L`Eco dell`Amore - Aiuto alla Chiesa che Soffre
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L`Eco dell`Amore - Aiuto alla Chiesa che Soffre
www.acs-italia.org Supplemento al N. 7 - Novembre 2016 L Eco dell Amore ’ ’ 6 1 0 2 E L A T A N E L A I C E P S O R E NUM A vivere il mistero più profondo del Natale SONO I CRISTIANI PERSEGUITATI Cari amici, è difficile trovare un’altra festa che racchiuda in sé una tale ricchezza culturale, artistica e familiare, che sia insomma così piena di umanità come il Natale. È per questo che, per gli auguri di Natale, vorremmo trovare le parole più belle e profonde. Quanto è invece difficile farsi gli auguri di un felice Natale in modo credibile quando il mondo si trova sull’orlo dell’abisso. Tutti i potenti lo dicono apertamente. Anche Papa Francesco lo ha detto andando alla Giornata Mondiale della Gioventù: «Il mondo è in guerra, guerra a pezzi. C’è stata quella del 1914, poi quella del 19391945 e adesso questa. Non dobbiamo avere paura di dire questa verità: il mondo è in guerra, perché ha perso la pace». Care Benefattrici, cari Benefattori, il 2016 volge al termine, il che impone qualche riflessione sul come lo abbiamo vissuto. Aiuto alla Chiesa che Soffre, innanzitutto a nome di chi non può farlo personalmente, deve prioritariamente farvi giungere, ancora una volta, la gratitudine profonda per la Fede con cui avete dedicato la Vostra preghiera, nonché il Vostro materiale aiuto, a centinaia di migliaia di nostri Fratelli che, in troppe aree del mondo, patiscono sofferenze e persecuzioni, anche atroci, non rinnegando l’appartenenza a Gesù. Quest’anno la Vostra vicinanza è infatti giunta in Iraq, a coloro che da due anni, costretti alla de- Come possiamo gioire di tutto il bello legato al Natale, se milioni di persone soffrono? Eppure sono proprio i Cristiani perseguitati e oppressi a vivere il mistero più profondo del Natale. Contro ogni speranza, da anni in fuga, resistono fino alla fine nella terra dove sono nati. Non cedono perché, come i pastori di Betlemme, credono in ciò che gli angeli hanno annunciato: credono nel Bambino, avvolto nelle fasce e deposto nella mangiatoia. Sì, questo Amore così mite e umile che ha fatto delle fasce, della mangiatoia e della Croce il proprio vessillo, può affrontare qualsiasi potere militare, politico ed economico. L’Amore non si stanca mai di fare il bene, anche se il nostro contributo può sembrare insignificante rispetto ai miliardi spesi in armamenti e all’ammontare dei danni bellici. Cari amici, non solo chi vive in Iraq, Siria o nelle altre zone di guerra, ma tutti noi siamo coinvolti in questa gigantesca battaglia spirituale. Quando Vi chiediamo un’offerta non vogliamo invitarVi solo a fare un atto di beneficienza dettato dal clima del Natale. Quello che chiediamo è è che la Vostra fede riconosca nella Stalla di Betlemme l’inizio del Nuovo Tempo. Solo così possiamo donare generosamente, senza stancarci, perché Dio non si stanca mai di donarci il suo Amore. Nell’augurare a Voi e alle Vostre famiglie un felice Natale Vi benedico, portazione di massa, vivono in campi polverosi in container di 15 metri quadri, ad Aleppo dove avete acceso una luce, non solo nei cuori, per chi patisce le conseguenze di una guerra che sembra non voler finire mai, ai giovani seminaristi in Cina, alle comunità cristiane povere in piccoli villaggi dell’Etiopia, dell’Algeria o del Ciad, a 124 Cristiani residenti ad Harintana, una manciata di case in Bangladesh, privi di un luogo di preghiera, a decine di seminari sparsi per il mondo in nome di un Martire dei nostri giorni, Padre Jacques Hamel. Sono solo alcune, non tutte come ben sapete, delle tappe del viaggio che tutti assieme abbiamo compiuto in questo 2016 in una rinnovata Via Crucis della libertà religiosa calpestata. Con molti di Voi che ho personalmente incontrato o sentito in questi mesi, ho già raccontato come le Stazioni di questo viaggio vadano da noi percepite come luoghi di vittoria, luoghi nei quali, la Vostra Fede e la Vostra generosità hanno contribuito affinché la speranza sconfiggesse l’orrore. Se qualcuno ritiene sia una esagerazione risponda alla domanda, chi può dirsi vittorioso dopo l’assassinio di Padre Jacques a Rouen? I due terroristi fanatici che hanno martirizzato l’anziano Sacerdote, o noi, tutti assieme, che da quel terribile eccidio abbiam fatto sgorgare la speranza formando 1000 nuovi Sacerdoti, specialmente in Asia e in Africa vittime assolute della furia ultrafondamentalista islamica? Avete dei dubbi? Aiuto alla Chiesa che Soffre no! Ecco perché per Natale abbiamo fatto