Newsletter realizzata dall`Agenzia ICE - Ufficio di

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Newsletter realizzata dall`Agenzia ICE - Ufficio di
FEDERAZIONE RUSSA
NEWSLETTER
AGROALIMENTARI E VINI
IL MERCATO RUSSO
DEL SIDRO
N
egli ultimi dieci anni il mercato mondiale del sidro e del
poiré è cresciuto in maniera esponenziale diventando la
bevanda alcolica con il più rapido tasso di crescita a livello globale. Nel 2013 il mercato mondiale del sidro/poiré ha superato il volume complessivo di 2 miliardi di litri continuando la
sua marcia anche nel 2014.
Rispetto ai leader assoluti - sia nel consumo, che nella produzione - come la Gran Bretagna, USA e Sudafrica, la Russia sta
solo di recente scoprendo il segmento del sidro e del poiré.
Nel 2012, quando le Autorità russe hanno introdotto la registrazione obbligatoria delle bevande alcoliche di questo tipo,
il settore - nato da poco – si è trovato improvvisamente di
fronte ad un ostacolo importante. Molti produttori russi del
sidro hanno deciso quindi di virare sulla produzione di bevande analcoliche e della birra, anziché affrontare la complicata
e costosa prassi legata alla registrazione. Nonostante la legge
sulle licenze/registrazioni sia durata pochi mesi, secondo varie
fonti, circa 30 produttori locali di sidro hanno chiuso l’attività
riducendo così il numero delle ditte operanti nella produzione
del sidro, poiré e idromele a sole 10 società. Tuttavia, il mercato sta ora significativamente cambiando. Nei primi mesi del
2015 il Ministero dell’Agricoltura della Federazione Russa ha
proposto di trasferire ufficialmente il sidro, il poiré e l’idromele alla categoria dei prodotti alimentari e non degli alcolici. Si
presume che oltre a far ripartire il segmento produttivo, il passaggio consentirà ai produttori di queste bevande di richiedere sussidi statali e incentivi fiscali, nonché pubblicizzarsi in TV.
Agenzia ICE di Mosca
In questo numero:
• Il mercato russo del sidro
• Il punto di vista: Il Cremlino chiude le porte all’ortofrutta turca
• Import substitution: La Russia punta sulle serre
• Focus vino: I listini del vino
• Focus vino: le opinioni degli esperti
• Focus vino: quinto Summit del viticoltori russi
• Prezzi alimentari: crescita a doppia cifra
• La Russia avanza nella lista dei produttori mondiali del vino
• Autorità combattono l’eccesso di alcol
• Magnit crescerà nel 2016
• In aumento importazione dell’olio di palma
• Viticoltori russi pensano in grande
• A Sebastopoli si pianteranno 1.000 ettari di viti
• Il Governo agevola i piccoli viticoltori
• Autosufficienza alimentare sotto esame
• Agricoltori russi chiedono più controlli su ortofrutta estera
• Il gruppo Tashir entra nel retail agroalimentare
• Agricoltori russi scoprono mercato asiatico
• Turisti russi amano la dieta mediterranea
• Consolidata la potenza russa nell’industria del grano
• Cala la produzione della vodka in autunno
• Moscow Fresh riempirà la capitale di prodotti freschi
• Moscoviti assaggiano cibo spaziale
• Produttori russi del latte avranno sostegno
• Grano saraceno simbolo del Made in Russia
• Più fiducia per i prodotti nazionali
• Aria di crisi per il cioccolato russo
• Un ristorante-caseificio nella capitale russa
• Nuovo wine bar nel cuore di Mosca
• Nielsen: meno clienti per i bar in Russia
• Luca Maroni presenta nuovo corso per sommelier russi
• Alianta Wine Forum 2015
• Ca’ del Bosco si promuove a Mosca
• Premiato a Londra bar russo Delicatessen
• Nuova tappa sulla mappa gastronomica italiana di Mosca
• Gheorgij Troian, migliore giovane cuoco russo del 2015
• Nino Graziano lancia scuola gastronomica
La presente pubblicazione è realizzata da:
ICE  – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle
imprese italiane Ufficio di Mosca
Krasnopresnenskaja Naberezhnaja 12, edificio 3, ufficio n. 1202
123610 Mosca – Federazione Russa, tel: (007495) 9670275 / 9670277 / 9670278
fax: (007495) 9670274
Per richieste а segnalazioni: [email protected]
Foto: Pressfoto.ru
№7-2015
Secondo i dati dell’Unione nazionale dei produttori della birra e
delle bevande, il mercato russo del sidro, poiré ed idromele nel
2013 è arrivato a 1,5 miliardi di rubli (19 milioni di euro) ed in
termini di volume a 10 milioni di litri. I produttori locali del sidro
e del poiré occupano circa la metà dell’intero mercato russo di
categoria.
DINAMICA DELLE VENDITE IN RUSSIA SIDRO/POIRÉ DAL 2009 AL 2014
(MLN LITRI)
Un altro segnale forte nello sviluppo del settore è stato dato
nell'estate 2014 dal gruppo Baltika, uno dei più grandi produttori russi di birra e di bevande analcoliche, che grazie alla licenza di Carlsberg Group ha cominciato a produrre nel territorio
russo il famoso sidro “Somersby”. Questo brand internazionale
fa parte della top 10 del sidro nel mondo, nonché negli anni
è diventato il leader assoluto nell’Europa dell’Est. L’entrata nel
mercato russo di un nome così importante viene considerata
– da più esperti del settore – un fattore importante per la promozione del sidro in Russia. Come già sottolineato, i produttori
russi del sidro cercheranno in futuro di sfruttare il momento
favorevole dal punto di vista del marketing caratterizzato dalla
possibilità di promuovere questa bevanda nei media nazionali.
L’Italia, che vanta una buona tradizione nell'industria del sidro,
potrebbe beneficiare di questo contesto positivo sia nell’ambito delle esportazioni che per valutare possibili sinergie nell’ambito della produzione del sidro nel territorio russo.
Materiale elaborato sulla base delle informazioni
pubblicate dall’agenzia Euromonitor International sul sito
RUSSIAN FOOD&DRINKS MARKET MAGAZINE
Fonte: Euromonitor International
Agenzia ICE di Mosca
№7-2015
IL PUNTO DI VISTA
IL CREMLINO
CHIUDE LE PORTE
ALL’ORTOFRUTTA TURCA
Il
28 novembre 2015 il Presidente della Federazione Russa ha,
con l’Ordinanza (Ukaz) n. 583 “Sui provvedimenti volti a garantire la sicurezza nazionale della Federazione Russa e alla difesa dei cittadini della Federazione Russa dalle attività criminali
e altre azioni contrari alla legge e sull’adozione di provvedimenti economici speciali in relazione alla Repubblica di Turchia”, ha
introdotto una serie di provvedimenti sanzionatori restrittivi
nei confronti della Turchia. Successivamente il Governo della
Federazione Russa ha emanato il Decreto “Sui provvedimenti
di attuazione dell’Ordinanza del Presidente della Federazione
Russa del 28 novembre 2015 n. 583” n. 1296 del 30 novembre
2015 con il quale è stata formalizzata l’introduzione, tra gli altri,
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del divieto di importare nella Federazione Russa (dal primo gennaio 2016) determinati prodotti alimentari, tra i quali figurano
pollame, sale, frutta e verdura prodotte (come attestato dal certificato di origine della merce) in Turchia.
Il Premier, Dmitrij Medvedev, ha sottolineato che la lista dei
prodotti turchi banditi potrà essere estesa qualora se ne ravvisasse la necessità. “Le misure che adottiamo ora, fanno parte
del primo passo che intendiamo implementare nell’ambito delle sanzioni verso la Turchia”, - ha dichiarato Medvedev.
Fonte: BBC/ICE
№7-2015
All’inizio di dicembre la Federazione Russa ha introdotto l’embargo
all’importazione di alcune categorie di prodotti ortofrutticoli dalla Turchia. Le misure entreranno in vigore dal 1 gennaio 2016. Gli
esperti russi del mercato alimentare si sono espressi sulle eventuali
conseguenze di queste misure.
programmi dell’agricoltura. Aspettiamo un aumento stagionale dei
prezzi fino al 10-15%. Nel recente passato il principale esportatore di
mele in Russia era la Polonia, dove il clima è paragonabile al nostro
Centro-Chernozem, forse un pò più caldo. Ma quando sono state imposte le sanzioni, non è accaduto nulla di terribile nel mercato. Le
mele c’erano. C’è stato naturalmente un certo aumento di prezzi, ma
legato piuttosto alla svalutazione del rublo.
Igor Nikolaev, Direttore del Dipartimento dell’analisi strategica FBK:
Ivan Starikov, rappresentante del Centro della strategia economica presso L’Accademia Russa della Scienza:
La decisione del Governo sul divieto di importazione di alcuni prodotti influirà in modo significativo sull’economia russa e turca. Tuttavia, molto probabilmente, la Russia sentirà l’effetto negativo in
maniera più forte in quanto l’economia turca è più diversificata. La
Russia acquistava dalla Turchia prodotti alimentari per un valore di
circa 1 miliardo di dollari. La quota di latticini, carne e dolci turchi
nel mercato russo non è tanto alta, ma frutta e verdure dalla Turchia
rappresentavano il 17-18% dell’intero mercato russo. Pertanto, questa decisione del Governo russo rischia di aumentare l’inflazione alimentare o causare perfino uno shock inflazionistico, perché il costo
del paniere alimentare in Russia è per il 50% composto da prodotti
ortofrutticoli. In totale però la quota dei prodotti turchi nel paniere
russo arriva soltanto al 2-3%, quindi non particolarmente critica.
