Sintesi n°39 - inverno 2015
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Sintesi n°39 - inverno 2015
Pubblicazione di CRIF / inverno 2015 Dare valore alla crescita Appunti dai Nobels Colloquia Un approccio olistico alla gestione del credito: CRIF Decision Solutions si fonde in CRIF e nasce CRIF Credit Solutions AQR: la trasparenza è costata 55 miliardi di euro Asset Quality Review e SSM: gli impatti della vigilanza unica europea sul mercato del credito al centro del CRIF Finance Meeting Origination e Reti Terze: Banca Popolare di Vicenza si affida a CRIF BPO per la riorganizzazione dei processi Quasi 8.000 le imprese italiane che potrebbero accedere al mercato dei capitali Lo studio di CRIF Rating Agency Il progetto di Alba Leasing con CRIF dà ‘Sprint’ alle imprese PERFORM 2.0 La nuova frontiera del Credit Bureau Score con l’intero patrimonio informativo di CRIF Recupero industrializzato dei crediti problematici retail attraverso la Phone Collection: il progetto BPER con CRIF COL Portfolio management: la chiave è Early Warning Flashnews Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB - Bologna - n. 39, 2015 Toyota sceglie IDea di CRIF per profilatura e score antiriciclaggio su dealer e clienti Pubblicazione di CRIF DARE VALORE ALLA CRESCITA Appunti dai Nobels Colloquia La quattordicesima edizione dei Nobels Colloquia, tenutasi a Firenze, ha rappresentato l’irripetibile occasione di mettere a confronto le riflessioni di economisti tra i quali Eric Maskin, Daniel McFadden e Christopher Pissarides, tutti insigniti in anni recenti del Premio Nobel per l’Economia. Filo conduttore dell’evento è stato la prospettiva di ripresa dopo anni di crisi che si è diffusa nel mondo intero come un virus, riproducendosi mai uguale a se stesso e senza che le soluzioni adottate siano risultate realmente efficaci. La visione dei Nobel Lo spunto di approfondimento proposto da Daniel McFadden, Presidential Professor presso la University of Southern California e vincitore del Premio Nobel nel 2000, ha riguardato le prospettive di crescita in un contesto estremamente composito come quello della Comunità Europea dove, per sostenere una ripresa che fatica a consolidarsi, sarebbe necessaria prima di tutto una maggior coesione interna. Tra le principali priorità indicate da McFadden, un ruolo fondamentale potrebbe essere giocato dagli interventi sui salari, riducendo la pressione fiscale, e dalla tempestiva adozione di politiche antideflazionistiche. Al contempo servirebbe una maggiore flessibilità a livello di sistema per favorire l’incremento della produttività. Altro fattore chiave sul quale è stato posto l’accento è quello dell’innovazione e dalla relativa creazione di contesti favorevoli caratterizzati da forte mobilità e interscambio o, quanto meno, dalla disponibilità di tecnologia su larga scala. L’intervento di Christopher Pissarides, Regius Professor alla London Business School of Economics insignito del Premio Nobel nel 2010, ha invece richiamato l’attenzione sulla prospettiva di introdurre riforme strutturali, assolutamente imprescindibili ma che potrebbero richiedere anni prima di produrre risultati tangibili, con il rischio nel frattempo di vedere la situazione collassare. L’economista di origine cipriota ha sottolineato come da troppi anni l’Eurozona non sta crescendo a ritmi adeguati dopo aver conosciuto un periodo di prosperità senza eguali a seguito dell’introduzione della moneta unica. Per evitare un declino irreversibile sarebbe necessaria una politica a livello comunitario in grado di superare le forti divisioni interne che oggi esistono e di favorire l’adozione tempestiva di azioni incisive, che oggi spesso risultano tardive in quanto figlie di lunghe negoziazioni fra i membri dell’Unione. A completare la riflessione sugli scenari macroeconomici, il contributo di Eric Maskin, professore all’Università di Harvard che ha ricevuto il Premio Nobel per l’Economia nel 2007, si è focalizzato sul tema cruciale della sostenibilità come punto nevralgico dal quale le politiche di sviluppo non possono prescindere. Secondo il Professore, la grande incertezza sugli effetti di medio-lungo termine, però, troppo di frequente fa sì che gli scenari peggiori non vengano adeguatamente tenuti in considerazione, come nel caso tipico degli impatti diretti e indiretti sull’ambiente. A questo riguardo la sostenibilità della crescita, specie a livello globale, passa inevitabilmente dall’utilizzo di energie alternative la cui adozione oggi è ancora ostacolata dal prezzo del petrolio che, tutto sommato, costa poco rispetto ad altre forme di energia più pulita. Riflessioni sulle ricette per uscire dalla crisi In aggiunta agli interventi dei tre Premi Nobel, il dibattito è stato arricchito dal contributo di altri prestigiosi economisti di fama internazionale che hanno fornito ulteriori chiavi di interpretazione ai temi trattati. Tra questi, molto incisivo è stato l’intervento di Richard Portes, Professore di Economia alla London Business School nonché fondatore e Presidente del CEPR (Centre for Economic Policy Research), relativamente alle ricette per 2 uscire dalla crisi che sono state adottate in diversi contesti. L’approfondimento è partito dalle difficoltà incontrate in Giappone dalla cosiddetta “Abenomics”, che pur sembrava una soluzione molto efficace per aiutare il Paese a superare la lunga fase di stagnazione che ha caratterizzato la sua storia recente. Nell’area Euro la situazione sembra ancora più difficile a causa dell’elevato indebitamento di alcuni Paesi e dall’incombente minaccia di deflazione, che potrebbe produrre effetti drammatici sull’intero sistema. Indubbiamente il programma di quantitative easing messo a punto dalla BCE potrebbe produrre effetti positivi ma ancora non sembra essere stata trovata una linea unitaria relativamente al bilanciamento tra l’esigenza di risanare i bilanci e quella di stimolare i consumi interni per riattivare il volano economico. Nel Vecchio Continente la situazione è alquanto variegata. Ad esempio, nel Regno Unito il mercato del lavoro ha tenuto rispetto ad altri Paesi dove invece la debolezza della ripresa, che per altro tarda a consolidarsi, rimane accompagnata da elevati livelli di disoccupazione che frenano i consumi interni determinando un circolo vizioso che non si riesce a spezzare. Riguardo all’Italia, infine, pur tra mille difficoltà può ancora contare su un’imprenditorialità diffusa che rimane una risorsa di straordinaria importanza nonché segno di grande vitalità. Il rischio maggiore, però, è rappresentato da un contesto non troppo favorevole che rischia di frenarla. Riallacciandosi alle riflessioni del Professor Portes, Michael Jacobides, anche lui docente alla London Business School, ha rimarcato l’importante ruolo giocato dall’imprenditorialità diffusa in Italia ma ha anche sottolineato i limiti derivanti dalla piccola dimensione delle nostre imprese, che sovente non consente di cogliere appieno le opportunità derivanti dalla globalizzazione dei mercati e non favorisce lo sviluppo di innovazione su larga scala. D’altro canto, secondo Jacobides non si può pensare di cambiare la politica economica senza riformare in parallelo anche lo stato, affrontando in contemporanea i problemi acuti derivanti dalla crisi congiunturale e quelli strutturali di cui il Paese soffre cronicamente da troppo tempo. Per uscire dalla crisi, da un lato sarebbe necessario ridurre la pressione fiscale su lavoratori e imprese per ridare slancio alla domanda e, dall’altro, bisognerebbe aumentare gli investimenti pubblici, come volano per la crescita. Interventi di questo tipo, però, hanno un impatto molto forte sui conti dello stato e al momento non ci sono le condizioni per portare avanti tali provvedimenti finanziandoli con ulteriore debito. Il Professor Jacobides ha però voluto sottolineare con forza come fare riforme non significhi necessariamente introdurre politiche di austerity esasperate che, al contrario, in una fase come questa potrebbero addirittura dare il colpo di grazia a un Paese in difficoltà. In conclusione, Francesco Caselli, Professore alla London School of Economics, ha rimarcato come in Italia non solo il PIL sia sensibilmente diminuito rispetto al 2007 ma, soprattutto, che al contempo la disoccupazione sia quasi raddoppiata. In una fase delicata come quella attuale, però, non si deve correre il rischio di confondere le ragioni per le quali si stanno facendo le riforme. In effetti, l’Italia si trova nella difficile situazione di dover gestire sia un problema cronico, non letale ma indubbiamente limitante, sia uno acuto e inusuale, che invece potrebbe anche essere letale. Oggi il focus è eccessivamente posto sui problemi strutturali, che sicuramente rappresentano un forte vincolo allo sviluppo ma con i quali conviviamo da decenni, mentre si dovrebbe porre molta più attenzione agli stimoli alla domanda nel breve periodo, perché questo potrebbe portarci al collasso. Il problema è che per poter adottare le politiche di stimolo di cui avremmo bisogno dobbiamo necessariamente convincere i nostri partner europei più resistenti. Come alternativa, la creazione di un debito pubblico comunitario al momento è altrettanto ostacolato dall’ostracismo dei Paesi creditori e da quelli con debiti contenuti. inverno 2015 UN APPROCCIO OLISTICO ALLA GESTIONE DEL CREDITO: CRIF DECISION SOLUTIONS SI FONDE IN CRIF E NASCE CRIF CREDIT SOLUTIONS Un’offerta completa di know-how, capacità analitiche e tecnologia per consentire a banche, società finanziarie e operatori di altri settori di ottenere processi decisionali ottimizzati, affidabili e compliant in ogni fase del ciclo del credito. Ne parliamo con Silvia Ghielmetti, Direttore Generale di CRIF nonché Responsabile di Credit Solutions, la nuova business line di CRIF. Per quali ragioni avete deciso di fondere CRIF Decision