Vademecum - Mondo Mostre

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Vademecum - Mondo Mostre
VADEMECUM
Testideipannelliinmostrasecondol’ordinediesposizione
Introduzione
Ukiyoe,letteralmente“immaginidelMondoFluttuante”,èiltermineconcuicisiriferiscealla
più significativa produzione pittorica e silografica di epoca Edo (1615‐1868). Un vero e
proprio filone artistico che ne rispecchia gli sviluppi sociali, culturali, estetici, letterari,
mostrandoeraccontandoigustipredominantidellacapitaleomonimamanonsolo.Iltermine
ukiyo(yo,mondo,uki,fluttuante)avevaoriginariamenteunaconnotazionenegativalegataal
pensiero buddhista che implicava il rifuggire dagli attaccamenti terreni in quanto illusori e
devianti rispetto al raggiungimento dell’illuminazione. Solo a partire dal Seicento, con la
nascitadellanuovaclassecittadina,acquisìilsignificatooppostoconcuiancoraoggièinteso,
ovvero quello del pieno godimento dei piaceri della vita terrena e della loro fugacità.
Immagini alla moda, coloratissime e vivaci, che si affermarono dall’inizio del XVII secolo,
toccandol’apicetrafineXVIIIeinizioXIXsecolo,sottoildominiodeglishōgunTokugawaedi
cuiHokusai,HiroshigeeUtamarorappresentanoilvertice.MentreèsenzadubbiolaGrande
ondadiHokusail’emblemadiciòchesignificòalivellointernazionalequestogenerechegià
dallasecondametàdell’Ottocentoconquistòl’OccidenteeinparticolareImpressionistiePost‐
impressionisti.
Se sono ormai assimilati i caratteri artistici e letterari dell’ukiyoe, meno conosciuti sono gli
aspetti commerciali alla base di questo fenomeno che rivoluzionò, grazie all’introduzione
dellatecnicasilograficadamatriceinlegno–primaconilsoloinchiostroneroepoiconuna
varietà di colori che rese le immagini paragonabili al broccato (nishikie) –, il mercato delle
immaginieconessodell’editoria.
La selezione di oltre duecento opere silografiche dalla prestigiosa collezione dell’Honolulu
MuseumofArtmiraproprioainvestigareilmotoredelfenomenoukiyoe,evidenziandoitemi
più alla moda, quello del paesaggio e delle vedute celebri (meishoe) e quello delle beltà
(bijinga),attraversoinomicheportaronoalmassimolequalitàcompositiveecoloristichedi
taliimmagini,seppurall’internodiunmercatoeditorialecherispondevaapreciserichiestee
dovelaconcorrenzaeraspietata.
Perilsuccessodiunaseriedistampeerafondamentaleilnomedell’artistacheconcepivail
disegno, ma contribuivano anche la casa editrice e le sue scelte di investimento, oltre alle
figure dell’intagliatore piuttosto che dello stampatore con le loro qualità artigianali. Le
stampe, riproducibili in quantità fino a che la matrice non si consumava, potevano essere
immesse sul mercato in più edizioni, modificate, semplificate nei colori e nei particolari o
esseredistrutteperrispondereaesigenzeeconomiche.
E la loro diffusione contribuì in maniera determinante a un crescente senso nazionale,
facendocondivideregustiemodeeportandoaconoscenzadellapopolazionedelleprovince
anchepiùlontaneluoghieusanzeaffattonotidell’arcipelago.
Surimono
I surimono (letteralmente: “cosa stampata”) sono tra gli esempi più raffinati di silografia
policromaapparsidalprimodecenniodelSettecento.
Diformatovariabile,realizzatisupiccolifoglidicartaquadrati,piuttostocheinsottilistrisce
dicartaverticaliosviluppatiorizzontalmenteingrandedimensione(finoai57cm),edunque
ripiegabili,eranorichiestidacommittentiprivati.Incomuneavevanoilfattodiesserepensati
per un’occasione particolare, oltre che prevedere l’unione di pittura e calligrafia, spesso di
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versi poetici. Tuttavia la varietà di stili e soggetti rispondevano all’utilizzo per cui erano
concepiti, così che un surimono poteva divenire un semplice biglietto augurale, un invito a
concertooaunospettacoloteatrale,aunradunopoeticooaunacerimoniadeltè,mapoteva
ancheessereuncalendarioillustrato,l’immaginedaoffrirealtempioolacommemorazionedi
unevento.Inpraticaunaveraepropriaformad’artegrafica,spessoascopopubblicitario,a
cuiartisticomeHokusaisidedicaronoconunavastaproduzionecheraggiunseilsuoapicetra
lafinedelSettecentoegliannisessantadell’Ottocento.
