Untitled - il bollettino salesiano
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Untitled - il bollettino salesiano
IN QUESTO NUMERO : Il S . Padre Paolo VI visita il Pontificio Ateneo Salesiano Don Cimatti si confessa Le avventurose vacanze di monsieur Delpouve Tutto è tranquillo a Magdalena del Mar Una città di ragazzi neri IN COPERTINA : Roma • Il Santo Padre Paolo VI, accompagnato dal Rettor Maggiore don Luigi Ricceri, visita il Pontificio Ateneo Salesiano . "Facciamo voti- ha detto il Papa - che in questo splendido Ateneo non meno splendida si affermi e si effonda la sapienza educatrice salesiana ; e ciò sia gloria a Dio, onore alla famiglia di Don Bosco, fortuna per . innumerevoli anime giovanili— PAOLO VI INAUGURA LA SEDE ROMANA DEL PONTIFICIO ATENEO SALESIANO 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re : una luminosa giornata nella storia della Famiglia Salesiana . In essa il Sommo Pontefice Paolo VI ha ufficialmente inaugurato la nuova sede del Pontificio Ateneo Salesiano, sede che sorgendo in Roma esprime visibilmente il fedele e generoso attaccamento della Congregazione Salesiana al Vicario di Cristo . Il Papa ha gradito questo omaggio dei figli di Don Bosco e ha espresso il suo compiacimento onorando con la sua augusta presenza la nuova casa, che vuol essere sempre e anzitutto la sua casa . Il Santo Padre giungeva alle ore 17 alla nuova sede dell'Ateneo accolto innanzi all'atrio da Sua Em . il card . Traglia, Vicario di Roma, dal Rettor Maggiore con i membri del Consiglio Superiore e con il Procuratore Generale della Congregazione Salesiana, da mons . Zanera, Vescovo ausiliare per la zona Nord-Est dell'Urbe, dall'Ispettore don Luigi Chiandotto e dal Rettor Magnifico dell'Ateneo, don Gino Corallo . Il Sommo Pontefice salì nella chiesa superiore, dove sostò in' adorazione del Santissimo Sacramento . All'uscita riceveva l'omaggio della Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, accompagnata dai membri del Consiglio Generalizio, e si degnava benedire la prima pietra dell'erigenda nuova sede romana dell'Istituto Superiore di Pedagogia e Scienze religiose delle Figlie di Maria Ausiliatrice, di recente incorporato al PAS . Il Santo Padre procedeva quindi alla visita della sede del Pontificio Istituto di Latinità, di cui ammirava le ampie aule-anfiteatro intitolate una a Giovanni XXIII, l'altra a Paolo VI . Conversando amabilmente con i Superiori salesiani e informandosi delle particolarità tecniche della costruzione, per cui esprimeva benevola ammirazione, il Papa si recava a piedi all'Aula Magna del PAS, ove era accolto dallo scrosciante, entusiastico applauso dei convenuti : personalità ecclesiastiche e civili, il corpo accademico e gli studenti del PAS, amici e ammiratori romani dell'Opera Salesiana . Dopo il canto delle solenni Acclamationes polifoniche, il Rettor Maggiore a nome di tutta la Famiglia Salesiana, e dei membri del PAS in modo 1 particolare, esprimeva l'omaggio devoto e fervido dei figli e offriva al Santo Padre il dono-risposta al suo appello in favore degli affamati nel mondo . Nel filiale indirizzo don Ricceri diceva tra l'altro : « Beatissimo Padre . i Docenti e gli Alunni dell'Ateneo Salesiano si rivolgono alla Santità Vostra con unanime e fervido atteggiamento di devozione, rappresentando nel loro omaggio tutta la Famiglia di Don Bosco : essi vogliono rinnovare davanti a Voi . attraverso la mia umile parola, la loro fedeltà all'insegnamento della Chiesa e la loro adesione viva all'azione di rinnovamento promossa dal Concilio, in quella linea di ardimento e di equilibrio che ha caratterizzato tutto il pensiero e l'Opera di Don Bosco . E quasi a esprimere con segno concreto la volontà di corrispondere a ogni invito della Chiesa, essi depongono nelle Vostre mani un modesto omaggio : è la risposta all'appello che è stato rivolto dalla Santità Vostra per alleviare la fame nel mondo . Vi hanno contribuito in massima parte giovani di tutti i continenti ; fra essi vorrei dare un particolare rilievo al gesto di coloro che, indigenti pur essi, non hanno voluto mancare alla crociata di carità emanata dal grande cuore del Papa » . Subito dopo, tra l'amorosa attenzione e il devoto raccoglimento dei presenti, prendeva la parola il Sommo Pontefice, che esordiva in tono familiare e paterno, non abbandonato neppure du- L'aula rante la lettura del discorso ufficiale, dal cui testo spesso derogava con espressioni sgorgate dal suo cuore di Padre . Al termine del discorso, il Papa offriva i suoi doni : una preziosa riproduzione del codice Vaticano B della Sacra Scrittura e un quadro del pittore Longaretti, rappresentante il Cristo . Dopo che il Santo Padre ebbe salutato i Cardinali e le Autorità, gli resero omaggio i singoli Superiori Maggiori e i Decani del PAS . Quindi, salutato entusiasticamente dagli allievi e dalla folla, il Papa ripartiva alle ore 18,15 alla volta del Vaticano . La vasta risonanza della inaugurazione della nuova sede del PAS e il suo significato ecclesiale e civile furono espressi solennemente dalle personalità intervenute . Facevano corona a Sua Santità i signori Cardinali : Tisserant, Pizzardo, Aloisi Masella, Cento, Cicognani, Copello, Agagianian, Giobbe, Confalonieri, Marella, Traglia, Antoniutti, Forni, Slipyi, Dante, Zerba, Bacci e Callori di Vignale . La Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi esprimeva il suo compiacimento e la sua adesione con la presenza del Prefetto Sua Em . il card . Pizzardo, del Pro-Prefetto inons . Garrone, e del Segretario mons . Staffa . Erano anche presenti numerose altre autorità ecclesiastiche : mons . Dell'Acqua, Sostituto della magna del Pontificio Ateneo Salesiano mentre Sua Santità Paolo VI rivolge la sua paterna Segreteria di Stato ; il Vicegerente di Roma mons . Cunial, altri Arcivescovi e Vescovi ; un gruppo di insigni latinisti ; i Rettori delle Pontificie Università : Gregoriana, Lateranense, di San Tommaso D'Aquino, "De Propaganda Fide" . Anche numerosi Ambasciatori e Capi Missione del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede hanno voluto con la loro presenza dimostrare stima per la Congregazione Salesiana . In posti speciali erano le autorità italiane : il Vice presidente del Senato S . E . Spataro ; il Presidente della Corte Costituzionale S. E . Ambrosini, i Ministri Bosco e Mattarella e il Sottosegretario Malfatti ; l'on . Sindaco di Roma prof . Petrucci con vari Assessori ; numerosi Senatori e Deputati, tra i quali gli on .li Campilli, Cerini, Angelini, Restagno, Tupini, Foresi, Giraudo, Salvo, Bonadies, Greggi, Cavallaro, D'Andrea, Franceschini, Sammartino, Villa ; i generali Palandri e Fornara, il Presidente della Giunta Diocesana, consigliere di Stato Zingale . // PAS dopo venticinque anni La grandiosità della nuova sede romana del PAS esprime mirabilmente la vitalità spirituale e sociale della Congregazione Salesiana . È un'impresa ardimentosa che hanno affrontato con fede i Superiori della Congregazione, fiduciosi nell'amore provvidente del Padre Celeste, nella protezione di Maria Ausiliatrice, nell'intervento di Don Bosco, nel giovanile entusiasmo della Congregazione, nella comprensione e generosità dei benefattori e amici della Famiglia Salesiana, aperti alle esigenze di un quotidiano rinnovarsi e qualificarsi religioso, tecnico, scientifico della società contemporanea . Costruita negli anni 1961-65 con il contributo generoso di tutte le ispettorie salesiane, con la munificenza di illustri benefattori e con la beneficenza degli umili, la nuova sede del PAS si estende su una superficie di 100 .000 metri quadrati, su una collina prospiciente la confluenza dell'Aniene con il Tevere, tra la via Salaria e la Nomentana, nel quartiere periferico del Nuovo Salario . La costruzione è articolata in 12 padiglioni distribuiti tra ampie zone verdi e campi di giuoco . Meritano particolare interesse dal punto di vista architettonico e funzionale : il complesso centrale della chiesa superiore e inferiore, con ampio e luminoso atrio, che funge insieme da solenne ingresso a tutto l'Ateneo ; il palazzo del Rettorato ; il palazzo del Pontificium Institutum Altioris Latinitatis ; la biblioteca centrale, in cui sono raccolti oltre 120 .000 volumi ; l'Aula Magna con 1200 posti ; la palestra . parola al Superiori e alunni dell'Ateneo e alle autorità religiose e civili Intervenute alla solenne cerimonia Con l'inaugurazione della nuova sede romana si sono conclusi i primi venticinque anni di vita del PAS . Voluto e organizzato dalla lungimiranza del quarto successore di Don Bosco, don Pietro Ricaldone, esso fu eretto canonicamente il 3 maggio 1940, perchè fosse strumento di formazione scientificamente qualificata dei figli di Don Bosco nelle scienze teologiche, giuridiche, filosofiche e pedagogiche . La feconda realtà odierna del PAS risponde al sogno vagheggiato dai suoi ideatori e da coloro che si sacrificarono nella sua preparazione . Durante i venticinque anni della sua attività oltre 2200 allievi, appartenenti a 40 diverse nazionalità, conseguirono gradi accademici e acquistarono sensibilità ai problemi della Chiesa e della società moderna attraverso una qualificata preparazione scientifica . Nell'anno accademico 1966-67 conta circa 400 allievi, di cui 180 non salesiani, appartenenti a 37 nazioni di tutti i continenti, mentre il Corpo Accademico comprende 82 docenti di quindici nazionalità . La fiducia riposta dalla Chiesa nella vitalità della Congregazione salesiana anche nel campo scientifico, è espressa eloquentemente dal riconoscimento giuridico dell'Istituto Superiore di Pedagogia, con la facoltà di conferire titoli accademiei in Filosofia-Pedagogia a studenti sia ecclesiastici che laici, e dall'incorporazione al PAS dell'istituto Superiore di Pedagogia e Scienze religiose delle Figlie di Maria Ausiliatrice . Essi si propongono l'organizzazione e il progresso scientifico delle discipline pedagogiche . alla luce del Magistero ecclesiastico e della tradizione pedagogica trasmessa da Don Bosco alle sue famiglie . Nuova prova della fiducia della Santa Sede è stata l'erezione dell'Istituto Superiore di Latinità, in diretta dipendenza dalla Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi, ma affidato alla cura della Congregazione Salesiana, che ne ha edificato la magnifica sede presso il PAS . Esso si propone la formazione di insegnanti scientificamente e didatticamente preparati per l'insegnamento delle lingue classiche e per la valorizzazione del patrimonio classico e patristico, secondo la più nobile tradizione ecclesiastica . La presenza del Sommo Pontefice nella solenne inaugurazione della nuova sede è conferma della benevolenza pontificia ed è espressione del riconoscimento della Chiesa per l'attività svolta nel mondo contemporaneo dai figli di Don Bosco ; ma insieme è pegno di fedeltà alla consegna del Padre : amore alla Chiesa e al Papa, servizio ubbidiente e filiale alla Chiesa e al Papa, nello spirito di dialogo con la società contemporanea, aperto alla Chiesa dal Concilio Ecumenico Vaticano II . 4 L'ALLOCUZIONE DEL PAPA Il Santo Padre, dopo aver espresso il compiacimento che provava nel sentirsi attorniato « dalla corona di tanti Cardinali e Confratelli nell'Episcopato » e da alte Personalità, proseguiva : Diletti Figli, Abbiamo accolto con paterna gioia l'invito che Ci è stato fatto gentilmente da voi, di presiedere alla solenne inaugurazione della nuova, magnifica sede dell'Ateneo Salesiano : l'invito rispondeva anche ad un Nostro vivo desiderio, di darvi una prova tangibile che il Nostro cuore palpita in unione con voi in questa fausta circostanza, che riempie di legittima soddisfazione l'intera Famiglia Salesiana e possiamo aggiungere tutta Roma accademica . Abbiamo seguito sempre con interesse le vicende, le ansie, le difficoltà non esigue nè poche, che hanno accompagnato nel suo faticoso cammino l'attuazione di questo grandioso complesso, che si presenta oggi ai Nostri sguardi ammirati in tutta la sua imponenza e magnificenza . Lasciate che vi esprimiamo alcuni sentimenti che questa realizzazione suscita nel Nostro animo. Compiacimento e saluto del Papa Innanzitutto un sentimento di profonda riconoscenza al Signore, che ha voluto donare alla gioventù studiosa salesiana una residenza più salubre, più raccolta, più decorosa, più rispondente alle accresciute esigenze dei buoni studi ecclesiastici . E il Nostro grato animo si rivolge anche a tutti coloro che sono stati gli strumenti delle benevole disposizioni della Provvidenza divina in quest'opera ; in primo luogo ai Superiori della Congregazione Salesiana, che con lungimirante saggezza e non senza grandissimi sacrifici l'hanno ideata e realizzata; e inoltre ai benefattori che ne hanno generosamente facilitato il felice compimento . Dio conceda a tutti la dovuta ricompensa . In tal modo il caro Ateneo Salesiano con i suoi cinque rami in cui si articola tutta la sua fiorente vita ac- Sua Santità Paolo VI benedice la prima pietra dell'Istituto di Pedagogia e Scienze religiose delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che sorgerà presso l'Ateneo Salesiano, al quale è stato incorporato . cademica, col complesso armonioso e severo dei suoi edifici, con la ricchezza delle sue attrezzature idonee alla più aggiornata ricerca scientifica, assurge a nuovo prestigio e decoro nel concerto dei celebri e benemeriti Istituti di cultura ecclesiastica superiore che fioriscono numerosi qui in Roma, e fa presagire sempre più significative affermazioni di cultura e di virtù, di cui è ricca e feconda la benemerita famiglia di Don Bosco . Eredi e promotori di preziose dottrine pedagogiche Ma tanto più cordiale e spontaneo sgorga dal Nostro animo il compiacimento per la rinnovata sede di questo Ateneo in quanto esso, nel quadro dell'alta cultura ecclesiastica romana, si inserisce con un suo volto, con una sua particolare fisionomia che ne accresce il valore e il prestigio . Infatti oltre che offrire una superiore iniziazione accademica nelle varie discipline ecclesiastiche, il vostro Ateneo è un'opera che s'innesta nella tradizione educatrice salesiana . Sembra a Noi che non avremo mai fatto attenzione sufficiente a questo apporto caratteristico e significativo di questa famiglia religiosa . Voi siete gli eredi di quel prezioso patrimonio di dottrine pedagogiche che fanno capo al vostro santo Fondatore, e che hanno ovunque operato meraviglie di opere, di risultati benefici, di conquiste scientifiche e morali . Anzi, voi non siete soltanto eredi passivi, ma eccellenti e modernissimi promotori . Ne è luminosa testimonianza la fiorentissima vostra Facoltà di Pedagogia che nella sua nuova sede oggi rappresenta quasi il coronamento di un secolo di sforzi e di studi in questo campo, ed impegna un qualificato manipolo di studiosi al ripensamento, alla coscienza, alla formulazione scientifica della pedagogia, giustamente chiamata ars artium, fin dalla più antica età cristiana . Questo momento è troppo breve perchè Noi Ci dilunghiamo a dimostrare come questo Istituto risponda ai bisogni attuali e moderni della scuola . Basta pensare alla gioventù di oggi, così degna d'ogni nostro interessamento, così ricca di nuove potenziali virtù, così disponibile per le cose nuove, per le cose vere e buone, ma anche così insidiata da una visione edonistica e materialistica della esistenza terrena, così precocemente svegliata alla sensibilità, alla coscienza, alla scelta dei valori della vita, e nello stesso tempo così piena di difficili e complessi problemi . Il pensiero che un nuovo strumento - e quale magnifico strumento! - è qui costituito per la formazione e per la cultura delle giovani generazioni reca conforto ed esultanza al Nostro spirito, per l'affetto che sempre abbiamo portato alla gioventù ed ora ancor più per la carità paterna e pastorale del Nostro apostolico ufficio. L'incomparabile umanesimo pedagogico e cristiano di Don Bosco Ma ricordiamo bene : questa nuova sede con tutte le sue moderne attrezzature non può considerarsi che come uno strumento . E come rispetto ad uno strumento musicale, per quanto bello e perfetto, ciò che maggiormente conta è l'artista che lo adopera e lo domina e la musica che per suo mezzo viene eseguita, così anche nel caso nostro non si deve sopravvalutare lo strumento trascurando gli altri coefficienti dell'opera educativa . Ciò che ora più conta, sono gli artisti che devono adoperarlo, i maestri cioè che dovranno formare in questo Istituto qualificate schiere di educatori cristiani ; così pure la dottrina pedagogica, ai cui princìpi dovrà ispirarsi la loro opera . A questo proposito, è doveroso riconoscere che non possono in nessun modo essere ignorati o sottovalutati i progressi e le conquiste della scienza psicotecnica moderna ; vogliamo però ricordare che meritano ancor maggiore fiducia da parte degli educatori i princìpi umani e cristiani sui quali si basa il sapiente metodo di Don Bosco, che ha saputo offrirci un incomparabile esempio di umanesimo pedagogico e cristiano . Pedagogia, la sua, che affonda le sue radici nel Vangelo, dove vediamo Cristo abbassarsi per innalzare la creatura a Dio, farsi debole con i deboli per elevare l'uomo alla Verità e alla Bontà, non con l'autorità estranea di chi impone pesantemente la legge, ma di chi con gravità e mitezza espone la legge di Dio come espressione del suo amore e condizione della nostra salvezza, ed