allenatore - AIAC Calabria

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allenatore - AIAC Calabria
l’ allenatore
settembre-ottobre 2012
poste italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003
(conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Firenze 1 - I.P.
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Scuola
BIMESTRALE PERIODICO UFFICIALE
DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA ALLENATORI CALCIO
Anderlecht
PRIMO PIANO
ELEZIONI AIAC
ULIVIERI VERSO
LA RICONFERMA
CALCIO GIOVANILE
POTENZIAMO
L’ANTICIPAZIONE
l’ allenatore
sommario
5
Rivista bimestrale
settembre-ottobre 2012
Proprietà
ASSOCIAZIONE ITALIANA ALLENATORI CALCIO
Autorizzazione Tribunale di Firenze n. 5245 del 24
Febbraio 2003 Spedizione in Abb. Postale – 50%
Quello che faremo
di Renzo Ulivieri
Scuola Anderlecht
Idee, metodologie e strutture di qualità
per un settore giovanile all’avanguardia
Editore
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Renzo Ulivieri
di Giuliano Ragonesi
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Progetto grafico
Edizioni Polistampa - Firenze
editoriale
primo piano
Potenziamo l’anticipazione
primo piano
Il Settore Giovanile e Scolastico
nell’era della WEB TV e del digitale
di Giuseppe Ingrati
calcio giovanile
Il duro compito della scelta
psicologia dello sport
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tutto il materiale inviato non verrà restituito e resterà di proprietà dell’Editore. Lettere, articoli firmati, nonché le inserzioni
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Chiuso in tipografia il 16/11/2012
Crociato: il recupero dall’intervento
di Enrico Sarli
di Giuliano Ragonesi
medicina dello sport
dalla Segreteria
Tesseramento annuale AIAC 2013
di Giuliano Ragonesi
dalla Segreteria
Noi, la Casta e la rottamazione
ASSOCIAZIONE ITALIANA
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dalla Segreteria
Corsi integrativi 2012
dalla Redazione
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calcio giovanile
Giovanissimi, la terra di mezzo
di Sergio Roticiani
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allenatore sul campo
L’AIAC ha scelto il suo futuro
di Stefano D’Ottavio
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lettere al Presidente
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Quello che faremo
e recenti assemblee di categoria tenutesi a Coverciano a inizio novembre non hanno svolto semplicemente il primo e centrale compito
assegnato loro dal nostro statuto, ovvero
quello di designare i candidati alla presidenza dell’AIAC e a quelle degli organismi
di controllo dell’Associazione. Il modo,
l’affluenza, il dibattito franco che si è articolato al loro interno sono il primo segnale, fondamentale, di grande rilevanza politica, dello stato di salute del
nostro sindacato. Non credo sia enfasi, la mia. Ma penso sia necessario, anzi doveroso, sottolineare questi aspetti che risultano in controtendenza rispetto a ciò che accade altrove: i tempi che viviamo sono confusi, e oscillano
tra la disaffezione e la voglia di buttare tutto a mare. No,
non noi, non in questa associazione. Come presidente
uscente e nuovamente candidato alla carica, indicato dalle due componenti, professionisti e dilettanti, devo per
prima cosa ringraziare tutti gli associati, ancor prima che
per la fiducia rinnovatami, per il fatto di essersi presentati in gran numero a questo appuntamento. La partecipazione al voto è praticamente triplicata rispetto a quattro anni fa. Merito ovviamente anche della presenza di
altri candidati in corsa. Anche per questo bisogna riconoscere il ruolo positivo ricoperto da Ferrari e anche da
Marchesi, i miei competitori, che hanno garantito vitalità al confronto.
E che l’AIAC sia viva lo dimostrano anche altri numeri,
quelli degli iscritti, che contiamo di vedere ancora aumentati alla chiusura dell’anno. Lo ricordavo con orgoglio nel precedente editoriale de “l’Allenatore”: durante
questa presidenza l’assoallenatori è aumentata, come tesserati, del 30%, con quota quindicimila diventata una
realtà. Un fatto, oggettivamente, di grandissima rilevanza. Segno che il senso del lavoro svolto è stato recepito. Non per questo, naturalmente, possiamo ritenerci
esclusivamente sereni. Nodi da sciogliere ce ne sono molti e alcuni di grande rilevanza. Ed è questo il nostro orizzonte futuro, la ragione del mio impegno rinnovato. Innanzitutto c’è una questione in sospeso che non può
essere ulteriormente tenuta in bilico, cercando di volta
in volta soluzioni di ripiego: mi riferisco al rapporto con
la Lega Dilettanti. Inutile ripercorrere in questo spazio i
perché e i percome hanno prodotto ormai da un paio di
stagioni una contrapposizione forte. Tutti voi sapete come stanno le cose e, credo, dove stiano le ragioni. Noi
come AIAC non abbiamo mai smesso di profondere ogni
sforzo, convinti come siamo che il muro contro muro non
faccia l’interesse dell’intero movimento calcistico, in senso alto, né quello contingente delle sue componenti più
L
vive. Non è un caso che nel nostro Statuto sia chiaramente espresso come il nostro
operare corra su due binari paralleli: la difesa degli interessi degli allenatori e quella degli interessi del calcio.
Personalmente posso ribadire che raddoppierò gli sforzi necessari a sanare quanto resta da sanare con la LND, ricordando
a me, a voi, a tutti qual è la nostra ossessione, un’ossessione razionale: quella che ogni squadra
abbia un allenatore diplomato! È stata questa, del resto,
la nostra stella polare negli ultimi otto anni, che crediamo non siano trascorsi inutilmente. Non solo in merito
a questa materia. Mi preme ricordare la conferma dell’assistenza legale garantita agli allenatori Pro. E annunciare che dal 1° gennaio scatterà la nuova collaborazione
che abbiamo stipulato con CREDEM, la banca nostra partner per il futuro. CREDEM è una banca presente su tutto il territorio nazionale che ci ha riservato una serie di
offerte e servizi esclusivi, primo fra tutti un numero verde dedicato, l’800.273336. Presentandovi come associati AIAC potrete avere sia informazioni sulle offerte che
fissare un appuntamento con un consulente in filiale o
direttamente a casa vostra. In questo numero del giornale trovate la prima proposta a noi riservata, ma a breve sul nostro sito verrà pubblicata l’offerta completa composta da conti correnti, finanziamenti, carte di credito,
prodotti assicurativi e investimenti. Un altro segno tangibile, insieme al Fondo di Solidarietà, di come noi intendiamo lo stare insieme in questa Associazione.
Impegni economici, certo, ma anche morali. Ho avuto
modo di parlare, nelle recenti assemblee elettive, di un
caso che non riguarda un nostro associato ma un tesserato, radiato per essere stato trovato positivo alla cocaina: Jonathan Bachini. La sua volontà, risolta la storia di
dipendenza dalla droga, è quella di allenare. Penso personalmente che la radiazione sia un concetto inconciliabile con l’etica sportiva. Radiare significa condannare a
morte. Una pena, anche la più severa e dovuta, ha come
fine quello di recuperare chi ha sbagliato: questo semplice
concetto di civiltà giuridica non può essere negato proprio dal nostro mondo. Serve dunque una battaglia di
civiltà, anche se non semplice o immediata o conveniente.
Una battaglia che deve chiamare il CONI a una discussione in materia e a una presa di posizione che noi contiamo debba essere positiva.
Dunque restiamo in marcia, sapendo di aver fatto molta strada insieme, in modo lineare, trasparente, come i
nostri bilanci, a disposizione di tutti, dimostrano, e sapendo di poter contare ancora di più sulla passione del
nostro Consiglio Direttivo e su quella di tutti voi.
editoriale
di Renzo Ulivieri
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allenatore sul campo
l’ allenatore
Scuola Anderlecht
Idee, metodologie e strutture di qualità
per un settore giovanile all’avanguardia
di Massimo Lucchesi e Massimo Sarcì
Jean Kindermans, il direttore del settore giovanile del Royal Sporting Club
Anderlecht, titolata società dell’omonimo sobborgo di Bruxelles, è colui che
ci ha illustrato metodologie e operatività del club belga. Dopo una discreta carriera da calciatore, che lo ha anche portato a vestire la maglia dei bianco-malva nella stagione ’85-86, Kindermans ha quindi intrapreso l’attività di allenatore fino a diventare prima tecnico e quindi responsabile dell’intero settore
giovanile dell’Anderlecht.
Ringraziamo sentitamente il Jean Kindermans per l’ospitalità riservataci, così come è doveroso sottolineare l’accoglienza e la disponibilità del direttore del centro di formazione RSCA in Neerpede, JeanClaude Collignon.
l Belgio, paese calcisticamente all’avanguardia per un lungo periodo tra la metà degli anni
Settanta e gli anni Ottanta, sta tornando prepotentemente alla ribalta per una serie di giovani promesse sbocciate negli ultimi anni. Non solo Hazard e Lukaku, già famosi per essere
stati entrambi acquistati dal Chelsea per cifre milionarie, ma anche i giovanissimi e promettenti
Praet, Henen, Bakkali, Bossaerts che alcune tra le più importanti società a livello mondiale (Arsenal, Barcellona, Chelsea, Manchester City, Manchester United) si stanno contendendo o si sono già accaparrati (come nel caso di Bossaerts, passato dall’Anderlecht al City l’estate scorsa).
Per approfondire metodologie e cercare spunti d’interesse da sottoporre all’attenzione dei numerosi tecnici che seguono “l’Allenatore” ci siamo quindi diretti a Bruxelles per far visita alla pluridecorata società belga, club che vanta strutture e organizzazione all’avanguardia e può contare
su un bacino multietnico come quello della capitale belga.
I
La metodologia operativa
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A partire dai nati nel 2005 fino ai ragazzi del
1993, sono ben dodici le categorie sulle quali è imperniato il lavoro di allenatori e istruttori delle giovanili dell’Anderlecht.
Spiegare la filosofia e il modo di operare della
società belga non è semplice, tanti sono i dettagli
e gli aspetti che li contraddistinguono. Innanzitutto occorre evidenziare che il direttore del setto-
re giovanile non è esclusivamente un manager che
sta dietro la scrivania ma, come precedentemente
evidenziato, un tecnico a tutto tondo che, nei tempi che gli sono consentiti dalle molteplici mansioni che deve svolgere, scende in campo a dirigere
gli allenamenti.
Ciò consente a Kindermans di mostrare in presa diretta dettagli e particolari, come modi di agire e intervenire, che sarebbe impensabile spiegare
a voce con la stessa efficacia. Inoltre è, per i gioca-
allenatore sul campo
fatto di sviluppare le abilità difensive in situazioni
di uno contro uno, mentre a partire dagli Under
15 l’obiettivo è perfezionare gli automatismi di reparto e sviluppare l’abilità degli esterni in fase di
propulsione.
Avendo personalmente seguito una partita degli Under 12 (schierati con il 3-4-3) e una degli
Under 21 (schierati con il 4-3-3), posso affermare
che lo stile di gioco è molto simile in tutte le categorie. L’ordine, la corretta dislocazione e occupazione degli spazi sono le basi imprescindibili di un
gioco modellato sul fraseggio e sulla ricerca di una
manovra avvolgente e finalizzata a sfruttare le corsie laterali.
C’è da dire peraltro che quando il contesto di
gioco lo richiede i ragazzi sanno inoltre sviluppare rapidi contrattacchi, anche se tali accelerazioni
sono nettamente subordinate a quanto sopra evidenziato: il protrarsi di un gioco basato sul contropiede comporterebbe infatti un allungamento
dei reparti e di conseguenza si andrebbero a disperdere sia una certa compattezza che lo stile di
gioco prediletto. Anche da un punto di vista difensivo è importante notare che la tendenza è ricercare ordine ed equilibrio.
l’ allenatore
tori, un segnale di grande umiltà e partecipazione
il vedere il proprio “capo” che lavora sul campo
per migliorarli e far accrescere il loro bagaglio.
Da un punto di vista tecnico gli elementi fondamentali che vengono ricercati dagli scout e allenati dagli istruttori sono tecnica in velocità, intelligenza e visione di gioco. Prima della fase puberale
le qualità fisiche contano veramente poco, a meno
che i talent-scout non si trovino di fronte a un elemento che ha qualità atletiche eccezionali. Dalla
fase puberale in poi la questione su allenamento e
valutazione dipende però anche dalla posizione che
il giocatore occupa in campo.
Ogni allenamento di ciascuna specifica categoria è pianificato in relazione agli obiettivi preventivati e, dopo il suo svolgimento, è introdotto dagli allenatori in un grande data-base informatico
che consente al direttore di monitorare, con pochi
click e grazie a un software dedicato, sia il lavoro
globale che quello specifico.
Fig. 1. Giovani talenti al lavoro sull’erba di Neerpede.
Sviluppo dei fondamentali all’interno
di una organizzazione di gioco
Lo sviluppo delle abilità individuali ha senso
solo se queste sono strettamente correlate coi compiti che il giocatore dovrà poi assolvere in campo.
Ecco quindi che ordine e sistema di gioco sono elementi che rappresentano una cornice necessaria
per la crescita tecnica e tattica del calciatore.