Solutions in CRIF? “Con l’obiettivo di creare sempre più valore per tutti i nostri partner, abbiamo deciso di riunire le competenze e le professionalità che ci vengono riconosciute a livello internazionale in un soggetto unico, in un’unica entità giuridica. A partire dal 1° gennaio 2015 la capogruppo CRIF SpA ha incorporato la società CRIF Decision Solutions e le semplificazioni, anche organizzative, che ne conseguiranno ci consentiranno di soddisfare in modo ancor più efficace, integrato e sinergico le esigenze dei mercati globali sui quali operiamo. Al contempo abbiamo deciso di rinominare questa area - che ricomprende Consulenza, Predictive Analytics, Risk Management e Software Gestionali del credito - in CRIF Credit Solutions. La nuova denominazione meglio riflette la profonda evoluzione che ha caratterizzato la crescita e l’allargamento della nostra mission dal decisioning all’intera gestione end-to-end del credito. La nostra caratteristica principale è accompagnare i nostri clienti nel loro percorso dalle strategie alle soluzioni”. incorporano le best practice della gestione del credito e del rischio. La piattaforma risponde agli attuali driver esterni che richiedono ai nostri clienti la piena coerenza tra direzione strategica e operatività giornaliera, con il giusto livello di controllo e flessibilità. La CRIF Credit Management Platform comprende moduli ad hoc per i bisogni specifici di ogni cliente - per esempio Governance & Reporting, Credit Policy, Pratica di Rating, Pricing Dinamico e Sistema Esperto basati sul CRIF Data Model che raccoglie tutti i dati di credito”. Govern Engage Originate Manage Collect Assess Risk Comply Qual è la vostra proposta di valore? “Una visione integrata, unica sul mercato, che consente al top management di banche, istituzioni finanziarie e operatori di altri settori di affrontare in un modo olistico ed efficiente il tema del credito e del rischio. CRIF Credit Framework è il nome che abbiamo dato a questa ‘vision’, che poi si concretizza in soluzioni gestionali e metodologie dedicate alla governance, al risk assessment e alla compliance, che abbiamo portato con successo a numerosi primari clienti e in molti Paesi del mondo. Le soluzioni coprono tutti i processi del credito, dall’engagement e origination fino alla gestione del portafoglio clienti e alla collection. Tutto questo è reso possibile grazie a un robusto team di professionisti, in Italia e all’estero, con profonda esperienza nelle aree crediti, rischio e software gestionali. In questo framework mantengono un ruolo chiave tutte le competenze di analytics di CRIF Credit Solutions che consentono di ottimizzare le decisioni, estraendo valore dai dati proprietari di CRIF e da quelli dei clienti, siano essi istituti finanziari così come operatori di altri settori quali utilities o telco. Il CRIF Credit Framework è supportato da una piattaforma software end-to-end in grado di calare efficacemente le strategie all’interno dei processi del credito. Per questo banche e aziende di 50 Paesi nel mondo hanno scelto le nostre soluzioni”. Cosa contraddistingue la vostra piattaforma? “La CRIF Credit Management Platform soddisfa tutte le esigenze enucleate nel CRIF Credit Framework coprendo l’intera filiera del credito con funzionalità che 3 Leverage Data, Analytics & Processes In estrema sintesi, qual è il messaggio per gli istituti di credito italiani? “Le sfide con le quali gli istituti di credito devono confrontarsi ogni giorno richiedono un equilibrio forte tra l’esigenza di controllo e quella di adattabilità allo sviluppo del business. Per questa ragione, la riconosciuta capacità di fornire una risposta concreta a qualsiasi esigenza riguardante la gestione del credito, dalle strategie alle soluzioni, fa di CRIF un partner a tutto tondo, non solo sul fronte delle informazioni ma anche della consulenza e delle soluzioni tecnologiche evolute. Tutto questo ha consentito a CRIF di essere inclusa nella prestigiosa FinTech 100, la classifica delle più importanti realtà a livello mondiale in grado di fornire soluzioni tecnologiche verticali per i financial services, mentre Gartner, Forrester, CEB TowerGroup e altre società di ricerche indipendenti hanno accreditato le soluzioni di CRIF Credit Solutions. Un risultato di indubbio prestigio che ci pone al fianco dei nostri clienti nel loro percorso di crescita, nella gestione del rischio, nella riduzione dei costi end-to-end e nella compliance”. Per maggiori informazioni: [email protected] Pubblicazione di CRIF AQR: LA TRASPARENZA È COSTATA 55 MILIARDI DI EURO Il 26 ottobre scorso sono stati presentati i risultati del Comprehensive Assessment delle banche europee (fra cui 15 italiane), composto da tre fasi: il Supervisory Risk Assessment, l’Asset Quality Review (AQR) cioè una revisione della qualità degli attivi, e gli Stress Test. Per poter dare una dimensione agli impatti conseguenti all’introduzione di questi importanti provvedimenti, CRIF Credit Solutions - la nuova divisione di CRIF specializzata in Consulenza, Predictive Analytics, Risk Management e Software Gestionali del credito - ha realizzato uno studio che ha messo a confronto i 15 istituti di credito italiani selezionati. Il Comprehensive Assessment è stato un esempio di trasparenza, ciò è testimoniato dalla quantità e dalla qualità della documentazione messa a disposizione dall’Organo di Vigilanza non solo in termini di reportistica finale ma anche durante lo svolgimento dello stesso, attraverso una metodologia condivisa che ha permesso la comparabilità dei risultati. La trasparenza metodologica ha permesso inoltre alle banche di stimare i potenziali decrementi di Common Equity Tier 1 (CET1) derivanti dall’AQR e, quindi, di mettere prudenzialmente in atto delle strategie di mitigazione degli stessi in termini di: • Misure di rafforzamento patrimoniale; • Deleverage dei crediti verso la clientela; • Rettifiche di valore su crediti. Entrando nel dettaglio, la figura 1 mostra, in particolare, le stime degli effetti delle strategie di mitigazione messe in atto dalle banche al terzo trimestre 2014 in termini di CET1 ratio (Common equity tier 1 ratio). Dall’esercizio condotto da CRIF Credit Solutions si deducono 2 importanti effetti: • le 15 Banche considerate sono state in grado di prevedere in modo piuttosto preciso gli • tutte le Banche oggetto dello studio presentano un CET1 ratio adjusted superiore alla soglia stabilita (8%) e ciò significa che tutte le Banche avevano superato l’esercizio. Questo risultato è stato conseguito attraverso 3 strategie di mitigazione che sono state approfondite nello studio: • Misure di rafforzamento patrimoniale: attraverso aumenti di capitale promossi dal sistema bancario italiano nei primi 9 mesi del 2014 e sottoscritti dagli stakeholder per un ammontare totale pari a circa 15 miliardi di Euro, che corrispondono a poco più del PIL di un Paese sovrano come la Bosnia/Erzegovina. • Deleverage dei crediti: nei primi tre trimestri del 2014 si stima una contrazione dei prestiti concessi rispetto a fine 2013 per un importo complessivo di circa 41 miliardi di Euro, anche in questo caso per dare una dimensione, pari approssimativamente al PIL dell’Uruguay. Il trend esposto nella figura sottostante ci comunica, inoltre, che peggiori sono stati gli effetti (previsti) dell’AQR maggiore è stata la contrazione dei prestiti alla clientela che gli istituti sono stati chiamati ad effettuare. • Accantonamenti su crediti: anche in questo caso le Banche oggetto di AQR hanno saputo anticipare i risultati dell’esercizio. Comparando 1. Evoluzione del CET1 RATIO UBI ISP CREDEM ICCREA* UCI MEDIOBANCA BPER BANCO POPOLARE POP. VICENZA* CREVAL POP.SO. MPS BPM 10% CET 1 RATIO A cura di: Marco Macellari, Manager Risk Management, CRIF Rivisto da: Marco Salemi, Director Risk Management, CRIF 2. La contrazione del credito 15% 5% 12% 8% 6% 1 EFFETTO AQR VALORI BASE 4% 2 VENETO BANCA* CARIGE 3 1 4 2 35 Fonte: analisi CRIF su bilanci consolidati al 30 settembre 2014 (*al 30 giugno 2014) e “Comprehensive Assessment Disclosure templates” pubblicati da ECB ed “EBA stress test reports” 4 Riassumendo, il solo esercizio AQR, prima parte del Comprehensive Assessment, prima ancora che ne venissero pubblicati i risultati era già costato complessivamente agli Stakeholder delle prime 15 Banche italiane circa 55 miliardi di Euro, frutto dei 15 miliardi di costi connessi alla sottoscrizione degli aumenti di capitale assommati ai 41 miliardi di Euro in termini di riduzione dell’accesso al credito; a parziale compensazione, circa 0,7 miliardi di rettifiche di valore. Sia i costi sia gli aggiustamenti sarebbero però divenuti completamente noti alla metà del mese di novembre (periodo di pubblicazione dei bilanci trimestrali degli Istituti), mentre paradossalmente lunedì 27 ottobre, ovvero il primo giorno di apertura dei mercati finanziari dopo la pubblicazione dei risultati da parte della Banca d’Italia il FTSE MIB ha lasciato sul campo più di 450 punti affondato sotto i colpi dei sentiment negativi sull’aggravarsi del peso di questi interventi sui conti delle banche. 