vii° - allegati selezionati
Transcript
vii° - allegati selezionati
VII° - ALLEGATI SELEZIONATI 11. ALLEGATI 11.1 Dal Manuale di Interpretazione degli Habitat - MATTM - Habitat e Specie in Basilicata – 11.2 Selezione Indicatori 11.3 Matrice “Strumenti di Gestione Territoriale” Sistema Costiero in Erosione 1 11.1 Dal Manuale Italiano di Interpretazione degli Habitat della Direttiva 92/43/CEE (Presentazione del MATTM mese di Aprile 2009) DISTRIBBUZIONE DEGLI HABITAT IN BASILICATA 2 11: Acque Marine e Ambienti a Marea 3 1110: Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina Sandbanks which are slightly covered by sea water all the time Banchi di sabbia colonizzati da Cymodocea nodosa presso Marina di Ragusa (Sicilia meridionale), Marcello Catra Codice CORINE Biotopes 11.22 - Sublittoral soft seabeds 11.33 - Mediterranean Cymodocea and Zostera beds 11.125 - Shoals Codice EUNIS A5 - Sublittoral sediment A5.1 - Sublittoral coarse sediment A5.2 - Sublittoral sand A5.4 - Sublittoral mixed sediments A5.5 - Sublittoral macrophyte-dominated sediment Codice Barcellona Convention UNEP(OCA) / MED WG.143/5 (Hyères experts report, 1998) “Biocenosis of fine sands in very shallow waters (III. 2. 1.) with facies with Lentidium mediterraneum (III. 2. 1. 1.)”, “Biocenosis of well sorted fine sands (III. 2. 2.) with associations with Cymodocea nodosa on well sorted fine sands (III. 2. 2. 1.) and with Holophila stipulacea (III. 2. 2. 2), the latter considered determinant habitat in C. B.”, “Biocenosis of coarse sands and fine gravels mixed by the waves (III. 3. 1.) with association with rhodolithes (III. 3. 1. 1), considered determinant habitat in the C. B.”, “Biocenosis of coarse sands and fine gravels under the influence of bottom currents (also found in the Circalittoral) (III. 3. 2.). It is possible to find a facies and an association which are determinant habitats for C. B.: the maërl facies (= Association with Lithothamnion corallioides and Phymatoliton calcareum), also found as facies of the biocenosis of coastal detritic (III. 3. 2. 1), and the association with rhodolithes (III. 3. 2. 2.)”, “Biocenosis of infralittoral pebbles (III. 4. 1.) with facies with Gouania wildenowi (III. 4. 1. 1.), small teleostean which lives among pebbles.” Biocenosi più rilevanti (e/o segnate con asterisco facies e associazioni considerate prioritarie nelle SDF/ASPIM): III. 2. FINE SANDS WITH MORE OR LESS MUD SABBIE FINI PIU’ O MENO INFANGATE 4 III. 2. 1. Biocenosis of fine sands in very shallow waters Biocenosi delle sabbie fini a bassa profondità III. 2. 1. 1. Facies with Lentidium mediterraneum Facies a Lentidium mediterraneum III. 2. 2. Biocenosis of well sorted fine sands Biocenosi delle sabbie fini ben calibrate III. 2. 2. 1.Association with Cymodocea nodosa on well sorted fine sands / Associazione a Cymodocea nodosa v III. 2. 2. 2.Association with Halophila stipulacea Associazione a Halophila stipulacea III. 2. 3. Biocenosis of superficial muddy sands in sheltered waters Biocenosi delle sabbie fangose superficiali in ambiente riperato (mode calme svmc) III. 2. 3. 1.Facies with Callianassa tyrrhena and Kellia corbuloides Facies a Callianassa tyrrhena e Kellia corbuloides III. 2. 3. 2.Facies with fresh water resurgences with Cerastoderma glaucum and Cyathura carinata / Facies con sorgenti di acqua dolce a Cerastoderma glaucum e Cyathura carinata v III. 2. 3. 3. Facies with Loripes lacteus, Tapes spp. / Facies a Loripes lacteus, Tapes spp. III. 2. 3. 4. Association with Cymodocea nodosa on superficial muddy sands in sheltered waters / Associazione a Cymodocea nodosa su sabbie infangate superficiali in acque riparate v III. 2. 3. 5. Association with Zostera noltii on superficial muddy sands in sheltered waters / Associazione a Zostera noltii su sabbie infangate superficiali in acque riparate. III. 2. 3. 6. Association with Caulerpa prolifera on superficial muddy sands in sheltered waters / Associazione a Caulerpa prolifera su sabbie infangate superficiali in acque riparate. v III. 2. 3. 7. Facies of hydrothermal oozes with Cyclope neritea and nematodes / Facies degli sgocciolii idrotermali a Cyclope neritea e nematodi III. 3. COARSE SANDS WITH MORE OR LESS MUD SABBIE GROSSOLANE PIU’ O MENO INFANGATE III. 3. 1. Biocenosis of coarse sands and fine gravels mixed by the waves v III. 3. 1. 1. Association with rhodolithes / Associazione a rodoliti III. 3. 2. Biocenosis of coarse sands and fine gravels under the influence of bottom currents (also found in the Circalittoral) / Biocenosi delle sabbie e ghiaie fini sotto l’influenza di correnti di fondo (si può riscontrare anche nel Circalitorale) v III. 3. 2. 1. Maërl facies (= Association with Lithothamnion corallioides and Phymatolithon calcareum) (can also be found as facies of the biocenosis of coastal detritic). / Facies del maërl (Associazione a Lithothamnion corallioides e Phymatolithon calcareum; può essere riscontrato anche come facies del detritico costiero). v III. 3. 2. 2. Association with rhodolithes / Associazione a rodoliti Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea 5 Descrizione generale dell’habitat Sandbanks are elevated, elongated, rounded or irregular topographic features, permanently submerged and predominantly surrounded by deeper water. They consist mainly of sandy sediments, but larger grain sizes, including boulders and cobbles, or smaller grain sizes including mud may also be present on a sandbank. Banks where sandy sediments occur in a layer over hard substrata are classed as sandbanks if the associated biota are dependent on the sand rather than on the underlying hard substrata. “Slightly covered by sea water all the time” means that above a sandbank the water depth is seldom more than 20 m below chart datum. Sandbanks can, however, extend beneath 20 m below chart datum. It can, therefore, be appropriate to include in designations such areas where they are part of the feature and host its biological assemblages. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Banchi di sabbia dell’infralitorale permanentemente sommersi da acque il cui livello raramente supera i 20 m. Si tratta di fondali sabbiosi sommersi, in genere circondati da acque più profonde, che possono comprendere anche sedimenti di granulometria più fine (fanghi) o più grossolana (ghiaie). Possono formare il prolungamento sottomarino di coste sabbiose o essere ancorate a substrati rocciosi distanti dalla costa. Comprende banchi di sabbia privi di vegetazione, o con vegetazione sparsa o ben rappresentata, in relazione alla natura dei sedimenti e alla velocità delle correnti marine. Questo habitat nel Mediterraneo comprende tutti i substrati mobili più o meno sabbiosi sia dell’infralitorale sia del circalitorale non necessariamente con morfologia dei banchi sommersi. Nelle acque marine italiane si ritrovano tutte le biocenosi (con le facies e le associazioni) elencate sopra dai documenti correlati alla Convenzione di Barcellona. Sottotipi e varianti (compilare se necessario) Questo habitat è molto eterogeneo e può presentare una serie di varianti in relazione alla granulometria dei sedimenti e alla presenza o meno di fanerogame marine : Variante I - Banchi o fondali di sabbia permanentemente sommersi da acque marine privi di vegetazione vascolare Variante II - Banchi o fondali di fanghi o fanghi sabbiosi permanentemente sommersi da acque marine privi di vegetazione vascolare Variante III - Banchi o fondali di sabbia o di sabbia fangosa permanentemente sommersi da acque marine con vegetazione dello Zosterion marinae Banchi di sabbie fangose o di fanghi localizzati nelle zone con minore idrodinamismo delle correnti marine interessate da una vegetazione a fanerogame marine tipiche di acque calme e poco profonde. In questo sottotipo si localizza lo Zosteretum marinae in condioni si scarsa ossigenazione e con apporti di acqua dolce che mantengono la salinità tra il 22 e il 37‰ o il Nanozosteretum noltii che predilige ambienti con acque più calme di tipo lagunare Variante IV – Banchi o fondali di sabbia permanentemente sommersi da acque marine con vegetazione del Zosterion marinae. Banchi di sabbia permanentemente sommersi nelle acque fino a circa 35 metri di profondità, spesso in zone riparate da scogliere o da banchi di Posidonia, con vegetazione rizofitica monospecifica (Cymodoceetum nodosae) di Cymodocea nodosa, talora associata con altre fanerogame marine come Halophila stipulacea o con alghe quali Caulerpa prolifera. Si localizza su sabbie con prevalenza di elementi fini. Variante V – Banchi o fondali di sabbia permanentemente sommersi da acque marine con vegetazione del Lithophyllion stictaeformis. Le comunità vegetali danno origine a “letti a Rodoliti” (rhodolith beds) o “fondi a Maërl” di natura organogena, cioè ad habitat intermedi tra le biocenosi organogene di fondo duro o roccioso (es. Biocenosi del Coralligeno) e le biocenosi dei fondi molli con sabbie grossolane e ghiaie. I loro popolamenti sono inseriti sia nella 6 Biocenosi dei Fondi Detritici Costieri (DC) del Circalitorale, sia nella Biocenosi delle Sabbie Grossolane e Ghiaie Fini sotto l’influenza delle Correnti di Fondo (SGCF) del Circalitorale e dell’Infralitorale, descritte nel Manuale del Benthos del 1964. Queste formazioni organogene costruiscono un habitat, articolato in numerosi microhabitat, che condiziona lo sviluppo di una ricca biodiversità (oltre 400 specie di animali e oltre 100 di vegetali) sia di substrato duro, sia di substrato molle, oltre che di specie demolitrici, fossorie e interstiziali. Il termine Maërl deriva da una parola bretone che indica un accumulo di forme ramificate di Corallinales, prive di apparente nucleo. Il termine Rodolite, più usato nella letteratura anglosassone, ha invece un’accezione più generale, che comprende sia i noduli veri e propri, sia il Maërl. L’equivalente termine francese per indicare le piccole Rodoliti nucleate è “prâlines”, a causa della loro somiglianza con i noti dolciumi. In letteratura questo habitat è indicato anche con la denominazione di “facies a Melobesie libere”, oggi si usa il termine più appropriato di “facies ad alghe calcaree libere”. Combinazione fisionomica di riferimento Le piante vascolari possono essere assenti o rappresentate nel Mediterraneo da Cymodocea nodosa, Zostera marina e Nanozostera noltii (= Zostera noltii), chiazze sparse di Posidonia oceanica e la specie aliena Halophila stipulacea. Tra le alghe si rinvengono specie con forme egagropile e bentopleustofite dei generi Gracilaria, Gracilariopsis, Polysiphonia, Rytiphlaea, Cladophora, Chaetomorpha e varie Corallinaceae sia libere (Rodoliti) sia epifite. Riferimento sintassonomico La vegetazione a fanerogame marine è riferibile alla seguenti associazioni: Zosteretum marinae (Van Goor 1921) Harmsen 1936 si insedia nella terza variante in condizioni di scarsa ossigenazione con apporti di acqua dolce che mantengono la salinità tra il 22 e il 37‰. Nanozosteretum noltii Harmsen 1936 si insedia in ambienti con acque più calme di tipo lagunare. Cymodoceetum nodosae Giaccone e Pignatti 1967 si afferma su sedimenti sabbiosi con prevalenza di elementi fini scarsamente ossigenati. CLASSE: ZOSTERETEA MARINAE Pignatti 1953 Ordine: Zosteretalia Bèguinot 1941 All. Zosterion marinae Christiansen 1934 Ass.: Posidonietum oceanicae (Funk 1927) Molinier 1958 Ass: Cymodoceetum nodosae Giaccone e Pignatti 1967 Ass. Zosteretum marinae (Van Goor 1921) Harmsen 1936 Ass. Nanozosteretum noltii Harmsen 1936 Aggruppamento ad Halophila stipulacea Giaccone 1968 Vegetazione a rizofite algali su sabbie e fango nell'Infralitorale e nel Circalitorale. Classe Caulerpetea Giaccone e Di Martino 1997 Ordine Caulerpetalia Giaccone e Di Martino 1997 Alleanza Caulerpion Giaccone e Di Martino 1997 Ass. Caulerpetum racemosae Giaccone e Di Martino 1995 Ass. Caulerpetum taxifoliae mexicanae Giaccone e Di Martino 1995 Ass. Caulerpetum scalpelliformis Mayoub 1976 emend Giaccone e Di Martino 1995 Ass. Caulerpetum taxifoliae taxifoliae Di Martino e Giaccone 1997 Ass. Caulerpetum proliferae Di Martino e Giaccone 1997 Classe: LITHOPHYLLETEA Giaccone 1965 emend. Giaccone 1994 Ordine: Lithophylletalia Giaccone 1965 All.: Lithophyllion stictaeformis Giaccone 1965 Ass.: Phymatholitho-Lithothamnietum corallioidis Giaccone 1965 7 Dinamiche e contatti Le praterie a Cymodocea nodosa possono trovarsi in contatto catenale con varie fitocenosi fotofile dell’infralitorale rientranti nei Cystoseiretea. Esse inoltre rappresentano uno stadio nella serie dinamica dell’habitat 1120* “Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae)” con il quale contrale quindi rapporti seriali. L’habitat 1110 è talora in contatto con l’1140 “Distese fangose o sabbiose emergenti durante la bassa marea” che occupa le superfici regolarmente emerse durante la bassa marea e in profondità con l’habitat 1170 “Scogliere”, quando le formazioni ad alghe calcaree libere (letti a Rodoliti) evolvono verso il Coralligeno di Piattaforma della classe Lithophylletea. Può anche essere una parte componente dell’habitat 1130 “Estuari” e 1160 “Grandi isole e baie poco profonde”. Specie alloctone Halophila stipulacea, specie aliene del genere Caulerpa. Distribuzione dell’habitat in Italia CM, EM, FR, LG, VN, SC, SR, LZ, TS, BS, CL, PG. Note I tratti dei banchi di sabbia che emergono regolarmente durante la bassa marea sono da riferire all’habitat 1140 “Distese fangose o sabbiose emergenti durante la bassa marea”. Riferimenti Bibliografici AA.VV., 2007. Guidelines for the establishment of the Natura 2000 network in the marine environment. Application of the Habitats and Birds Directives (ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/marine/docs/marine_guidelines_it.pdf) BELLAN-SANTINI D., BELLAN G., BITAR G., HARMELIN J.G., PERGENT G., 2002. Handbook for interpreting types of marine habitat for the national inventories of natural sites of conservation interest. UNEP Action Plan for the Mediterranean, pp 1-216. BELLAN-SANTINI D., LACAZE J.C., POIZAT C., (1994). Les biocénoses marines et littorales de Méditerranée, sinthèse, menaces et perspectives. Collection Patrmoines Naturels. 19 : 1-246. Museum National d’Histoire Natirelle. Paris. BIANCHI C.N., PEIRANO A., 1995. Atlante delle fanerogame marine della Liguria. Posidonia oceanicaCymodocea nodosa. ENEA, La Spezia. 146 pp. e CORMACI M., FURNARI G., GIACCONE G., 2003. Macrofitobenthos. In: Gambi M. C. e Dappiano M. (Eds) Manuale di metodologie di campionamento e studio del benthos marino mediterraneo. Biologia Marina Mediterranea, 10 (Suppl.): Cap. 7: 233-262. DAUVIN J.C., BELLAN G., BELLAN-SANTONI D., 2008. The need for clear and comparable terminology in benthic ecology. Aquatic Conserv: Mar. Freshw. Ecosyst. 18: Part. I: Ecological concepts: 432-445; Part. II Application of the European Directives: 446-456. DIVIACCO G., COPPO S., 2006. Atlante degli habitat marini della Liguria. Descrizione e cartografia delle praterie di Posidonia oceanica e dei principali popolamenti marini costieri - 205 p + cartografia + 1 CD-Rom. Regione Liguria, Edizioni Grafiche Amadeo, Imperia. GAMBI M.C. , DAPPIANO M. (Eds.), (2003). Manuale di metodologie di campionamento e studio del benthos marino Mediterraneo. Biol. Mar. Mediterr., 10 (Suppl. 1): 1-638. GIACCONE G., 1987. Praterie sommerse. In Raniero E. (ed.) Mare Nostrum. Ed. Enrico Raniero. Firenze. GIACCONE G., ALONGI G., COSSU A., DI GERONIMO R., SERIO D., 1993.. La vegetazione marina bentonica del Mediterraneo: I. Sopralitorale e mesolitorale. Proposte di aggiornamento. Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. Catania, 26 (341): 145-172. 8 GIACCONE G., ALONGI G., PIZZUTO F., COSSU A., 1994.. La vegetazione marina bentonica fotofila del Mediterraneo: II. Infralitorale e Circalitorale. Proposte di aggiornamento. Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. Catania, 27: 111-157. GIACCONE G., ALONGI G., PIZZUTO F., COSSU A., 1994.. La vegetazione marina bentonica sciafila del Mediterraneo: III. Infralitorale e Circalitorale. Proposte di aggiornamento. Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. Catania, 27: 201-227. GIACCONE G., DI MARTINO V., 2002. Past, present and future of vegetational diversity and assemblages on Mediterranean Sea. Proceedings of the first mediterraneam Symposium on marine Vegetation. Ed. UNEP/RAC/SPA. Tunis: 34-59. TRIVISANI A., CIFARELLI R., FASCETTI S., 2009. Metaponto dopo le mareggiate. Quaderni del Parco,14. Parco della Murgia Materana: 1-30. Riferimenti Bibliografici online http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/marine/index_en.htm http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=10003 http://www.dipbot.unict.it/vegetazio_marina/index.html http://www.jncc.gov.uk/ProtectedSites/SACselection/habitat.asp?FeatureIntCode=H1110 http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers2.html http://www.npws.ie/en/Marine/MarineHabitats/Sandbanks/ http://www.bfn.de/0316_typ1110+M5054de7a952.html http://www.helcom.fi/environment2/biodiv/endangered/Biotopes/en_GB/Sandbanks/ http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm#habitats_1 http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/indice/gisweb.html Nomi dei compilatori con e.mail Giovanni Spampinato ([email protected]), Giuseppe Giaccone ([email protected]), Giuseppina Alongi ([email protected]), Giulio Relini ([email protected]) 9 11: Acque marine e ambienti a marea 1120*: Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae) Posidonia beds (Posidonion oceanicae) Prateria a Posidonia oceanica presso Acitrezza (Sicilia orientale), Marcello Catra Codice CORINE Biotopes 11.34 [Posidonia] beds Codice EUNIS A5.535 : [Posidonia] beds A5.5351 : Ecomorphosis of striped [Posidonia oceanica] meadows A5.5352 : Ecomorphosis of "barrier-reef" [Posidonia oceanica] meadow A5.5353 : Facies of dead "mattes" of [Posidonia oceanica] without much epiflora A5.5354 : Association with [Caulerpa prolifera] on [Posidonia] beds Codice Barcellona Convention UNEP(OCA) / MED WG.143/5 (Hyères experts report, 1998) Biocenosi più rilevanti (e/o segnate con asterisco facies e associazioni considerate prioritarie nelle SDF/ASPIM): III. 5. POSIDONIA OCEANICA MEADOWS PRATERIA A POSIDONIA OCEANICA v III. 5. 1. Posidonia oceanica meadows (= Association with Posidonia oceanica) Prateria a Posidonia oceanica (= Associazione a Posidonia oceanica ) v III. 5. 1. 1. Ecomorphosis of striped meadows Ecomorfosi di praterie a bande v III. 5. 1. 2. Ecomorphosis of “barrier-reef” meadows Ecomorfosi di praterie a barriera III. 5. 1. 3. Facies of dead “mattes” of Posidonia oceanica without much epiflora / Facies dei rizomi morti (mattes mortes) di Posidonia oceanica III. 5. 1. 4. Association with Caulerpa prolifera / Associazione a Caulerpa prolifera Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea 10 Descrizione generale dell’habitat Beds of Posidonia oceanica (Linnaeus) Delile characteristic of the infralittoral zone of the Mediterranean (depth: ranging from a few dozen centimetres to 30 - 40 metres). On hard or soft substrate, these beds constitute one of the main climax communities. They can withstand relatively large variations in temperature and water movement, but are sensitive to desalination, generally requiring a salinity of between 36 and 39‰. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Praterie sommerse di Posidonia oceanica caratteristiche del piano infralitorale del Mar Mediterraneo, dove si insediano su substrati mobili (sabbie) o più limitatamente rocciosi con acque ben ossigenate profonde da pochi centimetri fino a 40 m. Posidonia oceanica tollera variazioni relativamente ampie di temperatura, irradianza e idrodinamismo, ma è molto sensibile agli apporti di acque dolci, all’inquinamento, all’ancoraggio di natanti, alla posa di cavi sottomarini, all’invasione di specie rizofitiche aliene e all’alterazione del regime sedimentario. Apporti massivi o depauperamenti sostanziali del sedimento e prolungati bassi regimi di luce, derivanti soprattutto da cause antropiche, possono provocare una regressione di queste praterie. Le praterie marine a Posidonia costituiscono uno degli habitat più importanti del Mediterraneo, e assumono un ruolo fondamentale nell’ecosistema marino per quanto riguarda la produzione primaria, la biodiversità, l’equilibrio della dinamica di sedimentazione. Generalmente richiedono salinità compresa tra 36 e 39‰. Esse rappresentano un ottimo indicatore della qualità dell'ambiente marino nel suo complesso. Sottotipi e varianti (compilare se necessario) Combinazione fisionomica di riferimento Angiosperme: Posidonia oceanica Le alghe associate a Posidonia sono di tipo fotofilo se si impiantano sulle foglie come Hydrolithon farinosum, Pneophyllum fragile, Myrionema orbiculare, Giraudia sphacelarioides, Cladosiphon cylindricus,C. irregularis, Miriactula gracilis, Chondria mairei, Spermothamnion flabellatum; mentre sono di tipo sciafilo se associate ai rizomi come Peyssonnelia squamaria, Osmundaria volubilis e Flabellia petiolata. Riferimento sintassonomico La vegetazione a Posidonia oceanica è stata riferita alla associazione monospecifica Posidonietum oceanicae (Funk 1927) Molinier 1958. La vegetazione algale fotofila associata alle foglie di Posidonia è riferita al Myrionemo-Giraudietum sphacelarioidis Van der Ben 1971, mentre quella sciafila associata ai rizomi è riferibile al Flabellio-Peyssonnelietum squamariae Molinier 1958. L’associazione a Caulerpa prolifera è riferita al Caulerpetum proliferae Di Martino & Giaccone 1997. CLASSE: ZOSTERETEA MARINAE Pignatti 1953 Ordine: Zosteretalia Bèguinot 1941 All. Zosterion marinae Christiansen 1934 Ass.: Posidonietum oceanicae (Funk 1927) Molinier 1958 CLASSE: CYSTOSEIRETEA Giaccone 1965 Ordine: Cystoseiretalia Molinier 1958 emend. Giaccone 1994 All. Cystoseirion crinitae Molinier 1958 Ass. Myrionemo-Giraudietum sphacelarioidis Van der Ben 1971 (nel Posidonietum oceanicae Molinier 1958) Classe Caulerpetea Giaccone & Di Martino 1997 Ordine Caulerpetalia Giaccone & Di Martino 1997 Alleanza Caulerpion Giaccone & Di Martino 1997 Ass. Caulerpetum racemosae Giaccone & Di Martino 1995 11 Ass. Caulerpetum taxifoliae mexicanae Giaccone & Di Martino 1995 Ass. Caulerpetum taxifoliae taxifoliae Di Martino & Giaccone 1997 Ass. Caulerpetum proliferae Di Martino & Giaccone 1997 Classe Lithophylletea Giaccone 1965 emend. Giaccone 1994 Ordine: Rhodymenietalia Boudouresque 1971 emend. Giaccone 1994 All.: Peyssonnelion squamariae Augier & Boudouresque 1975 emend. Giaccone 1994 Ass.: Flabellio-Peyssonnelietum squamariae Molinier 1958 Dinamiche e contatti Le praterie sottomarine a Posidonia oceanica del Posidonietum oceanicae costituiscono una formazione climax bentonica endemica del Mediterraneo. Nel piano infralitorale le praterie a Posidonia oceanica si trovano in contatto con le fitocenosi fotofile dell’ordine Cystoserietalia Cystoserietalia e dell’ordine Caulerpetalia e con quelle sciafile dell’ordine Rhodymenietalia. Tra gli stadi di successione dinamica si ipotizza che il Cymodoceetum nodosae costituisca lo stadio iniziale della serie dinamica progressiva. Fanno parte della serie dinamica regressiva oltre al Cymodoceetum nodosae il Thanato-Posidonietum oceanicae, il Nanozosteretum noltii noltii ed il Caulerpetum proliferae. Specie alloctone Caulerpa prolifera, Caulerpa taxifolia e, soprattutto Caulerpa racemosa, alghe verdi esotiche invasive, si stanno diffondendo nel Mediterraneo entrando in competizione anche con Posidonia oceanica. . Tra le specie vascolari aliene Halophila stipulacea vive associata anche con Posidonia oceanica anche se non sembra entrare in competizione con essa. Distribuzione dell’habitat in Italia SR, SC, CL, BS, CM, PG, LZ, TS, LG, FR. Note Riferimenti Bibliografici A.A.V.V., 2008. Praterie a fanerogame marine. Quaderni Habitat. 19. Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Museo Naturale di Storia Naturale.AA.VV., 1993. Proceeding of the first International conferencs on the mediterranean coastal enviroment MEDCOAT 93, Antalya, Turkey. Ozhan Ed. 1: 1-622; 2: 623-1264. AA.VV., 1993 – Proceeding of the first International conferencs on the mediterranean coastal enviroment MEDCOAT 93, Antalya, Turkey. Ozhan Ed. 1: 1-622; 2: 623-1264. AGNESI S., CASSESE M.L., MO L., TUNESI L., 2008 – Sites of community importance for Posidonia oceanica: tools for conservation in Italy, Biol. Mar. Mediterr.15 (1): 298-299. BIANCHI C.N., PEIRANO A., 1995. Atlante delle fanerogame marine della Liguria. Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa. ENEA, La Spezia. 146 pp. BORUM J., DUARTE CM., KRAUSE-JENSEN D., GREVE TM., 2004. European seagrasses: an introduction to monitoring and management. http://www.seagrasses.org/, acedido em 26.10.2004. BOUDOURESQUE C.-F. et JEUDY DE GRISSAC A., (eds) 1983 – International workshop on Posidonia oceanica beds. 1. Porquerolles. GIS Posidonie, Marseille, 454 p. Boudouresque C.F., Bernard G., Bonhomme P., Charbonnel E., Diviacco G., Meinesz A., Pergent G., PergentMartini C., Ruitton S., Tunesi L., 2006 - Préservation et conservation des herbiers à Posidonia oceanica. RAMOGE pub. : 1-202 (www.ramoge.org). 12 BUIA M.C., GAMBI M.C., DAPPIANO M., 2003 – I sistemi a fanerogame marine. In: Gambi M. C. e Dappiano M. (Eds) - Manuale di metodologie di campionamento e studio del benthos marino mediterraneo. Biologia Marina Mediterranea, 10 (Suppl.): Cap. 5: 145-198. CALVO S., FRADÀ ORESTANO C. & TOMASELLO A., 1995 – Distribution, structure and phenology of Posidonia oceanica meadows along Sicilian Coasts. Giorn. Bot. Ital. 129 (1): 351-356. CORMACI M., FURNARI G., GIACCONE G., 2003 – Macrofitobenthos. In: Gambi M. C. e Dappiano M. (Eds) Manuale di metodologie di campionamento e studio del benthos marino mediterraneo. Biologia Marina Mediterranea, 10 (Suppl.): Cap. 7: 233-262. DÍAZ-ALMELA E., DUARTE C.M., 2008. Management of Natura 2000 habitats. 1120 *Posidonia beds. (Posidonion oceanicae). European Commission. FRADA ORESTANO C., CALVO S., 1992. L’impact des activités anthropiques sur les herberies de Posidonia oceanica (Linnaeus) Delile le long des cotes siciliennes. Doc. Phytosoc. 19 : 523-531. GIACCONE G., ALONGI G., PIZZUTO F. & COSSU A., 1994a - La vegetazione marina bentonica fotofila del Mediterraneo: II. Infralitorale e Circalitorale. Proposte di Aggiornamento. Boll. Acc. Gioenia. Sci. Nat. 27 (346): 111-157. GIACCONE G., ALONGI G., PIZZUTO F. & COSSU A., 1994b – La vegetazione marina bentonica sciafila del Mediterraneo: III. Infralitorale e Circalitorale. Proposte di Aggiornamento. Boll. Acc. Gioenia. Sci. Nat. 27 (346): 201-227 RELINI G. (Ed.), 2008 – Praterie a fanerogame marine. Piante con fiori nel Mediterraneo. Quaderni Habitat. 19. Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Museo Friulano di Storia Naturale. Udine. Seagrass meadows. Flowering plants in the Mediterranean Sea. Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=10004 http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/management/habitats/models_en.htm http://www.seagrasses.org www.ramoge.org Nomi dei compilatori con e.mail Giovanni Spampinato ([email protected]), Giuseppe Giaccone ([email protected]), Giuseppina Alongi ([email protected]), Giulio Relini ([email protected]) 13 11: Acque marine e ambienti a marea 1130: Estuari Estuaries Codice CORINE Biotopes 13.2 - Estuaries Codice EUNIS X01 - Estuaries Codice Barcellona Convention UNEP(OCA) / MED WG.143/5 (Hyères experts report, 1998) Assemblages as in habitats 1110-1140 along the zones from supralittoral (I.), mediolittoral (II.) until infralittoral (III.) on Mud and Sands. Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea, Continentale Descrizione generale dell’habitat Downstream part of a river valley, subject to the tide and extending from the limit of brackish waters. River estuaries are coastal inlets where, unlike 'large shallow inlets and bays' there is generally a substantial freshwater influence. The mixing of freshwater and sea water and the reduced current flows in the shelter of the estuary lead to deposition of fine sediments, often forming extensive intertidal sand and mud flats. Where the tidal currents are faster than flood tides, most sediments deposit to form a delta at the mouth of the estuary. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Tratto terminale di fiume che sfocia in mare, influenzato dall'azione delle maree ed estendesi sino al limite delle acque salmastre. La commistione di acque dolci e acque marine ed il ridotto flusso delle acque del fiume determina la formazione di sedimenti fini, sabbiosi o fangosi, che spesso danno luogo ad ampie aree intertidali quali cordoni o isolotti presso le foci. In relazione alla velocità delle correnti marine e della corrente di marea i sedimenti si depositano a formare un delta alla foce dell'estuario. Gli estuari sono habitat complessi che contraggono rapporti con altre tipologie di habitat quali: 1140 “ Distese fangose o sabbiose emergenti durante la bassa marea” e 1110 “Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina”. Essi sono caratterizzati da un gradiente di salinità che va dalle acque dolci del fiume a quelle prettamente saline del mare aperto. L’apporto di sedimenti da parte del fiume e la loro sedimentazione influenzata dalle correnti marine e dalle correnti di marea determinano il formarsi di aree intertidali, talora molto estese, percorse da canali facenti parte della zona subtidale. La vegetazione vascolare negli estuari è molto eterogenea o assente in relazione alla natura dei sedimenti, alla frequenza, durata e ampiezza delle maree. Essa può essere rappresentata da vegetazioni marine a Zostera marina o Nanozostera noltii, da vegetazione delle lagune salmastre a Ruppia maritimae, o da vegetazione alofila a Salicornia o a Spartina. Combinazione fisionomica di riferimento La flora vascolare può essere assente oppure presente ed essere rappresentata da: Nanozostera noltii (=Zostera noltii), Zostera marina, Ruppia maritima, Spartina maritima, Sarcocornia perennis. Tra le specie algali sono presenti specie del genere Ulva. 14 Riferimento sintassonomico La vegetazione vascolare talora presente negli estuari può essere rappresentata da vegetazioni prettamente marine, quali il Nanozosteretum noltii Harmsen 1936 o lo Zosteretum marinae (Van Goor 1921) Harmsen 1936, da vegetazione delle lagune salmastre, quali le associazioni del Ruppion maritimae Br.-Bl. ex Westhoff in Bennema, Sissingh & Westhoff 1943, o da vegetazione alofila a Salicornie dei Sarcocornietea fruticosae Br.-Bl. & Tüxen ex A. & O. Bolòs 1950 o a Spartinia dello Spartinion maritimae Conard ex Beeftink & Géhu 1973. CLASSE: ZOSTERETEA MARINAE Pignatti 1953 Ordine: Zosteretalia Bèguinot 1941 All. Zosterion marinae Christiansen 1934 Ass. Zosteretum marinae (Van Goor 1921) Harmsen 1936 Ass. Nanozosteretum noltii Harmsen 1936 Dinamiche e contatti Questo habitat prende contatti catenali verso la costa con le comunità più prettamente terresti quali gli habitat alofitici annuali: 1210 “Vegetazione annua delle linee di deposito marine” e 1310 “Vegetazione pioniera a salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose” e quelli ad alofite perenni quali l’habitat 1320 “Prati di Spartina (Spartinion maritimae)” e l’habitat 1420 “Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termoatlantici (Sarcocornietea fruticosae)”. L’habitat 1130 può inoltre prendere contatti catenali con i boschi ripali comprendenti altri habitat come 92A0 "Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba", 91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae). Distribuzione dell’habitat in Italia FR, VN, EM, ML, LZ, CM, SC, LG, SR, CL, BS. Note Le foci dei fiumi sono spesso profondamente modificate da interventi antropici che possono alterare significativamente questo habitat, va inoltre considerato che le acque dei fiumi presentano spesso un notevole carico di sostanze inquinati e di nutrienti. Riferimenti Bibliografici AA. VV., 2007 - Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla "Carta degli Habitat dei SIC e delle ZPS dell’Emilia-Romagna". Regione Emilia Romagna. Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa. Servizio Parchi e Risorse forestali. www.regione.emiliaromagna.it/natura2000/download/testoRER_habitat_natura_2000.pdf CAMERON W.M., PRITCHARD D.W., 1963. Estuaries – in Hill M.N. (ed). The sea, Vol 2– John Wiley & Sons New York: 306-324. COVRE S., BIANCHI C.N., SGORBINI S., ABBATE M., DEGLI INNOCENTI F., MORRI C., 1989. Zonazione bentica dell'Estuario del Fiume Magra - in ENEA, Studio ambientale del Fiume Magra. Tivoli. Roma: 177-201. FERRARI I., AMBROGI R., BEDULLI D., RELINI G., VITALI R., 1993 - Il delta del Po: fattori di perturbazione ed effetti su struttura ed evoluzione delle comunità di ambienti acquatici. Acqua-Aria 7: 742–746. FERRONATO A., LIONELLO M., OSTOICH M., SANAVIO G., 2000. Elementi di identificazione delle acque di transizione – APAT. CTN_AIM, 71 pp. KNOX G.A., 1986. Estuarine Ecosystems: A Systems Approach – Vol. I, Crc Press, Inc. Boca Raton, Florida. MAIORCA G., SPAMPINATO G. & CRISAFULLI A., 2005. Carta della vegetazione reale della Foce del Fiume Crati (CS-Calabria). Progetto PHYTOS.I.S., Monografia n. 2, ARSSA, Cosenza. MARRI P., ABBATE M., TOSETTI R., 1989. Studio idrologico sul tratto terminale del Fiume Magra - in ENEA, Studio ambientale del Fiume Magra. Tivoli. Roma: 159-175. 15 MORRI ., CASTELLI A., DIVIACCO G., MORI M., BIANCHI C.N., 1990. Zonazione di comunità bentiche lungo l'estuario della Magra (Mar Ligure orientale) - Atti Soc. Tosc. Sci, Nat., ser. B, 97: 311-327. RELINI G., MATRICARDI G., BIANCHI C.N., DIVACCO G., MORRI C., PISANO E., 1985 - Il macrobenthos di substrato duro nell'area deltizia padana. Nova Thalassia 7 (2 suppl.): 253-280. TOMASINO M., 1995. Acque di Transizione. In: R. Marchetti. "Ecologia Applicata. Società Italiana di Ecologia." Ed. CittàStudi. Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=10005 http://www.mma.es/portal/secciones/biodiversidad/rednatura2000/documentos_rednatura/habitat_rocosos_cu evas.htm#3 http://www.jncc.gov.uk/ProtectedSites/SACselection/SAC_habitats.asp http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers2.html http://www.bfn.de/0316_typ1130+M5054de7a952.html http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm#habitats_1 http://www.helcom.fi/environment2/biodiv/endangered/Biotopes/en_GB/Estuaries/ http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/indice/gisweb.html Nomi dei compilatori con e.mail Giovanni Spampinato ([email protected]), Giuseppe Giaccone ([email protected]), Giuseppina Alongi ([email protected]), Giulio Relini ([email protected]) 11: Acque marine e ambienti a marea 1140: Distese fangose o sabbiose emergenti durante la bassa marea Mudflats and sandflats not covered by seawater at low tide Codice CORINE Biotopes 14 - Mud flats and sand flats Codice EUNIS A2.2 - Littoral sand and muddy sand Codice Barcellona Convention UNEP(OCA) / MED WG.143/5 (Hyères experts report, 1998) Biocenosi più rilevanti (e/o segnate con asterisco facies e associazioni considerate prioritarie nelle SDF/ASPIM): II. 1. MUDS, SANDY MUDS AND SANDS / FANGHI, FANGHI SABBIOSI E SABBIE II. 1. 1. Biocenosis of muddy sands and muds Biocenosi delle sabbie fangose e fanghi (delle lagune e degli estuari) II. 1. 1. 1. Association with halophytes Associazioni ad alofite v II. 1. 1. 2. Facies of saltworks Facies delle saline II. 2. SANDS / SABBIE II. 2. 1. Biocenosis of mediolittoral sands Biocenosi delle sabbie mesolitorali II. 2. 1. 1. Facies with Ophelia bicornis 16 Facies a Ophelia bicornis Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea e Continentale Descrizione generale dell’habitat Sands and muds of the coasts of the oceans, their connected seas and associated lagoons, not covered by sea water at low tide, devoid of vascular plants, usually coated by blue algae and diatoms. They are of particular importance as feeding grounds for wildfowl and waders. The diverse intertidal communities of invertebrates and algae that occupy them can be used to define subdivisions of 11.27, eelgrass communities that may be exposed for a few hours in the course of every tide have been listed under 11.3, brackish water vegetation of permanent pools by use of those of 11.4. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Sabbie e fanghi delle coste degli oceani dei mari e delle relative lagune, emerse durante la bassa marea, normalmente prive di vegetazione con piante vascolari, di solito ricoperte da alghe azzurre e diatomee. Questo habitat è di particolare importanza per l’alimentazione dell’avifauna e in particolare per quella migratrice. Sottotipi e varianti Le diverse comunità intertidali di invertebrati e alghe presenti possono essere utilizzati per definire delle suddivisioni di questo habitat. In particolare la presenza di vegetazione a Zostera, che può restare emersa per poche ore durante la bassa marea, permette di definire una particolare variante (codice CORINE 11.3) di questo habitat. Combinazione fisionomica di riferimento Le piante vascolari sono normalmente assenti, solo in particolari condizioni è possibile osservare la presenza di praterie marine a Zostera marina o a Nanozostera noltii (=Zostera noltii). Riferimento sintassonomico Eventuali vegetazioni a fenerogame marine sono riferibili allo Nanozosteretum noltii Harmsen 1936 o allo Zosteretum marinae (Van Goor 1921) Harmsen 1936. CLASSE: ZOSTERETEA MARINAE Pignatti 1953 Ordine: Zosteretalia Bèguinot 1941 All. Zosterion marinae Christiansen 1934 Ass. Zosteretum marinae (Van Goor 1921) Harmsen 1936 Ass. Nanozosteretum noltii Harmsen La prersenza dell’Habitat in Basilicata è da verificare. 17 11: Acque marine e ambienti a marea 1170: Scogliere Reefs Scogliere marine nei fondali dell'Isola di Salina (Arcipelago delle Eolie), Marcello Catra Scogliere nei fondali di Stazzo (Sicilia orientale), Marcello Catra Codice CORINE Biotopes 11.24 – Fondi marini rocciosi sublitorali e “foreste” di kelp 11.25 – Concrezioni sublitorali organogeniche Codice EUNIS A1 : Littoral rock and other hard substrata A3 : Infralittoral rock and other hard substrata A4 : Circalittoral rock and other hard substrata Codice Barcellona Convention UNEP(OCA) / MED WG.143/5 (Hyères experts report, 1998) “Biocenosis of supralittoral rock (I.4.1.)”, “Biocenosis of the upper mediolittoral rock (II.4.1.)”, “Biocenosis of the lower mediolittoral rock (II.4.2.)”, “Biocenosis of infralittoral algae (III.6.1.)”, “Coralligenous (IV.3.1.)”, “Biocenosis of shelf-edge rock (IV.3.3 )”, “Biocenosis of deep sea corals present in the Mediterranean bathyal (V.3.1.)”. Biocenosi più rilevanti (e/o con facies e associazioni considerate prioritarie nelle SDF/ASPIM): 18 I.4.1. – Biocenosi delle rocce sopralitorali II.4.1. – Biocenosi della roccia mediolitorale superiore II.4.1.3. – Associazione a Nemalion helminthoides e Rissoella verruculosa II.4.2. – Biocenosi della roccia mediolitorale inferiore II.4.2.1. – Associazione a Lithophyllum byssoides II.4.2.7. – Associazione a Fucus virsoides II.4.2.8. – Concrezioni a Neogoniolithon brassica-florida II.4.2.10. – Pozze e lagune talora associate a Vermeti (enclave infralitorale) II.4.3. – Grotte mediolitorali II.4.3.1. – Associazione a Phymatolithon lenormandii e a Hildenbrandia rubra Nell’ambito di III.6.1. - Biocenosi delle alghe infralitorali - sono meritevoli di protezione: III.6.1.2. – Associazione a Cystoseira amentacea (var. amentacea,stricta, spicata) III.6.1.3. – Facies a Vermeti III. 6.1.10. – Associazione a Cystoseira tamariscifolia e a Saccorhiza polyschides III.6.1.14. – Facies a Cladocora caespitosa III.6.1.15. – Associazione a Cystoseira brachycarpa III.6.1.16. – Associazione a Cystoseira crinita III.6.1.17. – Associazione a Cystoseira crinitophylla III.6.1.18. – Associazione a Cystoseira sauvageauana III.6.1.19. – Associazione a Cystoseira spinosa III.6.1.20. – Associazione a Sargassum vulgare III.6.1.25. – Associazione a Cystoseira compressa III.6.1.35. – Facies ed associazioni della Biocenosi del Coralligeno (in enclave) IV.3.1. – Biocenosi del coralligeno IV.3.1.1. – Associazione a Cystoseira zosteroides IV.3.1.2. – Associazione a Cystoseira usneoides IV.3.1.3. – Associazione a Cystoseira dubia IV.3.1.4. – Associazione a Cystoseira corniculata IV.3.1.5. – Associazione a Sargassum spp. (indigene) IV.3.1.8. – Associazione a Laminaria ochroleuca IV.3.1.9. – Associazione a Rodriguezella strafforelloi IV.3.1.10. – Facies a Eunicella cavolinii IV.3.1.11. – Facies a Eunicella singularis IV.3.1.12. – Facies a Lophogorgia sarmentosa IV.3.1.13. – Facies a Paramuricea clavata IV.3.1.15. – Piattaforme coralligene IV.3.2. – Grotte semioscure (anche in enclave nei piani superiori) IV.3.2.2. – Facies a Corallium rubrum IV.3.3. Biocenosi della roccia del largo V.3.1. Biocenosi dei Coralli profondi Habitat associati/Associated habitats: Le Scogliere possono trovarsi associate con i seguenti habitat: 1230, 1240, 1250, 1110, 8830 o possono essere componenti degli habitat: 1130, 1160. Reefs can be found in association with “vegetated sea cliffs” (habitats 1230, 1240 and 1250) ”sandbanks which are covered by sea water all the time” (1110) and “sea caves” (habitat 8830). Reefs may also be a component part of habitat 1130 “estuaries” and habitat 1160 “large shallow inlets and bays”. Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea 19 Descrizione generale dell’habitat Reefs can be either biogenic concretions or of geogenic origin. They are hard compact substrata on solid and soft bottoms, which arise from the sea floor in the sublittoral and littoral zone. Reefs may support a zonation of benthic communities of algae and animal species as well as concretions and corallogenic concretions. Clarifications: - “Hard compact substrata” are: rocks (including soft rock, e.g. chalk), boulders and cobbles (generally >64 mm in diameter). - “Biogenic concretions” are defined as: concretions, encrustations, corallogenic concretions and bivalve mussel beds originating from dead or living animals, i.e. biogenic hard bottoms which supply habitats for epibiotic species. “Geogenic origin” means: reefs formed by non biogenic substrata. - “Arise from the sea floor" means: the reef is topographically distinct from the surrounding seafloor. - “Sublittoral and littoral zone” means: the reefs may extend from the sublittoral uninterrupted into the intertidal (littoral) zone or may only occur in the sublittoral zone, including deep water areas such as the bathyal. - Such hard substrata that are covered by a thin and mobile veneer of sediment are classed as reefs if the associated biota are dependent on the hard substratum rather than the overlying sediment. - Where an uninterrupted zonation of sublittoral and littoral communities exist, the integrity of the ecological unit should be respected in the selection of sites. - A variety of subtidal topographic features are included in this habitat complex such as: Hydrothermal vent habitats, sea mounts, vertical rock walls, horizontal ledges, overhangs, pinnacles, gullies, ridges, sloping or flat bed rock, broken rock and boulder and cobble fields. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Le scogliere possono essere concrezioni di origine biogenica o geogenica. Sono substrati duri e compatti (rocce e sassi con diametro generalmente superiore a 64 mm) su fondi solidi e morbidi, che emergono dal fondo marino nella zona sublitoranea e litoranea. Le scogliere possono ospitare una zonazione di comunità bentoniche di alghe e specie animali nonché concrezioni e concrezioni corallogeniche. Le scogliere di orgine biogenica sono concrezioni e incrostazioni prodotte da organismi diversi (alghe a tallo calcificato, coralli, bivalvi, policheti...). Le scogliere di origine geogenica sono formate da substrati non biogenici che si innalzano dal fondo marino e sono topograficamente distinti da questo. In questo habitat sono inclusi elementi topografici diversi quali bocche idrotermiche, monti marini, pareti rocciose verticali, scogli sommersi orizzontali, sporgenze, pinnacoli, canaloni, dorsali, pendenze o rocce piatte, rocce fratturate e distese di sassi e ciottoli. L’habitat si estende dalla zona sublitorale a quella circalitorale. Le scogliere biogeniche mediolitorali sono le piattaforme calcaree edificate dalle Corallinacee Lithophyllum byssoides, Neogoniolithon brassica-florida, Lithopyllum (Titanoderma) trochanter, Tenarea tortuosa, da sole o in associazione con organismi animali. Nell’infra- e circalitorale del Mediterraneo le scogliere biogeniche edificate dalle Biocenosi del Coralligeno, il cui concrezionamento, per quanto riguarda la componente algale, è opera di alghe incrostanti quali Halimeda tuna, Lithophyllum stictaeforme, Mesophyllum lichenoides, Mesophyllum alternans, Spongites fruticulosus, Peyssonnelia polymorpha, Peyssonnelia rosa-marina. Gli organismi animali costruttori di scogliere biogeniche sono Policheti (ad e Sabellaria alveolata) Policheti Serpulidi e molluschi bivalvi (e.g. Modiolus sp., Mytilus sp. e Ostriche). Il Vermetide Dendropoma petraeum forma piattaforme calcaree da solo o in associazione con alghe rosse dei generi Lithophyllum/Phymatolithon, Spongites/Neogoniolithon. Ricordiamo altre formazioni: quelle a Filigrana implexa, le comunità con Gorgonie “holoaxonia”: Facies a Gorgonie (“foreste” di Paramuricea clavata e Eunicella singularis), facies miste con Gorgonie (Eunicella spp, P. clavata, E. paraplexauroides, Leptogorgia 20 spp), Facies con Isidella elongata e Callogorgia verticillata; Facies con Gorgonie “scleroaxonia” (Corallium rubrum); Comunità a Madreporari: Scogliere a Cladocora caespitosa, facies a Astroides calycularis; comunità (banchi) a Dendrophyllia ramea e Dendrophyllia cornigera ; comunità (banchi) a Coralli bianchi : Madrepora oculata e Lophelia pertusa e Policheti (soltanto Sabellaria alveolata). Le scogliere ospitano associazioni algali che non partecipano alla costruzione delle stesse: Associazioni a Cystoseira, Sargassum, Fucus, Laminaria miste ad altre alghe (rosse: Ceramiales, Gelidiales, Gigartinales, Rhodymeniales, etc., brune: Chordariales, Dictyotales, Ectocarpales, Spacelariales, etc. e verdi: Bryopsidales, Cladophorales, Dasycladales, Ulvales, etc.). Animali fissati a queste scogliere ma che non partecipano alla loro formazione sono: Cirripedi, Idroidi (Eudendrium, Halecium, Aglaophenia, etc.), Briozoi, Ascidie, Spugne, Gorgonie e Policheti. Diverse specie bentoniche mobili di Crostacei e di Pesci possono rinvenirsi su queste formazioni. Sottotipi e varianti (compilare se necessario) Combinazione fisionomica di riferimento Alghe che costruiscono scogliere biogeniche: Piattaforme mediolitorali a Corallinaceae (Lithophyllum byssoides, Neogoniolithon brassica-florida, Lithopyllum (Titanoderma) trochanter, Tenarea tortuosa); Biocenosi del Coralligeno nell’Infralitorale e nel Circalitorale (Halimeda tuna, Lithophyllum stictaeforme, Mesophyllum lichenoides, Mesophyllum alternans, Spongites fruticulosus, Peyssonnelia polymorpha, Peyssonnelia rosa-marina). Alghe presenti sulle scogliere che non contribuiscono alla loro edificazione: Specie dei generi Cystoseira, Sargassum, Fucus, Laminaria miste ad altre alghe (rosse: Ceramiales, Gelidiales, Gigartinales, Rhodymenials, etc.), (brune:Chordariales, Dictyotales, Ectocarpales, Spacelariales, etc.), (verdi: Bryopsidales, Cladophorales, Dasycladales, Ulvales, etc.). Riferimento sintassonomico La vegetazione marina delle scogliere è molto diversificata in realazione a fattori quali la profondità e la disponibilità di luce. In particolare nel sopralitorale e mesolitorale si rinvengono diverse associazioni dei substrati rocciosi e/o duri della classe Entophysalidetea Giaccone 1993. Nell’Infralitorale e Circalitorale sono rinvenibili su fondi rocciosi e/o duri le fitocenosi fotofile dei Cystoseiretea Giaccone 1965 o quelle sciafile dei Lithophylletea Giaccone 1965 emend. Giaccone 1994. Infine sui fondi rocciosi e/o duri di ambienti alterati sono presenti le fitocenosi degli Ulvetalia Molinier 1958. Sopralitorale e Mesolitorale. Vegetazione su fondi rocciosi e/o duri. CLASSE: ENTOPHYSALIDETEA Giaccone 1993. Ordine: Entophysalidetalia deustae Ercegovic 1932. All. Entophysalidion deustae Ercegovic 1932. 1Ass. Entophysalidetum deustae Berner 1931. ORDINE: BANGIETALIA FUSCOPURPUREAE Giaccone 1993. All. Bangion fuscopurpureae Giaccone 1993. 2 Ass. Bangietum fuscopurpureae Giaccone 1993. 3 Ass. Porphyretum leucostictae Boudouresque 1971 4 Ass. Nemalio-Rissoelletum verruculosae Boudouresque 1971 5 Ass. Polysiphonio-Lithophylletum papillosi Marino, Di Martino e Giaccone 1999 ORDINE: RALFSIETALIA VERRUCOSAE Giaccone 1993. All. Ralfsion verrucosae Giaccone 1993. 6 Ass. Lithophylletum byssoidis Giaccone 1993. 21 Subass. Lithophylletosum trochanteris Marino, Di Martino, Giaccone 1999 7 Ass. Ceramio-Corallinetum elongatae Pignatti 1962 8 Ass. Fucetum virsoidis Pignatti 1962 Subass. Catenelletosum caespitosae Battelli 2005 9 Ass. Phymatolithetum lenormandii Giaccone 1993. 10 Ass. Ulvetum compressae (Berner 1931) Giaccone 1993 Infralitorale e Circalitorale. Vegetazione fotofila e/o di strato elevato su fondi rocciosi e/o duri. CLASSE: CYSTOSEIRETEA Giaccone 1965 Ordine: Cystoseiretalia Molinier 1958 emend. Giaccone 1994 All. Cystoseirion crinitae Molinier 1958 1 Ass. Cystoseiretum strictae Molinier 1958 Subass. Cystoseiretosum tamariscifoliae Giaccone 1972 2 Ass. Dasycladetum vermicularis Mayhoub 1976 3 Ass. Sargassetum vulgaris Mayhoub 1976 4 Ass. Cystoseiretum crinitae Molinier 1958 Subass. Alsidietosum helmintochortonis Molinier 1958 Subass. Cystoseiretosum compressae Molinier 1958 Subass. Stypocauletosum scoparii Boudouresque 1971 Subass. Halopitetosum incurva Boudouresque 1971 Subass. Gelidietosum spinosi hystricis Marino, Di Martino e Giaccone 1999 5 Ass. Cystoseiretum barbatae Pignatti 1962 6 Ass. Trichosoletum myurae Mayhoub 1976 7 Ass. Herposiphonio-Corallinetum elongatae Ballesteros 1988 8 Ass. Cystoseiretum sauvageauanae Giaccone 1994. 9 Ass. Chaetomorpho-Valonietum aegagropilae Giaccone 1974. 10 Ass. Gracilariopsetum longissimae Giaccone 1974. 11 Ass. Cladophoro-Rytiphloeetum tinctoriae Giaccone 1994. 12 Ass. Myrionemo-Giraudietum sphacelarioidis Van der Ben 1971 (anche nel Posidonietum oceanicae Molinier 1958) 13 Ass Microdictyetum tenuii Giaccone & Di Martino 1995 (anche nel Caulerpetum racemosae Giaccone & Di Martino 1995) 14 Ass Laurencietum microcladiae Giaccone & Di Martino1995 (anche nel Caulerpetum taxifoliae mexicanae Giaccone & Di Martino 1995) 15 Ass Acrothamnietum preissii Di Martino & Giaccone1997 (anche nel Caulerpetum taxifoliae taxifoliae Di Martino & Giaccone 1997 e nel Caulerpetum proliferae Giaccone & Di Martino 1997) All. Sargassion hornschuchii Giaccone 1973 16 Ass. Cystoseiretum spinosae Giaccone 1973 17 Ass. Cystoseiretum zosteroidis Giaccone 1973 Subass. Laminarietosum rodriguezii Giaccone 1973 18 Ass. Cystoseiretum usneoidis Giaccone 1972 Subass. Laminarietosum ochroleucae Giaccone 1994. 19 Ass. Cystoseiretum dubiae Furnari, Cormaci, Scammacca & Battiato 1977 Aggruppamento a Cystoseira corniculata Giaccone 1968. Vegetazione di ambienti alterati su fondi rocciosi e/o duri. Ordine: Ulvetalia Molinier 1958 All. Ulvion laetevirentis Berner 1931 20 Ass. Ulvetum laetevirentis Berner 1931 21 Ass. Pterocladiello-Ulvetum laetevirentis Molinier 1958 22 22 Ass. Dictyopteretum polypodiodis Berner 1931 23 Ass. Ceramietum rubri Berner 1931 24 Ass. Corallinetum officinalis Berner 1931 Infralitorale e Circalitorale. Vegetazione sciafila e/o di sottostrato su fondi rocciosi e/o duri e su substrato clastico. Classe: LITHOPHYLLETEA Giaccone 1965 emend. Giaccone 1994 Ordine: Rhodymenietalia Boudouresque 1971 emend. Giaccone 1994 All.: Schotterion nicaeensis Boudouresque & Cinelli 1971 emend. Giaccone 1994 1 Ass.: Schotteretum nicaeensis Berner 1931 2 Ass.: Rhodymenietum ardissonei Pignatti 1962 3 Ass.: Pterothamnio-Compsothamnietum thuyoidis Boudouresque, Belsher & Marcot-Coqueugniot 1977 All.: Peyssonnelion squamariae Augier & Boudouresque 1975 emend. Giaccone 1994 4 Ass.: Flabellio-Peyssonnelietum squamariae Molinier 1958 Subass.: Osmundarietosum volubilis Serio & Pizzuto 1992 5 Ass.: Halymenietum floresiae Giaccone & Pignatti 1967 6 Ass.: Rhodymenio-Codietum vermilarae Ballesteros 1989 Ordine: Lithophylletalia Giaccone 1965 All.: Lithophyllion stictaeformis Giaccone 1965 7 Ass.: Lithophyllo-Halimedetum tunae Giaccone 1965 8 Ass.: Rodriguezelletum strafforelloi Augier & Boudouresque 1975 Dinamiche e contatti Le associazioni di substrato duro (Scogliere) di alghe molli e calcaree dei piani del sistema fitale del Mediterraneo possono trovarsi in contatto catenale con varie fitocenosi ad Angiosperme marine della Classe Zosteretea marinae Pignatti 1953 e ad alghe sifonali del genere Caulerpa della classe Caulerpetea Giaccone e Di Martino 1997. L’habitat 1170 è talora in contatto con l’habitat 1110 “Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina” che occupa le superfici della Biocenosi del Detrico Costiero e della Biocenosi delle Sabbie Fini ben Calibrate con associazioni a Rodoliti che possono formare estesi letti con alghe calcareee ed evolvere verso scogliere biogeniche (Coralligeno di Piattaforma). L’habitat 1170 inoltre talora è in contatto con l’habitat 8330 “Grotte marine sommerse o semisommerse” sia nella parte più esterna delle grotte emerse o semisommerse nei piani superiori sia negli ambienti circalitorali semioscuri. Specie alloctone Specie algali aliene: Lophocladia lallemandii, Caulerpa taxifolia, Caulerpa racemosa v. cylindracea, Acrothamnion preissii, Womersleyella setacea, Sargassum muticum, Laminaria japonica. Distribuzione dell’habitat in Italia CM, FR, LG, VN, SC, SR, LZ, TS, BS, CL, MR, PG. Note Le associazioni ad Angiosperme marine e a Caulerpe dell’infralitorale sono da riferire, anche se si affermano su roccia più o meno coperta da sedimenti, agli habitat 1120* “Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae)” e/o 1110 “Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina”. I letti a Rodoliti del Circalitorale e le associazioni a Rodoliti dell’Infralitorale sono da riferire all’habitat 1110 anche se le profondità vanno oltre i 20-30 metri indicate nella descrizione di questo habitat al di fuori del Mediterraneo e anche quando vi sono soltanto fondi mobili non organizzati in banchi. 23 L’edificazione delle scogliere biogeniche, sia superficiali che di profondità, richiede tempi lunghissimi. Queste formazioni hanno pertanto notevole importanza scientifica e paesaggistica. Le formazioni superficiali, in particolare, sono soggette a molti fattori di disturbo quali il calpestamento, l’attracco delle barche da turismo, l’inquinamento delle acque superficiali e richiedono specifiche misure di gestione e conservazione. Va tenuto conto delle segnalazioni di queste formazioni sulle coste italiane per la designazione di siti d’importanza comunitaria ai sensi della direttiva Habitat. Riferimenti Bibliografici AA.VV., (2007). Guidelines for the establishment of the Natura 2000 network in the marine environment. Application of the Habitats and Birds Directives (ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/marine/docs/marine_guidelines_it.pdf) BELLAN-SANTINI D., BELLAN G., BITAR G., HARMELIN J.G., PERGENT G., (2002). Handbook for interpreting types of marine habitat for the national inventories of natural sites of conservation interest. UNEP Action Plan for the Mediterranean, pp 1-216. BELLAN-SANTINI D., LACAZE J.C., POIZAT C., 1994. Les biocénoses marines et littorales de Méditerranée, sinthèse, menaces et perspectives. Collection Patrmoines Naturels. 19 : 1-246. Museum National d’Histoire Natirelle. Paris. CORMACI M., FURNARI G., GIACCONE G., 2003. Macrofitobenthos. In: Gambi M. C. e Dappiano M. (Eds) Manuale di metodologie di campionamento e studio del benthos marino mediterraneo. Biol. Mar. Mediterr., 10 (Suppl.): Cap. 7: 233-262. DAUVIN J.C., BELLAN G., BELLAN-SANTONI D., 2008. The need for clear and comparable terminology in benthic ecology. Aquatic Conserv: Mar. Freshw.> Ecosyst. 18: Part. I: Ecological concepts: 432-445; Part. II Application of the European Directives: 446-456. GAMBI M.C. , DAPPIANO M. (Eds.), 2003. Manuale di metodologie di campionamento e studio del benthos marino Mediterraneo. Biol. Mar. Mediterr., 10 (Suppl. 1): 1-638. GIACCONE G., ALONGI G., COSSU A., DI GERONIMO R., SERIO D., 1993. La vegetazione marina bentonica del Mediterraneo: I. Sopralitorale e mesolitorale. Proposte di aggiornamento. Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. Catania, 26 (341): 145-172. GIACCONE G., ALONGI G., PIZZUTO F., COSSU A., 1994. La vegetazione marina bentonica fotofila del Mediterraneo: II. Infralitorale e Circalitorale. Proposte di aggiornamento. Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. Catania, 27: 111-157. GIACCONE G., ALONGI G., PIZZUTO F., COSSU A., 1994. La vegetazione marina bentonica sciafila del Mediterraneo: III. Infralitorale e Circalitorale. Proposte di aggiornamento. Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. Catania, 27: 201-227. GIACCONE G., DI MARTINO V., 2002. Past, present and future of vegetational diversity and assemblages on Mediterranean Sea. Proceedings of the first mediterraneam Symposium on marine Vegetation. Ed. UNEP/RAC/SPA. Tunis: 34-59. AUGIER H. (1982). Inventaire et classification des biocénoses marines benthiques de la Méditerranée. Publication du Conseil de l’ Europe, Coll. Sauvegarde de la Nature, 25, 59 pages. BALLESTEROS E. (1988). Estructura de la comunitad de Cystoseira mediterranea Sauvageau en el Mediterraneo noroccidental. Inv. Pesq. 52 (3): 313-334. BALLESTEROS E. (1990). Structure and dynamics of the Cystoseira caespitosa (Fucales, Phaeophyceae) community in the North-Western Mediterranean. Scient. Mar. 54 (2): 155-168. BELLAN-SANTINI D. (1985). The Mediterranean benthos: reflections and problems raised by a classification of the benthic assemblages. In: J.E. Treherne (Ed.) “Mediterranean Marine Ecosystems” pp. 1948. BIANCHI, C.N., HAROUN, R., MORRI, C. & WIRTZ, P. (2000). The subtidal epibenthic communities off Puerto del Carmen (Lanzarote, Canary Islands). Arquipélago, Sup.2 (Part A): 145-155. 24 BORJA, A., AGUIRREZABALAGA, F., MARTÍNEZ, J., SOLA, J.C., GARCÍAARBERAS, L., & GOROSTIAGA (2003). Benthic communities, biogeography and resources management. In: Borja, A. & Collins, M. (Ed.). Ocenaography and Marine Environment of the Basque Country, Elsevier Oceanography Series n. 70: 27-50. BOUDOURESQUE C.F. (1969). Etude qualitative et quantitative d’un peuplement algal à Cystoseira mediterranea dans la région de Banyuls sur Mer. Vie Milieu 20: 437-452. CONNOR, D.W., ALLEN, J.H., GOLDING, N., LIEBERKNECHT, L.M., NORTHEN, K.O. & REKER, J.B. (2003). The National Marine Habitat Classification for Britain and Ireland Version 03.02. Internet version. Joint Nature Conservation Committee, Peterborough. (www.jncc.gov.uk/marine/biotopes/default.htm) EUROPEAN ENVIRONMENT AGENCY (2002). EUNIS habitat classification. Version 2.3. Copenhagen, EEA (Internet publication: http://mrw.wallonie.be/dgrne/sibw/EUNIS/home.html) GIACCONE G. & BRUNI A. (1972-1973). Le Cistoseire e la vegetazione sommersa del Mediterraneo. Atti dell’ Instituto Veneto de Scienze 81: 59-103. GIL-RODRÍGUEZ, M.C. & HAROUN R.J. (2004). Litoral y Fondos Marinos del Parque Nacional de Timanfaya. En: Parques Nacionales Españoles. MMA/Ed. Canseco, Madrid (en prensa). HAROUN, R. Y HERRERA R. (2001). “Diversidad Taxonómica Marina” En: J.M. Fernández-Palacios y J.L. Martín Esquivel (Eds.), Naturaleza de las Islas Canarias. Ecología y Conservación, Ed. Turquesa, S/C de Tenerife, pp. 127-131. HELCOM (1998). Red List of Biotopes and Biotope Complexes of the Baltic Sea, the Belt Sea and the Kattegat. Baltic Sea Environment Proceedings No. 75.: 126pp. HOLT, T.J., REES, E.I., HAWKINS, S.J. & SEED, R. (1998). Biogenic Reefs (volume IX). An overview of dynamic and sensitivity characteristics for conservation management of marine SACs. Scottish Association for Marine Science (UK Marine SACs Project), 170 pp. (www.ukmarinesac.org.uk/biogenicreefs.htm) KAUTSKY, N. (1974). Quantitative investigations of the red algae belt in the Askö area, Northern Baltic proper. Contrib. Askö Lab. Univ. Stockholm 3: 1-29. MONTESANTO B. & PANAYOTIDIS P. (2000). The Cystoseira spp. communities from the upper the Aegean Sea. J. mar. biol. Ass., U.K. 80:357-358. NORDHEIM, H. von, NORDEN ANDERSEN, O. & THISSEN, J. (EDS.) (1996). Red Lists of Biotopes, Flora and Fauna of the Trilateral Wadden Sea Area 1995. Helgol. Meeresuntersuchungen. 50 (suppl.): 136 pp. NORDISKA MINISTERRÅDET (2001). Kustbiotoper i Norden. Hotade och representativa biotoper. TemaNord 2001: 536. 345 pp. MEDINA, M., HAROUN, R.J. y WILDPRET, W., (1995). Phytosociological study of the Cystoseira abiesmarina community in the Canarian Archipelago. Bull. Museu Mun. Funchal, Sup. 4: 433-439. PANAYOTIDIS P., DIAPOULIS A., VARKITZI I. & MONTESANTO B. (2001). Cystoseira spp. used for the typology of the NATURA-2000 code 1170 (“reefs”) at the Aegean Sea (NE Mediterranean). Proceedings of the first Mediterranean Symposium on Marine Vegetation. Ajacci 3-4 October 2000, pages 168-172. PERÈS J. M. & PICARD J. (1964). Nouveau manuel de bionomie benthique de la mer Méditerranée. Rec. Trav. St. Mar. Endoume 31 (47): 5-137. RAVANKO, O. (1968). Macroscopic green, brown and red algae in the south-western archipelago of Finland. Acta Bot. Fennica 79: 1-50. RIECKEN, U., RIES, U. & SSYMANK, A. (1994). Rote Liste der gefährdeten Biotoptypen der Bundesrepublik Deutschland - Schriftenreihe für Landschaftspflege und Naturschutz. 41: 184 pp. Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=10003 Nomi dei compilatori con e.mail Giovanni Spampinato [email protected], Giuseppe Giaccone [email protected], Giuseppina Alongi [email protected], Giulio Relini [email protected] 25 12: Scogliere Marittime e Spiagge Ghiaiose 26 12: Scogliere marittime e spiagge ghiaiose 1210: Vegetazione annua delle linee di deposito marine Annual vegetation of drift lines Formazione a Cakile maritima in località Sacca di Bellocchio (Emilia Romagna), E. Biondi Codice CORINE Biotopes 17.2 - Shingle beach drift lines Codice EUNIS B1.12 - Comunità di erbe annuali delle spiagge sabbiose dell’Europa centro-occidentale Regione biogeografica di appartenenza Continentale e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Formations of annuals or representatives of annuals and perennials, occupying accumulations of drift material and gravel rich in nitrogenous organic matter (Cakiletea maritimae p.). Frase diagnostica dell’habitat in Italia Formazioni erbacee, annuali (vegetazione terofitica-alonitrofila) che colonizzano le spiagge sabbiose e con ciottoli sottili, in prossimità della battigia dove il materiale organico portato dalle onde si accumula e si decompone creando un substrato ricco di sali marini e di sostanza organica in decomposizione. L’habitat è diffuso lungo tutti i litorali sedimentari italiani e del Mediterraneo dove si sviluppa in contatto con la zona afitoica, in quanto periodicamente raggiunta dalle onde, e, verso l’entroterra, con le formazioni psammofile perenni. Combinazione fisionomica di riferimento Cakile maritima subsp. maritima, Salsola kali, S. soda, Euphorbia peplis, Polygonum maritimum, Matthiola sinuata, M. tricuspidata, Atriplex latifolia, A. tatarica var. tornabeni, Raphanus raphanistrum ssp. maritimus, Glaucium flavum. Frequente in questa vegetazione è la presenza di giovani individui di Elymus farctus (= Elytrigia juncea, Agropyron junceum) o di Sporobolus arenarius a causa del contatto catenale con la vegetazione delle dune embrionali mentre altre specie psammofile perenni degli stessi ambienti vi si possono solo occasionalmente rinvenire: Euphorbia paralias, Medicago marina, Otanthus maritimus, Eryngium maritimum. 27 Riferimento sintassonomico Le formazioni erbacee terofitiche colonizzanti le spiagge sabbiose ricche di detriti organici sono spesso riconducibili all’associazione Salsolo kali–Cakiletum maritimae Costa e Manzanet 1981 nom. mut. propos. in Rivas-Martínez et al. 2002, essendo la più diffusa in Italia e nel resto del Mediterraneo, oltre che ad altre associazioni dell’alleanza Euphorbion peplis Tx 1950. Questo habitat è inoltre caratterizzato da cenosi appartenenti all’alleanza Thero-Atriplicion Pignatti 1953. Entrambe queste alleanze sono annoverate nell’ordine Euphorbietalia peplis Tx 1950, classe: Cakiletea maritimae Tüxen & Preising ex Br.-Bl. & Tüxen 1952. Dinamiche e contatti E’ un habitat pioniero che rappresenta la prima fase di colonizzazione da parte della vegetazione superiore fanerogamica nella dinamica di costruzione delle dune costiere. Prende quindi contatto da un lato, con le comunità dunali delle formazioni embrionali riconducibili all’habitat 2110 "Dune embrionali mobili" e dall'altro lato con la zona afitoica, periodicamente raggiunta dalle onde. Specie alloctone Xanthium italicum (esotica dubbia), Cenchrus incertus, C. longispinus. Distribuzione dell’habitat in Italia PG, SR, SC, VN, EM, FR, CM, LG, TS, ML, LZ, CL, AB, BS, MR. Note La regione del Friuli Venezia Giulia annovera nell’habitat 1210 anche l’habitat col biotopo identificato dal codice CORINE 15.56 – “Linee di deposito delle paludi salmastre mediterranee” in cui sono riconoscibili, a livello sintassonomico, differenziazioni fra le linee di deposito su suoli argilloso-limosi in ambito lagunare (Thero-Suaedion splendentis). In base alla revisione di S. Rilke (1999, Bibliotheca botanica 149), Salsola kali è specie diffusa lungo le coste altlantiche e rarissima nel Mediterraneo (probabilm. solo come specie introdotta), dove viene sostituita da Salsola tragus. Riferimenti Bibliografici AA.VV., Tavolara, Nature at Work, Working in Nature, Delfino Editore, 2009, Sassari Acosta A., Blasi C., Esposito S., Stanisci A., 2000 - Analisi della vegetazione delle dune costiere del Lazio centro-meridionale. Inf. Bot. Ital. 32 (1): 5-10. Acosta A.T., Carranza M.L, Izzi C.F, 2008 - Are there habitats that contribute best to plant species diversity in coastal dunes? Biodiversity and Conservation, ISSN: 0960-3115 ANDREUCCI F., 2004 - La vegetazione alofila della laguna di Orbetello (Toscana, Grosseto). Fitosociologia, 41(2): 31-49. ARRIGONI P.V., 1990 - Flora e vegetazione della Macchia lucchese di Viareggio (Toscana). Webbia, 44(1): 162. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1985 - La vegetazione del Parco Naturale della Maremma (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. Bassi S. (ed.), 2007 - Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. BIONDI E., 1999. Diversità fitocenotica degli ambienti costieri italiani. Atti XIII Convegno del Gruppo per l’ecologia di base “G. Gadio” Boll. Museo Civ. St. Nat. Venezia 49 (suppl.): 39-105. 28 Biondi E., 2007. Thoughts on the ecology and syntaxonomy of some vegetation typologies of the Mediterranean coast. Fitosociologia 44 (1): 3-10. Biondi E., Bagella S., 2005 - Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia 42(2) suppl.1:3-99. Biondi E., Baldoni, M., 1996. Natura e Ambiente nella Provincia di Ancona. Provincia di Ancona Assessorato alla tutela dell’ambiente. Blasi C., Fascetti S., Veri L., Bruno F., 1983. Coastal plant communities along the sea shore between Scalea and Amantea (Western Calabria - Southern Italy). Ann. Bot. XLI, Roma 197-209. BRULLO S. & SCELSI F., 1996. Contributo alla conoscenza della vegetazione terofitica costiera del territorio Ibleo. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 29 (352): 151-168. Brullo S., Cirino E., Longhitano N., 1995. Vegetazione della Sicilia: quadro sintassonomico. In: Atti dei Convegni Lincei 115: 285-305. XI Giornata dell'Ambiente: La Vegetazione Italiana. Ed Acc. Naz. Lincei, Roma. Brullo S., Del Galdo G.P.G., Siracusa G., Spampinato G., 2001. Considerazioni fitogeografiche sulla vegetazione psammofila dei litorali italiani. Biogeographia vol. XXII: 93-136. Brullo S., Giusso del Galdo G., Minissale P., Siracusa G. & Spampinato G. 2002 - Considerazioni sintassonomiche e fitogeografiche sulla vegetazione della Sicilia. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. 35:325-359. Aggiornamento schema sisntassonomico "Brullo Cirino & Longhitano" citato in bibliografia. Brullo S., Guarino R. & Ronsisvalle G. 2000 - La vegetazione del litorale di Manfria, presso Gela(Sicilia),area soggetta a vincolo archeologico.Arch.Geobot.4(1):91-108. Camarda I., Satta V., 1995. Compendio delle associazioni vegetali della Sardegna. In: Atti dei Convegni Lincei 115: 307-360. XI Giornata dell'Ambiente: La Vegetazione Italiana. Ed Acc. Naz. Lincei, Roma. Carranza M.L, Acosta A.T., Stanisci A. Pirone G.F. Ciaschetti G.P, 2008 - Ecosystem classification and EU habitat distribution assessment in sandy coastal environments. The central Italy case. Environmental Monitoring and Assessment, vol. 140: 99-107 Carranza M.L, Acosta A.T., Stanisci A., Pirone G.F., Ciaschetti G.P, 2008 - Ecosystem classification and EU habitat distribution assessment in sandy coastal environments. The central Italy case. Environmental Monitoring and Assessment, vol. 140: p. 99-107 (DOI 10.1007/s10661-007-9851-7) Corticelli S., Piccoli F., Dell'Aquila L., Pellizzari M., 1999 - Carta della vegetazione 1:35000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazione Volano, Mesola, Goro. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. Corticelli S., Piccoli F., Merloni N., 1999 - Carta della vegetazione 1:25000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazione Pineta di San Vitale e Piallasse di Ravenna. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. Corticelli S., Piccoli F., Merloni N., 1999 - Carta della vegetazione 1:25000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazione Pineta di Classe e Saline di Cervia. Regione Emillia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. Corticelli S., Piccoli F., Pellizzari M., Dell'Aquila L., 1999 - Carta della vegetazione 1:35000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazioni Centro Storico e Valli di Comacchio. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. Di Pietro R., Dibitonto P., Garziano G., Sciandrello S., Wagensommer R.P., Medagli P., Tomaselli V., 2009. Preliminary results of floristic and vegetational surveys in three coastal humid areas in Puglia region (southern Italy). Lazaroa, in stampa FARRIS E., PISANU S., SECCHI Z., BAGELLA S., URBANI M., & FILIGHEDDU R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “habitat”. fitosociologia vol. 44 (1): 165-180. Fascetti S., 2008. “Valutazione dello stato di rischio e degrado degli habitat di interesse comunitario (Dir. “Habitat”92/43 CEE) della costa jonica della Basilicata”. Atti Conv.”Cost, prevenire, programmare, pianificare”, Autorità di Bacino Basilicata, Maratea 15-17 maggio 2008: 684-689. 29 Fascetti S., Lapenna M.R., Navazio G., Potenza G., 2008. Flora, vegetazione e habitat (Dir.92/43 Cee) del Metapontino (Italia meridionale). 103° Congr. SBI, Libro degli Abstract: 179. FORTE L., 2001. Carta della vegetazione del “Bosco Isola” di Lesina, foglio 1 e 2. Progetto di Ricerca sulla Biologia ed Ecologia di Cistus clusii Dunal. Museo Orto Botanico, Università degli Studi di Bari. Géhu J. M., Costa M., Scoppola A., Biondi E., Marchiori S., Peris J. B., Frank J., Caniglia G., Veri L., 1984 Essai synsystématique et synchorologique sur les végétations littorales italiennes dans un but conservatoire. I. Dunes et vases salees. Doc. Phytosoc., n.s., 8: 394-474. GÉHU J.M., BIONDI E., 1996 - Synoptique des associations végétales du littoral adriatique italien. Giorn. Bot. Ital. 130 (1): 257-270. Gianguzzi L., 1999 – Vegetazione e bioclimatologia dell'Isola di Pantelleria (Canale di Sicilia). – BraunBlanquetia, 20: 1-74. Camerino (MC). Gianguzzi L., La Mantia A., 2008 – Contributo alla conoscenza della vegetazione e del paesaggio vegetale della Riserva Naturale “Monte Cofano” (Sicilia occidentale) (con allegata Carta sinfitosociologica della vegetazione, scala 1:20.000) – Fitosociologia 45 (1) suppl. 1: 1-55. GUARINO R., GUGLIELMO A., RONSISVALLE F. & SCIANDRELLO S., 2007. Il progetto ECONET-COHAST: strategie per la conservazione degli habitat costieri di Torre Manfria (Sicilia merid.). Fitosociologia, 44 (2) suppl.1:333-337. MARIOTTI M.G., 2008a - Natura e ambiente - in: Bobbio R., Progettare nuovi paesaggi costieri. Metodi e proposte per la Liguria occidentale. Marsilio, Venezia: 21-28. MARIOTTI M.G., s.d (2008) - Natura 2000 in Liguria. Atlante degli habitat - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. Mariotti, M. G., Braggio Morucchio, G., Cornara, L. & Placereani, S. –1992– Studio fitosociologico e palinologico della vegetazione attuale e del passato a Torre Guaceto (Puglia, Italia meridionale) – Candollea 47: 31-60. MERLONI N., 2007. Gli habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) nella Riserva Naturale Sacca di Bellocchio (province di Ravenna e Ferrara). Fitosociologia, 44 (2) suppl.1: 83-88. Maiorca G., Spampinato G. & Crisafulli A., 2005 - Carta della vegetazione reale della Foce del Fiume Crati (CS-Calabria). Progetto PHYTOS.I.S., Monografia n. 2, ARSSA, Cosenza. O2 - Riferimenti Bibliografici online PAOLA G., 1986 - Nota introduttiva sugli aspetti della copertura vegetale delle spiagge e coste rocciose della Liguria - Boll. Mus. Ist. Biol. Univ. Genova, 52 suppl.: 33-44. PERRINO E.V., 2005/2006 – Vegetazione del Gargano (fasce costiera e collinare). Tesi di Dottorato. Dipartimento di Botanica. Università degli Studi di Catania. PERRINO E.V., TOMASELLI V., PAVONE P. & BRULLO S., 2006. Inquadramento fitosociologico della vegetazione costiera del Gargano. Inf. Bot. Ital. 38 (1): 189-190, 2006. Poldini L., Vidali M., Fabiani M. L., 1999. La vegetazione del litorale sedimentario del Friuli-Venezia Giulia (NE Italia) con riferimenti alla regione alto-adriatica. Studia Geobotanica. Vol. 17: 3-68. Salvador Rivas-Martínez, Federico Fernández-González, Javier Loidi, Mario Lousã & Angel Penas, 2001. Syntaxonomical checklist of vascular plant communities of Spain and Portugal to association level. Itinera Geobotanica 14: 5-341 (2001). Salvador Rivas-Martínez, Tomás E. Díaz, Federico Fernández-González , Jesús Izco, Javier Loidi, Mario Lousã & Ángel Penas, 2002. Vascular plant communitiea of Spain and Portugal. Addenda to the syntaxonomical checklist of 2001. Itinera Geobotanica 15: 5-922 (2002). Selvi F., Stefanini P., 2005. Biotopi naturali e aree protette nella Provincia di Grosseto. Componenti floristiche e ambienti vegetazionali. Quaderni delle Aree Protette. Provincia di Grosseto, U.O.C. Aree Protette e Biodiversità. STANISCI A., ACOSTA A, M.L. CARRANZA, S. FEOLA M. GIULIANO. (2007). Gli habitat di interesse comunitario sul litorale molisano e il loro valore naturalistico su base floristica. FITOSOCIOLOGIA. vol. 44 (2), pp. 171-175 ISSN: 1125-9078 30 Stanisci A., Acosta A.T., Ercole S., Blasi C., 2004 - Plant communities on coastal dunes in Lazio (Italy). Annali di Botanica n.s., vol. IV: 115-128. VAGGE I., BIONDI E., 1999 - La vegetazione delle coste sabbiose del Tirreno settentrionale italiano. Fitosociologia, 36(2): 61-95. Valsecchi F., Bagella S., 1991 - La vegetazione psammofila della Sardegna settentrionale: Litorale del Liscia. Giorn. Bot. It. 125 (1): 1-14. VICIANI D., LOMBARDI L., 2001 - La vegetazione del Padule di Orti-Bottagone (Piombino, Toscana meridionale) e la sua importanza botanica ai fini conservazionistici. Parlatorea, 5: 101-118. Riferimenti Bibliografici online Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected]) 12: Scogliere marittime e spiagge ghiaiose 31 1240: Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici Vegetated sea cliffs of the Mediterranean coasts with endemic Limonium spp. Codice CORINE Biotopes 18.22 - Mediterraneo-Pontic sea-cliff communities Codice EUNIS B3.3 - Habitat rocciosi (scogliere, spiagge ed isolette) con vegetazione alofila Regione biogeografica di appartenenza Continentale e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Vegetated cliffs and rocky shores of the Mediterranean, of the Mediterraneo-temperate eastern Atlantic (south-western Iberia) and of the Black Sea. Crithmo-Limonietalia Frase diagnostica dell’habitat in Italia Scogliere e coste rocciose del Mediterraneo ricoperte, seppure in forma discontinua, da vegetazione con specie alo-rupicole. Si tratta di piante per lo più casmofitiche, casmocomofite e comofitiche che hanno la capacità di vivere nelle fessure delle rocce e di sopportare il contatto diretto con l’acqua marina e l’areosol marino. Sono questi importanti fattori limitanti per le specie vegetali per cui le piante, che possono colonizzare l’ambiente roccioso costiero, sono altamente specializzate. In rilievo la specie Crithmum maritimum e le specie endemiche e microendemiche del genere Limonium sp. pl., rese sito-specifiche da particolari meccanismi di riproduzione asessuata (apomissia) e dalla bassa dispersione dei propaguli. Sottotipi e varianti (compilare se necessario) Combinazione fisionomica di riferimento Crithmum maritimum, Limonium sp.pl., Crucianella rupestris, Erodium corsicum, Spergularia macrorhiza, Asteriscus maritimus. Altre specie occupano nicchie ecologiche che caratterizzano la variazioni morfologiche delle coste rocciose: Daucus gingidium, D. siculus, D. carota ssp. maritimus, Lotus cytisoides, Reichardia picroides var. maritima, Plantago macrorrhiza, Frankenia laevis, F. hirsuta, Allium commutatum, A. ampeloprasum, Helichrysum litoreum, H. pseudolitoreum, H. rupestre var. rupestre, H. rupestre var. messerii, Seseli bocconii ssp. praecox, Brassica insularis, Centaurea cineraria ssp. cineraria, C. cineraria ssp. circaea, C. diomedea, Senecio bicolor, S. cineraria, Anthyllis barba-jovis, Catapodium balearicum, Bellium crassifolium, Brassica tyrrhena, Hyoseris taurina, Silene martinolii, Cephalaria mediterranea, Centaurea filiformis ssp. ferulacea, C. f. ssp. filiformis, Dianthus sardous. Riferimento sintassonomico Si tratta di comunità riferibili alle alleanze Crithmo-Staticion Molinier 1934, Crucianellion rupestris Brullo & Furnari 1988, Erodio corsici-Limonion articulati Gamisans & Muracciole ex Géhu & Biondi 1994 (ordine Crithmo-Staticetalia Molinier 1934) e Anthyllidion barbae-jovis Brullo & De Marco 1989 (ordine Senecetalia cinerariae Biondi 2007) appartenenti, tutte, alla classe Crithmo-Staticetea Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952. L’habitat è inoltre rappresentato da formazioni annoverate nell’alleanza Helichrysion litorei Biondi 2007 dell’ordine Helichrysetalia italici Biondi & Géhu in Géhu & Biondi 1994, classe Helichryso-Crucianelletea (Sissingh 1974) Géhu, Rivas-Martinez & Tüxen in Géhu 1975 em. Géhu & Biondi 1994. Dinamiche e contatti 32 L'habita è interessato dalla presenza di fitocenosi pioniere, durevoli, altamente specializzate che non presentano per lo più comunità di sostituzione. Sono possibili contatti catenali con l’habitat 1170 “Scogliere”, mentre, verso l’interno, l’habitat entra in contatto con i pratelli terofitici dell’habitat 6220 “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”, con le formazioni a Helichrysum sp.pl. con euforbie basse (habitat 5320 “Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere”), con la vegetazione ad arbusti spinosi delle phryganas degli habitat 5420 “Phrygane di Sarcopoterium spinosum” e 5430 “Phrygane endemiche dell'Euphorbio-Verbascion”; con le macchie mediterranee caratterizzanti gli habitat 2250* “Dune costiere con Juniperus spp.”, 5210 “Matorral arborescenti di Juniperus sp.pl.” e 5330 “Arbusteti termo-mediterranei e presteppici”, e con le cenosi di sostituzione di queste dell’habitat 2260 “Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavenduletalia”. In alcuni casi la morfologia delle falesie permette l’insediamento su limitati ripiani di formazioni igrofile temporanee della classe Isöeto-Nanojuncetea (habitat 3170* “Stagni temporanei mediterranei”) e talora il trasporto eolico della sabbia che viene accumulata contro le coste rocciose determina il contatto tra la successione dunale e quella delle falesie marittime per cui l’habitat può prendere contatto anche con la classe della vegetazione delle dune della classe Ammophiletea e delle formazioni più stabili della cosiddetta duna grigia della classe Helichryso-Crucianelletea, ordine Crucianelletalia rispettivamente dell’habitat 2120 “Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)” e 2210 “Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae”. Specie alloctone Carpobrotus acinaciformis, Agave americana, Opuntia ficus-indica, Drosanthemum hispidum, Aptenia cordifolia, Aeonium arboreum. Distribuzione dell’habitat in Italia LG, TS, LZ, MR, AB, CM, PG, BS, CL, SR, SC. Note Le formazioni camefitiche della Sardegna settentrionale ad Euphorbia pithyusa non rientrano in questo habitat ma nel 5320. Riferimenti Bibliografici ARRIGONI P.V., DI TOMMASO P.L., 1981 - Carta della vegetazione dell'isola di Giannutri (Prov. di Grosseto). CNR, AQ/1/130, Coll. Progr. Fin. Promozione Qualità Ambiente, Roma. ARRIGONI P.V., DI TOMMASO, 1997 - La vegetazione del Monte Argentario (Toscana meridionale). Parlatorea 2: 5-38. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1985 - La vegetazione del Parco Naturale della Maremma (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. BACCHETTA G., BRULLO S., CASTI M., GIUSSO DEL GALDO G., 2004 – Contributo alla sistematica delle popolazioni appartenenti al ciclo di Dianthus sylvestris Wulfen presenti in Sardegna, Sicilia e Italia meridionale. Informatore Botanico Italiano, 36(1): 160-161. BACCHETTA G., BRULLO S., MOSSA L., 2003 – Note sul genere Helichrysum Miller (Asteraceae) in Sardegna. Informatore Botanico Italiano, 35(1): 217-225. BACCHETTA G., CASTI M., MOSSA L., 2007 - New ecological and distributive data regarding rupicolous flora in Sardinia. J. Bot. Soc. Bot. France, 38: 73-83. Bartolo G., Brullo S., 1993. La classe Crithmo-Limonietea in Sicilia. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., vol.26 n.342, pp.5-47. Bartolo G., Brullo S., Signorello P., 1989. La classe Crithmo-Limonietea nella penisola italiana. Coll. Phytosoc. XIX: 55-81. Biondi E., 1999. Diversità fitocenotica degli ambienti costieri italiani. In Bon M., Sburlino G., Zuccarello V. (a cura di). Aspetti ecologici e naturalistici dei sistemi lagunari e costieri. Arsenale ed. 33 Biondi E., 2007. Thoughts on the ecology and syntaxonomy of some vegetation typologies of the Mediterranean coast. Fitosociologia 44(1): 3-10. Biondi E., Bagella S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia 42(2) - Suppl. 1. Biondi E., Filigheddu R., Farris E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia 38(2)-Suppl. 2, pp. 105. Biondi E., Vagge I., Mossa L., 1997. On the phytosociological importance of Anthyllis barba-jovis L. Coll. Phytosoc. XXVII: 95-104. Blasi C., Boitani L., La Posta S., Manes F. & Marchetti M. (Eds.), 2005. Stato della Biodiversità in Italia. Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio - Direzione Protezione della Natura, Società Botanica Italiana. Palombi Editori, Roma. BRULLO S. & DE MARCO G., 1989 - Antyllidion barbae-jovis alleanza nuova dei Crithmo-Limonietea. Arch. Bot. Ital., 65 (1-2): 109-120. Brullo S., Del Galdo G.P.G., Siracusa G., Spampinato G., 2001. Considerazioni fitogeografiche sulla vegetazione psammofila dei litorali italiani. Biogeographia vol. XXII: 93-136. Brullo S., Minissale P., 1997. Su alcune associazioni dell’alleanza Anthyllidion barbae-jovis del Mediterraneo occidentale. Fitosociologia 32: 161-169. Brullo S., Minissale P., Siracura G., 1996. Quadro sintassonomico della vegetazione iblea. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. 29(352): 113-150. Caneva G., Fascetti S., Gallotta G., 1997. Aspetti bioclimatici e vegetazionali della costa tirrenica della Basilicata. Fitosociologia v. 32: 132-188. DE DOMINICIS V., CASINI S., MARIOTTI M., BOSCAGLI A., 1988 - La vegetazione di Punta Ala (Prov. di Grosseto). Webbia, 42(1): 101-143. FARRIS E., PISANU S., SECCHI Z., BAGELLA S., URBANI M., & FILIGHEDDU R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “habitat”. fitosociologia vol. 44 (1): 165-180. FILIPELLO S., SARTORI F., 1983 - La vegetazione dell'Isola di Montecristo (Arcipelago Toscano). Atti Ist. Bot. Lab. Crittog. Univ. Pavia, Ser. 6(14) (1980-81): 113-202. Foggi B. & Pancioli V. 2008 Contributo alla conoscenza della Vegetazione dell’Isola del Giglio (Arcipelago Toscano, Grosseto). Webbia, 63 (1) Foggi B., Cartei L. & Pignotti L. 2009 La vegetazione dell’isola di Pianosa (Arcipelago Toscano, Livorno). Braun-Blanquetia. (in stampa) Foggi B., Cartei L., Pignotti L., Signorini M. A., Viciani D., Dell’Olmo L., Menicagli E., 2006. Il paesaggio vegetale dell’Isola d’Elba (Arcipelago Toscano). Studio fitosociologico e cartografico. Fitosociologia 43 (1) Suppl. 1: 3-95. FOGGI B., CARTEI L., PIGNOTTI L., SIGNORINI M.A., VICIANI D., DELL'OLMO L., MENICAGLI E., 2006 - Il paesaggio vegetale dell'Isola d'Elba (Arcipelago Toscano). Studio di fitosociologia e cartografico. Fitosociologia, 43(1), Suppl.1: 3-95. Foggi B., Chegia B. & Viciani D. 2006 Contributo alla conoscenza della vegetazione del promontorio di Piombino. Parlatorea, 8: 121-139. FOGGI B., GRIGIONI A., 1999 - Contributo alla conoscenza della vegetazione dell' isola di Capraia (Arcipelago toscano). Parlatorea 3: 5-33. Foggi B., Signorini M. A., Grigioni A, Clauser M., 2000. La vegetazione di alcuni isolotti dell’Arcipelago toscano. Fitosociologia 37 (1): 69-91. Gianguzzi L., 1999 – Vegetazione e bioclimatologia dell'Isola di Pantelleria (Canale di Sicilia). – BraunBlanquetia, 20: 1-74. Camerino (MC). Gianguzzi L., Ilardi V., Raimondo F.M., 1996 – La vegetazione del promontorio di Monte Pellegrino (Palermo). – Quad. Bot. Ambientale Appl., 4 (1993): 79-137. 34 Gianguzzi L., La Mantia A., 2008 – Contributo alla conoscenza della vegetazione e del paesaggio vegetale della Riserva Naturale “Monte Cofano” (Sicilia occidentale) (con allegata Carta sinfitosociologica della vegetazione, scala 1:20.000) – Fitosociologia 45 (1) suppl. 1: 1-55. MARIOTTI M.G., s.d (2008) - Natura 2000 in Liguria. Atlante degli habitat - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. MAYER A., 1995 – Comparative study of the coastal vegetation of Sardinia (Italy) and Crete (Greece) with respect to the effects of human influence. Libri Bot., 15: 1-264. PAOLA G., 1986 - Nota introduttiva sugli aspetti della copertura vegetale delle spiagge e coste rocciose della Liguria - Boll. Mus. Ist. Biol. Univ. Genova, 52 suppl.: 33-44. PERRINO E.V., 2005/2006. Vegetazione del Gargano (fasce costiera e collinare). Tesi di Dottorato. Dipartimento di Botanica. Università degli Studi di Catania. PERRINO E.V., TOMASELLI V., PAVONE P. & BRULLO S., 2006a. Inquadramento fitosociologico della vegetazione costiera del Gargano. Inf. Bot. Ital. 38 (1): 189-190, 2006. PERRINO E.V., TOMASELLI V., PAVONE P. & BRULLO S., 2006b. L’ordine Crithmo-Limonietalia Molinier 1934 sul promontorio del Gargano (Puglia – Fg). Atti 42° Congresso della Società Italiana di Fitosociologia onlus (SIFs), Potenza & Matera 20-23 giugno. Pirone G., 1995. La vegetazione alofila della costa abruzzese (Adriatico centrale). Fitosociologia 30: 233-256. Raimondo F.M., Gianguzzi L., Lo Valvo M., Venturella G., 1990 – Indagine preliminare sul patrimonio biologico-ambientale delle coste siciliane. – Quad. Bot. Ambientale Appl., 1: 131-182. Salvador Rivas-Martínez, Federico Fernández-González, Javier Loidi, Mario Lousã & Angel Penas, 2001. Syntaxonomical checklist of vascular plant communities of Spain and Portugal to association level. Itinera Geobotanica 14: 5-341 (2001). Salvador Rivas-Martínez, Tomás E. Díaz, Federico Fernández-González , Jesús Izco, Javier Loidi, Mario Lousã & Ángel Penas, 2002. Vascular plant communitiea of Spain and Portugal. Addenda to the syntaxonomical checklist of 2001. Itinera Geobotanica 15: 5-922 (2002). Riferimenti Bibliografici online Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected]) 35 13: Paludi e Pascoli Inondati Atlantici e Continentali 36 13: Paludi e pascoli inondati atlantici e continentali 1310: Vegetazione annua pioniera a Salicornia e altre specie delle zone fangose e sabbiose Salicornia and other annuals colonizing mud and sand Codice CORINE Biotopes 15.11 - Glasswort swards 15.12 - Mediterranean halo-nitrophilous pioneer communities 15.13 - Atlantic sea-pearlwort communities 15.14 - Central Eurasian crypsoid communities 15.56 - Mediterranean saltmarsh driftlines Codice EUNIS A2.6513 –Comunità pioniere di Salicornia sp. delle paludi salse Regione biogeografica di appartenenza Continentale e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Formations composed mostly or predominantly of annuals, in particular Chenopodiaceae of the genus Salicornia or grasses, colonising periodically inundated muds and sands of marine or interior salt marshes. Thero-Salicornietea, Frankenietea pulverulentae, Saginetea maritimae. Subtypes: 15.11 - Glasswort swards (Thero-Salicornietalia): annual glasswort (Salicornia spp., Microcnemum coralloides), seablite (Suaeda maritima), or sometimes salwort (Salsola spp.) formations colonising periodically inundated muds of coastal saltmarshes and inland salt-basins. 15.12 - Mediterranean halo-nitrophilous pioneer communities (Frankenion pulverulentae): formations of halonitrophilous annuals (Frankenia pulverulenta, Suaeda splendens, Salsola soda, Cressa cretica, Parapholis incurva, P. strigosa, Hordeum marinum, Sphenopus divaricatus) colonising salt muds of the Mediterranean region, susceptible to temporary inundation and extreme drying; 15.13 - Atlantic sea-pearlwort communities (Saginion maritimae): formations of annual pioneers occupying sands subject to variable salinity and humidity, on the coasts, in dune systems and saltmarshes. They are usually limited to small areas and best developed in the zone of contact between dune and saltmarsh. 15.14 - Central Eurasian crypsoid communities : Sparse solonchak formations of annual grasses of genus Crypsis (Heleochloa) colonizing drying muds of humid depressions of the salt steppes and saltmarshes (15.A) of Eurasia, from Pannonia to the Far East. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Formazioni composte prevalentemente da specie vegetali annuali alofile (soprattutto Chenopodiaceae del genere Salicornia) che colonizzano distese fangose delle paludi salmastre, dando origine a praterie che possono occupare ampi spazi pianeggianti e inondati o svilupparsi nelle radure delle vegetazioni alofile perenni appartenenti ai generi Sarcocornia, Arthrocnemum e Halocnemum. In Italia appartengono a questo habitat anche le cenosi mediterranee di ambienti di deposito presenti lungo le spiagge e ai margini delle paludi salmastre costituite da comunità alonitrofile di Suaeda, Kochia, Atriplex e Salsola soda definite dal codice CORINE 15.56. 37 Sottotipi e varianti Sottotipo 15.11 – Comunità alonitrofile effimere che si sviluppano in primavera su suoli sabbioso-limosi, mediamente salati, soggetti a inondazioni temporanee e al completo disseccamento in estate; Sottotipo 15.12 – Comunità alonitrofile di Frankenia (Frankenion pulverulentae). Cenosi marcatamente alonitrofile di terofite pioniere che si sviluppano fra l’estate e l’autunno su substrati fangosi, salati e inondati per buona parte dell’anno; Sottotipo 15.13 – Cenosi a sagina marittima del Saginion maritimae, su sabbie soggette a salinità e umidità variabile, in particolare nelle zone di contatto tra la duna e la palude salmastra; Sottotipo 15.14 – Comunità eurasiatiche di Crypsis; Combinazione fisionomica di riferimento 15.11: Salicornia sp.pl., Microcnemum coralloides, Suaeda maritima, Salicornia patula, S. emerici S. dolichostachya, *S. veneta (endemica nord-adriatica di interesse comunitario) Suaeda vera, Puccinellia festuciformis ssp. festuciformis, P. borreri, Halopeplis amplexicaulis. 15.12: Frankenia pulverulenta, Salsola soda, Cressa cretica, Parapholis incurva, P. strigosa, Hordeum marinum, Sphenopus divaricatus; Spergularia salina, Polypogon monspeliensis, P. subspathaceus, P. maritimus, Bupleurum semicompositum, Juncus hybridus, Mesembryanthemum nodosum Catapodium balearicum, C. pauciflorum, Bellis annua, Senecio leucanthemifolius, Centaurium spicatum, Silene sedoides, Hymenolobus procumbens, Evax pigmaea, E. rotundata, Nananthea perpusilla. 15.13: Sagina maritima, S. nodosa, Trifolium scabrum, Plantago bellardii, Senecio leucanthemifolius, Hypochoeris glabra, Cochlearia danica, Centaurium vulgare, Bromus ferronii (= B. molliformis). 15.14: Crypsis aculeata, Spergularia media, Spergularia marina, Salicornia sp.pl., Chenopodium sp.pl., Atriplex sp.pl. . 15.56: Suaeda maritima, S. splendens, Bassia hirsuta, Salsola soda, Atriplex latifolia, A. rosea. Riferimento sintassonomico Il sottotipo 15.11 è riferibile alla classe Thero-Suaedetea Rivas-Martínez 1972 [Thero-Salicornietea Tüxen in Tüxen & Oberdorfer ex Géhu & Géhu-Franck 1984 nom. cons. propos.] ed in particolare: alle alleanze Salicornion patulae Géhu & Géhu-Franck 1984 e Microcnemion coralloidis Rivas-Martínez 1984. Alla stessa classe di vegetazione appartengono le comunità alonitrofile dell'alleanza Thero-Suaedion Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952 associate al codice CORINE 15.56. Gli altri sottotipi vengono riferiti tutti alla classe Saginetea maritimae Westhoff, Van Leeuwen & Adriani 1962 ed in dettaglio all’alleanza Frankenion pulverulentae Rivas-Martínez ex Castroviejo & Porta 1976 (ordine Frankenietalia pulverulentae Rivas-Martínez ex Castroviejo & Porta 1976) per quanto riguarda le formazioni del sottotipo 15.12, al Saginion maritimae Westhoff, Van Leeuwen & Adriani 1962 (ordine Saginetalia maritimae Westhoff, Van Leeuwen & Adriani 1962) per le formazioni del sottotipo 15.13 e all’alleanza Crypsidion aculeatae Pignatti 1954 (ordine Crypsidetalia aculeatae Vicherek 1973) che descrive il sottotipo 15.14. Secondo Brullo (1988) il Saginion maritimae è prettamente atlantico (con poche stazioni nell'Alto Adriatico), mentre nel Mediterraneo ci sono Limonion avei Brullo 1988 (fortemente xerico) e Frankenion pulverulentae Rivas-Martínez ex Castroviejo & Porta 1976 (meno xerico). Dinamiche e contatti La vegetazione che caratterizza questo habitat costituisce comunità durevoli che si trovano generalmente in contatto catenale con le formazioni alofile a suffrutici della classe Sarcocornietea fruticosae dell'habitat 1420 "Praterie e fruticeti mediterranee e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosi)" o, dove il disturbo altera la microtopografia creando condizioni di minore salinità, con le formazioni ad emicriptofite inquadrate nell’ordine Juncetalia maritimi dell'habitat 1410 "Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)". La vegetazione 38 dell'habitat costituisce micromosaici e quindi entra in contatto catenale con la vegetazione delle falesie (1240 "Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici") e talora anche con quella delle formazioni dunali riferite all'habitat 2110 "Dune mobili embrionali". Specie alloctone Cotula coronopifolia Distribuzione dell’habitat in Italia PG, VN, SR, SC, EM, BS, FR, TS, LZ, CM, ML, MR, AB, CL, LG. Note Riferimenti Bibliografici ANDREUCCI F., 2004 - La vegetazione alofila della laguna di Orbetello (Toscana, Grosseto). Fitosociologia, 41(2): 31-49. ATTORRE F., DE SANCTIS M., FRANCESCONI F., IBERITE M., BRUNO F., 2004. Multifunctional and multimedia GIS system for the inventory and the management of the wetlands of Puglia region (Southern Italy). Ann. Bot. (Roma) n.s., 4: 37-47. Bassi S. (ed.), 2007 - Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. Biondi E., 1999. Diversità fitocenotica degli ambienti costieri italiani. In Bon M., Sburlino G., Zuccarello V. (a cura di). Aspetti ecologici e naturalistici dei sistemi lagunari e costieri. Arsenale ed. Biondi E., Bagella S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia 42(2). Suppl. 1. Biondi E., Filigheddu R., Farris E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia 38(2)-Suppl. 2, pp. 105. Brullo S., 1986 - Le associazioni della classe Frankenietea pulverulentae nel Mediterraneo centrale. VI Journades Fitosoc. Veg.Nitrof.Barcellona: 29-31. Brullo S., 1988 - Le associazioni della classe Frankenietea pulverulentae nel Mediterraneo centrale. Acta Bot. Barc., 37: 45-57. Brullo S., Giusso del Galdo G., 2003. La classe Saginetea maritimae in Italia. Fitosociologia 40 (2): 29-41. BRULLO S., SCELSI F., 1996 - Contributo alla conoscenza della vegetazione terofitica costiera del territorio ibleo. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 29 (352): 151-168. CORBETTA F., 1970. Lineamenti della vegetazione macrofitica dei Laghi di Lesina e Varano. Giorn. Bot. Ital., 104(3): 165-191. Corbetta F., Gratani L., Moriconi M., Pirone G., 1992. Lineamenti vegetazionali e caratterizzazione ecologica delle spiagge dell’arco jonico da Taranto alla foce del Sinni. Coll. Phytosoc. 19: 461-521. FARRIS E., PISANU S., SECCHI Z., BAGELLA S., URBANI M., & FILIGHEDDU R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “habitat”. fitosociologia vol. 44 (1): 165-180. FARRIS E., PISANU S., SECCHI Z., BAGELLA S., URBANI M., & FILIGHEDDU R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “habitat”. fitosociologia vol. 44 (1): 165-180. FOGGI B., CARTEI L., PIGNOTTI L., SIGNORINI M.A., VICIANI D., DELL'OLMO L., MENICAGLI E., 2006 - Il paesaggio vegetale dell'Isola d'Elba (Arcipelago Toscano). Studio di fitosociologia e cartografico. Fitosociologia, 43(1), Suppl.1: 3-95. GÉHU J.M., BIONDI E., 1996 - Synoptique des associations végétales du littoral adriatique italien. Giorn. Bot. Ital. 130 (1): 257-270. 39 GÉHU J.M., COSTA M., SCOPPOLA A., BIONDI E., MARCHIORI S., PERIS J.B., FRANCK J., CANIGLIA G., VIERI L., 1984 - Essai synsystématique et synchorologique sur les végétations littorales italiennes dans un but conservatoire. Doc. Phytosoc., n.s., 8: 393-474. GUARINO R., GUGLIELMO A., RONSISVALLE F. & SCIANDRELLO S., 2007. Il progetto ECONET-COHAST: strategie per la conservazione degli habitat costieri di Torre Manfria (Sicilia merid.). Fitosociologia, 44 (2) suppl.1:333-337. Maiorca G., Spampinato G. & Crisafulli A., 2005 - Carta della vegetazione reale della Foce del Fiume Crati (CS-Calabria). Progetto PHYTOS.I.S., Monografia n. 2, ARSSA, Cosenza. MARIOTTI M.G., s.d (2008) - Natura 2000 in Liguria. Atlante degli habitat - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. MERLONI N., 2007. Gli habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) nella Riserva Naturale Sacca di Bellocchio (province di Ravenna e Ferrara). Fitosociologia, 44 (2) suppl.1: 83-88. NOWAK B., 1987 - Untersuchungen zur Vegetation Ostliguriens (Italien) - Diss. Bot., 111. J. Cramer, Berlin Stuttgart. VII + 260 pp. PERRINO E.V., 2005/2006. Vegetazione del Gargano (fasce costiera e collinare). Tesi di Dottorato. Dipartimento di Botanica. Università degli Studi di Catania. PERRINO E.V., TOMASELLI V., PAVONE P. & BRULLO S., 2006a. Inquadramento fitosociologico della vegetazione costiera del Gargano. Inf. Bot. Ital. 38 (1): 189-190, 2006. Pirone G., 1995. La vegetazione alofila della costa abruzzese (Adriatico centrale). Fitosociologia 30: 233-256. Poldini L., Vidali M., Fabiani M. L., 1999. La vegetazione del litorale sedimentario del Friuli-Venezia Giulia (NE Italia) con riferimenti alla regione alto-adriatica. Studia Geobotanica. Vol. 17: 3-68. Rivas-Martínez S. Fernández-González F., Loidi J., Lousã M. & Penas A., 2001. Syntaxonomical checklist of vascular plant communities of Spain and Portugal to association level. Itinera Geobotanica 14: 5-341 (2001). Rivas-Martínez S., Díaz T. E., Fernández-González F., Izco J., Loidi J., Lousã M. & Penas A., 2002. Vascular plant communitiea of Spain and Portugal. Addenda to the syntaxonomical checklist of 2001. Itinera Geobotanica 15: 5-922 (2002). STANISCI A., ACOSTA A, M.L. CARRANZA, S. FEOLA M. GIULIANO. (2007). Gli habitat di interesse comunitario sul litorale molisano e il loro valore naturalistico su base floristica. Fitosociologia. vol. 44 (2), pp. 171-175 ISSN: 1125-9078 Taffettani F., 1990 - Il litorale Nord dell'antica "Capitanata". Almanacco del Molise, 1: 293-351. TOMASELLI V., PERRINO E.V., CIMMARUSTI G., 2008. Paludi Sfinale e Gusmay, due aree umide di rilevante interesse naturalistico nel Parco Nazionale del Gargano. Inf. Bot. Ital. 40 (2), 183-192. TOMEI P.E., GUAZZI E., KUGLER P.C., 2001 - Le zone umide della Toscana: indagine sulle componenti floristiche e vegetazionali. Ed. Reg. Toscana. VICIANI D., GABELLINI A., BIAGINI P., 2001 - La vegetazione del Padule di Scarlino (con note illustrative della Carta della Vegetazione, scala 1:12.000). Reg. Toscana, Prov. Grosseto, Bandite di Scarlino. VICIANI D., LOMBARDI L., 2001 - La vegetazione del Padule di Orti-Bottagone (Piombino, Toscana meridionale) e la sua importanza botanica ai fini conservazionistici. Parlatorea, 5: 101-118. Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected]), Guarino Riccardo ([email protected]), Brullo Salvatore ([email protected]) 40 14: Paludi e Pascoli Inondati Mediterranei e Termo - Atlantici 41 14: Paludi e pascoli inondati mediterranei e termo-atlantici 1410: Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) Mediterranean salt meadows (Juncetalia maritimi) Codice CORINE Biotopes 15.51 - Mediterranean tall rush saltmarshes 15.52 - Mediterranean short rush, sedge, barley and clover 15.53 - Mediterranean halo-psammophile meadows 15.55 - Mediterranean saltmarsh grass swards 15.57 - Mediterranean saltmarsh couch-wormwood stands 15.58 - Mediterranean fine-leaved rush beds Codice EUNIS A2.6 - Paludi salse e canneti alofili littoranei Regione biogeografica di appartenenza Continentale e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Various Mediterranean and western Pontic (Black Sea) communities of the Juncetalia maritimi. The different associations are described under point 2) with their characteristic plant species. Sub-types: 15.51 - tall rush saltmarshes dominated by Juncus maritimus and/or J. acutus 15.52 - short rush, sedge and clover saltmarshes (Juncion maritimi) and humid meadows behind the littoral, rich in annual plant species and in Fabacea (Trifolion squamosi) 15.53 - mediterranean halo-psammophile meadows (Plantaginion crassifoliae) 15.54 - Iberian salt meadows (Puccinellion fasciculatae) 15.55 - halophilous marshes along the coast and the coastal lagoons (Puccinellion festuciformis) 15.57 - humid halophilous moors with the shrubby stratum dominated by Artemisia coerulescens (AgropyroArtemision coerulescentis). Cyprus subtypes14 - Halophytic vegetation periodically inundated by saline or bracking water Frase diagnostica dell’habitat in Italia Comunità mediterranee di piante alofile e subalofile ascrivibili all’ordine Juncetalia maritimi, che riuniscono formazioni costiere e subcostiere con aspetto di prateria generalmente dominata da giunchi o altre specie igrofile. Tali comunità si sviluppano in zone umide retrodunali, su substrati con percentuali di sabbia medioalte, inondate da acque salmastre per periodi medio-lunghi. Procedendo dal mare verso l’interno, J. maritimus tende a formare cenosi quasi pure in consociazioni con Arthrocnemum sp.pl., Sarcocornia perennis e Limonium serotinum, cui seguono comunità dominate da J. acutus. In Italia l'habitat è caratterizzato anche da formazioni di praterie alofile a Juncus subulatus riferibili al codice CORINE 15.58. L’habitat è distribuito lungo le coste basse del Mediterraneo e in Italia è presente in varie stazioni: in quasi tutte le regioni che si affacciano sul mare. Sottotipi e varianti 15.51 - Comunità dominate da alti giunchi quali Juncus maritimus o J. acutus in zone umide salmastre. 15.52 – Praterie dominate da piccoli giunchi e carici: Juncus gerardii, Carex divisa, C. exstensa. 42 15.53 - Prati alo-psammofili mediterranei (Plantaginion crassifoliae). 15.55 – Paludi alofile distribuite lungo le coste e le lagune costiere (Puccinellion festuciformis) 15.57 - Vegetazione di orlo dei bacini salmastri dominata da Artemisia caerulescens (Agropyro-Artemision caerulescentis). Combinazione fisionomica di riferimento 15.51 - Juncus maritimus, J. acutus, J. subulatus, Carex extensa, C. distachya, Aster tripolium, Plantago cornuti, Samolus valerandi, Spartina versicolor, Trifolium pannonicum, Inula crithmoides (=Limbarda crithmoides), Atriplex prostrata, Scirpus maritimus, Limonium narbonense, Puccinellia palustris; 15.52 - Hordeum nodosum, H. maritimum, Trifolium squamosum, T. michelianum, Alopecurus bulbosus, Carex divisa, Ranunculus ophioglossifolius, *Linum maritimum, Juncus gerardi, Limonium narbonense; 15.53 - Plantago crassifolia, Schoenus nigricans, Blackstonia imperfoliata, Centaurium tenuiflorum, Orchis coriophora ssp. fragans; 15.55 - Puccinellia festuciformis ssp. festuciformis; 15.57 - Artemisia coerulescens, Aeluropus litoralis, Juncus acutus, Plantago crassiflolia, P. cornuti, Centaurium tenuiflorum, Limonium narbonense, L. densissimum, Agropyron elongatum, A. pungens, Inula crithmoides. 15.58 - Juncus subulatus e occasionalmente Athrocnemum macrostachyum. Il contatto con l’acqua meno ricca di sali crea la condizione per lo sviluppo di una formazione in cui J. subulatus si compenetra con Scirpus matiritimus. Riferimento sintassonomico I sottotipi 15.51 e 15.52 vengono descritti dalle associazioni appartenenti all’alleanza Juncion maritimi Br.-Bl. ex Horvatic 1934. Della stessa alleanza è l’associazione Juncetum subulati Caniglia et al. 1984, che in Italia caratterizza le formazioni di praterie alofile definite dal codice CORINE 15.58. Il sottotipo 15.53 dei prati alo-psammofili mediterranei viene riferito all’alleanza Plantaginion crassifoliae Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952 mentre, per quanto riguarda il sottotipo vegetazione di orlo dei bacini salmastri, definito dal codice 15.57, il riferimento è all’alleanza Elytrigio athericae-Artemision coerulescentis (Pignatti 1953) Géhu & Scoppola 1984 in Gehù et al. 1984. Tutte le alleanze relative ai diversi sottotipi dell’habitat sono incluse nell’ordine Juncetalia maritimi Br.-Bl. ex Horvatic 1934, classe Juncetea maritimi Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952. Dinamiche e contatti Vegetazioni azonali stabili. Contatto con altre comunità alofile quali i pratelli effimeri del Frankenion pulvurulentae e le cenosi dominate da specie annuali del genere Salicornia dell’habitat 1310 “Vegetazione annua pioniera a Salicornia e altre specie delle zone fangose e sabbiose” e di quelle perenni dell’habitat 1420 “Praterie e fruticeti mediterranee e termoatlantici (Sarcocornetea fruticosi)” oltre che con quelle afferenti all’habitat 1150 “Lagune costiere”. Negli ambiti pascolati si ha spesso il contatto con prati-pascolo della classe Molinio-Arrhenatheretea. Rispetto alle comunità del retroduna si possono avere contatti con gli arbusteti mediterranei a Juniperus sp. pl. dell’habitat 2250* “Dune costiere con Juniperus spp.” anche nelle forme di degradazione dominate da camefite suffruticose; il contatto può essere inoltre con le comunità a Quercus ilex del retroduna (habitat 9340 “Foreste a Quercus ilex e Q. rotundifolia”) o con quelle proprie degli ambiti retrodunali con falda affiorante dominate da Fraxinus oxycarpa e Alnus glutinosa dell’habitat 91F0 “Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)”. Distribuzione dell’habitat in Italia PG, EM, SR, VN, SC, TS, FR, BS, ML, LZ, CL, LG, MR, AB. 43 Note Riferimenti Bibliografici AA.VV., 2004 – Cahiers d’habitats Natura 2000. Habitats côtiers - Tome 2. La documentation Française, Paris. Andreucci F., 2004. La vegetazione alofila della laguna di Orbetello (Toscana, Grosseto). Fitosociologia 41 (2): 31-49. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1985 - La vegetazione del Parco Naturale della Maremma (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. ATTORRE F., DE SANCTIS M., FRANCESCONI F., IBERITE M., BRUNO F., 2004. Multifunctional and multimedia GIS system for the inventory and the management of the wetlands of Puglia region (Southern Italy). Ann. Bot. (Roma) n.s., 4: 37-47. Bartolo G., Brullo S. & Marcenò C., 1982 - La vegetazione costiera della Sicilia sud-orientale. Contributo alla interpretazione delle fasce di vegetazione delle coste mediterranee. C.N.R., AQ/1/226. Bartolo G., Brullo S., De Marco G., Dinelli A., Signorello P., Spampinato G., 1989 (1992). Studio fitosociologico sulla vegetazione psammofila della Sardegna meridionale. Coll. Phytosoc. XIX: 251-273. Bassi S. (ed.), 2007 - Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. Biondi E., Filigheddu R., Farris E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia 38(2)-Suppl. 2, pp. 105. Brullo S. & Di Martino A., 1974 - Vegetazione dell'Isola Grande dello Stagnone (Marsala). Boll. Studi Inform. Giard. Bot. Palermo. 26: 15-62. Brullo S. & Furnari F., 1971 - Vegetazione dei pantani litoranei della Sicilia sud-orientale e problema della conservazione dell'ambiente. Pubbl. Ist. Bot. Univ.Catania. Brullo S. & Furnari F., 1976 - Le associazioni vegetali degli ambienti palustri costieri della Sicilia Not.Fitosoc., 11: 1-43. Brullo S., Guarino R. & Ronsisvalle G. 2000 - La vegetazione del litorale di Manfria, presso Gela(Sicilia), area soggetta a vincolo archeologico.Arch.Geobot.4(1):91-108. Caniglia G., Chiesura Lorenzoni F., Curti L., Lorenzoni G.G., Marchiori S., Razzara S., Tornadore Marchiori N., 1984. Contributo allo studio fitosociologico del Salento meridionale (Puglia – Italia meridionale). Archivio Botanico e Biogeografico Italiano, N. 60 – fasc. 1 – 2. CORBETTA F., 1970. Lineamenti della vegetazione macrofitica dei Laghi di Lesina e Varano. Giorn. Bot. Ital., 104(3): 165-191. Corbetta F., Gratani L., Moriconi M., Pirone G., 1992. Lineamenti vegetazionali e caratterizzazione ecologica delle spiagge dell’arco jonico da Taranto alla foce del Sinni. Coll. Phytosoc. 19: 461-521. CORBETTA F., LORENZONI G., 1976 - La vegetazione degli stagni del Golfo di Oristano (Sardegna). FARRIS E., PISANU S., SECCHI Z., BAGELLA S., URBANI M., & FILIGHEDDU R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “habitat”. fitosociologia vol. 44 (1): 165-180. Filigheddu R., Farris E., Biondi E., 2000. The vegetation of S’Ena Arrubia lagoon (centre-western Sardinia). Fitosociologia 37 (1): 39-59. Galesi R., Giudice E., Mascara R., 1994 – Vegetazione e avifauna degli acquitrini di Piana del Signore Spinasanta (Gela, Sicilia). – Naturalista Sicil., S. IV, XVIII (3-4), 287-296, Palermo. GÉHU J.M., BIONDI E., 1996 - Synoptique des associations végétales du littoral adriatique italien. Giorn. Bot. Ital. 130 (1): 257-270. GÉHU J.M., COSTA M., SCOPPOLA A., BIONDI E., MARCHIORI S., PERIS J.B., FRANCK J., CANIGLIA G., VIERI L., 1984 - Essai synsystématique et synchorologique sur les végétations littorales italiennes dans un but conservatoire. Doc. Phytosoc., n.s., 8: 393-474. 44 GUARINO R., GUGLIELMO A., RONSISVALLE F. & SCIANDRELLO S., 2007. Il progetto ECONET-COHAST: strategie per la conservazione degli habitat costieri di Torre Manfria (Sicilia merid.). Fitosociologia, 44 (2) suppl.1:333-337. Maiorca G., Spampinato G. & Crisafulli A., 2005 - Carta della vegetazione reale della Foce del Fiume Crati (CS-Calabria). Progetto PHYTOS.I.S., Monografia n. 2, ARSSA, Cosenza. MARIOTTI M.G., s.d (2008) - Natura 2000 in Liguria. Atlante degli habitat - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. MERLONI N., 2007. Gli habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) nella Riserva Naturale Sacca di Bellocchio (province di Ravenna e Ferrara). Fitosociologia, 44 (2) suppl.1: 83-88. Pedrotti F., Orsomando E., Cortini Pedrotti C., 1975 - Carta della vegetazione del Lago di Burano e della duna di Capalbio (Grosseto). CNR, LAC, Firenze. PELLIZZARI M., BARBIERI C., CARAMORI G., PAGNONI G.A., PICCOLI F. 2007. La vegetazione della Salina di Comacchio (Ferrara, Parco del Delta del Po): ripristino ecologico e conservazione degli habitat. Fitosociologia, 44 (1): 77-82. Pellizzari M., Merloni N., Piccoli F., 1998. Vegetazione alonitrofila perenne nel parco del Delta del Po (Ord. Juncetalia maritimi, All. Elytrigio atheicae-Artemision coerulescentis). Coll. Phytosoc. 28: 1085-1096. PERRINO E.V., 2005/2006. Vegetazione del Gargano (fasce costiera e collinare). Tesi di Dottorato. Dipartimento di Botanica. Università degli Studi di Catania. PERRINO E.V., TOMASELLI V., PAVONE P. & BRULLO S., 2006a. Inquadramento fitosociologico della vegetazione costiera del Gargano. Inf. Bot. Ital. 38 (1): 189-190, 2006. Pirone G., 1995. La vegetazione alofila della costa abruzzese (Adriatico Centrale). Fitosociologia 30: 233-256. Poldini L., Vidali M., Fabiani M. L., 1999. La vegetazione del litorale sedimentario del Friuli-Venezia Giulia (NE Italia) con riferimenti alla regione Alto-Adriatica. Studia Geobotanica. vol.17: 3-68. Raimondo F.M., Gianguzzi L., Venturella G., Lo Valvo M., 1990 – Indagine preliminare sul patrimonio biologico-ambientale delle coste siciliane. – Quad. Bot. Ambientale Appl., 1: 131-182. Sciandrello S. 2007 – La vegetazione alofila di Piana del Signore presso Gela (Sicilia meridionale): proposte di conservazione e gestrione del biotopo. – Inform. Bot. Ital., 39(1): 129-141. Selvi F., Stefanini P., 2005. Biotopi naturali e aree protette nella Provincia di Grosseto. Componenti floristiche e ambienti vegetazionali. Quaderni delle Aree Protette. Provincia di Grosseto, U.O.C. Aree Protette e Biodiversità. STANISCI A., ACOSTA A, M.L. CARRANZA, S. FEOLA M. GIULIANO. (2007). Gli habitat di interesse comunitario sul litorale molisano e il loro valore naturalistico su base floristica. FITOSOCIOLOGIA. vol. 44 (2), pp. 171-175 ISSN: 1125-9078. STANISCI A., CONTI F., 1990 - Aspetti vegetazionali di un settore costiero adriatico (Molise- Abruzzo). Ann. Bot. (Roma), 48, Studi sul territorio suppl. 7: 85-94. TOMASELLI V., PERRINO E.V., CIMMARUSTI G., 2008. Paludi Sfinale e Gusmay, due aree umide di rilevante interesse naturalistico nel Parco Nazionale del Gargano. Inf. Bot. Ital. 40 (2), 183-192. TOMEI P.E., GUAZZI E., KUGLER P.C., 2001 - Le zone umide della Toscana: indagine sulle componenti floristiche e vegetazionali. Ed. Reg. Toscana. VALSECCHI F., DIANA CORRIAS S., 1973 - La vegetazione degli stagni della zona di Olbia (Sardegna nordorientale). Giorn. Bot. Ital., 107(5): 223-241. VICIANI D., GABELLINI A., BIAGINI P., 2001 - La vegetazione del Padule di Scarlino (con note illustrative della Carta della Vegetazione, scala 1:12.000). Reg. Toscana, Prov. Grosseto, Bandite di Scarlino Viciani D., Lombardi L., 2001. La vegetazione del padule di Orti-Bottagone (Piombino, Toscana meridionale) e la sua importanza botanica ai fini conservazionistici. Parlatorea V: 101-118. Riferimenti Bibliografici online 45 http://www.regione.veneto.it/Ambiente+e+Territorio/Territorio/Reti+Ecologiche+e+Biodiversit%C3%A0/Schede/ Normativa+Regionale.htm D.G.R. del 4 dicembre 2007, n. 3919 Allegato A: "Relazione tecnica – Quadro conoscitivo per il Piano di Gestione dei siti di rete Natura 2000 della Laguna di Venezia". Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected]) 46 14: Paludi e pascoli inondati mediterranei e termo-atlantici 1420: Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosi) Mediterranean and thermo-Atlantic halophilous scrubs (Sarcocornetiea fruticosi) Vegetazione ad Halocnemum strobilaceum nella E. Biondi Suffruticeti succulenti su suoli salati e sullo sfondo il Carso goriziano (Monfalcone, GO), Francescato C. Codice CORINE Biotopes 15.6 - Mediterraneo-Nemoral saltmarsh scrubs Codice EUNIS A2.5 - Habitat littoranei influenzati dagli spruzzi di acqua marina Regione biogeografica di appartenenza Continentale e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat 47 Perennial vegetation of marine saline muds (schorre) mainly composed of scrub, essentially with a Mediterranean-Atlantic distribution (Salicornia, Limonium vulgare, Suaeda and Atriplex communities) and belonging to the Sarcocornetea fruticosi class. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Vegetazione ad alofite perenni costituita principalmente da camefite e nanofanerofite succulente dei generi Sarcocornia e Arthrocnemum, a distribuzione essenzialmente mediterraneo-atlantica e inclusa nella classe Sarcocornietea fruticosi. Formano comunità paucispecifiche, su suoli inondati, di tipo argilloso, da ipersalini a mesosalini, soggetti anche a lunghi periodi di disseccamento. Rappresentano ambienti tipici per la nidificazione di molte specie di uccelli. Combinazione fisionomica di riferimento Sarcocornia perennis, S. alpini (= S. perennis var. deflexa), S. fruticosa, Arthrocnemum macrostachyum (= A. glaucum), Halocnemum strobilaceum, Limoniastrum monopetalum. Altre specie: Halimione portulacoides, Inula crithmoides, Suaeda vera, Limonium virgatum, L. narbonensis, L. ferulaceum, L. bellidifolium, Aeluropus litoralis, Aster tripolium, Artemisia gallica, Atriplex portulacoides, Triglochin barrelieri. Riferimento sintassonomico La vegetazione alofila perenne del 1420 è riferibile alla classe Salicornietea fruticosae Br.-Bl. & Tüxen ex A. & O. Bolòs 1950, [Sarcocornietea fruticosae Br.-Bl. & Tüxen ex A. & O. Bolòs 1950 nom. mut. propos. RivasMartinez et al. 2002], ed in dettaglio alle alleanze Salicornion fruticosae Br.-Bl. 1933, Arthrocnemion macrostachyi Rivas-Martínez 1980 (ordine Salicornietalia fruticosae Br.-Bl. 1933), e Limoniastrion monopetali Pignatti 1953 e Triglochino barrelieri-Limonion glomerati Biondi, Diana, Farris & Filigheddu 2001 (ordine Limonietalia Br.-Bl. & O. Bolòs 1958). Dinamiche e contatti Queste cenosi sono in contatto seriale con le comunità a salicornie annuali dell’habitat 1310 “Vegetazione annua pioniera a Salicornia e altre specie delle zone fangose e sabbiose” e catenale con le praterie emicriptofitiche dell’ordine Juncetalia maritimi dell’habitat 1410 “Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)” e con le praterie a Spartina maritima dell’habitat 1320 “Prati di Spartina (Spartinion maritimae)”. Distribuzione dell’habitat in Italia VN, SR, SC, PG, TS, EM, FR, BS, LZ, CL, MR, ML, AB. Note L’habitat comprende tutte le tipologie di vegetazione alofila indicata nel CORINE Biotops con il codice 15.6 “Saltmarsh scrubs della classe Arthrocnemetea fruticosi”: In generale tutti i sottotipi presenti in Italia in base alla classificazione corine sono rari e da considerare in pericolo di estinzione per la frammentazione grave degli habitat dovuta alle attività antropiche ed in generale alle bonifiche e alle alterazioni imposte sui sistemi costieri e retrodunali. Tra le fitocenosi afferenti all’habitat ve ne sono alcune estremamente rare e localizzate delle quali si possono contare poche stazioni in Italia. Si tratta delle formazioni ad Halocnemum strobilaceum (Codice CORINE: 15.617) e delle formazioni a Limoniastrum monopetalum (Codice CORINE: 15.63). Del primo tipo di formazione si contano 4 stazioni: Stagno di S. Gilla (presso Cagliari); Sacca di Bellocchio (Provincia di Ravenna); Foce dell’Ombrone (provincia di Grosseto) e poche altre nella Sicilia occidentale (Saline di Trapani, Isola Grande dello Stagnone). Per quanto riguarda le cenosi a Limoniastrum monopetalum queste sono presenti in poche o pochissime stazioni delle seguenti regioni: Calabria, Sicilia e Sardegna. 48 Per tali motivi si ritiene che l’habitat in Italia venga considerato come prioritario o, in alternativa, che si indichi come prioritari almeno i sottotipi indicati con le specifiche corine corrispondenti e citate. Confusione con: habitat 1510* "Steppe salate mediterranee (Limonietalia)". Devono essere ricondotte all'habitat 1420, in accordo con Alessandrini e Tosetti (2001), molte segnalazioni presenti nei formulari dei Siti Natura 2000 del litorale e attribuite in prima battuta al codice 1510* "Steppe salate mediterranee (Limonietalia)". Il manuale europeo di interpretazione degli habitat indica infatti con il codice 1510 ambienti caratterizzati da suoli permeati, ma non inondati da acque salate. Il 1420 è invece il codice che meglio descrive le situazioni più diffuse soggette ad inondazioni, adattandosi pressoché alla perfezione anche dal punto di vista sintassonomico, trattandosi sempre di salicornieti perenni. Tali formazioni, peraltro, danno spesso luogo a mosaici con aggruppamenti di alofile di bassa taglia riconducibili all'habitat 1410. Riferimenti Bibliografici Andreucci F., 2004. La vegetazione alofila della laguna di Orbetello (Toscana, Grosseto). Fitosociologia 41 (2): 31-49. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1985 - La vegetazione del Parco Naturale della Maremma (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. Bartolo G., Brullo S. & Marcenò C., 1982 - La vegetazione costiera della Sicilia sud-orientale. Contributo alla interpretazione delle fasce di vegetazione delle coste mediterranee. C.N.R., AQ/1/226. Bassi S. (ed.), 2007 - Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. Biondi E., 1999. Diversità fitocenotica degli ambienti costieri italiani. In Bon M., Sburlino G., Zuccarello V. (a cura di). Aspetti ecologici e naturalistici dei sistemi lagunari e costieri. Arsenale ed. Biondi E., Bagella S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia 42(2). Suppl. 1. Biondi E., Brugiapaglia E., Farris E., Filigheddu R., Secchi Z., 2004 – Halophilous vegetation of Olbia pond system (NE-Sardinia). Fitosociologia, 41 (1) suppl. 1: 125-141 Biondi E., Filigheddu R., Farris E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia 38(2)-Suppl. 2, pp. 105. Brullo S. & Di Martino A., 1974 - Vegetazione dell'Isola Grande dello Stagnone (Marsala). Boll. Studi Inform. Giard. Bot. Palermo. 26: 15-62. Brullo S. & Furnari F. 1988 - La vegetazione costiera della Cirenaica. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 21 (334): 37-117. Brullo S. & Furnari F., 1971 - Vegetazione dei pantani litoranei della Sicilia sud-orientale e problema della conservazione dell'ambiente. Pubbl. Ist. Bot. Univ. Catania. Brullo S. & Furnari F., 1976 - Le associazioni vegetali degli ambienti palustri costieri della Sicilia Not.Fitosoc., 11: 1-43. Brullo S., De Santis C., Furnari F., Longhitano N. & Ronsisvalle A.G., 1988 - La vegetazione dell'Oasi della Foce del Simeto (Sicilia orientale). Braun-Blanquetia 2: 165-188 Brullo S., Guarino R. & Ronsisvalle G. 2000 - La vegetazione del litorale di Manfria, presso Gela(Sicilia), area soggetta a vincolo archeologico. Arch. Geobot. 4(1):91-108. CORBETTA F., 1970. Lineamenti della vegetazione macrofitica dei Laghi di Lesina e Varano. Giorn. Bot. Ital., 104(3): 165-191. Corbetta F., Gratani L., Moriconi M., Pirone G., 1992. Lineamenti vegetazionali e caratterizzazione ecologica delle spiagge dell’arco jonico da Taranto alla foce del Sinni. Coll. Phytosoc. 19: 461-521. CORBETTA F., LORENZONI G., 1976 - La vegetazione degli stagni del Golfo di Oristano (Sardegna). Suppl. Ricerche Biol. Selvaggiana, 7: 271-319. 49 FARRIS E., PISANU S., SECCHI Z., BAGELLA S., URBANI M., & FILIGHEDDU R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “habitat”. fitosociologia vol. 44 (1): 165-180. FORTE L., 2001. Carta della vegetazione del “Bosco Isola” di Lesina, foglio 1 e 2. Progetto di Ricerca sulla Biologia ed Ecologia di Cistus clusii Dunal. Museo Orto Botanico, Università degli Studi di Bari. Frondoni R., Iberite M., 2002. The halophile vegetation of the sedimentary coast of Lazio (central Tyrrhenian district, Italy). Plant Biosystems, 136 (1): 49-68. Galesi R., Giudice E., Mascara R., 1994 – Vegetazione e avifauna degli acquitrini di Piana del Signore Spinasanta (Gela, Sicilia). – Naturalista Sicil., S. IV, XVIII (3-4), 287-296, Palermo. Géhu J. M., Costa M., Scoppola A., Biondi E., Marchiori S., Peris J. B., Frank J., Caniglia G., Veri L., 1984 Essai synsystématique et synchorologique sur les végétations littorales italiennes dans un but conservatoire. I. Dunes et vases salees. Doc. Phytosoc., n.s., 8: 394-474. GÉHU J.M., BIONDI E., 1996 - Synoptique des associations végétales du littoral adriatique italien. Giorn. Bot. Ital. 130 (1): 257-270. GUARINO R., GUGLIELMO A., RONSISVALLE F. & SCIANDRELLO S., 2007. Il progetto ECONET-COHAST: strategie per la conservazione degli habitat costieri di Torre Manfria (Sicilia merid.). Fitosociologia, 44 (2) suppl.1:333-337. Maiorca G., Spampinato G. & Crisafulli A., 2005 - Carta della vegetazione reale della Foce del Fiume Crati (CS-Calabria). Progetto PHYTOS.I.S., Monografia n. 2, ARSSA, Cosenza. MERLONI N., 2007. Gli habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) nella Riserva Naturale Sacca di Bellocchio (province di Ravenna e Ferrara). Fitosociologia, 44 (2) suppl.1: 83-88. Pedrotti F., Orsomando E., Cortini Pedrotti C., 1975 - Carta della vegetazione del Lago di Burano e della duna di Capalbio (Grosseto). CNR, LAC, Firenze. PERRINO E.V., 2005/2006. Vegetazione del Gargano (fasce costiera e collinare). Tesi di Dottorato. Dipartimento di Botanica. Università degli Studi di Catania. PERRINO E.V., TOMASELLI V., PAVONE P. & BRULLO S., 2006. Inquadramento fitosociologico della vegetazione costiera del Gargano. Inf. Bot. Ital. 38 (1): 189-190, 2006. PICCOLI F., MERLONI N., PELLIZZARI M. 1994. The vegetation of the Comacchio Saltern (Northern Adriatic Coast, Italy). Ecologia Mediterranea, 20 (3/4): 85-94. Pirone G., 1995. La vegetazione alofila della costa abruzzese (Adriatico centrale). Fitosociologia 30: 233-256. Poldini L., Vidali M., Fabiani M. L., 1999. La vegetazione del litorale sedimentario del Friuli-Venezia Giulia (NE Italia) con riferimenti alla regione alto-adriatica. Studia Geobotanica. Vol. 17: 3-68. Raimondo F.M., Gianguzzi L., Venturella G., Lo Valvo M., 1990 – Indagine preliminare sul patrimonio biologico-ambientale delle coste siciliane. – Quad. Bot. Ambientale Appl., 1: 131-182. Rivas-Martínez S. Fernández-González F., Loidi J., Lousã M. & Penas A., 2001. Syntaxonomical checklist of vascular plant communities of Spain and Portugal to association level. Itinera Geobotanica 14: 5-341 (2001). Rivas-Martínez S., Díaz T. E., Fernández-González F., Izco J., Loidi J., Lousã M. & Penas A., 2002. Vascular plant communitiea of Spain and Portugal. Addenda to the syntaxonomical checklist of 2001. Itinera Geobotanica 15: 5-922 (2002). Sciandrello S. 2007 – La vegetazione alofila di Piana del Signore presso Gela (Sicilia meridionale): proposte di conservazione e gestrione del biotopo. – Inform. Bot. Ital., 39(1): 129-141. SELVI F., 2006 - Biotopi Naturali e Aree Protette nella Provincia di Grosseto. Componenti floristiche e ambienti vegetazionali. Quaderni delle Aree Protette, Prov. Grosseto. U.O.C. Aree Protette e Biodiversità, Città di Castello. STANISCI A., ACOSTA A, M.L. CARRANZA, S. FEOLA M. GIULIANO. (2007). Gli habitat di interesse comunitario sul litorale molisano e il loro valore naturalistico su base floristica. Fitosociologia vol. 44 (2), pp. 171-175 ISSN: 1125-9078. Stanisci A., Conti F., 1990 - Aspetti vegetazionali di un settore costiero adriatico (Molise- Abruzzo). Ann. Bot. (Roma), 48, Studi sul territorio suppl. 7: 85-94. 50 TOMASELLI V., PERRINO E.V., CIMMARUSTI G., 2008. Paludi Sfinale e Gusmay, due aree umide di rilevante interesse naturalistico nel Parco Nazionale del Gargano. Inf. Bot. Ital. 40 (2), 183-192. VALSECCHI F., DIANA CORRIAS S., 1973 - La vegetazione degli stagni della zona di Olbia (Sardegna nordorientale). Giorn. Bot. Ital., 107(5): 223-241. VICIANI D., GABELLINI A., BIAGINI P., 2001 - La vegetazione del Padule di Scarlino (con note illustrative della Carta della Vegetazione, scala 1:12.000). Reg. Toscana, Prov. Grosseto, Bandite di Scarlino. VICIANI D., LOMBARDI L., 2001 - La vegetazione del Padule di Orti-Bottagone (Piombino, Toscana meridionale) e la sua importanza botanica ai fini conservazionistici. Parlatorea, 5: 101-118. Riferimenti Bibliografici online "Relazione tecnica – Quadro conoscitivo per il Piano di Gestione dei siti di rete Natura 2000 della Laguna di Venezia". http://www.regione.veneto.it/NR/rdonlyres/FCA3C602-F021-425C-A56141499B11788A/0/DGR_2007_3919_ALL_A.pdf Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected]) 51 14: Paludi e pascoli inondati mediterranei e termo-atlantici 1430 : Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano-Salsoletea) Halo-nitrophilous scrubs (Pegano-Salsoletea) Aspetti dell'habitat 1430 "Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano-Salsoletea)" caratterizzati da Salsola oppositifolia nei pressi di Agira in Sicilia., Giovanni Spampinato Codice CORINE Biotopes 15.72 Mediterranean halo-nitrophilous scrubs Codice EUNIS F6.82 Mediterranean halo-nitrophilous scrubs Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Halo-nitrophilous scrubs (matorrals) belonging to the Pegano-Salsoletea class, typical of dry soils under arid climates, sometimes including taller, denser bushes. Frase diagnostica dell’habitat in Italia 52 Vegetazione arbustiva a nanofanerofite e camefite alo-nirofile spesso succulente, appartenente alla classe Pegano-Salsoletea. Questo habitat si localizzata su suoli aridi, in genere salsi, in territori a bioclima mediterraneo particolarmente caldo e arido di tipo termo mediterraneo secco o semiarido. Combinazione fisionomica di riferimento Lycium intricatum, Lycium europaeum, Capparis ovata, Salsola vermiculata, Salsola oppositifolia, Salsola agrigentina, Salsola vermiculata, Suaeda pruinosa, Suaeda vera (=S. fruticosa), Suaeda pelagica, Atriplex halimus, Camphorosma monspeliaca, Limonium opulentum, Artemisia arborescens. Moricandia arvensis, Anagyris foetida, Asparagus stipularsi, Artemisia campestris subsp. variabilis Riferimento sintassonomico La vegetazione alo-nitrofila dei Pegano-Salsoletea Br.