scorso riguardanti
rispettivamente:
• l’ “Applicazione delle metodologie di calcolo
delle prestazioni energetiche e definizione delle
prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici”;
• gli “Schemi e modalità di riferimento per la
compilazione della relazione tecnica di progetto ai
fini dell’applicazione delle prescrizioni e dei requisiti
minimi di prestazione energetica negli edifici”;
• l’ “Adeguamento del decreto del DM 26 giugno
2009 - Linee guida nazionali per la certificazione
energetica degli edifici”.
Sullo stesso argomento ha legiferato anche
la Regione Lombardia col decreto regionale
n.6480/2015 e la deliberazione X/3868/2015.
In sintesi le suddette regole tecniche hanno lo
scopo – tra l’altro - di ridurre al minimo i consumi di
energia negli edifici di nuova costruzione.
A tutta prima sembrerebbe che le nuove prescrizioni
- più restrittive - comportino inevitabilmente un
aumento dei costi di costruzione; tuttavia non è
sempre vero. L’argomento è abbastanza complesso
e non può essere risolto in poche righe; si deve
infatti considerare che i costi di costruzione
dipendono sia dai materiali sia dalla loro posa in
opera e proprio su questi due parametri deve essere
focalizzato il lavoro del progettista che, se ben
aggiornato sulle nuove tecnologie costruttive, può
riuscire a progettare case più performanti senza un
significativo aumento dei costi. v
NOVEMBRE 2015
101
THE NEXT BUILDING
zehnder comfoair e climos
DALLA Ventilazione Meccanica Controllata
alla ventilazione Climatica
Come e perchè integrare l’impianto di VMC con la climatizzazione, rinnovando totalmente
l’aria tra le pareti domestiche
L’
ermeticità sempre più
elevata degli edifici ha reso
indispensabile l’utilizzo degli
impianti di ventilazione meccanica
controllata. La tenuta all’aria delle
abitazioni energeticamente efficienti da
una parte impedisce di sprecare il calore
contenuto nell’aria calda/fresca attraverso
indesiderati spifferi, dall’altra impedisce
il ricambio dell’aria viziata con aria fresca
esterna. Nella pratica quotidiana questi
aspetti implicano la diminuzione del
fabbisogno termico ma anche l’aumento
della concentrazione degli inquinanti
aerodispersi (VOC) diminuendo l’IAQ. I Near
Zero Energy Building (NZEB) sono abitazioni
caratterizzate da fabbisogni invernali ed
estivi talmente ridotti da rendere gli impianti
classicamente inerziali inutilizzabili per
difficoltà di regolazione e di raggiungimento
e mantenimento del comfort indoor. Per
massimizzare l’efficienza energetica gli
impianti termici dei NZEB sono passati dalle
tradizionali caldaie ad alta temperatura
e radiatori massivi, come la ghisa, alle
moderne pompe di calore (PdC) abbinate
a sistemi emissivi a bassissimo contenuto
d’acqua e gradienti termici ridotti. Questo
cambiamento è stato più mentale e
psicologico che non dovuto alla mancanza
di tecnologia adatta alla bassa temperatura
e alla minima inerzia necessaria a garantire
il massimo comfort termo-igrometrico.
In questo scenario energeticamente
virtuoso è possibile integrare l’impianto
di VMC con la climatizzazione pre/post
trattando l’aria al 100% di rinnovo ed
evitando il ricircolo per non continuare ad
abbassare il livello di Indoor Air Quality.
La potenza ed il fabbisogno termico nelle
Passive House sono così bassi da essere
soddisfatti quasi interamente dagli
apporti gratuiti (free heating/free cooling).
Questa innovativa soluzione impiantistica,
definita "ventilazione climatica" non
può prescindere da un involucro edilizio
altamente performante e dall’installazione
di recuperatori con rendimenti molto elevati,
dimensionati per un ricambio d’aria (Rv)
pari a 1 volume / ora. Soddisfatte queste
condizioni è possibile coprire interamente il
fabbisogno termico dell’edificio attraverso
un sistema di ventilazione climatica, che
riscalda l’aria nel periodo invernale e la
NOVEMBRE 2015
102
raffresca e deumidifica durante i mesi estivi.
