equine milk – e - Il Portale del Cavallo

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equine milk – e - Il Portale del Cavallo
LATTE EQUINO – PRIMI RISULTATI SULLE CARATTERISTICHE
QUANTI-QUALITATIVE IN CAVALLE DI RAZZA MURGESE E TPR(1)
EQUINE MILK – EARLY RESULTS ON PRODUCTION
QUANTITATIVE-QUALITY ON MARES OF BREED MURGESE E TPR(1)
PINTO F.(2) , FACCIA M.(2), DI SUMMA A.(2) , M AST RANGELO G.(3)
da: Ippiatria e Ippologia, 2001, VII, 2, 7-19
RIASSUNTO
I risultati ottenuti evidenziano differenze significative, sia nei volumi prodotti che nella composizione
chimica, tra latti prodotti da giumente di razza Murgese e razza TPR. A livello quantitativo, la razza TPR è
indubbiamente vocata alla produzione lattiera, garantendo livelli produttivi elevati sino al termine della
lattazione. Dal punto di vista qualitativo, l’indagine ha evidenziato differenze sia nel contenuto in grasso che in
quello proteico: il grasso è stato il costituente che più degli altri ha risentito dell’influenza alimentare, e dei due
genotipi a confronto, i soggetti di razza Murgese sono stati quelli che hanno presentato valori più elevati. Con
riferimento ai fabbisogni alimentari dei puledri, dai dati riscontrati, possiamo affermare che nei puledri di razza
Murgese l’incremento di un chilogrammo di peso vivo è ottenuto utilizzando 8 litri di latte materno nel primo
mese di vita, mentre al quarto mese il fabbisogno per lo stesso incremento sale a 12 litri, valori nettamente
superiori a quelli forniti dai soggetti TPR, i quali, qualora la produzione del latte equino diventasse una realtà
anche nell’Italia meridionale, sono da preferire anche per questa nuova realtà produttiva non ancora sfruttata
dalle nostre aziende pugliesi.
A BSTRACT
The results obtained show significant differences, both in the amounts produced and in the chemical
composition, between milks from Murgese and TPR mares. TPR breed seems to be more prone to milk
production, offering higher productive levels until the end of lactation. As regards milk quality, differences are
detectable both in fat and protein content: fat is deeply influenced by feeding, and higher contents have been
observed in milk of Murgese. As far as the foal alimentary requirements are concerned, the Murgese breed needs
8 L milk during the first month of life to get a 1 kg weight increase and 12 L at 4 months of life: such values are
significantly higher than those observed for TPR foals. This findings suggest that TPR breed should be preferred
in the Apulian farms in view of the utilization of equine milk as new product in the Southern areas of Italy.
PREMESSA
Nel
nostro
paese
il
problema
dell’utilizzazione delle risorse produttive nelle
attività agro-zootecniche rappresenta una precisa
esigenza in un assetto geologico in cui gran parte
del territorio pone grandi limiti allo sviluppo di
sistemi a produzione intensiva, pertanto, lo
sfruttamento delle aree marginali, si pone come
condizione essenziale per meglio armonizzare il
ruolo delle popolazioni animali nella produzione
con le problematiche ambientali, mediante un più
flessibile utilizzo del territorio. La ricerca è
finalizzata al recupero ed al rilancio delle razze
equine locali che, attraverso produzioni alternative,
potrebbero sicuramente svolgere un ruolo
importante nello scenario zootecnico del nostro
territorio e di quello nazionale più in generale. In
tale ottica ci si è posti come obbiettivo
l’utilizzazione del latte di razze equine autoctone e
di quelle razze che ben si sono adattate alle
condizioni pedoclimatiche del nostro territorio.
Inoltre il latte equino ben si presta ad una
1.
2.
utilizzazione commerciale diversificata, potendo
così contribuire e risolvere per molte aziende agrozootecniche l’ormai annoso problema che ci vede
chiaramente in difficoltà nel contesto europeo per il
contingentamento della produzione di latte bovino.
