La fitoterapia in medicina veterinaria

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La fitoterapia in medicina veterinaria
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Natural Vet
IL BENESSERE DEL CAVALLO
La fitoterapia
in medicina veterinaria
A Lodi,
tradizionalisti
e non, tutti intorno
a un tavolo
per parlare
delle proprietà
curative delle erbe.
Per Cavallo
Magazine c’era
il dottor
Stefano Morini
Dott. Stefano Morini*
Q
Un settore in crescita
Sono sempre di più
i professionisti che si rivolgono
alla fitoterapia ed è cresciuta
anche l’attezione delle case
farmaceutiche verso questo
importante mercato
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Questo è il titolo del convegno tenuto a Lodi il 19 novembre 2008 nell’Aula Magna della facoltà di Medicina Veterinaria, organizzato
dall’Associazione Scientifica Internazionale di medicina tradizionale, complementare e scienze affini
(OLOSMEDICA), in collaborazione con Associazione Italiana di Zootecnica Biologica e Biodinamica (ZOOBIODI ), Ordine dei medici
veterinari della provincia di
Lodi e con il patrocinio della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano.
La segreteria del congresso è stata curata dalla
Dott.ssa Marta Collina, il prof.
S. Carli, rettore dell’Università di Milano, e il prof.
P. Pignatelli, medico veterinario e presidente ZOOBIODI,
si sono adoperati come moderatori.
I lavori sono stati aperti
dal Prof. G. Giannotti, medico e presidente di OLOSMEDICA, che ha espresso
approvazione e gioia, nel vedere trattati argomenti di
grande interesse per un numero notevole, e decisamente
in crescita, di professionisti
della salute (Medici Veterinari, Medici di medicina
umana, farmacisti): le terapie non convenzionali.
Il Prof. P. Pignatelli, che
ha fortemente voluto questo
convegno, ha trattato l’argomento: le diverse terapie
in medicina veterinaria. Il suo
intervento è iniziato specificando che l’origine della Fitoterapia (fito da phiton =
pianta e therapeia = cura) risale al 460-370 a.c. quando
Ippocrate catalogò le prime
234 specie vegetali con proprietà curative. Il numero di
piante medicinali riconosciute supera le 1500 all’inizio del Rinascimento, nell’Ottocento si arriva a
30000, oggi sono più di
125000. È stato spiegato il
concetto di droghe vegetali
(piante ed estratti di esse a
effetto farmacologicamente
attivo) e piante officinali, ricordando che almeno il
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muscolo-scheletrico (mio-
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siti, tendiniti, artriti,ecc.), apparato tegumentario (dermatiti, ferite, ustioni,ecc.),
stress di varia tipologia. Di
grande interesse anche la
precisazione riguardante le
formule magistrali e officinali e molti fitopreparati, che
sono vere e proprie specialità, e come tali sono soggette
alle rigorose leggi sul farmaco
(\ decreto legislativo n°193 del
06/04/2006 su “Attuazione
della direttiva 2004/28 CE
recante codice comunitario
dei medicinali veterinari”
pubblicato nella GU n°121
del 26/05/2006- Supplemento ordinario n°127\).
Un’ultima raccomandazione, doverosa e molto
sentita sulla necessità di affidarsi a Medici Veterinari
esperti sul campo e non al
“fai da te”, ha concluso il primo intervento.
INTERVENTI TECNICI
Si sono poi susseguiti interventi decisamente tecnici che riguardavano prettamente la conoscenza e l’uso delle piante medicinali. La
prof.ssa F. Tomè, Professore ordinario di Biologia
Farmaceutica, Dipartimento di Biologia, Università di
Milano, ha parlato di cosa è
opportuno conoscere delle
piante, dal punto di vista
morfologico e strutturale, in
quanto è necessario, per un
corretto uso delle stesse, poterne riconoscere le specie
di appartenenza e attribuirne quindi il corretto nome scientifico. Altri argomenti trattati, l’identificazione
delle droghe, la tipologia di
raccolta, la coltivazione su
larga scala e le colture cellulari in vitro.
La prof.ssa E. Bosisio, Professore associato presso il Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Facoltà di
Farmacia, Università di Milano, ha trattato l’approccio
all’uso della piante medicinali e il controllo qualità e
sicurezza d’uso, soffermandosi efficacemente sui
problemi di sofisticazione e
deterioramento, l’insufficiente precisione nel definire
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Controllo della qualità
Come per tutti i prodotti di
origine naturale, anche quelli
destinati alla produzione di
fitoterapici necessitano di un
attento controllo sulla qualità
delle materie prime
i nomi reali delle piante, l’interazione droghe-farmaci, la
complessità e la varietà di fattori che alterano la qualità
e le capacità terapeutiche del
prodotto finito.