L’Anderlecht schiera i ragazzi delle squadre che
vanno dagli undici ai quattordici anni col modulo 3-4-3, mentre dall’Under 15 all’Under 19 viene utilizzato il 4-3-3. Per le categorie dagli Under
11 fino agli Under 14 la scelta di schierare la difesa a tre (con un centrale e due laterali molto propensi ad allargarsi e costruire gioco) è correlata al
Fig. 2. Una partitella di allenamento degli Under 21.
Calcio e scuola
Un ulteriore aspetto estremamente interessante
riguarda il fatto che la società riesce a far svolgere quasi giornalmente il doppio allenamento anche ai tesserati del settore giovanile. Il modello d’istruzione
vigente in Belgio e la convenzione con gli istituti
scolastici consentono ai tecnici dell’Anderlecht di
avere spazi d’intervento anche al mattino quando
tutti i ragazzi sono a scuola. In Belgio l’obbligo scolastico va dai sei ai diciotto anni, mentre l’educa-
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l’ allenatore
allenatore sul campo
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zione scolastica si suddivide in tre livelli: scuola priIl tipo di allenamento che i tecnici dell’Anmaria-elementare (da sei a dodici anni), scuola sederlecht e lo stesso Kindermans fanno svolgere ai
condaria (da dodici a diciotto anni) e studi univerpropri ragazzi durante l’attività scolastica è pretsitari. Da un punto di vista
tamente tecnico. Essendo
amministrativo il sistema
infatti gli allievi raggrupOgni allenamento
scolastico belga è decentrato
pati per scuola e non seme articolato in un complesso
pre per categoria, non
di ciascuna specifica
di poteri e responsabilità amavrebbe senso che il lavoro
categoria è pianificato
ministrative e finanziarie
fosse finalizzato al collettisuddivise tra le tre aree revo: è molto più proficuo
in
relazione
agli
obiettivi
gionali: Fiandre, Vallonia e
invece lavorare sullo sviBruxelles-capitale. Ciò ha
luppo di abilità e qualità
preventivati
e
dopo
consentito all’Anderlecht di
individuali.
trovare accordi con diversi
L’allenamento dei fonil suo svolgimento
istituti comprensivi di
damentali tecnici non avBruxelles (fondamental- è introdotto dagli allenatori viene però in maniera gemente quelli che hanno al
nerica e generalista, ma ad
in un grande data-base
proprio interno un campo
esempio attraverso lo svida calcio), dove sono iscritluppo di tipiche azioni di
informatico
che
consente
ti nella quasi totalità i tessegioco o parti delle stesse. In
rati bianco-malva, e di far
questo modo tutti i giocaal
direttore
di
monitorare
svolgere loro allenamenti
tori si alternano nell’esecuspecifici quando gli altri scozione delle varie gestualità
lo svolgimento
lari sono impegnati in atti(controllo, passaggio, difevità ricreative alternative. A
sa della palla, condizione,
delle diverse sedute
differenza dell’Italia, in Belcross, tiro ecc.) richieste
gio l’istruzione è a tempo pieno fino a quindici andallo sviluppo dell’azione: oltre al gesto tecnico
ni e a scuola l’alunno intervalla attività tradizionali
vengono contestualmente allenati anche elemenad altre meno impegnative.
ti di tattica individuale specifica (inserimento tra
RSC Anderlecht Stadium di Bruxelles.
allenatore sul campo
La componente fisica
Sotto l’aspetto atletico c’è grande attenzione allo sviluppo delle qualità del singolo in funzione del
ruolo e di conseguenza delle esigenze che la gara gli
impone di soddisfare. Lo sviluppo delle qualità individuali avviene sia attraverso mezzi di allenamento specifici (a secco) che con il pallone, con i
primi ritenuti più idonei a incrementare il livello
di preparazione dell’atleta e i secondi più funzionali a una fase di mantenimento.
In linea generale, la filosofia del lavoro è a metà
strada tra quella che predilige l’allenamento intermittente e quella invece più concentrata sullo
sviluppo della forza: in aggiunta a ciò, grande importanza assume la prevenzione come mezzo per
limitare il rischio d’infortuni e di conseguenza ottimizzare le risorse umane a disposizione del tecnico.
Le gare del settore giovanile vengono giocate
la domenica a eccezione del campionato Under
21 che invece è programmato al venerdì. Ciò impone grande flessibilità per i molti giocatori nati
nel ’95 e nel ’96 che “galleggiano” tra Under 21
e Under 19.
Secondo il social advisor
Smeets l’ottanta per cento
del talento ha origine dalla
mentalità, dalla voglia di
migliorare e dallo spirito e per
potersi esprimere ad alti livelli
le sole capacità atletiche e
balistiche spesso non bastano
Fig. 3. La palestra del centro di Neerpede.
La tutela del talento
Un altro interessante fattore che ha catturato positivamente la mia attenzione è legato alla presenza
di due tutor-educatori che si preoccupano di facilitare l’inserimento dei nuovi acquisti, dando assistenza nel risolvere problematiche di carattere pratico-logistico (casa, spostamenti ecc.), e valutando
comportamenti e atteggiamenti di una decina di
giocatori del settore giovanile (dei quali si analizza
anche il profitto scolastico), oltre a sei giocatori della prima squadra. Peter Smeets e Jean-François Lenvain sono i social advisor che si occupano di tutto
ciò. Obiettivo dei due pedagoghi è fondamentalmente quello di “tutelare il talento” dei giocatori di
prospettiva e, in maniera indiretta, preservare gli investimenti in termini economici e di tempo effettuati dalla società sui giocatori. Secondo Smeets l’ottanta per cento del talento ha origine dalla mentalità,
dalla voglia di migliorare e dallo spirito e per potersi esprimere ad alti livelli le sole capacità atletiche e
balistiche spesso non bastano. Ci racconta che secondo lui un conto è l’attività relativa alla risoluzione dei problemi “pratici”, che quando possibile
delega ai cinque collaboratori che lo coadiuvano, e
tutt’altra storia è stabilire un’affinità coi giocatori
per migliorarne atteggiamenti e condotte.
Il fatto di poter collaborare con-Jean François
Lenvain è un grande beneficio per la società, in
quanto la diversa estrazione di entrambi li rende
complementari e consente ai giocatori di poter stabilire un contatto più profondo con l’educatore
che sentono più vicino. Smeets è infatti un ex-calciatore che ha approfondito le proprie esperienze
in ambito scolastico ed educativo, mentre Lenvain
è un atleta che ama gli sport estremi e che ha esperienze con persone disadattate.
l’ allenatore
le linee, inserimento al cross, smarcamento in
profondità ecc.) e i tempi di gioco e di giocata.
Nel tardo pomeriggio poi, quando i giocatori
si ritrovano nel centro di Neerprede o presso le
strutture dell’Academy, il lavoro è più tradizionale
e quindi maggiormente concentrato sullo sviluppo del collettivo, delle abilità tecniche in ambito
tattico e sulle qualità fisiche.
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l’ allenatore
allenatore sul campo
Strutture d’avanguardia per un settore giovanile
moderno
Fig. 4. Jean-Claude Collignon, direttore del centro di formazione di Neerpede.
IL
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A completare il cerchio di quanto finora descritto non potevano non esserci strutture di primo livello dove tutti, dai vari dipendenti ai giocatori della prima squadra, fino ai bambini del settore
giovanile, possono sentirsi parte integrante del
Royal Sporting Club Anderlecht. Dal giugno 2011,
la prima squadra e le squadre delle categorie Under 15, 17, 19 e 21 si allenano nel meraviglioso
centro di formazione RSCA a Neerpede che ospita
anche gli uffici e la sede societaria.
Il centro di formazione, del quale il direttore JeanClaude Collignon (fig. 4) ci ha gentilmente mostrato in ogni dettaglio (come mostra la galleria fotografica a seguire), è stato costruito per dare ai giovani del
club la miglior formazione possibile. Particolare interessante è la decisione di costruire gli spogliatoi delle varie squadre in sequenza su più piani, per stimo-
MODERNISSIMO CENTRO DI FORMAZIONE DI
NEERPEDE
allenatore sul campo
Conclusioni
In sostanza possiamo affermare che l’idea di “sostituire le ore di pratica all’oratorio” con l’attività
a scuola unita alla continuità data dalla metodologia didattica e dall’uniformità del modulo, consente ai ragazzi di assorbire e sviluppare uno stile
di gioco, migliorando così le proprie abilità tecniche, tattiche e funzionali. Tutto ciò agevola inoltre il passaggio tra una categoria e l’altra (anche durante la stagione) senza traumi e limita la
dispersione del talento.
Se poi ciò avviene all’interno di una società
molto attenta a “educare i talenti” sia diretta-
mente, attraverso l’opera di specifici tutor, che
indirettamente attraverso strutture all’avanguardia, ecco che non può essere un caso che molti giovani interessanti stiano sbocciando tra le file delle giovanili dell’Anderlecht, storico club di una
città come Bruxelles dove la popolazione multietnica favorisce, anche in maniera inconsapevole, l’acquisizione di nuove competenze e conoscenze non solo in ambito sociale ma anche in
quello sportivo.
l’ allenatore
lare il giovane, anno dopo anno, a salire di livello fino a raggiungere lo spogliatoio più prestigioso. A pochi metri di distanza l’Anderlecht dispone inoltre di
un ulteriore centro sportivo, anch’esso molto bello e
dotato di campo coperto, deve svolgono la loro attività le altre squadre del settore giovanile.
Sul campo con l’Anderlecht
Dopo aver introdotto i diversi aspetti che caratterizzano positivamente la metodologia della squadra belga spostiamo la nostra attenzione su ciò che
gli allenatori che ci seguono apprezzano di più: le
proposte di campo. In questa esposizione andiamo
a “esplorare” diverse tipologie di esercizi che chia-
Qui sotto e nella pagina precedente alcuni scorci del centro di Neerpede: l’ingresso, un’aula didattica, la palestra, lo spogliatoio
dell’Under 17, la saletta per massaggi e fisioterapia, la mensa, i campi di allenamento all’aperto e al coperto.
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l’ allenatore
allenatore sul campo
meremo “esercitazioni a croce”, “esercitazioni nel
rombo” ed “esercitazioni di tecnica funzionale”.
Le esercitazioni a croce
Le esercitazioni a croce allenano i giocatori (da
otto a dodici) a migliorare le abilità individuali nello stretto. La presenza di due palloni impone il ritmo dell’esercitazione e costringe i giocatori a lavorare con rapidità.
no al centro del rombo dove, come avvenuto in precedenza, ferma la palla con la suola e ruotando verso
sinistra raccoglie il pallone sul lato opposto per continuare l’esercizio come precedentemente descritto.
Esercitazione 1
Quattro giocatori partono, palla al piede, dai
quattro vertici e conducono palla fino al centro del
rombo dove fermano la palla con la suola e ruotando verso sinistra raccolgono il pallone sul lato
opposto per condurlo e cederlo al compagno che
si trovano di fronte. L’esercizio allena in maniera
quasi prevalente l’abilità di conduzione in velocità.
N.b.: per facilitare la comprensione il grafico
evidenzia, come gli altri a seguire, il lavoro di due
soli giocatori (il cui tracciato è peraltro evidenziato da colori diversi) e non di tutti e quattro.
Esercitazione a croce 2.
Esercitazione 3
L’esercizio ha l’obiettivo di allenare conduzione e passaggio. Due giocatori posti l’uno di fronte all’altro partono, palla al piede, e conducono
palla fino al centro del rombo dove fermano la palla con la suola e ruotando verso sinistra raccolgono il pallone sul lato opposto per passarlo in direzione del compagno che si trovano di fronte il quale
prosegue nell’esercizio come precedentemente descritto.
Esercitazione a croce 1.
Esercitazione 2
12
L’esercizio ha lo stesso sviluppo del precedente
con quattro giocatori che partono, palla al piede, dai
quattro vertici e conducono palla fino al centro del
rombo dove fermano la palla con la suola e ruotando verso sinistra raccolgono il pallone sul lato opposto per condurlo in direzione del compagno che si trovano di fronte. Quest’ultimo, con il proprio pallone,
avanza verso il compagno ed evitandolo, con la simulazione di una finta, porta a sua volta il pallone fi-
Esercitazione a croce 3.
Esercitazione 4
L’esercizio, che ha lo stesso sviluppo del precedente, prevede tuttavia una variante. Il gioca-
allenatore sul campo
L’impiego di due palloni è utile per dare un ritmo all’esercizio.
l’ allenatore
tore, dopo aver effettuato la conduzione, raccolto il pallone del compagno e passato lo stesso, anziché seguirlo per accodarsi come avveniva prima
si apre per ricevere il passaggio del giocatore che
è alle sua spalle (che a sua volta ha appena ricevuto la sfera) e giocare di nuovo in avanti.
Esercitazione a rombo 1: scorrimento di palla.
Esercitazione 2. Combinazione stretta
Esercitazione a croce 4.
Esercitazione 5
L’esercizio ha lo stesso sviluppo del precedente, con la differenza che il giocatore che riceve la
palla si muove in orizzontale dal vertice per ricevere il passaggio.