Vediamo in dettaglio la potenza termica
fornita dall’impianto nella stagione invernale
ed estiva, rapportata al fabbisogno energetico
di case a basso consumo energetico.L'esempio
riguarda un impianto di ventilazione con
recupero di calore ad altissima efficienza da
350 m3/h, integrato con batteria aria-acqua
di post trattamento per il riscaldamento,
raffrescamento e deumidificazione di una
Casa Passiva di 90 mq.
Riscaldamento invernale
La potenza termica fornita dall’impianto di
ventilazione, è data da:
Qtot = Vtot x n x Cv x ΔT [W] (1)
Qualora sia nota la potenza termica richiesta
dall’edificio, si può determinare il volume
d’aria da fornire all’ambiente:
Vvmc = Qtot / (Cv x ΔT) [m3/h]
VETRINA prodotti
Le definizioni adottate
• Rt= quota parte di calore
diffusa in ambiente attraverso
il sistema di ventilazione
(in una Casa Passiva dove
il riscaldamento/
raffreddamento sia “100%
ad aria” Rt = Qvmc / Qtot=1);
• Qvmc= calore diffuso in
ambiente attraverso il sistema
di ventilazione;
• Qtot= carico termico totale
dell’edificio;
• Vvmc= portata volumica oraria
dell’aria di rinnovo (Vtot x n);
• Vtot= volume totale dell’edificio;
• n = indice di ricambio orario =
Vvmc / Vtot , espresso in [h-1]
• ΔT = differenza di temperatura
dell’aria fra ingresso e uscita
dalla batteria;
• Cv= capacità termica
volumica dell’aria
(approssimabile alle
temperature
di funzionamento invernale
a 0,34 Wh/(m3K))
hA
T=26C°
UR=70%
∆h
A
hB
T=13C°
UR=95%
UAA
UAB
B
Diagramma psicrometrico
Unità SI - Temperatura da 0°C a +50°C - Pressione 101,325 kPa
Utilizzando il dato di progetto di 1 ricambio
orario (n = 1 h-1), assumendo il valore ΔT = 20K
(Tmedia aria immessa =40°C e Tambiente di progetto =20°C), e
sostituendo i dati in (1) si ottiene il valore della
potenza termica utile per unità di volume
(Vtot =1m3) fornita dall’impianto di ventilazione
all’ambiente da riscaldare:
Qvmc [W/ m3] = 1 h-1 x 0.34 Wh/(m3K) x 20 K
da cui si ottiene Qvmc = 6,8 W / m3.
Considerando l’altezza “H” del piano pari a
2,7 m si ricava la potenza termica per unità di
superficie Qsup= Qvmc x H:
Qsup = 6,8 W/m3 x 2,7 m = 18,3 W/m2
Confrontando il valore ottenuto di Qsup
con quanto previsto dalla definizione di
Casa Passiva (fabbisogno termico di picco
in riscaldamento inferiore 10 W/m2) è facile
osservare che per questa tipologia di edificio
la potenza termica fornita dall’impianto di
ventilazione climatica è sufficiente a svolgere
il compito di unico impianto di riscaldamento
necessario ad ottenere il comfort desiderato.
Per migliorare ulteriormente la sensazione di
comfort termico nei locali bagno, è possibile
integrarvi un radiatore o uno scaldasalviette,
approfittando della medesima fonte
di calore e fluido termovettore a bassa
temperatura, utilizzati per il funzionamento
della batteria di post-trattamento.
Raffrescamento estivo
Un aspetto di cui non si è tenuto conto nelle
considerazioni relative al riscaldamento
invernale è la quantità di umidità presente
nell’aria. Tale semplificazione ha permesso
di approssimare ad una costante la capacità
termica volumica dell’aria (Cv).
Trattando il raffrescamento estivo, utilizzare
questa approssimazione comporta errori
concettuali e numerici non trascurabili.
Infatti l’approccio non considera il calore
latente necessario a far condensare l’umidità
presente nell’aria, fenomeno inevitabile
qualora si continui a raffreddare l’aria in
condizioni di saturazione.
Come si vedrà successivamente, in situazioni
operative, la produzione di condensa avviene
con estrema facilità.
Si consideri l’aria in ingresso nella batteria di
post trattamento a 26°C di temperatura e 70%
di U.R., e si voglia ottenere la temperatura del
flusso di mandata in ambiente (uscita dalla
batteria) pari a 13°C.
Al termine di questa trasformazione di
raffreddamento ricavo dal diagramma
psicrometrico il valore di U.R. di circa 95%.
