Il Ginnasta n. 4/2009 - Federazione Ginnastica d`Italia

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Il Ginnasta n. 4/2009 - Federazione Ginnastica d`Italia
federazione
ginnastica
d’Italia
il innasta
Bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. DL. 353/03 (conv. L. 46/04) Art. 1 comma 1 DCB Roma
Luglio /Agosto
N°4/2009
FORZA ANDREA!
La Ginnastica ti aspetta
Un mare, un sogno
3
in questo numero
Sommario
4 Editoriale
di Riccardo Agabio
5
11
5 Giochi del Mediterraneo
a cura di David Ciaralli
• Pescara’09, One Sea One Dream
• E il naufragar m’è dolce in questo mar…
di medaglie!
• Risultati
• E venne il giorno
di Marianna Di Rienzo
22 Attività Internazionale
RITMICA
• 2° Trofeo Città di Chieti
di Marianna Di Rienzo
• XXVI Trofeo Cariprato
18
24
26
24 Attività Internazionale
ARTISTICA
• Tampere – 10° Festival
Olimpico della Gioventù Europea
di David Ciaralli
26 Primo Piano
ARTISTICA
L’isola che non c’è…più
di Evgeny Shenderey
28 FGI NEWS
29
40
Direttore Responsabile
Riccardo Agabio
Federazione Ginnastica d’Italia
Viale Tiziano, 70
00196 Roma
Tel 06/36858169
Fax: 06/36858542
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in copertina:
Andrea La Spada al volteggio del PalaUniverso,
prima dell'infortunio (Foto E. Della Valle)
Finito di stampare: SETTEMBRE 2009
Comitato di Redazione
Giuseppe Artiaco
Vittorio Baldini
Cristina Casentini
David Ciaralli
Bruno Grandi
Michele Maffei
Elisabetta Mastrostefano
Matildio Paccotti
Marina Piazza
Fulvio Vailati
29 Primo Piano
RITMICA
• Alla scoperta della Coreografia
• Dal palco alla pedana. Il tocco di Nath
di Ilaria Leccardi
• Klarita e il teatro della Ginnastica
di David Ciaralli
• La coreografia individuale con
Francesca e Milena
di Ilaria Leccardi
36 Primo Piano
GINNASTICA PER TUTTI
Una nuova figura di Coreografo
di Elisabetta Mastrostefano
38 L’angolo del Fitness
a cura di Vittorio Baldini
Allenamento dei muscoli addominali
con il “metodo Salvioli”
di Mario Salvioli
40 Speciale Fiuggi’09
GINNASTICA PER TUTTI
• Benvenuti alla Ginnastica in Festa
di Elisabetta Mastrostefano
• “La festa più bella
da quando vengo a Fiuggi”
di Aurelio Bonfiglio
• Perché Fiuggi è Fiuggi!
di Claudio Frascarelli
• Il DNA della Ginnastica
• Polvere di emozioni
di Ilaria Leccardi
Video Impaginazione
Digitalia Lab - Roma
Via Giacomo Peroni, 130
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4
di Riccardo Agabio
L’Editoriale
UNO SPORT DIFFICILE
Andrea La Spada
(foto Della Valle)
T
utti gli sport, nell’ambito delle
competizioni di alto o altissimo
livello, presentano gradi elevati di difficoltà. Vincere, primeggiare o
anche solo partecipare dignitosamente non è più facile nel tiro con l’arco che
nel ciclismo o nell’equitazione piuttosto che nell’atletica. Ciò che cambia da
sport a sport non è il grado di difficoltà, ma il tipo, la natura della difficoltà
o delle difficoltà che gli atleti devono affrontare. Anche restringendo drasticamente il perimetro delle nostre considerazioni, e limitandoci quindi solo alle diverse discipline della Ginnastica,
emergono immediatamente sostanziali differenze. Differenze che si sono
purtroppo evidenziate e confermate
anche nei recenti Giochi del Mediterraneo. E che possono essere sintetizzate in un semplice assunto: la Ginnastica Artistica è uno Sport in cui un errore può essere pagato non solo in termini di classifica ma, talvolta o spesso, anche in termini di incolumità. Sono pochi gli sport dove vige questa legge severa e la Ginnastica Artistica, soprattutto quella femminile, ha l’ulteriore aggravante della giovane o giovanissima età dei protagonisti. Dissimulare,
minimizzare o non considerare questa
evidenza è sciocco e controproducente; come sciocco e controproducente
è imputare - come i soliti anonimi hanno ritenuto di fare dopo i Giochi del
Mediterraneo - la pericolosità a determinate scelte tecniche. I fatti dimostrano che è difficilissimo che una ginnasta di alto livello esca indenne dall’attività agonistica. O infortuni sui campi
di allenamento e gara (infortuni seri o
drammatici) o danni e lesioni dovuti ad
usura, dovuti al sommarsi nel tempo di
traumi più o meno manifesti. È forse
una caratteristica negativa della nostra scuola? Dei nostri allenatori? Non
credo proprio. Le migliori scuole del
mondo hanno gli stessi identici problemi. E infatti: ad alto livello gli infortuni
non sono associati ad un allenatore
piuttosto che ad un altro, come pretestuosamente alcuni suggeriscono nelle ricorrenti occasioni di infortuni sui
campi di gara. Tutti i nostri migliori
allenatori, come tutti i migliori allenatori del mondo, hanno avuto le stesse
dolorose esperienze. Tutti, nessuno
escluso. Certo: è possibile allenare meglio o peggio, usare una tecnica più sicura o meno sicura ma sempre, poi, si
arriva ad un punto in cui tutto ciò ha
solo il significato di spostare un po’
più indietro o un po’ più avanti un
confine. Un confine che troppo spesso,
evidentemente, viene comunque oltrepassato. Le ragioni biomeccaniche e fisiologiche di una tale realtà sono importanti da considerare in dettaglio. Soprattutto nel tentativo di individuare i
necessari correttivi. Tali ragioni possono essere espresse con una sola parola: acrobatica. È indubbiamente lo sviluppo esasperato di questa componente della Ginnastica Artistica la causa principale di una pericolosità che si
appresta a diventare intollerabile. Ma
perché l’acrobatica è intrinsecamente
così pericolosa? Per diverse ragioni
concomitanti. La prima: l’acrobatica
richiede repentine ed ingenti accelerazioni, che si ripercuotono inevitabilmente sulle strutture osteo articolari. La
seconda: l’acrobatica si sviluppa in fase di volo e qualsiasi errore compromette un atterraggio appropriato. La terza:
l’acrobatica richiede ingenti sforzi anaerobici e, per esempio, l’aumento numerico delle diagonali al corpo libero non
fa che peggiorare una condizione di affaticamento ineludibile, che mal si concilia con l’estrema precisione dei movimenti richiesti. La quarta: l’estrema
complessità dell’apprendimento degli
elementi acrobatici richiede allenamenti di grande intensità e durata, di
per sé pregiudizievoli in termini di incolumità e tutela della salute. La quinta: la componente acrobatica sottende,
molto più di qualunque altra componente, un delicatissimo equilibrio fra
peso e potenza. Un equilibrio difficilissimo da mantenere proprio nel periodo
della crescita e dello sviluppo. Infine –
e forse questo è un pericolo non ancora sufficientemente analizzato – le accelerazioni a cui accennavamo pocanzi
possono produrre una compressione
dell’encefalo contro le pareti craniche,
con conseguente momentanea perdita – in determinati soggetti ed in determinate situazioni- del controllo dei movimenti. È su questi problemi che tecnici e dirigenti dovrebbero riflettere;
non divisi da inconsistenti recriminazioni ma uniti nel tentativo di dare un futuro migliore alla nostra amata attività.
5
(Foto GMT – Ferdinando Mezzelani)
PESCARA’09, ONE SEA ONE DREAM
Di David Ciaralli
I
XVI Giochi del Mediterraneo si sono
conclusi con un bottino più che
soddisfacente, come dimostra il medagliere (tabella 1), che ci vede, appunto, al secondo posto, con 5 ori, 5 argenti e 3 bronzi. 13 medaglie complessive,
come ad Almeria, quattro anni fa, a
Tunisi, nel 2001 e nel 1967, e a Bari ’97;
meglio della terza rassegna italiana,
quella del ’63 a Napoli. Un numero
fortunato insomma, il 13, che centriamo da quattro edizioni consecutive,
niente male! La conferma del secondo
posto nel bacino interregionale del
“Mare Nostrum”, alle spalle dei Francesi (e non della Spagna come nel 2005)
arriva nonostante il forfait della Ferrari,
operatasi al tendine pochi giorni prima.
Non dimentichiamo, infatti, che 5 dei
6 successi nella cittadina dell’Andalusia
furono merito di super Vany, la cui as-
senza, a Silvi Marina, ha permesso a mademoiselle Youna Dufournet, appena
19esima agli Europei di Milano, ben
due punti dietro alla campionessa azzurra, di fare il buono e il cattivo tempo. E
parlando di valori assoluti questo non è
l’unico dato da tener presente. Nel
Concorso Generale il duello, equilibra-
MEDAGLIERE GINNASTICA
Tab. 1
ORO ARGENTO BRONZO
TOT.
FRANCIA
7
7
4
18
ITALIA
5
5
3
13
GRECIA
2
2
4
SPAGNA
1
5
6
tissimo, tra Italia e Francia ha visto pendere l’ago della bilancia al di là delle Alpi per una manciata di decimi. Nella sfida per il titolo mezzo punto, addirittura meno tra i maschi, ha impedito alle
due medaglie d’argento italiche, Elisabetta Preziosa ed Enrico Pozzo, di mettere in fila i rispettivi rivali, la Dufournet
e Caranobe. E ancora: se durante le
premiazioni dell’All-around, al tempo
della Marsigliese sono salite sul pennone del PalaUniverso non una ma due
bandiere francesi la colpa è di un misero decimo e ½ , nel caso di Andrea La
Spada, e di altri 4, su 6 attrezzi però, per
Matteo Morandi. Un piccolo ritardo
che ha premiato al fotofinish, rispettivamente, la Morel e Sabot. Così le doppiette sul podio sono state le loro, ma
non certo per demerito nostro. Con
un po’ più di fortuna i 18 piazzamenti
6
Giochi del Mediterraneo
bero con il primo punteggio (anche
se poi, in questo apparato verrà degnamente rimpiazzata da Emily Armi)
e alle parallele con il quarto. Due finali
in meno, che, chissà, avrebbero potuto cambiare la storia. Se poi, da un lato, la concorrenza femminile si limitava
davvero alle sole atlete d’Oltralpe, tra gli
uomini la lotta era molto più incerta e
serrata, con gli agguerriti iberici pronti ad inserirsi. Mentre Pozzo, infatti, faceva sudare il bronzo di Pechino, Benoit
Caranobe, Morandi, nel frattempo rifilava quasi 4 punti a Rafa Martinez,
campione continentale a Debrecen
2005 e miglior corpo libero d’Europa ad
Amsterdam, due anni or sono. Con il
contributo dei due avieri la squadra
maschile, per 4/5 in forza all’Aeronautica Militare e rinvigorita dall’innesto di
transalpini potevano essere 16 e i nostri
15, anziché 13, con 7 ori contro i 5 attuali. A proposito di iella, vogliamo parlare degli infortuni in corsa? Il giorno dopo la prova podio Serena Licchetta si
procura una piccola lesione del 2, 3 e 4
metatarso del piede destro, proprio all’arrivo dell’ultimo salto al volteggio. Un
incidente che ha costretto i tecnici della squadra ad impiegare le rimanenti 4
ginnaste in tutti gli attrezzi, rivedendo,
all’ultimo istante, le strategie di gara, visto che Paola Galante, non al meglio,
anche lei, della condizione, aveva pronte soltanto due specialità. Malgrado
ciò, al termine di una gara entusiasmante, un’Italdonne anagraficamente
più piccola rispetto alle avversarie è riuscita a tenere botta, “rischiando” seriamente di difendere il titolo conquistato dalle più celebri compagne, lo scorso quadriennio. E poi, ben più grave, ecco il guaio di Andrea La Spada, che finisce all’ospedale dopo una tremenda
caduta, sempre in fondo ai 25 metri, nel
warm up delle finali di Specialità. Il talento della Pavese si era qualificata al volteggio in seconda posizione, al corpo li-
In alto la Ferrari con la squadra femminile. Vanessa e Serena Licchetta mostrano i rispettivi infortuni, contornate dall’affetto delle compagne: da sinistra A. La Spada, E. Armi, E. Preziosa e P. Galante
(foto D. Ciaralli). Sopra La Spada festeggiata dai
tecnici azzurri C. Ferrè e L. Piliego, nonché da Elisabetta Preziosa al termine del Concorso Generale
(foto E. Della Valle).
Cingolani ed Ottavi, compie l’impresa
vincendo il Concorso per Nazioni. La
Spagna, che ci superò in casa propria di
oltre 5 punti, è annientata al terzo posto, e i “Galletti” finiscono secondi, a
sorpresa, un paio di decimi sotto. Una
supremazia azzurra ratificata negli scontri diretti sui singoli attrezzi. Qui l’Italia
7
Sopra l’abbraccio tra Enrico Pozzo e il suo allenatore, Andrea Sacchi (foto E. Della Valle). Sotto il brindisi d’oro della Maschile a Casa Italia con, da sinistra, A. Busnari, A. Cingolani, P. Ottavi, M. Morandi
e E. Pozzo (foto D. Ciaralli).
sale per due volte sul gradino più alto
con Busnari al cavallo con maniglie e
Pozzo alla sbarra. Di Alberto si sapeva,
considerata l’ottima performance del
melzese al PalaMediolanum di Assago,
lo scorso aprile, ma l’oro di Enrico assume un sapore particolare, vista la decisione del DTN Fulvio Vailati di lasciare
in panchina un pezzo da novanta come
Igor Cassina. Tra le ragazze, alla luce delle notizie che arrivavano dall’infermeria,
l’exploit di Elisabetta Preziosa al corpo
libero è apparsa come una parziale ricompensa del destino, più del bronzo
della Armi, che per 50 millesimi non è
riuscita a festeggiare il compleanno sulla piazza d’onore. L’argento di Morandi agli anelli e di Cingolani al volteggio,
i terzi posti di Elisabetta alla “sua” tra-
ve e della Galante alle “sue” parallele
non lasciano tanti rammarichi per ciò
che è stato e che poteva essere quanto
le solite e antipatiche medaglie di legno,
conquistate qua e là dai nostri alfieri. A
parità di bronzi, rispetto ad Almeria, abbiamo ottenuto, infatti, ben 5 quarti posti nelle finali di specialità, contro i due
del 2005. Significa, a vedere il bicchiere mezzo pieno, che oltre ad avere avuto un maggior numero di bocche di
fuoco, ci siamo andati anche più vicini.
Pozzo al corpo libero, un ottimo Ottavi alla sbarra e agli anelli, Morandi alle
parallele, per non parlare della Galante
alla trave, hanno rivissuto la brutta
esperienza spagnola della Macrì e della Bergamelli. Esperienza dalla quale si
è riscattata alla grande Julieta Cantaluppi, capace, nei primi giorni, di aprire le
danze come meglio non si poteva, conquistando l’unica medaglia della ritmica italiana, per giunta la più pregiata,
nell’albo d’oro della manifestazione.
Peccato, che al suo vecchio posto, ai
piedi del podio, si sia ritrovata, ingiustamente, proprio Chiara Ianni, l’idolo
delle folle abruzzesi e del PalaTricalle di
Chieti. “Nell’unirmi alle congratulazioni
formulate dal Direttore dell’Area Sport
di Pescara 2009, il dr. Gianni Storti – ha
scritto il prof. Agabio in una lettera indirizzata a tutti i convocati e allo staff
della delegazione federale - desidero
esprimervi i più sinceri ringraziamenti, a
nome personale e di tutta la Famiglia
Ginnastica, per l’ottimo lavoro profuso in
occasione di questo importante appuntamento sportivo. La professionalità, la
consolidata esperienza e la piena disponibilità di ognuno di voi si sono rivelati fattori vincenti nel raggiungimento di traguardi importanti, che hanno regalato intense emozioni e grandi soddisfazioni a
MEDAGLIERE STORICO
DELLA GINNASTICA AZZURRA
ORO ARGENTO BRONZO
1951 Alessandria
3
1955 Barcellona
2
1959 Beirut
TOT.
5
6
14
4
3
9
Assente
1963 Napoli
5
4
6
15
1967 Tunisi
5
4
4
13
1971 Izmir
6
4
6
16
1975 Algeri
5
6
5
16
1979 Spalato
4
4
2
10
1983 Casablanca
3
6
5
14
1987 Latakia
7
6
3
16
1991 Atene
6
4
3
12
1993 Languedoc Roussillon
5
5
5
15
1997 Bari
2
4
7
13
2001 Tunisi
1
9
3
13
2005 Almeria
6
4
3
13
2009 Pescara
5
5
3
13
TOTALE
65
74
67
206
8
Giochi del Mediterraneo
tutti coloro che seguono con passione
questo nostro straordinario sport”. Le
parole del Presidente della Federazione
aprono l’ultimo capitolo della nostra
analisi. Considerate le premesse della vigilia, i problemi che avevano portato,
addirittura, al Commissariamento del
COL da parte del Governo con l’On.
Mario Pescante, i Giochi del Mediterraneo, tutto sommato, hanno superato
l’esame, mascherando le falle con la
solita nostra arte dell’arrangiarci. A detta di tutti, dal presidente del CIJM Amar
Addadi fino a Jacques Rogge, i Giochi di
Pescara - grazie all’entusiasmo dei volontari, all’orso marsicano “A uà” (che
significa “guarda” nel dialetto abruzzese e che, già simbolo della regione, è
MEDAGLIERE GENERALE
Tab. 2
ORO ARGENTO BRONZO
TOT.
ITALIA
64
49
63
176
FRANCIA
48
53
39
140
SPAGNA
28
21
34
83
In alto il Presidente Federale Riccardo Agabio e il Segretario Generale FGI Michele Maffei con una parte della Delegazione azzurra al termine della seconda giornata delle finali di Specialità (foto D. Ciaralli). Di fianco
Donatella Sacchi, membro del C.T. FIG, con la maglietta
gialla di Pescara 2009, e un gruppo di giudici.
stato, in versione balneare, la simpatica mascotte dell’evento), al motto “un
sogno, un mare” di olimpica memoria,
al “guerriero di Capestrano“ raffigurato
sulle medaglie, alle splendide cerimonie
nello Stadio Adriatico e a Casa Italia hanno vinto la loro sfida contro tutto e
tutti, comprese le calamità naturali. In
questa oliata macchina organizzativa,
che dal punto di vista tecnico è stata ricompensata con il successo del CONI
nel medagliere generale (tabella 2) la sua
parte l’ha fatta anche la FGI. Con il co-
ordinamento di Gianfranco Marzolla,
Giuseppe Caronni e Gianni Macchi per
la Segreteria, Paolo Pedrotti per la Direzione campo gara, Cristina Casentini al
Protocollo e ai Rapporti internazionali,
Fulvio Traverso e Donatella Sacchi per le
Giurie: lo staff italiano è riuscito a mettere in piedi, in poco tempo e scarse risorse, una competizione di tutto rispetto.