Il secreto mammario ben si presta per una
utilizzazione
commerciale
diversificata
ed
indirizzata al settore cosmetico (Drogoul et
Montenot, 1990; Cotte, 1991; Balestra, 1995),
alimentare (Travia, 1986; Cogourdant et Drogoul,
1988; Drogoul et Montenot, 1990; Doreau 1994) e
farmaceutico (Cogourdant et Drogoul, 1988; Heger,
1988; Drogoul et Montenot, 1990; Doreau 1991),
per cui ben si comprende l’importanza che questo
prodotto può avere a livello quanti-qualitativo
anche se a tutt’oggi diversi fattori di ordine
genetico, fisiologico (Sutton et al., 1977) e
alimentare non sempre appaiono sufficientemente
definiti (Neseni et al., 1958; Bouwman et Van der
Schee, 1978; Doreau et Boulot 1989; Doreau et al.,
1992; Martin et al.,1992; Martin -Rosset et Doreau,
Lavoro finanziato dal Murst 60%. Il lavoro va attribuito in parti uguali.
Dipartimento di Produzione Animale. Università degli Studi di Bari, via Amendola, 165/A 70126 Bari. www.agr.uniba.it/dpa. Email [email protected]
3. Associazione Allevatori della Provincia di Bari.
Si ringraziano i titolari delle aziende, Lamacorvotta, Capo Iazzo, e Vecchia Vallata per aver ospitato la ricerca.
1993;). Le conoscenze riguardanti, il colostro
(Minieri et Intrieri, 1970; Orlandi et al., 1992;
Vinuesa Silva et al., 1992) la composizione e
l’alimentazione, anche se abbastanza estese ed
articolate, (Linton 1937; Holmes et al., 1947; Ullery
et al., 1966; Oftedal et al., 1983; Bontempo et al.,
1994; Salimei et al., 1995) non sempre appaiono
esaurienti per quanto riguarda l’influenza, il tipo
morfologico e la razza (Doreau, 1991; Martin
Rosset et Doreau, 1993;) specie se consideriamo le
proprietà chimico-fisiche (Mariani et al., 1993;
Paglierini et al., 1993) e la composizione quantiqualitativa (Martin Rosset et al., 1978; Gibbs et al.,
1982; Doreau et al., 1986; Doreau et Boulot 1989;
Smolders et al., 1990).
Al fine di indirizzare in Puglia le razze
autoctone verso la produzione del latte,
considerando che, ad oggi, non vi sono ancora
indicazioni circa la composizione chimica del latte
del cavallo di razza Murgese e di quelle razze che
nel corso degli anni si sono ben adattate nelle
aziende pugliesi, quali il cavallo da Tiro Pesante
Rapido (TPR), il Dipartimento di Produzione
Animale dell’Università degli Studi di Bari, d’intesa
con l’Associazione Allevatori della Provincia di
Bari, ha inteso aprire un filone di ricerca su questo
prodotto. In questo contesto si inserisce il presente
studio, avente lo scopo di conoscere, almeno in
questa prima fase, le caratteristiche quantiqualitative del latte e la risposta produttiva delle
razze poc’anzi citate e allevate secondo le
consuetudini locali. Per meglio conoscerne le
potenzialità produttive e meglio individuarne i
fabbisogni alimentari, il piano alimentare
tradizionale aziendale è stato integrato con del
mangime complementare.
M ATERIALI E METODI
La ricerca, è stata condotta su 12 cavalle
clinicamente sane suddivise in 2 gruppi composti da
6 soggetti di razza Murgese e 6 di razza Tiro
Pesante Rapido (TPR), allevate presso aziende
private site in Puglia, ma i munte in precedenza e
messe a disposizione dagli allevatori delle rispettive
associazioni di razza. Le cavalle, pur appartenendo
a genotipi diversi e a proprietà diverse, sono
risultate omogenee, nell’ambito della razza, per
stato di allevamento, essendo le aziende ubicate
sullo stesso territorio e poco distante tra di loro.
Tutte le fattrici, Murgese e TPR, pluripare e di età
che variava da 6 a 15 anni, hanno presentato
rispettivamente un peso medio di 480 kg (+ 34 kg
d.s.) e di 880 kg (+ 98 kg d.s.). Nell’ambito di
ciascun gruppo è stato effettuato una suddivisione
di 3 soggetti cadauno, alimentati con due differenti
piani alimentari; un gruppo (A), seguendo le
indicazioni tipiche aziendali (fieno polifita di prato
stabile, granella di avena e crusca, a cui si è
aggiunto, sin dalla terza settimana di lattazione, del
pascolo) ed un gruppo M a cui è stato
somministrato solo fieno e mangime completo (Tab.