Date le condizioni termofisiche di inizio e fine
trasformazione (nei punti A e B) si osserva che
il contenuto entalpico è rispettivamente
NOVEMBRE 2015
103
hA= 64 kJ/kg e hB =37 kJ/kg
da cui ricavo l’energia specifica necessaria per
la trasformazione voluta:
Δh = hA - hB = 27 kJ/kg ovvero circa 7,5 Wh/kg.
Pertanto, considerando che 1 metro cubo di
aria a 13°C e al 95% di umidità relativa ha
una massa di circa 1,22 kg, nel trattamento
viene sottratta ad un metro cubo di aria
una quantità di energia pari a circa 9 Wh/
m3. Moltiplicando tale valore per l’altezza
del piano H = 2,7 m, si ottiene l’energia
sottratta all’aria per unità di superficie
dei locali trattati con indice di un ricambio
orario. Passando dall’energia alla potenza
istantanea, si ricava il valore di potenza
fornita per unità di superficie:
Qsup = 24 W/m2
La differenza di contenuto di umidità fra
il punto A (15 g/kg) ed il punto B (9 g/kg)
rappresenta la capacità di condensazione
della trasformazione (6 g/kg ovvero 7 g/m3).
Come osservato in precedenza nel caso
“Riscaldamento invernale”, la potenza termica
fornita all’ambiente per il raffrescamento
estivo Qsup = 24 W/m2 è largamente
sufficiente a soddisfare le richieste imposte
dalla definizione di Casa Passiva ovvero un
fabbisogno termico di picco in raffrescamento
inferiore a 10 W/m2.
THE NEXT BUILDING
DE DIETRICH SISTEMI IBRIDI A POMPA DI CALORE
IL COMFORT SOSTENIBILE
Le soluzioni De Dietrich, distribuite in Italia da Duedi, nascono per soddisfare l’esigenza
di un maggior risparmio energetico e una minore immissione di sostanze inquinanti in atmosfera,
in perfetta sintonia con la filosofia recentemente introdotta dalle Normative ERP
A
ttenzione all’ambiente, alla
sostenibilità dei prodotti, al risparmio
energetico: questi i valori di De Dietrich,
società di referimento nel settore
della condensazione, particolarmente attenta
alla qualità e all’assistenza professionale
nei servizi pre e post vendita. Le proposte De
Dietrich offrono più vantaggi. Le pompe di
calore, che non richiedono per l’installazione
collegamenti gas/gasolio e neppure scarichi in
atmosfera, si integrano perfettamente con altre
fonti energetiche (soluzione consigliata negli
impianti ad alta temperatura). Tutte le pompe
sono predisposte e in grado di funzionare con
integrazione sia idraulica (caldaie) sia elettrica
(con resistenza elettrica: metodo particolarmente
consigliato in abbinamento a un impianto di
produzione dell’elettricità di tipo fotovoltaico).
Le regolazioni montate a bordo macchina,
in abbinamento con il sistema di gestione
Diematic I System, sono in grado di selezionare
la fonte energetica più conveniente in ciascuna
condizione climatica e di funzionamento. Inoltre
ci sono vantaggi di tipo economico (grazie alla
possibilità di detrarre sia il 50% che il 65% in
10 anni, secondo l’attuale normativa fiscale)
e di tipo normativo, per la progettazione.
Dal 2014 è infatti obbligatorio progettare gli
impianti delle nuove costruzioni affinché il
30% dell’energia sia prodotto da sistemi in
grado di utilizzare fonti rinnovabili: dal 2017 tale
Pompa di calore Alezio.
Caldaia a condensazione MCA 25.
percentuale aumenterà al 50%. Le pompe di
calore rappresentano una soluzione ideale per
soddisfare questa richiesta, in abbinamento
a caldaie a condensazione (Innovens MCA) e
a sistemi per la produzione dell’acqua calda
sanitaria mediante i bollitori termodinamici (a
pompa di calore) della gamma Kaliko.
Esempio di uno schema di impianto.
NOVEMBRE 2015
104
Bollitore termodinamico Kaliko.
