Leggi i risultati del focus group. - le trasmissioni di controradio sul web
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Relazione sull’attività di ricerca “IO E L’EUROPA” (luglio 2015) Responsabile scientifico, Prof. Carlo Sorrentino Gruppo di ricerca: Dr. Letizia Materassi, Dr. Elisa Sassoli Introduzione La ricerca qualitativa qui di seguito descritta ha avuto come oggetto il rapporto dei giovani con l’Europa e rappresenta una prima fase di indagine finalizzata alla individuazione di atteggiamenti, percezioni, e conoscenze sull’Europa e le sue istituzioni, nonché gli aspetti caratteristici di questa relazione. Il metodo di ricerca Lo strumento di indagine prescelto è il focus group, un metodo qualitativo che consiste nella convocazione di un gruppo variabile di persone per la discussione di un tema comune. Il coinvolgimento dei partecipanti al focus avviene sia mediante domande dirette da parte dei ricercatori (o facilitatori), sia attraverso tecniche specifiche capaci di stimolare il confronto, far emergere quanti più punti di vista possibili sulla problematica prescelta e sollecitare idee e possibili soluzioni per il superamento della stessa. Nel caso specifico, la costruzione di una griglia ad hoc e l’individuazione di distinti momenti di indagine da parte del gruppo di ricerca, hanno portato a lavorare su 3 dimensioni: 1. PERCEZIONI: esplorazione della libera associazione di idee all’Europa per poi passare alla identificazione dell’Europa con una persona, al fine di rilevare come i giovani la percepiscono e la rappresentano mentalmente; 2. CONOSCENZA: rilevazione del livello di conoscenza dell’Europa. Cosa si conosce dell’Europa, quali servizi e quali ambiti di impegno secondo il punto di vista dei giovani? Inoltre la conoscenza è stata declinata secondo le biografie personali dei partecipanti, ai quali si è chiesto se, quando e come nella loro esperienza avevano incontrato “l’Europa”. 3. COMUNICAZIONE: progettazione di un manifesto per comunicare l’Europa ai propri coetanei, individuando parole o immagini-chiave, rappresentative dell’essere europei e/o dei tratti identitari delle istituzioni europee. Lo svolgimento della ricerca, i partecipanti, la griglia del focus L’indagine è avvenuta presso il Dipartimento Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Firenze dove si sono realizzati due focus group nel mese di giugno 2015 (10/06 e 17/06), con il coinvolgimento di 10 studenti universitari e neolaureati e con la compresenza di due ricercatrici che, a turno, hanno facilitato il dibattito e sottoposto esercizi e sollecitazioni ai partecipanti. Questo un “profilo” dei 10 giovani: le ragazze sono in maggioranza (7), i ragazzi sono 3. Si è trattato di studenti dell’Ateneo Fiorentino, di cui 4 appena laureati, 6 nel percorso di studi o a ridosso della laurea. La fascia d’età è compresa tra i 22 e i 28 anni. I partecipanti provengono da diverse Scuole: scienze politiche, medicina, scienze della formazione, economia, lettere e beni culturali, biologia. I partecipanti sono stati convocati senza esplicitare prima l’oggetto della ricerca, in modo da favorire l’intervento spontaneo. Di seguito lo schema delle domande e degli stimoli proposti nel focus group: Percezione (Le risposte ai due stimoli sono stati registrate in una lavagna a fogli mobili e poi discusse e approfondite insieme) 1. Se dico Europa, quali immagini vi vengono in mente? 2. Immaginiamo l’Europa come una persona e proviamo a descriverne le caratteristiche. Conoscenza 1. È stata posta la domanda “Quando è stata la prima volta che hai incontrato l’Europa?”. Le risposte sono state registrate nella lavagna e approfondite insieme. 2. Sono state consegnate delle schede con 6 immagini. Ai partecipanti è stato chiesto di inserire nella casella accanto cosa rappresentano le immagini. Le immagini, selezionate dalle ricercatrici sono: Bandiera Europea, sede Parlamento Europeo, sede banca europea, Martin Schultz, logo europass, logo presidenza semestre europeo della Lettonia. 