N. 2 Dicembre 2015_Collegamento

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N. 2 Dicembre 2015_Collegamento
Collegamento
Parrocchia di Pandino
Dicembre 2015 - Anno XLIV - n. 2
ORARIO INVERNALE DELLE CELEBRAZIONI
Giorni feriali
Giorni festivi
- ore 8.30 S. Messa
- ore 17.30 S. Messa
- ore 20.30 S. Messa in Santuario
- ore 8.30
- ore 9.30
- ore 10.00
- ore 11.15
- ore 18.00
martedì:
- ore 9.00 S. Messa per tutti i defunti
- nei mesi di giugno, luglio e agosto
viene sospesa la messa delle ore 17.30
in parrocchia
S. Messa
S. Messa alla Casa di Riposo
S. Messa
S. Messa
S. Messa
Parroco - Don Eugenio
Piazza Vittorio Emanuele, 5 - Tel. 0373 90173
[email protected]
Vicario - Don Matteo
Piazza Borromeo, 17 (Oratorio) - Tel. 0373 90138
[email protected]
sabato e vigilie:
- ore 18.00 in Santuario
- ore 20.00 in chiesa parrocchiale
Confessioni - Sabato e vigilie:
Collaboratore parrocchiale
Don Gabriele
Via Tommasone, 1 (Santuario) - Tel. 0373 284004
dalle 15.00 alle 17.30 in chiesa parrocchiale
Un augurio anticipato… ma non troppo!
È consuetudine fare gli
auguri nelle grandi occasioni: Natale, Pasqua, compleanni... È un modo per far
sentire la propria vicinanza
in un momento significativo
della vita di una persona.
Ebbene con l’arrivo di ‘Collegamento’ nelle nostre famiglie si vuole esprimere
l’augurio natalizio che trova
qui la parola e nella vita – si
spera – la sua realizzazione.
Ma siamo solo all’inizio
dell’Avvento: ha senso anticipare gli auguri? Certamente, anzi fatti in questo momento dell’anno liturgico sono ancora più pieni di
significato. Perchè? Perchè quelli di Natale sono destinati a passare bene alcuni giorni dell’anno mentre se
auguro un buon Avvento mi riferisco a un incontro preciso con un Dio ‘che viene’: e quale cosa migliore ci
può essere che augurare ad una persona di incontrare il
suo Signore?
Noi cristiani lo possiamo fare perchè il nostro Dio
non è un solitario, ma vuole entrare in amicizia e in comunione con noi, considerati suoi figli: celebrando il
Natale noi affermiamo che ha già incontrato l’umanità
nella persona di Gesù di Nazaret, ma questo garantisce
il suo incontro attuale nella Chiesa, nei poveri e nei sacramenti, nell’attesa dell’incontro definitivo al termine
di questa vita, premessa e sorgente della vita in comunione con lui.
Troppo complicato? Ma se non fosse così che senso
avrebbe il Natale? Già non è difficile accorgersi dello
svuotamento delle festività natalizie, involucro elegante dentro cui spesso c’è di tutto, tranne che Colui
che ci deve essere. Il Natale che i cristiani celebrano è
la garanzia – a volte non facile da comprendere – che
Dio mantiene ciò che promette e si coinvolge con le
nostre vicende umane. Riusciamo a sentire la bellezza
di questo ‘non essere lasciati
soli e senza speranze’ ad affrontare la vita? E la nostra
fede sta maturando nel riconoscere la sua presenza misteriosa in chi ha bisogno di
aiuto? E non ci riempie il
cuore di speranza il fatto di
poterlo incontrare al termine
del ‘pellegrinaggio terreno’?
È un Dio che è venuto, che viene e che verrà quello
che noi preghiamo. L’augurio è che dentro il nostro
animo, pure occupato da mille pensieri o da mille distrazioni, trovi posto questo annuncio di gioia, l’unico
che serve ad affrontare con coraggio e fiducia anche in
sè stessi quel grande mistero da decifrare che è la vita
umana! Buon Avvento, dunque!
don Eugenio
con don Gabriele e don Matteo
‫ﱛﱚﱗﱚﱛ‬
Un augurio sincero di Buon Natale a tutti,
in particolare agli operatori pastorali, agli
animatori d’Oratorio, ai collaboratori e alle
autorità civili!
La Messa della notte di Natale sarà
celebrata alle ore 22.
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Collegamento
Vita della Chiesa
All’occhio distratto sembra che la vita della Chiesa
negli ultimi sei mesi si sia ridotta ai viaggi di Papa
Francesco e a qualche vicenda relativa al Vaticano: probabilmente l’uomo della strada ha queste impressioni.
In realtà chi vive all’interno della Chiesa non può che
ammirare i suoi sforzi di carattere pubblico, che coinvolgono cristiani di tutte le nazioni. Possiamo citare alcuni passi fondamentali:
1. Il Sinodo straordinario sulla famiglia, voluto e
svolto con uno stile di condivisione per affermare
la grandezza dell’ideale familiare e nello stesso
tempo per non nascondere i suoi problemi nel mutato ambiente culturale occidentale. Sono stati in
particolare approvati i criteri che devono dirigere le
scelte future che il Papa farà in merito e sulla base
del documento finale. Rimane nella sua bellezza il
progetto di amore di coppia che sfocia nella costruzione di una famiglia. C’è invece un approccio
diverso, più pastorale che teologico, ai numerosi
problemi con cui la famiglia si trova a misurasi:
certo la testimonianza di una ‘famiglia cristiana’,
per quanto impegnativa, è fondamentale per costruire una Chiesa credibile!
2. Il Convegno di Firenze, il quinto promosso dai
Vescovi italiani, stavolta per riflettere sulla situazione del mondo d’oggi e sull’apporto che i credenti possono dare alla società e alla cultura in cui vivono. Le riflessioni e il documento finale girano intorno ad alcune domande: chi è l’uomo per il cristianesimo? Come l’antropologia cristiana può dialogare con altri modi non religiosi di considerare
la vita umana? Cosa di specifico possono portare i
cristiani negli ambienti in cui si trovano a vivere?
Bisognerà che torniamo in qualche modo su queste
considerazioni.
3. L’Anno Santo della Misericordia: è stato proclamato inaspettatamente (ma fino ad un certo punto!)
dal Papa a partire dal prossimo 8 dicembre. Il tema
della misericordia è diventato la caratteristica di
fondo da cui sempre prendono le mosse i pensieri e
le iniziative di papa Francesco: e questo perchè questo è il centro della rivelazione cristiana di Dio, con
tutte le ricadute che si offrono! I gesti che accompagneranno l’Anno Santo – preghiera, riflessione, pellegrinaggio alle porte sante di ogni Diocesi (qui da
noi in Duomo a Cremona e nei Santuari di Caravaggio, Casalmaggiore e Castelleone) – saranno tutti
tesi a sperimentare la forza del perdono, che dà origine ad un cambiamento di vita secondo i Vangelo.
Tre appuntamenti che costituiscono una base solida per
vivere la nostra fede in modo aperto e consapevole, soprattutto con la convinzione che il Signore non è l’antagonista dell’uomo, ma il suo aiuto e la sua salvezza!
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Preghiera dell'Avvento
Grazie, Signore dei doni che ci fai.
Grazie per il dono dell'Avvento.
Grazie di questo tempo speciale
in cui ci chiami ad attendere
la tua venuta.
Insegnaci, Signore ad aprire
il nostro cuore all'attesa,
facci sentire che manchiamo di Te:
iI nostro cuore è pieno di cose
che non sono Te...
gli affanni delta vita quotidiana
ci riempiono...
Rendici attenti alla tua venuta.
Sveglia il nostro cuore.
Fa' che possiamo farti spazio:
fa' che possiamo vivere questo
tempo di attesa,
accorgendoci del tuo Amore
che ci circonda,
pur nella nostra piccola vita di
ogni giorno.
Fa' che l'attesa di Te riempia di
significato ogni nostro gesto.
Fa' che i nostri occhi si aprano
e possano vederti
nelle persone che ci vivono a fianco
e in quelle che incontriamo
strada facendo.
Svuotaci dei pensieri inutili
che non sono Te
e facci vedere che abbiamo
solo bisogno di Te.
Fa' che il nostro cuore diventi capace di
attenderti e di accoglierti
e possiamo dirti: "Vieni, Signore Gesù!".
