FLP Affari Esteri

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FLP Affari Esteri
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Coordinamento Nazionale
000135 ROMA – P.le della Farnesina 1
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Segreteria Nazionale
Roma, 21 maggio 2159
Cari affezionati lettori de “la Mongolfiera” e non, siete subito avvisati: questo è un numero atipico,
straordinario. I colleghi con il naso delicato che ieri si sono immotivatamente lamentati di cattivi odori
possono ancora una volta stare tranquilli, anzi… “sereni” come è in voga dire in questo periodo. Infatti la
storia che vi sto per raccontare sa di nuovo… neanche nuovo… di ancora da venire! Già, perché saranno
state le correnti ascensionali intorno a Monte Mario, saranno stati i fumogeni della finale della Tim Cup
disputata ieri sera allo stadio Olimpico, ma la Mongolfiera si è alzata così tanto di quota da finire in un
buco nero. Avete presente il finale del film “Ritorno al Futuro” in cui il protagonista Martin McFly dopo
aver viaggiato nel tempo e aver corretto qualche problemino del passato dei propri genitori (fortunato
eh?!) si fa anche un giretto a vedere ciò che deve ancora succedere?
E allora venite con me in questo giro alla velocità della luce! Sono i giorni di Farnesina Base Aperta,
ricorre infatti il bicentenario dell’inaugurazione di quello che una volta era il Palazzo del Ministero Affari
Esteri poi (ahimé) MAeCI. Non la chiamano più “la Casa” ma la Base. Infatti ormai dalla Farnesina partono
viaggi spaziali almeno ogni ora per tutte le rappresentanze italiane sparse nell’Universo. Da quando su
Saturno e Urano è stata scoperta l’acqua insieme a varie forme di vita neanche tanto primordiali, il
Ministero è tornato ad essere articolato in direzioni geografiche e planetarie. Ovviamente l’accresciuto
numero di luoghi in cui si rende necessario rappresentare lo Stato italiano (l’unione Europea, lo saprete
già, è stata ritenuta superata e quindi abbandonata) ha reso necessari almeno tre concorsi diplomatici
l’anno che non si sono neanche rivelati sufficienti (hanno dovuto assumere anche i pronipoti degli
idonei). Tra l’altro il segretario di legazione che mi accompagna sottolinea il fatto che il vecchio
coordinatore per lo spazio è diventato capo di una direzione generale perché quello dello spazio è ormai
il cuore pulsante del ministero. “Cooperazione se ne fa sempre tanta” ma abbiamo dovuto rimodulare
l’organizzazione tra gli Uffici perché ora che abbiamo incontrato mondi e civiltà più evoluti dei nostri
siamo noi stessi oggetto di progetti di assistenza e sviluppo e i nostri Stati supporters premono sempre
per una rendicontazione dettagliata dei fondi” mi dice. Il parcheggio è ordinato come non l’ho mai visto,
navicelle tutte identiche stazionano a 4 metri di altezza separate di pochi centimetri sfruttando il campo
gravitazionale. “Immagino saprà che si ricaricano con la luce del sole” spiega il mio accompagnatore,
pensi che 186 anni fa qualcuno si lamentò perché i miei predecessori avevamo installato una presa per
ricaricare i motori elettrici nel cortile d’onore. Comunque immaginerà che organizzare brain storming con
think tanks distanti milioni di anni luce richiede risorse in campo piuttosto importanti, quindi ci siamo
adeguati, ogni funzionario ha in dotazione una navicella anche blindata se serve”.
Entriamo dall’ingresso centrale ma i tornelli non ci sono più! “Il riconoscimento facciale è a prova di
errore” ammicca il mio accompagnatore, il sistema registra caratteristiche fisiche come il peso e l’altezza
e le principali funzioni vitali di ogni funzionario così da predisporre un sistema di tabelle che permette poi
la misurazione della produttività annua e giustifica in parte la corresponsione del relativo premio”
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Ricordo io stesso di aver scritto qualcosa contro il sistema delle valutazioni ma rinuncio ad ulteriori
domande. Invece chiedo perché fino ad ora ha parlato solo di funzionari e non di personale
amministrativo e la risposta è raggelante: “Pensavo lo sapesse già così non gliel’ho detto: le Aree
Funzionali non esistono più da decenni” Resto di stucco e anche preoccupato perché ai miei tempi c’era
almeno un sindacato che chiedeva nuove assunzioni di personale amministrativo…”Mi dispiace, ma c’è
talmente grande disponibilità dai nostri concorsi che bastiamo noi, non se ne sarà accorto ma anche la
sorveglianza e il personale tecnico fanno parte della carriera diplomatica. Tutto è perfettamente
automatizzato ed efficiente e finalmente siamo un’unica famiglia che vive in armonia.”