10% 14% 2% gli accantonamenti su crediti al 30 settembre 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, infatti, le banche con un CET1 ratio post AQR superiore all’8% hanno diminuito i propri accantonamenti per complessivi 2,1 miliardi di Euro mentre le banche sotto soglia li hanno incrementati per complessivi 1,4 miliardi di Euro (effetto netto positivo per 0,7 miliardi di Euro). effetti dell’AQR già entro il 30 settembre 2014, ovvero circa un mese prima della pubblicazione dei risultati da parte dell’Organo di Vigilanza: infatti, mentre la varianza dei valori base era alta (circoletto blu), dopo le misure di mitigazione si possono ben identificare tre gruppi di CET1 ratio rispettivamente all’8%, 10%, 12% (circoletti verdi); 0% -5% -10% CET1 RATIO POST AQR GRUPPO BANCARIO CET1 RATIO POST AQR UBI 11,82% INTESA SAN PAOLO 11,70% CREDITO EMILIANO 10,87% ICCREA* 10,66% UNICREDIT 9,58% MEDIOBANCA 8,40% BPER 8,38% BANCO POPOLARE 7,94% BANCA POPOLARE DI VICENZA* 7,59% CREDITO VALTELLINESE 7,52% BANCA POPOLARE DI SONDRIO 7,37% MPS 6,99% BPM 6,89% VENETO BANCA* 5,70% CARIGE 3,91% DELEVERAGE DELEVERAGE 3,93% 1,90% -1,69% -1,49% 2,76% 13,96% 4,16% 2,45% 2,65% 2,60% -7,81% 3,29% 3,75% 4,55% 7,89% Fonte: analisi CRIF su bilanci consolidati al 30 settembre 2014 (*al 30 giugno 2014) e “Comprehensive Assessment Disclosure templates” pubblicati da ECB ed “EBA stress test reports” inverno 2015 ASSET QUALITY REVIEW E SSM: GLI IMPATTI DELLA VIGILANZA UNICA EUROPEA SUL MERCATO DEL CREDITO AL CENTRO DEL CRIF FINANCE MEETING L’ultima edizione del CRIF Finance Meeting ha ospitato un’interessante tavola rotonda sul tema dell’Asset Quality Review e sugli impatti operativi sostenuti dalle banche italiane ed europee, oltre che sullo scenario normativo della nuova vigilanza dell’Unione Bancaria Europea. Stefano Magnolfi, Direttore Real Estate Services di CRIF, una delle 5 società di valutazione immobiliare selezionate da Banca d’Italia nelle attività AQR, ha moderato il dibattito a cui hanno partecipato Michele Campanardi, Chief Risk Officer del Gruppo Banca Popolare dell’Emilia Romagna, e Manuele Bonora, Responsabile dell’Area Servizi Specialistici del Credito di Monte dei Paschi di Siena, che in rappresentanza delle “due anime” della banca, maggiormente coinvolte negli esami dell’AQR, ne hanno descritto gli impatti dell’esercizio sui propri istituti. Luca Bertalot, Segretario di European Mortgage Federation e European Covered Bond Council, ha inoltre contribuito a connotare l’esercizio italiano nel contesto europeo e individuare gli spunti utili per affrontare il prossimo futuro, mentre Leopoldo Sdino, docente di Estimo e Project Appraisal al Politecnico di Milano (componente dell’Appraisers Execution Support AQR-BCE della Banca d’Italia), ha delineato le novità nell’approccio al nuovo modello di valutazione degli immobili. Michele Campanardi ha spiegato: “come prima dell’avvio dell’SSM (Single Supervisory Mechanism che prevede la BCE come supervisore unico del sistema bancario europeo, in maniera diretta sugli istituti rilevanti e indiretta sui restanti), la BCE abbia intrapreso il Comprehensive Assessment, un esercizio di altissima complessità, che si innesta in un periodo storico di profonda innovazione per la regolamentazione bancaria europea e italiana. L’esercizio ha comportato notevoli impatti sugli intermediari coinvolti in termini di incremento di costi, modifica dei processi e revisione delle strategie aziendali. Le metodologie, le procedure e l’approccio che abbiamo sperimentato la prima volta durante l’AQR, con molta probabilità, verranno riproposti dalla nuova vigilanza. Le banche italiane ed europee direttamente assoggettate all’SSM dovranno infatti adeguarsi alla stessa metodologia applicata a tutte le altre banche, visto che le National Competent Authorities, nel nostro caso Banca d’Italia, saranno comunque tenute ad applicare metodologie comuni. Una prima lezione che possiamo trarre da questa esperienza” - ha continuato Campanardi - “è l’importanza dell’integrazione tra le attività aziendali per poter far fronte alle nuove prassi di vigilanza che si affidano a misure e valutazioni quantitative e finanziarie, dando minor spazio, rispetto al passato, a valutazioni qualitative. Un altro tema centrale per le banche assoggettate alla nuova vigilanza è la necessità di avere un differente approccio all’erogazione e alla gestione del credito, con l’obiettivo di agevolare e promuovere una gestione sempre più proattiva della banca, favorendo l’integrazione tra le diverse strutture aziendali e l’evoluzione del ruolo della Risk Control Function. Fondamentale è inoltre il tema delle informazioni, la cui granularità, completezza e replicabilità rappresentano caratteristiche indispensabili in quanto è proprio su di esse che sarà costruito il rapporto con il supervisore. Solo con dati completi, tempestivi, fruibili in modo flessibile, si può dimostrare agli stakeholder l’effettiva situazione aziendale, minimizzando così quegli add-on (in termini di riserve di capitale e liquidità, di risk-spread, di requisiti prudenziali) che derivano da una non completa comprensione dello stato dell’istituto” - ha concluso Campanardi. 5 “Relativamente all’importanza dei dati e dei numeri nell’esercizio dell’AQR, sottoscrivo quanto appena affermato da Campanardi” - ha dichiarato Manuele Bonora. “Anche nella nostra esperienza, infatti, una volta terminata la breve fase qualitativa di descrizione delle policy che la banca segue per trattare il credito, le garanzie e gli accantonamenti, si è passati alla fornitura di un insieme di dati alla BCE per la valutazione del portafoglio. Questo ha comportato un forte impegno per l’estrazione dei numeri e di controllo nel processo di Data Integrity Validation. La fase successiva ha previsto il campionamento del portafoglio per l’estrazione di una serie di posizioni che dovevano essere valutate, per poi stimarne i risultati sul portafoglio e applicare lo stress test. L’Asset Quality Review ci ha fatto capire che in futuro non potremo erogare credito come abbiamo fatto fino a questo momento, ci sarà un ritorno ai fondamentali: se un’azienda non ha i fondamentali per pagare, la richiesta di credito dovrà essere attentamente valutata prima di decidere l’eventuale erogazione”. “Dal nostro osservatorio di Bruxelles” - è intervenuto Luca Bertalot - “stiamo seguendo i problemi dei diversi Paesi dell’Unione Europea, cercando di capire la portata dell’evoluzione in atto. Si tratta di un cambiamento epocale, in quanto l’AQR non è soltanto un passaggio tecnico necessario alla convergenza dell’intero sistema bancario europeo ma è parte della politica della BCE indirizzata a stimolare la crescita in Europa e creare un’area economica comune. In Italia si parla molto della separazione tra le 15 banche soggette all’SSM e quelle non SSM. In realtà, le 15 banche controllate direttamente dalla BCE in termini di standard tecnici saranno una guida anche per i Paesi a margine dell’Unione Europea. Inoltre la Mortgage Credit Directive sarà trasposta in tutti i Paesi appartenenti alla UE. Così come, con riferimento alla valutazione immobiliare, dovrà essere implementata a livello nazionale la direttiva che dichiara che tutti gli stati membri dell’Unione debbano allinearsi, in termini di benchmark, agli EVS (European Valuation Standards)”. “È importante anche spiegare il motivo per il quale stiamo facendo questo esercizio” - ha aggiunto Bertalot - “si vuole dare a tutti la possibilità di competere sul mercato internazionale, fornendo agli investitori numeri certi e documentazione in lingua inglese. A questo si aggiunge la tracciabilità dei dati e, di conseguenza, l’adozione di un sistema informativo efficace. Il mutuo è un’informazione che dura trent’anni e la banca deve essere capace di fornire informazioni per l’intera durata del mutuo”. “I considerevoli impatti dell’AQR sugli istituti italiani” - ha affermato Leopoldo Sdino - “sono dovuti a una serie di criticità riconducibili alla diversità delle metodologie di valutazione indicate dalla BCE rispetto agli standard in uso in Italia, nonché alle tempistiche accelerate del processo che ha portato le banche a svolgere l’esercizio AQR in condizioni sub-ottimali. Questa diversità di approccio alla valutazione dei collateral real estate, unita al fatto che rispetto alla media europea nel nostro Paese si sono trovate molte più posizioni garantite da immobili, spesso ha prodotto un forte adattamento, anche nell’individuazione delle assunzioni di base (key assumption), del processo estimale tracciato dalla BCE alla prassi italiana. Alla luce di queste premesse, si rende necessaria una profonda revisione delle metodologie estimative adottate dalle banche, anche attraverso un’armonizzazione delle Linee Guida ABI a quanto contenuto nel capitolo 5 del Manuale AQR della BCE – Collateral Real Estate (valuation tree). Inoltre, occorre che gli istituti di credito adottino metodologie codificate di analisi del rischio immobiliare nell’erogazione del credito (rating) e, soprattutto, implementino una codificata e corretta gestione del flusso informativo, garantendo la disponibilità di documenti di base in tempo reale, evitando che nel processo di revisione si sia costretti ad assegnare un valore nullo al collateral per mancanza d’informazioni”. “In conclusione” - ha commentato Stefano Magnolfi - “possiamo affermare che la nuova vigilanza porterà sicuramente a un ritorno ai fondamentali dell’erogazione del credito, con la possibilità però di documentare le decisioni che vengono prese per poterne poi parlare in maniera esplicita con gli ispettori e con la BCE. Inoltre, risulta indispensabile la dimostrabilità dei dati che ben si è raccordata con i modelli di valutazione degli immobili, così da poter rappresentare al meglio l’evoluzione dei valori immobiliari nel tempo e documentare in maniera chiara e trasparente tutti i numeri dei portafogli creditizi italiani”. Per maggiori informazioni: [email protected] Pubblicazione di CRIF TOYOTA SCEGLIE IDEA DI CRIF PER PROFILATURA E SCORE ANTIRICICLAGGIO SU DEALER E CLIENTI Azienda di credito: Toyota Financial Services Soluzioni: IDea Profilatura Antiriciclaggio e CRIF Report Antiriciclaggio. Esigenze: compliance per l’adeguata verifica e profilatura antiriciclaggio dei dealer e della clientela, con minimo impatto sui processi di gestione del credito. Risultati: screening sui dealer, risparmi di tempi e costi, monitoraggio della clientela e reportistica verso la Casa Madre. Toyota Financial Services Italy opera nel settore del credito al consumo e offre piani