3. Sono stati distribuiti ai partecipanti dei fogli, uno per partecipante, con raffigurati dei cerchi, le cd. “bolle”, contenenti al loro interno delle keyword che rappresentano i vari ambiti di impegno dell’Europa per i giovani (categorie riprese dal Portale Europeo per i giovani https://europa.eu/youth/it): Volontariato, Lavoro, Apprendimento, Partecipare, Cultura e creatività, Inclusione sociale, Pensa globale, Viaggiare, Salute. I partecipanti, in un primo momento, devono segnare con una X quegli ambiti che, in base al loro sapere o alla loro conoscenza (diretta o indiretta), costituiscono settore di concreto impegno delle Istituzioni europee in favore dei giovani. 4. Successivamente sono stati distribuiti altri fogli con dei cerchi vuoti, i cd “grappoli” dove ogni partecipante deve scrivere quali servizi concreti, iniziative, opportunità, conoscevano in riferimento al settore/ai settori scelti nel primo foglio (es. se il settore scelto nella “bolla” era “Lavoro” nel “grappolo” doveva scrivere quali servizi conosciuti facevano riferimento alla bolla scelta “cv europeo”, “bandi ue” etc.) Comunicazione I partecipanti devono raccontare l’Europa ai propri coetanei, una simulazione di campagna di promozione, libera e generica su Europa, (vista, conosciuta, sperimentata, vissuta). I partecipanti sono stati divisi in coppie, dotati di riviste, colla e forbici, e attraverso immagini e parole, hanno prodotto dei collage narrativi. I risultati dei “cartelloni” sono stati successivamente presentati, discussi e approfonditi. Principali risultati La registrazione dei contenuti emersi dai focus e la collezione dei differenti materiali compilati o realizzati dai partecipanti sono stati sottoposti al lavoro di analisi e interpretazione del gruppo di ricerca e hanno portato alla stesura della parte che segue. Per ciascuna dimensione di indagine si sono riportati termini e affermazioni utilizzate proprio dai giovani partecipanti. 1.1 Percezioni: le immagini mentali ricorrenti La libera associazione di idee all’Europa ha portato i partecipanti, in entrambe le circostanze, ad una timida individuazione di aspetti “istituzionali” e raffigurazioni simboliche: l’Euro, la bandiera europea, la cartina geografica, il continente europeo, l’entità governativa, la collaborazione sono i termini utilizzati nei primi minuti. Si è poi passati all’associazione con singole persone o Paesi – Angela Merkel, Tsipras, Grecia, Draghi, anche probabilmente sollecitati dai fatti di politica europea che proprio nel mese di giugno hanno riguardato la Grecia e le persone menzionate. Infine si è fatto riferimento a specifiche “esperienze” europee: Erasmus, viaggi, interrail, gli aeroporti, la cultura, individuando quindi nella mobilità e nell’esperienza turistica e di scambio culturale gli aspetti più immediatamente correlati. Questa prima associazione è impiegata frequentemente nei focus group come “esercizio rompighiaccio” con lo scopo di creare dinamismo, un clima di spontaneità, libertà di espressione e informalità nel gruppo tra persone che non si conoscono e che, dunque, devono “socializzarsi” al gruppo stesso e al tema. In realtà, nel nostro specifico caso, appena la facilitatrice ha esplicitato l’argomento – l’Europa – si è avvertita una certa freddezza e inibizione nei gruppi che ha reso questo primo momento un po’ più difficile del solito: è come se i partecipanti non si fossero sentiti emotivamente coinvolti nel tema e stimolati a raccontarne gli aspetti più “istituzionali”, formali, distaccati e legati alla sfera cognitiva, piuttosto che a quella emotiva o valoriale. Infatti la maggior parte delle immagini non è particolarmente evocativa dell’esperienza giovanile – fatta eccezione per “Erasmus” e “interrail” - o di un vissuto che suscita suoni, colori, profumi, emozioni come invece la libera associazione di idee solitamente consente. 