VETRINA prodotti
ERCO SHADE
ESTETICA D’AUTORE
E SICUREZZA CERTIFICATA
La porta per ingresso Shade
di Erco completa la collezione
di finestre disegnata dall’architetto
Giuseppe Bavuso per Erco,
elemento di design coordinato
con gli interni dell’abitazione
D
efinita da un design rigoroso ed
essenziale, studiato per celare
sapientemente alla vista gli elementi
tecnici, Shade è declinata matericamente
nella ricca gamma di finiture e colori della
collezione finestre. Il linguaggio progettuale
di Shade è curato in ogni dettaglio: dalla
maniglia interna a quella esterna fino ai
monoestrusi di alluminio a completamento
delle diverse possibilità di installazione. A
questa attenzione all’estetica, Erco unisce
come espressione della cultura aziendale,
il rigore di tecnologia e sicurezza: lo scorso
giugno, Shade è stata testata presso
il laboratorio Maico Technology. Dopo
le prove statiche e quelle dinamiche di
attacco manuale con piede di porco e altri
utensili previste dalle norme europee EN
1627-28-29-30, Shade è stata classificata
RC3. Una classe ottima per le porte di
ingresso d’appartamento. La porte per
ingressi Shade sono progettate per stare
all’aperto senza protezione o anche sotto
un porticato, garantendo sempre protezione
termica, acustica nonché la sicurezza
che un ingresso richiede, senza necessità
di manutenzione nel tempo, secondo la
filosofia produttiva Erco.
battute (serie Home-r a giunto aperto) a 6
e 7 camere, in classe A e certificati S (clima
severo Norma Uni 12608); vetro standard
sulle finestre e stratificato di sicurezza
lato interno 22.1/20/4 basso emissivo,
sulle portefinestre stratificato di sicurezza
su entrambe le lastre 22.1/20/22.1 basso
emissivo, secondo la norma UNI 76972014, spessore vetri montabili fino a 45
mm; ferramenta standard: anta ribalta
con microaerazione, 2 punti di chiusura
aggiuntivi, antiscasso, invito anta, asta
a leva, cerniere frizionate e maniglia di
sicurezza Secustick.
COSERPLAST CARTESIO
LA FINESTRA IN PVC ASSEMBLATA A 90˚
Si chiama Cartesio, il serramento
di Coserplast che porta
un rinnovamento sostanziale nel campo
delle finestre in PVC, grazie all’inedito
sistema capace di assemblare gli angoli
di giunzione a 90°, sia all’interno
sia all’esterno, proprio come avviene
con le finestre in legno
D
al lungo lavoro di ricerca di Coserplast
nasce Cartesio, frutto di un progetto che
integra profili, rinforzi e soluzioni e - con
l’aiuto delle operazioni di fresatura di una
macchina concepita ad hoc e una giunzione
d’angolo meccanica, facendo ricorso a colle
particolari - porta a un risultato estetico
perfetto, senza cordolo. Tra i molteplici
vantaggi offerti dal sistema: angoli rifiniti
a 90°, come le finestre in legno; perfetto
per ristrutturazioni dei centri storici; profili
a gradino squadrati con 3 guarnizioni di
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THE NEXT BUILDING
GRAFSYNERGY SL4-FF
SERRAMENTI IN PVC: ora l'angolo È perfetto
Una tecnologia tutta italiana permette di ottenere serramenti in Pvc dagli angoli
assolutamente perfetti senza soluzione di continuità. Inoltre apre la strada
a combinazioni di materiali e finiture non possibili in precedenza, nobilitando
le superfici di un materiale che finora non era stato apprezzato pienamente
U
na tecnologia tutta italiana apre
nuove strade all'apprezzameno
del serramento in Pvc, un
materiale che ormai è giunto a
pesare in termini di volumi di mercato
interno tanto quanto i serramenti in legno
e in alluminio. L'ha sviluppata l'azienda
modenese GrafSynergy. Essa permette
di ottenere degli angoli di saldatura del
Pvc senza l'antiestetico incavo agli angoli
che è frutto delle lavorazioni tradizionali
e che deriva dalla asportazione del
cordolo di saldatura sull’angolo del
serramento. Con questa tecnologia si
possono ottenere infissi in Pvc bianchi o
colorati senza soluzione di continuità tra
i montanti e i traversi. Per di più la stessa
tecnologia permette di lavorare
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106
serramenti in Pvc rivestiti esternamente
con legno, alluminio o altri materiali di
finitura. Inoltre la tecnologia è applicabile
su profili in Pvc colorati con tecnologie
ink-printing e di decorazione. L’azienda
modenese ha ideato il marchio V-Perfect
che identifica il nuovo standard di
saldatura che è stato brevettato. La
tecnologia inoltre, presenta aspetti
che riguardano il miglioramento della
produttività, Si tratta di una tecnologia
davvero unica nel settore
anche a livello
mondiale. Non a caso
GrafSynergy ha in
poco tempo venduto
oltre un centinaio di
impianti in tutto il
mondo. Solo dall'Italia
poteva giungere
una tecnologia che
riesce a combinare un
prodotto di elevata
efficienza energetica
a finiture estetiche di
prim'ordine.
