Siem Reap

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Siem Reap
© Lonely Planet Publications
Siem Reap
PREFISSO TELEFONICO % 063 / POP. (CITTÀ) 125.000 / SUPERFICIE 10.299 KMQ
Che cosa vedere . . . . . 96
Pernottamento . . . . . . 102
Pasti. . . . . . . . . . . . . . . . 109
Shopping. . . . . . . . . . . . 116
Informazioni. . . . . . . . . 118
Per/da Siem Reap . . . . 119
Riserva Avifaunistica
di Prek Toal. . . . . . . . . . 121
Riserva di Ang
Trapeng Thmor. . . . . . 123
Villaggio galleggiante
di Chong Kneas . . . . . . 124
Kompong Pluk. . . . . . . 124
Kompong Khleang. . . . 125
Me Chrey. . . . . . . . . . . . 125
I migliori
ristoranti
»» Cuisine Wat Damnak (p112)
»» Green Star (p112)
»» Abacus (p113)
»» Blue Pumpkin (p111)
»» Bancarelle di Pub St (p109)
I migliori hotel
»» Villa Medamrei (p104)
»» La Résidence d’Angkor (p105)
»» Shadow of Angkor
Guesthouse (p103)
»» Frangipani Villa Hotel (p106)
»» European Guesthouse (p107)
Perché andare?
Nata come centro di gestione dei templi di Angkor, Siem
Reap (esomrab), che sembrava avere davanti un radioso
destino, si è reinventata come fulcro della nuova Cambogia,
con alberghi di ogni genere, dagli ostelli per backpacker agli
hotel di lusso, ristoranti e locali di livello internazionale e
sontuosi centri benessere.
Questi cambiamenti rappresentano un motivo di speranza
per i khmer, che dopo anni di privazioni stanno cercando di
cavalcare l’onda turistica, anche se in certi quartieri regna
una certa pacchianeria. Tutto ciò ha ben poco di autentico,
ma a pochi chilometri si trovano le altre località della provincia omonima e le bellezze rurali della vera Cambogia,
dove potrete esplorare i villaggi galleggianti e le riserve di
avifauna, oppure semplicemente gironzolare tra le risaie in
bicicletta (o in quad, oppure in groppa un pony) – un buon
antidoto contro il caos urbano.
Angkor va assaporata con calma, e Siem Reap è la base
ideale da cui programmare le vostre avventure. Se pensate
che tre giorni siano sufficienti per visitare i templi, cambierete idea una volta arrivati a Siem Reap.
Quando andare
L’alta stagione va da novembre a marzo, periodo che dovreste
evitare se non amate le folle di turisti. Ad aprile e maggio
può fare tremendamente caldo, per cui visitare i templi
può essere impegnativo e inoltre le campagne sono aride e
spoglie. I mesi della stagione delle piogge sono generalmente
piacevoli, dato che di solito piove nel tardo pomeriggio. Negli
ultimi anni, tuttavia, il centro di Siem Reap è stato allagato
per lunghi periodi nel mese di ottobre.
Tra gli appuntamenti da non perdere ricordiamo la sfilata dei burattini giganti a febbraio e il Bon Om Tuk (Festa
dell’Acqua) a ottobre/novembre.
Storia
Siem Reap era poco più di un villaggio quando gli esploratori francesi scoprirono Angkor
nel XIX secolo. Con la restituzione di Angkor
alla Cambogia – o meglio ai francesi – nel
1907, la città iniziò a svilupparsi, accogliendo
le prime ondate di turisti. Il Grand Hotel
d’Angkor fu inaugurato nel 1929 e i templi
di Angkor rimasero una delle principali
attrattive turistiche dell’Asia fino alla fine
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Il meglio di Siem Reap
1 I locali di Pub St (p114),
la capitale della vita notturna
di Siem Reap, e i vicini
ristoranti e bar
2 La foresta alluvionale
di Kompong Pluk (p124),
un incredibile villaggio di
grattacieli di bambù
3 La Riserva avifauni­
stica di Prek Toal (p121) per
avvistare alcuni dei più
grandi e rari uccelli acquatici
al mondo
4 Un corso di cucina per
conoscere i segreti dell’arte
culinaria khmer (p102)
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5 I quieti templi di Angkor
nascosti nelle moderne
pagode di Wat Athvea (p100)
e Wat Preah Inkosei
(p100)
Sie m Re ap 
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6
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6
degli anni ’60, visitati anche da personalità
quali Charlie Chaplin e Jackie Kennedy. Con 95
lo scoppio della guerra e l’ascesa al potere dei
khmer rossi, Siem Reap entrò in un lungo
periodo di oblio dal quale iniziò a risvegliarsi
soltanto verso la metà degli anni ’90.
Il turismo è la linfa vitale di Siem Reap,
ma, senza un’attenta gestione, potrebbe snaturarla trasformandola in una sorta di ‘riviera
non troppo culturale’ del Sud-est asiatico.
