Intelligence Economica e Sistema Paese

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Intelligence Economica e Sistema Paese
Intelligence Economica e Sistema Paese
Abstract
Questo paper illustra il rapporto che intercorre tra Intelligence Economia e Sistema-Paese. Nello scenario
contemporaneo, rappresentato da una crescente competitività economico-finanziaria tra nazioni e aziende,
appare fondamentale, per lo Stato, dotarsi di un sistema dedicato allo sviluppo e al supporto del SistemaPaese, tale da garantire un adeguato livello di sicurezza economica e quindi del generale benessere dello
Stato stesso. In questo quadro l’intelligence economica è fondamentale per la protezione e il supporto del
Sistema-Paese con un duplice obiettivo: proteggere i settori strategici della Nazione e mantenere e
penetrare i mercati internazionali. La situazione globale è pervasa da una serie di minacce economicofinanziarie che possono essere concretizzate in un attacco al Sistema-Paese , con tipologie e metodiche
diverse, ma con il certo intento di arrecare il massimo danno al tessuto economico e sociale. È pertanto
evidente che solo una forte e condivisa sinergia tra i vari attori responsabili del mantenimento e dello
sviluppo del benessere economico-sociale di una Nazione, può garantire difesa, crescita ed espansione del
Sistema-Paese; fondamentale quindi il ruolo del Governo ma altresì necessarie le imprese, gli enti privati, le
associazioni di professionisti e di singoli cittadini, ciascuno a svolgere il proprio ruolo per il comune
interesse nazionale.
L’Autore
Domenico Vecchiarino è un ricercatore di Geopolitica e Intelligence. Dopo la laurea in Scienze Politiche e
Relazioni Internazionali conseguita presso la Libera Università Maria Santissima Assunta, ha conseguito tre
master in “Sicurezza Economica, Geopolitica e Intelligence”, “La Protezione Strategica del Sistema Paese Le Infrastrutture Critiche” e “Geopolitica online: Caos e Poteri - Le equazioni del mutamento” presso la SIOI.
Attualmente lavora per un importante utility energetica e sta frequentando il Master “Geopolitica e
Sicurezza Globale” dell’Università La Sapienza.
Parole Chiave
Intelligence Economica – Sistema Paese – Competitività
Premessa
L’elemento base fondamentale che lega l’intelligence economica e il Sistema-Paese è il benessere
economico della società. Con il crollo del muro di Berlino e la conseguente fine della Guerra Fredda, la
competizione tra Stati è passata dal settore militare al settore economico finanziario, con aziende e Stati
impegnati in una continua sfida volta, allo sfruttamento di spazi economici, alla conquista di settori
strategici e quote di mercato a danno di altri Stati, e all’iper competizione tra aziende. In questo scenario
diviene fondamentale e strategico per un paese dotarsi di una serie di misure e contromisure volte a
garantire un sufficiente livello di sicurezza e di garanzia per dare un indispensabile sostegno al processo
decisionale e strategico sia alle imprese e sia allo Stato, che vanno a misurarsi in una ambiente economico
ormai divenuto “ostile”.
Fondamentale pertanto è il ruolo dell’intelligence Economica, intesa come ricerca ed elaborazione di notizie
finalizzate alla tutela degli interessi economici, finanziari, industriali e scientifici di un paese ad opera dei
suoi servizi di informazione, ma anche intesa come l’attività di ricerca ed elaborazione di notizie volta ad
individuare nuove e/o migliori opportunità di crescita per il proprio sistema economico-finanziario.1 Di
conseguenza un ruolo strategico sia in chiave di protezione e che di crescita del Sistema-Paese; di
quest’ultimo in dottrina non ne esiste una definizione, poiché con questa locuzione viene spesso indicato
un vago concetto e un insieme di azioni e idee. In poche parole, il Sistema Paese può essere definito come
l’insieme di tutti gli elementi che compongono e concorrono al funzionamento, sostegno, sviluppo della
nazione e del suo benessere.
Ciò detto appare quindi chiaro come il rapporto tra questi due elementi sia complementare, quasi osmotico
con l’uno che sostiene l’altro: non ci può essere intelligence Economica senza Sistema-Paese e non può
esserci un Sistema Paese senza Intelligence Economica.
Andando più nel dettaglio il valore aggiunto dell’intelligence economica è forse individuabile nel fatto che
essa punta a una considerazione congiunta dei problemi economici per delineare una base comune di
analisi dello sviluppo delle imprese, della sicurezza economica degli Stati e del complessivo benessere dei
cittadini, quindi del Sistema-Paese. 2 In parole povere l’Intelligence Economica opera per la competitività
del Sistema-Paese, cosi come l’Intelligence Aziendale opera per la tutela e lo sviluppo della propria
competitività. Il Sistema-Paese è competitivo se anche le sue aziende sono tutelate e competitive, per cui
deve esserci tra i due elementi condivisione di linguaggio, di conoscenze, di competenze e, in generale, di
informazioni.
Di fondamentale importanza per la sua strategicità, nel quadro complessivo d’insieme, è il ruolo
dell’informazione, specialmente quella just in time, come elemento cardine per migliorare le performance
economiche; dovendo trattare soprattutto le incertezze, la sua missione è “sapere per anticipare”.
Infatti, nell’odierno mondo ipertecnologico caratterizzato da strettissime interconnessioni e
interdipendenze, il flusso continuo e costante delle informazioni è essenziale per la sicurezza e la
sopravvivenza dello Stato e delle Aziende, nella misura in cui queste si rivelano strategiche e vitali per il
mantenimento degli spazi economici, al fine di mantenere ed accrescere il benessere della nazione.
Il processo o ciclo dell’Informazione si basa sulla definizione precisa delle necessità di chi utilizza le stesse, e
dell’orientamento strategico che ha definito. La sua funzione è quindi quella di trasmettere al “decisore”,
pubblico o privato, le informazioni necessarie per la comprensione del contesto al fine di poter determinare
e indirizzare la sua strategia individuale e/o collettiva. L’intelligence economica, nelle sue diverse forme,
tanto cooperative quanto competitive, può essere lo strumento ideale per comprendere l’ambiente
circostante, le tecniche ed il modo di pensare dei competitors e dei soci, della loro cultura, delle intenzioni
e delle capacità.
L’intelligence economica deve quindi mettere in campo una strategia volta alla tutela della Sicurezza
economica di un Paese, attraverso la difese e la promozione del know how scientifico e tecnologico,
aziendale e nazionale, attraverso lo sviluppo di capacità di realizzare strategie individuali e collettive
1
L’intelligence economica, secondo la definizione data dal Glossario intelligence, realizzato dal DIS, Dipartimento delle
Informazioni per la Sicurezza
2
Jean Carlo, Savona Paolo, Intelligence Economica – Il ciclo dell’informazioni nell’era globale, Rubbettino, 2011
concertate per ridurre i rischi e aumentare le opportunità sui mercati nazionali e internazionali, il tutto al
servizio del Sistema Paese.