insieme con l'educando alla stessa legge ubbidisce . In altre parole, Don Bosco trovò il suo segreto nella carità, che è come il compendio di tutta la sua opera educativa . Facciamo voti perciò che in questo splendido Ateneo non meno splendida si affermi e si effonda la sapienza educatrice salesiana e ciò sia gloria a Dio, onore alla famiglia di Don Bosco, fortuna per innumerevoli anime giovanili . Il Pontificio Istituto di Alta Latinità Merita inoltre una particolare attenzione da parte Nostra il « Pontificium Institutum Altioris Latinitatis » che è stato aggiunto al vostro _Ateneo, sotto gli auspici della Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi . Nobile e felice realizzazione, questa, da voi portata a termine con geniale generosità, e, diciamo pure, con ardimento, che costituisce titolo di lode per la vostra Congregazione religiosa, bravi e cari Salesiani! Avete voluto così onorare un'altra gloriosa tradizione lasciatavi in eredità dal rostro Fondatore, quella cioè di promuovere e coltivare la cultura greco-latina ; e con gesto magnanimo avete voluto rispondere all'ansiosa sollecitudine della Chiesa per lo studio del latino fra il Clero e per la formazione dei suoi maestri, dando così compimento alla Costituzione « Veterum Sapientia » del Nostro Predecessore Giovanni XXIII . Le primizie raccolte nel primo anno di vita della scuola sono senza dubbio buone e promettenti ; è un 6 albero che già ha dato frutti e che altri ne fa sperare ancor più abbondanti . Del resto abbiamo appreso con soddisfazione che il Governo Italiano, in considerazione della serietà scientifica dell'Istituto, è stato già largo nel riconoscimento ufficiale dei titoli accademici . Naturalmente, in anelito di perfezione, bisognerà alla scuola dare un progressivo sviluppo, consistente soprattutto in un organico adattamento alle sue specifiche finalità, distinguendo due piani, due metodi, due scopi di questo Istituto : uno altamente scientifico e rigorosamente filologico ; l'altro rivolto a più larga e pratica utilità . Oltre, infatti, a un suo primo scopo che è quello di preparare sul piano scientifico e con qualificazione accademica veri specialisti del latino particolarmente ecclesiastico, si dovrà altresì aggiungere, in un livello inferiore, una scuola di buona latinità, ma modesta e accessibile a tutti, ecclesiastici e religiosi, per il possesso del latino nell'uso comune. Nella Nostra Lettera Apostolica « Studia Latinitatis » sono state date precise prescrizioni a questo riguardo, e non abbiamo dubbio che, da parte di coloro ai quali spetta attuarle, sarà posta ogni cura, affinchè l'esecuzione sia illuminata e fedele . Augurio paterno a docenti e alunni Ed ora un augurio ed una benedizione . Al caro Ateneo l'augurio che « vivai, crescat et floreat », rinnovato non solo nella sua struttura esteriore, ma ancor più nello spirito di San Giovanni Bosco, che è spirito di amore alla Chiesa, di servizio e dedizione verso le anime, di fedeltà inconcussa alla Cattedra di Pietro, e che è anche garanzia sicura del suo prospero avvenire . Un augurio al venerato Rettor Maggiore, al quale esprimiamo il Nostro ringraziamento sincero per il nobile indirizzo che abbiamo ora ascoltato, e per l'offerta che ha messo nelle Nostre mani, proveniente dalla carità e indirizzata alla carità, e ai Superiori e Professori, che così numerosi vediamo qui presenti intorno a Noi : possano essi cogliere i migliori frutti dei loro sacrifici, e trovino da parte degli alunni tutti docilità e corrispondenza alle amorevoli cure che loro prodigano . Infine a tutti gli alunni rivolgiamo il voto che tengano alto il prestigio di questo Ateneo col loro impegno e con la loro serietà nello studio, e che siano degni dell'ora solenne che vive oggi la Chiesa tutta in questo periodo post-conciliare ; da Roma eterna e sacra sappiano cogliere e conservare la sapienza cristiana per portarla sempre nelle loro anime e diffonderla dovunque sarà dato loro esplicare il sacro ministero . E su tutti, auspice lo sguardo materno di Maria Ausiliatrice, celeste Patrona della grande famiglia di Don Bosco, larga e propiziatrice discenda l'Apostolica Benedizione, che di cuore a tutti impartiamo . DON CIMATTI SI CONFESSA Ecco qualche nuovo spiraglio aperto sull'anima di don Cimatti, fondatore dell'Opéra salesiana in Giappone . Le citazioni sono tolte da lettere al Rettor Maggiore don Rinaldi : sono confidenze di un santo a un altro santo . Don Cimatti è molto severo nel giudicare se stesso e usa per sè espressioni non molto indulgenti . A lettura fatta, il lettore sarà dello stesso parere? 2 Don Cimatti rifiutava le cariche perchè era convinto di esserne indegno e incapace ; non certo perchè rifuggisse dalle noie della superiorità . Temeva la responsabilità, ma amava il lavoro . Don Cimatti fu infatti un lavoratore appassionato : per lui le ore del giorno non bastavano e saccheggiava quelle della notte . Ma lasciamo che parli lui stesso . Il 26 luglio del 1930 confidava a don Rinaldi : « Lavoro ce n'è, ma in certi momenti il lavoro essendo tutto sedentario e sbrigandolo alla lesta ho l'impressione di non essere troppo occupato . Che vuole? Per me l'ideale sarebbe aver ogni giorno da predicare, camminare, essere sepolto sotto un mucchio di corrispondenza da sbrigare . . . E invece non ho ancora avuto la consolazione di provare l'accasciamento del lavoro . Pazienza e così sia . Mi pare che il Signore mi abbia voluto in pensione troppo presto . . . Chissà se riuscirò a salvarmi l'anima? ». Quest'uomo che si lamenta di essere in pensione troppo presto, era Superiore religioso dell'Opera salesiana in Giappone e Superiore ecclesiastico della nuova Missione di Miyazaki ; si alzava ogni mattina prima delle quattro, non faceva il pisolino dopo pranzo e aveva fama di moto perpetuo . «Preghi per questa testa matta » Anche nei viaggi per mare, il suo zelo non lo lasciava fermo un istante . Nel 1929, toccato il suolo d'Italia, scriveva a don Rinaldi : « Ho cercato di occupare il tempo nello studio della teologia e del giapponese, ho preparato tutto il lavoro per la futura stampa del Vangelo unificato e la relazione ai Superiori, e ho cercato di conversare col personale per fare un po' di bene. Ho tenuto una conferenza su Don Bosco e le Missioni, e quando si poteva dire Messa a bordo, ho fatto la spiegazione del Vangelo ecc . Molto di più avrei potuto fare per le anime, ma sono sempre il medesimo buono a niente . Tre marinai fecero Pasqua e ne preparai uno alla prima Comunione . Deo gratias! Oh, buon Padre, come è ignorata in alto e in basso la nostra santa Religione! . . . » . Il lavoro per don Cimatti doveva avere un solo scopo : salvarsi e salvare . E poichè sono senza numero gli uomini da salvare e gli apostoli sono pochi, quanto si fa per le anime è sempre poco . Per questo don Cimatti si vota totalmente alla salvezza delle anime e ne scrive a don Rinaldi : « Preghi perchè Gesù accetti questo mio totale sacrificio, che deve da un lato assicurare la salvezza dell'anima mia e dall'altro piegarlo amorevolmente a spalancare il suo Cuore alle povere anime dei giapponesi, movendole all'azione della grazia ». Il suo pensiero risulta evidente in una lettera del 16 luglio 1930 : vuol farsi santo e santificare : « Preghi per questa testa matta : ieri, 15 luglio, mio compleanno . Sono 51 anni di cui devo rendere conto a Dio e non ho ancora messo giudizio . Come oggi ho ricevuto il S . Battesimo . Quali ricordi! E ho detto la Messa a Nagasaki all'altare di Maria, dove è avvenuta la scoperta dei discendenti dei vecchi cristiani . Può pensare che cosa ho detto a Maria . Preghi che mi salvi l'anima . Mi piace pensare di avere davanti a me ancor 25 anni di lavoro . . . per farmi santo e santificare » . « A noi le patate, a Dio la gloria » Umiltà e zelo si trovarono in lotta quando don Cimatti vide la possibilità di far conoscere i missionari cattolici con i concerti musicali . Vinse lo zelo e don Cimatti divenne il —giullare di Dio" ; ma tanto lui quanto i suoi compagni don Liviabella e don Margiaria si prefissero i soli fini che don Cimatti stesso dichiarava a don Rinaldi il 3 aprile del 1926 : « Faremo un giro nella grande isola per cantare cori una serie di concerti le lodi di Dio, e per far conoscere l'opera nostra, ma più il lavoro missionario e la fede . Tokyo, Yokohama, Osaka, Kyoto vedranno i poveri figli di Don Bosco . . . e Maria Ausiliatrice e Don Bosco si faranno onore . . . A noi tirino pure anche le patate, ma Dio sarà glorificato e nel gran salone di Tokyo spero di potere intonare (oh, il Signore mi dia in quell'ora l'efficacia della parola di Don Bosco!) : "Cristo risusciti in tutti i cuori, Cristo si veneri, Cristo s'adori" attraverso la bella melodia italiana del secolo XII » . 8 Don Cimatti nomina anche Kyoto : è la sede del buddismo giapponese . Lo zelo lo spinse fin là : « Anche in questa occasione - scriveva - abbiamo portato il nostro modesto contributo all'opera di propaganda cattolica coi mirabili discorsi del vescovo giapponese mons . Hayasaka . Un diecimila persone hanno ricevuto un po' di bene . Deo gratias! Stanchi, senza soldi, ma contenti . Quale lo stile di don Cimatti concertista? Ha già risposto il nostro « Bollettino » (gennaio 1966) . Qui solo una sua frase rivelatrice : « Il vescovo di Osaka ringrazia . . . Ci vuole davvero bene questo sant'uomo. . . Sa come mi chiama? "La mia piccola scimmia", perchè nei concerti naturalmente faccio il matto . . . e Lei pensa che don Cimatti possa avere della gravità? . . . » . Ci si può chiedere : quale l'impressione dei giapponesi su questi preti concertisti girovaghi? Se lo chiedeva anche don Rinaldi . Rispondeva don Cimatti : «Viva Don Bosco! Il giornale buddista di Kyoto (la grande città buddista) scriveva tempo fa : "Sono comparsi in Giappone dei bozu san (bonzi : siamo noi!) che hanno inaugurato un sistema del tutto nuovo e geniale nella propaganda religiosa in Giappone" » . L'uomo tutto cuore « A don Cimatti non si può dire di no » : era la frase corrente tra i salesiani del Giappone . Ed era pacifico che fosse così, perchè il suo governo era tutto intriso di bontà e di paternità. Non avrebbe potuto fare diversamente ; il suo gran cuore non glielo avrebbe permesso . Lo affermava egli stesso il 2 dicembre del 1928 a don Rinaldi : « Per me, la frusta non so adoperarla . Mi dicono che adopero troppo miele . Mah! può essere che nel suaviter ci riesca, non certo nel fortiter, a dirigere gli altri . . . Ma, o mio buon Gesù, non so dirigere me stesso : non c'è da meravigliarsi che non sappia dirigere gli altri » . Si entra meglio nell'animo di don Cimatti leggendo quanto, con incantevole semplicità, confidava a don Rinaldi il 29 agosto del 1930 : « Non son capace di essere rude e forte . . . Mi pare che finchè non avrò tutta la confidenza [dei confratelli] non riuscirò a dirigerli a Dio, ma in questo il cuore ha la sua parte e le sue esigenze . . . sono troppo paterno e materno . . . Ma come fare, o mio Dio, se voi mi avete fatto così? È per dirigere a voi queste anime! Ma, faccio bene a fare così? Allevo dei buoni salesiani? Ma mi sembra che se non faccio così, non ci sia tutta l'anima, tutto il cuore . . . Vede che razza di farabutto è don Cimatti? E penso sempre : come può il Signore benedire la missione che ha alla testa simile razza? E certo anche le croci attuali sono dovute alla mia insipienza . "O mio Dio (prego sempre), fammi scomparire, sopprimimi . . . perchè debbono soffrire gli altri, se don Cimatti è la causa di tutto?"» . Per questa carità spinta fino all'eroismo non basta un cuore straordinariamente sensibile com'era quello di Don Cimatti ; occorre un grandissimo Amore di Dio . Don Cimatti l'aveva in grado eminente . In una sua intima a don Rinaldi, dopo di aver confessato « amo troppo i confratelli » quasi fosse una colpa, esclamava : « Ma, o Gesù, che ne posso io se mi avete dato un cuore così fatto? Oh, sia tutto vostro! Non Le nascondo che il pensiero di tante anime sante e di tanti che avrebbero bisogno di spinte continue per essere buoni salesiani, mi commuove fino a riempirmi gli occhi di lacrime . Li amo troppo . . . » . « Dono delle lacrime? » Don Cimatti amava tanto il buon Dio da fargli versare lacrime di gioia quando riusciva a farlo amare, e lacrime di dolore quando non poteva impedire che lo si offendesse . In una lettera a don Rinaldi, dopo aver lamentato di non essere riuscito a impedire un inconveniente, concludeva : « Ma a me quello che rompe il cuore è l'offesa di Dio » . Quando don Cimatti riusciva a effondere la sua anima in preghiera, ne era felice . E Dio gli concedeva favori straordinari e gioie di paradiso : « Il mio sforzo - scriveva pochi mesi dopo il suo arrivo in Giappone - è di rassodare e miglio- rare la vita della mia vita con le pratiche di pietà . Le fo tutte, sono però ancora (grazie a Dio, sempre involontariamente) piene di distrazioni . Combatto ; lavoro settimanalmente, mi metto filialmente nelle mani di Maria e di Gesù . In certe occasioni speciali (feste caratteristiche o altro) specialmente la Santa Messa è detta con vera effusione, anche con lacrime . . . e mi domando : perchè Gesù mi tratta così, mentre don Vincenzo non è capace che . . . Creda, ho bisogno di calmarmi, distrarmi, perchè mi fa male al cuore . La superbia fa capolino : dono delle lacrime?! Mah, non so che cosa sia . . . È certo che provo momenti di Paradiso . Non vorrei dar nell'occhio anche con queste esteriorità ; prego Lui a nascondere, ma delle volte è una faccenda seria . Il 24 del mese ho celebrato la S . Messa e non Le so dire le delizie spirituali con Mamma ; alla fine ho voluto rivolgere un pensiero prima di leggere la consacrazione a Maria . . . e sono scoppiato . Divento vecchio . . . (aveva 47 anni!) . Non creda mica a cose speciali, sa ; purtroppo che sono ancora lontano dalla santità : certo vi è l'ardente desiderio ; certo Gesù mi vuol troppo bene! . . . » . La Mamma del cielo Tali gioie le meritava con la sua umiltà e fedeltà . Ecco due confessioni in merito . « Pratiche di pietà regolari . In questo mese trovo molte distrazioni involontarie nelle pratiche più importanti . Sono, insieme con le difficoltà quotidiane, le fonti più belle di umiltà : mi definisco "il niente" . Lo dico a Gesù : "il tuo niente è proprio buono a niente", e mi pare che Lui sia contento . . . e ridiamo insieme » . Così scriveva nel 1926 . L'anno dopo, nel rendiconto che faceva al Rettor Maggiore, rivelava inconsciamente la sua fedeltà accusandosi anche di minime infrazioni : « Faccio le pratiche di pietà in comune . Quando devo farle in altro orario sono dolori . . . e due volte in questo mese, avendo detto il Santo Rosario nell'addormentarmi, il quinto mistero me l'avrà detto l'Angelo Custode . Ad ogni modo non cedo nella volontà di migliorarle » . Questa fedeltà al Rosario fa pensare al suo amore alla Madonna. È difficile dire quanto in lui fosse profondo e sentito . Don Cimatti ebbe per la Madonna un amore filiale nel significato più completo della parola. L'amò come Mamma non solo perchè la fede gli diceva che Dio ce l'ha data per mamma, ma anche per sentimento, vorremmo dire umano . Il suo amore per la Vergine era affettuoso e si esplicava con tutte quelle manifestazioni esterne che sono proprie del cuore di un figlio che ama. Anche scrivendo usava abitualmente l'espressione "Mamma" senza altre specificazioni . Il primo 8 dicembre passato in Giappone don Cimatti volle che l'Immacolata fosse onorata al massimo, pur nell'estrema povertà di mezzi. Alla Messa assistette, non si sa come, un ragazzo pagano . Anche a Don Bosco l'Immacolata nel suo giorno aveva mandato il primo ragazzo . Don Cimatti ricorda, accosta le date e si commuove . « Torno ora dalla chiesa dove i suoi figli giapponesi hanno celebrato come meglio potevano la festa della Mamma . . . Il Signore non mancò di consolarci . Alla Messa, cosa strana, assistè anche un ragazzetto pagano . . . e la testa mi vagava : Don Bosco, la chiesa di S . Francesco d'Assisi, Bartolomeo Garelli . . . e una profonda commozione che mi prende in queste occasioni mi inondava l'anima con speranze, con preghiere . con le parole che rivolgevo alla nostra famigliuola . . . e poi pensavo a Torino, ai Superiori . . . Oh, ci aiuti la Mamma nostra a farci santi, a tenere lontano da noi il peccato : ho detto a Gesù che pigli la mia vita, ma salvi da ogni male tutti i confratelli a me affidati . . . Ed ora basta, perchè il cuore traboccante di santa 9 gioia minaccia di scoppiare . Grazie, Mamma, grazie Gesù, e grazie a Lei che mi ha messo nella circostanza di provare tali gioie di Paradiso » . La Madonna fra le quinte L'amava la Mamma del Cielo e sapeva farla amare . Quando ne parlava ai ragazzi era efficace anche perchè immaginoso . Un saggio . Don Cimatti si dirige a un ragazzo . « Tutti i ragazzi amano la mamma : è un pensiero così naturale questo, che ti fa dire : "C'è bisogno di dirlo?" . Don Bosco, che ha messo a base del suo sistema la "famiglia" ., ha dato ai suoi figli una Mamma, Maria Ausiliatrice . Solo in Paradiso comprenderemo quanto ci abbia aiutati la Madonna dall'inizio della vita fino alla morte . Se in questo momento in un mirabile film ti facessi passare sullo schermo del pensiero tutta la tua vita, e se il Signore dove intervenne Maria ti facesse comparire in forma evanescente (come accade nei film) l'immagine di Lei, potresti vedere che non v'è azione della tua vita in cui la Madonna non abbia avuto la sua parte, e non vi è stata deviazione nella tua vita da cui Maria non abbia concorso a rimetterti in carreggiata . Mi dirai : "Come avviene tutto ciò? Io non ho mai veduto la Madonna" . Ascoltami . A te piace il teatro; ti piace vederlo e, penso, anche recitare, specialmente se protagonista, per ricevere gli applausi . Ricordo che in un nostro teatro, durante una rappresentazione, per preparativi mal fatti, nel punto culminante, quando la sospensione del pubblico era all'apice, cadde qualche quinta e il sipario di fondo . Quale cambiamento di scena! Il pubblico vide gli umili lavoratori che si affaccendavano tra le quinte, i massimi fautori dello spettacolo non visti prima : il suggeritore, il manovratore elettrico coi vetri colorati davanti al proiettore, gli autori della pioggia, dei tuoni, dei lampi . . . tutti all'opera in maniche di camicia alle prese coi loro arnesi, con le gote gonfie all'enorme pipa da cui escono i lampi . . . col battacchio della grancassa . . . pronti ai cenni del direttore di scena . . . Fino a quel momento nessuno aveva pensato a loro; gli applausi erano stati tutti per gli attori . Eccoti un'immagine della realtà quotidiana . In te la Madonna lavora e come! ma tra le quinte del teatro della tua vita . È la vera direttrice di scena, se tu la lasci fare . La devozione alla Madonna, secondo Don Bosco, è tutta qui : volere la Madonna come guida, maestra di tutta la nostra vita . Come fare? Eccoti una proposta pratica . Di' a te stesso con frequenza : "Se la Madonna fosse 10 Tokyo - Mons. Angelo Acerbi, Incaricato della Nunziatura, ha benedetto le prima pietra della chiesa con cripta, che sorgerà quale monumento di riconoscenza degli amici di mons . Cimatti al Fondatore dell'Opera salesiana in Giappone . Le autorità hanno firmato la pergamena in essa racchiusa, dove si legge che la cripta custodirà le spoglie del grande Missionario "in attesa della glorificazione". Le offerte si possono indirizzare, specificandone chiaramente lo scopo, alla Direzione Generale Opere Don Bosco - via Maria Ausiliatrice, 32 - Torino. Conto Corrente Postale n . 