qualcosa di differente dagli anni precedenti. Un numero speciale de L’Eco dell’Amore dedicato all’area del mondo, il Medio Oriente, in cui la vittoria va conquistata giorno dopo giorno, rispondendo colpo su colpo, con la speranza, all’orrore con il quale decine di migliaia di nostri Fratelli cristiani stanno convivendo. Nello scorso numero de L’Eco, scrivendovi di ritorno dal mio secondo viaggio in Iraq, vi ho già raccontato cosa penso. Non me ne vogliate pertanto se mi ripeterò, ma è il cuore del nostro impegno, della nostra missione. Se smetteremo di aiutarli, ai Cristiani d’Iraq e di Siria resterà comunque la cosa più importante, la Fede. A noi invece non resterà nulla, se non la desertificazione della nostra anima e della nostra comunità. Troverete, oltre a L’Eco, una preghiera di San Giovanni Paolo ll. Si conclude con la seguente implorazione: «Vieni e resta con noi, Signore! La gioia del tuo Natale giunga fino agli estremi confini dell’universo!». Facciamo dunque arrivare il Natale dappertutto, anche in Medio Oriente. Andiamo a conquistare la vittoria della speranza! Padre Martin Barta Assistente Ecclesiastico Internazionale Buon Natale a Voi tutti e alle Vostre Famiglie, Alessandro Monteduro Direttore ACS-Italia IRAQ SIRIA In e in diamo un rifugio alla speranza L a testimonianza dei Cristiani in Siria, Iraq e Libano ha plasmato la storia del Medio Oriente e fin quando vivranno lì, luoghi che sono stati culla del Cristianesimo, questa testimonianza non perderà la propria forza. La loro patria è molto di più di un semplice Paese natio. È la patria dello Spirito dell’Amore e della Speranza. Se paghiamo l’affitto a questi Cristiani scacciati dalle loro case e alla ricerca di un rifugio all’interno del loro Paese, allora daremo un rifugio anche alla speranza. Se doniamo a decine di migliaia di Fuggita da Aleppo con il figlio disabile: Rita ringrazia per l’affitto Finalmente di nuovo una casa dignitosa: Cristiani a Erbil famiglie in Siria e in Iraq pacchi alimentari per il loro sostentamento – in pratica dei pacchi dono per la sopravvivenza – allora non salveremo solo persone, ma anche un modo di vivere che può portare in quella regione un po’ di pace. Privare il Vicino e Medio Oriente dei Cristiani sarebbe come togliere a questa regione l’anima, amputandola del Cristianesimo. Tutto questo è invisibilmente presente quando a Laodicea, padre Issa Abdo, insieme ai suoi volontari, distribuisce alle famiglie di profughi pacchi alimentari contenenti farina e riso, zucchero, pasta, olio e latte in polvere, a cui può aggiungersi, a volte, anche un pacchetto contenente una saponetta, un dentifricio e dello shampoo. Sono piccoli tesori per le famiglie che, altrimenti, non riuscirebbero a trovare questi beni di prima necessità. Un pacco costa 55 euro e copre il fabbisogno di due settimane per una famiglia. Per l’affitto bisogna invece calcolare un periodo di sei mesi. È il tempo minimo necessario per trovare un lavoro e ricostruire l’esistenza. Non c’è nessun altro che li possa aiutare a pagarsi un tetto sopra la testa e la sicurezza che danno quattro mura. Sono 1.800 famiglie in Iraq e 27.000 in Siria. La loro spiritualità, le loro tradizioni, la loro storia vive in queste case. Forse non ne sono consapevoli, ma tutto ciò vive nei loro cuori. È questa la vera casa per la quale paghiamo l’affitto. I Benefattori di ACS stanno sostenendo la scuola Al Riaya a Damasco frequentata da 200 bambini «Al di là dell’aiuto materiale che desiderano con tutto il cuore, le persone che incontriamo hanno bisogno di attenzione per la loro immensa sofferenza. Le loro ansie e le loro paure le fanno somigliare ai discepoli di Emmaus che, delusi, fuggirono da Gerusalemme, incontrando Gesù sulla loro strada, quando non si aspettavano di vederlo. Oggi in Siria si parla di una generazione perduta, quella dei bambini e degli adolescenti. Per questo facciamo di tutto per sostenerli, cercando di tenere vivo in loro il senso del futuro. La vostra generosità ci aiuta a stare in piedi e a resistere contro ogni umana aspettativa». Suor Frida Chaya, superiora delle Suore della Carità di San Giovanna Antida a Damasco Non perdere F il coraggio di guardare avanti Buon Pastore al femminile: suor Lolita consola, incoraggia e conforta Cristiani in Siria orbici da parrucchiere, pettini, fermagli, un phon. Gracia può di nuovo lavorare come parrucchiera e mantenere così la famiglia. Una vecchia macchina da cucire, un po’ di stoffa, una forbice, ago e filo. Claudine può nuovamente cucire aiutando la famiglia ad andare avanti. Sono cose piccole, ma non si