1). Gli alimenti sono stati somministrati due volte al
giorno (Tab. 2) soddisfacendo i fabbisogni
nutrizionali, mentre l’accesso all’acqua è stato
libero. Tale razionamento è stato mantenuto
costante fino allo svezzamento dei puledri (180 d),
nonostante i fabbisogni della fattrice calino con il
diminuire della produzione di latte, in
considerazione del fatto che a partire dalla fine del
primo mese di vita anche il puledro comincia ad
alimentarsi con lo stesso mangime in quantità
progressivamente crescente.
Tutti i soggetti sono stati alloggiati di notte
con i puledri in box singoli su lettiera di paglia e
dotati di mangiatoia ed abbeveratoio La
somministrazione della razione avveniva due volte
al giorno la mattina alle 8 e il pomeriggio tardi alle
18.
L’analisi chimica degli alimenti è stata
effettuata (Tab. 3) seguendo le metodiche proposte
dalla Commissione Valutazione degli Alimenti
(A.S.P.A., 1980) mentre il valore nutritivo è stato
stimato secondo le indicazioni del NRC (1989). Le
fattrici, dopo il parto e fino allo svezzamento dei
puledri, sono state controllate periodicamente ogni
quindici giorni per la produzione quanti-qualitativa
del latte, mediante mungitura manuale, seguendo le
indicazioni di Doreau e Boulot (1989). Al fine di
verificare il potenziale reale del genotipo in
osservazione la mungitura è stata eseguita senza
utilizzare alcun tipo di farmaco ma con la sola
presenza del puledro. La produzione quantitativa è
stata stimata seguendo le indicazioni di un nostro
precedente lavoro (Pinto et al., 1998), mentre per gli
aspetti qualitativi i campioni, immediatamente
refrigerati a 4°C, sono stati trasportati in laboratorio
e sottoposti, in doppio, alle seguenti determinazioni
analitiche: pH ed acidità titolabile (gradi SoxhletHenkel); N totale, sieroproteico e non proteico
(NPN) (Aschaffenburg e Drewry, 1959); N
caseinico (N totale – N non caseinico) ed N relativo
alla proteina vera (N totale – NPN), per differenza;
grasso con metodo Gerber; residuo secco a 110°C;
ceneri mediante calcinazione del residuo secco a
550°C; lattosio con metodo enzimatico; densità a
15°C. Per il calcolo dell’ energia grezza (Mj/kg) si è
fatto ricorso ai coefficienti riportati da Oftedal et al
(1983). I campionamenti nel corso della lattazione
sono stati effettuati alle età tipiche di 10, 30, 60, 90,
120 e 180 giorni.I dati ottenuti sono stati sottoposti
ad elaborazione statistica utilizzando la procedura
GLM (SAS, 1990). Le differenze statistiche fra i
valori medi stimati sono stati valutati mediante il
“t” di Student. La stima relativa alla dieta è stata
ottenuta con le soluzioni degli effetti principali
impiegando il seguente modello statistico:
YijE = M + A i + Bj + (AB)ij + Eijk
YijE = osservazione sperimentale
M = media generale
A i = razza
Bj = alimento
Eijk = errore casuale
RISULTATI E DISCUSSIONE
In Tab. 4 vengono riportati i dati relativi
all’analisi del pH, acidità totale e densità nel corso
della lattazione: dall’esame della tabella non si
rilevano differenze significative tra i genotipi né
alcuna influenza da parte dell’alimentazione su
questi parametri fisico-chimici, che risultano,
invece, prevalentemente correlati allo stadio di
lattazione. I dati relativi al primo campionamento, a
10 giorni, rivelano ancora l’influenza della fase
colostrale: il pH risulta mediamente di poco
superiore alla neutralità (7,03 circa), l’acidità
titolabile è mediamente pari a 4,1 °SH, la densità
media intorno a 1,034. Nei successivi stadi della
lattazione il pH tende a scendere fino valori di 6,94
- 6,95, l’acidità titolabile giunge fino al valore
minimo di circa 2,4 °SH nei soggetti Murgesi
alimentati con la razione aziendale, valori questi
corrispondenti a meno della metà di quelli di un
normale latte di vacca, e la densità si attesta
mediamente a 1,032 verso la fine della lattazione. Il
progressivo decremento dell’acidità titolabile fino al
180° giorno, con variazione pari circa al 40%, è
essenzialmente imputabile alla riduzione del tenore
proteico, e caseinico in particolare. Questi bassi
valori acidimetrici tendono ad avvicinarsi a quelli
ancora più bassi riportati da Tsujii et al.(1985).
