Untitled - il bollettino salesiano

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Untitled - il bollettino salesiano
IN QUESTO NUMERO :
Il S . Padre Paolo VI visita il Pontificio Ateneo Salesiano
Don Cimatti si confessa
Le avventurose vacanze di monsieur Delpouve
Tutto è tranquillo a Magdalena del Mar
Una città di ragazzi neri
IN COPERTINA :
Roma • Il Santo Padre Paolo VI, accompagnato dal Rettor Maggiore don Luigi Ricceri, visita il Pontificio Ateneo
Salesiano . "Facciamo voti- ha detto il Papa - che in questo splendido Ateneo non meno splendida si affermi e
si effonda la sapienza educatrice salesiana ; e ciò sia gloria a Dio, onore alla famiglia di Don Bosco, fortuna per
.
innumerevoli anime giovanili—
PAOLO VI
INAUGURA
LA SEDE ROMANA
DEL PONTIFICIO
ATENEO
SALESIANO
29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re : una luminosa giornata nella storia della Famiglia Salesiana . In essa il Sommo Pontefice
Paolo VI ha ufficialmente inaugurato la nuova sede del Pontificio
Ateneo Salesiano, sede che sorgendo in Roma esprime visibilmente
il fedele e generoso attaccamento della Congregazione Salesiana al Vicario
di Cristo . Il Papa ha gradito questo omaggio dei figli di Don Bosco e
ha espresso il suo compiacimento onorando con la sua augusta presenza
la nuova casa, che vuol essere sempre e anzitutto la sua casa .
Il Santo Padre giungeva alle ore 17 alla nuova sede dell'Ateneo
accolto innanzi all'atrio da Sua Em . il card . Traglia, Vicario di Roma,
dal Rettor Maggiore con i membri del Consiglio Superiore e con il
Procuratore Generale della Congregazione Salesiana, da mons . Zanera,
Vescovo ausiliare per la zona Nord-Est dell'Urbe, dall'Ispettore don Luigi
Chiandotto e dal Rettor Magnifico dell'Ateneo, don Gino Corallo . Il
Sommo Pontefice salì nella chiesa superiore, dove sostò in' adorazione
del Santissimo Sacramento . All'uscita riceveva l'omaggio della Madre
Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, accompagnata dai membri
del Consiglio Generalizio, e si degnava benedire la prima pietra dell'erigenda nuova sede romana dell'Istituto Superiore di Pedagogia e
Scienze religiose delle Figlie di Maria Ausiliatrice, di recente incorporato al PAS .
Il Santo Padre procedeva quindi alla visita della sede del Pontificio
Istituto di Latinità, di cui ammirava le ampie aule-anfiteatro intitolate una a Giovanni XXIII, l'altra a Paolo VI . Conversando amabilmente con i Superiori salesiani e informandosi delle particolarità
tecniche della costruzione, per cui esprimeva benevola ammirazione,
il Papa si recava a piedi all'Aula Magna del PAS, ove era accolto dallo
scrosciante, entusiastico applauso dei convenuti : personalità ecclesiastiche
e civili, il corpo accademico e gli studenti del PAS, amici e ammiratori romani dell'Opera Salesiana .
Dopo il canto delle solenni Acclamationes polifoniche, il Rettor Maggiore
a nome di tutta la Famiglia Salesiana, e dei membri del PAS in modo
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particolare, esprimeva l'omaggio devoto e fervido
dei figli e offriva al Santo Padre il dono-risposta
al suo appello in favore degli affamati nel mondo .
Nel filiale indirizzo don Ricceri diceva tra l'altro :
« Beatissimo Padre . i Docenti e gli Alunni dell'Ateneo
Salesiano si rivolgono alla Santità Vostra con unanime e fervido atteggiamento di devozione, rappresentando nel loro omaggio tutta la Famiglia di Don Bosco : essi vogliono rinnovare davanti a Voi . attraverso
la mia umile parola, la loro fedeltà all'insegnamento
della Chiesa e la loro adesione viva all'azione di rinnovamento promossa dal Concilio, in quella linea di
ardimento e di equilibrio che ha caratterizzato tutto
il pensiero e l'Opera di Don Bosco .
E quasi a esprimere con segno concreto la volontà
di corrispondere a ogni invito della Chiesa, essi depongono nelle Vostre mani un modesto omaggio : è
la risposta all'appello che è stato rivolto dalla Santità
Vostra per alleviare la fame nel mondo . Vi hanno
contribuito in massima parte giovani di tutti i continenti ; fra essi vorrei dare un particolare rilievo al
gesto di coloro che, indigenti pur essi, non hanno voluto mancare alla crociata di carità emanata dal
grande cuore del Papa » .
Subito dopo, tra l'amorosa attenzione e il devoto raccoglimento dei presenti, prendeva la parola il Sommo Pontefice, che esordiva in tono familiare e paterno, non abbandonato neppure du-
L'aula
rante la lettura del discorso ufficiale, dal cui testo
spesso derogava con espressioni sgorgate dal suo
cuore di Padre .
Al termine del discorso, il Papa offriva i suoi
doni : una preziosa riproduzione del codice Vaticano B della Sacra Scrittura e un quadro del pittore Longaretti, rappresentante il Cristo . Dopo
che il Santo Padre ebbe salutato i Cardinali e
le Autorità, gli resero omaggio i singoli Superiori
Maggiori e i Decani del PAS . Quindi, salutato entusiasticamente dagli allievi e dalla folla, il Papa
ripartiva alle ore 18,15 alla volta del Vaticano .
La vasta risonanza della inaugurazione della
nuova sede del PAS e il suo significato ecclesiale
e civile furono espressi solennemente dalle personalità intervenute .
Facevano corona a Sua Santità i signori Cardinali : Tisserant, Pizzardo, Aloisi Masella, Cento,
Cicognani, Copello, Agagianian, Giobbe, Confalonieri, Marella, Traglia, Antoniutti, Forni, Slipyi,
Dante, Zerba, Bacci e Callori di Vignale .
La Sacra Congregazione dei Seminari e delle
Università degli Studi esprimeva il suo compiacimento e la sua adesione con la presenza del Prefetto Sua Em . il card . Pizzardo, del Pro-Prefetto
inons . Garrone, e del Segretario mons . Staffa .
Erano anche presenti numerose altre autorità
ecclesiastiche : mons . Dell'Acqua, Sostituto della
magna del Pontificio Ateneo Salesiano mentre Sua Santità Paolo VI
rivolge la sua paterna
Segreteria di Stato ; il Vicegerente di Roma mons .
Cunial, altri Arcivescovi e Vescovi ; un gruppo di
insigni latinisti ; i Rettori delle Pontificie Università :
Gregoriana, Lateranense, di San Tommaso D'Aquino, "De Propaganda Fide" .
Anche numerosi Ambasciatori e Capi Missione
del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede hanno
voluto con la loro presenza dimostrare stima per
la Congregazione Salesiana .
In posti speciali erano le autorità italiane : il
Vice presidente del Senato S . E . Spataro ; il Presidente della Corte Costituzionale S. E . Ambrosini,
i Ministri Bosco e Mattarella e il Sottosegretario
Malfatti ; l'on . Sindaco di Roma prof . Petrucci
con vari Assessori ; numerosi Senatori e Deputati,
tra i quali gli on .li Campilli, Cerini, Angelini, Restagno, Tupini, Foresi, Giraudo, Salvo, Bonadies,
Greggi, Cavallaro, D'Andrea, Franceschini, Sammartino, Villa ; i generali Palandri e Fornara, il Presidente
della Giunta Diocesana, consigliere di Stato Zingale .
// PAS
dopo venticinque anni
La grandiosità della nuova sede romana del
PAS esprime mirabilmente la vitalità spirituale e
sociale della Congregazione Salesiana . È un'impresa
ardimentosa che hanno affrontato con fede i Superiori della Congregazione, fiduciosi nell'amore provvidente del Padre Celeste, nella protezione di Maria
Ausiliatrice, nell'intervento di Don Bosco, nel giovanile entusiasmo della Congregazione, nella comprensione e generosità dei benefattori e amici
della Famiglia Salesiana, aperti alle esigenze di un
quotidiano rinnovarsi e qualificarsi religioso, tecnico, scientifico della società contemporanea .
Costruita negli anni 1961-65 con il contributo
generoso di tutte le ispettorie salesiane, con la munificenza di illustri benefattori e con la beneficenza
degli umili, la nuova sede del PAS si estende su
una superficie di 100 .000 metri quadrati, su una
collina prospiciente la confluenza dell'Aniene con
il Tevere, tra la via Salaria e la Nomentana, nel
quartiere periferico del Nuovo Salario .
La costruzione è articolata in 12 padiglioni distribuiti tra ampie zone verdi e campi di giuoco .
Meritano particolare interesse dal punto di vista
architettonico e funzionale : il complesso centrale
della chiesa superiore e inferiore, con ampio e
luminoso atrio, che funge insieme da solenne
ingresso a tutto l'Ateneo ; il palazzo del Rettorato ;
il palazzo del Pontificium Institutum Altioris Latinitatis ; la biblioteca centrale, in cui sono raccolti
oltre 120 .000 volumi ; l'Aula Magna con 1200 posti ;
la palestra .
parola al Superiori e alunni dell'Ateneo e alle autorità religiose e civili Intervenute alla solenne cerimonia
Con l'inaugurazione della nuova sede romana si
sono conclusi i primi venticinque anni di vita del
PAS . Voluto e organizzato dalla lungimiranza del
quarto successore di Don Bosco, don Pietro Ricaldone, esso fu eretto canonicamente il 3 maggio
1940, perchè fosse strumento di formazione scientificamente qualificata dei figli di Don Bosco nelle
scienze teologiche, giuridiche, filosofiche e pedagogiche . La feconda realtà odierna del PAS risponde
al sogno vagheggiato dai suoi ideatori e da coloro
che si sacrificarono nella sua preparazione . Durante i venticinque anni della sua attività oltre 2200
allievi, appartenenti a 40 diverse nazionalità, conseguirono gradi accademici e acquistarono sensibilità ai problemi della Chiesa e della società
moderna attraverso una qualificata preparazione
scientifica .
Nell'anno accademico 1966-67 conta circa 400
allievi, di cui 180 non salesiani, appartenenti a 37
nazioni di tutti i continenti, mentre il Corpo Accademico comprende 82 docenti di quindici nazionalità . La fiducia riposta dalla Chiesa nella vitalità della Congregazione salesiana anche nel campo
scientifico, è espressa eloquentemente dal riconoscimento giuridico dell'Istituto Superiore di Pedagogia, con la facoltà di conferire titoli accademiei in Filosofia-Pedagogia a studenti sia ecclesiastici che laici, e dall'incorporazione al PAS dell'istituto Superiore di Pedagogia e Scienze religiose
delle Figlie di Maria Ausiliatrice . Essi si propongono l'organizzazione e il progresso scientifico delle
discipline pedagogiche . alla luce del Magistero ecclesiastico e della tradizione pedagogica trasmessa
da Don Bosco alle sue famiglie .
Nuova prova della fiducia della Santa Sede è
stata l'erezione dell'Istituto Superiore di Latinità,
in diretta dipendenza dalla Sacra Congregazione
dei Seminari e delle Università degli Studi, ma
affidato alla cura della Congregazione Salesiana,
che ne ha edificato la magnifica sede presso il PAS .
Esso si propone la formazione di insegnanti scientificamente e didatticamente preparati per l'insegnamento delle lingue classiche e per la valorizzazione
del patrimonio classico e patristico, secondo la
più nobile tradizione ecclesiastica .
La presenza del Sommo Pontefice nella solenne
inaugurazione della nuova sede è conferma della
benevolenza pontificia ed è espressione del riconoscimento della Chiesa per l'attività svolta nel
mondo contemporaneo dai figli di Don Bosco ;
ma insieme è pegno di fedeltà alla consegna
del Padre : amore alla Chiesa e al Papa, servizio
ubbidiente e filiale alla Chiesa e al Papa, nello spirito
di dialogo con la società contemporanea, aperto
alla Chiesa dal Concilio Ecumenico Vaticano II .
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L'ALLOCUZIONE
DEL PAPA
Il Santo Padre, dopo aver espresso il compiacimento che provava nel sentirsi attorniato « dalla
corona di tanti Cardinali e Confratelli nell'Episcopato » e da alte Personalità, proseguiva :
Diletti Figli,
Abbiamo accolto con paterna gioia l'invito che Ci
è stato fatto gentilmente da voi, di presiedere alla solenne inaugurazione della nuova, magnifica sede dell'Ateneo Salesiano : l'invito rispondeva anche ad un
Nostro vivo desiderio, di darvi una prova tangibile
che il Nostro cuore palpita in unione con voi in
questa fausta circostanza, che riempie di legittima
soddisfazione l'intera Famiglia Salesiana e possiamo
aggiungere tutta Roma accademica .
Abbiamo seguito sempre con interesse le vicende,
le ansie, le difficoltà non esigue nè poche, che hanno
accompagnato nel suo faticoso cammino l'attuazione
di questo grandioso complesso, che si presenta oggi ai
Nostri sguardi ammirati in tutta la sua imponenza
e magnificenza .
Lasciate che vi esprimiamo alcuni sentimenti che
questa realizzazione suscita nel Nostro animo.
Compiacimento
e saluto del Papa
Innanzitutto un sentimento di profonda riconoscenza al Signore, che ha voluto donare alla gioventù
studiosa salesiana una residenza più salubre, più
raccolta, più decorosa, più rispondente alle accresciute
esigenze dei buoni studi ecclesiastici . E il Nostro
grato animo si rivolge anche a tutti coloro che sono
stati gli strumenti delle benevole disposizioni della
Provvidenza divina in quest'opera ; in primo luogo
ai Superiori della Congregazione Salesiana, che con
lungimirante saggezza e non senza grandissimi sacrifici l'hanno ideata e realizzata; e inoltre ai benefattori
che ne hanno generosamente facilitato il felice compimento . Dio conceda a tutti la dovuta ricompensa .
In tal modo il caro Ateneo Salesiano con i suoi cinque
rami in cui si articola tutta la sua fiorente vita ac-
Sua Santità Paolo VI benedice la prima
pietra dell'Istituto di Pedagogia e Scienze
religiose delle Figlie di Maria Ausiliatrice,
che sorgerà presso l'Ateneo Salesiano, al
quale è stato incorporato .
cademica, col complesso armonioso e severo dei suoi
edifici, con la ricchezza delle sue attrezzature idonee
alla più aggiornata ricerca scientifica, assurge a
nuovo prestigio e decoro nel concerto dei celebri e
benemeriti Istituti di cultura ecclesiastica superiore
che fioriscono numerosi qui in Roma, e fa presagire
sempre più significative affermazioni di cultura e
di virtù, di cui è ricca e feconda la benemerita famiglia di Don Bosco .
Eredi e promotori
di preziose dottrine
pedagogiche
Ma tanto più cordiale e spontaneo sgorga dal Nostro animo il compiacimento per la rinnovata sede di
questo Ateneo in quanto esso, nel quadro dell'alta
cultura ecclesiastica romana, si inserisce con un suo
volto, con una sua particolare fisionomia che ne accresce il valore e il prestigio .
Infatti oltre che offrire una superiore iniziazione
accademica nelle varie discipline ecclesiastiche, il
vostro Ateneo è un'opera che s'innesta nella tradizione educatrice salesiana . Sembra a Noi che non
avremo mai fatto attenzione sufficiente a questo apporto caratteristico e significativo di questa famiglia
religiosa . Voi siete gli eredi di quel prezioso patrimonio di dottrine pedagogiche che fanno capo al
vostro santo Fondatore, e che hanno ovunque operato
meraviglie di opere, di risultati benefici, di conquiste
scientifiche e morali . Anzi, voi non siete soltanto eredi
passivi, ma eccellenti e modernissimi promotori . Ne
è luminosa testimonianza la fiorentissima vostra Facoltà di Pedagogia che nella sua nuova sede oggi
rappresenta quasi il coronamento di un secolo di
sforzi e di studi in questo campo, ed impegna un
qualificato manipolo di studiosi al ripensamento, alla
coscienza, alla formulazione scientifica della pedagogia,
giustamente chiamata ars artium, fin dalla più antica età cristiana . Questo momento è troppo breve
perchè Noi Ci dilunghiamo a dimostrare come questo
Istituto risponda ai bisogni attuali e moderni della
scuola . Basta pensare alla gioventù di oggi, così
degna d'ogni nostro interessamento, così ricca di nuove
potenziali virtù, così disponibile per le cose nuove,
per le cose vere e buone, ma anche così insidiata da
una visione edonistica e materialistica della esistenza
terrena, così precocemente svegliata alla sensibilità,
alla coscienza, alla scelta dei valori della vita, e nello
stesso tempo così piena di difficili e complessi problemi . Il pensiero che un nuovo strumento - e quale
magnifico strumento! - è qui costituito per la formazione e per la cultura delle giovani generazioni reca
conforto ed esultanza al Nostro spirito, per l'affetto
che sempre abbiamo portato alla gioventù ed ora
ancor più per la carità paterna e pastorale del Nostro
apostolico ufficio.
L'incomparabile
umanesimo
pedagogico e cristiano
di Don Bosco
Ma ricordiamo bene : questa nuova sede con tutte
le sue moderne attrezzature non può considerarsi che
come uno strumento . E come rispetto ad uno strumento
musicale, per quanto bello e perfetto, ciò che maggiormente conta è l'artista che lo adopera e lo domina e
la musica che per suo mezzo viene eseguita, così
anche nel caso nostro non si deve sopravvalutare lo
strumento trascurando gli altri coefficienti dell'opera
educativa . Ciò che ora più conta, sono gli artisti
che devono adoperarlo, i maestri cioè che dovranno
formare in questo Istituto qualificate schiere di educatori cristiani ; così pure la dottrina pedagogica, ai
cui princìpi dovrà ispirarsi la loro opera .
A questo proposito, è doveroso riconoscere che non
possono in nessun modo essere ignorati o sottovalutati i progressi e le conquiste della scienza psicotecnica moderna ; vogliamo però ricordare che meritano
ancor maggiore fiducia da parte degli educatori i
princìpi umani e cristiani sui quali si basa il sapiente
metodo di Don Bosco, che ha saputo offrirci un incomparabile esempio di umanesimo pedagogico e cristiano . Pedagogia, la sua, che affonda le sue radici
nel Vangelo, dove vediamo Cristo abbassarsi per innalzare la creatura a Dio, farsi debole con i deboli
per elevare l'uomo alla Verità e alla Bontà, non con
l'autorità estranea di chi impone pesantemente la
legge, ma di chi con gravità e mitezza espone la legge
di Dio come espressione del suo amore e condizione
della nostra salvezza, ed insieme con l'educando alla
stessa legge ubbidisce . In altre parole, Don Bosco
trovò il suo segreto nella carità, che è come il compendio di tutta la sua opera educativa .
Facciamo voti perciò che in questo splendido Ateneo
non meno splendida si affermi e si effonda la sapienza
educatrice salesiana e ciò sia gloria a Dio, onore alla
famiglia di Don Bosco, fortuna per innumerevoli
anime giovanili .