VETRINA prodotti
SCIUKER SKILL
LA FINESTRA IN LEGNO E LEGATEC
Dall’esclusiva tecnologia produttiva
“Overlap thermal profile” di Sciuker,
nasce questa finestra in legno
lamellare, protetta all'esterno
da una lamina in lega di alluminio:
alta qualità, costi sostenibili
e design pulito e funzionale
a finestra Skill è un’esclusiva Sciuker
LAB, oggetto di due brevetti: il primo
sulla protezione esterna, il secondo sul
sistema di accoppiamento angolare delle
ante. La protezione del legno è attuata con
l’applicazione termoprofilata di una lamina
in lega di alluminio tecnologica (Legatec)
L
con un film a base di resina acrillica ad alte
prestazioni funzionali sulla parte esterna
del legno. Questa evita la manutenzione,
riduce il riscaldamento del profilo, conserva
la sua lucentezza nel tempo ed è antigraffi.
Anche il sistema di accoppiamento (tenone)
angolare delle ante, a 90° all'esterno e 45°
all'interno, è unico: rievocando la classicità
del legno, armonizza sia con le nuove
costruzioni, sia con le ristrutturazioni. Skill
è verniciata con processo a secco nella
parte interna e con sistema dry coating
TSDC, a base di resina con finitura
acrillica o poliuretanica: resiste meglio
all’umidità, allo sbiancamento,
alle alte temperature, ai graffi ed
è facile da pulire. Infine, senza
cambiare il profilo delle ante, è
possibile avere la soluzione Plus,
con doppio o triplo vetro per
elevate prestazioni di isolamento
termico e acustico.
L
tradizionale, avendo adottato accorgimenti
tecnici inediti relativamente al quadro
maniglia. L’ingegno del cilindro è sdoppiato
in due parti, per consentire il passaggio
della chiave di dimensioni standard e
limitare la sporgenza del cilindro dal guscio.
Il cilindro supera il concetto di cilindro a
profilo europeo pur mantenendone la
chiave standard. Vitra è disponibile con foro
bagno e foro cilindro con relativi gusci. La
serratura Vitra si adatta anche alle porte
in alluminio e quelle in legno. Per queste
ultime, caratterizzate secondo le tendenze
da un’estrema pulizia dell’anta, Vitra ha
progettato un frontale minimalista che
permetta l’allineamento dello scrocco con
il quadro maniglia. È inoltre possibile il
montaggio del cilindro dedicato dopo aver
montato il guscio. Per l’elevata qualità del
suo progetto, Vitra è stata selezionata nel
recente Adi Design Index 2015.
AGB VITRA
MAGNETICA e ULTRACOMPATTA,
A INTEGRAZIONE TOTALE
Serratura a fascia ambidestra per
porte in vetro, Vitra è caratterizzata da
un corpo essenziale, idoneo a essere
inserito direttamente nel vetro e non
essere montato tradizionalmente
a sormonto. Decisiva caratteristica
estetica è che nessun foro vite è visibile
a serratura di AGB ha dimensioni
contenute, grazie ai materiali plastici
innovativi utilizzati per scrocco e riferma,
è estremamente silenziosa in chiusura
e precisa negli accoppiamenti meccanici,
offrendo un’ottima fluidità dei movimenti
della maniglia (modello Blues di Casali
Arte Vetro), del nottolino e della chiave. Le
prestazioni sono quelle di una serratura
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THE NEXT BUILDING
FARAONE LINEA
PENSILINE VETRATE E FRANGISOLE
Un sistema completo, progettato per offrire la totale integrazione nell’architettura
e la trasparenza assoluta, grazie al profilo in alluminio anodizzato (nelle finiture
argento satinato e colori su richiesta) e il vetro temperato stratificato in più varianti
(neutro trasparente, opaco, colorato)
I
l sistema Linea di Faraone rappresenta
la soluzione ideale per sistemi
architettonici di varie epoche e
stili. Grazie al design essenziale ed
elegante, non risulta invasivo e consente
il rispetto delle preesistenze strutturali e
storiche dei contesti in cui viene inserito.
