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Liza
Minnelli
“Zona Nove” è su www.niguarda.eu
NOVEMBRE 2008
Anno 15 - n. 159
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GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA
Al Teatro degli
Arcimboldi
il 14 novembre
Redazione: via Lanfranco della Pila 61 (Mi), tel./fax 02/6423561 - Autorizzazione del Tribunale
di Milano N. 648 del febbraio 1997 - Editore: Associazione Amici di “Zona Nove”,
via Lanfranco della Pila 61, Milano - Stampa: Il Guado, via Picasso, 20011 Corbetta (MI).
02.66100353
Direttore: Luigi Allori. Redazione: Giovanni Beduschi (vignettista), Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Valeria Casarotti, Diego Attilio Cherri, Teresa Garofalo, Sergio Ghittoni, Antonella Loconsolo, Lorenzo Meyer, Grazia
Morelli, Sandra Saita, Maria Volpari. Collaboratori: Laura Albani, Sasha Bani, Silvia Benna Rolandi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Roberta Coccoli, Augusto Cominazzini, Ivan Crippa, Celestino De Brasi, Simona Fais, Luigi
Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Angelo Longhi, Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Giorgio Meliesi, Loretta Menegatti, Sabrina Orrico, Antonio Pizzinato, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro
Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Diana Roca, Cristina Rozzi, Caterina Sinisi, Gero Urso, Luigi Venturini, Renato Vercesi, Roberto Vettorello, Norman Zoia. Amministrazione: Lino Di Franco. Pubblicità: Franco Tironi (tel.
02/6423561 - fax 02.66107983). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).
Il fioretto
di
orro
Per il decentramento
solo tagli e regolamenti assurdi
Meglio o peggio?
uando “si stava male”, con
Q
Prodi, a Milano sono arrivati soldi (pochi ma sonanti) per le
“Dagli allo
sporco negro”
pag. 2
VILLA TROTTI
3000 firme
per il restauro
pag. 5
NIGUARDA
pag. 7
1000 trapianti
di fegato
VIABILITÀ
(disegno di Gero Urso)
forze dell’ordine, soldi (tanti) per
la pedemontana, un accordo con
Air France che salvava Alitalia e
Malpensa senza far pagare niente ai cittadini e c’è stato un decisivo aiuto da parte della vituperata
Roma affinché Milano diventasse
sede dell’Expo. Ora che “si sta bene”, con Berlusconi, diminuiscono
i soldi per le forze dell’ordine, si fa
fatica ad avere conferma per gli
investimenti per le infrastrutture,
Malpensa rischia di ridursi a essere l’aeroporto di Milano-Roma,
per l’Expo si rischia di non avere
i finanziamenti necessari, nonostante gli allarmi di Formigoni e
Penati e le, a dire il vero flebili, lamentele di Moratti. Non solo. Siccome Berlusconi l’unica promessa
elettorale che ha mantenuto è stata la cancellazione dell’Ici per i
più abbienti (comprese le banche)
il Comune, fra l’altro indebitato
da compare Albertini, non disponendo più dei soldi dell’Ici non ha
trovato di meglio che ridurre i servizi per gli altri cittadini.
Per esempio, come spiega bene a
pag. 4 Beatrice Uguccioni, presidente del CdZ 9, Moratti ha cominciato a smantellare il decentramento, una delle poche istituzioni che potrebbero essere vicine
ai cittadini delle periferie, tagliando i fondi per le attività aggregrative, quelle che meglio di altro possono rendere sicuri e vivibili i nostri quartieri e mettendo i
bastoni fra le ruote nel lavoro di
manutenzione degli edifici scolastici delegato ai CdZ. Per esempio
(leggere per credere) permettendo
di riempire di malta i buchi nel
muro ma non di... intonacarli. E
non dite che si stava meglio quando si stava peggio.
RAZZISMO
Parte la tranvia
Lagosta-Cinisello
pag. 8
ZONINO D’ORO
Ecco i premiati
di quest’anno
pag. 18
SCUOLA
Le iniziative
contro i tagli
pag. 21
Il termometro
della criminalità
a cura di Grazia Morelli
in collaborazione con i Carabinieri di Greco
viale F. Testi 119 - tel. 02/66104191
(Non sono compresi i reati denunciati alla Ps)
RAPINE
OTTOBRE ‘08
OTTOBRE ‘07
Beatrice Uguccioni. presidente del CdZ 9: “Altro che investimenti nelle periferie in occasione
dell’Expo! Il Comune riduce i fondi che destiniamo alle iniziative delle Associazioni di zona
e propone un regolamento inapplicabile: per esempio, riguardo alla piccola manutenzione degli
edifici scolatici potremo cambiare una lampadina ma non aggiungere una presa oppure
chiudere un buco nel muro ma non imbiancare”.
(pag. 4)
2
1
FURTI
OTTOBRE ‘08
104
OTTOBRE ‘07
99
SCIPPI
Cantiere del metrò: quanto costerà e quando finirà
WELLNESS MEDICAL CENTRE
UNITA’ MEDICA SILOE
NOVITÀ
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(pag. 3)
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OTTOBRE ‘07
0
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Giovanni Beduschi
Però polemicissimo Giovanni, come la metti giù dura! Che
cosa vuoi che sia la chiusura di una straducola come via
Pasta Giuditta. In fondo, al Pronto soccorso dell’ospedale
già non si riesce a posteggiare neanche uno stuzzicadenti
Smart: quindi è meglio che non arrivino altre auto perché
altrimenti non passano neanche le ambulanze. E poi gli au-
Una brutta sera all’Isola: “Dagli allo sporco negro!”
Giorgio Meliesi
la sera, verso le 22, del 15 ottobre. Un italiano di origine veÈ
nezuelana, 38 anni, di professione musicista, percorre con la
propria auto la via Confalonieri, una strada stretta dell’Isola. A
un certo punto si ferma perché un Suv gli blocca la strada. Dopo
aver sollecitato con i fari e il clackson il via libera, scende dalla
macchina e si dirige a piedi verso l’altra per capire perché non
riesce a ottenere il passaggio. Quando arriva nei pressi del conducente del Suv, dal finestrino aperto sente costui che, seduto al
volante, parla al cellulare con qualcuno cui dice: “Scendi subito
perché c’è un negro che mi rompe il cazzo!” Poi l’energumeno, da
perfetto “bianco ariano”, salta fuori dall’auto e comincia a picchiarlo con un manganello estensibile, come quelli dei vigili urbani. Nel frattempo arriva il compare chiamato al telefono anch’egli armato di una mazza e ambedue lo aggrediscono al grido
“Levati dal cazzo, negro!” Dopo numerosi colpi la vittima riesce
a salire in macchina e, sempre sotto le manganellate, inserisce
la retromarcia urtando due auto posteggiate e alcuni pali sul
marciapiede, mentre di due delinquenti continuano a picchiare
sulla carrozzeria. Insomma una storia incredibile, un’esplosione
di violenza feroce, ingiustificata. La vittima ne porta i segni addosso (un labbro spaccato, un livido al polso alzato per difendersi dai colpi di manganello, un orecchio ferito, il tutto per 15 gioini di prognosi) e soprattutto dentro (un’umiliazione cocente).
Sul numero scorso avevamo scritto che in zona nostra ancora
non si erano verificati episodi di razzismo vigliacco. Ci dispiace
di dare questa notizia. Anche nell’emancipata zona 9 è arrivato
il virus che rende violenti i più deboli di cervello nei confronti di
chi non ha lo stesso colore di pelle.
tomobilisti che prima prendevano la Pasta è più bello che si
riversino a Niguarda. È molto più rilassante per loro, specie nelle ore di punta! (Zorro Nove)
OOM IN
0NA
di Ortensia Bugliaro - foto Giansanti
La buca elettrica
Piazza Maciachini
Ancora chiuso il parcheggio
residenti e i circolanti di piazza Maciachini hanno sopIvasivo
portato per molto tempo il disagio del cantiere molto indi un’autosilo. Tutto inutile: il parcheggio è terminato da mesi, ma resta ancora chiuso. Solo i graffittari imperversano sulle pareti esterne del manufatto. A certi amministratori di Milano sembra che interessi di più pagare gli
appaltatori dei lavori pubblici piuttosto che rendere un servizio ai cittadini.
Il 16 ottobre si è spenta a 101 anni
Livia Merati
Ne danno il triste annuncio Carlo, Gianni e tutti
coloro che l’hanno conosciuta e amata per il suo
carattere dolce e altruista.
Ciao Livia, ci mancherai, ma ti ricorderemo sempre.
Casa di Riposo Coopselios, via Ornato 69
Condannati i ladri della Scarioni
A
vevano fatto saltare la cassaforte della Scarioni col gas, a giugno.
Un colpo da 20mila euro. Ma erano stati individuati dalle telecamere di sorveglianza e i tre, tutti con precedenti penali, erano stati fermati. Per loro sono scattate le manette e, il 30 ottobre, con rito abbreviato, sono stati condannati a pene tra i 3 anni e 8 mesi e i 4 anni.
Piscine comunali
Tornano gli abbonamenti annuali
ai primi di novembre tornano gli abbonamenti annuaD
li per le piscine comunali che, come avevamo denunciaià prima dell’estate si è materializzata questa buca lungo
to l’estate scorsa, erano stati annullati unilateralmente e
G
il marciapiede di via Ornato, davanti al distributore di
d’improvviso e sostituiti dal gestore Milanosport con abbobenzina Esso. È stata transennata con tutti gli accorgimenti
namenti mensili da 40 euro. La decisione aveva suscitato le
proteste degli utenti, che già si erano visti togliere la card
da 11 ingressi a 40 euro e che, dopo le vacanze, avevano dovuto pagare per l’ingresso giornaliero 4 euro. Milanosport,
nel frattempo sta introducendo i tornelli automatizzati che
puntano ad eliminare lo scambio delle tessere tra familiari
ed amici e promette un sistema di pagamento con sconti
per i meno abbienti.
dovuti e purtroppo da allora non è stato eseguito più nessun
lavoro, tanto è vero che il cavalletto di protezione è caduto all’interno della buca, dove ormai è cresciuta persino l’erba.
Probabilmente, per l’azienda Aem non è poi un lavoro così importante! Rimane il disagio per i pedoni e per le carrozzine dei
bambini che transitano tutte le mattine: molte giovani mamme abitano infatti nelle nuove case poco distante dalla buca.
La redazione, in Lanfranco della Pila 61, è aperta ogni giovedì pomeriggio dalle 15.30 alle 18 per ricevere coloro che desiderano
segnalare problemi, annunciare o proporre iniziative, articoli o servizi per il giornale. Si può anche telefonare allo 026437568.
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TRASPORTI
Incontro con l’ingegner Fenelli, direttore tecnico
Metrò 5: ecco come vengono eseguiti i lavori,
quanto costeranno e quando saranno finiti
L’investimento previsto sarà superiore ai 500 milioni di euro. In questo momento il cantiere
occupa 800 lavoratori. Per velocizzare gli scavi si utilizzano le “talpe” meccaniche.
Il progetto attuale non prevede nessuna area parcheggio, anche se si sta valutando
la possibilità di realizzarne una nella zona Parco Nord-Bignami.
17 ottobre tutto esaurito al salone del teaIlaltroBicocca
dell’oratorio di San Giovanni Battista alper l’incontro organizzato dai circoli Acli Bicocca, Prato e San Paolo sul tema: i
tempi di realizzazione, le tecniche di costruzione e l’impatto sul quartiere della nuova
Metropolitana 5. Non è un caso che la serata
sia stata voluta proprio dai circoli Acli che
hanno la loro sede lungo la tratta Zara-Testi,
cioè la zona maggiormente coinvolta da questi
lavori iniziati nel luglio 2007 e previsti terminare a febbraio 2011.
Dopo l’introduzione di Renzo Cislaghi, presidente del Circolo Acli Bicocca, la parola è passata all’ingegner Alessandro Fenelli direttore
tecnico del cantiere della Metropolitana 5 che,
coadiuvato dal geometra Salvatore Burgio, ha
illustrato il progetto avvalendosi anche di diapositive. Nel suo intervento Fenelli ha annunciato che l’investimento previsto sarà superiore ai 500 milioni di euro e che la metropolitana sarà data in concessione per 32 anni (5 di
costruzione + 27 di gestione) alla Progetto
Metro 5 Spa costituita, per la parte esecutrice,
dalle società Garbi Srl (Astaldi Spa + Torno
Spa), Ansaldo, Ansaldo Breda, Alstom e Atm.
A lavori terminati la gestione sarà poi affidata completamente all’Atm. In questo momento l’attività lavorativa impegna circa 800 persone tra addetti al cantiere (350 operai e 70
tecnici) e indotto.
Treni senza conducente e porte anticaduta Fenelli ha poi spiegato la vera grande
novità di quest’opera: il trasporto automatico.
La linea infatti sarà completamente automatizzata, senza conducente e con i massimi li-
Lorenzo Meyer
velli di sicurezza. Con questo nuovo sistema
tutte le decisioni saranno concentrate in un
unico punto assistito dal computer. Verrà infatti costituito un posto centrale operativo che
vigilerà costantemente sulla sicurezza dei passeggeri. Le banchine di attesa saranno inoltre
dotate di porte automatiche anticaduta. Sul
percorso Garibaldi-Isola-Zara-Marche-IstriaCa’ Granda-Bicocca-Ponale-Bignami viaggeranno 12 veicoli con un traffico giornaliero stimato di 85.000 passeggeri per un totale annuo
di circa 2 milioni.
Ruote di ferro e talpe meccaniche Dopo i
“numeri” della Linea 5 un pubblico molto competente ha ascoltato con interesse la presentazione da parte di Fenelli delle tecniche di costruzione della nuova metropolitana che sarà
dotata di ruote di ferro per viaggiare su binari
dello stesso metallo.Particolare curiosità ha suscitato l’utilizzo delle “giganti” Tbm (Tunnel
Boring Machine),cioè “le talpe”meccaniche per
effettuare gli scavi. Si tratta di macchine lunghe più di 90 metri in grado di scavare il terreno anche roccioso e contemporaneamente costruire gallerie. Con le domande dei cittadini è
iniziata la parte più interessante dell’incontro
dato che molti degli intervenuti abitano proprio sull’asse Zara-Testi interessato dai lavori.
A questo proposito Fenelli ha presentato
un’utile diapositiva che mostra il piano di chiusura dei viali centrali e laterali (vedi sotto).
Parcheggi? Uno dei temi maggiormente dibattuti è stato la necessità di realizzare, unita-
mente alla Metro 5, dei parcheggi di interscambio alla fermata Bignami anche perché
l’ulteriore tratta Bignami-Monza Bettola è ancora lontana dalla sua realizzazione. L’in-gegnere, pur ammettendo che il progetto attuale
non prevede nessuna area parcheggio, ha informato i cittadini che il Comune sta valutando la possibilità di realizzare un’area di sosta
nella zona Parco Nord-Bignami.
Fenelli ha poi dato assicurazioni circa il rischio
di inquinamento acustico causato dei treni: la
nuova metropolitana viene detta “leggera” in
quanto meno pesante dei veicoli tradizionali.
Ne consegue un minor consumo di ruote e binari e quindi anche di possibili vibrazioni. Per
maggior sicurezza sono stati anche effettuati,
con esito positivo, dei test sulla linea 2 alla fermata di Garibaldi. Se a tutto questo si aggiunge che il tragitto Testi-Zara non prevede curve
si può stare tranquilli su questo fronte.
Non espropri ma servitù temporanee Fenelli infine ha voluto poi tranquillizzare i cittadini che hanno ricevuto una lettera di notifica
che nell’oggetto fa riferimento alla “Comunicazione ex art.17,comma 2 del D.P.R.8 giugno
2001, n 327 - Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità”. Fenelli ha comunicato che non si tratta di espropri di immobili ma nella maggior parte dei casi di occupazione temporanea di aree (servitù temporanea) durante l’effettuazione di alcuni lavori e
solo in rare circostanze di aree a servitù permanente o espropriate per completare alcune
sezioni dei lavori, che saranno indennizzate
come previsto dalla normativa vigente.
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ONA NOVE 3
DECENTRAMENTO
Intervista a Beatrice Uguccioni, presidente del CdZ 9
“Fra tagli di fondi e regolamenti assurdi
i consigli di zona non possono funzionare”
AFFITTASI POSTI MOTO E FURGONI
“Altro che investimenti nelle periferie in occasione dell’Expo! Il Comune riduce i fondi che
destiniamo alle iniziative delle Associazioni di zona e propone un regolamento inapplicabile:
per esempio, riguardo alla piccola manutenzione degli edifici scolatici potremo cambiare una
lampadina ma non aggiungere una presa oppure chiudere un buco nel muro ma non imbiancare”.
VALUTIAMO E RITIRIAMO
AUTOMOBILI DA PRIVATI
ANCHE VECCHIE
spettando l’Expo ed il fiume di denaro
A
che verrà stanziato a questo scopo, ci
siamo chiesti quanto di tutto ciò toccherà alla nostra zona e finirà per beneficiare i nostri cittadini. Abbiamo chiesto una intervista a Beatrice Uguccioni, Presidente del
Consiglio della nostra zona al fine di avere
dei chiarimenti in proposito.
Ci troviamo di fronte ad una Uguccioni furiosa, non tanto per i soldi dell’Expo, argomento che ci liquida in due parole perché
ancora non si è nemmeno cominciato a discuterlo, ma piuttosto sulla recentissima
decisione del Comune di tagliare ancora di
più i già striminziti fondi gestiti dalla Zona.
“La decisione è di tagliare del 3% i fondi che
il Consiglio destina alle iniziative delle associazioni della zona, senza toccare i soldi dei
sussidi agli anziani, ai Centri di Aggregazione Giovanile (Cag) e al diritto allo studio.
Una decisione che limita ancora di più le
già scarse funzioni del Consiglio di Zona,
che riusciva con quei fondi a rendere almeno più vivaci le periferie e che ora lo saranno un po’ meno”.
“Il taglio a dire il vero è generalizzato e riguarda tutti gli assessorati, non è quindi
una persecuzione contro i CdZ. Noi poi alla
fine, con una riallocazione delle risorse ed
approfittando di una temporanea chiusura
di una biblioteca, riusciamo a limitare il
danno a soli cinquemila Euro in meno, da
242.000 a 237.000 per il 2009.Ma per quanto ci riguarda questo è solo l’ultimo di una
serie di episodi che veramente ci ostacolano
molto, come la impossibilità di spedire comunicazioni ai cittadini e alle associazioni,
Sergio Ghittoni
perché ci hanno tagliato le spese postali, oppure l’impossibilità di acquistare la carta
per le fotocopie perché oggetto di un appalto che non è stato ancora assegnato”.
“Non capisco perché non si cerchi di risparmiare su altre voci, per esempio le consulenze milionarie o le esternalizzazioni. Si mantiene un apparato di ottime professionalità
totalmente inattivo e si appalta all’esterno
qualsiasi cosa. L’ultima è questo episodio
della progettazione di una scuola materna
da ricostruire. Possibile che in tutto il comune di Milano non ci sia un geometra o un architetto in grado di progettare una scuola
materna? Non dico la Tour Eiffel, una semplice scuola materna, la cui progettazione è
per di più già regolata da precise linee guida. Invece si preferisce spendere di più e dare l’appalto a privati. Ma riguardo al decentramento ci sono temi più gravi”.
Quali per esempio?
“Il tema grave è quello del regolamento dei
CdZ. Riassumo in breve la vicenda. Oggi abbiamo un regolamento che non è applicato
perché inapplicabile per errori tecnici. C’è
quindi la necessità di un nuovo testo. È da
tempo perciò che se ne sta discutendo con il
Comune e con i presidenti degli altri consigli di zona. Finalmente il Comune ci ha fatto pervenire una bozza molto deludente, che
in pratica non assegna ai CdZ nessun potere aggiuntivo se non quello della “piccola
manutenzione” degli edifici scolastici e di
quelli gestiti da noi. Potremo cambiare una
lampadina, ma non aggiungere una presa,
chiudere un buco nel muro, ma non imbiancare… Insomma una presa in giro, in totale
contrasto poi con il programma elettorale
della Moratti,che invece si impegnava a ‘valorizzare il decentramento’ ”.
Il 3 dicembre dell’anno scorso tutti i presidenti dei CdZ, come sapete quasi tutti della
stessa maggioranza del sindaco, scrivevano
comunque una lettera formulando precise
richieste di modifiche e di nuove “deleghe”,
cioè poteri, tra l’altro, su tutta la manutenzione ordinaria delle scuole, sulla gestione
dei Centri Anziani, sui giardini, sulla possibilità di avere degli agenti di polizia
Municipale funzionalmente distaccati ai
CdZ e la possibilità di controllare e comminare sanzioni a chi infranga le leggi ed i regolamenti di competenza.
Il 3 ottobre, cioè esattamente dieci mesi
dopo, ecco la risposta del Comune, a firma del direttore generale Rita Amabile,
dell’Assessore competente Ombretta
Colli e del direttore centrale alle aree urbane Federico Borgogna: un “no” secco su
tutte le nostre richieste, nessuna esclusa.
Tra l’altro con un tono saccente ed arrogante, che mi ha spinto a scrivere immediatamente (e non dieci mesi dopo…) manifestando tutto il mio disaccordo sulla
forma e sul merito della risposta e chiedendo un incontro diretto con il sindaco.
Se si vuole ridurre il CdZ ad uno sportello reclami o ad un call center non credo
che la discussione possa proseguire”.
Lasciamo Beatrice Uguccioni a combattere
la sua battaglia e speriamo che la Moratti
trovi il tempo di riceverla. Ne saremmo però sinceramente sorpresi.
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Ecopass: dati sempre più preoccupanti
Andrea Bina
ralasciando le dichiarazioni di rito che provengono da
T
Palazzo Marino, i dati relativi all’Ecopass diventano ogni
mese sempre più preoccupanti sia dal punto di vista degli incassi sia soprattutto dal punto di vista dei veicoli circolanti.
Senza troppi giri di parole, inutili di fronte all’emergenza
traffico della nostra metropoli, l’Ecopass si sta rivelando un
mezzo fallimento da tutti i punti di vista.
E, tanto per evitare di essere tacciati di faziosità, riportiamo una frase contenuta nel documento mensile stilato dal Comune di Milano: “Nel mese di settembre 2008,
si rileva un aumento progressivo degli accessi che riguarda tutte le categorie di veicoli, a causa della fisiologica crescita del traffico tipica del periodo di fine estate
ed inizio autunno” al punto tale che, rispetto a quanto
auspicato dalla Giunta Moratti, il traffico privato è diminuito solo del 15,6%.
E cosa assai grave, sempre citando il documento ufficiale del Comune, “secondo i dati forniti da Atm per le linee
di trasporto pubblico di superficie in transito nell’area
Ecopass, nel mese di settembre sono state rilevate velocità commerciali più basse rispetto ai mesi precedenti e,
di conseguenza, un loro aumento percentuale più contenuto rispetto al periodo di riferimento”. Ovvero anche
l’effetto positivo sul miglioramento della qualità del servizio offerto da Atm sta progressivamente affievolendosi
così come il numero di passeggeri in uscita dalle stazioni della Metropolitana poste all’interno dell’area
Ecopass mostrano un aumento rispetto al periodo di riferimento dell’anno scorso (prima che entrasse in vigore
il balzello ecologico ndr) di un misero 0,2%.
Unica nota abbastanza positiva, anche se meriterebbe
un’analisi più approfondita, è l’abbattimento degli agenti inquinanti che, sebbene in misura inferiore a quanto
preventivato dalla Giunta, si sono ridotti, citando sempre il documento ufficiale del Comune, “di circa il 18 per
PIZZERIA - RISTORANTE - TAVOLA CALDA
Pizze al trancio
da asportare e
da gustare sul posto
Birre alla spina
1975
dal
cento per il Pm10 allo scarico (11 per cento sull’intera
giornata), del 13 per cento per il Pm10 totale (8 per cento sull’intera giornata), del 15 per cento per gli ossidi totali di azoto (10 per cento sull’intera giornata), del 50 per
cento per l’ammoniaca (41 per cento sull’intera giornata)
e dell’11 per cento per l’anidride carbonica (7 per cento
sull’intera giornata).”
Morale della favola: uno dei provvedimenti più forti e discussi, anche all’interno della stessa maggioranza che
governa Palazzo Marino è finito sul banco degli accusati.
E per ben due motivi: di fatto non ha ridotto il traffico come sperato e nel contempo ha spremuto ben 20 milioni
di euro ai cittadini, frutto di oltre 295mila verbali.
E così il vero obiettivo dell’Ecopass, la riduzione delle auto circolanti nella cerchia dei bastioni è saltato o quasi,
solo il 15% in meno, ben al di sotto di quanto si aspettasse la Giunta Moratti e con esso l’incasso del pedaggio
ecologico, fermo nei primi nove mesi a poco più di 9 milioni di euro, ma il Comune ha trovato il modo di fare
quadrare il bilancio con le multe propinate a man bassa
ai cittadini colti, o sprovvisti di pass o con un ticket errato, dalle centinaia di telecamere installate ai varchi di
accesso della zona a pagamento.
Che fare adesso? Difficile a dirsi visto che ci sono due
scuole di pensiero contrapposte: c’è chi chiede di affossare il progetto Ecopass e chi invece chiede sia di estendere l’area a pagamento alla circonvallazione esterna,
quella del filobus 90 e 91 per intenderci, sia di fare pagare il balzello anche alle moto e ai motorini inquinanti, finora graziati dal provvedimento. Su una cosa tutti sono
d’accordo: il Comune usi, come ha promesso quando ha
presentato il progetto Ecopass, tutti i soldi incamerati
per potenziare i mezzi pubblici e migliorare la mobilità
cittadina. Bilancio permettendo perché, come sappiamo,
aleggia sempre lo spettro del mancato incasso Ici…
TURCHETTI
C.O.N.I.
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Brugui
la pittrice dei fiori
ha il piacere di invitarvi
all’inaugurazione della mostra
che si terrà presso la sede del P.D.
nella Sala Amleto Farina in via Hermada 8
sabato 6 dicembre alle ore 15
La mostra rimarrà aperta sino al 14 dicembre
con i seguenti orari: dalle 9 alle 13
e dalle 15 alle 18; sabato dalle 10 alle 18
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CENTRO STORICO
Villa Trotti: il Pd consegna a Palazzo Marino
3000 firme contro il degrado
Angelo Longhi
unedì 20 ottobre le 3.000
L
firme raccolte dal circolo
Francesco Rigoldi del Partito
Democratico per chiedere al
Comune di risolvere la situazione di degrado in cui versa
Villa Trotti Bentivoglio e l’annessa cascina, sono state consegnate a palazzo Marino nelle mani del consigliere Comotti
affinché siano presentate all’assessore Carlo Masseroli.
Nella petizione, rivolta al Consiglio Comunale e al sindaco Letizia Moratti, si chiede di intervenire per quanto di competenza per risolvere una situazione di degrado ormai estrema. Infatti Villa Trotti Bentivoglio è in stato
di abbandono da ben ventuno anni. La responsabilità è tutta da assegnare al Comune
di Milano che destinò l’area a Servizi Comunali dimenticandosi però di espropriarla. Così
facendo ha impedito per tutto questo tempo
al legittimo proprietario (la Cooperativa
Edificatrice di Niguarda) di ristrutturare
la villa e di riedificare la cascina, e contemporaneamente non avendo proceduto all’esproprio dell’area, il Comune non può
neanche costruire perché l’area è di pro-
prietà della Cooperativa Edificatrice.
Il danno creato dall’inefficienza del Comune di
Milano poi è doppio perché oltre a rendere fatiscente l’immobile ha posto a carico dei soci
della Cooperativa Edificatrice le spese relative
all’immobile,dagli sgomberi dei senzatetto che
vi trovano rifugio, alle derattizzazioni, alla
messa in sicurezza di balconi e cornicioni. Per
non parlare del pericolo di crolli, eventualità
che con il passar del tempo diventa sempre
più probabile e che desta preoccupazione in
tutti, perché coinvolgerebbe gli abusivi (e tra
loro ci sono molte donne, e anche minori) che
trovano rifugio all’interno della Villa. A nulla,
negli anni, è servito cementare porte e finestre, rialzare i muri e puntellare con pezzi di
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vetro i recinti. Gli abusivi hanno sempre trovato un modo per
infiltrarsi e rioccupare.
Sono ormai decine gli sgomberi di Rom e di cittadini nordafricani, attuati dalla Polizia
e dai carabinieri solo nell’ultimo anno. Adesso sembra che
finalmente anche grazie alle
proteste della popolazione e
della raccolta di firme del nostro circolo, il Comune possa
decidersi a breve a togliere il vincolo dall’area restituendo alla Cooperativa ciò che è
suo. Meglio tardi che mai, ma al circolo
Rigoldi non nutrono eccessive speranza e
preannunciano ulteriori iniziative di lotta
nel caso dell’ennesimo rinvio.
Nella foto, da sinistra: Andrea Rossi e Angelo
Longhi del coordinamento del Circolo, il consigliere regionale Franco Mirabelli, il consigliere
comunale Natale Comotti, il presidente della
Cooperativa Edificatrice Poletti, il consigliere
di zona 9 Giovanni Faregna sempre del circolo “Rigoldi”, la portavoce del circolo Laura
Pistillo con il faldone delle firme raccolte. Alla
macchina fotografica Sergio Ghittoni.
Si unificano le Cooperative edificatrici
di Niguarda, Dergano e l’Unione Operaia di Affori
Giovanni Poletti: “Di fronte alla crisi finanziaria mondiale dobbiamo unirci per garantire il nostro
patrimonio e per continuare a sviluppare i nostri investimenti in nuove abitazioni e servizi sociali”.
Andrea Bina
a crisi finanziaria mondiale impazza. Fortunatamente in Italia la
L
situazione è meno drammatica rispetto a Paesi sul baratro del fallimento. E, aggiungiamo noi, anche perché in Italia c’è una realtà che
ha saputo tenersi lontano dagli speculatori: il mondo cooperativo, che
è in piena evoluzione. Ne parliamo con Giovanni Poletti, presidente
dell’Edificatrice di Niguarda.
C’è fermento nella cooperazione di zona e in particolare
nell’Edificatrice di Niguarda. Cosa bolle in pentola?
L’Edificatrice da tempo si caratterizza per il suo dinamismo. Stiamo
concludendo un grande ciclo di investimenti sulle nostre case e oggi abbiamo quartieri di prim’ordine con servizi e impianti di qualità. Abbiamo realizzato 167 nuovi alloggi occupati in gran parte da giovani coppie. La rete di servizi sociali qualifica la Cooperativa tra le più attrezzate e l’Ambrogino d’oro assegnatole per questo dal Comune di Milano
è un attestato di cui andiamo fieri. Ma non è tempo di vivere sugli allori. Bisogna pensare al futuro. Con i Soci dobbiamo riflettere e decidere come attrezzare la Cooperativa per farla prosperare nei prossimi decenni. È cambiato molto e in poco tempo. Molte certezze sono sparite,
forti dubbi si sono insinuati in tutti noi, si sente nell’aria, si vedono i
comportamenti della gente, ci sono in giro troppi visi tristi.Tutto ciò deve far riflettere.
Come mai le Cooperative storiche più importanti della Zona 9
(Niguarda, Dergano e Affori) hanno deciso di unificare i propri percorsi, così come è avvenuto per le Cooperative di
Lampugnano, Rogoredo e Trenno, per la Sassetti e la Pratocentenaro o come sta avvenendo per l’Auprema e le Coop
Sestesi ed altre ancora?
L’unione delle forze può creare le condizioni per un rilancio dell’azione
delle Cooperative. Le nostra Cooperative sono Edificatrici, ovvero devono costruire per svilupparsi e poter dare una casa ai tanti soci ancora in attesa. Tuttavia sono cambiate le condizioni per realizzare nuovi
interventi. Oggi le aree ancora disponibili sono di grandi dimensioni e
le possibilità per realizzare nuove abitazioni si intreccia con bisogni diversi che devono essere compatibili tra loro. Mi riferisco agli alloggi destinati alla vendita, a quelli destinati ai diversi tipi di affitto, da quello
moderato, a quello sociale a quello convenzionato. Alloggi diversi per
una città che si sta sempre più caratterizzando per le grandi differenze, con fasce a basso reddito sempre più ampie. Come rispondere dunque alla nuova situazione? Quale ruolo dobbiamo assumere? Possiamo
restare alla finestra, chiuderci nel nostro mondo, goderci i nostri quartieri e concentrare i nostri interessi sugli alloggi in godimento e diventare un sano condominio. Al contrario, possiamo mettere in campo le
nostre risorse ideali, le nostre capacità di amministratori, le esperienze acquisite in tanti anni e unire le nostre forze. Questa scelta consente di mettere in moto importanti sinergie di sviluppo, ma soprattutto
garantire maggiormente i nostri patrimoni, le nostre case. Non sono in
discussione i diritti acquisiti dai soci, i loro contratti a tempo indeterminato non si toccano, così come le graduatorie per avere un alloggio
o quant’altro da tempo caratterizza i rapporti tra Soci e Cooperativa.