211355 . al mio posto, come penserebbe, come parlerebbe, come agirebbe ora?" . È proprio un pensiero di Don Bosco che passo a te come pratica di vita . Una bella novella orientale dice che una mamma morente consegnò alla sua figliuola uno specchio dicendole : "Guardandolo, vedrai sempre la faccia della tua mamma" . La fanciulla, che non sapeva che cosa fosse lo specchio, prese alla lettera le parole della mamma, e vedendo il suo volto nello specchio, lo credette il volto della mamma . Così, proprio così anche per te : sia il tuo volto, ossia il tuo essere, sempre l'immagine di Maria, il riflesso suo . Così onorerai, amerai e glorificherai Maria, come vuole Don Bosco » . Un'ultima citazione senza commento . È tolta da una lettera dei primi tempi, sempre a don Rinaldi : «Mio amatissimo babbo, è con la gioia e commozione più profonda che oggi ho benedetto per la prima volta in Giappone l'immagine della Madonna di Don Bosco, della nostra Madonna . Non avendo la statua, ho fatto costruire un bel kakemonò (proprio come piace ai giapponesi : è una specie di stendardo) in mezzo a cui campeggia la nostra Mamma . L'ho benedetto, poi ho raccontato come meglio sapevo il sogno delle due colonne e ho detto perchè Don Bosco ha scelto questo titolo . Che cosa sarà passato nelle anime di questi cristiani non lo so ; certo se essi provavano ciò che provava don Cimatti, dovevano liquefarsi d'amore per Maria . . . » . LE AVVENTUROSE VACANZE DI MONSIEUR DELPOUVE A pochi passi dalla strada, sfiorato da un sentiero tra il verde delle macchie, c'è un pozzo per abbeverare il bestiame . E un vecchio pozzo col rustico muricciolo in pietra, tarlato dal tempo, come se ne trovano per la campagna nel sud della Francia . I ragazzi di monsieur Delpouve - una quarantina tra i nove e i dodici anni - tornano dalla lunga scampagnata e passano proprio accanto al pozzo . Il primo ragazzo si affaccia sull'acqua e la trova immobile e misteriosa . Che succede a gettarvi un sasso? Una pietra del parapetto è smossa : il ragazzo la getta . I cerchi d'acqua s'allargano, il gioco è bello, tutti i ragazzi aggrediscono il povero parapetto, che è troppo vecchio per offrire resistenza e si lascia strappare a una a una le sue pietre . Un Cooperatore francese ogni anno, da vent'anni a questa parte, organizza una colonia per ragazzi che è la traduzione in veste moderna delle •, gite autunnali - di Don Bosco. VENT'ANNI DI VACANZE AVVENTUROSE L'indomani il padrone del pozzo è da monsieur Delpouve : gira nervoso il cappello tra le mani e dà la stura a un sacco di lamentele . Monsieur Delpouve convoca i quaranta devastatori : « Voi - dice _forse l'evete fatto solo per gioco, senza cattiveria, ma intanto avete distrutto il pozzo. E ora? » . I quaranta colpevoli, a capo chino, sono desolati . 11 Un ragazzo propone : « Andiamo a ripescare le pietre e a rifare il pozzo? » . L'idea è buona . Nel primo pomeriggio monsieur Delpouve e i quaranta ragazzi sono sul luogo del delitto con una scala, corda, secchi e tanta voglia di redimersi . Calano la corda nel pozzo, lo svuotano dell'acqua, tirano su le pietre e ricostruiscono il parapetto . L'indomani il padrone ritorna . Ha il cappello gaiamente sulle 23 . Esclama : «Il mio pozzo è più bello di prima », e regala ai ragazzi due panieri di pesche mature . « Tutto sommato - conclude monsieur Delpouve - i miei ragazzi ne ricavarono un grosso vantaggio dal punto di vista educativo . Era mio dovere insegnar loro come correggere i propri sbagli, e l'ho fatto » . Peccato che non ci sia in questo mondo, per ogni gruppo, un monsieur Delpouve . Tipi così sono piuttosto rari ; per questo ora parliamo di lui, dei suoi ragazzi e delle vacanze avventurose in cui da vent'anni a questa parte li coinvolge . «QUESTA COLONIA TI FARA MORIRE» Da vent'anni ormai monsieur Delpouve organizza la "Colonia San Giovanni Bosco" per una quarantina di ragazzi . È Cooperatore salesiano, e lo è divenuto in qualche modo prima ancora di conoscere Don Bosco e i Cooperatori . Nel 1945, appena terminati i suoi studi, con un'irresistibile vocazione di educatore da realizzare, dovette scegliere tra due posti d'insegnamento che gli erano offerti : una scuola laica che lo avrebbe pagato bene, e la scuola cattolica che aveva frequentato e che gli offriva molto meno . Ci pensò su otto giorni, poi contro ogni logica economica scelse la scuola cattolica e non sa ancora perchè . Comunque, due anni dopo accettava la proposta di organizzare una colonia estiva . Con tre altri professori della scuola, reclutò trenta ragazzi e partì per l'avventura . Tra l'altro bisognava dare un nome alla colonia . Don Bosco era allora per monsieur Delpouve niente più che uno dei 365 santi del calendario, ma "ragazzi in vacanza" e "Don Bosco" gli suonavano così bene insieme, che dedicò la colonia al Santo . Quella prima vacanza fu irta di difficoltà : monsieur Delpouve tra l'altro faceva anche cucina . E con i ragazzi dormiva sulla paglia . « Oggi - dice - non sarebbe più possibile : i ragazzi amano troppo le comodità . Eppure sfortunati quelli che non hanno mai dormito sulla paglia, sotto le stelle e al canto dei grilli : manca loro un'esperienza che serve a diventare uomini « . Tornò da quella prima vacanza completamente stremato . I suoi genitori, fissando le sue guance smagrite e gli occhi affossati, gli dicevano : « Devi smetterla, questa colonia ti farà morire ». Invece da allora il pensiero della colonia riempie il suo tempo libero e dà sapore alla sua vita . Monsieur Delpouve oggi è sposato e ha quattro bambini . Continua a insegnare nella scuola cattolica, dirige i "Piccoli cantori", incide su dischi le 12 loro esecuzioni più belle, ma soprattutto dedica alla sua colonia i pensieri della mente, gli affetti del cuore e tutti i ritagli del tempo . 42 .000 CHILOMETRI GIÀ PERCORSI La "Colonia San Giovanni Bosco" non ha sede fissa . Dice monsieur Delpouve : « Cambiando posto ogni volta, facciamo conoscere ai ragazzi le diverse mentalità dei popoli. Ciò permette loro di fate dei paragoni e di allargare le conoscenze sul mondo». A occhio e croce, in questi vent'anni ha già percorso 42 .000 chilometri, quanto è lunga la linea dell'equatore e qualcosa in più . Nel 1947 condusse i suoi ragazzi in Normandia, nel 1949 in Alsazia, nel 1952 sulla Costa Azzurra, nel 1953 in Savoia, nel 1954 in Svizzera, nel 1956 a Roma, a vedere il Papa Pio XII . Poi in Spagna, in Portogallo, in Germania, e l'estate scorsa di nuovo a Roma . I suoi ragazzi furono svelti a occupare un posticino presso l'altare di San Pietro nella Basilica, e di lì videro il Papa : passò così vicino a loro che quasi potevano toccarlo . Usciti sulla piazza, saltavano di gioia e gridavano : « C'est formidable! I ragazzi in colonia giocano, pregano e imparano secondo lo stile di Don Bosco . Monsieur Delpouve ora ne conosce a fondo la vita, e nelle "buone notti" incanta i ragazzi con gli episodi piú interessanti . C'è molta confidenza nella colonia . « Noi non puniamo mai - dice - ma conduciamo i ragazzi a riconoscere che hanno sbagliato» . Fa fare lunghe passeggiate e giochi all'aperto . I ragazzi sono divisi in squadre, con i capi, e i migliori ricevono un punteggio : alla fine saranno premiati . Due volte la settimana vedono un film, quasi sempre di carattere religioso . Le attività che svolgono li stimolano all'emulazione : concorsi, lavori artistici, gare sportive, e anche i piccoli servizi della colonia . Ascoltano la Messa due volte alla settimana : all'inizio pochi fanno la Comunione ; alla fine tutti . «HO FIDUCIA NEI GIOVANI» Monsieur Delpouve con la sua colonia vagante fa del turismo moderno, ma soprattutto fa educazione umana e cristiana . Il mondo è cambiato, e i giovani piú di tutti . La sua Colonia si è adattata ai tempi, però ha il coraggio di parlare ai giovani di sforzo, di sacrificio e di rinuncia . Un tempo i ragazzi accettavano di dormire sulla paglia, e ora si lamentano se il materasso non è abbastanza soffice . Ma monsieur Delpouve coglie tutte le occasioni per foggiarli alla ruvidezza che è necessaria per affrontare la vita . Una sera giunsero a Venezia con parecchie ore di ritardo e non c'era più modo di allestire un pasto, neppure una cenetta al sacco : egli con un bel discorsino fece appello alla forza di carattere dei suoi ragazzi e li mandò a letto a stomaco vuoto . Avevano dai nove ai dodici anni, e nessuno fiatò . «Ho conservato intatta la mia fiducia nei giovani - dice . - Sul piano della carità e della generosità verso gli infelici sono capaci di compiere gesti disinteressati» . E ricorda quando condusse i suoi a visitare l'ospizio dei poveri vecchi a Chàtillon-surChalaronne . Cantarono per i ricoverati, poi rinunciarono ai dolciumi e gliene fecero dono . « Bisos;nerebbe - dice -- che i giovani imparassero a guada- gnarsi il pane col sudore della fronte, invece di avere le tasche piene di soldi. Occorre mettere sotto i loro occhi gli esempi entusiasmanti dei santi moderni (Don Bosco per primo) e più ancora l'esempio della propria vita. La società oggi offre troppe tentazioni, che allontanano i giovani dalla Chiesa . Occorre distruggere il prestigio fasullo degli idoli, tutti questi cantanti da quattro soldi e questi divi del cinema » . L'AUREO PRINCIPIO DELL'ECONOMIA CRISTIANA Non gli mancano i grattacapi . Il suo primo grattacapo è il denaro . Le famiglie dei ragazzi pagano ma non a sufficienza per coprire tutte le spese . Monsieur Delpouve in compenso è fervido di iniziative e riesce a quadrare i bilanci . Ha fondato 1`Associazione San Giovanni Bosco" i cui membri aiutano la colonia quotandosi . Ricava qualcosa dalla vendita dei suoi dischi . Allestisce tra i benefattori delle "tombole" con premi . E poi, certi aiuti gli arrivano in un modo - a dir poco -- curioso . Un giorno del 1953, mentre era con i ragazzi in Savoia, disse al cappellano : «La nostra colonia ha già sette anni di vita, e non ha ancora una statua del suo santo patrono » . Poi aggiunse ridendo : « Se Don Bosco ci tiene che abbiamo una sua statua, si arrangi a pagarsela» . Nel pomeriggio era accanto alla fontana degli elefanti a Chambérv, intento a distribuire la merenda ai suoi ragazzi ; si avvicina una signora e domanda : « Posso fare qualcosa per questi ragazzi? » . «Noi non domandiamo mai nulla - le rispose - ma se ci offre qualcosa, lo accettiamo ben volentieri». La signora sorrise, aprì il portafoglio e sfilò 2500 franchi . La statua di Don Bosco, lucida e sorridente nel negozio di oggetti sacri, costava 2501 franchi e monsieur Delpouve non ebbe che da aggiungere di tasca sua il franco che mancava . Tre anni dopo, il pullman li portò ad Ars . Trovarono sulla piazza una vecchina in condizioni pietose. Monsieur Delpouve le domandò se avesse fame, e lei disse di sì senza complimenti . Allora chiamò i ragazzi e spiegò che bisognava fare qualcosa . I ragazzi non se lo fecero dire due volte, e lui per parte sua donò alla vecchina una pagnotta, una tavola di cioccolata e Zoo franchi . L e spese della lunga escursione in Italia superavano già i preventivi, ma non si poteva fare di meno . « Grazie - disse la vecchina intascando i Zoo franchi - Il buon Dio ve li renderà» . Un quarto d'ora più tardi, infatti, monsieur Delpouve incontrò il babbo di uno dei suoi ragazzi, giunto ad Ars per affari, che offrì a tutta la comitiva un rinfresco e srotolò dal portafoglio 15 .000 franchi . « Credo che ne abbiate bisogno», disse, e non sapeva che il buon Dio davvero Il Cooperatore salesiano monsieur Delpouve . Alla sua destra Claude Delpouve e a sinistra Maurice Cattez, che hanno lavorato senza tregua per la "Colonia Don Bosco" dal 1947 al 1961 . restituiva in quel modo assai più che il centuplo promesso nel Vangelo . Monsieur Delpouve risolve così i problemi finanziari della colonia, applicando l'aureo principio dell'economia cristiana : « Aiutati che il ciel ti aiuta» . IL SECONDO GIRO DEL MONDO Altro suo grattacapo è trovare i collaboratori . Per la colonia ambulante occorre un autista, e poi chi fa cucina, chi assiste i ragazzi, chi li fa giocare, pregare, divertire e lavorare . Monsieur Delpouve non dà loro il becco d'un quattrino, perchè farebbe subito fallimento . Lo aiutano, senza ricompensa di sorta, alcuni colleghi del collegio, i suoi ex alunni, • soprattutto i familiari che ha contagiato col suo entusiasmo : i suoi fratelli, una sorella, la moglie. C'è da aspettarselo, presto lo aiuteranno anche i figli, appena ne saranno capaci . Questo Cooperatore salesiano al cento per cento ricalca a perfezione e modernamente le passeggiate autunnali di Don Bosco sui colli del Monferrato ; • i genitori dei ragazzi gliene rendono testimonianza . Gli scrivono per esempio : «Il nostro Filippo è tor- nato entusiasta del viaggio attraverso la Francia e l'Italia ; ha acquistato una certa maturità di giudizio • più devozione*. E ancora : «L'evoluzione morale del nostro Bruno è lampante . Il suo carattere è ora più delineato, la sua volontà più rafforzata» . Sulle circolari che manda alle famiglie dei ragazzi, monsieur Delpouve cita le parole di Don Bosco: « Noi non ci fermiamo mai ; c'è sempre cosa che incalza cosa . . . Il giorno che ci fermassimo, la nostra opera comincerebbe a deperire» . Ciò è vero . Per conto suo, dopo aver percorso un intero giro del mondo, ha cominciato il secondo giro . Bravo chi riuscirà a fermarlo . 