cap i primo approccio a premiere i.1 – finestra di benvenuto. adobe

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cap i primo approccio a premiere i.1 – finestra di benvenuto. adobe
CAP I
PRIMO APPROCCIO A PREMIERE
I.1 – FINESTRA DI BENVENUTO. ADOBE HELP VIEWER.
Quando si lancia il programma Adobe Premiere Pro CS3 si apre la
finestra di benvenuto (Figura I.1), la quale consente di effettuare
subito la prima scelta, ovvero se aprire un progetto esistente
cliccando su Apri progetto, oppure se creare un progetto diverso,
cliccando su Nuovo progetto. In alto sotto la voce Progetti recenti,
si trova l’elenco degli ultimi progetti aperti, in modo tale che
basterà un clic per riaprire uno di essi, rielaborarlo e dunque
salvare le modifiche apportate.
FIGURA I.1 – Adobe Premiere Pro CS3 – FINESTRA DI BENVENUTO.
Se si clicca sul punto interrogativo, la terza ed ultima
icona a destra, si accede alla finestra Adobe Help Viewer
(Figura I.2), la quale contiene il Tutorial, che può essere
d’aiuto ai meno esperti. Essa è organizzata in due parti.
Nella prima parte, sulla sinistra, mostra il sommario degli
argomenti
trattati
nel
tutorial.
Ogni
titolo
è
un
collegamento ipertestuale, cioè è testo cliccabile che al
clic da accesso al capitolo corrispondente. Se si clicca sul
titolo di un argomento, nella seconda parte della finestra,
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sulla
destra,
comparirà
il
contenuto
del
capitolo
corrispondente, il quale potrà a sua volta contenere
collegamenti ipertestuali, cioè testo cliccabile per dare
accesso al contenuto dei paragrafi del capitolo stesso.
FIGURA I.2 – Adobe Premiere Pro CS3 – FINESTRA HELP VIEWER.
Se si clicca su uno dei segni + che precede il titolo di uno
degli argomenti elencati a sinistra nel sommario, il segno +
si trasformerà in segno – e si visualizzerà la struttura cd.
ad albero con l’elenco dei paragrafi contenuti in quel
capitolo (Figura I.3). Sarà dunque possibile cliccare
direttamente sul titolo del paragrafo che più interessa per
visualizzare il suo contenuto nella parte a destra della
finestra.
FIGURA I.3 – Adobe Premiere Pro CS3 – FINESTRA HELP VIEWER.
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È possibile stampare il contenuto della pagina cliccando sull’apposita
piccola icona in alto a destra (Figura I.4).
FIGURA I.4 – Adobe Premiere Pro CS3 – FINESTRA HELP VIEWER. Stampa.
FIGURA I.5 – Adobe Premiere Pro CS3 – FINESTRA HELP VIEWER. Sfoglia.
Attraverso il menù attivabile con un clic sul triangolino posto alla
destra del campo Sfoglia in alto nella finestra, è possibile scegliere
di visualizzare il contenuto dei tutorial di altri programmi della
casa Adobe (Figura I.5).
È possibile effettuare una ricerca nel tutorial, inserendo una parola
o intera frase nel campo Cerca e premendo il tasto Invio della
tastiera (Figura I.6).
FIGURA I.6 – Adobe Premiere Pro CS3 – FINESTRA HELP VIEWER. Cerca.
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Tramite le freccette poste in alto a sinistra è possibile navigare in
avanti o tornare alla pagina visualizzata precedentemente.
Se si clicca sulla voce Indice, posta accanto al sommario, nella parte
sinistra della finestra, si ha l’accesso ad una seconda possibilità di
consultare il tutorial, perché si potrà cercare ciò che interessa
selezionando un carattere alfanumerico e visualizzando l’elenco di
tutto il contenuto del tutorial che comincia per il carattere
selezionato (Figura I.7).
FIGURA I.7 – Adobe Premiere Pro CS3 – FINESTRA HELP VIEWER. Indice.
I.2 – FINESTRA DI BENVENUTO. APRI PROGETTO.
Per aprire un progetto esistente, salvato su disco, nella finestra di
benvenuto (Figura I.1) occorre cliccare sulla voce Apri progetto,
corrispondente alla seconda icona. In questo modo si aprirà la
finestra omonima (Figura I.8) che consentirà di indicare il percorso
in cui si trova il progetto che si desidera aprire, cliccando sulla
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freccetta posta a destra del campo Cerca in e dunque trovando la
posizione corretta su disco in cui è stato salvato il progetto che si
desidera aprire tramite il menù a tendina così attivato.
È possibile cercare il progetto cliccando sulla cartella Recent, icona
sulla sinistra, per visualizzare nella parte principale della finestra
Apri progetto l’elenco di tutte le cartelle recentemente aperte oppure
cliccando sull’icona sempre posta sulla sinistra Desktop, che
visualizzerà nella parte centrale della finestra tutto il contenuto
del desktop o ancora cliccando sull’icona Risorse del computer
o
Risorse di rete e visualizzando il contenuto di quelle cartelle nella
parte principale della finestra Apri progetto.
