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IAB ITALIA Rassegna Stampa del 19/03/2015 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IAB ITALIA 18/03/2015 360com Iab Italia presenta la XIII edizione di Iab Forum 9 18/03/2015 Pubblicitaitalia.it 11:53 Iab Forum torna a Milano l'1 e 2 dicembre 2015 10 ADVERTISING ONLINE 19/03/2015 Il Sole 24 Ore «Dall'Expo e dal Giubileo svolta per consumi e spot» 12 19/03/2015 La Repubblica - Bari I master che aiutano a costruire un profilo competitivo 14 19/03/2015 ItaliaOggi Arena a passo di e-commerce 15 19/03/2015 ItaliaOggi CHESSIDICE IN VIALE DELL'EDITORIA 16 19/03/2015 MF - Nazionale La Cassa non investirà nel fondo Ue ma creerà una piattaforma con Bei 18 19/03/2015 Brand News Today Facebook porta sotto Ad Tech tutte le tecnologie di riconoscimento e misurazione delle audience 19 19/03/2015 Brand News Today TuStyle rafforza la mission di 'personal shopper' con una campagna di H2H in tv, radio, stampa, web e pv 20 19/03/2015 DailyMedia Concorsi "in forma e vincenti" con ProtiPlus e Linea 21 19/03/2015 DailyMedia TuStyle va on air e comunica il nuovo posizionamento 22 19/03/2015 Pubblicita Today Ford, i protagonisti delweb si raccontano alla rete dell'Ovale Blu 23 19/03/2015 Pubblicita Today Citynews, nasce la divisione Iniziative Speciali. Debutto con Mazda Italia 24 19/03/2015 Pubblicita Today Teads & Mosaicoon insieme per il video advertising online 25 18/03/2015 360com VidZone estenda la partnership con Smartclip alla pubblicita' video destinata alle application 26 18/03/2015 360com Il divertimento che non finisce mai è targato Fanta: un concept per spiegare una filosofia aziendale 28 18/03/2015 360com Linkedin conferma WebAds come concessionaria esclusiva per l'Italia: sei anni di alleanza 29 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione La nuova frontiera della Tv 30 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione Dal broadcast al broadband 34 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione Il fenomeno "Social Tv"/1 39 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione Il fenomeno "Social Tv"/2 44 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione L'entertainment di marca/1 46 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione L'entertainment di marca/2 52 18/03/2015 ADV Express Due giorni di formazione digitale per i Ford Partner 55 18/03/2015 ADV Express Ford lancia 'Saturday Night Fathers', la web series dedicata ai papà. Firma Blue Hive Roma, produce Bananas 56 18/03/2015 ADV Express TUSTYLE fa più spazio alla moda e diventa 'personal shopper' nella nuova campagna di H2H, vincitrice di una gara 57 18/03/2015 Engage.it Vitasnella festeggia i suoi trenta anni con un contest online. Firma TLC Marketing Worldwide 58 18/03/2015 Engage.it Più spazio allo shopping per TuStyle: al via la nuova campagna di comunicazione di H2H 59 18/03/2015 Engage.it Citynews lancia la divisione dedicata alle Iniziative Speciali. Alla guida Simone Parrinello 60 18/03/2015 Engage.it Subito.it lancia la nuova versione della app Adroid 61 18/03/2015 Engage.it La perfetta videostrategy online secondo Teads e Mosaicoon: se ne parla il 19 marzo a Roma 62 18/03/2015 Engage.it L'obiettivo di Facebook: portare la sua pubblicità dappertutto 63 18/03/2015 Engage.it Internet Explorer addio, o quasi. Su Windows 10 arriva Project Spartan 64 17/03/2015 Primaonline.it 05:50 Communication and Digital PR Specialist 65 18/03/2015 Primaonline.it 10:28 Glamour.it si rifà il look. Al debutto il nuovo portale 66 18/03/2015 Pubblicitaitalia.it 11:54 Teads lancia SDK: il video advertising outstream arriva sulle app 67 18/03/2015 Pubblicitaitalia.it 11:50 LinkedIn conferma WebAds come concessionaria in esclusiva per l'Italia 68 SCENARIO POLITICO/ECONOMICO 19/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale Tensione e proteste alla Bce, 350 fermati Draghi: «Serve un'Europa più solidale» 70 19/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale «Dalla deflazione vi salverete con gli investimenti pubblici» 72 19/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale BLITZ CONGELATO MA I CENTRISTI RESTANO NELL'ANGOLO 73 19/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale Renzi insiste sull'addio: se si arriva alla mozione non è detto che ti difenda 74 19/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale «Decida Maurizio Saremmo con lui anche se lasciasse» 76 19/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale Salvini: ora parlo con Berlusconi ma non ci basta un accordicchio 77 19/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale Sacconi: «Biagi sarebbe orgoglioso del Jobs act» 79 19/03/2015 Corriere della Sera - Nazionale Agenzia Entrate, la tesi di Cheli: nomine bocciate ma non gli atti 81 19/03/2015 Il Sole 24 Ore L'Europa spaccata, da Atene a Francoforte 82 19/03/2015 Il Sole 24 Ore «Gli atti già emessi sono legittimi» 84 19/03/2015 La Repubblica - Nazionale Gli spari, le urla e il fumo poi la fuga giù per le scale "Ma non ho più visto le mie amiche e colleghe" 86 19/03/2015 La Repubblica - Nazionale "I nostri governi hanno deluso i giovani tunisini E i terroristi trovano terreno fertile" 87 19/03/2015 La Repubblica - Nazionale "Ha vinto la deriva messianica ora gli israeliani si sveglino" 88 19/03/2015 La Repubblica - Nazionale "Fu alleato dei carnefici di Silvio voterò sì a una mozione di sfiducia" 89 19/03/2015 La Repubblica - Nazionale Azione a tenaglia dei colossi cinesi Mossa sui camion e intanto sognano le gomme Pirelli 90 19/03/2015 La Repubblica - Nazionale Guerriglia alla sede Bce ed è scontro Grecia-Ue Tsipras: "Non prendo ordini" 91 19/03/2015 La Stampa - Nazionale Killer giovanissimi appena tornati dall'Iraq La pista porta all'alleato tunisino dell'Isis 92 19/03/2015 La Stampa - Nazionale Giachetti: "Da garantista convinto vi dico che adesso serve un suo passo indietro" 93 19/03/2015 La Stampa - Nazionale "È vero, segnalai due persone Chi è in difficoltà va aiutato" 94 19/03/2015 La Stampa - Nazionale Civati: diaspora nel Pd anch'io sono indeciso 95 19/03/2015 La Stampa - Nazionale "Un processo pubblico avrebbe fatto capire meglio la gravità dei loro reati" 96 19/03/2015 La Stampa - Nazionale E ora Tsipras va allo scontro "Non prendo ordini dai tecnici" 98 19/03/2015 La Stampa - Nazionale Pizzarotti: è solo la punta dell'iceberg sistema mostruoso con troppi avvoltoi 99 19/03/2015 La Stampa - Nazionale Alitalia, contro il piano Etihad tornano gli scioperi dei piloti 100 19/03/2015 La Stampa - Nazionale L'ad: "Protesta senza ragioni Non abbiamo stranieri a bordo" 101 19/03/2015 La Stampa - Nazionale CONTRO LA BCE PROTESTE SBAGLIATE 102 19/03/2015 Il Messaggero - Nazionale Renzi avverte: se Lupi resiste il Pd non garantisce i numeri 103 19/03/2015 Avvenire - Nazionale «I rapporti con Obama destinati a peggiorare» 105 19/03/2015 Il Manifesto - Nazionale «Ora internazionalizzare la questione palestinese» 106 19/03/2015 Libero - Nazionale «Schieriamo le navi davanti all'Africa per bloccare i barconi» 107 19/03/2015 ItaliaOggi Niente sgravi contributivi perché l'Inps non ha ancora elaborato il relativo codice 109 19/03/2015 ItaliaOggi Nessuno vuol riformare gli appalti 110 19/03/2015 ItaliaOggi Sono contrario alla criminalizzazione indiscriminata che assolve i colpevoli e condanna gli innocenti 112 19/03/2015 ItaliaOggi Israele, battuti Obama e i media 114 19/03/2015 MF - Nazionale Le proteste a Francoforte sono pura delinquenza ma devono far drizzare le antenne 115 19/03/2015 MF - Nazionale La legge fallimentare va cambiata 117 19/03/2015 MF - Nazionale Finmeccanica, ebita sopra le attese 119 19/03/2015 MF - Nazionale LE PAROLE SONO PIETRE: AL BANDO, QUINDI, LA TROIKA E LA BAD BANK 120 19/03/2015 Financial Times Gunmen kill 19 in Tunisia attack on tourists 121 19/03/2015 Financial Times 'Designers must imagine tomorrow's market' 122 19/03/2015 The Times Elton's boycott is medieval, says Gabbana 124 19/03/2015 Le Monde Un scandale fragilise le gouvernement Renzi 125 19/03/2015 Les Echos Lone Star viserait le rachat du groupe italien ICBP I 126 19/03/2015 Famiglia Cristiana LAURA BOLDRINI «Ai politici del Parlamento serve un nuovo galateo» 127 19/03/2015 Panorama Non si fanno le liberalizzazioni a metà 129 19/03/2015 Panorama IL SUICIDIO DI MIO PADRE IN CELLA HA SPEZZATO MOLTE VITE 130 IAB ITALIA 2 articoli 18/03/2015 360com Pag. 5 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato eVenti Iab Italia presenta la XIII edizione di Iab Forum Kijiji, Gruppo Ebay, Ligatus e Rocket Fuel i primi sponsor della manifestazione che si terrà il prossimo dicembre; tra le novità, inoltre, la collaborazione con Marco Montemagno che metterà a disposizione la sua expertise Iab Italia, dopo il grande successo dell'edizione 2014 con oltre 12.000 partecipanti, presenta le date della XIII edizione del Forum, che si terrà l'1 e 2 dicembre al MiCo - Milano Congressi (Ala Sud), e i primi sponsor con Kijiji, Gruppo Ebay, in qualità di diamond sponsor, e Ligatus e Rocket Fuel in qualità di platinum sponsor. Anche per quest'anno Iab Forum si conferma l'evento di riferimento per tutta la industry, grazie alla presenza di speaker di alto livello in grado di ispirare i leader dei media digitali, gli imprenditori e le startup, e il luogo ideale dove confrontarsi e raccogliere gli strumenti necessari per muoversi in maniera sempre più competitiva nel panorama della comunicazione digitale. Tra le novità, Iab annuncia la collaborazione con Marco Montemagno, che metterà a disposizione le sue competenze di moderatore e innovation scouter e contribuirà insieme al consiglio direttivo all'ideazione e alla conduzione di tutti gli eventi 2015. Foto: Nella foto a fianco Pif, alle prese con un selfie durante Iab Forum 2014; qui sotto, il Presidente di Iab Italia, Carlo Noseda IAB ITALIA - Rassegna Stampa 19/03/2015 9 18/03/2015 11:53 Pubblicitaitalia.it Sito Web Tutte le News Iab Italia, dopo il successo dell'edizione 2014 con oltre 12.000 partecipanti, presenta le date della XIII edizione di Iab Forum che si terrà l'1 e 2 Dicembre al MiCo - Milano Congressi (Ala Sud). I primi sponsor sono Kijiji, Gruppo Ebay, in qualità di Diamond Sponsor, e Ligatus e Rocket Fuel in qualità di Platinum Sponsor. Anche per quest'anno Iab Forum si conferma l'evento di riferimento per tutta la industry, grazie alla presenza di speaker di alto livello in grado di ispirare i leader dei media digitali, gli imprenditori e le start-up, e il luogo ideale dove confrontarsi e raccogliere gli strumenti necessari per muoversi in maniera sempre più competitiva nel panorama della comunicazione digitale. Tra le novità, Iab annuncia la collaborazione con Marco Montemagno, che metterà a disposizione le sue competenze di moderatore e innovation scouter e contribuirà insieme al Consiglio Direttivo all'ideazione e alla conduzione di tutti gli eventi 2015. Condividi IAB ITALIA - Rassegna Stampa 19/03/2015 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Iab Forum torna a Milano l'1 e 2 dicembre 2015 ADVERTISING ONLINE 35 articoli 19/03/2015 Il Sole 24 Ore Pag. 21 (diffusione:334076, tiratura:405061) «Dall'Expo e dal Giubileo svolta per consumi e spot» Andrea Biondi Per il 2015 previsto un +1,5% di pubblicità ma resta da capire il timing della ripresa Pensiamo a risultati migliori per web, tv e digitale. Meno bene la carta stampata MILANO «È come se ci fossimo preparati tutti a una festa del sabato sera. Ed è come se fossimo al venerdì senza aver ancora ricevuto conferme». Massimo Costa, numero uno di Wpp Italia - leader nel settore della pubblicità e della comunicazione nel Paese (400 milioni di euro di ricavi, 65 società collegate, 2.200 dipendenti diretti) e parte di un gruppo mondiale da 16 miliardi di euro di ricavi nel 2014 - non ha dubbi nel ritenere che i prossimi saranno i mesi chiave per capire quale sarà il futuro della nostra economia, ma anche del sistema dei media che attende con ansia un «effetto virata». Nell'ultimo Trend & Forecast - elaborata da GroupM per Wpp e aggiornata a febbraio 2015 - per l'Italia si prevede a fine 2015 una crescita degli investimenti pubblicitari dell'1,5 per cento. Da allora, oltre all'avvicinarsi dell'Expo è arrivata la notizia del prossimo Giubileo straordinario. Elementi cui si guarda come ai possibili grimaldelli per una svolta dei consumi. Certo è che «finora si è visto poco ». E a questo punto «la vera domanda non è tanto sul "se", ma anche sul quando arriverà la ripresa». Infatti. Cosa si può prevedere a tal proposito? È vero che ci sono eventi eccezionali come l'Expo o il Giubileo. Ma se la ripresa parte a novembre quest'anno ce lo siamo giocato. Se invece la ripresa dei consumi dovesse partire subito, in concomitanza con l'inizio dell'Expo, allora tutto sarà diverso.Però al momento, pur a fronte di segnali positivi sulla fiducia dei consumatori, non si sono visti risultati significativi né sui consumi, né sugli investimenti pubblicitari delle aziende. Bisognerà vedere se questi investimenti in più andranno ai media tradizionali o a Google, Facebook e Twitter. Il miglioramento dell'1,5% che abbiamo previsto tiene conto di tutto. A oggi pensiamo a un buon anno per il digitale e il web, a un mantenimento della tv,e a una carta stampata ancora in decremento. Ma Google, Facebook, Twitter sono per voi amici o nemici? Sono partner, senza dubbio. Il nostro obiettivo è fare il miglior interesse per i nostri clienti. E se hanno necessità di dialogare con target o individui raggiungibili di più e meglio attraverso Google e Facebook, noi consigliamo Google e Facebook. Non vi preoccupa però la disintermediazione di cui, evidentemente, queste società sono portatrici? Noi siamo un gruppo mondiale di comunicazione e non solo di pubblicità. Siamo depositari dei contenuti e dei valori dei brand dei nostri clienti. Su quello difficilmente potranno avere la meglio su di noi. Quindi ci troveremo davanti a una possibile ripresa o a uno sconvolgimento del sistema se l'inversione negli investimenti pubblicitari andasse tutta a vantaggio degli Ott? Noi oggi possiamo solo auspicare, perché le premesse ci sono, l'inizio di un sensibile miglioramento, un effetto virata. Qualcuno saprà approfittarne di più - penso al web o a Google o a Facebook - e qualcuno di meno: penso alla carta stampata. Detto questo, gli editori stanno cercando di cambiare e stanno cambiando. Per molti però, soprattutto in tv, c'è la necessità di non buttare via il bambino con l'acqua sporca. Del resto se ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA MASSIMO COSTA COUNTRY MANAGER WPP 19/03/2015 Il Sole 24 Ore Pag. 21 (diffusione:334076, tiratura:405061) ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato io editore ho un pubblico poco presente sul web non posso rischiare di tagliarlo fuori. Ma dall'altra parte se non si inizia a spostare il baricentro sui giovani e sul loro modo di comunicare c'è il pericolo di trovarsi in ritardo. A ogni modo due grandi eventi come Expo e Giubileo porteranno in Italia turisti, movimento, soldi. Non c'è dubbio. Attenzione però. Sarà anche l'occasione per vedere quanta di questa maggiore ricchezza sarà a vantaggio del sistema della comunicazione e dei media italiani. In che senso? Ci sono aziende che hanno svoltato e stanno svoltando concentrandosi sui mercati esteri. Per queste aziende potrebbe risultare più importante comunicare nei Paesi dove vendono piuttosto che in Italia. A questo punto non resta che arrenderci allora. I grandi eventi possono però portare anche a un aumento dei consumi interni. questa è la speranza, ma anche in definitiva la chiave di tutto. .@An_Bion © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Alla guida. Massimo Costa, Wpp 19/03/2015 La Repubblica - ed. Bari Pag. 12 (diffusione:556325, tiratura:710716) I master che aiutano a costruire un profilo competitivo La ripresa economica lancia i primi ottimistici segnali e per gli esperti del mercato i settori su cui puntare non sono un mistero. Nella scelta del master post laurea o della specializzazione non si può non tenere conto dunque delle preziose indicazioni che arrivano da chi si occupa di monitorare costantemente l'economia del Bel Paese. Offrono buone prospettive i settori dell'informatica e delle tecnologie delle telecomunicazioni che, soprattutto per quel che riguarda i grandi gruppi industriali, hanno ripreso ad assumere e a investire in nuove e promettenti risorse. Ottime possibilità di inserimento soprattutto per gli specialisti delle tecnologie di rete, per i business analist, e per gli ingegneri di sistema. Altri due settori promettenti sono quello bancario e quello assicurativo da poco emersi dalle grandi ristrutturazioni da cui sono stati investiti negli ultimi anni. Secondo gli esperti dopo i severi tagli del passato i grandi gruppi torneranno, già dal prossimo autunno, ad investire in risorse specializzate anche giovanissime dalle indiscusse doti commerciali. Molto richiesti gli esperti in recupero del credito, i consulenti previdenziali e i riassicuratori. Il mondo del web non molla e la richiesta di esperti è destinata a crescere anche nei prossimi anni. Si cercano soprattutto specialisti nello sviluppo e nella manutenzione di portali dedicati all'e-commerce, animatori di community e social network, specialisti di software specifici per la rete ed esperti di web marketing. Sempre nell'ambito delle professioni su cui puntare per gli appassionati di informatica si possono collocare gli sviluppatori di applicazioni per cellulari, e-reader e tablets. Per quel che riguarda le professioni del futuro riflettori puntati sull'universo delle tecnologie verdi. I master e i corsi di specializzazione che si occupanosoftdi energie alternative, fotovoltaico, trasporto sostenibile e riciclo sono in aumento così come è in netta crescita la richiesta di personale specializzato in quello che, secondo le previsioni, viene considerato il settore maggiormente foriero di soddisfazioni con un trend di assunzioni che raddoppia di anno in anno e che entro il 2020 vedrà impiegate circa 900mila persone contro le 300mila di oggi. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TENDENZE /ESPERTI DEL WEB , SPECIALISTI NELL'ITC E PROFESSIONISTI DELLA FINANZA CERCASI/SPECIALE SCUOLA/UNIVERSITÁ/MASTER/A CURA DELL'UFFICIO P.R. DELLA A. MANZONI & C. 19/03/2015 ItaliaOggi Pag. 2 (diffusione:88538, tiratura:156000) Arena a passo di e-commerce Dall'Italia agli Usa, 28 negozi online aperti nel mondo GIOVANNI BUCCHI Èuna delle esperienze di e-commerce più all'avanguardia nel nostro Paese sul fronte dei multistore internazionali gestiti tramite Magento (software open source per l'e-commerce) e quindi dotati di decine di store-view e dinamiche complesse. Si tratta di un progetto pilota partito in punta di piedi nella seconda metà del 2013 con soli 4 store avviati in via sperimentale tra Italia, Francia e Germania, e arrivato oggi a ben 28 negozi online aperti in tutto il mondo, 2 store catalog (global e Usa), 15-20 mila prodotti configurabili gestiti, 3 gerarchie di categorizzazione indipendenti e 30 mila pagine indicizzate. Stiamo parlando del portale internazionale Arena Water Instinct (www.arenawaterinstict.com), realizzato da Cosmobile (www.cosmobile.net), una software house di Bologna che sviluppa sistemi web e applicazioni native per dispositivi mobili. Non che questa azienda di giovani talenti fosse priva di esperienza nel settore dell' ecommerce, dato che può già vantare collaborazioni con brand come Kontatto e Laura Pausini. Ma ancora non si era cimentata in un intervento di tali dimensioni e con un marchio leader nel settore dell'abbigliamento sportivo come Arena. Ne è scaturita un'esperienza modello di ingegneria informatica strettamente connessa alle strategie di marketing aziendale e capace di intercettare un notevole numero di clienti, altrimenti diffi cilmente raggiungibili. «Magento è una piattaforma modulare con la potenza di un carroarmato che però va reso essibile e veloce, in grado di correre ai 160 chilometri all'ora in autostrada. Insomma deve essere molto robusto e al contempo molto duttile», spiega a ItaliaOggi Alessandro Montalti, web analyst & developer di Cosmobile. «Dopo i risultati positivi del progetto pilota, con un trend in crescita in utenti e vendite, è aumentato notevolmente sia il numero di store che di informazioni e prodotti da inserire nel sistema, considerando anche che nell'abbigliamento le collezioni vanno aggiornate ogni tre mesi». Motivo per cui il team di Cosmobile ha dovuto «rendere sempre più flessibile la piattaforma secondo le esigenze del gruppo Arena, cucendogli il vestito su misura a seconda di come cambiava il posizionamento sul mercato». Il vero banco di prova è stata l'apertura negli Stati Uniti, dove i contatti degli utenti sono schizzati a livelli elevati anche in mancanza di strategie commerciali ben consolidate. «La caratteristica della piattaforma generalista Magento», continua Montalti, «consiste nell'adattarsi sia ai requisiti di uno store molto grande che a quelli più piccoli». Con numeri del negozio online molto elevati, la gestione del sistema diventa inevitabilmente più complessa; da qui la necessità di professionisti in grado di coniugare le esigenze tecniche del software di ecommerce con le politiche di marketing dell'azienda. «Dobbiamo mettere in condizioni l'utente di qualsiasi parte del mondo in cui sia presente lo store di arrivare nel modo più veloce e performante possibile al carrello», aggiunge Montalti, «riuscendo a essere presenti in ogni Paese nel rispetto delle diverse regole burocratiche, di spedizione merci e pagamento, e tenendo conto delle monete differenti. La piattaforma deve essere perfettamente adattabile a ogni situazione e non risentire di queste differenze, solo così l'ecommerce può essere diffuso a macchia d'olio a livello internazionale. Senza invece un adeguato supporto tecnico, certi sforzi sul web marketing risultano a tratti inutili mentre Magento, se ben utilizzato, rappresenta un modello esportabile per affrontare le insidie dell'e-commerce». © Riproduzione riservata Foto: I modelli Arena disponibili online ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le strategie dell'azienda di abbigliamento sportivo per la piattaforma realizzata da Cosmobile 19/03/2015 ItaliaOggi Pag. 5 (diffusione:88538, tiratura:156000) Rcs, grandi soci verso un accordo entro il fi ne settimana. È attesa per questo fi ne settimana l'intesa di massima tra i grandi soci di Rcs, che stanno provando a stringere i tempi per il rinnovo del cda, secondo l'agenzia stampa MF DowJones, anticipando quindi la scadenza del 29 marzo. Fca (al 16,7%) potrebbe contare sull'appoggio di fondi d'investimento come Invesco all'8%, oltre a quello di società come Pirelli (4,4%) e UnipolSai (4,6%). Anche il 6,2% di Mediobanca potrebbe consolidare lo schieramento. Sullo sfondo, resta da chiarire cosa farà Diego Della Valle, che gioca a carte coperte. Secondo alcuni osservatori, il patron di Tod's si starebbe rendendo conto che la bilancia iniziaa pendere verso il presidente Fca John Elkann e sarebbe poco disposto a schierarsi all'opposizione. Potrebbe invece optare per un disgelo nei rapporti col presidente di Fca e puntare a un ruolo più rilevante nel board, forte della sua partecipazione del 7,32%. All'opposizione ci sarebbe Urbano Cairo (3%), alla ricerca di alleanze per creare un fronte di dissenso. Ad abbracciarne la causa potrebbero schierarsi gli eredi di Giuseppe Rotelli (2,7%), mentre più incerta appare al momento la posizione di Intesa Sanpaolo (4,17%). Rai, online le risposte alla Vigilanza. Tutte le risposte date dai dirigenti di viale Mazzini alla commissione di Vigilanza sui servizi radiotelevisivi da inizio legislatura saranno messe online sul sito del Parlamento. Lo prevede una risoluzione approvata ieri dalla commissione che impone inoltre alcuni obblighi ai manager della tv di Stato: la concessionaria pubblica dovrà rispondere alle interrogazioni entro e non oltre 15 giorni e «in modo puntuale ed esaustivo», mentre si introduce anche la possibilità di presentare quesiti a risposta immediata. La delibera arriva dopo le lamentele di alcuni commissari sulla mancata o non esaustiva risposta dei vertici Rai ad alcuni quesiti, ma lascia comunque aperta la possibilità che la concessionaria «evidenzi la sussistenza di peculiari esigenze di riservatezza», per le quali l'uffi cio di presidenza della commissione assumerà «le conseguenti deliberazioni». Ei Towers, l'a.d. ascoltato dall'Antitrust sull'opas Rai Way. L'amministratore delegato di Ei Towers, Guido Barbieri, è stato ascoltato ieri dall'Antitrust sull'operazione Rai Way. L'Authority lo scorso 11 marzo aveva deciso di avviare un'istruttoria sull'offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata il 24 febbraio dalla società controllata dal gruppo Mediaset sul totale delle azioni di Rai Way. L'istruttoria è volta ad accertare «l'eventuale creazione o rafforzamento di una posizione dominante nel mercato delle infrastrutture per la radiodiffusione televisiva e sonora». Lunedì Ei Towers ha presentato a Consob il documento di offerta senza alcuna modifi ca rispetto ai termini annunciati il 24 febbraio, compreso il raggiungimento di una quota pari ad almeno il 66,67% di Rai Way. La Consob, dal canto suo, emetterà «in un paio di settimane» la valutazione sull'offerta secondo quanto dichiarato dal presidente della commissione, Giuseppe Vegas, ieri a margine di un'audizione al Senato. «È arrivato il prospetto e stiamo valutando», ha spiegato Vegas, che conta di arrivare a una valutazione «in tempi ragionevolmente veloci», ovvero «un paio di settimane». Banzai, perdita 2014 si riduce a 2,1 mln. Il gruppo digitale conferma la chiusura 2014 in rosso per 2,1 milioni di euro, ma in miglioramento rispetto alla perdita netta 2013 pari a 2,9 mln. I ricavi sono saliti a 185 milioni da 153 mln (+21%). In particolare, quelli da e-commerce sono migliorati a 163,9 milioni da 133,1 mln (+23%). L'ebitda è cresciuto del 53% da 2,5 mln a 3,8 milioni mentre la liquidità netta si è attestata a 0,8 milioni (4,2 milioni al 31 dicembre 2013). «Prevediamo un 2015 in crescita in entrambe le aree di business» (contenuti digitali ed e-commerce, ndr ), ha ribadito ieri con una nota Paolo Ainio, presidente e a.d. della società che si è da poco quotata in Borsa, «e un incremento della nostra quota sui mercati di riferimento». Nasce la divisione iniziative speciali di Citynews. Il network di informazione partecipativa composto da 40 testate locali online e dalla testata nazionale Today.it ha lanciato la divisione iniziative speciali. Il team avrà come referente Simone Parrinello, ex Mediamond. Expo, Sala on air su Rtl. Il commissario unico per Expo Milano 2015 Giuseppe Sala sarà in onda su Rtl 102.5, ogni giorno fi no alla data di inaugurazione della kermesse prevista per il 1° maggio. Orario: 8,10 dal lunedì alla domenica. Il Corriere pubblica «I migliori 100 vini d'Italia. Wine Spectator 2015». Il Corriere della Sera pubblica il volume ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CHESSIDICE IN VIALE DELL'EDITORIA 19/03/2015 ItaliaOggi Pag. 5 (diffusione:88538, tiratura:156000) ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I migliori 100 vini d'Italia. Wine Spectator 2015, una guida approfondita all'evento OperaWine che apre Vinitaly, un racconto dei migliori produttori italiani e delle loro etichette selezionate dalla più in uente rivista americana del settore. Attraverso migliaia di degustazioni Wine Spectator ha selezionato i migliori 100 produttori e i loro vini tra le annate disponibili sul mercato che saranno presentate a Opera Wine 2015. In edicola da sabato a 12,90 euro (7,99 euro la versione digitale). TuStyle si fa pubblicità. TuStyle è on air con una nuova campagna pubblicitaria. Obiettivo: sottolineare il posizionamento del magazine diretto da Marina Bigi che ha un'attenzione particolare alle tendenze e alla moda, allo star system e all'e-commerce, oltre che all'attualità. 19/03/2015 MF Pag. 10 (diffusione:104189, tiratura:173386) Luisa Leone Cdp non entrerà nell'Esfi, il fondo europeo per sostenere il piano Juncker. Lo ha chiarito ieri il vicepresidente della Bei, Dario Scannapieco, in audizione alla Camera, precisando che gli 8 miliardi messi a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti non potranno andare a favore della dotazione di 16 miliardi complessivi dell'Esfi, innanzitutto perché in realtà questo non sarà un vero e proprio fondo ma di una posta contabile all'interno della Banca Europea degli Investimenti. Una posta che sarà alimentata dalla Commissione Europea e che funzionerà come un cuscinetto per assorbire eventuali perdite in cui la Bei potrebbe incorrere nell'aumentare il profilo di rischiosità dei suoi investimenti, proprio per realizzare il Piano Juncker. Insomma, il risparmio postale che Cdp gestisce non potrebbe essere utilizzato per un'attività così rischiosa e infatti non finirà in questo meccanismo, ma Scannapieco ha spiegato che le due istituzioni finanziarie stanno studiando il modo di mettere insieme una piattaforma comune d'investimento che possa avere anche un effetto calamita sugli investimenti privati. Un tema su cui il vice presidente della Bei si è molto soffermato è stato infatti anche quello del previsto effetto moltiplicatore dei 16 miliardi messi a disposizione dalla Commissione, che dovrebbero generare investimenti per 315 miliardi in tre anni. Scannapieco è ottimista, «basti pensare a quello che è successo con la ricapitalizzazione da 10 miliardi di Bei nel 2010». Allora l'obiettivo era permettere finanziamenti aggiuntivi da parte della banca europea per circa 60 miliardi, per stimolare investimenti complessivi per 160 miliardi e «abbiamo già raggiunto questo obiettivo, riusciamo ad avere questo effetto catalizzatore». Però, diversamente da quanto chiedevano in molti, non ci sarà una assegnazione su base geografica dei fondi nell'ambito del Piano Junker: «Abbiamo sempre evitato di ripartire gli investimenti per Paesi e anche per il Piano Juncker non ci sarà questo criterio di ripartizione. Saranno premiati i progetti migliori con un migliore ritorno non finanziario ma economico-sociale». Per questo Scannapieco ha invitato l'Italia a fare di più sulla qualità tecnica e la selezione dei progetti, soprattutto a livello locale. Anche perché le liste presentate dai governi dopo l'Ecofin che ha dato via libera al Piano saranno non saranno vincolanti: «Non è detto che tutti i progetti presenti nelle liste saranno finanziati come non è detto che non saranno finanziati altri che negli elenchi non c'erano». Però le iniziative per essere finanziabili dovranno avere una taglia di almeno 40-50 milioni di euro. Per l'Italia, infine, Scannapieco vede alcune priorità su ci concentrarsi nella richiesta di cofinanziamento: «Infrastrutture, dissesto idrogeologico, agenda digitale, ricerca e sviluppo e piccole e medie imprese». Sui tempi di avvio del piano, infine, il vice presidente della Bei ha assicurato che al di là dei tempi di finalizzazione dell'Esfi, si è già avviato un primo scouting delle proposte più complesse. (riproduzione riservata) ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La Cassa non investirà nel fondo Ue ma creerà una piattaforma con Bei 19/03/2015 Brand News Today Pag. 16 Facebook porta sotto Ad Tech tutte le tecnologie di riconoscimento e misurazione delle audience Un'acquisizione dopo l'altra, Facebook si è dotato di strumenti differenti che ora ha deciso di portare in un unico ecosistema. Così, dopo la presentazione in USA a dicembre debutta anche in Europa Ad Tech. Nel pacchetto ci sono Atlas, acquisito da Microsoft nel febbraio 2013) per la misurazione delle audience con una particolare accuratezza su genere ed età anche grazie alla capacità di riconoscere la persona a prescindere dal dispositivo che sta utilizzando; LiveRail, piattaforma di erogazione video targettizzati (comprata nel luglio 2014) a disposizione degli editori; Audience Network per il mobile, costruito internamente per offrire agli investitori di pubblicità la possibilità di estendere le campagne su Facebook anche ad altre app. A questi strumenti si affianca la collaborazione con Datalogix per tracciare gli acquisti offline, in modo da fornire ai suoi 2 milioni di investitori report che incrociano pubblicità e vendite. L'idea, ha spiegato Brian Boland, Vice Presidente GMS Product Marketing e AdTech, è erogare annunci con minore dispersione e maggiore rilevanza per gli utenti. E poiché tutti questi strumenti hanno implicazioni sulla privacy, e in più su mobile dove ogni giorno Facebook ha 745 milioni di utenti nel mondo - i cookie non funzionano, il social network ha introdotto quello che ha battezzato Privacy by Design, ovvero lasciare al singolo utente la possibilità di selezionare le preferenze che gli sono state attribuite in funzione delle sue attività social o di aggiungerne di nuove. In questo modo, sostiene Sarah Epps, Manager Product Marketing e responsabile delle politiche sulla privacy, le persone hanno il controllo sulle informazioni che forniscono al social network e la targettizzazione degli annunci è più precisa. Foto: Brian Boland, vp gms product marketing e adtech di facebook ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ItalIa social adtech 19/03/2015 Brand News Today Pag. 17 TuStyle rafforza la mission di 'personal shopper' con una campagna di H2H in tv, radio, stampa, web e pv Più spazio alla moda, più spazio allo shopping. Sono le parole chiave alla base della nuova campagna adv di TuStyle, on air questa settimana. Ideata da H2H e pianificata per tre settimane in tv (con la regia di Andrea Linke), radio, stampa, web e punto vendita, la nuova campagna di branding di TuStyle esalta il posizionamento del magazine edito da Mondadori, di settimanale femminile italiano dedicato allo shopping con focus su moda, beauty, celebrities e lifestyle. Il giornale diretto da Marina Bigi con un logo di maggior impatto, una cover elegante e un progetto grafico curato dall'art director Pier Paolo Pitacco - riserva ancora più spazio alle tendenze e alla moda, inserendo nuove rubriche shopping oriented ispirate al mondo dello star system, con una particolare attenzione all'e-commerce. Più spazio anche alle news e all'attualità con "Party Time", nuove pagine sulle feste più trendy, fonte d'ispirazione per le fashion addicted. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato italia editoria 19/03/2015 DailyMedia Pag. 11 (diffusione:15000, tiratura:15000) ProtiPlus, il brand specializzato in diete proteiche appartenente al gruppo francese Nutrition&Santé, lancia "In forma e vincenti": un concorso online fino al 30 giugno sul sito chef.protiplus.it, grazie a cui i clienti che acquistano la nuova DietaBag Slim&Drena possono vincere fino a 1.000 euro in buoni spesa su Amazon.it. La campagna, sorretta da un concept creativo imperniato sui benefici di una dieta ideale per ritrovare la forma senza rinunciare al buon gusto, prevede la vincita del superpremio postando una ricetta realizzata proprio con i prodotti della DietaBag. L'iniziativa, declinata su adv online, Facebook, comunicazione on pack e materiali pop nel canale farmacie, consolida la partnership tra Nutrition&Santé e il gruppo indipendente Linea, che ha seguito l'intera filiera della comunicazione. Linea ATC ha curato la creatività, con un team composto da Luca Fiore (art) e Simone Vaga (copy). ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Concorsi "in forma e vincenti" con ProtiPlus e Linea 19/03/2015 DailyMedia Pag. 23 (diffusione:15000, tiratura:15000) TuStyle va on air e comunica il nuovo posizionamento Più spazio alla moda, più spazio allo shopping. Sono queste le parole chiave della nuova campagna di TuStyle, on air da questa settimana. Ideata da H2h e pianificata per tre settimane in tv, con lo spot diretto da Andrea Linke, radio, stampa, web e punto vendita, la campagna di branding vuole sottolineare il posizionamento del settimanale femminile italiano di magazine dedicato allo shopping con focus su moda, beauty, celebrities e lifestyle. Il giornale diretto da Marina Bigi - con un logo di maggior impatto, una cover elegante e un progetto grafico curato dall'art director Pier Paolo Pitacco - riserva ancora più spazio alle tendenze e alla moda, inserendo nuove rubriche shopping oriented ispirate al mondo dello star system, con una particolare attenzione all'e-commerce. Più spazio anche alle news e all'attualità con Party Time, nuove pagine sulle feste più trendy, fonte d'ispirazione per le fashion addicted. Con 500.000 lettori (fonte Audipress) e una diffusione media nel 2014 di 166.000 copie a settimana (fonte interna), TuStyle conferma la sua forza in edicola (84% delle diffusioni totali). ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Stampa 19/03/2015 Pubblicita Today Pag. 26 Ford, i protagonisti delweb si raccontano alla rete dell'Ovale Blu ford porta la propria rete di ford Partner nell'era della comunicazione digitale e dei social media, e ha organizzato 2 giorni di formazione sul tema del Digital & Social Media Marketing, per proseguire in un percorso che li avvicini sempre più al mondo del web. Le sessioni stanno svolgendo a Roma, presso il Tempio di Adriano, ieri e oggi, per una 'full immersion' hi-tech, con interventi e contributi tenuti da rappresentanti delle aziende più rilevanti nel mondo del web tra cui amazon , CheBanca! , facebook , google , Microsoft e Twitter , ognuno dei quali racconterà le tecniche e le strategie necessarie a rappresentare con successo un'azienda nei nuovi scenari digitali. La formazione affronterà temi di significativa contemporaneità, dalla presenza sui social media alle nuove frontiere della 'retail&customer experience', e permetterà ai Ford Partner di portare a nuovi livelli il dialogo e l'interazione coni propri clienti su una pluralità di piattaforme innovative o non convenzionali. "Il dna di Ford Motor Company ha al suo interno i geni dell'innovazione, e oggi l'Ovale Blu non è più semplicemente un costruttore d'auto, ma un'azienda che produce tecnologia e connettività - ha dichiarato Domenico Chianese , presidente e ad di Ford Italia -. Questa iniziativa sottolinea il nostro impegno nel costruire una rete sempre più efficiente e in grado di dialogare con il proprio pubblico parlando i linguaggi digitali". ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Formazione ieri e oggi a Roma 19/03/2015 Pubblicita Today Pag. 29 Citynews, nasce la divisione Iniziative Speciali. Debutto con Mazda Italia Citynews , il network di informazione partecipativa composto da 40 testate locali online e dalla testata nazionale Today.it e presente in quasi tutte le regioni italiane, annuncia la nascita della divisione Iniziative Speciali che affiancherà la forza vendita interna. Grazie al team dedicato, il network riuscirà a migliorare le offerte di progetti personalizzati e ideati su misura, integrando in modo customizzato pianificazioni di visibilità display, con strategie di endorsement editoriale, fornitura di branded content, native advertisement e attività sui social media. Il team Iniziative Speciali avrà come referente simone Parrinello , cresciuto in Mediamond, e con importanti esperienze nel mondo dei Progetti Speciali, sia digital che cross-mediali, grazie alla collaborazione con Mondadori Pubblicità (radio e stampa) e Publitalia '80. Nelle poche settimane dalle quali è operativo, il team ha già ideato e realizzato Iniziative Speciali per partner prestigiosi e molto importanti, tra le quali spicca quella per Mazda italia . La casa automobilistica nipponica ha accettato la proposta di iniziativa speciale che il network Citynews ha progettato per la comunicazione del Mazda2 Connection Tour, il Roadshow Mazda che si svolge dal 6 marzo al 15 aprile con 10 tappe in tutta Italia. Il progetto di comunicazione coinvolge 17 testate locali del network Citynews, oltre la testata nazionale Today.it, ed è stato incentrato su tre obiettivi specifici: supportare la partecipazione agli eventi del Mazda2 Connection Tour; stimolare occasioni di customer engagement; offrire soluzioni di visibilità ottimizzata per prossimità territoriale. Tre giorni prima di ogni evento, Citynews pubblica, nella sezione Calendario Eventi della testata della città interessata dalla tappa, un articolo di anticipazione dell'evento Mazda, ricco di approfondimenti (locandina dell'evento, indirizzo, orario e durata, voto della redazione, link al sito Mazda, photogallery). Ogni articolo, con finalità Save-The-Date, viene poi strillato editorialmente tramite un lancio all'interno del box eventi, presente in home page del sito di riferimento, attraverso un box editoriale sulla versione mobile della stessa testata e un post Facebook dalla fan page della testata di riferimento. Il video timelaps, prodotto e fornito direttamente da Mazda, nel canale video di Today.it. viene strillato editorialmente tramite lancio all'interno del box video, presente in home page della testata di riferimento e post Facebook dalla fan page di Today.it. L'operazione si conclude con supporto e amplificazione della portata dei contenuti prima e dopo ogni tappa, con dem e formati display del network. Vengono utilizzati la Skin e il Masthead sulle home page e sui Canali Notizie e il Masthead Mobile su tutte le 17 testate Citynews coinvolte dal progetto speciale. "Era necessario e urgente avere, oltre a una rete interna che potesse dialogare direttamente con i clienti per spiegare al meglio le enormi potenzialità del nostro prodotto, e per seguire con maggiore efficacia le pianificazioni, anche una squadra di esperti che fosse in grado di ideare progetti di comunicazione pensati ad hoc per i nostri clienti più importanti - dichiara Luca Lani , amministratore delegato di Citynews -. Le iniziative speciali sono il vero valore aggiunto che un network editoriale come il nostro può offrire ai propri inserzionisti, rendendo Citynews originale e più appetibile rispetto ai propri competitor tradizionali". ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato A CAPO DEl NUOVO TEAM SIMONE PARRINEllO 19/03/2015 Pubblicita Today Pag. 30 Teads & Mosaicoon insieme per il video advertising online Secondo eMarketer , si prevede che la spesa in video adv (in US) raggiungerà 9,59 miliardi di dollari entro la fine del 2016, mentre si prospetta che nel 2017 il 74% del traffico totale su internet si riferirà al segmento del video (fonte Invesp). Con questi presupposti Teads & Mosaicoon oggi nell'ambito di 'Digital & Social Media Marketing' organizzato a Roma da ford sveleranno quali sono gli elementi utili a comporre il quadro di una perfetta strategy digitale, in ambito video online. "Internet è l'unico media che cresce a doppia cifra in termini d'investimenti e investitori - ha dichiarato antonella La Carpia , direttore marketing & comunicazione di Teads italia -. È un grande palcoscenico per i brand, è l'ambiente migliore dove fare comunicazione e calcolare, quasi in tempo reale, il ritorno degli investimenti. Tutto questo però deve essere fatto pensando che i linguaggi e i comportamenti dell'audience sono differenti rispetto agli ambienti televisivi. Per questo motivo, noi di Teads stiamo cercando di valorizzare i nuovi trend Outstream che sono una nuova promessa alla base della nostra tecnologia attuale, orientata a creare il giusto compromesso tra l'esperienza del brand e dell'utente nel miglior ambiente editoriale di sempre. Con una promessa assoluta: viewability". "L'audience si sta spostando sempre più rapidamente sul web ma il video rimane lo strumento più efficace per coinvolgere gli utenti - ha affermato andrea staderini , a capo della sede romana di Mosaicoon. Diventa fondamentale in tal senso un approccio completamente nuovo, che parta dalla forza del contenuto video e arrivi alla garanzia dei risultati grazie alla distribuzione e all'analisi dei dati. Ecco perché in Mosaicoon abbiamo sviluppato un modello unico sul mercato, grazie a un sistema integrato di piattaforme tecnologiche proprietarie, dedicate rispettivamente alla creazione di video in Cloud, alla distribuzione su un network estremamente ampio, e al tracciamento in tempo reale della campagna che consenta un'ottimizzazione della strategia costante grazie al data management. Attraverso a questo modello integriamo l'intero processo e diamo ai brand una grande occasione: quella di trasformarsi in una Digital Media Company che, producendo e distribuendo i propri contenuti su una Platform proprietaria, guadagna un controllo totale dei propri investimenti e delle reazioni dei propri utenti". Foto: Antonella la carpia e Andrea staderini ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Oggi nell'ambito del Digital & Social Media Marketing 18/03/2015 360com Pag. 3 VidZone estenda la partnership con Smartclip alla pubblicita' video destinata alle application Luca Di Cesare, Managing Director di smartclip in Italia, commenta: «Siamo entusiasti di accompagnare VidZone nella sua strategia di crescita, che attirerà un pubblico ancora più ampio» Smartclip, società tecnologica leader per soluzioni di video advertising, gestirà la monetizzazione del servizio VidZone dei video musicali delle più grandi etichette discografiche e di migliaia di indies, tramite la sua app per Sony PlayStation e tramite le app lanciate di recente per smartphone, tablet e smart tv. Lanciato inizialmente nel 2009 per la PlayStation 3, VidZone si è espansa rapidamente in tutto il mondo, passando da 7 a 19 paesi, compresi gli Stati Uniti. Nel 2013, VidZone ha esteso la sua licenza alla Sony Playstation 4 e nel 2014 ha potenziato la sua crescita con il lancio su smartphone, tablet e smart tv, inizialmente su dispositivi Samsung. In tutto questo periodo smartclip ha continuato a distribuire campagne video digitali su VidZone e a gestirne la monetizzazione in Germania, Austria, Svizzera, Italia, Spagna, Paesi Bassi e nei paesi nordici, tra cui Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia; l'utilizzo della piattaforma progmmatica di smartclip, SmartX, su tutti i device, costituisce un ulteriore grande passo in avanti nella strategia digitale di VidZone. Luca Di Cesare, Managing Director di smartclip in Italia, ha commentato: «Siamo entusiasti di accompagnare VidZone nella sua strategia di crescita, che attirerà un pubblico ancora più ampio. Noi aggiungeremo valore con la nostra comprovata esperienza in tecnologia e la nostra capacità di monetizzazione, assicurando inserzionisti premium su tutti i device supportati da VidZone e offrendo pacchetti ancora più interessanti. Questa partnership continua ad ampliare la nostra relazione a lungo termine con il servizio di streaming musicale e va incontro al grande appetito dei consumatori per i dispositivi mobili». Aggiunge Di Cesare: «Poiché questa è la prima volta in cui il servizio di VidZone è disponibile su device diversi dalle consolle di gioco, possiamo rafforzare il private video exchange proprietario di smartclip, SmartX Platform, per raggiungere la target audience in maniera ancora più efficace su tutti gli schermi. Siamo in grado di fornire formati pubblicitari in modo dinamico e in tempo reale su tutti i dispositivi, incluse le consolle Playstation». Ben Mison, Direttore Commerciale di VidZone, ha affermato: «Siamo entusiasti di continuare la nostra partnership con smartclip. L'integrazione della SmartX Platform offre eccellenti opportunità pubblicitarie in modalità programmatica per gli inserzionisti, soprattutto ora che VidZone è disponibile su smartphone, tablet e smart tv. Il nostro contenuto viene visualizzato da un pubblico molto mirato che sta diventando sempre più difficile da raggiungere attraverso la classica pubblicità televisiva e smartclip ha dimostrato, durante una relazione lunga cinque anni, di essere uno dei partner più forti per distribuire annunci pubblicitari pertinenti per la nostra audience». società tecnologica leader per soluzioni di video advertising Smartclip, società tecnologica leader per soluzioni di video advertising, offre vere e proprie esperienze di multi-screen advertising per ogni tipo di device digitale attraverso SmartX Platform, sistema proprietario per la pianificazione programmatica che permette di monetizzare, con rendimenti ottimizzati, i contenuti da connected tv, smart tv, tv lineare, device mobile e da web. smartclip apre la strada per il futuro della distribuzione dell'advertising televisivo e crea nuove soluzioni per esperienze interattive con i brand ottimizzando efficienza dei media, reach e targeting dell'audience. Oltre alla sede principale di Amburgo, in Germania, l'azienda è presente con un esteso network di uffici in Europa e in America Latina. i video Musicali dei più grandi noMi Grazie alle principali etichette musicali, così come a migliaia di indipendenti, è possibile vedere gli ultimi video musicali dei più grandi nomi, incluse esclusive, anteprime mondiali e concerti dal vivo, ondemand e direttamente sul tuo cellulare, tablet e TV. VidZone offre oltre 85 mila "live" in diciannove paesi, tra cui Australia, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. VidZone è disponibile per il download, gratuitamente, su Playstation Store, Samsung Galaxy ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'operazione coinvolge smartphone, tablet e smart tv in modalità Programmatic Addressable La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 27 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 Pag. 3 360com 18/03/2015 Apps e Google Play. 18/03/2015 360com Pag. 5 Il divertimento che non finisce mai è targato Fanta: un concept per spiegare una filosofia aziendale Lo spot è in onda sulle principali reti televisive italiane. E' stato prodotto dalla berlinese Heimat Werbeagentur e adattato per l'Italia da McCann, mentre la pianificazione è curata da MediaCom; a supporto anche post sui principali social network per la durata di 52 settimane Divertimento. È questa la parola chiave promossa da Fanta nel suo nuovo spot pubblicitario che è in onda da domenica scorsa. Sei pronto a divertirti con noi? È questa la domanda che il brand Fanta fa ai teenager italiani nulla sua nuova campagna. Quando si parla di divertimento ognuno lo può intendere in modo soggettivo e personale: c'è chi si diverte nel condividere una maxi t-shirt con la migliore amica a un concerto, nel fare qualcosa di magico e imprevedibile, nell'inventarsi una bottiglia gigante su cui stare in equilibrio o nel farsi anche solo una doccia vestiti. Tutto ciò poco importa, l'importante per Fanta è divertirsi. Il punto centrale del nuovo concept proposto nella campagna advertising parte proprio da questa idea: ci si può divertire in modo genuino, semplice, autentico, alternativo, lo si può fare in mille modi e con mille persone pur sempre in compagnia di Fanta. Sulla stessa linea di pensiero si schiera il Direttore Marketing Coca-Cola Italia Fabrizio Nucifora, il quale afferma: «Sappiamo tutti che l'adolescenza è l'età dell'allegria e del divertimento e Fanta è da sempre il brand che parla ai giovani di oltre 190 paesi, spronandoli a vivere all'insegna della spensieratezza, offrendo loro dei momenti di svago all'insegna dell'originalità e invitandoli a idearne e sperimentarne di nuovi, in linea con lo spirito giocoso e frizzante della più famosa bevanda con succo di arance italiane». Lo spot è stato prodotto da Heimat Werbeagentur di Berlino e per quanto riguarda il mercato italiano è stato adattato da McCann Italia. La pianificazione media è a cura di MediaCom ed è iniziata domenica scorsa e si estenderà fino a novembre, presidiando le principali reti televisive italiane, includendo canali con target teen. A supporto della campagna, è stato pianificato un calendario editoriale di post su Facebook e Instagram per 52 settimane. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato cAmPAgne 18/03/2015 360com Pag. 10 Linkedin conferma WebAds come concessionaria esclusiva per l'Italia: sei anni di alleanza tra le case di successo, la collaBorazione con saMsung per lo sviluppo della coMpany page aziendale Per il sesto anno consecutivo, LinkedIn rinnova la partnership con WebAds per la gestione in esclusiva delle marketing solutions in Italia e per i clienti italiani che pianificano nazioni estere (il team Talent Solutions si dedica, invece, alle soluzioni di recruiting ed employer branding). Con oltre 300 milioni di iscritti a livello globale, di cui 8,4 solo in Italia, LinkedIn è, ad oggi, uno spazio digitale ad alto valore aggiunto in cui i brand possono parlare al proprio target di professionisti certi di essere nel giusto contesto per instaurare una conversazione B2B. La creazione di un dialogo tra brand e professionals ha però bisogno di esperti in grado di guidare le aziende nell'utilizzo dei giusti strumenti, e WebAds si posiziona in questo senso. WebAds supporta il cliente in fase strategica, seguendo la creazione del piano di marketing su LinkedIn fin dalle prime fasi e guidandolo nello sviluppo di un progetto che ottenga i risultati desiderati nel medio-lungo termine. Grazie all'esperienza maturata con LinkedIn in questi anni di collaborazione, WebAds è stata scelta da Samsung per la creazione e gestione della propria identità aziendale tramite l'apertura di una Company Page. La Company Page è la pagina uciale di un'azienda, uno spazio in cui condividere tutte le novità che la riguardano. Stabiliti gli obiettivi di comunicazione, WebAds propone ecaci strumenti di native advertising consentendo alle aziende non solo di stabilire con i propri follower una relazione duratura ma anche di ampliarne la base. I principali strumenti utilizzati sono: Content Ads per stimolare la brand awareness, Sponsored InMails per ottenere Lead Generation e Sponsored Updates per generare engagement e garantire il trac driving alla pagina aziendale. I contenuti sono stati curati da Ambito5. WebAds supporta le aziende nella creazione e gestione delle Company Page e relativi strumenti di Native Adv per LinkedIn su desktop, tablet, mobile e ottimizza il bidding su cpm e cpc, senza nessun costo di intermediazione. Fornisce inoltre una reportistica avanzata per ogni fase di sviluppo del progetto. Samsung è la prima azienda in Italia ad aver avviato questo tipo di progetto già da settembre 2013 approfondendo, all'interno della propria Company Page, temi dedicati soprattutto al mondo Business, raccontando le proprie soluzioni Digital Signage, Printing, Hospitality, e Medical, ed utilizzando tools quali Content Ads, Sponsored Inmails e Sponsored Updates. Ad un anno di distanza, i risultati sono stati eccellenti e la Company Page può contare ad oggi +25.000 followers che ogni giorno condividono e interagiscono con i contenuti pubblicati da Samsung. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato rinnova la partnership con il social network per il sesto anno consecutivo 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 10 La nuova frontiera della Tv In un quadro di contenuti sempre più abbondanti e Tv multichannel praticamente ubiqua, per gli operatori televisivi la composizione dei ricavi si è ribaltata: la pubblicità e il canone televisivo hanno perso terreno rispetto alle entrate da pay e pubblicità digitale, che ormai rappresentano il 58% dei ricavi complessivi del mercato, ossia 55 miliardi di euro. cura di IT Medìa Consulting DOPO UN LUNGO periodo recessivo, iniziato nel 2008, nel 2013 la Commissione europea ha ravvisato segnali di una ripresa più durevole in Europa e nella zona euro. Sembrava che la regione avesse ripreso a crescere. Tuttavia, dopo una lenta espansione dell'attività economica nel 2013, buona parte dei paesi europei ancora stanno tentando di riprendersi dall'impatto della crisi. In questo contesto il mercato televisivo ha risposto in modo diversi sul territorio europeo, crescendo infine di un modesto +0,4%. Alla fine del 2013 il mercato Tv in Europa occidentale valeva 95,5 miliardi di euro, una crescita del +45% dal 2001, quando ITMedia Consulting ha iniziato a monitorare il mercato, e con un tasso di crescita annuo del +3%. In tutta l'area gli investimenti pubblicitari sono stati colpiti dai rovesci economici. Anche per l'assenza di grandi eventi, i mercati televisivi europei hanno visto declinare i ricavi pubblicitari del -1,6% nel 2013, a 30,4 miliardi di euro. La payTv, pur rappresentando la parte maggiore del mercato, continua a rallentare, a causa della crescente concorrenza da parte degli operatori online e dalle loro politiche di prezzo aggressive. Nel 2013 i ricavi da payTv hanno raggiunto 43,6 miliardi di euro, +1,5% rispetto al 2012 (vedi figura 1). Per quasi 80 anni la Tv è stata strutturata come un mercato verticalmente integrato. Le reti televisive commissionavano e finanziavano la creazione di contenuti, distribuendo l'output in un contesto lineare, vale a dire il canale Tv. Nel corso degli ultimi 20 anni i costi di produzione si sono ridotti, il numero di sistemi distributivi alternativi è aumentato e i costi di distribuzione sono diminuiti fortemente. La conseguenza è che i contenuti sono diventati abbondanti, la Tv multichannel praticamente ubiqua e la distribuzione dei contenuti via internet sempre più popolare. In questo panorama, la composizione dei ricavi televisivi si è ribaltata: le tradizionali fonti di ricavo da pubblicità e canone televisivo stanno perdendo terreno rispetto alle entrate da payTv e pubblicità digitale, che ora rappresentano il 58% dei ricavi complessivi del mercato, ossia 55 miliardi di euro. Digitale ubiquo... o quasi II 2013 ha confermato la chiara tendenza delle abitazioni europee di andare verso una completa digitalizzazione. Così come negli scorsi anni, il tasso di digitalizzazione ha continuato a crescere. Alla fine dell'anno la parte di abitazioni che utilizzavano il digitale per la ricezione televisiva era il 92% de totale, vale a dire circa 170 milioni di famiglie. La composizione delle diverse infrastrutture di trasmissione rimane inalterata: il primo posto tra le abitazioni digitali spetta alla DTT, presente in quasi 55 milioni di case, e una quota di mercato del 35%, seguita dal satellite al 33%, il cavo digitale, in 30 milioni di abitazioni (20%) e infine l'IPTV, a 19.5 milioni. La Francia mantiene il suo ruolo di driver di questa tecnologia, ospitando quasi la metà delle abitazioni IPTV in Europa occidentale. Le restanti 14 milioni di abitazioni analogiche utilizza per lo più la trasmissione via cavo. Avendo ormai raggiunto la piena, o quasi, digitalizzazione, il mix di ricezione televisiva in UK, Francia, Spagna e Italia è ormai stabile nel corso dell'ultimo anno {vedi figura 2). L'alta definizione è diventata una proposta di mass market, con elevati livelli di penetrazione di televisori HD-ready e adozione di servizi HD. Nel Regno Unito la penetrazione di televisori HD è arrivata al 68%, secondo Ofcom, ed è la più alta in Europa. La sifda successiva è il 4K, o l'ultra HD. Dato il probabile interesse dei consumatori in contenuti ultra HD, l'ostacolo principale sarà un'ampia adozione da parte del settore, che dipende da diversi fattori: la creazione di contenuti 4K, la scarsità di banda, l'adeguatezza di base installata di apparati Ultra HD. I fenomeni di tendenza Dopo anni di incertezze, il mercato dell'intrattenimento sta seguendo un percorso più stabile. Non è più questione di sapere se la rivoluzione digitale avverrà, ma piuttosto come le aziende reagiranno. Facendo leva sulle opportunità offerte dal video digitale, nuovi attori entrano nel mercato, catturando l'attenzione dei consumatori. Le tendenze di mercato attuali stanno cambiando alla base il settore. I ricavi tradizionali sono in declino, emergono nuovi modelli di business. Singoli modelli di business vengono ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato tvtematicheedigitali capitolo1 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 10 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sostituiti da un complesso ecosistema di partecipanti. I marchi digitali stanno guadagnando importanza, grazie alla capacità di concedere al consumatore una esperienza multicanale avvincente. I contenuti internet sono entrati sullo schermo Tv, che non è più l'unico modo per fruire di contenuti audiovisivi. Le possibilità di visione si espandono da televisori dotati di connettività, a set top box in grado di distribuire contenuti Over thè top, fino a servizi video offerti via computer, tablet e altri dispositivi mobili. I confini sono sempre più labili tra consumo tradizionale di contenuti televisivi lineari ricevuti su Tv e servizi a richiesta ricevuti su altri tipi di schermi. L'attenzione non è più concentrata su un solo schermo. Oltre a guardare la Tv, i consumatori usano tablet o smartphone per avere più informazioni sui contenuti che stanno guardando, per interagire con gli amici o con gli stessi programmi Tv, utilizzando i social network. Le applicazioni Second screen su questi dispositivi offrono anche la prospettiva della Social Tv, che garantisce all'utente un'esperienza più interattiva e nuove fonti di ricavo per il fornitore di contenuti. Molti studi hanno dimostrato che chi guarda la televisione, sempre più spesso è impegnato in altre attività digitali. Inoltre, i consumatori tendono a possedere più di un dispositivo digitale. Questo, accanto alla domanda di contenuti video eTv in mobilità, sta alimentando la crescita del multiscreening, o anche l'uso di più dispositivi contemporaneamente (vedi figura 3). Molte media company globali stanno già approfittando di questi trend relativi alla visione online, e offrono servizi on demand come BBC iPlayer, Hulu o HBO GO, che permettono di accedere a contenuti premium ovunque da telefono e tablet. Questi dispositivi sempre connessi offrono quindi nuovo modi di accedere ai contenuti, e questo significa che gli operatori devono adottare una approccio più integrato alle proprie attività online, allo scopo di coinvolgere il pubblico. Tuttavia, nonostante la crescita del consumo online, lo schermo televisivo tradizionale gioca ancora un ruolo importante nelle nostre vite, ma ciò è possibile grazie ai set top box digitali e ai servizi di catch up Tv e on demand come Sky+ e Virgin Tv Anywhere. Le prospettive in Europa La battaglia per il mercato della internet Tv è appena iniziata. La internet Tv sta sostituendo la Tv lineare, le app i canali, i telecomandi stanno scomparendo e si moltiplicano gli schermi. Nonostante i timori dei player tradizionali, non sembra che il video online stia cannibalizzando gli ascolti televisivi. Secondo indagini e ricerche condotte negli Stati Uniti, non c'è una differenza significativa negli ascolti televisivi tradizionali tra chi è abbonato a Netflix e chi invece non lo è. Anzi, la maggior parte dei consumatori è abbonato a più di un servizio OTT oltre a Netflix (50% Amazon Prime, 18% Hulu Plus, 8% a tutti e tre). Di fatto, mentre Netflix pare non avere un impatto rilevante sui consumi televisivi, chi è abbonato al servizio è una consumatore più avido anche di altri contenuti premium. I consumatori chiedono il pieno controllo dell'esperienza media e accesso illimitato anywhere, any time and on any device. La scelta è tutto. Poter accedere ai contenuti in mobilità 0 in casa è ugualmente importante, Tv e video stanno diventando esperienze cross mediali continue che si estendono tra piattaforme e servizi nel tempo. Il consumo a richiesta sta crescendo rapidamente, sebbene la live Tv resti importante, specialmente per gli eventi sportivi. I consumatori vogliono decidere come pagare per 1 propri servizi Tv e video, e chiedono una vasta gamma di modelli di abbonamento e spacchettamento dei contenuti. LaTv rischia di perdere la sua rilevanza, mentre l'opportunità di estendere la reach sta crescendo, ed è in questo modo che gli OTT nuovi entranti stanno minacciando la payTv. La distribuzione tradizionale si fondava sul controllo dell'infrastruttura, ma internet ha sovvertito questo concetto. Operatovi vecchi e nuovi lo hanno capito e ora negoziano diritti su tutti gli schermi per difendere il proprio business. Lo sviluppo di potenti marchi digitali e l'incursione nell'arena di nuovi entranti finanziariamente forti pone grandi sfide ai business model dei broadcaster. Finora questi hanno reagito lanciando servizi online in ottica difensiva, con limitata integrazione o capacità di sfruttare le sinergie tra le varie piattaforme distributive. Ma il successo richiede molto più dell'integrazione della tradizionale catena del valore nei vari canali digitali. Per andare oltre gli operatori devono sviluppare nuove e diverse competenze digitali. Diversamente, rischiano di non essere in grado di procedere, mentre il mercato si sposta decisamente verso il video digitale. ...e in Italia II mercato televisivo risente ancora della lunga coda della crisi economica e l'intero settore ne paga le conseguenze in tutte le sue componenti: dal calo dei ricavi pubblicitari alla contrazione delle entrate da payTv, fino alla riduzione del canone di 150 milioni di euro per l'adempimento del di Irpef introdotto dal Governo. Di fatto, nel 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 10 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 2014 il mercato perde complessivamente 213 milioni di euro, con una riduzione del -2,7% sull'anno precedente (vedi figura 4). Nel frattempo le famiglie italiane guardano la nuova televisione in digitale con una maggiore consapevolezza dell'offerta multichannel. Il terrestre si conferma la prima piattaforma di fruizione, ma il modello di Tv tradizionale, pur rimanendo prevalente, inizia ad avvertire la presenza delle nuove modalità di fruizione di contenuti lineari e non lineari (TVoD, SVoD) della broadbandTv. Tale evoluzione penalizza gli operatori che si basano su modelli di business consolidati a vantaggio dei nuovi entranti e di coloro che sono in grado di sfruttare al meglio le opportunità offerte dall'evoluzione tecnologica. Tutto ciò si traduce in una più ampia convergenza e integrazione di contenuti tra piattaforme e apparati dì ricezione, attraverso la diffusione dei nuovi servizi, soprattutto in mobilità. Ne! corso dei 2014 si è assistito a importanti eventi che stanno riconfigurando l'intero assetto televisivo: dalle politiche di spending review alle grandi manovre in corso che coinvolgono un gran numero di attori, ciò che emerge è un grande processo di ristrutturazione e sviluppo di business model, destinati a trasformare e riconfigurare nei prossimi anni l'intera industria nazionale. Operatori e piattaforme Mediaset ha lanciato il servizio OTT Infinitya dicembre 2013. A qualche mese dall'uscita di Infinity, ad aprile 2014, Sky Italia ha lanciato il nuovo servizio Video on Demand in streaming Sky Online, distinto dall'offerta satellitare. Sky Online è fruibile su vari dispositivi, sia fissi che mobili (PC, Tablet, Game Console, SmartTV). Nello stesso mese Mediaset sigla una partnership in esclusiva con Vodafone, con l'obiettivo di ampliare la diffusione broadband di Infinity. In questo modo i contenuti video e di intrattenimento potranno saranno accessibili sia in mobilità con il proprio Smartphone o Tablet, sia a casa su SmartTV, Game Console e PC. A novembre diventa definitiva l'acquisizione, da parte di BSkyB, l'operatore britannico di payTv del 57,4% di Sky Deutschland e del 100% di Sky Italia per la costituzione di Sky, nuova media company da 20 milioni di clienti in cinque paesi (Italia, Germania, Austria, Regno Unito e Irlanda). L'operazione dovrebbe portare sinergie per 200 milioni di sterline all'anno, con i maggiori benefici nel Regno Unito e in Italia. Oltre che nell'acquisizione dei diritti televisivi sui programmi, sono attesi risparmi anche nella produzione di eventi live, nei sistemi IT di back office, nelle commesse, e col tempo nello sviluppo dei programmi e dei set top box. L'effetto sui costi stimato da tali sinergie è nell'ordine di 150 milioni di sterline. Al contempo l'offerta televisiva nazionale si arricchisce della presenza di nuovi canali TV. Nascono Sky Atlantic, FoxAnimation e Fox Comedy sulla piattaforma satellitare Sky Italia mentre, sul digitale terrestre, riprendono le trasmissioni del canale in chiaro Sportitalia, oltre all'entrata di Fine Living, canale del gruppo americano Scripps Network, e Agon Channel. Dal punto di vista delle piattaforme , ITMedia Consulting prevede che a fine 2014 la DTT avrà raggiunto il suo picco di penetrazione, il satellite (DTH) rimarrà pressoché stabile, mentre la Broadband TV comincerà a crescere, pur rimanendo marginale nel consumo televisivo delle famiglie (primo TV set), a un tasso medio annuo del 26% (vedi figura 5). Per la piattaforma DTH si prospetta un periodo piuttosto stabile, nonostante la crescita costante del FTA, da attribuire principalmente alla piattaforma Tivùsat. Tuttavia la payTv, seppur in diminuzione del 1,9%, continuerà a mantenere il primato, con oltre il 60% nella diffusione satellitare complessiva. Nel 2016 il Free To Air continuerà ad essere la modalità di accesso primaria con più del 70% del totale abitazioni mentre la payTv, presente nel 29% delle famiglie nel 2014, raggiungerà 7,4 milioni di abitazioni, corrispondenti al 30% del totale {vedi figura 6). Le risorse del sistema Dal punto di vista delle risorse, come abbiamo già visto, il mercato televisivo risente ancora della lunga coda della crisi economica e nel 2014 ha perso complessivamente 213 milioni di euro rispetto all'anno precedente. Nel 2015 la discesa dei ricavi dovrebbe arrestarsi, e a fine 2016 il mercato supererà 7,9 miliardi di euro, a una media annua del +2,6% nel periodo considerato. La pubblicità risentirà ancora della difficile congiuntura economica e si riprenderà a partire dal secondo semestre 2015, registrando nel periodo un aumento medio del +2,3%, grazie anche alla componente online broadband (vedi figura 7). Il segmento della payTv, nonostante il calo previsto per il satellite DTH, crescerà nel periodo considerato del +1,6%, grazie allo sviluppo dell'offerta DTT e BBTV. Dal 2016 la pubblicità tornerà di nuovo a competere con la payTv come risorsa primaria del mercato. Continua la tendenza delle famiglie a spendere per i servizi televisivi in misura maggiore rispetto alle imprese. La Tv a pagamento si conferma la componente maggiore 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 10 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato della torta rispetto al canone. Relativamente agli operatori, nel 2014 Mediaset, Rai e Sky Italia si spartiscono ancora la quasi totalità del mercato con una quota del 94%, in calo di un punto percentuale nel corso del periodo considerato (vedi figura 8). Sky Italia, pur confermandosi ancora il principale attore, vede ridursi il divario da Mediaset e Rai. Mediaset sorpassa Rai e ritorna secondo operatore. Gli Altri Operatori crescono più della media mercato. Nella pubblicità Mediaset rimane il principale operatore, con oltre la metà delle risorse, ma riduce leggermente la propria quota di mercato, a vantaggio soprattutto degli Altri Operatori. Nella payTv Sky rimane il principale operatore, ma perde quote di mercato, soprattutto a vantaggio di Mediaset Premium. Gli Altri Operatori registrano una crescita media superiore al +10%, confermando un trend manifestatosi negli anni precedenti. La7 e Discovery Italia insieme rappresentano circa i due terzi dei ricavi degli Altri Operatori. Discovery Italia diventa il quarto operatore dopo Sky Italia, Mediaset, e Rai. In definitiva, tale evoluzione penalizza gli piattaforme e apparati di ricezione, attraverso operatori che si basano su modelli di business la diffusione dei nuovi servizi, soprattutto in consolidati a vantaggio dei nuovi entranti e di mobilità, che rappresentano la nuova frontiera di coloro che sono in grado di sfruttare al meglio le sviluppo per i prossimi anni. opportunità offerte dall'evoluzione tecnologica. Tutto ciò si traduce in una più ampia a cura diITMedìa Consulting convergenza e integrazione di contenuti tra RAI, SKY ITALIA, FIG.1 - EUROPA OCCIDENTALE: I RICAVI DEL MERCATO TV 120 -, 2008 TMedia Consulting •2009 PayTV 2010 • License tee f 2011 1 Advertising FIG.2 - EUROPA OCCIDENTALE: IL BREAKDOWN DELLE FAMIGLIE PER TECNOLOGIA (2013) Fonte: © 2014 ITMedia Consulting FIG.3 -TOP 5 EUROPA: % DI PERSONE CHE GUARDA VIDEO ONLINE OGNI GIORNO Europe France Germany Italy Spain UK • % of people watching online video* • % of people watching TV every day *PC, lapotop, tablet o mobile Fonte: elaborazioni ITMedia Consulting FIG. 4 - ITALIA: IL MERCATO TV NEL BIENNIO 2013- 2014 (MLN ) 7.794 2013 Fonte: © 2014 ITMedia Consulting i Canone Pubblicità se Pay TV FIG. 5 - ITALIA: LA PENETRAZIONE DELLE PIATTAFORME TECNOLOGICA 2014 • DTT m DTH • Broadband Fonte: © 2014 ITMedia Consulting FIG. 6 - ITALIA: LA PENETRAZIONE DELLA PAY-TV 70,9% 2014 71,1% 2015 • FreeToAir "PayTV Fonte: © 2014 ITMedia Consulting FIG. 7 - ITALIA: I RICAVI TOTALI DEL MERCATO TV 7.581 2014 Fonte: © 2014 ITMedia Consulting FIG. 8 - ITALIA: LE QUOTE DI MERCATO DEI PRINCIPALI OPERATORI TELEVISIVI 2014 Mediaset 29,0% 2016 Mediaset 30,3% Fonte: © 2014 ITMedia Consulting Foto: Augusto Preta, direttore generale ITMedia Consulting Foto: capitoloi 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 20 Dal broadcast al broadband II modello Tv tradizionale (broadcast) attraversa una fase critica: non crescono le revenue pubblicitarie per le reti generaliste e free to air, né quelle da abbonamento per le pay, si fa sempre più pressante la concorrenza della 'nuova Tv' (a banda larga). Cosa cambia nel nuovo scenario per i broadcaster? Dove e come possono trovare nuove risorse? E come cambia l' adv ? COME ABBIAMO visto nel capitolo precedente curato da ITMedia Consulting, il 2014 è stato l'anno delle piattaforme on demand di Sky (SkyOnline) e Mediaset (Infìnity) oltre che del battesimo della nuova Mediaset Premium e della Sky europea targata Rupert Murdoch. È stato altresì un anno segnato dalla battaglia senza esclusione di colpi per l'assegnazione dei diritti Tv del calcio (UEFA Champions League e Serie A), che faranno sentire i loro effetti soprattutto nei prossimi anni. Il 2014 potrebbe anche essere l'ultimo anno con ricavi in flessione per il mercato televisivo italiano, e dal 2015 si potrà cominciare a parlare di ripresa al ritmo di crescita media annua del 2,6 per cento. "Sicuramente in questo nuovo scenario urge un ripensamento radicale del modello di business esordisce Matteo Cardani, Vice Direttore Generale Marketing, Publitalia '80 , Si stanno ridefinendo i confini tra i 3 flussi di revenue del business Tv: advertising, subscriptions & on demand, con questa ultima componente in crescita con effetti potenzialmente disruptive. Per affrontare questa sfida 3 risorse chiave sono in primis i contenutiche sono il vero fattore di esclusività capace di attrarre domanda e attenzione (sia del pubblico che degli investitori). Contenuti potenziati dalla tecnologia (secondo fattore) per ridefinire una più ricca user experience (terzo fattore) del contenuto Tv tra Tv lineare (con il suo imprescindibile elemento social, vale a dire la consapevolezza di assistere in un palinsesto a una serie di eventi che accadono qui e ora) eTv non lineare: on demand, catch up e snack Tv". "Il consumo mediatico in percentuale è ancora per larghissima misura sul grande schermo - ricorda Emanuele Landi, Director Ad Sales & Brand Integration Fox International Channels Italyma gli early adopters stanno ormai da tempo utilizzando tutte le nuove tecnologie di fruizione. Noi abbiamo la fortuna di operare su una piattaforma come Sky che è largamente all'avanguardia in termini di diversificazione tecnologica. Basti pensare a tutte le occasioni di consumo dedicate che sono proposte (on demand, skygo, sky online)". "RAI è già da diversi anni una Media Companyribadisce Fabrizio Piscopo, amministratore Delegato RaiPubblicità -: è l'unica azienda italiana che ha tutte le piattaforme, non solo quelle collegate a Tv e web, ma anche Radio e Cinema, e che sta sempre di più investendo su contenuti cross mediali oltre che sulle figure che possono pensare in questi termini sia per contenuti video che audio. Per quelli come noi che ormai da anni hanno un'offerta digitai importante, si registra un aumento d'interesse dei clienti nei confronti di modelli pubblicitari legati alle piattaforme non lineari". "La centralità della Televisione come unità di luogo e tempo principale dell'intrattenimento dei bambini in Italia non è in discussione - osserva Marco Rosi, Head of Channels Turner Broadcasting System Italia -. I nuovi dispositivi mobili e le piattaforme digitali consentono soprattutto un'estensione del testo televisivo, prima ancora che la creazione di nuovi contenuti ad hoc. In questo nuovo scenario per i broacaster diventa fondamentale la gestione del brand e la costruzione di una promessa di intrattenimento in grado di essere fruibile, e talvolta declinata, attraverso diversi media". Le nuove risorse Stanti così le cose, dove e come i broadcaster possono trovare risorse aggiuntive? "Nello sfruttamento e nell'implementazione dei nuovi modelli di fruizione del contenuto - risponde Landi-. Noi abbiamo già intrapreso questa strada e seguiremo i nostri spettatori ovunque saranno". "Nell'era digitale ContentisKingconcorda Piscopo -, anche quello commerciale. Non a caso al nostro interno abbiamo costituito l'agenzia AIR che progetta e realizza format commerciali coerenti sia con i contenuti editoriali a cui si abbina sia con i device di fruizione. E non a caso proprio dalle nostre iniziative speciali arrivano forti soddisfazioni in queste aree. È sempre più una forma di addressable advertising". "Nel compartoTv multichannel, è oggi possibile immaginare il lancio di nuove iniziative su generi e target diversi da quello bambini con proposizioni editoriali di qualità e con brand forti e riconoscibili - è il parere di Giovanni Parenti, VP General Manager Turner ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato tvtematicheedigitali capitolo2 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 20 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Broadcasting System Italy e Direttore Generale Boing -. Ci sono nuove opportunità anche nell'ambito delle offerte OTT e On Demand. Il mercato italiano ha margini di sviluppo significativi. Le competenze nell'ambito di questi servizi e un'offerta editoriale ricca e di qualità ci consentiranno di poter supportare lo sviluppo di questo comparto e di concretizzare le opportunità nel breve periodo". Per Matteo Cardani occorre "In primis non svalorizzare - come sta accadendo purtroppo in Italia anche a opera di primari player del mercato il proprio inventory di contenuti e contatti pubblicitari. Esiste un potenziale di reach ed engagement del media Tv che non è eguagliarle come capacità di aggregazione dai media digitali e che si traduce 'in soldoni' in impatto sulle vendite. Questo le aziende lo sanno bene e lo misurano continuamente. Quindi, primo valorizzare, secondo diversificare le revenue tra risorse che arrivano dagli investitori e risorse che arrivano dai consumatori: subscriptions, on demand, micro-pagamenti, profilazione". I colossi del web Quando si parla del mix fra contenuti di qualità e 'addressability' degli spettatori, però, non si può dimenticare che i colossi come Amazon, Apple, Netflix, Hulu e via elencando dispongono di atout formidabili. Come possono i broadcaster italiani affrontare questo genere di concorrenza? "Il nostro grande patrimonio è che RAI, a differenza di altri colossi, è la più grande azienda culturale italiana. Il che vuoi dire che produce non solo contenuti di alta qualità ma molto connotati con il nostro paese e per questo anche di forte appeal internazionale. Cosa che invece i grandi aggregatori non possono vantare. Sicuramente - specifica Piscopo - è necessario salvaguardare il contenuto di alta qualità di Rai, perché è un importante biglietto da visita da presentare al Mercato". "I servizi OTT hanno cominciato a modificare la struttura degli ascolti - aggiunge Marco Rosi -: il fenomeno per ora è visibile soprattutto negli Stati Uniti. In Italia player importanti come Sky, Mediaset e Telecom hanno già costruito dei modelli di Tv non lineare in linea con le proposizioni di Amazon e Netflix. Più in generale, va osservato che le nuove piattaforme OTT, per quanto abbiano già intrapreso la strada della produzione originale anche su target kids, costruiscono il grosso dell'offerta sulle syndication generando valore aggiuntivo nel lungo periodo per i contenuti televisivi e possibili nuove linee di revenues per chi, comeTurner, è proprietario di tali contenuti". Secondo Landi, "L'Italia è un paese complesso con una ricchezza di offerta di contenuti che non ha pari in Europa sia per quantità, che per varietà e qualità. In questo FOX è stata una antesignana portando in Italia il contenuto seriale di qualità e producendo contenuti esclusivi locali. Il successo social di Fox ci dice che la nostra community è salda e che unendo le forze del contenuto e del brand si può competere e vincere". La concorrenza, ribadisce Cardani, dev'essere affrontata "Con la consapevolezza che nel nuovo ecosistema il paradigma è 'AND' non 'OR'... Vale a dire che coesisteranno media di aggregazione come laTv dei premium publisher e media di distribuzione come Netflix, in Italia anticipato da esperienze rilevanti come Premium Play, Sky on demand, Infinity etc. L'opportunità per il broadcaster è di giocare il doublé play - creare aggregazione con il lineare e aggiungere valore con la distribuzione nel non lineare". "Coerentemente con questo paradigma - prosegue Cardani - continua ad avere un valore differenziante la capacità di aggregazione, vale a dire raggiungere milioni di persone e ingaggiarle nel più breve tempo possibile, quello di un commerciai. In questo senso non svalorizzare ma continuare a innovare (come abbiamo fatto in questi anni) questa capacità unica dell'advertising classico è fondamentale e a questa occorre aggiungere la capacità di distribuzione e profilazione della catch upTv, della Tv non lineare e della Tv on digitai (web & mobile)". La 'nuova' pubblicità A cambiare, deve essere in buona sostanza anche la pubblicità. Ma come? E quali sono le nuove regole per pianificare la 'videocomunicazione' in un'ottica crossmediale? "Sempre seguendo il paradigma AND - riprende Cardani -, la regola è trovare la miglior combinazione di schermi possibile - any best screen available - a seconda del target che si vuole raggiungere, cambiando continuamente mix". Innanzitutto, risponde quindi Parenti, "È indispensabile anticipare le esigenze dei nostri partner, individuando e condividendo soluzioni di comunicazione che tengano conto del nuovo contesto competitivo e dell'evoluzione del target in termini di consumo e di accesso alle informazioni. Come broadcaster abbiamo un ruolo fondamentale, che va oltre il mettere a disposizione i nostri canali di comunicazione, ma si concretizza nel condividere la conoscenza del target, del media e delle tecniche di creazione e valorizzione del brand. Dalle aziende multinazionali, alle aziende locali, ai centri 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 20 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato media, ci proponiamo come interlocutore per sfruttare al meglio il nuovo scenario della multicanalità, condividendo obiettivi, strumenti e know how". Ma, aggiunge, "Non esiste una regola assoluta che garantisca il successo di una campagna cross mediale, il cui reale valore aggiunto consiste proprio nel creare progetti realmente tailor made". La pubblicità, dice Piscopo "Sarà sempre più integrata e coerente con il contenuto editoriale ma soprattutto con la sua fruizione. Sia che si guardi una news sullo smartphone o che la si segua dal grande schermo Tv, la pubblicità inserita deve seguire le caratteristiche di queste fruizioni. Ad esempio sullo smartphone deve essere breve e geo-localizzata, mentre sul grande schermo può essere più spettacolare e consentire anche l'interazione con il Second Screen". Fondamentale è proprio il rispetto delle specificità tecniche e di fruizione di ogni piattaforma: "Non si deve declinare l'ottica televisiva tradizionale su altri device, bensì studiare a fondo per sfruttare al meglio i diversi plus che essi offrono". Pienamente d'accordo Landi: "In prima battuta credo sia importante individuare obiettivi chiari per ogni mezzo che si utilizza e creare un messaggio rilevante e tracciabile. È un grande errore pensare che un contenuto video possa andar bene così com'è per tutte le piattaforme". Più in generale, aggiunge, "II cambiamento maggiore è relativo al modo in cui si scelgono i mezzi e la competizione fra loro, poi la crisi economica, come ogni crisi che si rispetti, impone un adattamento e quindi un cambiamento. Sul web si stanno imponendo nuove forme di media buying che rendono più efficace ed efficiente la spesa. Ed è sicuramente cambiata la skill che serve per pianificare un numero impressionante di piattaforme e di media nuovi e altamente profilati. I social media hanno imposto una nuova competizione anche ai mezzi tradizionali che stanno trovando formule creative e partnership di integrazione, un esempio ne è la famosa Social Tv". Nuovi format per contenuti e pubblicità Native advertising, product placement, branded content: al di là delle diverse definizioni e sfumature, la caratteristica comune di queste nuove 'tecniche' pubblicitarie è quella di proporsi come soluzioni 'alternative' al classico spot: ma qual è il loro effettivo valore aggiunto? Quali sono le regole per adoperarle proficuamente? E come sono vissute dai consumatori queste nuove forme di pubblicità? "Sono format che mirano a integrarsi il più possibile con il contenuto editoriale - risponde Piscopo -, 'infastidendo' poco il fruitore, coinvolgendolo invece spesso in attività piacevoli o di gioco. Se inserite correttamente nel flusso comunicativo, rendono il messaggio pubblicitario meno invadente, arrecando minor disturbo ai fruitori. E se studiate al meglio, possono recare engagement all'utente. La regola fondamentale è creare affinità fra il contenuto editoriale e il prodotto rendendo il più labile possibile la linea di confine fra dò che è il flusso comunicativo e il messaggio pubblicitario. Ancora meglio se si mira ad arricchire il contenuto editoriale". " II loro valore aggiunto - concorda Landi - è raccontare buone storie più integrate con il mondo dei brand televisivi e abbassare 'l'intrusione' dell'advertising all'interno del palinsesto. Inoltre a volte soluzioni come queste permettono di entrare in contatto con il pubblico, stabilire una conversazione". Non a caso, aggiunge, Fox ha fondato un business radicato e di successo proprio su questo aspetto, accettandone le regole: "Che si parli su National Geographic Channel o su FoxLife, il successo di un'iniziativa si basa sul cogliere al massimo il tono di comunicazione del canale e quindi compiere un travaso e un mix fra i valori del consumer brand e quelli del Tv brand. Dalle ricerche e dai focus effettuati, soprattutto sulle iniziative più articolate e ben riuscite, si nota che si riesce a cogliere l'attenzione del pubblico, mercé rarissima in Tv, e se si da equilibrio al messaggio anche una buona propensione alla conversazione. In alcuni casi abbiamo raggiunto uno score invidiabile anche su parametri come ricordo e top of mind". "Un commerciai di grande successo - considera Cardani - in fondo è una short story che da il meglio di sé nella brevità di 30". Ma dietro una short story c'è sempre una long story, in primis la storia dell'azienda e del prodotto in questione: native advertising, placement e branded content sono il proseguimento della comunicazione di marca con altri mezzi, oltre i limiti del commerciai". Cruciale, secondo Cardani, è che ogni marca sviluppi da un chiaro consumer insight un key brand benefit caratterizzante ed esclusivo: "L'arte e la scienza del branded content è trovare il format di contenuto che crea al tempo stesso engagement con l'audience e porta in vita questo benefit in modo naturale nel plot del format stesso". Quando si segue questa regola e le cosa sono fatte bene, lo spettatore non le vive come pubblicità ma come branded entertainment: "II consumatore spiega Cardani - è 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 20 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato consapevole dei brand che ama 0 che stima, spesso lo dichiara apertamente nel proprio profilo sociale: e se c'è contenuto intelligente e divertente lo apprezza. Quando misuriamo 1 nostri progetti in quest'area il 'ritorno' è sempre di apprezzamento per questa fusione 'calda' tra branded content & entertaining media". Queste nuove tecniche, riflette Parenti, "Consentono di sfruttare al meglio il coinvolgimento emotivo del pubblico permettendo anche un'ambientazione naturale per il prodotto o i brand che sono presentati. In questo, rappresentano un'ulteriore sviluppo di quelle che sono le nostre iniziative speciali. Il product placement rappresenta, quindi, un'ulteriore tecnica, che può e deve associarsi ad altre forme di promozione e di comunicazione. Nel settore bambini e famiglie, questa tecnica richiede ovviamente una particolare attenzione viste le peculiarità del target e nel rispetto delle sue esigenze". "Il valore aggiunto è indubbio - ribadisce Simone D'Amelio Bonelli, Director Marketing A+E Networks Italy. Gli spettatori sono tempestati di informazioni, messaggi, sensazioni: e non solo in televisione, vista e considerata la fruizione crescente di contenuti provenienti dal web, favorita dalla diffusione esponenziale di smartphone, tablet e phablet. È un dato di fatto, confermato anche dalle ricerche più recenti, che nuove forme di promozione dei prodotti, quali i branded content, abbiano un'efficacia maggiore di un semplice spot. Il canale televisivo non è più un mero contenitore dove piazzare uno spot, ma diventa un partner essenziale nella implementazione della strategia dell'azienda investitrice. Il canale conosce il suo pubblico, sa quali programmi funzionano con i diversi target, ha le competenze in termini di produttività: insomma possiede un know-how di assoluto spessore che mette a disposizione dell'azienda. Con essa si può confrontare sulla strategia, ne chiarisce gli obiettivi, individua gli strumenti migliori da applicare: il prodotto finale informa tanto quanto uno spot ma intrattiene come un prodotto televisivo. A tutto vantaggio anche del pubblico. In questo modo l'azienda parte poi da una base solida: dalla relazione che intercorre tra lo spettatore e il canale. La forza del brand televisivo e il rapporto di fiducia creato con lo spettatore si trasferiscono anche sul prodotto oggetto dell'iniziativa speciale". Un nuovo format anche per la vendita Come ricordato qualche paragrafo più indietro da Landi, la tecnologia del programmatic, esplosa nel marketing online, sta più o meno velocemente migrando verso tutti gli altri mezzi digitali con la promessa di pianificazioni più mirate, senza dispersioni, ottimizzabili in tempo reale. Fino ad oggi, però, la discussione in merito all'automazione del buying Tv è rimasta tale: una discussione, appunto, senza molti avanzamenti pratici. Tuttavia, gli ultimi mesi del 2014 hanno visto nascere - parliamo del più avanzato mercato statunitense - diverse iniziative e partnership sotto l'egida della 'programmaticTv': • il network ESPN ha annunciato che avrebbe iniziato a vendere alcuni degli spazi disponibili nel suo programma di punta 'SportsCenter' attraverso aste online; • la piattaforma di video advertising TubeMogul ha creato insieme a WideOrbit il primo marketplace indipendente dedicato al buying di spazi televisivi; • Magna Global (IPG) e Cox (terzo operatore via cavo americano) hanno stretto una partnership per dar vita a un marketplace programmatico; • un altro accordo recente è quello fra Havas Media e FuturesMedia per una piattaforma di RTB dedicato alla relazione fra venditori e acquirenti di spazi Tv; • ancora, Modi Media, società specializzata in 'advancedTv' che fa capo a GroupM, ha siglato una partnership con Videology, altro big player fra le piattaforme mondiali di video advertising. Certo, fino a questo momento accordi e partnership rappresentano solo i primi passi in un percorso di sperimentazione e riguardano soprattutto il modo di rendere più agevole e rapido il processo di comunicazione fra acquirente e venditore o la gestione del traffico: ma non si può ancora dire che si tratti di programmatic così come lo si intende nel mondo online. Non solo perché laTv lineare non passa (ancora) attraverso il protocollo IR ma perché ancora manca il passaggio a una logica data driven, di raccolta e trattamento delle informazione e dei dati sulle audience che in ambito televisivo resta lontano da quanto è possibile fare in rete. Secondo diversi osservatori, del resto, il tasso di adozione della metodologia programmatica nel campo della Tv lineare' non sarà fulminante: relativamente al mercato statunitense, nei prossimi due o tre anni la crescita dovrebbe essere intorno al +2% o +3%, per accelerare successivamente fra il +5% e il +10%, con il risultato di arrivare a una quota di circa il 30% del totale mercato Tv nel giro di 6 o 7 anni. L'Italia non è ancora pronta E per quanto riguarda l'Italia? L'incertezza è il sentiment tuttora dominante fra i nostri interlocutori. Giovanni Parenti non si sbilancia, ma punta il dito sul'obiettivo di profilazione del 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 20 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato target per rispondere alle esigenze degli investitori: "I nostri canali sono la prima risposta a questa esigenza sostiene infatti -. Con scelte editoriali chiare ci proponiamo come interlocutori primari nella comunicazione al target bambini e famiglie, sfruttando un protafoglio media completo in termini di sottoprofilazione del target e in termini crossmedialità. Oltretutto, attraverso un lavoro con le concessionarie facciamo un'attenta selezione di tutto ciò che va in onda, sia in termine di prodotto promosso che di linguaggio. Proponiamo soluzioni di comunicazione tailor made che consentano di adattare strumenti e linguaggi al target presente sui nostri canali. Ad esempio, proprio in questi giorni, siamo in onda con una campagna di uno noto marchio di acque minerali, prodotta in collaborazione con Mediamond, destinata unicamente ai bambini e alle famiglie che seguono i nostri canali. Riteniamo che un processo di planning debba tener conto degli aspetti qualitativi e contenutistici della comunicazione per assicurare alle aziende che investono un continuo adattamento alle evoluzioni del target e degli strumenti di comunicazione. D'Amelio Bonelli ritiene il programmatic "Uno strumento interessante, in particolare in occasione di grandi eventi televisivi (sport in primis) che possono generare una forte attenzione da parte dei consumatori. Considerato in questa chiave, sicuramente può favorire la creazione di un 'evento' pubblicitario che può essere giocato come elemento 'extra' all'interno di un media pian tradizionale". Ma, sottolinea, ci vorranno almeno altri 2 o 3 anni prima che si inizi ad adottare davvero il metodo programmatico nel mondo della televisione italiana. Fabrizio Piscopo reputa "II beneficio del programmatic principalmente economico con impatti positivi sui costi GRP", e annuncia già per quest'anno le prime sperimentazioni, chiarendo però che l'automazione applicata al planning televisivo funzionerà in modo parziale, "Solo per una porzione di bacino e per gli spazi più tradizionali come lo spot tabellare". "Difficile dire in quanto tempo l'approccio programmatico che sta muovendo i primi passi negli States e in altri paesi occidentali impatterà sul mercato italiano - conferma Matteo Cardani -. Intanto la prima preoccupazione è che, quando il programmatico arriverà, trovi questo mercato televisivo italiano ancora 'vivo' e non estenuato e impoverito oltre misura da dinamiche da 'contorsionisti' su prezzi, sconti e scale parametrali". Fermo restando che l'obiettivo del programmatic è "Valorizzare in modo più efficace la componente premium dell'inventoryTv e monetizzare in modo più efficiente la componente remnant", per Cardani può davvero funzionare solo "Se crea valore per il mercato, altrimenti sarà l'ennesima tecnologia (il digitale insegna in questo senso) che serve solo a impoverire il mercato". LA STIMA DEL MERCATO PUBBLICITARIO (GEN./NOV. 2013 vs. 2014) {Dati netti - Migliaia di Euro) !•>••• ./?••?;*.<••,-^sdiHMHHI QUOTIDIANI 2 PERIODICI 2 INTERNET (Fonte: FCP-Assointernet) DIRECT MAIL RADIO 3 TRANSIT OUTDOOR (Fonte: AudiOutdoor) CINEMA OUTOFHOMETV TOTALE PUBBLICITÀ 2013 Gen./Nov. H 3.207.953 ?.« 812.774 489.479 417.119 336.942 326.447 84.486 71.401 21.485 15.299 5.787.385 2014 Gen./Nov. fs.