13 Pducatel a perdonare Una domenica Giuseppe Brosio, un giovanotto molto affezionato a Don Bosco, notò che il Santo non era in cortile . Strano! Si mise subito a cercarlo in ogni angolo della casa . Cerca e ricerca, finalmente lo trovò in una camera . Don Bosco era triste, molto triste, sembrava che stesse per piangere . - Che le succede, Don Bosco ? - gli chiese premuroso . Don Bosco taceva, chiuso nel suo dolore . Il giovane insistette perchè gli facesse conoscere il motivo di tanta sofferenza . -- Uno dei nostri ragazzi disse infine Don Bosco -- mi ha oltraggiato e svillaneggiato . Per quel che mi riguarda, non mi importa punto ; ma il peggio è che lui si trova su una brutta strada e chissà che fine farà . Brusio si sentì toccato sul vivo . Con una vampa di collera mostrò i pugni e assicurò Don Bosco che ci avrebbe pensato lui a vendicarlo . Don Bosco lo guardò fissamente : -- Tu vuoi vendicare Don Bosco, non è vero ? Hai ragione ; ma a un patto : la vendetta la faremo insieme . Sei contento ? - D'accordo - gli rispose Brusio . - Allora vieni con me - lo invitò Don Bosco . E lo condusse in chiesa a pregare per quel ragazzo insolente che lo aveva offeso . « Credo che Don Bosco abbia pregato anche per me - ricordava più tardi Brosio - perchè in un momento mi sentii un altro, letteralmente cambiato . Lo sde- 14 gno contro quel mio compagno si era mutato in perdono » . Don Bosco era solito dare questi consigli : « Ricordatevi che perdonare vuol dire dimenticare per sempre» . « Se volete ottenere molto dai vostri allievi, non mostratevi mai offesi contro qualcuno . Perdonatelo sempre» . C'è qualcosa di divino, di miracoloso nel modo in cui il perdono riesce a conciliare ciò che sembrava assolutamente inconciliabile . • Il perdono è il vertice della carità . Se la carità è un dono, il perdono è un raddoppio di dono . È una grazia che redime . La psicologia moderna insegna che la capacità di perdonare e di accettare il perdono è l'indice di un carattere ben equilibrato . • E inevitabile che ogni giorno qualche persona, anche senza volerlo, ci irriti, ferisca il nostro orgoglio, approfitti o abusi di noi, si mostri sconsiderata o ingrata . Le piccole offese di solito si possono anche sopportare ; ma quando si ripetono o diventano serie suscitano in noi una cieca volontà di rendere male per male . Senza la grazia del perdono, l'offesa genera offesa e la vendetta porta alla reciproca distruzione . Occorre preparare i ragazzi a queste dure esperienze della vita e insegnare loro che bisogna perdonare . Quante volte perdonare ? Sette volte ? Gesù risponde : « Settanta volte sette », cioè all'infinito . • Oltre a essere un atto di carità, il perdono porta un duplice vantaggio : giova perdonare non meno che essere perdonati. Si verifica uno dei paradossi della natura umana redenta da Cristo : cioè che più noi siamo pronti a perdonare meno siamo chiamati a farlo . «Allenate fin da piccoli i vostri bimbi a perdonare ogni minimo sgarbo, -- consiglia padre Keller, il fondatore del movimento dei "Cristofori" -- . Ne avranno bisogno soprattutto da adulti . Io sarei dell'idea che i giovani all'altare quando si sposano dovrebbero giurarsi perdono reciproco, oltrechè fedeltà e amore reciproco . Il perdono reciproco salverebbe molti matrimoni e li renderebbe felici» . • La virtù risanatrice del perdono richiede soprattutto preghiera . Senza la preghiera il ricordo dell'offesa subìta resta pieno di amarezza . E la preghiera che toglie il pungiglione e il veleno ai pensieri che ne rimangono . Ogni genitore e ogni educatore dovrebbero insegnare ai fanciulli questo segreto . «Tu vuoi vendicarti? scriveva un educatore . - Prega per colui che ti ha offeso . Recita semplicemente anche un'Ave Maria . E come un po' d'olio gettato sulle acque tumultuose della collera . Si farà subito bonaccia» . « Tu vuoi vendicare Don Bosco, non è vero? - diceva Don Bosco a Giuseppe Brosio . - Hai ragione, vieni con me!,>, e lo condusse in chiesa a pregare . LA 91 8 SPEDIZIONE MISSIONARIA SALESIANA ~ ,Odi Il Rettor Maggiore don Luigi Ricceri nell'udienza privata dello scorso ottobre comunicò al Santo Padre che quest'anno sarebbero partiti per le Missioni 116 missionari (83 salesiani e 33 Figlie di Maria Ausiliatrice) . Paolo VI se ne compiacque vivamente, soprattutto perchè la maggioranza di essi sono destinati all'America Latina . Quando poi seppe che i partenti sono in prevalenza giovanissimi, disse saggia la prassi d'inviare sul campo dell'azione missionaria elementi molto giovani, perchè vanno quasi a "naturalizzarsi" nel Paese dove dovranno svolgere la loro missione, rendendosi più atti al lavoro missionario . La parola del Papa è confermata dall'esperienza : i giovanissimi si adattano facilmente al clima, imparano con facilità la lingua, si uniformano agli usi e costumi locali e penetrano meglio nella mentalità dei nativi, ren- giri la mia gloria" dendo più immediata la loro opera di evangelizzazione. I missionari partiti quest'anno provengono da varie Nazioni, ma sono in prevalenza italiani e spagnoli . Di essi 62 sono diretti all'America Latina, in luoghi di vera missione o in Paesi dove i Vescovi con i loro accorati appelli chiedono operai evangelici ; 16 vanno in Estremo Oriente e 5 in Africa. Anche le 33 Figlie di Maria Ausiliatrice sono destinate a missioni di ogni continente . La domenica 9 ottobre nella Basilica di Maria Ausiliatrice ricevettero l'abbraccio del Successore di Don Bosco e degli altri Superiori . A ciascuno il Rettor Maggiore consegnò un Crocifisso, simbolo insieme di olocausto e di redenzione . L'Ispettore del Medio Oriente don Francesco Làconi presentò ai partenti il campo immenso che la Chiesa apre al loro zelo e dimostrò con vari episodi che il lavoro, anche se arduo e talora spinoso, porta i suoi buoni frutti . Disse quindi un commosso grazie ai genitori dei novelli missionari - tra la folla non era difficile riconoscerli negli occhi lucidi di lacrime - e concluse ricordando che il Concilio ha messo in luce la verità che tutta la Chiesa è missionaria . Nessuno quindi può sottrarsi al dovere di portare il suo contributo alla costruzione del Regno di Dio . « Di qui la mia gloria», aveva detto la Vergine a San Giovanni Bosco facendogli contemplare in visione la sua futura Basilica . A quanti hanno assistito alla 91a funzione di addio ai missionari partenti da Valdocco veniva spontaneo risalire col pensiero, attraverso le 9o spedizioni missionarie che l'hanno preceduta, all'abbraccio che San Giovanni Bosco aveva dato ai primi suoi figli missionari sotto lo sguardo sorridente di Maria Ausiliatrice . 15 NEL MONDO SALESIANO Un complesso di opere salesiane per la gioventù inaugurato nella parrocchia San Giovanni Bosco di Padova dal Rettor Maggiore don Luigi Ricceri presenti il Vescovo monsignor Bortignon e il Ministro Gui Nel centenario della prima visita di Don Bosco alla città di Padova, la parrocchia San Giovanni Bosco, affidata ai salesiani, ha inaugurato le opere realizzate per l'assistenza alla gioventù e il salone parrocchiale, sull'area attigua alla chiesa dedicata a Don Bosco . Il parroco don Ceriotti ha affrontato, con lo spirito d'intraprendenza di Don Bosco, problemi e difficoltà, per dare al più presto e in modo adeguato alla gioventù una Scuola Materna con ambienti e attrezzature da poter essere utilizzata anche come Oratorio femminile diretto, come la Scuola Materna, dalle Figlie di Maria Ausiliatrice (2a foto dall'alto) ; inoltre, in altra costruzione a parte, la Scuola Media statale con 250 posti, per i ragazzi e le adolescenti della parrocchia, con ambienti per l'Oratorio maschile e, al secondo piano, un Pensionato universitario capace di 40 posti (3a foto) ; e di fianco, un Salone Parrocchiale con 500 posti a sedere e campi da gioco per tutti (4a foto) . Un complesso insomma che va dall'asilo all'Università e che - con accanto la Scuola Elementare statale « San Giovanni Bosco x, - costituisce un centro di riferimento e di incontro ideale per la comunità parrocchiale . L'istituto Superiore di Pedagogia delle Figlie di Maria Ausiliatrice incorporato al Pontificio Ateneo Salesiano L'Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze Religiose delle Figlie di Maria Ausiliatrice, fondato in Torino nel 1954, con decreto della Sacra Congregazione degli Studi è stato incorporato al Pontificio Ateneo Salesiano di Roma . È la prima volta che un Istituto femminile passa alle dirette dipendenze della Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi ed è incorporato a una facoltà ecclesiastica . L'Istituto Internazionale di Pedagogia e di Scienze Religiose comprende : il biennio di preparazione filosoficoteologica, che si conclude col diploma di Scienze Religiose ; un secondo biennio per la formazione pedagogica di base, che dà il «baccalaureato » in filosofia-pedagogia, e un terzo biennio di specializzazione in una delle sezioni in cui si divide, e dà alla fine del corso la laurea in Scienze pedagogiche . L'Istituto, secondo le direttive della Sacra Congregazione degli Studi, assolve nel settore femminile il compito che l'istituto Superiore di Pedagogia dell'Ateneo Salesiano svolge in campo maschile . Nei suoi dodici anni di vita l'istituto ha conferito : 303 diplomi di Scienze Religiose, 154 diplomi di Assistenza sociale e 104 diplomi di Pedagogia nelle tre specializzazioni, pedagogia, catechetica e psicologia . Il decreto della Sacra Congregazione degli Studi porta la data significativa del 31 gennaio 1966, festa di San Giovanni Bosco . L'incorporazione fu fatta tramite il Rettor Magnifico del Pontificio Ateneo Salesiano, don Alfonso Stickler, in nome e con l'autorità del Rettor Maggiore dei Salesiani e della Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice . Per l'avvenuta incorporazione dell'Istituto al Pontificio Ateneo Salesiano la cerimonia inaugurale del nuovo anno accademico ha assunto un carattere di particolare solennità . La presiedette l'Arcivescovo di Torino mons . Michele Pellegrino, che tenne pure la profusione sul tema : «Va/ori pedagogici e didattici dei primi nove libri delle Confessioni di Sant Agostino » . Con la profonda conoscenza dell'opera agostiniana a tutti nota, mons . Pellegrino ne ha messo in evidenza la ricchezza di contenuto e alcuni punti di particolare interesse, come il metodo didattico, il problema dei castighi, l'importanza di una sicura impostazione religiosa e morale fin dai primi anni di scuola . L'oratore ha notato l'attualità del pensiero di Agostino soprattutto circa la superiorità del metodo dell'interesse e della simpatia dell'alunno per l'argomento di studio sul metodo della coercizione e del timore : «Ad apprendere vale più la libera curiosità che la costrizione basata sulla paura (Conf . I, 14) » . L'esperienza personale inoltre aveva insegnato ad Agostino che ciò che qualifica il valore dell'opera educativa non sono tanto i mezzi quanto il fine che ci si propone e che nell'insegnamento più che lo splendore della forma vale il valore essenziale della verità . La dotta e chiara trattazione è stata seguita con vivissimo interesse e calorosamente applaudita . Le Figlie di Maria Ausiliatrice partite quest'anno per le Missioni . In grande maggioranza hanno compiuto i loro studi nell'Istituto Internazionale di Pedagogia e di Scienze Religiose . Il Gruppo Editoriale MERIDIANO 12 presenta le cinque riviste che soddisfano le più diverse esigenze : Meridiano 12 La rivista per la famiglia moderna : la rivista di coloro che vogliono arricchire il proprio spirito con una lettura sana . Abbonamento annuo L . 2000 . Semestrale L . 1000 Estero annuo L. 3000 . Un fascicolo L . 200 Duemila Il rotocalco per il ragazzo moderno . Abbonamento annuo L . 1200. Semestrale L . Estero annuo L . 1800 . Un fascicolo L . 120 700 Dimensioni La rivista per i giovani che vogliono vivere « da protagonisti » e sentono il bisogno di formarsi «un'opinione» su tutti i problemi più attuali . Abbonamento annuo L . 1000 . Semestrale L . 600 Estero annuo L . 1800 . Un fascicolo L. 120 Primavera La simpatica rivista quindicinale degli anni verdi che porta un'ondata di luce alle ore di svago delle adolescenti di "stile" . Abbonamento annuo L . 2300 . Semestrale L . 1150 Estero annuo L . 3500 Per abbonamenti scrivere : Cinisello Balsamo (Milano) . Via Laura Vicuna, 1 Gioventù Missionaria La rivista di coloro che vogliono conoscere i problemi missionari . Abbonamento annuo L. 700 . Semestrale L . 400 Estero annuo L . 1200 . Un fascicolo L . 80 Meridiano 12 • Duemila • Dimensioni Primavera • Gioventù Missionaria cinque riviste che, diverse nell'impostazione e nel linguaggio, hanno in comune la freschezza, l'obiettività e la serietà dell'informazione . Omaggio alpino a San Giovanni Bosco Nella conca "Tre Amis" presso il colle di Tenda a quota 1400 è sorta la cappella forse più alta d'Europa dedicata a Don Bosco. L'iniziativa è del nostro exallievo geom . Achille Cacciolatti . C'era lassù un problema da risolvere di natura pastorale : la S . Messa festiva per i numerosi sciatori che frequentano le piste della zona . La graziosa cappellina dà comodità agli sciatori di adempiere al precetto festivo e ricorda a tutti il simpatico Santo che ha capito e valorizzato in chiave cristiana lo sport e il divertimento . 18 VIEDMA (Argentina) . Mons . Borgatti ha celebrato le sue nozze d'oro sacerdotali Per il 50° dell'ordinazione sacerdotale di mons . Giuseppe Borgatti, salesiano, vescovo di Viedma, tutta la diocesi ha reso omaggio al suo venerato Pastore . II 17 giugno, festa dei Sacro Cuore e data giubilare, mons . Borgatti concelebrò unitamente ai Vescovi salesiani mons . Michele Raspanti e mons . Maurizio Magliano e ad altri otto sacerdoti . Erano presenti mons . Bonamin, salesiano, pro-vicario delle Forze Armate argentine, e le più alte autorità civili e militari . Tenne l'omelia il venerando don Giuseppe Clemente Silva, che 50 anni prima aveva tenuto il discorso dì prima Messa per l'allora don Borgatti . Dopo la concelebrazione fu letta la lettera autografa di S . S . Paolo VI . Mons. Giuseppe Borgatti è nato a Buenos Aires il 14 settembre 1891 . È salesiano dal 1911, sacerdote dal 1916, vescovo dal 1953 . Ancora semplice sacerdote, nel Congresso Eucaristico Internazionale di Buenos Aires del 1934, rivelò le sue belle doti organizzando la « Giornata dei fanciulli», nella quale 107 .000 fanciulli si accostarono alla santa Comunione . ROMA . II ministro Andreotti con un gruppo di insegnanti e allievi del nostro Istituto del Cairo in visita a Roma e in Italia Il Ministro nel 1965, di passaggio al Cairo, aveva promesso agli allievi egiziani di interessarsi perchè fosse soddisfatto il loro desiderio di visitare l'Italia . La promessa è diventata realtà la scorsa estate . II viaggio ebbe scopi culturali, religiosi, artistici . Durò dieci giorni e fu segnato da due fatti notevoli . II 6 luglio parteciparono all'udienza del Papa, vicini al trono del Santo Padre . Paolo VI li nominò e rivolse loro una parola in particolare . L'8 luglio ebbero un incontro col ministro Andreotti . Alcuni dei partecipanti hanno trovato lavoro e si trasferiranno in Italia . 4 VERONA . 11 ministro Scaglia pone la prima pietra di una grandiosa scuola grafica all'Istituto Salesiano « San Zeno » Il nuovo Padiglione destinato a ospitare la Scuola Grafica con le specializzazioni fondamentali di fotomeccanica, litografia, rotocalcografia, viene dopo quello già in funzione da due anni per la meccanica e specializzazioni collegate : e precede nel tempo quello che occuperà l'area intermedia, destinato ai Corsi di elettrotecnica, radiotecnica ed elettronica . Intanto è attivissimo l'Istituto tecnico industriale serale, legalmente riconosciuto, che svolge quest'anno il sesto ed ultimo anno del Corso, per portare un primo gruppo di operai al conseguimento del diploma di perito tecnico industriale . « Per l'istruzione professionale - ha dichiarato il Ministro - nessuno sforzo è superfluo, nessun impegno è sufficiente . E qui per l'istruzione professionale è stato fatto dalla iniziativa privata con l'aiuto di Enti locali ciò che la burocrazia statale non avrebbe ottenuto in modo così deciso, rapido, generoso, intelligente . A quest'Opera e ai suoi realizzatori va dunque la gratitudine della Comunità nazionale » . CASTEL GANDOLFO . Saggio musicale di un complesso salesiano dedicato al S . Padre È stato sicuramente uno spettacolo insolito, quello offerto sul piano delle scale della chiesa parrocchiale dal complesso dello Studentato filosofico salesiano delle Ispettorie campano-pugliese . Non solo per i fedeli venuti a visitare il Santo Padre, ma anche per gli stessi cittadini di Castel Gandolfo . Il complesso, formato da due chitarre, una batteria, una fisarmonica e, cosa abbastanza rara per un complesso moderno, un sax, ha trovato forse proprio nella moderazione che lo ha caratterizzato, il motivo più valido per la simpatia che lo ha sostenuto nella sua esibizione . Il repertorio vasto, ma sempre contenuto in un certo tono pacato, ha variato dalle canzoni melodiche napoletane al boogie-woogie, con una puntata al vecchio West . Insomma una manifestazione cordiale, anche se improvvisata, dedicata al Santo Padre, con motivi di ringraziamento, e soprattutto, una nuova e più adeguata forma di carità e di apostolato in questa nostra instabile società, continuamente evolventesi . (da Il Messaggero di Roma) TUTTO E TRANQUILLO GDALENA DEL MAR un quartiere, nella perifeturbolenta di Lima in Perù, ve - con stupore della poli- regna una calma sorprente. Vi spieghiamo perchè i azzi di Magdalena del Mar, opposto di tanti loro coet ortano i Ut.A DEPORTIVA MACOA1 .ENA o ti MAR Sul quotidiano più diffuso di Lima, nella pagina più letta (vale a dire la pagina dello sport), l'anno scorso pubblicarono una fotografia inattesa : un campo di calcio, porta e giocatori sul fondo, e in primo piano un prete con la lunga tonaca nera, un piede a terra e l'altro più in alto della testa, che calciava atleticamente il pallone . Forse in quel campo di calcio e in quel prete è rinchiuso il segreto della strana, sorprendente, altrimenti inspiegabile calma, che regna indisturbata nel quartiere periferico di Lima chiamato Magdalena del Mar, e che stupisce perfino uomini consumati ed esperti come quelli della polizia cittadina . La capitale del Perù, come tutte le metropoli del mondo, ha le sue bidonvilles, le barriadas, che ospitano all'incirca 250 .000 sottoproletari . E come tutte le metropoli, Lima ha anche una periferia proletaria piuttosto turbolenta . Il rione Magdalena del Mar è invece, in tutta la banlieue, il posto più tranquillo, così tranquillo che ci si può aggirare di notte senza correre pericoli, come al centro della città . E la spiegazione di questo fatto 'sorprendente va appunto cercata su quel campo di calcio, e in quel prete . Il campo appartiene a un oratorio, e il prete è un figlio di Don Bosco . Si chiama don Francesco Vaccarello, è italiano e ha varcato l'Atlantico nel 1 953, ancora chierico . Da cinque anni dirige l'oratorio di Magdalena del Mar, e dice : «L'oratorio è il campo di apostolato dove meglio sento la bellezza della vocazione salesiana . Soprattutto nell'oratorio ho trovato quella gioventù povera e abbandonata che ha bisogno di Don Bosco e che lui cercava» . La domenica