Tra gli esempi più belli e divertenti la divinità Daikoku che solleva una balla di riso
sormontata da un mazzuolo e un gallo, segno zodiacale dell’anno di realizzazione, o l’invito
cheriportaora,giornoeluogodelconcertodiTokiwazuaRyōgoku,tenutosilaquintaoradel
23 luglio e, ancora, l’illustrazione della casa da tè Echizen’ya. Altri soggetti erano la natura,
animalioluoghicelebri.
Veduteprospettiche
ApartiredaglianniquarantadelSettecentodiversiartistidell’ukiyoeiniziaronoadapplicare
alle proprie opere pittoriche su rotoli verticali e orizzontali, ma ancora di più nel formato
della stampa policroma, che permetteva una maggiore precisione nel segno, la tecnica della
prospettivaoccidentale.
Uno dei più illuminaticapi militari Tokugawa, l’ottavo shōgun Yoshimune (1684‐1751), dal
1720 allentò il proibizionismo, che toccava tra l’altro l’importazione di libri e immagini
dall’estero favorendo gli studi occidentali (rangaku) e, di conseguenza, la circolazione di
incisioni di vedute europee alle quali si ispirarono molti artisti. Tra i primi vi fu Okumura
Masanobu (1686‐1764), ma vi è una testimonianza evidente di questo scambio in una
silografiarealizzatadaUtagawaToyoharutrail1764eil1789,daltitoloVedutaprospettica.
Illustrazione della campana che suona per diecimila leghe nel porto olandese di Frankei, che
riproduceinrealtàunavedutadelCanalGrandediVeneziasecondolemodalitàdell’ukiyoe,
riprendendoladaun’incisionediAntonioVisentinidiundipintodelCanaletto.
Interniditeatrikabukiedrammiportatiinscena,oltreapaesaggieadarchitetture,eranoi
soggetti preferiti delle stampe prospettiche (ukie) e in seguito delle immagini create per i
visori ottici (meganee), che rinnovarono e aprirono nuovi orizzonti al già ampio mercato
dell’ukiyoefacendobrecciapropriosullanovitàeilfascinoprovocatodall’effettodiesagerata
profonditàrisultanteaunocchiononeducato.
Vedutecelebridicascate
Il fascino di un viaggio tra le cascate nelle diverse province del Giappone è riassunto da
Hokusaiinquestabellissimaserieregalandoaognicascatalasuaacqua,lasuanebbia,isuoi
vaporielesueleggende.
QuelladiYoshino,conladiscesadigradante,ricordatacomeilluogodoveilmiticoYoshitsune
si fermò a lavare i suoi cavalli, usanza continuata nel tempo; quella di Kirifuri, separata in
tanti rivoli come una cascata di capelli, ripresa con la stessa impostazione anche da Eisen;
quella famosa di Amida disegnata – come la piccola di Aoigaoka – incorporandovi
contemporaneamente due punti di vista diversi: uno frontale, che esalta il salto e la caduta
dell’acqua, lo strapiombo e le rocce che la racchiudono; e uno dall’alto, a volo d’uccello, che
intendemostrareloscorrereplacidodelcorsod’acquachelagenera.InfinelecascatediYōrō,
KiyotakieŌnoripideequasigeometriche,lacuipotenzaèsottolineatadallefittefasceblue
bianchechesialternanoinverticale.
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Laserie,uscitaneglianni1832‐1833,confermòunodeisoggetticlassicidell’ukiyoe,quellodei
luoghi celebri (meishoe) per le bellezze naturali. Le stesse località, già note al pubblico,
venneroripreseadistanzadianniedadiversiartisti,tracuiHiroshige,seppurconcolori,stile
eformatocompletamentediversi,comeèevidentenelleimmaginidedicatedaidueartistialla
cascatadiRōben:ilcontesto,unvillaggiodicasupoleealcunibagnanti,rimaneilmedesimo,
tuttaviaHokusailavorainverticale,concoloribrillantieintensi,mentreHiroshigegiocacol
formatoorizzontale,coloripiùchiari,tonipiùpacatiemenodrammatici.
