8 indice indice - Gobetti De Gasperi

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8 indice indice - Gobetti De Gasperi
MAGGIO 2016 - ANNO 7 – N. 14
Magazine degli studenti dell’Istituto Gobetti - De Gasperi
www.isissmorciano.gov.it
Giornalino del Gobetti – De Gasperi
INDICE
ATTUALITA’
IL LIBRO
OPINIONI
pagina
2
7
8
INDICE
IL FILM
INTERVISTE
SCUOLA
[email protected]
pagina
9
10
12
INDICE
VIAGGIO STUDIO
SPORT
pagina
17
20
2
ATTUALITA’
Visti gli eventi che hanno caratterizzato la vita europea degli
ultimi mesi, abbiamo pensato di aprire questo numero del nostro
giornale con il racconto di questo film.
La Redazione
Zero Dark Thirty
Dal film della Bigelow un racconto
purtroppo ancora molto attuale
sulla realtà della guerra asimmetrica
La pace che si era stabilita dopo la caduta del muro di Berlino ha
messo in secondo piano quegli attentati troppo piccoli per
apparire al telegiornale, ma potenzialmente in grado di non far
sentire sicuri i cittadini. Questi attentati erano e sono svolti
nemici che non attaccano mai frontalmente, ma che si insinuano
nella società. Così come cambiata la nostra percezione della
sicurezza è cambiato anche il terrorismo. Dalla fine degli anni
Ottanta al 2011 circa, anno in cui è stato ucciso dal suo
fondatore, c'era Al Qaeda, mentre oggi c'è lo Stato islamico
meglio conosciuto come Isis. Quest'ultima organizzazione, nel
corso degli anni, ha cambiato più volte nome e struttura,
passando da gruppo insurrezionale a forza d'occupazione. Ciò
che più fa paura è il fatto di non poter localizzare gli attentati
prima che siano compiuti; infatti, quello che abbiamo imparato
dall'11 settembre, è che il terrorista colpisce senza preavviso,
dove vuole e con le armi che vuole, con il principale obiettivo di
incutere terrore nelle persone e di privarle delle loro libertà.
Certo, il terrorismo di Al Qaeda era molto pericoloso, ma l'Isis è
particolarmente temibile a causa dell'accanimento contro i civili,
della meticolosità scientifica degli attentati, della nuova figura del
kamikaze e del repentino avanzamento territoriale. Il terrorismo
esiste perché alcuni paesi che si dichiarano “amici” forniscono
armi e soldi a questo organismo. Penso che una possibile
soluzione sia fermare questi traffici, così da eliminare il
terrorismo alle radici.
Zero dark thirty ricostruisce il lavoro d'indagine svolto della CIA
dall'11 settembre 2001, la caduta delle Torri Gemelle, al 2
maggio 2011, l'uccisione di Bin Laden, che fino all'uscita del film
non era mai stato raccontato. Al centro di tutta la storia c'è Maya,
una giovane ufficiale della CIA che passa circa 10 anni sulle
tracce del capo di Al Qaeda, e più precisamente del suo corriere,
Abu Ahmed.
Dietro al suo aspetto profondamente femminile si nasconde un
killer spietato, ed è proprio grazie alla sua astuzia e alla sua
determinazione che Maya raggiungerà il suo scopo, non senza
però aver lottato contro lo scetticismo dei suoi superiori e contro
giochi di potere. Il film è diviso prevalentemente in due parti: la
prima riguarda le indagini, mentre la seconda la missione ad
Abbottabad, luogo in cui si trovava Bin Laden.
Il film mi è piaciuto molto: nonostante sia una specie di
documentario la suspense e la tensione non mancano. Il tutto è
molto realistico raccontato nei particolari. Mi ha colpito il fatto che
alla fine la protagonista scoppi in lacrime. Non è un finale affatto
patriottico e trionfale. Secondo me ha avuto questa reazione
perché ciò che per dieci anni era stato suo obiettivo, ovvero la
localizzazione e l'uccisione di Bin Laden, era stato raggiunto,
perciò si è sentita vuota perché per lei, trovare il terrorista più
temuto, voleva dire prima di tutto trovare se stessa.
Se un giorno gli attentati dovessero essere più fitti dal punto di
vista geografico, e quindi ci dovessero riguardare più da vicino,
penso che le libertà fondamentali non esisterebbero più e
soprattutto non potremmo più essere liberi di uscire di casa
senza correre alcun rischio.
L'Isis dice di compiere questi atti perché così è scritto nel
Corano, il libro sacro dell'Islam, ma in realtà è solo un
espediente, perché non c'è nessuna giustificazione per ciò che il
terrorismo provoca, non è umano. Soprattutto nell'ultimo periodo,
a seguito di sanguinosi attentati, le minacce da parte dello Stato
Islamico sono sempre più frequenti e la paura tra i civili è tanta.
Spero che venga trovata una soluzione alla situazione che si è
creata oggi, altrimenti saremo tutti privati delle libertà
fondamentali che sono alla base di uno Stato democratico.
Valentina Rossi 1°A
3
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ATTUALITA’
Siamo pronti a cambiare?
Ci stiamo evolvendo troppo velocemente?
INTRODUZIONE – COSA CI ASPETTA?
2016 – Un nuovo anno davanti a noi che porterà scoperte,
innovazioni, problematiche, serenità, catastrofi e chi più ne ha
più ne metta.
Ogni giro della Terra intorno al Sole porta tutto ciò, 365 giorni di
vita incredibilmente differenti da stato a stato, da popolo a
popolo, da persona a persona. Le nostre vite, continuamente
sorvegliate, valutate per divenire numeri, statistiche. La Terra sta
cambiando, ma noi cambiamo con lei?
LA NOSTRA TERRA
Il grande impulso arriva dall’atterraggio sulla Luna del 1969, un
grande passo per l’uomo, un evento che anni prima non era
neanche nell’immaginazione dell’uomo più creativo: pura
fantascienza.
Si iniziò a studiare profondamente la Terra scoprendo le sue
grandi fragilità: “da quel momento la protezione della natura e
dell’ambiente ha acquistato un’importanza sempre maggiore” W.
Behringer, Storia culturale del clima, Bollati Boringhieri, 2013.
Si è passati dal problema del buco dell’ozono, a quello per la
moria dei boschi, per arrivare al surriscaldamento globale..direi
che ne abbiamo sentite abbastanza di teorie scientifiche, ma è
mai stato diffuso a livello mondiale un piano che ci educhi e ci
istruisca in modo tale da ridurre realmente gli effetti? E
soprattutto, perché se fino a qualche decennio fa il problema
principale erano i milioni di alberi abbattuti o il buco nell’ozono,
oggi che à sorto un nuovo difetto non si parla più dei precedenti?
Si sono risolti da soli? Beh..non credo.
Per quanto mi riguarda, adesso come adesso, ho una sola
grande certezza: “alla sbarra non è più solo l’industria, ma ogni
consumatore finale”, ibidem: io che vengo a scuola con
l’autobus, mio nonno che coltiva il campo, tutti i lavoratori
d’ufficio che utilizzano aria condizionata, “il boscimano
sudafricano, che incendia la savana per cacciare [..] e il
fazendero argentino i cui manzi producono metano”, ibidem.
TUTTI NOI STIAMO DANNEGGIANDO LA NOSTRA TERRA!
SIAMO TROPPI?
Ho un grande punto di domanda per quanto riguarda la crescita
demografica: la popolazione mondiale è in continua crescita, si
parla addirittura di sovraffollamento del pianeta, eppure in Italia,
come in tutta Europa, il tasso di crescita è a livelli bassissimi.
La situazione è paradossale, noi che potremmo garantire ai
nostri figli una vita dignitosa, ne facciamo sempre meno (la
media italiana è di 1,37 a donna), al contrario i popoli del terzo
mondo, che lottano ogni giorno per sopravvivere, senza acqua,
senza cibo, dove anche un misero raffreddore può divenire
mortale, hanno un tasso di crescita elevatissimo.
“Il numero degli abitanti del pianeta è cresciuto di 923 milioni nel
decennio 1980-90” A. Sen, Lo sviluppo è libertà. Perché non c’è
crescita senza democrazia, Mondadori, 2012; la popolazione
mondiale è passata dal quarto al quinto miliardo in soli 13 anni,
ma a mio avviso questo non è abbastanza per parlare di terra
sovraffollata a tal punto da mettere in atto ridicole scelte
coercitive.
Il tasso di crescita è importante, ma allo stesso livello del tasso di
mortalità e della speranza di vita. Mi concentro su questo perché
è ormai evidente a tutti che se la popolazione mondiale cresce,
non è per le nascite, come spiegato precedentemente, ma per gli
anziani, che vivono molto più a lungo rispetto una volta.
L’Italia a causa di questo “fenomeno” viene soprannominata
paese di vecchi. A cosa servirebbero quindi le scelte coercitive?
Al contrario, non sarebbe meglio incentivare a procreare con
agevolazioni per le neomamme?
Ogni cittadino dovrebbe comunque maturare una certa
responsabilità: l’europeo deve capire che i figli sono il futuro, per
quanto riguarda i popoli meno sviluppati sarebbe necessario un
intervento pubblico, soprattutto medico, che garantisca loro una
miglior vita, ma soprattutto gli strumenti necessari a procreare
meno.