Così come, sul fronte della Ritmica, nell’impianto teatino, l’Armonia d’Abruzzo
ha fatto le cose davvero in grande, supportato da un team di professionisti, co-
ordinato da Valerio Di Battista, il papà di
Chiara, nazionale juniores, ed Anna Mazziotti nonché, per quanto riguarda gli
aspetti tecnici e di giuria, dalle professoresse Marina Piazza e Daniela Delle
Chiaie. In tribuna autorità, il Presidente
mondiale Bruno Grandi, il Segretario
Generale della FIG André Geissbühler e
l’egiziano Abou Shabana Noa, membro della Commissione Tecnica Internazionale, non hanno potuto far altro
che constatare il livello altissimo della due
9
Il podio di gara di Silvi Marina (foto D. Ciaralli)
LA DELEGAZIONE ITALIANA
ARTISTICA MASCHILE
ARTISTICA FEMMINILE
RITMICA
Ginnasti
Alberto Busnari
(Aeronautica Militare)
Matteo Morandi
(Aeronautica Militare)
Enrico Pozzo
(Aeronautica Militare)
Paolo Ottavi
(Aeronautica Militare)
Andrea Cingolani
(Virtus Pasqualetti Macerata)
Ginnasti
Emily Armi
(GAL Lissone)
Elisabetta Preziosa
(GAL Lissone)
Paola Galante
(Brixia Brescia)
Andrea La Spada
(Ginnastica Pavese)
Serena Licchetta
(Ginnastica La Rosa)
Ginnasti
Julieta Cantaluppi
(S.G. Fabriano)
Martina Alicata Terranova
(Aurora Fano)
Federica Febbo
(Armonia d’Abruzzo)
Chiara Ianni
(Armonia d’Abruzzo)
Tecnici
Maurizio Allievi
Andrea Sacchi
Tecnici
Claudia Ferré
Luigi Piliego
Giudici
Giovanni Innocenti
Massimiliano Villapiano
Antonio Zurlini
Giudici
Anna Claudia Cartoni
Dora Cortigiani
Gioconda Raguso
Tecnici
Germana Germani
Kristina Ghiurova
Nani Londaridze
Giudici
Lorella Saccuman
Elena Aliprandi
Officials
Roberto Pentrella (Capogruppo), Fulvio Vailati (DTN M/F), Marina Piazza (DTN R)
e Salvatore Scintu (Fisioterapista)
giorni di Chieti, la cui finale è stata trasmessa in diretta su Rai Sport Più. Una copertura televisiva che, per motivi di palinsesto, è stata pressoché inesistente
nella settimana dedicata all’Artistica, sollevando non poche polemiche tra i nostri appassionati. Tornando ai gruppi di
lavoro, sia nell’Artistica sia nella Ritmica,
non va dimenticato l’apporto del Comitato Regionale e in particolare del Presidente Mario Centi Pizzutilli, a neanche
due mesi dal terribile sisma de L’Aquila.
L’ultima parola spetta prof. Roberto Pentrella, che ha guidato la Delegazione
della Ginnastica con grande esperienza,
coordinando i rapporti tra i nostri ragazzi e il capo dell’intera missione azzurra,
la dott.sa Rossana Ciuffetti: “Siamo arrivati al villaggio mediterraneo un po’ preoccupati per quello che avremmo trovato. Se
n’erano dette e lette di tutti i colori, invece, la struttura si e rivelata all’altezza delle necessità. Certo, si vedeva che gli edifici erano stati completati sul filo di lana e
poi i migliori, quelli più rifiniti, giustamente, sono andati agli stranieri, per dovere di
ospitalità. L’Italia era tutta alloggiata nella palazzina Tintoretto, in un’ala riservata, e noi della Ginnastica eravamo al pri-
10
Giochi del Mediterraneo
mo piano. I disagi maggiori li abbiamo
avuti negli spostamenti, dal momento
che la sede di gara dell’Artistica, a Silvi
Marina, era molto decentrata rispetto a
Chieti Scalo. Quello dei trasporti, d’altra
parte, è il nodo più intricato di qualsiasi organizzazione sportiva, e non solo. La
mensa, gestita dalla società Autogrill, ha
registrato qualche fila di troppo soltanto
nel momento di maggiore concentrazione di atleti e la qualità dei pasti è stata
complessivamente buona. Più che la visita del Principe Alberto di Monaco o l’alzabandiera, che, tra l’altro abbiamo saltato, mi ha fatto piacere vedere Ciprioti e Turchi occupare pacificamente due edifici
contigui, con le rispettive bandiere alle finestre, come si è soliti fare. Mi ricordo le
tensioni tra questi due popoli alle Gymnasiadi del 1994. Eravamo a Nicosia e la
Sopra, agli anelli il ginnasta dell’Aeronautica Militare
Paolo Ottavi (foto E. Della Valle). Sotto la farfalla d’argento di Atene 2004, Fabrizia D’Ottavio, Sindaco del
Villaggio Mediterraneo e testimonial della Freddy (Foto GMT – Ferdinando Mezzelani)
gente del posto aveva una
grande acredine
nei confronti della
Turchia per l’invasione della zona nord
dell’isola. L’emozione
più grande, però, la si
prova sempre durante la
Cerimonia d’Apertura. Sfilare
nel proprio Paese poi non ha eguali e ti ricompensa del fatto che, nell’attesa di entrare, ti perdi praticamente tutto lo spettacolo”. Forse non è servito a risolvere altre tensioni diplomatiche ma l’idea del
COL di assegnare alla nostra Fabrizia
D’Ottavio la fascia di Sindaco del Villaggio è servita senz’altro a rendere molto
più dolce l’accoglienza dei
suoi 3.400 inquilini. Mentre
l’ex farfalla d’argento di Atene
2004, indirettamente, dava ulteriore
risalto alla nostra amata Ginnastica nei
salotti buoni dell’informazione sportiva,
la Federazione, sul campo, sfondava il
tetto delle 200 medaglie, arrivando a
quota 206 (65 ori - 74 argenti - 67
bronzi). L’avventura, iniziata nel 1951 ad
Alessandria d’Egitto, continua a vederci protagonisti, senza mai cali evidenti,
anno dopo anno, con una continuità ed
una capacità di ricambio inconsuete
per uno sport come il nostro. Rivali diretti come la Spagna e la Francia si
scambiano la pettorina del challenger ufficiale, accusando pause fisiologiche,
più o meno prolungate. Noi no! Su 26
medaglie potenziali (2 di squadra, 4
nel generale e 20 nei singoli attrezzi) ne
portiamo a casa la metà e, a parte la Ianni e l’Alicata – che però non avevano la
chance della gara a squadre – tutti gli altri convocati sono saliti sul podio, almeno una volta. La vera regina, però, di
questa bella avventura, bisogna dirlo, è
stata… l’acqua, fonte di vita e di rinascita. Il suo viaggio dalla Fontana delle 99
Cannelle, il simbolo del Capoluogo
aquilano, ne ha fatto ciò che il fuoco è
da sempre per le Olimpiadi. Gli idrofori hanno portato speranza nelle tendopoli e tra le macerie. Gli sportivi i brividi in pista, in pedana, in corsia, sempre
e comunque sugli spalti.
11
E IL NAUFRAGAR M’È DOLCE IN QUESTO
MARE… DI MEDAGLIE
Di David Ciaralli
D
a dove cominciamo? Con tutte
queste medaglie c’è l’imbarazzo della scelta. Ma, come si dice, “melius abundare quam deficere”.
La Nazionale italiana di Ginnastica Artistica Femminile, medaglia d’argento a squadre: da sinistra, Emily
Armi, Andrea La Spada, Elisabetta Preziosa, Serena
Licchetta e Paola Galante (Foto GMT – Ferdinando
Mezzelani)
CONCORSO IV
Per non far torto a nessuno e per una
scelta meramente cronologica inizierei
dal Concorso a squadre e dall’argento
dell’Italdonne, composta da Paola Galante, Serena Licchetta, Andrea La Spada, Emily Armi ed Elisabetta Preziosa,
vicecampione dei Giochi per un misero decimo di punto. “Le ragazze sono
state bravissime - hanno commentato
con un velo di delusione i tecnici Claudia Ferrè e Luigi Piliego - Sono riuscite
a risollevarsi psicologicamente dopo lo
spavento per l’incidente di Serena nella
seduta di allenamento ed hanno dato filo da torcere ad un gruppo, le avversarie
d’Oltralpe, più esperto del nostro”. Tra
sorpassi e controsorpassi, sotto lo
sguardo di Vanessa Ferrari, giunta a
Silvi Marina, malgrado il gesso, per
sostenere da vicino le proprie compagne, la gara è stata decisa soltanto al
fotofinish, all’ultima parallela, quella
da 14.90 della Dufournet. Un’avversaria di tutto rispetto, Youma, affiancata
2 ITALY
PREZIOSA Elisabetta
LA SPADA Andrea
GALANTE Paola
ARMI Emily
Totale
13.900
13.700
13.550
13.700
41.300 (2)
12.500
13.650
13.600
13.300
40.550 (2)
14.800
13.550
14.250
14.150
43.200 (1)
13.850
14.250
13.450
13.650
41.750 (1)
TOT.
55.050 (4)
55.150 (3)
54.850 (5)
54.800 (6)
166.800
42.750 (1)
40.550 (2)
38.700 (3)
36.400 (4)
41.000 (3)
43.200 (1)
41.350 (2)
38.850 (4)
41.650 (2)
41.750 (1)
38.800 (4)
39.050 (3)
TOT.
166.900
166.800
159.600
153.400
CLASSIFICA PER NAZIONI FEMMINILE
1 FRANCIA
2 ITALIA
3 GRECIA
4 SLOVENIA
41.500 (1)
41.300 (2)
40.750 (3)
39.100 (4)
12
Giochi del Mediterraneo
dall’esperienza di Rose Eliandre Bellemare, classe 1989, e dalla premiata
ditta Morel-Petit, che contribuì a portare la Francia ai Giochi di Pechino,
con il 6° posto ai Mondiali di Stoccarda 2007, meno di due punti dietro la
«grande Italia» di Vanessa & Company.
Con 4 atlete contate, una Nazionale più
piccola, ma soltanto anagraficamente,
è riuscita a tenere botta, rischiando
seriamente di difendere il titolo conquistato quattro anni fa ad Almeria.
“Abbiamo ginnaste molto competitive
– analizza il DTN Fulvio Vailati - giovani, inesperte, eppure non hanno buttato
via niente. Nonostante la sfortuna! Inutile citare i casi della Licchetta e di Andrea
La Spada, con loro chissà, forse avremmo fatto anche meglio. Con la Ferrari out
dall’inizio siamo riusciti a sperimentare
senza sfigurare, tutt’altro. Abbiamo investito sul futuro e stiamo raccogliendo
già i frutti”.
Il dì seguente tocca alla Maschile. Ebbene Enrico Pozzo e Matteo Morandi,
insieme a Paolo Ottavi ed Alberto Busnari, i quattro cavalieri dell’Aeronau-
La Nazionale italiana di Ginnastica Artistica Maschile,
campione dei Giochi del Mediterraneo: da sinistra, Matteo Morandi, Andrea Cingolani, Enrico Pozzo, Paolo Ottavi e Alberto Busnari. Nella pagina accanto, dall’alto in
basso, Morandi, Preziosa, Armi e Busnari giocano con le
rispettive medaglie individuali (Foto GMT – F. Mezzelani).
tica Militare, più Andrea Cingolani, lo
scugnizzo di Macerata, riescono a segnare i loro nomi nella lista speciale delle squadre azzurre vincenti ai Giochi del
Mediterraneo. Dal gruppo del 1955,
capitanato dall’attuale presidente fede-
1 ITALY
BUSNARI Alberto
MORANDI Matteo
OTTAVI Paolo
POZZO Enrico
CINGOLANI Andrea
Totale
14.300
14.300
14.800
14.500
43.600 (4)
15.250
13.800
12.500
14.550
43.600 (1)
15.800
14.950
14.300
14.100
45.050 (2)
16.100
15.600
15.700
16.000
47.800 (2)
14.300
14.650
13.700
14.150
43.100 (3)
14.550
13.300
14.650
15.150
44.350 (1)
TOT.
44.100 (43)
87.950 (2)
85.700 (8)
88.650 (1)
44.600 (42)
267.500
43.600 (1)
43.150 (2)
41.600 (3)
36.600 (7)
40.650 (4)
38.250 (6)
32.000 (10)
35.000 (9)
36.600 (7)
39.600 (5)
45.050 (2)
45.600 (1)
43.800 (3)
41.950 (4)
39.550 (7)
41.750 (5)
39.650 (6)
36.800 (9)
38.200 (8)
32.750 (10)
47.800 (2) 43.100 (3)
48.200 (1) 44.050 (1)
47.400 (3) 43.550 (2)
46.900 (4) 42.450 (4)
44.600 (7) 39.400 (6)
43.650 (10) 38.900 (8)
45.500 (6) 40.550 (5)
45.700 (5) 38.100 (9)
44.450 (8) 37.350 (10)
43.800 (9) 39.050 (7)
44.350 (1)
42.450 (3)
43.800 (2)
41.550 (6)
42.300 (4)
39.750 (7)
39.550 (8)
41.600 (5)
39.200 (10)
39.400 (9)
TOT.
267.500
267.300
264.000
254.700
249.700
242.900
238.100
238.050
234.700
232.000
CLASSIFICA PER NAZIONI MASCHILE
1 ITALIA
2 FRANCIA
3 SPAGNA
4 GRECIA
5 CROAZIA
6 CIPRO
7 SLOVENIA
8 TURCHIA
9 EGITTO
10 ALGERIA
43.600 (4)
43.850 (2)
43.850 (2)
45.250 (1)
43.200 (5)
40.600 (8)
40.850 (6)
40.850 (6)
38.900 (9)
38.400 (10)
13
rale, Riccardo Agabio - medaglia d’oro
a Barcellona – fino all’ultimo exploit,
quello della banda Jury Chechi a Bari
1997, la Maschile italiana aveva collezionato altre cinque vittorie (Napoli
‘63, Tunisi ‘67, Latakia ‘87, Atene 91 e
Languedoc Roussillon 93).
L’ottava gemma è arrivata così, tanto
bella quanto inattesa. Eppure gli Italiani hanno praticamente dominato, guidando la classifica per tutta la competizione, dal secondo giro in poi, e contenendo la forza d’urto dell’ultimo disperato assalto francese al volteggio.
“Ebbene si, la spada di Damocle dell’ultimo attrezzo ci pendeva sulla testa fin
dall’inizio – racconta Andrea Sacchi – noi
al cavallo con maniglie stanchi, loro pronti a volare su un altro cavallo, quello in
fondo ai 25 metri. Eppure dopo l’errore di
Ottavi, i tre veterani si sono tirati su le maniche e hanno messo il cappello su quel titolo che c’era sfuggito in Spagna, nel
2005”. “Ci siamo messi l’uno al servizio
degli altri come era già accaduto a Stoccarda, in occasione della qualificazione
olimpica – conferma Morandi, che al ritorno da Pescara è convolato a nozze
con la sua Ilenia - Nelle occasioni che contano dimostriamo di avere gli attributi e
allora questa Italia diventa indigesta per
tutti, anche per formazioni, a gara fatta,
più quotate della nostra. Io sono l’unico
che aveva già vinto un oro in questa
competizione, agli anelli nella scorsa edizione. Ma quando vinci insieme ai tuoi
compagni è molto più bello, aggiungeteci che siamo in Italia e voilà, la pacchia è
servita”. “Non hanno sbagliato nulla –
grida euforico Maurizio Allievi – Su 24
esercizi ne abbiamo indovinati 22, niente male! Merito di un’ottima preparazione in collegiale a Porto San Giorgio. L’innesto dei giovani è stato premiato. Oltre
a Paolo e Andrea, dietro ci sono Ticchi,
Principi, Tamiazzo e tanti altri. Il movimento alle spalle dei senatori cresce bene
e grazie ai cosiddetti «vecchi», che ancora rispondono così, riusciremo ad inserir-
li con la tempistica necessaria a non bruciare nessuno”.
A proposito delle novità. Cingolani,
dopo l’esperienza a Losanna con la
rappresentativa giovanile, ha bagnato
nell’oro l’esordio tra i senior. Se il buon
giorno si vede dal mattino…”Dedico la
medaglia alla mia ragazza – dice con un
sorriso ancora non del tutto consapevole. “Ed io all’Aeronautica Militare – gli
fa eco Ottavi - che mi consente di allenarmi con continuità, e all’Abruzzo, così
martoriato ma tanto accogliente. Non è
stato facile. Prima di partire si era sparsa la voce che la Francia venisse qui con
un team completamente rinnovato. Invece ci siamo trovati di fronte i soliti big, a
cominciare dal bronzo olimpico Benoit
Caranobe”. La chiusura è per Alberto
Busnari, che al terzo tentativo, dopo le
esperienze di Tunisi 2001 e Almeria
2005, è riuscito finalmente a salire sul
gradino più alto del podio mediterraneo. “Contro la Francia al gran completo non ci davano chance, invece... Per me
è il primo centro al terzo tentativo, c’ho
messo 12 anni ma chi la dura la vince.
Magari al quarto mi riesce pure di prendere una medaglia alle Olimpiadi”. “E’ risaputo che con i maschi il ricambio generazionale non è così fisiologico come tra
le donne – precisa Vailati - Abbiamo
scelto di inserire i nuovi per gradi, in un
blocco granitico e consolidato. Nel giro di
tre anni riusciremo a mettere su una bella squadra per cercare la qualificazione
olimpica”. “Era un po’ che non battevamo Francia e Spagna e l’oro di squadra
mancava da più di 10 anni – puntualizza Maurizio Allievi, con piglio statistico
- In un colpo solo ci siamo tolti un paio di
sfizi, lasciando a casa gente del calibro di
Cassina, Coppolino ed Angioletti”.
CONCORSO II
Con Luglio iniziano anche le finali individuali. Il primo del mese è il compleanno della Armi e il giorno dell’argento All-around della Preziosa, le due
colonne della fucina della GAL. “Sono
contenta”. Non ha molte parole da
spendere, la piccola grande Betta! Dopo l’oro alla trave agli EYOF di Belgrado nel 2007 arriva la prima vera affermazione tra i Senior. “Sia io che Andrea,
in qualifica, eravamo davanti alla Morel.
Sapevamo che la sfida era tra noi tre e la
greca Millousi per due posti, visto che la
Dufournet sembrava predestinata alla
vittoria. Ho sentito di avere l’argento in
14
Giochi del Mediterraneo
pugno dopo la trave. Le due francesi
erano state brave e io ho dovuto tirar fuori il coniglio dal cilindro. Questi momenti ripagano di molti sacrifici, e non soltanto miei. Per questo voglio ringraziare i
miei genitori, i miei nonni che ogni giorno mi portano avanti e indietro, tutti i
miei allenatori e, naturalmente, la Società. La medaglia però la vorrei dedicare a
Serena Licchetta, e sono sicura che arriverà un giorno che mi ricambierà”. “Un
decimo di là, lunedì – e con la mano a taglio Andrea La Spada dai piedi del podio si sfiora un fianco – un decimo e
mezzo di qua, stamani”. E ripete lo
stesso gesto dall’altra parte. Gli sono
proprio rimasti sullo stomaco, alla stellina di Pavia, quei punti persi, chissà dove, chissà come. “Al corpo libero mi
hanno pagata pochissimo – continua,
con il solito musetto simpatico, ancora ignara del destino beffardo che da lì
Sopra Pozzo e la Preziosa con gli ori individuali di, rispettivamente, corpo libero e sbarra (foto D. Ciaralli).