1.2 Percezioni: se l’Europa fosse una persona… Questa seconda fase è stata sicuramente più produttiva della prima e ha portato a individuare alcuni fattori identitari comuni nelle 2 distinte situazioni di ricerca e alcune differenze. I giovani concordano sul fatto che: l’Europa è un uomo, intorno ai 40-50 anni, vestito in modo elegante, ma un po’ antiquato – “uno stile british ma fuori moda!”, “con un completo giacca-cravatta tradizionale”, “vestito in modo classico, senza niente di caratteristico” – dal carattere serio, burbero – per qualcuno nel senso di “pensieroso, turbato”, per altri invece “schivo, noioso, snob” – che riveste un ruolo dirigenziale in un’impresa o una grande multinazionale e gestisce – con difficoltà relazionali – i rapporti con le risorse umane: “è un leader, ma è temuto dai suoi collaboratori”, “è una persona fredda, pignola e ha dei modi di fare un po’ arroganti”, “è competitivo sul lavoro”, “sicuro di sé…di quelli che attraversano i corridoi con il passo deciso e lo sguardo avanti, senza salutare”. Un solitario, con pochi amici, selezionati, più per motivi opportunistici che per vero sentimento di amicizia, senza tanti legami: single o separato, con un cane, sul quale riversa attenzioni e affetto. I due gruppi sono invece approdati a una definizione identitaria divergente per quanto riguarda l’autorealizzazione del Sig. Europa: in un caso – ovvero nel gruppo dove, come poi vedremo, ha prevalso una relativa maggiore conoscenza europea – è una persona realizzata, che seppur riconoscendone i difetti, riceve stima e apprezzamento professionale “io ci andrei a cena fuori! Magari ha cose interessanti da raccontare!”, “sicuramente sarebbe una serata istruttiva”; nell’altro, invece, è una persona che a causa delle sue difficoltà relazionali, tende ad essere isolato e percepito come estremamente noioso: “non ci andrei nemmeno a prendere un caffè!”, “con una persona così snob?!?...per carità!”, “non saprei di cosa parlarci!”. Tuttavia, in questo secondo gruppo, si sono messi in evidenza alcuni pregi del Sig. Europa: onestà, determinazione, precisione. Dalle descrizioni possiamo dedurre una percezione dell’Europa in ogni caso lontana dai giovani: nessun aspetto identitario tracciato è vicino all’identità reale dei partecipanti (né l’età, né la condizione occupazionale, né il modo di vestire o lo stile di vita), ma neppure quella desiderabile. L’Europa, potremmo dire, è percepita come distante, ma di questa distanza non si lamenta nessuno, come se non fosse una carenza da colmare, bensì solamente una condizione ineludibile. L’Europa non resta simpatica ai giovani, nessun tratto caratteriale può avere una sua rappresentazione spassosa o gradevole. Da sottolineare infatti le difficoltà relazionali attribuite, a causa delle quali quest’uomo non riesce a creare rapporti piacevoli, stimolanti, gratificanti ma, nel migliore dei casi, soltanto relazioni profittevoli o istruttive. Queste prime impressioni di lontananza tra i giovani e l’Europa, che non forniscono alcuno stimolo o motivazione per identificarsi in questa, né alcuna aspirazione o ambizione di maggiore conoscenza ed esperienza diretta troveranno importanti conferme nella dimensione che segue. 2.1 Conoscenza “Quando è stata la prima volta che hai incontrato l’Europa?” I ragazzi evidenziano, tutti, che il primo momento in cui hanno “incontrato l’Europa” è stato con l’introduzione della moneta unica, l’euro. Su dieci solamente 4 si ricordavano precisamente nel gennaio 2002, gli altri hanno datato l’introduzione in Italia tra l’anno 2001/2002. La loro età era, al tempo, tra gli 11 e i 14 anni e la loro percezione e ricordo della moneta unica si basa soprattutto sulle calcolatrici/convertitori che alcune scuole o amministrazioni avevano regalato per promuovere la conoscenza e l’utilizzo e i borsellini pieni di spiccioli. Inoltre ci raccontano i ricordi delle difficoltà dei genitori e dei nonni nella conversione per gli acquisti quotidiani. Un altro incontro diffuso ma non unanimemente segnalato è stato con la carta di identità valida per l’espatrio. Ma praticamente “abbiamo sempre avuto la possibilità di viaggiare per l’Europa con la carta d’identità” quindi non è stata da tutti percepita come occasione d’incontro