-Bl. & O. Bolòs 1958, classe che inquadra gli arbusteti nitrofili o subnitrofili di suoli salsi e aridi di aree a bioclima termomediterraneo arido o secco, è stata oggetto in Italia di pochi studi fitosociologici tra i quali sono da citare quelli di Brullo et al. (1980, 1986) e di Bondi (1988). Le associazioni dei Pegano-Salsoletea Br.-Bl. & O. Bolòs 1958 si localizzano in ambienti costieri come i tratti sommitali delle falesie prospicienti il mare o suoli più rialzati nelle zone salmastre retrodunali, ma anche in aree dell’interno soprattutto in zone argillose quali le aree calanchive. Nel complesso le associazioni citate in letteratura per l’Italia sono riferite a due diverse alleanze: il Salsolo vermiculatae-Peganion harmalae Br.-Bl. & O. Bolòs 1954 che inquadra gli aspetti alo-nitrofili localizzati su suoli argillosi in ambienti a bioclima termo mediterraneo secco e l’ Artemision arborescentis Géhu & Biondi 1986 che invece riunisce gli aspetti di vegetazione arbustiva nitrofila alotollerante delle coste mediterranee a bioclima termo o talora meso mediterraneo secco-sub umido che si insedia su substrati meno ricchi nella componente argillosa. Dinamiche e contatti Le fitocenosi dei Pegano-Salsoletea hanno in genere il significato di formazioni secondarie nell’ambito di varie serie regressive dell’ Oleo-Ceratonion. In particolari contesti edafici come le aree calanchive o le falesie del litorale assumono il significato di stadi durevoli. Nelle zone salmastre costiere l’habitat prende contatti catenali con le cenosi dei Sarcocornetea fruticosae riferite all’habitat 1420 “Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi)” che occupano le superfici leggermente più depresse saltuariamente inondate. Più raramente in contatti sono anche con le cenosi dello Juncetalia maritimi riferibili all'habitat 1410 "Pascoli inondati mediterranei" e con alcuni aspetti del Limonietalia dell'habitat 1510 "Steppe salate mediterranee" e con i cespuglieti a dominanza di tamerici presenti in ambito costiero riferiti all'habitat 92D0 "Gallerie e forteti ripari meridionali (NerioTamaricetea e Securinegion tinctoriae)". Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia SC, SR, CL, BS, ML, TS, PG, AB Riferimenti Bibliografici BARTOLO G., BRULLO S., MARCENO' C., 1982. La vegetazione costiera della Sicilia sud-orientale. Contributo alla interpretazione delle fasce di vegetazione delle coste mediterranee. C.N.R. Coll. Progr. Final. Promozione della qualità dell'ambiente. AQ/1/226. BARTOLO G., BRULLO S., MINISSALE P., SPAMPINATO G., 1988. Flora e vegetazione dell'Isola di Lampedusa. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania 21(334): 119-255. BIONDI E., 1988. Aspetti di vegetazione alo-nitrofila sulle coste del Gargano e delle isole Tremiti. Archivio Botanico e Biogeografico Italiano 64:19-33. 53 BIONDI E., 1999. Diversità fitocenotica degli ambienti costieri italiani. Atti XIII Convegno G. Gadio, suppl. Boll. Museo Civ. Sc. Nat. di Venezia, 49 (1998): 39-105, Arsenale ed. BIONDI E. & MOSSA L. 1992. Studio fitosociologico del promontorio di Capo S. Elia e dei colli di Cagliari (Sardegna). Doc. Phytosoc. 14:1-24. BIONDI E., ALLEGREZZA M. & FILIGHEDDU R. 1988. Su alcune formazioni ad Artemisia arborescens L. della Sardegna settentrionale. Boll. Soc. Sarda Sci. Nat. 26:177-185. BIONDI E., BALLELLI S. & TAFFETANI F., 1992. La vegetazione di alcuni territori calanchivi in Basilicata (Italia meridionale). Doc. Phytosoc. n.s., 14:489-498. BIONDI E., BALLELLI S. , ALLEGREZZA M., TAFFETANI F. FRANCALANCIA C., 1994. La vegetazione delle fiumare del versante ionico lucano-calabro. Fitosociologia 27: 51-66. BIONDI E., BLASI C., BRUGIAPAGLIA E., FOGU M. C. & MOSSA L., 1994. La vegetazione nitrofila della città di Cagliari (Sardegna). Allionia 32:303-323. BIONDI E., BALLELLI S., TAFFETANI F., 1992. La vegetazione di alcuni territori calanchivi in Basilicata (Italia meridionale). Doc. Phytosoc. n.s. 14: 489-498. BRULLO S., GRILLO M., SCALIA C., 1980. Su una nuova associazione dei Pegano-Salsoletea osservata presso Porto Empedocle (Agrigento). Giorn. Bot. Ital. 114(1-2): 43-52. BRULLO S., GUGLIELMO A., PAVONE P., 1986. La classe Pegano-Salsoletea in Sicilia. Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat., s. 4, 18 (325) (1985): 247-254. BRULLO S., DE SANTIS C., FURNARI F., LONGHITANO N., RONSISVALLE G.A., 1988. La vegetazione dell'Oasi della Foce del Simeto (Sicilia orientale). Braun-Blanquetia 2: 165-188. BRULLO S., GUARINO R., RONSISVALLE G., 2000. La vegetazione del litorale di Manfria, presso Gela (Sicilia), area soggetta a vincolo archeologico. Arch. Geobot 4(1): 91-107. BRULLO S., SIRACUSA G., 2000. Indagine fitosociologica su di un’area umida del varsante sud-occidentale dell’Etna di notevole interesse naturalistico. Arch. Geobot. 4 (1): 71-90. BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G., 2001. La vegetazione dell'Aspromonte. Studio fitosociologico. Laruffa Editore, Reggio Calabria. COSTANZO E.,PAVONE P.,. SPAMPINATO G., TOMASELLI V., 2005. Analisi della vegetazione finalizzata alla pianificazione ambientale della Riserva Naturale Orientata “Vallone Piano della Corte” (Agira, EN). Quad. Bot. Appl. Amb. 16: 127-158. DE DOMINICIS V., CASINI S., MARIOTTI M., BOSCAGLI A., 1988. La vegetazione di Punta Ala (Prov. di Grosseto). Webbia, 42(1): 101-143. FARRIS E., PISANU S., SECCHI Z., BAGELLA S., URBANI M., & FILIGHEDDU R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “habitat”. fitosociologia vol. 44 (1): 165-180. FOGGI B., SIGNORINI M.A., GRIGIONI A., CLAUSER M., 2000. La vegetazione di alcuni isolotti dell'Arcipelago toscano. Fitosociologia, 37(1): 69-91. GEHU J.M., BIONDI E., & GEHU-FRANCK J. 1988. Les végétations nitro-halophiles des falaises de Bonifacio (Corse). Acta Bot. Barc. 37:237-243. MAIORCA G., SPAMPINATO G., CRISAFULLI A., 2005 - Carta della vegetazione reale della Foce del Fiume Crati (CS-Calabria). Progetto PHYTOS.I.S., Monografia n. 2, ARSSA, Cosenza. MAIORCA G, SPAMPINATO G., CRISAFULLI A, CAMERIERE P., 2007. Flora vascolare e vegetazione della Riserva Naturale Regionale “Foce del Fiume Crati” (Calabria, Italia meridionale). Webbia 62(2):121-174. PAVONE P., SPAMPINATO G., MINISSALE P., TOMASELLI V, SCANDRELLO S., RONSISVALLE F., 2007. Cartografia degli habitat della Direttiva CEE 92/43 nei biotopi della Provincia di Siracusa (Sicilia orientale). Fitosociologia 44(2) supp.1: 183-193. PIRONE G., 1995. La vegetazione alofila della costa abruzzese (Adriatico centrale). Fitosociologia 30: 233256. PEINADO M., MARTINEZ-PARRAS J.M., BARTOLOMÈ C., ALCARAZ F., 1988. Sintesis sintaxonomica de la clase Pegano-Salsoletea en España. Doc. Phytosoc., 11: 283-301. 54 STANISCI A., ACOSTA A, CARRANZA M.L. , FEOLA S.,GIULIANO M., 2007. Gli habitat di interesse comunitario sul litorale molisano e il loro valore naturalistico su base floristica. Fitosociologia 44 (2): 171-175. Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=10025 http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers2.html http://www.mma.es/portal/secciones/biodiversidad/rednatura2000/documentos_rednatura/habitat_costeros.ht m http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm#habitats_1 Nomi dei compilatori con e.mail Giovanni Spampinato [email protected] 55 15: Steppe Interne Alofile e Gipsofile 56 15: Steppe interne alofile e gipsofile 1510*: Steppe salate mediterranee (Limonietalia) Mediterranean salt steppes (Limonietalia) Codice CORINE Biotopes 15.8 - Mediterranean salt steppes Codice EUNIS E6.1 - Mediterranean inland salt steppes E6.11 - Mediterranean [Limonium] salt steppes E6.12 - Mediterranean [Lygeum spartum] salt steppes Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Associations rich in perennial, rosette-forming (Limonium spp.) or esparto grass (Lygeum spartum), occupying, along Mediterranean coasts and on the fringes of Iberian salt basins, soils temporarily permeated (though not inundated) by saline water and subject to extreme summer drying, with formation of salt efflorescence. Characteristic syntaxa are Limonietalia, Arthrocnemetalia, Thero-Salicornietalia and Saginetalia maritimae. - The following syntaxa correspond to regional varieties of this habitat type; Arthrocnemetalia: Suaedion braunblanquetii (continental Iberian peninsula), Arthrocnemion glauci. Limonietalia: Limonion catalaunicoviciosoi (Aragon), Lygeo-Limonion furfuracei (SE Iberian peninsula), Lygeo-Lepidion cardamines (Castilla-LaMancha). Thero-Salicornietalia: Microcnemion coralloidis (continental Iberian peninsula), Salicornion patulae. Saginetalia maritimae: Frankenion pulverulentae, Thero-Suaedion. Frase diagnostica dell’habitat in Italia In Italia a questo habitat sono da riferire le praterie alofile caratterizzate da specie erbacee perenni appartenenti soprattutto al genere Limonium, talora anche da Lygeum spartum, presenti nelle aree costiere, ai margini di depressioni salmastre litoranee, a volte in posizione retrodunale o più raramente dell’interno, come nelle zone salse della Sicilia centrale o della Sardegna meridionale dove si rinviene in bacini salsi endoreici. Le praterie alofile riferite a questo habitat si localizzano su suoli salati a tessitura prevalentemente argillosa talora argilloso-limosa o sabbiosa, temporaneamente umidi, ma normalmente non sommersi se non occasionalmente. Risentono fortemente della falda di acque salse e in estate sono interessati da una forte essiccazione con formazione di efflorescenze saline. L’habitat, a distribuzione mediterranea - termo atlantica, si rinviene in ambienti marcatamente aridi a bioclima mediterraneo pluvistagionale oceanico termomediterraneo e più raramente mesomediteraneo. Combinazione fisionomica di riferimento Halopeplis amplexicaulis, Lygeum spartum, Salicornia patula, Limonium sp. pl. Il genere Limonium è molto ricco di specie endemiche si tratta spesso di agamospecie molto localizzate. Le specie di questo genere presenti nell’habitat 1510 sono Limonium ferulaceum (L.) Chaz., L. glomeratum (Tauch) Erben, Limonium etruscum Arrig. & Rizzotto, L. pulviniforme Arrigoni & Diana, L. narbonense Miller, L. oristanum A. Mayer, L. virgatum (Willd.) Fourr., L. pseudoleatum Arrigoni & Diana, L. tenuifolium (Bert. ex Moris) Erben, L. lilybaeum Brullo, L. intermedium (Guss.) Brullo, L. densiflorum (Guss.) Kuntze, L. halophilum (Guss.) Litard. L. dubium (Guss.) Litard. 57 Riferimento sintassonomico In Italia le praterie alofile perenni riferite a questo habitat sono note soprattutto per la Sardegna, dove sono state descritte diverse associazioni inquadrate nel Triglochino barrelieri-Limonion glomerati Biondi, Diana, Farris, Filigheddu 2001, e per la Sicilia con alcune associazioni inquadrate nel Limoniastrion monopetali Br.-Bl. & O. Bolòs 1958 e nell’ Inulion crithmoidis Brullo & Furnari 1988. Tutte e tre queste alleanze sono state inquadrate nei Limonietalia Br.-Bl. & O. Bolòs 1958 ordine della classe Sarcocornietea fruticosae Br.-Bl. & R.Tx. ex A. & O. Bolòs 1950. Dinamiche e contatti Questo habitat riunisce fitocenosi che in conseguenza delle peculiari condizioni edafiche hanno il significato di una vegetazione permanente. Ai margini dei pantani e delle depressioni salmastre costiere le comunità riferite all’habitat 1510 prendono contatti catenali con le cenosi del Sarcocornion fruticosae riferibili all’habitat 1420 “Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi)” o con quelle dello Juncion maritimi riferibili all’habitat 1410 “Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)” collocandosi in posizione più rialzata rispetto a questi habitat che sono in genere sistematicamente inondati. All’interno delle cenosi perenni dell’habitat 1510 sono talora presenti piccole radure leggermente più depresse occupate dalle cenosi alofile terofitiche del Franckenion pulverulentae o del Saginion maritimae riferibili all’habitat 1310 “Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose”. Quando le cenosi dell’habitat 1510 sono collocate nelle depressioni retrodunali possono prendere contatto catenale, verso il lato interno della duna, con le cenosi del Crucianellion maritimae, appartenenti all’habitat 2210 “Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae”. Distribuzione dell’habitat in Italia SC, SR, TS, BS, ML, la presenza di questo habitat è dubbia per CL, PG, LZ, EM, VN, FR. Note Per varie regioni italiane l’habitat 1510 è stato riportato per confusione con altri habitat affini. Molte di queste segnalazioni vanno infatti da riferite all'habitat 1420 “Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi)”, trattandosi di salicornieti perenni inondati almeno per un breve periodo. In senso stretto la presenza di questo habitat è da escludere per le regioni italiane non appartenenti al macrobioclima mediterraneo, come evidenziato da Poldini et al. (2006) e da Bassi et al. (2007), per il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna rispettivamente. Le formazioni annuali con le quali talora questo habitat può compenetrarsi vanno riferite all’habitat 1310 “Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose” che, come enunciato dal manuale di interpretazione, nel Mediterraneo è presente con il sottotipo 15.12 “Comunità alo-nitrofile pioniere (Frankenion pulverulentae)”. Riferimenti Bibliografici ARRIGONI P.V., DI TOMMASO P.L., 1991. La vegetazione delle montagne calcaree della Sardegna centroorientale. Boll. Soc. Sarda Sci. Nat.,28: 201-310. BARTOLO G., BRULLO S. & MARCENÒ C., 1982. La vegetazione costiera della Sicilia sud-orientale. Contributo alla interpretazione delle fasce di vegetazione delle coste mediterranee. C.N.R., AQ/1/226. BASSI S. (ed.), 2007. Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. www.regione.emiliaromagna.it/natura2000/download/testoRER_habitat_natura_2000.pdf BIONDI E., 1999. Diversità fitocenotica degli ambienti costieri italiani. In Bon M., Sburlino G., Zuccarello V. (a cura di). Aspetti ecologici e naturalistici dei sistemi lagunari e costieri. Arsenale ed. 58 BIONDI E., DIANA S., FARRIS E., FILIGHEDDU R., 2001. L'ordine Limonietalia Br.-Bl. et O. Bolos 1958 in Sardegna, Fitosociologia. 38 (2): 37-44. BRULLO S., DI MARTINO A., 1974. Vegetazione dell'Isola Grande dello Stagnone (Marsala). Boll. Studi Inform. Giard. Bot. Palermo 26: 15-62. BRULLO S., FURNARI F., 1976. Le associazioni vegetali degli ambienti palustri costieri della Sicilia. Not. Fitosoc. 11: 1-43. CORBETTA F., GRATANI L., MORICONI M., PIRONE G., 1989. Lineamenti vegetazionali e caratterizzazione ecologica delle spiagge dell’Arco Ionico da Taranto a alla foce del Sinni. Coll. Phytosoc. XIX: 461-521. FARRIS E., PISANU S., SECCHI Z., BAGELLA S., URBANI M., & FILIGHEDDU R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “habitat”. Fitosociologia vol. 44 (1): 165-180. FASCETTI S., 2008. Valutazione dello stato di rischio e degrado degli habitat di interesse comunitario (Dir. “Habitat”92/43 CEE) della costa jonica della Basilicata”. Atti Conv.”Cost, prevenire, programmare, pianificare”, Autorità di Bacino Basilicata, Maratea 15-17 maggio 2008: 684-689. FASCETTI S., NAVAZIO G., POMPILI M., POTENZA G., TRIVISANI V., 2006. Il paesaggio vegetale della costa jonica della Basilicata: emergenze ambientali e problematiche gestionali. Quaderni del Parco, 12., Parco della Murgia Materna: 34-50. GEHU J.-M., BIONDI E., 1995 – Essai de typologie phytosociologique des habitats et des végetations halophiles des littoraux sédimentaires périméditerranéens et thermo-atlantiques. Fitosociologia 30: 201-212. MAYER A., 1995. Comparative study of the coastal vegetation of Sardinia (Italy) and Crete (Greece) with respect to the effects of human influence. Libri Bot., 15: 1-264. PAVONE P., SPAMPINATO G., MINISSALE P., TOMASELLI V, SCANDRELLO S., RONSISVALLE F., 2007. Cartografia degli habitat della Direttiva CEE 92/43 nei biotopi della Provincia di Siracusa (Sicilia orientale). Fitosociologia 44(2) supp.1: 183-193. POLDINI L., ORIOLO G., VIDALI M., TOMASELLA M., STOCH F. & OREL G., 2006. Manuale degli habitat del Friuli Venezia Giulia. Strumento a supporto della valutazione d’impatto ambientale (VIA), ambientale strategica (VAS) e d’incidenza ecologica (VIEc). Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Direz. Centrale ambiente e lavori pubblici – Servizio valutazione impatto ambientale, Univ. Studi Trieste – Dipart. Biologia, http://www.regione.fvg.it/ambiente.htm RAIMONDO F. M., GIANGUZZI L., VENTURELLA G., LO VALVO M., 1992. Indagine preliminare sul patrimonio biologico-ambientale delle coste siciliane. Quad. Bot. ambientale appl., 1 [1990]: 131-182. STANISCI A., ACOSTA A, CARRANZA M.L., FEOLA S., GIULIANO M., 2007. Gli habitat di interesse comunitario sul litorale molisano e il loro valore naturalistico su base floristica. FITOSOCIOLOGIA. vol. 44 (2):171-175. STANISCI A., CARRANZA M.L., FEOLA S. & GIULIANO M., 2008. Gli habitat di interesse comunitario e la flora di interesse conservazionistico sul litorale molisano. In: Mastantuono A. (ed.), Lontano dal paradiso: le dune del Molise. Collana “I quaderni del Melograno”. Termoli. Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=10027 http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers2.html http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm http://www.mma.es/portal/secciones/biodiversidad/rednatura2000/documentos_rednatura/habitat_costeros.ht m http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/indice/gisweb.html Nomi dei compilatori con e.mail Giovanni Spampinato [email protected] 59 21: Dune Marittime delle Coste Atlantiche, del Mare del Nord e del Baltico 60 21: Dune marittime delle coste atlantiche, del Mare del Nord e del Baltico 2110: Dune embrionali mobili Embryonic shifting dunes Vegetazione delle dune embrionali: in evidenza Agropyron junceum ssp. mediterraneum e Calystegia soldanella, E. Biondi Sporobolus arenarius colonizza le porzioni basali delle dune embrionali, E. Biondi Successione dunale a livello dell'agropireto stabilizzato dalla bianca popolazione di Othantus maritimus in località Capo Bianco (Sicilia), E. Biondi 61 Codice CORINE Biotopes 16.2112 - Mediterranean embryonic dunes Codice EUNIS B1.3 - Dune costiere mobili Regione biogeografica di appartenenza Continentale e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Formations of the coast representing the first stages of dune construction, constituted by ripples or raised sand surfaces of the upper beach or by a seaward fringe at the foot of the tall dunes. Frase diagnostica dell’habitat in Italia L’habitat in Italia si trova lungo le coste basse, sabbiose e risulta spesso sporadico e frammentario, a causa dell’antropizzazione sia legata alla gestione del sistema dunale a scopi balneari che per la realizzazione di infrastrutture portuali e urbane. L’habitat è determinato dalle piante psammofile perenni, di tipo geofitico ed emicriptofitico che danno origine alla costituzione dei primi cumuli sabbiosi: “dune embrionali”. La specie maggiormente edificatrice è Agropyron junceum ssp. mediterraneum (= Elymus farctus ssp. farctus; = Elytrigia juncea), graminacea rizomatosa che riesce ad accrescere il proprio rizoma sia in direzione orizzontale che verticale costituendo così, insieme alle radici, un fitto reticolo che ingloba le particelle sabbiose. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Agropireti mediterranei su duna ad Agropyron junceum ssp. mediterraneum (16.2112) con: Sporobolus pungens (= S. arenarius; più recentemente indicato come S. virginicus), Euphorbia peplis, Otanthus maritimus, Medicago marina, Anthemis maritima, A. tomentosa, Eryngium maritimum, Echinophora spinosa, Calystegia soldanella, Cyperus capitatus, Polygonum maritimum, Silene corsica, Rouya polygama, Lotus creticus, Lotus cytisoides ssp. conradiae, Solidago litoralis, Centaurea subciliata, Spartina juncea. Riferimento sintassonomico La vegetazione costituente le dune embrionali è riconducibile alle associazioni Sporoboletum arenarii (Arénes 1924) Géhu & Biondi 1994, Sporobolo arenarii-Agropyretum juncei (Br.-Bl. 1933) Géhu, Rivas-Martinez et R. Tx. 1972 in Géhu et al. 1984, Echinophoro spinosae-Elymetum farcti Géhu 1987, Sileno corsicae-Elytrigetum junceae Bartolo et al. 1992, Pancratietum angustifolii Brullo & Siracusa 1996 dell’alleanza Ammophilion australis Br.-Bl. 1921 corr. Rivas-Martínez, Costa & Izco in Rivas-Martínez, Lousã, T.E. Díaz, FernándezGonzález & J.C. Costa 1990 (ordine Ammophiletalia australis Br.-Bl. 1933, classe Ammophiletea Br.-Bl. & Tüxen ex Westhoff, Dijk & Passchier 1946). Dinamiche e contatti L’habitat è determinato dalle comunità pioniere di copertura più o meno elevata. I venti forti e le burrasche determinano instabilità della vegetazione che viene sostituita parzialmente da terofite provenienti dalla vegetazione che colonizza la prima parte della spiaggia (classe Cakiletea maritimae) dell’habitat 1210 62 “Vegetazione annua delle linee di deposito marine”. Vegetazione terofitica si rinviene anche, in condizioni normali, a mosaico con quella perenne dell’habitat 2230 “Dune con prati dei Malcolmietalia”. L’habitat ha inoltre contatti catenali con la vegetazione alonitrofila, già indicata, dell’habitat 1210 verso il mare e con la vegetazione delle dune bianche dell’habitat 2120 “Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)”. Specie alloctone Xanthium italicum (la cui presenza è indice di un elevato contenuto in sostanze nutritive nelle sabbie), Cenchrus incertus, Ambrosia coronopifolia, Carpobrotus acinaciformis, C. edulis, Oenothera sp.pl., Acacia saligna, Agave fourcroydes, A. americana, A. ferox. Distribuzione dell’habitat in Italia SC, EM, SR, PG, VN, CM, TS, AB, LZ, CL, LG, MR, BS, ML, FR. Note Questo habitat è stato inserito nel macrogruppo che include le dune marine delle coste atlantiche, del Mar del Nord e del Baltico. Tale collocazione compromette fortemente la conservazione delle coste mediterranee che, al contrario di quelle del Nord Europa, sono fortemente danneggiate dall’uso antropico e i cui habitat andrebbero per tanto considerati tutti come prioritari. L' associazione Cypero mucronati-Agropyretum juncei Br.-Bl. 1933 è stata considerata da Mayer (1995) e Brullo et al. (2001) sinonimo anteriore di Echinophoro spinosae-Elymetum farcti. Quest’associazione è stata infatti validamente pubblicata secondo il Codice internazionale di nomenclatura sintassonomica (Weber et al., 2000) da Braun-Blanquet (1933), in base ad un rilievo sintetico ottenuto da 20 rilievi fitosociologici effettuati sulla costa della Languedoc. Nella stessa pubblicazione Braun-Blanquet indica la presenza di tale associazione in diversi paesi mediterranei e atlantici. Géhu (1986) e Biondi & Bagella (2005) riconoscono a questa associazione un significato essenzialmente geografico e fisionomico, definendola come corrispondente ad un gruppo di associazioni o a una sottoalleanza di vegetazione di dune embrionali raggruppante un insieme di associazioni che, nell’ambito del bacino del Mediterraneo, sarebbero tra loro geosinvicarianti. Cypero mucronati-Agropyretum juncei sarebbe quindi da considerare come un nome ambiguo per cui, in accordo con tal e interpretazione, si ritiene di poter mantenere il nome Echinophoro spinosae-Elymetum farcti. Riferimenti Bibliografici Bartolo G., Brullo S., De Marco G., Dinelli A., Signorello P. & Spampinato G., 1992. Studio fitosociologico sulla vegetazione psammofila della Sardegna meridionale. Coll.Phytosoc. XIX: 251-273. Biondi E., 1999. Diversità fitocenotica degli ambienti costieri italiani. In Bon M., Sburlino G., Zuccarello V. (a cura di). Aspetti ecologici e naturalistici dei sistemi lagunari e costieri. Arsenale ed. Biondi E., 2007. Thoughts on the ecology and syntaxonomy of some vegetation typologies of the Mediterranean coast. Fitosociologia 44 (1): 3-10. Biondi E., Bagella S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia 42(2). Suppl. 1. Biondi E., Filigheddu R., Farris E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia 38(2)-Suppl. 2, pp. 105. Brullo S., Del Galdo G. P. G., Siracusa G., Spampinato G., 2001. Considerazioni fitogeografiche sulla vegetazione psammofila dei litorali italiani. Biogeographia vol. XXII: 93-136. Brullo S., Spampinato G., 1999. Escursione sociale in Aspromonte. 28 maggio-2 giugno 1999. Guida Itinerario. Società Italiana di Fitosociologia, Edimedia. 63 Géhu J.-M., 1986. Qu’est-ce que l’Agropyretum mediterraneum Braun-Blanquet (1931) 1933? Lazaroa 9: 343354. Mayer A., 1995. Comparative study of the coastal vegetation of Sardinia (Italy) and Crete (Greece) with respect to the effects of human influence. IHW. Verlag. München. Acosta A., Blasi C., Esposito S., Stanisci A., 2000 - Analisi della vegetazione delle dune costiere del Lazio centro-meridionale. Inf. Bot. Ital. 32 (1): 5-10. Acosta A.T., Carranza M.L, Izzi C.F, 2008 - Are there habitats that contribute best to plant species diversity in coastal dunes? Biodiversity and Conservation, ISSN: 0960-3115 ARRIGONI P.V., 1990 - Flora e vegetazione della Macchia lucchese di Viareggio (Toscana). Webbia, 44(1): 162. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1985 - La vegetazione del Parco Naturale della Maremma (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. Bartolo G., Brullo S., Marcenò C., 1982 – La vegetazione costiera della Sicilia sud-orientale. Contributo alla interpretazione delle fasce di vegetazione delle coste mediterranee. – C.N.R., P.F. Promozione Qualità dell'Ambiente. Serie AQ/1/226, 49 pp. Roma. Blasi C., Fascetti S., Veri L., Bruno F., 1983. Coastal plant communities along the sea shore between Scalea and Amantea (Western Calabria - Southern Italy). Ann. Bot. XLI, Roma: 197-209. BRAMBILLA, C., G. CANEVA, G. DE MARCO & L. MOSSA 1982 - Analisi fitosociologia della seriazione psammofila costiera nella Sardegna Meridionale. Ann. Bot. (Roma) 40: 69-96. Brullo S., Di Martino A. & Marcenò C., 1974 - Osservazioni sulla vegetazione psammofila tra Capo Granitola e Selinunte (Sicilia occidentale). Boll.Studi ed Inform. Giard. Col. Palermo. 26: 103-110. Brullo S., Guarino R. & Ronsisvalle G. 2000 - La vegetazione del litorale di Manfria, presso Gela(Sicilia), area soggetta a vincolo archeologico. Arch. Geobot. 4(1):91-108. Buffa G., Filesi L., Gamper U. & Sburlino G., 2007. Qualità e degrado di conservazione del paesaggio vegetale del litorale sabbioso del Veneto (Italia settentrionale). Fitosociologia 44(1): 49-58. Carranza M.L, Acosta A.T., Stanisci A., Pirone G.F., Ciaschetti G.P, 2008 - Ecosystem classification and EU habitat distribution assessment in sandy coastal environments. The central Italy case. Environmental Monitoring and Assessment, vol. 140: 99-107. Corbetta F., Gratani L., Moriconi M., Pirone G., 1992. Lineamenti vegetazionali e caratterizzazione ecologica delle spiagge dell’arco jonico da Taranto alla foce del Sinni. Coll. Phytosoc. 19: 461-521. Corticelli S., Piccoli F., Dell'Aquila L., Pellizzari M., 1999 - Carta della vegetazione 1:35000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazione Volano, Mesola, Goro. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. Corticelli S., Piccoli F., Merloni N., 1999 - Carta della vegetazione 1:25000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazione Pineta di San Vitale e Piallasse di Ravenna. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. Corticelli S., Piccoli F., Merloni N., 1999 - Carta della vegetazione 1:25000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazione Pineta di Classe e Saline di Cervia. Regione Emillia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. Corticelli S., Piccoli F., Pellizzari M., Dell'Aquila L., 1999 - Carta della vegetazione 1:35000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazioni Centro Storico e Valli di Comacchio. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. DE DOMINICIS V., CASINI S., MARIOTTI M., BOSCAGLI A., 1988 - La vegetazione di Punta Ala (Prov. di Grosseto). Webbia, 42(1): 101-143. FARRIS E., PISANU S., SECCHI Z., BAGELLA S., URBANI M., & FILIGHEDDU R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “habitat”. fitosociologia vol. 44 (1): 165-180. 64 FOGGI B., CARTEI L., PIGNOTTI L., SIGNORINI M.A., VICIANI D., DELL'OLMO L., MENICAGLI E., 2006 - Il paesaggio vegetale dell'Isola d'Elba (Arcipelago Toscano). Studio di fitosociologia e cartografico. Fitosociologia, 43(1), Suppl.1: 3-95. FORTE L., 2001. Carta della vegetazione del “Bosco Isola” di Lesina, foglio 1 e 2. Progetto di Ricerca sulla Biologia ed Ecologia di Cistus clusii Dunal. Museo Orto Botanico, Università degli Studi di Bari. Frei M., 1937 – Studi fitosociologici su alcune associazioni litorali in Sicilia (Ammophiletalia e Salicornietalia). – N. Giorn. Bot. Ital. n.s. 44(2): 273-294. Géhu J. M., Costa M., Scoppola A., Biondi E., Marchiori S., Peris J. B., Frank J., Caniglia G., Veri L., 1984 Essai synsystématique et synchorologique sur les végétations littorales italiennes dans un but conservatoire. I. Dunes et vases salees. Doc. Phytosoc., n.s., 8: 394-474. GÉHU J.M., BIONDI E., 1996 - Synoptique des associations végétales du littoral adriatique italien. Giorn. Bot. Ital. 130 (1): 257-270. Géhu J.-M., Scoppola A., Caniglia G., Marchiori S., Géhu-Franck J., 1984. Les Systèmes végétaux de la côte nord-adriatique italienne. Leur originalité à l’échelle européenne. Doc. Phytosoc. 8: 485-558. GUARINO R., GUGLIELMO A., RONSISVALLE F. & SCIANDRELLO S., 2007. Il progetto ECONET-COHAST: strategie per la conservazione degli habitat costieri di Torre Manfria (Sicilia merid.). Fitosociologia, 44 (2) suppl.1:333-337. MERLONI N., 2007. Gli habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) nella Riserva Naturale Sacca di Bellocchio (province di Ravenna e Ferrara). Fitosociologia, 44 (2) suppl.1: 83-88. PEDROTTI F., ORSOMANDO E., CORTINI PEDROTTI C., 1982 - La duna di Capalbio (Burano). GuideItinéraire. Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie centrale (2-11 juillet 1982). Univ. Camerino. PERRINO E.V., 2005/2006 – Vegetazione del Gargano (fasce costiera e collinare). Tesi di Dottorato. Dipartimento di Botanica. Università degli Studi di Catania. PERRINO E.V., TOMASELLI V., PAVONE P. & BRULLO S., 2006. Inquadramento fitosociologico della vegetazione costiera del Gargano. Inf. Bot. Ital. 38 (1): 189-190, 2006. Pignatti S., 1952. Introduzione allo studio fitosociologico della pianura veneta orientale con particolare riguardo alla vegetazione litoranea. Arch. Bot. 28(4): 265-329. Pirone G., Corbetta F., Frattaroli A.R., Ciaschetti G., 2001. Aspetti della vegetazione costiera dell’Abruzzo. Biogeographia 22: 169-191 Poldini L., Vidali M. & Fabiani M.L., 1999 - La vegetazione del litorale sedimentario dell’Alto Adriatico con particolare riguardo al Friuli-Venezia Giulia (NE Italia). Studia Geobotanica 17: 3-68. Raimondo F.M., Gianguzzi L., Venturella G., Lo Valvo M., 1990 – Indagine preliminare sul patrimonio biologico-ambientale delle coste siciliane. – Quad. Bot. Ambientale Appl., 1: 131-182. SELVI F., STEFANINI P., 2006 - Biotopi naturali e aree protette nella provincia di Grosseto. Quaderni delle aree protette, Provincia di Grosseto STANISCI A., ACOSTA A, M.L. CARRANZA, S. FEOLA M. GIULIANO. (2007). Gli habitat di interesse comunitario sul litorale molisano e il loro valore naturalistico su base floristica. FITOSOCIOLOGIA. vol. 44 (2), pp. 171-175 ISSN: 1125-9078 Stanisci A., Acosta A.T., Ercole S., Blasi C., 2004 - Plant communities on coastal dunes in Lazio (Italy). Annali di Botanica n.s., vol. IV: 115-128. Stanisci A., Carranza M.L., Feola S. & Giuliano M., 2008. Gli habitat di interesse comunitario e la flora di interesse conservazionistico sul litorale molisano. In: Mastantuono A. (ed.), Lontano dal paradiso: le dune del Molise. Collana “I quaderni del Melograno”. Termoli. Stanisci A., Conti F., 1990 - Aspetti vegetazionali di un settore costiero adriatico (Molise- Abruzzo). Ann. Bot. (Roma), 48, Studi sul territorio suppl. 7: 85-94. Taffettani F., 1990 - Il litorale Nord dell'antica "Capitanata". Almanacco del Molise, 1: 293 - 351. VAGGE I., BIONDI E., 1999 - La vegetazione delle coste sabbiose del Tirreno settentrionale italiano. Fitosociologia, 36(2): 61-95. 65 Valsecchi F., Bagella S., 1991 - La vegetazione psammofila della Sardegna settentrionale: Litorale del Liscia. Giorn. Bot. It. 125 (1): 1-14. Riferimenti Bibliografici online Acosta A.T., Carranza M.L, Izzi C.F, 2008 - Are there habitats that contribute best to plant species diversity in coastal dunes? Biodiversity and Conservation, ISSN: 0960-3115 (DOI 10.1007/s10531-008-9454-9) Carranza M.L, Acosta A.T., Stanisci A., Pirone G.F., Ciaschetti G.P, 2008 - Ecosystem classification and EU habitat distribution assessment in sandy coastal environments. The central Italy case. Environmental Monitoring and Assessment, vol. 140: p. 99-107 (DOI 10.1007/s10661-007-9851-7) Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected]) 66 21: Dune marittime delle coste atlantiche, del Mare del Nord e del Baltico 2120: Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche) Shifting dunes along the shoreline with Ammophila arenaria (white dunes) L'ammofileto nella duna bianca della Riserva Naturale Statale di Sacca di Bellocchio (EmiliaRomagna), E. Biondi L' Echinophora spinosa si rinviene sia a livello delle dune embrionali che delle dune bianche, E. Biondi Pancratium maritimum specie tipica delle dune mobili, E. Biondi Codice CORINE Biotopes 67 16.2122 – Mediterranean white dunes Codice EUNIS B1.3 - Dune costiere mobili Regione biogeografica di appartenenza Continentale e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Mobile dunes forming the seaward cordon or cordons of dune systems of the coasts (16.2121, 16.2122 and 16.2123). Ammophilion arenariae, Zygophyllion fontanesii. Frase diagnostica dell’habitat in Italia L’habitat individua le dune costiere più interne ed elevate, definite come dune mobili o bianche, colonizzate da Ammophila arenaria subsp. australis (16.2122) alla quale si aggiungono numerose altre specie psammofile. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Ammophila arenaria ssp. australis (=Ammophila arenaria ssp. arundinacea), Echinophora spinosa, Anthemis maritima, Eryngium maritimum, Euphorbia paralias, Medicago marina, Cyperus capitatus, Lotus cytisoides, L. cytisoides ssp. conradiae, L. creticus, Pancratium maritimum, Solidago littoralis, Stachys maritima, Spartina juncea, Silene corsica, Otanthus maritimus. Riferimento sintassonomico In Italia, l’habitat viene riferito essenzialmente alle associazioni: Echinophoro spinosae-Ammophiletum australis (Br.-Bl. 1933) Géhu, Rivas-Martinez & R. Tx. 1972 in Géhu et al. 1984 e Sileno corsicaeAmmophiletum arundinaceae Bartolo, Brullo, De Marco, Dinelli, Signorello & Spampinato 1992 corr. Géhu 1996, inquadrate nell’alleanza Ammophilion australis Br.-Bl. 1921 corr. Rivas-Martínez, Costa & Izco in RivasMartínez, Lousã, T.E. Díaz, Fernández-González & J.C. Costa 1990, ordine Ammophiletalia Br.-Bl. 1933, classe Ammophiletea Br.-Bl. et Tx. ex Westhoff, Dijk & Passchier 1946. Dinamiche e contatti Questo habitat prende contatto catenale con le formazioni delle dune embrionali ad Elymus farctus dell’habitat 2110 “Dune mobili embrionali” e con quelle dei settori maggiormente stabilizzati a Crucianella maritima dell’habitat 2210 “Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae”. Talora la vegetazione delle dune mobili può prendere contatto direttamente con le formazioni a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa e/o J. turbinata dell’habitat 2250* “Dune costiere con Juniperus spp.” o direttamente con la vegetazione di macchia a Quercus ilex o altre specie arboree (habitat 9340 “Foreste a Quercus ilex e Q. rotundifolia”). Nelle radure della vegetazione perenne si rinvengono formazioni terofitiche dell’ordine Malcolmietalia ramosissimae dell’habitat 2230 “Dune con prati dei Malcolmietalia”. Specie alloctone 68 Cenchrus incertus, Carpobrotus acinaciformis, C. edulis, Ambrosia coronopifolia, A. tenuifolia, Yucca gloriosa, Agave americana, Amorpha fruticosa, Oenothera sp.pl., Acacia saligna, A horrida, Agave fourcroydes, A. americana, A. ferox. Distribuzione dell’habitat in Italia SC, SR, PG, EM, BS, ML, VN, FR, CL, LZ, TS, AB, CM, LG, MR. Note Questo habitat è stato inserito nel macro gruppo che include le dune marine delle coste atlantiche, del Mar del Nord e del Baltico. Tale collocazione compromette fortemente la conservazione delle coste mediterranee che, al contrario di quelle del Nord Europa, sono fortemente danneggiate dall’uso antropico i cui habitat andrebbero per tanto considerati tutti come prioritari. Secondo Brullo & Guarino il nome corretto di Echinophoro spinosae-Ammophiletum australis (Br.-Bl. 1933) Géhu, Rivas-Martinez et R. Tx. 1972 in Géhu et al. è Medicagini marinae-Ammophiletum australis Br.-Bl. 1921, come evidenziato da Riv.-Mart. et al. 2001-2002, Itinera Geobot. e da Brullo et al. 2001 Riferimenti Bibliografici Acosta A., Blasi C., Esposito S., Stanisci A., 2000 - Analisi della vegetazione delle dune costiere del Lazio centro-meridionale. Inf. Bot. Ital. 32 (1): 5-10. Acosta A.T., Carranza M.L, Izzi C.F, 2008 - Are there habitats that contribute best to plant species diversity in coastal dunes? Biodiversity and Conservation, ISSN: 0960-3115 Acosta A.T., Carranza M.L., Di Martino L., Frattaroli A., Izzi C.F., Stanisci A., 2008 - Patterns of native and alien plant species occurrence on coastal dunes in Central Italy. In: Plant Invasions: "Plant Invasions: Human perception, ecological impacts and management", Edited by Tokarska-Guzik B., Brock J.H., Brundu G., Child L., Daehler C.C. & Pysek P., 2008. Backhuys Publishers, Leiden, The Netherlands: 235-248. ARRIGONI P.V., 1990 - Flora e vegetazione della Macchia lucchese di Viareggio (Toscana). Webbia, 44(1): 162. ARRIGONI P.V., 1996 - La vegetazione del complesso dunale di Capo Comino (Sardegna nord-orientale). Parlatorea 1: 35-45. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1985 - La vegetazione del Parco Naturale della Maremma (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. Bartolo G., Brullo S., De Marco G., Dinelli A., Signorello P. & Spampinato G., 1992. Studio fitosociologico sulla vegetazione psammofila della Sardegna meridionale. Coll.Phytosoc. XIX: 251-273. Bartolo G., Brullo S., Marcenò C., 1982 – La vegetazione costiera della Sicilia sud-orientale. Contributo alla interpretazione delle fasce di vegetazione delle coste mediterranee. – C.N.R., P.F. Promozione Qualità dell'Ambiente. Serie AQ/1/226, 49 pp. Roma. Bassi S. (ed.), 2007 - Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. Biondi E., 1999. Diversità fitocenotica degli ambienti costieri italiani. In Bon M., Sburlino G., Zuccarello V. (a cura di). Aspetti ecologici e naturalistici dei sistemi lagunari e costieri. Arsenale ed. Biondi E., 2007. Thoughts on the ecology and syntaxonomy of some vegetation typologies of the Mediterranean coast. Fitosociologia 44 (1): 3-10. Biondi E., Bagella S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia 42(2). Suppl. 1. Biondi E., Filigheddu R., Farris E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia 38(2)-Suppl. 2, pp. 105. 69 BRAMBILLA, C., G. CANEVA, G. DE MARCO & L. MOSSA -1982- Analisi fitosociologia della seriazione psammofila costiera nella Sardegna Meridionale. Brullo S., Del Galdo G.P.G., Siracusa G., Spampinato G., 2001. Considerazioni fitogeografiche sulla vegetazione psammofila dei litorali italiani. Biogeographia vol. XXII: 93-136. Brullo S., Di Martino A. & Marcenò C., 1974 - Osservazioni sulla vegetazione psammofila tra Capo Granitola e Selinunte (Sicilia occidentale). Boll.Studi ed Inform. Giard. Col. Palermo. 26: 103-110. Brullo S., Guarino R. & Ronsisvalle G. 2000 - La vegetazione del litorale di Manfria, presso Gela(Sicilia), area soggetta a vincolo archeologico. Arch. Geobot. 4(1):91-108. Buffa G., Filesi L., Gamper U. & Sburlino G., 2007. Qualità e degrado di conservazione del paesaggio vegetale del litorale sabbioso del Veneto (Italia settentrionale). Fitosociologia 44(1): 49-58. Carranza M.L, Acosta A.T., Stanisci A., Pirone G.F., Ciaschetti G.P, 2008 - Ecosystem classification and EU habitat distribution assessment in sandy coastal environments. The central Italy case. Environmental Monitoring and Assessment, vol. 140: p. 99-107. Conti F., Abbate G., Alessandrini A. & Blasi C. (eds.), 2005 – An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora. Palombi Editori, Roma. Corbetta F., Gratani L., Moriconi M., Pirone G., 1992. Lineamenti vegetazionali e caratterizzazione ecologica delle spiagge dell’arco jonico da Taranto alla foce del Sinni. Coll. Phytosoc. 19: 461-521. DE DOMINICIS V., CASINI S., MARIOTTI M., BOSCAGLI A., 1988 - La vegetazione di Punta Ala (Prov. di Grosseto). Webbia, 42(1): 101-143. FARRIS E., PISANU S., SECCHI Z., BAGELLA S., URBANI M., & FILIGHEDDU R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “habitat”. fitosociologia vol. 44 (1): 165-180. Fascetti S., 2008. “Valutazione dello stato di rischio e degrado degli habitat di interesse comunitario (Dir. “Habitat”92/43 CEE) della costa jonica della Basilicata”. Atti Conv.”Cost, prevenire, programmare, pianificare”, Autorità di Bacino Basilicata, Maratea 15-17 maggio 2008: 684-689. Fascetti S., Lapenna M.R., Navazio G., Potenza G., 2008. Flora, vegetazione e habitat (Dir.92/43 Cee) del Metapontino (Italia meridionale). 103° Congr. SBI, Libro degli Abstract: 179: Fascetti S., Navazio G., Pompili M., Potenza G., Trivisani V., 2006. Il paesaggio vegetale della costa jonica della Basilicata: emergenze ambientali e problematiche gestionali. Quaderni del Parco, 12., Parco della Murgia Materana: 34-50. Fernandez Prieto J. A., Fernandez-Carvajal M. C., Aedo C., 1987. El género Ammophila Host en las costas europeas ynorteafricanas. Candollea 42: 399-410. FORTE L., 2001. Carta della vegetazione del “Bosco Isola” di Lesina, foglio 1 e 2. Progetto di Ricerca sulla Biologia ed Ecologia di Cistus clusii Dunal. Museo Orto Botanico, Università degli Studi di Bari. Frei M., 1937 – Studi fitosociologici su alcune associazioni litorali in Sicilia (Ammophiletalia e Salicornietalia). – N. Giorn. Bot. Ital. n.s. 44(2): 273-294. Géhu J. M., Costa M., Scoppola A., Biondi E., Marchiori S., Peris J. B., Frank J., Caniglia G., Veri L., 1984 Essai synsystématique et synchorologique sur les végétations littorales italiennes dans un but conservatoire. I. Dunes et vases salees. Doc. Phytosoc., n.s., 8: 394-474. GÉHU J.M., BIONDI E., 1996 - Synoptique des associations végétales du littoral adriatique italien. Giorn. Bot. Ital. 130 (1): 257-270. Géhu J.-M., Costa M., Scoppola A., Biondi E., Marchiori S., Peris J.B., Franck J., Caniglia G., 1984b. Essai synsistematique et synchorologique sur les vegetations littorales italiennes dans un but conservatoire. 1 Dunes et vases salees. Doc. Phytosoc. 8: 393-474. Géhu J.-M., Scoppola A., Caniglia G., Marchiori S. & Géhu-Franck J., 1984a. Les systèmes végétaux de la côte nord-adriatique italienne, leur originalité à l’échelle européenne. Doc. Phytosoc. 8: 485-558. MARIOTTI M.G., s.d (2008) - Natura 2000 in Liguria. Atlante degli habitat - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. 70 MAYER A., 1995 – Comparative study of the coastal vegetation of Sardinia (Italy) and Crete (Greece) with respect to the effects of human influence. Libri Bot., 15: 1-264. (vedi Medicagini marinae-Ammophiletum arundinaceae) MERLONI N., 2007. Gli habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) nella Riserva Naturale Sacca di Bellocchio (province di Ravenna e Ferrara). Fitosociologia, 44 (2) suppl.1: 83-88. PEDROTTI F., ORSOMANDO E., CORTINI PEDROTTI C., 1982 - La duna di Capalbio (Burano). GuideItinéraire. Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie centrale (2-11 juillet 1982). Univ. Camerino. PERRINO E.V., 2005/2006 – Vegetazione del Gargano (fasce costiera e collinare). Tesi di Dottorato. Dipartimento di Botanica. Università degli Studi di Catania. PERRINO E.V., TOMASELLI V., PAVONE P. & BRULLO S., 2006. Inquadramento fitosociologico della vegetazione costiera del Gargano. Inf. Bot. Ital. 38 (1): 189-190, 2006. Pignatti S., 1952. Introduzione allo studio fitosociologico della pianura veneta orientale con particolare riguardo alla vegetazione litoranea. Arch. Bot. 28(4): 265-329. Pirone G., Corbetta F., Frattaroli A.R., Ciaschetti G., 2001. Aspetti della vegetazione costiera dell’Abruzzo. Biogeographia 22: 169-191. Poldini L., Vidali M., Fabiani M. L., 1999. La vegetazione del litorale sedimentario del Friuli-Venezia Giulia (NE Italia) con riferimenti alla regione alto-adriatica. Studia Geobotanica. vol.17: 3-68. Raimondo F.M., Gianguzzi L., Venturella G., Lo Valvo M., 1990 – Indagine preliminare sul patrimonio biologico-ambientale delle coste siciliane. – Quad. Bot. Ambientale Appl., 1: 131-182. Rivas-Martínez S. Fernández-González F., Loidi J., Lousã M. & Penas A., 2001. Syntaxonomical checklist of vascular plant communities of Spain and Portugal to association level. Itinera Geobotanica 14: 5-341 (2001). SELVI F., STEFANINI P., 2006 - Biotopi naturali e aree protette nella provincia di Grosseto. Quaderni delle aree protette, Provincia di Grosseto STANISCI A., ACOSTA A, M.L. CARRANZA, S. FEOLA M. GIULIANO. (2007). Gli habitat di interesse comunitario sul litorale molisano e il loro valore naturalistico su base floristica. FITOSOCIOLOGIA. vol. 44 (2), pp. 171-175 ISSN: 1125-9078 Stanisci A., Acosta A.T., Ercole S., Blasi C., 2004 - Plant communities on coastal dunes in Lazio (Italy). Annali di Botanica n.s., vol. IV: 115-128. STANISCI A., CARRANZA M.L., FEOLA S. & GIULIANO M., 2008. Gli habitat di interesse comunitario e la flora di interesse conservazionistico sul litorale molisano. In: Mastantuono A. (ed.), Lontano dal paradiso: le dune del Molise. Collana “I quaderni del Melograno”. Termoli. STANISCI A., CONTI F., 1990 - Aspetti vegetazionali di un settore costiero adriatico (Molise- Abruzzo). Ann. Bot. (Roma), 48, Studi sul territorio suppl. 7: 85-94. Vagge I., Biondi E., 1999. La vegetazione delle coste sabbiose del tirreno settentrionale. Fitosociologia 36(2): 61-95. Valsecchi F., Bagella S., 1991 – La vegetazione psammofila della Sardegna settentrionale: Litorale del Liscia. Giorn. Bot. It. 125 (1): 1-14. Riferimenti Bibliografici online Acosta A.T., Carranza M.L, Izzi C.F, 2008 - Are there habitats that contribute best to plant species diversity in coastal dunes? Biodiversity and Conservation, ISSN: 0960-3115 (DOI 10.1007/s10531-008-9454-9) Carranza M.L, Acosta A.T., Stanisci A., Pirone G.F., Ciaschetti G.P, 2008 - Ecosystem classification and EU habitat distribution assessment in sandy coastal environments. The central Italy case. Environmental Monitoring and Assessment, vol. 140: 99-107 (DOI 10.1007/s10661-007-9851-7) Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected]) 71 21: Dune marittime delle coste atlantiche, del Mare del Nord e del Baltico 2190: Depressioni umide interdunari Humid dune slacks Codice CORINE Biotopes 16.32 - Dune-slack pioneer swards 16.35 - Dune-slack reedbeds, sedgebeds and canebeds Codice EUNIS B1.81 - Comunità pioniere degli acquitrini interdunali B1.84 - Canneti, tifeti e cariceti interdunali Regione biogeografica di appartenenza Descrizione generale dell’habitat Humid depressions of dunal systems. Humid dune-slacks are extremely rich and specialised habitats very threatened by the lowering of water tables. Sub-types : 16.31 - Dune-slack pools (Charetum tomentosae, Elodeetum canadense, Hippuridetum vulgaris, Hottonietum palustris, Potametum pectinati): fresh-water aquatic communities (cf. 22.4) of permanent dune-slack water bodies. 16.32 - Dune-slack pioneer swards (Juncenion bufonii p.: Gentiano-Erythraeetum littoralis, HydrocotyloBaldellion): pioneer formations of humid sands and dune pool fringes, on soils with low salinity. 16.33 - Dune-slack fens: calcareous and, occasionally, acidic fen formations (cf. 54.2, 54.4, in particular 54.21, 54.2H, 54.49), often invaded by creeping willow, occupying the wettest parts of dune-slacks. 16.34 - Dune-slack grasslands: humid grasslands and rushbeds (see 37.31, 37.4) of dune-slacks, also often with creeping willows (Salix rosmarinifolia, S. arenaria). 16.35 - Dune-slack reedbeds, sedgebeds and canebeds: reedbeds, tall-sedge communities and canebeds (cf. 53.1, 53.2, 53.3) of dune-slacks. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Si tratta di depressioni interdunali in cui si accumulano modeste quantità di acqua dolce nelle coste atlantiche. L'habitat non è presente in Italia. Sottotipi e varianti Nessun sottotipo indicato nel manuale EUR27 è presente in Italia. Combinazione fisionomica di riferimento Riferimento sintassonomico Specie alloctone 72 Distribuzione dell’habitat in Italia L'habitat è stato segnalato per le seguenti regioni: VN, FR, EM, BS, LZ, SC, TS, ML, CL, AB Note L’habitat 2190 viene inserito nella macrocategoria delle dune dei sistemi dell’Europa atlantica e settentrionale e come tale viene dal manuale anche definita la sua composizione tipologica. I sottotipi elencati fanno stretto riferimento a formazioni vegetazionali non presenti in Italia. La possibile confusione è dovuta all'interpretazione del sottotipo 16.32 che va risolta facendo esplicito riferimento a quanto riportato nel Manuale Corine in quale lega tale sottotipo alla suballeanza Juncenion bufonii, indicata però pro parte e con esplicito riferimento all'associazione Gentiano-Erythraeetum littoralis.Tale associazione non è presente in Italia solo in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia viene indicata (Conti et al., 2005) Centaurium littorale ssp. littorale la quale però si rinviene in un contesto vegetazionale completamente diverso da riferire all' habitat 6420 "Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion". Nelle altre regioni non esiste nessun riferimento esplicito, nemmeno a livello tassonomico, che possa giustificare la presenza dell'habitat. Le segnalazioni erronemamente effettuate vanno quindi per la maggior parte riferite oltre che al già citato habitat 6420 anche agli habitat 3120 "Acque oligotrofe e bassissimo contenuto minerale su terreni generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes spp.", 3130 "Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanijuncetea" 3150 "Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition" e 3170* "Stagni temporanei mediterranei", 3140 "Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.", La stessa interpretazione dell'habitat, come atlantico e nord europeo, viene data anche dai colleghi francesi che propongono con punti interrogativi l’habitat 2190 nell'area mediterranea nel senso che alcune associazioni o sintaxa di livello superiore possono essere presenti anche nell’area mediterranea ma in contesti decisamente diversi mentre indicano chiaramente l'habitat su gran parte della costa atlantica. Riferimenti Bibliografici Riferimenti Bibliografici online Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Diana Galdenzi ([email protected]) Biondi ([email protected]) 73 22: Dune Marittime delle Coste Mediterranee 74 22: Dune marittime delle coste mediterranee 2210: Dune fisse del litorale (Crucianellion maritimae) Crucianellion maritimae fixed beach dunes Un aspetto del Crucianellion maritimae sulle dune presso la foce del Liscia nella Sardegna settentrionale, con Armeria pungens ed Helichrysum italicum ssp. microphyllum, E. Biondi Codice CORINE Biotopes 16.223 - Ibero-Mediterranean grey dunes Codice EUNIS B1.4 - Comunità erbacee delle dune costiere stabili Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Fixed dunes of the western and central Mediterranean, of the Adriatic, of the Ionian Sea and North Africa with Crucianella maritima, Pancratium maritimum. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Si tratta di vegetazione camefitica e suffruticosa rappresentata dalle garighe primarie che si sviluppano sul versante interno delle dune mobili con sabbie più stabili e compatte. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Crucianella maritima, Pancratium maritimum, Pycnocomon rutifolium, Helichrysum stoechas, H. italicum, H. microphyllum subsp. tyrrhenicum (endemismo sardo-corso-balearico), Ephedra distachya, Schrophularia ramosissima, Armeria pungens, Seseli tortuosum, Anchusa crispa, Rouya polygama, Ononis ramosissima, Astragalus thermensis, Linaria cossonii, Silene velutina, Anchusa crispa ssp. maritima. Riferimento sintassonomico 75 Come precisato dalla definizione generale, l’habitat viene riferito a formazioni camefitiche del Crucianellion maritimae Rivas-Goday & Rivas-Martinez 1958 (ordine Helichryso-Crucianelletalia maritimae Géhu, RivasMartinez & R. Tüxen 1973 in Géhu 1975, classe Helichryso-Crucianelletea maritimae Géhu, Rivas-Martinez & R. Tüxen 1973 em. Siss 1974). In generale le numerose associazioni riferite all’alleanza caratterizzante questo habitat sono molto spesso endemo-vicarianti. Particolarmente ricca di associazioni riferibili al Crucianellion maritimae è la Sardegna. Dinamiche e contatti Questo habitat si trova in contatto verso mare con le comunità ad Ammophila arenaria dell'habitat 2120 "Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)" e, laddove queste risultino particolarmente frammentarie, con le comunità a Elymus farctus dell'habitat 2110 "Dune mobili embrionali". Verso l’interno il contatto è con comunità di specie annuali dei Malcolmietalia (habitat 2230 "Dune con prati dei Malcolmietalia") e con le macchie a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa o J. turbinata dell'habitat 2250* "Dune costiere con Juniperus spp." di cui spesso occupa le radure. Alle formazioni del Crucianellion maritimae si possono collegare comunità briofitiche ascrivibili all'associazione Tortello- Bryetum torquescentis Lo Giudice 1988. Specie alloctone Carpobrotus acinaciformis che spesso diventa dominante e quasi esclusiva costituendo densi tappeti che sottraggono spazio vitale alle specie autoctone. Acacia saligna, A. horrida, Eucaliptus sp. pl., Agave americana e Yucca gloriosa solo occasionalmente Distribuzione dell’habitat in Italia SR, SC, PG, TS, CL, CM, LZ, BS, ML. Note In Italia l’habitat è molto localizzato ed in regressione, probabilmente a causa dell’erosione costiera che diminuisce la possibilità di evoluzione dunale riducendo la presenza di siti idonei a questo tipo di habitat che necessita di dune stabili e ben sviluppate. Anche lo sfruttamento turistico delle coste incide negativamente sull’habitat. Data l’estrema rarità dell’habitat nel territorio italiano si consiglia di proporlo come prioritario. Questo habitat è presente solo nella Regione Biogeografica Mediterranea. Si tende ad identificare l'habitat con la presenza di Crucianella maritima per cui è necessario precisare che l'assenza di questa specie non esclude di per sè la presenza dell'habitat. Per la Basilicata l'habitat risulta di dubbia presenza per le profonde trasformazioni ambientali che hanno interessato il litorale negli ultimi decenni (rimboschimenti, insediamenti turistici, erosione). Riferimenti Bibliografici Acosta A., Blasi C., Esposito S., Stanisci A., 2000 - Analisi della vegetazione delle dune costiere del Lazio centro-meridionale. Inf. Bot. Ital. 32 (1): 5-10. Acosta A.T., Carranza M.L., Di Martino L., Frattaroli A., Izzi C.F., Stanisci A., 2008 - Patterns of native and alien plant species occurrence on coastal dunes in Central Italy. In: Plant Invasions: "Plant Invasions: Human perception, ecological impacts and management", Edited by Tokarska-Guzik B., Brock J.H., Brundu G., Child L., Daehler C.C. & Pysek P., 2008. Backhuys Publishers, Leiden, The Netherlands: 235-248. ARRIGONI P.V., 1990 - Flora e vegetazione della Macchia lucchese di Viareggio (Toscana). Webbia, 44(1): 162. ARRIGONI P.V., 1996 - La vegetazione del complesso dunale di Capo Comino (Sardegna nord-orientale). Parlatorea 1: 35-45. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1985 - La vegetazione del Parco Naturale della Maremma (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. 76 Bartolo G., Brullo S., De Marco G., Dinelli A., Signorello P., Spampinato G., 1992. Studio Fitosociologico sulla Vegetazione Psammofila della Sardegna meridionale. Coll. Phytosociol. XIX: 251-273. Bartolo G., Brullo S., Marcenò C., 1982 – La vegetazione costiera della Sicilia sud-orientale. Contributo alla interpretazione delle fasce di vegetazione delle coste mediterranee. – C.N.R., P.F. Promozione Qualità dell'Ambiente. Serie AQ/1/226, 49 pp. Roma. Biondi E., 2007. Thoughts on the ecology and syntaxonomy of some vegetation typologies of the Mediterranean coast. Fitosociologia 44 (1): 3-10. Brullo S., Del Galdo G.P.G., Siracusa G., Spampinato G., 2001. Considerazioni fitogeografiche sulla vegetazione psammofila dei litorali italiani. Biogeographia vol. XXII: 93-136. Brullo S., Di Martino A. & Marcenò C., 1974 - Osservazioni sulla vegetazione psammofila tra Capo Granitola e Selinunte (Sicilia occidentale). Boll.Studi ed Inform. Giard. Col. Palermo. 26: 103-110. Brullo S., Guarino R. & Ronsisvalle G. 2000 - La vegetazione del litorale di Manfria, presso Gela(Sicilia), area soggetta a vincolo archeologico. Arch. Geobot. 4(1):91-108. Brullo S., Minissale P., Siracusa G., 1996. Quadro sintassonomico della Vegetazione Iblea. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. 29(352): 113-150. Carranza M.L, Acosta A.T., Stanisci A., Pirone G.F., Ciaschetti G.P, 2008 - Ecosystem classification and EU habitat distribution assessment in sandy coastal environments. The central Italy case. Environmental Monitoring and Assessment, vol. 140: 99-107. DE DOMINICIS V., CASINI S., MARIOTTI M., BOSCAGLI A., 1988 - La vegetazione di Punta Ala (Prov. di Grosseto). Webbia, 42(1): 101-143. Ercole S., Acosta A., Blasi C., 2007 - Stato delle conoscenze e alterazioni indotte dal disturbo sulle fitocenosi delle coste sabbiose laziali. Fitosociologia 44(1): 105-110. ESPOSITO A., FILESI L., 2007. Caratterizzazione di comunità a Crucianella maritima e relazioni con la componente briofitica. FITOSOCIOLOGIA, vol. 44 (2) suppl. 1: 255-261 FARRIS E., PISANU S., SECCHI Z., BAGELLA S., URBANI M., & FILIGHEDDU R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “habitat”. fitosociologia vol. 44 (1): 165-180. Filigheddu R., Valsecchi F., 1992 Osservazioni su alcune associazioni psammofile nella Sardegna settentrionale. Colloques Phytosoc. XIX: 159-181. FOGGI B., CARTEI L., PIGNOTTI L., SIGNORINI M.A., VICIANI D., DELL'OLMO L., MENICAGLI E., 2006 - Il paesaggio vegetale dell'Isola d'Elba (Arcipelago Toscano). Studio di fitosociologia e cartografico. Fitosociologia, 43(1), Suppl.1: 3-95. Frei M., 1937 – Studi fitosociologici su alcune associazioni litorali in Sicilia (Ammophiletalia e Salicornietalia). – N. Giorn. Bot. Ital. n.s. 44(2): 273-294. Frondoni R., Iberite M., 2002. The halophile vegetation of the sedimentary coast of Lazio (central Tyrrhenian district, Italy). Plant Biosystems, 136 (1): 49-68. Géhu J. M., Costa M., Scoppola A., Biondi E., Marchiori S., Peris J. B., Frank J., Caniglia G., Veri L., 1984 Essai synsystématique et synchorologique sur les végétations littorales italiennes dans un but conservatoire. I. Dunes et vases salees. Doc. Phytosoc., n.s., 8: 394-474. Maiorca G., Spampinato G. & Crisafulli A., 2005 - Carta della vegetazione reale della Foce del Fiume Crati (CS-Calabria). Progetto PHYTOS.I.S., Monografia n. 2, ARSSA, Cosenza. MAYER A., 1995 – Comparative study of the coastal vegetation of Sardinia (Italy) and Crete (Greece) with respect to the effects of human influence. Libri Bot., 15: 1-264. PEDROTTI F., ORSOMANDO E., CORTINI PEDROTTI C., 1982 - La duna di Capalbio (Burano). GuideItinéraire. Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie centrale (2-11 juillet 1982). Univ. Camerino. Raimondo F.M., Gianguzzi L., Venturella G., Lo Valvo M., 1990 – Indagine preliminare sul patrimonio biologico-ambientale delle coste siciliane. – Quad. Bot. Ambientale Appl., 1: 131-182. Rivas-Martínez S. Fernández-González F., Loidi J., Lousã M. & Penas A., 2001. Syntaxonomical checklist of vascular plant communities of Spain and Portugal to association level. Itinera Geobotanica 14: 5-341 (2001). 77 Rivas-Martínez S., Díaz T. E., Fernández-González F., Izco J., Loidi J., Lousã M. & Penas A., 2002. Vascular plant communitiea of Spain and Portugal. Addenda to the syntaxonomical checklist of 2001. Itinera Geobotanica 15: 5-922 (2002). Selvi F., Stefanini P., 2005. Biotopi naturali e aree protette nella Provincia di Grosseto. Componenti floristiche e ambienti vegetazionali. Quaderni delle Aree Protette. Provincia di Grosseto, U.O.C. Aree Protette e Biodiversità. Stanisci A., Acosta A.T., Ercole S., Blasi C., 2004 - Plant communities on coastal dunes in Lazio (Italy). Annali di Botanica n.s., vol. IV: 15-128. VAGGE I., BIONDI E., 1999 - La vegetazione delle coste sabbiose del Tirreno settentrionale italiano. Fitosociologia, 36(2): 61-95. Vagge I., Corradi N., Ferrari M., Balduzzi I. & Mariotti L.M., 2007. Aspetti vegetazionali e morfosedimentologici dei campi dunari di Platamona-Marritiza con particolare riguardo all’area di Marina di Sorso (Sardegna settentrionale). Fitosociologia 44(1): 33-48. Riferimenti Bibliografici online Carranza M.L, Acosta A.T., Stanisci A., Pirone G.F., Ciaschetti G.P, 2008 - Ecosystem classification and EU habitat distribution assessment in sandy coastal environments. The central Italy case. Environmental Monitoring and Assessment, vol. 140: 99-107 (DOI 10.1007/s10661-007-9851-7) Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected]) 78 22: Dune marittime delle coste mediterranee 2230: Dune con prati dei Malcolmietalia Malcolmietalia dune grasslands Lepturus incurvus alla Sacca di Bellocchio nella vegetazione annuale dei Malcolmietalia, E. Biondi Codice CORINE Biotopes 16.228 - Mediterraneo-Atlantic dune malcolmia communities Codice EUNIS B1.4 - Comunità erbacee delle dune costiere stabili Regione biogeografica di appartenenza Continentale e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Associations with many small annuals and often abundant ephemeral spring bloom, with Malcolmia lacera, M. ramosissima, Evax astericiflora, E. lusitanica, Anthyllis hamosa, Linaria pedunculata, of deep sands in dry interdunal depressions of the coasts. They are dunal representatives of 35.4. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Vegetazione prevalentemente annuale, a prevalente fenologia tardo-invernale primaverile dei substrati sabbiosi, da debolmente a fortemente nitrofila, situata nelle radure della vegetazione perenne appartenenti alle classi Ammophiletea ed Helichryso-Crucianelletea. Risente dell’evoluzione del sistema dunale in rapporto all’azione dei venti e al passaggio degli animali e delle persone. L’habitat è distribuito sulle coste sabbiose con macrobioclima sia mediterraneo sia temperato. In Italia è diffuso con diverse associazioni, individuate lungo tutte le coste. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Malcolmia ramosissima, Maresia nana, Evax astericiflora, E. pygmaea, Ononis variegata, O. cristata, O. striata, O. diffusa, Pseudorlaya pumila, Silene nummica (endemica sarda), S. beguinotii (endemica sarda), S. colorata ssp. canescens, S. nicaensis, S. gallica, S. ramosissima, S. sericea, S. arghireica, Linaria flava subsp. sardoa (endemica di sardo-corsa), Brassica tournefortii, Leopoldia gussonei*, Hormuzakia aggregata, 79 Lotus halophilus, Coronilla repandada, Anchusa littorea, Senecio transiens, S.coronopifolius, Cutandia maritima, C. divaricata, Phleum graecum, P. arenarium, P. sardoum, Matthiola tricuspidata, Corynephorus fasciculatus, Corrigiola telephifolia, Medicago littoralis, Polycarpon diphyllum, Lagurus ovatus, Bromus gussonei, Chamaemelum mixtum, Vulpia membranacea, Alkanna tinctoria, Echium sabulicola ssp. sabulicola, Polycarpon tetraphyllum ssp. diphyllum, P. alsinifolium, Thesium humile, Lupinus angustifolius, Aetheorhiza bulbosa. Riferimento sintassonomico I pratelli terofitici ed effimeri dell’habitat 2230 appartengono, come precisato dalla definizione stessa, all’ordine dei Malcolmietalia Rivas Goday, 1958 (classe Helianthemetea guttatae (Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952) Rivas Goday & Rivas-Martínez 1963 nom. mut. propos. in Rivas-Martínez et al. 2002), ed in particolare sono riconducibili a tre alleanze: Alkanno-Maresion nanae Rivas Goday ex Rivas Goday & Rivas-Martinez 1963 corr. Diez-Garretas Asensi & Rivas-Martínez 2001, Laguro ovati-Vulpion membranaceae Géhu & Biondi 1994 e Maresion nanae-Ononidetum variegatae Géhu, Biondi, Géhu-Franck & Arnold-Apostolides 1986. Dinamiche e contatti Queste cenosi possono trovarsi a mosaico con diverse comunità della duna: occupano infatti gli spazi che si vengono a formare nell’ambito delle comunità perenni, dall’ammofileto dell’habitat 2120 “Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria ("dune bianche")” al crucianelleto dell’habitat 2210 “Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae”, alla macchia a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa (habitat 2250* “Dune costiere con Juniperus spp.”). In seguito ad azioni di disturbo, sia naturali che di origine antropica, tendono a ricoprire superfici anche estese. Specie alloctone Carpobrotus acinaciformis Distribuzione dell’habitat in Italia SR, PG, SC, BS, EM, CL, TS, ML, VN, LZ, AB, CM, MR. Note Rivas-Martinez et al. (2002) hanno proposto in seno alla classe Helianthemetea guttatae un nuovo ordine Cutandietalia maritimae a cui apparterrebbero tutti i sintaxa presenti in Italia sin’ora ascritti nell'ordine Malcomietalia (Diez-Garretas et al., 2003). Riferimenti Bibliografici AA.VV., 2004 – Cahiers d’habitats Natura 2000. Habitats côtiers - Tome 2. La documentation Française, Paris. Acosta A., Blasi C., Esposito S., Stanisci A., 2000 - Analisi della vegetazione delle dune costiere del Lazio centro-meridionale. Inf. Bot. Ital. 32 (1): 5-10. Acosta A.T., Carranza M.L, Izzi C.F, 2008 - Are there habitats that contribute best to plant species diversity in coastal dunes? Biodiversity and Conservation, ISSN: 0960-3115 Bartolo G., Brullo S., De Marco G., Dinelli A., Signorello P., Spampinato G., 1992. Studio Fitosociologico sulla Vegetazione Psammofila della Sardegna meridionale. Coll. Phytosociol. XIX: 251-273. Bassi S. (ed.), 2007 - Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. Biondi E., 2007. Thoughts on the ecology and syntaxonomy of some vegetation typologies of the Mediterranean coast. Fitosociologia 44 (1): 3-10. Biondi E., Bagella S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia 42(2). Suppl. 1. 80 Brullo S., Del Galdo G.P.G., Siracusa G., Spampinato G., 2001. Considerazioni fitogeografiche sulla vegetazione psammofila dei litorali italiani. Biogeographia vol. XXII: 93-136. Brullo S., Grillo M., 1985 – Le associazioni psammofile effimere dei Malcolmietalia rinvenute in Sicilia. – Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 18 (325): 271-282. Brullo s., Guarino R., Ronsisvalle G., 1998 – La vegetazione del litorale di Manfria, presso Gela (Sicilia), area soggetta a vincolo archeologico. – Arch. Geobot., 4 (1): 91-107. Brullo S., Marcenò C., 1974 – Vulpio-Leopoldietum gussonei ass. nov. dell'Alkanneto-Malcolmion nella Sicilia meridionale. Not. Fitosoc., 8: 75-85. Brullo S., Minissale P., Siracusa G., 1996. Quadro sintassonomico della vegetazione iblea. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. 29(352): 113-150. BRULLO S., SCELSI F. & SPAMPINATO G., 2001. La vegetazione dell’Aspromonte (Studio fitosociologico). Laruffa Editore s.r.l., Reggio Calabria. Brullo S., Scelsi F., 1996 – Contributo alla conoscenza della vegetazione terofitica costiera del territorio ibleo. – Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 29 (352): 151-168. Brullo S., Scelsi F., Siracusa G., 1994 – Contributo alla conoscenza della vegetazione terofitica della Sicilia occidentale. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 27: 341-365. Carranza M.L, Acosta A.T., Stanisci A. Pirone G.F., Ciaschetti G.P, 2008 - Ecosystem classification and EU habitat distribution assessment in sandy coastal environments. The central Italy case. Environmental Monitoring and Assessment, vol. 140: p. 99-107. Corbetta F., Gratani L., Moriconi M., Pirone G., 1992. Lineamenti vegetazionali e caratterizzazione ecologica delle spiagge dell’arco jonico da Taranto alla foce del Sinni. Coll. Phytosoc. 19: 461-521. DE DOMINICIS V., CASINI S., MARIOTTI M., BOSCAGLI A., 1988 - La vegetazione di Punta Ala (Prov. di Grosseto). Webbia, 42(1): 101-143. Díez-Garretas B., Asensi A. & Gavilán R., 2003. Sabulicolous therophytic plant communities in the Mediterranean Region: a proposal of phytosociological synthesis. Phytocoenologia 33(2-3): 495-526. Ercole S., Acosta A., Blasi C., 2007 - Stato delle conoscenze e alterazioni indotte dal disturbo sulle fitocenosi delle coste sabbiose laziali. Fitosociologia 44(1): 105-110. Farris E., Pisanu S., Secchi Z., Bagella S., Urbani m & Filigheddu R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “Habitat”. Fitosociologia 44(1): 165-180. Fascetti S., 2008. “Valutazione dello stato di rischio e degrado degli habitat di interesse comunitario (Dir. “Habitat”92/43 CEE) della costa jonica della Basilicata”. Atti Conv.”Cost, prevenire, programmare, pianificare”, Autorità di Bacino Basilicata, Maratea 15-17 maggio 2008: 684-689. Fascetti S., Fici S., Colacino C., De Marco G., 1991. Contributo alla conoscenza floristica della Basilicata. Atti 86° Congresso SBI, Viterbo, 1991.. Giorn. Bot. Ital., 125: 369. Fascetti S., Navazio G., Pompili M., Potenza G., Trivisani V., 2006. Il paesaggio vegetale della costa jonica della Basilicata: emergenze ambientali e problematiche gestionali. Quaderni del Parco, 12., Parco della Murgia Materana: 34-50. Fascetti S., Navazio, 2007. Specie protette, vulnerabili e rare della Flora Lucana. Vol. monografico a cura della Regione Basilicata, Ass Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità: 160-161. FOGGI B., CARTEI L., PIGNOTTI L., SIGNORINI M.A., VICIANI D., DELL'OLMO L., MENICAGLI E., 2006 - Il paesaggio vegetale dell'Isola d'Elba (Arcipelago Toscano). Studio di fitosociologia e cartografico. Fitosociologia, 43(1), Suppl.1: 3-95. Géhu J. M., Costa M., Scoppola A., Biondi E., Marchiori S., Peris J. B., Frank J., Caniglia G., Veri L., 1984 Essai synsystématique et synchorologique sur les végétations littorales italiennes dans un but conservatoire. I. Dunes et vases salees. Doc. Phytosoc., n.s., 8: 394-474. Géhu J.-M., Biondi E., 1994 - Végétation du littoral de la Corse. Essai de synthèse phytosociologique. BraunBlanquetia, 13. 156 pp. 81 Géhu J.-M., Scoppola A., Caniglia G., Marchiori S., Géhu-Franck J., 1984. Les Systèmes végétaux de la côte nord-adriatique italienne. Leur originalité à l’échelle européenne. Doc. Phytosoc. 8: 485-558. Maiorca G., Spampinato G. & Crisafulli A., 2005 - Carta della vegetazione reale della Foce del Fiume Crati (CS-Calabria). Progetto PHYTOS.I.S., Monografia n. 2, ARSSA, Cosenza. Pignatti S., 1952. Introduzione allo studio fitosociologico della pianura veneta orientale con particolare riguardo alla vegetazione litoranea. Arch. Bot. 28(4): 265-329. Pirone G., Corbetta F., Frattaroli A.R., Ciaschetti G., 2001. Aspetti della vegetazione costiera dell’Abruzzo. Biogeographia 22: 169-191. Rivas-Martínez S. Fernández-González F., Loidi J., Lousã M. & Penas A., 2001. Syntaxonomical checklist of vascular plant communities of Spain and Portugal to association level. Itinera Geobotanica 14: 5-341 (2001). Rivas-Martínez S., Díaz T. E., Fernández-González F., Izco J., Loidi J., Lousã M. & Penas A., 2002. Vascular plant communitiea of Spain and Portugal. Addenda to the syntaxonomical checklist of 2001. Itinera Geobotanica 15: 5-922 (2002). SELVI F., STEFANINI P., 2006 - Biotopi naturali e aree protette nella provincia di Grosseto. Quaderni delle aree protette, Provincia di Grosseto STANISCI A., ACOSTA A, M.L. CARRANZA, S. FEOLA M. GIULIANO. (2007). Gli habitat di interesse comunitario sul litorale molisano e il loro valore naturalistico su base floristica. FITOSOCIOLOGIA. vol. 44 (2), pp. 171-175 ISSN: 1125-9078 Stanisci A., Acosta A.T., Ercole S., Blasi C., 2004 - Plant communities on coastal dunes in Lazio (Italy). Annali di Botanica n.s., vol. IV: 115-128. Stanisci A., Carranza M.L., Feola S. & Giuliano M., 2008. Gli habitat di interesse comunitario e la flora di interesse conservazionistico sul litorale molisano. In: Mastantuono A. (ed.), Lontano dal paradiso: le dune del Molise. Collana “I quaderni del Melograno”. Termoli. Stanisci A., Conti F., 1990 - Aspetti vegetazionali di un settore costiero adriatico (Molise- Abruzzo). Ann. Bot. (Roma), 48, Studi sul territorio suppl. 7: 85-94. VAGGE I., BIONDI E., 1999 - La vegetazione delle coste sabbiose del Tirreno settentrionale italiano. Fitosociologia, 36(2): 61-95. Riferimenti Bibliografici online Carranza M.L, Acosta A.T., Stanisci A., Pirone G.F., Ciaschetti G.P, 2008 - Ecosystem classification and EU habitat distribution assessment in sandy coastal environments. The central Italy case. Environmental Monitoring and Assessment, vol. 140: 99-107 (DOI 10.1007/s10661-007-9851-7) Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected]) 82 22: Dune marittime delle coste mediterranee 2240: Dune con prati dei Brachypodietalia e vegetazione annua Brachypodietalia dune grasslands with annuals Codice CORINE Biotopes 16.229 - Dune Mediterranean xeric grasslands Codice EUNIS B1.4 - Comunità erbacee delle dune costiere stabili Regione biogeografica di appartenenza Continentale e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Dunal formations of 6220 - Pseudo-steppe with grasses and annuals of the Thero-Brachypodietea: Meso- and thermo-Mediterranean xerophile, mostly open, short-grass perennial grasslands rich in therophytes; therophyte communities of oligotrophic soils on base-rich, often calcareous substrates. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Comunità vegetali annuali effimere delle dune, a sviluppo primaverile, che si localizzano nelle radure della macchia e della vegetazione erbacea perenne sviluppate sulle sabbie che derivano dalla degradazione dei substrati basici. Questa vegetazione occupa una posizione ecologica simile a quella descritta per l'habitat 2230 "Dune con prati dei Malcolmietalia", inserendosi però nella parte della duna occupata dalle formazioni maggiormente stabilizzate sia erbacee che legnose. La vegetazione corrisponde agli aspetti su duna, indicati per le formazioni a pseudosteppa (habitat 6220 "Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei TheroBrachypodietea") alle quali si aggiungono specie della classe Helianthemetea guttatae. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Brachypodium distachyum, Aira elegans, Lotus angustissimus, Moenchia mantica, Cynosurus polybracteatus, Anagallis parviflora, Tuberaria guttata, Galium divaricatum, Briza maxima, Andryala integrifolia, Lagurus ovatus, Ornithopus compressus, Rumex bucephalophorus, Plantago lagopus, P. bellardii, P. albicans, Anchusa hybrida. Riferimento sintassonomico Secondo le più recenti revisioni sintassonomiche le comunità a dominanza di terofite non nitrofile sono inquadrate nella classe Helianthemetea guttatae (Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952) Rivas Goday & Rivas-Martínez 1963 nom. mut. propos. in Rivas-Martínez et al. 2002, ordine Helianthemetalia guttatae Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940, alleanza Helianthemion guttatae Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940. Sempre nell’ambito della stessa classe, l’habitat è definito anche da formazioni dell’alleanza Trachynion distachyae Rivas-Martinez 1978, ordine Trachynietalia distachyae Rivas-Martínez 1978. Un tipo particolare di pseudosteppa è rappresentato da vaste distese sabbiose con una vegetazione a Plantago albicans che rappresenta una fase del consolidamento delle sabbie litoranee, preparando il suolo alla colonizzazione delle specie della gariga. Tale tipo di vegetazione sembra doversi inquadrare 83 nell'associazione Anchuso hybridae-Plantaginetum albicantis Corbetta & Pirone 1989 (Corbetta et al., 1989) della classe Thero-Brachypodietea Br.-Bl.1947. Dinamiche e contatti Queste cenosi possono trovarsi a mosaico con diverse comunità della duna: occupano infatti gli spazi che si vengono a formare nell’ambito di comunità arbustive, in particolare della gariga (Helychriso stoechadisCistetum eriocephali), e della macchia a dominanza di ginepro o di Erica multiflora (Asparago acutifoliiJuniperetum macrocarpae; Phyllireo angustifoliae-Ericetum multiflorae). Relazioni catenali, legate a variazioni nel tasso di umidità edafica, esistono anche con la vegetazione effimera delle pozze umide dell’Isoëtion. Specie alloctone Acacia saligna, Agave americana, Carpobrotus acinaciformis, Erigeron canadensis, E. sumatrensis, Xanthium orientale ssp. italicum, Xanthium spinosum. Distribuzione dell’habitat in Italia MR, SR, BS, TS, LZ, ML, SC, AB, CM, PG, CL. Note L'habitat si differenzia, per la condizione ecologica, dall'habitat 2230 principalmente e come carattere maggiormente evoluto, in quanto si sviluppa su substrato prevalentemente di tipo calcareo. Secondo Farris et al. (2007), nella Sardegna settentrionale, le comunità, precedentemente attribuite a quest'habitat, andrebbero interpretate come habitat 2230. L'habitat 2240 non è esclusivamente legato alle dune attuali e recenti ma si può rinvenire anche sulle paleodune. Riferimenti Bibliografici Allegrezza M., Biondi E. & Felici S., 2006 - A phytosociological analysis of the vegetation of the central adriatic sector of the italian peninsula. Hacquetia 5/2, pp. 135-175. Bartolo G., Brullo S., Minissale P. & Spampinato G., 1990 – Flora e vegetazione dell’Isola di Lampedusa. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 21(334)[1988]: 119-255. Biondi E., Bagella S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia 42(2). Suppl. 1. Biondi E., Filigheddu R., Farris E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia 38(2)-Suppl. 2, pp. 105. Brullo S., 1985 – Sur la syntaxonomie des pelouses thérophytiques des territoires steppiques de l'Europe sudoccidentale. – Doc. Phytosoc., n. s., 9: 1-24. Brullo S., Del Galdo G.P.G., Siracusa G., Spampinato G., 2001. Considerazioni fitogeografiche sulla vegetazione psammofila dei litorali italiani. Biogeographia vol. XXII: 93-136. Brullo s., Guarino R., Ronsisvalle G., 1998 – La vegetazione del litorale di Manfria, presso Gela (Sicilia), area soggetta a vincolo archeologico. – Arch. Geobot., 4 (1): 91-107. Brullo S., Minissale P., Siracusa G., 1996. Quadro sintassonomico della vegetazione iblea. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. 29(352): 113-150. Corbetta F., Gratani L., Moriconi M., Pirone G., 1989. Lineamenti vegetazionali e caratterizzazione ecologica delle spiagge dell’arco jonico da Taranto alla foce del Sinni. Coll. Phytosoc. XIX: 461-521. Farris E., Pisanu S., Secchi Z., Bagella S., Urbani m & Filigheddu R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “Habitat”. Fitosociologia 44(1): 165-180. 84 Fascetti S., 2008. “Valutazione dello stato di rischio e degrado degli habitat di interesse comunitario (Dir. “Habitat”92/43 CEE) della costa jonica della Basilicata”. Atti Conv.”Cost, prevenire, programmare, pianificare”, Autorità di Bacino Basilicata, Maratea 15-17 maggio 2008: 684-689. Fascetti S., Navazio G., Pompili M., Potenza G., Trivisani V., 2006. Il paesaggio vegetale della costa jonica della Basilicata: emergenze ambientali e problematiche gestionali. Quaderni del Parco, 12., Parco della Murgia Materana: 34-50. PEDROTTI F., ORSOMANDO E., CORTINI PEDROTTI C., 1982 - La duna di Capalbio (Burano). GuideItinéraire. Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie centrale (2-11 juillet 1982). Univ. Camerino. Pirone G., Corbetta F., Frattaroli A.R., Ciaschetti G., 2001. Aspetti della vegetazione costiera dell’Abruzzo. Biogeographia 22: 169-191. Riferimenti Bibliografici online Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected]) 85 22: Dune marittime delle coste mediterranee 2250*: Dune costiere con Juniperus spp. Coastal dunes with Juniperus spp. Un aspetto della vagetazione a ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa) sulle dune di Torre Guaceto (Brindisi), E. Biondi Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa di Porto sa Ruxi (Villasimius, Sarrabus), G. Bacchetta Codice CORINE Biotopes 16.27 - Dune juniper thickets and woods e 64.613 - Juniperus phoenicea ssp. turbinata woodland. Codice EUNIS B1.63 - Comunità arbustive di Juniperus sp. su dune costiere Regione biogeografica di appartenenza Continentale e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Juniper formations [Juniperus turbinata ssp. turbinata (=J. lycia, J. phoenicea ssp. lycia), J. macrocarpa, J. navicularis (=J. transtagana, J. oxycedrus ssp. transtagana), J. communis] of Mediterranean and thermoAtlantic coastal dune slacks and slopes (Juniperion lyciae). Juniperus communis formations of calcareous 86 dunes. This habitat type includes the communities of J. communis from the calcareous dunes of Jutland and the communities of J. phoenicea ssp. lycia in Rièges woods in the Camargue. Frase diagnostica dell’habitat in Italia L’habitat è eterogeno dal punto di vista vegetazionale, in quanto racchiude più tipi di vegetazione legnosa dominata da ginepri e da altre sclerofille mediterranee, riconducibili a diverse associazioni. La vulnerabilità è da imputare, in generale, allo sfruttamento turistico, comportante alterazioni della micro morfologia dunale, e all’urbanizzazione delle coste sabbiose. È distribuito lungo le coste sabbiose del Mediterraneo e in Italia è presente solo nelle regioni mediterranea e temperata. Nella prima prevalgono le formazioni a Juniperus macrocarpa, talora con J. turbinata. Nel macrobioclima temperato si rinvengono rare formazioni a J. communis. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa, J. phoenicea ssp. turbinata, J. communis, Asparagus acutifolius, Pistacia lentiscus, Phillyrea angustifolia, P. media, P. media var. rodriguezii, Myrtus communis, Smilax aspera, Rubia peregrina, R. peregrina subsp. requienii, Prasium majus, Rhamnus alaternus, Lonicera implexa, Chamaerops humilis, Clematis cirrhosa, C. flammula, Ephedra fragilis, E. distachya, Ruscus aculeatus, Anthyllis barba-jovis, Quercus calliprinos, Dianthus morisianus. Riferimento sintassonomico Nell’area bioclimatica mediterranea si rinvengono ginepreti a prevalenza di Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa, talvolta con Juniperus phoenicea ssp. turbinata. Quando i due ginepri convivono si assiste ad una prevalenza o esclusiva presenza di Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa nel versante a mare della duna, mentre l’altro tende a prevalere su quello continentale. La transizione verso i territori costieri a macrobioclima temperato è segnata nel Tirreno settentrionale, dall’associazione Spartio juncei-Juniperetum macrocarpae Vagge & Biondi 1999, mentre nell’area nord-adriatica si rinviene l’associazione Junipero-Hippophaetum fluviatilis Géhu & Scoppola in Géhu et al. 1984 che si installa sul versante continentale dei cordoni dunali o nelle depressioni interdunali più distanti dal mare. Sempre nell’area nord-adriatica va segnalata la presenza dell’associazione endemica Viburno lantanaePhillyreetum angustifoliae Gamper, Filesi, Buffa & Sburlino 2008, alla cui fisionomia Juniperus communis spesso contribuisce in maniera significativa. Le formazioni a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa e Juniperus phoenicea ssp. turbinata vengono riferite all’alleanza Juniperion turbinatae Rivas-Martinez (1975) 1987 (ordine Pistacio-Rhamnetalia alaterni RivasMartinez 1975, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. (1936) 1947), mentre l’associazione Junipero-Hippophaetum fluviatilis, è inclusa nell’alleanza Pruno-Rubion ulmifolii O. Bolos 1954 (ordine Prunetalia spinosae R. Tx. 1952, classe Rhamno-Prunetea Riv.-God. & Borja Carbonell 1961). Formazioni con Juniperus communis e Hippophae rhamnoides ssp. fluviatilis si possono rinvenire anche lungo i corsi dei fiumi dell’Italia settentrionale (Biondi et al., 1997) dove partecipano però alla costituzione di associazioni diverse inquadrabili nell’habitat 3240 “Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos”. In Friuli Venezia Giulia (Poldini et al., 2006) gli arbusti che colonizzano le sabbie dissalate, consolidate e con sostanza organica delle dune fossili (“dune brune") ormai indipendenti dall’azione marina appartengono al Berberidion Br.-Bl. 1950. Sono formazioni discontinue dominate da diversi arbusti sia di conifere (Juniperus communis ssp communis) sia di sclerofille (Phillyrea angustifolia) sia di latifoglie (Crataegus monogyna, Berberis vulgaris ssp. vulgaris, Viburnum lantana). Dinamiche e contatti 87 La macchia a ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa) nella porzione più avanzata della duna stabile è in contatto catenale con la vegetazione psammofila perenne della classe Ammophiletea ed in particolare con la vegetazione ad Ammophila arenaria dell’habitat 2120 “Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria ("dune bianche") e con il crucianelleto (habitat 2210 “Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae). Nelle radure della vegetazione psammofila è possibile rinvenire le comunità terofitiche riferibili all’ordine Malcolmietalia (Habitat 2230 “Dune con prati dei Malcolmietalia”). Nell’interduna i contatti catenali possono interessare anche la vegetazione effimera della classe Isöeto-nanojuncetea (3170* “Stagni temporanei mediterranei”), macchie e boschi della classe Quercetea ilicis (9340 “Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia”). L'habitat può avere contatti catenali anche con le pinete costiere su sabbia (Habitat 2270* “Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster”). Contatti seriali si stabiliscono, in seguito ad incendio o altre forme di degradazione della macchia a ginepro coccolone o turbinato, con garighe a Cistus sp.pl. ed Helichrysum sp. pl., Helianthemum sp. pl. o talora ad Halimium halimifolium, riferibili all’habitat 2260 “Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavenduletalia”. Specie alloctone Austrocylindropuntia subulata, Carpobrotus acinaciformis, C. edulis, Opuntia ficus-indica, Agave sp. pl., Acacia saligna, A. horrida, Eucaliptus sp. pl. Distribuzione dell’habitat in Italia SR, PG, BS, TS, SC, VN, LZ, CM, CL, EM, FR, ML. Note Vengono considerate le comunità strettamente legate alle dune sabbiose, le altre rientrano nell’habitat 5330 (Arbusteti termo-mediterranei e pre-steppici). Riferimenti Bibliografici AA. VV., 1995. Habitat 2250 – Dune Juniper thickets (Juniperus spp.). Società Botanica Italiana. Ministero dell’Ambiente- Servizio Conservazione della Natura. AA.VV., 2004 – Cahiers d’habitats Natura 2000. Habitats côtiers - Tome 2. La documentation Française, Paris. Acosta A., Blasi C., Esposito S., Stanisci A., 2000 - Analisi della vegetazione delle dune costiere del Lazio centro-meridionale. Inf. Bot. Ital. 32 (1): 5-10. Acosta A.T., Carranza M.L, Izzi C.F, 2008 - Are there habitats that contribute best to plant species diversity in coastal dunes? Biodiversity and Conservation, ISSN: 0960-3115 Alessandrini A., Tosetti T., 2001 - Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo "CORINE biotopes". Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, Bologna. Alessandrini A., Tosetti T., 2001 - Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo "CORINE biotopes". Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, Bologna. ARRIGONI P.V., 1990 - Flora e vegetazione della Macchia lucchese di Viareggio (Toscana). Webbia, 44(1): 162. ARRIGONI P.V., 1996 - La vegetazione del complesso dunale di Capo Comino (Sardegna nord-orientale). Parlatorea 1: 35-45. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1985 - La vegetazione del Parco Naturale della Maremma (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. Bartolo G., Brullo S., Marcenò C., 1982 – La vegetazione costiera della Sicilia sud-orientale. Contributo alla interpretazione delle fasce di vegetazione delle coste mediterranee. – C.N.R., P.F. Promozione Qualità dell'Ambiente. Serie AQ/1/226, 49 pp. Roma. 88 Bassi S. (ed.), 2007 - Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. Biondi E., Bagella S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia 42(2). Suppl. 1. Biondi E., Baldoni, M., 1996. Natura e Ambiente nella Provincia di Ancona. Provincia di Ancona Assessorato alla tutela dell’ambiente. Biondi E., Filigheddu R., Farris E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia 38(2)-Suppl. 2, pp. 105. BIONDI E., VAGGE I., MOSSA L., 2000 - On the phytosociological importance of Anthyllis barba-jovis L. Coll. Phytosoc., 27 (1997): 95-104 Biondi E., Vagge M., Baldoni M., Taffetani F., 1997. La vegetazione del Parco fluviale regionale del Taro (Emilia Romagna). Fitosociologia 34: 69-110. Brullo S. & Marcenò C., 1985 - Contributo alla conoscenza della classe Quercetea ilicis in Sicilia. Not.Fitosoc. 19(1): 183-229. Brullo S., Del Galdo G.P.G., Siracusa G., Spampinato G., 2001. Considerazioni fitogeografiche sulla vegetazione psammofila dei litorali italiani. Biogeographia vol. XXII: 93-136. Brullo S., Di Martino A., Marcenò C., 1977. La vegetazione di Pantelleria (Studio fitosociologico). Pubblicazioni Istituto di Botanica dell’Università di Catania, Catania. Brullo S., Fagotto F. & Marcenò C., 1980 - Esempi di cartografia della vegetazione di alcune aree della Sicilia. Carta della vegetazione di Vendicari. Quaderni C.N.R. ser. AQ/1/38: 23-41. Brullo S., Minissale P., Siracura G., 1996. Quadro sintassonomico della vegetazione iblea. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. 29(352): 113-150. Buffa G., Filesi L., Gamper U., Sburlino G., 2007. Qualità e grado di conservazione del paesaggio vegetale del litorale sabbioso del Veneto (Italia settentrionali). Fitosociologia 44(1): 49-58. Carranza M.L, Acosta A.T., Stanisci A. Pirone G.F., Ciaschetti G.P, 2008 - Ecosystem classification and EU habitat distribution assessment in sandy coastal environments. The central Italy case. Environmental Monitoring and Assessment, vol. 140: 99-107. Corbetta F., Gratani L., Moriconi M., Pirone G., 1989. Lineamenti vegetazionali e caratterizzazione ecologica delle spiagge dell’Arco Ionico da Taranto a alla foce del Sinni. Coll. Phytosoc. XIX: 461-521. Corticelli S., Piccoli F., Dell'Aquila L., Pellizzari M., 1999 - Carta della vegetazione 1:35000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazione Volano, Mesola, Goro. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. Corticelli S., Piccoli F., Merloni N., 1999 - Carta della vegetazione 1:25000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazione Pineta di San Vitale e Piallasse di Ravenna. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. Corticelli S., Piccoli F., Merloni N., 1999 - Carta della vegetazione 1:25000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazione Pineta di Classe e Saline di Cervia. Regione Emillia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. Corticelli S., Piccoli F., Pellizzari M., Dell'Aquila L., 1999 - Carta della vegetazione 1:35000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazioni Centro Storico e Valli di Comacchio. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. DE DOMINICIS V., CASINI S., MARIOTTI M., BOSCAGLI A., 1988 - La vegetazione di Punta Ala (Prov. di Grosseto). Webbia, 42(1): 101-143. FARRIS E., PISANU S., SECCHI Z., BAGELLA S., URBANI M., & FILIGHEDDU R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “habitat”. fitosociologia vol. 44 (1): 165-180. 89 Fascetti S., 2008. “Valutazione dello stato di rischio e degrado degli habitat di interesse comunitario (Dir. “Habitat”92/43 CEE) della costa jonica della Basilicata”. Atti Conv.”Cost, prevenire, programmare, pianificare”, Autorità di Bacino Basilicata, Maratea 15-17 maggio 2008: 684-689. Fascetti S., Lapenna M.R., Navazio G., Potenza G., 2008. Flora, vegetazione e habitat (Dir.92/43 Cee) del Metapontino (Italia meridionale). 103° Congr. SBI, Libro degli Abstract: 179. Fascetti S., Navazio G., Pompili M., Trivisani V.A., 2006. Il paesaggio vegetale della costa jonica della Basilicata: emergenze ambientali e problematiche gestionali. Quaderni del Parco, 12, Parco della Murgia Materana: 34-50. Fascetti S., Navazio G., Silletti G., 2004. “ Aggiornamento delle conoscenze floristiche della Basilicata: conferma di antiche segnalazioni e nuovi dati distributivi di specie rare” Inf. Bot. Ital. 36 (2): 425-428. Fascetti S., Navazio G., 2007. Specie protette, vulnerabili e rare della Flora Lucana. Vol. monografico a cura della Regione Basilicata, Ass Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità. 193 pp. Fascetti S., Saracino A., 1996. Evoluzione della copertura vegetale ed interventi antropici nel settore costiero occidentale del Tarantino: studi del comprensorio “Foce del Bradano, Lago Salinella, Foce del T. Galaso”. Atti del Convegno “Territorio e società nelle aree meridionali. Bari, 24-27 ottobre 1996. FOGGI B., CARTEI L., PIGNOTTI L., SIGNORINI M.A., VICIANI D., DELL'OLMO L., MENICAGLI E., 2006 - Il paesaggio vegetale dell'Isola d'Elba (Arcipelago Toscano). Studio di fitosociologia e cartografico. Fitosociologia, 43(1), Suppl.1: 3-95. FORTE L., 2001. Carta della vegetazione reale del “Bosco Isola” di Lesina. Foglio 1 e Foglio 2. Progetto di Ricerca sulla Biologia ed Ecologia di Cistus clusii Dunal. Unione Europea, Regione Puglia - Assessorato all’Ambiente - Ufficio Parchi e Riserve, Comune di Lesina. Museo Orto Botanico – Università degli Studi di Bari. GAMPER U., FILESI L., BUFFA G., SBURLINO G., 2008 - Diversità fitocenotica delle dune nord-adriatiche 1 Le comunità fanerofitiche. Fitosociologia 45(1): 3-21. Géhu J. M., Costa M., Scoppola A., Biondi E., Marchiori S., Peris J. B., Frank J., Caniglia G., Veri L., 1984 Essai synsystématique et synchorologique sur les végétations littorales italiennes dans un but conservatoire. I. Dunes et vases salees. Doc. Phytosoc., n.s., 8: 394-474. GÉHU J.M., BIONDI E., 1996 - Synoptique des associations végétales du littoral adriatique italien. Giorn. Bot. Ital. 130 (1): 257-270. PEDROTTI F., ORSOMANDO E., CORTINI PEDROTTI C., 1982 - La duna di Capalbio (Burano). GuideItinéraire. Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie centrale (2-11 juillet 1982). Univ. Camerino. PERRINO E.V., 2005/2006. Vegetazione del Gargano (fasce costiera e collinare). Tesi di Dottorato. Dipartimento di Botanica. Università degli Studi di Catania. PERRINO E.V., TOMASELLI V., PAVONE P. & BRULLO S., 2006a. Inquadramento fitosociologico della vegetazione costiera del Gargano. Inf. Bot. Ital. 38 (1): 189-190, 2006. Picchi S. 2008. Management of Natura 2000 habitats. 2250 *Coastal dunes with Juniperus spp. European Commission Picchi S. 2008. Management of Natura 2000 habitats. 2250 *Coastal dunes with Juniperus spp. European Commission Raimondo F.M., Gianguzzi L., Venturella G., Lo Valvo M., 1990. Indagine preliminare sul patrimonio biologicoambientale delle coste siciliane. Quad. Bot. Ambientale Appl. 1: 131-182. SELVI F., STEFANINI P., 2006 - Biotopi naturali e aree protette nella provincia di Grosseto. Quaderni delle aree protette, Provincia di Grosseto STANISCI A., ACOSTA A, M.L. CARRANZA, S. FEOLA M. GIULIANO. (2007). Gli habitat di interesse comunitario sul litorale molisano e il loro valore naturalistico su base floristica. Fitosociologia. vol. 44 (2), pp. 171-175 ISSN: 1125-9078 Stanisci A., Acosta A.T., Ercole S., Blasi C., 2004 - Plant communities on coastal dunes in Lazio (Italy). Annali di Botanica n.s., vol. IV: 115-128. 90 Stanisci A., Carranza M.L., Feola S. & Giuliano M., 2008. Gli habitat di interesse comunitario e la flora di interesse conservazionistico sul litorale molisano. In: Mastantuono A. (ed.), Lontano dal paradiso: le dune del Molise. Collana “I quaderni del Melograno”. Termoli. VAGGE I., BIONDI E., 1999 - La vegetazione delle coste sabbiose del Tirreno settentrionale italiano. Fitosociologia, 36(2): 61-95 Riferimenti Bibliografici online Acosta A.T., Carranza M.L, Izzi C.F, 2008 - Are there habitats that contribute best to plant species diversity in coastal dunes? Biodiversity and Conservation, ISSN: 0960-3115 (DOI 10.1007/s10531-008-9454-9) Carranza M.L, Acosta A.T., Stanisci A., Pirone G.F., Ciaschetti G.P, 2008 - Ecosystem classification and EU habitat distribution assessment in sandy coastal environments. The central Italy case. Environmental Monitoring and Assessment, vol. 140: 99-107 (DOI 10.1007/s10661-007-9851-7) http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/management/habitats/pdf/2250_Coastal_dunes_Juniperus .pdf Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected]) 91 22: Dune marittime delle coste mediterranee 2270*: Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster Wooded dunes with Pinus pinea and/or Pinus pinaster Un aspetto della duna di Feniglia rimboschita con pino domestico in cui si evidenziano le specie della macchia mediterranea che colonizzano il rimboschimento (Toscana), E. Biondi Codice CORINE Biotopes 16.29 x 42.8 16.29 - Wooded dunes 42.8 - Mediterranean pine woods Codice EUNIS B1.7 - Boschi delle dune costiere Regione biogeografica di appartenenza Continentale e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Coastal dunes colonised by Mediterranean and Atlantic thermophilous pines, corresponding to the substitution facies or in some stations climax formations of evergreen oak of artificial origin (Quercetalia ilicis or CeratonioRhamnetalia). Frase diagnostica dell’habitat in Italia Dune costiere colonizzate da specie di pino termofile mediterranee (Pinus halepensis, P. pinea, P. pinaster). Si tratta di formazioni raramente naturali, più spesso favorite dall’uomo o rimboschimenti. Occupano il settore dunale più interno e stabile del sistema dunale. L’habitat è distribuito sulle coste sabbiose del Mediterraneo in condizioni macrobioclimatiche principalmente termo e meso-mediterranee ed in misura minore, temperate nella variante sub-mediterranea. Le poche pinete ritenute naturali si rinvengono in Sardegna dove le formazioni a Pinus halepensis sono presenti nel Golfo di Porto Pino, a Porto Pineddu, nella parte sudoccidentale dell’isola, mentre quelle a P. pinea si rinvengono nella località di Portixeddu-Buggerru. La maggior parte delle pinete, anche quelle di interesse storico, sono state quindi costruite dall’uomo in epoche diverse e talora hanno assunto un notevole valore ecosistemico. Si deve per contro rilevare che a volte alcune pinete di rimboschimento hanno invece provocato l’alterazione della duna, soprattutto quando 92 sono state impiantate molto avanti nel sistema dunale occupando la posizione del Crucianellion (habitat 2210 “Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae”) o quella delle formazioni a Juniperus dell’habitat 2250* “Dune costiere con Juniperus spp.”. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Pinus pinea, P. pinaster, P. halepensis, Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa, J. phoenicea ssp. turbinata, Asparagus acutifolius, Pistacia lentiscus, Phillyrea angustifolia, Arbutus unedo, Rhamnus alaternus, Daphne gnidium, Osyris alba, Rubia peregrina, Smilax aspera, Clematis flammula, C. cirrhosa, Gennaria diphylla, Dianthus morisianus, Quercus calliprinos, Calicotome villosa. Riferimento sintassonomico L’habitat prioritario delle pinete su dune viene riferito principalmente all’ordine Pistacio-Rhamnetalia alterni Riv.-Mart. 1975 (classe Quercetea ilicis Br.-Bl. (1936) 1974) ed in dettaglio alle due alleanze Oleo-Ceratonion siliquae Br.-Bl. 1936 em. Rivas-martinez 1975 e Juniperion turbinatae Rivas-Martinez (1975) 1987. Dinamiche e contatti La presenza di pinete naturali lungo le coste italiane risulta estremamente rara e sembrano attualmente rinvenirsi solo nel settore sud-occidentale della Sardegna. La collocazione sindinamica di queste reliquie vegetazionali riveste quindi un particolare interesse. A parte pochissime eccezioni dunque, le pinete costiere dunali sono il prodotto dell’attività di rimboschimento eseguita in varie epoche. La posizione nella quale tale attività si è espletata è principalmente quella dell’interduna, a livello del Crucianellion o dello sviluppo della vegetazione forestale data nel Mediterraneo da formazioni diverse a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa e talvolta anche a Juniperus turbinata. Il collegamento sindinamico tra queste formazioni artificiali e la vegetazione naturale avviene quindi con la serie delle successioni psammofile verso il mare e con quelle forestali verso l’entroterra. In Sardegna i contatti catenali dell'habitat si hanno con i boschi del Rusco aculeati-Quercetum calliprini e con le formazioni del Pistacio-Juniperetum macrocarpae (habitat 2250* “Dune costiere con Juniperus spp.”). Secondariamente possono aversi contatti con l' Oleo-Juniperetum turbinatae (habitat 5210 “Matorral arborescenti di Juniperus spp.”) o con il Galio scabri-Quercetum suberis (habitat 9330 “Foreste di Quercus suber”). In macrobioclima temperato, nell’arco Nord-Adriatico, i rimboschimenti sono stati eseguiti nella fascia con potenzialità extrazonali per il Quercion ilicis, il collegamento verso l’entroterra avviene con boschi di caducifoglie dell’ordine Quercetalia pubescenti-petraeae e verso il mare con le successioni psammofile di quest’area biogeografica. Tali successioni risultano però gravemente variate e ridotte dall’azione antropica oltre che da fattori di origine naturale come ad esempio l’erosione marina che in alcuni casi ha determinato l’asportazione totale del tratto di litorale sabbioso antistante la collocazione della pineta. La cessazione del taglio degli arbusti all’interno della pineta e delle attività pastorali, in molte zone porta ad uno sviluppo notevole delle specie autoctone che impediscono la riproduzione dei pini e quindi l’avvio di un processo di sostituzione. Di queste condizioni di dinamismo e di potenzialità si dovrà ovviamente tener conto nella gestione delle pinete litoranee non autoctone. Specie alloctone Acacia cyanophylla, A. horrida, Eucalyptus camaldulensis, E. globulus, spesso impiantate nelle pinete di rimboschimento. Distribuzione dell’habitat in Italia SR, PG, TS, VN, EM, LZ, CM, FR, LG, AB, BS, ML, MR. 93 Note Probabile confusione con: 9540 "Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici". La distinzione avviene sulla base del substrato che, in questo habitat prioritario, è caratterizzato da suolo sabbioso paleodunale con elementi arbustivi ed erbacei delle dune interne consolidate. L’habitat “Dune con foreste di Pinus pinea e/o P. pinaster” è sicuramente uno dei pù problematici per gli aspetti di tutela. Rimboschimenti con prevalenza di pino d’Aleppo e di pino domestico, si rinvengono praticamente lungo tutte le coste basse sabbiose della penisola italiana e su gran parte di quelle sarde. Si deve necessariamente riconoscere che in termini ecologici e di protezione degli habitat costieri questi tipi di vegetazione determinati dall’azione umana, non hanno sempre avuto un effetto positivo. Infatti spesso la realizzazione di questi ha accelerato i processi erosivi piuttosto che rallentarli. Pertanto si ritiene che la conservazione vada rivolta alle situazioni che si possono considerare autoctone e a quelle artificiali il cui impianto è stato effettuato prevalentemente nell’area di potenzialità per le formazioni forestali della classe Quercetalia ilicis. Vanno escluse invece le azioni di tutela per tutti quegli impianti che sono stati realizzati inopportunamente in posizione più avanzata a livello dei segmenti dunali con potenzialità per formazioni tipicamente psammofile. Riferimenti Bibliografici AA. VV., 1995. Habitat 2270 - Woode dunes with Pinus pinea and/or Pinus pinaster. Società Botanica Italiana. Ministero dell’Ambiente- Servizio Conservazione della Natura. Alessandrini A., Tosetti T., 2001 - Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo "CORINE biotopes". Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, Bologna. ARRIGONI P.V., 1990 - Flora e vegetazione della Macchia lucchese di Viareggio (Toscana). Webbia, 44(1): 162. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1985 - La vegetazione del Parco Naturale della Maremma (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. Bassi S. (ed.), 2007 - Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. Corbetta F., Pirone G., Frattaroli A. R., Ciaschetti P. G., 2004. Lineamenti vegetazionali del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Braun-Blanquetia 36. Corticelli S., Piccoli F., Dell'Aquila L., Pellizzari M., 1999 - Carta della vegetazione 1:35000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazione Volano, Mesola, Goro. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. Corticelli S., Piccoli F., Merloni N., 1999 - Carta della vegetazione 1:25000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazione Pineta di San Vitale e Piallasse di Ravenna. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. Corticelli S., Piccoli F., Merloni N., 1999 - Carta della vegetazione 1:25000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazione Pineta di Classe e Saline di Cervia. Regione Emillia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. Corticelli S., Piccoli F., Pellizzari M., Dell'Aquila L., 1999 - Carta della vegetazione 1:35000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazioni Centro Storico e Valli di Comacchio. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. Fascetti S., 2008. “Valutazione dello stato di rischio e degrado degli habitat di interesse comunitario (Dir. “Habitat”92/43 CEE) della costa jonica della Basilicata”. Atti Conv.”Cost, prevenire, programmare, pianificare”, Autorità di Bacino Basilicata, Maratea 15-17 maggio 2008: 684-689. Fascetti S., Lapenna M.R., Navazio G., Potenza G., 2008. Flora, vegetazione e habitat (Dir.92/43 Cee) del Metapontino (Italia meridionale). 103° Congr. SBI, Libro degli Abstract: 179. 94 Fascetti S., Navazio G., 2006. Analisi diacronica delle formazioni forestali della costa jonica della Basiliata. 42esimo Congresso della Società Italiana di Fitosociologica “Le Foreste d’Italia dalla conoscenza alla gestione. Libro degli Abstract: 49-50. GAMPER U., FILESI L., BUFFA G., SBURLINO G., 2008 - Diversità fitocenotica delle dune nord-adriatiche 1 Le comunità fanerofitiche. Fitosociologia 45(1): 3-21. Gatteschi P., Milanese B., 1988 - Ricognizione sullo stato delle pinete del litorale toscano. Reg. Toscana, Dip. Agric. e Foreste, Corpo For. Stato. Ediz. Giunta Reg. Toscana, Firenze. MARIOTTI M.G., s.d (2008) - Natura 2000 in Liguria. Atlante degli habitat - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. Mossa L., 1985. Su alcuni aspetti della classe Quercetea ilicis della Sardegna meridionale. Not. Fitosoc. 22: 125-142. MOSSA L., 1990 - La vegetazione forestale del campo dunale di Buggerru-Portixeddu (Sardegna occidentale). Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 48(7): 291-306. Selvi F., Stefanini P., 2005. Biotopi naturali e aree protette nella Provincia di Grosseto. Componenti floristiche e ambienti vegetazionali. Quaderni delle Aree Protette. Provincia di Grosseto, U.O.C. Aree Protette e Biodiversità. STANISCI A., ACOSTA A, M.L. CARRANZA, S. FEOLA M. GIULIANO. (2007). Gli habitat di interesse comunitario sul litorale molisano e il loro valore naturalistico su base floristica. Fitosociologia. vol. 44 (2), pp. 171-175 ISSN: 1125-9078 Stanisci A., Carranza M.L., Feola S. & Giuliano M., 2008. Gli habitat di interesse comunitario e la flora di interesse conservazionistico sul litorale molisano. In: Mastantuono A. (ed.), Lontano dal paradiso: le dune del Molise. Collana “I quaderni del Melograno”. Termoli. Tammaro F., Pirone G., 1981. La vegetazione della Pineta dannunziana (Pescara). Giorn. Bot. Ital. 6: 299309. Riferimenti Bibliografici online Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected]) 95 31: Acque Stagnanti 96 31: Acque stagnanti 3140: Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp. Hard oligo-mesotrophic waters with benthic vegetation of Chara spp. Codice CORINE Biotopes (22.12 or 22.15) x 22.44 Codice EUNIS C1.14, C1.25 Regione biogeografica di appartenenza ALP, CONT, MED Descrizione generale dell’habitat Lakes and pools with waters fairly rich in dissolved bases (pH often 6-7) (21.12) or with mostly blue to greenish, very clear, waters poor (to moderate) in nutrients, base-rich (pH often >7.5) (21.15). The bottom of these unpolluted water bodies are covered with charophyte, Chara and Nitella, algal carpets. In the Boreal region this habitat type includes small calcareous-rich oligo-mesotrophic gyttja pools with dense Chara (dominating species is C. strigosa) carpets, often surrounded by various eutrophic fens and pine bogs. Frase diagnostica dell’habitat in Italia L’habitat include distese d’acqua dolce di varie dimensioni e profondità, grandi laghi come piccole raccolte d'acqua a carattere permanente o temporaneo, site in pianura come in montagna, nelle quali le Caroficee costituiscono popolazioni esclusive, più raramente mescolate con fanerogame. Le acque sono generalmente oligomesotrofiche, calcaree, povere di fosfati (ai quali le Caroficee sono in genere molto sensibili). Le Caroficee tendono a formare praterie dense sulle rive come in profondità, le specie di maggiori dimensioni occupando le parti più profonde e quelle più piccole le fasce presso le rive. Sottotipi e varianti In Italia, l'habitat si ritiene molto diffuso anche se al momento poco segnalato. Si riportano di seguito le condizioni diverse nelle quali si può rinvenire. 1. Nei laghi, le specie costituenti queste praterie appartengono prevalentemente al genere Chara. Il genere Nitella è presente con poche specie (N. hyalina, N. tenuissima) in quanto le altre specie del genere richiedono acque più acide. Nell’habitat è spesso presente anche Nitellopsis obtusa. Nelle acque più profonde [fino a 1012 m (-20 m)] possono osservarsi vegetazioni costituite da Chara tomentosa, Ch. globularis, Ch. intermedia, Ch. hispida e Nitellopsis obtusa. A minore profondità si aggiunge Ch. aspera, (che può formare densi tappeti monospecifici tra 1 e pochi metri di profondità) e Nitella hyalina. 2. Vegetazioni a Caracee possono riscontrarsi, oltre che nei laghi, anche in biotopi poco profondi (stagni, pozze, canali, fontanili, prati paludosi, ecc.) con acque basiche o neutre, poco o non inquinate da fosfati. In questi biotopi, la vegetazione a Caroficee scompare generalmente con lo sviluppo estivo della vegetazione fanerogamica oppure va ad occupare lo strato inferiore libero, essendo le Caroficee poco competitive. 3. Negli stagni con acque alcaline meso-eutrofe o eutrofe che si prosciugano precocemente (aprile-maggio), possono comparire, accanto a specie del genere Chara, anche specie del genere invernale/primaverile Tolypella che costituiscono, nel loro insieme, l’associazione Chareto-Tolypelletum glomeratae, presente anche in acque salmastre poco profonde del litorale. 4. Particolare interesse presentano i biotopi poco profondi (0,2 m-1,5 m) con acque limpide, lievemente acide fino a debolmente alcaline (pH 6-7,5), che accolgono vegetazioni di Caroficee appartenenti al genere Nitella 97 (Nitelletalia flexilis). Tra queste ricordiamo la vegetazione a N. capillaris che si installa in acque oligotrofiche acide o neutre, su fondo argilloso-melmoso. N. capillaris è specie che fruttifica precocemente in pianura (marzo-aprile). 5. Meritano trattazione distinta i biotopi alcalino-salmastri del litorale (lagune e stagni costieri) che ospitano, ancora oggi, perlomeno nell’Italia meridionale, una flora a Caroficee originale e ricca di specie rare o esclusive di acque salmastre (Chara canescens, Ch. galioides, Tolypella hispanica, T. nidifica, Lamprothamnium papulosum). Questi ambienti sono quelli che hanno subìto, nel Novecento, le modificazioni più profonde ai fini della valorizzazione agricola e turistica del territorio. Si tratta di corpi d’acqua temporanei di debole profondità (10-30 cm) (piccole lagune e stagni più o meno isolati dal mare, pozzanghere, fossati e canali inondati temporaneamente, rive di stagni permanenti) che spesso si prosciugano precocemente (aprile). Il pH varia da 7 a 8 e la salinità è bassa (2-10g/l). Le Caroficee formano in questi ambienti vegetazioni miste di Chara e Tolypella (Chareto-Tolypelletum hispanicae) composte da Tolypella hispanica, T. glomerata, T. nidifica, Chara aspera, Ch. galioides e Ch. vulgaris oppure vegetazioni esclusive di T. hispanica (Tolypelletum hispanicae). Combinazione fisionomica di riferimento 1. Chara tomentosa, Ch. globularis, Ch. intermedia, Ch. hispida, Ch. aspera, Nitella hyalina, N. tenuissima, Nitellopsis obtusa 2. Chara sp.pl., Nitella sp.pl. 3. Chara sp.pl., Tolypella sp.pl. 4. Nitella sp. pl. 5. Chara canescens, Ch. galioides, Ch. aspera, Ch. vulgaris, Tolypella hispanica, T. glomerata, T. nidifica, Lamprothamnium papulosum Specie di interesse conservazionistico: Lychnothamnus barbatus, Chara pelosiana, Chara canescens, Nitella capillaris, Tolypella nidifica, Lamprothamnium papulosum. Riferimento sintassonomico 1, 3. Charetalia hispidae Sauer ex Krausch 1964, Charion fragilis Krausch 1964 em. Doll 1989 2. Charetalia hispidae Sauer ex Krausch 1964, Charion vulgaris (Krause et Lang 1977) Krause 1981 4. Nitelletalia flexilis Krause 1969 5. Charetalia hispidae Sauer ex Krausch 1964, Charion canescentis Krausch 1964 Dinamiche e contatti Sono comunità dotate di una notevole stabilità per periodi medio-lunghi. La dinamica è spesso condizionata dalla variazione del tenore di nutrienti delle acque (innesco di fenomeni di eutrofia, intorbidamento ed affermazione di comunità di macrofite acquatiche e palustri e/o microalghe più tolleranti) o dall’invasione della vegetazione idrofitica/elofitica circostante. La dinamica non sembra invece condizionata dall’esistenza di periodi limitati di prosciugamento stagionale dei corpi idrici interessati. In contatto con canneti di Phragmites australis, cenosi a Cladium mariscus (7210 "Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae"), paludi alcaline a Schoenus ferrugineus (7230 "Paludi alcaline"), cenosi a carici, giunchi ed eriofori, arbusteti a Salix cinerea, comunità dei Potametea (3150 "Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion e dell'Hydrocharition") in acque più profonde, dei Phragmitetea in prossimità delle sponde e dell'habitat 3130 "Acque stagnanti da oligotrofe a mesotrofe con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea" delle depressioni umide. Le specie e associazioni di acque salmastre sono in contatto con l’habitat 1150 (Lagune costiere). Distribuzione dell’habitat in Italia PM, LM, TR, FR, LG, EM, TS, UM, LZ, AB, PG, BS, CL, SC, VN, MR. In Italia, l'habitat merita di essere censito in maniera più approfondita nei diversi ambienti in cui è potenzialmente rinvenibile o è stato rinvenuto in passato. 98 1. I laghi italiani nei quali sono state finora segnalate praterie a Caroficee sono una trentina, un numero probabilmente molto inferiore a quello dei laghi che ospitano queste formazioni anche se si tiene conto della regressione che esse hanno subito ovunque, negli ultimi decenni, a causa dell’eutrofizzazione, delle modificazioni del pH, dell’intorbidamento e delle variazioni del livello delle acque. Dati recenti sullo stato di salute di queste praterie si hanno solo per pochi laghi del Lazio (Bolsena, Vico, Bracciano) e della Lombardia, la cui vegetazione sommersa è attualmente in corso d’indagine. Cartografie di praterie a Caroficee rinvenute in tre piccoli laghi alpini del Veneto sono state recentemente realizzate (Lasen & Scariot, 2007). 2. Diverse le segnalazioni di tali stazioni in Italia ma quasi tutte anteriori al 1965. 4. Nitella capillaris, un tempo ampiamente diffusa nell’emisfero settentrionale, è considerata oggi estinta in Gran Bretagna (Bryant & Stewart 2003) e rara in Europa centrale (Krause, 1997). In Italia, le ultime segnalazioni di N. capillaris risalgono agli anni 1960. Sono relative a piccole formazioni pure (M. Sibillini, 1300 m) (Pedrotti 1969) o miste a Cloroficee filamentose (Agro Pontino, Lazio) e a Chara globularis e fanerogame aquatiche (Nuphar luteum, Hottonia palustris, Alisma plantago, Callitriche spp.), lungo le sponde del F. Tagliamento (Corillion & Guerlesquin, 1963). 5. Ambedue i tipi di vegetazioni a Tolypella furono riscontrati, negli anni ’60, in Puglia, in paludi litorali in corso di prosciugamento dei Golfi di Taranto (Salina Grande) e di Manfredonia (Torre di Rivola) e del Promontorio del Gargano (Laguna di Varano). Queste vegetazioni furono ritenute tra le più ricche osservate negli ambienti alcalino-salmastri d’Europa (Corillion & Guerlesquin, 1963). Non si hanno notizie sulla sopravivenza o meno di queste vegetazioni nei siti di segnalazione. Un’altra menzione va fatta per Tolypella nidifica, specie drasticamente ridotta nel Mar Baltico (Krause, 1997), per la quale furono descritte, nella primavera del 1963, una vegetazione di strato inferiore nei Fragmiteti e Cariceti inondati del Lago di Burano (Toscana) e delle Valli di Comacchio (Emilia Romagna) e una popolazione associata a Salicornia sp. in canali salmastri in corso di prosciugamento tra Savio e Ravenna (Romagna) (Corillion & Guerlesquin, 1963). Anche in questo caso, non si hanno notizie sulla persistenza o meno di queste popolazioni. Una nuova stazione a Tolypella hispanica è stata recentemente rinvenuta in Sicilia (Damino, 2004) e nuove stazioni a Lamprothamnium papulosum - specie anche questa esclusivamente salmastra, che forma popolazioni precoci, dense e pure - sono state rinvenute in Sicilia (Damino, 2004) e nel Veneto (Curiel, comunicazione personale). Aggruppamenti a L. papulosum furono segnalati, nel 1970, nel Lago di Varano (Corbetta, 1970). Stazioni a Caroficee sono state recentemente rinvenute in Emilia-Romagna, in diverse aree protette regionali e in quelle del versante romagnolo del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna (Speranza & Sirotti, inedito) e sono state cartografate. I dati cartografici sono consultabili sul sito http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/indice/gisweb.html Il prosciugamento e l’eutrofizzazione delle acque hanno causato, in tutta Europa, una regressione delle comunità a Caroficee. Molte stazioni del passato, in Italia come altrove in Europa, sono andate perdute. Nuove stazioni sono probabilmente comparse in acque di nuova formazione (acque di riempimento di scavi recenti, stagni artificiali di pesca, prati paludosi di territori sorgentiferi, ecc.), le Caroficee essendo, nell’insieme, organismi capaci di diffondersi e compensare le perdite di precedenti stazioni. In Liguria, le rare stazioni moderne verificate sono di origine artificiale (anche se almeno in un caso si tratta di antichissimi scavi su grandi lastroni di pietra) (Mariotti, 2008) e meritano segnalazione in questo manuale per il ruolo che le acque artificiali svolgono nella conservazione di specie sensibili all'inquinamento dei bacini naurali. Note Le notizie relative alla distribuzione dell’habitat sul territorio sono attualmente molto carenti. Vanno, in particolare, ricercati gli insediamenti attuali delle specie più vulnerabili. Tra queste, ricordiamo Lychnothamnus barbatus (un tempo abbondante nel Lago superiore di Mantova) e Chara pelosiana (= Ch. baueri f. pelosiana), specie critica di particolare interesse rinvenuta in risaie e valli di S. Anna (prov. di Modena). 99 Particolare interesse potrà avere la realizzazione di una cartografia che dia informazioni relative alla presenza di praterie a Caroficee estese nei laghi italiani e alla segnalazione di biotopi di particolare valore per le caratteristiche della vegetazione a Caroficee in essi insediata. Riferimenti Bibliografici Abdelahad N. & G. Bazzichelli. Banca Dati delle alghe d’acqua dolce d’Italia (inedita). Alessandrini A., Tosetti T., 2001 - Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo "CORINE biotopes". Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, Bologna. Bassi S. (ed.), 2007 - Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. Bazzichelli G. & N. Abdelahad. Alghe d’acqua dolce d’Italia. Flora analitica delle Caroficee. Sapienza Università di Roma - Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (di prossima pubblicazione). Bryant J. A. & N. F. Stewart, 2002. Order Charales. In: John D. M., B. A. Whitton & A. J. Brook Eds. The freshwater algal Flora of the British Isles. Cambridge University Press: 593-612. CORBETTA F., 1970. Lineamenti della vegetazione macrofitica dei Laghi di Lesina e Varano. Giorn. Bot. Ital., 104(3): 165-191. Corillion R. & M. Guerlesquin, 1963. Contribution à l'étude des végétations de Charophycées d'Italie péninsulaire (étage méditerranéen). Bull. Soc. Sci. Bretagne, 38: 193-211. Damino R., 2004. Le Charales siciliane. Tesi di dottorato di ricerca in Biologia delle Alghe XVII ciclo. Università degli Studi di Messina. Iberite M. , A. M. Palozzi & Resini A. M., 1995. La vegetazione del Lago di Bolsena (Viterbo, Italia centrale). Fitosociologia, 29: 151-164. Krause W., 1997. Charales (Charophyceae). Süsswasserflora von Mitteleuropa. Bd 18, 202 pp. LASEN C., SCARIOT A., 2007. Le macrofite. In: AA.VV. (a cura di ARPAV, Belluno), 2007. Studio della qualità delle acque dei piccoli laghi alpini. Interrreg IIIA Italia-Austria. Ed. ARPAV. Pag. 155-186. MARIOTTI M.G., s.d (2008) - Natura 2000 in Liguria. Atlante degli habitat - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. Pedrotti F., 1969. Contributo alla conoscenza delle Caracee dell’Italia Centrale. Riv. Idrobiol., vol. VIII, fasc. 3: 83-87. Riferimenti Bibliografici online http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/indice/gisweb.html Nomi dei compilatori con e.mail Nadia Abdelahad ([email protected]) 31: Acque stagnanti 3150: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition Natural euthrophic lakes with Magnopotamion or Hydrocharition-type vegetation 100 Nuphar lutea al Lago di Piediluco (TR), R. Venanzoni Codice CORINE Biotopes 22.13 x 22.13 22.41 Free-floating 22.421 Large (22.41 vegetation pondweed 22.422 Small pondweed 22.431 - Floating broad-leaved carpets - Nymphaeion albae Eutrophic Lemnion bed communities or minoris - 22.421) waters (Hydrocharition) Magnopotamion Parvopotamion Codice EUNIS C1.3 - Permanent eutrophic lakes, ponds and pools Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina (Alp, App), Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Lakes and ponds with mostly dirty grey to blue-green, more or less turbid, waters, particularly rich in dissolved bases (pH usually > 7), with free-floating surface communities of the Hydrocharition or, in deep, open waters, with associations of large pondweeds (Magnopotamion). Frase diagnostica dell’habitat in Italia Habitat lacustri, palustri e di acque stagnanti eutrofiche ricche di basi con vegetazione dulciacquicola idrofitica azonale, sommersa o natante, flottante o radicante, ad ampia distribuzione, riferibile alle classi Lemnetea e Potametea. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Le comunità idrofitiche sono spesso paucispecifiche e vedono la forte dominanza di 1-2 specie, accompagnate da poche sporadiche compagne. Tra le entità indicate nel Manuale EUR/27, possono essere ricordate per l’Italia: Lemna spp., Spirodela spp., Wolffia spp., Hydrocharis morsus-ranae, Utricularia australis, U. vulgaris, Potamogeton lucens, P. praelongus, P. perfoliatus, Azolla spp., Riccia spp., Ricciocarpus spp., #Aldrovanda vesiculosa, Stratiotes aloides (va aggiunto però che quest'ultima specie ha valore diagnostico solo nei casi in cui la sua presenza sia certamente autoctona). A queste possono essere aggiunte Salvinia natans, Potamogeton alpinus, P. berchtoldii, P. coloratus, P. 101 crispus, P. filiformis, P. gramineus, P. natans, P. nodosus, P. pectinatus, P. pusillus, P. trichoides, Persicaria amphibia, Trapa natans, Nymphoides peltata, Nuphar lutea, Nymphaea alba, Ceratophyllum demersum, C. submersum, Myriophyllum spicatum, M. verticillatum, Najas marina, N. minor, Hippuris vulgaris, Hottonia palustris, Vallisneria spiralis, Zannichellia palustris, Z. obtusifolia. Riferimento sintassonomico L’Habitat 3150 viene riferito alle classi Lemnetea Tüxen ex O. Bolòs & Masclans 1955 e Potametea Klika in Klika & Novák 1941. In particolare, si fa riferimento alle alleanze di seguito riportate, per ciascuna delle quali si fornisce anche una breve definizione. Per la classe Potametea Klika in Klika & Novák 1941: Potamion pectinati (Koch 1926) Libbert 1931 che include la vegetazione radicante sommersa generalmente con organi fiorali emergenti (CORINE Biotopes: 22.421, 22.422); Nymphaeion albae Oberdorfer 1957 che include la vegetazione radicante natante (CORINE Biotopes: 22.431); Zannichellion pedicellatae Schaminée, Lanjouw & Schipper 1990 em. Pott 1992 che include la vegetazione radicante completamente sommersa (CORINE Biotopes: 22.422); Ceratophyllion demersi Den Hartog & Segal ex Passarge 1996 che include la vegetazione bentopleustofitica (CORINE Biotopes: 22.414); Utricularion vulgaris Den Hartog & Segal 1964 che include la vegetazione mesopleustofitica di media taglia (CORINE Biotopes: 22.414). Per la classe Lemnetea Tüxen ex O. Bolòs & Masclans 1955: Lemnion trisulcae Den Hartog & Segal ex Tüxen & Schwabe in Tüxen 1974 che include la vegetazione mesopleustofitica di piccola taglia (CORINE Biotopes: 22.411); Lemno minorisHydrocharition morsus-ranae Rivas-Martínez, Fernández-González & Loidi 1999 (= Hydrocharition morsusranae Passarge 1996) che include la vegetazione acropleustofitica di media taglia (CORINE Biotopes: 22.412); Lemnion minoris Tüxen ex O. Bolòs & Masclans 1955 che include la vegetazione acropleustofitica di piccola taglia (CORINE Biotopes: 22.411, 22.415). Le alleanze Ranunculion fluitantis Neuhäusl 1959 e Ranunculion aquatilis Passarge 1964 (= CallitrichoBatrachion Den Hartog & Segal 1964, CORINE Biotopes 22.432) (entrambe della classe Potametea) vanno invece riferite all’Habitat 3260 ‘Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion’. I termini acro-, meso- e bento-pleustofitica si riferiscono alla vegetazione idrofitica flottante che si sviluppa rispettivamente sulla superficie, tra la superficie ed il fondo, o sul fondo dei corpi d’acqua (in quest’ultimo caso con eventuale possibilità di radicare), secondo Rivas-Martínez (2005) e Peinado Lorca et al. (2008). Dinamiche e contatti La vegetazione idrofitica riferibile all’Habitat 3150 si sviluppa in specchi d’acqua di dimensione variabile, talora anche nelle chiarie dei magnocariceti o all’interno delle radure di comunità elofitiche a dominanza di Phragmites australis, Typha spp., Schoenoplectus spp. ecc., con le quali instaura contatti di tipo catenale. Ciascuna di queste comunità rappresenta una permaserie ed in linea di massima non è soggetta a fenomeni dinamico-successionali a meno che non vengano alterate le condizioni ambientali ed il regime idrico. Una forte minaccia di scomparsa per questi sistemi di acqua dolce deriva proprio dai fenomeni di interrimento provocati dall’accumulo di sedimento sui fondali (o dall’alterazione artificiale del regime idrico), che se particolarmente accentuati possono provocare l’irreversibile alterazione dell’habitat e l’insediarsi di altre tipologie vegetazionali. Specie alloctone Elodea canadensis, Lemna minuta, Eichornia crassipes, Lemna aequinoctialis, Myriophyllum aquaticum Distribuzione dell’habitat in Italia AB, BS, CL, CM, EM, FR, LZ, LG, LM, ML, PM, PG, SR, SC, TS, TR, UM, VL, VN; MR Note Non sembrano esserci motivazioni di ordine ecologico o conservazionistico per limitare l’Habitat 3150 alle tipologie vegetazionali inquadrabili nelle alleanze Hydrocharition e Magnopotamion; esso viene pertanto ampliato includendovi per intero le classi Potametea (escl. Ranunculion fluitantis e Ranunculion aquatilis) e 102 Lemnetea, ampliando quindi il riferimento anche alle tipologie CORINE 22.422 (Small pondweed communities - Parvopotamion) e 22.431 (Floating broad-leaved carpets - Nymphaeion albae). È possibile la confusione con l’Habitat 3260: infatti, alcune delle specie qui menzionate (ad es. Myriophyllum spp., Zannichellia palustris, Potamogeton spp.,) sono riportate nel Manuale EUR/27 anche a proposito dell’Habitat 3260 ‘Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e CallitrichoBatrachion’; tuttavia il 3260 si riferisce ad habitat di acque fluenti mentre il 3150 è legato ad acque ferme (anche in corpi idrici di estensione lineare, come canali e fossi inondati, purché con acque stagnanti). Questa importante distinzione ecologica consente un appropriato riferimento all’Habitat più opportuno. L'Habitat non risulta segnalato nelle Marche, regione in cui queste tipologie di vegetazione sono comunque presenti, sebbene talora in modo molto frammentario. Riferimenti Bibliografici ALEFFI M., CORTINI PEDROTTI C., 1996. Variazioni temporali dell'associazione Ricciocarpetum natantis nel Piano di Colfiorito (Marche, Italia centrale). Coll. Phytosoc., XXIV: 601-608. ALESSANDRINI A., TOSETTI T., 2001, Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo "CORINE biotopes". Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, Bologna. ANDREIS C., LAZZARONI L., RODONDI G., ZAVAGNO F., 1993. La vegetazione delle torbiere del Sebino e le direttive del piano di gestione. Coll. Phytosoc., XXI: 511-546. ANGIOLINI C., LANDI M., DE DOMINICIS V., 2003. La vegetazione idrofitica ed elofitica del fiume Merse (Toscana Meridionale). Mus. Reg. Sci. Nat. Torino, 99-112. ANOE' N., CANIGLIA G., 1987. La vegetazione acquatica e palustre di alcune cave di argilla dell'entroterra veneziano. Lav. Soc. Ven. Sc. Nat. Venezia 12: 159-175 ARRIGONI P.V., RICCERI C., 1982. La vegetazione dei laghi di Chiusi e di Montepulciano (Siena). Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 88 (1981): 285-299. AVENA G.C., BLASI C., SCOPPOLA A., 1980. Indagini ecologico-fitogeografiche sulle zone umide interne del Lazio. I: Relazione tra lo stato chimico-fisico delle acque e le comunità macrofitiche della Bonifica pontina. Ann. Bot., Roma, 39 (1): 31-101. AVENA G.C., BLASI C., SCOPPOLA A., 1982. Indagini ecologico- fitogeografiche sulle zone umide interne del Lazio. II - Sintassonomia delle comunità afferenti alla classe Lemnetea minoris presenti nella Bonifica Pontina. Ann. Bot. (Roma), 40: 49-61. BADINO G., CAMOLETTO PASIN R., DAL VESCO G., 1982-1983. Popolamenti fanerogamici del bacino di Candia e assetto idrobiologico del lago. Rev. Valdôtaine Hist. Nat., 36/37: 43-125. BALDONI M., BIONDI E., 1993. La vegetazione del medio e basso corso del fiume Esino (Marche-Italia centrale). Studia Botanica, 11: 209-257. BASSI S. (ed.), 2007. Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. BIONDI E. VAGGE I., BALDONI M., TAFFETANI F., 1997. La vegetazione del Parco fluviale regionale del Taro (Emilia Romagna). Fitosociologia, 34: 69-110. BIONDI E., ALLEGREZZA M., TAFFETANI F., BALLELLI S., ZUCCARELLO V., 2002. Excursion to the National Park of Gran Sasso and Monti della Laga. Fitosociologia, 39 (1) suppl. 3: 43-90. BIONDI E., BAGELLA S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell'arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia, 42 (2), Suppl. 1. BIONDI E., BALDONI M., 1990. Natura e ambiente nella provincia di Ancona. Guida alla conoscenza e alla conservazione del territorio. (Seconda Ed.: 1996) BIONDI E., CALANDRA R., GIGANTE D., PIGNATTELLI S., RAMPICONI E., VENANZONI R., 2002. Il paesaggio vegetale della Provincia di Terni. Provincia di Terni, Università di Perugia. Arti Grafiche Sandro Iezzi. 104 pp. 103 BIONDI E., CASAVECCHIA S., PINZI M., BAGELLA S., CALANDRA R., 2002. Excursion to the Conero regional natural park . Fitosociologia, 39 (1) Suppl. 3: 5-32. BIONDI E., CASAVECCHIA S., RADETIC Z., 2002. La vegetazione dei "guazzi" e il paesaggio vegetale della pianura alluvionale del tratto terminale del Fiume Musone (Italia centrale). Fitosociologia, 39 (1): 45-70. BONOMO R., RAIMONDO F.M., CASTIGLIA G., LENTINI F., 1978. Aspetti di vegetazione palustre, prativa e forestale in località "Salaci" di Cammarata con riferimenti alla florula medicinale. Atti Acc. Sci. Lett. Arti, Palermo, ser. 4, 37: 1-50. BRACCO F., BUFFA G., GHIRELLI L., SBURLINO G., VILLANI M., 2000. Dati vegetazionali per la gestione di un ambiente fluviale degradato: il fiume Dese (Pianura veneta). Atti del Convegno ‘La pianificazione del paesaggio tra ri-naturazione ed iper-antropizzazione’: 309-326. BRACCO F., BUFFA G., GHIRELLI L., SBURLINO G., ZUCCARELLO V., 1998. The phytosociological information and the management of the upspring vegetation of river Sile Regional Park (Venetian plain Northern Italy). Arch. Geobot., 4: 51-57. BRACCO F., NOLA P., 1995. La vegetazione acquatica e palustre dei lagoni di Mercurago. Fitosociologia, 29: 137-150. BRACCO F., SARTORI F., TERZO V., 1984. Indagine geobotanica per la valutazione di un'area della bassa padania occidentale. Atti Ist. Bot. e Lab. Critt., ser. 7, 3: 5-50. BRULLO S., MINISSALE P., SIRACUSA G., 1996. Quadro sintassonomico della vegetazione iblea. Flora e vegetazione degli Iblei: 113-150. BRULLO S., MINISSALE P., SPAMPINATO G., 1994. Studio fitosociologico della vegetazione lacustre dei Monti Nebrodi (Sicilia settentrionale). Fitosociologia, 27: 5-50. BRULLO S., RONSISVALLE G.A., 1975. La vegetazione dei Gorghi Tondi e del lago Preola, presso Mazara del Vallo (Sicilia occidentale). Not. Fitosoc., 10: 45-67. BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G., 2001. La vegetazione dell'Aspromonte - Studio fitosociologico. Laruffa Editore. BRULLO S., SCIANDRELLO S., 2006. La vegetazione del bacino lacustre “Biviere di Gela” (Sicilia meridionale). Fitosociologia, 43 (2): 21-40. BRULLO S., SPAMPINATO G., 1990. La vegetazione dei corsi d'acqua della Sicilia. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., vol. 23, n.336: pp. 119-252. BUCHWALD R., 1994. Vegetazione e odonatofauna negli ambienti acquatici dell'Italia centrale. BraunBlanquetia, 11. BUCHWALD R., GAMPER U., SBURLINO G., ZUCCARELLO V., 2000. Sintassonomia della comunità a Potamogeton coloratus dell'Europa centro-meridionale. Fitosociologia, 37 (1): 61-68. BUFFA G., GHIRELLI L., PICCOLO D., SBURLINO G., 1999. L'informazione vegetazionale per la gestione ad oasi naturalistica delle ex cave di Casale (Vicenza). Aspetti ecologici e naturalistici dei sistemi lagunari e costieri, Atti XIII convegno del gruppo per l'ecologia di base "G. Gadio": 369-372. CANIGLIA G., BASSO F., 1995. Descrizione del paesaggio vegetale del corso del fiume Merzenego (pianura veneta) mediante un approccio sinfitosociologico. Quad. Staz. Ecol. civ. Mus. St. Nat. Ferrara, 9: 137-153. CANIGLIA G., CHIESURA LORENZONI F., CURTI L., LORENZONI G.G., MARCHIORI S., RAZZARA S., TORNADORE MARCHIORI N., 1984. Contributo allo studio fitosociologico del Salento meridionale (PugliaItalia meridionale). Arch. Bot. e Biogeograf. Ital., 60 (1-2): 1-40. CANIGLIA G., MONDIN F., CARPENE' B., 1992. Aspetti floristico-vegetazionali di un lobo di meandro del Parco del Sile (S.Michele Vecchio - Venezia). Lav. Soc. Ven. Sc. Nat. Venezia, 17: 151-173. CANULLO R., PEDROTTI F., VENANZONI R., 1994. La Torbiera di Fiavé. Guida all'escursione della Società Italiana di Fitosociologia in Trentino (1-5 luglio 1994): 78-110. CHIESURA LORENZONI F., LORENZONI G.G., 1984. Contributo alla conoscenza fitosociologica della costa tra Olbia e S. Teodoro (Sardegna nord-orientale). Rendiconti Seminario Facoltà Scienze. Università Cagliari. Suppl. 54: 93-134. COLACINO C., FASCETTI S., DE MARCO G., 1990. Vegetazione a elofite e idrofite radicate del lago Pantano 104 di Pignola (PZ). Professione agricoltore, 3-4. CORBETTA F., 1970. Lineamenti della vegetazione macrofitica dei Laghi di Lesina e di Varano. Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 104 (3): 165-191 . CORBETTA F., LORENZONI G.G., 1976. La vegetazione degli stagni del Golfo di Oristano (Sardegna). Scritti in memoria di Augusto Toschi. Suppl. alle Ricerche di Biologia della Selvaggina, Vol. VII (Num. Unico): 271319. CORBETTA F., PIRONE G., 1989. La vegetazione del Fiume Tirino (Abruzzo). Arch. Bot. Ital., 65 (3-4): 121153. CORBETTA F., ZANOTTI CENSONI A. L., ZARRELLI R., 1981. Antropizzazzione e depauperamento floristico - vegetazionale nella "Bassa" Bolognese. Arch. Bot. e Biogeog. Ital., 58 (3-4): 113-132. CORBETTA F., ZANOTTI CENSONI A.L., 1977. Cenosi macrofitiche. Indagine sulla qualità delle acque del fiume Po. Quaderni Ist. di Ricerca sulle Acque, 32: 679-722. CORTINI PEDROTTI C., ORSOMANDO E., PEDROTTI F., SANESI G., 1973. La vegetazione e i suoli del Pian Grande di Castelluccio di Norcia (Appennino centrale). Atti Ist. Bot. e Lab. Critt. Un., Pavia, Ser. 6, 9: 155-249. DI PALMA M.G., GENCHI G., RAIMONDO F.M., RIGGIO S., 1980. Ricerche ecologiche e biocenotiche preliminari sui "gurghi" del Bosco del Cappelliere (Palermo). Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 114 (3-4): 136. FANELLI G., 2002. Analisi fitosociologica dell'area metropolitana di Roma. Braun-Blanquetia, 27. FERRARI C., MANZINI M.L., 1987. Osservazioni sulla vegetazione macrofitica del Lago Calamone (Appennino settentrionale). Inform. Bot. Ital., 19 (1): 77-81. FERRO G., 1978-79. La vegetazione di Butera (Sicilia meridionale). Atti Ist. Bot. Univ. Lab. Critt. Pavia, s. 6 (13): 51-118. FERRO G., DI BENEDETTO L., 1975. Notizie preliminari sulla flora e sulla vegetazione dei corsi d'acqua dell'Italia meridionale. Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 109 (4-5): 296-297. FILIBECK G., LATTANZI E., 2008. Il Poligono Militare di Nettuno (prov. Roma), testimonianza di un paesaggio scomparso: contributo alla conoscenza floristica e proposte per la tutela. Inform. Bot. Ital., 40 (1): 33-58. FILIGHEDDU R., FARRIS E., BIONDI E., 2000. The vegetation of S'Ena Arrubia Lagoon (centre-western Sardinia). Fitosociologia, 37 (1):39-59. FOGGI B., GRIGIONI A., 1999. Contributo alla conoscenza della vegetazione dell'Isola di Capraia (Arcipelago Toscano). Parlatorea, 3: 5-33. FRATTAROLI A. R., CAPRANICA R., 1994. Lineamenti della vegetazione del laghetto e fiume Vetoio (Conca aquilana Abruzzo, Italia). Micologia e Vegetazione Mediterranea, 9: 131-146. GEHU J.-M., BIONDI E., 1988. Donnees sur la vegetation des ceintures d'atterrissement des lacs Alimini (Salento, Italia). Doc. Phytosoc., N.S., 11: 354-380. Camerino. GERDOL R., BRAGAZZA L., 2001. Syntaxonomy and community ecology of mires in the Rhaetian Alps (Italy). Phytocoenologia, 31 (2): 271-299. GERDOL R., PICCOLI F., BASSI M., 1979. Contributo alla conoscenza floristica e vegetazionale degli ambienti umidi del ferrarese. I maceri. Annali Università Ferrara, 2: 1-32. GERDOL R., TOMASELLI M., 1993. The vegetation of wetlands in the northernn Apennine (Italy). Phytocoenologia, 21 (4): 421-469. GERDOL R., TOMASELLI M., 1997. Vegetation of wetlands in the Dolomites. Dissertationes botanicae, 281. Cramer. 197 pp. GIANGUZZI L., ILARDI V., RAIMONDO F.M., 1995. The vegetation of Mount Carcaci natural reserve (NW Sicily). Giorn. Bot. Ital., 129 (2): 273. GIANGUZZI L., SPENNATI B., LA MANTIA A., 2007. La carta della vegetazione di Monte Carcaci, Sito d’Interesse Comunitario dei Monti Sicani (Sicilia centro-occidentale). Atti del 43° Congresso Società Italiana di Scienza della Vegetazione. Riassunti. Ancona 25-27 Giugno 2007, p. 88. GUALMINI M., TOMASELLI M., 1998. Studio fitosociologico dello stagno di Sassomassiccio (Riserva naturale di Sassoguidano, Pavullo, Modena) finalizzato ad una gestione conservativa. Arch. Geobot., 4 : 65-69. 105 GUGLIELMETTO MUGION L., MONTACCHINI F., 1993-94. La vegetazione del Lago di Viverone. Allionia, 32: 1-26. IBERITE M., PALOZZI A. M., RESINI A. M., 1995. La vegetazione del lago di Bolsena (Viterbo, Italia centrale). Fitosociologia, 29: 151-164. LASTRUCCI L., FOGGI B., SELVI F., BECATTINI R., 2007. Contributo alla conoscenza della vegetazione e della flora delle aree umide nel comprensorio di Capalbio (Provincia di Grosseto, Italia Centrale). Arch. Geobot., 10 (1-2) (2004): 1-30. LASTRUCCI L., FOGGI B., GONNELLI V., GUSMEROLI E., 2005 - La vegetazione delle aree umide dei substrati ultramafici dell'Alta Valtiberina (Arezzo, Italia Centrale). Stud. bot., 24: 9-44. LASTRUCCI L., GONNELLI V., FOGGI B., 2004. Flora e vegetazione di alcune aree umide dell'altopiano della "Pianca" nell'alta Val Marecchia (Provincia di Arezzo, Toscana). Inf. Bot. Ital., 36 (2): 429-442. LASTRUCCI L., VICIANI D., NUCCIO C., MELILLO C. 2008. Indagine vegetazionale su alcuni laghi di origine artificiale limitrofi al Padule di Fucecchio (Toscana, Italia Centrale). Ann. Mus. Civ. Rovereto, Sez. Arch., St. Sc. nat., 23 (2007): 169-203. LORENZONI G.G., CHIESURA LORENZONI F., 1967. Osservazioni sull'evoluzione della vegetazione del padule di Fucecchio (Toscana). Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 101 (6): 423-424. MAIORCA G., SPAMPINATO G., 1999. La vegetazione della Riserva Naturale Orientata "Valle del Fiume Argentino" (Calabria Nord-Occidentale). Fitosociologia, 36 (2): 15-60. MAIORCA G., SPAMPINATO G., CAPRIO A., 2002. Flora e vegetazione dei laghi costieri La Vota (Calabria centro-occidentale). Fitosociologia, 39 (1): 81-108. MAIORCA G., SPAMPINATO G., CRISAFULLI A., 2005. Carta della vegetazione reale della Foce del Fiume Crati (CS-Calabria). Progetto PHYTOS.I.S., Monografia n. 2, ARSSA, Cosenza. MAIORCA G., SPAMPINATO G., CRISAFULLI A., CAMERIERE P., 2007. Flora vascolare e vegetazione della Riserva Naturale Regionale “Foce del Fiume Crati” (Calabria, Italia meridionale). Webbia, 62 (2): 121-174. MARCENO' C., RAIMONDO F.M., 1977. Osservazioni su alcuni aspetti di vegetazione lacustre nella Sicilia centrale. Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 111 (1-2): 13-26. MARCHIORI S., SBURLINO G., 1986. La vegetazione della palude Brusà (Cerea - Verona). Boll. Mus. Civ. Sc. Nat. Verona, 13: 133-145. MARCHIORI S., SBURLINO G., SILLANI L., 1983. Contributo alla conoscenza della flora e della vegetazione dei "Quadri" di Fagagna (UD). Atti. Mus. Civ. Sc. Nat. Trieste, 35: 65-79. MARCHIORI S., SBURLINO G., TISI F., 1987. La vegetazione dei Laghetti di Marco (Rovereto). Ann. Mus. Civ. Rovereto, 3: 197-206. MARIOTTI M. G., (1993) 1995. Osservazioni sulla vegetazione della Liguria. Convegno sul tema “La vegetazione italiana”. Atti Conv. Lincei, 115: 189-227. MARIOTTI M.G., s.d. (2008). Natura 2000 in Liguria. Atlante degli habitat. 592 pp.+ DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. MARTINI F., POLDINI L., 1980. Il paesaggio vegetale del fiume Noncello nell’area urbana di Pordenone. Gortania, 2: 123-156. MINISSALE P., SCELSI F., SPAMPINATO G., 1996. Considerazione sulla flora e vegetazione della Riserva Naturale della Valle dell'Anapo. Flora e vegetazione degli Iblei: 185-206. MINISSALE P., SPAMPINATO G., 1985. Osservazioni fitosociologiche sul "Lago Gurrida" (Sicilia NordOrientale). Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 119 (3-4): 197-225. MINISSALE P., SPAMPINATO G., 1990. Osservazioni fitosociologiche sul "Pantano Gurna" presso Mascali (Sicilia orientale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 23 (336): 317-336. MINISSALE P., SPAMPINATO G., 1993. L'impatto antropico sulla vegetazione della riserva naturale orientata Fiume Fiumefreddo (Sicilia orientale). Coll. Phytosoc., XXI: 344-356. MISTRETTA P., DEPLANO G., PUDDU P., SCHENK H., MOSSA L., CONTU A., SCARPA B., 1988. Il sistema ambientale del Molentargius nel contesto cagliaritano. Quaderni di Ricerca, 2: 5-121. MONTACCHINI F., 1986-1987. Tipi di vegetazione naturali e antropici sul territorio piemontese. Ann. Accad. 106 Agric. di Torino, 129: 125. MONTANARI GUIDO M.A., MONTANARI C., 1988. Rassegna delle conoscenze botaniche dei corsi d'acqua italiani. II parte. Boll. Mus. St. Nat. Lunigiana, 6-7: 115-122. MOSSA L., 1989. La componente geobotanica e il dinamismo della vegetazione. Atti del 1° Convegno sulle zone umide del Sud Sardegna. Molentargius, Saline, Poetto, dall'emergenza alla gestione integrata: 50-59. Prov. di Cagliari. MOSSA L., ABBATE G., SCOPPOLA A., 1991. Memoria illustrativa della carta della vegetazione della Provincia di Cagliari. Studi sul Territorio. Ann. Bot., Roma, 49, suppl. 8: 1-57. ORSOMANDO E., 1993. Carte della vegetazione del Foglio Passignano sul Trasimeno (N. 319-Carta D'Italia I.G.M.-1: 50.000). Braun-Blanquetia, 10: 3-26. PADOAN S., CANIGLIA G., 2004. L’oasi di Valle Averto (Venezia): flora e lineamenti della vegetazione. Lavori Soc. Ven. Sc. Nat., 29: 79-88. PEDROTTI F. 1995. Nota sulla vegetazione degli ambienti umidi della Bassa Valsugana (Trentino). Doc. Phytosoc., N.S., 15: 417-449. PEDROTTI F., 1990. Note sulla flora e vegetazione del lago di Madrano (Trentino). Inform. Bot. Ital., 22 (3): 182-193. PEDROTTI F., 2004. Ricerche geobotaniche al Laghestel di Piné (1967 - 2001). Braun-Blanquetia, 35. PEDROTTI F., CORTINI PEDROTTI C., 1996. Le macrofite del lago di Tovel (Trentino). Doc. Phytosoc., 16: 724. PEDROTTI F., CORTINI PEDROTTI C., VIOLA T., 1978. Geomorfologia e vegetazione nel Piano carsico di Voltigno (Pescara). Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 112 (4): 319-320. PEDROTTI F., ORSOMANDO E., 1979. Indagine geobotanica sul bacino del Trasimeno per la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico. Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 113 (5-6): 458-459. PEDROTTI F., ORSOMANDO E., 1982. Flore et vegetation du Lac Trasimene. In: Pedrotti F. (Ed.), GuideItineraire de l’Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie centrale: 469-478. Camerino. PEDROTTI F., ORSOMANDO E., CORTINI PEDROTTI C., 1974. Carta della vegetazione del Parco nazionale dello Stelvio (Notizia esplicativa). Amm. Parco Naz. Stelvio: 1-86. PEINADO LORCA M., MONJE ARENAS L., MARTÍNEZ PARRAS J. M., 2008. El Paisaje Vegetal de CastillaLa Mancha. Tratado de Geobotánica. Cap. 7. Glosario de términos científico-técnicos y populares. PELLIZZARI M., PICCOLI F. 2001. La vegetazione dei corpi idrici del Bosco della Mesola (Delta del Po). Quad. Staz. Ecol. civ. Mus. St. nat. Ferrara, 13: 7-24. PETRICCIONE B., PERSIA G., TAMMARO F., 1991. Aspetti vegetazionali del bacino fluviale del Velino (Rieti). Il Territorio, VII (1): 25-88. PICCOLI F., 1995. Elementi per una carta della vegetazione del Parco Regionale del delta del Po (Regione Emilia Romagna). Fitosociologia, 30: 213-219. PICCOLI F., CORTICELLI S., DELL'AQUILA L., MERLONI N., PELLIZZARI M., 1996. Vegetation map of the Regional Park of the Po Delta (Emilia - Romagna Region). Allionia, 34: 325-331. PICCOLI F., GERDOL R., 1979. La vegetazione di alcune zone umide del bolognese. Istituto ed orto Botanico Università di Ferrara: 83-97. PICCOLI F., GERDOL R., FERRARI C., 1983. Carta della vegetazione del bosco della Mesola (Ferrara). Atti Ist. Bot. e Lab. Critt., ser. 7 (2): 3-23. PICCOLI F., PELLIZZARI M. 2003. Note ecologiche sulle comunità pleustofitiche a Lemna minuta H., B. & K. nel Parco Regionale del Delta del Po. Atti del Convegno Nazionale “Botanica delle zone umide” Vercelli – Albano Vercellese 10-11 novembre 2000. Mus. Reg. Sci. nat. Torino: 221-230. PIRONE G., 1983. La vegetazione del litorale pescarese (Abruzzo). Not. Fitosoc., 18: 37-62. PIRONE G., 1991. Flora e vegetazione del fiume Saline (Abruzzo). Micol. veget. medit., VI (1): 45-76. PIRONE G., 1997. Il paesaggio vegetale di Rivisondoli - aspetti della flora e della vegetazione. Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo. PIRONE G., CIASCHETTI G., FRATTAROLI A.R., CORBETTA F., 2003. La vegetazione della Riserva 107 Naturale Regionale "Lago di Serranella" (Abruzzo-Italia). Fitosociologia, 40 (2): 55-71. PIRONE G., CORBETTA F., CIASCHETTI G., FRATTAROLI A.R., BURRI E., 2001. Contributo alla conoscenza delle serie di vegetazione nel piano collinare della Valle del Tirino (Abruzzo, Italia centrale). Fitosociologia, 38 (2): 3-23. PIRONE G., CORBETTA F., FRATTAROLI A.R., TAMMARO F., 1997. La copertura vegetale. Ricerche sulla Valle Peligna (Italia centrale, Abruzzo), 1: 81-120. PIRONE G., FRATTAROLI A.R., CORBETTA F., 1997. Vegetazione, Cartografia vegetazionale e lineamenti floristici della Riserva naturale "Sorgenti del Pescara" (Abruzzo, Italia ). Comune di Popoli. Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università dell’Aquila. Amministrazione Comunale di Popoli, pp. 1-79. POLDINI L., 1980. Ubersicht uber die vegetation des Karstes Von Triest und Gorz (NO-Italien). Studia Geobotanica, 1(1): 79-130. POLDINI L., 1989. La vegetazione del Carso isontino e triestino. Ed. Lint, pp. 315. Trieste. PROSSER F., SARZO A., 2003. Flora e vegetazione dei fossi nel settore trentino del fondovalle dell’Adige (Trentino-Italia settentrionale). Annali Mus. Civ. Rovereto, 18 (2002): 89-144. POLDINI L., VIDALI M., (1993) 1995. Prospetto sistematico della vegetazione nel Friuli-Venezia Giulia. Atti Conv. Lincei 115, Convegno sul tema ‘La vegetazione italiana’: 155-172. RAFFAELLI M., MORI SECCI M., MARIOTTI LIPPI M., FIORINI G., 1997. Indagini floristico-vegetazionali e actuopalinologiche sul Lago Baccio e sul Lago del Greppo (Appennino Tosco-Emiliano). Webbia, 51 (2): 201235. RAIMONDO F.M., BAZAN G., GIANGUZZI L., ILARDI V., SCHICCHI R., SURANO N., 2000. Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo (Tav. 1: Balestrate-Partinico; Tav. 2: Palermo-Ustica; Tav. 3: Camporeale-Corleone; Tav. 4: Marineo-Caccamo; Tav. 5: Termini ImereseCaltavuturo; Tav. 6: Cefalù-Petralia Sottana; Tav. 7: Contessa Entellina-Bisacquino; Tav. 8: Palazzo AdrianoLercara Friddi; Tav. 9: Alia-Valledolmo; Tav. 10: Alimena-Gangi). Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998). II: Allegati cartografici (Tav.1-10). RIVAS-MARTÍNEZ S., 2005. Avances en Geobotánica. Discurso de Apertura del Curso Académico de la Real Academia Nacional de Farmacia del año 2005. RIVAS-MARTÍNEZ S., FERNÁNDEZ-GONZÁLEZ F., LOIDI J., LOUSÃ M., PENAS A., 2001. Syntaxonomical checklist of vascular plant communities of Spain and Portugal to association level. Itin. Geobot., 14: 5-341. ROSSI G., ALESSANDRINI A., 1998. Una banca dati sulla vegetazione delle aree protette in Emilia Romagna. Arch. Geobot., 4: 149-155. SARTORI F., BRACCO F., 1995. Flora e vegetazione del Po. Acc. Sc. Torino. Quaderni, 1: 139-191. SARZO A., PROSSER F., FRISINGHELLI M., 1997. Flora e vegetazione della zona umida di Bolzonella (Provincia di Padova – Italia settentrionale). Arch. Geobot., 3 (2):179-200. SBURLINO G., BOLZONELLA A., MARCHIORI S, ZANETTI A., 1989. Studi sulla vegetazione del Busatello (Veneto- Lombardia). 5. Contributo alla conoscenza della flora e della vegetazione. Boll. Mus. civ. Sc. Nat. Verona, 7: 33-46. SBURLINO G., BRACCO F., BUFFA G., GHIRELLI L., 1996. Rapporti dinamici e spaziali nella vegetazione legata alle torbiere basse neutro-alcaline delle risorgive della Pianura Padana orientale (Italia settentrionale). Coll. Phytosoc., XXIV: 285-294. SBURLINO G., MARCHIORI S., 1987. La vegetazione idro-igrofila del medio corso del fiume Brenta (Veneto. Italia settentrionale). V jornadas de fitosociologia. Vegetación de riberas de agua dulce.II. Universidad de La Laguna. Secretariado de Publicaciones. Ser. INFORMES, 22: 297-304. SBURLINO G., NICOLETTI F., CANIGLIA G., 1995. La vegetazione acquatica e palustre delle cave di Gaggio nord (Marcon, Venezia). Lav. Soc. Ven. Sc. Nat., 20: 133-145.. SBURLINO G., SCOPPOLA A., MARCHIORI S., 1985. Contributo alla conoscenza degli ambienti umidi della Pianura Padana orientale: la classe Lemnetea minoris R. Tx. 1955 em. Schw. & R.Tx. Not. Fitosoc., 21: 61-70. SBURLINO G., TOMASELLA M., ORIOLO G., POLDINI L., 2004. La vegetazione acquatica e palustre dell'italia nord-orientale. 1 - La classe Lemnetea Tuxen ex O. Bolos et Masclans 1955. Fitosociologia, 41 (1), 108 Suppl. 1: 27-42. SBURLINO G., TOMASELLA M., ORIOLO G., POLDINI L., BRACCO F., 2008. La vegetazione acquatica e palustre dell’Italia nord-orientale. 2 - La classe Potametea Klika in Klika et V. Novák 1941. Fitosociologia, 45 (2): 3-40. SCOPPOLA A., 1981. Synthese des Lemnetea minoris in Europa. Coll. Phytosoc., X: 513- 520. SCOPPOLA A., 1982. Considérations nouvelles sur les végétations des Lemnetea minoris ( R.Tx. 1955) em. A. Schwabe et R. Tx.1981 et contribution à l'etude de cette classe en Italie centrale. Doc. Phytosoc., N.S., 6: 1-130. Camerino. SCOPPOLA A., 1998. La vegetazione della Riserva Naturale Monte Rufeno (VT). Regione Lazio, Assessorato U.T.V. delle risorse ambientali. SCOPPOLA A., 2000. Documents pour la carte de la vegetation de la reserve naturelle regionale Monte Rufeno (Viterbo, Italie centrale). Coll. Phytosoc., XXVII: 673-684. SCOPPOLA A., AVENA G., 1987. Indagini ecologico-fitogeografiche sulle zone umide interne del Lazio. 3: variazioni cenologiche indotte da Nelumbo nucifera sulle comunità vegetali del lago di Monterosi. Studi sul territorio. Ann. Bot., Roma, 45, Suppl. 5: 145-156. SCOPPOLA A., IBERITE M., PALOZZI A.M., 1986. Sulla presenza di Spirodela polyrrhiza (L.) Schleid. ed Eichhornia crassipes (Mart.) solms nelle acque interne dell'Agro Pontino (Lazio). Ann. Bot. (Roma), Studi sul territorio, 44, Suppl. 4: 167-176. SCOPPOLA A., SPADA F., BLASI C., 1988. Framework for a chorological and coenological characterization of a Ricciocarpus natans (L.) Corda stand in the subcoastal district in central Italy. Doc. Phytosoc., N.S., 11: 423432. Camerino. SINDACO R., MONDINO G.P., SELVAGGI A., EBONE A., DELLA BEFFA G., 2003. Guida al riconoscimento di Ambienti e Specie della Direttiva Habitat in Piemonte. Regione Piemonte, Torino. 220 pp. SINDACO R., SELVAGGI A., SAVOLDELLI P., 2008. La Rete Natura 2000 in Piemonte - I Siti di Interesse Comunitario. Regione Piemonte. STANISCI A., ACOSTA A., DI MARZIO P., DOWGIALLO G., BLASI C., 1996. Analisis fitosociologico y variabilidad floristica de las piscinas del Parque Nacional del Circeo (Italia central). Arch. Geobot., 2 (1): 1-12. STANISCI A., ACOSTA A., DI MARZIO P., DOWGIALLO G., BLASI C., 1998. Variazioni floristico-cenologiche e pedologiche nelle piscine del Parco Nazionale del Circeo. Flora e vegetazione del parco Nazionale del Circeo: 223-238. TAFFETANI F., 1981. Vegetazione natante d'acqua dolce in alcuni ambienti umidi della zona costiera delle Marche. Giorn. Bot. Ital., 115 (6): 422. TAMMARO F., 1992 (1995). Lineamenti floristici e vegetazionali del Gran Sasso meridionale. Boll. Mus. civ. St. nat. Verona, 19: 1-256. TAMMARO F., 1994. Vegetazione della comunità Montana Campo Imperatore - Piana di Navelli e Carta della vegetazione. Studio per il Parco del Gran Sasso d'Italia. Tecnocasa e.t.a. L'Aquila: 156-171. TAMMARO F., RECCHIA F., SMARRELLA V., 1987. Osservazioni floro-vegetazionali nel biotopo sorgivopalustre di Capo Pescara (Popoli). Micol. Veg. Medit., 2 (1): 7386. TISI A., MINUZZO C., SINISCALCO C., CARAMIELLO C., 2007. La vegetazione acquatica e palustre della zona dei "Cinque Laghi" di Ivrea Riv. Piem. St. Nat., 28: 87-126. TOMASELLI M., BERNARDO L., 2006. La vegetazione degli ambienti umidi nei massicci del Sirino-Papa e del Pollino (Italia meridionale). Arch. Geobot., 9 (1-2) (2003): 1-18. TOMASELLI M., GUALMINI M., SPETTOLI O., 2002. La vegetazione della riserva naturale delle Valli del Mincio. Collana Annali Facoltà di Scienze MFN, Univ. di Parma. 92 pp. Con Carta della vegetazione 1:10.000. TOMEI P. E., (1984) 1986. Le zone umide dulciaquicole delle pianure fluviali e costiere: considerazioni sulla caratterizzazione delle componenti vegetali. Atti Sem. "Le zone umide costiere" Sabaudia 2 giugno 1984: 310. TOMEI P.E., GUAZZI E., KUGLER P.C., 2001. Le zone umide della Toscana: indagine sulle componenti floristiche e vegetazionali. Ed. Reg. Toscana. 109 TURRONI E., MERLONI N., 1982. Osservazioni sulla flora e vegetazione acquatica del territorio ravennate. Classense, Boll. Bibl. Com., Suppl. a "Ravenna oggi", Ravenna, 2: 28-44. VENANZONI R., 1990. Progetto per la tutela e la valorizzazione del biotopo di interesse provinciale "Lago Pudro". Parte prima. Provincia Autonoma di Trento: 22-26 (con Carta della vegetazione 1: 2.000, Carta dei valori botanici 1: 2.000 e Carta dei valori naturalistici 1: 2.000). VENANZONI R., 1995. Flora e vegetazione del Biotopo "Lago di Cei": gli ambienti umidi. Studi trentini di Scienze Naturali Acta Biologica, 70: 77-98. VENANZONI R., APRUZZESE A., GIGANTE D., VALE F., 2003. Contributo alla conoscenza della vegetazione acquatica ed idrofitica dei laghi di Monticchio. Inform. Bot. V. 35 (1): 69-80. VENANZONI R., GIGANTE D., 2000. Contributo alla conoscenza della vegetazione degli ambienti umidi dell'Umbria (Italia). Fitosociologia, 37 (2): 13-63. VERI L., LA VALVA V., CAPUTO G., 1980. Carta della vegetazione delle isole Ponziane (Golfo di Gaeta). Programma finalizzato CNR, promozione della qualità dell'ambiente, AQ/1/41. ZANABONI A., PASCOLI S., 1988. La vegetazione acquatica del basso corso del fiume Sile (Veneto-Italia) in relazione alle caratteristiche ecologiche delle acque. Thalassia Salentina, 18: 433-445. Riferimenti Bibliografici online http://www.globalbioclimatics.org/book/checklist/checklist_c_01.htm http://www.globalbioclimatics.org/book/addenda/addenda2_00.htm#potametea http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/indice/gisweb.html http://www.floradoc.org/habitat/habitat-natura-2000.html Nomi dei compilatori con e.mail Daniela Gigante - [email protected] 110 31: Acque stagnanti 3170*: Stagni temporanei mediterranei Mediterranean temporary ponds Cicendia filiformis, specie che caratterizza gli aspetti tardo-primaverili degli stagni temporanei mediterranei (Ferretto, Perugia), D. Gigante Pozza temporanea colonizzata da Callitriche brutia a Ferretto (PG), D. Gigante 111 Serapias cordigera, rara orchidea legata ai sistemi di stagni temporanei mediterranei (Ferretto, PG), D. Gigante Vaschette su calcare (cupular pools) con vegetazione a dominanza di Tillaea vaillantii Willd., in Salento meridionale (LE), P. Ernandes 112 Comunità primaverile a Eurhynchium striatum e Isoëtes subinermis su 'waterlogged soils', in Salento meridionale (BR), P. Ernandes Vaschetta su calcare con fioritura di Bellis annua in Puglia (LE), P. Ernandes Esempio di vegetazione su waterlogged soils riferibile all'associazione Serapio-Isoëtetum histricis a Ferretto (PG), D. Gigante 113 Solenopsis laurentia, piccola campanulacea tipica degli aspetti primaverili legati agli stagni temporanei mediterranei, D. Gigante Codice CORINE Biotopes 22.34 Southern amphibious communities 22.32 - Northern dwarf annual amphibious swards - Cyperetalia fusci (Nanocyperetalia) p.p. Isoëtalia Codice EUNIS C3.4 - Species-poor beds of low-growing water-fringing or amphibious vegetation Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina (Alp), Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Very shallow temporary ponds (a few centimetres deep) which exist only in winter or late spring, with a flora mainly composed of Mediterranean therophytic and geophytic species belonging to the alliances Isoëtion, Nanocyperion flavescentis, Preslion cervinae, Agrostion salmanticae, Heleochloion and Lythrion tribracteati. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Vegetazione anfibia Mediterranea, prevalentemente terofitica e geofitica di piccola taglia, a fenologia prevalentemente tardo-invernale/primaverile, legata ai sistemi di stagni temporanei con acque poco profonde, con distribuzione nelle aree costiere, subcostiere e talora interne dell’Italia peninsulare e insulare, dei Piani Bioclimatici Submeso-, Meso- e Termo-Mediterraneo, riferibile alle alleanze: Isoëtion, Preslion cervinae, Agrostion salmanticae, Nanocyperion, Verbenion supinae (= Heleochloion) e Lythrion tribracteati, Cicendion e/o Cicendio-Solenopsion. 114 Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Tra quelle elencate nel Manuale EUR/27 sono specie guida dell’Habitat per l’Italia, talora dominanti: Agrostis pourretii, Centaurium spicatum, Chaetopogon fasciculatus, Cicendia filiformis, Crypsis aculeata, C. alopecuroides, C. schoenoides, Cyperus flavescens, C. fuscus, C. michelianus, Damasonium alisma, Elatine macropoda, Eryngium corniculatum, Exaculum pusillum, Fimbristylis bisumbellata, Gnaphalium uliginosum, Illecebrum verticillatum, Isoëtes duriei, I. histrix, #I. malinverniana, I. velata, Juncus bufonius, J. capitatus, J. pygmaeus, J. tenageja, Lythrum tribracteatum, #Marsilea strigosa, Ranunculus lateriflorus, Serapias lingua, S. vomeracea, S. neglecta. Sono anche frequenti Centaurium maritimum, C. pulchellum, Corrigiola littoralis, Gaudinia fragilis, Hypericum humifusum, Isolepis cernua, I. setacea, Juncus foliosus, Lotus conimbricensis, Lythrum hyssopifolia, L. thymifolia, Mentha pulegium, Myosotis caespitosa, Peplis portula, Radiola linoides, Ranunculus muricatus, R. sardous, Riccia spp. Altre specie di notevole rilevanza conservazionistica sono: Airopsis tenella, Anagallis arvensis subsp. parviflora, Antinoria insularis, Cressa cretica, Damasonium polyspermum, Eryngium barrelieri, Heliotropium supinum, Isoëtes subinermis, Juncus hybridus, Lythrum borysthenicum, Myosurus minimus, Nananthea perpusilla, Oenanthe globulosa, Pilularia minuta, Polypogon subspathaceus, Ranunculus revelierei, Romulea ramiflora, Serapias cordigera, Solenopsis laurentia, Tillaea vaillanti, Trifolium ornithopodioides, Veronica anagalloides. Riferimento sintassonomico L’Habitat 3170 è riferibile alle alleanze: Isoëtion Br.-Bl. 1936, Preslion cervinae Br.-Bl. ex Moor 1937, Agrostion salmanticae Rivas Goday 1958, Cicendion (Rivas Goday in Rivas Goday & Borja 1961) Br.-Bl. 1967 (incl. Cicendio-Solenopsion laurentiae Brullo & Minissale 1998) dell’ordine Isoëtetalia Br.-Bl. 1936, ed alle alleanze Nanocyperion Koch ex Libbert 1933, Verbenion supinae Slavnic 1951 (= Heleochloion Br.-Bl. in Br.Bl., Roussine & Nègre 1952) e Lythrion tribracteati Rivas Goday & Rivas-Martínez ex Rivas Goday 1970 dell’ordine Nanocyperetalia fusci Klika 1935. Dinamiche e contatti La vegetazione effimera mediterranea riferibile all’Habitat 3170* rappresenta un caso particolare dell’Habitat 3120, al quale si rimanda per una descrizione generale dei contatti dinamici e catenali. Nei siti costieri è possibile la compenetrazione con le cenosi della classe Saginetea maritimae (Habitat 1310). Per quanto riguarda il contesto vegetazionale alla scala di paesaggio, i collegamenti catenali coinvolgono la vegetazione forestale a dominanza di Quercus ilex (9340), Q. suber (6310, 9320, 9330), Q. cerris e Q. frainetto (91M0). Frequenti le situazioni di mosaico all’interno delle piccole radure umide degli ‘Arbusteti submediterranei e temperati’, dei ‘Matorral arborescenti mediterranei’ e delle ‘Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche’ riferibili rispettivamente agli Habitat dei gruppi 51, 52 e 53 (per le tipologie che si rinvengono in Italia). Nei contesti climatici ad affinità subatlantica, prevalentemente nell’Italia centrale tirrenica, è possibile il contatto con la vegetazione di brughiera a dominanza di Calluna vulgaris delle ‘Lande secche europee’ dell’Habitat 4030. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia AB, CL, CM, EM, LZ, LG, LM, ML, PG, SR, SC, TS, UM, BS (Fascetti, in verbis) Note L’Habitat 3170* rappresenta un caso particolare del 3120 ‘Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale su terreni generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoëtes spp.’, distinguibile da quest'ultimo soprattuto per l’esigua profondità dell'acqua (pochi cm) e la temporaneità della sommersione: le pozze tendono infatti a disseccare precocemente, già nel tardo-inverno o in primavera. 115 Il Manuale EUR/27 fa riferimento al codice CORINE Biotopes 22.34 (ordine Isoëtetalia); nella descrizione dell’Habitat menziona anche le alleanze Nanocyperion flavescentis, Heleochloion e Lythrion tribracteati che fanno parte dell’ordine Nanocyperetalia: esse afferiscono al codice CORINE 22.32 che va quindi incluso. Riferimenti Bibliografici ALESSANDRINI A., TOSETTI T., 2001. Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo "CORINE biotopes". Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, Bologna. BAGELLA S., CARIA M.C., FARRIS E., FILIGHEDDU R., 2007. Issues related to the classification of Mediterranean temporary wet habitats according with the European Union Habitats Directive. Fitosociologia, 44 (2), Suppl. 1: 245-249. BAGELLA S., CARIA M.C., FARRIS M., FILIGHEDDU R., in press. Spatial-time variability and conservation relevance of plant communities in Sardinian Mediterranean temporary wet habitats. Plant biosystems. BAGELLA S., FARRIS E., PISANU S., FILIGHEDDU R., 2005. Ricchezza floristica e diversità degli habitat umidi temporanei nella Sardegna Nord-occidentale. Inform. Bot. Ital., 37 (1, parte a): 112-113. BALDONI M., BALLELLI S., BIONDI E., CATORCI A., ORSOMANDO E., TAFFETANI F., 1993. Resoconto delle escursioni nel territorio del Lago Trasimeno e sul Monte Subasio (13-14 giugno 1992). Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 51, Suppl. 10 (2): 417-438. BARTOLO G., BRULLO S., MINISSALE P., SPAMPINATO G., (1988) 1990. Flora e vegetazione dell’Isola di Lampedusa. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 21, 334: 119-255. BASSI S. (Ed.), 2007. Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. BECCARISI L., ERNANDES P., MEDAGLI P., ZUCCARELLO V., 2006. “Stagni temporanei mediterranei” nella Puglia centro-meridionale. Inform. Bot. Ital., 38 (1): 184-185. BECCARISI L., MEDAGLI P., MELE C., ERNANDES P., MARCHIORI S. 2007. Precisazione sulla distribuzione di alcune specie rare degli ambienti umidi della Puglia meridionale (Italia). Inform. Bot. Ital., 39 (1): 87-98. BIONDI E., ALLEGREZZA M., GIUSTINI A., TAFFETANI F. 1988. La vegetazione del territorio della Comunità Montana Alto Chiascio. Sistemi Agricoli Marginali. Scenario Umbro. C.N.R. Progetto Finalizzato I.P.R.A.: 259280. BIONDI E., ALLEGREZZA M., TAFFETANI F., 1990. Carta della vegetazione del Bacino di Gubbio. Webbia, 44 (2): 197-216. BIONDI E., BAGELLA S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia, 42 (2), Suppl. 1: 3-99. BONOMO R., RAIMONDO F.M., CASTIGLIA G., LENTINI F., 1978. Aspetti di vegetazione palustre, prativa e forestale in località “Salaci” di Cammarata con riferimenti alla florula medicinale. Atti Acc. Sci. Lett. Arti, ser. 4, 37: 1-50. Palermo. BRULLO S., CIRINO E., LONGHITANO N., (1993) 1995. Vegetazione della Sicilia: quadro sintassonomico. Convegno sul tema “La vegetazione italiana”. Atti Conv. Lincei, 115: 285-305. BRULLO S., DI MARTINO A., 1974. Vegetazione dell’isola Grande dello Stagnone (Marsala). Boll. Studi Informaz. Giard. Col., 26: 15-71. Palermo. BRULLO S., DI MARTINO A., MARCENO’ C., 1977. La vegetazione di Pantelleria (studio fitosociologico). Pubbl. Ist. Bot., Catania: 1-110. BRULLO S., GRILLO M., 1978. Ricerche fitosociologiche sui pascoli dei monti Nebrodi (Sicilia settentrionale). Not. Fitosoc., 13: 23-61. BRULLO S., GRILLO M., TERRASI M.C., 1976. Ricerche fitosociologiche sui pascoli di Monte Lauro (Sicilia meridionale). Boll. Gioenia Catania, serie IV, XII (9-10): 84-104. BRULLO S., MINISSALE P., 1998. Considerazioni sintassonomiche sulla classe Isoeto-Nanojuncetea. Itin. 116 Geobot., 11: 263-290. BRULLO S., SCELSI F., SIRACUSA G., 1994. Contributo alla conoscenza della vegetazione terofitica della Sicilia occidentale. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 27 (346): 341-365. BRULLO S., SCELSI F., SIRACUSA G., TOMASELLI V., 1996. Note fitosociologiche sulla vegetazione di monte Lauro (Sicilia sud-orientale). Flora e vegetazione degli Iblei: 169-184. BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G., 2001. La vegetazione dell'Aspromonte. Studio fitosociologico. Laruffa Editore. Reggio Calabria. CAMARDA I., LUCCHESE F., PIGNATTI E., PIGNATTI S., 1995. La vegetazione dell’area Pantaleo-Gutturu Mannu-Punta Maxia-Monte Arcosu nel Sulcis-Inglesiente (Sardegna sud-occidentale). Webbia, 49 (2): 141177. CARTA A., 2008 (in stampa). Contributo alla conoscenza della classe Isoëto-Nanojuncetea dell’Isola d’Elba (Arcipelago Toscano – Livorno). Atti. Soc. Tos. Sci. Nat., Mem., Ser. B 115. CARTA A., PIERINI B., PERUZZI L., 2008 (in stampa). Aggiornamenti e novità sulla distribuzione di Isoëtes gymnocarpa ed I. histrix (Lycopodiophytina) in Toscana. Atti. Soc. Tos. Sci. Nat., Mem., Ser. B 115. CARTA A., PIERINI B., PERUZZI L., 2008. Distribuzione di Ophioglossum lusitanicum L. (Psilotopsida) in Toscana. Inform. Bot. Ital., 40 (2): 135-141. CESCA G., PERUZZI L., 2001. Isoëtes (Lycophytina, Isoetaceae) with terrestrial habitat in Calabria (Italy). New karyological and taxonomical data. Fl. Medit., 11: 303-309. COGONI A., SCRUGLI A., CORTIS P., 2009 (in press). Bryophyte flora of some temporary pools in Sardinia and Corsica. Plant Biosystems. DE MARCO G., MOSSA L., 1980. Analisi fitosociologica e cartografica della vegetazione (1:25000) dell’Isola di San Pietro (Sardegna sud-occidentale). C.N.R., Roma. Collana del programma finalizzato “Promozione della qualità dell’ambiente”. DI PALMA M.G., GENCHI G., RAIMONDO F.M., RIGGIO S., 1980. Ricerche ecologiche e biocenotiche preliminari sui “gurghi” del Bosco del Cappelliere (Palermo). Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 114 (3-4): 136. DOMINICIS N., TUFANO M., 2005. Aspetti applicativi delle ricerche floristiche ed ecologiche nella pianificazione gestionale di un Ente Parco. Inform. Bot. Ital., 37 (1-B): 778-779. ERNANDES P., BECCARISI L., MEDAGLI P., ZUCCARELLO V., 2006. Note sulle conoscenze floristiche degli “stagni temporanei mediterranei” della Puglia centro-meridionale. Informatore Botanico Italiano, 38 (1):185186. ERNANDES P., BECCARISI L., ZUCCARELLO V., 2008. I luoghi dell’acqua temporanea: “Laghi” e “Pozzelle”, gli habitat effimeri del salento. Atti del Congresso “Spelaion” 2008, Nardò (Lecce). ERNANDES P., BECCARISI L., ZUCCARELLO V., 2007. L’habitat prioritario “stagni temporanei mediterranei” in Puglia: nuovi dati distributivi e segnalazioni di specie interessanti. Inform. Bot. Ital., 39 (2): 271-279. FASCETTI S., 2008. Valutazione dello stato di rischio e degrado degli habitat di interesse comunitario (Dir. “Habitat”92/43 CEE) della costa jonica della Basilicata. Atti Conv. ”Cost, prevenire, programmare, pianificare”: 684-689. Autorità di Bacino Basilicata, Maratea 15-17 maggio 2008. FASCETTI S., NAVAZIO, 2007. Specie protette, vulnerabili e rare della Flora Lucana. Vol. monografico a cura della Regione Basilicata: 138-139. Ass Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità. FILIBECK G., LATTANZI E., 2008. Il Poligono Militare di Nettuno (prov. Roma), testimonianza di un paesaggio scomparso: contributo alla conoscenza floristica e proposte per la tutela. Inform. Bot. Ital., 40 (1): 33-58. FILIPELLO S., SARTORI F., 1980-81. La vegetazione dell’Isola di Montecristo (Arcipelago Toscano). Atti Ist. Bot. Univ. Lab. Critt. Pavia, s.6 (14): 113-202. FOGGI B., GRIGIONI A., 1999. Contributo alla conoscenza della vegetazione dell’Isola di Capraia (Arcipelago Toscano). Parlatorea, 3: 5-33. FORTE L., 2001. Flora e vegetazione del bosco comunale “Difesa Grande” di Gravina in Puglia. Primo contributo. Territorio e società nelle aree meridionali. Atti del Convegno, Bari-Matera 24-27 Ottobre 1996, Mario Adda Editore, pp. 183-228. GERDOL R., PUPPI G., TOMASELLI M., 2001. Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento 117 secondo il metodo europeo CORINE Biotopes. Ricerche I.B.C. Emilia-Romagna, 23. 192 pp. GIGANTE D., MANELI F., VENANZONI R., 2007. L’ecomosaico degli stagni temporanei nella Piana di Ferretto (Perugia, Italia centrale): un Habitat prioritario della Direttiva 92/43/CEE. Riv. Idrobiol., 43 (20042007): 148-158. Aracne Ed., Roma. GRILLAS P., GAUTHIER P., YAVERCOVSKI N., PERENNOU C., 2004. Mediterranean Temporary Pools. Vol. 1 – Issues relating to conservation, functioning and management. Station biologique de la Tour du Valat. Le Sambuc. Arles, France. GRILLAS P., GAUTHIER P., YAVERCOVSKI N., PERENNOU C., 2004. Les mares temporaires méditeranéennes. Vol. 2 – Fiches espèces. Station biologique de la Tour du Valat. Le Sambuc. Arles, France. LASTRUCCI L., FOGGI B., SELVI F., BECATTINI R., 2007. Contributo alla conoscenza della vegetazione e della flora delle aree umide nel comprensorio di Capalbio (Provincia di Grosseto, Italia Centrale). Arch. Geobot., 10 (1-2) (2004): 1-30. LUCCHESE F., PIGNATTI S., 1990. Sguardo sulla vegetazione del Lazio Marittimo. Quad. Acc. Naz. Lincei, 264: 5-48. MAIORCA G., SPAMPINATO G., CAMERIERE P., CRISAFULLI A., CARIDI D., 2008. Carta della Vegetazione Reale della Foce del Bosco di Rùdina (RC - Calabria). Progetto Phytosis (Arssa – Università Mediterranea di Reggio Calabria), Monografia n. 3. pp. 56. Ed. De Rose. Cosenza. MARIOTTI M. G., (1993) 1995. Osservazioni sulla vegetazione della Liguria. Convegno sul tema “La vegetazione italiana”. Atti Conv. Lincei, 115: 189-227. MARIOTTI M.G., s.d. (2008). Natura 2000 in Liguria. Atlante degli habitat. 592 pp. + DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. MINISSALE P., SPAMPINATO G., 1987 (1985). Osservazioni fitosociologiche sul Lago Gurrida (Sicilia Nordorientale). Giorn. Bot. Ital., 119 (3-4): 197-225. MOSSA L., 1987. Aspetti vegetazionali della Giara di Gesturi (Sardegna centrale). Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 45 (5): 1-28. MOSSA L., ABBATE G., SCOPPOLA A., 1991. Memoria illustrativa della carta della vegetazione della Provincia di Cagliari. Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 49, Suppl. 8: 1-57. PEDROTTI F., 1982. La vegetation des collines entre le Trasimene et le Val de Chiana. In: Pedrotti F. (Ed), Guide-Itineraire, Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie centrale: 482- 492. Camerino. PEDROTTI F., BALLELLI S., BIONDI E., CORTINI PEDROTTI C., ORSOMANDO E., 1979. Guida all’escursione della società italiana di fitosociologia (Camerino, 11-14 giugno 1979). PEDROTTI F., BALLELLI S., BIONDI E., CORTINI PEDROTTI C., ORSOMANDO E., 1980. Resoconto dell’escursione della Società Italiana di fitosociologia nelle Marche ed in Umbria (11-14 giugno 1979). Not. Fitosoc., 16: 73-75. PEDROTTI F., ORSOMANDO E., 1977. Studio per la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico del Trasimeno: Flora e vegetazione. Min. Agric. For. Roma 3: 1-66. PEDROTTI F., ORSOMANDO E., 1979. Indagine geobotanica sul bacino del Trasimeno per la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico. Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 113 (5-6): 458-459. RAIMONDO F. M., GIANGUZZI L., SCHICCHI R., 1992. Carta della vegetazione del massiccio carbonatico delle Madonie (Sicilia centro-settentrionale). Quad. Bot. Ambientale Appl., 3: 23-40. RAIMONDO F.M., 1980. Carta della vegetazione di piano della Battaglia e del territorio circostante (Madonie, Sicilia). Programma finalizzato CNR, Promozione della qualità dell’ambiente. AQ/1/ 89. RAIMONDO F.M., 1984. On the natural history of the Madonie mountains. Webbia, 38: 29-52. RAIMONDO F.M., ROMANO S., ROSSITTO M., 1981. Aspetti degli Isoetalia rilevati nell’Isola di Favignana (Arcipelago delle Egadi). Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 115 (6): 356. RIVAS-MARTÍNEZ S., FERNÁNDEZ-GONZÁLEZ F., LOIDI J., LOUSÃ M., PENAS A., 2001. Syntaxonomical checklist of vascular plant communities of Spain and Portugal to association level. Itin. Geobot., 14: 5-341. SARTORI F., FILIPELLO S., 1979. La vegetazione dell’Isola di Montecristo (Arcipelago toscano). Studio fitosociologico. Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 113 (5-6): 461-462. 118 SCOPPOLA A., 1992. La vegetazione della Riserva Naturale Regionale Lago di Vico. In: L'Ambiente nella Tuscia laziale. Aree protette e di interesse naturalistico della provincia di Viterbo: 73-80. Univ. della Tuscia, Union Printing, Viterbo. SCOPPOLA A., BLASI C., ABBATE G., MICHETTI L., SCAGLIUSI., KUZMINKY E., ANITORI F., 1990. La vegetazione della Caldera di Vico. Regione Lazio, Dip. Biol. Veg. Univ. La Sapienza Roma Tip. Borgia. SELVI F., STEFANINI P., 2006. Biotopi naturali e aree protette nella provincia di Grosseto. Quaderni delle aree protette, Provincia di Grosseto. STANISCI A., ACOSTA A, M.L. CARRANZA, S. FEOLA M. GIULIANO. (2007). Gli habitat di interesse comunitario sul litorale molisano e il loro valore naturalistico su base floristica. Fitosociologia, 44 (2): 171-175. STANISCI A., CARRANZA M.L., FEOLA S. & GIULIANO M., 2008. Gli habitat di interesse comunitario e la flora di interesse conservazionistico sul litorale molisano. In: Mastantuono A. (ed.), Lontano dal paradiso: le dune del Molise. Collana “I quaderni del Melograno”. Termoli. VENANZONI R., GIGANTE D., MANELI F., 2005. “Nutrient-poor ecosystems of the Mediterranean temporary ponds: an overview in Central Italy”. Abstracts. 48th Symposium I.A.V.S.: 158. Lisbon. VERI L., LA VALVA V., CAPUTO G., 1980. Carta della vegetazione delle isole Ponziane (Golfo di Gaeta). Programma finalizzato CNR, Promozione della qualità dell’ambiente. AQ/1/41. Riferimenti Bibliografici online http://www.globalbioclimatics.org/book/checklist/checklist_c_01.htm http://www.globalbioclimatics.org/book/addenda/addenda2_00.htm http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/indice/gisweb.html Nomi dei compilatori con e.mail Daniela Gigante - [email protected] 119 32: Acque Correnti 120 32: Acque correnti – tratti di corsi d'acqua a dinamica naturale o seminaturale (letti minori, medi e maggiori) in cui la qualità dell'acqua non presenta alterazioni significative 3250: Fiumi mediterranei a flusso permanente con Glaucium flavum Constantly flowing Mediterranean rivers with Glaucium flavum La Fiumara Anendolea nella Calabria meridionale sui cui terrazzi si localizza la vegetazione glareicola ad Helichrysum italicum riferita all'hatitat 3250 "Fiumi mediterramei a flusso permanente con Glaucium flavum", Giovanni Spampinato Codice CORINE Biotopes 24.225 - Mediterranean river gravel communities 32.4A1 - Helichrysum, Santolina, Phagnalon garrigues Codice EUNIS C3.553 - Sponde ghiaiose di fiumi mediterranei Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea, Continentale Descrizione generale dell’habitat 121 Communities colonising gravel deposits of rivers with a Mediterranean, summer-low, flow regime, with formations of the Glaucion flavi. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Comunità erbacee pioniere su alvei ghiaiosi o ciottolosi poco consolidati di impronta submediterranea con formazioni del Glaucion flavi. Le stazioni si caratterizzano per l’alternanza di fasi di inondazione e di aridità estiva marcata. In Italia l’habitat comprende anche le formazioni a dominanza di camefite degli alvei ghiaiosi dei corsi d'acqua intermittenti del Mediterraneo centrale (che corrispondono al codice Corine Biotopes 32.4A1) presenti in particolare in Toscana, Calabria, Sicilia settentrionale e Sardegna. In queste regioni la natura friabile delle rocce ed il particolare regime pluviometrico determinano ingenti trasporti solidi da parte dei corsi d'acqua che hanno in genere regimi torrentizi. Si formano così corsi d’acqua con ampi greti ciottolosi (braided) denominati in Calabria e Sicilia "Fiumare". Questi greti ciottolosi, interessati solo eccezionalmente dalle piene del corso d'acqua, costituiscono degli ambienti permanentemente pionieri, la cui vegetazione è caratterizzata da specie del genere Helichrysum (H. italicum, H. stoechas), Santolina (S. insularis, S. etrusca), Artemisia (A. campestris, A. variabilis), ecc.. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Glaucium flavum, Myricaria germanica, Erucastrum nasturtiifolium, Oenothera biennis, Scrophularia canina, Chenopodium botrys, Melilotus albus. Le formazioni camefitiche dei corsi d’acqua intermittenti mediterranei sono caratterizzate da: Helichrysum italicum, H. stoechas, Santolina insularis (endemica della Sardegna), Santolina etrusca (endemica di Toscana, Lazio e Umbria), Satureja montana, Lotus commutatus, Scrophularia canina ssp. bicolor, Euphorbia rigida, Artemisia variabilis, A. campestris, A. alba, Epilobium dodonei, Dittrichia viscosa, Seseli tortuosum, Galium corrudifolium, Dorycnium hirsutum, Astragalus onobrychis, Asperula purpurea, Botriochloa ischaemon, Andryala integrifolia, Oenothera stucchii. Riferimento sintassonomico Le cenosi attribuite a questo habitat appartengono all’alleanza Glaucion flavi Br.-Bl. ex Tchou 1948 (ordine Epilobietalia Moor 1958, classe Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl. 1948). Le associazioni appartenenti alle formazioni camefitiche a Helichrysum sp. pl. e Santolina sp. pl. sono inquadrabili anche nell’alleanza Euphorbion rigidae Brullo & Spampinato 1990 (ordine ScrophularioHelichrysetalia Brullo 1984, classe Scrophulario-Helichrysetea Brullo, Scelsi & Spampinato 1998), nell’alleanza Xerobromion (Br.-Bl. & Moor 1938) Moravec et al. 1967 (ordine Artemisio alba-Brometalia erecti Br.-Bl. 1936, classe Festuca-Brometea Br.-Bl. & R. Tx. 1943 ex Klika & Hadac 1944) o nell’alleanza Artemisio albae-Saturejion montanae Allegrezza, Biondi, Formica & Balzelli 1997 (ordine Rosmarinetalia officinalis Br.Bl. Ex Molinier 1934, classe Rosmarinetea officinalis Rivas-Martinez, Diaz, Prieto, Loidi & Penas 1991). Dinamiche e contatti Nei corsi d'acqua dell'Italia centro settentrionale in assenza di forti perturbazioni l’habitat evolve lentamente verso le formazioni a Salix eleagnos (3240 “Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos”). Contatti catenali si osservano con la vegetazione terofitica dell’habitat 3270 “Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.” e con i boschi ripiarali dell’habitat 92A0 “Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba”. Nell'Italia meridionale e isole la vegetazione glareicola ad Helichrysum italicum si localizza nel tratto medio e terminale dei corsi d’acqua intermittenti dove prende normalmente contatto catenale con la vegetazione alto arbustiva ad oleandro e tamerici riferibile all'habitat 92D0 “Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio122 Tamaricetea e Securinegion tinctoriae)” o con la vegetazione terofitica dei greti asciutti in estate e inondati in inverno (habitat 3270 “Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.”). La vegetazione ad Helichrysum italicum forma spesso un mosaico con i pratelli terofitici silicicoli dei Tuberarietea guttatae. Distribuzione dell’habitat in Italia CM, EM, SR, PM, LG, AB, ML, TS, SC, CL, BS. Riferimenti Bibliografici ALESSANDRINI A., TOSETTI T., 2001. Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo "CORINE biotopes". Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, Bologna. ANGIOLINI C., BACCHETTA G., 2003. Analisi distributiva e studio fitosociologico delle comunità a Santolina insularis (Gennari ex Fiori) Arrigoni della Sardegna meridionale. Fitosociologia 40(1): 109-127 ANGIOLINI C., Bacchetta G., Brullo S. Casti M., Giusso del Galdo G. & Guarino R., 2005. The vegetation of mining dumps in SW-Sardinia. Feddes Repert 116(3-4): 243-276. ANGIOLINI C., DE DOMINICIS V., 1998 - Influence of some geomorphological and vegetational features of river terraces on cover and density of Santolina etrusca (Lacaita) Marchi et D'Amato. Ecol. Medit., 24(1): 3341. ANGIOLINI C., DE DOMINICIS V., 1999 - The syntaxonomic position of Santolina etrusca: multivariate analysis. Acta Soc. Bot. Poloniae, 68(1): 47-52. ANGIOLINI C., DE DOMINICIS V., 2001. The phytocoenosis of consolidated alluvium: a syntaxonomical and synecological study in the braided streams of southern Tuscany (Italy). Belg. Journ. Bot., 134(2): 192-209. ANGIOLINI C., SCOPPOLA A., DE DOMINICIS V., 1998. Influence of environmental factors on the chamaephytic vegetation of pebbly alluvium of southern Tuscan river beds (central Italy). Acta Bot. Neerl., 47(3): 313-324. BASSI S. (ed.), 2007. Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. BIONDI E., BALLELLI S., ALLEGREZZA M., TAFFETANI F., FRANCALANCIA C., 1994. La vegetazione delle "fiumare" del versante ionico lucano calabro. Fitosociologia, 27: 51-66. BIONDI E., VAGGE I., BALDONI M. & TAFFETANI F., 1997. La vegetazione del Parco fluviale regionale del Taro (Emilia-Romagna). Fitosociologia 34: 69-110. BIONDI E., VAGGE I., FOGU M.C. & MOSSA L., 1995. La vegetazione del letto ciottoloso dei fiumi della Sardegna Meridionale (Italia). Coll. Phytosoc. XXIV: 813-825. BIONDI E., VAGGE I., TAFFETANI F., BALDONI M.A., 1999. Carta della vegetazione 1: 15000 del Parco Regionale Fluviale del Taro. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. BRULLO S. & SPAMPINATO G. 1990. La vegetazione dei corsi d'acqua della Sicilia. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat.23 (336): 119-252. BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G., 1998. Considerazioni sintassonomiche sulla vegetazione perenne pioniera dei substrati incoerenti dell'Italia meridionale e Sicilia. Itinera Geobot. 11: 403-424. BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G., 2001. La vegetazione dell’Aspromonte. Studio fitosociologico. Laruffa editore. Reggio Calabria. FERRO G. & DI BENEDETTO L.,1980. Helichrysetum italici, ass. nov. dei corsi d'acqua del sud Italia.-Atti ist. Bot. Univ. Lab. Crit. Pavia ser., 13: 203-212. GIANGUZZI L., 1999. Flora e vegetazione dei Nebrodi. Itinerari didattici. – Regione Siciliana, Sezioni Operative per l’Assistenza Tecnica nn 5, 7, 8,10, 11, pp. 232. Arti Grafiche Zuccarello, S. Agata di Militello (ME). 123 MARIOTTI M.G., s.d (2008). Natura 2000 in Liguria. Atlante degli habitat - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. PENAS MERINOS A., DIAZ GONZALEZ E.T., LOPEZ PACHECO M.J. & GARCIA GONZALEZ M.E., 1987. Datos sobre las comunidades Mediterraneas de Gujiarrales de Rio. V Jornadas de Fitosociologia: “Vegetation de Riberas de Aqua dulce”. Universidad de LaLaguna, Serie informes 22: 233-248. RAIMONDO F.M., BAZAN G., GIANGUZZI L., ILARDI V., SCHICCHI R., SURANO N., 2000. Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo – Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3160. SARTORI F. & BRACCO F., 1995. Flora e vegetazione del Po. Acc. Sc. Torino – Quaderni. 1:139-191. SCOPPOLA A. & ANGIOLINI C., 1997b. Vegetation of stream-bed garigues in the Antiapennine range of Tuscany and Latium (central Italy), especially the new association Santolino etruscae-Saturejetum montanae. Phytocoenologia 27 (1): 77-102. SCOPPOLA A., ANGIOLINI C., 1997. Considerazioni ecologiche e sintassonomiche su alcune garighe dell’entroterra fra Siena e Viterbo (Italia centrale). Fitosociologia 32: 121-134. SELVI F., STEFANINI P., 2006 - Biotopi naturali e aree protette nella provincia di Grosseto. Quaderni delle aree protette, Provincia di Grosseto STANISCI A., ACOSTA A, CARRANZA M.L., FEOLA S., GIULIANO M., 2007. Gli habitat di interesse comunitario sul litorale molisano e il loro valore naturalistico su base floristica. FITOSOCIOLOGIA. vol. 44 (2), pp. 171-175 ISSN: 1125-9078 STANISCI A., CARRANZA M.L., FEOLA S., GIULIANO M., 2008. Gli habitat di interesse comunitario e la flora di interesse conservazionistico sul litorale molisano. In: Mastantuono A. (ed.), Lontano dal paradiso: le dune del Molise. Collana “I quaderni del Melograno”. Termoli. Riferimenti Bibliografici online http://web.rete.toscana.it/renato/benvenuto.htm# Progetto di approfondimento sulle emergenze floristiche, faunistiche e vegetazionali della Toscana – Banca Dati del Repertorio Naturalistico Toscano, attivato dall’ARSIA su incarico della Direzione Generale delle Politiche Territoriali e Ambientali della Regione Toscana e realizzato dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze”. Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Liliana Zivkovic ([email protected]) 124 32: Acque correnti - tratti di corsi d'acqua a dinamica naturale o seminaturale (letti minori, medi e maggiori) in cui la qualità dell'acqua non presenta alterazioni significative 3260 : Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho- Batrachion. Water courses of plain to montane levels with the Ranunculion fluitantis and Callitricho-Batrachion vegetation Formazioni a Nasturtium officinalis sulle rive dell'Esino (Marche), Edoardo Biondi Codice CORINE Biotopes 24.4 - Euhydrophytic river vegetation 22.432 - Shallow-water floating communities Codice EUNIS C1.242 - Comunità galleggianti di Ranunculus subgenus Batrachium in acque poco profonde C2.1 - Sorgenti, fontanili e geyser C2.2 - Corsi d’acqua permanenti a carattere torrentizio (ruscelli e torrenti), non influenzati dalle maree C2.3 - Corsi d’acqua permanenti a carattere potamale (fiumi a lento decorso), non influenzati dalle maree Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Mediterranea, Alpina Descrizione generale dell’habitat Water courses of plain to montane levels, with submerged or floating vegetation of the Ranunculion fluitantis and Callitricho-Batrachion (low water level during summer) or aquatic mosses. This habitat is sometimes associated with Butomus umbellatus bank communities. It is important to take this point into account in the process of site selection. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Questo habitat include i corsi d’acqua, dalla pianura alla fascia montana, caratterizzati da vegetazione erbacea perenne paucispecifica formata da macrofite acquatiche a sviluppo prevalentemente subacqueo con apparati fiorali generalmente emersi del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion e muschi acquatici. Nella vegetazione esposta a corrente più veloce (Ranunculion fluitantis) gli apparati fogliari rimangono del 125 tutto sommersi mentre in condizioni reofile meno spinte una parte delle foglie è portata a livello della superficie dell’acqua (Callitricho-Batrachion). Questo habitat, di alto valore naturalistico ed elevata vulnerabilità, è spesso associato alle comunità a Butomus umbellatus; è importante tenere conto di tale aspetto nell’individuazione dell’habitat. La disponibilità di luce è una fattore critico e perciò questa vegetazione non si insedia in corsi d'acqua ombreggiati dalla vegetazione esterna e dove la limpidezza dell’acqua è limitata dal trasporto torbido. Combinazione fisionomica di riferimento Ranunculus trichophyllus, R. fluitans, R. peltatus, R. penicillatus, R. aquatilis, R. circinatus (Padania, Puglia e Sicilia), R. muricatus, R. rionii (Lago di Garda), R. baudotii, Zannichellia palustris, Z. obtusifolia, Potamogeton spp. (tra cui P. schweinfurthii, presente in Italia solo in Sardegna), Myriophyllum spp., Callitriche spp., Isoëtes malinverniana# (endemica padana), Sium erectum, Fontinalis antipyretica, Alopecurus aequalis, Butomus umbellatus, Glyceria maxima, G. fluitans, Groenlandia densa, Hottonia palustris, Baldellia ranunculoides, Utricularia minor, Ceratophyllum submersum, Hippuris vulgaris, Najas minor, Sagittaria sagittifolia, Vallisneria spiralis, Nuphar luteum, Ceratophyllum demersum, Cardamine amara, Veronica anagallis-aquatica, Nasturtium officinale, Sparganium erectum, Apium nodiflorum, Scapania undulata. Riferimento sintassonomico Le cenosi acquatiche attribuite a questo habitat rientrano nell’alleanza Ranunculion fluitantis Neuhäusl 1959 e nell’alleanza Ranunculion aquatilis Passarge 1964 (syn. Callitricho-Batrachion Den Hartog & Segal 1964) dell’ordine Potametalia Koch 1926 (classe Potametea Klika in Klika & Novák 1941). Il nome dell’alleanza Callitricho-Batrachion (segnalata nel nome dell’habitat e sinonimo del Ranunculion aquatilis) deriva dai generi Callitriche e Batrachium. Quest’ultimo è in realtà un subgenere ritenuto attualmente mal differenziabile dal genere Ranunculus, pertanto nell’elenco floristico riportato nella scheda non è indicato. Dinamiche e contatti Vegetazione azonale stabile. Se il regime idrologico del corso d’acqua risulta costante, la vegetazione viene controllata nella sua espansione ed evoluzione dall’azione stessa della corrente. Ove venga meno l’influsso della corrente possono subentrare fitocenosi elofitiche della classe Phragmiti-Magnocaricetea e, soprattutto in corrispondenza delle zone marginali dei corsi d’acqua, ove la corrente risulta molto rallentata o addirittura annullata, si può realizzare una commistione con alcuni elementi del Potamion e di Lemnetea minoris che esprimono una transizione verso la vegetazione di acque stagnanti (habitat 3150 “Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition”). Viceversa, un aumento molto sensibile della corrente può ridurre la capacità delle macrofite di radicare sul fondale ciottoloso e in continuo movimento. Specie alloctone Elodea canadensis, Hydrocotyle ranunculoides, Myriophyllum aquaticum, Heteranthera reniformis. Distribuzione dell’habitat in Italia VN, SC, AB, UM, LZ, NL, EM, FR, PM, LM, LG, TS, TR, MR, CL, BS, CM. Note 126 Alcune delle specie dell’habitat 3260 (ad es. Potamogeton spp.) possono rientrare anche nel 3150 “Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition”; tuttavia tra i due habitat c’è un’importante distinzione ecologica in quanto il 3150 è legato ad acque ferme mentre il 3260 si riferisce ad acque fluenti. Riferimenti Bibliografici ALBERGONI F., SPREAFICO E., TOSO S., 1977. Profilo ecologico dei fontanili del cremasco. Giorn.Bot.Ital. 111:71-83. ALESSANDRINI A., TOSETTI T., 2001 - Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo "CORINE biotopes". Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, Bologna. BASSI S. (ed.), 2007 - Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. BIONDI E., CASAVECCHIA S. & RADETIC Z., 2002 – La vegetazione dei “guazzi” e il paesaggio vegetale della pianura alluvionale del tratto terminale del Fiume Musone (Italia centrale). Fitosociologia 39(1): 45-70. BRULLO S. & SPAMPINATO G. 1997 - Indagine fitosociologica sulle ripisilve della Calabria (Italia meridionale). Lazaroa 18: 1-50. BRULLO S. & SPAMPINATO G., 1990 – La vegetazione dei corsi d’acqua della Sicilia. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. vol. 23 n°336: 119-252. BRULLO S., SCELSI F. & SPAMPINATO G. 2001 – La vegetazione dell’Aspromonte. Reggio Calabria BUCHWALD R., GAMPER U., SBURLINO G., ZUCCARELLO V., 2000. Sintassonomia delle comunità a Potamogeton coloratus dell’Europa centro-meridionale. Fitosociologia, 37 (1): 61-68. CORBETTA F. & PIRONE G., 1989 – La vegetazione del fiume Tirino (Abruzzo). Arch. Bot. It. n°65 3/4: 121153. F. CONTI, C. ANGIOLINI, L. BERNARDO, S. COSTALONGA, R. DI PIETRO, S. FASCETTI, G. GIARDINA, E. GIOVI, L. GUBELLINI, E. LATTANZI, P. LAVEZZO, S. PECCENINI, G. SALERNO, A. SCOPPOLA, D. TINTI, R. TURRISI, 2006. “Contributo alla conoscenza floristica della Basilicata: resoconto dell'escursione del Gruppo di Floristica (S.B.I.) nel 2003” Inf. Bot. Ital., 38 (2): 383-409. FOGGI B., GRIGIONI A., 1999 - Contributo alla conoscenza della vegetazione dell' isola di Capraia (Arcipelago toscano). Parlatorea 3: 5-33. FRATTAROLI A.R. & CAPRANICA R., 1994 – Lineamenti della vegetazione del laghetto e fiume Vetoio (Conca Aquilana-Abruzzo, Italia). Micologia e Vegetazione Mediterranea vol. IX n° 2: 131-146. LASTRUCCI L., FOGGI B., SELVI F. & BECATTINI R., 2007 – Contributo alla conoscenza della vegetazione e della flora delle aree umide nel comprensorio di Capalbio (provincia di Grosseto, Italia centrale). Arch. Geobot. 10 (1-2): 1-30. MARIOTTI M.G., s.d (2008) - Natura 2000 in Liguria. Atlante degli habitat - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. MONTANARI GUIDO M.A. & MONTANARI C., 1988 – Rassegna delle conoscenze botaniche dei corsi d’acqua italiani. II Parte. Boll. Mus. St. Nat. Lunigiana 6-7: 115-122. PEDROTTI F., 1995 – Nota sulla vegetazione degli ambienti umidi della Bassa Valsugana (Trentino). Doc. Phtosoc. vol. XV: 417-449. PIRONE G., CORBETTA F., FRATTAROLI A.R., TAMMARO F., 1997. La copertura vegetale. In: Ricerche sulla Valle Peligna (Italia centrale, Abruzzo). Quaderni di Provinciaoggi 23: 81-119. L’Aquila. PIRONE G., FRATTAROLI A.R. & CORBETTA F., 1997 – Vegetazione, cartografia vegetazionale e lineamenti floristici della Riserva Naturale “Sorgenti del Pescara” (Abruzzo- Italia). Università degli Studi dell’Aquila. Comune di Popoli. 127 POLDINI L., 1989 – La vegetazione del Carso Isontino e Triestino. Studio del paesaggio vegetale fra Trieste, Gorizia e i territori adiacenti. Pp. 1-318. Ed. Lint Trieste. RINALDI G., 1992. Le cenosi macrofitiche dei fontanili lombardi, con particolare riferimento a Berula erecta Cov. Riv. Mus. Civ. sc. Nat. "E. Caff" 15:459-480. SARTORI F. & BRACCO F., 1995 – Flora e vegetazione del Po. Acc. Sc. Torino – Quaderni. 1: 139-191. SBURLINO G. & MARCHIORI S., 1987 – La vegetazione idro-igrofila del medio corso del fiume Brenta (Veneto. Italia settentrionale). V Jornadas de Fitosociologia. Vegetation de Riberas de Agua dulce. II. Ed. M.J. del Arco & W. Wildpret. TOMASI D., CANIGLIA G., 2004. La vegetazione de “le Poscole”: importante sito di biodiversità in provincia di Vicenza (NE- Italia). Lavori Soc. Ven. Sc. Nat., 29: 71-78. TOMEI P.E., GUAZZI E., KUGLER P.C., 2001 - Le zone umide della Toscana: indagine sulle componenti floristiche e vegetazionali. Ed. Reg. Toscana. VENANZONI R. & GIGANTE D., 2000 – Contributo alla conoscenza della vegetazione degli ambienti umidi dell’Umbria (Italia). Fitosociologia 37(2): 13-63. Riferimenti Bibliografici online Nomi dei compilatori con e.mail Liliana Zivkovic ([email protected]), ([email protected]) Edoardo Biondi ([email protected]), Cesare Lasen 128 32: Acque correnti - tratti di corsi d'acqua a dinamica naturale o seminaturale (letti minori, medi e maggiori) in cui la qualità dell'acqua non presenta alterazioni significative 3280 : Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell’alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba. Constantly flowing Mediterranean rivers with Paspalo-Agrostidion species and hanging curtains of Salix and Populus alba. Codice CORINE Biotopes 24.53 - Mediterranean river mud communities Codice EUNIS E5.4 - Megaforbieti mesofili e bordure di felci, su suolo umido Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea, Continentale, Alpina Descrizione generale dell’habitat Nitrophilous annual and perennial grass and sedge formations of the alluvial banks of large Mediterranean rivers, with Paspalum paspaloides, P. vaginatum, Polypogon viridis (= Agrostis semiverticillata), Cyperus fuscus, and hanging curtains of Salix spp. and Populus alba. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Vegetazione igro-nitrofila paucispecifica presente lungo i corsi d’acqua mediterranei a flusso permanente, su suoli permanentemente umidi e temporaneamente inondati. E’ un pascolo perenne denso, prostrato, quasi monospecifico dominato da graminacee rizomatose del genere Paspalum, al cui interno possono svilupparsi alcune piante come Cynodon dactylon e Polypogon viridis. Colonizza i depositi fluviali con granulometria fine (limosa), molto umidi e sommersi durante la maggior parte dell’anno, ricchi di materiale organico proveniente dalle acque eutrofiche. Sottotipi e varianti Frase diagnostica degli eventuali sottotipi, preceduta dal corrispondente codice numerico di riferimento (codice Corine Biotops) come indicato nel Manuale d’interpretazione EUR/27. Per eventuali sottotipi non presenti nel Manuale, inserire un numero romano progressivo dopo il codice dell’habitat. Eventuali nuovi sottotipi individuati per l’Italia devono avere una valenza prevalentemente biogeografica e, quando possibile, 129 corrispondere ad una tipologia Corine Biotopes. È utile indicare eventuali varianti di carattere ecologico e floristico. Combinazione fisionomica di riferimento Paspalum paspaloides (= P.distichum), P. vaginatum, (presente in Sardegna, Toscana e Liguria), Polypogon viridis (= Agrostis semiverticillata), Lotus tenuis, Saponaria officinalis, Elymus repens, Ranunculus repens, Rumex sp. pl., Cynodon dactylon, Cyperus fuscus, Salix sp. pl., Populus alba, P. nigra. Riferimento sintassonomico Le cenosi di questo habitat rientrano nell’alleanza Paspalo-Agrostion verticillati Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952, sinonimo del Paspalo-Polypogonion viridis Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952 nom. mut. (art. 45), (ordine Paspalo-Heleochloetalia Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952, classe MolinioArrhenatheretea Tüxen 1937). Si ricordano le associazioni Paspalo paspaloidis-Polypogonetum viridis Br.-Bl. in Br.-Bl., Gajewski, Wraber & Walas e Loto tenuis-Paspaletum paspaloidis Biondi, Casavecchia & Radetic 2002. Dinamiche e contatti Le praterie igrofile a Paspalum paspaloides occupano gli spazi potenzialmente colonizzabili dai boschi planiziali riferibili agli habitat 91E0* “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)”, 92A0 “Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba”, 91B0 “Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia” e 91F0 “Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)”. L’habitat è in contatto catenale con la vegetazione idrofitica dei corsi d’acqua (3130 “Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea”, 3140 “Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.”, 3150 “Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition”, 3170 “Stagni temporanei mediterranei”, 3260 “Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion”), con la vegetazione erbacea del Bidention e Chenopodion rubri (3270 “Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.”), con la vegetazione di megaforbie igrofile dell’habitat 6430 “Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile “ e con i saliceti ripariali arbustivi dell'habitat 3240 “Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos”. Specie alloctone Paspalum paspaloides (= P.distichum), P. vaginatum, P. dilatatum, Xanthium italicum, Echinochloa colona, Bidens frondosa, Datura ferox, D. innoxia. 130 Distribuzione dell’habitat in Italia PG, AB, ML, SC, LZ, TS, MR, BS, CL, LG, EM, CM Sono indicate le sigle delle regioni in cui l'habitat risulta segnalato in base alla banca dati del Ministero. Sono evidenziate in rosso le regioni che non compaiono nella banca dati del Ministero, ma per le quali la presenza dell'habitat è ritenuta certa dai compilatori o dai revisori della scheda; in verde le regioni che non compaiono nella banca dati del Ministero, ma per le quali la presenza dell'habitat è ritenuta possibile/probabile dai compilatori o dai revisori della scheda; in blu le regioni, già presenti nella banca dati del Ministero, per le quali la presenza dell'habitat è da escludere. (Sigle delle regioni italiane: AB= Abruzzo, BS= Basilicata, CL= Calabria, CM= Campania, EM= Emilia-Romagna, FR= Friuli Venezia Giulia, LG= Liguria, LM= Lombardia, LZ= Lazio, ML= Molise, MR= Marche, PG=Puglia, PM= Piemonte, SC= Sicilia, SR= Sardegna, TR= Trentino-Alto Adige, TS= Toscana, UM= Umbria, VL= Valle d'Aosta, VN= Veneto) Note La descrizione dell’habitat 3280 nel manuale europeo di interpretazione degli habitat rileva l’eterogeneità della vegetazione e caratterizza questo tipo di habitat costituito da un complesso di diverse comunità vegetali collegate catenalmente tra loro lungo i corsi d’acqua. L’habitat si distingue dal successivo 3290 “Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion” semplicemente per l’intermittenza del flusso idrico che determina una riduzione delle tipologie vegetazionali in quanto la vegetazione che permette di individuare i due habitat è esattamente la stessa mentre possono variare i rapporti catenali con microambienti occupati dalla vegetazione della Potametea presenti nell’habitat 3290. In Italia è stata descritta anche un’associazione di ambiente salmastro, l’ Inulo crithmoidis-Paspaletum vaginati Filigheddu, Farris & Biondi 2000, riferibile all’habitat 1410 “Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)” e segnalata in una zona lagunare nei pressi di Oristano (Sardegna) (Filigheddu et al., 2000). Riferimenti Bibliografici Alessandrini A., Tosetti T., 2001 - Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo "CORINE biotopes". Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, Bologna. ARRIGONI P.V., PAPINI P., 2003 - La vegetazione del sistema fluviale Lima - Serchio (Toscana meridionale). Parlatorea, 6: 95-129. Baldoni M. & Biondi E., 1993 – La vegetazione del medio e basso corso del Fiume Esino (Marche-Italia centrale). Studia Botanica 11: 209-257. Bassi S. (ed.), 2007 - Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. 131 Biondi E. & Bagella S., 2005 – Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia 42(2) – suppl. 1: 3-99. Biondi E. & Baldoni M., 1993 – La vegetazione del fiume Marecchia (Italia centrale). Biogeographia, 17: 51-87. Biondi E. & Baldoni M., 1996 – Natura e ambiente nella Provincia di Ancona. Guida alla conoscenza e alla conservazione del territorio (2 ed.). Provincia di Ancona, Assessorato alla tutela dell’Ambiente. Tecnoprint, Ancona: 285 pp. Biondi E., Casavecchia S. & Radetic Z., 2002 – La vegetazione dei “guazzi” e il paesaggio vegetale della pianura alluvionale del tratto terminale del Fiume Musone (Italia centrale). Fitosociologia 39(1): 45-70. Biondi E., Vagge I., Baldoni M. & Taffetani F., 1997 – La vegetazione del Parco fluviale regionale del Taro (Emilia-Romagna). Fitosociologia 34: 69-110. Blasi C.,(Resp. Scient.), Rosati L., Anzellotti I., Di Bello A.M., Del Vico E., Copiz R., Burrascano S., Lattanzi E., 2005. Cartografia fisionomica della vegetazione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Relazione Tecnico –Scientifica. (per segnalazione nel Cilento) Brullo S. & Spampinato G. 1997 - Indagine fitosociologica sulle ripisilve della Calabria (Italia meridionale). Lazaroa 18: 1-50. Brullo S. & Spampinato G., (1990)- La vegetazione dei corsi d’acqua della Sicilia. Boll.Acc. Gioenia Sci. Nat. 23 (336): 119-252. Brullo S., Scelsi F. & Spampinato G. 2001 – La vegetazione dell’Aspromonte. Reggio Calabria Fascetti S., Lapenna M.R., 2007. “Studio conoscitivo di base per il progetto di rinaturalizzazione del SIC-ZPS “Valle Basento-Grassano Scalo-Grottole” (Basilicata- Italia meridionale)”. Fitosociologia 44 (2) suppl.1: 23-29. Filigheddu R., Farris E. & Biondi E., 2000 – The vegetation of S’Ena Arrubia lagoon (centre-western Sardinia). Fitosociologia 37(1): 39-59. Gianguzzi L., 1999 – Flora e vegetazione dei Nebrodi. Itinerari didattici. – Regione Siciliana, Sezioni Operative per l’Assistenza Tecnica nn° 5, 7, 8,10, 11, pp. 232. Arti Grafiche Zuccarello, S. Agata di Militello (ME). LASTRUCCI L., FOGGI B., SELVI F., BECATTINI R., 2007 - Contributo alla conoscenza della vegetazione e della flora delle aree umide nel comprensorio di Capalbio (Provincia di Grosseto, Italia Centrale). Arch. Geobot., 10 (1-2) (2004): 1-30. Maiorca G., Spampinato G., Crisafulli A. & Cameriere P., 2007 – Flora vascolare e vegetazione della Riserva Naturale Regionale “Foce del Fiume Crati” (Calabria, Italia meridionale). Webbia 62(2): 121-174. MARIOTTI M.G., s.d (2008) - Natura 2000 in Liguria. Atlante degli habitat - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. Pirone G. & Ferretti C., 1999 – Flora e vegetazione spontanee della città di Pescara (Abruzzo, Italia). Fitosociologia 36(1): 111-155. Pirone G., 1983 – La vegetazione del litorale pescarese (Abruzzo). Not. Fitosoc. 18: 37-62. 132 Pirone G., 1997 – La vegetazione del litorale di Martinsicuro (TE) nel contesto dell’ambiente costiero dell’Abruzzo: aspetti e problemi. In: Le dune di Martinsicuro nel sistema costiero dell’Abruzzo. Comune di Martinsicuro, Teramo: 21-75. Raimondo F.M., Bazan G., Gianguzzi L., Ilardi V., Schicchi R., Surano N., 2000 – Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo – Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3-160. Scoppola A., 1998 – La vegetazione della Riserva Naturale Regionale Monte Rufeno (VT). Reg. LazioRiserva Naturale Monte Rufeno. Acquapendente: 104 pp. TOMEI P.E., GUAZZI E., KUGLER P.C., 2001 - Le zone umide della Toscana: indagine sulle componenti floristiche e vegetazionali. Ed. Reg. Toscana. Turroni E. & Merloni N., 1982 – Osservazioni sulla flora e vegetazione acquatica del territorio ravennate. Classense - Boll. Bibl. Com. Ravenna. Anno XIII: 28-44. VICIANI D., RAFFAELLI M., 2003 - Contributo alla conoscenza di flora e vegetazione spontanea delle Riserve Naturali di Valle dell'Inferno - Bandella e Ponte a Buriano - Penna (Arezzo, Toscana). Parlatorea, 6: 131-162. VICIANI D., SFORZI S., SELVI F., 2004 - L'alta valle del Torrente Lente (Toscana meridionale): contributo alla conoscenza floristica e vegetazionale. Webbia, 59(2): 309-347. Riferimenti Bibliografici online Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Liliana Zivkovic ([email protected]) 133 40: Lande e Arbusteti Temperati 134 40: Lande e arbusteti temperati 4060: Lande alpine e boreali Alpine and Boreal heaths Brughiera basa a Vaccinium-Loiseleuria sul Monte Pore (Dolomiti, BL), Cesare Lasen Codice CORINE Biotopes 31.4 31.41 - Dwarf azalea and Vaccinium heaths 31.42 - Alpenrose heaths 31.43 - Dwarf juniper scrub 31.44 - Empetrum-Vaccinium heaths 31.47 - Bearberry heaths 31.48 - Hairy alpenrose heaths 31.491 - High montane Dryas mats 31.4A - Apennine Vaccinium heaths 31.4B - High mountain greenweed heaths Codice EUNIS F2.21 - Alpide dwarf ericoid wind heaths F2.22 - Alpide acidocline [Rhododendron] heaths F2.23 - Southern Palaearctic mountain dwarf [Juniperus] scrub F2.24 - Alpigenic high mountain [Empetrum - Vaccinium] heaths F2.27 - Alpide [Arctostaphylos uva-ursi] and [Arctostaphylos alpinus] heaths F2.28 - Alpide [Rhododendron hirsutum] - [Erica] heaths F2.29 - [Dryas octopetala] mats F2.2A - Alpide high mountain dwarf [Vaccinium] heaths F2.2B - Alpide high mountain [Genista] and [Chamaecytisus] heaths Regione biogeografica di appartenenza Alpina, Continentale, Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Small, dwarf or prostrate shrub formations of the alpine and sub-alpine zones of the mountains of Eurasia dominated by ericaceous species, Dryas octopetala, dwarf junipers, brooms or greenweeds; Dryas heaths of the British Isles and Scandinavia. Sub-types: 135 31.41 - Alpide dwarf ericoid wind heaths. Loiseleurio-Vaccinion. Very low, single-stratum, carpets of trailing azalea, Loiseleuria procumbens, prostate Vaccinium spp. or other prostate ericoid shrublets, accompanied by lichen, of high windswept, mostly snowfree, localities in the alpine belt of the high mountains of the Alpine system. 31.42 - Acidocline alpenrose heaths. Rhododendro-Vaccinion. Rhododendron spp.-dominated heaths of acid podsols in the Alps, the Pyrenees, the Dinarids, the Carpathians, the Balkan Range, the Pontic Range, the Caucasus and the Himalayan system, often with Vaccinium spp., sometimes with dwarf pines. 31.43 - Mountain dwarf juniper scrub. Juniperion nanae, Pino-Juniperion sabinae p., Pino-Cytision purgantis p. Usually dense formations of prostrate junipers of the higher levels of southern Palaearctic mountains. 31.44 - High mountain Empetrum-Vaccinium heaths. Empetro-Vaccinietum uliginosi. Dwarf heaths dominated by Empetrum hermaphroditum, Vaccinium uliginosum, with Arctostaphylos alpina, Vaccinium myrtillus, Vaccinium vitis-idaea and lycopodes (Huperzia selago, Diphasiastrum alpinum), mosses (Barbilophozia lycopodioides, Hylocomium splendens, Pleurozium schreberi, Rhythidiadelphus triquetrus) and lichens (Cetraria islandica, Cladonia arbuscula, Cladonia rangiferina, Cladonia stellaris, Cladonia gracilis, Peltigera aphthosa) of the sub-alpine belt of the Alps, the Carpathians, the Pyrenees, the Central Massif, the Jura, the Northern Apennines, characteristic of relatively windswept, snow-free stations, in frost-exposure situations that are, however, less extreme than those prevailing where communities of 31.41 dominate. Unlike the formations of 31.41, those of 31.44 are clearly two-layered. 31.45 - Boreo-alpine heaths Alpine heaths of the highlands and islands of Scotland, alpine and lowland boreal heaths of Iceland, alpine heaths of boreal mountains, in particular of the mountains of Scandinavia, of the Urals, of the mountains of Siberia, alpine heaths of Far Eastern mountains at, or just south of, the limits of the boreal zone, with Juniperus nana, Loiseleuria procumbens, Empetrum hermaphroditum, Arctostaphylos uva-ursi, Arctostaphylos alpina and elements of Alpine flora. 31.46 - Bruckenthalia heaths: only outside the European Union. 31.47 - Alpide bearberry heaths. Mugo-Rhodoretum hirsuti p., Juniperion nanae p., i.a. Mats of Arctostaphylos uva-ursi or Arctostaphylos alpina of the alpine, sub-alpine and locally, montane, belts of the Alps, the Pyrenees, the northern and central Apennines, the Dinarids, the Carpathians, the Balkan Range, the Rhodopides (south to the Slavianka-Orvilos, the Menikion, the Pangeon, the Falakron and the Rhodopi), the Moeso-Macedonian mountains (including Athos), the Pelagonides (south to the Greek Macedonian border ranges Tzena, Pinovon and Kajmakchalan) and Olympus, in the Thessalian mountains, mostly on calcareous substrates. 31.48 - Hairy alpenrose-erica heaths. Mugo-Rhodoretum hirsuti p. Forest substitution heaths, treeline fringe formations and alpine heaths or mats of calcareous soils in the Alps and the Dinarides, with Rhododendron hirsutum, Rhododendron intermedium, Rhodothamnus chamaecistus and Erica herbacea, often accompanied by Clematis alpina, Daphne striata, Daphne mezereum, Globularia cordifolia, Arctostaphylos uva-ursi. Rhododendron hirsutum and, mostly in the Austrian Alps, Erica herbacea are the most frequent dominants; other shrubs can locally play that role. Arctostaphylos spp.-dominated facies have, however, been included in 31.47. 31.49 - Mountain avens mats Dwarf heaths formed by mats of the woody Dryas octopetala in high Palaearctic mountains, in boreal regions and in isolated Atlantic coastal outposts. 31.4A - High mountain dwarf bilberry heaths Vaccinium-dominated dwarf heaths of the sub-alpine belt of southern mountains, in particular, of the northern and central Apennines, the Balkan Range, the Helenides, the Pontic Range and the Caucasus, with Vaccinium myrtillus, Vaccinium uliginosum s.l., Vaccinium vitis-idaea and, locally, Empetrum nigrum. They are richer in grassland species than the communities of 31.44 and often take the appearance of alpine grassland with 136 dwarf shrubs. Vaccinium myrtillus also plays a much more dominant role, in lieu of Vaccinium uliginosum and Empetrum hermaphroditum. 31.4B - High mountain greenweed heaths Low Genista spp. or Chamaecytisus spp. heaths of the sub-alpine, low alpine or montane belts of high southern nemoral mountains, in particular of the southern Alps, the Apennines, the Dinarides, the southern Carpathians, the Balkan Range, the Moeso-Macedonian mountains, the Pelagonides, the northern Pindus, the Rhodopides, the Thessalian mountains. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Formazioni di arbusti bassi, nani o prostrati delle fasce alpina, subalpina e montana dei rilievi montuosi eurasiatici, dominate in particolare da ericacee e/o ginepro nano. In Italia è presente sulle Alpi e sull’Appennino. Si sviluppa normalmente nella fascia altitudinale compresa fra il limite della foresta e le praterie primarie d’altitudine ma, in situazioni particolari, si riscontra anche a quote più basse. Questo habitat, sulle Alpi, è certamente tra i più diffusi e ben rappresentati poiché include sia i rodorovaccinieti acidofili (Rhododendron ferrugineum, Vaccinium sp.) che i rodoreti basifili (Rhododendron hirsutum, Rhodothamnus chamaecistus), i tappeti di azalea nana (Loiseleuria procumbens), le formazioni a ginepro nano (Juniperus communis subsp. alpina), quelle a ginestra stellata (Genista radiata), ad uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi) dei crinali ventosi e, infine, quelle a camedrio alpino (Dryas octopetala), qualora non ricondotte all’habitat 6170 “Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine”). Scendendo lungo l’Appennino molte di queste comunità (es. rodoreti e vaccinieti) scompaiono e nella porzione più meridionale è possibile rilevare soprattutto i ginepreti a Juniperus communis subsp. alpina e a Juniperus hemisphaerica, che vengono inclusi in questo habitat Le numerose cenosi che confluiscono in questo tipo svolgono un ruolo essenziale sia per l'impronta che conferiscono al paesaggio vegetale, sia per il ruolo di protezione dei suoli e dei versanti. Sottotipi e varianti (compilare se necessario) 31.41: formazioni camefitiche acidofile alpine che colonizzano le creste e i crinali montuosi caratterizzati da breve permanenza della copertura nevosa e secchezza del suolo, entrambi dovuti all’effetto dei venti costanti. Sono dominate dall’azalea nana (Loiseleuria procumbens) e si possono distinguere aspetti più xerici, con molti licheni, e altri più umidi, in cui si rileva anche Carex curvula. A volte entrano nel corteggio floristico, molto povero, i mirtilli in forma prostrata. In tal senso, nelle alpi sudoccidentali Vacccinium uliginosum subsp. microphyllum in alcuni casi sostituisce completamente Loiseleuria procumbens costituendo, quindi, una variante alternativa. 31.42: formazioni arbustive che si sviluppano nella fascia subalpina su suoli acidi mediamente evoluti da mesici a xerici. Sono dominate da diverse specie di ericacee, la più frequente delle quali è Rhododendron ferrugineum, seguita dai mirtilli (Vaccinium sp.pl.). Questi arbusteti costituiscono la fascia climatofila nel piano subalpino dei rilievi acidi. Spesso appaiono come stadi di incespugliamento dei pascoli abbandonati. Sono ricorrenti tre aspetti in particolare: quello mesico su suoli profondi ad innevamento prolungato dominato da Rhododendron ferrugineum, quello più aridofilo, su versanti a breve innevamento, con Pinus mugo e quello con Calluna vulgaris. 31.43: arbusteti dominati nettamente da Juniperus communis subsp. alpina che si sviluppano nel piano subalpino su versanti meridionali in cui la copertura nevosa non è molto prolungata, su suoli anche superficiali e sassosi. Il ginepro nano sopporta sia un notevole disseccamento estivo ma anche una pesante coltre di neve invernale. In alcuni casi è accompagnato da Arctostaphylos uva-ursi e, in particolari condizioni di umidità atmosferica, Calluna vulgaris. 31.44: fitocenosi basso arbustive presenti oltre il limite della vegetazione arborea, su versanti acclivi o su forme convesse del rilievo, su suoli poco profondi e ricchi in scheletro; Empetrum hermaphroditum, muschi e 137 licheni dominano lo strato vegetale inferiore mentre quello più elevato è caratterizzato da Vaccinium uliginosum subsp. microphyllum ed emicriptofite scapose e rosulate. 31.47: cespuglieti contorti, dominati da Arctostaphylos alpina o A. uva-ursi, presenti nelle fasce alpina, subalpina e, localmente, montana, delle Alpi e dell’Appennino centrale e settentrionale. 31.48: formazioni di piccoli arbusti (Erica carnea o Rhododendron hirsutum) dei piani montano, subalpino ed alpino su substrati carbonatici piuttosto primitivi. Costituiscono i mantelli di pinete, mughete e faggete e possono colonizzare i pascoli abbandonati. L’aspetto a Erica carnea è tipico del piano montano e subalpino, quello a Rhododendron hirsutum è più mesofilo. 31.491: vegetazioni “a spalliera” dominate da Dryas octopetala che si sviluppano nel piano alpino su substrati carbonatici estremamente primitivi e poco consolidati. Il camedrio alpino è in grado di stabilizzare porzioni di ghiaioni e penetrare nelle fessure delle rocce. 31.4A: arbusteti bassi dominati da mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) della fascia montana superiore e subalpina dell’Appennino centro-settentrionale, su versanti poco acclivi e su forme concave del rilievo, dove la neve permane lungamente; 31. 4B: comunità a dominanza di ginestra stellata (Genista radiata) dei piani montano e subalpino su substrati carbonatici e suoli piuttosto primitivi. Costituiscono spesso mantelli di boschi di latifoglie mesofile e colonizzano i pascoli abbandonati. Combinazione fisionomica di riferimento 31.41: Loiseleuria procumbens, Carex curvula subsp. curvula, Arctostaphylos alpina, Primula minima, Vaccinium uliginosum subsp. microphyllum, licheni (Cetraria islandica, Thamnolia vermicularis) 31.42: Rhododendron ferrugineum, Vaccinium myrtillus, V. uliginosum subsp. microphyllum, V. vitis-idaea, Alnus viridis, Astrantia minor, Avenella flexuosa, Calluna vulgaris, Gentiana burseri subsp. villarsii, Homogyne alpina, Huperzia selago, Hypericum richeri, Juniperus communis subsp. alpina, Listera cordata, Lonicera coerulea, Luzula lutea subsp. lutea, Luzula luzuloides subsp. rubella, Luzula sieberi, Pinus mugo, Poa chaixii, Pyrola minor, Solidago virgaurea subsp. minuta, Willemetia stipitata subsp. stipitata. 31.43: Juniperus communis subsp. alpina, J. sabina, J. hemisphaerica, Arctostaphylos uva-ursi, Allium victorialis, Brachypodium genuense, Calluna vulgaris, Cotoneaster integerrimus, C. nebrodensis, Daphne oleoides, Geranium rivulare, Globularia meridionalis, Helianthemum nummularium subsp. grandiflorum, Helictotrichon parlatorei, Laserpitium halleri, Pulsatilla alpina, Rhamnus alpina subsp. fallax, Rosa pendulina, Senecio abrotanifolius, Senecio doronicum, Sesleria juncifolia subsp. juncifolia, Viola thomasiana. 31.44: Empetrum hermaphroditum, Vaccinium uliginosum subsp. microphyllum, Huperzia selago, Mnium marginatum, Cladonia sp. pl. 31.47: Arctostaphylos alpina, A. uva-ursi, Anthyllis montana subsp. atropurpurea, Brachypodium genuense, Cytisus spinescens, Helianthemum nummularium subsp. glabrum, H. oelandicum subsp. incanum, Juniperus communis subsp. alpina, Sesleria nitida. 31.491: Dryas octopetala subsp. octopetala, Anthyllis vulneraria subsp. alpestris, Carex firma 31.4A: Vaccinium myrtillus, Vaccinium uliginosum subsp. microphyllum, Hypericum richeri, Antennaria dioica, Avenella flexuosa, Bistorta vivipara, Calluna vulgaris, Gentiana lutea, Juniperus communis subsp. alpina, Potentilla erecta, Rhododendron ferrugineum, Soldanella alpina, Solidago virgaurea, muschi (Polytrichum juniperinum), licheni (Cetraria islandica e Peltigera rufescens) 31.4B: Genista radiata, Brachypodium genuense, Carex macrolepis, Centaurea triumfetti subsp. aligera, Daphne oleoides, Helianthemum nummularium subsp. glabrum, Rosa pendulina, Sesleria apennina, Erica carnea, Chamaecytisus purpureus, Polygala chamaebuxus, Arctostaphylos uva-ursi, Sesleria varia, Carex sempervirens, C. humilis. In questo habitat, come indicato, sono frequenti i licopodi (Huperzia selago, Lycopodium annotinum, Diphasiatrum alpinum), muschi (Hylocomium splendens, Rhythidiadelphus triquetrus, Hylocomium schreberi, Polytrichum juniperinum e Mnium marginatum) e licheni (Cetraria sp.pl., Peltigera rufescens, Cladonia sp.pl.). 138 31.48: Rhododendron hirsutum, Rhodothamnus chamaecistus, Erica carnea subsp. carnea, Arctostaphylos uva-ursi, Cytisus emeriflorus, Genista radiata. Riferimento sintassonomico Tutte le comunità sono definite fisionomicamente dalle specie dominanti indicate per i vari sottotipi. L’inquadramento sintassonomico è piuttosto complesso visto il numero elevato di aspetti cenologici differenti che è possibile rilevare in Italia (Alpi, Appennino settentrionale, centrale e meridionale). In generale, comunque, le comunità suddette vengono ricondotte essenzialmente alle seguenti alleanze: Loiseleurio-Vaccinion Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny 1926, Rhododendro-Vaccinion (Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny 1926) Br.-Bl. 1948, Juniperion nanae Br.-Bl. 1939 (Vaccinio-Piceetea Br.-Bl. in Br.-Bl. et al. 1939), Ericion carneae Rubel ex Grabherr, Greimler et Mucina 1993 (Erico-Pinetea Horvat 1959), Daphno oleoidis-Juniperion alpinae Stanisci 1997 (Junipero-Pinetea Rivas-Martinez 1965 nom. inv. prop. 2002), Berberidion vulgaris Br.-Bl. 1950 (Rhamno-Prunetea spinosae Rivas Goday et Borja Carbonell 1961) e Geranion sanguinei Tx. ex Muller 1961 (Trifolio-Geranietea Th. Muller 1961). Dinamiche e contatti Dinamica: Molte delle formazioni indicate rappresentano l’espressione climacica della fascia subalpina superiore e, pertanto, in assenza di perturbazioni, sono destinate a non subire modificazioni. In alcuni casi sono formazioni pioniere favorite dalla persistenza di fattori limitanti (crinali ventosi, versanti ripidi, innevamento prolungato, acidità del suolo, aridità, ecc.). Si tratta di un habitat che è stato fortemente contratto per favorire il pascolo, originando praterie che, se abbandonate, vengono ricolonizzate spontaneamente, seppure con velocità variabile. In termini sindinamici: al di sopra del limite del bosco, l’evoluzione di queste formazioni è molto limitata, salvo la colonizzazione in ambiente alpino di alberi sparsi, mentre per alcune, più tipiche della fascia montana, potrebbe manifestarsi in tempi più o meno lunghi una evoluzione verso le formazioni forestali, essenzialmente di conifere sulle Alpi e di faggio sull’Appennino. La gran parte delle specie erbacee presenti in queste comunità sono caratteristiche delle praterie circostanti, a dimostrazione di un collegamento dinamico. Ma l’intervallo di tempo necessario per il recupero delle praterie di sostituzione, una volta abbandonate dal pascolo, soprattutto quelle dei vaccinieti, è probabilmente piuttosto lungo in quanto le graminacee che dominano queste associazioni prative, fortemente competitive e dotate di robusti apparati radicali, rendono difficile l’insediamento delle comunità legnose. Contatti: A seconda dell’aspetto considerato e delle particolari condizioni stazionali, possono formarsi complessi mosaici o contatti (seriali o catenali) con praterie (curvuleti, firmeti, festuceti, elineti, seslerieti, nardeti, brachipodieti, brometi), saliceti nani delle vallette nivali, rupi casmofitiche, formazioni glareicole, mughete, alneti di ontano verde, pinete di pino nero, pinete di pino silvestre, lariceti, cembreti, abetine, peccete, faggete e perfino con gli ostrieti del Cytisantho-Ostryetum. In particolare le formazioni a Genista radiata dei versanti meridionali dell'arco alpino, in espansione a seguito dell'abbandono dei prati e dei pascoli, sono a contatto sia con formazioni di seslerio-brometo (6210 e 6170), che con le mughete basifile (4070). Molte di queste comunità sono riferibili ad habitat di interesse comunitario. Distribuzione dell’habitat in Italia PM, VD, LG, LM, TR, VN, FR, EM, TS, UM, MR, LZ, AB, ML, BS, CL. Frequente in tutto l’arco alpino, mentre è frammentato e ridotto in termini di estensione e di tipologie scendendo lungo l’Appennino, dove soprattutto i vaccinieti diventano sempre più rari, mentre i ginepreti prostrati sono piuttosto frequenti sui rilievi carbonatici. 139 Note Secondo alcuni Autori, gli stadi a netta dominanza di Dryas octopetala, in particolare quelli su substrati calcareo-dolomitici, vanno riferiti all’habitat 6170 "Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine". Con riferimento alle pinete a pino mugo, si riconducono a questo habitat solo quelle su substrato silicatico mentre quelle su substrato carbonatico, ma su suolo decarbonatato, vengono riferite all’habitat 4070 "Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum (Mugo-Rhododendretum hirsuti)". I ginepreti a Juniperus hemisphaerica e a J. sabina vengono inclusi in questo habitat in quanto contenuti in un sottotipo del codice 31.43. I genisteti a Genista radiata indicati per Appennino umbro-marchigiano e marchigiano costituiscono per lo più orli eliofili nell'ambito della classe Trifolio-Geranietea. L'ulteriore evoluzione verso cenosi più mature attraverso l'ingresso di specie della Rhamno-Prunetea risulta spesso bloccata per le particolari condizioni geomorfologiche ed edafiche che si realizzano nei settori sommitali dei rilievi calcarei dove tali cenosi si rinvengono. L'associazione Centaureo triumfetti-Genistetum radiatae indicata per il Massiccio del Monte Cucco pertanto rappresenta l'aspetto più maturo della serie durevole della ginestra stellata. In assenza di un habitat specifico per le alnete di ontano verde (Alnetum viridis s.l.), quelle miste a rododendro ferrugineo possono essere riferite a questo habitat. Laddove prevalgano i salici, si può utilizzare l'habitat 4080 "Boscaglie subartiche di Salix spp.". Riferimenti Bibliografici Abbate G., Di Marzio P., Gigli M.P., 1994. Dynamics between Nardus stricta L. grasslands and Vaccinium myrtillus Willd. communities in the Monti Reatini (Central Italy). Fitosoc., 26: 93-98. Alessandrini A., Tosetti T., 2001. Habitat dell’Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo “CORINE-biotopes”. Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, Bologna. Allegrezza M. 2003. Vegetazione e paesaggio vegetale della dorsale del Monte San Vicino (Appennino centrale). Fitosociologia, 40 (1): 1-118. Ansaldi M., Cassettari A., Adami M., 2004. Rhododendron ferrugineum L. (Ericaceae), specie nuova per la flora apuana. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat. Pisa Mem., Ser. B, 110 (2003): 189-191. Bassi S. (a cura di), 2007. Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Servizio Parchi e Risorse forestali della Regione Emilia-Romagna, Bologna. Bertolani Marchetti D., 1960. Ricerche sulla vegetazione della Valsesia. IV. Genista radiata (L.) Scop. var. sericopetala Buch. in Valsesia e la sua distribuzione geografica. Webbia, 15 (2): 425-432. Biondi E. (a cura di), 1999. Ricerche di Geobotanica ed Ecologia vegetale di Campo Imperatore (Gran Sasso d’Italia). Braun-Blanquetia, 16. 247 pp. Biondi E., Allegrezza M., Casavecchia S., Pesaresi S., Vagge I., 2006. Lineamenti vegetazionali e paesaggio vegetale dell’Appennino centrale e settentrionale. Biogeographia, XXVII: 35-129. Biondi E., Pinzi M., Gubellini L. 2004. Vegetazione e paesaggio vegetale del Massiccio del Monte Cucco (Appennino centrale, dorsale umbro-marchigiana). Fitosociologia, 41(2): 3-81. Blasi C., Gigli M.P., Abbate G., Stanisci A.,1990. Le cenosi a Juniperus nana Willd. nel Lazio (Italia Centrale). Ann. Bot. (Roma), 47 (1989), Suppl. 6: 135-148. Blasi C., Stanisci A., Abbate G., Gigli M.P., 1991. Syntaxonomy and chorology of the Vaccinium myrtillus communities in the Monti Reatini (Central Italy). Giorn. Bot. Ital., 124 (2-3) (1990): 259-279. Calvario E., Sebasti S., Copiz R., Salomone F., Brunelli M., Tallone G., Blasi C. (a cura di), 2008. Habitat e specie di interesse comunitario nel Lazio. Edizioni Agenzia Regionale Parchi, Roma. Castelli M., Biondi E., Ballelli S., 2001. La vegetazione erbacea, arbustiva e preforestale del piano montano dell'Appennino piemontese (Valli Borbera e Curone - Italia). Fitosociologia 38(1): 125-151. Ciaschetti G., Pirone G., Frattaroli A.R.., Corbetta F., 2006. La vegatazione del Piano di Pezza (Parco Naturale Regionale “Sirente-velino” – Italia Centrale). Fitosociologia 43 (1): 67-84. 140 Cremona Orsino I., Orsino F., 1977. Alcune stazioni di Digitalis grandiflora Miller e di Vaccinium vitis-idaea L. nuove per l'Appennino. Webbia, 32 (1): 155-161. Cristaldi L., Mondino G. P., 1994. Summit Vaccinium heaths in the Piedmont Apennines (Borbera and Curone Valleys). Fitosociologia, 26: 29-33. Cusma Velari T., Feoli Chiappella L., 1987. Analisi cariologica e citogeografica di Genista radiata. Biogeographia, 13: 421-427. Ferrari C. & Piccoli F., 1997. The erinaceous dwarf shrublands above the Northern Apennine timberline (Italy). Phytocoenologia, 27 (1): 53-76. Ferrari C., Buffa G., Poggi G., Zenti S., Corticelli S., 2002. Carta della vegetazione 1:25.000 dell'Alto Appennino Reggiano - Foglio Est e Foglio Ovest. Regione Emilia-Romagna, Servizio Sistemi Informativi Geografici. Ferrari C., Carpené B., Poggi G., 2002. Carta della vegetazione 1:25.000 dell'Alta Val Parma e Cedra. Regione Emilia-Romagna, Servizio Sistemi Informativi Geografici. Ferrari C., Rossi G., Piccoli F., 1994. Plant communities of the northern Apennine Vaccinium heaths. Fitosociologia, 26: 19-27. Ferrarini E., 1973. Rhododendron ferrugineum L. in fitocenosi relitte dell'Appennino settentrionale. Giorn. Bot. Ital., 107 (3): 143-156. Ferrarini E., 1974. Altre cenosi e stazioni relitte reperite sull'Appennino settentrionale (ad "Antennaria carpatica", a "Rhododendron ferrugineum", a "Salix herbacea", a "Saussurea discolor"). Webbia, 29 (1): 105112. Foggi B., Gennai M., Gervasoni D., Ferretti G., Rosi C., Viciani D. & Venturi E., 2007. La carta della vegetazione del SIC Alta Valle del Sestaione (Pistoia, Toscana Nord-Occidentale). Parlatorea, 9: 41-78. Fortini P., Blasi C., Di Pietro R., 1999. On the presence of communities with Genista radiata (L) Scop. in the Simbruini-Ernici Mountains (Central Apennine). Fitosociologia, 36 (1): 61-66. Gabellini A., Viciani D., Lombardi L. & Foggi B. 2006. Contributo alla conoscenza della vegetazione dell’Alta Garfagnana Appenninica (Toscana Settentrionale). Parlatorea, 8: 65-98. Giancola C., Di Marzio P., Stanisci A., 2007. Gli habitat di direttiva nelle aree d'alta quota in Molise. Fitosociologia, 44: 177-182. Körner C. (1999). Alpine plant life: functional plant ecology of high mountains ecosystems. Springer-Verlag Berlin Heidelberg New York pp. 338 Lasen C. & Wilhalm T., 2004. Natura 2000. Habitat in Alto Adige. Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige. Lasen C., 2006. Habitat Natura 2000 in Trentino. Provincia Autonoma di Trento. Lonati M., 2006. Le comunità a Genista radiata (L) Scop. var. sericopetala Buccheger delle Alpi occidentali italiane. Fitosociologia, 43 (2): 97-110. Manzini M.L., Minghelli F., 1980. Nuove stazioni di Vaccinium vitis-idaea L. nell'Appennino modenese. Atti Soc. Naturalisti Mat. Modena, 3: 21-25. Manzini M.L., Trevisan Grandi G., Ferrari C., 1979. Caratteri strutturali dei vaccinieti dell'Appennino modenese correlati alla produzione di antociani in Vaccinium myrtillus L. Atti Soc. Naturalisti Mat. Modena, 110: 43-55. Mariotti M.G., 2008. Atlante degli Habitat Natura 2000 in Liguria. Regione Liguria, Genova. Mathon C.C., 1950. Le Genista radiata Scop. dans le Brescia et le Trentino (Italie du Nord). Bull. Soc. Bot. France, 97: 78-90. Mondino G.P., 2003. L'evoluzione nell'ultimo quarantennio della vegetazione in Valle Grana (Alpi Cozie). Riv. Piem. St. Nat., 24: 67-203. Orsino F., 1972. Rhododendron ferrugineum nelle Alpi Liguri orientali. Giorn. Bot. Ital., 106 (1): 29-40. Pedrotti F. 1982. La végétation des monts de La Laga. Guide-Itineraire, Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie central (2-11 juillet 1982). Camerino:365-371. Pedrotti F., Cortini Pedrotti C., 1978. Segnalazione di Vaccinium gaultherioides Bigelow per l'Italia centrale. Giorn. Bot. Ital., 112 (4): 287-288. 141 Pignatti E., 1970. Le brughiere subalpine a Rhododendron ferrugineum nel versante meridionale delle Alpi orientali. Atti Ist. Veneto Sci. Lett. Arti, 128: 195-212. Pitt F., Codogno M., 1999. Fitosociologia ed ecologia delle ontanete subalpine. Rev. Valdôtaine Hist. Nat. 51: 239-249. Poldini L., 1996. Alcune cenosi rare nel Friuli-Venezia Giulia (NE Italia). Gortania, 18: 95-110. Poldini L., Favretto D., 1999. Analisi corologica delle “brughiere a mirtillo e a rododendro ferrugineo”. Mem. Accad. Lunigianese Sci. “G. Capellini”, 67-69: 123-138. Poldini L., Oriolo G., Francescato F., 2004. Mountain pine scrubs and heaths with Ericaceae in the southeastern Alps. Plant Biosystems, 138 (1): 53-85. Poldini L., Oriolo G., Vidali M., Tomasella M., Stoch F., Orel G., 2006. Manuale degli habitat del Friuli Venezia Giulia. Strumento a supporto della valutazione d’impatto ambientale (VIA), ambientale strategica (VAS) e d’incidenza ecologica (VIEc). Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Università degli Studi di Trieste - Dip.to di Biologia. http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm Poldini L., Vidali M., Biondi E., Blasi C., 2002. La classe Rhamno-Prunetea in Italia. Fitosociologia, 39 (1) suppl. 2: 145-162. Puppi Branzi G., Zanotti A.L., Speranza M., 1994. Phenological studies on Vaccinium and Nardus communities. Fitosociologia, 26: 63-79. Sandoz H., Barbero M., 1974. Les Fruticées à Rhododendron ferrugineum et Juniperus nana et les Mélézeins des Alpes maritimes et ligures. Rev. Biol. Écol. Médit., 1 (3): 63-95. Sarfatti G., Pedrotti F., 1967. I Vaccinieti a Vaccinium uliginosum dell'Appennino Tosco-Emiliano. Giorn. Bot. Ital., 73 (4-6) (1966): 333-334. Sartori F., Pirola A., Bracco F. (a cura di), 2004. Gli habitat della Regione Lombardia: stato di conservazione e loro mappatura sul territorio. Regione Lombardia. Sindaco R., Mondino G.P., Selvaggi A., Ebone A., Della Beffa G., 2003. Guida al riconoscimento di Ambienti e Specie della Direttiva Habitat in Piemonte. Regione Piemonte - IPLA. Sindaco R., Selvaggi A., Savoldelli P., 2008. La Rete Natura 2000 in Piemonte - I Siti di Interesse Comunitario. Regione Piemonte. Siniscalco C., Montacchini F., Scaravaglio P., 1986. Problemi di ripristino ambientale. Studio sul potere di ricolonizzazione di Dryas octopetala su piste da sci. Rev. Valdôt. Hist. Nat., 40: 17-23. Stanisci A., 1997. Gli arbusteti altomontani dell’Appennino centrale e meridionale. Fitosociologia, 34: 3-46. Tammaro F., 1998. Il paesaggio vegetale dell’Abruzzo. Regione Abruzzo - Università dell’Aquila. Cogecstre Edizioni. Theurillat JP., Aeschimann D., Kupfer P., Spichiger R., 1994. The higher vegetation units of the Alps. Coll. Phytosoc., 23: 189-239. Tomaselli M., Manzini M.L., Del Prete C., 1994. Carta della vegetazione 1:25.000 del Parco Regionale dell'Alto Appennino Modenese - Foglio Est e Foglio Ovest. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico, Provincia di Modena, Settore Difesa del Suolo. Tomaselli M., Rossi G., Manzini M.L., Del Prete C., 2002. Carta della vegetazione 1:15.000 del Parco Regionale del Corno alle Scale. Regione Emilia-Romagna, Servizio Sistemi Informativi Geografici. Riferimenti Bibliografici online Lista Syntaxa: http://www.scienzadellavegetazione.it/sisv/lisy/index.jsp Repertorio Naturalistico Toscano: http://web.rete.toscana.it/renato/principale.htm http://www.regione.piemonte.it/habiweb/ricercaSic.do http://www.regione.piemonte.it/habiweb/ricercaAmbienti.do http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/indice/gisweb.html Nomi dei compilatori con e.mail Carlo Blasi ([email protected]) Riccardo Copiz ([email protected]) 142 40: Lande e arbusteti temperati 4090: Lande oro-mediterranee endemiche a ginestre spinose Endemic oro-Mediterranean heaths with gorse Codice CORINE Biotopes 31.7 31.75 - Cyrno-Sardian hedgehog-heaths 31.76 - Mount Etna hedgehog-heaths 31.77 - Madonie and Apennine hedgehog-heaths 31.7E - Astragalus sempervirens hedgehog-heaths Codice EUNIS F7.45 - Cyrno-Sardinian hedgehog-heaths F7.46 - Mount Etna hedgehog-heaths F7.47 - Madonie and Apennine hedgehog-heaths F7.4E - [Astragalus sempervirens] hedgehog-heaths Regione biogeografica di appartenenza Alpina, Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Primary cushion heaths of the high, dry mountains of the Mediterranean and Irano-Turanian regions, with low, cushion-forming, often spiny shrubs, such as Acantholimon, Astragalus, Erinacea, Vella, Bupleurum, Ptilotrichum, Genista, Echinospartum, Anthyllis and various composites and labiates; secondary, zoogenic cushion heaths of the same regions, either downslope extensions of the high-altitude formations, and dominated by the same species, or specifically montane or steppic, often Genista-dominated in the Mediterranean region. Excluded are cushion-heaths of thermo-Mediterranean lowlands (33) and of deserts and semideserts (7). Sub-types: 31.71 - Pyrenean hedgehog-heaths. Junipero-Genistetum horridae. Echinospartum horridum formations of dry slopes of the supra-Mediterranean zone of the southern Pyrenees; accompanying the dense, spiny cushions are Juniperus hemisphaerica, Buxus sempervirens, Ononis fruticosa, Arctostaphylos uva-ursi ssp. crassifolia and Pinus sylvestris. 31.72 - Cordilleran hedgehog-heaths. Cytiso oromediterranei-Echinospartetum barnadesii, Echinosparto pulviniformis-Cytisetum oromediterranei, Teucrii salviastri-Echinospartetum pulviniformis, Genisto hystricisEchinospartetum lusitanici Formations of the Cordillera Central and adjacent areas dominated by diverse forms of Echinospartum. 31.73 - Nevadan hedgehog-heaths. Erinacetalia p., Lavandulo-Genistion boissieri p. Highly developed hedgehog formations of the Sierra Nevada with Erinacea anthyllis, Vella spinosa, Astragalus sempervirens ssp. nevadensis, A. granatensis ssp. granatensis (A. boissieri), Ptilotrichum spinosum, Bupleurum spinosum, Genista baetica. Associated dwarf suffrutescent formations of high slopes and crests. 31.74 - Franco-Iberian hedgehog-heaths Oro-Mediterranean and montane hedgehog-heaths of other Iberian ranges and of southern France. 31.75 - Cyrno-Sardian hedgehog-heaths. Carici-Genistetalia (Carlinetalia macrocephalae) Expanses of small, compact bushes with Astragalus sirinicus ssp. genargenteus, Rosa seraphini, Anthyllis hermanniae, Thymus herba-barona, Cerastium boissieri, Genista salzmannii, G. corsica, Berberis aetnensis, Prunus prostrata and Daphne oleoides, of Sardinian and Corsican mountains. 143 31.76 - Mount Etna hedgehog-heaths. Astragaletum siculi Lava-colonising formations with cushions of Astragalus granatensis ssp. siculus, Berberis aetnensis, Juniperus hemisphaerica, Genista aetnensis, Adenocarpus bivonae, Viola aethnensis. 31.77 - Madonie and Apennine hedgehog-heaths Hedgehog-heaths formed by Astragalus spp. or Genista spp., of the mountains of the southern Italian peninsula and Sicily, except Etna. 31.78 - Helleno-Balkanic sylvatic Astragalus hedgehog-heaths Hedgehog-heaths occupying situations peripheral to the main range of the alti- and oro-Mediterranean hedgehog-heath communities of high Hellenic mountains (31.79 and 31.7A), mostly dominated by Astragalus angustifolius, characteristic, in particular, of zoogenous clearings within the forest belt of southern Greek mountains and of regions of irradiation of Mediterranean communities within the hills and mountains of the Moesian zone. 31.79 - Hellenic oro-Mediterranean hedgehog-heaths. Daphno-Festucetea: Eryngio-Bromion p. Hedgehog-heaths developed on relatively humus-rich rendziniform soils at or above treeline, in the 1700-2200 m altitudinal range of high Greek mountains; hedgehog-heath facies of associated grasslands; similar, impoverished formations descending into the forest belts of the same mountains, with the exception of those of the Peloponnese, where they are replaced by distinctive formations, listed under 31.78. 31.7A - Hellenic alti-Mediterranean hedgehog-heaths. Daphno-Festucetea: Astragalo-Seslerion Shrubby formations of the high mountains of the Peloponnese, of the southern mainland Greek mountains and of the Thessalian Olympus system, colonising the altitudinal range immediately above that occupied by the communities of 31.79, as well as stony slopes with shallow soil, loose screes and humus-deficient soils within the main 1700-2200 m range of these communities. Included are true spiny hedgehog-heaths, cushiony formations of dwarf suffrutescents and bush-dominated facies of stripped grasslands. Astragalus angustifolius, Acantholimon androsaceum, Astragalus lacteus, Convolvulus cochlearis, Rindera graeca, Aster alpinus, Globularia stygia, Minuartia stellata, Erysimum pusillum, Thymus teucrioides, Alyssum kionae, Paronychia kapela, Thymus hirsutus, Anthyllis aurea, Achillea ageratifolia, Sideritis scardica, Linum flavum, Thymus boissieri, Sesleria caerulans are characteristic. 31.7B - Cretan hedgehog-heaths. Saturejetea spinosae Hedgehog-heaths of high mountains of Crete, in the 1500-2500 m altitudinal range, with Astragalus creticus ssp. creticus, A. angustifolius, Acantholimon androsaceum, Atraphaxis billardieri, Berberis cretica, Chamaecytisus creticus, Daphne oleoides, Prunus prostrata, Euphorbia acanthothamnos, Verbascum spinosum, Sideritis syriaca, Satureja spinosa, Asperula idaea, Rhamnus prunifolius, Pimpinella tragium, Acinos alpinus. 31.7C - Aegean summital hedgehog-heaths Isolated, endemic-rich, mostly summital hedgehog-heaths of calcareous mountains of Aegean islands and Mount Athos. 31.7D - Southern Hellenic Genista acanthoclada hedgehog-heaths Formations dominated by hemispherical shrubs of Genista acanthoclada of the middle levels (about 800 1200 m) of mountains and plateaux of the Peloponnese. 31.7E - Astragalus sempervirens hedgehog-heaths Astragalus sempervirens ssp. sempervirens, ssp. muticus, ssp. cephalonicus formations of the southern Alps, the eastern Pyrenees, Iberia, the Apennines and Greece, transitional between the alpine and sub-alpine heaths of 31.4 and the true Mediterranean hedgehog-heaths of 31.7. 31.7F - Canarian cushion-heaths. Spartocytision nubigeni Open formations dominated by broom-like plants of the montane zone (above 1900 m) of the Canary Islands, with many endemic species. 144 Frase diagnostica dell’habitat in Italia Formazioni xerofile nanofanerofitiche e camefitiche submontane e montane dominate, in particolare, da leguminose spinose arbustive o suffruticose con habitus a pulvino (Astragalus, Genista, ecc.). Tipiche delle vette e dei crinali ventosi dei rilievi montuosi costieri mediterranei con substrato roccioso affiorante e suoli primitivi, ma anche di montagne più interne caratterizzate da un clima temperato. Possono essere primarie o di origine secondaria e mantenute dal pascolo. Sottotipi e varianti 31.75 I - Garighe a Genista salzmannii sviluppate su substrati granitici del M. Limbara (Sardegna) in esposizioni assolate e ventose al di sopra dei 900 m s.l.m. II - Formazioni secondarie dominate da Genista pichisermolliana sviluppate su graniti e scisti, derivate dalla degradazione della lecceta e dei querceti caducifogli della fascia supramediterranea del Gennargentu, Altopiano di Bitti-Alà dei Sardi, Supramonte di Orgosolo (Sardegna). III - Formazioni di arbusti emisferici a dominanza di Astragalus genargenteus dei versanti nord-occidentali, freddi e ventosi, del Gennargentu (Sardegna). IV - Garighe acidofile a Genista desoleana sviluppate in aree ventose comprese tra i 700 e i 1200 m s.l.m. della catena del Marghine-Goceano e massicci del Montiferru e di M. Traessu (Sardegna). V - Garighe calcicole a Genista toluensis, supramediterranee, sviluppate tra i 700 e i 1200 m s.l.m. su M. Tului e M. Albo (Sardegna). VI - Vegetazione pioniera discontinua degli affioramenti rocciosi neutro-basici (ofiolitiferi) interessati da suoli superficiali o litosuoli xerici, nella fascia collinare(-submontana) della Liguria orientale. La xericità dei substrati e la morfologia dei rilievi determinano la distribuzione anche in ambiti caratterizzati da un bioclima temperato umido. Dominano le camefite e le nanofanerofite, soprattutto mediterranee ed endemiche. VII - Garighe sommitali a dominanza di Genista desoleana, arbusto pulvinato, spinoso, endemico di Sardegna, Liguria orientale e Isola d’Elba. In quest’ultima sono tipiche delle zone alte e scoperte del M. Capanne (Elba). Presentano molte similitudini fisionomico-strutturali con le succitate formazioni a G. desoleana e Euphorbia spinosa subsp. ligustica della Liguria orientale, con quelle corse attribuite all’Helichryso italici-Genistetum salzmannii Gamisans 1977, nonché con quelle sarde attribuite al Violo limbarae-Genistetum salzmanni Valsecchi 1994 all’Armerio sardoe-Genistetum desoleanae Valsecchi 1994 e all’Helichryso microphylliGenistetum salzmannii Biondi 2000. Queste similitudini, parziali in termini floristici possono giustificare l’inquadramento delle comunità dell’Elba e della Liguria in questo sottotipo inizialmente indicato solo per le comunità sardo-corse. Le cenosi del Monte Capanne possono essere considerate peculiari per l’alto numero di endemismi locali e per la marginalità rispetto a quelle sardo-corse. 31.76 Formazioni ad Astragalus siculus sviluppate sulle lave del M. Etna (Sicilia) nella fascia compresa tra 1800 e 2450 m s.l.m. 31.77 I - Vegetazione pioniera a dominanza di Astragalus nebrodensis presente tra 1200 e 1800 m s.l.m. sulla catena delle Madonie (Sicilia). II - Garighe secondarie dominate da Genista cupanii sviluppate tra 1100 e 1700 m s.l.m. sulla catena delle Madonie (Sicilia). III - Formazioni spinose di arbusti emisferici a dominanza di Genista michelii sviluppate su substrati calcarei in stazioni ventose comprese tra 500 e 680 m s.l.m. del Massiccio del Gargano (Puglia). IV – Formazioni ad arbusti nani spinosi a dominanza di Astragalus parnassi ssp. calabricus e Cytisus spinescens dell’altopiano della Sila, su substrati granitici, poveri di suolo tra i 1000 e i 1700 m di quota. V – pascoli camefitici su calcare a dominanza di Genista sericea collocati in posizione sommitale (1000-1500 m) in stazioni puntiformi dell'entroterra lucano tirrenico. 31.7E 145 Nel Lazio, in Umbria e in Molise vengono riferite a questo habitat le rarissime comunità camefiticoemicriptofitiche dominate da Astragalus sempervirens subsp. sempervirens a mosaico con le praterie montane (seslerieti). Combinazione fisionomica di riferimento 31.75 I - Genista salzmannii, Armeria sardoa subsp. sardoa, Helichrysum microphyllum subsp. thyrrenicum, Thymus catharinae, Viola corsica subsp. limbarae II - Helichrysum microphyllum subsp. thyrrenicum, Genista pichi-sermolliana, Armeria sardoa subsp. genargentea, Bunium corydalinum, Carlina macrocephala, Cerastium boissierianum, Dianthus arrostii, Festuca morisiana subsp. morisiana, Poa balbisii, Santolina insularis III - Astragalus genargenteus, Armeria sardoa subsp. genargentea, Ruta lamarmorae, Thymus catharinae IV - Genista desoleana, Anthyllis hermanniae subsp. ichnusae, Armeria sardoa subsp. sardoa, Silene nodulosa, Thymus catharinae V - Genista toluensis, Acinos sardous, Anthillis hermanniae subsp. ichnusae, Cerastium supramontanum, Dianthus sardous, Helianthemum croceum, Sesleria barbaricina, Teucrium marum VI - Genista desoleana, Euphorbia spinosa subsp. ligustica, Thymus vulgaris, Satureja montana, Festuca robustifolia VII - Genista desoleana, Festuca gamisansii subsp. aethaliae, Viola corsica subsp. ilvensis, Helichrysum italicum, Brachypodium retusum. 31.76 Astragalus siculus, Cuscuta kotschyi 31.77 I - Astragalus nebrodensis, Dianthus siculus II - Genista cupanii, Allium cupanii III - Chamaecytisus spinescens, Genista michelii, Satureja cuneifolia IV – Astragalus parnassi subsp. calabricus, Cytisus spinescens, Armeria brutia, Centaurea sarfattiana V – Genista sericea, Chamaecytisus spinescens 31.7E Astragalus sempervirens subsp. sempervirens, A. sirinicus, Anthyllis montana, Anthemis cretica, Carex humilis, Dianthus sylvestris subsp. longicaulis, Helianthemum oelandicum subsp. alpestre, Linum viscosum, Leucanthemum heterophyllum, L. tridactylites, Sesleria nitida, S. italica, S. juncifolia subsp. juncifolia, Thymus longicaulis, T. striatus. Riferimento sintassonomico Sono attribuite a questo habitat le seguenti associazioni: 31.75 Violo limbarae-Genistetum salzmanni Valsecchi 1994 (I), Helichryso microphylli-Genistetum salzmannii Biondi 2000 (II) e Astragaletum genargentei Pign. S. & Nimis in Pignatti E. & S., Nimis & Avanzini 1980 (III) dell’alleanza Anthyllion hermanniae Klein 1972, Armerio sardoae-Genistetum desoleanae Valsecchi 1994 (IV) dell’alleanza Teucrion mari Gamisans & Muracciole 1984 e Helichryso italici-Genistetum desoleanae Fanelli & Tescarollo 2005 (VI) dell’alleanza Calicotomo villosae-Genistion tyrrhenae Biondi (1997) 2000 (Lavanduletalia stoechadis Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 em. Riv.-Mart. 1968, Cisto ladaniferi-Lavanduletea stoechadis Br.-Bl. in Br.-Bl., Mol. & Wag. 1940); Euphorbio ligusticae-Genistetum desoleanae Nowak 1987 corr. Vagge 1997 (V) dell’alleanza Alyssion bertolonii Pignatti E. & Pignatti S. 1977 (incl. Euphorbion ligusticae Nowak 1987) (Rosmarinetalia officinalis Br.-Bl. ex Molinier 1934, Rosmarinetea officinalis Rivas-Martinez, Diaz, Prieto, Loidi & Penas 1991). 31.76 146 Astragaletum siculi (Frei 1940) Poli 1965 (Rumici aetnensis-Astragalion siculi 1965, Lavanduletalia stoechadis Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 em. Riv.-Mart. 1968, Cisto ladaniferi-Lavanduletea stoechadis Br.-Bl. in Br.-Bl., Mol. & Wag. 1940). 31.77 Astragaletum nebrodensis Pignatti & Nimis 1980 (I) e Genistetum cupanii Pignatti S. & Nimis in Pignatti E. & S., Nimis & Avanzini 1980 (II) dell’alleanza Cerastio tomentosi-Astragalion nebrodensis Pignatti & Nimis in Pignatti et al. ex Brullo 1983 (Erysimo bonanniani-Jurinetalia bocconei Brullo 1983, Rosmarinetea officinalis Rivas-Martinez, Diaz, Prieto, Loidi & Penas 1991); Chamaecytiso spinescentis-Genistetum michelii De Faveri & Nimis ex Biondi 1997 (III) dell’alleanza Cisto cretici-Ericion manipuliflorae Horvatic 1958 (Cisto creticiEricetalia manipuliflorae Horvatic 1958, Cisto cretici-Micromerietea julianae Oberdorfer 1954); Astragaletum calabrici Giacomini & Gentile ex Brullo, Gangale & Uzunov 2004 e Plantagini serpentinae-Chamaecytisetum spinescentis Brullo, Gangale & Uzunov 2004 (IV) dell’alleanza Rumici aetnensis-Astragalion siculi 1965 (Lavanduletalia stoechadis Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 em. Riv.-Mart. 1968, Cisto ladaniferiLavanduletea stoechadis Br.-Bl. in Br.-Bl., Mol. & Wag. 1940); l'aspetto a Genista sericea (V) è ascrivibile all'alleanza Phleo ambigui-Bromion erecti Biondi & Blasi ex Biondi, Ballelli, Allegrezza, Zuccarello 1995 (Brometalia erecti Br.-Bl. 1936, Festuco-Brometea Br.-Bl. & Tx. 1943 ex Klika e Hadac 1944). 31.7E Astragalo sempervirentis-Seslerietum nitidae Biondi & Ballelli 1995 dell’alleanza Phleo ambigui-Bromion erecti Biondi & Blasi ex Biondi, Ballelli, Allegrezza & Zuccarello 1995 (Brometalia erecti Br.-Bl. 1936, FestucoBrometea Br.-Bl. & Tx. 1943 ex Klika e Hadac 1944) e alcuni aspetti inclusi nell’alleanza Seslerion apenninae Furnari ex Bazzichelli et Furnari 1979 (Seslerietalia tenuifoliae Horvat 1930, Kobresio myosuroidis-Seslerietea caeruleae Br.-Bl. 1948 nom. mut. Rivas-Martinez, Diaz, Fernandez-Gonzales, Izco, Loidi, Lousa & Penas 2002). Secondo alcuni autori, le comunità calabro-sicule andrebbero riferite ad una classe autonoma, endemica, denominata Rumici-Astragaletea siculi Pignatti et Nimis 1980. Parimenti, quelle sarde andrebbero riferite alla classe Carici-Genistetea lobelii (Klein 1972) Pignatti et Nimis 1980 (= Carlinetea macrocephalae Gamisans 1977), syntaxon a distribuzione sardo-corsa. Dinamiche e contatti Dinamica Queste formazioni rientrano, in Sardegna, Isola d’Elba e Liguria, prevalentemente nelle serie del leccio (Saniculo europaeae-Quercetum ilicis, Galio scabri-Quercetum ilicis, Aceri-Quercetum ilicis) o, solo in Sadegna, nella serie del Glechomo sardoae-Quercetum congestae, dell’Ornithogalo pyrenaici-Quercetum ichnusae o dei ginepreti supra(oro)temperati del Thymo-Juniperetum nanae. In molti casi lo stadio intermedio tra gariga e lecceta è dominato da Erica arborea. L’evoluzione del suolo implica, infatti, un’acidificazione dello stesso che consente l’evoluzione verso le macchie ad erica. Generalmente si tratta, però, di stadi durevoli visto il tipo di stazione in cui vegetano. Sui rilievi appenninici le comunità sono dinamicamente collegate ai ginepreti a Juniperus communis, ai boschi di cerro mesofili (Listero ovatae-Quercetum cerridis) e alle faggete (Dactylorhizo fuchsii-Fagetum sylvaticae e Prenantho purpureae-Fagetum sylvaticae). Gli astragaleti della Sila sono dinamicamente collegati alle pinete a Pinus laricio ed alle faggete. Contatti Oltre alle comunità legate dinamicamente, come boschi di leccio, boschi caducifogli (a roverella s.l., cerro o faggio), macchie ad erica arborea, ginepreti a ginepro comune, praterie emicriptofitiche e pratelli terofitici, può essere presente un contatto catenale con frammenti di vegetazione rupicola e di vegetazione glareicola. Molte di queste comunità sono riferibili ad habitat di interesse comunitario. Specie alloctone 147 Distribuzione dell’habitat in Italia LG, TS, UM, MR, LZ, AB, ML, CM, BS, CL, SC, SR. Note Data la rarità e l'importanza a livello biogeografico si segnala che Genista michelii è presente con elevati valori di copertura sui settori sommitali dei rilievi dell'Appennino marchigiano dove si inserisce nel seslerieto dell'associazione Carici humulis-Seslerietum apenninae Biondi et al. 1989 costituendo la subassociazione genistetosum michelii Allegrezza et al. 1997. Riferimenti Bibliografici Cutini M., Cancellieri L., Ceschin S., Lucchese F., Caneva G., 2007. Analisi cenologica e sintassonomia delle garighe a Salvia officinalis L. lucane nel quadro dei salvieti peninsulari (Basilicata, Appennino meridionale). Webbia, 62 (2): 225-244. Foggi B., Cartei L., Pignotti L., Signorini M.A., Viciani D., Dell’Omo L. & Menicagli E., 2006. Il paesaggio vegetale dell’Isola d’Elba (Arcipelago Toscano). Studio di fitosociologia e cartografico. Fitosociologia, 43 (1) suppl. 1: 95 pagg. Gentile S., 1968. Memoria illustrativa della carta della vegetazione naturale potenziale della Sicilia. Ist. Bot. Lab. Critt., 67: 1-114. Gentile S., 1969. Sui faggeti dell'Italia meridionale. Atti Ist. Bot. Univ. Lab. Critt. Pavia, s. 6, 5:207-306. Giancola C., Di Marzio P. & Stanisci A., 2007. Gli habitat di direttiva nelle aree d’alta quota in Molise. Fitosociologia, 44 (2) suppl. 