In basso a sinistra Elisabetta in azione alla trave (foto
E. Della Valle). Nella pagina accanto Morandi e Busnari
con, da sinistra, il DTN Fulvio Vailati, il tecnico Maurizio
Allievi e il fisioterapista Salvatore Scintu. Sotto la Galante con la cantante Alexia (foto D. Ciaralli).
a poco l’avrebbe colpita – Se avessi
preso quanto in qualifica avrei rifilato la
medaglia di legno a quell’antipatica di
Pauline. La giuria non mi ha riconosciuto la doppia piroetta in presa, facendo
scendere il valore di partenza del mio
esercizio. Pazienza! Mi consolo con le
due parallele. Visto che roba? Le altre mi
hanno preso in giro. Dicono che è il finimondo se anche Andrea La Spada si è imparata a lavorare sugli staggi”.
Il giorno dopo arriva una finale fotocopia, quella maschile, con l’argento di
Pozzo nei sei attrezzi che pesa il doppio,
considerato che tra gli inseguitori c’era un certo Rafael Martinez, ex campione continentale, staccato di quasi 5
decimi. “Non esageriamo – ci corregge Enrico – Lo Spagnolo si è operato, credo, a settembre ad un spalla e non è ancora al 100%”. Ma al quarto posto c’è
anche l’amico rivale di sempre, quel
Matteo Morandi che gli aveva soffiato
titolo e motocicletta agli Assoluti di
Meda. Dolce vendetta! “Sappiamo entrambi che, a gara fatta, siamo praticamente attaccati. Stavolta ho vinto io,
probabilmente perché siamo partiti con
la rotazione a me più congeniale, il corpo libero al primo giro e poi la sbarra nell’ultimo. Ecco il perché dei continui capovolgimenti – continua l’aviere di Biella Al suolo e al cavallo ero avanti io, poi con
gli anelli è passato Teo, siamo stati lì al
volteggio e alle parallele, ma con la sbarra il match point era in mano mia. Io che
sono notoriamente un diesel, parto sempre al rilento, qui mi sono dovuto dare
una svegliata fin da subito. Eravamo in
sei, tutti vicini e gli altri sono schizzati come razzi. A questo livello, quando vedi
che la gara è così tirata, chi si distrae e lascia per strada decimi di punto, è perduto. L’abbiamo sempre detto, nella maschile, senza nulla togliere alle altre sezioni,
in questi Giochi c’era molta più concorrenza. Con certi avversari l’errore si paga caro. Anche per questo motivo ho
preferito non rischiare il Gaylord alla
sbarra, accontentandomi di difendere
l’argento da Sabot. Con quel salto sarei
partito da tre decimi in più, ma, ad ogni
modo, avrei dovuto prendere un 15.65
15
per acciuffare l’oro e visto l’andazzo non
credo che sarebbe arrivato, pur facendo
l’esercizio della vita. Forse, se fossi stato
più vicino a Caranobe, avrei rischiato. L’unico rammarico è stato vedere Morandi
ai piedi del podio. Sarebbe stato bello salirci entrambi. Certo, lui sempre su un gradino più basso del mio. Ci dicono che siamo vecchi, e, probabilmente vedendo la
carica di certi nuovi, qualche volta ci
sentiamo tali. Per esempio, quando lo
spagnolo Munoz ha finito la sbarra, al
termine di sei rotazioni, ha esultato con
un’energia tale che sembrava volesse
continuare a gareggiare in eterno. Io e il
Dog (il soprannome di Morandi) ci siamo guardati in faccia, eravamo sfiniti, e
senza dire niente è come se ci fossimo detti: ultimo sforzo e poi a casa. In verità, a
parte un logoramento fisiologico, noi
continuiamo a sentirci giovani, ci divertiamo ed amiamo la Ginnastica, altrimenti non potremmo affrontare tanti allenamenti e sacrifici”.
CONCORSO III
Arriva il momento delle finali di specialità e, nonostante il forfait di Andrea La
Spada, il bottino azzurro s’impingua di
metallo pregiato. Il primo acuto è di Busnari al cavallo con maniglie. Sbagliano Pozzo, l’algerino Ferdjani, Beny e Seligman. Alberto è perfetto e, così, arriva un altro oro. “Sono salito per terzo –
ricorda il melzese, prima di andare a
brindare a Casa Italia – Quelli prima di
me, probabilmente, hanno pagato il fatto che non ci fossero i classici minuti di riscaldamento all’attrezzo. Per ambientarsi e scaricare l’adrenalina ci vuole del
tempo. Io stavo bene, avevo provato a
lungo nel warm up e il giorno precedente. Ci tenevo a far bene, soprattutto dopo il secondo posto di Tunisi. Sid Ali Ferdjani, allora, giocava in casa e spuntò
qualcosa in più del dovuto. Il bronzo di Almeria, invece, era meritato. Lì sbagliai io!
Stavolta sono salito deciso, prendendo subito un buon ritmo sui mulinelli. Nella se-
conda parte, per recuperare una piccola
imprecisione, ho aperto leggermente le
gambe, perdendo almeno 3 decimi, proprio come a Milano. E, infatti, alla fine,
dopo una buona uscita, ho preso lo stesso punteggio degli Europei. Oh no, ho
pensato, mi sono di nuovo giocato la
medaglia per una sbavatura! Poi sono arrivati gli errori del francese e del croato ed
ho tirato un sospiro di sollievo. Cercavo
questa affermazione personale, ha un sapore diverso rispetto alla vittoria di squadra. La forbice in verticale? Ho cominciato a provarla dopo Pechino, solo che, in
allenamento, mi veniva più semplice passare da una mano all’altra, piuttosto
che scendere immediatamente, girando
un po’ come alla sbarra e alle parallele.
Adesso, a Londra, ripresenterò il mio movimento con allegata la richiesta di assegnazione del nome. Se, come è accaduto in passato, la giuria riconoscerà l’originalità e il valore D, allora, nel prossimo
Codice dei Punteggi, ci sarà anche il Busnari”. Dalle altre finali di questo caldo
2 luglio arriva l’argento di Morandi
agli anelli – “L’esercizio non è ancora al
100%, ma lo sarà per i Mondiali” – e il
bronzo alle parallele asimmetriche della Galante. Per la promessa bresciana si
tratta di un’iniezione di fiducia importante. “Devo fare i complimenti a Paola
– dichiara con forza il prof. Vailati - In
10 giorni con il fisioterapista della nazionale, Salvatore Scintu, è riuscita a recuperare da un problema al ginocchio”. La
festeggia anche il Coni nella serata
clou del concerto di Alexia.
Giovedì 3 la Ginnastica chiude con le
ultime 5 sfide e una sfilza di colpi di scena. Cingolani è d’argento al volteggio: “Sapevo che il Francese, Thomas
Bouhail, vice campione olimpico, sarebbe stato irraggiungibile – commenta
16
Giochi del Mediterraneo
Silver Andrea – ma al secondo posto ci
credevo, eccome! Dedico la medaglia ai
miei genitori, a Kaspersky e all’Abruzzo.
Ringrazio anche i miei compagni. Per
me era la prima volta tra i senior e loro mi
hanno dato tanti consigli. Due medaglie
all’esordio, mica male!”. La favoritissima
Preziosa sale per prima alla trave e,
come spesso le accade, tarda ad ingranare. Finisce terza, ma non finisce qui.
Betta, ultima al corpo libero, si mangia
tutte le avversarie, compresa la Dufournet, e strappa un oro, tanto bello
per quanto inatteso. Ancora più sorprendente il bronzo della Armi, ripescata in extremis per sostituire La Spada:
“Lo dedico ad Andrea – si affretta a dire, commossa – Me l’hanno detto la
sera precedente che avrei dovuto gareggiare e io sono andata a dormire presto.
Non provavo il corpo libero dalle qualifiche e mi sono stupita nel ritrovarmi in testa, così a lungo, nel corso della gara,
nonostante una prima diagonale mica
tanto buona. Sono contenta per Elisabetta, era giusto che vincesse lei”. Come da
tradizione nei fuochi d’artificio si chiu-
Il prof. Agabio festeggia, in qualità di Vice Presidente
Vicario del Coni, i medagliati di giornata sul palco di
Casa Italia. A sinistra si riconoscono i nostri Busnari e
Galante (foto D. Ciaralli).
de con tre botti. Il terzo arriva da Pozzo alla sbarra: “Io l’oro lo dedico a me
stesso – si sfoga Enrico – Venivo da un
periodo brutto, avevo un grande bisogno
di stimoli. Il Gaylord? Non è servito. Pegan e il turco Samiloglu hanno sbagliato, prima che toccasse a me, e allora ho
deciso di non rischiare. Sono andato su
abbastanza tranquillo, senza pensarci
troppo, perché, lo so, se mi fisso è peggio.
L’età? Io sono come il Whisky, miglioro invecchiando!”. “Anche Ottavi ha fatto
una gran bella sbarra, avrebbe meritato
di più – si inserisce Allievi - La concorrenza però era molto forte. Pegan? E’ infinito, un Highlander, però il nuovo codice lo
penalizza molto. Oggi ha perso almeno
tre decimi nel lavoro in cubitale e i giudici sono sempre più attenti agli incroci,
quando sono troppo bassi”. I XVI Giochi
del Mediterraneo, insomma, si concludono in maniera davvero positiva
come rileva lo stesso Presidente federale, il prof. Riccardo Agabio, che, in
qualità di Vice Presidente Vicario del
Coni, più di altri suoi colleghi, sentiva
la responsabilità di dover contribuire al
successo italiano nel medagliere generale: “13 podi con atleti diversi sono
sempre meglio di altrettanti, conquistati
da un paio di fuoriclasse. Così ne giova
tutto il movimento, che, di conseguenza,
risulta sano e può autoalimentarsi di questi successi. Ad Almeria Vanessa Ferrari era
riuscita a vincere quasi tutto, divenendo
la regina di quell’edizione. Questa volta
torniamo con tanti protagonisti, tante
piccole storie. E’ una gioia diversa, ugualmente bella. Ero d’accordo con i tecnici nel
rischiare pur di gettare le basi del nuovo
corso. Francia e Spagna sono venute qui
con i loro big, eppure si sono scontrate con
le nostre dirompenti novità. E’ vero, sono
contento anche per il CONI. Qui a Pescara abbiamo fatto come la Cina a Pechino,
rastrellando a più non posso. Un bel successo per tutta la squadra, a cominciare
dal Presidente Petrucci e dal Capo delegazione Rossana Ciuffetti”.
17
CONCORSO GENERALE MASCHILE
FINALI DI SPECIALITÀ MASCHILI
1 KOSMIDIS Eleftherios
2 UDE Filip
3 GONZALEZ Fabian
4 POZZO Enrico
5 BOUHAIL Thomas
6 MARKOVIC Tomislav
7 BOUALLEGUE Wajdi
8 DOULKERIDIS Michail
GRE
CRO
ESP
ITA
FRA
CRO
TUN
GRE
TOT.
15.650
15.200
15.000
14.850
14.825
14.550
13.775
13.550
1 BUSNARI Alberto
2 SABOT Hamilton
3 MUNOZ Sergio
4 SELIGMAN Robert
5 BENY Pierre-Yves
6 HACIB Mohamed Amir
7 FERDJANI Sid Ali
8 POZZO Enrico
ITA
FRA
ESP
CRO
FRA
ALG
ALG
ITA
TOT.
15.175
14.875
14.550
14.400
14.175
14.000
13.825
12.675
1 PINHEIRO Danny
2 MORANDI Matteo
3 BENY Pierre-Yves
4 OTTAVI Paolo
5 GEORGALLAS Irodotos
6 GOMEZ Javier
7 MARKOUSIS Dimitrios
8 CARBALLO Manuel
FRA
ITA
FRA
ITA
CYP
ESP
GRE
ESP
TOT.
16.075
15.825
15.225
15.100
14.975
14.550
14.425
13.825
1 BOUHAIL Thomas
2 CINGOLANI Andrea
3 BOUALLEGUE Wajdi
4 KLAVORA Rok
5 DOULKERIDIS Michail
6 SOBHY Abdelrahman
7 GONZALEZ Fabian
8 ELSAHARTY Mohmed
FRA
ITA
TUN
SLO
GRE
EGY
ESP
EGY
TOT.
16.275/16.650 - 16.462
15.975/15.575 - 15.775
15.300/15.625 - 15.462
15.450/15.450 - 15.450
15.575/15.025 - 15.300
15.450/15.125 - 15.287
15.700/14.025 - 14.862
14.300/00.000 - 07.150
1 CARANOBE Benoit
2 POZZO Enrico
3 SABOT Hamilton
4 MORANDI Matteo
5 MUNOZ Sergio
6 MARKOUSIS Dimitrios
7 MARTINEZ Rafael
8 KRASIAS Dimitris
9 BREZ Marko
10 DUDEK Nikola
11 DIMIC Alen
12 ARISTOTELOUS Panagiotis
13 METTIDJI Hillel
14 SANLI Ozgur
15 BRITOVSEK Ziga
16 HASA Alon
17 UYAR Yunus Emre
18 SOBHY Abdelrahman
19 BOUARI Imad
FRA
ITA
FRA
ITA
ESP
GRE
ESP
CYP
CRO
CRO
SLO
CYP
ALG
TUR
SLO
ALB
TUR
EGY
MAR
14.850
15.000
14.300
14.250
14.550
15.000
14.850
13.600
13.550
13.400
13.150
13.200
13.150
13.500
12.850
12.300
13.650
12.800
10.600
13.950
14.050
13.850
13.250
13.450
12.950
13.200
13.450
13.400
12.350
12.200
13.100
12.850
12.700
13.650
11.600
10.600
10.700
10.900
14.450
13.950
14.250
15.700
14.700
14.550
13.650
13.150
13.300
13.000
12.750
12.300
12.350
12.250
12.700
13.100
10.900
12.150
11.700
16.300
15.700
15.550
15.400
15.900
15.600
15.250
14.600
14.500
14.750
15.350
14.800
14.450
14.600
14.700
13.750
14.800
14.600
14.750
14.450
14.150
15.100
14.700
13.850
14.200
13.900
13.550
13.500
13.900
12.750
12.250
13.050
13.050
12.250
13.300
12.150
10.750
12.200
14.500
15.250
15.000
14.350
14.750
12.450
13.000
14.150
13.900
13.350
14.250
14.050
13.200
12.350
10.750
12.800
11.650
12.700
6.050
TOT.
88.500
88.100
88.050
87.650
87.200
84.750
83.850
82.500
82.150
80.750
80.450
79.700
79.050
78.450
76.900
76.850
73.750
73.700
66.200
CONCORSO GENERALE FEMMINILE
1 DUFOURNET Youna
2 PREZIOSA Elisabetta
3 MOREL Pauline
4 LA SPADA Andrea
5 EL ZEINY Sherine
6 MILLOUSI Vasiliki
7 UCTAS Goksu
8 KAMNIKAR Ivana
9 GOLOB Sasa
10 ZAFEIRAKI Evgenia
11 MOHAMED Salma
12 CUKA Ornela
13 SELAJ Riselda
FRA
ITA
FRA
ITA
EGY
GRE
TUR
SLO
SLO
GRE
EGY
ALB
ALB
14.300
13.900
13.900
13.850
13.700
13.200
14.100
12.800
13.350
13.900
12.600
12.700
12.600
14.300
13.500
14.250
13.700
13.050
12.000
12.000
12.600
11.400
12.200
9.250
7.550
6.850
14.400
14.950
13.850
14.250
13.450
14.850
13.200
12.700
12.850
12.000
11.650
10.400
10.950
13.950
14.100
13.950
14.000
13.300
13.400
12.450
12.900
13.350
11.750
12.700
10.900
8.650
TOT.
56.950
56.450
55.950
55.800
53.500
53.450
51.750
51.000
50.950
49.850
46.200
41.550
39.050
FINALI DI SPECIALITÀ FEMMINILI
1 CARBALLO Manuel
2 PINHEIRO Danny
3 MARTINEZ Rafael
4 MORANDI Matteo
5 KRASIAS Dimitris
6 SABOT Hamilton
7 LYMPANOVNOS Christos
8 BUSNARI Alberto
ESP
FRA
ESP
ITA
CYP
FRA
GRE
ITA
TOT.
14.875
14.725
14.675
14.625
14.125
13.800
13.575
13.550
1 POZZO Enrico
2 PEGAN Aljaz
3 SABOT Hamilton
4 OTTAVI Paolo
5 GONZALEZ Fabian
6 SAMILOGLU Umit
7 MARTINEZ Rafael
8 BREZ Marko
ITA
SLO
FRA
ITA
ESP
TUR
ESP
CRO
TOT.
15.400
15.000
14.875
14.450
14.400
14.000
13.750
12.600
1 DUFOURNET Youna
2 UCTAS Goksu
3 ZAFEIRAKI Evgenia
4 KYSSELEF Tjasa
5 SYRIGOU Andriana
6 EL ZEINY Sherine
7 SELAJ Riselda
1 MILLOUSI Vasiliki
2 DUFOURNET Youna
3 PREZIOSA Elisabetta
4 GALANTE Paola
5 GOLOB Sasa
6 KAMNIKAR Ivana
7 SYRIGOU Andriana
8 PETIT Marine
FRA
TUR
GRE
SLO
GRE
EGY
ALB
TOT.
14.325/13.625 - 13.975
14.175/13.125 - 13.650
14.250/12.975 - 13.612
13.225/13.325 - 13.275
13.350/12.975 - 13.162
13.775/12.025 - 12.900
12.475/11.950 - 12.212
GRE
FRA
ITA
ITA
SLO
SLO
GRE
FRA
TOT.
14.725
14.625
14.450
13.975
13.450
13.350
12.950
12.000
1 DUFOURNET Youna
2 MOREL Pauline
3 GALANTE Paola
4 MILLOUSI Vasiliki
5 ZAFEIRAKI Evgenia
6 DIMITRIOU Nikoletta
7 KAMNIKAR Ivana
8 GOLOB Sasa
1 PREZIOSA Elisabetta
2 BELLEMARE Rose Eliandre
3 ARMI Emily
4 ZAFEIRAKI Evgenia
5 DUFOURNET Youna
6 MILLOUSI Vasiliki
7 EL ZEINY Sherine
8 SAJN Adela
FRA
FRA
ITA
GRE
GRE
CYP
SLO
SLO
ITA
FRA
ITA
GRE
FRA
GRE
EGY
SLO
TOT.
14.675
14.250
14.000
13.675
13.275
13.125
12.775
11.575
TOT.
14.175
13.875
13.825
13.775
13.725
13.600
13.250
13.175
18
Giochi del Mediterraneo
E VENNE IL GIORNO
Julieta Cantaluppi
(foto E. Della Valle)
Di Marianna Di Rienzo
Q
uelle luci, quegli sguardi, quella monumentale e silente tensione.
Pochi minuti ancora a separare
la preparazione dall’“evento”.