finanziari strumentali all’acquisto dell’autoveicolo da parte dell’utilizzatore finale. A supporto del business Toyota Kreditbank GmbH, sede secondaria della banca tedesca del gruppo Toyota, offre piani finanziari alle Concessionarie del Gruppo Toyota. Le esigenze di Toyota Financial Services “Toyota Financial Services Italia (TFSI) e Toyota Kreditbank GmbH (TKGI) operano sul mercato bancario e finanziario italiano, devono perciò adempiere a specifici obblighi di legge italiana in materia di antiriciclaggio e adeguata verifica della clientela” - spiega Daniele Bello, Legal Manager di Toyota Financial Services. “A tale complessità si aggiunge l’obbligo di compliance anche nei confronti della Bundesbank. A tal proposito, ogni concessionaria deve rispettare il vademecum specifico condiviso periodicamente dalla Casa Madre. Per l’adeguata verifica in particolare, nel caso di anomalie - cioè con Titolare Effettivo non coincidente con la persona fisica che acquista e utilizza il bene (fattispecie residuale) - il processo prevedeva la comunicazione direttamente all’Archivio Unico Informatico, su base mensile, oltre alla nomina al proprio interno di Responsabile per la segnalazione delle operazioni sospette (S.O.S). Eravamo però in una situazione in cui nel settore retail non era facile determinare le operazioni sospette in materia di antiriciclaggio. Infatti riuscivamo a intercettare le operazioni truffaldine solo successivamente al manifestarsi di situazioni di criticità. In un contesto così variegato e interconnesso, avevamo l’esigenza di definire un processo strutturato per la compliance antiriciclaggio: adeguata verifica dei dealer (persona giuridica) e della clientela (persona fisica e giuridica), e assegnazione di uno score di rischio di riciclaggio sia ai dealer affidati che alla clientela consumer, che avesse minimo impatto sui processi di gestione del credito”. Il progetto con CRIF “Con l’entrata in vigore il 1° gennaio 2014 del nuovo provvedimento di Banca d’Italia in tema di adeguata verifica antiriciclaggio, in cui sono stati definiti più stringenti obblighi e responsabilità, l’esigenza di implementare un sistema di profilatura antiriciclaggio automatico è diventato più cogente. La nostra complessità e infrastruttura non ci permetteva di 6 mettere in piedi un nuovo sistema di verifica che integrasse una profilatura, cercavamo quindi un fornitore esterno che ci supportasse nella compliance antiriciclaggio. La nostra scelta è ricaduta su CRIF, la cui expertise e soluzioni per la compliance antiriciclaggio risultavano rispondere al meglio alle nostre esigenze. Abbiamo implementato nel nostro processo la soluzione CRIF, IDea Profilatura Antiriciclaggio, che ci garantisce un supporto dell’adeguata verifica e la profilatura antiriciclaggio in linea con quanto richiesto dalla Direttiva antiriciclaggio”. “La soluzione CRIF” - continua Bello - “ci ha permesso di trasformare un obbligo normativo in un vero e proprio vantaggio di business. Il processo di verifica sviluppato insieme a CRIF ci ha consentito, infatti, di accedere in modo istantaneo a un patrimonio informativo completo, il CRIF Information Core, composto dalle banche dati proprietarie di CRIF e da oltre 40 banche dati tra cui alcune specifiche per la lotta al riciclaggio. In fase di settaggio della soluzione gli esperti antiriciclaggio del team CRIF Fraud Prevention & Compliance Solutions hanno lavorato a stretto contatto con noi per aiutarci a definire il set di regole e gli indicatori di profilatura delle griglie di scoring customizzate secondo le nostre esigenze: rilevazione documenti falsi, eventi negativi quali protesti e pregiudizievoli, classificazione Paesi a maggiore rischio riciclaggio, codici ATECO, PEPs e Satisfaction List, Liste Crime. Le griglie specifiche di profilatura per le persone fisiche (consumatori) e quelle giuridiche (dealer), così definite, instradano la richiesta a uffici diversi in base alle anomalie riscontrate”. Ad esempio, se lo score di riciclaggio è verde significa che non sono state riscontrate anomalie, viceversa se è giallo il rischio è medio quindi la pratica segue il suo iter ma viene inibita l’approvazione automatica, spetta all’AML Officer la decisione. Invece, se lo score indica colore rosso, la pratica viene bloccata e indirizzata al Responsabile Antiriciclaggio per sua valutazione e da qui poi approvata o respinta, inoltre l’identificazione di rischio viene censito e soggetto a monitoraggio continuo. “Siamo molto contenti dei risultati operativi che stiamo ottenendo. In particolare, per il segmento consumer, la messa a regime della soluzione CRIF ci ha aiutato a isolare l’attuazione della verifica rafforzata su circa il 2% del totale richieste di finanziamento, limitando l’incertezza soggettiva” aggiunge Bello. Insieme allo score la soluzione CRIF fornisce un report di dettaglio di tutti i controlli contenuti che sono stati effettuati e delle eventuali anomalie che sono state riscontrate. Tale report guida e semplifica le ulteriori verifiche in capo all’analista, nel caso specifico dell’adeguata verifica delle persone giuridiche contiene una schematizzazione ad albero del gruppo societario che velocizza nella ricostruzione della catena di controllo e dell’individuazione del Titolare Effettivo. Inoltre agevola la compilazione delle informazioni richieste dall’AUI, oltre ad essere storicizzabile con la pratica ai fini della compliance a successivi controlli. IDea Profilatura consente alle aziende di credito di ottenere una conoscenza approfondita della clientela e di incrementare l’attenzione anche a quelle relazioni intrattenute a distanza (Phone e Internet banking). Per tutti quegli istituti di credito che operano senza mai entrare in contatto diretto con il cliente (e-banking), IDea rappresenta uno strumento imprescindibile di lavoro, poiché consente di raggiungere un livello di conoscenza della propria clientela estremamente ampio, in tempi molto rapidi e con un basso impatto organizzativo. L’assolvimento dei nuovi obblighi normativi può quindi diventare per l’azienda di credito un’occasione per impostare una gestione del cliente completa non solo in ottica di customer satisfaction e fidelizzazione, ma anche per gestire al meglio il rischio di credito. I risultati ottenuti “Il modello di scoring costruito insieme a CRIF è unico rispetto a quanto Toyota fa nelle altre sedi europee, ad oggi un modello di scoring antiriciclaggio viene adottato solo in Italia. Grazie a CRIF abbiamo utilizzato un indicatore di rischio di riciclaggio oggettivo, personalizzato rispetto alle nostre peculiarità operative e di compliance, con screening sui dealer con risparmi diretti di tempi e costi e nessun impatto operativo nelle attività di adeguata verifica. Siamo molto contenti dei risultati ottenuti nei primi mesi di utilizzo. Inoltre, abbiamo costruito uno strumento utile per il monitoraggio della clientela, nonché per adempiere agli obblighi di reportistica verso la Casa Madre. Grazie al valore aggiunto della soluzione IDea Profilatura abbiamo a disposizione sia uno score che un set di informazioni completo, sviluppate sull’esperienza CRIF, ma che possono essere modulate in base alle nostre peculiarità. L’implementazione della soluzione IDea Profilatura ci ha permesso di conoscere meglio la nostra clientela, grazie alla restituzione di informazioni specifiche antiriciclaggio possiamo ad esempio: individuare quali e quanti dei nostri clienti sono residenti in Paesi così detti paradisi fiscali, o sono politicamente esposti o ancora un’azienda fa parte di un gruppo aziendale. In sintesi, con IDea Profilatura abbiamo informazioni e score efficaci a supporto dell’antiriciclaggio” - conclude Bello. Per maggiori informazioni: [email protected] Da gennaio è attivo SCIPAFI: dalle practice antifrode un aiuto all’antiriciclaggio SCIPAFI è il Sistema pubblico di prevenzione delle frodi che ha origine dal d.lgs. 64/2011, da applicare in adempienza al regolamento attuativo 95/2014. Il Sistema consente la verifica dell’autenticità dei dati anagrafici e reddituali sulla base del criterio di rischio a prescindere dal tipo di prestazione fornita al cliente (es. apertura conto corrente o conto deposito, cambio assegni allo sportello da parte di soggetti non clienti dell’istituto bancario, fideiussioni, finanziamenti in generale). Il MEF attraverso la circolare del 17/07/2014 precisa che l’accesso a tale sistema può essere utilizzato anche a supporto dell’adeguata verifica antiriciclaggio. Dal 19 gennaio 2015 sono stati effettuati i primi accessi, e si riscontra particolare attesa in virtù del fatto che a regime il Sistema potrebbe modificare il processo di istruttoria e dare nuove risposte anche all’antiriciclaggio. Numerosi istituti hanno già scelto di farsi tramitare da CRIF in qualità di “aderente indiretto”, per accedere a SCIPAFI in maniera rapida, e senza farsi carico dell’elevata complessità del Sistema. Le soluzioni CRIF per l’adeguata verifica antifrode e antiriciclaggio integrano le banche dati proprietarie di CRIF con il sistema SCIPAFI consentendo di effettuare tutti i controlli con un’unica interrogazione e di aumentare la predittività delle verifiche, grazie all’integrazione di controlli non disponibili nel Sistema, come ad esempio su carte d’identità non emesse dal Comune, gli alert su carte d’identità false, oppure emesse per altro soggetto. inverno 2015 ORIGINATION E RETI TERZE: BANCA POPOLARE DI VICENZA SI AFFIDA A CRIF BPO PER LA RIORGANIZZAZIONE DEI PROCESSI Azienda di credito: Gruppo Banca Popolare di Vicenza Soluzioni: applicativo di credit origination e controlli antifrode di CRIF BPO. Esigenze: incremento dei volumi di erogato attraverso una maggiore efficienza dei processi, maggiori strumenti a disposizione delle Reti Terze e una razionalizzazione dei processi. Risultati: incremento