con l’Europa perché data per scontato. Il “viaggio”, la “gita scolastica”, “l’interrail” sono evidenziati come altri incontri con l’Europa, vissuti direttamente da tutti i dieci partecipanti. Le mete maggiormente segnalate come “città europea”, intesa come dimensione, modernità, modo di vivere sono: Berlino (5 su 10), Parigi (4 su dieci), Madrid (3 su dieci), Londra (3 su 10), Strasburgo (2 su dieci, entrambi per gite scolastiche). Erasmus e Intercultura vengono segnalati, dopo stimolo da parte dei ricercatori, conosciuti da tutti, utilizzati da 1 su 10. Solo 3 partecipanti su 10 ricordano tra le occasioni d’incontro le elezioni europee ma nessuno si ricorda la prima volta che ha votato (l’anno) né l’ultima (l’anno). I partecipanti sono nati dal 1987 al 1991, le elezioni europee a loro riferibili come elettori sono due, quelle del 2009 (non per tutti) e quelle del 2014 (per tutti). Anche la tornata elettorale del 2014 è stata ricordata da 4 partecipanti su 10 “abbiamo votato da poco…”, “si mi ricordo di aver votato ma non ricordo esattamente quando”. 2 partecipanti su dieci si ricordano il nome di europarlamentari italiani: Salvini, Comi, Bonafè quelli segnalati. 8 partecipanti non ricordano nessun nome, o riportano i nomi di parlamentari italiani, attribuendo erroneamente un ruolo politico europeo. Dai contributi possiamo dedurre una conoscenza dell’Europa abbastanza superficiale e poco riflettuta, comunque lontana dai vissuti e dagli interessi di ciascuno: nessun contributo ha rivelato un interesse, un’attenzione o una curiosità da approfondire. Né, più paradossalmente, è stato riconosciuto l’apporto europeo, a delle dimensioni comunque vissute in prima persona ed esperite personalmente (viaggi, servizi tipo Bla Bla car, low cost..). Relativamente ai programmi europei per la mobilità Erasmus e Intercultura sono conosciuti perché diffusi e “praticati”, ma solo per l’Erasmus è stato individuato il “contributo” europeo. L’altro aspetto da sottolineare è la quota alta di partecipanti (9su10) che sono stati già varie volte all’estero quindi si evidenzia una propensione positiva a viaggiare, a conoscere altre culture e persone, ad imparare una nuova lingua; dall’altro si evince una conoscenza mediamente insufficiente dei programmi che incentivano la mobilità internazionale, solo uno su 10 ha partecipato ad un progetto di mobilità all’estero (Erasmus). L’Europa ancora oggi appare “lontana”. Nonostante le nuove generazioni stiano, più di tutte, sperimentando nel concreto i benefici legati alla mobilità che l’abbattimento delle procedure burocratiche ha aperto tra i paesi dell’UE. Il “voto europeo” è percepito come qualcosa di inutile e non interessante da esplorare né meritevole di attenzione pre-elezioni; l’istituzione e i membri che la compongono sono poco conosciuti e anche l’apporto italiano sembra non essere degno di partecipazione da parte loro. Manca o è molto debole la proiezione politico-ideale verso la costruzione Europea. Non è riconosciuto alle istituzioni europee (seppur superficialmente riconosciute) un ruolo guida dell’Europa, affidato invece ai singoli (e più forti) Stati. Allontanamento, distanza e forse anche disorientamento, l’Europa appare come “potere lontano” anche se invadente con rigide norme di bilancio. Viene confermata la lontananza tra cittadini europei e istituzioni che ostacola l’identificazione (anche) dei giovani con l’Europa. 2.2 Conoscenza Cosa rappresentano le seguenti immagini? Riportiamo le immagini selezionati nella prima colonna, la descrizione corretta nella seconda, le risposte dei partecipanti nella terza La bandiera europea. È costituita da un cerchio di 12 stelle dorate su uno sfondo blu. Le stelle rappresentano gli ideali di unità, solidarietà e armonia tra i popoli d'Europa. il numero delle stelle non dipende dal numero dei paesi membri. La sede ufficiale del Parlamento europeo di Strasburgo La sede ufficiale e centrale della Banca Europea a Francoforte Martin Schulz Presidente del Parlamento Europeo, Bandiera Unione Europea 4 su10 