Vedutecelebridiponti
Una serie di undici silografie, proposta da Nishimuraya, lo stesso editore de Le trentasei
vedutedelmonteFuji,presentasemprepermanodiHokusaineimedesimianni(1833‐1834)
alcunevedutedeipontipiùfamosinellevarieprovincedelGiappone.
Comeperlecascate,ancheinquestocasoipaesaggisonoriconosciutiperlaparticolaritàdi
ununicoelementosceltocomesoggettoprincipale,iponti,declinatosecondolediverseforme
e costruzioni (talvolta surreali) e i loro nomi poetici: la lunga e dolce curva del ponte che
“attraversalaluna”diArashiyamaaKyoto,loYahagilungolaviadelTōkaidōeilTenmanella
provinciadiSettsuconlelanternerossefestive;quello“appesoallenuvole”,sospesosuuna
valle del monte Gyōdō a collegare il tempio Jōinji alla capanna per il tè Seishintei, posta in
centro alla veduta sullo stretto promontorio; o l’altro, sospeso tra le province di Hida ed
Etchū,coniduecontadiniche,abilicomefunambolidacirco,trasportanoaspallalefascinedi
riso.EpoicisonolemolteplicigobbedelponteKintaiequellepiùfamosedeipontiatamburo
del tempio di Kameido, ripresi anche da Hiroshige nella serie delle CentovedutediEdo e in
seguitodaifotografidifineOttocentocertamenteinfluenzatidallesuevedute.
Infineèlaletteraturaclassicaaintrodurciall’Ottupliceponte(Yatsuhashi),unodeiluoghipiù
celebratiapartiredall’antologia IraccontidiIseeripresoneisecolicomemotivodecorativo
surotoli,stampe,tessuti,ceramiche,scatolelaccate,guardiedispadainmetallo.
LeTrentaseivedutedelMonteFujidiHokusai
ÈlaseriesilograficachehaconclamatoHokusaicomemassimomaestrodell’ukiyoealivello
internazionale.Chiunque,anchenonconoscesseilnomedell’artistaodellaserieinquestione,
ha sicuramente incrociato, seppur in riproduzione, l’immagine che ne è divenuta l’icona
centrale,La[grande]ondapressolacostadiKanagawa,notaanchecome“LaGrandeonda”.
Pubblicate da Nishimuraya tra il 1830 e il 1832, nel periodo di massima produzione di
immagini policrome di Hokusai, le 36 vedute diventarono in realtà 46 fogli sciolti, a
dimostrazionedelsuccessocheimmediatamenteriscontraronosulmercato.AparteGiornata
limpidacolventodelsud[oFujirosso]eTemporalesottolacima–altredueoperecapolavoro
di questa serie in cui il monte Fuji è protagonista indiscusso – tutte le altre stampe offrono
vedute di luoghi celebri da cui si può ammirare in lontananza la solenne forma del sacro
monteFujicomepresenzacostante.
Diversamente da Hiroshige, Hokusai incorpora come soggetto principale del paesaggio
l’azione umana quotidiana, vivida e vivace, e una spazialità drammatica che si può cogliere
nella figura piegata in avanti del pescatore in primo piano che lancia l’amo dallo scoglio in
KajikazawanellaprovinciadiKaionellafolatadiventochefapiegareiviandantievolarein
ariai foglitenutitra le maniin EjirinellaprovinciadiSuruga. Da Yoshitomo Nara a Manabu
Ikeda, da Andy Warhol a Jeff Wall, le citazioni di queste immagini in ogni forma sono un
continuocrescendochelehareseiconePop.
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LecinquantatréstazionidipostadelTōkaidō
Moltissime sono le serie silografiche dedicate al soggetto del Tōkaidō e alle 53 stazioni di
posta sviluppatesi lungo quella che divenne l’arteria centrale che collegava la capitale
amministrativa sede dello shogunato, Edo, alla capitale imperiale Kyoto durante l’epoca
Tokugawa(1603‐1868).
