Brasil 5

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Brasil 5
Brasil 2011
Diario n.5 21-25 luglio (ultimo)
21 luglio
Ultimi giorni della nostra missione. Al mattiamo restiamo ad Arame, ne approfittiamo per fare un giro per la città, nella Rua do
commercio. Arame è ina cittadella vivace, è il punto di rifornimento per un’estesa area che va oltre i confini parrocchiali.
Girano tantissime moto, i negozietti si susseguono uno accanto all’altro. Ci sono ben 9 farmacie, una esagerazione. Il
medicinale è visto come un intervento miracoloso, spesso il farmacista si sostituisce al medico che è difficile trovarlo. Le
giornate sono belle, il clima è sempre piacevole, poi dalle 12 alle 16 il sole picchia veramente forte. Per gli appassionati di
geografia Arame presenta le seguenti coordinate S 04°53.296 W46°00.650, ovvero siamo 4gradi e mezzo sotto l’equatore e a
46 gradi ovest da Greenwich (Londra). Siamo quasi in parallelo con Mutoyi (S 03°12.925 E 29°58.668) che invece è solo 3
gradi a sud dell’equatore.
Nel pomeriggio andiamo con le sr. Mariella e Mara nel povoado di Bureta, appena fuori Arame, a cirac 5 km. E’ il villaggio
dove più spesso va la sr Mara, ha un piccolo appoggio logistico dietro la chiesetta, ci sono due locali, con due posti letto, ogni
tanto viene qualche altra sorella a farle compagnia. La sr Mara ci racconta le avventure con i serpenti, in questa casa ne trova
sempre qualcuno. La chiesetta è dedicata alla Nostra Signora Aparecida, sempre lei, patrona del Brasile. Di fronte alla chiesa
c’è un grosso campo di calcio con l’erba, prima era un distesa desolata e polverosa in terra battuta, poi i ragazzi si sono decisi,
hanno piantato la gramigna e l’hanno bagnata per tutta l’estate. Il risultato è qui di fronte ai nostri occhi, quando si dice “potere
è volere!” In una parte campo stanno giocando dei ragazzi e nell’altra metà delle bambine sui 10-13 anni, giocano bene e
corrono, i due portieri e l’arbitro sono maschi, non abbiamo capito perché. L’atmosfera è bella, da villaggio tranquillo e
familiare. Andiamo a trovare Maria, animatrice parrocchiale, 5 figli, suo marito era alcolista, è riuscita a tenerlo e a farlo
guarire, anche dopo averle prese tante volte. In casa c’è anche Kawa, suo nipote, figlia di sua sorella, travolta e uccisa mentre
andava in bicicletta ad Arame. Passa una donna in motorino, suo marito è sparito da più di 3 mesi, è ricercato dalla polizia per
spaccio di droga. Ci spostiamo poco più in là, c’è un’altra borgata, villaggio di Bakurì. È vicino al fiume, qui c’è un guado
dove passano gli indios per venire al villaggio. Arriva il Cacico, il capo dell’Aldeia (villaggio indios). E’ ubriaco e sorridente,
cerca di guadare, aspettiamo che esca dall’acqua per rassicurarci della sua salute. Alcuni bambini arrivano dall’Aldeia e si
dirigono verso Bakurì, li seguiamo, entrano a casa della loro maestra, ma solo per vedere la TV, nella loro Aldeia non arriva
ancora la corrente. Li accoglie il figlio della maestra, ha una gamba che si è frattuarto due volte, è stato curato ma la gamba è
visibilmente storta.
Entriamo in casa di un’altra Maria, 7 figli, suo marito lavora a Grajaù, viene casa ogni tanto, non porta a casa mai soldi, Maria
si arrangia come può, la sua piccolina Mariana, di 1 anno è in braccio, i figlioli sono abbastanza magrolini, ma Maria
teneramente ci dice che adesso arriverà il sussidio dell’ultimo figlio e si compreranno la TV che ancora non c’è. La casa è
poverissima, anche sporca e disordinata.