su quel campo di calcio si riversano tra giocatori e spettatori, bambini ragazzi giovanotti e uomini, 7500 persone . Gli sportivi tesserati sono quasi 5000, e l'anno scorso svolsero 21 tornei . Lima (Perù) . Venti giovani Cooperatori salesiani s'incontrano ogni lunedì per preparare le riunioni di club, i catechismi, le attività sportive . Non si fa solo calcio ma anche pallacanestro, atletica pesante, e judo . Insegna judo uno dei campioni nazionali, "cintura nera" . Allena nel sollevamento pesi il campione Italo Avila, che da sei anni detiene il titolo nazionale e si è qualificato secondo nelle gare del Sud America . Il vivaio calcistico dell'oratorio ha fornito giocatori alle squadre di serie A e uno anche alla nazionale. Molti ragazzi poveri prima di fare lo sport hanno il problema dello stomaco da riempire, e l'oratorio distribuisce ogni giorno 300 pasti e un centinaio di merende . Nelle vacanze ogni anno manda 2oo dei ragazzi più patiti a una colonia marina . Sport e assistenza sono solo lo zuccherino per giungere a far del bene più sostanzioso . In primo luogo il catechismo, impartito tutte le domeniche . Preghiere e "pensierino" ogni giorno . Film alla domenica come divertimento ; ma anche al mercoledì per istruzione (si proiettano documentari culturali e formativi) . Per i ragazzi c'è la TV, con programmi ben selezionati . C'è la biblioteca . Ci sono i piccoli cantori . Si bandiscono concorsi artistici di disegno e di letteratura . . Tutti i ragazzi, dai dieci anni in su, sono organizzati nelle associazioni giovanili e svolgono attività di loro gusto . Ogni settimana i vari clubs tengono la loro riunione, con conferenze, allenamenti sportivi e attività varie . La "lega sportiva" oratoriana raccoglie 45 squadre della zona, di cui 7 dell'oratorio . I giornali cittadini s'interessano di questi giovani intraprendenti e ne scrivono resoconti settimanali . La radio ne parla nei notiziari ; la TV ha già messo in onda un'intervista al direttore dell'oratorio durata 45 minuti, e in cinque o sei altre occasioni ha ripreso manifestazioni sportive . l contocorrentisti della Provvidenza I ragazzi la domenica assediano l'oratorio dal mattino alla sera . Il direttore non sa come fare per mandarli via e prendersi quel minimo di riposo che gli è necessario a tirare avanti . Altri oratori forse hanno il problema di reclutare i ragazzi ; quello di Magdalena del Mar ha il problema di rispedirli a casa . Il direttore ha un copricapo che non è per nulla ecclesiastico, ma nessun censore potrà censurarlo perchè in testa non lo porta mai . È un casco da esploratore sahariano, diventato famoso in tutto il mercato di Magdalena del Mar . I rivenditori alle bancarelle lo conoscono bene, e altrettanto bene lo conoscono le massaie che fanno la spesa . Il direttore dell'oratorio lo tiene tra le mani come una bacinella, e con esso fa il giro del mercato ; rivenditori e massaie ripuliscono il borsellino degli spiccioli, li mettono nel casco e ricevono in cambio un "grazie" a nome di Don Bosco . La questua si ripete ormai da anni, immancabilmente ogni sabato, al mercato, e permette all'oratorio di quadrare il bilancio . Altri aiuti piovono nel casco dalle fonti più diverse . Il Governo dà un piccolo contributo . Il Ministro della Salute Pubblica fornisce alimenti per le refezioni giornaliere . Il Ministro dell'Educazione mette a disposizione una scuola per la colonia marina . Il Municipio offre la luce per l'illuminazione dei campi di gioco . Gli aiuti maggiori però sonover-sati nel casco sahariano dai contocorrentisti della Banca della Provvidenza, i poveri, che offrono le piccole elemosine per quelli che sono più poveri di loro . Si respira aria di Concilio Al direttore occorrono anche molte solide braccia per reggere la complessa impalcatura dell'oratorio . Si prestano a fare il catechismo quattro Suore francescane, alcuni giovani della "Legio Mariae", alcuni studenti universitari . Venti giovani Cooperatori si riuniscono ogni lunedì per preparare le riunioni di club, i catechismi, le attività sportive . Una mano all'oratorio la dànno persino i protestanti . C'è a Lima un'organizzazione fondata da un metodista inglese e chiamata "Associazione dei giovani cristiani" : si propone di farli vivere cristianamente, e ci riesce . Il direttore dell'oratorio 21 è già stato più volte alla loro sede, invitato per conferenze . In cambio, il loro personale specializzato si mette a disposizione dell'oratorio per consulenze tecniche e aiuti di vario genere . C'è poi un altro giovane protestante, Roland Clark, un battista venuto dagli Stati uniti : da quasi due anni lavora all'oratorio, dando uno stupendo esempio di vita cristiana serena e sacrificata . E ottimo giocatore di pallacanestro, e allena le squadre . E l'anima dei clubs . Così a Magdalena del Mar si respira aria di Concilio e di ecumenismo . Medaglie d'oro meritate Cattolici e protestanti, all'oratorio di Magdalena, non discutono e non litigano . Non ne hanno tempo : hanno troppe cose da fare . In realtà, si è molto in ritardo nell'opera di evangelizzazione . Quando la città di Lima nacque (e si sa con precisione il giorno il mese e l'anno : fu il iS gennaio 1535), il conquistador Francisco Pizarro posò contemporaneamente la prima pietra della cattedrale e del palazzo del vicerè. Da allora il braccio secolare si è dato parecchio da fare per costruire il regno degli uomini ; non altrettanto si è fatto per costruire il regno di Dio . Le statistiche parlano di un sacerdote, in Perù, ogni 5ooo abitanti ; ma sono compresi gli anziani e i malati ; e la loro distribuzione irregolare sul territorio lascia molte zone prive di assistenza religiosa . Nella periferia di Lima il clero è del tutto insufficiente . Conseguenza : le famiglie si disgregano . Pochi sono sposati in chiesa ; molti solo civilmente, altri neppure sposati . Sono frequentissimi i coniugi separati . E chi ne va di mezzo, al solito, sono i figli . Il direttore dell'oratorio a volte interroga i suoi ragazzi : «Tu con chi vivi?» . Gli rispondono : «Col. nonno », o « Con una zia », o magari « Con il babbo» o «Con la mamma » ; troppo pochi gli di- cono : « Vivo con babbo e mamma insieme » . Sono abbandonati a se stessi, e non sapendo come passare il tempo si comportano male. Presto o tardi hanno a che fare con la giustizia . La maggioranza dei delitti in Lima sono commessi da minorenni . La delinquenza minorile turba i sonni al Ministro della Giustizia . Ma appunto, si diceva, c'è una zona di periferia con gente misera come altrove, che non sempre riesce a provvedere il pane ai figli : è il quartiere Magdalena del Mar, dove anche di notte si può circolare senza paura perchè i minorenni sono ragazzi per bene . Le autorità hanno già dato medaglie d'oro al giovane direttore dell'oratorio salesiano, quel sacerdote che gira il mercato col casco da esploratore come se fosse una bacinella, e viene fotografato nelle pagine sportive in pose atletiche e magari poco . . . reverende . Sono medaglie meritate : la calma che regna a Magdalena del Mar va ascritta a lui e ai suoi collaboratori dell'oratorio . Come settanta Xavantes hanno perso la vita Da una corrispondenza del Centro Ispettoriale salesiano di Campo Grande (Brasile) : Il 27 agosto scorso giungeva il seguente SOS della Missione di San Marco tra i Xavantes : « Grave epidemia di morbillo attaccò la maggior parte dei Xavantes con alta febbre e forme gravissime, undici morti, molti gravi, urge mandare medicine, medici e infermiere» . Subito dopo avvisammo per telefono uno dei medici dell'Aviazione militare, nostro exallievo, che otteneva dal Comando della FAB (Federazione Aerea Brasiliana) un aereo di soccorso . Era sabato . Nel primo pomeriggio le dodici casse di medicinali indispensabili, i medici, le infermiere erano pronti e alle cinque del mattino della domenica, un aereo FAB col nostro exallievo partiva per iniziare la grande lotta contro la morte . Tutta la Missione si trasformò in ospedale . L'ampia chiesa divenne una infermeria e, sotto la guida dei medici, anch'essi missionari, si organizzò un esercito di infermieri, fatto di salesiani, di Figlie di Maria Ausiliatrice e degli stessi Xavantes sani e più evoluti . Il maggior pericolo fu per l'ultima tribù, giunta in quei giorni da lontano, composta di individui stanchi e denutriti . In principio alcuni, eludendo la vigilanza, vollero bagnarsi, buscandosi la polmonite e la morte . Poi gli stessi Indi della Missione insegnavano come sorvegliare i malati, 22 obbligandoli alla terapia . I più difficili furono i bambini, alcuni di pochi mesi, che le mamme incaute, non sapendo assisterli e curarli, videro morire tra le loro braccia . Anche tra adolescenti e adulti le vittime furono numerose . I Xavantes nuovi arrivati erano circa 300 ; dopo un mese e mezzo di lotta, più di 70 hanno pagato il tributo alla morte . Nel dolore i missionari ebbero il grande conforto di battezzarli tutti, perchè anche i nuovi arrivati avevano avuto la catechesi essenziale da alcuni Xavantes, veri apostoli che dalla Missione si erano recati nella selva a catechizzarli . La FAB, coi suoi valorosi piloti, medici e infermieri, per circa 20 giorni fece voli giornalieri, e anche doppio volo in un giorno, per portare personale, medicine, alimenti e vestiti . Campagne per chiedere aiuti furono lanciate dalla radio e dai giornali . I Governi degli Stati di San Paolo e di Mato Grosso, scuole e istituzioni pubbliche e semplici privati hanno risposto generosamente . Gli stessi Xavantes mandarono regali . Naturalmente il maggior peso gravò sulla Missione, con i numerosi sacrifici personali e pecuniari . Quanti milioni, in pochi giorni, per provvedere ai quasi quotidiani SOS! La Provvidenza non ci mancherà . Noi confidiamo nella divina promessa : « Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e il resto vi sarà dato di soprappiù» . una citta di ragazzi neri In Katanga il "tornado" della guerra aveva allontanato i giovani dalle poche scuole funzionanti, avviandoli sulla strada dell'alcool, della droga, della banda e della delinquenza . I salesiani stanno costruendo alla periferia della capitale una "città dei ragazzi" che raccoglie i casi più disperati . « Se si rinchiudessero nella case di correzione tutti i ragazzi che hanno rubato - disse un missionario olandese dopo il cataclisma che aveva sconvolto il Congo dalle mie parti non si vedrebbero più ragazzi in giro per le strade » . Le "sue parti" sono il Katanga, provincia tra le più provate dalla guerra civile . I ragazzi però non sono stati rinchiusi, e nella capitale del Katanga (ieri chiamata Elisabethville, oggi Lubumbashi) essi pullulano, spumeggiano, ribollono, e con tutta facilità travalicano i limiti dell'ordine sociale . GLI AMICHETTI SI FANNO DELINQUENTI La loro pelle è d'un bel neroebano, e questa smagliante tintarella naturale è l'unica cosa che gli attrezzatissimi ragazzi nostrani possano invidiare : per tutto il resto c'è da compiangerli . Sono rimasti per anni abbandonati e disorientati . Mancava un'autorità morale che li galvanizzasse, un capo e una bandiera a cui far riferimento, degli ideali per cui vivere . Mancavano -- e mancano ancora - le scuole, soprattutto professionali, che li preparassero a svolgere un compito nella società . Su ioo bimbi iscritti alla scuola elementare, solo 25 giungono al termine del ciclo, e solo due concludono gli studi secondari . Impreparati al lavoro, rimarranno afflitti per tutta la vita dal più temibile dei mali sociali : la disoccupazione cronica . Molti giovani hanno una pericolosa dimestichezza con le armi, perchè furono reclutati tra i ribelli, a volte ad appena dodici anni d'età . Molti altri passano gradatamente, e quasi senza avvedersene, dall'amicizia infantile alla delinquenza organizzata . Tutto comincia con i trastulli innocenti fra amichetti, come in ogni parte del mondo, e da che mondo è mondo . Poi le piccole cricche di amici si dànno da fare per occupare il lungo tempo dell'ozio e per riempire lo stomaco . Poi cercano ciò che dà l'illusione della "promozione" al mondo degli adulti, cioè l'alcool e la droga (arrotolano la foglia di una pianta tropicale allucinogena, la fumano e si sentono . . . uomini) . Questi giovani inadattati e incapaci di inserirsi nel tessuto sociale, vivono in condizioni di pre-delinquenza e facilmente vengono "strumentalizzati" dai fuorilegge che se ne servono per imprese brigantesche . Un secolo e mezzo fa, un ragazzino di nove anni aveva visto in un sogno profetico «una moltitudine di capretti, di cani, di gatti, di orsi e di parecchi altri animali », e si era sentito dire a 24 loro riguardo : « Ecco il tuo campo, ecco dove dovrai lavorare» . Il ragazzino dei Becchi s'era rimboccate le maniche e quella torma di animali selvatici allora si era trasformata in un pacifico gregge . Ora la scena si ripete in Katanga : lì Don Bosco ha mandato i suoi figli . , UN SOGNO a CHE SI CHIAMA "CITTA DEI RAGAZZI" Il nuovo sogno dei figli di Don Bosco a Elisabethville ha un nome preciso : si chiama "Cité des jeunes, Città dei ragazzi" . Ed è già realizzato sulla carta : ne ha tracciato i disegni un architetto che è ateo . Consegnando al direttore salesiano le grosse planimetrie che gli erano costate giorni e giorni di lavoro, l'architetto ateo disse : « Se lei troverà denaro bastante per pagare la Città, voglio che paghi anche me ; altrimenti non voglio niente. Non lo faccio per Dio, perchè non credo, ma per la sua opera, che è tanto bella » . Si chiama André De Buyl . Non si fa illusioni circa il suo onorario, ma gli angeli del Signore hanno da qualche parte un quadernetto speciale su cui registrano anche le azioni buone degli increduli . Il sogno sulla carta è così bello che merita dargli un'occhiata . Comprende sei sezioni : cinque centri (artigianale, agricolo, sportivo, di rieducazione, sociale) e un pensionato per i senza dimora . Il Centro artigianale comprende laboratori di falegnameria, di meccanica, per garagisti, per elettricisti, per lavoratori del legno e del rame (in Katanga si cammina sui giacimenti di rame), una scuola alberghiera . Elisabethville ha già due istituti tecnici che insegnano molta teoria e i cui diplomati finiscono per voltare le spalle alla professione e per fare gli impiegati . Il Centro artigianale salesiano avrà invece finalità soprattutto pratiche : avvierà i giovani a un buon mestiere che conduca a un posto di lavoro sicuro e ben retribuito . Il Centro agricolo non ha preoccupazioni per il terreno (nel Ka- tanga, con tre abitanti e mezzo ogni chilometro quadrato, non ci si pesta i piedi) . Gli allievi verranno avviati alla coltivazione dei campi finché non saranno in grado di fare per conto proprio . Attraverso una Cooperativa agricola troveranno poi il modo di collocare i loro prodotti sui mercati della capitale . Il Centro sportivo vuole combattere la pre-delinquenza liberando i giovani dagli influssi deleteri dell'alcool, della droga e delle bande . È dal gioco praticato "allo stato brado" che nascono le bande ; i campi sportivi, le piscine e le palestre dovrebbero risolvere il problema. Il Centro di rieducazione tenta il recupero dei giovani che sono incappati nelle maglie della giustizia, li avvia a esercitare una professione, per poi reinserirli nella società . L'opera risanatrice non è impossibile : questi minorenni delinquenti per lo più non sono tarati, ma ragazzi normali spinti a tralignare dalle avverse circostanze ambientali, e perciò ricuperabili . Il Centro sociale prevede un servizio di orientamento professionale, un ufficio di collocamento, sale di riunione, locali per corsi serali, sala cinematografica, biblioteca . Si prefigge di mantenere i contatti con gli allievi che hanno frequentato la Città dei ragazzi, per guidarli nei primi passi della loro vita autonoma . L'influsso del Centro sociale si stenderà ben oltre, il più possibile, nella massa . Elisabethville aveva già tre opere salesiane ; questa quarta che sta sorgendo è la più vasta e la più necessaria . Ma tutti i centri del Katanga avrebbero bisogno di una Città dei ragazzi, perché dappertutto la gioventù, travolta dal tornado della guerra civile, è sbandata e senza prospettive per il futuro . i TORNADO DELLA GUERRA « Non c'è un solo episodio o un solo sentimento onesto e pulito, nelle recenti cronache del Katanga . E, in fatto di uomini, ci sono solo dei birbanti» . Questo pesante giudizio, espresso nel 1963 da un osservatore al di sopra della mischia, il giornalista Max David, fa forse d'ogni erba un fascio, ma non sembra troppo lontano dal vero . Quando alle ore zero del 30 giugno 196o scattò per il Congo il meccanismo dell'indipendenza a cui non era per nulla preparato, un groviglio di forze, prima sornionamente latenti ma alimentate da interessi in radicale contrasto tra loro, prese a snodarsi con violenza implacabile . Secessioni, rivolte, colpi di stato : la cartina geografica traballava . Del resto il fenomeno investiva un po' tutta l'Africa . La federazione del Mali, per esempio, nata anch'essa nel 196o, partì con quattro Stati, poi in pochi anni scese a tre, a uno, e risalì a due . Ma in Congo il caos superò ogni previsione . Le truppe di colore si ammutinarono agli ufficiali belgi . Il nuovo presidente Kasavubu e il suo primo ministro Lumumba in pieno accordo sollecitarono l'intervento dell'Onu, poi si fecero guerra l'un l'altro . I negri Bakongo si dilaniarono in inutili