L’omogeneizzazione dei regolamenti delle tre Cooperative richiede
tempo e per questo non abbiamo nessuna premura, non ci sono problemi da risolvere con urgenza. Le Cooperative di Niguarda, Dergano e
l’Unione Operaia di Affori, hanno bilanci in ordine, solide basi patrimo-
niali e una comune storia centenaria. Non ci sono questioni di “ cadreghino “ma una comune volontà di unione per garantire alle tre
Cooperative un ruolo importante nel futuro. La nuova grande
Cooperativa sarà tra le più grandi d’Italia e certamente di Milano.
Ecco alcuni dati significativi. Circa 8.000 Soci, 2.800 alloggi, 1.300
box, 131 spazi commerciali, un prestito sociale di circa 58 milioni,
un Teatro ed altre sedi sociali, servizi diversi, assistenza per 450
anziani e persone in difficoltà.
Una nuova grande Cooperativa che avrà più forza per svolgere un nuovo ruolo per lo sviluppo, maggiori risorse umane e
finanziarie.
Cerchiamo di capire che cosa cambierà per i Soci e quali saranno le tappe più significative che porteranno alla nascita della nuova grande
Cooperativa. Come dicevo, per i Soci non ci saranno cambiamenti immediati, si recheranno ancora negli attuali uffici, la manutenzione sarà decentrata, soprattutto le cooperative vivranno ancora nel loro territorio. Ripeto ancora che i diritti acquisiti non si toccheranno.Tutto sarà sancito nello statuto. Il patrimonio esistente non potrà essere alienato, le attuali case non potranno essere vendute. L’attività della nuova grande Cooperativa avrà quale obiettivo prioritario lo sviluppo del
patrimonio da assegnare in godimento ai Soci. Per realizzare questo
obiettivo nell’attuale situazione occorre una Cooperativa che possa
muoversi a 360 gradi nel mondo della casa. La nuova grande
Cooperativa potrà acquistare aree o fabbricati, venderne una parte per
creare patrimonio, potrà amministrare altre case, fornire servizi importanti. Potremo essere un interlocutore importante e credibile, in
grado di realizzare,anche unendoci ad altri,significativi interventi ,necessari per garantire un futuro alle nostre Cooperative.
L’accelerazione del processo di unificazione fra cooperative è
anche la risposta ai violenti attacchi portati dal governo al
mondo Cooperativo? Uniti ci si difende meglio dal nemico?
Noi faremo il percorso dell’unificazione nel massimo rispetto della
volontà dei Soci. Come sappiamo, la democrazia è lenta ma è l’acqua nella quale siamo abituati a nuotare, pertanto non ci saranno
scorciatoie e lavoreremo affinché le decisioni non siano nelle mani
di pochi. Organizzeremo assemblee in ogni quartiere e con i Soci
decideremo il futuro delle nostre Cooperative. Noi non ci sentiamo
affatto accerchiati. Certamente Berlusconi e Tremonti dovrebbero
leggere la nostra storia e riflettere sul ruolo della Cooperazione in
generale. Siamo sopravvissuti alle guerre, ai momenti più difficili
della storia d’Italia, al fascismo, sapremo superare anche questo
momento. Proprio la disfatta del “capitalismo finanziario” ha messo in evidenza quanto sia necessario ripensare al modello di governo della società. Ai valori da ritrovare, all’etica nei comportamenti, alle regole da rispettare. Banchieri d’assalto, furbetti del quartierino, aziende off shore, certificati di credito fasulli e la grande
evasione fiscale, sono pagine di un libro scritto da chi come
Berlusconi ha sempre portato la bandiera del mercato. Un mercato che si autoregola, che si ripulisce, che rimette le cose a posto solo sulla base della domanda e dell’offerta. È un grande fallimento
che sta trascinando il mondo e il nostro Paese verso la recessione
e il conto, assai salato, sarà pagato dai lavoratori, dalle famiglie,
dai cittadini più deboli.
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PROBLEMI SOCIALI
Carovita: ecco che cosa fa la Provincia
per aiutare i consumatori
“Abbiamo concordato con la distribuzione prezzi calmierati per generi di prima necessità,
promosso la vendita di prodotti sfusi e di merce direttamente proveniente dai produttori,
e sostenuto i gruppi di acquisto solidale. Perché non avviare anche in zona 9 alcune iniziative
come la Card Over per gli ultrasessantacinquenni e i Gruppi di Acquisto Solidale?”
Francesca Corso
(Assessore della Provincia di Milano alla tutela dei consumatori)
arovita: occorre contraC
stare un fenomeno che
sta taglieggiando i redditi
dei ceti medi, dei lavoratori
e dei pensionati.
È un impegno che mi sono
assunta in prima persona,
nei limiti delle competenze
della Provincia di Milano.
Il Presidente Filippo Penati
ed io abbiamo sottoscritto
con Cooplombardia e Conad
Centro Nord un’intesa che
prevede di commercializzare in tutti i loro punti vendita il pane tipo “0” al prezzo
di un euro al chilo, dal 2
maggio fino all’inizio dell’autunno. Poi abbiamo proposto di valutare un prezzo calmierato anche per la pasta
e per la farina.
Pensiamo alla possibilità che la grande distribuzione introduca distributori di prodotti sfusi, come ulteriore elemento
per calmierare i prezzi di prodotti come la pasta e la farina ma anche, per esempio, il riso, il caffè, i detersivi. Tale
forma di distribuzione, azzerando i costi dell’imballaggio,
consentirebbe prezzi molto più competitivi.
Abbiamo chiesto alla grande distribuzione di introdurre
l’uso di appositi distributori automatici per generi come il
latte fresco e l’acqua.
Su questi temi abbiamo infine dato vita a settembre ai
“Giorni del Buon Consumo”, durante i quali alcuni produttori hanno direttamente venduto generi alimentari di com-
provata qualità a prezzi altamente competitivi.
Stiamo sostenendo i Gruppi
di Acquisto Solidale, cioè
cittadini che si uniscono per
acquisti collettivi di generi
alimentari direttamente dai
produttori. Stiamo definendo un piano che sostenga i
Gruppi di Acquisto Solida-le
per ciò che riguarda il reperimento locali, i frigoriferi e
le celle, i distributori automatici di generi di consumo,
la comunicazione via internet, l’attività di formazione
e di informazione.
Abbiamo realizzato un portale internet (www.consumatorieutenti) che consente ai consumatori di accedere alle informazioni più importanti. Abbiamo assunto iniziative e prodotto materiali tesi all’educazione alimentare dei cittadini, affinché divengano consumatori consapevoli e responsabili (brochure sui farmaci generici, sulla sicurezza dei giocattoli, sulla storia e le caratteristiche del pane, sul cioccolato).
Perché non avviare anche in zona 9 alcune di queste iniziative, come la Card Over per gli ultrasessantacinquenni e i
Gruppi di Acquisto Solidale? La Provincia si impegnerebbe
a sostenerle. Se calcoliamo il risparmio complessivo, sommando le varie voci a prezzi calmierati grazie all’iniziativa
della Provincia - pane, pasta, farina, paniere, offerte scontate - si ottiene una cifra che arriva facilmente da cinque a
otto euro al giorno per famiglia.
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La tutela dei diritti sociali e previdenziali
all’Ipercoop di viale Sarca
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ssere cooperativa di conE
sumatori oggi vuol dire
anche questo: non solo garantire prodotti buoni, sicuri ed eticamente giusti ma
anche provare a dare risposte ai bisogni emergenti di
soci e clienti.
Così alla rete dei servizi
(spesa a domicilio per anziani fragili, servizio di consulenza legale, carta equa, educazione al consumo consapevole, solo per citarne alcuni),
si aggiunge ora in alcuni
punti vendita di maggior attrazione il servizio di assistenza previdenziale e sociale, in collaborazione con Inca
Cgil di Milano. Dopo una prima sperimentazione presso
il rinnovato centro commerciale di Lodi, aprono altri
sportelli previdenziali: p.zza
Lodi, Baggio-La Torre, Metropoli e, nella nostra zona al
Centro Sarca (mercoledì dalle 9.30 alle 12.30).
Il servizio di assistenza è attivo su appuntamento presso gli uffici soci Coop degli iper
sopra elencati e viene svolto da personale qualificato del
patronato Inca. Si occuperà di tutte le pratiche previdenziali ed assistenziali: dalle pensioni di vecchiaia e anzianità alle pensioni di invalidità, dalle invalidità civili e assegni di accompagnamento agli assegni sociali, dalle prestazioni di disoccupazione alle malattie e maternità, fino all’assistenza per il rinnovo dei permessi di soggiorno e ricongiungimento familiare per i cittadini migranti. Dopo
questa fase sperimentale il
servizio potrebbe essere
esteso anche ad altri territori della Lombardia in cui
sono presenti i punti vendita Coop. I servizi sono gratuiti, si svolgono presso gli
Uffici Soci Coop ed è possibile prenotare tutti i giorni.
A chi si rivolge il servizio? Per coloro che lavorano
o hanno lavorato: consulenza previdenziale ed estratti
sulla situazione contributiva Inps, verifica dei contributi, controllo della correttezza dei dati e accredito periodi di servizio militare,
maternità, malattia, corsi di
studio, periodi di lavoro all’estero e in particolare: verifica dei requisiti e calcolo
presuntivo della pensione
Inps; domande di pensione
indiretta e invio pratiche;
assistenza nelle pratiche di
disoccupazione; assistenza
per riconoscimento infortuni sul lavoro e malattie professionali; tutela della maternità e della malattia; permessi e congedi per lavoratori o permessi di portatori di handicap; assegni familiari. Per chi non lavora: assistenza per
assegni di maternità e assegni familiari.
Per chi ha più di 65 anni, privo di reddito: assistenza per
ottenere l’assegno sociale. Per i cittadini stranieri: pratiche
di rinnovo dei permessi di soggiorno e di ricongiungimento
familiare. Per lavoratori o cittadini invalidi: richiesta di invalidità civile o invalidità da contributi erogata dall’Inps.
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OSPEDALE DI NIGUARDA
a cura di Luigi Luce
Il millesimo trapianto di fegato del dottor De Carlis
Intervista con il responsabile dell’Unità Trapianti di Fegato del reparto Pizzamiglio.
Primo Carpi
l 10 ottobre scorso l’Unità Operativa Trapianti
di Fegato del Niguarda ha realizzato il millesimo trapianto dalla sua costituzione (1983). A numero eccezionale, intervento eccezionale: si è trattato di un doppio trapianto combinato , “trapianto
domino”, che ha sostituito contemporaneamente
il fegato ad un paziente di 61 anni in fase veramente critica della sua malattia (cirrosi epatica e
diabete mellito) utilizzando il fegato di un donatore vivente (una donna di 52 anni), a sua volta sostituito con quello di un donatore cadavere. Il fegato “scambiato” è sano ma produce, in tempi molto lunghi (almeno trent’anni), una proteina che
danneggia gravemente gli altri organi. Oramai
insostenibile per la sua proprietaria naturale,
rappresenta invece la salvezza per il paziente ricevente che difficilmente dovrà fare i conti con i suoi malfunzionamenti.
L’evento, indubbiamente eclatante, ha riscosso un ampio e
meritato interesse mediatico. Anche “Zona Nove” ha voluto
esprimere per l’occasione ammirazione e interesse al “suo”
Niguarda ed ha ottenuto di poter intervistare uno dei protagonisti dell’impresa, il Dott. Luciano De Carlis, responsabile
appunto dell’Unità. A ricevere un suo “inviato” visibilmente
intimidito ed a condividerne l’incontro nel luminoso e sobrio
ufficio di De Carlis, al quinto piano del mitico Padiglione
Pizzamiglio, c’è anche un altro “fondatore” dell’Unità, il Dott.
Adriano Meroni. Non presente, ma menzionato, anche il Dott.
Cosimo Vincenzo Sansalone, responsabile dell’Unità
Trapianti di rene e pancreas.
“Zona Nove” è foglio già noto agli intervistati. La loro gentilezza è toccante, persino irreale, perché è tangibile (e visibile)
la mole di impegni ed il numero di persone che li attendono.
Dottor De Carlis, la ringrazio per questa intervista! La
redazione di “Zona Nove” vede nella sua Unità un chiaro
esempio di eccellenza di servizio sanitario pubblico.
Millesimo trapianto, dunque. Per di più “ trapianto domino”. Come procede la convalescenza dei due pazienti?
Mille e due. Ci sono già stati altri due interventi… Per i pazienti
di cui lei mi chiede, comunque, il decorso è regolare, come normalmente avviene in questi trapianti, ormai terapia accreditata da
vent’anni. Va però precisato che se il trapianto di rene ripristina
una qualità di vita, quello di fegato la vita la salva, letteralmente.
E trasforma una situazione veramente critica, per non dire terminale, in una di reale e permanente normalità psicofisica.
Ci sono dei parametri per misurare la “eccellenza” di un
intervento come questo? Come si diventa dei numeri
uno in questo campo? Quanto bisogna mettere in campo
umanamente, professionalmente, economicamente?
Il Niguarda è un esempio di Sanità Pubblica assolutamente all’avanguardia in tutti i campi. Anche per il trapianto, dove il
Niguarda vanta Unità specialistiche non solo per fegato, pancreas e rene (organi addominali) ma anche per cuore, cellule staminali, cornea, tessuti… L’Amministrazione ha sempre riconosciuto nel trapianto una sua linea strategica. Scelte e investimenti sono stati poi ulteriormente accentuati a partire dagli inizi degli anni novanta da un grande gruppo di punta. Tra tutti,
Lino Belli, chirurgo dei trapianti addominali, Alessandro
Pellegrini, chirurgo per il trapianto di cuore, Luigi Minetti, nefrologo. Tornando alla nostra Unità, essa vanta una delle statistiche più alte al mondo come percentuale di sopravvivenza ad
un anno (94%) e come numero di trapianti da donatori viventi o
utilizzo di un fegato (diviso) da un donatore cadavere per due riceventi. Oltre che la necessaria volontà politica, all’eccellenza finale contribuiscono, naturalmente, molti altri fattori.
Innanzitutto un investimento continuo nella innovazione tecnologica, farmacologica, formativa. E poi la competenza, l’esperienza, il volontarismo da parte di chi vi opera, a tutti i livelli.
Spesso nel trapianto emerge il personale giovane perché non vi sono orari, turni di riposo o feste comandate… Alla base di tutto, poi, vi è un
grandissimo livello infermieristico, dalla sala
operatoria alla corsia, senza risparmio di tempo
e di impegno in ogni momento dell’anno.
Questo è il millesimo trapianto dopo oltre 20
anni di attività, ma già ora il numero di interventi della sua
Unità, ho letto, è mediamente di 70 all’anno. Come scatta e
come si realizza la segnalazione di un paziente bisognoso
di trapianto? E con quali criteri vengono gestite le liste di
attesa che inevitabilmente si vengono a creare?
Alla base di tutto c’è una lista di casi critici. L’ingresso ed il posizionamento in questa lista dipendono esclusivamente dalla gravità della condizione di salute del paziente e vengono gestiti da
una commissione che aggiorna continuamente le priorità in gioco. La natura stessa degli interventi, poi, legata com’è a fattori
logistici di distanza e di disponibilità di personale idoneo al prelievo e trapianto, favorisce linee di attesa locali. Per coordinamenti ed eccezioni vi sono poi i Centri Interregionali di riferimento e il Centro Nazionale Trapianti. L’evento riporta alla ribalta il problema simmetrico dei donatori.
È vero che si registra un calo delle donazioni anche
in Lombardia, regione tradizionalmente generosa al
riguardo?
L’Italia è Paese con un’ alta percentuale di donatori, secondo
in Europa solo alla Spagna. A limitare il numero delle donazioni reali, nel maggior numero di casi, è la mancanza di personale specializzato. Bisogna infatti sapere occuparsi del donatore cadavere da mantenere in condizioni ottimali in stato di
morte cerebrale per le 6 ore prescritte dalla legge. Tutta la catena del trapianto, in sintesi, richiede forti investimenti di
competenza e di struttura.
È vero, ancora, che con il progredire delle tecniche di
conservazione e di espianto la soglia di età dei potenziali donatori sta significativamente aumentando?
Certo! Innanzitutto esistono una età anagrafica ed una età biologica a volte molto diverse tra di loro. Abbiamo esempi di validissimi donatori ottantenni. La soglia di età anagrafica mediamente utile aumenta comunque via via che progrediscono le tecniche di mantenimento dell’organo nel donatore deceduto.
Attualmente il 65-70% dei donatori ha oltre 60 anni.
Mi sembra di avere esaurito la mia scaletta di domande… C’è qualche altra riflessione, dottore, che Lei vuole
condividere con il nostro foglio?
(Attimo di silenzio, poi un sorriso…)
Mi piace sottolineare che il malato, dopo il trapianto, recupera
totalmente la sua energia vitale. Anche quella sessuale.
Specialmente… nelle donne. Ho sempre presente il caso di una
paziente, sposata, alla quale la malattia provocava l’assenza del
ciclo mestruale. E quindi una certa mancanza di precauzioni.
Sicché, tre mesi dopo il trapianto… mi sono molto inquietato, ma
insomma… era fatta.
Sgominato lo sporco racket
dei funerali
Rischi infettivi
dall’emergenza rifiuti sanitari
I
ono stati scoperti, a metà del mese di ottobre, nell’area
uccedeva anche al Niguarda. Un cartello di 19 imprese di pomS
pe funebri - prime fra tutte la San Siro e la Varesina - si spar- Secologica dell’Ospedale di Niguarda una montagna di
tiva il mercato dei funerali dei 13mila deceduti annui negli ospe- cartoni bianchi contenenti “rifiuti sanitari pericolosi a ridali milanesi con la complicità di infermieri, che si è calcolato guadagnassero dai 5 ai 10 mila euro mensili, un gruzzoletto corrispondente in totale al 10 per cento dello sporco business giornaliero di
150 mila euro. Per questo, a metà ottobre, una quarantina di persone sono state arrestate e accusate di associazione a delinquere
finalizzata alla corruzione. Nelle camere mortuarie del Pio
Albergo Trivulzio, del San Paolo, del San Carlo, del Policlinico, del
Santa Rita e del Niguarda, c’era una vera e propria corsa ad accaparrarsi i parenti dei pazienti appena deceduti, mediante gli infermieri che segnalavano loro l’agenzia cui rivolgersi o passavano i
dati per contattare direttamente i possibili clienti. Ha detto
Massimo Sher, presidente del Comitato familiari deceduti in ospedale, che aveva denunciato il racket da tempo: “Abbiamo ricevuto
decine di segnalazioni da parenti di defunti che ci dicevano di aver
appreso della morte dei propri congiunti da dipendenti delle agenzie di pompe funebri prima che dai medici”. Una vergogna.
Nasce il Pronto soccorso
per i meno gravi
è anche il Niguarda. Partono quattro mini-pronto soccorso
C’
per accogliere i “codici bianchi”, ovvero quei tantissimi pazienti (anziani, malati cronici, ipertesi, diabetici) che, pur avendo
bisogno di cure, non soffrono di nulla di preoccupante e sono
quindi destinati ad aspettare ore e ore mentre vengono naturalmente trattati i casi più gravi. Si tratta di un progetto nazionale
che a Milano convolge Policlinico-Fatebenefratelli, Niguarda,
San Paolo, Sacco-San Carlo e che punta ad abbattere drasticamente i tempi di attesa e ad alleggerire il lavoro del Pronto soccorso per i gravi. I Pronto soccorso alternativi funzioneranno 24
ore su 24 e saranno dotati di attrezzatura per diagnostica generale e apparecchiature per radiografie ed ecografie. La sperimentazione viene fatta al San Carlo: qui il numero dei pazienti “bianchi” visitati è raddoppiato ed essi pagano un po’ più volentieri il
ticket di 25 euro visto che in media non aspettano più 6-7 ore come prima ma al massimo un’ora e mezzo. Il progetto piace a tutti. Luciano Bresciani, assessore alla sanità regionale: “È il modo
giusto per avvicinare la medicina ai pazienti”. Carlo Porcari, consigliere regionale del Pd: “Sono anni che insistiamo su questo tema, speriamo venga realizzato al più presto”.
Un’unità medica specializzata
che salva dall’ictus
l Niguarda è uno dei pochi ospedali della provincia di
Itratta
Milano in cui è stata costituita una Unita anti-ictus. Si
di un reparto specializzato nella gestione dei pazienti colpiti da ictus, dotata di strumenti diagnostici (Tac e
Risonanza magnetica veloci e precise) e professionalità
(neurologici, neurocardiochirurghi, radiologi interventisti)
capaci di affrontare l’ictus entro le tre ore iniziali, limiti di
tempo in cui, mediante la rivascolarizzazione farmacologica (terapia trombolitica), si può salvare un paziente o limitargli al massimo le conseguenze dell’insulto cerebrovascolare. “Se il 90 per cento dei pazienti colpiti da ictus - spiega il professor Danilo Tosi, presidente dell’Associazione
Italiana Ictus - fosse ricoverato in questi reparti entro le
tre ore si passerebbe dai 100 guariti di oggi per settimana
a 300. E si ridurrebbe la disabilità conseguente all’ictus
dall’attuale 40 per cento ad almeno il 30 per cento”.
Infermiere o medico?
Guarda i colori dei camici
l Niguarda scatta la rivoluzione delle divise di medici e
A
infermieri. A fine ottobre infermieri e ostetriche daranno l’addio ai camici bianchi e si vestiranno di azzurro. I medici invece manterranno la divisa bianca ma con il tesserino di riconoscimento bene in vista sul camice. Il Niguarda
è il primo ospedale di Milano ad applicare l’usanza in vigore negli ospedali inglesi. “L’obiettivo - spiega Paquale
Cannatelli, direttore generale dell’ospedale - è farsi riconoscere dal paziente. Oggi tutti circolano in bianco e spesso la
gente è confusa. Non sa se ha parlato con un medico, un infermiere o un semplice ausiliario”.
Oltre a colori diversi tutti avranno “mostrine” colorate ai
polsi, ai bordi delle tasche e sul girocollo: lilla agli infermieri professionali, verdi a quelli generici, blu elettrico ai caposala, giallo per i dietisti, arancio al personale di supporto in corsia, bordò ai tecnici sanitari. I fisioterapisti avranno una divisa composta da pantaloni e polo bianca con risvolti color sabbia. Il personale di pediatria indosserà casacche con stampe di fiorellini e orsacchiotti. Per questa
piccola rivoluzione nelle divise l’ospedale ha stanziato
200mila euro per acquistare 15mila capi per 3000 dipendenti, ognuno dei quali ha diritto a 5 cambi.
schio infettivo”.
L’emergenza riguardava anche gli altri ospedali milanesi
serviti dalla società appaltatrice Sirio incaricata della raccolta, lo smaltimento e il trasporto dei rifiuti degli ospedali pubblici.
La ditta, in crisi economica, non paga gli stipendi da mesi
e quindi nei depositi ospedalieri i contenitori dei rifiuti,
pieni di garze e siringhe usate, lacci emostatici, tessuti,
sacche di sangue, sono stati abbandonati.
Al Niguarda, dove ogni anno si smaltiscono 630 tonnellate
di rifiuti, quasi due al giorno, è stato quindi necessario affidare ad altre imprese (a un costo superiore del 30 per cento) il rapido smaltimento di almeno 15 tonnellate di rifiuti.
Anche perché attorno all’area ecologica, posta vicino a reparti medici come il De Gasperis che ospita la rianimazione cardiologica, l’aria era già diventata irrespirabile.
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ONA NOVE 7
TRASPORTI
VIABILITÀ/1
Parte la metrotranvia Lagosta-Testi-Cinisello
Viale Fulvio Testi
Gli attraversamenti pedonali
sono una trappola mortale
Il capolinea è situato in piazzale Lagosta; la linea percorre l’asse Zara-Testi e raggiunge
l’incrocio tra Testi e Bignami; prosegue quindi nel territorio di Sesto San Giovanni
e poi di Cinisello lungo via Gorki, fiancheggiando il Parco Nord; attraversa via Libertà
e via Frova e termina con il capolinea di via Monte Ortigara.
omenica 13 ottobre la redazione di “Zona Nove” riceve
D
una telefonata da un cittadino, che con voce palesemente emozionata, denuncia un ennesimo incidente all’attraver-
Andrea Bina
i siamo: il 6-7-8 dicembre p.v. la metrotranvia Milano-Cinisello
C
entrerà ufficialmente in esercizio.Con diversi mesi di ritardo rispetto ai tempi previsti questa importante linea di forza del trasporto pubblico inizierà a fare sentire i suoi effetti benefici sulla viabilità in zona. Certo va detto subito che non andrà subito a regime:
per qualche mese ancora le corse avranno una frequenza ridotta
per permettere il completamento di tutti i lavori. Il Comune di
Cinisello Balsamo e il Consorzio Parco Nord stanno organizzando
una serie di iniziative connesse all’inaugurazione. Il programma è
ancora in fase di stesura: lo troverete sul numero di dicembre di
“Zona Nove” o consultando i seguenti siti: www.parconord.milano.it
www.comune.cinisello-balsamo.mi.it.
Vi proponiamo alcuni dati tecnici di questa nuova, bene arrivata linea di trasporto pubblico. Buon viaggio a tutti.
Il percorso Il percorso della metrotranvia Milano-Cinisello
Balsamo si sviluppa in superficie: il capolinea di Milano è situato in
piazzale Lagosta; la linea percorre l’asse Zara-Fulvio Testi e raggiunge l’incrocio tra viale Fulvio Testi e via Bignami; prosegue
quindi nel territorio di Sesto San Giovanni e poi di Cinisello
Balsamo lungo via Gorki, fiancheggiando l’area del Parco Nord; attraversa l’asse centrale di via Libertà e via Frova e si conclude con
il capolinea di via Monte Ortigara. Le fermate complessive della linea sono 27, di cui 8 riguardano il territorio di Cinisello Balsamo,
con una distanza media di circa 350 metri l’una dall’altra.
Le varie fasi del cantiere I lavori per la realizzazione della metrotranvia, iniziati nel marzo 2004, sarebbero dovuti terminare in
circa 3 anni e si sono svolti per fasi che hanno interessato di volta
in volta tratti diversi del percorso. Queste le opere realizzate:
Tratto Lagosta - via Bignami
• ristrutturazione del nodo di piazzale Lagosta, con creazione di un
nuovo capolinea;
• protezione delle sedi tranviarie, sostituzione dell’armamento;
• riassetto delle fermate, potenziamento del sistema di alimentazione e realizzazione degli impianti secondo gli standard delle metrotranvie.
Tratto via Bignami - via Monte Ortigara
• Rifacimento dei sottoservizi (sistema fognario, condutture acqua,
gas e luce) lungo l’asse centrale di Cinisello, con realizzazione di un
tunnel tecnologico, utile anche per il cablaggio della città;
Sergio Ghittoni
• pavimentazione con materiali di pregio;
• collocazione di elementi di arredo e piantumazione nuovo verde;
• impianti di illuminazione e semaforici;
• armamento e impianti di linea e di fermata.
Le fermate Ognuna delle 27 fermate della metrotranvia MilanoCinisello è dotata di pensiline di copertura, apparecchiature per
l’informazione al pubblico sui tempi di attesa, emettitrici di biglietti, interfoni per il pubblico con funzione di “help point”, impianti di
illuminazione, sistemi di incarrozzamento dei disabili. Le banchine
di fermata, rialzate rispetto al livello stradale, sono collegate ai
marciapiedi stradali e agli altri spazi pedonali attraverso rampe e
sono dotate di percorsi tattili per i non vedenti.
Costi previsti di realizzazione Infrastrutture 65 milioni di euro; materiale rotabile 55 milioni di euro.
Finanziamenti Stato 60 per cento, Regione Lombardia, Comune
di Milano (36 milioni di euro) e Comune di Cinisello Balsamo (3,3
milioni di euro) 40 per cento.
samento pedonale regolato da semaforo di viale Testi, all’altezza del numero civico 89.
Secondo la testimonianza, l’auto si è regolarmente arrestata
in presenza del semaforo rosso, ma è stata violentemente
tamponata da una seconda auto. Un evento questo che secondo il nostro interlocutore, di nome Alessandro, si ripete
con sconcertante regolarità.
Il rosso dell’attraversamento pedonale non è mai rispettato: le
macchine passano senza nemmeno rallentare di giorno e di notte e quindi, quando qualcuno più scrupoloso pensa bene di arrestarsi, lo fa a proprio rischio e pericolo. Il signor Alessandro ci
conferma che da quando si è trasferito in Fulvio Testi, circa un
anno e mezzo fa, è già la quarta volta che assiste a eventi di gravità simile, ma che quasi tutti i giorni accadono episodi a rischio, stridio di freni, pedoni in situazioni pericolose, schivate all’ultimo istante…
La cosa è complicata dal fatto che la viabilità del viale in questo
momento e per molti mesi ancora è sottosopra per via dei lavori della Metro 5 e anche l’illuminazione stradale in quel tratto è
problematica: spesso manca, oppure è presente solo sulla carreggiata principale, ma non nel controviale o viceversa.
Tornando all’incidente di domenica 13, che ha coinvolto anche
bambini rimasti chiusi nella seconda macchina, risulta sconcertante la lentezza con cui è arrivata l’ambulanza (mezz’ora dopo)
e la Polizia Municipale (ancora più tardi), chiamata dal nostro
Alessandro. Che, tra l’altro, si è sentito rispondere al telefono
che gli agenti erano impegnati in situazioni a più alta priorità.
“Dobbiamo farci ammazzare per avere l’attenzione dei
Vigili?” Questo lo sfogo del signor Alessandro, che, esasperato, si rivolge a noi per denunciare quella che è diventata una
situazione insostenibile che mette a rischio l’incolumità dei
cittadini. “E nessuno fa niente…” l’ultima amara constatazione prima di salutarci.
“Zona Nove” si sente impegnata a denunciare tutte le criticità del traffico della zona di cui viene a conoscenza.
Contiamo quindi sulla collaborazione dei lettori per la segnalazione di tutte quelle situazioni che meritano interventi specifici.
VIABILITÀ/2
Il percorso a ostacoli in Fulvio Testi. Ecco gli incroci più pericolosi
Monica Landro e Alessio Seminario
on ci sono dubbi che la costruzione di
N
un’opera così importante come la metropolitana 5 crea problemi e disagi che, in
alcuni luoghi o frangenti, diventano assai
pesanti e spesso pericolosi. E di questo gli
abitanti della nostra zona sono consapevoli
e disposti a sopportare, pur di avere finalmente un sevizio di trasporto pubblico che
si rispetti. Più difficile da digerire scelte incomprensibili come quelle evidenziate nella
foto qui pubblicate che riguardano gli incroci tra Fulvio Testi e rispettivamente via
Ponale e via Pianell.
Perché rendere così pericolosi, per gli automobilistici e per i pedoni, questi incroci e
questo viale, già di per sé ampiamente pro-
blematico senza l’introduzione di gimcane
per noi incomprensibili?
Prendiamo per esempio l’incrocio tra il viale Fulvio Testi e via Pianell (vedi fotografia
qui a sinistra). Il traffico subisce disagi per
i lavori in mezzo al viale Fulvio Testi, e le
macchine che si dirigono verso il centro città utilizzano le due corsie create all’interno
delle due controlaterali, entrambe in direzione del centro, ma, seppur la segnaletica
per le autovetture sia chiara, non lo è affatto per i pedoni che non si possono rendere
conto dell’arrivo delle automobili che attraversano diagonalmente l’incrocio rischiando di cogliere d’improvviso chi sta attraversando la strada.
Ex Manifattura Tabacchi: vigilanza contro la polvere
Ortensia Bugliaro
a demolizione dell’ex Manifattura Tabacchi è quasi alla fine, ma continua la lavorazione del
materiale ottenuto e del suo smistamento. Infatti, dai detriti viene ricavata nuova sabbia, ma
L
in questo procedimento il gettito d’acqua necessario per non far alzare la polvere avviene solamente sulla sabbia da riutilizzare, mentre sul materiale inutilizzabile questo processo non avviene e dunque il polverone si innalza e raggiunge le case vicine.
Le lamentele dei cittadini perciò continuano, anche perché il gettito d’acqua non avviene in maniera regolare. I responsabili dei cantieri assicurano comunque la non nocività della polvere. Ci
ONA NOVE 8
siamo rivolti anche al consigliere provinciale Pierliugi Angiuoni che si occupa, tra le altre cose,
anche di questioni ambientali, il quale ci ha informato del suo sopralluogo, sia presso i lavori della metropolitana (Testi), dove spesso si innalzava un polverone, sia presso il cantiere della
Manifattura per lo stesso problema. Durante la sua visita, il lavoro di demolizione era regolare
perché il terreno si presentava bagnato, ma non si può escludere che altre volte, invece, questo
non avvenga con regolarità. E quindi consiglia i cittadini interessati di segnalare immediatamente quando la polvere si alza e si deposita nelle loro case.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
REPORTER DI
ONA
a cura di Bic
G
Nostalgia canaglia dei vari emilifedi televisivi
le qualifiche professionali triennali, e anche quelle
biennali, che allora ancora esistevano). Solo la metà
sono arrivati alla licenza media. E quindi ancor meno sono andati alle superiori. Ma soprattutto 5 bambini (il 15%) non sono neppure arrivati a prendere la
licenza elementare. Perciò per favore, basta con la
nostalgia. La accetto solo da chi è disposto a lavare i
panni a mano, a tenere i cibi sul davanzale e a girare in calesse. Giuro che se vedo un altro grembiulino
o un articolo sul bullismo esplodo.
questo periodo alla televisione i vari emilifedi
Idonfanno
a gara a sgranare gli occhioni e dire:“In fonsiamo cresciuti tutti con il maestro unico e abbiamo tutti fatto strada nella vita!”. Non è proprio così.