Sono meglio 3 bambini che arrivino fino a 60 anni o 10 bambini
che muoiano prima dei 5? Il numero delle morti è in calo (7,6
milioni nel 2010) rispetto agli anni passati per quanto riguarda i
bambini, eppure “molti segni indicano [..] che il tasso della
popolazione mondiale stia cominciando a rallentare“, ibidem. Il
tasso diminuisce ma siamo sicuri che sia un dato positivo per il
pianeta? Che non sia una trappola? Non è che le nascite stiano
rallentando ancora di più?
(segue alla pagina successiva)
4
ATTUALITA’
Dal lavoro interinale a quello su Internet
IO E LORO OPPURE NOI?
La responsabilità più grande che dovremo maturare d’ora in
avanti, più importante del riscaldamento globale o di qualsiasi
tasso demografico, è il processo multiculturale che sta
avvenendo: è la “sfida della nostra epoca” L. Irigaray,
Condividere il mondo, Bollati Boringhieri, 2009.
“Aprire uno spazio
all’altro,
a
un
mondo
differente
dal
nostro,
all’interno
stesso
della nostra propria
tradizione”, ibidem,
non deve diventare
un’imposizione.
Bisognerebbe
sensibilizzare
i
popoli
all’unione
con le altre culture
e tradizioni: la scuola ad esempio è un grandissimo mezzo per
bambini e ragazzi per crescere accanto a figure diverse rispetto
alle proprie origini.
Stiamo subendo un cambiamento improvviso, tutte queste etnie
che ci “invadono” nel nostro territorio: non siamo pronti. Questa
inesperienza ci fa paura; “incontrare lo straniero fuori dalle nostre
frontiere è relativamente facile”, ibidem, andiamo in vacanza nei
posti più estremi, fotografando attimi di vita quotidiana dei nativi
di quel posto..tutto è così bello, divertente, nuovo! Eppure,
quando quelle stesse persone entrano nel nostro quotidiano,
nella nostra routine, qualcosa cambia: “essere costretti a
restringere e modificare [..] il nostro modo di essere “a casa”, è
molto più difficile”, ibidem.
Si è difficile, ma non impossibile a mio avviso. Certo, serve
buona volontà, altruismo, apertura mentale, ma si può fare. Un
elemento
fondamentale
che
manca
è
sicuramente
l’informazione: noto anche all’interno della mia famiglia
atteggiamenti e affermazioni guidati da una mancanza di
conoscenza dei fatti. Non bisogna accontentarsi dei media, la
verità è molto più profonda.
Tutta l’umanità deve porsi un medesimo obiettivo, che stravolga
completamente il mondo: “ciascuno deve sentirsi a casa propria
sulla Terra. Chiunque deve avere il diritto di lasciare il proprio
paese d’origine e di essere accolto almeno temporaneamente, in
qualsiasi altro luogo” J. Attali, Domani, chi governerà il mondo?,
Fazi Editore, 2012.
Non ci sarà libertà in questa terra finché “una cultura vorrà
imporre il suo colore ed i suoi valori all’altro, anche mediante la
sua morale e la sua religione”, ibidem.
CONCLUSIONI
Questo pianeta sta cambiando, è un dato di fatto, se miliardi di
anni fa c’erano i dinosauri, oggi ci sono gli umani, le macchine,
gli aerei, i computer, i cellulari.. Ho timore che nell’ultimo periodo
lo sviluppo abbia preso una piega diversa, ho il dubbio che ci
stiamo evolvendo troppo velocemente rispetto alle nostre
capacità, tralasciando la natura, l’ambiente, la famiglia e i
rapporti con gli altri. È ora di ritornare alle cose importanti. Siamo
pronti a cambiare?
Valentina Angeli 4°A
Lavoro e tecnologia: quale futuro?
Introduzione
La tecnologia ha portato, a poco a poco, dei sostanziali
cambiamenti all’interno della nostra vita di tutti i giorni, ma anche
soprattutto per quanto riguarda il mondo del lavoro.
In primo luogo la tecnologia, attraverso i social network, si sta
impadronendo delle nostre vite perché qualsiasi cosa ci accada
istintivamente la condividiamo su queste piattaforme virtuali, in
modo che chiunque possa venirne a conoscenza. In secondo
luogo questo processo di modernizzazione ha colpito, sempre di
più, anche le imprese di tutto il mondo, che hanno usato il potere
di Internet per crearsi dei propri negozi virtuali, e quindi poter
reclutare nuovi clienti da qualsiasi parte del mondo.
Marconi e la sua radiotelegrafia
G. M. Pace nel quotidiano “La Repubblica” racconta della nascita
della radiotelegrafia a grande distanza e di come abbia
trasmesso la lettera “S”
usando il codice Morse da
una stazione trasmittente
in Cornovaglia ad un’altra
distante
circa
tremila
chilometri.
La radiotelegrafia serve,
appunto, per trasmettere
dei
segnali
telegrafici
attraverso
delle
onde
elettromagnetiche,
e
quindi ci permette di inviare e ricevere informazioni da qualsiasi
parte del mondo: in questo caso, da una sponda all’altra
dell’Atlantico.
Al suo inventore, Guglielmo Marconi, viene associato il termine
modernità, perché la sua invenzione è stata una cosa veramente
innovativa: si può dire che è stato un piccolo passo che ci ha
portato alla tecnologia del giorno d’oggi.
(segue alla pagina successiva)
5
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ATTUALITA’
Ricerca del lavoro sul web
“Gli indirizzi di ricerca del personale sono uno strumento rapido
per fare incontrare la domanda con l’offerta.” Cit. Supplemento a
“Panorama”.
giorni di chiusura; qualsiasi persona che abbia una connessione
a Internet può accedere a questi siti senza pagare nulla, e quindi
diventare un potenziale cliente da qualsiasi luogo della Terra.
Il principale svantaggio per i clienti è il fatto di non poter toccare,
vedere dal vivo il prodotto desiderato. Essi si devono unicamente
basare sulle immagini e sulle informazioni proposte sul sito, e
sperare che siano veritiere. Un altro svantaggio è che il prodotto,
nel negozio tradizionale, viene immediatamente consegnato nel
momento del pagamento, mentre, nel negozio virtuale, bisogna
aspettare dei giorni prima che il prodotto venga consegnato.
Tuttavia, questo tempo di consegna si sta sempre di più
accorciando, favorendo così il commercio on-line.
Mercato libero
Internet ha una notevole influenza per quanto riguarda il mondo
del lavoro, cioè la domanda fatta dalle imprese e l’offerta
proveniente dalle famiglie. Le imprese stanno utilizzando sempre
di più Internet come strumento di reclutamento del personale
mettendo annunci di lavoro all’interno delle loro pagine web. In
questo modo si stanno creando dei “Partnership”, ovvero, come
dice l’articolo sopra citato, collaborazioni tra le agenzie di
reclutamento web con siti e portali, e quindi grazie a queste
agenzie virtuali chiunque abbia una connessione Internet può
accedere ad una eventuale offerta di lavoro. Chiunque, con
l’aiuto di un solo “CLICK”, può passare da disoccupato a, ad
esempio, impiegato, operaio, cameriere ecc…
Questa tecnica di reclutamento ha però penalizzato coloro che
non hanno molta dimestichezza con dispositivi collegati ad
Internet, perché anche avendo le migliori competenze nel lavoro
proposto, non essendo capaci a accedere a queste piattaforme,
perdono il posto offerto. Questo ci fa capire che il mondo attuale
dipende tutto da Internet, e quindi se ci troviamo in condizioni da
non poterlo usare, siamo fregati.
“E rende addirittura possibile
per gente comune (…) di
entrare nel mercato […]” Cit. E.
J. Hosbawm, Intervista sul
nuovo secolo.
Come appunto scrive questo
studioso, si stanno creando
sempre più piattaforme virtuali
con lo scopo di aprire dei veri e
propri mercati fra privati. Un
esempio può essere Ebay,
Subiot.it .
In sostanza le persone “comuni”, come vengono definite
nell’articolo, caricano foto dei prodotti che vogliono vendere con
delle informazioni inerenti e eventualmente numero di telefono
e/o e-mail. Facendo così un potenziale compratore può
contattarsi facilmente con il proprietario del bene desiderato.
Perciò chiunque può diventare sia venditore che compratore con
un semplice “CLICK” del mouse.
Nicolò Guarandelli 4°A
Guarandelli Nicolò 4A
E-commerce
“Il commercio elettronico consiste nello svolgimento di attività di
business in via elettronica.” Cit. A. Grando, Commercio
elettronico e progettazione logistica.
L’e-commerce, come spiega l’articolo citato, è un vero e proprio
negozio virtuale, contenente dati, testi, suoni e immagini
riguardanti i prodotti in vendita. Questo meccanismo delle
vendite online ha preso sempre più piede tra le imprese di tutto il
mondo, perché facendo così riescono a collegarsi in ogni punto
del nostro pianeta, e quindi riescono a commerciare con
chiunque.