FIGURA I.8 – Adobe Premiere Pro CS3 – FINESTRA APRI PROGETTO.
Quando il progetto che si intende aprire compare nell’elenco della
parte principale della finestra Apri progetto, per aprirlo occorrerà
selezionarlo con un clic e premere il pulsante Apri, in basso a
destra. Quando il progetto è selezionato, il suo titolo compare nel
campo Nome file.
I.3 –
NUOVO PROGETTO. IMPOSTAZIONI PREDEFINITE.
La prima fase del montaggio con Premiere si può dire che cominci con
le impostazioni iniziali del progetto. Tali impostazioni verranno
applicate all’intero progetto e molte di esse non possono essere
modificate dopo la creazione del progetto. Se si vuole creare un
progetto ex novo, nella finestra di benvenuto (Figura I.1) occorre
cliccare la voce Nuovo Progetto (Project nella versione inglese), che
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corrisponde alla prima icona da sinistra. In questo modo, si aprirà la
finestra omonima (Figura I.9) che appunto consentirà di definire tali
impostazioni.
Tale finestra è composta da due schede: la scheda Carica Predefinito e
la scheda Impostazioni personalizzate.
La scheda Carica predefinito contiene tutta una serie di impostazioni
predefinite (in inglese Preset) che sono organizzate in diverse
cartelle, elencate sotto la voce Impostazioni sulla sinistra della
finestra. Per visualizzare il contenuto delle cartelle occorre un clic
sul segno + che precede la cartella. Una volta cliccato, il segno + si
trasformerà in segno – e si visualizzerà la struttura ad albero con
l’elenco dei contenuti della cartella.
Se si seleziona con un clic uno dei contenuti di una cartella, nella
parte destra della finestra, sotto la voce Descrizione, verranno
visualizzate alcune righe relative alle caratteristiche del montaggio
per il quale è suggerita l’impostazione selezionata.
FIGURA I.9 – Adobe Premiere Pro CS3 – FINESTRA NUOVO PROGETTO.
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Per
cominciare
a
lavorare
ad
un
nuovo
progetto
utilizzando
impostazioni
predefinite,
dunque,
non
occorre
fare
altro
che
selezionare una delle opzioni contenute in una delle cartelle poste
nella scheda Carica predefinito e indicare dove salvare il nuovo
progetto e con quale nome.
Per indicare il percorso in cui salvare il nuovo progetto (cioè la
corretta posizione su disco), occorre premere il pulsante Sfoglia che
apre l’apposita finestra e cercare su disco la posizione desiderata
per il salvataggio. Se non si specifica percorso differente, il nuovo
progetto verrà salvato nella cartella predefinita, il cui percorso
dovrebbe essere Documenti\Adobe\Premiere Pro\3.0\ .
Per specificare il nome con il quale si intende salvare il nuovo
progetto, occorre cliccare dentro il campo Nome per fissarvi il
puntatore e, digitato il nuovo titolo, premere il pulsante OK.
Per quanto concerne quale tra le impostazioni predefinite scegliere,
il discorso diventa più interessante. Va detto che, soprattutto se non
si ha grande esperienza, la migliore scelta è quella relativa
all’impostazione che dovrebbe comparire selezionata in automatico
quando si apre la finestra Nuovo progetto nella scheda Carica
predefinito, perché in automatico dovrebbe comparire selezionata
l’opzione che è suggerita dal produttore della scheda di acquisizione
di immagini montata sul PC su cui si sta lavorando, opzione che dunque
varia a seconda della scheda stessa ed opzione che il produttore
garantisce perché ne ha evidentemente testato il risultato con la
scheda che produce. Dunque, opzione che compare nell’elenco solo se la
scheda è già stata montata.
Si può subito dire in generale che il formato DV (abbreviazione che
sta appunto per Digital Video) è quello ideale quando si opera su clip
registrate mediante videocamere digitali. Ma tale precisazione da sola
non basta a comprendere quale delle diverse opzioni tutte legate a
tale formato DV offerte da Premiere fa al caso nostro e va preferita.
In elenco si legge infatti l’opzione DV-PAL, DV-NTSC, DV-24P.
Ebbene, più precisamente, nel nostro caso, per ottenere le migliori
prestazioni con riprese acquisite da una videocamera e con una scheda
d’acquisizione video montata, si utilizza l’impostazione standard per
l’Europa che è la DV-PAL con acquisizione delle immagini a 25 fps
(fotogrammi per secondo).
PAL è l’abbreviazione di Phase Alternate Line ed indica lo standard europeo per la
trasmissione televisiva a colori. Il suo frame rate è di 50 semiquadri al secondo con
una definizione di 625 righe orizzontali. Un’immagine PAL digitalizzata ha una
risoluzione di 720x576 pixel. In verità la stessa abbreviazione sta anche per Phase
Alternation Line ed indica lo standard televisivo europeo che genera un quadro
composto da 625 linee trasmesso 25 volte al secondo interfacciati. La tecnica PAL è
nata in Gran Bretagna nel 1961 ed è stata adottata anche in Italia.