Prendiamo il caso di un uomo o una donna della
classe 1950. Ha frequentato la prima elementare in
una classe di 33 alunni nel 1956. Ora, di questa ipotetica classe solo 2 statisticamente (dati Istat alla
mano) sono arrivati alla laurea, solo 10 hanno preso
un titolo secondario superiore (comprese, beninteso,
G
Dottore: Su, non stia lì a sottilizzare, a cercare il
pelo nell’uovo. D’altronde se lei mi cede il rene io
me lo vendo e compro attrezzature nuove per
l’ospedale e dei coprisedili in pelle di chiappa di
zebù per il mio Suv.
Paziente: Guardi, non se ne parla proprio.
Dottore: Ma cos’è lei, un insegnante, un genitore?
Tutti lì a difendere i vostri privilegi, mai che pensiate un po’ anche al futuro della Nazione.
Paziente: Mi dica dove devo firmare che me ne vado.
Dottore: Firmi qui, in calce all’assegno. Fanno trecento euro.
Paziente: Ma che malattia ho?
Dottore: Nessuna, ma si tratta di un’operazione di
razionalizzazione.Con le risorse che risparmia potrà
dedicare più energia ad un altro organo, che so, al fegato, al pancreas.
Paziente: Per me two is meglio che uan.
Dottore: Sciocchezze, assurdità. Una volta tutti avevamo un rene solo e siamo venuti grandi lo stesso.
Paziente: Ma che cosa dice mai?
Frittelle di tram e, se va bene, lunghe attese alle fermate
E i cinesi saranno la nostra salvezza: tra finanziamenti che non ci sono più e metrotranvie piantate a
metà, quando arriveranno i turisti dell’Expo (ma arriveranno?) recluteremo anche la comunità di Paolo
Sarpi e li scarrozzeremo con il risciò. Nel frattempo
suggerisco all’Atm di preparare e far affiggere dei
cartelli in più lingue sotto le paline, con la scritta:
“L’orario di attesa riportato è frutto dello spiccato
senso dell’umorismo della direzione Atm, è di pura
invenzione senza alcun riferimento a tram realmente esistenti”. E anche: “Si consiglia di indossare e allacciare il casco prima di salire a bordo”. E per finire: “Se siete tristi e volete ridere un po’, calcolate un
percorso utilizzando il sito www.atm.milano.it: per
arrivare a destinazione, seguendo le nostre indicazioni, girerete e conoscerete tutta la città”.
entre Milano pensa all’Expo, con contorno di
M
nuovi grattacieli dritti e pendenti (non so a voi,
ma a me quello inclinato mi ricorda i tempi bui,
quando non esisteva il Viagra), i tram si sfrittellano
allegramente agli incroci perché gli scambi non funzionano. Ha ragione la Littizzetto: stiamo lì a pensare come far scorrere la cioccolata nei Navigli, e trascuriamo incredibilmente i trasporti pubblici, una
cosa primaria se non si vuole che la città sia soffocata dal traffico.
A proposito di traffico:ma i proventi dell’ecopass non
dovevano finanziare il potenziamento dei servizi
pubblici? Io finora ho visto in giro solo i tram del
tempo che fu, quelli belli effetto vintage, che se non
hai un paio di gambe in perfetta efficienza non puoi
salirci nemmeno se preghi in cinese.
ACCADDE A MILANO
a cura di Lella Ricordi
G
Possibilità di finanziamenti
a tasso zero* *tan 0 taeg 0
www.pelletteriamorosini.it
crolla un pezzo dell'affresco di Hayez della
sala delle Cariatidi con il Trionfo di
Ferdinando.
28 novembre 1968: Nasce la Casa dello studente
che viene ribattezzato “Casa dello Studente
e del Lavoratore”.
15 novembre 1978: Inaugurato l’Ospedale S. Paolo
l primo paziente sarà ricoverato il 5 febbraio
Icenda
1979. Incredibilmente lunga e laboriosa la vidi questo ospedale. Il 7 novembre 1964
era stata posata la prima pietra e la costruzione
G
CUSTODIA - PULITURE - PERMUTE
RIMESSE A MODELLO PELLICCE
RIPARAZIONI IN GENERE
4 novembre 1918: Finisce la 1 guerra mondiale
studenti universitari occupano l’ex
GliHotel
Commercio in piazza Fontana,
G
Cappelli uomo-donna
Pellicceria e Abbigliamento
Moda e in Pelle
a
roprio mentre viene firmato il trattato
P
di pace che mette fine all’orrendo primo
macello mondiale e all'impero d’Austria,
G
La tradizionale cortesia e un vasto assortimento
di valigeria e pelletteria delle migliori marche
Reni e maestri, ovvero quando il medico è la Gelmini
ialogo svoltosi alla clinica Santa Genoveffa, a
D
Milano.
Dottore: Domani la operiamo e le togliamo un rene.
G
dal 1954
era iniziata il 20 ottobre 1966. Nel corso degli
anni ha fatto a tempo anche a cambiare nome:
in origine la denominazione era Ente
Ospedaliero Ronzoni e Principessa Jolanda.
11 novembre 1994: Muore Wanda Osiris
uore a Milano, all’età di 89 anni, Wanda
M
Osiris, grande diva della rivista dagli
anni ‘30 agli anni ‘50. Nata a Roma il 3 giugno 1905 all’anagrafe è Anna Menzio e debutta al Teatro Eden nel 1923.
“Wandissima”, come fu ribattezzata da Orio
Vergani, si presenta come un sogno di felici-
G 16
tà, di ricchezza, di spensieratezza. Dal 1940
al 1955 è la primadonna delle compagnie di
Macario, Dapporto, Garinei e Giovannini. Le
sue riviste sono caratterizzate da eccentriche e sfarzose scenografie, ma soprattutto
dalle enormi scalinate che lei scende con
grande grazia e disinvoltura.
novembre 2003: Muore lo scultore Carlo Ramous
ato a Milano il 2 giugno 1926, aveva studiato al liceo artistico di Bologna e poi
N
all’Accademia di Brera nella scuola di Marino
Marini. La sua avventura artistica si sviluppa in
gran parte sotto la Madonnina, sebbene sue opere siano conservate anche al Moma di New York,
a Roma, Venezia e in vari musei d’arte moderna
in Italia. Con Pomodoro, Sassu, Cascella e Mirò è
tra i protagonisti della scultura italiana del
Novecento. Nel 1972, in via Sassetti, costruisce
un parallelepipedo di granito sormontato da alcune bandiere di metallo brunito, simboli della vittoria per la libertà. È “I caduti dell’Isola”, monumento per i partigiani del vecchio quartiere. La
scultura all' aperto più nota e riuscita resta “Il gesto per la libertà” di piazza Conciliazione.
Sono nati a Milano in novembre anche Angela Finocchiaro (20 Novembre 1955) e Luchino Visconti
(2 Novembre 1906 – morto a Roma il 17 Marzo 1976).
Mercatino di Natale
i sta avvicinando il Natale e i gruppi “Bottega Creativa” e “Signore del Mercoledì” vi aspettano al
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Mercatino di Natale, dove potrete trovare regali di ottima qualità e fattura: si tratta di lavori ideati e
realizzati dalle amiche artigiane del mercoledì. Il ricavato sarà destinato ai bisogni della Parrocchia di S.
Giovanni Battista alla Bicocca. Il Mercatino si svolgerà presso il Centro Parrocchiale di Viale Fulvio
Testi,190 nei giorni 20 novembre dalle 15 alle 19 e 21, 22 e 23 novembre dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19.
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ONA NOVE
9
PARCO NORD
a cura di Giorgio Meliesi
Più di 1300 partecipanti
alla maratona Alpin Cup
Per iscriversi al corso
di guardia ecologica
Diana Roca
opportunità è rivolta a tutti, con un occhio particolare ai giovaL’
ni della nostra zona e dei Comuni del nord Milano, coloro che
sono interessati a diventare una Guardia Ecologica Volontaria
orrei descrivere nei minimi particolari lo scorso 9 noV
vembre, cominciando dal colore del cielo e da quello
delle foglie che fanno da tappeto ai prati e continuando con
le grida dei bambini, il vocio della gente che ha affollato il
parco per incitare i numerosi partecipanti alla bella maratona di Alpin Cup.
Pronti, partenza, viaaa!... Così è partita il 9 novembre la 3a
edizione podistica organizzata dal Gruppo Sportivo Alpini
di Sesto San Giovanni, in collaborazione con il Parco Nord
Milano, che a quanto pare ha preso piede.
Quest’anno gli iscritti sono arrivati a più di 1300, se consideriamo che il primo anno non arrivavano a 600… a voi la
conclusione: è stato un evento unico!
Bisogna aggiungere che il ricavato di volta in volta viene
dato in beneficenza alle varie associazioni. Il ricavato di
questa terza edizione podistica Alpin Cup sarà devoluto ad
Anffass (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con
Disabilità Intellettiva)
La maratona ha coinvolto il gruppo sportivo Alpini, adulti,
ragazzi e bambini. Ognuno dei quali ha percorso un massimo di chilometri fissato in un arco di tempo prestabilito. Il
ritrovo con ritiro pettorale è stato alle ore 7,30 presso il
Centro Scolastico Parco Nord (entrata da Via Clerici). Alle
9,30, tutti, partecipanti e non, si sono ritrovati davanti alla Cascina del Parco Nord per dare inizio alla gara.
Il pubblico, che ha seguito i concorrenti durante tutto il
percorso, ha festeggiato con un rinfresco tenutosi presso il
centro scolastico del Parco Nord, non solo i vincitori e tutti
coloro che hanno avuto il coraggio di cimentarsi nella maratona per la prima volta, con spirito di partecipazione e
non di competizione, ma se stessi per aver trascorso una
giornata diversa dalla solita routine.
La manifestazione podistica sulle distanze è stata così suddivisa: 21,097 km mezza maratona competitiva (riservata
agli atleti tesserati Fidal, Iaaf o in possesso del certificato
medico valido per l’idoneità agonistica; tempo massimo fissato in 2h10’); 10,5 km non competitiva (per tutti coloro che
hanno voluto comunque cimentarsi nella gara); 4,0 km minimaratona (bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni). Ci soni
stati premi in natura ad estrazione per tutti i partecipanti
per un valore di oltre 1500 euro.
Per conoscere gli eventi organizzati dal Parco Nord vedi:
www.parconord.milano.it.
ONA NOVE 10
(Gev). Il Parco Nord organizza il VII corso di formazione per aspiranti Gev, rivolto a quanti vogliono dedicarsi con impegno alla vigilanza in materia ecologica e alla protezione dell’ambiente.
Il servizio delle Guardie Ecologiche Volontarie è stato istituito dalla Regione Lombardia ed è finalizzato ad informare i cittadini sulle leggi in materia di salvaguardia ambientale, alla vigilanza ambientale e all’accertamento di eventuali violazioni,alla collaborazione con le autorità competenti nei casi di disastri ecologici e calamità naturali.
Il corso di formazione per le future Gev consiste in vere e proprie lezioni su base settimanale per un totale di 70 ore distribuite in circa quattro mesi. L’iscrizione è gratuita e la frequenza è obbligatoria. Dopo essere stati sui banchi di scuola, le aspiranti Gev dovranno sostenere un esame davanti ad un’apposita Commissione
Regionale. Per essere ammessi alla prova non basta però essersi
iscritti al corso: è requisito fondamentale aver partecipato almeno
al 75% delle lezioni. Gli idonei, infine, saranno nominati Guardie
giurate e, successivamente, nominate dal Presidente della Regione
Lombardia come pubblici ufficiali abilitati al servizio Gev.
Il corso è previsto nel 2009 e si terrà solo se il numero degli iscritti
raggiungerà almeno 100 adesioni.
Per informazioni si può chiamare il martedì e giovedì dalle 10
alle 12 e dalle 15 alle 18 al numero 02 241016223. Oppure nei
giorni festivi e prefestivi sempre dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle
18 al numero 02 241016214.
Il trasporto sanitario
in vetrina alla Bicocca
Silvia Benna Rolandi
on tutti lo sanno, ma in un ex negozio di piazza San
N
Giuseppe (da tempo quasi tutti i negozi sono chiusi o riciclati) funziona un efficiente servizio di trasporto sanitario.
Ne parlo con Ernesto Riva, un baldo vigile in pensione, che dedica il suo tempo a questa preziosa attività, ricevendo in cambio solo il rimborso spese e, ovviamente, la nostra gratitudine.
“Mi danno una mano una ventina di persone del quartiere con
l’attestato di “soccorritori”, ottenuto dopo un corso di base organizzato dalla Regione qui oppure in altre strutture (Asl, Croce
viola ecc.) e dopo avere superato un esame”, spiega Riva.“In tutta Milano siamo parecchie migliaia. Qui possiamo contare su tre
equipaggi di autoambulanza, che si danno il turno. Chi lavora
opera di notte e durante il week-end, gli studenti sono disponibili anche di giorno. Accorriamo su segnalazione del 118, che seleziona le chiamate tramite computer, anche per evitare l’attivazione in contemporanea di più ambulanze. Non facciamo capo ai
partiti e siamo a disposizione di tutti. Di solito non abbiamo
chiamate dai centri anziani che hanno, come il Girola, dei pulmini propri. Siamo presenti negli oratori durante le manifestazioni sportive, per la prevenzione di malori o incidenti. Tutte attività di routine, perché per le emergenze e i casi gravi l’automedica del 118 attiva 5 mezzi su Milano e l’elicottero di Bresso. Può
capitare che a chiedere il nostro intervento per trasporti programmabili (per esempio quello dei dializzati) siano dei privati.
In questo caso c’è un tariffario, che deve essere esposto in ogni
autoambulanza. Per Milano il trasporto in ospedale (compreso il
San Raffaele) costa 33,47 euro. L’andata e ritorno, compresa
un’ora di attesa, 52,06. Se si richiede un centro mobile di rianimazione con la presenza a bordo di un medico specialista, la tariffa è 89,24 euro per ogni ora o frazione di ora, indipendentemente dal chilometraggio. L’onorario medico è a parte”.
Un sincero grazie a Ernesto Riva e agli altri “soccorritori” del
quartiere, che si danno da fare per il bene di tutti.
Studenti del Cremona
a piantare alberi
artedì 28 ottobre è stata la prima giornata di lavoro
M
della classe III B del Liceo Cremona al Parco Nord.
L’appuntamento con i ragazzi è stato per le 10.15 all’ingresso di via Suzzani. L’area di lavoro è stata il canale Breda. Gli
studenti hanno messo a dimora 68 piantine. Ecco l’elenco
delle piante messe a dimora: 10 ontani neri (Alnus glutinosa); 22 carici della specie Carex pendula; 8 carici della specie Carex pseudocyperus; 10 Cladium mariscus; 5 giunchi
(Juncus effusus); 10 giaggioli d'acqua (Iris pseudacorus); 4
Lythrum salicaria.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
ONA NOVE
VITA E CULTURA
La vignetta di Giovanni Beduschi
17 novembre: Giornata Mondiale dell’Abbraccio
(ma sarà poi vero?)
GLI APPUNTAMENTI DEL MESE
a cura di Grazia Morelli
Chi intenda far pubblicare proprie iniziative in questa rubrica dovrà farne pervenire notizia entro il 20 del mese precedente l’uscita del giornale.
G GIOVEDÌ 6 NOVEMBRE
Teatro degli
Arcimboldi
Via dell’Innovazione 1
Sassetti Cultura
Via Volturno 3
Tel. 0269002988
Triennale Bovisa
Via Lambruschini 31
Tel. 0236577801
Art Action
Via Dante 15/A
Bresso
Hangar Bicocca
Via Chiese
Tel. 02853531764
Teatro della
Cooperativa
Via Hermada
Fondazione Perini
Via Aldini 72
Tel. 3332703467
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Tel. 0227002476
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21, Concerto di Jean-Michel Jarre.
Alle 18.30, inaugurazione della Mostra
Percorsi di S. Chittolini Fino al 16/11. Orari:
15.30-18.30, tutti i giorni, festivi compresi.
Mostra dedicata a G. Crepax: Valentina, la
forma del tempo. Fino al 1/2/09. Orari: martedì-domenica 11-23, chiuso il lunedì.
Mostra collettiva Incisioni. Orario: 18-20,
chiuso domenica e festivi.
Per il progetto “Questions questions”,
Esposizione di installazioni di A. Jaar. Fino
all’11/1/09.
Alle 21, La nave fantasma di G. M. Bellu, R.
Sarti e B. Storti, regia di R. Sarti. Fino al
16/11.
Mostra fotografica Memoria storica e rinnovo
urbano. Fino al 30/11. Orari: martedì e venerdi 9-30-12, lunedì, mercoledì, venerdì 15-17.
Alle 21, PigrecoDelta, distribuzione teatrale,
presenta Tango, di F. Zanni. Fino al 9/11.
Alle 21, Serata danzante: balli lisci, caraibici
e di gruppo. Anche il13, 20 e 27/11 e il 4/12.
G VENERDÌ 7 NOVEMBRE
La Scighera
Via Candiani 131
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21.30, Concerto, di Patrick Fassiotti in
trio vocale.
Alle 21.30, Concerto jazz con Trioxidò.
G SABATO 8 NOVEMBRE
Casa di Alex
Alle 21.30, Concerto blues con gli Electric
Via Moncalieri 5
Blue.
Teatro San Giuseppe Alle 21, la Compagnia teatrale S. Giuliana in
P.za S. Giuseppe 2
Prévost per trii dì, di F. Dettamanti, regia di
Tel. 026435672
M. Beretta.
Art Action
Alle 18.30, inaugurazione della collettiva
Via Dante 15/A
Omaggio al gatto nero. Fino al 20/11
Bresso
G DOMENICA 9 NOVEMBRE
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Cine d’essai Osoppo
Via Osoppo 2
Teatro degli
Arcimboldi
Via dell’Innovazione 1
Alle 21.30, Serata danzante: boogie. Anche il
23 e 30/11.
Alle 21.15, In amore niente regole, di G.
Clooney. Anche il 10/11 alle 15.30 e 21.15.
Alle 21, Concerto di Boris Glebensahikov.
G LUNEDÌ 10 NOVEMBRE
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21, Danze popolari.Anche il 17 e 24/11 e
il 1/12.
G MARTEDÌ 11 NOVEMBRE
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Tel. 0227002476
Centro Grivola
Via Grivola 30
Tel. 0264224600
Alle 21, Farneto Teatro e Teatro del Buratto
in Antigone-Storia della perduta città di Tebe,
regia di M. Schimdt. Fino al 23/11.
Seconda lezione del ciclo “Il segreto della vita”, Da Darwin a oggi. Successive lezioni il 18
e il 25/11.
G MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE
La Scighera
Via Candiani 131
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21.30, Ti amo... ma la cosa non ti riguarda, scritto e diretto da T. Testa Testi.
Alle 21, Serata danzante: balli lisci, caraibici
e di gruppo.
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 16, Spettacolo teatrale per bambini. Alle
21.30, La crisi, istruzioni per l’uso, con A.
Miotto, A. Di Stefano, L. Lanza.
Cine Teatro Osoppo Alle 21, film Gomorra, di M. Garrone. Anche
il 17/11 ore 15.30 e 21.15.
Via Osoppo 2
La Scighera
Via Candiani 131
G MARTEDÌ 18 NOVEMBRE
Alle 21, Mai morti, testo e regia di R. Sarti
con B. Storti. Fino al 30/11.
G MERCOLEDÌ 19 NOVEMBRE
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21, mostra fotografica di Luca Simi Nella
terra dei re:reportage dalla Giordania.Letture
di brani di autori israeliani e palestinesi.
G GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE
Sassetti Cultura
Via Volturno 3
Tel. 0269002988
Alle 18.30, Mostra L’indecifrabilità dell’oracolo di Ercoli Gabriele. Fino al 30/11. Orari:
15.30-18.30, tutti i giorni, festivi compresi.
G VENERDÌ 21 NOVEMBRE
La Scighera
Via Candiani 131
Alle 22, Concerto jazz: Tommaso Strarace
Italian 4tet.
G SABATO 22 NOVEMBRE
Alle 21.30, Saltimbanchi off in La medicina
La Scighera
giusta per tempi cupi.
Via Candiani 131
Alle 22, Concerto blues con i Baton Rouge.
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Teatro San Giuseppe Alle 21, il Gruppo Albatros in Un strano laP.za S. Giuseppe 2
dro, da “Theft” di E. Chappell, regia di A.M.
Tel. 026435672
Cacciatore Orfanelli.
Teatro degli
Alle 21, la Compagnia Ultima Vez in Menske,
Arcimboldi
di Wim Vandekeybus.
Via dell’Innovazione 1
G DOMENICA 23 NOVEMBRE
Cine Teatro Osoppo Alle 21, film La banda, di E. Korilin.Anche il
24/11 ore 15.30 e 21.15.
Via Osoppo 2
Teatro degli
Alle 21, Concerto di Herbie Hancock.
Arcimboldi
Via dell’Innovazione 1
G MERCOLEDÌ 26 NOVEMBRE
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Tel. 0227002476
Alle 21, Le serve di Virginia, da “Una stanza
per gli altri”, di A. Giménez - Bartlett, regia di
G. Calindri. Fino al 14/12.
G VENERDÌ 28 NOVEMBRE
La Scighera
Alle 22, Cyberfolk Concerto: Apuamater.
Via Candiani 131
Alle 21, Concerto di Tracy Chapman.
Teatro degli
Arcimboldi
Via dell’Innovazione 1
G SABATO 29 NOVEMBRE
Libreria Franco
Angeli
P.za Trivulziana
La Scighera
Via Candiani 131
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Mostra di Mario Righetti, specializzato nell’esecuzione di copie d’autore. Fino al 24/12.
Alle 21.30, la Pena Flamenca di Milano e la
Scighera presentano Giorgia Celli al Baile.
Alle 15.30, l’Anpi di Pratocentenaro presenta
Un futuro alla memoria-Ricordo di Teresio
Mandelli. Alle 21.30, Concerto soul e R&B
con Monday Blues.
G DOMENICA 30 NOVEMBRE
Cine Teatro Osoppo Alle 21, film Il divo, di P. Sorrentino. Anche il
Via Osoppo 2
1/12 ore 15.30 e 21.15.
G VENERDÌ 14 NOVEMBRE
G LUNEDÌ 1 DICEMBRE
Argomm Teatro
Via G. Imperatore 40
Tel. 026437001
Teatro degli
Arcimboldi
Via dell’Innovazione 1
La Scighera
Via Candiani 131
Centro Grivola
Via Grivola 30
Tel. 0264224600
Alle 21, Studio sulle serve, da “Les Bonnes” di
J. Genet, regia di F. Mazza. Anche il 15 semìpre alle 21 e il 16/11 alle 16.
Alle 21, Concerto di Liza Minnelli.
G SABATO 15 NOVEMBRE
La Scighera
Via Candiani 131
Alle 21.30, Chi non è un uomo libero è un uomo grullo, viaggio fra i testi di L. Bianciardi,
la musica di P. Ciampi.
Simona Fais
Alle 22, Concerto rock.
G DOMENICA16 NOVEMBRE
Teatro della
Cooperativa
Liza Minnelli
al Teatro degli Arcimboldi
Alle 22, per la serie “La solitudine delle opere
prime”, film Il posto, di E. Olmi.
Inizio del corso dedicato all’impronta di
Federico e Carlo Borromeo a Milano, che
comprenderà anche due visite guidate ai
quadroni di S. Carlo. Seconda lezione il 9/12.
G GIOVEDÌ 4 DICEMBRE
Alle 21, Concerto di La Crus.
Teatro degli
Arcimboldi
Via dell’Innovazione 1
arà un mese di ballo,ma soprattutto di tanta musica questo novemS
bre al Teatro degli Arcimboldi, sono infatti ben cinque le date dedicate ai concerti. Si parte il giorno 6 alle ore 21.00 con l’artista francese,
pioniere della musica elettronica, Jean Michel Jarre. Considerato un
innovatore per l’organizzazione dei suoi spettacoli dal vivo, caratterizzati da scenografie spettacolari con laser e giochi pirotecnici, nelle due
date italiane di Roma e di Milano si celebrano i trent’anni dalla pubblicazione del suo più grande successo:”Oxygen”.
Dalla musica elettronica eseguita con strumenti futuristici si passa il
giorno 8 alle ore 21.00 all’unica data italiana per quello che è considerato l’artista più famoso della scena pop-rock dell’Est: Boris
Grebenshikov. Simbolo di una vera rivoluzione culturale, la sua è una
carriera nata insieme al gruppo Aquarium nell’Unione Sovietica degli
anni ‘80, quando il pop-rock e la musica occidentale erano illegali. Oggi
le sue liriche del folk russo dalle sonorità classiche hanno avuto un immenso successo nelle recenti esibizioni al Palazzo di Vetro dell’Onu, alla Royal Albert Hall di Londra e all’Olimpia di Dublino.
Grandissima è anche l’attesa per il ritorno a Milano, dopo ben 19 anni,
di Liza Minnelli il 14 alle ore 21. Con un’esibizione supportata da una
band di 14 elementi e da un quartetto di palpitanti cantanti/ballerini
la divina Liza salirà sul palcoscenico per ben due ore di spettacolo.
Per gli amanti del jazz, invece, l’appuntamento è per il 23 novembre alle 21 con il concerto di Herbie Hancock che con la sua voce inconfondibile e il suo fluido percorso creativo, si è guadagnato un posto tra i più
grandi visionari dello scorso secolo.
L’ultima data musicale è dedicata a Tracy Chapman, il 28 alle ore 21,
che inserisce Milano tra i 21 palchi europei che il suo tour da solista
toccherà. Il nuovo album “Our bright future “uscirà il 10 novembre.
Porta in scena la fragilità e il limite dell’uomo, la Compagnia Ultima
Vez, seguita dal coreografo Wim Vandekeybus, nello spettacolo
“Menske”, il 22 novembre alle 21. Con la danza, il teatro e la musica
cercheranno di dare delle risposte a molte domande filosofiche della nostra esistenza.
Primi appuntamenti
al Teatro della Cooperativa
Valeria Casarotti - Teresa Garofalo
d aprire la stagione del Teatro della Cooperativa è stato un
A
evento importante, il debutto nazionale dell’opera “Sogno di
una notte di mezza estate” di William Shakespeare, in scena presso il CrT Teatro dell’Arte di Milano fino al 2 novembre.Un testo meraviglioso in cui il drammaturgo inglese rivela la sua maggiore libertà fantastica e che Renato Sarti, modernizzandolo, ha saputo
tradurre, adattare e dirigere in modo assolutamente originale. La
commedia shakespeariana affascina per il suo carattere composito
e la sapienza con cui in essa sono fusi tre mondi, quello delle fate,
quello degli umili artigiani e quello della tradizione cortese. Inoltre
affronta un tema interessante e sempre attuale, il confine sottile
che separa la realtà dal sogno, la normalità dall’anormalità, la consuetudine dall’utopia. Un altro segreto del suo fascino sta nelle tante letture possibili dell’opera, il piacere della favola, il gusto dell’insolito, la sua forza allegorica capace di farci riflettere sul senso delle cose, sulla realtà del sogno e gli inganni della realtà. Bravissimi
gli attori in scena, quasi tutti giovani, di cui un terzo stranieri e due
terzi donne, belli ed estrosi costumi e scene ideati e realizzati dagli
allievi dell’Accademia delle Belle Arti di Brera.
La stagione 2008-2009 del Teatro della Cooperativa è dedicata quest’anno a Franco Basaglia, anticipatore delle problematiche, oggi
purtroppo ancora molto attuali, legate alla paura del diverso, al disagio mentale e all’esclusione sociale. Questi gli argomenti che affrontano anche i due spettacoli proposti nella sala di via Hermada
per il mese di novembre. “La nave fantasma”, in scena dal 6 al 16,
ci fa riflettere sul drammatico problema dell’immigrazione in
Italia, il destino spesso tragico di chi, alla ricerca disperata di un
luogo in cui sopravvivere, affronta sulle “carrette del mare” la traversata verso la nostra terra.
Dal 18 al 30 novembre sarà riproposto “Mai morti”, un cavallo di
battaglia di Renato Sarti e Bebo Storti, un monologo esaltato di un
uomo, nostalgico del ventennio fascista, oggi impegnato con la stessa determinazione contro viados, rom, extracomunitari, drogati. Il
finale dell’opera è stato completamente riscritto per aggiornarlo
agli ultimi tragici eventi riportati dalla cronaca italiana. Due opere
inquietanti per ripercorrere la nostra storia recente e riflettere sul
fatto che razzismo, nazionalismo e xenofobia sono purtroppo concetti ancora profondamente radicati nella nostra società.
Beduschi in tv
l “nostro” Giovanni Beduschi dal 20 al 26 ottobre è stato
Ix Tu”
l’ospite creativo e satirico della nuova trasmissione “@Tu
condotta da don Antonio Mazzi, in onda su Sat 2000
canale 801 di Sky, e sul Digitale Terrestre canale 11 o 30
Sat2000 dalle 17.10 circa.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 11
VITA COMUNITARIA
La Dieci giorni di Niguarda
Anziano, “fa balà l’occ” contro le truffe!
Diana Roca
Uno spettacolo teatrale organizzato dalla Provincia di Milano.
i è concluso venerdì 10 ottobre l’insieme di eventi che ha dato vita alla prima
S
edizione di: “Niguarda in 10 giorni”, una delle tappe di avvicinamento alla costruzione di un Ecomuseo Urbano di Milano. Un progetto pilota che ha voluto far
Costanzo Arazzi
(consigliere provinciale del Pd con delega al Tempo libero)
conoscere il quartiere storico di Niguarda ai cittadini della zona e non solo, grazie
al sostegno del Consiglio di Zona 9 e al supporto della Società Edificatrice di
Niguarda. Ma che cos’è un Ecomuseo urbano? È un progetto teso a valorizzare il
patrimonio materiale e immateriale attraverso un percorso di ricerca sulla memoria, sulla storia locale e su ciò che di tutto questo è ancora riconoscibile sul territorio. Un progetto da realizzarsi con il contributo attivo della cittadinanza che è il primo e più prezioso patrimonio dell’ecomuseo urbano. Non perché si disdegnino edifici storici, opere d’arte o ambienti naturali, tutt’altro, ma perché la conoscenza e la
difesa di questi tesori passa attraverso il vissuto di ogni singolo individuo e quindi
attraverso la raccolta e l'interpretazione di memorie, saperi e tradizioni orali indispensabili a preservare e in molti casi a rifondare una cultura della tutela. Ecco allora che l’ecomuseo consente di sperimentare nuove forme di tutela partecipata dei
beni presenti sul territorio, significativi per la storia locale e il tessuto sociale del
quartiere. Ovvero di quel patrimonio diffuso di vite, conoscenze e paesaggio urbano - con particolare attenzione al ‘900 - non ancora del tutto scritto e codificato.
Due parole sulle iniziative del programma tenutosi durante i “dieci giorni” per presentare il primo esperimento milanese di ecomuseo urbano:
• Mondi locali in mostra I “Dieci giorni” sono stati l’occasione per portare a
Niguarda, negli spazi settecenteschi di Villa Clerici, la mostra “Mondi locali: bisogni, energie, opportunità”, che ha offerto un percorso di conoscenza sulle tante realtà che compongono i nostri mondi locali. È stata concepita come rassegna itinerante, con l’obiettivo di accogliere, durante il suo viaggio, le esperienze dei territori
e delle popolazione cha via via l’hanno ospitato.
• La stanza della memoria Sempre a Villa Clerici si è svolta la “Stanza della
Memoria”: una postazione di raccolta e digitalizzazione di ricordi, immagini, oggetti, racconti. Presente una équipe di lavoro pronta a registrare le narrazioni di residenti o visitatori; a ricevere documenti, foto, ritagli di giornale che raccontano brani di storia e di vita del quartiere.
• Costruire una Mappa di Comunità Per tutta la durata della manifestazione
è stato proiettato un video che ripercorre il cammino compiuto finora dal Gruppo
della Mappa di Comunità, primo strumento attraverso cui i Niguardesi si raccontano, riflettendo sul proprio contesto di vita, sulla propria storia e sulla quotidianità su cui questa è costruita.