I risultati delle determinazioni del residuo
secco hanno evidenziato valori medi di 11,77%
nella prima fase per poi attestarsi intorno a valori di
9,81 a fine lattazione, senza far rilevare differenze
significative né in ambito genotipo che in quello
alimentare. Stesso andamento lo riscontriamo a
livello delle ceneri che con valori di 0,52% – 0,53%
dalla fase iniziale passano a valori medi di 0,45 –
0,43 a fine lattazione, andamento segnalato anche
da altri Autori che del fenomeno hanno data ampie
conferme (Bouwman et al., 1978; Intrieri e Minieri,
1969; Martin et al., 1992; Neseni et al., 1958;
Oftedal et al., 1983; Schryver et al., 1986; Ullrey et
al., 1966 - Tab. 5). Il lattosio pur non presentando
differenze significative sia in ambito genotipico che
alimentare, evidenzia un andamento crescente,
peraltro documentate da molti AA, con valori che
tra un minimo di 6,94% ed un massimo di 7,05% a
fine lattazione (Bouwman et al., 1978; Doreau et
al., 1992; Intrieri e Minieri, 1969; Smolders et al.,
1990; Ullery et al., 1966).
Analizzando le frazioni azotate si evince
che tutte variano in maniera statisticamente
significativa in ambito genotipico, manifestando
così una differenza tra il cavallo Murgese e il TPR
che si protrae per tutta la lattazione; per questi
componenti si rileva, inoltre, un continuo e
progressivo decremento (Tab. 6). Si può ritenere
che, sia in assoluto che come andamento, i valori
proteici dei genotipi oggetti della nostra ricerca
concordano globalmente con quanto rilevato da
Ullrey et al., (1966), Oftedal et al., (1983); Doreau
et al., (1990); Martin et al., (1992) e Mariani et al.,
(1993).
Il contenuto di grasso, mediamente pari al
1,15% nei primi dieci giorni di lattazione, prosegue
con un andamento decrescente presentando valori
medi del 0,95, 0,75, 0,68, 0,65 e 0,60%
rispettivamente al primo, secondo, terzo, quarto e
sesto mese (Tab. 7). Delle due razioni quella a base
di mangime, nell’ambito del Murgese, fino al mese
di lattazione, ha fatto registrare valori leggermente
più bassi (P < 0,05) confermando così quanto
riportato da Doreau (1994) e Mariani et al. (1998)
circa la diretta influenza del concentrato sulla
diminuzione del contenuto lipidico del latte equino.
Ciò consente di ipotizzare che dei due genotipi presi
in esame, il TPR, almeno nei primi giorni della
lattazione e nelle nostre condizioni ambientali,
riesce ad assimilare la razione a base di mangime
meglio dei soggetti Murgesi, i quali a loro volta, nel
proseguo della lattazione, riescono ad annullare
questo handicap. Ciò conferma che il cavallo TPR
si è ben adattato all’ambiente Murgese tanto che
oramai sono molte le aziende che lo allevano per la
produzione della carne.
Per quanto riguarda la produzione
quantitativa notiamo che ad inizio lattazione, questa
si è aggirata intorno a valori di 19 kg/d, nel caso del
TPR e di 13 kg/d nei soggetti Murgesi, valori
peraltro riscontrati da Doreau e coll. (1986b) su
cavalle di 800 kg di peso e da Dell’Orto e coll.