lotte tribali ; nel Kasai fecero altrettanto i Lulua e i Baluba . Nella rivolta contro le autorità centrali, Gizenga succedette all'assassinato Lumumba e con armi russe e ideologie cinesi spinse gli abitanti della selva all'assalto . Diceva loro : « Gesù Cri- sto non c'è più, il vostro redentore è Lumumba » . Il territorio del Ruanda-Urundi prima si staccò dal Congo e poi si spaccò in due Stati sovrani, mentre all'interno la maggioranza dei piccoli Bahutu sterminava la minoranza dei lunghissimi Watussi dicendo : « Siete troppo lunghi», e tagliava loro le gambe . LE FRECCE JONTRO I "CASCHI BLU" Per parte sua il Katanga fu il più grosso pomo della discordia : un pomo non di oro ma di rame e di cobalto, quel rame e quel L'équipe internazionale che lavora nella Città dei ragazzi neri . Di essi cinque sono salesiani . cobalto su cui i selvaggi per millenni avevano passeggiato senza sospettare quanto fossero preziosi, • che ora facevano gola a troppi . L'uomo del Katanga fu Ciombe . Capo di un partito inferiore alle sue aspirazioni, riuscì con brogli elettorali a dargli la maggioranza, • facendo modificare a proprio favore lo statuto del futuro Congo indipendente mise le premesse per la secessione. Dieci giorni dopo la proclamazione dell'indipendenza - appena il tempo per farci su un pensierino - Ciombe staccò il Katanga dal Congo . I parà belgi corsero in suo aiuto, ma per la pressione delle Nazioni Unite dovettero ritirarsi . Allora Ciombe armò i suoi uomini e parecchi mercenari bianchi, • con queste truppe improvvisate affrontò i Caschi blu dell'Onu . Fu un disastro: i Caschi blu stravinsero e la repubblichetta di Ciombe si sfasciò. Si era sul finire del 1962 . Intanto il Katanga era vissuto per due anni e mezzo in clima di violenza : i giovani che avevano deposto l'abbecedario e imbracciato il fucile (o in sua mancanza, la lancia, l'arco e le frecce), ci avevano preso gusto al gioco della guerra, e molti di essi insieme con non pochi mercenari, alla fine delle ostilità presero la via della selva e del banditismo . Il gran tornado della guerra sul Katanga ormai era passato, ma sinistre folate di vento eran rimaste impigliate fra. i rami della foresta . IL "PARÀ" DON GERARD.O Un posticino isolato e malfamato presso il fiume Kafubu, appena fuori di Elisabethville, era la delizia dei malviventi . Un tempo vi sorgeva una florida fattoria, ma la guerra l'aveva ridotta a rudere, e le sterpaglie avevano riguadagnato il terreno . Nel 1964 i ladri d'auto vi portavano le loro prede, le privavano del motore e di tutto ciò che fosse rivendibile, e ne abbandonavano le carcasse alle intemperie . Era il posto adatto per trasformare in pietre e cemento il sogno disegnato sulla carta dall'architetto ateo . L'ispettore salesiano nell'aprile di quell'anno vi mandò il primo confratello, il sacerdote olandese don Gerardo Van Asperdt . Lo aveva scelto nel mazzo, con accuratezza . Don Gerardo, ex carpentiere, durante la seconda guerra mondiale era stato fra i parà, poi si era arruolato nelle milizie della Chiesa ed era stato mandato in prima linea nelle missioni del Congo . Più tardi era venuto in Italia per gli studi teologici nel 25 bulldozer ha già spianato il terreno per il campo di calcio . Si sta disboscando per altri campi più importanti, quelli che serviranno al Centro agricolo . Don Gerardo segue anche i giovani del carcere minorile, che è pieno zeppo . Sembrano ragazzi normali, circondano il missionario con la festosità dei bambini per bene, ma molti di essi hanno già assaporato l'esperienza sconvolgente dell'omicidio . CON LE GOCCE SI Don Gerardo segue con successo anche i giovani del carcere minorile, che è al completo . Pontificio Ateneo Salesiano, poi era tornato nel Congo, vi aveva costruito lo studentato filosofico e insegnato filosofia e pedagogia ai giovani chierici . Atletico, sperimentato, deciso, don Gerardo era l'uomo della situazione . Su una grossa mappa gli avevano indicato il sito della sua nuova proprietà, ma quando giunse alla periferia di Elisabethville e lo cercò, non gli riuscì di orientarsi . Ai negri che incontrò domandò dove fosse, ed essi si limitarono a fargli cenni con la mano ma non vollero accompagnarlo : avevano paura dei banditi . Trovò i ruderi e tra essi un tetto non del tutto crollato, e decise di accamparsi lì . Mancava l'acqua, mancava la luce elettrica . Per mesi e mesi non seppe più cosa fosse un letto . Accanto al giaciglio teneva il fucile . SEICENTOMILA 'vlATTONI Il 24 luglio 1964 don Gerardo incontrò il suo Bartolomeo Garelli . Bartolomeo Garelli era stato il primo ragazzo di Don Bosco, quello scacciato dal sacrestano e a cui Don Bosco aveva strappato un sorriso domandandogli : «Sai fischiare?». Il Bartolomeo Garelli di don Gerardo invece era 26 uscito di prigione, aveva reputazione di furfante e l'eloquente soprannome di "Federico Barbarossa" . Don Gerardo in quei giorni era già ricco di alcuni materassi che gli erano stati donati, ma l'indomani dell'arrivo di Federico i materassi erano scomparsi . Don Gerardo convocò subito Federico e lo sgridò : «Che cosa hai fatto? Riporta subito qui i materassi!», Federico andò a prenderli dal nascondiglio ove li aveva trafugati, e quello fu il suo ultimo furto . Ora è il miglior aiutante di don Gerardo, è fidatissimo e sorveglia gli altri . Poi vennero altri confratelli e altri ragazzi sbandati . Un coadiutore mise su una fabbrichetta di mattoni, e lavorando di buona lena in pochi mesi ne costruì 6oo .ooo . Metà li vendette e col ricavato pagò gli attrezzi e il materiale per costruirne molti di più . Tutti insieme rabberciarono una casa a un piano, che non era molto diroccata, e la trasformarono in laboratorio di falegnameria . I primi ragazzi accolti andavano al lavoro in città, poi gli altri furono instradati al laboratorio . I primi due edifici della Città dei ragazzi sono ormai ultimati, e sono in grado di ospitare un centinaio di ragazzi . C'è un padiglione per gli interni e il nuovo e definitivo laboratorio di falegnameria . Ci sono campi di pallavolo e di pallacanestro . Un grosso FANNO I MARI La Città dei ragazzi è costosa . Chi la pagherà? Don Gerardo e un altro salesiano hanno già fatto un giro per l'Europa : sono stati in Olanda, in Germania, in Italia ; hanno raccolto consensi, promesse e i primi contributi . Alcune grandi organizzazioni internazionali hanno assicurato il loro aiuto . E poi c'è il meraviglioso "obolo della vedova" elogiato nel Vangelo . Con i soldini si fanno i mattoni, i laboratori, le scuole, come con le gocce si fanno i mari . Il Governo congolese riconosce ufficialmente l'opera e si addossa per i laboratori le spese del personale e della manutenzione . Un'importante impresa fornisce gratis le pietre da costruzione . I salesiani sono per ora cinque . Oltre a don Gerardo, che è olandese, c'è il sacerdote italiano don Mario Valente, un altro sacerdote belga e due coadiutori . Va aggiunto un simpatico giovane scozzese, volontario delle Nazioni Unite, che dirige la costruzione di un padiglione. Fra cinque o sei anni la Città dei ragazzi sarà terminata e tutto il sogno messo sulla carta dall'architetto ateo sarà trasformato in pietra e cemento e mattoni . Rimarrà da realizzare l'altra parte del sogno : trasformare « la moltitudine di capretti, di cani, di gatti, di orsi e di parecchi altri animali» sognati da Don Bosco, in pacifico gregge ; quel gregge di cui Gesù diceva : « Io sono il buon pastore e conosco le mie pecore ed esse conoscono me» . « Cosa avete portato? una morta? » La signorina Fiorina Ranieri fu portata d'urgenza in clinica e l'indomani l'operarono di colicistite, calcoli al fegato e appendicite . Dopo pochi giorni si pensava di farla uscire, quando si aprì la ferita mettendo fuori litri di liquido, che continuò a fluire per parecchi giorni . La sorella, Figlia di Maria Ausiliatrice, accorse al suo capezzale e affidò l'ammalata a Maria Ausiliatrice, con la promessa di pubblicare la grazia . Il dottore ai parenti non disse qual era la causa di quella materia che usciva dalla ferita, ma in seguito a un consulto sapemmo che si trattava di una fistola all'intestino . In clinica non fecero altro che chiudere la ferita e mandare a casa l'ammalata, dicendo che la febbre dipendeva da pleurite . Dopo cinque giorni si dovette ricoverare con urgenza, perchè si aperse di nuovo la ferita mettendo fuori altro liquido . Fu portata non più in clinica, ma all'ospedale San Leonardo in Castellammare . Là non volevano riceverla, perchè dicevano : « Cosa avete portato ? una morta ? » . Si trattava di un ascesso sotto il fegato . La nostra fede aumentò ancora di più, invocando anche San Domenico Savio e don Rua perchè intercedessero presso Maria Ausiliatrice . E presto mia sorella fu dichiarata fuori di pericolo . Ora finalmente sta bene . Anche se il dottore le ha dato un anno di cura, lei sente che la Madonna l'ha guarita, perciò non vuole più attendere a rendere pubblica la grazia, che . è ritenuta un vero miracolo . Terzigno (Napoli) SUOR RANIERI G . TERESA F .M .A ., Direttrice Un albero frenò il moto pazzesco dell'automezzo Giovedì 23 settembre u . s . viaggiavo su una macchina privata che fa servizio da Catania a Caltagirone . A una ventina di chilometri da Caltagirone, mentre leggevo, sentii un gran colpo e un rompersi repentino di vetri : la macchina s'era scontrata con un camion ; contemporaneamente una seicento di dietro si schiantava contro di noi . Subito invocai la nostra Ausiliatrice, finchè un albero non frenò il moto pazzesco dell'automezzo, che rimase capovolto . Tra i rottami vidi sangue e sentii le grida d'un fanciullo che si trovava con noi . Temevo che qualcuno fosse morto . Tentai di aprire uno sportello, ma inutilmente . Riuscii a sgattaiolare da un finestrino senza vetri . Altri vennero in nostro aiuto . Per la materna protezione di Maria SS .ma, che avevo invocato con tutte le potenze del mio essere, nessuno di noi era morto . Quattro furono portati in un vicino prontosoccorso . Gli altri quattro uscimmo quasi incolumi, anche se tutti, chi più chi meno, con ammaccature . Non solo noi che eravamo nella stessa auto non abbiamo subìto gravi danni, ma neppure quelli della macchina che si schiantò contro di noi . Ringrazio la Vergine SS .ma, che con tanto amore ci ha protetti in un disastro così grave . Raccomando alle preghiere dei lettori quelli di noi che si trovano all'ospedale e l'autista, che ha perduto la sua macchina . Caltagirone (Catania) CH . SALVATORE MINGIARDI, Salesiano Quello che non può fare la scienza . . . Da circa 7 anni mio figlio soffriva di vertigini tanto da non poter compiere il suo lavoro . Ero disperata, perchè ogni cura medica si rivelava inutile . Mi rivolsi con fede a Maria Ausiliatrice e ai Santi salesiani, specialmente a Don Bosco e a Don Michele Rua, di cui sono tanto divota . Pregai giorno e notte, con l'angoscia nel cuore, e fui esaudita perchè ora mio figlio sta meglio, e può continuare il suo lavoro, e sono certa che col loro aiuto guarirà completamente . Desidero che questa grazia venga pubblicata sul Bollettino Salesiano, perchè si veda che quello che non può fare la scienza, lo si può ottenere con la fede dalla potenza divina . Gravellona Toce (Novara) PIERINA ZUFFINETTI La Vergine fu maternamente tempestiva Da alcuni anni ero assalita da coliche renali, che minavano inesorabilmente il mio organismo . Fui sottoposta a visite mediche anche da parte di valenti specialisti, ma nessuno riuscì a diagnosticare la natura specifica della mia malattia . Infine, consigliata da una parente, partii per Genova, dove dagli accertamenti clinici risultò necessaria l'aspor- 27 tazione del rene destro, affine di salvare il rene sinistro . Angosciata al pensiero di un intervento, che mi avrebbe chiuso per sempre le porte della vita religiosa, alla quale aspiravo fin dall'adolescenza, mi rivolsi alla Vergine Ausiliatrice con una preghiera fatta di fiducia e di speranza . E la Vergine fu maternamente tempestiva . Infatti alla vigilia dell'intervento i medici cambiarono parere e mi ordinarono delle cure, mediante le quali potei liberarmi dall'insidioso male . Da un anno sono Figlia di Maria Ausiliatrice e intendo fare della mia vita un canto di lode e di ringraziamento alla Vergine S S .ma e al suo grande apostolo San Giovanni Bosco . Palermo SUOR MARIA GARITO, F .M .A . Doveva subire un intervento a go anni Il 20 maggio c . a . venni trasportato nella clinica locale di San Pier Damiano, ove fui operato d'ernia . S'imponeva un secondo intervento alquanto grave e delicato, non facile per le probabili conseguenze che potevano sorgere . Il professore non credette opportuno operarmi di nuovo stante la mia età di novant'anni . Allora, come ex segretario dell'Unione Exallievi salesiani di Faenza, mi rivolsi a San Giovanni Bosco, pregandolo con insistenza e viva fede, di liberarmi dalla dolorosa situazione . La grazia non si è fatta aspettare, poichè dal 27 agosto ogni sintomo è scomparso e sto benissimo . Esprimo a San Giovanni Bosco la mia viva riconoscenza inviando offerta per le Missioni Salesiane . Faenza SECONDO GUADAGNINI La domenica 30 ottobre il Vescovo di Faenza monsignor Giuseppe Battaglia consegnava la Commenda dell'Ordine di S . Silvestro papa al maestro Guadagnini. Le nostre felicitazioni a questo autentico a Salesiano esterno- Rosa Marongiu (Sassari) segnala due grazie ottenute con preghiere a M . A . e applicazione della reliquia di S . G . B ., una a favore di una sorella, l'altra per una nipote . Giovanna Taglioni (Torino) ringrazia di cuore la Madonna per l'assistenza avuta durante una lunga malattia . Maria Somale (Testona - Torino) attribuisce a M . A. e a S . G . B . la sua guarigione da mal d'occhi e da dolori reumatici . Rosina e Pierino Pilone (Castelnuovo Don Bosco - Asti) raccomandarono a M . A . e a S . D . S . la loro bambina ferita in un investimento e la riebbero salva . Rosetta Rocchi (Cermenate - Milano) per intervento di M . A. e di S . G . B . ottennero la salvezza di una nipote gravemente investita sulla strada . Gaetano Caracansi (Caltanissetta) comunica la guarigione di un amico da grave tumore, dopo operazione e ferventi preghiere a M . A . e a S . G . Bosco . Ernesta Merlo in Perucca (Torino) professa viva riconoscenza a M . A . e a S . G . Bosco . Maria Fiore (Torino), invocata devotamente M . A ., ebbe il marito risanato da una malattia e da complicazioni postoperatorie . Anna Imperatore (Rho - Milano) raccomandatasi a M . A . in gravi circostanze, riacquistò piena salute . Concetta Crescimone (Torino) raccomanda alle preghiere comuni la mamma, già in parte guarita per intercessione di M . Ausiliatrice. Lola Lemme y Lyda L . de Monteleone (Mendoza - Argentina) ringraziano S . G. B . per il superamento di gravi difficoltà negli studi universitari di un cugino . Lucia Irlanda Indulgenza (Resina - Napoli) ringrazia fervidamente M . A ., S . G . B ., S . D . S . per la salvezza del figlio in un tragico investimento che, a giudizio dei presenti, doveva essere mortale. Giulia Ratto (Nizza Monferrato - Asti) con grande riconoscenza dà relazione di tre grazie : lei stessa pregando S . G . B . e S . D . S . guarì da grave bronchite ; un nipotino, operato d'urgenza di ernia strozzata, fu salvo ; salva pure una vicina con il bambino, nonostante i pronostici negativi del medico . Emma Vuillermoz in Follin (Chatillon - Aosta) raccomandandosi a M . A . ricuperò la salute desiderata . Franco Ganassin (Chatillon - Aosta) ringrazia S . G . B . che gli ha salvato moglie e bambina in un grave pericolo . Pietro Colombo (San Lazzaro di Padova) raccomandò a M . A . e a S . G. B. la figlia in condizioni gravissime dopo il parto e la riebbe guarita . M . G . (Siracusa) afflitta per gravi discordie familiari si rivolse a M . A ., a S . G . B . e a S . D . S . ottenendo il pieno ritorno della pace. Grazie l Lucia e Antonio Demarca (Busca - Cuneo) preoccupati per un difficile parto, pregarono M . A . e S . G . B . con pieno successo . Cirino Mammino (Acireale - Catania) attribuisce all'intervento di M . A. la sua guarigione senza postumi da enfisema pleurico . Coniugi Angelo e Carmen Zanetti (Valdagno - Vicenza) gratissimi per celesti favori ottenuti per intercessione di M . A ., di S. G . B . e di S . D . S ., rendono pubblica la loro riconoscenza . Anna Ridolfi (Torino) facendo una novena a M . A . ottenne un sensibile miglioramento a mali di stomaco e di gamba . 