Il Pontificio Istituto
di Alta Latinità
Merita inoltre una particolare attenzione da parte
Nostra il « Pontificium Institutum Altioris Latinitatis » che è stato aggiunto al vostro _Ateneo, sotto
gli auspici della Sacra Congregazione dei Seminari
e delle Università degli Studi . Nobile e felice realizzazione, questa, da voi portata a termine con geniale
generosità, e, diciamo pure, con ardimento, che costituisce titolo di lode per la vostra Congregazione
religiosa, bravi e cari Salesiani! Avete voluto così
onorare un'altra gloriosa tradizione lasciatavi in eredità dal rostro Fondatore, quella cioè di promuovere
e coltivare la cultura greco-latina ; e con gesto magnanimo avete voluto rispondere all'ansiosa sollecitudine
della Chiesa per lo studio del latino fra il Clero e
per la formazione dei suoi maestri, dando così compimento alla Costituzione « Veterum Sapientia » del
Nostro Predecessore Giovanni XXIII .
Le primizie raccolte nel primo anno di vita della
scuola sono senza dubbio buone e promettenti ; è un
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albero che già ha dato frutti e che altri ne fa sperare
ancor più abbondanti . Del resto abbiamo appreso con
soddisfazione che il Governo Italiano, in considerazione della serietà scientifica dell'Istituto, è stato già
largo nel riconoscimento ufficiale dei titoli accademici .
Naturalmente, in anelito di perfezione, bisognerà alla
scuola dare un progressivo sviluppo, consistente soprattutto in un organico adattamento alle sue specifiche finalità, distinguendo due piani, due metodi,
due scopi di questo Istituto : uno altamente scientifico e rigorosamente filologico ; l'altro rivolto a più
larga e pratica utilità . Oltre, infatti, a un suo primo
scopo che è quello di preparare sul piano scientifico
e con qualificazione accademica veri specialisti del
latino particolarmente ecclesiastico, si dovrà altresì
aggiungere, in un livello inferiore, una scuola di
buona latinità, ma modesta e accessibile a tutti, ecclesiastici e religiosi, per il possesso del latino nell'uso
comune. Nella Nostra Lettera Apostolica « Studia
Latinitatis » sono state date precise prescrizioni a
questo riguardo, e non abbiamo dubbio che, da parte
di coloro ai quali spetta attuarle, sarà posta ogni
cura, affinchè l'esecuzione sia illuminata e fedele .
Augurio paterno
a docenti e alunni
Ed ora un augurio ed una benedizione . Al caro
Ateneo l'augurio che « vivai, crescat et floreat », rinnovato non solo nella sua struttura esteriore, ma ancor
più nello spirito di San Giovanni Bosco, che è spirito
di amore alla Chiesa, di servizio e dedizione verso le
anime, di fedeltà inconcussa alla Cattedra di Pietro,
e che è anche garanzia sicura del suo prospero avvenire . Un augurio al venerato Rettor Maggiore, al
quale esprimiamo il Nostro ringraziamento sincero
per il nobile indirizzo che abbiamo ora ascoltato, e
per l'offerta che ha messo nelle Nostre mani, proveniente dalla carità e indirizzata alla carità, e ai Superiori e Professori, che così numerosi vediamo qui
presenti intorno a Noi : possano essi cogliere i migliori
frutti dei loro sacrifici, e trovino da parte degli alunni
tutti docilità e corrispondenza alle amorevoli cure che
loro prodigano . Infine a tutti gli alunni rivolgiamo il
voto che tengano alto il prestigio di questo Ateneo col
loro impegno e con la loro serietà nello studio, e che
siano degni dell'ora solenne che vive oggi la Chiesa tutta
in questo periodo post-conciliare ; da Roma eterna e
sacra sappiano cogliere e conservare la sapienza cristiana per portarla sempre nelle loro anime e diffonderla
dovunque sarà dato loro esplicare il sacro ministero .
E su tutti, auspice lo sguardo materno di Maria
Ausiliatrice, celeste Patrona della grande famiglia
di Don Bosco, larga e propiziatrice discenda l'Apostolica Benedizione, che di cuore a tutti impartiamo .
DON CIMATTI SI CONFESSA
Ecco qualche nuovo spiraglio aperto sull'anima di don Cimatti, fondatore dell'Opéra
salesiana in Giappone . Le citazioni sono tolte da lettere al Rettor Maggiore don Rinaldi :
sono confidenze di un santo a un altro santo . Don Cimatti è molto severo nel giudicare
se stesso e usa per sè espressioni non molto indulgenti . A lettura fatta, il lettore sarà
dello stesso parere?
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Don Cimatti rifiutava le cariche perchè era convinto
di esserne indegno e incapace ; non certo perchè
rifuggisse dalle noie della superiorità . Temeva la
responsabilità, ma amava il lavoro . Don Cimatti fu
infatti un lavoratore appassionato : per lui le ore del
giorno non bastavano e saccheggiava quelle della notte .
Ma lasciamo che parli lui stesso .
Il 26 luglio del 1930 confidava a don Rinaldi :
« Lavoro ce n'è, ma in certi momenti il lavoro essendo tutto sedentario e sbrigandolo alla lesta
ho l'impressione di non essere troppo occupato .
Che vuole? Per me l'ideale sarebbe aver ogni giorno
da predicare, camminare, essere sepolto sotto un
mucchio di corrispondenza da sbrigare . . . E invece
non ho ancora avuto la consolazione di provare
l'accasciamento del lavoro . Pazienza e così sia .
Mi pare che il Signore mi abbia voluto in pensione
troppo presto . . . Chissà se riuscirò a salvarmi
l'anima?
».
Quest'uomo che si lamenta di essere in pensione
troppo presto, era Superiore religioso dell'Opera
salesiana in Giappone e Superiore ecclesiastico della
nuova Missione di Miyazaki ; si alzava ogni mattina
prima delle quattro, non faceva il pisolino dopo pranzo
e aveva fama di moto perpetuo .
«Preghi
per questa testa matta »
Anche nei viaggi per mare, il suo zelo non lo lasciava
fermo un istante . Nel 1929, toccato il suolo d'Italia,
scriveva a don Rinaldi : « Ho cercato di occupare
il tempo nello studio della teologia e del giapponese,
ho preparato tutto il lavoro per la futura stampa
del Vangelo unificato e la relazione ai Superiori, e
ho cercato di conversare col personale per fare un po'
di bene. Ho tenuto una conferenza su Don Bosco
e le Missioni, e quando si poteva dire Messa a bordo,
ho fatto la spiegazione del Vangelo ecc . Molto di
più avrei potuto fare per le anime, ma sono sempre
il medesimo buono a niente . Tre marinai fecero
Pasqua e ne preparai uno alla prima Comunione .
Deo gratias! Oh, buon Padre, come è ignorata in
alto e in basso la nostra santa Religione! . . . » .
Il lavoro per don Cimatti doveva avere un solo
scopo : salvarsi e salvare . E poichè sono senza numero
gli uomini da salvare e gli apostoli sono pochi, quanto
si fa per le anime è sempre poco . Per questo don Cimatti si vota totalmente alla salvezza delle anime e
ne scrive a don Rinaldi : « Preghi perchè Gesù
accetti questo mio totale sacrificio, che deve da un
lato assicurare la salvezza dell'anima mia e dall'altro piegarlo amorevolmente a spalancare il suo
Cuore alle povere anime dei giapponesi, movendole
all'azione della grazia ».
Il suo pensiero risulta evidente in una lettera
del 16 luglio 1930 : vuol farsi santo e santificare :
« Preghi per questa testa matta : ieri, 15 luglio,
mio compleanno . Sono 51 anni di cui devo rendere
conto a Dio e non ho ancora messo giudizio . Come
oggi ho ricevuto il S . Battesimo . Quali ricordi!
E ho detto la Messa a Nagasaki all'altare di Maria,
dove è avvenuta la scoperta dei discendenti dei
vecchi cristiani . Può pensare che cosa ho detto a
Maria . Preghi che mi salvi l'anima . Mi piace pensare di avere davanti a me ancor 25 anni di lavoro . . .
per farmi santo e santificare » .
« A noi le patate,
a Dio la gloria »
Umiltà e zelo si trovarono in lotta quando don Cimatti vide la possibilità di far conoscere i missionari
cattolici con i concerti musicali . Vinse lo zelo e don Cimatti divenne il —giullare di Dio" ; ma tanto lui quanto
i suoi compagni don Liviabella e don Margiaria si
prefissero i soli fini che don Cimatti stesso dichiarava
a don Rinaldi il 3 aprile del 1926 : « Faremo un giro
nella grande isola per cantare cori una serie di
concerti le lodi di Dio, e per far conoscere l'opera
nostra, ma più il lavoro missionario e la fede . Tokyo,
Yokohama, Osaka, Kyoto vedranno i poveri figli di
Don Bosco . . . e Maria Ausiliatrice e Don Bosco si
faranno onore . . . A noi tirino pure anche le patate,
ma Dio sarà glorificato e nel gran salone di Tokyo
spero di potere intonare (oh, il Signore mi dia in
quell'ora l'efficacia della parola di Don Bosco!) :
"Cristo risusciti in tutti i cuori, Cristo si veneri,
Cristo s'adori" attraverso la bella melodia italiana
del secolo XII » .
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Don Cimatti nomina anche Kyoto : è la sede del
buddismo giapponese . Lo zelo lo spinse fin là :
« Anche in questa occasione - scriveva - abbiamo portato il nostro modesto contributo all'opera di propaganda cattolica coi mirabili discorsi
del vescovo giapponese mons . Hayasaka . Un diecimila persone hanno ricevuto un po' di bene . Deo
gratias! Stanchi, senza soldi, ma contenti .
Quale lo stile di don Cimatti concertista? Ha già
risposto il nostro « Bollettino » (gennaio 1966) . Qui
solo una sua frase rivelatrice : « Il vescovo di Osaka
ringrazia . . . Ci vuole davvero bene questo sant'uomo. . . Sa come mi chiama? "La mia piccola scimmia", perchè nei concerti naturalmente faccio il
matto . . . e Lei pensa che don Cimatti possa avere
della gravità? . . . » .
Ci si può chiedere : quale l'impressione dei giapponesi su questi preti concertisti girovaghi? Se lo
chiedeva anche don Rinaldi . Rispondeva don Cimatti :
«Viva Don Bosco! Il giornale buddista di Kyoto
(la grande città buddista) scriveva tempo fa :
"Sono comparsi in Giappone dei bozu san (bonzi :
siamo noi!) che hanno inaugurato un sistema del
tutto nuovo e geniale nella propaganda religiosa
in Giappone" » .
L'uomo
tutto cuore
« A don Cimatti non si può dire di no » : era la
frase corrente tra i salesiani del Giappone . Ed era
pacifico che fosse così, perchè il suo governo era tutto
intriso di bontà e di paternità. Non avrebbe potuto
fare diversamente ; il suo gran cuore non glielo avrebbe
permesso . Lo affermava egli stesso il 2 dicembre
del 1928 a don Rinaldi : « Per me, la frusta non
so adoperarla . Mi dicono che adopero troppo miele .
Mah! può essere che nel suaviter ci riesca, non certo
nel fortiter, a dirigere gli altri . . . Ma, o mio buon
Gesù, non so dirigere me stesso : non c'è da meravigliarsi che non sappia dirigere gli altri » .
Si entra meglio nell'animo di don Cimatti leggendo
quanto, con incantevole semplicità, confidava a don Rinaldi il 29 agosto del 1930 : « Non son capace di
essere rude e forte . . . Mi pare che finchè non avrò
tutta la confidenza [dei confratelli] non riuscirò
a dirigerli a Dio, ma in questo il cuore ha la sua
parte e le sue esigenze . . . sono troppo paterno e
materno . . . Ma come fare, o mio Dio, se voi mi
avete fatto così? È per dirigere a voi queste anime!
Ma, faccio bene a fare così? Allevo dei buoni salesiani? Ma mi sembra che se non faccio così, non
ci sia tutta l'anima, tutto il cuore . . . Vede che razza
di farabutto è don Cimatti? E penso sempre : come
può il Signore benedire la missione che ha alla testa
simile razza? E certo anche le croci attuali sono dovute alla mia insipienza . "O mio Dio (prego sempre),
fammi scomparire, sopprimimi . . . perchè debbono
soffrire gli altri, se don Cimatti è la causa di tutto?"» .
Per questa carità spinta fino all'eroismo non
basta un cuore straordinariamente sensibile com'era
quello di Don Cimatti ; occorre un grandissimo Amore
di Dio . Don Cimatti l'aveva in grado eminente .
In una sua intima a don Rinaldi, dopo di aver confessato « amo troppo i confratelli » quasi fosse una
colpa, esclamava : « Ma, o Gesù, che ne posso io se mi
avete dato un cuore così fatto? Oh, sia tutto vostro!
Non Le nascondo che il pensiero di tante anime
sante e di tanti che avrebbero bisogno di spinte
continue per essere buoni salesiani, mi commuove fino
a riempirmi gli occhi di lacrime . Li amo troppo . . . » .
« Dono
delle lacrime? »
Don Cimatti amava tanto il buon Dio da fargli
versare lacrime di gioia quando riusciva a farlo
amare, e lacrime di dolore quando non poteva impedire che lo si offendesse . In una lettera a don Rinaldi,
dopo aver lamentato di non essere riuscito a impedire
un inconveniente, concludeva : « Ma a me quello
che rompe il cuore è l'offesa di Dio » .
Quando don Cimatti riusciva a effondere la sua
anima in preghiera, ne era felice . E Dio gli
concedeva favori straordinari e gioie di paradiso :
« Il mio sforzo - scriveva pochi mesi dopo il
suo arrivo in Giappone - è di rassodare e miglio-
rare la vita della mia vita con le pratiche di pietà .
Le fo tutte, sono però ancora (grazie a Dio, sempre
involontariamente) piene di distrazioni . Combatto ;
lavoro settimanalmente, mi metto filialmente nelle
mani di Maria e di Gesù . In certe occasioni speciali
(feste caratteristiche o altro) specialmente la Santa Messa è detta con vera effusione, anche con
lacrime . . . e mi domando : perchè Gesù mi tratta
così, mentre don Vincenzo non è capace che . . .
Creda, ho bisogno di calmarmi, distrarmi, perchè
mi fa male al cuore . La superbia fa capolino : dono
delle lacrime?! Mah, non so che cosa sia . . . È certo
che provo momenti di Paradiso . Non vorrei dar
nell'occhio anche con queste esteriorità ; prego Lui
a nascondere, ma delle volte è una faccenda seria .
Il 24 del mese ho celebrato la S . Messa e non Le
so dire le delizie spirituali con Mamma ; alla fine
ho voluto rivolgere un pensiero prima di leggere
la consacrazione a Maria . . . e sono scoppiato . Divento vecchio . . . (aveva 47 anni!) . Non creda mica
a cose speciali, sa ; purtroppo che sono ancora lontano dalla santità : certo vi è l'ardente desiderio ;
certo Gesù mi vuol troppo bene! . . . » .
La Mamma
del cielo
Tali gioie le meritava con la sua umiltà e fedeltà .
Ecco due confessioni in merito .
« Pratiche di pietà regolari . In questo mese trovo
molte distrazioni involontarie nelle pratiche più
importanti . Sono, insieme con le difficoltà quotidiane, le fonti più belle di umiltà : mi definisco
"il niente" . Lo dico a Gesù : "il tuo niente è proprio buono a niente", e mi pare che Lui sia contento . . . e ridiamo insieme » .
Così scriveva nel 1926 . L'anno dopo, nel rendiconto che faceva al Rettor Maggiore, rivelava inconsciamente la sua fedeltà accusandosi anche di minime
infrazioni : « Faccio le pratiche di pietà in comune .
Quando devo farle in altro orario sono dolori . . .
e due volte in questo mese, avendo detto il Santo Rosario nell'addormentarmi, il quinto mistero
me l'avrà detto l'Angelo Custode . Ad ogni modo
non cedo nella volontà di migliorarle » .
Questa fedeltà al Rosario fa pensare al suo amore
alla Madonna. È difficile dire quanto in lui fosse
profondo e sentito . Don Cimatti ebbe per la Madonna
un amore filiale nel significato più completo della
parola. L'amò come Mamma non solo perchè la fede
gli diceva che Dio ce l'ha data per mamma, ma anche
per sentimento, vorremmo dire umano . Il suo amore
per la Vergine era affettuoso e si esplicava con tutte
quelle manifestazioni esterne che sono proprie del
cuore di un figlio che ama. Anche scrivendo usava
abitualmente l'espressione "Mamma" senza altre
specificazioni .
Il primo 8 dicembre passato in Giappone don Cimatti volle che l'Immacolata fosse onorata al massimo,
pur nell'estrema povertà di mezzi. Alla Messa assistette, non si sa come, un ragazzo pagano . Anche a
Don Bosco l'Immacolata nel suo giorno aveva mandato il primo ragazzo . Don Cimatti ricorda, accosta
le date e si commuove .
« Torno ora dalla chiesa dove i suoi figli giapponesi hanno celebrato come meglio potevano la
festa della Mamma . . . Il Signore non mancò di consolarci . Alla Messa, cosa strana, assistè anche un
ragazzetto pagano . . . e la testa mi vagava : Don Bosco, la chiesa di S . Francesco d'Assisi, Bartolomeo
Garelli . . . e una profonda commozione che mi
prende in queste occasioni mi inondava l'anima
con speranze, con preghiere . con le parole che
rivolgevo alla nostra famigliuola . . . e poi pensavo
a Torino, ai Superiori . . . Oh, ci aiuti la Mamma
nostra a farci santi, a tenere lontano da noi il peccato : ho detto a Gesù che pigli la mia vita, ma salvi
da ogni male tutti i confratelli a me affidati . . . Ed
ora basta, perchè il cuore traboccante di santa
9
gioia minaccia di scoppiare . Grazie, Mamma, grazie Gesù, e grazie a Lei che mi ha messo nella circostanza di provare tali gioie di Paradiso » .
La Madonna
fra le quinte
L'amava la Mamma del Cielo e sapeva farla amare .
Quando ne parlava ai ragazzi era efficace anche perchè immaginoso . Un saggio . Don Cimatti si dirige
a un ragazzo .
« Tutti i ragazzi amano la mamma : è un pensiero
così naturale questo, che ti fa dire : "C'è bisogno
di dirlo?" .
Don Bosco, che ha messo a base del suo sistema
la "famiglia" ., ha dato ai suoi figli una Mamma,
Maria Ausiliatrice . Solo in Paradiso comprenderemo quanto ci abbia aiutati la Madonna dall'inizio della vita fino alla morte . Se in questo momento
in un mirabile film ti facessi passare sullo schermo
del pensiero tutta la tua vita, e se il Signore dove
intervenne Maria ti facesse comparire in forma
evanescente (come accade nei film) l'immagine di
Lei, potresti vedere che non v'è azione della tua
vita in cui la Madonna non abbia avuto la sua parte,
e non vi è stata deviazione nella tua vita da cui
Maria non abbia concorso a rimetterti in carreggiata .
Mi dirai : "Come avviene tutto ciò? Io non ho
mai veduto la Madonna" . Ascoltami . A te piace
il teatro; ti piace vederlo e, penso, anche recitare,
specialmente se protagonista, per ricevere gli applausi . Ricordo che in un nostro teatro, durante
una rappresentazione, per preparativi mal fatti,
nel punto culminante, quando la sospensione del
pubblico era all'apice, cadde qualche quinta e il
sipario di fondo . Quale cambiamento di scena!
Il pubblico vide gli umili lavoratori che si affaccendavano tra le quinte, i massimi fautori dello
spettacolo non visti prima : il suggeritore, il manovratore elettrico coi vetri colorati davanti al proiettore, gli autori della pioggia, dei tuoni, dei
lampi . . . tutti all'opera in maniche di camicia alle
prese coi loro arnesi, con le gote gonfie all'enorme
pipa da cui escono i lampi . . . col battacchio della
grancassa . . . pronti ai cenni del direttore di scena . . .