Ma anche questa precisazione non basta a comprendere quale opzione
preferire,
perché,
per
quanto
restringa
il
cerchio
appunto
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sull’opzione DV-PAL perché standard europeo, permettendoci di scartare
le altre possibilità, tuttavia, all’interno della cartellina DV-PAL si
trovano 4 possibilità ulteriori, due opzioni Standard e due
Widescreen.
Prima di andare avanti, occorre subito chiarificare il significato di
terminologie, prime fra tutte le due espressioni frame rate ed audio rate.
alcune
Per frame rate si intende la frequenza delle immagini fisse che compongono il video.
I video sono infatti realizzati con sequenze di immagini fisse che sono riprodotte
una dopo l’altra con una frequenza tale che vengono percepite come immagini in
movimento. E questo vale anche per i film su pellicola cinematografica dove però le
immagini visualizzate in rapida sequenza non sono in forma elettronica come nel video
ma sono i fotogrammi della pellicola cinematografica. L’unità di misura di tale
frequenza è il frame per secondo o frame al secondo o numero di fotogrammi per
secondo o fotogrammi al secondo. Il simbolo del frame per secondo è fps.
L’unità di misura KHz, per chi non lo sapesse, è l’abbreviazione di KiloHertz.
L’Hertz (Hz) è l’unità di misura del Sistema Internazionale della frequenza. 1 Hz
significa 1 al secondo. 1 KiloHertz (KHz) equivale a 1000 Hz. Le misure 32 e 48 KHz
si riferiscono alla velocità di campionamento dell’audio (cioè di acquisizione
dell’audio dalla sorgente audio sul PC), che è indicata in inglese come Audio Rate.
Qualche parola va infine aggiunta circa l’Aspect ratio. Per Aspect Ratio o Rapporto
d’aspetto di un’immagine si intende il rapporto matematico fra la sua base e la sua
altezza. Esso può essere indicato sia sotto forma di frazione (x:y o x/y) che come
risultato arrotondato della stessa (1,3 o 2,35) che come proporzione riferita
all’unità (1,85:1 o 1,66:1). Questo discorso vale sia per il Cinema che per la
televisione, che per il settore della fotografia e della grafica web.
Nel campo televisivo, due formati comuni sono il 4:3 (1.33:1) il cui impiego è
praticamente universale per la televisione a definizione standard e il 16:9 (1.78:1)
che è lo standard per l’alta definizione e la televisione digitale europea.
FIGURA I.10 – Aspect Ratio.
FIGURA I.11
– Da sinistra: 4:3 e 16:9
Il quattro terzi viene talvolta espresso anche con il rapporto 12:9 per un raffronto
diretto con il formato 16:9. Nel caso di un segnale quattro terzi visualizzato su un
televisore sedici noni, la resa corretta delle dimensioni comporta l’aggiunta di
bande laterali nere e tale effetto è chiamato pillarbox.
Il rapporto sedici noni è alla base dell’alta definizione (HDTV). Esso viene definito
anche widscreen. Rispetto al formato televisivo 4:3 mostra il 33% in più di visione
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se si tiene costante l’altezza dello schermo. Secondo alcuni autori è il formato che
più si avvicina alla visione dell’occhio umano.
Adesso siamo in grado di comprendere il significato delle diverse
opzioni che ci propone Premiere nella cartella DV-PAL e di scegliere
in modo consapevole.
All’interno della cartella DV-PAL, le due possibilità Standard (32 KHz
e 48Khz) consentono di ottenere ottimi risultati sia dal punto di
vista del video, trattando fotogrammi di dimensione 720 x 576 px
(dunque abbastanza grandi ma anche con una decente qualità visiva),
che dal punto di vista dell’audio stereo.
Lo Standard 48 Khz differisce dal 32 KHz solo perché offre migliori
risultati dal punto di vista della qualità dell’audio, ma, tranne nel
caso particolare in cui professionalmente parlando si ha l’esigenza di
certe qualità di audio, rimane preferibile lo Standard 32 KHz perché
non c’è motivo di appesantire il progetto con certa qualità di audio
quando quella offerta dallo Standard 32 KHz rende decentissimi
risultati.
Le due opzioni Widescreen, che differiscono tra loro sempre soltanto
per la qualità dell’audio, migliore a 48 KHz rispetto che a 32 KHz, si
preferiscono rispetto alle versioni Standard quando bisogna trattare
riprese eseguite nel formato 16:9, con una lente anamorfica. Infatti,
si riferiscono ad un fotogramma di dimensione particolare, panoramico.
La dimensione dei fotogrammi nelle versioni Widescreen è di 720x576 px
come nelle versioni Standard, solo che il video risulta concentrato
nella parte centrale dei fotogrammi e compreso tra due barre nere
orizzontali, una in alto ed una in basso. Se si cerca di visualizzare
un video widescreen a tutto schermo 4:3, l’immagina risulterà
deformata.
