set-ott 2016

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set-ott 2016
ISSN 2384-9029
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set-ott 2016
OFFICINA*
Bimestrale on-line di architettura e tecnologia
N.14 set-ott 2016
ISSN 2384-9029
Rivista consultabile e scaricabile gratuitamente su :
www.officina-artec.com/category/publications/officina-magazine ≥
DIRETTORE EDITORIALE
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:
Emilio Antoniol
Ivano Aldreghetti, Fabrizio Antonelli, Andrea Babolin, Caterina Balletti, Malvina Borgherini,
Giosuè Boscato, Adriana Casalin, Michele Carradori, Alessandro Cibin, Giorgio Costantini,
COMITATO EDITORIALE
Giuseppe D’Acunto, Alessandra Dal Cin, Doriana Dal Palù, Christian Florian, Umberto Ferro,
Valentina Covre
Francesco Guerra, Silvia Ientile, Lorenzo Massaria, Massimo Mucci, Fabio Peron, Luca Pilot,
Margherita Ferrari
Salvatore Russo, Vincenzo Scafuri, Valeria Tatano, Italo Tofani, Claudia Zanella.
Francesca Guidolin
Valentina Manfè
Daria Petucco
Chiara Trojetto
IMPAGINAZIONE GRAFICA
Emilio Antoniol
REDAZIONE
TRADUZIONI
Paolo Borin
Anna Peron
Libreria MarcoPolo
Carlo Zanchetta
PROGETTO GRAFICO
Valentina Covre
Margherita Ferrari
Chiara Trojetto
EDITORE
Self-published by
Associazione Culturale OFFICINA*
[email protected]
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons
Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale ≥
L’editore si solleva da ogni responsabilità in merito a violazioni da parte degli autori dei diritti di proprietà intelletuale
relativi a testi e immagini pubblicati.
L’improbabilità della scoperta
Chiara Trojetto
“Il Motore ad Improbabilità Infinita è un nuovo meraviglioso modo
per coprire distanze interstellari in un nientesimo di secondo, senza
star lì a gingillarsi nell’iperspazio. Il principio è stato scoperto per
un caso fortunato e in seguito trasformato in una forma di propulsione controllabile dal gruppo di ricerca del Governo Galattico di
Damogran.
Questa, in sintesi, è la storia della sua scoperta.
Il principio in base al quale si generano piccole quantità d’improbabilità finita collegando semplicemente i circuiti logici di un Cervello
Submesonico 57 di Bambleweeny a un vettore atomico sospeso in
un agente produttore di moto browniano (diciamo, per esempio,
una bella tazza di tè bollente) era naturalmente compreso a fondo.
I generatori basati su questo principio venivano usati spesso per
rompere il ghiaccio durante le feste facendo saltare simultaneamente tutte le molecole della biancheria dell’ospite di trenta centimetri
sulla sinistra, secondo la Teoria dell’Indeterminazione. Molti fisici
autorevoli si dichiararono intolleranti alla cosa, un po’ perché squalificava la scienza, ma soprattutto perché non riuscivano mai a farsi
invitare a quel tipo di feste.
Un’altra cosa che non potevano tollerare era il continuo insuccesso
cui andavano incontro cercando di costruire una macchina che potesse generare il campo d’Improbabilità infinita necessario a spedire
un’astronave fino alle stelle più remote; alla fine dichiararono seccati
che tale macchina era virtualmente impossibile.
Poi, un giorno, uno studente che era stato lasciato a spazzare il
laboratorio dopo una festa particolarmente mal riuscita, si mise a
ragionare in questo modo. Se, pensò, una simile macchina è un’impossibilità virtuale, allora deve logicamente essere un’Improbabilità finita. Perciò, per poterla costruire, basta calcolare esattamente
quanto sia improbabile, fornire i dati al generatore d’Improbabilità
finita, dargli una tazza fumante di ottimo tè e… attivarlo!
Così fece, e fu abbastanza sorpreso di scoprire d’essere riuscito a
creare dal niente quel dorato generatore d’Improbabilità Infinita che
tanti avevano inutilmente cercato di fabbricare”.
Tratto da Douglas A., Guida Galattica per autostoppisti, Mondadori,
Milano, 2015, pp. 94-95.
Non è dato sapere quale sia la probabilità che una simile scoperta si
avveri ma, ogni giorno, nei laboratori di ricerca di tutto il mondo si
scoprono cose di questo tipo.
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ISSN 2384-9029
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set-ott 2016
N.14 set-ott 2016
in copertina:
Surfaces
immagine di
Giacomo Bagnara*
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ESPLORARE
Notte dei Ricercatori 2016
di Emilio Antoniol
Elettrodomesticità
di Valentina Manfè
Taking Care - Progettare per il bene comune.
Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2016
di Massimo Mucci
LABORATORI
introduzione di Emilio Antoniol
ArTec: materiali e sistemi costruttivi per l’architettura
di Valeria Tatano, Adriana Casalin, Francesca Guidolin
Laboratorio di Cartografia e Gis
di Caterina Balletti
Il laboratorio di fotogrammetria CIRCE
di Francesco Guerra e Luca Pilot
Vent’anni di sperimentazione termofisica allo Iuav
di Fabio Peron
Il rapporto architettura-innovazione attraverso la sperimentazione
di Ivano Aldreghetti, Giosuè Boscato, Giorgio Costantini, Alessandra Dal Cin, Silvia Ientile,
Lorenzo Massaria, Salvatore Russo, Vincenzo Scafuri, Italo Tofani
*È un illustratore
italiano che vive e lavora
a Verona, si è laureato
in Architettura al
Politecnico
di Milano.
Collabora da alcuni
anni con clienti e testate
giornalistiche italiane e
internazionali.
[email protected]
2 OFFICINA*
LAMA e LabCoMaC
di Fabrizio Antonelli
Laboratorio LAR
di Giuseppe D’Acunto
MeLa Media Lab Iuav
di Malvina Borgherini
44 PORTFOLIO
50 Scatti d’architettura
di Umberto Ferro
IN PRODUZIONE
Testare i materiali per l’edilizia
di Alessandro Cibin
54 60
66 VOGLIO FARE L’ARCHITETTO
50 provini 10x10x10
di Andrea Babolin e Claudia Zanella
IMMERSIONE
Che suono fa il vostro prodotto?
di Doriana Dal Palù
BIM NOTES
Curtain Wall & COBie: quale soluzione?
di Michele Carradori e Christian Florian
70 74 75 MICROFONO ACCESO
Davide Caffarri
a cura di Emilio Antoniol
CELLULOSA
Una moglie giovane e bella
a cura dei Librai della Marcopolo
(S)COMPOSIZIONE
Fixing a hole
di Valentina Covre
N.14 SET-OTT 2016 3
ESPLORARE
Andrea Avezzù
Notte dei Ricercatori 2016
Elettrodomesticità
30 settembre 2016
Tolentini, Università Iuav di Venezia
www.venetonight.it ≥
10 settembre 2016 - 22 gennaio 2017
Palazzo Spelladi, Galleria Harry
Bertoia, Pordenone
www.comune.pordenone.it/it/comune/in-comune/strutture/galleria-harry-bertoia ≥
Anche nel 2016 si ripropone la Notte Euro-
La mostra Elettrodomesticità. Design e innovazione
Prosegue l’apertura della Biennale Architet-
pea dei Ricercatori, un’iniziativa promossa
a Nord Est da Zanussi a Electrolux sarà presente
tura 2016 Reporting from the Front, diretta da
dalla Commissione Europea che da undici
fino al 22 gennaio presso la Galleria Harry
Alejandro Aravena.
anni promuove l’incontro tra i ricercatori e il
Bertoia di Pordenone. La mostra a cura di
Per chi non l’avesse ancora visitata, merita
grande pubblico. Il 30 settembre, in contem-
Angelo Bertani vuole raccontare la centralità
sicuramente dedicare particolare attenzione
poranea in differenti città europee, sarà pos-
del disegno industriale come strumento in-
al Padiglione Italia curato da TAMassociati,
sibile partecipare a presentazioni, workshop,
sostituibile per la realizzazione del prodotto
con la mostra dal titolo Taking Care - Proget-
corsi, simulazioni ed esperimenti di labora-
di massa che prende origine dalle necessità
tare per il bene comune, in cui si trova un origi-
torio ma soprattutto conoscere chi fa ricerca.
dell’uomo. L’esposizione gravita attorno alle
nale e interessante intreccio tra esposizione
Anche in questa edizione OFFICINA*
tematiche della funzionalità, dell’innovazio-
di opere realizzate e proposte operative per
parteciperà all’evento con l’Università Iuav
ne e dell’estetica, espresse dall’industrial design.
il futuro.
di Venezia, Ateneo in cui il progetto è nato.
Il prodotto tecnico porta dentro di sé una
La proposta di TAMassociati per “Una nuo-
Per l’occasione OFFICINA* ha dedicato il
metodica creatività che negli anni è andata
va architettura sociale” non elabora nuove
presente N.14 della rivista al Sistema Labo-
a rispondere alle esigenze dell’uomo. L’elet-
teorie, ma dimostra come l’idea di una “pra-
ratori Iuav, indagando in modo specifico il
trodomestico, come prodotto finito, diventa
tica complessa” possa realizzare un processo
tema della ricerca sperimentale e delle sue
protagonista; sono un allestimento interatti-
di costruzione di senso nella definizione di
interazioni con il mondo esterno all’acca-
vo, schizzi preliminari e progetti che permet-
categorie comuni alle persone, come “appar-
demia. La redazione di OFFICINA* sarà
tono di conoscerlo. In esposizione i progetti
tenenza, identità, condivisione, conoscenza”.
presente tutta la serata per raccontare il
dei prodotti più significativi realizzati dalla
L’architettura è posta al servizio della col-
progetto editoriale e distribuire materiale
Zanussi a partire dal 1916, anno di fonda-
lettività, perché è in grado di “fare la diffe-
informativo, avendo a disposizione anche
zione, fino ai nostri giorni. Saranno inoltre
renza” quando si prende cura di individui,
delle copie cartecee della rivista per chi vo-
presenti i prodotti disegnati da Gino Valle,
comunità, spazi, luoghi, principi, risorse. Il
lesse dare il proprio supporto al progetto
Gastone Zanello, Andries Van Onck, Rober-
campo d’azione privilegiato sono le periferie,
culturale.
to Pezzetta e Luigi Molinis.
nelle quali l’architettura deve assumersi il
di Emilio Antoniol
4 OFFICINA*
di Valentina Manfè
Taking Care - Progettare per il
bene comune. Padiglione Italia
alla Biennale Architettura 2016
28 maggio 2016 - 27 novembre 2016
Giardini e Arsenale, Venezia
www.labiennale.org/it/architettura/index.html ≥
compito di contrastare quello “spazio men-
tale”, prima che fisico, di “marginalità culturale”. Quella di TAMassociati è un’idea di
architettura come atto politico che produce
luoghi, in grado di sviluppare la difesa e la
pretesa dei diritti, ed è strettamente collegata
al dibattito sui beni comuni.
L’esposizione è suddivisa in tre sezioni: Pensare raccoglie le riflessioni sul tema del bene
comune da parte di studiosi di diversi campi di ricerca; Incontrare espone 20 progetti di
architettura costruiti da studi italiani che
dimostrano come la forma realizzata possa
essere una parte di un processo di valorizzazione di componenti immateriali quali
conoscenza, consapevolezza, identità, appartenenza, diritti; Agire è la sezione in cui
si invita ad essere operativi sul campo, con
la presentazione di 5 progetti per dispositivi
mobili sviluppati da progettisti in collaborazione con 5 associazioni che già operano nella lotta contro la marginalità nelle periferie
italiane. Tali associazioni hanno personalizzato il modulo base a loro proposto secondo
le loro esigenze e, quando sarà costruito grazie ai fondi raccolti tramite sponsorizzazioni
private e crowdfunding civico, lo riceveranno in
donazione per utilizzarlo nella loro azione di
utilità sociale prevista.
di Massimo Mucci
N.13 LUG-AGO 2016 5
In its 14th issue OFFICINA* chose to explore the scientific and labora-
perform scientific and professional activities in several fields including:
tory research topic related to architecture. In particular, the issue speaks
photography, representation, survey topography, cartography, geographic
about the Iuav Laboratories System, a structure that brings together in a
information systems, petrography, analysis of materials for architecture
coordinated way Venice Iuav University’s different laboratories. The tar-
and environment, technolog y, earth science, geotechnics, geophysics, con-
gets that led to the creation of the Iuav Laboratories System are to provide
struction science, structural engineering, technical physics and environ-
scientific and technical support to research and teaching activities but, above
mental control technolog y.
all, also to expand the University’s presence on the local territory collabo-
Published on the occasion of the European Researchers Night, this issue
rating with cultural organizations, both national and international, and
wants to describe one of the most active University structures connected
with local companies. The merging of several laboratories within a single
with the relationship between the University and the outside world with
organization aims to develop interdisciplinary research and disseminating
many commissions, projects and courses to disseminate outside the academic
research results in a more effective way.
know-how, producing culture and innovation. Teaching, research and pro-
At present, the Iuav Laboratories System consists of nine structures: the
duction are woven in the experiences described by the laboratories, that here
Archive of Techniques and materials for architecture and industrial design
present their latest scientific activities.