Fino a quel momento nessuno aveva pensato a
loro; gli applausi erano stati tutti per gli attori .
Eccoti un'immagine della realtà quotidiana . In
te la Madonna lavora e come! ma tra le quinte del
teatro della tua vita . È la vera direttrice di scena,
se tu la lasci fare . La devozione alla Madonna,
secondo Don Bosco, è tutta qui : volere la Madonna
come guida, maestra di tutta la nostra vita .
Come fare? Eccoti una proposta pratica . Di'
a te stesso con frequenza : "Se la Madonna fosse
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Tokyo - Mons. Angelo Acerbi, Incaricato della Nunziatura, ha benedetto le prima pietra della chiesa con cripta, che sorgerà quale monumento di riconoscenza degli amici di mons . Cimatti al Fondatore dell'Opera salesiana in Giappone . Le autorità hanno firmato la pergamena
in essa racchiusa, dove si legge che la cripta custodirà le spoglie del
grande Missionario "in attesa della glorificazione".
Le offerte si possono indirizzare, specificandone chiaramente lo scopo,
alla Direzione Generale Opere Don Bosco - via Maria Ausiliatrice, 32
- Torino. Conto Corrente Postale n . 211355 .
al mio posto, come penserebbe, come parlerebbe,
come agirebbe ora?" . È proprio un pensiero di
Don Bosco che passo a te come pratica di vita .
Una bella novella orientale dice che una mamma
morente consegnò alla sua figliuola uno specchio
dicendole : "Guardandolo, vedrai sempre la faccia
della tua mamma" . La fanciulla, che non sapeva
che cosa fosse lo specchio, prese alla lettera le
parole della mamma, e vedendo il suo volto nello
specchio, lo credette il volto della mamma .
Così, proprio così anche per te : sia il tuo volto,
ossia il tuo essere, sempre l'immagine di Maria,
il riflesso suo . Così onorerai, amerai e glorificherai
Maria, come vuole Don Bosco » .
Un'ultima citazione senza commento . È tolta da
una lettera dei primi tempi, sempre a don Rinaldi :
«Mio amatissimo babbo, è con la gioia e commozione più profonda che oggi ho benedetto per la
prima volta in Giappone l'immagine della Madonna
di Don Bosco, della nostra Madonna . Non avendo
la statua, ho fatto costruire un bel kakemonò (proprio come piace ai giapponesi : è una specie di
stendardo) in mezzo a cui campeggia la nostra
Mamma . L'ho benedetto, poi ho raccontato come
meglio sapevo il sogno delle due colonne e ho detto
perchè Don Bosco ha scelto questo titolo . Che cosa
sarà passato nelle anime di questi cristiani non lo so ;
certo se essi provavano ciò che provava don Cimatti, dovevano liquefarsi d'amore per Maria . . . » .
LE AVVENTUROSE
VACANZE
DI MONSIEUR DELPOUVE
A pochi passi dalla strada, sfiorato da un sentiero tra il verde
delle macchie, c'è un pozzo per
abbeverare il bestiame . E un vecchio pozzo col rustico muricciolo
in pietra, tarlato dal tempo, come
se ne trovano per la campagna
nel sud della Francia . I ragazzi
di monsieur Delpouve - una quarantina tra i nove e i dodici anni
- tornano dalla lunga scampagnata e passano proprio accanto
al pozzo . Il primo ragazzo si
affaccia sull'acqua e la trova immobile e misteriosa . Che succede
a gettarvi un sasso? Una pietra
del parapetto è smossa : il ragazzo la getta . I cerchi d'acqua
s'allargano, il gioco è bello, tutti
i ragazzi aggrediscono il povero
parapetto, che è troppo vecchio
per offrire resistenza e si lascia
strappare a una a una le sue
pietre .
Un Cooperatore francese
ogni anno, da vent'anni a
questa parte, organizza una
colonia per ragazzi che è la
traduzione in veste moderna
delle •, gite autunnali - di
Don Bosco.
VENT'ANNI
DI VACANZE AVVENTUROSE
L'indomani il padrone del pozzo
è da monsieur Delpouve : gira nervoso il cappello tra le mani e dà
la stura a un sacco di lamentele .
Monsieur Delpouve convoca i quaranta devastatori : « Voi - dice
_forse l'evete fatto solo per gioco,
senza cattiveria, ma intanto avete
distrutto il pozzo. E ora? » .
I quaranta colpevoli, a capo
chino, sono desolati .
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Un ragazzo propone : « Andiamo a ripescare le
pietre e a rifare il pozzo? » . L'idea è buona . Nel
primo pomeriggio monsieur Delpouve e i quaranta
ragazzi sono sul luogo del delitto con una scala,
corda, secchi e tanta voglia di redimersi . Calano la
corda nel pozzo, lo svuotano dell'acqua, tirano su
le pietre e ricostruiscono il parapetto .
L'indomani il padrone ritorna . Ha il cappello
gaiamente sulle 23 . Esclama : «Il mio pozzo è più
bello di prima », e regala ai ragazzi due panieri di
pesche mature .
« Tutto sommato - conclude monsieur Delpouve - i
miei ragazzi ne ricavarono un grosso vantaggio dal
punto di vista educativo . Era mio dovere insegnar
loro come correggere i propri sbagli, e l'ho fatto » .
Peccato che non ci sia in questo mondo, per ogni
gruppo, un monsieur Delpouve . Tipi così sono
piuttosto rari ; per questo ora parliamo di lui, dei
suoi ragazzi e delle vacanze avventurose in cui
da vent'anni a questa parte li coinvolge .
«QUESTA COLONIA TI FARA MORIRE»
Da vent'anni ormai monsieur Delpouve organizza
la "Colonia San Giovanni Bosco" per una quarantina di ragazzi . È Cooperatore salesiano, e lo è
divenuto in qualche modo prima ancora di conoscere Don Bosco e i Cooperatori .
Nel 1945, appena terminati i suoi studi, con un'irresistibile vocazione di educatore da realizzare, dovette scegliere tra due posti d'insegnamento che gli
erano offerti : una scuola laica che lo avrebbe pagato bene, e la scuola cattolica che aveva frequentato e che gli offriva molto meno . Ci pensò su otto
giorni, poi contro ogni logica economica scelse la
scuola cattolica e non sa ancora perchè . Comunque,
due anni dopo accettava la proposta di organizzare
una colonia estiva . Con tre altri professori della
scuola, reclutò trenta ragazzi e partì per l'avventura .
Tra l'altro bisognava dare un nome alla colonia .
Don Bosco era allora per monsieur Delpouve niente
più che uno dei 365 santi del calendario, ma "ragazzi in vacanza" e "Don Bosco" gli suonavano
così bene insieme, che dedicò la colonia al Santo .
Quella prima vacanza fu irta di difficoltà : monsieur
Delpouve tra l'altro faceva anche cucina . E con i
ragazzi dormiva sulla paglia . « Oggi - dice - non
sarebbe più possibile : i ragazzi amano troppo le comodità . Eppure sfortunati quelli che non hanno mai
dormito sulla paglia, sotto le stelle e al canto dei
grilli : manca loro un'esperienza che serve a diventare
uomini « .
Tornò da quella prima vacanza completamente
stremato . I suoi genitori, fissando le sue guance
smagrite e gli occhi affossati, gli dicevano : « Devi
smetterla, questa colonia ti farà morire ». Invece da
allora il pensiero della colonia riempie il suo tempo
libero e dà sapore alla sua vita .
Monsieur Delpouve oggi è sposato e ha quattro
bambini . Continua a insegnare nella scuola cattolica, dirige i "Piccoli cantori", incide su dischi le
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loro esecuzioni più belle, ma soprattutto dedica
alla sua colonia i pensieri della mente, gli affetti
del cuore e tutti i ritagli del tempo .
42 .000 CHILOMETRI GIÀ PERCORSI
La "Colonia San Giovanni Bosco" non ha sede
fissa . Dice monsieur Delpouve : « Cambiando posto ogni
volta, facciamo conoscere ai ragazzi le diverse mentalità dei popoli. Ciò permette loro di fate dei paragoni e di allargare le conoscenze sul mondo».
A occhio e croce, in questi vent'anni ha già percorso 42 .000 chilometri, quanto è lunga la linea
dell'equatore e qualcosa in più . Nel 1947 condusse
i suoi ragazzi in Normandia, nel 1949 in Alsazia,
nel 1952 sulla Costa Azzurra, nel 1953 in Savoia,
nel 1954 in Svizzera, nel 1956 a Roma, a vedere
il Papa Pio XII . Poi in Spagna, in Portogallo, in
Germania, e l'estate scorsa di nuovo a Roma . I
suoi ragazzi furono svelti a occupare un posticino
presso l'altare di San Pietro nella Basilica, e di lì
videro il Papa : passò così vicino a loro che quasi
potevano toccarlo . Usciti sulla piazza, saltavano di
gioia e gridavano : « C'est formidable!
I ragazzi in colonia giocano, pregano e imparano
secondo lo stile di Don Bosco . Monsieur Delpouve
ora ne conosce a fondo la vita, e nelle "buone notti"
incanta i ragazzi con gli episodi piú interessanti .
C'è molta confidenza nella colonia . « Noi non puniamo mai - dice - ma conduciamo i ragazzi a
riconoscere che hanno sbagliato» . Fa fare lunghe passeggiate e giochi all'aperto . I ragazzi sono divisi in
squadre, con i capi, e i migliori ricevono un punteggio : alla fine saranno premiati . Due volte la settimana vedono un film, quasi sempre di carattere
religioso . Le attività che svolgono li stimolano all'emulazione : concorsi, lavori artistici, gare sportive, e anche i piccoli servizi della colonia . Ascoltano
la Messa due volte alla settimana : all'inizio pochi
fanno la Comunione ; alla fine tutti .
«HO FIDUCIA NEI GIOVANI»
Monsieur Delpouve con la sua colonia vagante
fa del turismo moderno, ma soprattutto fa educazione
umana e cristiana . Il mondo è cambiato, e i giovani
piú di tutti . La sua Colonia si è adattata ai tempi,
però ha il coraggio di parlare ai giovani di sforzo, di
sacrificio e di rinuncia . Un tempo i ragazzi accettavano di dormire sulla paglia, e ora si lamentano se
il materasso non è abbastanza soffice . Ma monsieur Delpouve coglie tutte le occasioni per foggiarli
alla ruvidezza che è necessaria per affrontare la vita .
Una sera giunsero a Venezia con parecchie ore di
ritardo e non c'era più modo di allestire un pasto,
neppure una cenetta al sacco : egli con un bel discorsino fece appello alla forza di carattere dei suoi
ragazzi e li mandò a letto a stomaco vuoto . Avevano dai nove ai dodici anni, e nessuno fiatò .
«Ho conservato intatta la mia fiducia nei giovani
- dice . - Sul piano della carità e della generosità
verso gli infelici sono capaci di compiere gesti disinteressati» . E ricorda quando condusse i suoi a visitare l'ospizio dei poveri vecchi a Chàtillon-surChalaronne . Cantarono per i ricoverati, poi rinunciarono ai dolciumi e gliene fecero dono . « Bisos;nerebbe - dice -- che i giovani imparassero a guada-
gnarsi il pane col sudore della fronte, invece di avere
le tasche piene di soldi. Occorre mettere sotto i loro
occhi gli esempi entusiasmanti dei santi moderni (Don
Bosco per primo) e più ancora l'esempio della propria
vita. La società oggi offre troppe tentazioni, che allontanano i giovani dalla Chiesa . Occorre distruggere
il prestigio fasullo degli idoli, tutti questi cantanti da
quattro soldi e questi divi del cinema » .
L'AUREO PRINCIPIO
DELL'ECONOMIA CRISTIANA
Non gli mancano i grattacapi . Il suo primo grattacapo è il denaro . Le famiglie dei ragazzi pagano
ma non a sufficienza per coprire tutte le spese .
Monsieur Delpouve in compenso è fervido di iniziative e riesce a quadrare i bilanci . Ha fondato
1`Associazione San Giovanni Bosco" i cui membri
aiutano la colonia quotandosi . Ricava qualcosa dalla
vendita dei suoi dischi . Allestisce tra i benefattori
delle "tombole" con premi . E poi, certi aiuti gli
arrivano in un modo - a dir poco -- curioso .
Un giorno del 1953, mentre era con i ragazzi
in Savoia, disse al cappellano : «La nostra colonia
ha già sette anni di vita, e non ha ancora una statua
del suo santo patrono » . Poi aggiunse ridendo : « Se
Don Bosco ci tiene che abbiamo una sua statua, si arrangi a pagarsela» . Nel pomeriggio era accanto alla
fontana degli elefanti a Chambérv, intento a distribuire la merenda ai suoi ragazzi ; si avvicina una
signora e domanda : « Posso fare qualcosa per questi
ragazzi? » . «Noi non domandiamo mai nulla - le
rispose - ma se ci offre qualcosa, lo accettiamo ben
volentieri». La signora sorrise, aprì il portafoglio e
sfilò 2500 franchi . La statua di Don Bosco, lucida e
sorridente nel negozio di oggetti sacri, costava 2501
franchi e monsieur Delpouve non ebbe che da aggiungere di tasca sua il franco che mancava .
Tre anni dopo, il pullman li portò ad Ars . Trovarono sulla piazza una vecchina in condizioni
pietose. Monsieur Delpouve le domandò se avesse
fame, e lei disse di sì senza complimenti . Allora
chiamò i ragazzi e spiegò che bisognava fare qualcosa . I ragazzi non se lo fecero dire due volte, e
lui per parte sua donò alla vecchina una pagnotta,
una tavola di cioccolata e Zoo franchi . L e spese
della lunga escursione in Italia superavano già i
preventivi, ma non si poteva fare di meno . « Grazie
- disse la vecchina intascando i Zoo franchi - Il
buon Dio ve li renderà» . Un quarto d'ora più tardi,
infatti, monsieur Delpouve incontrò il babbo di uno
dei suoi ragazzi, giunto ad Ars per affari, che offrì
a tutta la comitiva un rinfresco e srotolò dal portafoglio 15 .000 franchi . « Credo che ne abbiate bisogno», disse, e non sapeva che il buon Dio davvero
Il Cooperatore salesiano
monsieur Delpouve . Alla
sua destra Claude Delpouve e a sinistra Maurice Cattez, che hanno
lavorato senza tregua per
la "Colonia Don Bosco"
dal 1947 al 1961 .
restituiva in quel modo assai più che il centuplo
promesso nel Vangelo .
Monsieur Delpouve risolve così i problemi finanziari della colonia, applicando l'aureo principio dell'economia cristiana : « Aiutati che il ciel ti aiuta» .
IL SECONDO GIRO DEL MONDO
Altro suo grattacapo è trovare i collaboratori . Per
la colonia ambulante occorre un autista, e poi chi
fa cucina, chi assiste i ragazzi, chi li fa giocare,
pregare, divertire e lavorare . Monsieur Delpouve
non dà loro il becco d'un quattrino, perchè farebbe
subito fallimento . Lo aiutano, senza ricompensa di
sorta, alcuni colleghi del collegio, i suoi ex alunni,
• soprattutto i familiari che ha contagiato col suo
entusiasmo : i suoi fratelli, una sorella, la moglie.
C'è da aspettarselo, presto lo aiuteranno anche i
figli, appena ne saranno capaci .
Questo Cooperatore salesiano al cento per cento
ricalca a perfezione e modernamente le passeggiate
autunnali di Don Bosco sui colli del Monferrato ;
• i genitori dei ragazzi gliene rendono testimonianza .
Gli scrivono per esempio : «Il nostro Filippo è tor-
nato entusiasta del viaggio attraverso la Francia e
l'Italia ; ha acquistato una certa maturità di giudizio
• più devozione*. E ancora : «L'evoluzione morale
del nostro Bruno è lampante . Il suo carattere è ora
più delineato, la sua volontà più rafforzata» .
Sulle circolari che manda alle famiglie dei ragazzi,
monsieur Delpouve cita le parole di Don Bosco:
« Noi non ci fermiamo mai ; c'è sempre cosa che incalza cosa . . . Il giorno che ci fermassimo, la nostra
opera comincerebbe a deperire» . Ciò è vero . Per
conto suo, dopo aver percorso un intero giro del
mondo, ha cominciato il secondo giro .
Bravo chi riuscirà a fermarlo .
13
Pducatel
a perdonare
Una domenica Giuseppe Brosio,
un giovanotto molto affezionato a
Don Bosco, notò che il Santo
non era in cortile . Strano! Si
mise subito a cercarlo in ogni
angolo della casa . Cerca e ricerca,
finalmente lo trovò in una camera .
Don Bosco era triste, molto triste,
sembrava che stesse per piangere .
- Che le succede, Don Bosco ?
- gli chiese premuroso . Don Bosco taceva, chiuso nel suo dolore .
Il giovane insistette perchè gli
facesse conoscere il motivo di
tanta sofferenza .
-- Uno dei nostri ragazzi disse infine Don Bosco -- mi
ha oltraggiato e svillaneggiato .
Per quel che mi riguarda, non
mi importa punto ; ma il peggio
è che lui si trova su
una
brutta strada e chissà che fine
farà .
Brusio si sentì toccato sul vivo .
Con una vampa di collera mostrò i
pugni e assicurò Don Bosco che
ci avrebbe pensato lui a vendicarlo . Don Bosco lo guardò fissamente :
-- Tu vuoi vendicare Don
Bosco, non è vero ? Hai ragione ; ma a un patto : la vendetta la faremo insieme . Sei
contento ?
- D'accordo - gli rispose
Brusio .
- Allora vieni con me - lo
invitò Don Bosco .
E lo condusse in chiesa a pregare per quel ragazzo insolente
che lo aveva offeso .
« Credo che Don Bosco abbia
pregato anche per me - ricordava più tardi Brosio - perchè
in un momento mi sentii un altro,
letteralmente cambiato . Lo sde-
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gno contro quel mio compagno
si era mutato in perdono » .
Don Bosco era solito dare questi consigli :
« Ricordatevi che perdonare vuol
dire dimenticare per sempre» .
« Se volete ottenere molto dai
vostri allievi, non mostratevi mai
offesi contro qualcuno . Perdonatelo sempre» .
C'è qualcosa di divino, di miracoloso nel modo in cui il perdono
riesce a conciliare ciò che sembrava assolutamente inconciliabile .
• Il perdono è il vertice
della
carità . Se la carità è un dono,
il perdono è un raddoppio di
dono . È una grazia che redime .
La psicologia moderna insegna
che la capacità di perdonare
e di accettare il perdono è
l'indice di un carattere ben equilibrato .
• E inevitabile che ogni giorno
qualche persona, anche senza volerlo, ci irriti, ferisca il nostro
orgoglio, approfitti o abusi di noi,
si mostri sconsiderata o ingrata .
Le piccole offese di solito si possono anche sopportare ; ma quando
si ripetono o diventano serie suscitano in noi una cieca volontà
di rendere male per male . Senza
la grazia del perdono, l'offesa genera offesa e la vendetta porta
alla reciproca distruzione . Occorre
preparare i ragazzi a queste dure
esperienze della vita e insegnare
loro che bisogna perdonare . Quante
volte perdonare ? Sette volte ? Gesù
risponde : « Settanta volte sette »,
cioè all'infinito .