del numero di pratiche di mutuo e dei clienti privati e small business presentati. Il Gruppo Banca Popolare di Vicenza dispone di una rete di circa 700 punti vendita distribuiti su tutto il territorio nazionale con significative quote di mercato nel Nord Est, nel Centro e nel Sud Italia. Il Nord e il Centro Italia sono presidiati direttamente dalla capogruppo Banca Popolare di Vicenza, mentre le regioni Sicilia e Calabria sono presidiate dalla controllata Banca Nuova. Il Gruppo - che conta più di 5.500 dipendenti, oltre 1.300.000 clienti e più di 100.000 soci - rappresenta la nona realtà bancaria italiana per numero di sportelli e l’ottava per totale attivo. Le esigenze di Banca Popolare di Vicenza “In relazione al cambiamento strutturato sui processi e sulle regole del credito, abbiamo ritenuto opportuno apportare delle modifiche al regolamento interno che fossero in linea con quelle dei principali player di mercato e dei competitor diretti” - spiega Giammaria Amato, Responsabile Direzione Retail di Banca Popolare di Vicenza. “Abbiamo pertanto puntato a un aggiornamento del piano industriale che fosse coerente con i cambiamenti del comportamento della clientela. In particolare, la nostra esigenza era quella di rispondere tempestivamente all’evoluzione del mercato attraverso la valorizzazione della rete commerciale e il potenziamento della rete di vendita, nonché all’integrazione fra la Rete Filiali e le Reti Terze. Partendo dall’analisi del nostro presidio sul territorio, che mostra una concentrazione prevalente in alcune regioni italiane, e del nostro modello di servizio basato sulla centralità della filiale, abbiamo dato spazio al potenziamento a costi variabili delle Reti Terze, principalmente sugli ambiti relativi alla raccolta, con i promotori finanziari, e sull’impiego, in particolare retail e small business, con gli agenti in attività finanziarie. Attualmente gli agenti rappresentano circa un 20% delle pratiche di mutuo e delle cessioni del quinto dell’intera filiera delle filiali, iniziano quindi a costituire una dimensione importante per il business del gruppo”. Il progetto sviluppato con CRIF BPO “La scelta forte è stata concentrare tutto in un’unica struttura, la BP multi-credito, nata a metà del 2013, e fin dalle prime fasi abbiamo ricercato la sinergia con CRIF BPO in particolare sull’aspetto cruciale dei controlli e del monitoraggio delle Reti Terze” 7 continua Amato. “La scelta di affidarci a CRIF è nata dalla necessità di avvalerci di un operatore esterno che ci potesse garantire oggettività e terzietà nei confronti degli organi di controllo. Inoltre, l’expertise consolidata in ambito business process optimization di CRIF ci ha permesso di avere un assessment preliminare personalizzato, con governance di processo e misurabilità dei risultati a cui si aggiungono la variabilizzazione dei costi, in funzione dei volumi, e il contenimento degli investimenti tecnologici tramite l’accesso alla piattaforma completa CRIF BPO di Credit Origination. Inoltre, l’esserci affidati a CRIF fin dalla prima fase di implementazione dei processi ha consentito alle risorse interne di concentrarsi sull’attività di recruiting degli agenti; attualmente la nostra rete conta 200 agenti ma puntiamo a raddoppiare il numero nell’arco del 2015. Più nel dettaglio, i processi affidati a CRIF BPO hanno riguardato la dematerializzazione dei documenti cartacei e la strutturazione di un processo automatico con applicativi in grado di facilitare i monitoraggi interni, sia per il controllo della banca, ma anche nei confronti dei nostri area manager e, quindi, per la rete agenziale che richiede monitoraggi puntuali, precisi e direttamente collegati al processo del credito. La seconda fase ha previsto l’implementazione del software, quindi della macchina organizzativa che doveva essere facilmente fruibile dalla rete. Infine, una particolare attenzione è stata rivolta alle verifiche antifrode con controlli sulle documentazioni”. Nello specifico, la struttura antifrode di CRIF BPO si articola su due livelli: il primo livello è dedicato ai controlli standard della documentazione anagrafica e reddituale mentre il secondo si occupa di controlli specifici per verificare e approfondire le anomalie documentali riscontrate con l’analisi di primo livello. Gli analisti sono inoltre specializzati per prodotto e cliente con un alto focus sul rischio insito nell’operazione a seconda della tipologia dell’anomalia riscontrata (reddituale o anagrafica). Benefici e risultati ottenuti “Tra i vantaggi ottenuti dal progetto di riorganizzazione e potenziamento delle Reti Terze sottolineo in particolare la maggior tutela rivolta sia agli agenti, rispetto alle truffe relative a contraffazione dei documenti, sia alla banca rispetto agli agenti che mostrano un comportamento palesemente non compliant” spiega Giammaria Amato. “Inoltre, abbiamo ottenuto un aumento in termini di produttività e di risorse interne da poter dedicare ad altre attività legate alla gestione delle reti terze. A questo si somma la certificazione, garantita dall’outsourcer, dei processi interni dell’istituto che può essere messa a disposizione delle Autorità di vigilanza. Inoltre, l’applicativo di workflow fornito da CRIF BPO ci ha permesso di monitorare costantemente lo stato di lavorazione della pratica e dei volumi in lavorazione, con una visibilità sulle pratiche impostata secondo la gerarchia funzionale Area Manager-Team Manager-Agente”. “In questi primi mesi di operatività, grazie alla riorganizzazione dei processi, i nostri agenti hanno presentato 1.100 mutui, 1.200 clienti in termini di apertura di conto corrente, 400 operazioni di cessione del quinto, 400 nuovi clienti e small business, intesi come piccole e piccolissime aziende e, collegate a queste aziende, 300 nuovi POS. Il supporto di CRIF BPO nel processo di origination mutui ha rappresentato un tassello fondamentale per raggiungere gli obiettivi di evoluzione del modello di servizio del nostro istituto. Per il futuro” - conclude Giammaria Amato - “stiamo ragionando con CRIF relativamente all’implementazione dei controlli antifrode anche alla fase di pre-istruttoria delle pratiche”. Per maggiori informazioni: [email protected] Progetto Banca Popolare di Vicenza con CRIF BPO: driver, obiettivi e strumenti DRIVER OBIETTIVI STRUMENTI EFFICIENZA • Ottimizzare i tempi di lavorazione delle pratiche e garantire i controlli • Specializzazione delle risorse • Standardizzazione e formalizzazione attività EFFICACIA • Migliorare i livelli di servizio (tempi di risposta) • Ottimizzare i momenti di contatto con il cliente • Reingegnerizzazione processo (iter ottimale) • Nuova check list documenti minimi obbligatori MONITORAGGIO E CONTROLLO • Maggiore trasparenza nel controllo del processo • Prevenire il rischio di frode • Nuovo applicativo Workflow e Documentale • Controlli antifrode Pubblicazione di CRIF QUASI 8.000 LE IMPRESE ITALIANE CHE POTREBBERO ACCEDERE AL MERCATO DEI CAPITALI Lo studio di CRIF Rating Agency Dalla partenza del mercato ExtraMOT PRO di Borsa Italiana, nel marzo 2013, al 17 ottobre scorso (data di completamento dello studio) sono state collocate 87 emissioni da parte di 71 emittenti non quotati, sostanzialmente tutti “first issuers”, per un controvalore complessivo di circa 4,3 miliardi di Euro. In particolare le emissioni al di sotto dei 30 milioni di Euro sono state fino ad oggi 58, per un controvalore complessivo pari a circa 480 milioni di Euro. È questo un risultato già significativo ma ancora ben poca cosa se si pensa che in Italia, sulla base dell’edizione 2014 dello studio realizzato da CRIF Rating Agency, sono quasi 8.000 le società di capitali con i requisiti che potrebbero potenzialmente consentire loro di accedere al mercato dei capitali con la possibilità di raccogliere risorse integrative o complementari al credito bancario per sostenere i propri progetti di sviluppo. Si tratta, nello specifico, di società di capitali con un fatturato di almeno 10 milioni di Euro1, EBITDA sempre positivo negli ultimi 3 anni e pari ad almeno il 7% del fatturato nell’ultimo esercizio, una leva finanziaria (intesa come rapporto tra debiti finanziari e patrimonio netto) non superiore a 3 e un rapporto tra posizione finanziaria netta e EBITDA non superiore a 4. L’analisi per settore In generale si denota una diversificazione settoriale piuttosto accentuata e sostanzialmente tutti i principali macro settori di attività economica sono rappresentati all’interno del campione di imprese individuato da CRIF Rating Agency. I macro settori più rappresentati sono quello dei servizi (con 1.541 imprese selezionate), e in particolare il comparto degli studi professionali/di consulenza (con 550 imprese) e quello dell’attività di trasporto e magazzinaggio (384 imprese), unitamente alla meccanica (con 1.215 imprese) e all’industria chimica farmaceutica (con 1.004 imprese). Seguono i settori costruzioni (659), gli altri settori del manifatturiero (619) e quello metallurgico (601). Nel grafico seguente viene riportata la distribuzione delle imprese target per macro-settori di attività economica. UTILITIES 6% SERVIZI 19% MECCANICA 15% AGRICOLTURA 1% COMMERCIO 2% AUTOMOBILISTICO 2% INDUSTRIA ELETTRICA ED ELETTRONICA 4% ALIMENTARE 7% INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA 13% Fonte: CRIF Rating Agency TESSILE 7% ALTRO MANUFATTURIERO 8% L’altro aspetto interessante, che riguarda in maniera sostanzialmente omogenea le imprese di tutte le dimensioni, è che il 78% delle società si caratterizza per un trend di fatturato in crescita o comunque stabile negli ultimi 2 anni. Un’ulteriore considerazione che emerge dallo studio di CRIF Rating Agency riguarda la Capital Expenditure (CAPEX, ovvero gli investimenti in asset durevoli): il 66% delle imprese individuate come potenziali emettenti presenta un