Il sistema delle residenze alterne (sankinkōtai) imposto dallo shogunato obbligava i signori
dei feudi anche più lontani a spostarsi dalla propria provincia in pompa magna fino alla
capitaleearisiedervitemporaneamenteimpegnandoognirisorsaeconomicaeumana.Inoltre
la pace stabilita dal clan Tokugawa, che aveva unificato il Giappone sotto il proprio potere,
avevafavoritoladiffusionediattivitàcommerciali,artigianalied’intrattenimentononsoloin
cittàmaanchelungoipercorsiprincipali:luoghidiristoroelocandeperilpernottamentodi
personeeanimali,negozidirifornimentodiognibene,prodottilocalietipicichedivennero
celebriericercatidaiviaggiatori.
Hiroshigefece la sua fortuna su questo soggetto. Disegnò una prima serie delTōkaidōnegli
anni1831‐1834conl’editoreHōeidōacuiseguironooltreunadecinadiedizionientrolafine
degliannicinquanta,verticalieorizzontali,tracuila Reishoconl’editoreMaruseinel1848‐
1849,altreconl’inserimentodipoesiekyōkaoapiùmanicondiversiartistiukiyoe.
LostessoHokusaiavevaavutocommissionisuquestosoggettotantorichiestogiàdaiprimi
annidell’Ottocento,producendoalmenosetteedizioni,mailmaestroindiscussodelTōkaidō
rimaneHiroshige.
Specchiodeipoetigiapponesiecinesi
Intorno agli anni 1833‐1834, gli stessi delle famose TrentaseivedutedelmonteFuji, Hokusai
produceancheunaseriedidiecisilografieinformatoverticaledigrandidimensionidedicata
ai più famosi poeti della storia cinese e giapponese. Si tratta di stampe destinate
evidentementeaunpubblicocolto:ipoetisonoritrattinelcontestodisplendidipaesaggiche
richiamano le loro origini o si ispirano ai versi per i quali sono celebri, difficilmente
comprensibiliallagentecomune.
Inoltre,iltermineshashinkyō(lett:specchioveracopia)staaindicareilritrattointesocome
vera rappresentazione del soggetto, non da un punto di vista puramente formale quanto
piuttostointimamentelegatoallesuecaratteristiche.Glistessicarattericinesicheformanoi
vocaboli shashin e kyō vennero adottati, insieme e separatamente, nella seconda metà
dell’Ottocento per creare la nuova terminologia necessaria in ambito fotografico (camera
oscura,dagherrotipo,fotografia,eccetera)nonsenzasollevarequestionisullaadeguatezzadel
termine, usato per indicare il risultato di uno strumento meccanico che escludeva l’aspetto
psicologicodelritratto,parteinvecedellatradizionepittoricacineseegiapponese.
Traipoetirappresentati,icinesiHakurakuten(BoJuyi),Rihaku(LiBai)eTōba(SuDongpo),
la dama di corte e poetessa di epoca Heian Sei Shōnagon, autrice delle Note del guanciale
(Makuranosōshi)eAriwaranoNarihira(825‐888)riconosciutotrai36poetiimmortalidel
Giappone.
Centopoesiepercentopoetiinraccontiillustratidellabalia
Diquellachedovrebbeessereunaseriedicentosilografiepolicromenelformatoorizzontale
ōban si sa che Hokusai ne avrebbe completate solo ventisette negli anni 1835‐1836 circa,
mentreesistonoalmenosessantaquattroaltrisuoidisegnipreparatori.SifirmacomeSakino
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HokusaiManji(ManjiilgiàHokusai),eillustraiversidellafamosaantologiapoeticacompilata
da Fujiwara no Teika nel 1235 Cento poesie per cento poeti (Hyakunin isshu) come se la
raccontasseunavecchiadonnaounabalia(uba),cioèunapersonapocoraffinataeavvezza
allestoriedicorte;unespedientecheglipermetteunamaggiorelibertàinterpretativa.
A ogni veduta di paesaggio dai colori estremamente brillanti corrisponde un cartiglio con
l’iscrizione di alcuni versi (tanka) in hiragana del poeta rappresentato, immediatamente
riconoscibili dal pubblico giapponese e perlopiù riferiti alla stagione o all’amore. Tuttavia,
mentre in alcuni casi Hokusai rimane coerente con il contenuto delle poesie, in altri si
permette, nei panni della balia, delle libere interpretazioni fingendo di avere male
interpretato il significato; in altri ancora arriva persino a creare soggetti completamente
nuovieslegatidaiversi,lasciandoall’osservatoreilcompitodicoglierneilsenso.