Detto questo, si è già in grado di effettuare una prima scelta
consapevole per quanto tra impostazioni predefinite, perché si è già
appreso che se si vogliono montare immagini riprese con una
videocamera, si deve scegliere l’impostazione DV-PAL e che all’interno
di tale impostazione si deve optare per le scelte Standard per
ottenere un video con rapporto d’aspetto 4:3 di fotogrammi 720x576 px
oppure per le opzioni Widescreen per ottenere un video in 16:9 sempre
di fotogrammi 720x576 px. Mentre per quanto concerne l’audio, le
videocamere digitali attualmente in commercio registrano l'audio con
una frequenza di 32 Khz, dunque se dobbiamo montare video solamente
acquisito da una videocamera digitale, sarà sufficiente selezionare 32
Khz, ma se oltre al video acquisito dalla videocamera, si deve
utilizzare materiale quale tracce audio, tipo una colonna sonora
tratta da cd o MP3 sarà meglio selezionare la qualità a 48 KHZ perchè
non si perda qualità audio con il montaggio. Premendo sul pulsante OK
si aprirà l’ambiente di lavoro di Premiere e si potrà iniziare a
lavorare sul nuovo progetto.
Una precisazione è possibile fare relativamente all’audio. La frequenza di
campionamento sarebbe come già detto la velocità di acquisizione dell’audio dalla
sorgente audio sul PC. Più tale frequenza è elevata, più la qualità del suono sarà
fedele all’originale, ma anche più pesante risulterà il file audio acquisito, cioè
occuperà più posto su disco. Per ottenere qualità pari a quella dei CD audio, la
frequenza di campionamento ideale è di 44,1 KHz (indicata anche come 44.100 Hz), ma
la migliore qualità si ottiene a 48KHz. Va però detto che non tutte le schede audio
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sono in grado di campionare o riprodurre audio a 48 KHz, soprattutto se non sono
recentissime o se di basso costo. È possibile che la frequenza massima sia quella
corrispondente alla qualità di un cd, 44,1 KHz. Se l’acquisizione avviene mediante
collegamento Firewire, Adobe Premiere Pro importerà comunque l’audio alla massima
capacità, ma senza l’adeguato hardware audio non sarà possibile riprodurlo
correttamente. In tali casi, infatti, o si manifesterà un ritardo dell’audio rispetto
al video, che renderà impossibile sincronizzare audio e video oppure, peggio ancora,
l’audio potrebbe essere riprodotto in modo distorto. Per evitare tali inconvenienti
bisogna consultare il manuale della propria scheda audio prima di impostare un valore
errato per la frequenza di campionamento.
A questo punto, possiamo dire qualcosa anche relativamente alle altre
opzioni offerte da Premiere, per comprenderne il significato.
Il DV- NTSC è lo standard per il Nord America, con acquisizione delle
immagini a 29 fps. NTSC è l’abbreviazione di National Television
System Committee ed indica appunto lo standard televisivo americano
che genera un quadro composto da 525 linee trasmesso 30 volte al
secondo interfacciati. Viene utilizzato più precisamente negli USA, in
Giappone, in Canada, America Centrale e Sud America. Il fatto che si
acquisiscono le immagini a 29 fps spiega perché lo stesso film
proiettato in America duri meno che in Italia.
Per quanto concerne il metraggio DV–24P è un formato che è diventato
molto diffuso tra i produttori di film digitali a basso costo, perché
genera video che sono digitali, ma che ricordano i film su pellicola.
Le immagini sono sempre acquisite da una videocamera o comunque dal
trasferimento di un filmato come nel metraggio DV-PAL, ma in questo
caso l’acquisizione avviene a 24 fps. Frequenza appunto simile a
quella delle pellicole cinematografiche. Ogni fotogramma è generato da
linee progressive, non da campi con mezzi fotogrammi interfacciati (Il
filmato è progressivo, non Interfacciato).
Chi possiede una videocamera digitale che registra in formato DV-24p
può scegliere se utilizzare il progetto in formato DV-24p oppure
utilizzare il progetto in formato DV-PAL o DV-NTSC. In tutti i casi,
durante la fase di acquisizione, Adobe Premiere riconoscerà i Video e
sarà possibile effettuare tutte le operazioni di montaggio sia nel
formato nativo DV-24p che nel formato DV-PAL o DV-NTSC, ma nel
passaggio di conversione da DV-24p a DV-PAL o a DV-NTSC si verificherà
una se pur lieve perdita di qualità video e audio, anche se in questo
caso l’altra faccia della medaglia è interessante e consiste appunto
nell’ottenere un DVD compatibile con tutti i lettori da tavolo. Adobe
Premiere consente, infatti, di realizzare DVD in formato 24p, ma non
tutti i lettori da tavolo sono compatibili con questo standard. È
dunque possibile che, per quanto il DVD ottenuto abbia una qualità
superiore rispetto a quella che potrebbe offrire lo standard PAL o
NTSC, magari risulti non leggibile da parecchi lettori da tavolo. Ecco
perché è preferibile sacrificare una piccola parte di qualità per
scegliere invece lo standard PAL e ottenere un DVD leggibile in
qualunque lettore.