1: 177-182. Mariotti M.G., 1994. Osservazioni sulle formazioni a Buxus sempervirens e Genista salzmannii della Liguria orientale.. Mem. Acc. Lunigian. Sc. “G. Capellini”, 59: 77-125. Mariotti M.G., 2008. Atlante degli Habitat Natura 2000 in Liguria. Regione Liguria, Genova. Nowak B., 1987. Untersuchungen zur Vegetation Ostliguriens (Italien). Diss. Bot., 111. J. Cramer, Berlin Stuttgart. VII + 260 pp. Pignatti E. e S., Nimis P. & Avanzini A., 1980. La vegetazione ad arbusti spinosi emisferici: contributo alla interpretazione delle fasce di vegetazione delle alte montagne dell’Italia mediterranea. CNR Aq/1/79, Roma. Poli E., 1965. La vegetazione alto-montana dell'Etna. In: Flora et vegetatio Italica, Sondrio, Mem. 5 (1-253). Poli E., 1965. Saggio cartografico sull’alto Etna. Ann. Bot. (Roma) 28(2): 291-299. Poli E., Maugeri G., Ronsisvalle G., 1981. Note illustrative della carta della vegetazione dell'Etna. C.N.R., P.F. "Promozione Qualità dell'Ambiente". Serie AQ/1/131. Roma. 29 pp. Poli E., Maugeri G., Ronsisvalle G., 1983. Carta della vegetazione dell’Etna. A scala 1:50.000. C.N.R. Coll. Progr. Final. Promozione della qualità dell’ambiente AQ/1/131. Raimondo F.M., 1980. Carta della vegetazione di Piano della Battaglia e del territorio circostante (Madonie, Sicilia). C.N.R. Programma finalizzato “Promozione della qualità dell’ambiente” Roma, s. AQ/1/89: 1-43. Raimondo F.M., 1984. La vegetazione rupestre delle "Serre di Quacella” (Madonie, Sicilia). Atti Soc. Tosc. Sci. Nat. Mem., s. B 90, 31-41. Raimondo F.M., 1984. On the natural history of the Madonie mountains, In Proceedings of the Optima meeting. Pa 6-14 juin 1983. Webbia, 38(1), 39-52, Firenze. Raimondo F.M., Gianguzzi L., Schicchi R., 1994. Carta della vegetazione del massiccio carbonatico delle Madonie (Sicilia centro-settentrionale). Quad. Bot. Ambientale Appl., 3 (1992): 23-40. Vagge I., 1997. Le garighe a Genista desoleana Valsecchi ed Euphorbia spinosa L. subsp. ligustica (Fiori) Pign. della Liguria orientale (Italia NW). Fitosociologia, 32: 239-243. Valsecchi F., 1994. Garighe montane e costiere a Genista della Sardegna. Fitosociologia, 27: 127-138. Riferimenti Bibliografici online Lista Syntaxa: http://www.scienzadellavegetazione.it/sisv/lisy/index.jsp Repertorio Naturalistico Toscano: 148 http://web.rete.toscana.it/renato/principale.htm Nomi dei compilatori con e.mail Carlo Blasi ([email protected]) Riccardo Copiz ([email protected]) 149 51: Arbusteti Submediterranei e Temperati 150 51: Arbusteti submediterranei e temperati 5110: Formazioni stabili xerotermofile a Buxus sempervirens sui pendii rocciosi (Berberidion p.p.) Stable xerothermophilous formations with Buxus sempervirens on rock slopes (Berberidion p.) Codice CORINE Biotopes 31.82 - Box thickets; 32.64 - Supra-mediterranean Box scrub Codice EUNIS F3.12 - Cespuglieti di Buxus sempervirens; F6.64 - Cespuglieti supra-mediterranei di Buxus sempervirens Regione biogeografica di appartenenza CONT ALP MED Descrizione generale dell’habitat Stable xerothermophilous and calcicolous scrubs dominated by Buxus sempervirens, of hill and montane levels. These formations correspond to xerothermophilous Buxus thickets with their fringe associations of the Geranion sanguinei alliance on calcareous or siliceous substratum. They also constitute the natural woodland edge of calcareous dry forests rich with Buxus. In the euro-siberian region, the more open formations are rich in submediterranean plant species. Syntaxa: Berberidion p.p., Amelanchiero-Buxion. Succession phase of calcareous grasslands toward mixed deciduous forests, for example with Quercus pubescens or continental pine forests with Pinus sylvestris (the word "stable" concerns those formations which are practically at climax stage, but on very superficial soils where natural succession towards forest can not take place). These communities are associated with calcareous grasslands, mixed oak or Quercus pubescens groves, beech groves rich in orchid species or with Pinus nigra and Pinus leucodermis (e.g. in Greece). Frase diagnostica dell’habitat in Italia Formazioni arbustive, più o meno aperte, dominate da Buxus sempervirens. Sono riconducibili all’habitat cenosi di pseudomacchia, di mantello, di gariga e di boscaglia in cui il bosso, sempre dominante, può essere accompagnato da altri arbusti. Queste cenosi si insediano prevalentemente su substrati calcarei (in Liguria su affioramenti ultramafici o basaltici), su pendi aridi e pietrosi, spesso in ambiti quasi rupestri, nei piani collinare e montano. Sottotipi e varianti (compilare se necessario) Combinazione fisionomica di riferimento Buxus sempervirens, Prunus spinosa, Cotinus coggygria¹, Juniperus oxycedrus¹, Osyris alba¹, Chamaecytisus spinescens (= Cytisus spinescens)¹, Prunus mahaleb, Cornus mas, Crataegus monogyna, Berberis vulgaris, Amelanchier ovalis, Ligustrum vulgare, Viburnum lantana, Cytisus sessilifolius¹, Satureja montana¹, Juniperus oxycedrus¹, Juniperus communis¹, Teucrium montanum, Quercus ilex, Pistacia terebinthus¹, Coronilla emerus (= Emerus majus)¹. Sono riportate con “¹” quelle legate maggiormente alle cenosi dell’Italia centrale. 151 Riferimento sintassonomico Le diverse comunità dominate dal bosso legate a questo habitat sono state riferite a diversi syntaxa. Gli arbusteti e i mantelli sono inquadrati nell'ordine Prunetalia spinosae Tx. 1952, nelle alleanze Berberidion vulgaris Br.-Bl. 1950 (fra cui il Cotino-Amelanchieretum ovalis buxetosum sempervirentis Minghetti 1996 segnalato per il Trentino) e Cytision sessilifolii Biondi et al. 1988 (ne sono esempi i syntaxa Chamaecytiso spinescentis-Juniperetum oxycedri Pirone e Cutini 2001 buxetosum sempervirentis Pirone e Cutini 2001 e Junipero oxycedri-Cotinetum coggygriae Biondi et al. 1988 buxetosum sempervirentis Biondi et al. 1988). Le garighe dei substrati calcarei delle conche intermontane dell'Appennino abruzzese (inquadrate nella sottoassociazione buxetosum sempervirentis Pirone e Tammaro 1997 dell'Osyrido albae-Cistetum cretici Pirone e Tammaro 1997) sono riferite all'alleanza Cisto cretici-Ericion manipuliflorae Horvatic 1958 (= Cytiso spinescentis-Satureion montanae Pirone e Tammaro 1997 p.p., Cisto cretici-Ericetalia manipuliflorae Horvatic 1958, Cisto cretici-Micromerietea julianae Oberdorfer 1954). L'habitat include anche le peculiari cenosi a Buxus sempervirens dell'Appennino ligure, che si sviluppano su ofioliti o su suoli che derivano da rocce basaltiche, descritte come Euphorbio ligusticae-Genistetum desoleanae Nowak 1987 corr. Vagge 1997 buxetosum sempervirentis Mariotti 1992 e inquadrate nell'alleanza Alyssion bertolonii Pignatti 1977 (incl. Euphorbion ligusticae Novak 1987; Rosmarinetalia officinalis Br.-Bl. ex Molinier 1934, Rosmarinetea officinalis Rivas-Martínez et al. 1991). L'aspetto tipico dell'associazione viene, invece, riferito all'habitat 4090 "Lande oro-mediterranee endemiche a ginestre spinose". Dinamiche e contatti Le cenosi a bosso riconducibili a questo habitat sono dinamicamente legate alle praterie xeriche dei substrati calcarei (xerobrometi dell’habitat 6210 "Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo"), con cui spesso si presentano a mosaico e, quando l’evoluzione verso stadi più maturi è possibile, a diverse cenosi di orlo, di mantello e di tipo forestale, quali: querceti xerofili a Quercus pubescens della suballeanza Cytiso sessilifolii-Quercenion pubescentis Ubaldi 1995 in cui spesso il bosso partecipa alla costituzione del sottobosco e del mantello come ad esempio il Cytiso sessilifolii-Quercetum pubescentis Blasi e Avena 1982 buxetosum sempervirentis Pirone, Corbetta, Ciaschetti, Frattaroli et Burri 2001 che si collega dinamicamente alle formazioni arbustive del Chamaecytiso spinescentisJuniperetum oxycedri buxetosum sempervirentis Pirone e Cutini 2001 e alle garighe dell'Osyrido albaeCistetum cretici buxetosum sempervirentis Pirone e Tammaro 1997; cenosi a Ostrya carpinifolia della suballeanza Laburno anagyroidis-Ostryenion carpinifoliae (Ubaldi 1995) Blasi et al. 2004, come lo Scutellario-Ostryetum carpinifoliae Pedrotti et al. ex Pedrotti et al. 1980 buxetosum sempervirentis Allegrezza et al. 1997, legato alle stazioni rupestri dell’Appennino umbro-marchigiano, dinamicamente correlato ai mantelli dello Junipero oxycedri-Cotinetum coggygriae buxetosum Biondi et al. 1988; leccete miste del Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi et al. 2003. Per quanto riguarda le formazioni liguri queste spesso si presentano a mosaico con i ginestreti a Genista desoleana (habitat 4090 "Lande oro-mediterranee endemiche a ginestre spinose") e con le pinete a pino marittimo riferibili all’habitat 9540 "Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici". I contatti catenali più frequenti si hanno con l’habitat delle rupi calcaree (8210 "Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica") e con le formazioni dell’Alysso-Sedion albi Oberd. & Th. Mueller 1961 (habitat 6110* "Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi"). Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia AB – BS? – LG – LZ – MR – PM – SC – TR – TS – UM. 152 In Italia l’habitat ha una distribuzione molto frammentaria e spesso puntiforme. In Trentino è dubbia l'origine naturale dell'unica comunità segnalata, mentre in Umbria la presenza è da confermare. In Sicilia l'habitat è stato inserito per errore in quanto Buxus sempervirens non è presente allo stato spontaneo. Note La descrizione dell’habitat data dal Manuale Internazionale indica formazioni “stabili”; in realtà gli aspetti a bosso descritti nelle varie regioni italiane possono essere considerate stabili solo in determinati contesti geomorfologici ed edafici limitanti (condizioni rupicole, suoli superficiali, posizione di cresta) o per fattori inerenti le attività umane. In Toscana l'habitat è indicato in Val di Merse e lungo il fosso Lanzo, in stazioni con caratteristiche ambientali particolari, caratterizzate da microclima umido dovuto alla vicinanza di sorgenti termali o alla presenza di un corso d’acqua o ancora al fenomeno dell’inversione termica. L’alleanza Amelanchiero-Buxion O. de Bolòs et Romo1989 (cui successivamente è stato assegnato il rango di suballeanza, Amelanchiero-Buxenion (O. de Bolòs et Romo) Soriano & Sebastià 1990) citata dal Manuale internazionale è un syntaxon a distribuzione iberica, non presente in Italia. Per la Sicilia è stata indicata la presenza dell’habitat in diverse stazioni ma, non essendo presente nella regione Buxus sempervirens allo stato spontaneo, non è possibile considerare valide le segnalazioni. Riferimenti Bibliografici Allegrezza M., Biondi E., Formica E., Ballelli S., 1997. La vegetazione dei settori rupestri calcarei dell'Italia centrale. Fitosociologia, 32: 91-120. Angiolini C., De Dominicis V., 1997. Un’interessante stazione di Buxus sempervirens L. nella zona di Belagaio (Grosseto, Italia centrale). Micol. Veg. Medit., 12 (2): 185-192. Biondi E., 1997. Syntaxonomy of the mediterranean chamaephytic and nanophanerophytic vegetation in Italy. Coll. Phytosoc., 27: 123-145. Biondi E., Allegrezza M., Guitian J., 1988. Mantelli di vegetazione del piano collinare dell’Appennino centrale. Doc. Phytosoc., n.s. vol. XI: 479-490. Biondi E., Allegrezza M., Casavecchia S., Pesaresi S., Vagge I., 2006. Lineamenti vegetazionali e paesaggio vegetale dell’Appennino centrale e settentrionale. Biogeographia n. s., 27: 35-130. Blasi C., Di Pietro R., Filesi L., 2004 - Syntaxonomical revision of Quercetalia pubescenti petraeae in the Italian peninsula. Fitosociologia, 41 (1): 87-164. Calvario E., Sebasti S., Copiz R., Salomone F., Brunelli M., Tallone G., Blasi C. (a cura di), 2008. Habitat e specie di interesse comunitario nel Lazio. Edizioni ARP-Agenzia Regionale Parchi, Roma. Catorci A., Orsomando E., Silvi B., 1995. Il paesaggio vegetale del Foglio Nocera Umbra. N. 312 della Carta d'Italia I.G.M., in Scala 1: 50.000. Coll. Phytosoc., 24: 665-673. Cutini M., Blasi C., 2002. Contributo alla definizione sintassonomica e sindinamica dei mantelli di vegetazione della fascia collinare-submontana dell’Appennino centrale (Italia centrale). Fitosociologia, 39 (1),suppl.2: 97120. Cutini M., Stanisci A., Pirone G., 2002. L’alleanza Berberidion vulgaris in Appennino centrale (Italia centrale).Fitosociologia, 39 (2): 31-50. Giacchi M., 1974. Una stazione di Buxus sempervirens L. in Val di Merse (Siena). Inform. Bot. Ital., 6 (2): 153157. Lasen C., 2006. Habitat Natura 2000 in Trentino. Provincia Autonoma di Trento. Mariotti M.G., (1989) 1994. Osservazioni sulle formazioni a Buxus sempervirens e a Genista salzmannii della Liguria orientale. Mem. Acc. Lunigianese Sc. “G. Cappellini”, 59: 77-125. Mariotti M.G., 2008. Atlante degli Habitat Natura 2000 in Liguria. Regione Liguria, Genova. 592 pp. Mondino G. P., 1961 - Le stazioni di bosso della valle Grana (Alpi Cozie). Monti & Boschi, 12 (10): 529-534. 153 Mondino G.P., 2003 - L'evoluzione nell'ultimo quarantennio della vegetazione in Valle Grana (Alpi Cozie). Riv. Piem. St. Nat., 24: 67-203. Montelucci G., 1953. La vegetazione del Monte Terminillo (Appennino Centrale). Webbia, 9: 49-359. Montelucci G., 1960. Piante del territorio Cicolano (Lazio orientale- Abruzzo). N.Giorn. Bot. It., N1 67: 342-356. Pirone G., Tammaro F., 1997. The hilly calciophilous garigues in Abruzzo (Central Apennines - Italy). Fitosociologia, 32: 73-90. Pirone G., Corbetta F., Ciaschetti G., Frattaroli A.R., Burri E, 2001. Contributo alla conoscenza delle serie di vegetazione nel piano collinare della Valle del Tirino (Abruzzo, Italia Centrale). Fitosociologia, 38(2): 3-23. Pirone G., Cutini M., 2002. Juniperus oxycedrus L. subsp. oxycedrus and Paliurus spina-christi Miller scrubs in the intermontane areas of the Abruzzo region (Central Apennine, Central Italy). Fitosociologia 39(1)(suppl.2): 81-95. Rivas-Martínez S., Díaz T. E., Fernández-González F., Izco J.,Loidi J.,Lousã M., Penas Á., 2002. Vascular plant communities of Spain and Portugal. Addenda to the syntaxonomical checklist of 2001. Itinera Geobotanica, 15 (2): 433-922. Sindaco R., Mondino G.P., Selvaggi A., Ebone A., Della Beffa G., 2003. Guida al riconoscimento di Ambienti e Specie della Direttiva Habitat in Piemonte. Regione Piemonte - IPLA. Sindaco R., Selvaggi A., Savoldelli P., 2008. La Rete Natura 2000 in Piemonte - I Siti di Interesse Comunitario. Regione Piemonte. Soriano I., Sebastià T., 1990. Composición, distibución altitudinal y sintaxonomía de los bojedales en la Sierra de Cadí y el moixeró (prepirineo catalán). Fol. Bot. Misc., 7: 115-127. Tammaro F., 1995. Lineamenti floristici e vegetazionali del Gran Sasso meridionale. Boll. Mus. Civ. St. Nat. Verona, 19: 1-256. Tammaro F., 1998 - Il paesaggio vegetale d'Abruzzo. Aree protette, biotopi ed itinerari botanici: dalle zone costiere ai massicci montuosi. Cogecstre Edizioni, Penne. 670 pp. Vagge I., 1997 - Le garighe a Genista desoleana Valsecchi ed Euphorbia spinosa L. subsp. ligustica (Fiori) Pign. della Liguria orientale (Italia NW). Fitosociologia, 32: 239-243. Riferimenti Bibliografici online http://web.rete.toscana.it/renato/principale.htm# http://www.scienzadellavegetazione.it/sisv/lisy/index.jsp http://www.regione.piemonte.it/habiweb/ricercaAmbienti.do Nomi dei compilatori con e.mail Carlo Blasi Eva Del Vico - [email protected] - [email protected] 154 51: Arbusteti submediterranei e temperati 5130: Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli Juniperus communis formations on heaths or calcareous grasslands Codice CORINE Biotopes 31.881 - Juniper downs 31.882 - Juniper heaths Codice EUNIS F3.16 - Cespuglieti di Juniperus communis Regione biogeografica di appartenenza CONT ALP MED Descrizione generale dell’habitat Formations with Juniperus communis of plain to montane levels. They mainly correspond to phytodynamic succession of the following types of vegetation: a) generally, mesophilous or xerophilous calcareous and nutrient poor grasslands, grazed or let lie fallow, of the Festuco-Brometea and Elyno-Seslerietea. b) more rarely, heathlands of the Calluno vulgaris-Ulicetea minoris (31.2). Frase diagnostica dell’habitat in Italia Arbusteti più o meno radi dominati da Juniperus communis. Sono generalmente cenosi arbustive aperte, che includono sia gli ambiti di prateria in cui il ginepro comune forma piccoli nuclei che gli ambiti in cui il ginepro, spesso accompagnato da altre specie arbustive (fra cui Rosa sp. pl., Crataegus monogyna, Prunus spinosa), forma nuclei più ampi. Si tratta di cenosi secondarie che colonizzano praterie pascolate e prato-pascoli ora in abbandono. Sono diffusi nella fascia collinare e montana, prevalentemente su substrati carbonatici, ma anche di natura diversa, in condizioni da xerofile a mesoxerofile. L’habitat è presente in tutta l’Italia settentrionale e centrale; nella regione alpina è poco comune mentre è frequente nell’area appenninica. Sottotipi e varianti 155 Sono distinguibili due sottotipi: 31.881. Formazioni a Juniperus communis che si sviluppano su substrati calcarei in praterie xerofile o mesofile essenzialmente riconducibili alla Festuco-Brometea Br.-Bl. et Tx. ex Br.-Bl. 1949. 31.882. Formazioni a Juniperus communis che si sviluppano in ambiti di brughiera riferibili alle classi CallunoUlicetea Br.-Bl. & Tx. ex Klika & Hadac 1944 o Nardo-Callunetea Oberdorfer 1979. Combinazione fisionomica di riferimento Juniperus communis, Crataegus monogyna, Prunus spinosa, Berberis vulgaris e diverse specie del genere Rosa (fra cui Rosa pouzinii, Rosa corymbifera,Rosa spinosissima, Rosa canina s.s., Rosa squarrosa) e del genere Rubus. Inoltre, per la Sardegna sono da aggiungere Cornus sanguinea, Pyracantha coccinea, Borago morisiana, Thymelaea tartonraira. Nel sottotipo 31.881, sono frequenti le specie riconducibili alla classe Festuco-Brometea come, ad esempio, Artemisia alba, Bromus erectus, Brachypodium rupestre, Dianthus carthusianorum, Galium lucidum, Stachys recta, Teucrium chamaedrys. Nel sottotipo 31.882 Calluna vulgaris, Danthonia decumbens, Deschampsia flexuosa, Genista germanica, G. tinctoria, Nardus stricta, Vaccinum myrtillus. Fra le specie di interesse conservazionistico rilevabili in questo habitat sono da segnalare le numerose specie di Orchidaceae, soprattutto legate ai lembi di prateria. Per la Toscana e le Marche è di particolare rilevanza la presenza nell’habitat di Arceuthobium oxycedri. Riferimento sintassonomico L’habitat 5130 può essere interpretato come un mosaico di comunità erbacee e arbustive riconducibili a syntaxa differenti. Su substrati calcarei (31.881) i diversi tipi di praterie su cui si insediano i nuclei di Juniperus communis possono essere inquadrate essenzialmente nella classe Festuco-Brometea Br.-Bl. et Tx. ex Br.-Bl. 1949, mentre le porzioni arbustate più chiuse possono essere riferite all’ordine Prunetalia spinosae Tx. 1952 e alle alleanze Berberidion vulgaris Br.-Bl ex Tx 1952 o Cytision sessilifolii Biondi et al. 1988; su substrati più acidi, in ambiti di brughiera, le comunità attribuite al sottotipo 31.882 sono state riferite alla classe CallunoUlicetea Br.-Bl. & Tx. ex Klika & Hadac 1944 o, nel caso delle comunità piemontesi che si insediano su suoli derivati da ofioliti o paleosuoli, alla classe Nardo-Callunetea Oberdorfer 1979. Dinamiche e contatti L’habitat costituisce uno stadio secondario legato all’abbandono o alla diminuzione delle pratiche gestionali che si origina in seguito alla ricolonizzazione di praterie precedentemente pascolate o, più raramente, falciate o coltivate, da parte del ginepro comune. 156 Il sottotipo 31.881 è dinamicamente legato alle comunità erbacee della Festuco-Brometea Br.-Bl. et Tx. ex Br.Bl. 1949 riconducibili all’habitat 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo” e, in Friuli, 62A0 "Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneretalia villosae)" con le quali forma spesso dei mosaici seriali. In assenza di interventi può evolvere verso diverse formazioni forestali di latifoglie (querceti, ostrieti e faggete). Spesso, in questi contesti, può essere in contatto con le formazioni dell’Alysso-Sedion albi Oberd. & Th. Mueller 1961 (habitat 6110* ”Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi”). Negli ambiti più continentali del settore alpino (Valle d'Aosta, Piemonte, Trentino Alto-Adige e Veneto) può evolvere verso pinete di pino silvestre e peccete. Diffuso nella fascia montana e submontana del settore prealpino in siti in cui la vegetazione potenziale è la faggeta. Negli stadi arbustivi prenemorali le comunità di questo habitat sono ricche di entità degli orli boschivi (Geranion sanguinei). In Piemonte il sottotipo 31.882 può mostrare una rinnovazione di betulla e talvolta di pino silvestre e la tendenza ad evolvere verso una vegetazione potenziale costituita da querceti di farnia o rovere. In Friuli questo sottotipo stabilisce rapporti dinamici con i boschi a Betula pendula, Populus tremula e Pteridium aquilinum, nonchè con calluneti a Chamaecytisus hirsutus (= Cytisus hirsutus) riferibili all'habitat 4030 "Lande secche europee". Inoltre, sono da segnalare i contatti con le formazioni a Nardus stricta riconducibili all’habitat 6230 “Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane (e delle zone submontane dell’Europa continentale)”. Limitatamente alla Sardegna le comunità riferite a questo habitat risultano in contatto catenale con i boschi mesofili del Cyclamino repandi-Ostryetum carpinifoliae e con le leccete del Saniculo europeae-Quercetum ilicis. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia AB – BS – CL – CM – EM – FR – LG – LM – LZ – ML – MR – PM –SR – TR – TS – UM – VL – VN. Note Il sottotipo 31.881 si sovrappone, almeno parzialmente, all’habitat 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo” quando questo è riferito a pascoli con radi cespugli di Juniperus communis, mentre il 31.882, in Liguria, può sovrapporsi con l’habitat 4030 “lande secche europee”. Gli aspetti caratterizzati da Juniperus communis subsp. alpina, propri di quote più elevate, vanno riferiti all'habitat 4060 "Lande alpine e boreali". 157 Gli aspetti in cui sono prevalenti specie del genere Rosa meriterebbero di essere considerate come variante ecologica o sottotipo a parte. Riferimenti Bibliografici Alessandrini A., Tosetti T., 2001. Habitat dell’Emilia Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo “CORINE biotopes”. Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione EmiliaRomagna, Bologna. Bassi S. (a cura di), 2007. Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Servizio Parchi e Risorse forestali della Regione Emilia-Romagna, Bologna. Biondi E., 1987. Su alcune serie di vegetazione forestale diffuse nel piano collinare dell’Italia centrosettentrionale. Not. Fitosoc., 23: 137-152. Biondi E., Allegrezza M., Guitian J., 1988. Mantelli di vegetazione del piano collinare dell’Appennino centrale. Doc. Phytosoc., n.s. vol. XI: 479-490. Biondi E., Casavecchia S., 2002. Inquadramento fitosociologico della vegetazione arbustiva di un settore dell’Appennino settentrionale. Fitosociologia, 39 (1) suppl. 2: 65-73. Biondi E., Galassi S., Pinzi M., Allegrezza M., Ventrone F., Angelini E., 2007. Individuazione e commento degli habitat (Direttiva 92/43/CEE) presenti in un territorio dell’Appennino centrale: il Parco regionale della Gola della Rossa e di Frasassi. Fitosoc., 44 (2) suppl. 1: 289- 298. Brilli-Cattarini A.J.B., Gubellini L. 1981. Segnalazioni floristiche italiane: 138. Inform. Bot. Ital., 13 (2-3): 203. Calvario E., Sebasti S., Copiz R., Salomone F., Brunelli M., Tallone G., Blasi C. (a cura di), 2008. Habitat e specie di interesse comunitario nel Lazio. Edizioni ARP-Agenzia Regionale Parchi, Roma. Cutini M., Blasi C., 2002. Contributo alla definizione sintassonomica e sindinamica dei mantelli di vegetazione della fascia collinare-submontana dell’Appennino centrale (Italia centrale). Fitosociologia 39 (1), suppl. 2: 97120. Cutini M., Stanisci A., Pirone G., 2002. L’alleanza Berberidion vulgaris in Appennino centrale (Italia centrale). Fitosociologia 39 (2): 31-50. De Dominicis V., Gabellini A., Viciani D., Morrocchi D., Gonnelli V., 2002. Contributo alla conoscenza vegetazionale della Riserva Naturale del Sasso di Simone (Toscana orientale) . Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 108 (2001): 7-26. Fascetti S., Pirone G., Ciaschetti G., Franceschi M., Mazzilli M., Navazio G., Pompili M., Romano V.A., 2006. Il Faggeto di Moliterno Oasi Naturalistica dell’Appennino Lucano. Regione Basilicata, Ass. ambiente, territorio e Politiche per la Sostenibilità: pp111. Landi M., Angiolini C., De Dominicis V., 2002. Analisi fitosociologica dei fiumi della Toscana meridionale: il tratto medio-basso del Merse (Italia centrale). Stud. Bot., 21: 37-88. 158 Lasen C., 2006. Habitat Natura 2000 in Trentino. Provincia Autonoma di Trento. Mariotti M.G., 2008. Atlante degli Habitat Natura 2000 in Liguria. Regione Liguria, Genova. 592 pp. Poldini L., Oriolo G., Vidali M., Tomasella M., Stoch F., Orel G., 2006. Manuale degli habitat del Friuli Venezia Giulia. Strumento a supporto della valutazione d’impatto ambientale (VIA), ambientale strategica (VAS) e d’incidenza ecologica (VIEc). Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Università degli Studi di Trieste - Dip.to di Biologia. Poldini L., Vidali M., Biondi E., Blasi C., 2002. La classe Rhamno-Prunetea in Italia. Fitosociologia 39 (1), suppl. 2: 145-162. Poldini L., Vidali M., Zanatta K., 2002. La classe Rhamno-Prunetea in Friuli Venezia Giulia e territori limitrofi. Fitosociologia 39 (1), suppl. 2: 29-56. Sartori F., Pirola A., Bracco F. (a cura di), 2004. Gli habitat della Regione Lombardia: stato di conservazione e loro mappatura sul territorio. Regione Lombardia. Sindaco R., Mondino G.P., Selvaggi A., Ebone A., Della Beffa G., 2003. Guida al riconoscimento di Ambienti e Specie della Direttiva Habitat in Piemonte. Regione Piemonte. Torino. 220pp. Sindaco R., Selvaggi A., Savoldelli P., 2008 - La Rete Natura 2000 in Piemonte - I Siti di Interesse Comunitario. Regione Piemonte. Viciani D., Gabellini A., 2000. Contributo alla conoscenza della vegetazione del Pratomagno (Toscana orientale): le praterie di crinale ed il complesso forestale regionale del versante casentinese. Webbia, 55 (2): 297-316. Viciani D., Gabellini A., Gonnelli V., De Dominicis V., 2002. La vegetazione della Riserva Naturale Alpe della Luna (Arezzo, Toscana) ed i suoi aspetti di interesse botanico-conservazionistico. Webbia, 57: 153-170. Viciani D., Gabellini A., Gonnelli V., De Dominicis V., 2002. La vegetazione della Riserva naturale Alta Valle del Tevere-Monte Nero (Arezzo-Toscana) ed i suoi aspetti di interesse botanico-conservazionistico. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 109: 11-25. Riferimenti Bibliografici online http://web.rete.toscana.it/renato/principale.htm# http://www.scienzadellavegetazione.it/sisv/lisy http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm http://www.regione.piemonte.it/habiweb/ricercaAmbienti.do Nomi dei compilatori con e.mail Carlo Blasi - [email protected] Eva Del Vico - [email protected] 159 52: Matorral Arborescenti Mediterranei 160 52: Matorral arborescenti mediterranei 5210: Matorral arborescenti di Juniperus spp. Arborescent matorral with Juniperus spp. Oleo-Juniperetum turbinatae a Capo Malfatano (Teulada, Sulcis), G. Bacchetta Codice CORINE Biotopes 32.131 - Juniperus oxycedrus arborescent matorral 32.132 - Juniperus phoenicea arborescent matorral Codice EUNIS F5.131 - Boscaglie di Juniperus oxycedrus F5.132 - Boscaglie di Juniperus phoenicea Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Mediterranean and sub-Mediterranean evergreen sclerophyllous scrub organized around arborescent junipers. Mixed dominance can be indicated by combination of codes. Sub-types: 32.131 - Juniperus oxycedrus arborescent matorral. Arborescent matorral dominated by Juniperus oxycedrus s.l. 32.132 - Juniperus phoenicea arborescent matorral. Arborescent matorral dominated by Juniperus phoenicea s.l.. 32.133 - Juniperus excelsa and J. foetidissima arborescent matorrals. Arborescent matorrals of Greece, Anatolia and the Near East, dominated by Juniperus excelsa or J. foetidissima. 32.134 - Juniperus communis arborescent matorral. Mediterranean formations dominated by Juniperus communis. 32.135 - Juniperus drupacea arborescent matorral. Formations derived from 42.A5, limited to the Peloponnese and Asia Minor. 32.136 - Juniperus thurifera arborescent matorral. Formations derived from 42.A2. Frase diagnostica dell’habitat in Italia 161 Macchie di sclerofille sempreverdi mediterranee e submediterranee organizzate attorno a ginepri arborescenti. Sono costituite da specie arbustive che danno luogo a formazioni per lo più impenetrabili. Tali formazioni possono essere interpretate sia come stadi dinamici delle formazioni forestali (matorral secondario), sia come tappe mature in equilibrio con le condizioni edafiche particolarmente limitanti che non consentono l’evoluzione verso le formazioni forestali (matorral primario). L’habitat è tipico dei substrati calcarei e si ritrova prevalentemente in aree ripide e rocciose del piano termomediterraneo. Sottotipi e varianti (compilare se necessario) 32.131 a Juniperus oxycedrus s.l., scarsamente diffuso in quanto, come specifica il nome dell’habitat, J. oxycedrus deve assumere portamento arboreo. 32.132 a J. phoenicea s.l. Di questa specie sono note due sottospecie: J. phoenicea ssp. phoenicea, dei settori occidentali dell’areale della specie, generalmente situata sulle parti più elevate delle montagne mediterranee e maccaronesiche, e J. phoenicea ssp. turbinata delle aree costiere del Mediterraneo occidentale e centrale. La diversa distribuzione ecologica e corologica dei due ginepri, determina differenze sostanziali nella composizione floristica delle comunità a cui partecipano, nonostante corrispondano entrambe allo stesso sottotipo di habitat. Combinazione fisionomica di riferimento Juniperus oxycedrus, J. phoenicea, Pistacia lentiscus, Rhamnus alaternus, Phillyrea latifolia, Myrtus communis, Lonicera implexa, Prasium majus, Smilax aspera, Rubia peregrina, Olea europaea var. sylvestris, Clematis flammula, C. cirrhosa, Euphorbia dendroides, Daphne gnidium, Chamaerops humilis, Helichrysum stoechas, Arisarum vulgare, Vincetoxicum hirundinaria, Brachypodium ramosum. Riferimento sintassonomico Le formazioni caratterizzanti i matorral arborescenti a ginepro sono riferibili essenzialmente alle alleanze Juniperion turbinatae Rivas-Martinez 1975 corr. 1987 e Oleo-Ceratonion Br.-Bl. ex Guinochet & Drouineau 1944 em. Rivas-Martínez 1975, entrambe incluse nell’ordine Pistacio-Rhamnetalia alaterni Rivas-Martinez 1975, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. (1936) 1947, in cui lo strato arboreo è costituito dalle specie Juniperus oxycedrus (per il sottotipo 13.131) e Juniperus phoenicea ssp. turbinata (per il sottotipo 13.132). L'associazione Carici himilis-Juniperetum oxycedri Chiarucci, Foggi & Selvi 1999, con presenza consistente di sclerofille sempreverdi è stata inserita nell'alleanza Quercion ilicis. Dinamiche e contatti La formazione caratterizzante il matorral arborescente a Juniperus phonicea ssp. turbinata è riferibile alle associazione Oleo-Juniperetum turbinatae (Sardegna, Lazio, Campania) e Chameropo-Juniperetum turbinatae (Sicilia) che nelle località con bioclima termomediterraneo tendono a costituire lo stadio maturo della serie del “ginepro fenicio” su substrati carbonatici mentre nelle zone con bioclima mesomediterraneo si presentano come serie edafoxerofila o stadio bloccato su emergenze rocciose. Tali associazioni di solito prendono contatti di tipo catenale con le associazioni delle serie della lecceta. L’associazione Erico-Juniperetum turbinatae si rinviene invece su substrati granitici, mentre l'Euphorbio characias-Juniperetum turbinatae si sviluppa sulle scisti della Sardegna settentrionale-occidentale. Inoltre i matorral arborescenti di Juniperus sp. pl. sono dinamicamente collegati con altri habitat con cui spesso sono in “mosaico”: con il 5330 "Arbusteti termo-mediterranei e pre-steppici"; 5320 "Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere" (Euphorbion pithyusae), con le praterie del 6220 "Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea" (Phlomido lychnitidis-Brachypodion retusi), con le foreste di sclerofille mediterranee del 9340 "Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia" e del 9320 "Foreste di Olea e Ceratonia". Altri habitat associati sono il 9560* “Foreste endemiche di Juniperus spp.”. Queste foreste sono formazioni di altitudine media dominate da Juniperus sp. pl.. I matorral arborescenti di Juniperus sp. pl. sono generalmente 162 associati in campo con questo habitat, dal momento che derivano da loro, come per i ginepri fenici del Piemonte che si accompagnano ai turiferi. In Toscana formazioni arborescenti a J. oxycedrus ssp. oxycedrus trovano le condizioni ottimali sugli affioramenti di serpentini. Dal punto di vista dinamico rappresentano uno stadio di passaggio fra le garighe dell’Armerio-Alyssetum bertolonii s.l. e i boschi, che possono essere a dominanza di sclerofille sempreverdi o di latifoglie decidue, in relazione alle caratteristiche climatiche delle stazioni. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia SR, AB, UM, TS, PG, ML, LZ, MR, EM, SC, BS, LG, CL, CM. Note In Italia l'habitat è sicuramente presente con i sottotipi 32.132 e 32.136 (escludendo le formazioni a Juniperus thurifera che vengono incluse nell’habitat prioritario 9560*). Confusione con: - il sottotipo 32.131 - Juniperus oxycedrus arborescent matorral, può essere confuso con formazioni arbustive a J. oxycedrus ssp. rufescens del quale non esiste la collocazione in habitat in base alla Direttiva; - il sottotipo 32.134 a J. communis, considerato sensu strictu, è stato segnalato nel nostro territorio, ma si ritiene un errore in quanto il sottotipo, in Italia, non è presente come matorral arborescente. Tali formazioni sono quindi da attribuire all’habitat 5130 “Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli”; - il sottotipo 32.136 – Juniperus thurifera arborescent matorral, non viene riconosciuto per le stazioni italiane a J. thurifera in quanto considerate nell’Habitat prioritario 9560* “Foreste endemiche a Juniperus spp.”, in accordo con quanto proposto per il versante francese delle Alpi Marittime. Il sottotipo 32.131 a Juniperus oxycedrus s.l è stato indicato anche nelle zone interne dell’Appennino dove secondo la nostra interpretazione non andrebbe inserito. Il sottotipo 32.134 a J. communis secondo M. G. Mariotti sarebbe comunque presente in Italia, nell'Appennino orientale a quota relativamente bassa, in clima submediterraneo. Riferimenti Bibliografici Brullo S., Marceno' C., 1985 – Contributo alla conoscenza della classe Quercetea ilicis in Sicilia. – Not. Fitosoc. 19 (1): 183-229 (1984). AA.VV., 2005 – Cahiers d’habitats Natura 2000. Habitats agropastoraux - Tome 4: vol.1-2. La documentation Française, Paris. Alessandrini A., Tosetti T., 2001 - Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo "CORINE biotopes". Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, Bologna. ARRIGONI P.V., DI TOMMASO P.L., 1981 - Carta della vegetazione dell'isola di Giannutri (Prov. di Grosseto). CNR, AQ/1/130, Coll. Progr. Fin. Promozione Qualità Ambiente, Roma. ARRIGONI P.V., DI TOMMASO P.L., 1981 - Carta della vegetazione dell'isola di Giannutri (Prov. di Grosseto). CNR, AQ/1/130, Coll. Progr. Fin. Promozione Qualità Ambiente, Roma. ARRIGONI P.V., DI TOMMASO, 1997 - La vegetazione del Monte Argentario (Toscana meridionale). Parlatorea 2: 5-38. ARRIGONI P.V., DI TOMMASO, 1997 - La vegetazione del Monte Argentario (Toscana meridionale). Parlatorea 2: 5-38. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1985 - La vegetazione del Parco Naturale della Maremma (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1985 - La vegetazione del Parco Naturale della Maremma (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. 163 Bartolo G., Brullo S., Lo Cicero E., Marcenò C., Piccione V., 1978 – Osservazioni fitosociologiche sulla pineta a Pinus halepensis di Vittoria (Sicilia meridionale). – Arch. Bot. e Biogeogr. Ital., 54 (3/4): 137-154. Bartolo G., Brullo S., Marcenò C., 1982 – La vegetazione costiera della Sicilia sud-orientale. Contributo alla interpretazione delle fasce di vegetazione delle coste mediterranee. – C.N.R., P.F. Promozione Qualità dell'Ambiente. Serie AQ/1/226, 49 pp. Roma. Bartolo G., Brullo S., Minissale P. & Spampinato G., 1990 – Flora e vegetazione dell’Isola di Lampedusa. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 21(334)[1988]: 119-255. Bassi S. (ed.), 2007 - Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. Biondi E., Allegrezza M., Manzi A., 1998. Inquadramento fitosociologico di formazioni a Juniperus oxycedrus L. ssp. macrocarpa (Sibth & Sm.) Ball e a Cymbopogon hirtus (L.) Thomson rinvenute nel bacino idrografico del Fiume Sangro. Giorn. Bot. Ital. 122: 179-188. Biondi E., Bagella S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia 42(2). Suppl. 1. Biondi E., Filigheddu R., Farris E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia 38(2)-Suppl. 2, pp. 105. Biondi E., Guerra V., 2008. Vegetazione e paesaggio vegetale delle gravine dell’arco jonico. Fitosociologia vol. 45 (1) suppl.1: 57-125. Calaciura B. & Spinelli O. 2008. Management of Natura 2000 habitats. 5210 Arborescent matorral with Juniperus spp. European Commission Calaciura B., Spinelli O. 2008. Management of Natura 2000 habitats. 5210 Arborescent matorral with Juniperus spp. European Commission. Caneva G., Cancellieri L., 2007. Il paesaggio vegetale della Costa di Amalfi. Gangemi Editore. Roma (ISBN (978-88-492-1292-1. Caneva G., De Marco G., Mossa L., 1981. Analisi fitosociologica e cartografia della vegetazione (1:25000) dell’isola di S. Antioco (Sardegna sud-occidentale). Collana del programma finalizzato «Promozione della Qualità dell’Ambiente». Consiglio Nazionale delle Ricerche, AQ/1/124: 1-59, Roma. CHIARUCCI A., FOGGI B., SELVI F., 1999 - The Juniperus oxycedrus ssp. oxycedrus scrub communities of Tuscan serpentine soils. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 105 (1998): 51-57. CHIARUCCI A., FOGGI B., SELVI F., 1999 - The Juniperus oxycedrus ssp. oxycedrus scrub communities of Tuscan serpentine soils. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 105 (1998): 51-57. DE DOMINICIS V., CASINI S., MARIOTTI M., BOSCAGLI A., 1988 - La vegetazione di Punta Ala (Prov. di Grosseto). Webbia, 42(1): 101-143. DE DOMINICIS V., CASINI S., MARIOTTI M., BOSCAGLI A., 1988 - La vegetazione di Punta Ala (Prov. di Grosseto). Webbia, 42(1): 101-143. FOGGI B., CARTEI L., PIGNOTTI L., 2009 - La vegetazione dell'Isola di Pianosa (Arcipelago Toscano). Braun-Blanquetia, in stampa. FOGGI B., CARTEI L., PIGNOTTI L., 2009 - La vegetazione dell'Isola di Pianosa (Arcipelago Toscano). Braun-Blanquetia, in stampa. FOGGI B., CARTEI L., PIGNOTTI L., SIGNORINI M.A., VICIANI D., DELL'OLMO L., MENICAGLI E., 2006 - Il paesaggio vegetale dell'Isola d'Elba (Arcipelago Toscano). Studio di fitosociologia e cartografico. Fitosociologia, 43(1), Suppl.1: 3-95. FOGGI B., CARTEI L., PIGNOTTI L., SIGNORINI M.A., VICIANI D., DELL'OLMO L., MENICAGLI E., 2006 - Il paesaggio vegetale dell'Isola d'Elba (Arcipelago Toscano). Studio di fitosociologia e cartografico. Fitosociologia, 43(1), Suppl.1: 3-95. FOGGI B., CHEGIA B., VICIANI D., 2006 - Contributo alla conoscenza della vegetazione del Promontorio di Piombino (Livorno - Toscana). Parlatorea, 8: 121-139. 164 FOGGI B., CHEGIA B., VICIANI D., 2006 - Contributo alla conoscenza della vegetazione del Promontorio di Piombino (Livorno - Toscana). Parlatorea, 8: 121-139. Gianguzzi L., Romano S., Caldarella O., La Russa E., 2007 – Su alcuni aspetti di boscaglia relittuale a Juniperus turbinata Guss. nella Valle del Sosio (Monti Sicani, Sicilia centro-occidentale). – Atti del 102° Congresso Società Botanica Italiana. Riassunti. Palermo 26-29 Settembre 2007, 406. Landi M., Zoccola A., Crudele G., Del Prete C., 2007. Indagine sulla popolazione e caratterizzazione fitosociologica della vegetazione a Juniperus phoenicea L. subsp. turbinata (Guss.) Nyman dell’Isola di Montecristo (arcipelago toscano). Atti Soc. tosc. Sci. nat., Mem., Serie B, 114: 115-123. MARIOTTI M.G., s.d (2008) - Atlante degli habitat. Natura 2000 in Liguria - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. Modaffari A., Cannavò S., Crisafulli A., Signorino G., Spampinato G., 2008 - Ecologia e stato di conservazione delle macchia a ginepro turbinato [Juniperus phoenicea L. subsp. turbinata (Guss.) Nyman] nella Calabria meridionale. Atti del 103* Congresso S.B.I. 17-19 sett. Reggio Calabria; pag 191. Vagge I., Biondi E., 2008. La vegetazione a Juniperus thurifera L. sulle Alpi occidentali. Fitosociologia 45(1): 201-212. VICIANI D., GABELLINI A., GONNELLI V., DE DOMINICIS V., 2005 - La vegetazione della Riserva Naturale Monti Rognosi (Arezzo, Toscana) ed i suoi aspetti di interesse botanico-conservazionistico. Atti Soc. tosc. Sci. nat., Mem., Serie B , 111 (2004): 27-42. VICIANI D., GABELLINI A., GONNELLI V., DE DOMINICIS V., 2005 - La vegetazione della Riserva Naturale Monti Rognosi (Arezzo, Toscana) ed i suoi aspetti di interesse botanico-conservazionistico. Atti Soc. tosc. Sci. nat., Mem., Serie B , 111 (2004): 27-42. Riferimenti Bibliografici online Provincia di Nuoro 2006. Aggiornamento del Piano di Gestione per il SIC del Monte Albo – (Progetto Life Natura 1998 “Azioni Urgenti di Salvaguardia dei SIC nel Futuro Parco Nazionale del Gennargentu” WWFItalia). Italy. http://www.provincia.nuoro.it:8080/provincianuoro/export/sites/default/risorse/download/SIC_Monte_Albo/ http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/management/habitats/pdf/5210_Arborescent_matorral_Ju niperus.pdf Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected]) 165 52: Matorral arborescenti mediterranei 5230*: Matorral arborescenti di Laurus nobilis Arborescent matorral with Laurus nobilis Bosco a galleria dominato da alloro arboreo presso Osilo (SS), G. Filibeck Bosco dominato da alloro arboreo su scarpate travertinose presso Palidoro (RM), G. Filibeck Codice CORINE Biotopes 32.18 Laurel matorral Codice EUNIS F5.18 Regione biogeografica di appartenenza CONT MED Descrizione generale dell’habitat Humid arborescent matorral with tall laurel (Laurus nobilis). Frase diagnostica dell’habitat in Italia 166 Boschi e macchie alte in cui l'alloro (Laurus nobilis L.) arboreo o arborescente domina lo strato superiore della cenosi. Negli esempi migliori, gli alberi di alloro raggiungono almeno 15 m di altezza, con diametri a petto d'uomo di 35 cm e oltre. Sono comunità ad estensione quasi sempre estensione molto ridotta: infatti, l'alloro diviene dominante solo laddove particolarità topografiche o edafiche mitigano sia l'aridità estiva sia le gelate invernali, rendendo questa specie competitiva tanto nei confronti delle sclerofille sempreverdi quanto delle latifoglie decidue. Questo può avvenire sia nel piano bioclimatico mesomediterraneo, sia - più raramente - nel piano mesotemperato. I substrati litologici sono molto variabili (calcari, graniti, basalti, piroclastiti, alluvioni, ecc.). La fisionomia e la composizione floristica sono piuttosto variabili. Si possono individuare almeno tre aspetti: lembi lineari di foresta di alloro "a galleria", in forre e vallecole collocate in un contesto macrobioclimatico e biogeografico schiettamente mediterraneo, a fisionomia dominata da specie sempreverdi (variante più frequente e caratteristica); lembi lineari di foresta di alloro "a galleria" in forre e vallecole (o lembi più ampi su scarpate umide), in contesti di transizione fra la regione mediterranea e quella temperata, con fisionomia ricca di specie decidue; lembi di bosco planiziare a locale dominanza di alloro arboreo, generalmente legati a situazioni micro-topografiche di transizione fra gli ambiti più depressi e quelli leggermente rilevati nell'ambito della morfologia di pianura. Combinazione fisionomica di riferimento Dominanti: Laurus nobilis, Quercus ilex, Q. virgiliana, Carpinus betulus, Celtis australis, Ostrya carpinifolia, Fraxinus ornus,Ulmus minor, Populus alba. Frequenti: Cyclamen repandum, Ficus carica, Hedera helix, Ruscus aculeatus, Smilax aspera. Asplenium onopteris, Tamus communis, Acer campestre, Anemone apennina, Arum italicum, Melica uniflora, Vitis vinifera ssp. sylvestris. Riferimento sintassonomico La sintassonomia di queste comunità è complessa, anche a causa della variabilità floristica e delle piccole dimensioni delle cenosi; sono state descritte per l'Italia numerose associazioni, attribuite a diversi syntaxa di ordine superiore, e manca per ora una revisione complessiva. Nella maggior parte dei casi, comunque, il corteggio floristico appartiene chiaramente ai Quercetalia ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em. Riv-Mart. 1975, e in particolare è generalmente riconducibile all'alleanza Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi et al. 2003; in alcuni casi il riferimento può essere alla suballeanza Lauro nobilis-Quercenion pubescentis Ubaldi 1995 (alleanza Carpinion orientalis Horvat 1958, ordine Quercetalia pubescenti-petraeae (Klika 1933) corr. Blasi et al. 2004, classe Querco-Fagetea Br.-Bl. et Vlieger in Vlieger 1937), mentre le comunità planiziali mostrano affinità per il Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 (ordine Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948). Dinamiche e contatti I boschi di alloro costituiscono presumibilmente una forma di vegetazione matura (a controllo edafico o microclimatico). Gli stadi di degradazione o ricostituzione sono poco noti, ma negli ambienti di forra si tratta per lo più di cespuglieti a prevalenza di Rubus ulmifolius e Ulmus minor, riferibili alla sottoalleanza PrunoRubenion ulmifolii Arnaiz & Loidi 1983 del Pruno-Rubion ulmifolii Bolòs 1954 (ordine Prunetalia spinosae Tuexen 1952) . I possibili contatti catenali sono molto diversificati a causa delle numerosissime situazioni in cui possono collocarsi i laureti: leccete di versante (9340 "Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia"), boschi decidui submediterranei (habitat 91M0 "Foreste pannonico balcaniche a dominanza di quercia cerro-quercia sessile" e 91AA "Boschi orientali di quercia bianca") e relativi stadi seriali, formazioni igrofile ripariali o planiziali degli habitat 91E0 "Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior", 92A0 "Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba", 91F0 "Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia" e 91B0 "Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia". 167 Specie alloctone In ambiti degradati è segnalata la presenza di Robinia pseudacacia. Distribuzione dell’habitat in Italia TS, LZ, UM, AB, BS, CL, SC, SR, CM, MR In aggiunta alle segnalazioni all'interno dei SIC e ZPS, sono note altre stazioni con boschi dominati da alloro arboreo e pertanto da riferire a questo habitat, alcune molto rappresentative e ben conservate, fra cui ricordiamo ad esempio: la Tenuta di Coltano (PI), in ambiente planiziale; Monte Argentario (GR), lungo vallecole in lecceta; le forre e vallecole di quasi tutto il comprensorio dei M.ti della Tolfa e dei M.ti Ceriti (RM); le scarpate travertinose presso Palidoro (RM); le forre presso Osilo (SS). Recentemente segnalato anche per le Marche. Viceversa, alcune delle segnalazioni all’interno dei siti sembrano essere state originate da un'interpretazione troppo estensiva dell'habitat (specialmente nell’ambito della regione Sicilia: ad es. ITA020007, ITA020012, ITA020014, ITA020048; in alcuni casi anche nella Penisola, ad es. IT6020026), riferendosi a comunità dove l'alloro non domina lo strato più alto e che quindi non corrispondono alla diagnosi né dell’Habitat 5230 né dell’Habitat 5310 (cfr. anche la nota alla scheda dell'habitat 5310 in questo volume). Lo stesso vale per numerose segnalazioni al di fuori dei SIC, come quelle per il Lago di Garda, dove l'alloro, pur abbondante in alcune comunità forestali, vi è confinato allo strato arbustivo (ed è di indigenato controverso). Note Alcune specie elencate dal Manuale di Interpretazione, legate ad aspetti termofili di macchia sclerofillica, sono estranee alla composizione floristica tipica di queste comunità in Italia. Confusione: l’Habitat 5230 richiede la presenza di alloro dominante nello strato arboreo. Inoltre, è stato spesso confuso con l’Habitat 5310 (Boscaglia fitta di Laurus nobilis), a causa del fatto che la distinzione è mal definita nel Manuale: il primo va riferito però a boschi e macchie alte dominati da alloro arboreo, il secondo a macchie di bassa statura dominate da alloro arbustivo. Si veda, per maggiori dettagli, la nota all'Habitat 5310. Riferimenti Bibliografici Allegrezza M., Biondi E., Felici S., 2006. A phytosociological analysis of the vegetation of the central sector of the adriatic aspect of the Italian peninsula. Hacquetia 5 (2): 5-45. Arrigoni P.V. & Di Tommaso P.L., 1997 – La vegetazione del Monte Argentario (Toscana meridionale). Parlatorea, 2: 5-38. Bacchetta G., Farris E., Fenu G., Filigheddu R., Mattana E., Mulè P., 2007 - Contributo alla conoscenza dei boschi a Laurus nobilis L. della Sardegna, habitat prioritario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE. Fitosociologia, 44 (2) suppl. 1: 239-244. Bueno Sanchez A. & Fernandez Prieto J.A., 1991 – Acebuchales y lauredales de la costa cantabrica. Lazaroa, 12: 273-301. Brullo S., Costanzo E. & Tomaselli V., 2001 – Étude phytosociologique sur les peuplements à Laurus nobilis dans les Monts Iblei (Sicile sud-orientale). Phytocoenologia 31 (2): 249-270. Brullo S., Guarino R., 1998 - The forest vegetation from the Garda Lake (N Italy). Phytocoenologia, 28 (3): 319-355. Desole L., 1947 – Diffusione e localizzazione della macchia-foresta a base di Laurus nobilis L. nella Sardegna settentrionale. Studi Sassaresi, 25 (3): 1-17 Desole L., 1949 – Diffusione e localizzazione della macchia foresta a base di Laurus nobilis L. nella Sardegna settentrionale (Continuazione). Studi Sassaresi, 27 (2): 1-24. Fascetti S., Navazio G., 2007 - Specie protette, vulnerabili e rare della Flora Lucana. Vol. monografico a cura della Regione Basilicata, Ass Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità: 88-89. Filibeck G., 2001 - Osservazioni ecologiche e fitogeografiche sui relitti di latifoglie arboree sempreverdi estivali (in particolare Laurus nobilis L. e Ilex aquifolium L.). Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Firenze. 168 Filibeck G., 2006 – Notes on the distribution of Laurus nobilis L. (Lauraceae) in Italy. Webbia 61 (1): 45-56. Filibeck G., 2008 – Matorral arborescenti di Laurus nobilis. In: Calvario E., Sebasti S., Copiz R., Salomone F., Brunelli M., Tallone G., Blasi C. (eds.), Habitat e specie di interesse comunitario nel Lazio. Regione Lazio, Agenzia Regionale Parchi, Roma: pp. 94-95. Foggi B., Chegia B., Viciani D., 2006 - Contributo alla conoscenza della vegetazione del Promontorio di Piombino (Livorno - Toscana). Parlatorea, 8: 121-139. Gianguzzi L., Romano S., D’Amico A., Incardona G., 2007 – Caratterizzazione fitosociologica di alcuni nuclei residuali di laureto sui Monti Sicani (Sicilia centro-occidentale). – Atti del 102° Congresso Società Botanica Italiana. Riassunti. Palermo 26-29 Settembre 2007, 407. Lucchese F. & Pignatti S., 1990 – Sguardo sulla vegetazione del Lazio Marittimo. Quaderni Acc. Naz. Linc. 264: 5-48. Pirone G., 2000 - La vegetazione ripariale nei versanti nord-orientali del Gran Sasso d'Italia e dei Monti della Laga (Abruzzo, Italia). Fitosociologia, 37 (2): 65-86. Riferimenti Bibliografici online Nomi dei compilatori con e.mail Goffredo Filibeck [email protected] 169 53: Boscaglie Termo - Mediterranee e Pre - Steppiche 170 53: Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche 5320: Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere Low formations of Euphorbia close to cliffs Codice CORINE Biotopes 32.217 Coastal Helichrysum garrigues Codice EUNIS F5.512 Garighe costiere ad Helichrysum sp. Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Low formations of Helichrysum (H. italicum ssp. microphyllum, H. italicum ssp. italicum) with spurges (Euphorbia pithyusa, i.a.), Pistacia lentiscus, Camphorosma monspeliaca, Artemisia densiflora or Thymelaea passerina, T. hirsuta, T. tartonraira in the immediate vicinity of sea cliffs, forming the transition between cliff vegetation or clifftop phryganas and thermo-Mediterranean scrub. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Garighe litorali subalofile a dominanza di camefite che si sviluppano su litosuoli in una fascia compresa tre le falesie direttamente esposte all’azione del mare e le comunità arbustive della macchia mediterranea,con possibili espansioni verso l'interno. Queste cenosi sono presenti lungo la costa tirrenica, dalla Liguria alla Sicilia, in Sardegna settentrionale ed in corrispondenza del promontorio del Gargano, su litosuoli di varia natura. La loro distribuzione geografica è quindi prevalentemente tirrenica del resto le comunità incluse in questo habitat sono caratterizzate da diverse specie ad areale mediterraneo-occidentale. In termini bioclimatici l’ambito di pertinenza di queste garighe, in accordo con Rivas-Martìnez et al. (1999 e 2002), è il macrobioclima mediterraneo ed in particolare il bioclima pluvistagionale-oceanico; il termotipo è quello termomediterraneo e l’ombrotipo è quello secco inferiore (Biondi & Bagella, 2005; Foggi et al., 2006). Sottotipi e varianti (compilare se necessario) L’habitat comprende due varianti differenti per dominanza fisionomica, inquadramento sintassonomico e distribuzione geografica: comunità caratterizzate dalla presenza di Euphorbia pithyusa, una camefita suffruticosa presente in Liguria, Toscana, Sicilia e Sardegna e Artemisia densiflora un endemita sardo-corso con areale ristretto alle coste in corrispondenza delle Bocche di Bonifacio. Comunità a dominanza di queste 171 specie ad oggi sono segnalate solo per la Sardegna settentrionale (Biondi et al., 2001; Farris et al. 2007). cenosi nettamente dominate da specie del genere Helichrysum. In particolare si distinguono comunità dominate da Helichrysum litoreum, e comunità dominate da Helichrysum italicum subsp. italicum. Le prime sono presenti sulle coste dell'Arcipelago Toscano, del Circeo, delle Isole Ponziane, della Penisola Sorrentina, a Capri, Ischia e alle Isole Eolie; le seconde sono limitate al promontorio del Gargano e alle Isole Tremiti. Tra le cenosi in cui la fisionomia è determinata da specie del genere Helichrysum alcune sono caratterizzate dalla dominanza di Anthyllis barba jovis, una specie ad areale mediterraneo-occidentale con gravitazione prevalentemente tirrenica. Sono comunità molto prossime alla linea di costa ma che risultano sempre più interne rispetto alle cenosi spiccatamente alofile a Crithmum maritimum e Limonium sp.pl.; tali comunità presentano una diffusione discontinua e limitata sulle coste tirreniche toscane, laziali, campane e siciliane, ristretta al Gargano e Isole Tremiti per quanto riguarda il Mar Adriatico. Per quanto riguarda la Sicilia in questo habitat possano essere inclusi anche aspetti di vegetazione a camefite subalofile a dominanza di Helichrysum rupestre (diffuso lungo le coste della Sicilia occidentale), Helichrysum siculum (coste meridionali della Sicilia) e di altre entità presenti nelle Egadi (H. rupestre var. messerii). Combinazione fisionomica di riferimento Le specie dominanti sono Helichrysum italicum (Liguria e Puglia); Helichrysum litoreum (Lazio, Toscana, Puglia); Euphorbia pythusa (Sardegna); Anthyllis barba jovis (Toscana, Campania e Puglia); Thymelaea hirsuta (Liguria). In particolare le comunità a dominanza di Thymelaea hirsuta sono estremamente localizzate presso le falesie calcaree di Bergereggi-Capo Vado e non sono state inquadrate dal punto di vista sintassonomico. Nelle comunità caratterizzate dalla presenza di Anthyllis barba-jovis sono frequenti anche Dianthus sylvestris subsp. longicaulis e Matthiola incana; specie che caratterizzano l’alleanza che comprende queste comunità, si tratta di specie che riescono a svilupparsi su litosuoli e hanno la massima diffusione nel mediterraneo occidentale (Brullo & De Marco 1989). La fisionomia invece è caratterizzata dalla presenza di Helichrysum litoreum, abbondante soprattutto nelle comunità tirreniche: costa e isole della toscana (Foggi et al., 2006), costa e isole campane, isole ponziane; mentre alle Isole Tremiti questa specie è meno abbondante ed è caratteristica la presenza del Fiordaliso delle Tremiti (Centaurea diomedea), endemita esclusivo di questo arcipelago. Sulle coste siciliane l’Anthyllis barba-jovis è presente solo in una località della costa settentrionale (Castel di Tusa) in cui sono segnalate delle comunità caratterizzate dalla presenza di un’altra endemita esclusiva di Sicilia, Calabria e Basilicata, Erucastrum virgatum (Brullo & Minissale 1997). Per quanto riguarda le comunità con Euphorbia pithyusa e quelle in cui è presente Artemisia densiflora, entrambe sono caratterizzate dall’abbondanza, oltre che di queste due specie, di Helichrysum italicum 172 subsp. microphyllum (Biondi 1992; Biondi et al., 2001), piuttosto frequente soprattutto negli aspetti più evoluti risulta Thymelaea hirsuta, e Astragalus terraccianoi. Inoltre in queste comunità sono presenti diverse entità endemiche tra cui Centaurea horrida specie prioritaria inclusa nell’Allegato II della Direttiva 43/92/CEE “Habitat”. Riferimento sintassonomico Le cenosi ascrivibili a questo habitat sono in parte riferibili all’ordine Helichrysetalia italici Biondi & Géhu 1994 della classe Helichryso staechadis-Crucianelletea maritimae (Géhu, Rivas-Martìnez, R. Tüxen 1973 in Bon & Géhu 1973) Sissingh 1974 em. Géhu & Biondi 1994. In particolare le comunità a Euphorbia pythusa e Artemisia densiflora nell’alleanza Euphorbion pythusae Biondi & Géhu 1974, mentre le garighe a dominanza di specie del genere Helichrysum nell’alleanza Helichrysion litorei Biondi 2007. Le garighe a dominanza di Anthyllis barba-jovis invece sono inquadrate nell’alleanza Antyllidion barba-jovis Brullo & De Marco 1989, dell’ordine Senecetalia cinerariae Biondi 2007. Dinamiche e contatti Queste comunità occupano una fascia compresa tra le cenosi fortemente alofile delle falesie a dominanza di Crithmum maritimum e specie del genere Limonium (habitat 1240 – Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici) e le comunità arbustive della macchia mediterranea. Si tratta di comunità primarie che possono espandersi verso l’interno a causa di eventi di disturbo a carico delle comunità di macchia ma in generale hanno carattere primario. Specie alloctone L’ambito di pertinenza di questo habitat può essere oggetto di una rapida diffusione del fico degli ottentotti (Carpobrotus edulis, C. acinaciformis). Distribuzione dell’habitat in Italia LG, TS, MR, LZ, CM, BS, PG, CL, SR, SC. Note Riferimenti Bibliografici Bibliografia generale manuale Calvario E., Sebasti S., Copiz R., Salomone F., Brunelli M., Tallone G., Blasi C. (a cura di), 2008. Habitat e specie di interesse comunitario nel Lazio. Edizioni Agenzia Regionale Parchi, Roma. Mariotti M.G., 2008. Atlante degli Habitat Natura 2000 in Liguria. Regione Liguria, Genova. 592 pp. Lavori che riguardano la macrocategoria (Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche) Bartolo G., Brullo S., 1993. – La classe Crithmo-Limonietea in Sicilia. Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat., s. 4, 26(342): 5-47. 173 Bartolo G., Brullo S., Signorello P., 1992. La classe Crithmo-Limonietea nella Penisola Italiana. Coll. Phytosoc. 19: 55-81 Biondi E., Vagge I. & Mossa L., 2000. On the phytosociological importance of Anthyllis barba-jovis L.. Coll. Phytosoc. 27: 95-104. Brullo S., De Marco G., 1989. Anthyllidion barba-jovis alleanza nuova dei Crithmo-Limonietea. Archivio Botanico Italiano, 65: 109-120. Biondi E., 2007. Thoughts on the ecology and syntaxonomy of some vegetation typologies of the Mediterranean coast. Fitosociologia 44 (1): 3-10. Farris E., Pisanu S., Secchi Z., Bagella M., Urbani M., Filigheddu R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “Habitat”. Fitosociologia, 44 (1): 165-180. Lavori che riguardano questo specifico habitat Brullo S., Minissale P., 1997. Su alcune associazioni dell’alleanza Anthyllidion barba-jovis del Mediterraneo occidentale. Fitosociologia, 32: 161-170. Lavori locali Arrigoni P.V., Nardi E. e Raffaelli M., 1985 - La vegetazione del Parco naturale della Maremma (Toscana). Dip. Biol. Veg. Univ. Firenze.133 Arrigoni P.V., Di Tommaso P.L., 1997 - La vegetazione del Monte Argentario (Toscana meridionale). Parlatorea, 2: 5-38. Arrigoni P.V. e Di Tommaso P.L., 1991 - La vegetazione delle montagne calcaree della Sardegna centroorientale. Boll. Soc. Sarda Sci. Nat., 28: 201-31. Arrigoni P.V., Di Tommaso P.L., 1981 - Carta della vegetazione dell'isola di Giannutri (Prov. di Grosseto). CNR, AQ/1/130, Coll. Progr. Fin. Promozione Qualità Ambiente, Roma. Barbagallo C., Brullo S. & Signorello P., 1983 - Note fitosociologiche sulla vegetazione delle Isole Eolie. Boll. Acc.Gioenia Sci.Nat. 16: 7-16. Barbagallo C., Brullo S., Guglielmo A., 1979 – Lineamenti della vegetazione di Monte Cofano (Sicilia occidentale). – Pubbl. Ist. Bot. Univ. Catania. Barbagallo C., Brullo S., Guglielmo A., 1980 – Carta della vegetazione di Monte Cofano – Sicilia. – Collana del Progr. Finalizzato “Promoz. Sulla Qualità dell’Ambiente”, s. AQ/1/39: 43-52. C.N.R. Roma. Bartolo G., Brullo S., Marcenò C., 1982 – La vegetazione costiera della Sicilia sud-orientale. Contributo alla interpretazione delle fasce di vegetazione delle coste mediterranee. – C.N.R., P.F. Promozione Qualità dell'Ambiente. Serie AQ/1/226, 49 pp. Roma. Biondi E., Baggella S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia, 42 (2) suppl.1: 3-99. Biondi E., Filigheddu R., Farris E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia, 38 (2) suppl. 2: 3105.Brullo S. & Marcenò C., 1983 - Osservazioni fitosociologiche sull'isola di Marettimo (Arcipelago delle Egadi). Boll.Acc.Gioenia Sci.Nat. Catania 15(320): 201-228. Brullo S., 1984 – Excursion to the Egadi Islands (13-14 June 1983). Webbia, 38(1): 79-82. Brullo S., Minissale P., Siracusa G., 1996 – Quadro sintassonomico della vegetazione iblea. – Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 29 (352), 113-150, Catania. Caneva G., Cancellieri L., 2007. Il paesaggio vegetale della Costa di Amalfi. Gangemi Editore. Roma (ISBN (978-88-492-1292-1. Foggi B., Cartei L., Pignotti L., Signorini M.A., Viciani D., Dell’Olmo L., Menicagli E., 2006. Il paesaggio vegetale dell’Isola d’Elba (arcipelago toscano) studio di fitosociologia e cartografico. Fitosociologia, 43(1) suppl. 1: 3-95. Foggi B., Chegia B., Viciani D., 2006 - Contributo alla conoscenza della vegetazione del Promontorio di Piombino (Livorno - Toscana). Parlatorea, 8: 121-139. 174 Foggi B., Grigioni A., 1999 - Contributo alla conoscenza della vegetazione dell' isola di Capraia (Arcipelago toscano). Parlatorea 3: 5-33. Foggi B., Signorini M.A., Grigioni A., Clauser M., 2000 - La vegetazione di alcuni isolotti dell'Arcipelago toscano. Fitosociologia, 37(1): 69-91. Foggi B., Cartei L., Pignotti L. 2009 - La vegetazione dell'Isola di Pianosa (Arcipelago Toscano). BraunBlanquetia, in stampa Gianguzzi L., La Mantia A., 2008 – Contributo alla conoscenza della vegetazione e del paesaggio vegetale della Riserva Naturale “Monte Cofano” (Sicilia occidentale) (con allegata Carta sinfitosociologica della vegetazione, scala 1:20.000) – Fitosociologia 45 (1) suppl. 1: 1-55. Mazzoleni S. e Ricciardi M., 1990. Carta della vegetazione di Capri. Istituto di Botanica. Perrino E.V., 2005/2006. Vegetazione del Gargano (fasce costiera e collinare). Tesi di Dottorato. Dipartimento di Botanica. Università degli Studi di Catania. Perrino E.V., Tomaselli V., Pavone P., Brullo S., 2005. Risultati preliminari relativi alla vegetazione del Gargano. Inf. Bot. Ital., 37 (2): 1272-1273. Raimondo F.M., Bazan G., Gianguzzi L., Ilardi V., Schicchi R., Surano N., 2000 – Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo – Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3-160. Riferimenti Bibliografici online Sito internet Repertorio Naturalistico Toscano: http://web.rete.toscana.it/renato/principale.htm Nomi dei compilatori con e.mail Carlo Blasi ([email protected]) Sabina Burrascano ([email protected]) 175 53: Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche 5330: Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici Thermo-Mediterranean and pre-desert scrub Codice CORINE Biotopes 32.22 Tree-spurge formations, 32.23 Diss-dominated garrigues, 32.24 Palmetto brush, 32.25 Pre-desert scrub, 32.26 Thermo-Mediterranean broom fields (retamares). Codice EUNIS F5.5 Arbusteti xero-termofili dell’area mediterranea. Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Scrub formations characteristic of the thermo-Mediterranean zone. Included here are those formations, for the most part indifferent to the siliceous or calcareous nature of the substrate, that reach their greatest extension or optimal development in the thermo-Mediterranean zone. Also included are the numerous, strongly characterised, thermophile formations endemic to the south of the Iberian peninsula, mostly thermoMediterranean but sometimes meso-Mediterranean; in their great local diversity they are a western counterpart of, and sometimes approach in appearance, the mostly eastern Mediterranean phryganas, which, however, on account of their strong structural singularity, are listed separately under 33. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Arbusteti caratteristici delle zone a termotipo termo-mediterraneo. Si tratta di cenosi piuttosto discontinue la cui fisionomia è determinata sia da specie legnose (Euphorbia dendroides, Chamaerops humilis, Olea europaea, Genista ephedroides, Genista tyrrhena, Genista cilentina, Genista gasparrini, Cytisus aeolicus, Coronilla valentina) che erbacee perenni (Ampelodesmos mautitanicus sottotipo 32.23). In Italia questo habitat è presente negli ambiti caratterizzati da un termotipo termomediterraneo, ma soprattutto laddove rappresentato da cenosi a dominanza di Ampelodesmos mauritanicus può penetrare in ambito mesomediterraneo. Cenosi ascrivibili a questo habitat sono presenti dalla Liguria alla Calabria e nelle isole maggiori, lungo le coste rocciose. In particolare sono presenti lungo le coste liguri, sulle coste della Sardegna settentrionale, della Toscana meridionale e delle isole dell’Arcipelago Toscano, lungo le coste del Lazio meridionale e della 176 Campania, a Maratea, sulle coste calabre sia tirreniche che ioniche, con una particolare diffusione nella zona più meridionale della regione. Per quanto riguarda le coste adriatiche comunità di arbusteti termomediterranei sono presenti dal Salento al Conero, in particolare lungo i litorali rocciosi salentini, garganici, alle isole Tremiti ed in corrispondenza del Monte Conero. In Sicilia e Sardegna tutti i sottotipi si rinvengono anche nell’interno ricalcando la distribuzione del termotipo termomediterraneo. Mentre nell’Italia peninsulare, specialmente nelle regioni meridionali, nelle zone interne sono presenti solo cenosi del sottotipo dominato da Ampelodesmos mauritanicus, la cui distribuzione è ampiamente influenzata dal fuoco. Sottotipi e varianti 32.22 - Cenosi a dominanza di Euphorbia dendroides Euphorbia dendroides è una specie mediterranea con baricentro di diffusione negli arcipelaghi atlantici prossimi alle coste europee e nord-africane (Macaronesia), la cui penetrazione nel bacino del Mediterraneo risale all’epoca tardo terziaria. Si tratta di una specie termofila che predilige stazioni soleggiate e risulta altamente competitiva su falesie e versanti acclivi e rocciosi indipendentemente dalla natura del substrato, è infatti adattata a condizioni di spiccata aridità, essendo una specie estivante, ossia che perde le foglie nella stagione estiva, caratterizzata dalla maggior aridità in ambito mediterraneo. Gli ambiti di pertinenza di queste comunità sono substrati rocciosi compatti e, come rilevato nel caso delle comunità liguri e laziali i muretti di delimitazione dei terrazzamenti abbandonati. La fisionomia è quella di un arbusteto più o meno alto a seconda delle condizioni ambientali e delle specie che accompagnano l’euforbia arborea. Arbusteti ad Euphorbia dendroides si rinvengono dalla Liguria alla Calabria e nelle isole maggiori, lungo le coste rocciose. In particolare sono presenti in maniera frammentaria lungo le coste liguri, sulle coste della Sardegna settentrionale, della Toscana meridionale e delle isole dell’Arcipelago Toscano, lungo le coste del Lazio meridionale, in corrispondenza della penisola sorrentina e della costiera amalfitana, a Maratea, sulle coste calabre sia tirreniche che ioniche, con una particolare diffusione nella zona più meridionale della regione. Solo in Sicilia e Sardegna meridionale queste cenosi si rinvengono anche nell’interno ricalcando la distribuzione del termotipo termomediterraneo. In particolare in Sicilia questo termotipo, oltre ad interessare un’ampia fascia lungo la costa, penetra nell’interno in particolare nella provincia di Trapani, di Agrigento e Caltanissetta e nella provincia di Catania a sud dell’Etna fino ad interessare la provincia di Enna. 177 Per quanto riguarda le coste adriatiche comunità a Euphorbia dendroides sono presenti dal Salento al Conero, in particolare lungo i litorali rocciosi salentini, garganici, alle isole Tremiti ed in corrispondenza del Monte Conero. 32.23 – Garighe dominate da Ampelodesmos mauritanicus L’ampelodesmo, o tagliamani, è una grande graminacea che forma cespi molto densi di foglie lunghe fino a un metro. Questa specie ha un areale di tipo mediterraneo-occidentale. Per quanto riguarda l’Italia, la specie è maggiormente diffusa sul versante tirrenico della penisola, dalla Liguria alla Calabria aumentando progressivamente la sua abbondanza e diffusione; sul versante adriatico invece è limitata al Monte Conero e al Promontorio del Gargano ed in piccoli lembi sulle falesie arenaceo-conglomeratiche della costa abruzzese. Ampelodesmos mauritanicus è presente anche in Sardegna ed in Sicilia, dove è estremamente diffusa ad eccezione dell’area etnea. Grazie alla rapidità di ripresa dopo il fuoco, la diffusione di questa specie è molto ampia, essa costituisce infatti praterie secondarie che sostituiscono diverse tipologie vegetazionali laddove gli incendi siano molto frequenti. L’ambito di pertinenza di queste comunità sono le aree a termotipo termo- o mesomediterraneo, su substrati di varia natura, l’ampelodesmo è infatti una specie indifferente al substrato ma predilige suoli compatti, poco areati, ricchi in argilla e generalmente profondi, infatti si insedia su pendii rocciosi anche scoscesi ma dove siano presenti accumuli di suolo, come ad esempio nei terrazzamenti abbandonati. La fisionomia è quella di una prateria alta e piuttosto discontinua, dove l’ampelodesmo è accompagnato da camefite o arbusti sempreverdi della macchia mediterranea, da diverse lianose e da numerose specie annuali. Comunità ad Ampelodesmos mauritanicus ascrivibili a questo sottotipo sono diffuse in Liguria, in Toscana sono presenti sul litorale della Maremma, sul promontorio dell’Argentario e all’Isola d’Elba; in Umbria al Lago di Corbara, sulle colline premartane. Per quanto riguarda Lazio, Campania e Calabria, oltre alle zone costiere, si rinvengono comunità ad ampelodesmo sui versanti dei rilievi subappenninici e man mano che ci si sposta verso sud anche sui rilievi appenninici. In Sicilia questo tipo di comunità si rinvengono fino alle parti più interne della regione. 32.24 – Cenosi dominante da palma nana La palma nana ha areale di tipo stenomediterraneo-occidentale ed in Italia è poco diffusa, infatti è localizzata in alcune località dei litorali ligure, toscano, laziale e calabresi; mentre è piuttosto comune in Sicilia e Sardegna. Le comunità in cui è presente questa specie hanno carattere primario essendo prettamente rupicole, infatti si sviluppano sulle cenge e nelle fessure delle rupi litorali subalofile. Per quanto riguarda le coste della penisola la palma nana (Chamaerops humilis) costituisce delle cenosi discontinue insieme ad altre specie della macchia in cui spesso non è nettamente dominante. 178 In Sardegna la palma nana è determinante nella fisionomia di alcune comunità ad olivastro e Juniperus phoenicea, oltre a comunità arbustive con Pistacia lentiscus e talora con Myrtus communis. Queste comunità forestali e arbustive sono rinvenute sull’isola di S. Antioco, nel Sinis e nella Nurra lungo la costa occidentale. Sulla costa orientale le comunità a palma nana sono più sporadiche, caratterizzando il paesaggio vegetale solo in Baronia presso Orosei. In Sicilia comunità nettamente dominate da Chamaerops humilis sono presenti con aspetti impoveriti sul Monte Pellegrino ma hanno la migliore espressione all’estremità occidentale della regione, nella costa tra Trapani e Termini Imerese. Nella stessa zona in situazioni meno rupicole la palma nana è associata a Quercus calliprinos, con habitus arbustivo; all’estremità sud-orientale la palma nana è presente in comunità dominate da Sarcopterium spinosum e Thymus capitatus; le due tipologie vegetazionali appena descritte sono molto interessanti in termini biogeografici, essendo la quercia di Palestina ed il Sarcopterium spinosum entità ad areale mediterraneo orientale. 32.25 – Comprende le comunità marcatamente termo-xerofile dei territori più aridi del Mediterraneo occidentale. In Italia questo tipo di cenosi sono limitate alle Isole del canale di Sicilia (Egadi, Pelagie e Pantelleria). Si tratta di comunità dominate da Euphorbia dendroides e caratterizzate dalla presenza di Periploca angustifolia, hanno carattere primario, in quanto si insediano su substrato roccioso comnpatto di varia natura, sia a ridosso della costa che più internamente. 32.26 – Genisteti termomediterranei Cenosi litorali che si sviluppano su substrati rupestri o semirupestri, caratterizzate da termotipo termomediterraneo, a dominanza di diverse specie del genere Genista. Il genere Cytisus presenta quale unica specie italiana tipica di ambiti a termotipo termomediterraneo Cytisus aeolicus, la cui distribuzione è limitata alle isole di Stromboli, Alicudi e Vulcano, ma costituisce un’unica vera e propria comunità solo in una località di Stromboli. Il genere Genista risulta piuttosto critico, in particolare proprio la sezione ephedrospartum, in cui sono incluse alcune ginestre degli ambiti termomediterranei, è stata oggetto di una revisione che ha previsto la descrizione di nuove entità i cui campioni erano prima inclusi nella specie Genista ephedroides. In particolare in questa sezione vengono oggi incluse, oltre a Genista ephedroides, Genista gasparrini, Genista tyrrhena, Genista cilentina e Genista demarcoi. La prima è limitata alla Sardegna, la seconda alla Sicilia (limitatamente a Monte Gallo, presso Palermo), Genista tyrrhena è presente alle Isole Eolie e in quelle dell’Arcipelago Toscano, Genista cilentina è presente sulla costa campana compresa tra Marina di Asceae Marina di Pisciotta, Genista demarcoi è localizzata in Sicilia, presso Isnello (Madonie). Oltre alle ginestre di questa sezione costituisce comunità ascrivibili a questo habitat la Genista cinerea presente sulle coste liguri. 179 Le garighe dominate da queste ginestre si sviluppano su pendii caratterizzati da substrato di origine vulcanica anche non strettamente costieri (Genista tyrrhena alle Isole Eolie ed Isole Ponziane, spesso su terrazzamenti abbandonati); o su substrato detritico in formazioni di tipo calanchivo in Cilento; su pendii rocciosi strettamente costieri si collocano invece le cenosi a dominanza di Genista ephedroides; Genista gasparrini e Genista demarcoi costituiscono entrambe delle garighe subrupicole. Combinazione fisionomica di riferimento Nelle comunità del sottotipo 32.22 Euphorbia dendroides è in genere accompagnata dall’olivastro (Olea europaea) e da altre specie della macchia mediterranea (Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Prasium majus, Rhamnus alaternus, ecc.) che possono risultare più o meno importanti nel determinare la fisionomia anche a seconda del grado di maturità delle comunità. Risultano molto frequenti, a seconda del contesto biogeografico, Clematis flammula, Viburnum tinus, Cneorum tricoccon in Liguria, Juniperus oxycedrus, Emerus majus (= Coronilla emerus), Colutea arborescens sulle coste adriatiche, e Chamaerops humilis e Clematis cirrhosa sulle coste tirreniche peninsulari e sarde. In Sardegna, assumono un ruolo rilevante anche Asparagus albus e Hyparrhenia hirta, mentre in Liguria ed in Toscana, così come negli isolotti a largo di Positano, queste cenosi sono caratterizzate anche dalla presenza di Anthyllis barba-jovis. Gli arbusteti ad Euphorbia dendroides sono caratterizzati dalla presenza di specie del genere Teucrium. In particolare Teucrium flavum è presente lungo le coste di tutte le regioni italiane, Teucrium fruticans è limitato a quelle delle regioni tirreniche e alle isole maggiori, mentre Teucrium marum si rinviene solo in Toscana e Sardegna. Rilevante è la presenza di Brassica incana nelle comunità laziali, specie subendemica delle coste italiane Nelle cenosi del sottotipo 32.23 accompagnano l’ampelodesmo (Ampelodesmos mauritanicus) numerose specie della macchia mediterranea (Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Smilax aspera, Asparagus acutifolius); diverse nanofanerofite Cistus salvifolius, Cistus incanus e Coronilla valentina; e camefite mediterranee, quali Micromeria graeca e Argyrolobium zanonii subsp. zanonii diverse specie del genere Fumana, Gypsophia arrostii nelle comunità siciliane e calabresi. Tra le specie erbacee sono frequenti diverse emicriptofite come Bituminaria bituminosa, Pulicaria odora e Elaeoselinum asclepium; mentre le specie annuali più diffuse negli ampelodesmeti sono Brachypodium retusum, Briza maxima, Cynosurus echinatus, Linum strictum, Hippocrepis ciliata. Numerose sono anche le specie lianose, quali Smilax aspera, Asparagus acutifolius, Lonicera implexa, Tamus communis. Le comunità a Chamaerops humilis sono caratterizzate dalla codominanza con diverse specie della macchia mediterranea (Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Rhamnus alaternus, Juniperus oxycedrus) o da Euphorbia dendroides. Nelle comunità sarde spesso la palma nana è accompagnata da Olea europea e Juniperus phoenicea. 180 Gli arbusteti a Euphorbia dendroides e Periploca angustifolia sono caratterizzate oltre che dalle specie della macchia già menzionate per gli altri sottotipi, anche da Asparagus stipularis, entità limitata per l’Italia a Sicilia e Sardegna. Le comunità del sottotipo 32.26 sono caratterizzate oltre che dalle specie del genere Genista che risultano dominanti, da Calicotome villosa, Ampelodesmos mauritanicus, Myrtus communis per quanto riguarda il Cilento; da Helichrysum italicum, Cistus salvifolius e Rosmarinus officinalis le cenosi sarde a Genista ephedroides; da Erica multiflora, Erica arborea e Lavandula stoechas le comunità delle Isole Ponziane, mentre alle Isole Eolie i popolamenti a Genista thyrrena sono quasi puri. Riferimento sintassonomico Per quanto riguarda gli arbusteti a dominanza di Euphorbia dendroides le comunità adriatiche rispetto a quelle rinvenute sulle coste tirreniche, ioniche e delle isole maggiori presentano differenze floristiche legate al contesto biogeografico che le differenziano a livello di associazione (Géhu & Biondi 1997) ma mantengono notevoli affinità sia composizionali che fisionomiche e sono quindi tutte riferibili allo stesso gruppo di associazioni (Oleo-Euphorbieta dendroidis Géhu & Biondi 1997 dell’alleanza Oleo-Ceratonion siliquae Br.-Bl. 1936, ordine Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni Rivas Martinez 1975, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. 1947). La stessa alleanza è quella di riferimento per le comunità dominate o codominate da Chamaerops humilis. Per quanto riguarda invece le praterie ad Ampelodemos mauritanicus, queste rientrano nella classe LygeoStipetea Riv.-Mart. 1978 che include le praterie mediterranee termofile dominate da grosse graminacee cespitose ed in particolare nell’ordine Hyparrenietalia Riv.-Mart. 1978. Per quanto riguarda l’inquadramento a livello di alleanza per le comunità siciliane è stata descritta l’alleanza Avenulo-Ampelodesmion mauritanici Minissale 1994, tuttavia le specie proposte da questi autori come caratteristiche sono state rinvenute nelle comunità peninsulari solo per quanto riguarda la Calabria, mentre per le altre regioni in genere viene riportata l’associazione di riferimento che viene inquadrata però solo a livello di ordine. Il sottotipo 32.25 è riferito, come riportato nella descrizione del manuale europeo di interpretazione degli habitat, all’alleanza Periplocion angustifoliae Rivas Martinez 1975 dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia Rivas Martinez 1975. Le cenosi a dominanza di specie del genere Genista sono inquadrate nella Classe Cisto Lavanduletea Br.Bl.in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 e nell’ordine Lavanduletalia Br.-Bl.in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 em. Rivas Martinez 1968 . In particolare sono riferite all’alleanza Calicotomo villosae-Genistion tyrrhenae Biondi 1997 le cenosi delle isole tirreniche e del Cilento; sono incluse nell’alleanza Teucrion mari Gamisans & Muracciole 1984 le cenosi della Sardegna; mentre le comunità a Genista cinerea rilevate in Liguria sono incluse nell’alleanza Lavandulo angustifoliae-Genistion cinereae Barbero, Loisel & Quézel 1972 dell’ordine Ononodetalia striatae Br.-Bl. 1950 (Classe Festuco-Brometea Br.-Bl. & Tüxen ex Br.-Bl. 1949). 181 Dinamiche e contatti Gli arbusteti a Euphorbia dendroides possono avere carattere primario laddove le condizioni stazionali non permettano l’evoluzione della vegetazione verso forme più complesse; tuttavia spesso queste cenosi rappresentano stadi di sostituzione di comunità di macchia alta a Juniperus oxycedrus, J. phoenicea (habitat 5210 – Matorral arborescenti di Juniperus spp.), a Olea europaea (habitat 9320 - Foreste di Olea e Ceratonia) o a mirto e lentisco. Invece se disturbate possono essere sostituite da garighe a cisti o a elicrisi, a Phagnalon spp., Genista corsica o Thymelea hirsuta e Thymus capitatum in Sardegna (habitat 5320 - Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere). I contatti catenali che interessano le comunità ascrivibili ai sottotipi 32.22, 32.24, 32.25 e 32.26 sono per quanto riguarda la fascia più prossima alla linea di costa con comunità casmofitiche alofile (habitat 1240 – Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici) o garighe subalofile (habitat 5320 - Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere). Internamente invece il contatto è con l’OleoEuphorbietum dendroidis prende contatto, nelle aree interne, con le formazioni perenni dell’Hyparrhenion hirtae (habitat 6220* – Percorsi substeppici di graminacee piante annue dei Thero-Brachypodietea), con alcuni aspetti riferibili alla vegetazione casmofitica (habitat 8210 - Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica) e con le garighe nanofanerofitiche a dominanza di Rosmarinus officinalis e Cistus sp. pl., con le garighe a Cistus sp. pl., anche con le pinete a Pinus halepensis (habitat 9540 – Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici) e con la macchia a dominanza di sclerofille sempreverdi o boschi di leccio (habitat 9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia), con cui queste comunità sono spesso anche in contatto seriale. Le comunità ad Ampelodesmos mauritanicus sono praterie secondarie che sostituiscono comunità di macchia mediterranea, boschi di leccio e nelle regioni più meridionali anche boschi a dominanza di roverella. A fronte di eventi di disturbo che eliminino gli accumuli di suolo su cui si insedia l’ampelodesmo, questo può essere sostituito da comunità a dominanza di Hyparrhenia hirta o da praterie a dominanza di terofite (habitat 6220 – Percorsi substeppici di graminaceee piante annue dei Thero-Brachypodietea). Nei settori più interni le comunità arbustive che ricolonizzano l’ampelodesmeto possono essere quasi del tutto prive di specie della macchia mediterranea essendo costituite principalmente da Spartium junceum. Le comunità a dominanza di ginestre della sezione ephedrospartum sono stadi di sostituzione dei boschi di leccio (habitat 9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia) e se disturbate vengono sostituite da garighe a cisti (Cistus salvifolius, C. incanus e C. monspeliensis) o da ampelodesmeti del sottotipo 32.23. Sono invece in contatto catenale spesso con gli arbusteti a Euphorbia dendroides ascrivibili al sottotipo 32.22. Quindi attualmente esistono vaste superfici interessate dalla presenza di ginestreti senescenti, nei quali sono attive le dinamiche di recupero dei ginepreti. 182 Trattandosi in ognuno dei sottotipi analizzati di comunità caratterizzate da una certa discontinuità sono frequenti dei pattern a mosaico in cui gli arbusteti mediterranei si alternano a comunità erbacee dominate da emicriptofite o da terofite (habitat 6220– Percorsi substeppici di graminaceee piante annue dei TheroBrachypodietea). Specie alloctone Opuntia spp., Agave spp., Carpobrotus spp., Pinus spp., Eucalyptus spp., Acacia spp. Distribuzione dell’habitat in Italia LG, TS, UM, MR, LZ, CM, BS, PG, CL, SC, SR. Riferimenti Bibliografici Lavori che riguardano la macrocategoria (Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche) Brullo S., De Marco G., 1989. Anthyllidion barba jovis alleanza nuova dei Crithmo-Limonietea. Archivio Botanico Italiano 65: 109-120. Brullo S., Minissale P., 1997. Su alcune associazioni dell’alleanza Anthyllidion barba jovis del Mediterraneo occidentale. Fitosociologia 32: 161-170. Farris E., Pisanu S., Secchi Z., Bagella M., Urbani M., Filigheddu R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE “Habitat”. Fitosociologia 44(1): 165-180. Lavori che riguardano questo specifico habitat Bacchetta G., Bagella S., Biondi E., Farris E., Filigheddu R., Mossa L., 2003. Su alcune formazioni a Olea europaea L. var. sylvestris Brot. della Sardegna. Fitosociologia 40 (1): 49-54. Bianco P., Bedalov M., Medagli P., D’emerico S., Mastropasqua L., 1991. Considération sur Euphorbia dendroides L., espèce sténo-méditerranéenne macaronésienne. Bot. Chron., 10: 689-696. Bianco P., Bedalov M., Medagli P., Mastropasqua L., 1984. Un contributo alla conoscenza dell’associazione Oleo-Euphorbietum dendroidis Trinajstić nelle stazioni pugliesi a confronto con quelle dell’Adriatico orientale jugoslavo. Notiziario Fitosociologico 19 (II): 23-28. Bianco P., Medagli P., Bedalov M., 1983/1984. Revisione dell’areale di Euphorbia dendroides L. entità stenomediterranea macaronesiana, relitto interglaciale. Ann. Fac. Agr., XXXII: 385-409 Blasi C., Di Pietro R., Fortini P., 2000. A Phytosociological analysis of abandoned terraced olive grove shrublands in the Tyrrhenian district of Central Italy. Plant Biosystems 134 (3): 305-331. Géhu J.M., Biondi E., 1997. Sur les variationsfloristico-chorologiques de l’Oleo-Euphorbietum dendroidis Trinajstić (1973) 1984*. Fitosociologia 32: 153-159. 183 Valsecchi, F. 1993. Il genere Genista L. in Italia: 1. Le specie delle sezioni Erinacoides Spach, Ephedrospartum Spach, Aureospartum sect. nova. Webbia 48: 779-824. With English summary. Lavori locali Arrigoni P.V., Di Tommaso P.L., 1981 - Carta della vegetazione dell'isola di Giannutri (Prov. di Grosseto). CNR, AQ/1/130, Coll. Progr. Fin. Promozione Qualità Ambiente, Roma. Arrigoni P.V., Di Tommaso, 1997 - La vegetazione del Monte Argentario (Toscana meridionale). Parlatorea 2: 5-38. Arrigoni P.V., Nardi E., Raffaelli M., 1985 - La vegetazione del Parco Naturale della Maremma (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. Biondi E., 1986 – “La vegetazione del Monte Conero”. Regione Marche. Ass.to Ambiente. Ancona. Biondi E., Baggella S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia 42(2) suppl.1: 3-99. Biondi E., Filigheddu R., Farris E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia 38(2) suppl. 2: 3105. Biondi E., Mossa L., 1992. Studio fitosociologico del promontorio di Capo S. Elia e dei colli di Cagliari (Sardegna). Documents Phytosociologiques 14: 1-44. Biondi E., Guerra V., 2008. Vegetazione e paesaggio vegetale delle gravine dell’arco jonico. Fitosociologia 45 (1) Suppl. 1: 57-125. Brullo S., Marcenò C., Contributo alla conoscenza della classe Quercetea ilicis in Sicilia. Notiziario Fitosociologico 19 (II): 183-229. Brullo S., Scelsi F., Spampinato G., 2001 – “La vegetazione dell’Aspromonte”. Laruffa Editore. Caneva G., De Marco G., Pontrandolfi M.A., 1997. Le formazioni a Euphorbia dendroides L. lungo un transetto dalla costa ai rilievi appenninici del complesso lucano-salernitano. Fitosociologia 32: 145-152. Caneva G., Cancellieri L., 2007. Il paesaggio vegetale della Costa di Amalfi. Gangemi Editore. Roma (ISBN (978-88-492-1292-1. Corbetta F., Pirone G., Frattaroli A.R., Ciaschetti G., 2004. Lineamenti vegetazionali del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Braun-Blanquetia 36, 51 pp. De Dominicis V., Casini S., Mariotti M., Boscagli A., 1988 - La vegetazione di Punta Ala (Prov. di Grosseto). Webbia, 42(1): 101-143. De Dominicis V., Casini S., Boscagli A., 1985 – “La vegetation a cistes et bruyeres du littoral de la Maremme Toscane (Italie centrale)”. Doc. Phytosoc., vol. 9, pp :90-104. De Marco G., Dinelli A., Caneva G., 1985. Analisi sintassonomica e fitogeografica comparata delle boscaglie a Juniperus phoenicea L. in Sardegna. Notiziario Fitosociologico 22: 39-48. 184 Di Pietro R. & Blasi C., 2002 – “A phytosociological analysis of abandoned olive-grove grassland of Ausoni mountains (Tyrrhenian district of central Italy)”. Lazaroa 23: 73-93. Farris E., Secchi Z., Filigheddu R., 2007. Phytosociological study of the shrub and pre-forest communities of the effusive substrata of NW Sardinia. Fitosociologia, 44(2): 55-81 Foggi B., Cartei L., Pignotti L., Signorini M.A., Viciani D., Dell’Olmo L., Menicagli E., 2006. Il paesaggio vegetale dell’Isola d’Elba (arcipelago toscano) studio di fitosociologia e cartografico. Fitosociologia 43(1) suppl. 1: 3-95. Foggi B., Chegia B., Viciani D., 2006 - Contributo alla conoscenza della vegetazione del Promontorio di Piombino (Livorno - Toscana). Parlatorea, 8: 121-139. Foggi B., Grigioni A., 1999 - Contributo alla conoscenza della vegetazione dell' isola di Capraia (Arcipelago toscano). Parlatorea 3: 5-33. Gianguzzi L., Ilardi V., Raimondo F.M., 1993. La vegetazione di Monte Pellegrino (Palermo). Quaderni di Botanica Ambientale Applicata 4: 79-137. Lo Cascio P., Navarra E., 2003. Guida naturalistica alle Isole Eolie. Lepos. Palermo. Mariotti M., Barberis G., 1985. Note vegetazionali sugli aspetti a Euphorbia dendroides e Anthyllis barba-jovis in Liguria. Notiziario Fitosociologico 22: 77-82. Maugeri G., Lojudice R., Privitera M., Tine R., 1979. La vegetazione ad Euphorbia dendroides L. sull’Etna. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 13 (10): 115-126. Mazzoleni S. e Ricciardi M., 1990. Carta della vegetazione di Capri. Istituto di Botanica. Minissale P., 1993. Studio fitosociologico delle praterie ad Ampelodesmos mauritanicus della Sicilia. Colloques phytosociologiques 21: 615-652. Perrino E.V., 2005/2006. Vegetazione del Gargano (fasce costiera e collinare). Tesi di Dottorato. Dipartimento di Botanica. Università degli Studi di Catania. Perrino E.V., Tomaselli V., Pavone P., Brullo S., 2005. Risultati preliminari relativi alla vegetazione del Gargano. Inf. Bot. Ital., 37 (2): 1272-1273. Trinajstić I., Šugar I., 1977. Contribution à la conaissance de la végétation de l’alliance Oleo-Ceratonion de presqu’île de Salerno au sud de Naples (Italie). Acta Botanica Croatica 36: 135-141. Riferimenti Bibliografici online Nomi dei compilatori con e.mail Carlo Blasi ([email protected]) Sabina Burrascano ([email protected]) 185 61: Formazioni Erbose Naturali 186 61: Formazioni erbose naturali 6170: Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine Alpine and subalpine calcareous grasslands Firmeto - Crode dei Longerin (Comelico - BL), Cesare Lasen Seslerieto (Dolomiti d'Ampezzo - BL), Cesare Lasen 187 Zolle pioniere a Festuca calva: AvenastroFestucetum calvae (Val Resia, UD), Francescato C. Praterie alpine a zolle discontinue: Gentiano terglouensis-Caricetum firmae (Gruppo M. Canin, UD), Francescato C. Codice CORINE Biotopes 36.12 - Boreo-Alpic calcareous snow-patch communities 36.41 - Closed calciphile alpine grasslands 36.42 - Wind edge naked-rush swards 36.43 - Calciphilous stepped and garland grasslands 36.38 - Oro-Apennine closed grasslands Codice EUNIS E4.4 (Praterie calcicole alpine e sub-alpine) Regione biogeografica di appartenenza Alpina, Mediterranea, Continentale Descrizione generale dell’habitat 188 Alpine and subalpine grasslands of base-rich soils, with Dryas octopetala, Gentiana nivalis, Gentiana campestris, Alchemilla hoppeana, Alchemilla conjuncta, Alchemilla flabellata, Anthyllis vulneraria, Astragalus alpinus, Aster alpinus, Draba aizoides, Globularia nudicaulis, Helianthemum nummularium ssp. grandiflorum, Helianthemum oelandicum ssp. alpestre, Pulsatilla alpina ssp. alpina, Phyteuma orbiculare, Astrantia major, Polygala alpestris (36.41 to 36.43) of mountain ranges such as the Alps, Pyrenees, Carpathians and Scandinavia. Also included are the grasslands of the subalpine (oro-Mediterranean) and alpine levels of the highest mountains of Corsica (36.37), and the Mesophile, closed, short turfs of the subalpine and alpine levels of the southern and central Apennines, developed locally above treeline, on calcareous substrates (36.38). Can also include associated snowpatch communities (e.g. Arabidion coeruleae). Sub-types : 36.41 - Closed calciphile alpine grasslands Mesophile, mostly closed, vigorous, often grazed or mowed, grasslands on deep soils of the subalpine and lower alpine levels of the Alps, the Pyrenees, the mountains of the Balkan peninsula, and, locally, of the Apennines and the Jura. 36.42 - Wind edge naked-rush swards Meso-xerophile, relatively closed and unsculptured swards of Kobresia myosuroides (Elyna myosuroides) forming on deep, fine soils of protruding ridges and edges exposed to strong winds in the alpine and nival levels of the Alps, the Carpathians, the Pyrenees, the Cantabrian Mountains, Scandinavian mountains and, very locally, the Abruzzi and the mountains of the Balkan peninsula, with Oxytropis jacquinii (Oxytropis montana), Oxytropis pyrenaica, Oxytropis carinthiaca, Oxytropis foucaudii, Oxytropis halleri, Antennaria carpatica, Dryas octopetala, Draba carinthiaca, Draba siliquosa, Draba fladnizensis, Draba aizoides, Gentiana tenella, Erigeron uniflorus, Dianthus glacialis, Dianthus monspessulanus ssp. sternbergii, Potentilla nivea, Saussurea alpina, Geranium argenteum, Sesleria sphaerocephala, Carex atrata, Carex brevicollis, Carex foetida, Carex capillaris, Carex nigra, Carex curvula ssp. rosae and Carex rupestris. Scandinavian Kobresia grasslands with Carex ruprestis are included. 36.43 - Calciphilous stepped and garland grasslands Xero-thermophile, open, sculptured, stepped or garland grasslands of the Alps, the Carpathians, the Pyrenees, the mountains of the Balkan peninsula and the Mediterranean mountains, with very local outposts in the Jura. 36.44 - Alpine heavy metal communities: included in habitat 6130 'Calaminarian grasslands (Violetalia calaminariae)', 36.37 - Oro-Corsican grasslands Grasslands of the subalpine (oro-Mediterranean) and alpine levels of the highest mountains of Corsica. 36.38 - Oro-Apennine closed grasslands Mesophile, closed, short turfs of the subalpine and alpine levels of the southern and central Apennines, developed locally above treeline, on calcareous substrates. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Praterie alpine e subalpine, talvolta anche discontinue, comprese le stazioni a prolungato innevamento, (vallette nivali, dell'Arabidion caeruleae) delle Alpi e delle aree centrali e meridionali degli Appennini e sviluppate, di norma, sopra il limite del bosco, su suoli derivanti da matrice carbonatica (o non povera di basi). Talvolta anche sotto il limite della foresta nel piano altimontano e nelle forre umide prealpine (seslerieti di forra) eccezionalmente anche a 300-500 m di quota. Sottotipi e varianti I sottotipi citati dal manuale, comprendono: 36.12 - Vallette nivali calcaree (Arabidion caeruleae) 36.41- Praterie alpine e subalpine chiuse, mesofile, calcifile delle Alpi e degli Appennini. Corrispondono a seslerieti evoluti e cariceti. 189 36.42 - Creste ventose, meso-xerofile. Corrispondono agli "elineti". 36.43- Praterie xerofile aperte, a festoni. Seslerieti aridofili delle Alpi e degli Appennini 36.44 - Comunità alpine dei suoli con metalli pesanti (Violetalia calaminariae), in Italia relegate a siti molto localizzati (es. Cave del Predil, all’estremità nordorientale, ma non mancheranno altri siti nelle Alpi centrooccidentali). Tali situazioni vanno riferite a 6130. 36.38 - Praterie mesofile chiuse delle alte montagne dell'Appennino centro-meridionale del piano subalpino su substrati calcarei. Combinazione fisionomica di riferimento Dryas octopetala, Gentiana nivalis, G. campestris, G. dinarica, G. bavarica Alchemilla flabellata, Anthyllis vulneraria ssp. alpestris, Aster alpinus, Draba aizoides, Globularia nudicaulis, Helianthemum nummularium ssp. grandiflorum, Pulsatilla alpina ssp. alpina, P. alpina ssp. millefoliata, Phyteuma orbiculare, Polygala alpestris, Homogyne discolor, Helictotrichon sedenense, Agrostis alpina, Sesleria caerulea. Sottotipi 36.12 (Arabidion caeruleae). Salix retusa, S. reticulata, Gnaphalium hoppeanum, Saxifraga androsacea, Potentilla brauneana, Carex parviflora, Arabis caerulea, Ranunculus alpestris; 36.41 (Caricion ferrugineae). Carex ferruginea, Carex tendae, Festuca norica, Traunsteinera globosa, Anemone narcissiflora, Campanula scheuchzeri, Scorzonera aristata, Astrantia major, Festuca melanopsis, Festuca nigrescens, Lotus alpinus, Senecio doronicum, Trifolium pratense ssp. nivale, Trifolium thalii, Trifolium badium, Trollius europaeus, Knautia longifolia, Senecio doronicum, Dianthus superbus ssp. alpestris, Carex capillaris, Calamagrostis varia; 36.42 (Oxytropido-Elynion) Elyna myosuroides, Antennaria carpatica, Astragalus alpinus, Astragalus australis, Astragalus frigidus, Carex curvula subsp. rosae, C. atrata, C. foetida, C. capillaris, C. firma, C. nigra, C. rupestris, Chamorchis alpina, Oxytropis lapponica, O. montana (agg.), O. halleri, Draba siliquosa, D. fladnizensis, D. aizoides, Dianthus glacialis, D. sternbergii, Dryas cotopetala, Erigeron uniflorus, Potentilla nivea, Primula minima, Erigeron epiroticus, Potentilla crantzii, Lloydia serotina, Gentiana nivalis, Gentiana tenella, Silene acaulis ssp. caenisia, Minuartia verna ssp. verna, Saussurea alpina, Geranium argenteum, Sesleria sphaerocephala; 36.43 (Seslerion albicantis, Caricion firmae, Caricion austroalpinae,Ononidion cenisiae, Avenion sempervirentis). Dryas octopetala, Sesleria caerulea, Achillea clavennae, Gentiana clusii, Nigritella rubra, Nigritella caenisia, Nigritella corneliana, Oxytropis campestris, Oxytropis montana agg., Pedicularis elongata, Pedicularis rosea (incl. ssp. allionii), Pedicularis comosa, Pedicularis gyroflexa, Pedicularis rostrato-capitata, Ranunculus hybridus, Viola calcarata, Anemone baldensis, Anthyllis alpestris, Armeria alpina, Aster alpinus, Aster bellidiastrum, Callianthemum coriandrifolium , Carex atrata, Carex sempervirens, Carex firma, Crepis alpestris, Draba aizoides, Festuca pumila, Gentiana lutea, Gentiana utriculosa, Gentiana verna, Gentianella anisodonta, Gentianella pilosa, Globularia cordifolia, Hedysarum hedysaroides, Helianthemum nummularium ssp. grandiflorum, Hieracium villosum, Hippocrepis comosa, Horminum pyrenaicum, Juncus monanthos, Laserpitium peucedanoides, Leontopodium alpinum, Leucanthemum heterophyllum, Phyteuma orbiculare, Polygala alpestris, Potentilla crantzii, Pulsatilla alpina ssp. alpina, Ranunculus montanus agg., Scabiosa lucida, Soldanella alpina, Veronica aphylla. Per le alleanze delle Alpi sudoccidentali (Avenion montanae, ecc.) Helictotrichon sedenense, Helictotrichon parlatorei, H. sempervirens, H. setaceum, Festuca dimorpha, Iberis sempervirens, Festuca violacea, Plantago alpina, Hedysarum brigantiacum. Per l’alleanza Caricion firmae: Carex firma, Carex mucronata, Carex rupestris, Crepis kerneri, Gentiana terglouensis, Helianthemum alpestre, Helianthemum oelandicum ssp. alpestre, Salix serpillifolia, Sesleria sphaerocephala, Silene acaulis. 190 Per l’alleanza appenninica Seslerion apenninae: Festuca macrathera, Androsace villosa ssp. villosa var. australis, Anthyllis montana ssp. atropurpurea, Pedicularis elegans, Carum heldreichii, Leontopodium alpinum ssp. nivale, Carex kitaibeliana, Paronichya kapela, Ranunculus oreophilus, Euphrasia salisburgensis, Gnaphalium hoppeanum ssp. magellense, Saxifraga oppositifolia ssp. speciosa, Anthyllis vulneraria ssp. weldeniana, Carex kitaibeliana ssp. kitaibeliana, Edraianthus graminifolius ssp. graminifolius, Trinia dalechampii, Dianthus sylvestris ssp. longicaulis, Helianthemum oelandicum ssp. incanum, Globularia meridionalis, Carex humilis, Astragalus sempervirens, Gentiana dinarica, Thesium parnassi, Sesleria juncifolia, Sesleria calabrica, Gentianella crispata, Festuca bosniaca, Festuca laevigata ssp. crassifolia. 36.38 (Ranunculo pollinensis-Nardion strictae): Ranunculus pollinensis, Ajuga tenorii, Potentilla rigoana, Plantago atrata, Taraxacum apenninum, Luzula italica, Crocus albiflorus, Poa violacea, Festuca nigrescens ssp. microphylla. Riferimento sintassonomico Il sottotipo 36.41 è riferibile all’alleanza Caricion ferrugineae G. Br.-Bl. & J. Br.-Bl. 1931 dell’ordine Seslerietalia caeruleae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny 1926, classe Elyno-Seslerietea Br.-Bl. 1948 (= FestucoSeslerietea Barbero & Bonin 1969). Include anche Trifolio thalii-Festucetum puccinellii Tomaselli et al. 2000, distribuita sulle Alpi Apuane e sull'Appennino tosco emiliano, su arenarie, marmi, calcari e diaspri. Il sottotipo 36.42 è riconducibile all’alleanza Oxytropido-Elynion Br.-Bl. (1948) 1949 dell’ordine Elynetalia myosuroidis Oberdorfer 1957 della classe Carici rupestris-Kobresietea bellardii Ohba 1974. Le alleanze esclusive delle alpi sud-occidentali sono: - Avenion sempervirentis Barbero 1968 (= Avenion montanae Barbero 1968 p.p.) afferisce dell’ordine Seslerietalia caeruleae Br.-Bl. in Br.-Bl. & H. Jenny 1926, classe Elyno-Seslerietea Br.-Bl. 1948 (= FestucoSeslerietea Barbero & Bonin 1969). - Ononidion cenisiae Barbero 1972 (che Theurillat et al., 1995 sinonimizzano con Avenion sempervirentis) è da inquadrare nell’ordine Ononidetalia striatae Br.-Bl. 1952 della classe Festuco valesiacae-Brometea erecti Br.-Bl. & Tüxen ex Br.-Bl. 1949 (l’ordine Ononidetalia striatae è fatto afferire da Theurillat et al. 1995, alla classe Elyno-Seslerietea Br.-Bl. 1948). Il sottotipo 36.43 è riferibile, nella penisola, all’alleanza Seslerion apenninae Furnari 1966 ordine Seslerietalia tenuifoliae Horvat 1930 classe Elyno-Seslerietea Br.-Bl. 1948 (= Festuco-Seslerietea Barbero & Bonin 1969). Nelle Alpi Apuane sono da segnalare peculiari praterie primarie descritte a livello di associazione come Seslerio tenuifoliae-Caricetum sempervirentis Barbero et Bono 1973 (Seslerion apenninae) ed inquadrabili all'interno del sottotipo 36.43. Nell'Appennino centrale del Seslerion apenninae si riconosce la suballeanza Leontopodio-Elynenion Blasi et Di Pietro in Blasi, Di Pietro, Fortini et Catonica 2003 comprendente solo le comunità del piano alpino (sopra i 2350 m) e quindi: gli elineti, le comunità a Carex rupestris, i seslerieti a Sesleria juncifolia del piano alpino e alcune tipologie di festuceti a Festuca violacea subsp. italica mentre il Seslerenion apenninae comprende i festuceti e i seslerieti del Piano subalpino (Seslerietum apenninae, ecc.). Sul Pollino e sul Sirino (ma in particolare sul Pollino) oltre alle praterie del Ranunculo-Nardion sono presenti anche seslerieti appartenenti al Seslerion apenninae. Sul Pollino i seslerieti non sono a dominanza di Sesleria juncifolia ma dell'endemica Sesleria calabrica. Il sottotipo 36.38 è riferibile all’alleanza Ranunculo pollinensis-Nardion strictae Bonin 1972, dell’ordine Nardetalia strictae Oberdorfer ex Preising 1949, della classe Nardetea strictae Rivas-Goday ex Rivas-Goday & Rivas-Martinez 1963. Le vallette nivali richiamate nell’habitat (36.12) presentano una vegetazione appartenente all’alleanza Arabidion caeruleae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny 1926 dell’ordine Salicetalia herbaceae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny 1926 della classe Salicetea herbaceae Br.-Bl. 1948. Altri autori prefersicono riferire l'Arabidion all'ordine Arabidetalia caeruleae Rübel ex Nordhagen 1936 della classe Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl. 1948. Le associazioni più diffuse sono, per le Alpi, Salicetum retuso-reticulatae Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny 1926 e, per gli Appennini, Armerio majellensis-Salicetum herbaceae Biondi, Allegrezza, Ballelli & Taffetani 2000 e Carici kitaibeilianae-Salicetum retusae Biondi, Ballelli, Allegrezza, Taffetani, Frattaroli, Guitian & Zuccarello 1999. 191 Per le Alpi si riconoscono le seguenti alleanze: Seslerion albicantis Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny 1926 (ordine Seslerietalia coeruleae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny 1926, classe Seslerietea albicantis Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny 1926) Seslerion coeruleae e Caricion austroalpinae Sutter 1962 [ordine Seslerietalia coeruleae Br.-Bl. in Br.Bl. & Jenny 1926, classe Elyno-Seslerietea Br.-Bl. 1948 (= Festuco-Seslerietea Barbero & Bonin 1969)]. Anche Caricion firmae Gams 1936 (del medesimo ordine Seslerietalia), il cui riferimento Corine è 36.433, va incluso in questo sottotipo. Dinamiche e contatti Si tratta di un habitat assai articolato che include numerose comunità, a contatto sia di tipo seriale che catenale. Da situazioni assai primitive (mosaici con 8120 “Ghiaioni calcarei e scisto-calcarei montani e alpini (Thlaspietea rotundifolii)” e 8210 “Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica”) si passa progressivamente verso cenosi più acidificate, al punto che nel sottotipo del Caricion ferrugineae, in alcuni casi, il limite con 6150 “Formazioni erbose boreo-alpine silicicole “ non è sempre ben definibile. Le diverse comunità afferenti a questo tipo di habitat sono spesso in contatto topografico con mughete (4070 "Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum -Mugo-Rhododendretum hirsuti-") e detriti di falda (appunto, 8120). Sotto il limite potenziale della foresta, l’evoluzione post abbandono determina la scomparsa delle comunità del 6170 “Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine” (seslerieti e firmeti) a favore di consorzi arbustivi ad ericacee (da ricondurre all’habitat 4060 “Lande alpine e boreali” sia per aspetti basifili che per brughiere acidofile). Ovunque, sotto il limite della vegetazione arbustiva, la presenza di pino mugo, rododendri, ontano verde, altri arbusti, oltre a plantule di Larix, Picea e Pinus cembra, testimonia una dinamica evolutiva facilmente interpretabile e condizionata sia dai fattori morfologici che dai livelli di utilizzazione. Le situazioni più complesse sono, peraltro, non quelle primitive, ma quelle più evolute in cui, per motivi di substrato, o di suoli più profondi, l’acidificazione superficiale è avanzata. In assenza di fattori limitanti lo sviluppo, gli arbusti e le altre specie legnose colonizzano i siti originando, nella situazione attuale, appunto, mosaici intricati. Nelle stazioni fresche, a lungo innevamento, o con apporto naturale di sostanze organiche, i passaggi e le compenetrazioni con comunità di Adenostylion (es. Peucedanetum ostruthii), codice 6430 “Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile”, sono relativamente diffuse. Le cenosi del Seslerion apenninae diffuse dal piano montano a quello alpino dei rilievi dell'Appenino centrale sui settori sottoposti a frequenti fenomeni di crioturbazione sono per lo più edafoxerofile e a carattere durevole. Localmente, nel piano subalpino, nelle condizioni geomorfologiche favorevoli, il seslerieto a Sesleria apennina contrae rapporti dinamici con i ginepreti dell'alleanza Daphno oleoidis-Juniperion alpinae Stanisci 1997. Segnalati, inoltre, contatti con gli arbusteti a pino mugo dell’Epipactido atropurpureae-Pinion mugo Stanisci 1997. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia VN, PM, AB, TR, FR, LM, MR, LZ, VL, LG, EM, UM, TS, ML, CL, BS Note Le comunità alpine dei suoli con metalli pesanti (Violetalia calaminariae), in Italia relegate a siti molto localizzati (es. Cave del Predil, all’estremità nordorientale e Liguria su serpentiniti) vanno riferite all’habitat 6130 “Formazioni erbose calaminari dei Violetalia calaminariae” La tradizionale attività di pascolamento fa sì che nei seslerieti a dominanza di Sesleria caerulea entrino specie dell’alleanza Poion alpinae; queste cenosi vanno comunque riferite all’Habitat 6170, dato l’elevato valore floristico e paesaggistico che tali praterie assumono. Gli stessi elineti di alta quota, frequentati da popolazioni di camosci o stambecchi, ad esempio, risultano arricchiti in componenti di Poion alpinae. 192 Anche i veri e propri pascoli pingui di Poion alpinae sono stati spesso ottenuti da comunità di questo Habitat, mentre la fienagione, un tempo diffusa su tutto l’arco alpino, soprattutto a carico dei tipi più mesofili, è ormai quasi ovunque in disuso. Nelle località termofile della fascia altimontana, può verificarsi la sovrapposizione con cenosi di 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (FestucoBrometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)” e talora con i nardeti dell’habitat *6230 “Formazioni erbose a Nardus”, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane (e delle zone submontane dell'Europa continentale)”. Infine, nell'Italia nordorientale, soprattutto in Friuli- Venezia Giulia, l'habitat 62A0 ("Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneretalia villosae) raggiunge la fascia altimontana a contatto dei seslerieti. Riferimenti Bibliografici ALBRECHT J., 1969 – Soziologische und ökologische Untersuchungen alpiner Rasengesellschaften insbesonders an Standorten auf Kalk-Silikat-Gesteinen. J. Cramer, Lehre. ALLEGREZZA M., 2003 – Vegetazione e paesaggio vegetale della dorsale del Monte San Vicino (Appennino centrale). Fitosociologia 40 (1) – Suppl. 1: 3-118. ALLEGREZZA M., BALLELLI S. & GIAMMARCHI F., 2007. Gli habitats d'interesse prioritario nell'anfiteatro montuoso della Valle della Corte (Monti della Laga-Appennino centrale). Fitosociologia 44(2) suppl. 1: 133-139 ALLEGREZZA M., BIONDI E., FORMICA E. & BALLELLI S., 1997 – La vegetazione dei settori rupestri calcarei dell’Italia centrale. Fitosociologia 32: 91-120. ARENTZ L., WALLOSSEK C., WERNER D.J., 1985. Vegetation und Kleinrelief auf dem Plateau des Zanggenbergs (Provinz Trient, Norditalien). Coll. Phytosoc., 13: 825-845. BARBERO M., BONO G., 1973 - La végétation orophile des Alpes Apuanes. Vegetatio, 27(1-3): 1-48. BAZZICHELLI G., FURNARI F., 1979 – Ricerche sulla flora e sulla vegetazione di altitudine nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Pubbl. Ist. Bot. dell’Univ. Di Catania: 1-89. BIONDI E. & BALLELLI S., 1995 – Le praterie del Monte Coscerno e Monte di Civitella (Appennino umbromarchigiano – Italia centrale). Fitosociologia 30: 91-121. BIONDI E., ALLEGREZZA M., BALLELLI S., TAFFETANI F., 2000. La vegetazione del Corno Grande (2912 m) nel Gran Sasso di’Italia (Appennino centrale). Fitosociologia, 37 (1): 153-168. BIONDI E., ALLEGREZZA M., CASAVECCHIA S., PESARESI S. & VAGGE I., 2006. Lineamenti vegetazionali e paesaggio vegetale dell'Appennino centrale e settentrionale. Biogeografia XXVII: 35-129. BIONDI E., ALLEGREZZA M., TAFFETANI F., BALLELLI S., ZUCCARELLO V., 2002 – Excursion to the National Park of Gran Sasso and Monti della Laga. Fitosociologia, 39 (1) suppl. 3: 43-90. BIONDI E., BALLELLI S., ALLEGREZZA M., TAFFETANI F., FRATTAROLI A.R., GUITIAN J., ZUCCARELLO V., 1999. La vegetazione di Campo Imperatore (Gran Sasso d’Italia). Braun-Blanquetia, 16: 53-115. BIONDI E., BLASI C., 2002 – Guide the Excursion of the “Fèdèration Internationale de Phytosociologie” to the Natural Parks of Conero, Gran Sasso and Monti della Laga, and Circeo. Fitosociologia 39 (1) Suppl. 3: 43-90. BIONDI E., GUITIAN J., ALLEGREZZA M., BALLELLI S., 1988. Su alcuni pascoli a Sesleria apennina Ujhelyi nell’Appennino centrale. Doc. Phytosoc., 11: 417-422. BIONDI E., PINZI M. E GUBELLINI L., 2004 – Vegetazione e paesaggio vegetale del Massiccio del Monte Cucco (Appennino centrale – Dorsale Umbro-Marchigiana). Fitosociologia 41 (2) suppl. 1: 3-81 BLASI C., DI PIETRO R., FORTINI P., CATONICA C., 2003. The main plant community type of the alpine belt of the Apennine chain. Plant Biosystems, 137 (1): 87-110. BLASI C., DI PIETRO R., PELINO G., 2005 – The vegetation of alpine belt karst-tectonic basins in the central Apennines (Italy). Plant Biosystems, 139 (3): 357-385. BONIN G., 1978 – Contribution à la connaissance de la vegetazion des montagnes de l’Apennin centromeridional. Thèse Univ. Marseille: 1-318. BRAUN-BLANQUET J. & JENNY J., 1926 – Vegetationsentwicklung und Bodenbildung in der alpinen Stufe der Zentralalpen. Denskschr. Schweiz. Naturforsch. Ges, 63: 183-349. 193 BRAUN-BLANQUET J., 1948 – La végétation alpine des Pyrénées orientales. Monografìa de la Estaciòn de estudios pirenaicos y del instituto español de edafologia, ecologia y fisiologia vegetal. Barcelona. BRAUN-BLANQUET J., 1949 – Übersicht der pflanzengesellschaften rätiens. Vegetatio acta geobotanica vol. II: 20-25. Den Haag. BROCKMANN-JEROSH H., 1907 - Die Flora des Puschlav (Bezirk Bernina, Kanton Graubünden) und ihre Pflanzengesellschaften. Engelmann, Liepzig. BRULLO S., 1983 – Contributo alla conoscenza della vegetazione delle Madonie (Sicilia settentrionale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. vol. 16 : 351-420. BRUNO F. & FURNARI F., 1966– Excursion de la Société Internationale de Phytosociologie dans les Abruzzes (Apennins centraux). Notiziario Fitosociologico 3: 1-50. BRUNO F., FURNARI F., SIBILLO E., 1965 – Saggio comparativo tra vegetazione e suolo del versante sudest di M. Portella (Gran Sasso d’Italia). Annali di Botanica, 27 (2): 391-462. BUFFA G., LASEN C., MION D., SBURLINO G., THEURILLAT J.P., 2002. Le praterie a Festuca melanopsis delle Alpi sud-orientali. Fitosociologia, 39 (2): 51-64. BUFFA G., SBURLINO G., 2001. Carex ferruginea grasslands in the south-eastern Alps. ). Plant Biosystems, 135 (2): 195-206. CATONICA C., MANZI A., 2002 – L’influenza della storia climatica e geologica recente sulla flora d’alta quota dei gruppi montuosi del Gran Sasso d’Itlaia e della Majella (Appennino centrale). Incontri di Oropa, Atti. Supplemento Riv. Piem. St. Nat., 23: 19-29. CATORCI A., BALLELLI S., GATTI R. E VITANZI A., 2008 – Studio fitosociologico delle praterie della Valle dell’Ambro (Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Italia centrale). Inf. Bot. Ita., 40 (2): 193-241. CATORCI A., GATTI R, 2007 – Le praterie montane dell’Appennino maceratese – Braun-Blanquetia, 42: 1272. CONTI F., 2003 – La flora ipsofila dell’Appennino centrale: ricchezza ed endemiti. Informatore Botanico Italiano, 35(2): 383-386. DI FABRIZIO A., FERRONI E., TAFFETANI F., 2006 – Cenni floristici e vegetazione d’alta quota della Majella. In: La biodiversità vegetale nelle aree protette in Abruzzo: studi ed esperienze a confronto. Collana documenti tecnico-scientifici del Parco Nazionale della Majella, a cura di M. Di Cecco e T. Andrisano. 3: 115-147. DI PIETRO R., 2004. New taxonomical data about genus Sesleria Scop. from southern Italy. XI Optima meeting, Beograd 5-11 Sept. 2004. Book of Abstract: 87. DI PIETRO R., PELINO G., STANISCI A., BLASI C., 2008. Phytosociological Features of Adonis distorta and Trifolium noricum subsp. praetutianum, two endemics of the Apennines (Peninsular Italy). Acta Botanica Croatica 67(2), pp. 175-200. ERSCHBAMER B., 1992. Zwei neue Gesellschaften mit Krummseggen (Carex curvula ssp. rosae, Carex curvula ssp. curvula) aus den Alpen. Ein Beitrag zur Klärung eines alten ökologischen Rätsels. Phytocoenologia, 21 (1-2): 91-116. ERSCHBAMER B., 1994. Populationsdynamik der Krummseggen (Carex curvula ssp. rosae, Carex curvula ssp. curvula). Phytocoenologia, 24: 579-596. FEOLI CHIAPELLA L.& POLDINI L., 1994. Prati e pascoli del Friuli (NE Italia) su substrati basici. Studia Geobotanica, 13: 3-140. 13: 3-140. FEOLI-CHIAPELLA L., FEOLI E., 1977 – A numerial phytosociological study of the summits of the Majella massive (Italy). Vegetatio,Vol. 34, 1:21-39. Trieste. FEOLI-CHIAPELLA L., POLDINI L., 1993 – Prati e pascoli del Friuli su substrati basici. Studia Geobotanica, 13: 3-140. FERRARI C., 1996. Synchorology of the Northern Apennine summit vegetation. An outline. G. Bot. Ital., 130 (1): 226-235. FERRONI E., TAFFETANI F., 2004 – Vegetazione d’alta quota della Majella. Congresso della Società Italiana di Fitosociologia, Roma 19-21 febbraio: 93. 194 FOGGI B., GENNAI M., GERVASONI D., FERRETTI G., VICIANI D., VENTURI E., 2007 – La carta della vegetazione del SIC Alta Valle del Sestaione (Pistoia, Toscana Nord-Occidentale). Parlatorea 9: 41-78 FURNARI F, 1970 – Osservazioni fitosociologiche sulla vegetazione d’altitudine dell’Appennino Centrale. Pubbl. Ist. Bot. Univ. Catania, I, Catania. FURNARI F., 1961 – Osservazioni sui pascoli cacuminali del Gran Sasso d’Italia. Nuovo Giorn. Bot. It., 68, 364-371, Firenze. FURRER E. & FURNARI F., 1960 – Ricerche introduttive sulla vegetazione di altitudine del Gran Sasso d’Italia. Boll. Ist. Bot. Univ. Catania. GERDOL R., PICCOLI F., 1982. A phytosociological numerical study of the vegetation above the timberline on Monte Baldo (N-Italy)". Phytocoenologia, 10: 487-527. GIACOBINI V., FURNARI F., 1961 – Prime linee del dinamismo della vegetazione di altitudine del Gran Sasso d’Italia. Giorn. Bot. Ital., LXVIII: 356-363. GIANCOLA C., DI MARZIO P., STANISCI A., 2007 - Gli habitat di direttiva nelle aree d'alta quota in Molise. Fitosociologia, 44: 177-182. GIANNANGELI A., NANNI L., D’OTTAVIO P., PAPA R., SANTILOCCHI R., TAFFETANI F., 2005 – Metodi per il restauro ambientale di aree denudate in ambiente collinare e montano: raccolta e produzione del seme relativi a cenosi erbacee di Bromus erectus e indagine tassonomica ed ecomorfologica del gruppo di Anthyllis vulneraria. Inform. Bot. Ital., 37 (1,A): 506-507. HORVAT I, GLAVAC V., ELLEMBERG H., 1974. Vegetation Südosteuropas. Fischer. Stuttgart. HORVAT I., 1930 – Vegetacijske studije o hrvatskim planinama. I. Zadruge na planinskim stijenama i toĉilima. Rad Jugoslavenske akademije znanosti i umjetnosti 238: 1-96. ISDA M., 1986. Zur Soziologie und Ökologie der Festuca norica-Hochgraswiesen der Ostalpen. Sauteria, 1: 239 - 255. LAKUSIC R., 1969 – Vergleich zwichen den Elyno-Seslerietea Br.-Bl. Der Apenninen und der Dinariden. Mitt Ostalp.-Din. Pflanzensoz. Arbeitsgem., 9: 133-143. LUCCHESE F., DE SIMONE M., 2000 – Confronto tra flore d’altitudine nell’Appennino centrale. Metodi di rilevamento, risultati e analisi di una caratterizzazione fitogeografica. In: Atti della riunione scientifica del Gruppo di Floristica della Società Botanica Italiana: Diversità floristica nelle aree in quota. Supplemento agli Annali del Museo Civico di Rovereto, Sezione di Archeologia, Storia e Scienze Naturali, 14: 113-145. LÜDI W., 1943 – Über Rasengesellschaften und alpine Zwergstraucheide in den Gebirgen des Apennin. Ber. Geobot. Forschungsinst. Rübel Zürich: 23-68. MIGLIACCIO F., 1970 – Notizie fitosociologiche preliminari sulla vegetazione altitudinale della Majella. Atti Ist. Bot. Lab. Critt. Univer. Pavia, serie vol. VI: 243-260. MONTELUCCI G., 1953 – La vegetazione del M. Terminillo (Appennino centrale). Webbia 9: 49-359. MUCINA L., 2003 – Nomenclature and syntaxonomic notes on the vegetation of Italy: Seslerietalia apenninae, Seslerion apenninae and Seslerietum apenninae. Annali di Botanica, nuova serie vol. 3: 35-38. MUCINA L., GRABHERR G., ELLMAUER T., 1993 – Die Pflanzengesellschaften Österreichs. Fischer. Stuttgart. NANNI L., FERRANDINI N., TAFFETANI F., PAPA R., 2004 – Molecular phylogeny of Anthyllis spp. Plant Biology, 6: 454-564. OBERDORFER E., 1957 – Süddeutsche Pflanzengesellschaften. I. ed. G. Fischer: 299-304. OHBA TATSUYUKI, 1974 – Vergleichende Studien über die alpine Vegetation Japan. Phytocoenologia 1 (3): 339-401. ORIOLO G., 2001. Naked rush swards (Oxytropido-Elynion Br.-Bl. 1949) on the Alps and the Apennines and their syntaxonomical position. Fitosociologia, 38 (1): 91-101. PASSALACQUA N. G., 1998 – Considerazioni floristiche e fitogeografiche sulla flora lito-casmofita di alcune cime dell’Appennino meridionale. Webbia 52 (2): 213-264. Firenze. PASSALACQUA N. G., BERNARDO L., 1998 – Flora relitta di altitudine dell’Appennino meridionale: quale origine?. Biogeographia vol. XIX: 105-117 Siena. 195 PEDROTTI F., 1981 – La vegetazione dei Monti della Laga (Italia centrale). Giorn. Bot. Ital., 115-335. PEDROTTI F., 1982 – La vegetation des Monts de La Laga. Guide-Itineraire, Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie central (2-11 juillet 1982): 365-371, Camerino. PETRICCIONE B., PERSIA G., 1995. Prodromo delle praterie di altitudine degli Appennini su calcare (classe Festuco-Seslerietea). Acad. Naz. Lincei Conv. Lincei, 115: 361-389. PIGNATTI E. & S., 1975. Syntaxonomy of the Sesleria varia- grasslands of the calcareous Alps. Vegetatio, 30: 5 - 14. PIGNATTI E. & PIGNATTI S., 1984. La vegetazione delle Vette di Feltre al di sopra del limite degli alberi. Studia Geobotanica, 3 (1983): 7 - 47. Trieste. PIGNATTI E. & PIGNATTI S., 1985. Das Caricetum rupestris, eine neue Assoziation der Südtiroler Dolomiten. Tuexenia, 5: 175 – 179. PIGNATTI E. & PIGNATTI S., 1988. Zur syntaxonomie der Trifolium nivale-reichen Almwiesen in den südlichen Ostalpen. Sauteria, 4: 55 - 69. PIGNATTI S., 1982 – The origins of the flora of Central Italy. Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie Centrale (2-11 julliet 1982). Università degli Studi. Camerino: 75-90. POLDINI L., FEOLI E., 1976. Phytogeography and syntaxonomy of the Caricetum firmae s.l. in the Carnic Alps. Vegetatio, 32: 1 - 9. POLDINI L., MARTINI F., 1994. La vegetazione delle vallette nivali su calcare, dei conoidi e delle alluvioni nel Friuli (NE Italia). Studia Geobotanica, 13: 141- 214. POLDINI L., ORIOLO G., 1997. La vegetazione dei pascoli a Nardus stricta e delle praterie subalpine acidofile in Friuli (NE- Italia). Fitosociologia 34: 127-158. POTT R., 1992 – Die Pflanzengessellschaften Deutschlands. Ulmer. Stuttgart. RAVAZZI C. (1992) Lineamenti fisionomici, ecologia e fattori edafici della vegetazione di alcuni massicci calcareo-dolomitici delle Prealpi Lombarde. 1. Praterie naturali e seminaturali. Natura Bresciana 27:11-49. RÜBEL E., 1911 – Pflanzengeographische monographie des Berninagebietes. Bot. Jahrb. 47:1-646. SBURLINO G., BINI C., BUFFA G., ZUCCARELLO V., GAMPER U., GHIRELLI L., BRACCO F., 1999. Le praterie ed i suoli della Valfredda (Falcade-Belluno, NE Italia). Fitosociologia 36(1): 23-60. SURINA B., DAKSKBLER I., 2005 – Delimitation of the alliances Caricion firmae (Seslerietalia albicantis) and Seslerion juncifoliae (Seslerietalia juncifoliae) in the southeastern Alps and Dinarc mountains. Plant Biosystems, vol. 139 (3): 399-410. TAFFETANI F., DI FABRIZIO A., D’OTTAVIO P., FACCHI J., FERRONI E., 2006 – Vegetazione d’alta quota e problematiche di conservazione di due aree appenniniche significative: Massiccio della Majella (P. N. Majella) e Circo glaciale del Monte Bove (P. N. Sibillini). XX Congresso della Società Italiana di Biogeografia. L’Aquila: 66. TAFFETANI F., GIANNANGELI A., 2006 – Primi risultati dello studio tassonomico di Anthyllis vulneraria L. nell’Appennino centrale. XX Congresso della Società Italiana di Biogeografia. L’Aquila: 102. TOMASELLI M., BERNARDO L. & PASSALACQUA N.G., 2003 - The vegetation of the Ranunculo-Nardion in the Southern Apennines (S-Italy). Phyton (Horn), 43(1): 39-58 TOMASELLI M., ROSSI G. & DOWGIALLO G. 2000. Phytosociology and ecology of the Festuca puccinellii grasslands in the Northern Apennines (N-Italy). Bot. Helv., 110:125-149. TONDI G., 2000 – La flora d’altitudine dei Monti della Laga (Appennino centrale). Ann. Mus. Civ. Rovereto Sez.: Arch., St., Sc., Nat. Suppl. Vol 14: 177-190. TRINAJSTIĆ I., 2005 – Nomenklaturno sintaksonomska revizija hrvatskih firmetuma “Caricetum firmae Horvat 1930”. Agronomski glasnik 6: 459-468. WALLOSSEK C., 1996. Carex curvula All. ssp. rosae Gilomen in den Dolomiten. Ein Beitrag zur Klärung ökologischer und syntaxonomischer Probleme. Atti 24° Simposio Soc. Estalpino-dinarica di Fitosociologia. Rovereto 2-6 luglio 1995. Ann. Mus. Civ. Rovereto, suppl. II vol. 11 (1995): 149-164. 196 WALLOSSEK C., LÜPKE M., 1993. Verbreitung, Ökologie und Gesellschaftanschluß der Kalk-Krummsegge (Carex curvula ssp. rosae Gilomen) in den Dolomiten. Verhandlungen der Gesellschaft für Ökologie, 22: 307312. Riferimenti Bibliografici online Nomi dei compilatori con e.mail Cesare Lasen, [email protected], Allegrezza Marina ([email protected]), Romeo Di Pietro ([email protected]), Giovanni Sburlino ([email protected]), Livio Poldini ([email protected]), Alberto Selvaggi ([email protected]) 197 62: Formazioni Erbose Secche Seminaturali e Facies Coperte da Cespugli 198 62: Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli 6210(*): Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee) Semi-natural dry grasslands and scrubland facies on calcareous substrates (Festuco-Brometalia) (*important orchid sites) Prato-pascolo sul Monte Rogedano (Fabriano) dell'alleanza Phleo ambigui-Bromion erecti, E. Biondi Brometo mesofilo dell'alleanza Polygalo mediterraneae-Bromenion erecti al Montaccio (PG), D. Gigante 199 Crepis lacera, specie tipica dei brometi appenninici su calcare, D. Gigante Centaurea triumfetti, specie tipica delle praterie secondarie dell'ordine Brometalia erecti, D. Gigante 200 Brometo xerofilo su calcare dell'associazione Asperulo purpureae-Brometum erecti colonizzato da ginepro rosso (M. Serano, PG), D. Gigante Orchis ustulata, piccola orchidea comune nelle praterie secondarie dell'ordine Brometalia erecti, D. Gigante 201 Orchis sambucina, specie non rara di orchidea che dà origine a ricche fioriture nelle praterie secondarie dell'ordine Brometalia erecti, D. Gigante Orchis papilionacea, orchidea frequente nelle praterie secondarie dell'ordine Brometalia erecti, D. 202 Gigante Un aspetto della fioritura delle praterie dell'alleanza Phleo ambigui-Bromion erecti: in primo piano Orchis mascula., E. Biondi Codice CORINE Biotopes Da 34.31 a 34.34. 34.31 Sub-continental steppic grasslands (Festucetalia valesiacae) 34.32 Sub-Atlantic semi-dry calcareous grasslands (Mesobromion) 34.33 Sub-Atlantic very dry calcareous grasslands (Xerobromion) 34.34 - Central European calcaro-siliceous grasslands (Koelerio-Phleion phleoidis)Sono evidenziati in grassetto i codici già indicati nel Manuale EUR/27. Codice EUNIS E1.2 - Perennial calcareous grassland and basic steppes Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina (Alp, App), Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Dry to semi-dry calcareous grasslands of the Festuco-Brometea. This habitat is formed on the one hand by steppic or subcontinental grasslands (Festucetalia valesiacae), and, on the other, by the grasslands of more oceanic and sub-Mediterranean regions (Brometalia erecti); in the latter case, a distinction is made between primary Xerobromion grasslands and secondary (semi-natural) Mesobromion grasslands with Bromus erectus; the latter are characterised by their rich orchid flora. Abandonment results in thermophile scrub with an intermediate stage of thermophile fringe vegetation (Trifolio-Geranietea). Important orchid sites should be interpreted as sites that are important on the basis of one or more of the following three criteria: (a) the site hosts a rich suite of orchid species (b) the site hosts an important population of at least one orchid species considered not very common on the national territory (c) the site hosts one or several orchid species considered to be rare, very rare or exceptional on the national territory. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Praterie polispecifiche perenni a dominanza di graminacee emicriptofitiche, generalmente secondarie, da aride a semimesofile, diffuse prevalentemente nel Settore Appenninico ma presenti anche nella Provincia Alpina, dei Piani bioclimatici Submeso-, Meso-, Supra-Temperato, riferibili alla classe Festuco-Brometea, talora interessate da una ricca presenza di specie di Orchideaceae ed in tal caso considerate prioritarie (*). Per quanto riguarda l’Italia appenninica, si tratta di comunità endemiche, da xerofile a semimesofile, prevalentemente emicriptofitiche ma con una possibile componente camefitica, sviluppate su substrati di varia 203 natura. Per individuare il carattere prioritario deve essere soddisfatto almeno uno dei seguenti criteri: (a) il sito ospita un ricco contingente di specie di orchidee; (b) il sito ospita un’importante popolazione di almeno una specie di orchidee ritenuta non molto comune a livello nazionale; (c) ) il sito ospita una o più specie di orchidee ritenute rare, molto rare o di eccezionale rarità a livello nazionale. Combinazione fisionomica di riferimento La specie fisionomizzante è quasi sempre Bromus erectus, ma talora il ruolo è condiviso da altre entità come Brachypodium rupestre. Tra le specie frequenti, già citate nel Manuale EUR/27, possono essere ricordate per l’Italia: Anthyllis vulneraria, Arabis hirsuta, Campanula glomerata, Carex caryophyllea, Carlina vulgaris, Centaurea scabiosa, Dianthus carthusianorum, Eryngium campestre, Koeleria pyramidata, Leontodon hispidus, Medicago sativa subsp. falcata, Polygala comosa, Primula veris, Sanguisorba minor, Scabiosa columbaria, Veronica prostrata, V. teucrium, Fumana procumbens, Globularia elongata, Hippocrepis comosa. Tra le orchidee, le più frequenti sono Anacamptis pyramidalis, Dactylorhiza sambucina, #Himantoglossum adriaticum, Ophrys apifera , O. bertolonii, O. fuciflora, O. fusca, O. insectifera, O. sphegodes, Orchis mascula, O. militaris, O. morio, O. pauciflora, O. provincialis, O. purpurea, O. simia, O. tridentata, O. ustulata. Possono inoltre essere menzionate: Narcissus poëticus, Trifolium montanum subsp. rupestre, T. ochroleucum, Potentilla rigoana, P. incana, Filipendula vulgaris, Ranunculus breyninus (= R. oreophilus), R. apenninus, Allium sphaerocephalon, Armeria canescens, Knautia purpurea, Salvia pratensis, Centaurea triumfetti, Inula montana, Leucanthemum eterophyllum, Senecio scopolii, Tragapogon pratensis, T. samaritani, Helianthemum apenninum, Festuca robustifolia, Eryngium amethystinum, Polygala flavescens, Trinia dalechampii, #Jonopsidium savianum, #Serratula lycopifolia, Luzula campestris. Per gli aspetti appenninici su calcare (all. Phleo ambigui-Bromion erecti) sono specie guida: Phleum ambiguum, Carex macrolepis, Crepis lacera, Avenula praetutiana, Sesleria nitida, Erysimum pseudorhaeticum, Festuca circummediterranea, Centaurea ambigua, C. deusta, Seseli viarum, Gentianella columnae, Laserpitium siler subsp. siculum (= L. garganicum), Achillea tenorii, Rhinanthus personatus, Festuca inops, Cytisus spinescens (= Chamaecytisus spinescens), Stipa dasyvaginata subsp. apenninicola, Viola eugeniae; per gli aspetti appenninici su substrato di altra natura (suball. Polygalo mediterraneae-Bromenion erecti), si possono ricordare: Polygala nicaeensis subsp. mediterranea, Centaurea jacea subsp. gaudini (= C. bracteata), Dorycnium herbaceum, Asperula purpurea, Brachypodium rupestre, Carlina acanthifolia subsp. acanthifolia (= C. utzka sensu Pignatti). Per gli aspetti alpini si possono citare: Carex flacca, Gentiana cruciata, Onobrychis viciifolia, Ranunculus bulbosus, Potentilla neumanniana, Galium verum, Pimpinella saxifraga, Thymus pulegioides (all. Mesobromiom erecti); Trinia glauca, Argyrolobium zanonii, Inula montana, Odontites lutea, Lactuca perennis, Carex hallerana, Fumana ericoides (all. Xerobromiom erecti); Crocus versicolor, Knautia purpurea (all. Festuco amethystinae-Bromion erecti); Chrysopogon gryllus, Heteropogon contortus (= Andropogon contortus), Cleistogenes serotina (all. Diplachnion serotinae). Riferimento sintassonomico L’Habitat 6210 per il territorio italiano viene prevalentemente riferito all’ordine Brometalia erecti Br.-Bl. 1936. I brometi appenninici presentano una complessa articolazione sintassonomica, recentemente oggetto di revisione (Biondi et al., 2005), di seguito riportata. Le praterie appenniniche dei substrati calcarei, dei Piani Submesomediterraneo, Meso- e Supra-Temperato, vengono riferite all’alleanza endemica appenninica Phleo ambigui-Bromion erecti Biondi & Blasi ex Biondi et al. 1995, distribuita lungo la catena Appenninica e distinguibile in 3 suballeanze principali: Phleo ambigui-Bromenion erecti Biondi et al. 2005 con optimum nei Piani Submesomediterraneo e Mesotemperato, Brachypodenion genuensis Biondi et al. 1995 con optimum nel Piano Supratemperato e Sideridenion italicae Biondi et al. 1995 corr. Biondi et al. 2005 con optimum nel Piano Subsupramediterraneo. Le praterie appenniniche da mesofile a xerofile dei substrati non calcarei (prevalentemente marnosi, argillosi o arenacei), con optimum nei Piani Mesotemperato e Submesomediterraneo (ma presenti anche nel P. Supratemperato), vengono invece riferite alla suballeanza 204 endemica appenninica Polygalo mediterraneae-Bromenion erecti Biondi et al. 2005 (alleanza Bromion erecti Koch 1926). Per quanto riguarda la Sicilia, a questo habitat è sicuramente riferibile l'associazione Lino punctati-Seslerietum nitidae Pignatti & Nimis 1980 em. Brullo 1983 della sopracitata suballeanza Sideridenion italicae, rinvenuta sulle Madonie. Per i brometi alpini sono riconosciute le alleanze Bromion erecti Koch 1926 (= Mesobromion erecti Br.-Bl & Moor 1938), inclusa la suballeanza Seslerio caeruleae-Mesobromenion erecti Oberdorfer 1957, per gli aspetti mesofili; Xerobromion erecti (Br.-Bl & Moor 1938) Moravec in Holub et al. 1967 per gli aspetti xerofili; Festuco amethystinae-Bromion erecti Barbero & Loisel 1972 per gli aspetti xerofili delle Alpi liguri. In questo habitat vanno inoltre inserite le praterie subcontinentali dell'ordine Festucetalia valesiacae (34.31), per gli aspetti riguardanti le alleanze Cirsio-Brachypodion pinnati Hadac & Klika in Klika & Hadac 1944 e Diplachnion serotinae Br.-Bl. 1961. Dinamiche e contatti Le praterie dell’Habitat 6210, tranne alcuni sporadici casi, sono habitat tipicamente secondari, il cui mantenimento è subordinato alle attività di sfalcio o di pascolamento del bestiame, garantite dalla persistenza delle tradizionali attività agro-pastorali. In assenza di tale sistema di gestione, i naturali processi dinamici della vegetazione favoriscono l’insediamento nelle praterie di specie di orlo ed arbustive e lo sviluppo di comunità riferibili rispettivamente alle classi Trifolio-Geranietea sanguinei e Rhamno-Prunetea spinosae; quest’ultima può talora essere rappresentata dalle ‘Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli’ dell’Habitat 5130. All’interno delle piccole radure e discontinuità del cotico erboso, soprattutto negli ambienti più aridi, rupestri e poveri di suolo, è possibile la presenza delle cenosi effimere della classe Helianthemetea guttati riferibili all’Habitat 6220* ‘Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea’ o anche delle comunità xerofile a dominanza di specie del genere Sedum, riferibili all’Habitat 6110 ‘Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi’. Può verificarsi anche lo sviluppo di situazioni di mosaico con aspetti marcatamente xerofili a dominanza di camefite riferibili agli habitat delle garighe e nanogarighe appenniniche submediterranee (classi Rosmarinetea officinalis, Cisto-Micromerietea). Dal punto di vista del paesaggio vegetale, i brometi sono tipicamente inseriti nel contesto delle formazioni forestali caducifoglie collinari e montane a dominanza di Fagus sylvatica (Habitat 9110 ‘Faggeti del LuzuloFagetum’, 9120 ‘Faggeti acidofili atlantici con sottobosco di Ilex e a volte di Taxus’, 9130 ‘Faggeti dell'Asperulo-Fagetum’, 9140 ‘Faggeti subalpini dell'Europa Centrale con Acer e Rumex arifolius’, 9150 ‘Faggeti calcicoli dell'Europa Centrale del Cephalanthero-Fagion, 91K0 ‘Faggete illiriche dell’AremonioFagion’, 9210* ‘Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex’, 9220 ‘Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggeti con Abies nebrodensis’) o di Ostrya carpinifolia, di Quercus pubescens (Habitat 91AA ‘Boschi orientali di roverella’), di Quercus cerris (Habitat 91M0 ‘Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere’) o di castagno (9260 ‘Foreste di Castanea sativa’). Distribuzione dell’habitat in Italia AB, BS, CL, CM, EM, LZ, LG, LM, MR, ML, PM, PG, TS, TR, UM, VL, VN, SC Note L’ordine Festuco-Brometalia indicato nel nome ufficiale dell’Habitat non corrisponde in realtà ad alcun syntaxon fitosociologico attualmente in uso; data l’inclusione da parte del Manuale EUR/27 anche dell’ordine Festucetalia valesiacae è evidente che, nel rispetto degli intenti originari, il riferimento dev’essere alla classe Festuco-Brometea Br.-Bl. et Tx. ex Br.-Bl. 1949. Viene ampliato il riferimento al substrato, che non è esclusivamente calcareo. Le praterie dell’alleanza Festucion valesiacae (ordine Festucetalia valesiacae CORINE: 34.31 - Sub-continental steppic grasslands) trovano opportuna collocazione nell’Habitat 6240 ‘Formazioni erbose sub-pannoniche’, mentre in questo si inquadrano le cenosi delle alleanze CirsioBrachypodion pinnati e Diplachnion serotinae. Le formazioni dell’ordine Scorzoneretalia villosae Horvatic 1973 [= Scorzonero-Chrysopogonetalia Horvatic et Horvat (1956) 1958] vanno riferite all’Habitat 62A0 ‘Praterie aride orientali submediterranee (Scorzoneretalia villosae)’, sia per quanto riguarda i territori nord-orientali che quelli sud-orientali della penisola italiana. Si sottolinea che l’Habitat 6210 viene considerato prioritario (*) solo 205 quando si verifica una notevole presenza di orchidee, fenomeno che alle altitudini più elevate è meno frequente. Sono riconducibili all'Habitat 6210 i pratelli xerici di colonizzazione dei greti fluviali in contesto alpino, rarissimi e in via di scomparsa, ricchi di elementi della classe Festuco-Brometea e talvolta ricchi di orchidee. Riferimenti Bibliografici ABBATE G., ACOSTA A., CAPRIOTTI O., CIASCHETTI G., CORBETTA F., FILESI L., FRATTAROLI A.R., TARTAGLINI N., 2001. Studio delle fitocenosi sul materiale di riporto all'imbocco del traforo del Gran Sasso (Assergi-L'Aquila) - Analisi floristica, corologica e sindinamica. In Cicolani B. (ed.): Monitoraggio biologico del Gran Sasso. 2. Andromeda Editrice. ABBATE G., AVENA G.C., BLASI C., VERI L., 1981. Studio sulle tipologie fitosociologiche del M. Soratte (Lazio) e loro contributo alla definizione fitogeografica dei complessi vegetazionali centro- appenninici. C.N.R. AQ/1/125, Roma. ALESSANDRINI A., TOSETTI T., 2001. Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo "CORINE biotopes". Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, Bologna. ALLEGREZZA M., BIONDI E., FORMICA E., BALLELLI S., 1997. La vegetazione dei settori rupestri calcarei dell’Italia centrale. Fitosociologia, 32: 91-120. AMIGO VAZQUEZ J., GIMENEZ DE AZCARATE CORNIDE J., 1995. Los pastizales de Bromion erecti W. Koch en su posicion finicola suroccidental. Doc. Phytosoc., N.S., 15: 127-139. ANDREUCCI F., BAGLIANI C., BERTA G., CASTELLI M., 2003. La vegetazione della Riserva Naturale Speciale della Val Sarmassa (Italia, Piemonte, Asti) Riv. Piem. St. Nat., 24: 3-65. ANGIOLINI C., DE DOMINICIS V., 1999 (1998-99). La Pietra Sorbella (Arcidosso, Gr): un ambiente di particolare interesse fitogeografico. Allionia, 36: 47-52. ANGIOLINI C., DE DOMINICIS V., 2001. The phytocoenosis of consolidated alluvium: a syntaxonomical and synecological study in the braided streams of southern Tuscany (Italy). Belg. Journ. Bot., 134 (2): 192-209. ANGIOLINI C., MACCHERINI S., CHIARUCCI A., GABELLINI A., DE DOMINICIS V., 2001. Memoria illustrativa alla carta della vegetazione della Riserva Naturale Poggio all'Olmo (Grosseto, Toscana meridionale). Atti Mus. St. Nat. Maremma 19: 29-47. ANGIOLINI C., RICCUCCI C., DE DOMINICIS V., 2003. Grasslands of the order Brometalia erecti Br.-Bl. 1936 on Antiapennine calcareous massifs in central-southern Tuscany (central Italy). Lazaroa 24: 61-85. ARRIGONI P.V., BARTOLINI L., 1997. Documenti per la carta della vegetazione della Calvana di Prato in Toscana. Parlatorea, 2: 101-123. ARRIGONI P.V., FOGGI B., BECHI N., RICCERI C., 1997. Documenti per la carta della vegetazione del Monte Morello (Provincia di Firenze). Parlatorea, 2: 73-100. BAGELLA S., 2001. Gestione e conservazione delle praterie dell'Appennino umbro-marchigiano. In: Greppi G.F., Enne G. (a cura), Atti del 36° Simposio Internazionale di Zootecnia “Prodotti di origine animale: qualità e valorizzazione del territorio” ,Portonovo (Ancona) 27 Aprile 2001: 1-8. BAGELLA S., 2001. Valore pastorale delle associazioni vegetali: un esempio di applicazione nell'Appennino umbro-marchigiano (Italia). Fitosociologia, 38(1): 153-165. BALDONI M., BALLELLI S., BIONDI E., CATORCI A., ORSOMANDO E., 1996. Studio fitosociologico delle formazioni prative del Monte Subasio (Appennino umbro-marchigiano). Doc. Phytosoc., anno: 427-448. BALLELLI S., BIONDI E., CORTINI-PEDROTTI C., DELL'UOMO A., FRANCALANCIA C., HRUSKA DELL'UOMO K., ORSOMANDO E., PAGANELLI A., PEDROTTI F., SENSI M., 1977. Escursione sociale sull'Appennino Umbro-Marchigiano, Camerino 4-7 luglio 1977. Inf. Bot. Ital., 9 (3): 217-241. BARBERIS G., PAOLA G., PECCENINI GARDINI S., 1988. Note illustrative della carta della vegetazione dell'Alta Valle Arroscia (Alpi Liguri, Liguria occidentale). C.N.R. Prog. Final. I.P.R.A. Atti Ist. Bot. Lab. Critt. Univ. Pavia, (7) 6, Suppl.: 1-27. 206 BARBERO M., LOISEL R., 1972 (1971). Contribution à l'étude des pelouses à Brome méditerranéennes et méditerranéo-montagnardes. Anales Inst. Bot. A.J. Cavanilles C.S.I.C. 28: 95-165. BASSI S. (Ed.), 2007. Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa - Servizio Parchi e Risorse Forestali. BÉGUINOT A., 1932. Sulla costituzione di alcune colonie steppiche nella vegetazione dell'alta e media Valle d'Aosta. Nuovo Giorn. Bot. Ital., n.s., 39: 683-686. BÉGUINOT A., 1933. Sulla costituzione di alcune colonie steppiche nell'alta e media Valle d'Aosta. Atti Soc. Ital. Progr. Sci., 21: 161-162. BIONDI E., 1988. Paturages et dynamisme de la vegetation dans l'apennin centro-septentrional. Coll. Phytosoc., XVI: 293-306. BIONDI E., ALLEGREZZA M., BALLELLI S., GUITIAN J., TAFFETANI F., 1989. La componente vegetale: flora, vegetazione e rappresentazioni cartografiche. In: Cassano C. Pennacchi F. (a cura), Sistemi agricoli marginali. Lo scenario della Comunità Montana Catria-Nerone: 179-252. C.N.R., Progetto finalizzato I.P.R.A. BIONDI E., ALLEGREZZA M., CASAVECCHIA S., PESARESI S., VAGGE I., 2006. Lineamento vegetazionali e paesaggio vegetale dell’Appennino centrale e settentrionale. “Biogeografia dell'Appennino centrale e settentrionale: trent'anni dopo”. Biogeographia. 27: 35-129. BIONDI E., ALLEGREZZA M., FRATTAROLI A.R., 1992. Inquadramento fitosociologico di alcune formazioni pascolive dell'Appennino Abruzzese-Molisano. Doc. Phytosoc., N.S., 14: 195-210. Camerino. BIONDI E., ALLEGREZZA M., TAFFETANI F., GIUSTINI A., (1988) 1989. La vegetazione del territorio della Comunità Montana Alto Chiascio. In: Cassano C. Pennacchi F. (a cura), Sistemi Agricoli Marginali. Lo scenario della Comunità Montana Alto Chiascio: 259-280. C.N.R. Progetto Finalizzato I.P.R.A. BIONDI E., ALLEGREZZA M., ZUCCARELLO V., 2005. Syntaxonomic revision of the Apennine grasslands belonging to Brometalia erecti, and an analysis of their relationships with the xerophylous vegetation of Rosmarinetea officinalis (Italy). Phytocoenologia, 35 (1): 129-163. Berlin-Stuttgart. BIONDI E., BALDONI M. LOIOTILE A., 2000. Utilizzazione del territorio e successioni diacroniche della vegetazione in un’area dell’appennino umbro-marchigiano (Italia centrale). Atti del Convegno: La pianificazione del paesaggio tra ri-naturazione ed iper-antropizzazione. Ancona, 27-28 novembre 1997 :103160. BIONDI E., BALLELLI S., 1982. La vegetation du Massif du Catria (Apennin central) avec carte phytosociologique 1: 15.000. In: Pedrotti F. (Ed.), Guide-Itineraire - Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie centrale: 211-236. BIONDI E., BALLELLI S., 1995. Le praterie del Monte Coscerno e Monte di Civitella (Appennino umbromarchigiano - Italia centrale). Fitosociologia, 30: 91-121. BIONDI E., BALLELLI S., ALLEGREZZA M., GUITIAN J., TAFFETANI F., 1986. Centaureo bracteataeBrometum erecti ass. nova dei settori marnoso-arenacei dell'Appennino centrale. Doc. Phytosoc., N.S., 10 (2): 117-126. Camerino. BIONDI E., BALLELLI S., ALLEGREZZA M., TAFFETANI F., FRATTAROLI A.R., GUITIAN J., ZUCCARELLO V., 1999. La vegetazione di Campo Imperatore (Gran Sasso d’Italia). Braun-Blanquetia, 16: 53-115. BIONDI E., BALLELLI S., ALLEGREZZA M., ZUCCARELLO V., 1995. La vegetazione dell'ordine Brometalia erecti Br.-Bl. 1936 nell'Appennino (Italia). Fitosociologia, 30: 3-45. BIONDI E., BALLELLI S., PRINCIPI D., 1985. Sur les pelouses seches des substrats marneux- arenaces de l'Apennin septentrional (Italie). Doc. Phytosoc., N.S., 9: 351-357. Camerino. BIONDI E., BLASI C., 1982. Crepido lacerae-Phleion ambigui nouvelle alliance pour les paturages arides a Bromus erectus de l’Apennin calcaire central et meridional. Doc. Phytosoc., 7: 435-442. Camerino. BIONDI E., BLASI C., 1984. Les pelouses seches calcaires a Bromus erectus de l'Apennin central et meridional (Italie). Coll. Phytosoc., XI: 195-200. BIONDI E., GUITIAN J., ALLEGREZZA M., BALLELLI S. . 1988. Su alcuni pascoli a Sesleria apennina Ujhelyi nell'Appennino centrale. Doc. Phytosoc., N.S., 11: 417-422. Camerino. 207 BLASI C., CAPOTORTI G., FORTINI P., 1998. On the vegetation series in the northern sector of the Simbruini mountains (Central Apennines). Fitosociologia, 35: 85-102. BLASI C., FORTINI P., CARRANZA M.L., RICOTTA C., 2001. Analisi della diversità del paesaggio vegetale e dei processi di recupero nella media valle dell'Aniene (Appennino centrale, Lazio). Fitosociologia, 38(1): 3-11. BLASI C., TILIA A., ABBATE G., 1990. Le praterie aride dei M.ti Ruffi (Lazio - Italia centrale). Ann. Bot., Studi sul territorio, XLVIII (7): 17- 32. BRAUN-BLANQUET J., 1961. Die inneralpine Trockenvegetation. Von der Provence bis zur Steiermark. G. Fischer, Stuttgart. BRULLO S., 1984. Contributo alla conoscenza della vegetazione delle Madonie (Sicilia settentrionale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 17 (323): 219-258. BRULLO S., CORMACI A., GIUSSO DEL GALDO G., GUARINO R., MINISSALE P., SIRACUSA G., SPAMPINATO G., 2005. A syntaxonomical survey of the Sicilian dwarf shrub vegetation belonging to the class Rumici-Astragaletea siculi. Ann. Bot., n.s., 5: 57-104. BRULLO S., GANGALE C., UZUNOV D. 2004. The orophilous cushion-like vegetation of the Sila Massif (S Italy). Bot. Jahrb. Syst., 125 (4): 453-488. BRULLO S., GIUSSO DEL GALDO G., GUARINO R. 2001. The orophilous communities of Pino-Juniperetea class in Central and Eastern Mediterranean area. Feddes Rep. 112:261-308. BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G. 2001. La vegetazione dell’Aspromonte - Studio fitosociologico. Laruffa Editore. Reggio Calabria. BUFFA G., MARCHIORI S., SBURLINO G., 1988-1989. Contributo alla conoscenza dei prati e dei pascoli della bassa Valsugana (Trento). Not. Fitosoc. 24: 125-134. CALACIURA B, SPINELLI O., 2008. Management of Natura 2000 habitats. 6210 Semi-natural dry grasslands and scrubland facies on calcareous substrates (Festuco-Brometalia) (*important orchid sites). Technical Report 2008 12/24. European Commission. CANIGLIA G., GEREMIA A., BUSNARDO G., 1995. La vegetazione dei Colli Asolani sud-occidentali (Treviso). Fitosociologia, 29: 103-114. CANIGLIA G., MONDIN F., CARPENE' B., 1992. Aspetti floristico-vegetazionali di un lobo di meandro del Parco del Sile (S.Michele Vecchio - Venezia). Lav. Soc. Ven. Sc. Nat. Venezia 17: 151-173. CARAMIELLO LOMAGNO R. et al., 1994. L'isolone del Ritano (VC): studio geomorfologico territoriale e rapporti con la vegetazione attuale. Giorn. Bot. Ital., 128: 467. CASTELLI M., 1995. Brometi del versante padano dell'Appennino Ligure-Piemontese (Italia). Fitosociologia, 30: 51-90. CASTELLI M., BIONDI E., BALLELLI S., 2001. La vegetazione erbacea, arbustiva e preforestale del piano montano dell'Appennino piemontese (Valli Borbera e Curone - Italia). Fitosociologia 38(1): 125-151. CERABOLINI B., 1997. Aspetti floristici e fitosociologici delle praterie insubriche. Quaderni del parco del Monte Barro, 4 (1996): 15-35. CHIAPELLA FEOLI L., POLDINI L., 1993. Prati e pascoli del Friuli (NE Italia) su substrati basici. Studia Geobotanica, 13: 3-140. CIASCHETTI G., PIRONE G., FRATTAROLI A.R., CORBETTA F., 2006. La vegetazione del Piano di Pezza (Parco Naturale Regionale "Sirente-Velino", Italia Centrale). Fitosociologia, 43 (1): 67-84. CORBETTA F., BRUCCULERI R., CIASCHETTI G., FRATTAROLI A.R., PIRONE G., 2004. Le serie di vegetazione nella media valle dell'Aterno (Abruzzo). Coll. Phytosoc. 28: 749-762. CORBETTA F., UBALDI D., PUPPI G., 1984. Tipologia fitosolciologica delle praterie altomontane del Monte Volturino e del Monte della Madonna di Viggiano (Appennino lucano). Biogeographia, N.S., 10: 207-236. CORTINI PEDROTTI C., ORSOMANDO E., PEDROTTI F., SANESI G., 1973. La vegetazione e i suoli del Pian Grande di Castelluccio di Norcia (Appennino centrale). Atti Ist. Bot. e Lab. Critt. Un., Pavia, ser. 6, 9: 155249. CRESCENTE M., FRATTAROLI A.R., GRATANI L., 2001. La cartografia della biomassa vegetale per la gestione del territorio: un esempio di applicazione al versante meridionale del Gran Sasso d'Italia (Abruzzo208 Italia). In Cicolani B. (ed.): Monitoraggio biologico del Gran Sasso. 2. Andromeda Editrice. CRISTOFOLINI G., PUPPI G., ZANOTTI A.L., UBALDI D., WINTER A., 1999. Carta della vegetazione 1: 15000 del Parco Regionale dei Gessi bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. DEL PRETE C., 1994. The orchids of the summit Apennine flora: chorological and ecological significance. Fitosociologia, 26: 119-131. DI PIETRO R., CATONICA C., 1999. Festuca pallens Host, a new species of the Italian flora in the central Apennines. Ecological and phytosociological considerations. Plant Biosystems, 133(2): 173-185. DI PIETRO R., DE SANTIS A., FORTINI P., BLASI C. 2005. A geobotanical survey on acidophilous grasslands in the Abruzzo, Lazio and Molise National Park (Central Italy). Lazaroa, 26: 115-137. FASCETTI S., PIRONE G., CIASCHETTI G., FRANCESCHI M., MAZZILLI V., NAVAZIO G., POMPILI M., ROMANO V.A., 2006. Il Faggeto di Moliterno Oasi Naturalistica dell’Appennino Lucano. Regione Basilicata, Ass Ambiente, territorio e Politiche della Sostenibilità. 111 pp. FOCQUET P., 1982. La vegetation des parois siliceuses de la vallée de la Vesubie (Alpes Maritimes-France). Doc. Phytosoc., N.S., 7: 1-188. Camerino. FRANCO D., SCATTOLIN M., GHIRELLI L., TOSATO M., 2000. Ecologia del paesaggio e pianificazione territoriale: le isole minori della laguna di Venezia. Genio Rurale, 3: 44-60. GIANCOLA C., DI MARZIO P., STANISCI A., 2007. Gli habitat di direttiva nelle aree d'alta quota in Molise. Fitosociologia, 44: 177-182. GUARINO R, 2006. On the origin and evolution of the Mediterranean dry grasslands. Berichte der Reinhold Tüxen Gesellschaft, 18: 195-206. GUGLIELMO A., BARBAGALLO C., 1975. Lineamenti della vegetazione di Monte Cristo (Gran Sasso d'Italia). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, (4)12(7-8): 76-84. LASEN C., 1988. La vegetazione dei prati aridi collinari-submontani del Veneto. Atti Simposio Soc. EstalpinoDinarica di Fitosoc., Feltre 29 Giugno-3 Luglio. LASEN C., 1995. Note sintassonomiche e corologiche sui prati aridi del massiccio del Grappa. Fitosociologia, 30: 181-199. LOMBARDI L., CHITI BATTELLI A., GALEOTTI L., SPOSIMO P., 1998. Le praterie montane delle Alpi Apuane e dell'Appennino Tosco-Emiliano. Vegetazione e avifauna nidificante. Editrice Il mio Amico, Roccastrada. 160 pp. LOMBARDI L., GALEOTTI L., VICIANI D., 2000. Ricerche fitosociologiche in un bacino a rischio idrogeologico delle Alpi Apuane: il Fosso della Rave (Toscana). Parlatorea 4: 75-90. LUCCHESE F., PERSIA G., PIGNATTI S., 1995. I prati a Bromus erectus Hudson dell'Appennino Laziale. Fitosociologia, 30: 145-180. MACCHERINI S., GABELLINI A., ANGIOLINI C., CHIARUCCI A., MORROCCHI D., CASTAGNINI P., DE DOMINICIS V., 2000. Carta della vegetazione Riserva Naturale Monte Labbro. S.EL.CA. Firenze. MAIORCA G., SPAMPINATO G., 1999. La vegetazione della riserva naturale orientata “Valle del Fiume Argentino” (Calabria nord-occidentale). Fitosociologia, 36(2): 15-60. MANZINI M.L., TOMASELLI M., DEL PRETE C., SPETTOLI O., 1993. Carta della vegetazione del Parco dei Sassi di Roccamalatina (MO). Boll. Ass. Ital. Cart., 87-88: 139-142. MARCHIORI S., SBURLINO G., LORENZONI G.G., 1985. Lineamenti dell'ambiente naturale: la vegetazione. C.N.R. Prog. Final. I.P.R.A. Aree Marginali. Atti del convegno Marginalità e sviluppo dell'Alpago (Farra d'Alpago 21-12-1985): 19-32. MARIOTTI M.G., s.d. (2008). Atlante degli habitat. Natura 2000 in Liguria. 592 pp. + 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. MARTINOVSKY J.O., MORALDO B., CAPUTO G., 1976 (1974-1975). Stipa crassiculmis P. Smirnov ssp. picentina, ssp. n. nel massiccio dei Picentini (Appennino campano). Delpinoa, n.s., 16-17: 185-191. MONDINO G. P., 2001. Querceti basifili di roverella e xerobrometi della bassa Valle Grana (Alpi Cozie). Riv. Piem. St. Nat., 22: 103-122. MONDINO G. P., GIORDANO A., 1962. Una stazione xerofila della collina di 209 Torino. Vegetazione e suoli. Allionia, 8: 159-177. MONDINO G.P., 2003. L'evoluzione nell'ultimo quarantennio della vegetazione in Valle Grana (Alpi Cozie). Riv. Piem. St. Nat., 24: 67-203. MONTACCHINI F., CARAMIELLO LOMAGNO R., FORNERIS G., PIERVITTORI R., 1982. Carta della vegetazione della valle di Susa ed evidenziazione dell'influsso antropico. CNR, Torino. NOWAK B., 1987. Untersuchungen zur Vegetation Ostiliguriens (Italien). Dissertationes Botanicae, 111: 1259. ORSOMANDO E., CATORCI A., 1993. Carta della vegetazione del Parco Regionale del Monte Subasio (Umbria), Scala 1: 25.000. Note esplicative con aspetti ambientali. Dip. di Botanica ed Ecologia, Univ. di camerino. Comunità Montana “Monte Subasio” Valtopina. Perugia. PALA S., SINISCALCO C., 2000. Dinamica della vegetazione delle praterie secondarie in un’area della bassa Val Borbera (Appennino Ligure-Piemontese - Provincia di Alessandria). Arch. Geobot., 6 (2): 99-111. PELLIZZARI M., SALA G., FERIOLI A., 2004. Linee guida per una banca dati delle aree sensibili: il ruolo dell'analisi fitosociologica. Fitosociologia, 41(1), Suppl. 1: 117-123. PIRONE G., 1997 . Il paesaggio vegetale di Rivisondoli, aspetti della flora e della vegetazione. Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo Rivisondoli (AQ). Teramo. 110 pp. PIRONE G., 1998. I calanchi. In Corbetta F., Abbate G., Frattaroli A.R., Pirone G. (eds.): SOS verde, vegetazioni e specie da conservare. Edagricole, Bologna: 409-428. PIRONE G., CORBETTA F., CIASCHETTI G., FRATTAROLI A. R., BURRI E. 2001. Contributo alla conoscenza delle serie di vegetazione nel piano collinare della Valle del Tirino (Abruzzo, Italia Centrale). Fitosociologia, 38 (2): 3-23. PIRONE G., CORBETTA F., FRATTAROLI A.R., TAMMARO F., 1997. Studi sulla Valle Peligna (Italia centrale, Abruzzo): la copertura vegetale. Quaderni di Provincia Oggi, 23/1: 81-119. PIRONE G., FRATTAROLI A.R., CORBETTA F., 1997. Vegetazione, cartografia vegetazionale e lineamenti floristici della Riserva naturale Sorgenti del Pescara (Abruzzo-Italia). Università dell'Aquila, Dip. Scienze Ambientali. Comune di Popoli, Roma. 79 pp.. PIRONE G.F., 1987. Il patrimonio vegetale della provincia di Pescara. Amministrazione Provinciale di Pescara: 1-174. POIRION L., BARBERO M., 1967. Répartition des éléments biogeógraphíques au sein de la végétation des Alpes maritimes et ligures. Riviera Sci: 54-81. POLDINI L., 1995. La classe Festuco-Brometea nell'Italia nordorientale. Fitosociologia, 30: 47-50. POTT R., 1995. The origin of grassland plant species and grassland communities in Central Europe. Fitosociologia, 29: 7-32. PRESTI G., TONTI D., ACOSTA A.T.R., CARRANZA M.L., 2004. Analisi del paesaggio, tutela e gestione della Rete Natura 2000 - Il caso del pSIC Abeti Soprani-Monte Campo-Montecastelbarone-Sorgenti del Verde (Alto Molise). Genio Rurale-Estimo e Territorio, 67(2): 33-42. PROSSER F., SARZO A., 2003. Il Monte Brione: aspetti vegetazionali, indicizzazione del pregio botanico ed esigenze conservazionistiche (Riva del Garda, Trentino, Italia settentrionale). Atti Acc. Roveretana Agiati, a. 253, 3 B (s. 8): 149-195. PUPPI G., UBALDI D., ZANOTTI A.L., 1996. Carta della vegetazione 1: 25000 del Parco Regionale di Monte Sole e Contrafforte Pliocenico. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico. RICOTTA C., FIORINI S., AVENA G., MARCHETTI M., 1999. Analisi frattale delle praterie secondarie dei sistemi forestali dei Monti Lucretili (Appennino centrale). Italia Forestale Montana, 54 (2): 87-97. ROYER J.M., 1991. Synthèse eurosibériene, phytosociologique et phytogéographique de la classe des Festuco-Brometea. Dissertationes Botanicae, 178: 1-296. J. Cramer, Berlin-Stuttgart. SCOPPOLA A., PELOSI M., 1995. I pascoli della Riserva Naturale Regionale Monte Rufeno (Viterbo, Italia centrale). Fitosociologia, 30: 123-143. SINDACO R., MONDINO G.P., SELVAGGI A., EBONE A., DELLA BEFFA G., 2003. Guida al riconoscimento di Ambienti e Specie della Direttiva Habitat in Piemonte. Regione Piemonte, Torino. 220 pp. 210 SINDACO R., SELVAGGI A., SAVOLDELLI P., 2008. La Rete Natura 2000 in Piemonte - I Siti di Interesse Comunitario. Regione Piemonte. SPERANZA M., UBALDI D., 2002. Carta della vegetazione 1: 15000 del Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone. Regione Emilia-Romagna, Servizio Sistemi Informativi Geografici. SPERANZA M., UBALDI D., 2003. Carta della vegetazione 1: 10000 del Parco Regionale dell'Abbazia di Monteveglio. Regione Emilia-Romagna, Servizio Sistemi Informativi Geografici. TAMMARO F., 1984. Vegetazione dei pascoli aridi a Stipa capillata L. nell'Appennino centrale. Inform. Bot. Ital., 16 (2-3): 191-197. THEURILLAT J.P., 1991. Les etages de vegetation dans les Alpes centrales occidentales. Societé Botanique de Geneve. Saussurea, 22: 103-147. TOMASELLI M., MANZINI L., DEL PRETE C., 1994. Carta della vegetazione con itinerari naturalistici 1:25.000 del Parco Regionale dell'Alto Appennino Modenese. Foglio Ovest. Reg. Emilia-Romagna: Servizio Cartografico-Provincia di Modena, Settore Difesa del Suolo. Arti Grafiche Salomone, Roma. TOMASELLI M., MANZINI M.L., DEL PRETE C., SPETTOLI O., 1996. Carta della vegetazione con itinerari naturalistici del Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina. Reg. Emilia-Romagna: Servizio Cartografico e Geologico-Provincia di Modena, Settore Difesa del Suolo. S.E.L.C.A., Firenze. TOMASELLI M., ROSSI G., MANZINI M.L., DEL PRETE C., 2002. Carta della vegetazione del Parco Regionale del Corno alle Scale. Scala 1:15000. Regione Emilia-Romagna, Servizio Sistemi Informativi Geografici. TOSCO U., 1960. Contributo alle indagini sui pascoli dell'alta valle di Susa (Oulx, Torino). Ann. Sperim. Agrar., n.s., 14: 595-647. TOSCO U., 1961-1963. Contributo alle indagini sui pascoli dell'alta valle di Susa (Oulx Torino). Annuario Staz. Chim.-Agrar. Sperim. Torino, 21: 41-93. UBALDI D., FILZ W., DE SANTO G., DI CECCO M., 1998. Osservazioni sulla vegetazione della Riserva Majella Orientale. Micol. Veg. Medit., 13 (2): 177-192. VAGGE I., 2001. Un itinerario botanico lungo i Laghi della Lavagnina nel Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo (Piemonte). Inform. Bot. Ital., 33 (1): 197-199. VENANZONI R., GIGANTE D., 1999. Contributo allo studio dei pascoli sommitali del M. Tezio (Perugia, Italia). Fitosociologia, 36 (1): 157-174. VICIANI D., FOGGI B., GABELLINI A., ROCCHINI D., 2002. Contributo alla conoscenza delle praterie su substrati ultramafici dell'Alta Valtiberina (Toscana orientale, Italia). Fitosociologia, 39 (1): 127-134. VICIANI D., GABELLINI A., GONNELLI V., DE DOMINICIS V., 2002. La vegetazione della Riserva Naturale Alta Valle del Tevere-Monte Nero (Arezzo, Toscana) ed i suoi aspetti di interesse botanico-conservazionistico. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat. Mem., (B) 109: 11-25. VITA F., LEONE V., 1985. Aspetti generali della vegetazione spontanea pugliese. Economia montana, 17(6): 40-45. ZANOTTI A.L., UBALDI D., PUPPI G., 1995. Ricerche sulla vegetazione dei prati aridi e semiaridi nel Bolognese e in Romagna. Arch. Geobot., 1: 91-100. ZANOTTI A.L., UBALDI D., PUPPI G., SIROTTI M., 1998. Osservazioni fitosociologiche sulle praterie montane dell'area del Monte Nero (Appennino Ligure-Emiliano). Archivio Geobotanico, 4 (2): 181-192. ZILIOTTO U., VETTORAZZO M., 1985. Caratteristiche di alcuni pascoli sommitali delle Prealpi trevigiane. 1Studio vegetazionale. Not. Fitosoc., 21: 35-60. Riferimenti Bibliografici online http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/indice/gisweb.html http://www.floradoc.org/habitat/habitat-natura-2000.html Nomi dei compilatori con e.mail Daniela Gigante - [email protected] Alberto Selvaggi - [email protected] 211 63: Boschi di Sclerofille Utilizzati come Terreni di Pascolo (dehesas) 212 63: Boschi di sclerofille utilizzati come terreni di pascolo (dehesas) 6310: Dehesas con Quercus spp. sempreverde Dehesas with evergreen Quercus spp. Pascoli arborati a sughera (Lula, Nuorese), G. Bacchetta Codice CORINE Biotopes 32.11 x 91.2 32.11 - Evergreen oak matorral 91.2 - Dehesa Codice EUNIS E7.3 - Praterie alberate iberiche (“dehesa”) Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea Descrizione generale dell’habitat A characteristic landscape of the Iberian peninsula in which crops, pasture land or Meso-Mediterranean arborescent matorral, in juxtaposition or rotation, are shaded by a fairly closed to very open canopy of native evergreen oaks (Quercus suber, Q.ilex, Q.rotundifolia, Q.coccifera). It is an important habitat of raptors, including the threatened Iberian endemic eagle (Aquila adalberti), of the crane (Grus grus), of large insects and their predators and of the endangered felid (*Lynx pardinus). Frase diagnostica dell’habitat in Italia Pascoli alberati a dominanza di querce sempreverdi (Quercus suber, Q.ilex, Q.coccifera), indifferenti al substrato, da termomediterraneo inferiore secco inferiore a supramediterraneo inferiore umido superiore. Sono presenti maggiormente nella subregione biogeografica Mediterranea occidentale, quindi in Italia maggiormente, ma non esclusivamente, nel versante tirrenico, isole incluse. Si tratta comunque di un habitat seminaturale, mantenuto dalle attività agro-zootecniche, in particolare l’allevamento brado ovi-caprino, bovino e suino. Sottotipi e varianti 213 Combinazione fisionomica di riferimento Quercus suber, Q. ilex ssp. ilex, Q. coccifera e specie della classe Poetea bulbosae: Trifolium subterraneum, T. nigrescens, T, micranthum, T. tormentosum, T. bocconei, Ranunculus paludosus, R. bullatum, Parentucellia latifolia , Ornithopus compressus, Moenchia erecta, Morisia monanthos (endemica sarda), Poa bulbosa. Riferimento sintassonomico Si tratta di un habitat a forte determinismo antropico, dove non sempre è possibile pervenire ad un inquadramento sintassonomico delle cenosi presenti. I pascoli alberati derivano infatti dal diradamento di preesistenti comunità forestali a dominanza di querce sempreverdi. In Italia queste sono riferite quasi sempre all’alleanza centro-mediterranea Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi, Casavecchia & Gigante 2003, che include tutti i boschi a dominanza di leccio e sughera in bioclima Mediterraneo Pluvistagionale Oceanico (ordine Quercetalia ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em. Rivas-Martìnez 1975, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950). Fanno eccezione i pascoli alberati a quercia spinosa, inclusi nell’alleanza Juniperion turbinatae Rivas-Martìnez 1975 corr. 1987 (ordine Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni Rivas Martìnez 1975, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950). Le comunità erbacee sono costituite da specie pabulari, mentre il corteggio floristico nemorale è solitamente scomparso. Nel Mediterraneo occidentale le comunità pascolive ovine sono inquadrate nell’alleanza Trifolio subterranei-Periballion Rivas Goday 1964 (ordine Poetalia bulbosae Rivas Goday & Rivas-Martínez in Rivas Goday & Ladero 1970, classe Poetea bulbosae Rivas Goday & Rivas-Martínez in Rivas-Martínez 1978), rinvenuta anche in Sardegna dove queste praterie sono state attribuite alla associazione Poo bulbosae -Trifolietum subterranei Rivas Goday 1964) Rivas Goday & Ladero 1970 della quale in Sardegna è stata descritta la subassociazione trifolietosum igrescentis Ladero, Biondi & Mossa 1992. Nel caso di pascoli lavorati, concimati o nitrificati da sovrapascolamento, si assiste ad un cambio della composizione floristica, per cui le comunità erbacee sono inquadrabili nell’alleanza Echio plantaginei-Galactition tomentosae O. Bolòs & Molinier 1969, ordine Thero-Brometalia (Rivas Goday & RivasMartínez ex Esteve 1973) O. Bolòs 1975 della classe Stellarietea mediae Tüxen, Lohmeyer & Preising ex von Rochow 1951. Dinamiche e contatti Le dinamiche naturali tendono alla ricostituzione delle comunità forestali sempreverdi. L’uso intensivo invece, impedendo la rinnovazione delle specie forestali, può portare alla perdita dell’habitat a dehesa e alla costituzione di pascoli aperti, privi della componente arborea. I contatti seriali sono prevalentemente con le comunità camefitiche e arbustive mediterranee che occuperebbero vaste aree se cessasse il pascolo e riattiverebbero le dinamiche della successione secondaria. Si tratta di garighe acidofile della classe CistoLavanduletea Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 e calcicole della classe Rosmarinetea officinalis RivasMartínez, Fernández-González, Loidi, Lousã & Penas 2001. Gli arbusteti sono inquadrabili invece nelle alleanze Oleo-Ceratonion siliquae Br.-Bl. ex Guinochet & Drouineau 1944 em. Rivas-Martìnez 1975 (9320 "Foreste di Olea e Ceratonia") ed Ericion arboreae (Rivas-Martìnez ex Rivas-Martìnez, Costa & Izco 1986) Rivas-Martìnez 1987 della classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950 (ordine Pistacio lentisciRhamnetalia alaterni Rivas Martìnez 1975), nell’alleanza Telinion monspessulano-linifoliae Rivas-Martínez, Fernández-González, Loidi, Lousã & Penas 2001 della classe Cytisetea scopario-striati Rivas-Martínez 1975 (ordine Cytiso villosi-Telinetalia monspessulanae Rivas-Martínez, Fernández-González, Loidi, Lousã & Penas 2001), e infine nell’alleanza Pruno-Rubion ulmifolii O. Bolòs 1954 della classe Rhamno-Prunetea Rivas-Goday & Borja ex Tüxen 1962 (ordine Prunetalia spinosae Tüxen 1952). In Liguria quando vengono a cessare pascolo, incendio e/o diboscamento, si ha uno sviluppo di macchie alte e forteti più o meno densi che precedono il bosco di sughera o di leccio riferibili ai codici 9330 o 9340. Inoltre dove l’habitat 6310 non ha caratteri tipici per l’assenza di una gestione estensiva e omogenea delle attività agropastorali idonee al suo mantenimento, si osservano continui contatti seriali fra piccole tessere erbacee, arbustive o arborescenti. In qualche caso l’habitat può avere il ruolo di mantello con specie prenemorali 214 insediate su formazioni erbacee appartenenti a 6210 o 6220 oppure può rappresentare un antico orlo di formazioni boschive di leccio o di sughera o di altre formazioni arboree dense mediterranee. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia SR, BS, SC, LG, TS, LZ, CM, PG. Note Si tratta di un tipico habitat a forte determinismo antropico, per il quale è essenziale prevedere forme di gestione adeguate alla sua conservazione. La cessazione delle pratiche agro-pastorali porterebbe da un lato alla ricostituzione delle comunità forestali, dall’altra l’intensificazione delle attività zootecniche condurrebbe alla costituzione di pascoli aperti. È quindi necessario prevedere intensità d’uso moderata, compatibile con la conservazione dell’habitat. Riferimenti Bibliografici Bacchetta G., Bagella S., Biondi E., Filigheddu R., Farris E. & Mossa L., 2004. A contribution to the knowledge of the order Quercetalia ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 of Sardinia. Fitosociologia, 41(1): 29-51. Barbagallo C., 1983. Vegetazione di alcuni boschi di sughera della Sicilia meridionale. Boll. Acc. Gioenia Sc. Nat., 16 (321): 289-296. Biondi E., 2000. Syntaxonomy of the mediterranean chamaephytic and nanophanerophytic vegetation in Italy. Coll. Phytosoc. 27: 123-145. Biondi E., Casavecchia S. & Gigante D., 2003. Contribution to the syntaxonomic knowledge of the Quercus ilex L. woods of the central European Mediterranean Basin. Fitosociologia, 40(1): 129-156. Costanzo E., Furnari F. & Tomaselli V., 1996. La sughereta di Niscemi con carta della vegetazione (1:25.000) (Sicilia sud-orientale). – Atti 6° Workshop Progetto Strategico Clima, Ambiente e Territorio nel Mezzogiorno. Taormina, 13-15 Dicembre 1995, pp. 563-573. Di Benedetto L., Maugeri G. & Poli Marchese E., 1984. Principali tappe del dinamismo della vegetazione nelle sugherete della Sicilia sud-orientale. Not. Fitosoc. 19(2): 5-12. Farris E., Secchi Z. & Filigheddu R., 2007. Phytosociological study of the shrub and pre-forest communities of the effusive substrata of NW Sardinia. Fitosociologia, 44(2): 55-81. Farris E., Secchi Z. & Filigheddu R., 2007. Caratterizzazione fitosociologica dell’habitat prioritario 6220*“Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”: caso di studio della Sardegna settentrionale. Fitosociologia, 44(2) suppl. 1: 271-278. Gianguzzi L., 1999. Flora e vegetazione dei Nebrodi. Itinerari didattici. Regione Siciliana, Sezioni Operative per l’Assistenza Tecnica nn° 5, 7, 8,10, 11, pp. 232. Arti Grafiche Zuccarello, S. Agata di Militello (ME). LADERO M., BIONDI E., MOSSA L., 1992. Los pastizales mediterraneos presididos por Trifolium subterraneum L. en la isla de Cerdeña (Italia). Doc. Phytosoc. XIV: 45-64. MARIOTTI M.G., s.d. 2008. Atlante degli habitat. Natura 2000 in Liguria - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. Raimondo F.M., Bazan G., Gianguzzi L., Ilardi V., Schicchi R. & Surano N., 2000. Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo. Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3-160. Scuderi G., Ilardi V. & Raimondo F. M., 1994. La sughera nella vegetazione arborea del Trapanese. Quad. Bot. Ambientale Appl. 3 (1992): 223-233. Nomi dei compilatori con e.mail Emmanuele Farris ([email protected]) 215 62: Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli 6220*: Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei TheroBrachypodietea Pseudo-steppe with grasses and annuals of the Thero-Brachypodietea Formazioni xerofile a dominanza di Hyparrhenia hirta su arenaria, sulle colline a sud del Lago Trasimeno (PG), D. Gigante Aspetto di vegetazione a dominanza di Poa bulbosa sul M. Petano (PG), D. Gigante 216 Vegetazione terofitica mediterranea della classe Tuberarietea guttatae a dominanza di Vulpia fasciculata all'Isola Polvese (PG), D. Gigante Trifolium cherleri, specie che dà origine a fitocenosi annuali xero-termofile della classe Tuberarietea guttatae, D. Gigante Codice CORINE Biotopes 34.5 - Mediterranean xeric grasslands (Thero-Brachypodietea) Codice EUNIS E1.3 - Mediterranean xeric grassland Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina (Alp, App), Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Meso- and thermo-Mediterranean xerophile, mostly open, short-grass annual grasslands rich in therophytes; therophyte communities of oligotrophic soils on base-rich, often calcareous substrates. Perennial communities - Thero-Brachypodietea, Thero-Brachypodietalia: Thero-Brachypodion. Poetea bulbosae: Astragalo-Poion bulbosae (basiphile), Trifolio-Periballion (silicolous). Annual communities Tuberarietea guttatae Br.-Bl. 1952 em. Rivas-Martínez 1978, Trachynietalia distachyae Rivas-Martínez 1978: Trachynion distachyae (calciphile), Sedo-Ctenopsion (gypsophile), Omphalodion commutatae (dolomitic and silico-basiphile). 217 In France a distinction can be made between: (a) annual herbaceous vegetation of dry, initial, low-nitrogen soils ranging from neutro-basic to calcareous: Stipo capensis-Brachypodietea distachyae (Br-Bl. 47) Brullo 85; (b) vegetation of more or less closed grasslands on deep, nitrocline and xerocline soil: Brachypodietalia phoenicoidis (Br-Bl. 31) Molinier 34. In Italy this habitat mainly exists in the South and on the islands (Thero-Brachypodietea, Poetea bulbosae, Lygeo-Stipetea). Frase diagnostica dell’habitat in Italia Praterie xerofile e discontinue di piccola taglia a dominanza di graminacee, su substrati di varia natura, spesso calcarei e ricchi di basi, talora soggetti ad erosione, con aspetti perenni (riferibili alle classi Poetea bulbosae e Lygeo-Stipetea, con l’esclusione delle praterie ad Ampelodesmos mauritanicus che vanno riferite all’Habitat 5330 ‘Arbusteti termo-mediterranei e pre-steppici’, sottotipo 32.23) che ospitano al loro interno aspetti annuali (Helianthemetea guttati), dei Piani Bioclimatici Termo-, Meso-, Supra- e Submeso-Mediterraneo, con distribuzione prevalente nei settori costieri e subcostieri dell’Italia peninsulare e delle isole, occasionalmente rinvenibili nei territori interni in corrispondenza di condizioni edafiche e microclimatiche particolari. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Per quanto riguarda gli aspetti perenni, possono svolgere il ruolo di dominanti specie quali Lygeum spartum, Brachypodium retusum, Hyparrenia hirta, accompagnate da Bituminaria bituminosa, Avenula bromoides, Convolvulus althaeoides, Ruta angustifolia, Stipa offneri, Dactylis hispanica, Asphodelus ramosus. In presenza di calpestio legato alla presenza del bestiame si sviluppano le comunità a dominanza di Poa bulbosa, ove si rinvengono con frequenza Trisetaria aurea, Trifolium subterraneum, Astragalus sesameus, Arenaria leptoclados, Morisia monanthos. Gli aspetti annuali possono essere dominati da Brachypodium distachyum (= Trachynia distachya), Hypochaeris achyrophorus, Stipa capensis, Tuberaria guttata, Briza maxima, Trifolium scabrum, Trifolium cherleri, Saxifraga trydactylites; sono inoltre specie frequenti Ammoides pusilla, Cerastium semidecandrum, Linum strictum, Galium parisiense, Ononis ornithopodioides, Coronilla scorpioides, Euphorbia exigua, Lotus ornithopodioides, Ornithopus compressus, Trifolium striatum, T. arvense, T. glomeratum, T. lucanicum, Hippocrepis biflora, Polygala monspeliaca. Riferimento sintassonomico I diversi aspetti dell’Habitat 6220* per il territorio italiano possono essere riferiti alle seguenti classi: LygeoStipetea Rivas-Martínez 1978 per gli aspetti perenni termofili, Poetea bulbosae Rivas Goday & Rivas-Martínez in Rivas-Martínez 1978 per gli aspetti perenni subnitrofili ed Helianthemetea guttati (Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952) Rivas Goday & Rivas-Martínez 1963 em. Rivas-Martínez 1978 per gli aspetti annuali. Nella prima classe vengono incluse le alleanze: Polygonion tenoreani Brullo, De Marco & Signorello 1990, TheroBrachypodion ramosi Br.-Bl. 1925, Stipion tenacissimae Rivas-Martínez 1978 e Moricandio-Lygeion sparti Brullo, De Marco & Signorello 1990 dell’ordine Lygeo-Stipetalia Br.-Bl. et O. Bolòs 1958; Hyparrhenion hirtae Br.-Bl., P. Silva & Rozeira 1956 (incl. Aristido caerulescentis-Hyparrhenion hirtae Brullo et al. 1997 e SaturejoHyparrhenion O. Bolòs 1962) ascritta all’ordine Hyparrhenietalia hirtae Rivas-Martínez 1978. La seconda classe è rappresentata dalle tre alleanze Trifolio subterranei-Periballion Rivas Goday 1964, Poo bulbosaeAstragalion sesamei Rivas Goday & Ladero 1970, Plantaginion serrariae Galán, Morales & Vicente 2000, tutte incluse nell’ordine Poetalia bulbosae Rivas Goday & Rivas-Martínez in Rivas Goday & Ladero 1970. Infine gli aspetti annuali trovano collocazione nella terza classe che comprende le alleanze Hypochoeridion achyrophori Biondi et Guerra 2008 (ascritta all’ordine Trachynietalia distachyae Rivas-Martínez 1978), Trachynion distachyae Rivas-Martínez 1978, Helianthemion guttati Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 e TheroAirion Tüxen & Oberdorfer 1958 em. Rivas-Martínez 1978 (dell’ordine Helianthemetalia guttati Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940). Dinamiche e contatti 218 La vegetazione delle praterie xerofile mediterranee si insedia di frequente in corrispondenza di aree di erosione o comunque dove la continuità dei suoli sia interrotta, tipicamente all’interno delle radure della vegetazione perenne, sia essa quella delle garighe e nano-garighe appenniniche submediterranee delle classi Rosmarinetea officinalis e Cisto-Micromerietea; quella degli ‘Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici’ riferibili all’Habitat 5330; quella delle ‘Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavenduletalia’ riferibili all’Habitat 2260; quella delle ‘Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo’ della classe Festuco-Brometea, riferibili all’Habitat 6210; o ancora quella delle ‘Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi’ riferibile all’Habitat 6110, nonché quella delle praterie con Ampelodesmos mauritanicus riferibili all’Habitat 5330 ‘Arbusteti termo-mediterranei e pre-steppici’. Può rappresentare stadi iniziali (pionieri) di colonizzazione di neosuperfici costituite ad esempio da affioramenti rocciosi di varia natura litologica, così come aspetti di degradazione più o meno avanzata al termine di processi regressivi legati al sovrapascolamento o a ripetuti fenomeni di incendio. Quando le condizioni ambientali favoriscono i processi di sviluppo sia del suolo che della vegetazione, in assenza di perturbazioni, le comunità riferibili all’Habitat 6220* possono essere invase da specie perenni arbustive legnose che tendono a soppiantare la vegetazione erbacea, dando luogo a successioni verso cenosi perenni più evolute. Può verificarsi in questi casi il passaggio ad altre tipologie di Habitat, quali gli ‘Arbusteti submediterranei e temperati’, i ‘Matorral arborescenti mediterranei’ e le ‘Boscaglie termo-mediterranee e presteppiche’ riferibili rispettivamente agli Habitat dei gruppi 51, 52 e 53 (per le tipologie che si rinvengono in Italia). Dal punto di vista del paesaggio vegetale, queste formazioni si collocano generalmente all’interno di serie di vegetazione che presentano come tappa matura le pinete mediterranee dell'Habitat 2270 'Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster'; la foresta sempreverde dell’Habitat 9340 ‘Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia’ o il bosco misto a dominanza di caducifoglie collinari termofile, quali Quercus pubescens, Q. virgiliana, Q. dalechampi, riferibile all’Habitat 91AA ‘Boschi orientali di roverella’, meno frequentemente Q. cerris (Habitat 91M0 ‘Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere’). Distribuzione dell’habitat in Italia AB, BS, CL, CM, EM, LZ, LG, MR, ML, PG, SR, SC, TS, UM, PM Note L’Habitat 6220* nella sua formulazione originaria lascia spazio ad interpretazioni molto ampie e non sempre strettamente riconducibili a situazioni di rilevanza conservazionistica. La descrizione riportata nel Manuale EUR/27 risulta molto carente, ma allo stesso tempo ricca di indicazioni sintassonomiche che fanno riferimento a tipologie di vegetazione molto diverse le une dalle altre per ecologia, struttura, fisionomia e composizione floristica, in alcuni casi di grande pregio naturalistico ma più spesso banali e ad ampia diffusione nell’Italia mediterranea. Non si può evitare di sottolineare come molte di queste fitocenosi siano in realtà espressione di condizioni di degrado ambientale e spesso frutto di un uso del suolo intensivo e ad elevato impatto. La loro conservazione è solo in alcuni casi meritevole di specifici interventi; tali casi andrebbero valorizzati e trattati in modo appropriato. Riferimenti Bibliografici ALLEGREZZA M., 2003. Vegetazione e paesaggio vegetale della dorsale del Monte S. Vicino (Appennino centrale). Fitosociologia, 40 (1), Suppl. 1. ALLEGREZZA M., BIONDI E., FORMICA E., BALLELLI S., 1997. La vegetazione dei settori rupestri calcarei dell'Italia centrale. Fitosociologia, 32: 91-120. ARRIGONI P. V., 2003. Flora e vegetazione del colle di Monsummano in Toscana. Parlatorea VI: 5-47. ARRIGONI P.V., 1996. Documenti per la carta della vegetazione delle montagne calcaree della Sardegna centro-orientale. Parlatorea, 1:5-33. ARRIGONI P.V., DI TOMMASO P.L., 1991. La vegetazione delle montagne calcaree della Sardegna centroorientale. Boll. Soc. Sarda Sci. Nat., 28: 201-310. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1985. La vegetazione del Parco Naturale della Maremma 219 (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. BACCHETTA G, BRULLO S., GIUSSO DEL GALDO G., GUARINO R., 2005b. Indagine fitosociologica sulle praterie a Brachypodium retusum (Pers.) Beauv. della Sardegna. Parlatorea, 7: 27-38. BARBAGALLO C., BRULLO S., FURNARI F., LONGHITANO N., SIGNORELLO P., 1982. Studio fitosociologico e cartografia della vegetazione (1:25.000) del territorio di Serra S.Bruno (Calabria). CNR. Programma finalizzato, Promozione della qualità dell'ambiente. AQ/1/8. BARBAGALLO C., BRULLO S., SIGNORELLO P., 1983. Note fitosociologiche sulla vegetazione delle Isole Eolie. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 16 (321): 7-16. Catania. BARTOLO G., BRULLO S., MARCENO' C., 1982. La vegetazione costiera della Sicilia sud-orientale. Programma finalizzato CNR, Promozione della qualità dell'ambiente, AQ/1/226. BARTOLO G., BRULLO S., MINISSALE P., SPAMPINATO G. 1988. Flora e vegetazione dell'Isola di Lampedusa. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 21, 334: 119-255. BAZAN G., ILARDI V., MINISSALE P., SCIANDRELLO S., 2006. La biodiversità vegetale di Monte Gibliscemi (Mazzarino, Sicilia). Quad. Bot. Ambientale Appl., 17/2: 121-140. BIONDI E., BAGELLA S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell'arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia, 42 (2), Suppl. 1: pagine. BIONDI E., BLASI C., BRUGIAPAGLIA E., FOGU M.C., MOSSA L. 1993-94. La vegetazione nitrofila della città di Cagliari (Sardegna). Allionia, 32: 303-323. BIONDI E., BRUGIAPAGLIA E., ALLEGREZZA M., BALLELLI S., 1992 (1989). La vegetazione del litorale Marchigiano (Adriatico centro-settentrionale). Coll. Phytosoc., XIX: 429-460. BIONDI E., FILIGHEDDU R., FARRIS E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia, 38 (2), Suppl. 2. BIONDI E., GUERRA V., 2008. Vegetazione e paesaggio vegetale delle gravine dell’arco jonico. Fitosociologia, 45 (1), Suppl. 1: 57-125. BIONDI E., IZCO J., BALLELLI S., FORMICA E., 1997. La vegetazione dell'ordine Thero- Brachypodietalia Br.-Bl. 1936 nell'Appennino centrale (Italia). Fitosociologia 32: 273-278. BIONDI E., MOSSA L. 1992. Studio fitosociologico del Promontorio di Capo S. Elia e dei colli di Cagliari (Sardegna). Doc. Phytosoc., N.S., 14: 1-44. Camerino. BIONDI E., PINZI M., GUBELLINI L., 2004. Vegetazione e paesaggio vegetale del Massiccio del Monte Cucco (Appennino centrale - Dorsale Umbro-Marchigiana). Fitosociologia, 41 (2), Suppl. 1: pagine. BIONDI E., VAGGE I., 2004. The landscape of the Republic of San Marino. Fitosociologia, 41 (1), Suppl. 1. BIONDI E., VAGGE I., FOGU M.C., MOSSA L. 1996. La vegetazione del letto ciottoloso dei fiumi della Sardegna meridionale (Italia). Coll. Phytosoc., XXIV: 813-825. BLASI C., ACOSTA A., FILESI L., DI MARZIO P., 1999. Post-fire patterns in Mediterranean maquis: a combined phytosociological and structural approch. Plant Biosystems, 133 (2): 129-136. BLASI C., FILESI L., STANISCI A., FRONDONI R., DI PIETRO R., CARRANZA M.L., 2002. Excursion to the Circeo National Park. Fitosociologia, 39 (1), Suppl. 3: 91-130. BRULLO C., BRULLO S., GIUSSO DEL GALDO G., TOMASELLI V., 2006. Contributo alla conoscenza delle praterie a Brachypodium retusum del Mediterraneo centro-orientale. Quad. Bot. Amb. Appl., 17/2: 49-64. BRULLO S., 1975. Aspetti di vegetazione tero-xerofitica del territorio ibleo (Sicilia meridionale-orientale). Boll. Acc. Gioenia, serie IV, XII (7/8): 5-16. BRULLO S., 1985. Sur la syntaxonomie des pelouses thérophytiques des territoires steppiques de l’Europe sud-occidentale. Doc. Phytosoc., n.s. 9: 1-24. BRULLO S., DE MARCO G., SIGNORELLO P., 1990. Studio fitosociologico delle praterie a Lygeum spartum dell'Italia meridionale. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 23 (336): 561-579. BRULLO S., DI MARTINO A., 1974. Vegetazione dell'isola Grande dello Stagnone (Marsala). Boll. Studi Informaz. Giard. Col., Palermo, 26: 15-71. BRULLO S., DI MARTINO A., MARCENO' C., 1977. La vegetazione di Pantelleria (studio fitosociologico). Pubbl. Ist. Bot., Catania: 1-110. BRULLO S., FURNARI F., 1990. Considerazioni sulla flora e vegetazione delle Isole Eolie. Parchi naturali e aree protette. CNR: Clima ambiente e territorio nel Mezzogiorno: 379-392. 220 BRULLO S., FURNARI F., SCELSI F. 1993. Considerazioni fitosociologiche sulla vegetazione di Cava d'Ispica (Sicilia meridionale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 26 (341): 49-83. BRULLO S., GIARDINA G., MINISSALE P., SPAMPINATO G., 1987. Osservazioni fitosociologiche e ruolo dinamico delle cenosi a Helianthemum sessiliflorum della Sicilia meridionale. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. , 20 (330): 133-140. Catania. BRULLO S., GRILLO M., TERRASI M.C., 1976. Ricerche fitosociologiche sui pascoli di Monte Lauro (Sicilia meridionale). Boll. Gioenia Catania, Serie 4, XII (9-10): 84-104. BRULLO S., GUARINO R., RONSISVALLE G., 1998. La vegetazione del litorale di Manfria, presso Gela (Sicilia), area soggetta a vincolo archeologico. Arch. Geobot., 4: 91-107. BRULLO S., MINISSALE P., SCELSI F., SPAMPINATO G., 1993. Note fitosociologiche miscellanee sul territorio ibleo (Sicilia sud- orientale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 26 (341): 19-48. BRULLO S., SCELSI F., 1996. Contributo alla conoscenza della vegetazione terofitica del territorio ibleo. Flora e vegetazione degli Iblei: 151-168. BRULLO S., SCELSI F., SIRACUSA G., 1994. Contributo alla conoscenza della vegetazione terofitica della Sicilia occidentale.. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 27 (346): 341-365 BRULLO S., SCELSI F., SIRACUSA G., TOMASELLI V. 1996. Note fitosociologiche sulla vegetazione di monte Lauro (Sicilia sud-orientale). In: “Flora e vegetazione degli Iblei”: 169-184. BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G., 1997. Aristido caerulescentis-Hyparrhenion hirtae, alleanza nuova della classe Lygeo-Stipetea a distribuzione sud mediterraneo-macaronesica. Fitosociologia, 32: 189-206. BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G., 2001. La vegetazione dell'Aspromonte - Studio fitosociologico. Laruffa Editore. Reggio Calabria. BRULLO S., SIRACUSA G. 1996. Studio fitosociologico dell'isola di Linosa. Doc. Phytosoc., XVI: 124-174. CANEVA G., DE MARCO G., MOSSA L., 1981. Analisi fitosociologica e cartografia della vegetazione (1:25.000) dell'Isola di S. Antioco (Sardegna sud-occidentale). Programma finalizzato CNR, Promozione della qualità dell'ambiente, AQ/1/124. CIRINO E., FERRAUTO G., LONGHITANO N. 1998. Contributo alla conoscenza della vegetazione dell'area “Cava Risicone- Bosco Pisano” (Monti Iblei -Sicilia). Fitosociologia, 35 : 33-50. CORBETTA F., PIRONE G., FRATTAROLI A. R., CIASCHETTI G., 2004. Lineamenti vegetazionali del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Braun-Blanquetia, 36. CORBETTA F., UBALDI D., ZANOTTI A. L., 1992. La vegetazione a Lygeum spartum nei calanchi della Valle del Basento (Basilicata). Arch. Bot. Ital., 67 (3/4): 141-155. CORRIAS B., DIANA CORRIAS S., VALSECCHI F., 1982. Carta della vegetazione della Nurra di Alghero (Sardegna nord- occidentale). Programma finalizzato CNR, Promozione della qualità dell'ambiente". D’AMICO, CALDARELLA O., 2007. Habitat e specie d’interesse prioritario nel SIC ITA020042 – Rocche di Entella (Sicilia centro-occidentale). Atti del 43° Congresso Società Italiana di Scienza della Vegetazione. Riassunti: 92. Ancona 25-27 Giugno 2007. DI PIETRO R., BLASI C., 2002. A phytosociological analysis of abandoned olive groves grasslands of Ausoni mountains (Tyrrhenian district of Central Italy). Lazaroa, 23: 79-93. FARRIS E., SECCHI Z., FILIGHEDDU R., 2007. Caratterizzazione fitosociologica dell’habitat prioritario 6220* “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”: caso di studio della Sardegna settentrionale. Fitosociologia, 44 (2), Suppl. 1: 271-278. FERRO G., 1984. Osservazioni fitosociologiche sull'Isola di Salina (Arcipelago Eoliano). Atti dei Convegni Lincei, 62: 107-118. FERRO G., FURNARI F., 1970. Flora e vegetazione di Vulcano (Isole Eolie). Pubblicazioni dell'Istituto di Botanica dell'Università di Catania. FERRO G., LADERO-ALVAREZ M., 1999. Osservazioni fitosociologiche sulle praterie a Brachypodium retusum delle isole Eolie (Sicilia). Quad. Bot. Amb. Appl., 7:99-105. FILESI L., BLASI C., DI MARZIO P., 1994. L’Orno-Querceto ilicis sigmetum nella dinamica post-incendio del promontorio del Circeo (Italia centrale). Studi sul territorio, Ann. Bot. (Roma), LII, Suppl. 11: 501-518. FILESI L., BLASI C., SPADA F., 1998. La vegetazione del promontorio del Circeo. Flora e vegetazione del parco Nazionale del Circeo: 113-126. 221 FILIPELLO S., SARTORI F., 1983. La vegetazione dell'Isola di Montecristo (Arcipelago Toscano). Atti Ist. Bot. Lab. Crittog. Univ. Pavia, Ser. 6 (14) (1980-81): 113-202. FOGGI B., CARTEI L., PIGNOTTI L., SIGNORINI M.A., VICIANI D., DELL'OLMO L., MENICAGLI E., 2006. Il paesaggio vegetale dell'Isola d'Elba (Arcipelago Toscano). Studio di fitosociologia e cartografico. Fitosociologia, 43 (1), Suppl.1: 3-95. FOGGI B., GRIGIONI A., 1999. Contributo alla conoscenza della vegetazione dell' isola di Capraia (Arcipelago toscano). Parlatorea, 3: 5-33. GIANGUZZI L., 1999. Il paesaggio vegetale dell'Isola di Pantelleria. Azienda Foreste Demaniali. GIANGUZZI L., D’AMICO, CALDARELLA O., 2007. La flora vascolare dei Monti di Palermo. Collana Sicilia Foreste, 36, pp. 362. Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, Palermo. GIANGUZZI L., LA MANTIA A., 2008. Contributo alla conoscenza della vegetazione e del paesaggio vegetale della Riserva Naturale “Monte Cofano” (Sicilia occidentale) (con allegata Carta sinfitosociologica della vegetazione, scala 1:20.000). Fitosociologia. 45 (1), Suppl. 1: 1-55. GIUSSO DEL GALDO G., MARCENÒ C., MUSARELLA C.M., SCIANDRELLO S., 2008. La vegetazione costiera della R.N.O. “Torre Salsa” (Siculiana - AG). Inform. Bot. Ital., 40 (1) 73-89. GUARINO R., MOSSA L., 2003. Plant-ant interaction in xerophilous ephemeral vegetation of S.E. Sardinia. Ber. d. Reinh. Tuxen-Ges., 15: 105-113. LADERO M., BIONDI E., MOSSA L., AMOR A., 1992. Los pastizales mediterraneos presididos por Trifolium subterraneum L. en la Isla de Cerdena (Italia). Doc. Phytosoc., N.S., 14: 45-63. Camerino. LONGHITANO N., RONSISVALLE G., CIRINO E. 1993. Interventi per la tutela e la protezione del territorio nella provincia regionale di Catania. Coll. Phytosoc., XXI: 411-441. LUCCHESE F., PIGNATTI S., 1987. Moenchio-Tuberarietum guttatae una nuova associazione delle sabbie silicee in Lazio. Studi sul territorio, Ann. Bot., Roma, 45, Suppl. 5: 29-36. MAIORCA G., SPAMPINATO G. 1999. La vegetazione della Riserva Naturale Orientata “Valle del Fiume Argentino” (Calabria nord-occidentale). Fitosociologia, 36 (2): 15-60. MARIOTTI M.G., s.d. (2008). Atlante degli habitat. Natura 2000 in Liguria. 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. MAZZOLENI S., RICCIARDI M., APRILE G.G., 1989. Aspetti pionieri della vegetazione del Vesuvio. Studi sul territorio, Ann. Bot., Roma, 47, Suppl. 6: 97-110. MENICHETTI A., PETRELLA P., 1986. Ricerche fitosociologiche sui pascoli dei Colli Albani. Studi sul territorio, Ann. Bot., Roma, 44, Suppl. 4: 77-86. MINISSALE P., MUSUMARRA G., SCIANDRELLO S., 2006. La vegetazione di Poggio Racineci (Caltagirone – Sicilia centro-meridionale), un biotopo da proporre come Sito di Interesse Comunitario. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 39 (366): 21-41. MINISSALE P., SCELSI F., SPAMPINATO G. 1996. Considerazione sulla flora e vegetazione della Riserva Naturale della Valle dell'Anapo. In: “Flora e vegetazione degli Iblei”: 185-206. MOSSA L., ABBATE G., SCOPPOLA A. 1991. Memoria illustrativa della carta della vegetazione della Provincia di Cagliari. Studi sul Territorio. Ann. Bot., Roma, 49, Suppl. 8: 1-57. PASTA S., LO CASCIO P., 2002. Contributi alla conoscenza botanica delle isole minori circumsiciliane. II. Note tassonomiche e geobotaniche sulla flora delle Isole Eolie. Naturalista sicil., S. 4, 26 (3-4): 131-145. PIGNATTI S., 1978. Evolutionary trends in mediterranean flora and vegetation. Vegetatio, 37, 3: 175-185. PIRONE G., CORBETTA F., CIASCHETTI G., FRATTAROLI A. R., BURRI E. 2001. Contributo alla conoscenza delle serie di vegetazione nel piano collinare della Valle del Tirino (Abruzzo, Italia Centrale). Fitosociologia, 38 (2): 3-23. PIRONE G., FERRETTI C., 1999. Flora e vegetazione spontanee della città di Pescara (Abruzzo, Italia). Fitosociologia, 36 (1): 111-155. PIRONE G., FRATTAROLI A.R., CORBETTA F., 1997. Vegetazione, cartografia vegetazionale e lineamenti floristici della Riserva Naturale Sorgenti del Pescara (Abruzzo-Italia). Università dell'Aquila, Dip. Scienze Ambientali. Comune di Popoli, Roma: 79 pp. POLI MARCHESE E., GRILLO M., LO GIUDICE R., 1996. Aspetti del dinamismo della vegetazione sulla colata lavica del 1651 del versante orientale dell'Etna. Coll. Phytosoc., XXIV: 241-264. 222 RAIMONDO F.M., BAZAN G., GIANGUZZI L., ILARDI V., SCHICCHI R., SURANO N., 2000. Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo (Tav. 1: Balestrate-Partinico; Tav. 2: Palermo-Ustica; Tav. 3: Camporeale-Corleone; Tav. 4: Marineo-Caccamo; Tav. 5: Termini ImereseCaltavuturo; Tav. 6: Cefalù-Petralia Sottana; Tav. 7: Contessa Entellina-Bisacquino; Tav. 8: Palazzo AdrianoLercara Friddi; Tav. 9: Alia-Valledolmo; Tav. 1: Alimena-Gangi). Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998). II: Allegati cartografici (Tav.1-10). RIVAS-MARTÍNEZ S. 1977. Sur la syntaxonomie des pelouses therophytiques de l'Europe occidentale. Coll. Phytosoc., VI: 55-69. RIVAS-MARTÍNEZ S., FERNÁNDEZ-GONZÁLEZ F., LOIDI J., LOUSA M., PENAS A., 2001. Syntaxonomical checklist of vascular plant communities of Spain and Portugal to association level. Itin. Geobot., 14: 5-341. ROMANO S., TOBIA G., GIANGUZZI L., 2006. Rassegna della flora vascolare dell’Isola di Levanzo (Arcipelago delle Egadi, Canale di Sicilia). Inform. Bot. Ital., 38 (2): 481-502. ROMERO BUJAN M.I., AMIGO VAZQUEZ J., 1994. Los pastos de Poa bulbosa L. en Terra de Lemos (Lugo): revision de la clase Poetea bulbosae Rivas Goday & Rivas-Martinez in Rivas-Martínez 1978, en el noroccidente iberico. Lazaroa, 14: 111-123. SAN MIGUEL A., 2008. Management of Natura 2000 habitats. *Pseudo-steppe with grasses and annuals (Thero-Brachypodietea) 6220. Technical Report 2008 13/24. European Commission. SARTORI F., FILIPELLO S., 1979. La vegetazione dell'Isola di Montecristo (Arcipelago toscano). Studio fitosociologico. Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 113 (5-6): 461-462. SCOPPOLA A., 1998. La vegetazione della Riserva Naturale Monte Rufeno (VT). Regione Lazio, Assessorato U.T.V. Risorse ambientali. SCOPPOLA A., 2000. Vegetazione terofitica dei travertini del bacino termale di Viterbo (Lazio, Italia centrale). Inf. Bot. It. 31 (1-3) (1999): 25-38. SCOPPOLA A., ANGIOLINI C., 2001. Therophytic vegetation on carbonate soils of central Tyrrhenian Italy: synecology and syntaxonomy. Fitosociologia, 38 (1): 77-89. STANISCI A., CONTI F., 1990. Aspetti vegetazionali di un settore costiero molisano-abruzzese. Studi sul territorio, Ann. Bot., Roma, 48, Suppl. 7: 85-94. TAFFETANI F., BIONDI E., 1989 (1992). La vegetazione del litorale molisano e pugliese tra le foci dei fiumi Biferno e Fortore (Adriatico centro-meridionale). Coll. Phytosoc., XVIII: 323-350. TAFFETANI F., ZITTI S., GIANNANGELI A., 2004. Vegetazione e paesaggio vegetale della dorsale di Cingoli (Appennino Centrale, Dorsale Marchigiana). Fitosociologia, 41 (2), Suppl. 1: pagine. TOMASELLI V., 1999. Studio fitosociologico del territorio di Militello in Val di Catania (Sicilia orientale). Doc. Phytosoc., N.S., XIX: 467-493. VALSECCHI F., 1976. Sui principali aspetti della vegetazione costiera della Nurra Nord-occidentale (Sardegna settentrionale). Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 110 (1-2): 21-63. VALSECCHI F., 1983. Compendio delle ricerche fitosociologiche in Sardegna. Boll. Soc. Sarda Sci. Nat., 22: 231-245. VENANZONI R., PEDROTTI F., MANZI A., 1993. A relict of vegetational landscape related to seasonal migratore grazing in the south of Italy: the ‘Bosco dell’Incoronata’ (Foggia) southern Italy. Landscape and Urban Planning, 24: 55-62. VERI L., LA VALVA V., CAPUTO G., 1980. Carta della vegetazione delle isole Ponziane (Golfo di Gaeta). Programma finalizzato CNR, Promozione della qualità dell'ambiente, AQ/1/41. VICIANI D., SFORZI S., SELVI F., 2004. L'alta valle del Torrente Lente (Toscana meridionale): contributo alla conoscenza floristica e vegetazionale. Webbia, 59 (2): 309-347. Riferimenti Bibliografici online http://www.globalbioclimatics.org/book/checklist/checklist_c_01.htm http://www.globalbioclimatics.org/book/addenda/addenda2_00.htm Nomi dei compilatori con e.mail Daniela Gigante - [email protected] 223 62: Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli 62A0: Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneratalia villosae) Eastern sub-mediterranean dry grasslands (Scorzoneretalia villosae) Facies mesofila a Cirsium pannonicum (Colli Asolani - TV), Cesare Lasen Vegro nei Colli Euganei (PD) con Melica ciliata, Cesare Lasen Codice CORINE Biotopes 34.75 - Eastern sub-Mediterranean dry grasslands 224 Codice EUNIS E1.55 (Praterie aride sub-mediterranee orientali) Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Xeric grasslands of the sub-Mediterranean zones of Trieste, Istria and the Balkan peninsula, where they coexist with steppic grasslands of the Festucetalia valesiacae (6210), developing in areas of lesser continentality than the latter and incorporating a greater Mediterranean element. Includes the following communities; - Carici humilis-Centaureetum rupestris, Genisto holopetalae-Caricetum mucronatae, Chrysopogono-Centaureetum cristatae, Danthonio- Scorzoneretum villosae & Cleistogeno – Festucetum rupicolae. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Praterie xeriche submediterranee ad impronta balcanica dell'ordine Scorzoneretalia villosae (= ScorzoneroChrysopogonetalia). L'habitat si rinviene nell'Italia nord-orientale (dal Friuli orientale, lungo il bordo meridionale delle Alpi e loro avanterra, fino alla Lombardia orientale) e sud-orientale (Molise, Puglia e Basilicata). Combinazione fisionomica di riferimento Achillea nobilis, A. virescens, Aira elegantissima, Alyssum diffusum, Arctostaphylos uva-ursi, Asperula purpurea, Brassica glabrescens, Bromus erectus, B. condensatus, Bupleurum ranunculoides, Carex humilis, Centaurea cristata, Centaurea dichroantha, Centaurea rupestris, Centaurea triumfetti adscendens, Chrysopogon gryllus, Crepis chondrilloides, Cytisus pseudoprocumbens, Dianthus garganicus, D. tergestinus, Euphorbia fragifera, Euphorbia kerneri, Euphorbia triflora, Euphrasia illyrica, Euphrasia marchesettii#, Ferulago galbanifera, Festuca rupicola, Genista holopetala#, G. januensis, G. sericea, G. sylvestris, Gentiana tergestina, Gentiana lutea#, Gentiana clusii, Globularia punctata, Himantoglossum adriaticum#, Hypochoeris maculata, Hippocrepis glauca, Iris cengialti, I. pseudopumila, Jurinea mollis, Leucanthemum liburnicum, L. platylepis, Linum trigynum, L. tommasinii, Lomelosia graminifolia, Matthiola valesiaca, Melica transsylvanica, Molinia arundinacea, Muscari tenuiflorum, Onobrychys arenaria, Onosma dalmatica, Ophrys sphegodes, Plantago argentea, P. holosteum, Polygala nicaeensis carniolica, Potentilla pusilla, P. tommasiniana, Pulsatilla montana, Rhinanthus pampaninii, Satureja subspicata liburnica, S. montana subsp. variegata, Scorzonera villosa (incl. ssp. columnae), Senecio scopolii, Seseli gouanii, S. tommasinii, Sesleria juncifolia, Sideritis italica, Stipa austroitalica#, S. eriocaulis, S. oligotricha, Trifolium ochroleucon, Trinia glauca, Thapsia garganica, Acinos suaveolens, Salvia argentea, Cytisus spinescens, Euphorbia barrelieri, Teucrium capitatum, Eryngium amethystinum, Euphorbia spinosa, Koeleria lobata (Koeleria splendens), Thymus spinulosus, Stipa veneta, Silene x pseudotites. Riferimento sintassonomico Nell'habitat rientrano tutte le comunità ascrivibili all'ordine Scorzoneretalia villosae Horvatic 1973 (= Scorzonero-Chrysopogonetalia Horvatic et Horvat (1956) 1958) che sono ben più di quelle delle comunità indicate nelle associazioni elencate nel manuale europeo, sia per le aree sud-orientali, che per quelle nordorientali, diffuse oltre che nella zona triestina anche lungo il bordo meridionale delle Alpi e loro avanterra, fino al Lago di Garda, estendensosi, quindi, dal Friuli Venezia Giulia al Veneto e al Trentino meridionale. A titolo esemplificativo, nel citato manuale del Friuli Venezia Giulia, sono attribuite a questo codice le comunità afferenti alle alleanze Scorzonerion villosae Horvatic 1963 e Saturejion subspicatae (Horvat 1962) Horvatic 1973. Della prima fanno parte le seguenti suballeanze: Centaurenion dichroanthae (Pignatti 1953) Poldini & Feoli Chiapella in Feoli Chiapella & Poldini 1993, Hypochoeridenion maculatae (Horvatic 1973) Poldini & Feoli 225 Chiapella in Feoli Chiapella & Poldini 1993. Della seconda alleanza fanno parte le suballeanze: Saturejienion subspicatae e Centaurenion dichroanthae (Pignatti 1953) Poldini & Feoli Chiapella in Feoli Chiapella & Poldini 1993. Nell'Italia sud-orientale quest'ordine di vegetazione è rappresentato dall'alleanza Hippocrepido glaucae-Stipion austroitalicae Forte & Terzi 2005. Dinamiche e contatti Nell'area nord-orientale, le situazioni primitive e gli orli rupestri possono essere considerati stabili o lungamente durevoli. Tutte le situazioni dei suoli evoluti sono di carattere secondario e possono essere mantenute solo assicurando sfalci o pascolo non intensivo. In assenza di utilizzazioni l’incespugliamento (Cotinus coggygria, Corylus avellana, Juniperus communis, Prunus spinosa, Rubus sp., ecc.) è assai rapido soprattutto da parte dei cotineti. Le praterie più termofile e a più accentuato carattere submediterraneo portano alla formazione di estesi scotaneti; su suoli più maturi si arriva a estese formazioni di ginepri (5130 “Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli”); qualora aumenti ulteriormente il livello trofico dei suoli si possono formare i corileti preceduti da premantelli a Prunus spinosa. I contatti catenali dipendono dai processi di incarsimento di diversa intensità e da particolari morfotipi carsici quali doline, campi solcati, carreggiati carsici, ecc. per cui i contatti possono essere con cenosi dell’Alysso-Sedion albi (6110), con ghiaioni illirico-mediterranei (Silenion marginatae = Peltarion alliaceae) e con pareti verticalizzate con microserie afferenti al Centaureo-Campanulion (comunità caratteristiche delle pietraie carsiche nordadriatiche per le quali sarebbe opportuno proporre un codice nuovo). In ambiente più mediterraneo anche con le garighe a Salvia officinalis e con pratelli aridi pionieri. Sul litorale sabbioso nord-adriatico un’associazione endemica a Stipa veneta e Chrysopogon gryllus di Saturejion subspicatae (Teucrio capitati-Chrysopogonetum grylli Sburlino, Buffa, Filesi et Gamper 2008) è in contatto seriale con la lecceta extrazonale. Sulle alluvioni torrentizie con Salicion eleagni, con magredi più evoluti, pinete a pino nero, ghiaioni dell’Achnatheretum calamagrostidis. Per effetto di concimazioni, i termini più evoluti, possono evolvere verso gli arrenatereti. I tipi prealpini più interni possono trovarsi a contatto di faggete termofile. Per l'Italia sudorientale l'habitat entra in contatto dinamico, costituendo la cenosi di sostituzione, con leccete mesofile dell'associazione Ciclamino hederifolii-Quercetum ilicis (habitat 9340 "Foreste di Quercus ilex e Q. rotundifolia"), con querceti caducifogli a Quercus virgiliana e/o Quercus dalechampii delle associazioni Cyclamino hederifolii-Quercetum virgilianae e Stipo bromoidis-Quercetum dalechampii (habitat 91AA* "Boschi orientali di quercia bianca"), con formazioni a Quercus trojana delle associazioni Teucrio siculi-Quercetum trojanae ed Euphorbio apii-Quercetum trojanae (habitat 9250 "Querceti a Quercus trojana) e con gli altri aspetti degradativi delle relative le serie di vegetazione. Tra questi le formazioni terofitiche della classe Tuberarietea guttatae dell'alleanza appenninica Hypochoerion achyrophori nella suball. Ononidenion ornithopoides riferibili all'habitat 6220 "Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei TheroBrachypodietea". Specie alloctone Per i tipi che si sviluppano in ambienti di greto, Buddleja davidii, Reynoutria sp., Amorpha fruticosa e molte specie erbacee (soprattutto composite quali Aster, Solidago, ecc.). Senecio inaequidens e Centaurea stoebe sono spesso invasive in stazioni con pietrosità affiorante o con ghiaia, mentre Erigeron annuus è frequente in stazioni con suoli più evoluti. Per ambienti termofili e localizzati in prossimità dei fiumi il rischio di invasione da parte di entità esotiche resta molto elevato. Distribuzione dell’habitat in Italia FR, VN, TR, LM, PG, BS, ML. Note Prima che venisse approvato questo codice, utile per identificare stazioni illirico-submediterranee dell’Italia nordorientale e adriatica, le cenosi venivano riferite a 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies 226 coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)”. Si rileva che, di norma, le comunità afferenti a questo habitat sono ben più ricche di orchidee, specie rare ed endemismi (rispetto alle praterie centroeuropee del codice 6210) e meriterebbero, pertanto, di essere considerate prioritarie. L'indicazione, in EUR27, di Euphrasia marchesettii quale specie guida dell'habitat va considerata un probabile refuso, trattandosi di specie carattersitica di ambienti umidi e torbosi, non aridi e steppici. Nel Manuale d’interpretazione EUR/27 questo habitat non è riportato come prioritario. Nell’Italia meridionaleorientale le comunità ad esso riferibili rientrano in un’alleanza endemica (Hippocrepido glaucae-Stipion austroitalicae) floristicamente ed ecologicamente ben differenziata che raggruppa praterie xeriche della classe Festuco-Brometea con accentuati caratteri di mediterraneità che, pur presentando affinità con quelle transadriatiche o nordadriatiche, da queste differiscono sia per un proprio contingente endemico e sia per la presenza di specie che qui paiono trovare il loro optimum sinecologico. Per questa peculiarità, ma anche perché in ampie aree soprattutto dell’Alta Murgia queste praterie rischiano di scomparire o comunque di essere fortemente ridotte (si veda la nota problematica dello “spietramento” della Murgia), si ritiene che sarebbe opportuno per l’Italia meridionale-orientale di proporre questo habitat come prioritario, ossia di individuare un sottotipo di questo habitat a valore prioritario. Riferimenti Bibliografici BIONDI E., GUERRA V., 2008. Vegetazione e paesaggio vegetale delle gravine dell'arco jonico. Fitosociologia 45 (1) Suppl. 1: 57-125. FANELLI G., LUCCHESE F., PAURA B., 2001. Le praterie a Stipa austroitalica di due settori adriatici meridionali (basso Molise e Gargano). Fitosociologia 38 (2): 25-36. FERLAN L., GIACOMINI V., 1955. Appunti fitosociologici su esempi di "pascolo carsico": Chrysopogoneto Centaureetum cristatae. Atti 1 convegno Friulano di Scienze Naturali. Udine, 4 - 5 settembre 1955: 159 - 183. Tip. Del Bianco. Udine. FORTE L., PERRINO E.V., TERZI M., 2005. Le praterie a Stipa austroitalica Martinovsky ssp. austroitalica dell'Alta Murgia (Puglia) e della Murgia Materana (Basilicata). Fitosociologia 42 (2):83-103. FRISINGHELLI M., PROSSER F., SARZO A., 1996. The vegetation of Bromus condensatus Hackel- dry grasslands in Vallagarina and Alto Garda (Trentino, Italy). Atti 24° Simposio Soc. Estalpino-dinarica di Fitosociologia. Rovereto 2-6 luglio 1995. Ann. Mus. Civ. Rovereto, suppl. II vol. 11 (1995): 95-120. LASEN C., 1989. La vegetazione dei prati aridi collinari - submontani del Veneto. Atti del Simposio della Società estalpino - dinarica di Fitosociologia, Feltre 29 giugno - 3 luglio 1988: 17 - 38. Dip. Foreste Regione Veneto. LASEN C., 1995. Note sintassonomiche e corologiche sui prati aridi del massiccio del Grappa. Fitosociologia, 30: 181-199. LASEN C., MARTINI F., VIDALI M., 1991. Osservazioni sincorologiche sulla vegetazione dei prati aridi collinari-submontani del Veneto, con particolare riferimento al comportamento del corotipo illirico. In "Illyrische Einstrahlungen im ostalpin-dinarischen Raum". Symposium in Keszthely 25-29 Juni 1990: 43-50. MEYER M., 1977. Vergleich verschiedener Chrysopogon gryllus- reicher Trockenwiesen des insubrischen klimabereiches und angrenzender Gebiete. Vegetatio, 35 (2): 107-114. POLDINI L., 1975. Un esempio di vegetazione parasteppica (Lactuco - Ischaemetum ass. nova) del Carso nordadriatico. Notiz. Fitosoc., 10: 87 - 110. POLDINI L., 1980. Übersicht über die Vegetation des Karstes von Triest und Görz (NO - Italien). Studia Geobotanica, 1(1): 79 - 130. Trieste. POLDINI L., 1995. La classe Festuco-Brometea nell’Italia nordorientale. Fitosociologia, 30: 47-50. Riferimenti Bibliografici online Nomi dei compilatori con e.mail Cesare Lasen ([email protected]), ([email protected]) Livio Poldini ([email protected]), Edoardo Biondi 227 64: Praterie Umide Seminaturali con Piante Erbacee Alte 228 64: Praterie umide seminaturali con piante erbacee alte 6420: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion Mediterranean tall humid herb grasslands of the Molinio-Holoschoenion Codice CORINE Biotopes 37.4 (Mediterranean tall humid grasslands) Codice EUNIS E3.1 (Prati igrofili mediterranei) Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea, Continentale, Alpina Descrizione generale dell’habitat Mediterranean humid grasslands of tall grasses and rushes, widespread in the entire Mediterranean basin, extending along the coasts of the Black Sea, in particular in dunal systems. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Giuncheti mediterranei e altre formazioni erbacee igrofile, di taglia elevata, del Molinio-Holoschoenion, prevalentemente ubicate presso le coste in sistemi dunali, su suoli sabbioso-argillosi, ma talvolta presenti anche in ambienti umidi interni capaci di tollerare fasi temporanee di aridità. Combinazione fisionomica di riferimento Scirpus holoschoenus (Holoschoenus vulgaris), Holoschoenus romanus, Agrostis stolonifera, Galium debile, Molinia caerulea, M. arundinacea, Briza minor, Melica cupanii, Cyperus longus ssp. longus, C. longus ssp. badius, Erianthus ravennae,Trifolium resupinatum, Schoenus nigricans, Carex mairii, Juncus maritimus, J. acutus, J. litoralis, Asteriscus aquaticus, Hypericum tomentosum, H. tetrapterum, Inula viscosa, Oenanthe pimpinelloides, O. lachenalii, Eupatorium cannabinum, Prunella vulgaris, Pulicaria dysenterica, Tetragonolobus maritimus, Orchis laxiflora, O. palustris, Succisa pratensis, Silaum silaus, Sanguisorba officinalis, Serratula tinctoria, Genista tinctoria, Cirsium monspessulanum, Senecio doria, Dorycnium rectum, Erica terminalis, Imperata cylindrica, Festuca arundinacea, 229 Calamagrostis epigejos, Epipactis palustris, Sonchus maritimus, Ipomoea sagittata, Allium suaveolens. Riferimento sintassonomico L'habitat viene riferito all’alleanza Molinio-Holoschoenion vulgaris Br.-Bl. ex Tchou 1948 dell'ordine Holoschoenetalia vulgaris Br.-Bl. ex Tchou 1948 della classe Molinio-Arrhenatheretea Tx. 1937. Dinamiche e contatti Rapporti seriali: il pascolamento, in particolare di bovini ed equini, favorisce la persistenza di queste formazioni a giunchi nel tempo. In assenza di attività agro-pastorali si verifica l'invasione da parte di specie igrofile arbustive (salici ecc.) che conduce allo sviluppo di boscaglie e boschi a dominanza di frassino meridionale degli habitat 91B0 "Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia", 91F0 "Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)". Sulle coste nordadriatiche, le condizioni subalofile in cui si sviluppano queste comunità, le rendono relativamente stabili. I contatti catenali sono vari e si possono considerare, fra gli altri, diversi aspetti di vegetazione elofitica e palustre quali canneti e cariceti; frequente è il mosaico con pozze effimere degli habitat 3120, "Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale su terreni generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes spp.", 3170* "Stagni temporanei mediterranei" e 3130, "Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea" e con giuncheti alofili dell'habitat 1410 "Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)". A contatto con queste comunità, nelle aree più asciutte, possono svilupparsi praterie subnitrofile a dominanza di Agrostis stolonifera riferibili all'ordine Plantaginetalia majoris Tx. et Preis. in Tx. 1950. In Toscana, ad esempio, questo habitat include junceti retrodunali in rapporti catenali con Caricetum elatae Koch, Cladietum marisci (Allorge) Zobrist, Phragmitetum communis e Alno-Fraxinetum oxycarpae. Nelle zone umide retrodunali del settore jonico il contatto catenale è con le cenosi del Plantaginion crassifoliae (Juncetalia maritimae). Sulle coste nordadriatiche, inoltre, si rilevano contatti con gli elementi della lecceta extrazonale e con comunità di Ruppietea e di Juncetalia maritimi. Distribuzione dell’habitat in Italia SC, TS, PG, VN, EM, UM, LG, CL, AB, MR, LZ, BS, FR, SR, CM, ML. Note Confusione con: l'habitat è stato confuso con il 2190 "Depressioni umide interdunali" che si rinviene solo nei sistemi dunali atlantici e quindi non è presente in Italia. Ne consegue che le citate segnalazioni dell'habitat 2190 vanno in parte riferite al 6420. Le specie in comune con l'habitat 6410 “Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae)” sono da considerare come penetrazioni in questo habitat di tipo mediterraneo. 230 Di particolare interesse fitogeografico sono le praterie termo-igrofile e sublitoranee a Imperata cylindrica segnalate in Lazio e derivanti da abbandono agricolo a seguito della distruzione dei boschi di farnia. Riferimenti Bibliografici ACOSTA A., BLASI C., ESPOSITO S., STANISCI A. 2000. Analisi della vegetazione delle dune costiere del Lazio centro-meridionale. Inform. Bot. Ital. 32(1): 5-10. ARRIGONI P.V., 1990 - Flora e vegetazione della Macchia lucchese di Viareggio (Toscana). Webbia, 44(1): 162. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1985 - La vegetazione del Parco Naturale della Maremma (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. ARRIGONI P.V., PAPINI P., 2003 - La vegetazione del sistema fluviale Lima - Serchio (Toscana meridionle). Parlatorea, 6: 95-129. BARBAGALLO C., BRULLO S., FURNARI F. 1979. Su alcuni aspetti di vegetazione igrofila di Serra del Re (Monti Nebrodi). Pubbl. Ist. Bot. Univ. Catania BARBERIS G., MARIOTTI M. 1981. Ricerche geobotaniche sulle zone umide del Gruppo di Voltri (Appennino ligure-piemontese). Arch. Bot. Biogeogr. Ital. 57(1-2): 50-91. BIANCO P.M., FANELLI G., DE LILLIS M., 2002 – Flora e vegetazione di Castel Fusano (Roma). Quad. Bot. Amb. Appl., 13: 125-181. BIONDI E., BAGELLA S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell'Arcipelago di La MAddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia 42 (2) Suppl. 1: 3-99. BIONDI E., CASAVECCHIA S., GUERRA V., 2006. Analysis of vegetation diversity in relation to the geomorphological characteristics in the Salento coasts (Apulia - Itali). Fitosociologia, 43 (1): 25-38. BUFFA G., FILESI L., GAMPER U., SBURLINO G., 2007. Qualità e grado di conservazione del paesaggiodel litorale sabbioso del Veneto. Fitosociologia, 44 (1): 49-58. CORBETTA F., GRATANI L., MORICONI M., PIRONE G., 1989. Lineamenti vegetazionali e caratterizzazione ecologica delle spiagge dell’Arco Ionico da Taranto a alla foce del Sinni. Coll. Phytosoc. XIX: 461-521. DEL FAVERO R., LASEN C. 1993. La vegetazione forestale del Veneto. II edizione. Libreria Progetto Editore. FILIBECK G. E LATTANZI E., 2008 - Il Poligono Militare di Nettuno (prov. Roma), testimonianza di un paesaggio scomparso: contributo alla conoscenza floristica e proposte per la tutela. Inform. Bot. Ital., 40 (1): 33-58. GEHU J.M., COSTA M., SCOPPOLA A., BIONDI E., MARCHIORI S., PERIS J.B., FRANCK J., CANIGLIA G., VERI L., 1984. Essai synsystématique et synchorologique sur les végétations littorales italiennes dans un but conservatoire. I. Dunes et vases salees. Doc. phytosociol., N.S., v. VIII: 393-474, Camerino. GEHU J.M., SCOPPOLA A., CANIGLIA G., MARCHIORI S., GEHU-FRANCK J., 1984. Les systèmes végétaux de la côte nord-adriatique italienne, leur originalité à l’échelle européenne. Documents phytosociologiques, n.s., VIII: 485-558. 231 GRIGNETTI A., IAVICOLI D., PACINI A., PESSOLANO U., PRESTI G. 1999. Studio naturalistico di base e prime proposte per la fruizione di un'area protetta: il caso di Bocca di Leone (Fiumicino-RM). Quaderni I.A.E.D. 13: 240-243. IBERITE M. 2005 – Le praterie alofile e gli ambienti lagunari delParco Nazionale del Circeo. In: ZERUNIAN S. (Ed.), Habitat, flora e fauna del Parco Nazionale del Circeo: 53-63. Ufficio Gestione Beni ex ASFD, Sabaudia. LANDI M., ANGIOLINI C., DE DOMINICIS V., 2002. Analisi fitosociologica dei fiumi della Toscana meridionale: il tratto medio basso del Merse (Italia centrale). Studia Botanica 21:37-88. LASTRUCCI L., FOGGI B., GONNELLI V., GUSMEROLI E., 2005 - La vegetazione delle aree umide dei substrati ultramafici dell'Alta Valtiberina (Arezzo, Italia Centrale. Stud. bot., 24: 9-44. LUCCHESE F., PIGNATTI S. 1990. Sguardo sulla vegetazione del Lazio Marittimo. Quad. Acc. Naz. Lincei 264: 5-48. MAIORCA G., SPAMPINATO G. & CRISAFULLI A., 2005 - Carta della vegetazione reale della Foce del Fiume Crati (CS-Calabria). Progetto PHYTOS.I.S., Monografia n. 2, ARSSA, Cosenza. MARCHESAN L., SANITÀ N., CANIGLIA G. 2003. Un ambiente relitto del Delta del Po: aspetti della vegetazione delle dune fossili di Donada (Porto Viro - Rovigo). Lav. Soc. Ven. Sc. Nat. 28: 55-64. MARCHIORI S., ALBANO A., MELE C., ANNESE B., MEDAGLI P., 1999. La tutela dei Laghi Alimini sotto il profilo floristico e vegetazionale. In: BASSET A., FEDELE L., (a cura di) Riassunti IX Congr. Naz. S.It.E. Lecce. Edizioni del Grifo. Lecce: 102-103. PADOAN S., CANIGLIA G., 2004. L’oasi di Valle Averto (Venezia): flora e lineamenti della vegetazione. Lavori Soc. Ven. Sc. Nat., 29: 79-88. PEDROTTI F., BALLELLI S., BIONDI E., CORTINI PEDROTTI C., ORSOMANDO E. 1979. Guida all'escursione della Società Italiana di Fitosociologia (Camerino 11-14 giugno 1979). Centro Stampa dell'Università, Camerino: 1-43. PEDROTTI F., BALLELLI S., BIONDI E., ORSOMANDO E., CORTINI PEDROTTI C. 1980. Resoconto dell'Escursione della Società Italiana di Fitosociologia nelle Marche ed in Umbria (11-14 giugno 1979). Not. Fitosoc. 16: 73-75. PICCOLI F., DELL'AQUILA L., PELLIZZARI M. 1999. Carta della vegetazione 1:25.000 del Parco Regionale del Delta del Po. Stazione Volano - Mesola - Goro. Reg. Emilia-Romagna: Servizio Cartografico e Geologico. S.E.L.C.A., Firenze. PICCOLI F., GERDOL R., 1984. Tipology and dynamics of a wood in the Po plane (N-Italy): The “Bosco della Mesola”. Colloques phytosociologiques, IX (1980): 161-170. PICCOLI F., GERDOL R., FERRARI C., 1983. Carta della vegetazione del Bosco della Mesola (Ferrara). Atti Ist. Bot. Lab. Critt., S. 7, v. 2: 3-23. Pavia. PICCOLI F., MERLONI N. 1999. Carta della vegetazione 1:25.000 del Parco Regionale del Delta del Po. Stazione Pineta di San Vitale e Piallasse di Ravenna. Reg. Emilia-Romagna: Servizio Cartografico e Geologico. S.E.L.C.A., Firenze. 232 PICCOLI F., MERLONI N. 1999. Carta della vegetazione 1:25.000 del Parco Regionale del Delta del Po. Stazione Pineta di Classe e Saline di Cervia. Reg. Emilia-Romagna: Servizio Cartografico e Geologico. S.E.L.C.A., Firenze. PICCOLI F., PELLIZZARI M., DELL'AQUILA L. 1999. Carta della vegetazione 1:35.000 del Parco Regionale del Delta del Po. Stazioni Centro Storico e Valli di Comacchio. Reg. Emilia-Romagna: Servizio Cartografico e Geologico. S.E.L.C.A., Firenze. PIGNATTI S., 1953. Introduzione allo studio fitosociologico della pianura veneta orientale con particolare riguardo alla vegetazione litoranea. Arch. Bot. 29 (3): 129-174. PIGNATTI S., 1959. Il popolamento vegetale. Ricerche sull'ecologia e sul popolamento delle dune del litorale di Venezia. Boll. Mus. Civ. Venezia, XII: 61142. PIRONE G. 1995. La vegetazione alofila della costa abruzzese (Adriatico centrale). Fitosociologia 30: 233256. POLDINI L., VIDALI M., FABIANI M.L., 1999. La vegetazione del litorale sedimentario del Friuli- Venezia Giulia (NE Italia) con riferimenti alla regione alto-adriatica. Studia Geobotanica, 17: 3-68. RIZZOTTO M., 1982 - Il lago dell'Accesa (Grosseto). Note floristiche e vegetazionali. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 88 (1981): 311-323. SCOPPOLA A., BLASI C., ABBATE G., MICHETTI L., SCAGLIUSI., KUZMINKY E., ANITORI F. 1990. La vegetazione della Caldera di Vico. Regione Lazio, Dip. Biol. Veg. Univ. La Sapienza Roma Tip. Borgia. STANISCI A., CONTI F. 1990. Aspetti vegetazionali di un settore costiero molisano-abruzzese. Ann. Bot. (Roma) 48(suppl. Studi sul Territorio 7): 85-94. VAGGE I., 2001. Un itinerario botanico lungo i laghi della Lavagnina nel Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo (Piemonte). Inform. Bot. Ital. 33 (1): 197-199. VAGGE I., BIONDI E., 1999 - La vegetazione delle coste sabbiose del Tirreno settentrionale italiano. Fitosociologia, 36(2): 61-95. VICIANI D., GABELLINI A., BIAGINI P., 2001 - La vegetazione del Padule di Scarlino (con note illustrative della Carta della Vegetazione, scala 1:12.000). Reg. Toscana, Prov. Grosseto, Bandite di Scarlino. VICIANI D., LOMBARDI L., 2001 - La vegetazione del Padule di OrtiBottagone (Piombino, Toscana meridionale) e la sua importanza botanica ai fini conservazionistici. Parlatorea, 5: 101-118. VICIANI D., RAFFAELLI M., 2003 - Contributo alla conoscenza di flora e vegetazione spontanea delle Riserve Naturali di Valle dell'Inferno - Bandella e Ponte a Buriano Penna (Arezzo, Toscana). Parlatorea, 6: 131-162. Nomi dei compilatori con e.mail Cesare Lasen [email protected] Giovanni Sburlino [email protected] Edoardo Biondi [email protected] Daniela Gigante [email protected] Simona Casavecchia [email protected] Diana Galdenzi [email protected] 233 65: Formazioni Erbose Mesofile 234 65: Formazioni erbose mesofile 6510: Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis) Lowland hay meadows (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis) Arrenatereto - Valpiana (Limana - BL), Alberto Scariot Arrenatereto - Celarda (Feltre - BL), Alberto Scariot Codice CORINE Biotopes 38.2 (Lowland and collinar hay meadows) Codice EUNIS E2.2 (Prati da sfalcio a bassa e media altitudine) Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea, Continentale, Alpina Descrizione generale dell’habitat 235 Species-rich hay meadows on lightly to moderately fertilised soils of the plain to submontane levels, belonging to the Arrhenatherion and the Brachypodio-Centaureion nemoralis alliances. These extensive grasslands are rich in flowers and are not cut before the grasses flower and then only one or two times per year. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Prati da mesici a pingui, regolarmente falciati e concimati in modo non intensivo, floristicamente ricchi, distribuiti dalla pianura alla fascia montana inferiore, riferibili all’alleanza Arrhenatherion. Si includono anche prato-pascoli con affine composizione floristica. In Sicilia tali formazioni che presentano caratteristiche floristiche diverse pur avendo lo stesso significato ecologico, vengono riferite all’alleanza Plantaginion cupanii. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Arrhenatherum elatius, Trisetum flavescens, Pimpinella major, Centaurea jacea, Crepis biennis, Knautia arvensis, Tragopogon pratensis, Daucus carota, Leucanthemum vulgare, Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis, Campanula patula, Leontodon hispidus, Linum bienne, Oenanthe pimpinelloides, Malva moschata, Serapias cordigera. Leontodon autumnalis, Colchicum autumnale, Dactylis glomerata, Poa pratensis, Avenula pubescens, Filipendula vulgaris, Holcus lanatus, Myosotis sylvatica, Phleum pratense, Rumex acetosa, Achillea millefolium agg., Anthoxanthum odoratum, Bromus hordeaceus, Carduus carduelis, Centaurea nigrescens subsp. nigrescens (= subsp. vochinensis), Galium mollugo, Lathyrus pratensis, Leucanthemum ircutianum, Lolium perenne, Lotus corniculatus, Lychnis flos-cuculi (transizione con 6410), Pastinaca sativa, Picris hieracioides, Poa trivialis, P. sylvicola, Ranunculus bulbosus, Rhinanthus alectorolophus, R. freynii, Taraxacum officinale agg., Trifolium pratense, Trifolium repens, Vicia sepium, Cynosurus cristatus, Salvia pratensis, Plantago lanceolata, Ranunculus acris, Galium verum, Galium album, Prunella vulgaris, Silene vulgaris subsp. vulgaris, Heracleum sphondylium. Riferimento sintassonomico Le praterie afferenti a questo codice rientrano nella classe Molinio-Arrhenatheretea R. Tx. 1937 em. R. Tx. 1970, ordine Arrhenatheretalia R. Tx. 1931 e comprendono la maggioranza delle associazioni dell'alleanza Arrhenatherion elatioris Koch 1926, restando escluse quelle a carattere marcatamente sinantropico. In ambito peninsulare gli arrenatereti sono estremamente rari e scarsi o assenti risultano i dati di letteratura disponibili. Rivestono quindi un certo interesse le due associazioni descritte per le Marche, il Festuco circummediterraneae-Arrhenatheretum elatioris Allegrezza 2003 per il piano montano della dorsale del M. San Vicino (Appennino centrale) e Pastinaco urentis-Arrhenatheretum elatioris Biondi & Allegrezza 1996 per il settore collinare sublitoraneo submediterraneo anconetano entrambe inquadrate nell'alleanza Arrhenatherion elatioris. Si riferiscono all'habitat anche le formazioni appartenenti all'alleanza Ranunculion velutini Pedrotti 1976 (ordine Trifolio-Hordeetalia Horvatic 1963, classe Molinio-Arrhenatheretea Tuxen 1937). In Sicilia si tratta prevalentemente di aspetti ascritti all’ordine Cirsietalia vallis-demonis Brullo & Grillo 1978 (classe Molinio-Arrhenatheretea Tuxen 1937) ed all’alleanza Plantaginion cupanii Brullo & Grillo 1978. Dinamiche e contatti Si tratta di tipi di vegetazione che si possono mantenere esclusivamente attraverso interventi di sfalcio essendo, infatti, la vegetazione potenziale rappresentata da formazioni arboree. Anche la concimazione è decisiva. In sua assenza, pur assicurando regolari falciature, si svilupperebbero, secondo le caratteristiche dei diversi siti, altri tipi di prateria, soprattutto mesoxerofila (6210 “ Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia)”), o xerofila (62A0 "Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale -Scorzoneretalia villosae-". PIù raramente anche i molinieti (6410 236 “Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae)”) favoriti dall'assenza di drenaggi (a volte anche indiretti), o i nardeti collinari-montani (6230 “Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane (e delle zone submontane dell'Europa continentale)”) Il loro abbandono conduce, spesso anche rapidamente, a fasi di incespugliamento, spesso precedute da altri consorzi erbacei. Facies ad Avenula pubescens dominanti, ad esempio, sono già sintomatiche, mentre il brachipodieto (a Brachypodium rupestre) rappresenta uno stadio di transizione prenemorale. La presenza di alcuni elementi di Cynosurion potrebbe dipendere dalla gestione, a volte variabile anche nel breve periodo. La comunità matura dipenderà molto dal contesto biogeografico di quel territorio. Nelle Alpi sudorientali, ad esempio, gli arrenatereti gravitano nella fascia di competenza dei boschi di querce e carpino bianco (91L0 "querceti di rovere illirici -Erythronio-Carpinion"-) o delle faggete termofile (91K0 "Foreste illiriche di Fagus sylvatica -Aremonio-Fagion"-. I contatti catenali sono anch’essi assai variabili, e possono interessare comunità idro-igrofile, sia erbacee che legnose, e sinantropico-ruderali. Specie alloctone In pianura e a fondovalle l’ingresso di specie alloctone è assai più probabile che sui versanti montani. Nei prati ad agricoltura tradizionale è raro notare ingressi pericolosi o significativi. Tra le specie che più di altre, anche in aree poco disturbate, sono entrate spesso nel corredo floristico di base si segnala Erigeron annuus. In alcune aree umide è segnalata Carex vulpinoidea. Nelle aree marginali, sulle piste tratturabili, al margine delle strade o presso le concimaie, ovviamente, la probabilità è molto maggiore ed anche il numero delle specie che possono penetrare è rilevante. Distribuzione dell’habitat in Italia SC, CM, PM, EM, LG, AB, VN, LM, TR, FR, VL, BS, CL, MR, LZ, ML, UM. Note La differenza rispetto a 6520 “Praterie montane da fieno”, è di norma ben riconoscibile, anche se non mancano arrenatereti di quota superiore, con facies a Geranium sylvaticum e Carduus carduelis, che segnalano aspetti di transizione. La sola presenza di Arrhenatherum dovrebbe indurre a riferire la cenosi rilevata a questo codice, mentre Trisetum flavescens è specie largamente diffusa anche negli arrenatereti. Poiché le specie guida indicate dal manuale EUR27 possono generare qualche confusione, per il nostro territorio, resta valida l’indicazione fitosociologica di base tra Arrhenatherion (6510) e Poo-Trisetetalia (6520). Se il titolo, nella sua brevità, risulta chiaro, la scelta delle due specie indicatrici potrebbe rappresentare, per la realtà italiana, una complicazione fuorviante. Alopecurus pratensis, infatti, predilige prati a concimazione piuttosto spinta. Sanguisorba officinalis, rarità a parte, non è legata solo ai fondovalle. In Alto Adige, ad esempio, caratterizza prati montani, anche a quote superiori ai 2000 metri e, oltre tutto, gravita in consorzi di Molinietalia. Riferimenti Bibliografici Abbate G., Avena G.C., Blasi C., Fascetti S., 1984. Pastures with Bromus erectus Huds. at the Mula, Muletta and Cozzo del Pellegrino mountains (Western Calabria - Southern Italy). Ann. Bot. XLII, Roma.: 67-74. Allegrezza M., 2003, Vegetazione e paesaggio vegetale della dorsale del Monte San Vicino (Appennino centrale), in Fitosociologia, pp. 1-118. ANGIOLINI C., MACCHERINI S., CHIARUCCI A., GABELLINI A., DE DOMINICIS V., 2001 - Memoria illustrativa alla carta della vegetazione della riserva naturale "Poggio all'Olmo" (Grosseto, Toscana meridionale). Atti Mus. Stor. nat. Maremma, 19: 29-47. ARRIGONI P.V., FOGGI B., SIGNORINI M.A., VENTURI E., BETTINI C., RICCERI C., 2005 - La vegetazione della Riserva Naturale Acquerino-Cantagallo (Appennino settentrionale). Parlatorea, 7: 47-69. Biondi E., Allegrezza M., 1996. Inquadramento fitosociologico di alcune formazioni prative del territorio collinare anconetano. Giorn. Bot. Ital. 130: 136-148. 237 Biondi E., Allegrezza M., Ballelli S., Guitian J. & F. Taffetani F.,1989. La vegetazione del territorio della Comunità Montana. In: "Sistemi agricoli marginali". Lo Scenario della Comunità Montana Catria-Nerone. C.N.R.- Progetto finalizzato IPRA pp: 199-252. Brullo S. & Grillo M., 1978 - Ricerche fitosociologiche sui pascoli dei monti Nebrodi (Sicilia settentrionale). Not.Fitosoc., 13: 23-61. Brullo S. & Spampinato G., (1990) - La vegetazione dei corsi d’acqua della Sicilia. Boll.Acc. Gioenia Sci. Nat. 23 (336): 119-252. Brullo S., 1984 – Contributo alla conoscenza della vegetazione delle Madonie (Sicilia settentrionale). – Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 17 (323): 219-258. BUFFA G., BRACCO F., SBURLINO G., 1997. Première contribution à l’analyse de prairies à Arrhenatherum elatius (L.) Presl (Alliance Arrhenatherion elatioris W. Koch 1926) en Europe. Fitosociologia 34: 47-68. BUFFA G., MARCHIORI S., GHIRELLI L., BRACCO F., 1995. I prati ad Arrhenatherum elatius (L.) Presl delle Prealpi Venete. Fitosociologia, 29: 33-47. BUFFA G., MARCHIORI S., SBURLINO G., 1992. Contributo alla conoscenza dei prati e prato - pascoli della Bassa Valsugana (Trento). Not. Fitosoc., 24 (1988 - 89): 125 - 134. CANULLO R., PEDROTTI F., VENANZONI R., 1988. I prati umidi ed inondati dell’Alto Trigno (Molise, Italia). Doc. Phytosoc., n.s., 11: 583-606. Corbetta F., Pirone G., 1981. Carta della vegetazione di Monte Alpi e zone contermini (Tavoletta “Latronico” della carta d’Italia). C.N.R., Collana del Programma Finalizzato “Promozione della Qualità dell’Ambiente”, AQ/1/122. Corbetta F., Ubaldi D., Puppi G., 1986 - Tipologia fitosociologica delle praterie altomontane del Monte Vulturino e del Monte della Madonna di Viggiano (Appennino Lucano). Biogeografia, 10: 207-236. CORTINI PEDROTTI C., ORSOMANDO E., PEDROTTI F., SANESI G., 1973. La vegetazione ed i suoli del Pian Grande di Castelluccio di Norcia (Appennino centrale). Atti Ist. Bot. Lab. Critt. Univ. Pavia, ser. 6, 9: 155249. DE DOMINICIS V., GABELLINI A., VICIANI D., MORROCCHI D., GONNELLI V., 2002 - Contributo alla conoscenza vegetazionale della Riserva Naturale del Sasso di Simone (Toscana orientale). Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 108 (2001): 7-26. FRANCALANCIA C., GALLI P., PARADISI L., 1995. Variazioni nella composizione floristica dei prati a Cynosurus cristatus L. delle alte Valli di Tazza e di Fematre (Appennino marchigiano), in rapporto alle pratiche colturali. Fitosociologia, 29: 89-93. GABELLINI A., VICIANI D., LOMBARDI L., FOGGI B., 2006 - Contributo alla conoscenza della vegetazione dell'Alta Garfagnana Appeninica (Toscana settentrionale). Parlatorea, 8: 65-98. Gianguzzi L., 1999 – Flora e vegetazione dei Nebrodi. Itinerari didattici. – Regione Siciliana, Sezioni Operative per l’Assistenza Tecnica nn° 5, 7, 8,10, 11, pp. 232. Arti Grafiche Zuccarello, S. Agata di Militello (ME). Gianguzzi L., La Mantia A., 2004 – Le serie di vegetazione della Riserva Naturale Orientata “Bosco Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago” con allegata carta della vegetazione (scala 1:20 000). – Naturalista Sicil. 28 (1): 205-242. Gianguzzi L., La Mantia A., Rigoglioso A., 2004 – Carta della vegetazione (scala 1:20 000) della Riserva Naturale Orientata “Bosco Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago”. – Naturalista Sicil. 28 (1): 205-242. LOMBARDI L., CHITI-BATELLI A., GALEOTTI L., SPOSIMO P., 1998 - Le praterie montane delle Alpi Apuane e dell'Appennino Tosco-Emiliano. Vegetazione e avifauna nidificante. Serie Scientifica n. 3. WWF Sez. Reg. Toscana, Reg. Toscana, Dip. Sviluppo Economico. LOMBARDI L., GALEOTTI L., VICIANI D., 2000 - Ricerche fitosociologiche in un bacino a rischio idrogeologico delle Alpi Apuane: il Fosso della Rave (Toscana). Parlatorea 4: 75-90. MACCHERINI S., GABELLINI A., ANGIOLINI C., CHIARUCCI A., MORROCCHI D., CASTAGNINI P., DE DOMINICIS V., 2000 - Carta della vegetazione Riserva Naturale "Monte Labbro". SELCA, Firenze, 2000. 238 PEDROTTI F., 1976. Les prairies permanentes humides de l’Apennin central: phytosociologie et cartographie. Coll. Phytosoc., 5 : 181-187. PEDROTTI F., GAFTA D., MANZI A., CANULLO R., 1992. Le associazioni vegetali della Piana di Pescasseroli. Doc. Phytosoc., n.s., 14: 123-147. Pedrotti, 1963. Esempio di Arrhenatheretum dell’Appennino umbro-marchigiano. Rend. Ist. Sci. Camerino, vol. 4: 210-215. PIRONE G., 1997. Il paesaggio vegetale di Rivisondoli. Aspetti della flora e della vegetazione. A.A.S.T. di Rivisondoli (AQ). POLDINI L., 1985. Note ai margini della vegetazione carsica. Studia Geobotanica, 5: 39 - 48. POLDINI L., 1989. La vegetazione del Carso Isontino e Triestino. Lint, Trieste. Pag. 316. POLDINI L., ORIOLO G., 1995. La variabilità fitogeografica ed ecologica dei prati da sfalcio ad Arrhenatherum elatius nel nord Italia. Fitosociologia, 29: 49. POLDINI L., ORIOLO G., 1995. La vegetazione dei prati da sfalcio e dei pascoli intensivi (Arrhenatheretalia e Poo- Trisetetalia) in Friuli (NE Italia). Studia Geobotanica, 14, suppl. 1 (1994): 3-48. Raimondo F.M., Bazan G., Gianguzzi L., Ilardi V., Schicchi R., Surano N., 2000 – Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo – Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3-160. SCOTTON M., MARINI L., PECILE A., RODARO P., 2005. Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale. Istituto Agrario San Michele all’Adige. 130 pag. + tabella. Ubaldi D., 1978. I prati a Cynosurus cristatus del Montefeltro. Not. Fitosoc. 13: 13-21. UBALDI D., 1988 – I prati a Cynosurus cristatus del Montefeltro. Not. Fitosoc., 13: 13-21. VENANZONI R., 1992. I prati umidi ed inondati dell’alta valle del Velino (Rieti-Italia centrale). Doc. Phytosoc., n.s., 14: 149-164. VICIANI D., GABELLINI A., GONNELLI V., DE DOMINICIS V., 2002 - La vegetazione della Riserva Naturale Alta Valle del Tevere-Monte Nero (Arezzo, Toscana) ed i suoi aspetti di interesse botanico-conservazionistico. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 109: 11-25. VICIANI D., GABELLINI A., GONNELLI V., DE DOMINICIS V., 2002 - La vegetazione della Riserva Naturale Alpe della Luna (Arezzo, Toscana) ed i suoi aspetti di interesse botanico-conservazionistico. Webbia, 57(1): 153-170. VOS W., STORTELDER A., 1992 - Vanishing Tuscan landscapes. Pudoc Scientific Publishers. Wageningen. ZILIOTTO U., ANDRICH O., LASEN C., RAMANZIN M.., 2004. Tratti essenziali della tipologia veneta dei pascoli di monte e dintorni. Regione del Veneto, Accademia Italiana di Scienze Forestali, Venezia. Nomi dei compilatori con e.mail Cesare Lasen ([email protected]), Giovanni Sburlino ([email protected]), Lorenzo Gianguzzi ([email protected]), Marina Allegrezza ([email protected]), Giampiero Ciaschetti ([email protected]), Gianfranco Pirone ([email protected]), Anna Rita Frattaroli ([email protected]). 239 72: Paludi Basse Calcaree 240 72: Paludi basse calcaree 7210*: Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae Calcareous fens with Cladium mariscus and species of the Caricion davallianae Codice CORINE Biotopes 53.3 - Fen-sedge beds (Cladietum marisci i.a) Codice EUNIS D5.2 Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina (Alp), Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Cladium mariscus beds of the emergent-plant zones of lakes, fallow lands or succession stage of extensively farmed wet meadows in contact with the vegetation of the Caricion davallianae or other Phragmition species [Cladietum marisci (Allorge 1922) Zobrist 1935]. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Formazioni emergenti azonali a dominanza di Cladium mariscus, con distribuzione prevalente nella Regione Bioclimatica Temperata ma presenti anche nei territori a Bioclima Mediterraneo, generalmente sviluppate lungo le sponde di aree lacustri e palustri, spesso in contatto con la vegetazione delle alleanze Caricion davallianae o Phragmition. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento L'entità dominante è Cladium mariscus che tende ad originare cenosi molto povere di specie, talora monospecifiche. Tra le entità di interesse conservazionistico possono essere ricordate #Kostelezkia pentacarpos e Thelypteris palustris. Negli aspetti mediterranei sono presenti Sonchus maritimus e Juncus maritimus. Riferimento sintassonomico Tutta la vegetazione a dominanza di Cladium mariscus viene inquadrata all’interno della classe PhragmitoMagnocaricetea Klika in Klika e Novak 1941, ma in ordini e alleanze diversi in base alle differenti caratteristiche ecologiche delle stazioni di sviluppo. I cladieti dei climi temperati, riferiti all'associazione Mariscetum serrati Zobrist 1935, sono inclusi da alcuni Autori nell’alleanza Phragmition communis Koch 1926 e da altri nell' alleanza Caricion elatae Koch 1926. Ciò è dovuto all’affinità floristica che questa associazione può presentare sia con la vegetazione dei magnocariceti che con quella dei canneti, a seconda delle caratteristiche stazionali e della posizione che generalmente occupano: tipicamente interposta fra le alleanze Magnocaricion e Phragmition, oppure, in molti laghi continentali e montano-appenninici, a formare aggallati sul fronte del canneto (es. L. di Piediluco, Laghi di Monticchio, ecc.). Nel bioclima mediterraneo prevalgono gli aspetti subalofili, presenti nelle lagune retrodunali o anche in alcune paludi in corrispondenza delle foci di fiumi. Essi sono riferiti a due associazioni: una, a carattere molto ampio 241 (in senso geogragfico), è Soncho-Cladietum marisci (Br.-Bl. et O. Bolós 1957) Cirujano 1980 della suballeanza Caricenion rostratae (Balatova-Tulackova 1963) Oberdorfer et al. 1967, alleanza Magnocaricion elatae Koch 1926, ordine Magnocaricetalia Pignatti 1954; gli Autori Bartolo et al. (1982) utilizzano la medesima associazione per descrivere i cladieti della Sicilia, collocandola però nell’alleanza Phragmition. La seconda associazione è Junco maritimi-Cladietum marisci Géhu et Biondi 1989, dell'alleanza Scirpion compacti Dahl et Hadac 1941 corr. Rivas-Martínez et al. 1980 e dell'ordine Scirpetalia compacti Hejny in Holub et al. 1967 corr. Rivas-Martínez et al. 1980, segnalata per i laghi Alimini (Puglia). Dinamiche e contatti L’associazione Mariscetum serrati fa sempre parte di serie edafoigrofile, che si sviluppano in ambienti umidi (paludi e rive di laghi). Ad esempio, per il Lago di Loppio (Trentino) è stata descritta la Serie alpina edafoigrofila del salice cenerognolo (Pedrotti e Gafta, 1992) con la seguente articolazione: arbusteto a Salix cinerea (Salicetum cinereae Zol. 1931); canneto su torba (Thelypteridi-Phragmitetum Kuiper 1957); cariceto a Carex elata (Caricetum elatae W. Koch 1926); marisceto (Mariscetum serrati). A partire da Mariscetum serrati si può anche innescare una fase di inarbustimento che come termine maturo ha il bosco paludoso di ontano nero (Alnion glutinosae, sottotipo “Ontanete paludose” dell’Habitat 91E0). In altri casi l'evoluzione del cladieto porta allo sviluppo di boschi igrofili a frassino ossifillo attribuibili all’associazione Cladio-Fraxinetum oxycarpae Piccoli et al. 1983; questa serie può essere un riferimento per i cladieti dulciacquicoli dell'italia mediterranea, quali quelli presenti a Torre Fantine e Burano. Analogamente, si può pensare ad una diversa serie per i cladieti oligo-alini di Portonovo (Marche) e della Sicilia attribuiti all’associazione Soncho maritimi-Cladietum marisci e ai cladieti ancora più alofili dei Laghi Alimini (Junco maritimi-Cladietum marisci), che sono stati messi in relazione con l’associazione forestale Junco-Fraxinetum oxycarpae I. & V. Karpati 1961. Nella Valle del Fiume Cassibile, il cladieto appartiene alla serie del platano orientale con l’associazione Platano-Salicetum pedicellatae Barbagallo et al. 1979. I cladieti possono svilupparsi anche in contatto con la vegetazione a carici riferibile all’alleanza Caricion davallianae (Habitat 7230 ‘Torbiere basse alcaline’) o con altre tipologie di vegetazione elofitica (Phragmition) o a grandi carici (Magnocaricion). Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia EM, FR, LZ, LG, LM, MR, PM, SC, TS, TR, UM, VL, VN, AB, PG, BS, CL Note La frase diagnostica che identifica l’Habitat 7210 comprende due tipi di vegetazione molto differenti fra di loro e precisamente la vegetazione elofitica a Cladium mariscus, che appartiene alla classe PhragmitoMagnocaricetea Klika in Klika & Novák 1941, e i prati umidi a Carex davalliana, che appartengono alla classe Scheuchzerio-Caricetea fuscae R. Tüxen 1937. Questi ultimi trovano più opportuna collocazione nell’Habitat 7230 'Torbiere basse alcaline". Si tratta, infatti, di tipi molto diversi di vegetazione, sia per quanto riguarda la composizione floristica che l’ecologia; essi necessitano di essere trattati separatamente. Riferimenti Bibliografici AA.VV., 1994. Progetto per la tutela e la valorizzazione del biotopo di interesse provinciale "Le Grave". Servizio Parchi e Foreste Demaniali, Prov. Aut. Trento. AA.VV., 1994. Progetto per la tutela e la valorizzazione del biotopo di interesse provinciale "Lago di Loppio". Servizio Parchi e Foreste Demaniali, Prov. Aut. Trento. ANDREIS C., LAZZARONI L., RODONDI G., ZAVAGNO F., 1995 (1993). La vegetazione delle torbiere del Sebino e le direttive del piano di gestione. Coll. Phytosoc. 21: 511-546. 242 ANDREIS C., ZAVAGNO F., 1996. La vegetazione del Lago di Ganna, con particolare riferimento ai rapporti spaziali tra le cenosi dei Molinietalia e degli Scheuchzerietalia palustris. Il Naturalista Valtellinese - Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno 7: 33-56. ARRIGONI P.V., 1990. Flora e vegetazione della macchia lucchese di Viareggio (Toscana). Webbia, 44(1):162. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1977. La vegetazione del Parco della Maremma. Documentazione iconografica. Inform. Bot. Ital., 9 (2): 198-210. ARRIGONI P.V., NARDI E.M., RAFFAELLI M., 1985. La vegetazione del parco naturale della Maremma (Toscana). Università degli studi di Firenze. Dip. Biologia Vegetale, 1-39. BALATOVA-TULACKOVA E., 1991. Das Cladietum marisci. Veröffentl. Geobot. Inst. ETH, Stiftung Rübel Zürich, 106: 7-34. BALATOVA-TULACKOVA E., VENANZONI R., 1989. Sumpf-und Feuchtrasengesellschaften in der Verlandungszone des Kalterer Sees (Lago di Caldano), der Montiggler (Monticolo) Seen und in der Etsch (Adige) Aue, Oderitalien. Pholia Geobot. Phytotax., 24(3): 253-295. BALATOVA-TULACKOVA E., VENANZONI R., 1990. Beitrag zur Kenntnis der Nass-u. Feuchwiesen in der montanen Stufe der Provinz Bozen (Bolzano) Italien. Tuexenia, 10: 153-171. BARTOLO G., BRULLO S., MARCENO' C., 1982. La vegetazione costiera della Sicilia sud-orientale. Contributo alla interpretazione delle fasce di vegetazione delle coste mediterranee. C.N.R. Coll. Progr. Final. Promozione della qualità dell'ambiente. AQ/1/226 BECCARISI L., MEDAGLI P., MINONNE F., ZUCCARELLO V., MARCHIORI S., 2004. Descrizione ed analisi fitostorica della vegetazione del sito di Torre Guaceto. Thalassia Salentina, 27: 99-116. BEGUINOT A., 1934. Appunti fitogeografici su alcuni Laghi della regione del Garda e del Trentino occidentale. Arch. Bot., 7: 296-323. BINI C., BUFFA G., GAMPER U., SBURLINO G., ZILOCCHI L., 2002. Soils and vegetation of coastal and wetland areas in Northern Adriatic (NE Italy). Options Méditerranéennes, 50 (ser. A): 31-36. BIONDI E., 1982. La végétation du Monte Conero. In : Pedrotti F. (ed.), Guide-Itineraire Excursion Internat. Phytosoc. Italie Centrale (2-11 Jiullet 1982). Camerino, Univ. Studi: 146-170. BIONDI E., 1986. La vegetazione del M. Conero. Ancona, Regione Marche. BIONDI E., 2004. Biodiversità BIONDI E., CASAVECCHIA S., PINZI M., BAGELLA S., CALANDRA R., 2002. Excursion to the Conero regional natural park. Fitosociologia, 39 (1), Suppl. 3: 5-32 BIONDI E., VAGGE I., BALDONI M., TAFFETANI F., 1997. La vegetazione del Parco fluviale regionale del Taro (Emilia-Romagna). Fitosociologia, 34: 69-110. BIONDI E., VAGGE I., TAFFETANI F., BALDONI M., 1999. Carta della vegetazione con itinerari naturalistici 1:15.000 del Parco Regionale Fluviale del Taro. Reg. Emilia-Romagna: Servizio Cartografico e Geologico. S.E.L.C.A., Firenze. BRACCO F., BUFFA G., GHIRELLI L., SBURLINO G., ZUCCARELLO V., 2000. The phytosociological information and the management of the upspring vegetation of the River Sile regional Park (Venetian plain Northern Italy). Arch. Geobot. 4(1): 51-57. BRACCO F., GENTILI A., MINELLI A., SOLARI M., STOCH F., VENANZONI R., 2004. Le torbiere montane. Relitti di biodiversità in acque acide. Quaderni Habitat, 9. Min. Ambiente e Tutela del Territorio, Museo Friulano di Storia Naturale, Comune di Udine. 156 pp. BRULLO S., GIUSSO DEL GALDO G., MINISSALE P., SPAMPINATO G., 2002. Considerazioni sintassonomiche e fitogeografiche sulla vegetazione della Sicilia. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. 35(361): 325359. BRULLO S., MINISSALE P., SCELSI F., SPAMPINATO G., 1993. Note fitosociologiche miscellanee sul territorio ibleo (Sicilia sud-orientale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania 26(341): 19-48 BRULLO S., RONSISVALLE G.A., 1975. La vegetazione dei Gorghi Tondi e del Lago Preola presso Mazara del Vallo (Sicilia orientale). Not. Fitosoc., 10: 45-67. BUFFA G., FILESI L., GAMPER U., SBURLINO G., 2007 - Qualità e grado di conservazione del paesaggio vegetale del litorale sabbioso del Veneto (Italia settentrionale). Fitosociologia 44(1): 49-58. 243 BUFFA G., GHIRELLI L., BRACCO F., SBURLINO G., 1996. Conservazione e biodiversità nella progettazione ambientale dell'area A.M.A.G. di Villaverla (VI). Quaderni I.A.E.D. 8(3): 56-58. BUFFA G., GHIRELLI L., SBURLINO G., 1995. La vegetazione delle sorgenti del fiume Sile (Veneto - Italia nord-orientale). Giorn. Bot. Ital. 129(2): 265. CANNAVÒ S., CESCA G., CRISAFULLI A., GANGALE C., SPAMPINATO G., UZUNOV D., 2008. Il Lago dell’Aquila (Calabria meridionale), un biotopo da conservare. Atti del 103* Congresso S.B.I. 17-19 sett. Reggio Calabria: 176. CARPENE' B., 1986. Cenni di Botanica e fitosociologia. In: Il Sile a Quinto di Treviso. A cura di Mezzavilla F., Comune di Quinto di Treviso 41-48. CHIAPPINI M., 1963. Ricerche sulla vegetazione litorale della Sardegna. II: Vegetazione dello Stagno di Platamona. Webbia, 17: 269-298. CONTI F., BARTOLUCCI F, TINTI D., BERNARDO L., COSTALONGA S., LATTANZI E., LAVEZZO P., SALERNO G., FASCETTI S., IOCCHI M., MELE C., TARDELLA F.M., 2007. Secondo contributo alla conoscenza floristica della Basilicata: resoconto dell'escursione del Gruppo di Floristica (S.B.I.) nel 2004. Inf. Bot. Ital., 31 (1): 11-33. CORBETTA F., PIRONE G., 1999 (1998). Analisi comparativa della vegetazione delle lagune della costa adriatica e dell'arco jonico pugliese-lucano. Attuale situazione conservazionistica. Boll. Mus. Civ. St. Nat. Venezia, 49 (suppl.): 135-146. FERRARI C., GERDOL R., PICCOLI F., 1985. Vegetazione. In: “Analisi dell’ecosistema Bosco della MesolaValle falce e definizione di un sistema di controllo per la gestione ottimale”. Bologna, Idroser. FORTE L., 2001. Carta della vegetazione reale del “Bosco Isola” di Lesina. Foglio 1 e Foglio 2. Progetto di Ricerca sulla Biologia ed Ecologia di Cistus clusii Dunal. Unione Europea, Regione Puglia - Assessorato all’Ambiente - Ufficio Parchi e Riserve, Comune di Lesina. Museo Orto Botanico – Università degli Studi di Bari. FORTE L., CAVALLARO V., PANTALEO F., D’AMICO F. S., MACCHIA F., 2002. The vascular Flora of the “Bosco Isola” at Lesina (Foggia – Apulia). Flora Mediterranea, 12:33-92. GEHU J.-M., BIONDI E., 1989. Donnés sur la végétation des ceintures d’atterrissement des lacs Alimini (Salento, Italie). Doc. Phytosoc., n.s., 11(1988): 353-380. GERDOL R., 1987. Geobotanical investigations in the small lakes of Lombardy. Atti Ist. Bot. Lab. Critt. Univ. Pavia, 7(6): 5-49. GIAU M., 1986. Indagine floristica e vegetazionale sullo stagno di Platamona (Sardegna Nord-occidentale). Boll. Soc. Sarda Sci. Nat. 25: 97-123. GRABHERR G., MUCINA L. (Eds.), 1993. Die Pflanzengesellschaften Österreichs. Vol. 2. Natürliche waldfreie Vegetation. 523 pp. G. Fischer Verlag Jena. KIEM J., 1990. Die Pfanzenwelt am Kalterer See. Ber. Bayer Bot. Gesell., 61: 151-162. LANDI M., ANGIOLINI C., 2006. L'area umida del Mulino di Tifo: un biotopo di notevole interesse botanico in Val di Farma (Siena, Toscana meridionale). Inform. Bot. Ital., 38 (2): 465-480. LORENZONI G.G., CANIGLIA G., MARCHIORI S., RAZZARA S., 1980. Carta della vegetazione di Maruggio, S. Pietro e S. Isidoro (Salento Puglia meridionale). C.N.R. Coll. Progr. Final. Promozione della qualità dell'ambiente. AQ/1/123. MARCHIORI S., SBURLINO G., 1982. I prati umidi dell’anfiteatro morenico del Tagliamento (Friuli-Italia Nordorientale). Doc. Phytosoc., 7: 199-222. MARCHIORI S., SBURLINO G., 1997 (1996). Present vegetation of the Venetian Plain. Allionia 34: 165-180. MARCHIORI S., SBURLINO G., TORNADORE N., 1993. Check-list of the hydro-hygrophylous vegetation of the venetian plain. Giorn. Bot. Ital. 127(3): 720. MARCHIORI S., TORNADORE MARCHIORI N., REFFO T., 1980. La vegetazione della palude relitta di Onara (Tombolo-PD) – Primo contributo. Atti V conv. Gr. “G. Gadio”: 117-128. MARIOTTI M.G., 1995 (1993). Osservazioni sulla vegetazione della Liguria. Atti dei Convegni Lincei 115: 189227. MARIOTTI M.G., BRAGGIO MORUCCHIO G., CORNARA L., PLACEREANI S., 1992. Studio fitosociologico e palinologico della vegetazione attuale e del passato a Torre Guaceto (Puglia, Italia meridionale). Candollea 244 47(1): 31-60. MARIOTTI M.G., s.d. (2008). Atlante degli habitat. Natura 2000 in Liguria - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. MARTINI F., POLDINI L., 1987. Distribuzione ed ecologia di Erucastrum palustre (Pir.) vis. Gortania, 8: 221242. MERLONI N. & PICCOLI F., 2001. La vegetazione del complesso Punte Alberete e Valle Mandriole (Parco Regionale del Delta del Po – Italia). Braun-Blanquetia, 29. MEYER A., 1995. Comparative study of the coastal vegetation of Sardinia (Italy) and Crete (Greece) with respect to the effects of human influence. Libri Botanici, Vol. 15. IHW Verlag. MONTANARI C., GUIDO M.A., 1980. La vegetazione igroidrofila di alcune conche lacustri del versante Nord di Monte Ragola (Alta Val Nure, Appennino Ligure-Piacentino). Arch. Bot. Biogeogr. Ital., 56(1/2): 13-42. PEDROTTI F., 1980. Guida all'escursione della Società Botanica Italiana in Val d'Adige e nel Parco Nazionale dello Stelvio (27-30 Giugno 1980). Centro Stampa dell'Università, Camerino: 1-63. PEDROTTI F., 1981. Carta della vegetazione del foglio Trento. Collana Programma Finalizzato “Promozione Qualità Ambiente”. Roma, C.N.R., AQ/1/17: 1-38. PEDROTTI F., 1988. La flora e la vegetazione del lago di Loppio (Trentino). Giorn. Bot. Ital., 122(3/4): 105147. PEDROTTI F., CORTINI PEDROTTI C., ORSOMANDO E., 1973. Proposta per il recupero ambientale delle bonifiche di Torre Fantine (Foggia) e di Ramitelli (Campobasso) alla foce del Torrente Saccione. Atti III Simp. Naz. Natura (Bari, 2-6 maggio 1973). I: 339-346. PEDROTTI F., CORTINI PEDROTTI C., ORSOMANDO E., 1979. The phytosociological map of Burano (Tuscany). Webbia, 34 (1): 529-531. PEDROTTI F., GAFTA D., 1992. Phytosociological and ecological research in a protected area as basis for its management. The example of Loppio Lake (North-Italy). Applied Vegetation Ecolog. 35th Internat. Symp. Veget. Science (Shangai 21-26 Sept. 1992). Shangai: 148-150. PEDROTTI F., MINGHETTI P., 1994. Le Marocche di Dro. Guida Escursione Soc. Ital. Fitosociol. Trentino (1-5 luglio 1994). Camerino, Dip. Botanica ecologia: 29-65. PEDROTTI F., ORSOMANDO E., CORTINI PEDROTTI C., 1975. Carta della vegetazione del Lago di Burano e della duna di Capalbio (Grosseto). CNR, LAC, Firenze. PEDROTTI F., ORSOMANDO E., CORTINI PEDROTTI C., 1982. La duna di Capalbio (Burano). GuideItinerarire Excurs. Internat. Phytosoc. Italie centrale (2-11 juillet 1982). Camerino, univ. Studi: 561-564. PEDROTTI F:, 1988. La flora e la vegetazione del lago di Loppio. Giorn. Bot. Ital., 122: 105-147. PICCOLI F., GERDOL R., 1980. Typology and dynamics of a wood in the Po plane (N. Italy): the Bosco della Mesola. Coll. Phytosoc. 9: 161-170. PICCOLI F., GERDOL R., 1984. Typology and dynamics of a wood in the Po plain (N-Italy): the “Bosco della Mesola”. Coll. Phytosoc., 9 (1980): 161-170. PICCOLI F., GERDOL R., FERRARI C., 1983. Carta della vegetazione del Bosco della Mesola (Ferrara). Atti Ist. Bot. Lab. Critt. Univ. Pavia (7)2: 3-23. PIGNATTI S., 1952-53. Introduzione allo studio fitosociologico della pianura veneta orientale con particolare riguardo alla vegetazione litoranea. Arch. Bot., ser. 3, 12, 28 (4): 265-329; 29(1): 1-25; (2): 65-98; (3): 129174. POLDINI L., 1973. Die Pflanzendecke der Kalkflachmoore in Friaul (Nordostitalien). Veröff. Geobot. Inst. Rübel. 51: 166-178. POLDINI L., 1989. La vegetazione del Carso Isontino e Triestino. Studio del paesaggio vegetale fra Trieste, Gorizia e i territori adiacenti. Lint ed., Trieste. POLDINI L., FABIANI L., VIDALI M., 1997. Carta della vegetazione delle Isole di S. Andrea e Martignano (Laguna di Marano, Italia nord-orientale). Gortania 19: 105-117. Poldini L., Oriolo G., Vidali M., Tomasella M., Stoch F. & Orel G., 2006. Manuale degli habitat del Friuli Venezia Giulia. Strumento a supporto della valutazione d’impatto ambientale (VIA), ambientale strategica (VAS) e di incidenza ecologica (VIEc). Region. autonoma Friuli Venezia Giulia – Direz. centrale ambiente e lavori pubblici – Servizio Valutazione Impatto Ambientale, Univ. Studi Trieste – Dip. Biologia, 245 RALLO G., PANDOLFI M., 1988. Biotopi umidi del Veneto. Muzzio Ed. SARTORI F., BRACCO F., 1995. Flora e vegetazione del Po. Acc. Sc. Torino - Quaderni 1: 139-191. SARZO A., PROSSER F., FRISINGHELLI M., 1999. Flora e vegetazione della zona umida di Bolzonella (Provincia di Padova Italia settentrionale). SBURLINO G., BRACCO F., BUFFA G., GHIRELLI L., 1996- Rapporti dinamici e spaziali nella vegetazione legata alle torbiere basse neutro-alcaline delle risorgive della Pianura padana orientale (Italia settentrionale). Colloques Phytosociologiques, 24: 285-294. SELVI F., STEFANINI P., 2006. Biotopi naturali e aree protette nella provincia di Grosseto. Quaderni delle aree protette, Provincia di Grosseto. SINDACO R., MONDINO G.P., SELVAGGI A., EBONE A., DELLA BEFFA G., 2003. Guida al riconoscimento di Ambienti e Specie della Direttiva Habitat in Piemonte. Regione Piemonte, Torino. TOMASELLI V., 2004. Contributo alla conoscenza della vegetazione ripariale della Sicilia sud-orientale. Arch. Geobot. 