L’esercizio prende spunto dal precedente (Esercitazione a rombo 1), con la differenza che viene
eseguita una combinazione stretta, come mostrato
in figura, prima del passaggio verso il compagno
posto sul vertice opposto a quello da dove si è ricevuto il pallone.
Le esercitazioni nel rombo
La struttura rimane identica alla precedente
con differenze sostanziali nello sviluppo. Infatti
tre giocatori si muovono nei pressi dei quattro
vertici della figura geometrica e sviluppano combinazioni di gioco in velocità, migliorando di conseguenza anche la gestualità tecnica.
Se vogliamo dare un orientamento al rombo
possiamo anche provare a “sistemare” i giocatori
per ruolo.
Esercitazione a rombo 2: combinazione stretta.
Esercitazione 1. Scorrimento di palla
Esercitazione 3. Sovrapposizione
Il ricevitore si “stacca” dal vertice per ricevere
esternamente rispetto al rombo.
Dopo il controllo orientato si gioca palla verso il compagno posto sul vertice opposto a quello da dove si è ricevuto il pallone che esegue il
medesimo movimento e così via, dando origine
ad uno scorrimento di palla.
L’esercizio è ancora uno sviluppo del precedente (Esercitazione a rombo 1), con la differenza
che prima che la palla venga spostata sul vertice
opposto i due giocatori vicini eseguono una sovrapposizione sullo stretto con il coinvolgimento del terzo elemento che funge da perno allo sviluppo della giocata.
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l’ allenatore
allenatore sul campo
Le esercitazioni di tecnica funzionale
Finalità degli esercizi è quella di allenare le abilità
individuali (orientamento, smarcamento, passaggio,
ricezione, tiro) in un contesto che riproduce una serie di sviluppi di gioco concatenati che potranno,
congiuntamente o in abbinamento a ulteriori giocate, essere riprodotti in gara. Ecco quindi che l’addestramento tecnico è funzionale alla ricerca di uno sviluppo di gioco che, tra l’altro, impegna i giocatori a
rispettare i tempi di gioco.
Esercitazione 1
Il giocatore in posizione di centrocampista centrale effettua un breve slalom e quando “esce” dal bi-
Fig. 5. Esercitazione di tecnica funzionale 1 in svolgimento.
14
Fig. 6. Esercitazione di tecnica funzionale 2 in svolgimento.
rillo si “appoggia” lateralmente sull’interno di destra
che si “allunga” viene incontro e scarica.
A seguire il centrocampista centrale verticalizza
con un passaggio rasoterra per il riferimento avanzato che di prima scarica sull’interno salito a sostegno.
L’interno controlla la palla scaricatagli dal compagno e conclude in porta da fuori area.
Variante. Il giocatore in posizione di centrocampista centrale effettua un breve slalom e quando esce
dal birillo si “appoggia” lateralmente sull’interno di
destra che si allunga, viene incontro e scarica. A seguire il centrocampista centrale verticalizza con un
lancio aereo per il riferimento avanzato che di prima
scarica sull’interno salito a sostegno.
allenatore sul campo
Esercitazione 2
Il giocatore nei pressi del centrocampo (difensore centrale) apre il gioco con un fendente teso verso
la zona laterale dove riceve il terzino. Il terzino effettua un controllo orientato e verticalizza per il riferimento avanzato venuto incontro mentre il giocatore interno sale a sostegno.
Massimo Lucchesi
Con la verticalizzazione del terzino per l’attaccante centrale l’esercitazione termina dal punto di vista della giocata anche se prosegue, senza quindi interrompersi, per svilupparsi nel verso opposto. Infatti
il riferimento alto che ha ricevuto la palla venendo
incontro va a interpretare il ruolo di difensore centrale e dopo uno scambio stretto con la mezzala verticalizza verso il cerchio di centrocampo dove un riferimento avanzato si muove lateralmente, simulando
il movimento di apertura della punta che si appresta
a ricevere un’uscita difensiva.
Una volta controllata la palla l’esercitazione prosegue di nuovo con l’apertura laterale per il terzino
come visto in precedenza. Anche in questo caso i giocatori invertono le posizioni secondo una cronologia
prestabilita, in modo che tutti possano addestrarsi
nei vari ruoli ed eseguire i diversi gesti tecnici.
l’ allenatore
L’interno apre a sua volta per l’ala che riceve in
profondità, va al cross e rifinisce per il centravanti
che, dopo movimento di smarcamento sul palo lontano, attacca la palla e di prima finalizza. A seguire
i giocatori invertono le posizioni secondo una cronologia prestabilita, in modo che tutti possano addestrarsi nei vari ruoli ed eseguire i diversi gesti tecnici.
Gli autori
Nato a Viareggio il 25 gennaio 1968.
Allenatore di base. Autore di numerosi libri e DVD inerenti gli aspetti tecnicotattici del gioco del calcio tradotti e pubblicati anche in inglese, tedesco, russo,
greco e croato. Editore e direttore del sito www.allenatore.net e della omonima
casa editrice. Ha partecipato come relatore a numerosi seminari, prevalentemente all’estero.
Massimo Sarcì
Nato a Palermo l’11 novembre 1974.
Allenatore di base UEFA B, Massimo Sarcì è presidente della Golden Team (www.acsgoldenteam.com), società a cui l’Anderlecht ha affidato il progetto “Giovani in Europa” con la finalità di potenziare il settore giovanile dell’RSC Anderlecht per mezzo
di una serie d’iniziative (affiliazioni, camp, clinic, stage) volte alla diffusione delle metodologie e all’individuazione e segnalazione del giovane talento.
15
l’ allenatore
primo piano
16
L’AIAC ha scelto il suo futuro
di Giuliano Ragonesi
on è stato un appuntamento rituale, dovero ai candidati. Come è noto, infatti, il primo tevuto semplicemente all’adempimento di
ma all’ordine del giorno delle due Assemblee era la
norme statutarie,
designazione dei candidané si è assistito a uno stanti Pro e Dilettanti alla preGrande partecipazione
co dibattito. Il 5 novembre
sidenza dell’Associazione.
scorso, a Coverciano, si soalle assemblee di categoria Inoltre le Assemblee stesse
no svolte le annuali Asavevano anche compiti
semblee di categoria delelettivi per quanto riguarDibattito “vero”, risultato
l’A IAC : quella degli
da i Vicepresidenti e la
netto
a
favore
di
Ulivieri
allenatori Professionisti e
composizione del Consiquella dei Dilettanti. Il priglio Direttivo. Per l’eleziocandidato
congiunto
mo dato da sottolineare è
ne definitiva del Presidenstata la partecipazione dedel Collegio dei Revisori
alla presidenza di entrambe te,
gli associati, che è risultata
dei conti e di quello dei
quasi triplicata rispetto al
Probiviri occorrerà attenle componenti
recente passato. Pochissidere le votazioni e l’uffimi posti vuoti nell’ampio spazio riservato ai partecializzazione nel corso dell’Assemblea generale, il
cipanti, grande attenzione riservata agli oratori, ovcui svolgimento è previsto per il prossimo dicem-
N
primo piano
l’ allenatore
bre. È però già emerso, dal confronto serrato svolPer l’Assemblea dei Dilettanti il candidato in altosi in questa occasione, il nome del candidato conternativa ad Ulivieri era Alberico Marchesi. L’esigiunto per la guida dell’AIAC del prossimo quato della votazione è risultato ancora più netto: 117
driennio: si tratta del
voti per il presidente uscente
Biagio Savarese è stato contro 17 dello sfidante. A
presidente uscente, Renzo
Ulivieri. La sua ricandidatuquesto punto si tratta di
eletto
Vicepresidente
ra, dopo i due impegnativi
aspettare solo il passaggio istimandati già alle spalle, era
tuzionale di dicembre perché
dei Professionisti
stata proposta e sollecitata
il percorso democratico deldalla quasi totalità dei Grupl’AIAC si concluda, con la promentre tra i Dilettanti
clamazione del Presidente.
pi Regionali nell’Assemblea
Le due assemblee hanno
dei Dilettanti. Candidato alla stessa carica è andata
comunque provveduto,
ternativo per l’Assemblea dei
a
Luca
Perdomi
ognuna per la propria cateProfessionisti, Franco Ferragoria, a esprimere già altre cari. Al termine dei loro appasriche istituzionali, eleggendo il vicepresidente, i consionati interventi e di un confronto diretto su passiglieri di categoria e i delegati che parteciperanno
sato, presente e futuro dell’Associazione, il voto ha
all’Assemblea generale. I quadri completi delle eleespresso senza incertezze la volontà degli associati.
zioni svoltesi a Coverciano sono riportati nelle scheUlivieri è risultato eletto candidato dei Professionisti
de alle pagine seguenti.
con 164 preferenze contro le 75 di Ferrari.
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l’ allenatore
primo piano
Ferrari e Ulivieri prima delle Assemblee AIAC a Coverciano.
Un’immagine panoramica dell’Assemblea Professionisti.
ASSEMBLEA DEI PROFESSIONISTI
Designato alla carica di Presidente
Renzo Ulivieri
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Vicepresidente nazionale è stato eletto
Biagio Savarese
Consiglieri nazionali sono stati eletti
Giancarlo Camolese, Luigi Castiello,
Francesco D’Arrigo,
Domenico Di Carlo, Girolamo Mesiti
e Walter Nicoletti
Supplenti
Antonio Antonucci, Ezio Castellucci, Marco
Maestripieri e Leonardo Mazzoleni
Designati alla carica di Revisori dei conti
Fiorino Pannunzio e Alessandro Porro
Designati alla carica di Probiviro
Elvezio Belardi, Paolo Busanca, Giovanni
Conticchio, Nicola Sergi
Delegati professionisti all’Assemblea Generale
Per gli allenatori di prima categoria
Antonio Antonucci, Ignazio Argiolas, Romeo
Benetti, Milena Bertolini, Michele Del
Vecchio, Giovanni Di Guida, Ettore Donati,
Domenico Giacomarro, Marco Maestripieri
Per gli allenatori di seconda categoria
Benny Bumaguin, Costanzo Celestini,
Massimiliano Farris, Pietro Gianfrancesco,
Maurizio Londi, Gerardo Passarella, Armando
Vallario, Sergio Wongher
Il voto di Andrea Stramaccioni, allenatore dell’Inter.
Un momento dello spoglio dell’Assemblea Professionisti.
primo piano
Designato alla carica di Presidente
Renzo Ulivieri
Vicepresidente nazionale è stato eletto
Luca Perdomi
Assemblea dei Professionisti: il presidente dell’Assemblea Bardi, Ulivieri e il segretario Ragonesi.
Consiglieri nazionali sono stati eletti
Roberto Bellomo, Giancarlo Bertolini,
Gian Paolo Dosselli, Marcello Mancini,
Giancarlo Murru, Paolo Sodi
Supplenti
Raffaele Ciccarelli,
Francesco Cinquepalmi, Stefano Oronzo,
Virgilio Palotta
Designati alla carica di Revisori dei conti
Isabella Cardone, Fabio Ferrarese,
Sergio Fincatti,
Mario Frizzera, Mauro Pollini
Designati alla carica di Probiviro
Giovanni Calabrese, Cristiano Ciardelli,
Paolo De Simone, Matteo Martucci Zecca,
Angelo Ortolani
l’ allenatore
ASSEMBLEA DEI DILETTANTI
Il voto di Oddo, Liverani e Colonnese.
Assemblea dei Dilettanti, in primo piano Bellè, Galgani, Anselmo e Conticchio; dietro il neoconsigliere Mancini.
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l’ allenatore
primo piano
20
Potenziamo l’anticipazione
di Stefano D’Ottavio
l calcio, come del resto tutti gli sport cosiddetti
La fase decisionale, quindi, avviene dopo una fa“di situazione”, si esprime con una prestazione
se elaborativa delle informazioni che è possibile tratche dipende da numerosi fattori i quali, in altre
tare e dal potenziale di scelta, cioè dal numero delparole, si traducono come capacità di esprimere abile risposte possibili. Infine il processo si completa
lità tecniche dopo aver effettuato delle operazioni
evidentemente con l’esecuzione, che avrà più posmentali. La fase cognitiva dell’azione, quindi, rapsibilità di ottenere esiti positivi a seconda della quapresenta l’input necessario
lità con cui le diverse seper generare l’output e rapquenze
si sono sviluppate.
Il fattore-tempo nella
presenta altresì la capacità di
Ma in cosa differisce un
preparazione
psicofisica
regolare i parametri con cui
giocatore modesto da uno
è possibile eseguire una tecdi alta qualità? SicuramenL’abilità
di
un
giocatore
sta
nica: ampiezza e velocità del
te il giocatore più bravo è
movimento, direzione, forza
quello che riesce a “leggenel prendere informazioni re”
e tipologia della tecnica (per
con più efficacia la siesempio, stoppare la palla in
tuazione, a decidere con
dall’ambiente di gioco
forma orientata invece che
più pertinenza al gioco
nelle forme che prevedono
quale soluzione abbia magdecidere e agire con
l’“assorbimento” della palla
giori probabilità di succesestrema rapidità
a sé). Tali scelte dipendono
so e che infine è in grado di
ovviamente dalle caratteriesprimere più qualità tecstiche della situazione, che inducono il giocatore a fanica nel senso più stretto del termine. Con molta
re una valutazione dello spazio a disposizione, della
probabilità, a livelli elevati di qualificazione, il popresenza di avversari e compagni, della pericolosità
tenziale di queste caratteristiche non può che tendell’azione (per esempio la zona di campo dove quedere verso il massimo dei gradi possibili.
sta avviene), dal fatto d’essere in fase di possesso o non
Il sistema cui abbiamo fatto cenno in queste popossesso della palla eccetera.
che note introduttive tuttavia non tiene conto di
I
primo piano
Input informativi
Tecnica
Scelta decisionale
Risposta
RAPIDITÀ
Fig. 1. Il fattore-tempo: l’abilità di un giocatore è funzione
della rapidità con cui assume informazioni dal contesto, decide ed esegue la risposta tecnica.