Saranno certamente colpite entrambe le parti. L’impatto però non
sarà uguale: se l’economia turca perderà in entrate, i russi avranno
un altro effetto, ovvero l’aumento di prezzi. La quota degli ortaggi
turchi nel mercato russo arriva al 20,3%, mentre quella degli altri
prodotti importati, tra cui frutta e noci raggiungeva il 15,1%. E’ una
quota importante. Quando arriva la vendemmia, il tasso di inflazione dipende per molti versi dai volumi della raccolta. Naturalmente,
nonostante il fatto che l’embargo entri in vigore il 1 gennaio, l’inflazione influirà sull’economia russa. Ma saremo noi, consumatori, a
pagare. Senz’altro sarà possibile sostituire il flusso di forniture. Ma
perché noi avevamo più prodotti dalla Turchia, anziché dal Marocco
e Iran? Semplicemente in quanto costavano meno e la logistica era
ben collaudata. I pomodori cinesi, che si consumano nell’Estremo
oriente russo, possono essere portati a Mosca, ma il costo di trasporto sarà maggiore. D’altra parte, se ci sarà troppa pressione da parte
delle autorità locali sul controllo dei prezzi, i distributori russi potranno percepire questa situazione come un segnale negativo: a quale
scopo cercare prodotti del Marocco o trovare nuovi fornitori, se poi
ti puniscono perché hai alzato prezzi? Per cui una certa carenza di
prodotti alimentari è possibile seppur poco probabile. Prezzi più alti
sono comunque un male minore rispetto all’assenza di prodotti. Per
quel che riguarda i numeri, sono d’accordo sulle attuali stime: queste
misure possono far aumentare dell’1-2% l’inflazione alimentare.
Fonte: Novaja Gazeta
Elena Turina, Direttore Generale dell’Istituto del Marketing Agricolo:
GDO russe cercano nuovi fornitori di ortofrutta
I pomodori turchi costituiscono circa il 40% delle importazioni in Russia, gli agrumi il 21%, le drupacee il 20%, le cipolle il 16%. Nella categoria dei pomodori le importazioni turche superano le forniture di
altri paesi, ma altri potenziali fornitori (Turchia, Azerbaijan, Marocco)
le possono sostituire. Nelle importazioni di cetrioli il leader è l’Iran,
mentre la Turchia occupa la seconda posizione. Tra gli altri importanti fornitori di cetrioli in Russia troviamo l’Egitto, il Sudafrica e il
Marocco che non sono oggetto di sanzioni. Se parliamo del paniere,
l’ortofrutta turca occupa il 5-10%. La situazione non è così catastrofica. L’embargo entra in vigore dal 1 gennaio 2016, il che significa che il
mercato non sarà scosso nel periodo delle feste di fine anno e perciò
i rivenditori avranno tempo per trovare nuovi fornitori. Non credo
che la situazione avrà grosso impatto sul paniere del consumo. E’ abbastanza attivo il processo di sostituzione alimentare: vengono lanciate nuove serre, crescono coltivazioni delle drupacee, si sviluppano
Il Presidente esecutivo del gruppo Auchan Russia, Jean Pierre Germain ha riportato che i prezzi di frutta e verdura in Russia potranno crescere a causa della necessità di sostituire i fornitori a fronte
all’embargo sulle importazioni dalla Turchia. Ha inoltre detto che
per sostituire le forniture turche, il suo gruppo si rivolgerà ai produttori di Marocco, Israele e Cina, ma non ha escluso che ci vorrà
del tempo per completare la procedura. I prodotti agricoli vietati dal recente embargo comprendono oltre gli agrumi (arance e
mandarini in particolare) carne di pollo e tacchino, cipolle, scalogno, cavolfiore, broccoli, cetrioli e cetriolini, uva, mele, pere, albicocche, pesche, comprese pesche noci, prugne, prugnole, fragole.
Un ulteriore prodotto colpito dall’embargo è il sale.
Agenzia ICE di Mosca
Fonte: Gazeta.ru
№7-2015
IMPORT SUBSTITUTION
LA RUSSIA PUNTA
SULLE SERRE
G
li ultimi avvenimenti di carattere politico tra la Russia e la
Turchia, nonché la proroga dell'embargo alimentare sulle
importazioni dei prodotti alimentari europei, spingono l'agricoltura russa ad una sempre più dinamica implementazione
della sostituzione delle importazioni. Se prima il Cremlino
quasi trascurava il tessuto agricolo, ritenendolo settore non
di primaria importanza in una economia basata sulla produzione e esportazione delle materie prime, come il gas e il petrolio, ora l'agricoltura locale conquista un ruolo fondamentale. In questo scenario la disponibilità durante tutto l’anno
di ortofrutta locale punta a diventare il pilastro di una futura
autarchia alimentare nazionale. Uno strumento efficace che
permette di ottenere una produzione costante durante tutto
l'anno è la serra. Ad oggi questa categoria di produzione è
tuttora poco sviluppata in Russia. Circa l'80% dell'ortofrutta
consumata nel territorio russo viene importato dall'estero,
specialmente nel periodo autunno-inverno.
Secondo le recenti statistiche la superficie totale di tutti i tipi
di serre in Russia ha raggiunto nel 2012 circa 3.500 ha, mentre la superficie delle serre in grado di produrre anche nella
stagione invernale contava 2.200 ha. Tuttavia, gli esperti del
settore agricolo ritengono queste cifre sopravalutate in quanto molte delle serre presenti nelle statistiche non sono attualmente funzionanti in quanto costruite ai tempi dell'URSS e
quindi non più efficienti.
SUPERFICIE DI SERRE IN RUSSIA (MIGLIAIA DI HA): SERRE INVERNALI,
SERRE ESTIVE, SERRE A SUOLO PROTETTO
Fonte: Associazione “Serre russe”
La maggior parte delle serre esistenti in Russia sono state
costruite negli anni 70-80 nell’ambito del programma per lo
Sviluppo statale dell’agricoltura. L’apice di questo settore è
stato raggiunto dopo il 1980 quando la superficie delle serre
in vetro ha superato i 4,7 ha, mentre la produttività è cresciuta da 20-25 kg/mq/anno a 40‒50 kg/mq/anno grazie anche
all’utilizzo dell’illuminazione artificiale. Negli anni 90 molte
serre, come l’agricoltura russa in generale, sono entrate in
una fase di lungo declino e addirittura sono state abbandona-
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te o distrutte. Complessivamente dal 1990 al 2010 la superficie delle serre da inverno si è dimezzata. Stando al parere
degli esperti, la tecnologia produttiva delle vecchie serre che
esistono tuttora e producono ortofrutta nel territorio russo,
è superata e non può essere adeguata. Queste serre vanno
completamente demolite e sostituite da quelle nuove progettate secondo le avanzate tendenze del mondo agricolo internazionale dove domina il concetto della coltivazione fuori
suolo con l’utilizzo dei sistemi idroponici.
Sempre secondo le ultime stime, per soddisfare la domanda
del mercato locale la Russia necessita di 4.000 – 5.000 ha di
nuove serre. Ciò permetterebbe di arrivare entro il 2020 alla
capacità produttiva pari a 2,5-3,0 milioni di tonnellate annue
di prodotti.
PREFERENZE DEI CONSUMATORI RUSSI
Fonte: Agenzia NTO-Infokom
Per quel che riguarda gli ortaggi più coltivati nelle serre in
Russia, il cetriolo è il prodotto più diffuso. Il cetriolo infatti
occupa la metà degli spazi delle serre produttive, mentre la
quota di mercato nazionale di questo prodotto arriva anche
al 60%. Il pomodoro invece, pur essendo l’ortaggio più amato e consumato in Russia, viene coltivato in serra due volte
meno rispetto al cetriolo. Ciò è spiegabile dal fatto che la redditività della produzione locale del pomodoro è più bassa in
confronto alle importazioni estere. Le recenti restrizioni sulle
importazioni dalla Turchia, sono però in grado a far rivedere
agli agricoltori russi tale scelta, poiché la Turchia fornisce alla
Russia oltre il 50% dei pomodori complessivamente distribuiti. L’uscita dal mercato di un fornitore così forte, inevitabilmente sposterà gli equilibri e consentirà ai produttori locali di
provare ad inserirsi in questa nicchia.
Tuttavia, la stagnazione del mercato dei prodotti coltivati in
serra, non fa che accrescere le importazioni delle verdure dai
paesi che non sono stati toccati dall’embargo: trattasi prevalentemente di Iran, Marocco, Cina e Sudafrica. Se nel periodo
estivo la quota dell’ortofrutta estera arriva al 23%, nella stagione invernale essa raggiunge perfino l’80%.
Nonostante nel 2014 una grossa parte di mercato sia stata
chiusa ai fornitori esteri e lo Stato abbia annunciato una serie
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di misure importanti al fine di sostenere i produttori locali,
il settore russo della produzione in serra non ha percepito il
cambio di tendenza. La produzione nazionale non è assolutamente sufficiente per coprire le esigenze dei consumatori
russi. Il settore delle produzioni in serra ha bisogno di una
massiccia e intensa modernizzazione per ampliare la capacità
produttiva. L’offerta di ortaggi non stagionali è rappresentata
dal seguente rapporto: 60% (importazioni) / 40% (produzione locale). Nel segmento del pomodoro nel periodo invernale
questo rapporto può arrivare al 90% a favore del prodotto importato. Questo è dovuto al fatto che le serre russe non sono
in grado di garantire quantità e qualità durante tutto l’anno.