Bandiera Europa 4 su 10 Simbolo dell’Europa 1 su 10 Bandiera 1 su 10 Edificio di rappresentanza 1 su 10 Casa 1 su 10 Sede europea 1 su 10 Parlamento europeo 4 su 10 Non risponde 2 su 10 Parlamento 1 su 10 Euro (o simbolo euro) 4 su 10 Banca europea (o BCE) 5 su 10 Ricchezza e potenza 1 su 10 Interlocutore rappresentante 1 Parlamento europeo 1 Martin Schulz 1 Ex Presidente parlamento europeo 1 in carica da agosto 2014 a gennaio 2017 logo del passaporto europeo delle competenze, uno strumento per l’aggiornamento on line delle proprie competenze, costruzione del cv per cercare lavoro in Europa logo della Lettonia realizzato per il semestre di Presidenza, da gennaio a giugno 2015 Presidente Parlamento europeo 1 Presidente BCE 1 Non risponde 1 Gramellini? O Non so chi sia 1 Europarlamentare 1 Politico 1 Curriculum vitae 3 Simbolo di accesso per chi fa parte dell’Ue 1 Passaporto europeo 2 Invito all’accoglienza 1 Non risponde 1 Accordi cooperazione 1 Carta per mobilità e sconti 1 Non risponde 7 su 10 Marchio di garanzia 1 Summit Lituania 1 Simbolo di organizzazione politica 1 Dopo aver descritto correttamente l’immagine viene chiesto ai partecipanti un approfondimento, se qualcuno ha avuto esperienze dirette, se conoscevano pur non avendo riconosciuto. La bandiera Europea “è costituita da 12 stelle, i primi stati ad aver aderito” ma non si conosce il numero degli attuali stati membri e i riferimenti si fanno vaghi quando i ricercatori iniziano ad esplorare: “ancora 12”, “più di venti”, “praticamente tutti quelli del continente più altri da est” sono le affermazioni raccolte. I significati resi per la bandiera sono piuttosto condivisi e identificati, cittadinanza comune (cittadino europeo), fraternità, integrazione. La sede del Parlamento Europeo è stata riconosciuta a posteriori, 4 partecipanti su dieci l’hanno visitata in occasione di gite scolastiche e ricordata come edificio ben accessibile e aperto. La sede della BCE invece viene percepito come edificio chiuso e non accessibile, adeguata l’ubicazione a Francoforte “non poteva essere né in Grecia né in Spagna”. Il Parlamento è l’Istituzione più conosciuta e quella più citata ma è la sfera economica ad essere quella maggiormente percepita come più condizionante, nel bene (moneta e mercato unico) e nel male (moneta unica, Grecia). Di Martin Schulz si ricorda il Kapò, il suo essere tedesco, “l’appartenenza al pse” e il “suo essere apparentemente d’accordo con Renzi”. I politici europei sono poco conosciuti, tantomeno i loro ruoli e la loro missione. Il logo del semestre Europeo della Lettonia non è stato riconosciuto nemmeno dopo la descrizione corretta. La presidenza del semestre non è stata identificata e nessuno dei partecipanti sapeva che la precedente presidenza era italiana. Più in generale non sono interessati alla politica europea e pensano che i partiti politici (PSE è l’unico riportato) non siano abbastanza interessati in questioni riguardanti i giovani. La “casa Europa” significa soprattutto libertà di viaggiare, studiare e (a volte) lavorare ovunque all’interno dell’Unione. Tuttavia, non conoscono la Costituzione Europea, nessuno sa quanti sono i Paesi membri, solo 3 su 10 sono in grado di indicare correttamente in Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo le sedi delle istituzioni comunitarie. L’europass è associato al curriculum europeo o al “più libero passaggio alle dogane”. Non si sono preoccupati di ottenerlo anche perché non viene ben collegato al riconoscimento delle competenze acquisite. Più in generale non riescono a cogliere le opportunità presenti per la costruzione del proprio futuro. Perché manca fiducia (nelle istituzioni europee) e conoscenza (delle iniziative e delle opportunità). Si avverte un deciso bisogno di informazione, anche sulle possibilità che l’UE offre alle nuove generazioni. 