• Scoprire e riscoprire Niguarda Le visite guidate, condotte da studenti
dell’Università Bicocca e dell’Associazione Tramemetropolitane, sono state l’occasione per osservare con “occhi diversi” le strade e i monumenti del quartiere,
alla ricerca di tracce di un passato ancora presente nella memoria dei suoi abitanti: un itinerario alla scoperta di Niguarda, le sue vecchie cascine, le fabbriche
oggi diventate abitazioni, i locali storici: per osservare, ascoltare e riflettere sulla Niguarda di ieri, ma anche su quella di oggi. A ricordare i partigiani a
Niguarda c’è stata la camminata tra i luoghi della Resistenza niguardesi rivolto
ai bambini delle scuole elementari.
• Racconti gustosi e piatti forti Infine le cene narranti, momenti conviviali organizzati in trattorie della zona che hanno visto gli attori del Teatro della
Cooperativa recitare sulla vita e la storia di Niguarda. E la festa con animazione
per bambini, dimostrazioni delle scuole di ballo, stand di produzione artigianale e
biologica sul tema “Niguarda, io abito qui”.
ONA NOVE 12
barca in zona 9 “Fa balà l’occ! Anziani a
S
teatro contro le truffe”. L’inaugurazione
di sabato 4 ottobre al centro congressi della
Provincia, alla presenza del presidente Filippo Penati, ha avuto un successo straordinario di pubblico con settecento persone. Lo
spettacolo ha poi fatto tappa in questo mese
in diversi Comuni della provincia e in alcune periferie di Milano. Poi è arrivato anche
all’auditorium Cassina Anna di via Sant’Arnaldo nel quartiere di Bruzzano.
L’iniziativa è stata organizzata dalla Provincia di Milano-Tempo libero, di cui sono il consigliere delegato, e dall’assessore alla Sicurezza della Provincia Alberto Grancini, con la
collaborazione del Consiglio di Zona 9 e delle
associazioni di volontariato Ada, Anteas e
Auser, che hanno lavorato per la riuscita di
tutto l’evento.
Abbiamo creduto fortemente in questa tappa nella zona 9 perché è un quartiere molto
vivace e attento ai problemi sociali. Sul palco dell’auditorium è andato in scena lo spettacolo teatrale dal titolo “Fa balà l’occ!” di
Roberto Fera, a cura dell’associazione Calliope: gli attori hanno recitato i rischi delle
truffe porta a porta e come agire in situazioni pericolose. È stato anche distribuito un
vademecum antitruffe con tutte le informazioni utili per difendersi dai truffatori: una
guida redatta dalla Provincia di Milano con
il contributo delle forze dell’ordine.
“Fa balà l’occ!” è un’iniziativa di straordinaria
importanza per le novità che la caratterizza:
uno spettacolo teatrale come strumento per
trasmettere alla popolazione anziana consigli
e suggerimenti a loro utili per contrastare imprevedibili atti di truffa nei loro confronti.
L’evento continuerà per tutto il mese di dicembre in altri teatri della Provincia e periferie di Milano.
Per ulteriori informazioni e per il programma completo di tutte le tappe: www.provincia.milano.it/tempolibero.
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ONA NOVE 13
I NOSTRI PERSONAGGI
Il mito dell’adorata Coca Cola
nella collezione di Marzio Rossi
Bottigliette di vetro, vassoi, bicchieri, manifesti e insegne luminose, posacenere, calendari
e numerosi altri oggetti piccoli e curiosi, inutili o preziosi ispirati dalla mitica bevanda
sono diventati oggetto delle brame dei collezionisti. Primo fra tutti il nostro personaggio.
Valeria Casarotti - Teresa Garofalo
arliamo della bibita più
P
ricercata, adorata e bevuta al mondo, la mitica
Coca Cola inventata ad
Atlanta nel 1886. Simbolo
degli Stati Uniti e dei valori
di vitalità, esuberanza e ottimismo, Coca Cola è una
delle parole più note sul pianeta Terra.
La sua formula, ricavata
dalle foglie di coca, dai semi
di cola, aggiunti ad acqua,
zucchero e ad altri misteriosi componenti, rimane ancora un segreto ben difeso. Bottigliette di vetro, vassoi, bicchieri, manifesti e insegne luminose, posacenere, calendari
da parete e da tasca e numerosi altri oggetti piccoli e curiosi, inutili o preziosi ispirati dalla mitica bevanda sono diventati oggetto delle brame dei collezionisti.
In Italia uno dei collezionisti più convinti e accaniti è stato
il milanese Marzio Rossi, così appassionato da fondare nel
1988 il “Memorabilia Club”, associazione che raggruppa i
collezionisti italiani di prodotti a marchio Coca Cola. È stato anche l’ideatore della rivista mensile “Memorabilia Club
News”, sponsorizzata dalla Coca Cola Italia. Marzio Rossi
ci ha lasciato nel 1999, a
soli 52 anni, ma della sua
passione ci parla la sorella Mara che ci accoglie
nella sua casa di Niguarda, quasi un “piccolo museo” di tesori collezionati
da Marzio.
“Mio fratello fin da ragazzo amava raccogliere di
tutto, figurine, scatole di
sigarette, fumetti ecc. Poi
si è “scontrato” con la Coca Cola ed è scoppiata la
sua grande passione. Il
primo pezzo all’origine
della sua collezione è stata una lattina americana
del 1969, un oggetto singolare perché in Italia all’epoca le lattine ancora
non esistevano. Marzio
era arrivato a possedere
qualcosa come 6-7000 lattine da tutto il mondo,
una diversa dall’altra.
Lui amava viaggiare e
questa collezione è nata
così, dal desiderio di portare una lattina con scritte e immagini in lingue
diverse come ricordo dei
suoi viaggi. Ogni anno poi
si recava ad Atlanta per
la Convention della Coca
Cola e non mancava mai
di partecipare ad aste e a
incontri per le borse di
scambio che venivano organizzate in Europa e in
Italia, a Novegro ad esempio. Nei mercatini e nei raduni
spiccava per il suo entusiasmo, la sua competenza e anche
per l’inconfondibile gilet rosso firmato naturalmente Coca
Cola, comperato in Tailandia e abbellito con una serie incredibile di pins. A un certo punto, però, la sua raccolta di
lattine era diventata così ingombrante che ha deciso di
venderne la maggior parte. Ne abbiamo ancora qualcuna
particolarmente rara, tra queste la “Space Can”, la lattina
prototipo portata dallo Shuttle nello spazio, un oggetto prezioso perché dotato di un meccanismo particolare per essere “scolata” in assenza di gravità. La passione per il collezionismo a marchio Coca Cola porta mio fratello a raccogliere altri oggetti, bottiglie, caraffe, orologi, e soprattutto
spille tutte dedicate alla bevanda. Marzio è stato il più
grande collezionista italiano di spille, aveva circa 8000 di
questi pins. Sono per lo più spille a tema, serie che riproducono bottiglie, loghi, lattine, tappi, bicchieri, camioncini.
Davvero splendida la raccolta dei pins che ricordano i giochi olimpici ad Atlanta, a Seul, e quella dei personaggi del
fantastico mondo di Walt Disney. Alcune di queste raccolte
sono edizioni limitate, numerate e quindi pregevoli. Mio
fratello incorniciava i pins componendo quadri bellissimi,
molto originali e colorati. Raccoglieva anche spille sciolte,
cioè non a tema, le fotografava, le catalogava e le teneva in
vassoi. Queste non le abbiamo più, sono state vendute a un
collezionista, mentre invece di quadri ne possediamo ancora moltissimi, quasi un
centinaio, e qualcuno pensiamo di venderlo. Per
contenere tutti i suoi cimeli ho affittato un seminterrato. Si tratta di
oggetti curiosi e particolari come per esempio una
caraffa a forma di orso, un
vecchissimo termometro e
alcune insegne pubblicitarie su metallo. Abbiamo
dato via molto, ma rimane ancora tanto”.
Gli oggetti che la signora
Mara ci mostra sono davvero estrosi, talvolta un
po’ bizzarri ma affascinanti, belli da vedere e
ricchi di storia.
Dietro ogni oggetto si legge uno spaccato della storia del Novecento, ma è
anche possibile cogliere
una parte significativa
della vita del fratello collezionista. Marzio Rossi
affermava che il collezionista vive una doppia vita, una “normale”, l’altra
più “strana” con gli amici
collezionisti un po’ pazzi
che condividono la stessa
passione: due vite parallele che solo raramente si
incrociano e si uniscono.
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ONA NOVE 16
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
I NOSTRI PITTORI
a cura di Valeria Casarotti e Teresa Garofalo
Il bambino che si divertiva a giocare con i colori
Il maestro Giorgio Melzi torna, novello ”figliol prodigo”, nella sua Niguarda.
iguarda ha dato i natali a tanti personaggi che si sono distinN
ti in vari settori della cultura, musicisti, poeti, artisti. Uno dei
suoi “figli” più famosi è il maestro Giorgio Melzi segnalato dalla
critica come uno dei pittori più significativi dell'ultima generazione. Le sue opere, esposte in tanti paesi del mondo, in Italia e all’estero, persino a Shangai, fino ad oggi non erano mai arrivate a
Niguarda, dove l’artista è nato e vissuto fino ai 20 anni.
All’Edificatrice va il merito di aver riportato Giorgio Melzi a casa,
nel luogo delle sue origini, per riproporlo alla sua gente, a tutti gli
amici, a quelli del nostro quartiere, e sono molti, che lo ricordano
come “il bimbo che si divertiva a giocare con i colori”.
“Da molti anni abito in un'altra zona di Milano - afferma l'artista - ma a Niguarda ho lasciato un po' il cuore e ogni volta
che passo per le vie di questo quartiere provo una gran nostalgia ripensando alla mia giovinezza e soprattutto ai compagni
con i quali mi divertivo a giocare qualche partita al calciobalilla, a dare quattro colpi al pallone o ad ascoltare nei juke box
al bar i nostri cantanti preferiti. Di molti amici ho dimenticato il nome ma non il loro volto”. E sono tante a Niguarda le
persone che ancora oggi ricordano Giorgio, quel bambino che
da piccolo, già dagli otto anni, ai giochi con gli amici e allo studio spesso preferiva i colori, bellissimi e vivaci, di un colorificio, una vecchia fabbrica di pigmenti situata nei pressi della
sua abitazione. Lo rivedono ancora mentre scorazzava felice
per le vie del quartiere sulla bicicletta che lui stesso aveva ridipinto di un bel arancione brillante.
Giorgio era attratto e affascinato dai colori a tal punto da non poter fare a meno di "immergersi" fisicamente in essi, doveva assolutamente toccarli quei blu accesi, quei rossi, quei verdi e quei
gialli smaglianti che lo lasciavano sempre tutto "impiastricciato"
per la felicità della sua mamma. Racconta: “Sono nato in via
Lanfranco della Pila, in una cascina con tanti campi e tanto verde intorno. Noi ragazzi godevamo di grande libertà e posso dire
di aver avuto un'infanzia davvero felice. Vicinissimo alla mia ca-
sa si trovava un vecchio colorificio, niente di artistico, solo una
fabbrica che esercitava su di me un forte fascino. Aspettavo che
alle cinque del pomeriggio gli operai, terminato il lavoro, se ne
andassero, poi entravo e, felice ed emozionato, cominciavo a ‘toccare’ tutti quei bei colori in pasta. Tornavo a casa dipinto di blu,
di rosso, ogni volta una tinta diversa, e la mamma mi sgridava
perché non era così facile mandar via quelle chiazze”.
Era proprio innamorato del colore Giorgio Melzi e questa passione, ancora oggi molto viva, domina e caratterizza tutta la sua
produzione artistica. I suoi sono colori intensi, mediterranei, colori “rubati” alla terra e al mare della Sicilia, isola che ha accolto
tante sue mostre e che l’artista ama in modo particolare. Sono
gialli luminosi, arancioni smaglianti, blu profondi, cromie intense di forte impatto visivo, un vero piacere per gli occhi.
Il percorso artistico di Giorgio Melzi è lungo e molto vario, dal figurativo è giunto all’astrazione e all’action painting, uno stile in
cui il segno perde il suo valore tradizionale per divenire gesto puro, trasferimento sulla tela di sentimenti ed emozioni che emergono spontaneamente dall’inconscio. I quadri esposti in mostra
nel foyer del Teatro della Cooperativa sono di recentissima produzione e appartengono per lo più al ciclo ”Sinfonie” ispirate all’artista dall’ascolto della musica di Mozart, Beethoven, Bach.
Sono opere suggestive nelle quali si coglie non solo l’abilità artistica del pittore ma anche e soprattutto la sua anima, le sue passioni, un microcosmo di sentimenti. Purtroppo la mostra, inaugurata venerdì 10 ottobre, è rimasta esposta al pubblico solo pochissimi giorni e questo è stato oggetto di amare riflessioni da
parte di Giovanni Poletti. “Se avessimo potuto accoglierla in un
ambiente più idoneo - sostiene il presidente dell’Edificatrice questa mostra sarebbe divenuta un evento mediatico importante per tutta la città. Ma a Milano i grandi eventi si organizzano
in centro mentre nelle periferie c'è il deserto. Sono possibilità
mancate perché ovunque, anche nel nostro quartiere, esiste un
tessuto sociale ricco e operano associazioni e circoli capaci di offrire iniziative di grande spessore. Questo della cultura è un tema che vede l’Italia in grande ritardo pur avendo potenzialità
enormi. Abbiamo il 72% di tutta la produzione artistica del mondo e questo dovrebbe spingerci a considerare la cultura un fattore trainante del nostro paese, mentre oggi non è così e, a mio parere, la società che non dà valore e non sostiene la cultura è una
società che ha poco cammino davanti a sé”.
“Bagagli di viaggio”: racconti a colori e parole di Giancarla Perelli
n evento culturale di grande rilievo quello organizzato
U
nel nostro quartiere dalla Biblioteca Cassina Anna per
novembre.
Un incontro magico tra Apollo, il “dio delle cose belle” protettore delle arti, e Calliope, la musa della poesia. Parliamo
di “Bagagli di viaggio”, una personale nella quale Giancarla Perelli, pittrice e poetessa, presenta quadri e liriche di
natura autobiografica.
Con i colori e con i versi, infatti, l’artista ama fermare sentimenti, ricordi, gioie e dolori che hanno punteggiato la sua
vita e che porta con sé, nel suo cuore, bagagli talvolta gravosi, talvolta lievi e piacevoli.
I quadri come racconti “ritagliano” luoghi visitati, persone
incontrate, situazioni ed emozioni vissute ed espresse in
uno stile personalissimo, libero da schemi convenzionali
perciò istintivo e spontaneo.
Dietro i tratti indefiniti dei volti e delle forme e l'essenzialità degli elementi, una tecnica che il critico d'arte Alberto
Pasini ha definito “la più astratta delle figurazioni” c’è però tutta l’umanità e infatti paesaggi, mercati, folle e personaggi, pur ispirati a luoghi e a persone che l’artista ha davvero visitato e conosciuto, sono soprattutto metafore, rappresentazioni simboliche delle situazioni e delle condizioni
della vita umana.
Ad accentuare il valore introspettivo delle opere contribuiscono le pennellate spigliate e vigorose e la scelta dei colori, a volte cupi e sinistri, a volte caldi e brillanti, colori che
come sostiene ancora Pasini “non essendo asserviti all’imitazione di una realtà definita sono psicologici, immaginari,
insoliti, mai banali e scontati”.
In mostra accanto ai quadri sono esposte anche alcune poesie sgorgate, come afferma la stessa autrice, non dalla penna ma dall’anima, liriche che nascono dai suoi sogni, dai
suoi ricordi, dal mondo più segreto e profondo dei sentimenti.
L’inaugurazione della mostra avverrà l’8 novembre alle ore
16; nell’occasione l’esperta d’arte Federica Gavazzi Paola
presenterà le opere e l’attrice Paola Virgili Zanelli reciterà
alcune delle poesie.
Biblioteca Cassina Anna, Via San’Arnaldo 17. Aperta tutti
i giorni dalle 16 alle 19.
Giancarla Perelli, poetessa, pittrice e socia della Galleria
Art Action di Bresso, ha iniziato come apprendista nella
stamperia Pisani cui si rivolgono pittori famosi. Dopo
l’Accademia di Brera ha approfondito varie tecniche sotto
la guida del maestro Colli della Permanente di Milano. Nel
2004 è stata premiata con la targa d’argento al “Concorso
Nazionale” di Lodi Vecchio.
Magia
Giancarla Perelli
La musica mi struggeva l'anima,
la luna mi stregava il cuore,
camminavo piano sulla sabbia,
dalle mie labbra non uscivano parole.
Pensieri, come uccelli in volo,
vagavano lassù fino alle stelle…
Nel buio udivo la tua voce
e mi guidava sicura la tua mano.
Nulla ti ho chiesto, solo t’ho seguito
dentro la lunga notte senza fine.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 17
LUNEDÌ
1 DICEMBRE
ore 20.30
TEATRO
DELLA COOP
Via Hermada 8
L’Associazione Amici di
ONA NOVE
organizza la tredicesima edizione
Musica leggera con il complesso musicale
La Banda delle Donne
Recital teatrale con
il “Legnanese” Toni Franco
o “Zonino d’Oro” è divenuto nel corso degli anni un
L
importante appuntamento per la nostra comunità.
Scorrendo l’albo dei benemeriti troviamo nomi noti
(Sergio Cofferati, Teo Teocoli, Giovanni Trapattoni,
etc.), ma soprattutto tantissime persone comuni, che
nella vita di tutti i giorni hanno saputo trovare la forza di conseguire importanti risultati non solo per sé,
ma anche per gli altri. Uno spettacolo, aperto al pub-
blico, fa da contorno alla cerimonia di consegna di questo piccolo, ma ambito riconoscimento: una “Z” di Zorro
tutta d’oro, come quella che campeggia in rosso nella
testata del nostro giornale.
Ecco i premiati di quest’anno
Associazione Ape Agenzia Turistica con finalità
sociali. Da 30 anni presente a Niguarda ha sempre
avuto uno sguardo rivolto al sociale cercando di andare incontro ai bisogni di aggregazione dei cittadini della nostra zona. L’impegno più importante è
però il sostegno alla ricerca sul cancro. Infatti ogni
anno un gruppo di soci volontari, in collaborazione
con l’Airc, porta in piazza le arance e le azalee per
un fine di solidarietà.
Cooperativa Edificatrice di Pratocentenaro Il 14
ottobre 1908 alcuni soci si riuniscono nello studio del
notaio milanese Guasti per dare vita alla Cooperativa
Edificatrice di Pratocentenaro. Nel 2008 quella cooperativa c’è ancora, all’inizio di quest’anno si è unita con
la Sassetti dando vita alla Cooperativa di Abitanti
Pratocentenaro e Sassetti. Un secolo di storia fatto di
unità per perseguire l’obiettivo comune, solidarietà per
superare i momenti difficili, perseveranza per ribadire
la vocazione mutualistica, volontà nell’essere punto di
riferimento nella vita dei soci.
Andrea Donghi Ha iniziato a prendere i pennelli e a
dare colore ai suoi quadri solo dal 1982 quando, finalmente libero dagli impegni di lavoro, ha potuto dedicarsi completamente alla sua passione, la pittura.
Dipinge davvero di tutto ma predilige fare ritratti.
“Fermare sulle tele le espressioni dei volti dei familiari, degli amici e dei bambini - dice - è un compito arduo
ma di grande soddisfazione”. Ama moltissimo anche
dipingere paesaggi. Nei suoi quadri rivediamo il nostro
quartiere con le viuzze del suo centro storico, le antiche
ville, le cascine e le fattorie, gli ampi cortili e le caratteristiche case di ringhiera, testimonianze di una
Niguarda contadina ormai quasi scomparsa. E ritroviamo pure la Milano di un tempo, il fascino dei vicoli
che costeggiavano i canali, il profumo dei giardini affacciati su vecchi navigli, il silenzio della città avvolta
nella nebbia o ammantata da una candida coltre di neve. Nei tratti decisi e nei colori forti e vibranti di
Andrea Donghi è vivo il ricordo di un mondo che non
c'è più, molto amato e rimpianto.
Martina Grimaldi Nuotatrice di fondo, specialità 10
km. Alle scorse olimpiadi di Pechino si è classificata decima a soli 9” dal podio e 13” dalla medaglia d’oro.
Abita a Bologna ma la mamma Patrizia, la nonna
Attilia, gli zii e la cugina sono di Niguarda. Tesserata
per il gruppo sportivo dell’Esercito, Martina lo scorso
settembre ai campionati Europei di fondo ha conquistato una medaglia d’argento nella 10 km e un quarto
posto nella 25 km. Duri allenamenti e alcuni sacrifici
sono alla base dei suoi successi che però non le hanno
impedito di conseguire la maturità sfiorando il massimo dei voti. Il suo prossimo obiettivo sono i Mondiali di
Roma 2009.
Anna Maria Indino Donna eclettica e sensibile, pittrice e promoter di arti visive, è impegnata su molti
fronti in ambito culturale e artistico. A sostenerla è la
lunga esperienza maturata nell’attività di comunicazione grafica e progettuale e la collaborazione con
aziende private e pubbliche nella presentazione pubblicitaria dell’immagine. È l’organizzatrice di tutte le
mostre e degli eventi che si svolgono ad Art Action, la
galleria d’arte che dirige e per la quale crea vetrine
pertinenti ma sempre giocate con un pizzico di ironia
e con originalità. La stessa ironia la ritroviamo nei suoi
quadri, una denuncia acuta e critica della realtà che
l’artista affronta con forza e ottimismo, caratteristiche
peculiari della sua personalità, un connubio interessante tra dolcezza e determinazione. Ha lavorato come
free-lance nella redazione di diverse prestigiose testa-
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te e utilizza l’esperienza acquisita per la realizzazione
di un giornale d’arte on line. Vive ed opera a Niguarda
e da molti anni è una valida collaboratrice del nostro
giornale.
Gianmario Molteni Autore del libro “Memorie della
Resistenza”. Nel libro, oltre al racconto della
Resistenza a Milano e in particolare a Niguarda, viene
descritto il profilo del cognato Silvio Rigoldi, partigiano niguardese e martire della Resistenza. Dirigente
sindacale della Pirelli, Rigoldi viene arrestato nell’aprile del ‘44 e portato a San Vittore. Nel luglio dello
stesso anno, mentre sta per essere deportato in un
campo di concentramento in Germania, riesce a scappare nei pressi di Trento. Decide quindi di iniziare la
sua resistenza in montagna, prima nella bergamasca
poi nel battaglione “Bordoli” della 52° Brigata
Garibaldina “Luigi Clerici” sulla sponda del lago di
Como, sopra Sala Comacina. Il 24 dicembre del ’44 viene arrestato insieme ad altri partigiani. All’alba del 30
dicembre 1944, dietro il muro di cinta del poligono di
tiro di Camerlata (prov. Como) viene fucilato insieme
ad altri partigiani da un plotone speciale della questura con la partecipazione di volontari squadristi.
Motivazione: aver tradito la Repubblica Sociale
Italiana.
Giulio Pessina Aveva 7 anni quando si “scontrò” per
la prima volta con il cinema e fu amore a prima vista.
Un giorno suo padre porta a casa un proiettore e uno
spezzone di un film di cowboy, accende una lampadina
tascabile dietro il fotogramma, gira la manovella del
proiettore tac… tac... ed ecco, quasi per magia… le immagini muoversi e prendere vita. Quel tac tac ancora
oggi emoziona Giulio Pessina, architetto, pittore, grafico, designer di interni e soprattutto esperto cinefilo. La
sua passione lo ha portato a collezionare vecchie macchine da presa, strani marchingegni da proiezione, “pizze” e pellicole rare della storia del cinema, anche di
quello muto. Docente in corsi di cinema per insegnanti,
ha realizzato film con studenti e amici che condividono
la stessa passione per la “fantastica macchina dei sogni”. Ancora oggi si diverte a girare film in digitale con
i suoi nipotini e i loro piccoli amici. Strano a dirsi: i suoi
fan più accaniti e convinti sono proprio i bambini mentre i grandi giudicano la sua regia troppo “seriosa”.
Ida Peviani Centenaria della nostra zona. È nata il
10 maggio del 1908 ad Imperia, seconda di quattro
fratelli. Quando è nato l’ultimo fratello suo padre
combatteva nella prima guerra mondiale. A 14 anni
ha iniziato il suo lavoro di sartina in Piazza Duomo
dove si confezionavano le divise fuori ordinanza per
il distretto militare. Il suo compito all’inizio erano solo di imbastire le divise e poi di portarle in Corso
Sempione, dove c’era il distretto militare. Siccome
non aveva i soldi per il tram era costretta a percorDURANTE LA SERATA ESTRAZIONE DELLA
SOTTOSCRIZIONE A PREMI
1° premio: lettore DVD
2° premio: batteria pentole Kytchen
3° premio: scopa elettrica
4° premio: radio stereo
5° premio: lettore MP3
6° premio: pesa elettronica
7° premio: spremi agrumi
a cura di Lorenzo Meyer e Teresa Garofalo
rere il tragitto a piedi! Ha lavorato poi alla Siemens.
Ancora oggi aiuta la figlia Fernanda a spolverare e a
rifare il letto. E naturalmente si diverte ancora a
sferruzzare creando golfini e scarpette per beneficenza. Lo scorso 10 maggio i vicini di casa di via
Lanfranco della Pila le hanno fatto una bella festa
nella sala del condominio, mentre 8 giorni dopo ha
festeggiato con la figlia, il fratello e i nipoti.
Antonio Sacco Professore di Educazione fisica alla
scuola media Cassinis. Memoria storica della scuola
media Cassinis ha contribuito con il suo impegno e
personalità alla crescita di questa scuola nei momenti
più difficili. Ha sempre considerato la Cassinis un patrimonio importante per la nostra zona e pensato che
la sicurezza non è data dalla posizione geografica di un
edificio scolastico ma dalla profondità con cui si conosce la realtà circostante, dalla conoscenza dei problemi
reali che si ottiene solo dal confronto continuo con quei
fenomeni che noi vorremmo invece tenere lontani. I
ragazzi lo ascoltano e lo rispettano, è autorevole, non
autoritario: quando ci vuole, basta una sua urlata e
tutti si mettono in riga. A loro ha anche insegnato con
successo sport non popolari come Baseball e Ping Pong
I ragazzi della Cassinis hanno infatti raggiunto tanti
successi sportivi a livello regionale e nazionale.
Alla memoria
Agostino Pedrotti Studia ragioneria, ma la sua
grande passione è la musica, quindi si iscrive al
Conservatorio specializzandosi nel canto gregoriano.
Per molti anni è stato maestro di cappella e direttore
di coro presso la basilica di Sant'Ambrogio. Nel 1979
inizia una collaborazione volontaria e gratuita nelle
scuole elementari di Niguarda, il quartiere in cui viveva e che amava molto. Insegna musica, canto, flauto
dolce e altri strumenti come legnetti, campanelle, piatti, nacchere, triangoli e tamburelli in tutte le classi delle scuole di via Passerini e di via Cesari È un insegnante severo e burbero, molto esigente ma entusiasta e appassionato e i concerti da lui organizzati a Natale, a
Pasqua e a fine anno sono sempre un vero trionfo per
i suoi piccoli concertisti. Con docenti e genitori del
quartiere dà vita a un coro gregoriano di altissimo livello che spesso si esibisce in Sant’Ambrogio unendosi
alle voci dei cantori ufficiali della basilica. A Niguarda
lo ricordano come una persona schiva e riservata ma
molto generosa e valente.
Antonio Sale Uomo di grande cultura ma anche di
grande umanità, è stato per lungo tempo responsabile
del Centro di consultazione psico-pedagogico della
Casa di Redenzione Sociale, una struttura che ospita
minori in difficoltà familiari, scolastiche e di apprendimento, situata all'interno di Villa Clerici, in via
Terruggia. Persona estremamente delicata, sensibile e
attenta alle dinamiche educative, sapeva accogliere,
individuare in ciascuno la sua “ragione” e prendersi
amorevolmente cura di lui riconoscendolo come individuo. Sapeva darsi con generosità e non mancava mai
di sorridere a chi dalla vita non aveva mai avuto un
sorriso. Ha vissuto e ha lavorato a Niguarda dove era
molto noto e apprezzato come uomo e come professionista. La sua scomparsa ha lasciato un gran vuoto. Ai
suoi ragazzi e a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di stargli vicino mancheranno il suo
sorriso aperto, il suo sguardo franco e leale, la sua
stretta di mano rassicurante.
Premiazione dei carri del carnevale 2008
Con una pergamena saranno premiate le scuole ed associazioni che hanno partecipato al Carnevale 2008 organizzato come di consueto dal nostro giornale.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
ONA FRANCA
FIATO ALLE TROMBE
a cura di Sandra Saita
a cura di Sergio Maestri
Dedicato ai giovani
Gli Oasis, tra psichedelia, plagi e rimandi ai Beatles
a storia che questo mese “Zona Franca” vi racconta è la vita di
L
Giovanni Luigi Fois, nato a Oliena (Nuoro) nel 1923, e di Renata,
nata a Milano in corso Garibaldi nel 1925. 60 anni di matrimonio e
Davide Ghezzi
50 di residenza in uno dei quartieri più belli della Edificatrice di
Niguarda. La tenerezza che provo quando vedo due anziani insieme
è sempre forte perché è questo un grande dono della vita.
Sono puntuale all’incontro perché mi stanno aspettando. Il Signor
Giovanni, la moglie Renata e la dolce Mery, la badante romena che
da cinque anni li assiste amorevolmente, parliamo di salute poi inizia la nostra chiacchierata.
“Signor Giovanni, mi racconti di quando è arrivato dalla Sardegna”.
“Sono arrivato nel 1946. Certo mio padre e mia madre non volevano
che lasciassi il paese, ma io ero deciso. Conoscevo Milano. C’ero stato
in tempo di guerra.”
Mentre parla si emoziona fortemente sino alle lacrime. “Sa che parlo
dialetto milanese. Io voglio bene a Milano. Avevo trovato lavoro alla
Retam, era una ditta che lavorava per l’Azienda Tranviaria. Ero avvolgitore elettrico e facevo i motori dei vecchi tram. Poi sono passato
alla Passoni e Villa di Niguarda e vi sono rimasto sino alla pensione:
ero manutentore dello stabilimento. Sul lavoro non ho mai avuto discussione con nessuno. Ho sempre rispettato gli altri e gli altri mi
hanno sempre rispettato”.
“Signor Giovanni, lei è nato nel 1923. Che ricordi ha della guerra?”
“Nel 1944 sono stato mandato a Monte Fano (Bologna) in postazione
alla Parrocchia di Vignale. Ero nel 67° Reggimento Fanteria
Bergamo, il Raggruppamento Motorizzato Divisione Legnano.
Giovanni e Renata
Successivamente fui a Napoli, a Brescia, alla fine su a Tirano. Ero
sempre in prima linea”.
“C’è qualche ricordo in particolare?”
“Ricordi tanti” e il viso di Giovanni si rattrista.“Meglio non raccontare perché sono tutti con i tedeschi e sono tutti brutti. Però, signora
Sandra, le voglio raccontare questo fatto. Con un camion dovevamo
trasportare dei prigionieri tedeschi. C’era un soldato tedesco graduato che teneva tra le braccia un grande pacco di caramelle. Io gli chiesi: ‘Dove hai preso questo pacco?’ Il tedesco rispose: ‘L’ho comperato’.
Lo guardai diritto negli occhi e gli dissi che non me la dava da intendere. Il tedesco si mise a piangere e mi disse: ‘Ho preso questo pacco
perché lo volevo portare ai miei bambini in Germania’ ”.
Mentre parla il signor Giovanni si commuove e dice:“In quel momento ho sentito un grup chi al cor (un nodo di pianto al cuore) e non gli
ho detto più nulla al soldato”. In quel momento non c’erano né vincitori né vinti: in quella frazione di istante c’erano solo due uomini.
A guerra finita il signor Giovanni rimane ancora in caserma. E a
Giovanni Luigi Fois vengono riconosciuti dei meriti: non li tiene appesi alla parete ma piegati in quattro in un vecchio passaporto su tessuto del 1948. Il 31/03/51 il diploma d’Onore dal Ministero della
Difesa in riconoscimento della sua appartenenza alla “Guerra di liberazione” contro la Germania, il Raggruppamento Motorizzato C.I.L.
gruppo di combattimento Legnano.Ancora: il 25 giugno 1945 è autorizzato a fregiarsi di tre stellette per i meriti e il 30 Settembre 1945
l’esercito americano gli conferisce un certificato di merito per il servizio da lui compiuto. Nel 1948 Giovanni sposa Renata.
“Renata, mi parli di lei”.
“Ho sempre lavorato alla Pirelli. Abbiamo avuto dei figli: Maria
Luisa,nata nel 1950,e Antonio,nel 1952.La bambina però è nata con
una malformazione al cuore. È stata operata a 11 anni dal dott. De
Gasperis e dal dott. Donatello (due grandi medici del cuore).
L’intervento era andato bene ma dopo otto giorni le è venuto il Ballo
di San Vito. Lo sa signora Sandra, che cos’è? Consiste nel susseguirsi di movimenti rapidi e brevi, incessanti e vari, involontari e disordinati, incoercibili e senza scopo, di tutte le parti del corpo, ma specie di
mani, piedi, viso e lingua. Così saltando nel letto le si sono aperti tutti i punti e dopo è morta. Se era viva oggi avrebbe 58 anni”.