La capacità di anticipazione
Le attività sportive sono caratterizzate da azioni volontarie, finalizzate, che vengono innescate
dall’anticipazione consapevole dello scopo dell’azione e da decisioni altrettanto consapevoli. L’anticipazione, oltre allo scopo vero e proprio, comprende sempre anche l’identificazione dei compiti
prefissati, cioè non solo l’identificazione di cosa
fare, ma anche il come fare.
L’anticipazione è un processo (piano) di organizzazione mentale e motoria elaborato in termini di probabilità di accadimento. Essa è in altre
parole la capacità di prevedere lo svolgimento di
un’azione, di una giocata, di un comportamento
tecnico, in genere fondata sull’analisi del significato di “indizi” e “particolarità” del gioco, della
situazione, dei movimenti di compagni e avversari, delle traiettorie della palla eccetera. In sintesi, delle specificità che caratterizzano l’ambiente di gioco.
Le fasi dell’azione di un giocatore, in genere,
oltre a legarsi al contesto tattico-situazionale e
quindi inserirsi entro un sistema ancora più complesso che ha come matrice il sistema di gioco nelle sue diverse espressioni e le linee (trame) tattiche corrispondenti al volere dell’allenatore,
rappresentano una sequenza temporale che si ripete per centinaia di volte nel corso della gara.
Essendo una sequenza temporale la cui durata è
decisa dalla capacità del giocatore di esprimersi in
rapidità nonostante la presenza dell’avversario, risulta ovvio che meno tempo passa fra l’innesco dei
processi di “presa d’informazioni” e la risposta tecnica (che può essere anche una corsa senza palla),
più possibilità si avrà di ottenere i benefici sperati.
L’anticipazione motoria, nello specifico del
calcio, è definita anche come la capacità di prevedere lo sviluppo dell’azione o del gioco mediante segnali che provengono dal gioco stesso.
Normalmente un giocatore esperto è in grado di
capire cosa sta per succedere basandosi su meno
informazioni rispetto a uno meno esperto. Ciò avviene attraverso una selezione qualitativa che elimina quello che si ritiene ininfluente, compresi i
tentativi di finta dell’avversario.
Quindi, oltre a sviluppare processi attentivi selettivi, comprendere prima significa anche partire
prima e pertanto in anticipo sull’avversario. In realtà
l’azione di gioco si sviluppa sempre attraverso una
contesa, che a volte concerne la palla, ma nella gran
parte dei casi consiste anche nel guadagnare spazio
prima dell’avversario nel tentativo di ricevere la palla, o per intercettarla, o per guadagnare una posizione più favorevole al tiro eccetera.
Input informativi
Scelta decisionale
l’ allenatore
un problema fondamentale per esprimersi al meglio in una situazione di gioco. Ci riferiamo al fattore tempo e cioè alla capacità di poter avviare e
concludere la risposta tecnica in tempi relativamente brevi. Nella pratica, un giocatore è decisamente abile quando è in grado di prendere informazioni dall’ambiente di gioco, decidere e quindi
eseguire con estrema rapidità (figura 1).
Con molta probabilità questa capacità complessa d’azione è la vera prerogativa per raggiungere livelli ottimali di performance.
Risposta
Tecnica
RAPIDITÀ
Anticipazione
Fig. 2. L’anticipazione: attivazione precoce della ricerca di
elementi utili a decodificare la situazione di gioco.
L’anticipazione: avviare
in anticipo la ricerca
di elementi utili a decodificare
i segnali contenuti
nella situazione
21
l’ allenatore
primo piano
Anticipare quindi assume il suo significato più
reale se viene preso in considerazione sia il relativo processo mentale (trattamento dell’informazione più decisione) sia il relativo processo
tecnico. Il risultato dipende ovviamente da entrambi gli aspetti.
L’anticipazione è in altre parole un’attivazione precoce dell’intero sistema, che si traduce nell’avviare in anticipo la ricerca di elementi utili a
decodificare i segnali contenuti nella situazione.
L’esperienza è chiaro, risulta determinante. Un
giovane, a meno che non si tratti di un giovane
talento, ha quasi sempre meno possibilità di cogliere i tratti più importanti dell’azione in breve
tempo. Al contrario, il giocatore esperto parte da
un vissuto quantitativamente più ampio, che lo
pone in una posizione di vantaggio.
Se immaginiamo che la competizione sia fra
due giocatori che si contendono mediante uno
sprint, per esempio di quindici metri, una posizione favorevole al raggiungimento della palla,
l’anticipo si traduce in una “falsa partenza”, che
nel caso del calcio, a differenza di quanto avviene nelle corse di velocità dell’atletica leggera, non
rappresenta un difetto, ma una dote determinante.
Start
a
b
Partire prima,
a parità di velocità,
significa arrivare
in anticipo
Fig. 3. La falsa partenza: il giocatore a parte al segnale di
start, il giocatore b parte in anticipo.
22
Fig. 4. Il ruolo del feedback nel regolare il gesto tecnico.
Il feedback delle sequenze
d’azione può modificare
il gesto tecnico anche
in fase di esecuzione
I segnali percepiti durante le sequenze d’azione (feedback) inviano continuamente informazioni ai sistemi di controllo del movimento (sistema nervoso centrale corticale e subcorticale),
al fine di poter modificare il gesto tecnico anche
in fase di esecuzione ai vari livelli di regolazione
(percettiva, decisionale, esecutiva, di risultato;
fig. 4). Quest’ultimo livello serve a immagazzinare l’esperienza in memoria per far fronte a situazioni analoghe che avverranno in futuro.
Il fattore-tempo
In ambito di cultura specifica sportiva, in particolare nel lessico utilizzato per descrivere certe
teorie e determinati fenomeni, si utilizzano svariati termini che in qualche maniera sono legati
al fattore tempo.
Per esempio, note sono le seguenti terminologie agli addetti ai lavori: capacità di orientamento e differenziazione spazio temporale, pressione temporale, capacità di reazione, rapidità
di movimento, capacità di trasformazione rapida del movimento, rapidità dell’elastico difensivo, giocare a un tocco, pressare il portatore di
palla, sprint e accelerazioni, tanto per citarne alcune.
primo piano
La ricerca in ambito sportivo ha messo in luce come sia lo sviluppo di un “software” di ele-
Fig. 5. Il fattore-tempo è il vero “nemico” della precisione tecnica e tattica. Tale fenomeno viene chiamato anche conflitto
velocità-precisione.
Fig. 6. Caratteristiche degli esercizi che potenziano la capacità di anticipazione.
vata qualità, più che l’“hardware”, simile in tutti e comunque poco modificabile con l’allenamento, a costituire il vero punto di forza dell’atleta di élite.
Tale concezione risulta fortemente stimolante per chi si pone l’obiettivo di elaborare situazioni ed esercizi di allenamento, in quanto solo
attraverso la pratica specifica è possibile modificare il modo di agire dei giocatori. Il software,
in questo caso, che rappresenta il potenziale tecnico del giocatore, più risulta efficace a rispondere alle particolarità delle varie situazioni di gioco, più sarà evidentemente in grado di
determinare il relativo successo dell’azione nel
gioco. Immaginiamo di venire attaccati da un
avversario che ci affronta effettuando una finta
di direzione: se non si avesse pronto un sistema
di risposta adatto (software) non si avrebbe la
possibilità di replicare e non farsi trarre in inganno. La finta, che può essere considerata un
tentativo intenzionale d’ingannare l’avversario
per acquisire un vantaggio nel contesto competitivo, è una chiara dimostrazione di come sia possibile inserirsi nella fase anticipatoria dell’avversario, dandogli informazioni errate per indurlo a
elaborare una risposta inadeguata.
Per questo motivo è anche vero che l’anticipazione deve essere consapevole e non istintiva
(caratteristica dei giocatori giovani o inesperti) e
dev’essere guidata da un preciso timing di attivazione che coinvolga sia i sistemi sensoriali, sia
quelli mentali, che in ultimo quelli neuromuscolari. La preparazione (anticipazione) muscolare
al movimento che s’intende effettuare risulta una
prerogativa determinante per partire in anticipo.
L’anticipazione
deve essere consapevole
e guidata da un timing
di attivazione
che coinvolga i sistemi
sensoriali, mentali
e neuromuscolari
l’ allenatore
Questi concetti esprimono nei diversi modi
la rapidità con cui sarebbe utile effettuare i movimenti o, in altre parole, la restrizione temporale che si viene a creare per il giocatore. La presenza di avversari nel nostro spazio tecnico e/o di
relazione accentua tale restrizione a causa di una
maggiore densità.
Quindi, una volta assodato che la velocità sia
mentale che tecnica, espressa in fisica dalla formula v = s/t in base al rapporto fra spazio e tempo, è uno dei fattori essenziali da allenare, la si
potrà stimolare agendo sui parametri dell’esercizio, in riferimento alla formula sopracitata.
Meno tempo a diposizione stimola maggiore velocità.
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l’ allenatore
primo piano
24
Potenziamo l’anticipazione
L’allenamento sportivo, in generale, fa riferimento a una legge biologica definita “sindrome
di adattamento” che stimola l’organismo a reagire quand’è sottoposto a uno sforzo fisico dovuto
a un sovraccarico. In pratica i nostri sistemi (endocrino, cardiorespiratorio, nervoso ecc.) si mettono in moto per far fronte a nuove condizioni
di lavoro. L’adattamento può essere temporaneo
(acuto), come l’incremento della frequenza cardiaca, oppure stabile (cronico). Quest’ultimo sta-
dio si realizza nel tempo dopo una sollecitazione
continua degli stimoli (settimane, mesi di allenamento). In termini ancora più semplici, l’esercizio che viene somministrato al giocatore dev’essere sufficientemente intenso (stimolo efficace)
per poter produrre una reazione di contrasto che
permetta la prosecuzione del lavoro. Per esempio, in un esercizio di forza muscolare, la tensione prodotta dal sistema neuromuscolare per sostenere il peso è la risposta generata per vincere
l’azione destabilizzante del sovraccarico.
Fig. 7. Esercizio tecnico.
Fig. 8. Situazioni di gioco.
primo piano
Esercizi per potenziare l’anticipazione
Negli esercizi (vedi Figg. 7-8-9), abbiamo riportato tre semplici esempi in cui il tempo per anticipare viene limitato in modo da creare un sovraccarico cognitivo anticipatorio e quindi
stimolare i giocatori a una maggiore attenzione percettiva. La restrizione del tempo a disposizione risulta ovviamente l’elemento di disturbo che va superato con una maggiore selezione delle
informazioni e una maggiore rapidità decisionale.
Esercizio tecnico (Fig. 7)
Passaggi sul quadrato e 1vs1: agli angoli di un
quadrilatero sono posti 4 giocatori che si tra-
smettono la palla. Ogni giocatore che riceve la
palla può, quando lo ritiene più opportuno iniziare un’azione di 1vs1 con l’avversario posto sull’angolo opposto. l’obiettivo dell’attaccante è riuscire a far mete lungo uno dei due lati adiacenti
all’angolo dell’avversario. Il difensore deve contrastare l’azione.
Situazioni di gioco (Fig. 8)
2vs1 e tiro in porta: due giocatori in possesso
di palla attaccano un difensore posto di spalle sulla linea. Il difensore si gira a difendere al segnale
dell’allenatore.
Variante
Il difensore inizia l’azione difensiva dopo esser stato superato da uno dei due attaccanti.
l’ allenatore
Con lo stesso principio, abbiamo cercato di
trasferire tali concetti nell’allenamento dell’anticipazione. In questo caso le componenti del carico saranno ovviamente di diversa natura, ma la
priorità ricercata sarà di creare una difficoltà nella fase percettiva dell’azione, cioè nella fase di
“start anticipatorio”, andando a creare nell’esercizio condizioni che limitano la possibilità del
giocatore di raccogliere le informazioni. Il fattore tempo, è ovviamente il parametro principale sul
quale abbiamo agito.
Partite a tema (Fig. 9)
Da 3vs3 a 6vs6: all’interno di due rettangoli
di gioco adiacenti vengono disputate contemporaneamente due partite 3vs3. Al segnale dell’allenatore da due partite 3vs3 si passa a un’unica modalità di gioco (6vs6) cambiando la direzione del
gioco.