Marina Piazza scruta attentamente ogni particolare; la
prof.ssa Daniela Delle Chiaie
supervisiona gli atteggiamenti delle giudici, già ordinatamente sedute; Anna Mazziotti segna il passo con tesa
autorevolezza, come Valerio Di
Battista, papà di Chiara (nazionale juniores) e responsabile
dell’organizzazione teatina,
col volto contratto dalla stanchezza per il lavoro incredibile degli ultimi giorni. Fuori
del palazzetto il cielo uggioso
sembra quasi incurante del
calore che va crescendo sugli
spalti, non troppo pieni di
pubblico, in un feriale venerdì
26 giugno. E silenzioso il pensiero
si muove all’indietro fino ai giorni
angosciosi di una ferita ancora aperta in questa meravigliosa terra d’Abruzzo. Ma la brillante voce dello
speaker si fa improvvisamente largo
tra quei pensieri scomposti. Federica
Febbo, giovanissima promessa dell’Armonia, designata proprio all’ultimo dalla DTN come riserva, apre la
rassegna con un’esibizione al nastro.
Prendono così ufficialmente il via le
qualificazioni per la finale di Ginnastica Ritmica dei XVI Giochi del Mediterraneo. 24 le ginnaste sulle liste,
ma 21 realmente in gara: oltre a Federica, restano fuori l’ellenica Aikaterini Giakoumelou e la turca
Nevin Sevinc Deveci. Non tutte le
partecipanti sono di altissimo livello
tuttavia - citando il commissario
straordinario di Pescara 2009, Mario
Pescante: “Ci sono tra voi atleti che
vengono da terre tormentate ma voi
siete ragazzi di pace, la generazione
del mai più la guerra” - tanto basta
perché la festa si trasformi in un caleidoscopio d’intenti e di espressioni
degno di un Mondiale. La gara è viva sin dal principio. Le prime rotazioni delineano subito i rapporti di forza
in campo. La francese Delphine Ledoux, argento ai Giochi di Almeria
2005 dietro la Cid, impensierisce la
nostra Cantaluppi, che in Spagna finì
ai piedi del podio e da allora aspetta
questa rivincita. Purtroppo la campionessa italiana patisce una maldestra perdita al cerchio e un handicap
di 4 decimi che la costringe ad inseguire, fino al 100.650 conclusivo
buono, per una sofferta pole position. La stella d’Oltralpe è seconda
con 99.750. Altrettanto in bilico il
terzo posto: alla fine la Ianni entra
con il totale di 96.725, insufficiente a
scavalcare l’iberica Carolina Rodriguez (99.250), che la precede, e di
molto. Martina Alicata Terranova,
pur esprimendo tutta la sua delicatezza e un buon livello generale, non
va oltre un 90.875 (FU 23.475; CE
23.375; PA 22.475; NA 21.550) e si
deve accontentare dell’11° posto,
terza italiana e in ogni caso, prima
delle escluse. Cala la sera ma non la
tensione. Mentre la tecnica nazionale Germana Germani, insieme con
Martina e Federica, sfila tra gli azzurri nella grandiosa cerimonia d’aper-
19
In alto Federica Febbo durante la sua esibizione d'apertura con la palla. Di fianco il podio del Concorso
CONCORSO GENERALE
Generale, con Julie tra la Ledoux e la Rodriguez (foto
GINNASTA
1 CANTALUPPI Julieta
2 LEDOUX Delphine
3 RODRIGUEZ Carolina
4 IANNI Chiara
5 METALLIDOU Michaela
6 RODE Mojca
7 AKILVEREN Pinar
8 NEZIROGLU Burcin
9 TRIKOMITI Chrystalleni
10 TRIKOMITI Loukia
E. Della Valle).
tura allo stadio Adriatico, Julieta e
Chiara, negli alloggi atleti del semideserto Villaggio Mediterraneo, rimuginano su quello che è stato e
che sarà, il giorno seguente. Sabato
27 giugno: il PalaTricalle ha un altro
volto, si stenta a trovare un posto
vuoto. Con l’Alicata restano a guardare Marina Fernandez (ESP) Ioanna
Tacha (GRE), Marija Filipovic, Natasa
Jovovic (MNE), Giada Della Valle
(SMR), Tjasa Seme (SLO), Ranim Elmalt, Fafma Elshiekh Aly (SYR), Burcin Neziroglu e Ozge Ozkebapci
(TUR). Origini diverse, diverse abitu-
ITA
FRA
ESP
ITA
GRE
SLO
TUR
TUR
CYP
CYP
25.150 (4)
25.300 (2)
25.275 (3)
25.400 (1)
23.675 (5)
23.450 (6)
22.800 (9)
23.375 (7)
23.075 (8)
21.850 (10)
Una parte della Delegazione azzurra di Ginnastica
Ritmica con, da sinistra, il capogruppo Roberto Pentrella, la DTN Marina Piazza, Julieta Cantaluppi, Daniela Delle Chiaie, membro del C.T. della Federazione
mondiale, Federica Febbo, la giudice internazionale
Lorella Saccuman, la tecnica teatina Germana Germani e Chiara Ianni (foto D. Ciaralli).
26.100 (1)
26.100 (2)
25.150 (3)
24.850 (4)
24.000 (5)
23.275 (8)
23.450 (6)
23.375 (7)
22.775 (10)
22.900 (9)
25.950 (1)
24.275 (5)
24.625 (3)
24.800 (2)
24.400 (4)
23.850 (7)
23.875 (6)
23.300 (9)
23.250 (10)
23.475 (8)
26.350 (1)
25.000 (2)
24.375 (3)
23.900 (4)
23.100 (6)
23.250 (5)
22.775 (7)
22.700 (9)
22.750 (8)
21.300 (10)
TOT.
103.550
100.675
99.425
98.950
95.175
93.825
92.900
92.750
91.850
89.525
dini, lingue, culture, carnagioni, predisposizioni, ma una sola bellezza: il
movimento dei corpi. In tribuna, Fabrizia D’Ottavio, sindaco del Villaggio, vive la gara trepidando per le
azzurre. Poco più in là c’è il Presidente mondiale Bruno Grandi, con il Segretario Generale della FIG André
Geissbühler e l’egiziano Abou Shabana Noa, membro della Commissione
Tecnica Internazionale. Dopo un’altra splendida performance della Febbo, la sfida tra le migliori 10 entra
nel vivo con la greca Michaela Metallidou, che confermerà la sua 5ª
posizione. La spagnola Carolina Rodriguez presenta una palla pulita ed
espressiva e con lei si alza il sipario
sulle “quattro grandi”. Dopo la cipriota Loukia Trikomiti tocca a Julieta. Un paio di cedimenti nell’esercizio dell’azzurra fanno temere il peg-
20
Giochi del Mediterraneo
gio prima della prova della longilinea
Ledoux, che, per fortuna, non ne approfitta. “Adesso basta, non posso lasciar vincere una francese in Italia!” ripete a se stessa la Cantaluppi, che,
dopo quei due errori alla fune, uno
dei quali proprio nel ben noto rischio finale, completa nella seconda
turnazione un cerchio di altissimo livello, montatole dalla Robeva, ex
campionessa della Bulgaria ed oggi
splendida scopritrice di talenti. “Parlando con Martina (Alicata), qualche
giorno fa – ci racconta – le spiegavo
che io gareggio meglio quando sono
indietro, quando devo inseguire. Dopo
il primo posto in qualifica e tutti quei
complimenti mi sentivo sulle spalle il
peso della favorita. L’esperienza non
c’entra, le gambe tremano sempre, soprattutto se hai i riflettori addosso e
tutto da perdere. Tra l’altro non stavo
neanche bene: qualche linea di febbre,
per il freddo preso il giorno prima nei
passaggi tra il campo gara e la palestra del warm up, e un po’ di nausea
mi avevano indebolita”. Fabriano, la
sua città adottiva, presente con tanti
Dall'alto, in senso orario, Julieta in azione alla fune,
Chiara portata in trionfo con il Tricolore dai tifosi dell'Armonia d'Abruzzo e Martina in un primo piano al
termine della sua prova al cerchio. Nella pagina accanto la Ianni in gara (foto E. Della Valle) e la Cantaluppi, a Casa Italia, insieme ad altri atleti medagliati
(lei è la seconda da sinistra) e al Presidente del Coni
Giovanni Petrucci (Foto GMT - F.Mezzelani).
striscioni – un “F ORZA MAGICA J ULY ”
campeggia nella tribuna centrale s’infiamma nei cori: Leandro Santini,
le compagne di squadra, e, di fianco
a lei, sul divanetto del kiss and cry, la
mamma, Kristina Ghiurova (oro alla
fune di Londra ‘79) spingono Julie a
non mollare. Ma al di là dell’oro mediterraneo c’è un’altra medaglia contesa, è quella di bronzo che la piccola Chiara, dopo due prove fantastiche al cerchio e alla palla, sembra
avere già al collo. Il suo popolo la inneggia, il suo body riluce sotto i mille flash e lo sguardo complice di
Germana Germani. Desiree Pagliaccia, Chiara Del Grosso, la stessa Febbo, tutte le piccole allieve della so-
cietà scandiscono il suo nome, a
squarciagola. E se il cuore rosa che la
Rodriguez disegna sulla pedana col
nastro si accompagna ad un’esclamazione di meraviglia corale, è il
cuore di Chiara che si frantuma dopo un punteggio incomprensibile,
23.900! Il podio si allontana e i fischi
dell’impianto sono assordanti, rallen-
21
tando addirittura, per alcuni secondi,
il prosieguo della rotazione. È una
scossa imprevedibile per la classifica.
La spagnola fugge via con un 25.275
alla corda, la ginnasta di Torre dei
Passeri risponde con la fune più bella
del torneo (25.400!) ma non basta, il
gap è incolmabile. Carolina, infatti,
tiene botta al cerchio e il nostro quarto posto, oramai ufficiale, fa ancora
più male. “Il mio era un nastro da
24.400, almeno – dichiara la Ianni,
prima di essere portata in trionfo dai
suoi tifosi - Sarebbe bastato per la terza piazza. Ad ogni modo sono contenta della mia prestazione, la più bella
della stagione Gli esercizi adattati al
nuovo Codice dei Punteggi sono stati
assimilati, come confermano i piazzamenti agli Europei di Baku e agli Assoluti di Biella. Ora si tratta solo di lavorare sulla pulizia dell’esecuzione. La Rodriguez? Forse è più matura e conosciuta di me, e questo le ha giovato”.
La bandiera italiana, intanto, si gonfia
con la stella delle Marche, capace di
esplodere come un fuoco d’artificio
in uno strepitoso 26.350 al nastro
che toglie ogni speranza alla transalpina, ancora d’argento. Ai microfoni
Rai, con Andrea Fusco ed Isabella Zunino Reggio, la Cantaluppi riesce appena a dedicare la prima medaglia
della Ginnastica a Pescara 2009 - la
prima nella storia della ritmica azzur-
ra in questa competizione - alla famiglia e a tutti coloro che le hanno dato la possibilità di arrivare fin li: “Il
presidente Agabio al telefono mi
ha ricordato il nostro incontro,
in Federazione, quando, dopo i Mondiali del 2005,
avevo deciso di smettere.
Devi andare avanti, mi
disse, e aveva ragione
lui. Gli ho dato ascolto ed ora non posso
che ringraziarlo
pubblicamente. Sul
podio mi vergognavo un sacco, ma
che emozione sentire l’Inno di Mameli
e la gente che continuava a cantare anche dopo l’interruzione della musica”. Il tempo fugge, bisogna correre a
Casa Italia, dove l’attendono Petrucci e il presidente
del CIO Jacques Rogge. Stanca,
frastornata, al tavolo di Federica
Pellegrini, Julieta comincia a rendersi conto di quello che ha fatto,
mentre Chiara, orgogliosa e consapevole del suo valore già pensava a come imitare la compagna, a Volos nel
2013: la vendetta è un piatto che si
consuma freddo.
22
Ritmica
Attività Internazionale
2° TROFEO “CITTÀ DI CHIETI”
Di Marianna Di Rienzo
I
n un PalaTricalle non troppo gremito di pubblico, visto il periodo estivo,
ma carico di attese, le tre rappresentative entrano in pedana con una sfilata di presentazione ufficiale variopinta
e ordinata. L’organizzazione, firmata Armonia D’Abruzzo, è impeccabile. La
stella di casa, Chiara Ianni, è fuori gioco, causa una fastidiosa fascite plantare. Il triangolare si apre con la deliziosa fune (24.300) di Martina Alicata
Terranova (Aurora Fano), seguita dall’ucraina Rizatdinova che presenta un
programma al cerchio molto pulito
(24.675). Scrosci di applausi all’ingresso di Federica Febbo (Armonia d’Abruzzo): la fulgida promessa teatina
completa la sua prova col caratteristico atteggiamento sbarazzino; quasi
inavvertita una presa non perfetta della fune sul finire di un esercizio complessivamente buono e ben interpretato (24.200). Non si può dire lo stesso
della Kushnerova, poco coinvolgente e
vittima di un’antipatica perdita del cerchio (23.225). La giovane ucraina occuperà l’ultimo posto nella classifica
generale delle individualiste con
95.250. La nostra Andreea Stefanescu
(La Fenice Spoleto) parte in quinta,
scaldando gli spalti. Bella e grintosa la
prova al cerchio della Maksymenko
che agguanta subito un ottimo 26,400,
sistemandosi tra le prime in graduatoria. Chiuderà con un meritatissimo
104,325, valido per il bronzo generale. Sulla stessa pedana sulla quale, giusto un mese prima aveva vinto l’oro ai
Giochi del Mediterraneo, Julietta Cantaluppi (Fabriano), ripropone l’esplosivo esercizio alla fune (26.075). Peccato per il rischio finale, che non riesce ad
eseguire nel migliore dei modi. L’ingresso della regina Anna Bessonova fa trattenere il respiro. L’eleganza del suo
cerchio, in continuo morbidissimo movimento, genera un’emozione speciale (27,950). Seconda rotazione, le gin-
naste delle due nazionali, italiana e
ucraina, cambiano attrezzo. La competizione cresce d’intensità e contenuti.
Meravigliosa la Campionessa del Mondo alla fune (27,950). Poi è la volta delle squadre con l’ingresso in scena della Spagna, rivale accreditata delle azzurre. Dalla tribuna Fabrizia D’Ottavio grida il nome delle ex compagne di squadra - Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Daniela Masseroni, Angelica Savrajuk (Aeronautica Militare) Giulia Galtarossa
(Ardor Padova) e Romina Laurito (Virtus Gallarate) - tradendo un pizzico di
nostalgia. E ad alimentare ancora tanti sogni d’oro per il prossimo futuro si
alternano le esibizioni delle piccole juniores: Chiara Di Battista (Armonia d’Abruzzo), al cerchio e alle clavette, Alessia Marchetto (Virtus Gallarate), alla
palla, e Camilla Bini (Aurora Fano). Riprende anche la sfida delle individualiste. Non ci sono parole per descivere
bellezza, armonia, eleganza e destrez-
23
XXVI TROFEO
CARIPRATO
Nella pagina accanto: il podio del Concorso a Squadre (foto E. Della Valle).
za della regina Anna, superlativa al nastro (27.600) e in una palla che sorpassa con disinvoltura il muro dei ventotto punti (28,550). Appena prima la
Cantaluppi eseguiva altre due prove
esplosive (NA 26.675; PA 26.025), ipotecando la piazza d’onore. Le tre squadre nazionali si avvicendano con esercizi tutti coreografici, raffinati e coinvolgenti, ma le mitiche “farfalle tricolori”
distanziano le avversarie, presentando una routine con i nastri e le funi da
26,650 e una ai 5 cerchi da 26,125,
per un totale di 52,775 che vale loro la
leadership del Torneo Premondiale,
davanti alle Iberiche, argento con
48,375 e all’Ucraina, terza con 43,925.
Soddisfatta Emanuela Maccarani, assistita a bordo pedana da Eva D’Amore
e Klarita Kodra. Ma le sorprese non
sono finite. Sulle note di “Domani”, nel
gala conclusivo, le nostre ragazze presentano una coreografia dedicata all’Abruzzo. Nel gruppo, bellissima, c’è anche Chiara Ianni. La Bessonova ci regala un cerchio e una palla d’incanto,
prima di ritirare l’oro dell’individuale senior, frutto di un fantastico 112,050.
Dietro di lei, la campionessa italiana, Julietta Cantaluppi, che ottiene un buon
105,575. Al terzo posto, una bellissima
Alina Maksymenko (104,325). Federica Febbo, che conferma una crescita
costante, si sistema ai piedi del podio
con il suo 100,375. Seguono, nell’ordine, la Stefanescu (99,300), l’ucraina
Ganna Rizatdinova (97,750), Martina
Alicata Terranova (97,350) ed infine
la Kushnerova. Dopo la premiazione
unanimi i consensi delle tecniche Germana Germani, Nana Londaridze, Kristina Ghiurova, Laura Bocchini e Manola Rosi, nonché della DTN Marina Piazza, che ha raccolto dal 2° Trofeo Città
di Chieti indicazioni fondamentali in
funzione dei prossimi Mondiali di Miè.
Il Presidente della S.G. Etruria e del C.R. Toscana,
l'avv. Grazia Ciarlitto, al centro, tra Roberta Betti,
Presidente dell'Ente Teatro Politeama e la sig.ra Elvira Trentini, in occasione della presentazione della
26ª edizione del Torneo Internazionale di Ginnastica Ritmica di Prato.
CONCORSO PER NAZIONI
NAZIONE
RUSSIA
ITALIA
BULGARIA
ROMANIA
ISRAELE
REP. CECA
SLOVACCHIA
TOTALE
210,325
196,325
182,975
181,275
178,850
165,375
157,450
JUNIOR
Alexandra Merkulova
Chiara Di Battista
Anastasia Kisse
Alexandra Piscupescu
Viktoria Filonovski
Andrea Kheilova
Xenia Kilianova
TOTALE
96,150
90,175
89,725
86,925
89,375
77,300
73,525
SENIOR
Eugenia Kanaeva
Julieta Cantaluppi
Filipa Siderova
Irina Lalciu
Dana Adiv
Nataly Hamnkova
Petra Macalova
TOTALE
114,175
106,150
93,250
94,350
89,475
88,075
83,925
CONCORSO INDIVIDUALE SENIOR
1 KANAEVA Eugenia
RUS
2 CANTALUPPI Julieta
ITA
3 STRYUCHKOVA Olga
RUS
4 FEBBO Federica
ITA
5 STEFANESCU Andreea ITA
6 TROFIMOVA Ulyana
UZB
7 LALCIU Irina
ROM
8 SIDEROVA Filipa
BUL
9 YUSHKEVICH Maryia
BLR
10 ADIV Dana
ISR
11 HAMNKOVA Nataly
CZE
12 MACALOVA Petra
SVK
TOT.
114,175
106,150
104,675
97,800
95,800
94,850
94,350
93,250
92,325
89,475
88,075
83,925
28,375
26,750
26,175
24,875
24,500
24,200
24,075
24,150
22,775
23,325
21,875
20,725
28,250
26,475
26,100
24,950
23,975
23,875
24,250
24,100
23,250
23,175
22,325
21,025
28,950
26,175
25,900
24,675
24,425
22,300
24,025
22,775
24,200
22,400
21,550
22,175
28,600
26,750
26,500
23,300
22,900
24,475
22,000
22,225
22,100
20,575
22,325
20,000
TOT.