Il principale vantaggio di questo servizio è la disponibilità del sito
ogni giorno dell’anno a qualsiasi ora, mentre un negozio
tradizionale ha i propri orari di apertura e chiusura e anche i
Magazine degli studenti dell’Isiss Gobetti – De Gasperi, scaricabile dal sito
www.isissmorciano.gov.it/wordpress
Gli studenti che vogliono partecipare possono inviare i loro articoli in
formato Word all’indirizzo email
[email protected]
La Redazione:
Valentina Sanchi 4°A, Asia Ravaioli 4°A, Nicolò Guarandelli 4°A,
Cristina Alati 4°A, Valentina Angeli 4°A, Maria Chiara Rosa 4°A, Giulia
Sammarini 3°A, Giulia Gamboni 3°A, Martina Gabrielli 3°A.
Coordinatore Prof. Giuseppe Vanni
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ATTUALITA’
<<Avevo vent’anni. Non permetterò
a nessuno di dire che questa è
la più bella età della vita>>
(Paul Nizan).
L’adolescenza, la gioventù, sono davvero
quello che comunemente pensiamo?
Sono davvero pochi quelli che, una volta arrivati verso il
traguardo della propria corsa, dopo aver dato uno sguardo
d’insieme agli anni che hanno vissuto, dichiarano che in realtà i
vent’anni non sono poi così “rose e fiori” come raccontano tutti.
Paul Nizan è uno di quei pochi: “Avevo vent’anni. Non
permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della
vita” così dice.
Come posso io però, ancora in cammino per raggiungere quei
lontani e impensabili diciotto, poter commentare assecondando o
criticando la sua affermazione?. Ancora sento rimbombare con
tono di raccomandazione nella testa la voce dei nonni e delle
persone più anziane che continuamente mi ricordano: “Goditeli
questi anni perché sono i più belli” oppure: “Pagherei qualunque
prezzo pur di poter rivivere la mia giovinezza”. Ma cos’hanno di
così tanto speciale questi vent’anni?.
Probabilmente uno dei motivi più
importanti che ti porta a questa
conclusione è il fatto di aver appena
acquisito quella libertà che ti
permette di prendere le decisioni
tenendo conto solo del tuo pensiero
ragionando quindi con la propria
testa, ed è una fresca ed importante
novità, perché fino a poco tempo
prima si era sotto la responsabilità
ed il controllo dei genitori, quindi le
scelte dipendevano per la maggior
parte dai loro pensieri. Un altro lato
positivo è quello della spensieratezza; infatti la giovinezza è per
lo più associata, sotto molti aspetti, al divertimento, in quanto
non hai l’impegno di mantenere una famiglia, di preoccuparti di
riuscire a pagare le bollette di casa entro fine mese o di dover
guadagnarti uno stipendio per comprare i beni di prima
necessità.
Ciò non significa però che dobbiamo comparare questi anni a
quel prototipo di giovane che assomiglia più a un “mantenuto
nullafacente”, ma questo nuovo modello di vita sembrerebbe
andare di moda in questo ultimo decennio: i ragazzi se decidono
di sposarsi lo fanno dai trent’anni in poi, non più dai venti, e
stesso discorso riguarda anche chi sceglie di diventare mamma;
inoltre si aspetta sempre l’aiuto pronto da parte dei genitori,
perché non si è più autosufficienti anche per gestire gli impegni e
i doveri più facili; in certi casi sono proprio loro che fanno in
modo di alimentare questo problema, creando spesso troppa
pressione e facendo interventi superflui in momenti in cui in
realtà non ce ne sarebbe bisogno, mentre invece imparare a
portare avanti le proprie idee e progetti senza troppi aiutanti aiuta
a far crescere la persona stessa, commettendo qualche volta
anche degli errori. Iniziando quindi a fare un’analisi d’insieme e a
pensare a tutti gli aspetti positivi, possiamo dire con certezza che
sono tanti abbastanza da raggiungere e superare quelli negativi.
Ma dobbiamo anche considerare che per diverse persone invece
è il contrario: infatti, come Paul, pensano che le nuove
responsabilità a cui vanno incontro i ventenni e l’inizio dell’età
adulta,
e
perciò
delle
decisioni,
siano
così
pesanti
da
non
far
credere loro
che sia però
anche
l’età
più bella.
Un’altra causa
che
può
spaventare è
il lavoro e le
nuove
esperienze ad
esso
collegate;
è
una novità infatti mettersi nei panni di un lavoratore, perché non
si è abituati ad avere un impegno fisso che ti pone tutto il giorno
in relazione con persone che non conosci ad eseguire i comandi
e le richieste di chi ti guida.
Anche se può sembrare un ostacolo duro da superare per
ragazzi con carattere più introverso e riservato, è un’esperienza
che ognuno ha comunque affrontato e che porterà in futuro tante
soddisfazioni e gratificazioni. “Il mondo è bello perché è vario”,
sentiamo sempre dire, e così come in tutte le cose, anche nel
modo di pensare e di ragionare ciascuno di noi ha diverse
opinioni e considerazioni su qualunque fatto; perciò penso che
non ci sia un “giusto” o “sbagliato” per quanto riguarda la
dichiarazione di Nizan: qualcuno potrebbe assecondarlo, altri no,
oppure qualcun altro come me ancora non sa dare una risposta.
Valentina Bianchini 4°A
7
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Il Libro
Gli sdraiati
Michele Serra racconta il rapporto
con il figlio adolescente
L’ autore pone una riflessione su quanto sia facile amare i propri
figli da piccoli, e quanto sia difficile farlo dal momento che si ha
lo stesso aspetto, la stessa statura e gli stessi corpi.
Questa
affermazione fa
comprendere che
riuscire ad amare
un figlio ormai
grande, talvolta
anche più dei
genitori stessi, è
complicato,
perché richiede
delle
capacità
specifiche, come la pazienza, la generosità e l’ autorevolezza.
Questo libro è stato scritto da Michele Serra, che si inoltra nel
mondo misterioso degli adolescenti, raccontando i conflitti, le
diversità e i sensi di colpa che vi sono tra i figli nell’età dell’
adolescenza e i rispettivi padri.
Si tratta di un romanzo comico, di avventure ma anche di rabbia,
amore e malinconia.
Lo scrittore definisce “sdraiati” i figli già ragazzi che, di solito,
dormono quando il resto del mondo è sveglio, e vegliano quando
il resto del mondo sta dormendo.
Questi ultimi sono dei perfezionisti della negligenza: il loro
habitat è il divano, il loro posacenere rigurgita di cicche, per non
parlare dei calzini sporchi ovunque, appallottolati in ogni angolo
della casa. Essi, quindi, sono i consumisti perfetti: per loro tutto
rimane aperto, niente chiuso.
Tutto iniziato, nulla concluso.
Mentre i padri vivono con una perpetua ansia, come se
venissero travolti
dalla
fragilità
materna, che si
divide
fra
la
smania protettiva
di una madre, e l’
atteggiamento
distaccato di un
padre.
Ciò
accade
spesso,
ad
esempio, quando
non trovano i figli
pensando ai tanti
motorini schiantati
o ai vari festini.
All’interno del romanzo lo scrittore svolge il ruolo di un padre e,
contemporaneamente, descrive ed esamina i comportamenti del
figlio adolescente, perciò sono trattate tematiche importanti che
riguardano le difficoltà dei genitori, i diversi bisogni e piaceri
rispetto ai figli.
Inoltre ci sono atteggiamenti che per un padre ed una madre
sono” nelle cose”, che per un figlio possono non essere “nelle
cose”, come per esempio svegliarsi presto la mattina quando si
ha un impegno: per un genitore è scontato, mentre per degli
adolescenti è una vera e propria faticaccia.
Un altro problema dei ragazzi di oggi è la mancanza di stimoli. I
genitori provano a coinvolgere i loro figli imbattendosi nella più
totale indifferenza, che nasce, soprattutto, dal loro forte volere di
essere indipendenti e di non sottostare ai voleri dei genitori, per
non compiacerli.
Al termine del racconto Serra introduce, anche, un suo nuovo
libro intitolato “La Grande Guerra Finale”, cioè la guerra tra i
vecchi, che saranno più della metà della popolazione, e i giovani.
Ovviamente per il futuro dell’ umanità saranno i giovani a
vincere, grazie a un traditore dei vecchi che glielo permetterà.
Si riflette sul fatto che mentre i giovani dormono, i vecchi
programmano gli attacchi, paragonandoli a tartarughe che
fottono le lepri.
Il romanzo si conclude con la scalata del Colle del Nasca, una’
esperienza che più volte il padre aveva chiesto al figlio di
compiere insieme, dato che è come un rito di famiglia.
Inizialmente era il genitore a indicare e spronare il figlio, ma ad
un certo punto è stato il figlio a superare il padre e ad arrivare
per primo in cima.
Solo a quel punto il padre capì che poteva diventare vecchio, e
lasciare continuare solo la propria vita al figlio.
Cristina Alati 4°A
8
OPINIONI
Disagio, Scuola e Sport
Una profonda riflessione sul valore dello sport
come strumento di prevenzione
Il disagio giovanile si identifica fondamentalmente nella
manifestazione, presso le nuove generazioni, delle difficoltà di
assolvere ai compiti evolutivi loro richiesti dal contesto sociale
per il conseguimento dell’identità personale e per l’acquisizione
delle abilità necessarie alla soddisfacente gestione delle relazioni
quotidiane. Tratti ne sono problematiche familiari, dispersione
scolastica, educazione "abdicata", marginalità socio-economica,
disparità tra aspettative e risposte ottenute da famiglia, scuola,
società, demotivazione alle attività scolastiche, condotte
autolesionistiche (quali comportamenti rischiosi, disturbi
alimentari, consumo di droghe, alcool, psicofarmaci); bullismo,
devianza (ad esempio, violenza solitamente collettiva).