- ArTec, the Cartography and GIS Laboratory - CIRCE, the Photogrammetry Laboratory - Circe, the Physics environmental Technolog y Laboratory - FisTec, the Building Sciende Laboratory - LabSCo, the Ancient
Materials Analysis Laboratory - LAMA, which was recently added to
a pilot’s Laboratory section for the Preservation of Building Materials LabCoMaC, the project support Laboratory - LAR, the Media Lab
- MeLa and the Earth sciences Laboratory - TerraLab. The last one is the
Laboratory of Photography that provides services in photography to support
researches and projects.
Thanks to advanced equipments and specialized skills, the laboratories
6 OFFICINA*
Giacomo Bagnara
N
ella sua 14a uscita, OFFICINA* sceglie di
riali da Costruzione - LabCoMaC, il Laboratorio di supporto al
affrontare il tema della ricerca scientifica
Progetto - LAR, il Media Lab - MeLa e il Laboratorio di scienze
e di laboratorio legata al mondo dell’ar-
della terra - TerraLab. Completa il quadro il Laboratorio di Fo-
chitettura. In particolare, il numero rac-
tografia che fornisce servizi in ambito fotografico a supporto
conta il Sistema Laboratori Iuav, una
della ricerca e del progetto.
struttura che accorpa in modo coordina-
Grazie alle attrezzature all’avanguardia e alle competenze spe-
to i differenti laboratori afferenti a questo Ateneo.
cialistiche, i laboratori svolgono attività scientifiche e profes-
Le finalità che hanno spinto alla creazione del Sistema Labo-
sionali in svariati campi tra cui: fotografia, rappresentazione,
ratori sono il fornire supporto scientifico e tecnico alla ricerca
rilievo, topografia, cartografia, sistemi informativi geografici,
e alla didattica di Ateneo ma anche, e soprattutto, ampliare la
petrografia, analisi dei materiali per l’architettura e l’ambien-
presenza sul territorio dell’Università attraverso la collabora-
te, tecnologia, scienza della terra, geotecnica, geofisica, scienze
zione con gli enti culturali, sia nazionali che internazionali, e
delle costruzioni, tecnica delle costruzioni, fisica tecnica e tec-
con le imprese. L’accorpamento di più laboratori all’interno di
nica del controllo ambientale.
un unico organismo si prefigge poi l’obiettivo di sviluppare at-
Pubblicato in occasione della Notte Europea dei Ricercatori,
tività di ricerca interdisciplinari divulgando risultati e ricerche
questo numero vuole raccontare una delle realtà più attive sul
in modo congiunto e quindi più efficace.
fronte del rapporto tra Università e mondo esterno con nume-
Attualmente il Sistema Laboratori Iuav è costituito da nove
rosi incarichi, progetti e corsi volti a disseminare all’esterno il
strutture: l’Archivio delle Tecniche e dei materiali per l’architet-
know how accademico producendo cultura e innovazione. Didat-
tura e il disegno industriale - ArTec, il Laboratorio di cartogra-
tica, ricerca e produzione si intrecciano nelle esperienze descrit-
fia e GIS - CIRCE, il Laboratorio di fotogrammetria - CIRCE,
te dai laboratori che, in questa sede, si sono presentati mettendo
il Laboratorio di Fisica Tecnica ambientale - FisTec, il Labora-
in luce le loro più recenti attività scientifiche. ♦
torio di Scienza delle Costruzioni - LabSCo, il Laboratorio di
Analisi Materiali Antichi - LAMA, a cui si è di recente aggiunta
la sezione del Laboratorio pilota per la Conservazione dei Mate-
di Emilio Antoniol
N.14 SET-OTT 2016 7
ArTec: materiali e
sistemi costruttivi
per l’architettura
di Valeria Tatano,
Adriana Casalin, Francesca Guidolin
ArTec - Archivio delle Tecniche e dei
materiali per l’architettura e il disegno
industriale ≥
Università Iuav di Venezia
Ex cotonificio Olcese, Dorsoduro 2196,
30123 Venezia
e-mail: [email protected]
A
rTec è l’Archivio delle Tecniche e dei materiali per l’architettura e il disegno industriale, struttura per la ricerca e la didattica che
fa parte del Sistema Laboratori dell’Università Iuav di Venezia.
L’Archivio è principalmente:
-- un luogo nel quale sono raccolti, catalogati e presentati materiali,
prodotti e sistemi costruttivi per l’architettura;
ArTec, Archive of Techniques and materials for
architecture and industrial design, is a structure
for research and teaching. ArTec provides the
following services:
- information on basic materials and building
products: the archive collects and presents the
Italian market’s main building materials and
products to give students a physical perception
about them (shape, dimensions, surface textures, assembly, methods of construction, etc.).
- a library of technical information provided by
the producing companies: the archive collects,
sorts and contains technical documentation
(catalogues, brochures, manuals, information
materials, CD/DVD or links to websites) on
products for construction and design;
- a secretariat for the organization of relations
between the school and industries, companies
building to promote technical information, seminars, training, product demonstrations.
-- una biblioteca, anche multimediale, dell’informazione tecnica
sulla produzione edilizia italiana e internazionale.
I prodotti e i materiali disponibili in ArTec sono scelti sulla base
della loro significatività ai fini dell’apprendimento da parte degli
studenti delle tecniche costruttive, della tecnologia e, più in generale, delle regole del corretto costruire. Le aziende e i prodotti
esposti sono selezionati sulla base di valutazioni qualitative.
Alcuni prodotti e materiali sono presentati “a scaffale aperto”,
altri attraverso la documentazione tecnica su carta, CD e video.
Ogni prodotto è accompagnato dall’informazione tecnica relativa, dal nome commerciale che lo identifica e dall’indicazione
dell’azienda produttrice.
Per gli studenti ArTec è un luogo di conoscenza e approfondimento dei temi legati alla costruzione del progetto. La consultazione è
aperta e supportata dallo staff.
ArTec offre inoltre la possibilità di svolgere tirocini formativi, propone percorsi all’interno del progetto di alternanza scuola-lavoro,
ospita progetti di orientamento delle scuole superiori. Presso ArTec
si svolgono anche le attività didattiche dei dottorandi di ricerca in
Tecnologia dell’architettura della Scuola di Dottorato Iuav.
Per le aziende, ArTec mette a disposizione il proprio know-how
per consulenze tecniche di studio e sviluppo prodotti. Negli
anni abbiamo lavorato con importanti aziende e società del settore edilizio, tra le quali BolognaFiere, con una pluriennale consulenza per il SAIE.
8 OFFICINA*
01
ArTec è anche una segreteria per l’organizzazione di seminari di
informazione tecnica, aperti a studenti e professionisti e un luogo per la ricerca sulla costruzione del progetto di architettura, sui
dettagli costruttivi e l’innovazione. La struttura si basa sul lavoro
di docenti e ricercatori di Tecnologia dell’architettura dello Iuav
che qui svolgono le proprie attività di ricerca attraverso lavori in
convenzione, progetti di ricerca nazionali ed europei e un aggiornamento continuo del mercato edilizio internazionale.
Il “peso” della materia (di Valeria Tatano)
tutti i materiali atti ad essere
usati in edilizia sono importanti,
più che mai. Sono tutti
significativi: ognuno secondo la
propria particolare natura
“Io credo fermamente che l’architettura abbia bisogno del supporto della materia; e che ciò che vien prima sia inseparabile da
ciò che vien dopo. L’architettura arriva allorché i nostri pensieri
su di essa acquistano quella condizione di realtà che solo i materiali possono conferirle”1.
Materie e materiali del progetto costituiscono un elemento essenziale dell’architettura che nella costruzione trova la propria “condizione di realtà”.
La costruzione è dunque naturale conseguenza della pre-visione
del progettista, che deve conoscere materiali e tecniche per poter
scegliere di volta in volta quelli più appropriati a ottenere i risultati
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auspicati in termini tanto di espressività formale che di prestazioni.
diverse. Altre materie invece riescono a trasmettere quasi integral-
Frank Lloyd Wright diceva che “tutti i materiali atti ad essere usati
mente il proprio senso originario. Nel legno, ad esempio, le vena-
in edilizia sono importanti, più che mai. Sono tutti significativi:
ture trapassano con immediatezza dal tronco alla tavola levigata”5.
ognuno secondo la propria particolare natura. Materiali vecchi e
L’organizzazione della materia e dei materiali, grazie a tecniche di
nuovi hanno il proprio contributo vivente da offrire alla forma, al
lavorazione, trasformazione, assemblaggio, montaggio, sono un
carattere e alla qualità di qualsiasi edificio. Ogni materiale può di-
elemento essenziale dell’architettura, imprescindibile.
venire un felice fattore determinante dello stile; usare erroneamen-
ArTec offre questo punto di vista agli studenti dei corsi di lau-
te qualsiasi materia è tradire l’integrità di tutta la composizione” .
rea dello Iuav, raccogliendo e presentando i principali materiali e
La conoscenza è fondamento dell’approccio alla materia, intesa
prodotti industriali che i futuri progettisti possono usare oggi nei
nel suo significato originario di mater, sostanza prima da cui sono
loro progetti didattici e domani nelle realizzazioni concrete. Con
formate le altre . Una materia di cui dobbiamo indagare natura e
l’esperienza diretta si migliorano le conoscenze acquisite durante
identità, elementi utili a descrivere carattere e fisionomia, rispetti-
le lezioni, i laboratori e i workshop, che negli spazi dell’archivio si
2
3
vamente di materie e materiali .
arrichiscono di nuovi stimoli.
Materia e materiali hanno un peso, un colore, a volte persino un
L’esperienza diretta fornisce agli studenti gli strumenti critici ne-
odore, ma gli studenti-progettisti quasi mai lo sanno. Impegnati
cessari a comprendere le connessioni che legano il progetto ar-
a disegnare linee che conformano spazi e volumi, racchiudono in
chitettonico alla sua realizzabilità costruttiva, per acquisire con-
pochi centimetri mondi sconosciuti, di cui rincorrono solo la su-
sapevolezza della complessità e dell’articolazione delle opzioni
perficie. Invece gli edifici sono fatti proprio di materia e materiali.
costruttive disponibili.