96,150
90,175
89,725
89,375
89,050
86,925
86,250
86,000
81,825
77,300
73,525
24,025
22,600
21,975
22,850
21,175
22,550
20,850
21,975
21,000
19,950
19,300
24,050
23,175
21,925
22,875
23,100
21,375
18,550
20,125
20,100
19,350
18,300
23,825
22,575
23,575
22,200
22,025
22,075
23,400
22,000
21,850
18,300
18,175
24,250
21,825
22,250
21,450
22,750
20,925
23,450
21,900
18,875
19,700
17,750
CONCORSO INDIVIDUALE JUNIOR
1 MERKULOVA Alexandra
2 DI BATTISTA Chiara
3 KISSE Anastasia
4 FILONOVSKI Viktoria
5 DAVIDOVA Altxandra
6 PISCUPESCU Alexandra
7 BINI Camilla
8 PALA Giulia
9 YUSIFOVA Lala
10 KHEILOVA Andrea
11 KILIANOVA Xenia
RUS
ITA
BUL
ISR
KAZ
ROM
ITA
ITA
AZE
CZE
SVK
24
Artistica
Attività Internazionale
TAMPERE - 10° FESTIVAL OLIMPICO
DELLA GIOVENTÙ EUROPEA
Di David Ciaralli
P
iccolo capolavoro delle azzurrine in Scandinavia, quarte con
109.850! La squadretta junior
capitanata da Paolo Bucci ha mancato il podio per 7 decimi e mezzo, riuscendo però a fare meglio di Nazionali molto più accreditate, come la
Francia, la Germania e la stessa Gran
Bretagna, staccata di oltre un punto.
Le due ginnaste della Lissonese, Carlotta Ferlito e Andrea Foti, e la romana Chiara Gandolfi (Olos Gym 2000),
inserite nel primo turno di qualificazione, sono tuttavia riuscite a lasciarsi
alle spalle ben 25 rappresentative europee agli EYOF di Tampere. Purtroppo il secondo punteggio alle parallele (27.750) e il terzo alla trave
(27.400) non sono stati sufficienti a
colmare il distacco dall’Olanda, bronzo con il totale di 110,600. La vittoria
del Concorso Team è andata alla Russia, medaglia d’oro con 113.150, davanti alla Romania (111.250) e, appunto, alle ragazze dei Paesi Bassi,
che, dopo un periodo di appannamento, sembrano tornare prepotentemente alla ribalta. “Noi eravamo il
gruppo più giovane – ci racconta il tecnico italiano – eppure abbiamo sfiorato l’impresa, con
una gara molto diligente.
Sarebbe bastato fare un
po’ meglio la trave, ma poco male, ciò che conta è
l’esperienza maturata in
un contesto di altissimo livello. Essere quarti nell’Artistica continentale del futuro è
pur sempre un buon punto di
partenza. L’organizzazione, a
parte qualche lungaggine nei
trasporti, è stata perfetta, co-
sì come l’attrezzatura e il villaggio allestito nell’area di Hervanta”. La soddisfazioni di Bucci è più che legittima ed
avvalorata dal riscontro individuale. La
Foti, bronzo, lo ricordiamo, agli Assoluti di Meda, si qualifica per la finale All
Around - 3ª con 55.950 dietro Victoriya Komova (58.350) e Amelia Elena
Racea (56.650) - insieme alla Gandolfi (11ª a 53.100, pari merito con la britannica Jennifer Pinches). Pure la
Ferlito avrebbe conquistato la vetrina tra le migliori 24 dell’European Youth
Olympic Festival, forte del
suo 53 in ex aequo con
l’elvetica Jessica Diacci e la
tedesca Desiree Baumert,
ma, in quanto terza italiana,
si è dovuta accontentare di
fare il tifo per le compagne. Il suo piazzamento,
comunque, 14ª su 83 partecipanti,
rimane un risultato più che lusinghiero, mentre il 10° posto al volteggio,
buono soltanto per il ruolo di 2ª riserva, ha un alibi regolamentare che ci
spiega lo stesso Bucci: “Il programma
senior, in questo attrezzo, è diverso da
quello junior, dove i due salti non sono
poi così diversi l’uno dall’altro. Avendo
sempre lavorato su altre soluzioni non
siamo riusciti, pertanto, a trovare il giusto compromesso tecnico”. Per il resto
la premiata ditta Foti-Gandolfi ha garantito un’interessante presenza azzurra nelle altre finali di specialità. Sul
fronte maschile il team azzurro composto da Tommaso De Vecchis (Ginnastica Gioy), Ludovico Edalli (Pro Patria
Bustese) e Giancarlo Pollini (GA Stabia)
si piazza in 10ª posizione. La squadra
guidata da Roberto Germani ha raccolto 149.900 punti, con una prestazione alla sbarra da 6° posto assoluto
25
Nella pagina a fianco la Delegazione azzurra a Tampere e la mascotte degli EYOF 2009. Di fianco, nell'ordine, le ginnaste della GAL, Andrea Foti e Carlotta
Ferlito, impegnate alla trave in una gara di Serie A.
(25.150). Sul gradino più alto è finita,
ancora una volta, la Russia, che con
164 punti ha messo in fila la Svizzera
(162,800) e la Romania (159.200). Il
campioncino della Lipomo, qualificatosi con il 22° parziale e 74.450 punti nel Concorso Generale, riuscirà a migliorare ulteriormente nella sfida a
24, occupando, grazie al personale
di 76.950, l’11° gradino assoluto (CL
13.100; CM 12.800; AN 11.500; VO
14.600; PA 12.300; SB 12.650). E l’avventura nella regione del Pirkanmaa
per i nostri ragazzi si è conclusa qui, visto che l’unico ad avvicinarsi ad una finale di apparato era stato proprio De
Vecchis, 2ª riserva alla sbarra con il suo
12.90. Rimane, tuttavia, la soddisfazioni di aver onorato, più che dignitosamente, l’esordio dell’Artistica Maschile in questa rassegna biennale, varata
nell’ormai lontano 1991. Le competizioni degli uomini, infatti, si sono affacciate per la prima volta alla 10ª
edizione del Festival Olimpico della
Gioventù Europea, affiancando la Ginnastica femminile, il Judo, il Basket, la
Pallamano, la Pallavolo, il Ciclismo, il
Tennis, il Nuoto e l’Atletica. Un’edizione, messa in piedi egregiamente dal
Comitato Olimpico Finlandese e dall’associazione sportiva Hämeen Liikunta ja Urheilu (HLU), che ha visto la
presenza di oltre 3.300 atleti in rappresentanza di 49 Paesi. Purtroppo, il
giorno delle finali nel Tampere Exhibition and Sport Center, l’Italdonne è
stata colpita da quella che potremmo
chiamare “la maledizione del 5° posto”. Il 13.100 alla trave, il 13.800 alle parallele e il 13.475 al corpo libero
collocano Andrea Foti nella stessa posizione, sempre a metà strada, nelle rispettive classifiche, tra la medaglia di
bronzo e il fanalino di coda. Dopo il 7°
posto nel Concorso Generale con il totale di 53.700 (VO 13.850; PA 13.700;
TR 13.950; CL 12.200), l’azzurra non
è proprio riuscita a lasciare il segno
nelle sfide tra le migliori otto di ciascun
attrezzo. Eppure il talento della GAL,
in qualifica, aveva staccato il biglietto
sugli staggi con il 3° punteggio
(14.200), addirittura il secondo sulla
trave d’equilibrio (14.450), di un decimo alle spalle della più esperta Racea. Chiara Gandolfi, già 15ª nel programma completo con 50.850 (VO
13.500; PA 13.250; TR 11.200; CL
12.900) alle parallele, nonostante il
13.450 e un decimo in meno rispetto
alle qualificazioni, è riuscita solo a risalire dall’8° al 6° posto, finendo proprio dietro alla compagna di Nazionale. Intanto, la regina All-arounder, la
russa Victoriva Komova - che con
57.300 (VO 14.750; PA 14.200; TR
14.350; CL 14.000) aveva regolato
brillantemente la pratica Racea, argento, al termine delle 4 rotazioni,
con 55.800 (VO 14.500; PA 12.550;
TR 14.800; CL 13.950) - il giorno del
confronto sui singoli attrezzi è riuscita a superare altrettanto di netto l’avversaria soltanto sugli staggi asimmetrici, con un 15.00 tondo, contro il
13.950 di Elena Amelia. Lo stesso punteggio ottenuto dalla britannica Hibbert. Per il resto la Rumena ha reso
“pan per focaccia” alla Komova, strappandole mezzo oro sulla trave – in
virtù del 14.650 pari merito, davanti
all’olandese Van Gerner, terza, proprio
come nel giro completo (55.200),
con 13.800 - e il titolo al volteggio,
malgrado un errore nel primo salto
(14.00). La Racea, al termine della seconda rincorsa dai 25 metri trova, infatti, un’esecuzione strabiliante e con
un 14.975 e la media di 14.487 chiude la porta in faccia a Chahdi Ouazzani, seconda con 14.200 davanti alla
coppia della madre Russia, KomovaMalikova, ex aequo a 14.175. Ci penserà proprio la Malikova a vendicare la
connazionale con un 14.125 al corpo
libero, che toglie alla 14enne allenata da Nicolae Forminte, staccata di 75
millesimi, il gusto del terzo oro di
giornata. Il bronzo va all’altra rumena,
la Haidu (13.900). Tra i maschi, dopo
l’affermazione del russo David Belyavskiy sui sei attrezzi con 82.150 (CL
14.100; CM 14.050; AN 13.600; VO
14.650; PA 12.900; SB 12.850), bissata dall’oro al corpo libero (14.225) e
agli anelli (13.875), da segnalare lo
strapotere britannico nelle altre specialità con Sam Oldham, primo al cavallo con maniglie (13.775) e alle parallele pari (13.775) e Maximillian Bennett, il più bravo alla sbarra (13.350).
Sui 25 metri si è imposto, invece, il
belga Tomas Thys (14.962).
26
Artistica
Primo Piano
L’ISOLA CHE NON C’È… PIÙ
di Evgeny Shenderey, tecnico squadre nazionali Gam e Gaf negli anni ’80 e ‘90
T
ra poco, il 14 novembre, ricorrerà il secondo anniversario della
scomparsa di Klimenko. Il tempo vola, soprattutto quando si porta via
le persone care. Mi sembra ieri, il telefono che suona e la moglie che mi dà la
terribile notizia. Insieme a lui avevo lavorato quasi 40 anni, fin dai tempi dell’Unione Sovietica. Sono tornato apposta dal Canada, all’inizio dell’anno,
per andare sulla tomba di Misha e per
dirgli, come si usa da noi, in Patria:
“amico mio, che la terra ti sia morbida”.
Lui è stato un grande allenatore del
cuore, prima che del fisico. Tutti sanno
che ha portato il fratello Victor sulla cima di Olimpia, ma, al di là di ciò, forse
si dimentica che è stato un grande innovatore. Il Korbut con l’avvitamento,
il doppio salto con doppio avvitamento al corpo libero, sono tutte novità
mondiali, anche se, in verità, è nel metodo che si può riconoscere la sua originalità, il marchio di fabbrica. Due
giorni prima di morire mi aveva chiesto
di organizzargli una visita in Nord America per presentare un nuovo sistema di
preparazione al volteggio e al corpo
libero. Non siamo andati sempre d’accordo. Ma dal confronto, dalla contrapposizione dei nostri punti di vista è
nata una profonda stima reciproca. La
Ginnastica si evolve in continuazione.
Un buon allenatore è quello che fa
esperimenti con la disponibilità, però,
a tornare sui propri passi, quando sbaglia, per compiere poi un altro balzo in
avanti. Questa è l’unica strada che porta al successo, l’eredità che ci ha lasciato Mikhail. Molti, invece, spingono i ginnasti oltre ogni limite, non riconoscendo mai i propri errori. E così si buttano
via tanti anni di lavoro in un niente. Prima della tecnica ci vuole psicologia.
Agli Europei di Roma del 1981 un mio
ginnasta, Rocco Amboni, conquistò un
bronzo e un argento, poi dominò gli
anelli ai Giochi del Mediterraneo di Casablanca ‘83. Questo bottino, che a lui
sarà sembrato sufficiente, secondo me,
al contrario, è stato molto inferiore alle sue potenzialità. Aveva talento da
vendere, e a volte non basta. Guarda-
te Jury Chechi, meno dotato di Rocco
ma che lavoratore! E quando un atleta
ha voglia di lavorare, cresce insieme al
suo allenatore, il quale, si badi bene,
non deve mai imporre le proprie idee,
ma far uscire, come diceva Michelangelo, il capolavoro dal pezzo di marmo.
Vanessa Ferrari? Mi dispiace che non sia
riuscita a coronare il sogno olimpico, però, da osservatore esterno, mi sembra
che sia arrivata all’appuntamento troppo stanca. La prima cosa da insegnare
ad un atleta è che per raggiungere i risultati si parte sempre dalla testa. Un allenatore passa tante ore con il proprio
ginnasta in palestra e, in un certo senso, diventa come il padre e la madre, il
nonno e la nonna. Questi ragazzi, i genitori veri, li vedono molto meno di
noi. E allora, il colpevole principale di un
fallimento, alla fine, chi è? L’allenatore,
è evidente. Quante notti insonni ho
passato, schiacciato da questa responsabilità. Volete un altro esempio? Pao-
27
lo Bucci, sempre infortunato, perché il
suo tecnico lo spingeva troppo. Anche
il vino ha i suoi tempi, se lo bevo troppo presto è giovane, troppo tardi diventa aceto. Ogni tanto bisogna saper dire: Stop! Devi riposare, e non importa
se c’è un Mondiale o un Europeo alle
porte. Con 1 miliardo e 300 milioni di
Cinesi le Olimpiadi di Pechino le ha
vinte la Liukin, perché il padre sa bene
come si prepara la testa di un campione. Nastia è sbocciata come una rosa.
Io sono arrivato in Italia nel 1979, ho lavorato con Lazzarich, Colombo, Vittorio Allievi. Anche con Franceschetti, al
quale ho trasferito le mie esperienze della scuola russa. Di recente ho sentito dire che, secondo lui, non è una buona
idea far lavorare in Italia tecnici stranieri. Ebbene, se mi avesse telefonato qualche volta, in tutti questi anni, gli avrei
detto che sbaglia. E non parlo per me,
ma per i Klimenko, gli Oudalov, i Kaspersky, gente che non toglie il posto
agli italiani, ma porta loro un valore
aggiunto. Guardate Cingolani! Forse
non è ancora pronto per Mondiali o
Olimpiadi ma si vede che ha i fondamentali per arrivarci. Quando costruisci
un grattacielo devi iniziare sempre dalle basi. Io ho imparato tanto, indistintamente, da Boris Shaklin, Misha, Guglielmetti, Carminucci. Pallotti mi ha
aiutato a capire la mentalità italiana. Il
confronto è fondamentale e chi è chiuso nelle proprie convinzioni è schiavo di
se stesso. Un tempo eravamo una grande famiglia. C’era più armonia. I miei
ginnasti sono tuttora come dei figli:
Anastasi, Mosca, Francesca Santoni,
che ha avuto da poco la terza femmina.
Sono molto preoccupato per il clima
che si è creato ultimamente. Ci sono
gruppi che lavorano per sé. Per andare
avanti, invece, è indispensabile remare
nella stessa direzione, senza dimenticare mai che siamo sulla medesima barca.
Un allenatore, da solo, forse può crescere un buon ginnasta, il quale però non
Nella pagina a fianco Evgeny Shenderey in palestra
con i suoi ragazzi e, in basso, con Andrea Cingolani e
il tecnico della Virtus Pasqualetti Macerata Sergiy Kasperskyy. Sopra una foto storica di Shenderey, quando era tecnico della Nazionale italiana. Si riconoscono da destra i giovanissimi Jury Chechi, Antonio Trecate e Paolo Bucci.
sarà mai completo se non si confronta all’interno di un team, che, a sua
volta, deve misurarsi in un sistema il
più possibile competitivo. E poi, lo ripeto, una macchina che fa 150 mila
km all’anno, dopo due anni la butti. E’
meglio fare meno strada ma per più
tempo. Qualche tecnico, invece, per
rivalse personali, per raggiungere subito i risultati e dimostrare di essere il
più bravo, ha pestato troppo sull’acceleratore. Negli States si parla di step
by step, di crescita graduale. Ho visto
gli occhi delle ginnaste italiane a Pechino. Non erano felici. Io non ho
mai parlato con loro ma ho capito,
dalla televisione, quello che provavano. L’Italia non ha i bacini dell’ex
Unione Sovietica, o della Cina, non
possiamo permetterci di dilapidare
un patrimonio. Anche la Federazione
Internazionale ha le sue responsabilità. Quando fu eseguito per la prima
volta il Korbut alla trave, tutti dissero
che l’avrebbero potuto fare solo due
o tre persone al mondo, oggi, invece,
vale una semplice B. Prima dei giochi
di Tokyo un ginnasta russo fece il doppio salto in uscita alle parallele e molti gli diedero del pazzo. Adesso questa uscita, carpiata o raggruppata, la
fa anche un bambino di 12 anni. La
Ginnastica è cresciuta, saltando però
troppi passaggi. Codificando gli elementi con valori sempre più bassi si invita ad esasperare le prestazioni. L’Artistica è bella dal punto di vista estetico, non perché difficile. Ma se neppure al Circus de Soleil fanno cose
tanto pericolose! Eppure lì gli artisti
prendono un mucchio di soldi per
eseguire, magari, una verticale su un
braccio. Di questo passo non avremo più atlete oltre i 20 anni e il gioco,
per i protagonisti stessi, non varrà più
la candela. Io non voglio portarmi segreti nella tomba, perché non credo
che nell’al di là ci sia la Ginnastica. Bisogna pensare sette volte prima di
fare una cosa, non farne sette per
averne pensata una. Filosofia? No,
soltanto la saggezza dei nostri allenatori, la flebile voce della tradizione, l’esempio di un mondo che non c’è più.
28
FGI News
PISA - IL RICORDO DI CHIARUGI
CON IL PRESIDENTE AGABIO
GINNASTICA IN RIMA
Inviate i vostri componimenti, ricordandovi di firmarli e di indicare la società di appartenenza: via e-mail, all’indirizzo [email protected], oppure per posta a Ufficio Stampa della
Federazione Ginnastica d’Italia - Palazzo delle Federazioni, Viale
Tiziano 70 - 00196 Roma. Le poesie verranno pubblicate nei
prossimi numeri della rivista federale.
Prove per il saggio di una nipotina
Ad un anno dalla scomparsa del grande ginnasta pisano
Federico Chiarugi, Bradipolibri (che in “Polvere di Magnesio. Storie di ginnasti e ginnastica”, uscito a fine marzo,
dedica un capitolo alla sua storia) ha voluto ricordare l’atleta azzurro, in collaborazione con la famiglia, in un incontro presso il Comune della sua città natale. Un momento per raccontare la storia di “Chico”, un ragazzo
semplice, grande promessa degli anni ’80, che per quattro stagioni ha vestito la maglia azzurra, fino al 14 novembre 1986, quando un infortunio in allenamento ha rischiato di togliergli la vita. Un incidente che lo ha costretto alla sedia a rotelle, ma che non ne ha abbattuto l’animo e non lo ha privato della voglia di vivere. Tanti gli
ospiti presenti, tra cui il nostro Riccardo Agabio, Presidente della Federazione Ginnastica d’Italia e Vicepresidente
del Coni, che a Federico e alla famiglia Chiarugi è sempre
stato vicino, i rappresentati del Comitato Regionale Toscana della FGI, a cominciare da Fabrizio Lupi, Responsabile
dell’Artistica Maschile, e alcuni ex Nazionali, storici compagni di allenamento di Chiarugi.