• Oltre a essere un atto di carità,
il perdono porta un duplice vantaggio : giova perdonare non meno
che essere perdonati. Si verifica
uno dei paradossi della natura
umana redenta da Cristo : cioè
che più noi siamo pronti a perdonare meno siamo chiamati a
farlo . «Allenate fin da piccoli i
vostri bimbi a perdonare ogni minimo sgarbo, -- consiglia padre
Keller, il fondatore del movimento dei "Cristofori" -- . Ne
avranno bisogno soprattutto da
adulti . Io sarei dell'idea che i giovani all'altare quando si sposano
dovrebbero giurarsi perdono reciproco, oltrechè fedeltà e amore reciproco . Il perdono reciproco salverebbe molti matrimoni e li renderebbe felici» .
• La virtù risanatrice del perdono
richiede soprattutto preghiera . Senza
la preghiera il ricordo dell'offesa
subìta resta pieno di amarezza .
E la preghiera che toglie il pungiglione e il veleno ai pensieri
che ne rimangono . Ogni genitore
e ogni educatore dovrebbero insegnare ai fanciulli questo segreto . «Tu vuoi vendicarti? scriveva un educatore . - Prega
per colui che ti ha offeso . Recita
semplicemente anche un'Ave Maria . E come un po' d'olio gettato sulle acque tumultuose della
collera . Si farà subito bonaccia» .
« Tu vuoi vendicare Don Bosco, non è vero? - diceva Don
Bosco a Giuseppe Brosio . - Hai
ragione, vieni con me!,>, e lo condusse in chiesa a pregare .
LA 91 8 SPEDIZIONE MISSIONARIA SALESIANA
~ ,Odi
Il Rettor Maggiore don Luigi
Ricceri nell'udienza privata dello
scorso ottobre comunicò al Santo
Padre che quest'anno sarebbero
partiti per le Missioni 116 missionari (83 salesiani e 33 Figlie
di Maria Ausiliatrice) . Paolo VI
se ne compiacque vivamente, soprattutto perchè la maggioranza
di essi sono destinati all'America
Latina . Quando poi seppe che i
partenti sono in prevalenza giovanissimi, disse saggia la prassi
d'inviare sul campo dell'azione
missionaria elementi molto giovani, perchè vanno quasi a "naturalizzarsi" nel Paese dove dovranno svolgere la loro missione,
rendendosi più atti al lavoro missionario .
La parola del Papa è confermata dall'esperienza : i giovanissimi si adattano facilmente al
clima, imparano con facilità la
lingua, si uniformano agli usi e
costumi locali e penetrano meglio
nella mentalità dei nativi, ren-
giri la mia gloria"
dendo più immediata la loro opera
di evangelizzazione.
I missionari partiti quest'anno
provengono da varie Nazioni, ma
sono in prevalenza italiani e spagnoli . Di essi 62 sono diretti
all'America Latina, in luoghi di
vera missione o in Paesi dove i
Vescovi con i loro accorati appelli chiedono operai evangelici ;
16 vanno in Estremo Oriente e
5 in Africa. Anche le 33 Figlie
di Maria Ausiliatrice sono destinate a missioni di ogni continente .
La domenica 9 ottobre nella
Basilica di Maria Ausiliatrice ricevettero l'abbraccio del Successore di Don Bosco e degli altri
Superiori . A ciascuno il Rettor
Maggiore consegnò un Crocifisso,
simbolo insieme di olocausto e
di redenzione . L'Ispettore del
Medio Oriente don Francesco
Làconi presentò ai partenti il
campo immenso che la Chiesa
apre al loro zelo e dimostrò con
vari episodi che il lavoro, anche
se arduo e talora spinoso, porta
i suoi buoni frutti . Disse quindi
un commosso grazie ai genitori
dei novelli missionari - tra la
folla non era difficile riconoscerli
negli occhi lucidi di lacrime - e
concluse ricordando che il Concilio ha messo in luce la verità
che tutta la Chiesa è missionaria .
Nessuno quindi può sottrarsi al
dovere di portare il suo contributo
alla costruzione del Regno di Dio .
« Di qui la mia gloria», aveva
detto la Vergine a San Giovanni
Bosco facendogli contemplare in
visione la sua futura Basilica . A
quanti hanno assistito alla 91a funzione di addio ai missionari partenti da Valdocco veniva spontaneo risalire col pensiero, attraverso le 9o spedizioni missionarie che l'hanno preceduta, all'abbraccio che San Giovanni Bosco aveva dato ai primi suoi figli
missionari sotto lo sguardo sorridente di Maria Ausiliatrice .
15
NEL MONDO
SALESIANO
Un complesso
di opere salesiane
per la gioventù
inaugurato
nella parrocchia
San Giovanni Bosco
di Padova
dal Rettor Maggiore
don Luigi Ricceri
presenti il Vescovo
monsignor Bortignon
e il Ministro Gui
Nel centenario della prima visita di
Don Bosco alla città di Padova, la
parrocchia San Giovanni Bosco, affidata ai salesiani, ha inaugurato le
opere realizzate per l'assistenza alla
gioventù e il salone parrocchiale, sull'area attigua alla chiesa dedicata a
Don Bosco .
Il parroco don Ceriotti ha affrontato,
con lo spirito d'intraprendenza di Don
Bosco, problemi e difficoltà, per dare
al più presto e in modo adeguato alla
gioventù una Scuola Materna con
ambienti e attrezzature da poter essere
utilizzata anche come Oratorio femminile diretto, come la Scuola Materna, dalle Figlie di Maria Ausiliatrice
(2a foto dall'alto) ; inoltre, in altra costruzione a parte, la Scuola Media
statale con 250 posti, per i ragazzi
e le adolescenti della parrocchia,
con ambienti per l'Oratorio maschile
e, al secondo piano, un Pensionato
universitario capace di 40 posti
(3a foto) ; e di fianco, un Salone Parrocchiale con 500 posti a sedere e
campi da gioco per tutti (4a foto) .
Un complesso insomma che va dall'asilo all'Università e che - con accanto la Scuola Elementare statale
« San Giovanni Bosco x, - costituisce
un centro di riferimento e di incontro
ideale per la comunità parrocchiale .
L'istituto Superiore di Pedagogia delle Figlie di Maria
Ausiliatrice incorporato al Pontificio Ateneo Salesiano
L'Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze Religiose delle Figlie di Maria Ausiliatrice, fondato in Torino
nel 1954, con decreto della Sacra Congregazione degli
Studi è stato incorporato al Pontificio Ateneo Salesiano
di Roma . È la prima volta che un Istituto femminile passa
alle dirette dipendenze della Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi ed è incorporato a
una facoltà ecclesiastica .
L'Istituto Internazionale di Pedagogia e di Scienze Religiose comprende : il biennio di preparazione filosoficoteologica, che si conclude col diploma di Scienze Religiose ; un secondo biennio per la formazione pedagogica
di base, che dà il «baccalaureato » in filosofia-pedagogia,
e un terzo biennio di specializzazione in una delle sezioni
in cui si divide, e dà alla fine del corso la laurea in Scienze
pedagogiche .
L'Istituto, secondo le direttive della Sacra Congregazione degli Studi, assolve nel settore femminile il compito che l'istituto Superiore di Pedagogia dell'Ateneo Salesiano svolge in campo maschile . Nei suoi dodici anni
di vita l'istituto ha conferito : 303 diplomi di Scienze Religiose, 154 diplomi di Assistenza sociale e 104 diplomi
di Pedagogia nelle tre specializzazioni, pedagogia, catechetica e psicologia .
Il decreto della Sacra Congregazione degli Studi porta
la data significativa del 31 gennaio 1966, festa di San Giovanni Bosco . L'incorporazione fu fatta tramite il Rettor Magnifico del Pontificio Ateneo Salesiano, don Alfonso Stickler,
in nome e con l'autorità del Rettor Maggiore dei Salesiani
e della Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice .
Per l'avvenuta incorporazione dell'Istituto al Pontificio
Ateneo Salesiano la cerimonia inaugurale del nuovo
anno accademico ha assunto un carattere di particolare solennità . La presiedette l'Arcivescovo di Torino
mons . Michele Pellegrino, che tenne pure la profusione
sul tema : «Va/ori pedagogici e didattici dei primi nove
libri delle Confessioni di Sant Agostino » .
Con la profonda conoscenza dell'opera agostiniana a
tutti nota, mons . Pellegrino ne ha messo in evidenza la
ricchezza di contenuto e alcuni punti di particolare interesse, come il metodo didattico, il problema dei castighi,
l'importanza di una sicura impostazione religiosa e morale
fin dai primi anni di scuola . L'oratore ha notato l'attualità
del pensiero di Agostino soprattutto circa la superiorità
del metodo dell'interesse e della simpatia dell'alunno per
l'argomento di studio sul metodo della coercizione e del
timore : «Ad apprendere vale più la libera curiosità che
la costrizione basata sulla paura (Conf . I, 14) » . L'esperienza personale inoltre aveva insegnato ad Agostino che
ciò che qualifica il valore dell'opera educativa non sono
tanto i mezzi quanto il fine che ci si propone e che nell'insegnamento più che lo splendore della forma vale il
valore essenziale della verità .
La dotta e chiara trattazione è stata seguita con vivissimo interesse e calorosamente applaudita .
Le Figlie di Maria Ausiliatrice partite quest'anno per le Missioni . In grande maggioranza hanno compiuto i loro studi nell'Istituto Internazionale
di Pedagogia e di Scienze Religiose .
Il Gruppo Editoriale MERIDIANO 12
presenta le cinque riviste
che soddisfano le più diverse esigenze :
Meridiano 12
La rivista per la famiglia moderna : la rivista di coloro
che vogliono arricchire il proprio spirito con una
lettura sana .
Abbonamento annuo L . 2000 . Semestrale L . 1000
Estero annuo L. 3000 . Un fascicolo L . 200
Duemila
Il rotocalco per il ragazzo moderno .
Abbonamento annuo L . 1200. Semestrale L .
Estero annuo L . 1800 . Un fascicolo L . 120
700
Dimensioni
La rivista per i giovani che vogliono vivere « da
protagonisti » e sentono il bisogno di formarsi
«un'opinione» su tutti i problemi più attuali .
Abbonamento annuo L . 1000 . Semestrale L . 600
Estero annuo L . 1800 . Un fascicolo L. 120
Primavera
La simpatica rivista quindicinale degli anni verdi che
porta un'ondata di luce alle ore di svago delle adolescenti di "stile" .
Abbonamento annuo L . 2300 . Semestrale L . 1150
Estero annuo L . 3500
Per abbonamenti scrivere :
Cinisello Balsamo (Milano) . Via Laura Vicuna, 1
Gioventù Missionaria
La rivista di coloro che vogliono conoscere i problemi
missionari .
Abbonamento annuo L. 700 . Semestrale L . 400
Estero annuo L . 1200 . Un fascicolo L . 80
Meridiano 12 • Duemila • Dimensioni
Primavera • Gioventù Missionaria
cinque riviste che, diverse nell'impostazione e nel
linguaggio, hanno in comune la freschezza, l'obiettività
e la serietà dell'informazione .
Omaggio alpino a San Giovanni Bosco
Nella conca "Tre Amis" presso il colle di Tenda a quota
1400 è sorta la cappella forse più alta d'Europa dedicata a
Don Bosco. L'iniziativa è del nostro exallievo geom . Achille
Cacciolatti . C'era lassù un problema da risolvere di natura
pastorale : la S . Messa festiva per i numerosi sciatori che
frequentano le piste della zona . La graziosa cappellina dà
comodità agli sciatori di adempiere al precetto festivo e ricorda a tutti il simpatico Santo che ha capito e valorizzato
in chiave cristiana lo sport e il divertimento .
18
VIEDMA (Argentina) . Mons . Borgatti ha
celebrato le sue nozze d'oro sacerdotali
Per il 50° dell'ordinazione sacerdotale di mons . Giuseppe
Borgatti, salesiano, vescovo di Viedma, tutta la diocesi ha
reso omaggio al suo venerato Pastore . II 17 giugno, festa
dei Sacro Cuore e data giubilare, mons . Borgatti concelebrò unitamente ai Vescovi salesiani mons . Michele Raspanti e mons . Maurizio Magliano e ad altri otto sacerdoti .
Erano presenti mons . Bonamin, salesiano, pro-vicario delle
Forze Armate argentine, e le più alte autorità civili e militari . Tenne l'omelia il venerando don Giuseppe Clemente
Silva, che 50 anni prima aveva tenuto il discorso dì prima
Messa per l'allora don Borgatti . Dopo la concelebrazione
fu letta la lettera autografa di S . S . Paolo VI .
Mons. Giuseppe Borgatti è nato a Buenos Aires il
14 settembre 1891 . È salesiano dal 1911, sacerdote dal
1916, vescovo dal 1953 . Ancora semplice sacerdote, nel
Congresso Eucaristico Internazionale di Buenos Aires del
1934, rivelò le sue belle doti organizzando la « Giornata
dei fanciulli», nella quale 107 .000 fanciulli si accostarono
alla santa Comunione .
ROMA . II ministro Andreotti con un gruppo
di insegnanti e allievi del nostro Istituto
del Cairo in visita a Roma e in Italia
Il Ministro nel 1965, di passaggio al Cairo, aveva promesso agli allievi egiziani di interessarsi perchè fosse soddisfatto il loro desiderio di visitare l'Italia . La promessa è
diventata realtà la scorsa estate . II viaggio ebbe scopi
culturali, religiosi, artistici . Durò dieci giorni e fu segnato
da due fatti notevoli . II 6 luglio parteciparono all'udienza
del Papa, vicini al trono del Santo Padre . Paolo VI li nominò e rivolse loro una parola in particolare . L'8 luglio
ebbero un incontro col ministro Andreotti . Alcuni dei partecipanti hanno trovato lavoro e si trasferiranno in Italia .
4 VERONA . 11 ministro Scaglia pone la
prima pietra di una grandiosa scuola grafica all'Istituto Salesiano « San Zeno »
Il nuovo Padiglione destinato a ospitare la Scuola Grafica con le specializzazioni fondamentali di fotomeccanica,
litografia, rotocalcografia, viene dopo quello già in funzione da due anni per la meccanica e specializzazioni collegate : e precede nel tempo quello che occuperà l'area intermedia, destinato ai Corsi di elettrotecnica, radiotecnica
ed elettronica .
Intanto è attivissimo l'Istituto tecnico industriale serale,
legalmente riconosciuto, che svolge quest'anno il sesto ed
ultimo anno del Corso, per portare un primo gruppo di
operai al conseguimento del diploma di perito tecnico industriale .
« Per l'istruzione professionale - ha dichiarato il Ministro - nessuno sforzo è superfluo, nessun impegno è
sufficiente . E qui per l'istruzione professionale è stato fatto
dalla iniziativa privata con l'aiuto di Enti locali ciò che la
burocrazia statale non avrebbe ottenuto in modo così deciso, rapido, generoso, intelligente . A quest'Opera e ai suoi
realizzatori va dunque la gratitudine della Comunità nazionale » .
CASTEL GANDOLFO . Saggio musicale di
un complesso salesiano dedicato al S . Padre
È stato sicuramente uno spettacolo insolito, quello offerto sul piano delle scale della chiesa parrocchiale dal
complesso dello Studentato filosofico salesiano delle Ispettorie campano-pugliese . Non solo per i fedeli venuti a visitare il Santo Padre, ma anche per gli stessi cittadini di
Castel Gandolfo .
Il complesso, formato da due chitarre, una batteria, una
fisarmonica e, cosa abbastanza rara per un complesso moderno, un sax, ha trovato forse proprio nella moderazione
che lo ha caratterizzato, il motivo più valido per la simpatia che lo ha sostenuto nella sua esibizione .
Il repertorio vasto, ma sempre contenuto in un certo
tono pacato, ha variato dalle canzoni melodiche napoletane al boogie-woogie, con una puntata al vecchio West .
Insomma una manifestazione cordiale, anche se improvvisata, dedicata al Santo Padre, con motivi di ringraziamento, e soprattutto, una nuova e più adeguata forma di
carità e di apostolato in questa nostra instabile società,
continuamente evolventesi .
(da Il Messaggero di Roma)
TUTTO E TRANQUILLO
GDALENA DEL MAR
un quartiere, nella perifeturbolenta di Lima in Perù,
ve - con stupore della poli- regna una calma sorprente. Vi spieghiamo perchè i
azzi di Magdalena del Mar,
opposto di tanti loro coet
ortano
i
Ut.A DEPORTIVA
MACOA1 .ENA
o ti MAR
Sul quotidiano più diffuso di
Lima, nella pagina più letta (vale
a dire la pagina dello sport),
l'anno scorso pubblicarono una
fotografia inattesa : un campo di
calcio, porta e giocatori sul fondo,
e in primo piano un prete con la
lunga tonaca nera, un piede a
terra e l'altro più in alto della
testa, che calciava atleticamente
il pallone . Forse in quel campo
di calcio e in quel prete è rinchiuso il segreto della strana, sorprendente, altrimenti inspiegabile
calma, che regna indisturbata nel
quartiere periferico di Lima chiamato Magdalena del Mar, e che
stupisce perfino uomini consumati ed esperti come quelli della
polizia cittadina .
La capitale del Perù, come
tutte le metropoli del mondo, ha
le sue bidonvilles, le barriadas,
che ospitano all'incirca 250 .000
sottoproletari . E come tutte le
metropoli, Lima ha anche una
periferia proletaria piuttosto turbolenta . Il rione Magdalena del
Mar è invece, in tutta la banlieue,
il posto più tranquillo, così tranquillo che ci si può aggirare di
notte senza correre pericoli, come
al centro della città . E la spiegazione di questo fatto 'sorprendente
va appunto cercata su quel campo
di calcio, e in quel prete . Il campo
appartiene a un oratorio, e il prete
è un figlio di Don Bosco . Si chiama
don Francesco Vaccarello, è italiano e ha varcato l'Atlantico nel
1 953, ancora chierico .
Da cinque anni dirige l'oratorio di Magdalena del Mar, e
dice : «L'oratorio è il campo di
apostolato dove meglio sento la
bellezza della vocazione salesiana .
Soprattutto nell'oratorio ho trovato quella gioventù povera e abbandonata che ha bisogno di Don
Bosco e che lui cercava» .
La domenica su quel campo
di calcio si riversano tra giocatori e spettatori, bambini ragazzi
giovanotti e uomini, 7500 persone . Gli sportivi tesserati sono
quasi 5000, e l'anno scorso svolsero 21 tornei .
Lima (Perù) . Venti giovani Cooperatori salesiani s'incontrano ogni lunedì per preparare le riunioni di club, i catechismi, le attività sportive .
Non si fa solo calcio ma anche
pallacanestro, atletica pesante, e
judo . Insegna judo uno dei campioni nazionali, "cintura nera" .
Allena nel sollevamento pesi il
campione Italo Avila, che da sei
anni detiene il titolo nazionale e
si è qualificato secondo nelle
gare del Sud America . Il vivaio
calcistico dell'oratorio ha fornito
giocatori alle squadre di serie A
e uno anche alla nazionale.
Molti ragazzi poveri prima di
fare lo sport hanno il problema
dello stomaco da riempire, e l'oratorio distribuisce ogni giorno 300
pasti e un centinaio di merende .
Nelle vacanze ogni anno manda
2oo dei ragazzi più patiti a una
colonia marina .
Sport e assistenza sono solo
lo zuccherino per giungere a far
del bene più sostanzioso . In primo
luogo il catechismo, impartito
tutte le domeniche . Preghiere e
"pensierino" ogni giorno . Film
alla domenica come divertimento ;
ma anche al mercoledì per istruzione (si proiettano documentari
culturali e formativi) . Per i ragazzi c'è la TV, con programmi
ben selezionati . C'è la biblioteca .