La serie era stata pubblicizzata come prodotto di Nishimuraya, lo stesso editore delle
Trentasei vedute del monte Fuji, tuttavia a parte le prime cinque stampe, le altre ventidue
portano un sigillo diverso, quello di Iseya, e non si registrano altre pubblicazioni di
Nishimurayadopoil1835.
Rivalidi“natura”:HokusaieHiroshige
Leimmaginidifioriepiante,uccellieinsetti,pesci,rettilieanimalipiùingeneralesonoda
ascriverealgeneredi“pitturadifiorieuccelli”(kachōga),esistentebenprimadellatecnicaa
stampa e legata alla tradizione pittorica cinese. Tuttavia, il massimo sviluppo avvenne a
partiredametàSettecentoquandocominciaronoaessereimportatidallaCinalibriillustrati
suquestotemachediventaronomodellopertuttelescuolepittoricheeinparticolarepergli
artistiukiyoecheleripreseroinversionesilografica.
Erano immagini utilizzate a uso decorativo, in contesti abitativi modesti, o come sfondi su
stampe di beltà femminili o surimono. Fu con Hokusai e Hiroshige che il soggetto “fiori e
uccelli”siconfermòcomeunveroepropriofilone:leseriedeipiccolifioriedeigrandifioridi
Hokusai, pubblicate da Nishimuraya rispettivamente negli 1832 e 1833‐1835, ne sono
l’esempiopiùevidenteavendodatoafiori,uccellieinsettilastessaimportanzacheavrebbe
avutoilvoltodiunabeltàinunritratto.Peonieefarfalle,papaveriequaglie,ortensieemartin
pescatori,gruepini:gliabbinamentidipianteeanimalisonoclassicicheappartengonoalla
letteraturadovesonoutilizzaticomeparolechiaveperriferirsiallestagioni.
Tuttavia,sedaunapartesinotalasimilaritàdisoggettioffertisiadaHokusaisiadaHiroshige,
dall’altrasipuòevincerecomesiastatoquest’ultimoadaveremaggiorsuccessodipubblico,
perlaleggerezzaemaggiordecorativitàdellecomposizioni,spessoriportatesuformatimolto
invogaaqueltempocomequellodelventagliorotondo(uchiwae).
Utamaro:bellezzaesensualità
Se tanti sono gli artisti dell’ukiyoe, compreso Hokusai, che si sono cimentati con il soggetto
dellebeltàsurotoli,stampeelibriillustrati,equestoavvennesindalXVIIsecolo,apartiredai
Kaigetsudōconledonneimponentiritratteapiedinudicomesegalleggiasserosuunosfondo
vuoto, non c’è artista che possa competere con Utamaro, vero e proprio Maestro in questo
campo.
Il suo nome è sinonimo del genere bijinga (pittura di beltà femminile), a cui ha saputo
apportarequellenovitàtecnichechel’hannoconfermatocomeunodeifilonipiùvendutisul
mercatodelleimmaginiacavallotraSettecentoeOttocentoaccantoaquellodeiluoghicelebri
(meishoe),dicuispessoèdiventatoparteperaumentarnel’attrattività.
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Intorno agli anni novanta del Settecento, Utamaro rivoluzionò il ritratto femminile con una
composizione a mezzo busto (ōkubie), aggiungendo a un’attenzione estetica per tessuti,
acconciature e trucco un’analisi psicologica del personaggio ritratto che si rivela
nell’espressione del volto, degli occhi e nelle sottili smorfie delle labbra, nelle pose e nei
movimentidicollo,mani,dita.Cortigiane,donneammirateericercatedalpubblicomaschile
dell’epocadialtrettantocelebricasedatè,incontrateprobabilmentenelquartieredipiacere
di Yoshiwara che Utamaro usava frequentare con il suo editore e da sempre amico Tsutaya
Jūzaburō, ma anche donne comuni, madri e mogli, che Utamaro fu costretto a utilizzare in
sostituzione del suo mondo del piacere effimero quando negli ultimi anni del XVIII secolo
questotipodiraffigurazionefubanditodalgovernoTokugawa.