Avvento
• Nei quattro martedì di Avvento, dopo
la celebrazione della Messa delle 9
per i defunti della parrocchia, per chi
vorrà fermarsi in chiesa, seguirà una
proposta di catechesi per gli adulti.
• Per le Confessioni di Natale si rimanda
al foglio degli avvisi settimanali.
Parrocchia di Pandino - Dicembre 2015
Il Natale alle porte
La sensazione di una parentesi attesa e velocemente
gustata, quasi fosse una bella favola da non dimenticare,
accompagna molti di noi in vista del prossimo Natale.
Nonostante l’ossessione pubblicitaria, la commistione con le vacanze invernali, la desiderata pausa
scolastica c’è un fondo comune che ci attrae nella celebrazione natalizia: con ogni probabilità il desiderio
di una vita semplice, buona, condivisa con chi si ama
e proiettata verso un futuro che non faccia paura.
Già sarebbe tanto che ci trovassimo d’accordo su
questo, specialmente in un tempo in cui condividiamo
vita e lavoro con altre culture e religioni. Tuttavia non
può mancare lo sforzo personale di chiederci in che
cosa si differenzia il Natale cristiano da ogni altra manifestazione o festa.
Una delle risposte pensiamo sia contenuta nel documento dei nostri Vescovi, “Educare alla vita buona
del Vangelo”. Abbiamo mai pensato seriamente che il
Vangelo, ovvero la persona di Gesù Cristo, ci viene a
proporre una vita ‘buona’? Buona sta per valida, interessante, bella, fiduciosa, coraggiosa. Abbiamo mai
pensato che Lui è venuto per insegnarci come vivere?
E che la sua morte liberamente accettata e la sua risurrezione testimoniata sono la conseguenza di una vita
impostata sull’essere per gli altri, come i Vangeli ci
raccontano?
È vero: oggi ci si chiede se esista ancora l’umiltà di
imparare a vivere dall’esperienza degli altri: va più di
moda il ‘fai da te’, oppure il ‘prendi ciò che ti piace’ dal
grande mercato delle religioni. In tal modo ci si ritiene
più adulti e liberi. Eppure il Natale cristiano, nella celebrazione semplice e grandiosa di una nascita – cosa
che ci accomuna e ci coinvolge tutti – indica una via,
anzi una Persona da amare, da ascoltare, da seguire con
fiducia: una guida nella complessità della vita, una presenza spirituale che aggrega e fa diventare comunità
coloro che pongono nel Signore la loro speranza, e li fa
riflettere, decidere ed agire lungo il cammino verso il
misterioso incontro con Lui.
È questa l’avventura cristiana, mai finita di scoprire,
come mai finita di scoprire è la figura di Gesù di
Nazaret, ridotta spesso ad un vago ricordo infantile,
che poco ha da dire al nostro tempo evoluto.
Eppure è bella una vita che sa voler bene al prossimo, che sa perdonare, impegnarsi per il bene in modo
gratuito, che apprezza e rispetta il creato, che fa della
bontà, della pazienza e della sobrietà il proprio stile.
È bella una vita che non si illude di trovare sempre rose
e fiori, ma si rende conto della tragicità del male e lo affronta col coraggio della fede in Dio, piena di speranza
per un futuro personale e collettivo migliore.
È bella una vita che accetta di essere limitata, ma
che scopre le grandi possibilità di espandersi e non teme
di impoverire se dona il suo tempo, il suo sforzo, la sua
passione per costruire attorno a sé un mondo più bello,
premessa di un altro mondo per ora soltanto sperato.
Così ha vissuto quel Gesù, di cui a Natale celebriamo la nascita, ma di cui possiamo e dobbiamo sempre
più scoprire la vita e gustare la presenza.
don Eugenio
La preghiera di Papa Francesco per il Giubileo
Signore Gesù Cristo, tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste,
e ci hai detto che chi vede te vede Lui. Mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro;
l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura;
fece piangere Pietro dopo il tradimento, e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.
Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana:
Se tu conoscessi il dono di Dio!
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile, del Dio che manifesta la sua onnipotenza
soprattutto con il perdono e la misericordia:
fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, suo Signore, risorto e nella gloria.
Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch’essi rivestiti di debolezza
per sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore:
fa’ che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio.
Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione perché il Giubileo della Misericordia
sia un anno di grazia del Signore e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare ai poveri
il lieto messaggio proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà e ai ciechi restituire la vista.
Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia a te
che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
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Collegamento
Il Giubileo della Misericordia
L’8 dicembre inizia un anno definito ‘Giubileo della misericordia’: niente di meglio che dare spazio alle parole di Papa Francesco, che lo ha
indetto. Così scriveva lo scorso 1° settembre:
La vicinanza del Giubileo Straordinario della Misericordia mi permette di focalizzare
alcuni punti sui quali ritengo importante intervenire per consentire che la celebrazione
dell’Anno Santo sia per tutti i credenti un vero
momento di incontro con la misericordia di Dio.
Il mio pensiero va, in primo luogo, a tutti i fedeli
che nelle singole Diocesi, o come pellegrini a Roma,
vivranno la grazia del Giubileo. Desidero che l’indulgenza giubilare giunga per ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio, la quale a tutti va
incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona,
dimenticando completamente il peccato commesso.
Penso, inoltre, a quanti per diversi motivi saranno
impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, in primo luogo
gli ammalati e le persone anziane e sole, spesso in
condizione di non poter uscire di casa. Per loro sarà di
grande aiuto vivere la malattia e la sofferenza come
esperienza di vicinanza al Signore che nel mistero della
sua passione, morte e risurrezione indica la via maestra per dare senso al dolore e alla solitudine. Vivere
con fede e gioiosa speranza questo momento di prova,
ricevendo la Comunione o partecipando alla santa
Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i
vari mezzi di comunicazione, sarà per loro il modo di
ottenere l’indulgenza giubilare.
Ho chiesto che la Chiesa riscopra in questo tempo
giubilare la ricchezza contenuta nelle opere di misericordia corporale e spirituale. L’esperienza della misericordia, infatti, diventa visibile nella testimonianza
di segni concreti come Gesù stesso ci ha insegnato.
piena, frutto dell’evento stesso che viene celebrato e
vissuto con fede, speranza e carità.
L’indulgenza giubilare, infine, può essere ottenuta
anche per quanti sono defunti. A loro siamo legati per
la testimonianza di fede e carità che ci hanno
lasciato. Come li ricordiamo nella celebrazione eucaristica, così possiamo, nel grande
mistero della comunione dei Santi, pregare per loro, perché il volto misericordioso
del Padre li liberi da ogni residuo di colpa
e possa stringerli a sé nella beatitudine che
non ha fine.
Uno dei gravi problemi del nostro tempo è
certamente il modificato rapporto con la vita.
Una mentalità molto diffusa ha ormai fatto perdere
la dovuta sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita. Il dramma dell’aborto è
vissuto da alcuni con una consapevolezza superficiale, quasi non rendendosi conto del gravissimo male
che un simile atto comporta. Molti altri, invece, pur vivendo questo momento come una sconfitta, ritengono
di non avere altra strada da percorrere. Penso, in modo
particolare, a tutte le donne che hanno fatto ricorso all’aborto. Conosco bene i condizionamenti che le hanno
portate a questa decisione. So che è un dramma esistenziale e morale. Ho incontrato tante donne che portavano nel loro cuore la cicatrice per questa scelta sofferta e dolorosa. Ciò che è avvenuto è profondamente
ingiusto; eppure, solo il comprenderlo nella sua verità
può consentire di non perdere la speranza.
Il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato, soprattutto quando con cuore sincero si accosta al Sacramento della Confessione per ottenere la
riconciliazione con il Padre. Anche per questo motivo ho deciso, nonostante qualsiasi cosa in contrario,
di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare
la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti
lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il
perdono.
Confidando nell’intercessione della Madre della
Misericordia, affido alla sua protezione la preparazione
di questo Giubileo Straordinario.
Franciscus
Immacolata Concezione
Novena di Natale
Martedì 8 dicembre,
in Santuario
alle 16,30: celebrazione della Messa
alle 17,30: Concerto di Natale
offerto ai parrocchiani dal
Coro “Gabrieli”, diretto da
Alberto Piacentini Scotti.
Da mercoledì 16 a mercoledì 23 dicembre
siamo invitati a partecipare alla
Novena di Natale, che si terrà
in Santuario.