4
Un’architettura “di marmo” impiega la materia naturale, preventivamente sottoposta a lavorazioni, in forma artigianale o industria-
L’esperienza concreta del materiale e delle tecniche (di
lizzata, che la trasformano in materiale, cioè in prodotto realizzato
Francesca Guidolin)
in marmo come lastre, blocchi o pannelli, che avranno dimensioni,
“Avere un contatto, una percezione che va al di là dell’immagi-
pesi, consistenze e caratteristiche diverse.
ne visiva del foglio”, “toccare con mano l’elemento costruttivo”,
Quali sono i confini e quali i vincoli nella metamorfosi imposta
“capire cosa c’è in 30 cm di muro”: le risposte degli studenti alla
alla materia grezza per renderla utilizzabile e ottenere l’effetto
domanda “che cosa significa studiare tecnologia?”6 rende l’idea di
desiderato? Nel passaggio da materie a materiali alcune caratte-
come l’esperienza tattile e concreta dei materiali e dei sistemi co-
ristiche delle prime vengono mantenute, altre modificate, altre
struttivi rappresenti un bisogno reale e sentito, un atto propedeuti-
ancora sostituite da nuove.
co alla conoscenza della rappresentazione del dettaglio costruttivo
“Tra un profilato di acciaio e il ferro, in natura, non c’è una vera
che permette di contestualizzare segni grafici spesso altrimenti
relazione diretta: non riconosceremo mai il ferro del profilato dal
svuotati di significato, per chi ancora non ha avuto la possibilità
ferro come lo troviamo in natura. Tra un banco di travertino e
di accedere alla realtà del cantiere o della produzione industriale.
una lastra lucidata c’è una notevole differenza, sembrano due cose
In particolare, l’Archivio offre il supporto per la ricerca sui temi
10 OFFICINA*
02
dure di realizzazione di un sistema, facendo capo alle schede
tecniche dei prodotti di aziende presenti. In un momento in cui
il progressivo aumento della complessità tecnologica dell’archi-
l’esperienza diretta fornisce
agli studenti gli strumenti critici
necessari a comprendere
le connessioni che legano il
progetto architettonico alla sua
realizzabilità costruttiva
tettura deve confrontarsi con la qualità del progetto tecnologico
e con il vasto e vario mondo della produzione edilizia, la “didattica sul reale” è un primo spiraglio di apertura sul mondo della costruzione e della produzione edilizia e pertanto riveste un
ruolo importante per i curiosi dell’architettura realizzabile che,
in attesa di accedere al mondo del cantiere, vogliono conferire al
progetto una qualità fattiva.
Un database per “sfogliare” ArTec (di Adriana Casalin)
Tra gli strumenti che l’Archivio mette a disposizione degli utenti
va menzionato il database (materioteca.iuav.it) ≥ che permette di
consultare il materiale presente nella sede.
della tecnologia, del disegno industriale, della produzione edili-
Il database di ArTec è stato immaginato e realizzato come strumen-
zia e della costruzione dell’architettura.
to didattico, per consentire agli studenti un primo approccio a un
L’archivio dei materiali e dei prodotti edilizi di ArTec è a scaffale
settore commerciale molto vasto che “in superficie” si propone
aperto e raccoglie materiali e tecniche presenti nel mercato italia-
in modo generico e a volte poco chiaro, più che ai suoi contenu-
no; è costantemente aggiornato, grazie alla collaborazione delle
ti tecnici, che vanno ricercati nei siti aziendali con un maggiore
aziende del settore dei materiali da costruzione.
approfondimento.
Campioni di materiali, modelli in scala o di dimensioni reali e le in-
Per facilitarne la divulgazione e l’utilizzo da parte dell’utenza,
formazioni tecniche presenti in cataloghi e brochure permettono di
l’accesso al database non richiede autenticazione o registrazione.
avere un rapporto concreto e diretto con la costruzione: forme, di-
Quasi tutte le materioteche (non solo italiane ma anche estere)
mensioni reali, finiture superficiali, ma anche sistemi di assemblag-
hanno un indirizzo commerciale e offrono la consultazione degli
gio e di posa in opera, portando quindi alla realizzazione di un pro-
archivi on line a pagamento ma questo non è certo l’obiettivo di
getto architettonico maturo e consapevole, coniugando le istanze
ArTec, che cerca di stimolare la conoscenza dello studente verso i
della corretta composizione con quelle dell’effettiva realizzabilità.
materiali con ogni strumento disponibile.
In ArTec è possibile effettuare visite su appuntamento, in dupli-
Il database consente all’utente di effettuare una ricerca mirata,
ce modalità: in piccoli gruppi o singolarmente, a seconda delle
affinandola in fasi successive, sui prodotti e sui sistemi co-
esigenze di progetto e alle richieste da parte degli studenti. La
struttivi presenti fisicamente negli spazi dell’Archivio presso
visita permette di avere una panoramica sulle principali proce-
la sede dell’ex-cotonificio.
N.14 SET-OTT 2016 11
Le opzioni di ricerca sono due: si può avviare la consultazione sce-
03
gliendo l’elemento tecnico o il materiale desiderato. La suddivisione per elemento tecnico circoscrive il campo d’indagine alle parti
costituenti l’edificio (es. chiusure verticali, chiusure orizzontali,
partizioni, ecc.), mentre la suddivisione per materiale individua
direttamente la materia di cui è costituito il prodotto (es. legno,
acciaio, calcestruzzo, ecc.). Incrociando poi le due selezioni si può
restringere il campo di ricerca. Individuato il prodotto viene presentata una scheda riassuntiva con alcune caratteristiche tecniche
che si ritiene possano interessare maggiormente uno studente, eliminando quelle parti descrittive prevalentemente indirizzate alla
vendita (“il migliore”, “il più solido”, “la miglior prestazione”,
ecc.). Viene indicato il nome dell’azienda produttrice e proposto
il collegamento diretto al relativo sito web, dando la possibilità di
approfondire le informazioni direttamente alla fonte.
Lo sviluppo dell’applicativo è stato affidato al Laboratorio Informatico Iuav che ha utilizzato prodotti open-source cercando di favorire la massima divulgazione e fruibilità (nessuna limitazione di
browser o richiesta di installazioni software)7.
Attualmente il database non contiene ancora tutti i riferimenti ai
campioni e ai cataloghi presenti in ArTec, ma una selezione degli
stessi, che viene ampliata e aggiornata costantemente. ♦
12 OFFICINA*
il database consente all’utente
di effettuare una ricerca mirata,
affinandola in fasi successive, sui
prodotti e sui sistemi costruttivi
presenti fisicamente negli spazi
dell’archivio presso la sede
NOTE
1 - Moneo R., “La solitudine degli edifici”,
prolusione alla Harvard University, Massachusetts, del 9 Marzo 1985, in Casabella n. 666/1999, pp. 30-33.
2 - Lloyd Wright F.L., “Testamento”, Einaudi, Torino, 1963. Tit.orig., A Testament,
Horizon Press, New York, 1957.
3 - Espuelas F., “Madre Materia”, Christian
Marinotti, Milano, 2012.
4 - Tatano V. (a cura di), “Materiali naturartificiali. Tendenze innovative nel progetto
di architettura”, Officina, Roma, 2006.
5 - Purini F., “Dalle materie ai materiali. Natura e artificio in architettura”, Bari, 2007. ≥
6 - Estratto dal video “Come si studia la
Progettazione Tecnologica all’Università
Iuav di Venezia” di OFFICINA*. ≥
7 - L’architettura dell’applicativo è stata realizzata con un prodotto open source, chiamato WAMP, acronimo di Windows, Apache,
MySql e Php, che identificano rispettivamente il sistema operativo, il server web, il
database e, infine, il linguaggio di programmazione lato server. Altri linguaggi di programmazione utilizzati: HTML, CSS, AJAX.
BIBLIOGRAFIA
- Antonini E., Sinopoli N., Tatano V., “Rapporto
ArTec 2006. Sassi e terra, nonostante la chimica”, in “Costruire” n. 280, 2006, pp. 8-26.
- Antonini E., Sinopoli N., Tatano V., “Rapporto ArTec 2007. Il nuovo oltre i prodotti”
e “Andamento lento”, in “Costruire” n. 292,
2007, pp. 11-14 e 121-124.
- Antonini E., Sinopoli N., Tatano V., “Rapporto ArTec 2008. L’evoluzione dei primari”, in “Costruire” n. 304, 2007, pp. 11-16.
- Rossetti M., Tatano V., “Transparency”, in
“Ponte” n. 4, 2013, pp. 37-48.
- Rossetti M., Tatano V., “Green Surfaces”,
in “Ponte” n. 3, 2013, pp. 37-49.
- Rossetti M., Tatano V., “Smart Materials”, in “Ponte” n. 1, 2013, pp. 45-56.
- Rossetti M., Tatano V., “Refurbishment”,
in “Ponte” n. 2, 2014, pp. 45-58.
- Rossetti M., Barucco MA., Tatano V.,
“L’innovazione nell’edilizia”, in Barucco
MA., a cura di, “Durabilità. Longue durée”,
Aracne, Roma, 2014, pp. 112-118.
- Tatano V., a cura di, “Materiali naturartificiali. Tendenze innovative nel progetto di
architettura”, Officina, Roma, 2006.
IMMAGINI
Crediti: ArTec.
01 - ArTec: una scatola per gli attrezzi del
progetto.
02 - Alcuni materiali presenti in ArTec. Da
sinistra: pannello composito in policarbonato e acrilico, pannello alveolare in
policarbonato e vetrocamera con isolante
traslucido TIM.
03 - Incontro in ArTec con alcuni partecipanti del progetto “Klabs – Creating the
Network of Knowledge Labs for Sustainable and Resilient Environments”.
04 - Studenti in visita ad ArTec.
STAFF
Direttore scientifico: Valeria Tatano.
e-mail: [email protected]
Personale docente: MariaAntonia Barucco.
Responsabile tecnico: Adriana Casalin.
Collaboratori: Francesca Guidolin, Margherita
Ferrari (dottorande).
04
Laboratorio di
Cartografia e Gis
CIRCE - Laboratorio di Cartografia e Gis ≥
Università Iuav di Venezia
Tolentini, S. Croce 191, 30135 Venezia
e-mail: [email protected]
I
di Caterina Balletti
l Laboratorio di Cartografia e Gis ha una
lunga storia: nasce infatti dall’unione dei
Servizi documentali, del Laboratorio di
Cartografia e del Laboratorio di Informazione Territoriale che, assieme al Laboratorio di Fotogrammetria, costituivano il
Centro di servizi interdipartimentali di rilievo, cartografia ed elaborazione (CIRCE).
The Cartography and GIS Laboratory, active
since three decades within the Iuav University
of Venice, has always oriented and developed
its research and experimentation to the recovery
of data and cartographic heritage useful to the
knowledge of territory features and transformations in multidisciplinary aspects.
The cartography is investigated and applied
especially in its digital form, which allows to
store and organize spatial data in order to build the informational basis for the “Geographic
Information Systems”, a mature industry from
a methodological point of view, but that is still
growing.
Istituito nel 1985, in seguito all’unificazione e riorganizzazione dei
laboratori cartografici dipartimentali, al Centro di servizio interdipartimentale di cartografia (CICA) viene accorpato nel 1990, dopo
una ridefinizione istituzionale, il Laboratorio di Fotogrammetria
del Dipartimento di Storia dell’architettura, assumendo così la denominazione di Centro di servizio interdipartimentale di cartografia e fotogrammetria (CICAF). Per ultimo nel 1996, l’aggregazione
di parte del Centro di documentazione e calcolo porta alla definizione della nuova struttura tecnica e organizzativa accompagnata
dal nuovo nome.
Il CIRCE, con i suoi Laboratori, ha da sempre operato nel campo
della documentazione, con la finalità di acquisire, conservare, trattare, diffondere le informazioni e mettere a disposizione il patrimonio documentale per scopi esclusivamente di studio e di ricerca.
Inoltre, vengono svolte attività di elaborazione e di produzione
con l’utilizzo di avanzate e moderne tecnologie, anche per committenti esterni, nel campo della cartografia, della gestione informatica dei dati territoriali e del rilievo.
In particolare il Laboratorio di Cartografia e Gis ha da sempre
orientato e sviluppato la sua attività di ricerca e sperimentazione
al recupero del patrimonio informativo e cartografico utile alla conoscenza dei caratteri e delle trasformazioni del territorio nei suoi
aspetti multidisciplinari. La cartografia viene indagata e applicata
soprattutto nella sua forma numerica, che permette di memorizzare e
strutturare i dati territoriali con lo scopo di costruire le basi informa-
14 OFFICINA*
01
buendo materiali cartografici (attraverso la Cartoteca) e fornendo
un supporto informativo specializzato (utilizzando e distribuendo
Dati territoriali) capace di rispondere a un ampio spettro di esigen-
la cartografia viene indagata
nella sua forma numerica,
che permette di strutturare i
dati territoriali con lo scopo di
costruire le basi informative per
Sistemi Informativi Territoriali
ze espresse all’utenza tra le quali ricordiamo:
-- consulenza a docenti e studenti su questioni cartografiche soprattutto alle medie e grandi scale;
-- organizzazione e svolgimento delle esercitazioni per i corsi riguardanti temi cartografici e di rappresentazione;
-- progettazione di banche dati geografiche con accesso ai cataloghi on line del patrimonio cartografico;
-- corsi di perfezionamento e di istruzione, seminari, servizio di
reference, assistenza alle tesi di laurea (sperimentali) su argomenti di
rilievo urbano territoriale.