7(2): 11-24. TOMEI P.E., BARSANTI A., GUAZZI E., 1994. La zona umida del Massaciuccoli: analisi e distribuzione delle comunità vegetali. In CENNI M., Atti del Convegno "Problemi di eutrofizzazione e prospettive di risanamento del Lago di Massaciuccoli". Massarosa, Dicembre 1992. Ed. Univ. Litografia Felici - Pisa: 153-166. TOMEI P.E., GUAZZI E., KUGLER P.C., 2001. Le zone umide della Toscana: indagine sulle componenti floristiche e vegetazionali. Ed. Reg. Toscana. Arch. Geobot. 3(2): 179-200. VAGGE I., BIONDI E., 1999. La vegetazione delle coste sabbiose del Tirreno settentrionale italiano. Fitosociologia 36(2): 61-95. VENANZONI R., APRUZZESE A., GIGANTE D., VALE F., 2003. Contributo alla conoscenza della vegetazione acquatica ed idrofitica dei laghi di Monticchio. Inform. Bot. V. 35 (1): 69-80. VENANZONI R., GIGANTE D., 2000. Contributo alla conoscenza della vegetazione degli ambienti umidi dell'Umbria (Italia). Fitosociologia, 37 (2): 13-63. Riferimenti Bibliografici online http://www2.minambiente.it/Sito//settori_azione/scn/docs/qh/qh9_torbiere1.pdf http://www2.minambiente.it/Sito//settori_azione/scn/docs/qh/qh9_torbiere2.pdf http://www2.minambiente.it/Sito//settori_azione/scn/docs/qh/qh9_torbiere3.pdf http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm Nomi dei compilatori con e.mail Roberto Venanzoni - [email protected] 246 72: Paludi basse calcaree 7220*: Sorgenti pietrificanti con formazione di tufi (Cratoneurion) Petrifying springs with tufa formation (Cratoneurion) Formazione travertinosa, Michael Luth Palustriella commutata, Michael Luth Codice CORINE Biotopes 54.12 - Hard water spring Codice EUNIS C2.1 - Sorgenti, fontanili e geyser Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina, Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Hard water springs with active formation of travertine or tufa. These formations are found in such diverse environments as forests or open countryside. They are generally small (point or linear formations) and dominated by bryophytes (Cratoneurion commutati). Frase diagnostica dell’habitat in Italia 247 Comunità a prevalenza di briofite che si sviluppano in prossimità di sorgenti e pareti stillicidiose che danno origine alla formazione di travertini o tufi per deposito di carbonato di calcio sulle fronde. Si tratta quindi di formazioni vegetali spiccatamente igro-idrofile, attribuite all’alleanza Cratoneurion commutati che prediligono pareti, rupi, muri normalmente in posizioni ombrose, prevalentemente calcarei, ma che possono svilupparsi anche su vulcaniti, scisti, tufi, ecc. Questa vegetazione che presenta un'ampia diffusione nell'Europa meridionale, è costituita da diverse associazioni che in Italia esprimono una notevole variabilità, a seconda della latitudine delle stazioni. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Le specie caratteristiche delle associazioni del Cratoneurion sono: Palustriella commutata (syn.: Cratoneuron commutatum), Palustriella commutata var. falcata, Didymodon tophaceus, Hymenostylium recurvirostrum, Gymnostomum calcareum, Pellia endiviifolia, Pellia epiphylla, Southbya tophacea, Bryum pallens, Orthothecium rufescens. Può essere aggiunta anche la presenza significativa di alcune piante superiori quali Tofieldia calyculata, Pinguicula vulgaris, Parnassia aplustris, Saxfraga aizoides Riferimento sintassonomico Cl.: Montio-Cardaminetea Br.-Bl. et Tx ex Klika et Had. 1944 Ord.: Montio-Cardaminetalia Pawl. 1928 All.: Cratoneurion commutati W. Koch 1928 Ass.: Cratoneuretum filicinocommutati Aichinger 1933, Cratoneuretum falcati Gams 1927, Aggr. a Eucladium verticillatum, Aggr. a Gymnostomum recurvirostre. Dinamiche e contatti Le associazioni del Cratoneurion commutati sono considerabili come comunità durevoli che risentono però molto delle variazioni idriche stagionali. In presenza di un maggiore apporto idrico le comunità del Cratoneurion vengono sostituite dalle associazioni idrofile dei Platyphypnidio-Fontinaletea antipyreticae. Queste prendono rapporti catenali con le comunità della classe Adiantetea (nuovo habitat da proporre). Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia AB, VN, SC, EM, CM, FR, CL, MR, LZ, VL, LM, PM, TR, BS, TS, UM, LG, SR Note Riferimenti Bibliografici Bracco F., Gentili A., Minelli A., Solari M., Stoch F., Venanzoni R., 2004. Le torbiere montane. Relitti di biodiversità in acque acide. Quaderni Habitat, 9. Min. Ambiente e Tutela del Territorio, Museo Friulano di Storia Naturale, Comune di Udine. 156 pp. BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G., 2001 – La vegetazione dell’Aspromonte. Studio fitosociologico. Laruffa Editore, Reggio Calabria. PENTECOST A., 1987 - Some observations on the growth rates of mosses associated with Tufa and the interpretation of some postglacial bryoliths. J. Bryol., 14: 543-550. PENTECOST A., 1996 - Moss growth and travertine deposition: the significance of photosynthesis, evaporation and degassing of carbon dioxide. J. Bryol, 19: 229-234. Poldini L., Oriolo G., Vidali M., Tomasella M., Stoch F. & Orel G., 2006. Manuale degli habitat del Friuli Venezia Giulia. Strumento a supporto della valutazione d’impatto ambientale (VIA), ambientale strategica (VAS) e di incidenza ecologica (VIEc). Region. autonoma Friuli Venezia Giulia – Direz. centrale ambiente e 248 lavori pubblici – Servizio Valutazione Impatto Ambientale, Univ. Studi Trieste – Dipart. Biologia. Gerdol R., 1994. The vegetation of wetlands in the Southern Carnian Alps (Italy). Gortania, 15 (1993): 67-107. Gerdol R., 1981. La vegetazione degli ambienti umidi della Valle di Aip (Alpi Carniche – Udine). Stud. Trent. Sci. Nat. Acta Biol., 57: 55-66. ZECHMEISTER H., MUCINA L., 1994 - Vegetation of European springs: High-rank syntaxa of the MontioCardaminetea. Journal of Vegetation Science, 5: 385-402. Riferimenti Bibliografici online http://www2.minambiente.it/Sito//settori_azione/scn/docs/qh/qh9_torbiere1.pdf http://www2.minambiente.it/Sito//settori_azione/scn/docs/qh/qh9_torbiere2.pdf http://www2.minambiente.it/Sito//settori_azione/scn/docs/qh/qh9_torbiere3.pdf http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm Nomi dei compilatori con e.mail Michele Aleffi [email protected] Giovanni Spampinato ([email protected]) 249 81: Ghiaioni 250 81: Ghiaioni 8120: Ghiaioni calcarei e scisto-calcarei montani e alpini (Thlaspietea rotundifolii) Calcareous and calcshist screes of the montane to alpine levels (Thlaspietea rotundifolii) Papaveretum rhaetici (Dolomiti di Sesto - BZ), Cesare Lasen 251 Ghiaioni subalpini a Papaver rhaeticum (Papaveretum rhaetici) con Saxifraga sedoides (Alpi Carniche, UD), Danelutto A. Alyssetum ovirensis in Busa delle Vette (Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi), Cesare Lasen Codice CORINE Biotopes 61.2 (Alpine calcareous screes) Codice EUNIS H2.4 (Macereti montani mesotermici calcarei ed ultra-basici) Regione biogeografica di appartenenza 252 Alpina, Mediterranea, Continentale Descrizione generale dell’habitat Calcshist, calcareous, or marl screes of the montane to alpine levels under cold climates, with the associations respectively of Drabion hoppeanae, Thlaspion rotundifolii, Petasition paradoxi. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Ghiaioni mobili calcescistici, calcarei e marnosi dal piano montano all'alpino con comunità erbacee pioniere perenni delle alleanze Drabion hoppeanae (detriti criofili di calcescisti o di rocce di diversa natura dei piani alpino e nivale), Thlaspion rotundifolii (detriti mesoxerofili dei calcari compatti a elementi medi, a elementi fini e dei calcescisti e rocce ultrabasiche dal piano subalpino a alpino), Festucion dimorphae (= Linario-Festucion dimorphae) e Petasition paradoxi (= Gymnocarpion robertiani) (detriti mesoigrofili di calcari a elementi fini o di diversa pezzatura e dei calcescisti), Dryopteridion submontanae (= Arabidenion alpinae) (detriti calcarei o ultrabasici a blocchi). Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento 61.21 Drabion hoppeanae (detriti di calcescisti). Draba hoppeana, Artemisia genipi, Campanula cenisia, Saxifraga biflora, Herniaria alpina, Trisetum spicatum subsp. ovatopaniculatum, Doronicum glaciale, Draba dolomitica, Galium megalospermum, Saxifraga biflora, Psilathera ovata, Trisetum spicatum, Pritzelago brevicaulis. 61.22 Thlaspion rotundifolii (detriti calcarei). Thlaspi rotundifolium, Hutchinsia alpina, Papaver rhaeticum, Berardia subacaulis, Viola cenisia, Arabis alpina, Acinos alpinus, Saxifraga moschata, Rumex scutatus, Galium anisophyllon, Ligusticum ferulaceum, Crepis pygmaea subsp. pygmaea, Isatis apennina (= I. allionii), Iberis aurosica, Viola pinnata, Brassica repanda subsp. repanda (61.23), Saussurea alpina subsp. depressa, Valeriana rotundifolia, Silene vulgaris subsp. prostrata. 61.23 Petasition paradoxi (detriti marnosi). Petasites paradoxus, Gypsophila repens, Valeriana montana, Leontodon hyoseroides e in Appennino: Polystichum lonchitis, Cystopteris alpina, Arenaria bertoloni, Leontodon montanus, Athamanta cretensis, Poa cenisia, Ranunculus parnassifolius, Ranunculus seguieri, Trisetum distichophyllum, Achillea atrata, Tussilago farfara, Brassica repanda. Festucion dimorphae: Festuca dimorpha, Cerastium tomentosum, Ranunculus brevifolius, Leontodon montanus ssp. melanothricus, Papaver julicum, Galium magellense, Thlaspi stylosum, Isatis allionii, Matthiola italica, Iberis saxatilis, Robertia taraxacoides, Heracleum sphondylium ssp. orsinii, Drypis spinosa ssp. spinosa, Viola magellensis, Linaria alpina, Crepis pygmaea ssp. pygmaea, Linaria purpurea. Senza preferenze decise per le singole alleanze: Adenostyles glabra, Festuca pulchella subsp. jurana, Saxifraga sedoides, Alyssum ovirense, Androsace hausmannii, Aquilegia einseleana, Cerastium carinthiacum, Minuartia austriaca, Moehringia muscosa, Ranunculus alpestris, Rhizobotrya alpina, Thlaspi minimum, Valeriana supina, Viola dubyana, Achillea oxyloba, Arabis vochinensis, Biscutella laevigata, Calamagrostis varia, Campanula caespitosa, Campanula cochleariifolia, Cerastium uniflorum, Comastoma tenellum, Doronicum grandiflorum, Dryopteris villarii, Festuca alpina, Gentiana orbicularis, Gentiana terglouensis, Gymnocarpium robertianum, Linaria alpina, Moehringia ciliata, Poa minor, Pritzelago alpina, Saxifraga aizoides, Saxifraga crustata, Saxifraga facchinii, Saxifraga oppositifolia, Sedum atratum, Silene pusilla, Silene vulgaris subsp. glareosa, Valeriana saxatilis, Viola biflora, Cerastium latifolium, Allium narcissiflorum, Campanula alpestris, Leucanthemum coronopifolium, L. ceratophylloides, Galeopsis reuteri, Saxifraga aphylla, Linaria tonzigii, Silene elisabethae, Galium montis- 253 arerae, Moehringia concarenae, Festuca laxa, Trisetum argenteum, Crepis terglouensis, Euphrasia tricuspidata, Galium margaritaceum, Papaver ernesti-mayeri, Papaver kerneri. Riferimento sintassonomico La vegetazione dei detriti di falda è compresa nella classe Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny 1926. Afferenti all'habitat 8120 sono le comunità dell'ordine Drabetalia hoppeanae Zollitsch 1968 (con l'alleanza Drabion hoppeanae Zollitsch 1968) e tra quelle di Thlaspietalia rotundifolii Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny 1926, tutte quelle di Thlaspion rotundifolii Jenny-Lips 1930 e la maggior parte di quelle di Petasition paradoxi Zollitsch ex Lippert 1966. Per ambedue queste alleanze sono state descritte numerose associazioni. Dell'alleanza Festucion dimorphae Bonin 1969 (= Linario-Festucion dimorphae Avena & Bruno 1975), dei ghiaioni mobili dalle Alpi marittime agli Appennini dal piano montano all'alpino, sono state descritte le due suballeanze Thlaspienion stylosi Avena e Bruno 1975 (piano alpino) e Linario-Festucenion dimorphae Avena e Bruno 1975 (piani subalpino e montano). Le associazioni descritte per l'Appennino sono: Isatido-Thlaspietum stylosi Migliaccio 1970 corr. Feoli Chiapella l983, Galio magellensis-Festucetum dimorphae Feoli Chiapella 1983, Arabido alpinae-Cerastietum thomasii Biondi, Allegrezza, Ballelli &Taffetani 2000, Astero bellidiastriSaxifragetum aizoidis Biondi, Ballelli, Allegrezza,Taffetani, Frattaroli, Guitian & Zuccarello 1999, SaxifragoPapaveretum julici Feoli Chiapella & Feoli 1977, Drypido-Festucetum dimorphae Bonin l978, Cymbalarietum pallidae Bazzichelli & Furnari 1979, Ranunculo seguieri-Adonidetum distortae Di Pietro, Pelino, Stanisci & Blasi 2008 Per le Alpi Apuane e l'Appennino tosco-emiliano è stata descritta la suballeanza endemica Aquilegienion bertolonii con le associazioni Heracleo-Valerianetum montanae Tomaselli 1994, Arenarietum bertolonii Credaro & Pirola 1975 e Saxifrago-Leontodonetum hyoseroidis Tomaselli 1994. In Appennino centrale è inoltre presente l'associazione Arenario bertoloni-Cystopteridetum alpinae Biondi et al. 1999 dell'alleanza Petasition paradoxi Zollitsch ex Lippert 1966 dell'ordine Polystichetalia lonchitis RivasMartinez, TE. Diaz, F. Prieto, Loidi & Penas 1984. Dinamiche e contatti Per i detriti carbonatici vale, in linea generale, quanto già riferito a proposito di 8110 “Ghiaioni silicei dei piani montano fino a nivale (Androsacetalia alpinae e Galeopsietalia ladani)”. Fenomeni ricorrenti di ringiovanimento dei suoli mantengono a lungo queste comunità pioniere, determinando solo, di volta in volta, modifiche spaziali che si compensano. I contatti catenali più frequenti (micromosaici) sono verso comunità erbacee di 6170 “Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine” (firmeti e seslerieti) o arbustive (junipero-rodoreti -4060 “Lande alpine e boreali", mughete 4070 “Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum (MugoRhododendretum hirsuti)”, saliceti 4080 “Boscaglie subartiche di Salix spp.”, soprattutto Salicetum waldsteinianae nell’area dolomitica), più raramente con nuclei arborei di larice e/o abete rosso. Frequenti anche i contatti spaziali con cenosi subnivali di Arabidetalia caeruleae, spesso in mosaico e poco cartografabili. La tradizione del pascolamento, e la frequentazione degli ungulati selvatici, inducono sovente lo sviluppo di nuclei di Rumicion alpini e di Adenostylion nelle falde detritiche in via di parziale consolidamento. Da richiamare, inoltre, i contatti e le transizioni tra comunità di Petasition paradoxi e quelle dei greti torrentizi (Salicion eleagni ed Epilobietalia fleischeri). Contatti, non sempre facili da discriminare nella fascia montana, interessano comunità di Stipion calamagrostis che sono riferite all’habitat 8130 “Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili”. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia TR, VN, PM, VL, FR, AB, LM, ML, LZ, TS, MR, BS, CL 254 Note Nelle Alpi i ghiaioni grossolani montano-subalpini ricchi di felci (e pertanto non termofili) sono inquadrati in associazioni di Petasition paradoxi e, quindi, vanno qui riferiti, non a 8130 "Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili" (Dryopteridetum villarii, Cystopteridetum montanae, Polystichetum lonchitis, Moehringio-Gymnocarpietum robertiani, ecc.). La possibile confusione può riguardare 8130 “Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili “ (con evidente sovrapposizione nella fascia montana di transizione). Alle quote più elevate una comunità di 8120 (AndrosaciDrabion) può essere frammista a 8210 “Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica”. I greti torrentizi, infine, possono rappresentare l’occasione per dirimere l’attribuzione tra cenosi di 3220 “Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea “ e/o di 8120, da risolvere sulla base della composizione floristica e delle specie guida. Per i ghiaioni del piano alpino dell'Appennino centrale sarebbe opportuno proporre un Habitat di tipo prioritario. Le comunità alpine afferenti a questo habitat ospitano spesso specie endemiche o rarità di rilevante interesse biogeografico. Riferimenti Bibliografici ABBATE G., ACOSTA A., CAPRIOTTI O., CIASCHETTI G., CORBETTA F., FILESI L., FRATTAROLI A.R., TARTAGLINI N., 2001. Studio delle fitocenosi sul materiale di riporto all'imbocco del traforo del Gran Sasso (Assergi-L'Aquila) - Analisi floristica, corologica e sindinamica. In Cicolani B. (ed.): Monitoraggio biologico del Gran Sasso. 2. Andromeda Editrice. ABBATE G., TARTAGLINI N., FRATTAROLI A.R., ACOSTA A., FILESI L., 1996. Studio delle fitocenosi sul materiale di riporto nei pressi dell'imbocco del traforo del Gran Sasso (Assergi - Abruzzo) - Approccio metodologico ed analisi floristica. In Cicolani B. (ed.): Monitoraggio Biologico del Gran Sasso. Andromeda Editrice, Teramo: 90-100. AVENA G.C., BRUNO F., 1975. Lineamenti della vegetazione del massiccio del Pollino (Appennino calabrolucano). Not. Fitosoc. 10: 131-153. BARBERO M., BONIN G., 1969. Signification biogéographique et phytosociologique des pelouses écorchées des massifs méditerranéens nord-occidentaux, des Apennins et des Balkans septentrionaux (FestucoSeslerietea). Bull. Soc. Bot. Fr. 116: 227-246. BARBERO M., BONIN G., QUEZEL P., 1975. Les pelouses écorchées des montagnes CircumMéditerranéennes. Phytocoenologia, 1(4): 427-459. BIONDI E., BALLELLI S., ALLEGREZZA M., TAFFETANI F., FRATTAROLI A.R., GUITIAN J., ZUCCARELLO V., 1999. La vegetazione di Campo Imperatore (Gran Sasso d'Italia). Braun-Blanquetia 16: 53-115. BONIN G., 1969. A propos de la valeur phytosociologique des pelouses écorchées de l'Apennin. Ann. Fac. Sc. Marseille 42: 139-144. CRESCENTE M., FRATTAROLI A.R., GRATANI L., 2001. La cartografia della biomassa vegetale per la gestione del territorio: un esempio di applicazione al versante meridionale del Gran Sasso d'Italia (AbruzzoItalia). In Cicolani B. (ed.): Monitoraggio biologico del Gran Sasso. 2. Andromeda Editrice. DI PIETRO R., CONTI F., VANNICELLI CASONI L., 2001. On the presence of a new Linario-Festucion dimorphae association on Laga Mountains (Central Italy). Fitosociologia 38(1): 67-75. GIGLIO E., TAMMARO F., 1996. Modificazioni nel paesaggio vegetale del Gran Sasso d'Italia dal postglaciale ad oggi come base conoscitiva per un monitoraggio biologico attraverso lo studio delle comunità vegetali: primi lineamenti. In Cicolani B. (ed.): Monitoraggio Biologico del Gran Sasso. Andromeda Editrice, Teramo: 1633. ORSOMANDO E., DELL'UOMO A., 1997. Lo Stagno Rosso del Pian Perduto di Gualdo. Parco Nazionale dei Monti Sibillini. L'Uomo e l'Ambiente 24: 1-47. PEDROTTI F., 1981. Carte de la végétation de la région des Marches (Italie centrale) a l'échelle du 1/300.000. Doc. Cart. Ecol. Grenoble 24: 15-16. 255 PEDROTTI F., 1982. Sulla flora e vegetazione dei Monti Sibillini. In: Pedrotti F. (Ed.), Guide-Itinéraire. Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie centrale (2-11 juillet 1982). Univ. Camerino: 332-335. PIGNATTI E. & S., 1984. La vegetazione delle Vette di Feltre al di sopra del limite degli alberi. Studia Geobotanica, 3 (1983): 7 - 47. Trieste. PIGNATTI E. & S., 1984. Zur Syntaxonomie der Kalkschuttgesellschaften der südlichen Ostalpen. Acta Botanica Croatica, 43: 243 - 255. PIRONE G., 1997. Il paesaggio vegetale di Rivisondoli, aspetti della flora e della vegetazione. Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo Rivisondoli (AQ). Teramo: 110 pp. POLDINI L., MARTINI F., 1994. La vegetazione delle vallette nivali su calcare, dei conoidi e delle alluvioni nel Friuli (NE Italia). Studia Geobotanica, 13: 141- 214. STANISCI A., 1997. Gli arbusteti altomontani dell'Appennino centrale e meridionale. Fitosociologia 34: 3-46. STANISCI A., ACOSTA A., FORTINI P., LAVIERI D., BLASI C., 1999 (1997). I contatti e le transizioni al limite superiore del bosco sui monti Simbruini-Ernici (Italia centrale). Rev. Valdôtaine Hist. Nat. 51(suppl.): 251-258. TAMMARO F., 1994. Taxonomic and vegetational observations on Cerastium tomentosum L. (Caryophyllaceae), an apennine endemic orophyte (Italy). Fitosociologia 26: 133-144. TAMMARO F., 1995. Lineamenti floristici e vegetazionali del Gran Sasso meridionale. Boll. Mus. Civ. St. Nat. Verona 19: 1-256. TOMASELLI M., ROSSI G., MANZINI M.L., DEL PRETE C., 2002. Carta della vegetazione del Parco Regionale del Corno alle Scale. Scala 1:15000. Regione Emilia-Romagna, Servizio Sistemi Informativi Geografici. BLASI C., DI PIETRO R., FORTINI P., CATONICA C., 2003. The main Plant community types of the alpine belt of the Apennine chain. Plant Biosystems, 137 (1): 83-110. BLASI C., DI PIETRO R., PELINO G., 2005. The vegetation of alpine belt karst-tectonic basins in the central Apennines (Italy).Plant Biosystems, 139 (3): 357-385. DI PIETRO R., PROIETTI S., FORTINI P., BLASI C., 2004. La vegetazione dei ghiaioni del settore Sudorientale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Fitosociologia, 41(2): 3-20. FEOLI-CHIAPELLA L., FEOLI E., 1977. A numerical phytosociological study of the summits of the Maiella massive (Italy). Vegetatio 34, 21–39. FEOLI-CHIAPPELLA L., 1983. Prodromo della vegetazione dei brecciai appenninici. C.N.R. AQ/5/40, Collana del programma finalizzato “Promozione e qualità dell’ambiente”: 3-99, Udine. TOMASELLI M., DOWGIALLO G., PETRAGLIA A., CONSIGLIO L., 2007. The Summit Vegetation of the Sirino-Papa Massif (Southern Apennines, S. Italy). Phyton, 47 (1-2): 133-160. VALACHOVIČ M., DIERSSEN K., PANAYOTIS D., HADAČ E., LOIDI J., MUCINA L., ROSSI G., VALLE TENDERO F. & TOMASELLI M., 1997. The vegetation on screes - A synopsis of higher syntaxa in Europe. Folia Geobot. Phytotax., 32: 173-192. Di Pietro R., Pelino G., Stanisci A., Blasi C., 2008. Phytosociological Features of Adonis distorta and Trifolium noricum subsp. praetutianum, two endemics of the Apennines (Peninsular Italy). Acta Botanica Croatica 67(2), pp. 175-200. Biondi E., Allegrezza M., Casavecchia S., Pesaresi S. & Vagge I., 2006. Lineamenti vegetazionali e paesaggio vegetale dell'Appennino centrale e settentrionale. Biogeografia XXVII: 35-129. Catorci A., Ballelli S., Gatti R., Vitanzi A., 2008. Studio fitosociologico delle praterie dell'Ambro (Parco Nazionale dei M. Sibillini - Italia centrale). Inf. Bot. Ital. 40 (2): 193-241. CORBETTA F., PIRONE G., 1981. Carta della vegetazione del Monte Alpi e zone contermini. C.N.R. AQ/1/1992. DI FAZIO L., FOGGI B., LOMBARDI L., 2004 - Le piante degli ambienti rupestri delle Alpi Apuane. Ed. Tassinari, Firenze. 126 pp. TOMASELLI M., 1988 - Phytosociology and ecology of the carbonatic talus slopes in the Apuanian Alps (Italy). Doc. Phytosoc., n.s., 11: 381-400. 256 Nomi dei compilatori con e.mail Cesare Lasen ([email protected]) Alberto Selvaggi ([email protected]) Livio Poldini ([email protected]) Edoardo Biondi ([email protected]) Daniela Gigante ([email protected]) Simona Casavecchia ([email protected]) 257 81: Ghiaioni 8130: Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili Western Mediterranean and thermophilous scree Ghiaione termofilo con Festuca spectabilis (Arsiè BL), Alberto Scariot Codice CORINE Biotopes 61.3 (Western Mediterranean and thermophilous screes) Codice EUNIS H2.5 (Macereti xerotermici silicei), H2.6 (Macereti xerotermici calcarei ed ultra-basici) Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea, Continentale, Alpina Descrizione generale dell’habitat Screes of warm exposures in the Alps and the Pyrenees, of calcareous substrates in the Pyrenees, of Mediterranean mountains, hills and lowlands and, locally, of warm, sunny middle European upland or lowland sites. The vegetation belongs to the Androsacetalia alpinae p., Thlaspietalia rotundifolii p., Stipetalia calamagrostis and Polystichetalia lonchitis orders. Sub-types : 61.31 - Peri-Alpine thermophilous screes. Stipion calamagrostidis, Leontodontion hyoseroidis. Mostly coarse, unstabilized, sunny calcareous screes of the montane and sub-alpine levels of the Alps and of the uplands and lowlands of western and central middle Europe. 61.32 - Provençal screes. Pimpinello-Gouffeion. Screes of Mediterranean southern France, with Gouffeia arenarioides, Ptychotis heterophylla, Linaria supina, Centranthus ruber, Crucianella latifolia. 61.33 - Pyreneo-Alpine thermo-siliceous screes. Senecion leucophyllae, Taraxacion pyrenaici. Siliceous screes of warm slopes of the sub-alpine level of the Alps and of the alpine and subalpine levels of the Pyrenees, usually composed largely of big stones or boulders, with Senecio leucophyllus, Taraxacum pyrenaicum, Galeopsis pyrenaica, Xatartia scabra, Armeria alpina. 61.34 - Pyrenean calcareous screes. Iberidion spathulatae. 258 Calcareous screes of the Pyrenees. 61.35 - Oro-Cantabrian calcareous screes. Linarion filicaulis, Saxifragion praetermissae. Basiphile screes of the Cordillera Cantabrica. 61.36 - Oro-Cantabrian siliceous screes. Linarion filicaulis p., Linario-Senecion carpetani p. Siliceous screes of the Cordillera Cantabrica; floristically rich formations of the "dark" screes of the Cordillera are related to those of 61.351, though somewhat intermediate towards 61.38; other more species-poor ones, characterised by Trisetum hispidum and Rumex suffruticosus, belong to the latter. 61.37 - Iberian fern screes. Dryopteridion oreadis, Dryopteridion submontanae. Fern-dominated chaotic, boulder fields of siliceous and calcareous Iberian mountains. 61.38 - Carpetano-Iberian siliceous screes. Linario-Senecion carpetani. Screes of the Cordillera Central, the Iberian Range, the Leonese mountains, with Linaria saxatilis, L. alpina, Digitalis purpurea var. carpetana, Senecio pyrenaicus ssp. carpetanus, Rumex suffruticosus, Santolina oblongifolia, Conopodium butinioides, Reseda gredensis. 61.39 - Nevadan siliceous screes. Holcion caespitosae. Siliceous screes of the high levels of the Sierra Nevada, very rich in endemics. 61.3A - Southern Iberian calcareous screes. Platycapno-Iberidion granatensis, Scrophularion sciaphilae Screes of the calcareous Baetic mountains of southern and south-eastern Iberia. 61.3B - Central Mediterranean screes Screes of the Italian peninsula and of the large Mediterranean islands. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Ghiaioni, pietraie e suoli detritici ad esposizione calda delle Alpi e degli Appennini con vegetazione termofila degli ordini Androsacetalia alpinae p., Thlaspietalia rotundifolii p., Stipetalia calamagrostis e Polystichetalia lonchitis p. Sottotipi e varianti 61.31. Ghiaioni termofili perialpini. Stipion calamagrostidis, Leontodontion hyoseroidis. Ghiaioni calcarei e dei calcescisti soleggiati, instabili e abbastanza grossolani, montano-subalpini delle Alpi. Ghiaioni dell'Italia peninsulare e delle grandi isole mediterranee. 61.3B. Ghiaioni del Mediterraneo centrale. Combinazione fisionomica di riferimento 61.31 (perialpini). Achnatherum calamagrostis, Galeopsis angustifolia, Gymnocarpium robertianum, Leontodon hyoseroides, Linaria supina, Globularia cordifolia, Athamanta vestina, Teucrium montanum, Scrophularia juratensis, Calamintha nepeta, Epilobium dodonaei, Asplenium fissum, Festuca spectabilis, Aethionema saxatile. 61.3B: Achnatherum calamagrostis, Scrophularia canina, S. juratensis, Laserpitium gallicum, Epilobium dodonaei, Linaria supina, Ononis rotundifolia, Rumex scutatus, Teucrium montanum, Alyssum bertolonii, Minuartia laricifolia ssp. ophiolitica, Centranthus angustifolius, Ptychotis saxifraga, Galeopsis reuteri, Teucrium lucidum, Linaria purpurea, Ptilostemon niveum, Arenaria grandiflora, Senecio candidus, Scutellaria rubicunda, Scrophularia bicolor, Lactuca viminea, Senecio siculus, Arrhenatherum nebrodense, Melica cupani, Brassica montana, Campanula cochleariifolia, Woodsia alpina, Campanula sabatia*, Rumex scutatus subsp. glaucescens, Anchusa formosa, Anchusa capellii, Dryopteris pallida, Calamintha sandaliotica, Helichrysum saxatile subsp. morisianum, Delphinium pictum. Riferimento sintassonomico Per le Alpi: Stipion calamagrostis Jenny in Br.-Bl- et ali 1952 (Stipetalia calamagrostis Oberd. et Seibert in Oberd. 1977, classe Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl. 1948) e Silenion marginatae Lakusic 1966 (Thlaspietalia) delle pietraie carsiche nordadriatiche. Per gli Appennini: dell'alleanza Stipion calamagrostis Jenny in Br.-Bl., Roussine et Négre 1952 (ordine Stipetalia calamagrostis Oberd. et Seibert in Oberd. 1977, classe Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl. in Br.-Bl. e 259 Jenny 1926) sono state descritte le associazioni: Stipetum calamagrostis Br.-Bl. et Gams 1927, Rumicetum scutati Kuhn 1937. Per le Alpi Apuane è stata descritta la suballeanza endemica Aquilegenion bertolonii Tomaselli 1994 dell'alleanza Linario-Festucion dimorphae Avena & Bruno 1975. Per la Sicilia si fa riferimento all'alleanza Linarion purpureae Brullo 1984 e all'associazione ArenarioRumicetum scutati Raimondo 1980, Nell'Appennino settentrionale si rinviene l'associazione Cryptogrammo-Dryopteridetum oreaidis Riv.Mart. in Riv-Mart. et Costa 1970 corr. Riv.-Mart. et ali 1991 dell'alleanza Dryopteridion oreaidis Riv.-Mart. 1977 corr. Riv.-Mart. et ali 1991, ordine Androsacetalia alpinae Br.-Bl. in Br.-Bl- et Jenny 1926. Dinamiche e contatti Le formazioni vegetali che colonizzano i ghiaioni costituiscono stadi dinamici bloccati. Rapporti catenali: con la vegetazione dell'habitat 8210 "Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica", con le praterie secondarie dell'habitat 6210 "Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia)". Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia SC, AB, MR, CM, EM, BS, TS, UM, LZ, LM, LG, CL, PM, SR. Note La possibile confusione è con l'habitat 8160* "Ghiaioni dell'Europa centrale calcarei di collina e montagna" che, però, riguarda aspetti di ghiaioni del centro Europa come viene specificato nel Corine biotope di riferimento (61.313) e pertanto non è presente nel territorio italiano. Le comunità riferibili all'alleanza Alyssion bertolonii Pignatti 1977 della classe Rosmarinetea officinalis Riv.Mart. et ali 1991 non si considerano attribuibili all'habitat 8130 in quanto si sviluppano su substrati rocciosi consolidati e non mobili. Riferimenti Bibliografici ADORNI M., TOMASELLI M., 2002. Ricerche sulla vegetazione di un’area protetta con substrati ofiolitici: la Riserva Naturale Monte Prinzera (Appennino parmense). In Saccani A. (ed.): Le ofioliti: isole sulla terraferma. Per una rete di aree protette. Atti Convegno Nazionale. Regione Emilia-Romagna, Comune di Fornovo, Comune di Terenzo, Comunità Montana Valli Taro e Ceno: 195-210. GERDOL R., PUPPI G., TOMASELLI M., 2001. Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo CORINE Biotopes. Ricerche I.B.C. Emilia-Romagna 23: 192 pp. ROSSI G., ALESSANDRINI A., 1998. Una banca dati sulla vegetazione delle aree protette in EmiliaRomagna. Arch. Geobot. 4(1): 149-155. ROSSI G., ALESSANDRINI A., 1998. Una banca dati sulla vegetazione delle aree protette in EmiliaRomagna. Arch. Geobot. 4(1): 149-155. ROSSI G., FERRARI C., 1991. La cartografia della vegetazione per l'analisi ambientale ad elevato dettaglio: un esempio relativo all'Appennino settentrionale. Boll. Ass. Ital. Cart. 83: 33-36. TOMASELLI M., ROSSI G., MANZINI M.L., DEL PRETE C., 2002. Carta della vegetazione del Parco Regionale del Corno alle Scale. Scala 1:15000. Regione Emilia-Romagna, Servizio Sistemi Informativi Geografici. Brullo S., 1984 - Contributo alla conoscenza della vegetazione delle Madonie (Sicilia settentrionale). Boll.Acc.Gioenia Sci.Nat. 16: 351-420. Brullo S., Scelsi F. & Spampinato G. 1998 - Considerazioni sintassonomiche sulla sulla vegetazione perenne pioniera dei substrati incoerenti dell'Italia meridionale e Sicilia. Itinera Geobotanica, 11: 403-424. 260 Raimondo F.M., 1980 - Carta della vegetazione di Piano della Battaglia e del territorio circostante (Madonie, Sicilia). Quad. CNR AQ/1/336: 1-43. Foggi B., Cartei L., Pignotti L., Signorini M.A., Viciani D., Dell’Olmo L. & Menicagli E. 2006. Il paesaggio vegetale dell’Isola d’Elba (Arcipelago toscano): studio fitosociologico e cartografico. Fitosociologia, 43 (1) – Suppl. 1: 3-94. (carta allegata scala 1:25.000). Foggi B., Gennai M., Gervasoni D., Ferretti G., Rosi C., Viciani D. & Venturi E., 2007. La carta della vegetazione del SIC Alta Valle del Sestaione (Pistoia, Toscana Nord-Occidentale). Parlatorea, 9: 41-78. Tomaselli M. 1988. Phytosociology and ecology of the carbonatic talus slopes in the Apuanian Alps (Iatly). Doc. Phytosoc., 11: 381-400. Gianguzzi L., Ilardi V., Raimondo F.M., 1996 – La vegetazione del promontorio di Monte Pellegrino (Palermo). – Quad. Bot. Ambientale Appl., 4 (1993): 79-137. Gianguzzi L., La Mantia A., 2004 – Le serie di vegetazione della Riserva Naturale Orientata “Bosco Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago” con allegata carta della vegetazione (scala 1:20 000). – Naturalista Sicil. 28 (1): 205-242. Gianguzzi L., La Mantia A., 2008 – Contributo alla conoscenza della vegetazione e del paesaggio vegetale della Riserva Naturale “Monte Cofano” (Sicilia occidentale) (con allegata Carta sinfitosociologica della vegetazione, scala 1:20.000) – Fitosociologia 45 (1) suppl. 1: 1-55. Gianguzzi L., La Mantia A., Rigoglioso A., 2004 – Carta della vegetazione (scala 1:20 000) della Riserva Naturale Orientata “Bosco Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago”. – Naturalista Sicil. 28 (1): 205-242. Raimondo F.M., Bazan G., Gianguzzi L., Ilardi V., Schicchi R., Surano N., 2000 – Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo – Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3-160. MARIOTTI M.G., s.d (2008) - Atlante degli habitat. Natura 2000 in Liguria - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. Di Fazio L., Foggi B. & Lombardi L. 2004. Le piante degli ambienti rupestri delle Alpi Apuane. Ed. Tssinari, Firenze. Nomi dei compilatori con e.mail Cesare Lasen ([email protected]) Alberto Selvaggi ([email protected]) Edoardo Biondi ([email protected]) Simona Casavecchia ([email protected]) Diana Galdenzi ([email protected]) Daniela Gigante ([email protected]) 261 82: Pareti Rocciose con Vegetazione Casmofitica 262 82: Pareti rocciose con vegetazione casmofitica 8210: Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica Calcareous rocky slopes with chasmophytic vegetation Campanula morettiana e Physoplexis comosa (Dolomiti d'Ampezzo - BL), Cesare Lasen 263 Campanula garganica, specie endemica, rupicola delle pareti calcaree del Gargano e delle Isole Tremiti, N. Biscotti Campanula tanfanii specie endemica dell'Appennino calcareo centromeridionale, in località Gola della Rossa , E. Biondi 264 Campanyla zoysii, specie caratteristica di Potentillo clusianae-Campanuletum zoysii (Potentillenion caulescentis), Val Resia (UD), Francescato C. Spiraea decumbens, specie caratteristica di Spiraeo-Potentilletum caulescentis (Physoplexido comosae-Potentillenion caulescentis), Prealpi Carniche (UD), Francescato C. Campanula raineri (Val carbonatiche), C. Andreis Clegna, Prealpi 265 Lomelosia crenata ssp. dallaportae (Gargano), N. Biscotti Inula verbascifolia, specie endemica del Gargano, N. Biscotti Codice CORINE Biotopes 62.1 - Vegetated calcareous inland cliffs 266 Codice EUNIS H3.2 - Rupi basiche o ultra-basiche Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Vegetation of fissures of limestone cliffs, in the mediterranean region and in the euro-siberian plain to alpine levels, belonging essentially to the Potentilletalia caulescentis and Asplenietalia glandulosi orders. Two levels may be identified: a) thermo- and meso-Mediterranean (Onosmetalia frutescentis) with Campanula versicolor, C. rupestris, Inula attica, I. mixta, Odontites luskii; b) montane and oro-Mediterranean (Potentilletalia speciosae, including Silenion aurticulatae, Galion degenii and Ramondion nathaliae). This habitat type presents a great regional diversity, with many endemic plant species (indicated under point 2). Frase diagnostica dell’habitat in Italia Comunità casmofitiche delle rocce carbonatiche, dal livello del mare nelle regioni mediterranee a quello cacuminale nell’arco alpino. Sottotipi e varianti EUR27 individua i seguenti sottotipi: 62.13. Comunità rupicole liguro-appenniniche (Saxifragion lingulatae) 62.14. Comunità dell'Italia meridionale (Dianthion rupicolae) 62.15 e 62.1B. Comunità eurosibiriche e supra- ed oro-mediterranee (Potentilletalia caulescentis). In tale ambito si riconoscono le seguenti varianti: - comunità sciafile; -comunità xerofile; -comunità microterme della fascia alpina; -comunità dell'Italia centrale e meridionale (Saxifragion australis). Va incluso qui anche: 62.1114. Comunità rupicole delle coste orientali dell'Adriatico settentrionale (Golfo di Trieste) talvolta esposte anche a moderato aerosol alino (Centaureo-Campanulion) Combinazione fisionomica di riferimento - 62.11 comunità ovest-mediterranee (Asplenion petrarchae) (= Asplenion glandulosi): Asplenium petrarchae, Asplenium trichomanes ssp. pachyrachis, Cheilanthes acrostica, Melica minuta; - 62.13 comunità liguro-appenniniche (Saxifragion lingulatae Rioux & Quézel 1949): Saxifraga lingulata ssp. lingulata, Moehringia sedifolia, Asperula hexaphylla, Micromeria marginata, Campanula macrorrhiza, Primula marginata, P. allionii, Phyteuma cordatum, Ballota frutescens, Potentilla saxifraga, Silene campanula, Phyteuma charmelii, Globularia incanescens, Leontodon anomalus, Silene saxifraga; - 62.14 comunità dell’Italia meridionale (Dianthion rupicolae): Dianthus rupicola, Antirrhinum siculum, Cymbalaria pubescens, Scabiosa limonifolia, Micromeria fruticosa, Inula verbascifolia ssp. verbascifolia, Centaurea subtilis, Phagnalon rupestre ssp. illyricum, Phagnalon saxatile, Phagnalon rupestre s.l., Athamanta sicula, Pimpinella tragium, Aurinia sinuata, Sesleria juncifolia ssp. juncifolia, Euphorbia spinosa ssp. spinosa, Teucrium flavum ssp. flavum, Rhamnus saxatilis ssp. infectoria, Rhamnus saxatilis s.l.; Asperulion garganicae: Campanula garganica subsp. garganica, Lomelosia crenata ssp. dallaportae, Aubretia columnae ssp. italica, Asperula garganica, Leontodon apulus, Dianthus garganicus; Campanulion versicoloris-Dianthion japigici/Campanulion versicoloris: Dianthus japigicus, Scrophularia lucida, Aurinia leucadea, Centaurea japygica, C. leucadea, C. tenacissima, C. nobilis, C. brulla; Caro multiflori-Aurinion megalocarpae: Campanula versicolor, Melica transsilvanica ssp. transsilvanica, Aurunia saxatilis ssp. megaslocarpa, 267 Carum multifolrum ssp. multiflorum, Scrophularia lucida, Silene fruticosa, Athamanta sicula, Brassica sp. pl., Dianthus arrostii, Iberis semperflorens, Convolvolus cneorum, Helichysum pendiulum, Centaurea sp. pl., Galium aetnicum, Hypochoeris laevigata, Anthemis cupaniana, Anthyllis vulneraria ssp. busambarensis, Scabiosa cretica, Campanula fragilis, Brassica incana, Brassica rupestris, Lithodora rosmarinifolia, Iberis semperflorens; - 62.15 e 62.1B. Limitatamente all’Italia centro meridionale e Sicilia (Saxifragion australis): Achillea mucronulata, Campanula tanfanii, Edraianthus siculus, Potentilla caulescens, Potentilla caulescens ssp. nebrodensis, Saxifraga australis (= Saxifraga callosa ssp. callosa), Trisetum bertoloni (= Trisetaria villosa); Da 62.16 a 62.1A (comunità illirico-greco-balcaniche). In Italia sono presenti: 62.1114 (Triestin karst cliffs) Centaureo-Campanulion: Centaurea kartschiana, Campanula pyramidalis, Asplenium lepidum, Euphorbia fragifera, Micromeria thymifolia (=Satureja thymifolia), Moehringia tommasinii, Teucrium flavum, Euphorbia wulfenii, Sesleria juncifolia; 62.15 e 62.1B: Potentilla caulescens, Arabis bellidifolia ssp. stellulata, Bupleurum petraeum, Campanula carnica, Carex mucronata, Globularia repens, Paederota bonarota, Primula marginata, Rhamnus pumilus, Saxifraga crustata, Silene saxifraga, Helianthemum lunulatum, Saxifraga cochlearis, Moehringia lebrunii, M. sedoides, Androsace pubescens, Saxifraga valdensis#, Cystopteris fragilis, Cystopteris alpina, Asplenium viride, A. trichomanes, Silene pusilla, Carex brachystachys, Dryopteris villarii, Alyssum argenteum, Cheilanthes marantae, Alyssoides utriculata, Campanula bertolae; Altre specie: Asplenium viride, Carex brachystachys, Cystopteris fragilis, Minuartia rupestris, Potentilla caulescens, Potentilla nitida, Valeriana elongata, Androsace hausmannii, Androsace helvetica, Asplenium seelosii, Campanula carnica, Campanula morettiana, Campanula petraea, Campanula raineri, Campanula elatinoides, Cystopteris alpina, Daphne petraea, Daphne reichsteinii, Draba tomentosa, Gypsophila papillosa, Hieracium humile, Jovibarba arenaria, Minuartia cherlerioides, Moehringia bavarica, Moehringia glaucovirens, Paederota bonarota, Paederota lutea, Physoplexis comosa, Primula recubariensis, Primula spectabilis, Primula tyrolensis, Saxifraga arachnoidea, Saxifraga burseriana, Saxifraga facchinii, Saxifraga petraea, Saxifraga presolanensis, Saxifraga squarrosa, Saxifraga tombeanensis, Silene veselskyi, Woodsia pulchella, Aquilegia thalictrifolia, Arabis bellidifolia, Artemisia nitida, Asplenium ceterach, Asplenium ruta-muraria, Asplenium trichomanes, Bupleurum petraeum, Carex mucronata, Cystopteris montana, Erinus alpinus, Festuca alpina, Festuca stenantha, Hieracium amplexicaule, Hypericum coris, Kernera saxatilis, Phyteuma sieberi, Primula auricula, Primula glaucescens, Rhamnus pumilus, Rhodothamnus chamaecistus, Saxifraga caesia, Saxifraga crustata, Saxifraga hostii ssp. rhaetica, Saxifraga paniculata, Sedum dasyphyllum, Sedum hispanicum, Silene elisabethae, Silene saxifraga, Telekia speciosissima, Thalictrum foetidum, Valeriana saliunca, Valeriana saxatilis, Hypericum coris, Alyssum ligusticum, Saxifraga diapensioides, Daphne alpina ssp. alpina, Paronychia kapela ssp. serpyillifolia, Silene calabra, Centaurea pentadactyli, Allium pentadactyli, Crepis aspromontana, Erucastrum virgatum, Dianthus vulturius ssp. aspromontanus, Dianthus vulturius ssp. vulturius, Dianthus brutius ssp. pentadactyli, Jasione sphaerocephala, Portenschlagiella ramosissima, Ptilostemon gnaphaloides, Primula palinuri, Seseli polyphyllus, Senecio gibbosus, Senecio cineraria, Dianthus longicaulis, Dianthus longicaulis, Athamanta sicula, Centaurea aspromontana, Centaurea scillae, Centaurea ionicae. Riferimento sintassonomico L'habitat vine individuato nell'ambito delle comunità della classe Asplenietea trichomanis (Br.-Bl. in Meier et Br-Bl. 1934) Oberd. 1977 ed in particolare nei seguenti livelli sintassonomici: ordine Onosmetalia frutescentis Quezel 1964 con l'alleanza Campanulion versicoloris Quezel 1964; ordine Potentilletalia caulescentis Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny 1926 con le alleanze Saxifragion australis Biondi & Ballelli ex Brullo 1983, Saxifragion lingulatae Rioux & Quézel 1949, Cystopteridion Richard 1972 e Potentillion caulescentis Br.-Bl. et Jenny 1926; ordine Asplenietalia glandulosi Br.-Bl. in Meier et Br.-Bl. 1934 con le alleanze Dianthion rupicolae Brullo & Marcenò 1979 e Centaureion pentadactylis Brullo, Scelsi & Spampinato 2001. 268 Ordine Centaureo-Campanuletalia Trinajstic 1980, alleanza Centaureo-Campanulion Horvatic 1934. Asperulion garganicae Bianco, Brullo, E. & S. Pignatti 1988 (esclusiva del Gargano - Puglia); Campanulion versicoloris Quezel 1964 (esclusiva del Salento e delle Murge - Puglia); Caro multiflori-Aurinion megalocarpae Terzi & D'Amico 2008 (esclusiva della Basilicata e della Puglia) Per la Sardegna è stato descritto l'ordine Arenario bertoloni-Phagnaletalia sordidae Arrigoni e Di Tommaso 1991 con l'alleanza Centaureo-Micromerion cordatae Arrigoni e Di Tommaso 1991 a cui vanno riferite le associazioni Laserpitio garganicae-Asperuletum pumilae Arrigoni e Di Tommaso 1991, HelichrysoCephalarietum mediterraneae Arrigoni e Di Tommaso 1991, Possono rientrare nell'habitat anche le comunità riferibili all'alleanza Polypodion serrati Br.-Bl. in Br.-Bl. Roussine et Négre 1952 (classe AnomodontoPolypodietea cambrici Riv.-Mart. 1975, ordine Anomodonto-Polypodietalia O. Bolòs et Vives in O. Bolos 1957). Dinamiche e contatti Le comunità casmofitiche, espressione azonale, sono pioniere, ma hanno scarsissima probabilità evolutiva. A volte, invece, ai fini operativi di rilevamento cartografico, sono mascherate all’interno di aree boscate o arbustate con le quali sono in contatto. La gamma di possibilità è troppo ampia per meritare di essere esemplificata. Non mancano, inoltre, specialmente a quote elevate, contatti e difficoltà di discriminazione con situazioni primitive di 6170 “Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine” (es. Caricetum firmae potentilletosum nitidae) e con la vegetazione dei detriti dell’habitat 8120 “Ghiaioni calcarei e scisto-calcarei montani e alpini (Thlaspietea rotundifolii)”. Più raramente, a quote più basse, si verificano contatti con comunità dei prati arido-rupestri riferibili agli habitat 62A0 “Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneretalia villosae)” e 6110* “Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi”. Specie alloctone Aeonium arboreum, Opuntia ficus-indica. Distribuzione dell’habitat in Italia PG, VN, AB, TN, CM, SC, SR, PM, FR, LM, MR, VL, TS, LG, CL, UM, EM, BS, ML. Note Le comunità casmofile basifile, su uno spettro ecologico e fitogeografico assai ampio, non hanno probabilità di essere erroneamente attribuite a codici diversi da 8210. Per il Piemonte si propone di includere entro questo habitat l’associazione Campanulo –Alyssoidetum utriculatae Montacchini et al. 1982, descritta per la Val di Susa e riferita ad ambienti rocciosi ofiolitici e attribuita al Potentillion caulescentis . EUNIS specifica che in questo habitat vanno incluse le rocce basiche e ultrabasiche e dunque anche ofioliti e serpentiniti. Riferimenti Bibliografici ANZALONE B. & LATTANZI E., 1987. Micromeria fruticosa (L.) Druce in Italia. Webbia 41(1): 39-43. ARRIGONI P.V. e DI TOMMASO P.L., 1991 - La vegetazione delle montagne calcaree della Sardegna centroorientale. Boll. Soc. Sarda Sci. Nat.,28: 201-310. BARBAGALLO C., BRULLO S., GUGLIELMO A., 1979. Lineamenti della vegetazione di Monte Cofano (Sicilia occidentale). Pubbl. Ist. Bot. Univ. Catania. BARBAGALLO C., BRULLO S., SIGNORELLO P., 1983. Note fitosociologiche sulla vegetazione delle Isole Eolie. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 16 (321): 7-16. BARBERO M., BONO G., 1973 - La végétation orophile des Alpes Apuanes. Vegetatio, 27(1-3): 1-48. 269 BELLAROSA R., BIANCO P. & SCHIRONE B., 1980. Note sulle campanule rupicole italiane: considerazioni su una nuova stazione di Campanula garganica Ten., endemismo pugliese. Ann. Fac. Agr. Bari, (31): 527536. BIANCO P., BRULLO S., PIGNATTI E. & PIGNATTI S., 1988. La vegetazione delle rupi calcaree della Puglia. Braun-Blanquetia, 2: 133-151. BIONDI E. & GUERRA V., 2008. Vegetazione e paesaggio vegetale delle gravine dell’arco jonico. Fitosociologia 45 (1) Suppl. 1: 57-125. BIONDI E., BALLELLI S., ALLEGREZZA M., TAFFETANI F., FRATTAROLI A. R., GUITIAN J., ZUCCARELLO V. 1999 - La vegetazione di Campo Imperatore (Gran Sasso d'Italia). In “Ricerche di Geobotanica ed Ecologia Vegetale di Campo Imperatore (Gran Sasso d’Italia). Braun-Blanquetia 16: 53-116. BIONDI E., CASAVECCHIA S., ZUCCARELLO V., 1997. The Potentilletalia caulescentis Br.-Bl. In Br.-Bl. & Jenny 1926 order in Italy. Colloques Phytosociologiques, XXVII: 105-122. Bailleul BIONDI, E. & BALLELLI, S., 1982. - La végétation des gorges calcaires des Apennins de l'Ombrie et des Marches. Excursion internationale de Phytosociologie en Italie centrale (2-11 juillet 1982) Guide-Itineraire: 193-200. BRULLO S., 1984. Contributo alla conoscenza della vegetazione delle Madonie (Sicilia settentrionale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 16 (322): 351-420. BRULLO S., CIRINO E., LONGHITANO N., 1995. Vegetazione della Sicilia: quadro sintassonomico. Atti dei Convegni Lincei, 115: 285-305. BRULLO S., FURNARI F., SCELSI F., 1993. Considerazioni fitosociologiche sulla vegetazione di Cava d'Ispica (Sicilia meridionale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 26 (341): 49-83. BRULLO S., MARCENÒ C. & SIRACUSA G.,1998. La classe Asplenietea Trichomanis in Sicilia. Coll. Phytosociol., 28: 467-538. BRULLO S., MARCENO' C., 1979. Dianthion rupicolae nouvelle alliance sud-tyrrhénienne des Asplenietalia glandulosi. Doc. Phytosoc., n.s., 4: 131-146. BRULLO S., MARCENO' C., 1982. Osservazioni fitosociologiche sull'isola di Marettimo (Arcipelago delle Egadi). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 15(320): 201-228. Brullo S., Scelsi F. & Spampinato G., 2001. La vegetazione dell'Aspromonte. Studio fitosociologico. Laruffa. Reggio Calabria. Brullo S., Spampinato G., 2003 – La classe Asplenietea trichomanis in Calabria (Italia meridionale). Fitosociologia, 40(1): 5-22. BRULLO S., 1983. Contributo alla conoscenza della vegetazione delle Madonie. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 16 (322): 351-420. Caneva G., Cancellieri L., 2007. Il paesaggio vegetale della Costa di Amalfi. Gangemi Editore. Roma (ISBN (978-88-492-1292-1. CANEVA G., FASCETTI S., GALOTTA G., 1997. Aspetti bioclimatici e vegetazionali della costa tirrenica della Basilicata. Fitosociologia, 32: 171-188. Corbetta F., Frattaroli A.R., Ciaschetti G., Pirone G., 2000. Some aspects of the chasmophytic vegetation in the Cilento – Vallo di Diano National Park (Campania – Italy). Acta Bot. Croat. 59 (1): 43-53 Corbetta F., Pirone G., Frattaroli A. R., Ciaschetti P. G., 2004. Lineamenti vegetazionali del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Braun-Blanquetia 36: 3-61. Corbetta F., Ubaldi D., Pirone G., 1988. La vegetazione d’altitudine del Massiccio del Cervati (Appennino campano). Doc. Phytosoc., n.s. X!: 465-477. CORBETTA, F. & PIRONE, G., 1981. Carta della vegetazione di Monte Alpi e zone contermini. Consiglio Nazionale delle Ricerche, AQ/1/122: 5-38. CREDARO, V. & PIROLA, A., 1975. La vegetazione della Provincia di Sondrio. D’AMICO F.S. & TERZI M., 2007. Notula alla checklist della flora vascolare italiana: Piptatherum holciforme (Bieb.) Roemer et Schultes. Inf. Bot. Ital. 39, 240. 270 DE BOLÒS, O., 1970. A propos de quelques groupements végétaux observés entre Monaco et Gênes. Vegetatio, 21: 41-73. Di Fazio L., Foggi B. & Lombardi L. 2004 Le piante e gli ambienti rupestri delle Alpi Apuane. Ed. Tassinari, Firenze. DI PIETRO R. & WAGENSOMMER R.P., 2008. Analisi fitosociologica su alcune specie rare e/o minacciate del Parco Nazionale del Gargano (Italia centro-meridionale) e considerazioni sintassonomiche sulle comunità casmofitiche della Puglia. Fitosociologia 45 (1): 177-200. Di Pietro R., Wagensommer R.P., 2008. Analisi fitosociologica su alcune specie rare o minacciate del Parco Nazionale del Gargano (Italia centro-meridionale) e considerazioni sintassonomiche sulle comunità casmofitiche della Puglia. Fitosociologia 45 (1), pp. 177-200. FEOLI, E. & FEOLI CHIAPELLA, L., 1976. Due associazioni rupicole della Majella. Not. Fitosoc., 12: 67-75. FERRARI, C., 1995. La vegetazione dell'Appennino tosco-emiliano oltre il limite degli alberi. Atti dei Convegni Lincei, 115: 229-253. FERRARINI E., 1988 - Carta della vegetazione dell'Appennino settentrionale dalla Cisa al Gottero e alle Cinque Terre. Note illustrative. Mem. Accad. Lunig. Sci. G. Capellini, 51-53 (1981-83): 173-192. GENTILE S., 1982. Zonation altitudinale de la végétation en Italie méridionale et en Sicilie (Etna exclu). Ecol. Medit., 8 (1-2):323-337. GERDOL, R. & PICCOLI, F., 1982. A phytosociological numerical study of the vegetation above the timberline on Monte Baldo (N Italy). Phytocoenologia, 10 (4): 487-527. GIACOMINI, V. & PIGNATTI, S., 1955. Flora e vegetazione dell'Alta Valle del Braulio con speciale riferimento ai pascoli d'altitudine. Memorie della Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, 11 (2-3): 1-238. Giancola C. & Stanisci A., 2006. La vegetazione delle rupi di altitudine del Molise. Fitosociologia 43 (1): 187195. Giancola C., Di Marzio P., Stanisci A., 2007 - Gli habitat di direttiva nelle aree d'alta quota in Molise. Fitosociologia, 44: 177-182. Gianguzzi L., 1999 – Flora e vegetazione dei Nebrodi. Itinerari didattici. – Regione Siciliana, Sezioni Operative per l’Assistenza Tecnica nn° 5, 7, 8,10, 11, pp. 232. Arti Grafiche Zuccarello, S. Agata di Militello (ME). Gianguzzi L., Ilardi V., Raimondo F.M., 1996 – La vegetazione del promontorio di Monte Pellegrino (Palermo). – Quad. Bot. Ambientale Appl., 4 (1993): 79-137. Gianguzzi L., La Mantia A., 2004 – Le serie di vegetazione della Riserva Naturale Orientata “Bosco Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago” con allegata carta della vegetazione (scala 1:20 000). – Naturalista Sicil. 28 (1): 205-242. Gianguzzi L., La Mantia A., 2008 – Contributo alla conoscenza della vegetazione e del paesaggio vegetale della Riserva Naturale “Monte Cofano” (Sicilia occidentale) (con allegata Carta sinfitosociologica della vegetazione, scala 1:20.000) – Fitosociologia 45 (1) suppl. 1: 1-55. Gianguzzi L., La Mantia A., Rigoglioso A., 2004 – Carta della vegetazione (scala 1:20 000) della Riserva Naturale Orientata “Bosco Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago”. – Naturalista Sicil. 28 (1): 205-242. GIGLIO, E. & TAMMARO, F., 1995. Compendio delle unità vegetazionali in Abruzzo. Atti dei Convegni Lincei, 115: 255-284. GRABHERR, G. & MUCINA L., 1993. - Die Pflanzengesellschaften Österreichs. Teil II: Natürliche waldfreie Vegetation. LA VALVA V., CARRABBA M.C., 1999. Dalle falesie di Capo Palinuro alle rupi di vetta. Aspetti floristici e vegetazionali. In AA.VV.: Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. La Rete MAB nel Mediterraneo. Parchi Nazionali del Cilento e Vallo di Diano e Vesuvio. Francesco Lucarelli Ed.. Stampato Banca Idea Napoli. LAUSI D., POLDINI L., 1962. Il paesaggio vegetale della costiera triestina. Boll. Soc. Adriat. Scienze, 52 (2): 3-63. Trieste. 271 LÖHR H., 1992. Alpine Schutt- und Felspflanzengesellschaften im Nordwestteil der Latemargruppe (Südtirol). Diplomarbeit Univ. Köln. LORENZONI, G.G., 1969. Flora e vegetazione del Friuli nord-orientale. (Udine, 1967). Ist. Bot. Univ. Padova, Lavori di Botanica, 31: 1-222. MARIOTTI M.G., s.d (2008) - Atlante degli habitat. Natura 2000 in Liguria - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. MARIOTTI, M.G., 1995. Osservazioni sulla vegetazione della Liguria. Atti dei Convegni Lincei, 115: 189-227. MARTINI. F., 1990. Distribution and phytosociological behaviour of Moehringia tommasinii March. Studia Geobotanica, 10: 119-132. MOZENICH, T., 1964. Un'escursione alle Alpi Marittime. Giornale Botanico Italiano, 71 (6): 641-653. NOWAK, B., 1987. Untersuchungen zur Vegetation Ostliguriens (Italien). Dissertationes Botanicae, 111: 1259. PEDROTTI, F., 1970. Tre nuove associazioni erbacee di substrati calcarei in Trentino. Studi Trentini di Scienze Naturali Sez. B vol. XLVII n. 2: 252-263. PIGNATTI E. & S., 1978. Über die Campanula morettiana-Vegetation in den Dolomiten. Mittl. Ostalp.-din. Ges. f. Vegetskde., 14: 279 - 291. Ljubljana. PIGNATTI, E. & PIGNATTI, S., 1959. Una associazione rupestre endemica nelle Dolomiti (PhyteumatetoAsplenietum seelosii) all’estremo orientale della sua area. Giornale Botanico Italiano, 66 (4): 697-702. PIGNATTI, E. & PIGNATTI, S., 1978. Über die Campanula morettiana-Vegetation in den Dolomiten. Poroc. Vzhodnoalp:-dinar. dr. preuc. veget., 14: 279-291. PIGNATTI, E. & PIGNATTI, S., 1981. Su alcune nuove associazioni vegetali delle Dolomiti. Giorn. Bot. Ital. 115 (2-3): 138-139. PIGNATTI, E. & PIGNATTI, S., 1983. La vegetazione delle Vette di Feltre al di sopra del limite degli alberi. Studia Geobotanica, 3: 7-47. PIGNATTI, E. & PIGNATTI, S., 1995. Lista delle unità vegetazionali delle Dolomiti. Atti dei Convegni Lincei, 115: 175-188. PIGNATTI, S., 1961. Relazione sull'escursione della sezione veneta sulle Alpi Carniche (Pramollo, 19-23 luglio 1960). Giornale Botanico Italiano, 68 (1-): 184-195. PIGNATTI-WIKUS. E. & PIGNATTI, S., 1977. Die Vegetation auf Serpentin-Standorten in den Nördlichen Apenninen. Studia Phytologica in honorem jubilantis A. O. Horvat: 113-124. PIRONE G., DE NUNTIIS P., 2002. A new plant association of the calcareous moist rocks of the Apennines in the Abruzzo region (Italy). Plant Biosystems, 136 (1) 83-90. POLDINI L., GALLIZIA VUERICH L., 1999. Irradiazione di vegetazioni illiriche nelle Alpi sud-orientali e loro avanterra. Rev. Valdôtaine Hist. Nat., 51(suppl.): 195-210. POLDINI, L. & MARTINI, F., 1976. Distribuzione ed appartenenza fitosociologica di Arenaria huteri Kern., endemismo delle Prealpi Carniche. Studi Trentini Sci. Nat., 53, 6B: 171-185. POLDINI, L. & VIDALI, M., 1995. Prospetto sistematico della vegetazione del Friuli-Venezia Giulia. Atti dei Convegni Lincei, 115: 95-175. POLDINI, L., 1973. Lo Spiraeo-Potentilletum caulescentis associazione rupicola delle Alpi Carniche. Atti Mus. Civico St. Nat. Trieste, 28 (2): 451-463. POLDINI, L., 1980. Übersicht über die Vegetation des Kartstes von Triest und Görz (NO Italien). Studia Geobotanica, 1 (1): 79-130. POLDINI, L., 1986. Il paesaggio vegetale. Suoli, vegetazione e foreste del Prescudin: 59-96. POLDINI, L., 1989. La vegetazione del Carso isontino e triestino. Ed. Lint, Trieste. QUÉZEL P., 1950. Les groupements rupicoles dans les Alpes-Maritimes. Leur signification biogéographique. Bull: Soc. Bot. Fr., 97: 181-192. QUÉZEL, P., 1964. Végétation des hautes montagnes de la Grèce méridionale. Vegetatio 12, 289–386. Raimondo F.M., Bazan G., Gianguzzi L., Ilardi V., Schicchi R., Surano N., 2000 – Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo – Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3-160. 272 Raimondo F.M., Gianguzzi L., Lo Valvo M., Venturella G., 1990 – Indagine preliminare sul patrimonio biologico-ambientale delle coste siciliane. – Quad. Bot. Ambientale Appl., 1: 131-182. RIOUX, J. & QUÉZEL, P., 1949. Contribution à l'etude des groupements rupicules endemiques des Alpes Maritimes. Vegetatio, 2 (1):1-13. SUTTER, R., 1969. Ein Beitrag zur Kenntnis der soziologischen Bindung süd-südostalpiner Reliktendemismen. Acta Botanica Croatica, 28: 349-365. TERZI M., D’AMICO F.S., 2008. Chasmophytic vegetation of the class Asplenietea trichomanis in southeastern Italy. Acta Bot. Croat. 67 (2): 147-174. THEURILLAT, J.-P., AESCHIMANN, D., KÜPFER. P. & SPICHIGER, R., 1994. The higher vegetation units of the Alps. Colloques Phytosociologiques, 23:189-238. TOMASELLI M., 1988 - Phytosociology and ecology of the carbonatic talus slopes in the Apuanian Alps (Italy). Doc. Phytosoc., n.s., 11: 381-400. TOMASELLI, M. & ROSSI, G., 1989. The rock-crevice vegetation of the Pietra di Bismantova (Northern Apennines-Italy). Archivio Botanico Italiano, 65 (1-2): 1-16. TOMASELLI, M., 1994. The vegetation of summit rock faces, talus slopes and grasslands in the northern Apennines (N Italy). Fitosociologia, 26: 35-50. VERJANS T., 1995. Vergleichende vegetationskundlich- ökologische Studie in der alpinen Stufe des Latemar und Rosengarten (Prov. Bozen und Trient) auf der Grundlage pflanzensoziologischer und pedologischer Erhebungen. Kölner Geographische Arbeiten, Heft 64, 124 S. Wagensommer R.P., Di Pietro R., 2007. Aspetti cenologici e sintassonomici di alcune specie rare e/o minacciate del Gargano (Puglia settentrionale). Fitosociologia 44 (2) suppl. 1, pp. 231-234. WIKUS, E., 1958-61. Die Vegetation der Lienzer Dolomiten (Ostirol). Archivio Botanico e Biogeografico Italiano, 34, 35, 36, 37: 7-163. WRABER, T., 1970. Die Vegetation der subnivalen Stufe in den Julischen Alpen. Mittl. Ostalp.-Dinar. Ges. Vegtkde., 11: 249-256, Innsbruck. Nomi dei compilatori con e.mail Lasen Cesare ([email protected]) Alberto Selvaggi ([email protected]) Livio Poldini ([email protected]) Edoardo Biondi ([email protected]) Daniela Gigante ([email protected]) Simona Casavecchia ([email protected]) Diana Galdenzi ([email protected]) 273 82: Pareti rocciose con vegetazione casmofitica 8240*: Pavimenti calcarei Limestone pavements Piani glacio-carsici - Tonde de Cianderou (Dolomiti d'Ampezzo - BL), Alberto Scariot Codice CORINE Biotopes 62.3 - Pavements Codice EUNIS H3.5 - Falde rocciose superficiali e pavimentazioni calcaree naturali, prive o quasi di vegetazione Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Regular blocks of limestone known as "clints" with loose flags separated by a network of vertical fissures known as "grykes" or "shattered pavements", containing more loose limestone rubble. The rock surface is almost devoid of overlying soils (considerably less than 50% cover) except for some patches of shallow skeletal or loessic soils, although more extensive areas of deeper soil occasionally occur; sometimes there is encroachment of peat. This morphology offers a variety of microclimates allowing the establishment of complex vegetation consisting of a mosaic of different communities. The fissures provide a cold humid microclimate where shade-tolerant vascular plants such as Geranium robertianum and Ceterach officinale occur, as well as formations of herbaceous species typical of calcareous woodland; the small pockets of soil are occupied by communities of Mesobromion (e.g. Seslerio-Mesobromenion); heath and scrub also occur (e.g. Corylo-Fraxinetum). Apart from areas of species rich scrub (generally Prunetalia spinosae), the ecosystem is maintained by grazing in some regions; this, combined with severe winds, means that isolated shrubs can only survive in prostrate growth form (e.g. Dryas octopetala); at the margins of ungrazed sites Geranium sanguineum occurs. In Sweden, limestone blocks are larger and cracks are smaller. The species composition reflects a more continental, dryer and cooler climate. The pavements are mostly exposed with scattered cushions of bryophytes, more seldom covered by a thin layer of soil. The surface is covered by Sedum album, Cerastium 274 pumilum, C. semidecandrum, lichens (Aspicilia calcarea, Thamnolia vermicularis, Verrucaria nigrescens) and bryophytes (Tortella tortuosa, Grimmia pulvinata). The vegetation in the cracks contains Gymnocarpium robertianum, Asplenium ruta-muraria, A. trichomanes ssp. quadrivalens and, occasionally, bushes of Prunus spinosa, Fraxinus excelsior, Cotoneaster spp., Rosa spp. Some sites in Ireland host an open Taxus-Juniperus scrub of major interest; certain arctic alpine species such as Gentiana verna and Dryas octopetala are characteristic and in The Burren, these species occur with Atlantic-Mediterranean species such as Neotinea maculata. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Superfici calcaree suborizzontali con vegetazione rada, spesso con muschi e licheni, che si estendono dalle creste dei massicci e delle piattaforme calcareo-dolomitiche esposte ad avanzati processi di carsificazione, dal bioclima alpino a quello collinare. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Essendo un habitat a determinismo geomorfologico, le specie indicatrici comprendono entità tipiche di contesti bioclimatici differenti e che di regola caratterizzano altri tipi di habitat. Dryas octopetala, Salix retusa, Salix serpillifolia, Dryopteris villarii, Adenostyles glabra, Globularia cordifolia, Rhamnus pumilus, Sesleria caerulea, Erica carnea, Carex firma, Cystopteris fragilis, Festuca pumila, Aconitum tauricum, Polystichum lonchitis, Sempervivum dolomiticum, Sesleria sphaerocephala, Asplenium ruta-muraria, Asplenium viride, Erica carnea, Juniperus nana, Potentilla caulescens, Rhododendron hirsutum, Rosa pendulina, Sesleria caerulea, Valeriana tripteris, Viola biflora. Helianthemum alpestre, Globularia repens, Petrocallis pyrenaica, Silene acaulis cenisia, Leontopodium alpinum, Primula marginata, Silene saxifraga, Draba aizoides, Asplenium fissum, Linaria alpina, Linaria supina, Hieracium lanatum, Anthyllis montana, Gypsophila repens, Allium narcissiflorum, Athamanta cretensis, Saxifraga caesia, Saxifraga lingulata, Saxifraga biflora, Saxifraga androsacea, Saxifraga adscendens, Papaver rhaeticum, Cerastium alpinum, Cerastium latifolium, Ranunculus alpestris, Leucanthemopsis alpina, Delphinium dubium, Carex rupestris, Carex mucronata, Kernera saxatilis, Salix reticulata, Salix hastata, Lloydia serotina, Anemone baldensis, Luzula spicata, Gentiana ligustica, Danthonia alpina, Physoplexis comosa, Biscutella laevigata, Primula auricula, Calluna vulgaris, Genista germanica, Koeleria macrantha, Campanula raineri, Allium insubricum, Telekia speciosissima, Silene pusilla. Altre specie più termofile: Cotinus coggygria, Daphne alpina, Bromus erectus ssp. condensatus, Calamagrostis varia, Carex humilis, Cotoneaster tomentosus, Amelanchier ovalis, Arctostaphylos uva-ursi, Scabiosa graminifolia, Euphrasia tricuspidata, Frangula rupestris, Fraxinus ornus, Geranium macrorrhizum, Geranium robertianum, Gymnocarpium robertianum, Iris cengialti, Ostrya carpinifolia, Pinus sylvestris, Prunus mahaleb, Rhamnus saxatilis. Importanti sono la componente briofitica e quella lichenica e, nella fascia collinare-submontana, le specie caratteristiche di Alysso-Sedion albi. Riferimento sintassonomico Habitat a prevalente determinismo geomorfologico che può interessare molteplici classi di vegetazione. Dinamiche e contatti 275 Per le caratteristiche morfologiche tipiche questo habitat è sostanzialmente stabile. In ogni caso, secondo l’orizzonte altitudinale e le condizioni climatiche, i contatti con altri tipi di habitat possono essere molteplici. Particolarmente frequenti quelli con habitat casmofitici (8210 "Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica"), con le praterie alpine discontinue dell'habitat 6170 "Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine" e con l'habitat 6110* "Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi". Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia AB, TR, VL, LZ, VN, FR, TS, BS, LG, PM, EM, CL, LM. Note A livello di varianti si potrebbero considerare una situazione termofila, fino alla fascia montana, ed una glaciocarsica, caratteristica degli orizzonti subalpino e alpino-subnivale, date le rilevanti differenze nella vegetazione colonizzatrice. La prima corrisponderebbe agli orizzonti collinari-montani, e può includere anche fanerofite. I frammenti di vegetazione interessano componenti di Festuco-Brometea, Trifolio-Geranietea, Rhamno-Prunetea e QuercoFagetea, oltre a comunità brio-pteridofitiche dello Ctenidion mollusci Stefureac 1941 (Tortulo-Homalothecietea sericei), che costituiscono microassociazioni crittogamiche. La seconda, più importante e diffusa in ambiente alpino microtermo, corrisponde ai cosiddetti “Piani glacio-carsici” in cui il mosaico vegetazionale include componenti di Seslerietalia, Adenostylion, Cystopteridion e anche Salicetea herbaceae. In aspetto tipico non sono ipotizzabili confusioni, soprattutto nella fascia termofila. In alta quota, in ambienti subnivali e carsici, si potrebbero, di volta in volta, secondo le dimensioni del fenomeno, utilizzare codici specifici quali 6170 "Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine", o 8120 "Ghiaioni calcarei e scistocalcarei montani e alpini (Thlaspietea rotundifolii)". Nell’area carsica litoranea (FVG) si osservano degli interessanti e ricorrenti complessi vegetazionali (microgeosigmeti) dati da cenosi dell’Alysso-Sedion (6110 “Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi”) e da arbusteti litoxerofili (Frangulo-Prunetum mahaleb) espressione di questo habitat 8240 “Pavimenti calcarei”. Riferimenti Bibliografici CECCHI O., TOMEI P.E., 1988 - Aspetti floristici di alcune depressioni carsiche del promontorio occidentale del Golfo della Spezia.- Mem. Accad. Lunig. Sci. "Giovanni Capellini", 51-53 (1981-1983): 99-118. Di Fazio L., Foggi B. & Lombardi L. 2004 Le piante degli ambienti rupestri delle Alpi Apuane. Tassinari ed., Firenze. GERDOL R., TOMASELLI M., BOITI I., 1991. Bryophyte flora and vegetation of the glaciokarst plains in the Dolomites (S.Alps, Italy). J. Bryol., 16: 413 - 427. LÖHR H., 1992. Alpine Schutt- und Felspflanzengesellschaften im Nordwestteil der Latemargruppe (Südtirol). Diplomarbeit Univ. Köln. POLDINI L., 1989. La vegetazione del Carso Isontino e Triestino. Lint, Trieste. Pag. 316. TOMASELLI M., BOITI I., LASEN C., 1989. Zusammenhänge zwischen Vegetation und Oberflächenkarstformen in einigen Gletscherkare der italienischen Dolomiten. Atti del Simposio della Società estalpino - dinarica di fitosociologia, Feltre 29 giugno - 3 luglio 1988.; 127-133. Dip. Foreste Regione Veneto. VERJANS T., 1995. Vergleichende vegetationskundlich- ökologische Studie in der alpinen Stufe des Latemar und Rosengarten (Prov. Bozen und Trient) auf der Grundlage pflanzensoziologischer und pedologischer Erhebungen. Kölner Geographische Arbeiten, Heft 64, 124 S. 276 Nomi dei compilatori con e.mail Cesare Lasen ([email protected]) Livio Poldini ([email protected]) Mauro Giorgio Mariotti ([email protected]) 277 83: Altri Habitat Rocciosi 278 83: Altri habitat rocciosi 8310 : Grotte non ancora sfruttate a livello turistico Caves not open to the public Codice CORINE Biotopes 65 - Caves Codice EUNIS H1 - Terrestrial underground caves, cave systems, passages and waterbodies. Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea, Continentale, Alpina. Descrizione generale dell’habitat Caves not open to the public, including their water bodies and streams, hosting specialised or high specie endemic species, or that are of paramount importance for the conservation of Annex II species (e.g. bats, amphibians). Frase diagnostica dell’habitat in Italia Grotte non aperte alla fruizione turistica, comprensive di eventuali corpi idrici sotterranei, che ospitano specie altamente specializzate, rare, spesso strettamente endemiche, e che sono di primaria importanza nella conservazione di specie animali dell’ Allegato II quali pipistrelli e anfibi. I vegetali fotosintetici si rinvengono solo all’imboccatura delle grotte e sono rappresentati da alcune piante vascolari, briofite e da alghe. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento All'ingresso delle grotte possono rinvenirsi poche piante vascolari sciafile, si tratta soprattutto di pteridofite quali Asplenium trichomanes, Phyllitis scolopendrium, Athyrium filix-foemina, Cystopteris fragilis, Polystichum aculeatum, Dryopteris filix-mas, Polypodium cambricum, P. vulgare, P. interjectum, ma anche di Angiosperme come Centranthus amazonum, Sedum fragrans e S. alsinefolium. Tra le briofite che spesso formano densi tappeti all’imboccatura delle grotte si possono citare Isopterygium depressum, Neckera crispa, Plagiochila asplenioides fo. cavernarum, Anomodon viticulosus, Thamnium alopecurum e Thuidium tamariscinum Le patine di alghe che possono insediarsi fin dove la luminosità si riduce a 1/2000, sono costituite da Alghe Azzurre con i generi, Aphanocapsa, Chrococcus, Gleocapsa, Oscillatoria, Scytonema, e da Alghe Verdi con i generi Chlorella, Hormidium e Pleurococcus. Frequentemente tutte le specie vegetali sono presenti con particolari forme cavernicole sterili. Riferimento sintassonomico La vegetazione brio-pteridofitica presente all’imboccatura delle grotte è stata riferita a varie associazioni. In Sicilia è talora presente il Thamnobryo alopecuri-Phyllitidetum scolopendrii Brullo, Privitera & Puglisi 1992, associazione del Adiantion capilli-veneris Br.-Bl. ex Horvatic 1934. Per le grotte del Carso triestino Poldini 279 (1989) riporta alcune associazioni del Cystopteridion (Nordhag. 1936) J.L. Rich. 1972, quali l’AsplenioCystopteridetum fragilis Oberd. (1936) 1949 e Phyllitido-Plagiochiletum cavernarum Tomazic 1946. Dinamiche e contatti In assenza di perturbazioni ambientali, sia naturali (variazioni nel regime idrico), sia antropiche, l’habitat è stabile nel tempo ed è caratterizzato da una notevole costanza dei fattori ecologici nel lungo periodo. Esso rappresenta un ambiente di rifugio per una fauna cavernicola, spesso strettamente endemica, di notevole interesse biogeografico. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia AB, BS, CL, CM, EM, FR, LG, LM, LZ, ML, MR, PG, PM, SC, SR, TR, TS, UM, VL, VN. Note Questo habitat assume notevole importanza soprattutto per la conservazione di una fauna cavernicola caratterizzata da animali molto specializzati e spesso strettamente endemici. Si tratta di una fauna costituita soprattutto da invertebrati esclusivi delle grotte e dei corpi idrici sotterranei come i coleotteri appartenenti alle famiglie Bathysciinae e Trechinae i crostacei (Isopoda, Amphipoda, Syncarida, Copepoda) e i molluschi acquatici della famiglia Hydrobiidae. Le grotte costituiscono spesso i luoghi di rifugio durante il letargo invernale per varie specie di vertebrati dell’allegato II. Più specie possono utilizzare a tal fine la stessa grotta. Le grotte sono importanti habitat per i chirotteri, esse ospitano inoltre anfibi molto rari come Proteus anginus e diverse specie del genere Speleomantes. Per la ricerca di questo habitat si consiglia la consultazione dei catasti speleologici regionali e il catasto delle grotte nazionale. Riferimenti Bibliografici AA.VV., 2001 – Grotte e fenomeni carsici. Quaderni Habitat. Quaderni Habitat, Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio, Museo Friulano di Storia Naturale di Udine. http://www.minambiente.it/index.php?id_sezione BECCARISI L., ERNANDES P., DELLE ROSE M., ZUCCARELLO V., 2006. Valutazione dello stato di conservazione delle "spunnulate" della costa di Porto Cesareo e Nardò (provincia di Lecce) con un approccio vegetazionale. Thalassia Salentina, 29, suppl.: 215-236. BRULLO S., PRIVITERA M., PUGLISI M., 1993. Thamnobryo alopecuri-Phyllitidetum scolopendrii nuova associazione centro-mediterranea della classe Adiantetea. Arch. Bot. Ital., 68: 35-43. BURRI E., 1988. Aree protette e connotazione carsica. In: Problematiche di inquinamento e salvaguardia delle aree carsiche: 113-133. L'Aquila. CORTINI PEDROTTI C., 1982. Associations de la classe Adiantetea dans quelques grottes de la Gorge de Frasassi. Guide-Itin. Excur. Intern. Phytosoc. en Italie centrale (2-11 juillet 1982): 201-207. DELL’UOMO A., 1982. Peuplememnts d’algues dans quelques grottes de la gorge de Frasassi. Guide Itin. Excur. Intern. Phytosoc. en Italie centrale (2-11 juillet 1982): 207-210. FERRINI G.(a cura di), 1998 - L'area carsica delle Vigne (Verzino - Crotone). Studio multidisciplinare. Mem. Ist. Ital. di Speleologia. Serie II Vol.X. LAROCCA F., 1991 - Le grotte della Calabria. Guida alle maggiori cavità carsiche della regione. LO GIUDICE R., PRIVITERA M., 1989. Sulla florula e vegetazione briofitica della Grotta Garrone (M.te Pizzuta) Piana degli Albanesi. Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat., Catania, 20 (330) (1987): 165-170. 280 POLDINI L. 1989. La vegetazione del Carso isontino e triestino. Ed. Lint, Trieste. POLDINI L., TOSELLI E., 1981. La distribuzione dell’aggregato Polypodium vulgare L. s.l. nel Friuli Venezia Giulia alla luce di uno studio eco climatico. Lav. Soc. Ital. Biogeograf. n.s., 7: 771-794. RUSSO N., DEL PRETE S., GIULIVO I. E SANTO A., 2005. Grotte e speleologia della Campania. Atlante delle cavità naturali. Sellino Ed. Avellino. (ISBN 88-88991-32-8). Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=10170 http://www.floradoc.org/habitat/habitat-natura-2000.html http://www.mma.es/portal/secciones/biodiversidad/rednatura2000/documentos_rednatura/habitat_rocosos_cu evas.htm http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers5.html http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm#habitats_1 http://www.ambiente.regione.lombardia.it/webqa/retenat/SIC_Lomb/habitat/PDF/habitat/8310.pdf http://www.jncc.gov.uk/ProtectedSites/SACselection/habitat.asp?FeatureIntCode=H8310 Nomi dei compilatori con e.mail Giovanni Spampinato [email protected] 281 83: Altri habitat rocciosi 8320 : Campi di lava e cavità naturali Fields of lava and natural excavations Fumarole dell'habitat 8320 "Campi di lava e cavità naturali" a Pantelleria, Giovanni Spampinato Colata laviva del 2002 presso Piano Provenzana sull'Etna riferibile all'habitat 8320 "Campi di lava e cavità naturali", Giovanni Spampinato Codice CORINE Biotopes 66 - Volcanic features 66.2 - Etna summital communities 66.3 - Barren lava fields 66.4 - Volcanic ash and lapilli fields 66.5 - Lava tubes 66.6 - Fumaroles Codice EUNIS H6.1 - Active volcanic features H6.11 - Italian fumaroles H6.12 -: Sicilian fumaroles H6.13 - Pantelleria fumaroles 282 H6.2 - Inactive recent volcanic features H6.22 - Etna summital communities H6.24 - Barren lava fields and flows H6.25 - Volcanic ash and lapilli fields H1.4 - Lava tubes Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Sites and products of recent volcanic activity harbouring distinct biological communities. Sub-types : 66.1 - Teide violet community. Violetea cheiranthifoliae. Very open formation of the summit of the Teide volcano of Tenerife, above (2700) 3000 metres, with Viola cheiranthifolia and a few individuals of Silene nocteolens and Argyranthemum teneriffae. 66.2 - Etna summital communities. Communities of Mount Etna, above the limit of hedgehog heaths. 66.3 - Barren lava fields. Almost bare lava formations of other volcanoes, and of lower altitudes on Etna and Teide, colonised by, besides communities related to ones covered in other sections, lichens (e.g. Stereocaulon vesuvianum) and invertebrates. 66.4 - Volcanic ash and lapilli fields 66.5 - Lava tubes. Caves formed by hollow basaltic tubes resulting from the cooling of the surface of lava flows whose molten interior continued to flow. The very large tube created by the volcano La Corona of Lanzarote harbours unique communities of invertebrates, in particular, the decapode crustacean Munidopsis polymorpha, endemic to that locality, and several crustaceans of the genus Speleonectes. 66.6 - Fumaroles Orifices in volcanic areas through which escape hot gases and vapours. Their very extreme environment is colonised by paucispecific but highly distinct communities. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Ambienti originati da attività vulcaniche recenti che ospitano biocenosi differenziate in relazione alle caratteristiche ecologiche evidenziate nella articolazione in sottotipi. Le biocenosi presenti in questo habitat sono di tipo pioniero, paucispecifiche, caratterizzate spesso da specie endemiche in relazione alle peculiarità del substrato e all’isolamento geografico degli ambienti vulcanici. Sui substrati lavici di nuova formazione i processi pedogenetici portano alla formazione di suoli ricchi in nutrienti con una notevole permeabilità ed aridità edafica che condiziona la vita delle comunità biologiche. Sottotipi e varianti In Italia l’habitat 8320 è presente i seguenti sottotipi: 66.2 - Comunità sommitali dell’Etna Comunità del Monte Etna, poste nella fascia alto montana al di sopra del limite della vegetazione arbustiva pulvinata ad Astragalus siculus, tra i 2500 m e la zona dei crateri sommitali. Queste comunità sono caratterizzate da poche specie pioniere, quasi tutte endemiche, quali Rumex aetnensis, Senecio aetnensis, Anthemis aetnensis. Si tratta di una fitocenosi con scarso grado di copertura localizzate su sabbie vulcaniche incoerenti riferibile al Senecioni aetnensis-Anthemidetum aetnensis Frei 1940 (Frei, 1940; Poli, 1965; Brullo et al., 2005). 66.3 - Campi lavici recenti privi o con rada vegetazione vascolare 283 Campi lavici di recente formazione posti anche a bassa quota caratterizzati da una vegetazione pioniera crittogamica a briofite e licheni come ad esempio Stereocaulon vesuvianum, Grimmia sp. pl. Le piante vascolari sono assenti o sporadicamente rappresentate. 66.4 – Campi di ceneri e lapilli vulcanici Depositi piroclastici incoerenti di sabbie, ponice e ceneri vulcaniche prodotti dalle attività esplosive dei vulcani. Possono presentarsi prive di vegetazione o colonizzate da una vegetazione pioniera terofitica effimera molto specializzata. 66.5 – Grotte da scorrimento lavico Grotte basaltiche derivanti dal raffreddamento superficiale delle colate laviche che continuano a scorrere all’interno di gallerie prodotte dallo scorrimento delle lave fluide. Sono diffuse soprattutto sull’Etna in relazione alla tipologia di eruzione che caratterizza questo vulcano. 66.6* – Fumarole. (proposto come prioritario) Spaccature del terreno in aree vulcaniche attraverso le quali sono emessi gas caldi e vapori. Si tratta di ambienti estremi colonizzati da comunità paucispecifiche caratterizzate da specie molto specializzate. L’imboccatura delle fumarole è colonizzata da una successione di microfitocenosi dove giocano un ruolo importate alcune briofite, come Campylopus pilifer subsp. vaporarius, Calymperes erosum, Rhynchostegium strongylense e poche altre piante vascolari come Radiola linoides e Cyperus polystachyus. Questo sottotipo, in relazione alla sua rarità, all’interesse naturalistico, alle minacce rappresentate dalla frequentazione turistica e dall’uso a fini termale delle fumarole, si propone che venga considerato prioritario. Combinazione fisionomica di riferimento In relazione a sottotipo le specie caratterizzanti questo habitat sono: 66.2 - Comunità sommitali dell’Etna Piante vascolari: Anthemis aetnensis, Rumex aetnensis, Senecio aetnensis, Anthemis aetnensis e Hypochoeris robertia 66.3 - Campi lavici recenti privi o con rada vegetazione vascolare Licheni: Stereocaulon vesuvianum, Neofuscelia pull., Xanthoparmelia conspersa, Lecidea fuscoatra; . Briofite: Grimmia laevigata, Grimmia trichophylla, G. ovalis, G. montana, Coscinodon cribrosus, Racomitrium lanuginosum. 66.4 – Campi di ceneri e lapilli vulcanici: Piante vascolari: Scleranthus aetnensis, Rumex scutatus, Artemisia campestris subsp. variabilis, Scrophularia canina subsp. bicolor, Glaucium flavum, Silene vulgaris subsp. tenoreana, 66.5 – Grotte da scorrimento lavico Briofite (alcune presenti anche con forme cavernicole): Thamnobryum alopecurum, Plasteurhynchium striatulum, Isopterygiopsis pulchella, Rhynchostegiella tenella, Fissidens gracilifolius, Epipterygium tozeri, Amphidium mougeotii, Timmia bavarica. * 66.6 – Fumarole: Piante vascolari: Radiola linoides, Kichxia cirrhosa, Cyperus polystachyus. Briofite: Calymperes erosum, Campylopus pilifer subsp. vaporiarius, Rhynchostegium strongylense, Trematodon longicollis, Isopterygium tenerum. Riferimento sintassonomico L’habitat 8320 inquadra aspetti vegetazionali molto differenziati accumunati dal fatto che si localizzano in ambienti originati di recente dalla attività vulcanica. In relazione al sottotipo sono qui di seguito elencati i sintaxa di riferimento. 66.2 - Comunità sommitali dell’ Etna 284 La fascia alto montana superiore è caratterizzata da una vegetazione a basso grado di copertura riferita la Senecioni aetnensis-Anthemidetum aetnensis Frei 1940, associazione del Rumici-Astragalion siculi Poli 1965. 66.3 - Campi lavici recenti privi o con rada vegetazione vascolare. La colonizzazione iniziale delle lave dell’Etna e del Vesuvio e svolta da cenosi a netta dominanza di Stereocaulon vesuvianum riferite ad uno specifico aggruppamento del Parmelion conspersae Hadač 1944 et. al. Successivamente sui campi lavici si insedia una vegetazione briofitica epilitica più o meno acidofila di pertinenza della classe Grimmietea alpestris Hadač & Vondracek in Ježek & Vondràček 1962 e nello stadio più maturo rientrante nella classe Ceratodonto purpurei-Polytrichetea piliferi Mohan 1978. 66.4 – Campi di ceneri e lapilli vulcanici Vi si rinvengono spesso radi pratelli terofitici silicicoli come sull’Etna, dove nelle fascia alto-montana è presente un tipico aggruppamento vegetale a Scleranthus aetnensis, rientrante nella classe Tuberarietea guttatae (Br.-Bl. in Br.-Bl. et al. 1952) Rivas Goday & Rivas Martinez 1963. 66.5 – Grotte da scorrimento lavico In questo tipo di ambiente si possono riscontrare alcune fitocenosi crittogamiche fortemente mesofile e marcatamente sciafile di pertinenza delle classi fitosociologiche Ctenidietea mollusci Hübschmann ex Grcić 1980 e Cladonio digitatae-Lepidozietea reptantis Ježek & Vondràček 1962. 66.6* – Fumarole: Alle imboccature delle fumarole presenti nel Mediterraneo si crea un ambiente microclimatico caldo e umido di tipo tropicale che ospita comunità briofitiche riferite alla classe Campylopodetea vaporarii Brullo, Privitera & Puglisi ex Brullo, Privitera & Puglisi 2006. Dinamiche e contatti In relazione alla sotto tipologia le relazioni dinamiche e i contatti catenali sono molto variabili. 66.2 - Comunità sommitali dell’ Etna Nella fascia oromediterranea superiore che sull’Etna si estende tra 2400-2500 e 2900-3000 m la vegetazione tipica di questo habitat del Senecioni aetnensis-Anthemidetum aetnensis costituisce una formazione stabile di tipo climacico (Poli, 1965; Pignatti et al., 1980, Brfullo et al., 2005). A quote più basse, questo habitat compone talra un mosaico con la vegetazione pulvinata dell’ Astragaletum siculi e rappresenta uno stadio nella serie dinamica di colonizzazione dei substrati incoerenti che evolve verso la vegetazione tale associazione (Poli, 1965, Mercurio & Spampinato 2008). 66.3 - Campi lavici recenti privi o con rada vegetazione vascolare La fase iniziale nella colonizzazione delle superfici laviche è sostenuta dai liche e in particolare dall’agg. A Stereocaulon vesuvianum, seguono le comunità brifitiche, rappresentate nel piano basale e collinare dal Grimmietum commutatae-campestris, sostituita in altitudine dalle associazioni Coscinodontetum cribrosi, Grimmietum ovatae e Grimmietum montanae. Queste ultime associazioni rappresentano il primo stadio della serie dinamica relativa alla colonizzazione briofitica delle lave di quota, che si evolve verso uno stadio più maturo rappresentato dall’associazione terri-sassicola Racomitrietum lanuginosi. 66.5 – Grotte da scorrimento lavico L’ambiente è conservativo e, quindi, non si può evidenziare una serie dinamica. Nelle grotte di bassa quota è presente l’associazione Rhynchostegielletum algirianae, mentre nella zona subliminare di diverse grotte poste a quote elevate si rinviene Pohlio crudae-Amphidietum mougeotii, e sporadicamente Rhabdoweisietum fugacis e Pohlietum crudae subass. timmietosum bavaricae. 66.6* – Fumarole Anche questo tipo di habitat è conservativo e le relazioni che intercorrono tra i diversi aspetti briovegetazionali riscontrati sono di tipo catenale. L’associazione più comune, strettamente legata alla bocche fumaroliche, è Campylopodetum vaporarii, briocenosi più o meno fotofila, igrofila e marcatamente termofila. In condizioni di spiccata sciafilia si rinviene Calymperetum erosi, presente solo a Pantelleria. In condizioni di minore igrofilia si riscontra, invece, Isopterygio teneri-Cyperetum polystachyi, presente solo ad Ischia. Attorno alle sorgenti 285 gassose in Toscana e Lazio è presente una variante di vegetazione geotermale acidofila paucispecifica con Agrostis canina ssp. monteluccii o A. castellana. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia SC, BS, CM, LZ, TS Note L’habitat è presente per le zone vulcaniche del territorio italiano. Come veidenziato precedentemete si propone come prioritari o l'abitat nella sua variante 66.6* "Fumarole" in considerazione della sua rarità, dell'interesse naturalistico e delle minacce rappresentate dalla frequentazione turistica e dall’uso a fini termali delle fumarole. Riferimenti Bibliografici AGOSTINI, R. 1975 – Vegetazione pioniera del Monte Vesuvio: aspetti fitosociologici ed evolutivi. Arch. Bot. Biogeogr. Ital. 51: 11-34. APRILE G.G., GAROFALO R., COCCA M.A., RICCIARDI, M. 2001 – La flora lichenica del complesso Somma-Vesuvio (Napoli). Alliona, 38: 195-205. APRILE G.G., GRILLO M., CANIGLIA G.M., GAROFALO R., 2004 – Vegetazione lichenica Stereocaulon vesuvianum Pers. in aree del Vesuvio e dell’Etna (Italia meridionale). Atti XVII° Convegno annuale, Società Lichenologica Italiana - Genova, 30 settembre – 1 ottobre 2004. BRULLO S., CORMACI A., GIUSSO DEL GALDO G., GUARINO R., MINISSALE P., SIRACUSA G., 2005 – A syntaxonomical survey of the sicilian dwarf shrub vegetation belonging to the class Rumici-Astragaletea siculi. Ann. Bot. n.s. 5: 57-104. BRULLO S., DI MARTINO A., MARCENO C., 1977 – La vegetazione di Pantelleria: studio fitosociologico. Catania, 1977 BRULLO S., PRIVITERA M. & PUGLISI M., 2001 – Phytogeographical considerations on the fumarole bryoflora from Mediterranean and Macaronesian areas. Bocconea 13: 329336. BRULLO S., PRIVITERA M. & PUGLISI M., 2004 – Bryophyte vegetation of the fumaroles from some Mediterranean and Macaronesian territories. Nova Hedwigia, 78(3-4): 367-387 CARUSO D. & BRISOLESE S., 1974 – Ricerche bio-ecologiche sulla fauna delle grotte di Sicilia. I. Isopodi terrestri delle grotte vulcaniche dell' Etna. Animalia, I, (1/3): 123-133. LOPPI S. & BONINI I., 2000 - Lichens and mosses as biomonitors of trace elements in areas with thermal springs and fumarole activity (Mt. Amiata, Italy). Chemosphere, 41: 1333-1336. FREI M., 1940 - Die pflanzen-assoziationen der alpinen stufe des Äetna. Ber. Geob. Forsc. Inst. Rübel Zürich 1939: 86-92. LO GIUDICE R. & PRIVITERA M. 1981 – Contributo alla conoscenza della brioflora cavernicola dell' Etna. Arch. Bot. e Biogeogrf. Ital. 57 (1/2): 171-192. LO GIUDICE R. & PRIVITERA M. 1983 – Sulla brioflora di alcune grotte etnee (Grotta Forcato, Grotta delle Palombe, Grotta dei Ladri). Arch. Bot. e Biogeogrf. Ital. 59 (3/4) 137-157. MAZZOLENI, S. & RICCIARDI, M. 1993 – Primary succession on the cone of Vesuvio. Bull. Brit. Ecol. Soc. 12: 101-112. MAZZOLENI S., RICCIARDI M. & APRILE G.G. 1989 – Aspetti pionieri della vegetazione del Vesuvio. Ann. Bot. (Roma) 47, Suppl. 6: 97-110. POLI MARCHESE, E., GRILLO M., 2000 – Vegetation dynamics on lava flows on Mt. Etna. Proceedings IAVS Symposium, pp. 210-213. Uppsala 286 POLI, E. 1970 – Vegetazione nano-terofitica su lave dell’Etna. Arch. Bot. Biogeogr. Ital. 46: 89-100. POLI E., 1965 - La vegetazione altomontana dell'Etna - Flora et Vegetatio Italica. Memoria 5: 1-241. Ed. Gianasso. POLI E., 1959a – Sulla genesi di alcune grotte dell' Etna. Boll. Acc. Gioenia di Sc. nat. in Catania, sr. IV, 5 (1): 1-17. POLI E., 1959b – Genesi e morfologia di alcune grotte dell' Etna. Boll. Soc. Geogr. Ital.,9/10:3-14. POLI E., GRILLO M., 1974-’75 – La colonizzazione vegetale della colata lavica del 1381. Atti Ist. Lab. Critt. Univ. Pavia, se. 6, 10: 127-186. POLI MARCHESE E., GRILLO M., LO GIUDICE R., 1995 – Aspetti del dinamismo della colata lavica del 1651 del versante orientale dell’Etna. Coll. Phytosoc., 24: 242-264. PRIVITERA M., PUGLISI M., 1996 - La vegetazione briofitica dell’Etna (Sicilia, Italia). Braun-Blanquetia, 19. pp. 59. PRIVITERA M., PUGLISI M., 2004 - La vegetazione briofitica della Sicilia. Braun-Blanquetia, 34: 129-141. Selvi F. 1997. – Acidophilic grass communities of CO2-springs in central Italy: composition, structure and ecology. In: Raschi A., Miglietta F., Tognetti R. & Van Gardingen P. R. (Eds.), Plant Responses to Elevated Carbon Dioxide: Evidence from Natural Springs, pp. 114-133. Cambridge University Press. Selvi F, Bettarini I. 1999. – Geothermal biotopes in Central-western Italy from a botanical viewpoint. In Raschi A., Vaccari, P. F. and Miglietta F. (eds.) Ecosystem response to CO2 : the MAPLE project results, pp. 1-12. European Commission: Research Directorate-General, Brussels. Selvi F., Stefanini P. 2005. – Biotopi naturali e aree protette nella Provincia di Grosseto. Componenti floristiche e ambienti vegetazionali. Provincia di Grosseto, U.O.C. Aree Protette e Biodiversità, 141, pp. Barbagallo C., Brullo S. & Signorello P., 1983 - Note fitosociologiche sulla vegetazione delle Isole Eolie. Boll.Acc.Gioenia Sci.Nat. 16(321):7-16. Brullo S. & Siracusa G. 1996 - Studio fitosociologico dell ' isola di Linosa. Doc. Phytosoc., n. s., 16: 123-174. Ferro G., Furnari F., 1968 - Flora e vegetazione di Stromboli (Isole Eolie). Arch. Bot. Biogeogr. Ital., 44 (1-2): 21-45., (3): 59-85. Gianguzzi L., 1999 – Vegetazione e bioclimatologia dell'Isola di Pantelleria (Canale di Sicilia). – BraunBlanquetia, 20: 1-74. Camerino (MC). Pasta S., Lo Cascio P., 2002 – Contributi alla conoscenza botanica delle isole minori circumsiciliane. II. Note tassonomiche e geobotaniche sulla flora delle Isole Eolie. – Naturalista sicil., S. 4, 26 (3-4.): 131-145. Ronsisvalle G.A., 1969 – Flora e lineamenti della vegetazione di Ustica. – Giorn. Bot. Ital., 103:1-63. Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=10171 http://eunis.eea.europa.eu/habitats-code-browser.jsp?expand=H,H6,H6.1,H6.2#level_H6.2 http://www.caicatania.it/speleo/frames.html http://www.mma.es/portal/secciones/biodiversidad/rednatura2000/documentos_rednatura/habitat_rocosos_cu evas.htm Nomi dei compilatori con e.mail Giovanni Spampinato [email protected] Marta Puglisi ([email protected]) 83: Altri habitat rocciosi 8330 : Grotte marine sommerse o semisommerse Submerged or partially submerged sea caves 287 Codice CORINE Biotopes 11.26 - Undersea caves Codice EUNIS A1.4 -Features of littoral rock A1.44 - Communities of littoral caves and overhangs A3.7 -Features of infralittoral rock A4.7 -Features of circalittoral rock A4.71 - Communities of circalittoral caves and overhangs Codice Barcellona Convention UNEP(OCA) / MED WG.143/5 (Hyères experts report, 1998) Biocenosi più rilevanti (e/o segnate con asterisco facies e associazioni considerate prioritarie nelle SDF/ASPIM): II. 4. 3. Biocenosis of the Mediolittoral caves / Biocenosi delle Grotte Mediolitorali v II. 4. 3. 1. Association with Phymatolithon lenormandii and Hildenbrandia rubra / Associazione a Phymatolithon lenormandii e Hildenbrandia rubra v IV.3. 2. Semi-dark caves (also in enclave in upper stages) Grotte semi-oscure (anche in enclave negli strati superiori) IV. 3. 2. 1.Facies with Parazoanthus axinellae Facies a Parazoanthus axinellae v IV. 3. 2. 2.Facies with Corallium rubrum Facies a Corallium rubrum IV. 3. 2. 3. Facies with Leptopsammia pruvoti Facies a Leptopsammia pruvoti v V. 3. 2. Caves and ducts in total darkness (in eclave in the upper stages) Grotte e anfratti a oscurità totale [biocenosi presenti in isole di popolamento (enclave) anche nei piani superiori] Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Caves situated under the sea or opened to it, at least at high tide, including partially submerged sea caves. Their bottom and sides harbour communities of marine invertebrates and algae. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Grotte marine situate sotto il livello del mare o lungo la linea di costa e aperte almeno durante l’alta marea, incluse le grotte parzialmente sommerse. Le grotte sommerse o semisommerse possono variare notevolmente nelle dimensioni e nelle caratteristiche ecologiche. I fondali e le pareti di queste grotte ospitano una ricca e diversificata comunità di invertebrati marini e di alghe sciafile. Queste ultime sono presenti principalmente alla imboccatura delle grotte. La biocenosi superficiale è ubicata nelle grotte marine situate sotto il livello del mare o lungo la linea di costa e inondate dall’acqua almeno durante l’alta marea. 288 Il popolamento tipico della biocenosi si trova in corrispondenza di grotte mediolitorali. Hildenbrandia rubra e Phymatolithon lenormandii sono le specie algali presenti e caratterizzanti. Sembra che l’abbondanza di H. rubra sia condizionata più dal grado di umidità che dall’ombra stessa. In certe fessure può prosperare anche la rodoficea Catenella caespitosa, frequente in Adriatico e sulle coste occidentali italiane. La facies a Corallium rubrum è l’aspetto più diffuso della biocenosi delle grotte sommerse e semi-oscure. Il popolamento più denso si trova principalmente sulla volta delle grotte e al di fuori di queste nella parte più bassa degli strapiombi. Questa facies ancora si può trovare in ambienti del circalitorale inferiore (Biocenosi della Roccia del Largo) o forse anche di transizione al batiale sino a profondità di circa 350m su superfici di fondi rocciosi. Facies della biocenosi si possono trovare in grotte sommerse ubicate sia nell’infralitorale sia nel circalitorale. In questa ubicazione l’imboccatura è ricca di alghe calcaree (Corallinacee e Peissonneliacee) e non calcaree ( Palmophyllum crassum, Halimeda tuna, Flabellia petiolata Peyssonnelia sp.pl. non calcaree, ecc.). Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento La componete algale di questo habitat è rappresentata da specie sciafile, a tallo calcificato e non, a portamento frondoso nella parte più prossima all’imboccatura e a portamento incrostante nella parte più interna. La ricchezza specifica e i valori di ricoprimento si riducono drasticamente procedendo verso l’interno delle cavità fino ad azzerarsi. I taxa dominanti e più diffusi sono: Palmophhyllum crassum, Phymatolithon lenormandii, Hildenbrandia rubra, Crouoriela armorica, Peyssonnelia sp. pl., Neogoniolithon brassica-florida, Lithophyllum stictaeforme, Halimeda tuna, Flabellia petiolata ecc. Riferimento sintassonomico La vegetazione algale non è specifica dell’ambiente delle grotte marine ma tipica di ambienti sciafili del circalitorale rinvenibili anche nelle grotte localizzate comunemente nel mediolitorale e nell’infralitorale. Sono presenti varie associazioni riconducibili alle classi Entophysalidetea Giaccone 1993 per le grotte semissommerse e Lithophylletea Giaccone 1965 emend. Giaccone 1994 per le grotte permanentemente sommerse ubicate nel sistema fitale del dominio bentonico del Mediterraneo. CLASSE: ENTOPHYSALIDETEA Giaccone 1993. ORDINE: RALFSIETALIA VERRUCOSAE Giaccone 1993. All. Ralfsion verrucosae Giaccone 1993. Ass. Phymatolithetum lenormandii Giaccone 1993. Subass. Catenelletosum caespitosae Battelli 2005 Classe: LITHOPHYLLETEA Giaccone 1965 emend. Giaccone 1994 Ordine: Rhodymenietalia Boudouresque 1971 emend. Giaccone 1994 All.: Schotterion nicaeensis Boudouresque & Cinelli 1971 emend. Giaccone 1994 Ass.: Schotteretum nicaeensis Berner 1931 Ass.: Rhodymenietum ardissonei Pignatti 1962 All.: Peyssonnelion squamariae Augier & Boudouresque 1975 emend. Giaccone1994 Ass.: Flabellio-Peyssonnelietum squamariae Molinier 1958 ORdine: Lithophylletalia Giaccone 1965 All.: Lithophyllion stictaeformis Giaccone 1965 Ass.: Lithophyllo-Halimedetum tunae Giaccone 1965 Ass.: Rodriguezelletum strafforelloi Augier & Boudouresque 1975 289 Dinamiche e contatti Le grotte sono habitat conservativi caratterizzati da biocenosi stabili nel tempo. Questo habitat ha contatti catenali con l’habitat 1170 “Scogliere” ed in particolare con gli ambienti sciafili sviluppati su pareti, strapiombi e sulle rocce del circalitorale inferiore e del batiale superiore. Le grotte marine sono caratterizzate nella parte esterna dell’imboccatura da comunità di alghe frondose e più internamente da comunità di alghe incrostanti che competono per lo spazio con Madreporari (Astroides calycularis ) e con Spugne. Specie alloctone Womersleylla setacea, Acrothamnion preissii. Distribuzione dell’habitat in Italia LG, TS, SR, SC, CL, CM, PG, FR, LZ, BS, MR. Note Riferimenti Bibliografici AA.VV., (2007). Guidelines for the establishment of the Natura 2000 network in the marine environment. Application of the Habitats and Birds Directives (ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/marine/docs/marine_guidelines_it.pdf) AA.VV., 2009. Proceedings of the 1st Mediterranean Symposium on the conservation of the coralligenous and others calcareous Bio-constrution. UNEP/MAP/RAC/SPA. Tabarka. Tunisia: 1-268. BELLAN-SANTINI D., LACAZE J.C., POIZAT C., (1994). Les biocénoses marines et littorales de Méditerranée, sinthèse, menaces et perspectives. Collection Patrmoines Naturels. 19 : 1-246. Museum National d’Histoire Natirelle. Paris. BIANCHI C.N., MORRI C., 1994. Studio bionomico comparativo di alcune grotte marine sommerse; definizione di una scala di confinamento. Memorie dell’Istituto italiano di Speleologia 6, s. II: 107-123. CICOGNA F., BIANCHI C.N., FERRARI G., FORTI P. (eds.) Grotte marine: cinquant’anni di ricerche in Italia. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio: 505 pp. CINELLI F., FRESI E., MAZZELLA L., PANSINI M., PRONZATO R., SVOBODA A., 1977. Distribution of benthic phyto - and zoocoenoses along a light gradient in a superficial marine cave - in Biology of Benthic organisms - Pergamon Press New York: 173-183. CORMACI M., FURNARI G., GIACCONE G., 2003. Macrofitobenthos. In: Gambi M. C. e Dappiano M. (Eds) Manuale di metodologie di campionamento e studio del benthos marino mediterraneo. Biologia Marina Mediterranea, 10(Suppl.): Cap. 7: 233-262. DAUVIN J.C., BELLAN G., BELLAN-SANTiNI D., 2008. The need for clear and comparable terminology in benthic ecology. Aquatic Conserv: Mar. Freshw. Ecosyst. 18: Part. I: Ecological concepts: 432-445; Part. II Application of the European Directives: 446-456. GAMBI M.C. , DAPPIANO M. (Eds.), 2003. Manuale di metodologie di campionamento e studio del benthos marino Mediterraneo. Biol. Mar. Mediterr., 10 (Suppl. 1): 1-638. GIACCONE G., ALONGI G., COSSU A., DI GERONIMO R., SERIO D., 1993. La vegetazione marina bentonica del Mediterraneo: I. Sopralitorale e mesolitorale. Proposte di aggiornamento. Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. Catania, 26 (341): 145-172. GIACCONE G., ALONGI G., PIZZUTO F., COSSU A., 1994. La vegetazione marina bentonica sciafila del Mediterraneo: III. Infralitorale e Circalitorale. Proposte di aggiornamento. Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. Catania, 27: 201-227. 290 GIACCONE G., DI MARTINO V., 2002. Past, present and future of vegetational diversity and assemblages on Mediterranean Sea. Proceedings of the first mediterranean Symposium on marine Vegetation. Ed. UNEP/RAC/SPA. Tunis: 34-59. GIACCONE G., DRAGO D., 1989. Bionomia della grotta dell'Accademia. Accad. Int. Sci. e Tecn. Subacquee Ustica, 2: 38-41. GIACCONE G., SCAMMACCA B., 1974. Speleologia subacquea - in I1 Mare. Istituto Geografico De Agostini. Novara: 273-274. LAUSI D., CRISTOFOLINI G., TARABOCCHIA M., DE CRISTINI P., 1967. Attività fotosintetica di alghe marine nella Grotta delle Viole (Isola S. Domino - Tremiti). Giorn. Bot. Ital., 101 (3): 167-178. PIGNATTI S., DE CRISTINI P. , RIZZI L., (1967). Le associazioni algali delle grotte delle viole nell’isola di S. Domino (Is. Tremiti). Giorn. Bot. Ital. 101(2): 117-126. RIEDL R., 1966. Biologie der Meereshohlen. Paul Parey. Hamburg. Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?tab=0&idHabitat=10172 http://www.dipbot.unict.it/vegetazio_marina/index.html Nomi dei compilatori con e.mail Giovanni Spampinato [email protected] Giuseppe Giaccone [email protected] Giuseppina Alongi [email protected] Giulio Relini [email protected] 291 91: Foreste dell'Europa Temperata 292 91: Foreste dell'Europa temperata 9180*: Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion Tilio-Acerion forests of slopes, screes and ravines Tilia platyphyllos, Simona Casavecchia Boschi di forra di tiglio e alloro nella Foresta Umbra (Gargano), Edoardo Biondi Codice CORINE Biotopes 41.4 Mixed ravine and slope forests 41.41 Ravine ash-sycamore forests 41.43 Alpine and peri-Alpine slope forests 41.45 Thermophilous Alpine and peri-Alpine mixed lime forests Codice EUNIS G1.A4 Boschi di forra e di versante G1.A43 Foreste di versante peri-alpine di Fraxinus sp. e Acer pseudoplatanus G1.A45 Foreste termofile miste della regione alpina e peri-alpina, con Tilia sp. dominante G1.A5 - Boschi con Tilia sp. dominante G1.A51 - Boschi di Tilia sp. dell’Europa centro-occidentale G1.A52 - Boschi sub-boreali di Tilia sp. G1.A53 - Boschi di Tilia sp. dell’Europa orientale Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina, Mediterranea 293 Descrizione generale dell’habitat Mixed forests of secondary species (Acer pseudoplatanus, Fraxinus excelsior, Ulmus glabra, Tilia cordata) of coarse scree, abrupt rocky slopes or coarse colluvions of slopes, particularly on calcareous, but also on siliceous, substrates (Tilio-Acerion Klika 55). A distinction can be made between one grouping which is typical of cool and humid environments (hygroscopic and shade tolerant forests), generally dominated by the sycamore maple (Acer pseudoplatanus) - sub-alliance Lunario-Acerenion, and another which is typical of dry, warm screes (xerothermophile forests), generally dominated by limes (Tilia cordata, T. platyphyllos) - suballiance Tilio-Acerenion. The habitat types belonging to the Carpinion should not be included here. Slight changes in the conditions of the substrate (especially "consolidated" substrate) or humidity produce a transition towards beech forests (Cephalanthero-Fagenion, Luzulo-Fagenion) or towards thermophile oak forests. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Boschi misti di caducifoglie mesofile che si sviluppano lungo gli impluvi e nelle forre umide con abbondante rocciosità superficiale e talvolta con abbondanti muschi, nel piano bioclimatico supratemperato e penetrazioni in quello mesotemperato. Frequenti lungo i versanti alpini, specialmente esterni e prealpini, si rinvengono sporadicamente anche in Appennino con aspetti floristicamente impoveriti. Si distinguono tre prevalenti tipologie boschive diverse per caratteristiche ecologiche e biogeografiche: 1) aceri frassineti mesofili degli ambienti più freschi, corrispondenti ai codici corine biotopes 41.41 (per gli Appennini e per le Alpi) e 41.43 (per le Alpi) riferibili alle suballeanze Lunario-Acerenion, Lamio orvalaeAcerenion e Ostryo-Tilienion; 2) aceri-tiglieti più termofili dei precedenti, situati nei versanti protetti e quindi più caldi, corrispondenti al codice corine biotope 41.45 e alla suballeanza Tilio-Acerenion (Tilienion platyphylli). 3) boschi meso-igrofili di forra endemici dell’Italia meridionale caratterizzati dalla presenza di specie ad areale mediterraneo (Ostrya carpinifolia, Festuca exaltata, Cyclamen hederifolium, Asplenium onopteris) e a specie endemiche dell’Italia meridionale (Acer obtusatum ssp. neapolitanum) riferibili alle alleanze: Lauro nobilisTilion platyphylli (Italia meridionale, rinvenuta per ora in Puglia al Gargano) e Tilio-Ostryon (Calabria e Sicilia). Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Acer pseudoplatanus, A. campestre, A. lobelii, A. obtusatum, A. obtusatum ssp. neapolitanum, A. opulifolium, A. platanoides, Fraxinus excelsior, Tilia cordata, T. platyphyllos, Actaea spicata, Alnus glutinosa, Aruncus dioicus, Carpinus betulus, Corylus avellana, Euonymus latifolius, Festuca exaltata, Fraxinus ornus, Lunaria rediviva, Ostrya carpinifolia, Phyllitis scolopendrium, Polystichum aculeatum, P. braunii, P. setiferum, Helleborus viridis, Prunus avium, Populus tremula, Quercus robur, Sesleria varia, Staphylea pinnata, Taxus baccata, Ulmus glabra, Anthriscus nitida, Philadelphus coronarius, Dentaria pentaphyllos, Galanthus reginae-olgae ssp. reginae-olgae, Asperula taurina, Campanula latifolia, Cardamine pentaphyllos, Galeopsis speciosa Riferimento sintassonomico I boschi dell’habitat 9180* vengono tutti riferiti alla classe Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937. Per l’Italia settentrionale e centrale l’ordine e l’alleanza di riferimento sono Fagetalia sylvaticae Pawlowski in Pawlowski, Sokolowski & Wallisch 1928 e Tilio platyphylli-Acerion pseudoplatani Klika 1955. Per l'Italia settentrionale le suballeanze di riferimento sono: Lunario-Acerenion pseudoplatani (Moor 1973) Th. Müller 1992, Lamio orvalae-Acerenion pseudoplatani Marinček 1990 e Tilienion platyphylli (Moor 1073) T. Müller 1992. I boschi dell’Appennino centro-settentrionale vengono riferiti alla suballeanza Ostryo carpinifoliaeTilienion platyphylli Košir, Čarni & Di Pietro 2008 mentre per l’Italia meridionale l’alleanza di riferimento è 294 Lauro nobilis-Tilion platyphylli Biondi, Casavecchia & Biscotti 2008. Sempre per l’Italia meridionale, infine, i boschi di forra del piano mesotemperato submediterraneo a contatto con le leccete vengono attribuiti all’ordine Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 e all’alleanza Tilio-Ostryon Brullo, Scelsi & Spampinato 2001. Dinamiche e contatti Rapporti seriali: l’habitat occupa stazioni con morfologia e microclima peculiari pertanto non presenta comunità di sostituzioni sempre note. Localmente, nell'Appennino centrale, gli acereti del Tilio-Acerion dell'associazione Aceretum obtusati-pseudoplatani Biondi et al. 2002 subass. aconitetosum neapolitani Allegrezza 2003 si pongono in collegamento dinamico con la vegetazione di megaforbie dell'associazione Ranunculo lanuginosi-Aconitetum neapolitani Allegrezza 2003 (Habitat 6430 "Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile"). Rapporti catenali: in Appennino i boschi di tiglio sono in rapporto catenale con le faggete sia microterme sia termofile delle suballeanze Cardamino kitaibelii-Fagenion (Aremonio-Fagion) e Geranio versicoloris-Fagion del piano bioclimatico supratemperato ascritte all’habitat 9210* “Apennine beech forests with Taxus and Ilex” e 9220* “Apennine beech forests with Abies alba and beech forests with Abies nebrodensis”. Non è raro ritrovare boschi mesofili ad aceri e tigli nel piano bioclimatico mesotemperato in contatto con boschi misti di cerro e carpino bianco dell’alleanza Erythronio-Carpinion riferibili all’habitat 91L0 “Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion)” e di orno-ostrieti (alleanza Carpinion orientalis). Possono trovarsi in contatto, o ospitare al loro interno, con habitat rocciosi riferibili all’8210 “Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica”. Nell’Italia settentrionale e sulle Alpi i boschi riferibili all’habitat 9180 sono in contatto con i boschi di querce o di rovere e castagno degli habitat 9260 “Boschi di Castanea sativa”e 9160 “Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell’Europa centrale del Carpinion betuli” e con i boschi di carpino bianco dell’alleanza Erythronio-Carpinion dell’habitat 91L0 “Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion)" per quanto riguarda gli aspetti più termofili, con faggete ed abieti-faggete degli habitat 9130 “Faggeti dell’Asperulo-Fagetum”, 9150 “Faggeti calcicoli dell’Europa centrale del Cephalanthero-Fagion” e 91K0 “Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion)” per quanto attiene invece agli aspetti più mesofili. Talvolta l’habitat è inoltre in contatto spaziale con ontanete di ontano bianco dell’habitat 91E0* “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)” e con praterie di fondovalle dell’habitat 6510 “Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis)”. Specie alloctone Robinia pseudoacacia, conifere di impianto Distribuzione dell’habitat in Italia VN, TS, LM, TR, EM, FR, BS, AB, PG, CL, PM, VL, LZ, SC, MR, ML, CM Note La Direttiva fa riferimento alla suballeanza Lunario-Acerenion che ha una distribuzione europeo-centrale e presente anche in Italia, sulla catena alpina, e alla suballeanza Tilio-Acerenion. Occorre pertanto aggiungere i riferimenti alle altre suballeanze presenti in Italia: Lamio orvalae-Acerenion a distribuzione illirica e presente nel Friuli-Venezia Giulia, la suballeanza Tilienion platyphylli per le Alpi centro-occidentali e la suballeanza appennino-balcanica Ostryo carpinifoliae-Tilienion, presente lungo la catena appenninica fino al matese in base alle attuali conoscenze e alle alleanze endemiche dell’Italia meridionale Tilio-Ostryon e Lauro nobilisTilion. Riferimenti Bibliografici AA. VV., 2007. Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Servizio Parchi e Risorse forestali della Regione Emilia-Romagna, Bologna. Allegrezza M., 2003. Vegetazione e paesaggio vegetale della dorsale del Monte San Vicino (Appennino centrale), Fitosociologia 40 (1) suppl.1: 1-118 295 Andreis, Verde “Le serie di vegetazione dell’alto Lario occidentale”. Congresso 42° Società Italiana di Fitosociologica, Potenza Giugno 2006. Angiolini C., Foggi B., Viciani D., Gabellini A., 2005. Contributo alla conoscenza sintassonomica dei boschi del Tilio-Acerion Klika 1955 dell’Appennino centro-settentrionale (Italia centrale). Fitosociologia 42(1): 109-119. Bartolo G., Brullo S., Minissale P., Spampinato G., 1990.Contributo alla conoscenza dei boschi a Quercus ilex della Sicilia. Acta Botanica Malacitana, 15: 203-215. Malaga. Biondi E., Casavecchia S., Biscotti N., 2008. Forest biodiversity of the Gargano Peninsula and a critical revision of the syntaxonomy of the mesophilous woods of southern Italy Fitosociologia, 45 (2): 93-127. Biondi E., Casavecchia S., Pinzi M., Allegrezza M., Baldoni M., 2002. The syntaxonomy of the mesophilous woods of the Central and Northern Apennines (Italy). Fitosociologia 39 (2): 71-93. Calvario E., Sebasti S., Copiz R., Salomone F., Brunelli M., Tallone G., Blasi C. (a cura di), 2008. Habitat e specie di interesse comunitario nel Lazio. Edizioni Agenzia Regionale Parchi, Roma. Davies C.E., Moss D., Hill M.O., 2004. EUNIS habitat classification revised 2004. European Environment Agency, NTC/NPB. Devillers P., Devillers-Terschuren J., Ledant J.P. (eds), 1991. CORINE biotopes manual. A method to identify and describe consistently sites of major importance for nature conservation. Commission of the European Communities. EUR 12587/3. Ellenberg H., Klötzi F., 1972. Waldgesellschaften und Waldstandorte der Schweiz. Mitt. schweiz Anst. forstl. Versuchswes- n. 48: 388-930. Ellenberg H., Klötzli F., 1998. Waldgesellschaften der Schweiz auf floristischer Grundlage. Mitt. Der Eidgenossischen Forschug fur Wald, Schnee und Landschaft. Gianguzzi L., La Mantia A., 2004. Le serie di vegetazione della Riserva Naturale Orientata “Bosco Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago” con allegata carta della vegetazione (scala 1:20 000). Naturalista Sicil. 28 (1): 205-242. Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente 2004. I tipi forestali del Piemonte. Regione Piemonte, Assessorato alle Politiche per la Montagna, Foreste, Beni Ambientali, Torino. Košir P., Čarni A., Di Pietro R., 2008. Classification and phytosociological differentiation of broad-leaved ravine forests in southeastern Europe. Journal of Vegetation Science, 19: 331-342. Lasen C. & Wilhalm T., 2004. Natura 2000. Habitat in Alto Adige. Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige. Lasen C., 2006. Habitat Natura 2000 in Trentino. Provincia Autonoma di Trento. Paura B., Cutini M., 2006. Sull’ecologia delle foreste del Tilio-Acerion Klika 1955 in Molise e considerazioni sui caratteri cenologici e fitogeografici dei boschi di forra dell’Appennino centro-meridionale (Italia centrale e meridionale). Webbia 61 (1): 145-165. Petrella S., Bulgarini F., Cerfolli F., Polito M., Teofili C. (Eds), 2005. Libro rosso degli habitat d’Italia. WWF Italia, Roma. Picone R.M., Crisafulli A., Zaccone S., 2009. Habitat forestali di particolare valore naturalistico (Dir. 92/43/CEE) dei monti Peloritani (Sicilia). Atti del III Congresso Nazionale di Selvicoltura. 16-19 Ottobre 2008, Taormina. (in stampa) Pirone G., Ciaschetti G., Frattaroli A.R., 2005. La vegetazione della Riserva Naturale Regionale “Abetina di Rosello” (Abruzzo, Italia). Fitosociologia, 42 (1): 121-137. Poldini L., Nardini S., 1993. Boschi di forra, faggete e abieteti in Friuli (NE Italia). Studia Geobotanica 13: 215298. Poldini L., Oriolo G., Vidali M., Tomasella M., Stoch F., Orel G., 2006. Manuale degli habitat del Friuli Venezia Giulia. Strumento a supporto della valutazione d’impatto ambientale (VIA), ambientale strategica (VAS) e d’incidenza ecologica (VIEc). Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Università degli Studi di Trieste - Dip.to di Biologia. Sartori F., Pirola A., Bracco F. (a cura di), 2004. Gli habitat della Regione Lombardia: stato di conservazione e loro mappatura sul territorio. Regione Lombardia. 296 Sindaco R., Mondino G.P., Selvaggi A., Ebone A., Della Beffa G., 2003. Guida al riconoscimento di Ambienti e Specie della Direttiva Habitat in Piemonte - Regione Piemonte. Taffetani F., 2000. Serie della vegetazione del complesso geomorfologico del Monte dell’Ascensione (Italia centrale). Fitosociologia 37 (1): 93-151. Verde S., 2005. “Valutazione della biodiversità potenziale e della qualità ambientale del territorio attraverso le serie di vegetazione”. Dottorato di ricerca in Scienze Naturalistiche ed Ambientali (18° ciclo). Rel. C. Andreis. Riferimenti Bibliografici online http://www.regione.piemonte.it/habiweb/ricercaAmbienti.do http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers1.html http://www.ambiente.regione.lombardia.it/webqa/retenat/SIC_Lomb/habitat/hab_lomb_file/frame.htm#slide0 001.htm http://web.rete.toscana.it/renato/benvenuto.htm http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Simona Casavecchia ([email protected]) 297 91: Foreste dell'Europa temperata 91AA*: Boschi orientali di quercia bianca Eastern white oak woods Un aspetto di un querceto termofilo a Quercus virgiliana nella dorsale marchigiana dell'Appennino, E. Biondi Bosco di Quercus virgiliana subcostiero, Simona Casavecchia Codice CORINE Biotopes 41.7371 Thracian white oak-oriental hornbeam woods 41.7372 Moesian white oak woods 41.731 Northern Italian white oak woods 41.732 Southern Italian and Sicilian Quercus pubescens woods 41.72 Cyrno-Sardian white oak woods Codice EUNIS G1.71 (Boschi di Quercus pubescens e comunità correlate del Bacino mediterraneo occidentale); G1.72 (Boschi sardo-corsi di Quercus pubescens) G1.73 (Boschi di Quercus pubescens e comunità affini del Bacino mediterraneo orientale); G1.74 Boschi supramediterranei italo-illirici di Quercus sp. ed Ostrya carpinifolia Regione biogeografica di appartenenza 298 Continentale e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Azonal white-oak dominated woods with a submediterranean flora, occupying thermic oases within the subcontinental Quercion frainetto and Carpinion illyricum zones Includes the subtypes: 41.7371 Thracian white oak-oriental hornbeam woods Quercus pubescens - Quercus virgiliana woods of the Black Sea plains and hills of Turkey in Europe, and of the northern Thracian plain of southern and southeastern Bulgaria, where they are represented by mostly insular patches, particularly in the middle Maritsa and Tundja hills, the eastern and northern Rhodope foothills. The oaks are accompanied by Carpinus orientalis, Fraxinus ornus, Acer campestre or Tilia tomentosa and by sub-Mediterranean floral elements. 41.7372 Moesian white oak woods Thermophilous, sub-Mediterranean Quercus pubescens and Quercus virgiliana woods of the southern Dinarides, the Balkan Range, and neighbouring regions including south eastern and southern Romania. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Boschi mediterranei e submediterranei adriatici e tirrenici (area del Carpinion orientalis e del Teucrio siculiQuercion cerris ) a dominanza di Quercus virgiliana, Q. dalechampii, Q. pubescens e Fraxinus ornus, indifferenti edafici, termofili e spesso in posizione edafo-xerofila tipici della penisola italiana ma con affinità con quelli balcanici, con distribuzione prevalente nelle aree costiere, subcostiere e preappenniniche. Si rinvengono anche nelle conche infraappenniniche. L’habitat è distribuito in tutta la penisola italiana, dalle regioni settentrionali (41.731) a quelle meridionali, compresa la Sicilia dove si arricchisce di specie a distribuzione meridionale quali Quercus virgiliana, Q. congesta, Q. leptobalana, Q. amplifolia ecc. (41.732) e alla Sardegna (41.72) con Quercus virgiliana, Q. congesta, Q. ichnusae. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Quercus pubescens, Q. dalechampii, Q. ichnusae, Q. virgiliana, Fraxinus ornus, Carpinus orientalis, C. betulus, Ostrya carpinifolia, Coronilla emerus, Anthericum ramosum, Asparagus acutifolius, Cornus sanguinea, Crataegus monogyna, Dictamnus albus, Geranium sanguineum, Epipactis helleborinae, Hedera helix, Ligustrum vulgare, Rosa sempervirens, Rubia peregrina, Smilax aspera, Viola alba subsp. dehnhardtii. Riferimento sintassonomico I boschi appartenenti all’habitat 91AA vengono inquadrati nelle suballeanze Lauro nobilis-Quercenion pubescentis Ubaldi 1995, Cytiso sessilifolii-Quercenion pubescentis Ubaldi 1995, Campanulo mediaeOstryenion carpinifoliae Ubaldi 1995 dell’alleanza Carpinion orientalis Horvat 1958 e nelle suballeanze PinoQuercenion congestae Blasi, Di Pietro & Filesi 2004 e Quercenion virgilianae Blasi, Di Pietro & Filesi 2004 dell’alleanza Pino calabricae-Quercion congestae Brullo, Scelsi, Siracusa & Spampinato 1999 (ordine Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933, classe Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937). Alla prima suballeanza vengono riferiti i querceti termofili delle aree costiere e subcostiere dell’Italia centromeridionale attribuiti alle associazioni Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis Biondi 1986, Cyclamino hederifolii-Quercetum virgilianae Biondi et al. 2004, Stipo bromoidis-Quercetum dalechampii Biondi et al. 2004; all’alleanza Cytiso sessilifolii-Quercenion pubescentis che raggruppa i boschi termofili di roverella delle aree appenniniche interne intramontane dell’Appennino centrale (Marche, Umbria e Abruzzo) fanno capo le associazioni Peucedano cervariae-Quercetum pubescentis Ubaldi 1988 ex Ubaldi 1995, Cytiso-Quercetum pubescentis Blasi et al. 1982, Stellario holostae-Quercetum pubescentis Biondi e Vagge 2004, Knautio purpureae-Quercetum pubescentis Ubaldi, Zanotti & Puppi 1993 e Cytiso hirsuti-Quercetum pubescentis 299 Biondi et al. 2008. All’alleanza Campanulo mediae-Ostryenion carpinifoliae, infine, vengono riferiti i boschi dell’associazione Orno-Quercetum pubescentis Barbero e Bono 1970 delle aree collinari e submontane delle Alpi Marittime, le Alpi Apuane e l’Appennino ligure-piemontese. Alla suballeanza Pino-Quercenion congestae vengono attribuiti i boschi acidofili e subacidofili di Quercus congesta della Sicilia e dell’Aspromonte delle associazioni Agropyro panormitani-Quercetum congestae Brullo, Scelsi, Siracusa & Spampinato 1999, Festuco heterophyllae-Quercetum congestae Brullo & Marcenò 1985, Quercetum leptobalanae Brullo & Marcenò 1985, Arabido turritae-Quercetum congestae Brullo & Marcenò 1985, Vicio elegantis-Quercetum congestae Brullo & Marcenò 1985, Quercetum gussonei Brullo & Marcenò 1985, Erico arboreae-Quercetum congestae Brullo, Scelsi, Spampinato 2001 mentre alla suballeanza Quercenion virgilianae vengono ascritti i querceti termofili e moderatamente basifili della Sicilia e della penisola meridionale delle associazioni Sorbo torminalis-Quercetum virgilianae Brullo, Minissale, Signorello & Spampinato 1996, Celtido australis-Quercetum virgilianae Brullo & Marcenò 1985, Mespilo germanicaeQuercetum virgilianae Brullo & Marcenò 1985, Erico arboreae-Quercetum virgilianae Brullo & Marcenò 1985, Lauro nobilis-Quercetum virgilianae Brullo, Costanzo & Tomaselli 2001, Aceri monspessulani-Quercetum virgilianae Brullo, Scelsi & Spampinato 2001, Oleo-Quercetum virgilianae Brullo 1984, Irido collinaeQuercetum virgilianae Biondi et al. 2004. Da ultimo alla suballeanza Paeonio morisii-Quercenion ichnusae Bacchetta et al., 2004, propria del subsettore Sardo-Corso, sono state attribuite le associazioni: Ornithogalo pyrenaici-Quercetum ichnusa Bacchetta et al. 2004 e Glechomo sardoae-Quercetum congestae Bacchetta et al. 2004. Tutte le a associazioni siciliane e calabresi citate quando si parla della suballeanze Pino-Quercenion congestae e Quercenion virgilianae andrebbero ascritte, secondo Brullo, Scelsi & Spampinato (2001), alla classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950, in quanto il loro corteggio floristico è fortemente caratterizzato in tal senso, visto che in tali contesti il contingente dei Quercetalia pubescenti-petraeae e dei Querco-Fagetea è del tutto irrilevante. Queste formazioni sono state infatti ascritte a due alleanze, Quercion ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em. Riv.-Mart. 1975 ed Erico-Quercion ilicis Brullo et al. 1977, rispettivamente basifila e acidofila dei Quercetalia ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em. Riv.-Mart. 1975. Dinamiche e contatti Rapporti seriali: in rapporto dinamico con i querceti si sviluppano cenosi arbustive dell’alleanza Cytision sessilifolii (ass. di riferimento: Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii) e praterie della classe Festuco-Brometea riferibili all’habitat 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*notevole fioritura di orchidee) e all'habitat 62A0 “Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneretalia villosae)” sia per l'Italia meridionale-orientale (Puglia) sia per l'Italia settentrionale-orientale. Rapporti catenali: i contatti catenali possono essere con le leccete (habitat 9340 “Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia”), con ostrieti o cerrete delle suballeanze Lauro-Quercenion e Laburno-Ostryenion o con boschi dell’alleanza Teucrio siculi-Quercion riferibili all’habitat 91M0 “Foreste pannonico balcaniche di quercia cerro-quercia sessile”. Specie alloctone Ailanthus altissima, Pinus halepensis, Robinia pseudoacacia Distribuzione dell’habitat in Italia ML, AB, BS, CL, CM, EM, LG, LZ, MR, PG, SC, SR, TS, UM, VN, LM Note Confusione con: a causa della specie dominante e strutturante (Quercus pubescens) l’habitat può essere confuso con il 91H0* “Boschi pannonici di Quercus pubescens” a cui sono stati attribuiti erroneamente la maggior parte dei querceti italiani a Quercus pubescens. In realtà tale habitat è da escludere per la penisola 300 italiana per ragioni sia biogeografiche sia floristiche mentre può localmente essere presente nelle vallate alpine interne dove si registrano condizioni di accentuata continentalità. A questo habitat vanno infatti riferiti tutti i boschi di Quercus pubescens s.l. prealpini, appenninici, subappenninici, costieri e sub costieri della penisola italiana mentre sono da escludere i querceti termofili delle vallate interne alpine orientali (Trentino Alto-Adige nella Val Venosta, Friuli Venezi-Giulia e forse anche Lombardia) e occidentali (Liguria) che vanno invece riferiti all’habitat 91H0*. Riferimenti Bibliografici AA. VV., 2007. Interpretation Manual of European Union habitats. EUR 27. European Commission, DG Environment. Allegrezza M., Baldoni M., Biondi E., Taffetani F., Zuccarello V. 2002. Studio fitosociologico dei boschi a Quercus pubescens s.l. delle Marche e delle zone contigue dell’Appennino centro-settentrionale (Italia centrale). Fitosociologia, 39 (1): 161-171. APAT, 2004. Gli habitat secondo la nomenclatura EUNIS: manuale di classificazione per la realtà italiana. Rapporti APAT, 39. Bacchetta G., Biondi E., Farris E., Filigheddu R., Mossa L., 2004. A phytosociological study of the deciduous oak woods of Sardinea (Italy). Fitosociologia 41(1): 53-65. Biondi E., 1986. La vegetazione del Monte Conero (con carta della vegetazione alla scala 1:10.000). Regione Marche, Ancona. Biondi E., Allegrezza M., Casavecchia S., Pesaresi S., Vagge I., 2006. Lineamenti vegetazionali e paesaggio vegetale dell’Appennino centrale e settentrionale. Biogeographia, 27: 35-129 Biondi E., Casavecchia S., Guerra V., Medagli P., Beccarisi L., Zuccarello V., 2004. A contribution towards the knowledge of semideciduous and evergreen woods of Apulia (south-eastern Italy). Fitosociologia 41 (1): 3-28. Biondi E., Vagge I. 2004. The landscape of the Republic of San Marino. Fitosociologia, 41(1) suppl. 1: 53-78. Blasi C., Di Pietro R., Filesi L., 2004. Syntaxonomical revision of Quercetalia pubescenti-petraeae in the Italian Peninsula. Fitosociologia 41 (1): 87-164. Blasi C., Feoli E. e G.C. Avena, 1982. Due nuove associazioni dei Quercetalia pubescentis dell’Appennino centrale. Studia Geobotanica 2. 155-167. Brullo S., 1984. Contributo alla conoscenza della vegetazione delle Madonie (Sicilia settentrionale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania 16(322): 351-420. Brullo S., Costanzo E., Tomaselli V., 2001. Etude phytosociologique sur le peuplements a Laurus nobilis dans les Monts Ibeli (Sicile sud-orientale). Phytocoenologia 31(2): 249-270. Brullo S., Guarino R. 1998. The forest vegetation from the Garda lake (N Italy). Phytocoenologia 28(3): 319355. Brullo S., Marcenò C., 1984. Contributo alla conoscenza della classe Quercetea ilicis in Sicilia. Not. Fitosoc. 19(1): 183-229. Brullo S., Minissale P., Signorello P., Spampinato G., 1996. Contributo alla conoscenza della vegetazione forestale della Sicilia. Coll. Phytosoc. 24: 635-647. Brullo S., Minissale P., Siracusa G., 1998 (1996). Quadro sintassonomico della vegetazione iblea. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania 29(352): 113-150. Brullo S., Scelsi F. & Spampinato G., 2001. La vegetazione dell’Aspromonte. Laruffa Ed., Reggio Calabria. 368 pp. Brullo S., Scelsi F., Siracusa G., Spampinato G., 1999. Considerazioni sintassonomiche e corologiche sui querceti caducifogli della Sicilia e della Calabria. Monti & Boschi 1: 16-29. Brullo S., Scelsi F., Siracusa G., Spampinato G., 1999. Considerazioni sintassonomiche e corologiche sui querceti caducifogli della Sicilia e della Calabria. Monti e Boschi 50(1): 16-29 Caneva G., Fascetti S., Galotta G.,m 1997. Aspetti bioclimatici e vegetazionali della costa tirrenica della Basilicata. Fitosociologia 32: 171-188. 