-s 3.203.708 730.289 453.660 420.193 319.855 318.731 84.806 73.643 16.178 13.010 5.634.074 Note: l'universo di riferimento è quello dei mezzi rilevati da Nielsen ad eccezione dei Quotidiani (dove vengono utilizzati i dati FCP-Assoquotidiani solo per le tipologie: Locale, Rubricata e Di Servizio) e delle Radio (dove vengono utilizzati i dati FCP-Assoradio solo per la tipologia Extra Tabellare, comprensiva c.a.). Le elaborazioni sono effettuate con il contriibuto di FCP-Assoquotidiani e FCPAssoperiodici. II dato comprende le emittenti Generaliste, Digitali e Satellitari Per i dati di Stampa Commerciale Locale, Rubricata e Di Servizio la fonte è FCP-Assoquotidiani Le elaborazioni sono effettuate con il contributo di FCP-Assoradio Fonte: Nielsen, gennaio 2015 Foto: Matteo Cardani, Vice Direttore Generale Marketing Publitalia '80 Emanuele Landi, DirectorAd Sales & Brand Integration Fox International Channels Italy Foto: Fabrizio Piscopo, Amministratore Delegato RaiPubblicità Marco Rosi, Head of ChannelsTurner Broadcasting System Italia Foto: Giovanni Parenti, VP Cenerai Manager Turner Broadcasting System Italy e Direttore Generale Boing Foto: Simone D'Amelio Bonelli, Director Marketing A+E Networks Italy, 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 28 Il fenomeno "Social Tv"/1 La televisione è da sempre un mezzo 'social', capace di dare lo spunto alle conversazioni. Con l'avvento del Web 2.0 e dei social media propriamente detti qualcosa è decisamente cambiato: i nuovi strumenti, e i nuovi tool di misurazione del fenomeno, presentano uno scenario in divenire del quale i broadcaster - così come i brand - non possono non tenere conto. GLI ITALIANI continuano a essere grandi fruitori di televisione 'classica' con una media superiore alle 4 ore giornaliere. E a questa passione si accompagna l'altrettanto elevata e crescente fruizione dei social media che, in particolare per la crescente diffusione e utilizzo di smartphone e tablet, riguarda ormai il 94% degli utilizzatori di internet via mobile. Come spiega Giovanni Fantasia, Amministratore Delegato di Nielsen, "Anche in Italia stiamo assistendo a un'evoluzione della fruizione della Tv, da 'familiare' a 'sodale'. Non mi piace parlare di rivoluzione e preferisco parlare di evoluzione sottolinea -, ma il cambiamento è continuo e integrato, e si traduce in una moltiplicazione e frammentazione dei touchpoint, sia fisici (i punti vendita), sia mediatici (tradizionali o nuovi - cioè digitali-che siano)". È da queste premessa che, dopo il lancio del 2012 negli Stati Uniti, dallo scorso ottobre Nielsen ha reso disponibile i Twitter TvRatings anche in Italia, secondo paese al mondo in cui è stato introdotto, per misurare le attività totali e la reach relative ai Tweet sui programmi Tv. Frutto dell'accordo esclusivo pluriennale con Twitter, il servizio rileva tutti i tweet 'sinergici' con i programmi trasmessi dalle emittenti italiane nazionali, fornendo quotidianamente: le metriche di Activity (unique author e tweet) e Reach (audience e impression) a livello di episodio, programma, emittente; insight e ranking sulle citazioni di attori, presentatori, atleti, team sportivi; monitoraggio in tempo reale di author e tweet per ogni programma in onda. Proprio qui sta la differenza rispetto a numerose altre stime sulle dimensioni del fenomeno Social Tv: Nielsen misura infatti in modo censuario non solo la Twitter Activity, ma anche e soprattutto la 'true' Twitter Reach. "Ciò significa - spiega Luca Bordin, General Manager Media Sales & Solutions di Nielsen - che oggi è finalmente possibile conoscere con precisione la Unique Audience di ogni singolo tweet riferito a un programma o a un evento televisivo, cioè il numero di account effettivamente esposti ad almeno un tweet relativo a un determinato programma Tv. Il sistema interroga i Big Data di Twitter, li classifica e indicizza secondo numerose regole automatiche e manuali, e restituisce metriche confrontabili con quelle degli altri mezzi. Tutto ciò offre ad aziende e broadcaster una grande opportunità per costruire e sfruttare al meglio iniziative commerciali ed editoriali di engagement con i consumatori/spettatori ". Ulteriori affinamenti del sistema sono previsti per il prossimo futuro, a partire da una misurazione della BrandAffinity, già rilevata negli USA, che come spiega Bordin quantifica la sovrapposizione tra chi twitta sui programmi televisivi e chi lo fa sulle brand. Inoltre, a partire dal 2015, il servizio fornirà anche i dati di profilazione delle audience per genere ed età, e più avanti, come già negli USA, anche quelli relativi alla geolocalizzazione". Il bilancio diffuso a fine anno sul periodo fra il 14 settembre e il 14 dicembre indica che in Italia sono stati postati su Twitter 11 milioni di commenti legati ai programmi televisivi, Tweet visti complessivamente (impression) 551 milioni di volte nei giorni di messa in onda dei programmi ai quali si riferivano. Per quanto riguarda il numero di persone coinvolte quotidianamente (media giornaliera), sempre nello stesso periodo di analisi, Nielsen TwitterTV Ratings riporta 28.000 Unique Authors (persone che postano almeno unTweet riferito a un programma televisivo in un giorno) e 244.000 Unique Audience (persone che sono esposte ad almeno un tweet relativo ai programmi televisivi in un giorno). Per quanto riguarda i Generi, lo sport è quello che risulta più discusso su Twitter: le partite di Calcio, nazionali e internazionali, sono spesso in testa alle classifiche quotidiane, ma anche altri sport come Motociclismo, Volley e Tennis hanno raggiunto picchi elevati in occasione di risultati positivi di squadre o atleti italiani (le vittorie di Valentino Rossi o la finale Mondiale del Volley femminile). A ruota seguono i reality, i talent e i talk show, sia politici che di intrattenimento. Per il 2015, prevede Nielsen, molti segnali fanno pensare a un'ulteriore crescita del fenomeno: innanzitutto i dati NTTR dicono che il numero di telespettatori che commentano o seguono i programmi sui sodai network ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato tvtematicheedigitali capitolo3 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 28 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato crescono costantemente; in secondo luogo, nel primo trimestre 2015 partiranno o entreranno nel vivo programmi che presentano le caratteristiche giuste per emergere su Twitter (talent, reality, talk show); infine, sembra essere sempre più forte l'attenzione di broadcaster e aziende per creare valore dal fenomeno della Social TV attenzione che si traduce in attività e cali to action legate ai social network sempre più frequenti. Un'opportunità per broadcaster e brand Per verificare quanto questa attenzione stia crescendo abbiamo domandato direttamente ai broadcaster quali ritengono siano i potenziali vantaggi delle esperienze di Social Tv. Secondo Fabrizio Piscopo (RaiPubblicità), per esempio, "I broadcaster devono sfruttare al meglio i nuovi flussi di comunicazione, imparando a utilizzare le forme di comunicazione social". E citando OscarWilde osserva che "Non importa che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne parli". "Una tv oggi non può permettersi il lusso di trascurare il sodai o di considerarlo un elemento secondario, non necessario, della propria comunicazione approfondisce Simone D'Amelio Bonelli (A+E) -. Per quanto ci riguarda l'universo digitai è sempre più un elemento integrato della programmazione dei due canali, History e Crime + Investigation. I siti web e i profili Twitter, Facebook e Instagram sono uno strumento di promozione e informazione di quanto i canali propongono quotidianamente. Sono un luogo dove trovare contenuti creati appositamente (info, curiosità, video e foto), che rappresentano un vero e proprio approfondimento del programma trasmesso: una sorta di coda lunga del contenuto prettamente televisivo. E, soprattutto, sono un elemento fondamentale per coinvolgere concretamente il pubblico. Sempre più spettatori, appartenenti specialmente alle fasce giovanili, guardano la tv stando connessi a internet (tramite computer, smartphone o tablet): e nei prossimi anni cresceranno ancora". Questo scenario, prosegue D'Amelio Bonelli, rappresenta un'opportunità da cogliere al volo, sfruttando al meglio le potenzialità che la social tv offre: "Sui nostri profili Twitter e Facebook gli spettatori possono esprimere la propria opinione, confrontarsi con gli altri, vedere in anteprima estratti dei programmi e commentarli in diretta attraverso il live blogging: quale modo migliore per testare e tastare il loro interesse su ciò che stanno vedendo? E i dati social dimostrano che gli utenti apprezzano le nostre iniziative digitai. Secondo le rivelazioni di Blogmeter, rispetto ai suoi diretti competitor History è leader su Facebook e su Twitter nell'engagement e nel numero di nuovi 'seguaci'. Da quando il gruppo A+E Networks Italy è sbarcato in Italia (febbraio 2014), i fan di History su Facebook sono cresciuti del 27% (abbiamo raggiunto quota 230mila), mentre i follower su Twitter sono aumentati del 20%. Ottimi risultati anche per il neonato Crime + Investigation (CI): +143,5% fan su Facebook, +29% follower su Twitter.Tutto ciò rappresenta un'opportunità anche per le aziende perché permette di ideare e realizzare nuove iniziative per incontrare gli spettatori/clienti. Quello che abbiamo fatto con il concorso #Facethemountain con The North Face va proprio in quest'ultima direzione". "Facciamo un utilizzo molto oculato dei social network data la perculiarità del nostro target - precisa Marco Rosi (Turner) -. In generale siamo consapevoli delle opportunità per i nostri contenuti di costruire una relazione emotiva con gli spettatori e di generare un dialogo che trova nei social network un mezzo per approfondire tale relazione. Ad esempio nel caso di Chica Vampiro, la live action più vista su Boing, i fan dello show ci hanno spinto a realizzare il primo evento in diretta di Boing che si è tenuto però sulla rete e non sul canale, ovvero una live chat con i protagonisti della serie. Il risultato è stato sorprendente. Abbiamo ricevuto più di 6.500 domande dalle 16.00 alle 20.30, 3.000 domande sono arrivate solo dalle 19.45 alle 20.20 durante la diretta, circa 85 al minuto". Oltre che sotto il profilo editoriale, come la social tv può tradursi in opportunità commerciale per i brand? "Nel momento in cui il broadcaster si pone nell'ottica della brand destination - risponde ancora Rosi -, piuttosto che in quella del mero operatore televisivo, per le marche si aprono scenari interessanti. Il gruppo Turner ha come missione ormai da alcuni anni quella di costruire un'estensione naturale e integrata dei canali televisivi lineari, con i servizi non lineari delle piattaforme che ci ospitano, con i siti web che arricchiamo ogni mese con nuovi contenuti (soprattutto giochi) e con le app. In questo modo aumentiamo per il nostro pubblico le possibilità di essere intrattenuto con i contenuti dei nostri brand, e garantiamo alle marche che lavorano con noi un sistema multipiattaforma che moltiplica i contatti con le nostre audience". "Oggi gli italiani che visitano Facebook almeno una volta al giorno sono 17 milioni - prosegue Piscopo -. Contattare e coinvolgere questi utenti è una sfida. E stiamo 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 28 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato parlando solo di Facebook. Se pensiamo, inoltre, che si tratta di utenti registrati che hanno fornito un minimo di profilazione e di cui possiamo tracciare interessi e gusti, diventa fondamentale cercare di sfruttare al meglio la comunicazione social". E questo vale naturalmente tanto per i broadcaster quanto per le marche interessate a raggiungere la loro audience. "La TV è un social media da sempre - ricorda Matteo Cardani (Publitalia) -, ben prima della nascita dei social network, perché crea da sempre e soprattutto off line aggregazione, emozione e conversazione (e alla fine conversione). I social network hanno fatto emergere come la punta dell'iceberg questa dinamica nativa della Tv, quindi aiutano ad amplificare i contenuti esclusivi dei premium publisher. Sono una metrica di audience engagement ma non l'unica - la legge dell'iceberg è 1/9 la parte emersa, 8/9 la parte sommersa - e vanno utilizzati in modo integrato". Dall'altro lato, "Le marche, le aziende hanno maturato una sempre maggiore consapevolezza del fatto che anch'esse sono 'editori' di se stesse, cioè che hanno dei contenuti rilevanti, storie, valori e che sono questi contenuti che creano il potenziale di aggregazione social con i propri consumatori. Se poi i branded content trovano casa all'interno di media content ospitali il coefficiente di amplificazione va da 1 a 9, per stare alla legge dell'iceberg". "Il contenuto è sempre l'aspetto fondamentale - ha ribadito Yves Confalonieri, direttore Interactive Media Mediaset, intervenendo lo scorso dicembre alla tavola rotonda di presentazione del quarto rapporto di Focus in Media, l'Osservatorio sulla Comunicazione e i Media della Fondazione per la Sussidiarietà, dedicato proprio alla Social Tv -. Di televisione si è sempre 'chiacchierato', ma qui ci troviamo a lavorare su piattaforme che a volte non possiamo governare. Per questo è importante collaborare, soprattutto perché la Social Tv è un mondo ancora non ben delineato". "Twitter è un fattore abilitante della conversazione - ha sostenuto nella stessa occasione Salvatore Ippolito, country manager di Twitter Italia - . I numeri lo indicano chiaramente: l'80% degli utenti usa Twitter da mobile, e il 66% di questi lo fa davanti allo schermo televisivo. Il dato più significativo per gli inserzionisti riguarda il tasso di abbandono durante i break pubblicitari, che normalmente è di circa il 17%, ma che fra gli spettatori che twittano scende all'8%". I numeri crescono di mese in mese in modo impressionante, ha aggiunto Ippolito, e un altro dato da non sottovalutare è l'impatto che questo tipo di conversazioni ha sui consumatori: "Se l'intenzione di acquisito di un prodotto pubblicizzato durante una trasmissione è solitamente pari al 16%, questa sale al 30% per chi vede contemporaneamente l'annuncio su Twitter". "Quando si parla di SocialTv- ha aggiunto Sara Ranzini, Responsabile Corporate Communications Facebook Italy- va ricordato che lo spettatore non è passivo ma interagisce. I dati di queste interazioni possono essere molto utili per i broadcaster se correttamente interpretati: misurazione e segmentazione sono i temi su cui occorre concentrarsi, perché Facebook da la possibilità di sapere chi è la persona che ci segue e offre una ricchezza di dati qualitativi che prima non era possibile avere". "Twitter e Facebook possono avere appeal su un certo tipo di programmi, ma stiamo attenti a non rovinare un mercato che è già in difficoltà - ha però messo in guardia Confalonieri nella sua conclusione- I dati sulla Social Tv possono essere elementi aggiuntivi interessanti, ma sono ancora incompleti: e soprattutto la televisione ha un pubblico molto più vasto rispetto a quello che'digita'". Le trasformazioni del sistema Nell'introduzione al citato rapporto di Focus in Media, di imminente pubblicazione, Fausto Colombo, direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, evidenzia alcuni dei punti salienti della trasformazione strutturale che il sistema televisivo, ormai interamente digitale, sta attraversando. Secondo Colombo, infatti, il problema per i broadcaster è monetizzare i 'discorsi' online relativi ai programmi televisivi: se fino a questo momento la loro giusta preoccupazione era quella di attrarre e trattenere gli spettatori davanti a uno schermo, ora il punto centrale è valorizzarne la performance. "Quando si parla della 'Sodai Tv' - scrive Colombo -, ci si riferisce non tanto a un mezzo che si è potenziato attraverso l'assorbimento delle potenzialità delle caratteristiche del web 2.0 e dei social media, quanto piuttosto a un mezzo che si sta adattando a un ambiente tecnologico, sociale e di mercato nuovo, frutto improvviso e non deterministico del lungo processo di digitalizzazione, ma anche di più vasti cambiamenti sociali. L'esplosione dei discorsi della e sulla social Tv non può essere considerata una novità in sé, visto che questi discorsi sono sempre stati messi in opera nelle relazioni sociali. Ciò che è nuovo, semmai, è la forma della loro visibilità, e 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 28 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato soprattutto della loro valorizzazione". Colombo esamina quindi le forme di finanziamento della programmazione del sistema televisivo: il canone per il servizio pubblico, l'abbonamento per la pay-tv, gli utili derivanti dalla vendita di programmi per la pay-per-view, la raccolta pubblicitaria tramite concessionaria dedicata. E osserva come la Social Tv veda una sostanziale diversificazione e dispersione sia delle forme di finanziamento che dei soggetti attivi sul mercato. "Alle forme già indicate si aggiungono infatti: il pagamento del traffico, di cui si avvalgono le 1. GLI ITALIANI AMANO SIA LA TV CHE I SOCIAL Livelli altissimi di utilizzo sia per il piccolo schermo che per il social networking Tempo medio di visione quotidiana della TV (gen-set 2014) Penetrazione dei social network sugli utilizzatori di internet via Mobile. Dato mensile (giù 2014) Fonte: Elaborazioni Nielsen su fonti varie. Per l'Italia sono utilizzati i dati Auditel e Audiweb 2. UTILIZZO GIORNALIERO DI TV E CONNECTED DEVICE Prime timeTV •TV VIEWING SMARTPHONE TABLET Fonte: Elaborazioni Nielsen su Panel Mobile e daN Auditel 2014. Percentuale di utilizzo per smartphone e tablet e di esposizione alla Tv rispetto al totale giornaliero 3. IL SECOND SCREEN IN ITALIA Guardando la televisione mi capita di utilizzare... Fonte: Nielsen Mobile Survey Q3 2014, milioni di persone che dichiarano di utilizzare i device mentre guardano laTV 4. SECOND SCREEN E SOCIAL TV IN ITALIA Pensando alle volte che utilizza il cellulare e/o il tablet mentre guarda la televisione che cosa le capita di fare? Almeno 1 attività "sinergica" alla fruizione televisiva 2O# O /O Commento quanto sto vedendo in Tv sui social network J 3*4 /O Cerco trama, cast, recensioni su quanto sto vedendo in Tv l 3 Cerco informazioni su prodotti di cui ho appena visto la pubblicità in Tv O , Z) /O Fonte: Nielsen Mobile Survey, Q3 2014 6.11 MILIONI DI TWEET SUI PROGRAMMI TELEVISIVI PER 551 MILIONI DI IMPRESSICI SU TWITTER UNIQUE AUTHORS Media giorn. TWEET H U N I Q U E AUDIENCE! IMPRESSION Cumulato ^ | Media giorn. | Cumulato 28.000 11 Milioni 244.000 551 Milioni Fonte: Nielsen TwitterTV Ratings, dati raccolti tra l'8 settembre e il 14 dicembre 2014 5. IL PROFILO DEGLI ITALIANI CHE FANNO SECOND SCREEN Durante il prime time - Medie mensili DONNE UOMINI 25-54 55+ 19 Giorni 17 Giorni 19 Giorni 16 Giorni Fonte: Nielsen (% PC + mobile devices together with Tv) 7. AUMENTO COSTANTE CON PICCHI REGISTRATI TRA OTTOBRE E NOVEMBRE ACTVTY 2.500.000 n 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 Autori e numero di Tweet per settimana ^ Media autori (giornaliera) Somma Tweet 14/9 > - ^ P ^ _ _ r _ _ r _ ^ l ^ _ =~*-»lB|^^^^^^^U™^^^ML^™»r - " *™ ^ ^ " ^ ^ ^ ^ ^ 21/9 28/9 05/10 12/10 19/10 26/10 02/11 09/11 16/11 23/11 30/11 07/12 14/12 Fonte: NielsenTwitterTV Ratings, dati raccolti tra l'8 settembre e il 14 dicembre 2014. Il numero di Autori è una media giornaliera. Il numero di Tweet è cumulato per settimana. 8. CRESCITA COSTANTE PER AUDIENCE EIMPRESSION DEI TWEET GENERATI DAI TWEET SUI PROGRAMMI TELEVISIVI Numero di impression e Audience su Twitter 70.000.000 60.000.000 50.000.000 40.000.000 30.000.000 -J 20.000.000 10.000.000 0 i Media Audience (giornaliera) • Somma Impression 14/9 21/9 28/9 05/10 12/10 19/10 25/10 02/11 09/11 16/11 23/11 30/11 07/12 14/12 5.000 Fonte: Nielsen Twitter TV Ratings, dati raccolti tra l'8 settembre e il 14 dicembre. Dati settimanali. Le impression sono cumulate. I dati di Unique Audience sono medie giornaliere. 9.1 CONTENUTI TELEVISIVI PIÙ' SOCIAL IN ITALIA Sport, reality, talent e serie TV i generi trainanti in queste settimane Valentino Rossi vince a Misano Norvegia-Italia V! » M V) Unique Author Tweet •---Unique Audience I talk show emergono quando ci sono grandi personaggi come ospiti Sport, reality, talent e serie TV i generi trainanti in queste settimane Fonte: NielsenTwitterTV Ratings, dati medi giornalieri nel periodo 1 settembre- 12 ottobre 2014 Foto: Yves Confalonieri, direttore Interactive Media Mediaset Foto: Salvatore Ippolito, country manager di Twitter Italia 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 28 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Sara Ranzini, Responsabile Corporate Communications Facebook Italy Foto: Fausto Colombo, direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 37 Il fenomeno "Social Tv"/2 compagnie di telecomunicazione per la trasmissione online dei contenuti; la raccolta pubblicitaria e il pagamento dei servizi di marketing offerti dalle grandi piattaforme che erogano contenuti televisivi, frammenti di essi o discorsi su di essi; gli utili derivanti dalla vendita di programmi o dalla riscossione di abbonamenti da parte di nuovi operatori televisivi specializzati sulla rete (per esempio Netflix). "La complessificazione delle forme di finanziamento e degli attori - prosegue Colombo -, comporta nuovi conflitti sul mercato e strategie assai diverse da parte dei broadcaster, a testimonianza della fase di transizione attualmente in corso. Appare impossibile prevedere come i processi di adattamento evolveranno nel prossimo futuro. Possiamo però indicare una tendenza: la difficoltà dei broadcaster non sembra soltanto di ordine economico, ma più a fondo di cambiamento culturale. Si può infatti cogliere nelle trasformazioni che abbiamo indicato un cambiamento nei processi di valorizzazione economica e simbolica, che sono sempre più guidate dalle tendenze in atto nella rete. Anzi, sono guidati da una logica che tende a prevalere in ambito sociale e di cui la rete è testimone più aggiornata e credibile di quanto non lo sia la televisione tradizionale". Dall'attenzione all'attività II passaggio cruciale di questo nuovo processo di valorizzazione è il cambiamento di paradigma da attenzione ad attività, che Colombo definisce 'performatività'. "Con questo termine intendiamo la natura di azione del comportamento che l'utente manifesta attraverso i social media durante la fruizione televisiva, o a proposito della televisione - scrive infatti -. È piuttosto evidente che questa performatività è diventata cruciale nella rilevazione dei comportamenti delle specifiche audience interconnesse, ossia di quelle audience che sono attive sui social media. Basta - per rendersene conto - prendere visione di alcune statistiche elaborate a questo proposito, come quelle che monitorano il successo dei programmi per quantità dei fan attivi su Facebook (dove per 'attivo' si intende chi posta almeno un commento o un post), o quelle che misurano il numero di Tweet o di Retweet. "Queste misurazioni non hanno affatto un valore conoscitivo, ma sono create a partire dalla necessità di assegnare un valore allo spazio o al tempo in cui si inserisce l'inserzione pubblicitaria. L'oggetto specifico di tale misurazione è l'attenzione dello spettatore: le indagini statistiche finalizzate alle rilevazioni per stampa, radio o televisione si basano sull'assunto che il leggere, l'ascoltare o l'assistere siano processi in sé carichi di valore, e questa valorizzazione trova la sua unica possibile giustificazione nell'assunto che lettura, ascolto e fruizione si basino sull'attenzione. Inserire quindi il messaggio pubblicitario entro il canale di questa attenzione significa promuoverlo e renderlo più efficace. Naturalmente, come accade in tutti i processi di valorizzazione economica, questa identificazione fra attenzione e valore si traduce poi in tool di rilevazione". La specifica forma di rilevazione dell'attenzione per il mezzo televisivo, aggiunge però Colombo, "Consiste (sarebbe meglio dire è consistito sinora) nella 'presunzione di presenza': ciò che il sistema meter rileva è infatti una dichiarazione formulata dallo spettatorecampione di presenza davanti allo schermo. Tale dichiarazione può essere vera del tutto, parzialmente o per nulla. Inoltre, in ogni caso, non testimonia affatto l'attenzione, se non per una forzatura convenzionale. "Con il passaggio alla rilevazione dell'attività sui social la presunzione di presenza si trasforma in rilevazione della performatività. In altre parole si assume che ciò che conta e che deve essere valorizzato è la quantità di azioni comunicative che vengono messe in atto da parte del pubblico in relazione al contenuto televisivo fruito. Quindi, si 'svalorizzano' la lettura, l'ascolto, la fruizione a vantaggio dell'attività discorsiva messa in gioco. Si mettono a punto nuovi tool, in grado di captare e organizzare l'intera attività svolta online (si badi che nella logica dei big data cambia completamente la tradizionale relazione fra campione e universo), che viene elaborata e tradotta numericamente o graficamente. "Allo stato attuale, il nuovo sistema di rilevazione dell'attività social sui programmi si integra con la tradizionale rilevazione degli ascolti. Ma ciò non toglie che ciò che viene valorizzato sia completamente diverso da ciò che lo era prima. Anzi, potremmo dire che l'enfasi sulla performatività fa passare in secondo piano la presenza (per esempio, in una conversazione suTwitter, si ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato tvtematicheedigitali capitolo3 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 37 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato può immaginare che un utente partecipi senza assistere al programma di cui si parla). Questo punto ci pare di assoluta importanza, proprio perché, come abbiamo già mostrato, la valorizzazione economica e quella simbolica sono legate circolarmente. Non è un caso allora che l'enfasi sulla performatività dell'utente si vada affermando come nuovo valore, monetario e sociale. Lo sviluppo del web 2.0 ha infatti reso via via più centrale proprio l'espressione da parte degli utilizzatori, al punto che potremmo dire che lo spettatore tradizionale viene spesso interpretato (in quanto passivo, silente, sostanzialmente intangibile nei suoi gusti e nelle sue reazioni) come un residuo storico in fase di superamento". 10. L'AFFINITÀ' TRA PROGRAMMI TELEVISIVI E BRANO Per le aziende una grande opportunità di dialogo con lo spettatore Negli USA II 77% delle persone che twitta sulle brand, lo fa anche sui programmi TV Fonte: Nielsen Social US, 1H2014 19 milioni di TV unique author 14 milioni di brand/TV unique author 18 milioni di brand unique author 11. TV + TWITTER = MAGGIOR IMPATTO L'IMPATTO DEGLI SPOT TV SUGLI SPETTATORI - TV CON TWITTER VS. TV SENZA TWITTER Ad Recali 53% 40% ^ ^ ^ Fonte: TV Only TV x Twitter Viewers Viewers Twitter xTV Study, Millward Brown Brand Favorabihty (% Lift) TV Only TV x Twitter Viewers vs. Viewers No Recent (Tweeters) vs. TV No Recent TV Digital, dicembre 2013. Purchase Intent (% Lift) TV Only TV x Twitter Viewers vs. No Viewers Recent TV (Tweeters) vs. No Recent TV Social TV: concorrenza, collaborazione o complicità? Focus in Media della Fondazione Rapporto sui principali indicatori internazionali OssCom II IV Rapporto Focus in Media della Fondazione per la Sussidiarietà 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 52 L'entertainment di marca/1 L'Osservatorio Branded Entertainment ha realizzato la prima analisi di scenario di questa innovativa tipologia di comunicazione nel nostro paese: nel suo intervento, Elena Grinta, direttore generale dell'OBE, ne illustra le caratteristiche e i plus principali, proponendolo come una sfida - e insieme un'opportunità - per aziende, media e case di produzione. LANCIATO D A P&G negli anni '30 con la soap opera, oggi ritorna imponendosi ai player dell'industria dell'intrattenimento e ai brand interessati a forme di comunicazione più engaging. Si tratta infatti un'opportunità per le marche che intendono comunicare più efficacemente i propri valori ai consumatori, sfruttando lo storytelling del contenuto e il valore percepito dell'ambiente (media brand) in cui si inseriscono. È una nuova sfida per le case di produzione e le agenzie creative, che devono trasformare gli obiettivi di comunicazione delle aziende in contenuti fruibili e di qualità, capaci di costruire un legame forte con la propria audience. È un'opportunità per gli editori (broadcaster, publisher, radio...) che, dovendo affrontare la crisi e la conseguente contrazione dei budget allocati in produzioni originali, possono produrre contenuti di alto livello con la partecipazione delle aziende. Il Branded entertainment è spesso associato al più vasto dominio del content marketing, a volte lo si fa coincidere con il branded content. La letteratura accademica ancora non converge in una definizione precisa ed esaustiva, ed anche gli attori della filiera lamentano l'assenza di un perimetro definito di azione in cui far emergere la sua distinitività. Fin dal 2011, al Branded Entertainment Summit organizzato al MIPTV di Cannes, era chiara la necessità di definire un territorio preciso e di conseguenza una tassonomia del 'genere' Così si esprimeva Miles Young (Worldwide Chairman and CEO Ogilvy & Mather) «Is there a difference between branded entertainment and branded content? If so, whatis it?Are they thè same as sponsorship? Is 'produci placement branded content or 'branding' content?[...]Frankly, until we sort out our terms, it's difficult to see how we can be treated seriously as an industry». Senza riportare tutta la nomenclatura che è stata prodotta dal 2009 (quando è apparso il primo testo con un approccio entusiastico all'utilizzo del Branded Entertainment nelle strategie di empowerment della marca "Branded Entertainment: Produci Placement & Brand Strategy in thè Entertainment Business" 'di Jean-Mare Lehu), fecalizzerei l'attenzione su due differenti approcci di fondo: il branded entertainment inteso quale evoluzione del produet placement cioè come forma di Brand Integration che ha lo scopo di attribuire alla marca un ruolo sempre più prominente o persino essenziale all'interno di un contenuto già esistente; il branded entertainment inteso come forma di ingaggio del telespettatore attraverso un contenuto appositamente progettato, finanziato e realizzato da un'impresa e veicolato all'utente finale tramite un mezzo di comunicazione (owned, paid). Con uno sforzo di sintesi estrema, possiamo identificare 3 aree di contenuto, la cui sovrapposizione genera forme diverse di branded entertainment {vedifigura 7). Le tipologie di branded content Quando la comunicazione commerciale (tipicamente rappresentata da contenuti come lo spot, la teiepromozione, l'infomercial etc.) contamina il contenuto editoriale 'puro' (l'articolo di giornale, il programma Tv, ecc.) si assiste a una ibridazione che porta alla cosiddetta brand integration- nei casi più 'semplici' ci si riconduce al produet placement - processo attraverso il quale il prodotto (o il marchio) viene inserito in un contenuto esistente costruendo una continuità valoriale tra ospitante e ospitato. Esempi italiani di brand integration sono TheApprentice (prodotto da Fremantle e in onda su Sky Uno) o Boss in incognito (prodotto da Endemol e in onda su RaiDue), Quando invece si costruisce ex novo un progetto che ha 'la forma' del contenuto 'puro' ma le intenzioni della comunicazione commerciale siamo di fronte a un primo tipo di branded content (Tipo A). In questo caso il contenuto è realizzato in collaborazione con l'inserzionista con lo scopo esplicito di veicolare la marca/i suoi valori. L'intento commerciale è evidente e il target a cui si rivolge è il consumatore (reale o potenziale) della marca prima che l'audience potenziale del contenuto. Di conseguenza il messaggio insiste sulla marca/sul prodotto (con inquadrature esplicite, citazioni etc.) e la componente di storytelling è un po' più debole (più stretta nelle briglie del messaggio pubblicitario, volto a comunicare le ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato tvtematicheedigitali capitolo5 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 52 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato caratteristiche di prodotto). Esempi di Branded content di tipo A sono - per citarne alcuni recenti - G/amourper Ford Eco Sport (Glamour e glamour.it), A Casa diEnrica per Sammontana (su facebook, YouTube, Instagram), Sfide a Cubetti dei Salumificio Fratelli Beretta (su Alice). Infine, quando la produzione di contenuti di marca (tipica del content marketing) si declina nella forma del contenuto editoriale ci troviamo nella prospettiva di un branded content più evoluto (Tipo B). L'obiettivo dell'azienda 'inserzionista' (ma qui il termine inizia a essere riduttivo) è veicolare indirettamente i valori della marca rivolgendosi allo spettatore/utente prima che al consumatore: i valori e l'identità del brand vengono trasferiti all'interno di un contenuto che prima di tutto deve risultare rilevante (interessante, divertente, ingaggiante) per chi lo fruisce. Di conseguenza il messaggio (e non la sua finalità) non insiste sul prodotto e non spinge artatamente le vendite. A dire il vero, pur mettendoci la firma, la marca o il prodotto possono essere completamente assenti dalla narrazione esplicita (inquadrature, citazioni) ed essere in realtà 'onnipresenti' a livello di narrazione implicita: la componente di storytelling elevata permette il racconto non solo della 'storia' ma anche dei valori del brand, in un processo metadiscorsivo. Alcuni esempi di Branded Content di Tipo B: Casetta Palace Dream di Pasta Garofalo (prima promosso sui media dell'azienda e poi collocato nel palinsesto di Sky Cinema Cult), // 'posto delle fragole di illy, in onda su Sky Arte, Italiavoltapagina (Corriere della Sera, corriere.it RCS), Ricordi'Mondiali 'di CocaCola (YouTube), My cake design: la battaglia dello zucchero A De Agostini Publishing (in onda su RealTime). A che serve il B.E.? Il branded entertainment serve soprattutto a contribuire alla costruzione dell'identità di marca, nel legame che la marca cerca di creare con il suo consumatore attraverso i suoi valori e la narrazione di essi. Nel 2014 l'Osservatorio ha presentato i risultati di una ricerca condotta in collaborazione con Demoskopea che dimostrano che il Branded Entertaiment è in grado di accrescere i tratti del brand relativi al Coinvolgimento, al senso di Vicinanza e del Dono, al Dialogo e al Divertimento. Questi tratti, per quanto meno rilevanti della dimensione 'hard' che si manifesta o si esperisce attraverso il prodotto (qualità, onestà, fiducia....), definiscono una parte della relazione assolutamente imprescindibile {vedi figura 2). È proprio nel riconoscere che la marca può avere diversi modi di entrare in contatto con il suo target che il consumatore definisce l'emergere di nuove forme di comunicazione, forme in cui la marca gioca un ruolo diverso, meno 'convenzionale' e in parte meno chiaro (Sponsor? Promotore? Produttore....), e in cui il 'patto comunicativo' ha una finalità propria e specifica che si fonde con una finalità commerciale 'indiretta'. L'Osservatorio ha descritto la percezione del consumatore spettatore secondo 4 famiglie che definiscono le modalità di ingaggio del Branded Entertainment, con diversi gradi di innovatività, coinvolgimento e narrazione: • La prima tipologia - denominata Valorizzazione Esplicita-, che pure non vede alcuna centralità effettiva del prodotto, risulta forte in termini di motivazione all'acquisto, grazie a un livello di coinvolgimento e innovatività elevati. Si collocano in questa famiglia gli esempi di Heineken The rea/master ofintuition e il mini-documentario di illy Artisti del Gusto su Nat Geo. • La seconda tipologia - Approccio Ludico Non Finalizzato- gode del meccanismo di empatia generato dal pure fun (mi ha divertito), ma non garantisce un effetto di ritorno né sull'immagine di marca né sull'intenzione di acquisto del prodotto, poiché l'esperienza è vissuta come fine a se stessa. Vengono citati ad esempio per questa famiglia il caso di Cinzia per la pelle (iniziativa per Dermadaydi IDI Farmceutica). • La terza tipologia - Seduzione- si muove in modo abbastanza bilanciato sul coinvolgimento e la narrazione, ma è debole su innovatività e lavora poco sugli aspetti concreti del prodotto. Qui rientrano i casi di branded content come Magnum (FiveKisse§ o Visioni Bum. • La quarta tipologia - Relazione Strumentale-, pur essendo più capace di 'parlare' del prodotto, risulta meno funzionale alla sua ricerca rispetto alla prima e terza tipologia: i codici sono ancora prossimi alla comunicazione di tipo tradizionale e quindi meno in grado di potenziare aspetti specifici del Braned entertainment. In questa famiglia ritroviamo le forme di Branded content di Tipo A. Le diverse finalità e funzioni in relazione al brand La ricerca mette in luce come il branded entertainment sia in grado di creare una forte sinergia tra marca e contenuto, accantonando la vecchia narrazione unidirezionale e prodotto-centrica e proponendo un nuovo modello in cui sono fondamentali concetti quale condivisione (intesa come capacità di ascoltare il consumatore e allo stesso tempo interessare senza restare più a distanza) e coinvolgeimento (inteso come conglobazione dei 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 52 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato consumatori da parte della marca in una dinamica di appropriazione e di immedesimazione reciproca nel e del marchio), II brand, pur non essendo mai in primo piano, viene raccontato attraverso tutti i suoi valori, i suoi stili tipici e iconici risultando immediatamente riconoscibile (l'83% del campione riconosce la presenza della marca nel contenuto), imprimendo I a sensazione nello spettatore che i contenuti siano stati pensati e realizzati proprio dalla marca per arricchire l'esperienza dello spettatore, permettergli di fare e vivere qualcosa di bello insieme al marchio e grazie al marchio {vedi figura 3). Il branded entertainment è percepito dal consumatore-spettatore come un plus-valore da cui trarre vantaggio (fosse anche solo l'intrattenimento), e non come un'interruzione di un'attività. Ecco che emerge il senso di dono: grazie a una identificazione chiara e univoca del mittente (so esattamente chi sta parlando) il contenuto acquista un significato (so chi mi sta facendo un regalo e perché). Tra brand e consumatore si viene in tal modo a creare un momento di incontro e di scambio in cui entrambe le parti ottengono benefici. Pur nell'omogeneità dello scopo (coinvolgere regalando un'esperienza), il branded entertainment può essere quindi modulato in relazione ai bisogni strategici dell'azienda, considerandolo come una leva essenziale nella costruzione dell'identità e della relazione con il brand. Rispetto alle forme di advertainment il branded entertainment risulta diverso per il 38% degli intervistati (segno di un territorio in divenire che il consumatore cerca di decodificare rapportandolo a ciò che conosce) più profondo (richiede più attenzione per il 30% del campione), più interattivo per il 29% (grazie alla narrazione, che essa sia a finalità informativa, ludica o patemica) più vicino (anche grazie a un certo 'disinteresse alla vendita'- 12%). Il BE risulta avere delle potenzialità interessanti rispetto alle altre forme di comunicazione proprio per il maggiore livello di ingaggio che offre/chiede al suo spettatore. Risulta infatti più impattante di telepromozioni (più rilevante per me: 41 %) spot (38%) e product placement (37%). È 'più difficile da ignorare' perché si pone - anche se con livelli diversi a seconda della famiglia - in un'ottica di significatività dell'esperienza fruitiva in sé. È un contenuto che genera attenzione verso un contenuto che si deve fare strada nel modello interruption/repeat (vedifigura4). In sintesi, dunque, dove agisce il branded entertainment? • A livello di coinvolgimento, struttura un patto comunicativo specifico con il suo spettatore, un patto che ha un valore in sé al di là del valore della marca. • A livello di relazione, può rappresentare uno dei territori in cui la marca incontra il suo consumatore (quasi come se fosse un nuovo "prodotto" della marca che diviene terreno di ingaggio al di là del prodotto fisico). • A livello dibranding. può esplodere e rafforzare alcuni tratti di identità della marca specie quando i suoi valori diventano i valori del racconto e/o la dimensione simbolica ed evocativa del contenuto agisce come cassa di risonanza per i valori della marca. • A livello di comportamento, la metà del campione circa (48%) è invogliato a provare il prodotto e il 44% si dichiara pronto a informarsi sulla marca - con livelli molto elevati sulla famiglia (64% proverebbe il prodotto e 53% si informerebbe sulla marca) (vedifigura5). Il Branded Entertainment funziona? Quello dell'efficacia è, come per ogni altra attività di comunicazione Atl/Btl, un tema OSSERVATORIO BRANDED ENTERTAINMENT Tei. 335 5453757 www.osservatoriobe.com [email protected] Board di direzione: Marco Girelli, presidente; Elena Grinta, Direttore Generale. Assemblea Generale degli Associati. Francesca Sorge (Discovery Italia); Emanuele Landi (Fox International Channels); Andrea Scotti ( FremantleMedia Italia); Annalisa Decaneva (illy); Shahin Javidi (laeffe-Feltrinelli); Ludovica Federighi (Magnolia); Paola Melluso (Mercedes); Anna Vitiello (OmnicomMediaGroup); Elena Galli (Pokerstars); Chiara Pariani (QVC Italia); Davide Galante (RCS MediaGroup -Connecto); Viviana Pellegrini (Sky Italia); Paolo Priolo (Telecom Italia); Giulia De Carli (Viacom Pubblicità); Aiessia Tousco (YAM112003); Davide Scodeggio (Zodiak Active). Aziende Associate: Discovery International, Fox International Channels, laeffe Feltrinelli, Fremantle Media, illy, Magnolia, Mercedes Benz, OmnicomMediaGroup, Pokerstars, QVC Italia, Rcs MediaGroup, Sky Italia, Telecom Italia, Viacom Pubblicità, Yam 112003, Zodiak Active. Anno di nascita: 2013 L'Osservatorio Branded Entertainment è il primo e unico organismo associativo in Italia che riunisce le più importanti aziende che investono, producono, distribuiscono, creano branded entertainment. L'OBE è uno strumento per affrontare e risolvere i problemi comuni alle aziende assodate e per rappresentarne gli interessi, diventando il punto di riferimento per tutti gli stakeholders della filiera italiana. Tra 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 52 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato le attività che l'OBE promuove: formazione executive destinata ai manager d'azienda, ricerca, analisi di scenario, una newsletter interamente dedicata al branded entertainment, un archivio online di casi italiani, un corso Master di II livello, il Festival del branded entertainment in Italia. FIG. 1 -ARTICOLAZIONE DEI CONTENUTI DI MARCA Magazine Website Blog Virai Eventi Spot TLP . Infomercial Comunicazione \ Pubbliredazionale Commerciale Brand contente News Tv/Radio programming Fonte: Osservatorio Branded Entertainment FIG.2 -TRATTI DELL'IDENTITÀ DEL BRAND SU CUI AGISCE IL BRANDED ENTERTAINMENT TOTALE % MOLTO IMPORTANTE io ONESTÀ QUALITÀ FIDUCIA •-Brand entertainment «-Marca ideale i COINVOLGIMENTO EMOZIONE DONO DIVERTIMENTO PREMURA RISPETTO GRATIFICAZIONE VICINANZA DIALOGO MODERNITÀ/DINAMICITÀ DISTINTIVITÀ/ESCLUSIVITÀ Fonte: OBE - 2B Demoskopea FIG.3 - RICONOSCIBILITA DELLA MARCA NEL CONTENUTO 17 TOTALE-] 3 Fam4 Fonte: OBE - 2B Demoskopea FIG.4 - IL BRANDED ENTERTAINMENT RISPETTO ALLE ALTRE FORME DI PUBBLICITÀ % "PIÙ RILEVANTE PER ME" RISPETTO A... Telepromozione in Tv Spot Pubblicitario (in radio, in Tv, su YouTube) Inserimento di marche e prodotti in film o programmi Tv Pubblicità al cinema Poster/Affissioni/Cartelloni stradali Pubblicità sulle riviste Sponsorizzazione di eventi Banner sui siti internet o su facebook Video tutorial su YouTube Pagina facebook o sito della marca Redazionali su giornali o riviste Un evento in piazza FIG.5-EFFETTI DEL % MOLTO + ABBASTANZA D'ACCORDO Base: totale intervistati Mi fa venire voglia di provare il prodotto Mi fa venire voglia di informarmi sulla marca Mi ha avvicinato alla marca Ha aumentato la mia fiducia verso la marca Ha cambiato il mio approccio alla marca Mi ha suggerito nuovi utilizzi della marca utili Fonte: OBE - 2B Demoskopea 'DEL CONSUMATORE LE 7 REGOLE D'ORO 1. Il Branded entertainment è una strategia di costruzione dell'identità di marca, e come tale va perseguita nel medio-lungo termine. 2. il branded entertainment può essere modulato in relazione ai bisogni dell'azienda per cui è necessario porsi degli obiettivi chiari fin dall'inizio del progetto. 3. Il branded entertainment è uno strumento di marketing utile nella costruzione della relazione tra consumer e brand. Essendo una leva di marketing, la sua funzione è finalizzata all'azione: rafforzare o cambiare il comportamento di un consumatore o prospect. 4. È fondamentale avere chiaro il target di riferimento, con il quale creare una relazione. Il consumatore è disposto ad accettare la presenza della marca in spazi nuovi (il programma televisivo, l'articolo di giornale, etc.) se il ruolo che il brand gioca nel contenuto è ben chiaro (produttore, ideatore, sponsor etc). 