Alle 20.30: Novena in canto
Alle 21: per chi lo desidera, catechesi
per gli adulti
Sabato 19 dicembre, in chiesa parrocchiale alle ore 21 la nostra Banda musicale terrà
l’atteso CONCERTO DI NATALE. Un vivo ringraziamento!
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Parrocchia di Pandino - Dicembre 2015
Il nostro nuovo Vescovo Antonio saluta
la Diocesi di Cremona
Nel suo primo messaggio mons. Antonio Napolioni,
parroco a S. Severino Marche, annuncia che desidera
ricevere l’ordinazione episcopale nella Cattedrale di
Cremona dal vescovo Lafranconi.
Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa di Dio che è
in Cremona, credo che tutti voi siate stupiti quanto
me! Papa Francesco, il successore di Pietro, ha chiamato un parroco dall’antica Chiesa di Camerino-San
Severino Marche per guidare nella carità la bella diocesi di Cremona. Sembra incredibile! Veramente la realtà è sempre superiore alle nostre idee, ai nostri schemi. Specie quando si lascia fecondare dalla fantasia
dello Spirito, che sempre ama e guida la sua Chiesa,
anche in questo tempo. Allora lo sconcerto umano può
scomparire, e il dono della fede apre all’obbedienza, in
un abbandono cordiale a quella che, per me e per voi,
oggi è certamente la volontà di Dio.
Condivido con voi alcuni pensieri e sentimenti di questa delicata ora della mia vita.
Innanzitutto l’esigenza di tenere fisso lo sguardo su
Gesù, che ci viene incontro, ci precede sempre. Lui è
il Pastore, Lui l’unico Sacerdote, Lui il Vangelo sempre vivo, Lui il nostro presente e il nostro futuro. So
che Lui mi si mostrerà nei vostri volti, nella ricchissima vicenda umana e cristiana di tante comunità.
Lui, il Risorto, ci chiama alla gioia del Vangelo, e
siamo grati al Santo Padre Francesco per come la comunica con la parola, con la vita, con le sue scelte pastorali, con questa missione che mi affida: “servire il
Signore nella gioia” (Salmo 99,2). Dietro questo motto,
ripenso a quando, giovane educatore scout, scoprii che
la gioia del servizio traeva il suo fascino proprio dal
Signore Gesù, indicandomi un percorso di vita che poi
ho condiviso con tanti. E che ora si ripropone, esigente
e attraente, anche con voi.
Sono grato alla Chiesa che mi ha generato alla fede
e ha fatto sbocciare la vocazione sacerdotale. Una
storia ricca di santità e di valori umani è alle nostre
spalle, e spero che abbia anche segnato la mia formazione. Sperimento la crescente paternità dell’Arcivescovo Francesco Giovanni, che ringrazio per la stima e
l’affetto, sulla scia di quanti l’hanno preceduto nel medesimo servizio pastorale.
Oggi vengo inviato alla Chiesa di Cremona, in cui
sono felice di succedere al Vescovo Dante, di cui conosco la saggezza, l’affabilità e la passione per la famiglia, tratti nei quali vorrei essergli discepolo
fecondo. Penso con trepidazione a voi sacerdoti: fratelli con cui “essere presbiterio”, in costante ascolto del
Signore e dei segni dei tempi. Ammiro già la fede con
cui mi vorrete accogliere. Annunceremo in ogni modo
che la vita è dono, vocazione e missione. Con voi ci impegneremo ancora a sviluppare il seminario. Un abbraccio colmo di venerazione dedico ai sacerdoti anziani e
infermi, che più attualizzano il sacrificio di Cristo.
Chiedo scusa da subito al popolo di Dio se dedicherò
tanto del mio tempo ai preti, ai diaconi, ai seminaristi:
la loro vitalità interiore e la loro fraterna comunione
sono decisive per il bene di tutto il popolo di Dio.
La recente esperienza parrocchiale a San Severino
Marche, che lascio con sincero dolore ma anche con
serena fiducia, mi ha insegnato a partire dalla famiglia, facendo della comunità cristiana una “famiglia
di famiglie”. So di trovarvi avanti in questo cantiere,
che rinnova la Chiesa nella luce del Concilio, generandola nelle case e negli altri ambienti della vita quotidiana. Una vicinanza speciale, per ora nella preghiera,
offro alle famiglie ferite, ai malati e agli anziani, a tutti
coloro che soffrono disagio ed emarginazione. Grande
speranza ci daranno i bambini, se sapremo offrire loro
contesti educativi armonici e propositivi.
Ai giovani dò l’appuntamento a Cracovia, per la
GMG 2016, e a tutte le occasioni in cui vorranno dialogare con me e con gli adulti della comunità cristiana.
Saluto con stima le comunità di vita consacrata, maschili e femminili, grato per i carismi di contemplazione e servizio che sanno mettere in comunione con
tutti.
Non sono mai stato a Cremona, né in alcun altro
luogo della diocesi, ma una certa geografia padana
mi è familiare dagli anni della formazione, in cui mi
accompagnarono a lungo gli scritti di don Primo
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Collegamento
Mazzolari. Seguirò con passione l’iter della sua auspicata beatificazione. Profeticamente egli affermava che
“niente è fuori della paternità di Dio, niente è fuori
della Chiesa”: con grande rispetto per il pluralismo
contemporaneo, sarà questa la ragione di un dialogo
schietto con gli uomini e le donne del territorio, della
cultura, delle Istituzioni. Il Vescovo non è certo un’autorità mondana, ma un umile segno della passione cristiana per tutto ciò che è umano. La figura di Sant’Omobono continui ad ispirare la formazione di un laicato
che sappia spendersi anche nella cura della casa comune, in quell’alta forma di carità che è il servizio della
politica, senza il quale si perdono il senso della democrazia e della giustizia sociale.
Voglio dirlo anche col desiderio di ricevere l’ordinazione episcopale nella vostra-nostra splendida
cattedrale, dalle mani del Vescovo Dante, perché
sia massimamente evidente la continuità sacramentale della successione apostolica. Perché l’unica storia
d’amore che Dio da sempre intreccia col suo popolo,
scriva in noi le sue prossime pagine.
Sono stato chiamato all’Episcopato non per un
onore alla mia persona, ma per un servizio sponsale alla Chiesa cremonese. Sento davvero che la
mia vita ora vi appartiene, anche con le sue fragilità.
Ho sempre pregato con le parole del Beato Charles de
Foucauld, che ora si compiono ulteriormente: “mi abbandono a Te, rimetto la mia anima nelle Tue mani”.
Lo dico al Signore vivente in voi, suo corpo.
So che, soprattutto nell’Avvento e intraprendendo il
cammino del Giubileo, pregherete tanto per me e per il
mio futuro servizio in mezzo a voi, e questo mi colma
di pace. Vogliate ricevere, attraverso la mia povera preghiera, la benedizione del Signore.
Sarò così nuovamente generato dalla Madre Chiesa,
la cui bellezza splende in Maria, che nella mia diocesi
di origine veneriamo come Madonna della Via e della
Luce, e che nella mia nuova terra pregherò, con voi,
come Santa Maria del Fonte, sorgente inesauribile di
misericordia.
don Antonio, vostro Vescovo eletto
San Severino Marche, 16 novembre 2015
Caritas Parrocchiale
Come ormai quasi tutti sappiamo da circa tre mesi
la comunità pandinese accoglie, su invito della Caritas
di Crema, previo ampio e generoso consenso da parte
dell’autorità religiosa e civile, quattro ragazzi stranieri,
richiedenti ”asilo politico”: provengono dal Bangladesh e hanno trovato alloggio nei mini appartamenti
adiacenti al nostro Santuario.
Tre di loro vivevano già a Crema, nei locali Caritas
da circa un anno. Sono “approdati” a Pandino nel bel
mezzo della calura estiva, a metà del mese di agosto,
lontani dalla patria d’origine, dalle abitudini, dalle tradizioni, dai sapori e dagli odori della propria terra e soprattutto dagli affetti più cari.
Attorno a loro operano attualmente e vigilano diverse persone: un operatore della Caritas di Crema che
abita a Pandino, volontari della Caritas parrocchiale ,
operatori socio assistenziali comunali, oltre al coinvolgimento di altri organismi che si sono resi disponibili,
operanti sul territorio.
I ragazzi hanno un’età compresa dai 16 ai 35 anni: tra
di loro c’è un cuoco, hanno nomi per noi dalla pronuncia complicata (ce li siamo fatti ripetere parecchie volte),
ma ciò che li contraddistingue è un costante sorriso.