trovano e le suore della Carità del Buon Pastore si danno da fare. Ma anche loro hanno bisogno di forza e di incoraggiamento, perché a volte non hanno più neanche la forza di respirare. Suor Lolita, della congregazione delle suore di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore a Damasco, chiede «per quanto tempo ancora sarà permesso ai seguaci del demonio di andare avanti? Tornerà ancora la pace in questo Paese, in questo corpo ricoperto da ferite sanguinanti che una volta era chiamato il popolo siriano?». Le persone si chiedono: «Che cosa ho fatto? Perché la mia casa è stata distrutta, il mio futuro annientato, la mia dignità calpestata? Perché i miei figli vengono uccisi, fatti schiavi o mutilati? Per quanto tempo ancora dovremo soffrire?». Suor Lolita conosce tante, troppe storie di dolore e sofferenza. Ogni giorno visita le famiglie sfuggite alla morte, ma che, nonostante la sofferenza e la miseria, sono colme di gratitudine. Ahmed viveva con la moglie e le due figliolette, Hiba e Selena, a Raqqa. Erano felici; lui faceva il sarto e, grazie al lavoro delle sue mani, avevano raggiunto una certa tranquillità economica. Poi sono arrivati i barbari del sedicente Stato Islamico. «Hanno fucilato indiscriminatamente giovani e vecchi, hanno messo a ferro e fuoco le case, cacciato le famiglie dalle abitazioni. Ho preso mia moglie e le bambine, sono scappato, ma ho sentito degli spari. Mi hanno colpito alla gamba sinistra, i proiettili mi hanno raggiunto anche alla schiena. Ho lasciato andare Selena, perché raggiungesse la madre, io mi sono trascinato avanti come meglio potevo». Si sono ricongiunti a Damasco. Lo sguardo di Ahmedè perso nel vuoto, si asciuga furtivamente una lacrima e dice: «Sono così grato a Dio che abbiamo trovato qui un rifugio per mia moglie e i nostri due angioletti». Sua moglie gli sfiora la mano rimasta paralizzata in quella notte tremenda e dice: «Tu sei la luce che illumina la nostra vita, insieme supereremo tutto questo». Da sei anni si trascina avanti questa guerra, scrive suor Lolita, e non se ne vede la fine: «Sei anni in cui i giovani volevano costruirsi un futuro e non perderlo, in cui le famiglie volevano realizzare il loro sogno e non vivere in questo incubo quotidiano, sei anni in cui i bambini avrebbero dovuto nascere e non venire uccisi, in cui giovani, donne e uomini si sarebbero dovuti sposare e non precipitare nella miseria. Per quanto tempo ancora dobbiamo sopportare tutto questo?», chiede Suor Lolita. Non ha una risposta. Nessuno lo sa. Lei sa solo che, con le sue consorelle e proprio come il Buon Pastore, continuerà ad aiutare i profughi con piccole cose e tanto amore, affinché i più poveri tra i poveri e gli indifesi non perdano la speranza. «Perché ogni anima conta davanti a Dio, ogni vita è importante, ogni bimbo è una preghiera, una chiamata di Dio rivolta a noi», racconta. Noi aiutiamo le suore così che possano a loro volta aiutare gli altri. Sta anche a noi non far perdere a nessuno il coraggio di andare avanti. I NUMERI DELLA SOFFERENZA IN SIRIA Dopo sei anni di guerra civile tre siriani su quattro vivono in assoluta povertà Sono 11 milioni le persone scacciate o che hanno dovuto abbandonare le proprie case e 6,5 milioni sono gli sfollati all’interno della Siria. Le stime delle organizzazioni internazionali sul numero dei morti causati dalla guerra si aggirano tra i 250.000 e i 470.000, il numero dei feriti ammonta, invece, a 1,9 milioni. Aiuto alla Chiesa che Soffre - Onlus (ACS) - Sede Nazionale: Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma Tel. 06.69893911 - mail: [email protected] - Bressanone: Via Hartwig 9 - 39042 Bressanone - Milano: Corso Monforte 1 - 20122 MI - Tel. 02.76028469 - Siracusa: Via Pompeo Picherali 1 - 96100 SR - Tel. 0931.412277 Offerte: CCP N. 932004 - Bonifico bancario - Banca Prossima - IBAN: IT 67 L 033 5901 6001 0000 0077 352 - Swift Code/BIC: BCITITMX - Codice Fiscale 80241110586. I suoi dati personali sono utilizzati al fine di promuovere le iniziative di Aiuto alla Chiesa che Soffre - Onlus. Ai sensi del D.L. 196/2003, lei potrà esercitare i relativi diritti, rivolgendosi ad «Aiuto alla Chiesa che Soffre - Onlus» - Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma. L’Eco dell’Amore - Suppl. al N. 7 - Novembre 2016 Direttore responsabile: Marta Petrosillo Editore: Aiuto alla Chiesa che Soffre - Onlus Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma - Con approvazione ecclesiastica - Registrazione del Tribunale di Roma N. 481 del 24 novembre 2003 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/MI/2013