Ascrivere alla globalizzazione le cause della chiusura di aziende settoriali e di nicchia è riduttivo. Con la
globalizzazione l’eccellenza e l’unicità dei prodotti e delle conoscenze non viene schiacciata e/o massificata,
ma viene copiata, rubata e clonata, in ragione di ciò va protetta con tutti i sistemi opportuni per mantenere
e sostenere la presenza di queste eccellenze sui mercati.
In più, con lo sviluppo delle nuove tecnologie legate all’informatica e ad internet è divenuto molto più
semplice il furto dei segreti; basti pensare agli hackers che penetrano nella rete informatica di un’azienda
senza lasciare traccia e di fatto risulta impossibile perseguire gli autori dell’intrusione. E allora, per
prevenire atti di spionaggio, per difende uno stato, un segreto industriale, una nuova tecnologia, insomma
per creare una vera e propria sicurezza economica, cosa è davvero fondamentale? Il controspionaggio.
Inteso però non solo in funzione passiva o difensiva, necessario cioè a contrastare, individuare e
neutralizzare le spie avversarie, ma deve essere soprattutto attivo e/o offensivo, volto cioè all’attività di
ricerca, di raccolta e alla costruzione di una serie di misure e piani difensivi basilari per la messa in sicurezza
di tutte quelle informazioni, tecnologie e infrastrutture vitali per la sicurezza economica del nostro Paese.
Attacchi al Sistema Paese
Con l’attuale quadro di competizione economica appare chiaro quindi come Stati, fondi sovrani, aziende,
multinazionali, organizzazioni non governative, banche, assicurazioni e corporazioni combattono tutti un
conflitto asimmetrico in cui movimenti di capitale, volatilità dei mercati, strategie speculative, spionaggio
industriale possono provocare destabilizzazione e crolli nei mercati finanziari e nei settori economico
produttivi dell’economia reale.
Secondo quanto riportato nel Glossario d’Intelligence, documento pubblicato nel 2013 dal Dipartimento
delle Informazioni per la Sicurezza, per minaccia economico-finanziaria si intende l’Insieme dei fenomeni di
illegalità economica (riciclaggio, pratiche distorsive del mercato, evasione fiscale e contributiva,
contraffazione e contrabbando, etc.) e delle attività in danno degli interessi economici, finanziari, industriali
e scientifici poste in essere da soggetti, statuali o non, con particolare riguardo a: infrastrutture critiche;
livelli occupazionali e produttivi; patrimonio tecnologico e scientifico; libera concorrenza e operatività dei
mercati finanziari.3
Stante questa definizione una minaccia economico finanziaria può concretizzarsi in un attacco al SistemaPaese con forme e metodologie diverse, ma hanno il comune intento di arrecare il maggior danno possibile
al sistema e al suo tessuto economico e sociale.
Una prima tipologia di attacco al Sistema-Paese è quella prettamente finanziaria; con l’alta volatilità dei
mercati, gradi movimenti di capitale possono produrre destabilizzazione e forti squilibri. I principali attori
che operano sui mercati finanziari come Hedge Funds, Rating Agencies, Sovereign Wealth Funds, Market
makers/investment banks, dato il loro enorme potere, esercitano una grande influenza e ingerenza nei
mercati ormai senza regole e confini. Siamo in presenza di competizione economico-finanziaria imperfetta
e questo è riscontrabile nel fatto che il 59% della finanza mondiale e il 92% dei mercati degli strumenti
derivati è controllato da Goldman Sachs, Merrill Lynch, J.P Morgan Chase, HSBC Usa, Bank of America,
Barclys Capital, RBS Citigroup, Credit Suisse, UBS e Deutsche Bank. Tre sole Agenzie di Rating Mood’s,
Standard & Poor’s e Fitch controllano il 90% del mercato e influenzano le scelte degli operatori. Chi ci
assicura che queste grandi agenzie di Rating non operino a favore di qualcuno o per qualcuno? Chi ci
assicura che questi ed altri gruppi finanziari non stiano lavorando alla destabilizzazione finanziaria del paese
per poi in un secondo momento fare grandi acquisizioni? Il deterioramento del debito sovrano e corporate
causa una progressiva crescita dei premi per il rischio di credito che, combinato a un ridotto flusso di
reddito, diminuisce la competitività nazionale. 4
3
Minaccia economico-finanziaria, secondo la definizione data dal Glossario intelligence, realizzato dal DIS,
Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza
4
Griscioli Giuseppe, Competizione Economico-Finanziaria – Ruolo dell’Intelligence e Sicurezza Nazionale
Un esempio di manipolazione finanziaria è quello dello “Scandalo Libor” che vede cinque delle maggiori
banche al mondo che hanno patteggiato multe per quasi 6 miliardi di dollari per risolvere la disputa con le
autorità americane e britanniche dopo aver ammesso di aver manipolato il mercato delle valute. Una crifa
record che fa salire a 10 miliardi di dollari il totale delle sanzioni a carico degli istituti di credito per le
pratiche illecite sul Forex. Le americane Citicorp e JPMorgan e le europee Barclays e Royal Bank of Scotland
si sono dichiarare inoltre colpevoli di aver «cospirato» per manipolare il prezzo del dollaro e dell’euro. Un
gruppo di trader valutari, che si chiamavano tra loro «The Cartel», il cartello, avrebbero condiviso gli ordini
dei clienti attraverso delle chat room riservate e avrebbero usato le informazioni per trarne profitto. La
svizzera Ubs invece si dichiarerà colpevole per le manipolazione sul Libor, il tasso interbancario usato da
riferimento per moltissimi altri tassi, mutui inclusi. 5
Altro caso è quello di George Soros e i suoi attacchi alle monete nazionali; esaminando il caso dell’attacco
alla lira del 1992, l'azione di Soros, ovvero la vendita di lire allo scoperto comprando dollari, costrinse la
Banca d'Italia a vendere 48 miliardi di dollari di riserve per sostenere il cambio, portando a una svalutazione
della nostra moneta del 30% e l'estromissione della lira dal sistema monetario europeo. Per rientrare nello
Sme, il governo italiano fu obbligato a una delle più pesanti manovre finanziarie della sua storia: circa 93
mila miliardi di lire pari al 5,8% del Pil, la più imponente correzione dei conti mai realizzata fino ad allora
(43.500 miliardi di tagli, 42.500 di nuove entrate, 7mila di dismissioni) al cui interno, tra le tante misure,
fece per la prima volta la sua comparsa l'imposta sulla casa (Ici). 6 7
Come altra tipologia di attacco al Sistema Paese c’è la capacità da parte di multinazionali e competitors
stranieri di acquisire aziende, e a volte settori strategici, dell’economia italiana, in particolare quelle legate
al Made in Italy. Nell’attuale scenario economico, caratterizzato da una forte instabilità, è divenuta
sistematica l’acquisizione da parte di Multinazionali e Fondi sovrani di grandi e storici marchi
dell’imprenditoria italiana. Aziende che non molto tempo fa erano il vanto dell’economia nazionale come
Barilla, Plasmon, Parmalat, Buitoni, Algida, Motta, Antica Gelateria del Corso, Valle degli Orti, Pernigotti,
Locatelli, Carapelli, Gancia, Star, Salumi Fiorucci, San Pellegrino, Peroni, Galbani, Sasso, Invernizzi, Eridania,
Bertolli, Orzo Bimbo, Chianti, Riso Scotti, Riso Flora, Santa Rosa non sono più “italiane”.