Mobile & Device viene utilizzato per modificare con Premiere i video
affinché possano essere visibili su telefoni cellulari, lettori
multimediali portatili ed altri dispositivi portatili.
È possibile scegliere tra più formati per la realizzazione di simili
video. In particolare:
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- CIF è l’abbreviazione di Common Intermediate Format ed indica una
risoluzione di immagine (soprattutto video) dedicata soprattutto
a videoconferenze. È la metà della risoluzione televisiva ed è
quella utilizzata dal VCD. Il video che si ottiene ha una
dimensione di fotogramma di 352x288 px per lo Standard PAL e di
352x240 px per lo Standard NTSC; la base temporale è in entrambi
i casi di 15,00 fps.
- L’ IPod è un lettore di musica digitale basato su hard disk e
memoria flash presentato sul mercato da Apple il 9 gennaio 2001.
I video realizzabili con Premiere per IPod su base temporale di
15,00 fps avranno dimensione di fotogramma di 640x480 px.
Comunque, possiamo trovare in elenco anche altre opzioni. In
particolare, qualcosa va detto relativamente alle opzioni Adone HDSDI, Adobe HDV e Adobe SD-SDI (Figura I.12):
Figura I.12 – HD-SDI, HDV E SD-SDI.
Lo
Standard
SDI
definito
come
Serial
Digital
Interface
è
un’interfaccia digitale utilizzata per trasportare segnali video in
ambito professionale o broadcast ovvero sia delle TV, dunque uno
standard devoluto esclusivamente ad usi professionali, non esistono
apparecchiature dilettantistiche, come schede di acquisizione o di
trattamento di segnale oppure software che siano SD-SDI. Tutte le
apparecchiature necessarie per l’utilizzo di questo standard sono
esclusivamente professionali.
Lo standard SD-SDI è lo standard utilizzato sino a qualche tempo fa,
mentre più di recente le TV stanno cominciando ad utilizzare lo
standard HD-SDI, ovvero sia High Definition, ad alta definizione.
Lo standard HD-SDI ha una larghezza di banda molto più ampia rispetto
allo standard SD-SDI. Il segnale video trattato da questo nuovo
standard, cioè, riesce a trasportare più del doppio delle informazioni
che può trasportare il segnale di base. La larghezza di banda, ovvero
la quantità di informazioni trasportate al secondo per lo standard SDSDI raggiunge i 270 megabit al secondo, dunque circa 10/15 volte di
più rispetto ad una videocamera digitale amatoriale. Lo Standard HDSDI, invece, trasporta sino a 3 gigabit al secondo, dunque circa 300
volte le informazioni che trasporta una videocamera digitale.
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Questi due standard, perciò, non sono compatibili con l’hardware, con
le strutture amatoriali di un videoamatore.
La sigla HDV è l’abbreviazione di High Definition Video ed indica un
formato video studiato per registrare immagini in alta definizione
(HDTV) su normali cassette DV (DV o MiniDV). Questo formato è oggi
supportato da tutte le principali case produttrici di videocamere.
La compressione delle immagini avviene a MPEG-2 che consente di
codificare video in alta definizione mantenendo il bite rate di 25
Mbit al secondo del nastro DV. Il rapporto d’aspetto è di 16:9. Si
tratta di uno Standard Digitale (Digital Video), ma ad alta
definizione. Così come le videocamere digitali registrano sulle
cassette Digital Video (DV) come standard grafico, allo stesso modo
l’HDV registra su videocassette HDV. La caratteristica di questo
standard è quella di avere molti più pixel all’interno del fotogramma
e dunque è il classico standard ad alta definizione ma a livello
amatoriale. Per registrare files, filmati in HDV, sono necessari una
telecamera in grado di registrare in questo standard e dei supporti di
masterizzazione BlueRayDisc o HD-DVD non ancora molto commerciali. Chi
comunque dispone di una telecamera HDV e di un masterizzatore
blueraydisc non dovrebbe utilizzare né lo standard VD-PAL, né lo
standard DV-NTSC, perché questi produrrebbero un degrado delle
informazioni registrate con la telecamera di circa il 50%. Chi
possiede telecamere e supporti di registrazione ad alta definizione
dovrà utilizzare lo standard HDV.
All’interno della cartellina dello standard HDV è possibile scegliere
tra più caratteristiche dello stesso standard (Figura I.13) che sono
tipi di diverso interlacciamento e di interpolazione dei pixel nel
fotogramma.
FIGURA I.13 – HDV.