Disegnato da Nino Faraone, si declina in
diverse soluzioni. La pensilina Linea si
compone di profilo in alluminio anodizzato
argento, vetro temperato e stratificato
10+10+1,52 ed è completa di tutti gli
accessori per il fissaggio (escluso quello
di tipo chimico). La portata è certificata
fino a 200 kg, senza peso del vetro. Linea
può essere installata lungo percorsi
di dimensioni differenti: in base alla
lunghezza e l’altezza si suddivide nelle
versioni Lineauno, Lineadue, Lineatre e
Lineaquattro. Possono essere utilizzati
vetri 10+10+1,52 PVB, 10+10+1,52 PVB,
10+10+1,52 SGP, 10+10+1,52 SGP (Sentry
Glass Plus). La pensilina è fornita a barre
da 2 e 4 metri o su misura (max fino a 4
m). La versione per installazioni in facciata
con vetri non trasparenti, frangisole
Linea, offre una migliore schermatura
dei raggi del sole. E’ possibile ottenere la
schermatura e la colorazione efficace con
vetro temperato stratificato retrosmaltato
o con PVB colorato. Lo spessore dei vetri
varia a seconda delle scelte, 10+10+1,52
per la pensilina, 8+8+1,52 per il frangisole
di cui lo spessore cambia in base alla
NOVEMBRE 2015
108
profondità richiesta. Per ottenere il
massimo dell’eleganza è possibile
utilizzare la soluzione con l’illuminazione
con i vetri temperati stratificati contenti
LED. Quando si usano i LED, i cunei devono
essere in materiale trasparente.
VETRINA prodotti
LAMINAM EXTRA-LARGE 1600 x 3200
OIKOS TRAVERTINO
WIERER OPTIMA REFLEX
LASTRE CERAMICHE
PER FACCIATE VENTILATE
MATERIA E COLORE
A EFFETTO PIETRA
LA TEGOLA CHE RIDUCE
L’EFFETTO “ISOLA DI CALORE”
Per ampliare ulteriormente le
possibilità applicative della ceramica da
rivestimento per l’architettura, Laminam
ha inaugurato recentemente
una nuova linea produttiva, dedicata
alla realizzazione delle lastre ExtraLarge con dimensioni di 1600x3200 mm
e spessore di 12 mm
Travertino Romano è una soluzione
per le superfici interne ed esterne
di Oikos, che unisce un forte contenuto
di innovazione - derivante dalla ricerca alla sostenibilità e al basso
impatto ambientale
Grazie alla tecnologia di rivestimento
superficiale che impiega speciali
pigmenti, la radiazione solare incidente
viene riflessa al 34%
L
Q
R
a nuova serie Extra Large 1600x3200mm
con spessore di 12 mm è disponibile
per sistemi di rivestimento di facciata
in 5 serie ispirate ad elementi naturali
come il cemento, il marmo, il legno, il
ferro e campiture piene, per un totale
di 14 colorazioni con le quali è possibile
ottenere molteplici effetti estetici. Molti i
punti di forza delle facciate in ceramica:
la resistenza a graffi, abrasioni, pulizia
profonda e gelo (assorbimento medio di
acqua pari allo 0,1%), l'adattabilità a tutte le
condizioni climatiche; la resistenza al fuoco
e alle alte temperature; nessuna emissione
di sostanze tossiche in caso di incendio; la
totale riciclabilità.
uesto materiale dal deciso impatto estetico,
rispettoso della natura poiché frutto di una
produzione a basso impatto ambientale, è composto
anche da materiali di recupero: “scarti” delle lavorazioni
delle pietre, polveri e microresidui del proprio processo
produttivo. Oikos da così vita ad un circuito virtuoso di
riutilizzo delle materie prime, che produce, a seconda
delle pigmentazioni, una variazione delle colorazioni
molto naturale. Con Travertino Romano è possibile
ricreare gli effetti materici ed estetici della pietra, ma
con uno spessore di pochi millimetri: una caratteristica
che ne fa la soluzione ideale negli interventi di recupero
e restauro. Nella foto: Travertino Romano per la facciata
del Casinò Prince in Kazakistan.
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ecentissima innovazione di Wierer by
Monier, la tegola piana Tegal Innotech
è caratterizzata da una geometria
essenziale, un design lineare e una
superficie perfettamente piana che evoca
le lastre in pietra o ardesia. Ogni dettaglio è
studiato per migliorare l’impermeabilità e la
resistenza ai carichi di rottura e al calpestio.