La grande distribuzione in Italia è in mano ai francesi di Carrefour, Auchan, Castorama e Leroy Merlin. La
catena Coin, fondata nel 1916 dal veneziano Vittorio Coin, oggi appartiene alla francese Pai Partners. La
Standa, fondata nel 1931 da Franco Monzino, è finita all’austriaca Billa, controllata del gruppo tedesco
Rowe.
Nel campo dei prodotti di lusso sono passati alla Lvmh di Louis Vuitton la Emilio Pucci, l’Acqua di Parma,
Fendi, e ultimo anche Loro Piana. Il marchio Gianfranco Ferrè è stato ceduto al Paris Group di Dubai, che fa
capo al magnate Abdulkader Sankari. Gucci è già da tempo sotto il controllo di Ppr, Pinault-PrintempsRedoute. Valentino dal 2007 è nelle mani della britannica Permira. Fiorucci è della società giapponese
Edwin International. François Henri Pinault controlla le pelletterie di Bottega Veneta e le calzature Sergio
Rossi. Di pochi mesi infine fa la cessione a Bernard Arnault dei gioielli di Bulgari, colosso mondiale da 20
miliardi di euro di ricavi. Il marchio Sergio Tacchini è passato definitivamente in mano alla holding cinese
H4T. La Safilo (Società azionaria fabbrica italiana lavorazione occhiali), fondata nel 1878, che oggi
confeziona occhiali per Armani, Valentino, Yves Saint Lauren, Hugo Boss, Dior e Marc Jacobs, è diventata di
proprietà del gruppo olandese Hal Holding.
Ma oggetto di vendite sono state anche sono quote di aziende pubbliche o compartecipate dallo Stato.
Dopo Alitalia e Telecom, anche Enel, Eni, Ansaldo e Prysmian hanno ceduto parte del proprio pacchetto
azionario ai cinesi.
La Benelli, storica casa motociclistica di Pesaro, di proprietà del gruppo Merloni, nel 2005 è passata nelle
mani del gruppo cinese QianJiang per una cifra aggiratasi fra i 6 milioni di euro, più il trasferimento dei 50
milioni di euro di debito annualmente accumulato. Nel 2102 la Ducati, altro storico gruppo motociclistico di
Borgo Panigale è stata acquistata dal gruppo automobilistico Audi.
5
http://www.corriere.it/economia/15_maggio_20/fed-18-miliardi-dollari-multa-6-banche-lo-scandalo-forexeed2dc9a-fefa-11e4-ab35-8ecb73a305fb.shtml
6
http://www.huffingtonpost.it/2013/05/12/george-soros-lo-speculato_n_3262351.html
7
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Editrice/IlSole24Ore/2010/04/30/Economia%20e%20Lavoro/5_A.shtm
Nel Comparto nautico, dopo la vendita di Costa Crociere alla Carnival Corporation nel 1997, anche la
Ferretti Group, storico leader mondiale della nautica da diporto, è stato acquistato dal gruppo cinese
Shandong Heavy Industry.
Altro esempio di Attacco al Sistema-Paese è quello basato sull’Information Warfare; secondo la definizione
data dal Glossario d’intelligence il concetto si basa sull’idea che quello informativo sia un vero e proprio
nuovo dominio in cui, tra stati ovvero tra stati ed attori non statuali, si gioca un confronto che vede le
informazioni costituire, ad un tempo, strumento di offesa ed obiettivo. In questo contesto, il termine indica
le azioni intraprese al fine di acquisire superiorità nel dominio informativo minando i sistemi, i processi ed il
patrimonio informativo dell’avversario e difendendo al contempo i propri sistemi e le proprie reti nonché,
più in generale, l’impiego delle informazioni ai fini del perseguimento degli interessi nazionali. 8 Nonostante
la connotazione tipicamente militare, la guerra basata sulle informazioni ha manifestazioni di spicco anche
nella politica, nell'economia, nella vita sociale ed è applicabile all'intera sicurezza nazionale dal tempo di
pace al tempo di guerra. 9 Un esempio da cui si evince invece fortemente la valenza dell’informazione
come strumento di destabilizzazione è quello riguardante il caso di hackeraggio del profilio Twitter
dell’Associated Press, seguito da 1,9 milioni di followers, avvenuto il 23 aprile 2013. In pratica, con il falso
tweet «two Explosions in the White House and Barack Obama is injured» (tradotto: due esplosioni alla Casa
Bianca e Barack Obama ferito), Wall Street affonda, col Dow Jones che arriva in pochi secondi a perdere
130 punti; contemporaneamente crolla il dollaro e i titoli di stato americani e l’oro, bene rifugio per
eccellenza, schizza verso l’alto. Finché il chiarimento dell’Associated Press ha tranquillizzato gli animi e Wall
Street è tornata a volare, attestandosi sui livelli precedenti la grande paura di un attacco alla Casa Bianca. 10
Classico tipo di attacco al Sistema-Paese è rappresentato da un attacco alle Infrastrutture Critiche. Secondo
la Direttiva 2008/114/CE per «infrastruttura critica» si intende un elemento, un sistema o parte di questo
ubicato negli Stati membri che è essenziale per il mantenimento delle funzioni vitali della società, della
salute, della sicurezza e del benessere economico e sociale dei cittadini ed il cui danneggiamento o la cui
distruzione avrebbe un impatto significativo in uno Stato membro a causa dell’impossibilità di mantenere
tali funzioni. 11
Un caso di attacco alle infrastrutture critiche è stato quello al campo gasifero di Aim Amenas, in Algeria,
avvenuto il 16 gennaio 2013. Nelle prime ore della mattina 40 miliziani appartenenti al Muawaqqi bin alDima, gruppo guidato dal leader jihadista algerino Mokhtar Belmokhtar, hanno attaccato l’infrastruttura
gasifera, in prossimità del confine tra Algeria, Tunisia e Libia. Il bacino, che produce da solo il 10% della
quota di esportazione gasifera algerina, impiegava personale della compagnia nazionale Sonatrac, della
britannica British Petroleum e della norvegese Statoil. Il gruppo jihadista, formato da miliziani di origine
algerina, saharawi, egiziana, tunisina, ciadiana, nigerina e canadese, sotto il comando di Abdul Rahman al
Nigeri, ha preso in ostaggio 132 ostaggi stranieri, imbavagliandoli e legando loro addosso dell’esplosivo.