Stefano D’Ottavio è professore associato all’Università
di Tor Vergata di Roma e responsabile dell’Area tecnica
del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
• R. MANNO, C. BECCARINI, S. D’OTTAVIO, La formazione del
giovane calciatore, in “Scuola dello Sport. Rivista di cultura sportiva”, 24, gennaio-marzo 1992
• S. D’OTTAVIO, La capacità di anticipare è presupposto essenziale per programmare la finta, in “Notiziario del Settore Tecnico
FIGC”, gennaio-febbraio 1993
• A. CEI, S. D’OTTAVIO, Abilità di concentrazione sotto stress, in
“l’Allenatore” 3, maggio-giugno 2008
• S. D’OTTAVIO, L’apprendimento della tecnica calcistica: come
rendere funzionale l’insegnamento, in “SDS Rivista di cultura
sportiva”, ottobre-dicembre 2011, pp. 49-57
• B. RUSCELLO, N. TOZZO, G. BRIOTTI, E. PADUA, F. PONZETTI,
S. D’OTTAVIO, Influence of the number of trials and the exercise
to rest ratio in repeated sprint ability,with changes of direction and
orientation, in “Journal of Strength and Conditioning Research”,
Post Acceptance 21 September 2012
• S. D’OTTAVIO, S. ROTICIANI, Allenamento della tecnica calcistica:
istruzioni per l’uso, in “Notiziario del Settore Tecnico FIGC”, 4,
2011, pp. 28-32
Fig. 9. Partite a tema.
25
l’ allenatore
calcio giovanile
26
Il Settore Giovanile e Scolastico
nell’era della WEB TV e del digitale
di Giuseppe Ingrati
na scommessa fatta tre anni fa, inizianva avventura che il Settore Giovanile e Scolastido a mettere on-line partite e highlights
co sta intraprendendo attraverso il suo sito: la readelle finali Allizzazione di una web TV
che racconti la vita del
lievi e Giovanissimi proLa scommessa federale
settore ai suoi appassiofessionisti. Quattromilanati, dalle partite dei
cinquecento appassionati
di tre anni fa si completa:
campionati giovanili alle
davanti ai loro computer
dagli
highlights
alle
partite
iniziative dell’attività di
seguirono l’andamento
base e scolastica. È quedi quelle finali. Al terzo
commentate.
E
tutte
sto l’inizio e buona parte
anno, gli appassionati sono diventati circa trenta- le attività in video su internet della produzione sarà rivolta al campionato degli
mila e la finale GiovanisAllievi serie A e B, il cui format, lo scorso anno,
simi tra Napoli e Inter ha messo sugli spalti di
è stato fortemente modificato per dare una maginternet cinquantamila contatti, uno stadio virgiore qualità tecnica alla competizione. Grazie altuale popolato da amanti del calcio giovanile. Sola collaborazione delle società, ogni domenica, a
no questi i numeri che hanno incoraggiato la nuo-
U
I ragazzi dell’Inter, laureatisi campioni d’Italia 2012 nella categoria Giovanissimi professionisti battendo 4-1 il
Napoli nella finale del 28 giugno, seguita in streaming da
cinquantamila spettatori.
calcio giovanile
Nella categoria Allievi Professionisti Serie A e B la Sampdoria si è laureata campione 2012 battendo l’Empoli il
19 giugno dopo un’interminabile sequenza di ben venti
rigori.
l’ allenatore
partire da novembre, verrà trasmessa in diretta
stri computer con le sue diverse forme. Oramai i
streaming una partita di cartello e saranno reasocial network sono strumenti che gran parte del
lizzati gli highlights di altre due nei gironi rimamondo usa per sentirsi all’interno di una comunenti. È in programma la
nità. Virtuale, ma in grarealizzazione di video didi dare luogo a espeIl sito del Settore Giovanile do
dattici rivolti ai primi calrienze di trasformazione
ci, attraverso i quali evie Scolastico, un contenitore e integrazione socioculdenziare i passaggi cruciali
turale potenti. La comudella crescita psicofisica
nità del Settore Giovaniaperto ai contributi
del calciatore in erba. Le
le e Scolastico è vasta,
delle
esperienze
locali
videocamere saranno preimpiantata su diversi tersenti nei principali eventi
ritori, fatta di esperienze
del settore nella scuola, quali la “Superclasse Cup”
peculiari. Tutto questo può essere messo insieme
e “I Valori scendono in campo”.
da Facebook? Parrebbe di sì. Stabilire un nesso di
La comunicazione oggi viaggia sulle ali impalcomunicazione nell’entropia delle diverse espepabili del digitale. È multimediale e atterra nei norienze è una necessità, ma anche un dovere da par-
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l’ allenatore
calcio giovanile
28
te di una struttura che coinvolge così larga parte della società italiana. Il sito del Settore Giovanile farà
questo tentativo, già preceduto dalla bella esperienza ancora condotta da Vivoazzurro nel portale FIGC. Piano, piano, con i tempi dovuti, ma la web
TV, Facebook, Twitter, tutti gli strumenti multimediali, non agendo disgiunti, troveranno la loro
integrazione attraverso il contributo della comunità a cui si rivolgono. E l’entropia, forse, troverà
un barlume di sintesi all’interno di un contenitore aperto, che è il Sito, a disposizione delle esperienze, collettive o individuali, che sapranno rendersi digitali, multimediali. Video, fotografie,
contributi scritti, tutto per rappresentare, nelle dovute forme, le espressioni di calcio giovanile del
proprio territorio; contributi che comunicheranno tra di loro per dare interezza al mondo del Settore Giovanile e Scolastico.
Ci proviamo, e questa è la nuova scommessa.
Iniziamo con l’autoproduzione centrale dei nostri
eventi per arrivare ad avere eventi e contributi autoprodotti della periferia, se ancora si può chiamare così nella geografia di internet. In ogni caso,
il ruolo che gli uffici dei coordinatori regionali
avranno sarà fondamentale. Come dice Gianni Rivera: “Noi ci mettiamo il seme, ma la pianta va cresciuta insieme. È una nuova esperienza che iniziamo adeguandoci alle richieste, anche indotte dalle
nuove tecnologie, di maggiore comunicazione. Può
diventare una bella esperienza, come sempre, col
contributo di tutti”.
Giuseppe Ingrati
è responsabile dell’Ufficio Stampa e Comunicazione
del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC
calcio giovanile
di Sergio Roticiani
a categoria Giovanissimi rappresenta una
terra di mezzo, frontiera tra l’infanzia e l’adolescenza, dove il sapore del gioco comincia ad avere caratteristiche più attente al risultato
sportivo. La “scuola dell’obbligo” (scuola di calcio) ha esaurito il proprio percorso e sul palcoscenico agonistico hanno sempre più spazio quei giovani che mostrano spiccate attitudini calcistiche.
Il diritto al gioco, salvaguardato a fatica nelle categorie di base (Pulcini ed Esordienti), senza i freni inibitori indotti dalla regolamentazione delle attività rischia di trasformarsi nei Giovanissimi in
L
un agonismo sfrenato, dove la logica del successo,
della vittoria a tutti costi ostacola una serena crescita del giovane, soffocato da una “chimica” che
non riconosce.
l’ allenatore
Giovanissimi, la terra di mezzo
Come un germoglio ha bisogno dell’acqua, dell’ossigeno e della luce per crescere e raggiungere la
maturità, allo stesso modo nel giovane va rispettato il suo orologio biologico
Questo processo di trasformazione, se poco attento ai peculiari ritmi biologici che caratterizza-
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l’ allenatore
calcio giovanile
no la crescita dei nostri giovani, rischia da una parte di determinare una disaffezione alla pratica calcistica: dall’altra, la forte selezione, a nostro avviso prematura, ostacola la passione e il desiderio di
fare calcio in moltissimi dei nostri giovani.
Quanto accade non si converte soltanto in un
danno sociale (ragazzi che spesso abbandonano la
pratica sportiva), ma la ricaduta ha un peso anche
di natura “tecnica”: la gara assume spesso le sembianze di una battaglia, un ring senza esclusione di
colpi, dove hanno spazio soltanto i più “bravi”.
simi e devono solo servire da esempio), chiediamoci quale esercizio risulti più funzionale a tale
apprendimento:
La precocità biologica ha ancora un peso determinante sul livello della prestazione (Joch, Hasenberg 1998)
Fig. 1. Passaggi tra due giocatori.
I giocatori in campo non possono permettersi
errori, né tanto meno provare in piena autonomia
la giocata entusiasmante.
1. passaggi di precisione tra due giocatori (figura
1; ambiente didattico stabile);
2. passaggi di precisone sul movimento del compagno (figura 2; ambiente didattico variabile – sollecitazione spaziotemporale);
La valutazione delle future capacità prestazionali non deve farsi influenzare dal grado di precocità fisica
Un tecnico incapace di valorizzare gli aspetti ludici che il calcio esprime perde quella grande opportunità rappresentata dalla forza performante
del “giuoco calcio”: l’estremo tecnicismo cui sono
improntati a volte allenamenti poco attenti a valorizzare l’individuo nella sua unicità e individualità trascura quella forte esigenza di provare, di rischiare la giocata impossibile che favorisce lo
sviluppo della creatività.
Il calcio è uno sport di situazione, legato all’imprevisto: un paradigma didattico che non rispetta questo principio tende ad appiattire il modello d’insegnamento; in altre parole, la situazione
di gioco deve rappresentare l’unità didattica funzionale intorno alla quale costruire il modello di allenamento.
L’apprendimento tecnico del gesto fine a se stesso produce buoni palleggiatori ma non giocatori
bravi a eseguire in campo le giocate più efficaci
30
Su quale modello tecnico si devono sviluppare
le conoscenze di un giovane?
Facendo riferimento per esempio alla didattica
del passaggio (gli esercizi illustrati sono semplicis-
Fig. 2. Passaggi sul movimento del compagno.
3. passaggi di precisione con disturbo del difensore (figura 3; ambiente didattico variabile –
sollecitazione coordinativa complessa).
Fig. 3. Passaggi con disturbo del difensore.
Quanto tempo dedicare ai vari esercizi?
Se il calcio è meglio rappresentato dall’esercizio 3, che ruolo devono avere le altre esercitazioni?
A quale regime di condizionamento fisico devono afferire le attività?
La correzione deve avvenire in forma diretta,
suggerendo la soluzione, oppure modificando for-
calcio giovanile
no una maggiore efficacia da parte del giocatore
nel riconoscere i riferimenti per realizzare anche
nel gioco il comportamento più opportuno. I giochi di situazione, gli small side game (D’Ottavio
1992, 2010) rappresentano le unità didattiche funzionali a implementare il bagaglio tecnico-tattico
del giovane calciatore: allo stesso tempo, l’intensità del carico proposto determinerà gli adattamenti
condizionali più significativi.
La tecnica nel calcio rappresenta la forma dinamica di una condotta i cui parametri spaziotemporali sono fortemente influenzati dall’ambiente di gioco, che risulta condizionato dal
comportamento non conosciuto dell’avversario che
mediante azioni d’inganno/finta tenta di indurre
La situazione di gioco rappresenta l’elemento
all’errore.
didattico da privilegiare, perché rappresenta la sinLa rapidità di esecuzione, una volta definito il
tesi nella quale sono presenti i caratteri genetici
proprio comportamento, rappresenta un’altra vadell’azione calcistica
riabile da tenere in considerazione: in base alla
La correzione dell’ernostra esperienza, già dalrore dovrà sollecitare una
la categoria Giovanissimi
diagnosi da parte dell’al’adattamento tecnico va
tleta, che dovrà essere
proposto in regime di
messo in condizione di
massima rapidità esecutrovare autonomamente
tiva.
le giuste soluzioni: il perSecondo esperienze
corso risulterà più lento
della scuola francese, alrispetto a uno stile d’inl’avanguardia con i suoi
segnamento di tipo precentri di formazione, già
scrittivo, ma l’apprendidagli anni Ottanta il momento risulterà più
Le squadre si salutano prima di un incontro di categoria
dello di formazione tec- Giovanissimi: il risultato agonistico ha la sua importanza, stabile.
nica si basava sulla ricer- ma la crescita armoniosa dei giovani è un obiettivo ancor
Il livello di prestazioca di una similarità tra più rilevante.
ne e il grado di percezioquanto appreso e il conne delle proprie capacità
testo specifico di gara: bisogna dunque insistere a
passa attraverso il giudizio e l’atteggiamento delfar lavorare i giovani a una velocità ottimale in un
l’istruttore che deve favorire da una parte le moticontesto somigliante a quello del gioco.
vazioni alla continua pratica e al costante impegno, dall’altra individuare le difficoltà e i limiti del
Uno degli obiettivi primari dell’allenamento
giovane calciatore per potervi porre rimedio attradovrebbe essere quello di fornire al giovane atleta
verso un corretto processo didattico.
l’opportunità di verificare, attraverso il gioco, le
proprie abilità attentive proponendo esercitazioni
L’allenatore influenza notevolmente il modo in
che riproducano situazioni di gara, che mettano
cui viene percepito il livello di capacità personale
continuamente alla prova le capacità di elaboracome pure l’importanza del risultato, della gara,
zione dell’informazione in tutte le sue fasi, prodella partita. È l’allenatore, infatti, che esprime
muovendo in definitiva esperienze di apprendivalutazioni sulle prestazioni, sui livelli e ritmi di
mento autoregolato (Paris, Winograd 1990)
apprendimento, sulla padronanza di tecniche specifiche
L’utilizzo dell’esercizio-gioco, che si esprime
nell’esempio 3, dovrà avere lo spazio maggiore duEntrando nel merito della struttura agonistica
rante l’allenamento: le varie modalità di risoluziodei vari modelli competitivi, vi sono forze che si
ne di un problema tattico semplice permetterancontrappongono e risultano incoerenti a un fisio-
l’ allenatore
ma, direzione e struttura dell’esercizio al fine di
provocare adattamenti (forma induttiva)?