(1993) su cavalle di razza Franches di circa 513 kg;
nel prosieguo della lattazione si riscontrano
differenze significative (P < 0,01) per quasi tutto
l’arco della lattazione a favore dei soggetti TPR.
Analizzando nel complesso l’andamento della
produzione, rileviamo che la quantità di latte, in
accordo da quanto osservato da Oftedal et al.,
(1983); Martin et al., (1992) su cavalli di 500 kg di
peso e da Doreau et al., (1990) e da Doreau et al.,
(1992) su soggetti di 800 kg, presenta il picco più
alto della produzione intorno ai due mesi di
lattazione con produzioni di quasi 14 kg/d nelle
giumente di razza Murgese e di 22 kg/d in quelle di
razza TPR, andamento in linea da quanto riportato
da Doreau e Boulot (198a) e da Martin-Rosset e
Doreau (1984) in cui la produzione massima la si è
scontrata dopo 60-90 giorni dal parto con una
produzione quantitativa pari al 2-3,5% del peso
corporeo.
Analizzando i dati riguardante l’aspetto
alimentare differenze significative li riscontriamo
dopo 60-90 giorni dal parto con valori superiori (P
< 0,05) a favore della razione con mangime (M). In
questo periodo, inoltre, in accordo con Doreau et
al., (1986b) Martin - Rosset et Doreau (1993) a 60
giorni dal parto verifichiamo la produzione
massima con valori di 18,69 e 17,63 kg
rispettivamente nella razione ricca di mangime e in
quella aziendale. Questo parametro presenta
un’influenza significativa (P < 0,01) per quanto
riguarda il genotipo, mentre per quanto riguarda la
razione bisogna fare un distinguo tra le due razze,
infatti il Murgese al contrario del TPR presenta dei
valori significativi (P < 0,05) soltanto a metà
lattazione mentre quando analizziamo l’interazione
genotipo x alimentazione le differenze tendono ad
annullarsi (Tab. 8).
I dati riguardante il contenuto energetico
fanno registrare un calo nel primo e parte anche nel
secondo mese, per poi stabilizzarsi per il proseguo
della lattazione. A livello alimentare constatiamo,
nel primi 30 giorni di lattazione, dei valori
statisticamente significativi (P < 0,01) a favore della
tesi della razione aziendale (Tab. 9). Questi dati si
spiegano sulla base di quanto precedentemente
esposto circa il tenore in grasso. Il contenuto
energetico del latte dei cavalli oggetto della nostra
ricerca hanno evidenziato valori medi di 2.100 kj/kg
a 10 giorni dal parto per poi scendere a valori di
1.855 kj/kg a 180 giorni. Tali contenuti energetici
concordano da quanto riportato da Oftedal e Jenness
(1988).
Infine i dati dell’I.C.A. (Tab. 10) mostrano
una media di 9,5 kg di latte per chilogrammo di
crescita nel primo mese di lattazione, leggermente
inferiore da quanto riportato da Bouwman e Van
der Schee (1978), Doreau et al. (1982), Oftedal et
al., (1983) e Doreau et al. (1986). In questo periodo
i soggetti di razza Murgese mostrano valori
statisticamente inferiori (P < 0,01) rispetto a quelli
del TPR attestandosi su 7,6 kg di latte per produrre
il chilogrammo di carne vs i 11,49 kg dei soggetti
TPR. Questa differenza si protrae fino alla fine del
terzo mese per poi attenuarsi ma sempre rimanendo
su valori significativi (P < 0,05). L’aspetto
alimentare ha avuto una incidenza inferiore, infatti
dei valori significativi (P < 0,05) li riscontriamo
solo tra i due e i tre mesi dal parto con valori
superiori a carico dei soggetti Murgesi.
Complessivamente l’andamento dell’I.C.A. tende
progressivamente ad aumentare per tutta la durata
della lattazione per giungere mediamente a valori di
15 kg di latte per produrre il chilo di carne. In
questo contesto i soggetti di razza Murgese hanno
offerto dei valori nettamente superiori a quelli di
razza TPR e questo è spiegabile in quanto hanno
sfruttato meglio le risorse proteiche ed energetiche
che la razione offriva (Peltonen et al., 1980; Doreau
et al., 1986b; Pagan et Hintz, 1986).