Gran parte del personale di Ain Amenas, circa (800 persone) è riuscito a fuggire prima di aver dato l’allarme
ed aver avvertito le autorità dell’attacco. La fuga è stata resa possibile dalle gigantesche dimensioni del
complesso, impossibile da controllare per un gruppo di 40 uomini. I sequestratori, dopo aver dichiarato che
la loro azione era avvenuta in risposta all’operazione “Serval” ed alla concessione dello spazio aereo ai
velivoli francesi da parte del governo algerino, hanno richiesto la liberazione sia di 100 membri di AQMI
detenuti nelle carceri algerine, sia di due eminenti personalità di al-Qaeda. Nonostante l'appello alla
moderazione dei governi dei Paesi occidentali, l’Algeria ha immediatamente affermato la volontà di non
trattare con i terroristi, restando così fedele alla propria tradizionale strategia politica. Dopo 24 ore di
tensione e dopo aver rifiutato l’assistenza occidentale, Algeri ha lanciato l’operazione di liberazione degli
ostaggi, affidata alle Forze Speciali del GIS (Groupe d'Intervention Spécial). L’assalto all’infrastruttura di
Tigantourine è durata ben 3 giorni e si è conclusa soltanto il 19 gennaio con l’uccisione di 37 miliziani: tre di
essi, feriti, sono stati catturati. Purtroppo la tempistica e le modalità dell’operazione delle Forze Speciali
8
Information Warfare, secondo la definizione data dal Glossario intelligence, realizzato dal DIS, Dipartimento delle
Informazioni per la Sicurezza
9
https://it.wikipedia.org/wiki/Information_warfare
10
http://www.lastampa.it/2013/04/23/esteri/obama-ferito-falso-tweet-dell-ap-scatena-il-panico-a-wall-streetpHHcNGKunHlsXOGeVgIPUL/pagina.html
11
http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:32008L0114&from=IT
algerine, effettuata in maniera simile ad un tradizionale attacco militare, con elicotteri d’assalto e fanteria,
è costata la vita a 39 ostaggi (10 giapponesi, 8 filippini, 5 norvegesi, 5 britannici, 3 statunitensi, 2 malesi, 2
rumeni, un algerino, un colombiano ed un francese), alcuni uccisi dai sequestratori ed altri deceduti sotto il
fuoco del GIS poiché usati come scudi umani.12
A causa dell’attacco terroristico le forniture di gas all’Italia si sono ridotte del 17%; in termini numerici
presso il Terminal di Mazara del Vallo sono arrivati 13 milioni di metri cubi in meno di gas rispetto alla
media giornaliera di 75 milioni di metri cubi, stando ai dati forniti da Snam Rete Gas, che in termini
economici vuol dire una perdita di circa 2,7 milioni di euro giornalieri, mentre la produzione è ripresa il 23
febbraio 2013. 13
Altro esempio di attacco alle Infrastrutture Critiche è stato quello che ha colpito l’Ucraina nella notte tra il
23 e 24 dicembre 2015, quando la diffusione di un malware, ovvero di un’infezione composta di bit, ha
causato lo spegnimento di almeno tre impianti elettrici in diverse regioni, causando un blackout per
centinaia di migliaia di persone. Stando alla indagini, si tratterebbe di un’evoluzione di BlackEnergy,
scoperto per la prima volta nel 2007 e aggiornato un paio di anni fa per consentire una serie di “funzioni” di
attacco avanzate, come l’abilità di rendere inutilizzabili i computer infettati e, più di recente, abilitato a
distruggere e rendere inaccessibili intere sezioni degli hard-disk e a sabotare sistemi di controllo industriali.
“Il malware è un file a 32-bit eseguibile (.exe) per Windows con natura modulare. Ciò indica che è parte di
un malware più grande” – ha spiegato Motherboard che ha intervistato Robert M. Lee, ex addetto alle
operazioni di cyber warfare dell’Air Force statunitense e fondatore di Dragos Security. I criminali avrebbero
inserito porzioni di BlackEnergy in alcune macro funzioni di un documento Excel, che all’apertura ha
permesso la divulgazione dell’infezione. In passato il malware BlackEnergy è stato collegato alle azioni di
sabotaggio del gruppo Sandworm, localizzato in Russia. Ciò ha spinto l’agenzia di sicurezza nazionale, il
Security Service of Ukraine (SBU) ad accusare lo stesso team dello spegnimento alle stazioni elettriche, pur
senza prove evidenti. Eppure la presenza di Sandworm in Ucraina non è una novità: nel 2014 il gruppo si è
reso protagonista di una serie di attacchi informatici a danno di agenzie legate al governo, oltre che a
infrastrutture della Nato e di altri soggetti europei e statunitensi. 14
Più in generale, sul tema degli attacchi al Sistema Paese si sta sviluppando un’ampia bibliografia legata al
nuovo concetto strategico dell’”Hybird Warfare” che, in poche parole è la nuova strategia militare che
fonde i concetti di guerra regolare e irregolare, guerra simmetrica e asimmetria, guerra economica, attacchi
alle Infrastrutture Critiche e Cyber warfare. I conflitti militari sono solitamente definiti come convenzionali,
ibridi e non convenzionali. Negli ultimi anni, molti documenti militari e analisi accademiche hanno posto
l’attenzione sui conflitti ibridi in quanto capaci di presentare sfide parzialmente diverse rispetto a quelle
poste da conflitti di natura convenzionale tra Stati o da quelli non convenzionali. Il concetto di hybrid
warfare può essere inteso sia a livello tattico che strategico, ma è spesso utilizzato anche per descrivere un
conflitto che va oltre l’aspetto puramente militare. In questo senso, questa forma di warfare è capace di
trarre vantaggio anche da information operations e dalla propaganda, dall’economic e dal cyber warfare e
dall’impiego delle nuove tecnologie dell’informazione per colpire le vulnerabilità dell’avversario. L’hybrid
warfare permette perciò di sfruttare un vantaggio asimmetrico non solo in un ambito puramente militare,
ma anche attraverso tutti gli elementi del potere nazionale: è per questo motivo che azioni che coinvolgono
la sicurezza energetica, come ad esempio la manipolazione degli approvvigionamenti energetici o la presa
del controllo delle infrastrutture rilevanti, possono svolgere un ruolo significativo. 15
12
http://en.wikipedia.org/wiki/In_Amenas_hostage_crisis
http://www.snamretegas.it
14
http://www.panorama.it/mytech/sicurezza/si-chiama-blackenergy-il-malware-che-ha-spento-tre-centrali-ucraine/
15
Cordano Diego, Ucraina e sicurezza energetica, Il mondo dell'intelligence nel sito del Sistema di informazione per la
sicurezza della Repubblica, 2015
13
Spionaggio e controspionaggio economico
Un capitolo a parte, data la complessità e la vastità della materia, merita lo spionaggio economico.