Tuttavia, alcuni segnali promettenti, come le
96 limitazioni imposte all’altezza degli alberghi
e alle dimensioni degli autobus, inducono
a pensare che i promotori dello sviluppo
abbiano imparato dagli errori commessi in
altre zone turistiche della regione. Ad ogni
modo, Angkor ha attualmente un ruolo di
primo piano sulla mappa turistica internazionale e non può prescindere dal suo centro
di servizi, Siem Reap.
1Che cosa vedere
Sie m Re ap 
I viaggiatori vengono a Siem Reap per visitare i templi di Angkor, davanti ai quali tutte
le attrattive della città impallidiscono, anche
se possono costituire un diversivo per chi
dopo qualche giorno ne ha abbastanza dei
templi. Resta tuttavia da considerare il fatto
che i luoghi più interessanti della città sono…
altri templi! Le pagode moderne di Siem
Reap, comunque, formano un interessante
contrasto rispetto alle antiche strutture in
arenaria di Angkor.
Museo Nazionale di Angkor
MUSEO
(cartina p98; %966601; www.angkornationalmu
seum.com; 968 Charles de Gaulle Blvd; interi/bambini sotto 1,2 m US$12/6; h8.30-18, fino alle 18.30
1° ott-30 apr) Il Museo Nazionale di Angkor
si erge imponente sulla strada che conduce
al sito archeologico ed è una struttura modernissima in cui sono illustrate la civiltà
khmer e la maestosità di Angkor. I reperti
sono esposti nelle splendide gallerie secondo
criteri tematici che tengono conto dell’epoca,
della religione e delle dinastie reali. Dopo una
breve presentazione si entra nella ‘Galleria
dei Mille Buddha’, in stile zen, che ospita
una pregevole collezione di sculture. Tra le
altre collezioni esposte ricordiamo i periodi
preangkoriani di Funan e Chenla, i grandi
sovrani khmer, l’Angkor Wat, Angkor Thom
e le iscrizioni.
Le presentazioni includono video interattivi, commenti sonori di carattere epico e la
possibilità di assistere a una suggestiva alba
all’Angkor Wat, ma nonostante tutto questo
dispiego di tecnologie moderne, il numero
delle sculture esposte sembra inferiore rispetto al Museo Nazionale di Phnom Penh.
Fatta questa premessa, la visita al museo è
comunque un’esperienza molto utile per chi
visita Angkor per la prima volta, in quanto
consente di avere una panoramica del sito
e della storia dell’impero khmer prima
di visitare i templi. Il biglietto d’ingresso
(US$12) è un po’ caro, se si considera che
con US$20 si può accedere a tutti i templi
L’IMPORTANZA DEL NOME
Il nome Siem Reap significa ‘siamesi
sconfitti’, ed è decisamente poco
appropriato per una città importante situata nei pressi del confine con la Thailandia. Un po’ come se Birmingham
si chiamasse ‘tedeschi sconfitti’... Un
tempo l’impero di Angkor comprendeva
buona parte della moderna Thailandia,
ma in realtà fu proprio quest’ultima a
sconfiggere la Cambogia e a detenere
il controllo di Siem Reap e Angkor dal
1794 al 1907.
di Angkor. I visitatori, inoltre, devono pagare
anche US$2 per poter utilizzare la macchina
fotografica, anche se non è possibile fare
fotografie ovunque, e l’audioguida costa altri
US$3. Annesso al museo c’è il ‘Cultural Mall’,
con negozi, gallerie e caffè, che tuttavia non
riscuote molto successo.
SLes Chantiers
Écoles
SCUOLA DI ARTIGIANATO
(cartina p98) Siem Reap è il fulcro della
rinascita della cultura tradizionale cambogiana, duramente colpita dai khmer rossi e
dagli anni di instabilità politica seguiti alla
dittatura. Les Chantiers Écoles è una scuola
specializzata nell’insegnamento delle tecniche di scultura in legno e in pietra, pittura
tradizionale della seta, lavorazione della lacca
e altro ancora, rivolta ai giovani che vivono in
condizioni disagiate. Nello stesso edificio si
trova il bellissimo negozio Artisans d’Angkor
(p117), che vende articoli di ogni genere, dalle
riproduzioni in pietra e legno delle statue del
periodo angkoriano ai mobili. Tutti i giorni
dalle 7.30 alle 17.30 si effettuano visite guidate che illustrano le tecniche tradizionali.
Nascosta in una via secondaria, la scuola è
ben segnalata da Sivatha St.
Un secondo negozio si trova di fronte
all’Angkor Wat nell’edificio dell’Angkor
Cafe, e ci sono punti vendita anche presso
gli aeroporti internazionali di Phnom Penh
e Siem Reap. I profitti delle vendite vengono utilizzati per finanziare la scuola e per
inserire altri giovani nei corsi di formazione,
benché attualmente la maggioranza (50%)
spetti alla Société Concessionaire d’Aeroport
(SCA), l’azienda francese privata che gestisce
gli scali.
Les Chantiers Écoles gestisce anche un
setificio (fuori cartina p122), che realizza al-