Un simile quadro si manifesta, seppure in scala minore, anche
nella categoria del cetriolo.
Il consumo pro capite degli ortaggi importati in Russia è pari
a 5-7 kg al mese, mentre la produzione nazionale di ortaggi
in serra nel 2011 è arrivata a 4,2 kg/persona. Il consumo annuale complessivo di ortaggi in Russia è pari a 100-110 kg per
persona, il che è significativamente meno rispetto alle quan-
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tità suggerite dall’Istituto nazionale della nutrizione (145 kg).
Il maggiore volume del consumo proviene da verdure fresche
coltivate sul suolo aperto nei mesi caldi.
Le ultime dinamiche hanno dimostrato in maniera ancora evidente le carenze e le lacune del tessuto agricolo russo che
non potranno essere colmate senza l’introduzione di avanzate tecnologie, tra cui quella delle serre per coltivazione fuori
suolo in grado di garantire produzione costante durante l’intero anno. In questa ottica l’Italia, alla quale sono chiuse le
porte principali alle importazioni dell’ortofrutta, potrebbe
offrire al mercato russo un prodotto ancora più prezioso a
lungo termine. Il know-how accumulato dai produttori italiani
di serre e delle rispettive tecnologie agricole rappresenta un
fattore importante che potrebbe consentire di creare nuove
forme di collaborazione tra Italia e Russia nel settore.
Fonte: Agenzia ICE Mosca
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FOCUS VINO
I LISTINI DEL VINO:
UNA NUOVA SFIDA
prezzi praticati da alcune aziende non derivano da alcuna concreta ragione economica. I consumatori più competenti capiscono oramai quanto
debba costare una bottiglia di vino. Se un Barolo costa 4-10 mila rubli
(50-130 euro) il consumatore accetta questo prezzo, ma se lo stesso vino
costa 18 mila rubli (240 euro), comincia a sorprendersi. Analogamente
se uno Chablis viene venduto a 1.200-1.500 rubli (15-20 euro), questo
prezzo è considerato ragionevole. Già a 3.500 rubli (45 euro), a meno che
non sia un Cru, iniziano le perplessità.
Quanto le aziende sono in grado di ridurre margini?
D.Z. Eviterei di generalizzare. Si sta lavorando su ogni nominativo e spesso il margine si può ridurre del 50%. Se un prodotto ha prospettiva, l’azienda ci punta ugualmente. Nell’attuale situazione noi abbiamo deciso
di non aumentare il listino dei prodotti importati malgrado l’ennesima
svalutazione del rublo verificatasi nell’agosto del 2015.
Su cosa, ad esempio, non bisogna puntare?
Negli ultimi anni la Russia è stata tra i cinque maggiori importatori
mondiali di vino. Adesso la situazione sta cambiando: nei primi otto
mesi del 2015 le forniture dei vini fermi in Russia sono calate di un
terzo. Secondo il Servizio federale delle dogane, sono sostanzialmente scese le importazioni dei vini provenienti dai principali paesi
fornitori: Spagna (-8%), Italia (-24%) e Francia (-40%).
Gli esperti del mercato nominano i due principali motivi che spiegano il calo del mercato. A causa della svalutazione del rublo, stando
alle stime, il prezzo dei prodotti alcolici importati è aumentato del
40-50%, con una corrispondente riduzione della domanda. Dopo
ogni forte caduta del rublo, quasi tutti gli importatori del vino aumentano i rispettivi listini.
In questa intervista, Il Presidente del gruppo “Ladoga”, Veniamin
Grabar (in seguito nominato V.G.) e Il Direttore per le importazioni,
Dmitriy Zhurkin (in seguito nominato D.Z.) hanno parlato di quanti
concorrenti hanno abbandonato il mercato e di quello che dovrebbero fare gli importatori rimasti per confermare la propria presenza
sul mercato.
La domanda nel mercato è in calo, mentre gli importatori continuano
ad aumentare i prezzi. Che cosa comporta tale scenario?
D.Z. Ciò potrebbe provocare quello che è già successo ad alcune
aziende. C’è chi ha dovuto chiudere l’attività, mentre altri stanno
sensibilmente rallentando. Una parte degli operatori però ha saputo
cambiare il modus operandi adattandosi alle nuove difficili condizioni, trovando perfino nuove opportunità.
Come gli importatori riescono ad adeguarsi alla continua svalutazione del rublo?
D.Z. Non c’è nessun segreto: listino bilanciato e prezzo chiaro per il mercato. Il nostro mercato si è assestato da tempo, ma posso assicurare che i
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D.Z. Ora nel mercato del vino importato, si sono fortemente sbilanciati
i prezzi. Un vino che si trovava nella fascia economica, ora fa parte della
fascia media. Rispettivamente quella è diventata la fascia alta e così via.
Le aziende devono valutare attentamente in quale categoria vogliono
operare, eliminando dal listino quello che non interessa il loro cliente di
riferimento.
Come le nuove condizioni hanno influito sulle vostre vendite?
V.G. Ladoga alla fine dello scorso anno non aveva debiti in valuta. Tutta
la merce è stata pagata in anticipo e si trovava già nei nostri magazzini.
Per cui ci siamo potuti permettere di non aumentare prezzi del listino,
in quanto non eravamo così strettamente vincolati al tasso di cambio
del momento. Questa politica dei prezzi e le problematiche dei concorrenti ci hanno portato nel primo semestre del 2015 una significante
crescita del 45%, mentre i ricavi nello stesso periodo sono saliti del 15%.
Contemporaneamente sono rallentate le vendite degli alcolici prodotti
in Russia.
D.Z. E’ chiaro che l’effetto dovuto alle scorte fatte alla fine del 2014, si è
esaurito. Resta però inteso che abbiamo raccolto molti clienti abbandonati dai concorrenti che si sono trovati in difficoltà.
Il mercato però dimostra un calo della domanda del 40%. La maggior parte dei vostri clienti potrebbe cominciare a risparmiare…
D.Z. Il calo della domanda, al mio parere, ha toccato già il fondo. Successivamente il consumatore si dovrà abituare e ricominciare a spendere.
Dopo aver aspettato il crollo e la ripresa del mercato, ci troveremo con
un listino più equilibrato da offrire alla clientela. I concorrenti svaniti non
hanno lasciato solo le quote di mercato, ma anche i listini. A noi vengono
continuamente proposti nuovi nominativi che venivano trattati dagli importatori che sono falliti.
Fonte: RBC
№7-2015
FOCUS VINO
LE OPINIONI
DEGLI ESPERTI
Trend
“In estate è tradizionalmente cresciuta la domanda dei vini rosé.
Inoltre, sono molto di tendenza il Pinot grigio e il sidro di mele,
mentre i rossi fatti dal Malbec hanno perso quote di mercato”,
- segnala Leonid Gelibterman, Presidente del Centro Internazionale Enogastronomico.
L’aumento delle vendite più importante si è verificato nella categoria dello spumante. “Gli ospiti nutrono sempre maggiore interesse verso lo champagne e lo spumante cercando di individuare
il giusto equilibrio qualità/prezzo”, - conferma il sommelier del
ristorante “La Bottega”, Ivan Rudnev. Il Prosecco è tuttora molto
richiesto nel mercato russo, accompagnato in termini di volumi
dall’Asti. Secondo la visione di Dmitriy Fedorov, professore della
scuola di sommelier “Wine People”, “nella fascia alta cominciano
a prendere quota i vini bianchi, specialmente il Riesling. Inoltre,
vengono apprezzati i bianchi spagnoli, bensì questa tendenza non
sia troppo evidente. Il consumatore russo benestante si interessa
allo Spätburgunder, ovvero alle incarnazioni tedesche del Pinot
Nero”.
“Francia e Italia sono sempre di moda”, segnala Olga Krasnogor,
Direttrice dell’enoteca Cinq Sens, “ma i consumatori si interessano in maniera attiva delle novità e sono quindi disponibili a sperimentare. I vini fermi portoghesi e libanesi, gli spumanti georgiani,
i whiskey marchiati e rari stagionati nelle botti di vino. Ogni cliente trova il proprio prodotto”.
L’influenza della crisi
“La crisi è una cosa seria. Naturalmente nei ristoranti sono calate
le vendite dei vini più costosi: i Gran Cru della Borgogna e il Bordeaux, nonché i Supertuscan”, - commenta Ivan Rudnev. ‒ E’ stata
modificata anche la nostra lista dei vini (credo la stessa sorte sia
toccata alla maggior parte dei locali di Mosca), ma abbiamo cercato con tutto l’impegno di mantenere il livello qualitativo dei vini
offerti”. “La crisi ha influito probabilmente solo all’inizio e piuttosto sulla vendita dei vini “take away”. Ora i clienti acquistano sia
vini a buon mercato, sia quelli costosi”, - affermano Serghey Golubev e Maria Reshetnikova, i sommelier dell’enoteca “Gran Cru”.