Il Dottor P.G. Vintani, Farmacista e Direttore scientifico di Tema Farmacia, ha
parlato della tecnica di metodi di preparazione e di
estrazione dei prodotti fitoterapici, che devono essere
un patrimonio conoscitivo
anche di medici, di umana
e veterinari, riguardante i solventi usati, le peculiarità organolettiche e i possibili effetti indesiderati del singolo preparato.
Dopo la pausa pranzo il
convegno ha virato verso un
aspetto più volto alle applicazioni pratiche della
MNCV, dando la parola al
Prof. M. Grandi, medico, Specialista in Oncologia Clinica
ed Immunoematologia, che
ha approfondito il concetto
di interazione tra piante medicinali e farmaci.
L’interazione può determinare sinergie, antagonismi, potenziamenti in vari
stadi del metabolismo: assorbimento, diffusione, trasporto, deposito e biotrasformazioni. Alcuni farmaci sono in grado di modificare l’entità di questi processi
agendo sugli enzimi del fegato e della mucosa gastrointestinale. La metabo-
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lizzazione enzimatica può essere influenzata da sostanze presenti nel mondo vegetale. In buona sostanza viene ribadito più volte che i rischi per il paziente derivano, in realtà, non dal fito
complesso, ma dal medicinale di sintesi associato, spesso a ristretto indice terapeutico. Tanto che le interazioni farmacocinetiche
sono spesso presenti anche
con l’assunzione di numerosi
alimenti.
ANIMALI DA REDDITO
Successivamente si è passati all’argomento: Fitoterapia negli animali da reddito, il cui relatore è stato il
Dottor M.Scozzoli, medico veterinario, libero professionista, Centro Sperimentale
per la Promozione del Metodo biologico, APA-CT, il
quale ha fornito una enorme massa di dati sull’uso di
estratti idroalcolici, tinture
madri, macerati glicerinati,
oli essenziali, estratti secchi
e polveri di piante officinali, nella cura e nella profilassi
di un notevolissimo numero di patologie animali negli allevamenti di animali da
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Osvalda Oasi, Medico Veterinario, libero professionista,
si è occupata di Fitoterapia
degli animali d’affezione, citando molte terapie a base
di erbe, dedicate alla soluzione delle patologie più frequenti e diffuse, in particolare per cani e gatti, sottolineando la maggiore facilità,
nel metodo e nella sostanza, di curare animali d’affezione piuttosto che d’allevamento (un solo animale, ambiente più tranquillo,
possibilità di maggior numero di somministrazioni terapeutiche,ecc.).
Gli oli essenziali
trovano un ottimo riscontro
in varie patologie, da quelle
respiratorie a quelle
gastro-enteriche
reddito. Di particolare interesse l’uso della propoli in
malattie del cavo oro-faringeo e nelle enteriti e gli oli
essenziali nelle patologie infettive degli apparati respiratorio, gastroenterico e
genito-urinario. Infine, il
dottor Scozzoli ha terminato il suo intervento con un’affermazione che ritengo illuminante e che quindi vi riporto integralmente: «In
conclusione le possibilità applicative della fitoterapia e
dell’aromaterapia, che ne è
parte integrante, nell’ambito
della medicina veterinaria
sono molteplici e offrono soluzioni sicuramente interessanti al fine di migliorare la produzione e al tempo
stesso ridurre l’uso di molecole di sintesi (farmaci) e
il relativo impatto ambientale. Si auspica, come sta accadendo in campo umano,
anche se con grande ritardo e difficoltà, un maggior
interesse da parte degli organismi deputati alla didattica e alla formazione professionale (Corsi universitari,
Corsi di specializzazione, Master, ecc.)».
Per ultima, la dottoressa
FIORI CALIFORNIANI
In appendice a questa trattazione, e peraltro molto interessante, la dottoressa
Laura Cutullo, Medico Veterinario, libero professionista, Omeopata e Floriterapeuta, ha parlato di Fiori Californiani in Veterinaria, mettendo l’accento sulla diversità terapeutica dai
Fiori di Bach e sull’efficacia
in casi di patologie emozionali, comportamentali e
psichiche. Queste terapie, sono di tipo vibrazionale, agiscono sostanzialmente sulle emozioni, riequilibrando
tutto l’essere e stimolando i
processi di reazione, autoguarigione e autoprotezione
dell’organismo anche integrando e accompagnando la
terapia medica e chirurgica.
Il convegno è terminato,
testimoniando in modo
scientifico e concreto che la
Medicina Non Convenzionale
Veterinaria è una realtà
medica (non un pasticcio per
apprendisti stregoni!), aperta a tutti coloro che vogliono seriamente e professionalmente mettersi in gioco
per curare gli animali al meglio delle possibilità esistenti.
A proposito, la MNCV trattata in questo convegno, e
molto altro ancora, può essere utilizzata per cavalli, animali esotici e mammiferi marini.
Esperienza personale.
* [email protected]
www.naturvet.it
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