2.3 Conoscenza Bolle: i partecipanti devono segnare con una X una o più categorie di intervento più generali che l’Europa sviluppa o nelle quali è impegnata per offrire iniziative e opportunità ai giovani. Riportiamo i risultati numerici delle preferenze accordate su elenco delle categorie selezionate dal portale europeo per i giovani: Volontariato Lavoro Apprendimento Partecipare Cultura e creatività Inclusione sociale Pensa globale Viaggiare Salute 1 7 4 1 4 2 1 7 1 Le categorie sono molto generiche, a volte qualificate anche poco chiaramente (es. pensa globale). Tuttavia lavoro e viaggio sono quelle maggiormente riconosciute come ambiti di intervento delle Istituzioni europee a favore dei giovani. Come si può dedurre dalla tabella successiva spesso alla categoria lavoro vengono associati opportunità e servizi più formativi e di apprendimento (es. Erasmus e convegni). 2.4 Conoscenza Grappoli: ogni bolla va fatta esplodere nei successivi grappoli. Si chiede cioè di specificare per ogni macrocategoria di approfondire in maniera più dettagliata quali siano i servizi, le opportunità, le iniziative che i partecipanti conoscono (o per esperienza diretta, o indiretta, o per sentito dire) riferibile ad ognuna delle categorie scelte nell’esercizio precedente. Riportiamo i risultati per macro-categoria: Volontariato Lavoro ricerca Innovazione (tecnologica) idee convegni Erasmus (2) Apprendimento gemellaggi Corsi lingua di Specializzazioni universitarie erasmus Progetti di ricerca Progetti culturali Musei gratis under 26 (2) Organizzazione di mostre Corsi per stranieri agevolazioni ROM immigrazione Erasmus (4) Eliminazione frontiere (2) Assistenza sanitaria europea Agevolazioni (3) Specializzarsi (2) Cv europeo (2) Giovani Si Jobs act Scambi culturali Voli cost Pass per visitare città europee Euro (3) Partecipare Cultura e creatività Inclusione sociale Pensa globale Viaggiare Salute Interrail low Stage, tirocini, progetti europei Molti dei partecipanti che hanno segnato le macro-categorie nelle “bolle” non specificano nessun grappolo, dunque può essere desumibile che si percepisce che l’Europa fa qualcosa “genericamente” su determinati argomenti ma non si conoscono le iniziative concrete, o perché mai sperimentate direttamente o dal gruppo di pari, o perché poco o male comunicate (Salute, Partecipare, Pensa globale, Volontariato) Quei partecipanti che hanno dettagliato i grappoli, come si desume dalla seconda tabella, segnano solamente 5 iniziative concretamente attuate e ben definite dal nome (erasmus, cv europeo, museo gratuiti sotto i 26 anni, voli low cost, interrail). Il resto sono termini “più generali” o “generici” che tendono ad evidenziare un livello di conoscenza approssimativo e non vissuto direttamente (ricerca, convegni, corsi lingua, agevolazioni etc.) oppure associazioni dettate dalla contingenza (ROM). Alcuni servizi “europei” fruiti direttamente dai partecipanti sono venuti fuori solo in un secondo momento, durante la discussione sull’esercitazione. Es. il servizio BLA BLA CAR, conosciuto da tutti, usato da molti, non veniva collegato all’Europa, come il servizio di roaming telefonico e le summer school per giovani universitari. 3. Comunicazione: uno spot per raccontare l’Europa ai giovani L’ultima sollecitazione proposta ai partecipanti è di tipo creativo. È stato chiesto loro di vestire i panni di ipotetici grafici ai quali viene assegnato il compito di presentare una bozza di manifesto che servirà per comunicare l’Europa ai giovani. Nell’idea sintetica che ciascuno dei gruppi ha presentato si possono rintracciare quegli elementi che i giovani partecipanti hanno ritenuto meritevole di sottolineatura. Collage n. 1 In questa rappresentazione grafica prevale una visione ottimistica e positiva dell’Europa. In particolare si mette l’accento: sul valore aggiunto dello stare insieme – “uniti si vince”, “l’insieme che aiuta”, le due mani che si stringono in segno di alleanza – sullo spirito di apertura e di incontro delle diversità, etniche e culturali – “porte aperte”, l’immagine centrale delle due bimbe abbracciate, ma anche le diverse monete -. Inoltre è compreso un aspetto di “utilità” dell’essere europei: in campo lavorativo, nell’arte, la cultura, i trasporti e, quindi, i