Il vino russo, una nuova sfida
“I vini russi diventano sempre più richiesti e ciò ha le sue ragioni”, - ha spiegato Leonid Gelibterman. “Innanzitutto, senza alcun dubbio, migliora la loro qualità e aumenta il numero
dei produttori interessanti. In secondo luogo, si consolida la
base legislativa che regola la produzione del vino, compresa
la gestione della pubblicità. In generale il mercato è rappresentato sia da grossi produttori (Abrau-Durso, Kuban-vino,
Fanagoria, Lefkadia), sia dai piccoli viticoltori”.
Nel frattempo si consolida la distribuzione dei vini locali su
tutto il territorio russo e quindi nelle GDO, nonché nei ristoranti di Mosca e di San Pietroburgo. Nel solo Territorio
di Krasnodar sono stati già tracciati 15 itinerari del turismo
enogastronomico.
Le sanzioni e le controsanzioni hanno suscitato nella società russa una maggiore attenzione nei confronti dei prodotti
locali, ma il rapporto qualità¬/prezzo di molti vini russi resta
ancora non ottimale. “La domanda di vini russi cresce sensibilmente, - concorda Ivan Rudnev. – Non sempre tuttavia il
prezzo è allineato con la qualità: molti produttori alzano fin
troppo il listino. Ciò dipende sicuramente dall’utilizzo delle
bottiglie, tappi ed etichette importate e pagate in euro, oltre
che dalla voglia di massimizzare i guadagni. Sono comunque
da apprezzare numerosi aspetti, come ad esempio il miglioramento della qualità del vino e l’approccio dei nostri viticoltori
alla produzione”.
Tuttavia, a causa delle peculiarità della legislazione russa il
numero di cantine è marginale rispetto a qualsiasi principale
paese produttore del vino nel mondo. Mentre in altri paesi,
la quota maggiore del mercato vinicolo è occupata da piccole
imprese, in Russia si registra la presenza di grossi gruppi, il
che è peraltro una caratteristica comune del panorama economico russo dove le PMI fanno tuttora fatica ad emergere.
Ritratto del consumatore
“Ogni anno cresce il numero delle persone che si avvicinano al
vino, ‒ afferma Leonid Gelibterman. ‒ Questo è il frutto di numerose iniziative formative delle società importatrici e degli opinionmaker. E’ in aumento anche il livello professionale dei sommelier
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№7-2015
FOCUS VINO
nei ristoranti e nelle enoteche. Lo sviluppo della cultura del vino
è rallentata in Russia dalla restrizioni legislative, il che è senz’altro un problema”. Anche Ivan Rudnev sottolinea che sempre più
clienti rifuggono dalle “etichette famose puntando meno sui nomi
e cercando al contrario nuovi vini di loro gradimento seguendo
con attenzione i suggerimenti dei sommelier”.
Enoteche
Negli ultimi anni solo a Mosca hanno aperto non meno di dieci
bar e ristoranti con stretta vocazione vinicola, ma va detto che
questo segmento di locali rimane ancora lontano dalla saturazione. “Il mercato si regola da solo. Molte enoteche a Mosca e San
Pietroburgo, soprattutto quelle che non vengono gestite dai distributori del vini, sono al limite della profittabilità. Ma parliamo
pur sempre di attività commerciali, quindi rimarranno operativi
i locali più professionali e guidati con creatività”, - ha riportato
Gelibterman.
Il futuro del mercato vinicolo russo
“Naturalmente molto dipenderà dal tasso di cambio del dollaro e
dell’euro rispetto al rublo” prevede Leonid Gelibterman. “La sopravvivenza dei distributori passerà attraverso la loro capacità di
ottenere finanziamenti a buon mercato, di ottimizzare i canali di
distribuzione e di ridurre il volume delle importazioni”.
Il Direttore per le relazioni esterne della scuola Wine People,
Svetlana Velikanova concorda con questo pensiero: “Il mercato
vinicolo ora più che mai è poco dipendente dai parametri macroeconomici globali, dalle preferenze del consumatori e dall’aumento della cultura vinicolo del pubblico russo: la congiuntura
politica poco stabile potrebbe annullare il lavoro di molti anni,
com’è successo al settore dei prodotti alimentari una volta approvate le controsanzioni russe”.
Fonte: Horeca Magazine
QUINTO SUMMIT DEL VITICOLTORI RUSSI:
IL PUNTO SULLA PRODUZIONE LOCALE
Il
17 ed il 18 ottobre ad Abrau-Durso (Territorio di Krasnodar) si è
tenuto il Quinto Summit dei viticoltori russi. Per tutto il settore
vinicolo del Paese è uno degli eventi chiave, poiché in quell’occasione si stabiliscono le tendenze che l’industria seguirà nel prossimo futuro.
Al Summit hanno partecipato oltre 70 produttori da 8 regioni vinicole della Russia. Il Governo, rappresentato dall’ente Rossalkogolregulirovanie incaricato dei controlli del mercato vinicolo, ha
preso parte alla manifestazione. Il Direttore di Rossalkogolregulirovanie, Igor Chujan, ha presentato il programma statale delle
sovvenzioni destinate allo sviluppo del settore vinicolo russo. “Se
nel 2014 abbiamo messo a disposizione 300 milioni di rubli (4,2
milioni di euro), quest’anno abbiamo portato i sussidi a 1 miliardo
15 milioni (14,5 milioni di euro). L’anno prossimo questa cifra sarà
raddoppiata”, - ha confermato Igor Chiujan.
Nell’ambito della manifestazione si è peraltro svolta la oramai
tradizionale Coppa del Summit dei viticoltori russi. Durante due
giorni di degustazioni cieche illustri esperti come Tim Atkin, Robert Joseph, Darrell Giuseppe, Jose Penin, Sarah Abbott e Anatolij Korneev hanno selezionato i migliori vini russi nelle sei categorie (vini bianchi, vini rossi, spumanti, liquori e brandy invecchiati
oltre 5 anni). In totale sono stati degustate circa 200 etichette
provenienti da 40 cantine russe. E’ da menzionare, che oltre
ai vini russi, la giuria ha dato valutazioni anche alle eccellenze
internazionali del vino: Lafite Rotschild, Tenuta San Guido (Sassicaia), Ornellaia, Chateau Talbot, Almaviva, Egon Muller, Louis
Roederer, Laurent-Perrier, Lanson e molti altri. L’esperto britannico, Tim Atkin ha notato la qualità non uniforme dei campioni
degustati: “Abbiamo assaggiato molti vini mediocri e ne abbiamo
Agenzia ICE di Mosca
provati altri eccellenti”. Secondo Robert Joseph, Presidente di International Wine & Spirits Challenge: “Quando la Russia si affermerà nel mercato globale, sarà difficile distinguere il Vecchio e
il Nuovo Mondo. La Russia può vantarsi di una tradizione vinicola secolare. Ora nascono idee nuove e intanto cresce una generazione di giovani produttori che hanno acquisito esperienza
all’estero. Ciò inevitabilmente porterà i suoi frutti”. Anche Sarah
Abbatto è sicura del “Rinascimento vinicolo” che sta per iniziare
in Russia: “I prodotti che abbiamo degustato durante il concorso
sono di buon livello internazionale. Sono vini da applaudire”.
Alla fine del concorso sono stati premiati i seguenti vini: Chateau Tamagne Reserve 2013 della cantina Kuban-Vino (miglior
bianco), Renessance Raevskoe 2012 di Raevskoe (miglior rosso),
Imperial Cuvee Art Nouveau Brut 2010 del gruppo Abrau-Durso
(miglior spumante), Samur 2000 di Derbent Brandy Plant (miglior liquore) e Lezghinka di Kizliar Cognac Plant (miglior brandy).
Materiale elaborato sulla base delle informazioni pubblicate
dall’agenzia stampa Interfax e dall’agenzia APK News.
№7-2015
PREZZI ALIMENTARI:
CRESCITA
A DOPPIA CIFRA
L'
aumento di prezzi dei prodotti alimentari in Russia nel periodo gennaio-settembre ha toccato il 10%, mentre l’inflazione alimentare nei paesi dell’Ue è salita appena dello 0,3%. E’
quanto emerge dalla ricerca dell’Istituto statale della statistica
Rosstat, pubblicati il 23 ottobre. Allo stesso tempo, nel mese
di settembre, i prezzi alimentari in Russia sono saliti dello 0,4%
rispetto al mese precedente. Nel report di Rosstat è specificato
che il maggior aumento è stato osservato nella categoria della frutta (+24,8% contro la media europea di 4,5%). Crescono
peraltro i prezzi del 20% di zucchero, marmellata, miele, cioccolato e dolciumi. E’ diventato più costoso del 19,2% il pesce.
I prezzi del burro e dell’olio sono saliti del 16,5%, pane e cereali (+12,9%), carne e derivati (+7,7%), prodotti lattiero-caseari
e uova (+5,2%). Al contrario il prezzo della verdura in Russia è
diminuito del 17,9%, mentre in Europa invece è diventata più
costosa del 3,3% rispetto al dicembre 2014. Il Presidente Putin
ha chiesto al Servizio Federale Antimonopolio di monitorare attentamente la situazione relativa ai prezzi dei prodotti alimentari nel mercato russo.