I ragazzi, superata una fase iniziale di comprensibile “timidezza” e trascorso un breve periodo di conoscenza e ambientamento con i vicini di casa e in paese,
hanno iniziato nel mese di settembre, al mattino, la frequenza alla scuola a Vaiano, per potenziare la lingua
italiana: è questa una iniziativa della Caritas per tutti i
migranti che ospita. Nel pomeriggio, oltre a sbrigare
faccende domestiche, sono stati coinvolti in lavori so-
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cialmente utili, prima all’oratorio, grazie all’immediata
accoglienza del don, rinfrescando gli spogliatoi, poi
alla “Casa della gioventù” nei locali tuttora adibiti alla
San Vincenzo parrocchiale: hanno dimostrato un impegno davvero assiduo e costante, con risultati molto
soddisfacenti.
Ciò che a noi, operatori Caritas, colpisce maggiormente è il momento della “spesa”, vissuto letteralmente
come una festa! Anche una semplice torta casalinga è
per loro motivo di vera gioia.
Ciò che a noi risulta essere l’ordinarietà, viene vissuto da loro come evento straordinario, accolto con
semplicità ed entusiasmo.
Non sappiamo di preciso quanto tempo rimarranno tra noi: dipende dalla risposta che avranno in merito alla loro richiesta di asilo; sappiamo però che continueremo a “farci carico” dei loro bisogni, anche solo
passando per un saluto, affinchè possano sempre sentire la nostra vicinanza.
Quando a fine anno si libereranno i due locali in cui,
per convenzione tra Parrocchia e Comune, sono ospitate persone qui residenti e qui accolte in fase di emergenza, sarà facile che la Prefettura ci ‘obblighi’ moralmente ad accogliere altri quattro richiedenti asilo:
questo comporterà un maggiore impegno e qualche
problema in più, ma il gruppo Caritas parrocchiale è
disponibile a fare il possibile: d’altra parte chi ha costruito il Santuario ha pensato bene di aggiungere un
aiuto concreto a persone in difficoltà, e per noi sarà
come realizzare un progetto partito cristianamente da
lontano!
Parrocchia di Pandino - Dicembre 2015
Azione Cattolica Italiana
Programma Annuale 2015/ ‘16
È già iniziato un nuovo anno associativo anche nella
nostra comunità parrocchiale
e, come sempre, i membri
del Consiglio di Azione Cattolica, con il supporto del
parroco don Eugenio e di don
Matteo, hanno avuto modo
di incontrarsi per riflettere
sul tema annuale, confrontarsi ed elaborare le proposte che saranno concretizzate
nel corso dell’anno.
Ad essere precisi alcune iniziative si sono già svolte ed
hanno riscontrato un significativo apprezzamento. In
particolare “Abbiamo riso
per una cosa seria”, dove
l’A.C. ha coinvolto la Caritas parrocchiale per la vendita di riso durante la sagra
dello scorso 18 ottobre 2015:
il ricavato è stato destinato
al nostro carissimo compaesano fra’ Paolo Grandini.
La seconda iniziativa si è
svolta martedì 27 ottobre, in occasione del centenario
della Prima Guerra Mondiale: su nostro invito don
Bruno Bignami, in sala civica, ha presentato il suo libro
“La chiesa in trincea”: accompagnato dalla Corale
S. Cecilia di Nosadello, don Bruno ha coinvolto ed
emozionato il numeroso pubblico presente attraverso
le testimonianze di chi ha vissuto la terribile esperienza
del fronte.
Altre iniziative sono in programma sia a breve che a
lungo termine. Di seguito vengono indicate, ma il programma dettagliato verrà fornito di volta in volta,
anche perché alcune date non sono ancora state stabilite, però l’iniziativa ha già trovato il consenso.
Festa dell’adesione l’8 dicembre prossimo, giorno
importante per tutta l’Azione cattolica italiana: noi ci
auguriamo che le numerose persone che seguono le iniziative, riconoscono la validità delle proposte, colgano
il valore dell’Associazione e possano decidere di sostenerla: una associazione è viva se ci sono le persone che
vi partecipano e vi aderiscono, così è anche per l’AC di
Pandino.
In Avvento don Andrea Foglia, autorevole conoscito-re
ed esperto d’arte della nostra diocesi, terrà due incontri
(24 novembre e 15 dicembre) sul tema “Il mistero dell’annunciazione e del Natale contemplato nell’arte”.
Verrà proposto un percorso di lettura meditata della
Parola, Lectio Divina, proprio con l’obiettivo di avvi-
cinarci sempre più e sempre meglio alla Bibbia, testo fondamentale per la vita
di ogni cristiano, irrinunciabile per uno stile di vita
cristiano da tradurre nella
quotidianità.
In data da destinarsi interverrà don Marco d’Agostino,
che ci presenterà il libro
“Spaccato in due. L’alfabeto di Gianluca” sulla testimonianza di vita cristiana di
un giovane provato dalla
sofferenza per un male incurabile.
All’inizio della Quaresima, il primo venerdì, sarà riproposta la bella iniziativa
della lettura continuata del
Vangelo.
È già partito il percorso
delle famiglie sia per quelle
più giovani, sia per le famiglie un po’ più ‘datate’.
È prevista anche per questo anno, in tarda primavera, la gita-pellegrinaggio, richiesta da molti.
Anche il settore giovani ha in cantiere un ciclo di
incontri sul tema del dialogo interreligioso con
l’obiettivo di capire meglio la diversità per cogliere gli
aspetti di condivisione e di confronto aperto e rispettoso. I nostri giovani seguiranno anche tre incontri del
percorso diocesano.
Da non dimenticare il settore ACR: gli educatori
sono all’opera già da tempo e stanno “viaggiando” seguendo l’itinerario proposto per i bambini e ragazzi.
Hanno vissuto una giornata di formazione e di programmazione guidati da don Maurizio, assistente diocesano, e alcuni hanno partecipato alla due giorni di
formazione a Cremona.
Il 22 Novembre il presidente Parrocchiale con alcuni delegati, ha incontrato il Presidente Nazionale e
l’équipe nazionale con i delegati delle diocesi lombarde. Infine, tra le date da ricordare, il 22 Maggio ’16:
Festa regionale acr, e il 29 Maggio ’16: Festa unitaria a Cremona, in chiusura dell’anno associativo.
Un programma ricco che vuole offrire alla Comunità
occasioni di crescita umana e spirituale secondo lo
stile dell’Azione Cattolica. Come sempre le diverse iniziative sono aperte a tutti.
Roberta Quinteri
e il Consiglio Parrocchiale di A.C.
7
Collegamento
Aderire perché?
Che cosa vuol dire di sé l’azione Cattolica parrocchiale agli uomini e alle donne di Pandino
attraverso questo numero del Collegamento?
Prima dell’elenco delle cose fatte o della presentazione delle iniziative future, vogliamo dirci e dire
che l’A.C. è un’associazione “bella”, ricca di persone appassionate, che si lasciano coinvolgere “dalla
testa ai piedi”.
La scelta di aderire all’Azione Cattolica è cosa del cuore. Ci sta a cuore, ricorda lo slogan per l’adesione 2016: la vita, la famiglia, la Chiesa, il paese, il povero, il creato. Tutto trova spazio nella realtà dell’associazione. Non per parlare di tutto, ma per appassionarsi di tutto. Qualcuno potrebbe essere tentato di
pensare: ‘non fa per me, non ho tempo, l’impegno mi spaventa’.
In realtà in A.C. possiamo sperimentare quella straordinaria normalità di vita fatta di famiglia, di affetti,
di preoccupazioni emotive, di attenzione agli altri, di spiritualità e formazione di cui le nostre esistenze
hanno bisogno, in un tempo in cui sembra invece prevalere la spinta dell’individualismo e all’autosufficienza. Il prossimo 8 dicembre faremo festa! Sceglieremo ancora una volta di aderire all’Azione Cattolica, convinti che è bello desiderare di compiere un tratto di strada insieme, creando quella rete di legami
buoni che danno senso alla nostra vita.
Graziella Somenzi
In viaggio con l’ACR … e che viaggio!
Anche quest’anno la scuola,
gli allenamenti, il catechismo,
impegni vari sono incominciati
e così pure … l’ACR.
Gli educatori già da tempo
si sono messi all’opera: tutto è
iniziato il 26 settembre scorso,
con un momento di formazione tenuto da don Maurizio, responsabile dell’AC di Cremona, presso l’Oratorio di Offanengo. Si è richiamata l’importanza del ruolo di essere educatori di AC, per dare il massimo ai bambini e ragazzi della
nostra comunità. E noi educatori vogliamo credere in questo
compito.