I quadri della collezione Farnesina al muro non ci sono più e vedo, questo lo capisco da me, degli
ologrammi. “Le piacciono?” Rispondo di sì. Ribatte lui: “Del resto come dare torto all’architetto?”. “Se è
vero che ognuno vede nell’opera ciò che sente, tanto vale allestire un pannello con la lettura delle
correnti cerebrali per capire di quali emozioni ha bisogno l’osservatore. E poi mi raccontano che i
sopralluoghi per montare e rimontare le operare erano senza fine. Poi non voglio offenderla ma le Aree
Funzionali erano lente e troppo orgogliose, qui ormai viviamo alla velocità della luce. Pensi che se
riusciremo a standardizzare il teletrasporto potremo quasi totalmente azzerare le spese di trasferimento
e centralizzare la gestione delle Rappresentanze. Saremo il fiore all’occhiello della Finanza Pubblica.
Chiederemo ad un’aliquota di Consiglieri di candidarsi per rinunciare agli impegni familiari così da offrire
una disponibilità ”round the clock” dietro corresponsione di un adeguato premio obiettivo.”
Poi ad un tratto la sua cravatta si illumina e mi dice: “Le chiedo scusa, mi sta chiamando il Supervisore,
devo lasciarla un attimo. Sa, sopra agli ambasciatori hanno pensato di inserire un ulteriore grado, figure
che supportino il Ministro in determinati campi d’azione, scelte tra i funzionari che siano appartenuti alla
carriera diplomatica per almeno 70 anni. Mi dica se avremmo mai potuto ridisegnare il Ministero
considerando anche le Aree Funzionali”.
Mentre si allontana mi guarda con aria compassionevole e mi indica l’ascensore sul corridoio che fa
angolo non distante dal bancomat. “Salga al primo piano per un caffè, vada davanti alla macchinetta e
pronunci i miei 7 cognomi, poi sempre ad alta voce faccia la sua scelta, è tutto automatico. I distributori
di caffè automatici li abbiamo mantenuti perché al nuovo Segretario Generale piace il vintage, vada pure
e intanto grazie mille per la sua attenzione. Ci vediamo tra poco”. Faccio come mi dice, mi ha spiegato
che è tutto controllato e che non è consigliabile allontanarsi vista la severità della sorveglianza quindi
prendo il caffè. Ma non resisto: voglio vedere com’è la mia stanza nel 2159 così metto su un passo deciso
e convinto e mi allontano più avanti. Cosa strana, sono fortunato, le porte sono tutte aperte e il sole
passa fortissimo senza le veneziane che non ci sono più. Sul corridoio un cartello su un cavalletto recita
“Stiamo riparando il sistema auto-oscurante dei vetri, ci scusiamo per il disagio”. Vedo di sfuggita il
quadro che ho appeso 2 mesi... ehm 144 anni fa! Ho già il magone ma non mi fermo. Voglio vedere di più
cari Mongolfieri, qualche metro più in là c’è un’altra stanza in cui il sole entrava carezzando il viso di una
collega bravissima ma anche incredibilmente bella che ho sempre adorato senza poterle dire nulla. La
vedo ancora lì come oggi cioè come 144 anni fa e quindi come ieri ma invece c’è solo un computer. È
troppo anche per me. Scappo via dallo scalone d’onore con gli occhi lucidi e il robot dell’Arma dei
Carabinieri fisso all’uscita mi saluta in automatico, del resto hanno tutti i miei dati e non serve fermarmi.
Scappo sul piazzale e dietro la Palla di Pomodoro ormai illuminata a led accendo il bruciatore della
mongolfiera. Salgo subito di quota senza paura di collisioni perché non vola più nessun elicottero e
l’aeroporto dell’Urbe ha chiuso. Il Parcheggio, il campetto su cui giocavo a pallone e il Tevere non sono
cambiati, 185 anni fa nacqui a 2 chilometri da qui!
Nonostante tutto questo noi, per volontà di Dio e della Funzione Pubblica, ci vediamo domani in giro per i
corridoi mentre il debito pubblico sale e le aree funzionali scompaiono!
A2F? Martin McFly