Fonte: Forbes.ru
LA RUSSIA AVANZA NELLA
LISTA DEI PRODUTTORI
MONDIALI DEL VINO
N
el 2015 la Federazione Russa ha raggiunto la 12esima posizione (con un volume complessivo pari a 4,8 milioni di
Agenzia ICE di Mosca
ettolitri) nella lista dei produttori mondiali del vino. La lista
pubblicata dall’Organizzazione internazionale della vigna e del
vino (OIV) vede capolista l’Italia (48,9 milioni di ettolitri) che
ha aumentato la produzione del 10% rispetto all’anno precedente. La seconda è la Francia con una produzione annuale
di 47,4 milioni di ettolitri, mentre la Spagna chiude la top-3
avendo prodotto 36,6 milioni di ettolitri. La vendemmia di
quest’anno in Russia ha dato 480 mila tonnellate d’uva, risultato leggermente inferiore dell’anno scorso (causa maltempo
in numerose zone produttive) quando sono state raccolte 528
mila tonnellate. L’aumento del volume complessivo del vino
prodotto in Russia è dovuto principalmente al nuovo contributo della Crimea.
Fonte: Alcoexpert
AUTORITÀ COMBATTONO
L’ECCESSO DI ALCOL
Il
compito principale del gruppo governativo incaricato di
regolamentare il settore dell’alcol in Russia è quello di ridurre il consumo da parte dei russi a 10 litri/anno pro capite
entro il 2020. Lo ha dichiarato in un’intervista al canale televisivo Russia-24 il Vice-premier russo, Alexander Khloponin.
“Se parliamo dei principali obbiettivi, io in particolare vorrei
che la quota pro capite dell’alcol consumato in Russia si riducesse. Certo, mi piacerebbe se ogni anno questo parametro
scendesse. Abbiamo un obiettivo molto ambizioso: ridurre
entro il 2020 il consumo pro capite a 10 litri”, - ha riferito
Khloponin. Precedentemente nell’estate del 2015 il principale specialista russo nel capo della narcologia Eugenij Brun,
aveva evidenziato che il consumo pro capite delle bevande
alcoliche in Russia è sceso da 18 a 13,5 litri negli ultimi cinque anni, sottolineando che tale valore è comune anche nei
paesi dove regna la cosiddetta tradizione mediterranea nel
consumare prodotti alcolici.
Fonte: Tass
№7-2015
MAGNIT CRESCERÀ
NEL 2016
La
più grande catena della GDO russa Magnit intende aprire
durante il prossimo anno non meno di mille nuovi supermercati in tutto il territorio russo. Lo ha comunicato il Direttore Generale di Magnit, Serghej Galitskij. “Per quanto riguarda i nuovi punti vendita alimentari, credo che ce ne saranno
oltre mille mentre saranno inaugurati oltre 100 supermercati
completi. E’ ancora presto comunque dire esattamente quanti
nuovi punti vendita lanceremo entro il 2016”, - ha precisato Galitskij. Egli non ha peraltro escluso che la dinamica che favorisce
l’apertura dei negozi di vicinato, potrà calare già nel 2017. Attualmente il brand Magnit raggruppa 9.293 negozi di vicinato,
209 supermercati, 131 punti vendita Magnit Famiglia, nonché
1.854 drogherie. Il maggiore azionista del gruppo Magnit (la cui
sede centrale si trova a Krasnodar) è Serghej Galitskij che detiene il 40%, mentre il 54% delle azioni sono in libera circolazione.
Nel 2014 l’utile netto di Magnit è cresciuto del 33,9% rispetto
all’anno precedente, superando la cifra 47,6 miliardi di rubli
(680 milioni di euro).
raggiunto 11 milioni di tonnellate. Si prevede che entro il 2015
il volume dell'olio di palma distribuito in Europa supererà gli 8
milioni di tonnellate. L'utilizzo dei grassi trans nell'industria alimentare russa, essendo dieci volte superiore rispetto agli standard europei, viene considerato da molti esperti del settore e
dei medici russi un pericolo a livello nazionale per la salute dei
consumatori, pur non violando le normative della legislazione
russa.
Fonte: DairyNews.ru
VITICOLTORI RUSSI
PENSANO IN GRANDE
Fonte: Ria Novosti
IN AUMENTO
IMPORTAZIONE
DELL'OLIO DI PALMA
S
econdo i dati statistici, nel 2014 la Russia ha importato 748
mila tonnellate di olio di palma, mentre il volume complessivo degli oli importati ha raggiunto 1 milione di tonnellate. Nel
frattempo, il consumo nazionale
degli oli in Russia ha toccato la
soglia dei 4,4 milioni di tonnellate. Il volume dell'olio di palma
ha superato 730 mila tonnellate.
Il fornitore principale dell'olio di
palma in Russia è l’Indonesia,
seguita dalla Malesia. Queste
informazioni sono state rivelate durante la conferenza sugli
effetti negativi dei grassi trans
sulla salute, tenutasi a Mosca il
2 novembre. I paesi dell'Ue hanno complessivamente acquistato circa 7,4 milioni di tonnellate
di olio di palma. Il volume totale
degli oli vegetali e dei grassi ha
Agenzia ICE di Mosca
S
econdo quanto comunicato da Leonid Popovich, Presidente
dell'Unione viticoltori della Russia, entro il 2015 il volume
del vino consumato nel territorio russo raggiungerà 140 milioni
di decalitri, dei quali il 75% sarà rappresentato da vino importato. Popovich ritiene che entro il 2025 il rapporto tra vini nazionali e quegli importati potrebbe arrivare al 57%/43%, mentre
già nel 2030 al 75%/25%. Tuttavia, perché questo avvenga, è
necessario attuare una serie di iniziative supportate dalle autorità russe. Prima di tutto, raddoppiare l'area vitata nel Paese
entro il 2025. Oggi la superficie vitata in Russia è pari a 93.000
ettari (compreso il territorio della Crimea) ed entro il 2025 essa
dovrebbe raggiungere 190.000 ettari. Ciò significa che nel prossimo decennio ogni anno bisognerà piantare circa 10 mila ettari
di nuovi vigneti. Intanto la produzione del vino in Russia dovrebbe aumentare da 34 milioni di decalitri a 80 milioni di decalitri (nel 2025). Come calcolato dall'Unione dei viticoltori russi,
per arrivare a tale traguardo, ci vorranno investimenti intorno a
250 miliardi di rubli (3,5 miliardi di euro).
Fonte: RBC
№7-2015
A SEBASTOPOLI
SI PIANTERANNO
1.000 ETTARI DI VITI
N
ella zona di Sebastopoli verranno rinnovati 4.000 ettari di
vecchi vigneti, la produttività dei quali si riduce di anno in
anno. Le autorità regionali si sono poste l’obiettivo ambizioso
di piantare, entro il prossimo anno, 1.000 ettari di viti. Nel frattempo è stato calcolato il volume dell’uva raccolta quest’anno
nei pressi di Sebastopoli. L’annata del 2015 ha dato circa 15 tonnellate, il che è 6 tonnellate in meno rispetto all’anno scorso. La
raccolta relativamente bassa è dovuta al forte freddo, che ha
distrutto molte gemme delle viti nel periodo iniziale dell’anno.
Inoltre, con il tempo la capacità produttiva delle vecchie viti,
piantate oramai nell’epoca sovietica, va ad esaurirsi. Secondo
le stime delle autorità, il 70% delle viti piantate a Sebastopoli, necessitano di essere rinnovate. Al fine di incentivare questa attività, il Governo locale ha inserito nel programma per
lo sviluppo dell’agricoltura in Crimea la rispettiva voce per la
piantagione delle nuove viti. “Il Governo coprirà parzialmente
alle cantine le spese per l’estirpamento delle viti vecchie e la
piantagione di quelle nuove, nonché le spese per la manutenzione dei vigneti nei successivi tre anni”, - ha detto il Direttore
del Dipartimento dell’Industria e dell’Agricoltura a Sebastopoli,
Galina Korogodina.
Fonte: Horeca Magazine
Il
IL GOVERNO AGEVOLA
I PICCOLI VITICOLTORI
Governo ha deciso di ridurre di quasi 13 volte la tassa statale sulla licenza per la produzione, stoccaggio e consegna di
vino. Anziché 800 mila rubli (12 mila euro) i viticoltori dovranno
pagare 65 mila (900 euro). Questo ed altri incentivi puntano a
favorire lo sviluppo del settore vinicolo locale. Inoltre è stata di-
Agenzia ICE di Mosca
mezzata l’accisa per
la produzione dei
vini delle denominazioni geografiche
protette. Come spiegato dal deputato
della camera bassa
del Parlamento russo (la Duma), Viktor
Zvaghelskij, la tassa ridotta sarà pagata solo delle aziende vinicole di recente costituzione. Per i produttori di vino esistenti
da tempo, essa rimarrà invariata, anche se questi ultimi hanno
diritto di costituire nuove cantine alle quali verranno rilasciate
nuove licenze con tasse aggiornate. Si prevede che la licenza
sarà valida da 5 a 15 anni, ma le scadenze definitive verranno
stabilite in seguito.
Fonte: Horeca Magazine
AUTOSUFFICIENZA
ALIMENTARE
SOTTO ESAME
La
Corte dei Conti della
Federazione Russa prevede per il 2016 la possibile
mancanza di prodotti lattiero-caseari nel mercato russo
a causa della “non completa sostituzione dei prodotti
esteri banditi per l’embargo”. Le previsioni dell’ente
riguardano non solo il latte
e il formaggio, ma anche la
carne. Nella produzione di
alcune categorie di prodotti nazionali vengono usate materie prime estere, molte delle quali precedentemente provenienti dai
paesi inclusi nella lista dell’embargo alimentare approvato dalla
Russia il 7 agosto 2014. Secondo l’analisi della Corte dei Conti,
tale scenario può creare ulteriori difficoltà nel mantenere volumi produttivi necessari per soddisfare domanda interna, almeno relativamente ai prodotti lattiero-caseari. Inoltre, nonostante
numerose dichiarazioni rilasciate da più esponenti del Governo,
gli esperti hanno seri dubbi sulla disponibilità della popolazione
russa a pagare prezzi maggiorati per i prodotti locali a fronte di
una qualità più bassa. Infine, il report della Corte evidenzia una
possibile crescita dei prezzi dei prodotti alimentari in quanto realizzati con utilizzo di impianti e macchinari importati.