Un attimo di silenzio. Sulla parete due bambini sorridono. Chiedo chi
sono: e Renata sorride e risponde: “Siano bisnonni. Sono i nostri pronipoti Alessandro e Matteo”.
Chiedo a Giovanni e a Renata se è tanto che non tornano in
Sardegna: “Sono 31 anni che non torniamo”. Il signor Giovanni mi
chiede se il giornale arriva anche al suo paese. Gli rispondo che il nostro è un giornale di Zona, però qualche sardo magari lo porterà in
Sardegna.
“Allora, signora Sandra, scriva che ricordo con amore la mia
Sardegna e tutti i miei amici”. E si commuove di nuovo mentre parla di Milano: “Io voglio bene a Milano: a Milan sem, de Milan sarem
e mai più se desmilaneserem”.
“Signor Giovanni, un messaggio ai nostri giovani?” “Divertitevi, sì,
ma divertitevi con responsabilità e siate sempre educati”.
Suona il mezzodì. La dolce Mary sta cucinando in cucina. Saluto
Renata e Giovanni e li ringrazio della chiacchierata, augurando a loro tanta salute e tanto bene.
oel Gallagher l’aveva detto:“Rimarrei stupito se,doN
po il primo singolo, nelle radio riuscisse a passare
qualche altra canzone”, riferendosi al settimo album degli Oasis, intitolato “Dig Out Your Soul”. Il suddetto singolo si chiama “The Shock Of The Lightning” e, come da
previsioni, sta godendo di un gran numero di passaggi
radiofonici e televisivi, ma senz’altro i fans, all’uscita del
disco, avvenuta in Italia lo scorso 3 ottobre, hanno quasi fatto fatica a riconoscere il gruppo che tanto adorano.
Soprattutto perché, nei sei lavori precedenti, erano state ben poche le variazioni stilistiche rispetto ai due album iniziali, ovvero i capolavori “Definitley Maybe” e
“What’s The Story? Morning Glory”, che hanno decretato il successo mondiale del gruppo capitanato dai due
fratelli terribili di Manchester, e quindi chi, in tutti questi anni, non aveva perso la passione per gli Oasis era
ormai abituato ad ascoltare sempre lo stesso tipo di canzoni, e direi anche quasi contento nel farlo. Ma qui la
musica cambia, perché da un lato le melodie sono quasi
tutte molto meno immediate rispetto al solito, e dall’altro il suono ha
un’importante componente psichedelica, che aumenta la difficoltà nell’apprezzare le canzoni al primo ascolto. Anche le canzoni già designate
come prossimi singoli, ovvero “I’m Outta Time” e “Faling Down”, pur
avendo melodie più facili, hanno delle differenze a livello di suono rispetto allo standard del repertorio del gruppo. D’altro canto, però, non
bisogna immaginare questo disco come uno stacco troppo netto rispetto alle abitudini del gruppo, nel senso che, pur con tutte queste differenze, è più appropriato parlare di uno sviluppo in chiave, appunto, psichedelica di quanto fatto finora, piuttosto che di una vera e propria rivoluzione rispetto al passato. Le tastiere si sentono molto di più, le chitarre
perdono quasi tutta la loro consueta carica, e le voci sia di Noel che del
fratello Liam viaggiano spesso e volentieri su tonalità finora inesplorate dai due. La minore immediatezza delle melodie è la scelta migliore
per far sì che la ricercatezza del suono renda nel modo più appropriato,
ovvero senza svelarsi subito ma crescendo ascolto dopo ascolto.
Di elementi che richiamano il passato, però, come dicevo, ce ne sono, e
riguardano in primo luogo l’andamento delle canzoni, comunque legato
quasi sempre alla classica alternanza strofa – ponte – ritornello (soltanto “Get Off Your High Horse Lady” si basa sulla ripetizione quasi ossessiva di alcuni versi, per enfatizzare ulteriormente un’atmosfera psichedelica tra le più marcate nel disco). Dopodiché non mancano nemmeno
un paio di aspetti non troppo lusinghieri, ovvero argomentazioni usate
dai detrattori del gruppo per cercare di dimostrarne lo scarso valore: sto
parlando delle accuse di plagio e dell’eccessiva ispirazione beatlesiana.
Per quanto riguarda il primo punto, sono due i brani “incriminati”: pare infatti che la strofa di “The Turning” e soprattutto il giro di piano che
l’accompagna, richiamino troppo da vicino una canzone di Cliff Richard
intitolata “Devil Woman”, mentre la ritmica che sta alla base di
“Waiting For The Rapture” sarebbe presa pari pari da “Five To One” dei
Doors. Sui rimandi ai Beatles, invece, sono riscontrabili sia in alcuni te-
sti, che nei momenti di pischedelia più spinta, che ricorda quella presente negli album della maturità dei
Fab Four, che infine nell’ispirazione esageratamente
lennoniana della citata “I’m Outta Time”, che contiene addirittura una registrazione di alcuni secondi di
un’intervista dello stesso John Lennon.
Dopo questa brevissima rassegna degli aspetti di novità, di quelli positivi e di quelli negativi di questo ritorno, la domanda sorge spontanea: Dig Out Your
Soul è un bel disco oppure no? Io, da fan sfegatato del
gruppo, dico che le prime otto canzoni sono quanto di
meglio gli Oasis hanno fatto dal 1997 in poi, mentre le
ultime tre si possono senz’altro ascoltare, ma sembrano messe lì solo come riempitivi, senza quindi avere
nulla per cui le si possa davvero apprezzare. In definitiva, quindi, la prova è superata, e quello che più conta è che stavolta sembra che il gruppo abbia intrapreso con convinzione una strada che li porti ad avere
un’evoluzione artistica che dovrebbe comunque contrassegnare tutti i gruppi di valore. Del resto, a pensarci bene, anche gli
stessi Beatles hanno iniziato ad essere diversi dal loro solito solo con
“Rubber Soul”, ovvero il sesto disco: gli Oasis hanno aspettato il settimo,
quindi non molto di più, e si può quindi pensare che il tempo per dire
qualcosa di davvero importante senza rimanere delle copie di sé stessi
non sia affatto scaduto.
Un evento da non perdere: MilanoinBlue.eu …ed il Naviglio mi
sembrava il Mississipi! Sorelle, Fratelli.. riunitevi! È di un sito web
che voglio oggi parlarvi; una boccata di aria fresca nell’era della tecnologia e dell’informazione sottomessa alle fugaci tendenze del momento,
alla movida modaiola e bevereccia; un portale online per difendere e recuperare una parte importante della nostra tradizione musicale nella
sua forma più diretta e coinvolgente:sto parlando ovviamente della musica live, suonata cioè dal vivo dove capita, dalle strade della nebbiosa
provincia Milanese ai più luccicanti locali nel centro della città. Jazz,
Blues, Rock, Funky, Soul e via dicendo.. musica nera, bianca, gialla, verde (!!), ma soprattutto blue.. amicizia e passione, emozione e sentimento che si intrecciano a ritmo di musica.. E’ questo quindi l’obiettivo che
motiva e sostiene l’impegno di un gruppo di ragazzi innamorati della
buona musica ed appassionati di informatica.. il risultato è sotto gli occhi di tutti: basta collegarsi all’indirizzo www.milanoinblue.eu per poter
apprezzare una succulenta varietà di contenuti, dalle recensioni di nuovi cd alla presentazione di band emergenti, passando da un interessante calendario dove vengono registrati e proposti ai visitatori tutti gli
eventi degni di nota. Amici, gli argomenti da trattare sono tanti, e le righe a mia disposizione si stanno esaurendo; non mi rimane che invitarvi tutti a visitare il sito ed a leggere il numero di Dicembre, dove avrò
una pagina intera per parlarvi del progetto Milano in Blue. Keep On
Bluesin’ & RockOn!!
Aspetto notizie musicali da tutti voi, cari lettori… Scrivetemi a [email protected]. Buona musica a tutti da Sergio
Niguarda: dall’ottobrata al mercatino di Natale
Valeria Malvicini
iguarda si contraddistingue per il coesistere di elementi che si inN
trecciano fra di loro. La sua storia è raccontata dalla Resistenza,
dalle realtà di associazioni, cooperative, commercianti, operai e artigiani, dagli edifici che mantengono le caratteristiche del paese. Il nuovo si
esprime con l’incremento demografico che ripopola un quartiere che abbraccia tutte le generazioni e chiede il potenziamento di servizi già esistenti. A Niguarda, ad esempio, manca una vera e propria “Piazza” che
inviti ad uscire dalla proprie case per fermarsi a parlare, a confrontarsi,a conoscere,ad incontrarsi per aprirsi agli altri,divertendosi,fermando un po’ il tempo in modo conviviale e sentendosi partecipi di un piccolo pezzo di storia.Un piccolo gruppo di niguardesi e non, aperti ad accettare nuove forze, idee e suggerimenti, ha così pensato di far rinascere la
festa di quartiere con questo scopo. Con un pizzico di entusiasmo e di
desiderio di mettersi in gioco, Niguarda può diventare ancora più accogliente, frizzante nelle sue attività e testimone di come anche i quartieri periferici possano essere realtà attive, dinamiche, colte, cariche di storia e di novità.
5 ottobre 2008: è una data che segna la realizzazione di un desiderio di
chi ha creduto, dall’inizio alla fine, che potesse realizzarsi ed è stata così apprezzata che ora diventa un appuntamento da arricchire e da curare sempre più. L’intenzione di mettere in piazza le proprie risorse,
senza speculare e senza avere un ritorno economico, se non per supportare i costi della festa stessa, ha avuto il suo successo. Gli organizzatori,
con tanta caparbia e tanta fatica, hanno dedicato tempo e passione oltre il loro orario di lavoro formando un bel gruppo collaborativo; le va-
rie realtà si sono espresse dando il massimo, con allegria, voglia di farsi conoscere e spirito di partecipazione per alimentare la gioia dello stare insieme in modo gioviale; infine anche il semplice spettatore o passante ha dato il suo contributo con la sua presenza e curiosità per popolare il momento di aggregazione. I bambini hanno “colorato” la via
Passerini con la loro frizzante energia e con la musicalità delle loro voci; i giovani con spettacoli di danza, teatro, musica, giocoleria e laboratori; le associazioni hanno dato arte, cultura e volontariato; gli adulti
hanno contribuito con il loro interessamento a gremire la via con una
presenza che ha dato corpo alla festa, interessati anche delle proposte
degli artigiani e dei prodotti biologici che hanno riscontrato successo e
infine, ma non per ultimi, i teneri anziani, lenti, silenziosi dalle movenze dolci con gli occhi che brillavano di una voglia di ritornare ad assaporare l’atmosfera del paese dove tutti si conoscono, si incontrano e scambiano una chiacchiera.
C’è chi si è lamentato, perché troppo poco, troppo in piccolo, poco
comunicato. Bene, è uno stimolo per fare meglio e per chiedere il
loro aiuto, di tempo e di soldi. Questo è stata solo la prima volta,
uno sperimentare il successo e la credibilità. Ora non ci resta che
metterci al lavoro con lo stesso spirito per coinvolgere ancor di più
tutte quante le persone che “abitano” e “fanno” Niguarda. Alcuni
degli organizzatori, spinti dalla voglia di creare nuova aggregazione, ripartono con una nuova sfida… il mercatino di Natale in via
Passerini e via De Calboli il 14 dicembre prossimo. Speriamo che
riescano nel loro intento!
Ricordo di Margherita
Margherita Nava era stata la prima centenaria intervistata sa “Zona
Franca”.Nata a Niguarda in via Valassina (ora via Hermada),era arrivata a 102 anni. Nel 2001 al suo unico figlio Enzo Broggi era stato
consegnato lo Zonino d’Oro per la madre centenaria che lui aveva
sempre assistito amorevolmente.
La morte è di tutti
non può passare indifferente
quando un ramo si stacca dall’albero
le radici profonde soffrono
perciò quando qualcuno ci lascia si soffre.
Ho rivisto il signor Enzo Broggi dopo tanto tempo. È affranto dal dolore e mi ricorda della morte della moglie A. Maria: “Sun rimast de
per mi. La mia mié e l’an pasà la tusa (l’anno scorso a novembre mia
moglie per un male incurabile e in poco tempo la loro unica figlia
Daniela di 45 anni). A gu pu nessun” (non ho più nessuno).
Ho abbracciato quell’uomo perché volevo abbracciare il suo dolore, ricordandogli che “Zona Franca” è una grande famiglia. Da parte della redazione e da tutti noi il nostro cordoglio.
L’arte poverissima di Alex Schiavi
omenica 16 novembre,alle ore 11,all’incrocio tra via Hermada e via
D
Passerini (Fermata dei tram), performance del maestro Alex
Schiavi su “Arte poverissima - Arte della non-spesa. La nuova spesa degli Italiani alla fame”.
Ecco la denuncia di Alex Schiavi: “Tra un po' inizieranno le melliflue e
caramellose campagne pubblicitarie natalizie, dedicate a far spendere i
soldi (a coloro che ancora ne hanno da spendere in futilità) e a nascondere le grandi povertà degli Italiani (quasi 15.000.000 i bisognosi secondo la Caritas). I poveri non vanno mai mostrati, caso mai è bello fare
credere che tutti gli italiani vanno nelle cattedrali atee dell’avidità capi-
talistica a riempirsi il carrello delle più assurde ed inutili merci, siano
esse alimentari o meno. Nulla di più falso: oggi sono pochi coloro che riescono a riempire i carelli”.
Il maestro Alex Schiavi propone la sua installazione direttamente davanti alla fermata dei tram,trafficatissima e punto di incontro degli abitanti del quartiere, a fianco dell’edicola dei giornali. L’installazione è
semplice: un carrello vuoto della spesa e un manifesto di denuncia:
“Arte poverissima. La spesa degli italianni. Unitevi all’installazione artistica del maestro Alx Schiavi.Vi aspettiamo domenica 16 novemre alle ore 11”.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 19
I NOSTRI LIBRI
Cent’anni di storia
(e di cooperazione)
in cento pagine
In occasione del centenario dell’Edificatrice di
Pratocentenaro è uscito “Cent’ann e un tocc”,
un libro che percorre il passato, il presente e il
futuro della Cooperativa tra parole e immagini
Roberto Braghiroli
lzi la mano chi conosce il nome di tale Eugene Cristophe,
A
primo ciclista a indossare la maglia gialla di leader del
Tour de France nel lontano 1919. Oppure chi sa che Benito
Mussolini, il 28 ottobre del 1922, arrivò a Roma addirittura
in vagone letto e non marciando assieme ai suoi camerati.
Tutto questo, e tanto altro, è contenuto in “Cent’ann e un
tocc”, libro commemorativo del centenario della Cooperativa
di Pratocentenaro, ora conosciuta con il nome di C.Ab,
Cooperativa di Abitanti Pratocentenaro e Sassetti. Si tratta
di un volume, stampato in 2mila copie, che ripercorre un secolo e più (un tocc, appunto) di storia, dal 1900 al 2008.
All’interno, tra una notizia e l’altra, c’è anche la storia della
Cooperativa raccontata da Rinaldo Trionfini, ex presidente
e “memoria storica”. Si va dall’atto di fondazione, datato
1908, ai progetti finiti da poco come il Villaggio Grazioli fino
ai cantieri aperti, ovvero il complesso immobiliare in costruzione in via Comune Antico, un’iniziativa interamente targata C.Ab. Senza dimenticare, ovviamente, i caseggiati “storici” come via Arganini, via Lanfranco della Pila e viale
Fulvio Testi.
Ma come nasce questo libro? Da dove si prendono cento anni di notizie? Risponde Claudio Memmo, consigliere d’amministrazione di C.Ab e curatore dei testi del libro (tutti
scritti in prima battuta a mano): “Per molti avvenimenti mi
sono basato su ricordi personali, in larga parte i racconti dei
genitori e dei nonni; poi ho fatto delle verifiche su libri o,
qualche volta, su Wikipedia, l’enciclopedia online. Diciamo
che è stato un lavoro fatto da non professionisti, un libro insolito, un po’ fuori dagli schemi tradizionali, alla cui realizzazione abbiamo lavorato due anni”. “In effetti non volevamo replicare i volumi usciti in occasione del 60° e del 75° anniversario” spiega a “Zona Nove” il vicepresidente di C.Ab.
Luigi Introini. La chiusura spetta a Francesco Tripodi, presidente della Cooperativa di Abitanti Pratocentenaro e
Sassetti, che proprio nel mese di ottobre ha compiuto il primo anno di vita: “Ci auguriamo che questo libro, al quale
hanno dato il proprio contributo, tra gli altri, il vicesindaco
di Milano Riccardo De Corato, Luciano Caffini, presidente di
A.N.C.Ab., l’Associazione nazionale delle cooperative di abitanti e il presidente della Provincia di Milano Filippo Penati,
diventi uno strumento sempre più importante, una pietra
sulla quale costruire e promuovere C.Ab, una realtà significativa all’interno di tutto il mondo cooperativo”.
Il sindaco di Bresso sulla strage di Piazza Fontana
Intervista esclusiva a Fortunato Zinni, autore del libro “Piazza Fontana - nessuno è Stato”.
Andrea Bina
l 12 dicembre si sta avvicinando a
Iagligrandi
passi e quella data rievoca
italiani, in particolare ai milanesi, una delle pagine più drammatiche
della storia contemporanea della nostra Repubblica. Il 12 dicembre 1969,
con la bomba fatta esplodere a Piazza
Fontana presso la sede della Banca
Nazionale dell’Agricoltura, “ignote”
mani hanno portato a compimento
uno dei tanti attacchi terroristici allo
Stato. A distanza di 39 anni i 17 morti e gli 84 feriti non hanno avuto giustizia perché la Magistratura non ha
ancora trovato i colpevoli. Per capire le ragioni di questa sconfitta delle Istituzioni abbiamo intervistato Fortunato Zinni,
oggi Sindaco di Bresso e ai tempi giovane funzionario della filiale della banca saltata in aria, che ha scritto un splendido libro di denuncia che annovera l’introduzione di Sergio
Cofferati, Sindaco di Bologna, e la prefazione di Antonio
Pizzinato, Presidente dell’Anpi della Lombardia.
Stavolta non la intervistiamo per il suo ruolo istituzionale, ma perché è stato coinvolto in una delle pagine più nere della storia della nostra Repubblica. Ci riferiamo a
quanto accaduto il 12 dicembre 1969.
Sì, lo scoppio della bomba nel salone della Banca dell’Agricoltura
in Piazza Fontana Una data indelebile nella mia memoria e in
quella di Milano e dell'intero Paese. Qualcuno ha detto che con la
strage di Piazza Fontana abbiamo perso l’innocenza. Un evento
tragico che ha sconvolto la mia esistenza ma anche quella di
tante altre famiglie. Sono passati trentanove anni e nessuno ha
pagato per quella strage. Quello che posso dire è che in tutti
questi anni di infinita ingiustizia, non è mai venuta a meno la volontà di continuare a lottare per cercare la verità.
Lei ha pubblicato un libro denuncia dal titolo molto forte: “Piazza Fontana-nessuno è Stato”. Perché?
Perché la vergognosa e irridente tela di Penelope ordita dalla giustizia per fare e disfare sentenze in un’allucinante ed incredibile
parodia ha dato la certezza di impunità ai burattinai del massacro ed ha smascherato: il cinismo di una classe politica imbelle e
complice, l'intollerabile disponibilità di una parte della magistratura ad assecondare il potere, il servilismo di buona parte della
stampa pronta a credere alle verità ufficiali, l'ingerenza di gangli
vitali dello Stato che si sono dati da fare per impedire l'accertamento della verità.
La sua testimonianza al programma “Blu Notte” di Carlo Lucarelli,
toccante, puntuale, lucida e ricca
di particolari, insieme a quella di
tante altre persone e vittime della
strage, ha commosso i milioni di
spettatori. Perché, nonostante la
presenza di così tanti testimoni e
prove, non si è ancora giunti a condannare i colpevoli?
Se i processi sono divenuti solo una
formalità giudiziaria per gli archivi,
se i colpevoli non sono stati individuati, se nessuno è Stato vuol dire
che gli strateghi del terrore e i loro complici sono riusciti
con il tempo ad affievolire la rabbia sacrosanta ed a spegnere nell’oblio dei più la sete di verità. È venuta meno la
pressione della coscienza popolare.
L’esperienza vissuta l’ha segnata profondamente ed indelebilmente. Cosa ricorda in particolare di quella drammatica mattina?
Una giornata uggiosa, una Milano invasa dallo smog, le luminarie natalizie spente, una città consapevole di una pesante crisi.
Erano tempi duri quelli dell'autunno del 1969. Le lotte operaie si
scontravano con la dura repressione e con il tentativo dei padroni di scaricare sui lavoratori il peso della crisi. La consapevolezza che la strategia della tensione mirasse ad importare anche in
Italia la dittatura reazionaria presente in Grecia in Spagna ed in
Portogallo.
Nel suo libro, alla luce della sentenza di assoluzione della Corte di Cassazione del 3 maggio 2005 per tutti gli imputati, lei parla di sfregio ai familiari delle vittime, condannati a pagare le spese processuali, e di ingiusta giustizia. È veramente finita qui o i 17 morti e gli 84 feriti otterranno dallo Stato la sacrosanta giustizia attesa da ben 39
anni? Lei conclude il libro con la plumbea frase: “Non ci
sono colpevoli, solo vittime”.
No, non è finita qui. Il processo di Brescia che vede imputati gli
stessi personaggi, assolti dall'ultima sentenza della Corte di
Cassazione il 3 maggio 2005 è ancora aperto. Milano, Brescia,
Bologna rappresentano tappe incancellabili dello stragismo fascista. Tutto quello che possiamo fare per avvicinarci alla verità è continuare a credere alla giustizia e al diritto. Con la partecipazione e il ricordo di un libro per quanto mi riguarda e credendo nella democrazia per quanto riguarda il Paese.
Un disco volante
atterra in zona
Gli amarcord storici
dei bicocchini
Silvia Benna Rolandi
Silvia Benna Rolandi
uesto libro è nato dai racconti di chi frequenta, in piazza San
on sapevo che in un angolo del quartiere Bicocca esiN
stesse l’antro di Mago Merlino. Scherzo, naturalmen- QGiuseppe 12, La Fabbrica dell’Esperienza di Milano.
te, ma lo stanzone buio sovraccarico di libri e carte dove “L’associazione ha varie attività, in giorni e orari diversi, ma dopo
incontro Giovanni Nebuloni è del tutto particolare, come
particolare è l’autore del romanzo “Il disco di Nebra”, che
ha come oggetto la più antica rappresentazione del cielo,
un disco metallico con rilievi in oro scoperto dai saccheggiatori di tombe nel 1999 presso Nebra, in Germania e risalente a più di 3500 anni fa.
Come un film d’azione, il libro è pieno di colpi di scena.
Infatti inizia con un clamoroso attentato al Duomo di
Milano. “Voglio avvicinare il linguaggio letterario a quello cinematografico”, spiega Nebuloni. “Oggi è il tempo dell’immagine, quindi basta coi libri-mattone: il linguaggio deve essere scorrevole ed essenziale”.
Il contenuto, però, è piuttosto enigmatico. Anche i personaggi, all’inizio, sembrano scontati, come Marco, che adocchia la
protagonista diciassettenne, Isabella, “in un bus diretto a
Sesto San Giovanni”. Poi si scopre che Isabella rappresenta
la luna e il sole, mentre il suo ragazzo è la terra. Rimandi mitici che non impediscono al nostro Nebuloni, esperto di “documentazione globale”, di raccontare anche una realtà molto più vicina e familiare: “In alcuni circoli con ristorazione
annessa della città di Sesto, durante le interminabili sere
d’inverno, immersi in odori di minestroni, grigliate, cazzuole e pizze, nei fumi di vini rossi e grappe,in mezzo al fumo
proibito di sigarette e toscani, il dilemma Lenin sì e Stalin
no o viceversa era ancora argomento di qualche dibattito...”
Anche questo libro si presta ad animare qualche dibattito,
ma, ancora di più, a fornire la trama, se non di un film, di un
appassionante sceneggiato televisivo. A puntate.
una cert’ora restano le persone che non hanno compiti specifici, ma
il piacere di ritrovarsi, di stare un po’ insieme a parlare del più e
del meno, a raccontarsi vicendevolmente le proprie esperienze”, dice l’architetto Giacomo Rizzi, autore del libro assieme a Nene
Ferrandi, presidente dell’associazione, e già coautore, nel 1998, del
libro “I quartieri di Milano, zona 9-quartiere Bicocca”. Ecco allora i
ricordi di Riccardo: “Il primo morto del 25 aprile fu un operaio della Breda. Fu un brutto momento anche per il lavoro, un momento
di pericolo, di tante incertezze, tradimenti, accuse, rivalità e vecchie
ruggini che si trasformavano in processi sommari...”, Più sereno il
racconto di Liliana: “Ho avuto sei nipoti e ho un genero astronauta, che è stato capo dell’agenzia spaziale europea: a lui ho detto subito che quando si potrà andare a bere il caffè sulla luna, io sono
pronta”. Ci vuole coraggio, per invecchiare bene. Il coraggio che non
è mai mancato a mamma Olga, un’orfana di guerra diventata maestra a forza di borse di studio. Nel 1943 sposò Mario “un bel ragazzo dagli occhi verdi, campione di rodeo, che volava col suo cavallo
nero tra i boschi e i campi di grano...Un giorno fermò il cavallo con
galanteria, recise alcuni grappoli e me li porse, chiedendomi il permesso di venirmi a trovare”.
Sembra una favola, ma è vita. Così come sembra una favola il racconto di Severina, che durante la guerra viveva in una sola stanza
con altre sei persone. “Ci vorrà del tempo, staremo meglio, ma si
deve lavorare”, diceva papà. E lei, bambina, era piccinina in una
sartoria, feceva le commissioni, puliva i pavimenti. Poi suo padre
trovò lavoro alla Pirelli, che assegnava ai dipendenti degli appartamenti con il gabinetto e la stufa per riscaldare. Un lusso! Qualche
volta, per affrontare meglio il presente, conviene che qualcuno, senza nostalgie, ci ricordi il passato.
“Il disco di Nebra”
inEdition editrice
collana Nerissima di LucidaMente
“Il mio Novecento. La tradizione ricostruita”
a cura di Nene Ferrandi e Giacomo Rizzi
Casa Editrice Arte Grafica 2B Milano
SANITARI - ARREDO BAGNO - CONDIZIONAMENTO
RISCALDAMENTO - REVISIONE SCALDABAGNI
Via Val di Ledro 23 - 20162 Milano
Tel. 02.64749294 r.a. - Fax 02.6433231
ONA NOVE 20
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
SCUOLIN
ONA
a cura di Antonella Loconsolo
Anche in zona 9 studenti, insegnanti e genitori contro i tagli alla scuola
Indette le elezioni per il CdZ dei ragazzi
Gelmini sì, Gelmini no
Giovanna Mizzau
ono il padre di una bambina che frequenta la scuoent.sig.Apruzzese,innanzitutto la ringrazio per l’at(presidente
della
Commissione
“Per la città dei giovani e dei bambini”)
S
la elementare Vittorio Locchi di via Passerini. Ho Gtenzione che dedica alla pagina della scuola del noletto con interesse, su “Zona Nove” di ottobre, la lettera stro giornale: è frutto del nostro lavoro, ma soprattutto
delle insegnanti della scuola di mia figlia e l’intervista
a un genitore, la signora Antonella, del comitato genitori Passerini. Desidero esprimere la mia opinione. Per
quanto riguarda la questione se sia meglio un maestro
unico oppure due insegnanti per classe, non vi sono pareri univoci, mi pare pertanto di poter dire che non esiste un modello pedagogico valido in assoluto, ma approcci diversi alla figura e al ruolo dell’insegnante che,
se correttamente applicati, sono egualmente produttivi
di buoni risultati. Se, infatti, da un lato, le argomentazioni di chi sostiene la pluralità delle figure docenti e la
loro specializzazione hanno una certa validità, quando
non sono supportate da considerazioni meramente corporative, è altrettanto vero che, almeno nei primi tre
anni della scuola primaria, al bambino non servono
tanto specialisti in materie umanistiche, piuttosto che
scientifiche, quanto figure genitoriali di riferimento e di
forte autorevolezza che accompagnino la crescita e
l’educazione integrale del bambino con dolcezza e capacità psicologiche, più che con competenze tecniche specifiche. In questo senso credo che il decreto Gelmini vada nella direzione giusta, che è quella di creare, a partire dal prossimo anno scolastico e solo dal primo corso
della scuola elementare, alcune classi (non tutte, come
viene paventato dalle insegnanti) con maestro prevalente (anche in questo caso vi è molta mistificazione,
non si tratta di abolire completamente la pluralità dei
docenti, ma di creare delle figure complementari alla figura del maestro prevalente). Dovranno poi essere gli
istituti a proporre le diverse soluzioni ai genitori, che
potranno scegliere se fare il tempo pieno, che non risulta da nessuna parte abolito sic et simpliciter nel decreto Gelmini,o fare frequentare ai propri figli la scuola solo la mattina e lasciare il pomeriggio al tempo libero,
agli svaghi e allo sport.Certo,questo comporterà che un
certo numero di insegnanti che andranno in pensione
nei prossimi anni non verranno sostituiti, ma io credo
che a un sistema scolastico che spende la quasi totalità
del suo budget in stipendi a personale docente e non docente, non avanzino molte risorse per fare altro ed è
perciò necessario ricreare un equilibrio. Quello che, infatti, le insegnanti nella loro lettera dimenticano di dire è che, già oggi, la scuola che conosciamo non è quella
fucina di esperimenti, laboratori e spazi di riflessione
che descrivono nella loro lettera aperta: oggi, nella nostra scuola, l’unica offerta di attività extra è il corso di
musica, ed è a pagamento; il laboratorio di informatica
è pieno di ferri vecchi e sostanzialmente inutilizzato, la
stanza oscura per le fotografie, che ci era stata presentata prima dell’iscrizione, non è mai stata utilizzata, in
molte classi i bambini non fanno neanche la ginnastica
e le ore di compresenza delle insegnanti non superano
le tre settimanali. Vogliamo parlare poi del fatto che la
scuola non ha i soldi per comprare la carta igienica e la
carta da fotocopie, dal momento che sia all'una sia alle
altre dobbiamo provvedere noi genitori? Non mi pare
che qualche sindacato abbia mai proclamato uno sciopero per questo. Dagli insegnanti mi aspetterei non la
difesa di un indifendibile status quo, ma uno scatto di
orgoglio, che esigano di lavorare meglio e anche di più,
se necessario (24 ore settimanali contrattuali sono molto meno non solo della maggioranza dei lavoratori di altri settori, ma anche di quanto lavorano i loro colleghi
in paesi europei molto più avanzati del nostro), che siano pagati meglio i più bravi, in base a un meccanismo
di valutazione del merito che deve assolutamente essere introdotto, sulla scia di quanto succede già in altri
paesi europei. Non è ammissibile infatti che l’insegnante che svolge il suo lavoro in maniera ineccepibile, che
si aggiorna,che si impegna,sia pagato quanto il suo collega scaldasedia. Il sistema scolastico deve essere rivolto innanzitutto ai futuri cittadini e le sue scelte devono
prescindere dalla necessità di salvaguardare a tutti i
costi l’occupazione di chi vi lavora. Il numero degli insegnanti deve essere quello che serve ad una scuola che
funzioni, non uno di più non uno di meno, si deve incrementare l’autonomia degli istituti e favorire il decentramento, trasformando le scuole in fondazioni. I presidi
non devono più essere degli oscuri burocrati, ma i veri
responsabili del funzionamento dell'istituto scolastico e,
sulla base di una seria programmazione, avere la libertà di assumere il personale necessario. L’emergenza
educativa che il nostro Paese sta vivendo richiede un
serio sforzo, da parte di tutti, di guardare oltre il proprio
orticello e favorire quelle scelte che ci permettano, partendo dall’istruzione delle nuove generazioni, di invertire quel declino che da molti, troppi anni abbiamo imboccato.
Ugo Apruzzese (ottobre)
della collaborazione di insegnanti e genitori, che amano
la scuola pubblica e lottano per difenderla. Ma veniamo
alle sue obiezioni. Non vi sono pareri univoci sul fatto
che sia meglio avere due insegnanti, Lei dice. Tra i numerosi pedagogisti di Scienze della formazione con cui
sono entrata in contatto, non ho trovato nessuno favorevole al maestro “tuttologo”. Inoltre le università italiane
che preparano i futuri insegnanti e i corsi di aggiornamento (che chi già insegna si paga di tasca propria), da
decenni ormai lavorano nella direzione della specializzazione delle competenze.Tutto lavoro sprecato, se si tornasse al caro, buon “vecchio sistema”. Non sono d’accordo nemmeno che l'insegnante debba essere, come lei dice, una figura genitoriale. Ma, anche in questo caso, se il
Padreterno ha stabilito che i genitori debbano essere
due, non si capisce perché allora il maestro debba essere solo. La presenza di due maestri è fondamentale nell’aiuto di quei bambini, italiani o no, per me fa lo stesso,
che hanno bisogno di un’attenzione più mirata. Nelle
ore (purtroppo poche, ha ragione) di compresenza, infatti, le insegnanti dividono la classe in gruppi omogenei
dove si possono seguire più da vicino le esigenze di ciascun alunno, oppure frequentano quei laboratori, come
ad esempio informatica (se la ricorda la terza I?), dove è
impensabile che un insegnante possa seguire una intera classe.