Quesiti che devono avere delle risposte metodologiche.
31
l’ allenatore
calcio giovanile
logico percorso di crescita: il criterio che regola
l’attività dei Giovanissimi e prevede promozioni
e retrocessioni può risultare inadeguato alle esigenze e alle aspettative dei giovani, che vengono
precocemente catapultati in una logica tipica dello sport-spettacolo.
Il tecnico si trova schiacciato tra la propria coscienza pedagogica, che prevede al centro del proprio programma il giovane, la squadra e il suo miglioramento tecnico-tattico, e la necessità di fare
risultato e scongiurare così le critiche dell’ambiente che si coalizza nell’additarlo colpevole dei
risultati agonistici negativi.
Da alcuni anni si discute sulla necessità di allungare la durata dell’attività di base anche al primo anno della categoria Giovanissimi, favorendo attraverso la specifica regolamentazione che
caratterizza la scuola di calcio quei processi di crescita che pongono al centro della formazione il
giovane calciatore.
Il diritto al gioco è un principio inalienabile
al quale dev’essere subordinata la formazione dei
nostri giovani: trascurare questo volano di crescita significa ridurre i margini di sviluppo e rinunciarvi per compiacere chi desidera gratificazioni in cambio delle rette pagate lo svilisce nei
suoi contenuti pedagogici.
Siamo convinti che l’accesso al mondo degli
adulti, rappresentato da quei modelli agonistici
che misurano il valore individuale solo sulla prestazione e il risultato, sia inadeguato e rischi come già detto precedentemente di far fallire la mission del settore giovanile.
Il giovane atleta deve sentirsi continuamente
motivato, parte di un progetto; la partecipazione
alla competizione ufficiale deve essere il premio
delle sue capacità, ma anche del suo impegno e
della sua voglia di far parte di un gruppo. L’allenatore capace deve coinvolgere tutto il gruppo nel
processo di crescita
32
Entrando nel merito delle attività da proporre al giovane, è necessario fare un’analisi del suo
status di soggetto in piena evoluzione: da prendere in esame non sono solo i valori facilmente
identificabili (stime antropometriche e ponderali), ma anche quelli più nascosti di tipo psicologico e intellettuale.
L’evoluzione dei comportamenti conduce il
giovane calciatore a interagire sempre più efficacemente con i propri compagni. La capacità di
poter disporre di qualità tecniche e di risolvere
situazioni impreviste lo pone in una condizione
privilegiata.
La disponibilità ad assecondare i comportamenti dei compagni avendo come priorità l’interesse tattico comune pone la capacità di gioco
al centro dell’interesse didattico.
Lo sviluppo delle conoscenze e dei principi
tattici nelle due fasi di gioco comincia a prendere una direzione più specifica: partendo sempre
dal generale, per arrivare a comportamenti individuali e collettivi più specifici, il giovane dev’essere in grado di leggere le varie situazioni di gioco e adeguare i propri comportamenti alle
situazioni che cambiano.
L’approccio metodologico più efficace fa riferimento a un modello in cui le problematiche del
compito trovano risposte nell’esperienza (metodologia induttiva)
I gruppi aperti faranno sempre parte di un’impostazione metodologica che non esclude i meno pronti, applicando sollecitazioni individuali
sensibili ai vari livelli di sviluppo: per esempio,
all’interno della seduta le richieste di rapidità e
precisione saranno dirette maggiormente ai calciatori con superiori disponibilità tecniche.
Non dobbiamo dimenticare che la motivazione al successo rappresenta una forte spinta e
ogni tecnico dovrebbe adeguare le proprie richieste alle reali disponibilità del giovane che deve avere la possibilità di poter riuscire a fare quello che gli si propone.
Il saper giocare trova la sua massima espressione nella capacità di mettersi al servizio dei compagni che durante il gioco manifestano difficoltà:
la consapevolezza che il giovane acquisisce nel
considerare importanti le esigenze della squadra
lo porrà nella condizione d’interagire sempre meglio con i compagni.
Per migliorare la capacità di gioco, risulta ovvio che giocare diventa lo strumento fondamentale: situazioni tattiche strutturate e funzionali a
costruire comportamenti collettivi avranno largo spazio nella seduta di allenamento (fig. 4).
calcio giovanile
l’ allenatore
Riteniamo che la componente fisica possa venire sollecitata in maniera adeguata attraverso esercitazioni che comportano l’impiego del pallone.
Attraverso un prevalente utilizzo del modello specifico di gara riusciremo a garantire al giocatore la
disponibilità di un “carburante” di elevato pregio.
I giri di campo, i gradoni, i temibili “mille metri”
dovrebbero essere banditi a favore di esercitazioni
che favoriscano le giuste posture, sollecitino un impegno di tipo multilaterale e facilitino attraverso
attività di compensazione il recupero e un fisiologico ritorno alla norma.
Fig. 4. Schema di seduta di allenamento tipo.
Il tempo da dedicare ai vari step deve far riferimento in linea orientativa a questo sviluppo, che
quantificato percentualmente dev’essere:
Sergio Roticiani
Scuola di Dottorato in Scienze Motorie
Università di Roma “Tor Vergata”
Settore Giovanile e Scolastico FIGC
• step 1: 20%
• step 2: 30%
• step 3: 50%
33
l’ allenatore
psicologia dello sport
Il duro compito della scelta
di Aldo Zerbini
rocedere ad una scelta, prendere una
cui sarà fondamentale sapere come il tecnico arridecisione, produce sempre per sua nava alla scelta. Come su di essa confluiscano il pastura intrinseca e condizione psicologisato, il presente e il futuro del decisore e di ciò che
ca una certa dose di tensione”.
egli rappresenta. Nel processo intervengono le espePrendo spunto dalla dichiarazione rilasciata dal
rienze fatte, c’è il peso del contingente e hanno la
CT Cesare Prandelli (“Corloro influenza gli obiettivi
riere della Sera” del 16 ottoSulle scelte del miScegliere la formazione prossimi.
bre 2012) alla vigilia dell’inster agiscono in varia misura
contro con la Danimarca per
e intensità le comunicazioni
e il momento
le qualificazioni ai prossimi
dello staff. I collaboratori dedi comunicarla
Mondiali dove affermava: “Ci
vono essere preparati a dare
aspetta una partita particolale giuste informazioni, gli asUn
compito
delicatissimo
re e difficile. Non voglio dasist favorevoli, non anticipare vantaggi ai danesi. Ufficiare le soluzioni mettendosi al
per
ogni
allenatore
lizzando la formazione darei
suo posto e nemmeno asseloro la possibilità di preparacondarlo aprioristicamente.
re con calma le marcature. Quando invece ricevi la
Anche i giocatori, per le loro caratteristiche speciformazione avversaria all’ultimo istante c’è sempre
fiche e globali, che a loro volta dipendono dalle inquel quarto d’ora in cui magari devi cambiarle e soterazioni avute con l’allenatore medesimo, gl’inno momenti di ansia e di tensione”.
viano importanti informazioni. La valutazione del
Il tema in oggetto è uno di quelli di vertice,
momento nei riguardi di se stessi e degli avversari
quelli che fanno parte della prestazione massima di
esercita inoltre la sua pressione.
un allenatore, sullo stesso piano emotivo di chi
Procedere a una scelta, prendere una desta per accingersi a tirare un rigore. Per
cisione produce sempre per sua natura
“P
Il commissario tecnico della Nazionale azzurra, Cesare Prandelli, in conferenza stampa. Specie
se la partita è delicata, sostiene il
CT, non conviene ufficializzare
con troppo anticipo la formazione, dando così un vantaggio psicologico al mister avversario.
34
psicologia dello sport
l’ allenatore
Scegliere il modulo, fare la formazione, dettare le marcature… Momenti di intensa concentrazione per il mister, che con un
adeguato training può controllare la tensione di certi momenti.
intrinseca e condizione psicologica una certa dochina, non rivelando le proprie scelte e quindi
se di tensione per colui che sta scegliendo e per
non avvantaggiando l’altro nelle contromisure da
quanti l’attendono perché legati in qualche moprendere nei confronti di taluni giocatori, dotado a essa. La causa sta nel fatto che ci si trova in
ti di determinate condotte di gioco e che commezzo al fuoco di due o più alternative, positive
portano l’adozione di un dato modulo.
e/o negative, che danno un risultato comunque
Un tecnico preparato e allenato sopporta la
diverso.
tensione della scelta o delle
La formazione da manPrendere una decisione scelte da fare fino al modare in campo va vista come
mento del configurarsi della
un composto “chimico”
situazione più propizia: la
produce sempre
(psicologico), per cui introtempestività scaturisce dal
una certa dose
durre un elemento piuttosto
saper “giocare” di analisi e di
che un altro modifica in un
sintesi in materia calcistica.
di
tensione
per
colui
senso o in un altro le dinaChi ha un atteggiamento da
miche della partita, in relasupersicuro, ha tutto chiaro
che
sceglie
e
per
quanti
zione anche al “composto”
nelle scelte da compiere ed è
che si ha come avversario. Il
poco propenso a scambiare
ne sono coinvolti
momento in cui comunicae a recepire messaggi signifire gli undici giocatori titolari ha i suoi effetti, pricativi da soggetti significativi, tende a imporre le
ma e dopo averli espressi, sugli interessati, oltre
proprie decisioni, cosa che a lungo andare abbasovviamente che sul mister della squadra avversasa le motivazioni dei coprotagonisti. Senza teneria e anche sui “critici”. La scelta di non dichiare conto del fatto che la rigidità mentale ritarda
rare fino all’ultimo la formazione per una data
gli accomodamenti rispetto alla realtà del gioco
partita viene etichettata come pretattica, ovverodel calcio (conoscenze) che è in continua mutasia una posizione con cui il mister ci comunica che
zione, non predispone a nessun feedback e quinvuole mettere in difficoltà il tecnico dell’altra pandi il mister non si migliora sia nel metodo che nel
35
l’ allenatore
psicologia dello sport
36
merito del lavoro psicologico e sociale delle scell’allenatore viene invitato a stilare un elenco di
te. Sul versante opposto si trova il tecnico che arsituazioni in cui si trova di fronte a delle scelte,
riva a decidere fuori tempo, che rimane bloccato
dalle più semplici o meno importanti alle più difdal dubbio e non sceglie mai, perché a volte, senficili o più decisive, che insieme allo psicologo
za neanche saperlo, soffre della nevrosi (angoscia)
verranno evocate e vissute come se fossero reali.
del dover scegliere o cerca la sponda degli eventi
Al fine di evitare errori sistematici, alla lista sogper concludere (come un
gettiva, fatta dal mister, si afcalciatore) in tutta fretta con
fiancheranno un’altra serie
Un esperto psicologo
alte probabilità di sbagliare.
di quesiti redatta da altri tecCome detto, essendo l’anici e poi un “retest” persosa allenare il mister
zione di scelta per un allenanalizzato compilato dall’ea scegliere e affrontare sperto.
tore un compito cruciale che
può rinforzarlo o indebolirTale schema d’intervenla
tensione
lo, aumentare la stima di sé
to è altrettanto valido per gli
e da parte degli altri o viceallenamenti psicologici dei
versa la disistima, diventa di
calciatori. In questo contecapitale importanza l’allenasto particolare è necessaria
mento specifico a questo
l’umiltà di un “non-mister”,
compito.
cioè di una persona che scenIl training sul processo di
de sul campo della simulascelta, così come in altri prozione per apprendere, per ircessi apicali per un allenatorobustire e rendere più
re professionista, a mio avefficiente ed efficace, scorreviso, va eseguito sotto la
vole, il processo delle scelte
guida di uno psicologo
calcistiche.
esperto in questioni calcistiche (vedasi il mio libro [email protected]
nare testa e cuore). Di solito
www.giocontatto.tk
Le maglie dei giocatori allineate nello spogliatoio del Chelsea.
L’ascolto delle opinioni dello staff e l’attenzione alle comunicazioni dirette e indirette da parte dei giocatori possono svolgere un
ruolo importante nel permettere al mister di fare le proprie scelte
con serenità.
medicina dello sport
di Enrico Sarli
n trattamento riabilitativo moderno non
fa più riferimento ai tempi prestabiliti dal
protocollo. La riabilitazione è continuamente sviluppata e adattata sulla base delle condizioni cliniche nelle quali si trova il paziente da riabilitare: il protocollo pertanto dev’essere
“accomodante”, calato nella realtà e corrispondente
alla situazione in corso con obiettivi di carattere
globale per il recupero prefissato.