Fonte: Milknews
№7-2015
AGRICOLTORI RUSSI
CHIEDONO PIÙ CONTROLLI
SU ORTOFRUTTA ESTERA
N
ell’attesa dei primi mesi del 2016, quando in Russia sensibilmente aumenterà il flusso dell’ortofrutta importata, i coltivatori locali hanno inviato una lettera ufficiale al Vice-premier,
Arkadij Dvorkovich che cura nel Governo russo il tema agricolo.
Nel messaggio, sottoscritto dai membri dell’Unione produttori
di ortofrutta, viene espressa la richiesta di intensificare i controlli fitosanitari dei prodotti forniti dall’estero, in quanto circa il 20% dell’ortofrutta importata contiene sostanze chimiche
nocive necessarie per prolungare la durata di conservazione,
oltre che per ridurre i costi della produzione. Di fronte all’attivo
sostegno dell’agricoltura nazionale, i produttori russi chiedono
al Governo di rafforzare il controllo sulle verdure importate, che
nel periodo invernale occupano una quota spesso superiore al
70%. La preoccupazione degli agricoltori russi sta dunque nel
fatto che l’ortofrutta estera, prodotta a costo inferiore mediante l’utilizzo dei pesticidi, possa compromettere la leale concorrenza nel mercato russo e ridurre la redditività delle nuove
produzioni di ortaggi lanciate recentemente nel territorio della
Federazione Russa.
Fonte: Agro.ru
Il
IL GRUPPO TASHIR
ENTRA NEL RETAIL
AGROALIMENTARE
gruppo Tashir ha annunciato il lancio di un nuovo progetto
nel settore della GDO alimentare. Trattasi di una catena che si
chiamerà Ferma.RF che avrà una vasta gamma di prodotti agricoli
di provenienza nazionale. Ferma.RF sarà presente nel territorio
russo nella modalità di mini e super market. In particolare, i mi-
Agenzia ICE di Mosca
nimarket si svilupperanno su una superficie di circa 50 mq, mentre i supermercati avranno spazi superiori a 120 mq. Entrambi
i tipi di punti vendita saranno posizionati prevalentemente nei
centri commerciali. L’intera gamma dei prodotti distribuiti da
Ferma.RF sarà anche disponibile per l’acquisto online. Ad oggi
sono già aperti due supermercati targati Ferma.RF: tutti e due si
trovano nei centri commerciali RIO del gruppo Tashir a Mosca.
La gamma di prodotti
della nuova catena è
composta da carne, pesce, prodotti lattierocaseari e bevande. In
totale Ferma.RF commercializza circa 600
nominativi di prodotti
alimentari. Il piano del
gruppo Tashir prevede
di ampliare la mappa
geografica di Ferma.
FR, non limitandosi
solo di Mosca: entro il
2016 saranno aperti ulteriori 15 punti vendita
Ferma.FR.
Fonte: Retail.ru
Il
AGRICOLTORI RUSSI
SCOPRONO MERCATO
ASIATICO
Ministro dell’Agricoltura russo, Alexander Tkachev, ha dichiarato alla stampa locale che la Russia prossimamente avvierà
le forniture della carne ai paesi asiatici. Stando alle previsioni
degli esperti, fra due-tre anni il volume della carne esportata
nei mercati asiatici supererà le 200 mila tonnellate. Per lo più si
tratta di pollame e carne di maiale. “I mercati europei in realtà
non ci hanno mai voluti. Non ci andiamo per vari motivi, tra cui
politici”, - ha detto il Ministro Tkachev. Invece la direzione asiatica è tutta da scoprire per produttori russi. Al fine di aumentare il volume della produzione agricola, le Autorità russe prevedono utilizzare ulteriori 10 milioni di ettari di terreni agricoli.
Parallelamente sarà inasprita la regolamentazione dell’utilizzo
di terreni coltivabili nell’Estremo Oriente russo dove si contano
oltre 5,5 milioni di ettari. L’Asia Pacifica comprende circa il 40%
dei consumatori mondiali. Per la Russia si tratta di un mercato
dall’enorme potenziale.
Fonte: Agro.ru
№7-2015
TURISTI RUSSI AMANO
LA DIETA MEDITERRANEA
L’
agenzia turistica Tripsta ha intervistato i
turisti russi sulle loro preferenze gastronomiche. Uno
su quattro ha dichiarato di
essere appassionato della cucina italiana preferendola a qualsiasi altra.
I viaggiatori russi apprezzano nella cucina italiana
la freschezza dei prodotti,
l’abbondanza dei piatti e
il menu accessibile. Il 14%
degli intervistati è rimasto
impressionato dalla cucina
georgiana, mentre l’11%
si è detto favorevole alle
pietanze tipiche spagnole.
La Turchia, meta preferita
dei turisti russi, dal punto
di vista gastronomico non li
soddisfa appieno: tra i motivi citati la monotonia dei piatti e il cibo
non sempre di primissima qualità. Un’altra delusione gastronomica per viaggiatori russi è la cucina americana. Il 10% degli intervistati l’ha qualificata come priva di qualsiasi tradizione, al posto
della quale regna il fast food. Cina e India non sono ugualmente
attraenti per i viaggiatori russi. Ai turisti non piace l’eccessiva piccantezza ed esoticità dei piatti locali. Non gode di fama neanche la
cucina inglese: il 7% la considera senza alcun gusto, noiosa e per di
più costosa. L’esito dei sondaggi ha dimostrato che i russi prestano
particolare attenzione alla freschezza e semplicità. Gradiscono infatti piatti non molto speziati senza elevato tenore di grassi.
Fonte: Tourprom.ru
CONSOLIDATA LA POTENZA
RUSSA NELL’INDUSTRIA
DEL GRANO
Il
raccolto di grano in Russia nel 2015 ha raggiunto 101 milioni di
tonnellate. Questo risultato è di quasi un milione di tonnellate
superiore rispetto alle stime del Ministero dell’Agricoltura russo.
Lo ha riferito il Ministro, Alexander Tkachev, durante la riunione
con il Premier, Dmitrij Medvedev. Il raccolto di quest’anno permetterà alla Russia di esportare circa 30 milioni di tonnellate di
Agenzia ICE di Mosca
grano. Medved ha sottolineato che trattasi di un ottimo risultato
considerando le condizioni climatiche sfavorevoli: in alcune regioni per via della siccità una parte della seminagione è stata rovinata. “Bisogna consolidare queste tendenze positive anche per il
prossimo anno”, - ha dichiarato Medvedev. A sua volta, Il Ministro
dell’Agricoltura, Alexander Tkachev, ha confermato che nel 2016
“la superficie destinata alla semina verrà aumentata di 350 mila
ettari (fino a 79 milioni di ettari complessivi)”. Stando alle previsioni di Tkachev, entro 5-10 anni il raccolto di grano in Russia
potrà essere incrementato di ulteriori 15-20 milioni di tonnellate.
Fonte: Agro XXI
CALA LA PRODUZIONE
DELLA VODKA
IN AUTUNNO
N
el mese di ottobre la Russia ha prodotto 6,6 milioni di decalitri di vodka ovvero il 9% in meno rispetto allo stesso mese
dell’anno precedente. Nel
frattempo cresce la produzione della birra (+5%),
raggiungendo 56,7 milioni di decalitri. Per quanto
riguarda la categoria dei
vini, sono stati prodotti in
Russia 2,2 milioni di decalitri di spumante, cioè il
9,4% in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. La
produzione delle bevande gassate analcoliche è scesa del 6,1%,
abbassandosi fino a 22,9 milioni di decalitri, l’acqua (tranne
quella minerale) cala dello 0,4%. Da gennaio a ottobre la produzione della vodka è diminuita dello 0,6%, dei vini spumanti
dello 0,1%, della birra del 7%, delle bevande gassate del 2,4%,
mentre quella dell'acqua potabile è salita del 4,5% in termini
di volume.
Fonte: Alcoexpert.ru
№7-2015
MOSCOW FRESH RIEMPIRÀ
LA CAPITALE DI PRODOTTI
FRESCHI
altre stazioni di Mosca, ma tutto dipenderà da quanto saranno
richieste”, - ha detto Vedernikov. Ha inoltre sottolineato che è
possibile assaggiare il cibo spaziale presso il Planetario di Mosca, il centro espositivo VDNH e alcuni centri commerciali.