Potrei andare avanti all’infinito, dicendole che dietro al
progetto pedagogico che ha portato alla creazione del
tempo pieno, c’è l’articolo 3 della nostra Costituzione, che
dice, tra l’altro “È compito della Repubblica rimuovere
gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando
di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione
politica, economica e sociale del Paese”. Infatti la libera
scelta di cui Lei parla, tra stare a scuola tutto il giorno
o dedicare il pomeriggio “agli svaghi e allo sport” vale
solo per chi appartiene a classi abbienti, mentre la scuola del tempo pieno garantisce apprendimento, svaghi e
sport anche a chi dalla sorte non ha avuto una famiglia
che lo possa iscrivere al Country club.
Carta igienica e laboratori: Lei parla di mancanza cronica, e ha ragione, e di laboratori pieni di ferri vecchi.
Non conosco la scuola Passerini, ma lascio agli insegnanti il compito di rispondere a quest’ultima obiezione.
Una cosa però vorrei farle sapere: la carta igienica e i laboratori sono di competenza del Comune e non del
Ministero della pubblica istruzione. Il taglio di 8 miliardi di euro, che colpirà così tremendamente la scuola
pubblica, non produrrà nessun miglioramento nell’approvvigionamento di carta igienica. Anzi, i comuni saranno costretti a spendere di più per dei servizi, come il
doposcuola, che la fine del tempo pieno renderà necessari. Perciò presumibilmente nei prossimi anni non sarà
solo quell'indispensabile presidio igienico a mancare,
ma molto, molto altro.
Quanto agli insegnanti che non dovrebbero difendere
un “indifendibile status quo”, mi sembra un’affermazione un po’ strana. La scuola elementare, o primaria che
dir si voglia, è al primo posto in Europa e al sesto nel
mondo secondo gli indici Ocse: fossi al posto degli insegnanti e delle famiglie non accetterei che si cambiasse
nemmeno una virgola. Le “fondazioni”: in Inghilterra,
dove da un po’ di anni è stata imboccata questa strada,
ora si trovano già davanti ad un fenomeno preoccupante. In tempi di crisi economica gli investitori ritirano i finanziamenti e le mitiche fondazioni chiudono. Sicuri di
volerci trovare senza scuola, bella o brutta che sia, con o
senza carta igienica? L’assunzione diretta da parte del
Preside:viste le recenti esperienze dell’Istituto Locchi con
un preside estremamente particolare penso che per i genitori della Passerini questa eventualità adombri scenari decisamente inquietanti. Forse la strada giusta l'hanno già imboccata insegnanti e famiglie delle scuole di
zona, che difendono la scuola e la imbiancano, che fanno torte per comprare il toner e friggono patatine per acquistare nuovi computer. Frequentando quei genitori ho
scoperto cosa significhi l'espressione “amore per la scuola pubblica” e forse, non a caso, li ho trovati al mio fianco nella grandissima manifestazione del 30 ottobre a
Milano. Gli slogan di zona erano “Se la Gelmini taglia
la scuola raglia” e “Ministro Gelmini tu ti sbagli, la
scuola non migliora con i tagli”. Come me, anche loro
non pensano che togliendo insegnanti e ore di lezione si
ottenga un apprendimento migliore.
Resto a Sua disposizione, e a disposizione di tutte le
scuole della zona, per serate di approfondimento e di
confronto su cifre e fatti. Il mio indirizzo e-mail è
[email protected]
er i giorni 10, 11 e 12 novembre sono state inP
dette le elezioni al primo Consiglio di Zona dei
Ragazzi e delle Ragazze in Zona 9. Dopo due anni
di lavoro con i docenti e aver incontrato i bambini
e le bambine delle classi IV e V della scuola primaria e i ragazzi e le ragazze delle tre classi della
scuola secondaria di primo grado, nell’aprile scorso
il CdZ9 ha deliberato il Regolamento del CdZRR.
Come indicato dal regolamento verranno eletti: fino ad un massimo di due rappresentanti per scuola, uno per ogni interclasse, nella scuola primaria;
e fino ad un massimo di tre rappresentanti per
scuola, uno per ogni ordine di classe, nella scuola
secondaria di primo grado.
Hanno aderito al Progetto: C. Cantù di via del Volga
3; I.C. Don Orione di via Iseo 7 via Fabriano 4 via
Sand 32, I.C. Sorelle Agazzi di via Gabbro 6 e 6/A,
piazza Gasparri 6; I.C. Maffucci di via Maffucci 60 e
di via Pavoni 40; I.C.T. Mann di via T. Mann 8, di via
G. da Bussero 9, di via Asturie; I.C. Scialoia di via
Scialoia 19 e 21; I.C. Arbe Zara di viale Sarca 24; A.
Ricci di via Sbarbaro 11; Maria Immacolata di viale
Suzzani 64. In totale 8 scuole primarie e 10 scuole
secondarie di primo grado; complessivamente le elezioni coinvolgeranno circa 5.000 ragazzi/e.
Il CdZRR è un organismo formato da bambini e ragazzi che lavorano insieme e realizzano progetti per
la creazione di una Città a misura di bambino.
Nasce grazie alla collaborazione tra il Comune e la
scuola ed è pensato per educare alla convivenza civile attraverso il diritto alla parola e formulare proposte. Nel mese di dicembre verrà fatto l’insediamento e poi il CdZRR potrà iniziare il suo lavoro.
Buon cammino ragazzi/e!
Pianell: bella ma inaccessibile per i disabili
n mese fa la Signora Letizia Moratti ha inauU
gurato la scuola elementare di via Pianell,
dopo una radicale ristrutturazione. Per sua fortuna, la Signora Sindaco non ha avuto bisogno di
usare il montascale per disabili per accedere all’interno del plesso scolastico, perché è già guasto.
La scuola è costata diversi milioni ai cittadini
ed è bellissima! Tutta la mia famiglia ha frequentato le elementari in questa scuola ed anche mia figlia, che usa una sedia a rotelle per
muoversi, 20 anni orsono l’ha frequentata.
Allora, non esisteva alcun montascale e lei veniva portata in braccio ogni giorno dal bidello
perché non c’era neanche l’ascensore.
Il 1° ottobre mi sono premurata di andare preventivamente alla scuola per sapere se e come
avrei potuto accompagnare mia figlia a visitare il
nuovo complesso, aperto al pubblico in quei giorni dalle 17 alle 19. Una gentile bidella mi ha consigliato di presentarci da lei 5/10 minuti prima
dell’apertura perché ci avrebbe aperto un cancello e ci avrebbe accompagnato all'interno.Alle 16 e
45 ci siamo presentate all’appuntamento, ma la
bidella se ne era andata via e nessun’altra persona della scuola aveva le chiavi per aprire il pas-
saggio. Tuttavia, una gentile insegnante ci ha
suggerito di fare il giro dell’isolato per raggiungere da altra via il montascale. Arrivati, con fatica,
al montascale e dopo aver fatto la prima rampa
di scale con lo stesso, il personale presente ci ha
comunicato che il montascale era rotto e da quel
punto non si poteva più proseguire (non era possibile alzare la sbarra e scendere dall’apparecchiatura: erano stati già interpellati i tecnici per
la riparazione...). Non ci è restato altro da fare che
scendere la rampa e tornarcene a casa! Dalla descrizione dei fatti, si rileva un’assoluta mancanza
di rispetto nei confronti dei cittadini, una negligenza colpevole perché l’apparecchiatura nuova è
guasta sin dall’installazione (e i soldi sono pubblici!): una scarsa attenzione nei confronti di chi ha
problemi di handicap, visto che il montascale era
guasto da giorni. Da parte mia, sento il dovere civico di segnalare questa piccola vicenda, non solo
per l’ennesima disattenzione ai problemi di chi vive su una sedia a rotelle a Milano, ma anche per
la inqualificabile sciatteria nella gestione della cosa pubblica che dovrebbe essere, nel caso descritto, proprio un esempio di buona amministrazione. (Tiziana Farina)
Ricordo di Agostino Pedrotti
ancora vivo il ricordo del maestro Pedrotti, che
È
per tanti anni ha insegnato ai nostri bambini la
musica, le note ed il canto. Sì, è vero, era burbero e
severo, ma solo in questo modo riusciva ad ottenere
l’ascolto di 600 bambini che di volta in volta si alternavano al suo insegnamento tra la scuola elementare di via Passerini e quella di via Cesari. Anche da
noi insegnanti pretendeva la massima collaborazione che noi non gli abbiamo mai negato,perché la sua
prestazione volontaria era degna di ammirazione e
gratitudine. Lo vogliamo ricordare con le parole rivolte ai suoi funerali da Caterina Sinisi, ex direttrice della scuola di Niguarda. (Ortensia Bugliaro)
“Caro Maestro Pedrotti, le scuole di Niguarda: elementare, materne e medie, ed in particolare i docenti
delle elementari Passerini e Cesari la vogliono, ancora una volta, ringraziare per i 30 anni in cui ha insegnato alle nuove generazioni niguardesi ad amare
il canto e la musica e lo ha fatto donativamente, senza compenso materiale, con grande professionalità,
moralità, integrità di costumi, amore per la Patria e
per Milano.Nei saggi canori,che lei ha preparato con
gli alunni ed a cui partecipava l’intero quartiere (come ad un evento augurale) invitava noi: personale
scolastico, genitori, nonni a cantare con loro nei momenti finali. Quando intonava il “Tu scendi dalle
stelle”, tutti la seguivano con le voci rotte dall’emozione e dai ricordi. L’ultimo canto poi era sempre l’inno
nazionale di Mameli! A quel punto ci voleva tutti in
piedi, partecipi con quanta voce avevamo in corpo,
dando sacralità e pathos al momento. Siamo consapevoli che nessuno potrà dimenticare, perché la musica e la miriade di cantiche ci ha insegnato fanno
ormai parte del nostro Dna. Ci conforta la sicurezza
che non smetterà di fare il “Maestro di musica” e che
ora è lassù insegnerà agli angeli ed agli altri abitanti del Paradiso le canzoni milanesi, come è fatto con
noi quaggiù. Quanto prima ci raggiungerà dal cielo
il coro “Oh mia bela Madunina”! Un forte abbraccio
da chi l’ha sempre stimata e da Niguarda tutta che
l’avrà nel cuore fra i più illustri concittadini”.
Animazione al Teatro della Cooperativa
a prima settimana di dicembre (dall’1 al 5)
L
presso il foyer del Teatro della Cooperativa
si svolgerà l’animazione “Pulcinella e il Mediterraneo” con scenografia di Lele Luzzati, pro-
getto cofinanziato dal Consiglio di Zona 9.
L’animazione, rivolta alle classi della scuola primaria, è gratuita.
Per prenotazioni tel. Coop Pandora 026437564.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 21
UNIVERSITÀ DELLA BICOCCA
a cura di Laura Brevi
Le nanotecnologie contro la malattia di Alzheimer
Luigi Luce
l via il Progetto Nad (Nanoparticles
A
for therapy and diagnosis of Alzheimer Disease) che prevede l’uso di nanopar-
Docenti e studenti
difendono l’Università
entre gli studenti e i docenti partecipano, come in tutte le
M
università italiane, alle diverse manifestazioni, anche i rettori prendono posizione. Enrico Decleva, numero uno della
Statale e presidente della conferenza nazionale dei rettori: “Se
vogliamo fermare i tagli l’unica cosa che possiamo fare è rimettere il mandato nelle mani del ministero”. Giulio Ballio, rettore del
Politecnico: “Le occupazioni non bastano, l’unica protesta forte è
la rinuncia al nostro mandato”. Marcello Fontanesi, rettore in
Bicocca: “Le dimissioni sono un gesto estremo, ma dobbiamo tenerlo in conto”. La rivolta dei rettori, sostenuti dal Presidente della Repubblica che, in visita a Milano, ha detto che “i tagli sono insostenibili”, nasce da una constatazione. Se i tagli di 660 milioni
saranno confermati in Finanziaria, l’università non sarà più in
grado di funzionare. Secondo Decleva “non si riuscirà più a pagare il personale e dal 2010 per carenza di fondi non si sarà neanche in grado d’impostare il bilancio”.
Anche i docenti si muovono. Per esempio, la preside di Sociologia
Laura d’Odorico ha tenuto un consiglio di facoltà straordinario in
Galleria Vittorio Emanuele, “per esprimere in maniera visibile e
non violenta la critica a una politica dissennata di tagli”. Ecco
come Annachiara Sacchi ne scrive sul “Corriere della Sera”:
“Arrivano con le sedie sottobraccio, i banchi per appoggiare fogli
e mozioni glieli presta il Mc Donald’s, la lavagna in plastica se la
sono portati dalla Bicocca. Alle 11 si comincia, consiglio di facoltà
di Psicologia. Ma questa volta l’aula è l’Ottagono della Galleria.
Ordine del giorno, i tagli alla ricerca, parte la discussione davanti a sguardi attoniti dei giapponesi che chiedono chi siano quei
sessanta adulti tra i 30 e i 60 anni che parlano al megafono. Si avvicina anche qualcuno delle forze dell’ordine, ma la preside di facoltà, Laura d’Odorico, è serena:‘Guardi che io ho avvisato la questura’. Gli interventi: ‘Se fossimo corporativi come insinua qualcuno, ci lamenteremmo del taglio agli stipendi. E invece nessuno
di noi l’ha fatto’. Carlo Cecchetto, docente ordinario di Linguistica,
propone che ciò che viene tolto alle università ‘vada in un fondo
di incentivazione per quegli atenei che offrono maggior qualità’.
Si legge un documento, il testo riassume le proposte (la più importante: ‘finanziamenti che premino la qualità’) e illustra le conseguenze dei tagli ‘che mortificano tutti i lavoratori degli atenei’.
Il documento viene votato all’unanimità.Arriva un gruppo di studenti con striscione, a mezzogiorno è tutto finito, si resta a discutere. Qualcuno scherza: ‘Nei prossimi tre anni andranno in pensione due docenti. Con questi numeri possiamo prendere solo la
gamba di un ricercatore’. Elisabetta, che arriva da Bologna quattro volte alla settimana, spiega:‘Guadagno 1.450 euro al mese, sono una ricercatrice, e ho un corso da 130 studenti. Chi è il fannullone?’. Ma è ora di andare, ci sono altre lezioni e altre mobilitazioni. E a chi fa notare che ‘così in Galleria state sprecando soldi pubblici’, la preside risponde pacata: ‘Il consiglio di facoltà era in programma da tempo e siamo retribuiti anche per questo. Dove lo
facciamo è assolutamente ininfluente’.”
ticelle per la diagnosi e la terapia della
malattia di Alzheimer. La ricerca, del costo
di 14,6 millioni di euro in 5 anni, è finanziata dall’Unione Europea e coinvolge diciannove centri di ricerca europei. L’Università di Milano-Bicocca è capofila del Progetto. Si tratta
di un progetto di ricerca multidisciplinare che ha l’obiettivo di diagnosticare con largo anticipo e contrastare in modo efficace la malattia di Alzheimer. Responsabile scientifico del progetto è il professor Massimo Masserini, professore ordinario di biochimica presso la Facoltà di Medicina e
Chirurgia e direttore del dipartimento di Medicina Sperimentale. I dipartimenti dell’Università Bicocca coinvolti
nella ricerca sono tre: dipartimento di Medicina Sperimentale, dipartimento di Neuroscienze e Tecnologie Biomediche e dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze.
L’incidenza dell’Alzheimer in Europa e in Italia
Recenti statistiche indicano che nel mondo 24,3 milioni di
persone sono affette da demenza senile con 4,6 milioni di
nuovi casi all’anno (un nuovo caso ogni 7 secondi). In
Europa i casi sono circa 5 milioni, di cui oltre 3 milioni dovuti alla malattia di Alzheimer. Questo valore è comunque
destinato ad innalzarsi drasticamente, visto il continuo aumento delle aspettative di vita; nel 2040 è previsto che il
numero di casi raddoppierà nell’Europa Occidentale e triplicherà nell’Europa dell’Est. Nonostante i numerosi progressi in ambito scientifico, che hanno permesso di interpretare le basi molecolari della malattia, ben pochi sono
stati i progressi in campo terapeutico e diagnostico. In
Italia l’incidenza dell’Alzheimer nella popolazione di età
superiore ai 60 anni è del 3.5 per cento corrispondente, al
momento, a circa 528mila malati, con circa 73mila nuovi
casi nell’ultimo anno. Ed è stato stimato che, a partire dal
2020, vi saranno più di 200mila nuovi casi annuali di demenza in Italia.
Diagnosi e cura L’obiettivo dello studio, sviluppato nel
campo delle nanotecnologie, è quello di realizzare nanoparticelle capaci di veicolare sostanze terapeutiche nel cervello, sede principale della malattia di Alzheimer, superando
le barriere emato-encefaliche. A queste nanoparticelle si
pensa di legate molecole in grado di riconoscere (diagnosi)
e distruggere (terapia) la sostanza che, depositandosi nel
cervello, provoca la malattia: e cioè il peptide beta-amiloide,
i cui frammenti si aggregano formando placche che inducono una progressiva degenerazione delle cellule nervose. Le
nanoparticelle sviluppate e impiegate nel Progetto Nad
avranno appunto il compito sia di avvertire precocemente
della presenza di beta-amiloide in eccesso sia di disgregarlo e rimuoverlo dal cervello e dal sangue. L’efficacia delle
nanoparticelle sarà verificata sui ratti transgenici. Poi, se le
aspettative della ricerca saranno confermate, si potrà passare alla sperimentazione sull’uomo. I risultati ottenuti potranno avere un enorme impatto nella diagnosi precoce e
nella cura di una malattia ad elevato costo sociale ed alta
incidenza. Così come hanno già cominciato a dimostrare di
avere nei confronti dell’aterosclerosi e i tumori.
Il Progetto La ricerca, che avrà una durata di cinque anni,
si svolge nell’ambito della Nanomedicina - un settore di ricerca innovativo che unisce competenze mediche e tecnologiche - ha lo scopo di progettare particelle di dimensioni nanometriche (miliardesimo di metro) con metodi altamente tecnologici per utilizzi scientifici nell’ambito della malattia di
Alzheimer. Queste nanoparticelle possiedono numerosi requisiti, che le rendono uniche nell’ambito diagnostico e terapeutico. Tra le caratteristiche si segnalano alta biocompatibilità, bassa immunogenicità, assenza di tossicità, biodegradabilità, stabilità e facilità di preparazione.
I partner Il progetto coinvolge diciannove partner tra centri di ricerca e piccole e medie imprese provenienti da
Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Slovacchia, Svezia,
Olanda, Ungheria, Finlandia, Grecia, Belgio e Inghilterra,
impegnati in un connubio multidisciplinare: Università di
Milano-Bicocca (Italia), Università di Madrid (Spagna),
Università di Brighton (Uk), Università di Parigi-Sud XI
(Francia), Slovak Academic of Sciences di Bratislava
(Slovacchia), Karolinska Institutet di Stoccolma (Svezia),
Università di Amsterdam (Olanda), BioTalentum Ltd. di
Godollo (Ungheria), Università di Turku (Finlandia),
Nanovector Srl di Torino (Italia), Università di Patrasso
(Grecia), Università di Antwerpen (Belgio), Università di
Bilbao (Spagna), Università di Lancaster (Uk), Istituto di
Ricerca Farmacologica Mario Negri di Milano (Italia), Stab
Vida Lda di Oeiras (Portogallo), Università di Parigi Pierre
e Marie Curie (Francia), Guerbert Sa di Villepinte
(Francia), Bial Industrial Farmaceutica di Bilbao (Spagna).
All’Itsme menzione speciale dalla Giuria del Premio Perotto
Itsme, società dell’Università Bicocca per
L’
lo sviluppo di una nuova generazione di sistemi informatici, ha ricevuto una Menzione
Speciale dalla Giuria del Premio Perotto, volto
a valorizzare la creatività delle soluzioni informatiche delle imprese italiane. In Itsme opera
un team multidisciplinare e internazionale costituito da brillanti giovani (età media trent’anni) sviluppatori, designer, filosofi, esperti di comunicazione.
L’Area “Interaction Design” è coordinata da Domus Academy, una
delle migliori scuole al mondo di design secondo la classifica stilata da “Business Week”.
Il concorso è nato in memoria di Pier Giorgio Perotto, ingegnere riconosciuto come l’inventore nel 1964 del primo personal computer, il
“Programma 101”, denominato anche “perottina”. La Menzione della Giuria è stata data a Itsme per “il valore scientifico della soluzione volta a realizzare una nuova workstation basata sulla metafora
innovativa delle storie e dei luoghi in cui accadono e sostitutiva di
quella tradizionale (desktop e folder), capace di offrire il collegamento automatico tra dati, mail, web, applicazioni”.
Dal cinema a YouTube viaggio nell’immaginario della scuola
i può affrontare la cultura della scuola al
S
di fuori di un approccio prevalentemente
interessato alle dinamiche psicologiche, all’ingegneria della programmazione, della valutazione, della comunicazione didattica e della
somministrazione dei contenuti disciplinari?
C’è qualcosa di interessante che resta fuori da
questi discorsi?
Venerdì 14 e sabato 15 novembre, presso l’Università Bicocca,
Edificio U12 Auditorium (via Vizzola 5) un apposito convegno intende proporre un approccio radicalmente diverso. Esplorerà l’immaginario della scuola, vale a dire le figure, i simboli, le narrazioni, le metafore, le rappresentazioni sociali e le produzioni artistiche
dedicate all’universo scolastico. Insieme alle relazioni e interventi
dei relatori - tutti docenti dell’università - saranno infatti valorizzate le immagini e l'operatività artistica: nel programma è prevista
la proiezione di un montaggio cinematografico e di un collage di sequenze tratte da “YouTube” inerenti il mondo della scuola.
Successo del Premio internazionale di poesia Streghetta
Silvia Benna Rolandi
niversità degli studi Milano Bicocca,
U
plesso U6: l’aula n. 4 è strapiena per
l’assegnazione del Premio internazionale di
Un master per gli strateghi
di eventi sportivi
futuri organizzatori di Olimpiadi,
Mondiali e Campionati potranno
Iformarsi
all’Università Bicocca.
Con il master di secondo livello in
“Organizzazione e sociologia dello
sport. Management e gestione dello
sport” l’ateneo offre infatti la possibilità a 25 studenti di intraprendere
un percorso formativo per diventare manager e strateghi del settore sportivo.
Il master, di durata annuale, che assegna 62 crediti
formativi, si svolgerà presso la facoltà di Sociologia
presieduta dal professor Enzo Mingione.
ONA NOVE 22
poesia Streghetta. Presiede chi l’ha inventato, organizzato e seguito con passione per
ben trentotto edizioni, Serena Siniscalco, fine poetessa (i suoi libri - “Il poesiario” n. 1,
2, 3, 4 - in zona sono in vendita presso la libreria Cortina di piazza Trivulziana) e moderna mecenate (nessun partecipante al
premio ha versato un euro, a differenza di
quanto succede normalmente anche in concorsi assai meno prestigiosi).
Il primo premio, una statuetta di otto chili
raffigurante la mitica Streghetta, viene assegnato a Maria Ebe Argenti di Varese, per la poesia che potete leggere a pag. 24. Il secondo premio in laude, una targa della regione Lombardia, è assegnato a Laura Rossi Ravaioli di
Recco (Ge), mentre la coppa della Provincia tocca ad Anna
Maria Bracale Ceruti.Vengono attribuiti numerosi altri premi,
tutti presentati con grande verve dall’instancabile presidentessa. Negli intervalli, nell’aula esplode la voce poderosa del tenore Enrico Bellani, che allieta il pubblico con celebri brani di
operetta. Argene Madeddu canta invece un classico di Modugno, “Vecchio frak”. “Ho voluto raffigurare la poesia in una dolce signorina senza volto, indecifrabile come la poesia”, dice
Serena. “In effetti il giudizio in questo campo è difficile, non ci sono criteri certi. Io mi
affido alla memoria (i versi sono significativi se restano impressi) e alla pelle d'oca (l’intensità dell'emozione). L’unico punto fermo
è escludere la sperimentazione: puntiamo
sul classico”.
I giurati dovevano essere sette, ma due sono assenti per motivi di salute. La giuria garantisce comunque rigore e competenza.
Con la presidentessa del premio, Serena
Siniscalco, un nome di spicco è quello di
Sirio Guerrieri, illustre poeta, critico e giornalista, che è stato preside di varie scuole
superiori e dei licei di La Spezia. Impegnato
come scrittore e giornalista anche il dottor Giacinto Sica, che in
più fa il giudice di pace. Presidente onorario è il professor
Giovanni Giraldi, grandissimo critico. Lo rappresenta in giuria
suo figlio Gabriele, scrittore e traduttore. E infine c’è il giurato
Vincenzo Cutolo, germanista e pubblicista, preside della scuola Tiepolo, che è stato il primo a introdurre nella scuola media
lo studio del Codice civile. Con la sua bellissima voce valorizza
tutto ciò che legge. Quando il professore declama una delle poesie premiate, ci sentiamo tutti “presi per incantamento”, come
Dante e i suoi amici poeti del dolce stil novo. D’altra parte, in
quest’aula regna la Streghetta. E le streghe, si sa, incantano.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
ONA 9
DERBY
a cura di Lorenzo Meyer e Mauro Raimondi
La conferenza stampa
ella prossima partita giocheremo con l’11-1-8”: in questo modo Adriano Galliani
“N
ha iniziato la conferenza stampa per la presentazione di David Beckham, tenuta a Milanello.
Alzando poi la voce per superare il brusio levatosi nella saletta, l’amministratore delegato
rossonero ha così proseguito: “Ormai da più di
vent’anni la mission che il nostro presidente ha
affidato al Milan è stata quella di divertire, di
fare spettacolo, e noi lo esaudiremo, vero
Carletto?”.Ancelotti, seduto al suo fianco ha annuito convinto.
“Perciò domenica prossima in porta ci sarà
Abbiati, un portiere che -lasciatemelo dire- è un
vero onore schierare perché, con la sua passione per la storia dimostra come anche i giocatori possano nutrire interessi che vadano al di là
del calcio. Un vero intellettuale, il Christian, degno continuatore di una scuola di pensiero che
tempo fa aveva avuto il suo capostipite in Paolo
Di Canio, un uomo vero, che tutti i tifosi della
curva rimpiangono e per cui le porte sono sempre aperte. Davanti al nostro portierone si
schiererà il solo Maldini che per noi rappresenta la continuità, il rapporto privilegiato che lega tutti i nostri giocatori con la società. Una famiglia: il Milan è una grande famiglia - se mi permettete - in
una grande patria, non ci stancheremo mai di ribadirlo. A
centrocampo, invece, filtro e impostazione verranno garantiti
da Rino Gattuso che tanto è abituato a farlo, quasi da solo, da
parecchi anni: Ambrosini ha capito le esigenze dell’allenatore
e si accomoderà in panchina senza alcuna polemica, secondo
il vero spirito Milan. In avanti, infine, ci presenteremo con un
doppio poker d’assi formato da Borriello, Inzaghi, Shevchenko e Pato supportati da Kakà, Ronaldinho, Seedorf e il neo acquisto Beckam, che si scusa con tutti voi per l’assenza a questa conferenza stampa provocata da precedenti e improrogabili impegni di sponsor”.
Galliani ha poi invitato il servizio d’ordine ad allontanare un
giornalista colto da un eccesso di risa: “Se ha tanto desiderio di
divertirsi, vada pure alla conferenza stampa di Mourinho… Qui,
caro signore,ci si comporta seriamente,perché solo con il duro lavoro si ottengono risultati: vero Carlo?”. Ancelotti ha assentito,
lasciando comunque la parola al dirigente rossonero: “Il calcio
guarda avanti, signori. Occorrono idee nuove, regole nuove, tanto che abbiamo appena chiesto alla Federazione Internazionale di abolire completamente il fuorigioco, un meccanismo
che tra l’altro suscita ogni volta polemiche a non finire e
che - se mi consentite - noi consideriamo una delle ragioni della violenza degli stadi. Ma anche tatticamente bisogna intendere il giuoco del calcio,
come ama definirlo il nostro presidente, in
maniera moderna. E il Milan, da sem-
pre all’avanguardia, ha pensato di adottare uno schieramento innovativo, tra l’altro vicino ai desideri dei nostri tifosi che
potranno così vedere tutti questi campioni contemporaneamente al prezzo di un solo biglietto. Pensate, una ventina di
euro per tre palloni d’oro: il prodotto-Milan, anche in questo,
è primo al mondo. E poi questa scelta è anche una sorta di ricompensa che il nostro presidente vuole offrire al pubblico
più anziano che, come ho avuto modo di dire qualche tempo
fa, ha spesso dovuto subire nella sua storia l’operato di allenatori catenacciari”.
A questo punto, un quadro raffigurante la rosa del Milan
Campione d’Europa 1969 si è inspiegabilmente staccato dal
muro sfiorando pericolosamente la testa di Galliani che però si
era appena spostato per mostrare la casacca del neo-rossonero. Noncurante nell’incidente, ma invitando bruscamente due
noti giornalisti televisivi a togliere i vetri dal pavimento (cosa
prontamente effettuata, con tanto di necessaria paletta e
grembiulino), il dirigente del Milan ha così continuato:“Questa
sarà la maglia di Beckham. Come vedete, porterà il numero 36,
perché abbiamo deciso di esaudire il desiderio del giocatore che
ha voluto a tutti i costi imprimere sulla sua casacca l’anno di
nascita del nostro presidente. Il quale, notoriamente schivo e
restio ad accettare tali espressioni di affetto, ha chiamato l’inglese per cercare di fargli cambiare idea, senza tuttavia riuscirci. Che volete, a volte la volontà dei giocatori supera i poteri di
un presidente…”.
Un altro giornalista ha quindi chiesto la parola, domandando a
SPORTIN
Galliani se era vero che solo con la vendita delle
magliette di Beckham il Milan avrebbe incassato 13 milioni di euro, e quanto avesse guadagnato fino ad ora il Milan con quelle di Ronaldinho.
Il vice presidente, visibilmente turbato, ha chiesto agli uomini della security di accompagnare
alla porta l’individuo, del resto già precedentemente considerato non gradito dalla società.
Visto, però, che gli addetti non erano ancora tornati, Galliani ha chiesto di nuovo ai due noti
giornalisti televisivi di intervenire scortando fuori dalla sala stampa il loro collega: il che è prontamente avvenuto. Dopo di che, ha così risposto:
“Oggi è un giorno di festa: un fuoriclasse ha scelto il Milan, ed è un peccato che qualcuno voglia
rovinarlo… Comunque sia, desidero ugualmente rispondere. Sarò come sempre sincero: in
un’azienda moderna come è il Milan oggi, il rapporto ricavi-spese rappresenta una priorità.
Eppure, correggetemi se sbaglio nell’affermare
che mai e poi mai noi abbiamo comprato dei giocatori pensando al denaro che avremmo potuto
ottenerne. Pensate a Vogel, a Oliveira, a Josè
Mari, a Javi Moreno: e vi cito solo i primi che mi
sono venuti in mente. No, in ogni scelta passata
e presente c’è stata solo la volontà di creare una
grande squadra che potesse competere su tutti i fronti. Inoltre
siamo convinti che più campioni ci sono al Milan e meglio è:
un’idea avallata dal nostro Carletto che più volte si è detto felice
di poter allenare tanti fuoriclasse contemporaneamente”.
E proprio ad Ancelotti si è rivolto un altro giornalista, chiedendogli le condizioni di Senderos, che dopo qualche breve esibizione estiva non era più apparso in prima squadra. Il paragone con
un altro oggetto misterioso, Redondo, ha però suscitato l’intervento di Galliani che ha anticipato la risposta dell’allenatore intimando al giornalista di abbandonare spontaneamente la stanza: “Si accomodi fuori… La invito a lasciare subito Milanello…
Mi spiace, ma vista l’evidente tendenziosità di alcuni di voi, da
settimana prossima chiederemo le domande in anticipo, riservandoci la facoltà di scegliere a quali rispondere. Tuttavia, visto
che non vogliamo dare l’impressione di non rispettare il vostro
lavoro, posso dirvi che Senderos sta benissimo e non viene impiegato solo perché, con il nuovo modulo, deve attendere il suo turno come tutti gli altri difensori. Non è pero escluso che non giochi già nella prossima partita, nel caso Maldini sentisse l’esigenza di essere sostituito… Ma queste sono questioni tecniche in
cui la società, come al solito, non vuole interferire perché il
nostro allenatore gode della massima autonomia. È forse per questo che in sette anni hai vinto solo uno scudetto, eh Carletto?.... Bene, e con questa battuta,
cari signori, dichiariamo chiusa la conferenza
stampa: arrivederci e buon lavoro a tutti”.