LA COMMISSIONE GIUSTIZIA DI 1° GRADO
della Federazione Ginnastica d’Italia, riunitasi a Roma il
20 luglio 2009 nel procedimento disciplinare contro
Enrico Casella – Omissis – P.Q.M. dichiara la responsabilità dello stesso Casella per le incolpazioni contestate; concesse le attenuanti di cui all’art. 19, lett. A)
RGD, irroga la sanzione di mesi quattro di sospensione, nonché la pubblicazione della presente decisione
sulla rivista “Il Ginnasta” per estratto, per una volta.
Quattro rampe di scale, via! Via!
La tua manina incollata alla mia
lungo uno stretto corridoio.
Cambio veloce, scalpiccii, musica insistente,
flauto magico ipnotico e suadente
ti chiama e tu, serpentello sgusciante,
vorresti dileguarti all’istante.
Andiamo dici… voglio andare a provare.
Sei fremente e pronta a volare,
piroetti veloce con un ciao e un bacio
e a un nuovo mondo io, riluttante, ti lascio.
Un soffio, ti giri, scompari e sono sola
Ma la tua gioia cancella il groppo in gola.
Laura Testa (nonna di Sara e Lisa Morganti)
Soc.Ginn. Pro Patria Bustese
STAGIONE 2009-2010,
PARTE IL NUOVO TESSERAMENTO
Il Consiglio Direttivo Federale, nella seduta del 22 luglio a Roma, ha deliberato una svolta importante per quanto concerne le modalità di tesseramento per l’anno sportivo 2010. A
partire dal 1° settembre di quest’anno la quota di affiliazione degli atleti alla Federazione Ginnastica d’Italia contempla tre diverse fasce: € 9,00 per gli agonisti di Artistica, maschile e femminile, Ritmica, Trampolino elastico e Aerobica;
€ 6,00 per gli iscritti alla Sezione di Ginnastica per Tutti; €
3,00 per il Settore Salute e Fitness. La parcellizzazione della precedente quota fissa di 10,00 Euro, uguale per ogni tipologia di ginnasta dal vertice alla base, mira, secondo le intenzioni della dirigenza federale, a promuovere l’accesso alle nostre discipline di tutti quei praticanti che non ambiscono a raggiungere livelli agonistici di particolare rilevanza, ma,
al contrario, desiderano svolgere un’attività qualificata però su un piano amatoriale e dilettantistico. A fronte di un
maggior risparmio per il singolo atleta il CDF ha leggermente aumentato la quota di affiliazione societaria, portandola
per tutti a 200 Euro, nonché il contributo annuo di Dirigenti, Tecnici, Giudici ed Ufficiali di gara, che, nella prossima stagione, passa a 50,00 Euro.
29
Ritmica
Primo Piano
ALLA SCOPERTA DELLA COREOGRAFIA
U
n aspetto fondamentale del
mondo della Ginnastica, il
più diretto ed emozionante,
quello che arriva allo spettatore ignaro dei tecnicismi del Codice dei Punteggi, è certamente la composizione
coreografica, presente sia nel corpo
libero femminile, sia nei programmi
della Ritmica, che nell’Aerobica e
nella Ginnastica per Tutti. In questo
numero abbiamo cercato di conoscere meglio i segreti di un’arte antica, che ha trovato, soprattutto tra i
piccoli attrezzi, nuove frontiere di
espressione. Dietro ogni esercizio,
singolo o di gruppo, c’è il lavoro di
professioniste come Nathalie Van
Cauwenberghe e Klarita Kodra, che
si sono avvicendate nella preparazione della squadra nazionale, o di
Francesca Frassinelli e Milena Porzio,
che, invece, si dedicano alle individualiste azzurre, junior e senior. Con
l’aiuto di Ilaria Leccardi, collaboratrice di Tuttosport, le abbiamo incontrate tutte e quattro per approfondire, insieme a loro, la funzione e il
metodo della Coreografia applicata
alla Ginnastica Ritmica
DA DOVE NASCE
Il primo a utilizzare l’espressione “coreografia” per descrivere passi e figurazioni in scena di danze e balletti fu
il maestro di ballo Raoul-Auger Feuillet nel trattato da lui pubblicato nel
1700: Chorégraphie, ou Art de décrire la dance par caractères, signes
et figures démonstratives. Solo all’inizio del XIX secolo si comincia a riferire il termine “Coreografo” al
creatore dei balletti, a colui che «inventa» le figure e i passi di danza. Si
parlava più volentieri di « maestro di
ballo» o di «compositore», dato che i
Le farfalle azzurre in una fase di riscaldamento durante gli Europei di Torino (foto LaPresse)
danzatori solisti avevano l’abitudine
di sistemare da se stessi le loro variazioni. Nel 1935, Serge Lifar pubblica
il suo Manifeste du chorégraphe, nel
quale rivendica a questo ruolo uno
statuto di «concetto», pari a quello
del regista teatrale. Qualche anno
più tardi Lifar propone di chiamare
l’autore dei balletti il choréauteur
(coreoautore), per liberare i termini
«coreografia» e «coreografo» dalla
loro ambiguità. Nello stesso periodo,
George Balanchine introduce il termine «choreographer» nella commedia musicale e nel cinema americano, al posto di «dance director».
DAL PALCOSCENICO ALLA PEDANA
La coreografia sul piano del valore
Artistico di un esercizio di ginnastica
Ritmica, rappresenta in senso lato la
composizione di base dell’esercizio
stesso, in stretta relazione con il carattere e il ritmo del pezzo musicale
di accompagnamento. Una buona
composizione rispecchia sempre, in
ogni sua parte, l’armonia tra la musica e il movimento del corpo e dell’attrezzo e ha l’obiettivo principale
di emozionare giudici e spettatori.
Nell’ambito del processo di allenamento, unitamente all’acrobatica, alla preparazione fisica e alla tecnica
degli attrezzi, la coreografia rappresenta un aspetto della preparazione
specifica della Ginnastica Ritmica,
utile alla corretta impostazione del
corpo per salti, equilibri e pivot. Una
buona preparazione coreografica
non solo migliora le linee di busto e
arti ma esalta le capacità tecnicoespressive della ginnasta e aiuta a
trasformare il gesto in arte.
30
Ritmica
Primo Piano
DAL PALCO ALLA PEDANA
IL TOCCO DI NATH
di Ilaria Leccardi
“È
stato un sogno, una bellissima avventura. Anni che non
potrò mai dimenticare, che
mi hanno cresciuta e resa felice”. A volte arriva il momento dell’addio e spesso è quello che fa più male. Ma Nathalie Van Cauwenberghe non lo vuole vi-
vere così. I Giochi di Pechino sono stati l’ultima grande competizione che
l’ha vista coreografa delle splendide
Farfalle azzurre, come sempre al fianco
di Emanuela Maccarani e del suo staff.
Poi la decisione di lasciare il testimone,
di concludere l’esperienza con la Nazionale iniziata nel 1996, quando accompagnò la squadra junior agli
Europei di Oslo. L’Italia vinse
due bronzi. Da allora una crescita costante. “La scelta di
lasciare la Nazionale è stata
mia. Dettata da un periodo
reso difficile da problemi
familiari. Sapevo di non
poter continuare a dedicarmi anima e corpo a
questo progetto e così ho
preferito farmi da parte”.
Ma quello che Nathalie si
lascia alle spalle è un movimento forte, esplosivo,
vincente, cresciuto anche
grazie ai suoi insegnamenti che spesso sono
andati oltre alle ore di
allenamento e preparazione fisica. Ballerina
belga, la bionda Nath
ha scalato tutte le più
importanti tappe della
danza classica e contemporanea, riuscendo ad
esibirsi con i nomi che
più hanno illuminato i palcoscenici internazionali: da
Rudolf Nureyev
a Carla Fracci,
da Michail Ba-
risnikov ad Alessandra Ferri. “Dopo aver
iniziato ad Anversa, mi sono trasferita a
Bruxelles, dove ho incontrato Maurice
Bèjart, che mi ha scelta per ballare con lui
quando avevo 16 anni. Dopodiché mi sono spostata in Francia, a Marsiglia, e lì ho
potuto lavorare con Roland Petit”. Quindi l’esperienza italiana, a Reggio Emilia,
dove la Van Cauwenberghe consegue
il diploma di coreografa e danzatrice
contemporanea ed entra a far parte
della Elleboro Company. Il primo avvicinamento alla Ritmica risale al 1987,
grazie all’azzurra Giulia Staccioli, conosciuta a Parma. “Giulia mi ha chiesto di
collaborare per una gara. Io mi sono subito incuriosita. Della Ritmica mi affascinavano l’ampiezza dei movimenti e la
mobilità richiesta alle ragazze. Ho iniziato a collaborare con la società parmense e quindi ho partecipato a uno stage
con l’allenatrice Paola Dal Fratello, che mi
ha fatta avvicinare alla Nazionale”. E così è entrata nel mondo della ginnastica. Come un cigno sceso dal palcoscenico per volare in pedana. Ma della pedana Nathalie non ha mai preso la scena. Ha comunicato, insegnato, rivelato i segreti più nascosti dell’espressività. Dietro alle quinte, con un lavoro
quotidiano sull’atteggiamento corporeo e sulla postura, ma ancor di più, forse, sulla mente delle ragazze che ha seguito, dalle giovani delle società di
provincia, alle vice campionesse olimpiche di Atene, con dedizione e amore. Puntando sull’esigenza di esprimere la dolcezza e al tempo stesso la forza, i piccoli passi e l’emozione pura.
“Ho iniziato a fare i primi collegiali con la
Nazionale e poi, nel 1996, Emanuela
Maccarani mi ha proposto di accompagnarla con la squadra junior agli Europei
di Oslo. È iniziata così la nostra collaborazione. Allora mi portavo dietro un bagaglio molto variegato, dalla danza classica, alla neoclassica, fino alla contemporanea”. Nel frattempo, consegue il diploma di insegnante di danza a Parigi,
Nathalie Van Cauwenberghe
31
Sopra la Nath con Valentina Rovetta e, di spalle,
Eva d'Amore. A sinistra in un commovente abbraccio con la Savrajuk dopo la qualificazione olimpica
ai Mondiali di Patrasso. Sotto la Van Cauwenberghe
con la squadra e la DTN Marina Piazza agli Europei
di Torino.
dove consolida le sue conoscenze nel
campo dell’analisi del movimento e
collabora con altre società di ginnastica, come la Brixia Brescia. “Ho sempre
avuto una grande passione per l’espressività corporea. Elemento fondamentale
anche nel lavoro con le Farfalle. Nella ritmica le ragazze hanno un percorso di crescita molto più breve e più intenso rispetto alle ballerine. Ciò che una ballerina impara in tanti anni di preparazione, le
ginnaste sono costrette ad acquisirlo in
poche stagioni. Bisogna sapere adattarsi e conoscere i ritmi diversi di crescita”.
Al fianco delle ragazze, di Emanuela ed
Eva D’Amore, Nath ha partecipato a tre
Giochi Olimpici, da Sydney a Pechino,
passando per le glorie di Atene. “Nel
2000 in realtà, pur essendo andata in Au-
stralia, non sono stata nel villaggio olimpico, perché all’epoca la Nazionale era seguita ancora da Vladimir e Ludmilla
Komkov, due coreografi bielorussi che
mi hanno insegnato molto. Poi il testimone è passato a me”. L’emozione più
grande di questi anni. Atene? “In realtà no. Ovviamente quello del successo è
sempre un momento particolare. Ma le
emozioni più grandi me le ha regalate il
lavoro quotidiano, il percorso intrapreso
con queste splendide ginnaste e le altre
allenatrici. Anche i momenti di crisi. Oppure il superamento di certi blocchi e
paure delle ragazze, la crescita collettiva
del gruppo. Ricordo ad esempio un lavoro fatto con Fabrizia D’Ottavio. Quando
le chiedevo di gridare, di tirar fuori la voce, dai suoi occhi usciva sempre una la-
crima. Non riusciva, era come legata. Ma
poco per volta ce l’ha fatta, si è liberata.
Sono stati momenti splendidi. Certo la gara è importante, per Emanuela e le sue
collaboratrici che sono state ginnaste, è
il momento fondamentale, per me è un
po’ diverso, il coinvolgimento differente,
mi concentravo su altri dettagli”. Ma ora
che la Van Cauwenberghe non fa più
parte del team azzurro, la sua vita nella Ritmica è tutt’altro che finita. “Pensavo di avere qualche momento libero in
più, invece è stato il contrario…”. Tante
le società con cui ora collabora: la Arteritmica Parabiago, affianco a Cinzia
Breda, la Inzani Parma di Maria Chiara
Cavalli, la Comense seguita da Mariagiovanna Frigerio, la Forza e Coraggio
di Daniela Vergani. “È stato come rimettermi in gioco. Ma lo faccio sempre con
il sorriso, cerco di trovare il lato positivo
delle cose, anche nei momenti più difficili. Vorrei che si ricordasse il grande affetto che mi è rimasto per l’ambiente con cui
ho lavorato per anni. Devo ringraziare
davvero tutti. La Federazione e il presidente Agabio, Marina Piazza, Emanuela
Maccarani, Eva D’Amore e Valentina Rovetta. Ma soprattutto le ragazze, senza
le quali non avrei potuto avere questa crescita ed essere oggi quella che sono”.
32
Ritmica
Primo Piano
KLARITA E IL TEATRO DELLA GINNASTICA
di David Ciaralli
L
a nuova coreografa della Squadra
Italiana di Ginnastica Ritmica si
chiama Klarita Kodra, 29enne di
Tirana, albanese ma con chiare origini
bosniache. Dal 1995 frequenta la prestigiosa scuola coreografica di Baku.
Dopo tre anni si diploma con il massimo dei voti in danza e coreografia classica, sotto la guida della prof.ssa Leila
Vekillova (artista emerito della ex Unione Sovietica). Durante gli ultimi due anni accademici approfondisce i fondamenti del metodo Vaganova con maestri provenienti dal teatro Balshoi di
Mosca. Diplomata con il massimo dei
voti, nel 1999 si specializza nel metodo R.A.D (Royal Academy of London).
A soli 20 anni, dopo una breve esperienza sul palco dell’Accademia azera e
con la Compagnia “Balletto Italia” di
Torino, diviene la prima ballerina assoluta in repertorio classico e moderno al
Teatro Nazionale di Sarajevo. Seguono
il Teatro del Opera di Tirana (TOB) e
quello dell’Arena di Verona. Una carriera fulminante ma purtroppo breve.
Dopo un infortunio al ginocchio appende le scarpette al chiodo ed incomincia un uova carriera. Si trasferisce
stabilmente in Italia, a Bergamo, dove
dirige con successo la scuola di danza
“Angels”. Dal 2004 inizia ad insegnare coreografia in varie società di ginna-
33
stica ritmica, in Lombardia. Occupa il
ruolo di coreografa in diversi allenamenti regionali organizzati dal Comitato. Durante questi anni Klara, come
la chiamano gli amici, ha diversi contatti con Emanuela Maccarani, soprattutto in occasione di alcuni collegiali
estivi a Follonica. Nel frattempo, però,
continua ad aggiornarsi professionalmente, alla Scala di Milano, al Teatro
Statale di Dortmund e di Lipsia, in Germania. Lei che si è formata con artisti
del calibro di Agron Aliaj, direttore del
Corpo di Ballo dell’ Opera di Tirana, Luan Satino, direttore dell’Accademia
delle Belle Arti nella capitale albanese,
Pullumb Agalliu, Vice direttore dell’Accademia di Baku, Luis Gonzales, maestro della Scuola Coreografica a L’Havana (Cuba), e Philip Beamish, maitre
di ballo del Teatro alla Scala. Attualmente è iscritta alla facoltà di scienze umanistiche, presso l’Università di Bergamo,
in Scienze delle Arti Figurative Musica
e Spettacolo. “Cosa mi piace della Ritmica? – ci risponde, in una pausa degli intensi allenamenti al Centro Tecnico Federale di Desio - La dinamica del movimento, la forza, l’energia, il lato corporeo degli esercizi, la scioltezza, l’armonia,
e poi è molto simile alla danza classica,
alla quale, secondo me, manca l’elemento competitivo del confronto sportivo. Conosco meno il gioco degli attrezzi
anche se mi affascina ogni giorno di più.
Il mio lavoro si svolge principalmente alla sbarra ed è finalizzato a raffinare la
A pag.32 Klarita Kodra con Marta Pagnini, Serena Finotti ed Erika Buratti. In basso una sequenza di Klara
a Teatro. Qui sopra il prof. Agabio e la DTN Marina
Piazza con la squadra nazionale di Ginnastica Ritmica e le tecniche Manuela Maccarani, Eva D'Amore,
Klarita Kodra e Valentina Rovetta in occasione di una
visita del Presidente Federale al CTF di Desio, ad inizio anno (Foto D. Ciaralli).
tecnica del movimento, i giri, i salti, curando i minimi particolari. La mia lezione dura un paio d’ore poi, durante il resto degli allenamenti, continuo a seguire le ginnaste, in collaborazione con le
mie colleghe, per la pulizia esecutiva,
dal punto di vista estetico, degli esercizi
di gara. La squadra, quando sono arrivata, era in un momento di transizione, con
due big come la D’Ottavio e la Falca che
stavano lasciando e alcune altre che si
stavano aggregando. Manuela e il suo
staff hanno svolto una ricerca molto accurata, individuando elementi validi per
aprire un nuovo ciclo. Stiamo ancora
cercando di integrare al meglio i nuovi arrivi, in modo tale da rendere il gruppo il
più omogeneo possibile. Il mio inserimento? È stato immediato. Sono stata accolta benissimo, anche perché, più o meno, ci conoscevamo da prima. Con le
ragazze c’è un’ottima sintonia. Il nuovo
Codice dei Punteggi ha modificato molti elementi e così , negli ultimi mesi, ci siamo impegnate per assimilare le nuove richieste. Credo che i risultati si siano visti
a Pesaro. Nelle mie prime uscite in campo internazionale, in Coppa del Mondo,
direi che non è andata affatto male. Tocca ad altri dire quali sono i miei meriti, di
certo, però, non porto sfortuna. Abbiamo
potenzialità importanti, anche questa
squadra può arrivare lontano. L’obiettivo principale resta quello di riprenderci
una medaglia a Londra. Il teatro? Un po’
mi manca, ma è qualcosa di diverso. È
un mondo più suggestivo, l’atmosfera
che si respira in un certo senso è spirituale. La Ginnastica, invece, è dinamica,
spettacolare, ma manca forse di misticismo. Ecco, la mia missione è quella di
portare teatralità nei programmi della
Ritmica. Non siamo lontani, espressività e sentimento sono caratteristiche
della scuola italiana, manca forse l’ambiente. Gli impianti sportivi sono luoghi
freddi, dove non è semplice ricreare la
magia del palcoscenico. Se ci riusciremo,
se dagli spalti scrosceranno applausi a
scena aperta, saremo state brave e,
forse, concederemo il BIS”.