Visto che l’intervento chirurgico per la ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA)
ripristina una buona stabilità passiva, ma permane un’inevitabile perdita delle afferenze propriocettive, anche a causa delle diverse caratteristiche
tra legamento e tendine trapiantato, scopo di questo lavoro è constatare che anche in una prima fase del protocollo riabilitativo è possibile iniziare ad
applicare proposte operative riferite a esercitazioni di carattere neuromuscolare che hanno alla base i concetti della propriocezione e dell’esercizio
terapeutico conoscitivo.
U
Ma come avviene innanzitutto una ricostruzione intrarticolare? Attualmente il tipo di trapianto più utilizzato impiega il tendine rotuleo o
patellare, prelevato in corrispondenza della sua zona centrale per un terzo della sua larghezza, composto da una parte centrale tendinosa e da due brattee ossee terminali. L’innesto viene condotto
attraverso il ginocchio a partire da un tunnel tibiale per ancorarsi poi a un canale predisposto a livello femorale. Se si utilizza invece il tendine a zampa d’oca si ottiene una stabilizzazione del ginocchio
solo se vengono usati contemporaneamente semitendinoso e gracile: se presi singolarmente, essi non
sono in grado di ripristinare la stabilità articolare.
Rispetto all’innesto del tendine rotuleo, questo intervento offre minore limitazione articolare e maggiore elasticità nel periodo postoperatorio, garantendo più resistenza e affidabilità meccanica.
Le caratteristiche del tendine forse non surrogano al meglio quelle del legamento, sia sotto il profilo biologico che meccanico: il LCA è composto in-
l’ allenatore
Crociato: il recupero dall’intervento
37
l’ allenatore
medicina dello sport
fatti da fasci multipli di fibre collagene increspate di
stilina, immersi in una matrice di proteoglicani e ac20 millimetri, separate da colonne di cellule fibroqua: i suoi componenti sono prodotti da cellule chiase dette fibroblasti. La sua inserzione penetra con le
mate tenoblasti e tenociti. Queste strutture formafibre collagene nel tessuto
no il tendine, la cui unità
osseo del femore e della tifondamentale è la fibra, forEsercizio terapeutico
bia. Parte del volume del
mata da un fascio di fibrilLCA è occupato da recettoconoscitivo, propriocezione le collagene. Esso è provviri nervosi e da terminaziosto di meccanorecettori, i
e diatermia sono gli
ni libere: esso riveste duncosiddetti organi tendinei
que un ruolo sensoriale nel
del Golgi, che hanno la caelementi
per
un
precoce
rilevamento del movipacità di fornire al sistema
mento e della posizione
nervoso centrale varie inforrecupero
degli
schemi
spaziale articolare ed è semazioni per regolare il mode di fondamentali recetvimento. Come si evidenmotori dell’atleta dopo
tori sensoriali, detti di Rufzia dalle caratteristiche dei
la ricostruzione del
fini, di corpuscoli di Pacini
due elementi fondamentae terminazioni libere che
li, nella ricostruzione del
malgrado l’intervento chi- legamento crociato anteriore LCA si deve tenere conto che
rispetto al tendine il LCA forrurgico vengono perduti.
nisce maggiori elementi per calcolare la propria poLa struttura del tendine si basa invece su due
sizione nello spazio effettuando movimenti partiprincipali componenti, il collagene di tipo I e l’ela-
La struttura del ginocchio
legamento
collaterale tibiale
Connette il femore
alla tibia lungo
l’articolazione
del ginocchio
e ne contiene
i movimenti laterali
femore
rotula
legamento laterale
fibulare
Situato sul lato
esterno del
ginocchio, contiene i
movimenti laterali
legamento crociato
anteriore (lCa)
Connette il femore
alla tibia nel centro
del ginocchio:
contiene la rotazione
e il movimento in
avanti della tibia
38
Menisco
Cartilagine che assorbe
le sollecitazioni
dell’articolazione
Cartilagine
articolare
Fascia le ossa
e ammortizza
l’articolazione
Tibia
legamento crociato
posteriore
Connette il femore
alla tibia e contiene
il movimento
all’indietro della tibia
medicina dello sport
za, con potenza regolabile. Mediante l’apparecchio
di trasferimento capacitivo e resistivo (TECAR) si applica al campo biologico il principio del condensatore, ottenendo con ciò una tecnologia che consente di sollecitare i tessuti dall’interno.
La diatermia capacitiva agisce sui tessuti molli
ricchi di elettroliti e molto conduttivi, sul tessuto
cutaneo, su quello connettivo, muscolare e nervoso. L’azione dell’elettrodo capacitivo sul muscolo
e in particolare sui fusi muscolari crea delle facilitazioni neuromuscolari che permettono di eliminare atteggiamenti posturali antalgici e limitazioni funzionali. L’azione del massaggio associata alla
diatermia capacitiva favorisce l’incremento della
vascolarizzazione del tessuto muscolare, processo
importante per il trofismo e il reclutamento delle
fibre nella contrazione muscolare.
La diatermia resistiva agisce sui tessuti poveri di
elettroliti e meno conduttivi come possono essere
tendini, fasce, articolazioni e tessuto osseo. In particolare, l’azione dell’elettrodo resistivo su capsula
l’ allenatore
colari come quelli compiuti nelle discipline sportive. A tal proposito, dopo aver ottenuto una buona
stabilità articolare in riabilitazione, l’atleta può riferire in fase di preparazione le proprie perplessità su
movimenti laterali e repentini cambi di direzione,
che vanno assicurati da una buona percezione dell’arto e quindi del corpo, ma che il tendine trapiantato ancora non garantisce.
Gli elementi del tendine, quindi, sono formati
da cellule e fibre che in alcune circostanze, in zona
di trapianto, non possono essere stimolate e pertanto, trovandoci di fronte a un danno biologico
che determina un’alterazione della mobilità, non
possiamo agire con i nostri mezzi direttamente sul
danno biologico stesso, ma possiamo intervenire sugli aspetti meccanici: così, per accelerare il tempo
del recupero biologico ci si avvale della diatermia,
usando un dispositivo capace d’indurre una biostimolazione tissutale sia sull’elemento trapiantato che
in tutte le componenti del ginocchio attraverso un
campo elettromagnetico modulato ad alta frequen-
Rottura del legamento crociato anteriore (LCA)
legamento crociato anteriore (lCa)
Il lca è una struttura fibrosa allungata
posta al centro del ginocchio,
fra tibia e femore: la sua funzione è
stabilizzare l’articolazione insieme al
legamento crociato posteriore
La rottura del legamento crociato anteriore
compromette seriamente la stabilità e la
funzionalità dell’articolazione.
39
l’ allenatore
medicina dello sport
e legamento è in grado di modificare la risposta afapplicato nella prima fase del protocollo va conferenziale dei recettori articolari. L’azione della diacentrato sul risveglio delle strutture su cui si fonde
termia resistiva associata alla chinesiterapia attiva
il tendine trapiantato e sugli aspetti neuromuscoassistita e di contro resistenlari. Non esiste più il legaza favorisce la neurofacilitamento da allenare e riabilitaPer accelerare i tempi
zione (PNF) per l’azione inire, bensì un tendine da
bitoria sui meccanocettori e
ricondurre alle funzioni del
di recupero biologico
LCA considerando tutte le
nocicettori articolari. La diasi utilizza la diatermia
strutture del ginocchio. Il
termia può essere applicata
tendine trapiantato inizia a
anche nell’immediato perioinducendo
una
fare i compiti del LCA e queldo postoperatorio, testando
lo che propone il terapista dee valutando il dolore, l’edebiostimolazione
ve essere fatto in base alle poma e l’infiammazione, e dare inizio al recupero dell’esull’elemento trapiantato tenzialità e caratteristiche del
tendine capace di assorbire,
quilibrio propriocettivo e
della coordinazione degli ar- e nel ginocchio tramite un trasmettere e graduare le sollecitazioni. L’esercizio terati inferiori. L’applicazione
campo elettromagnetico peutico conoscitivo e la prodella diatermia determina un
priocezione applicati in fase
effetto positivo indiretto sulprecoce consentono di arrivare al meglio alla quarla propriocettività rispetto ai normali tempi preta fase della riabilitazione, dove tutti i protocolli
stabiliti, facilitando il recupero e il ritorno alle atparlano dell’applicazione della propriocezione: non
tività sportive. Il lavoro di recupero propriocettivo
La struttura del tendine
fibrilla collagene
fascio primario
di fibre
fibra collagene
fascio secondario
di fibre
40
fascio terziario
di fibre
TENDINE
medicina dello sport
l’ allenatore
Apparecchiatura per tecarterapia.
Applicazione di tecarterapia al ginocchio di un’atleta.
solo, in alcuni casi questa ha dato la possibilità al
trauma e poi dall’intervento chirurgico e per ultipaziente di anticipare il lavoro pliometrico previmo da un processo degenerativo, quindi è necessasto. L’obiettivo della chirurgia è ripristinare le conrio ricomporre e riprogrammare il meccanismo di
dizioni anatomiche, mentre l’obiettivo riabilitatiafferentazione. Gli esercizi fanno riferimento a opevo è recuperare le condizioni funzionali complessive:
razioni di contatto del piede (CCC) e vengono proposti con una modalità d’interazione con oggetti e
per questo le funzioni dell’esercizio terapeutico coquindi con compiti di riconoscere superfici, connoscitivo e propriocettivo sono recuperare e ottatti e pressioni. Questo
timizzare le funzioni del
LCA durante la fase di guaapprendimento si miglioLa riabilitazione è
rigione tissutale, affidata
ra se seguito da esercitaun’esperienza
programmata
ora alle caratteristiche del
zioni propriocettive che
tendine.
non configurano un atto
in
cui
tutto
il
corpo
è
una
La riabilitazione dev’espassivo di raccolta d’inforsere intesa come un’espemazioni, ma richiede invesuperficie recettoriale
rienza programmata che
ce un processo organizzato
consente di apprendere comportamenti più evoluda parte del sistema nervoso centrale.
ti, in cui tutto il corpo dev’essere una superficie reDurante un esercizio eseguito in situazione incettoriale simile alle altre superfici recettoriali del
stabile vi è un’aumentata attivazione elettromiocorpo. È importante l’osservazione e l’interpretagrafia della muscolatura profonda del tronco (cozione del paziente per conoscere le sue capacità di
re) e degli arti inferiori: questo perché vi è un
saper riconoscere, capire, costruire informazioni e
maggiore coinvolgimento della muscolatura di
dare giuste risoluzioni al problema proposto. L’esostegno, che ha lo scopo di garantire una magsercizio deve costituire una situazione problematigiore stabilità a livello degli arti inferiori. Le opeca a cui il paziente deve dare una risposta e per far
razioni di richiesta percettiva del paziente si diviciò ricorre alle proprie capacità organizzative. La
dono in spaziali, riferite a operazioni di
riabilitazione attraverso l’esercizio terapeutico coriconoscimento spaziale usando il corpo come sunoscitivo configura una fase di apprendimento in
perficie recettoriale, e di contatto, riferite alle mouna situazione patologica, infatti propone al padalità d’interazione col suolo per quanto riguarziente un compito appunto conoscitivo che egli deda il piede.
ve risolvere con un comportamento sensomotorio
Gli esercizi propriocettivi da proporre nella prifinalizzato a recuperare le sue funzioni. L’attività
ma fase del protocollo sono divisi in tre fasi:
sensomotoria ha la funzione di recuperare prima e
meglio il gesto motorio, prevedendo la soluzione di
• prima fase esercizi in scarico, eseguiti da seduti
un compito conoscitivo: il paziente risente di un
con piede sull’attrezzo scelto o da supini sempre
disordine meccanico afferente-efferente causato dal
col piede sull’attrezzo
41
l’ allenatore
medicina dello sport
• secondo grado la soluzione del problema proposto al paziente utilizza le afferenze ottenute attraverso un maggior reclutamento delle unità motorie a livello di diversi gruppi muscolari sul piano
di movimento del ginocchio: l’obiettivo consiste
nel recupero del trofismo muscolare e del corretto reclutamento muscolare
• terzo grado gli esercizi di terzo grado si rivolgono
a più gruppi muscolari e su più piani di movimento: non si tratta di esercizi prettamente conoscitivi, bensì occupazionali, in cui il paziente
ha memorizzato bene il movimento e lo esegue
senza l’ausilio del terapista, al fine di migliorare
la corretta esecuzione delle performance motoria.
Nella riabilitazione dopo un intervento di ricostruzione del
legamento crociato ha un ruolo fondamentale il lavoro di recupero propriocettivo sul piano posturale e dell’equilibrio.
• seconda fase esercizi con carico parziale, con appoggio di entrambi gli arti sulla superficie instabile, eseguendo dei movimenti laterali e di flessoestensione della caviglia o movimenti circolatori
• terza fase sono degli esercizi eseguiti con carico totale e con un solo piede.
Anche gli esercizi terapeutici conoscitivi sono
divisi in tre gradi:
• primo grado dove il movimento è prodotto dal
terapista e il paziente risolve il problema attraverso un’analisi delle afferenze tattili, cinestetiche
o pressorie. L’obiettivo è il recupero articolare, ridurre il dolore e le contratture muscolari
Sappiamo che il recupero funzionale avviene in
una modalità di apprendimento che si svolge in
condizioni patologiche: pertanto è utile ripristinare gli schemi motori con esercitazioni conoscitive, coinvolgendo i maggiori recettori coinvolti
nella propriocezione. Il terapista deve saper individuare quali esperienze possono essere proposte al
paziente per ricostruire le sue funzionalità alterate
dal trauma e dall’intervento chirurgico: attraverso
questo metodo il sistema sensomotorio diventa efficiente perché si avvale delle afferenze propriocettive articolari residue e ne ottimizza l’integrazione per una valida risposta motoria stabilizzatrice.