La sua superficie può essere tratta con
tecnologia Optima Reflex: grazie all’impiego
di speciali pigmenti, viene riflesso il 34%
della radiazione solare incidente (TSR
= 34%), cioè il doppio di una superficie
tradizionale dello stesso colore (TSR = 17%),
con un indice di riflettanza solare SRI=35.
Tegal Optima Reflex è quindi ideale per
realizzare coperture a elevata albedo per
ridurre l’effetto “isola di calore”.
THE NEXT BUILDING
CALEFFI REGOLATORI FLOWMATIC®
SOLUZIONI PER IL BILANCIAMENTO
DI IMPIANTI A PORTATA VARIABILE
Bilanciare un impianto significa far fluire attraverso i suoi terminali la giusta
quantità di fluido e quindi ottenere la giusta emissione di energia termica,
nonché garantire le adeguate condizioni di comfort termico alle persone
che occupano l’ambiente climatizzato
G
li impianti a portata variabile
sono i più difficili da bilanciare,
perché le pressioni differenziali,
quindi le portate in rete, variano
continuamente (apertura e chiusura delle
valvole a 2 vie).
Queste variazioni possono essere tenute
sotto controllo solo con dispositivi di
bilanciamento che lavorano in condizioni
dinamiche, cioè in posizioni variabili. Negli
impianti a portata variabile, i dispositivi di
tipo statico possono servire solo a limitare
le portate massime, ma non sono in grado
di far fronte alla dinamicità (variazione
di pressioni e portate) che caratterizza il
funzionamento di questi impianti.
Oggi sono disponibili i regolatori di ∆P, la
cui azione è esercitata da una membrana
elastica. Grazie a questi regolatori, è
possibile stabilizzare al valore voluto le
pressioni differenziali che agiscono fra due
punti della rete distributiva, per esempio
ai piedi delle colonne montanti di impianti
a radiatori.
i nuovi prodotti
Oggi esistono prodotti in grado di
regolare, in condizioni dinamiche, non
solo le pressioni differenziali, ma anche le
portate: i regolatori di portata indipendenti
In alto a sinistra,
regolatore di pressione
differenziale Caleffi 140.
Sopra, regolatore
Flowmatic® Caleffi 145 con
comando.
A destra, sezione del
regolatore Flowmatic®
Caleffi 145.
NOVEMBRE 2015
110
dalla pressione (PICV) Flowmatic® di Caleffi
consentono di ottimizzare le prestazioni
degli impianti a portata variabile sia a
pieno carico sia a carichi parziali. Il loro
funzionamento è basato sull’azione
combinata di uno stabilizzatore di ∆P e
una valvola di regolazione.
Lo stabilizzatore di ∆P serve a mantenere
costante la differenza di pressione che
agisce sulla valvola di regolazione,
permettendole di regolare le portate
indipendentemente dalla pressione.
Questi regolatori possono essere dotati
anche di attuatori on-off o modulanti e
sono in grado di svolgere le seguenti 3
funzioni: stabilizzare le portate, regolare la
temperatura ambiente, intercettare il fluido.
VETRINA prodotti
DAIKIN ITALIA MINI VRV IV
MITSUBISHI ELECTRIC HYBRID CITY MULTI
TOSHIBA ITALIA MULTICLIMA VRF E LINE
COMPATTe
E “INVISIBILI”
soluzione IBRIDA
PER LA CLIMATIZZAZIONE
REFRIGERAZIONE
AD ALTA TECNOLOGIA
Unità di condizionamento per
applicazioni residenziali
e piccoli spazi commerciali
(con potenze da 4 e 5 HP)
Il raffrescamento e riscaldamento con
recupero di calore a due tubi unisce
l’efficienza e la flessibilità di un VRF
a flusso refrigerante variabile con i
tradizionali sistemi idronici
I sistemi a flusso refrigerante variabile
modulari, funzionanti a temperature
estreme sia in inverno sia in estate
(da -25 a 46°C), soddisfano
un numero maggiore di applicazioni
nei più svariati campi
P
H
E
roposte da Daikin Italia, sono indicate
per applicazioni residenziali e
commerciali in due linee (Serie S e Serie
i) che rappresentano le soluzioni VRV più
compatte e leggere di sempre (l’unità
esterna Compact della S non supera
il metro di altezza). La Serie i (i sta per
invisibile) climatizza gli esercizi commerciali
a piano strada, in edifici multipiano o nei
centri storici. Tutti i componenti dell’unità
esterna sono installati all’interno. Il
modulo scambiatore (h. 40 cm) può essere
installato in un controsoffitto, con un
impatto esterno limitato a due griglie. Il
modulo compressore pesa solo 80 kg e
occupa una superficie di soli 0,33 m2. Grazie
al contenuto livello sonoro (47 dBA), può
essere posizionato nel retro di un negozio o
in una qualsiasi area di servizio.