La Cartoteca
tive per “Sistemi Informativi Territoriali”, settore maturo dal punto di
La distribuzione della cartografia avviene attraverso la Cartoteca,
vista metodologico ma in continua evoluzione tecnica.
dove si conservano oltre 100.000 documenti a stampa e in digitale,
Il Laboratorio di Cartografia e Gis fornisce assistenza allo svol-
riferiti soprattutto al territorio nazionale, di diverse epoche e sca-
gimento dell’attività didattica, attraverso la preparazione e la di-
le di rappresentazione: carte geografiche, topografiche, tecniche,
stribuzione del patrimonio documentale, predisponendo i mate-
catastali, tematiche, fotografie aeree, immagini da satellite e rilievi
riali necessari, nonché mettendo a disposizione le competenze del
architettonici. La consultazione e il prestito sono riservati, esclu-
personale attraverso comunicazioni e dimostrazioni che utilizzano
sivamente per motivi di studio e di ricerca, a studenti, ricercatori
strumentazioni hardware e software. Svolge inoltre attività di suppor-
e docenti di qualsiasi ordine e grado. L’acquisizione di gran parte
to alla didattica dei corsi e alla preparazione di tesi di laurea, distri-
del patrimonio, anche in formato digitale, è stata possibile anche
N.14 SET-OTT 2016 15
02
grazie alla collaborazione con enti culturali (musei, archivi e biblio-
fico, aerofotografico, satellitare e di rilievo analogico e digitale di
teche) e agli accordi con gli enti produttori ufficiali.
provenienza diversa;
-- gestione di archivi analogici e digitali del materiale documentale;
I Dati territoriali
-- cooperazione con gli enti culturali e produttori ufficiali di docu-
Il Laboratorio di Cartografia e GIS fornisce all’utenza Dati terri-
mentazione per lo scambio di materiale e l’elaborazione di prodotti
toriali vettoriali e raster a copertura dell’ambito territoriale locale
di comune interesse;
e nazionale anche grazie a protocolli di intesa stipulati con gli enti
-- monitoraggio continuo sulla produzione e disponibilità di cartografia
produttori. In particolare i dati a disposizione sono:
digitale nei formati raster e vettoriale a scala urbana e territoriale;
-- DBGT - Database Geotopografico del Comune di Venezia. La
-- scansione, numerizzazione e georeferenziazione della cartografia, fi-
cartografia del Comune di Venezia è disponibile in formato vetto-
nalizzate allo scambio di materiale tra istituzioni ed enti produttori.
riale in scala 1:2.000 per tutto il territorio comunale ad eccezione
del centro storico di Venezia che è prodotto alla scala 1:500. È
Le attività svolte sono in particolare:
distribuita direttamente in formato shapefile o CAD;
-- acquisizione, archiviazione, trattamento, diffusione e distribu-
-- CTRN - Carta Tecnica Regionale Numerica, in scala 1:5.000,
zione informatizzata del patrimonio cartografico, fotografico, ae-
disponibile sia in formato vettoriale per essere utilizzata con stru-
rofotografico, satellitare e di rilievo, coordinamento con SBD dei
menti GIS, che in formato raster per costituire la base per la rap-
servizi all’utenza;
presentazione e lo studio del territorio;
-- cooperazione con gli enti culturali e produttori ufficiali di docu-
-- Cisis - Cartografia predisposta nell’ambito dell’accordo Stato-
mentazione per lo scambio di materiale e l’elaborazione di prodotti
Regioni “IntesaGIS”. Gli Strati Prioritari di interesse Nazionale
di comune interesse;
costituiscono il database “DBPrior10k”, prodotto a completa co-
-- produzione di carte speciali, tecniche, tematiche, ortofotocarte,
pertura nazionale in scala 1:10.000 dei seguenti livelli informativi:
fotopiani, trattamento di immagini da satellite e di dati statistici,
viabilità stradale, viabilità ferroviaria, idrografia, ambiti ammini-
costruzione di banche dati geografiche georeferenziate;
strativi, centri abitati;
-- progettazione e sviluppo, anche con tecnologia open source, di si-
-- immagini da satellite, riguardanti l’area del Veneto, con copertu-
stemi weboriented per la pubblicazione, ricerca e download del patri-
re diverse a seconda delle scene.
monio documentale;
-- realizzazione di Sistemi Informativi Geografici e WebGis;
Le competenze specifiche sono:
-- realizzazione di App, per Android e IOS, per la fruizione di in-
-- studio delle carte antiche e moderne, sia del supporto fisico sia
formazioni storico-urbane a partire da cartografie storiche.
del contenuto metrico, semantico e simbolico;
-- produzione di carte speciali, tecniche, tematiche, ortofotocarte,
Il laboratorio mette inoltre a disposizione alcuni posti per studenti
fotopiani storici e attuali;
che intendono svolgere il loro periodo di tirocinio sui temi legati
-- acquisizione, recupero, archiviazione, trattamento, diffusione e
alla cartografia e allo studio e rappresentazione del territorio attra-
distribuzione informatizzata del patrimonio cartografico, fotogra-
16 OFFICINA*
verso l’utilizzo di tecniche digitali. ♦
la distribuzione
della cartografia
avviene attraverso
la Cartoteca, dove
si conservano oltre
100.000 documenti a
stampa e in digitale
IMMAGINI
Crediti: CIRCE.
01 - L’App mAPPot di itinerari ebraici realizzata in collaborazione con CoopCulture.
02 - Il catalogo on line dei catasti storici.
03- La Cartoteca del laboratorio presso la
sede dei Tolentini.
STAFF
Direttore scientifico: Caterina Balletti.
e-mail: [email protected]
Responsabile tecnico: Francesco Contò.
Personale tecnico: Mauro Calzavara, Renato Gibin, Massimo Mazzanti, Stefania
Meggiato, Francesca Rizzi.
Collaboratori: Caterina Gottardi (assegnista).
N.14 SET-OTT 2016 17
03
Il laboratorio di
fotogrammetria CIRCE
CIRCE - Laboratorio di Fotogrammetria ≥
Università Iuav di Venezia
Tolentini, S. Croce 191, 30135 Venezia
e-mail: [email protected]
L
di Francesco Guerra e Luca Pilot
e discipline del rilevamento hanno affinato
nel corso del tempo le tecniche di acquisizione dei dati al passo con lo sviluppo tecnologico. Le attuali tecnologie elettroniche
e informatiche, strumenti della moderna
Geomatica, permettono di rilevare e rap-
presentare in maniera efficace oggetti tridimensionali a diverse
scale, dalle strutture architettoniche alle sculture fino ai reperti
The Laboratory of Photogrammetry has been
investigating different disciplinary aspects of
terrestrial surveying, following two complementary approaches. On one side, it develops
research methods, in order to improve and enhance its own initiatives both from a technical
and scientific point of view and as a support for
other disciplines. On the other side, it is also
engaged in the productive sector, focussing on
particular needs of external clients, both private
and public, through collaborations, consultations, assignments.
Today the focus is mainly based on digital photogrammetry, on the acquisition and processing
of point-clouds for the creation of 3D models,
on digital representation of architecture and territory and on 3D printing applied to Cultural
Heritage for its documentation, conservation
and valorisation.
archeologici, rispondendo a tutte le sfumature che il nostro ricco e
sfaccettato patrimonio presenta.
Proprio in questo contesto opera il laboratorio di fotogrammetria,
le cui attività principali sono legate a:
-- ricerca: finalizzata alla verifica delle procedure, al controllo delle
precisioni e al perfezionamento di programmi di elaborazione nel
settore del rilievo e della rappresentazione 3D, fotogrammetria digitale, integrazione delle tecniche di rilevamento per il rilievo architettonico, utilizzo di tecniche fotogrammetriche e cartografiche digitali nell’analisi e nella ricerca storica, rappresentazione informatizzata
dell’architettura, valutazione degli strumenti più recenti e innovativi
(GPS, laser scanning, ecc.);
-- attività di supporto alla didattica: corsi di perfezionamento
e di istruzione e aggiornamento, comunicazioni, seminari, dimostrazioni ed esercitazioni con strumentazione topografica e
fotogrammetrica, servizio di reference; assistenza a tesi di laurea
(sperimentali) su argomenti del rilievo e della rappresentazione,
assistenza a docenti e laureandi su problemi di rappresentazione
di oggetti rilevati, realizzazione di programmi per la didattica
(software RDF);
-- attività di rilevamento che abbraccia i campi della topografia, della
fotogrammetria e del rilievo diretto (committenza esterna o attività
di ricerca): rilievo topografico, monitoraggio di strutture monumentali, rilievo laser scanning, rilievo fotogrammetrico terrestre e da drone, restituzione fotogrammetrica ed editing grafico.
18 OFFICINA*
01
Attività di ricerca
raggiunti. A questo scopo, il sistema integrato di GoPro e Parrot/
Il laboratorio grazie al contributo collettivo di docenti, tecnici, dotto-
Phantom è stato utilizzato durante una campagna di rilievo nel sito
randi e assegnisti è impegnato su diversi fronti di ricerca. Negli ultimi
archeologico di Sepino, in Molise. Le nuvole di punti ottenute sono
anni i temi affrontati e sviluppati si sono concentrati sulle possibilità
state confrontate con quelle acquisite da sistemi più tradizionali,
del rilievo digitale da terra e da droni, nell’applicazione della foto-
come il laser scanner, attestando l’affidabilità metrica di elaborati,
grammetria multimmagine applicata a siti archeologici subacquei e
modelli e ortofoto, qualitativamente soddisfacenti.
sull’introduzione della stampa 3D nel settore dei beni cuturali.
Negli ultimi anni, lo sviluppo della fotogrammetria da drone ha apportato un incremento sostanziale delle applicazioni nel dominio del
Fotogrammetria digitale e droni
close range, riuscendo a combinare il rilievo fotogrammetrico aereo a
La ricerca si focalizza sull’analisi delle potenzialità di un sistema
quello terrestre. La crescita di soluzioni software per l’estrazione di
di fotogrammetria aerea del vicino accessibile sia in termini eco-
nuvole di punti da set di immagini non orientate ha ottenuto grande
nomici che in termini di semplicità d’uso. In particolare sono stati
attenzione non solo da parte della comunità scientifica geomatica,
oggetto di indagine la Go Pro Hero3 Black Edition1 e il Parrot
ma anche da utenti esterni al settore, quali gli archeologi. È facile
Ar.Drone 2.0 o Phantom3. Tali vettori aerei, realizzati a scopo lu-
intuire le ragioni del successo di tali sistemi che affiancano a una
dico, risultano economici e semplici da pilotare anche tramite ap-
buona qualità dei risultati, sia dal punto di vista metrico che da quel-
plicazioni installabili su tablet e smartphone. I limiti del sistema sono
lo qualitativo, la semplicità di utilizzo e l’accessibilità. La diffusione
essenzialmente due e sono legati a entrambi gli strumenti utilizzati.
di questi software ha trovato la sua fortuna anche nel costante aumen-
I fotogrammi acquisiti dalla GoPro, infatti, sono soggetti a una
to sul mercato di fotocamere commerciali a basso costo in grado di
forte distorsione e di conseguenza pongono numerosi problemi di
acquisire immagini di ottima qualità e ad alta risoluzione.
calibrazione. Il limite del vettore, invece, consiste nella difficoltà
di mantenere una configurazione di volo adeguata agli scopi foto-
Fotogrammetria subacquea
grammetrici in condizioni ambientali sfavorevoli. Obiettivo del-
Per quanto riguarda l’archeologia subacquea, si deve partire da una
la ricerca è analizzare quanto i limiti evidenziati possano influire
considerazione: l’avvento della fotografia digitale ha modificato le
sulla precisione del rilievo e sulla conseguente qualità dei risultati
tecniche di documentazione senza avere incidenza su quelle del ri-
N.14 SET-OTT 2016 19
02
03
lievo metrico. Il rilievo oggi ruota intorno all’acquisizione e al trat-
risultati ottimali proprio grazie al trasferimento tecnologico, dalla
tamento delle nuvole di punti. Come è noto queste sono generabili
computer graphics a quello della documentazione, dall’ingegneria in-
attraverso l’uso di strumenti laser scanner o attraverso applicazioni
dustriale a quello della conservazione e fruizione dei beni cuturali.