V'è una sorta di crescente insensibilità alle gratificazioni
della quotidianità. Solo le attività "a rischio", straordinarie e
pericolose, sono degne d’attenzione. Talora si evidenziano forti
difficoltà a comunicare, a stabilire relazioni affettive, ad
esprimere od a comprendere stati emotivi. In una sorta di
deserto emozionale, si vive con elementi residuali di
comunicazione
interpersonale
ridotti
all'espressione
d’aggressività o sottomissione.
Accanto all'emarginazione più "classica" (povertà,
disoccupazione, delinquenza, tossicodipendenza) si riscontra
una marginalità dai caratteri meno aspri, più deboli e diffusi, della
difficile quotidianità di vita della condizione giovanile (sfiducia nel
futuro, in sé stessi, nel mondo attorno) foriera di identità debole.
Nell'ottica della prevenzione di situazioni di rischio,
accanto alle sinergie d’intervento articolate in base alle differenti
competenze istituzionali, la pratica di uno sport quale la Boxe si
propone in maniera mirata: lo sport come strumento di crescita
dei ragazzi, in un contesto di socializzazione, di condivisione di
regole e di comportamenti. L'attività sportiva così condotta,
praticata correttamente, con lealtà ed impegno, si rivela uno
strumento efficace per costruire nei giovani una personalità
matura, capace di autogestirsi e di orientare positivamente le
proprie energie, verso specifiche finalità.
Lo Sport, dunque, quale strumento di prevenzione, oltre
che di recupero, dei disagi giovanili, influendo positivamente sul
comportamento dei giovani "a rischio". Perciò, accanto alle
Istituzioni sociali, culturali, religiose, scolastiche, educative ed
amministrative, la Boxe nella lotta contro i disagi giovanili, non
solo perché occasione di socializzazione, libera dalla noia, ma
soprattutto perché contribuisce al processo di crescita e di
maturazione della personalità e del comportamento del giovane.
Un'equilibrata, armonica e matura personalità è presupposto
contro il disagio.
Nel valorizzare l'impronta formativa della "Soft boxe", del
pugilato educativo, in contesto di disagio, quale strumento
tecnico-operativo di contrasto ai fenomeni della devianza
giovanile, in virtù del proprio valore formativo, educativo e
socializzante, già lo scorso anno la nostra Scuola ha offerto il
proprio contributo implementando il progetto Per una Boxe in
contesto di disagio, offrendo oltremodo la possibilità, in via
sperimentale, a questa disciplina, nella sua versione Soft,
espressa tramite la pratica giovanile del pugilato (già inserita a
livello di Federazione nei programmi di attività giovanile elaborati
dai Centri di avviamento allo sport afferenti al CONI), di poter
apportare il proprio contributo in termini di valore aggiunto agli
specifici scopi di lotta al disagio giovanile ed al bullismo.
Avvalendosi della collaborazione di un esperto nella
disciplina, il progetto è nato prefiggendosi di appassionare i
giovani ad una disciplina loro trasmettendo il senso ed il valore
del rispetto verso i compagni/avversari accanto all'applicazione
delle regole alla base della pratica della Boxe in una sorta,
anche, di regola come valore.
Le figure professionali che operano nella Scuola, come
nella Chiesa, sono chiamate a riconoscere il nascosto ferito
presente in ogni persona. Se una donna deve allevare il proprio
figlio in solitudine, priva di un'autentica prossimità, egli cresce in
uno stato psico-affettivo di grave abbandono: nel tempo, la sua
precaria
maturazione
personale
può
compromettere
un'equilibrata rappresentazione di sé. Il metodo pastorale della
dottrina ecclesiastica non costituisce sorprese: le persone
considerate più vulnerabili vengono accolte e riconosciute,
pensate nel loro difficile cammino; aiutate e non "denunciate". E'
necessario che le stesse esigenze interpellino la condotta delle
figure professionali; la stessa volontà normativa sia pensata
all'interno di uno spirito che considera l'altro non solo nel suo
bisogno o nel suo problema, e sia preparata a nominare la
persona in difficoltà con appropriato rispetto e con quello stile
etico contiguo a quanto propone la Chiesa: il richiamo
all'essenza della misericordia e l'abitare quella grazia che
ripensa quel Sapere trasformato in pietre illogiche da scagliare,
contrario ad ogni uomo che non ha disimparato il linguaggio del
cuore.
Prof. Roberto Filocamo
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Il Film
IL LABIRINTO DEL SILENZIO
La difficile memoria della Germania
Questo comportamento è molto diffuso nel mondo tuttora, poiché
molti credono che evitando di denunciare la verità e i fatti
accaduti possano proteggere se stessi e le persone a loro care,,
ignorando però che questo comportamento non aiuterà la
società, ma solo i malfattori che rimarranno sempre impuniti per i
loro reati e di certo non si fermeranno, continueranno ad
uccidere, a rubare e a diffondersi mettendoci sempre più in
pericolo, perché questi criminali non si fermano davanti a niente
e nessuno. Chi tace pensando di essersi salvato non lo sarà, e
non lo saranno neanche le generazioni future.
A mio parere tenere segreti fatti di tale importanza equivale ad
assecondarli. E non è più il caso di assecondare cose in cui non
crediamo.
Film importante, che fa riflettere su come il silenzio possa
diventare un’arma.
Ambientato a Francoforte, questo film sviluppa una delle
tematiche più discusse in Germania dopo la Seconda Guerra
Mondiale, la Shoah, sebbene sia privo di immagini riguardanti
campi di concentramento o di gruppi di persone che vengono
sterminate.
Il protagonista, Johann Radmann, giovane avvocato tedesco,
stanco delle solite pratiche a lui assegnate, decide di immergersi
in una causa a cui tutti i colleghi hanno rinunciato, con l’aiuto di
Thomas Gnielka, giornalista e amico di un sopravvissuto al
campo di concentramento di Auschwitz.
Ignaro di cosa lo aspettasse, Johann cominciò le sue indagini,
ben presto però si ritrovò oppresso dal silenzio di chi forse
troppo presto ha dimenticato e chi sicuramente non dimenticherà
mai.
Forse quel silenzio era sintomo di un profondo imbarazzo, l’
imbarazzo di un’intera Nazione che per prima voleva
dimenticare.
L’avvocato, nello sviluppare il caso, capisce che non tutto è
come gli avevano sempre fatto credere, che qualcosa era stato
nascosto loro dai grandi del Paese; questo qualcosa, che molti
giovani consideravano solo leggenda, è proprio lo sterminio di
migliaia di persone. Sconvolto, J. comincia ad ascoltare le storie
di ogni sopravvissuto e capisce che molte persone, che spesso
vedeva lavorare in perfetta tranquillità, erano coinvolte in questi
reati; la cosa che più lo traumatizzò fu però la scoperta del
coinvolgimento del padre, da lui sempre considerato un eroe, in
questa storia. Ritrovata la sua forza e la sua passione per la
verità decide di portare a termine il lavoro e far arrestare tutti i
coinvolti.
Una delle cose che più mi ha colpito di questo film è il
protagonista che, come altrettanti coetanei, quando gli viene
chiesto se sapesse di cosa
trattasse la Shoah, non sa
rispondere, probabilmente perché le storie protagoniste di questa
vicenda in un primo momento furono occultate e poi smentite
dalla maggior parte dei tedeschi nel tentativo di nascondere la
verità e con essa le loro colpe.
Qualora questi fatti venissero dimenticati potrebbero riaccadere,
facendo altrettante vittime.
Non dimenticare dovrebbe significare imparare. Imparare dai
propri errori, anche se questo non può e non deve essere
considerato unicamente un errore, perché un errore potrebbe
accadere durante un calcolo matematico, non nella meditazione
di uno sterminio di massa, perché solo di questo si può parlare.
Il tema principale del film rimane comunque invariato, si parla
sempre di razzismo e delle conseguenze che esso ha portato.
Un argomento molto attuale, soprattutto in questo periodo a
causa delle ondate di immigrati che tentano di arrivare in Europa
per fuggire dalla guerra.
I pregiudizi hanno sempre contribuito a creare un'atmosfera
negativa tra le varie etnie, in quanto, quotidianamente, gli esseri
umani come tali si creano personali opinioni, la maggior parte
delle quali infondate e negative, su altre persone, che li spinge a
riservare verso di loro solo dell’odio.
L’odio porta solo altro odio, che sfocia in un labirinto senza fine.
Maria Chiara Rosa 4°A
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INTERVISTE
Intervista all’assessore regionale
Emma Petitti
L’assessore al bilancio dell’Emilia-Romagna
in visita alla Fiera di San Gregorio
territorio romagnolo e con particolare attenzione alle aree
Valmarecchia e Valconca.
-
Quali sono i pregi della fiera che dovrebbero risaltare
ancora di più e quali elementi secondo lei sarebbero
da migliorare?
EMMA: Come “visitatore affezionato” posso affermare che
anche se rimangono sempre le solite tradizioni la fiera si
evolve ogni anno. Gli elementi di pregio che la trasformano in
evento sono molti: la relazione, l’integrazione tra le varie
realtà, la volontà di tutto il territorio di rendere la fiera un
momento di crescita sia economica sia culturale.