Anche a Bureta c’è la chiesa dell’Assemblea di Dio, sono le chiese protestanti, c’è né una in ogni povoado, la chiesa è il frutto
della trasformazione di una casa che era di una cristiana fervente che l’ha venduta. Il pastore ci viene incontro, ci saluta, ci
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dice che domenica avrà i battesimi, solo degli adulti, perché non è giusto battezzare i bambini, anche Gesù in fondo aveva 30
anni. Più avanti ci sono i resti dell’orto che le sorelle hanno tentato di fare con i ragazzi. Hanno cominciato con tanto
entusiasmo ma poi i ragazzi con mille scuse hanno cominciato a non venire più, il lavoro non è ancora fatto per loro. Anche ad
Arame, l’orto delle sorelle, oltre a vendere sul posto, hanno alcuni bambini che vanno a vendere la verdura nei quartieri,
guadagnano qualcosa, poi quando diventano adolescenti lasciano, hanno vergogna. Entriamo in casa di Alexandrina, una bella
casa grande in mattoni, lei ha sempre sostenuto le sorelle, preparava i pranzi per quando c’erano gli incontri dei giovani. Ha
avuto 16 figli, il primo a 17 anni. Molti sono sposati in Bureta, in casa ci sono 3 nipoti, i loro genitori li hanno lasciati alla
nonna e sono andati a cercare fortuna. Un giorno c’era qui sr. Marialuisa a lavorare nell’orto, i nipoti non riuscivano a
spiegarsi come mai una così bella ragazza dovesse sporcarsi così tanto con la terra. Arriva uno dei tre nipoti, si sta preparando
per andare a caccia nella foresta, starà via due giorni e due notti. L’altra nipote, 16 anni, invece si sta preparando per uscire la
sera, sono preoccupati, non frequenta belle compagnie.
Torniamo ad Arame, il Vespro comunitario delle 19 ci aspetta. Alla sera Antonio prepara la Taipirinha, tipica bevanda
alcoolica con grappa di canna da zucchero, limone, zucchero e ghiaccio, Buonissima!
Telefonano le sorelle da Extrema, il nuovo pozzo del comune fatto in mese di lavoro è già fermo, si è bruciata la pompa. Sono
di nuovo senz’acqua. Ricomincia la trafila con cisterna, furgone e avanti indietro. Chi si ferma è perduto.
Mappa 1, da Arame verso est, da Arame a Taboca circa 48 km.
22 luglio
Giornata dedicata alla scuola di Villa Nonato, l’avevamo già visitata la settimana scorsa, qui Luigi ha visitato in due turni i 75
bambini. Oggi c’è l’incontro con il personale. Prima però passiamo a vedere la scuola superiore di Villa Nonato, è la scuola
pubblica. Ha aperto da tre giorni. Si va dalla 6 alla 9°. . Anche qui la scuola è sui due turni. Ci sono 470 alunni divisi in 35-40
per classe su due turni. Ogni hanno c’è un abbandono del 15%, mentre i bocciati di quest’anno sono stati del 13%. Il 12% si
sono trasferiti in altre scuole. I trasferimenti in altri paesi è una cosa comune in Brasile, c’è sempre una grossa mobilità.
Quest’anno però la cosa è coincisa con la chiusura di alcune segherie. Le famiglie si sono trasferite altrove. La scuola è
gratuita, anche i libri sono dati dallo stato federale, ci lavorano 37 dipendenti tra professori e personale. Facciamo il giro delle
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aule, sono in corso le lezioni. Visitiamo mentre è in corso, religione, matematica, portoghese e inglese. Poi entriamo nell’aula
d’informatica, non c’è un computer! Arriveranno presto ci dicono.
Andiamo all’asilo. Luigi riferisce un po’ di come sono andate le visite mediche ai bambini. Ha notato sostanzialmente una
buona salute in tutti i bambini, però evidenzia alcuni aspetti in modo che le maestre possano dare un contributo facendosi
referenti anche presso le mamme. I suggerimenti che Luigi dà sono essenzialmente: 1- Igiene, lavarsi le mani sovente,
soprattutto prima dei pasti e dopo essere andati in bagno, 2-Alimentazinone, troppi bambini hanno i denti cariati, troppo
zucchero e troppe patatine e pasticci simili. Luigi cerca di spiegare con calma i danni che ne seguono, le maestre sono attente,
fanno tante domande. Luigi ricorda che gli zuccheri e le vitamine sono presenti nella frutta e non c’è bisogno di comprare
vitamine nelle farmacie, tra l’altro sono meno valide. La frutta in Brasile abbonda dappertutto, purtroppo non c’è tanto l’usanza
di coltivarla o di piantare qualche albero nel cortile o nel campo, si mangia quella che si raccoglie in giro oppure la si va a
comprare e non costa poco.