IManga:Hokusaiinsegna
I Manga sono tutto ciò che un pittore può desiderare o dover disegnare e che Hokusai ha
raccoltoinquestoinfinitocampionariodioggetti,esseriviventi,azioni,luoghi,fantasie.
Lospaziodellepaginerilegatediognivolumeèutilizzatoasecondadellatipologiadisoggetto
che Hokusai traccia velocemente e abilmente a mano: doppie pagine fitte di piccoli schizzi
sparsi,suddiviseinriquadripiùomenograndi,offronoimmaginidipaesaggionellediverse
stagioni,conagentiatmosfericiecaratteristichegeomorficheparticolari,architettureearmi,
utensiliperogniuso,maanchefigureumanediognitipo,grasseomagre,realiofittizie,con
fisiognomiche curiose, atteggiate in smorfie o impegnate in azioni che vanno dal gioco alla
lotta, alla danza, alla toletta, al combattimento, fino a comprendere fantasmi e azioni
puramente umoristiche, così come animali e piante di ogni specie. Vi sono anche figure di
dimensione più grande, a piena pagina o a doppia, dirompenti ed energiche come eroi in
azione, bestie feroci e semileggendarie, persino parabole come quella sulla limitatezza della
conoscenza umana nella famosa immagine dei ciechi che misurano, ognuno toccandone una
limitataparte,unelefantegigante.
Sono15volumiintutto,stampatiininchiostroneroconsoloqualchetoccodineropiùdiluito
e vermiglio leggero, e pubblicati a partire dal 1814, quando Hokusai aveva 55 anni, fino al
1878quandouscìpostumoilquindicesimovolume.Funel1856chealcunediquestepagine,
usate per imballare delle ceramiche spedite in Francia, furono scoperte da Félix
Bracquemond, diventando fonte di ispirazione per tuttoil circolo dei suoi amici, da Degas a
Manet,eglialtriImpressionisti.
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TecnicaetradizionedellasilografiapolicromainepocaEdo
Larealizzazionedisilografiepolicromecomportaunlavorod’équipechecoinvolgel’artista,il
quale concepisce e traccia il disegno, l’intagliatore, lo stampatore e, ovviamente, l’editore,
figura centrale del processo, che commissiona, approva, supervisiona e pubblica il lavoro
immettendolo sul mercato ma rimanendo il detentore dei diritti d’autore, che oggi
chiameremmocopyright.
La prima fase della produzione ha inizio quando l’artista sottopone all’editore un disegno
preliminare(shitae),dacuisirealizzaildisegnodefinitivoperlastampa,concontorniprecisi
sucartasottilissima(hanshitae),eloconsegnaaffinchél’editoreviappongailpropriosigillo
edeventualmentelofacciaapprovaredallacensura.
Ildisegnoapprovatopassaalloraall’intagliatorecheloincollaafacciaingiùsuunamatricein
legnodiciliegioelointaglianelleareechenonvannoinchiostratelasciandoinrilievosolole
linee di contorno. Quel disegno naturalmente va perduto e si ottiene invece così la matrice
principale,chiamatasumihan,conlaqualesonorealizzatelestampesucartaconlesolelinee
di contorno nero (kyōgōzuri), che ancora una volta vengono sottoposte all’approvazione
dell’editore e del pittore. Quest’ultimo vi segnala il colore e i particolari effetti di intensità
(bokashi)daapplicarenellefasidistampaperottenerel’immaginepolicroma.
Lo stampatore tira quindi tante prove della matrice principale quanti sono i colori da
stampare,mentrel’intagliatoreintagliaunamatriceperognicoloredaaggiungerelasciando
inrilievosolol’areachedeveessereinchiostrataperstamparequeldatocolore.
Siarrivainfinealcampionedistampa,facendoaderireconuntamponedibambùintrecciato
(baren) un foglio su ogni matrice preparata per quel disegno e inchiostrata in precedenza,
partendo dal nero e andando verso i colori più chiari. Per evitare imprecisioni e
sovrapposizionidiareedicolore,ognimatricehadueregistriintagliatiagliangolielasciatiin
rilievo (sempre alla stessa altezza per tutte le matrici). Tale campione di stampa una volta
esaminato ed eventualmente corretto dall’editore diventa la prima tiratura (circa duecento
stampe).
Courtesy:TheAdachiFoundationforthePreservationofWoodcutPrinting,Tokyo
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