di fotogrammetria digitale multimmagine. Non essendo possibile
Da alcuni anni il laboratorio ha posto l’attenzione alle attuali tec-
l’utilizzo del laser scanner in acqua risulta l’unica scelta percorribile il
nologie per la stampa solida (digital fabrication) impiegate per la re-
ricorso alle tecniche fotogrammetriche multimmagine. La ricerca
alizzazione di copie fisiche, quindi “tangibili”, di modelli digitali
si propone di testare le tecniche fotogrammetriche digitali per il
tridimensionali virtuali.
rilievo subacqueo di siti di interesse archeologico. Lo scopo è quel-
Il processo di stampa 3D ha infatti gradualmente raggiunto dei livel-
lo di individuare e verificare le procedure operative e le precisioni
li di accuratezza che oggi possiamo definire soddisfacenti. Questo
ottenibili nella fotogrammetria subacquea di relitti o infrastrutture
è più evidente nel settore industriale (dall’industria manifatturiera
sommerse, per arrivare alla scrittura di una guida operativa al rilie-
a quella del design), ma anche in altri settori quali quello medicale,
vo archeologico subacqueo.
per la realizzazione, ad esempio, di protesi, e dei beni cuturali, qua-
La ricerca si articola in diverse fasi: raccolta bibliografica e raccol-
le elemento centrale per nuove forme di musealizzazione che per
ta di materiali (fotografia e disegni) relative al rilievo archeologico
il restauro e la conservazione del patrimonio culturale. Gli oggetti
subacqueo, con differenti tecniche sia di rilevamento che di rap-
fisici vengono realizzati, in tempi relativamente brevi e con costi spesso
presentazione; individuazione degli strumenti hardware e software per
contenuti, a partire da modelli numerici, con geometrie anche comples-
la fotogrammetria multimmagine subacquea, con la descrizione di
se, convertiti in G-code, ovvero nel linguaggio di programmazione usato
possibilità e difficoltà di ogni scelta; sperimentazione di diversi mo-
dalle macchine a controllo numerico (CNC). Questo linguaggio viene
delli di acquisizione multimmagine in acqua, in relazione alle carat-
utilizzato non solo dalle macchine che costruiscono gli oggetti mediante
teristiche del sito e alle caratteristiche delle fotocamere. Sono poi
fabbricazione sottrattiva (macchine laser, fresa a 3 o 4 assi, ecc.) ma an-
previsti test di diversi sistemi (software) di orientamento fotogramme-
che stampanti 3D che utilizzano la tecnica della fabbricazione additiva
trico e di creazione delle nuvole di punti. In questa fase sarà posta
(layer by layer). In particolare assistiamo alla riduzione delle dimensioni e
particolare attenzione alla definizione del sistema di riferimento, la
dei costi delle stampanti che ha dato un nuovo impulso a questa tecnolo-
cui materializzazione e misurazione risulta molto difficile in acqua e
gia, favorendone la diffusione. Le ultime esperienze di modellazione
di cui non esistono esperienze significative a cui guardare.
e stampa 3D hanno mostrato la necessità di introdurre una nuova
professionalità a supporto di archeologi, architetti, ingegneri, re-
Stampa 3D: stato dell’arte e prospettive future
stauratori e conservatori che richiedono l’utilizzo delle tecnologie
Negli ultimi anni lo sviluppo di tecnologie 3D applicate nel campo
digitali legate al rilievo strumentale, alla modellazione 3D e alla
dei beni cuturali ha portato a risultati di grande impatto sia dal
stampa solida. Si tratta di una professionalità trasversale ai conso-
punto di vista della conservazione, che della valorizzazione, della
lidati ambiti disciplinari che tradizionalmente si sono occupati di
trasmissione/comunicazione e della fruizione del nostro patrimo-
tali questioni. Bisognerà in conclusione ripensare e riconfigurare
nio. In particolare abbiamo assistito a molteplici esperienze dove,
queste attività che hanno come riferimento l’universo digitale nel
grazie all’integrazione tra campi di ricerca diversi, si sono ottenuti
20 OFFICINA*
quale quotidianamente ci muoviamo. ♦
le esperienze di
modellazione e
stampa 3D hanno
mostrato la necessità
di introdurre una
nuova professionalità
a supporto dei
professionisti
per l’utilizzo delle
tecnologie digitali
legate al rilievo
strumentale
NOTE
1 - La Go Pro Hero3 Black Edition è una
action camera che può acquisire fotogrammi a 12 MP.
IMMAGINI
Crediti: CIRCE.
01 - Acquisizione delle immagini da drone
sul sito di Sepino (Campobasso).
02 - Modello texturizzato dei blocchi di
marmo rilevati a Granitola (Trapani).
03- Fase del rilievo subacqueo dei blocchi
di marmo a Marzamemi (Siracusa).
04 - Alcuni degli strumenti del laboratorio
di fotogrammetria.
STAFF
Direttore scientifico: Fracesco Guerra.
e-mail: [email protected]
Responsabile tecnico: Luca Pilot.
Personale tecnico: Paolo Vernier.
Collaboratori: Martina Ballarin (assegnista),
Linda Condotta, Elisa Costa, Valeria Scocca
(dottorande).
N.14 SET-OTT 2016 21
04
Vent’anni di
sperimentazione
termofisica allo Iuav
Qualità dell’ambiente costruito ed efficienza energetica
FisTec - Laboratorio Fisica Tecnica
Ambientale ≥
Università Iuav di Venezia
via Torino 153/A, 30172 Venezia Mestre
e-mail: [email protected]
L
di Fabio Peron
a protezione del clima, l’efficienza energetica
risparmiando l’uso delle risorse e le crescenti esigenze d’isolamento acustico e termico
presentano sempre nuove sfide per la progettazione dell’ambiente costruito.
Il Laboratorio di Fisica Tecnica Ambientale è
stato fondato nel 1998 a partire dalla lunga esperienza sviluppata all’interno di Università Iuav dai docenti nel campo della Fisica dell’edificio
The Laboratory of Environmental Physics is
the place where students, researchers and professionals in design, construction and conservation
can find appropriate responses to the growing
demand for climate protection, energ y efficiency
and reduction in resources consumption.
The lab’s objective is to contribute to the realization of energ y-saving buildings using it in an
efficient way to offer inhabitants high quality
living and working conditions.
The main areas of action are energetics, thermo-physical, acoustics, lighting, analysis of the
materials life cycle, environmental analysis and
environmental control for the preservation of the
artistic and architectural heritage.
e dei materiali. Qui studenti, ricercatori e professionisti del progettare,
costruire e conservare possono incontrarsi per trovare risposte adeguate alla crescente complessità dell’architettura sostenibile. Infatti, da
una parte il Laboratorio costituisce uno strumento di supporto alle attività didattiche dei diversi corsi di laurea triennale e laurea magistrale
dell’Università Iuav di Venezia e fornisce gli strumenti per sviluppare
tesi di laurea e di dottorato di impronta sperimentale. Dall’altra, il Laboratorio è uno spazio per la ricerca, la sperimentazione e lo studio
di tecniche, componenti e materiali per il mondo delle costruzioni e
dell’ambiente costruito. Due parti che si coniugano nel sostegno che il
Laboratorio dà al master BEAM Processi Costruttivi Sostenibili dello Iuav,
fucina di specialisti formati negli ambiti strategici dell’efficienza energetica, della modellazione BIM (Building Information Modeling) e delle
valutazioni ambientali e prestazionali fortemente integrate all’interno
del processo edilizio.
Obiettivo del Laboratorio è contribuire alla realizzazione di edifici che
conservino e usino in maniera efficiente l’energia offrendo agli abitanti
condizioni di vita e lavoro di elevata qualità. Gli ambiti di azione sono
quelli dell’energetica, della termofisica, dell’acustica, dell’illuminotecnica, dell’analisi del ciclo di vita dei materiali, delle analisi ambientali e
del controllo ambientale per la conservazione dei beni artistici e architettonici. Le sue principali linee di azione sono le seguenti:
-- supporto alle aziende nelle attività di ricerca e sviluppo offrendo
la possibilità di caratterizzare e testare prodotti e materiali, verificandone le prestazioni;
22 OFFICINA*
01
-- assistenza tecnico-scientifica a enti pubblici e privati nell’ambito
della progettazione e della realizzazione di interventi ad alto grado
di complessità sia sul nuovo che sul costruito;
-- formazione: organizzazione di corsi e seminari; predisposizione
di materiale didattico.
Il Laboratorio di Fisica Tecnica Ambientale è iscritto all’albo dei
Laboratori di Ricerca del Ministero dell’Istruzione, dell’Università
e della Ricerca - MIUR e collabora con diversi istituti di ricerca e
laboratori di prova pubblici e privati tra i quali: LabAcus di Università di Padova, Stazione Sperimentale del Vetro di Murano, t 2i
l’esperienza pluriennale nel
settore e le attrezzature
disponibili permettono la
caratterizzazione secondo le
normative vigenti di materiali e
componenti da un punto di vista
termico, igrometrico e acustico
trasferimento tecnologico e innovazione (TV), CNR - Istituto di
Tecnica delle Costruzioni sede di Padova, Ricert di Malo (VI).
Esso promuove inoltre il trasferimento della ricerca applicata al
mondo della produzione e al mercato attraverso convenzioni e
agreement di ricerca e sviluppo in cui i partner sono imprese, studi di
progettazione ed enti pubblici. Vengono svolte attività di supporto
concernenti studi a carattere specialistico, formulazione di pareri
tecnici e scientifici, pareri su attività progettuali, studi di fattibilità,
assistenza tecnica e scientifica, nonché attività di coordinamento o
supervisione. L’esperienza pluriennale nel settore e le attrezzature
disponibili permettono la caratterizzazione secondo le normative
vigenti di materiali e componenti da un punto di vista termico,
igrometrico e acustico. È possibile inoltre la messa a punto di in-
N.14 SET-OTT 2016 23
02
03
dagini specifiche e set up sperimentali ad hoc secondo le esigenze.
ato di Iuav che ha svolto la tesi presso il Laboratorio. Sempre con
Tra le molte ricerche, in corso o concluse, a dimostrazione del
questa impresa di costruzione il Laboratorio ha siglato una con-
successo della sinergia fra imprese e Laboratorio, si colloca quella
venzione per monitorare le performance di una casa di cura da loro
svolta con “Il Quadrifoglio”, una piccola impresa della provincia di
realizzata, analizzando il modo reale di funzionare degli impianti
Treviso, produttrice di serramenti e sistemi di isolamento esterno.
per intervenire sui punti critici. Per definire un edificio “intelli-
L’azienda ha richiesto uno studio del sistema di montaggio dei ser-
gente” infatti, non basta controllare tutti gli impianti e accumulare
ramenti per determinare le soluzioni di miglior rendimento ener-
enormi quantità di dati ma bisogna sapere come interpretare le in-
getico che il Laboratorio ha realizzato attraverso prove in labora-
formazioni raccolte e integrarle tra loro.
torio e misure termografiche su loro installazioni. Con la stessa
Tra il 2011 e il 2014 nell’ambito del progetto Iuav_Lab1 l’Università
azienda e su un altro tema, il Laboratorio ha valutato la possibilità
Iuav ha potuto ampliare le dotazioni dei suoi laboratori pensando
di abbinare alla perlinatura in legno, richiesta per sistemi a cappot-
all’interazione con le imprese locali. Si sono acquisiti strumenti per
to da realizzare su edifici in montagna, un polimero che consen-
la caratterizzazione acustica e termica dei materiali, per la qualifi-
tisse maggiore durabilità e protezione dai ponti termici. La ricerca,
cazione meccanica e antisismica di strutture e per l’analisi di mate-
che ha dato esito positivo, ha stimolato così l’azienda a introdurre
riali antichi per la conservazione.
questa modifica tecnologica.