Ci sono i piccoli cantori . Si bandiscono concorsi artistici di disegno e di letteratura .
. Tutti i ragazzi, dai dieci anni
in su, sono organizzati nelle associazioni giovanili e svolgono attività di loro gusto . Ogni settimana i vari clubs tengono la loro
riunione, con conferenze, allenamenti sportivi e attività varie . La
"lega sportiva" oratoriana raccoglie 45 squadre della zona, di
cui 7 dell'oratorio .
I giornali cittadini s'interessano
di questi giovani intraprendenti e
ne scrivono resoconti settimanali .
La radio ne parla nei notiziari ;
la TV ha già messo in onda un'intervista al direttore dell'oratorio
durata 45 minuti, e in cinque o
sei altre occasioni ha ripreso manifestazioni sportive .
l contocorrentisti
della Provvidenza
I ragazzi la domenica assediano
l'oratorio dal mattino alla sera .
Il direttore non sa come fare per
mandarli via e prendersi quel minimo di riposo che gli è necessario a tirare avanti . Altri oratori forse hanno il problema di
reclutare i ragazzi ; quello di Magdalena del Mar ha il problema di
rispedirli a casa .
Il direttore ha un copricapo
che non è per nulla ecclesiastico,
ma nessun censore potrà censurarlo perchè in testa non lo
porta mai . È un casco da esploratore sahariano, diventato famoso
in tutto il mercato di Magdalena
del Mar . I rivenditori alle bancarelle lo conoscono bene, e altrettanto bene lo conoscono le
massaie che fanno la spesa . Il direttore dell'oratorio lo tiene tra
le mani come una bacinella, e
con esso fa il giro del mercato ;
rivenditori e massaie ripuliscono
il borsellino degli spiccioli, li mettono nel casco e ricevono in cambio
un "grazie" a nome di Don Bosco .
La questua si ripete ormai da
anni, immancabilmente ogni sabato, al mercato, e permette all'oratorio di quadrare il bilancio .
Altri aiuti piovono nel casco
dalle fonti più diverse . Il Governo
dà un piccolo contributo . Il Ministro della Salute Pubblica fornisce alimenti per le refezioni
giornaliere . Il Ministro dell'Educazione mette a disposizione una
scuola per la colonia marina . Il
Municipio offre la luce per l'illuminazione dei campi di gioco .
Gli aiuti maggiori però sonover-sati nel casco sahariano dai contocorrentisti della Banca della
Provvidenza, i poveri, che offrono
le piccole elemosine per quelli
che sono più poveri di loro .
Si respira aria di Concilio
Al direttore occorrono anche
molte solide braccia per reggere
la complessa impalcatura dell'oratorio . Si prestano a fare il catechismo quattro Suore francescane,
alcuni giovani della "Legio Mariae", alcuni studenti universitari . Venti giovani Cooperatori si
riuniscono ogni lunedì per preparare le riunioni di club, i catechismi, le attività sportive . Una
mano all'oratorio la dànno persino i protestanti .
C'è a Lima un'organizzazione
fondata da un metodista inglese e
chiamata "Associazione dei giovani cristiani" : si propone di
farli vivere cristianamente, e ci
riesce . Il direttore dell'oratorio
21
è già stato più volte alla loro sede,
invitato per conferenze . In cambio,
il loro personale specializzato si
mette a disposizione dell'oratorio
per consulenze tecniche e aiuti
di vario genere .
C'è poi un altro giovane protestante, Roland Clark, un battista venuto dagli Stati uniti : da
quasi due anni lavora all'oratorio,
dando uno stupendo esempio di
vita cristiana serena e sacrificata .
E ottimo giocatore di pallacanestro,
e allena le squadre . E l'anima dei
clubs .
Così a Magdalena del Mar si
respira aria di Concilio e di ecumenismo .
Medaglie d'oro meritate
Cattolici e protestanti, all'oratorio di Magdalena, non discutono e non litigano . Non ne hanno
tempo : hanno troppe cose da fare .
In realtà, si è molto in ritardo
nell'opera di evangelizzazione .
Quando la città di Lima nacque
(e si sa con precisione il giorno
il mese e l'anno : fu il iS gennaio
1535), il conquistador Francisco
Pizarro posò contemporaneamente
la prima pietra della cattedrale
e del palazzo del vicerè. Da allora il braccio secolare si è dato
parecchio da fare per costruire
il regno degli uomini ; non altrettanto si è fatto per costruire il
regno di Dio . Le statistiche parlano di un sacerdote, in Perù,
ogni 5ooo abitanti ; ma sono compresi gli anziani e i malati ; e la
loro distribuzione irregolare sul
territorio lascia molte zone prive
di assistenza religiosa . Nella periferia di Lima il clero è del tutto
insufficiente . Conseguenza : le famiglie si disgregano . Pochi sono
sposati in chiesa ; molti solo civilmente, altri neppure sposati .
Sono frequentissimi i coniugi separati . E chi ne va di mezzo, al
solito, sono i figli .
Il direttore dell'oratorio a volte
interroga i suoi ragazzi : «Tu con
chi vivi?» . Gli rispondono : «Col.
nonno », o « Con una zia », o
magari « Con il babbo» o «Con
la mamma » ; troppo pochi gli di-
cono : « Vivo con babbo e mamma
insieme » .
Sono abbandonati a se stessi, e
non sapendo come passare il
tempo si comportano male. Presto
o tardi hanno a che fare con la
giustizia . La maggioranza dei delitti in Lima sono commessi da
minorenni . La delinquenza minorile turba i sonni al Ministro della
Giustizia . Ma appunto, si diceva,
c'è una zona di periferia con
gente misera come altrove, che
non sempre riesce a provvedere il
pane ai figli : è il quartiere Magdalena del Mar, dove anche di
notte si può circolare senza paura
perchè i minorenni sono ragazzi
per bene .
Le autorità hanno già dato medaglie d'oro al giovane direttore
dell'oratorio salesiano, quel sacerdote che gira il mercato col
casco da esploratore come se fosse
una bacinella, e viene fotografato
nelle pagine sportive in pose atletiche e magari poco . . . reverende .
Sono medaglie meritate : la calma
che regna a Magdalena del Mar
va ascritta a lui e ai suoi collaboratori dell'oratorio .
Come settanta Xavantes hanno perso la vita
Da una corrispondenza del Centro Ispettoriale salesiano
di Campo Grande (Brasile) :
Il 27 agosto scorso giungeva il seguente SOS della Missione di San Marco tra i Xavantes : « Grave epidemia di
morbillo attaccò la maggior parte dei Xavantes con alta
febbre e forme gravissime, undici morti, molti gravi, urge
mandare medicine, medici e infermiere» .
Subito dopo avvisammo per telefono uno dei medici
dell'Aviazione militare, nostro exallievo, che otteneva dal
Comando della FAB (Federazione Aerea Brasiliana) un
aereo di soccorso . Era sabato . Nel primo pomeriggio le dodici casse di medicinali indispensabili, i medici, le infermiere erano pronti e alle cinque del mattino della domenica, un aereo FAB col nostro exallievo partiva per iniziare la grande lotta contro la morte .
Tutta la Missione si trasformò in ospedale . L'ampia
chiesa divenne una infermeria e, sotto la guida dei medici,
anch'essi missionari, si organizzò un esercito di infermieri,
fatto di salesiani, di Figlie di Maria Ausiliatrice e degli
stessi Xavantes sani e più evoluti .
Il maggior pericolo fu per l'ultima tribù, giunta in quei
giorni da lontano, composta di individui stanchi e denutriti . In principio alcuni, eludendo la vigilanza, vollero bagnarsi, buscandosi la polmonite e la morte . Poi gli stessi
Indi della Missione insegnavano come sorvegliare i malati,
22
obbligandoli alla terapia . I più difficili furono i bambini,
alcuni di pochi mesi, che le mamme incaute, non sapendo
assisterli e curarli, videro morire tra le loro braccia . Anche
tra adolescenti e adulti le vittime furono numerose . I Xavantes nuovi arrivati erano circa 300 ; dopo un mese e
mezzo di lotta, più di 70 hanno pagato il tributo alla morte .
Nel dolore i missionari ebbero il grande conforto di battezzarli tutti, perchè anche i nuovi arrivati avevano avuto la
catechesi essenziale da alcuni Xavantes, veri apostoli che
dalla Missione si erano recati nella selva a catechizzarli .
La FAB, coi suoi valorosi piloti, medici e infermieri, per
circa 20 giorni fece voli giornalieri, e anche doppio volo
in un giorno, per portare personale, medicine, alimenti e
vestiti .
Campagne per chiedere aiuti furono lanciate dalla radio
e dai giornali . I Governi degli Stati di San Paolo e di Mato
Grosso, scuole e istituzioni pubbliche e semplici privati
hanno risposto generosamente . Gli stessi Xavantes mandarono regali .
Naturalmente il maggior peso gravò sulla Missione, con
i numerosi sacrifici personali e pecuniari . Quanti milioni,
in pochi giorni, per provvedere ai quasi quotidiani SOS!
La Provvidenza non ci mancherà . Noi confidiamo nella divina promessa : « Cercate prima il Regno di Dio e la sua
giustizia, e il resto vi sarà dato di soprappiù» .
una citta
di ragazzi neri
In Katanga il "tornado" della guerra
aveva allontanato i giovani dalle poche scuole funzionanti,
avviandoli sulla strada dell'alcool,
della droga, della banda e della delinquenza .
I salesiani
stanno costruendo alla periferia della capitale
una "città dei ragazzi"
che raccoglie i casi più disperati .
« Se si rinchiudessero nella case
di correzione tutti i ragazzi che
hanno rubato - disse un missionario olandese dopo il cataclisma
che aveva sconvolto il Congo dalle mie parti non si vedrebbero
più ragazzi in giro per le strade » .
Le "sue parti" sono il Katanga,
provincia tra le più provate dalla
guerra civile .
I ragazzi però non sono stati
rinchiusi, e nella capitale del
Katanga (ieri chiamata Elisabethville, oggi Lubumbashi) essi
pullulano, spumeggiano, ribollono, e con tutta facilità travalicano i limiti dell'ordine sociale .
GLI AMICHETTI
SI FANNO
DELINQUENTI
La loro pelle è d'un bel neroebano, e questa smagliante tintarella naturale è l'unica cosa che
gli attrezzatissimi ragazzi nostrani
possano invidiare : per tutto il
resto c'è da compiangerli . Sono
rimasti per anni abbandonati e
disorientati . Mancava un'autorità
morale che li galvanizzasse, un
capo e una bandiera a cui far
riferimento, degli ideali per cui
vivere . Mancavano -- e mancano
ancora - le scuole, soprattutto
professionali, che li preparassero
a svolgere un compito nella società . Su ioo bimbi iscritti alla
scuola elementare, solo 25 giungono al termine del ciclo, e solo
due concludono gli studi secondari . Impreparati al lavoro, rimarranno afflitti per tutta la vita dal
più temibile dei mali sociali : la
disoccupazione cronica .
Molti giovani hanno una pericolosa dimestichezza con le armi,
perchè furono reclutati tra i ribelli, a volte ad appena dodici
anni d'età . Molti altri passano gradatamente, e quasi senza avvedersene, dall'amicizia infantile alla
delinquenza organizzata . Tutto comincia con i trastulli innocenti
fra amichetti, come in ogni parte
del mondo, e da che mondo è
mondo . Poi le piccole cricche di
amici si dànno da fare per occupare il lungo tempo dell'ozio e
per riempire lo stomaco . Poi cercano ciò che dà l'illusione della
"promozione" al mondo degli
adulti, cioè l'alcool e la droga
(arrotolano la foglia di una pianta
tropicale allucinogena, la fumano
e si sentono . . . uomini) .
Questi giovani inadattati e incapaci di inserirsi nel tessuto sociale, vivono in condizioni di
pre-delinquenza e facilmente vengono "strumentalizzati" dai fuorilegge che se ne servono per imprese brigantesche .
Un secolo e mezzo fa, un ragazzino di nove anni aveva visto
in un sogno profetico «una moltitudine di capretti, di cani, di
gatti, di orsi e di parecchi altri
animali », e si era sentito dire a
24
loro riguardo : « Ecco il tuo campo,
ecco dove dovrai lavorare» . Il ragazzino dei Becchi s'era rimboccate le maniche e quella torma di
animali selvatici allora si era trasformata in un pacifico gregge .
Ora la scena si ripete in Katanga : lì
Don Bosco ha mandato i suoi figli .
, UN SOGNO
a
CHE SI CHIAMA
"CITTA
DEI RAGAZZI"
Il nuovo sogno dei figli di Don
Bosco a Elisabethville ha un nome
preciso : si chiama "Cité des jeunes, Città dei ragazzi" . Ed è già
realizzato sulla carta : ne ha tracciato i disegni un architetto che
è ateo . Consegnando al direttore
salesiano le grosse planimetrie
che gli erano costate giorni e
giorni di lavoro, l'architetto ateo
disse : « Se lei troverà denaro bastante per pagare la Città, voglio
che paghi anche me ; altrimenti non
voglio niente. Non lo faccio per
Dio, perchè non credo, ma per la
sua opera, che è tanto bella » . Si
chiama André De Buyl . Non si
fa illusioni circa il suo onorario,
ma gli angeli del Signore hanno
da qualche parte un quadernetto
speciale su cui registrano anche
le azioni buone degli increduli .
Il sogno sulla carta è così bello
che merita dargli un'occhiata .
Comprende sei sezioni : cinque
centri (artigianale, agricolo, sportivo, di rieducazione, sociale) e un
pensionato per i senza dimora .
Il Centro artigianale comprende
laboratori di falegnameria, di meccanica, per garagisti, per elettricisti, per lavoratori del legno e
del rame (in Katanga si cammina sui giacimenti di rame), una
scuola alberghiera . Elisabethville
ha già due istituti tecnici che insegnano molta teoria e i cui diplomati finiscono per voltare le
spalle alla professione e per fare
gli impiegati . Il Centro artigianale salesiano avrà invece finalità soprattutto pratiche : avvierà
i giovani a un buon mestiere che
conduca a un posto di lavoro sicuro e ben retribuito .
Il Centro agricolo non ha preoccupazioni per il terreno (nel Ka-
tanga, con tre abitanti e mezzo
ogni chilometro quadrato, non
ci si pesta i piedi) . Gli allievi
verranno avviati alla coltivazione
dei campi finché non saranno in
grado di fare per conto proprio .
Attraverso una Cooperativa agricola troveranno poi il modo di
collocare i loro prodotti sui mercati della capitale .
Il Centro sportivo vuole combattere la pre-delinquenza liberando i giovani dagli influssi deleteri dell'alcool, della droga e delle
bande . È dal gioco praticato
"allo stato brado" che nascono le
bande ; i campi sportivi, le piscine
e le palestre dovrebbero risolvere
il problema.
Il Centro di rieducazione tenta
il recupero dei giovani che sono
incappati nelle maglie della giustizia, li avvia a esercitare una
professione, per poi reinserirli
nella società . L'opera risanatrice
non è impossibile : questi minorenni delinquenti per lo più non
sono tarati, ma ragazzi normali
spinti a tralignare dalle avverse
circostanze ambientali, e perciò
ricuperabili .
Il Centro sociale prevede un
servizio di orientamento professionale, un ufficio di collocamento,
sale di riunione, locali per corsi
serali, sala cinematografica, biblioteca . Si prefigge di mantenere
i contatti con gli allievi che hanno
frequentato la Città dei ragazzi,
per guidarli nei primi passi della
loro vita autonoma . L'influsso del
Centro sociale si stenderà ben
oltre, il più possibile, nella massa .
Elisabethville aveva già tre opere
salesiane ; questa quarta che sta
sorgendo è la più vasta e la più
necessaria . Ma tutti i centri del
Katanga avrebbero bisogno di una
Città dei ragazzi, perché dappertutto la gioventù, travolta dal
tornado della guerra civile, è sbandata e senza prospettive per il futuro .
i TORNADO
DELLA GUERRA
« Non c'è un solo episodio o un
solo sentimento onesto e pulito,
nelle recenti cronache del Katanga .
E, in fatto di uomini, ci sono solo
dei birbanti» . Questo pesante giudizio, espresso nel 1963 da un
osservatore al di sopra della mischia, il giornalista Max David,
fa forse d'ogni erba un fascio,
ma non sembra troppo lontano
dal vero . Quando alle ore zero
del 30 giugno 196o scattò per il
Congo il meccanismo dell'indipendenza a cui non era per nulla
preparato, un groviglio di forze,
prima sornionamente latenti ma
alimentate da interessi in radicale
contrasto tra loro, prese a snodarsi con violenza implacabile . Secessioni, rivolte, colpi di stato :
la cartina geografica traballava .
Del resto il fenomeno investiva
un po' tutta l'Africa . La federazione del Mali, per esempio,
nata anch'essa nel 196o, partì con
quattro Stati, poi in pochi anni
scese a tre, a uno, e risalì a due .
Ma in Congo il caos superò ogni
previsione .
Le truppe di colore si ammutinarono agli ufficiali belgi . Il nuovo
presidente Kasavubu e il suo
primo ministro Lumumba in pieno
accordo sollecitarono l'intervento
dell'Onu, poi si fecero guerra l'un
l'altro . I negri Bakongo si dilaniarono in inutili lotte tribali ;
nel Kasai fecero altrettanto i Lulua
e i Baluba . Nella rivolta contro
le autorità centrali, Gizenga succedette all'assassinato Lumumba e
con armi russe e ideologie cinesi
spinse gli abitanti della selva all'assalto . Diceva loro : « Gesù Cri-
sto non c'è più, il vostro redentore è Lumumba » . Il territorio del
Ruanda-Urundi prima si staccò
dal Congo e poi si spaccò in due
Stati sovrani, mentre all'interno
la maggioranza dei piccoli Bahutu sterminava la minoranza dei
lunghissimi
Watussi
dicendo :
« Siete troppo lunghi», e tagliava
loro le gambe .
LE FRECCE
JONTRO I
"CASCHI BLU"
Per parte sua il Katanga fu il
più grosso pomo della discordia :
un pomo non di oro ma di rame
e di cobalto, quel rame e quel
L'équipe internazionale che lavora nella Città dei ragazzi neri . Di essi cinque sono salesiani .
cobalto su cui i selvaggi per millenni avevano passeggiato senza
sospettare quanto fossero preziosi,
• che ora facevano gola a troppi .
L'uomo del Katanga fu Ciombe .
Capo di un partito inferiore alle
sue aspirazioni, riuscì con brogli
elettorali a dargli la maggioranza,
• facendo modificare a proprio
favore lo statuto del futuro Congo
indipendente mise le premesse
per la secessione. Dieci giorni
dopo la proclamazione dell'indipendenza - appena il tempo per
farci su un pensierino - Ciombe
staccò il Katanga dal Congo . I
parà belgi corsero in suo aiuto,
ma per la pressione delle Nazioni Unite dovettero ritirarsi .
Allora Ciombe armò i suoi uomini e parecchi mercenari bianchi,
• con queste truppe improvvisate
affrontò i Caschi blu dell'Onu . Fu
un disastro: i Caschi blu stravinsero e la repubblichetta di Ciombe
si sfasciò. Si era sul finire del
1962 .
