Il romanzo: dalla Grecia a Roma fino a Petronio
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Il romanzo: dalla Grecia a Roma fino a Petronio
LA NARRATIVA LATINA Un percorso attraverso il “romanzo” di Petronio Cos’è il romanzo oggi? Narrazione piuttosto estesa, di solito in prosa (tranne il romanzo medievale)delle vicende fantastiche o realistiche di uno o più personaggi. Nella trama prevede una situazione conflittuale con evoluzione positiva o negativa. Quando nasce il romanzo Il romanzo, così come lo intendiamo oggi, nasce nel 1800, come espressione della borghesia il critico LUKACS = il romanzo è il genere letterario della borghesia, la quale giunge al potere nel 1800 Dunque il romanzo è UN GENERE LETTERARIO DELLE LETTERATURE MODERNE, ETIMOLOGIA DEL TERMINE dal francese “ROMAN”, che a sua volta deriva da “romanz”, cioè DISCORSO IN LINGUA VOLGARE (loqui romanice = parlare in lingua romanza) Nella Francia del Nord, infatti, in lingua d’oïl, in epoca medievale (XII secolo) nacquero testi come “Il roman de la rose” o “Il roman de renard” o i romanzi cortesi-cavallereschi, scritti però in versi e NON in prosa Il romanzo in Grecia Pur essendo ancora molto lontani dal romanzo moderno, in Grecia, tra il I sec. a.C. e il II d.C abbiamo esempi di testi che presentano caratteristiche riconducibili al genere del romanzo: I secolo a.C. Anonimo “Romanzo di Nino” testo più antico che possediamo coi caratteri del romanzo. Narra le vicende d’amore di Nino, fondatore del regno assiro, con la cugina Semiramide. I - II secolo d.C. stagione d’oro del romanzo greco Es.“Dafni e Cloe” di Longo Sofista ”Lucio o l’asino” dello Pseudo Luciano ”La storia vera” di Luciano I caratteri del romanzo greco Caratteri comuni: Narrazione in prosa Trama simile: due innamorati bersagliati dalla sorte che poi riescono a unirsi Gusto per meraviglioso, romanzesco e esotismo No erotismo smaccato Tono serio Lingua elevata Pubblico raffinato e colto La “narrativa” nella letteratura latina Il mediatore tra la narrativa greca e quella romana fu CORNELIO SISENNA uomo politico legato a Pompeo, storico ed oratore introdusse a Roma, traducendole in latino, le novelle di soggetto erotico avventuroso che circolavano in Grecia col nome di Milesiae, dalla patria del più famoso degli scrittori di tal genere Aristide di Mileto (II sec. a.C) Caratteristiche delle fabulae “milesiae”: Racconto fatto in prima persona con intonazione autobiografica Inserzione nel racconto principale di novelle narrate al protagonista Attraverso Sisenna entra nella letteratura latina la novella erotica che circola e prospera sottobanco, rifiutata o ignorata dalla letteratura ufficiale. Tracce di una produzione narrativa a Roma… Alcuni autori presero spunto dalle fabulae Milesiae, tra cui ricordiamo: 1) Ovidio per il gusto del narrare, la capacità di articolare le avventure dei personaggi e di approfondirne la psicologia 2) Fedro che si allontana sempre più dal modello di Esopo per trarre spunto dalle milesiae (vedi Appendix Perottina, “La novella del soldato e della vedova”). Il “romanzo” a Roma… Le opere invece che a Roma possono essere considerate “romanzi” sono solo due: 1) il “Satyricon” di Petronio di età giulio-claudia (I sec. d.C) 2) “Le metamorfosi”, opera chiamata anche “L’asino d’oro” di Apuleio di età degli Antonini (II secolo d.C.) A queste due opere, scritte in PROSA, si deve aggiungere l’Apokolokyntosis di Seneca, scritta nel 54 d.C, che è però un PROSIMETRO (= opera scritta in prosa e in versi) TUTTAVIA… Parlare di romanzo sia per la narrativa greca che per quella latina è improprio o quanto meno anacronistico in quanto nella retorica antica NON esiste tale genere letterario così come non esiste un termine univoco per indicarlo. La retorica latina parla infatti di fabula o fabella, ma non era considerata un genere autonomo con regole proprie. Le fabulae erano inserite infatti in generi riconosciuti con scopo moralistico, religioso e civile. Per parlare di narrativa greca e latina occorre valutare che… Devono essere tenuti ben DISTINTI tre settori: 1) Elementi narrativi presenti nei generi letterari e quindi non autonomi 2) Novelle e racconti (fabulae Milesiae cioè novelle a sfondo erotico) introdotti a Roma da Sisenna nel I sec. a .C. 3) Opere narrative strutturalmente complesse come quelle di Petronio ed Apuleio Questioni aperte sul Satyricon Il Satyricon come opera “aperta” La questione petroniana Il Satyricon e la società romana del I secolo Il Satyricon come opera “aperta” Che cos’è il Satyricon? A quale genere letterario appartiene? Due le ipotesi prevalenti: Parodia dell’epica classica: all’ira di Poseidone che perseguita Ulisse si sostituisce l’ira di Priapo che perseguita Encolpio Parodia dei romanzi d’amore ellenistici: alle disavventure della coppia di amanti si contrappongono quelle della coppia Encolpio - Gitone Ma.. Entrambe le ipotesi sottolineano i rapporti tra il Satyricon e il genere delle favole di Milesiae sia per le avventure dei protagonisti narrate in prima persona sia per la tecnica delle inserzioni di racconti e novelle (Matrona di Efeso, Fanciullo di Pergamo). Legami anche con la satira latina nella sua versione più antica (osservazione della realtà) per mescolanza di prosa e poesia e libertà espressiva e stilistica. La questione petroniana Il problema riguarda l’autore e l’epoca della composizione. Due sono le posizioni degli studiosi: 1) il Satyricon fu scritto in età neroniana e verosimilmente ne è autore lo stesso Petronio di cui parla Tacito nel libro XVI degli Annales. 2) il Satyricon fu scritto tra il II ed il III secolo e non è possibile stabilirne l’autore Il Satyricon e la società romana del I secolo d.C. Guerra alle convenzioni morali, sociali e letterarie in nome di una NOVA SIMPLICITAS basata sulle descrizione della borghesia ricca di origine popolaresca, potente dal punto di vista economico, ma povera culturalmente e legata alle sue origini plebee, spesso servili (parvenus) I parvenus… Nuovi ricchi che hanno come unico valore il denaro Credono in un sistema di valori solo economico (unico elemento non dominabile con ricchezze è la morte) Scimmiottano i veri signori dal punto di vista culturale Petronio e i parvenus Petronio racconta di questa classe con DISTACCO, senza invidia, ma senza simpatia. Ha però riserve sulla pacchianeria e cattivo gusto dei parvenus essendo Petronio un aristocratico conservatore, colto e raffinato, elegantiae arbiter Petronio, pur appartenendo ad un’ altra classe, sconfitta dalle dinamiche storiche, ma superiore culturalmente, sa che quel ceto, grazie alla sua ricchezza e vitalità, diventerà il nuovo ceto dirigente.