Le maestre ringraziano molto, soprattutto in 3 occasioni hanno avuto un medico che le ascoltate e che ha dedicato del tempo ai
loro bambini, il Luigi ringrazia a sua volta. Poi si passa al secondo tema della giornata, ovvero le richieste. Settimana scorsa
avevo loro chiesto di saperci dire se avevano qualche necessità perché avremmo tentato di farcene carico con i nostri amici in
Italia e con il Vispe.
Ha preso la parola la direttora la sig,ra Icleuma, ha 5 richieste da farci, 1- Tornate un’altra volta 2 . Se la Prefettura, che
finanzia la scuola, dovesse l’anno prossimo sospendere gli aiuti (nuove elezioni) voi potreste aiutarci? 3 – Dei giochi per il
cortile, 4 – Dei giochi didattici da fare in aula. 5 – Dei materassini per il riposo dei bambini.
Per i punti 3,4 e 5 metteranno giù un preventivo che poi daranno al Don Arturo, ma le cose erano già in programma. Per il
punto 2, ci sbilanciamo, saremmo presenti qualora il comune non pagasse più le spese e gli stipendi, la cifra si aggira sui 5 mila
euro al mese. Cercasi sponsor. Le maestre ci regalano la maglietta gialla della scuola, è un onore.
Torniamo ad Arame, cena e Santa Messa in chiesa, c’è tutti i venerdì. I giovani della parrocchia dopo la messa ci invitano a
fare due passi per Arame e a mangiare la pizza. Luigi ci lascia e va in camera. Io e Antonio partiamo, siamo in una ventina, la
pizzeria è poco più avanti, i ragazzi sono gentilissimi, non riusciamo a pagare la nostra parte, la pizza sembra più una focaccia,
il pomodoro è poco usato, ma non è male. Facciamo due passi fino alla piazza. Ci sono tanti ragazzi in giro, tanti in moto che
vanno avanti e indietro a fare la “vasca”, alcuni sfrecciano a mo’ di sfida per le ragazze, tutti rigorosamente senza casco, il
sindaco ne ha vietato l’uso in città dopo che era stata fatta una rapina con moto e caschi addosso. Passa un’auto con le casse
acustiche nel bagagliaio a tutto volume, musica brasiliana a gogo’. Ci fermiamo fino alle 23 a parlare con loro, c’è anche
Carlos con sua moglie Gerlene, lei è al 9° mese, la scadenza è l’indomani, ha una pancia che fa impressione., è in attesa del
terzo figlio, si chiamerà Carljene. I primi due sono Carlene di 6 anni e Carljane di 4. Giuro.
Mappa 2, da Arame verso sud, da Arame a Beira Rio circa 54 km.
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23 luglio
Ultimo giorno ad Arame, incominciamo a preparare le valigie. Alle 10 però andiamo a vedere i matrimoni in chiesa, ci sono 13
coppie, pochissimi parenti o quasi nessuno. Gli sposi sono contenti, gli uomini hanno una semplice camicia ordinata, le donne
quasi tutte in bianco. C’è anche Lucia, ve la ricordate la ragazza del bairo di Os Alagados?
Tutte le coppie si fermano per le foto di rito e soprattutto con Don Arturo.
In chiesa ci sono anche Francisco e Thiego, sono i due giovani che verranno in Italia per la JMJ (Giornata Mondiale dei
Giovani) di Madrid, arrivano il 3 agosto e poi ripartono verso l’11 per Madrid, poi torneranno il 22 per fermarsi ancora in Italia
fino al 29. In questi due momenti io e Antonio ci siamo fatti carichi della loro accoglienza assieme a tutti voi. L’idea è di
accompagnarli intorno a Milano e fargli vedere Appiano, Badile, Casirate, le Alpi, i fiumi, Milano, Bergamo, la Certosa di
Pavia, altro? Si accettano candidature e proposte. Sono due ragazzotti di 23 anni molto semplici che non sono mai usciti dal
Maranhao, per cui si stupiranno di tutto!