La scelta tra le tre opzioni dipende dalla videocamera che si
possiede. Se la videocamera registra in PAL, cioè in formato 1080 a 25
fotogrammi al secondo si dovrà optare per la prima impostazione (HDV
1080i 25), se invece la videocamera registra in NTSC, cioè a 30
fotogrammi al secondo si sceglierà la seconda opzione (1080i 30)
In ogni caso questa scelta concerne solo l’acquisizione, perché in
fase di esportazione, invece, indipendentemente da queste impostazioni
del progetto iniziali, si potrà esportare il nostro lavoro in
qualunque formato compatibile con Adobe Premiere.
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I.4 –
NUOVO PROGETTO. IMPOSTAZIONI PERSONALIZZATE.
I più esperti possono impostare i parametri del nuovo progetto nella
finestra
Nuovo
progetto,
utilizzando
la
scheda
Impostazioni
personalizzate (Figura I.14).
Le impostazioni personalizzate sono organizzate in 4 categorie,
elencate nella parte sinistra della scheda e che sono: Generali,
Acquisizione, Rendering video, Sequenza predefinita.
A seconda della categoria selezionata a sinistra, nella parte destra
della scheda verranno visualizzate opzioni d’impostazione differenti.
Grazie alle opzioni offerte dalla categoria Generali è possibile
definire con assoluta precisione sia la qualità video che quella
audio; grazie alle opzioni Acquisizione, si precisano le modalità di
acquisizione da videocamera digitale desiderate; in Rendering Video si
imposta la codifica del video che si procederà ad editare e infine in
Sequenza Predefinita si definiscono i settaggi per quanto riguarda la
timeline.
Figura I.14 – Adobe Premiere Pro CS3 – IMPOSTAZIONI PERSONALIZZATE.
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La prima categoria tra quelle in elenco nella parte sinistra della
scheda, la categoria Generali, è articolata in tre caselle di
parametri, che sono esposti nella parte destra della scheda quando
appunto a sinistra è stata selezionata la categoria Generali e sono:
le opzioni Generali, le opzioni Video, le opzioni Audio (Figura I.14).
Nelle opzioni Generali è innanzitutto presente il campo Modalità di
montaggio, il quale nel menù a tendina, attivato con un clic sul
triangolino a destra del campo, mostra la prima scelta importante da
effettuare, di cui in base al precedente paragrafo si è già detto
molto. Dunque ribadendo quanto già detto al paragrafo precedente, il
DV-PAL è lo standard europeo con acquisizione di immagini a 25 fps,
quello che fa al caso nostro se vogliamo ottenere le migliori
prestazioni possibili con una videocamera e soprattutto DVD leggibili
da qualunque lettore da tavolo. Il DV NTSC è lo standard per il nord
America con acquisizione di immagini a 29 fps. Il DV 24p è lo standard
che ricorda i film su pellicola con acquisizione di immagini a 24 fps.
(Per l’opzione Desktop si veda il paragrafo I.6).
Dalla scelta di modalità di montaggio dipende il formato che si
utilizzerà per la riproduzione e la compressione delle immagini.
Dunque, la visualizzazione. (Per quanto riguarda formato video e
codice di compressione si veda il paragrafo I.7)
Figura I.15 – Adobe Premiere Pro CS3 – MODALITA’ DI MONTAGGIO.
Nella casella Base temporale viene indicato il numero in cui viene
diviso ogni secondo per calcolare con precisione in quale posizione si
trovano gli elementi del montaggio sulla linea temporale. Non è detto
che tale numero coincida con il numero dei fotogrammi al secondo. Tale
numero si aggiorna automaticamente dopo la selezione della modalità di
montaggio. Infatti, selezionata la modalità di montaggio DV-PAL, la
base temporale indicherà 25,00 fotogrammi al secondo.
Premendo il pulsante Impostazioni di riproduzione (Figura I.16) si
aprirà la finestra omonima.
Il pulsante Impostazioni di riproduzione è attivo se è stato
installato un plugin per Adobe Premiere che aggiunge nuove funzioni di
riproduzione.
Il primo campo nella sezione delle opzioni video riguarda le
dimensioni
dei
fotogrammi
trattati,
indicate
come
dimensione
orizzontale, cioè larghezza, e dimensione verticale, cioè altezza
dell’immagine. Come abbiamo già avuto modo di dire, in base a tale
25
rapporto di immagine si distingue, per esempio, un video a 4 terzi da
uno a 16 noni.
Figura I.16 – Adobe Premiere Pro CS3 – IMPOSTAZIONI DI RIPRODUZIONE.
Si può notare come se si seleziona la modalità DV PAL o altra modalità
DV, Premiere Pro non consente di personalizzare le dimensioni del
fotogramma, infatti più in basso i campi Orizzontale e Verticale in
cui si dovrebbe potere inserire i valori numerici non sono attivi.
Questo capita perché se si sceglie lo standard DV, alcuni parametri
debbono rimanere conformi a tale Standard.
Le etichette relative alle dimensioni dei fotogrammi (Orizzontale e
Verticale) diventano, invece, attive, consentendo di personalizzare la
dimensione dei fotogrammi solo se si sceglie la modalità di montaggio
Desktop, formato utilizzato per lavorare con filmati analogici.