Intanto il Katanga era vissuto
per due anni e mezzo in clima di
violenza : i giovani che avevano
deposto l'abbecedario e imbracciato il fucile (o in sua mancanza,
la lancia, l'arco e le frecce), ci
avevano preso gusto al gioco della
guerra, e molti di essi insieme
con non pochi mercenari, alla fine
delle ostilità presero la via della
selva e del banditismo . Il gran
tornado della guerra sul Katanga
ormai era passato, ma sinistre
folate di vento eran rimaste impigliate fra. i rami della foresta .
IL "PARÀ"
DON GERARD.O
Un posticino isolato e malfamato presso il fiume Kafubu,
appena fuori di Elisabethville,
era la delizia dei malviventi . Un
tempo vi sorgeva una florida fattoria, ma la guerra l'aveva ridotta a rudere, e le sterpaglie
avevano riguadagnato il terreno .
Nel 1964 i ladri d'auto vi portavano le loro prede, le privavano
del motore e di tutto ciò che fosse
rivendibile, e ne abbandonavano
le carcasse alle intemperie . Era il
posto adatto per trasformare in
pietre e cemento il sogno disegnato
sulla carta dall'architetto ateo .
L'ispettore salesiano nell'aprile
di quell'anno vi mandò il primo
confratello, il sacerdote olandese
don Gerardo Van Asperdt . Lo
aveva scelto nel mazzo, con accuratezza . Don Gerardo, ex carpentiere, durante la seconda guerra
mondiale era stato fra i parà, poi
si era arruolato nelle milizie della
Chiesa ed era stato mandato in
prima linea nelle missioni del
Congo . Più tardi era venuto in
Italia per gli studi teologici nel
25
bulldozer ha già spianato il terreno per il campo di calcio . Si
sta disboscando per altri campi
più importanti, quelli che serviranno al Centro agricolo .
Don Gerardo segue anche i
giovani del carcere minorile, che
è pieno zeppo . Sembrano ragazzi
normali, circondano il missionario
con la festosità dei bambini per
bene, ma molti di essi hanno già
assaporato l'esperienza sconvolgente dell'omicidio .
CON LE GOCCE
SI
Don Gerardo segue con successo anche i giovani del carcere minorile, che è al completo .
Pontificio Ateneo Salesiano, poi
era tornato nel Congo, vi aveva
costruito lo studentato filosofico e
insegnato filosofia e pedagogia ai
giovani chierici . Atletico, sperimentato, deciso, don Gerardo era
l'uomo della situazione .
Su una grossa mappa gli avevano indicato il sito della sua
nuova proprietà, ma quando giunse
alla periferia di Elisabethville e lo
cercò, non gli riuscì di orientarsi .
Ai negri che incontrò domandò
dove fosse, ed essi si limitarono
a fargli cenni con la mano ma
non vollero accompagnarlo : avevano paura dei banditi . Trovò i
ruderi e tra essi un tetto non del
tutto crollato, e decise di accamparsi lì . Mancava l'acqua, mancava la luce elettrica . Per mesi e
mesi non seppe più cosa fosse
un letto . Accanto al giaciglio teneva il fucile .
SEICENTOMILA
'vlATTONI
Il 24 luglio 1964 don Gerardo
incontrò il suo Bartolomeo Garelli . Bartolomeo Garelli era stato
il primo ragazzo di Don Bosco,
quello scacciato dal sacrestano e
a cui Don Bosco aveva strappato
un sorriso domandandogli : «Sai
fischiare?». Il Bartolomeo Garelli di don Gerardo invece era
26
uscito di prigione, aveva reputazione di furfante e l'eloquente
soprannome di "Federico Barbarossa" . Don Gerardo in quei
giorni era già ricco di alcuni materassi che gli erano stati donati, ma l'indomani dell'arrivo di
Federico i materassi erano scomparsi . Don Gerardo convocò subito Federico e lo sgridò : «Che
cosa hai fatto? Riporta subito qui
i materassi!», Federico andò a
prenderli dal nascondiglio ove li
aveva trafugati, e quello fu il suo
ultimo furto . Ora è il miglior
aiutante di don Gerardo, è fidatissimo e sorveglia gli altri .
Poi vennero altri confratelli e
altri ragazzi sbandati . Un coadiutore mise su una fabbrichetta
di mattoni, e lavorando di buona
lena in pochi mesi ne costruì
6oo .ooo . Metà li vendette e col
ricavato pagò gli attrezzi e il materiale per costruirne molti di più .
Tutti insieme rabberciarono una
casa a un piano, che non era
molto diroccata, e la trasformarono in laboratorio di falegnameria . I primi ragazzi accolti
andavano al lavoro in città, poi
gli altri furono instradati al laboratorio .
I primi due edifici della Città
dei ragazzi sono ormai ultimati,
e sono in grado di ospitare un
centinaio di ragazzi . C'è un padiglione per gli interni e il nuovo
e definitivo laboratorio di falegnameria . Ci sono campi di pallavolo e di pallacanestro . Un grosso
FANNO I MARI
La Città dei ragazzi è costosa .
Chi la pagherà? Don Gerardo e
un altro salesiano hanno già fatto
un giro per l'Europa : sono stati
in Olanda, in Germania, in Italia ;
hanno raccolto consensi, promesse e i primi contributi . Alcune
grandi organizzazioni internazionali hanno assicurato il loro aiuto .
E poi c'è il meraviglioso "obolo
della vedova" elogiato nel Vangelo .
Con i soldini si fanno i mattoni,
i laboratori, le scuole, come con
le gocce si fanno i mari .
Il Governo congolese riconosce
ufficialmente l'opera e si addossa
per i laboratori le spese del personale
e della manutenzione .
Un'importante impresa fornisce
gratis le pietre da costruzione .
I salesiani sono per ora cinque .
Oltre a don Gerardo, che è olandese, c'è il sacerdote italiano
don Mario Valente, un altro sacerdote belga e due coadiutori .
Va aggiunto un simpatico giovane
scozzese, volontario delle Nazioni
Unite, che dirige la costruzione
di un padiglione.
Fra cinque o sei anni la Città
dei ragazzi sarà terminata e tutto
il sogno messo sulla carta dall'architetto ateo sarà trasformato in
pietra e cemento e mattoni . Rimarrà da realizzare l'altra parte
del sogno : trasformare « la moltitudine di capretti, di cani, di
gatti, di orsi e di parecchi altri
animali» sognati da Don Bosco,
in pacifico gregge ; quel gregge
di cui Gesù diceva : « Io sono il
buon pastore e conosco le mie pecore ed esse conoscono me» .
« Cosa avete portato? una morta? »
La signorina Fiorina Ranieri fu portata
d'urgenza in clinica e l'indomani l'operarono
di colicistite, calcoli al fegato e appendicite .
Dopo pochi giorni si pensava di farla uscire,
quando si aprì la ferita mettendo fuori litri di
liquido, che continuò a fluire per parecchi giorni .
La sorella, Figlia di Maria Ausiliatrice, accorse al suo capezzale e affidò l'ammalata a
Maria Ausiliatrice, con la promessa di pubblicare la grazia . Il dottore ai parenti non
disse qual era la causa di quella materia che
usciva dalla ferita, ma in seguito a un consulto sapemmo che si trattava di una fistola
all'intestino . In clinica non fecero altro che
chiudere la ferita e mandare a casa l'ammalata,
dicendo che la febbre dipendeva da pleurite .
Dopo cinque giorni si dovette ricoverare
con urgenza, perchè si aperse di nuovo la
ferita mettendo fuori altro liquido . Fu portata non più in clinica, ma all'ospedale San
Leonardo in Castellammare . Là non volevano riceverla, perchè dicevano : « Cosa avete
portato ? una morta ? » . Si trattava di un
ascesso sotto il fegato . La nostra fede aumentò
ancora di più, invocando anche San Domenico Savio e don Rua perchè intercedessero
presso Maria Ausiliatrice . E presto mia sorella
fu dichiarata fuori di pericolo .
Ora finalmente sta bene . Anche se il dottore
le ha dato un anno di cura, lei sente che la
Madonna l'ha guarita, perciò non vuole più
attendere a rendere pubblica la grazia, che .
è ritenuta un vero miracolo .
Terzigno (Napoli)
SUOR RANIERI G . TERESA F .M .A .,
Direttrice
Un albero frenò
il moto pazzesco dell'automezzo
Giovedì 23 settembre u . s . viaggiavo su
una macchina privata che fa servizio da Catania a Caltagirone . A una ventina di chilometri da Caltagirone, mentre leggevo, sentii
un gran colpo e un rompersi repentino di
vetri : la macchina s'era scontrata con un
camion ; contemporaneamente una seicento di
dietro si schiantava contro di noi . Subito
invocai la nostra Ausiliatrice, finchè un albero non frenò il moto pazzesco dell'automezzo, che rimase capovolto . Tra i rottami
vidi sangue e sentii le grida d'un fanciullo
che si trovava con noi . Temevo che qualcuno
fosse morto . Tentai di aprire uno sportello,
ma inutilmente . Riuscii a sgattaiolare da un
finestrino senza vetri . Altri vennero in nostro
aiuto . Per la materna protezione di Maria
SS .ma, che avevo invocato con tutte le potenze del mio essere, nessuno di noi era morto .
Quattro furono portati in un vicino prontosoccorso . Gli altri quattro uscimmo quasi
incolumi, anche se tutti, chi più chi meno,
con ammaccature . Non solo noi che eravamo
nella stessa auto non abbiamo subìto gravi
danni, ma neppure quelli della macchina che
si schiantò contro di noi .
Ringrazio la Vergine SS .ma, che con tanto
amore ci ha protetti in un disastro così grave .
Raccomando alle preghiere dei lettori quelli
di noi che si trovano all'ospedale e l'autista,
che ha perduto la sua macchina .
Caltagirone (Catania)
CH . SALVATORE MINGIARDI,
Salesiano
Quello che non può fare la scienza . . .
Da circa 7 anni mio figlio soffriva di vertigini tanto da non poter compiere il suo lavoro . Ero disperata, perchè ogni cura medica
si rivelava inutile . Mi rivolsi con fede a Maria
Ausiliatrice e ai Santi salesiani, specialmente a
Don Bosco e a Don Michele Rua, di cui sono
tanto divota . Pregai giorno e notte, con l'angoscia nel cuore, e fui esaudita perchè ora
mio figlio sta meglio, e può continuare il
suo lavoro, e sono certa che col loro aiuto
guarirà completamente . Desidero che questa
grazia venga pubblicata sul Bollettino Salesiano, perchè si veda che quello che non può
fare la scienza, lo si può ottenere con la fede
dalla potenza divina .
Gravellona Toce (Novara)
PIERINA ZUFFINETTI
La Vergine fu maternamente tempestiva
Da alcuni anni ero assalita da coliche renali, che minavano inesorabilmente il mio
organismo . Fui sottoposta a visite mediche
anche da parte di valenti specialisti, ma nessuno riuscì a diagnosticare la natura specifica della mia malattia . Infine, consigliata da
una parente, partii per Genova, dove dagli
accertamenti clinici risultò necessaria l'aspor-
27
tazione del rene destro, affine di salvare il
rene sinistro . Angosciata al pensiero di un
intervento, che mi avrebbe chiuso per sempre
le porte della vita religiosa, alla quale aspiravo fin dall'adolescenza, mi rivolsi alla Vergine Ausiliatrice con una preghiera fatta di
fiducia e di speranza . E la Vergine fu maternamente tempestiva . Infatti alla vigilia dell'intervento i medici cambiarono parere e mi
ordinarono delle cure, mediante le quali potei
liberarmi dall'insidioso male .
Da un anno sono Figlia di Maria Ausiliatrice e intendo fare della mia vita un canto
di lode e di ringraziamento alla Vergine S S .ma
e al suo grande apostolo San Giovanni Bosco .
Palermo
SUOR MARIA GARITO, F .M .A .
Doveva subire un intervento a go anni
Il 20 maggio c . a . venni trasportato nella
clinica locale di San Pier Damiano, ove fui
operato d'ernia . S'imponeva un secondo intervento alquanto grave e delicato, non facile per
le probabili conseguenze che potevano sorgere . Il professore non credette opportuno
operarmi di nuovo stante la mia età di
novant'anni . Allora, come ex segretario dell'Unione Exallievi salesiani di Faenza, mi
rivolsi a San Giovanni Bosco, pregandolo
con insistenza e viva fede, di liberarmi dalla
dolorosa situazione . La grazia non si è fatta
aspettare, poichè dal 27 agosto ogni sintomo
è scomparso e sto benissimo .
Esprimo a San Giovanni Bosco la mia viva
riconoscenza inviando offerta per le Missioni
Salesiane .
Faenza
SECONDO GUADAGNINI
La domenica 30 ottobre il Vescovo di Faenza monsignor Giuseppe Battaglia consegnava la Commenda dell'Ordine di S . Silvestro papa al maestro Guadagnini. Le
nostre felicitazioni a questo autentico a Salesiano esterno-
Rosa Marongiu (Sassari) segnala due grazie ottenute con
preghiere a M . A . e applicazione della reliquia di S . G . B .,
una a favore di una sorella, l'altra per una nipote .
Giovanna Taglioni (Torino) ringrazia di cuore la Madonna
per l'assistenza avuta durante una lunga malattia .
Maria Somale (Testona - Torino) attribuisce a M . A. e
a S . G . B . la sua guarigione da mal d'occhi e da dolori
reumatici .
Rosina e Pierino Pilone (Castelnuovo Don Bosco - Asti)
raccomandarono a M . A . e a S . D . S . la loro bambina
ferita in un investimento e la riebbero salva .
Rosetta Rocchi (Cermenate - Milano) per intervento di
M . A. e di S . G . B . ottennero la salvezza di una nipote
gravemente investita sulla strada .
Gaetano Caracansi (Caltanissetta) comunica la guarigione
di un amico da grave tumore, dopo operazione e ferventi
preghiere a M . A . e a S . G . Bosco .
Ernesta Merlo in Perucca (Torino) professa viva riconoscenza a M . A . e a S . G . Bosco .
Maria Fiore (Torino), invocata devotamente M . A .,
ebbe il marito risanato da una malattia e da complicazioni postoperatorie .
Anna Imperatore (Rho - Milano) raccomandatasi a M . A .
in gravi circostanze, riacquistò piena salute .
Concetta Crescimone (Torino) raccomanda alle preghiere comuni la mamma, già in parte guarita per intercessione di M . Ausiliatrice.
Lola Lemme y Lyda L . de Monteleone (Mendoza - Argentina) ringraziano S . G. B . per il superamento di gravi
difficoltà negli studi universitari di un cugino .
Lucia Irlanda Indulgenza (Resina - Napoli) ringrazia
fervidamente M . A ., S . G . B ., S . D . S . per la salvezza
del figlio in un tragico investimento che, a giudizio dei
presenti, doveva essere mortale.
Giulia Ratto (Nizza Monferrato - Asti) con grande riconoscenza dà relazione di tre grazie : lei stessa pregando
S . G . B . e S . D . S . guarì da grave bronchite ; un nipotino, operato d'urgenza di ernia strozzata, fu salvo ;
salva pure una vicina con il bambino, nonostante i pronostici negativi del medico .
Emma Vuillermoz in Follin (Chatillon - Aosta) raccomandandosi a M . A . ricuperò la salute desiderata .
Franco Ganassin (Chatillon - Aosta) ringrazia S . G . B .
che gli ha salvato moglie e bambina in un grave pericolo .
Pietro Colombo (San Lazzaro di Padova) raccomandò
a M . A . e a S . G. B. la figlia in condizioni gravissime
dopo il parto e la riebbe guarita .
M . G . (Siracusa) afflitta per gravi discordie familiari si
rivolse a M . A ., a S . G . B . e a S . D . S . ottenendo il
pieno ritorno della pace.
Grazie l
Lucia e Antonio Demarca (Busca - Cuneo) preoccupati
per un difficile parto, pregarono M . A . e S . G . B . con
pieno successo .
Cirino Mammino (Acireale - Catania) attribuisce all'intervento di M . A. la sua guarigione senza postumi da
enfisema pleurico .
Coniugi Angelo e Carmen Zanetti (Valdagno - Vicenza)
gratissimi per celesti favori ottenuti per intercessione di
M . A ., di S. G . B . e di S . D . S ., rendono pubblica la
loro riconoscenza .
Anna Ridolfi (Torino) facendo una novena a M . A . ottenne
un sensibile miglioramento a mali di stomaco e di gamba .
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Lo diciamo di cuore a tutti i Cooperatori e
Amici che ci aiutano ad aggiornare gl'indirizzi
del Bollettino Salesiano segnalandoci i morti,
i duplicati, i cambi di domicilio . La Vergine
Ausiliatrice e San Giovanni Bosco ricompensino quanti ci usano questa carità che ci evita
un grave e inutile dispendio di carta e di denaro .
Indirizzare alla
Amministrazione «Bollettino Salesiano»
Via Maria Ausiliatrice, 32 - Torino
Dopo sedici anni di matrimonio
Nel corso dei primi sette anni di matrimonio, dopo alcune amare delusioni, il Signore ci aveva concesso successivamente due
figli, la cui breve vita, però, non fu altro che
una lunga malattia . Si può immaginare la
nostra disperazione nel vedere svanire, così
nel dolore, i più legittimi desideri di due sposi .
Su consiglio di un nostro parente sacerdote
salesiano, ci siamo raccomandati a San Domenico Savio portandone l'abitino . L'attesa fu
lunga e sembrava che il Signore volesse ancora provare la nostra fede : mio marito infatti fu colpito da un grave infarto cardiaco .
Raccomandai anche lui a San Domenico Savio
e la crisi si risolse abbastanza bene . Ma intanto gli anni passavano e ormai perdevamo
ogni speranza di vedere coronato il nostro
desiderio . Finalmente, dopo sedici anni di
matrimonio, il Signore ci esaudì mandandoci
un bambino sano, robusto e vivacissimo . Abbiamo atteso un anno e mezzo prima di pubblicare la grazia . Ora manteniamo la nostra
promessa e inviamo la nostra modesta offerta
perchè costatiamo che il nostro piccolo Giandomenico continua a godere la protezione del
giovane Santo .
Gallio (Vicenza)
Famiglia STELLA-CHERUBIN
Guarito da ulcera perforata
Mio padre era seriamente malato per un'ulcera perforata con emorragia . Il caso era molto
grave e dato per disperato, anche in considerazione dell'età avanzata . Ma dal giorno in
cui lo affidai con tanta fede a San Domenico
Savio, subito incominciò a migliorare . Oggi
posso dire che, con l'aiuto del nostro caro
Santo, è quasi guarito .
Messina
RASÀ DOMENICA SPINELLA
Le convulsioni non sono più tornate
Desidero far sapere che invocando San Domenico Savio il mio bambino sta bene, mentre
prima aveva sempre le convulsioni . I medici
non trovavano un rimedio efficace, gli avevano praticato anche tre lombari, ma non
avevano servito a nulla, e le convulsioni venivano ugualmente . Non sapendo più a chi ri-
volgermi, mi sono ricordata di San Domenico
Savio, di cui avevo sentito parlare . Mia cognata aveva l'abitino in prestito da una signora . Glielo chiesi e lo misi subito al mio
bambino, facendo la novena . Da quel giorno
son passati due mesi e le convulsioni non sono
più tornate, mentre prima gli venivano quasi
tutte le settimane .