CONCLUSIONE
In generale, il secreto mammario dei
soggetti interessati dalla ricerca ha presentato una
composizione
chimica
piuttosto
variabile,
soprattutto a livello di proteina e di grasso. I dati
raccolti ci permettono inoltre di affermare che è
riscontrabile una differenza tra il latte prodotto dai
soggetti di razza Murgese e quello prodotto dalle
giumente TPR, in particolare nell’ambito di alcuni
costituenti chimici quali la proteina totale e le
relative frazioni: caseina, sieroproteine e azoto non
proteico. Ciò lascia supporre la presenza di
differenze significative anche nei componenti
proteici minori, quali ad il lisozima, la lattoferrina e
la lattoperossidasi, sostanze ad azione antibatterica,
che non solo avrebbero un ruolo nutrizionale di
rilievo nell’inibire la crescita dei microrganismi
eventualmente patogeni nell’intestino del neonato
(Heine, 1992 cit. da Salimei et al., 1999) ma
rivestirebbero anche uno specifico interesse da parte
dell’industria cosmetica e farmaceutica, proprio a
motivo della loro azione nell’attenuazione di stati
infiammatori dell’epidermide e del cuoio capelluto
(Cotte, 1991 cit. da Salimei et al., 1999).
Come atteso, il grasso è stato il costituente
che più degli altri ha risentito dell’influenza
alimentare, e dei due genotipi a confronto i soggetti
di razza Murgese sono stati quelli che hanno
presentato valori più elevati. Questo dato assume
grande
importanza
nell’ottica
dell’impiego
dell’alimentazione per modificare il contenuto
lipidico del latte, sia in termini quantitativi che
qualitativi, con riferimento alla composizione
acidica e, in particolare, all’incorporazione degli
acidi
grassi
a
lunga
catena
essenziali
all’accrescimento, allo sviluppo cerebrale, visivo e
immunitario dell’infante.
Per quanto riguarda, infine, i fabbisogni
del puledro, i soggetti di razza Murgese
indubbiamente presentano valori più soddisfacenti
tanto che il chilo di carne, nel primo mese di
lattazione, viene prodotto con circa 8 chili di latte
per poi salire verso i 12 chili verso il quarto mese di
lattazione, valori nettamente superiori a quelli
forniti dai soggetti TPR, i quali, qualora la
produzione del latte equino diventasse una realtà
anche nell’Italia meridionale, in termini assoluti
sono da preferire anche per questa nuova realtà
produttiva non ancora sfruttata dalle nostre aziende
pugliesi.
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Franca. 1. Indagine preliminare. IV Congresso
Nazionale BIODIVERSITA': GERMOPLASMA LOCALE
Tabella 1 - Composizione percentuale del mangime.
Componenti
Cruschello di grano tenero
Erba medica dis.
Paglia di frumento
Orzo
Carrube polpe denocciolate
Polpe di barbabietola dis.
Melasso di canna da zucchero
Soia f.e.
Girasole non decorticato f.e.
Lino expeller
Fosfato bicalcico
Carbonato di calcio
Bentonite
Sodio cloruro
Sodio bicarbonato
L-Lisina
Lievito irradiato
Magnesio carbonato
DL-Meionina
L-Treonina
Integratore vit.-min. (*)
Gruppo M
28,20
25,00
8,00
12,50
5,00
4,00
2,00
6,00
3,00
3,00
1,30
0,55
0,50
0,40
0,20
0,10
0,10
0,15
(*) Contiene per kg - Vit. A 12.000 U.I.; Vit. D3 1.200 U.I.; Vit. E (tenore in
? -tocoferoli 91%) mg 15; Vit. B1 mg 3; Vit. PP mg 150; Vit. B12 mg 0,006;
Colina Cloruro mg 75; Cobalto (carbonato basico di cobalto monoidrato)
mg 7,5; Ferro (carbonato ferroso) mg 30; Iodio (iodato di calcio anidro) mg
1,5; Manganese (osido manganoso) mg 30; Rame (solfato rameico
pentaidrato) mg 6; Selenio (selenito di sodio) mg 0,06; Zinco (ossido di
zinco) mg 64,5.