Basta,
quindi,
modificare
la
modalità
di
montaggio
perché
automaticamente si modificheranno anche le impostazioni relative alla
base temporale e le dimensioni del fotogramma. Se per esempio si
imposta dal menù a tendina il DV 24p, la base temporale, ovvero la
velocità dei fotogrammi apparirà predefinita in 23,976 fotogrammi al
secondo, caratteristica de formato DV 24p, più sotto la proporzione
dei pixel appare fissata in 0,9, secondo quello che è lo standard NTSC
e il formato di visualizzazione è definito a 24 fps. Quando invece
selezioniamo la modalità di montaggio DV PAL, la base temporale in
automatico passa a 25 fotogrammi al secondo e non può essere
modificato perché il menù a tendina non offre altre possibilità, le
dimensioni del fotogramma non risultano attive, le proporzioni dei
pixel consentono solo di scegliere tra il formato 4 terzi, cioè 1,067,
o quello a 16 noni, con 1,422 come proporzione dei pixel.
Il formato di visualizzazione offre più possibilità, come si vede
nella figura I.17
26
Per tutte le procedure di montaggio non lineare e montaggio video,
utilizzare il formato di visualizzazione a codice di tempo a 25 fps o
il formato di visualizzazione in fotogrammi puri è indifferente,
mentre le due opzioni in piedi di lunghezza sono utilizzate
dall’industria televisiva o comunque per film professionali.
Per
quanto
riguarda,
infine,
le
impostazioni
relative
alle
caratteristiche
audio,
possiamo
selezionare
la
frequenza
di
campionamento audio (Figura I.16) e il formato di visualizzazione
scegliendo tra un formato a campioni, cioè a pacchetti di dati ed un
formato a tempo(Figura I.18).
Figura I.17 – Adobe Premiere Pro CS3 – FORMATO DI VISUALIZZAZIONE.
Figura I.18 – Adobe Premiere Pro CS3 – FREQUENZA DI CAMPIONAMENTO.
Figura I.19 – Adobe Premiere Pro CS3 – FREQUENZA DI CAMPIONAMENTO.
La seconda categoria tra quelle in elenco nella parte sinistra della
scheda (Figura I.14), la categoria Acquisizioni consente soltanto di
scegliere la modalità di impostazione (Vedi Figura I.20), ovvero chi è
in possesso di una videocamera ad alta definizione sceglierà la
modalità Acquisizione HDV, chi possiede una videocamera digitale
opterà per la modalità di Acquisizione DV, mentre chi dispone di
attrezzature professionali sceglierà la modalità di acquisizione HDSDI, sempre se le apparecchiature professionali siano collegate al PC
attraverso appositi cablaggi.
Per quanto concerne la categoria del Rendering Video (Figura I.14),
tratta di impostazioni dalle quali dipenderanno la visualizzazione
Adobe premiere delle finestre Sorgente e Programma, ovvero sia
questo caso il programma offre la possibilità di precisare
dettaglio concernente la profondità di bit, cioè di colore con cui
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si
in
in
il
il
monitor andrà a visualizzare l’anteprima del video che si elaborerà
(Figura I.21).
Figura I.20 – Adobe Premiere Pro CS3 – ACQUISIZIONE.
Figura I.21 – Adobe Premiere Pro CS3 – Rendering Video.
Figura I.22 – Adobe Premiere Pro CS3 – Sequenza predefinita.
È possibile che alcune caselle risultino non attive, per esempio nella
figura I.21 non sono attive le caselle relative al formato file, la
compressione e la profondità colore. Questo perché per lo standard già
scelto non è possibile modificare il formato di visualizzazione
dell’anteprima.
Infine, la categoria Sequenza predefinita (Figura I.22) permette di
impostare il numero di tracce video ed audio della timeline. Inoltre è
possibile indicare la tipologia di audio che verrà trattata
scegliendola tra mono, stereo o soundround 5.1 (Figura I.23).
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Per impostazione predefinita sono indicate tre tracce per i video e
tre tracce per l’audio. Queste impostazioni potranno comunque essere
modificate inseguito ciccando con il tasto destro del mouse
all’interno della timeline e quindi scegliendo di aggiungere o
eliminare le tracce video o audio.
Figura I.23 – Adobe Premiere Pro CS3 – Audio.
I.5 –
FORMATO VIDEO E CODEC DI COMPRESSIONE.
Data una serie di immagini, le quali una dopo l’altra riproducono un
movimento, per poter visualizzare il filmato sul nostro PC, occorre
dare a quest’ultimo delle precise indicazioni: dove si trovano le
immagini, di che tipo sono, con quale velocità e con quale ordine
vanno visualizzate. Con questo scopo si definisce il formato di una
clip.