-
Il giorno 6 marzo 2016 Emma Petitti, assessore al bilancio e alle
Pari opportunità della regione Emilia Romagna, dopo aver
inaugurato la fiera di San Gregorio e aver visitato lo stand della
nostra scuola, ha accettato di rispondere ad alcune domande
poste da una studentessa della nostra scuola relative alla Fiera
di San Gregorio.
-
Lei, che è assessore al Bilancio ci potrebbe dire quali
finanziamenti sono previsti per la nostra zona e per le
scuole?
EMMA: Stiamo investendo molto sulle scuole per sopperire ai
tagli ministeriali, in particolare, per quanto riguarda l’edilizia
scolastica l’Assemblea Regionale ha investito 1,5 milioni di
euro solo per la provincia di Rimini. Stiamo investendo anche
sulla cultura e l’educazione e su tutto quello che interessa il
turismo. Un altro fattore importante per l’Emilia-Romagna è
investire sul lavoro per i giovanissimi, attrarre risorse. L’Emilia
Romagna è una delle regioni con i migliori dati in questi
settori ma nei prossimi anni dare posti a più giovani è un
importante obiettivo.
Che cosa ne pensa della fiera?
EMMA: La fiera è da diversi anni un’occasione di
arricchimento, una grande opportunità perché è una
manifestazione che si rinnova ogni anno. San Gregorio è il
punto centrale di numerose iniziative che riguardano l’intera
vallata e per questo motivo mi sento di ringraziar
l’amministrazione. Il loro obiettivo è valorizzare tutto quello
che è presente nel territorio e San Gregorio è un’occasione
importante.
-
-
Per noi di Morciano è molto importante, a lei che
emozioni trasmette?
EMMA: Quando torno qui respiro un’aria di forte tradizione,
percepisco l’identità di un territorio e avverto l’inizio della
primavera che porta la bella stagione. Per questo motivo il
mio impegno in Regione si traduce nella tutela dei valori
testimoniati dalla Fiera, sono orgogliosa nell’annunciare che
tra poco per la prima volta partirà il GAL Romagna con un
finanziamento di € 9600000 per la valorizzazione dell’intero
Fra pochi giorni arriverà l’8 marzo, quale augurio
vorrebbe fare alle studentesse della mia scuola?
EMMA: Proprio come Assessore alle Pari Opportunità sogno
un giorno in cui le donne potranno avere gli stessi diritti
dell’altro sesso. Oggi nel mondo dell’impresa le donne
guadagnano meno dei colleghi uomini e quando si
inseriscono nel mondo del lavoro non sono mai alla pari. Per
tutelare le donne è necessaria maggiore attenzione alle
retribuzioni e più sostegno al Welfare. In tutta l’Emilia
Romagna abbiamo 23 centri che si occupano degli abusi e
delle violenze sulle donne ma questo è solo un punto di
partenza. Insieme al Consigliere regionale Nadia Rossi noi
donne del Consiglio Regionale stiamo preparando una legge
contro gli abusi sulle donne. L’intento è partire dalle scuole e
dalle famiglie per costruire un vero rispetto tra tutti i giovani,
attraverso il linguaggio e l’atteggiamento verso madri,
compagne e figlie.
Claudia Simonazzi 4°E
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INTERVISTE
Alternanza Scuola-Lavoro
L’esperienza della 3°A
Giulia: Il lavoro che mi assegnavano era lo stesso che loro
svolgevano quotidianamente. Inizialmente mi facevano registrare
fatture di vendita, per poi passare a compiti più complessi come
inserire movimenti finanziari vari nel programma dell'ufficio.
Riuscivi a portare a terminare tali mansioni?
Martina: Si, certo. Anche se a volte con un po' di difficoltà ma
sono sempre riuscita a portare a termine tutto.
Giulia: Inizialmente poteva apparire difficile, ma continuando a
farlo veniva automatico.
Ti farebbe piacere tornarci il prossimo anno?
Martina: Si, mi farebbe molto piacere. Magari cambiando ufficio
per avere la possibilità di conoscere campi diversi ma stando
sempre nella stessa azienda perché ho trovato molta
disponibilità da parte di tutti.
Abbiamo intervistato alcuni alunni della classe 3A di
Amministrazione Finanza e Marketing che hanno partecipato allo
stage aziendale dal 22 febbraio al 12 marzo. Per chi non lo
sapesse, per stage intendiamo quel periodo, che dura tre
settimane, nelle quali ogni ragazzo della classe viene diviso in
diversi punti lavorativi inerenti allo studio scolastico, per
apprendere in maniera concreta il mestiere. Vi riportiamo le
interviste riguardanti a diversi settori in cui i ragazzi hanno
lavorato.
Giulia: Certo, mi farebbe piacere. Infatti quest'estate tornerò nello
studio commercialista, per lo stage estivo sotto loro proposta. La
cosa mi ha fatto molto piacere, così ho deciso di accettare.
Ti ha lasciato qualcosa quest'esperienza?
Martina: Decisamente si perché con quest'esperienza ho capito
tante cose come il fatto che non vorrei stare tanti anni a lavorare
seduta dietro in una scrivania.
Dove hai trascorso il periodo di stage? In quale ufficio ti
hanno collocato?
Martina: Ho trascorso il mio periodo di stage su mia richiesta
all'Aeffe S.p.A di San Giovanni in Marignano. Mi hanno collocato
nell'ufficio contabilità Italia.
Giulia: Il mio stage l'ho trascorso nello studio commercialista
ECO a Riccione in Viale Ceccarini.
Come ti sei trovato nell'ambito lavorativo?
Martina: Mi sono trovata molto bene perché ho avuto sin
dall'inizio una bella accoglienza da parte di tutti. La mattina
arrivavo anche prima e appunto per questo fatto ho instaurato un
buon rapporto con una delle mie colleghe di ufficio.
Giulia: Ho passato un bella esperienza. Fin da subito mi sono
trovata a mio agio nell'ambiente lavorativo e soprattutto con le
mie colleghe, sempre molto disponili ad insegnarmi il mestiere.
Quali compiti ti assegnavano?
Martina: I primi giorni sono stati un continuo archiviare documenti
ma poi nei giorni successivi ho fatto presente a loro le mie
conoscenze, le mie capacità in modo tale che mi assegnassero
compiti un po' più complessi per avere un approccio maggiore
con il mestiere.
Giulia: Si, è stata un'esperienza molto positiva che mi ha portato
a conoscere più a fondo che significa lavorare.
Sei riuscita in qualche caso a mettere in pratica ciò che fin
qui hai studiato a scuola?
Martina: Si, soprattutto nelle materie di economia e informatica.
Giulia: Si, economia, perché il lavoro del commercialista si basa
su ciò che studio a scuola, e informatica per usare i programmi
utilizzati da loro.
La nuova riforma scolastica dice che anche noi ragazzi di terza,
dobbiamo trascorrere un periodo di stage invernale obbligatorio.
Negli anni passati tali stage si svolgevano solo in quarta. Questo
fatto ha portato alcuni nostri compagni di classe a non essersi
trovati molto bene a causa, come da loro stessi riconosciuto,,
della mancanza della necessaria esperienza.
La Redazione
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FOTOGRAFIA
UNO, NESSUNO E CENTOMILA
Una photogallery dedicata alle anime
intrappolate in se stesse.
In una società in cui la maggior parte delle persone si ritrova a
dover interpretare un ruolo che non le rispecchia, ci sono
altrettante persone che, stanche, vogliono gridare al mondo chi
in realtà sono.
Ispirandoci alle opere di Pirandello abbiamo sviluppato una
gallery per incoraggiare le anime intrappolate a ribellarsi,
mostrandosi per ciò che sono veramente.
(Progetto di Maria Chiara Rosa e Valentina Angeli, fotografie di
Maria di Ghionno).
C’è una maschera per
la famiglia,
una per la società
e una per il lavoro.
E quando stai da solo
resti nessuno.
Noi siamo ciò che siamo,
ma di fronte agli altri siamo quelli che
realmente noi sappiamo di non essere.
Dopo un po’ tutte quelle maschere diventano un vizio difficile da togliere.
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SCUOLA
Alla ricerca dell’atomo opaco
Notte prima degli esami
II racconto della visita alla casa
del grande poeta a San Mauro
La classe 5°C alle prese con l’ansia da prestazione…
Giovedì 17 marzo le classi 2A e 2B si sono recati a San Mauro
Pascoli per visitare e rivivere la storia del poeta Giovanni
Pascoli. La prima tappa è stata casa Pascoli (monumento
nazionale dal 1924), la casa dove Giovanni e alcuni fratelli sono
nati e vissuti nella primissima infanzia. Grazie alla guida abbiamo
potuto “rivivere” la sua vita e quella dei suoi fratelli altrettanto
talentuosi: un'esistenza iniziata bene ma peggiorata nel corso
degli anni a causa dell'ormai famosa data del X Agosto in cui il
padre venne ucciso per motivi di lavoro. Infatti era custode di una
villa signorile, per questo era invidiato, e venne preso di mira da
un'altra famiglia del paese che pagò due sicari per eliminarlo in
modo da prendere il suo posto. Nella casa si sono potuti leggere
alcuni dei suoi manoscritti autentici conservati lì.