1.
2.
Lavoro finanziato dal Murst 60%. Il lavoro va attribuito in parti uguali.
Dipartimento di Produzione Animale. Università degli Studi di Bari, via Amendola, 165/A 70126 Bari. www.agr.uniba.it/dpa. Email [email protected]
3. Associazione Allevatori della Provincia di Bari.
Si ringraziano i titolari delle aziende, Lamacorvotta, Capo Iazzo, e Vecchia Vallata per aver ospitato la ricerca.
Tabella 2 – Composizione delle razioni (kg/d).
Murgese
TPR
A
M
A
M
Peso medio delle fattrici (kg)
468
493
878
883
Fieno di prato stabile
8
10
18
20
Granella di avena
3
-
3,5
-
Crusca di frumento
0,3
-
0,3
-
Mangime
-
5,5
-
8
Tab. 3 – Composizione media sulla s.s. del pascolo e degli alimenti utilizzati
nella razione
Avena
Crusca
Fieno
Pascolo
Mangime
Sostanza secca
Proteina grezza (N x 6,25)
Estratto etereo
N.D.F.
A.D.F.
88,18
10,40
4,60
26,18
18,12
86,70
14,80
3,90
18,31
14,75
84,18
9,65
2,13
38,00
18,58
21,00
15,18
4,23
19,45
16,21
88,15
16,12
2,88
31,18
13,01
ED (MJ/kg SS)
11,19
12,18
9,08
11,86
12,73
Tab 4 – Valori medi relativi alla densità, pH e acidità totale (°SH) nel latte di cavalla, in funzione della distanza
dal parto
Densità
Genotipo
pH
Alimento
Murgese TPR
A
Genotipo
M
Acidità totale
Alimento
Murgese TPR
A
M
Genotipo
DSE GL = 9
Alimento
Murgese TPR
A
Densità
pH
Acidità
totale
M
- 10 d
1,034
1,034 1,034 1,034
7,047
7,020 7,042 7,025
4,156
4,012 3,943 4,225
0,001
0,030
0,353
-30 d
1,033
1,033 1,033 1,033
7,026
6,999 7,023 7,003
3,420
3,396 3,354 3,463
0,001
0,032
0,313
- 60 d
1,032
1,033 1,032 1,032
7,006
6,982 7,001 6,987
2,884
2,930 2,898 2,916
0,001
0,037
0,422
- 90 d
1,032
1,032 1,032 1,033
6,978
6,965 6,979 6,964
2,763
2,637 2,627 2,773
0,001
0,038
0,202
- 120 d
1,033
1,033 1,032 1,033
6,956
6,956 6,969 6,942
2,656
2,546 2,505 2,697
0,001
0,042
0,169
- 180 d
1,033
1,034 1,033 1,034
6,940
6,942 6,956 6,926
2,553
2,476 2,374 2,655
0,001
0,039
0,272
Tab 5 – Valori medi percentuali relativi al residuo secco, alle ceneri e al lattosio nel latte di cavalla, in funzione della distanza dal parto.
Residuo Secco
Genotipo
Murgese TPR
Ceneri
Alimento
A
M
Genotipo
Murgese TPR
Lattosio
Alimento
A
M
Genotipo
Murgese TPR
DSE GL = 9
Alimento
A
M
Residuo Ceneri Lattosio
Secco
- 10 d
11,94
11,60 11,96 11,58
0.52
0.53 0.52 0.53
6,96
6,94 6,97 6,94
0,500
0,051
0,050
-30 d
11,41
11,01 11,40 11,02
0,48
0,44 0,45 0,47
6,94
6,96 6,97 6,94
0,474
0,041
0,030
- 60 d
10,82
10,27 10,73 10,37
0.48
0.44 0.45 0.47
6,96
6,99 6,99 6,95
0,481
0,047
0,025
- 90 d
10,12
9,80
10,05 9,86
0,45
0,41 0,40 0,43
6,97
7,00 7,06 6,96
0,315
0,044
0,029
- 120 d
9,79
9,69
9,85
9,83
0,45
040
0,40 0,43
6,99
6,98 6,99 6,98
0,272
0,032
0,019
- 180 d
9,67
9,54
9,84
9,82
0.44
0.40 0.43 0.45
7,03
7,04 7,05 7,02
0,242
0,039
0,028
Tab 7 – Grasso del latte di cavalla nel corso della lattazione.