Quest’ultimo sia, commerciale che industriale, è vecchio come il mondo e forse è anche più antico dello
spionaggio militare. Infatti, una delle prime informazioni di cui l’uomo ha avuto bisogno fin dagli albori della
civiltà è stata l’informazione economica, poiché dalla scoperta di un fiume, di una particolare specie
animale, di una nuova pianta o tecnica produttiva poteva dipendere la sopravvivenza di una tribù.
Uno dei casi storici dove possiamo vedere i primi albori dell’Intelligence Economica a sostegno del Sistema
Paese è la Repubblica di Venezia, dove lo spionaggio economico diventa una componente essenziale e
costante delle politica estera nonché della strategia di espansione economico-commerciale. La città-stato è
una delle prime realtà a dotarsi di un sistema di sicurezza sia interno che estero volto sia alla protezione del
know-how imprenditoriale, ma anche e soprattutto, alla raccolta di informazioni economico-commerciali, le
nove, le notizie, per meglio supportare gli scambi commerciali. 16 Spionaggio, ma anche controspionaggio
economico, per proteggere segreti commerciali, industriali e scientifici. Emblematica la “guerra degli
specchi”: i veneziani sottrassero segreti di produzione ai lorenesi, elevarono la fabbricazione di vetri e
specchi a vera e propria arte e la protessero con spregiudicata ferocia. A Venezia spetta anche un altro
primato: il coinvolgimento di ogni veneziano, a qualsiasi classe sociale appartenesse, nella protezione dei
segreti della Serenissima, ma anche nel carpire quelli degli altri. Ogni cittadino che si trovasse all’estero era
invitato a informare il Governo su quanto avesse visto ed eventualmente scoperto. 17
Ma è con la rivoluzione industriale che aumentarono a dismisura i casi di spionaggio economico, quando,
proprio l’intelligence, accelerò il progresso industriale facendo uscire dalla cerchia ristretta di poche
persone segreti e tecniche che poi sarebbero state sperimentate. Vittima illustre di quegli anni fu proprio
l’Italia quando, con una celeberrima azione di spionaggio, Sir John Lombe, camuffato da operaio, si
introdusse in un setificio piemontese e rubò il segreto dei mulini per la seta.18
Un altro caso di spionaggio industriale si verificò nel 1800, ad opera di Francis Cabot Lowell, un
imprenditore americano; all’epoca, uno dei segreti industriali più importanti, e sicuramente quello a cui il
governo britannico teneva di più, era un meccanismo propulsore basato sul principio della macchina a
vapore; su questo dispositivo si basava, infatti, il predominio dell’industria tessile inglese. Questa tecnologia
era fortemente protetta dalla legislazione di Londra, attraverso brevetti e leggi restrittive sull’esportazione;
Lowell, operando sotto copertura (fingendosi ammalato in cura, in Scozia), riuscì a visitare molti siti che
avevano in dotazione la macchina in questione e che normalmente erano chiusi al pubblico. Grazie alla sua
memoria fotografica riuscì ad imprimere nella mente le caratteristiche del motore e quindi vanificò i
controlli degli ispettori britannici che cercavano schizzi ed annotazioni. Tornato negli Stati Uniti fu in grado
di ricostruire il macchinario riuscendo così a porre le basi della prima industria tessile americana. Gli
americani, grazie a questa manovra, si misero ben presto sulla strada della rivoluzione industriale e,
potendo contare sulle immense risorse del loro continente, poterono mettere in crisi l’industria tessile
britannica. Questo episodio ci aiuta a comprendere come un semplice caso di spionaggio industriale possa
avere delle conseguenze economiche e politiche inaspettate. 19 20
Sempre nel 1800 si verificò un grande caso di spionaggio con al centro della vicenda il tè; in quegli anni la
Gran Bretagna ne era il primo consumatore al mondo e la Cina il primo produttore, che per ovvi motivi
custodiva gelosamente i segreti produttivi. Per rompere questa dipendenza e per tagliare i costi, gli inglesi
iniziarono a produrre il tè in India, ma non riuscirono a trovare la formula giusta. A questo punto la East
India Company inviò in Cina Robert Fortune, un botanico e avventuriero scozzese, con il compito di rubare i
segreti della coltivazione e produzione del tè cinese e trasferire tutto in India. Il problema era che nel 1848
gli stranieri non erano ammessi in alcune regioni della Cina, ma Fortune era uomo geniale. Nonostante
fosse un uomo dalla carnagione bianchissima e con un forte accento scozzese, arrivò a Shanghai in abiti
16
Vecchioni Domenico, Storia degli agenti segreti - Dallo Spionaggio all’Intelligence, Greco&Greco Editori, 2015
Gnosis n°3/2007
18
Preto Paolo, I servizi segreti di Venezia. Spionaggio e controspionaggio ai tempi della Serenissima,
19
Poteat Eugene, Espionage after the Cold War. Economic espionage: the attack on America’s intellectual
property, The Bent, 2001
20
Mauro Morbidelli, Intelligence Economica e Competitività Nazionale
17
cinesi tradizionali e sfoggiando una testa rasata con un codino. Il suo obiettivo era quello di recarsi a Tong
Guan Mu, nelle montagne Wuyi della provincia settentrionale del Fujian, centro principale della
coltivazione del tè per acquisirne i segreti dei semi, delle piante e la conoscenza della produzione.