5. È altrettanto fondamentale definire i tratti dell'identità di marca che costituiranno il terreno della relazione, attraverso la narrazione. È necessario, perché funzioni, che il brand assuma una funzione narrativa all'interno del contenuto, indipendentemente dalla finalità di genere: informare o divertire, l'importante è interessare e in-trattenere lo spettatore 6. È utile includere un modello di analisi dell'efficacia che sia in grado di analizzare l'effetto del branded entertainemtn su kpi's definiti a monte, relativi all'identità della marca (equity) e alla sua memorabilità (awareness) 7. Per fare branded entertainment servono competenze specifiche, che si possono coltivare internamente attraverso una formazione specifica e cercare esternamente tra chi può mettere a disposizione talento e professionalità. QVC ITALIA/THE APPRENTICE Una tra le aziende che ha colto appieno il valore del Branded Entertinment in Italia è QVC, un canale retail multimediale e innovativo per la vendita di prodotti, il più grande canale di shopping del mondo, il secondo canale televisivo americano per dimensioni, fondato nel 1986 da Joseph Segei, che ha intuito le potenzialità di successo di un canale shopping incentrato su tre principi - Quality, Value, Convenience - e un punto cardine: il cliente al centro di tutto. Operativo nel Bel Paese dal 2010, QVC Italia conta oggi più di 600 impiegati. Nel 2012, all'esordio italiano di The Apprentice, QVC fu protagonista di una puntata dello show, e nel 2013 il direttore operativo e finanziario Paolo Penati (nella foto) è diventato per una settimana Boss In Incognito. Quali erano gli obiettivi strategici di comunicazione sottesi alla 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 52 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato partecipazione a questi talent show? "QVC è innanzitutto una human company e quindi uno human brand risponde Matteo Pozzuoli, Marketing Manager di QVC Italia -. I nostri clienti sono al centro di tutta la nostra attenzione e di tutta la nostra passione. E con loro, per noi è fondamentale costruire una relazione vera, autentica, presente e all'interno della quale, l'acquisto, la transazione economica diventano un 'effetto collaterale', una conseguenza di questo rapporto. Gli obiettivi strategici, oltre a quello di costruire brand awareness, erano e sono ancora oggi principalmente legati a (di)mostrare all'esterno quanto sia diversa QVC in questo senso. La relazione, intensa, personale, trasparente è ciò che guida da sempre le nostre decisioni di business, ed ciò che il gruppo di marketing ed eCommerce promuove con costanza". "Il Branded Entertainment è un modo innovativo di fare comunicazione - ribadisce Chiara Pariani, Marketing and eCommerce Director di QVC Italia - perché consente di raccontarci, di fare storytelling, di mostrare nel modo più completo la nostra essenza che, in ultima istanza e nel nostro caso specifico, è rappresentata dalla relazione con i nostri clienti. Ci permette inoltre di sottolineare aspetti peculiari del nostro modo unico e speciale di fare le cose e mette in luce le 'nostre differenze'. Partecipare attivamente al progetto proposto dall'Osservatorio di Branded Entertainment significa per noi entrare a far parte di un team di sperimentatori che riconosce nel Branded Entertainment una nuova forma di conversazione con il cliente, consumatore o spettatore: far parte dell'Osservatorio ci permetterà di crescere e continuare a sperimentare, confrontandoci e dialogando con gli esperti del Board". Come sta reagendo la filiera produttiva, che - dopo la crisi che ha toccato i grandi gruppi publisher internazionali e nazionali - ha trovato una nuova opportunità di business? "Per rispondere alla crescente domanda da parte delle aziende di contenuti rilevanti nell'ottica di accrescere la propria brand awareness o, semplicemente, la riconoscibilità di un specifico prodotto, a fine 2013 è nata in Magnolia la Branded Content Unit- risponde Ludovica Federighi, che la dirige -: in meno di un anno richiesta e fatturato sono aumentati in modo esponenziale. Siamo passati in breve tempo ad avere più di 20 produzioni aperte, e un numero ancor più significativo di brief sul tavolo: il dato interessante per noi è notare come ci sia da parte delle aziende, subissate da innumerevoli proposte di operatori del settore, un bisogno forte di rapportarsi con dei professionisti della comunicazione". Come si è 'preparata' Magnolia al Branded Entertainment? "Lo studio di importanti case histories e l'associazione all'Osservatorio sul Branded Entertainment ci hanno indicato la strada giusta da seguire nel proporre progetti di content marketing - prosegue Federighi -, sfruttando quella che è sempre stata la caratteristica principale di Magnolia: la capacità di narrare storie e di creare emozione. Oggi, il focus è sul contenuto, che deve essere pensato come un vero e proprio 'regalo' per il customer/spettatore/user. Lo sforzo creativo e produttivo è rivolto dunque alla creazione di contenuti, e non di contenitori; programmi tv, progetti multipiattaforma e Adv short film che hanno la potenzialità di in-trattenere chi li fruisce, e di non essere solo una glass boxdove inserire il prodotto di turno". Magnolia, del resto, collabora da sempre con partner commerciali mediante formule di product placement e licencing sulle property più importanti (come MasterChef, Pechino Express, Isola dei famosi, ecc). "Il product placement, può essere utile per chi vuole dare visibilità al brand all'interno di show dagli ascolti importanti - sottolinea Federighi -, ma siamo convinti che non debba essere l'obiettivo finale; è piuttosto un buon punto di partenza per la costruzione di una campagna di comunicazione multimedia e multi linguaggio, che sfrutti non solo i diversi e molteplici canali di distribuzione (Tv, mobile, tablet, app, punti vendita ...), ma anche e soprattutto tutte le diverse modalità comunicative e formai linguistici nei quali si è frammentata la moderna comunicazione, dal classico lessico Adv al docu, al reality, alla webseries". Il risultato di questa filosofia è una nuova strategia di branding che risulti fecalizzata sulla proposta di significati cognitivi ed emozionali di elevata qualità e fortemente coerenti con il contesto culturale e con le convinzioni condivise dal target group della marca. Quanlche esempio? "La Samsung Maestros Academy, progetto multipiattaforma vincitore a Cannes in ben tre categorie - ricorda Federighi -, i nuovi progetti per Pasta Voiello o i branded content nati in Tv ( sempre con buoni ascolti) e pensati per dar vita a digitai spin off o maggiore visibilità alle digitai activities del cliente, come My Cake Design per De Agostini (in onda sui canali Discovery) o La Casa degli Assi 'per il 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato cliente Pokerstars (con Mediaset)". Foto: Elena Grinta, Direttore Generale Osservatorio Branded Entertainment Foto: MAGNOLIA/SAMSUNG MAESTROS ACADEMY ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 51 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 61 L'entertainment di marca/2 a cura di Elena Grinta essenziale. Tanto più se gli investimenti relativi sono consistenti. In un'indagine condotta nel 2011 dall'ANA (Association of National Advertisers), l'equivalente di UPA in Italia) emerge che le principali obiezioni all'inserimento di progetti di Branded Entertainment nel piano di comunicazione delle aziende americane riguardavano: • i costi (43%) • l'assenza di strumenti per misurarne l'efficacia (37%) • il brand non si presta a una significativa integrazione (34%) • l'assenza di risorse interne dedicate (31%) II Content Marketing Institute, in una recentissima indagine , ha messo in luce come solo il 23% dei responsabili marketing statunitensi di aziende B2C abbiano pianificato azioni di misurazione del ROI (return on investment) dei loro progetti di content marketing. Così, la sfida della misurazione diventa cruciale per la metà degli intervistati (VS. 36% dell'anno precedente). D'altro canto, però, il Chief Marketing Officer Council (CMO) riporta che il 52% dei clienti intervistati non dispone di un piano formale di misurazione che valuti l'efficacia della strategia di branded content marketing (il che si traduce in un'assenza di budget destinato alla misurazione del ROI) Si aggiunga che la misurazione dei risultati non può prescindere dalla formulazione di chiari obiettivi: sempre l'indagine del CMI sottolinea come solo il 27% dei responsabili marketing che hanno realizzato nel 2014 un piano di content marketing avessero delineato con precisione una strategia di contenuto. La misurazione porta con se implicitamente il tema dell'efficacia, che a sua volta diventa consistente nel momento in cui è possibile paragonare azioni diverse, sia in modalità sincronica (es.: stesso periodo, diversi mezzi) che in modalità diacronica (es.:periodi diversi, stesso mezzo) Per approcciare il tema dell'efficacia del branded entertainment è quindi fondamentale definire quali indicatori di performance (key performance indicator) sono necessari per la valutazione sia endogena (l'azione di branded entertainment in sé) sia esogena (l'azione di branded entertainment rispetto alla strategia globale di comunicazione e, quindi, alle altre azioni di comunicazione) II progetto Branded Tv efficiency Recentemente sono stati presentati i risultati di una ricerca promossa dall'Osservatorio Branded Entertainment in collaborazione con Omnicom Media Group che dimostrano che il Branded Entertaiment è in grado di accrescere i principali KPI della marca: trust e familiarity. In particolare la Brand Familiarity (domanda: "Ci hai detto di conoscere alcuni marchi/prodotti. Ti chiediamo per ciascuno di essi, di indicarci il tuo livello di conoscenza - bassa, media, alta) aumenta del 10% per gli esposti al programma e del 8% per gli esposti al canale (vedi'figura 6). Anche la Brand Trust (dom.: "Facendo riferimento ai marchi che ci hai detto di conoscere, indica per ciascuno di essi quanto èprobabile che tu possa consigliarlo ad amici e parenti in una scala da 0 a IO") aumenta decisamente: +10% sugli esposti al contenuto e +7% al canale (vedifigura /). La cosa più interessante è che, se proiettati sul totale popolazione, i risultati restituiscono un aumento dei KPI di marca: complessivamente, le marche che hanno effettuato un'attività di Branded Entertainment guadagnano sul totale popolazione in media +2,1% di Brand Familiarity e+1,7% di Brand Trust. La ricerca ha poi sondato il parere degli italiani sulle attività di Branded Entertainment, identificando 4 cluster di pubblici differenti (vedi figura 8), caratterizzati da altrettanti atteggiamenti nei confronti delle attività oggetto dello studio: • I Negativi - Infastiditi e chiusi. Dimostrano poca curiosità, poco interesse e assenza di fiducia. Non valutano l'originalità o il contenuto del 'messaggio'. Sottolineano molto di più la poca coerenza e l'obiettivo manipolatorio. Poco attenti e poco recettivi • Gli Scettici - Sembrano i più critici, per quanto aperti a nuove modalità di comunicazione. Convincerli è più difficile perché molto attenti e poco 'abbindolagli'. Per quanto piuttosto convinti della minore trasparenza del content ne apprezzano l'originalità. Ma con moderazione. • Gli Entusiasti - Sono decisamente i più addicted: propensi al content e alla capacità di raccontare e di coinvolgere. Sono anche molto critici, quindi in grado di valutarne l'efficacia e il valore. Possono diventare degli ambassador ma devono essere 'convinti'. • I Consapevoli - Si tratta di un cluster positivo, poco critico e propenso al branded content. Sembrano quasi più facili da colpire, ma sono più difficili da coinvolgere davvero, probabilmente perché sono più razionali. La ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato tvtematicheedigitali capitolo5 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 61 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato pubblicità non li spaventa perché la sanno decodificare. A che punto è il mercato italiano? Secondo uno studio condotto dal Custom Content Council, gli investimenti relativi al branded content nel 2013 erano pari al 37% del budget totale di comunicazione delle aziende statunitensi medio-grandi, pari a un incremento del 13,7% rispetto all'anno precedente. Non solo: l'80% degli intervistati ha dichiarato di aver aumentato gli investimenti in attività di content marketing nel 2014. E l'Italia? Nelle pagine precedenti abbiamo riporato alcune testimonianze di aziende che hanno già sperimentato il Branded Entertainment anche nel nostro paese, ma in realtà non ci sono ancora studi affidabili che riescano a fotografare il fenomeno in Italia da un punto di vista quantitativo. L'Osservatorio sta concludendo la prima indagine volta a misurare gli investimenti allocati in attività di branded entertainment negli ultimi due anni e indicare uno scenario per il futuro. Sono state chiamate a partecipare all'indagine tutte le realtà della media industry: case di produzione, agenzie creative, centri media, publisher (stampa/radio/tv...), piattaforme digitali, concessionarie di pubblicità, tutti i protagonisti della filiera. I risultati della ricerca saranno presentati nel corso del primo Summit Italiano dedicato al Branded Entertainment il prossimo 13 marzo (vedi box a fianco). a cura di E lena Grinta Direttore Genera/e Osservatorio Branded Entertainment ILLY/ARTISTI DEL GUSTO Secondo le parole di Annalisa Decaneva, per illy caffè il branded content è "L'opportunità di condividere la conoscenza sul caffè, intrattenere con l'arte contemporanea e far vedere le storie vere di passione che hanno contribuito alla costruzione del brand". Ma come ha affrontato illy il passo decisivo nella direzione del branded entertainment, già 3 anni fa, quando ha firmato i documentari Artisti del Gustosa National Geographic e la docu-serie II posto delle Fragolesu SkyArte? "La comunicazione sta cambiando radicalmente - risponde la branded entertainment manager di illy -. L'advertising è essenziale per far conoscere i prodotti e le loro caratteristiche e spingere le vendite, ma non è sufficiente per comunicare brand ricchi di valore. In questo caso, il brand ha bisogno dello storytelling. illy ha iniziato a ragionare in termini di audience invece che di target, invitando i consumatori e i propri partner a parlare del brand in quanto veri owner e migliori ambasciatori, smettendo di interrompere ciò che è interessante con uno spot e interessare il pubblico con un programma di intrattenimento". FIG. 6 - LA BRAND FAMILIARITY Ho alta conoscenza delbrand del Gusto), d-chiara di avere una alta conoscenza del brand (Es. Illy} I! 32% di chi afferma che it canale televisivo (Es. National Geographic Channel), è il suo canale preferito, dichiara di aver visto la marca/prodotto presente/protagonista di un programma ESPOSTI AL PROGRAMMA AL CANALE La Brand Familiarity per i tre target: esposti al programma, esposti al canale, NON esposti Fonte: OBE - OmnicomMediaGroup FIG. 7-LA BRAND TRUST Raccomanderei il brand a parenti/amici I! 23% di chi afferma di aver visto la trasmissione specifica (Es. Make it your race), raccomanderebbe il brand (Es. Abarth) a parenti/amici II 20% di chi afferma che il canale televisivo (Es. DMAX), è il suo canale preferito, raccomanderebbe il brand (Es. Abarth) a parenti/amici AL PROGRAMMA TAREGT DI CONTROLLO La Brand Trust per i tre target: esposti al programma, esposti al canale, NON esposti Fonte: OBE - OmnicomMediaGroup FIG. 8 - 1 4 PROFILI DI ITALIANI PER ATTEGGIAMENTO VERSO IL BRANDED ENTERTAINMENT LA CLUSTER ANALYSIS PER AGGREGARE 4 PROFILI CON DIVERSI ATTEGGIAMENTI VERSO IL BRANDED CONTENT Fonte: OBE - OmnicomMediaGroup I risultati della ricerca di scenario economico e u sintesi dei risultati di tutte le ricerche svolte fine dall'Osservatorio Branded Entertainment saran presentati nel corso del primo Summit Italiano de cato al Branded Entertainment previsto per venerdì marzo presso la Sala Buzzati RCS di via Balzan 3 Milano. Organizzato dall'OBE insieme ai suoi partner, l'incc tro si presenta come un appuntamento unico durar il quale sarà possibile condividere informazioni e d; riflessioni sul ROI e sul futuro di questa forma di < municazione, offrendo quell'ampiezza di prospetti ,__. mondo (affollato) della comunicazione di marca. Fra gli speaker già confermati: Paolo Bonsignore, VP Marketing EMEA illycaffè, che racconterà la genesi e il successo di un progetto di CSR dall'ampiezza mondiale: 'A small section of thè world'; Paolo Penati, COO & CFO QVC Italia illustrerà l'approccio di QVC Italia al branded entertainment tra identità aziendale e capitale 19/03/2015 Quaderni della Comunicazione - ed. N.101 - gennaio 2015 Pag. 61 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato umano; Justin Kirby, VP Strategie Content Marketing Tenthwave Digital, che porterà le ultime novità dalle aziende che usano, creano, distribuiscono branded content in Inghilterra. Per ogni ulteriore informazione: [email protected]. Foto: MILANO, 13 MARZO 2015:1° SUMMIT ITALIANO SUL BRANDED ENTERTAINMENT 18/03/2015 ADV Express Sito Web Due giorni di formazione digitale per i Ford Partner La casa automobilistica dell'Ovale Blu porta la propria rete di Ford Partner nell'era della comunicazione digitale e dei social media, e ha organizzato 2 giorni di formazione per proseguire in un percorso che li avvicini sempre più al mondo del web. L'iniziativa coinvolge esperti provenienti da Amazon, CheBanca!, Facebook, Google, Microsoft e Twitter, ognuno dei quali racconterà ai professionisti le tecniche e le strategie necessarie a rappresentare con successo un'azienda nei nuovi scenari digitali. Ford porta la propria rete di Ford Partner nell'era della comunicazione digitale e dei social media, e ha organizzato 2 giorni di formazione sul tema del Digital & Social Media Marketing, per proseguire in un percorso che li avvicini sempre più al mondo del web. Le sessioni si svolgeranno a Roma, presso il Tempio di Adriano, il 18 e 19 marzo, per una 'full immersion' hi-tech, con interventi e contributi tenuti da rappresentanti delle aziende più rilevanti nel mondo del web. L'iniziativa coinvolge rappresentanti ed executive di Amazon, CheBanca!, Facebook, Google, Microsoft e Twitter, ognuno dei quali racconterà ai Ford Partner, in forme e modalità diverse, le tecniche e le strategie necessarie a rappresentare con successo un'azienda nei nuovi scenari digitali. L'obiettivo delle sessioni sarà trasportare l'esperienza di vendita in un'era in cui il mondo vive costantemente connesso e le aspettative dei clienti sono sempre più connotate dalla filosofia 'on demand'. "Il DNA di Ford Motor Company ha al suo interno i geni dell'innovazione, e oggi l'Ovale Blu non è più semplicemente un costruttore d'auto, ma un'azienda che produce tecnologia e connettività", ha dichiarato Domenico Chianese, Presidente e Amministratore Delegato di Ford Italia. "Questa innovativa iniziativa sottolinea il nostro impegno nel costruire una rete sempre più efficiente e in grado di dialogare con il proprio pubblico parlando i linguaggi digitali". Nel corso delle sessioni saranno affrontati temi di grande rilevanza e contemporaneità, dalla presenza sui social media alle nuove frontiere della 'retail&customer experience', consentendo ai Ford Partner di portare a nuovi livelli il dialogo e l'interazione con i propri clienti su una pluralità di piattaforme innovative e non convenzionali. EC ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 55 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Internet 18/03/2015 ADV Express Sito Web Ford lancia 'Saturday Night Fathers', la web series dedicata ai papà. Firma Blue Hive Roma, produce Bananas La serie in 10 episodi, ambientata nell'abitacolo di una Ford Kuga, racconta il mondo dei ragazzi attraverso gli occhi dei padri che li aspettano, nel buio dei sabati notte, all'uscita della discoteca. Debutterà il prossimo 19 marzo e sarà distribuita in esclusiva su Corriere.it. Una notte di sabato, due padri, aspettando i propri figli all'uscita della discoteca, l'abitacolo di una Kuga. Sono gli ingredienti di 'Saturday Night Fathers', la webseries di Ford Italia dedicata ai papà che debutterà il prossimo 19 marzo e che sarà distribuita, in esclusiva su Corriere.it. L La serie, composta da 10 episodi, è ambientata nell'abitacolo di una Ford Kuga e racconta il mondo dei ragazzi attraverso gli occhi dei padri, che li aspettano, nel buio dei sabati notte, all'uscita della discoteca. I papà, interpretati dagli attori Andrea Santonastaso e Alessandro Procoli, si confronteranno con la loro diffidenza, superando le differenze che li caratterizzano, interrogandosi sul proprio ruolo di genitori. La produzione racconta il prodotto e il suo target in modo leggero e ironico. Tra lunghe attese al freddo, incontri inaspettati e personaggi improbabili, 'Saturday Night Fathers' celebra con ironia il rapporto tra due generazioni in costante ricerca della reciproca comprensione. La web-series, realizzata dall'agenzia Blue Hive di Roma, del gruppo WPP, e dalla casa di produzione Bananas, rappresenta un'ulteriore tessera che si inserisce nel mosaico dell'innovativa strategia di Ford Italia, che affianca alla comunicazione istituzionale una serie di contenuti non convenzionali che raccontano in forme originali i prodotti e le attività dell'Ovale Blu. Ricordiamo, tra l'altro, che la casa automobilistica ha annunciato oggi l'organizzazione di due giorni di formazione sul tema del Digital & Social Media Marketing per la rete di Partner (leggi news). EC ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Internet 18/03/2015 ADV Express Sito Web TUSTYLE fa più spazio alla moda e diventa 'personal shopper' nella nuova campagna di H2H, vincitrice di una gara Il magazine diretto da Marina Bigi con un logo più impattante, una cover elegante e un progetto grafico curato dall'art director Pier Paolo Pitacco, si presenta nella versione rinnovata con una campagna pianificata per tre settimane in TV (con la regia di Andrea Linke), radio, stampa, web e punto vendita. Il giornale riserva ancora più spazio alle tendenze e alla moda, inserendo nuove rubriche shopping oriented ispirate al mondo dello star system, con una particolare attenzione all'e-commerce. Attenzione anche alle news e all'attualità con "Party Time". Con 500.000 lettori (fonte Audipress) e una diffusione media nel 2014 di 166.000 copie a settimana (fonte interna), TUSTYLE conferma la sua forza in edicola (84% delle diffusioni totali) Più spazio alla moda, più spazio allo shopping. Sono le parole chiave alla base della nuova campagna adv di TUSTYLE, on air questa settimana. Ideata da H2H, vincitrice di una gara, e pianificata per tre settimane in TV (con la regia di Andrea Linke), radio, stampa, web e punto vendita, la nuova campagna di branding di TUSTYLE esalta il posizionamento del magazine, di settimanale femminile italiano dedicato allo shopping con focus su moda, beauty, celebrities e lifestyle. Il giornale diretto da Marina Bigi - con un logo di maggior impatto, una cover elegante e un progetto grafico curato dall'art director Pier Paolo Pitacco - riserva ancora più spazio alle tendenze e alla moda, inserendo nuove rubriche shopping oriented ispirate al mondo dello star system, con una particolare attenzione all'e-commerce. Più spazio anche alle news e all'attualità con "Party Time", nuove pagine sulle feste più trendy, fonte d'ispirazione per le fashion addicted. Con 500.000 lettori (fonte Audipress) e una diffusione media nel 2014 di 166.000 copie a settimana (fonte interna), TUSTYLE conferma la sua forza in edicola (84% delle diffusioni totali) Positive e in forte crescita le performance del sito tustyle.it - che mira a consolidare il posizionamento in ambito shopping con una strategia content to commerce - e sui social: 148.000 utenti unici/mese e 3.044.652 pagine viste/mese (febbraio-fonte Shinystat); 190.972 likes su Facebook e 4.845 followers su Twitter. EC ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Media 18/03/2015 Engage.it Sito Web Vitasnella festeggia i suoi trenta anni con un contest online . Firma TLC Marketing Worldwide Tutti i consumatori che acquisteranno almeno 6 vasetti di Vitasnella, andando sul sito dedicato potranno scegliere subito un premio sicuro e parteciperanno all'estrazione di un premio finale Vitasnella festeggia i suoi trenta anni: la marca si è evoluta nel corso del tempo, anche se ha sempre incoraggiato le donne a prendersi cura di sé stesse e a prendere la vita con leggerezza, come ha fatto con l'ultima campagna The Perfect Woman.Per celebrare questo traguardo, ha ideato un contest online dedicato ai suoi fan. A seguire la campagna promozionale è TLC Marketing Worldwide. Per l'agenzia è la seconda campagna realizzata nel 2015 per Danone.Tutti i consumatori che dal 18 marzo al 15 settembre acquisteranno almeno 6 vasetti di Vitasnella (a scelta tra la confezione da 2 vasetti, da 4 vasetti, da 8 vasetti e i due formaggi, spalmabile e fiocchi di latte, che valgono come 1 vasetto), andando sul sito www.vitasnella.it potranno scegliere subito un premio sicuro all'interno di un'area benessere (trattamenti benessere, estetici o parrucchiere e sedute con personal trainer), un'area sportiva (lezioni di yoga o pilates) e un'area film (4 mesi di streaming).Inoltre, parteciperanno all'estrazione di un super premio finale: un week-end a Parigi per 2 persone e 10 mila euro di buoni shopping da utilizzare seguendo i preziosi consigli di una personal shopper dedicata.L'operazione sarà supportata da una campagna pubblicitaria di cui non sono ancora stati resi noti i dettagli. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 58 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tecnologia 18/03/2015 Engage.it Sito Web Più spazio allo shopping per TuStyle: al via la nuova campagna di comunicazione di H2H Il magazine rafforza la sua mission di personal shopper. L' adv pianificata per tre settimane in tv, radio, stampa, web e punto vendita, esalta il posizionamento del settimanale femminile italiano dedicato allo shopping Più spazio alla moda, più spazio allo shopping. Sono le parole chiave alla base della nuova campagna advertising di TuStyle, on air questa settimana.Ideata da H2H con la regia di Andrea Linke e pianificata per tre settimane in TV, radio, stampa, web e punto vendita, la nuova campagna di branding esalta il posizionamento del magazine, di settimanale femminile italiano dedicato allo shopping con focus su moda, beauty, celebrities e lifestyle.Il giornale diretto da Marina Bigi, con un logo di maggior impatto e un progetto grafico curato dall'art director Pier Paolo Pitacco, riserva ancora più spazio alle tendenze e alla moda, inserendo nuove rubriche shopping oriented ispirate al mondo dello star system, con una particolare attenzione all'e-commerce.Più spazio anche alle news e all'attualità con Party Time, nuove pagine sulle feste più trendy, fonte d'ispirazione per le fashion addicted.Con 500.000 lettori (fonte Audipress) e una diffusione media nel 2014 di 166.000 copie a settimana (fonte interna), TuStyle conferma la sua forza in edicola (84% delle diffusioni totali). Positive e in crescita le performance del sito tustyle.it - che mira a consolidare il posizionamento in ambito shopping con una strategia content to commerce - e sui social: 148.000 utenti unici/mese e 3.044.652 pagine viste/mese (febbraio-fonte Shinystat); 190.972 likes su Facebook e 4.845 followers su Twitter. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tecnologia 18/03/2015 Engage.it Sito Web Citynews lancia la divisione dedicata alle Iniziative Speciali. Alla guida Simone Parrinello La unit, che andrà ad affiancare la forza vendita interna, è già stata scelta da Mazda per un progetto speciale, dedicato al Mazda2 Connection Tour, che coinvolge diciassette testate locali del network oltre a Today.it Con l'obiettivo di offrire ai propri Partner progetti personalizzati e ideati su misura delle loro esigenze di comunicazione e di visibilità, integrando in modo customizzato pianificazioni di visibilità display, con strategie di endorsement editoriale, fornitura di branded content, native advertisement e attività sui social media, Citynews, il network di informazione partecipativa composto da 40 testate locali online e dalla testata nazionale Today.it e presente in quasi tutte le regioni italiane, annuncia la nascita della Divisione Iniziative Speciali. La unit andrà ad affiancare la forza vendita interna.Il Team Iniziative Speciali di Citynews avrà come referente Simone Parrinello, cresciuto in Mediamond, e con importanti esperienze nel mondo dei Progetti Speciali, sia digital che cross-mediali, grazie alla continua collaborazione con Mondadori Pubblicità (radio e stampa) e Publitalia '80.Nelle poche settimane dalle quali è operativa, la squadra guidata da Parrinello ha già ideato e realizzato Iniziative Speciali per partner prestigiosi, tra cui Mazda Italia. Per la casa automobilistica giapponese, in particolare, il network Citynews ha progettato un'iniziativa speciale per la comunicazione del Mazda2 Connection Tour, il Roadshow Mazda che si svolge dal 6 marzo al 15 aprile con 10 tappe in tutta Italia.Il progetto di comunicazione coinvolge ben 17 testate locali del network Citynews, oltre la testata nazionale Today.it, ed è stato incentrato su tre obiettivi specifici: supportare la partecipazione agli eventi del Mazda2 Connection Tour; stimolare occasioni di customer engagement; e offrire soluzioni di visibilità ottimizzata per prossimità territoriale.Obiettivi per il raggiungimento dei quali Citynews ha messo in campo molteplici strumenti.Innanzitutto un endorsement editoriale attraverso attività pre-evento: 3 giorni prima di ogni evento, infatti, Citynews pubblicherà, nella sezione Calendario Eventi della testata della città interessata dalla tappa, un articolo di anticipazione dell'evento Mazda, ricco di approfondimenti (locandina dell'evento, indirizzo, orario e durata, voto della redazione, link al sito Mazda, photogallery, ecc.). Ogni articolo, con finalità Save-The-Date, verrà poi strillato editorialmente tramite un lancio all'interno del box eventi, presente in Home Page del sito di riferimento, attraverso un box editoriale sulla versione mobile della stessa testata e un Post Facebook dalla Fan Page della testata di riferimento;E' previsto anche un supporto di visibilità editoriale, con strillo su Today.it e relativa Fan Page, ad un video fornito da Mazda. Citynews pubblicherà un unico video timelapse, prodotto e fornito direttamente da Mazda, nel canale video di Today.it, che verrà strillato editorialmente tramite lancio all'interno del box video, presente in Home Page della testata di riferimento, e Post Facebook dalla Fan Page di Today.it;Supporto ed amplificazione della portata dei contenuti saranno infine garantiti prima e dopo ogni tappa, con DEM e formati display del network. Verranno utilizzati la Skin ed il Masthead sulle Home Page e sui Canali Notizie ed il Masthead Mobile su tutte le 17 testate Citynews coinvolte dal progetto speciale.«Il nostro Team Iniziative Speciali è partito con il piede giusto - dichiara Luca Lani, amministratore delegato di Citynews -. Si era reso necessario e urgente avere, oltre ad una rete interna che potesse dialogare direttamente con i clienti per spiegare al meglio le enormi potenzialità del nostro prodotto, e per seguire con maggiore efficacia le pianificazioni, anche una squadra di esperti che fosse in grado di ideare progetti di comunicazione pensati ad hoc per i nostri Clienti più importanti. Le iniziative speciali sono il vero valore aggiunto che un network editoriale come il nostro può offrire ai propri inserzionisti, rendendo Citynews originale e più appetibile rispetto ai propri competitor tradizionali». ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 60 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tecnologia 18/03/2015 Engage.it Sito Web Subito.it lancia la nuova versione della app Adroid Sarà possibile per la prima volta pagare la promozione dei propri annunci da mobile utilizzando il credito telefonico fino a un massimo di €15,00 per transazione Subito.it, la piattaforma digitale per la compravendita dell'usato con oltre 8 milioni di utenti unici mensili (fonte: media Audiweb Total Digital Audience 2014), lancia una nuova versione della sua app Android che consente di navigare, inserire annunci e rispondere alle inserzioni direttamente da mobile.La user experience è stata migliorata per garantire una navigazione più semplice grazie a una grafica intuitiva in cui dominano il bianco e il rosso, colori iconici del sito. Le icone e la toolbar sono state riprogettate secondo le logiche del material design per Android e ricreano un linguaggio visivo che guida l'utente attraverso i vari step per trovare ciò che desidera o caricare l'oggetto da vendere in un attimo.Con la nuova applicazione sarà inoltre possibile per la prima volta pagare la promozione dei propri annunci da mobile utilizzando il credito telefonico fino a un massimo di €15,00 per transazione. Servizi come Metti in Vetrina, per garantire ai propri annunci una posizione privilegiata nella lista delle offerte dei vari utenti, e Rimetti in Cima, per riposizionare l'inserzione in prima pagina come se fosse stata appena pubblicata, saranno infatti acquistabili gestendo la transazione direttamente con il proprio operatore telefonico in un'ottica di maggiore tutela e sicurezza dell'utente.«Continuare a migliorare l'applicazione conferma la volontà di valorizzare il mobile: in uno scenario in cui le persone sono sempre più connesse in mobilità, è fondamentale poter garantire un accesso semplice e immediato a tutti i nostri servizi - spiega Massimiliano Dotti, product director di Subito.it. - Per questo ci poniamo come obiettivo lo sviluppo di nuove soluzioni e nuovi servizi su misura in grado di rispondere a ogni tipo di esigenza, rendendo la navigazione semplice e intuitiva».Con quasi 2.120.000 milioni di download e oltre 500.000 visite ogni giorno, l'app Android di Subito.it veicola il 10% degli oltre 5 milioni di annunci inseriti, a conferma della crescente importanza del canale mobile. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 61 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tecnologia 18/03/2015 Engage.it Sito Web La perfetta videostrategy online secondo Teads e Mosaicoon: se ne parla il 19 marzo a Roma I due player interverranno all'evento "Digital & Social Media Marketing" di Ford, fornendo non solo "tips & tricks", ma anche una serie di riflessioni sui cambiamenti che hanno modificato il modo di produrre e diffondere contenuti adv video Secondo eMarketer, si prevede che la spesa in video adv (in US) raggiungerà 9,59 miliardi di dollari entro la fine del 2016, mentre si prospetta che nel 2017 il 74% del traffico totale su internet si riferirà al segmento del video (fonte Invesp).Partirà da questi due importanti presupposti l'intervento di Teads e Mosaicoon il 19 marzo 2015, nell'ambito dell'evento "Digital & Social Media Marketing" organizzato da Ford, occasione in cui i due player sveleranno insieme, nella suggestiva location del tempio di Adriano a Roma, quali sono gli elementi preziosi utili a comporre il quadro di una perfetta strategy digitale, in ambito video online. Non solo "tips & tricks", ma anche una serie di riflessioni sui cambiamenti che hanno modificato profondamente il modo di produrre contenuti pubblicitari video e la loro diffusione.«Internet è l'unico media che cresce a doppia cifra in termini d'investimenti e investitori - spiega Antonella La Carpia, direttore marketing & comunicazione di Teads Italia -. È un grande palcoscenico per i brand, è l'ambiente migliore dove fare comunicazione e calcolare, quasi in tempo reale, il ritorno degli investimenti. Tutto questo però deve essere fatto pensando che i linguaggi e i comportamenti dell'audience sono differenti rispetto agli ambienti televisivi. Per questo motivo, noi di Teads stiamo cercando di valorizzare i nuovi trend Outstream che sono una nuova promessa alla base della nostra tecnologia attuale, orientata a creare il giusto compromesso tra l'esperienza del brand e dell'utente nel miglior ambiente editoriale di sempre. Con una promessa assoluta: Viewability».«L'audience si sta spostando sempre più rapidamente sul web ma il video rimane lo strumento più efficace per coinvolgere gli utenti - aggiunge Andrea Staderini, a capo della sede romana di Mosaicoon -. Diventa fondamentale in tal senso un approccio completamente nuovo, che parta dalla forza del contenuto video ed arrivi alla garanzia dei risultati grazie alla distribuzione e all'analisi dei dati. Ecco perché in Mosaicoon abbiamo sviluppato un modello unico sul mercato, grazie ad un sistema integrato di piattaforme tecnologiche proprietarie, dedicate rispettivamente alla creazione di video in Cloud, alla distribuzione su un network estremamente ampio, ed al tracciamento in tempo reale della campagna che consenta un'ottimizzazione della strategia costante grazie al data management. Grazie a questo modello integriamo l'intero processo e diamo ai brand una grande occasione: quella di trasformarsi in una Digital Media Company che, producendo e distribuendo i propri contenuti su una Platform proprietaria, guadagna un controllo totale dei propri investimenti e delle reazioni dei propri utenti». ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 62 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tecnologia 18/03/2015 Engage.it Sito Web L'obiettivo di Facebook: portare la sua pubblicità dappertutto Rilevanza, audience e misurazione: queste le parole chiave che hanno permesso al social network di conquistare 2 milioni di inserzionisti attivi. Caratteristiche che sempre di più possono essere estese "fuori" dai confini del social network, grazie a tecnologie come Atlas e LiveRail. Ne abbiamo parlato con Brian Boland, vice president Ad Tech della società Con 1,39 miliardi di utenti attivi al mese e 890 milioni al giorno (di cui 745 solamente considerando i dispositivi mobili), Facebook è già oggi il medium più esteso del mondo, anche in chiave pubblicitaria. Cina esclusa, poche sono le persone con accesso a internet che non sono raggiungibili dai "Facebook ads".Ma a Menlo Park non si accontentano. Il nuovo obiettivo, infatti, è quello di permettere alla pubblicità di Facebook di "uscire" anche al di fuori da Facebook. Per arrivare dove? Potenzialmente su tutti i siti del mondo, desktop, mobile o app che siano. E per far questo, la leva sono in particolare due asset tecnologici potenti, come l'ad server Atlas e la SSP Liverail, recentemente acquisita.Ne abbiamo parlato stamattina con Brian Boland, vice president Ad Tech Facebook, approfittando della sua presenza nella sede milanese della società. «Rilevanza, audience e misurazione: queste le tre parole chiave che ci hanno permesso di arrivare a 2 milioni di clienti pubblicitari», ha detto il manager. Visti i numeri, l'audience ovviamente non manca, «ma per aiutare gli inserzionisti a essere rilevanti, li aiutiamo a raggiungere con la giusta creatività solo le persone che a loro interessano», ha precisato Boland. E poi c'è la misurazione: «Avere la capacità di provare i risultati di una campagna di comunicazione oggi è fondamentale. Nessuno è interessato a fare comunicazione su non capisce quali sono i suoi risultati. Cosa interessa alle aziende, in ultima analisi? Vendere. Per questo, abbiamo investito molto per aiutarli a misurare l'impatto della pubblicità di Facebook sulle vendite, in rete e nel mondo fisico».Si tratta della soluzione che Facebook chiama "Conversion Lift": un nuovo approccio di misurazione introdotto a gennaio che mette a disposizione dei professionisti del marketing un metodo affidabile per determinare l'incremento nelle vendite online e offline causato dalla visualizzazione delle inserzioni di Facebook, su tutti device.Rilevanza, audience e misurazione. Facebook mette tutto questo a disposizione degli inserzionisti attraverso Atlas, la nuova piattaforma di adserving cross device e misurazione, totalmente ricostruita dopo averla acquisito da Microsoft. Atlas, il cui focus è quello di offrire una segmentazione dell'audience basata "sulle persone" (e non sui cookie) per pianificare pubblicità e misurarne i risultati dentro e fuori da facebook.«Ogni persona usa diversi browser e molti device. Il tracking tradizionale basato sui cookie non è in grado di riconoscere il singolo individuo che c'è dietro ognuna delle sue modalità di navigazione. Noi invece, grazie a facebook (e al login, ndr), siamo in grado di ricondurre ogni dispositivo a una singola persona e, grazie ad Atlas, possiamo dire agli advertising quante persone reali, magari all'interno di un preciso target sociodemografico o legato a specifici interessi, hanno visto la campagna, pianificata su Facebook o siti terzi».Già oggi, ha detto Boland, Atlas permette di erogare compagne su siti terzi, in versione desktop, e su un selezionato numero di app. Portando con sé tutte le soluzioni di targeting elaborate per Facebook, che "funzionano" allo stesso modo anche al di fuori.C'è poi un altro strumento che permette agli editori di accedere al "parco campagne" di Facebook, in particolare alla miriade di spot che girano sul social. Si tratta di LiveRail, una piattaforma tecnologica sviluppata per permettere ai publisher la vendita e la gestione automatica delle proprie impression pubblicitarie, in gergo: SSP. Attraverso LiveRail, specializzata in video (già prima dell'acquisizione da parte di Facebook era utilizzata per esempio da dailyMotion), gli editori possono "pescare" video pubblicitari da Facebook per farli girare all'interno delle proprie app.Grazie a LiveRail, facebook sta quindi ampiando al video il proprio audience network, sistema per cui qualsiasi sviluppatore di App può far parte del network pubblicitario di Facebook, estendendo alla propria app le funzionalità di targeting del social network (per ora, supportava formati display e alcuni native ads). ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 63 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tecnologia 18/03/2015 Engage.it Sito Web Internet Explorer addio, o quasi. Su Windows 10 arriva Project Spartan Il vecchio programma di navigazione sarà comunque presente sul nuovo sistema operativo di Microsoft, ma non sarà più il browser principale Con l'arrivo di Windows 10, la nuova versione del sistema operativo di Microsoft, che la sigla annuncia come rivoluzionario, uno dei simboli del web 1.0 va in pre-pensionamento: infatti, Internet Explorer non sarà più il browser principale del sistema, soppiantato dal nuovo programma di navigazione dall'altisonante nome provvisorio di Project Spartan. Explorer non verrà ancora cancellato e sarà presente nel nuovo Windows in una nuova veste, per venire incontro alle aziende che sviluppano software per lavorare con il browser.Ad annunciare il cambiamento, come riporta The Verge, è stato Chris Capossela, responsabile marketing di Microsoft, durante la Microsoft Convergence conference che si è tenuta il 17 marzo ad Atlanta.Con questo nuovo browser, il colosso di Redmond vuole fornire ai suoi utenti un programma per la navigazione che si adatti all'era del mobile e contrastare la diffusione di Chrome e Firefox.Project Spartan avrà alcune funzionalità originali come le annotazioni scritte a mano su una pagina web da condividere con più utenti, grazie al servizio cloud di OneNote. Sarà incluso il supporto dell'assistente digitale e vocale Cortana. Inoltre, sarà un'applicazione del Windows Store, e avrà quindi aggiornamenti più frequenti che dovrebbero consentire alla multinazionale di seguire più da vicino gli standard del web.Project Spartan è attualmente in fase di sviluppo nella technical preview di Windows 10. Il nuovo nome integrerà anche il marchio Microsoft, per attirare maggiormente l'attenzione dei consumatori.Per molti Explorer non è più adatto alla nuova generazione: non viene scaricato sui dispositivi mobili e non piace. Viene usato perché preimpostato sui computer e perché imposto da molte aziende. Lanciato negli anni Novanta, Explorer è divenuto uno dei simboli dell'azienda, che lo ha introdotto come concorrente di Netscape, offrendolo gratuitamente con Windows. In tre anni, Explorer rappresentava il 95% dell'uso di browser. Con il nuovo millennio, Firefox e Chrome hanno sottratto quote al programma, la cui percentuale di uso è calata al 20% del totale, con Chrome al 50%. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 64 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tecnologia 17/03/2015 05:50 Primaonline.it Sito Web Communication and Digital PR Specialist Dynamic and creative Italian journalist with working experience in Communication and Digital PR needs, web content, social writing and press [...] Dynamic and creative Italian journalist with working experience in Communication and Digital PR needs, web content, social writing and press office activities (such as drafting press releases, managing conference and media relations). I'm skilled in Public Speaking thanks to TV and radio experience. I'm a multitasking openminded expert with business and advertising accounting experience. I always dream to travel around the world to learn and discover something new.Nominativo : Nicoletti Annalisa E-mail : [email protected] Telefono : 328 88 64 692 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 65 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PrimaOnLine » 18/03/2015 10:28 Primaonline.it Sito Web Glamour.it si rifà il look. Al debutto il nuovo portale Glamour, il brand femminile di Condé Nast diretto da Cristina Lucchini, dal 17 marzo è online con il nuovo Glamour.it, [...] Glamour, il brand femminile di Condé Nast diretto da Cristina Lucchini, dal 17 marzo è online con il nuovo Glamour.it, non più un semplice sito, ma un unico sistema digitale integrato dedicato al mondo della bellezza, capace di seguire gli utenti non solo adattandosi ai diversi device, ma anche con contenuti personalizzati e più vicini alle esigenze. Grazie al coinvolgimento di più di 200 blogger selezionate da tutta Italia si è voluto potenziare la presenza social del brand sia online sia localmente.Cristina Lucchini (foto Olycom)Un vero "ecosistema digitale" lo ha definito Marco Formento, senior vp digital Condé Nast, sottolineando come il sito sia costruito su quattro assi portanti: full branded content experience, social relevance, local impact e un sistema di profilazione che arriva a generare per i partner milioni di informazioni per singolo consumatore. Connesso al magazine, alle app e ai social network, Glamour.it è mobile first, navigabile da qualsiasi device, adattabile a schermi digitali da 1 a 100" e anche smartwatch ready. Il primo format di mobile first è il 'Beauty Break', con pillole sulla bellezza, curiosità, how to e consigli che seguono l'audience durante tutto l'arco della giornata, con contenuti ritagliati e customizzati in base all'ora, al giorno e alla stagione. Il 'Beauty Break' vive nel sito di Glamour, sui social media e sarà presto anche un app nativa per iOS e Android. Grande attenzione è riservata alla qualità delle immagini e ai video. Storie, tutorial e web native series saranno disponibili su CNLive!, la piattaforma video di Condé Nast che conta oltre 11 milioni di video views al mese. "Quello della bellezza è un universo che punta sempre di più sull'interazione con l'utente", ha spiegato Cristina Lucchini, direttore del magazine, "questo ci ha portati a ideare Glamour.it e a concentrare lì le esigenze delle nostre lettrici e del mercato in un universo complementare al giornale". Il sito avrà anche una sezione dedicata all'uomo, mentre i topics situati in home page saranno dedicati ai temi caldi del periodo, dal taglio di capelli per la prossima stagione, al make up per una perfetto look da vacanza, fino ad arrivare alle idee regalo. Positivo il riscontro da parte dei team del settore beauty con "una significativa quota di sottoscrizioni di accordi di partnership con le più grandi maison della bellezza" che Romano Ruosi, senior VP advertising & branded solutions Condé Nast, ha spiegato specificando come sul mercato "non esista alcuna offerta per il settore beauty che coniughi in modo così unico e rilevante una sofisticata profilazione dell'utente, una qualità di contenuti e immagini e il solo branded content, che, insieme, combinano organicamente una copertura del target attraverso modelli di adv classici e nuovi". Cinque dunque gli elementi di forza dal punto di vista pubblicitario: la garanzia del brand Glamour, la profilazione qualificata degli utenti, il social empowerment per una condivisione costante dei contenuti, il mobile first, e quinto e ultimo aspetto l'inserimento del sistema Glamour.it in nel vasto Beauty Network Condé Nast, che conta giá oltre 2.5 milioni di utenti unici e quasi 30 milioni di pagine viste attraverso i canali beauty di VanityFair.it, di Vogue.it e di CNLive.it. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 66 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PrimaOnLine » 18/03/2015 11:54 Pubblicitaitalia.it Sito Web Tutte le News Teads annuncia che le campagne video non saranno solo distribuite attraverso il mobile web ma anche all'interno delle app grazie all'SDK. Questa importante feature è il primo esempio per l'intera industry e sarà un'enorme opportunità di dialogo tra Teads e i suoi importanti publisher mondiali come Reuters, Forbes, The Washington Post, The Guardian e Nikkei. Con il lancio dell'SDK, i partner di Teads avranno la possibilità di posizionare i video pubblicitari outstream direttamente nel cuore delle proprie app, allargando le possibilità di inventory premium per i brand. I formati video adv outstream non necessitano di un contenuto video già esistente per essere distribuiti, bensì vengono posizionati fuori da questi contesti, generando nuove inventory premium. I publisher possono facilmente utilizzare l'SDK per inserire gli ad video outstream all'interno di feed o tra due pagine, monetizzando al meglio l'inventory della propria app. Condividi ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 67 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Teads lancia SDK: il video advertising outstream arriva sulle app 18/03/2015 11:50 Pubblicitaitalia.it Sito Web Tutte le News Per il sesto anno consecutivo, LinkedIn rinnova la partnership con WebAds per la gestione in esclusiva delle marketing solutions in Italia e per i clienti italiani che pianificano nazioni estere (il team Talent Solutions si dedica, invece, alle soluzioni di recruiting ed employer branding). Con oltre 300 milioni di iscritti a livello globale, di cui 8,4 milioni solo in Italia, LinkedIn è uno spazio digitale ad alto valore aggiunto in cui i brand possono parlare al proprio target di professionisti certi di essere nel giusto contesto per instaurare una conversazione B2B. WebAds supporta il cliente in fase strategica, seguendo la creazione del piano di marketing su LinkedIn fin dalle prime fasi e guidandolo nello sviluppo di un progetto che ottenga i risultati desiderati nel medio-lungo termine. Grazie all'esperienza maturata con LinkedIn in questi anni di collaborazione, WebAds è stata scelta da Samsung per la creazione e gestione della propria identità aziendale tramite l'apertura di una Company Page. La Company Page è la pagina ufficiale di un'azienda, uno spazio in cui condividere tutte le novità che la riguardano. Stabiliti gli obiettivi di comunicazione, WebAds propone strumenti di native advertising consentendo alle aziende non solo di stabilire con i propri follower una relazione duratura ma anche di ampliarne la base. I principali strumenti utilizzati sono Content Ads, per stimolare la brand awareness, Sponsored InMails, per ottenere Lead Generation, e Sponsored Updates, per generare engagement e garantire il traffic driving alla pagina aziendale. I contenuti sono stati curati da Ambito5. WebAds supporta le aziende nella creazione e gestione delle Company Page e relativi strumenti di Native Adv per LinkedIn su desktop, tablet, mobile e ottimizza il bidding su cpm e cpc, senza nessun costo di intermediazione. Fornisce inoltre una reportistica avanzata per ogni fase di sviluppo del progetto. Samsung è la prima azienda in Italia ad aver avviato questo tipo di progetto già da settembre 2013 approfondendo, all'interno della propria Company Page, temi dedicati soprattutto al mondo Business. A un anno di distanza, la Company Page può contare su 25.000 followers in più che ogni giorno condividono e interagiscono con i contenuti pubblicati da Samsung. Condividi ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 19/03/2015 68 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LinkedIn conferma WebAds come concessionaria in esclusiva per l'Italia SCENARIO POLITICO/ECONOMICO 46 articoli 19/03/2015 Corriere della Sera Pag. 16 (diffusione:619980, tiratura:779916) Lo spread tra Italia e Germania risale a quota 112 punti. L'Ocse ottimista: Pil su dell'1,3% nel 2016 Il vertice Oggi il vertice europeo per il salvataggio di Atene. Il nodo degli aiuti di Bruxelles Danilo Taino DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO Ieri non è stata una buona giornata per chi cerca soluzioni alle crisi europee, a cominciare da quella greca. A Francoforte, una manifestazione indetta da Blockupy in occasione dell'inaugurazione della nuova sede della Banca centrale europea ha visto scontri anche violenti tra dimostranti e polizia e ha registrato la pressoché totale impossibilità di parlarsi tra le istituzioni e i movimenti sociali della sinistra. E la stessa incomunicabilità è di nuovo emersa tra il governo ellenico e i ministri dell'Eurogruppo: al punto che a Berlino si fa sempre più strada l'idea che il primo ministro Alexis Tsipras e il suo ministro finanziario Yanis Varoufakis non vogliano trovare un accordo. A Francoforte, la nuova sede della Bce, sulle sponde del fiume Main, è stata circondata dai manifestanti. Non tanto contrari al costoso palazzo (1,3 miliardi) ma in opposizione alle politiche di austerità in Europa, delle quali gli organizzatori di Blockupy accusano la Bce di essere responsabile assieme a Ue e Fondo monetario internazionale (la troika). Già dalle prime ore del mattino, gli scontri sono iniziati, con alcune auto della polizia incendiate. Via via che la manifestazione si andava formando, alcune centinaia di militanti ingaggiavano atti di guerriglia con le forze dell'ordine. Queste usavano cannoni d'acqua per fermarli, loro bruciavano copertoni, lanciavano sassi e, pare, usavano spray urticanti. Risultato: la polizia dice che 94 agenti (degli ottomila mobilitati) sono stati feriti; Blockupy parla di cento dimostranti colpiti; 350 giovani sono stati fermati. I manifestanti - circa 10 mila nel pomeriggio, arrivati tra l'altro con 60 pullman da 39 Paesi - erano in gran parte pacifici e marciavano anche con cartelli del tipo «caviale per tutti». Tra loro parecchi rappresentanti dei partiti Syriza, al governo in Grecia; Podemos, che spera di andarci in Spagna; Die Linke, che non ha speranze governative in Germania. Mentre in piazza si manifestava contro l'austerità, nel nuovo palazzo della Bce Draghi teneva un discorso davanti alle autorità locali, ai governatori delle banche centrali europee, ad alcuni funzionari della Bce. Ha convenuto che in Europa c'è disagio. «Dobbiamo ascoltare molto attentamente quello che i nostri cittadini dicono», ha sostenuto. Ha respinto come «ingiusta» l'accusa di avere affamato i greci: «la nostra azione è stata finalizzata precisamente ad attenuare gli choc sofferti dall'economia». E sulla solidarietà ha voluto puntualizzare che è centrale in Europa, «ma l'area euro non è il tipo di unione politica in cui alcuni Paesi pagano in via permanente per altri». Tra Berlino e Bruxelles, nel frattempo, la domanda del giorno diffusa riguardava le intenzioni del governo greco. Mentre il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ribadiva di avere l'impressione che Atene sia ormai vicina a non avere più la liquidità per mantenere gli impegni interni e esteri, Tsipras apriva una nuova polemica con la Ue su una legge di sostegno alle famiglie povere. E accusava la Ue di non mantenere gli impegni. Alla vigilia del suo incontro con Angela Merkel, François Hollande, Jean-Claude Juncker e Draghi previsto per oggi, nel quale chiederà aiuti a fronte dei problemi di cassa. Un approccio conflittuale che va avanti da 50 giorni e che a Berlino è sempre più letto come una risposta implicita alla domanda sulle intenzioni del governo Syriza: non ha l'obiettivo di arrivare a un compromesso. La giornata avrebbe potuto essere migliore. L'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha rivisto al rialzo le prospettive dell'economia dell'eurozona, che dovrebbe crescere dell'1,4% quest'anno e il 2% il prossimo, lo 0,3% in più della precedente previsione. In Italia, il Pil (Prodotto interno lordo) dovrebbe crescere dello 0,6% nel 2015 e dell'1,3% nel 2016. Ma è la politica in questo momento a SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 70 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tensione e proteste alla Bce, 350 fermati Draghi: «Serve un'Europa più solidale» 19/03/2015 Corriere della Sera Pag. 16 (diffusione:619980, tiratura:779916) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 71 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato dettare l'agenda, non il Pil. © RIPRODUZIONE RISERVATA La Banca La nuova sede della Bce è stata costruita nella Grossmarkt-halle (i vecchi mercati generali) di Francoforte. I lavori sono terminati a fine 2014, ieri l'inaugurazione La Bce è uno degli organi fondamentali dell'Europa. Ha come obiettivo principale il mantenimento della stabilità dei prezzi con un «target» di inflazione nel medio periodo «inferiore ma vicina al 2%». A febbraio 2015 si è attestata a -0,3% nell'area euro e a -0,2% nella Ue Tra le funzioni fondamentali della Bce, la definizione della politica monetaria nell'eurozona, le operazioni sui cambi, il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento Spetta alla Bce il diritto di stampare moneta nell'eurozona e la vigilanza prudenziale sul sistema bancario e finanziario Dopo aver abbassato i tassi fino al minimo dello 0,05% (e a -0,20% sui depositi) la Bce ha avviato a inizio marzo il «quantitative easing» cioè l'acquisto di titoli pubblici e privati per oltre 1.000 miliardi di euro, fino a quando non sarà ripartita l'inflazione Foto: Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, ha ufficialmente inaugurato ieri la nuova sede della Bce nel sito della Grossmarkthalle, gli ex mercati generali di Francoforte sul Meno 19/03/2015 Corriere della Sera Pag. 17 (diffusione:619980, tiratura:779916) «Dalla deflazione vi salverete con gli investimenti pubblici» Richard Koo (Nomura): l'austerità Ue non considera il risparmio Francesca Basso «Il Tltro della Bce di settembre (l'operazione di rifinanziamento mirata a lungo termine, ndr ) è un buon indicatore: i soldi c'erano ma mancava la domanda. In Europa non c'è un problema di liquidità ma di domanda di credito». Richard C. Koo, 60 anni, è il capo economista del Nomura Research Institute e il «padre» della teoria della «recessione dei saldi di bilancio», usata per spiegare l'economia giapponese dopo la crisi del 1990 e quella americana ed europea dopo il 2007. Semplificando, in una situazione di crisi, il settore privato fortemente indebitato preferisce tagliare le spese e risparmiare, determinando così il crollo della domanda e degli investimenti. Il suo ultimo libro, «The escape from balance sheet recession and the Qe trap» (Fuga dalla recessione dei saldi di bilancio e la trappola del Qe), traccia un parallelo tra la situazione del Giappone di quindici anni fa e l'Europa di oggi. Il quantitative easing di Francoforte è cominciato lunedì 9 marzo. Perché lo considera una trappola? «Non è una trappola ora, lo è quando esci dal programma. Il Qe non aiuta l'economia reale, aiuta il mercato che ne diventa dipendente. Ogni volta che c'è un annuncio di Qe i mercati salgono solo per il presupposto che funzioni. Come mostro nel mio libro, l'ammontare vero di denaro che dalla Banca centrale passa all'economia reale è minimo». Mario Draghi ripete che la politica monetaria da sola non basta contro la crisi, gli Stati devono fare le riforme. È la formula giusta? «No. La recessione da saldi di bilancio è come una polmonite. Le riforme strutturali che Draghi suggerisce equivalgono alla dieta e agli esercizi da seguire quando si è malati, ma quando hai i conti in profondo rosso e si è in bancarotta anche se fai la dieta o gli esercizi resti in bancarotta. Dunque cosa accade? Quando si è in rosso si punta ad aumentare i risparmi e a ridurre il debito. Ma se tutti lo fanno nello stesso momento l'economia collassa, perchè se qualcuno risparmia, qualcun altro deve prestare i soldi. Le riforme strutturali da sole non bastano, è necessario che i governi investano». Ritiene che le politiche di austerità funzionino? «L'austerità non è la risposta alla crisi, rende la situazione sempre peggiore. Il Trattato di Maastricht è difettoso perché non permette di gestire la recessione che è in atto. Andrebbe cambiato. In Italia i risparmi privati rappresentano quasi il 7% del Pil, in Irlanda l'11,9%, in Portogallo il 6,9%, in Spagna il 6,3%: tutti questi Paesi hanno uno spazio fiscale perché i risparmi sono maggiori dei rispettivi deficit nazionali, ma non ce l'hanno perché sono nell'eurozona. Il Trattato dice che puoi spendere solo il 3% del Pil. Ma se l'Italia fosse fuori dell'eurozona il suo deficit potrebbe essere almeno del 7% per eguagliare il surplus del settore privato. E per evitare che i risparmiatori fuggano verso titoli di altri Paesi, come la Germania o gli Usa, bisognerebbe introdurre dei tassi di rischio su quei bond». Come considera il piano di investimenti di Juncker? «Meglio di niente. Ma il punto di partenza di ogni dibattito in Europa deve essere il confronto tra risparmi del settore privato e deficit pubblico». © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Il quantitative easing non aiuta l'economia reale ma il mercato che ne diventa dipendente Foto: Il piano Juncker? Meglio di niente ma la recessione da saldi di bilancio è come una polmonite Foto: Richard C. Koo, 60 anni, è il capo economista del Nomura Research Institute. Nel suo ultimo libro, «The escape from balance sheet recession and the Qe trap», paragona il Giappone di 15 anni fa all'Europa di oggi SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 72 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista 19/03/2015 Corriere della Sera Pag. 19 (diffusione:619980, tiratura:779916) BLITZ CONGELATO MA I CENTRISTI RESTANO NELL'ANGOLO I due binari Lupi resiste alle dimissioni ma l'esito dipenderà dall'evoluzione dei rapporti tra Renzi e Alfano e dallo sviluppo dell'inchiesta Massimo Franco La situazione rimane in bilico, e le dimissioni del ministro Maurizio Lupi, per ora, non arrivano. Il suo partito, il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, ha fatto capire a Palazzo Chigi che una caduta del titolare delle Infrastrutture non sarebbe indolore per il governo. Bisogna vedere che accadrà quando Lupi si presenterà in Parlamento, forse venerdì, per chiarire il suo ruolo dopo l'apertura dell'inchiesta della Procura di Firenze sull'Alta velocità: sempre che la situazione non precipiti prima. Il problema non sono le mozioni di sfiducia delle opposizioni, né gli attacchi di esponenti del Pd. L'esito di questa vicenda imbarazzante sarà deciso dai rapporti di forza tra Matteo Renzi e Alfano. E dallo sviluppo delle indagini. Nelle prime ore, si parlava di un passo indietro in tempi brevissimi. Il suggerimento del premier a Lupi affinché si dimettesse spontaneamente andava in questa direzione: una pressione alimentata dalle parole fredde dei suoi collaboratori nei confronti dell'alleato. Poi sono spuntate le resistenze del Ncd. Il ministro continua a ripetere di non avere commesso errori e di poter chiarire tutto. E Alfano gli ha offerto una solidarietà basata sul fatto che non è indagato, rinviando l'aspetto politico al Parlamento. A questo punto, per Renzi le opzioni sono due: o forza la situazione per impedire che eventuali ombre su Lupi si allunghino sul suo esecutivo, col rischio, altamente improbabile ma da non escludere, di rompere con l'alleato; o lascia che le cose vadano avanti, con il logoramento progressivo del ministro. L'ipotesi del blitz con la sostituzione immediata di Lupi sembra congelata, ma non si capisce per quanto tempo. E gli spezzoni di intercettazioni che filtrano dalla Procura dicono che l'inchiesta può portare a sorprese in ogni direzione, suggerendo prudenza. Ma Ncd è in difficoltà, nell'angolo. Anche se addita la contraddizione di un Pd incline alla severità quando si tratta di esponenti di altri partiti sfiorati dalle inchieste, ma indulgente con se stesso: tesi rilanciata da Susanna Camusso, segretaria della Cgil, per la quale il governo «dovrebbe decidere un atteggiamento univoco nel rapporto tra le inchieste e le singole persone». Si tratta di polemiche in embrione, e potenzialmente dirompenti. Il tentativo è di circoscrivere i contraccolpi dello scandalo; e sperare che nelle prossime ore non emergano altri elementi tali da obbligare Lupi, e magari anche altri, a rassegnare le dimissioni. È solo una speranza. La questione è politica. E incrocia l'immagine di un esecutivo che vuole rendere la lotta alla corruzione una priorità: una volontà sulla quale le opposizioni, in particolare il M5S, ironizzano, elencando gli scandali emersi nell'anno di governo Renzi. Eppure, Palazzo Chigi non può fare altro che correre di volta in volta ai ripari, per un malaffare radicatosi in decenni di inazione. Per questo, il rinvio alla settimana prossima dell'approvazione della legge anticorruzione in Senato, prevedibile per l'arrivo di alcune proposte di modifica, finisce per apparire un messaggio controverso; e l'ennesima fonte di polemiche velenose. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 73 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La Nota 19/03/2015 Corriere della Sera Pag. 19 (diffusione:619980, tiratura:779916) Renzi insiste sull'addio: se si arriva alla mozione non è detto che ti difenda Il premier chiede il passo indietro. E pensa all'interim Maria Teresa Meli ROMA È una partita difficile quella in cui è impegnato in queste ore Matteo Renzi. Angelino Alfano non è riuscito a convincere Maurizio Lupi a dimettersi. Il ministro delle Infrastrutture non ha voluto sentire ragioni. Nonostante anche ieri il premier abbia spiegato al titolare del Viminale la situazione: «È vero che non c'è un problema giudiziario, ma c'è un problema di opportunità politica». Dopodiché il presidente del Consiglio ha capito che tocca a lui condurre il gioco e che l'unica è continuare ad adottare il comportamento a cui si è attenuto finora. Ossia, mantenere un rigoroso silenzio. «Magari a Lupi ha spiegato Renzi ai collaboratori - ci vuole del tempo per pensare e per decidere, quindi diamoglielo». Insomma, la linea del premier resta la stessa dell'altro ieri: «Decida il ministro di fare un passo indietro». Ma con una novità. Di non poco conto rispetto alla mozione di sfiducia che verrà votata alla Camera la settimana prossima. Già, perché né Renzi né il Partito democratico intendono accettare supinamente le decisioni di Lupi nel caso in cui questi decida di non dimettersi e di andare avanti come se nulla fosse, anche se dalle carte della Procura di Firenze continuano a emergere nuovi particolari che riguardano lui e la sua famiglia. Del resto, non è un caso se Renzi in un ministero importante come quello delle Infrastrutture non abbia messo come sottosegretario nemmeno un suo uomo. Perché metterlo se non era riuscito a smantellarne la struttura ereditata dal precedente governo e dagli altri esecutivi? Comunque in questa fase così delicata a Renzi non resta che tacere, almeno pubblicamente, per riservare l'onore delle armi al ministro delle Infrastrutture nel caso in cui, dopo l'informativa che darà al Senato domani, decidesse di dimettersi. O, ed è questa la vera speranza del premier, se facesse il passo indietro ancora prima viste le pressioni. È chiaro che una critica, ma anche solo una parola di troppo da parte del premier potrebbero irrigidire ulteriormente Lupi e rafforzarlo nella sua volontà di restare nel suo dicastero, complicando ulteriormente le cose, perciò Renzi tace. Ma il silenzio di Renzi non deve essere scambiato per assenso. Se Lupi non dovesse dimettersi entro questa settimana la parola passerebbe all'aula di Montecitorio, lì dove si discuterà la mozione di sfiducia individuale nei suoi confronti. A quel punto - è il messaggio che è stato fatto arrivare al diretto interessato - non è affatto detto che il Pd si schiererà a difesa del ministro delle Infrastrutture. Perché, per dirla alla Matteo Orfini, «i punti da chiarire sono sempre di più». E, come spiega un renziano di rango, «i deputati del Partito democratico non sono dei soldatini disposti a votare per salvare Lupi». Insomma, per farla breve, se il ministro del Nuovo centrodestra non dovesse mollare la presa, potrebbe essere lo stesso premier a fargliela mollare: «Se si arriva in Aula con la mozione non è detto che ti copriamo e ti difendiamo». È una minaccia, anche se è ovvio che Renzi per primo non vuole arrivare a uno showdown alla Camera. Piuttosto vorrebbe mantenere il rapporto di collaborazione tenuto finora con il Nuovo centrodestra, affidando il ministero degli Affari regionali a Gaetano Quagliariello e prendendo provvisoriamente l'interim del ministero delle Infrastrutture, per avere la possibilità di fare un repulisti in quel dicastero. Giungere al punto di decidere con la mozione di sfiducia in Aula sarebbe dirompente. Ed è per questo che in realtà nessuno vuole arrivare sino a questa deriva. Non lo vuole il premier che vede la ripresa dietro l'angolo e sa che le elezioni non farebbero bene al Paese, e perciò desidera risolvere la questione prima. Ma, soprattutto, non lo vogliono i suoi avversari, destinati a essere spazzati via dal voto anticipato: Forza Italia, che sarebbe pronta a sostenere Lupi e la minoranza del Partito democratico che da ieri mette in giro veleni contro Renzi e i suoi collaboratori riguardo all'inchiesta fiorentina, quando dalle carte si evince che il premier era il «terrore» della cricca degli appalti. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 74 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il retroscena 19/03/2015 Corriere della Sera Pag. 19 (diffusione:619980, tiratura:779916) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 75 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ed è sulla paura delle elezioni e sul fortissimo istinto di sopravvivenza dei parlamentari che il presidente del Consiglio fa affidamento per risolvere prima la vicenda: «State tranquilli - rassicura i suoi - questa partita la vinciamo noi». © RIPRODUZIONE RISERVATA Posizioni Quando scoppia la polemica che vede coinvolto il ministro Lupi, il premier Renzi non interviene. Lo fa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Delrio: «È prematuro trarre elementi di colpevolezza» Sel e M5S invece attaccano Lupi chiedendone le dimissioni. Ncd difende il suo ministro: da Alfano a Quagliariello, chiedono «trasparenza, non fango». Dai vertici del Partito democratico, linea attendista: Lupi chiarisca in Parlamento Sel e M5S annunciano alla Camera una mozione di sfiducia. Gli altri partiti di opposizione si sfilano: non la sottoscrivono né Forza Italia né la Lega (che però chiede una mozione di sfiducia per Alfano). Non si schierano per la sfiducia i deputati pd, compresi quelli della minoranza, chiamati in causa da Sel Foto: Il senatore a vita Giorgio Napolitano con Matteo Renzi ieri in Senato. Il premier, proprio durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo di oggi e domani, ha rivolto un pensiero all'ex capo dello Stato: «Lo ritrovo in questa Aula e a lui va la mia gratitudine e quella di tutti gli italiani» (Ansa) 19/03/2015 Corriere della Sera Pag. 19 (diffusione:619980, tiratura:779916) «Decida Maurizio Saremmo con lui anche se lasciasse» Andrea Garibaldi ROMA «Come va a finire? Dipende soprattutto da Maurizio Lupi». Voi siete il suo partito. «Tutto il Nuovo Centrodestra è compatto con Lupi. Deve restare ministro perché riteniamo che non ci siano dubbi sulla sua onestà. E per la sostanza politica della vicenda. Detto questo, per noi la centralità della persona non è uno slogan». Gaetano Quagliariello, coordinatore di Ncd, il partito di Alfano e Lupi. Non è un slogan... «Se Lupi spiegasse un suo eventuale passo indietro, dovuto a ragioni personali, e ci chiedesse di condividere la sua scelta, saremmo con lui, con la stessa forza». Arrivano pressioni dal presidente del Consiglio, dal Pd? «Pressioni? Non direi. Piuttosto, ragionamenti amichevoli». La mozione di sfiducia a Lupi, promossa da Grillo e Sel, troverà consensi nel Pd? «Lo chiederei agli esponenti del Pd. Renzi ci ha garantito la tenuta del suo partito». Qual è la sostanza politica di questa vicenda? «Il giudizio politico e quello penale sono ben differenti. Ma se, dopo un'indagine di due anni, la Procura decide di non indagare Lupi, il giudizio è anche politico». Non è scandalosa la figura di un padre politico che cerca lavoro per il figlio? «Da professore universitario so bene che un giovane uscito dal Politecnico di Milano, laureato con lode, il giorno dopo ha 15 offerte di lavoro. Il fatto che il figlio di Maurizio Lupi si trovi a New York e abbia detto no a quelle offerte è una scelta di moralità». E le cene del ministro Lupi con alcuni degli arrestati? «Credo sia il caso di fidarsi dei magistrati di Firenze». Ci deve essere identità di comportamento riguardo alle inchieste che coinvolgono politici? «Ogni vicenda ha una sua specificità, l'importante è non diventare schizofrenici. Si sono chieste e ottenute le dimissioni di persone non indagate come Nunzia De Girolamo, mentre chi è stato condannato si candida a governatore, come Vincenzo De Luca». De Girolamo ha detto: «Se Lupi di dimette, tutto Ncd esca dal governo». «Ncd deve riflettere su tre punti. Siamo totalmente privi di forza mediatica. Non possiamo tradire la nostra scelta di responsabilità: portare l'Italia fuori dalla crisi e riscrivere le regole. Siamo la parte di classe dirigente del centrodestra più appassionata e lontana da interessi, la nostra storia non va ridotta a poltronismo e potere». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Chi è Gaetano Quagliariello, 54 anni, dal 2006 al Senato, ex ministro alle Riforme, è tra i fondatori di Ncd SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 76 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA Quagliariello 19/03/2015 Corriere della Sera Pag. 23 (diffusione:619980, tiratura:779916) Salvini: ora parlo con Berlusconi ma non ci basta un accordicchio «Serve un progetto duraturo di centrodestra. Bisognerà fare le primarie» Essere populista è un vanto se significa dire in un minuto quel che certi professoro-ni dicono in tre quarti d'ora E se il non populista è Monti... Marco Cremonesi MILANO «Berlusconi? Non penso sia il vecchio. Però, quello che voglio io è un progetto a lungo termine. La costruzione di un vero centrodestra. Non un accordicchio a tutti i costi». Matteo Salvini è meno incendiario che non nelle scorse settimane rispetto ai rapporti con Forza Italia. Però, spiega il leader leghista, «voglio che gli italiani vadano a votare qualcosa di chiaro e definito almeno quanto quello di Renzi». Che cosa significa? Un programma sottoscritto insieme a Silvio Berlusconi? «No. Non necessariamente. Si possono avere idee diverse su tanti punti, e dunque sottoporle agli italiani. Saranno loro, poi, a scegliere. Un programma e insieme il leader che ci ha messo la faccia. Quel che io non voglio, per dire, è un'alleanza con diciotto posizioni diverse sull'euro: quindi si fanno le primarie, che servono anche a recuperare l'interesse e la passione degli italiani». E secondo lei Silvio Berlusconi accetterà una cosa del genere? E poi, le regionali sono presto, in maggio. «Spero davvero che Berlusconi accetti. In ogni caso, il punto non è fare un accordino un tanto al pezzo. Mezzo accordo per la Campania, un accordicchio per la Toscana, e un altro ancora per mezzo assessore in provincia di Varese. Io credo che si debba dare agli italiani il progetto di un centrodestra a lungo termine. Altrimenti, non crederanno più a nessuno di noi, e per molto tempo. Poi, certo, non è che dobbiamo fare le primarie stamattina. Basta capire dove stiamo andando». Forza Italia, però, alza il prezzo. Per esempio, tratta con Flavio Tosi per il Veneto. «Il fatto è che noi non abbiamo un prezzo, Forza Italia può fare quello che vuole. Soltanto, sia chiaro che noi non siamo qui a ingoiare qualunque cosa in nome del domani mattina. Noi vogliamo vincere non soltanto in Veneto, ma giocarcela anche in Liguria e in Toscana. Se Forza Italia lo capisce, vinciamo anche lì. E se vinciamo in una regione rossa, Renzi va a casa. Se invece si insiste a giocare a questo Monopoli... davvero, a noi non interessa, "noi ti cediamo Via Accademia in cambio di Vicolo stretto e Vicolo Corto"...». Salvini, lei ha già dichiarato quali sono i suoi candidati sia in Liguria che in Toscana. Non sarebbe stato il caso di discuterne prima con i possibili alleati? «Guardi, io da Silvio Berlusconi di sicuro ho imparato una cosa. Che bisogna scegliere per ciascun posto il candidato migliore. E dunque, voglio ricordare che in Toscana Forza Italia non ha mai fatto opposizione, è sempre andata a braccetto con il Pd e i suoi peggiori misfatti. Da questo punto di vista, un candidato della Lega va meglio. Se poi è Claudio Borghi, che peraltro fino a sei mesi fa scriveva sul giornale di Berlusconi, è ancora meglio». Per discuterne, lei dovrebbe vedere Silvio Berlusconi. Vi siete dati l'appuntamento che i tifosi del centrodestra attendono? «No. Di questo non parlo. Di sicuro, comunque ci vedremo presto. Il problema è che ci sono diverse Forza Italia. C'è il signor Caldoro che in Campania schifa la Lega. C'è il signor Gasparri che schifa la Lega. C'è il signor Rotondi che dice che Salvini è fuori dal contesto civile». Beh, lei populista lo è davvero. È strano che un partito che si definisce moderato abbia i suoi dubbi? «Essere populista è un vanto se significa dire in un minuto quel che certi professoroni dicono in tre quarti d'ora. E se il non-populista è il professor Monti, essere populista è un vanto». In Veneto la Liga si è spaccata. Era proprio impossibile evitarlo? «In Veneto la Liga non si è spaccata affatto. E difatti, al suo ultimo consiglio, ha votato all'unanimità. Lì il problema non era risolvibile: Tosi voleva prendere il posto di Zaia. Il problema è che avrebbe dovuto aspettare cinque anni, e non ne aveva voglia». SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 77 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'intervista 19/03/2015 Corriere della Sera Pag. 23 (diffusione:619980, tiratura:779916) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 78 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La Lega non ha chiesto le dimissioni del ministro Maurizio Lupi. Aspettate anche voi la discussione in Parlamento? «Mi creda: non ci interessa. La questione riguarda Renzi. Se fosse una persona di parola, e non mi riferisco tanto a Lupi, ma anche ai precedenti come Annamaria Cancellieri, il ministro alle Infrastrutture dovrebbe essere fuori. Ma qui è l'intero partito, Ncd, di cui qualcuno dovrà pur rispondere. Se Renzi non fosse un chiacchierone, Ncd dovrebbe accomodarsi fuori dalla porta. Di certo, dopo le ultime vicende, del Nuovo centrodestra nessuno nemmeno parli più, almeno con noi». © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Matteo Salvini, 42 anni, parlamentare europeo, è segretario della Lega Nord Foto: Noi non abbiamo prezzo, Forza Italia può fare quello che vuole: non siamo qui a ingoiare qualsiasi cosa in nome del domani Foto: Con Silvio ci vedremo presto, il problema è che esistono diverse Forza Italia Dentro ci sono anche Caldoro, Gasparri e Rotondi 19/03/2015 Corriere della Sera Pag. 31 (diffusione:619980, tiratura:779916) Sacconi: «Biagi sarebbe orgoglioso del Jobs act» Il ricordo del giuslavorista ucciso: «La sua legge creò posti di lavoro, speriamo accada anche oggi» Virginia Piccolillo ROMA Era esattamente tredici anni fa quando Marco Biagi venne assassinato dal commando br di Nadia Desdemona Lioce, mentre in bici tornava a casa dalla stazione di Bologna. Ma, sottolinea Maurizio Sacconi con soddisfazione: «Adesso, con il Jobs act, il suo lavoro, iniziato con il Libro Bianco, è finalmente giunto a compimento. Manca solo un tassello». Quale? «Il testo unico sostitutivo». Vuole la modifica dello Statuto dei lavoratori? «Va sostituito. C'è una specifica delega. E, in onore del suo sacrificio, bisognerebbe chiamarlo Statuto dei Lavori, dipendenti e indipendenti». Pensa che sarebbe un'iniziativa condivisa? «Il Jobs act non ha avuto un'approvazione unanime. Ma le sue idee, allora tanto contestate, ora sono largamente accettate. E che la sua riforma si sia prodotta con consenso di destra e sinistra, gli darebbe una grande soddisfazione». I lavoratori in questi 13 anni hanno visto assottigliarsi i diritti e diminuire i posti. «Abbiamo attraversato la più grande recessione. E l'assenza di Marco si è fatta sentire. Avremmo evitato di commettere tanti errori». A quali si riferisce? «Soprattutto alla legge Fornero». Perché? «Bruciò più posti di lavoro di quanto sarebbe successo in sua assenza. Ma con la semplificazione dei contratti a termine e i decreti del Jobs act abbiamo ripristinato ed esteso le flessibilità tanto in entrata quanto in uscita. Combinandole con più protezioni». Prima della Fornero però la situazione dell'occupazione non era rosea. «Con la sua prima legge, Biagi fece schizzare in alto l'occupazione. Fino all'inizio della crisi del 2009, si registrarono un milione e mezzo di posti in più. Magari era anche emersione di lavoro nero, ma il risultato ci fu» . Ora crede davvero a un effetto analogo? «Sono fiducioso che il Jobs act possa concorrere a una ripresa con occupazione». E quando si dovrebbero vedere gli effetti? «Alcuni primi segnali ci sono. Ma dobbiamo sostenere la ripresa. Con l'incremento dei consumi interni, di cui è presupposto la riduzione della tassazione, soprattutto sulla casa, che li ha inibiti». Qual è il contributo tuttora più influente di Biagi? «E' ancora il giuslavorista più influente sui decisori pubblici. Intuì che il mondo cambiava. La globalizzazione avrebbe cambiato le certezze. E bisognava cambiare le tutele del lavoratore». Di tutele non se ne vedono troppo poche? «La prima protezione del lavoratore sono le sue competenze. Da lì l'importanza data da Biagi alla integrazione tra scuola e lavoro, fino ad allora in contrapposizione ideologica. E adesso, forse, con il rilancio dell'apprendistato e la nuova riforma della scuola, più compiutamente realizzate». © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi era Il giuslavori-sta Marco Biagi è stato ucciso da un com-mando di ter-roristi delle Nuove Brigate Rosse il 19 marzo 2002: aveva 51 anni SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 79 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA L'anniversario 19/03/2015 Corriere della Sera Pag. 31 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Se fosse ancora vivo avremmo evitato errori come la riforma Fornero SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 80 19/03/2015 Corriere della Sera Pag. 40 (diffusione:619980, tiratura:779916) Agenzia Entrate, la tesi di Cheli: nomine bocciate ma non gli atti Mario Sensini Il costituzionalista Enzo Cheli esclude che la sentenza con cui la Consulta ha bocciato la nomina di 800 dirigenti su 1.100 dell'Agenzia delle Entrate renda nulli anche gli atti da loro firmati, compresi gli accertamenti fiscali. Le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori sono convinti del contrario e hanno preannunciato una richiesta di accesso agli atti perché nei giudizi tributari pendenti vengano annullati tutti gli atti sottoscritti «illegittimamente». La giurisprudenza in materia non li conforta: sia per il Tar sia per il Consiglio di Stato l'annullamento della nomina di un dirigente non travolge gli atti da questo firmati, almeno in linea di principio. La stessa sentenza della Consulta di ieri, dice Cheli, «impedisce di usare certe norme per il futuro, ma non mette in discussione le azioni passate prodotte in forza di quelle norme». In ogni caso, con la pubblicazione in Gazzetta della sentenza, quegli 800 dirigenti decadranno, decapitando l'Agenzia in un momento topico, tra la dichiarazione dei redditi precompilata, le delicate verifiche di tutte le operazioni di voluntary disclosure e i controlli per assicurare 3,8 miliardi di maggior gettito nel 2015. Che ora per il governo diventano un obiettivo a rischio, benché il problema delle nomine all'Agenzia fosse noto da dodici anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 81 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La Lente 19/03/2015 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) L'Europa spaccata, da Atene a Francoforte Adriana Cerretelli Forse niente come la nuova torre di vetro della Bce che si innalza compiaciuta per 185 metri nel cielo di Francoforte (mentre a terra la sua inaugurazione raccoglie sulle rive del Meno migliaia di manifestanti al grido di "Basta diktat", "Il capitalismo uccide", "In Europa ci vuole più Atene e meno Berlino, i problemi non si risolvono con l'austerità") illustra l'abisso che 7 anni di crisi dell'euro hanno scavato tra istituzioni e popoli europei, tra governi e cittadini comuni. Vandalismi, violenza urbana, scontri con la polizia, feriti, arresti a centinaia potrebbero apparire immagini improbabili, "clic" fuori contesto nella prospera Germania e, ancora di più, nella sua città che ospita l'istituzione europea più prestigiosa, la Banca centrale che governa l'euro. Invece no. La fotografia di Francoforte messa a ferro e a fuoco da giovani tedeschi, greci, spagnoli uniti da malessere e frustrazioni maturati nei ghetti della disoccupazione, del disagio sociale e del bisogno dice che, se la frustrazione è arrivata fin qui per esprimersi, significa che la misura è davvero colma. Che il campanello di allarme non va più ignorato. L'ha capito subito ieri Mario Draghi che non a caso ha invitato l'Europa ad ascoltare di più la voce dei suoi cittadini, a ritrovare la solidarietà senza cedere ai nazionalismi, senza smarrire la strada dell'integrazione e delle riforme perché sono l'unico modo per vincere davvero la crisi e procurarsi un futuro solido e all'altezza delle sfide del mondo globale. Il presidente della Bce ha indicato la via della rappacificazione democratica e intra-europea proprio alla vigilia del difficile vertice europeo che si svolgerà oggi e domani a Bruxelles. Continua pagina 2 Continua da pagina 1 Dovrebbe concentrarsi su unione energetica, crisi ucraina e Libia. Invece i capi di governo Ue finiranno per parlare soprattutto di Grecia. Ed è anche per questo che le parole di ieri di Draghi colgono nel segno: Grexit serpeggia di nuovo nei sussurri di palazzo, tra un'insofferenza crescente e la voglia di liberazione da un problema ritenuto insolubile. Alexis Tsipras coglie perfettamente l'ostilità stizzita che circonda lui e il suo Paese: per questo prova a superare i canali del dialogo tecnocratico per portare il suo problema al massimo livello di dibattito politico. Anche se non è affatto detto che interlocutori come Angela Merkel, François Hollande, Jean-Claude Juncker e Draghi si dimostrino più aperti e disponibili. Senza nuovi e tempestivi aiuti europei, la Grecia scivola inesorabilmente verso il default e la rottura con i partner. Non aiuta la sensibilità diplomatica di Jeroen Dijsselbloem , il presidente dell'Eurogruppo che già evoca per Atene il devastante scenario di Cipro con relativa imposizione dei controlli sui movimenti dei capitali. Né aiuta il veto della troika alle misure umanitarie promosse dal governo, buoni-pasto e luce gratuita per le fasce più povere, perché "unilaterali", presentate senza consultare i tecnici. E nemmeno il giudizio durissimo dell'Fmi: la Grecia è il Paese meno collaborativo della storia del Fondo. Tutti accusano Atene di non rispettare gli impegni assunti il 20 febbraio con i creditori. Il premier Tsipras replica che ha l'acqua alla gola: finanziariamente, socialmente e politicamente. Sa di essere nell'angolo in Europa. Come sa che conta poco nel negoziato avere il sostegno dell'80% dei greci nella battaglia contro l'austerità o l'approvazione a maggioranza schiacciante del parlamento agli aiuti umanitari. «Spetta alla Grecia decidere se vuole stare o no nell'euro» ripete il tedesco Wolfgang Schäuble. E persino il francese Pierre Moscovici, il commissario Ue un tempo convinta colomba, rincara: «Non possiamo tenere dentro la Grecia ad ogni costo». Insoddisfatto dei progressi fatti fin qui, Juncker invece invita «gli uni e gli altri a intendersi». SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 82 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PROTESTE E SOLIDARIETÀ 19/03/2015 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 83 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I margini di Tsipras sono ridottissimi. Quando governava il suo predecessore Antonis Samaras, i partner e la troika sapevano benissimo che il 60% degli impegni che aveva preso restavano inattuati ma facevano finta di niente e alla fine erogavano gli aiuti. «Però Samaras diceva sempre di aver intenzione di rispettare gli impegni, Tsipras no», ricorda un consumato negoziatore. Come sempre tutti hanno una parte di ragione. La questione è un'altra, drammatica: di questo passo, se l'Europa non farà un gesto costruttivo e lungimirante, con le sue sole forze la Grecia non riuscirà a restare nell'euro. C'è che si ostina a illudersi di essere comunque immune al disastro. Le immagini di ieri a Francoforte raccontano tutt'altra storia: la Grecia è un problema tutto europeo come le sue richieste di un rigore più temperato e ragionevole ormai sono europee. Condannarla all'uscita provocherebbe all'euro danni oggi incalcolabili. E non è consigliabile esplorarli proprio ora che la ripresa economica sembra riaffacciarsi in Europa. © RIPRODUZIONE RISERVATA 19/03/2015 Il Sole 24 Ore Pag. 47 (diffusione:334076, tiratura:405061) «Gli atti già emessi sono legittimi» M.Mo. G.Par. NIENTE PREOCCUPAZIONI Uno stop delle Ctp sarebbe contrario ai precedenti di legittimità PER CHI RICORRE Oltre a pagare il contributo unificato rischia la condanna alle spese di lite Nessun impatto sugli atti firmati in passato dai funzionari incaricati di ruoli dirigenziali senza concorso. A precisarlo al Sole 24 Ore è Vincenzo Busa, direttore centrale Affari legali e contenzioso dell'agenzia delle Entrate. Direttore Busa, dopo la sentenza 37/2015 della Corte costituzionale che cosa accadrà agli atti di adesione e di accertamento già emessi e firmati dai dirigenti riportati a ruolo di funzionario? La pronuncia di illegittimità della Consulta non produce effetti sugli atti firmati dal personale incaricato di funzioni dirigenziali. In termini molto chiari, nella decisione è affermato che gli atti emessi sono legittimi. La sentenza non si riflette sulla funzionalità dell'Agenzia né sulla idoneità degli atti emessi a esprimere la volontà all'esterno dell'amministrazione finanziaria, la cui legittimità pertanto è fuori discussione. Non temete che chi ha già contestato l'illegittimità nel ricorso e chi la proporrà per i nuovi contenziosi possa portare alla pronuncia di nullità da parte delle Commissioni tributarie? Nessuna preoccupazione al riguardo. Una eventuale pronuncia di illegittimità di tali atti da parte delle Commissioni tributarie sarebbe in contrasto con l'orientamento della Consulta nella parte in cui questa recepisce e condivide l'orientamento univoco della giurisprudenza della Cassazione, secondo cui, ai fini della legittimità dell'atto, è sufficiente che lo stesso provenga e sia riferibile all'uficio che lo ha emanato. Non c'è il rischio di aprire ulteriori contenziosi anche in via amministrativa sulla legittimità degli atti con il rischio di rallentare l'attività di recupero? Alla luce della richiamata sentenza della Consulta, sarebbero prive di fondamento e, quindi, perdenti le iniziative di contribuenti che intendessero far valere in giudizio l'illegittimità degli atti firmati da personale incaricato di funzioni dirigenziali. Dopo aver pagato il contributo unificato, rischierebbero la condanna alle spese di lite. Che succede se il direttore provinciale che ha delegato il capo area o il capo ufficio alla firma dell'atto di accertamento non era dirigente ma solo funzionario incaricato? E al contrario se il direttore provinciale era funzionario e il capo area dirigente? La risposta è fornita dalle numerose pronunce della Cassazione cui la sentenza della Corte costituzionale ha fatto esplicito riferimento. Cito per tutte la recente sentenza 220/2014 della Suprema corte in cui si affronta proprio il caso di un atto sottoscritto dal direttore di agenzia locale, peraltro asseritamente carente di qualifica dirigenziale. Ebbene, i giudici di legittimità, anche in quel caso, hanno confermato la legittimità dell'atto, in quanto riconducibile al capo ufficio, senza richiedere assolutamente che il capo ufficio debba rivestire la qualifica dirigenziale. Avete una stima (per anno e/o complessiva) di quanti atti siano stati emessi e del controvalore della contestazione con firma di dirigenti ora riportati dalla Consulta a ruolo di funzionario? SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 84 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA VINCENZO BUSA DIRETTORE CENTRALE AFFARI LEGALI E CONTENZIOSO DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE 19/03/2015 Il Sole 24 Ore Pag. 47 (diffusione:334076, tiratura:405061) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 85 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Non abbiamo stimato la fattispecie in quanto relativa ad atti che, come dicevo, non destano preoccupazione sul piano della sostenibilità in giudizio. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Direttore Affari legali e contenzioso. Vincenzo Busa 19/03/2015 La Repubblica Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) Gli spari, le urla e il fumo poi la fuga giù per le scale "Ma non ho più visto le mie amiche e colleghe" Antonietta Santoro era in viaggio con le sue vicine di scrivania al Comune di Torino. Durante l'attacco è fuggita dall'uscita di emergenza ed è stata portata via in una caserma. "Mentre scappavo mi sono voltata, ma loro non c'erano più" DIEGO LONGHIN TORINO. «Ho sentito gli spari dietro di me, mi sono voltata e non ho più visto gli amici. C'era solo fumo, gente che urlava e io che scappavo. Non si capiva più nulla». Antonietta Santoro, 55 anni, era appena entrata al Museo del Bardo, nel cuore di Tunisi, a due passi dal Parlamento. Era con le sue inseparabili compagne di viaggio e vicine di scrivanie al Comune di Torino: Anna Abagnale, Antonella Sesino, e Carolina Bottari, rimasta ferita. Almeno una volta all'anno le quattro, qualcuna insieme ai mariti, fanno le valigie e partono per una nuova avventura. Avevano deciso di approfittare delle offerte del Cral di Palazzo Civico. Un tour tra Francia, Baleari e Tunisia: una settimana per staccare dal tran tran quotidiano e dalle pratiche dell'ufficio patrimoni del Comune. Un viaggio ricco, un buon affare: dal 15 al 22 marzo, da 560 a 970 euro. Partenza da Savona con la Costa Fascinosa, stop a Civitavecchia e Palermo, e poi, finalmente, Tunisi, la prima vera meta della crociera. Quando siete arrivati a Tunisi? «Siamo arrivati al porto di Tunisi poco dopo le 8, come da programma avevamo già deciso di unirci alla gita al Museo Bardo. Finita avremmo fatto un giro per la città, saremmo andati a visitare il suk per acquistare un po' di cose. Il classico tour». Al Bardo cosa è successo? «Siamo arrivati ed eravamo tutti insieme, stavamo ammirando i mosaici, prima quello di Nettuno, poi Perseo e Ulisse. Come gruppetto eravamo in sei, le mie amiche e i mariti di alcune, vicini. A un certo punto sentiamo trambusto, mi giro e vedo in lontananza dei ragazzi in divisa con le armi in pugno. A noi si avvicinano subito delle hostess del museo che ci dicono in inglese, presto presto, scappate, presto». Vi hanno accompagnato fuori? «Gli addetti della sala ci hanno indicato l'uscita d'emergenza, in fondo alla sala, dietro un corridoio. Ci siamo scaraventati. In pratica ci siamo buttati giù per i gradini delle scale sperando di farcela. Non c'è stato tempo di pensare». Le sue amiche? «Mentre scappavo per il corridoio mi sono voltata, ho visto fumo, sentito gli spari, ma non le ho più viste, devono essere scappate dall'altra parte». Dopo che è uscita cosa è successo? «Era pieno di polizia, stavano circondando il palazzo, mi hanno preso e messo su una macchina. Prima mi hanno portato in una caserma, ora mi stanno portando da un'altra parte». È riuscitaa mettersi in contatto con gli altri compagni di viaggio? «No, ho provato. Eravamo insieme, ma quando è entrato il gruppo con le armi in mano e ha iniziato a sparare ci siamo divisi. Loro sono corse dall'altra parte». PER SAPERNE DI PIÙ twitter.com www.facebook.com Foto: CON IL CRAL Maria Antonietta Santoro, nella foto del profilo Facebook con il marito: impiegata del Comune di Torino, era in vacanza con il Cral SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 86 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le testimonianze. Intervista 19/03/2015 La Repubblica Pag. 13 (diffusione:556325, tiratura:710716) "I nostri governi hanno deluso i giovani tunisini E i terroristi trovano terreno fertile" Parla Lina Ben Mhenni la blogger che nel 2011 raccontò al mondo la rivolta FRANCESCA CAFERRI ROMA. Lina Ben Mhenniè una delle voci più famose della Primavera araba: in quei giorni del 2011 in cui il mondo guardava incredulo un paese intero ribellarsi, il suo blog divenne un punto di riferimento per chi cercava di capire cosa stesse accadendo a Tunisi. Da allora è diventata una celebrità, premiata in tutto il mondo e citata anche dall'allora candidato segretario del Pd Matteo Renzi nel pantheon dei suoi miti, accantoa Papa Giovannie Nelson Mandela. Lina, si aspettava un attacco come questo nel cuore della sua città? «Assolutamente no. Sono sotto choc, come molti tunisini oggi: pensare che tutto sia avvenuto a pochi passi dal Parlamento, in pieno centro, è incredibile. Mai avrei pensato a una cosa simile». Quale messaggio c'è dietro ad un'azione così? «Stanno cercando di distruggere il paese simbolo della Primavera araba. Ma non vinceranno: torno ora dal centro, c'erano centinaia di persone a manifestare, s p o n t a n e a mente. Torneremo in strada nelle prossime ore per dire che non siamo spaventati, che chi ha sparato non rappresenta la vera Tunisia». Però il suo paese è quello che ha il più alto numero di giovani partiti per la Siria... «La Tunisia non ha ancora vinto la sua scommessa: nessuno dei governi che si sono succeduti dopo la caduta di Ben Ali ha centrato gli obiettivi che si era posta la rivoluzione e molti hanno perso la speranza. Chi perde la speranza è fragile e facilmente manipolabile:è per questo chei terroristi hanno trovato qui un terreno fertile». E Lei che della Primavera tunisina è stata la voce e il volto cosa pensa? «Sono triste: è difficile vedere a che punto siamo oggi e pensare a dove avremmo voluto arrivare quattro anni fa. Ma non perdo la speranza. È un processo lungo e difficile, dobbiamo essere pazienti». Intanto l'Is avanza... «È vero: stanno guadagnando spazio. È vero, il numero di quelli che si schierano con loro è in aumento. Ma, lo ripeto, ci sono delle ragioni dietro a tutto questo: ed è a quelle che dobbiamo guardare». SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 87 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA 19/03/2015 La Repubblica Pag. 17 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Ha vinto la deriva messianica ora gli israeliani si sveglino" Etgar Keret "L'affermazione di Netanyahu - spiega lo scrittore è stata una grande delusione. Lui vuole un paese più ebraico e meno democratico. Spero che questa corrente illiberale e religiosa non prenda il sopravvento. Ma la sinistra ha perso perché è diventata minoranza" Dopo il voto di martedì temo un maggiore isolamento internazionale Bisogna decidere che nazione essere: la discriminazione dei cittadini arabi deve finire DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FABIO SCUTO GERUSALEMME. La voce cupa e stanca che arriva dal telefono non è dovuta al jet lag ma al vero e proprio shock che lo scrittore e sceneggiatore israeliano Etgar Keret dice di aver subito quando, ieri mattina, è sceso dall'aereo che lo ha portato a New York e ha saputo il risultato del voto. Teme, e non fa nulla per nasconderlo, «questa deriva illiberale e messianica» che è scaturita dalle urne. All'alba di ieri sono svanite tutte le illusioni della sinistra di mandare a casa Netanyahu... «Una delusione enorme. Netanyahu ha fatto così tanti errori, ha danneggiato così tante persone, che sembrava che la sinistra, così indebolita negli ultimi dieci anni, potesse approfittare di questa crisi per conquistare una vittoria decisiva. Il Likud aveva deluso in tutti i campi possibili, nella sicurezza, nell'economia, nelle relazioni internazionali, dopo che erano stati svelati tanti casi di malgoverno e di corruzione. Se in questa realtà non siamo riusciti a vincere probabilmente significa che la sinistra è diventata una minoranza in Israele». E supponendo che davvero la sinistra sia ora minoranza, cosa accadrà adesso? «Ci sono sempre state opinioni differenti ed opposte all'interno del popolo ebraico, ed evidente che questa divergenza continuerà, posso solo sperare che questa corrente destrorsa, illiberale e messianica non prenda il sopravvento totale e che la gente si svegli». Ma Netanyahu ha però dalla sua la forza del risultato, non crede? «Certamente. Ha sfruttato in maniera cinica questa campagna elettorale, edè riuscitoa danneggiare i nostri rapporti con gli Usa. Israele ha sempre avuto bisogno del sostegno americano ed è possibile che ora questo sostegno scompaia o quanto meno venga molto indebolito. Adesso chissà cosa farà con i suoi alleati nella nuova coalizione, temo un maggiore isolamento sul piano internazionale». E la divisione interna in Israele non è un fatto ancora più preoccupante? «Entrambi i partiti hanno usato un linguaggio ultimativo "o noi o loro", mentre forse si dovrebbe tentare di trovare un terreno in comune. Giorni fa ero su un taxi guidato da una donna, un tipo cordiale, di una certa età. Ad un certo punto siamo finiti a parlare delle manifestazioni degli ultimi giorni a Piazza Rabin e del fatto che un giornalista di destra ha accusato una vedova dell'ultima guerra di Gaza, che aveva parlato al raduno della sinistra, di essere l'assassina del marito caduto, perché aveva appoggiato il ritiro israeliano da Gaza nel 2005. "Bisognerebbe usare un linguaggio più moderato - ho detto alla tassista - in definitiva siamo lo stesso popolo". "No, tu ed io non siamo lo stesso popolo - mi ha risposto - siamo due popoli diversi, che si trovano in guerra". Penso che questa sensazione di appartenere a due popoli differenti sia ormai divenuta reale». Quali sono le linee di separazione fra questi due popoli? Sono religiose, economiche, ideali? «Le linee di demarcazione classiche fra destra e sinistra in Israele sono sempre meno significative. Per esempio il presidente Rivlin, che pur essendo un uomo di destra, è un liberale; o l'exministro della Giustizia Dan Meridor, che pur essendo nato e cresciuto nel Likud non vi si riconosce più e non ha votato per Netanyahu. Credo che dobbiamo decidere se vogliamo essere un Paese in cui tutti i suoi cittadini sono uguali, o un Paese i cui i cittadini arabi sono sistematicamente discriminati. Apparentemente Netanyahu vuole un paese più "ebraico" e meno democratico. Quindi ritengo che la questione religiosa, nell'accezione di Netanyahu e delle destre israeliane, sia quella più significativa. Da un lato c'è una visione religiosa e messianica, dall'altro una liberale e democratica». PER SAPERNE DI PIÙ www.jpost.com www.etgarkeret.com Foto: BESTSELLER Etgar Keret, 47 anni, autore di racconti e sceneggiature, è considerato il giovane "Beckett" israeliano SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 88 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA 19/03/2015 La Repubblica Pag. 19 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Fu alleato dei carnefici di Silvio voterò sì a una mozione di sfiducia" Fa parte di quei politici che hanno approfittato di una ingiustizia per un vantaggio personale CARMELO LOPAPA ROMA. Forza Italia si prepara a sostenere in aula il ministro finito nell'occhio del ciclone. Sempre che si arrivi a un voto per decidere dei suoi destini al governo. E il partito di Berlusconi lo farebbe in nome della tradizione garantista, più che per difendere il suo "ex". Ma c'è una voce fuori dal coro. «Non do la solidarietà a Maurizio Lupi e, per quanto mi riguarda, se arriverà una mozione di sfiducia, indipendentemente dalla indicazione di Forza Italia io voterò sì» racconta Daniela Santanché in una pausa dei lavori a Montecitorio. E il consueto garantismo va a farsi benedire? Si è convinta per caso che il ministro delle Infrastrutture sia colpevole? «E no. Io resto garantista in generale e anche sulla posizione del ministro. Tanto è vero che questa