Dal 2010 al 2013 si è avuta una collaborazione proficua e ope-
Altro esempio, ora in corso, è la collaborazione con Cazzaro Co-
rativa con Confindustria Belluno Dolomiti e con Green Building
struzioni nata dalla partecipazione come relatore di Mauro Caz-
Council Italia che ha portato alla realizzazione per 3 edizioni di un
zaro a un master sulla progettazione sostenibile. Da quell’evento è
master di secondo livello in Processi Costruttivi Sostenibili.
nata un progetto finalizzato all’introduzione del BIM in azienda,
Aziende, professionisti e società di ingegneria hanno potuto parte-
con sperimentazione su un progetto e cantiere pilota. La partnership
cipare alle attività didattiche presentando le loro pratiche operative
è stata coinvolta in una serie di attività di formazione in azienda
e ospitando gli studenti per tirocini formativi.
sulla metodologia BIM e sulle opportunità correlate al settore delle
Il Laboratorio di Fisica Tecnica Ambientale dunque, può contribu-
costruzioni; in seguito è stata sviluppata la progettazione esecutiva
ire concretamente al miglioramento della prassi del progetto, della
di un edificio residenziale multipiano interamente con la tecnolo-
costruzione e della gestione degli edifici. Per questo mette a dispo-
gia BIM, quale supporto principale durante tutte le fasi di cantiere
sizione del territorio, delle imprese e dei professionisti la propria
e la contabilizzazione delle forniture.
esperienza e la propria strumentazione ed è pronto a sviluppare
Ulteriore ricaduta positiva frutto di questa cooperazione: per svol-
nuovi progetti e iniziative nel campo dell’energetica, della sosteni-
gere e sviluppare quest’attività Cazzaro S.r.l. ha assunto un laure-
bilità, della qualità dell’ambiente.
24 OFFICINA*
♦
NOTE
1- Piano strategico regionale per la ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico e
l’innovazione.
IMMAGINI
Crediti: FisTec.
01 - Doppia piastra (Hot Plate). È uno strumento di misura con il quale è possibile
determinare la conduttività termica e la
resistenza alla trasmissione del calore.
Può essere utilizzato per materiali da costruzione, isolamento, sistemi vetrati.
02 - Doppia camera con anello di guardia.
È un apparato di misura della trasmittanza termica in regime stazionario con il
quale è possibile determinare le proprietà
termiche di interi sistemi (come ad esempio pareti) o elementi singoli (serramenti
e infissi).
03 - Hot Disk. È uno strumento utilizzato
per analizzare le proprietà di trasporto
termico su campioni solidi, liquidi, polveri, paste e schiume di piccole dimensioni,
determinando contemporaneamente conduttività termica, diffusività termica e calore specifico del materiale.
04 - Mini turbina eolica ad asse verticale in
dotazione al Laboratorio.
STAFF
Direttore scientifico: Fabio Peron.
e-mail: [email protected]
Personale docente: Francesca Cappelletti, Antonio Carbonari, Piercarlo Romagnoni, Massimiliano Scarpa.
Personale tecnico: Mario Celebrin, Massimiliano De Bei, Michela De Maria.
Collaboratori: Tiziano Dalla Mora, Alessandro Righi, Paolo Ruggeri.
N.14 SET-OTT 2016 25
04
Il rapporto architetturainnovazione attraverso la
sperimentazione
Il processo deduttivo e induttivo per il design by testing in architettura
di Ivano Aldreghetti, Giosuè Boscato, Giorgio Costantini,
Alessandra Dal Cin, Silvia Ientile, Lorenzo Massaria,
Salvatore Russo, Vincenzo Scafuri, Italo Tofani
LabSCo - Laboratorio di Scienza delle
Costruzioni ≥
Università Iuav di Venezia
via Torino 153/A, 30172 Venezia Mestre
e-mail: [email protected]
L
a conoscenza in campo strutturale ha un
ruolo primario che assume aspetti diversi
a seconda della sua applicazione: dalla salvaguardia del patrimonio architettonico
alla progettazione di nuovi materiali e al
loro utilizzo nel progetto strutturale e/o
nel recupero dell’esistente.
L’intervento strutturale su un edificio esistente, qualunque sia il
The innovation in architecture is a delicate
and very often dangerous aspect if not handled
with consciousness and knowledge. The level of
knowledge is closely tied to the deductive and
inductive process that goes into a multifaceted
way through experimentation on materials, on
structural elements and complex systems.
The lab carries out researches and outside
projects on issues regarding Law 1086/71 and
tests leading to new patents. It is actively involved in quality control at companies manufacturing concrete and steel for reinforced concrete
and pre-stressed concrete in Italy and abroad.
LabSCo is currently a European leader in studies on full-scale structures.
LabSCo is one of the main references, at a national and international level, for testing on innovative materials, high performance concrete,
composites and pultruded GFRP profiles.
suo valore architettonico e/o storico, dipende dal grado di conoscenza della fabbrica, dalla sua evoluzione dall’origine allo stato
odierno, dai materiali e tecniche costruttive e dalla gerarchia delle
sue parti. In funzione del livello di conoscenza, opportuni livelli di
valutazione sono utilizzati per definire gli interventi di riparazione
e/o di miglioramento locale e globale. Oltre alla ricerca per via
documentale, sono indispensabili indagini sperimentali in laboratorio o in situ eseguite nel rispetto della fabbrica stessa.
Esempi recenti, condotti presso l’Università Iuav di Venezia, di
queste procedure integrate nel segno dell’architettura-innovazione, al servizio della conoscenza delle fabbriche storico-monumentali, sono le campagne diagnostico-conoscitive condotte a Venezia
a Palazzo Ducale, nel Ponte di Rialto e nella Biblioteca Marciana,
nonché per il teatro di Adria.
Dalla multiforme esigenza di sostenibilità, che ricomprende anche
la salvaguardia e il recupero del territorio e del patrimonio edilizio
diffuso, nasce la ricerca di nuovi materiali strutturali per la costruzione; tali materiali innovativi (ceramici, metallici, compositi polimerici), spesso provenienti da ambiti diversi da quello architettonico, si sviluppano grazie a processi chimici e tecnologici avanzati e
possono rispondere alle attuali esigenze della progettazione sostenibile. Rispetto ai materiali tradizionali dell’edilizia, essi forniscono
alte prestazioni in termini di resistenza, durabilità e leggerezza. Ad
oggi, l’approccio conoscitivo ai materiali di nuova generazione è supportato prevalentemente dalle validazioni ricavate dalle esperienze
26 OFFICINA*
01
di ricerca e dalle opere realizzate; ciò produce specifici strumenti
progettuali utili ai presenti e futuri professionisti dell’architettura.
La sperimentazione: dal materiale alla struttura
I materiali e le tecniche innovative contribuiscono al concetto di
sostenibilità della costruzione secondo i seguenti aspetti:
-- miglioramento delle prestazioni meccaniche;
-- ottimizzazione strutturale;
-- durabilità con abbattimento degli interventi di manutenzione;
la conoscenza dei materiali
di nuova generazione e delle
tecniche innovative contribuisce
alla sostenibilità della costruzione
-- riduzione dei tempi di produzione, di realizzazione/assemblaggio e di trasporto;
-- possibile autoriparazione che riduce la manutenzione ordinaria.
sario approfondire la conoscenza delle prestazioni ai diversi stati limite.
Tra i materiali strutturali innovativi, i compositi polimerici hanno tro-
Attraverso la sperimentazione è possibile definire le prestazioni mecca-
vato largo utilizzo nel campo delle nuove costruzioni e nel recupero
niche e tarare i coefficienti di sicurezza da adottare nella progettazione
strutturale. Il termine “composito” indica il materiale progettato e
strutturale. La sperimentazione viene condotta a varie scale, dal mate-
costituito da materiali con caratteristiche fisiche e meccaniche diverse
riale all’elemento fino ai sistemi strutturali. Nel percorso della cono-
e complementari, che permettono di soddisfare determinati requisiti
scenza, la sperimentazione deve essere condotta in parallelo all’approc-
definendo specifici campi di utilizzo. Oltre al singolo materiale, sempre
cio analitico e numerico. La correlazione di questi metodi permette la
più diffuso è l’utilizzo di tecnologie miste, che si fondano sulla colla-
simulazione del sistema reale per analizzare la risposta strutturale al
borazione di diversi materiali. I materiali innovativi generano nuovi
variare delle condizioni al contorno. Un recente e importante esempio
settori nell’architettura attraverso nuove concezioni strutturali, sia in-
è la progettazione, realizzazione e controllo della struttura temporanea
dipendenti sia in combinazione con i sistemi costruttivi convenzionali.
in profili di materiale composito fibro-rinforzato (FRP) per la chiesa di
Per capitalizzare al meglio le proprietà dei materiali innovativi è neces-
S. Maria Paganica a L’Aquila, colpita dal terremoto del 2009.
N.14 SET-OTT 2016 27
02
03
Materiali e tecnologie per la sicurezza strutturale
L’esperienza dei recenti terremoti catastrofici ha richiamato l’attenzione sulla sicurezza strutturale sia per la progettazione sismica delle nuove costruzioni sia per la riduzione del rischio sismico di strutture storiche. L’impiego in zona sismica è inoltre un punto di vista essenziale
nell’espressione delle potenzialità di materiali strutturali innovativi o
di tecnologie ibride composte da materiali tradizionali e innovativi.
Nella complessità di questi temi, fra i quali sono possibili nuove
interazioni, le discipline strutturali affrontano i punti chiave. Recenti esempi significativi di valutazione della sicurezza sismica di
strutture monumentali - individuazione dell’azione sismica del sito
di riferimento, scelta del livello di protezione sismica desiderato,
conoscenza del manufatto, adozione di un modello meccanico e
compatibilità di questo rispetto ai danni rilevati, valutazione ai fini
progettuali del rapporto fra accelerazione di collasso e accelerazione stimata e attesa nel sito - sono individuabili nelle ricerche Iuav
condotte per il MiBACT sul Teatro di Adria e sui Musei Statali di
Castel Sant’Elmo e della Certosa di Padula.
Inoltre, si segnala la sperimentazione dedicata alla dinamica
delle strutture in materiali innovativi - ambito ancora non esaustivamente indagato - nella quale Iuav-LabSCo è uno dei centri all’avanguardia grazie a una più che decennale esperienza di
campagne sperimentali su elementi, giunti e sistemi strutturali in
composito polimerico. ♦
28 OFFICINA*
la valutazione della sicurezza
strutturale attraverso la
sperimentazione costituisce un
requisito imprescindibile sia per
la progettazione sismica delle
nuove costruzioni sia per la
riduzione del rischio sismico di
strutture storiche
BIBLIOGRAFIA
- AA.VV., “ND tests for a first assessment
of mechanical behaviour of the stone-covered façades of Palazzo Ducale in Venice”, in “Proceedings of 12th International
Conference on Structural Repairs and
Maintenance of Heritage Architecture –
STREMAH”, Chianciano Terme, 5-7 Settembre, 2011.
- AA.VV., “Approach and methodology in
understanding the structural behaviour
of historic arch bridges through dynamic
monitoring: the case of Rialto bridge in
Venice”, in “Proceedings of 34th IABSE
Symposium on Large Structures and Infrastructures for Environmentally Constrained And Urbanised Areas”, Venice,
22-24 Settembre, 2010.
- Iuav-CaRiPaRo, contratto di ricerca, “Miglioramento sismico del Teatro di Adria,
monitoraggio esteso e analisi sul tema
della sicurezza sismica di strutture monumentali, service di monitoraggio di edifici storici”, 2013.
- Iuav-MiBACT, contratto di ricerca, “Verifica della sicurezza sismica dei Musei Statali. Applicazione ordinanza PCM
3274/2003 s.m.i. e della Direttiva PCM
12.10.2007”, 2014.
- Russo S., “Experimental and finite element analysis of a very large pultruded
FRP structure subjected to free vibration”,
in “Composite structures”, n. 94 (3), 2012.
IMMAGINI
Crediti: LabSCo.
01 - Prove sperimentali su materiali ed
elementi strutturali innovativi condotte in
laboratorio.
02, 03 - Monitoraggio a lungo termine del
Palazzo Ducale, Venezia.
04 - Monitoraggio a lungo termine della
Chiesa di Santa Maria del Suffragio a L’Aquila colpita dal terremoto del 2009.
STAFF
Direttore scientifico: Salvatore Russo.
e-mail: [email protected]
Personale docente: Emilio Meroi (Vice Direttore), Antonella Cecchi, Olimpia Mazzarella, Gianna Riva, J.Toby Mottram (University of Warwick, UK).