I momenti di riflessione, però, sono solo all’inizio: infatti
il 14 e il 15 novembre si è tenuta, presso la Cascina Moreni
di Cremona, una “due giorni”
di formazione per tutti gli educatori della nostra diocesi di
Cremona. Preziosi sono stati gli interventi dei due relatori chiamati, che hanno fatto riflettere i giovani sul
tema dei limiti che ogni persona è chiamata a superare
e sull’importanza del lavoro di squadra.
L’anno che è appena cominciato si prospetta ricco di
esperienze significative per i piccoli e più grandi della
nostra associazione: i ragazzi sono infatti chiamati a
vivere al meglio la vita della Chiesa locale e diocesana.
“Viaggiando verso… Te!”, questo il titolo dell’anno.
8
Il viaggio in treno rende bene
l’idea del percorso che i ragazzi dell’ACR sono chiamati a
compiere: in movimento, per
raggiungere ogni “stazione”,
fino a “quella centrale” guidati dagli insegnamenti di Gesù.
Ogni sabato gli educatori si
incontrano in oratorio, con i
bambini e i ragazzi: alle ore
15,30 si trovano i bambini
dall’ultimo anno della Scuola
Materna fino alla quinta della
Scuola Primaria. Alle ore 17,00
si incontrano i ragazzi delle
medie e i giovanissimi delle
superiori.
Tutti sono invitati ad aderire: quella dell’ACR è una valida proposta che dovrebbe
essere tenuta in considerazione
dai genitori: i ragazzi hanno bisogno di vivere un’esperienza
di gruppo all’insegna dell’amicizia, della condivisione, dell’allegria, della gioia. Noi educatori saremo ben felici
di accogliere nuovi ragazzi, li aspettiamo con gioia,
consapevoli che il viaggio è più bello se è condiviso
da tanti.
Un grande augurio a tutta l’ACR , agli educatori, ai
ragazzi, alle famiglie, a tutta l’AC: buon viaggio che
sia ricco di esperienze significative.
Chiara Galasi
Parrocchia di Pandino - Dicembre 2015
Perché e per chi suona la campana?
Ogni volta che una campana suona dovremmo chiederci per chi e perché!
Certo suona per richiamare i cristiani ad una preghiera, ad un ricordo della mente, anche se non si trovano in
chiesa materialmente, ma solo con il pensiero.
Come distinguerle e come interpretarle?
ore 6,30:
inizia la giornata. Una campagna suona
l’AveMaria!
ore 19,30: finisce la giornata. Una campana suona
l’Ave Maria!
ore 12:
campana del mezzogiorno (una volta
smettevano il lavoro nei campi per il
pranzo)
ore 12:
se c’è una scampanata è il segno della
festa domenicale.
ore 7,30: suonano cinque campane: è l’Ave Maria
del giorno di festa, la domenica!
ore 8,15: tre campane: è il segno della Messa
feriale, celebrata alle 8,30.
ore 17,15: tre campane annunciano la Messa feriale
del pomeriggio.
ore 8,15 - 9,45 - 11,00 - 17,45: alla domenica. Sono i
segni delle Messe festive!
ore 15 del venerdì: suona una campana: è il ricordo
dell’ora e del giorno in cui è morto il
Signore!
ore __:
qualche rintocco lieve e due campane
che suonano: si annuncia che è morto
qualcuno!
ore __:
due rintocchi distanziati per lungo
tempo: si accompagna in corteo un
defunto in chiesa per il funerale o al
cimitero per la sepoltura.
ore __:
concerto di campane che ogni tanto si
fermano: è il segno del funerale
Catechisti: essere o non essere,
questo è il problema …
Essere catechisti non è un ruolo che ti viene attribuito
o ti attribuisci per distinguerti nella tua realtà di vita.
Essere catechisti non è solo raccontare di Gesù ai bambini delle elementari mentre diventano grandi.
Essere catechisti non è solo raccontare che il deserto non
è un luogo fisico ma spesso è una condizione di vita.
Essere catechisti è anche dire a un padre che ha perso
la propria figlia che il suo dolore è forse lo stesso che
ha provato Maria sotto la Croce.
Essere catechisti è sentire il racconto di una madre abbandonata che non sa come portare avanti la propria
famiglia e che ti chiede aiuto anche solo nello sbrigare
le pratiche burocratiche.
Essere catechisti è incontrare un uomo lasciato dalla
moglie che non capisce che cosa è successo e non sa
più quale è la sua strada nel mondo.
Essere catechisti è aiutare un amico che ha perso la moglie o un figlio a condividere una parte del dolore.
Essere catechisti è ascoltare un imprenditore pieno di
debiti che non sa più come affrontarli, anche per scelte
sbagliate, che la vita vale molto più di qualsiasi debito
contratto.
Essere catechisti è dire al mondo che la vita è spesso
difficile, complicata, veramente dura ma…
• se ti fidi e allarghi le tue braccia finisci dritto nelle
braccia di Cristo sulla Croce e allora il peso di tutto
questo diventa più facile da sopportare,
•
se ti fidi, quando ti senti solo e stringi la tua mano
puoi sentire quella di Cristo….
•
se ti fidi, comprendi che anche se hai sbagliato tanto
a Cristo non importa, a lui importa solo la tua
felicità per la quale si è sacrificato
•
se ti fidi ci sono altri fratelli e sorelle intorno a te
che sapranno accoglierti…
Essere Catechisti
è bello,
perché ti permette
di dire agli altri
la tua amicizia con
Cristo.
Perché non ci pens
i? Abbiamo bisogno
di qualche forz
Molti “NO” sono m a in più…
ot
forma di pudore ch ivati solo da una
e – so
nasconde un po' trop tto sotto –
Pensaci: essere ca po egoismo!
tech
uscire dalle proprie isti significa
sicurezze e,
affidandosi a Dio, si
gnifica testimoniare
quanto egli si fidi di
noi.
9
Parrocchia di Pandino - Dicembre 2015
Amministrazione della Parrocchia
Come sta economicamente la nostra Parrocchia ?
Intanto devo dire che la Parrocchia costituisce un Ente
giuridico, riconosciuto dallo Stato: nel nostro caso con
decreto del Ministro dell’interno n. 274 del 2.10.1986.
In tal modo è soggetta a tutte le leggi che riguardano gli
Enti senza fine di lucro. Dopo le grandi spese affrontate
per la costruzione del Santuario e della Casa dell’accoglienza, la nuova ala dell’Oratorio S. Luigi e l’impianto
di riscaldamento in chiesa, si può dire che questo è un
periodo di sostanziale calma, in attesa di affrontare la sistemazione dell’ala ‘vecchia’ dell’Oratorio.
Da dove provengono le entrate?
Esclusivamente dalle libere offerte dei parrocchiani.
La parrocchia non possiede immobili su cui operare commercialmente. C’è da ringraziare tutte quelle
persone che da tempo si danno da fare per raccolte straordinarie, come le lotterie e i proventi dalla raccolta
della carta.
Sono generosi i pandinesi?
Dalla visione delle offerte, che sono puntualmente registrate su un libro mastro e controllate dagli amministratori parrocchiali e dall’Ufficio amministrativo di
Curia, emerge un buon flusso di offerte ordinarie, che
sono libere, e quindi vengono fatte da chi si sente di
appartenere alla Parrocchia e capisce che bisogna aiutarla nelle sue necessità.
C’è generosità soprattutto nelle offerte per la celebrazione delle Messe, mentre spesso colpisce la poca consistenza dell’offerta in occasione di funerali e matrimoni.
Quali sono le spese più consistenti della Parrocchia?
Dai tabulati che sono presentati ogni anno sul giornaAnche le due grandi
vetrate centrali
della nostra chiesa
parrocchiale sono
state restaurate
e riposizionate.
Le immagini di altri
quattro Santi
(Omobono, Antonio
Maria Zaccaria,
Carlo e Alberto) si
aggiungono agli
altrettanti del
presbiterio: che la
loro vita e il loro
esempio ci ispirino
al bene! I dettagli
del restauro li
troviamo sul sito
della parrocchia,
sezione arte e fede.
lino parrocchiale si vede come sono distribuite le spese:
luce, riscaldamento, oneri retributivi, assicurazioni e
manutenzione ordinaria dei fabbricati. Un capitolo a
parte spetta alla manutenzione straordinaria, che a volte
è imprevedibile.