301 Corbetta F., Pirone G., Frattaroli A. R., Ciaschetti P. G., 2004. Lineamenti vegetazionali del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Braun-Blanquetia 36: 3-61. Davies C.E., Moss D., Hill M.O., 2004. EUNIS habitat classification revised 2004. European Environment Agency, NTC/NPB. Del Favero R. a cura di, 2002. I tipi forestali della Lombardia. Regione Lombardia. Cierre edizioni, Milano. Fascetti S., Lapenna M.R., 2006. Querceti oroxerofili a Quercus dalechampii Ten. nell’Appennino Lucano. 42esimo Congresso della Società Italiana di Fitosociologica “Le Foreste d’Italia dalla conoscenza alla gestione. Libro degli Abstract: 49-50. Fascetti S., Pirone G., Ciaschetti G., Franceschi M., Mazzilli V., Navazio G., Pompili M., Romano V.A., 2006. Il Faggeto di Moliterno Oasi Naturalistica dell’Appennino Lucano. Regione Basilicata, Ass Ambiente, territorio e Politiche della Sostenibilità: pp 111. Forte L., 2001. Flora e vegetazione del bosco comunale “Difesa Grande” di Gravina in Puglia. Primo contributo. Territorio e società nelle aree meridionali. Atti del Convegno, Bari-Matera 24-27 Ottobre 1996, Mario Adda Editore, pp. 183-228. Gianguzzi L., 1999. Flora e vegetazione dei Nebrodi. Itinerari didattici. Regione Siciliana, Sezioni Operative per l’Assistenza Tecnica nn° 5, 7, 8,10, 11, pp. 232. Arti Grafiche Zuccarello, S. Agata di Militello (ME). Gianguzzi L., La Mantia A., 2004. Le serie di vegetazione della Riserva Naturale Orientata “Bosco Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago” con allegata carta della vegetazione (scala 1:20 000). Naturalista Sicil. 28 (1): 205-242. Gianguzzi L., La Mantia A., 2008. Contributo alla conoscenza della vegetazione e del paesaggio vegetale della Riserva Naturale “Monte Cofano” (Sicilia occidentale) (con allegata Carta sinfitosociologica della vegetazione, scala 1:20.000). Fitosociologia 45 (1) suppl. 1: 1-55. Gianguzzi L., Spennati B., La Mantia A., 2007. La carta della vegetazione di Monte Carcaci, Sito d’Interesse Comunitario dei Monti Sicani (Sicilia centro-occidentale). – Atti del 43° Congresso Società Italiana di Scienza della Vegetazione. Riassunti. Ancona 25-27 Giugno 2007, p. 88. Gigante D., Maneli F., Venanzoni R., 2007. Aspetti connessi all’interpretazione e alla gestione degli Habitat della Dir. 92/43/EEC in Umbria. Fitosociologia 44 (2) Suppl. 1: 141-146. Maiorca G., Spampinato G. 1999. La vegetazione della Riserva Naturale Orientata Valle del Fiume Argentino (Calabria Nord-Occidentale). Fitosociologia 36(2): 15-60. Petrella S., Bulgarini F., Cerfolli F., Polito M., Teofili C. (Eds), 2005. Libro rosso degli habitat d’Italia. WWF Italia, Roma. Raimondo F.M., Bazan G., Gianguzzi L., Ilardi V., Schicchi R., Surano N., 2000 – Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo – Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3-160. Sartori F., Pirola A., Bracco F. (a cura di), 2004. Gli habitat della Regione Lombardia: stato di conservazione e loro mappatura sul territorio. Regione Lombardia. Ubaldi D., 1988a - La vegetazione boschiva della Provincia di Pesaro e Urbino. Eserc. Acc. Agr. in Pesaro, serie 3^, 20: 99-192. Ubaldi D., 1995. Tipificazione di sintaxa forestali appenninici e siciliani. Ann. Bot. (Roma) 51(suppl. Studi sul Territorio 10(1)): 113-128 Ubaldi D., 2003. La vegetazione boschiva d’Italia. Manuale di Fitosociologia forestale. Clueb, Bologna, pp.368. Ubaldi D., 2008. La vegetazione boschiva d’Italia. Manuale di Fitosociologia forestale II Ed. Clueb, Bologna, pp.391. Ubaldi D., Puppi G., Speranza M., Zanotti A.L., 1984. Primi risultati sulla tipologia fitosociologica dei boschi di Quercus pubescens della provincia di Pesaro Urbino. Arch. Bot. e Biogeogr. Ital., 60: 150-168. Ubaldi D., Puppi G., Speranza M., Zanotti A.L., Corbetta F., 1987. Sintassonomia dei boschi caducifogli mesofili dell’Italia peninsulare. Not. Fitosoc. 23: 31-62. Ubaldi D., Zanotti A.L., Puppi G., 1993. Les paysages forestiers de l'Emilie-Romagne et leur signification bioclimatique. Coll. Phytosoc. 21: 269-286. 302 Ubaldi D., Zanotti A.L., Puppi G., Maurizzi S., 1995. I boschi del Laburno-Ostryon in Emilia-Romagna. Ann. Bot. (Roma) 51(suppl. Studi sul Territorio 10(1): 157-170. Riferimenti Bibliografici online http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers1.html http://web.rete.toscana.it/renato/benvenuto.htm Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Simona Casavecchia ([email protected]) 303 91: Foreste dell'Europa temperata 91B0: Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia Thermophilous Fraxinus angustifolia woods Codice CORINE Biotopes 41.86 Thermophilous ash woods 44.635 Italian ash galleries Codice EUNIS G1.7C6 - Boschi termofili non alluvionali di Fraxinus angustifolia e F. ornus G1.33 (Boschi ripariali mediterranei a Fraxinus angustifolia dominante), G1.35 - Foreste fluviali mediterraneo-pontiche a Fraxinus angustifolia Regione biogeografica di appartenenza Continentale e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Non-alluvial, non-ravine formations dominated by Fraxinus angustifolia, often mixed with Quercus pubescens or Q. pyrenaica. Sub-types : 41.861 - Sicilian narrow-leaved ash woods Fraxinus angustifolia woods of western Sicily. 41.862 - Iberian narrow-leaved ash woods Fraxinus angustifolia woods of the Iberian peninsula. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Boschi mesomediterranei o submediterranei termofili ripariali a dominanza di Fraxinus oxycarpa. Si sviluppano su suoli umidi nei tratti terminali dei fiumi e presso la foce. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Fraxinus angustifolia ssp. oxycarpa F. angustifolia ssp. angustifolia, Ulmus minor, Laurus nobilis, Alnus glutinosa, Crataegus monogyna, Cornus sanguinea, Rubus spp., Humulus lupulus, Rumex sanguineus, Urtica dioica, Carex pendula, C. remota, C. riparia, C. otrubae, Lycopus europaeus, Iris foetidisssima, I. pseudacorus, Ranunculus ficaria, Lythrum salicaria, Lysimachia vulgaris. Riferimento sintassonomico I boschi termofili di Fraxinus oxycarpa vengono riferiti in Italia all'associazione Rubio peregrinae-Fraxinetum oxycarpae Biondi & Allegrezza 2004 attribuita all’alleanza Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 (Ordine Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948, classe Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937). Il bosco dell’associazione Rubio peregrinae-Fraxinetum oxycarpae può rinvenirsi sia lungo i versanti in corrispondenza di fossi o piccoli corsi d’acqua, sia nei tratti pianeggianti del corso d’acqua e presso la foce. In Toscana sono presenti cenosi miste di Fraxinus oxycarpa e Quercus cerris (Q. pubescens assente o sporadica), riferibili a questo habitat. Tali formazioni sono situate su versanti a debole inclinazione o in stazioni subplaniziarie, con presenza di vene idriche superficiali. La ricchezza floristica è notevole in quanto 304 partecipano al popolamento sia elementi termo-sciafili che mesoigrofili e mesofili. Per queste cenosi è stata utilizzata l'associazione Fraxino oxycarpae-Quercetum cerridis (Scoppola et Filesi 1995) Foggi, Selvi et Viciani 2000 Dinamiche e contatti I boschi a frassino meridionale possono essere in contatto catenale con i boschi ripariali a pioppi e salici degli habitat 91E0* “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)” e 92A0 “Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba” e con boschi più termofili della classe Querco-Fagetea tra i quali i querceti dell’habitat 91AA* “Boschi orientali di quercia bianca” e Quercetea ilicis e con l'habitat 91F0 "Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)". I rapporti dinamici sono stati studiati in particolar modo per l’associazione Rubio peregrinae-Fraxinetum oxycarpae nella pianura alluvionale del Fiume Musone nelle Marche centrali (Biondi et al., 2002)e in un tratto della falesia a sud del Monte Conero (Biondi et al., 2005 in press). Nel primo caso si è osservato che le formazioni preboschive sono rappresentate da aggruppamenti a Ulmus minor, il mantello del bosco e le formazioni arbustive di recupero sono dominate dal Rubus ulmifolius e attribuite all’associazione Clematido vitalbae-Rubetum ulmifolii Poldini 1980 mentre la vegetazione di post coltura è rappresentata dall’associazione Senecio erucifolii-Inuletum viscosae Biondi & Allegrezza 1996 nella subassociazione lotetosum tenuis Biondi et al. 2002 e in situazioni di minor umidità dall’associazione Loto tenuis-Agropyretum repentis Biondi et al. 1997 mentre la vegetazione infestante le colture, infine, viene riferita all’associazione Alchemillo arvensis-Matricarietum chamomillae (Tx. 1937) Pign. 1953. Il frassineto che si sviluppa in corrispondenza di micromorfologie impluvianti della formazione della Formazione della Scaglia Cinerea lungo il tratto di falesia del versante meridionale del Monte Conero, attribuito anch’esso all’associazione Rubio peregrinae-Fraxinetum oxycarpae presenta un mantello dell’associazione Lonicero etruscae-Cornetum sanguineae Biondi et al. 2002 che nelle aree a maggior stabilità idrogeologica tende ad invadere aree più ampie con la variante ad Arundo pliniana mentre nelle aree soggette a minor stabilità si sviluppano formazioni dense monospecifiche a canna del Reno dell’associazione Arundinetum plinianae Biondi et al. 1989 e nelle aree di recente distacco delle frane si sviluppa l’associazione Dauco carotae-Tussilaginetum farfarae Biondi et al. 1989. Specie alloctone Robinia pseudoacacia, Tamarix sp.pl., Ailathus altissima, Amorpha fruticosa, Phytolacca dioica. Distribuzione dell’habitat in Italia BS, SC, TS, LZ, ML, MR, AB, PG Note Confusione con: il Manuale EUR27 specifica che nell’habitat non devono essere compresi i boschi alluvionali né quelli di forra. Nell’Italia peninsulare, tuttavia, i boschi termofili di frassino meridionale si rinvengono prevalentemente in zone costiere o subcostiere, quasi sempre in prossimità della foce dei fiumi o lungo il loro corso come formazioni ripariali o comunque in zone alluvionali con falda freatica alta che provoca l’inondamento dei terreni. Ciò può generare confusioni con l’habitat 91F0 “Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)” al quale vanno riferiti i frassineti alluvionali che si impaludano per buona parte dell’anno, con l’habitat 91E0* “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)” che non include i frassineti a frassino meridionale e con l’habitat 92A0 “Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba” a cui vanno invece riferiti i boschi ripariali che si sviluppano lungo le sponde e strettamente collegati alla dinamica fluviale. 305 L'associazione Carici remotae-Fraxinetum oxycarpae, ampiamente distribuita in Italia, prevalentemente lungo il versante adriatico (Pedrotti, 1984), individua boschi ripariali dal livello del mare fino a 600-700 m e boschi alluvionali quando si sviluppa in posizione retrodunale o interdunale. Entrambi le tipologie rientrano pertanto nell’habitat 91F0 "Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)". Problema tassonomico: non viene specificata se si tratti solo della subspecie nominale (angustifolia Vahl) che ha una distribuzione mediterraneo occidentale e che in Italia, secondo Conti et al., è presente solo in Sicilia o anche della subspecie oxycarpa (Willd.) Franco & Rocha Afonso che ha una distribuzione mediterraneo orientale (from NE Spain eastwards). Riferimenti Bibliografici AA. VV., 2007. Interpretation Manual of European Union habitats. EUR 27. European Commission, DG Environment. Allegrezza M., Biondi E., 2004. Excursion to the Selva di Gallignano.Fitosociologia 39(1)(suppl. 3): 33-41. APAT, 2004. Gli habitat secondo la nomenclatura EUNIS: manuale di classificazione per la realtà italiana. Rapporti APAT, 39. Biondi E., Allegrezza M., .2004. Lettura e modellizzazione sinfitosociologica del paesaggio vegetale del Bacino del Fosso della Selva. I Quaderni della Selva II: 36-57. Biondi E., Casavecchia S., Pesaresi S., 2005. Analisi del paesaggio vegetale e sua interpretazione in un’area costiera a forte instabilità idrogeologica. Atti XIV Congresso Nazionale della Società Italiana di Ecologia (Siena 4-6 ottobre 2004) (in corso di stampa). Biondi E., Casavecchia S., Radetic Z., 2002. La vegetazione dei “guazzi” e il paesaggio vegetale della pianura alluvionale del tratto terminale del Fiume Musone (Italia Centrale). Fitosociologia 39(1): 45-70. Calvario E., Sebasti S., Copiz R., Salomone F., Brunelli M., Tallone G., Blasi C. (a cura di), 2008. Habitat e specie di interesse comunitario nel Lazio. Edizioni Agenzia Regionale Parchi, Roma. Corbetta F., Pirone G., 1988. I fiumi d'Abruzzo: aspetti della vegetazione. Boll. Mus. St. Nat. Lunigiana 6-7: 9598. Davies C.E., Moss D., Hill M.O., 2004. EUNIS habitat classification revised 2004. European Environment Agency, NTC/NPB. Devillers P., Devillers-Terschuren J., Ledant J.P. (eds), 1991. CORINE biotopes manual. A method to identify and describe consistently sites of major importance for nature conservation. Commission of the European Communities. EUR 12587/3. Foggi B., Selvi F., Viciani D., Bettini D., Gabellini A., 2000. La vegetazione forestale del bacino del Fiume Cecina (Toscana centro-occidentale). Parlatorea 4: 39-73. Gafta D., 1993. Zonation et dynamisme dans quelques forêts riveraines de l’Italie du sud. Coll. Phytosoc., 20: 233-240. Pedrotti F., 1884. Foreste ripariali lungo la costa adriatica dell’Italia. Coll. Phytosoc. IX: 143-154. Pedrotti F., 1970.Un relitto di bosco planiziare a Quercus robur e Fraxinus angustifolia lungo il fiume Sinello in Abruzzo. Camerino, Tipografia Succ. Savini-Mercuri. pp. 1-23. Pedrotti F., 1980. Foreste ripariali lungo la costa adriatica dell’Italia. Coll. phytosoc. IX: 143-154. Pedrotti F., Cortini Pedrotti C., 1978. Notizie sulla distribuzione del Carici-Fraxinetum angustifoliae lungo la costa adriatica (Italia centro-meridionale). Mitt. Ostalp.-dinar. Ges. Vegetations j., 14: 255-261. Pedrotti F., Gafta D., 1992. Tipificazione di tre nuove associazioni forestali ripariali nell’Italia meridionale. Doc. Phytosoc., 14: 557-560. 31-151. Pedrotti F., Gafta D., 1996. Ecologia delle foreste ripariali e paludose dell’Italia. L’uomo e l’ambiente, 23. Petrella S., Bulgarini F., Cerfolli F., Polito M., Teofili C. (Eds), 2005. Libro rosso degli habitat d’Italia. WWF Italia, Roma. Piccoli F., Gerdol R., Ferrari C., 1983. Carta della vegetazione del Bosco della Mesola (Ferrara). Atti Ist. Bot. e Lab. Critt. Pavia (serie 7), 2: 3-23. 306 Sartori F., Pirola A., Bracco F. (a cura di), 2004. Gli habitat della Regione Lombardia: stato di conservazione e loro mappatura sul territorio. Regione Lombardia. Selvi F., Stefanini P., 2006. Biotopi naturali e aree protette nella provincia di Grosseto. Quaderni delle aree protette, Provincia di Grosseto. Sindaco R., Mondino G.P., Selvaggi A., Ebone A., Della Beffa G., 2003. Guida al riconoscimento di Ambienti e Specie della Direttiva Habitat in Piemonte - Regione Piemonte. Riferimenti Bibliografici online http://www.regione.piemonte.it/habiweb/ricercaAmbienti.do http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers1.html http://www.ambiente.regione.lombardia.it/webqa/retenat/SIC_Lomb/habitat/hab_lomb_file/frame.htm#slide000 1.htm http://www.mma.es/portal/secciones/biodiversidad/rednatura2000/documentos_rednatura/tipos_habit_interes. htm Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Simona Casavecchia 307 91: Foreste dell'Europa temperata 91F0: Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris) Riparian mixed forests of Quercus robur, Ulmus laevis and Ulmus minor, Fraxinus excelsior or Fraxinus angustifolia, along the great rivers (Ulmenion minoris) Bosco paludoso a frassino ossifillo e Leucojum aestivum (Sablici, GO), Francescato C. Codice CORINE Biotopes 44.4 (Mixed oak-elm-ash forests of great rivers) 44.42 Residual medio-european fluvial forest 44.431 (Illyrian ash-oak-alder forests) 44.44 (Po oak-ash-alder forests) 44.513 Western Mediterranean alder galleries (Alno-Fraxinetum oxycarpae) 44.634 Tyrrhenian ash-alder galleries (Alno-Fraxinetum angustifoliae p.) 44.635 Italian ash galleries (Carici-Fraxinetum angustifoliae) Codice EUNIS G1.223 Foreste fluviali di Quercus sp., Alnus sp. e/o Fraxinus angustifolia del sud-est-Europa G1.224 Foreste fluviali di Quercus sp., Alnus sp. e Fraxinus excelsior della Val Padana (nord-Italia) G1.3 Boschi e foreste ripariali mediterranee di Populus sp., Fraxinus sp., Ulmus sp. ed affini Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina e Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Forests of hardwood trees of the major part of the river bed, liable to flooding during regular rising of water level or, of low areas liable to flooding following the raising of the water table. These forests develop on recent alluvial deposits. The soil may be well drained between inondations or remain wet. Following the hydric regime, the woody dominated species belong to Fraxinus, Ulmus or Quercus genus. The undergrowth is well developed. 308 These forests form mosaics with pioneer or stable forests of soft wood trees, in low areas of the river bed; they may develop also from alluvial forests of hard wood trees. This habitat type often occurs in conjunction with alder-ash woodlands (44.3). Frase diagnostica dell’habitat in Italia Boschi alluvionali e ripariali misti meso-igrofili che si sviluppano lungo le rive dei grandi fiumi nei tratti mediocollinare e finale che, in occasione delle piene maggiori, sono soggetti a inondazione. In alcuni casi possono svilupparsi anche in aree depresse svincolati dalla dinamica fluviale. Si sviluppano su substrati alluvionali limoso-sabbiosi fini. Per il loro regime idrico sono dipendenti dal livello della falda freatica. Rappresentano il limite esterno del "territorio di pertinenza fluviale". Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Quercus robur, Ulmus minor, Fraxinus angustifolia, F. excelsior, Populus nigra, P. canescens, P. tremula, Alnus glutinosa, Prunus padus, Humulus lupulus, Vitis vinifera ssp. sylvestris, Ulmus laevis, Ribes rubrum, Ulmus glabra, Sambucus nigra, Aristolochia clematitis, Salix cinalis, Urtica dioica,cinerea, Parietaria of Hedera helix, Tamus communis, Typhoides arudinacea, Asparagus tenuifolius, Aristolochia pallida, Polygonatum multiflorum, Phalaris arundinacea, Corydalis cava, Gagea lutea, Equisetum hyemale, Hemerocallis lilio-asphodelus, Viburnum opulus, Leucojum aestivum, Rubus caesius, Cornus sanguinea, Circaea lutetiana. Riferimento sintassonomico In Italia l’habitat viene individuato da alcune associazioni riferibili alle alleanze Populion albae, Alno-Quercion roboris e Alnion incanae Pawlowski in Pawlowski et Wallisch 1928. All’alleanza Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 (ordine Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948, classe Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937) appartengono le associazioni: Carici remotae-Fraxinetum oxycarpae Pedrotti 1970 corr. Pedrotti 1992, Alno glutinosae-Fraxinetum oxycarpae (Br.-Bl. 1935) Tchou 1945, Aro italici-Ulmetum minoris Rivas-Martínez ex Lòpez 1976, Allio triquetri-Ulmetum minoris Filigheddu, Farris, Bagella, Biondi 1999, Periploco graecae-Ulmetum minoris Vagge et Biondi 1999 e Fraxino oxycarpaePopuletum canescentis Fascetti 2004. Della prima che, come si è detto a proposito dell’habitat 91B0, descrive, sia frassineti ripariali sia alluvionali, vengono riferiti all’habitat in oggetto solamente gli aspetti di bosco alluvionale che si sviluppano in aree depresse retrodunali o presso la foce dei fiumi e che tendono ad impaludarsi. La seconda associazione si riferisce ad alneti con frassino o frassineti con ontano che si sviluppano presso le foci dei fiumi, in ambiente ripariale. L’associazione Fraxino oxycarpae-Populetum canescentis si rinviene in Basilicata lungo l’Arco jonico alla foce dei principali fiumi lucani. Oltre alle associazioni dell’alleanza Populion albae, l’habitat 91F0 annovera le seguenti associazioni attribuite all’alleanza Alno-Quercion roboris Horvat 1950: Leucojo aestivi-Fraxinetum oxycarpae Glavač 1959, Fraxino oxycarpae-Ulmetum minoris ass. prov, Fraxino angustifoliae-Quercetum roboris Gellini, Pedrotti, Venanzoni 1986, Veronico scutellatae-Quercetum roboris Stanisci, Presti & Blasi 1998. All’alleanza Alnion incanae Pawlowski in Pawlowski et Wallisch 1928 (suballeanza Ulmenion minoris Oberd. 1953) vengono riferite le associazione Polygonato multiflori-Quercetum roboris Sartori 1985 e QuercoUlmetum minoris Issler 1924 descritte per la pianura del Fiume Po. Dinamiche e contatti 309 Rapporti catenali: possono essere in contatto catenale con i boschi ripariali a pioppi e salici e con le ontanete degli Habitat 91E0* “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)” e 92A0 “Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba”, con boschi più termofili della classe Querco-Fagetea tra i quali i querceti dell’habitat 91AA* “Boschi orientali di quercia bianca” e Quercetea ilicis, con boschi mesofili dell’habitat 91L0 “Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion)”, con formazioni igrofile della classe Phragmiti-Magnocaricetea e con praterie mesophile degli habitat 6510 “Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis) e 6420 “Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion”. Data la vicinanza al corso d’acqua possono inoltre avere rapporti catenali con la vegetazione di acqua stagnante degli habitat 3140 “Acque oligomesotrofiche calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.” e 3150 “Laghi eutrofici naturali con vegetazione del tipo Magnopotamion e Hydrocharition”. Rapporti seriali: sono formazioni stabili che possono evolvere da cariceti anfibi per interramento. Specie alloctone Robinia pseudoacacia, Amorpha fruticosa, Phytolacca dioica, Prunus serotina, Ailanthus altissima, Solidago gigantea Distribuzione dell’habitat in Italia TS, LM, EM, VN, AB, BS, PG, PM, FR, SC, LZ, CL, LG Note Confusione con: all’habitat sono stati talvolta riferiti boschi di salici, pioppi o ontaneti che vanno invece attribuiti agli habitat 91E0* e 92A0. Anche l’habitat 9160 “Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell’Europa centrale del Carpinion betuli” può essere confuso con il 91F0 il quale però, a differenza del primo, occupa sempre una posizione strettamente planiziale. Riferimenti Bibliografici AA. VV., 2007. Interpretation Manual of European Union habitats. EUR 27. European Commission, DG Environment. Andreis C., Sartori F., 2002. Riferimento fitosociologico. Appendice 9.In Del Favero R.(ed.): I tipi forestali nella Regione Lombardia. Andreucci F., Bagliani C., Berta G., Castelli M., 2003. La vegetazione della riserva naturale speciale della Val Sarmassa (Italia, Piemonte, Asti). Riv. Piem. St. Nat. 24: 3-65. APAT, 2004. Gli habitat secondo la nomenclatura EUNIS: manuale di classificazione per la realtà italiana. Rapporti APAT, 39. Arrigoni P.V., 1990. Flora e vegetazione della Macchia lucchese di Viareggio (Toscana). Webbia, 44 (1): 1-62. Arrigoni P.V., 1997. Documenti per la carta della vegetazione delle Cerbaie (Toscana settentrionale). Parlatorea 2: 39-71. Arrigoni P.V., 1998. La vegetazione forestale. Boschi e macchie di Toscana. Edizioni Regione Toscana, Firenze: 215 pp. [] Arrigoni P.V., 1998. La vegetazione forestale. Boschi e macchie di Toscana. Edizioni Regione Toscana, Firenze: 215 pp. Arrigoni P.V., Nardi E., Raffaelli M., 1985. La vegetazione del Parco Naturale della Maremma (Toscana). Con carta in scala 1:25000. Univ. degli Studi di Firenze. Dip. Biol. Veg. 39 pp. 310 Arrigoni P.V., Papini P., 2003. La vegetazione del sistema fluviale Lima - Serchio (Toscana meridionale). Parlatorea 6: 95-129. Assini S. 1998. The alluvial vegetation of the Po river in the central-west Padana Plain (Po Plain - Northern Italy). Coll. Phytosoc. 28: 333-360. Biondi E., Filigheddu R., Farris E. 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra Fitosociologia 38 (2) (suppl. 2): 3105. Blasi C., Abbate G., Fascetti S., Michetti L., 1981. La vegetazione del bacino del F. Treia (Complesso vulcanico Sabatino e Vicano, Lazio nord-occidentale) C.N.R. Coll. Progr. Final. Promozione della qualità dell'ambiente. AQ/1/237. Blasi C., Filesi L., Stanisci A., Frondoni R., Di Pietro R., Carranza M.L., 2002. Excursion to the Circeo National Park. Fitosociologia 39 (1) Suppl. 3: 91-130. Bracco F., Buffa G., Ghirelli L., Sburlino G., Zuccarello V., 2000.The phytosociological information and the management of the upspring vegetation of the River Sile regional Park (Venetian plain - Northern Italy). Arch. Geobot. 4(1): 51-57. Bracco F., Sartori F., Terzo V., 1984. Indagine geobotanica per la valutazione di un'area della Bassa Padania occidentale. Atti Ist. Bot. Lab. Critt. Univ. Pavia (7) 3: 5-50. Brullo S., Spampinato G., 1977. Indagine fitosociologica sulle ripisilve della Calabria (Italia meridionale). Lazaroa 18: 105-151. Brullo S., Spampinato G., 2001. Syntaxonomy of hygrophilous woods of the Alno-Quercion roboris. Ann. Bot. (Nuova serie) 1, (1): 133- 146. Calvario E., Sebasti S., Copiz R., Salomone F., Brunelli M., Tallone G., Blasi C. (a cura di), 2008. Habitat e specie di interesse comunitario nel Lazio. Edizioni Agenzia Regionale Parchi, Roma. Cerone G., Fascetti S., Marino R., Rana G.L., Pompili M., Coppola E., 2002. Caratteristiche ecologiche di una stazione di Tuber magnatum in Basilicata. Micol. e veget. Medit. 17 (1): 73-88. Conti F., Pirone G., 1992. Le cenosi di Fraxinus oxycarpa Bieb. e di Carpinus betulus L. del bosco di Vallaspra nel bacino del fiume Sangro (Abruzzo, Italia). Doc. Phytosoc. n.s. 14: 167-175. Corbetta F., Censoni Zanotti A.L., 1974. La foresta Panfilia: caratteristiche fitosociologiche e strutturali. Arch. Bot. Biogeogr. Ital. 19(3-4): 159-170. Corbetta F., Pirone G., 1988 (1986-87). I fiumi d'Abruzzo: aspetti della vegetazione. Boll. Mus. St. Nat. Lunigiana 6-7: 95-98. Corbetta F., Zanotti Censoni A.L., 1981. Il Bosco relitto di Cusago. Not. Fitosoc. 17: 27-32. Corbetta F., Zanotti Censoni A.L., Minerbi B., 1982. Vegetazione e aspetti selvicolturali. La foresta Panfilia. Regione Emilia Romagna 17-45. Davies C.E., Moss D., Hill M.O., 2004. EUNIS habitat classification revised 2004. European Environment Agency, NTC/NPB. Del Favero R., Abramo E., Andrich O., Corona P.M., Cassol M., Marchetti M., Carraro G., Dissegna M., Giaggio C., Lasen C., Savio D., Zen S. 2000. Biodiversità e indicatori nei tipi forestali del Veneto. Regione del Veneto. Giunta Regionale Direzione Foreste ed Economia Montana. Mestre-Venezia: 335 pp. Devillers P., Devillers-Terschuren J., Ledant J.P. (eds), 1991. CORINE biotopes manual. A method to identify and describe consistently sites of major importance for nature conservation. Commission of the European Communities. EUR 12587/3. Fascetti S., Lapenna M.R., 2007. “Studio conoscitivo di base per il progetto di rinaturalizzazione del SIC-ZPS “Valle Basento-Grassano Scalo-Grottole” (Basilicata- Italia meridionale)”. Fitosociologia 44 (2) suppl.1: 23-29. Fascetti S., Navazio G., Pompili M., Franceschi M., 2004. Wetlands, marshy and acquatic habitats of Jonic coast in Basilicata (Southern Italy). Abstract Confèrence Internationale Les Mares Temporaires Mèditerranèennes: de la connaisssance à la Gestion et la Restauration. Roquebrune-sur-Argens (France) 2528/05/2004. 311 Fascetti S., Pompili M., Coppola G., Navazio G., Franceschi M., 2004. Il Bosco Pantano di Policoro (Basilicata): comunità vegetazionali e diversità floristica in relazione a cambiamenti ambientali di origine antropica. Atti Workshop: Dall'Ecologia della Vegetazione alla Struttura del Paesaggio. Ravenna 25/11/2004. Filigheddu R., Farris E., Bagella S., Biondi E. 1999. La vegetazione della serie edafo-igrofila dell'olmo (Ulmus minor Miller) nella Sardegna nord-occidentale. Doc. Phytosoc. n.s. 19: 509-519. Foggi B., Selvi F., Viciani D., Bettini D., Gabellini A., 2000. La vegetazione forestale del Bacino del Fiume Cecina (Toscana centro-occidentale). Parlatorea IV: 39-73. Gehu J.M., Biondi E., 1988. Données sur la végétation des ceintures d'atterissement des lacs Alimini (Salento Italie). Doc. Phytosoc. n.s. 11: 353-380. Gellini R., Pedrotti F., Venanzoni R., 1986. Le associazioni forestali ripariali e palustri della Selva di San Rossore (Pisa). Doc. Phytosoc. n.s. 10(2): 27-41. Gerdol R., 1992. La vegetazione delle casse di Campotto e Valle Santa. Quaderni di Campotto 3: 19-23. Gerdol R., Piccoli F., 1984. La vegetazione del Delta Padano: stato attuale delle conoscenze. Atti Soc. Ital. Sc. Nat. Milano 125(3-4): 233-244. Gerdol R., Puppi G., Tomaselli M. 2001. Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il metodo europeo CORINE Biotopes. Ricerche I.B.C. Emilia-Romagna 23: 192 pp. Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente, 2004.I tipi forestali del Piemonte. Regione Piemonte, Assessorato alle Politiche per la Montagna, Foreste, Beni Ambientali, Torino. Lonati M., Lonati S., 2002. Studio fitosociologico e selvicolturale di un querco-carpineto relitto ubicato in Valsesia (Piemonte, Vercelli). Italia Forestale Montana 57(2): 139-162. Lucchese F., Pignatti S., 1990. Sguardo sulla vegetazione del Lazio Marittimo. Quad. Acc. Naz. Lincei 264: 548. Maiorca G., Spampinato G., Crisafulli A., 2005. Carta della vegetazione Reale della Foce del Fiume Crati (CS – Calabria). Progetto PHYTOS.I.S, monografia 2. Cosenza. Mariotti M.G., 1988-1989. Carta della vegetazione 1:5.000 del Parco della Magra (Liguria). Note su metodi ed aspetti applicativi. Not. Fitosoc. 24: 43-54. Mariotti M.G., s.d (2008). Atlante degli habitat. Natura 2000 in Liguria - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. Martini E., 1984 (1982). Lineamenti geobotanici delle Alpi Liguri e Maritime: endemismi e fitocenosi. Lav. Soc. Ital. Biogeogr. n.s. 9: 51-134. Merloni N., Piccoli F., 2001. La vegetazione del complesso Punte Alberete e Valle Mandriole (Parco Regionale del Delta del Po - Italia). Braun-Blanquetia 29: 1-17. Montacchini F. 1997 (1996). Outlines of the Po valley vegetation in Piedmont. Allionia 34: 107-111. Montacchini F., 1996. Outlines of the Po valley vegetation in Piedmont. Allionia 34: 107-111. Montanari C., 1986-87. Boschi e boscaglie riparie dell'Appennino Ligure Boll. Mus. St. Nat. Lunigiana 6-7: 99102. Montanari C., 1988. Note illustrative della carta della vegetazione dell'alta Val di Vara. C.N.R. Prog. Final. I.P.R.A. Atti Ist. Bot. Lab. Critt. Univ. Pavia (7) 6 (suppl.): 1-59. Pedrotti F., 1884. Foreste ripariali lungo la costa adriatica dell’Italia. Coll. Phytosoc. IX: 143-154. Pedrotti F., 1970. Un relitto di bosco planiziare a Quercus robur e Fraxinus angustifolia lungo il Fiume Sinello in Abruzzo.Camerino Tip. Succ. Savini-Mercuri: 1-23. Pedrotti F., Gafta D., 1996. Ecologia delle foreste ripariali e paludose dell'Italia. L’Uomo e l’Ambiente 23: 1165. Petrella S., Bulgarini F., Cerfolli F., Polito M., Teofili C. (Eds), 2005. Libro rosso degli habitat d’Italia. WWF Italia, Roma. Petriccione B., Pani F., 1990. Primo contributo alla conoscenza sintassonomica dei boschi igrofili del Lazio Ann. Bot. (Roma) 48(suppl. Studi sul Territorio 7): 125-154. Piccoli F., 1979 (1976). Flora e vegetazione delle casse di espansione di Campotto e Valle Santa (Ferrara). Lav. Soc. Ital. Biogeogr. n.s. 6: 231-262. 312 Piccoli F., Gerdol R., 1980. Typology and dynamics of a wood in the Po plane (N. Italy): the Bosco della Mesola. Coll. Phytosoc. 9: 161-170. Piccoli F., Gerdol R., Ferrari C., 1983. Carta della vegetazione del Bosco della Mesola (Ferrara). Atti Ist. Bot. e Lab. Critt. Pavia (serie 7), 2: 3-23. Pirone G., 1983. La vegetazione del litorale pescarese (Abruzzo). Not. Fitosoc. 18: 37-62. Poldini L., 1996. Alcune cenosi rare nel Friuli-Venezia Giulia (NE Italia). Gortania, 18: 95-110, Udine. Poldini L., 1998. Inquadramento fitosociologico. In: Del Favero R., Poldini L., Bortoli P.L., Dreossi G., Lasen C. & Vanone G., 1998. La vegetazione forestale e la selvicoltura nella regione Friuli-Venezia Giulia. Reg. auton. Friuli-Venezia Giulia, Direz. Reg. Foreste – Serv. Selvicoltura, vol. 1: 490 pp., vol. 2: 1-303 + I-LIII + 61 grafici, Udine. Poldini L., Oriolo G., Vidali M., Tomasella M., Stoch F., Orel G., 2006. Manuale degli habitat del Friuli Venezia Giulia. Strumento a supporto della valutazione d’impatto ambientale (VIA), ambientale strategica (VAS) e d’incidenza ecologica (VIEc). Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Università degli Studi di Trieste - Dip.to di Biologia. Presti G., Stanisci A., Blasi C., 1998. I boschi umidi relittuali del Parco Nazionale del Circeo. In Stanisci A., Zerunian S. (eds.): Flora e Vegetazione del Parco Nazionale del Circeo. Ministero per le politiche Agricole, Gestione ex A.S.F.D. (Sabaudia). Latina: 199-210. Sartori F., 1980. Les forêts alluviales de la basse vallée du Tessin (Italie du nord). Coll. Phytosoc. 9: 201-216. Sartori F., 1984. Les forets alluviales de la basse vallée du Tessin (Italie du nord). Coll. Phytosoc., 9:201-216. Sartori F., Bracco F., 1995. Flora e vegetazione del Po. Acc. Sc. Torino - Quaderni 1: 139-191. Sartori F., Bracco F., 1997 (1996). Present vegetation of the Po plain in Lombardy. Allionia 34: 113-135. Sartori F., Filipello S., 1982. Indagine naturalistica. In Sartori F. et al.: La Tenuta Bosco Castagnolo nel Parco lombardo della Valle del Ticino. Materiali per una convenzione avente fini di tutela ambientale. C.N.R. Coll. Progr. Final. Promozione della qualità dell'ambiente. AQ/1/238: 19-25. Sartori F., Filipello S., Bracco F., 1982. Carta della vegetazione della tenuta Bosco Castagnolo (Pavia). Scala 1:7500. In Sartori F. et al.: La Tenuta Bosco Castagnolo nel Parco lombardo della Valle del Ticino. C.N.R. Coll. Progr. Final. Promozione della qualità dell'ambiente. AQ/1/238. Sartori F., Pirola A., Bracco F. (a cura di), 2004. Gli habitat della Regione Lombardia: stato di conservazione e loro mappatura sul territorio. Regione Lombardia. Sindaco R., Mondino G.P., Selvaggi A., Ebone A., Della Beffa G., 2003. Guida al riconoscimento di Ambienti e Specie della Direttiva Habitat in Piemonte - Regione Piemonte. Siniscalco C., 1996. Historical-cartographic, vegetational and pedological study of Isolone del Ritano in the bed of the Dora Baltea river. Arch. Geobot. 2(2): 97-112. Stanisci A., Presti G., Blasi C., 1998. I boschi igrofili del Parco Nazionale del Circeo (Italia centrale). Ecol. Medit. 24(1): 73-88. Tammaro F., Pirone G., 1981. La vegetazione della Pineta dannunziana (Pescara). Giorn. Bot. Ital. 115(6): 299-309. Tomei P.E., 2001. La flora e la vegetazione del Tombolo Pisano: lo stato attuale delle conoscenze. In Paglialuga S. (ed.): Tombolo - Territorio della Basilica di San Piero a Grado: 195-201. Felici Ed., Ospedaletto (Pisa). Tomei P.E., Guazzi E., Kugler P.C., 2001. Le zone umide della Toscana: indagine sulle componenti floristiche e vegetazionali. Ed. Reg. Toscana. Vagge I., Biondi E., 1999. La vegetazione delle coste sabbiose del Tirreno settentrionale italiano. Fitosociologia 36(2): 61-95. Venanzoni R., Apruzzese D., Gigante G., Suanno G., Vale F., 2003. Contributo alla conoscenza della vegetazione acquatica e igrofitica dei Laghi di Monticchio Inform. Bot. Ital. 35(1): 69-80. Venanzoni R., Gigante D., 2000. Contributo alla conoscenza della vegetazione degli ambienti umidi dell'Umbria (Italia). Fitosociologia 37(2): 13-63. 313 Viciani D., Raffaelli M., 2003. Contributo alla conoscenza di flora e vegetazione spontanea delle Riserve Naturali di Valle dell'Inferno - Bandella e Ponte a Buriano - Penna (Arezzo, Toscana). Parlatorea, 6: 131-162. Zavagno F., Gaiara S., 1997. Boschi relitti tra Milano e il Ticino: vegetazione, fenologia e dinamica evolutiva. Pianura 9: 27-6. Riferimenti Bibliografici online http://www.regione.piemonte.it/habiweb/ricercaAmbienti.do http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers1.html http://www.ambiente.regione.lombardia.it/webqa/retenat/SIC_Lomb/habitat/hab_lomb_file/frame.htm#slide0 001.htm http://web.rete.toscana.it/renato/benvenuto.htm http://www.scienzadellavegetazione.it/sisv/lisy http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Simona Casavecchia ([email protected]) 314 91: Foreste dell'Europa temperata 91M0: Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere Pannonian-Balkanic turkey oak-sessile oak forests Aspetto invernale del bosco a dominanza di farnetto (Malo florentinae-Quercetum frainetto) a Collestrada (PG), D. Gigante Malus florentina, specie NE Mediterranea (transadriatica) tipica dell'associazione Malo florentinae-Quercetum frainetto, D. Gigante 315 Aspetto invernale della cerreta dell'associazione Erico arboreae-Quercetum cerridis, Montegabbione (TR), D. Gigante Codice CORINE Biotopes 41.76 Balkanic thermophilous oak woods 41.75 - Southern Quercus cerris-Q. frainetto woods (Melitto-Quercion frainetto) Codice EUNIS G1.7 Thermophilous G1.75 - South-eastern sub-thermophilous [Quercus] woods (Quercion deciduous frainetto) woodland Regione biogeografica di appartenenza Pannonica, Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Sub-continental thermo-xerophile Quercus cerris, Q. petraea or Q. frainetto and related deciduous oaks, locally of Q. pedunculiflora or Q. virgiliana forests of the Pannonic hills and plains of western and southern Romania, northern Balcanic hilly regions and of the supra-Mediterranean level of continental north east Greece, and of supra-Mediterranean Anatolia and in lower mountains with the continental Acer tataricum. Distributed generally between 250 and 600 (800) m above sea level and developed on varied substrates: limestones, andesites, basalt, loess, clay, sand, etc., on slightly acidic, usually deep brown soils. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Boschi decidui a dominanza di cerro (Quercus cerris), farnetto (Q. frainetto) o rovere (Q. petraea), tendenzialmente silicicoli e subacidofili, da termofili a mesofili, pluristratificati, dei settori centrali e meridionali della penisola italiana, con distribuzione prevalente nei territori interni e subcostieri del versante tirrenico, nei Piani bioclimatici Supramediterraneo, Submesomediterraneo e Mesotemperato; è possibile evidenziare una variante Appenninica. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Le specie dominanti e fisionomizzanti sono generalmente il cerro (Quercus cerris), il farnetto (Q. frainetto) e/o la rovere (Q. petraea). Delle entità indicate nel Manuale EUR/27, sono specie frequenti e talora caratterizzanti per questo Habitat in Italia: Quercus dalechampii, Q. virgiliana, Carpinus orientalis, Fraxinus ornus, Ligustrum vulgare, Euonymus europaeus, Festuca heterophylla, Poa nemoralis, Potentilla micrantha, Campanula persicifolia, Vicia cassubica, Achillea nobilis, Silene nutans, Silene viridiflora, Hieracium racemosum, H. sabaudum, Lathyrus niger, Veratrum nigrum, Peucedanum oreoselinum, Helleborus odorus, Luzula forsteri, Carex praecox, Melittis melissophyllum, Glechoma hirsuta, Geum urbanum, Genista tinctoria, Buglossoides purpurocaerulea, Calluna vulgaris, Nectaroscordum siculum (= Allium siculum). Di grande rilevanza biogeografica risultano Teucrium siculum, Echinops siculus, Digitalis micrantha, Ptilostemon strictum, Quercus crenata, Mespilus germanica, Malus florentina, Lathyrus jordanii, L. digitatus, Echinops sphaerocephalus subsp. albidus, Euphorbia corallioides, Helleborus bocconei subsp. siculus, Heptaptera angustifolia, Centaurea centaurium, Arum apulum. 316 Riferimento sintassonomico Per il territorio italiano, le cenosi forestali dell’Habitat 91M0 possono essere riferite all’alleanza endemica peninsulare Teucrio siculi-Quercion cerridis Ubaldi 1988, con le due suballeanze Teucrio siculi-Quercenion cerridis Blasi, Di Pietro & Filesi 2004 e Ptilostemo stricti-Quercenion cerridis Bonin et Gamisan 1977 (classe Querco-Fagetea Br.-Bl. et Vlieger in Vlieger 1937, ordine Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933). Dinamiche e contatti In contatto dinamico con le cerrete e le cerrete con rovere dell’alleanza Teucrio siculi-Quercion cerridis si sviluppano cenosi arbustive di sostituzione riferibili alle suballeanze Pruno-Rubenion ulmifolii e Sarothamnenion scoparii; in contesti più caldi possono originarsi formazioni termofile dell’ordine PistacioRhamnetalia o dell’alleanza Ericion arboreae. Anche i boschi a dominanza di farnetto presentano come tappe di sostituzione arbusteti generalmente riferibili alle suballeanze Pruno-Rubenion ulmifolii e Sarothamnenion scoparii; possono essere presenti, nelle situazioni più calde ed aride, aspetti a dominanza di cisto rosso o bianco della classe Rosmarinetea officinalis. Le praterie secondarie collegate a questi aspetti di vegetazione possono essere rappresentate dalle ‘Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (FestucoBrometalia)’ dell’Habitat 6210 (*), spesso arricchite dalla presenza di elementi acidofili. Nel caso delle formazioni a dominanza di farnetto, le cenosi erbacee di sostituzione vanno ascritte all’alleanza Cynosurion cristati, benché siano molto scarsi i casi osservabili data l’elevata intensità di utilizzo antropico (prevalentemente agricolo) dei territori di pertinenza di queste serie di vegetazione. In alcuni casi, su suoli più marcatamente acidi, possono svilupparsi aspetti di brughiera a Calluna vulgaris riferibili all’Habitat 4030 ‘Lande secche europee’. Dal punto di vista geosinfitosociologico, le formazioni più termofile possono entrare in contatto con le foreste sempreverdi dell’Habitat 9340 ‘Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia’, mentre quelle mesofile possono sviluppare contatti catenali con le cenosi di impluvio a Carpinus betulus dell’Habitat 91L0 ‘Foreste illiriche di quercia e carpino bianco (Erythronio-Carpinion)’. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia ML; UM, TS, LZ, CM, CL, BS, PG, SC; LG. Note Sulla base dei più recenti aggiornamenti nel settore fitosociologico, l’Habitat 91M0 risulta idoneo a rappresentare le cerrete termo-acidofile ed i boschi a dominanza di farnetto con distribuzione italica peninsulare centro-meridionale riferibili all’alleanza Teucrio siculi-Quercion cerridis Ubaldi (1988) 1990. La maggioranza delle specie indicate nel Manuale EUR/27 sono buone caratteristiche o differenziali di tale alleanza (Gigante et al., 2007). A tale proposito, si veda la recente revisione proposta da Blasi et al. (2004) ed i numerosi lavori sulla vegetazione forestale dell’Italia peninsulare che a tali syntaxa fanno riferimento. La profonda affinità biogeografica tra l’Italia peninsulare e la Penisola Balcanica è stata ampiamente sottolineata anche a proposito di altre tipologie vegetazionali (Biondi et al., 2002a). Per la regione Umbria, è già stato segnalato nei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000 (2007) Riferimenti Bibliografici ABBATE G., BLASI C., PAURA B., SCOPPOLA A., SPADA F., 1990. Phytoclimatic characterization of Quercus frainetto Ten. stands in peninsular Italy. Vegetatio, 90: 35-45. 317 ABBATE G., BLASI C., PAURA B., SCOPPOLA A., SPADA F., 1989. Bioclimatic relationships of the Quercus frainetto forests in central and southern Italy. Studies in Plant Ecology, 18. Forests of the world: diversity and dynamics: 5-6. ABBATE G., BLASI C., SPADA F., SCOPPOLA A., (1987) 1990. Analisi fitogeografica e sintassonomica dei querceti a Quercus frainetto dell’Italia centrale e meridionale. Not. Fitosoc., 23: 63-84. ABBATE G., CORBETTA F., FRATTAROLI A.R., PIRONE G., 1996. Ambiente, flora e vegetazione. In AA.VV.: Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Natura e Montagna 43(1): 34-46. ABBATE G., FASCETTI S., BLASI C., MICHETTI L., AVENA G. C., 1993. I querceti caducifogli delle Ofioliti lucane (Italia Meridionale). Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 51, Suppl. 10 (2): 367-378. ABBATE G., FASCETTI S., BLASI C., MICHETTI L., AVENA G.C., 1995 (1993). I querceti a caducifoglie delle ofioliti lucane. Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 51, Suppl. 10 (2): 367-378. ABBATE G., FRATTAROLI A.R., PACE L.G., 1994. Memoria illustrativa alla carta della vegetazione dell'area di Pietrasecca (scala 1:10000) (Abruzzo - Central Italy). Ist. Ital. Speleologia Mem. (2)5: 159-164. ABBATE G., PAURA B., 1993. Contributo alla conoscenza dei querceti supramediterranei e submontani della Calabria settentrionale. Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 51, Suppl. 10 (1): 19-28. AITA L., CORBETTA F., ORSINO F., 1977. Osservazioni fitosociologiche sulla vegetazione forestale dell’Appennino Lucano Centro-Settentrionale. I. Le cerrete. Arch. Bot. Biogeogr. Ital., 53 (3-4): 97-130. AITA L., CORBETTA F., ORSINO F., 1984. Osservazioni fitosociologiche sulla vegetazione forestale dell’Appennino Lucano Centro- settentrionale. 2. Le faggete. Boll. Acc. Gioenia Sc. Nat., 17 (323): 201- 219. ARRIGONI P.V., 1974. Ricerche sulle querce caducifoglie italiane. 3. “Quercus frainetto” Ten. in Toscana. Webbia, 29 (1): 87-104. ARRIGONI P.V., FOGGI B., 1988. Il paesaggio vegetale delle colline di Lucignano (Prov. di Firenze). Webbia, 42(2): 285-304. ARRIGONI P.V., 1998. La vegetazione forestale. Macchie e Boschi di Toscana. Regione Toscana. BALDONI M., BALLELLI S., BIONDI E., CATORCI A., ORSOMANDO E., TAFFETANI F., 1993. Resoconto delle escursioni nel territorio del Lago Trasimeno e sul Monte Subasio (13-14 giugno 1992). Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 51, Suppl. 10 (2): 417-438. BERNARDO L., CESCA G., CODOGNO M., FASCETTI S., PUNTILLO D., 1991. Studio fitosociologico e cartografia della vegetazione della Sila Greca (Calabria). Studia Geobotanica, 11: 77-102. BIONDI E., BISCOTTI N., CASAVECCHIA S., GUERRA V., 2007. Analisi diacronica della vegetazione nel piano mesotemperato del promontorio del Gargano. Riassunti 102° Congresso della Società Botanica Italiana, Palermo 26-29 settembre 2007: 399. BIONDI E., CALANDRA R., GIGANTE D., PIGNATTELLI S., RAMPICONI E., VENANZONI R., 2002. Il paesaggio vegetale della Provincia di Terni. Provincia di Terni - Università di Perugia. BIONDI E., CASAVECCHIA S., PINZI M., ALLEGREZZA M., BALDONI M., 2002. The syntaxonomy of the mesophilous woods of the central and northern Apennines (central Italy). Fitosociologia, 39 (2): 71-94. BIONDI E., GIGANTE D., PIGNATTELLI S., VENANZONI R., 2001. I boschi a Quercus frainetto Ten. presenti nei territori centro-meridionali della penisola italiana. Fitosociologia, 38 (2): 97-111. BIONDI E., GIGANTE D., PIGNATTELLI S., VENANZONI R., 2002. I boschi del piano collinare della provincia di Terni. Fitosociologia, 39 (1): 135-160. BLASI C., 1984. Quercus cerris and Quercus frainetto woods in Latium (Central Italy). Ann. Bot. (Roma), 42: 7-19. BLASI C., ABBATE G., FASCETTI S., MICHETTI L., 1981. La vegetazione del bacino del fiume Treia (complesso vulcanico Sabatino e Vicano, Lazio nord-occidentale). Programma finalizzato CNR, Promozione qualità dell’ambiente. AQ/1/ 237. BLASI C., ACOSTA A., PAURA B., DI MARTINO P., GIORDANI D.M., DI MARZIO P., FORTINI P., CARRANZA M.L., 2000. Classificazione e cartografia del paesaggio: Sistemi e sottosistemi di paesaggio del Molise. Atti del XIV Convegno G. Gadio: “Il contributo degli studi ecologici nella definizione della qualità ambientale”. Inf. Bot. Ital., 32 (1): 15-20. BLASI C., CARRANZA L., FILESI L., TILIA A., ACOSTA A., 1999. Relation between climate and vegetation along a mediterranean-temperate boundary in central Italy. Global Ecology and Biogeography 8: 17-27. 318 BLASI C., DI PIETRO R., FILESI L., 2004. Syntaxonomical revision of Quercetalia pubescenti-petraeae in the Italian Peninsula. Fitosociologia, 41 (1): 87-164. BLASI C., DOWGIALLO G., FOLLIERI M., LUCCHESE F., MAGRI D. PIGNATTI S., SADORI L., 1993 (1995). La vegetazione naturale potenziale dell’area romana. Atti Conv. Lincei, 115, Convegno sul tema “La vegetazione italiana”: 423-457. BLASI C., FILESI L., ABBATE G., CORNELINI P., 1990. La vegetazione forestale dei Monti Cimini (Italia centrale). Doc. Phytosoc., N.S., 12: 305-320. Camerino. BLASI C., FILESI L., STANISCI A., FRONDONI R., DI PIETRO R., CARRANZA M.L., 2002. Excursion to the Circeo National Park. Fitosociologia, 39 (1), Suppl. 3: 91-130. BLASI C., PAURA B., 1995 (1993). Su alcune stazioni a Quercus frainetto Ten. in Campania ed in Molise: analisi fitosociologica e fitogeografica. Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 51, Suppl. 10 (2): 353-366. BLASI C., SPADA F., 1984. The main vegetation types of the Circeo National Park (Central Italy). Arch. Bot. e Biogeogr. Ital., 60 (2-3): 1-10. BLASI C., STANISCI A., FILESI L., MILANESE A., PERINELLI E., RIGGIO L., 2002. Syndinamics of lowland Quercus frainetto & Q. cerris forests in Lazio (central Italy). Fitosociologia 39(1): 23-43. BONIN G., 1980. Les groupements des Querco-Fagetea dans l’Apennin lucano-calabrais. Leurs relations avec les sylves de l’Apennin central. Not. Fitosoc., 16: 23-29. BONIN G., 1981. L’etagement de la vegetation dans l’Apennin meridional. Ecologia Mediterranea, 7 (2): 7991. BONIN G., GAMISANS J., 1976. Contribution a l’etude des forets de l’etage supramediterraneen de l’Italie meridionale. Doc. Phytosoc., Fasc. 19-20: 7388. BRULLO S., MARCENÒ C., 1985. Contributo alla conoscenza della classe Quercetea ilicis in Sicilia. Not. Fitosoc., 19 (1): 183-229. BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G., 2001. La vegetazione dell’Aspromonte - Studio fitosociologico. Laruffa Editore. BRULLO S., SPAMPINATO G., 1999. Società Italiana di Fitosociologia. Escursione sociale in Aspromonte (28 maggio-2 giugno 1999). Guida Itinerario. Edimedia, Reggio Calabria: 86 pp. CATORCI A., ORSOMANDO E., 1998. Aspetti corologici e fitosociologici di Quercus frainetto Ten. in Umbria. Fitosociologia, 35: 51-63. CONTOLI L., SPADA F., 1974. Ricerche sulle querce caducifoglie italiane. 2. Su alcune stazioni a “Quercus frainetto” Ten. in Comune di Montecastrilli (Terni, Umbria). Webbia, 29 (1): 81- 86. COPIZ R., DI PIETRO R., BLASI C., 2006. “Bosco Faito” di Ceccano (Frosinone, Italia centrale): principali aspetti floristico-vegetazionali. Inf. Bot. Ital., 38(2): 503-511. CORBETTA F., ABBATE G., FRATTAROLI A.R., PIRONE G.F., 1994. Aspetti vegetazionali del Parco Nazionale del Cilento. Giorn. Bot. Ital. 128(1): 308. CORBETTA F., PIRONE G., FRATTAROLI A. R., CIASCHETTI G., 2004. Lineamenti vegetazionali del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Braun-Blanquetia, 36. FANELLI G., 2002. Analisi fitosociologica dell’area metropolitana di Roma. Braun-Blanquetia, 27. FASCETTI S., LAPENNA M.R., 2006. Indagine fitosociologica sui popolamenti a Quercus petraea ssp. austrotyrrhenica dell’Appennino Lucano (Basilicata, Italia meridionale). 42esimo Congresso della Società Italiana di Fitosociologica “Le Foreste d’Italia dalla conoscenza alla gestione. Libro degli Abstract: 49. FOGGI B., SELVI F., VICIANI D., BETTINI D., GABELLINI A., 2000 - La vegetazione forestale del bacino del Fiume Cecina (Toscana centro-occidentale). Parlatorea, 4: 39-73. FORTE L., 2001. Flora e vegetazione del bosco comunale “Difesa Grande” di Gravina in Puglia. Primo contributo. Territorio e società nelle aree meridionali. Atti del Convegno, Bari-Matera 24-27 Ottobre 1996, Mario Adda Editore, pp. 183-228. FORTE L., VITA F., 1994. La cerreta di Bosco Manferrara: aspetti vegetazionali e di conservazione. Monti e Boschi, 3: 10-19. GIANGUZZI L., 1999. Flora e vegetazione dei Nebrodi. Itinerari didattici. Regione Siciliana, Sezioni Operative per l’Assistenza Tecnica nn° 5, 7, 8,10, 11, pp. 232. Arti Grafiche Zuccarello, S. Agata di Militello (ME). GIANGUZZI L., LA MANTIA A., 2004. Le serie di vegetazione della Riserva Naturale Orientata “Bosco 319 Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago” con allegata carta della vegetazione (scala 1:20 000). Naturalista Sicil. 28 (1): 205-242. GIANGUZZI L., LA MANTIA A., RIGOGLIOSO A., 2004. Carta della vegetazione (scala 1:20.000) della Riserva Naturale Orientata “Bosco Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago”. Naturalista Sicil. 28 (1): 205-242. GIGANTE D., MANELI F., VENANZONI R., 2007. Aspetti connessi all’interpretazione e alla gestione degli Habitat della Dir. 92/43/EEC in Umbria. Fitosociologia, 44 (2), Suppl. 1: 141-146. LULLI L., BLASI C., ABBATE G., BIDINI D., FASCETTI S., LORENZONI P., MARCHETTI M., 1986. Studio pedologico dell’apparato vulcanico di Vico (Lazio). VIII. L’effetto della vegetazione sulla genesi dei suoli. Ist. Sperim. Studio e difesa suolo, Annali, 17: 159-172. MARIOTTI M.G., s.d. (2008). Natura 2000 in Liguria. Atlante degli habitat. 592 pp.+ DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. MEDAGLI P., BIANCO P., SCHIRONE B., D’EMERICO S., RUGGIERO L., 1990. Il farnetto di Bosco Belvedere (Lecce). Note preliminari. Ann. Bot. (Roma), Studi sul territorio, 48, Suppl. 7: 77- 83. MILANESE A., BLASI C., STANISCI A., 1998. I querceti della zona planiziare del Parco Nazionale del Circeo. Flora e vegetazione del parco Nazionale del Circeo: 181-198. ORSOMANDO E., 1997. Boschi di notevole interesse geobotanico e biogeografico in Umbria. Atti Conv. Biomasse Energia Rinnovabile. Terni 22 marzo 1997. Tipolitografia Morphena, Terni: 1-15. PAURA B., ABBATE G., 1993. I querceti a caducifoglie del Molise: primo contributo sulla sintassonomia e corologia. Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 51, Suppl. 10 (2): 325-340. PAURA B., BLASI C., STANISCI A., ACOSTA A., CARRANZA M.L., DI MARTINO P., DI GIUSTINO A., DI MARZIO P., FORTINI P., PRESTI G., 2002. Map of the main Vegetation Series of Molise Region (1:250.000). Atti International Symposium of Biodiversity and Phytosociology, Ancona 18-19/09/2002: 109. PIGNATTI S., PIGNATTI WIKUS E., 1987. Le cenosi a cerro e frainetto della penisola e della Sicilia. Not. Fitosoc., 23: 107-124. POLI E., MAUGERI G., RONSISVALLE G., 1981. Note illustrative della carta della vegetazione dell'Etna. C.N.R., P.F. "Promozione Qualità dell'Ambiente". Serie AQ/1/131. Roma. 29 pp. QUEZEL P., BARBERO M., 1990. Les forets mediterraneennes: problems poses par leur signification historique, ecologique et leur conservation. Acta Bot. Malacitana, 15: 145-178. RAIMONDO F.M., BAZAN G., GIANGUZZI L., ILARDI V., SCHICCHI R., SURANO N., 2000. Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo. Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3160. ROSATI L., DI PIETRO R., BLASI C., 2005. La vegetazione forestale della Regione Temperata del “Flysch del Cilento” (Italia meridionale). Fitosociologia, 42(2): 33-65. SCELSI F., SPAMPINATO G., 1996. I boschi a Quercus frainetto Ten. della Calabria (Italia meridionale). Coll. Phytosoc., XXIV: 534-547. SCOPPOLA A., BLASI C., ABBATE G., CUTINI M., DI MARZIO P., FABOZZI C., FORTINI P., 1995 (1993). Analisi critica e considerazioni fitogeografiche sugli ordini e le alleanze dei querceti e boschi misti a caducifoglie dell'Italia peninsulare. Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 51, Suppl. 10 (1): 81-112. SCOPPOLA A., BLASI C., SPADA F., ABBATE G., 1987. Sulle cenosi a Quercus petraea dell’Italia centrale. Not. Fitosoc., 23: 85-106. STANISCI A., ACOSTA A., DI MARZIO P., DOWGIALLO G., BLASI C., 1996. Analisis fitosociologico y variabilidad floristica de las piscinas del Parque Nacional del Circeo (Italia central). Arch. Geobot. 2(1): 1-12. STANISCI A., ACOSTA A., DI MARZIO P., DOWGIALLO G., BLASI C., 1998. Variazioni floristico-cenologiche e pedologiche nelle piscine del Parco Nazionale del Circeo. In: STANISCI A., ZERUNIAN S. (Eds.), Flora e Vegetazione del Parco Nazionale del Circeo: 223-238. Ministero per le politiche Agricole, Gestione ex A.S.F.D. (Sabaudia). Latina. TEDESCHINI LALLI L., 1993. La cerreta di Macchia Grande di Manziana (RM) primo inquadramento fitosociologico. Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 51, Suppl. 10 (2): 297-305. TESTI A., CROSTI R., DOWGIALLO G., TESCAROLLO P., DE NICOLA C.,GUIDOTTI S., BIANCO P. M., SERAFINI SAULI A., 2004. Available soil water capacity as a discriminant factor in mixed oak forest of central 320 Italy. Ann. Bot. Nuova serie, 4: 49-64. UBALDI D., 1993. Tipificazione di syntaxa forestali appenninici e siciliani. Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 51, Suppl. 10 (1): 113-127. UBALDI D., ZANOTTI A.L., PUPPI G., SPERANZA M., CORBETTA F., (1987) 1990. Sintassonomia dei boschi caducifogli mesofili dell’Italia peninsulare. Not. Fitosoc., 23: 31-62. ZANOTTI A. L., UBALDI D., CORBETTA F., PIRONE G., 1993. Boschi submontani dell’Appennino lucano centro-meridionale. Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 51, Suppl. 10 (1): 47-67. Nomi dei compilatori con e.mail Daniela Gigante - [email protected] 321 92:Foreste Mediterranee Caducifoglie 322 92:Foreste mediterranee caducifoglie 9210*: Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex Apennine beech forests with Taxus and Ilex Gargano, faggeta di Foresta Umbra, Edoardo Biondi Faggeta d'alto fusto del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, Simona Casavecchia Faggeta rupestre microterma dell'Associazione Luzulo siculae-Fagetum sylvaticae (Molise), E. Biondi Codice CORINE Biotopes 41.1742 Maritime Alps neutrophile beech forests 323 41.1744 Northern Apennine neutrophile beech forests 41. 18 Southern Italian beech forests (Geranio versicoloris-Fagion) 41.181 Gargano beech forest 41.182 Campano-Lucanian beech forests 41.183 Pollino beech forests 41.184 Sila beech forests 41.185 Aspromonte beech forests 41.186 Northern Sicilian beech forests 41.187 Etna beech forests Codice EUNIS G1.6 Boschi e foreste di Fagus sp. G1.67 - Boschi e foreste termofile di Fagus sylvatica delle pendici alpine meridionali e delle montagne ovestmediterranee G1.68 - Boschi e foreste di Fagus sylvatica del sud Italia (a sud del 42° N) Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina, Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Thermophilous beech forests, highly fragmented and harbouring many endemics, with Taxus baccata and Ilex aquifolium (Geranio nodosi-Fagion, Geranio striati-Fagion). This habitat type includes: Monte Gargano Foresta Umbra, rich in Taxus baccata (41.181); silicicolous beech forests of the Aspromonte range of Calabria with Taxus baccata, Populus tremula, Sorbus aucuparia and Betula pendula (41.185); Relict beech forests of the Madonie, Nebrodi and, very locally, the monti Peloritani, with Ilex aquifolium, Daphne laureola, Crataegus monogyna and Prunus spinosa (41.186). Frase diagnostica dell’habitat in Italia Faggete termofile con tasso e con agrifoglio nello strato alto-arbustivo e arbustivo del piano bioclimatico supratemperato ed ingressioni nel mesotemperato superiore, sia su substrati calcarei sia silicei o marnosi distribuite lungo tutta la catena Appenninica e parte delle Alpi Marittime riferite alle alleanze Geranio nodosiFagion (=Aremonio-Fagion suball. Cardamino kitaibelii-Fagenion) e Geranio striati-Fagion. Sono generalmente ricche floristicamente, con partecipazione di specie arboree, arbustive ed erbacee mesofile dei piani bioclimatici sottostanti, prevalentemente elementi sud-est europei (appenninico-balcanici), sud-europei e mediterranei (Geranio striati-Fagion). Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Fagus sylvatica, Ilex aquifolium, Taxus baccata, Abies alba, Acer platanoides, A. pseudoplatanus Actaea spicata, Anemone apennina, A. nemorosa, A. ranunculoides, Aremonia agrimonioides, Cardamine bulbifera, C. trifolia, C. kitaibelii, C. chelidonia, Cephalanthera damasonium, Corydalis cava, C. solida, C. pumila, Daphne mezereum, Doronicum columnae, D. orientale, Euphorbia amygdaloides, Galanthus nivalis, Galium odoratum, Lathyrus venetus, L. vernus, Melica uniflora, Mycelis muralis, Polystichum aculeatum, Potentilla micrantha, Ranunculus lanuginosus, Rubus hirtus, Sanicula europaea, Scilla bifolia, Viola reichembachiana, V. riviniana, V. odorata, Athyrium filix-femina, Dryopteris filix-mas, Convallaria majalis, Gagea lutea, Oxalis acetosella, Paris quadrifolia, Rumex arifolius, Polygonatum multiflorum; 324 Specie di pregio: Polygonatum odoratum, Ruscus hypoglossum, Thelypteris limbosperma, Aruncus dioicus, Epipactis helleborine, E. microphylla, E. meridionalis, E. muelleri, Neottia nidus-avis, Cephalanthera longifolia, C. rubra, Paeonia mascula, Aquilegia vulgaris, Symphytum gussonei. Riferimento sintassonomico Le faggete dell’habitat 9210 si inquadrano nella suballeanza endemica nord-centro appenninica Cardamino kitaibelii-Fagenion sylvaticae Biondi, Casavecchia, Pinzi, Allegrezza & Baldoni 2002 corrispondente all'alleanza Geranio nodosi-Fagion Gentile 1974 (alleanza Aremonio-Fagion sylvaticae (Horvat 1938) Torok, Podani & Borhidi 1989, ordine Fagetalia sylvaticae Pawl. in Pawl. et al. 1928, classe Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937) e nell’alleanza endemica italiana meridionale Geranio striati-Fagion Gentile 1970 che include la suballeanza termofila delle quote inferiori Doronico orientalis-Fagenion sylvaticae (Ubaldi, Zanotti, Puppi, Speranza & Corbetta ex Ubaldi 1995) Di Pietro, Izco & Blasi 2004 e la suballeanza microterma delle quote superiori Lamio flexuosi-Fagenion sylvaticae Gentile 1970. Dinamiche e contatti Rapporti seriali: l’habitat presenta come cenosi secondarie di sostituzione diverse tipologie di arbusteti dell’alleanza Berberidion vulgaris, in particolare, quando si tratta di ginepreti a ginepro comune, riferibili all’habitat 5130 “Formazioni a Juniperus communis”. Altre cenosi di sostituzione sono rappresentate dagli orli forestali della classe Trifolio-Geranietea (alleanza Trifolion medii) e praterie mesofile dell’habitat prioritario 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (FestucoBrometalia) con notevole fioritura di orchidee”. Rapporti catenali: l’habitat è in contatto spaziale con diverse tipologie boschive tra le quali: boschi mesofili di forra dell’habitat prioritario 9180 “Foreste del Tilio-Acerion”, con le faggete dell’habitat 9220 “Faggeti degli Appennini Abies alba e faggeti con Abies nebrodensis”, con boschi di castagno dell’habitat 9260 “Foreste di Castanea sativa”, con boschi misti di carpino nero della suballeanza Laburno-Ostryenion e con boschi di cerro dell’alleanza Teucrio siculi-Quercion cerris dell’habitat 91M0 “Foreste pannonico-balcaniche di quercia cerroquercia sessile”, con i boschi mesofili di carpino bianco e di rovere dell’habitat 91L0 “Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion)” e nell’Italia meridionale con le leccete dell’habitat 9340 “Foreste di Quercus ilex e di Quercus rotundifolia”. Può inoltre essere in rapporto catenale con le formazioni dei ghiaioni dell’habitat 8130 “Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili”, con la vegetazione litofila dell’habitat 8210 “Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica”, con praterie a Nardus stricta dell’habitat 6230* “Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane (e delle zone submontane dell’Europa continentale)” e con le formazioni arbustive prostrate della fascia alpina e subalpina dell'habitat 4060 "Lande alpine e boreali" e dell'habitat 4070 "Boscaglie di Pinus mugo e di Rhododendron hirsutum (MugoRhododondretum hirsuti)". Specie alloctone Pinus sp. pl. e numerose conifere di impianto, anche esotiche Distribuzione dell’habitat in Italia AB, CM, SC, ML, BS, PG, LZ, CL, MR, UM, TS, EM, PM, LG Note Confusione con: le faggete appenniniche centro-settentrionale vanno attribuite all’habitat 9210 e non all’habitat 91K0 “Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion)” a cui vanno riferite solo le faggete dei settori nord-orientali. All’habitat 9150 “Faggeti calcicoli dell’Europa centrale del Cephalanthero-Fagion” vanno infine attribuite le faggete termofile delle Alpi, Prealpi e della Padania e pertanto l’habitat non riguarda le faggete dell’Appennino. 325 Alcune regioni (es. Emilia-Romagna e Lazio) nei loro manuali regionali di interpretazione degli habitat fanno presente che nella composizione delle faggete attribuite al 9210, il tasso e l’agrifoglio sono molto sporadici ma che tuttavia, poiché le faggete vengono inquadrate nell’alleanza Geranio nodosi-Fagion, a cui il manuale fa esplicito riferimento, viene utilizzato questo habitat ugualmente. Si ritiene che tutte le faggete appenniniche possano rientrare in questo habitat anche se il tasso e l’agrifoglio sono presenti solo localmente, spesso a causa della gestione forestale che nel corso degli anni ha pesantemente sfavorito le due specie. Riferimenti Bibliografici AA. VV., 2007. Interpretation Manual of European Union habitats. EUR 27. European Commission, DG Environment. Abbate G., Pirone G., Ciaschetti G., Bonacquisti S., Giovi E., Luzzi D., Scasselati E., 2003 - Considerazioni preliminari sui boschi a Fagus sylvatica L. e Taxus baccata L. dell'Italia peninsulare e della Sicilia. Fitosociologia 40 (1): 97-108. Aita L., Corbetta F., Orsino F., 1984. Osservazioni fitosociologiche sulla vegetazione forestale dell’Appennino lucano centro-settentrionale. 2. Le faggete. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 17: 201-219. Allegrezza M., 2003. Vegetazione e paesaggio vegetale della dorsale del Monte San Vicino (Appennino centrale). Fitosociologia, pp. 1-118. APAT, 2004. Gli habitat secondo la nomenclatura EUNIS: manuale di classificazione per la realtà italiana. Rapporti APAT, 39. Attorre F., Bruno F. 2003. Processi di riforestazione naturale di faggeta nella fascia latitudibale inferiore del versante laziale dei Monti Simbruini (Italia centrale). Fitosociologia, 40(1): 55-72. Bartelletti A., Tomei P. E., 1991. Due nuove stazioni di tasso (Taxus baccata L.) nelle Alpi Apuane. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 97 (1990): 93-101. Biondi E., 1982. La foret des "Tassinete". In: Guide Itinéraire. Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie centrale (2-11 juillet 1982). Università di Camerino: 173-182. Biondi E., Casavecchia S., Biscotti N., 2008. Forest biodiversity of the Gargano Peninsula and a critical revision of the syntaxonomy of the mesophilous woods of southern Italy. Fitosociologia 45 (2): 93-127. Biondi E., Casavecchia S., Frattaroli A.R., Pirone G., Pesaresi S., Di Martino L., Galassi S., Paradisi L., Ventrone F., Angelini E., Ciaschetti G., 2008. Forest vegetation of the Upper Valley of the Vomano River (central Italy). Fitosociologia vol. 45 (1): 117-160. Biondi E., Casavecchia S., Pinzi M., Allegrezza M. & Baldoni M., 2002. The syntaxonomy of the mesophilous woods of the Central and Northern Apennines (Italy). Fitosociologia 39 (2): 71-93. Blasi C, Fortini P., Grossi G., Presti G., 2005. Faggete e cerrete mesofile dell’Alto Molise. Fitosociologia 42 (2): 67-81. Brullo S., 1983. Contributo alla conoscenza della vegetazione delle Madonie (Sicilia settentrionale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 16 (322): 351-420. Brullo S., Guarino R., Minissale P., Siracusa G. & Spampinato P. 1999. Syntaxonomical analysis of the beech forests from Sicily. Annali di Botanica 57: 121-132. Brullo S., Scelsi F., Spampinato G., 2001. La vegetazione dell’Aspromonte. Studio fitosociologico. Laruffa, Reggio Calabria. Caneva G., Cancellieri L., 2007. Il paesaggio vegetale della Costa di Amalfi. Gangemi Editore. Roma (ISBN (978-88-492-1292-1. Cerabolini B., Armiraglio S., Verde S., Andreis C., 1996. Le fitocenosi a Fagus sylvatica L. dell'Alto Lario occidentale: caratterizzazione e significato fitogeografico (nota preliminare). Giorn. Bot. Ital. 130(1): 479. Chiarucci A., De Dominicis V., 1993.Due interessanti popolamenti di Taxus baccata L. in Toscana. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 99 (1992): 1-9. Corbetta F., Pirone G., Frattaroli A. R., Ciaschetti P. G., 2004. Lineamenti vegetazionali del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Braun-Blanquetia 36: 3-61. 326 Davies C.E., Moss D., Hill M.O., 2004. EUNIS habitat classification revised 2004. European Environment Agency, NTC/NPB. De Dominicis V., Casini S., 1979. Memoria illustrativa per la carta della vegetazione della Val di Farma (Colline Metallifere). Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 86: 1-36. Devillers P., Devillers-Terschuren J., Ledant J.P. (eds), 1991. CORINE biotopes manual. A method to identify and describe consistently sites of major importance for nature conservation. Commission of the European Communities. EUR 12587/3. Di Pietro R., Caccianiga M., Verde S., 2007. Distribuzione e corrispondenza fitosociologica degli Habitat di faggeta nella Penisola Italiana. Fitosociologia 44 (2), Suppl. 1: 279-283. Di Pietro R., Izco J., Blasi C., 2004. Contribution to the nomenclatural knowledge of Fagus sylvatica woodslands of southern Italy. Plant Biosystems, 138 (1): 27-36. Famiglietti A., Schmid E., 1968. Fitocenosi forestali e fasce di vegetazione dell’Appennino lucano centrale (Gruppi del Volturino e zone contermini). Annali Centro Economia Montana Venezie, 7. CEDAM Padova. Gentile S. 1974. Ricerche sui faggeti dell'Appennino ligure. Not. Fitosoc. 9: 131-138. Gentile S., (1969) 1970. Sui faggeti dell’Italia meridionale (Beech woodlands of southern Apennines). Atti Ist. Bot. Univ. Pavia serie 6, 5: 207-206. Giancola C., Di Marzio P., Stanisci A., 2007. Gli habitat di direttiva nelle aree d'alta quota in Molise. Fitosociologia, 44: 177-182. Gianguzzi L., 1999. Flora e vegetazione dei Nebrodi. Itinerari didattici. – Regione Siciliana, Sezioni Operative per l’Assistenza Tecnica nn° 5, 7, 8,10, 11, pp. 232. Arti Grafiche Zuccarello, S. Agata di Militello (ME). Gonnelli V., Viciani D., Gabellini A., De Dominicis V., 2004. La vegetazione della Riserva Naturale Montalto (Arezzo, Toscana) ed i suoi aspetti di interesse botanico-conservazionistico. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 110 (2003): 9-18, fig. 1, tab. 7. Hofmann A., 1961. La faggeta depressa del Gargano. Delpinoa, n.s., 3:373-406. Oberdorfer E. & Hofmann A., 1967. Beitrag zur Kenntnis der Vegetation des Nordapennin. Beitr. naturk. Forsch. Südw.-Dtl. Bd. XXVI, Heft 1: 83-139. Lasen C., 2006. Habitat Natura 2000 in Trentino. Provincia Autonoma di Trento. Lasen C., Wilhalm T., 2004. Natura 2000. Habitat in Alto Adige. Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige. Marianelli D., Nelli L., 1997. Su una nuova stazione di tasso (Taxus baccata L.) rinvenuta nel territorio di Roccastrada (Grosseto). Atti Mus. Stor. nat. Maremma, 16: 3-6. Petrella S., Bulgarini F., Cerfolli F., Polito M., Teofili C. (Eds), 2005. Libro rosso degli habitat d’Italia. WWF Italia, Roma. Pirone G., Abbate G., Ciaschetti G., Corbetta F., Frattaroli A.R., 2000. Gli abieti-faggeti del comprensorio di confine tra Abruzzo e Molise (Italia centro-meridionale). Archivio Geobotanico 6 (1): 31-43. Poldini L., Oriolo G., Vidali M., Tomasella M., Stoch F., Orel G., 2006. Manuale degli habitat del Friuli Venezia Giulia. Strumento a supporto della valutazione d’impatto ambientale (VIA), ambientale strategica (VAS) e d’incidenza ecologica (VIEc). Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Università degli Studi di Trieste - Dip.to di Biologia. Poli E., Maugeri G., Ronsisvalle G., 1981. Note illustrative della carta della vegetazione dell'Etna. C.N.R., P.F. "Promozione Qualità dell'Ambiente". Serie AQ/1/131. Roma. 29 pp. Raimondo F.M., Bazan G., Gianguzzi L., Ilardi V., Schicchi R., Surano N., 2000. Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo – Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3-160. Rosati L., Di Pietro R., Blasi C., 2005. La vegetazione forestale della Regione Temperata del “Flysch del Cilento” (Italia meridionale). Fitosociologia, 42 (2): 33-65. Sartori F., Pirola A., Bracco F. (a cura di), 2004. Gli habitat della Regione Lombardia: stato di conservazione e loro mappatura sul territorio. Regione Lombardia. Scoppola A., Caporali C. 1998. Mesophilous woods with Fagus sylvatica L. of Northern Latium (Tyrrhenian Central Italy): synecology and syntaxonomy. Plant Biosystems 132(2): 151-168. 327 Taffetani F., Zitti S., Giannangeli A., 2004. Vegetazione e paesaggio vegetale della dorsale di Cingoli (Appennino centrale, dorsale Marchigiana). Fitosociologia 41(2) suppl.1: 83-161. Ubaldi D., 1988. La vegetazione boschiva della provincia di Pesaro e Urbino. Esercitaz. Acc. Agr. Pesaro 20: 99-192. Ubaldi D., 1995. Tipificazione di syntaxa forestali appenninici e siciliani. Studi sul territorio Ann. Bot. (Roma) 51 (I parte): 113-126. Ubaldi D., Zanotti A. L., Puppi G., Speranza M. & Corbetta F., 1987. Sintassonomia dei boschi caducifogli mesofili dell’Italia peninsulare. Not. Fitosoc. 23: 31-62. Viciani D., Gabellini A., Gonnelli V., De Dominicis V., 2002. La vegetazione della Riserva Naturale Alta Valle del Tevere-Monte Nero (Arezzo, Toscana) ed i suoi aspetti di interesse botanico-conservazionistico. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 109: 11-25. Viciani D., Gabellini A., Gonnelli V., De Dominicis V., 2002. La vegetazione della Riserva Naturale Alpe della Luna (Arezzo, Toscana) ed i suoi aspetti di interesse botanico-conservazionistico. Webbia, 57(1): 153-170. Riferimenti Bibliografici online http://www.regione.piemonte.it/habiweb/ricercaAmbienti.do http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers1.html http://www.ambiente.regione.lombardia.it/webqa/retenat/SIC_Lomb/habitat/hab_lomb_file/frame.htm#slide0 001.htm http://web.rete.toscana.it/renato/benvenuto.htm Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Simona Casavecchia ([email protected]), Alberto Selvaggi ([email protected]) 328 92: Foreste mediterranee caducifoglie 9220*: Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis Apennine beech forests with Abies alba and beech forests with Abies nebrodensis Boschi misti di Fagus sylvatica e Abies alba subsp. apennina in Aspromonte (Calabria meridionale), Giovanni Spampinato Codice CORINE Biotopes 41.171 - Alpino-Apennine acidophilous beech forests 41.174 - Alpino-Apennine neutrophile beech forests 41.175 - Sub-Mediterranean calcicolous beech forests 41.18 - Southern Italian beech forests 42.1A - Relict Nebrodi Fir Stands Codice EUNIS G1.671 : Alpino-Apennine acidophilous beech forests G1.674 : Alpino-Apennine neutrophile beech forests G1.675 : Sub-Mediterranean calcicolous beech forests G1.68 - Southern Italian [Fagus] forests Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea, Continentale. Descrizione generale dell’habitat Boschi misti di faggio con abete bianco presenti sull’Appennino, riferibili ad associazioni che rientrano nell'ambito dell’alleanza Aremonio-Fagion sylvaticae, suball. Cardamino kitaibelii-Fagenion sylvaticae. (= Geranio nodosi-Fagion) o nell'alleaza Geranio striati-Fagion e vegetazione forestale ad Abies nebrodensis presente in Sicilia sui monti delle Madonie. Frase diagnostica dell’habitat in Italia I boschi misti di faggio e abete bianco hanno una distribuzione piuttosto frammentata lungo la catena appenninica accantonandosi sui principali rilievi montuosi dall’Appennino tosco-emiliano all’Aspromonte, in 329 aree a macrobioclima temperato con termotipo supratemperato, più raramente mesotemperato. Essi ospitano alcune specie vascolari endemiche, lo stesso abete bianco è rappresentato dalla particolare sottospecie endemica Abies alba subsp. apennina, per lo meno nell'Appennino meridionale. In questi boschi è inoltre ricco il contingente di specie orofile, da considerarsi come relitti di una flora orofila terziaria che dopo le glaciazioni non è stato in grado di espandersi verso nord e che è rimasto accantonato su queste montagne. Studi palinologici svolti sui sedimenti di aree lacustri e torbiere dell’Appennino hanno evidenziato che in passato l’abete bianco aveva una maggiore diffusione. La recente contrazione dell’areale è da imputare probabilmente anche all’impatto delle attività antropiche sulla vegetazione forestale. Le formazione relittuale di abete dei Nebrodi, presenti sui monti delle Madonie in Sicilia, presentano invece caratteristiche completam,ente diverse, pur essendo state inserite nello stesso habitat. La popolazione attuale di Abies nebrodensis è costituita da 30 individui adulti, di cui 24 sessualmente maturi, e da 80 giovani piantine che ne rappresentanono la rinnovazione naturale, distribuiti discontinuamente in una piccola area delle Madonie tra 1360 e 1690 m. La popolazione si localizza in un'area a bioclima da supra ad oro mediterraneo su suoli poco evoluti originati da Quarzareniti in un area interessata da ricorrenti fenomeni di nebbie. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento 9220* I Fagus sylvatica, Abies alba, Abies alba subsp. apennina, Acer platanides, A. pseudoplatanus, A. lobelii, Allium pendulinum, Anemone apennina, Aremonia agrimonioides, Cardamine chelidonia, Cardamine battagliae, Epipactis meridionalis, Geranium versicolor, Ilex aquifolium, Ranunculus brutius, Ranunculus lanuginosus var. umbrosus, Sorbus aucuparia subsp. praemorsa, Asyneuma trichocalycinum (=Campanula trichocalycina), Calamintha grandiflora, Luzula sicula, Moehringia trinervia, Neottia nidus-avis, Epipogium aphyllum, Epipactis microphylla, Pulmonaria apennina. 9220* II Abies nebrodensis*, Genista cupani, Juniperus hemisphaerica, Rosa heckeliana, Rosa sicula, Sorbus graeca, Silene sicula. Riferimento sintassonomico I boschi misti di faggio e abete sono stati di solito riferiti a varianti o sub associazioni di diverse associazioni di faggeta inquadrate nel Geranio versicoloris-Fagion Gentile 1970 (Appennino meridionale) o nel Geranio nodosi-Fagion Gentile 1974 (Appennino centrale e settentrionale), alleanze dei Fagetalia sylvaticae Pawl. 1928. La formazione relittuale di abete dei Nebrodi presente sulle Madonie, trattandosi di un aspetto vegetazionale nel quali il faggio gioca un ruolo secondario con struttura aperta e strato arbustivo di ginepro emisferico è stato ascritta da Brullo et al. (2001) ad una specifica associazione: lo Junipero hemisphaericae-Abietetum nebrodensis Brullo & Giusso in Brullo et al. 2001 inquadrata nei Pino-Juniperetea Rivas-Martínez 1964. Dinamiche e contatti I boschi misti di faggio e abete bianco assumono un duplice significato: ecologico e silvocolturale. Nelle particolari situazioni stazionali che determinano una minore evoluzione del suolo a causa di un rallentamento o blocco dei processi pedogenetici, come sui versanti molto acclivi, la minore competitiva del faggio favorisce l’affermarsi dell’abete bianco e la strutturazione di fitocenosi miste, spesso riferite in letteratura a specifiche sub associazioni o varianti. In questo contesto i boschi misti di faggio e abete traggono rapporti catenali con i boschi puri di faggio insediati su suoli più profondi. I boschi misti di faggio e abete sono però anche il risultato di passate utilizzazioni silvocolturali. Il taglio raso della faggeta praticato in passato soprattutto per la produzione di carbone, crea ambienti luminosi dove si rinnova più facilmente l’abete bianco appenninico grazie al suo temperamento di specie più eliofila. 330 Successivamente, nel bosco a prevalenza di abete formatosi, le condizioni prettamente sciafile favoriscono la rinnovazione del faggio che costituisce un strato arbustivo più o meno denso. La successiva utilizzazione silvocolturale dell’abete bianco rilascia il novellame di faggio che ricostituisce il bosco in condizione di netta dominanza. In relazione al momento del ciclo silvocolturale si osserveranno quindi situazioni di codominanza o di dominanza di una delle due specie sull’altra (Mercurio & Spampinato 2006) che considerando i turni di utilizzazione possono protrarsi anche per 80 a 120 anni. I contatti seriali che tragono queste habitat contrae sono quanto mai diversificati in relazione alla specificità della serie dinamica della faggeta. Nei territori di natura silicea della Calabria (Sila, Serre e Aspromonte) le formazioni forestali di questo habitat sono collegate dinamicamente con i cespuglieti dei Cytisetea striatoscopari. Nei versanti più acclivi su suoli interessati da fenomeni di erosione si insediano formazioni di piccoli arbusti e piante erbacee (pelouses échorchées) dei Rumici-Astragaletea (Barbagallo et al, 1982; Brullo et al. 2001). Per l'Appennino centrale Bonin (1978) evidenza collegamenti per i substati carbonatici soprattutto con i dei Festuco-Brometea. In Abruzzo l’abete bianco si colloca spesso nella fascia più elevata della faggeta e prende contatti catenali in basso con le faggete a tasso o con le cerrete. Per il Molise Abbate (1990) collega dinamicamente i boschi di abete e faggio ai mantelli preforestali dei Prunetalia spinosae e alle praterie mesofile del Bromion erecti. Nell’Appennino lucano centro settentrionale l’abete bianco entra a far parte della serie dinamica del Physospermo verticillati-Quercetum cerridis abietiFagetum sylvaticae e del Aceri lobelii-Fagetum abietosum albae (Aita et al 1978,1984). La degradazione di questi boschi conduce alla formazione di cespuglieti dei Prunetalia spinosae e a pascoli del Cynosurion cristati. Sul Pollino l’abete bianco si colloca principalmente nel Doronico columnae-Fagetum e prende contatti seriali con i cespuglieti a Juniperus communis e i pascoli xerofili del Saturejo montanae-Brometum erecti, i contatti catenali sono con le faggete tipo dell’associazione poste più in basso e con le faggete microterme del Ranunculo brutii-Fagetum sylvaticae collocate a maggiore altitudine. 9220* I Il popolamento relittuale di Abies nebrodensis prende contatto catenale con i boschi di faggio del Geranio versicoloris-Fagion e contatti seriali con i cespuglieti pulvinati dei Rumici-Astragaletea. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia SC, Cl, BS, CM, PG, ML, AB, MR, UM, TS, EM. Note L'habitat è stato definito in forma molto eterogenea mediante l’accorpamento della formazione relittuale ad abete dei Nebrodi con le formazioni miste di faggio e abete bianco dell’Appennino. La definizione dell'habitat 9220 "Faggete degli Appennini con Abies alba e faggete ad Abies nebrodensis" presente nel manuale di interpretazione è controversa in quanto questo habitat si sovrappone in parte con l’habitat 9210 "Faggeti degli Appennini di Taxus e Ilex", appare poco chiara anche la distribuzione geografica dell'habitat ed i sintaxa fitosociologici a cui va riferito. In questa sede si propone di limitare l’habitat 9220 solo alle faggete con abete presenti sulla dorsale appenninica, mentre le faggete macroterme con agrifoglio o tasso sono da riferire all’habitat 9210. Le faggete siciliane sono quindi da considerare di pertinenza dell’habitat 9210 ad eccezione del limitato lembo di vegetazione forestale delle Madonie dove si rinviene Abies nebrodensis. Sono inoltre da considerare di pertinenza dell’habitat in oggetto anche le faggete macroterme di bassa quota ad agrifoglio qualora vi sia una significativa presenza di abete bianco, come avviene per esempio sulle Serre Calabre, e i boschi di transizione in cui l’abete bianco si consocia oltre che con il faggio anche con il cerro, come avviene ad esempio sull’Appennino lucano centro settentrionale. 331 Vanno esclusi da questo habitat gli impianti artificiali recenti di abete bianco che sono stati realizzati nelle zone montane di tutto l’Appennino, mentre vanno inclusi quelli antichi e storici che hanno assunto aspetti naturaliformi per la capacità di rinnovazione dell’abete bianco. I boschi a dominanza di abete bianco dell’Appennino meridionale vanno invece riferiti all’habitat 9510* “Foreste sud-appenniniche di Abies alba”. Il sottotipo 9220* II riferito alla formazione relittuale di abete dei Nebrodi dei monti Madonie in Sicilia per una maggiore congruenza fitogeografica ed ecologica andrebbe inserito nell’habitat 9510* “Foreste sudappenniniche di Abies alba”. Riferimenti Bibliografici AA.VV., 1977. La riserva naturale orientata di Campolino. Aspetti naturalistici e selvicolturali. Piano di gestione. Coll. Verde N.47, Minist. Agric. Foreste, Roma. ANSALDI M., BARTELLETTI A., TOMEI P. E., 1989. L'abete bianco (Abies alba Miller) sulle Alpi Apuane. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 95 (1988): 41-49. ABBATE G., 1990. La foresta della riserva MAB “Collemuccio-Montedimezzo” (Molise-Italia meridionale). Doc. Phytosoc. n.s. 12: 289-304. AITA L., CORBETTA F., ORSINO F., 1984. Osservazioni fitosociologiche sulla vegetazione forestale dell’Appennino lucano centro-settentrionale. Boll. Acc. Gioenia Sci Nat., 17: 201-219. BARBAGALLO C., BRULLO S., FURNARI S., LONGHITANO N., SIGNORELLO P., 1982. Studio fitosociologico e cartografia della vegetazione (1:25000) del territorio di Serra S. Bruno (Calabria). CNR, Collana del PF “Promozione della qualità dell’ambiente, AQ/1/227, Roma. ALLEGREZZA M., BIONDI E., 2008. Studio fitosociologico sull’area forestale “Abeti soprani” (Alto Molise – Appennino meridionale. Fitosociologia 45(1): 161-176. BIONDI E., CASAVECCHIA S., FRATTAROLI A.R., PIRONE G., PESARESI S., DI MARTINO L., GALASSI S., PARADISI L., VENTRONE F., ANGELINI E., CIASCHETTI G., 2008. Forests vegetation of the Upper Valley of Vomano River (central Italy). Fitosociologia 45(1): 117-160. BRULLO S., 1984. Contributo alla conoscenza della vegetazione delle Madonie (Sicilia settentrionale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 16,322: 351-420. BRULLO S., GUARINO R., MINISSALE P., SIRACUSA G., SPAMPINATO G., 1999. Syntaxonomical analysis of the beech forests from Sicily. Ann. Bot. 57: 121-132. BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G., 2001. La vegetazione dell’Aspromonte. Studio fitosociologico. Laruffa editore. Reggio Calabria. DE DOMINICIS V., LOPPI S., CHIARUCCI A., MARIOTTI M.G., PERINI C., ANGIOLINI C., 1992 - Woods with Abies alba Miller of Mt. Amiata (Central Italy) - Doc. Fitosoc.n.s. 14: 177-194. DI PIETRO R., IZCO J., BLASI C., 2004. Contribution to nomenclatural knowledge of Fagus sylvatica woodlands of southern Italy. Plant Biosystems, 138(1): 27-36. DI PIETRO R. & FASCETTI S., 2005. A contribution to the knowledge of Abies alba woodlands in the Campania and Basilicata regions (southern Italy). Fitosociologia 42(1): 71-95. DI PIETRO R., CACIANIGA M., VERDE S., 2007. Distribuzione e corrispondenza fitosociologica degli habitat di faggeta nella Penisola Italiana. Fitosociologia 44 (2) suppl. 1, pp. 279-284. FEOLI, E., LAGONEGRO M., 1982. Syntaxonomical analysis of beech woods in the Apennines (Italy) using the program package IOHOPA. Vegetazio 50: 129-173. GABBRIELLI A., 2000 Le storiche abetine di Vallombrosa. Italia For. Mont, 55(6): 381-385. GABBRIELLI A., SETTESOLDI E., 1977. La storia della foresta Casentinese nelle carte dell'Archivio dell'Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV al XIX. Min. Agric. For., Collana Verde, 43: 1-566. GENTILE S., 1964. Notizie preliminari sulla faggeta dell’Appennino Calabro. Delpinoa n.s. 4(1) 305-317. GENTILE S., 1970. Sui faggeti dell'Italia meridionale. Atti Ist. Bot. Univ.Pavia, serie 6, 5: 207-306. GIACOBBE A., 1949. L'ecologia dell'Abete bianco appenninico. Nota I. Morfologia e biologia. Redic. Accad. Naz. dei Lincei (s. 8), 6(3): 339-342. 332 GIACOBBE A., 1950. L'ecologia dell'abete bianco. Nota II. Ricerche storiche e geografiche sull'Abete bianco. Arch. Bot. 26:1-20, 65-84, 129-148. GIACOBBE A., 1969. La rinnovazione naturale dell'Abete appenninico (Ricerche ecologiche). Ann. Accad. Ital. Sci. For. 18: 227-289. GUIDO G., 1973. Nota preliminare sulla distribuzione e sui caratteri ecologici delle abetine del Molise. Ann. Ist. Sperimentale per la Selvicoltura 2: 279-296. LONGHITANO N., RONSISVALLE G.A. 1975. Osservazioni sulle faggete dei Monti della Laga (Appennino centrale). Not. Fitosoc. 9: 55-82. MORANDINI R., DUCCI F., MENGUZZATO G., 1994. Abies nebrodensis (Lojac.) Mattei - Inventario 1992. Ann. Ist. Sper. Selv. 22:5-51. PIRONE G., ABBATE G., CIASCHETTI G., CORBETTA F., FRATTAROLI A.R., 2000. Gli abieti-faggeti del comprensorio di confine tra Abruzzo e Molise (Italia centro-meridionale). Arch. Geobot. 6(1): 31-43. RAIMONDO F.M., VENTURELLA G., DI GANGI F., 1990. Variazioni fenotipiche in Abies nebrodensis (Lojac.) Mattei e comportamento vegetativo della sua discendenza. Quad. Bot. Ambient. Appl. 1: 183-210. RAIMONDO F.M., BAZAN G., GIANGUZZI L., ILARDI V., SCHICCHI R., SURANO N., 2000. Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo. Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3160. RAIMONDO F.M., SCHICCHI R., 2005. Rendiconto sul progetto LIFE Natura “Conservazione in situ ed ex situ di Abies nebrodensis. (Lojac.) Mattei”: Progetto LIFE Natura no. LIFE2000NAT/IT/7228. Tipografia Luxograph Palermo. ROVELLI E., 2001 - Segnalazioni Floristiche Italiane: Abies alba Miller. Inform. Bot. Ital., 32(1-3) (2000): 57. VICIANI D., GABELLINI A., GONNELLI V., DE DOMINICIS V., 2002 - La vegetazione della Riserva Naturale Alta Valle del Tevere-Monte Nero (Arezzo, Toscana) ed i suoi aspetti di interesse botanico-conservazionistico. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 109: 11-25. Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=10206 Nomi dei compilatori con e.mail Giovanni Spampinato [email protected] Edoardo Biondi [email protected] 333 Foreste mediterranee caducifoglie 9250: Querceti a Quercus trojana Quercus trojana woods Quercus trojana, Simona Casavecchia Bosco residuale di Quercus trojana nelle Murge brindisine, Edoardo Biondi Codice CORINE Biotopes 41.78 Macedonian-oak woodland 41.782 Quercus trojana woods of Puglia Codice EUNIS G1.78 - Boschi di Quercus trojana Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Supra-Mediterranean, and occasionally meso-Mediterranean woods dominated by the semideciduous Quercus trojana or its allies (Quercetum trojanae) Sub-types : 41.781 - Helleno-Balkanic Trojan oak woods 334 Usually low formations dominated by Quercus trojana, often with junipers or maples, of Macedonia, Thrace and Thessaly, north to Herzegovina, Montenegro, Albania and the Vardar valley of Paeonia. 41.782 - Apulian Trojan oak woods Relict woods, sometimes of considerable height, of Quercus trojana and Q. pubescens, often with an admixture of Q. ilex and its associated vegetation (Murge: e.g. bosco delle Pianelle, foresta Gaglione). Frase diagnostica dell’habitat in Italia Sottotipo 41.782 Boschi da mesoxerofili a termofili neutro-subacidofili, puri o misti a Quercus trojana e Quercus virgiliana talora con presenza di Carpinus orientalis. Sono presenti come lembi residuali sui ripiani della Murgia materana e laertina e nelle Murge sud-orientali nel piano bioclimatico mesomediterraneo inferiore su suoli del tipo delle terre rosse mediterranee. In alcune aree si rinvengono esempi di fragneti piuttosto estesi e ben conservati (es. bosco delle Pianelle, Gravina di Laterza, foresta Gaglione). Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Quercus trojana, Quercus virgiliana, Acer monspessulanum, Fraxinus ornus, Carpinus orientalis, Rosa sempervirens, Smilax aspera, Clematis flammula, Cyclamen hederifolium, Teucrium siculum, Stachys officinalis, Oenanthe pimpinelloides, Rubia peregrina var. longifolia, Potentilla detommasii, Euphorbia apios, Viola alba ssp. dehnhardtii Specie di pregio: Arum apulum, Paeonia mascula Riferimento sintassonomico I boschi di Quercus trojana vengono inquadrati in due distinte associazioni: una più mesofila (Teucrio siculiQuercetum trojanae Biondi, Casavecchia, Guerra, Medagli, Beccarisi & Zuccarello 2004) nell’ambito dell’alleanza Carpinion orientalis Horvat 1958 e della suballaeanza Lauro nobilis-Quercenion pubescentis (Ubaldi 1988) Ubaldi 1995 (ordine Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933, classe Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937) a cui vengono attribuiti i boschi alla cui composizione partecipano specie caducifoglie e specie del corteggio dei boschi decidui, e un’altra più termofila (Euphorbio apii-Quercetum trojanae Bianco, Brullo, Minissale, Signorello & Spampinato 1998) attribuita all’alleanza dei boschi sempreverdi di leccio Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi, Casavecchia & Gigante 2003 (ordine Quercetalia ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950). Dinamiche e contatti I rapporti seriali sono stati indagati per l’associazione Teucrio siculi-Quercetum trojanae (Biondi & Guerra, 2008). Gli stadi di sostituzione del bosco sono rappresentate da formazioni arbustive dominate da Crataegus monogyna e Rubus ulmifolius con Rosa sempervirens dell’associazione Roso sempervirentis-Rubetum ulmifolii Blasi, Di Pietro e Fortini 2000; questa si collega l’orlo sciafilo della classe Trifolio-Geranietea. Nelle esposizioni più soleggiate il bosco è in rapporto seriale con il mantello basso termofilo dell’associazione Asparago acutifolii-Osyridetum albae Allegrezza, Biondi, Formica e Ballelli 1997. La prateria di sostituzione è rappresentata dall’associazione mesoxerofila Cardopatio corymbosi-Brometum erecti Biondi e Guerra 2008 dell’habitat 62A0 “Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneretalia villosae). I fragneti termofili dell’associazione Euphorbio apii-Quercetum trojanae sono in rapporto dinamico con la macchia a Pistacia lentiscus e Olea europaea var. sylvestris dell’associazione Coronillo emeroidis-Pistacietum lentisci Biondi e Guerra 2008 e con garighe a cisti che si sviluppano nelle aree percorse dal fuoco. Rapporti catenali: i boschi di Quercus trojana sono in contatto catenale con le leccete dell’habitat 9340 “Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia”. 335 Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia PG, BS Note L’habitat presenta in Italia due varianti ecologiche: una termofila con l’associazione Euphorbio apii-Quercetum trojanae e una più mesofila corrispondente all’associazione Teucrio siculi-Quercetum trojanae. Per la Basilicata non è stata segnala la presenza dell’habitat che tuttavia è presente nei territori della Murgia materana. Riferimenti Bibliografici Bianco P., 1958. Querceti a Quercus trojana Webb nel territorio di San Michele di Bari. Nuovo Giorn. Bot. Ital., n.s., 65: (1-2): 43-100 Bianco P., Brullo S., Minissale P., Signorello P., Spampinato G., 1998. Considerazioni fitosociologiche sui boschi a Quercus trojana Webb della Puglia (Italia meridionale). Studia Geobotanica 16: 33-38. Biondi E., Casavecchia S., Guerra V., Medagli P., Beccarisi L., Zuccarello V., 2004. A contribution towards the knowledge of semideciduous and evergreen woods of Apulia (south-eastern Italy). Fitosociologia 41 (1): 3-28. Biondi E., Guerra V., 2008. Vegetazione e paesaggio vegetale delle gravine dell’arco jonico. Fitosociologia 45(1) Suppl. 1: 57-125. Davies C.E., Moss D., Hill M.O., 2004. EUNIS habitat classification revised 2004. European Environment Agency, NTC/NPB. Devillers P., Devillers-Terschuren J., Ledant J.P. (eds), 1991. CORINE biotopes manual. A method to identify and describe consistently sites of major importance for nature conservation. Commission of the European Communities. EUR 12587/3. Linzalone M. , 1955. Boschi misti a Quercus trojana Webb e Quercus pubescens W. a sud di Gioia del Colle Nuovo. Giorn. Bot. ItaL, n.s., 62: 468-477 Lorenzoni G., Chiesura Lorenzoni F., 1987. First phytosociological interpretation of Quercus trojana Webb vegetation in the Murge Region (Bari - Taranto - South Italy). Acta Bot. Croat., 46: 95-103. Misano G., Di Pietro R., 2007. L’Habitat 9250 “Boschi a Quercus trojana” in Italia. Fitosociologia 44 (2): 235238. Petrella S., Bulgarini F., Cerfolli F., Polito M., Teofili C. (Eds), 2005. Libro rosso degli habitat d’Italia. WWF Italia, Roma. Solazzo E., 1955. Boschi misti a Quercus trojana Webb e Quercus pubescens Willd. nel territorio di Acquaviva delle Fonti (Bari). Nuovo Giorn. Bot. ItaI., n.s., 62: 487-498 Riferimenti Bibliografici online Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Simona Casavecchia ([email protected]) 336 92: Foreste mediterranee caducifoglie 9260: Boschi di Castanea sativa Castanea sativa woods Gargano, Castanea sativa, Edoardo Biondi Codice CORINE Biotopes 41.9 Chestnut woods Codice EUNIS G1.7D - Boschi e foreste di Castanea sativa (comprese le colture da frutto ormai naturalizzate). Per l’Italia sono inoltre validi i seguenti sottotipi: G1.7D4 - Foreste illiriche di Castanea sativa G1.7D5 - Boschi di Castanea sativa di Alpi meridionali insubriche ed Alpi Liguri G1.7D6 - Boschi collinari italo-siculi di Castanea sativa G1.7D7 - Boschi sardo-corsi di Castanea sativa Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina, Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Supra-Mediterranean and sub-Mediterranean Castanea sativa-dominated forests and old established plantations with semi-natural undergrowth. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Boschi acidofili ed oligotrofici dominati da castagno. L’habitat include i boschi misti con abbondante castagno e i castagneti d’impianto (da frutto e da legno) con sottobosco caratterizzato da una certa naturalità (sono quindi esclusi gli impianti da frutto produttivi in attualità d'uso che coincidono con il codice Corine 83.12 impianti da frutto Chestnut groves e come tali privi di un sottobosco naturale caratteristico) dei piani bioclimatici mesotemperato (o anche submediterraneo) e supratemperato su substrati da neutri ad acidi (ricchi in silice e silicati), profondi e freschi e talvolta su suoli di matrice carbonatica e decarbonatati per effetto delle precipitazioni. Si rinvengono sia lungo la catena alpina e prealpina sia lungo l’Appennino. Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento 337 Castanea sativa, Quercus petraea, Q. cerris, Q. pubescens, Tilia cordata, Vaccinium myrtillus Acer obtusatum, A. campestre, A. pseudoplatanus, Betula pendula, Carpinus betulus, Corylus avellana, Fagus sylvatica, Frangula alnus, Fraxinus excelsior, F. ornus, Ostrya carpinifolia, Populus tremula, Prunus avium, Sorbus aria, Sorbus torminalis, Rubus hirtus, Anemone nemorosa, Anemone trifolia subsp. brevidentata, Aruncus dioicus, Avenella exuosa, Calamagrostis arundinacea, Carex digitata, Carex pilulifera, Dactylorhiza maculata, Dentaria bulbifera, Deschampsia flexuosa, Dryopteris affinis, Epimedium alpinum, Erythronium dens-canis, Galanthus nivalis, Genista germanica, G. pilosa, Helleborus bocconei, Lamium orvala, Lilium bulbiferum ssp. croceum, Listera ovata, Luzula forsteri, L. nivea, L. sylvatica, Luzula luzuloides, L. pedemontana, Hieracium racemosum, H. sabaudum, Iris graminea, Lathyrus linifolius (= L. montanus), L. niger, Melampyrum pratense, Melica uniflora, Molinia arundinacea, Omphalodes verna, Oxalis acetosella, Physospermum cornubiense, Phyteuma betonicifolium, Platanthera chlorantha, Polygonatum multiflorum, Polygonatum odoratum, Pteridium aquilinum, Ruscus aculatus, Salvia glutinosa, Sambucus nigra, Solidago virgaurea, Symphytum tuberosum, Teucrium scorodonia, Trifolium ochroleucon, Vinca minor, Viola reichenbachiana, V. riviniana, Pulmonaria apennina, Lathyrus jordanii, Brachypodium sylvaticum, Oenanthe pimpinelloides, Physospermum verticillatum, Sanicula europaea, Doronicum orientale, Cytisus scoparius, Calluna vulgaris, Hieracium sylvaticum ssp. tenuiflorum, Vincetoxicum hirundinaria; Specie di pregio: Blechnum spicant, Campanula cervicaria, Carpesium cernuum, Dactylorhiza romana, Diphasiastrum tristachyum, Epipactis microphylla, Hymenophyllum tunbrigense, Lastrea limbosperma, Listera cordata, Limodorum abortivum, Orchis pallens, O. provincialis, O. insularis, Osmunda regalis, Pteris cretica Riferimento sintassonomico I boschi a dominanza di Castanea sativa derivano fondamentalmente da impianti produttivi che, abbandonati, si sono velocemente rinaturalizzati per l’ingresso di specie arboree, arbustive ed erbacee tipiche dei boschi naturali che i castagneti hanno sostituito per intervento antropico. In tutta Italia, sono state descritte numerose associazioni vegetali afferenti a diversi syntaxa di ordine superiore. Si fa riferimento pertanto all’ordine Fagetalia sylvaticae Pawl. in Pawl. et al. 1928 (classe Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937) e alle alleanze Erythronio dentis-canis-Carpinion betuli (Horvat 1958) Marincek in Wallnöfer, Mucina & Grass 1993 (suballeanza Pulmonario apenninae-Carpinenion betuli Biondi, Casavecchia, Pinzi, Allegrezza & Baldoni 2002) e Carpinion betuli Issler 1931 per i castagneti del piano bioclimatico supratemperato, all’ordine Quercetalia roboris Tüxen 1931 e all’alleanza Quercion robori-petraeae Br.-Bl. 1937 per i castagneti più acidofili del piano bioclimatico mesotemperato, all’ordine Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 per i castagneti del piano mesotemperato con le alleanze Teucrio siculi-Quercion cerridis Ubaldi (1988) 1995 em. Scoppola & Filesi 1995 per l’Italia centro-occidentale e meridionale, Erythronio dens-canis-Quercion petraeae Ubaldi (1988) 1990 per l’Appennino settentrionale marnoso-arenaceo e l’alleanza Carpinion orientalis Horvat 1958 con la suballeanza mesofila Laburno-Ostryon (Ubaldi 1981) Poldini 1990 per i castagneti neutrofili. Dinamiche e contatti Rapporti seriali: i castagneti rappresentano quasi sempre formazioni di sostituzione di diverse tipologie boschive. In particolare occupano le aree di potenzialità per boschi di cerro dell’habitat 91M0 “Foreste pannonico-balcaniche di quercia cerro-quercia sessile”, carpineti e querco-carpineti degli habitat 91L0 “Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion)” e 9190 “Vecchi querceti acidofili delle pianure sabbiose con Quercus robur”, acero-frassineti nel piano bioclimatico mesotemperato di faggete degli habitat 91K0 “Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion)” e 9210 “Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex” in quello supratemperato. Pertanto le formazioni arbustive ed erbacee di sostituzione sono quelle appartenenti alle serie dei boschi potenziali. Rapporti catenali: nel piano mesotemperato l’habitat è in rapporto catenale con le faggete degli habitat 9210* “Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex”, 91K0 “Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion)”, 9110 “Faggeti del Luzulo-Fagetum” e 9120 “Faggeti acidofili atlantici con sottobosco di Ilex e a volte di Taxus (Quercion robori-petraeae o Ilici-Fagenion)” e gli aspetti di sostituzione di queste, con boschi di carpino nero o 338 di roverella dell’habitat 91AA “Boschi orientali di quercia bianca” , con i boschi di forra dell’habitat 9180 “Foreste di versanti, ghiaioni, e valloni del Tilio-Acerion” e con boschi ripariali degli habitat 91E0 “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)” e 92A0 “Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba”. Specie alloctone Robinia pseudacacia, Spiraea japonica Distribuzione dell’habitat in Italia CM, TS, LG, VN, PM, EM, LZ, SC, MR UM, AB, LM, CL, BS, PG, ML, TR, SR, VL, ML, FR Note Benché largamente favorito dall'azione antropica, è stata confermata la presenza di nuclei autoctoni nelle aree collinari e prealpine a substrato silicatico. In ogni caso, il contributo paesaggistico e di biodiversità (frequenti gli stadi ricchi di geofite) resta più che apprezzabile. Riferimenti Bibliografici AA. VV., 2007. Interpretation Manual of European Union habitats. EUR 27. European Commission, DG Environment. Allegrezza M., 2003. Vegetazione e paesaggio vegetale della dorsale del Monte San Vicino (Appennino centrale). Fitosociologia, 40 (1) suppl. 1: 1-118. Antonietti A., 1962. Die Kastanienwälder der Euganischen Hugel. Mitt. Ostalp.-din. Pflanzensoz. Arbeitsgem., 2: 74-81 APAT, 2004. Gli habitat secondo la nomenclatura EUNIS: manuale di classificazione per la realtà italiana. Rapporti APAT, 39. Arrigoni P. V., Viciani D., 2001. Caratteri fisionomici e fitosociologici dei castagneti toscani. Parlatorea, 5: 5599. Arrigoni P.V., Marras G., 1990. Fitosociologia e struttura dei castagneti della Sardegna centrale. Webbia, 44 (1): 217-231. Bassi S. (a cura di), 2006. La Carta degli Habitat dei Sic e delle Zps dell’Emilia-Romagna. Centro Stampa della Regione Emilia-Romagna. Buffa G., Ghirelli L., 1993, Primo contributo alla conoscenza dell'ecologia di Robinia pseudacacia L. sui Colli Euganei (PD). Ecologia della Regione Euganea, Atti del X Convegno del Gruppo "G. Gadio" per l'ecologia di base (Padova, Villa Beatrice d'Este, 12-14 maggio 1990): 67-76. Calvario E., Sebasti S., Copiz R., Salomone F., Brunelli M., Tallone G., Blasi C. (a cura di), 2008. Habitat e specie di interesse comunitario nel Lazio. Edizioni Agenzia Regionale Parchi, Roma. Cerabolini B., Raimondi B., Spinelli R., 1998(2004). Biogeographical and vegetation outlines of Valgrande national park (Insubric Prealps- NW Italy). Coll. Phytosoc., Camerino. n. XXVIII: 641-681. Davies C.E., Moss D., Hill M.O., 2004. EUNIS habitat classification revised 2004. European Environment Agency, NTC/NPB. Del Favero R. (a cura di), 2001. Progetto Boschi del Parco Regionale dei Colli Euganei. Parco Regionale dei Colli e Università di Padova. 212 pag. Devillers P., Devillers-Terschuren J., Ledant J.P. (eds), 1991. CORINE biotopes manual. A method to identify and describe consistently sites of major importance for nature conservation. Commission of the European Communities. EUR 12587/3. Ellenberg H., Klötzi F., 1972. Waldgesellschaften und Waldstandorte der Schweiz. Mitt. schweiz Anst. forstl. Versuchswes- n. 48: 388-930. Ellenberg H., Klötzli F., 1998. Waldgesellschaften der Schweiz auf floristischer Grundlage. Mitt. Der Eidgenossischen Forschug fur Wald, Schnee und Landschaft. 339 Ferrarini E., 1986. Considerazioni fitogeografiche sui castagneti dell’Appennino meridionale nei rapporti con l’Appennino settentrionale. Biogeographia, n.s., 10 (1984): 185-206. Gianguzzi L., 1999.Flora e vegetazione dei Nebrodi. Itinerari didattici. – Regione Siciliana, Sezioni Operative per l’Assistenza Tecnica nn° 5, 7, 8,10, 11, pp. 232. Arti Grafiche Zuccarello, S. Agata di Militello (ME). Hofmann A., 1965. I castagneti dell'Insubria e la loro interpretazione fitosociologica. Giorn. Bot. Ital., 72, 4-6: 651-660. Hofmann A., Modino G. P., Scotta M., 1983. La vegetazione della riserva naturale del bosco del Vaj (Piemonte) come base per il piano di assestamento forestale. In Ferrari C. et al. (comitato editoriale) “Le comunità vegetali come indicatori ambientali”: 209-223. Regione Emilia-Romagna, Società Italiana di Fitosociologia. Bologna Hruska K., 1988. I castagneti dei Monti della Laga (Italia Centrale). Braun-Blanquetia, 2: 117-125. Lasen C., 2006. Habitat Natura 2000 in Trentino. Provincia Autonoma di Trento. Lasen C., Wilhalm T., 2004. Natura 2000. Habitat in Alto Adige. Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige. Marincek L., Zupancic M., 1995. Nomenklaturna revizija acidofilnih bukovih in gradnovih gozdov zahodnega obmocja ilirske florne province. Hladnikia, 4: 29-35. Mariotti M.G., s.d. (2008) - Atlante degli habitat. Natura 2000 in Liguria - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. Oberdorfer E. & Hofmann A., 1967. Beitrag zur Kenntnis der Vegetation des Nordapennin. Beitr. naturk. Forsch. Südw.-Dtl. Bd. XXVI, Heft 1: 83-139. Oberdorfer E., 1964. Der insubrische Vegetationskomplex, seine Struktur und Abgrenzung gegen die submediterrane Vegetation in Oberitalien und in der Südschweiz. Beitr. naturk. Forsch. SW-Deutschl. Bd. XXIII, Heft 2: 141-187. Paganelli A., Miola A., 1991. Chestnut (Castanea sativa Mill.) as an indigenous species in Northern Italy. Il Quaternario, 4 (1a): 99-106. Petrella S., Bulgarini F., Cerfolli F., Polito M., Teofili C. (Eds), 2005. Libro rosso degli habitat d’Italia. WWF Italia, Roma. Poldini L., Oriolo G., Vidali M., Tomasella M., Stoch F., Orel G., 2006. Manuale degli habitat del Friuli Venezia Giulia. Strumento a supporto della valutazione d’impatto ambientale (VIA), ambientale strategica (VAS) e d’incidenza ecologica (VIEc). Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Università degli Studi di Trieste - Dip.to di Biologia. Poli E., Maugeri G., Ronsisvalle G., 1981.Note illustrative della carta della vegetazione dell'Etna. C.N.R., P.F. "Promozione Qualità dell'Ambiente". Serie AQ/1/131. Roma. 29 pp. Raimondo F.M., Bazan G., Gianguzzi L., Ilardi V., Schicchi R., Surano N., 2000. Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo – Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3-160. Razzara S., Aiardi G., 1986. Ricerche floristiche e fitogeografiche sulla florula briologica delle Prealpi orientali. II Contributo. Gli Ostrieti e i Castagneti dell'altopiano di Brentonico (Monte Baldo, TN), Ann. Mus. civ. Rovereto, 2: 51-84. Ronsisvalle G.A., Signorello P., 1979. Contributo allo studio fitosociologico dei castagneti dell’Etna. Bollettino delle sedute dell’Accademia Gioenia di Scienze Naturali in Catania, serie 4, 13 (9): 9-41. Sartori F., Pirola A., Bracco F. (a cura di), 2004. Gli habitat della Regione Lombardia: stato di conservazione e loro mappatura sul territorio. Regione Lombardia. Schicchi R., Venturella G., Filippone A., Raimondo F.M., 1990. Caratteri distributivi e fitocenologici dei castagneti delle Madonie. Quad. Bot. Ambientale Appl. 1: 33-59. Scortegagna S., 1997. Note sulla vegetazione degli ambienti carsici del Vicentino. 1 - I boschi dell’altopiano Faedo-Casaron (Lessinia orientale- Veneto). Natura Vicentina, Quaderni del Museo Naturalistico Archeologico n. 1: 33-42. Sindaco R., Mondino G.P., Selvaggi A., Ebone A., Della Beffa G., 2003. Guida al riconoscimento di Ambienti e Specie della Direttiva Habitat in Piemonte - Regione Piemonte. 340 Taffetani F., 2000. Serie di vegetazione del complesso geomorfologico del Monte Ascensione (Italia centrale). Fitosociologia, 37(1): 93-151. Tasinazzo S., Fiorentin R., 2000. I boschi dei Colli Berici (Vicenza, NE Italia). Studia Geobotanica, 19: 3-23 Ubaldi D., 1980. La vegetazione di Monte Sole (Bologna) con carta 1:10.000. Atti del seminario “La cartografia della vegetazione per la gestione del territorio”: 85-104. Emilia-Romagna e C.N.R. AC/1/127. Ubaldi D., 2003. La vegetazione boschiva d’Italia. Manuale di fitosociologia forestale. CLUEB, Bologna. Verde S., Andreis C., Zanetta A., Coratelli S., 2001. Le formazioni a Castanea sativa Miller della Lombardia, nelle province di Sondrio, Lecco e Como. Atti Congresso della Società Italiana di Fitosociologia, Lipari 2001. Riferimenti Bibliografici online http://www.regione.piemonte.it/habiweb/ricercaAmbienti.do http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers1.html http://www.ambiente.regione.lombardia.it/webqa/retenat/SIC_Lomb/habitat/hab_lomb_file/frame.htm#slide0 001.htm http://web.rete.toscana.it/renato/benvenuto.htm http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi ([email protected]), Simona Casavecchia ([email protected]) 341 92: Foreste mediterranee caducifoglie 9280: Boschi di Quercus frainetto Quercus frainetto woods Codice CORINE Biotopes 41.1B - Beech forests with Hungarian oak (Quercion frainetto) Codice EUNIS G1.6 - English name: Beech woodland; Scientific name: Fagus woodland Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Fagus sylvatica or Fagus moesiaca forests, more thermophile than those of 41.19 and 41.1A, occurring in the transition zone between the supra-Mediterranean and montane levels, characterised by the presence of numerous species of the Quercion frainetto. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Sottotipi e varianti Combinazione fisionomica di riferimento Riferimento sintassonomico Dinamiche e contatti Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia BS, CL, LZ, PG, TS, UM. Non presente in Italia. Note Il nome utilizzato nel Manuale EUR/27 per l’Habitat 9280 (Boschi di Quercus frainetto) ha dato origine ad una errata interpretazione; l’Habitat si riferisce in realtà a faggete con farnetto e non a boschi di farnetto. Questo appare chiaramente nel riferimento alla tipologia 41.1B del Corine Biotopes, corrispondente a ‘Beech forests with Hungarian oak’. Anche la classificazione EUNIS (Habitat Classification Revised, 2004) inserisce l’Habitat 9280 all’interno del contesto delle faggete (Cod. G1.6). Il Corine Biotopes caratterizza queste foreste dal punto di vista climatico come segue: ‘More thermophile forests of the transition zone between the supra-Mediterranean and montane levels’; si tratta quindi di un contesto di transizione, al passaggio tra Piano Supra-Mediterraneo e Piano Supra-Temperato (contatto climatico riportato anche nella descrizione generale del Manuale EUR/27). Tale situazione climatica potrebbe forse essere ipotizzabile per le foreste mesofile di farnetto della Calabria che si sviluppano alle quote più elevate della penisola (fino a 1100 m s.l.m.) in contesti climatici Supramediterranei (ma al confine inferiore e non superiore); tuttavia, secondo quanto riportato in Scelsi e Spampinato (1996) tali foreste, da loro inquadrate nell’associazione Cytiso-Quercetum frainetto, presentano al loro interno diverse specie differenziali termofile della classe Quercetea ilicis e si interpongono ‘tra le formazioni forestali a Quercus cerris e quelle a 342 Q. virgiliana o a Q. ilex’. Viene rimarcato dagli Autori il contesto bioclimatico al limite tra Supra- e MesoMediterraneo (l’aridità estiva è sempre prolungata per 2 o 3 mesi anche alle quote più elevate), e si precisa come la fascia altitudinale superiore sia occupata dalle cerrete dell’associazione Lathyro digitati-Quercetum cerridis. Sulla base di queste considerazioni, si può escludere il contatto tra le cenosi a farnetto e le faggete in territorio italiano. Tenuto conto del fatto che i boschi di farnetto italiani afferiscono all’alleanza Teucrio siculiQuercion cerridis, e che la maggioranza delle specie indicate nel Manuale EUR/27 (2007) per l’Habitat 91M0 sono buone caratteristiche o differenziali di tale alleanza, si ritiene che i boschi di farnetto della penisola italiana trovino collocazione più appropriata proprio nell’Habitat 91M0. Si propone quindi l’abbandono dell’Habitat 9280 in favore dell'Habitat 91M0 'Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere'. Nei Piani di Gestione dell’Umbria (2007) è già stato abbandonato in favore dell'Habitat 91M0 'Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere'. Riferimenti Bibliografici ABBATE G., BLASI C., PAURA B., SCOPPOLA A., SPADA F., 1990. Phytoclimatic characterization of Quercus frainetto Ten. stands in peninsular Italy. Vegetatio, 90: 35-45. ABBATE G., BLASI C., PAURA B., SCOPPOLA A., SPADA F., 1989. Bioclimatic relationships of the Quercus frainetto forests in central and southern Italy. Studies in Plant Ecology, 18. Forests of the world: diversity and dynamics: 5-6. ABBATE G., BLASI C., SPADA F., SCOPPOLA A., (1987) 1990. Analisi fitogeografica e sintassonomica dei querceti a Quercus frainetto dell’Italia centrale e meridionale. Not. Fitosoc., 23: 63-84. ARRIGONI P.V., 1974. Ricerche sulle querce caducifoglie italiane. 3. “Quercus frainetto” Ten. in Toscana. Webbia, 29 (1): 87-104. BIONDI E., GIGANTE D., PIGNATTELLI S., VENANZONI R., 2001. I boschi a Quercus frainetto Ten. presenti nei territori centro-meridionali della penisola italiana. Fitosociologia, 38 (2): 97-111. BLASI C., 1984. Quercus cerris and Quercus frainetto woods in Latium (Central Italy). Ann. Bot. (Roma), 42: 7-19. BLASI C., ABBATE G., FASCETTI S., MICHETTI L., 1981. La vegetazione del bacino del fiume Treia (complesso vulcanico Sabatino e Vicano, Lazio nord-occidentale). Programma finalizzato CNR, Promozione qualità dell’ambiente. AQ/1/ 237. BLASI C., DI PIETRO R., FILESI L., 2004. Syntaxonomical revision of Quercetalia pubescenti-petraeae in the Italian Peninsula. Fitosociologia, 41 (1): 87-164. BLASI C., PAURA B., 1995 (1993). Su alcune stazioni a Quercus frainetto Ten. in Campania ed in Molise: analisi fitosociologica e fitogeografica. Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 51, Suppl. 10 (2): 353-366. BLASI C., STANISCI A., FILESI L., MILANESE A., PERINELLI E., RIGGIO L., 2002. Syndinamics of lowland Quercus frainetto & Q. cerris forests in Lazio (central Italy). Fitosociologia 39(1): 23-43. CATORCI A., ORSOMANDO E., 1998. Aspetti corologici e fitosociologici di Quercus frainetto Ten. in Umbria. Fitosociologia, 35: 51-63. CONTOLI L., SPADA F., 1974. Ricerche sulle querce caducifoglie italiane. 2. Su alcune stazioni a “Quercus frainetto” Ten. in Comune di Montecastrilli (Terni, Umbria). Webbia, 29 (1): 81- 86. GIGANTE D., MANELI F., VENANZONI R., 2007. Aspetti connessi all’interpretazione e alla gestione degli Habitat della Dir. 92/43/EEC in Umbria. Fitosociologia, 44 (2), Suppl. 1: 141-146. MEDAGLI P., BIANCO P., SCHIRONE B., D’EMERICO S., RUGGIERO L., 1990. Il farnetto di Bosco Belvedere (Lecce). Note preliminari. Ann. Bot. (Roma), Studi sul territorio, 48, Suppl. 7: 77- 83. MILANESE A., BLASI C., STANISCI A., 1998. I querceti della zona planiziare del Parco Nazionale del Circeo. Flora e vegetazione del parco Nazionale del Circeo: 181-198. PIGNATTI S., PIGNATTI WIKUS E., 1987. Le cenosi a cerro e frainetto della penisola e della Sicilia. Not. Fitosoc., 23: 107-124. SCELSI F., SPAMPINATO G., 1996. I boschi a Quercus frainetto Ten. della Calabria (Italia meridionale). Coll. Phytosoc., XXIV: 534-547. SCELSI F., SPAMPINATO G., 1996. Analisi fitosociologica dei boschi a Quercus frainetto della Calabria. Coll. 343 Phytosoc., 24 (1995): 535-547. TEDESCHINI LALLI L., 1993. La cerreta di Macchia Grande di Manziana (RM) primo inquadramento fitosociologico. Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, 51, Suppl. 10 (2): 297-305. UBALDI D., ZANOTTI A.L., PUPPI G., SPERANZA M., CORBETTA F., (1987) 1990. Sintassonomia dei boschi caducifogli mesofili dell’Italia peninsulare. Not. Fitosoc., 23: 31-62. Riferimenti Bibliografici online Nomi dei compilatori con e.mail Daniela Gigante - [email protected] 344 92: Foreste mediterranee caducifoglie 92A0 : Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba Salix alba and Populus alba galleries Codice CORINE Biotopes 44.141 - Mediterranean white willow galleries 44.613 - Cyrno-Sardian poplar galleries 44.614 - Italian poplar galleries Codice EUNIS G1.112 - Boscaglie ripariali mediterranee di Salix sp. ad alto Fusto G1.31 - Foreste ripariali mediterranee a Populus alba e Populus nigra dominanti Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea, Continentale, Alpina Descrizione generale dell’habitat Riparian forests of the Mediterranean basin dominated by Salix alba, Salix fragilis or their relatives (44.141). Mediterranean and Central Eurasian multi-layered riverine forests with Populus spp., Ulmus spp., Salix spp., Alnus spp., Acer spp., Tamarix spp., Juglans regia, Quercus robur, Fraxinus angustifolia. Tall poplars, Populus alba, are usually dominant in height; they may be absent or sparse in some associations which are then dominated by species of the genera listed above (44.6). Frase diagnostica dell’habitat in Italia Boschi ripariali a dominanza di Salix spp. e Populus spp. presenti lungo i corsi d’acqua del bacino del Mediterraneo, attribuibili alle alleanze Populion albae e Salicion albae. Sono diffusi sia nel piano bioclimatico mesomediterraneo che in quello termomediterraneo oltre che nel macrobioclima temperato, nella variante submediterranea. Sottotipi e varianti Sottotipo 44.141 – Saliceti ripariali mediterranei Saliceti mediterranei (Salix alba, S. oropotamica) che si sviluppano su suolo sabbioso e periodicamente inondato dalle piene ordinarie del fiume. A causa di queste considerazioni il suolo è quasi mancante di uno strato di humus, essendo bloccata l’evoluzione pedogenetica dalle nuove deposizioni di alluvioni. Sottotipo 44.6 – Pioppeti riparali mediterranei (Populion albae) Formazioni a dominanza di Populus alba e Populus nigra che occupano i terrazzi alluvionali posti ad un livello più elevato rispetto alle cenosi del sottotipo precedente, soprattutto dei corsi d’acqua a regime torrentizio nel macrobioclima mediterraneo ed in quello temperato nella variante submediterranea. Combinazione fisionomica di riferimento Salix alba, S. oropotamica (endemismo aspromontano), Populus alba, P. nigra, P. tremula P. canescens, Rubus ulmifolius, Rubia peregrina, Iris foetidissima, Arum italicum, Sambucus nigra, Clematis vitalba, C. viticella, Galium mollugo, Humulus lupulus, Melissa officinalis subsp. altissima, Ranunculus repens, R. ficaria, R. ficaria subsp. ficariiformis, Symphytum bulbosum, S. tuberosum, Tamus communis, Hedera helix, Laurus nobilis, Vitis riparia, V. vinifera s.l., Fraxinus oxycarpa, Rosa sempervirens, Cardamine amporitana, Euonymus 345 europaeus, Ranunculus lanuginosus, Ranunculus repens, Thalictrum lucidum, Aegopodium podagraria, Calystegia sepium, Brachypodium sylvaticum, Salix arrigonii e Hypericum hircinum. Riferimento sintassonomico I saliceti ripariali rientrano nell’alleanza Salicion albae Soó 1930 (ordine Salicetalia purpureae Moor 1958), mentre i boschi di pioppo nell’alleanza Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 (ordine Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948). Entrambi gli ordini sono inclusi nella classe Salici purpureae-Populetea nigrae Rivas-Martínez & Cantó ex Rivas-Martínez , Báscones, T.E. Díaz, Fernández-González & Loidi, classis nova (addenda). Dinamiche e contatti I boschi ripariali sono per loro natura formazioni azonali e lungamente durevoli essendo condizionati dal livello della falda e dagli episodi ciclici di morbida e di magra. Generalmente sono cenosi stabili fino a quando non mutano le condizioni idrologiche delle stazioni sulle quali si sviluppano; in caso di allagamenti più frequenti con permanenze durature di acqua affiorante, tendono a regredire verso formazioni erbacee; in caso di allagamenti sempre meno frequenti, tendono ad evolvere verso cenosi mesofile più stabili. Verso l’interno dell’alveo i saliceti arborei si rinvengono frequentemente a contatto con la vegetazione pioniera di salici arbustivi (habitat 3240 “Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos”), con le comunità idrofile di alte erbe (habitat 6430 “Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile”) e in genere con la vegetazione di greto dei corsi d’acqua corrente (trattata nei tipi 3250 “Fiumi mediterranei a flusso permanente con Glaucium flavum”, 3260 “Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion”, 3270 “Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.”, 3280 “Fiumi mediterranei a flusso permanente con il PaspaloAgrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba” e 3290 “Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion”). Lungo le sponde lacustri o nei tratti fluviali, dove minore è la velocità della corrente, i contatti catenali si esprimono con la vegetazione di tipo palustre trattata nei tipi 3120 “Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale su terreni generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes spp.”, 3130 “Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea”, 3140 “Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.”, 3150 “Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition", 3160 “Laghi e stagni distrofici naturali” e 3170 “Stagni temporanei mediterranei”. I saliceti ed i pioppeti sono in collegamento catenale tra loro, occupando zone ecologicamente diverse: i saliceti si localizzano sui terrazzi più bassi raggiunti periodicamente dalle piene ordinarie del fiume, mentre i pioppeti colonizzano i terrazzi superiori e più esterni rispetto all’alveo del fiume, raggiunti sporadicamente dalle piene straordinarie. I boschi dell’habitat 92A0 possono entrare in contatto catenale con le ontanete riparali dell’habitat 91E0* “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)”, con i boschi igro-termofili a Fraxinus oxycarpa (habitat 91B0 " Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia") e con le foreste miste riparie a Quercus robur dell'habitat 91F0 “Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)”. Specie alloctone Le cenosi ripariali sono frequentemente invase da numerose specie alloctone, tra cui si ricordano in particolar modo Robinia pseudoacacia, Ailanthus altissima, Acer negundo, Amorpha fruticosa, Buddleja davidii, Helianthus tuberosus, Solidago gigantea, Parthenocissus quinquefolia, P. tricuspidata, Lonicera japonica, Phytolacca americana . Distribuzione dell’habitat in Italia PG, EM, SC, CL, CM, AB, VN, SR, TS, ML, UM, MR, LZ, FR, LG, LM, BS. 346 Note Questo habitat si differenzia dai saliceti arbustivi (habitat 3240) prevalentemente per quanto riguarda la struttura ed anche la composizione floristica. Si differenzia inoltre dalle analoghe formazioni a Salix alba dell’Italia settentrionale (habitat 91E0*) per la presenza di specie tipicamente mediterranee e la mancanza di altre specie a distribuzione più settentrionale come Fraxinus excelsior. Riferimenti Bibliografici Allegrezza M., Biondi E. & Felici S., 2006 – A phytosociological analysis of the vegetation of the central sector of the adriatic aspect of the italian peninsula. Hacquetia 5/2: 5-45. ANGIOLINI C., CHIARUCCI A., DE DOMINICIS V., GABELLINI A., MORROCCHI D., SELVI F., 2000 Lineamenti vegetazionali dell'Area Naturale Protetta del Fiume Elsa. Atti Accad. Fisiocritici Siena, Serie 15, 18 (1999): 101-122 . ARRIGONI P.V., PAPINI P., 2003 - La vegetazione del sistema fluviale Lima - Serchio (Toscana meridionale). Parlatorea, 6: 95-129. Bacchetta G., Orrù M., Serra G., Vacca A., 2005. Studio pedologico-forestale dei boschi e delle boscaglie ripariali del Sulcis (Sardegna sud-occidentale). Bollettino della Società Italiana della Scienza del Suolo 54 (12): 16 – 24. Brullo S. & Spampinato G., (1990) - La vegetazione dei corsi d’acqua della Sicilia. Boll.Acc. Gioenia Sci. Nat. 23 (336): 119-252. Brullo S. & Spampinato G., 1990 – La vegetazione dei corsi d’acqua della Sicilia. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 23 (336): 119-252. Brullo S. & Spampinato G., 1993 – A new species of Salix (Salicaceae) form Calabria (S Italy). Candollea 48: 291-295. Brullo S. & Spampinato G., 1997 – Indagine fitosociologica sulle ripisilve della Calabria (Italia meridionale). Lazaroa 18: 105-151. Brullo S., 1984 – Contributo alla conoscenza della vegetazione delle Madonie (Sicilia settentrionale). – Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania, 17 (323): 219-258. Brullo S., 1993 – Salix arrigonii, specie nuova della Sardegna e considerazioni sulle sue affinità tassonomiche e sul suo ruolo fitosociologico. Boll. Soc. Sarda Sc. Nat., 29: 247-253 Brullo S., Scelsi F. & Spampinato G., 2001 – La vegetazione dell’Aspromonte. Studio fitosociologico. Baruffa ed. pp. 1-368. Fascetti S., Lapenna M.R., 2007. “Studio conoscitivo di base per il progetto di rinaturalizzazione del SIC-ZPS “Valle Basento-Grassano Scalo-Grottole” (Basilicata- Italia meridionale)”. Fitosociologia 44 (2) suppl.1: 23-29. Fernandez Prieto J.A. & Diaz Gonzalez T.E., 2003 – Las clasificaciones de los habitats naturales de la Union Europea y la Directivas Habitats. Las formaciones leñosas altas atlanticas ibericas. Naturalia Cantabricae 2: 25-32. FOGGI B., SELVI F., VICIANI D., BETTINI D., GABELLINI A., 2000 - La vegetazione forestale del bacino del Fiume Cecina (Toscana centro-occidentale). Parlatorea 4: 39-73. Gianguzzi L., 1999 – Flora e vegetazione dei Nebrodi. Itinerari didattici. – Regione Siciliana, Sezioni Operative per l’Assistenza Tecnica nn° 5, 7, 8,10, 11, pp. 232. Arti Grafiche Zuccarello, S. Agata di Militello (ME). Gianguzzi L., D’Amico A., Caldarella O., 2007 – La flora vascolare dei Monti di Palermo. – Collana Sicilia Foreste, 36, pp. 360. Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, Palermo. Gianguzzi L., D’Amico, 2006 – Su alcuni aspetti di vegetazione forestale localizzati nella Valle del Fiume Oreto e l’opportunità di una loro tutela finalizzata anche al recupero del paesaggio naturale. – In Ferro V. (a cura di), Riqualificazione ambientale dei corsi d’acqua. Quaderni di Idronomia Montana 25: 419-434. Gianguzzi L., La Mantia A., 2004 – Le serie di vegetazione della Riserva Naturale Orientata “Bosco Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago” con allegata carta della vegetazione (scala 1:20 000). – Naturalista Sicil. 28 (1): 205-242. 