28 Lo diciamo di cuore a tutti i Cooperatori e Amici che ci aiutano ad aggiornare gl'indirizzi del Bollettino Salesiano segnalandoci i morti, i duplicati, i cambi di domicilio . La Vergine Ausiliatrice e San Giovanni Bosco ricompensino quanti ci usano questa carità che ci evita un grave e inutile dispendio di carta e di denaro . Indirizzare alla Amministrazione «Bollettino Salesiano» Via Maria Ausiliatrice, 32 - Torino Dopo sedici anni di matrimonio Nel corso dei primi sette anni di matrimonio, dopo alcune amare delusioni, il Signore ci aveva concesso successivamente due figli, la cui breve vita, però, non fu altro che una lunga malattia . Si può immaginare la nostra disperazione nel vedere svanire, così nel dolore, i più legittimi desideri di due sposi . Su consiglio di un nostro parente sacerdote salesiano, ci siamo raccomandati a San Domenico Savio portandone l'abitino . L'attesa fu lunga e sembrava che il Signore volesse ancora provare la nostra fede : mio marito infatti fu colpito da un grave infarto cardiaco . Raccomandai anche lui a San Domenico Savio e la crisi si risolse abbastanza bene . Ma intanto gli anni passavano e ormai perdevamo ogni speranza di vedere coronato il nostro desiderio . Finalmente, dopo sedici anni di matrimonio, il Signore ci esaudì mandandoci un bambino sano, robusto e vivacissimo . Abbiamo atteso un anno e mezzo prima di pubblicare la grazia . Ora manteniamo la nostra promessa e inviamo la nostra modesta offerta perchè costatiamo che il nostro piccolo Giandomenico continua a godere la protezione del giovane Santo . Gallio (Vicenza) Famiglia STELLA-CHERUBIN Guarito da ulcera perforata Mio padre era seriamente malato per un'ulcera perforata con emorragia . Il caso era molto grave e dato per disperato, anche in considerazione dell'età avanzata . Ma dal giorno in cui lo affidai con tanta fede a San Domenico Savio, subito incominciò a migliorare . Oggi posso dire che, con l'aiuto del nostro caro Santo, è quasi guarito . Messina RASÀ DOMENICA SPINELLA Le convulsioni non sono più tornate Desidero far sapere che invocando San Domenico Savio il mio bambino sta bene, mentre prima aveva sempre le convulsioni . I medici non trovavano un rimedio efficace, gli avevano praticato anche tre lombari, ma non avevano servito a nulla, e le convulsioni venivano ugualmente . Non sapendo più a chi ri- volgermi, mi sono ricordata di San Domenico Savio, di cui avevo sentito parlare . Mia cognata aveva l'abitino in prestito da una signora . Glielo chiesi e lo misi subito al mio bambino, facendo la novena . Da quel giorno son passati due mesi e le convulsioni non sono più tornate, mentre prima gli venivano quasi tutte le settimane . NOEMI FEBRETTI Bennato (Brescia) San Domenico Savio allevia l'angoscia di una mamma In tre anni di matrimonio vennero ad allietarci due creature, ma la morte subito ce le rapì . Aspettavo la terza, già temendo perchè nuovamente le mie condizioni di salute non erano buone, quando una grave sciagura venne ad abbattersi sulla mia famiglia . Mio marito, lavorando, cadde da un ponte battendo fortemente la base cranica e, dopo poche ore, moriva . Vennero le nostre suore a farmi visita e mi portarono l'abitino di San Domenico Savio, che indossai con fede pregando il caro Santo a volermi consolare in quei momenti così angosciosi . Ora, dopo tanto pregare e soffrire, mi stringo fra le braccia una bella bambina, la quale ha due mesi di vita e gode ottima salute . Mantenni la mia promessa e la battezzai col nome di Maria Domenica. Ora invio un'offerta e rendo pubblica la grazia a titolo di incoraggiamento ad avere fiducia nella intercessione di questo caro Santo . Roppolo (Vercelli) ALICE CARLA ved . CARISIO Rosetta Giura (Verona) fu assistita validamente da S . D . S . nel dare alla luce il suo primogenito ; invoca preghiere per la mamma inferma . Michele Ughetto e Fausta Bruno (Piossasco - TO) sono oltremodo riconoscenti all'angelico S . D . S . per la protezione accordata al loro bambino . Giacomo e Lucia Panero (Bruino - TO) sentono il dovere di ringraziare sentitamente S . D . S . per un pericolo da cui scampò il loro bambino . Romualdo e Renata Furlan (Treviso) esprimono la loro riconoscenza a S . D . S . per la nascita di una bambina attesa con trepidazione . M . Grazia De Matteis (Marcianise - CE) fu esaudita da S . D . S . con la guarigione da una pleurite . Giuseppe e Maria Cristiano (Bruino - TO) sono riconoscentissimi a S . D . S . per la seconda nascita avvenuta bene, come la prima, per intercessione del Santo . Maria Frigerio (Erbe - CO) ringrazia S . D . S . per la figlia, che ebbe felice esito nella sua maternità, nonostante qualche complicazione . Giovanna Santaera (Modica - RG) ebbe un felice svolgimento della sua maternità per intercessione di S. D . Savio. 29 don Andrea Beltrami Prodigiosa guarigione da pancreatite acuta Desidero esprimere la mia vivissima riconoscenza a don Andrea Beltrami, per la cui intercessione ho ottenuto la guarigione da malattia gravissima . Ricoverata in ospedale per calcoli alla cistifellea, dovevo essere sottoposta a intervento chirurgico . Tale intervento si rendeva però impossibile per il sopraggiungere di ittero febbrile con la complicazione di pus interno . Il ricovero veniva così prolungato e le mie condizioni si aggravavano giorno per giorno . Allora unitamente ai miei parenti mi affidai a Don Andrea Beltrami, perchè mi mettesse in condizioni di essere operata . Poichè nessun miglioramento veniva riscontrato e le cose precipitavano in peggio, il professore decise di tentare l'operazione . Durante l'intervento, oltre all'asportazione della cistifellea e dei calcoli, fu riscontrata una gravissima malattia che comprometteva ogni speranza : pancreatite acuta emorragica . In quel momento veramente tragico, si intensificarono le preghiere a Don Beltrami, nel quale avevamo riposto ogni fiducia . E Don Beltrami non ci deluse : in un limite di tempo record ottenni la guarigione tra la soddisfatta sorpresa di tutti coloro che mi hanno premurosamente curata . È mio vivo desiderio rendere pubblico questo prodigioso intervento di Don Andrea Beltrami, in segno di profonda e infinita riconoscenza . Massiola (Novara) ROSA MATTAZZI Il figlio primogenito ironizzava La mia figlia Maria Agnese soffriva di paralisi infantile in un braccio, in una gamba e nella spina dorsale . La bambina non poteva 30 don Rodolfo Komorek mantenersi a lungo in piedi e sovente cadeva per terra . Da Taubaté andammo ad abitare per qualche tempo a San José dos Campos, dove feci amicizia con una vicina di casa, che mi parlò del Servo di Dio don Rodolfo Komorek . Un mattino del gennaio 1964, la mia Maria Agnese, con molta difficoltà, fu al ginnasio cittadino per fare la sua iscrizione . Verso le dieci ritornammo a casa . Pioveva forte . Radunai i miei sei figli e insieme alla bambina andammo al cimitero, dove c'è la tomba del Servo di Dio, nella speranza di ottenere da lui la guarigione della figlia . In quel giorno compiva quindici anni di età. Correva voce che tutti quelli che erano in grazia di Dio, vedevano sgorgare acqua miracolosa dal tumulo del padre Rodolfo . Il mio figlio primogenito, vedendo il nostro fervore, disse ironizzando : --- Mamma, oggi andrete a vedere dell'acqua, perchè sta piovendo . Arrivammo al cimitero che pioveva a dirotto . Pregammo insieme con molto fervore . Poi raccolsi pioggia che cadeva sopra la tomba e bagnai con fede le gambe di mia figlia con quell'acqua . Giorni dopo Maria Agnese era completamente guarita . Oggi la mia figlia ha già 17 anni e della paralisi infantile non conserva nessuna traccia . Andiamo frequentemente alla tomba di questo Salesiano santo per ringraziarlo del miracolo che ci ha ottenuto . Quanti conoscevano la figlia ammalata rimangono edificati al vederla in salute e robusta . Io racconto a tutti il fatto miracoloso della sua guarigione . Maria Agnese è la prima della sua scuola e fa i lavori di casa, perchè io devo uscire per il lavoro, avendo sette figli da mantenere . Lei prepara da mangiare, fa il bucato, assiste i fratellini e le sorelline, va a scuola, studia e fa i compiti . E si sente bene, come se 'non fosse mai stata ammalata . Tutto questo, grazie al santo Sacerdote salesiano don Rodolfo Komorek . Taubaté (Brasile, Stato di San Paolo) LEOPOLDINA DA SILVA ANDRADE PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI SALESIANI DEFUNTI Don Ruflllo Uguccioní t a Torino il 3o-to-1966 a 75 anni . leremo in un prossimo numero) . (Di lui par- Don Antonio Cavasin t a Nave (Brescia) a 95 anni . Settantasei anni di vita salesiana e settantuno di sacerdozio, tutti spesi nella scuola e nell'apostolato c o .n e educatore e sacerdote, sono la gloria di questo degno figlio di Don Bosco . Trascorse gli ultimi decenni della sua vita nello Studentato filosofico di Nave, esempio vivente di fedeltà a Don Bosco, di studio e di preghiera . Don Antonio Mareigaglía t ad Araxà (Brasile) a 84 anni . Chiuse la sua lunga giornata in Araxà (Minas Gerais-Brasil) all'età di 84 anni, questo salesiano che il giornale locale chiamò "apostolo del Planalto Goiano" . Era entrato in Congregazione insieme al fratello Luigi e insieme erano stati ordinati . Ancora giovane sacerdote fondò nel "Liceu S . Coragio de Jesus" di San Paolo, quel circolo San Paolo trasformato poi nella esemplare "Unione Exallievi" che onora il Brasile e la Congregazione . Assistenza, scuola e ministero furono il suo primo pane quotidiano, poi per il restante della vita percorse instancabile il vasto hinterland degli Stati di Goiàs, Minas Gerais, Espirito Santo, portando il conforto e la parola di Dio a tante anime . Da tempo aveva celebrato le nozze d'oro sacerdotali con il fratello che lo precedette nella morte ; ora sono riuniti nel premio per sempre . Don Pietro Krzywdzínskí t a Jaciazek (Polonia) a 72 anni . Don Emilio Tront t a Kòln-Mùlheim (Germania) a 67 anni . Don Zislao Kasprzak t a Zakopane (Polonia) a 65 anni . Don Luigi Ríbaldone t a Lu Monferrato (Alessandria) a 64 anni . Don Giuseppe Alves t a Estoril (Portogallo) a 63 anni . Don Giuseppe ForgSc t a Buenos Aires (Argentina) a 6z anni . Don Giuliano Hoppe t a Cracovia (Polonia) a 58 anni . Don Bernardo Zawada t a Poznan (Polonia) a 53 anni . Don Telmo Riccardo Leíva t a Curuzú-Cuatià (Argentina) a 33 anni . Coad . Stefano Colò t a Rovereto a 84 anni . COOPERATORI DEFUNTI Mons. Agostino D'Arco, Vescovo di Castellammare di Stabia e Ausiliare di Sorrento, t a Castellammare . Ereditò da mons . Emanuel, cui successe nella diocesi, anche un profondo amore a Don Bosco . Amò l'Opera salesiana di Castellammare e godeva di trovarsi nel nostro Istituto, specialmente quando fu trasformato in Studentato teologico ed egli poteva prestarsi per le Sacre Ordinazioni . Accettò con soddisfazione la nomina a Direttore Diocesano dei Cooperatori salesiani . In questi due anni di sosta dell'opera nostra, per !a ricostruzione dello Studentato teologico, desiderò che i chierici, trasferiti temporaneamente a Salerno, venissero ogni giovedì nella sua diocesi per l'insegnamento del catechismo . Quest'anno volle che la festa di Don Bosco si celebrasse nella cattedrale e ufficiò solennemente la S . Messa, dopo la quale presiedette l'assemblea annuale dei Cooperatori nel salone vescovile . Aveva assicurato la sua presenza alla chiusura degli Esercizi per Cooperatrici, ma all'ultimo momento comunicò che una leggera indisposizione glielo impediva ; si trattava invece della malattia che doveva stroncarlo . I salesiani gli serbano una riconoscenza fatta di preghiera . Don Michele Actís, pievano di Vische (Torino) t a 83 anni . Fu per 53 anni parroco a Vische, dove lascia il ricordo edificantissimo della sua vita santa e del suo fecondo apostolato . Allievo della Casa madre, conservò per il suo professore don Fedele Giraudi (poi Economo Generale) un affetto vivo, che lo richiamava sovente alla terra benedetta di Valdocco, dove era fiorita la sua vocazione . Si mantenne pure in relazione con i suoi compagni e scriveva loro con frequenza informandoli del decesso di qualcuno di essi . Nella sua parrocchia precorse i tempi con la spartizione delle terre della tenuta Luisina, opera intelligente che fece epoca e che servì di esempio anche in alto loco . Il suo Viceparroco afferma che in 32 anni che gli visse a fianco non ricorda che abbia trascurato un giorno la meditazione e le altre pratiche del buon sacerdote . Era anche affezionatissimo alla Famiglia Salesiana . Morì con i santi nomi di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco sulle labbra, e tra le braccia del suo compagno e amico don Paolo Giacomuzzi, salesiano, residente in Sicilia, che da tanti anni non vedeva e che era venuto a trovarlo per caso, o meglio, per tratto delicato della divina Provvidenza . Mons. Antonio Signorini f a Carturo a 79 anni . Per oltre 5o anni parroco amato di Carturo, fu devotissimo di Maria Ausiliatrice . Gli rendono testimonianza vari exallievi, da lui inviati nei collegi salesiani, tra i quali un sacerdote attualmente in Palestina, e due chierici in Venezuela . Il fiorire di anime generose nel piccolo paese è frutto dello zelo pastorale del compianto arciprete . II suo ricordo resterà, anche perchè parlano di lui le opere religiose e sociali che compì nei 5o anni di ministero parrocchiale . Geom. cav . Nicola Galizia t a Lanzo Torinese a 6z anni . Salesiano nel cuore e nella vita, santificò, sull'esempio e con lo spirito di Don Bosco, fatiche e preoccupazioni . La casa salesiana di Lanzo ne conobbe per molti anni la generosità nel lavoro di edilizia, sempre disimpegnato con perizia e amore . Anche in posti di responsabilità civica seppe dare una coraggiosa testimonianza cristiana, attuando il suo programma : a Di quanti avvicino voglio farmi degli amici per portarli al bene N . Ogni giorno, tra il lavoro e gli spostamenti da un cantiere all'altro, riusciva a recitare il Rosario intiero . Lascia ai suoi cari l'impegno di ., volersi sempre bene, e resta per il figlio sacerdote salesiano un ideale da imitare . Gr . Uff. Ugo Sprega, generale di Divisione a riposo t a Roma . Iscritto alla Pia Unione dei Cooperatori dal 1955, ne comprese e visse lo spirito, seguendone con gioia i progressi . Finchè la salute - glielo permise, prese parte alle riunioni mensili . Tali incontri portavano nella sua anima tanta luce, che si traduceva poi in fede viva e in carità generosa . La lunga malattia fu confortata dalla frequente Comunione e dalla benedizione di M . Ausiliatrice, di cui era devotissimo . Francesco Magnetti t a Torino a 64 anni . Sposo modello, padre esemplare e cristiano attivo, trascorse la sua vita tra casa, lavoro e Oratorio . Come Cooperatore, ha il merito di aver promosso e favorito il Laboratorio "Mamma Margherita", che aveva la sede nella sua casa. Otto mesi di malattia furono il miglior collaudo della fede, serenità e pazienza che lo distinguevano . Giuseppe Tenni t a Tirano (Sondrio) . Della sua vita esemplare parlano quanti l'hanno conosciuto, ma resta la testimonianza più bella nelle due vocazioni sbocciate nella sua famiglia : un figlio salesiano missionario nel Venezuela e una figlia suora tra le Figlie di Maria Ausiliatrice . Giuseppe Di Mauro t a Viagrande (Catania) a 77 anni . Visse nella rettitudine e nella semplicità del giusto . Per molti anni si servì del suo talento musicale per elevare inni di lode a Dio e alla Vergine Ausiliatrice, da lui tanto amata . Maria Teresa Mazzarello t a Mornese (Alessandria) a 82 anni . Madre esemplare per fede e lavoro e zelante Cooperatrice salesiana, provò una grande gioia nell'offrire a Don Bosco il suo don Luigi . Era devotissima di Maria Ausiliatrice e considerava la sua concittadina Santa Maria Mazzarello quale celeste protettrice della sua famiglia . Anna Colombo Primavesi t a Lugano a 84 anni . Madre esemplare di cinque figli, fra i quali don Stefano, salesiano, morto l'anno scorso, provò tutte le gioie e le amarezze che la vita riserva a una buona mamma di famiglia . Sempre pronta ad aiutare, a lenire ogni dolore, si era dedicata interamente al bene altrui . L'Oratorio maschile e femminile la ricordano tra le figure di primo piano . Dama della carità, terziaria francescana, cooperatrice salesiana, fu presente e attiva ovunque vedeva la possibilità di fare del bene . ALTRI COOPERATORI DEFUNTI Albano Ciro - Baldi Margherita - Baldi Maria Teresa - Balsamo Messina Agata - Barone Teresa - Bruno Antonio - Certi Carlotta Consoli Concetto - Contini Guido - Corsaro Giuseppe - Coslop Modesta - Costanzo Paolo - Cristel Lucia - De Andrea Ennio - Deino Battista - De Simone Umberto - Di Paola Vittoria - Giacchino Nicoletta - Guerra D . Olderico - Laini Isacco - Locati Camillo - Lombardo Carmelo - Lombardo Rosaria V. Catalano - Maganetti Maria Marchesin D . Attilio - Marin Linda V . Padovan - Marletta Carmela - Massimino Rosa - Merano Bianca - Messina Agata - Mignemi Gregorio - Molteni Luigi - Monasterio Clara - Nigra Palmira - Paglia Bonaventura - Pagliasotti Domenica - Pasero Angela - Pastorini dott. Silvio - Peruzzo Carolina - Prever Margherita - Puglisi Pulvirenti Giuseppa - Raciti Rosa - Radente Angela - Rapiti Eleonora - Roggia Sebastiana - Sandrini Maria - Sardo Cristoforo fu Paolo - Scalia Angelina - Sciuto Filippo fu Alfio - Sorge Gregorio - Spada Vittorio Stabile Romilda - Tomaselli Eleonora - Turco Eugenio - Vassena Emilia - Zanon Ettore . L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n . 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule : Se trattasi d'un legato : « . ..lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede In Torino a titolo di legato la somma di Lire. . . (oppure) l'immobile sito in . ..». Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe essere questa : « . . . Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomino mio erede universale l'istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo» . (luogo e data) (firma per esteso) 31 indice dell'annata 1966 Agnelli sen . Giovanni : come vide Don Bosco : XI, 7. Angrisani mons . Giuseppe : stralcio della commemorazione del 150° di Don Bosco: ix, io . Arese (Milano) : Centro Salesiano a San Domenico Savio s : vili, 1o . Argentina : per il 150° della nascita di Don Bosco : I, 19, 20 - prima Facoltà di Enologia dedicata a Don Bosco : li, t3 - monumento a don Angelo Buodo: n', 21 - don Schiavoni predica sui tetti (radio) : ix, zr - varie : IV, 22 - VI, 23 - VIII, 21 - IX, 18 - X, 19. Belgio : varie : Il, 20 - VI, 23 . Beltrami don Andrea : grazie : III, 31 - XII, 30 . Birmania : espulsi i Salesiani : Vili, 20- e le Figlie di Maria Ausiliatrice : Xi, 19 . Bhutan : inizi salesiani : 11, 21 - la Regina visita il Don Bosco e : xI, 19. Bolivia : relazione di don Invernizzi sulla Muyurina : IX, 24 . Bosco San Giovanni : visto dal Fondatore della FIAT : 1, 8 ; XI . 