viaggi. Sono poi due le frasi emblematiche che hanno richiamato l’attenzione e che sono state oggetti di confronto con il resto del gruppo: “il nostro mondo” e “radici e ali”. Nel primo caso è un’espressione che ci mette davanti ad una condizione percepita quasi come ineludibile: l’Europa, che si voglia o no, è il nostro mondo, perché segna il perimetro delle biografie, lo scenario nel quale i giovani, fin dalla loro prima infanzia, si sono trovati inseriti. Questo fa sì che si parli di un’appartenenza – quella dell’Italia all’Europa – data per scontata, non messa in discussione e, spesso, invisibile ai loro stessi occhi. È per questo che l’Europa è percepita come parte integrante delle proprie “radici”. E poi ci sono le “ali”, ovvero le prospettive future, i desideri, le ambizioni che, solo consapevoli delle proprie radici, si possono dispiegare nel contesto europeo. Collage n. 2 In modo più chiaro ed evidente rispetto al primo esperimento, in questo si descrive ciò che l’Europa è, come lo stesso titolo attribuito dagli autori pone in rilievo: una condizione che fa leva su tratti identitari forti, uno stato, un dato di fatto di cui si elencano le caratteristiche costitutive: la tutela della “salute”, il buon cibo e le tradizioni culinarie, “gusto, arte e tradizione”, il “buon vivere”, il contributo artigianale dell’uomo che “coltiva e produce”. A ben vedere, i temi affrontati in questa seconda idea grafica coincidono in larga parte con quelli della prima, soprattutto nella chiave interpretativa fornita, che rintraccia nel legame biografico individuale l’elemento caratteristico: quelle “radici” (collage 1) sono qui declinate in “famiglia” e le “ali” assumono il volto del futuro, “the future”, appunto o il “sogno”, ben evocato da quel bambino che guarda verso l’alto, scruta le prospettive – i “progetti” futuri, destinati a migliorare, a “ricostruire” l’idea di Europa. Differentemente da quanto emerso nelle prime fasi dei focus, in questo collage sembra che i giovani non si tirino fuori da una simile, ambiziosa progettualità: l’uso del plurale e di quel termine “realizziamo”, “progettiamo insieme”, così come la “grande squadra” può rendere i giovani “protagonisti” del cambiamento atteso, promotori di “idee innovative”, quale “nostro obiettivo”. “La svolta” è dunque un’opportunità, che richiede un apporto individuale: “io cambio”, munito di “ragione e passione”, nella convinzione, come hanno raccontato, che per incrementare il senso di appartenenza e di condivisione dell’essere europei occorra sia una progettualità futura più attenta e sensibile ai reali bisogni giovanili, ma anche un senso di vicinanza simbolico, passionale, emotivo. La condizione di vita, tra presente e futuro, è sottolineata anche da un’altra parola-chiave: “creatività e conservazione”, perché l’Europa racchiude tesori che vale la pena curare e tutelare, ma verso i quali occorre un atteggiamento propositivo, sia per farli conoscere che per saperli valorizzare. Collage n. 3 La terza rappresentazione è forse la più sintetica, ma racchiude un’idea di Europa importante, confermata nella presentazione dei due autori: “punta al TUO futuro” è il messaggio principale. Un invito a prendere parte, attiva e soggettiva, al futuro europeo nel quale assume un ruolo trainante l’entusiasmo e la partecipazione delle nuove generazioni. Un bambino fa volare “l’aquilone Europa”, formato da tutti i colori e le identità dei Paesi membri: una spinta “dal basso”, un’ambizione che non è quella dei palazzi, ma una forza che trascina e una speranza che guarda in alto e si porta tutto dietro, perfino la politica. Sono inoltre evocati il desiderio di novità – “il nuovo” – e il riconoscimento di tratti comuni o la valorizzazione di quei collanti che irrobustiscono questo stare insieme nel medesimo aquilone: “la musica”, “l’arte”, “il cinema”, “la moda”. Collage n. 4 Se nei tre collage precedenti, seppur con diverse rappresentazioni grafiche, si sono potuti individuare numerosi punti di contatto, i due manifesti che seguono differiscono