La sua missione ebbe successo, riuscì a trafugare tutti i segreti dalla piantagione alla trasformazione e
divenne il primo occidentale a scoprire che il tè verde e quello nero provengono dalla stessa pianta. Grazie
al successo della missione di Fortune l’India e lo Sri Lanka divennero importanti paesi produttori di te e
sostituirono la Cina come principali esportatori di tè in Europa e in America. 21
L’avvento della Guerra Fredda, in parte, modificò gli scenari e gli indirizzi spionistici. Sicuramente gli
obiettivi dell’intelligence di tutti i paesi erano orientati verso determinati tipi di informazioni, più militari,
strategiche e politiche, ma essendo il tema centrale della Guerra Fredda il confronto tra Stati Uniti ed
Unione Sovietica, che propugnavano due visoni diametralmente opposte di sistemi sia produttivi che di
vita, l’elemento economico e quello di sviluppo industriale iniziarono ad assumere, per i servizi di
informazione e sicurezza, un’importanza che prima non avevano avuto. Inoltre lo sviluppo del potenziale
produttivo rappresentava un elemento fondamentale anche dal punto di vista della propaganda di cui
poteva essere oggetto il superamento di una delle due superpotenze in un settore, dava un lustro
spendibile verso i paesi satelliti e non allineati. 22 Va poi sottolineato che l’Unione Sovietica ha sempre dato
una grande importanza allo spionaggio economico, perché, stante l’arretratezza del proprio sistema,
attraverso questo metodo, ha controbilanciato la preponderanza occidentale nel campo della ricerca e
dell’innovazione, utilizzando i sistemi di intelligence a proprio vantaggio, ovvero spiando e copiando. Due
esempi sono chiarificatori a tal senso: il caso del Tupolev Tu-144, passato alla storia con il nomignolo di
“Concordosky”, la copia dell’aereo supersonico franco-brtannico Concorde, e della Vjatka VP150, ovvero
della copia esatta della nostra Vespa 150 del 1954 23 24, ma la lista in realtà è molto più lunga. La Russia
inoltre poteva contare anche sull’appoggio dei servizi di informazione e sicurezza del Patto di Varsavia,
dove spiccava tra tutti la Stasi, ovvero il servizio segreto della Repubblica Democratica Tedesca; diretto dal
maestro dello spionaggio Marcus Wolf, la Stasi, secondo quanto riportato dal disertore del Kgb, il
colonnello Vladimr Vetrov, nome in codice “Farwell”, che lavorava per il DGSE francese, attraverso l’unità
“Linea X”, penetrò tantissimi segreti occidentali nel campo delle comunicazioni, dei computer e più in
generale nel campo dell’information technology, campo in cui l’Unione Sovietica aveva un grandissimo gap
nei confronti dell’occidente. 25 26 27
Un caso di spionaggio industriale, molto interessante e che riguarda il nostro Paese è quello che ha
interessato l’acciaieria Valbruna. La storia è partita nel 2006 con una casualità, ovvero quando un manager
dell’azienda, dopo aver lavorato per anni alle dipendenze dell’acciaieria, all'improvviso ha dato le
dimissioni. Secondo la prassi consegna il pc aziendale e nel cancellare i vecchi file, i tecnici informatici
hanno scoperto una cartellina zeppa di documenti e dati riservati, informazioni a cui il manager non
avrebbe potuto avere accesso. Parte una denuncia. Durante le perquisizioni in casa del dipendente è stata
trovata altra documentazione e un biglietto aereo per l'India. Gli inquirenti hanno scoperto che il dirigente
si era dimesso per passare al gruppo indiano Viraj, concorrente di Valbruna. E che i file riservati trovati nel
pc gli erano stati chiesti dal nuovo datore di lavoro. Davanti ai magistrati il manager confessa. Nel corso di
una fiera di settore, Suri Rahul Jitrenda, direttore generale della Viraj, lo aveva avvicinato chiedendogli di
passargli informazioni riservate e segreti industriali, con la promessa di un lavoro molto ben retribuito nella
loro filiale tedesca.
Nel corso del processo le vendite dell’azienda italiana però continuano a calare, qualcosa ancora non è
chiara; a giugno 2011 infatti il concorrente indiano ha annunciato sul suo sito Internet un accordo
21
http://www.eteaket.co.uk/tea-espionage-and-secret-mandarins/
Morbidelli Mauro, Intelligence Economica e Competitività Nazionale,
23
http://digilander.libero.it/cuoccimix/automotorusse9moto(Vyatka).htm
24
http://www.treccani.it/enciclopedia/aeroplano-supersonico/
25
https://www.cia.gov/library/center-for-the-study-of-intelligence/csi-publications/csistudies/studies/96unclass/farewell.htm
26
Poteat Eugene, Espionage after the Cold War. Economic espionage: the attack on America’s intellectual
property, The Bent, 2001
27
https://www.cia.gov/library/center-for-the-study-of-intelligence/csi-publications/csistudies/studies/96unclass/farewell.htm
22
strategico con la Siemens per avviare la produzione di un acciaio speciale, che non era presente nel suo
catalogo, ma in quello dell’acciaieria Valbruna sì. Durante la perquisizione si scopre che il dipendente
infedele era riuscito a nascondere una chiavetta Usb con altri file segreti, che centellina in modo astuto,
consegnandoli alla Viraj un po' alla volta per paura di essere scaricato. A marzo del 2009 il manager è stato
condannato a due anni di reclusione e 470 mila euro di provvisionale, per accesso abusivo al sistema
informatico delle Acciaierie Valbruna e rivelazione di segreti industriali. Ora però inizia il processo ai
«complici» indiani, la cui posizione si è aggravata; il dirigente ha infatti raccontato di aver consegnato nel
2008 a Mumbai documenti riservati nelle mani del presidente della Viraj, Neeraj Kochhar, e di suo figlio
Dhruv. 28
Con lo sviluppo delle nuove tecnologie legate all’informatica e ad internet, è divenuto molto più semplice il
furto dei segreti, basti pensare agli hackers che penetrano nella rete informatica di un’azienda senza
lasciare traccia, rendendo de facto impossibile perseguire gli autori dell’intrusione. Oppure ai veri e propri
attacchi cibernetici come quelli sferrati da Cina e Russia, le due potenze più attive in questo settore, come
quelli avvenuti nell’ “Operazione Aurora” scoperta nel 2010 e nell’”Operazione Red October” scoperta nel
2012, che ha visto l’attacco, a fine spionistico, verso sessantanove Paesi e dodici delle aziende americane
più importanti nei settori di difesa, sicurezza e alta tecnologia.
Ma lo spionaggio economico ha colpito anche piccole aziende detentrici e custodi di “know how” unici e
pertanto a rischio continuo. E’ questo il caso della GE Oil&Gas – Nuovo Pignone dove un addetto alle
vendite e con l’accesso alla banca dati dell’azienda, tra il 2004 e il 2006, ha sottratto quasi tutto il know
how tecnologico, scaricando 5000 file contenti disegni per la realizzazione di parti di ricambio come pompe,
valvole per turbine, codici, prezzi praticati sui ricambi, quest'ultima informazione assolutamente top secret
coperta da identificativi in codice; le informazioni andavano a concorrenti dell’azienda, che potevano così
interferire nelle trattative commerciali con clienti in Russia e Iran, essendo in grado di produrre esse stesse
ricambi 'copiati' dai disegni rubati dalla banca dati e conoscendo anche il prezzo che Ge Oil&Gas - Nuovo
Pignone avrebbe offerto.29 30
Proteggere e sostenere il Sistema-Paese
Nell’ottica generale della sicurezza economica nazionale appare chiaro come risulta fondamentale il ruolo
dei servizi di informazione e sicurezza nella protezione e nel sostegno del Sistema-Paese. Come già detto in
precedenza, i rischi e le minacce che incombono sul Sistema-Paese sono tali da dover giocoforza inserire
una cabina di regia unica per poter adottare tutte le misure e contromisure necessarie alla sicurezza
economica nazionale.