Per formato video si intende una sorta di contenitore che il PC è in
grado di riconoscere e nel quale vengono racchiuse insieme alle
immagini anche tutte le informazioni di cui il PC ha bisogno per far
visualizzare correttamente il filmato. Il formato di un video si
riconosce dalla sua estensione, cioè dai caratteri alfanumerici che
vengono indicati dopo il nome del video dal quale li separa un punto
che fa parte dell’estensione stessa (.AVI, .MPG, ecc…).
Se si pensa che un’immagini a colori con una risoluzione di circa
800x600 pixel avrebbe già un suo peso e occuperebbe un certo spazio su
disco, si comprende che addirittura poterne visualizzare 25 al secondo
e salvarli sul nostro HD sarebbe un po’ troppo gravoso per il nostro
PC. Per questo motivo si utilizza un codec.
Per Codec (abbreviazione di Compressore DECompressore o anche
Codificatore DECodificatore) o codice di compressione si intende un
software che contiene il procedimento matematico attraverso il quale è
possibile comprimere e al momento necessario decomprimere le immagini
per consentire al PC una gestione più agile della clip.
Il codec è utilizzato dal PC sia per catturare e comprimere il video
dalla sorgente esterna sia per riprodurre ed elaborare il video una
volta salvato su disco rigido. In questo processo con il quale il
codec, come un velocissimo winzip, comprime e decomprime le immagini
del video, a volte purtroppo avvengono perdite d’informazione. In
questi casi si parla di Lossy. Questo termine inglese indica infatti
le tecniche di compressione che distruggono una parte dei dati in
input, considerando solamente le informazioni più significative. Tra i
tanti sistemi di compressione di tipo lossy sono GIF e JPEG per le
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immagini, DV ed MPG per i video, MP3, Dolby Digital AC3 e DTS per
l’audio.
La scelta del formato del nostro video finale, e poi del codec di
compressione, è di vitale importanza per la buona riuscita del
progetto. Nel particolare caso dell’editing video questa scelta è
particolarmente delicata poiché ci sono dei tempi di post-produzione
molto lunghi.
Non vi sono moltissimi formati con i quali si possa lavorare e ma
ognuno di essi ha caratteristiche precise che ci consentono, a seconda
dei nostri bisogni, una scelta quasi sicura.
Tra i formati, il piu’ conosciuto e piu’ utilizzato dagli utenti del
PC, soprattutto negli ultimi tempi con l’ampio uso del codec DivX è MS
Video for Windows (estensione: AVI)
E’ il primo pacchetto che ha introdotto le funzionalità necessarie per
il trattamento del video su PC.
Il suo nucleo centrale e’ un driver MCI (Media Control Interface),
interfaccia software che si inserisce tra l’applicazione specifica e
la scheda grafica/video, permettendo a dispositivi hardware di
dialogare con il software senza problemi.
Il formato annesso a questo pacchetto risponde all’estensione AVI
(Audio Video Interleaved) e supporta la stragrande maggioranza dei
codec
di
compressione
in
circolazione,
quali
ad
esempio:
SuperMac Cinepak , MS Video 1, M-Jpeg e DivX.
E’ perfetto per lavori di desktop video e multimedia publishing sia
per la quantità e la versatilità dei codec supportati ma soprattutto
per la compatibilità praticamente assoluta con software per l’editing
non lineare.
Continuiamo il discorso sui codec parlando del .mov.
Formato proprietario della Apple e principale estensione multimediale
del S.O. Mac, passato in seguito su PC, grazie alla sua grande
diffusione.
Esso integra tipi di dati, come audio video e animazioni, in modo
dinamico,
su
base
temporale,
nelle
applicazioni
dedicate
considerandole come “movies”. Gli algoritmi di compressione presenti
in QuickTime (almeno nelle prime versioni 1.5/1.6) sono di varia
natura e scopo; i tre principali sono il Jpeg (photo compressor), il
video compressor, proprietario Apple, e l’animation compressor
dedicato alla grafica e alle animazioni generate al computer.
Il primo e’ un codec per la compressione delle immagini PICT.
Del secondo si può dire che permette un display interattivo di
immagini a 24 bit, e’ in grado di processare immagini video a 8, 16,
24 bit, con supporto di entrambe le compressioni in modo spaziale e
temporale.
Il terzo e’ basato invece su algoritmi ottimizzati per le animazioni
in
genere
e
per
la
videografica
generata
al
computer.
Questo formato risulta ottimo per prodotti multimediali (quali CD ROM
o video interattivi) ma può assolvere anche a progetti di Digital
Video,
benché
privo
di
una
variante
hardware,
praticamente
indispensabile per il full motion. In questi anni grossi miglioramenti
hanno portato questo formato ad un alto livello di performance.
Streaming e desktop video ora si avvalgono anche di questo strumento,
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soprattutto sul piattaforme Apple. Ora il pacchetto supporta i file
MP3 a bit variabile, la riproduzione di file MIDI (con suoni
addizionali per il formato GS), nuovi codec, 3D Graphics e gli effetti
e le panoramiche a 360° (QTVR).
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