Ma la parrocchia non aveva dei benefici, dei terreni
di sua proprietà?
C’erano una volta, e servivano per il mantenimento del
Parroco, coinvolgendolo direttamente nelle trattative.
Dal 1986 non è più così, perché tutti i beni parrocchiali
sono stati trasferiti in ogni diocesi ad un unico Ente,
che li gestisce, rende conto e distribuisce il ricavato
equamente a tutti i sacerdoti della Diocesi. Questo
copre circa il 60 per cento del fabbisogno; per il resto
vengono utilizzati i proventi del’8 per mille.
Allora i preti da chi ricevono lo stipendio?
Appunto dall’Istituto sostentamento clero (che gestisce gli ex-benefici parrocchiali) e da una parte dell’otto
per mille, scelto dai contribuenti.
È troppo chiedere a quanto ammonta lo stipendio
di un prete?
Grosso modo arriva a mille euro netti, per dodici mesi
all’anno.
Ma l’otto per mille serve a qualcosa d’altro?
Sì, perché ogni anno ogni Diocesi riceve una quota proporzionata al numero degli abitanti e che varia a seconda della scelta dei contribuenti: il Vescovo destina
questi proventi per sostenere le opere diocesane, dalla
Caritas alle Associazioni: la cosa è pubblica ed è possibile reperire l’elenco dei beneficiari anche sul sito
diocesano internet.
E l’Oratorio? C’è bisogno di interventi?
C’è da dire che la gestione dell’Oratorio è separata da
quella della Parrocchia: ha un suo conto in banca, cui
affluiscono i proventi delle varie iniziative, che, per
fortuna, a Pandino sono tante, ben fatte e partecipate.
È sempre l’Ente Parrocchia responsabile dell’Oratorio,
che ne fa parte integrante. A fine anno viene presentato
il resoconto agli amministratori.
Per finire: la funzione di amministratore di una
Parrocchia è importante?
Oltre ai sacerdoti qui a Pandino siamo in quattro a comporre il consiglio. È obbligatorio per noi firmare il resoconto da presentare in Curia ogni anno e presentare
il verbale di approvazione del consiglio stesso in caso
di manutenzione straordinaria degli immobili. Per il
resto basta la sensibilità alla gestione ordinaria, come
se fosse la nostra famiglia, perché in effetti la Parrocchia è una Famiglia di famiglie!
un amministratore
11
Collegamento
Fra’ Paolo ci scrive …
Dal centro Africa la posta arriva … quasi regolarmente: o attraverso frati che tornano per un riposo
in famiglia, in Italia, o via posta elettronica e fra’
Paolo ne approfitta per mettersi in contatto con noi,
suoi compaesani. Ecco quindi le sue ultime notizie
dal Camerun.
“Cari amici pandinesi, oggi sono felice! Mi hanno
rinnovato il permesso di soggiorno! Il Camerun sta
diventando la mia nuova patria! Quanto ho desiderato
compiere questa mia missione africana! Ora sto lavorando per costruire una nuova scuola e anche i ragazzi
mi danno una mano, anche se quasi tutti hanno una
storia tremenda alle spalle. Sono, in genere, ragazzi
affettuosi, ubbidienti. Molti sono senza famiglia, ex
drogati, o addirittura ex ‘bambini’ soldato.
Il Camerun, già colonia britannica, fu poi aggregato
alla Francia ed ha come lingue ufficiali sia l’inglese
che il francese. Poi ci sono i vari dialetti locali per cui
debbo imparare più di una lingua se voglio comunicare in ogni parte della regione.
La religione più diffusa è quella cattolica: il primo
sacerdote cattolico del Camerun fu ordinato addirittura
nel 1949 e i frati Cappuccini, che mi hanno accolto,
furono chiamati a collaborare nel 1982.
Sono molti ora i sacerdoti “di colore” ed anche il
personale medico e infermieristico dell’ospedale è
quasi tutto del posto. C’è, però, una equipe sanitaria
milanese composta da undici persone, che ogni anno
giunge in Camerun, con specialisti, chirurghi e infermieri per visite mediche, operazioni chirurgiche e consulti e la loro opera è preziosa.
Io, quasi ogni giorno, con ‘sister’ Carol, una suorina che io chiamo la “piccola madre Teresa”, percorro
a piedi le stradine polverose per raggiungere le abitazioni di anziani, di poveri, di ammalati, per portare
amicizia, condivisione, là dove si vive con nulla o quasi
nulla. Cerchiamo di non lasciare alcuno senza visita.
E quando non sono con ‘sister’ Carol, sono con Fra’
Angelo che è per me un grande maestro, e con noi
lavorano15 ragazzi molto vivaci. Facciamo i mattoni
a mano con la terra argillosa che cotti dal sole diventano ottimi per la costruzione. Questo lavoro mi fa conoscere la gente, che è buona e ospitale.
I bambini di solito vanno a scuola col quaderno e
la zappa e poi vengono a lavorare con me, e non si
scherza! Mi aiutano a spostare centinaia di mattoni
pesanti già cotti dal sole, e a scavare la terra durissima
per preparare le fondamenta. Sono veramente fantastici! Sono quelli che amo di più! Quelli che alla prima
occasione saltano le lezioni e in loro mi ci vedo.
Quando vedo i bambini di strada che ancora non
vanno a scuola, quello che mi dicono è sempre: “Padre
Paolo ho fame”.
E andando a trovare le loro famiglie vedo tutta la
loro povertà.
I bambini vanno a lavorare la terra e le bambine
custodiscono i fratellini appena nati: sono così piccole, eppure fanno già le mamme! E le
piccole mani che dovrebbero tenere penne e matite, usano le zappe e portano la
legna per le necessità della casa. Ecco
cari amici, vi ho aperto il cuore! Pensate
anche a me qualche volta e se potete,
aiutateci!
vostro fra’ Paolo
‫ﱛﱚﱗﱚﱛ‬
A proposito di aiuto a fra’ Paolo ricordo che presso i giornalai e il negozio
“Libri e Company” di via Umberto a
Pandino, sono ancora in vendita, fino
all’Epifania, alcune copie del libro intitolato “IL VOCABOLARIO DEL CUORE” di Marmilia Gatti Galasi, che hanno già fruttato, in offerte per il nostro
Fra’ Paolo, una buona cifra. Tutto il ricavato gli verrà consegnato nella visita
che egli farà in paese il 7 gennaio prossimo. Fin d’ora GRAZIE!
Marmilia Gatti Galasi
12
:
O
M
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S
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O
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P
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Cristian
Mattia
Davide
Marta
Francesco
Francesco
Samuel
Anita
Elisa
Sofi
Lucas
Cristian
Sebastiano
Matilde
Beatrice
Irene
Mattia
Emanuele
Edoardo
Leonardo
Riccardo
Stefano
Riccardo
Thomas
Sofia
Gianluca
Francesco
Federico
Angelica
Sofia
Anna
Cristian Locatelli, di Gianluca e Maria Patella
5.04.15
Mattia Stornaiuolo, di Massimo e Daniela Ripali
5.04.15
Davide Italiano, di Francesco e Annalisa Schiattarella 5.04.15
Marta Gandolfi, di Emiliano e Paola Ferla
5.04.15
Francesco Fevola, di Ferdinando e Mariangela Tommasi 5.04.15
Francesco Uggetti, di Carlo e Gabriella Bargigia
5.04.15
Samuel Husanu, di Catalin e Ana Husanu
5.04.15
Anita La Piana, di Giuseppe e Sabrina Dal Pra
5.04.15
Elisa Kacorri, di Andrea e Alma Sheqi
3.05.15
Sofi Kacorri, di Andrea e Alma Sheqi
3.05.15
Lucas Bonaventi, di Carlo e Natalya Macedo
3.05.15
Cristian Cavallaro, di Michele e Annalisa Nisita
17.05.15
Sebastiano Privitera, di Daniele e Laura Di Bella
17.05.15
Matilde Gonella, di Roberto e Silvia Guglietti
17.05.15
Beatrice Emma, di Paolo e Ivonne Balduzzi
14.06.15
Irene Bianchetti, di Angelo e Erika Manzoni
14.06.15
Mattia Lo Grasso, di Filippo e Silvia Spoldi
Emanuele Decè, di Roberto e Ilenia Parati
Edoardo Fumagalli, di Luca e Valentina Zago
Leonardo Paris, di Fulvio e Anna Ruffoni
Riccardo Porchera, di Matteo e Caterina Bellino
Stefano Meschini, di Silvio e Francesca Mangano
Riccardo Ferri, di Mirko e Cisarri Chiara
Thomas Tomba, di Stefano e Rachele Villa
Sofia Airò Farulla, di Rosario e Patrizia Dicuonzo
Gianluca Spina, di Massimo e Stefania Ghigorno
Francesco Tomba, di Davide e Roberta Vitari
Federico Vigani, di Graziano e Simona Cima
Angelica Lombardi, di Daniele e Benedetta Oleari
Sofia Morstabilini, di Emiliano e Stefania Crocifisso
Anna Grandini, di Matia e Antonella Caragnano
19.07.15
13.09.15
13.09.15
13.09.15
13.09.15
18.10.15
18.10.15
18.10.15
18.10.15
18.10.15
15.11.15
15.11.15
15.11.15
15.11.15
15.11.15
Collegamento
Serve un’alleanza educativa!