Nell’attuale scenario, in cui le regole della collaborazione tra i servizi dei vari Paesi sono più elastiche ed è
difficile parlare sia di nemici che di amici, tant’è che, in qualche caso, da parte di questi ultimi, si devono
addirittura registrare attacchi con subdola acquisizione di informazioni. In questo campo, oggi, è più
corretto parlare di competitori e concorrenti; ed è un campo che non può essere in alcun modo
dimenticato o sottovalutato quando ci si pone il problema di quale debba o possa essere lo sviluppo
ottimale dell’intelligence. 31
Pertanto solo una sinergia perfetta tra i vari attori che concorrono allo sviluppo del benessere economico
nazionale è utile per una maggiore protezione e crescita del Sistema-Paese, con il necessario intervento del
Governo da una parte, ma dall’altra è fondamentale che anche gli enti privati, le imprese, le associazioni di
professionisti e di singoli, si impegnino, secondo le loro possibilità.
28
http://www.corriere.it/economia/12_luglio_01/india-italia-spia-acciaio-valbruna_da30e35a-c351-11e1-9a403a8342915771.shtml
29
http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2012/05/18/714949spionaggio_industriale_condannato_dipendente_nuo
vo_pignone.shtml
30
http://www.toscanatv.com/leggi_news?idnews=NL063138
31
Quaderni di Intelligence, n. 1 Anno 2012
Di conseguenza, i buoni risultati dell’intelligence economica sono inevitabilmente il frutto di un sapiente
uso combinato di informazioni provenienti dai servizi informativi e dalla politica governativa, ma anche da
parte di aziende e imprese, il tutto a protezione e supporto del Sistema-Paese con l’obiettivo, da una parte
di proteggere i settore strategici, e dall’altra di mantenere e penetrare i mercati sia nazionali ma
soprattutto internazionali.
Interpretare la nozione di sicurezza nazionale in senso evolutivo e ricomprendervi la tutela degli interessi
nazionali comporta, ad esempio, che i servizi di informazione e sicurezza possono essere chiamati a operare
per proteggere le grandi imprese o comunque le imprese di rilevanza strategica, quelle che i francesi
chiamano imprese di rilevanza nazionale e vengono talvolta ricordate come “campioni nazionali”. Si tratta
di imprese che – giova ricordarlo – spesso ma non sempre si dotano di proprie organizzazioni informative e
di sicurezza per sopravvivere in un mondo sempre più impegnativo sul piano della competizione 32
Inoltre, l’autorità statale non può limitarsi all’uso dell’intelligence economica per supportare il sistema
produttivo della Nazione, ma deve anche adottare una strategia commerciale in grado di sostenere le
produzioni intere all’estero.33
In questo caso, va segnalato l’ottimo lavoro svolto dal Mae che, con la a diplomazia economica italiana
svolge l’attività a sostegno delle imprese italiane all'estero e favorisce la crescita del Paese. Coordinati dalla
Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese della Farnesina, che a sua volta è in raccordo
costante con Istituzioni, Enti, Associazioni, Imprese, Centri di ricerca ed Università, gli oltre 450 uffici diffusi
in tutto il mondo e comprendenti Ambasciate, Consolati, Unità dell'Agenzia ICE e dell'Enit, oggi integrati
nelle rappresentanze diplomatiche e consolari, Istituti Italiani di Cultura, Uffici degli Addetti Scientifici e
Tecnologici, degli Addetti finanziari e degli Addetti alla Difesa, sono impegnati quotidianamente per
promuovere in un'ottica integrata l'Italia nelle sue componenti economica, culturale e scientifica.
Nel sito del MAE è pubblicata la seguente mission: “aprire i mercati internazionali all'Italia e l'Italia al
mercato mondiale e' la missione della Farnesina al servizio delle imprese e della crescita del Paese. Aiutare
le aziende a penetrare i mercati emergenti ed a consolidarsi in quelli tradizionali, sostenere l'attività'
internazionale delle Autonomie territoriali, attrarre in Italia investimenti produttivi, flussi turistici e brillanti
talenti sono gli obiettivi strategici cui si ispira quotidianamente l'attività' di diplomazia economica. Per
adempiere a questo compito, il Ministero degli Affari Esteri e in particolare la Direzione Generale per la
Promozione del Sistema Paese, mettono a disposizione degli operatori molteplici strumenti e attività,
attraverso la gestione coordinata della rete estera, la ricerca del “gioco di squadra” a livello nazionale e la
promozione integrata delle eccellenze italiane.” 34
Un caso vincente di sostegno al Sistema-Paese è il caso del Mozambico dove l’Italia gioca un ruolo di
primissimo piano. Forte di legami con esponenti del FRELIMO nati già prima dell’indipendenza, è stata tra i
principali donatori del Mozambico durante gli anni Settanta e Ottanta. L’Italia, inoltre, grazie a un primo
intervento della Comunità di Sant’Egidio e alla collaborazione del ministero degli Esteri e del
sottosegretario Mario Raffaelli, è stata la sede della mediazione tra RENAMO e FRELIMO, che ha portato
alla firma degli accordi di pace del 4 ottobre 1992 a Roma. L’Italia si è molto impegnata per la
stabilizzazione e la ricostruzione del Mozambico post-bellico, sia con risorse finanziarie e l’invio di
personale civile, sia col dispiegamento di un notevole contingente militare. Un ruolo di primo piano ribadito
alla ripresa delle tensioni tra RENAMO e FRELIMO nel 2013-14, che grazie alla mediazione italiana è riuscita
a far firmare un accordo politico a Guebuza e Dhlakama confermando la fine delle ostilità e l’inizio di una
nuova fase di stabilità e piena partecipazione di tutte le forze politiche. Questa normalizzazione ha già
trovato una sua ragione d’essere nelle elezioni del 15 ottobre 2014. 35 Grazie a questo ruolo negli ultimi
anni abbiamo assistito ad un progressivo aumento dell’interscambio commerciale, che nel 2015 si è
attestato attorno ai 414 milioni di Euro (402 milioni di Euro nel 2014). Dopo il balzo del 2014 (24,5%), nel
2015 le esportazioni di merci italiane, pari a 54,5 milioni di Euro, hanno tuttavia registrato un calo del
23,9%, trainato dai comparti dei macchinari e dei prodotti in metallo. Il nostro export è costituito
principalmente da macchinari, prodotti della metallurgia, prodotti chimici, mezzi di trasporto,
32
Quaderni di Intelligence, n. 1 Anno, 2012
Morbidelli Mauro, Intelligence Economica e Competitività Nazionale
34
http://www.sistemapaese.esteri.it/Unita_Sistema_Paese/Menu/diplomazia+economica/
35
http://www.treccani.it/geopolitico/paesi/mozambico.html
33
apparecchiature elettriche e prodotti di carta. Parallelamente, si è registrato un radicamento di importanti