trend in crescita del CAPEX negli ultimi due anni (con una variazione positiva maggiore del 10% delle immobilizzazioni sul totale attivo risultante dalle ultime tre annualità di bilancio). La quota arriva al 72% del totale per le imprese con fatturato superiore ai 100 milioni di Euro. Ciò denota una significativa propensione agli investimenti, in particolare quelli di medio-lungo termine, e questo rappresenta un “plus” di grande rilievo per accedere ai mercati del debito. L’analisi del cash flow e della capacità di rimborso delle passività finanziarie Analizzando la distribuzione del campione in funzione del trend del cash flow degli ultimi due anni si evince che solo nel 17% dei casi il parametro in oggetto risulta in flessione a fronte di un 37% in cui si mostra in crescita. Inoltre, al netto di una piccola parte di imprese (pari all’8% del totale) con un rapporto tra PFN ed EBITDA compreso tra 3 e 4, la maggioranza delle imprese in target presenta un rapporto PFN/EBITDA su valori contenuti, mentre un’azienda su due (il 48%, per la precisione) è addirittura “cash”, cioè senza debiti finanziari netti. Conclusioni Lo studio che abbiamo prodotto ha focalizzato l’attenzione su un target di imprese sane e dinamiche, che malgrado un contesto economico non favorevole continuano a investire e a voler crescere. Crescita che, per altro, potrebbe innescare effetti positivi e a catena su tante altre imprese della filiera e/o del settore di riferimento. I progetti di crescita e la propensione all’investimento delle imprese, però, da soli non bastano a far sviluppare questo nuovo importante segmento di mercato se non adeguatamente accompagnati da un profondo mutamento culturale delle imprese stesse e degli investitori. Quanto alle imprese, è necessario che si convincano che, per continuare a svilupparsi con profitto in una visione di medio-lungo termine, è opportuno cominciare a pensare come ridurre la loro dipendenza finanziaria da un unico interlocutore, il sistema bancario, e a investire in governance e comunicazione finanziaria. Relativamente agli investitori, ad iniziare da quelli istituzionali quali ad esempio i fondi pensione e le compagnie assicurative, dovranno adeguatamente strutturarsi per perseguire sempre più una maggiore diversificazione del portafoglio e, conseguentemente, una più attenta gestione del rischio. COSTRUZIONI 8% METALLURGICO 8% L’analisi per area geografica L’analisi geografica evidenzia che il Nord-Ovest è l’area nella quale opera quasi un’impresa su due (più precisamente il 45% del target), seguito in termini di rappresentatività dal Nord-Est (con il 29%). Nelle regioni del Centro, invece, è ubicato il 17% delle imprese che potenzialmente potrebbero accedere al mercato dei capitali, seguite da quelle del Sud e Isole, con il 10%. Nello specifico si evince come le regioni maggiormente rappresentate siano Lombardia (con 2.673 aziende ad elevata potenzialità), Veneto (con 1.042 imprese) ed Emilia-Romagna (con 885). Il Piemonte, invece, è la regione con l’incidenza più elevata di imprese potenzialmente in target per l’emissione di obbligazioni, con una quota pari al 30,8% del totale delle imprese con fatturato superiore a 10 milioni di Euro presenti sul territorio. Seguono il Veneto con il 29,5%, la Lombardia con il 28,8% e il Friuli Venezia Giulia e la Liguria, entrambe con il 28,1%. L’analisi per dimensione e trend del fatturato e degli investimenti La distribuzione per fasce di fatturato delle imprese che, secondo i requisiti considerati, avrebbero le carte in regola per poter accedere al mercato dei capitali mostra che circa l’80% di queste ha un fatturato inferiore a 50 milioni di Euro2 ed è dunque perfettamente in linea con la definizione di PMI secondo i parametri indicati dalla Commissione Europea (che comunque tengono conto anche di altri aspetti come il numero dipendenti ed il volume dell’attivo). Solo il 10% del totale, invece, presenta un fatturato superiore ai 100 milioni di Euro. 27% 16 29% 2673 31% 712 28% 28% 210 181 30% < 2% di imprese target minibond Tra 2% e 5% di imprese target minibond Tra 5% e 10% di imprese target minibond Oltre 10% di imprese target minibond Incidenza imprese target minibond 1042 26% 28% 885 149 26% 482 Quota imprese non target su totale regione 26% 25% 182 91 27% 22% 113 18% 555 10 21% 306 130 19% 18 17% 16% 47 33 19% 147 Fonte: CRIF Rating Agency 1) Anche se il limite dimensionale previsto dal Decreto Sviluppo per l’applicazione della c.d. “normativa minibond” è di 2 milioni di Euro, si è preferito alzare la soglia in linea con le attuali prassi di mercato. 2) Lo studio è basato sui dati tratti dai bilanci individuali depositati in camera di commercio dalle imprese. Il numero di PMI potrebbe essere inferiore se si ragionasse in ottica di gruppo e di bilanci consolidati. 8 18% inverno 2015 IL PROGETTO DI ALBA LEASING CON CRIF DÀ ‘SPRINT’ ALLE IMPRESE Azienda di credito: Alba Leasing Soluzioni: SPRINT Leasing, EURISC 2.0 e CRIF Report Impresa. Esigenze: introduzione di una nuova soluzione per la valutazione delle richieste di credito per la semplificazione dei processi e la riduzione dei costi operativi. Risultati: crescita della domanda di credito (+12% dei contratti e +27% dei volumi) riduzione del tasso di default di 2-5 punti percentuali, riduzione delle delibere manuali del 50% e del costo medio della pratica del 20%. Fondata nel 2010 su iniziativa di alcune fra le maggiori Banche Popolari nazionali, Alba Leasing è la quinta società di leasing in Italia con oltre 23.000 clienti attivi su tutto il territorio. I suoi prodotti vengono offerti a tutte le piccole e medie imprese italiane principalmente attraverso il canale bancario, avvalendosi sia dell’ampia rete delle Banche Socie sia della rete distributiva di altre importanti Banche Popolari presenti sull’intero territorio nazionale, contando complessivamente circa 4.400 sportelli bancari. Le esigenze di Alba Leasing “Come da piano industriale, avevamo l’esigenza di adottare nuove strategie agendo direttamente nell’area Business e IT” - spiega Alberto Ciceri, Responsabile U.O. Governance ICT, Servizio Organizzazione e Risorse di Alba Leasing. “Per l’area business bisognava raggiungere una crescita dei volumi del 15%, crescita che non doveva minare la qualità del credito, anzi auspicavamo una riduzione della rischiosità. Per quanto riguarda l’area IT, in concomitanza con la sostituzione del precedente fornitore per la soluzione di application processing, miravamo a garantire la semplificazione dei processi e la riduzione dei costi operativi. Sulla base di questi obiettivi, sono state pianificate azioni per il graduale ampliamento della macchina operativa su tutti i segmenti, l’adozione di modelli di scoring di tipo ‘tailor made’ e un servizio esterno ma integrato con gli applicativi di Alba Leasing”. direttamente dai nostri sistemi e di decentrarli su un unico ‘hub’ dedicato alla valutazione creditizia”. “Abbiamo così ottenuto” - prosegue Ciceri “il completo governo del processo di erogazione di una pratica di leasing: dall’inserimento della richiesta da parte dell’operatore alla validazione dei dati, all’identificazione anagrafica, all’acquisizione di dati esterni - fonte CRIF e banche dati pubbliche - ad un più appropriato utilizzo di modello di scoring a livello di processi e politiche di credito (es. override, filtri a monte, policy rules a valle, ecc.) in grado di ‘lavorare’ per le diverse tipologie di clientela e tipo prodotto (leasing strumentale, leasing targato, leasing immobiliare) secondo le nostre specificità. Nello specifico, all’interno di Sprint Leasing abbiamo utilizzato i report di EURISC 2.0 e i CRIF Report Impresa grazie ai quali abbiamo ottenuto una vista più completa e allo stesso tempo dettagliata della situazione economica finanziaria del richiedente leasing. Ottime sono state le valutazioni sul servizio, novità assoluta per gli addetti crediti, ritenuto infatti dettagliato dalla totalità degli addetti crediti intervistati”. “Sprint Leasing” - ha commentato Maria Ricucci, Marketing Manager di CRIF - “è la soluzione più avanzata sul mercato italiano per la valutazione dell’affidabilità creditizia delle imprese per la nuova era 2.0 del credito. Completamente in outsourcing, Sprint Leasing consente alle aziende di credito di ‘standardizzare la valutazione di una pratica’, riducendo i costi a sostegno della competitività, in linea con quanto richiesto dalle raccomandazioni dell’EBA emerse durante il processo di AQR. Ovvero di valutare la richiesta di credito presentata da un’impresa e di decidere - sulla base di un set completo e ‘certificato’ di informazioni pubbliche, creditizie e regole decisionali oggettive stabilite dall’istituto - se accettarla, rifiutarla o rimandarla a un organo deliberante superiore. Già consolidata sul mercato da ormai 15 anni e utilizzata quotidianamente da oltre 300 aziende di credito italiane, la soluzione offre una ‘vista fronte-retro’ sulle aziende in quanto vengono effettuati controlli congiunti su dati di natura pubblica, creditizia e commerciale integrati in logiche parametriche originali e innovative. Rappresenta infatti oggi il ‘luogo fisico’ in cui accedere a tutto il know how di CRIF per la gestione del rischio di credito e per la valutazione delle imprese, beneficiando delle elevate competenze metodologiche e tecnologiche di CRIF e dei vantaggi della fruizione della soluzione in outsourcing, senza alcun impatto IT”. “Il ‘motore di scoring’ interno a SPRINT Leasing” - continua Ricucci - “è stato sviluppato dal team di specialisti CRIF integrando il CRIF Information Core, il patrimonio informativo del Gruppo, con le informazioni provenienti dalla Centrale Rischi di Banca d’Italia, Assilea, con i dati interni e le business e policy rules di Alba Leasing. In particolare per lo sviluppo degli algoritmi statistici