347 Gianguzzi L., Raimondo F.M., Riggio S., 1995 – Relics of riverine Platanus orientalis L. forest in the Oreto valley, Palermo. – Giorn. Bot. Ital., 129 (2): 187. Gianguzzi L., Spennati B., La Mantia A., 2007 – La carta della vegetazione di Monte Carcaci, Sito d’Interesse Comunitario dei Monti Sicani (Sicilia centro-occidentale). – Atti del 43° Congresso Società Italiana di Scienza della Vegetazione. Riassunti. Ancona 25-27 Giugno 2007, p. 88. LANDI M., ANGIOLINI C., DE DOMINICIS V., 2002 - Analisi fitosociologica dei fiumi della Toscana meridionale: il tratto medio-basso del Merse (Italia centrale). Studia Bot., 21: 37-88. Maiorca G., Spampinato G. & Crisafulli A., 2005 - Carta della vegetazione reale della Foce del Fiume Crati (CS-Calabria). Progetto PHYTOS.I.S., Monografia n. 2, ARSSA, Cosenza. Maiorca G., Spampinato G., Crisafulli A., Cameriere P., 2007 - Flora vascolare e vegetazione della Riserva Naturale Regionale “Foce del Fiume Crati” (Calabria, Italia meridionale). Webbia 62 (2): 121-174 Maiorca G., Spampinato G., Crisafulli A., Caridi D., Paleologo P., Grasso S., Cameriere P., 2005 - Carta della Vegetazione Reale della Foce del Fiume Crati (CS - Calabria). Progetto Phytosis (Arssa – Università Mediterranea di Reggio Calabria), Monografia n.2. pp. 64. Ed. De Rose. Cosenza. MARIOTTI M.G., s.d. (2008) - Atlante degli habitat. Natura 2000 in Liguria - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L. Martini F. & Paiero P., 1988 – I salici d’Italia. Guida al riconoscimento e all’utilizzazione pratica. LINT, Trieste. Montanari Guido M.A. & Montanari C., 1988 – Rassegna delle conoscenze botaniche dei corsi d’acqua italiani. II Parte. Boll. Mus. St. Nat. Lunigiana 6-7: 115-122. Pedrotti F. & Gafta D., 1992 – Tipificazione di tre nuove associazioni forestali riparali nell’Italia meridionale. Doc. Phytosoc., 14: 557-560. Pedrotti F. & Gafta D., 1996 – Ecologia delle foreste riparali e paludose dell’Italia. L’uomo e l’ambiente, 23: 1163. Pirone G., Frattaroli A. R., 1998 - Compendio sulle conoscenze della vegetazione delle zone umide dulciacquicole in Abruzzo. Atti Sem. Le Nuove Sorgenti (Pescasseroli 29-30/3/1996). Collana Studi per la Conservazione della Natura del Parco Nazionale d'Abruzzo, Pro Natura Abruzzo - Parco Nazionale d'Abruzzo 27: 37-62. Roma. Raimondo F.M., Bazan G., Gianguzzi L., Ilardi V., Schicchi R., Surano N., 2000 – Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo – Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3-160. Raimondo F.M., Venturella G., Gianguzzi L., 1993 – Il popolamento vegetale del bacino del Fiume Oreto. – In Pinzello I., Dal Manzanares all'Oreto: due realtà a confronto per un progetto di parco fluviale a Palermo. Acc. Naz. Sci. Lett. e Art. Palermo, 65-81. SELVI F., STEFANINI P., 2006 - Biotopi naturali e aree protette nella provincia di Grosseto. Quaderni delle aree protette, Provincia di Grosseto Strumia S., 2004. Contributo alla conoscenza delle cenosi ripariali del fiume Volturno (Campania). Delpinoa n.s., 46: 63-70. TOMASELLI M., BERNARDO L., 2006 - La Vegetazione degli ambienti umidi del Sirino-Papa del Pollino (Italia meridionale). Arch. Geobot. 9(2) (2003): 1-18. TOMEI P.E., GUAZZI E., KUGLER P.C., 2001 - Le zone umide della Toscana: indagine sulle componenti floristiche e vegetazionali. Ed. Reg. Toscana. Traina N., Marcenò C., 2001 – Condizioni attuali del popolamento floristico del fiume Oreto (Sicilia NordOccidentale). - Naturalista Sicil., 4, 25 (1-2): 227-254. VICIANI D., GABELLINI A., BIAGINI P., 2001 - La vegetazione del Padule di Scarlino (con note illustrative della Carta della Vegetazione, scala 1:12.000). Reg. Toscana, Prov. Grosseto, Bandite di Scarlino. VICIANI D., GABELLINI A., GONNELLI V., DE DOMINICIS V., 2005 - La vegetazione della Riserva Naturale Monti Rognosi (Arezzo, Toscana) ed i suoi aspetti di interesse botanico-conservazionistico. Atti Soc. tosc. Sci. nat., Mem., Serie B , 111 (2004): 27-42. VICIANI D., RAFFAELLI M., 2003 - Contributo alla conoscenza di flora e vegetazione spontanea delle Riserve Naturali di Valle dell’Inferno - Bandella e Ponte a Buriano - Penna (Arezzo, Toscana). Parlatorea, 6: 131-162. 348 VICIANI D., SFORZI S., SELVI F., 2004 - L’alta valle del Torrente Lente (Toscana meridionale): contributo alla conoscenza floristica e vegetazionale. Webbia, 59(2): 309-347. Nomi dei compilatori con e.mail Liliana Zivkovic ([email protected]), Edoardo Biondi ([email protected]) 349 92: Foreste mediterranee caducifoglie 92D0: Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio-Tamaricetea e Securinegion tinctoriae) Southern riparian galleries and thickets (Nerio-Tamaricetea and Securinegion tinctoriae) Cespuglieti a tamerici e oleandro dell'Habitat 92D0 "Gallerie e forteti ripari meridionali (NerioTamaricetea e Securinegion tinctoriae) " lungo la Fiumara Melito in Calabria. In basso a destra si osserva la vegetazione glareicola ad Helichrysum italicum, Giovanni Spampinato Codice CORINE Biotopes 44.81 - Oleander, chaste tree and tamarisk galleries Codice EUNIS F9.31 - [Nerium oleander], [Vitex agnus-castus] and [Tamarix] galleries Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Tamarisk, oleander, and chaste tree galleries and thickets and similar low ligneous formations of permanent or temporary streams and wetlands of the thermo-Mediterranean zone and south-western Iberia, and of the most hygromorphic locations within the Saharo-Mediterranean and Saharo-Sindian zones. Includes formations of Tamarix smyrnensis (syn. Tamarix ramossissima) of stream sides and coastal localities of the Pontic and Steppic regions of western Eurasia. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Cespuglieti ripali a struttura alto-arbustiva caratterizzati da tamerici (Tamarix gallica, T. africana, T. canariensis, ecc.) Nerium oleander e Vitex agnus-castus, localizzati lungo i corsi d’acqua a regime torrentizio o talora permanenti ma con notevoli variazioni della portata e limitatamente ai terrazzi alluvionali inondati occasionalmente e asciutti per gran parte dell’anno. Sono presenti lungo i corsi d’acqua che scorrono in territori a bioclima mediterraneo particolarmente caldo e arido di tipo termomediterraneo o, più limitatamente, mesomediterraneo, insediandosi su suoli alluvionali di varia natura ma poco evoluti. 350 Sottotipi e varianti In questo habitat è possibile distinguere una serie di varianti in relazione alla specie che assume un ruolo dominante. I variante – Cespuglieti ripali a oleandro (Codice CORINE Biotopes: 41.811 - Oleander Galleries) Cespuglieti ripali a dominanza di oleandro (Nerium oleander) presenti lungo i corsi d’acqua intermittenti su alluvioni ciottolose o ghiaiose, in territori con bioclima mediterraneo di tipo termomediterraneo o, più raramente, mesomediteraneo. In Calabria e Sicilia questi corsi d’acqua assumono una peculiare fisionomia per la presenza di ampi greti ciottolosi asciutti e sono indicati con il termine di “fiumara”. L’habitat si rinviene anche lungo corsi d’acqua permanenti con forti variazioni stagionali della portata, limitatamente ai terrazzi alluvionali più elevati con minore disponibilità idrica. II variante – Cespuglieti ripali ad agnocasto (Codice CORINE Biotopes: 41.812 - Caste tree thickets) Cespuglieti a dominanza di agnocasto (Vitex agnus-castus) al quale si associa normalmente Tamarix gallica e Tamarix africana, presenti lungo i tratti terminali dei corsi d’acqua della fascia termomediterranea e in aree umide del litorale su suoli alluvionali subsalsi a tessitura a limosa. III variante – Cespuglieti ripali a tamerici (Codice CORINE Biotopes: 41.813 - Tamarisk thickets) Cespuglieti a dominanza di tamerici (Tamarix africana, T. gallica, T. canariensis) presenti lungo i corsi d’acqua intermittenti o permanenti con forti variazioni della portata, ma anche in aree umide costiere presenti sempre in territori a bioclima termomediterraneo e più raramente mesomediterraneo. Si insediano su suoli alluvionali spesso subsalsi a tessitura da ghiaiosa a limosa. Combinazione fisionomica di riferimento Nerium oleander, Vitex agnus-castus, Tamarix gallica, T. africana, T. arborea, T. canariensis, Rubus ulmifolius, Dittrichia viscosa, Spartium junceum, Erianthus ravennae. Riferimento sintassonomico I cespuglieti ripali a oleandro e tamerici rientrano nella classe Nerio-Tamaricetea Br.-Bl. & O. Bolòs 1957. In particolare la prima variante di questo habitat riunisce associazioni del Rubo-Nerion oleandri O. Bolòs 1985 come il Rubo ulmifolii-Nerietum olendri O. Bolòs 1957 e lo Spartio-Nerietum oleandri Brullo & Spampinato 1990. Le altre due varianti riuniscono associazioni del Tamaricion africanae Br.-Bl-O. Bolòs 1958 quali: Tamaricetum gallicae Br.-Bl. & O. Bolòs 1957, Ulmo-Viticetum agni-casti Brullo & Spampinato 1997, Tamarici africanaeViticetum agni-casti Brullo & Spampinato 1997 e Tamaricetum africano-arboreae Brullo & Sciandrello 2006. Per la Campania Corbetta et al. (2004) descrivono una particolare sub associazione del Tamarici africanaeViticetum agni-casti indicata come pistacietosum lentisci Corbetta, Pirone, Frattaroli & Ciaschetti 2004 Dinamiche e contatti Le boscaglie ripali a tamerici e oleandro costituiscono delle formazioni edafoclimatofile legate alla dinamica fluviale di corsi d’acqua a regime torrentizio o alle aree palustri costiere interessate dal prosciugamento estivo. Si tratta di formazioni durevoli bloccate nella loro evoluzione dinamica da specifici condizionamenti edafici. In particolare lungo i corsi d’acqua intermittenti, l’habitat ha contatti catenali con le formazioni glareicole ad Helichrysum italicum, localizzate sui terrazzi alluvionali più frequentemente interessati dalle piene invernali., Il disturbo antropico, legato al pascolo e all’incendio, determina la distruzione dei questo habitat che viene 351 sostituito dalle praterie steppiche subnitrofile del Bromo-Oryzopsion o dai pascoli aridi subnitrofili dei Brometalia-rubenti tectori. Specie alloctone La presenza in questo habitat di specie esotiche quali Ricinus communis, Amorpha fruticosa o Nicotiana glauca è significativa nei tratti dei corsi d’acqua dove questo habitat è soggetto a forte disturbo antropico. Distribuzione dell’habitat in Italia SC, SR, CL, CM, BS, TS Note Riferimenti Bibliografici BACCHETTA G., ORRÙ M., SERRA G., VACCA A., 2005. Studio pedologico-forestale dei boschi e delle boscaglie ripariali del sulcis (Sardegna sud-occidentale). Bollettino della Società Italiana della Scienza del Suolo 54 (1-2): 16 – 24. BIONDI E., BALLELLI S., ALLEGREZZA M., TAFFETANI F., FRANCALANCIA C., 1994. La vegetazione delle fiumare del versante ionico lucano-calabro. Fitosociologia 27: 51-66. BIONDI E., VAGGE I., FOGU M.C., MOSSA L., 1995. La vegetazione del letto ciottoloso dei fiumi della Sardegna meridionale (Italia). Coll. Phytosoc., 24: 813-825. BRULLO S. & SPAMPINATO G. 1990. La vegetazione dei corsi d'acqua della Sicilia. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat.23 (336): 119-252. BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G., 2001 – La vegetazione dell'Aspromonte. Studio fitosociologico. Laruffa Editore, Reggio Calabria. BRULLO S., SCIANDRELLO S., 2006. La vegetazione del bacino lacustre “Biviere di Gela” (Sicilia meridionale). Fitosociologia 43(2): 21-40. BRULLO S., SPAMPINATO G., 1977. Indagine fitosociologica sulle ripisilve della Calabria (Italia meridionale). Lazaroa 18: 105-151 CORBETTA F., PIRONE G., FRATTAROLI A.R., CIASCHETTI G., 2004. Lineamenti della vegetazione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Braun-Blanquetia 36: 1-61. FASCETTI S., LAPENNA M.R., 2007. Studio conoscitivo di base per il progetto di rinaturalizzazione del SICZPS “Valle Basento-Grassano Scalo-Grottole” (Basilicata- Italia meridionale)”. Fitosociologia 44 (2) suppl.1: 23-29. FASCETTI S., NAVAZIO, 2007. Specie protette, vulnerabili e rare della Flora Lucana. Vol. monografico a cura della Regione Basilicata, Ass Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità. 193 pp. FOGGI B. & GRIGIONI A. 1999. Contributo alla conoscenza della vegetazione dell’isola di Capraia (Arcipelago toscano). Parlatorea 3: 5-33. MAIORCA G., SPAMPINATO G., CAMERIERE P., CRISAFULLI A., CARIDI D., 2008 - Carta della Vegetazione Reale della Foce del Bosco di Rùdina (RC - Calabria). Progetto Phytosis (Arssa – Università Mediterranea di Reggio Calabria), Monografia n.3. pp. 56. Ed. De Rose. Cosenza. MAIORCA G., SPAMPINATO G., CRISAFULLI A., CAMERIERE P., 2007. Flora vascolare e vegetazione della Riserva Naturale Regionale “Foce del Fiume Crati” (Calabria, Italia meridionale). Webbia, 62(2): 121-174. MAIORCA G., SPAMPINATO G., CRISAFULLI A., 2005. Carta della vegetazione reale della Foce del Fiume Crati (CS-Calabria)”. – ARSSA – Progetto Phytos.I.S., Monografia n. 2. Cosenza. RAIMONDO F.M., BAZAN G., GIANGUZZI L., ILARDI V., SCHICCHI R., SURANO N., 2000. Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di Palermo. Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3160. 352 SPAMPINATO G. CAMERIERE P., CRISAFULLI A., CARIDI D., 2008. Carta della biodiversità del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Quad. Bot. Amb. Appl., 19: 3-36. Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=10217 http://www.mma.es/portal/secciones/biodiversidad/rednatura2000/documentos_rednatura/bosques.htm http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers1.html http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm Nomi dei compilatori con e.mail Giovanni Spampinato [email protected] 353 93: Foreste Sclerofille Mediterranee 354 93: Foreste sclerofille mediterranee 9320: Foreste di Olea e Ceratonia Olea and Ceratonia forests Codice CORINE Biotopes 45.1 - Olive-carob forests 45.11 - Wild olive woodland 45.12 - Carob woodland Codice EUNIS G2.41 - Wild [Olea europaea] woodland G2.42 - [Ceratonia siliqua] woodland Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Thermo-Mediterranean or thermo-Canarian woodland dominated by arborescent Olea europaea ssp. sylvestris, Ceratonia siliqua, Pistacia lentiscus, Myrtus communis or, in the Canary Islands, by Olea europaea ssp. cerasiformis and Pistacia atlantica. Most formations will be listed as arborescent matorral (35.12), but a few stands may have a sufficiently tall, closed canopy to qualify for this unit. Sub-types : 45.11 - Wild olive woodland Olea europaea ssp. sylvestris - dominated formations. A climax olive forest, with Ceratonia siliqua and Pistacia lentiscus exists on the north flank of Djebel Ichkeul in northern Tunisia. Elsewhere, the communities most resembling olive forest are found in southern Andalusia (Tamo communis-Oleetum sylvestris: extinct?), in Menorca (Prasio majoris-Oleetum sylvestris), Sardinia, Sicily, Calabria, Crete. 45.12 - Carob woodland Ceratonia siliqua - dominated formations, often with Olea europaea ssp. sylvestris and Pistacia lentiscus. The most developed examples, some truly forest-like, are to be found in Tunisia, on the slopes of the Djebel, where they constitute carob-dominated facies of the wild olive woodlands (45.11), in Mallorca (Cneoro tricocciCeratonietum siliquae), in eastern Sardinia, in south-eastern Sicily, in Puglia, in Crete. 45.13 - Canarian olive woodland Olea europaea ssp. cerasiformis and Pistacia atlantica formations of the Canary Islands. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Formazioni arborescenti termo-mediterranee dominate da Olea europaea var. sylvestris e Ceratonia siliqua alle quali si associano diverse altre specie di sclerofille semprverdi. Si tratta di microboschi, spesso molto frammentati e localizzati, presenti su vari tipi di substrati in ambienti a macrobioclima mediterraneo limitatamente alla fascia termomediterranea con penetrazioni marginali in quella mesomediterranea. Sottotipi e varianti 355 In Italia questo habitat è presente soprattutto con il sottotipo: 45.11 – Boschi di olivastro, e in minor misura con il sottotipo 45.12 – Boschi di carrubbo. Il notevole impatto antropico che ha interessato la fascia costiera dell’Italia meridionale e della Sicilia ha quasi sicuramente distrutto queste formazioni sulle quali, a parte la Sardegna, non si hanno riferimenti bibliografici aggiornati. Combinazione fisionomica di riferimento Olea europaea subsp. sylvestris, Ceratonia siliqua, Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Rhamnus alaternus, Asparagus acutifolius, A. albus, Phillyrea angustifolia, Prasium majus, Lonicera implexa, Euphorbia dendroides, Chamaerops humilis, Carex distachya, Cyclamen repandum, Aristolochia tyrrhena, Asplenium onopteris, Arum pictum. Riferimento sintassonomico I boschi ad olivastro presenti nella fascia costiera della Sardegna sono stati riferiti da Bacchetta et al. (2003) in parte ad associazioni del Quercion ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em. Rivas-Martinez 1975, come il Cyclamino repandi-Oleetum sylvestris Bacchetta et al. 2003 presente su substrati litologici di natura acida soprattutto vulcanica intrusiva e metamorfica della Sardegna meridionale e Myrto communis-Oleetum sylvestris Bacchetta et al. 2003 presente sui substrati granitici del complesso plutonico della Sardegna nord-orientale. Altre formazioni sono state invece incluse nell’Oleo-Ceratonion siliquae Br.-Bl. ex Guinochet & Drouineau 1944 em. Rivas-Martínez 1975 come l’Asparago acutifolii-Oleetum sylvestris Bacchetta et al. 2003 presente sui calcarei Oligo-Miocenici della Sardegna settentrionale e l’Asparago albi-Oleetum sylvestris Bacchetta et al. 2003 localizzato sui substrati trachitici Oligo-Miocenici della Sardegna nordoccidentale. Dinamiche e contatti I microboschi di olivastro hanno in genere il significato di formazioni climatofile o edafo-climatofile. Essi contraggono rapporti dinamici con le formazioni di macchia bassa dell’habitat 5320 “Arbusteti termomediterranei e pre-desertici “ e con le formazioni erbacee annuali dell’habitat 6220 “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”. Questi aspetti, con i quali le formazioni ad olivastro possono formare dei mosaici, ne ripresentano spesso gli aspetti di degradazione. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia CM, SR, SC, CL, BS, PG. Nel comprensorio nazionale la loro distribuzione gravita essenzialmente lungo la fascia costiera del versante tirrenico meridionale e le isole, registrando presenza sporadica in Puglia. Note Si ritiene che in alcune regioni come la Basilicata e la Campania l'habitat sia stato segnalato per errore per confusione con l'habitat 5330 "Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici". Riferimenti Bibliografici 356 ARRIGONI P.V. e DI TOMMASO P.L., 1991 - La vegetazione delle montagne calcaree della Sardegna centroorientale. Boll. Soc. Sarda Sci. Nat.,28: 201-310. (Macchie a Carrubo in Tab. 6, Oleo-Juniperetum phoeniceae Arrigoni et al. in Tab. 4). BACCHETTA G., BAGELLA S., BIONDI E., FARRIS E., FILIGHEDDU R., MOSSA L., 2003 – Su alcune formazioni a Olea europea L. var. sylvestris Brot. della Sardegna. Fitosociologia 40 (1): 49-53. Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=10220 http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers1.html http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm http://www.mma.es/portal/secciones/biodiversidad/rednatura2000/documentos_rednatura/tipos_habit_interes. htm Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi [email protected] Giovanni Spampinato [email protected] 357 93: Foreste sclerofille mediterranee 9340: Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia Quercus ilex and Quercus rotundifolia forests Lecceta submediterranea della costiera triestina: Ostryo-Quercetum ilicis var. a Cyclamen purpurascens (Duino, TS), Francescato C. La lecceta di S. Leonardo all'Isola Polvese del L. Trasimeno (PG) riferibile all'associazione Rusco aculeati-Quercetum ilicis, D. Gigante 358 Cyclamen repandum, importante elemento differenziale delle leccete del Mediterraneo centroorientale (alleanza Fraxino orni-Quercion ilicis), D. Gigante Codice CORINE Biotopes 45.3 - Meso- and supra-Mediterranean holm-oak forests (Quercion ilicis) Codice EUNIS G2.1 - English name: Mediterranean evergreen oak woodland; Scientific name: Mediterranean evergreen Quercus woodland Regione biogeografica di appartenenza Continentale, Alpina (Alp, App), Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Forests dominated by Quercus ilex or Q. rotundifolia, often, but not necessarily, calcicolous. Sub-types: 45.31 Meso-Mediterranean holm-oak forests Rich meso-Mediterranean formations, penetrating locally, mostly in ravines, into the thermo- Mediterranean zone. They are often degraded to arborescent matorral (32.11), and some of the types listed below no longer exist in the fully developed forest state relevant to category 45; they have nevertheless been included, both to provide appropriate codes for use in 32.11, and because restoration may be possible. 45.32 Supra-Mediterranean holm-oak forests Formations of the supra-Mediterranean levels, often mixed with deciduous oaks, Acer spp. or Ostrya carpinifolia. 45.33 Aquitanian holm-oak woodland Isolated Quercus ilex-dominated stands occurring as a facies of dunal pine-holm oak forests. 45.34 Quercus rotundifolia woodland Iberian forest communities formed by Q. rotundifolia. Generally, even in mature state, less tall, less luxuriant and drier than the fully developed forests that can be constituted by the closely related Q. ilex, they are, moreover, most often degraded into open woodland or even arborescent matorral. Species characteristic of the undergrowth are Arbutus unedo, Phillyrea angustifolia, Rhamnus alaternus, Pistacia terebinthus, Rubia peregrina, Jasminum fruticans, Smilax aspera, Lonicera etrusca, L. implexa. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Boschi dei Piani Termo-, Meso-, Supra- e Submeso-Mediterraneo (ed occasionalmente Subsupramediterraneo e Mesotemperato) a dominanza di leccio (Quercus ilex), da calcicoli a silicicoli, da rupicoli o psammofili a mesofili, generalmente pluristratificati, con ampia distribuzione nella penisola italiana sia nei territori costieri e subcostieri che nelle aree interne appenniniche e prealpine; sono inclusi anche gli aspetti di macchia alta, se suscettibili di recupero. Per il territorio italiano vengono riconosciuti i sottotipi 45.31 e 45.32. Sottotipi e varianti I sottotipi già individuati dal Manuale EUR/27 possono essere articolati per il territorio italiano come segue: 45.31. Leccete termofile prevalenti nei Piani bioclimatici Termo- e Meso-Mediterraneo (occasionalmente anche nel Piano Submediterraneo), da calcicole a silicicole, da rupicole a mesofile, dell’Italia costiera e subcostiera. 359 45.32. Leccete mesofile prevalenti nei Piani bioclimatici Supra- e Submeso-Mediterranei (occasionalmente anche nei Piani Subsupramediterraneo e Mesotemperato), da calcicole a silicicole, da rupicole a mesofile, dei territori collinari interni, sia peninsulari che insulari, e, marginalmente, delle aree prealpine. Il Sottotipo 45.32 riferisce principalmente agli aspetti di transizione tra le classi Quercetea ilicis e Querco-Fagetea che si sviluppano prevalentemente lungo la catena appenninica e, in minor misura, nei territori interni di Sicilia e Sardegna e sulle pendici più calde delle aree insubrica e prealpina ove assumono carattere relittuale. Combinazione fisionomica di riferimento Tra le specie indicate nel Manuale Europeo solo Quercus ilex è presente in Italia. Lo strato arboreo di queste cenosi forestali è generalmente dominato in modo netto dal leccio, spesso accompagnato da Fraxinus ornus; nel Sottotipo 45.31 sono frequenti altre specie sempreverdi, come Laurus nobilis, o semidecidue quali Quercus dalechampii, Q. virgiliana, Q. suber; nel Sottotipo 45.32 possono essere presenti specie caducifoglie quali Ostrya carpinifolia, Quercus cerris, Celtis australis, Cercis siliquastrum. Tra gli arbusti sono generalmente frequenti Arbutus unedo, Phillyrea angustifolia, P. latifolia, Rhamnus alaternus, Pistacia terebinthus, Viburnum tinus, Erica arborea; tra le liane Rubia peregrina, Smilax aspera, Lonicera implexa. Lo strato erbaceo è generalmente molto povero; tra le specie caratterizzanti si possono ricordare Cyclamen hederifolium, C. repandum, Festuca exaltata, Limodorum abortivum. La lecceta extrazonale endemica del litorale sabbioso nord-adriatico si differenzia per l’originale commistione di elementi mesofili a gravitazione eurasiatica (quali ad es. Crataegus monogyna, Ligustrum vulgare, Cornus sanguinea) e di altri a carattere mediterraneo (Rubia peregrina, Asparagus acutifolius, Smilax aspera). Per le leccete del Settore Sardo sono indicate come specie differenziali Arum pictum subsp. pictum, Helleborus lividus subsp. corsicus, Digitalis purpurea var. gyspergerae, Quercus ichnusae, Paeonia corsica. Riferimento sintassonomico Le leccete della penisola italiana sono distribuite nelle Province biogeografiche Italo-Tirrenica, AppenninoBalcanica e Adriatica e svolgono un ruolo di cerniera tra l’area tirrenica ad occidente e quella adriatica ad oriente; sulla base delle più recenti revisioni sintassonomiche esse vengono riferite all’alleanza mediterranea centro-orientale Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi, Casavecchia & Gigante 2003 (ordine Quercetalia ilicis Br.Bl. ex Molinier 1934 em. Rivas-Martínez 1975, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950), all’interno della quale vengono riconosciuti due principali gruppi ecologici, uno termofilo e l’altro mesofilo. Le cenosi a dominanza di leccio distribuite nei territori peninsulari e siciliani afferiscono alla suballeanza Fraxino orni-Quercenion ilicis Biondi, Casavecchia & Gigante 2003 mentre per quanto riguarda il Settore Sardo, il riferimento è alla suballeanza Clematido cirrhosae-Quercenion ilicis Bacchetta, Bagella, Biondi, Filigheddu, Farris & Mossa 2004. Sono riferibili a questo habitat anche gli aspetti inquadrati da vari Autori nelle alleanze Quercion ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em. Rivas-Martínez 1975 ed Erico-Quercion ilicis Brullo, Di Martino & Marcenò 1977. Dinamiche e contatti Le leccete del Sottotipo 45.31, presenti nell’Italia peninsulare costiera ed insulare, costituiscono generalmente la vegetazione climatofila (testa di serie) nell’ambito del Piano bioclimatico meso-mediterraneo e, in diversi casi, in quello termo-mediterraneo, su substrati di varia natura. Le tappe dinamiche di sostituzione possono coinvolgere le fitocenosi arbustive riferibili agli Habitat 2250 ‘Dune costiere con Juniperus spp.’ e 5210 ‘Matorral arborescenti di Juniperus spp.’, gli arbusteti e le macchie dell’alleanza Ericion arboreae, le garighe dell’Habitat 2260 ‘Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavenduletalia’ e quelle della classe Rosmarinetea, i ‘Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea’ dell’Habitat 6220*. I contatti catenali coinvolgono altre formazioni forestali e preforestali quali le pinete dell’Habitat 2270 ‘Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster’ o dell’Habitat 9540 ‘Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici’, le ‘Dehesas con Quercus spp. sempreverde’ dell’Habitat 6310, i querceti mediterranei dell’Habitat 91AA ‘Boschi orientali di roverella’, i ‘Querceti a Quercus trojana’ dell’Habitat 9250, le ‘Foreste di Olea e Ceratonia’ dell’Habitat 9320, le ‘Foreste di Quercus suber’ dell’Habitat 9330, le ‘Foreste di Quercus 360 macrolepis’ dell’Habitat 9350, i ‘Matorral arborescenti di Laurus nobilis’ dell’Habitat 5230, la ‘Boscaglia fitta di Laurus nobilis’ dell’Habitat 5310, i ‘Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia’ dell’Habitat 91B0, le ‘Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia’ dell’Habitat 91F0, le ‘Foreste di Platanus orientalis e Liquidambar orientalis’ dell’Habitat 92C0. Le leccete del Sottotipo 45.32 rappresentano prevalentemente (ma non solo) aspetti edafo-xerofili in contesti caratterizzati dalla potenzialità per la foresta di caducifoglie, o comunque esprimono condizioni edafiche e topoclimatiche particolari. Le tappe dinamiche di sostituzione sono spesso riferibili ad arbusteti della classe Rhamno-Prunetea (in parte riconducibile all’Habitat 5130 ‘Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli’), a garighe della classe Rosmarinetea, a ‘Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell’AlyssoSedion albi’ dell’Habitat 6110, a ‘Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea’ dell’Habitat 6220*. I contatti catenali coinvolgono generalmente altre formazioni forestali decidue o miste riferibili alla classe Querco-Fagetea, quali ad esempio i querceti mediterranei dell’Habitat 91AA ‘Boschi orientali di roverella’, le ‘Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere’ dell’Habitat 91M0, i ‘Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex’ dell’Habitat 9210, i ‘Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggeti con Abies nebrodensis’ dell’Habitat 9220, le ‘Foreste di Castanea sativa’ dell’Habitat 9260. Distribuzione dell’habitat in Italia AB, BS, CL, CM, EM, FR, LZ, LG, MR, ML, PG, SR, SC, TS, TR, UM, VN, LM Riferimenti Bibliografici ABBATE G., AVENA G.C., BLASI C., VERI L., 1981. Studio sulle tipologie fitosociologiche del M. Soratte (Lazio) e loro contributo alla definizione fitogeografica dei complessi vegetazionali centro- appenninici. C.N.R. AQ/1/125, Roma. ACOSTA A., ANZELLOTTI I., BLASI C., STANISCI A., 1998. Sequenza fitotopografica nella duna costiera del Parco Nazionale del Circeo. Flora e vegetazione del parco Nazionale del Circeo: 169-180. ACOSTA A., BLASI C., ESPOSITO S., STANISCI A., 2000. Analisi della vegetazione delle dune costiere del Lazio centro-meridionale. Atti del XIV convegno G. Gadio: "Il contributo degli studi ecologici nella definizione della qualità ambientale". Inform. Bot. Ital., 32, Suppl. 1: 5-10. ALLEGREZZA M., 2003. Vegetazione e paesaggio vegetale della dorsale del Monte S. Vicino (Appennino centrale). Fitosociologia, 40 (1), Suppl.1: 3-118. ALLEGREZZA M., BIONDI E., FORMICA E., BALLELLI S., 1997. La vegetazione dei settori rupestri calcarei dell'Italia centrale. Fitosociologia, 32: 91-120. ARRIGONI P. V., 2003. Flora e vegetazione del colle di Monsummano in Toscana. Parlatorea, 6: 5-47. ARRIGONI P. V., DI TOMMASO P.L., 1997. La vegetazione del Monte Argentario (Toscana meridionale). Parlatorea, 2: 5-38. ARRIGONI P. V., FOGGI B., BECHI N., RICCERI C., 1997 Documenti per la carta della vegetazione di Monte Morello (Provincia di Firenze). Parlatorea, 2: 73-100. ARRIGONI P.V., 1996. La vegetazione del complesso dunale di Capo Comino (Sardegna nord-orientale). Parlatorea, 1: 35-45. ARRIGONI P.V., DI TOMMASO P.L., 1991. La vegetazione delle montagne calcaree della Sardegna centroorientale. Boll. Soc. Sarda Sc. Nat., 28: 201310. ARRIGONI P.V., DI TOMMASO P.L., CAMARDA I., SATTA V., 1996. La vegetazione dell'Azienda Forestale "Uatzo" (Sardegna centrale). Parlatorea, 1: 61-72. ARRIGONI P.V., DI TOMMASO, 1997. La vegetazione del Monte Argentario (Toscana meridionale). Parlatorea, 2: 5-38. ARRIGONI P.V., FOGGI B., 1988. Il paesaggio vegetale delle colline di Lucignano (Prov. di Firenze). Webbia, 42(2): 285-304. ARRIGONI P.V., MAZZANTI A., RICCERI C., 1990. Contributo alla conoscenza dei boschi della Maremma grossetana. Webbia, 44(1): 121-150. ARRIGONI P.V., NARDI E., RAFFAELLI M., 1985. La vegetazione del parco naturale della Maremma 361 (Toscana). Università degli studi di Firenze. ARRIGONIP.V., DI TOMMASO P.L., CAMARDA I., SATTA V., 1996. La vegetazione dell'azienda forestale "Sa Pruna" Dorgali (Sardegna centroorientale). Parlatorea, 1: 47-59. BACCHETTA G., BAGELLA S., BIONDI E., FARRIS E., FILIGHEDDU R., MOSSA L., 2004. A contribution to the knowledge of the order Quercetalia ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 of Sardinia. Fitosociologia, 41 (1): 29-51. BARBAGALLO C., BRULLO S., FURNARI F;, LONGHITANO N., SIGNORELLO P., 1982. Studio fitosociologico e cartografia della vegetazione (1:25.000) del territorio di Serra S.Bruno (Calabria). CNR. Programma finalizzato "Promozione della qualità dell'ambiente". AQ/1/8. BARBERIS G., PAOLA G., PECCENINI S., 1993. Dinamismo e proposte di gestione della vegetazione mediterranea in Liguria (Italia Nord-occidentale). Coll. Phytosoc., XXI: 169-182. BARBERIS G., PAOLA G., PECCENINI S., 1994. Influenza dell'incendio sul dinamismo della vegetazione in Liguria. Alterazioni ambientali ed effetti sulle piante: 177-197. BARBERO M., QUEZEL P., 1979. Le probleme des manteaux forestiers des Pistacio-Rhamnetalia alaterni en Mediterranee orientale., Coll. Phytosoc., Lille, 8: 9-21. BARTOLO G., BRULLO S., DE MARCO G., DINELLI A., SIGNORELLO P., SPAMPINATO G., 1989 (1992). Studio fitosociologico sulla vegetazione psammofila della Sardegna meridionale. Coll. Phytosoc., XIX: 251273. BARTOLO G., BRULLO S., MARCENO' C., 1982. La vegetazione costiera della Sicilia sud- orientale. CNR. Programma finalizzato "Promozione della qualità dell'ambiente". AQ/1/226. BARTOLO G., BRULLO S., MINISSALE P., SPAMPINATO G., 1985. Osservazioni fitosociologiche sulle pinete a Pinus halepensis Miller del bacino del fiume Tellaro (Sicilia sud-orientale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., Catania, 18 (325): 255-270. BARTOLO G., BRULLO S., MINISSALE P., SPAMPINATO G., 1988. Flora e vegetazione dell'Isola di Lampedusa. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 21, 334: 119-255. BARTOLO G., BRULLO S., MINISSALE P., SPAMPINATO G., 1990. Contributo alla conoscenza dei boschi a Quercus ilex della Sicilia. Acta Bot. Malac., 15: 203-215. BERNARDO L., CESCA G., CODOGNO M., FASCETTI S., PUNTILLO D., 1991. Studio fitosociologico e cartografia della vegetazione della Sila Greca (Calabria). Studia Geobotanica, 11: 77-102. BIANCO P. M., FANELLI G., DE LILLIS M., 2002. Flora e vegetazione di Castel Fusano (Roma). Quad. Bot. Ambientale Appl., 13: 125-181. BIONDI E., 1982. Quercion ilicis. In: Pedrotti F. (Ed.), Guide-Itineraire - Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie centrale: 118123. BIONDI E., 1985. Indagine fitosociologica sulle cenosi riferibili alla classe Quercetea ilicis presenti sul promontorio del Gargano (Adriatico meridionale). Not. Fitosoc., 22: 59-76. BIONDI E., 1987. Su alcune serie di vegetazione forestale diffuse nel piano collinare dell'Italia centrosettentrionale. Not. Fitosoc., 23: 137-152. BIONDI E., 1989. Flora und Vegetation des Mte Conero (zentraladriatische Küste), eine pflanzengeographische und pflanzesoziologische Studie. Dusseldorfer Geobot. Kolloq., 6: 19-34. BIONDI E., 1989. Il bosco nell'Appennino: conoscenze fitogeografiche e fitosociologiche. Il Bosco nell'Appennino: 237269. BIONDI E., ALLEGREZZA M., BALLELLI S., GUITIAN J., TAFFETANI F., 1989. La componente vegetale: flora, vegetazione e rappresentazioni cartografiche. In: "Sistemi agricoli marginali". Lo scenario della Comunità Montana Catria-Nerone. CNR, Progetto finalizzato IPRA. BIONDI E., ALLEGREZZA M., GIUSTINI A.,TAFFETANI F.,. 1988. La vegetazione del territorio della Comunità Montana Alto Chiascio. In: Sistemi Agricoli Marginali. Scenario Umbro. C.N.R. Progetto Finalizzato I.P.R.A.: 259-280. BIONDI E., BAGELLA S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell'arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia, 42(2), Suppl. 1. BIONDI E., BALDONI M., 1996. Natura e ambiente nella provincia di Ancona. Guida alla conoscenza e alla conservazione del territorio. Seconda edizione. BIONDI E., BALLELLI S., 1982. La vegetation du Massif du Catria (Apennin central) avec carte 362 phytosociologique 1: 15.000. In: Pedrotti F. (Ed.), Guide-Itineraire - Excursion Internationale de Phytosociologie en Italie centrale: 211-236. BIONDI E., BALLELLI S., GIUSTINI A., TAFFETANI F., 1984. Le comunità vegetali forestali, pascolive e rupicole dell'Appennino centro settentrionale, dal Monte Cucco al monte Nerone (Italia). IV jornadas de Fitosociologia "La vegetacion de montana”: 65-67.. BIONDI E., BOCCHIERI E., BRUGIAPAGLIA E., MULAS B., 1993. La vegetazione dell'isola di Serpentara (Sardegna sud-orientale). Boll. Soc. Sarda Sci. Nat., 29: 115-130. BIONDI E., BRUGIAPAGLIA E., ALLEGREZZA M. & BALLELLI S., 1989 (1992). La vegetazione del litorale Marchigiano (Adriatico centrosettentrionale). Coll. Phytosoc., XIX: 429-460. BIONDI E., CALANDRA R., GIGANTE D., PIGNATTELLI S., RAMPICONI E., VENANZONI R., 2002. Il paesaggio vegetale della Provincia di Terni. Provincia di Terni - Università di Perugia. BIONDI E., CASAVECCHIA S., GIGANTE D., 2003. Contribution to the syntaxonomic knowledge of the Quercus ilex L. Woods of the Central European Mediterranean Basin. Fitosociologia, 40 (1): 129-156. BIONDI E., CASAVECCHIA S., GUERRA V., MEDAGLI P., BECCARISI L., ZUCCARELLO V., 2004. A contribution towards the knowledge of semideciduous and evergreen woods of Apulia (south-eastern Italy). Fitosociologia, 41 (1): 3-28. BIONDI E., CASAVECCHIA S., PINZI M., BAGELLA S., CALANDRA R., 2002. Excursion to the Conero regional natural park. Fitosociologia, 39 (1), Suppl. 3: 5-32. BIONDI E., FILIGHEDDU R., FARRIS E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia, 38 (2) Suppl. 2. BIONDI E., GIGANTE D., PIGNATTELLI S., VENANZONI R., 2002. I boschi del piano collinare della provincia di Terni. Fitosociologia, 39 (1): 135-160. BIONDI E., GIUSTINI A., TAFFETANI F., 1984. La vegetazione di Portonovo (Ancona): analisi, rilevamento cartografico e proposte di recupero. Verde, Città e Territorio: 197208. BIONDI E., MOSSA L., 1992. Studio fitosociologico del Promontorio di Capo S. Elia e dei colli di Cagliari (Sardegna). Doc. Phytosoc., N.S., 14: 1-44. Camerino. BIONDI E., PINZI M., GUBELLINI L., 2004. Vegetazione e paesaggio vegetale del Massiccio del Monte Cucco (Appennino centrale - Dorsale Umbro-Marchigiana). Fitosociologia, 41 (2), Suppl. 1: 3-81. BIONDI E., VENANZONI R., 1984. I boschi di leccio (Quercus ilex) nelle Marche e in Umbria. Not. Fitosoc., 19(1): 99-106. BLASI C., ABBATE G., FASCETTI S., MICHETTI L., 1981. La vegetazione del bacino del fiume Treia (complesso vulcanico Sabatino e Vicano, Lazio nord- occidentale). CNR. Programma finalizzato "Promozione della qualità dell'ambiente". AQ/1/ 237. BLASI C., ACOSTA A., FILESI L., DI MARZIO P., 1999. Post-fire patterns in Mediterranean maquis: a combined phytosociological and structural approch. Plant Biosystems, 133 (2) 129-136. BLASI C., DI PIETRO R., FORTINI P., 2000. A phytosociological analysis of abandoned terraced olive grove shrublands in the Tyrrhenian district of Central Italy. Plant Biosystems, 134 (3): 305-331. BLASI C., DOWGIALLO G., FOLLIERI M., LUCCHESE F., MAGRI D. PIGNATTI S., SADORI L., 1993 (1995). La vegetazione naturale potenziale dell'area romana. Atti dei Conv. Lincei, 115, Convegno sul tema “La vegetazione italiana”: 423-457. BLASI C., FILESI L., STANISCI A., FRONDONI R., DI PIETRO R., CARRANZA M.L., 2002. Excursion to the Circeo National Park. Fitosociologia, 39 (1), Suppl. 3: 91-130. BLASI C., SPADA F., 1984. The main vegetation types of the Circeo National Park (Central Italy). Arch. Bot. e Biogeogr. Ital., 60 (2-3): 1-10. BLASI C., STANISCI A., FILESI L., LATTANZI E., 1997. Guida all'escursione al Parco Nazionale del Circeo. Società Botanica Italiana, 15-18 maggio 1997. Laboratorio di Ecologia Vegetale. Dip. Biologia Vegetale, Univ. "La Sapienza". Roma: 5-85. BONOMO R., RAIMONDO F.M., CASTIGLIA G., LENTINI F., 1978. Aspetti di vegetazione palustre, prativa e forestale in località "Salaci" di Cammarata con riferimenti alla florula medicinale. Atti Acc. Sci. Lett. Arti, Palermo, ser. 4, 37: 1-50. BRAMBILLA C., CANEVA G., DE MARCO G., MOSSA L., 1982. Analisi fitosociologica della seriazione 363 psammofila costiera nella Sardegna meridionale. Ann. Bot. (Roma), 40: 69-96. BRULLO S., 1984. Contributo alla conoscenza della vegetazione delle Madonie (Sicilia settentrionale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., Catania, 16 (322): 351-420. BRULLO S., 1984. Excursion to the Egadi Islands (13- 14 June 1983). Webbia, 38: 79-82. BRULLO S., DI MARTINO A., 1974. Vegetazione dell'isola Grande dello Stagnone (Marsala). Boll. Studi Informaz. Giard. Col., Palermo, 26: 15-71. BRULLO S., DI MARTINO A., MARCENO' C., 1977. La vegetazione di Pantelleria (studio fitosociologico). Pubbl. Ist. Bot., Catania: 1-110. BRULLO S., FAGOTTO F., LO CICERO G., PICCIONE V., MARCENO' C., BARBAGALLO C., GUGLIELMO A., 1980. Esempi di cartografia della vegetazione di alcune aree della Sicilia. Carta della vegetazione di Pietraperzia. Carta della vegetazione di Vendicari. Carta della vegetazione di monte Cofano. Carta della vegetazione di Linosa. CNR. Programma finalizzato "Promozione della qualità dell'ambiente". AQ/1/ 37-40. BRULLO S., FURNARI F., 1990. Considerazioni sulla flora e vegetazione delle Isole Eolie. Parchi naturali e aree protette. CNR. Clima ambiente e territorio nel Mezzogiorno: 379-392. BRULLO S., FURNARI F., SCELSI F., 1993. Considerazioni fitosociologiche sulla vegetazione di Cava d'Ispica (Sicilia meridionale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 26 (341): 49-83. BRULLO S., GUARINO R., 1998. The forest vegetation from the Garda lake (N Italy). Phytocoenologia, 28 (3) 319-355. BRULLO S., GUARINO R., RONSISVALLE G., 1998. La vegetazione del litorale di Manfria, presso Gela (Sicilia), area soggetta a vincolo archeologico. Arch. Geobot., 4: 91-107. BRULLO S., MARCENO' C., 1982. Osservazioni fitosociologiche sull'isola di Marettimo (Arcipelago delle Egadi). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., Catania, 15 (320): 201-228. BRULLO S., MARCENO' C., 1985. Contributo alla conoscenza della classe Quercetea ilicis in Sicilia. Not. Fitosoc., 19 (1): 183-229. BRULLO S., MINISSALE P., SCELSI F., SPAMPINATO G., 1993. Note fitosociologiche miscellanee sul territorio ibleo (Sicilia sud- orientale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 26 (341): 19-48. BRULLO S., MINISSALE P., SIGNORELLO P., SPAMPINATO G., 1996. Contributo alla conoscenza della vegetazione forestale della Sicilia. Coll. Phytosoc., XXIV: 635-647. BRULLO S., RONSISVALLE G.A., 1975. La vegetazione dei Gorghi Tondi e del lago Preola, presso Mazara del Vallo (Sicilia occidentale). Not. Fitosoc., 10: 45-67. BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G., 2001. La vegetazione dell'Aspromonte - Studio fitosociologico. Laruffa Editore. BRULLO S., SIRACUSA G., 1996. Studio fitosociologico dell'isola di Linosa. Doc. Phytosoc., 16: 124-174. BRULLO S., SPAMPINATO G. (eds.). 1999. Società Italiana di Fitosociologia. Escursione sociale in Aspromonte. Guida-Itinerario. Edimedia. BUFFA G., BRACCO F., 1995. Aspetti fitogeografici e fitosociologici della vegetazione a Quercus ilex L. di Arco (Trento). Studi Trentini di Scienze Naturali - Acta Biologica, 69 (1992): 45-51. BUFFA G., GHIRELLI L., MARCUCCI R., SOTTORIVA M.G., 1993. Flora delle aree a Quercus ilex L. nella zona di Arco (Trento). St. Trent. Sc. Nat., 68 (1991): 73-112. BUFFA G., GHIRELLI L., TISI F., 1993. La vegetazione delle aree a Quercus ilex L. nella zona di Arco (Trento). St. Trent. Sc. Nat., 68 (1991): 113-121. CAMARDA I., LUCCHESE F., PIGNATTI E., PIGNATTI S., 1995. La vegetazione dell'area Pantaleo-Gutturu Mannu-Punta Maxia-Monte Arcosu nel Sulcis-Inglesiente (Sardegna sud-occidentale). Webbia, 49 (2): 141177. CANEVA G., DE MARCO G., MOSSA L., 1981. Analisi fitosociologica e cartografia della vegetazione (1:25.000) dell'Isola di S. Antioco (Sardegna sud-occidentale). CNR. Programma finalizzato "Promozione della qualità dell'ambiente". AQ/1/ 124. CANEVA G., DINELLI A., DE MARCO G., 1989. Vegetation of the upper parts of some archaeological structures in Rome and related monument conservatiopn problems. Braun- Blanquetia, 3 (2): 299-302. CANEVA G., FASCETTI S., 1994. Aspetti bioclimatici e vegetazionali della costa tirrenica della Basilicata. Fitosociologia, 32, 171-188. 364 CANIGLIA G., CHIESURA LORENZONI F., CURTI L., LORENZONI G.G., MARCHIORI S., RAZZARA S., TORNADORE MARCHIORI N., 1984. Contributo allo studio fitosociologico del Salento meridionale (PugliaItalia meridionale). Arch. Bot. e Biogeograf. Ital., 60 (1-2): 1-40. CAPUTO G., Ricerche sulla vegetazione forestale del gruppo del Taburno-Camposauro (Appennino campano). Delpinoa, N.S., 8-9: 93-134. CASINI S., CHIARUCCI A., DE DOMINICIS V., 1995. Phytosociology and ecology of the Chianti woodlands. Fitosociologia, 29: 115-136. CASINI S., DE DOMINICIS V., 1999. Memoria illustrativa per la carta della vegetazione del Chianti (scala 1:50000). Studio fitosociologico. Parlatorea, 3:76-106. CATORCI A., ORSOMANDO E., 2001. Note illustrative della carta della vegetazione del Foglio Nocera Umbra (N. 312 - CARTA D'ITALIA I.G.M. - 1: 50000). Braun-Blanquetia, 23: 7-108. CHIESURA LORENZONI F., LORENZONI G.G., 1984. Contributo alla conoscenza fitosociologica della costa tra Olbia e S. Teodoro (Sardegna nord-orientale). Rendiconti del Seminario Fac. di Scienze Univ. Cagliari, Suppl. 54: 93-134. CHIESURA LORENZONI F., LORENZONI G.G., MARCHIORI S., TORNADORE N., 1988. Ricerche sulle serie dinamiche delle cenosi a Quercus ilex L. nelle regioni venete e in Salento. Giorn. Bot. Ital., 122 suppl. 1: 214. CIASCHETTI G., DI MARTINO L., FRATTAROLI A. R., PIRONE G., 2004. La vegetazione a leccio (Quercus ilex L.) in Abruzzo (Italia centrale). Fitosociologia, 41 (1): 77-86. CIRINO E., FERRAUTO G., LONGHITANO N., 1998. Contributo alla conoscenza della vegetazione dell'area "Cava Risicone-Bosco Pisano" (Monti Iblei-Sicilia). Fitosociologia, 35: 33-50. CORBETTA F., BRUCCULERI R., CIASCHETTI G., FRATTAROLI A. R., PIRONE G., 1998. Le serie di vegetazione nella media valle dell'Aterno (Abruzzo). Coll. Phytosoc., XXVIII: 747-762. CORBETTA F., GRATANI L., MORICONI M. & PIRONE G., 1989 (1992). Lineamenti vegetazionali e caratterizzazione ecologica delle spiagge dell'Arco Jonico da Taranto alla Foce del Sinni. Coll. Phytosoc., XIX: 461-521. CORBETTA F., PIRONE G., FRATTAROLI A. R., CIASCHETTI G., 2004. Lineamenti vegetazionali del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Braun-Blanquetia, 36. CORBETTA F., PIRONE G., ZANOTTI CENSONI A.L., 1984. Penetrazioni termofilo- mediterranee nella Lucania centrale. Not. Fitosoc., 19 (2): 99-106. CORBETTA F., PUPPI G., SPERANZA M., ZANOTTI A.L., 1984. Vegetational outlines of north adriatic coast. Acta Bot. Croat., 43: 191-206. CORRIAS B., DIANA CORRIAS S., VALSECCHI F., 1982. Carta della vegetazione della Nurra di Alghero (Sardegna nord- occidentale). CNR. Collana del programma finalizzato "Promozione della qualità dell'ambiente". CURTI L., LORENZONI G.G., MARCHIORI S., STEVAN S., 1974. Osservazioni fitosociologiche sulle cenosi a Quercus ilex L. e a Rosmarinus, Erica, Cistus, del litorale di Lesina (Foggia). Not. Fitosoc., 8: 29- 44. DE DOMINICIS V., CASINI S., 1979. Memoria illustrativa per la carta della vegetazione della Val di Farma (Colline Metallifere). Atti Soc. Tosc. Sc. Nat. Mem., ser. B, 86: 1-36. DE DOMINICIS V., CASINI S., MARIOTTI M., BOSCAGLI A., 1988. La vegetazione di Punta Ala (Prov. di Grosseto). Webbia, 42 (1): 101-143. DE MARCO G., VERI L., CANEVA G., 1984. Analisi fitosociologica, cartografia della vegetazione e trasformazioni ambientali nel periodo 1955-1981 delle Isole Tremiti (Adriatico centro- meridionale). Ann. Bot. (Roma), Studi sul territorio, Suppl. 2: 17-47. FANELLI G., 2002. Analisi fitosociologica dell'area metropolitana di Roma. Braun-Blanquetia, 27. FASCETTI S., VERI L., 1984. Aspetti serali della macchia mediterranea tra Neuti e Dubrovnik. Not. Fitosoc., 19 (1): 115-122. FEDERICI F. M., MANGIALARDI C., 1995. Prospetto delle associazioni vegetali riferibili alla classe Quercetea ilicis in Italia. Atti Conv. Lincei, 115, Convegno sul tema “La vegetazione italiana”: 391-404. FERRO G., 1978-79. La vegetazione di Butera (Sicilia meridionale). Atti Ist. Bot. Univ. Lab. Critt. Pavia, s. 6 (13): 51-118. 365 FICHERA G., FURNARI F., SCELSI F., 1988. Contributo alla conoscenza della vegetazione forestale del Bosco di Ferla (Siracusa). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 21 (334): 351-365. FILESI L., BLASI C., DI MARZIO P., 1994. L'Orno-Querceto ilicis sigmetum nella dinamica post-incendio del promontorio del Circeo (Italia centrale). Ann. Bot. (Roma), Studi sul territorio, 52, Suppl. 11: 501-518. FILESI L., BLASI C., SPADA F., 1998. La vegetazione del promontorio del Circeo. Flora e vegetazione del parco Nazionale del Circeo: 113-126. FILESI L., ERCOLE S., 2000. Vegetazione e qualità ambientale del litorale di Montalto di Castro (Lazio settentrionale). Atti del XIV convegno G. Gadio: "Il contributo degli studi ecologici nella definizione della qualità ambientale". Inform. Bot. Ital., 32, Suppl. 1: 63-69. FOGGI B., CARTEI L., PIGNOTTI L., SIGNORINI M.A., VICIANI D., DELL'OLMO L., MENICAGLI E., 2006. Il paesaggio vegetale dell'Isola d'Elba (Arcipelago Toscano). Studio di fitosociologia e cartografico. Fitosociologia, 43(1), Suppl.1: 3-95. FOGGI B., CHEGIA B., VICIANI D., 2006 - Contributo alla conoscenza della vegetazione del Promontorio di Piombino (Livorno Toscana). Parlatorea, 8: 121-139. FOGGI B., GRIGIONI A., 1999. Contributo alla conoscenza della vegetazione dell'Isola di Capraia (Arcipelago Toscano). Parlatorea, 3 :5-33. FOGGI B., SELVI F., VICIANI D., BETTINI D., GABELLI A., 2000. La vegetazione forestale del bacino del fiume Cecina (Toscana centrooccidentale). Parlatorea, 4 : 39-73. FOGGI B., SIGNORINI M.A., GRIGIONI A., CLAUSER M., 2000. La vegetazione di alcuni isolotti dell'Arcipelago Toscano. Fitosociologia, 37 (1): 69-91. FRANCALANCIA C., 1982. Chenaies d'yeuse de la Valnerina et des alentours de Spoleto. Doc. Phytosoc., N.S., 7: 189-197. Camerino. FRANCALANCIA C., GALLI P., 1999. Aggruppamenti boschivi termofili inquadrabili nella classe Quercetea ilicis del settore sud delle Marche. Doc. Phytosoc., N.S., 19: 521-534. FRANCALANCIA C., ORSOMANDO E., 1981. Carta della vegetazione del Foglio Spoleto. CNR. Collana del programma finalizzato "Promozione della qualità dell'ambiente". GAMPER U., FILESI L., BUFFA G., SBURLINO G., 2008 - Diversità fitocenotica delle dune nord-adriatiche 1 Le comunità fanerofitiche. Fitosociologia 45(1): 3-21. GEHU J.-M., SCOPPOLA A., CANIGLIA G., MARCHIORI S., GEHU-FRANCK J., 1984. Les systémes végétaux de la côte nord-adriatique italienne, leur originalité à l'échelle européenne. Doc. Phytosoc., N.S., 8: 485-558. Camerino. GENTILE S., 1969. Remarques sur les chenaies d'yeuse de l'Apennin meridional et de la Sicilie. Vegetatio, 17: 214-231. GENTILE S., BARBERIS G., PAOLA G., 1984. Stato delle conoscenze sulla vegetazione dei Quercetea ilicis nel versante tirrenico settentrionale. Not. Fitosoc., 19 (2): 109-122. GENTILE S., BARBERIS G., PAOLA G., 1985. Primi dati sulla consistenza e sulla composizione floristica delle formazioni a leccio della riviera di Ponente., Not. Fitosoc., 22: 1-14. GENTILE S., GENTILE A., 1994. Ricognizione floristica e note sulla vegetazione spontanea de la Mortola (Liguria occidentale). Fitosociologia, 27: 177-229. GHIRELLI L., CHIESURA LORENZONI F., 1993. Syntaxonomical and climatic notes on Quercus ilex L. woods in Veneto and South Trentino (North Italy). Giorn. Bot. Ital., 127, 3: 715. GHIRELLI L., CHIESURA LORENZONI F., 1995. Le cenosi a leccio dell'area gardesana. Studi Trentini di Scienze Naturali Acta Biologica, 69: 53-61. GIANGUZZI L., 1999. Flora e vegetazione dei Nebrodi. Itinerari didattici. Regione Siciliana, Sezioni Operative per l’Assistenza Tecnica nn° 5, 7, 8,10, 11, pp. 232. Arti Grafiche Zuccarello, S. Agata di Militello (ME). GIANGUZZI L., 1999. Il paesaggio vegetale dell'Isola di Pantelleria. Azienda Foreste Demaniali. GIANGUZZI L., 1999. Vegetazione e bioclimatologia dell'Isola di Pantelleria (Canale di Sicilia). BraunBlanquetia, 20: 1-74. Camerino. GIANGUZZI L., D’AMICO A., CALDARELLA O., 2007. La flora vascolare dei Monti di Palermo. Collana Sicilia Foreste, 36, pp. 360. Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, Palermo. GIANGUZZI L., D’AMICO, 2006. Su alcuni aspetti di vegetazione forestale localizzati nella Valle del Fiume 366 Oreto e l’opportunità di una loro tutela finalizzata anche al recupero del paesaggio naturale. In Ferro V. (a cura), Riqualificazione ambientale dei corsi d’acqua. Quaderni di Idronomia Montana 25: 419-434. GIANGUZZI L., ILARDI V., RAIMONDO F.M., 1996. La vegetazione del promontorio di Monte Pellegrino (Palermo). Quad. Bot. Ambientale Appl., 4 (1993): 79-137. GIANGUZZI L., LA MANTIA A., 2004. Le serie di vegetazione della Riserva Naturale Orientata “Bosco Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago” con allegata carta della vegetazione (scala 1:20.000). Naturalista Sicil., 28 (1): 205-242. GIANGUZZI L., LA MANTIA A., 2008. Contributo alla conoscenza della vegetazione e del paesaggio vegetale della Riserva Naturale “Monte Cofano” (Sicilia occidentale) (con allegata Carta sinfitosociologica della vegetazione, scala 1:20.000). Fitosociologia, 45 (1), Suppl. 1: 1-55. GIANGUZZI L., LA MANTIA A., RIGOGLIOSO A., 2004. Carta della vegetazione (scala 1:20.000) della Riserva Naturale Orientata “Bosco Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago”. Naturalista Sicil., 28 (1): 205-242. GIANGUZZI L., SPENNATI B., LA MANTIA A., 2007. La carta della vegetazione di Monte Carcaci, Sito d’Interesse Comunitario dei Monti Sicani (Sicilia centro-occidentale). Atti del 43° Congresso Società Italiana di Scienza della Vegetazione. Riassunti: 88. Ancona 25-27 giugno 2007. GUARINO R., 2001. Proposta per una parametrizzazione dei fattori stazionali nell’indice di Mitrakos. Ecol. Medit., 27 (1): 33-54. GUARINO R., SGORBATI S., 2004. Guida Botanica al Parco Alto Garda Bresciano. 394 pp. Pubblicazione finanziata dalla Regione Lombardia, edita dalla Tipografia Bongi, S. Miniato. LAUSI D., POLDINI L., 1962. Das Orno-Quercetum ilicis cotinetosum im triester Gebiet. Mitteilungen der Ostalpin-dinarischen Sektio der Internationalen Vereinigung fur Vegetationskunde, 3: 55-64. LAUSI D., POLDINI L., 1962. Il paesaggio vegetale della costiera triestina. Bollettino Società Adriatica di Scienze, LII (2): 1-64. LIA A., 1953. Un bosco misto a Quercus ilex L. e Quercus coccifera L. nei dintorni di Presicce (Penisola Salentina). Nuovo Giorn. Bot. Ital, n.s., 60: 739-749. LONGHITANO N., RONSISVALLE G., CIRINO E., 1993. Interventi per la tutela e la protezione del territorio nella provincia regionale di Catania. Coll. Phytosoc., XXI: 411-441. LORENZONI G.G., 1974. Principali lineamenti fitosociologici della vegetazione dell'Isola di Tavolara (Sardegna Nord-Orientale). Arc. Bot. e Biogeogr. Ital., 50, Ser. 4, 20 (1-2): 61-83. LORENZONI G.G., 1984. L'ambiente vegetale naturale mediterraneo e la sua degradazione con particolare riguardo alla Sardegna. Rendiconti Seminario Facoltà Scienze Univ. Cagliari. Supplemento al Vol. 54: 77-92. LORENZONI G.G., 1986. La vegetazione come indice della situazione mediterranea. Seminario ScientificoTecnico di Lecce. Atti del 1° Colloquio su Approcci Metodologici per la definizione dell'ambiente fisico e biologico mediterraneo: 157-165. LORENZONI G.G., 1988-89. Il colloquio-Escursione sui Quercetea ilicis svoltosi in Jugoslavia dal 22 al 25 Aprile 1986 (RabKorcula). Not. Fitosoc., 24: 159-170. LORENZONI G.G., GHIRELLI L., 1988. Lineamenti della vegetazione del Salento (Puglia meridionale-Italia). Thalassia Salentina, 18: 11-19. LORENZONI G.G., MARCHIORI S., CANIGLIA G., CHIESURA LORENZONI F., CURTI L., RAZZARA S., SBURLINO G., TORNADORE N., 1984. Escursione in Salento della società italiana di fitosociologia - 5 maggio 1984. Not. Fitosoc., 19 (2): 147-162. LORENZONI G.G., MARCHIORI S., CHIESURA LORENZONI F., TORNADORE N., CANIGLIA G., 1984. Indagine sulle serie dinamiche delle cenosi a Quercus ilex L. nelle regioni venete. Not. Fitosoc., 19 (2) (1984): 123-146. MAIORCA G., SPAMPINATO G., 1999. La vegetazione della Riserva Naturale Orientata "Valle del Fiume Argentino" (Calabria Nord-Occidentale). Fitosociologia, 36 (2): 15-60. MARCHIORI S., 1987. Some topics on Quercetea ilicis coenoses and their degradation forms in Italy. Acta Bot. Croat., 46: 105-114. MARGANI I., POLI MARCHESE E., DI BENEDETTO L., GRILO M., RAZZARA S., 1999. Valutazione della naturalità su basi vegetazionali del territorio di Castel di Judica (Sicilia orientale). Arch. Geobot., 5: 157-193. 367 MARIOTTI M. G., (1993) 1995. Osservazioni sulla vegetazione della Liguria. Atti Conv. Lincei, 115, Convegno sul tema “La vegetazione italiana”: 189-227. MARIOTTI M. G., BRAGGIO MORUCCHIO G., CORNARA L., PLACEREANI S., 1992. Studio fitosociologico e palinologico della vegetazione attuale e del passato a Torre Guaceto (Puglia, Italia meridionale). Conservatoire et jardin botaniques de Geneve, 47: 3160. MARIOTTI M., 1984. Ricerche sui boschi a Quercus ilex L. nella Liguria orientale. Not. Fitosoc., 19 (1): 3-32. MARIOTTI M., 1985. Note sull'uso di entità critiche nella caratterizzazione sintassonomica nell'ambito dei Quercetea ilicis. Not. Fitosoc., 22: 31-38. MARIOTTI M.G., 1988-89. Cartografia della vegetazione e indici di impatto ambientale. Il piano della viabilità nelle Cinque Terre (Liguria Orientale). Not. Fitosoc., 24: 13-42. MARIOTTI M.G., 1990. L'Isola Palmaria - Stato attuale e proposte per un miglioramento ambientale. Comune di Portovenere, Univ. Verde La Spezia. MARIOTTI M.G., s.d. (2008). Atlante degli habitat. Natura 2000 in Liguria. 592 pp.+ DVD, Regione Liguria. A.R.P.A.L. MILANESE A., BLASI C., STANISCI A., 1998. I querceti della zona planiziare del Parco Nazionale del Circeo. Flora e vegetazione del parco Nazionale del Circeo: 181-198. MINISSALE P., SCELSI F., SPAMPINATO G., 1996. Considerazione sulla flora e vegetazione della Riserva Naturale della Valle dell'Anapo. Flora e vegetazione degli Iblei: 185-206. MONDINO GP., 1966. Note ecologiche sulla stazione relitta di Quercus ilex L. a Chianoc (Valle di Susa Piemonte). Allionia, 12: 93-101. MOSSA L., 1985. Su alcuni aspetti della classe Quercetea ilicis della Sardegna meridionale. Not. Fitosoc., 22: 125-142. MOSSA L., 1987. Aspetti vegetazionali della Giara di Gesturi (Sardegna centrale). Ann. Bot. (Roma), Studi sul territorio, 45 (5): 1-28. MOSSA L., 1989. La componente geobotanica e il dinamismo della vegetazione. Atti del 1° Convegno sulle zone umide del Sud Sardegna. Molentargius, Saline, Poetto, dall'emergenza alla gestione integrata. Prov. di Cagliari: 50-59. MOSSA L., 1990. La vegetazione forestale del campo dunale di Buggerru-Portixeddu (Sardegna occidentale). Ann. Bot. (Roma), Studi sul territorio, 48, Suppl. 7: 291-306. MOSSA L., ABBATE G., SCOPPOLA A., 1991. Memoria illustrativa della carta della vegetazione della Provincia di Cagliari. Ann. Bot. (Roma), Studi sul territorio, 49, Suppl. 8: 1-57. MOSSA L., BIONDI E., 1989 (1992). Resoconto delle escursioni sul litorale sud-occidentale della Sardegna (27 e 28 ottobre 1989). Coll. Phytosoc., XIX: 739-760. MOSSA L., FOGU M.C., 1985. Cronaca della Escursione Internazionale della Società Italiana di Fitosociologia nella Sardegna meridionale. Not. Fitosoc., 22: 143-154. MOSSA L., FOGU M.C., 1987. La vegetazione dell'isola dei Cavoli. Ann. Bot. (Roma), Studi sul territorio, 45 (3): 133-144. MOSSA L., TAMPONI G., 1978. La flora e la vegetazione dell'Isola dei Cavoli (Sardegna sud-orientale). Rendiconti del Seminario Fac. di Scienze Univ. Cagliari, 48 (3-4): 433-466. NOWAK B., 1987. Untersuchungen zur Vegetation Ostiliguriens (Italien). Dissertationes Botanicae, 111: 1259. ORSINO F., FOSSATI SANVITI F., 1986. La vegetazione del promontorio di Portofino (Liguria orientale). Webbia, 39 (2): 199231. ORSOMANDO E., 1993. Carte della vegetazione dei Fogli Passignano sul Trasimeno (N. 319-Carta D'Italia I.G.M.-1: 50.000) e Foligno (N. 324-Carta D'Italia I.G.M.-1: 50.000). Braun-Blanquetia, 10. ORSOMANDO E., CATORCI A., 1988. Isola Polvese: aspetti vegetazionali della lecceta di S. Leonardo. Riv. Idrobiol., 27 (2-3): 349-362. ORSOMANDO E., CATORCI A., 1993. Carta della vegetazione del Parco Regionale del Monte Subasio (Umbria) Scala 1: 25.000. Note esplicative con aspetti ambientali. Dip. di Botanica ed Ecologia, Univ. di Camerino. Comunità Montana "Monte Subasio", Valtopina (Perugia). PAOLA G., 1986. Nota introduttiva sugli aspetti della copertura vegetale delle spiagge e coste rocciose della 368 Liguria. Boll. Mus. Ist. Biol. Univ. Genova, 52, Suppl.: 33-44. PASTA S., LO CASCIO P., 2002. Contributi alla conoscenza botanica delle isole minori circumsiciliane. II. Note tassonomiche e geobotaniche sulla flora delle Isole Eolie. Naturalista Sicil., S. 4, 26 (3-4): 131-145. PEDROTTI F., 1992. Inquadramento fitosociologico delle leccete del Trentino. Doc. Phytosoc., N.S., 14: 505511. Camerino. PEDROTTI F., CORTINI PEDROTTI C. ORSOMANDO E., 1979. The phytosociological map of Burano (Tuscany). Webbia, 34 (1): 529-531. PICCOLI F., 1995. Elementi per una carta della vegetazione del Parco Regionale del delta del Po (Regione Emilia Romagna). Fitosociologia, 30: 213-219. PICCOLI F., CORTICELLI S., DELL'AQUILA L., MERLONI N., PELLIZZARI M., 1996. Vegetation map of the Regional Park of the Po Delta (Emilia - Romagna Region). Allionia, 34: 325-331. PICCOLI F., GERDOL R., 1980. Typology and dynamics of a wood in the Po plane (N- Italy): the "Bosco della Mesola". Coll. Phytosoc., IX: 161-170. PICCOLI F., GERDOL R., FERRARI C., 1983. Carta della vegetazione del bosco della Mesola (Ferrara). Atti Ist. Bot. e Lab. Critt., ser. 7, 2: 3 23.. PICONE R.M., CRISAFULLI A., ZACCONE S., 2009. Habitat forestali di particolare valore naturalistico (Dir. 92/43/CEE) dei monti Peloritani (Sicilia). Atti del III Congresso Nazionale di Selvicoltura. 16-19 Ottobre 2008, Taormina. (in stampa). PIGNATTI S., 1984. The consequence of climate on the mediterranean vegetation. Ann. Bot. (Roma), 42: 123130. PIRONE G., 1985. Le pinete a Pino d'Aleppo (Pinus halepensis Miller) del pescarese (Abruzzo): aspetti fitosociologici. Monti e Boschi, 5: 37-42. PIRONE G., CIASCHETTI G., FRATTAROLI A. R., 2004. Appunti sulla vegetazione della Valle del Trigno (Abruzzo meridionale). Inform. Bot. Ital. 36(1): 13-27. PIRONE G., CORBETTA F., CIASCHETTI G., FRATTAROLI A.R., BURRI E., 2001. Contributo alla conoscenza delle serie di vegetazione nel piano collinare della Valle del Tirino (Abruzzo, Italia centrale). Fitosociologia, 38 (2): 3-23. PIRONE G., CORBETTA F., FRATTAROLI A.R., TAMMARO F., 1997. Ricerche sulla valle Peligna (Italia centrale, Abruzzo). La copertura vegetale. Ricerche sulla valle Peligna (Italia centrale, Abruzzo). Vol. 1: 81120. PIRONE G., FRATTAROLI A.R., CORBETTA F. 1997. Vegetazione, Cartografia vegetazionale e lineamenti floristici della Riserva naturale "Sorgenti del Pescara" (Abruzzo, Italia ). Comune di Popoli. POLDINI L., 1980. Übersicht über die Vegetation des Karstes von Triest und Görz (NO-Italien). Studia Geobot., 1 (1): 79-130. Trieste. POLDINI L., 1989. La vegetazione del Carso isontino e triestino. Ed. Lint, pp. 315. Trieste. POLDINI L., ORIOLO G., VIDALI M., TOMASELLA M., STOCH F., OREL G., 2006. Manuale degli habitat del Friuli Venezia Giulia. Strumento a supporto della valutazione d’impatto ambientale (VIA), ambientale strategica (VAS) e di incidenza ecologica (VIEc). Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Direz. centrale ambiente e lavori pubblici – Servizio Valutazione Impatto Ambientale. Univ. Studi Trieste – Dip. Biologia. POLDINI L., VIDALI M., (1993) 1995. Prospetto sistematico della vegetazione nel Friuli-Venezia Giulia. Atti Conv. Lincei, 115, Convegno sul tema “La vegetazione italiana”: 155-172. RAIMONDO F. M., GIANGUZZI L., SCHICCHI R., 1992. Carta della vegetazione del massiccio carbonatico delle Madonie (Sicilia centro-settentrionale). Quad. Bot. Ambientale Appl., 3: 23-40. RAIMONDO F. M., SURANO N., SCHICCHI R., BAZAN GIUSEPPE. 1999. Paesaggio vegetale, Biodiversità e Naturalità del territorio della provincia di Palermo (Sicilia). Arch. Geobot., 5: 215-234. RAIMONDO F.M., 1984. On the natural history of the Madonie mountains. Webbia, 38: 29-52. RAIMONDO F.M., CASAMENTO G., GIANGUZZI L., 1996. Studio del massiccio carbonatico delle Madonie (Sicilia). Il popolamento vegetale. Atti Conv. Intern. Alpin caves alpina karst systems and their environmental context: 321-326. Asiago (VI), 11th-14 th june1992. RIVAS-MARTÍNEZ S., BIONDI E., COSTA M., MOSSA L., 2003. Datos sobre la vegetación de la clase Quercetea ilicis en Cerdeña. Fitosociologia, 40 (1): 35-38. 369 SARTORI F., BRACCO F., 1995. Flora e vegetazione del Po. Acc. Sc. Torino. Quaderni, 1: 139-191. SCOPPOLA A., 1998. La vegetazione della Riserva Naturale Monte Rufeno (VT). Regione Lazio, Assessorato U.T.V. delle risorse ambientali. SCOPPOLA A., 2000 Documents pour la carte de la vegetation de la reserve naturelle regionale Monte Rufeno (Viterbo, Italie centrale). Coll. Phytosoc., XXVII: 673-684. SELVI F., VICIANI D., 1999. Contributo alla conoscenza vegetazionale delle sugherete toscane. Parlatorea, 3 : 45-63. SIGNORELLO P., 1984. Osservazioni fitosociologiche su alcuni aspetti boschivi dei Quercetea ilicis dell'Italia meridionale. Not. Fitosoc., 19 (1): 177-182. SPAMPINATO G., 1990. Osservazioni fitosociologiche sulla vegetazione forestale della Valle del Saraceno (Calabria nord-orientale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat., 23 (336): 733-749. STANISCI A., ACOSTA A., ERCOLE S., BLASI C., 2004. Plant communities on coastal dunes in Lazio (Italy). Ann. Bot., Nuova serie, 4: 115-128. TAFFETANI F., 2000. Serie di vegetazione del complesso geomorfologico del Monte dell'Ascensione (Italia centrale). Fitosociologia, 37(1): 93-151. TAFFETANI F., ZITTI S., GIANNANGELI A., 2004. Vegetazione e paesaggio vegetale della dorsale di Cingoli (Appennino Centrale, Dorsale Marchigiana). Fitosociologia, 41 (2), Suppl. 1: 83-161. TAMMARO F., 1983. Relazione fra clima e vegetazione in Abruzzo. Collana Ist. Cultura Abruz. Montana 1: 130. TAMMARO F., PIRONE G., 1981. La vegetazione della pineta dannunziana (Pescara). Giorn. Bot. Ital., 115 (6): 299309. TISI F., 1986. Indagini preliminari sulle cenosi a Quercus ilex L. nella zona di Arco. Ann. Mus. Civ. Rovereto, 2: 85-100. TOMASELLI R., 1955. La macchia arbustiva del M. Pietralata. Studi Urbinati, anno XXIX, N.S. C, 4. TOMASELLI V., 1999. Studio fitosociologico del territorio di Militello in Val di Catania (Sicilia orientale). Doc. Phytosoc., N.S., 19: 467-493. VAGGE I., 2000. La vegetazione costiera dei substrati carbonatici del Golfo della Spezia (Liguria orientale Italia). Fitosociologia, 37(1): 3-19 . VAGGE I., BIONDI E., 1999. La vegetazione delle coste sabbiose del Tirreno settentrionale italiano. Fitosociologia, 36 (2): 61-95. VALSECCHI F., 1976. Sui principali aspetti della vegetazione costiera della Nurra Nord-occidentale (Sardegna settentrionale). Nuovo Giorn. Bot. Ital., N.S., 110 (1-2): 21-63 . VERI L., LA VALVA V., CAPUTO G., 1980. Carta della vegetazione delle isole Ponziane (Golfo di Gaeta). CNR. Programma finalizzato "Promozione della qualità dell'ambiente". AQ/1/41. VERI L., SEBASTIANI G., 1984. Struttura ed evoluzione di elementi della macchia mediterranea in impianti di Eucalyptus sp.pl. in alcune zone d'Italia e in Nord Africa. Not. Fitosoc., 19 (1): 123-144. VERI L., SEBASTIANI G., 1987. Structure and evolution of the mediterranean maquis in Italian and North African forests. 2nd contribution : the maquis-Quercus suber forests. Acta Bot. Croat., 46: 123-142. VICIANI D., RAFFAELLI M., 2003. Contributo alla conoscenza di flora e vegetazione spontanea delle riserve naturali di Valle dell'Inferno-Bandella e Ponte a Buriano-Penna (Arezzo, Toscana). Parlatorea, 6: 131-162. VICIANI D., SFORZI S., SELVI F., 2004. L'alta valle del Torrente Lente (Toscana meridionale): contributo alla conoscenza floristica e vegetazionale. Webbia, 59 (2): 309-347. ZANOTTI CENSONI A.L., CORBETTA F., AITA L., 1980. Carta della vegetazione della Tavoletta "Trivigno" (Basilicata). CNR. Programma finalizzato "Promozione della qualità dell'ambiente". AQ/1/84. Riferimenti Bibliografici online www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm Nomi dei compilatori con e.mail Daniela Gigante - [email protected] 370 93: Foreste sclerofille mediterranee 9380: Foreste di Ilex aquifolium Forests of Ilex aquifolium Codice CORINE Biotopes 45.8 - Western Palaearctic holly woods Codice EUNIS G2.6 - [Ilex aquifolium] woods Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Communities dominated by arborescent Ilex aquifolium, relict of various forests with a field layer rich in Ilex and sometimes with Taxus (42.A7), of the supra-Mediterranean level on various substrates. These woods correspond to the senescence stage of a forest with a undergrowth with Taxus and Ilex (belonging among others to the Ilici-Quercetum ilicis), after the fading of the tree layer. They generally form patches inside or outside forests. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Comunità alto-arbustive o arborescenti a dominanza di agrifoglio (Ilex aquifolium). Si tratta di formazioni relittuali, talora associate al tasso (Taxus baccata) che si localizzano nel piano supramediteraneo su vari tipi di substrati prediligendo quelli silicicoli, in condizioni bioclimatiche di tipo supramediterraneo o supratemperato caratterizzate da una notevole oceanicità. Queste comunità si possono originare da vari tipi di foreste caratterizzate dalla presenza dell’agrifoglio nel sottobosco dove lo strato arboreo è stato distrutto. L’ habitat può inoltre rappresentare una fase di senescenza di queste formazioni forestali con agrifoglio in seguito a declino dello strato arboreo dominante. Sottotipi e varianti (compilare se necessario) In relazione alla cenosi forestali in cui si localizza l’agrifoglio questo habitat mostra una certa variabilità ed è possibile distinguere alcune varianti: I - Boschi di Ilex aquifolium e Quercus ilex II - Boschi di Ilex aquifolium e Quercus pubescens s.l. III - Boschi di Ilex aquifolium e Quercus cerris IV - Boschi di Ilex aquifolium e Fagus sylvatica Combinazione fisionomica di riferimento Ilex aquifolium, Taxus baccata, Melittis albida, Silene sicula, Thalictrum calabricum, Euphorbia amygdaloides subsp. arbuscula, Doronicum orientale, Symphytum gussonei, Geranium versicolor, Paeonia corsica, Hieracium oliastrae, Aquilegia nugorensis, Polystichum setiferum, Helleborus lividus ssp. corsicus, 371 Teucrium scorodonia, Sanicula europaea, Ornithogalum pyrenaicum, Digitalis purpurea var. gyspergerae, Quercus ichnusae, Epipactis helleborine, Ostrya carpinifolia, Cyclamen repandum. Riferimento sintassonomico La vegetazione ad Ilex aquifolium della Sicilia è stata analizzata da Maniscalco & Raimondo (2003) che evidenziano come questa specie si localizza sui sistemi montuosi della parte settentrionale dell’isola in condizioni climatiche prettamente oceaniche all’interno di varie fitocenosi acidofile della fascia montana rientranti nei Querco-Fagetea Br.-Bl. et Vlieger in Vlieger 1937 e più raramente nei Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950, limitatamente a stazioni etero topiche. In particolare i boschetti ad Ilex aquifolium si rinvengono nelle seguenti associazioni: Geranio versoloris-Quercetum ilicis Maniscalco & Raimondo 2003, Arrhenathero-Quercetum cerridis Brullo, Minissale & Spampinato 1996, Ilici-Taxetum baccatae Brullo, Minissale & Spampinato 1996, Anemono apenninnae-Fagetum (Gentile 1969) Brullo 1984, Ilici-Quercetum austrothyrrenicae Brullo & Marcenò in Brullo 1984, Teucrio siculi-Quercetum ilicis Gentile 1969 em. Brullo & Marcenò 1985 polystichetosum Bartolo, Brullo, Minissale & Spampinato 2001, oltr che in vari altri aggruppamenti forestali. Anche per Sardegna Bacchetta et al. (2004a, 2004b, 2004c) evidenziano come Ilex aquifolium è presente all’interno di differenti fitocenosi forestali, rinvenendosi sia nei querceti sempreverdi dei Quercetalia ilicis Br.Bl. ex Molinier 1934 del Saniculo europaeae-Quercetum ilis Bacchetta, Bagella, Biondi, Farris, Filigheddu & Mossa 2004 e del Galio scabri-Quercetum ilicis Gamisans (1977) 1986, sia nei boschi dei Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 quali gli ostrieti del Cyclamino repandi-Ostryetum carpinifoliae Bacchetta, Biondi, Farris, Filigheddu & Mossa 2004 ed i querceti decidui dell’Ornithogalo pyrenaici-Quercetum icnusae Bacchetta, Biondi, Farris, Filigheddu & Mossa 2004 e del Glechomo sardoae-Quercetum congestae Bacchetta, Biondi, Farris, Filigheddu & Mossa 2004. In Basilicata e Calabria Ilex aquifolium si rinviene soprattutto nelle faggete macroterme dell’ Anemono apeninninae-Fagetum (Gentile 1969) Brullo 1984 divenendo particolarmente abbondante nelle aree con maggiore oceanicità del clima, dove può permanere dopo il taglio della faggeta e originare fitti popolamenti con individui arborei. Più sporadicamente l'habitat si localizza anche nella fascia delle cerrete. Dinamiche e contatti I boschetti di agrifoglio si rinvengono in varie serie di vegetazione dove instaurano differenti in contatti seriali e catenali. In generale la degradazione delle cenosi forestali con agrifoglio conduce alla formazione dei cespuglieti dei Crataego-Prunetea e ai pascoli dei Molinio-Arrhenatheretea. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia SR, SC, CL, BS, LZ. Note Riferimenti Bibliografici Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=10226 372 http://www.mma.es/portal/secciones/biodiversidad/rednatura2000/documentos_rednatura/bosques.htm http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers1.html Nomi dei compilatori con e.mail Edoardo Biondi [email protected] Giovanni Spampinato [email protected] 373 95: Foreste di Conifere delle Montagne Mediterranee e Macaronesiche 374 95: Foreste di conifere delle montagne mediterranee e macaronesiche 9510*: Foreste sud-appenniniche di Abies alba Southern Apennine Abies alba Abetine del Monotropo-Abietetum apenninae riferibili all'habitat 9510 "Foreste sud appenniniche di Abies alba" nella Calabria meridionale., Giovanni Spampinato Abies alba subsp. apennina, entità meridionale dell'abete bianco., Giovanni Spampinato 375 In primo piano l'abetina degli "Abeti soprani" e più in alto la faggeta microterma (Molise), E. Biondi Codice CORINE Biotopes 42.15 Southern Apennine silver fir forests Codice EUNIS G3.15 - Southern Apennine [Abies alba] forests Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea, Continentale Descrizione generale dell’habitat Relict Abies alba woods associated with the beech forests of the Geranio versicolori-Fagion. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Boschi relittuali di abete bianco (Abies alba) localizzati in aree montane dell’Appennino meridionale, all’interno della fascia potenzialmente occupata dalle faggete del Geranio versicolori-Fagion, con penetrazioni in quello centrale, nell'ambitodell’alleanza Aremonio-Fagion sylvaticae, suball. Cardamino kitaibelii-Fagenion sylvaticae. Sottotipi e varianti (compilare se necessario) Combinazione fisionomica di riferimento Abies alba, Abies alba subsp. apennina, Juniperus hemisphaerica, Monotropa hypopitis, Orthilia secunda, Cirsium erisithales, Oxalis acetosella, Veronica urticifolia, Daphne mezereum. Riferimento sintassonomico I boschi di Abete bianco della Calabria sono stati ascritti a due distinte associazioni. La prima associazione vegetale è rappresentata dallo Junipero hemisphaericae-Abietetum apenninae Brullo, Scelsi & Spampinato 2001, localizzata su dossi, costoni rocciosi e su versanti acclivi, a quote comprese tra 1400-1800; si tratta di una abetina con strato arboreo aperto e strato arbustivo denso caratterizzato da Juniperus hemisphaerica inquadrata nei Pino-Juniperetea Rivas-Martinez 1964. La seconda associazione è rappresentata dal Monotropo-Abietetum apenninae Brullo, Scelsi & Spampinato 2001 localizzata su versanti molto scoscesi esposti prevalentemente a settentrione, presenta uno strato arboreo più denso e un corteggio floristico più ricco di specie nemorali ed è inquadrata nel Geranio versicoloris-Fagion sylvaticae Gentile 1970. Le abetine del Molise sono state riferite al Pulmonario apenninae-Abietetum albae Allegrezza & Biondi 2008, associazione dell'alleanza Geranio versicoloris-Fagion sylvaticae mentre quelle dell’Abruzzo sono state inquadrate nell'associazione Cirsio erisithalis-Abietetum albae Biondi et al. 2008, dell’alleanza AremonioFagion sylvaticae (Horvat 1938) Torok, Podani & Borhidi 1989, suball. Cardamino kitaibelii-Fagenion sylvaticae Biondi, Casavecchia, Pinzi, Allegrezza & Baldoni 2002. Dinamiche e contatti L’abete bianco nell’Appennino meridionale si rinviene con un ruolo dominante solo in alcune formazioni forestali, a carattere relittuale, molto localizzate, di limitata estensione che hanno in genere un significato edafoclimacico. Le abetine localizzate su creste e dossi dello Junipero hemisphaericae-Abietetum apenninae traggono rapporti seriali con i pascoli camefitici dei Rumici-Astragaletea siculi. Le abetine del Monotropo- 376 Abietetum apenninae sono in contatto catenale con le faggete microterme del Ranunculo brutii-Fagetum sylvaticae Bonin 1967 (= Asyneumo trichocalycinae-Fagetum Gentile 1969). Nel Molise le abetine del Pulmonario apenninae-Abietetum albae hanno rapporti catenali con le faggete del Luzulo siculae-Fagetum sylvaticae e con le cerrete del Aremonio agrimonioides-Quercetum cerridis, in entrambe queste associazioni l’abete da origine a specifiche subassociazioni. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia CL, CM, BS, ML, AB. Note Per alcune popolazioni di abete bianco dell’Appennino, in passato è stata individuata , in base a caratteristiche ecologiche e morfologiche, una varietà distinta da quella alpina che è stata recente riconosciuta come sottospecie: Abies alba subsp. apennina (Giacobbe, 1950; Brullo et al. 2001). Confusione: l’abete bianco nell’Appennino meridionale si rinviene con un ruolo subordinato anche all’interno di boschi di faggio, dove talora caratterizza determinate sub associazioni. Queste formazioni miste rientrano nell’habitat “9220 - Faggeti degli Appennini di Abies alba e Abies nebrodensis”. Riferimenti Bibliografici ALLEGREZZA M., BIONDI E., 2008. Studio fitosociologico sull’area forestale “Abeti soprani” (Alto Molise – Appennino meridionale). Fitosociologia 45(1): 161-176. BIONDI E., CASAVECCHIA S., FRATTAROLI A.R., PIRONE G., PESARESI S., DI MARTINO L., GALASSI S., PARADISI L., VENTRONE F., ANGELINI E., CIASCHETTI G., 2008. Forests vegetation of the Upper Valley of Vomano River (central Italy). Fitosociologia 45(1): 117-160. BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G., 2001. La vegetazione dell’Aspromonte. Studio fitosociologico. Laruffa Editore. Reggio Calabria. FASCETTI S., LAPENNA M.R., LOGOZZO G., NAVAZIO G., SENESE C., PAGNOLETTI–ZEULI P., 2008. Conservation and genetic diversity in Abies alba woods of “Pollino National Park” (Basilicata, Southern Italy). 44esimo Congresso della Società Italiana di Sc. della Vegetazione. Libro degli Abstract: 64. DI PIETRO R & FASCETTI S., 2005. A contribution to knowledge of Abies alba Miller woodlands in the Campania and Basilicata regions (southern Italy). Fitosociologia 42 (1): 71-96. GIACOBBE A., 1949. L'ecologia dell'abete bianco appenninico. Nota I: Morfologia e biologia. Rend. Acc. Naz. Lincei, s.8, 6(3): 337-342. GIACOBBE A., 1950. L'ecologia dell'abete bianco appenninico. Nota II - Ricerche storiche e geografiche sull'Abete bianco. Arch. Bot., 25: 1-20, 65-84, 129-149, 186-221. GIACOBBE A., 1973. A proposito della varietà apennina dell’Abies alba. L’Italia Forestale e Montana, 1: 3032. MERCURIO R., SPAMPINATO G., 2006. I tipi forestali delle Serre Calabresi. Laruffa Editore. Reggio Calabria. UZUNOV D., GANGALE C., LICO F., 2008. Habitat diversity and environmental management of the natural reserve “Marchesale” (South Italy). Phytologia Balcanica, 14 (1): 85-90. Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=1208 Nomi dei compilatori con e.mail Giovanni Spampinato [email protected] Edoardo Biondi [email protected] 377 95: Foreste di conifere delle montagne mediterranee e macaronesiche 9540: Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici Mediterranean pine forests with endemic Mesogean pines Pinete a Pinus halepensis nei pressi di M. Renna nella Sicilia meridionale riferibili all'habitat 9540 "Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici", Giovanni Spampinato Pinete a Pinus pinaster subsp. hamiltoni a Pantelleria riferibili all'habitat 9540 "Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici", Giovanni Spampinato Codice CORINE Biotopes 42.8 Mediterranean pine woods Codice EUNIS G3.7 - Lowland to montane mediterranean [Pinus] woodland (excluding [Pinus nigra]) Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea, Continentale 378 Descrizione generale dell’habitat Mediterranean and thermo-Atlantic woods of thermophilous pines, mostly appearing as substitution or paraclimactic stages of forests of the Quercetalia ilicis or Ceratonio-Rhamnetalia. Longestablished plantations of these pines, within their natural area of occurrence, and with an undergrowth basically similar to that of paraclimactic formations, are included. Sub-types (sono riportati solo quelli presenti in Italia): 42.82 - Mesogean pine forests. Forests of Pinus pinaster ssp. pinaster (=Pinus mesogeensis) of the western Mediterranean, mostly in siliceous meso-Mediterranean, upper meso-Mediterranean and supra-Mediterranean situations of Spain, Corsica, south-eastern France, north-western Italy, Sardinia and Pantelleria. 42.823 - Franco-Italian mesogean pine forests. Pinus pinaster forests of siliceous lower meso-Mediterranean areas of Provence, of marls and limestones of the upper meso-Mediterranean level of the Maritime Alps and the Ligurian Alps, and of mostly siliceous or clayey soils of the hills of Liguria and Tuscany. 42.825 - Sardinian mesogean pine forests. Pinus pinaster formations on granitic substrates of northern Sardinia, with Arbutus unedo, Quercus ilex, Rosmarinus officinalis, Erica arborea, Genista corsica, Lavandula stoechas, Rubia peregrina, Calicotome spinosa, Pistacia lentiscus, Teucrium marum. 42.826 - Pantellerian mesogean pine forests. Pinus pinaster woods of Pantelleria. 42.83 - Stone pine forests. Mediterranean forests and old naturalised plantations of Pinus pinea. Old introductions in many areas often makes the distinction between self sown forests and long-established formations of artificial origin difficult. These are thus included here, while recent, obviously artificial groves are not. 42.835 - Sardinian stone pine forests. Pinus pinea formations of Sardinia. 42.836 - Sicilian stone pine forests. Pinus pinea formations of the Monti Peloritani, north-western Sicily, of probable native origin. 42.837 - Peninsular Italian stone pine forests. Large, ancient, Pinus pinea plantations of the Tyrennian, and locally, Adriatic coasts of the Italian peninsula, in Liguria, Toscany, Latium, Campania, Emilia-Romana (Ravenna) and Friuli-Venezia Giulia (Grado). 42.84 - Aleppo pine forests Woods of Pinus halepensis, a frequent colonist of thermo- and calcicolous meso-Mediterranean scrubs. The distinction between spontaneous forests and long-established formations of artificial origin is often difficult. The latter are thus included here, while recent, obviously artificial groves are not. 42.84 - Aleppo pine forests. Woods of Pinus halepensis, a frequent colonist of thermo- and calcicolous mesoMediterranean scrubs. The distinction between spontaneous forests and long-established formations of artificial origin is often difficult. The latter are thus included here, while recent, obviously artificial groves are not. 42.843 - Provenço-Ligurian Aleppo pine forests 42.845 - Sardinian Aleppo pine woods. Pinus halepensis formations of Sardinia, where certainly native woods occur on Isola di San Pietro and the Sulcis coast of Iglesiente. 42.846 - Sicilian Aleppo pine woods. Pinus halepensis formations of Sicily and peripheral islands (Egadi, Lampedusa, Pantelleria). 42.847 - Peninsular Italian Aleppo pine forests. Pinus halepensis formations of the Italian peninsula; extensive, probably at least partially native ones are individualised in the subdivisions below. Frase diagnostica dell’habitat in Italia Pinete mediterranee e termo-atlantiche a pini termofili mediterranei: Pinus pinaster, P. pinea, P. halepensis, Pinus brutia, localizzate in territori a macrobioclima mediterraneo limitatamente ai termotipi termo e mesomediterraneo. Presentano in genere una struttura aperta che consente la rinnovazione delle specie di pino e la presenza di un denso strato arbustivo costituito da specie sclerofille sempreverdi. Talora 379 costituiscono delle formazioni di sostituzione dei boschi dei Quercetalia ilicis o delle macchie mediterranee dei Pistacio-Rhamnetalia alaterni. Rientrano in questo habitat gli impianti artificiali realizzati da molto tempo che si sono stabilizzati e inseriti in un contesto di vegetazione naturale (vedi nota). Sottotipi e varianti (compilare se necessario) In relazione alla specie di pino che caratterizza la fitocenosi e alla distribuzione sono distinti vari sottotipi, quelli presenti in Italia sono i seguenti: 42.823 – Pinete di Pinus pinaster dell’Italia nord-occidentale e della Francia Meridionale. (Cod. Eunis: G3.723 - Franco-Italian mesogean pine forests) Si insediano su suoli silicei nella fascia mesomediterranea della Provenza, su marne e calcari della fascia mesomediterrana delle Alpi liguri e delle Alpi marittime e su suoli argillosi o silicei delle colline della Liguria e della Toscana. 42.825 – Pinete di Pinus pinaster della Sardegna. Cod. Eunis: G3.725 - Sardinian mesogean pine forests Si insediamo su substrati granitici della Sardegna settentrionale. 42.826 - Pinete di Pinus pinaster di Pantelleria. Cod. Eunis: G3.726 - Pantellerian mesogean pine forests Sono diffuse sui substrati vulcanici dell’Isola e sono caratterizzati dalla presenza da Pinus pinaster subsp. hamiltonii. 42.835 - Pinete di Pinus pinea della Sardegna Cod. Eunis: G3.735: Sardinian stone pine forests 42.836 - Pinete di Pinus pinea della Sicilia. Cod. Eunis: - G3.736 : Sicilian stone pine forests Si rinvengono su substrati di natura silicea limitatamente ad alcuni sistemi montuosi della parte nord-orientale dell’isola (M. Peloritani, M. Erei e Madonie). 42.837 - Pinete di Pinus pinea della Penisola Italiana. Si tratta di vecchi impianti naturalizzati, realizzati nella fascia costiera tirrenica (Liguria, Toscana, Lazio) e adriatica (Emilia Romagna e Friuli) 42.843 – Pinete a Pinus halepensis della Liguria e della Provenza Cod. Eunis: G3.743 - Provenço-Ligurian [Pinus halepensis] forests 42.845 – Pinete a Pinus halepensis della Sardegna Cod. Eunis: G3.745 - Sardinian [Pinus halepensis] woods 42.846 - Pinete a Pinus halepensis della Sicilia Cod. Eunis: G3.746 : Sicilian [Pinus halepensis] woods 42.847 - Pinete a Pinus halepensis della Penisola Italiana Cod. Eunis: G3.747 : Italic [Pinus halepensis] forests Sono presenti in Puglia (Gargano, Taranto, Isole Tremiti), Basilicata (Metaponto), Umbria, Campania e Calabria settentrionale. Combinazione fisionomica di riferimento Pinus pinaster, Pinus pinea, Pinus halepensis, Genista aspataloides, Euphorbia ligustica, Cistus crispus, Cistus creticus, Pinus pinaster subsp. hamiltoni, Juniperus oxycedrus, Plantago albicans. Riferimento sintassonomico Le pinete a pino marittimo (Pinus pinaster) si insediano su substrati di natura silicea o comunque su suoli acidi; presentano uno strato arbustivo di specie sempreverdi tra le quali predominano specie indicatrici di tali condizioni edafiche quali Erica arborea ed Arbutus unedo. Nella Penisola Italiana sono presenti in Liguria e Toscana, dove sono distribuite dalla fascia mesomediterranea a quella sub mediterranea fino a 700 m di quota. In Liguria sui serpentini è localizzato l’Euphorbio ligusticae-Pinetum pinastri Furrer & Hofmann 1960 380 (Pignatti, 1998). Altre pinete naturali a Pinus pinaster si rinvengono a Pantelleria dove la specie è presente con la sottospecie Pinus pinaster ssp. hamiltoni che sono state riferite al Genisto aspalathoidis-Pinetum hamiltonii (Brullo et al., 1977; Gianguzzi 1999a, 1999b). Altre pinete a Pinus pinaster si rinvengono nella Sardegna settentrionale sui monti della Gallura. Le pinete a Pinus pinea sono autoctone probabilmente solo nella Sicilia nord-orientale come è evidenziato da resi fossili, altrove si tratta verosimilmente di vecchie introduzione che si sono inserite nel contesto della vegetazione naturale. In Sicilia queste pinete si localizzano su substrati di natura silicea all’interno delle fasce bioclimatiche termo e mesomediterranea e sono state riferite a due distinte associazioni: il Cisto crispi-Pinetum pineae Bartolo, Brullo & Pulvirenti 1994, localizzato sui monti Peloritani (Bartolo et al. 1994) ed il Cisto creticiPinetum pineae Brullo, Minissale, Siracusa, Scelsi & Spampinato 2002 presente sugli Erei e sulle Madonie (Brullo et al. 2002). Le pinete a Pinus halepensis sono, tra le pinete mediterranee, quelle più diffuse, e si rinvengono soprattutto nell’Italia meridionale e nelle Isole (Agostini 1964, 1967). Esse sono state oggetto di numerosi studi fitosociologici e sono state riferite a diverse associazioni qui di seguito citate. Il Thymo-Pinetum halepensis De Marco & Caneva 1985 si localizza nella fascia termomediterranea su substrati marnosi, viene riportato per la Puglia (Taranto) e la Sicilia meridionale, con varie subassociazioni (De Marco & Caneva, 1985; Bartolo et al., 1986; Biondi et al., 2004). Il Pistacio lentisci-Pinetum halepensis De Marco & Caneva 1985 si localizza su substrati calcarei nella fascia termo-mesomediterrana, è riportato per Cilento, Gargano, Isole Tremiti, Sardegna sud-occidentale, Pantelleria e Calabria nord-orientale (Corbetta et al., 2004; De Marco & Caneva, 1985; Bartolo et al., 1986; Gianguzzi 1999a, 1999b; Spampinato 1990). L’Erico-Pinetum halepensis De Marco & Caneva 1985 si localizza su substrati di natura silicea all’interno della fascia bioclimatica mesomediterranea, viene riportato per la Calabria nord-orientale, la Sardegna sud-occidentale (Isola di San Pietro) e le Isole Eolie (De Marco & Caneva, 1985; Bartolo et al., 1986; Spampinato, 1990). Il Plantago albicantis-Pinetum halepensis Bartolo, Brullo, Minissale & Spampinato 1986 si localizza su substrati sabbiosi del litorale presso Taranto (Bartolo et al., 1986; Biondi et al., 2004). Lo Junipero oxycedri-Pinetum halepensis Vagge 2000 è stato descritto da Vagge (2000) per le coste rocciose di natura calcarea della Liguria in aree a bioclima mesomediterraneo. Il Cyclamino hederifoliae-Pinetum halepensis è stato descritto per le gravine pugliesi dove si localizza su substrati calcarei in aree a bioclima termomediterraneo secco con penetrazioni nella fascia mesomediterranea subumida (Biondi et al., 2004). Il Coronillo emeroidis-Pinetum halepensis Biondi, Casavecchia, Guerra, Medagli, Beccarisi & Zuccarello 2004 è stato descritto per le Marche ma è presente anche in Abruzzo (Allegrezza et al., 2006; Pirone, 1985) dove costituisce una formazione meso-xerofila localizzata in aree costiere con bioclima mesomediterraneo su areniti più o meno consolidate. In Umbria il pino d’Aleppo si rinviene all’interno delle leccete termofile miste su calcare del Fraxino orni-Quercetum ilicis Horvatic (1956) 1958 pinetosum halepensis Horvatic 1958 (Biondi et al., 2002). Dinamiche e contatti Le pinete mediterranee hanno in genere un ruolo edafoclimatofilo, localizzandosi in specifiche condizioni ambientali dove la pedogenesi è bloccata, su suoli poveri in nutrienti e poco evoluti. Grazie alle capacità colonizzatrici dei pini mediterranei possono rappresentare in aree con suoli erosi o degradati uno stadio all’interno della sedie dinamica che porta verso formazione forestali sempreverdi. I contatti catenali e seriali sono dunque con le formazioni forestali dei Quercetea ilicis. Le pinete a Pinus pinaster hanno contatti catenali con le leccete del Viburno-Quercetum ilicis, mentre quelle su ofioliti dell' Euphorbio ligusticae-Pinetum pinastri si pongono in un contesto di vegetazione temperata e possono rappresentare uno stadio durevole o evolvere verso i querceti a Quercus petraea. Le pinete a Pinus pinea della Sicilia, nelle aree a pedogenesi bloccata, rappresentano uno stadio durevole che prende contatto con le garighe acidofile dei Cisto-Micromerietea o dei Cisto-Lavanduletea. In altri contesti possono rappresentare uno stadio della serie dinamica dei querceti del Erico-Quercetum virgiliane. Più articolata è la posizione sindinamica delle pinete a Pinus halepensis in relazione alla diversificata vegetazione che originano. Le formazioni più termofile riferite al Thymo-Pinetum halepensis, rappresentano 381 delle formazioni edafoclimatofile durevoli e hanno normali contatti seriali con le garighe dei CistoMicromerietea e dei Rosmarinetea officinalis. Le altre tipologie di pinete a pino d’Aleppo possono rappresentare degli stadi durevoli o transitori. Esse contraggono rapporti sindinamici con le formazioni di macchia dell’Oleo-Ceratonion e più in generale rientrano nelle serie dinamiche di leccete termofile basifile del Fraxino orni-Quercion ilicis. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia SR, SC, CL, BS, PG, CM, TS, LG, MR, UM. Note Le pinete costiere naturali o di vecchio impianto su dune del litorale a Pinus pinea, P. halepensis e/o P pinaster sono da riferire all’habitat 2270* Wooded dunes with Pinus pinea and/or Pinus pinaster. Riferimenti Bibliografici AGOSTINI R., 1964. Aspetti fitosociologici delle pinete di pino d'Aleppo (Pinus halepensis Mill.) del Gargano. Ann. Acc. Ital. Sc. Forest. 13: 173-200. AGOSTINI R., 1967. Osservazioni fitosociologiche sulle pinete a Pinus halepensis Mill. del territorio di Taranto. Arch. Bot. Biogeograf. Ital. 43: 373-401. AGOSTINI R. 1968. Revisione dell'areale italiano del Pino marittimo (Pinus pinaster Aiton). Arch. Bot. Biogeogr. Ital. 44: 184-202. AGOSTINI R. 1973- Accantonamenti relitti di Pino d'Aleppo (Pinus halepensis Miller) e aspetti della vegetazione litoranea della costa meridionale tirrenica. Atti del Convegno Internazionale "I Parchi costieri mediterranei", Salerno-Castellabate, 18-22 giugno 1973. Reg. Campania Ass. Turismo, 319-380. ALLEGREZZA M., BIONDI E., FELICI S., 2006. A phytosociological analysis of the vegetation of the Central Adriatic sector of the Italian Peninsula. Hacquetia 5(2): 135-175. ARRIGONI P.V., 1997. Documenti per la carta della vegetazione delle Cerbaie (Toscana settentrionale). Parlatorea 2: 39-71. BARBAGALLO C., BRULLO S. & SIGNORELLO P., 1983. Note fitosociologiche sulla vegetazione delle Isole Eolie. Boll.Acc.Gioenia Sci.Nat. 16(321):7-16. BARTOLO G., BRULLO S., LO CICERO E., MARCENO' C. & PICCIONE V., 1978. Osservazioni fitosociologiche sulla pineta a Pinus halepensis di Vittoria (Sicilia meridionale). Arch. Bot. e Biogeogr. Ital., 54 (3/4): 137-154. BARTOLO G., BRULLO S., MINISSALE P. & SPAMPINATO G., 1986. Osservazioni fitosociologiche sulle pinete a Pinus halepensis Miller del bacino del Fiume Tellaro (Sicilia sud-orientale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. 18 (325): 255-270. BARTOLO G., BRULLO S., PULVIRENTI S. 1994. Considerazioni fitosociologiche sulla vegetazione a Cistus crispus del territorio di Messina (Sicilia nord-orientale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania 27 (346): 409-414. BIONDI E., CASAVECCHIA S., GUERRA V., MEDAGLI P., BECCARISI L., ZUCCARELLO V., 2004. A contribution towards the knowledge of semidecidous and evergreen woods of Apulia (south eastern Italy). Fitosociologia 41(1): 3-28. BIONDI E., CALANDRA R., GIGANTE D., PIGNATTELLI S., RAMPICONI E., VENANZONI R., 2002. Il paesaggio vegetale della provincia di Terni. Provincia di Terni – Università di Perugia. BIONDI E. & GUERRA V., 2008. Vegetazione e paesaggio vegetale delle gravine dell'arco jonico. Fitosociologia 45 (1) Suppl. 1: 57-125. BRULLO S. & MARCENÒ C., 1983. Osservazioni fitosociologiche sull'isola di Marettimo (Arcipelago delle Egadi). Boll.Acc.Gioenia Sci.Nat. Catania 15(320): 201-228. 382 BRULLO S., MINISSALE P., SIRACUSA G., SCELSI F., SPAMPINATO G., 2002. Indagini fitosociologiche sui pineti a Pinus pinea della Sicilia. Quad. Bot. Ambientale Appl. 13: 117-124. CORBETTA F., PIRONE G., FRATTAROLI A.R., CIASCHETTI G., 2004. Lineamenti della vegetazione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Braun-Blanquetia 36: 1-61. CORTI R., 1934. Ricerche sulla vegetazione dei dintorni di Firenze. III. Rilievi nelle pinete delle colline a sudovest di Firenze. Nuovo Giorn. Bot. ital., n.s., 41: 25-120. DE DOMINICIS V., CASINI S., 1979. Memoria illustrativa per la carta della vegetazione della Val di Farma (Colline Metallifere). Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 86: 1-36. FERRARINI E., 1964. Vegetazione di pinete e castagneti apuani. Ann. Accad. Ital. Sci. For., 13: 247-316. GABELLINI A., DE DOMINICIS V., 2003. Caratteristiche ecologiche delle pinete di Pino marittimo dell'area Farma - Merse e spunti per una futura gestione. Parlatorea, 6: 163-170. GIANGUZZI L., 1999. Vegetazione e bioclimatologia dell'isola di Pantelleria (Canale di Sicilia). BraunBlanquetia 22: 1-70. GIANGUZZI L., 1999 - Il paesaggio vegetale dell'Isola di Pantelleria. Collana Sicilia Foreste 8: 192. pp. Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana. DE MARCO G. & CANEVA G., 1985. Analisi sintassonomica e fitogeografica comparata di alcune significative cenosi a Pinus halepensis Mill. in Italia. Not. Phytosoc. 19(1): 155-176. DI TOMMASO P. L., SIGNORINI M.A., 1999. Aspetti fitosociologici delle pinete a pino d' Aleppo (Pinus halepensis Miller) sulle colline livornesi (Toscana). Parlatorea 3: 35-44. FRANCALANCIA C., ORSOMANDO E, 1981. Carta della vegetazione del Foglio Spoleto (1: 50.000). C.N.R. Programma finalizzato "Promozione della qualità dell'ambiente" - Roma, AQ/1/84, 1-25. FRANCINI E., MESSERI A., 1956. L'Isola di Marettimo nell'arcipelago delle Egadi e la sua vegetazione. Webbia, 11: 607-846. PASTA S., LO CASCIO P., 2002. Contributi alla conoscenza botanica delle isole minori circumsiciliane. II. Note tassonomiche e geobotaniche sulla flora delle Isole Eolie. Naturalista sicil., S. 4, 26 (3-4.): 131-145. PEDROTTI F., 1967. Notizia di ricerche fitosociologiche sulle pinete e pino d'Aleppo della valle del Serra (Terni). Mitt. Ostalp. din. Pflanzensoz. Arbeitsgem., 7: 139-142. PEDROTTI F., ORSOMANDO E., 1971. Umbria. 10-6. Pinete della Valle del Serra. In: “Censimento dei biotopi di rilevante interesse vegetazionale e meritevoli di conservazione in Italia”. Gruppo di Lavoro per la Conservazione della Natura della Società Botanica Italiana (a cura di). Tip. Savini-Mercuri, Camerino. PERRINO E.V., TOMASELLI V., PAVONE P., BRULLO S., 2005. Risultati preliminari relativi alla vegetazione del Gargano. Inf. Bot. Ital., 37 (2): 1272-1273. PIRONE, G., 1985. Le pinete a Pino d'Aleppo (Pinus halepensis Miller) del pescarese (Abruzzo): aspetti fitosociologici. Monti e Boschi 5: 37–42. SPAMPINATO G., 1990. Osservazioni fitosociologiche sulla vegetazione forestale della valle del saraceno (Calabria nord-orientale). Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. 23(336): 733-749. VAGGE I., 2000. La vegetazione costiera dei substrati carbonatici della Spezia (Liguria orientale - Italia). Fitosociologia 37: 3-19. Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=210 http://www.apat.gov.it/site/_contentfiles/00147100/147183_rapporto_55_2005.pdf Nomi dei compilatori con e.mail Giovanni Spampinato [email protected] 383 95: Foreste di conifere delle montagne mediterranee e macaronesiche 95A0 : Pinete oromediteranee di altitudine High oro-Mediterranean pine forests Il pino loricato (Pinus leucodermis Ant.) sul sistema montuoso del Pollino, Giovanni Spampinato Codice CORINE Biotopes 42.7 - High oro-Mediterranean pine forests Codice EUNIS G3.61 - White-barked pine (Pinus leucodermis) forests Regione biogeografica di appartenenza Mediterranea Descrizione generale dell’habitat Balkan endemic forests of Pinus heldreichii or Pinus peuce, restricted to the southern Balkans, Northern Greece and Southern Italy. Accompaning species are Picea abies, Pinus sylvestris, Pinus mugo with understory including Juniperus sibirica, Vaccinium myrtillus, Calamagrostis arundinacea, Brachypodium pinnatum, Luzula luzuloides, Luzula sylvatica, Geranium macrorhizum. Subtypes : 42.71 White-barked pine forests Local treeline formations of Pinus heldreichii restricted to the southern Balkans, northern Greece and southern Italy, usually open and with an undergrowth formed by stripped grasslands on dry, often stony or rocky soils. 42.72 Macedonian pine woods Pinus peuce formations (Pinion peucis), restricted to the subalpine zone of the high mountains of the Balkan peninsula south to extreme northern Greece (Voras, Varnous, Rhodope). 384 Frase diagnostica dell’habitat in Italia Pinete di Pinus heldreichii o Pinus peuce, dei Balcani meridionali e nord della Grecia. Pinete mediterraneomontane e oromediteranee relittuali di Pinus leucodermis ( = Pinus heldreichii var. leucodermis) dell' Italia meridionale. Queste pinete hanno una struttura aperta con uno strato arboreo diradato e uno strato arbustivo caratterizzato da specie del genere Juniperus (J. hemispherica, J. alpina, subsp. nana). Esse spesso formano un mosaico con le praterie di altitudine a Sesleria e/o Brumus gr. erectus. Si rinvengono su substrati calcareo-dolomitici, su suoli in genere poco evoluti con roccia affiorante e sono localizzati al limite della vegetazione forestale o su costoni rocciosi all’interno della vegetazione forestale a latifoglie decidue mesofila, comunque in aree che beneficiano di fenomeni di nebbie ricorrenti. Sottotipi e varianti L’habitat presente in Italia può essere riferito ad un particolare variante che viene proposta come prioritaria. 42.71 I variante - Pinete di pino loricato (Pinus heldreichii o Pinus leucodermis) dei Balcani meridionali e della Grecia settentrionale. G3.612 : Pindus white-barked pine forests Codice Eunnis: da G3.613 a G3.616 42.71 II* variante - Pinete di pino loricato (Pinus leucodermis = Pinus heldreichii var. leucodermis) dell’Italia meridionale (Pollino, Latronico, M. Alpi, Monti di Orsomarso, Monti della Montea). Codice Corine 42711 - Italian white-barked pine forests. Codice Eunnis: G3-611 - Italian white-barked pine forests. Combinazione fisionomica di riferimento Pinus heldreichii, Pinus leucodermis (=Pinus heldreichii var. leucodermis), Juniperus alpina subsp. nana, Juniperus hemishaerica, Daphne oleoides, Berberis vulgaris subsp. aetnesis, Sorbus graeca, Cotoneaster nebrodensis. Riferimento sintassonomico Le formazioni forestali a Pinus leucodermis presenti sull’Appennino meridionale sono state riferite a due distinte associazioni vegetali entrambe inquadrate nel Daphno oleoidis-Iuniperion alpinae Stanisci 1997. Le formazioni alto montane poste a quote più elevate, al limite della vegetazione della faggeta, tra 1800 e 2100 m sono state riferite al Pino leucodermis-Juniperetum alpinae Stanisci 1997, mentre quelle montane, poste tra 1000 m e 1600, all’interno delle formazioni forestali dei Querco-Fagetea, sono state riferite da al Sorbo graecae-Pinetum leucodermis Maiorca & Spampinato 1999. Dinamiche e contatti Le pinete di pino loricato in Italia meridionale sono localizzate sul gruppo del Pollino e in alcuni sistemi montuosi attigui (Monte Alpi, Monti di Orsomarso, Monti della Montea, ecc.) sempre su substrati di natura calcareo-dolomitica a quote comprese tra 1000 e 2100 (Avolio, 1984, 1996; Pennacchini & Bonin, 1975, Bonin 1978). Quelle localizzate nelle aree alto-montane al limite superiore delle faggete fino a circa 2000 m costituiscono un particolare formazione climatofila riferita da Stanisci (1997) al Pino leucodermis-Juniperetum alpinae. In questo conteso le pinete a pino loricato prendono contatto con le praterie di altitudine del CariciSeslerietum nitidae Bonin 1978 e con aggruppamenti a Festuca bosniaca. Nella fascia delle faggete tra 1000 m e 1600 m le pinete a pino loricato costituiscono un particolare edafoclimax, localizzato sui costoni e sulle creste rocciose, riferito Maiorca & Spampinato (1999) al Sorbo graecae-Pinetum leucodermis. Queste pinete sono in stretta connessione con le praterie orofile del Seslerio 385 nitidae-Brometum erecti Bruno 1968 subass. seslerietosum apenninae Bruno 1968, che ne rappresentano uno stadio di degradazione all’interno della serie dinamica. Sulle rupi strapiombanti le pinete del Sorbo graecaePinetum leucodermis prendono contatto catenale con la vegetazione casmofila ascrivibile al Campanulo fragilis-Potentilletum nebrodensis Maiorca & Spampinato 1999, mentre sulle superfici meno acclivi, dove possono svolgersi i processi pedogenetici prendono contatto con le faggete del Ranunculo brutii-Fagetum Bonin 1967 a quote superiori ai 1400-1500 m e con quelle dell’ Anemono apenninae-Fagetum (Gentile 1969) Brullo 1984 a quote più basse. Specie alloctone Distribuzione dell’habitat in Italia BS, CL Note 1) Per questo habitat si propone di distinguere dal sottotipo della Penisola Balcanica una variante dell’Italia meridionale che per la rarità e per la forte contrazione subita nel recente passato viene proposta come prioritaria. Già nel manuale CORINE Biotopes tali habitat vengono distinti e questa classificazione è stata fatta propria anche dal sistema EUNIS. 2) La posizione sistematica di Pinus leucodermis è controversa, per alcuni autori va considerata una specie autonoma (Pinus leucodermis Antoine) per altri è semplicemente una varietà di Pinus heldreichii (Pinus heldreichii H.Christ var. leucodermis (Antoine) Markgr. ex Fitschen); altri autori infine pongono le due entità in sinonimia. Differenze morfologiche, seppur minime consentono di distinguere queste due entità. Le pinete a pino mugo dell’Appennino centrale vanno riferiti all’habitat 4070 “Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum (Mugo-Rhododendretum hirsuti)”. Riferimenti Bibliografici AVOLIO S., 1984. Il pino loricato (Pinus leucodermis Ant.). Annali Istituto Sperimentale per la Selvicoltura 17: 79-153. AVOLIO S., 1996. Il pino loricato (Pinus leucodermis Ant.) emblema del Parco Nazionale del Pollino. Volume Ecosistemi Forestali Studi e Ricerche. Edizioni Prometeo: 1-140. BONIN G., 1978. Contribution a la connaissance de la végétation des montagnes de l’Apennin centromeridional. PhD thesis. Faculté des Sciences et Techniques St. Jérôme, Aix - Marseille III., France. GARGANO D., BERNARDO L., 2006. Defining populations structure and environmental suitability for the conservation of Pinus leucodermis Antoine in Central Mediterranean areas". Plant Biosystems. 140(3): 245254. MAIORCA G., SPAMPINATO G., 1999. La vegetazione della riserva naturale orientata “Valle del Fiume Argentino” (Calabria Nord-Occidentale). Fitosociologia, 36 (2): 15-60. PERUZZI L., CESCA G., 2002. Pinus laricio Poir. and Pinus leucodermis Antoine: karyotype analysis in Calabrian populations (Southern Italy). Caryologia 55: 21-25. PENNACCHINI V., BONIN G., 1975. Pinus leucodermis Ant. et Pinus nigra Arn. en Calabre septentrionale. Ecologia Mediterranea, 1: 35-61. STANISCI A., 1997. Gli arbusteti altomontani dell’Appennino centrale e meridionale. Fitosociologia 34: 3-46. TODARO L., ANDREU L., D’ALESSANDRO C.M., GUTIÉRREZ E., CHERUBINI P. SARACINO A., 2007. Response of Pinus leucodermis to climate and anthropogenic activity in the National Park of Pollino (Basilicata, Southern Italy). Biological Conservation, 137(4): 507-519. 386 Riferimenti Bibliografici online http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=1253 Nomi dei compilatori con e.mail Giovanni Spampinato [email protected] 387 VII° - ALLEGATI SELEZIONATI 11. ALLEGATI 11.2 Selezione Indicatori 388 QUADRO DEGLI INDICATORI PER LA RACCOLTA DEI DATI AMBIENTALI RELATIVI AI PIANI DI GESTIONE NELLE AREE SICDELLA REGIONE BASILICATA CON RIFERIMENTO ALLO SCHEMA DPSIR (DRIVING FORCES, PRESSIONI, STATO, IMPATTI E RISPOSTA). A CURA DI ENEA In conformità al modello DPSIR l'informazione ambientale viene acquisita attraverso l’identificazione di: • Determinanti: fattori sottesi e connessi al trend di sviluppo e che influenzano le condizioni ambientali. Sono util per individuare le relazioni esistenti tra i fattori responsabili delle pressioni e le pressioni stesse, per aiutare i decisori nell'identificare le fonti di esternalità negative su cui intervenire per ridurre le problematiche ambientali. Essi comprendono le attività antropiche che hanno relazioni con le tematiche ambientali, quali l’urbanizzazione, la popolazione, l’agricoltura, l’industria, il turismo e così via; • Pressioni: sono le variabili che possono essere responsabili del degrado ambientale. Servono per individuare • e quantificare le cause che comportano cambiamenti nello stato ambientale. Ogni determinante può esercitare • pressioni diverse sull’ambiente. • Stato: attraverso opportuni indicatori, definisce le condizioni in cui versa l'ambiente naturale e sociale all'istante considerato e permette di valutare il grado di compromissione dell'ambiente stesso; • Impatti: la loro determinazione rende esplicite le relazioni causa-effetto tra pressioni e stato • dell’ambiente. • Risposte: racchiudono gli sforzi operativi compiuti dalla società (politici, decisori, pianificatori, etc.) per migliorare la qualità di vita e dell'ambiente. Esse possono essere indirizzate a migliorare lo stato dell’ambiente, ad esempio attraverso opere di riqualificazione ambientale o di bonifiche, ma possono anche incidere sulle pressioni, mirando a ridurne l’entità. 389 TEMI sottocategoria OBIETTIVO I N D I C A T O R I D(Determinanti) P Biodiversità (tendenze e cambiamenti) (B) Componente Valutare lo stato e B.D.1 Superficie Flora/vegetazione le tendenze urbanizzata evolutive della biodiversità sui territori di studio. Oggetto di analisi sono specie, habitat ed ecosistemi S (Stato) (Pressione) B.P.1 incremento della superficie urbanizzata B.P.2 Consumo habitat di B.P.3 Densità delle infrastrutture di comunicazione entro il sic I (Impatto) R (Risposta) B.S.1 B.I.1 perdita di B.R.1 tipo e Condizione e trend di alcune specie vegetali indicatrici (da identificare in campo per ogni sito) B.S.2 Diversità paesistica per la aree protette biodiversità per distruzione ed alterazione di habitat superficie degli habitat della direttiva habitat B.I.2 alterazione di popolazioni sensibili B.R.2 Finanziamento delle aree naturali protette B.P.4 Grado di frammentazione da urbanizzazione ed infrastrutture B.P.5 specie aliene divenute infestanti B.P.6 introduzione di semi e piante per usi forestali e di mitigazione Componente Non di nostra pertinenza 390 Fauna Paesaggio (P) Valutare il grado di conservazione dei vari paesaggi naturali/culturali … P.P.1 P.S.1 Adiacenza detrattori ambientali: cave discariche a CLASS AREA (CA) … P.S.2 NUMBER / OF P.P.2 P.S.3 Pressione sull'habitat dovuta alle attività di tipo agricolo P.S.4 P.P.3 PATCHES (NUMP) PATCH (MPS) MEAN SIZE SHANNON'S DIVERSITY INDEX (SDI) PRESSIONE ANTROPICA SULL’AREA SIC P.P.4 PRESSIONE SULL'HABITAT DOVUTA ALLE ATTIVITÀ DI TIPO TURISTICO P.P.5 NUMERO E SUPERFICIE DEGLI ELEMENTI DI DEGRADO Agricoltura Valutare le interferenze (A) dell’attività agricola sul patrimonio naturale e la … … Non di nostra pertinenza … validità delle politiche agricole sulla salvaguardia della biodiversità Foreste Valutare lo stato e le … 391 (F) tendenze evolutive delle foreste in quanto indicatori primari di … Non di nostra pertinenza … … stabilità/instabilità ecologica del territorio Desertificazione (D) Valutare lo stato e le tendenze evolutive dei principali processi di desertificazione D.S.1..Indice ESAS 392 SCHEMA INDICATORI BIODIVERSITA’ DRIVING FORCES RISPOSTE B.R.1 tipo e superficie degli habitat della direttiva habitat B.R.2 Finanziamento delle aree naturali protette B.D.1 Superficie urbanizzata PRESSIONI STATO B.P.2 Consumo di habitat B.S.1 Condizione e trend di alcune specie vegetali indicatrici (da identificare in campo per ogni sito) B.P.3 Densità delle infrastrutture di comunicazione entro il sic B.S.2 Diversità paesistica per la aree protette B.P.1 incremento della superficie urbanizzata B.P.4 Grado frammentazione urbanizzazione infrastrutture di da ed B.P.5 specie aliene divenute infestanti IMPATTI B.I.1 perdita di biodiversità per distruzione ed alterazione di habitat B.I.2 alterazione di popolazioni sensibili B.P.6 introduzione di semi e piante per usi forestali e di mitigazione 393 SCHEMA INDICATORI PAESAGGIO DRIVING FORCES RISPOSTE Integrare con indicatori di agricoltura, foreste….. Integrare con indicatori di agricoltura, foreste….. PRESSIONI P.P.1 Adiacenza a detrattori ambientali: cave / discariche P.P.2 Pressione sull'habitat dovuta alle attività di tipo agricolo P.P.3 PRESSIONE ANTROPICA SULL’AREA SIC P.P.4 SULL'HABITAT PRESSIONE DOVUTA ALLE ATTIVITÀ DI TIPO TURISTICO P.P.5 NUMERO E SUPERFICIE DEGLI ELEMENTI DI DEGRADO STATO P.S.1 CLASS AREA (CA) P.S.2 NUMBER (NUMP) OF PATCHES IMPATTI Integrare con indicatori di agricoltura, foreste….. P.S.3 MEAN PATCH SIZE (MPS) P.S.4 SHANNON'S DIVERSITY INDEX (SDI) 394 SCHEMA INDICATORI DESERTIFICAZIONE DRIVING FORCES RISPOSTE Programmazione Regionale …PSR Integrare con indicatori di agricoltura, foreste….. Integrare con indicatori di agricoltura, foreste…..altro PRESSIONI STATO USO DEL SUOLOÆ Integrare con indicatori di agricoltura, foreste…..ALTRO D.S.1..Indice ESAS USO DELL’ACQUAÆ Integrare con indicatori di agricoltura, foreste…..ALTRO Indice di Qualità del Clima (Climate Quality Index, CQI), USO DELLE RISORSE NATURALIÆ Integrare con indicatori di agricoltura, foreste…..ALTRO Indice di Qualità del Suolo (Soil Quality Index, SQI) Indice di Qualità della Vegetazione (Vegetation Quality Index, VQI) Indice di Qualità della Gestione del Territorio (Management Quality Index, MQI). IMPATTI Degrado del ESAS Degrado della SQI Degrado della VQI Degrado della CQI Degrado della MQI 395 DESCRIZIONE DEGLI INDICATORI E METODI DI MISURA INCREMENTO DELLA SUPERFICIE URBANIZZATA URBANIZZATA DELL'HABITAT CONSUMO Biodiversità B.P.3 SUPERFICIE Biodiversità B.P.2 Descrizione Obiettivo Metodi di misura DELL’INDICATORE Biodivers ità B.P.1 NOME Biodivers ità B.D.1 TEMA Cod id. indic atore DENSITÀ DI HABITAT DELLE INFRASTRUTTURE DI COMUNICAZIONE ENTRO L'HABITAT Unità di misura Possibile rappresentazi one Sorgente dei dati Analisi, rappresentazione e distribuzione delle superfici urbanizzate Verificare il livello di antropizzazione del territorio Misure da dati esistenti % Tabella, grafico, mappa Corine landcover Considera la variazione della superficie urbanizzata all’interno del sic o nella bufferzone Considera la variazione della superficie degli habitat e la riduzione in relazione alla presenza antropica Si valutano i chilometri di ferrovie e strade suddivise per le diverse tipologie. Verificare le variazioni da pressione da urbanizzazione Misure da dati esistenti % Tabella, grafico, mappa Corine landcover Verificare velocità ed entità della riduzione degli habitat Variazione di superfici ha ha Diagrammi Dati di campo e foto interpretazion e da serie storica L'indicatore considera la pressione generata dalla presenza di infrastrutture di comunicazione sul territorio delle AP Si contano i Km delle diverse infrastrutture di comunicazione rispetto alla superficie delle AP. N° km Istogramma in pila riportante in ascissa l'aggregato territoriale di interesse e in ordinata i Km di strade scomposti nelle 5 categorie (comunali, provinciali…). Uffici cartografici regionali, 396 B.P.4 Biodiversità B.P.5 Biodivers ità SPECIE ALIENE DIVENUTE INFESTANTI B.P.6 Biodiversità INTRODUZIONE DI SEMI E PIANTE PER USI FORESTALI E DI MITIGAZIONE Paesaggio P.P.2 Paesaggi o P.P.1 GRADO DI FRAMMENTAZIONE DA URBANIZZAZIONE E INFRASTRUTTURE ADIACENZA A DETRATTORI AMBIENTALI: CAVE / DISCARICHE PRESSIONE SULL'HABITAT DOVUTA ALLE ATTIVITÀ DI TIPO AGRICOLO Indicatore deputato alla verifica della continuità all’interno del Sic e nella buffer zone, in relazione alle reti viarie, l’urbanizzazione, le infrastrutture Indicatore deputato all’analisi della distribuzione ed invasività delle specie alloctone Conoscere la quantità e la provenienza di semi e piante evitando inquinamento genetico e la diffusione di piante non autoctone durante "interventi di recupero ambientale" (post incendi e comunque a seguito di calamità o forti stress ambientali). Indicatore che stima la vicinanza a detrattori ambientali Indicatore di pressione di specifiche attività economiche legate all’agricoltura Verificare il grado di frammentazione del sistema ambientale Utilizzo del corine landcover (ove disponibile il Corine biotopes) numer o Mappe e diagrammi Corione landcover, corine biotopes Verificare la presenza e abbondanza delle specie aliene e la relazione con lo stato di salute degli habitat Controllo delle quantità di specie prodotte e loro relativo commercio al fine di verificare la capacità produttiva di specie autoctone ed eventualmente incrementare la produzione ed il controllo di qualità, con relativa certificazione. Analisi di campo e valutazioni qualiquantitative. Distribuzione spaziale e mappatura Rapporto tra sementi richieste per interventi di riforestazione e quantità prodotte dai centri del CF o da centri autorizzati. Numer o/para metro Diagrammi, mappe Analisi di campo kg e n.di individ ui Grafica. Centri lavorazione semi del C.F.S. ; Azienda Regionale Forestale; Associazione Nazionale Aziende Regionali delle Foreste. Verificare in termini quali-quantitativi la distanza del detrattore dall’area sic e/o bufferzone Si vuole ottenere una stima generale della pressione delle attività agricole nel sic e nella buffer zone Distanza in km Km Grafico, mappa Dati di campo, dati regionali Elaborazione numerica a partire da dati esistenti numer o Grafici e/o mappe in caso di possibilità di georeferenzia zione dei dati. ISTAT, Regioni, Corine landcover. 397 PRESSIONE Paesaggio P.P.4 Paesaggio P.P.3 PRESSIONE SULL'HABITAT ANTROPICA SULL’AREA SIC DOVUTA ALLE ATTIVITÀ DI TIPO TURISTICO Indicatore generale che stima la pressione antropica sulle aree protette generata dall'urbanizzazione, il popolamento e dalle attività economiche. Indicatore ricavato dalla somma di indicatori specialistici: Pressione da attività economiche sulle aree protette, Pressione da popolamento sulle aree protette, Pressione da urbanizzazione sulle aree protette. Si utilizzano i dati ricavati dagli indicatori: Pressione da attività economiche sulle aree protette, Pressione da popolamento sulle aree protette, Pressione da urbanizzazione sulle aree protette. Kmq, numer o Istogrammi, mappe ISTAT, Regioni Indicatore generale di pressione turistica che considera sia la pressione derivante dalle presenze turistiche sia quella derivante dalle infrastrutture ad uso turistico all'interno delle AP. Si vuole ottenere una stima generale della pressione turistica all'interno dei comuni delle AP. Elaborazione numerica a partire da dati esistenti derivati da indicatori specialistici. numer o Grafici e/o mappe in caso di possibilità di georeferenzia zione dei dati. ISTAT, Regioni, APT regionali e provinciali. 398 Gli elementi di degrado sono generalmente elementi eterogenei rispetto ad un determinato paesaggio, per natura, tipologia, scala, forma, texture, ecc. E' evidente che il loro numero e la superficie percentualmente occupata da essi ha un riflesso importante sulla qualità visiva del paesaggio. E' in senso lato un modo semplice per misurare l'eterogeneità. Definire la qualità visiva del paesaggio attraverso l'assenza/presenza di elementi detrattori. Si può percentualizzare l'area occupata dagli elementi di degrado, tenendo conto della loro altezza, che può essere ribaltata considerando l'area occupata conseguente. numer o, ha Cartografia tematica, tabelle e istogrammi CTR e indagini dirette CONDIZIONE E Questo indicatore mette in evidenza la dinamica delle popolazioni di specie indicatrici presenti nel sito. Fornire il quadro di salute delle popolazioni che hanno un particolare valore di bioindicazione N di specie indicatrici Oppure, densità delle popolazioni, Oppure Distribuzione delle popolazioni Numer o/para metro Tabella, rapporto grafico, mappe dati di campo, Si intende la diversità all'interno dell’area (sensu Shannon) riferita al numero di tipi di uso del suolo affini rilevati da CORINE. Quantificare la diversità paesistica sul territorio Elaborazione di coperture di CORINE Landcover. N° numerica Corine landcover (mappe di vegetazione/h abitat redatte dal piano) Biodiversità B.S.2 NUMERO Biodiversità B.S.1 Paesaggio P.P.5 E SUPERFICIE DEGLI ELEMENTI DI DEGRADO TREND DI ALCUNE SPECIE VEGETALI INDICATRICI (DA IDENTIFICARE IN CAMPO PER OGNI SITO) DIVERSITÀ PAESISTICA PER LA AREE PROTETTE 399 Quantificare le classi di uso del suolo nel sic e nella bufferzone Somma delle aree di tutte le patch appartenenti ad una determinata classe di uso del suolo N° Tabelle, mappe NUMBER OF PATCHES (NUMP) Questo indice mette in evidenza la frammentazione delle singole classi all’interno del sic Verificare il livello id frammentazione delle singole classi Numero di patch appartenenti ad una stessa classe o numero di patch totali presenti nel paesaggio N° Tabelle, mappe MEAN PATCH SIZE (MPS) è un indicatore della grana del paesaggio e quindi della frammentazione Verificare il livello id frammentazione delle singole classi Area media delle patch di una determinata classe o di tutte le patch del paesaggio ha Tabelle, mappe Paesaggio P.S.4 Questo indice quantifica le classi di uso del suolo nel sito Paesaggio P.S.3 CLASS AREA (CA) Paesaggio P.S.2 Paesaggio P.S.1 SHANNON'S DIVERSITY INDEX (SDI) Lo SDI misura la diversità presente nel paesaggio in base al numero di classi presenti e alla superficie relativa occupata da ogni classe. L’indice di Shannon, può variare tra zero e l’infinito, aumenta al crescere del numero dei tipi di elementi e/o quando le classi tendono ad occupare superfici simili Misura la diversità in termini paesaggistici Indice di Shannon N° Tabelle, mappe Corine landcover (mappe di vegetazione/h abitat redatte dal piano) Corine landcover (mappe di vegetazione/h abitat redatte dal piano) Corine landcover (mappe di vegetazione/h abitat redatte dal piano) Corine landcover (mappe di vegetazione/h abitat redatte dal piano) 400 PERDITA DI Biodiver sità B.I.2 INDICE ESAS Biodiversità B.I.1 Desertificazione D.S.1.. BIODIVERSITÀ PER DISTRUZIONE ED ALTERAZIONE DI HABITAT ALTERAZIONE DI POPOLAZIONI SENSIBILI Verifica della vulnerabilità ambientale mediante un set di indici che compongono l’indice ESAS (l’Indice di Qualità del Suolo (Soil Quality Index, SQI), L’Indice di Qualità del Clima (Climate Quality Index, CQI), l’Indice di Qualità della Vegetazione (Vegetation Quality Index, VQI), l’Indice di Qualità della Gestione del Territorio (Management Quality Index, MQI). Verifica della stabilità/vulnerabilità dell’area e del complesso di fenomeni di degrado espressi col termine di desertificazione Ha la funzione di mettere in evidenza l’eventuale evoluzione soprattutto in termini di estensione di particolari habitat di riferimento. Monitorare l’evoluzione di eventuali situazioni critiche che minacciano la presenza di habitat importanti per la conservazione della natura Monitorare set di indicatori ambientali molto sensibili Modifica dell’entità e della stabilità delle popolazioni sensibili al cambiamento ESAI = (SQI * CQI * VQI * MQI)1/4 SQI = (Roccia madre * Tessitura * Pietrosità * Profondità del suolo * Drenaggio * Pendenza)1/6 CQI = (Precipitazioni annue *Aridità*Esposizione dei versanti)1/3 VQI = (Rischio d’incendio * Protezione dall’erosione * Resistenza alla siccità * Copertura vegetale) ¼ MQI = (Intensità d’uso del suolo * Politiche di protezione) ½ Valutazione delle differenze nel tempo relative all’estensione di particolari habitat Valutazione delle differenze nel tempo in termini quantitativi num mappa Sa dati esistenti N° ha mappe N° oppure ha Diagrammi , mappe Mappatura con campagne a terra e verifica da serie storica di immagini aereofografich e Da dati di campo 401 Biodivers ità B.R.5 Biodiversità B.R.4 TIPO E SUPERFICIE DEGLI HABITAT DELLA DIRETTIVA HABITAT FINANZIAMENTO DELLE AREE NATURALI PROTETTE Mappa e descrizione degli habitat naturali presenti in direttiva Habita sul territorio in esame Visualizzare le potenzialità del territorio rispetto alla possibilità di garantire la conservazione e la valorizzazione degli aspetti naturalistici. Censimento sulla base dell’allegato I della dierettiva habitat N° ha Tabelle, mappe Dati a terra e fotointerpreta zione Finanziamento dedicato all’are a in esame Valutare che percentuale del bilancio dello Stato è dedicato all’ area Verifica del Bilancio dello Stato e delle Regioni. euro Grafico Ministero ambiente, Regione Basilicata, Province 402 VII° - ALLEGATI SELEZIONATI 11. ALLEGATI 11.3 Matrice “Strumenti di Gestione Territoriale” 403 RETE NAT2000 DI BASILICATA - MISURE DI TUTELA E DI CONSERVAZIONE - LIVELLI DI REGOLAMANTAZIONE CODIC E DEL SITO LIMITI AMMINISTRATIVI PIANO URBANIST. COMUNALE IT9210 105 PARCO R. delle DOLOMITI LUCANE PCV PietrapertosaCastelmezzano IT9220 130 PARCO R. delle DOLOMITI LUCANE PCVAccetturaCalciano-Oliveto L. IT9220 030 PARCO R. delle DOLOMITI LUCANE PCVAccetturaPietrapert.Cirigliano PARCO R. delle IT9220 CHIESE RUPESTRI 135 IT9210 C.di Laurenzana 005 IT9210 142 C.di Pignola IT9210 C.Atella Rionero Melfi 140 IT9210 300 PARCO NAZIONALE DEL POLLINO IT9220 C.di Matera 144 Miglionico-Grottole IT9210 C. di Atella - Melfi 210 Rionero IT9210 C. Picerno - Potenza 215 Grassano IT9220 C.di Grottole Garaguso 260 PIANO PIANO DEL PARCO PAESIS TICO NAZIONALE PIANO DEL PARCO REGIONAL E PIANO FORESTALE DI ASSESTAMENTO RISERVA NATUR. REGIONALE P.F.A. di Pietrapertosa Region ale P.F.A. di Pietrapertosa Monte Croccia Non Redatto P.F.A. di Pietrapertosa VIGENTE PCV Matera Montescaglioso Abetina di Laurenzana PCV PCV RISERVA NATUR. STATALE Region ale Lago Pantano Grotticelle PCV Non Redatto PCV di Francavilla sul Sinni P.F.A. di Francavilla sul Sinni PCV Region ale Lago Piccolo di Monticchio P.F.A. di Picerno 404 Calciano IT9210 020 IT9210 240 IT9210 205 IT9210 115 IT9210 180 C.di Tricarico-AlbanoTolve C.di Calvello Marsiconuovo C.Calvello MarsicoV. Marsiconuovo. C.di Abriola - Sasso Castalda C.di Viggiano Marsicovetere IT9210 143 C.Spinoso GrumentoMontemurro P.F.A. di Tricarico P.F.A. di Calvello P.F.A. Sasso di Castalda Region ale C.S.Martino-AlianoGallicchio Missanello Roccanova-Armento IT9210 C.di S.ChiricoRaparo 195 Castelsaraceno IT9210 220 IT9210 200 IT9210 165 IT9210 185 IT9210 075 IT9210 145 P.F.A. di S.Chirico Raparo Region ale C. Lagonegro Rivello Nemoli - Lauria P.F.A.di LagonegroRivello Lago Laudemio C.di C.SaracenoLatronico-Lauria C.di LauriaCastelluccio Sup. PARCO NAZIONALE DEL POLLINO PARCO NAZIONALE DEL POLLINO IT9210 C.di Muro Lucano 190 P.V.C:Terranova del P. San Severino Francavilla sul Sinni PVC.di ViggianelloSan Severino L.FardellaChiaromonte Region ale Non Redatto P.F.A.di San Severino Lucano - Francavilla sul Sinni - Viggianello PCV 405 IT9210 010 IT9210 035 IT9210 170 IT9210 110 IT9210 025 IT9210 045 IT9210 265 IT9210 015 IT9210 160 IT9210 155 IT9210 040 IT9210 141 IT9210 120 IT9210 245 IT9210 250 IT9220 090 IT9220 255 IT9220 085 IT9220 095 IT9220 C.di Ruoti Region ale C.di Pignola P.F.A. di Pignola C.di Viggiano C.di Moliterno P.F.A. di Noepoli C.di Noepoli P.F.A. di Rivello C.di Rivello Region ale C.di Trecchina C.di Maratea C.di Maratea C.di Maratea PARCO NAZIONALE DEL POLLINO C.di Lauria Non Redatto PCV di San.Severino Lucanno PCV Non Redatto PARCO NAZIONALE DEL POLLINO C.di Bernalda PCV di Terranova del Pollino PCV Region ale Metaponto C.di Ferrandina Pomarico C.di Bernalda - Pisticci C.di Pisticci Scanzano Ionico C.di Policoro- 406 Scanzano Ionico 080 IT9220 C.di Policoro055 Ritondella Bosco Pantano 407 DIRETTIVA 92/43/CE CODICE DEL SITO SUPERF.HA IT921005 321,603 ALLEG. ALLEGATO I II ALLEG.IV TIPO DI % HABITAT S/T.H. 9210* 70 3 2 9220* 30 9210* 40% 112,07 9220* 60% 3 2 IT9210015 214,699 1240 5212 5331 8310 70 10 10 10 5 1 IT9210020 1731,595 9280 100 2 2 IT9210025 284,351 9280 100 2 1 IT9210035 555,463 9210* 9180* 9220* 80 15 5 2 2 IT9210040 1210,901 9210* 9180* 80 20 4 8 IT9210045 363,686 9210* 6310 80 20 3 2 IT9210070 272,638 9210* 9220* 70 30 2 1 IT9210075 2.413,95 9210* 9180* 9220* 80 10 10 5 5 IT9210010 408 1.312,52 6310 9340 6220* 6210* 15 10 10 5 2 1 235,018 9210* 9180* 90 10 2 4 745,277 9210* 9220* 9180* 6210* 80 10 5 5 3 3 IT9210120 68,366 8214 6210* 5210 80 10 10 2 1 IT9210140 323,475 91B0 30 3 2 IT9210141 79 3140 80 IT9210142 137,806 3150 3280 6420 80 10 10 2 2 IT9210143 1.994,98 3150 80 2 1 IT9210145 968,831 9210* 9220* 9180* 6210* 8214 50 30 10 5 5 4 8 IT9210155 524,772 5330 9320 1120* 20 20 10 3 1 IT9210105 IT9210110 IT9210115 409 6220* 1240 5210 6310 10 10 10 10 292,85 5330 1120* 9320 1240 5210 6310 8310 25 20 15 15 10 10 5 2 1 1.561,08 9210* 8210 6210* 6310 9540 8130 40 30 10 10 10 5 2 4 589 9210* 9260 9220* 9180* 80 10 5 5 2 4 788,233 9220* 9210* 9180* 6210* 60 10 10 10 3 2 IT9210185 1.074,39 9210* 8214 6210* 9540 50 20 10 10 2 4 IT9210190 1.130,79 9210* 6210* 30 10 2 4 IT9210160 IT9210165 IT9210170 IT9210180 410 8310 9180* 10 5 2.020,50 9210* 6210* 40 20 2 4 2.630,60 9210* 8130 6210* 8240* 40 20 5 5 2 4 1.589,86 9210* 6210* 40 20 3 5 1.881,68 9210* 9260 3150 9180* 8320 6420 7220* 40 30 5 5 3 2 1 2 5 IT9210215 800,238 9210* 6210* 9180* 9220* 70 10 10 10 2 2 IT9210220 5.361,33 6310 100 4 1 IT9210240 1.634,63 9210* 6210* 9180* 9220* 70 15 10 5 3 2 IT9210245 457,598 9540 9210* 6210* 40 30 20 2 1 IT9210195 IT9210200 IT9210205 IT9210210 411 8210 10 IT9210250 148,186 6210* 9380 70 30 3 5 IT9210265 891,129 9340 6310 40 30 2 2 IT9220030 514,458 9210* 9180* 95 5 4 1 856,755 91F0 2250* 1410 2120 5230* 6310 50 10 10 10 5 5 2 3 651,584 2250* 2230 2120 2190 1410 1310 30 20 20 10 10 10 4 2 IT9220085 496,413 2120 1310 2250* 1420 1410 2190 2240 30 25 20 10 5 5 5 3 2 IT9220090 472,547 2250* 2190 1310 1410 20 20 15 10 3 2 IT9220055 IT9220080 412 1420 2120 2130* 2220 2240 10 10 5 5 5 429,137 1310 1410 2190 2240 2250* 2120 1420 30 25 20 10 5 5 5 2 2 IT9220130 4.249,29 91B0 9340 6310 9210* 60 15 15 10 4 4 IT9220135 5.674,26 6310 10 5 3 IT9220144 2.122,49 3150 80 3 2 IT9220255 671,561 6220* 100 3 2 IT9220260 779,475 6220* 3280 70 30 3 2 IT9220095 413