34
Ritmica
Primo Piano
LA COREOGRAFIA INDIVIDUALE
CON FRANCESCA E MILENA
di Ilaria Leccardi
S
i erano incrociate da adolescenti, quando, giovani promesse della danza, erano entrambe passate per l’Accademia del
Teatro Nuovo di Torino. Poi ognuna
ha fatto la sua strada, all’estero, calcando importanti palcoscenici e conducendo appieno la vita della balleri-
na. Allenamenti, fatiche, successo. E
poi un giorno si sono rincontrate,
sulle pedane della ritmica, dove entrambe sono giunte per trasmettere
alle ginnaste un po’ della propria arte e delle più intime conoscenze. Sono Francesca Frassinelli e Milena Porzio, le coreografe che da alcuni anni
ormai seguono le individualiste della
squadra azzurra. La prima, genovese,
si occupa delle senior; la seconda,
biellese, delle junior. Stessa passione
e dedizione che dal palco le ha portate alla palestra. “Dopo essermi diplomata a Torino – spiega Milena –
nel 1987 mi sono trasferita in Germania, dove sono entrata all’Accademia
di Stoccarda e quindi ho continuato a
lavorare con la Compagnia. Ho vissuto
lì 14 anni, ma a un certo punto ho iniziato a sentire bisogno di uno stacco
dal mondo della danza. Sono tornata
in Italia, a Biella, la mia città, e mi sono messa a lavorare in un settore completamente diverso. Poi un giorno ho
incontrato Anna Miglietta, allenatrice
della La Marmora, con cui da bambina avevo seguito dei corsi di ritmica,
che mi ha chiesto di darle una mano
in palestra”. Prima i corsi delle più
piccole, poi quelli dell’agonistica.
Una cosa tira l’altra e… “Ho lasciato
il lavoro e ho deciso di dedicarmi completamente alla ginnastica”. Francesca Frassinelli dopo il diploma a Torino ha addirittura cambiato continente. “Mi sono trasferita in Canada, perché sono entrata nella Russian Academy of Classic Ballet di Toronto. Per
anni ho lavorato come ballerina classica all’Ontario Ballett e quindi nella
compagnia Toronto Dance Theatre”.
Poi un giorno anche lei decide di
tornare in Italia, dove collabora con
il teatro Carlo Felice di Genova e il
San Carlo di Napoli. Ma il ritorno a
Genova è anche l’occasione per avvicinarsi all’insegnamento in palestra,
nella società Auxilium. Il grande passo per entrambe è però l’approdo in
35
azzurro. “Dopo alcuni anni di lavoro
alla La Marmora – ricorda Milena –
ho partecipato con Anna Miglietta a
un collegiale della Nazionale a Desio.
Lì ho conosciuto Nathalie Van Cauwenberghe. Quando lei ha saputo che avevo fatto un percorso molto simile al suo
ha proposto che venissi integrata nel
team azzurro. E così è stato”. Francesca Frassinelli, che oggi è anche coreografa del Comitato Regionale ligure, in azzurro è arrivata nel 2001, anno in cui ha cominciato a collaborare
con la Maccarani, dopo che un infortunio l’aveva costretta ad abbandonare il palcoscenico. “La mia prima
esperienza internazionale sono stati i
Mondiali di New Orleans del 2002,
quando l’Italia ha ottenuto un ottimo
5° posto. Dopo quell’esperienza di
squadra sono passata al settore delle
individualiste”. Danza e palcoscenico,
ginnastica e pedana. Comunque
espressione e tanta dedizione. “Il nostro compito è difficile – spiega Milena
– perché dobbiamo essere utili alla ginnastica senza trasformarla in danza.
Dobbiamo curare l’impostazione del
corpo, i giri, i salti, guidiamo gli esercizi
alla sbarra. Credo che potrebbe essere
Il gruppo del Centro Estivo di Fano, 1° periodo. Milena Porzio è la prima a destra, con la mano sulla
schiena di Valeria Schiavi. A fianco la giovane individualista dell'Aurora in azione durante la World Cup di
Pesaro (foto C. Di Giusto).
bello che anche la danza talvolta prendesse ispirazione dalla ginnastica. Sarebbe una contaminazione curiosa”.
“Le ginnaste sono costrette ad apprendere in meno tempo rispetto alle ballerine – le fa eco Francesca, che affianca all’insegnamento nella ritmica anche quello della danza contemporanea, al Mas di Milano – lavorano sulle
grandi ampiezze, ma non hanno bisogno di svolgere un puro lavoro di danza. Sono fortunate perché per lo più si
tratta di ragazzine molto dotate fisicamente, anche a livello muscolare. Si allenano molte più ore rispetto alle ballerine loro coetanee”. C’è chi ancora lamenta una mancanza di attenzione
per l’elemento artistico nella ginnastica ritmica, eppure è proprio grazie a
queste ottime insegnanti, capaci di
modellarsi al nuovo ruolo e al nuovo
ambiente della Ginnastica, se oggi il
movimento intero della Ritmica italiana è cresciuto così tanto. È d’obbligo
sottolineare che altre coreografe hanno lavorato, a partire dagli anni 80
con le squadre nazionali italiane,
contribuendo a creare la mentalità
giusta e dando le prime linee guida
per l’impostazione del lavoro di coreografia: da Silvia Brioschi a Rebecca
Alfani, Paola Righi, Chicca Rota, Giovanna Ansaldo, fino a Ludmill Kozev,
che dette una svolta importante alla
metodologia della Coreografia applicata alla Ritmica, per non parlare dei
coniugi bielorussi Ludmila e Vladimir
Komkov. Ricordiamo inoltre, nell’ultimo quadriennio, la collaborazione
per le individualiste Seniores avuta
nel 2005 da Nina Palasheva, coreografa dell’Armonia Chieti, nel 2006
da Stefanov Ivanov, ex ballerino bulgaro ormai residente in Italia, e nel
2008 da Alessandra Paoloni, coreografa dell’Aurora Fano. Anche nei
gruppi C estivi è stata fattiva la presenza di coreografe quali Lucia Lucarelli (nel 2005), Patrizia Biondo (nel
2006) e Irina Gromova dal 2006 ad
oggi. Ricordiamo, in conclusione,
che la Federazione ha realizzato un
CD dal titolo “La preparazione Coreografica - Lezioni alla sbarra” distribuito alle DDTTR e CCRR, nel quale
la prof.ssa Marina Piazza ha assemblato i filmati della lezione di sbarra
della Van Cauwenberghe, della Frassinelli e della Porzio durante gli allenamenti estivi 2006.
36
Ginnastica per Tutti
Primo Piano
UNA NUOVA FIGURA DI COREOGRAFO
di Elisabetta Mastrostefano
S
i è svolto a Francoforte sul Meno dal 29 maggio al 4 giugno
un incontro/workshop di coreografia, organizzato dal Comitato
Tecnico della Gymnastics for All dell’Unione Europea di Ginnastica. All’invito per la nostra Federazione
hanno risposto Emiliana Polini, Concetta Campana, Valeria Ciancio, Cinzia Massa, Stefania Gini dalla Campania, Laura Baldoni e Mara De Palma dalla Liguria, Valeria Tassoni e
Cristina Savani dall’Emilia Romagna,
coordinati dalla DTN. Con noi italiani erano presenti tecnici olandesi,
finlandesi, spagnoli, portoghesi e irlandesi. Lo scopo del corso era quello di migliorare le conoscenze degli
“allenatori di sport popolari per la
realizzazione di spettacoli di Ginnastica” e in particolare di “Ginnastica
per tutti”, attraverso l’utilizzo di
grandi gruppi con differenti livelli
tecnici. Gli argomenti trattati, il movimento, lo spazio, la musica, gli attrezzi codificati e non codificati, occasionali e omologati, le luci e i costumi, l’azione scenica, l’interpretazione, sono tutti elementi che concorrono a sviluppare le competenze
sul lavoro coreografico. L’obiettivo
del corso era quello di creare un percorso didattico, ancora non ben definito all’interno del programma GpT
nelle varie nazioni europee e di suggerire indicazioni per lo sviluppo di
un lavoro personale, attraverso le capacità socio-comunicative di ciascun
paese. Creare, dunque, una nuova figura di coreografo che dovrà conoscere come sviluppare e sostenere la
motivazione dei partecipanti, animare e creare coreografie trasferendo in
azione scenica le competenze tecniche di ciascun gruppo, che sono
spesso nella Ginnastica per Tutti
estremamente differenziate. Per fare
questo deve conoscere le tecniche di
base per pianificare, organizzare, trasferire nel linguaggio ginnastico la
sua idea ed effettuare una valutazione del suo lavoro, per apportare
eventuali modifiche strategiche della
didattica o del lavoro. Il corso è stato
Tutto il gruppo di docenti e partecipanti al workshop
di coreografia di Francoforte.
37
Il gruppo italiano2 , con, ultima a destra, la Direttrice Tecnica GpT Elisabetta Mastrostefano.
strutturato in due parti principali: la
prima di carattere teorico, comunque sempre importante per inquadrare correttamente gli obiettivi e i
metodi, e una parte pratica. La parte
pratica consisteva non solo nella realizzazione di laboratori, dato un tema da svolgere, come ad esempio il
lavoro con attrezzi occasionali, ma
anche nello studio di performance di
gruppi di Gymnaestrada, attraverso
DVD o “dal vivo”. Infatti il Corso è
stato volutamente inserito all’interno
del “Turnfest”, la Festa Nazionale
della Federazione tedesca, che si
svolge una volta ogni 4 anni e ha dei
numeri spaventosi: circa 40.000 partecipanti! Certo, non c’è da meravigliarsi. La Federazione Ginnastica di
Germania ha 5 milioni e 200mila tesserati e 20.000 società… numeri da
far girare la testa! Durante il “Turnfest”, che si è svolto quest’anno all’interno della Fiera di Francoforte,
funzionale e modernissima struttura,
c’era di tutto: gruppi di Gymnaestrada ad ogni livello, Ropeskipping,
Ruota di Rhon, Trampolino,
Teamgym, un Torneo internazionale
ad invito di Ginnastica Artistica, master class di Aerobica, Acrobatica e
Ritmica, lezioni di danza secondo varie tecniche e tanto altro ancora: una
panoramica a 360° sul mondo della
ginnastica teutonica, una partecipazione corale a questa grande kermesse di persone di ogni età, dai
bambini piccolissimi ai tantissimi senior della Golden Age. Abbiamo
quindi assistito a numerose prove dal
vivo, oltre che a tre show serali (GALA; serata giapponese e Randevous
of the best), giudicando, commentando e scambiando opinioni sulle
varie esibizioni. A mio avviso questa è
stata la parte più interessante dello
Un momento di attività pratica
durante l’incontro tedesco.
stage: il lavorare su coreografie già
complete, confrontandosi con altri
tecnici continentali che, comunque,
hanno punti di vista differenti ed un
altro background culturale, si è rivelato un ottimo espediente per arricchire le nostre competenze e soprattutto stimolare nuove idee e progetti. Le
partecipanti hanno lavorato con
grande soddisfazione ed entusiasmo
ed io, in qualità di Direttrice Tecnica
Nazionale, vorrei trasferire le cognizioni acquisite e l’esperienza di questo meeting anche a livello nazionale,
finalizzandole alla prossima World
Gymnastrada di Losanna nel 2011.
L’idea sarebbe quella di proporre un
Corso di aggiornamento alla fine del
2009 o inizio del 2010 per tutti gli
istruttori interessati, ma soprattutto
per quelli che vogliono partecipare
alla prossima Gymnaestrada in Svizzera. Il Corso dovrebbe definire meglio
questa nuova figura di coreografo/animatore oltre che dare indicazioni
precise per la realizzazione della serata
italiana. Mi sono resa conto, in questi
giorni, di quanto sia apprezzata la
creatività dei nostri gruppi. Prepararsi
in maniera professionale è quindi, per
il popolo della Ginnastica per Tutti, un
dovere, oltre che un piacere e un divertimento assoluto.
38
L’angolo del fitness
ALLENAMENTO DEI MUSCOLI ADDOMINALI
CON IL “METODO SALVIOLI”
di Mario Salvioli
I
l “Metodo Salvioli” è stato ideato
per eliminare qualsiasi intervento
attivo dei muscoli flessori dell’anca durante l’esecuzione dell’esercizio. Si esegue da seduti su di un attrezzo specifico, perché richiede l’applicazione di un carico importante,
dato che l’esecuzione a corpo libero
non ottiene effetto allenante degno
di nota. Se osserviamo di profilo il
nostro atleta (fig. 1) possiamo notare
che lo schema meccanico del movimento è simile ad un quadrilatero
deformabile che ha come base superiore le costole e come base inferiore
il bacino, una cerniera posteriore
rappresentata dalla colonna vertebrale lombare ed un martinetto anteriore (potenza) che sono i muscoli
addominali. La loro contrazione produce l’avvicinamento reciproco dell’origine e dell’inserzione. Questo
movimento viene trasmesso dalle costole (leva superiore), che si inclinano in basso, e dal bacino (leva inferiore), che ruota indietro, alla colon-
na lombare (cerniera) che viene flessa in cifosi. La flessione comporta un
considerevole spostamento indietro
delle vertebre lombari (L1-L2-L3-L4).
Le leve sopra dette sono molto vantaggiose, perciò servono carichi importanti. La resistenza alla quale si
appoggia la colonna lombare è lo
schienale mobile che è collegato a
detti carichi e viene spinto indietro
dal rachide lombare. Per ottenere il
movimento è indispensabile che le
spalle non si possano spostare in
39
A cura di Vittorio Baldini
avanti, ma solo in basso. Ciò si ottiene tenendo le braccia tese in avantibasso con le mani in presa all’impugnatura fissa della panca o appoggiando le spalle all’apposito supporto della macchina. Senza questo accorgimento lo schienale avrebbe
funzione di punto fisso e le spalle andrebbero in avanti senza incontrare
resistenza. Nel movimento di andata
la forza della contrazione concentrica degli addominali del nostro atleta
è superiore a quella della resistenza
dello schienale. Nel ritorno la loro
forza di contrazione eccentrica è inferiore a quella della resistenza che
porta l’atleta alla posizione di partenza (fig. 1-2-1). Nel movimento di
andata le pareti addominali esercitano una forte spinta verso l’interno
sugli organi endoaddominali aumentando molto la pressione sugli stessi
e riducendo il loro spazio nella zona
anteriore. Essendo questi praticamente incomprimibili, trasmettono
la pressione al bacino (in basso) e recuperano spazio spingendo in alto il
Fig.1
diaframma, che reagisce all’aumento
della pressione con una contrazione
eccentrica. Questo attraverso i suoi
“pilastri”, che sono inseriti sui corpi
vertebrali lombari (L4-L3 e sopra)
nella loro parte anteriore, esercita su
di essi una forte trazione verso l’alto,
aprendo un po’ gli spazi intervertebrali anche nella parte anteriore. Si
riduce la pressione sui dischi e si allena l’elasticità dei legamenti. L’effetto
è ottenibile solo se il muscolo grande
psoas resta passivo perché, essendo
inserito sugli stessi corpi vertebrali ed
essendo molto più forte del diaframma, contraendosi, lo annullerebbe,
provocando, al contrario, una forte
riduzione degli spazi ed un aumento
notevole della pressione sui dischi.
Nel modello di esercizio “Metodo
Salvioli” i muscoli flessori dell’anca
(grande psoas, iliaco e retto femorale) non hanno alcun lavoro attivo da
svolgere e seguono l’allontanamento
ed il successivo riavvicinamento delle
loro origini ed inserzioni in modo
passivo, come dimostrano le analisi
Fig.2
eseguite sia in EMG che in ecografia
dinamica ECOM3 in diverse sedi
qualificate. L’intervento attivo dei
muscoli flessori dell’anca è invece
presente in modo marcato in quasi
tutti gli esercizi classici di tonificazione addominale, sia a corpo libero
che con l’uso di macchine, con contrazioni concentriche, isometriche od
eccentriche. Il loro impegno è quasi
sempre superiore a quello degli addominali stessi e si altera progressivamente l’equilibrio di forza a favore
dei primi con comparsa di dolori
lombari, iperlordosi, spondilolistesi,
iperpressioni sui dischi intervertebrali, rigidità articolare. Situazioni molto
frequenti, che provocano prematuri
abbandoni dell’attività agonistica. Inserendo negli allenamenti il “Metodo Salvioli” si può migliorare l’equilibrio di tono e di forza fra gli antiversori ed i retroversori del bacino ottenendo una postura più fisiologica,
sia statica che dinamica, con conseguente possibile miglioramento delle
prestazioni.
40
Di Elisabetta Mastrostefano
D
ifficile scrivere qualcosa di
originale e di innovativo sulla Festa della Ginnastica, soprattutto dopo tanti anni. Facile
percepirne il successo negli sguardi
felici e carichi di energia del popolo della Ginnastica per Tutti, che
anche quest’anno ha affollato la città di Fiuggi per 10 giorni. Facile
prevedere un calo di presenze, data
la difficile congiuntura economica
che ha messo in difficoltà tante famiglie, difficile credere che il calo sia
stato così esiguo: 470 Società, rispetto alle 472 del 2008. Difficile
pensare che a Fiuggi avrebbe piovuto quasi tutti i giorni, nonostante la
settimana scelta fosse quella a cavallo fra la fine di giugno e l’inizio di lu-
glio, non facile risolvere svariate situazioni di emergenza che hanno
messo a dura prova l’organizzazione
dei campi gara. Nonostante tutto,
ancora un’edizione da ricordare!