mia decisione non è indicazione di colpevolezza, né una formazione di giudizio dopo aver letto carte e intercettazioni che mi richiamano alla mente errori ed orrori giudiziari già visti in abbondanza negli ultimi vent'anni». E allora cosa? «Per capire la mia decisione bisogna fare un passo indietro. E andare con la memoria nell'autunno del 2013». Cosa accadde? «Forza Italia era impegnata nella dura battaglia per impedire la decadenza di Berlusconi dal Senato, ingiustamente condannato per una forzatura della magistratura politicizzata». E cosa c'entra Lupi? «A parole diede la solidarietà, nei fatti si alleò con i carnefici per permettere l'ingiusta esecuzione. Così nacque la scissione che indebolì Forza Italia, così nacque Ncd come stampella di quel governo di sinistra giustizialista e che aveva come programma la morte politica di Berlusconi». Alleato dei carnefici, proprio Lupi? «Fa parte di quei politici che hanno approfittato di una ingiustizia della magistratura per trarne vantaggio personale e politico tradendo per di più un mandato elettorale. Altro che Rolexe vestiti su misura che non mi sembra la cosa più grave». Quel è la cosa più grave? «Che il ministro in quell'autunno decise di mettere il suo futuro politico e personale, il suo onore, nelle mani di quei magistrati politicizzati e dei giustizialisti che io con forza combatto. Per rispetto di questa sua scelta, non posso - e sarei un'ipocrita se lo facessi - stringere la mano, magari con un sorriso, a chi ha partecipato al complotto per uccidere il nostro movimento politico e il suo fondatore. Sono certa che Maurizio Lupi, che mi auguro nel suo intimo abbia i miei stessi valori, capirà». Foto: Daniela Santanché, deputata di Forza Italia SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 89 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA/2 DANIELA SANTANCHÈ 19/03/2015 La Repubblica Pag. 28 (diffusione:556325, tiratura:710716) Azione a tenaglia dei colossi cinesi Mossa sui camion e intanto sognano le gomme Pirelli In campo un fondo o People Bank che ha già investito in Eni ed Enel I russi di Rosneft pronti a monetizzare CARLOTTA SCOZZARI MILANO. Per la Pirelli la Cina potrebbe essere più vicina di quanto si pensi. Tanto per cominciare, il gruppo degli pneumatici, come confermato a febbraio dal suo stesso numero uno Marco Tronchetti Provera, è al lavoro per trovare un «partner» (quindi un socio) asiatico per la divisione dei mezzi pesanti. Soprattutto, però, complice proprio questa operazione, il mercato scommette sulla possibilità che i cinesi possano essere interessati anche a un ingresso nell'azionariato del gruppo degli pneumatici. E questo in un momento in cui gli azionisti di Rosneft, che attraverso il 50% detenuto nella scatola controllante Camfin possiedono il 13% di Pirelli, hanno ben altro a cui pensare che non all'investimento nel gruppo della Bicocca (che peraltro si affianca a quello nella Saras dei fratelli Moratti). Con le sanzioni per il conflitto ucraino che impediscono di ottenere nuovi prestiti dalle banche occidentali e con i rapporti tra il numero uno Igor Sechin e il presidente Vladimir Putin più che mai glaciali, c'è chi ha già cominciato a scommettere su un possibile disimpegno di Rosneft da Pirelli. Ed è qui che entrerebbero in scena i cinesi. E lo farebbero applicando uno schema "a tenaglia" che, da una parte comporta l'ingresso di un gruppo industriale a controllo statale al piano di sotto, nella divisione camion. Dall'altra, secondo le scommesse del mercato, potrebbe contemplare l'arrivo di un nuovo azionista pure di emanazione pubblica al piano di sopra, in Camfin, la cassaforte al 26% di Pirelli. Si guarda a un fondo sovrano cinese o alla banca centrale People Bank of China, che in Italia ha già fatto incetta di azioni Eni, Enel, Mediobanca e Telecom Italia. Un eventuale socio asiatico non potrà fare a meno di considerare che per ora la guida di Pirelli è saldamente in mano a Tronchetti Provera e che le azioni Camfin sono più difficili da liquidare di quelle della controllata quotata. Che nel frattempo, in Borsa, si è portata sui massimi dei cinque anni, rendendo l'operazione non proprio a buon mercato per un potenziale acquirente. Foto: PRESIDENTE Marco Tronchetti Provera numero uno della Pirelli guardata con interesse dai colossi cinesi SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 90 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL PUNTO 19/03/2015 La Repubblica Pag. 28 (diffusione:556325, tiratura:710716) Proteste a Francoforte. Draghi: "Li capisco, serve Europa più solidale" Atene vara misure umanitarie unilateralmente. I timori di Juncker I manifestanti inneggiano a Syriza ma l'Fmi accusa: "Scarsa collaborazione". Il tedesco Schaeuble: il tempo sta scadendo ALBERTO D'ARGENIO FRANCOFORTE. Prima la guerriglia urbana, poi i resti della devastazione. A Francoforte Mario Draghi inaugura il nuovo grattacielo della Bce. "La casa dell'euro", la chiama, 185 metri di cristallo e acciaio costati 1,3 miliardi. In diecimila arrivano da tutta Europa per protestare contro austerity e troika. Inneggiano a greci, spagnoli e italiani. A fine giornata la città è devastata, l'odore acre della plastica bruciata si avverte in diversi quartieri, auto date alle fiamme, cassonetti incendiati in mezzo alla strada e ponti resi inagibili per bloccare la polizia. Arresti, feriti, vetrine frantumate e marciapiedi deserti nonostante la giornata primaverile. Girano solo manifestanti pacifici in maglietta, plotoni di poliziotti sudati fradici sotto la tenuta antisommossa e gruppi di violenti incappucciati nelle felpe nere. All'alba frange del corteo di Blockupy cingono d'assedio la nuova Bce. Sono in diecimila, fronteggiati da altrettanti agenti. E' guerriglia vera che divampa anche in centro. Viene assaltato un commissariato, gli incappucciati provano a sfondare i cordoni di polizia che sigillano la Bce. La violenza è immane, cannoni d'acqua e fumogeni provano a disperdere i violenti che rispondono a sassate. Dappertutto si alzano dense colonne di fumo nero. Nel corteo ci sono circa 2000 italiani. Al lavoro alla Bce ci vanno solo in 500, quelli strettamente necessari. Gli altri restano a casa. La polizia porta i banchieri centrali nel palazzo in elicottero o in barca, sfruttando l'ingresso sul fiume Meno. C'è il sole, mentre infuria la battaglia alcuni ragazzi a torso nudo fanno tranquillamente canottaggio. Si conteranno 350 fermi, 16 arresti, sette volanti bruciate, 14 agenti e 21 manifestanti feriti e rispettivamente 80 e 107 intossicati. Nel pomeriggio i dimostranti riempiono il Romerberg, la storica piazza trabocca di una folla pacifica, allegra e variopinta. Si tengono i comizi finali, parla anche Naomi Klein. «La nostra protesta - spiega Ulrich Wilken, tra gli organizzatori - è contro la Bce, membro della troika che ostacola il lavoro del governo greco: basta austerità». Fischi per Draghi, Merkel, Schaeuble e Juncker, tutti nello stesso calderone. Draghi in mattinata tiene comunque il suo discorso inaugurale, sottolinea che le accuse alla Bce potrebbero essere «ingiuste» poiché «ha svolto un ruolo centrale durante la crisi diventando uno dei punti focali per coloro che soffrono». Ma afferma che le proteste vanno ascoltate attentamente: «Capisco cosa motiva queste opinioni». Se i manifestanti di Francoforte inneggiano a Tsipras e Varoufakis, dal fronte ellenico arrivano pessime notizie. Gli sherpa dei governi europei e del Fmi lanciano pesanti accuse ai greci: non collaborano, cercano l'incidente, nascondono i dati reali. Lo stesso Tsipras davanti al suo Parlamento ammette: «Non prendiamo più ordini dai tecnici». Ma l'accordo del 20 febbraio prevedeva un lavoro preparatorio tra ex troika e Grecia. Tsipras ha ottenuto per questa sera un incontro con Draghi, Tusk, Juncker, Merkel, Hollandee Dijsselbloema margine del summit di Bruxelles. Vuole riportare il negoziato a livello politico. Ieri Atene ha approvato misure umanitarie promesse in campagna elettorale, ma nasconde ai creditori l'impatto sul bilancio mentre si era impegnata a non prendere azioni unilaterali. La colomba Moscovici invita i greci a rispettare gli accordi, mentre tra Schaeuble e Varoufakis sono ancora bordate. «Il tempo sta scadendo», sentenzia il Finanzminister . Le casse greche sono quasi vuote e senza accordo e nuovo prestito da 7,2 miliardi sarà Grexit. Junckerè preoccupato, invita entrambi «a riprendere il controllo di se stessi». Cruciali il vertice di questa notte e la bilaterale berlinese di lunedì tra Merkel e Tsipras. Foto: GLI SCONTRI Auto incendiate e decine di poliziotti feriti negli scontri con Blockupy davanti alla nuova sede Bce SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 91 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Guerriglia alla sede Bce ed è scontro Grecia-Ue Tsipras: "Non prendo ordini" 19/03/2015 La Stampa Pag. 2 (diffusione:309253, tiratura:418328) Killer giovanissimi appena tornati dall'Iraq La pista porta all'alleato tunisino dell'Isis La Brigata "Uqba ibn Nafi" aveva annunciato un attacco due giorni fa GIORDANO STABILE Erano giovani, giovan i s s i m i e v e n i v a n o «dalle montagne». Il ritratto dei terroristi che hanno colpito Tunisi porta dritto alla Katiba Uqba ibn Nafi. Un gruppo che conduce da due anni una guerriglia sanguinosa nella zona montagnosa attorno al passo di Kasserine. Ufficialmente la colonna tunisina dell'Al Qaedanel Maghreb islamico (Aqmi) che però dall'estate scorsa strizza l'occhio all'Isis e si sta rinforzando con l'arrivo di combattenti tunisini tornati da Siria e Iraq. E con le armi che passano attraverso il confine con la Libia L'annuncio sul Web Proprio il giorno prima dell'attacco un esponente di spicco dell'Aqmi, Wanas al-Faqih, in un video di 11 minuti postato sui siti islamisti e rintracciabile su YouTube, preannunciava «gesta dei mujaheddin» in Tunisia. Lo stesso video è stato diffuso abbondantemente sugli account Twitter degli islamisti, anche riconducibili all'Isis, assieme a dichiarazione di esultanza. Non c'è una rivendicazione ufficiale, ma sono dettagli, perché la galassia dei supporter è sempre più frastagliata. «Uqba ibn Nafi - commenta l'arabista Marco Arnaboldi, analista dell'Ispi - è uscito dall'orbita qaedista per allinearsi sempre di più con Isis. Non ha però fatto però una bay'a, giuramento di fedeltà formale al califfo Abu Bakr al Baghdadi». Proprio due giorni fa un tweet di Ansar al Sharia preannunciava violenze in Tunisia. Gli stessi sostenitori dell'Isis ieri sera stavano « veicolando» questi contenuti. Forse solo un tentativo da parte dello Stato islamico di «mettere il cappello» sull'attentato, in funzione propagandista, mentre in Iraq e in Siria le cose cominciano a girare male. Ma anche il sintomo di come la Libia prima di tutto, ma anche la Tunisia, stiano replicando lo scenario siriano, dove Al Qaeda e Isis sono in concorrenza per attirare nuove reclute e rastrellare alleanze. Le storie dei due terroristi abbattuti nel museo del Pardo confermano. Uno è Jabeur Khachnaoui, originario della città di Kasserine, un uomo «della montagna», l'altro Yassine Laabidi, di Ibn Khaldoun, un sobborgo di Tunisi. Khachnaoui era scomparso da tre mesi e aveva chiamato i suoi genitori con una scheda irachena. Segno che era uno dei tre, forse quattromila jihadisti tunisini attirati dal gorgo siriano. E che a centinaia stanno tornando in patria. Esattam e n t e co m e i « fo re i g n f i ghters» europei. Come i fratelli Kouachi e Amedy Coulibaly in Francia. Concorrenza per le reclute Anche in quel caso Al Qaeda e Isis si erano contesi il «merito» degli attacchi per poi dividerselo abbastanza equamente. I gruppi islamisti sono sotto una crescente pressione militare in tutto il Medio Oriente e anche in Tunisia il nuovo governo, dove i Fratelli musulmani sono stati marginalizzati, sta conducendo un'offensiva militare sulle montagne di Kasserine. La leadership dei gruppi terroristici è quindi mantenere la disciplina fra i combattenti, evitare le defezioni e i travasi. «Uno dei maggiori problemi per Al Qaeda in Tunisia - conferma l'analista Joshua Landis - è la disconnessione fra i capi e i combattenti su terreno, che si stanno s e m p re p i ù a l l i n e a n d o co n l'Isis e si dirigono verso l'Iraq e la Siria». Una disconnessione che si nota anche sul Web, dove attivisti di Al Qaeda come Shabab al Tawhid Tunisia continuano a propagandare materiale dell'Isis. Il giallo rimarrà fino a una rivendicazione ufficiale, in genere con un video e un giuramento di fedeltà da parte dei terroristi mandati a morire. Ma il vero punto è che la «concorrenza» fra i gruppi, in Libia come in Tunisia, non li ha indeboliti affatto. Il «mercato» del terrore vive anche di questo. Foto: Il leader Wanas al Faqib, un elemento di spicco fra gli islamisti tunisini, nel video dove preannuncia attacchi a Tunisi. Il gruppo Uqba ibn Nafi, vicino all'Isis, porta il nome di un generale arabo del VII secolo SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 92 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Retroscena 19/03/2015 La Stampa Pag. 13 (diffusione:309253, tiratura:418328) Giachetti: "Da garantista convinto vi dico che adesso serve un suo passo indietro" Il deputato dem: il problema non è giudiziario, ma di etica politica CARLO BERTINI ROMA «Non mi chieda nulla sul Pd perché sono in silenzio stampa da settimane e per ora ci resto». Roberto Giachetti, il vicepresidente della Camera meglio noto come punta di lancia del renzismo, è ancora sconcertato dalle polemiche scaturite quando proprio sulla Stampa accusò i bersaniani di essere attaccati alle poltrone. Per la querelle che ne seguì si è imposto una moratoria nelle esternazioni, ma a lui, ex radicale che da sempre professa il garantismo come una fede, riesce difficile tacere su un caso come quello del ministro Lupi. Una bella grana per il governo. Come ne uscirà Renzi? «Premessa. Conosco Lupi dal 2001 e rivendico la nostra amicizia, le tante maratone corse insieme e penso sia una persona perbene. E che il linciaggio cui viene sottoposto sia inaccettabile». Però... «Voglio ascoltare cosa dirà in aula, però il problema è politico ed etico. Proprio perché sono garantista non accetto che per un semplice avviso di garanzia ci si debba dimettere, così come sono convinto che per farlo non sempre sia necessario averne ricevuto uno». E quindi? «Coerentemente a quanto ho sempre detto anche nei casi Idem, Cancellieri e Alfano, pure per Lupi si pone lo stesso problema. Se è vero che la lotta alla corruzione è anche un fatto culturale, in un momento così drammatico per il Paese causato da una corruzione dilagante, i comportamenti di noi che abbiamo grandi responsabilità politiche sono decisivi. Se è innegabile che non vi sia al momento un problema giudiziario, ciò non vuol dire che non vi sia un problema di etica politica. Non si può far finta di non vedere il contesto. Lupi quindi si dovrebbe dimettere per dare l'esempio che si fa un passo indietro non per una resa, ma per opportunità politica. Insomma, per questioni di assoluto rilievo politico bisogna dimettersi». E da quanto emerso fin qui quali sono le cose più rilevanti? «La cosa che mi ha colpito di più non sono tanto i regali o i vestiti, quanto piuttosto la fotografia di una politica debole rispetto alla burocrazia. Quella burocrazia spesso dominata anche dai giudici. Che hanno un doppio ruolo: indagano, come doveroso. Ma da lustri assolvono anche posizioni di rilievo in tutti i ministeri distaccati in ruoli chiave. E quindi sono quelli che accompagnano pure il processo legislativo». Se Lupi non si dimettesse di sua sponte, Renzi dovrebbe costringerlo? «Renzi come premier non ha strumenti formali per farlo dimettere, però sicuramente ha più elementi di me per valutare se sia il caso di esercitare a pieno la sua moral suasion». Nel caso si arrivasse ad un voto in aula sulla mozione di sfiducia, lei come si regolerà? «Come ho sempre fatto, seguendo le indicazioni del gruppo anche quando non ero d'accordo, come nei casi Cancellieri e Alfano, in cui noi votammo lealmente come chiedevano il partito e il governo. Ma non si possono fare previsioni sugli sbocchi, né tantomeno su quali sarebbero le eventuali indicazioni di voto dei gruppi». La cosa che più mi ha colpito non sono i regali, ma la fotografia di una politica debole rispetto alla burocrazia Renzi? Credo che abbia gli elementi per valutare se sia il caso di esercitare a pieno la sua moral suasion Roberto Giachetti vicepresidente della Camera (Pd) Foto: Ex radicale Roberto Giachetti, un passato nel partito Radicale, ora è nel Pd. Sostenitore di Renzi, è anche vicepresidente della Camera Foto: ETTORE FERRARI /ANSA Foto: ANGELO CARCONI /ANSA Foto: La mozione di sfiducia Giachetti: «Non si può prevedere quali saranno le indicazioni di voto che darebbe il gruppo Pd» SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 93 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista 19/03/2015 La Stampa Pag. 14 (diffusione:309253, tiratura:418328) "È vero, segnalai due persone Chi è in difficoltà va aiutato" Sposetti (Pd): se fossi cattolico la chiamerei opera buona FRANCESCA SCHIANCHI ROMA «Se una Procura perde tempo perché qualcuno telefona per cercare un lavoro a chi è in difficoltà, hai voglia a trovare i corrotti...». Senatore Sposetti, secondo le intercettazioni, Burchi si è attivato per reperire incarichi a persone indicate da lei... «A chi ha fatto il mio lavoro, di impegno politico da una vita, è capitato, e ancora oggi mi capita, di interessarmi di persone che hanno bisogno di lavoro, o che magari in una particolare contingenza lo hanno perduto». In che rapporti è con Burchi? «Uno che ha fatto la mia vita pensa non abbia avuto rapporti con tante persone?». Ma è un rapporto di amicizia? «I rapporti in politica non si trasferiscono mai in amicizia». Burchi con lei avrebbe detto «non faccio altro che l'ufficio di collocamento». Se lo ricorda? «No, non lo ricordo. Ma Burchi è uno che parla molto». Ha chiesto aiuto per qualcuno? «Mi fa ricordare che devo aver segnalato due casi, che lui non ha risolto: un carissimo compagno rimasto senza reddito e un giovanissimo ingegnere finito in cassa integrazione già al primo anno di lavoro. Nessuno dei due casi è stato risolto. E non si tratta di incarichi». E Burchi avrebbe avuto qualcosa in cambio? «Io non c'ho tutto 'sto potere per nominare Burchi chissà dove! A presidente dell'Onu, carica che nemmeno esiste...». Erano suoi parenti? «No, ma quali parenti!». Altri disoccupati penseranno che quei due sono più fortunati a conoscere un politico. «Se passasse dal mio ufficio, vedrebbe quanti curricula ho, ho fatto tante altre segnalazioni. Mi preoccupa che una Procura così prestigiosa si interessi di chi cerca di trovare sollievo a chi sta in difficoltà». Qual è la differenza tra segnalazione e raccomandazione? «Questo non lo so. Possiamo vedere sul Devoto-Oli». Ha capito bene cosa intendo... «Ma chi sta in difficoltà va aiutato! Ogni tanto a Viterbo mi capita di incontrare persone che mi ringraziano perché 35 anni fa ho dato risposta positiva a una loro richiesta d'aiuto, e io manco me lo ricordo! L'ultima che ho incontrato è una vedova con quattro figli, a cui ho risolto temporaneamente una situazione problematica... Se fossi cattolico praticante, questa la chiamerei opera buona». Solo per i «compagni» o per chiunque abbia bisogno? «Allora non mi conosce. Io sono un buono, anzi eccessivamente buono, e poi mi trovo in questa situazione. Ma questa notizia mi fa stare tranquillo, di una serenità adamantina». Lupi dovrebbe dimettersi? «Da quel che emerge non vedo grandi questioni su di lui, poi c'è l'aspetto politico che lascio alla sua sensibilità e all'orientamento del premier e segretario del Pd». Foto: Ex tesoriere Ugo Sposetti 68 anni è stato tra le altre cose tesoriere dei Ds. Nel 2013 è stato eletto senatore nelle file del Pd SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 94 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista 19/03/2015 La Stampa Pag. 17 (diffusione:309253, tiratura:418328) Civati: diaspora nel Pd anch'io sono indeciso "La candidatura anti Paita in Liguria? Renzi ha acuito il disagio" ILARIO LOMBARDO ROMA Non «scissione», ma «diaspora»: così la definisce Pippo Civati. Luca Pastorino, il suo braccio destro, il deputato che con lui ha votato no al Jobs Act, esce dal Pd e si candida alla presidenza della Liguria contro il Pd di Raffaela Paita e Claudio Burlando. E Civati che fa? «Rimane nel Pd». Suona un po' strano: il politico più vicino a Civati esce dal partito e si candida contro quel partito che è anche di Civati. «Luca ha posto un problema che rispecchia un disagio che vado segnalando da tempo, ma che è rimasto inascoltato. Comprendo bene il suo gesto e le sue ragioni. In Liguria è successo qualcosa che ha costretto addirittura Sergio Cofferati a lasciare il Pd. E' un problema locale che si somma a quello nazionale. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso». Sta dicendo che per ora la considera una scissione locale? «Sto dicendo che è una diaspora, più che una scissione, un progressivo allontanamento di iscritti, elettori, tra cui molti miei sostenitori, come i centinaia di siciliani che hanno detto addio al Pd, o come il consigliere comunale di Pisa Stefano Landucci. Sta emergendo con forza quel problema che io da tempo rappresento all'interno del Pd. Non è una scissione di gruppi dirigenti: piuttosto è una scissione personale e collettiva che si manifesta in modi diversi. Matteo Renzi non ha mai fatto nulla per ridurre questo divario, anzi ha solo e sempre fatto delle caricature». Intanto a Venezia le primarie del Pd le ha vinte Felice Casson. « Ca s s o n h a v i n t o co n t ro gl i apparati del Pd. E' la dimostrazione che io non ho sciolto il centrosinistra, ma vorrei ricostruirlo. Da una parte, però, c'è Casson, dall'altra Pastorino, lo so...» Cosa sceglie? «Con Pastorino ho vissuto la vicenda ligure e tante altre con molta sofferenza. Ma mi piacerebbe vedere il centrosinistra rappresentato dal centrosinistra e non da Maurizio Lupi o da un governo che si allea con la destra e imbarca chiunque passi. A Bologna ho detto che non mi ricandiderei di nuovo con il Pd, se si andasse a votare oggi». Non le pare contraddittorio restare nel Pd a questo punto? «Vivo queste contraddizioni sulla mia persona. Dicono che sono indeciso ma non è così: mi dispiace vedere la sinistra divisa. E' l'atteggiamento di chi si concede l'estremo tentativo di credere ancora nel progetto Pd». Fino a quando ci crederà? «Non c'è un "quando", perché non sto costruendo un nuovo soggetto politico: diciamo finché credo di poter riportare alla ragione chi dentro il Pd la pensa come me, ma poi vota sempre sì alle riforme di Renzi. Io rimango a combattere fino all'ultimo, segnalo però che elettori, dirigenti locali e iscritti non sono tenuti a fare lo stesso. Temo che sia un processo inarrestabile che spinge molti dei nostri a essere attratti da soluzioni più radicali tipo Landini». Maurizio Landini potrebbe essere la sintesi di una sinistra sempre troppo frammentata e litigiosa? «Io ho sempre collaborato con Sel e con quella che Landini chiama coalizione sociale. Il problema sarà dare una rappresentazione politica a questa coalizione. Ma aspettiamo prima di vedere di che si tratta». Le tappe Primarie Quando il centrosinistra ha votato per scegliere il candidato governatore in Liguria, Civati ha sostenuto con Sel e i movimenti di sinistra Sergio Cofferati contro l'assessore uscente Raffaella Paita Polemiche La vittoria della Paita non ha placato le divisioni: Cofferati ha denunciato brogli ed è uscito dal Pd, il fronte che lo sosteneva si è impegnato a trovare un candidato per sfidare il Pd Coalizione Alla fine la coalizione a sinistra del Pd, oltre all'ex sindaco di La Spezia, Pagano, candida Luca Pastorino, braccio destro di Civati, con lui contrario al Jobs Act renziano. Foto: ALESSANDRO DI MEO /ANSA Foto: Solitario Pippo Civati, dissidente nel Pd, alla Camera dei deputati durante una seduta SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 95 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VERSO LE ELEZIONI Intervista 19/03/2015 La Stampa Pag. 19 (diffusione:309253, tiratura:418328) "Un processo pubblico avrebbe fatto capire meglio la gravità dei loro reati" La senatrice Cattaneo: "Mi batterò sempre contro i ciarlatani" NICCOLÒ ZANCAN Senatrice Cattaneo, il bilancio finale della sua lunghissima battaglia di verità è: un anno e dieci mesi di pena per l'inventore del cosiddetto metodo Stamina, neanche un giorno di carcere, nessun risarcimento per le vittime. Ma la truffa adesso è certificata come tale. È abbastanza? «Non entro nel merito giuridico. Penso che il patteggiamento limiti una conoscenza puntuale e diffusa dell'enormità delle condotte che queste persone hanno realizzato. Il processo, con la sua pubblicità, sarebbe stato un momento di controllo democratico ulteriore per tutti i cittadini. Detto questo, mi pare che tra condanne e patteggiamenti la giustizia non salvi proprio nessuno. E questo è un punto fermo». Appena uscito dall'aula, l'avvocato di Davide Vannoni ha dichiarato: «La giustizia ha fatto il suo corso, ma la scienza ancora no. Confidiamo in altri riscontri. Se dimostreranno che la terapia funzionava, chiederemo la revisione del processo». Che effetto le fa questa eterna messa in discussione tipica italiana? «È una classica strategia retorica degli antiscientisti: "Se non l'hai provato ieri e non puoi provarlo oggi, dì che accadrà domani, un domani in cui nessuno potrà smentirti". In altre parole, l'avvocato di D av i d e Va n n o n i d i c e c h e quando sarà dimostrato che la Terra è al centro dell'universo lui proporrà un nuovo processo a Galileo». E infatti Vannoni, per voce dei suoi avvocati, dice addirittura che la scienza esce mortificata da questa sentenza. Cosa risponde? «Non so a che titolo parlino di scienza. Le accuse sono state di associazione per delinquere aggravata e finalizzata alla truffa. La scienza nel processo non c'è mai entrata né del resto era presente nel "non" metodo». Non si è stancata di combattere per ristabilire princìpi ovvi? «No». Cosa si sente di dire a quelle vittime che adesso si ritengono beffate? «Mi dispiace. Mi addolora». Lei ha sempre cercato di trova- re anche delle responsabilità politiche: si possono definire chiare? «La relazione dell'indagine conoscitiva su Stamina svolta dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato dice tutto quel che c'è da sapere. Ne consiglio vivamente la lettura». Mettiamola così: come ha fatto Vannoni a somministrare in un ospedale pubblico una truffa approvata dal Parlamento? «Stamina è entrata in un ospedale pubblico per "vie traverse", e ci è entrata prima dell'intervento del Parlamento. Il Parlamento ha poi approvato una sperimentazione impossibile perché senza metodo. I motivi all'origine di quell'ingresso e di quella attività in un ospedale pubblico hanno portato ad un processo penale con rinvii a giudizi, patteggiamenti e condanne». L'Italia ha gli anticorpi per evitare casi analoghi? «Mentirei se dicessi che ne ho la certezza. Continuerò a fare la mia parte, insieme a molti altri, affinché il sistema immunitario istituzionale sia forte». A chi si rivolgeranno, adesso, i pazienti in cerca di miracoli impossibili? « P r o b a b i l m e n t e c o n t i n u e ranno a interrogare motori di ricerca. Il rischio di incappare in pericolose truffe è alto. Allo Stato e alle istituzioni medico -scientifiche l'onere di non abbandonarli e promuovere la ricerca vera. I media siano nei confronti dei ciarlatani quei cani da guardia che d ov re b b e ro e s s e re n e i co n fronti del potere». Si stupirebbe di veder ricomparire Vannoni, fra qualche anno, in una clinica privata di qualche parte remota del mondo? «Spiacerebbe». Alla fine, qual è la cosa che l'ha indignata di più? «Che il sistema istituzionale abbia impiegato così tanto tempo a capire che si trattava del nulla. I cittadini e i malati sono rimasti fortemente disorientati». Quali sono oggi le speranze per chi aspetta una cura vera dalle cellule staminali? «Ci sono. Sono concrete e descritte nell'appendice dell'indagine conoscitiva. Il Paese della vergogna di Stamina è lo stesso Paese in cui i colleghi scienziati e medici Michele De Luca, Graziella Pellegrini e Paolo Rama, si sono visti approvare dall'agenzia regolatoria europea il primo farmaco al mondo a base di staminali. Questa è l'Italia che aiuta i malati. Quella che fornisce chili di prove». Non so a che titolo gli avvocati parlino di scienza. Qui non c'entra: le accuse erano di associazione per delinquere finalizzata alla truffa SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 96 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA TRUFFA DI STAMINA Intervista 19/03/2015 La Stampa Pag. 19 (diffusione:309253, tiratura:418328) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 97 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La cosa che mi ha indignato di più è il tempo che ha impiegato il sistema istituzionale per capire che il metodo non esisteva Elena Cattaneo Scienziata esperta di staminali e senatrice Il dibattito su La Stampa Demetrio Neri Membro del Comitato nazionale di Bioetica Michele Simonato Professore di Farmacologia dell'università di Ferrara Maurizio Mori Professore di Bioetica dell'Università di Torino Emilio Dolcini Ordinario di Diritto penale università di Milano Ci siamo trovati impreparati quando avevano già avuto il caso Di Bella, non spegniamo i riflettori Il patteggiamento non è commisurato ai reati e ai rischi che Vannoni ha fatto correre alla reputazione italiana La possibilità che il patteggiamento possa essere applicato al caso Stamina è eticamente ripugnante Il giudice valuta in ogni caso la colpevolezza Quindi chi ottiene il patteggiamento è autore di un reato Foto: Scienziata Elena Cattaneo è senatrice a vita dal 2013 per alti meriti riconosciuti nell'aver illustrato l'Italia in campo internazionale. È direttrice del laboratorio Stem Cell Biology and Pharmacology of Neurodegenerative Disease Foto: Speranze «Chi è in cerca di miracoli continuerà a interrogare internet con alto rischio di truffe» Foto: Staminali «Le speranze ci sono. Il Paese della vergogna di Stamina è anche quello i cui scienziati si sono visti approvare il primo farmaco con le staminali» 19/03/2015 La Stampa Pag. 21 (diffusione:309253, tiratura:418328) E ora Tsipras va allo scontro "Non prendo ordini dai tecnici" Oggi il vertice a Bruxelles, ma sale il malumore Ue Il tedesco Schaeuble avvisa: il tempo sta scadendo [MAR. ZAT.] DAL CORRISPONDENTE DA BRUXELLES Alexis Tsipras ce l'ha fatta. Non è detto che sia un buon affare, ma è riuscito a far convocare per stasera - o al massimo per domani - una riunione a sette per parlare della «crisi umanitaria ellenica» a livello politico e non tecnico. Nel bel mezzo del vertice dei capi di stato e di governo che si apre nel pomeriggio a Bruxelles, il premier greco si apparterà con la coppia Merkel-Hollande, il presidente della Bce, Mario Draghi, e quelli di Consiglio, Eurogruppo e Commissione, cioè Tusk, Dijsselbloem e Juncker. Gente che, alla vigilia, avrebbero fatto di tutto per evitare il mini vertice. E che, ora, potrebbe dimenticare la clemenza fuori dalla porta. Il barometro del malumore europeo nei confronti del governo Tsipras continua a salire. «Sono preoccupato e per nulla soddisfatto dei progressi degli ultimi giorni», confessa Juncker, in genere il più paziente della banda. Anche il suo uomo economico, Pierre Moscovici, si lancia in una frase pericolosa per le possibili interpretazioni. Dice che «l'intera Unione vuole che la Grecia resti nell'Eurozona perché il contrario creerebbe pericoli gravi dal punto di vista economico e politico». Tuttavia, aggiunge il francese, «questo deve avvenire alle condizioni pattuite con l'accordo del 20 febbraio e non altre». Invita a lavorare «rapidamente e con sincerità». Perché «se non c'è cooperazione», si perde il tempo necessario per precisare entro fine aprile la lista «poco dettagliata» delle riforme greche. L'idea che si sono fatti gli osservatori di Bruxelles è che Tsipras provi ad ottenere con un accordo politico i margini che gli inviati di Ue, Bce e Fmi non possono dargli. Per evitare la rottura, gli altri leader e presidenti hanno dovuto accettare il gioco di Atene dove ieri, è stata varata una legge «umanitaria» che promette buoni pasto a 300 mila greci e luce gratis a 30 mila famiglie (costo: 200 milioni). Senza entrare nel merito, le fonti Ue concedono che è un intervento fuori dal percorso definito con i greci, una mossa che incrina ulteriormente la fiducia. «Abbiamo la sensazione che il tempo stia scadendo», ha sentenziato Wolfgang Schaeuble, ministro delle finanze tedesche. I funzionari dell'ex Troika, oggi Brussels Group, lamentano che Atene rema contro. «Non cooperano», riferiscono fonti dell'Eurozona. Tsipras cerca la rissa e assicura che non prenderà ordini dai «tecnici», motivo per cui ha voluto l'incontro di oggi. Proprio Dijsselbloem ha risposto mettendo in circolo quella che è parsa una minaccia. Prima di arrivare all'uscita dall'euro, ha avvertito, esistono altre opzioni, dalla chiusura temporanea delle banche e al ripristino dei controlli sui capitale. Ai massimi livelli politici si cerca di frenare le furie. Detto che l'Italia non è nella partita, Frau Merkel si dichiara «convinta che sia il momento giusto» per parlare con Tsipras, il quale è atteso a Berlino lunedì. Il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, assicura che «faremo qualsiasi cosa per evitare un incidente e credo che lo eviteremo». I mercati tremano. Il ritorno rapido del differenziale del rendimento di Btp e Bund tedesco oltre i 100 punti base a quota 112 fa capire che nei borsini i tecnici temono una nuova tempesta che, se le cose andassero male, domani non potrebbe che farsi più vicina. 200 milioni Il costo della legge «umanitaria» varata da Atene: una mossa non gradita alla Troika 112 lo spread Il differenziale del rendimento di Btp e Bund tedeschi è tornato a crescere -4,13% la Borsa Il calo di Atene: ancora una volta i più penalizzati sono stati i titoli delle banche Foto: PETROS GIANNAKOURIS/AP Foto: Il premier greco Alexis Tsipras è tornato ad alzare i toni SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 98 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Retroscena 19/03/2015 La Stampa Pag. 23 (diffusione:309253, tiratura:418328) Pizzarotti: è solo la punta dell'iceberg sistema mostruoso con troppi avvoltoi Il sindaco: ma tra gli sportivi più valori e dignità che tra i politici GIUSEPPE SALVAGGIULO Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, il suo primo pensiero sull'arresto di Manenti? «Che ho fatto bene a chiudergli tutte le porte del dialogo. Avevo chiesto trasparenza ma lui ha presentato solo ombre. All'incontro con Tavecchio ero stato chiaro: Manenti avrebbe potuto presentarsi anche con 100 milioni, ma da noi avrebbe trovato solo porte chiuse. Non basta portare soldi: pretendo di sapere se sono puliti o sporchi». Che cosa cambia per il Parma? «Cambia il morale, ancora più a terra, non la questione di fondo. Manenti era un millantatore e non avrebbe mai potuto salvare la società, mi era chiaro fin dall'inizio». Che cosa si aspetta dall'udienza di oggi in tribunale? «Mi aspetto di trovare, finalmente, un interlocutore serio scelto dal tribunale, e da lì ripartire per salvare la squadra. Il mio ruolo era finito dopo l'accordo Lega-giocatoridipendenti. Ora ricomincia». Si giocherà domenica? «Dipende dal sopraggiungere dei curatori fallimentari. In tal caso, da oggi sono loro i nostri interlocutori. Lo stadio è a disposizione, ma vogliamo interlocutori credibili e seri». Quale sarà il destino del Parma? «Le possibilità che riparta dalla B - diciamolo - sono poche. Però siamo qui anche per questo, per nutrire speranze. Ma come dicono i tifosi, non è la serie la cosa più importante, ma ridare valore, bellezza e sorriso al Parma. Qualunque serie, purché si ritorni a tifare». Ci sono già potenziali acquirenti? «Sì, ma è meglio non sbilanciarsi. Ora servono fatti». Teme altri soldi sporchi? «In crisi come questa, l'attenzione deve essere massima: oltre a persone perbene, tentano di entrare sciacalli e avvoltoi». Per il presidente della Fgci Tavecchio «la Lega ha fatto uno sforzo enorme di solidarietà» per il Parma. È d'accordo? «Solo in parte. Si consente al Parma di finire il campionato, ma è una toppa in un sistema che ha fatto acqua da ogni parte. Non vorrei che questa situazione paradossale finisse come una classica italiana: nessun colpevole, nessun responsabile». Invece come dovrebbe finire? «Se è successo quel che è successo ci sono responsabili. Ora però è presto per dire di chi sono o chi doveva controllare». Catapultato nel mondo del calcio: a 41 anni, prima volta allo stadio. Com'è stata? «Non sono mai stato un appassionato di calcio. Ma esserci, in un momento particolare per squadra e città, è stato emozionante. Abbiamo un patrimonio di storia da difendere». Che impressione le ha fatto il sistema calcio? «Non conosco quel mondo. Ma mi rifaccio a quello che è successo al Parma: se siamo arrivati a questo punto, vuol dire che anche nel mondo del calcio qualcosa non va. Non dobbiamo voltarci dall'altra parte, fare finta che non è successo nulla. Per affrontare "il mostro" dobbiamo riconoscerlo». Ritiene che ci siano altre società in condizioni analoghe? «Non faccio il revisore dei conti delle società calcistiche, ma credo che il Parma sia la punta dell'iceberg di un sistema che ha bisogno di cambiare». Dice Donadoni: mi sento circondato da avvoltoi e sciacalli. «Io ho visto solo irresponsabili senza cuore né buon senso». E il controverso Tavecchio? «Il capo della Figc è un'istituzione con cui si deve parlare». Il meglio e il peggio di questa esperienza? «Il meglio: i tifosi, la città. Il bellissimo slogan "ti seguiamo anche in D". Il peggio: chi scappa senza assumersi le proprie responsabilità». Ha trovato più valori nel mondo del calcio o in quello politico? «Nel mondo del calcio, e questo è emblematico. La politica deve ritrovare dignità». Non vorrei che questa vicenda paradossale finisse all'italiana: nessun colpevole, nessun responsabile Federico Pizzarotti sindaco di Parma SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 99 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista 19/03/2015 La Stampa Pag. 27 (diffusione:309253, tiratura:418328) Alitalia, contro il piano Etihad tornano gli scioperi dei piloti Domani stop di 8 ore: "No agli equipaggi esterni". E a maggio si replica LUIGI GRASSIA TORINO La nuova Alitalia ha qualcosa in comune con la vecchia: gli scioperi. Ce n'è uno dei piloti che è stato deciso per il 7 maggio dal sindacato Anpac (le trattative per evitarlo sono fallite in nottata), ma ne incombe già un altro fissato per domani dai piloti e dagli assistenti di volo della Uiltrasporti. E l'Anpac invita i suoi 1.300 iscritti ad aderire anche a questa protesta. Lo stop di domani sarà di otto ore, mentre quello del 7 maggio durerà per l'intero arco delle 24 ore. Del resto è un mal comune, segno di un disagio diffuso nel personale del trasporto aereo in Europa: fra ieri e oggi restano a terra molti voli della tedesca Lufthansa, perché il sindacato dei piloti Vereinigung Cockpit ha indetto uno sciopero dei voli a lunga percorrenza e di quelli della divisione cargo. Le ragioni dei piloti Certo il segnale da Alitalia suona un po' sinistro: si ricomincia tutto daccapo? Pessime relazioni fra compagnia e lavoratori, scioperi a catena, eccetera? Sarebbe un brutto film giù visto. E all'opinione pubblica farà un brutto effetto. Al telefono con "La Stampa", il p r e s i d e n t e d e l s i n d a c a t o Anpac, Giovanni Galiotto, spiega che ci sono tre motivi gravi per scioperare. «La compagnia ci aveva promesso che col nuovo socio Etihad ci sarebbe stato il rilancio di Alitalia anche sulle rotte a lungo raggio, che sono le più remunerative. Adesso però ci viene prospettata una cosa completamente diversa. Attività dell'Alitalia stanno per essere cedute alla Etihad e alle sue compagnie controllate, come Air Berlin e Darwin. L'idea sarebbe di fare voli che si chiamerebbero Alitalia, ma operati con aerei, piloti e assistenti di volo di altre compagnie. E questo mentre Alitalia ha centinaia di piloti e hostess a stipendio decurtato coi contratti di solidarietà, e altri in cassa integrazione. È inaccettabile». Questa formula che non piace ai piloti di Alitalia è nota nel trasporto aereo come "wet leasing". Invece i piloti, dice ancora Galiotto, accetterebbero il "dry leasing" che consiste nell'affittare aerei, ma facendoli pilotare e assistere in volo da personale di Alitalia. Il nodo dei voli regionali Galiotto cita per gli scioperi imminenti altre due motivazioni. «I voli regionali di Alitalia sono affidati alla compagnia sussidiaria CityLiner che offre condizioni di lavoro penalizzanti. A luglio ci era stata promessa un'armonizzazione, adesso scopriamo che questa riguarderà solo la parte normativa e non quella economica». Poi ci sono le tredicesime che erano state sacrificate con un vecchio accordo, nell'ambito di un taglio del costo del lavoro da 30 milioni di euro. «Chiediamo la restituzione. L'Alitalia ci risponde che ne darà indietro solo il 40%, e solo agli ex piloti AirOne». Foto: ANSA Foto: I piloti Alitalia sono pronti a riaprire la stagione degli scioperi SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 100 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VENERDÌ DIFFICILE NEI CIELI: SI FERMANO ANCHE I VOLI DELLA LUFTHANSA 19/03/2015 La Stampa Pag. 27 (diffusione:309253, tiratura:418328) L'ad: "Protesta senza ragioni Non abbiamo stranieri a bordo" Cassano: "Ma coi sindacati non siamo ai ferri corti" [LUI. GRA.] Stiamo lavorando come matti per conquistare nuovi mercati internazionali. Proprio adesso mi trovo in Brasile a incontrare degli imprenditori. Non vedo ragioni per questi scioperi. Mi sembra tutto costruito su una polemica strumentale». Silvano Cassano, amministratore delegato dell'Alitalia, reagisce così alla notizia degli scioperi in arrivo, che lo raggiunge in un altro continente. Parla con tono pacato, si indovina una nota di amarezza, ma non vuole rilanciare la polemica: «Con i sindacati abbiamo impostato relazioni corrette». Però le obiezioni dell'Anpac sono di peso. Se è vero che volete affidare le nuove rotte a lungo raggio a compagnie straniere del gruppo Etihad, appiccicandoci sopra il nome di Alitalia come semplice etichetta, viene meno tutta la promessa di rilancio che stava alla base del progetto Etihad. «Questa è proprio una bolla di sapone, una cosa che non esiste. Non diamo proprio niente in outsourcing. Non c'è alcuna presenza di personale straniero sulle rotte di Alitalia». Un momento: lei dice che non c'è adesso o anche che non ci sarà neanche in futuro? «Non ci sarà neanche in futuro. Non se ne parla proprio». I piloti non si saranno inventato tutto di sana pianta... «Si parla di un leasing su due rotte interne minori, sulla base di calcoli economici. Un genere di operazioni che fanno tutte le compagnie aeree quando è la soluzione più conveniente. Non basiamo la nostra strategia su queste piccole cose, ma sulla conquista di nuovi mercati. Qui in Brasile ho scoperto che c'è interesse per nuove rotte di Alitalia. Ho fra le mani un articolo sulla nostra compagnia, pubblicato dal più grande quotidiano di San Paolo, dove si dice che in Brasile vogliono più aerei verso Roma in vista del Giubileo». Ci sono anche le questioni di CityLiner e delle tredicesime sacrificate a suo tempo e che adesso i piloti vogliono indietro. «Qui si parla di intese concluse e non rivedibili». Ma in sostanza con i sindacati siete già ai ferri corti, come nella vecchia Alitalia? «No, al contrario. Con i sindacati abbiamo impostato rapporti cordiali, siamo in contatto costante, li incontriamo regolarmente. Non vedo proprio ragioni per questi scioperi. Mi spiace che adesso nasca una polemica strumentale. Non possiamo correre dietro a tutti i gossip». Foto: Silvano Cassano, ad di Alitalia SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 101 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista 19/03/2015 La Stampa Pag. 31 (diffusione:309253, tiratura:418328) STEFANO LEPRI Sbagliavano anno, o sbagliavano indirizzo, i dimostranti che hanno messo a soqquadro Francoforte. Con la consueta abilità Mario Draghi, rivolto ai non violenti tra loro, nota che chi chiede più solidarietà chiede più Europa. E la Bce di oggi, proprio per sottrarsi a una insidiosa solitudine, ha interesse a rafforzare le istituzioni democratiche comuni dell'Europa. Prendersela con le banche centrali è facile, perché paiono misteriose. Sono diventate molto più importanti di prima, però non tutti riescono a comprendere con esattezza che cosa facciano. Si sente ripetere che le guidano persone «non elette dal popolo» benché Draghi e i suoi colleghi siano stati scelti dai governi di 19 Stati democratici. Chi ritiene che la crisi economica dell'area euro sia un perfido complotto per impoverire la gente, oppure l'inevitabile risultato del capitalismo, si appiglia all'arcano della moneta per spiegare i fatti più disparati. Chi invece cerca precisi errori e precise responsabilità deve riconoscere che oggi dalla recessione la Banca centrale europea aiuta a uscire. Oggi, appunto. La crisi debitoria partita dalla Grecia nel 2009 è divenuta devastante a causa degli squilibri indotti da un sistema bancario ancora frammentato su base nazionale. Di questo errore - da cui sia il governo americano sia il Fmi avevano messo in guardia - sono responsabili i governi del passato e le rispettive banche centrali (la nostra allora guidata da Antonio Fazio). Al pericolo del debito si è reagito con una cura di austerità inevitabile ma somministrata in dosi troppo gravose. Di questo eccesso ha colpa soprattutto la sfiducia reciproca tra i governi dell'area euro e la loro incapacità di costruire istituzioni comuni legittimate, capaci di prendere decisioni nell'interesse di tutti. Lo condivise la Bce di allora, guidata da Jean-Claude Trichet. Anche la Bce in quel tempo fu contagiata dalla dottrina della «austerità espansiva» secondo cui gli effetti negativi dei tagli alle spese sarebbero stati presto riassorbiti da un ritorno della fiducia di imprese e consumatori. A quel tempo risalgono gli originari programmi della «troika». Con Draghi la rotta è cambiata. L'espansione monetaria decisa in gennaio («quantitative easing») sta già causando effetti potenti, capaci di rafforzare i primi segni della ripresa. I tassi di interesse bassissimi spingono le imprese a investire, danno sollievo alle famiglie indebitate: quale sarebbe mai il piano diabolico? Certo, si sarebbe potuto deciderla prima questa mossa, come si è fatto negli Usa, in Gran Bretagna, in Giappone. Ha resistito a lungo la banca centrale tedesca, principale tra le 19 dell'euro. Casomai dunque la protesta di ieri doveva avere come obiettivo il palazzone grigio della Bundesbank nella periferia nord di Francoforte, circa 5 chilometri dal nuovo grattacielo della Bce. Quanto alla Grecia, altro argomento dei dimostranti, Draghi ha sempre detto che le decisioni spettano ai politici. L'equivoco casomai lo ha creato la Bundesbank con critiche esplicite al governo Tsipras; perché nello Stato tedesco, nato dalla contrapposizione a nazismo e comunismo, la difesa dell'ordinamento economico liberale contro le forze estreme è sentita come questione costituzionale, non politica. Prima e più degli acquisti di titoli da parte della Bce ci avrebbe aiutato a uscire dalla crisi una azione politica comune dell'Europa, che mettesse il denaro subito dove serve. In forme diverse l'hanno suggerita personaggi opposti come il ministro polacco Mateusz Szczurek, centro-destra, e il greco Yanis Varoufakis, estrema sinistra. Serve capire chi l'ha impedita, non tirare sassi alla Bce. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CONTRO LA BCE PROTESTE SBAGLIATE 19/03/2015 Il Messaggero Pag. 11 (diffusione:210842, tiratura:295190) Il premier alla Camera evita contatti entrando solo quando il ministro esce Pranzo al Quirinale, ma da Mattarella nessun riferimento all'inchiesta appalti Marco Conti ` IL RETROSCENA Èquestione di ore, ma se ne dovrà andare». Lo stretto collaboratore di Matteo Renzi entra nell'aula semideserta pochi secondi dopo l'arrivo del ministro Maurizio Lupi. Il question time è in programma da giorni, ma il ministro coglie l'occasione per sciorinare una prima difesa in attesa di avere, domani, più tempo per articolare i ragionamenti. Il clima non è però dei migliori nella maggioranza e stavolta l'irritazione maggiore non si coglie nella sinistra del Pd, ma tra le file dei renziani. Le assenze nell'aula della Camera sono un segnale fortissimo e il vuoto nei banchi del governo, dove siedono solo i ministri Alfano e Poletti, segnano una distanza che fa più rumore delle grida dei grillini. POTERI Il presidente del Consiglio attende la fine del question time prima di entrare in aula per illustrare i temi del Consiglio europeo di oggi. L'attesa nella sala del governo, il lungo giro nei corridoi del premier e l'uscita di Lupi dall'aula quando entra il presidente del Consiglio, confermano il gelo tra i due frutto del lungo confronto notturno. Martedì notte Renzi ha infatti provato a spiegare a Lupi che «in certi casi non serve» l'iscrizione nel registro degli indagati per lasciare una poltrona. «Io non posso costringerti e non ho nemmeno i poteri per farlo, ma non pensare che questa vicenda possa chiudersi rapidamente», ha sostenuto il presidente del Consiglio. Davanti a un ministro in difficoltà e che avverte il peso di dover lasciare sull'onda di uno scandalo. Renzi non forza, ma il suo silenzio per il secondo giorno consecutivo, indebolisce l'esponente del Ncd che deve fare i conti anche con i distinguo interni al suo partito. Dopo il teso faccia a faccia serale, Renzi discute più volte della faccenda solo con il ministro Alfano il quale, dopo il question time alla Camera, incontra Lupi al Viminale. Con Alfano il presidente del Consiglio è netto: «Fate voi, ma io non vi assicuro la tenuta del mio partito se si arriverà alla mozione di sfiducia». Al tavolo da poker della politica Renzi sa di essere, in questo momento, imbattibile. Il rischio di una crisi di governo spaventa il premier e preoccupa Ncd, in una fase in cui non ha ancora deciso se costruire intese a destra o restare in maniera organica nel centrosinistra. Durante il pranzo al Quirinale non una parola di Renzi, del presidente Mattarella o dei molti ministri presenti, sulla faccenda. Così come in aula, malgrado il M5S provi a sollevare più volte l'argomento. Renzi continua a mordersi la lingua. L'attesa lo innervosisce, ma la richiesta di un passo indietro resta immutata sul tavolo e condita dalla disponibilità a riconoscere l'onore delle armi a chi lascia anche senza aver ricevuto avvisi di garanzia. D'altra parte, per il Rottamatore il recupero del primato della politica rispetto all'azione della magistratura, passa proprio su questo punto: riconoscere errori e saperli sanzionare ancor prima o a prescindere che si tratti di reati. A poche settimane dalle elezioni regionali, nella testa del premier c'è la preoccupazione per l'astensionismo. Una diserzione in massa delle urne in Regioni solitamente ad alta affluenza certificherebbe che poco o nulla è cambiato da quando in Emilia Romagna si recò ai seggi solo il 40% degli aventi diritto. Ma sono proprio le elezioni regionali il motivo che spinge il Ncd a far quadrato intorno al ministro. Il timore di una marginalizzazione è fortissimo e pari solo alla convinzione, espressa ieri da Rocco Buttiglione, di essere «le vittime di un complotto delle toghe per far cadere il governo». SENTIMENTI A tutto ciò il premier crede poco e quando parla in Aula sul Consiglio europeo di oggi sottolinea che «non c'è più l'idea di una politica che non decide» e che la legislatura «arriverà sino al 2018». Per essere sicuri che arrivi a quella data, Renzi intende però marciare con un governo che non sia, tanto più in un dicastero così importante, sotto la spada di Damocle dei magistrati. «Spiace, ma deve lasciare, aspetteremo», sostenevano ieri sera a palazzo Chigi ricordando anche il mese e mezzo che manca all'avvio dell'Expo e gli otto mesi al Giubileo. Alle resistenze di Lupi il premier è pronto a contrapporre il sentimento comune e «le ragioni di opportunità» che consentirebbero al governo - a detta di Renzi - di non perdere ulteriori punti all'estero sul fronte della lotta alla corruzione. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 103 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Renzi avverte: se Lupi resiste il Pd non garantisce i numeri 19/03/2015 Il Messaggero Pag. 11 (diffusione:210842, tiratura:295190) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 104 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Le frasi Foto: COLLOQUIO A TRE NELLA NOTTE ANCHE CON ALFANO: IN CERTI CASI NON SERVE ESSERE INDAGATI PER LASCIARE UNA POLTRONA Foto: «IO NON POSSO COSTRINGERTI E NON HO NEMMENO I POTERI PER FARLO NON PENSARE PERÒ CHE SI CHIUDA COSÌ» Foto: IL GELO MAGGIORE SI REGISTRA PROPRIO TRA I RENZIANI DOC TIMORE ASTENSIONE ALLE URNE PER LE REGIONALI 19/03/2015 Avvenire Pag. 19 (diffusione:105812, tiratura:151233) «I rapporti con Obama destinati a peggiorare» Secondo Nathan Sachs, della Brookings Institution, questa vittoria incoraggia i repubblicani a sabotare l'accordo con l'Iran. «Ma il clima di ostilità tra alleati non giova a nessuno» ELENA MOLINARI Isaac Herzong ha perso, e Barack Obama con lui. Anche se pubblicamente non l'avrebbe mai potuto ammettere, il presidente democratico sperava in una sconfitta del primo ministro che ha creato più problemi alla Casa Bianca di ogni altro leader alleato. Il rapporto fra Obama e Benjamin Netanyahu è teso da anni, ma è stato ulteriormente compromesso dal discorso a Washington con cui il premier ha invitato il Congresso a respingere un eventuale accordo fra governo Usa ed Iran sul nucleare. Ora che il leader dello Stato ebraico ha fatto marcia indietro sul suo impegno di accettare uno Stato palestinese, un riavvicinamento fra i due appare impossibile. E secondo Nathan Sachs, esperto di Israele al think tank di Washington Brookings Institution, per i prossimi due anni, fino alla fine del secondo mandato di Obama, la tensione nuocerà ad entrambi, e non solo sulla scena internazionale. In che modo il pessimo rapporto con Netanyahu può complicare la vita del presidente americano negli affari interni? Il ritorno di Netanyahu alla guida dello Stato ebraico significa che le relazioni diplomatiche fra Stati Uniti e Israele rimarranno tese, almeno fino alla fine della presidenza di Obama. Anzi, probabilmente peggioreranno, perché la vittoria del Likud incoraggerà i legislatori repubblicani negli Stati Uniti ad approvare una legge che richieda l'approvazione del Senato per qualsiasi accordo nucleare finale con l'Iran. E Bibi, sentendosi appoggiato nella sua opposizione ad Obama, farà di tutto per lavorare con i repubblicani per seppellire ogni accordo. Pensa che questa "guerra" a Obama possa nuocere a Netanyahu? Perché? Agli israeliani, in generale, non piace vedere il loro primo ministro scontrarsi con il presidente degli Stati Uniti. Per la maggior parte degli elettori, soprattutto quelli di centro, è importante avere un leader che parli bene inglese e che goda di buoni rapporti con gli americani. Bibi finora è stato quel tipo di premier, al contrario dei leader dell'opposizione, ma la sua ormai esplicita contrapposizione a Obama, anche se mantiene l'amicizia con i repubblicani in Congresso, crea disagio, solleva timori di un isolamento d'Israele sulla scena internazionale, dove lo Stato ebraico non gode di nessun amico migliore degli Usa. La Casa Bianca ieri ha detto che gli Stati Uniti valuteranno il loro approccio al processo di pace in Medio Oriente dopo i commenti di Netanyahu sullo Stato palestinese. Lo si può interpretare come un passo indietro dell'Amministrazione Obama, dopo due falliti tentativi di far ripartire il dialogo fra le parti e la vittoria di Netanyahu alle urne? Il combattivo discorso di Netanyahu al Congresso è stato più di una critica della politica dell'Iran di Obama. È stato un rifiuto dettagliato dell'intero approccio del presidente degli Stati Uniti alla politica mediorientale. Fare passi avanti nel processo di pace mentre Bibi è al potere sarà impossibile. Obama potrebbe decidere di investire le sue risorse in ambiti più promettenti. Foto: Nathan Sachs SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 105 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'intervista. 19/03/2015 Il Manifesto Pag. 9 (diffusione:24728, tiratura:83923) «Ora internazionalizzare la questione palestinese» Mi. Gio. RAMALLAH L'Olp e l'Anp hanno mantenuto per tutta la campagna elettorale israeliana una posizione di basso profilo. Dietro le quinte però i dirigenti palestinesi speravano nella vittoria del laburista Herzog e nell'uscita di scena del loro nemico storico, Netanyahu. Il premier israeliano invece ha vinto le legislative del 17 marzo e in casa palestinese si ritengono ormai chiuse tutte le porte della ripresa del negoziato. Netanyahu qualche giorno fa ha escluso la creazione dello Stato di Palestina e ha annunciato una nuova massiccia campagna di colonizzazione in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Da parte loro i palestinesi annunciano l'accelerazione della pratica contro Israele per crimini di guerra che presenteranno alla Corte Penale Internazionale. Ne abbiamo parlato con Xavier Abu Eid, il portavoce dell'Olp. Il negoziatore capo palestinese Saeb Erakat conferma l'azione dell'Olp alla Corte Penale Internazionale contro Israele ed esorta la comunità internazionale a sostenere gli sforzi della Palestina, in quanto Paese sotto occupazione. Erekat ha spiegato che il futuro governo israeliano, è stato lo stesso Netanyahu ad annunciarlo, non sosterrà la creazione del nostro Stato indipendente e proseguirà le politiche di colonizzazione di Cisgiordania e Gerusalemme Est. Di fronte a queste intenzioni, l'Olp proseguirà con determinazione le sue iniziative per internazionalizzare la questione palestinese, inclusa l'azione presso la Corte Penale Internazionale. Si tratta di decisioni già prese, che non saranno cambiate. Tornerete a rivolgervi anche al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per ottenere il riconoscimento dello Stato di Palestina? Sino a quando saremo sotto occupazione militare (israeliana), sino a quando subiremo crimini, ci rivolgeremo a tutte le istituzioni internazionali per realizzare attraverso la diplomazia i nostri diritti. Ci rivolgeremo all'Onu, alla Corte Penale Internazionale e a tutte le parti che riterremo importanti per la nostra causa. Nessuno può accusarci di non aver allertato la comunità mondiale sulle politiche di Israele nei confronti dei palestinesi. In troppi sono rimasti in silenzio. I palestinesi chiuderanno i ranghi ponendo fine alla frattura politica che da anni divide Fatah, il partito del presidente Abu Mazen, e il movimento islamico Hamas? La riconciliazione raggiunta un anno fa è rimasta un pezzo di carta. L'unità nazionale palestinese è un dovere e ci auguriamo che Hamas smetta di essere un braccio della società dei Fratelli Musulmani e aderisca al movimento nazionale palestinese, in modo che si possa lavorare tutti insieme nell'interesse esclusivo dei palestinesi Lei critica l'atteggiamento di Hamas ma il movimento islamico dice di aver avvertito che il negoziato è inutile perché Israele non intende rispettare i suoi obblighi internazionali e permettere la realizzazione delle aspirazioni del popolo palestinese. L'Olp non vuole negoziare per il piacere di negoziare. Abbiamo accettato di partecipare alle trattative con Israele con obiettivi precisi. E infatti lo scorso aprile, quando questi obiettivi sono apparsi irraggiungibili a causa del comportamento israeliano, abbiamo interrotto i colloqui (mediati dal Segretario di stato Usa John Kerry, ndr). Comunque sia Hamas non ha rigettato l'idea della proclamazione di uno Stato palestinese nei confini del 1967 (nei territori di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est, ndr). Quindi le considerazioni del movimento islamico sulla inutilità dei negoziati con Israele vanno bene per un uso interno ma la realtà è un'altra. I mediatori nel negoziato restano gli Stati uniti che in tutti questi anni non hanno aiutato la realizzazione dei vostri diritti. Pensiamo che il punto centrale era e resti l'atteggiamento di un partner che riconosca la soluzione dei «Due Stati» e intenda mettere fine all'occupazione. Purtroppo il signor Netanyahu ha detto di voler agire proprio per impedire la creazione dello Stato di Palestina. Nell'immediato avete un grave problema finanziario da risolvere. Israele continua a bloccare fondi palestinesi per centinaia di milioni di dollari in risposta alla vostra decisione di aderire alla Corte Penale Internazionale. Netanyahu vuole strangolare economicamente le nostre istituzioni. Domani (oggi) avremo un meeting della leadership palestinese che servirà a decidere i nostri passi futuri e per trovare una soluzione alle difficoltà che Israele sta provocando al nostro governo. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 106 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA · Xavier Abu Eid, il portavoce dell'Olp 19/03/2015 Libero Pag. 1 (diffusione:125215, tiratura:224026) «Schieriamo le navi davanti all'Africa per bloccare i barconi» GIANCARLO PERNA Tra una votazione in Aula e l'altra, Giorgia Meloni trova uno spazio per l'intervista. Da Montecitorio, avvelenata dalla polemica sul ministro Maurizio Lupi, raggiunge per vie interne il Palazzo (...) segue a pagina 13 segue dalla prima (...) dei Gruppi parlamentari dove sono i locali di Fratelli d'Italia. La vedo comparire in gran forma nel suo studio con annesso salottino in cui l'aspetto. «Ohho!», faccio io, in segno di compiacimento per il look. Il segretario di Fd'I è, infatti, super civettuola in stile pitonessa: giacca e pantaloni neri, ampio décolleté, monili vari. Tanto ammaliatrice da richiamarmi alla mente la messe di fidanzati che le hanno attribuiti negli ultimi tempi. Prendendola alla larga, dico: «Ha compiuto 38 anni. Pensa di mettere su famiglia?». «Non parlo della vita privata, dottor Perna», sorride Giorgia che però, inaspettatamente, aggiunge: «Se sapesse come questa sua domanda è attuale». Ride imbarazzata e si rannicchia nella poltrona dove si è appena seduta. «Non mi dica che sta per sposarsi?!», esclamo. Lo sguardo si illanguidisce e dice: «Per la prima volta nella vita è un obiettivo che vorrei darmi davvero. Se ci fossero le condizioni, sì. Oggi, vorrei farmi una famiglia». È in brodo di giuggiole ma, da quel che intuisco, c'è qualche ostacolo da sormontare. «Chi è il principe azzurro?», chiedo. «Non glielo dirò», risponde. «Le elenco le sue ultime fiamme - replico -. 2013, Renato De Angelis, storia poi finita. 2014, Marco Mezzaroma, ex marito di Mara Carfagna...». «Lo conosco da una vita, è un amico», ride. «Successivamente - continuo -, Marco Pessina, dirigente di Fd'I, più giovane di lei. Un toy boy. Di recente, Andrea Giambruno, autore Mediaset». «Molti - dice - mi sono stati attribuiti a torto. Forse è colpa mia perché non voglio parlarne. Sta di fatto che mi danneggia perché i miei compagni si ritraggono sentendosi messi a nudo dai pettegolezzi». Non si sbilancia ma giurerei che tra gli elencati c'è il nome giusto. Le chiedo: «È lei che è una pantera o gli uomini sono attratti dal suo potere?». Meloni si fa seria seria e scandisce: «Gli uomini sono traumatizzati dal potere di una donna. Si sentono tremendamente a disagio con una donna affermata. Confondono la gerarchia sociale con quella della coppia. Io, come si sa, posso essere aggressiva ma vorrei anche essere rassicurata e presa per mano. Il timore degli uomini è il massimo problema che ho incontrato con loro in questi anni. E ne soffro molto». «È anche la causa delle incertezze nella sua storia attuale?», chiedo intenerito. «Sì. Spero però di avere incontrato una persona che sia sufficientemente forte da farcela a superare questo ostacolo», risponde Giorgia e mi guarda come se volesse da me la conferma delle sue speranze. È decisamente provata dalle confidenze e passo al botta e risposta per distrarla. Lei è la prima donna capopartito. Vittoria femminista? «No. In Italia, è difficile accettare una donna leader. Gli uomini non ti prendono sul serio. Antonio Polito, opinionista del Corsera, mi ha definito su twitter ragazza pon pon, prima di Fini, poi di Berlusconi, ora di Salvini. Con un uomo non avrebbe mai usato l'immagine di una in mutande». Avrà almeno il sostegno delle donne. «No, perché competono tra loro anziché con gli uomini. Dando per scontato di non esserne all'altezza, le donne si beccano tra donne anche se sono due in mezzo a dieci maschi». Fd'I zoppica. Alle europee 2014 non ha raggiunto il quorum del quattro per cento. «Oscurati dalle tv e pochi soldi, abbiamo raccolto un milione di suffragi, mancando l'obiettivo per 70 mila voti». Ma lei è stata votatissima. Per Guido Crosetto, l'ex presidente di Fd'I, calamita più lei del partito. «Tutti i partiti hanno oggi meno appeal dei singoli. Vale per Salvini, Berlusconi, Grillo e Renzi. Con la fine dei partiti, le facce funzionano più dei simboli». Senza più il liberale Crosetto, uscito dalla politica, siete rimasti un partito post neofascista. «Non mi consideravo neofascista nemmeno nel Msi. Teniamo viva una visione, senza farci venire il torcicollo guardando indietro». Qual è la vostra ideologia di riferimento? «La forza della destra sta nel raccogliere il meglio della cultura nazionale senza mettere etichette. Rinascimento, Roma antica, dottrina cristiana. Tutto ciò che esalta le luci della nostra storia». Oberdan, Goffredo Mameli... «Scherzi, pure. Se però, i ragazzi sapessero che il nostro è un Paese di eroi, dal Risorgimento ai morti del 1953 per Trieste, non avrebbero le magliette con un argentino morto in Bolivia. Il limite dell'Italia è l'incapacità di sentire la sua grandezza». Il politico o l'intellettuale più SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 107 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista a Giorgia Meloni 19/03/2015 Libero Pag. 1 (diffusione:125215, tiratura:224026) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 108 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato influente? «Volendo fare un nome, Giorgio Almirante, per la capacità visionaria. Già negli anni '70, per dire, denunciava il dilagare della spesa pubblica con la nascita delle Regioni. Però, se voglio bella musica, ascolto Guccini, cantautore di sinistra». Tra capitalismo liberale e statalismo socialista? «Due modelli fallimentari. La sintesi sono eguaglianza e merito. Da noi, contano famiglia e censo, non la capacità individuale. Il mio obiettivo è abolire rendite di posizione, parassitismi e privilegi». Vi dite nazionalisti ma vi alleate con la Lega, secessionista per statuto. «È dal 1994 che destra e Lega camminano insieme. Sui temi dell'unità, quella di Bossi era più becera di quella di Matteo Salvini che ha una visione nazionale. L'interrogativo è se sia sincero o voglia solo drenare voti al Sud. Saremo vigili». Punta a riunire il centrodestra con Fi o a ricompattare la diaspora della destra ex An? «Voglio dare una casa ai dispersi della destra e fare sì che i loro cuori tornino a battere. Non mi interessano i colonnelli ma la gente. Voglio però anche non morire renziana e creare alleanze. Ma puntando al popolo, senza alchimie politicanti». Il Cav è alla frutta? «Non è più lui il Francesco Totti e sbaglia se pensa ancora di giocare da punta. Dovrebbe pensare all'eredità che vuole lasciare. Un leader deve avere qualcosa che gli sopravviva». Dopo i suoi guai, Gianni Alemanno è ancora gradito in Fd'I? «Si è auto sospeso. Giusto così. Sarà gradito quando dimostrerà di essere estraneo alle accuse. Cosa di cui sono certa». Nei suoi programmi rientra Gianfranco Fini? «No. Ha preso una strada che nulla a che fare con la destra. I militanti non capirebbero». Fini ha detto di lei: «Mi ha deluso, è solo la mascotte di Salvini». «Se non altro, mascotte è meno sessista del pon pon di Polito. Mai stata però mascotte di nessuno, al contrario di lui che, appoggiando il governo Monti, è stato mascotte di interessi stranieri, alta finanza e consorterie Ue con supremo dispregio dell'interesse nazionale». Per Fini, lei ha l'ossessione dell'immigrazione. «Va governata come cercò di fare lui con la Bossi-Fini. Primo: si entra solo col permesso di soggiorno. Secondo: se manca si è espulsi. Terzo: si ottiene il permesso solo se si è in grado di fare una vita dignitosa. Se no, c'è solo degrado e delinquenza». Come arrestare gli sbarchi? «Intervenendo in armi al fianco del governo libico per sconfiggere l'Isis e schierando le navi davanti alle coste africane per impedire le partenze». Uscire dall'euro? «L'euro per noiè una trappola. Uscirne un'incognita. Restare, è la certezza di tirare la carretta per la Germania. Siamo per un ritorno al passato, concordando con l'Ue l'uscita dalla moneta unica». Matteo Renzi? «È in pieno un uomo della Prima Repubblica, prono ai poteri forti. In ogni suo provvedimento c'è un regalo alle lobby, alle banche, agli amici degli amici». Lei si è battuta per il crocifisso nei locali pubblici, contro i diktat Ue. «Crocifisso, presepe, benedizione pasquale sono simboli della nostra civiltà. Non sopporto quando si dice che offendono. È come dicessero che è la mia civiltà che offende». E la tolleranza dove va a finire? «Non credo nella tolleranza. Credo nel rispetto reciproco. Non accetti gli usi di casa mia? Tornatene a casa tua». Quando correggerà la sua inflessione romana? «Ci ho provato. Ma se m'infiammo, rispunta di nuovo. E io sono sempre in fiamme. Adesso più che mai, come lei sa». Foto: Giorgia Meloni alla Camera [Ansa] 19/03/2015 ItaliaOggi Pag. 2 (diffusione:88538, tiratura:156000) Niente sgravi contributivi perché l'Inps non ha ancora elaborato il relativo codice Le 76 mila imprese che hanno assunto dovranno aspettare EDOARDO NARDUZZI Da quando è iniziata la peggiore recessione repubblicana la burocrazia ha fatto e sta facendo di tutto per boicottare le misure anticicliche di politica economica dei governi pro tempore. L'ultimo esempio viene dalla decontribuzione triennale delle assunzioni a tempo indeterminato. La misura è legge della repubblica da quasi tre mesi, essendo stata pubblicata in gazzetta uffi ciale a fi ne 2014, ma è tuttora non operativa. Per la semplice ragione che le 76 mila imprese che hanno già assunto o vorrebbero farlo non hanno ancora ricevuto dall'Inps il codice ad hoc da utilizzare per benefi ciare dello sgravio contributivo. Morale: a marzo chi ha assunto a gennaio o a febbraio 2015 nuovo personale con le caratteristiche previste dalla norma Renzi ha pagato i contributi abrogati dalla legge di stabilità. Poi, in diversi mesi successivi, potrà recuperali ma per ora ha dovuto versare all'Inps un contributo non più dovuto ex lege. Perché tanto ritardo da parte del più grande ente previdenziale di Europa a generare un codice che in piena googlenomics appare a tutti come una banalità? Perché l'Inps non riesce a stare al passo con le innovazioni di politica del lavoro e scarica la sua inefficienza sulle imprese che investono e fanno pil? Perché l'Inps spende molte centinaia di milioni di euro all'anno in tecnologia, forse anche più della Nasa, ma rimane incatenata a un'architettura del passato che per implementare ogni novità governativa richiede mesi di lavoro. L'Inps, in piena app economy, è ancora in un mondo batch dove rendere operativa una modifi ca richiede una catena di montaggio novecentesca: produrre le specifi che; passarle a chi ha realizzato decenni fa il software custom; implementarle; testarle; rilasciarle in produzione e così via. Follia allo stato puro che si traduce in una ineffi cienza pagata dall'intero paese e, soprattutto, dalle imprese più dinamiche. Eppoi, come fai a spiegare a un investitore internazionale che esiste una norma per la quale lui non deve pagare i contributi sulle nuove assunzioni ma che non vale perché l'Inps non ha ancora prodotto il codice per usufruire dello sgravio? Impossibile farlo, perché un fatto del genere non è neppure pensabile in Norvegia, Olanda o Francia. Ovviamente la responsabilità della situazione terzomondista dell'Inps non dipende dal presidente Tito Boeri, appena arrivato ai vertici dell'istituto. Ma se anche ad aprile il codice non sarà pronto, allora neppure Boeri avrà più scusanti. Ai cittadini non rimane che sperare che Boeri rottami senza alcuna paura la tecnostruttura dell'Inps, la principale responsabile di questa situazione indegna dell'eurozona. © Riproduzione riservata SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 109 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL PUNTO 19/03/2015 ItaliaOggi Pag. 7 (diffusione:88538, tiratura:156000) Nessuno vuol riformare gli appalti Il sistema basato sull'asta al ribasso è una tentazione PIETRO VERNIZZI «Stiamo parlando di un ingegnere fi glio di un ministro che è stato assunto da precario con uno stipendio da 2.000 euro lordi al mese. Lupi si dovrebbe dimettere perché non è riuscito a trovare un lavoro più decente per suo fi glio». È la battuta di Piero Sansonetti, direttore de Il Garantista ed ex direttore di Liberazione. Da un lato, Sel e M5S hanno chiesto le dimissioni del ministro, presentando delle mozioni di sfi ducia. Dall'altra il sottosegretario Graziano Delrio ha replicato: «Io penso che dobbiamo stare ai fatti: Lupi non è indagato,i fatti non sono tutti a nostra conoscenza. Non c'è nessun obbligo da parte del ministro, ci sono poi le valutazioni politiche che sono oggetto di valutazioni complessive che si stanno facendo in queste ore». Mentre il sottosegretario alle Riforme costituzionali, Ivan Scalfarotto (Pd), ha aggiunto: «Cerco di restare legato ai miei principi di garantista, non mi voglio associare al massacro collettivo. Le vicende si dipaneranno in queste ore e il ministro Lupi sicuramente avrà occasione di farci saper quale è la sua posizione». Domanda. Sansonetti, partiamo dalle parole di Scalfarotto. Lei che cosa ne pensa? Risposta. Quello che dice Scalfarotto mi sembra ragionevole. Stiamo parlando del fatto che il fi glio ingegnere di Lupi ha trovato un lavoro da precario da 2000 euro lordi al mese (1.350 netti). Se questo è uno scandalo perché è un privilegio, devo avere perso completamente il senso della morale. Un giovane ingegnere ha bisogno della raccomandazione di un padre ministro, altrimenti rimane disoccupato? Mi domando di che cosa stiamo parlando: tutt'al più la vergogna è che i giovani tecnicamente preparati non riescono a trovare lavoro.Per Grillo e Sel, Lupi si deve dimettere... Vogliamo dare un'occhiata ai fig li dei magistrati che lavorano nei giornali? Possiamo persino supporre che alcuni magistrati diano le notizie ai giornali perché i direttori hanno assunto i loro fi gli. Tra l'altro, Lupi mi è sempre stato particolarmente antipatico, ma quello di cui stiamo parlando è una cosa folle. D. Renzi vorrebbe che Lupi si dimettesse? R. Renzi non può volere altro che Lupi si dimetta, perché così gli leva il problema. in questa occasione il premier ha ricevuto una minaccia dalla magistratura che, in pratica, è di tipo golpista. Quando il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, dice al presidente del consiglio che «i magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti accarezzati», è un avvertimento degno dell'Argentina di Videla. Renzi deve stare attento perché rischia grosso. D. Che cosa sta accadendo? R. È una situazione pericolosissima, perché i magistrati, che sono un potere forte, stanno facendo pagare al governo il fatto che sono state accorciate le loro ferie da 45 a 30 giorni (come tutti gli altri statali ndr) ed è stata introdotta la responsabilità civile, che costerà loro, al massimo, 100 euro di assicurazione l'anno. I magistrati sono scatenati e potrebbero fare di tutto, quest'ultima uscita dell'Anm è di una gravità inaudita. Il presidente della Repubblica e il Csm dovrebbero intervenire. D. Renzi a suo tempo aveva chiesto le dimissioni della Cancellieri. È un giustizialista o un garantista? R. Renzi è garantista da pochissimo, lo è diventato una ventina di minuti fa. In passato non lo era mai stato, ma questo succede a quasi tutti i politici italiani: ogni tanto hanno un attacco di garantismo ma poi gli passa velocemente. D. Pare che Incalza condizionasse «politicamente» Lupi e non viceversa. È giusto che un super-manager goda di così tanto potere? R. Questa è tutta un'altra questione e penso che non sia giusto. Se ci poniamo il problema dello strapotere dei super-manager, mi sembra una questione molto seria. Tutti si preoccupano di aumentare le pene per la corruzione, che già sono molto alte, mentre nessuno si preoccupa di riformare il sistema degli appalti, che sarebbe l'unico modo per frenare la corruzione. Se la questione è questa mi fa piacere partecipare al dibattito, se invece si vuole fucilare Lupi per la vicenda di suo fi glio resto sgomento. D. Il premier aveva tentato di portare la struttura di missione sotto Palazzo Chigi. Che cosa ne pensa del metodo Renzi in questo specifi co caso? R. Il metodo Renzi è sempre lo stesso: chiacchierare tanto e fare poco. La riforma del sistema delle opere pubbliche però è un tema serissimo, peccato che non interessi quasi a nessuno. L'unica cosa che appassiona è quando si parla di aumentare le pene. Se si introducesse l'impiccagione per chi prende una tangente si farebbero felici quasi tutti. D. Perché il SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 110 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA Sansonetti: vogliono aumentare le pene. Chi proponesse la pena di morte farebbe felici tutti 19/03/2015 ItaliaOggi Pag. 7 (diffusione:88538, tiratura:156000) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 111 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato problema non è la corruzione ma gli appalti? R. Perché gli appalti non sono mai trasparenti e ci sono competenze che sono assegnate a poteri incontrollati e incontrollabili. Il sistema basato sull'asta al ribasso inoltre non funziona. Dovrebbe essere un'autorità a stabilire il costo di un determinato lavoro, e poi la gara dovrebbe essere su chi è in grado di farlo nel minor tempo possibile. In questo modo invece un imprenditore vince la gara per 50mila euro, e poi con tre revisioni di prezzi arriva a 500mila euro. IlSussidiario.net 19/03/2015 ItaliaOggi Pag. 7 (diffusione:88538, tiratura:156000) Sono contrario alla criminalizzazione indiscriminata che assolve i colpevoli e condanna gli innocenti PIETRO VERNIZZI «Provo soprattutto l'amarezza di un padre nel vedere il proprio fi glio sbattuto in prima pagina come un mostro senza alcuna colpa». Lo ha detto il ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, dopo che Sel e M5S ne hanno chiesto le dimissioni perché accusato di avere aiutato il fi glio Luca a trovare un lavoro. Lo stesso Matteo Salvini ha colto la palla al balzo per polemizzare con Alfano: «Mi aspetto che il ministro dell'Interno o il presidente del Consiglio vengano in Parlamento a spiegare agli italiani se è tutto falso o se c'è qualcosa di vero. E se c'è qualcosa di vero, non possiamo avere un ministro dell'Interno e un ministro delle Infrastrutture che lavorano con delle ombre del genere». Ne abbiamo parlato con Luciano Violante, ex presidente della Commissione Antimafia e già presidente della Camera dei deputati. Domanda. Che cosa ne pensa della bufera che ha colpito il ministro Lupi? Risposta. I cittadini hanno bisogno di onestà. Questo spiega e giustifi ca le reazioni impietose dell'opinione pubblica. Ma bisogna essere prudenti e critici nei confronti delle ondate criminalizzatrici. I fatti sembrano molto gravi; ma bisogna lasciare alla magistratura il tempo per procedere con serietà e profondità. Sono contrario alla criminalizzazione indiscriminata, che assolve i colpevoli e condanna gli innocenti. Credo che il ministro Lupi riuscirà a spiegare quello che deve spiegare. Sarebbe però un fatto di civiltà astenersi dall'utilizzare queste vicende per ragioni di strumentalità politica. D. Secondo lei, Lupi dovrebbe dimettersi? R. Sono contrario all'uso immorale della questione morale, quando si usano questioni morali, vere o presunte, a fi ni di lotta politica. Il ministro deciderà nella sua autonomia politica e personale. D. Che cosa ne pensa dello scambio polemico tra il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli e il premier Renzi? R. Le magistrature sono particolarmente preoccupate per alcuni aspetti della legge sulla responsabilità civile, anche per l'atteggiamento politico che l'ha accompagnata.I problemi particolari possono porsi per la magistratura amministrativa e per quella contabile. Questo non vuol dire che il magistrato non debba rispondere civilmente se ha commesso con dolo o colpa inescusabile errori gravissimi, però c'è spesso un pregiudizio della politica nei confronti della magistratura. D. Il governo però ha optato per la responsabilità civile indiretta. Di fatto un magistrato paga solo una parte dei danni... R. Come nella grande maggioranza dei paesi civili. Il problema più grave non è questo. E' il rischio che attraverso la semplice richiesta di risarcimento una parte privata forte si possa liberare del suo giudice. D. Ci sono altri elementi che hanno pesato sullo scontro Renzimagistrati? R. Non hanno contribuito a placare gli animi alcune polemiche non necessarie, come quella sulle ferie, e alcuni toni sopra le righe di esponenti dell'associazione nazionale magistrati. D. Come vede il rapporto tra politica e magistratura? R. È un rapporto a corrente alternata. Eppure non dovremmo dimenticarci del fatto che dal presidente del Senato, al presidente della commissione Affari costituzionali del Senato e ai presidenti della commissione Giustizia di Camera e Senato, al presidente dell'autorità anticorruzione sono tutti magistrati. La magistratura per un verso è spesso attaccata a torto, ma per altro verso costituisce un bacino di reclutamento quando serve una responsabilità particolarmente rilevante per il Paese. D. Per Renzi nella sfida alla corruzione c'è bisogno innanzitutto di un «passaggio culturale ed educativo». È veramente così? R. Sì. Renzi ha perfettamente ragione. Pensare che la questione della corruzione si risolva con l'aumento delle pene è una stupidaggine, perché nessun corrotto pensa di fi nire in carcere. Sarebbe utile ridurre le pene nei confronti di chi parla. D. Per quale motivo? R. La corruzione crea un vincolo solidale tra chi corrompe e chi è corrotto; nessuno ha interesse a parlare perché sono puniti entrambi allo stesso modo. E' un vincolo che va spezzato. Vanno inoltre alleggeriti i «check-point» dei procedimenti amministrativi, perché ogni passaggio burocratico è un potenziale fattore di corruzione. Le procedure semplici sono facili da controllare; quelle più complesse favoriscono la corruzione. D. C'è un nodo appalti che andrebbe riformato? R. Il nodo appalti c'è. Le autorità europee e l'Ocse hanno più volte insistito SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 112 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA LO DICE LUCIANO VIOLANTE, PD, EX PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA E DELLA CAMERA 19/03/2015 ItaliaOggi Pag. 7 (diffusione:88538, tiratura:156000) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 113 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sugli appalti in quanto meccanismo tipico della corruzione. Dalla nomina della commissione che designa il vincitore delle gare, a tutti i meccanismi specifi ci delle procedure d'appalto, ci sarebbe molto da rivedere e molto da controllare. D. Renzi ha detto che andrà avanti con il ddl Grasso sul falso in bilancio. E' la strada giusta? R. Il disegno di legge sul falso in bilancio va bene. Se i bilanci di una società sono inattendibili, non ci sono investitori che scommettono su quell'azienda. Quando il falso in bilancio non è considerato un reato grave, diventa facile frodare sui bilanci. Tutto ciò scoraggia gli stranieri dall'investire nelle società italiane perché non si fi dano. IlSussidiario.net 19/03/2015 ItaliaOggi Pag. 15 (diffusione:88538, tiratura:156000) Israele, battuti Obama e i media Gerusalemme e Washington resteranno amici (sul chi vive) MICHELE PIERRI La riconferma di Netanyahu nelle elezioni israeliane, lo schiaffo a Obama, i riflessi sul negoziato nucleare con l'Iran e tutti gli ostacoli alla formazione di uno Stato palestinese. Ecco alcuni dei temi affrontati in questa conversazione con il semiologo e filosofo del linguaggio Ugo Volli, professore ordinario all'università di Torino e autore della prefazione del libro Ebrei contro Israele di Giulio Meotti (Belforte, 2014). Su Twitter Volli scrive di sé: «Difendo Israele, lotto contro l'antisemitismo». Domanda. Professore, perché gli israeliani hanno riconfermato Netanyahu? Risposta. Cominciamo col dire che la sua è stata una vittoria inaspettata. I sondaggi non lo vedevano favorito e nemmeno opinionisti e analisti, forse troppo influenzati dalla propaganda dei Democratici americani. Invece lo stesso Obama, criticandolo, lo ha rafforzato agli occhi dell'elettorato. Penso infatti che gli israeliani abbiano dato il proprio consenso a chi ha detto di voler compiere scelte politiche che tutelano in modo migliore la sicurezza dei cittadini. D. Credeva che le questioni economiche, di cui si è molto discusso sui media, avrebbero avuto maggior peso nell'orientamento al voto? R. No, perché sui media, soprattutto quelli occidentali, c'è stata una pessima informazione riguardo a ciò. Il reddito dei cittadini israeliani è cresciuto molto più di qualsiasi paese europeo negli ultimi anni. Attrae capitali da tutto il mondo e ha un'economia avanzata, che produce posti di lavoro qualificati, soprattutto nel settore tecnologico. La disoccupazione è ai minimi. E anche la questione abitativa è un falso problema. Ovvio, comprare casa nel centro di Tel Aviv è oggettivamente caro, così come lo è acquistarla nel centro di Roma o Milano, ma ciò non vuol dire che non sia possibile. Anche in Israele ci sono disuguaglianze, ma non più che in altri stati. D. Che tipo di coalizione proverà a costruire Netanyahu? R. La coalizione è già in qualche modo fatta. Al Likud, che conta già su una trentina di parlamentari, si uniranno alcuni partiti di destra. Penso a Israel Beytenu di Avigdor Lieberman e al partito dei coloni Focolare ebraico di Naftali Bennet. Così mancherebbero circa tre o quattro voti dalla maggioranza. Questi dovrebbero arrivare dal movimento centrista Kulanu di Moshe Kahlon, ex componente del partito di Netanyahu che ha avuto buon riscontro. Questo dovrebbe consentire al premier di avere una maggioranza di 64-66 parlamentari su 120. D. I rapporti tra Netanyahu e la Casa Bianca non sono compromessi, ma sicuramente tesi. Come è stata presa a Washington la sua riconferma, secondo lei? R. Obama ha cercato, con finanziamenti e uomini, di impedire la rielezione di Netanyahu. Non ci è riuscito. Israele e Usa sono e resteranno solidi alleati per una lunghissima serie di ragioni, ma certamente le divergenze su alcuni dossier, come quello iraniano, si fanno sentire. Ma su questo, come altri temi, il popolo israeliano ha dimostrato di sostenere la linea del premier uscente. D. Negli Usa vive però una delle più grandi e influenti comunità ebraiche al mondo. Crede che Obama potrà non tenere conto del risultato del voto? R. Penso che non potrà far finta di niente. Dovrà necessariamente trovare una linea di equilibrio su alcuni dossier, sia quello iraniano sia quello della nascita di uno stato palestinese. Questo equilibrio potrebbe partire da un gesto semplice: tenere conto delle preoccupazioni espresse da Netanyahu e confermate nelle urne dagli israeliani. D. Cosa divide gli israeliani e Washington sul dossier iraniano? R. Bisogna porre con chiarezza dei limiti tecnici che impediscano all'Iran di dotarsi per sempre dell'arma atomica. Secondo i termini discussi finora, Teheran non avrebbe problemi ad avere un'arma nucleare nel medio periodo. E tutto ciò è inaccettabile per Tel Aviv. In primo luogo perché la Repubblica islamica ha più volte ripetuto che uno dei suoi obiettivi è cancellare Israele dalla cartina geografica. E poi perché l'Iran è al momento un paese che porta avanti una politica imperialista che minaccia la stabilità dell'intera regione, come dimostrano le sue ingerenze in Siria, Libano, Iraq. Formiche.net Foto: Benjamin Netanyahu è stato confermato premier SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 114 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato intervista 19/03/2015 MF Pag. 2 (diffusione:104189, tiratura:173386) La protesta contro una banca centrale o un organismo finanziario internazionale non è un fatto nuovo. Ieri, a Francoforte vi è stata una riedizione: in occasione dell'inaugurazione della nuova sede della Bce le migliaia di manifestanti del gruppo anticapitalista Blockupy, che protestavano contro l'austerità e a favore della Grecia, sono stati protagonisti di durissimi scontri con la polizia provocando diversi danni e un rilevante numero di feriti tra i poliziotti. Il presidente Mario Draghi, rivolgendosi nel discorso di inaugurazione della sede ai manifestanti, ha affermato che è ingiusto incolpare la Bce delle attuali difficoltà economiche, dal momento che all'Istituto non sfugge la gravità della situazione del lavoro e dell'economia, aggiungendo che egli ben comprende la necessità di cambiare, ma che la rinazionalizzazione non è la giusta via da seguire. Si debbono ascoltare i cittadini, ma tutti, con le loro aspirazioni e le loro preoccupazioni. Quanto alle prospettive di lavoro, occorre fare leva su un equilibrio tra efficienza ed equità: di qui il ruolo fondamentale che svolge la formazione. In sostanza, oggi si cerca di rimediare a errori che sono stati commessi in passato e i cui effetti ora si subiscono in misura rilevante. L'obiettivo che Draghi rilancia è l'Unione politica con una più ampia legittimazione democratica delle istituzioni europee. Un obiettivo non così facilmente raggiungibile, se si pensa alle difficoltà che si incontrano nell'affrontare e risolvere questioni più circoscritte. Né è convincente ritenere che, proprio perché ci si imbatte in difficoltà pesanti ma delimitate, allora sarebbe bene porsi un obiettivo maggiore, alla stregua di quei saltatori che non riesconoa superare una misura e, tuttavia, vorrebbero gareggiare per una misura maggiore, candidandosi così al fallimento. In sostanza, se non vi sono soluzioni immediate alle difficoltà che pesano sulle giovani generazioni, anche se faticosamente si comincia a diffondere qualche germoglio di ottimismo sulla crescita, neppure è assumibile oggi, come realistico, un forte avanzamento sulla via dell'integrazione politica. Le manifestazioni violente, come quella di ieri, sono da condannare puramente e semplicemente. Ma sarebbe grave se i problemi che esse pongono in maniera maldestra - e, per di più, da respingere se vi si associa la violenza - riguardanti i diritti sociali ed economici delle persone e il potere spesso democraticamente non legittimato di organismi internazionali, fossero sottovalutati proprio per i modi inaccettabili con i quali sono sollevati, essendo questi problemi indiscutibili, anche se se ne pretende poi la soluzione da organismi istituzionali che non sono quelli a ciò tenuti, quale la Bce. Quest'ultima gode di uno status di autonomia stabilito dal Trattato Ue e dal suo statuto, risponde al Parlamento europeo, è tenuta a un dovere di ampia accountability. Quanto alla sua azione, abbiamo visto, in questi anni, che l'unica istituzione comunitaria che ha funzionato nel complesso bene è stata proprio la Bce, anche se non sono mancati momenti difficili o ritardi ed errori dell'istituto, come nel caso del rinvio eccessivo del Qe (peraltro imposto dal Trattato) o dell'enfatizzazione dedicata esclusivamente al rafforzamento patrimoniale delle banche. Ma, come si è detto, nel complesso l'istituzione ha manifestato credibilità e autorevolezza. Se le mancanze accennate sono tra le poche che si possono attribuirle, è anche vero che è il mandato che non funziona più. Dalla Bce si vorrebbe molto, proprio perché è l'unica istituzione che agisce validamente, ma non si ha presente che, a parte il fatto che la politica monetaria non può tutto, essa incontra il principale limite nella missione che esclude il sostegno paritario con quello prescritto per la stabilità monetaria alle politiche economiche e all'occupazione. Ecco perché è diventato cruciale agire per la modifica del mandato, sapendo bene che ciò richiederà un'azione difficile e lunga, considerata la contrarietà alla revisione innanzitutto da parte dei tedeschi. Quanto alla Grecia, la gestione, da parte della Bce per gli aspetti che la concernono, di questa vicenda è stata finora improntata a una opzione rigoristica che è andata oltre l'osservanza delle norme regolatrici. Questa vicenda richiede ora una svolta alla quale si spera che la Bce dia il suo contributo, a cominciare dall'odierna riunione informale con la Merkel, Juncker, Tusk e Hollande, richiesta da Tsipras, prima della seduta di oggi stesso del Consiglio europeo. Non c'è più tempo da perdere, SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 115 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le proteste a Francoforte sono pura delinquenza ma devono far drizzare le antenne 19/03/2015 MF Pag. 2 (diffusione:104189, tiratura:173386) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato anche perché si cominciano a diffondere voci irresponsabili su un default della Grecia. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 116 19/03/2015 MF Pag. 5 (diffusione:104189, tiratura:173386) La legge fallimentare va cambiata Nicastro: i crediti deteriorati bloccano risorse da impiegare in nuovi prestiti, serve accelerarne il recupero Ecco alcune misure che si possono introdurre subito. E poi occorre più chiarezza sui requisiti di capitale Francesco Ninfole Il problema dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche è uno dei più importanti oggi in Italia, perché ostacola l'erogazione di nuovo credito e così la ripresa. Quando si parla di possibili soluzioni, si pensa innanzitutto alla cosiddetta bad bank: un veicolo potrebbe smobilizzare una parte dei prestiti dubbi. Ma spesso si dimenticano altre misure di uguale importanza, che potrebbero evitare il fenomeno tutto italiano dell'accumulo di sofferenze negli anni a causa degli elevati tempi di recupero. Il direttore generale di Unicredit, Roberto Nicastro, spiega le ragioni per cui la riforma del diritto concorsuale e fallimentare potrebbe diventare tra le priorità per il governo Renzi. Più in generale, secondo il banchiere, la regolamentazione internazionale dovrebbe considerare di più gli effetti sul credito. Domanda. Dottor Nicastro, perché serve cambiare le attuali regole sui fallimenti? Risposta. Innanzitutto si tratta di norme che, a differenza di altre, si possono modificare a livello nazionale e per lo più a costo zero. Due vantaggi importanti. Inoltre potrebbero avere conseguenze rilevanti per l'economia del Paese. D. Quali? R. I crediti problematici hanno raggiunto a fine 2014 i 350 miliardi di euro, una cifra enorme, oltre il 20% del pil. Di fatto assorbono liquidità per circa un quinto dei depositi delle famiglie e bloccano oltre 40 miliardi di capitale che non possono essere impiegati altrove. Questo avviene anche perché i prestiti dubbi sono spesso difficili da valutare, a causa dei tempi di recupero molto lunghi. D. Quanto lunghi? R. In media in Italia una procedura fallimentare dura sette anni, mentre ci vogliono tre anni per l'escussione di una garanzia immobiliare. Ma i tempi possono salire tantissimo a seconda delle città e del tipo di collaterale. D. Quali sono le conseguenze? R. Smobilizzare i crediti deteriorati è molto difficile o molto costoso.A causa dell'incertezza del recupero è difficile creare un mercato funzionante con prezzi che mettono d'accordo venditori, cioè le banche, e compratori, in primis fondi specializzati. In Italia nel 2014 ci sono state vendite di crediti deteriorati per 9 miliardi, su uno stock totale di 350 miliardi. In Spagna ci sono state transazioni per 30 miliardi su uno stock di circa 200 miliardi: merito della bad bank, ma soprattutto delle più rapide procedure fallimentari. D. Se anche in Italia ci fossero pratiche veloci, che cosa cambierebbe per le banche e l'economia? R. Accelerare i tempi di recupero si tradurrebbe in maggiori afflussi di risorse alle banche grazie ai maggiori acquisti di non performing loan dai fondi. Questo libererebbe liquidità e capitale da utilizzare per nuovi prestiti a imprese e famiglie e aiutare la ripresa. Però serve agire subito. D. Per quale motivo? R. Il problema è da risolvere oggi. Una revisione organica e completa della normativa fallimentare, per quanto utile, richiede due-tre anni. Troppo tempo. Sarebbe come chiudere la stalla quando i buoi sono ormai scappati. Perciò bisogna intervenire subito su alcuni punti ben chiari. D. Quali? R. Ad esempio si potrebbe accelerare l'escussione del pegno su partecipazioni non quotate. Per le partecipazioni quotate oggi l'escussione è immediata, ma per quelle non quotate si può andare avanti anche per due anni: per queste ultime è più difficile conoscere la valutazione di mercato, ma ci sono alcuni modi per accorciare i tempi. D. Poi? R. Si può prevedere la possibilità per terzi, come ad esempio altre imprese o banche creditrici, di presentare offerte concorrenti nell'ambito dei concordati, così da accelerare i tempi. D. Un'altra misura utile? R. La legge oggi penalizza la concessione di credito se l'impresa è in condizioni finanziarie difficili, anche se queste ultime sono legate a un problema di liquidità temporaneo e di breve termine. Il singolo funzionario di una banca che concede il credito può essere perseguito penalmente. Si tratta di una fattispecie normativa che viene chiamata «abuso del credito», istituita per evitare che l'impresa, grazie al prestito ottenuto, possa trarre in inganno altri creditori sul suo stato di salute. D. Come dovrebbe essere cambiata? R. L'abuso del credito dovrebbe essere limitato a casi gravi o di palese difficoltà dell'azienda. Non sempre è possibile definirli con assoluta certezza. Negli altri casi si può pensare a sanzioni amministrative, ma escludendo rilievi penali, altrimenti c'è il rischio di paralizzare del tutto la nuova finanza SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 117 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA 19/03/2015 MF Pag. 5 (diffusione:104189, tiratura:173386) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 118 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato alle imprese. Oggi spesso si deve passare attraverso perizie asseverate per evitare i rischi penali, ma per ottenerle servono costi aggiuntivi per l'impresa e 6/12 mesi di tempo. D. Un'ultima proposta? R. Fare correzioni all'attuale modello del concordato in bianco, per esempio prevedendo una percentuale minima di soddisfacimento per i creditori chirografari. Tra questi ultimi va ricordato che non ci sono solo le banche, ma anche fornitori e imprese in buona salute che però rischiano di subire un contraccolpo sulla loro liquidità disponibile. Naturalmente anche altre proposte sono possibili, ma su alcune come queste si può lavorare subito. Se fossero approvate, anche il progetto di bad bank diventerebbe più facilmente realizzabile. D. Quali sono le indicazioni sul credito nei primi mesi di quest'anno? R. Ci sono segnali positivi. La domanda di credito buono è in crescita. Chi lavora sul territorio ci fa sapere che c'è un po' di domanda in più, anche se per il momento si tratta soprattutto di aziende che fanno export. Nonostante ciò, per le ragioni dette in precedenza, lo stock di sofferenze continua a essere elevato. D. Quali sono le principali criticità regolamentari che possono frenare i prestiti? R. L'incertezza sui requisiti patrimoniali e di ponderazione degli attivi è un fattore importante. Le faccio alcuni esempi. Ancora oggi il Fsb con le regole Tlac vuole aumentare il capitale e il debito subordinato per le banche maggiori, con effetti però su tutto il sistema. Il Comitato di Basilea potrebbe chiedere alle banche un cuscinetto di capitale per i titoli di Stato detenuti, con conseguenze rilevanti per gli istituti italiani. L'Eba ha indicato alla Commissione Ue la necessità di eliminare il regime di esenzione ora previsto per i fondi propri connessi al rischio di aggiustamento della valutazione del credito delle imprese (il cosiddetto Cva), con impatto potenziale sul credito alle imprese. D. Si è ecceduto nel ricercare la stabilità finanziaria a discapito del credito? R. Era giusto intervenire nel 2008, subito dopo una crisi causata anche dalla troppa deregulation. Ma adesso sono passati sette anni, nei quali non c'è stata crescita. È compito della politica capire se dopo questi sette anni di continui interventi normativi prudenziali si possa ora consolidare e riordinare il tutto oppure se al contrario l'obiettivo della crescita debba essere ulteriormente rinviato o messo in secondo piano. Certo a volte si ha l'impressione di una certa contraddittorietà tra le diverse istituzioni: da un lato si lancia il piano Juncker e il Qe, dall'altro si vara il Tlac. Infine c'è un ultimo punto da considerare. D. Quale? R. Il sistema torna in equilibrio soltanto quando tutti gli stakeholder sono soddisfatti. Gli azionisti che hanno continuato a investire nelle banche anche durante la crisi si aspettano naturalmente un flusso di dividendi. Questa considerazione ha due risvolti: le regole devono essere sensibili al fatto che chi mette capitale alle banche chiede una remunerazione almeno in linea con il costo del capitale; inoltre le banche devono fare scelte di business adeguate e gestire i costi. Indubbiamente la spinta regolamentare è verso attività a basso impiego di capitale. La politica deve chiedersi se questo è nel pieno interesse della comunità. (riproduzione riservata) Foto: Roberto Nicastro 19/03/2015 MF Pag. 11 (diffusione:104189, tiratura:173386) Finmeccanica, ebita sopra le attese Al netto delle operazioni straordinarie anche il risultato netto è migliore dello scorso anno ma il free operating cash flow resta negativo per 137 milioni. Confermati i target per il 2015 Luisa leone Redditività migliore del previsto per Finmeccanica nel 2014. Ieri il gruppo dell'aerospazio e della difesa ha diffuso il bilancio consolidato 2014, archiviato con un ebita sopra le attese a 1,08 miliardi (+23% sul 2013), contro il target di 930-980 milioni e sopra il consensus di mercato, fermo leggermente più in basso, a quota 1,05 miliardi. Bene anche il margine operativo, attestato a 692 milioni contro un rosso di 14 milioni nell'anno precedente, grazie al miglioramento dell'ebita, ma soprattutto grazie al venir meno delle partite non ricorrenti che avevano affossato il risultato 2013. L'utile si è fermato a quota 20 milioni, contro i 74 milioni dell'anno precedente, quando però sull'ultima riga di bilancio si erano fatti sentire i benefici effetti delle cessioni di Ansaldo Energia e di Avio Motori, per complessivi 723 milioni di euro. Il miglioramento rispetto al 2013 è comunque evidente guardando al risultato netto ordinario, quello depurato dalle componenti non ricorrenti, positivo per 70 milioni nel 2014, per la prima volta dal 2010, contro una perdita di 649 milioni l'anno prima. Nel 2014 la differenza tra il risultato netto ordinario e l'utile è data da una posta negativa non ricorrente di 50 milioni, legata alla cessione del business autobus. Ad ogni modo, la redditività è cresciuta in maniera più significativa rispetto ai ricavi, che pure sono migliorati del 7% a 14,6 miliardi. Infine sono risultati in crescita di 560 milioni sul 2013 - anche i nuovi ordini, a quota 15,6 miliardi, con un portafoglio complessivo di 38 miliardi. Le note dolenti arrivano, però, guardando alla generazione di cassa, con il free operating cash flow che, anche se migliorato rispetto al 2013, rimane ancora in terreno negativo, a quota -137 milioni. Si tratta comunque di un risultato migliore (83 milioni in meno) rispetto all'anno precedente e pesantemente influenzato dall'escussione della garanzia sulla commessa degli elicotteri indiani per 256 milioni. Al netto di questa partita il dato sarebbe stato positivo per 119 milioni. L'indebitamento poi non si è schiodato dai livelli di fine 2013, attestandosi ancora a un soffio quota 4 miliardi (3,96 miliardi). Sotto questo profilo qualcosa però dovrebbe migliorare nel 2015, non foss'altro che per la recente cessione del business trasporti (AnsaldoBreda e Sts) ai giapponesi di Hitachi, che comporterà una riduzione dell'indebitamento di 500 milioni, su un incasso di 810 milioni di euro. Per quanto riguarda il 2015 gli obiettivi del piano industriale sono stati confermati, con ricavi a 12-12,5 miliardi, un ebita a 1,080-1,130 miliardi e un indebitamento a 3,4 miliardi. Ieri però il titolo non ha beneficiato particolarmente delle notizie sui conti 2014, diffusi a metà giornata, sebbene dopo i forti cali della mattina le azioni abbiano risollevato un po' la testa, chiudendo comunque sotto del 2,8% a 11,29 euro. (riproduzione riservata) FINMECCANICA 18 dic '14 18 mar '15 6 10 12 Quotazioni in euro 11,3 € -2,84% IERI Foto: Mauro Moretti Foto: Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/finmeccanica SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 119 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NEL 2014 È HA SUPERATO IL MILIARDO, CON UN UTILE DI 20 MILIONI. DEBITO IN LINEA COL 2013 19/03/2015 MF Pag. 16 (diffusione:104189, tiratura:173386) LE PAROLE SONO PIETRE: AL BANDO, QUINDI, LA TROIKA E LA BAD BANK Forse bisognerà pensare di includere nelle elegazioni che trattano con le istituzioni comunitarie e, più in generale, negli organi che deliberano misure finanziarie, a cominciare dalle banche centrali, dei glottologi e dei semantisti. L'osservazione è stimolata dal potere che stanno acquisendo alcune parole, cambiando le quali, magari senza incidere (troppo) nella sostanza, si arriva a sbloccare alcune impasse nei negoziati. Come nel caso della Troika, formata da esponenti della Commissione Ue, della Bce e del Fmi. Odiata dai greci per il suo rigore, la si è dovuta eliminare dalle relazioni tra la Grecia e i soggetti creditori. Ma le componenti della Troika restano pur sempre creditrici e, se intendono coordinarsi tra di loro (forse anche a beneficio della stessa Grecia), si ritorna daccapo. Come risolvere questo problema, considerata altresì la resistenza del governo tedesco perché siano mantenute la forma e la sostanza della Troika? Ecco, allora, che si è pensato all'escamotage dell'utilizzo, in luogo della Troika, dell'espressione che fa riferimento alle «istituzioni creditrici» o al «Gruppo di Bruxelles». Il problema ritorna all'essenzialità ed è quello che si sta affrontando in queste giornate, e che sarà bene discutere approfonditamente domani nel vertice dei Capi di Stato e di Governo e poi lunedì 23, quando Alexis Tsipras si incontrerà con Angela Merkel: come chiudere questa fase transitoria di quattro mesi consentendo l'erogazione alla Grecia della tranche del prestito di 7,2 miliardi e, poi, esaminare le misure alternative di riforma predisposte dal governo greco rispetto a quelle indicate dalla Troika. Le variazioni non possono ovviamente rimanere soltanto nominalistiche. Una questione semantica riguarda pure la Federal Reserve. Ieri sera si è rimasti a caccia, nella lettura del comunicato del Fomc, della parola «pazienza». E la stessa questione terminologica si sta manifestando in Italia a proposito del progetto dell'istituzione di una bad bank per la ripulitura dei bilanci delle banche appesantiti dalla zavorra delle sofferenze per 185 miliardi. La contrarietà all'espressione negli ambienti bancari, in particolare, nasce dal fatto che essa evoca esperienze di altri Paesi che a un organismo della specie hanno fatto ricorso perché il sistema bancario era vicinissimo a condizioni di default. Meglio, dunque, adoperare altre espressioni, a cominciare da quella, ancorché non molto lontana, di «veicolo». In sostanza, una parte rilevante della politica monetaria e aspetti non secondari della politica economica stanno diventando, principalmente, elementi fondamentali della comunicazione. La forward guidance a cui si ispira la Bce richiede un armamentario nutrito nel campo della comunicazione e al banchiere centrale è ormai necessario essere pure un ottimo comunicatore. Compito nel quale è più facile sbagliare oppure logorare l'effetto-annuncio quando su di esso si cerca di fare leva, ma nel contempo si ripete più volte l'annuncio con il rischio di ridurne la credibilità. Le parole, dunque, possono essere pietre, ma anche risolutrici di dilemmi inizialmente irrisolvibili. adm Foto: Alexis Tsipras Foto: Angela Merkel SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 120 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CONTRARIAN 19/03/2015 Financial Times Pag. 3 (diffusione:265676, tiratura:903298) Museum assault HEBA SALEH - CAIRO Gunmen in the Tunisian capital Tunis killed 19 people, including 17 foreign tourists, in an attack on a museum next to the parliament building yesterday. Two assailants dressed in military uniform opened fire as a group of tourists got off a bus at the Bardo Museum, Habib Essid, Tunisia's prime minister said. The gunmen chased fleeing tourists into the museum and took a number hostage before being shot dead by the police. The security forces were searching for up to three accomplices. Two Tunisians, including a police officer, were also killed. The interior ministry said all hostages were later freed. The dead tourists came from Italy, Poland, Germany and Spain, Mr Essid said. The attack on the parliament complex targeting both the symbol of Tunisia's emerging democracy and its vital tourism industry is a big blow to the country seen as the only success story to emerge from the Arab uprising of 2011. "It is not by chance that today's terrorism affects a country that represents hope for the Arab world," said Laurent Fabius, France's foreign minister. Beji Caid Sebsi, the Tunisian president, described the attack as "a big disaster". "We should mobilise the Tunisian people to get rid of [terrorists] totally." Yesterday's was the first deadly terrorist act against tourists in Tunisia since 21 German and French holidaymakers were killed on the island of Djerba in 2002. Mr Essid described the museum shootings as a targeted attack on "a sensitive sector of the Tunisian economy, which is going through a crisis". The Italian foreign ministry said about 100 of its nationals were rescued. One group of tourists is thought to have come from an Italian cruise ship, the Costa Fascinosa, which docked in Tunis yesterday morning. Moncef Cheikh Rouhou, an economist and a leader of the Democratic Alliance party, said the attack was a setback to hopes that tourism would recover after the country had completed its democratic transition and put in place an elected parliament and president. "We were hoping that tourism would increase to over 20 per cent of gross domestic product," he said. " Yes, there will be an impact, but tourism was already depressed so maybe it won't be much in percentage terms." The International Monetary Fund expects the Tunisian economy to grow by 3.7 per cent in 2015. The figure is far from the rates of 7-8 per cent needed to bring down unemployment, which stands at 15 per cent nationally but is much higher for the young. Yesterday's attackers entered from a garden overlooked by both the museum and the parliament, local media reported. Their identity is unknown, but the country's security services have been fighting Islamist militant groups active in more remote parts of the country near the border with Algeria. Armed extremist groups have gathered strength in Tunisia since the overthrow of long-time dictator Zein al-Abidine Ben Ali in 2011. Militants from the Ansar al Sharia group assassinated two secular politicians in 2012. By some estimates, 3,000 Tunisians have travelled east to join the Islamic State of Iraq and the Levant, known as Isis. Tunisia has been a beacon for the region, the only example of democracy taking root after a repressive regime was removed in a popular uprising. But the fact that moderate Islamists from the Nahda party are represented in the government and make up the second-biggest force in parliament has done little to tame an extremist fringe determined to impose an Islamic state by force. Tunisian security forces take up positions during yesterday's attack SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 121 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gunmen kill 19 in Tunisia attack on tourists 19/03/2015 Financial Times - ed. Special Report Pag. 10 (diffusione:265676, tiratura:903298) Interview Fabrizio Buonamassa Stigliani, Bulgari's creative chief, talks to Ming Liu about the challenge of preserving the past and predicting the future For Fabrizio Buonamassa Stigliani, 2014 was a standout year. The senior director of Bulgari's Watches Design Centre saw the Italian house's Diva High Jewellery Emeralds watch win a plum award at the Grand Prix d'Horlogerie de Genève: the jewellery watch prize. The winning design was inspired, he says, by some of the Italian brand's most noted Hollywood clients of the 20th century, including Elizabeth Taylor and Sophia Loren. The 18-carat white gold watch, set with 444 diamonds and 258 emeralds, beat competition from 15 other entries, including watches by Boucheron and Chaumet. Mr Buonamassa Stigliani oversees the design of all Bulgari's timepieces, both men's and women's collections, complications, grand complications and special edition watches, at prices ranging from £3,640 to more than £500,000. He joined the company in 2001 after three years at Fiat's Style Centre in Turin designing cars, and has been in his current role since 2007. During his tenure Mr Buonamassa Stigliani has launched Bulgari's first grand complication for women - the miniature-painted Il Giardino Tropicale di Bulgari - and last year's sundial-inspired Lucea. Fresh variations of the latter design will be on show at Baselworld. Mr Buonamassa Stigliani was also behind the 110-faceted Octo luxury watches for men in 2012, followed by the Octo Finissimo, which the house claims to be the world's thinnest tourbillon movement at 1.95mm. Other Octo creations include a collaboration with Maserati, the carmaker, in 2012, and at Baselworld, a sapphire-dialled Bulgari Bulgari will be unveiled. Bulgari, which was acquired by LVMH in 2011 for $5.2bn, does not provide information about its profits. MainFirst Bank estimates turnover last year to have been about €1.3bn, with watches contributing about €600m. With 2014's operating margin estimated at about 13.5 per cent - up from about 8 per cent since its acquisition - Bulgari is the "1,000lb gorilla" in LVMH's watches and jewellery portfolio, says John Guy, managing director of luxury, branded and sporting goods at the bank. Mr Guy says since the acquisition, Bulgari has become more coordinated in its marketing and communication strategy. "What LVMH has done very well is address Bulgari's heritage and history," he says. Mr Buonamassa Stigliani makes the same point. Managing the company's signature style and its "amazing heritage in terms of signs" - motifs in particular from ancient Rome or ancient Greece - is the "most important thing now for my role", he says. "When I imagine new products, I have to imagine something that works with Bulgari's roots. It has to be the evolution of Bulgari signs and fit. I have designers in my studio making the best shapes, prototypes and products possible - but I have to imagine the concept behind those products." Mr Buonamassa Stigliani produces luxury timepieces for "everyday wear", but at the same time, his consumers want to pass watches on to future generations. To meet the challenge, he takes a strategic approach to design. "I imagine a line-up - a product that could fit very well in our assortment - at the right moment, with the right price and right stock-keeping units." In 2011, Mr Buonamassa Stigliani moved the Bulgari design team from Rome to Neuchâtel in Switzerland, home of Bulgari's in-house watchmaking production. "We work closely with the technical department and manufacturing sides," he says, and "it was impossible to manage this complexity from Rome". Although Mr Buonamassa Stigliani is not involved in technical development of the watches - "I am a lucky man for this"- he describes himself as the "guardian of the technical side". He says his role is to ensure his designs are not compromised by Swiss watchmaking expertise. That technical know-how can sometimes clash with Italian design culture - at the crux of Bulgari's look. "We design watches with a different approach to the form and function than you find in [Swiss] design. This approach is ironic, in an Italian way, with a different sense and taste for proportion, colours and function. "It's beautiful, because sometimes we find a different solution - at other times, it's impossible." He says he also faces challenges with Bulgari's marketing department, which examines current market information and data. Often this can lead to "fights", especially as Mr Buonamassa Stigliani's creative ideas can take between two and six years to come to market. He must imagine new products, predict SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 122 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 'Designers must imagine tomorrow's market' 19/03/2015 Financial Times - ed. Special Report Pag. 10 (diffusione:265676, tiratura:903298) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 123 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato evolving trends and keep abreast of the competition. As a result, he is often sketching ideas for timepieces two to three years ahead. "For designers, the most important thing is the future," he says. "And the marketing team talks about the past. But I have to imagine tomorrow's market." His managerial skills are essential, he says. "You are working in a very complex structure - you have to be able to manage people." Mr Buonamassa Stigliani also works with Jean-Christophe Babin, Bulgari's chief executive, presenting prototypes. The designer describes their relationship as "open" and "easy", noting that the only aspect of his role to change after the LVMH acquisition was dealing with a new chief executive. "It's a great opportunity for the watches business unit to work with [Mr Babin]," says Mr Buonamassa Stigliani. "He's a great support for our ideas. He knows the watches and products very well, and knows the market and its needs." Competitive: Buonamassa Stigliani (left); Bulgari's prizewinning Diva High Jewellery Emeralds watch (right) 19/03/2015 The Times Pag. 29 David Sanderson One of the fashion designers at the centre of the row with Elton John over "synthetic children" yesterday described threats to boycott the company as "medieval".Stefano Gabbana criticised the campaign against his company, being led by Sir Elton on social media. He said: "Boycott Dolce & Gabbana for what? They don't think like you? This is correct? This is not correct. We are in 2015. This is like medieval. It's not correct."The row, which angered the fashion world this week, started after Gabbana and Domenico Dolce, the other half of their eponymous fashion brand, told an Italian magazine of their support for the idea of a conventional family.The two men, who were once in a romantic relationship, suggested that gay couples should not be "natural" parents. Dolce said: "You are born and you have a mother and a father. At least it should be like this, and that is why I am not convinced by the children of chemistry, the synthetic babies, uteruses for rent, sperm chosen from a catalogue." Gabbana added: "The family is not a fad. In it there is a supernatural sense of belonging."Sir Elton - whose two sons, Zachary and Elijah, with his husband David Furnish were conceived through IVF treatment and surrogacy - responded angrily. He called for a boycott of Dolce and Gabbana and described the pair's thinking as archaic. In response Gabbana described Sir Elton as a fascist, while an Italian politician compared the singer to the Taliban.Sir Elton appeared to undermine his stance after being pictured on Tuesday carrying a Dolce and Gabbana bag entering a Los Angeles recording studio.In an interview with CNN yesterday, Dolce said his views on IVF were formed from his sense of a traditional Sicilian family. "It is impossible to change my culture for something different," he said. "It's me. I respect all the world, all the culture." He said that he did not judge people who chose IVF. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 124 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Elton's boycott is medieval, says Gabbana 19/03/2015 Le Monde Pag. 5 (diffusione:30179, tiratura:91840) Philippe Ridet Après Milan (Exposition universelle 2015), Venise (construction de la digue géante), Rome (affaire Mafia capitale), le giro d'Italie de la corruption a fait étape lundi 16 mars à Florence. Les limiers du parquet de Toscane ont fait arrêter ce jour-là Ercole Incalza, ex-responsable du département technique du ministère des transports qui, depuis les années 1990, a supervisé les grands travaux sous sept ministres différents, ainsi qu'un de ses amis entrepreneurs, Stefano Perotti, propriétaire d'une villa suffisamment sublime pour avoir servi de décor à une publicité de lingerie avec Julia Roberts... Pendant deux décennies, Ercole Incalza, mis à la retraite le 1er janvier, a géré environ 25 milliards d'euros d'investissements en privilégiant l'entreprise de son ami et associé, lequel prélevait au passage sa dîme de 3 % du montant des travaux.Comment Ercole Incalza a-t-il pu prospérer aussi longtemps sans être inquiété, alors que son nom est apparu dans 14 procédures judiciaires au cours de ces dernières années ? A-t-il bénéficié de complicités politiques ? Les écoutes téléphoniques révèlent que cet homme était suffisamment puissant pour avoir obtenu la nomination d'un de ses amis à un poste de sous-secrétaire d'Etat. " Ercolino - son surnom - fait la pluie et le beau temps. Il domine tout à 100 % ", se félicite une personne placée sous enquête à son insu.Les grands travaux qu'il a supervisés vont d'une portion de la ligne TGV Milan-Vérone à un tronçon d'autoroute Salerne-Reggio de Calabre, en passant par une ligne de métro à Rome ou un nouveau terminal dans le port sarde d'Olbia.L'actuel ministre des transports, Maurizio Lupi, tenait lui aussi beaucoup à Ercolino, qu'il présentait comme " un patrimoine de l'Italie ". Membre du parti Nouveau Centre-droit, apport essentiel de la coalition au pouvoir, très proche de l'influent mouvement catholique Communion et Libération, M. Lupi avait menacé le premier ministre Matteo Renzi " d'une crise gouvernementale " si l'on touchait à un seul cheveu de son directeur technique, que le gouvernement souhaitait mettre sur la touche.Du coup, c'est le ministre qui se trouve à son tour pris dans la tourmente et sommé de s'expliquer. Pourquoi l'entrepreneur Stefano Perotti, par ailleurs ami de M. Lupi, a-t-il offert au fils du ministre, Luca, une montre Rolex d'une valeur de 10 350 euros, pour le récompenser de l'obtention de son diplôme d'ingénieur ? Pourquoi lui a-t-il trouvé un premier emploi dans sa société ? M. Lupi, qui n'est pas inquiété par la justice à ce stade, se défend, et plutôt mal. " Moi, je n'aurais pas accepté un tel cadeau, a-t-il déclaré à La Repubblica du17 mars. Mon fils ne touchait que 1 300 euros par mois en attendant de trouver un poste aux Etats-Unis. " Enfin, il prévient : " Je ne démissionnerai pas. "Mais l'affaire prend désormais une tournure politique. Le Mouvement 5 étoiles et la gauche radicale vont présenter une motion de défiance contre le ministre, qui devait tenter de s'expliquer mercredi 18 mars devant le Parlement. Des journaux comme La Stampa, propriété du groupe Fiat, demandent sa démission.Pour M. Renzi, il s'agit de la première mise en cause d'un membre de son gouvernement. Une épreuve qu'ont connue presque tous ses prédécesseurs. Pour l'heure, il n'a pas tranché, se contentant de rappeler ses propositions contre la corruption : augmentation des peines et prescription plus longue. Problème : le projet de loi qui devrait leur donner le jour, présenté par Pietro Grasso, ex-magistrat antimafia devenu président du Sénat, attend depuis 733 jours le feu vert des élus. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 125 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Un scandale fragilise le gouvernement Renzi 19/03/2015 Les Echos Pag. 32 (diffusione:118722, tiratura:579000) BANQUE : Le fonds américain de capital-investissement Lone Star serait l'un des quatre candidats au rachat de l'établissement financier italien ICBPI, d'après l'agence Reuters. Les trois autres offres émaneraient de consortiums. L'un serait formé de Bain, d'Advent et du fonds d'investissement italien Clessidra, un autre réunirait les fonds CVC et Permira et le troisième associerait les fonds BC Partners et Cinven, précise Reuters, qui s'appuie sur trois sources proches du dossier. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 126 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lone Star viserait le rachat du groupe italien ICBP I 19/03/2015 Famiglia Cristiana - ed. N.12 - 22 marzo 2015 Pag. 30 (diffusione:587400, tiratura:685739) LAURA BOLDRINI «Ai politici del Parlamento serve un nuovo galateo» LA PRESIDENTE DELLA CAMERA RIPERCORRE I SUOI PRIMI DUE ANNI ALLA GUIDA DI MONTECITORIO E ANNUNCIA: «PER EVITARE ALTRE RISSE DOBBIAMO VARARE UN CODICE ETICO PER DEPUTATI E SENATORI» Roberto Zichittella Laura Boldrini lavora in una grande stanza con le pareti tappezzate di verde. Alle spalle della scrivania spicca la scultura di un gatto accucciato, che è sempre una presenza rassicurante. La presidente della Camera si accomoda su un divanetto sovrastato da una grande tela di Sironi e parla del suo libro Lo sguardo lontano (Einaudi). Non è solo il racconto della sua esperienza alla Camera. È anche un libro affollato di volti e di storie di italiani. Incontrati a Montecitorio e in giro per l'Italia. Presidente Boldrini, perché lo sguardo lontano? «Perché vorrei che questo sguardo animasse la politica. Basta con le piccole beghe fra i partiti e all'interno dei partiti. Più si parla di polemiche politiche e più la gente si disamora e non legge più i giornali. Io stessa mi annoio per questa autoreferenzialità continua. Ma a chi interessa questo circo? Proiettiamoci sui grandi temi del futuro, su quello che riguarda e migliora la vita delle persone». Però negli ultimi tempi il dibattito politico l'ha trascinata in polemiche con il presidente del Consiglio Renzi. Che cosa è successo? «Credo di avere già fatto chiarezza. Sul Jobs act e sulla decretazione d'urgenza ho solo difeso la centralità del Parlamento. Da presidente della Camera non posso che valorizzare il lavoro delle commissioni, così come non posso che auspicare un minore ricorso ai decreti legge. Con la riforma dei regolamenti stiamo proprio fissando delle corsie preferenziali per i disegni di legge del Governo, dando così dei tempi certi senza bisogno della decretazione di urgenza. Al tempo stesso, alle opposizioni verrà garantito di portare le loro proposte al voto dell'aula. Quanto alle critiche all'uomo solo al comando, stavo facendo un ragionamento di sistema, esprimendo la mia visione di società in cui l'associazionismo e i corpi intermedi sono importanti, come previsto dalla stessa Costituzione. Sono discorsi che faccio da tempo. Un uomo solo al comando deresponsabilizza tutti e indebolisce il Paese. In democrazia tutti devono svolgere la loro parte». Come vive queste polemiche e le accuse che a volte le piovono addosso anche dalla Rete? «Quasi sempre non reagisco alle provocazioni, agli attacchi scomposti e agli insulti. Trovo penoso e preoccupante che vi siano persone capaci solo di offendere e minacciare. A livello politico, poi, c'è chi mi dà della "serva" perché sarei appiattita sulle posizioni del Governo e c'è chi negli stessi giorni mi accusa di essere contro Renzi. Forse questi attacchi sono la miglior prova della mia terzietà». 4 Nel suo libro c'è un'appassionata difesa della buona politica contro l'antipolitica. Con l'aria che tira non le sembra quasi una missione impossibile? «Il compito è tutto in salita perché ci sono stati esponenti politici che hanno dato un pessimo esempio e perché si è insinuata nella società un'avversione al mondo della politica e una inaccettabile delegittimazione delle istituzioni. Raccoglierei facili consensi se dicessi che mi hanno messo a capo di un'istituzione di fannulloni. Ma non è vero. Invece vorrei che la gente facesse pace con le sue istituzioni. Il Parlamento, in particolare, è il cuore della democrazia e tutti dobbiamo coglierne il valore. In alternativa alla democrazia che cosa resta? La dittatura». Come si fa pace con la politica? «Innanzitutto facendo vincere la buona politica, il che significa sradicare la corruzione, regolamentare l'attività lobbistica, varare - come hanno fatto le assemblee elettive di altri Paesi - un codice etico di condotta per i parlamentari. E poi spiegando quello che stiamo facendo. Quando accompagno i cittadini nelle visite alla Camera, all'inizio li vedo un po' freddini e prevenuti, poi invece si rendono conto del grande lavoro che si fa qui dentro e di quanto abbiamo realizzato in questi due anni. Faccio lo stesso nei miei incontri sul territorio, quando vedo giovani, precari, associazioni, imprenditori. Sono persone che vogliono risposte ai loro problemi e per me è doveroso ascoltare e fare da tramite con chi deve dare risposte. La fiducia si recupera con gli atti concreti, non con le parole e le false promesse. Si deve essere seri. Se dici che puoi fare qualcosa, poi devi farla. Altrimenti è meglio non dire nulla». Nei suoi tanti incontri lei ha l'occasione di tastare il polso degli italiani. Che cosa sente? «Sento che la paura non ha SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 127 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA ESCLUSIVA 19/03/2015 Famiglia Cristiana - ed. N.12 - 22 marzo 2015 Pag. 30 (diffusione:587400, tiratura:685739) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 128 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato abbandonato i nostri connazionali. Paura per la crisi economica e per il lavoro che non c'è. È come una cappa che ci opprime. Bisogna uscire dalla crisi creando sviluppo e nuove opportunità di lavoro. Questa è la vera emergenza nazionale. Però c'è anche un approccio mediatico ansiogeno, che dà risalto soltanto agli aspetti negativi, ma se continuiamo a flagellarci senza vedere nessuna prospettiva davanti, non ce la faremo mai. Perciò mi sono data il compito di valorizzare le cose che funzionano». | Per esempio? ! «Nel cuore della Sicilia ho incon| trato dei giovani ritornati da esperien| ze di studio all'estero per creare un'a3 zienda nella loro terra. Nelle Marche | ho visto persone che hanno deciso di | § investire nell'agricoltura, con la ricer11 ca e l'innovazione, valorizzando bor® | ghi fatiscenti, puntando sulla qualità. | | Ci sono italiani che hanno una visione §| e sanno tenere lo sguardo lontano». § § Lei ha avuto l'onore e l'onere di | j gestire due elezioni del presidente | i della Repubblica. Come ha vissuto §| questi due eventi? |§ «La prima elezione l'ho vissuta H come una sconfitta del Parlamento, che ha costretto il presidente Napolitano a sacrificarsi quando ormai aveva già fatto parte del trasloco. L'opinione pubblica ha dovuto constatare l'impotenza del Parlamento e il clima nella piazza era molto pesante. Con l'elezione di Sergio Mattarella ci siamo riscattati. È stato bello vedere un Parlamento coeso, anche se poi fra le forze politiche ci sono state polemiche sul metodo». Che cosa prova quando in aula si scatenano scontri verbali e vere e proprie risse fra i deputati? «È uno spettacolo triste, che fa male all'istituzione, non restituisce dignità al Parlamento e allontana i cittadini, che restano esterrefatti e si indignano. I deputati dovrebbero esprimersi con la forza delle idee, non con i muscoli e gli insulti. Io credo che sia necessario un impegno di tutte le forze politiche per non arrivare a questi punti di tensione in aula». Come sono i suoi rapporti personali con i parlamentari? «Li abbiamo costruiti nel tempo, visto che in questa legislatura la Camera è composta in gran parte di deputati esordienti, me inclusa. E sono quasi sempre buoni rapporti. In particolare sono molto soddisfatta delle relazioni con le deputate di tutti i gruppi. Per la prima volta il 30 per cento dei parlamentari sono donne e si può lavorare bene insieme. C'è un dialogo continuo e trasversale, fatto di periodici incontri informali, che ritengo molto utile». In questo nuovo incarico che cosa ha portato della "vecchia" Laura Boldrini, quella impegnata con l'Onu per i rifugiati? «Il metodo di lavoro è lo stesso: ascoltare, mediare, trovare soluzioni. Senza avere alle spalle 25 anni di lavoro tosto con le agenzie delle Nazioni Unite non sarebbe facile svolgere il mio compito qui alla Camera». • Foto: DALL'ONU ALLA CAMERA Laura Boldrini, marchigiana di Macerata, 53 anni, giornalista, già portavoce dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati. Dal 16 marzo 2013 è presidente della Camera dei deputati. Foto: TRA RISSE E DIALOGO In più di una seduta la presidente della Camera ha dovuto fronteggiare risse o provocazioni dei deputati. «Ma con i miei colleghi c'è un dialogo continuo e trasversale fatto anche di incontri informali». 19/03/2015 Panorama - ed. N.12 - 25 marzo 2015 Pag. 22 (diffusione:446553, tiratura:561533) Non si fanno le liberalizzazioni a metà Il governo promette riforme, ma alla prova dei fatti non è capace di guardare al futuro con coraggio. Come dimostra il tentennamento sulla questione Uber, che vede ancora una volta la vittoria della lobby dei tassisti. Renzi ha voluto mantenere un'incertezza regolatoria, ma così gli investitori non si faranno certo avanti. Andrea Giuricin Le liberalizzazioni non arrivano, nonostante i proclami del governo Renzi. Ci si aspettava un'apertura del mercato del trasporto e invece, ancora una volta, si parla di quello che sarebbe potuto essere. Questa volta si è deciso di non regolare il famoso caso Uber, l'applicazione americana, che ormai è valutata oltre 40 miliardi di dollari, ed è la punta di un grande iceberg che si chiama «Sharing economy». L'economia della condivisione è il futuro dell'economia, ma forse il nostro governo non lo ha ancora capito. Tuttavia per fare sviluppare il futuro, ci vuole un buon grado di apertura, con poche regole, ma ben chiare. A poco servono le raccomandazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, che ha promesso in futuro di regolare il tutto con un decreto legge. Uber è stata al centro dell'attenzione a causa delle proteste dei tassisti. Di fronte alla possibilità di liberalizzare il servizio, il governo si è impaurito e ha fatto una marcia indietro non troppo velata. Ma come mai Uber, che è solo un'applicazione che mette in contatto la domanda e l'offerta, fa così paura al governo e ai tassisti? Le proteste dei tassisti sono comprensibili poiché la categoria perde una posizione di monopolio e i vantaggi che ne derivano. Meno comprensibile è la lentezza del governo nel comprendere il fenomeno, che ormai è quanto meno globale. È chiaro che una regolazione antiliberalizzazioni, come quella che vorrebbero i tassisti, rischia di uccidere Uber e al contempo di dare un chiaro segnale che l'Italia non è troppo aperta al cambiamento. L'oggetto del contendere è il servizio Uber Pop, dove ogni utente dell'applicazione può diventare un conducente con la propria vettura. I tassisti evidenziano delle problematiche fiscali e giuridiche per tale servizio, ma di fatto è una mera difesa della loro posizione. Il «driver» di Uber ha l'obbligo di dichiarare i propri introiti dell'attività, che non possono diventare il reddito prevalente. Inoltre le transazioni sono effettuate con la carta di credito e sono perfettamente tracciate (un sistema da fare invidia all'ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco). Come un tassista dovrebbe fare sempre la ricevuta, così il singolo driver deve dichiarare il proprio reddito derivante dal servizio Uber Pop. L'app chiede inoltre ai propri driver un'assicurazione verso terzi. Ora il governo non è stato in grado nel «pacchetto liberalizzazioni» di ricomprendere quella che di fatto è l'economia del futuro. Non ne ha avuto il coraggio o preferisce lasciare nell'incertezza regolatoria. Forse questa posizione è meglio di quella spagnola, dove la lobby dei tassisti ha vinto la prima battaglia contro Uber, facendo bloccare il servizio. In generale tuttavia è difficile bloccare il futuro e questo è chiaro da come l'applicazione abbia ormai raggiunto dimensioni globali. Ma l'incertezza regolatoria ha un costo, poiché scoraggia gli investimenti e la conseguente creazione di impiego. Uber è solo un caso, ma dimostra l'evanescenza del governo alla prova dei fatti e delle riforme. 40 il valore in dollari della app alternativa al taxi Foto: di Andrea Giuricin research fellow dell'Istituto Bruno Leoni SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 129 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato l'analisi scenari _economia 19/03/2015 Panorama - ed. N.12 - 25 marzo 2015 Pag. 64 (diffusione:446553, tiratura:561533) IL SUICIDIO DI MIO PADRE IN CELLA HA SPEZZATO MOLTE VITE A 22 anni dalla morte in carcere dell'ex presidente dell'Eni, Gabriele Cagliari, parla suo figlio Stefano. Che ancora non riesce a superare quel disastroso 1993, quando in pochi mesi perse padre, moglie e fratello. Tormentato da indebiti sensi di colpa, dice: «Oggi ho ancora paura di mettermi in luce». Costanza Rizzacasa d'Orsogna - foto di Roberto Caccuri Stefano Cagliari, 57 anni, architetto e manager del gruppo Eurotecnica, con una foto di suo padre Gabriele: presidente dell'Eni, fu arrestato ai primi di marzo 1993 con l'accusa di avere autorizzato il pagamento di tangenti per fare vincere una commessa alla Nuovo Pignone, del gruppo Eni. Il 20 luglio, disperato per quella custodia cautelare che durava da oltre quattro mesi, Cagliari si uccise nel carcere di San Vittore: si soffocò infilando la testa in un sacchetto della spesa. Per moltissimi anni ho continuato a sognare mio padre. Sogni ossessivi, sempre uguali. Sognavo che il suicidio l'avesse solo finto, che fosse fuggito in luoghi sconosciuti. In certi sogni si era rifatto una vita negli Stati Uniti, dove il suo know-how era apprezzato. Evidentemente proiettavo su di lui il desiderio di nascondermi: dopo il suo arresto, noi Cagliari eravamo come lebbra. Io avevo uno studio di architettura e persi tutti i miei clienti. Oggi ho ancora paura di mettermi in luce». Sono giorni di ricordi per Stefano Cagliari, figlio dell'ex presidente Eni arrestato nella notte fra l'8 e il 9 marzo 1993 e morto suicida a San Vittore il 20 luglio, dopo 134 giorni di carcerazione preventiva. Anche alle vicende di suo padre Gabriele è dedicata 1992, la serie Sky in onda a fine mese. E nonostante siano passati ormai 22 anni, il figlio è ancora schiacciato dalla paura e dai sensi di colpa, anche mentre racconta a Panorama una delle pagine più nere di Mani pulite. La mattina dei funerali di suo padre venne trovato morto Raul Gardini. Davanti a Palazzo Belgioioso, dove si era adunata una piccola folla, qualcuno gridò ad Antonio Di Pietro: «Bravo, bravo, vai avanti così». Lo ricorda, vero? Era il piacere del sangue che scorre. Il potere che crolla è un gran spettacolo. Non potrò mai dimenticare l'ultima volta che vidi papà, il venerdì prima dell'arresto. Viveva a Roma, a Milano veniva solo nei weekend. E ogni volta, fingendo con mia madre che l'aereo avesse ritardato, passava da me per giocare con mio figlio Francesco, il suo nipotino di tre anni. Erano giorni assai difficili: mia moglie aveva un cancro al seno e morì due mesi dopo, purtroppo proprio nell'unica notte in cui io, che la vegliavo, mi ero addormentato. Quella sera, mentre mio padre stava per andare, mio figlio lo guardò e gridò: «In galera! In galera!». Raggelammo. Ripeteva, senza capirla, una frase udita all'asilo. Era l'atmosfera che si viveva allora. L'arresto per voi non fu una sorpresa... Ogni mattina mi dicevo: «Ci siamo». Ce l'aspettavamo tutti, anche se in casa non se ne parlava. Ma all'epoca, quando i giornali iniziavano a sparare in una direzione, sapevi che stavano arrivando le manette. Certi amici si erano offerti di farlo fuggire, ma papà rifiutò. Quando poi lo arrestarono davvero, e mia madre in lacrime mi avvertì per telefono, non riuscii a dirle una parola. L'avevano prelevato a mezzanotte. Lei era a teatro, lui le lasciò un biglietto. Dopo, non disse mai cos'aveva provato quella notte, né io lo chiesi. E il resto della famiglia? Quella stessa mattina ricevetti una telefonata da Pechino: mio fratello Silvano stava molto male, dovevo autorizzare un intervento. Organizzammo un'aeroambulanza per Parigi: fu un volo drammatico, con vari scali perché non c'era carburante a sufficienza. Presto sarebbe morto anche lui. Mio padre di tutto questo non ha mai saputo nulla. Non ci sembrò il caso di caricarlo di quel peso. D'altronde, dopo l'arresto ci aveva fatto sapere tramite gli avvocati che non voleva incontrarci né parlarci. Si vergognava di farsi vedere in quelle condizioni. Finché un giorno non arrivò quella lettera. Quella che vi mandò prima di togliersi la vita. «Miei carissimi: sto per darvi un nuovo, grandissimo dolore...». Arrivò alcuni giorni prima di quel 20 luglio. Era indirizzata a mia madre. C'era scritto: «Da aprire al mio ritorno». Lei, come sempre, obbedì. Forse, se io l'avessi saputo, avrei insistito per leggerla. Chissà. Ma quando la trovai, dopo esser stati a San Vittore per il riconoscimento della salma, la disperazione era già tale che non c'era posto anche per il rimorso. Tutte queste parole non dette, tra di voi. Quante emozioni negate. Perché? Per sopravvivere, ritengo. Anche se da noi l'emotività non è mai stata di casa. Solo due volte avevo visto mio padre perdere il controllo. Ma piangere mai. Era un uomo d'altri tempi, SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 130 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato intervista mani pulite? 19/03/2015 Panorama - ed. N.12 - 25 marzo 2015 Pag. 64 (diffusione:446553, tiratura:561533) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 131 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato uno che si era arruolato a 17 anni ( nella Repubblica di Salò, ndr) per evitare che prendessero suo padre. Quella sua aggressività gli fu fatale in carcere, dove più i magistrati lo incalzavano, più lui si irrigidiva. Speravano, così facendo, di arrivare a Bettino Craxi: ma lui, pur ammettendo le sue responsabilità, non volle mai parlare. Noi rispettammo la sua decisione. Tentare di convincerlo non sarebbe servito. Ma quella lettera... Che senso ha la frase «Da aprire al mio ritorno»? Sua madre deve pur esserselo chiesto, no? È quello che mi sono sempre ripetuto. Il magistrato non volle firmare l'ordine per i domiciliari e andò in vacanza. Per mio padre fu l'ultima goccia. La lettera venne pubblicata sul Giorno e divenne una denuncia della situazione carceraria. Il cappellano di San Vittore, con cui mio padre collaborava per aiutare detenuti più disgraziati di lui, disse che il suo era stato «un sacrificio». Dopo, mi riferirono che in chiesa, al funerale, tanti avevano fischiato. Io sentivo solo gli applausi. Che uomo era suo padre? Estremamente ambizioso. Pretendeva moltissimo da sé e da noi figli. Anche se averlo in casa, da bambino, era una rarità. Stava via per mesi, e quando c'era di lavoro non parlava mai. Ho saputo che faceva l'ingegnere quando avevo dieci anni, da mia madre. Ma alle elementari, quando capivo che stava per tornare, ero terrorizzato. M'interrogava in tutte le materie: finivo sempre in lacrime. Poi, crescendo, lui socialista e io nel Movimento studentesco, c'erano tante incomprensioni. Ma papà non era una persona con cui si potesse litigare. E quando lo arrestarono? Fu un momento di grande rottura, anche se a 36 anni avevo avuto modo di conoscere il mondo, di capire che aveva fatto certe cose perché faceva parte di quel gioco. Ma non riuscivo a immaginarmelo in prigione, mi sembrava un film di Totò. Glielo scrissi in una delle tre lettere che gli mandai in quei mesi. Lui rispose a due. Si parla sempre di suo padre. In realtà, a fare politica era sua madre, Bruna. Era una vecchia socialista. Fino alla fine degli anni Settanta era stata molto attiva nel partito. Poi, con il crescente arrivismo di alcuni, se ne allontanò. Restò accanto a papà, pur non condividendo certe scelte, e dopo l'arresto non smise mai di difendere lui e la sua memoria. Finché, cinque anni dopo, non decise di morire pure lei. In che modo? Aveva avuto la tubercolosi e dopo i 70 anni i suoi problemi di respirazione si aggravarono. Fu ricoverata. Volevano intubarla, ma si rifiutò. Quel giorno mi raccontò tutta la sua vita: di quando da bambina pascolava le oche in Friuli, di come con papà fossero partiti dal nulla. Poi, lei che odiava il cibo, fece una mangiata pantagruelica. Un piatto enorme di spaghetti, un arrosto con patate... Morì quella notte stessa. All'epoca lei lavorava anche con l'Eni. Che cosa accadde dopo l'arresto? Non solo smisero di darci commesse, ma non vollero neanche pagare i lavori finiti. Poi sono arrivate le cause di risarcimento contro di noi: se n'è andato tutto. Quando è morta mia moglie, e subito dopo anche mio suocero, sono andato in analisi. Per prevenire, sa... Ma qualche anno dopo è morto anche lo psicoanalista, e non me la sono sentita più di continuare. Cos'ha pensato quando, lo scorso 25 febbraio, è stata approvata la legge sulla responsabilità civile dei magistrati? Non cerco vendette. Mio padre è morto, nulla lo farà resuscitare. Recriminare può solo accrescere il dolore. Era colpevole, fu l'inchiesta a essere gestita con profonda ingiustizia. Mani pulite era in delirio d'onnipotenza. Mio padre fu uno strumento di propaganda da ostentare a chi stava fuori. E suo figlio Francesco? Del suicidio non gli dicemmo nulla, facendogli credere che il nonno era morto di vecchiaia. Lo scoprì a casa di una compagna di liceo. «Ti chiami Cagliari? Il nipote di Gabriele?» Tornò a casa sconvolto, la frattura di quel giorno non si è mai sanata tra di noi. Oggi, a 25 anni, vive nascondendosi. Non risponde al telefono, esce senza avvisare, rientra di soppiatto. Percepisce le mie angosce e le fa sue. Purtroppo, quando succede una cosa come quella che accadde a mio padre, non è solo la tua vita che viene distrutta, ma anche quella dei tuoi figli, e dei figli dei tuoi figli. olycom- Roberto Caccuri/Contrasto , Il 24 marzo parte la serIe tv 1992: tangentopolI tra realtà e fIctIon S'intitola 1992, sarà in onda su Sky Atlantic HD e su Sky Cinema 1 HD da martedì 24 marzo, in Italia e contemporaneamente Inghilterra, Germania, Irlanda e Austria. Diretta dal regista Giuseppe Gagliardi e prodotta da Wildside di Lorenzo Mieli, la serie ha coinvolto 156 attori e 3 mila comparse, ed è durata 21 settimane di riprese. In dieci episodi, che mescolano cronaca e realtà romanzata, racconta che cosa fu il primo anno di Mani pulite, l'inchiesta esplosa sui mass media il 17 febbraio 1992 con l'arresto del manager socialista Mario Chiesa, a Milano. Protagonista della fiction (e suo ideatore) è Stefano Accorsi: manager dal misterioso passato. Su History channel, in coda alle 19/03/2015 Panorama - ed. N.12 - 25 marzo 2015 Pag. 64 (diffusione:446553, tiratura:561533) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 19/03/2015 132 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ultime due puntate della serie, andrà in onda anche il documentario 1992, attacco al potere. Una famiglia felice A lato, Gabriele Cagliari con Raul Gardini. Piùa destra, Stefano Cagliari in barcaa vela con il padre. Sotto, la famiglia nel 1992: da sinistra, ancora Stefano con in braccio suo figlio Francesco; sua madre Bruna; suo padre Gabriele, in quel momento presidente dell'Eni; suo fratello Silvano.