per l’impostazione data al lavoro e/o per i significati attribuiti. Nel collage n. 3 l’Europa è descritta attraverso alcune immagini emblematiche, apparentemente in modo analogo agli altri gruppi. Tuttavia, a ben guardare, è una visione italo-centrica quella che prevale: si chiamano in causa (e nella esposizione orale del gruppo è stato ancora più evidente) elementi e problematiche che attualmente riguardano l’Italia, ma che si estendono al contesto europeo. Il significato è duplice. Il gruppo non rintraccia aspetti identitari europei, troppo immerso e vicino, anche emotivamente, al contesto italiano; piuttosto si preoccupa di ribadire alcuni tratti forti, ponendo ai tre vertici di un ipotetico triangolo la religione cattolica (Papa Francesco), la tutela del cibo italiano (usando l’immagine simbolica di “Eataly”), le istituzioni centrali (Montecitorio). Ma c’è poi un secondo significato, meno immediato: quella relazione di mutua interdipendenza e di accostamento tra Italia ed Europa, come sottolinea la compresenza delle due bandiere. L’Europa è anche l’Italia, ma quest’ultima è legata all’Europa da un rapporto di dipendenza. La gestione dei “migranti”, il caso “uber”, i controlli alimentari e l’origine dei prodotti in etichetta, l’innovazione dei trasporti e la Tav, la condivisione del patrimonio artistico, la moneta unica rendono evidente che i perimetri italiani si ampliano e necessitano di un confronto europeo. Un confronto talvolta percepito come necessario, ma anche vissuto come vincolante, schiacciante, dunque maggiormente subito. Collage n. 5 La chiave-interpretativa dell’ultimo collage è sicuramente la più eccentrica e, forse, la più “coraggiosa” o azzardata: si rappresenta l’Europa tracciandone le differenze con il resto del mondo, una linea netta, due facce ben distinte della pagina, nelle quali gli autori collocano in modo univoco alcune condizioni di vita. Appartengono dunque al “resto del mondo” problematiche quali l’obesità, la povertà estrema, le guerre e le distruzioni, l’Isis. Al contempo si rappresenta l’Europa come “isola felice”: disponibilità di cibo e buona alimentazione, ricerca scientifica e presenza di strumentazione tecnologica all’avanguardia, bellezze naturali. Ma è davvero così? Gli autori, durante la presentazione orale, raccontano che in questa visione dicotomica “noi-loro” non hanno voluto dire che se alcuni problemi sono altrove, non ci riguardano, né che l’isola felice è immune dalle problematiche collocate nel resto del mondo. Hanno voluto, al contrario, sottolineare ciò che in Europa, anche a fronte di un senso di appartenenza debole, non ci si sente abbastanza orgogliosi di ciò che abbiamo. Così nel comunicare un’idea di Europa, è importante che i giovani sappiano che certi “privilegi” di cui godiamo non sono scontati e devono essere maggiormente valorizzati ed esaltati. La tendenza, infatti, è quella di parlare male di ciò che abbiamo, senza renderci conto che in altri Paesi ben altre sono le emergenze da fronteggiare. Un ultima considerazione. Come si può vedere nelle 5 foto appena descritte, i giovani hanno fatto ricorso a immagini simboliche, parole-chiave, foto descrittive collocate in un continuum, spesso non molto chiaro, né coerente, tra ciò che l’Europa è e ciò che dovrebbe essere, in una tensione tra visione reale e ideale. Infatti, soprattutto confrontando quest’ultimo esercizio con i risultati emersi nelle battute precedenti dei focus, appare singolare il messaggio che prevale nel collage, ossia di una “Europa delle meraviglie”, contenitore di bellezze e buone pratiche che, invece, stentava ad emergere nella conoscenza reale dei Paesi e delle istituzioni europee. Quasi tutte le rappresentazioni grafiche si richiamano ad un positivo coinvolgimento e di attivismo necessario da parte delle giovani generazioni che sembra ben poco praticato, nella realtà dei fatti. GRAPPOLI Inserire qui categoria scelta dalle “bolle” BOLLE VOLONTARIATO INCLUSIONE SOCIALE PARTECIPARE LAVORO CULTURA CREATIVITà VIAGGIARE APPRENDIMENTO SALUTE PENSA