Fonte: Tass
PRODUTTORI RUSSI
DEL LATTE AVRANNO
SOSTEGNO
A
L
ev Volozh, figlio di Arkadiy Volozh, uno dei fondatori del colosso web russo Yandex, ha lanciato il proprio progetto online per la distribuzione dei prodotti alimentari freschi. Il portale
si chiama Moscow Fresh e presenta tutta la gamma di prodotti
venduti nei mercati di Mosca: ortofrutta, formaggi artigianali,
carne e pesce. “Abbiamo creato questo servizio per coloro che
vogliono sempre avere in casa propria prodotti freschi fatti senza nitrati e conservanti, anche a Mosca e nel periodo invernale”, - comunica il sito Moscowfresh.ru. Si prevede che la cifra
minima per un ordine sia pari a 2 mila rubli (circa 28 euro), ma
per il momento è possibile acquistare prodotti per qualsiasi
somma al fine di facilitare la diffusione del servizio. Secondo
Lev Volozh il suo progetto è destinato a risolvere il problema
relativo al consumo dei prodotti freschi e salutari a Mosca, poiché nei supermercati si vendono prevalentemente prodotti di
scarsa qualità, mentre recarsi al mercato è un’attività che ruba
tempo prezioso ed è per questo praticata solo dagli anziani o
dalle massaie.
ffinché la Russia possa garantire una produzione interna
di latte tale da coprire il 95% della domanda del mercato,
sarebbe necessario acquistare 1 milione di mucche. “Ci vorrebbero 650 miliardi di rubli (95 milioni di euro) da parte di
investitori per creare nuove unità produttive”, - ha comunicato
il Ministro dell’Agricoltura russo, Alexander Tkachev durante il
Secondo Forum Agroindustriale tenutosi a Krasnogorsk nella
metà di novembre. L’evento ha raccolto produttori del latte
provenienti da 32 stati. “Il Governo deve rendere disponibili
20 miliardi di rubli (285 milioni di euro) solo per la produzione del latte. Entro il 2020 saremo in grado di coprire la domanda interna del latte. Sosterremo gli investitori occidentali,
ma dobbiamo risolvere i nostri problemi interni e supportare i
nostri produttori. Per noi è la linea principale”, - ha dichiarato
Tkachev. Nel primo giorno del Forum la provincia di Mosca ha
stipulato una serie di accordi, tra cui tre progetti di investimenti per un valore totale di 1,9 miliardi di rubli e l’accordo con
la fondazione russo-olandese per il settore agroalimentare e
l’Accademia agricola di Timiriazev.
Fonte: RBC
MOSCOVITI ASSAGGIANO
CIBO SPAZIALE
D
istributori automatici con “cibo spaziale” sono stati installati nella stazione Leningradskij di Mosca e potranno successivamente apparire anche nelle altre stazioni della capitale
russa. Lo ha comunicato l’autore dell’iniziativa, Andrej Vedernikov, nonché produttore del cibo destinato ad essere consumato nello spazio. “Abbiamo collocato il primo distributore
nella stazione Leningradskij. Ci sono già proposte da parte delle
Agenzia ICE di Mosca
Fonte: Prodmagazin
№7-2015
GRANO SARACENO
SIMBOLO DEL
MADE IN RUSSIA
PIÙ FIDUCIA
PER I PRODOTTI
NAZIONALI
La
Duma, camera bassa del Parlamento russo, ha proposto di
promuovere all’estero il grano saraceno prodotto in Russia.
“Propongo di pubblicizzare il grano saraceno sia all’estero, sia nel
paese per promuoverlo come il migliore prodotto russo dell’agroalimentare. In dieci anni siamo riusciti ad entrare nel mercato mondiale del grano. Potremmo provare lo stesso con il grano saraceno”, - ha
dichiarato l’autore dell’iniziativa, Sergej Karghinov, Primo Vicepresidente del comitato della Duma per le questioni agricole. Il deputato
ha affermato che in Russia ci sono specialisti unici in grado di sviluppare “una campagna pubblicitaria eccellente”. Inoltre, Karghinov ha
proposto di acquistare il grano saraceno a prezzi favorevoli dai coltivatori per poi distribuirlo in maniera centralizzata per l’esportazione. A suo avviso non è utile sovvenzionare gli agricoltori sulla base
del grano saraceno prodotto. Nel mese di settembre il Viceministro
dell'Agricoltura, Eughenij Gromiko, ha comunicato che entro la fine
del 2015 in Russia sarà raccolto il volume particolarmente alto di
grano saraceno. “Oggi il grano saraceno ha per noi una valenza politica importante, confortata dai positivi risultati del raccolto: ben il
35% in più rispetto all’anno scorso”, - ha detto Gromiko.
Il
livello di fiducia verso la qualità dei prodotti alimentari russi
ha superato il 64%. Questi sono gli esiti del sondaggio condotto dall’istituto VTSIOM nel mese di ottobre. Secondo I dati
di VTSIOM la fiducia della popolazione russa nei confronti dei
produttori locali è cresciuta del 3% in confronto al 2014. “Il programma del Governo per la sostituzione delle importazioni e
le misure per sostenere i produttori nazionali porteranno risultati positivi a medio termine, ovvero aumento della produzione e della competitività dei prodotti russi, anche in un’ottica
di esportazioni”, - ha commentato i risultati del sondaggio il
Viceministro dell'Industria e del Commercio, Viktor Evtukhov.
Un ruolo importante nella crescita della fiducia dei cittadini
verso la produzione nazionale è dovuto all’efficiente funzionamento degli enti di controllo, tra cui Rospotrebnadzor e Rosselkhoznadzor.
I
Fonte: Lenta.ru
Agenzia ICE di Mosca
Fonte: Prodmagazin
ARIA DI CRISI PER IL
CIOCCOLATO RUSSO
produttori russi di cioccolato riducono gli acquisti di fave di cacao
e prodotti derivati dal cacao. La tendenza è associata sia al calo dei
consumi del cioccolato nel mercato russo, sia alla situazione finanziaria in cui si trova il settore dolciario locale. Gli esperti prevedono
№7-2015
shina, creerà menu interamente sulla base dei formaggi. Dentro
il nuovo ristorante di Novikov saranno peraltro allestiti spazi per
seminari tematici organizzati dai famosi chef di Mosca, nonché
degustazioni e workshop su abbinamenti tra vino e formaggio.
Fonte: Gastronom.ru
che i prezzi d’acquisto rimarranno molto alti, mentre il consumo del
cioccolato continuerà a scendere. “Il settore ha urgente bisogno
di sostegno, altrimenti il cioccolato russo rischia di subire pesanti
conseguenze”, - ha dichiarato il Direttore Esecutivo del Centro per
gli Studi dell’Industria Dolciaria, Elizaveta Nikitina. Intanto molte
aziende regionali esauriscono i fondi per l'acquisto delle materie
prime ed altre hanno quasi terminato le scorte di cacao, pertanto
dovranno presto cominciare ad utilizzare prodotti sostitutivi come
l’olio di palma, riducendo anche i volumi generali della produzione.
Nel periodo gennaio-settembre le importazioni di cacao in Russia
sono diminuite del 30%; dinamiche simili anche per la pasta di cacao
(-6,6%) ed il burro di cacao (-15%). Oltre alla congiuntura sfavorevole, il settore dolciario deve fare i conti anche con le nuove proposte
di legge. La camera bassa del Parlamento (Duma) sta infatti esaminando la possibilità di introdurre il divieto di pubblicità per i prodotti
dei fast food, includendo anche il cioccolato. L’autore del progetto, il
deputato Vasilij Shestakov, propone di limitare la pubblicità dei prodotti alimentari ad alto contenuto di sale, zucchero e grassi. Questi
includono intere categorie di prodotti alimentari: snack, bevande
analcoliche contenenti zucchero o coloranti, primi e secondi piatti
a base di semilavorati industriali, cioccolato e altri prodotti dolciari.
Fonte: Food News Time
UN RISTORANTECASEIFICIO NELLA
CAPITALE RUSSA
A
rkadij Novikov, illustre ristoratore russo, lancia il suo nuovo
progetto che unisce ristorante e caseificio. Il locale, che avrà
nome Caseificio, si troverà a Mosca, più esattamente su Naberezhnaja Tarasa Shevchenko 12. In Caseificio verranno prodotti
numerosi tipi di formaggi: ricotta, mozzarella, caciotta, scamorza,
gorgonzola ecc. Oltre ad assaggiare questi formaggi nel ristorante, essi potranno essere acquistati direttamente nel punto vendita situato all’interno del locale. Il cuoco del Caseificio, Yanna Per-
Agenzia ICE di Mosca
NUOVO WINE BAR
NEL CUORE
DI MOSCA
La
casa vinicola Abrau-Durso, uno dei più grandi produttori
di spumante in Russia, ha aperto un bar all’interno dei
grandi magazzini GUM. Il progetto ha come scopo la promozione del marchio Abrau-Durso a fronte alle severe limitazioni
vigenti in Russia sulla pubblicità dei prodotti alcolici nel territorio russo. L’inaugurazione ufficiale del bar si è tenuta nei
primi giorni di novembre, mentre agli ospiti dei GUM il locale
era già aperto dal 7 ottobre. Il progetto è realizzato in collaborazione con il proprietario dei GUM, Mikhail Kusnirovich, che
ha concesso in una delle gallerie della storica struttura situata
sulla Piazza Rossa uno spazio per 40 persone. Inoltre, il management dei GUM sarà responsabile della gestione nel locale,
nonché della creazione del menu. L’ufficio stampa dei GUM ha
comunicato che per il gruppo trattasi del primo progetto del
genere, il quale però corrisponde pienamente alle strategie di
sviluppo della società. Il bar Abrau-Durso offre l’intera linea
di vini prodotti dall’omonima cantina. Inoltre, la carta dei vini
propone lo spumante Foliage (prodotto dall’azienda vinicola Chateau d’Avize che fa parte del gruppo Abrau-Durso), vini
fermi Abrau, vini della casa vinicola Vedernikov e della cantina
Usadba Divnomorskoe e anche numerosi cocktail preparati a
base di spumante.