L'abitazione
è
modesta ma è stata
ristrutturata
in
maniera filologica e
precisa. La seconda
tappa è stata Villa
Torlonia (proprio la
dimora presso cui il
padre
del
poeta
lavorava
come
custode) dove per prima cosa la guida ha spiegato la sua lunga
storia, avendo avuto molti proprietari diversi. Infatti in alcune
stanze si possono ammirare i vari stemmi di famiglia.
Bellissimo edificio (più volte ma solo in parte ristrutturato) con
caratteristiche dalle più antiche a quelle più recenti storicamente
parlando. Una giornata alternata tra pioggia e sole che non
hanno ostacolato il tuffo nel passato nella vita di Giovanni
Pascoli.
Arina Sevciuc 2°A
Arrivati ad aprile cominciano a salire le ansie del tanto temuto
esame di maturità. Ci stiamo domandando cosa ci aspetterà una
volta che sarà suonata l’ultima campanella, considerato che già
da qualche mese le fatiche dovute allo studio si fanno sentire e
le preoccupazioni non sono da meno.
L’avvicinarsi dell’esame crea comportamenti non omologati fra i
vari modelli di studenti: c’è chi reagisce in maniera
particolarmente isterica e suscettibile ad ogni minimo imprevisto,
e che passa notti insonni pensando ‘’perché dormire quando
posso continuare a studiare?’’, invece c’è chi studia senza
interruzione fino al minuto prima di ogni interrogazione e ragiona
solo su come
impostare la tesina
cambiando idea ogni
‘’due per tre’’, e poi c’è
chi non si pone
problemi di alcun
genere fino al fatidico
esame ripetendo ogni
giorno: ‘’anche oggi
studio domani’’.
Persino i professori
mostrano i primi segni
di cedimento
preoccupandosi per i propri ragazzi o, probabilmente, solo di
come riusciranno a presentarli davanti ad una commissione che
giudicherà sia le conoscenze dei ragazzi che l’operato degli
insegnanti.
L’esame porta un affaticamento psicologico e fisico trasformando
gli studenti in un accumulo di stress.
Nonostante ciò, questa può essere definita una sfida vita, perché
mettendo i ragazzi continuamente alla prova li aiuta a crescere e
a sviluppare diverse abilità.
Ci sono opinioni contrastanti su questo argomento: c’è chi pensa
che sia utile per la propria crescita e chi pensa che sia solo una
perdita di tempo, che penalizzi gli studenti richiudendo cinque
anni di percorso formativo in quattro prove.
La Classe 5°C
14
SCUOLA
E' l'ora del sesso
Un incontro molto importante
per informare i giovani sui problemi
legati all'educazione alla sessualità
proiettate che sono servite a farci capire che la prevenzione è
quindi quanto mai importante.
I ragazzi hanno compilato poi un modulo di statistica riguardante
le loro conoscenze ed esperienze. Al termine degli interventi da
parte degli specialisti, i volontari dell' associazione hanno
riportato le percentuali delle risposte del modulo, così, anche se
anonimamente, i ragazzi si sono potuti confrontare tra di loro.
Infine, hanno avuto la possibilità di porre domande scritte,
sempre in forma anonima, riguardo alle loro perplessità sull'
argomento.
L'iniziativa è stata molto interessante perché i ragazzi si sono
potuti "liberare" dei loro punti interrogativi più profondi
risolvendoli grazie all'aiuto di fonti più attendibili di Internet.
Durante la mattinata gli specialisti hanno parlato nel dettaglio,
descrivendo problematiche che spesso si presentano agli
adolescenti, ma che questi ultimi non sanno come affrontare,
cadendo nell'ansia ed utilizzando talvolta farmaci, assolutamente
sconsigliati.
Sabato 9 aprile, le classi quarte del nostro istituto Gobetti - De
Gasperi si sono recate al centro parrocchiale per partecipare all'
incontro organizzato dall' associazione Leo Club Valle Del
Conca, chiamato "E' l' ora del sesso", con tema principale quello
delle malattie sessualmente trasmissibili.
Lo scopo dell' iniziativa è quello di fornire ai ragazzi una corretta
informazione,
educandoli
ad
assumere
atteggiamenti
responsabili e sollecitandoli ad una sempre maggiore
consapevolezza in merito ai rischi possibili.
L' argomento è stato analizzato sotto tre punti di vista: morale,
psicologico e scientifico. Il primo intervento, del sacerdote della
parrocchia San Michele Arcangelo Don Massimiliano Cucchi, ha
spiegato il concetto di educazione e il valore della conoscenza e
dell' intimità.
Don Massi, insegnante di religione, ci ha intrattenuto con la sua
capacità di trasmettere in modo divulgativo concetti talvolta
complessi.
Il secondo intervento, di uno psicologo, ha chiarito cosa si
intende con vicinanza emotiva per poi passare alla spiegazione
dei vari tipi di disturbi di origine ansiosa: non pensavamo che ne
fossero così tanti, nel senso che davvero abbiamo capito che il
nostro corpo è una macchina complessa il cui meccanismo deve
essere tenuto sotto controllo con l'aiuto di figure professionali
che possano aiutarci a non cercare aiuti esterni talvolta dannosi
(per es. alcune medicine).
Nel terzo intervento, il medico esperto in venereologia ha
presentato la
classificazione delle malattie trasmesse
sessualmente e le caratteristiche di quelle più frequenti, come
per es. la gonorrea, la sifilide, la candida ecc. Questo passaggio
dell'incontro ci ha impressionato anche a causa delle foto
A questo proposito, non ci rimane che ringraziare i volontari e i
medici che sono stati a nostra disposizione, sperando che
questo progetto possa svilupparsi nel tempo par far accrescere
la consapevolezza dei giovani e delle loro azioni. In Italia, come
nel mondo, le malattie sessualmente trasmissibili, che possono
avere gravi conseguenze, sono molto diffuse e se ne ha davvero
poca conoscenza.
Valentina Sanchi 4°A
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SCUOLA
Cittadini si diventa
Un progetto in collaborazione con l’associazione
Passi di Legalità di Morciano di Romagna
A questo proposito è stato chiesto alla nostra compagna Giulia
Semprini di realizzare dei disegni rappresentativi di sei dei primi
dodici articoli della Costituzione.
Partendo da questi disegni, grazie al Comune di Morciano di
Romagna, verranno realizzati sei pannelli in plexiglass che
saranno collocati appunto in un’area del parco comunale presso
il Conca. Li pubblichiamo qui sotto in modo che possiate vederne
le bozze in anteprima: l’inaugurazione avverrà il 4 giugno, come
detto in precedenza.
Martina Gabrielli e Giulia Sammarini 3°A
Nei giorni 2, 9 e 16 aprile le classi II A, III A e IV E hanno
partecipato al progetto Cittadini si diventa, tenuto dalla dott.ssa
Gaia Trunfio , che fa parte dell’associazione Passi di legalità.
Uno degli obbiettivi di questo progetto era capire come gli
adolescenti percepiscono questa realtà e che rapporto hanno
con le mafie.
Nel primo incontro Gaia, ha chiesto a tutti cosa fosse per noi la
mafia e, una delle risposte più comuni, è stata ‘la mafia per me è
uno schifo’, partendo da questo concetto abbiamo iniziato un
lungo dialogo in cui abbiamo potuto esprimere le nostre opinioni;
ma, una cosa che ha lasciato molti di noi spiazzati è stato il fatto
che ci siamo resi conto che la mafia c’è anche molto vicina a noi.
Poi ci siamo divisi a gruppi e abbiamo fatto dei disegni di come
secondo noi era il tipico boss mafioso, indicando anche l’età, il
nome e il clan di appartenenza: quasi tutti riportavano come
caratteristiche: l’avere un cappello, gli occhiali scuri, la catenina
d’oro e i peli che uscivano dalla canottiera bianca.
Nel secondo incontro uno degli argomenti principali è stato la
confisca dei beni alle mafie; i beni una volta confiscati alle mafie
diventeranno poi di uso sociale.
Quando questi beni vengono confiscati, se si tratta di attività
come ad esempio alberghi, campi agricoli, stabilimenti
balneari,ecc…può essere che i dipendenti pur di non perdere il
lavoro si prendano la responsabilità di occuparsene sostenendo
in questo modo la lotta alle mafie; un modo con cui noi possiamo
aiutare in questa lotta è andare una settimana durante l’estate ad
aiutare nel lavoro; questo si può fare rivolgendosi ad
associazioni come Passi di legalità che organizzano questi
viaggi( sarebbero i famosi campi di lavoro di Libera
l’associazione fondata da don Ciotti).
Nel terzo incontro abbiamo tirato le fila di tutto il progetto e
abbiamo iniziato a prepararci per l’incontro finale che si terrà il 4
giugno con le altre scuole della provincia che si terrà presso il
padiglione fieristico di Morciano: ognuno di noi contribuirà alla
realizzazione di un manufatto che verrà posto presso il parco Del
conca
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SCUOLA
28° Premio Rotary Scuola
Scuola-Lavoro
“Siate dono nel mondo”
Visita classe 5° Meccanica-Meccatronica
di Morciano presso HSD SpA di Gradara.
L’azienda, fondata nel 1992 da Giancarlo Selci, appartiene al
gruppo Biesse e si è trasferita da Pesaro a Gradara da meno di
due anni.
Da quest’anno scolastico l’Istituto Superiore di Morciano con
l’azienda ha messo
in campo progetti
di
alternanza
scuola-lavoro.