Ancelotti, al suo fianco, ha assentito.
ONA
a cura di Roberto Braghiroli
È partita una nuova stagione calcistica
artiti. Come ogni anno è iniziata la stagione sportiva delle
P
squadre della nostra zona. Anzi, se parliamo di calcio, a
Niguarda e dintorni è rimasta un’unica (grande) società: il
sa della classifica, mentre gli Allievi ’93 e i Giovanissimi ’95 sono
in linea con le attese. In ogni caso, comunque, la stagione è ancora lunga. In bocca al lupo.
Niguarda Calcio, appunto, che quest’anno schiera ai nastri di
partenza dei tornei ben 15 squadre, dall’Under 21 ai Piccoli Amici, i nati tra il 2001 e il 2003. Se il buon giorno si vede dal mattino, questa stagione dovrebbe riservare parecchie soddisfazioni ai
colori rossoazzurri: dopo sole cinque giornate di campionato, infatti, l’Under 21 è terza in classifica mentre gli Allievi provinciali e i Giovanissimi comandano i rispettivi gironi. Qualcosa in più,
forse, ci si aspettava dalla Juniores, che arranca nella parte bas-
Negli ultimi numeri di “Zona Nove”, e anche in questo, abbiamo
parlato diffusamente dei cento anni della Cooperativa Edificatrice di Pratocentenaro. Sabato 4 ottobre, al centro sportivo Enrico
Cucchi di via Arezzo si è svolto un incontro tra il Niguarda Calcio
e la Garibaldina; in palio c’era la Coppa del Centenario. Per la cronaca, ha vinto il Niguarda Calcio per 5 a 1, ma la particolarità era
Un’amichevole in Cooperativa
un’altra: le due squadre indossavano una maglia celebrativa realizzata apposta per il Centenario dove, in evidenza,
c’era lo storico logo della Polisportiva Cep. Per i più giovani niente di particolare, ma per chi è un po’ più in là con gli
anni è stata una bella emozione rivedere quel simbolo su
una maglia.
Nelle foto: le formazioni del Niguarda Calcio e della
Garibaldina con le maglie celebrative del centenario. In entrambe le immagini, si nota il presidente della Cooperativa
Edificatrice di Pratocentenaro, Luigi Introini.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 23
ONA NOEUV
Cont el coo in di nivôl
L’angolo di Don Giuseppe
La colonna poetica
a cura di Augusto Cominazzini
a cura di Don Giuseppe Buraglio
a cura dei lettori
Il Papa buono
Salari de famm e compens d’òr
Da on’indagin europea risulta la grama realtà
che l’operari italian l’è vun di pégg pagaa,
rispètt a quèi di alter paes,
che sien frances, tognitt, ingles ò olandes.
Infatti el dev contentass d’on modèst salari,
ch’el diventa miserabil se l’è on precari,
ma se dev considerà anca on’altra brutta verità
che in Italia la procura on’inverosimil disparità.
L’operari, che l’è prepòst a la produziôn
de tutt’i ben necessari a la popolaziôn,
per podè falla el dopéra abilità e intelligénza
che, purtròpp, hinn mai ricompensaa a sufficienza.
Invece tra i dirigént gh’è chi guadagna, ògni mes,
cinqu ò sescént vòlt de pu de l’operari incompres,
var a di che l’è retribuii, per l’impègn d’ona giôrnada
quèll che per l’operari l’è l’intròit d’ona intera annada.
El dirigént el gh’ha i sò particular responsabilità,
ma l’operari el se présta, con intellètt e capacità,
per riuscì a fa on prodott esemplar, de alta qualità,
el “made in Italy”, in tutt el mônd conossuu e apprezzaa.
Quindi, consideraa ch’el prodòtt italian l’è rinomaa,
se doaria riconoss el giust merit a chi le fa,
come compensaziôn a l’impègn attiv e consistent
dimostraa da l’operari, cont on salari pussee decént.
L’evident impari sperequaziôn tra i duu emolumént,
ona miseria per el dipendént, danee e consens al dirigént,
l’è ‘na questiôn de risòlv con salòmònica obiettività,
perchè minga sémper el dirigént el gh’ha competenza e abilità.
Basta guardà quèll che gh’è succèss in divèrsi imprés:
Alitalia, Parmalat, Cirio, Treni, responsabil de brutt sorprés,
per colpa de dirigént strapagaa, ma sénza alcuna cogniziôn:
s’hinn dismiss, però hann pretes on tesòr come liquidaziôn.
Se dev dà men ghèi ai “padreterni” e de pu ai “sgobbôn”,
come giusta logica de on’equa ripartiziôn.
I
l 28 ottobre 1958, e cioè cinquant’anni fa esatti, veniva eletto alla sede di Pietro il cardinale Angelo Giuseppe Roncalli,
Patriarca di Venezia, che prendeva il nome di Giovanni
XXIII. Aveva 77 anni. Da cinque anni appena era stato nominato alla sede patriarcale di Venezia, contestualmente con la
nomina a Cardinale. Dopo una lunga carriera nella diplomazia vaticana, l’arcivescovo Roncalli sembrava dover concludere la sua vita nella città dei Dogi. In effetti, all’età di quasi 72
anni, la nomina cardinalizia sembrava essere decisamente
l’ultima tappa della sua vita.
Angelo Giuseppe Roncalli era nato a Sotto il Monte (Bergamo) nel 1881. Era diventato prete nel 1904 e qualche mese
dopo era stato nominato Segretario particolare del suo vescovo, monsignor Radini-Tedeschi, appena nominato alla sede di
Bergamo. Con lui rimane sino alla sua morte, avvenuta a
Bergamo nel 1914. Dal 1915 al 1918 don Roncalli è chiamato sotto le armi, dove svolgerà anche le funzioni di Cappellano
militare. Tornato a Bergamo, nel 1919 è nominato Direttore
spirituale del Seminario diocesano ma nel 1921 è chiamato a
Roma a presiedere un importante organismo della potente
Congregazione romana detta “Propaganda Fide”, che si occupava e occupa tuttora delle Chiese nei paesi di missione. Nel
1925, a 44 anni, monsignor Roncalli è ordinato vescovo e nominato Visitatore apostolico in Bulgaria, dove nel 1931 diventa Delegato apostolico. Sono uffici di carattere diplomatico, soprattutto in ordine ai rapporti di quei territori con la sede di
Roma. Nel 1934 è nominato Delegato apostolico in Turchia e
anche Amministratore apostolico (una specie di “vescovo
provvisorio”) della diocesi latina di Istanbul. Nel 1944 è nominato Nunzio apostolico in Francia. Da lì, nel 1953, parte come
Cardinale e Patriarca di Venezia.
Lo stupore per l’elezione di un Papa detto subito “di transizione” per la sua età (oggi i suoi 77 anni non stupirebbero più
tanto se raffrontati ai 78 di papa Ratzinger!), divenne subito
apprezzamento per un uomo dal cuore grande e dalla fine intelligenza e sapienza. Il Concilio Vaticano II, indetto pochi
mesi dopo, sarà il segno del suo grande acume pastorale e spirituale. Seppe leggere i “segni dei tempi” ed ebbe il coraggio di
“gettare il sasso nello stagno”. L’evento conciliare, da lui iniziato e sapientemente condotto e portato a termine dal suo
successore Papa Paolo VI, dopo la sua morte (3 giugno 1963:
morte di Giovanni XXIII; 21 giugno 1963: elezione di Paolo
VI), segnerà profondamente la storia della Chiesa.
odiaco di
ona
a cura di Anna Maria Indino
Novembre 2008
ARIETE 21.3 – 20.4
L’impegno che vi potrà venir richiesto in ambito lavorativo sarà molto, ma per ora forse non avrete la possibilità di protestare.
I vostri atteggiamenti provocanti potranno colpire nel segno e suscitare l’interesse di chi vi sta facendo perdere la testa.
TORO 21.4 – 21.5
Per molti di voi si potranno consolidare rapporti di vecchia data, per altri invece si prospettano novità in amore promettenti. Nel campo degli affari le circostanze non sembrano favorevoli, quindi riflettete molto prima di
buttarvi in un investimento.
GEMELLI 22.5 – 21.6
Avrete modo di uscire da una situazione ingarbugliata grazie all’idea brillante di un amico. Niente e nessuno riuscirà a impedirvi di concentrare le vostre forze per il buon andamento di un rapporto sentimentale importante.
CANCRO 22.6 – 22.7
Un’amicizia potrà rivelarsi un po’ troppo impegnativa, dovrete reagire, ma usando tatto e cortesia. Nuove idee potrebbero
permettervi di guadagnare consistenti somme di denaro, ma solo se affronterete le situazioni con coraggio.
Pubblichiamo la poesia vincitrice del premio
Streghetta (vedi pag. 22)
Assenza
Maria Ebe Argenti
Rivoglio quella parte del mio cielo
e quel brezzare rarefatto e acuto,
già luminoso allo spuntare dell’alba,
presago di universi immacolati
che non hanno potuto roteare
intorno allo stupore d’una vita,
mai più di tale assenza risarcita.
E il senso dell’assenza ora s’addensa.
Vorrei che un’ala mi portasse in alto
nel candore dell’alba sconosciuta,
mi manca quella parte del mio cielo
e lo rivoglio tutto, lo pretendo;
non è bastato il volo nei tramonti
odoranti d’amore benedetto
a sciogliere i miei grumi di memoria
oramai rassegnati e malinconici;
non è bastato il fiume della vita
a liberare l’opprimente arsura
non è bastato alla mia barca a remi
avere un carico di pane ed uva;
rivoglio il cigolare di catene
nel sollevare il secchio dal profondo
con il suo traboccare d’acqua fresca
e placare dell’Anima la sete.
Sul numero scorso abbiamo attribuito ad altri la seguente poesia.
Ce ne scusiamo con i lettori e con l’autrice, Serena Siniscalco.
L’ultimo ballo
Serena Siniscalco
E fu l’ultimo ballo quella notte
agostana, sulla terrazza al mare.
La luna faceva capolino
al nero d’orizzonte. Lumeggiava
già Sirio a mezzo il cielo, la brezza
era carezza salmastra ed oleandra.
E la mia voce muta faceva eco
alla canzone nostra preferita,
membranza d’una America lontana
vagheggiata ed amata.
“Strangers in the night, exchanging glances
wond’ ring in the night what were the chances...”
Stretto il tuo abbraccio a cingermi la vita
il viso tuo così accostato al mio, così
adesivo, il fiato tuo a vellicarmi il collo,
il tuo profumo un brivido di pelle.
Ancora io mi vestivo di bellezza
giovanile, ridente e innamorata.
E danzava la mia veste leggera,
ampia, leggiadra di fiorita organza
e frusciava schiudendo la corolla,
nell’elegante turbinar dei passi,
maliose ombre tessendo al chiar di luna.
Il cuore ancor vibrava nei fremiti
irrequieti di vita e gli stupori.
VERGINE 23.8 – 22.9
Un genitore potrebbe offendersi per una vostra richiesta, cercate di aggiustare il tiro. In amore inizierete un confronto diretto e molto schietto. Se il partner regge, potrete raggiungere insieme altissime vette. Rimandate la dieta.
E fu l’ultimo ballo e l’immagine
estrema tua di firmamento. Ora,
nello scrutare questa volta nera
in trionfo d’astri lucenti, rammento
con struggenza l’indice tuo additare
le sette stelle d’Orsa e la Polare,
il nostro cielo, il mare e la canzone
bella, la stretta ardente
dell’ultimo danzare.
BILANCIA 23.9 – 22.10
Al lavoro è meglio che vi muoviate per primi, proprio per afferrare al volo alcune belle opportunità. Un collega ficcanaso non
saprà stare al suo posto. Qualcuno potrebbe farvi spendere più del necessario, attenti è un gioco sporco.
Noli, agosto 2007
(Dedicata al mio sposo, agosto 1984,
ad un anno dalla prematura morte)
SCORPIONE 23.10 – 21.11
I single potranno essere stanchi della loro condizione, anche se di fronte alla possibilità d’unione, tenteranno la fuga. Dubbi
su scelte lavorative non vi lasceranno tranquilli, anche se in realtà tutto si risolverà senza prendere grandi decisioni.
Dedicata a te
LEONE 23.7 – 22.8
Un sogno potrà essere trasformato in un successo solo se assumerete un atteggiamento molto più deciso e rigoroso. In amore un desiderio intenso di sentirvi coinvolti in un rapporto esclusivo potrà essere realizzato. A tavola, cibi leggeri.
SAGITTARIO 22.11 – 21.12
Grazie al vostro humour vi potrete divertire anche durante le ore lavorative. Il buonsenso in amore non pare esservi di aiuto per risolvere le questioni di cuore, meglio invece affidarsi alla spontaneità e fiducia. Un regalo vi sorprenderà.
CAPRICORNO 22.12 – 21.1
Creatività e fervida immaginazione vi permetteranno di realizzare i vostri obiettivi professionali. In famiglia invece, la chiave di volta sarà la pazienza. I rapporti sociali potranno essere soddisfacenti e dinamici. Attenti ai peccati di gola.
ACQUARIO 22.1 – 19.2
Sforzi eccessivi non potranno giovarvi, è quindi il caso di non sperperare le energie e sfruttare al meglio le potenzialità.
Potrebbe emergere un vostro talento artistico più o meno inespresso. Chi vi sta accanto potrà apprezzare aspetti nascosti
della vostra personalità.
PESCI 20.2 – 20.3
Avrete il bisogno di sentirvi al centro dell’attenzione o comunque di ricevere varie conferme, evitate di assumere atteggiamenti prepotenti. Un incontro al chiaro di luna potrà scatenare la vostra più accesa immaginazione. Relax.
ONA NOVE 24
Ortensia Bugliaro
Giorno febbrile
da non dimenticare,
urto serpentino
contro il mostro della strada.
Piccola testolina che
giace inerte
sul freddo asfalto.
Gli occhi aperti che ti guardano.
Aspetti un segno di carezza,
ma il tempo si è fermato
in un tumultuoso batticuore.
Il tempo si è cementato di dolore,
il tempo sarà offuscato dai ricordi?
Forse no! Eppure, era solo un cane,
il mio! Che resterà nel cuore.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
FILO
DIRETTO CON…
PIRELLONE
PALAZZO MARINO
Le novità sulle case Aler
Milano non fa nulla contro la droga
intervista a Franco Mirabelli (consigliere regionale del Pd)
Marco Granelli (consigliere comunale del Pd)
onsigliere Mirabelli, che novità ci sono per
C
quanto riguarda le case Aler e sugli enti
che le gestiscono?
In questi giorni la Giunta regionale ha approvato un progetto di legge di riforma delle Aler
che tra poco verrà discusso in consiglio. Noi
abbiamo in questi anni più volte presentato
ordini del giorno, approvati in aula, che chiedevano di ripensare al ruolo e al funzionamento delle Aler: ridisegnandone le funzioni,
aumentando la trasparenza, tagliando inefficienze e burocrazie e rendendole aziende moderne in grado di garantire quella qualità dell’abitare che oggi è negata a tanti inquilini
delle case popolari. Purtroppo la legge presentata non risponde a queste domande: parla di
consigli di amministrazione (bene la riduzione del numero dei membri), degli stipendi
(bene la definizione di un tetto massimo), ma
non crea le condizioni per smontare quelli che
spesso rischiano di essere grandi macchine
burocratiche, costose e non in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini che cercano casa
e di chi abita nei quartieri popolari.
Le Aler devono diventare aziende in grado di
essere protagoniste di una nuova stagione
dell’edilizia sociale in cui pubblico e privato
garantiscono la casa in affitto con un canone
sopportabile a tante famiglie di giovani e lavoratori dipendenti che oggi non trovano risposte nell’edilizia residenziale pubblica, né,
tanto meno, sul mercato. Questa riformina
non è certo all’altezza di questi obbiettivi.
Sono state pubblicate le liste delle case
messe in vendita (vedi box sottostante):
spieghiamo operativamente agli inquilini
quali passi devono compiere per aderire
all’offerta di acquisto.
A giorni, entro novembre, arriveranno a chi
abita gli appartamenti compresi nel piano
vendite lettere dell’Aler che servono a sondare le reali volontà di acquisto per poi approvare definitivamente la vendita di quegli alloggi. Nella lettera sarà indicata anche la proposta di prezzo calcolata per l’acquisto sulla base della legge (circa il 60 per cento rispetto al
valore di mercato). Una volta completato il
sondaggio verranno fatte le definitive propo-
ste di acquisto e chi avrà scelto di comprare
potrà farlo. Lo specchietto riguarda le case
che l’Aler è intenzionata a mettere in vendita
che, nella nostra zona, sono quelle situate già
in condomini misti. Non si ha ancora notizia,
invece, del piano vendite del comune di
Milano che, secondo la legge, avrebbe già dovuto essere presentato e che interessa altri
quartieri della zona 9.
Come abbiamo scritto nei mesi scorsi il Pd,
e lei in particolare, vi siete battuti molto per
modificare la legge di riforma delle Aler approvata dalla Giunta Formigoni. Soddisfatto dei risultati raggiunti? Cosa non la
convince ancora e cosa farà il Pd nei prossimi mesi per migliorare ulteriormente questa legge che, per molti aspetti, sembra una
riforma di facciata che lascia intatti la
maggior parte dei problemi?
Intanto abbiamo ottenuto l’impegno della
giunta, grazie all’approvazione del nostro ordine del giorno presentato al consiglio regionale del 25 giugno, a fare proposte per modificare la legge su aspetti fondamentali per abbassare i canoni e creare un sistema più equo,
per evitare che chi è nella fascia della decadenza possa perdere la casa, per dare più sicurezza ai quartieri popolari e su altri aspetti. Ora ci stiamo battendo perché quell’impegno si concretizzi al più presto sapendo che
nel frattempo gli aumenti sono stati già applicati nelle case Aler e che bisogna evitare che
lo stesso accada nelle case comunali.Tante famiglie sono preoccupate per il proprio futuro
visto che l’attuale norma sulla decadenza farebbe loro perdere il diritto all’alloggio. È in
corso il lavoro dell’osservatorio sulla legge
istituito per confrontarsi sulle modifiche da
apportare alla legge a cui partecipano Aler,
sindacati e rappresentanti dei comuni. Credo
che entro la fine dell’anno si debba arrivare
alle modifiche decise per poterle comprendere
nella sessione di discussione sul bilancio. Noi
ci battiamo per questo. Perché, nelle case popolari, nessuno debba spendere più del 20 per
cento del proprio reddito per la casa e la decadenza non equivalga al dramma della perdita della casa.
ilano continua ad essere la capitale
M
della droga. Quella consumata dai
suoi cittadini, soprattutto la cocaina e le
nuove droghe sintetiche che stanno prendendo il posto dell’eroina, cambiando il volto del tossicodipendente medio: non più il
diseredato che si buca per strada o nelle
aree dismesse, ma i giovani e gli adulti che
sniffano cocaina nei locali della movida e
negli appartamenti. È anche la capitale degli interessi dei mercati della droga, controllati dall’ndrangheta calabrese che qui a
Milano tiene le basi per l’importazione
dall’America latina e dall’oriente, ma soprattutto la piazza degli affari dove viene
riciclato il denaro sporco.
Di fronte a questa situazione la Moratti fa
proclami, non utilizza le risorse, non collabora con il coordinamento del volontariato
e del non profit milanese.
Infatti il Comune di Milano non ha rinnovato le convenzioni con il volontariato e il
privato sociale, scadute al dicembre 2006
per i progetti di prevenzione e interventi di
contrasto alla droga, per un valore complessivo di 798.000 euro, ma ha preferito dare a
queste realtà un contributo a fine 2007, dopo che loro avevano operato in assenza di
contratti, dicendo comunque che si sarebbe
cambiato progetti e di conseguenza non ha
definito nulla per il 2008 ormai al termine.
Nel frattempo nel giugno scorso ha concluso il servizio di educativa di strada, non rinnovando le convenzioni in essere, senza per
ora sostituirle con nulla.
Ma non basta: il Sindaco annuncia che
emetterà un’ordinanza di ordine pubblico
per impedire di drogarsi in strada, multando i tossicodipendenti. Anche qui di fronte
all’emergenza, ad un’emergenza educativa
e sociale, il Sindaco sceglie di mettere il problema sotto il tappeto: colpisce il tossicodipendente che fa uso di droga per strada,
sempre meno comune oggi e spesso vittima
dello spaccio organizzato e dei traffici, lasciando dilagare il consumo nei locali, non
investendo in prevenzione, non contrastando chi traffica. Le forze investigative chiedono maggiore vigilanza sui meccanismi
degli appalti, dell’abusivismo nei quartieri
popolari e dell’Ortomercato dove la malavita organizzata ha le sue basi, ma Forza
Italia non approva in Consiglio la commissione antimafia chiesta dal Pd un anno fa e
propone una politica della sicurezza che
non contrasta la vera illegalità e gli affari
della malavita.
Infine il Sindaco di fronte al cambiamento
del fenomeno della droga, invece di ampliare la collaborazione con le numerose organizzazioni impegnate da anni a Milano in
numerosi interventi, cercando strade nuove
per un fenomeno che cambia, decide di lavorare solo con S. Patrignano, investendo
nel modello comunità che oggi risponde solo ad una parte del fenomeno. Invece di confrontarsi con il problema fa ideologia.
Nel frattempo ha sospeso la raccolta delle
siringhe usate e ha promosso la distribuzione dei test antidroga gratuiti (cioè pagati
dal Comune con i nostri soldi). Dopo un anno le siringhe abbandonate in città aumentano (dati Amsa) e i ticket acquistati sono
rimasti inutilizzati in farmacia.
Su questo tema delicato non è utile lo scontro ideologico finalizzato esclusivamente al
consenso elettorale. Le famiglie di Milano
hanno diritto ad avere una rete di interventi che parta dalla prevenzione, attraversi il
trattamento per il recupero, e si concluda
con i percorsi di reinserimento sociale e lavorativo delle persone che usano e consumano sostanze stupefacenti.
Riprogettare la rete dei servizi e degli interventi calibrandola sul profilo attuale del
consumo: questo deve essere attuato con
una forte alleanza tra Comune, Asl, Scuola,
e realtà del privato sociale che da anni lavorano al fianco delle persone. Per questo il
Pd ha chiesto al Sindaco di convocare una
conferenza straordinaria dei servizi con la
partecipazione di tutte le Agenzie interessate e costruire un piano triennale degli interventi di contrasto a tutte le forme di dipendenza. Intanto il Pd sta organizzando
un proprio evento per parlare di questi argomenti con la società milanese, con il volontariato, con le famiglie.
Elenco alloggi in vendita nella nostra zona
divisi per quartiere in cui Aler ha la minoranza dei millesimi
Quartiere Fulvio Testi per un totale di 285 appartamenti da vendere e 559 già venduti:
Via Lissoni 1-3-5-7-9-11-13-15
Via Cristiani 1-3-5-7-9-11-13-15-19-2123-25-27
Via Sibelius 2-4-6-8-10-12-14-16-18-2022-24-26-28-30-32-34
Via Giolli 9-11-13-15-19-20-21-22-23-24-
25-26-28
V.le Suzzani 241-243-278-280-296-298300-302
Nell’elenco approvato dalla Regione risultano molti altri quartieri della zona 9
ma non rientrano fra quelli coperti dalla
diffusione della nostra testata.
IL MEDICO DEGLI ANZIANI
Appunti sulla vecchiaia
Dott. Rodolfo Mastrangelo (specialista in Geriatria e Gerontologia)
ei vari processi morbosi che possono colpire
N
le persone anziane sono importanti tutte le
alterazioni morfologiche e funzionali che avvengono nel corso dell’invecchiamento. Inoltre nella
patologia sistematica di organo e apparato ritorna il motivo conduttore generale di tutta la gerontologia e e di tutta la geriatria e cioè l’importanza spesso preminente che hanno le situazioni di equilibrio instabile tra fisiologia e patologia, tra normalità e malattia, con facile rottura
di questo equilibrio in seguito a cause, a stimoli
di entità anche lieve e quindi insorgenza della
malattia conclamata.
Invecchiare vuole dire perdere strutture e funzioni dell’organismo arrivando al concetto di “anziano fragile”. Geratria (dal greco geras: vecchiaia e
iatreia: trattamento) è la scienza medica degli anziani (prevenzione e trattamento delle malattie
nelle persone anziane).
L’invecchiamento della popolazione costituisce il
fenomeno demografico più significativo degli ultimi decenni e ha determinato l’emergenza dei
nuovi bisogni assistenziali connessi principalmente all’aumentare con l’età delle patologie croniche. L’anziano fragile è la nuova entità clinica
per chi lavora nell’ambito geriatrico: soggetto di
età avanzata affetto da multiple patologie croniche, clinicamente instabile, con perdita di peso,
astenia, alterazioni dell’apparato locomotore e
sensoriale e dello stato cognitivo.
L’Italia e il Giappone hanno le popolazioni più
longeve del mondo; la società fa tanto per allungare la vita e altrettanto deve fare per
questa vita allungata: non più anni alla vita
ma più vita agli anni. “Non vivere bonum est,
sed bene vivere” (Lucio Seneca); “Non il tempo
più lungo si gode ma il più dolce” (Epicuro).
La vecchiaia è soprattutto l’età dei ricordi; la salvezza:il fascino dei ricordi.Il paziente vecchio non
deve arrestarsi nello scavare nella memoria; il
concetto della memoria come aiuto a sopravvivere. Il vecchio non vuole lasciare la sua casa, non
vuole staccare le sue cose, i suoi colori, ricordo di
nostalgia, perché il vecchio ama la nostalgia. Il ricordo ha il fascino estetico dello spettacolo, anche
il ricordo tragico, quindi età dei ricordi.
Usando il termine “vecchio” vanno associati la
stessa stima e rispetto degli antichi latini e greci
per cui “geron” (dal greco=vecchio ) era la persona
di esperienza da consultare e rispettare come è
importante rispettarne il lamento e la sofferenza.
Parecchi anziani vivono in solitudine spesso desolante; il rischio: dall’infanzia abbandonata alla
vecchiaia abbandonata. La solitudine, non quella
scelta ma subita, e la percezione di inutilità rappresentano la malattia più diffusa nell’anziano. È
dunque importante favorire l'inserimento dell’anziano nella vita di comunità.
Età dei ricordi dicevamo, ma nella senescenza
(dal latino senectus) è importante un’anzianità
attiva (non far nulla per invecchiare) e quindi
anche età dei sogni e della progettualità, di attività mentale come quella fisica. È importante trovare una finalità nella nostra giornata,
avere un’esistenza con sogni e progetti fino all’ultimo istante di vita. Come diceva Scaparro
(psicoterapeuta) citando una poesia di Danilo
Dolci: “Ciascuno cresce solo se sognato”. Cosi
l’anziano per avere sogni non deve essere trascurato e non essere il sogno di nessuno. “Un
anziano è tale quando i rimpianti superano i
sogni” (Einstein).
SERVIZI
Internet: i costi in Italia e in Europa
Luigi Luce
econdo i dati Istat,quasi un quinto degli itaS
liani che usano Internet si collega solo poche volte al mese. Fino a poco tempo fa i contratti a consumo erano la soluzione più conveniente per questo tipo di utilizzo; oggi lo sono
solo se non si superano le 8 ore di connessione
al mese; in caso contrario conviene attivare un
contratto flat: con un canone mensile tra i 17 e
i 20 euro si può navigare quanto si vuole a velocità più alte rispetto a qualche anno fa.
Per utenti che navigano poco (10 ore al mese),
l’Italia non offre le migliori soluzioni in Europa.
Il provider italiano più conveniente costa il
120% in più della migliore tariffa europea. Per
chi naviga parecchio (circa 150 ore al mese),
l’Italia offre buone tariffe ma l’operatore europeo più conveniente (britannico) ci dimostra come si possa navigare con soltanto 7,70 euro al
mese. In definitiva in Italia scendono i prezzi e
aumenta la velocità di connessione, ma gli operatori Adsl italiani non si fanno concorrenza.
Una caratteristica del nostro mercato è infatti
la scarsa differenza di prezzo (meno del 3%) tra
la miglior tariffa e l’ex monopolista Telecom
Italia: sintomo che la vera concorrenza, da noi,
stenta a decollare.
SALUTE
Con la distribuzione diretta
niente ticket per i farmaci
Luigi Luce
el 2007 la spesa per i farmaci essenziali (faN
scia A) è scesa del 5%, ma i ticket pagati dai
cittadini sono saliti del 30% rispetto al 2006. Va
trovato un rimedio, ma quale? Si può provare con
la distribuzione diretta e gratuita dei medicinali
attraverso le farmacie ospedaliere o i distretti Asl
a chi deve continuare le cure dopo un ricovero.
Secondo la Società di Farmacia Ospedaliera
(Sifo), ‘saltare’ il passaggio dalle farmacie private
permette ai pazienti di non pagare il ticket e allo
Stato di risparmiare il 50-60% sul prezzo finale
della terapia. Prevista già da una legge del 2001,
la distribuzione diretta è stata attivata a macchia
di leopardo: ogni regione e provincia è un caso a
sé. Così, ci sono regioni ‘generose’ che all’uscita del
paziente dall’ospedale assicurano 30 giorni di terapia, altre solo 10, così il malato è costretto, se la
cura a casa si protrae, ad andare in farmacia, pagando il ticket se non esente. Disequilibri che pesano, sia sui cittadini che sul bilancio dello Stato.
La società dei farmacisti ospedalieri e delle Asl
chiede la collaborazione delle istituzioni, confer-
mando il proprio impegno a trovare soluzioni concrete. “Nelle realtà dove la distribuzione diretta è
stata attivata – afferma Laura Fabrizio, presidente Sifo – si sono registrati risultati interessanti sul fronte del contenimento dei costi, dell’appropriatezza prescrittiva e della qualità dell’assistenza farmaceutica. Risparmiare in questo ambito
vuol dire liberare risorse preziose che possono essere investite per assicurare ai pazienti, che ne
hanno bisogno, farmaci innovativi molto costosi
(per la cura del cancro, delle malattie rare, etc) e
per contenere l’onere a carico dei cittadini”.
“Oltre alla distribuzione diretta è necessario insistere sui farmaci equivalenti – spiega la dr.ssa
Fabrizio –. È importante correggere la percezione
che il farmaco equivalente sia meno sicuro o dotato di efficacia inferiore rispetto ai farmaci di
marca. Il medicinale equivalente, infatti, offre le
stesse garanzie di qualità e sicurezza di tutti i medicinali immessi in commercio nel nostro Paese,
ed ha un valore aggiunto, in quanto consente di
risparmiare risorse a vantaggio della collettività”.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 25
FILO
DIRETTO CON…
TASSE & AGEVOLAZIONI
PARERI LEGALI
Attenti al 30 novembre!
La donna coniugata
può dare il proprio nome ai figli?
Lorenzo Gomiero
30 novembre è una data fiscale da non
Iutileldimenticare,
in quanto è l’ultimo giorno
per il versamento della seconda o unica rata di acconto per Irpef e Irap relative
all’esercizio in corso. In considerazione del
fatto che il 30 novembre è domenica il pagamento può essere effettuato entro lunedi
1 dicembre (il primo giorno feriale successivo al giorno festivo).
Norma generale Sono obbligati al versamento dell’acconto Irpef e Irap tutti i contribuenti che hanno presentato o comunque
avrebbero dovuto presentare la Dichiarazione dei Redditi per il periodo d’imposta precedente e che al rigo di riferimento hanno indicato un debito d’imposta superiore a Euro
51,65 per l’Irpef e l’Irap.
Chi è esonerato dal versamento Sono esonerati dall’obbligo di versamento dell’acconto i
contribuenti che si trovano nelle seguenti condizioni:
• nel precedente anno non hanno avuto reddito (ad es. per inizio di un’attività di lavoro autonomo o d’impresa);
• nel presente anno non hanno avuto (non
avranno) redditi (ad es. per cessata attività);
• non hanno presentato la Dichiarazione dei
Redditi per l’anno precedente, perché non obbligati (ad es. il lavoratore dipendente con solo la certificazione unica Cud);
• nell’esercizio precedente, pur avendo dichiarato redditi imponibili, nulla hanno versato all’atto della dichiarazione perché avevano già
subito ritenute in misura corrispondente o eccedente il debito d’imposta (ad es. quasi tutti i
lavoratori dipendenti, pensionati e taluni lavoratori autonomi);
• hanno la certezza di non essere soggetti
nella dichiarazione per l’esercizio in corso
ad un’imposta (al netto delle detrazioni,
crediti d’imposta e ritenute) superiore ai limiti sopraindicati;
• hanno conseguito esclusivamente redditi
tassati alla fonte a titolo d’imposta (ad es. interessi sui depositi bancari e postali, interessi sui Bot o sui titoli pubblici, provvigioni
percepite in qualità di Incaricato alle
Vendite a Domicilio);
• hanno conseguito solo redditi totalmente
esenti dalle imposte sui redditi;
• non hanno legittimamente presentato la dichiarazione dei redditi in quanto esonerati,
perché ad esempio:
- lavoratori dipendenti o pensionati con un
solo reddito percepito da un unico datore di
lavoro o ente, senza oneri deducibili o detraibili da far valere;
- lavoratori dipendenti con redditi percepiti da
più datori di lavoro conguagliati dall’ultimo
datore di lavoro e, ovviamente, senza oneri deducibili o detraibili;
- possessori di redditi di lavoro dipendente come nei precedenti casi e di abitazione principale il cui reddito fondiario è stato completamente abbattuto dalla specifica deduzione.