NOEMI FEBRETTI
Bennato (Brescia)
San Domenico Savio allevia
l'angoscia di una mamma
In tre anni di matrimonio vennero ad allietarci due creature, ma la morte subito ce
le rapì . Aspettavo la terza, già temendo perchè
nuovamente le mie condizioni di salute non
erano buone, quando una grave sciagura venne
ad abbattersi sulla mia famiglia . Mio marito,
lavorando, cadde da un ponte battendo fortemente la base cranica e, dopo poche ore,
moriva . Vennero le nostre suore a farmi visita e mi portarono l'abitino di San Domenico
Savio, che indossai con fede pregando il caro
Santo a volermi consolare in quei momenti
così angosciosi . Ora, dopo tanto pregare e
soffrire, mi stringo fra le braccia una bella
bambina, la quale ha due mesi di vita e gode
ottima salute . Mantenni la mia promessa e la
battezzai col nome di Maria Domenica. Ora
invio un'offerta e rendo pubblica la grazia
a titolo di incoraggiamento ad avere fiducia
nella intercessione di questo caro Santo .
Roppolo (Vercelli)
ALICE CARLA ved . CARISIO
Rosetta Giura (Verona) fu assistita validamente da S . D . S .
nel dare alla luce il suo primogenito ; invoca preghiere per
la mamma inferma .
Michele Ughetto e Fausta Bruno (Piossasco - TO) sono
oltremodo riconoscenti all'angelico S . D . S . per la protezione accordata al loro bambino .
Giacomo e Lucia Panero (Bruino - TO) sentono il dovere
di ringraziare sentitamente S . D . S . per un pericolo
da cui scampò il loro bambino .
Romualdo e Renata Furlan (Treviso) esprimono la loro
riconoscenza a S . D . S . per la nascita di una bambina
attesa con trepidazione .
M . Grazia De Matteis (Marcianise - CE) fu esaudita da
S . D . S . con la guarigione da una pleurite .
Giuseppe e Maria Cristiano (Bruino - TO) sono riconoscentissimi a S . D . S . per la seconda nascita avvenuta
bene, come la prima, per intercessione del Santo .
Maria Frigerio (Erbe - CO) ringrazia S . D . S . per la figlia,
che ebbe felice esito nella sua maternità, nonostante
qualche complicazione .
Giovanna Santaera (Modica - RG) ebbe un felice svolgimento della sua maternità per intercessione di S. D . Savio.
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don Andrea Beltrami
Prodigiosa guarigione
da pancreatite acuta
Desidero esprimere la mia vivissima riconoscenza a don Andrea Beltrami, per la
cui intercessione ho ottenuto la guarigione
da malattia gravissima .
Ricoverata in ospedale per calcoli alla cistifellea, dovevo essere sottoposta a intervento chirurgico . Tale intervento si rendeva però impossibile per il sopraggiungere
di ittero febbrile con la complicazione di
pus interno .
Il ricovero veniva così prolungato e le
mie condizioni si aggravavano giorno per
giorno . Allora unitamente ai miei parenti
mi affidai a Don Andrea Beltrami, perchè
mi mettesse in condizioni di essere operata .
Poichè nessun miglioramento veniva riscontrato e le cose precipitavano in peggio,
il professore decise di tentare l'operazione .
Durante l'intervento, oltre all'asportazione
della cistifellea e dei calcoli, fu riscontrata
una gravissima malattia che comprometteva
ogni speranza : pancreatite acuta emorragica .
In quel momento veramente tragico, si
intensificarono le preghiere a Don Beltrami,
nel quale avevamo riposto ogni fiducia .
E Don Beltrami non ci deluse : in un limite di tempo record ottenni la guarigione
tra la soddisfatta sorpresa di tutti coloro
che mi hanno premurosamente curata .
È mio vivo desiderio rendere pubblico
questo prodigioso intervento di Don Andrea
Beltrami, in segno di profonda e infinita
riconoscenza .
Massiola
(Novara)
ROSA MATTAZZI
Il figlio primogenito ironizzava
La mia figlia Maria Agnese soffriva di paralisi infantile in un braccio, in una gamba
e nella spina dorsale . La bambina non poteva
30
don Rodolfo Komorek
mantenersi a lungo in piedi e sovente cadeva
per terra .
Da Taubaté andammo ad abitare per qualche
tempo a San José dos Campos, dove feci
amicizia con una vicina di casa, che mi
parlò del Servo di Dio don Rodolfo
Komorek .
Un mattino del gennaio 1964, la mia Maria
Agnese, con molta difficoltà, fu al ginnasio
cittadino per fare la sua iscrizione . Verso le
dieci ritornammo a casa . Pioveva forte . Radunai i miei sei figli e insieme alla bambina
andammo al cimitero, dove c'è la tomba del
Servo di Dio, nella speranza di ottenere da
lui la guarigione della figlia . In quel giorno
compiva quindici anni di età. Correva voce
che tutti quelli che erano in grazia di Dio,
vedevano sgorgare acqua miracolosa dal tumulo del padre Rodolfo . Il mio figlio primogenito, vedendo il nostro fervore, disse ironizzando :
--- Mamma, oggi andrete a vedere dell'acqua,
perchè sta piovendo .
Arrivammo al cimitero che pioveva a dirotto . Pregammo insieme con molto fervore .
Poi raccolsi pioggia che cadeva sopra la
tomba e bagnai con fede le gambe di mia
figlia con quell'acqua . Giorni dopo Maria
Agnese era completamente guarita .
Oggi la mia figlia ha già 17 anni e della
paralisi infantile non conserva nessuna traccia .
Andiamo frequentemente alla tomba di questo
Salesiano santo per ringraziarlo del miracolo
che ci ha ottenuto . Quanti conoscevano la
figlia ammalata rimangono edificati al vederla
in salute e robusta . Io racconto a tutti il fatto
miracoloso della sua guarigione .
Maria Agnese è la prima della sua scuola
e fa i lavori di casa, perchè io devo uscire
per il lavoro, avendo sette figli da mantenere .
Lei prepara da mangiare, fa il bucato, assiste
i fratellini e le sorelline, va a scuola, studia e
fa i compiti . E si sente bene, come se 'non
fosse mai stata ammalata .
Tutto questo, grazie al santo Sacerdote salesiano don Rodolfo Komorek .
Taubaté
(Brasile, Stato di San Paolo)
LEOPOLDINA DA SILVA ANDRADE
PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SALESIANI DEFUNTI
Don Ruflllo Uguccioní t a Torino il 3o-to-1966 a 75 anni .
leremo in un prossimo numero) .
(Di lui
par-
Don Antonio Cavasin t a Nave (Brescia) a 95 anni .
Settantasei anni di vita salesiana e settantuno di sacerdozio, tutti spesi
nella scuola e nell'apostolato c o .n e educatore e sacerdote, sono la
gloria di questo degno figlio di Don Bosco . Trascorse gli ultimi decenni della sua vita nello Studentato filosofico di Nave, esempio vivente di fedeltà a Don Bosco, di studio e di preghiera .
Don Antonio Mareigaglía t ad Araxà (Brasile) a 84 anni .
Chiuse la sua lunga giornata in Araxà (Minas Gerais-Brasil) all'età di
84 anni, questo salesiano che il giornale locale chiamò "apostolo del
Planalto Goiano" . Era entrato in Congregazione insieme al fratello
Luigi e insieme erano stati ordinati . Ancora giovane sacerdote fondò
nel "Liceu S . Coragio de Jesus" di San Paolo, quel circolo San Paolo
trasformato poi nella esemplare "Unione Exallievi" che onora il Brasile e la Congregazione . Assistenza, scuola e ministero furono il suo
primo pane quotidiano, poi per il restante della vita percorse instancabile il vasto hinterland degli Stati di Goiàs, Minas Gerais, Espirito Santo, portando il conforto e la parola di Dio a tante anime . Da
tempo aveva celebrato le nozze d'oro sacerdotali con il fratello che
lo precedette nella morte ; ora sono riuniti nel premio per sempre .
Don Pietro Krzywdzínskí t a Jaciazek (Polonia) a 72 anni .
Don Emilio Tront t a Kòln-Mùlheim (Germania) a 67 anni .
Don Zislao Kasprzak t a Zakopane (Polonia) a 65 anni .
Don Luigi Ríbaldone t a Lu Monferrato (Alessandria) a 64 anni .
Don Giuseppe Alves t a Estoril (Portogallo) a 63 anni .
Don Giuseppe ForgSc t a Buenos Aires (Argentina) a 6z anni .
Don Giuliano Hoppe t a Cracovia (Polonia) a 58 anni .
Don Bernardo Zawada t a Poznan (Polonia) a 53 anni .
Don Telmo Riccardo Leíva t a Curuzú-Cuatià (Argentina) a 33 anni .
Coad . Stefano Colò t a Rovereto a 84 anni .
COOPERATORI DEFUNTI
Mons. Agostino D'Arco, Vescovo di Castellammare di Stabia e
Ausiliare di Sorrento, t a Castellammare .
Ereditò da mons . Emanuel, cui successe nella diocesi, anche un profondo amore a Don Bosco . Amò l'Opera salesiana di Castellammare
e godeva di trovarsi nel nostro Istituto, specialmente quando fu trasformato in Studentato teologico ed egli poteva prestarsi per le Sacre Ordinazioni . Accettò con soddisfazione la nomina a Direttore Diocesano dei
Cooperatori salesiani .
In questi due anni di sosta dell'opera nostra, per !a ricostruzione dello
Studentato teologico, desiderò che i chierici, trasferiti temporaneamente
a Salerno, venissero ogni giovedì nella sua diocesi per l'insegnamento
del catechismo .
Quest'anno volle che la festa di Don Bosco si celebrasse nella cattedrale e ufficiò solennemente la S . Messa, dopo la quale presiedette
l'assemblea annuale dei Cooperatori nel salone vescovile . Aveva assicurato la sua presenza alla chiusura degli Esercizi per Cooperatrici,
ma all'ultimo momento comunicò che una leggera indisposizione
glielo impediva ; si trattava invece della malattia che doveva stroncarlo .
I salesiani gli serbano una riconoscenza fatta di preghiera .
Don Michele Actís, pievano di Vische (Torino) t a 83 anni .
Fu per 53 anni parroco a Vische, dove lascia il ricordo edificantissimo
della sua vita santa e del suo fecondo apostolato . Allievo della Casa
madre, conservò per il suo professore don Fedele Giraudi (poi Economo Generale) un affetto vivo, che lo richiamava sovente alla terra
benedetta di Valdocco, dove era fiorita la sua vocazione . Si mantenne
pure in relazione con i suoi compagni e scriveva loro con frequenza
informandoli del decesso di qualcuno di essi . Nella sua parrocchia
precorse i tempi con la spartizione delle terre della tenuta Luisina,
opera intelligente che fece epoca e che servì di esempio anche in alto
loco . Il suo Viceparroco afferma che in 32 anni che gli visse a fianco
non ricorda che abbia trascurato un giorno la meditazione e le altre
pratiche del buon sacerdote . Era anche affezionatissimo alla Famiglia
Salesiana . Morì con i santi nomi di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco
sulle labbra, e tra le braccia del suo compagno e amico don Paolo
Giacomuzzi, salesiano, residente in Sicilia, che da tanti anni non vedeva e che era venuto a trovarlo per caso, o meglio, per tratto delicato della divina Provvidenza .
Mons. Antonio Signorini f a Carturo a 79 anni .
Per oltre 5o anni parroco amato di Carturo, fu devotissimo di Maria
Ausiliatrice . Gli rendono testimonianza vari exallievi, da lui inviati
nei collegi salesiani, tra i quali un sacerdote attualmente in Palestina,
e due chierici in Venezuela . Il fiorire di anime generose nel piccolo
paese è frutto dello zelo pastorale del compianto arciprete . II suo ricordo resterà, anche perchè parlano di lui le opere religiose e sociali
che compì nei 5o anni di ministero parrocchiale .
Geom. cav . Nicola Galizia t a Lanzo Torinese a 6z anni .
Salesiano nel cuore e nella vita, santificò, sull'esempio e con lo spirito
di Don Bosco, fatiche e preoccupazioni . La casa salesiana di Lanzo
ne conobbe per molti anni la generosità nel lavoro di edilizia, sempre
disimpegnato con perizia e amore . Anche in posti di responsabilità
civica seppe dare una coraggiosa testimonianza cristiana, attuando il
suo programma : a Di quanti avvicino voglio farmi degli amici per portarli al bene N . Ogni giorno, tra il lavoro e gli spostamenti da un cantiere all'altro, riusciva a recitare il Rosario intiero . Lascia ai suoi cari
l'impegno di ., volersi sempre bene, e resta per il figlio sacerdote
salesiano un ideale da imitare .
Gr . Uff. Ugo Sprega, generale di Divisione a riposo t a Roma .
Iscritto alla Pia Unione dei Cooperatori dal 1955, ne comprese e visse
lo spirito, seguendone con gioia i progressi . Finchè la salute - glielo
permise, prese parte alle riunioni mensili . Tali incontri portavano
nella sua anima tanta luce, che si traduceva poi in fede viva e in carità generosa . La lunga malattia fu confortata dalla frequente Comunione e dalla benedizione di M . Ausiliatrice, di cui era devotissimo .
Francesco Magnetti t a Torino a 64 anni .
Sposo modello, padre esemplare e cristiano attivo, trascorse la sua
vita tra casa, lavoro e Oratorio . Come Cooperatore, ha il merito di aver
promosso e favorito il Laboratorio "Mamma Margherita", che aveva
la sede nella sua casa. Otto mesi di malattia furono il miglior collaudo della fede, serenità e pazienza che lo distinguevano .
Giuseppe Tenni t a Tirano (Sondrio) .
Della sua vita esemplare parlano quanti l'hanno conosciuto, ma resta
la testimonianza più bella nelle due vocazioni sbocciate nella sua famiglia : un figlio salesiano missionario nel Venezuela e una figlia suora
tra le Figlie di Maria Ausiliatrice .
Giuseppe Di Mauro t a Viagrande (Catania) a 77 anni .
Visse nella rettitudine e nella semplicità del giusto . Per molti anni
si servì del suo talento musicale per elevare inni di lode a Dio e alla
Vergine Ausiliatrice, da lui tanto amata .
Maria Teresa Mazzarello t a Mornese (Alessandria) a 82 anni .
Madre esemplare per fede e lavoro e zelante Cooperatrice salesiana,
provò una grande gioia nell'offrire a Don Bosco il suo don Luigi . Era
devotissima di Maria Ausiliatrice e considerava la sua concittadina
Santa Maria Mazzarello quale celeste protettrice della sua famiglia .
Anna Colombo Primavesi t a Lugano a 84 anni .
Madre esemplare di cinque figli, fra i quali don Stefano, salesiano,
morto l'anno scorso, provò tutte le gioie e le amarezze che la vita riserva a una buona mamma di famiglia . Sempre pronta ad aiutare, a
lenire ogni dolore, si era dedicata interamente al bene altrui . L'Oratorio
maschile e femminile la ricordano tra le figure di primo piano . Dama
della carità, terziaria francescana, cooperatrice salesiana, fu presente e
attiva ovunque vedeva la possibilità di fare del bene .
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI
Albano Ciro - Baldi Margherita - Baldi Maria Teresa - Balsamo Messina Agata - Barone Teresa - Bruno Antonio - Certi Carlotta Consoli Concetto - Contini Guido - Corsaro Giuseppe - Coslop Modesta - Costanzo Paolo - Cristel Lucia - De Andrea Ennio - Deino
Battista - De Simone Umberto - Di Paola Vittoria - Giacchino Nicoletta - Guerra D . Olderico - Laini Isacco - Locati Camillo - Lombardo Carmelo - Lombardo Rosaria V. Catalano - Maganetti Maria Marchesin D . Attilio - Marin Linda V . Padovan - Marletta Carmela
- Massimino Rosa - Merano Bianca - Messina Agata - Mignemi Gregorio - Molteni Luigi - Monasterio Clara - Nigra Palmira - Paglia
Bonaventura - Pagliasotti Domenica - Pasero Angela - Pastorini dott.
Silvio - Peruzzo Carolina - Prever Margherita - Puglisi Pulvirenti
Giuseppa - Raciti Rosa - Radente Angela - Rapiti Eleonora - Roggia
Sebastiana - Sandrini Maria - Sardo Cristoforo fu Paolo - Scalia Angelina - Sciuto Filippo fu Alfio - Sorge Gregorio - Spada Vittorio Stabile Romilda - Tomaselli Eleonora - Turco Eugenio - Vassena
Emilia - Zanon Ettore .
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n . 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule :
Se trattasi d'un legato : « . ..lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede In Torino a titolo di legato la somma di Lire. . . (oppure)
l'immobile sito in . ..».
Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe essere questa :
« . . . Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomino mio erede universale l'istituto Salesiano per le Missioni con sede in
Torino, lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo» .
(luogo e data)
(firma per esteso)
31
indice dell'annata 1966
Agnelli sen . Giovanni : come vide Don Bosco : XI, 7.
Angrisani mons . Giuseppe : stralcio della commemorazione del 150° di
Don Bosco: ix, io .
Arese (Milano) : Centro Salesiano a San Domenico Savio s : vili, 1o .
Argentina : per il 150° della nascita di Don Bosco : I, 19, 20 - prima Facoltà
di Enologia dedicata a Don Bosco : li, t3 - monumento a don Angelo
Buodo: n', 21 - don Schiavoni predica sui tetti (radio) : ix, zr - varie :
IV, 22 - VI, 23 - VIII, 21 - IX, 18 - X, 19.
Belgio : varie : Il, 20 - VI, 23 .
Beltrami don Andrea : grazie : III, 31 - XII, 30 .
Birmania : espulsi i Salesiani : Vili, 20- e le Figlie di Maria Ausiliatrice : Xi, 19 .
Bhutan : inizi salesiani : 11, 21 - la Regina visita il Don Bosco e : xI, 19.
Bolivia : relazione di don Invernizzi sulla Muyurina : IX, 24 .
Bosco San Giovanni : visto dal Fondatore della FIAT : 1, 8 ; XI . 7 - sua azione
per l'infallibilità pontificia: 1, 8 - un inciso di Paolo VI : i, io - un e tascabile * su Don Bosco: i, 18 - i5o° in Argentina : 1, 19 - in Brasile : 11, zo
- a Valdocco: Ili, i t - a Firenze: ili, 19 - a Milano: iv, 16 - a Roma : iv, 18
- a Genova : IV, iq - a Torino-S . Luigi : IV, 1q - a Napoli : vi, 9 - ad Asti :
vii, 20 - a Valencia, a Perugia, a Cuenca : vili, i8 - ad Ancona, a S. Paolo
del Brasile, a Modena : Vili, 1q - a Gorizia : IX, 15 - a Nicaragua : x, 21 cent'anni fa visitava il Veneto : 1, 21 - Facoltà di Enologia a Rodeo del
Medio (Argentina) : n, 13 - monumenti: 1, 24 ; TI, 14 ; VI, 23 - Oratorio :
Il, 19 - Parrocchie : li, 19 ; X, 21 - Scuole : TI, 19 ; 111. 23 - Cappella: il, 19
- il Tempio di Roma elevato a Basilica: 111, 7 - festa a Valdocco: in, 12
- discorso del card . Siri : iv, i - parole del card. G . B . Montini: IV, 4
- Don Bosco e Leone Harme! : IV, 1t - festeggiato dagli apprendisti di
Spagna : v, 2o - ufficialmente riconosciuto Patrono della Patagonia : v, 21
- sue benemerenze per la Scuola : X, 3 - ottantesimo suo viaggio a Barcellona : XI, i6 (vedi anche Educhiamo come Don Bosco in Educazione) .