HSD è un’azienda
florida e leader nel
mondo
nella
produzione
di
elettromandrini,
teste a 5 assi, rinvii
angolari e unità di
foratura CNC per
la lavorazione di legno, alluminio, marmo, vetro e PVC, con una
solida esperienza nei componenti elettronici che oggi si fondono
con quelli meccanici, dando così vita all’azienda “Meccatronica”.
HSD SpA Progetta e produce componenti tecnologicamente
avanzati ad alta precisione per lavorazioni industriali di fresatura,
foratura e taglio per un’ampia gamma di materiali e settori
produttivi. I prodotti più rappresentativi sono Elettromandrini,
Teste di Foratura, Servomotori con azionamento integrato,
Gruppi Multifunzione.
HSD SpA, oltre alla casa madre italiana, opera direttamente con
3 filiali localizzate nei principali mercati mondiali con l'obiettivo di
garantire un'assistenza pre e post vendita immediata ed
altamente qualificata: HSD USA Inc., HSD Deutschland GmbH e
HSD Shanghai Co. Ltd.
Sempre orientata a sviluppare diverse applicazioni di tecnologie
nuove ed esistenti, HSD si impegna continuamente per
l’inserimento di giovani Periti Meccanici e laureati in Ingegneria
Meccanica, Elettronica, dell’Automazione ed Informatica che
avviene attraverso percorsi strutturati di formazione e
valutazione.
La mattina di sabato 19 marzo, la 4° e la 5° A si sono recate all’
auditorium del liceo scientifico Volta a Riccione accompagnate
dalle Proff. Giorgi, Antonioli, Lazzarini, per assistere alla 28°
premiazione Rotary Scuola. In questa manifestazione sono stati
premiati i ragazzi che hanno conseguito il diploma di maturità
con il massimo dei voti, tra di loro i migliori con borse di studio di
ben € 1000,00.
La nostra scuola è stata
presente con due ragazzi :
Remo Pio Masotano e Valbona
Jonuzi, che ha conseguito la
borsa di studio.
Ancora una volta la nostra
scuola è stata riconosciuta per
i meriti che può lasciare come
hanno anche spiegato i due
ragazzi, che con la voce un po’
tremante per la commozione
hanno ringraziato tutti i Prof.
per il sostegno che gli hanno
sempre dato e ci hanno fatto
capire che se te lo meriti un
aiuto ti verrà sempre concesso
e con impegno, volontà e determinazione ogni persona può
raggiungere i migliori risultati a cui tutti dobbiamo aspirare.
“Siate dono nel mondo” è il motto del Rotary e questo sta a
significare, come ci hanno spiegato durante la manifestazione,,
che noi siamo il dono più grande che possa ricevere il mondo
dove viviamo, cioè che siamo noi Giovani a deciderne le sorti, a
poterlo cambiare se vogliamo e soprattutto a volerlo
infinitamente migliorare, quindi ognuno di noi deve puntare al
massimo, per svolgere il nostro ruolo, cioè fare la differenza.
E’ stata una mattinata interessante e molto motivante:
concludiamo facendo i migliori complimenti ai ragazzi premiati e
tanti auguri per il loro futuro!
La Classe 5°C
La Redazione
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SCUOLA
Incontri del Mediterraneo
In…canto
La dura vita dei migranti
Come ogni anno si è tenuto lo spettacolo di musica
e danza della nostra scuola:
ecco qui una breve fotogallery
(per la gallery completa
https://www.facebook.com/Giornalino-del-Gobetti-DeGasperi)
Nei giorni 9 - 11 marzo alcune classi del nostro Istituto si sono
recate alla Sala ex Lavatoio per partecipare a due appuntamenti
organizzati da Incontri del Mediterraneo, un gruppo nato come
risposta di dialogo e incontro a chi predica lo scontro di civiltà
inevitabile. Questa associazione tratta ormai da diversi anni temi
molto importanti come il rapporto islam/democrazia, la crisi greca
e, soprattutto, la questione migranti coinvolgendo le scuole e i
giovani.
Durante il primo incontro i ragazzi hanno assistito alla mostra
fotografica “Storie di migranti” del fotoreporter Livio Senigalliesi
,famoso per le numerose testimonianze tratte dai suoi viaggi in
paesi di guerra; le foto illustravano le condizioni di vita dei
migranti nei diversi momenti della giornata. Le classi hanno
,inoltre, assistito alla proiezione di un reportage ambientato in
Congo, per meglio comprendere le pessime condizioni in cui vive
la popolazione, travolta dai continui attacchi dei ribelli,spinta ad
affrontare lunghi e tortuosi viaggi pur di guadagnare la propria
libertà. Nel secondo incontro, invece, vi è stata la messa in onda
del documentario “Quando Yousef si mise in cammino”,
riguardante una storia di migrazione a piedi dall’ Afghanistan all’
Europa. Da questo filmato si è vista la grande tenacia dei
migranti a voler oltrepassare i confini europei nonostante fossero
ogni volta bloccati e rimandati al punto di partenza dalle autorità
locali.
La Redazione
18
Viaggio Studio
Il mio viaggio a Montpellier
Ecco la prima di due testimonianze
del soggiorno linguistico in Francia
Il nome della scuola da noi frequentata è Accent Francais; la
scuola mi ha colpito subito per la sua bellezza, infatti, l’esterno è
in stile gotico, mentre l’interno era moderno ed estremamente
accogliente.
Le lezioni duravano ogni mattina tre ore circa, mentre il
pomeriggio facevamo delle escursioni. Le lezioni mi sono state
particolarmente utili, il nostro insegnante francese Florian ha
cercato, con infinita pazienza, di aiutarci ad approfondire la
lingua. Anche le escursioni mi sono state di estremo aiuto, oltre
che infinito di divertimento, perché ci costringevano a parlare il
francese per farci comprendere dalle persone che incontravamo.
E’ stata ovviamente una settimana ricca di studio e di momenti
comici che hanno rafforzato ancor più le amicizie tra noi studenti
e il rapporto con le insegnanti. Questo viaggio è stato molto
importante per me: la conoscenza di persone di una nazione
diversa da quella dove risiedo, essere lontana dalla mia famiglia
e convivere con sconosciuti mi ha molto aiutato a crescere e
maturare.
Il 14 febbraio 2016, per me, è stato un giorno di San Valentino
insolito e interessante. La scuola ha scelto proprio quella data
per organizzare il soggiorno linguistico a Montpellier, una
cittadina nel sud della Francia. L’incontro con le professoresse
Bruscolini e Barazzoni, nostre accompagnatrici, e la partenza
erano previsti alle ore 5 del mattino davanti all’edificio scolastico.
Nonostante le preoccupazioni delle nostre insegnanti, molto
premurose come sempre, ci siamo presentati tutti puntuali ed
emozionati. Appena siamo saliti a bordo del pullman, in coro,
abbiamo esultato al grido di “bon voyage”, e così è partita la
nostra avventura verso Montpellier. Arrivati nella cittadina di
Montpellier, è stato molto emozionante l’incontro a Place de
l’Europe con le famiglie che ci avrebbero ospitato per una
settimana.
La
Prof.
Bruscolini
ha
presentato me e
la mia compagna
Claudia
alla
signora Agathe,
lei si è subito
dimostrata molto
gentile
e
disponibile
nei
nostri confronti.
L’incontro con la
signora Agathe,
di 50 anni circa, rimarrà sempre uno dei ricordi più significativi di
questo viaggio, mi ha trasmesso subito fiducia e una grande
tenerezza quando, in filobus, mentre andavamo al suo
appartamento, ci ha confidato di essere andata dalla
parrucchiera per farci una bella impressione.
In quel memento mi sono ritornate in mente le raccomandazioni,
precedenti alla partenza, sia della nostra preside sia dei miei
genitori. Subito mi sono ripromessa che mi sarei molto
impegnata sia come allieva sia come inquilina. La mattina
successiva la signora Agathe ci ha preparato una squisita
colazione e ci ha accompagnato nella Place de la Comediè,
dove avremmo incontrato i nostri compagni per il primo giorno di
scuola in Francia.
Ringrazio di cuore la scuola e le mie insegnanti per avermi
offerto un’opportunità così bella, mi spiace solo di non aver
potuto condividere una simile esperienza con tutti i miei
compagni che prima si erano iscritti, ma poi si sono ritirati, forse
impauriti dai recenti fatti di terrorismo accaduti in Francia.
Mi auguro, come tutti i ragazzi della mia età e non solo, che
questi episodi non avvengano mai più, perché è molto bello poter
incontrare persone e culture diverse e imparare da esse.
Un pensiero speciale alla mia cara signora Agathe alla quale ho
già inviato una cartolina dall’Italia.
Xuliana Gilani 4°E
19
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Viaggio Studio
Un’esperienza indimenticabile
Tra studio, viaggio e divertimento, un reportage
dalla Francia sotto forma di intervista.
Dal 14 al 20 Febbraio, sedici ragazzi del corso commerciale del
Gobetti – De Gasperi hanno vissuto un’esperienza di soggiorno
linguistico nella città universitaria francese di Montpellier.