realtà imprenditoriali italiane nel Paese, grazie alle numerose opportunità economiche, al clima favorevole
per gli investimenti. Ad oggi, sono presenti in Mozambico una quarantina di aziende italiane attive nei
settori di punta dello sviluppo del Paese (idrocarburi, edilizia e infrastrutture, biocombustibili, agroindustria, turismo, trasporti e servizi). A conferma della stabilità della presenza italiana, nel luglio 2013 è
stata ricostituita l’Associazione degli Imprenditori Italiani in Mozambico (EIM) che potrebbe trasformarsi
nei prossimi anni in una Camera di Commercio italo-mozambicana. Secondo i dati ufficiali del Centro di
Promozione degli Investimenti (CPI), nel 2014 sono stati approvati 12 progetti d’investimento italiani per
complessivi 11 milioni di USD. Nel 2006, ENI ha ottenuto, in seguito a gara internazionale, la concessione
Area 4, un blocco offshore nel bacino di Rovuma, a nord del Paese, e proprio in Mozambico ha fatto la più
importante scoperta di gas della sua storia: 2.400 miliardi di metri cubi, sufficienti a soddisfare il fabbisogno
italiano per 30 anni e essenziali per allentare la dipendenza dai partner tradizionali, in primis la Russia. Nel
Paese l’Italia ha avviato nel 2014 un piano di investimenti di 50 miliardi di dollari. ENI sarà parte di un
consorzio internazionale guidato dalla texana Anadarko per la costruzione di un impianto LNG a Cabo
Delgado, l’investimento privato più grande mai realizzato nel Paese.36
E’ lapalissiano pertanto come il Mozambico è il risultato vincente del lavoro di squadra svolto da Mae,
Intelligence, Ministro dello Sviluppo Economico e aziende private, con tutti gli attori che hanno svolto il loro
ruolo in maniera sinergica e coordinata, il tutto a favorire la crescita del Sistema-Paese.
Per quanto riguarda il ruolo di protezione del Sistema-Paese va sottolineato il valore tattico-strategico della
funzione del controspionaggio economico del nostro paese, che deve implementare le sue funzioni di difesa
del sistema economico dalle minacce degli attori siano essi governi o grandi imprese private. Non solo, va
tutelato maggiormente il patrimonio tecnologico e scientifico delle nazionali, così come le tecniche e le
procedure di gestione delle attività private. Ovviamente l’attività del controspionaggio in Italia deve essere
orientata anche al contrasto delle attività di intelligence straniere interessate alla conoscenza anticipata e
all’eventuale condizionamento delle politiche nazionali; in sostanza si devono arginare le pratiche di
ingerenza e di influenza esterna.
Si tratta, come è facile capire, di una tematica assai delicata, perché non è affatto semplice individuare il
confine oltre il quale non ci si muove più a tutela della sicurezza nazionale, ma si incide sul mercato,
alterandone i meccanismi fino a creare, in qualche caso, serie difficoltà ad altre imprese o Stati. E,
certamente, non si tratta di rincorrere qualunque forma di interesse economico proiettato verso l’estero o
di tutelare l’incolumità di qualunque imprenditore che operi al di fuori dei confini nazionali. La tutela del
sistema economico e industriale è sicuramente uno dei campi più delicati dal punto di vista della legittimità
delle attività che i servizi di informazione per la sicurezza possono essere chiamati a svolgere, tanto in
chiave “difensiva”, nei confronti di aggressioni o intrusioni di varia natura a danno delle imprese, quanto in
chiave “offensiva”, in termini di informazione preventiva a sostegno della competitività delle imprese
stesse sui vari scenari internazionali. Ma non vi possono essere dubbi di sorta sull’importanza strategica di
immettere i dati e le informazioni raccolti dagli apparati della sicurezza nazionale in una “rete” che faccia
gioco rispetto al sistema-Paese.37
Data la riservatezza della materia, si può ben facilmente comprendere che dati certi e informazioni
concrete sono difficilmente reperibili. Un dato però è riscontrabile dall’analisi delle Relazioni dei servizi,
ovvero che la nostra intelligence dedica al settore economico, cioè alle minacce al sistema economicofinanziario, molta attenzione sia con l’invio costante di informative/analisi a enti istituzionali e forze
armate.
36
37
http://www.infomercatiesteri.it/public/rapporti/r_21_mozambico.pdf
Quaderni di Intelligence, n. 1 Anno, 2012
Conclusioni
Quanto finora detto ci porta alla conseguente conclusione che il Sistema-Paese, funziona si, ma va
sostenuto e protetto. Il trend della competizione economico-finanziaria è in crescita esponenziale, così
come i casi di spionaggio industriale e attacchi al sistema, pertanto vanno implementate e potenziate tutte
le politiche volte a garantire la sicurezza economica della nazione.
E in questa cornice internazionale che l’Italia si deve misurare, deve mostrare il suo valore. Non può più
restare a guardare mentre gli altri paesi aumentano quote di mercato e copiano i nostri prodotti. E’
importante capire che c’è una crescente attenzione riposta dai governi dei Paesi più sviluppati verso
l’implementazione di politiche a supporto della propria produzione nazionale, lascia intendere come i
rapporti economici saranno considerati sempre più importanti nelle relazioni internazionali.
Le politiche di sdoganamento dell’attività di intelligence attuate dal Dipartimento Informazioni per la
sicurezza con la nascita del concetto della “Cultura della Sicurezza”, hanno sicuramente aperto uno
squarcio nell’opinione pubblica e aiutano ad aumentare la consapevolezza dei rischi e delle minacce al
Sistema-Paese, ma non basta.
Altri Paesi europei sono molto più avanti in questo ambito. La Francia, ha delle strutture che operano già da
diversi decenni in questi settori; pertanto non deve stupirci che il Sistema Francia sia tornato a crescere,
seppure con tutte le difficoltà del caso, a livelli pre crisi. La Germania fa sicuramente storia a se, ma perché?
La ragione è che ha sviluppato un sistema Paese efficiente e valido, che è in costante crescita dagli anni
sessanta, nonostante le riunificazione del Paese, dove si è realizzata una perfetta intesa tra Stato, Lenders,
Privati, Intelligence e classe produttiva.
Va creato un tessuto attorno al concetto di protezione del Sistema Paese in modo che vi sia una maggiore
sinergia tra pubblico e privato, magari con le università, i centri di ricerche e le fondazioni, che spesso
producono menti e lavori di altissimo livello, al fine di sviluppare un’intesa efficiente e che sia in grado di
sviluppare competitività e dare quel valore aggiunto.
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