è stato adottato un approccio modulare utilizzando la ‘metodologia CRIF’ per lo sviluppo dei modelli di score e i numerosi elementi del patrimonio informativo CRIF scelto da Alba Leasing: le informazioni creditizie di EURISC, il Credit Bureau Score PERFORM, i bilanci e CRIF Report Impresa per le business information”. I risultati ottenuti “A seguito delle azioni introdotte con il progetto Eulero abbiamo registrato una crescita dei volumi del 27% e un aumento dei contratti del 12%, come richiesto dal piano industriale, mentre la riduzione del tasso di default atteso è stata di 2-5 punti percentuali. Mentre per quanto riguarda il livello di rischiosità, il 50% dei cattivi pagatori è stato intercettato già nelle prime due classi di rischio maggiore, e i contratti che ricadono in queste classi hanno un bad rate di oltre 10 volte maggiore a quello medio in portafoglio. Il modello di scoring ottenuto è infatti molto discriminante, con un Gini Index maggiore del 75%” - continua Ciceri. “Per quanto riguarda l’Area IT, invece, in soli 4 mesi abbiamo sostituito e portato a regime la nuova piattaforma, le delibere manuali si sono ridotte della metà e il costo medio operativo della pratica è calato del 20%. Sprint Leasing di CRIF supera sia l’esame degli addetti crediti: da un’indagine interna infatti gli intervistati hanno accolto positivamente la nuova soluzione - sia la prova dei numeri, perfettamente in linea con le esigenze iniziali. La soluzione CRIF batte il precedente fornitore sull’intero processo: dai tempi di istruttoria, alla reportistica, dalla valutazione del merito creditizio del cliente al numero di contratti processati”. “Nei primi sei mesi di operatività, la soluzione Sprint si è guadagnata la piena fiducia degli addetti crediti: per il 58% degli intervistati la valutazione sul cliente risulta ‘aderente’ al giudizio di merito che esprimerebbero loro stessi con un’istruttoria manuale (ma, ovviamente, meno rapida). Volendo sintetizzare il progetto realizzato con CRIF in una frase potremmo dire che ora ‘con il Leasing diamo Sprint alle imprese’” - conclude Ciceri. Per maggiori informazioni: [email protected] Progetto Eulero di Alba Leasing: metodologia e soluzioni CRIF Il progetto sviluppato insieme a CRIF “In primis” - continua Ciceri - “il progetto è partito sul canale ‘vendor’, ovvero sui dealer Michelin (vendita di pneumatici per il segmento leasing) in modo da automatizzare il processo e successivamente estenderlo agli altri canali commerciali. Il progetto, denominato Eulero, ha introdotto le seguenti ‘formule di successo’: • Sprint Leasing, la soluzione in SaaS di CRIF; • adozione di modelli di scoring ‘tailor made’; • un ‘cruscotto’ a disposizione della direzione centrale per poter governare e verificare effettivamente l’andamento dell’operatività sul mercato. L’introduzione della piattaforma Sprint Leasing di CRIF ci ha permesso di elaborare l’intero processo 9 INSERIMENTO RICHIESTA VALIDAZIONE DATI IDENTIFICAZIONE ANAGRAFICA ACQUISIZIONE DATI ESTERNI PRE-CHECK (negatività, black list) RICEZIONE ESITO REGISTRAZIONE ESITO DECISIONE STRATEGIE E REGOLE APPLICAZIONE MODELLI DI SCORE Pubblicazione di CRIF LA NUOVA FRONTIERA DEL CREDIT BUREAU SCORE CON L'INTERO PATRIMONIO INFORMATIVO DI CRIF ESAUSTIVO CONSISTENTE Consente una valutazione del rischio in tutte le fasi del ciclo di vita del credito. COMPLETO Supporta la gestione del credito a famiglie e imprese, consentendo valutazioni ad hoc anche su aziende start-up e sui liberi professionisti. L’UNICO SCORE IN ITALIA PERFORM 3 ANNI 14.000.000 di osservazione contratti OLTRE 20 ANNI di esperienza nello sviluppo di Credit Bureau Score nel mondo PERFORMANCE 80% Indice di Gini 2.0 Fonda il potere predittivo sul CRIF Information Core, il patrimonio informativo unico di CRIF. PREDITTIVO Consente consistenti risparmi in termini di accantonamenti di capitale grazie all'elevata capacità discriminante. IN NUMERI variabili analizzate anagrafiche ULTIMA GENERAZIONE delle metodologie statistiche TOP LEVEL CAPILLARE SUL TERRITORIO Consente di cogliere fenomeni tipicamente regionali. Per scoprire tutti i vantaggi per la tua azienda di credito: [email protected] 10 60.000 17.000.000 inverno 2015 RECUPERO INDUSTRIALIZZATO DEI CREDITI PROBLEMATICI RETAIL ATTRAVERSO LA PHONE COLLECTION: IL PROGETTO BPER CON CRIF COL Azienda di credito: Gruppo Banca Popolare dell’Emilia Romagna Soluzioni: sviluppo di un progetto pilota di phone collection affidata agli specialisti di CRIF COL sulle posizioni irregolari del segmento Privati e Small Business. Esigenze: riorganizzazione dei processi di recupero crediti per una maggiore efficienza delle attività e il miglioramento dei dati economici di bilancio. Risultati: percentuale di recuperato raggiunta nella fase di test pari a circa il 64% con potenziali benefici in termini di minori accantonamenti per 1,3 milioni di Euro a livello di Gruppo. Banca Popolare dell’Emilia Romagna è la capogruppo del GRUPPO BPER, che raggruppa quattro banche territoriali (Banca Popolare di Ravenna, Banca Popolare del Mezzogiorno, Banca della Campania, Banco di Sardegna e Banca di Sassari) per circa 1.300 filiali distribuite sul territorio nazionale. L’istituto conta circa 12 mila dipendenti e 2 milioni di clienti. Le esigenze di BPER “Il progetto di industrializzazione del processo di recupero crediti, avviato mediante il supporto di CRIF COL, si inserisce all’interno di un piano complessivo di rafforzamento della gestione del credito, con l’obiettivo di migliorare i dati economici del conto economico, in termini di recupero sugli accantonamenti e di abbattimento dei costi operativi” - spiega Livio Tempesta, Credit Strategy Manager di Banca Popolare dell’Emilia Romagna. “Pertanto abbiamo deciso di avvalerci di un outsourcer specializzato a cui affidare la componente retail, sia per la numerosità delle pratiche sia per l’opportunità di recuperare efficienza mediante una standardizzazione dei processi. Inoltre, questa segmentazione ha permesso alle risorse interne di concentrarsi sull’analisi delle pratiche corporate più complesse. La decisione di esternalizzare l’attività di recupero è legata dunque a una tenuta complessiva del progetto di rafforzamento della gestione del credito che il nostro Istituto sta operando su diversi comparti”. 11 Il progetto sviluppato insieme a CRIF COL “La fase preliminare di avviamento del progetto pilota ha previsto un’accurata partner selection che ci ha permesso di scegliere CRIF COL quale outsourcer ideale per la completezza delle soluzioni proposte, che coprono tutti gli elementi coinvolti nel processo: dalle strategie di segmentazione al recupero stragiudiziale, dal temporary management alla piattaforma tecnologica adeguata, elemento quest’ultimo imprescindibile nella selezione di un outsourcer” - continua Tempesta. “Il progetto pilota è stato sviluppato puntando sull’attività di phone collection rivolta ai crediti scaduti, compresi nell’area territoriale di Bologna e Reggio Emilia. La scelta di attivare il recupero sui crediti scaduti è stata dettata sia dalla volontà di operare con un approccio proattivo sia dall’opportunità di recuperare la relazione con il cliente, attraverso la proposta di piani di sistemazione delle difficoltà riscontrate, in caso di ritardi contenuti. A tal proposito occorre sottolineare come le attività di phone collection condotte da CRIF COL siano state definite rispettando le Buone Prassi UNIREC e condividendo script uniformi propedeutici al raggiungimento dei risultati, all’identificazione dei motivi di mancato pagamento e garantendo la salvaguardia della reputazione. Il test ha avuto una durata di tre mesi, da aprile a giugno 2014, e il perimetro selezionato comprendeva circa 700 posizioni per 35.000 euro di utilizzato complessivo e un milione e trecentomila euro di scaduto. Si è trattato quindi di un progetto pilota sostanzialmente contenuto ma fondamentale per poter valutare le performance da sottoporre all’attenzione direzionale e poter poi incrementare l’attività sul segmento retail. Il portafoglio selezionato prevedeva i seguenti gestionali: il gruppo delle famiglie ‘Family’ e lo ‘Small business’, le forme tecniche rappresentate dai prestiti personali e dai mutui, da 1 a 6 rate arretrate con esclusioni delle rate non pagate da almeno 15 giorni, sconfinamento complessivo inferiore ai 25.000 euro”. Aree di successo e risultati ottenuti “Per analizzare i risultati ottenuti abbiamo redatto un report suddiviso tra pratiche multirapporto e pratiche con rapporto unico. Per quanto riguarda il multirapporto le performance di recupero hanno raggiunto il 29% circa, a fronte di un benchmark complessivo pari a circa il 23%. L’approccio clientecentrico ha senza dubbio facilitato il raggiungimento del risultato positivo, in quanto si è evitato che sullo stesso cliente con pluralità di prodotto intervenissero più operatori. Relativamente alle posizioni con un rapporto unico, abbiamo evidenziato il recupero per bucket di scadenza e abbiamo rilevato che la performance è maggiore sui crediti più giovani, anche in questo caso i risultati hanno superato la media del benchmark. Le aree di successo del progetto sono riconducibili in primo luogo all’ottimo rapporto di condivisione instaurato con CRIF COL, a partire dalla fase iniziale di fornitura dei dati per l’attività pilota. A conferma abbiamo ricevuto infatti riscontri molto positivi dalle filiali. Inoltre, non è stata evidenziata alcuna contestazione da parte dei clienti, grazie al rispetto degli script di telefonata condivisi. Il risultato complessivo del recupero, confrontato anche con le performance interne delle filiali, è stato molto positivo, con una percentuale del recuperato pari a circa il 64%. È evidente che per 1.300 filiali univoche sarebbe stato molto complesso definire policy di recupero standardizzate e