Responsabile tecnico: Lorenzo Massaria.
Personale tecnico: Ivano Aldreghetti, Giosuè Boscato, Giorgio Costantini, Vincenzo
Scafuri, Italo Tofani.
Collaboratori: Alessandra Dal Cin (Ph.D.),
Silvia Ientile (dottoranda).
N.14 SET-OTT 2016 29
04
LAMA e LabCoMaC
Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi e Laboratorio per la
Conservazione dei Materiali da Costruzione
LAMA - Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi ≥
LabCoMaC - Laboratorio per la Conservazione dei Materiali da Costruzione ≥
Università Iuav di Venezia
Palazzo Badoer, San Polo 2468/B,
30125 Venezia
e-mail: [email protected]
C
di Fabrizio Antonelli
reato nel 1994 su proposta di Lorenzo Lazzarini (ex docente Iuav), il LAMA - Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi
- svolge attività di ricerca, di supporto alla
didattica universitaria e di servizio per conto di enti terzi, pubblici e privati. Il diretto-
re scientifico del laboratorio è Fabrizio Antonelli, docente di Petro-
grafia Applicata e Georisorse minerarie e applicazioni minero-petrografiche
Established in 1994, LAMA - Laboratory
for Analysis of the Ancient Materials provides teaching and research facilities within Iuav
and also carries out projects commissioned from
outside the institute. The main areas of research
concern: the petrographic and chemical-physical
characterization of stones and lithoid materials (brick, mortar, plaster) used in buildings
of historical and artistic interest; the study of
the above-mentioned materials deterioration
and alteration phenomena; the archaeometric
studies designed to identify the provenance and
production/processing technologies of stone, ceramic and glass materials; the study of support
and preparatory layers, the identification of pigments and the stratigraphic study of paint in
wall paintings.
In September 2015 the LAMA activated a
new scientific section called Laboratory for
Conservation for Construction Materials LabCoMaC. Its main purpose is to conduct
research and testing in the field of conservation
and restoration of building materials used in
historical structures.
per l’ambiente e i beni culturali, rispettivamente presso i corsi di laurea
magistrale e triennale del Dipartimento di Architettura, Costruzione, Conservazione dell’Università Iuav di Venezia.
I principali settori di ricerca del laboratorio riguardano: la caratterizzazione chimico-fisica dei materiali lapidei (pietre e marmi),
litoidi (laterizi/terrecotte, malte, intonaci) e vitrei utilizzati in edifici di interesse storico-artistico, nonché la determinazione dei fenomeni di degrado, alterazione e biodeterioramento cui gli stessi
sono soggetti; gli studi archeometrici finalizzati alla definizione
della provenienza e della tecnologia di produzione e/o lavorazione
di manufatti lapidei, litoidi, ceramici e vitrei provenienti da scavi
archeologici o da collezioni museali; lo studio dei supporti e degli
strati preparatori, l’identificazione dei pigmenti e lo studio stratigrafico del colore dei dipinti murali.
Grazie al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e al
Programma Operativo Regionale (POR)1, nel settembre 2015 il
LAMA ha potuto attivare una nuova sezione scientifica denominata LabCoMaC - Laboratorio per la Conservazione dei Materiali
da Costruzione, che svolge attività di ricerca, sperimentazione e
di servizio per conto di terzi nel campo della conservazione e del
restauro dei materiali da costruzione in uso in edifici e manufatti
architettonici e archeologici d’interesse storico-artistico.
In particolare, i principali settori di ricerca della sezione scientifica
LabCoMaC riguardano: caratterizzazione, sperimentazione, messa
a punto e controllo (in laboratorio e in situ) di prodotti e metodi
30 OFFICINA*
01
per la conservazione di superfici dipinte e decorate e di superfici
quantità e la qualità del lavoro svolto dal laboratorio hanno riscon-
architettoniche realizzate con materiali lapidei, litoidi e vitrei; la
tro nelle numerose pubblicazioni scientifiche licenziate, a firma del
valutazione, mediante test di laboratorio e prove d’invecchiamen-
personale LAMA, da prestigiose riviste nazionali e internazionali.
to accelerato, dell’efficacia e durabilità dei trattamenti di pulitura,
Il lavoro e i temi di ricerca proposti e condotti dal LAMA sono
consolidamento e protezione dei materiali da costruzione, con par-
stati negli anni premiati con finanziamenti da parte del Consiglio
ticolare interesse nei riguardi dell’impiego e della formulazione di
Nazionale delle Ricerche, nel quadro del Progetto Beni culturali. In
nano-materiali; la valutazione e il controllo degli effetti indotti da
questo contesto, il Laboratorio ha condotto prima uno studio si-
materiali e tecniche di pulitura meccanica, fisica, chimica e biolo-
stematico dei più importanti marmi antichi (bianchi e colorati)
gica sui materiali lapidei e litoidi.
utilizzati nell’architettura e scultura di età classica, medievale e
Fin dalla sua creazione, il LAMA è impegnato in collaborazioni
rinascimentale del Mediterraneo e, successivamente, una ricerca
scientifiche permanenti con studiosi provenienti da enti di ricerca
volta a caratterizzare il mattone storico veneziano usato, nel corso
italiani e internazionali. Ad oggi esso riamane l’unico esempio di
dei secoli, nell’Arsenale e in altre fabbriche architettoniche della
laboratorio scientifico esistente in Italia in una scuola di architettu-
città lagunare.
ra che tratti di tutti gli aspetti connessi ai materiali lapidei e litoidi,
Il LAMA ha altresì partecipato a vari progetti internazionali, tra
sia da costruzione che decorativi, usati in antico.
cui: Let’s Care Method (Landscape Environment Assessment and Cultural
I progetti di ricerca già completati e in corso e, più in generale, la
Heritage Restoration) dedicato allo studio di una sezione del lithostro-
N.14 SET-OTT 2016 31
le principali aree
di ricerca verso
terzi del laboratorio
LAMA riguardano
la caratterizzazione
mineralogicopetrografica e
chimico-fisica di
pietre da costruzione
e decorazione,
nonché di materiali
litoidi utilizzati in
edifici di interesse
storico-artistico
02
32 OFFICINA*
03
ton della Basilica di S. Maria Assunta in Torcello; MEDISTONE
storisches Museum di Vienna - collezione dell’arciduca Ferdinando II
project: preservation of ancient MEDIterranean sites in terms of their or-
(committente: Kunsthistorisches Museum Vienna); Basilica di S. Pietro
namental and building STONE: from determining stone provenance to pro-
- Città del Vaticano (Impresa privata); Area archeologica di Persepoli,
posing conservation/restoration techniques (Volubilis, Morocco; Djemi-
Iran (committente: Dr. Maria Laurenzi Tabasso); Tempietto Longobar-
la, Algeria, Alexandria, Egypt) - Sesto Programma Quadro della
do di Cividale del Friuli (committente: Comune di Cividale del Friuli);
Commissione Europea 2; QuarryScapes Project: conservation of ancient
Statuaria greca e romana del Museo Archeologico Nazionale di Venezia
stone quarry landscapes in the Eastern Mediterranean - Sesto Programma
(committente: Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed
Quadro della Commissione Europea 3.
Etnoantropologico della città di Venezia); Palazzo Soranzo Van Axel,
Dal 1994 ad oggi il LAMA è stato responsabile dell’organizzazio-
Palazzo Donà della Madoneta, Palazzo Contarini del Bovolo, Chiesa dei
ne di numerosi convegni nazionali e internazionali4 su temi quali:
Frari, Chiesa di San Nicolo’ da Tolentino, Palazzo Foscari (isola della
l’identificazione e la caratterizzazione delle pietre da costruzione e
Giudecca) in Venezia, (committente: Soprintendenza per i beni architet-
decorazione utilizzate nell’antichità; l’esportazione e l’uso di cera-
tonici e paesaggistici di Venezia e laguna); Chiesa di S. Michele, cimitero
mica e vetro in arte e architettura; verifiche di autenticità di manu-
di Venezia (committente: Comune di Venezia); Fondazione Cini presso
fatti in pietra antica e ceramica; deterioramento e conservazione di
Isola di S. Giorgio Maggiore in Venezia (committente: Fond. G. Cini);
manufatti lapidei. Il Laboratorio è stato inoltre l’ente responsabile
Palazzo Santo Stefano in Padova (committente: Provincia di Padova).
dell’organizzazione e dello svolgimento di quattro edizioni del master International Course on the Technolog y of Stones Conservation (con il so-
Le dotazioni dei laboratori
stegno di UNESCO e ICCROM) e di due edizioni del Congresso
L’equipaggiamento del LAMA-LabCoMaC comprende, tra gli al-
Nazionale del Forum Italiano Calce (Venezia 2013; Pompei, 2015).
tri, i seguenti strumenti:
Per quanto riguarda l’attività di servizio verso terzi, il Laboratorio
-- microscopi polarizzatori dotati di fotocamera e luce ultravioletta
continua a porre la propria competenza scientifica e la sua stru-
per lo studio petrografico delle sezioni sottili;
mentazione di analisi a disposizione di istituti, enti e tecnici del
-- stereomicroscopi
settore (Soprintendenze, amministrazioni comunali, musei, impre-
ingrandimento;
se e professionisti operanti nel settore del restauro), fornendo il
-- un microscopio elettronico a scansione (SEM) per lo studio mor-
supporto scientifico necessario per la soluzione di vari problemi le-
fologico ad alto ingrandimento e risoluzione delle microstrutture
gati alla conservazione di materiali lapidei, litoidi, vitrei e pittorici.
di pietre, materiali litoidi, vetro e metalli. Il microscopio è dotato
Tra i lavori commissionati al LAMA nell’ultimo triennio si segna-
di una microsonda a dispersione di energia (EDS) che permette
per
lo
studio
morfologico
a
basso
lano, tra gli altri, quelli relativi ai materiali provenienti da: Palazzo
l’analisi chimica quali-quantitativa dei materiali inorganici;
Imperiale di Ostia (Soprintendenza speciale per i beni archeologici di
-- un micro-diffrattometro a raggi X per l’identificazione di
Roma); Statuaria greca e romana dello Art Institute of Chicago (com-
composti cristallini;
mittente: Art Institute of Chicago Greek and Roman galleries); Sculture
-- un porosimetro a intrusione di mercurio per la valutazione della
marmoree dello Skulpturen Sammlung Dresden (committente: Skulp-
porosità integrale aperta dei materiali e la distribuzione dei pori;
turen Sammlung Dresden); Gioielli in vetro del XVI secolo del Kunsthi-
-- un cromatografo ionico in fase liquida per l’analisi chimica qua-
N.14 SET-OTT 2016 33
04
litativa e quantitativa dei sali solubili;
-- uno spettrometro a infrarossi utilizzato per individuare eventuali sostanze organiche (ad es. contenute nei supporti pittorici e nei
trattamenti protettivi o consolidanti, antichi e moderni);
-- un Drilling Resistance Measurement System (DRMS), per la verifica della profondità di penetrazione nel materiale lapideo-litoide
di un consolidante e la misura del comportamento fisico dopo il
trattamento;
-- una camera climatica (Solar box/QUV Weatherometer Testing) per
test d’invecchiamento accelerato atti a simulare l’esposizione dei
materiali (inorganici e organici, naturali e sintetici) a diversi tipi di
agenti degradanti, quali temperatura, umidità e irraggiamento UV;
il LAMA possiede un archivio
unico di oltre 1.800 sezioni sottili
di campioni di cava di marmi e
pietre utilizzate nell’antichità,
provenienti dall’Asia Minore,
Egitto, Grecia, Italia
-- uno spettrofotometro UV-VIS/Colorimetro, per la valutazione
del colore di superfici mediante misurazioni colorimetriche;
-- un misuratore portatile della velocità di propagazione degli ultrasuoni, per la valutazione dello stato di conservazione di manufatti
miche quantitative puntuali mediante fluorescenza dei raggi-X su
lapideo-litoidi e per la verifica del miglioramento di questa proprie-
materiali lapidei, prodotti ceramici, pigmenti, ecc.
tà fisica in seguito a trattamento consolidante;
-- un laser impulsato con trasporto del fascio tramite fibra ottica e ma-
Il LAMA possiede anche un archivio unico di oltre 1.800 sezioni
nipolo a focale variabile, per interventi e/o test di pulitura controllata
sottili di campioni di cava di marmi e pietre utilizzate nell’anti-
di superfici lavorate e complesse quali sculture, manufatti lapidei di
chità, provenienti dall’Asia Minore, Egitto, Grecia, Italia, ecc. Gli
prestigio, affreschi, superfici pittoriche policrome e dorate, materiali
archivi contengono anche un simile numero di sezioni sottili di
metallici e legno. Lo strumento è disponibile per il noleggio;
ceramica antica e intonaci provenienti da scavi archeologici e mo-
-- uno spettrometro portatile XRF, per l’esecuzione di analisi chi-
34 OFFICINA*
numenti importanti. ♦
NOTE
1 - Obiettivo Competitività Regionale e Occupazione/Asse 3/Linea di intervento 3.2/
Azione 3.2.1 “Interventi a favore dell’innovazione e dell’economia della conoscenza
nel settore della cultura”.