Genotipo
Alimento
Murgese TPR
A
M
Genotipo
X
Alimento
Murgese
A
DSE
GL = 9
TPR
M
A
M
- 10 d
1,23
1,14 1,53a 0,85b 1,67a 0,82b 1,41 0,89
0,420
-30 d
1,04
0,80 1,11a 0,73b 1,31a 0,80b 0,92 0,68
0,293
- 60 d
0,97
0,64
0,69 0,61
0,305
- 90 d
0,80
- 120 d
- 180 d
0,93
0,70
1,18
0,79
0,65
0,80
0,66
0,92
0,69
0,68 0,63
0,156
0,78
0,54
0,74
0,60
0,90
0,68
0,58 0,52
0,125
0,74
0,52
0,70
0,59
0,81
0,69
0,60 0,47
0,236
A, B: < 0,01; a, b: P < 0,05.
Tab 8 –Produzione quantitativa (kg) del latte di cavalla.
Genotipo
Murgese
TPR
Alimento
A
M
Genotipo
x
Alimento
Murgese
A
M
DSE
GL = 9
TPR
A
M
- 10 d
13,247B 19,070A 14,900
15,347 13,052 14,100 18,331B 20,249A
0,581
-30 d
13,751B 21,905A 16,351
17,894 13,198 14,444 19,104B 21,767A
1,915
- 60 d
14,822B 22,220A 17,637b 18,690a 14,309 15,594 20,505B 23,298A
2,277
- 90 d
9,082B
16,136A
8,979b 13,958a
9,003
9,492
17,355
1,408
- 120 d
8,456B
15,896A
9,623
10,339
7,906
8,750 12,411B 16,245A
1,901
- 180 d
7,514b
9,871a
7,165
8,213
6,908
8,761
1,435
A, B: < 0,01; a, b: P < 0,05.
15,432
8,445
10,386
Tab 9 – E.L (kj/kg) del latte di cavalla.
Genotipo
Murgese
Alimento
TPR
A
Genotipo
X
Alimento
M
DSE
GL = 9
Murgese
A
TPR
M
A
M
- 10 d
2439,59 2187,09 2418,82a 2207,85b 2541,66
-30 d
2096,10 1862,53 2084,69A 1873,94B 2226,17a 1966,03b 1943,22 1781,85 110,949
- 60 d
1963,26 1739,78
1922,04
1781,00
2069,76
1856,76 1774,33 1705,23 128,836
- 90 d
1824,85 1680,41
1797,10
1708,17
1885,75
1763,96 1708,45 1652,37
72,507
- 120 d
1810,94 1689,09
1756,36
1743,67
1848,90
1772,98 1663,82 1714,36
64,350
- 180 d
1904,12 1842,32
1891,14
1855,30
1952,76
1855,48 1829,53 1855,11
98,859
2337,53
2295,99 2078,18 151,725
A, B: < 0,01; a, b: P < 0,05.
Tab 10 – I.C.A. dei puledri nel corso della lattazione.
Genotipo
Alimento
Genotipo
X
Alimento
Murgese
DSE
GL = 9
TPR
Murgese
TPR
A
M
- 10 d
7,680 B
11,495 A
8,466
8,120
7,587
7,524 11,897 10,987
0,353
-30 d
7,930 B
12,014 A
9,420
9,110
8,532
8,429 12,011 12,014
0,313
- 60 d
9,798 B
13,478 A 12,580a
10,950b
9,657
9,423 13,087 12,848
0,422
- 90 d
10,035 a 13,485 b 13,476 a 11,321 b
9,896
9,642 13,412 13,214
0,202
- 120 d
13,096a
14,652b
15,560
15,232
14,026 13,986 15,720 15,020
0,169
- 180 d
14,880A 17,880B
16,450
16,110
16,126 14,986 17,042 16,971
0,272
A, B: < 0,01; a, b: P < 0,05
A
M
A
M