ybrid City Multi di Mitsubishi Electric è sistema
a due tubi per raffrescamento e riscaldamento
simultaneo con recupero di calore che coniuga la
tecnologia, l’efficienza e la flessibilità dei sistemi VRF
City Multi con i tradizionali sistemi idronici. Il sistema
è composto da un’unità esterna della Serie City Multi e
dall’innovativo distributore Hybrid BC, che permette di
utilizzare gas refrigerante e acqua come fluidi vettore
di calore; l’acqua riscaldata o raffreddata viene poi
dirottata verso le unità interne. Ogni unità interna può
essere utilizzata in modo indipendente per riscaldare
o raffrescare. Attraverso la tecnologia a recupero R2,
inoltre, il calore sottratto ai locali da raffreddare viene
utilizzato per riscaldare gli ambienti che ne hanno
bisogno. Tra i vantaggi della tecnologia ibrida: risparmio
energetico fino al 40% grazie al sistema di recupero
di calore; installazione semplice e intuitiva attraverso
un’architettura più snella; maggior comfort ambientale
con una temperatura di mandata dell’aria stabile e
mitigata; diminuzione del volume di gas refrigerante fino
al 45%.
NOVEMBRE 2015
111
Line è la nuova gamma di sistemi VRF di
Toshiba Italia Multiclima, attualmente
costituita dall’SMMSe e dal MiNi SMMSe, con
taglie che vanno da 4 a 22 HP. Nelle unità
della serie SMMSe è installato il nuovo
compressore Twin Rotary A3 che, rispetto
al compressore precedente, presenta una
maggiore cilindrata e una più elevata
velocità massima di rotazione. Raggiunge
la potenza 22 HP con l’utilizzo di soli due
compressori, limitando il peso e i costi di
esercizio dell’unità esterna. Ad ogni unità
esterna possono essere collegate fino a 64
unità interne. l MiNi-SMMSe (da 12 a 15,5
kW in raffrescamento) è un sistema VRF di
piccole dimensioni, idoneo ad applicazioni
di tipo commerciale e residenziale, dove il
funzionamento silenzioso (grazie al PMW
kit) e le dimensioni compatte delle unità
sono caratteristiche importanti. Possono
essere collegate fino a 13 unità interne
(estensione delle tubazioni fino a 180 m).
012015
A
Agb Alban Giacomo Romano D'Ezzelino
Viwww.agb.it
Agc Flat Glass Italia
Cuneo
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Gerenzano
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B
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Massa Carrara
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Fontaneto D'Agogna Miglionico
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Coserplast Coop. Serramenti D
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Faraone Infissi Tortoreto
Finstral Auna Di Sotto
G
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I
IguzziniRecanati
Mcwww.iguzzini.It
Internorm Italia Gardolo
Tnwww.internorm.com
ItalcementiBergamo
Bgwww.italcementi.it
27
27, 86, 5
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L
Laminam Fiorano Modenese
Mowww.laminam.it
109
M
MapeiMilano
Miwww.mapei.it
Material Connexion Italia
Milano
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Mitsubishi
Agrate Brianza
Miwww.mitsubishielectric.it
24
29
111
O
OikosBologna
Bowww.oikos.it
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P Pellini Penda
Permasteelisa Codogno
Beijing
Vittorio Veneto
Lowww.pellinindustrie.net
84, 12
Cinawww.home-of-penda.com
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Tvwww.permasteelisagroup.com90
S
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Miwww.saint-gobain-glass.com 27
SciukerAvellino
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SimonswerkRheda-Whiedenbruck
Dewww.simonswerk.it
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T
ToshibaVillasanta
Miwww.toshiba.it
111
W
Wasp
Massa Lombarda Rawww.wasproject.it
Wicona
Cernusco Sul Naviglio
MI www.wicona.com
WiererChienes
Bzwww.wierer.it
22
7
109
Z
ZehnderCampogliano
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NOVEMBRE 2015
112
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