Fonte: Horeca Magazine
NIELSEN:
MENO CLIENTI
PER I BAR IN RUSSIA
La
crescita dei prezzi nel settore della ristorazione ha fatto
dimezzare la presenza del pubblico russo nei bar e nei ristoranti. Stando ad un sondaggio effettuato dall’agenzia Nielsen, il 49% degli intervistati ha detto di non andare più nei bar
(il 46% non frequenta i pub di stile inglese). La stessa tendenza
№7-2015
Il
si è verificata per quanto riguarda i ristoranti: il 27% (rispetto
al 36% dell’anno scorso) ha dichiarato di non aver visitato nessun ristorante durante il 2015. Invece, i russi che tuttora non
hanno rifiutato completamente di andare fuori a mangiare,
cercano di risparmiare sulle porzioni e sulle bevande, oltre a
rinunciare spesso al dolce. Il sondaggio è stato realizzato da
Nielsen nelle città russe con più di un milione di abitanti. Gli
intervistati hanno spiegato il proprio rifiuto di frequentare ristoranti, bar e pub per via della mancanza di denaro di fronte
all’aumento significativo dei prezzi nei locali. La crescita più
sostanziale dei prezzi nel mercato russo della ristorazione si è
verificata nei bar e nei pub.
ALIANTA
WINE FORUM
2015
29 ottobre a Mosca e il 30 ottobre a Sochi si è tenuto uno
dei più attesi eventi vinicoli dell’autunno, Alianta Wine Forum, organizzato dall`importatore e distributore dei prodotti
alcolici Alianta. L’iniziativa composta da una serie degustazioni e seminari tematici ha visto la partecipazione di numerosi operatori russi del mercato, esperti del settore, giornalisti
enogastronomici e semplici appassionati del vino. Oltre 50
produttori hanno presentato circa 200 etichette, tra quali numerose italiane. In particolare, quest’anno il Forum ha previsto due work shop delle case vinicole Bersano e Artevino.
Alianta Group è uno dei principali importator nel settore di
vini e bevande alcoliche dal 1993. I prodotti di Alianta sono
presenti in 56 regioni della Russia. Tra i clienti dell’azienda
importanti distributori, i migliori ristoranti e wine-boutiques,
clienti privati e aziendali. Lo staff generale dell’azienda include
più di 500 dipendenti, compreso l’ufficio centrale di Mosca e
altre sedi a San Pietroburgo e Krasnodar.
Fonte: Alcoexpert
Fonte: Kommersant
LUCA MARONI PRESENTA
NUOVO CORSO PER
SOMMELIER RUSSI
L’
Associazione Russa dei Sommelier ha organizzato a Mosca
l’incontro con Luca Maroni, uno dei più famosi degustatori
del panorama vinicolo italiano. La visita di Maroni è stata specialmente dedicata al nuovo corso di degustazione mirato ai
sommelier russi e basato sulla metodologia sviluppata da Maroni stesso. Il lancio dell’iniziativa è previsto per aprile 2016.
Luca Maroni, autore di numerose guide ai migliori vini d’Italia,
aveva già visitato la Russia nel 2011 dove ha partecipato ad una
serie di manifestazioni nell’ambito delle quali è stato presentato il suo sistema unico per la valutazione dei vini. Esso valuta le
qualità del vino nella loro complessità, comprendendo addirittura la struttura chimica della bevanda.
Fonte: Associazione Russa dei Sommelier
Agenzia ICE di Mosca
№7-2015
CA’ DEL BOSCO
SI PROMUOVE
A MOSCA
PREMIATO A
LONDRA BAR RUSSO
DELICATESSEN
N
el corso del mese di novembre la ditta importatrice di vino
Simple ha invitato i maggiori sommelier russi al ristorante “Orange 3” per partecipare ad un incontro con il Direttore
della cantina Ca’ del Bosco, Maurizio Zanella, giunto a Mosca
in qualità di ospite speciale dell’iniziativa “Tartufo Bianco” che
Simple organizza ogni anno nell’ambito delle attività di beneficenza della società. La serata, condotta dal Vicepresidente di
Simple, Anatolij Korneev, è stata dedicata alla storia e alla realtà
della cantina Ca’ del Bosco. Oltre alla possibilità di conoscere
personalmente il Direttore della principale azienda vinicola
lombarda, gli ospiti hanno avuto occasione di saggiare le annate pregiate della cuvée Annamaria Clementi, dal nome della
fondatrice di Ca’ del Bosco. Durante la degustazione sono stati
presentati anche i brut rose e la linea dei vini fermi, compresa
l’etichetta d’autore di Maurizio Zanella. Ogni vino è stato accompagnato da antipasti scandinavi, preparati ad hoc dal cuoco
di Orange 3, Sauli Kemppanen.
D
elicatessen, il famoso ristorante-bar di Mosca è entrato per
la terza volta nella lista dei più prestigiosi bar del mondo
“World's 50 Best Bars 2015”, occupando la 32esima posizione. Il primo posto, oramai per la quarta volta consecutiva, è
stato conquistato dal londinese Artisian situato presso l’hotel
Langham. Il secondo posto è andato a The Dead Rabbit Grocery and Grog di New York. Chiude il podio un altro bar di Londra,
Nightjar. Inoltre, nella Top 10 sono entrati bar di Sydney, Melbourne e Singapore. Il premio World's 50 Best Bars viene assegnato ogni anno a partire dal 2011. Il bar russo Delicatessen è
entrato per la prima volta nella prestigiosa lista nel 2013 all’ultimo posto, mentre l’anno successivo il locale è salito al 41esimo posto. Oltre al Delicatessen, nella World's 50 Best Bars è
stato menzionato un altro bar russo, Chainaya Tea & Cocktails
di Roman Milostiviy. Nonostante esso sia stato il primo bar russo ad essere inserito nella lista del premio, il locale però non è
riuscito dal 2012 al 2014 a superare la 28esima posizione.
Fonte: Simple
Fonte: The Village
NUOVA TAPPA SULLA
MAPPA GASTRONOMICA
ITALIANA DI MOSCA
N
el pieno centro di Mosca, nella villa di Tutchev, è stato inaugurato il nuovo ristorante di cucina italiana “Salotto”. La particolarità di questo nuovo locale sta nel fatto che ogni stagione
cuochi da tutto il mondo vi presenteranno la propria proposta
gastronomica. La stagione autunno-inverno, partita in Salotto il
29 ottobre, è curata dal cuoco Luigi Centa, già chef di Silvio Berlusconi, Adriano Celentano e della Principessa Diana.
Fonte: Gastronom.ru
Agenzia ICE di Mosca
№7-2015
GHEORGIJ TROIAN,
MIGLIORE GIOVANE
CUOCO RUSSO DEL 2015
Si
è tenuta a Mosca, nel ristorante Quartiere Latino la finale
del concorso “Triangolo d’argento” in occasione della quale è stato premiato il miglior cuoco emergente russo. Quest’anno il titolo è andato allo chef del ristorante Severiane, Gheorgij
Troian. Il secondo e il terzo posto sono stati rispettivamente
conquistati da Mikhail Gherashenko (ristorante Lesartists) e
da Ilia Zakharov (ristorante Zodiac). Nell’ambito dell’iniziativa i
partecipanti dovevano presentare due piatti della moderna cucina russa – un antipasto e un secondo – che venivano valutati
dalla giuria in una degustazione cieca. Nel gruppo della giuria
professionale quest’anno sono entrati numerosi personaggi illustri del panorama gastronomico russo, tra quali anche i cuochi italiani William Lamberti e Mirko Zago. Gheorghij Troian ha
quindi avuto l’opportunità di poter partecipare al Nespresso
Chefs Academy, evento che unisce i migliori cuochi del mondo. Il concorso “Triangolo d’argento”, che si svolge a partire dal
2011, è mirato ad individuare i talenti più grandi tra i cuochi
russi emergenti.
NINO GRAZIANO
LANCIA SCUOLA
GASTRONOMICA
E’
operativo dall’ottobre a Mosca il nuovo progetto di
Semifreddo Group, “Scuola gastronomica di Nino Graziano” all'interno del ristorante Trattoria Siciliana. La scuola
è direttamente gestita da Nino Graziano, brand chef Semifreddo-Mulinazzo, La Bottega Siciliana e Trattoria Siciliana. I
workshop saranno organizzati nell’ambito della scuola dagli
allievi di Graziano, ovvero dai cuochi di Semifreddo Group.
Le iniziative si terranno due volte al mese. Si prevede che i
temi dei workshop saranno vari e tutti collegati con la cucina
italiana. Il primo workshop è stato dedicato al tema della
“cucina creativa” che ha unito due grandi tradizioni gastronomiche: panasiatica e naturalmente quella italiana. La lezione d’inaugurazione è stata svolta da Antonio Salvatore,
che ha debuttato da poco al ristorante Semifreddo-Mulinazzo. Seguiranno work shop su risotto, zuppe italiane, pasta,
nonché un set natalizio di Nino Graziano.
Fonte: Restoranoff.ru
Fonte: Vedomosti
L’Agenzia ICE di Mosca augura
a tutti i lettori
Buon Natale e felice 2016!
Agenzia ICE di Mosca
№7-2015