Come si calcola l’importo dell’acconto
Irpef La quota di acconto ai fini Irpef è del
99%. Pertanto l’acconto complessivo è pari al
99% dell’imposta dovuta per l’esercizio precedente. La base di calcolo è costituita dall’imposta del periodo precedente diminuita
delle detrazioni, dei crediti d’imposta ed elle
ritenute d’acconto spettanti. Il totale di
quanto dovuto a titolo di acconto d’imposta
deve essere versato:
• in un’unica soluzione, entro il mese di novembre, se l’importo dovuto (cioè il 99% dell’imposta relativa all’anno precedente) non è
superiore a Euro 257,00: ciò perché la legge
stabilisce che il versamento deve essere effettuato in due rate, salvo che il versamento
da effettuare alla scadenza della prima rata
non superi Euro 103,00 (Euro 257 x 40% =
Euro 103,00);
• in due rate, se l’importo dovuto è pari o superiore a Euro 257,00, di cui:
- la prima rata entro il termine previsto per il
versamento dell’imposta a saldo per il periodo
d’imposta precedente, nella misura del 40%;
- la seconda rata nel mese di novembre dell’anno a cui si riferisce l’acconto, nella restante misura del 60%).
Calcolo degli acconti per l’Irpef I righi delle varie dichiarazioni dei redditi cui far riferimento per il calcolo degli acconti dovuti ai fini
Irpef sono indicati nel prospetto che segue.
• Rigo Rn 23 Non superiore a Euro 51,65
Acconto Irpef dovuto Non dovuto
• Rigo Rn 23 Superiore a Euro 51,65 ma non
a 257,52
Acconto Irpef dovuto Versamento in unica soluzione al 30.11.2008
• Rigo Rn 23 Superiore a Euro 257,52
Acconto Irpef dovuto Versamento in due rate
pari al: 39,6% di rigo Rn30 entro il
16.06.2008; 59,4% di rigo Rn30 entro il
30.11.2008
Ricalcolo dell’acconto in base al reddito presunto L’art. 2 della Legge 23.03.1977,
n. 97 consente al contribuente di commisurare l’acconto sull’imposta presumibilmente
dovuta per l’anno in corso, sempre al netto
delle detrazioni, crediti d’imposta e ritenute
d’acconto. Il calcolo del minor acconto deve,
però, essere effettuato con molta cura, per
evitare di incorrere nella sanzione del 30%
(più gli interessi di mora) applicata nel caso
di versamento insufficiente.
Acconto di novembre e compensazione
La compensazione tra crediti e debiti è ammessa sia per i soggetti con Partita che quelli
senza Partita Iva. Pertanto i contribuenti possono compensare i crediti Irpef, Irap e Iva, risultanti dalla dichiarazione unificata relativa
all’anno precedente, nonché i crediti contributivi ammessi a compensazione con l’Irpef dovuta in acconto. È consentito ripartire liberamente le somme a credito tra importi a rimborso e importi da compensare. Gli importi a
credito che il contribuente intende utilizzare
in compensazione non devono essere necessariamente utilizzati in via prioritaria per compensare i debiti risultanti dalla dichiarazione.
La compensazione deve essere effettuata entro la data di presentazione della dichiarazione successiva. Le compensazioni dovranno essere esposte nel modello di pagamento F24.
Modalità di versamento e codici tributo
Il versamento della seconda (o unica) rata di
acconto deve essere effettuato nel periodo
compreso fra l’1 novembre e l’1 dicembre (30
novembre è domenica). In particolare, i contribuenti non titolari di Partita Iva possono eseguire il versamento dell’acconto utilizzando il
modello cartaceo F24, presso qualsiasi banca o
qualsiasi agenzia postale. I contribuenti titolari di partita Iva devono obbligatoriamente effettuare il pagamento a mezzo del sistema telematico On Line tramite Entratel, Fisco On
Line o Remote Banking.
Il nuovo versamento F24 On Line per i contribuenti possessori di partita Iva è entrato in vigore, obbligatoriamente, con decorrenza dall’1
gennaio 2007.
I codici tributo da utilizzare sono i seguenti:
4034 - Irpef acconto - seconda rata o acconto in
unica soluzione. Il secondo acconto delle tasse
di Novembre non è rateizzabile e deve essere
effettuato in unico pagamento.
Sanzioni e ravvedimento operoso In caso
di omesso, insufficiente o tardivo versamento
di acconto si applica una sanzione amministrativa del 30% della somma non versata più
gli interessi di mora. Qualora il contribuente
intenda avvalersi del ravvedimento operoso di
cui all’art. 13 del D.Lgs. 472/1997, può versare:
• entro 30 giorni (cioè entro il prossimo 30 dicembre) l’imposta o la differenza non versata,
la sanzione del 3,75% (cioè 1/8 del 30%) più gli
interessi nella misura del 3% annuo con maturazione giorno per giorno;
• entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno, l’imposta o la differenza non versata, la sanzione del 6% (cioè
1/5 del 30%) più gli interessi nella misura del
3% annuo con maturazione giorno per giorno.
• in un’unica soluzione, entro il mese di novembre, se l’importo dovuto (cioè il 99 per cento dell’imposta relativa all’anno precedente)
non è superiore a Euro 257: ciò perché la legge stabilisce che il versamento deve essere effettuato in due rate, salvo che il versamento
da effettuare alla scadenza della prima rata
non superi Euro 103,00 (Euro 257 x 40per
cento = Euro 103,00);
• in due rate, se l’importo dovuto è pari o superiore a Euro 257,00, di cui:
- la prima rata entro il termine previsto per
il versamento dell’imposta a saldo per il periodo d’imposta precedente, nella misura
del 40 per cento;
- la seconda rata nel mese di novembre dell’anno a cui si riferisce l’acconto, nella restante misura del 60%).
Sportello operativo Caf - Tutela fiscale del contribuente Srl, Milano, V.le Rodi 85. Rag. Lorenzo Gomiero
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ONA NOVE 26
Dimitri Barbera
n recentissimo intervento della
U
Cassazione (Cassazione ordinanza
n° 23934/08) ha ribadito che “la norma
sull’automatica attribuzione del cognome paterno al figlio legittimo, anche in
presenza di una diversa contraria volontà dei genitori .. oltre a non essere più
coerente con i principi dell’Ordinamento,
che ha abbandonato la concezione patriarcale della famiglia, e con il valore
costituzionale dell’eguaglianza tra uomo
e donna, si pone in contrasto con alcune
norme di origine sopranazionale”.
Ad indurre la Cassazione ad intervenire
nuovamente su tale problematica, il caso
di una coppia milanese che per due gradi di giudizio si era vista negare la possibilità di attribuire al figlio minore, nato nel 2003, il cognome della madre.
La Suprema Corte ribadisce, in tale occasione, e con estrema fermezza, la violazione di tale norma con gli impegni
dell’Italia a livello internazionale e comunitario.
In particolare, ricorda l’articolo 16 (I Co,
lett. g) della Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione
nei confronti della donna in tutte le questioni derivanti dal matrimonio ed in
particolare, ad assicurare “gli stessi diritti personali al marito e alla moglie,
compresa la scelta del cognome”.
Inoltre, gli artt. 3 e 23, IV Co, del Patto
internazionale sui diritti civili e politici
adottato dall’assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite il
19 dicembre 1966, ratificato e reso esecutivo con l. 881/77, prevede l’impegno
degli Stati a garantire l’eguale diritto
degli uomini e delle donne a godere dei
diritti civili e politici previsti dal Patto e
ad adottare le misure per garantire ai
coniugi, l’eguaglianza nel rapporto matrimoniale e al momento dello scioglimento dello stesso.
Concordemente si pone la sottoscrizione,
nel dicembre 2007, da parte dei Capi di
Stato e di Governo dei 27 membri dell’Unione Europea, del trattato di Lisbona
che ha modificato il trattato dell’Unione
e quello istitutivo della Comunità Europea: l’art. 6 del medesimo, riconosce i diritti, le libertà e i principi sanciti nella
Carta dei diritti fondamentali dell’Unione, che vengono ad essere inquadrati
quali principi generali dell’Unione e in
quanto tali sottoposti ad una applicazione diretta negli Stati Membri: fra di essi, appunto, si erge la parificazione tra
uomo e donna anche all’interno del nucleo familiare.
Si ricordano, infine, in tale pronuncia
ben 2 interventi della Corte Costituzionale (ord. N.176/1988 e sent. 61/2006)
ove la Stessa ha “implicitamente sollecitato un intervento del legislatore che,
pur avendo affrontato il tema, nell’ultimo trentennio (proposta di legge n.832
del 30 ottobre 1979), non è ancora pervenuto a soluzioni concrete”. Tale ordinanza, che non ha deciso il merito della questione rimettendola alle Sezioni Unite,
conferma ancora una volta, in linea con
l’evoluzione sociale, la piena parificazione tra uomo e donna all’interno della famiglia, stabilendo quindi la possibilità,
in presenza dell’accordo di entrambi i coniugi, di disapplicare la disposizione che
attribuisce in via automatica il cognome
paterno al figlio legittimo.
Dimitri Barbera - Avvocato del Foro di Milano - Via G. Arganini, 24 - Studio Legale e
Tributario in Milano, Via Soperga n° 4, tel. 0266714559, fax 02700418300, [email protected] <mailto:[email protected]>
INVESTIMENTI FINANZIARI
Come investire nei momenti di crisi
Ciro di Giorgio
a profonda crisi finanziaria, il crollo dei
L
consumi, l’incertezza sui tassi, l’altalena
dei prezzi delle materie prime, la recessione…
Come muoversi in questa tempesta?
Come tutti sanno, in uno scenario che ha visto crollare grandi miti della finanza e che ha
minato la fiducia dei risparmiatori, appare
assai difficile suggerire il miglior comportamento da tenere.
È indubbio che l’economia globale stia attraversando un momento particolarmente difficile, che ha reso necessario l’intervento degli
stati sovrani a sostegno del sistema.
Al di là delle previsioni dei cosiddetti
“esperti” su tempi e modi della ripresa,
ognuno di noi si trova a fare i conti con un
mercato in crisi di fiducia, che spesso si trasforma in panico.
Vediamo alcuni casi che potrebbero riguardare molte famiglie.
Ad esempio, chi ha in corso un mutuo con una
sostanziosa cifra ancora da pagare e dispone
di un po’ di liquidità, può valutare la convenienza di rimborsare parzialmente il capitale.
Se il mutuo prima casa è stato stipulato dopo
il 2 febbraio 2007 non vengono applicate penali sui versamenti e, riducendo la quota residua da restituire, si potrà alleggerire l’importo della rata di rimborso.
L’operazione è assai meno conveniente se siamo vicini alla scadenza, perché l’importo della rata è in gran parte costituito dalla quota
capitale. Inoltre, dovrà essere corrisposta la
penale prevista per l’estinzione anticipata
(tra lo 0,50% e l’1% del capitale residuo).
Nei primi anni di durata del mutuo, invece, c’è una maggiore incidenza della quota interessi; si avrà quindi un beneficio
economico oltre che psicologico, aspetto
da non sottovalutare.
Chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile rimane soggetto all’altalena dei tassi; ultimamente i sensibili rialzi hanno
appesantito le rate; è possibile che se in
futuro verranno tagliati i saggi d’interesse anche le prossime rate saranno un pochino più leggere.
Sarebbe tuttavia utile mantenere un serbatoio di liquidità per l’eventuale copertura degli
imprevisti.
Questa liquidità dovrà quindi essere impiegata in attività non rischiose.
I conti correnti bancari (anche quelli on-line), sono tutelati dal fondo interbancario di
tutela dei depositi. Gli interventi del governo a tutela delle banche dovrebbero comunque rendere più tranquille anche le obbligazioni bancarie.
In questo periodo, visti i pesanti cali delle borse mondiali, l’atteggiamento verso il mercato
azionario è improntato alla diffidenza se non
addirittura al rifiuto.
Le quotazioni basse di questi mesi potrebbero fornire delle opportunità d’acquisto,
ma non sono da escludere tuttavia altre pesanti flessioni.
L’approccio ai mercati azionari, pertanto, deve essere valutato con attenzione.
Investire tramite i fondi è meno rischioso rispetto all’acquisto di azioni singole; per sopportare meglio la volatilità è preferibile effettuare investimenti graduali, mediante un
piano d’accumulo.
Va comunque ribadito che chi non riesce a tollerare le forti oscillazioni delle borse, è meglio
che ne stia lontano. Ovviamente non potrà
sperare di ottenere alti rendimenti.
Alternative più suggestive, quali il Superenalotto, la Lotteria Italia o la Smorfia, sono
materie trattate da altri esperti…
Ciro di Giorgio - Promotore Finanziario - Via Dante, 4 - 20121 Milano - Tel: 0245471766/7/8
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Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
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ONA NOVE
Socio ordinario Euro10 (Euro 5 per studenti e
pensionati), Sostenitore Euro 25. C.C.P.
36297208,Ass. Amici di “Zona Nove” o bonifico
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Pagina riservata ai lettori
lettere in redaz ione
CASCINA
LOCA
Ciao, visto che il Comune non
pensa a sistemare la cascina Passerini/Ornato perché non indiciamo un concorso fra i writer della
zona per dare almeno una pitturata come per Casa Loca?
Lorenzo Gomiero (ottobre)
STORIA DI AMICIZIA
E DI AMORE
Scrivo in merito all’articolo dal titolo “Storia di amicizia e amore”,
pubblicato nel numero del mese
di ottobre 2008 di “Zona Nove”,
che descrive alcuni momenti della vita familiare dei miei genitori,
Carmen e Costante, in occasione
del cinquantesimo anniversario
del loro matrimonio. Ringrazio il
giornale per aver voluto generosamente concedere uno spazio così ampio alla nostra vicenda, nella quale forse avranno modo di riconoscersi anche altre famiglie.
Inoltre, colgo l’occasione per ringraziare la Sig.ra Sandra Saita,
autrice dell’articolo, che avemmo
la fortuna di conoscere in quei
giorni del 2004, durante la degenza di mio padre a Niguarda. Il nostro grazie è ancora più sentito in
quanto noi non abitiamo in zona
9, ma immediatamente a meridione della stessa, pur essendo
accomunati agli abitanti di Niguarda nell’appartenenza al vasto quartiere che prese origine
dall’antica Porta Comasina.
Carlo C. Villa (ottobre)
ECOPASS
E AMBIENTE
Ecco la risposta ai commenti alle
mie opinioni sull’ambiente del
numero di ottobre. Sulla chiusura
totale al traffico privato di tutti i
centri storici del mondo, Milano
compresa, sono completamente
d’accordo, ma allora il traffico
pubblico deve essere costituito da
veicoli veramente ecologici (leggi
elettrici al 100%) e a tariffe simboliche; se per motivi non dipendenti dalla mia volontà ciò non è
possibile, non è un male tassare
salatamente chi pretende il privilegio di transitare, e a Milano
questa non è una “tassa sui poveri”, i quali gireranno accuratamente al largo, ma sui ricchi!
Ecco poi il mio pensiero sull’ecologia dei motori degli autoveicoli in
generale (dove si è finalmente accantonato l’idrogeno, ma non gli
sprechi della ricerca relativa): c’è
chi ogni tanto inventa il “motore
ad acqua” e trova giornali e tv disposti ad annunciarlo e lettori, e
ascoltatori disposti a crederci. A
tutti questi (attivi e passivi) raccomando di tornare alle scuole
elementari e di riprendere le loro
attività, qualunque essa sia, ma
soprattutto nel campo della “comunicazione”, solo dopo avere ottenuto un certificato di sanità
mentale. Idem per quei geni della
General Motors e altri (e per i futuri compratori) che al salone
Mondial di Parigi hanno presentato una “nuova” macchina elettrica in cui la batteria (al litio) si
ricarica, in marcia, per mezzo di
un motore a benzina (!): se uno
non capisce che il motore a benzina agendo direttamente sulle
ruote consuma di meno che passando attraverso il caricamento
di una batteria elettrica necessita
del suddetto certificato. Con tutti
gli altri sono disposto a discutere
amichevolmente gli innumerevoli provvedimenti da prendere per
“salvare il mondo”.
Giusto Buroni (ottobre)
• Caro Buroni, un paio di precisazioni. Ecopass tassa per i ricchi o
per i poveri? I “ricchi”, con i loro
Suv altamente inquinanti possono permettersi di pagare senza
problemi per andare indisturbati
in centro per lo shopping. Pagare
il balzello tutti i giorni è invece un
problema per i “poveri” che, pur
avendo magari un vantaggio di
tempo e un risparmio di benzina attraversando il centro per andare a
lavorare dall’altra parte della città,
così sono costretti a “girare al largo”
e quindi a ingolfarsi nel traffico e a
perdere ore per strada. Seconda precisazione: sarebbe meglio togliere le
virgolette dalla frase “salvare il
mondo” (andando così le cose, anche
dopo la politica suicida messa in attto da Berlusconi in Europa, quella
di salvare il mondo non è più una
metafora, ma una necessità molto
concreta). LA
IN DIFESA DI
KAISSERLIAN
L’altro giorno, passando da viale
Suzzani, ho notato tra il Novotel e
via Ca’ Granda uno spiazzo immenso, desolatamente vuoto se non
per la presenza di due cani e dei rispettivi proprietari, seduti sul bordo di un’enorme vasca-fontana.
Incuriosito, ho voluto vedere se era
un’area privata: un cartello indicava che quella era piazza Giorgio
Kaisserlian.Avendo avuto l’occasione di ripassare nello stesso luogo alcuni giorni dopo, in ore notturne, sono stato attratto da un vociare
sguaiato e ho notato che al posto dei
cani e dei loro padroni l’area era
stata “occupata” da un gruppetto di
giovani che, solo il mattino dopo,
avrebbero testimoniato la loro presenza con il numero di lattine e cartacce abbandonate in terra. Un degrado, stando ad alcune voci raccolte, sistematico e impunito, al quale
viene sottoposto uno spazio che
molte altre zone della città invidiano ma che evidentemente interessa
poco, diventando così terra di nessuno. E allora mi domando: non si
potrebbe sfruttarlo diversamente,
facendolo diventare sede almeno
nella bella stagione di qualche iniziativa pubblica, evitando anche
che il buon Kaisserlian si rigiri nella tomba vedendo così maltrattato
il suo buon nome?
Alfonso Agnoluzzi (ottobre)
• Ricordo che diversi anni fa “Zona
Nove” organizzò una festa proprio
in piazza Kaisserlian come appoggio alla nostra richiesta di riaprire
e coprire la Scarioni. Credo che sia
stata l’unica volta in cui la piazza è
diventata centro comunitario al servizio dei cittadini. LA
ALL’ICROCIO
BERBERA/R. ITALICO
Vorrei tornare su un argomento già
trattato nello scorso numero (l’incrocio Berbera/Regno Italico). Ho
telefonato ai vigili prima dell’estate,
una settimana dopo che era stata
tolta la freccia a sinistra; mi hanno
gentilmente risposto che hanno solo applicato una “normativa europea” che prevede la rimozione di
tutte le frecce a sinistra. Non ho parole. Evidentemente nella Comunità Europea non hanno argomenti
più importanti su cui legiferare. Il
risultato è che ci sono code chilometriche in Viale Berbera a qualunque ora, è diventato difficile e pericolosissimo svoltare a sinista (anche a causa dell’alta velocità delle
auto provenienti da Bresso) e ci sono già stati alcuni incidenti (l'ultimo stamattina, testimone mio marito). Possiamo fare qualcosa per ripristinare la freccia?
Laura Fossati (ottobre)
VIABILITÀ, METRÒ
E BUCO DELL’ICI
Viabilità e Lavori per il metrò: dopo
i primi giorni di regolamentazione
del traffico con massiccia presenza
della polizia locale, dovuta a parchi
divieti di svolta e sensi unici, il controllo è durato poco. Infatti tranne
sporadici passaggi dei vigili siamo
tornati al “fai da te” con conseguenze pesanti nelle ore di punta. Tutto
questo mi fa pensare all'Expo 2015
per cui i politici stanno già pensando alle poltrone e poi... che il popolo
si arrangi. La vostra redazione ben
si ricorderà di avermi redarguito
quando scrissi che il non pagare l’Ici
avrebbe provocato problemi al povero illuso. Milano ha un bel buco
nel bilancio. Siamo solo all'inizio.
Antonino Scollo (ottobre)
• Due parole sul taglio dell’Ici. Il governo del cattivo Prodi aveva tagliato l’Ici sulla prima casa a tutti coloro che avevano un reddito basso e
lasciava pagare gli altri in modo da
non togliere ai Comuni l’introito
della tassa necessaria per indispensabili servizi sociali. Il buon Berlu-
non pensare a volantini o cartelli di
avviso da lasciare nelle portinerie
della via stessa e delle vie limitrofe,
magari 15 giorni prima del cambio
di “turno settimanale”? Le multe
sono salate e i nostri stipendi sempre più esigui. 2. Non è la prima
volta che io e mio marito troviamo
l’auto coperta da fango derivante
dal lavaggio strade, in Viale
Suzzani civico 249. Questa volta
però gli addetti alla pulizia hanno
esagerato. Se avessi fatto il Camel
Furti dall’auto al supermercato
esidero allertare le persone che abitualmente fanno la
D
spesa al punto Esselunga di viale Suzzani sul pericolo
di lasciare borse incustodite sul sedile dell'auto, anche per
un minuto, in quanto ladri velocissimi e purtroppo abituali
restano accucciati tra le auto e mentre si carica la merce nel
portabagagli riescono a prelevare la borsa e, sempre accucciati e quindi non visibili, si allontanano con la refurtiva.
Non ci sono telecamere né cartelli che segnalino tale pericolo e l’unica guardia di sicurezza si deve dividere tra il parcheggio superiore e quello inferiore. Forse la Direzione dovrebbe provvedere a tutelare meglio i propri clienti.
Lettera firmata (ottobre)
sconi ha invece tolto l’Ici a tutti coloro che la tassa se la possono permettere, anche a quelli che hanno 13 ville e una residenza a Roma, lasciando i Comuni in brache di tela (anche Milano) e i cittadini (anche i milanesi) più bisognosi con meno servizi. Lei, caro Scollo, era stato “redarguito” al tempo di Prodi. LA
PREVENIRE
È MEGLIO
Iniziano a circolare voci che con la
attivazione della metrotramvia Cinisello/Lagosta e il successivo ripristino della viabilità dopo la conclusione della linea 5 verranno cambiati i cordoli stradali del viale Testi
centrale in modo di impedire alle
auto di parcheggiare sulle aiuole.
Inoltre verranno poste delle recinzioni a rete che impediranno ai pedoni l’attraversamento e l’accesso
alle aiuole. Non so se questo sia vero, però se lo fosse sarebbe opportuno che tale progetto venisse abbandonato. Nel tratto tra via Ca’ Granda e via Santa Marcellina sostano
e hanno sempre sostato sulle
aiuole un migliaio di macchine e
la zona è priva di box e posteggi
alternativi e quindi un siffatto intervento causerebbe una fortissima reazione come quando si provò
a multare le macchine sulle aiuole. Evitiamo quindi di fare lavori
che sarebbero intollerabili per gli
abitanti: “prevenire è meglio”.
Paolo De Ambrosis (ottobre)
• Credo che la miglior prevenzione
sia di organizzarsi per chiedere che
in zona (e quindi anche in Testi) siano creati, in questi anni di cantieri,
nuovi e grossi parcheggi.Anche perché quando arriveranno i pendolari
dalla Brianza per prendere il metrò
la necessità di posteggi sarà molto
più grande. Meditate gente... LA
IL LAVAGGIO
CHE SPORCA
Desidero segnalare due fatti spiacevoli: 1. A settembre al rientro dalle
ferie, andando a spostare l’auto un
venerdì mattina ho avuto l’amara
sorpresa di trovare la multa per “divieto di sosta per lavaggio strade”.
L’auto era parcheggiata in via
Ponale, dove da anni il lavaggio notturno avveniva nella notte tra venerdì e sabato. Quest’estate il turno
di lavaggio è stato cambiato: ora è
tra giovedì sera e venerdì mattina.
Peccato che agli abitanti della zona
non sia stato segnalato, se non con il
regolare cambio dei cartelli stradali
che però noi che abitiamo nella zona
non leggiamo più, tanto che come
me molti altri hanno avuto la sgradita sorpresa della multa. Perché
Trophy l’auto non sarebbe stata ridotta peggio. Possibile che per lavare la strada con i getti d’acqua compressa (il sistema che permette di
non spostare le auto) sia necessario
ridurre così le automobili? D’accordo, siamo nei pressi del cantiere della metropolitana, ma se a terra c’è
del fango si può cercare di rimuoverlo senza buttarlo sulle auto, o almeno sciacquarlo dalle auto, se ce lo
si è buttato sopra. Chi ci paga il lavaggio auto? Confido in una risposta, in qualche provvedimento da
parte dell’Amsa.
Simona Silva (ottobre)
BUSSERO: SCUOLA
ABBANDONATA
Poco tempo fa scrissi al Comune di
Milano affinché mi desse una risposta sulle sue intenzioni di quando e
come avesse intenzione di intervenire nella restaurazione della scuola G.B. Pirelli da Bussero. Ricevetti
una risposta tempestiva che vi voglio riportare: “In merito alla Sua
segnalazione, Le comunichiamo che
l’edificio scolastico in oggetto è inserito nel Piano Triennale delle Opere
Pubbliche nel Bilancio 2008 per un
importo di 7.900.346,70 euro, come
progetto di manutenzione generale
ed adeguamento normativo.Lo scrivente Settore provvederà, mediante
l’appalto aperto di a-deguamento
alla Legge 626/94, alla sistemazione
delle attrezzature della palestra e
ad interventi minimali per la sicurezza (paraspigoli e integrazione
striscie antiscivolo)”. In seguito ad
una mia ulteriore sollecitazione il
Comune mi scrisse: “Con riferimento alla sua nota, segnaliamo che, come già comunicatole, l’Amministrazione comunale ha intenzione di effettuare importanti interventi presso la scuola di via Goffredo da Bussero. Tuttavia, nonostante il rilevante incremento delle risorse disponibili,il piano di manutenzione e
valorizzazione delle scuole di
Milano, visto l’elevatissimo numero
delle strutture, non può che procedere per gradi”. Mi sembra che tutto ciò sia una grande presa in giro
da questa amministrazione indifferente all’istruzione dei nostri figli, al
benessere dei nostri figli. Così per
migliorare lo stato esteriore delle
aule molti genitori volonterosi della
classe 3° e 1° C hanno dovuto imbiancare,pulire i vetri,lavare le tende ricche di acari e sporcizia, impegnando sabati preziosi.
Alessandra Magnifico (ottobre)
VIA CAIANELLO
SENZA MARCIAPIEDI
Siamo un gruppo di condomini e in-
quilini residenti nello stabile costruito nel 2006 di Via Caianello 6
a pochi passi dalla sede del Consiglio di Zona 9. Il Consorzio Ca’
Granda che ha realizzato l’iniziativa edilizia, in data 3 ottobre 2002
ha stipulato una convenzione, atto
n° 37402/1506 con il che prevedeva
la cessione dell’area in oggetto al
termine dei lavori al Comune di
Milano. Il Comune dietro il pagamento di euro 51645,69 da parte
del Consorzio avrebbe provveduto
alla sistemazione trasformando
l’area a marciapiedi e parcheggi
pubblici. Purtroppo a tutt’oggi, dopo trenta mesi dalla consegna degli
alloggi, il marciapiede e relativi
parcheggi auto pubblici non sono
ancora stati realizzati, il Consorzio
sostiene di aver adempiuto a tutte
le operazioni concernenti la cessione dell’area mentre il Comune sostiene il contrario. Malgrado le sollecitazioni e gli incontri (ultimo
quello di qualche mese fa con un
consulente del Comune delegato alla bisogna) non si riesce ad ottenere neanche una data di massima
per la loro realizzazione. Nel frattempo cinquanta famiglie, che hanno adempiuto a tutti i loro doveri,
vivono in una situazione di precarietà e disagio aggravata dal fatto
che nelle vicinanze sono stati ultimati o sono in fase d’ultimazione
nuovi stabili. A questo punto sorge
spontanea una domanda: ma dove
sta il rispetto per i cittadini da parte degli Amministratori se per un
impegno così elementare si lasciano passare gli anni senza neppure
sentire il bisogno di dare risposte
alle loro istanze? Non è che dobbiamo aspettare le prossime e-lezioni
per vedere realizzato il marciapiede? Speriamo che questa lettera
serva almeno a ricevere una risposta concreta dalle parti in causa
sullo svolgimento dei lavori (entro
breve tempo!).
Consiglieri Condominio Caianello
6 (ottobre)
FORZA ITALIA
(QUELLA VERA)
Gira e rigira forse ci siamo. Come
speravo nella conclusione della mia
pubblicata a settembre, forse ci siamo svegliati. È come nel 1968. A
partire dalle Università. L’unica cosa che manca, sono le tute blu di allora, visto che sono rimasti in pochi
perché tutto si è tecnolocizzato. Però ci sono i colletti bianchi, come li
chiamava Giorgio Bocca, allora impiegati di banca, promotori, ecc che
oggi sono le nuove tute blu. Speriamo che come allora si uniscano agli
studenti. Forza Italia, ma non quella berlusconiana, quella reale, quella dei precari e dei pensionati che
faticano a tirare la fine del mese,
uniamoci che l’unione fa la forza.
Ardore (ottobre)
LO SCEMPIO
DI VILLA SEGNANINO
Villa Segnanino è una dimora storica del XVII secolo, anche detta
Villa di Delizie, che dopo anni di
abbandono ha subito un intervento di riqualificazione che l’ha restituita alla sua bellezza. Abito in via
Pol-vani nella cosidetta Nuova
Bicocca dove il cemento regna sovrano e dove non mi pare ci siano
edifici di grande pregio come sicuramente è la Villa Segnanino.
Peccato che di fianco a detta villa,
senza alcuna fascia di rispetto,
stiano costruendo un edificio residenziale. Il costruendo edificio, che
porta via parte dell’immenso verde di cui è dotata la zona, non consentirà più di godere della vista
dell’intera villa e penso anche dell’affresco che si trova proprio sulla
parete posta verso la nuova costruzione. È possibile che succedano queste cose? Ho fatto una segnalazione di questo anche all’Assessore Cadeo facendo riferimento al motto sbandierato dal
Comune “l’edilizia di qualità trasforma la qualità della vita” (pro-
getto Porta Nuova). Forse per le
periferie non vale.
Bruna Valenti (ottobre)
• Grazie della segnalazione. Torneremo sull’argomento nel prossimo numero. LA
UN AIUTO
PER CHI AIUTA I GATTI
La sottoscritta, signora Albertina di Mascio (via Ciriè 1,
telefono 026424994, cellulare
3347702202), da almeno 13 anni
si dedica ai gatti randagi. Si priva di tutto per loro, ma ha tanto
bisogno di aiuto data l’età avanzata (76 anni) e quindi cerca
qualcuno che possa aiutarla a
portare il cibo a queste bestiole.
Albertina Di Mascio (ottobre)
CALAMANDREI
SULLA SCUOLA
Allego un testo di Piero Calamandrei addirittura del 1950,
relativo ad alcune considerazioni sulla scuola pubblica e privata... Attualissimo.
Gabriele Peloso (ottobre)
“Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al
potere, un partito dominante, il
quale però formalmente vuole
rispettare la Costituzione, non
la vuole violare in sostanza. Non
vuole fare la marcia su Roma e
trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol
istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa
fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di
Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno difetto di essere imparziali.
C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora il
partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a
trascurare le scuole pubbliche, a
screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia
a favorire le scuole private. Non
tutte le scuole private. Le scuole
del suo partito, di quel partito.
Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole
private. Cure di denaro e di previlegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a
queste scuole, perché in fondo
sono migliori si dice di quelle di
Stato. E magari si danno dei
premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a
mandare i loro figlioli invece che
alle scuole pubbliche alle scuole
private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si
studia meno e si riesce meglio.
Così la scuola privata diventa
una scuola previlegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole
di Stato in scuole di partito,
manda in malora le scuole di
Stato per dare prevalenza alle
scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il
punto che bisogna discutere.
Attenzione, questa è la ricetta.
Bisogna tener d’occhio i cuochi
di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già
detto: rovinare le scuole di Stato.
Lasciare che vadano in malora.
Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la
sorveglianza e il controllo sulle
scuole private. Non controllarne
la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno
i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto.
Dare alle scuole private denaro
pubblico.” (Discorso pronunciato
da Piero Calamandrei al III congresso dell’Associazione a Difesa
della Scuola Nazionale, a Roma
l’11 febbraio 1950).
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