Esercizi riabilitativi in palestra, esercizi riabilitativi eseguiti sul campo, in riferimento all’articolo si possono richiedere via e-mail: [email protected].
Enrico Sarli
Massofisioterapista, Allenatore di Base
Preparatore Portieri di calcio
Gli infortuni al ginocchio sono purtroppo molto frequenti
nel calcio a causa delle forti sollecitazioni alle articolazioni
sia per il sostegno del corpo in
continuo movimento che per i
repentini cambi di direzione.
42
dalla Segreteria
di Giuliano Ragonesi
el corso dell’Assemblea generale della
passate edizioni, le elezioni avranno luogo presso
Federazione Italiana Giuoco Calcio, fisle sedi provinciali delle delegazioni della Lega Nasata com’è noto per il
zionale Dilettanti ove saranno cogiorno 14 gennaio 2013, sarà eletstituiti altrettanti seggi elettorali.
to il nuovo Presidente Federale.
Tutte le modalità per le eventuali
Detta Assemblea sarà costituita dai
candidature, la regolamentazione redelegati rappresentanti le compolativa allo svolgimento delle elezionenti federali, i quali saranno eletni, le sedi e quant’altro potranno esti con le modalità previste nei resere direttamente ricavati dal sito
golamenti elettorali di ciascuna
internet www.assoallenatori.it, ove
Lega o Associazione. Successivaè compreso anche il Regolamento
mente, per quanto riguarda l’AIAC
elettorale.
e i non iscritti all’Associazione, si
Premesso quanto sopra, l’Assoprocederà all’elezione dei due Conciazione comunica che in tempi utiGiuliano Ragonesi.
siglieri Federali della componente
li provvederà alla pubblicazione sul
tecnica degli allenatori.
proprio sito internet, sulla newsletter e sui quotiLe elezioni saranno tenute presumibilmente
diani sportivi “Gazzetta dello Sport”, “Corriere
entro il mese di dicembre p.v. e i tecnici che avrandello Sport” e “Tuttosport” di un proclama sul
no diritto di voto saranno quelli in regola col paquale saranno indicate tutte le modalità di svolgigamento della quota d’iscrizione al Settore Tecmento, ma soprattutto la data in cui si svolgenico per la stagione 2012-2013. Come nelle
ranno le elezioni stesse.
N
l’ allenatore
Elezioni dei rappresentanti degli allenatori
nell’Assemblea e nel Consiglio Federale
http://www.assoallenatori.it/
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l’ allenatore
dalla Segreteria
Corsi integrativi 2012
dalla Redazione
partire dal 1998 la UEFA ha introdotto la
qualifica di Allenatore UEFA B – Allenatore
di Base che di fatto ha sostituito le due qualifiche già esistenti di allenatore di terza categoria e
quella di istruttore di giovani calciatori, le quali con
il 1° gennaio 1998 sono state considerate a esaurimento. Conseguentemente tutti coloro che al momento erano in possesso delle due specializzazioni
sono stati iscritti d’ufficio nell’elenco degli Allenatori di Base UEFA B.
Per i rimanenti in possesso dell’una o dell’altra
qualifica sono stati istituiti da parte del Settore Tecnico appositi corsi integrativi – durata una settimana – la cui frequenza ha permesso agli appartenenti ai due ruoli a esaurimento di acquisire la nuova
abilitazione. Sono trascorsi alcuni anni e apparentemente sembrava che si fosse esaurito l’interesse
per il nuovo ruolo, invece oggi riscontriamo che
A
molti desiderano aggiornare la propria qualifica con
l’acquisizione di quella UEFA B.
Per questo motivo il Settore Tecnico, in piena
sintonia con l’AIAC, ha deciso di riaprire i termini
dando la possibilità ai ritardatari di partecipare ad
appositi corsi che saranno banditi dal Settore Tecnico, la cui organizzazione, come nel passato, sarà
affidata alle strutture periferiche della LND.
Atteso quanto sopra, allo scopo di monitorare il
numero dei richiedenti, si pubblica di seguito il relativo comunicato ufficiale e il facsimile di domanda da presentare al proprio Comitato Regionale
FIGC di appartenenza. Si fa presente infine che quella sopraindicata sarà l’ultima possibilità che il Settore Tecnico concede per la riconversione del proprio status, dopodiché chi vorrà acquisire
l’abilitazione ad Allenatore di Base UEFA B dovrà
partecipare a un nuovo corso.
n° 066 - 2012/2013
Oggetto:
Corsi Regionali Integrativi per l’Abilitazione ad Allenatori di Base riservati ad “Allenatori di Terza Categoria” e “Istruttori di Giovani Calciatori”.
Il Settore Tecnico, secondo quanto deliberato dal Consiglio Direttivo ha deciso di organizzare su tutto
il territorio nazionale un’ultima serie di corsi integrativi, riservati ad Allenatori di Terza Categoria ed
Istruttori di Giovani Calciatori, che giungeranno a compimento nel giugno 2013. Ogni corso avrà la
durata di cinque giorni con l’obbligo di frequenza e un costo di partecipazione di 200 euro.
Tutti coloro, in possesso della qualifica di Allenatori Terza Categoria o Istruttori di Giovani Calciatori, che fossero interessati a convertire la propria qualifica in Allenatore di Base, UEFA B, dovranno
farne richiesta al proprio comitato di appartenenza, riempiendo il modulo qui allegato entro il 24 Ottobre 2012 per le regioni Lazio e Sicilia ed entro il 30 Novembre 2012 per le altre regioni. Il periodo di svolgimento degli stessi saranno comunicati direttamente agli interessati, che dovranno confermare di accettare la partecipazione al Corso al comitato organizzatore.
Pubblicato in Firenze il 09.10.2012
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Il Segretario
Paolo Piani
Il Presidente
Roberto Baggio
dalla Segreteria
l’ allenatore
http://www.settoretecnico.figc.it/
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l’ allenatore
dalla Segreteria
Tesseramento annuale AIAC 2013
di Giuliano Ragonesi
implicito sottolineare che l’adesione al l’AIAC
costituisce un atto significativo, una presa di
coscienza volta ad intraprendere insieme una
strada verso sempre maggiore affermazione della categoria in termini di riconoscimento della funzione
dell’allenatore nel movimento calcistico.
È anche un motivo di crescita dal punto di vista numerico per contribuire a dare maggior peso
alle rivendicazioni associative al fine di ottenere,
all’interno della FIGC, una maggiore forza contrattuale ed una più autorevole rappresentanza in
difesa dei valori morali del calcio ed a sostegno dell’immagine professionale dell’allenatore sotto ogni
punto di vista.
Il tesseramento AIAC oltre al rilascio della tessera sociale annuale dà anche diritto al ricevimento del
nostro giornale “L’allenatore” organo ufficiale dell’Associazione, e a tutte le altre tutele.
La Segreteria nazionale provvede direttamente
al tesseramento di tutti gli allenatori, possibilità
estesa anche ai Gruppi Regionali e le Sezioni provinciali.
Inoltre il giornale, che fino ad oggi veniva inviato ai soli associati, al momento viene spedito a
tutti gli iscritti nei ruoli. Nello stesso, a più ripre-
È
se, viene inserito un apposito bollettino di conto
corrente postale per effettuare il pagamento della
quota annuale.
Il pagamento della quota associativa si effettua
mediante versamento sul conto corrente postale
n. 13358502 intestato ad AIAC; Associazione Italiana Allenatori Calcio, via Gabriele d’Annunzio
138 - 50135 Firenze).
È possibile anche provvedere al pagamento presso i Gruppi Regionali o le Sezioni Provinciali i cui indirizzi sono pubblicati nel presente numero.
Non appena ricevuta l’attestazione di pagamento, la Segreteria provvederà all’invio della nuova tessera sociale a stretto giro di posta. L’adesione all’AIAC, oltre che importante per le ragioni sopra
elencate, comprende anche vari servizi di assistenza
e consulenza per la tutela professionale tra i quali risulta particolarmente utile l’accesso al Fondo di Solidarietà, nonché il ricevimento della rivista e, a richiesta, della newsletter. L’invito al tesseramento
deve essere ritenuto nullo da tutti coloro che abbiano già provveduto al pagamento della quota sociale
presso i Gruppi regionali o Provinciali o direttamente all’incaricato dell’AIAC in occasione di partecipazione ai corsi di abilitazione o integrativi.
Allegato al presente numero de “L’allenatore”
troverete il bollettino di c.c.p. per il versamento della quota annuale
La quota associativa per l’anno 2013 è stata fissata come segue:
€ 90,00 per gli allenatori di 1a categoria e DT;
€ 60,00 per gli allenatori di 2a categoria;
€ 30,00 per gli allenatori di Base, 3a categoria, I.G.C. e Calcio a cinque.
ASSOCIAZIONE ITALIANA
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ALLENATORI CALCIO
lettere al Presidente
furia di sentire parlare male soltanto di loro, qualche lettore potrebbe essersi illuso
che i politici rappresentino un’eccezione,
la gramigna che una volta strappata fa rivivere il
prato senza bisogno di interventi ulteriori da parte del giardiniere. Tocca invece ricordare che la
Casta non è un gruppo di persone, ma uno stato
d’animo diffuso. Il novarese F.R. segnala questa
piccola storia emblematica. Riguarda l’associazione degli allenatori di calcio, uno dei tanti benemeriti sindacati di categoria che arricchiscono
la nostra democrazia. Il presidente nazionale ha
71 anni, è in carica dal 2004 e dopo avere proposto un limite di due mandati si è rassegnato a
farne un terzo. Il presidente regionale di anni ne
ha 70 ed è in carica da 23: ha accettato la poltrona per altri 4 e se n’è scollato solo quando finalmente gliene hanno offerta un’altra. Il presidente provinciale è lì da più mandati, ma convoca
un’assemblea carbonara dove su cinquecento
iscritti se ne presentano ventidue, che lo rieleggono per acclamazione e si assegnano undici cariche, così la metà dei convenuti può uscire dalla sala agitando in testa qualche pennacchio. Sono
sicuro che queste eminenti personalità hanno una
pessima opinione della classe politica e ne auspicano l’immediata rottamazione. Mi ricordano
quella signora che, il mattino della vittoria del referendum di Segni contro la partitocrazia, entrò
nel bar in cui mi trovavo, agitando festosamente
il giornale: “Si cambia! Viva il nuovo, viva le regole!”. Dietro di lei un ragazzo chiese: “Di chi è
la macchina in doppia fila che blocca il traffico?”.
La signora delle regole sbuffò ed estrasse le chiavi dell’auto dalla borsetta.
A
Massimo Gramellini
(da “La Stampa”, 9 novembre 2012)
entile dottor Gramellini,
stimandola da tempo (vantaggio che mi
viene dall’età), mi garba di più provare a
confutare il suo amaro “buongiorno” di venerdì scorso. È evidente che la sua ultima “cronachetta” morale, brillante come sempre, ha avuto bisogno dell’AIAC non come fine ma come mezzo letterario. Ma
cosa c’entra con la Casta un’associazione dove le
“poltrone” non “rendono” un solo euro, dove il bilancio di un gruppo provinciale può valere circa
2500/3000 euro all’anno, dove il tessuto democratico è garantito da una partecipazione fisiologicamente contenuta ma costantemente sollecitata? E
ancora: il mio terzo mandato. La richiesta di una
mia nuova candidatura è arrivata dalla quasi totalità del Consiglio Nazionale e dei Gruppi Regionali, io ho accettato per spirito di servizio (la prego di
non sorridere). Mi piacerebbe discutere con lei dei
risultati ottenuti in questo ottennio. Certo, il ricambio delle classi dirigenti, a ogni livello, è un problema reale del nostro Paese; “Se devo fare volontariato, vado alla Misericordia…”, come mi è stato
detto in passato da qualche giovane collega, è uno
stato d’animo molto più diffuso di quanto si possa
immaginare, anche tra gli under “anta”. Un’ultima
cosa, ovviamente importantissima: cosa c’entra la
mia età? Ho 71 anni, e allora? Batman Fiorito ne ha
giusto trenta meno di me: secondo una certa logica
in voga potrebbe essere perfetto per la mia successione. Piuttosto, secondo quello che leggo ovunque,
senza che nessuno salti sulla sedia, 71/72 anni è il limite futuro della “seconda età”, al quale devono
puntare i giovani di oggi, uomini e donne, per conquistare la pensione… La carta d’identità invece
sembra diventata politicamente scorretta (accidenti alla rottamazione…), non ci si metta anche lei che
Renzi basta e avanza. Continuerò a leggerla con piacere, andando all’edicola a piedi (per non lasciare la
macchina in seconda fila).
G
Renzo Ulivieri
l’ allenatore
Noi, la Casta e la rottamazione
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l’ allenatore