Tutti ci siamo accorti che quella che stiamo vivendo
non è solo una crisi economica, ma una crisi molto più
complessa che investe sia l’essere dell’uomo, sia i valori fondanti la società. Come ci siamo arrivati ?
Abbiamo lasciato che la videopedagogia lanciasse e
diffondesse i suoi messaggi, di cui non abbiamo sufficientemente valutato la portata e le gravi conseguenze;
ci siamo “distratti “ e abbiamo permesso che si imponessero come dominanti comportamenti quali:
a) è importante solo ciò che appare, ciò che colpisce,
ciò che ci coinvolge emotivamente.
b) ciò che viene prodotto va consumato senza chiedersi il senso, l’opportunità, le conseguenze, senza
porsi cioè in modo critico, operando una vera scelta.
c) tutto va fatto subito, mettendo al bando l’attesa del
momento “giusto”, il tempo della maturazione; si riconosce solo quello che accade “qui e ora”, che dà
soddisfazione immediata, privando di interesse e di
senso ciò che dura. La percezione del tempo viene
così minata alla radice.
Data questa allarmante situazione, che fare ?
Serve urgentemente un’alleanza educativa tra famiglia-scuola-territorio, un’alleanza difficile, ma necessaria, perchè non c’è educazione senza collaborazione.
Come si costruisce questa alleanza?
Anzitutto condividendo il senso dell’azione educativa che non può solo tendere a produrre risultati, ma
che deve generare frutti. Come per generare il corpo si
deve essere in due, così per educare sono necessari collaborazione e fiducia.
Certo la collaborazione non è facile, perchè presuppone
la capacità di aprirsi al punto di vista dell’altro, accogliendo i suoi tempi e i suoi ritmi, , bisogna volerla
per renderla possibile.
Partendo dal presupposto che ormai non c’è più un
patto educativo implicito, cioè valori di riferimento
condivisi, è indispensabile che i soggetti dell’alleanza
non si percepiscano autosufficienti, ma coltivino un riconoscimento reciproco.
Ciò significa chiarire le reciproche competenze, riconoscere i ruoli specifici e saper valutare le criticità dei
tre soggetti dell’alleanza.
Secondo il prof. Pier Paolo Triani, docente di Didattica
generale all’Università Cattolica di Milano, le criticità
più evidenti sono così sintetizzabili:
la famiglia, che pur delega alla scuola compiti che non
le spettano, si fida sempre meno e vive la fatica e l’insuccesso del figlio come una sua ferita (si chiede :
“Dove avrò sbagliato?” )
La scuola vede ampliarsi sempre più le proprie funzioni e insieme vive all’interno una progressivo complicarsi del sistema burocratico.
14
Il territorio offre servizi vincolati da regole specifiche, non sempre flessibili e adattabili ai bisogni
emergenti.
Il sintomo più evidente delle difficoltà a entrare in
sintonia è costituito dal fiume sotterraneo delle lamentele reciproche, che incrinano la fiducia e sfociano in
una generale insoddisfazione
Queste criticità sono superabili solo se veramente si
crede nel valore dell’alleanza e ci si pone tutti l’obbiettivo più importante che è il bene del figlio , dell’alunno
e del futuro cittadino.
In un suo saggio il dott. Osvaldo Poli indica alcune
prassi per costruire concretamente l’alleanza:
1) avere stima reciproca; la stima è possibile quando si
capisce il senso di ciò che l’altro fa e lo si valuta in
modo positivo. Il contrario porta ognuno a lamentarsi e a sentirsi impotente
2) Non fare lo ‘scaricabarile’, gioco in cui si addebitano agli altri tutte le responsabilità di ciò che non va
3) Non trovare ‘alibi’ per esonerarsi dal fare il poco
possibile
4) Evitare l’espressione ‘Sono tutti uguali’, generalizzazione impropria e ingiusta
5) Lamentarsi nei luoghi giusti e con le persone giuste
6) Non voler insegnare ai docenti a fare il loro mestiere,
anzi sforzarsi di capire il loro stile educativo e didattico, magari tramite un’intervista ben preparata
7) Utilizzare il rappresentante di classe come ‘tessitore
di relazione’ e ‘tramite’ per creare sintonia tra le parti.
I ragazzi pagano il conto dei disequilibri dei loro educatori; lo scollamento tra agenzie educative non può
che far crescere il senso di smarrimento dei ragazzi,
danneggiando la loro formazione e il loro futuro.
Per questo il CIF ha accettato di mettersi in gioco insieme alla scuola e ad altri soggetti per incontrare i
rappresentanti di classe; sono figure importanti, che
possono avere un ruolo determinante nel creare l’alleanza educativa Famiglia- Scuola -Territorio.
Li affiancheremo in un percorso che vorrebbe aiutarli a capire il loro ruolo e a svolgerlo in modo costruttivo; vorrebbe stimolarli al confronto sui documenti
necessari per relazionarsi correttamente con i vari soggetti dell’ambito scolastico e, infine, vorrebbe aiutarli a tessere quei fili orizzontali e verticali utili a costruire quell’alleanza educativa, di cui recentemente
anche Papa Francesco ha parlato : “La scuola e la famiglia non vanno mai contrapposti. Sono complementari e, dunque, è importante che collaborino nel rispetto reciproco”.
Per il gruppo CIF: Antonia Menclossi
Parrocchia di Pandino - Dicembre 2015
Sinodo di ottobre sulla Famiglia
Il documento finale, approvato a grande maggioranza dai Vescovi e dagli altri rappresentanti presenti al
Sinodo, sarà la base per gli indirizzi e le decisioni che
il Papa vorrà prendere in merito nei prossimi mesi. Vogliamo segnalare in particolare i criteri che muovono le
future scelte, soprattutto per quanto riguarda le situazioni complesse delle separazioni, dei divorzi e delle
coppie risposate: non per nulla tali indicazioni del Sinodo si trovano nel capitolo intitolato ‘Famiglia e accompagnamento pastorale’. Meritano una lettura attenta.
Discernimento e integrazione
84. I battezzati che sono divorziati e risposati civilmente devono essere più integrati nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni
occasione di scandalo. La logica dell’integrazione è la
chiave del loro accompagnamento pastorale, perché
non soltanto sappiano che appartengono al Corpo di
Cristo che è la Chiesa, ma ne possano avere una gioiosa
e feconda esperienza…
La loro partecipazione può esprimersi in diversi servizi ecclesiali: occorre perciò discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate in
ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale
possano essere superate. Essi non solo non devono sentirsi scomunicati, ma possono vivere e maturare come
membra vive della Chiesa, sentendola come una madre
che li accoglie sempre, si prende cura di loro con affetto e li incoraggia nel cammino della vita e del Vangelo. Quest’integrazione è necessaria pure per la cura
e l’educazione cristiana dei loro figli, che debbono essere considerati i più importanti. Per la comunità cristiana, prendersi cura di queste persone non è un
indebolimento della propria fede e della testimonianza
circa l’indissolubilità matrimoniale: anzi, la Chiesa
esprime proprio in questa cura la sua carità.