Nel pomeriggio torniamo al Morro, quartiere sopra Arame con sorella Mariella. E’ l’ultimo giro tra la gente, incontriamo
Raimunda, una mamma che cura con passione e amore il suo figliolo Emanueo, che ha però 24 anni, teraplegico e ritardato,
dorme su un’amaca. Lei si lamenta del mal di schiena, ma è comprensibile, sposta tutti i giorni e lo lava e lo cura il suo
figliolo. Il marito è andato a vivere altrove, disinteressato. Raimunda frequenta una nuova setta religiosa, la Chiesa del potere
di Dio, gli hanno detto che forse c’è qualche possibilità per suo figlio. Non sappiamo bene ma deve aver già dato tanti soldi.
Proseguiamo, l’ultima via è la più povera, dei bambini giocano nella spazzatura, le case sono appiccicate una sull’altra. La
corrente è arrivata solo da qualche mese. Sr Mariella incontra una ragazza di 18 anni, studia a San Luis, si mantiene facendo la
ragazza alla pari da una signora che la tratta come una famiglia, è qui per le vacanze, ma lei una occasione per lasciare questa
via l’ha trovata, la faccia è sorridente, ci racconta con la gioia negli occhi. La mamma di fianco sorride.
24 luglio
Messa alle 8.00. ultimi saluti, si parte per Imperatriz, con il motorista Raimundu. Imperatriz è a 5 ore di macchina da Arame,
nel tragitto passiamo da Extrema per salutare le sorelle e bere un po’ di acqua fresca. Imperatriz è la seconda città del
Maranhao, ai confino sud-ovest dello stato. Posta sulle rive del fiume Tocantins conta oggi 250.000 abitanti, mentre nel ’72
erano 15.000! La città ha mire espansionistiche, punta a diventare capitale del possibile stato del Maranhao del Sud, ma sono
solo ipotesi per il momento, d’altronde la capitale San Luis è a 614 km. Imperatriz è città di commercio e rifornimento per tre
stati, oltre al Maranhao, qui si rifornisce gran parte del Tocantins e del Parà. In città troviamo ospitalità al lebbrosario. Lo
gestisce la sorella Giuliana, laica consacrata del terz’ordine francescano, è di Usmate. Ci fa visitare il centro, ci sono 36 malati,
un quarto sono donne. Chiedo al dott Luigi se per caso la malattia colpisce di più gli uomini. No, è solo che le donne alla prima
macchiolina si fanno curare, gli uomini tralsciano le cure e arrivano quando la malattia è già molto evidente, le cure diventano
più lunghe. Ci lavorano 14 persone, molte sono ex malati, si sono fermati, la lebbra gli ha fatto perdere un po’ i riferimenti.
Andiamo a vedere il nuovo ponte sul Tocantins, è lungo più di 1 km, costruito nel 2010 è la porta verso l’ovest, il Brasile
corre veloce. Lo percorriamo a piedi, sul fiume c’è tanta gente, soprattutto giovani che fanno il bagno, è domenica! Su una
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grossa spiaggia poco a valle si vede una gran folla, saranno 200-300 persone, c’è una grossa tenda, è un battesimo di massa. Il
Giordano si è spostato per oggi a longitudini diverse. Non sappiamo di quale confessione.
Alla sera andiamo in città per mangiare, ogni isolato si vedono sale illuminate e sfavillanti che accolgono fedeli in cerca di una
parola, le varie chiese e sette del Brasile stasera sono tutte impegnate a predicare.
25 luglio
Alle 7.30 parte il volo per Brasilia e poi per San Paolo, arriviamo verso le 14, il volo per l’Italia è alla sera alle 23, ne
approfittiamo per andare a vedere la città. La grande San Paolo con tutte le sue periferie conta 15 milioni di abitanti, la città si
perde all’orizzonte. In centro l’Avenida Paulista sfodera grattacieli a specchi di 20 e più piani, qui si crogiola l’economia della
nazione. Il traffico è caotico, verso le 17 le code ci ricordano la nostra Milano. La polizia è presente armata ad ogni incrocio.
Torniamo in aeroporto in taxi, è tardi. Facciamo il chek-in, Antonio si attarda al bancone, si gira verso di noi, ci chiede che
giorno è oggi, il suo biglietto è per il giorno 26! Un errore dell’agenzia, una svista, boh. Non c’è modo di cambiare aereo,
Antonio è costretto a rimanere a terra. 24 ore in più in Brasile! Io e Luigi partiamo. Si torna a casa.
un caro saluto da
Carlo con Antonio e Luigi e tutti questi sotto…….
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