Partenza dalla scuola con il bus turistico, il viaggio è durato circa
dieci ore con arrivo a Montpellier dove eravamo attesi dalle
famiglie: successivamente i ragazzi si sono recati nelle case ed
hanno passato la serata con le famiglie che li avrebbero ospitati
per una settimana. Facciamoci ora raccontare dalla nostra
compagna Valentina Sanchi l’esperienza vissuta.
Com’è stato il primo impatto con le famiglie?
Io (Valentina Sanchi) e Asia Ravaioli eravamo ospitate da una
sola signora, madame Blanchemanche.
Arrivati a Montpellier eravamo davvero emozionatissime al
pensiero di conoscerla, in quanto avremmo vissuto una
settimana con lei nella sua casa, prese le valigie dal pullman la
madame ci ha accompagnato alla metro che ci avrebbe portato a
casa sua.
La convivenza è stata molto piacevole e divertente la nostra
presenza in casa era concentrata soprattutto durante i pasti, in
cui abbiamo potuto assaggiare i piatti tipici della cucina francese
tra cui la Quish Loren, une tourte au poisson, la ratatouille,
diverse zuppe e molti formaggi. Come votazione per la cucina
francese direi buona ma è sempre difficile superare la passionale
cucina italiana.
Vorrei raccontare un aneddoto particolarmente simpatico:
abbiamo dedicato una cena alla cucina italiana ed intente a
cuocere della carne abbiamo creato molto fumo all’interno della
casa, cosa che da noi italiani è abituale tanto da ritrovarsi in casa
con una vera e propria nebbia, in Francia però è obbligatorio
però in ogni casa tenere un segnale allarme antincendio quindi
quella sera ha cominciato a suonare e in casa nessuna delle
quattro (insieme a noi era ospitata un’altra ragazza universitaria
di Lione) sapeva più come fare per spegnerlo e ci siamo ritrovate
per mezz’ora in mezzo a un suono penetrante con il gatto che
piangeva e chiamando chiunque purché ci potesse aiutare, dopo
tantissimi tentativi, ed essere morte dalle risate, anche per gli
intralci con la lingua, siamo riuscite a spegnerlo e a continuare la
nostra cena. Le francesi hanno molto apprezzato la nostra
cucina italiana quindi grazie a questo ci siamo potute riscattare.
Com’erano organizzate le giornate?
La mattina dalle nove fino a mezzogiorno e mezza avevamo
lezione in una scuola nel centro dedicata agli studi delle persone
straniere per imparare la lingua, avevamo un professore parigino
di nome Florian anche lui molto affabile, che articolava le lezioni
in ascolto-comprensione scritta nel dibattito fra di noi.
E al pomeriggio?
Lunedì pomeriggio abbiamo fatto una visita guidata della città
partendo dalla Place de la Comédie che è la piazza principale di
Montpellier, nonché il luogo dove ci trovavamo più spesso.
Dalla visita guidata abbiamo potuto scoprire che Montpellier ha
un’origine molto antica e questa come tante altre città de la
Région de Languedoc è stata fondata dai romani.
Il giorno successivo abbiamo avuto del tempo libero, mercoledì
dalle due fino alle tre e mezza abbiamo avuto un atelier di
recitazione dopodiché siamo andate a visitare la città medievale
Auguesmortes (acque morte), questa città ci è piaciuta molto
perché sembrava di essere tornati indietro nel tempo.
Poi siamo stati a Nimes, altra città fondata dai romani, dove
abbiamo visitato l’anfiteatro ed un parco bellissimo, molto grande
e curato, in cui c’erano dei resti romani perfettamente inseriti
nell’ambiente.
Ma senza dubbio l’escursione migliore è stata a Cannes dove,
come le dive del cinema, abbiamo camminato sulla Croisette e
abbiamo potuto vedere il palazzo del festival del cinema
passeggiando sul red carpet.
In generale, com’è stata l’esperienza didattica e il tuo livello
linguistico è migliorato?
In generale è stata un’esperienza molto meritevole, sono stata
molto contenta di averla potuta vivere e la consiglierei anche agli
altri studenti del Gobetti, come importante esperienza da fare,
sicuramente anche se solo per una settimana mi è servito molto
anche a livello linguistico e ho potuto constatare che
un’esperienza all’estero dove parli e senti parlare unicamente
una lingua straniera è il modo migliore e più bello per imparare
una lingua.
Come vi siete relazionati tra studenti di classi ed età diverse
che si trovano a vivere un’esperienza comune?
Tra di noi ci siamo trovati benissimo e tutti quanti hanno
condiviso con me il pensiero che sia stata una bellissima
esperienza. In classe eravamo tutti insieme, facevamo
soprattutto lavori di scrittura a coppie e dovevamo collaborare tra
di noi solo unicamente parlando lingua francese per fare dei
progetti.
Ci siamo anche divertiti durante l’atelier di recitazione dove
dovevamo interpretare delle scene come in una fotografia, e qui
sempre collaborando tra di noi ed obbligati a parlare la lingua
francese…siamo morti dalle risate! Nel complesso è stata
un’esperienza che di sicuro non mi dimenticherò.
La Redazione
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Viaggio Studio
E ora la parola a Salamanca…
Ecco la testimonianza degli “spagnoli”
Avete partecipato a qualche laboratorio pomeridiano,visitato
altre città?
Come laboratorio pomeridiano abbiamo fatto una lezione di salsa
con un ballerino del posto, molto bravo e coinvolgente, che ci ha
insegnato i passi base della salsa.
Siamo riusciti a visitare anche altre città come Segovia e Avila.
Quest’anno la nostra scuola ha dato per la prima volta a noi
studenti la possibilità di partecipare ad un soggiorno linguistico
all’estero.
I ragazzi che studiano spagnolo sono andati in Spagna a
Salamanca.
Abbiamo intervistato alcuni di loro per sapere come si sono
trovati durante questa
nuova esperienza.
Com’è
stato
il
viaggio?
Siamo partiti alle quattro
di mattina per andare
all’aeroporto di Firenze;
il viaggio è durato un
paio d’ore, ci sono state
un po’ di turbolenze che
hanno portato il panico
tra coloro che non avevano mai viaggiato in aereo; siamo
atterrati a Madrid con un cattivo tempo ad accoglierci, infatti
pioveva molte forte e di conseguenza abbiamo fatto fatica a
visitare la città. In serata siamo arrivati a Salamanca dove
abbiamo conosciuto le famiglie che poi ci hanno ospitati.
Come vi siete trovati nelle famiglie?
In generale ci siamo trovati bene nelle famiglie che erano tutte
molte ospitali e disponibili, alcuni di noi hanno fatto un po’ di
fatica ad ambientarsi anche per la differente cultura e abitudini.
Alcuni si sono lamentati per il cibo particolarmente speziato, ma
quando si è in viaggio studio bisogna sviluppare un certo spirito
di adattamento.
Come sono state le lezioni al mattino?
Le lezioni sono state molto interessanti, ci hanno aiutato a capire
meglio la lingua,conoscere modi di dire del posto e soprattutto a
parlare con il giusto accento.
Durante le lezioni inoltre abbiamo parlato anche dell’economia in
spagnolo, imparando nuovi termini utili per la scuola che
facciamo.
E’ stata utile questa esperienza?
E’ stata un’esperienza davvero utile che ci ha dato la possibilità
di entrare a diretto contatto con la gente del posto, vivendo per
una settimana secondo i loro ritmi le loro abitudini, e parlando la
loro lingua, dandoci modo di mettere in pratica gli insegnamenti
ricevuti a scuola.
La Redazione
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SPORT
Una
scuola
campioni!
Ecco gli
straordinari
risultati
degli atleti
del
Gobetti –diDe
Gasperi
Campionati provinciali di atletica leggera
Misano 20 aprile 2016
Complimenti ai 19 ragazzi e ragazze che hanno partecipato alle
fasi provinciali dei giochi studenteschi. Tanti podi conquistati
dagli studenti del Gobetti/De Gasperi che si sono presentati in
pista nel migliore dei modi e hanno gareggiato senza
risparmiarsi.
La squadra allievi ha dominato e ha staccato il biglietto per i
prossimi campionati regionali che si svolgeranno nel mese di
maggio.
I nomi e i risultati:
1. BATTISTELLI NICCOLO’ – vincitore negli ostacoli
2. ONGARO ANDREA-secondo nella staffetta
3. ALJTRIM ALIJI- secondo nei cento metri e nella
staffetta
4. DENICOLO’ DAVIDE-secondo nella staffetta
5. ELANOUARI OUSSAMA-secondo nei 1000
6. GALLUZZI LEONARDO- ottavo nei 400
7. PALAZZI ADRIANO-vincitore nel salto in alto
8. MANFRIN PAOLO GIUSEPPE- undicesimo nei 1000
9. PALLANTE GIANLUCA-quarto nel salto in lungo
10. RINALDI SIMONE- terzo nel salto in lungo
11. VIRGA EDUARD SERGIU- terzo nel peso
12. OMICCIOLI ANDREA- vincitore nel lancio del peso
13. CERVELLIERI ALEX- vincitore nel lancio del disco
14. PIRANI ALBERTO-quarto nei 400 metri
15. MORRI ELISA – vincitrice nei 100 metri
16. MASIELLO VALENTINA- sesta nei 1000
17. MENINI MARTINA- vincitrice nel salto in lungo
18. CRUDI AURORA- vincitore nel lancio del peso
19. UCCHIELLI ALEX-vincitore nel lancio del peso
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