85. San Giovanni Paolo II ha offerto un criterio
complessivo, che rimane la base per la valutazione di
queste situazioni: «Sappiano i pastori che, per amore
della verità, sono obbligati a ben discernere le situa-
zioni. C’è infatti differenza tra quanti sinceramente si
sono sforzati di salvare il primo matrimonio e sono
stati abbandonati del tutto ingiustamente, e quanti per
loro grave colpa hanno distrutto un matrimonio canonicamente valido. Ci sono infine coloro che hanno contratto una seconda unione in vista dell’educazione dei
figli, e talvolta sono soggettivamente certi in coscienza
che il precedente matrimonio, irreparabilmente distrutto, non era mai stato valido» (FC, 84). È quindi
compito dei presbiteri accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo. In
questo processo sarà utile fare un esame di coscienza,
tramite momenti di riflessione e di pentimento. I divorziati risposati dovrebbero chiedersi come si sono comportati verso i loro figli quando l’unione coniugale è
entrata in crisi; se ci sono stati tentativi di riconciliazione; come è la situazione del partner abbandonato;
quali conseguenze ha la nuova relazione sul resto della
famiglia e la comunità dei fedeli; quale esempio essa
offre ai giovani che si devono preparare al matrimonio.
Una sincera riflessione può rafforzare la fiducia nella
misericordia di Dio che non viene negata a nessuno.
Inoltre, non si può negare che in alcune circostanze
«l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono
essere sminuite o annullate» (CCC, 1735) a causa di
diversi condizionamenti. Di conseguenza, il giudizio
su una situazione oggettiva non deve portare ad un giudizio sulla «imputabilità soggettiva» (Pontificio Consiglio per i testi legislativi, Dichiarazione del 24 giugno
2000, 2a). In determinate circostanze le persone trovano
grandi difficoltà ad agire in modo diverso. Perciò, pur
sostenendo una norma generale, è necessario riconoscere che la responsabilità rispetto a determinate azioni
o decisioni non è la medesima in tutti i casi. Il discernimento pastorale, pure tenendo conto della coscienza rettamente formata delle persone, deve farsi carico di
queste situazioni. Anche le conseguenze degli atti compiuti non sono necessariamente le stesse in tutti i casi.
(dalla relazione finale del Sinodo)
PER CUSTODIRE LA MEMORIA: UN RICORDO E UNA PREGHIERA
24.03.15
31.03.15
13.04.15
19.04.15
23.04.15
25.04.15
05.05.15
16.05.15
21.05.15
23.05.15
09.06.15
14.06.15
14.06.15
18.06.15
04.07.15
08.07.15
13.07.15
Barrafato Giacomo, 73
Negri Giacomina, 75
Ogliari Lidia, 82
Agosi Romano, 53
Rigolini Silvano, 59
Croci Melchiade, 91
Riccetti Rosetta, 82
Milan Norma, 79
Caporali Edoardo, 68
Vecchio Concetta, 62
Conca Aurelia, 88
Barabino Gustavo, 62
De Ponti Colombo, 83
Cassani Giuseppina, 92
Forbiti Pietro, 76
Zambelli Lucia, 100
Bondioli Santina, 79
26.07.15
03.08.15
04.08.15
08.08.15
11.08.15
14.08.15
17.08.15
18.08.15
22.08.15
26.08.15
27.08.15
05.09.15
09.09.15
15.09.15
18.09.15
20.09.15
20.09.15
Balbini Giusto, 71
Pellegrini Ettorino, 80
Gaffuri Teresa, 91
Cazzamali Paolo, 56
Generani Rita, 53
Ceresa Primo, 92
Righini Luigi, 84
Volpi Francesco, 81
Trezza Angelo, 69
Di Lizia Giovanni, 75
Rugginenti Rodolfo, 81
Foppa Pedretti Lina, 81
Raimondi Enzo, 74
Vignati Wanda, 90
Vitali Giovanni, 65
Tonani Teresina, 76
Agosti Luigi, 74
13.10.15
14.10.15
14.10.15
21.10.15
24.10.15
25.10.15
27.10.15
27 10.15
29.10.15
09.11.15
11.11.15
11.11.15
16.11.15
17.11.15
21.11.15
Maineri Carmen, 89
Guerini Rocco Giuseppina, 88
Carminati Emilia, 75
Carniti Francesco, 83
Grandi Anna Maria, 87
Ghigorno Massimo, 51
Agosti Vittorino, 97
Coppi Fabrizio, 49
Uggè Grancarlo, 63
Bolzoni Giacomo, 93
Gozzi Pierina Maria, 93
Villa Giovanna Maria, 73
Valsecchi Baldassarre, 74
Galvani Dinella, 54
Chioda Giovanni, 82
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Collegamento
Eutanasia della vita religiosa?
Papa Francesco ha proclamato il 2015 "anno della
vita religiosa": una scelta che dovrebbe animare un
anno dedicato alla maggiore consapevolezza del dono
che la vita religiosa rappresenta per la Chiesa, un
tempo di fervente intercessione perché il Signore rinnovi questa forma di vita alla sequela di Gesù. Ma nonostante i messaggi di papa Francesco a quanti vivono
la sequela di Cristo nel celibato e nella vita comune,
nonostante qualche vescovo abbia indetto una giornata
per quel "piccolo resto" presente nella sua Chiesa locale, ormai l’anno volge al termine e pochi paiono essersene accorti, anche tra gli stessi cattolici.
Questo dato suscita in me un’infinita tristezza perché, avendo scelto in gioventù questa vita e avendo vissuto Messa per cinquant’anni, devo ora costatarne la
profonda crisi. Una crisi che io stesso, cercando di leggerla con speranza, ho definito crisi pasquale, ma nella
quale oggi vedo con difficoltà un orizzonte di rinascita.
E ciò che più mi angustia è l’indifferenza con cui si
assiste a questa ‘diminutio’, se non dissolvenza. È significativo che nemmeno il Sinodo di ottobre abbia
pensato di fare un cenno nell’Instrumentum laboris al
celibato per il regno di Dio e alla forma vita che ha
generato nella Chiesa: com’è possibile parlare del
matrimonio cristiano e della famiglia senza una riflessione sull’annuncio che Gesù ha fatto del celibato in vista del regno?
I padri della Chiesa non hanno mai isolato il matrimonio dal celibato, perché i due si illuminano a vicenda, come testimoniano le parole di Gesù nei vangeli
e la predicazione di san Paolo.
Ma cosa sta succedendo nella vita religiosa, visto che
nemmeno essa vive in modo convinto quest’anno che
la riguarda? Perché siamo passati dall’abbondanza di
vocazioni e iniziative di quarant’anni fa all’attuale ‘miseria’? Più volte ho ripetuto che la crisi attuale non é
di ordine morale — forse mai come oggi la stragrande maggioranza dei religiosi sono fedeli ai voti pro-
fessati — bensì di ordine umano. Poi, paradossalmente,
in questa situazione dì povertà assistiamo al sorgere un
po’ ovunque di iniziative di vita religiosa, dove uomini
e donne usciti dalle comunità in cui avevano emesso i
voti intraprendono cammini particolari a due o a tre, in
una fusionalità e con legami malsani così ben stigmatizzati già da san Benedetto nel primo capitolo della
sua regola. Una vita consacrata "fai da te", chiusa ‘nei
propri ovili e non in quelli del Signore’ (RB 1,8), sottratta a ogni vigilanza esterna autorevole; energie sperperate e vite attraversate da sofferenze, verso le quali
sovente manca attenzione e prudenza da parte di vescovi che, nell’accogliere queste "avventure", paiono
preoccupati solo di riempire case e chiese abbandonate.
Del resto problemi vitali apparentemente opposti
accomunano le comunità tradizionali alle nuove: le
prime diminuiscono per età e mancanza di vocazioni,
e i loro membri da decenni si accontentano di ripetere
formule di rinnovamento la cui attuazione si fonda sull’illusione e non sulla fede. D’altro canto la repentina
vitalità di molte nuove forme è sovente contraddetta da
scandali devastanti sul piano umano e religioso.
Così la vita religiosa muore e la si aiuta a morire.
Ognuno però si assuma le proprie responsabilità, perché in un’epoca in cui le persone sono fragili e le sequele contraddette, occorrerebbe un richiamo alla "fortezza", alla coerenza, alla perseveranza ai voti, all’oggettività di una vita comune non soggetta a personalismi. Una vita religiosa radicata nella Chiesa locale, trasparente, che sia presente nel tessuto ecclesiale
e sociale.
Crisi pasquale, quindi, o scomparsa, dolce morte nel
silenzio generale? Eppure un resto rimarrà: se anche la
vita religiosa fosse ridotta a un ceppo, ma quel ceppo
sarà santo, allora sarà capace di offrire ancora qualche
nuovo virgulto.
di Enzo Bianchi – JESUS, 8-2015
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