7 - sua azione per l'infallibilità pontificia: 1, 8 - un inciso di Paolo VI : i, io - un e tascabile * su Don Bosco: i, 18 - i5o° in Argentina : 1, 19 - in Brasile : 11, zo - a Valdocco: Ili, i t - a Firenze: ili, 19 - a Milano: iv, 16 - a Roma : iv, 18 - a Genova : IV, iq - a Torino-S . Luigi : IV, 1q - a Napoli : vi, 9 - ad Asti : vii, 20 - a Valencia, a Perugia, a Cuenca : vili, i8 - ad Ancona, a S. Paolo del Brasile, a Modena : Vili, 1q - a Gorizia : IX, 15 - a Nicaragua : x, 21 cent'anni fa visitava il Veneto : 1, 21 - Facoltà di Enologia a Rodeo del Medio (Argentina) : n, 13 - monumenti: 1, 24 ; TI, 14 ; VI, 23 - Oratorio : Il, 19 - Parrocchie : li, 19 ; X, 21 - Scuole : TI, 19 ; 111. 23 - Cappella: il, 19 - il Tempio di Roma elevato a Basilica: 111, 7 - festa a Valdocco: in, 12 - discorso del card . Siri : iv, i - parole del card. G . B . Montini: IV, 4 - Don Bosco e Leone Harme! : IV, 1t - festeggiato dagli apprendisti di Spagna : v, 2o - ufficialmente riconosciuto Patrono della Patagonia : v, 21 - sue benemerenze per la Scuola : X, 3 - ottantesimo suo viaggio a Barcellona : XI, i6 (vedi anche Educhiamo come Don Bosco in Educazione) . Brasile : Rio Negro, relazione di don Di Stefano : 1, 25 - varie: 11, 20 - X, 21 . Capitolo Generale XIX : articolo sugli Atti del Capitolo Generale : IV, 8 . Castaldo card. Alfonso : in morte : v, 31 . Castellaneta (Taranto) : un moderno Centro Zootecnico : x, 16. Castellino don Giorgio : membro della Commissione per la revisione della «Volgata0: II, ig . Catechesi : il IV Convegno o Amici di Catechesi r : xi, 18. Cerignola (Foggia) : i Salesiani a Cerignola : vi, 22 . Cile : 50° della morte di mons . Fagnano : xI, io - farina per le ostie conclusione Concilio : Il, 4 - varie: x, i9 . Cimatti don Vincenzo : profilo : i, ti - articoli sulla sua spiritualità : xi, 3 ; XII, 7 . Cina : nel 6o° dei salesiani in Cina : v, 18 - varie : il, 20 - V, 24 - x, 18, 19 . Colle Don Bosco : il Tempio di S . G . Bosco : I, Io - 11, 9 - IV, 27 - VI, 2o - IX, 17 . Coloane : un villaggio di fratelli (lebbrosi) : V, 24 . Colombia: 75° della prima casa salesiana : VI, 23 . Concilio Vaticano II : articoli : II, i - III, i . Congo : una città di ragazzi neri : XII, 23 . Consiglio Superiore : i Consiglieri presiedono le Conferenze Ispettoriali di tutta la Congregazione : III, 14. Cooperatori Salesiani: *Cooperatori >, perché ? : il, Il ; v, 17 ; VI, 18 ; vii, 18 a Salesiani », perchè ? : vili, 14 ; Ix, 9 - a Pia Unione », perchè ? : zii, 15 apostolato dei Coop . di Guayaquil : x, i - una bella iniziativa dei Coop . di Roma : xi, 1q (vedi anche tutta l'annata del Bollettino Dirigenti) . Corea : relazione di don Facchinelli : Vili, 24 . Crociata Missionaria : vedi la terza copertina di ogni numero. Dominicana (Rep .) : territorio per nuova sede della Scuola Agraria di Moca : il, 18 . Ecuador : diocesi di Guaranda : 111, 25 - vita dei Kivari : VII, 22 - apostolato dei Coop . a Guayaquil: x, io - varie : III, 23 . Educazione : educhiamo come Don Bosco : 1, 6 - il, 5 - IV, 14 - V, i6 - VII, 14 - IX, 14 - X, 12 - XI, i5 - XII, 14 . Egitto : l'opera salesiana, opera ecumenica: IX, 15 . Esercizi Spirituali : documentazione fotografica Esercizi 1965 : 1, 22-23 - elenco corsi 1966 : IV, 15 . Exallievi : nuovo Statuto promulgato : va, 17 - Congresso Nazionale Exallievi Salesiani di Francia : x, 14 - Convegno Dirigenti Exallieve Figlie di Maria Ausiliatrice d'Europa e Medio Oriente : x, 13 . Fagnano mons . Giuseppe : articolo per 5o° morte : XI, lo. Fame nel mondo : campagna contro la fame : IV, 5 - relazione di don Maschio: V, 12 - resoconto campagna: VII, io - opera di don Mantovani : vi, ii intervista con don Mantovani : Vili, 7 . Fedeltà : giornata della fedeltà : TI, 12 - solenne promessa dei Superiori Maggiori di fedeltà a Don Bosco nel 150°: 111, 4 . Figlie di Maria Ausiliatrice : le Figlie di Maria Ausiliatrice nel Sud Africa : VI, 23 - Don Bosco ne preannuncia la fondazione : vii. 15 - restaurata la cappella di Maria Ausiliatrice in Mornese : Vili, 13 - lodate da Paolo VI : vili, 21 - la prima Scuola Europea a Cinesello B . : IX, 16 - Convegno dirigenti Exallieve : X, 13 - l'Istituto Sup . di Pedagogia incorporato al PAS : xii, 16 . Firenze : celebra il 150° della nascita di Don Bosco : ili, 19 . Fondazioni : dei Salesiani: 1, 2 - delle Figlie di Maria Ausiliatrice : 1, 4 . Francia : Congresso Nazionale Exallievi di Francia : x, 14 - artic . su colonia Coop . Delpouve : xii, i i - varie : Il, 20 - VI, 23 . Genitori e figli : Vili, 4 . Germania: la parrocchia di S . Volfango a Monaco : Ix, i9 . Giappone : il prete dei serpenti : IV, 25 - articolo di don Mantegazza sulla parrocchia di don Liviabella : Vili, 22 - - i giovani giapponesi e il sistema preventivo di Don Bosco : X, 22 - articoli sulla spiritualità di don Cimatti : XI, 3 - XII, 7 - varie : V, 19. N 32 Giovani : i giovani e il Concilio : ili, 1 . Guatemala: Studentato filosofico riconosciuto dallo Stato : 11, 20 . Harmel Leone : nel So , della morte : IV, li . Hong Kong : varie: Ili, 23 - IV, 23 - Vili, 21 . Komorek don Rodolfo : grazie attribuite al Servo di Dio : XII, 30 . India : India-Shillong : relazioni mons . Ferrando : VII, 25 ; X, 24 - fotocronaca da Shillong : x, 20 - India-Tezpur: relazione di mons . Marengo: XI, 20 varie: Il, 20 ; III, 24 ; V, 12 ; VI, 21 ; VIII, 21 (per l'opera dei salesiani contro la fame vedi Fame) . Iran : Don Bosco in Iran : Ix, 12 . Irlanda : geniale iniziativa contro la fame : IX, 20. Ispettoria Centrale S . Cuore : ha quarant'anni di vita : vili, 17. Israele : Scuola professionale salesiana di Nazareth : il, 18 . Laici : i laici nella Chiesa: v, 9 - panoramica apostolato laici : vi, i - sono l'anima del mondo : VII, 3 - come si abilitano all'apostolato: x, i . Lustosa mons . Antonio : compie 8o anni : V, 19 . Mantarro Santi : costruttore di chiese : m, 24. Mantovani don Orfeo : sua opera di carità a Madras : IV, 6 ; vi, i I ; VIII, 7 . Maria Ausiliatrice: monumenti : II, 1q ; VIII, 21 ; X, 18 - altari : 1, 24 - chiese : Il, 20 ; Vili, 20 ; X, 21 - centenario prima grazia di Maria Ausiliatrice : V, 28 - quadro : Vi, 23 - festa a Valdocco : VII, 16 - cappella nel Santuario Nazionale di Washington : vili, 16 - l'Ausiliatrice e la Madonna degli Emigrati (Australia) : x, 28 - grazie (vedi pagina 28 di ogni numero) . Maria : Madre della Chiesa : v . i - Settimana Nazionale di Studi Mariani : x, 21 . Mariani don Francesco : commemorato a Seregno : Ix, 20. Maschio don Aurelio : contro la fame in India : v, 12. Mazzarello S . Maria : grazie : v, 30 . Messico : i Mixes: li, 24 ; VII, 21 - l'opera del dott . Ortíz: VI, 24 . Missioni : addio ai Missionari : xii, 15 (vedi relazioni missionarie nelle singole nazioni) . Moro Aldo : al Manfredini di Este: VII, 20 . Morti : vedi ultima pagina di ogni numero . Padova: inaugurato complesso Opere salesiane : XII, 16 . Namuncurà Zeffirino : grazie : 111, 31 . Olivares mons . Luigi : grazie : Vin, 31 . Paolo VI : autografo ai salesiani delle Catacombe : 1, 7 - visita al Testaccio V, 4 - parla alla gioventù salesiana : vri, 1-2 - discorso su Don Bosco dell'allora card. Montini : vili, i - loda le Figlie di Maria Ausiliatrice : Vili, 21 - dà udienza al Rettor Maggiore : xI, i - visita il Pontificio Ateneo Salesiano : XII, 1-6 . Paraguay : varie : 11, 20 . Pellegrinaggi : pellegrinaggio Coop . piemontesi a Lourdes : Ix, 8 . Perù : l'Oratorio di Magdalena del Mar : XII, 20 - varie : II, 20 ; 11 ., 23 ; IV, 21 ; VIII, 21 ; X, 21 ; XI, 19 . Petix barone Antonino : exallievo verso gli altari : Ix, 5 . Polonia : monumento a Don Bosco : li, 14 - cappella nel lager di Oswiecim: TI, 14 - celebrazione millennio : 111, 23 ; Vili, 15 : x, 1S. Pontificio Ateneo Salesiano : riceve la visita di Paolo VI : xii, i . Portogallo : varie : TI, zo (vedi anche Timor) . Rada mons . Candido : organizza la diocesi di Guaranda : III, 25 . Rettor Maggiore : lettera ai Coop . : i, i - visita Settefrati: li, IS - solenne promessa di fedeltà a Don Bosco nel t50° : Ili, 4 - in Sicilia : VI . 5 - a Moncalvo: vi, 21 - festa onomastica a Valdocco : vii, 13 - in Lombardia : VII, 1q - in udienza da Paolo VI : xi, i - devoto indirizzo a Paolo VI : XII, 3. Rinaldi don Filippo : grazie : 11, 31 ; VII, 31 ; X, 31 ; XI, 31 . Rolón mons . Ismaele : eletto vescovo : i, 24. Roma : vetrate Tempio San Giovanni Bosco : u, 6 - il Tempio San Giovanni Bosco eretto a Basilica : 111, 7 - Maria Ausiliatrice incoronata nel suo tempio : ili, 22 - il Papa al Testaccio : v, 4 - il Papa al PAS : xii, i . Rua ven . Michele : grazie: 1, 31 ; IV, 31 ; VI, 31 ; IX, 31 . Savio S . Domenico : grazie (vedi pagina 3o di ogni numero) - giardino intitolato a San Domenico Savio: 111, 23 - il e Domenico Savio, del 1965: VII, 5 - una cappella nella casetta natale: Vili, z1 - centenario prima traslazione salma: xl, 6 . Scuola : Don Bosco e sue benemerenze : X, 3 - convegno aggiornamento scuole professionali : 111, 21 . Silva card. Raul : per una internazionale della carità: TI, 14 . Siri card . Giuseppe : discorso sull'attualità di Don Bosco: IV, i . Spagna : 80° visita Don Bosco a Barcellona e inaugurazione adorazione perpetua al Tibidabo: xI, 16 - varie : TI, 20 ; ili. 30 ; V, 20 ; VI, 23 . Stampa: le riviste che i vostri figli leggono: Ix, I - quattro riviste per la vostra famiglia: x, 7 . Stati Uniti : la Savio Hall di Boston : li, 15 - Maria Ausiliatrice nel Santuario Nazionale di Washington : vili, 16 - varie : TI, 20 ; 111, 23 ; VI, 23 ; VII, 5. Thailandia : relazione don Castellino : vi, 25 - ecumenismo in atto : x, 17 varie : V, 19 ; X, 21 ; XI, 19 . Timor : gli idoli crollano a Timor : XI, 24 . Torino-Valdocco : 150° nascita Don Bcsco : 111, i 1 - festa Don Bosco: III, I2 Convegno sacerdoti : VI, Iq - festa Rettor Maggiore : v11, 13 - festa Maria Ausiliatrice : VII, 16 - addio ai missionari : xii, iS . Vacanze : Vacanze coi figli: vi, 8 . Variara don Luigi : grazie : vili, 31 . Versiglia don Luigi : grazie : III, 31 . Vestizioni : in Italia e nel Vietnam : il, 16 . Vicufia Laura : grazie: 111, 31 - Vili, 31 . Vietnam : varie Il, 16 ; 111, 23 ; V, 20 ; VII, 20. Vocazioni : il e Centro di Orientamento Vocazionale s di Mogliano: Il, 8 - articolo: li, 16 - vocazioni adulte : VI, i5 (art . storico) ; vii, 6 (intervista) . Ziggiotti don Renato informa sul Tempio San Giovanni Bosco : I, so ; II, 9 ; IV, 27 : Vi, 20 ; IX, 17. TOTALE MINIMO PER BORSA L . 50.000 • Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa incompleta si effettua quando il versamento iniziale raggiunge la somma di L . 25 .000, ovvero quando tale somma viene raggiunta con offerte successive • Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma a completare Borse già fondate CROCIATA MISSIONARIA BORSE COMPLETE Borsa : Sacro Cuore di Gesù, a cura del prof . Fabbri . L . 50.000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, a cura del prof . Fabbri . L . 50.000 . Borsa :' San Giovanni Bosco, a cura del prof . Fabbri . L . 50 .000 . Borsa : Don Michele Rua, a cura del prof . Fabbri . L . 50.000 . Borsa : Mons. Vincenzo Cimatti, in memoria, a cura del rag . Ferrato Oreste (Torino) . L. 50 .000 . Borsa : Mons . Vincenzo Cimatti, a cura di : comm . V . A . Angella, ing . G . Sacco, dr. G . Menzani, rag . Rossi, Benecchi Dante e dr . A . Scaramuzza . L. 50 .000 . Borsa : Suor Maria Sanna, a cura di N. N . L. 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e Santi salesiani, a cura di Berta Giuseppe, Nizza Monferrato (Asti) . L . 50.000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, in ringraziamento p.g .r ., a cura di De Bonis Ezio. L. 50 .000. Borsa : Don Angelo Amadei, a cura dell'ing . Filippo Nicolello (Torino) . L. 50 .000. Borsa : Don Bosco mi aiuti sempre, a cura di A . F. G . (Torino) . L . 50 .000. Borsa : Maria Ausiliatrice, in memoria del venerato Don Antonino Orto, a cura di T . R . Z . (Alessandria) . L . 50 .000. Borsa : San Giuseppe, proteggete mio figlio, a cura di Maria ved . Pizzato . L. 50 .000 . Borsa : Giuseppe Castellini, a cura di N . N . L. 140 .000 . Questa cartolina compilata e affrancata dà diritto a ricevere l'edizione di lusso Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice e Don Bosco, in suffragio del papa e familiari defunti, a cura di Quarello Caterina in Pasteris . L . 50.000 . Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco, a cura di M. P. L . 50 .000 . Borsa : Ven . Don Michele Rua, a suffragio dei familiari defunti, a cura delle sorelle Nogara fu Giacomo, exallieve (Bellano-Como) . L . 50 .000. Borsa : Grazie, Don Bosco, a cura di N . N. (Piacenza) . L. 50 .000. Borsa : Oratorio Don Bosco - Fidenza, implorando grazie, a cura di Antonio Croci, exallievo (Fidenza - Parma) . L. 50.000 . Borsa : San Domenico Savio, invocando protezione, a cura di N . N . (Termini Imerese) . L . 50 .000. Borsa : Maria Ausiliatrice, proteggeteci sempre, a cura della famiglia Bossetti (Turbigo Milano) . L . 50 .000. Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e Papa Giovanni XXIII, proteggeteci in vita e in morte, a cura di Bedeschi Lucia (Insignano - Ravenna) . L . 50.000 . Borsa : San Giovanni Bosco, proteggi la mia famiglia, a cura di Rizzo Elisabetta (Grosotto - Sondrio) . L. 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura di Salvatore Miceli (Roma) . L. 50 .000 . Borsa : Mons . T . Cusack, a cura dei Cattolici americani . L . 52 .555 . Borsa : Sub Tuum Praesidium, a cura di N . N . (Albisola-Savona) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, in ringraziamento per il buon esito degli esami dei nostri figlioli, a cura di Luigi e Anna Maria (Como) . L. 50 .000 . Borsa : Alessio e Paola Franco, a cura della figlia Giovanna (Torino) . L. 50 .000. Borsa : Pina, Pino e Guido, pregate per la nostra salute .*irituale e temporale, a cura di R . M. (Proni - Pavia). L . 50 .000 . Borsa : B . V . Ausiliatrice e S . G . Bosco, a suffragio dei miei cari defunti e invocando protezione, a cura di Elisa Bonfanti (Monza) . L. 50 .000 . Borsa : Giusa-Bugeia, a cura dei fratelli Don Antonio e Antonia Portelli (Isola di Malta) . L . 50.000 . Borsa : San Giovanni Bosco, in suffragio dell'anima della defunta Maria, Focardi, a cura di Focardi Alfredo (Firenze) . L . 50 .000 . Borsa : Francesco Sironi, a cura di Maria Sironi (Vimercate - Milano) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Padre Santo, a cura di Pellerino Luigi (Savona) . L . 50.000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura di Stingo Filomena (Portici- Napoli) . L. 50 .000. Borsa : Divina Provvidenza, a cura di Boglione Francesco . L . 50 .000. Borsa : Virgo Prudentissima, a cura di Losana Pietro (Torino) . L . 50 .000. Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, in memoria e suffragio dei miei cari defunti, CEDOLA DI COMMISSIONE LIBRARIA (Circolare ministeriale, 20 aprile 1920) affrancare con L . 15 Giuseppe Fanciulli SAN GIOVANNI BOSCO Il santo dei ragazzi presentato ai ragazzi Spett. a L . 2700 anzichè a L . 3000 SEDE CENTRALE SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE Corso Regina Margherita, 176 Non inviate denaro Pagherete al postino che vi porterà il libro a casa senza spese postali a cura di De Rizzo Lino (Velo D'Astico Vicenza) . L . 50.000 . (CONTINUA) TORINO Casella postale n . 470 Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2' - l' quindicina USEPP& CIIJLLI GIUSEPPE FANCIULLI SAN GIOVANNI BOSCO Il santo dei ragazzi presentato ai ragazzi Formato : cm . 24,5 x 28,5. Pagine 176 con illustrazioni a quattro colori e in seppia del pittore Nino Musio . v IL SANTO DEI RAGAZZI ''RRSENWO 41 RAGAZZI _ t ~t ' q I Copertina a 6 colori cartonata e telata . L . 3000 . Un finissimo scrittore, che dedicò molta parte f della sua attività alla letteratura per l'infanzia, con fresco splendido stile presenta ai ragazzi la 7-1 t meravigliosa vita del santo che dedicò tutto se stesso per quasi cinquant'anni alla loro promozione . Un pittore moderno l'ha abbellito di vivaci illustrazioni per rendere più piacevole e sciolta la letificante lettura . T C L n offerta speciale ai lettori del "Bollettino Salesiano BOLLETTINO SALESIANO Prego spedirmi una copia del volume Giuseppe Fanciulli • SAN GIOVANNI BOSCO Pagherò l'importo di L . 2700 al postino che mi porterà il libro a domicilio senza spese postali . Si pubblica: il 1- del mese per i Cooperatori Salesiani il 15 del meseperi Dirigenti della Pia Unione S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Benefattori e Amici delle Opere Don Bosco Direzione e amministrazione: via Maria Ausiliatrice, 32 Torino - Telefono 48 .29 .24 NOME E COGNOME ---_ _ ----- INDIRIZZO FIRMA ---- °° Direttore responsabile Don Pietro Zerbino Autorizzazione del Trib . di Torino n . 403 del 16 febbraio 1949 Per inviare offerte servirsi dei conto corrente postale n . 2-1355 intestato a : Direzione Generale Opere Don Bosco - Torino Per cambio d'indirizzo inviare anche l'indirizzo precedente Officine Grafiche SEI - Torino