Ringrazio tutti coloro che mi sono
stati vicini e mi hanno aiutato, Pietro Natalicchio, anche per il servizio
fotografico, i direttori di gara, i presidenti di Giuria e tutti i giudici che
hanno lavorato alle diverse finali nazionali; Andrea Costarelli e tutti gli
Ufficiali di Gara, per il loro lavoro
professionale e…velocissimo; Giovanni Marsella, Mauro e Gabriele, e
tutti i ragazzi addetti alla gestione
dei campi gara; Cinzia Delisi con il
suo staff; Laura Martinelli, infaticabile “martire” all’Infopoint; i ragaz-
zi degli accrediti; i Consiglieri Federali che a varie riprese sono stati
con noi e che ci hanno affiancato
durante tutta la durata della Festa,
senza mai farci mancare il loro supporto; il Comitato Organizzatore
nella persona di Enzo Spatuzzi e naturalmente i ginnasti, gli istruttori e
tutti gli accompagnatori senza i quali la Festa della Ginnastica non esisterebbe. Quest’anno il contributo è
stato generoso anche a livello giornalistico: le brevi note del Consigliere Bonfiglio, il contributo dei
ginnasti della Riviera dei Fiori, un
commento dei vincitori dell’ambito
Trofeo Regione Lazio, la Società Andrea Doria di Genova e infine il “sentimento” della giornalista Ilaria Lec-
41
Fiuggi ‘09
In alto, da sinistra, il Segretario Generale FGI Michele
Maffei, il Sindaco di Fiuggi Virginio Bonanni, l'Assessore al Turismo e alla Cultura Stefano Giorgilli, il Presidente Federale Riccardo Agabio e quello del COL
Enzo Spatuzzi. Nella foto accanto i Giudici della Ginnastica in Festa. Di lato, sopra, la prof. Cinzia Delisi,
la seconda da destra, con alcuni membri dello staff,
altre giudici e la sig. Antonia Paparelli, al centro in
abito blu. Sotto la giuria in azione sul campo "E" alle
Terme di Bonifacio
cardi, che a Fiuggi era venuta per
presentare il suo libro “Polvere di
magnesio” ed è rimasta stregata dal
mondo della GpT. Non mi rimane
molto da aggiungere! Quale sarà il
futuro della manifestazione? Difficile prevederlo: la riforma del tesseramento approvata dal Consiglio Federale e il cambiamento dei programmi della GpT per il 2010 lasciano intravedere uno sviluppo. La
direzione è quella di abbassare il livello tecnico per far si che le competizioni di GpT continuino ad avere
caratteristiche di agonismo, ma
mantengano inalterata la loro essenza di confronto e di incontro che
contribuisce innanzi tutto alla crescita personale dei nostri ginnasti.
il servizio fotografico
è di Pietro Natalicchio e David Ciaralli
42
Ginnastica in Festa
“LA FESTA PIÙ BELLA DA QUANDO
VENGO A FIUGGI”
di Aurelio Bonfiglio
S
ta probabilmente nei contenuti
di questa affermazione, puntualmente ripetuta ogni anno dal
variopinto e festoso popolo della Ginnastica per Tutti, sentita per le strade
dalle migliaia di atleti che annualmente animano le vie di questa piccola cittadina, ascoltata tra i genitori che affollano le serate d’inaugurazione e la cerimonia di chiusura, confermata dagli
addetti ai lavori, contagiati dall’entusia-
smo che si respira in ogni angolo delle zone di gara, la ragione del suo successo e del suo sviluppo. È chiaro, qualche voce fuori del coro ci sarà sempre
e non potrebbe essere altrimenti, se
consideriamo l’alto numero di presenze (oltre 16.000 persone ) equamente
suddivise nei tre turni della manifestazione: qualche piccolo imprevisto, qualche volta determinato da inconvenienti tecnici, altre volte dal maltempo (che
quest’anno non si è proprio risparmiato!), hanno creato momenti di difficoltà, prontamente e brillantemente superati dall’ottimo staff tecnico predisposto per la Festa. Ma torniamo a ragionare sulle motivazioni che fanno di
questo evento il più grande in Italia per
numero di partecipanti, un appuntamento irrinunciabile non solo per atleti e genitori, ma anche per gli istruttori al seguito delle rappresentative e fi-
43
Fiuggi ‘09
nanche per gli addetti ai lavori. Certamente, le ragioni del suo successo vanno ricercate nell’intuizione e disponibilità della nostra DTN, Elisabetta Mastrostefano, capace di raccogliere suggerimenti e spunti che provengono dalla
base e trasformarli in programmi di
gara: basti pensare al successo delle finalissime ideate per questa edizione
con lo scopo di permettere al maggior
numero possibile di rappresentative di
concorrere per la conquista della tanto ambita coppa; per non parlare del
Gymgiocando, programma introdotto
quest’anno con lo scopo di avviare alle attività motorie i più piccoli, introducendoli ai principi di una ginnastica
non competitiva e che consenta l’acquisizione non solo di schemi motori,
ma anche di altre percezioni sensoriali (ricordare, contare, visualizzare): nella serata loro dedicata, i giovanissimi atleti provenienti dalle regioni più lontane hanno deliziato il numeroso pubblico presente con esercizi segnati dalla
simpatia e dalla vivacità tipica della loro età. Altro aspetto da tenere presente per interpretare correttamente la
manifestazione è il giusto peso da attribuire al fattore agonistico. Certo, tutti sappiamo che i nostri ragazzi vo-
Nella pagina accanto: da sinistra, il Consigliere Federale Aurelio Bonfiglio, il Segretario Generale Michele
Maffei, il Presidente del C.R. Campania Rosario Pitton, l'altro Consigliere Federale Gherardo Tecchi, il Vice Presidente Giuseppe Artiaco, il prof. Giorgio Garufi,
Antonia Paparelli, il Presidente del C.R. Lazio Roberto
Accili, il Presidente Federale Riccardo Agabio e Viviana Romeo.
In questa pagina una piccola rappresentanza delle
tante squadre che hanno preso parte all'edizione
2009 di Ginnastica in Festa. Sopra la G.A. Asa Cinisello. A fianco, dall'alto, la Società 2 A Ginnastica Albisola, l'Alma Juventus Fano, la Schuster di Milano e
la Egy Dance Caloria.
gliono competere, misurarsi con i loro
coetanei e fregiarsi dei trofei conquistati in gara; tuttavia, tale elemento, peraltro caratteristico di altre sezioni, non
può avere la prevalenza sui principi
che sono il fondamento della Ginnastica per Tutti: contribuire al benessere fisico ed intellettuale, stimolare la creatività e la fantasia, consentire a TUTTI
di fare GINNASTICA. In poche parole,
è proprio la filosofia della sezione di
Ginnastica per Tutti che influenza positivamente la riuscita di questa manifestazione. È lo spirito con cui si partecipa alla festa che la rende così magica e speciale. Lo percepisci, questo
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Ginnastica in Festa
In alto un bel gruppo con tutti i giudici riuniti al Gran
Gala finale. Di lato, da sinistra, il consigliere federale
Giuseppe Cocciaro e consorte, la DTN della Ginnastica
per Tutti Elisabetta Mastrostefano e il Consigliere referente della Sezione GpT (inseme a Claudio Berto) Aurelio Bonfiglio. Sotto il particolare di un esercizio collettivo. Nella pagina accanto la Società Ginnastica Riviera dei Fiori di Sanremo alla Cerimonia di Chiusura.
spirito, nei volti delle persone che incontri, sempre sorridenti e disponibili
anche nei momenti di particolare tensione, anche dopo 12 ore trascorse
sotto il sole (addirittura sotto la pioggia!); lo cogli nelle espressioni dei migliaia di atleti, piccoli e grandi, che
hanno aspettato una stagione intera
per partecipare all’evento, desiderosi
semplicemente di esprimersi attraverso la Ginnastica, di poter dire a Fiuggi
c’ero anch’io. Lo vedi brillare negli occhi delle centinaia di atleti premiati: alcuni increduli di trovarsi in quel posto,
altri consapevoli di avere compiuto
un’impresa memorabile. Lo comprendi nel grande spirito di sacrificio degli
addetti ai lavori, impegnati sui campi di
gara dalle 7 alle 20, spesso saltando la
pausa pranzo, ma sempre disponibili,
cordiali e collaborativi. In queste condizioni, tenendo ben presenti questi
principi che sono e dovranno sempre
essere alla base della Ginnastica per
Tutti, è facile condividere l’affermazione puntualmente ripetuta ogni anno:
“È stata proprio una bella Festa, la più
bella da quando vengo a Fiuggi”.
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Fiuggi ‘09
PERCHÉ FIUGGI È FIUGGI!
di Claudio Frascarelli, S.G. Riviera dei Fiori - Sanremo
D
a vari anni partecipiamo
numerosi e con entusiasmo,
e anche stavolta ci siamo
divertiti, vivendo momenti piacevoli e altri un po’ più complicati. Nel
solito viaggio di ritorno in pullman
si è pensato a quello che è stato,
che poteva essere e, perché no, cosa si potrebbe modificare per il
prossimo anno. Certo, i problemi in
un gruppo come il nostro, vario e
numeroso (avevamo 14 squadre e
18 individualisti tra Ritmica ed Artistica, maschile e femminile), non
mancano ma grazie ad istruttori
esperti e dirigenti disponibili tutto
è andato per il meglio. Sorprende
sempre vedere tanti ginnasti ed i
loro allenatori invadere le vie di
Fiuggi con entusiasmo e partecipazione, adattandosi ad ogni situazione con spirito costruttivo e con la
voglia di esserci. Pensare che in un
“mondo di amorfi”, dove molti giovani vivono di riflesso la vita degli
altri nell’apatia semi totale, esista
una manifestazione così coinvolgente ed aggregante sicuramente
deve rendere felice chi la propone
e tutti quelli che contribuiscono
con la loro presenza e le proprie
idee a realizzarla.
Da anni organizzo questa trasferta,
non certo senza difficoltà, e vedere
l’entusiasmo dei miei ginnasti ogni
volta mi convince ad impegnarmi
per l’anno successivo. La prof.ssa
Elisabetta Mastrostefano ed il suo
splendido staff vivono sicuramente
lo stesso stato d’animo ed è per
questo che la Ginnastica in Festa rimane una grande manifestazione
che molte altre Federazioni ci invidiano. Spero che tutti, ma proprio
tutti, all’interno della FGI, si rendano conto dell’importanza del Settore, il quale, come l’attività agonistica di alto livello, contribuisce a far
conoscere e praticare in nostro
splendido sport.
PENSIERINI IN LIBERTÀ
Durante un collegiale organizzato subito dopo Fiuggi abbiamo chiesto ai
ginnasti della S.G. Riviera dei Fiori di
esprimere un pensiero sull’esperienza
di Fiuggi che riportiamo qui di seguito in piccoli estratti anonimi:
“Sono stata la prima volta a Fiuggi dove ho avuto un divertimento speciale,
però la gara è stata un’emozione grande, più della sfilata” (9 anni). “Mi sono
divertita moltissimo, quando sono entrata al nastro mi sono emozionata davanti a così tante persone” (9 anni).
“È stato strabello! Vorrei andarci anche
l’anno prossimo” (7 anni). “Fiuggi è
stupenda. Ho anche pianto!” (11 anni). “Il giorno più bello è stato quando
ci hanno chiamato che eravamo arrivate settime nel collettivo” (9 anni). “A
parte le poche discussioni che abbiamo
avuto è stata una bella esperienza che
mi ha permesso di conoscere meglio le
mie compagne di squadra” (12 anni).
“La mia seconda volta a Fiuggi, è stato
bello. Il primo giorno di gara era molto
emozionante, gli altri un po’ meno. Nel
collettivo dei pacchi siamo arrivate al
10° posto su tutta l’Italia” (9 anni).
“Bella esperienza, ci siamo divertiti tanto anche se non abbiamo portato la
coppa a casa” (8 anni). “Sto con le mie
compagne di ginnastica e in più mi piace l’aria pulita e il verde. Spero di qualificarmi anche l’anno prossimo” (10
anni). “Fortunatamente ho trovato
uno sport che mi piace: la Ginnastica
Artistica, che mi ha portato a Fiuggi”
(9 anni). “La cosa più bella? Quando
ci hanno consegnato la coppa. Peccato che la musica non ha funzionato”
(10 anni). “Per me è stata la prima
volta. Stare con le mie amiche è stato
bello, anche aiutarci, capirle e soprattutto rilassarci al momento della gara”
(9 anni). “Siamo arrivate all’11° posto
nel collettivo e al 14° nel percorso.
Non mi sono divertita molto perché
siamo arrivate quasi ultime. Spero di
tornare per vincere” (6 anni).
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Ginnastica in Festa
IL DNA DELLA GINNASTICA
O
gni anno, alla Società Ginnastica Andrea Doria di Genova, i preparativi per la
Gymnaestrada iniziano a febbraio. Ci
vuole circa un mese per concepire
l’idea, per pensare ai costumi, agli
attrezzi/oggetti non codificati da utilizzare, alla coreografia, alla scenografia e alle musiche. A marzo cominciano le prove, scadenzate da un
fitto calendario di allenamenti nei
quali ginnaste di ogni età si trovano
a lavorare e a divertirsi assieme per
dare forma a questo suggestivo spettacolo. A maggio si scende in pedana per la fase regionale e dopo questa prima esibizione si aspetta con
ansia l’appuntamento di Fiuggi.
Questo rituale si ripete ormai da 7
anni, da quando le redini dei corsi di
Ginnastica per Tutti sono nelle mani
di un affiatato e consolidato team di
tecnici, costituito alla base da Annalisa Alcinesio e Chiara Canepa e affiancato, oggi, da Diletta Pitto e Maria Piana. “La mente di queste splendide creazioni è sempre Annalisa” confessano le colleghe istruttrici. “Ogni
anno, sotto gli occhi ammirati di tutti,
dà vita a originali coreografie, ogni
volta spettacolari e complesse ma sem-
Sopra una fase della spettacolare costruzione del
DNA della Andrea Doria di Genova. Accanto il gruppo
vincitore al gran completo. Nell'altra pagina alcune
piccole proteine della catena deossiribonucleica e il
momento della consegna del "Trofeo Regione Lazio".
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Fiuggi ‘09
pre pulite ed eleganti, raccogliendo i
favori delle giurie regionali e nazionali”. Ma questa volta l’Andrea Doria
ha fatto di più: si è portata a casa il
XV Trofeo Regione Lazio, ambito
premio consegnato alla Società che
meglio incarna lo spirito della
Gymnaestrada sulla base di alcuni
parametri quali i colori, la partecipazione numerosa, le musiche coinvolgenti, la ricerca della tecnica innovativa e l’originalità della composizione. La Società ligure ha presentato
una coreografia dal tema “IL DNA”.
Timina, citosina, adenina e guanina,
hanno preso vita in quattro sgargianti gruppi cromatici, creando piramidi, catene, complesse collaborazioni, in un crescendo di momenti
coreografici corali alternati a slanci
acrobatici individuali, contrapponendo rigidità a flessuosità, movimenti
dinamici ad attimi di stasi, fino a dare forma alla caratterista doppia elica
alla base del nostro codice genetico.
La giuria nazionale ha voluto premiare la rappresentativa ligure con la seguente motivazione: “per la comunicazione gestuale e per l’importante
messaggio di inno alla vita, per l’accu-
rato studio di movimenti e
colori e per la consegna
dei valori dello sport alle
nuove generazioni”. E
oggi, dopo questo
meritato successo, così fortemente voluto,
quali sono i progetti
per il futuro? “Mi piacerebbe portare questa
coreografia
alla
Gymnaestrada Mondiale
del 2011” risponde l’istruttrice, Annalisa Alcinesio. “Il mio sogno nel cassetto è
quello di andare a Losanna capitanando un’ampia rappresentativa che
coinvolga anche altre società liguri. La
coreografia, che oggi conta 40 ginnaste, potrebbe, in questo modo, passare
da piccolo a grande gruppo: partendo
dal cuore del collettivo presentato a
Fiuggi, ma ampliando la durata della
musica e disponendo di più spazio, mi
piacerebbe accrescerne la spettacolarità aggiungendo elementi acrobatici,
raddoppiando i trampolini, inserendo
un airtrack. la Liguria ha dimostrato
una grande forza primeggiando in
molte delle competizioni previste nei
t r e
periodi della
Ginnastica in Festa e sono certa che,
mettendo insieme tutte le punte di eccellenza delle nostre Società, potremmo dar vita ad uno spettacolo davvero
unico. Spero che i tecnici, miei conterranei, raccolgano l’invito con entusiasmo e sono certa che il C.R. Liguria
supporterà i nostri sforzi, perché, se
decideremo di sviluppare questo progetto, ci sarà sicuramente da lavorare!” (www.sgandreadoria.it)
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Ginnastica in Festa
POLVERE DI EMOZIONI
di Ilaria Leccardi
Q
uella di Fiuggi è una storia
da raccontare. E per me,
che come scrittrice amo raccontare storie, è stata una vera scoperta. L’idea era di portare il mio libro
Polvere di magnesio. Storie di ginnasti
e ginnastica, in mezzo alla passione
per questo sport, al sudore chiamato ginnastica, alla sensibilità chiamata ginnastica. E qual miglior occasione
se non i dieci giorni di Fiuggi? Fin dal
primo, il 26 giugno, quando ho assistito alla sfilata inaugurale, mi sono
resa conto di quanta ginnastica scorresse nelle vene di tutti quei ragazzi
che mano a mano si presentavano
con la propria squadra sulla pista
dello stadio della cittadina laziale. E
fin da subito mi sono riconosciuta. Io
che nel mio passato conto alcuni
(pochi) anni di attività agonistica e diversi altri passati nella Ginnastica Generale, mi sono ritrovata. Io,
che dopo tanti anni
conti-
nuo a sporcarmi le mani tra gli attrezzi, mi sono sentita viva. Io che grazie
al mio lavoro, il giornalismo sportivo,
ho potuto vedere con i miei occhi, e
spesso intervistare, i più grandi campioni di questo sport, ho ritrovato negli occhi dei ginnasti in gara a Fiuggi le stesse emozioni dei “nostri eroi
azzurri”. A Fiuggi si è prima di tutto
ginnasti, quindi studenti, insegnanti, volontari, giudici, e tutto il resto.
Ma prima di tutto ginnasti. Per dieci
giorni ho potuto assistere all’andirivieni di queste piccole stelle, mi sono emozionata e ho scoperto quanto i campioncini amino sentirsi raccontare delle storie. Quanto amino
raccontare a loro volta le proprie vicende sportive, quasi come confessioni. Quanto amino emozionarsi davanti alle fotografie di una regina come
Vanessa Ferrari, oppure sventolare
A Sinistra un gruppo in azione durante le esibizioni
della Gymnaestrada. In alto a destra alcune giovani
ginnaste completano il proprio programma sotto lo
sguardo delle "Farfalle tricolori". La piccola Martina
con la sua insegnante Daniela Franco e la squadra
della Società Ginnastica "Virtus Reggio", vincitrice
per il secondo anno consecutivo del Trofeo ragazzi I
Fascia - Esercizio Collettivo e percorsi Motori. In
mezzo, tra le due pagine, il fantastico gruppo di atleti
del CIP al termine della loro finale nazionale.
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Fiuggi ‘09
in alto una coppa conquistata dopo
una stagione di gioia e fatica. Ho visto l’unione delle squadre, forse come non mai, e ascoltato i racconti
della loro passione, degli infortuni
superati, delle difficoltà che spesso si
annidano dietro a questo sport. Ci sono società sportive costrette ad allenarsi in impianti scadenti e altre che
devono montare e smontare gli attrezzi ad ogni allenamento. Eppure
guardano avanti, con la gioia di chi
non ne può fare a meno. Mi sono rimaste nelle orecchie soprattutto le
parole dei bambini di una società di
Bari che mi hanno raccontato l’emozione della loro prima trasferta e
quelle, bellissime, di Humberto Duarte, argentino ma romano di adozione, classe ’54, “giovane vecchietto”
che anno dopo anno in pedana non
smette di stupire. Esperienze così di-
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Ginnastica in Festa
verse, ma in fondo così simili, capaci di suscitare emozioni infinite. “Noi
ginnasti siamo dei privilegiati – mi ha
confessato Humberto, fiero di aver
conquistato la sua ennesima coppa –
abbiamo la fortuna di praticare uno
sport che ci arricchisce nell’animo”.
Mai parole furono più vere. E lo confermano altri racconti che ho potuto
Dall'alto, in senso orario, un'esecuzione quasi perfetta di un salto "Cosacco", il gruppo Maitù della società Tica di Crespina e un momento del Workshop di
Massimo Corsano con l'attrezzo "Zero"
raccogliere nel mio breve diario di
viaggio, i racconti dei “grandi”, di coloro che la Ginnastica in Festa l’hanno vista nascere, ne sono stati precur-
sori, l’hanno animata anno dopo anno e continuano a darle senso. Con
la loro voce, con la loro precisa organizzazione, con le loro schede di valutazione e le loro classifiche. Con il
loro cuore. Una passione che si trasmette e che d’ora in poi non mi potrà più far mancare a questa incredibile esperienza di vita.