Brasile : Rio Negro, relazione di don Di Stefano : 1, 25 - varie: 11, 20 - X, 21 .
Capitolo Generale XIX : articolo sugli Atti del Capitolo Generale : IV, 8 .
Castaldo card. Alfonso : in morte : v, 31 .
Castellaneta (Taranto) : un moderno Centro Zootecnico : x, 16.
Castellino don Giorgio : membro della Commissione per la revisione della
«Volgata0: II, ig .
Catechesi : il IV Convegno o Amici di Catechesi r : xi, 18.
Cerignola (Foggia) : i Salesiani a Cerignola : vi, 22 .
Cile : 50° della morte di mons . Fagnano : xI, io - farina per le ostie conclusione Concilio : Il, 4 - varie: x, i9 .
Cimatti don Vincenzo : profilo : i, ti - articoli sulla sua spiritualità : xi, 3 ;
XII, 7 .
Cina : nel 6o° dei salesiani in Cina : v, 18 - varie : il, 20 - V, 24 - x, 18, 19 .
Colle Don Bosco : il Tempio di S . G . Bosco : I, Io - 11, 9 - IV, 27 - VI, 2o
- IX, 17 .
Coloane : un villaggio di fratelli (lebbrosi) : V, 24 .
Colombia: 75° della prima casa salesiana : VI, 23 .
Concilio Vaticano II : articoli : II, i - III, i .
Congo : una città di ragazzi neri : XII, 23 .
Consiglio Superiore : i Consiglieri presiedono le Conferenze Ispettoriali
di tutta la Congregazione : III, 14.
Cooperatori Salesiani: *Cooperatori >, perché ? : il, Il ; v, 17 ; VI, 18 ; vii, 18
a Salesiani », perchè ? : vili, 14 ; Ix, 9 - a Pia Unione », perchè ? : zii, 15
apostolato dei Coop . di Guayaquil : x, i - una bella iniziativa
dei Coop . di Roma : xi, 1q (vedi anche tutta l'annata del Bollettino Dirigenti) .
Corea : relazione di don Facchinelli : Vili, 24 .
Crociata Missionaria : vedi la terza copertina di ogni numero.
Dominicana (Rep .) : territorio per nuova sede della Scuola Agraria di Moca :
il, 18 .
Ecuador : diocesi di Guaranda : 111, 25 - vita dei Kivari : VII, 22 - apostolato dei
Coop . a Guayaquil: x, io - varie : III, 23 .
Educazione : educhiamo come Don Bosco : 1, 6 - il, 5 - IV, 14 - V, i6 - VII, 14
- IX, 14 - X, 12 - XI, i5 - XII, 14 .
Egitto : l'opera salesiana, opera ecumenica: IX, 15 .
Esercizi Spirituali : documentazione fotografica Esercizi 1965 : 1, 22-23
- elenco corsi 1966 : IV, 15 .
Exallievi : nuovo Statuto promulgato : va, 17 - Congresso Nazionale Exallievi Salesiani di Francia : x, 14 - Convegno Dirigenti Exallieve Figlie di
Maria Ausiliatrice d'Europa e Medio Oriente : x, 13 .
Fagnano mons . Giuseppe : articolo per 5o° morte : XI, lo.
Fame nel mondo : campagna contro la fame : IV, 5 - relazione di don Maschio:
V, 12 - resoconto campagna: VII, io - opera di don Mantovani : vi, ii intervista con don Mantovani : Vili, 7 .
Fedeltà : giornata della fedeltà : TI, 12 - solenne promessa dei Superiori
Maggiori di fedeltà a Don Bosco nel 150°: 111, 4 .
Figlie di Maria Ausiliatrice : le Figlie di Maria Ausiliatrice nel Sud Africa :
VI, 23 - Don Bosco ne preannuncia la fondazione : vii. 15 - restaurata
la cappella di Maria Ausiliatrice in Mornese : Vili, 13 - lodate da Paolo VI :
vili, 21 - la prima Scuola Europea a Cinesello B . : IX, 16 - Convegno dirigenti Exallieve : X, 13 - l'Istituto Sup . di Pedagogia incorporato al
PAS : xii, 16 .
Firenze : celebra il 150° della nascita di Don Bosco : ili, 19 .
Fondazioni : dei Salesiani: 1, 2 - delle Figlie di Maria Ausiliatrice : 1, 4 .
Francia : Congresso Nazionale Exallievi di Francia : x, 14 - artic . su colonia
Coop . Delpouve : xii, i i - varie : Il, 20 - VI, 23 .
Genitori e figli : Vili, 4 .
Germania: la parrocchia di S . Volfango a Monaco : Ix, i9 .
Giappone : il prete dei serpenti : IV, 25 - articolo di don Mantegazza sulla
parrocchia di don Liviabella : Vili, 22 - - i giovani giapponesi e il sistema
preventivo di Don Bosco : X, 22 - articoli sulla spiritualità di don Cimatti : XI, 3 - XII, 7 - varie : V, 19.
N
32
Giovani : i giovani e il Concilio : ili, 1 .
Guatemala: Studentato filosofico riconosciuto dallo Stato : 11, 20 .
Harmel Leone : nel So , della morte : IV, li .
Hong Kong : varie: Ili, 23 - IV, 23 - Vili, 21 .
Komorek don Rodolfo : grazie attribuite al Servo di Dio : XII, 30 .
India : India-Shillong : relazioni mons . Ferrando : VII, 25 ; X, 24 - fotocronaca
da Shillong : x, 20 - India-Tezpur: relazione di mons . Marengo: XI, 20 varie: Il, 20 ; III, 24 ; V, 12 ; VI, 21 ; VIII, 21 (per l'opera dei salesiani contro
la fame vedi Fame) .
Iran : Don Bosco in Iran : Ix, 12 .
Irlanda : geniale iniziativa contro la fame : IX, 20.
Ispettoria Centrale S . Cuore : ha quarant'anni di vita : vili, 17.
Israele : Scuola professionale salesiana di Nazareth : il, 18 .
Laici : i laici nella Chiesa: v, 9 - panoramica apostolato laici : vi, i - sono
l'anima del mondo : VII, 3 - come si abilitano all'apostolato: x, i .
Lustosa mons . Antonio : compie 8o anni : V, 19 .
Mantarro Santi : costruttore di chiese : m, 24.
Mantovani don Orfeo : sua opera di carità a Madras : IV, 6 ; vi, i I ; VIII, 7 .
Maria Ausiliatrice: monumenti : II, 1q ; VIII, 21 ; X, 18 - altari : 1, 24 - chiese :
Il, 20 ; Vili, 20 ; X, 21 - centenario prima grazia di Maria Ausiliatrice :
V, 28 - quadro : Vi, 23 - festa a Valdocco : VII, 16 - cappella nel Santuario
Nazionale di Washington : vili, 16 - l'Ausiliatrice e la Madonna degli
Emigrati (Australia) : x, 28 - grazie (vedi pagina 28 di ogni numero) .
Maria : Madre della Chiesa : v . i - Settimana Nazionale di Studi Mariani : x, 21 .
Mariani don Francesco : commemorato a Seregno : Ix, 20.
Maschio don Aurelio : contro la fame in India : v, 12.
Mazzarello S . Maria : grazie : v, 30 .
Messico : i Mixes: li, 24 ; VII, 21 - l'opera del dott . Ortíz: VI, 24 .
Missioni : addio ai Missionari : xii, 15 (vedi relazioni missionarie nelle singole nazioni) .
Moro Aldo : al Manfredini di Este: VII, 20 .
Morti : vedi ultima pagina di ogni numero .
Padova: inaugurato complesso Opere salesiane : XII, 16 .
Namuncurà Zeffirino : grazie : 111, 31 .
Olivares mons . Luigi : grazie : Vin, 31 .
Paolo VI : autografo ai salesiani delle Catacombe : 1, 7 - visita al Testaccio
V, 4 - parla alla gioventù salesiana : vri, 1-2 - discorso su Don Bosco
dell'allora card. Montini : vili, i - loda le Figlie di Maria Ausiliatrice :
Vili, 21 - dà udienza al Rettor Maggiore : xI, i - visita il Pontificio Ateneo
Salesiano : XII, 1-6 .
Paraguay : varie : 11, 20 .
Pellegrinaggi : pellegrinaggio Coop . piemontesi a Lourdes : Ix, 8 .
Perù : l'Oratorio di Magdalena del Mar : XII, 20 - varie : II, 20 ; 11 ., 23 ;
IV, 21 ; VIII, 21 ; X, 21 ; XI, 19 .
Petix barone Antonino : exallievo verso gli altari : Ix, 5 .
Polonia : monumento a Don Bosco : li, 14 - cappella nel lager di Oswiecim:
TI, 14 - celebrazione millennio : 111, 23 ; Vili, 15 : x, 1S.
Pontificio Ateneo Salesiano : riceve la visita di Paolo VI : xii, i .
Portogallo : varie : TI, zo (vedi anche Timor) .
Rada mons . Candido : organizza la diocesi di Guaranda : III, 25 .
Rettor Maggiore : lettera ai Coop . : i, i - visita Settefrati: li, IS - solenne
promessa di fedeltà a Don Bosco nel t50° : Ili, 4 - in Sicilia : VI . 5 - a Moncalvo: vi, 21 - festa onomastica a Valdocco : vii, 13 - in Lombardia : VII, 1q
- in udienza da Paolo VI : xi, i - devoto indirizzo a Paolo VI : XII, 3.
Rinaldi don Filippo : grazie : 11, 31 ; VII, 31 ; X, 31 ; XI, 31 .
Rolón mons . Ismaele : eletto vescovo : i, 24.
Roma : vetrate Tempio San Giovanni Bosco : u, 6 - il Tempio San Giovanni
Bosco eretto a Basilica : 111, 7 - Maria Ausiliatrice incoronata nel suo tempio :
ili, 22 - il Papa al Testaccio : v, 4 - il Papa al PAS : xii, i .
Rua ven . Michele : grazie: 1, 31 ; IV, 31 ; VI, 31 ; IX, 31 .
Savio S . Domenico : grazie (vedi pagina 3o di ogni numero) - giardino intitolato a San Domenico Savio: 111, 23 - il e Domenico Savio, del 1965: VII, 5
- una cappella nella casetta natale: Vili, z1 - centenario prima traslazione
salma: xl, 6 .
Scuola : Don Bosco e sue benemerenze : X, 3 - convegno aggiornamento
scuole professionali : 111, 21 .
Silva card. Raul : per una internazionale della carità: TI, 14 .
Siri card . Giuseppe : discorso sull'attualità di Don Bosco: IV, i .
Spagna : 80° visita Don Bosco a Barcellona e inaugurazione adorazione
perpetua al Tibidabo: xI, 16 - varie : TI, 20 ; ili. 30 ; V, 20 ; VI, 23 .
Stampa: le riviste che i vostri figli leggono: Ix, I - quattro riviste per la
vostra famiglia: x, 7 .
Stati Uniti : la Savio Hall di Boston : li, 15 - Maria Ausiliatrice nel Santuario Nazionale di Washington : vili, 16 - varie : TI, 20 ; 111, 23 ; VI, 23 ; VII, 5.
Thailandia : relazione don Castellino : vi, 25 - ecumenismo in atto : x, 17 varie : V, 19 ; X, 21 ; XI, 19 .
Timor : gli idoli crollano a Timor : XI, 24 .
Torino-Valdocco : 150° nascita Don Bcsco : 111, i 1 - festa Don Bosco: III, I2 Convegno sacerdoti : VI, Iq - festa Rettor Maggiore : v11, 13 - festa Maria Ausiliatrice : VII, 16 - addio ai missionari : xii, iS .
Vacanze : Vacanze coi figli: vi, 8 .
Variara don Luigi : grazie : vili, 31 .
Versiglia don Luigi : grazie : III, 31 .
Vestizioni : in Italia e nel Vietnam : il, 16 .
Vicufia Laura : grazie: 111, 31 - Vili, 31 .
Vietnam : varie Il, 16 ; 111, 23 ; V, 20 ; VII, 20.
Vocazioni : il e Centro di Orientamento Vocazionale s di Mogliano: Il, 8
- articolo: li, 16 - vocazioni adulte : VI, i5 (art . storico) ; vii, 6 (intervista) .
Ziggiotti don Renato informa sul Tempio San Giovanni Bosco : I, so ;
II, 9 ; IV, 27 : Vi, 20 ; IX, 17.
TOTALE MINIMO PER BORSA L . 50.000
•
Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa incompleta si effettua
quando il versamento iniziale raggiunge la somma di L . 25 .000, ovvero
quando tale somma viene raggiunta con offerte successive
•
Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma
a completare Borse già fondate
CROCIATA
MISSIONARIA
BORSE COMPLETE
Borsa : Sacro Cuore di Gesù, a cura del prof .
Fabbri . L . 50.000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice, a cura del prof .
Fabbri . L . 50.000 .
Borsa :' San Giovanni Bosco, a cura del prof .
Fabbri . L . 50 .000 .
Borsa : Don Michele Rua, a cura del prof .
Fabbri . L . 50.000 .
Borsa : Mons. Vincenzo Cimatti, in memoria,
a cura del rag . Ferrato Oreste (Torino) .
L. 50 .000 .
Borsa : Mons . Vincenzo Cimatti, a cura di :
comm . V . A . Angella, ing . G . Sacco, dr.
G . Menzani, rag . Rossi, Benecchi Dante e
dr . A . Scaramuzza . L. 50 .000 .
Borsa : Suor Maria Sanna, a cura di N. N .
L. 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice e Santi salesiani, a
cura di Berta Giuseppe, Nizza Monferrato
(Asti) . L . 50.000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice, in ringraziamento
p.g .r ., a cura di De Bonis Ezio. L. 50 .000.
Borsa : Don Angelo Amadei, a cura dell'ing .
Filippo Nicolello (Torino) . L. 50 .000.
Borsa : Don Bosco mi aiuti sempre, a cura di
A . F. G . (Torino) . L . 50 .000.
Borsa : Maria Ausiliatrice, in memoria del venerato Don Antonino Orto, a cura di T . R . Z .
(Alessandria) . L . 50 .000.
Borsa : San Giuseppe, proteggete mio figlio,
a cura di Maria ved . Pizzato . L. 50 .000 .
Borsa : Giuseppe Castellini, a cura di N . N .
L. 140 .000 .
Questa cartolina compilata e
affrancata dà diritto a ricevere l'edizione di lusso
Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice e Don Bosco, in suffragio del papa e
familiari defunti, a cura di Quarello Caterina
in Pasteris . L . 50.000 .
Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice e
San Giovanni Bosco, a cura di M. P. L . 50 .000 .
Borsa : Ven . Don Michele Rua, a suffragio dei
familiari defunti, a cura delle sorelle Nogara fu
Giacomo, exallieve (Bellano-Como) . L . 50 .000.
Borsa : Grazie, Don Bosco, a cura di N . N.
(Piacenza) . L. 50 .000.
Borsa : Oratorio Don Bosco - Fidenza, implorando grazie, a cura di Antonio Croci,
exallievo (Fidenza - Parma) . L. 50.000 .
Borsa : San Domenico Savio, invocando protezione, a cura di N . N . (Termini Imerese) .
L . 50 .000.
Borsa : Maria Ausiliatrice, proteggeteci sempre, a cura della famiglia Bossetti (Turbigo Milano) . L . 50 .000.
Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e
Papa Giovanni XXIII, proteggeteci in vita e
in morte, a cura di Bedeschi Lucia (Insignano
- Ravenna) . L . 50.000 .
Borsa : San Giovanni Bosco, proteggi la mia
famiglia, a cura di Rizzo Elisabetta (Grosotto - Sondrio) . L. 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura di
Salvatore Miceli (Roma) . L. 50 .000 .
Borsa : Mons . T . Cusack, a cura dei Cattolici
americani . L . 52 .555 .
Borsa : Sub Tuum Praesidium, a cura di
N . N . (Albisola-Savona) . L . 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco,
in ringraziamento per il buon esito degli esami
dei nostri figlioli, a cura di Luigi e Anna Maria
(Como) . L. 50 .000 .
Borsa : Alessio e Paola Franco, a cura della
figlia Giovanna (Torino) . L. 50 .000.
Borsa : Pina, Pino e Guido, pregate per la nostra salute .*irituale e temporale, a cura di
R . M. (Proni - Pavia). L . 50 .000 .
Borsa : B . V . Ausiliatrice e S . G . Bosco, a suffragio dei miei cari defunti e invocando protezione,
a cura di Elisa Bonfanti (Monza) . L. 50 .000 .
Borsa : Giusa-Bugeia, a cura dei fratelli Don
Antonio e Antonia Portelli (Isola di Malta) .
L . 50.000 .
Borsa : San Giovanni Bosco, in suffragio dell'anima della defunta Maria, Focardi, a cura
di Focardi Alfredo (Firenze) . L . 50 .000 .
Borsa : Francesco Sironi, a cura di Maria
Sironi (Vimercate - Milano) . L . 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Padre
Santo, a cura di Pellerino Luigi (Savona) .
L . 50.000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura di
Stingo Filomena (Portici- Napoli) . L. 50 .000.
Borsa : Divina Provvidenza, a cura di Boglione
Francesco . L . 50 .000.
Borsa : Virgo Prudentissima, a cura di Losana
Pietro (Torino) . L . 50 .000.
Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, in
memoria e suffragio dei miei cari defunti,
CEDOLA DI COMMISSIONE LIBRARIA
(Circolare ministeriale, 20 aprile 1920)
affrancare
con L . 15
Giuseppe Fanciulli
SAN GIOVANNI BOSCO
Il santo dei ragazzi
presentato ai ragazzi
Spett.
a L . 2700 anzichè a L . 3000
SEDE CENTRALE
SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE
Corso Regina Margherita, 176
Non inviate denaro
Pagherete al postino che vi
porterà il libro a casa senza
spese postali
a
cura di De Rizzo Lino (Velo D'Astico Vicenza) . L . 50.000 .
(CONTINUA)
TORINO
Casella postale n . 470
Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2' - l' quindicina
USEPP&
CIIJLLI
GIUSEPPE FANCIULLI
SAN GIOVANNI BOSCO
Il santo dei ragazzi
presentato ai ragazzi
Formato : cm . 24,5 x 28,5.
Pagine 176 con illustrazioni a quattro colori e in seppia
del pittore Nino Musio .
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IL SANTO DEI RAGAZZI
''RRSENWO 41 RAGAZZI
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Copertina a 6 colori cartonata e telata . L . 3000 .
Un finissimo scrittore, che dedicò molta parte
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della sua attività alla letteratura per l'infanzia,
con fresco splendido stile presenta ai ragazzi la
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t
meravigliosa vita del santo che dedicò tutto se
stesso per quasi cinquant'anni alla loro promozione . Un pittore moderno l'ha abbellito di vivaci
illustrazioni per rendere più piacevole e sciolta
la letificante lettura .
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L
n offerta
speciale
ai lettori del "Bollettino Salesiano
BOLLETTINO SALESIANO
Prego spedirmi una copia del volume
Giuseppe Fanciulli • SAN GIOVANNI BOSCO
Pagherò l'importo di L . 2700 al postino che mi porterà il libro a
domicilio senza spese postali .
Si pubblica:
il 1- del mese per i Cooperatori Salesiani
il 15 del meseperi Dirigenti della Pia Unione
S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Benefattori e Amici
delle Opere Don Bosco
Direzione e amministrazione:
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Maria
Ausiliatrice,
32
Torino - Telefono 48 .29 .24
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n . 403 del 16 febbraio 1949
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