controllare che venissero rispettate. L’ottimo risultato è da attribuire inoltre alla tempestività nella gestione dell’insoluto evitando, di conseguenza, lo scivolamento della pratica verso il default”. Progetto BPER con CRIF COL: performance ottenute RANGE RATA 1 RATA PERFORMANCE EFFETTIVE % PHONE COLLECTION Area Bologna Area Reggio Emilia 96,5% 82,5% FILIALI 41,0% 2 RATE 84,4% 73,9% 28,0% 3 RATE 74,5% 67,0% 17,0% 4 RATE 54,7% 69,4% 14,0% 5 RATE 52,5% 38,8% 10,0% 6 RATE 57,3% 44,4% 9,0% I benefici economici raggiunti e i prossimi passi “Per quanto riguarda i benefici economici” conclude Livio Tempesta - “sono state fatte alcune simulazioni che riguardano tutto il portafoglio: attraverso l’incremento del recupero da un lato, e il fatto che le posizioni non scivolassero verso il past due, dall’altro, sono stati citati circa 1,3 milioni di Euro di minori accantonamenti. Considerando il costo del recupero stimiamo un beneficio di più di 1 milione di Euro, facendo delle ipotesi prudenziali. Per il futuro abbiamo in programma l’ampliamento dell’attività estendendo il progetto pilota sviluppato sull’area di Bologna e Reggio Emilia alla direzione territoriale nord, e aggiungendo all’attività di phone collection anche quella di home collection, ovviamente su crediti con una maggiore anzianità di scaduto”. Per maggiori informazioni: [email protected] inverno 2015 Pubblicazione di CRIF PORTFOLIO MANAGEMENT: LA CHIAVE È EARLY WARNING Come ha ricordato il Governatore della Banca d’Italia nella sua ultima relazione annuale il sistema bancario italiano ha subito notevoli ripercussioni dalle due recessioni economiche e dall’incertezza generata dalla crisi del debito sovrano. La qualità del credito è stata, ed è tuttora, la principale fonte di rischio e le sofferenze bancarie nette hanno anche oggi forti ricadute sugli accantonamenti patrimoniali. Ne consegue che è divenuta una priorità nelle agende degli istituti il monitoraggio dei crediti, per il cui rafforzamento sono fondamentali sistemi di Early Warning. Ne approfondiamo ruolo e sviluppi con Davide Capuzzo, Analytics Director di CRIF. Qual è oggi il ruolo peculiare di questi sistemi all’interno delle aziende di credito? “Il ruolo dei sistemi di Early Warning è quello di anticipare il più possibile situazioni di deterioramento delle posizioni, dando modo ai gestori di trovare soluzioni che evitino il default della controparte o comunque di limitare i danni. Oggi il loro ruolo sta mutando: da semplice supporto ai gestori per la prioritizzazione delle posizioni da trattare a un sistema fatto di priorità ma anche di regole e responsabilità ben definite e monitorate a loro volta. Il tema Early Warning è oggi oltremodo caldo perché se prima incorporava solo un significato di ‘rilevazione’ oggi è strettamente collegato al significato di ‘azione’”. Ma questa funzione non è già assolta dai sistemi di rating interno? Flashnews “I sistemi di rating interno sono parte integrante di quelli Early Warning ma non assolvono e non possono assolvere da soli a questa funzione per diversi motivi. Sono infatti sviluppati per dare valutazioni di rischio stabili nel tempo a scapito della reattività richiesta a un sistema Early Warning, e comunque non sono alimentati con quegli eventi anche di natura quotidiana che invece caratterizzano questi sistemi. L’evento previsto da un sistema di rating interno è tipicamente il default, mentre i sistemi Early Warning prevedono uno stato che anticipa di molto il default o anche il semplice deterioramento dello stato stesso. Quindi dal punto di vista della modellistica sono due sistemi integrati ma che assolvono a scopi e processi differenti”. Quali sono gli elementi qualificanti di un sistema di Early Warning? “Si possono sintetizzare in tre caratteristiche. La prima è la complementarietà con i sistemi di rating interno, in termini di tempestività degli indicatori utilizzati per anticipare il deterioramento e della loro varietà specie con l’acquisizione di informazioni non sempre utilizzate nei processi di valutazioni interni, quali ad esempio i dati da credit bureau e le informazioni commerciali. La seconda è data dal disegno del sistema di azioni e deleghe gestito da un processo di PEG evoluto che permetta di realizzare una reportistica direzionale di controllo. Il terzo aspetto è costituito da un processo di accompagnamento nel cambio culturale delle risorse e di tuning degli MBO delle varie strutture in modo armonico”. Quali prospettive di sviluppo per questi sistemi di monitoraggio? “Da un lato un allargamento del range di informazioni prese in considerazione, con particolare riferimento a informazioni interne in passato non gestite informaticamente (le cosiddette informazioni su piazza) e quelle esterne come le informazioni creditizie e quelle derivanti da open e big data. Dall’altro un affinamento dei processi di Early Warning generato dai sistemi di misurazione e verifica precedentemente citati. Questo tipo di evoluzione sarà giocoforza basato su: •sistemi PEG evoluti e caratterizzati dalla capacità di integrarsi con fonti informative non convenzionali, di implementare strategie di gestione delle posizioni a rischio complesse e di produrre una reportistica completa di misurazione delle performance dei gestori; •la presenza di un ambiente di ‘laboratorio’, dove informazioni elementari, indicatori, azioni suggerite, tempi e modi di applicazione e risultati quantitativi vengano storicizzati al fine di monitorare e misurare l’efficacia del sistema di monitoraggio ed eventualmente correggere i modelli di Early Warning e le azioni correlate. Ritengo quest’ultimo aspetto particolarmente rilevante anche in funzione delle novità normative introdotte dall’ultima Circolare di Banca d’Italia n.263 in tema di controllo dei sistemi di monitoraggio della funzione di risk management. La ricetta in realtà non è completamente nuova e, a questo proposito, è prevedibile che i sistemi di Early Warning nel tempo incorporino alcune logiche dei sistemi di collection che in alcuni settori del credito vedono già oggi una forte industrializzazione ed efficienza”. CRIF Credit Gym, powered by CRIF Academy: la “palestra” dove crescono e si allenano i talenti del credito Keywords: formazione, antiriciclaggio, competenze creditizie, profili junior, abc del credito, recupero crediti. CRIF Credit Gym, powered by CRIF Academy CRIF Academy, la business school di CRIF, coniuga esperienze maturate in progetti in Italia e a livello internazionale con un attento studio delle evoluzioni normative e le competenze di un team di qualificati docenti. L’offerta formativa CRIF Academy si distingue per una didattica concreta e innovativa, che predilige l’utilizzo di case study e la condivisione di best practice di settore. Quest’anno CRIF Academy amplia la propria offerta formativa con CRIF Credit Gym: la palestra dove crescono e si allenano i talenti del credito. Si tratta di un percorso formativo ad hoc per sviluppare le competenze delle risorse più giovani e per aggiornare figure con maggiore esperienza, ma nuove nelle aree del Credito. Il percorso analizzerà l’intero ciclo di vita del credito, con approfondimenti e business game in aula. Nel box a lato alcuni temi trattati e le domande a cui trovare le risposte giuste frequentando il percorso formativo > CRIF CREDIT FUNDAMENTALS Le Centrali Rischi e i sistemi di informazioni creditizie. Quali informazioni? Come concorrono alla determinazione del merito creditizio? > LE BASI DELL’ANALISI DI BILANCIO Quali sono gli indici più significativi sullo stato di salute di un’impresa? Corso con gli esperti di CRIF Rating Agency. > ABC DELLO SCORE & RATING Quali sono le tecniche per sviluppare modelli di score? Quali le info incluse e quali quelle non incluse in un algoritmo statistico? > CUSTOMER MANAGEMENT BEST PRACTICES Come premiare i client migliori? Come riattivare quelli dormienti? Come mitigare il rischio dei client “multiaffidati”? > COLLECTION BEST PRACTICES Quando inviare una lettera di sollecito? Quando intervenire con azioni più leggere? Quali clienti contattare in primis? > ADEGUATA VERIFICA DELLA CLIENTELA IN OTTICA ANTIFRODE E ANTIRICICLAGGIO Come effettuare un’adeguata verifica? Chi è il cliente? Corso con gli esperti del team CRIF Fraud Prevention & Compliance Solutions I prossimi corsi CRIF Academy: •Mini Bond e Nuova Finanza d’Impresa 25 febbraio 2015, presso la sede CRIF di Bologna •La valutazione delle Ditte Individuali e Società di Persone 4 marzo 2015, presso la sede CRIF di Bologna •Recupero crediti: recuperare e non rincorrere 18 marzo 2015, presso la sede CRIF di Bologna Eventi Per rimanere sempre aggiornato sui corsi in programma, iscriviti alla pagina Linkedin di CRIF Academy (linkedin.com/company/crif-academy) e richiedi maggiori informazioni a [email protected] CRIBIS D&B, in collaborazione con Business International, presenta BtoB MARKETING FORUM – Come si sta evolvendo il Marketing B2B in Italia? Quali sono le tendenze, gli obiettivi e le innovazioni nel 2015? Auditorium Gio Ponti, Milano, 4 marzo 2015. Per maggiori informazioni: www.btobmarketingforum.com CRIBIS D&B, in collaborazione con Il Sole24ORE presenta lo Studio Pagamenti 2015 Milano, sede Gruppo 24ORE, 15 aprile 2015. Per maggiori informazioni: www.studiopagamenti.com 12 sintesi Pubblicazione di CRIF inverno 2015 Registrazione del Tribunale di Bologna N. 7538 del 21/04/2005 CRIF Via M. Fantin, 1-3 40131 Bologna Tel. 051 4176111 Fax 051 4176010 www.crif.com [email protected] Direttore Responsabile Maurizio Liuti Coordinatore Redazionale Francesco Bonetti Stampa Tipografia Negri, Bologna Stampato su carta riciclata certificata FSC. Se non desidera più ricevere in futuro la pubblicazione Sintesi, Le chiediamo di inviare una comunicazione a CRIF S.p.A., via M. Fantin 1-3, 40131 Bologna o una email all’indirizzo [email protected]