2 - Research area: INCO-2003-B2.1 Materials, artifacts, monuments and sites: new
technologies and characterization.
3 - Research area: INCO-CT-2005-015416.
4 - Tra questi si segnalano: il 75th Congress of the Italian Society for the Mineralogy and Petrography (SIMP); la VI
Conference of the Italian Association for
the Study and Conservation of the Mosaic
(AISCOM); il VI International Conference
of the Association for the Study of Marble
and Other Stones in Antiquity (ASMOSIA).
IMMAGINI
Crediti: Fabrizio Antonelli.
01 - Determinazione dell'origine del marmo bianco impiegato nella scultura di epoca romana. A sinistra: (a) gruppo scultoreo di “Pan e Capra” dalla Villa dei Papiri,
Ercolano; (b) "Afrodite che si slaccia un
sandalo" (anche detta "Venere in Bikini"),
dalla Casa della Venere in Pompei. A destra: micrografie al microscopio polarizzatore in luce trasmessa e riflessa dei marmi
dei due gruppi scultorei di cui sopra. Lato
lungo delle immagini pari a 2.45 mm.
(A), ”Pan e Capra”, mosaico omeoblastico di
cristalli di calcite tipico del marmo di Luni/
Carrara; (B) “Venere in bikini”, mosaico eteroblastico di cristalli di calcite a contorni
prevalentemente curvi – marmo Pario lychnites, dalle cave di Stephani (Isola di Paros,
Cicladi); (B1) tracce di sandyx (pigmento a
base di ossido di piombo e ocra rossa) sulla
superficie della “Venere in bikini”.
02 - (A) Metaponto (MT): studio archeometrico delle pietre dell’Heraion (“Tavole Palatine”) e mappatura delle loro morfologie
di degrado. (B) La pietra di Piazza Armerina (EN): origine, caratteristiche fisicomeccaniche e degrado, con un esempio di
studio. (C) Progetto Shayzar: Studio di un
sito fortificato nel Bilad al-Sham (Siria):
caratterizzazione petrografica delle malte
e dei laterizi delle varie fasi edilizie.
03 - Campionamento della lunetta della
“Cappella Corner”, Basilica dei Frari, Venezia, per verifica trattamenti conservativi
del passato (A). Campionamento vetrata e
paramento lapideo della Sainte-Chapelle,
Parigi (B). Teatro Olimpico di Vicenza, studio dei pigmenti della scena lignea (C).
04 - Marettimo (Egadi), Castello di Punta Troia: distribuzione e mappatura delle differenti
tipologie di materiali da costruzione (a–d).
05 - Marettimo (Egadi), Castello di Punta
Troia: mappatura delle morfologie del degrado manifestate dai materiali da costruzione in opera (e–h).
STAFF
Direttore scientifico: Fabrizio Antonelli.
e-mail: [email protected]
Responsabile tecnico: Stefano Cancelliere.
Personale tecnico: Alberto Conventi, Floriana Majerle, Graziella Lentini.
Collaboratori: Elena Tesser (assegnista),
Lorenzo Lazzarini, Marco Verità (esperti
altamente qualificati).
05
Laboratorio LAR
Un Laboratorio di supporto al Progetto
LAR - Laboratorio di supporto al Progetto ≥
Università Iuav di Venezia
Magazzino 7, Dorsoduro 1827, 30123
Venezia
e-mail: [email protected]
I
di Giuseppe D’Acunto
l Laboratorio LAR, sorto nel 1992 e guidato
prima da Vittorio Spigai, poi da Franca Pittaluga e attualmente da Giuseppe D’Acunto
accettava, all’atto della sua fondazione, la sfida lanciata dall’emersione delle tecnologie di
rappresentazione digitale (allora ai suoi albo-
ri) nell’ambito del linguaggio architettonico, mostrando come fosse
necessario, per un Ateneo di punta come lo Iuav, dotarsi di un luogo
The LAR Laboratory was founded in 1992
under the leadership of Vittorio Spigai first,
then Franca Pittaluga and at present Giuseppe
D’Acunto. Over the time besides its original
function, specialized in the representation and
multimedia communication, they added also
the one dedicated to the execution of physical
models.
LAR develops academic research and external orders concerning the architectural and urban scale, organizes exhibitions and supports
events. Actually it is divided into three operational sections (CAD, Multimedia, Models) that
allow to support the project in every phase.
A specific section of the LAR Laboratory, called Landscape Information, is responsible for
matters concerning the representation and documentation of landscape while another research
area is related to the “Interactive and Digital
Systems for the Restitution and Protection of
Cultural Heritage” this is also the title of a
second level Iuav master of which LAR is the
headquarters.
in cui potesse esercitarsi con libertà la sperimentazione sul futuro
dei nuovi linguaggi espressivi in ambito progettuale (e non solo).
Alla sua originaria cellula specializzata nella sezione di rappresentazione e comunicazione multimediale si è aggiunta nel tempo quella
dedicata all’esecuzione dei modelli fisici.
In questi anni il LAR ha rappresentato un interessante e riuscito
esperimento laboratoriale in cui si sono fuse le istanze e le spinte
culturali provenienti dalle ricerche condotte dai docenti interni
all’Ateneo tutto e quelle ivi convergenti da realtà scientifiche e imprenditoriali presenti nel territorio veneto, creando utili sinergie
fra pubblico e privato e sortendo prodotti di alto profilo scientifico, oltre che estetico.
Il LAR elabora ricerche accademiche e commesse esterne concernenti la progettazione di scala architettonica e urbana, allestisce
esposizioni e supporta eventi. È articolato in tre sezioni operative
(CAD, Multimediale, Modelli) che permettono di assistere il progetto a scala architettonica e urbana, lungo tutto l’arco di attività e
le differenti esigenze di gestione degli esiti: dal disegno concettuale
alla rappresentazione realistica, dalla restituzione virtuale a quella
fisica, dall’animazione al filmato, dalla circolazione in web all’archiviazione complessa.
Supporta le iniziative culturali Iuav con la preparazione di materiali fisici o informatici per convegni e mostre: tavole, video, slides,
presentazioni, ipertesti, plastici, funzionali alle esposizioni tradizionali o alle più complesse presentazioni multimediali.
36 OFFICINA*
In particolare, la sezione multimediale si occupa di:
01
-- rappresentazioni dinamiche dell’architettura e della città e
del progetto attraverso la produzione di film, video d’animazione, presentazioni multimediali, authoring di video su DVD/
CD e Web, creazione di archivi interattivi, video, ipertesti,
pagine web;
-- produzione di materiale multimediali per la didattica
dell’architettura;
-- riprese e postproduzione audio/video digitale di eventi, seminari, convegni, lezioni.
La sezione modelli è invece specializzata nell’elaborazione di pla-
il LAR elabora ricerche
accademiche e commesse esterne
concernenti la progettazione di
scala architettonica e urbana,
allestisce esposizioni, supporta
eventi
stici architettonici o territoriali in scala, realizzazione di modelli
in legno, metallo, resine e materiali plastici.
I modelli sono tutti realizzati fondendo il metodo tradizionale
con quello informatizzato attraverso software specialistici di tipo
CAD/CAM ottimali alla restituzione di dettagli seriali o di minima dimensione.
Inoltre il LAR è impegnato in attività didattiche e formative
collaterali: workshop e fablab di modellazione digitale e stampa
3D, mettendo a disposizione di studenti, dottorandi e ricercatori una serie di strumentazioni per la realizzazione di modelli
fisici e per le attività di digitalizzazione attraverso servizi di
prototipazione, taglio automatizzato e ingegneria inversa.
N.14 SET-OTT 2016 37
02
Ma gli ambiti speculativi verso cui rivolgere l’attenzione del LAR
sono, naturalmente, plurimi: una sezione specifica del Laboratorio
LAR, denominata Landscape Information, si occupa delle questioni
relative alla rappresentazione e documentazione (virtuale e anche multimediale) del paesaggio inteso come parte di territorio
antropizzato, sia esso urbano che territoriale. Questo particolare
filone di ricerche è mirato alla sperimentazione di nuovi sistemi e
forme di rappresentazione che, avvalendosi delle moderne tecnologie, producono modelli capaci di esprimere, in modo dinamico e
completo, anche un particolare sistema paesaggistico dal carattere
la sezione Landscape Information
si occupa delle questioni
relative alla rappresentazione e
documentazione del paesaggio
estremamente complesso.
I modelli digitali LDM (Landskape Digital Model ), critici e interpretativi del brano di paesaggio analizzato, possono intendersi come
dei sistemi informatici flessibili e dinamici, implementabili e modificabili all’infinito e quindi adeguabili a qualunque alterazione
Le fasi operative sviluppate all’interno del laboratorio sono:
del dato analizzato nel tempo. I Landskape Digital Model prodotti
-- il rilievo digitale del manufatto;
all’interno del Laboratorio LAR si costituiscono come uno stru-
-- la sua archiviazione tramite un modello tridimensionale opportu-
mento di analisi e lettura del paesaggio estremamente utile sia agli
namente elaborato secondo i protocolli più diffusi per le ICT;
studenti e ricercatori Iuav ma anche, e soprattutto, agli operatori
-- la realizzazione delle eventuali integrazioni delle sue parti man-
del settore della pianificazione e nell’attuazione di specifiche poli-
canti sia digitalmente che mediante tecnologie CAD-CAM;
tiche di tutela e salvaguardia del territorio.
-- la sua valorizzazione critica tramite tecnologie immersive
Un altro ambito di ricerca e di didattica sul quale il LAR sta investen-
(3Dmapping, micromapping, realtà virtuale, realtà aumentata, olo-
do notevoli energie è relativo ai Sistemi Interattivi e Digitali per la Resti-
grammi, riprese 360).
tuzione e Tutela del Patrimonio Culturale, titolo anche di un omonimo
master di secondo livello Iuav di cui il LAR costituisce la sede opera-
Nell’ambito dei beni culturali, il LAR ha tessuto nell’ultimo anno
tiva. Gli obbiettivi di questo filone di ricerca sono quelli di impiegare
interessanti partnership con importanti aziende che operano nel
in modo critico le più avanzate tecnologie finalizzate alla lettura, al
campo del restauro e con le maggiori istituzioni culturali della
rilievo, alla digitalizzazione, alla tutela e alla valorizzazione degli ap-
città di Venezia che, inevitabilmente, si costituisce come un ecce-
parati architettonici e figurativi di elevato interesse storico-artistico.
zionale laboratorio urbano in cui sperimentare i temi della tutela,
Il progetto è strutturato a partire dalla consapevolezza che è ormai
della registrazione dati e della restituzione digitale, dei monu-
sempre più necessario tenere insieme competenze un tempo consi-
menti storici che sono il tesoro del nostro patrimonio e meritano
derate lontane fra loro, coniugando saperi, metodologie e capacità
di essere al centro di cure, attenzioni per la sua conservazione,
operative nel settore delle tecnologie digitali.
38 OFFICINA*
utilizzo e valorizzazione. ♦
03
IMMAGINI
Crediti: LAR.
01 - Progetto nuova sede Fondazione Vajont 9 ottobre 1963 e museo multimediale
- Longarone (BL) 2009. Ideazione Fondazione Vajont Progettista architetto Giorgio
Pradella. Modello in scala 1:100 realizzato
in legno massello scolpito di tiglio, acero
e resina. Convenzione con Fondazione Vajont. Esecuzione modello: Michele Ridolfi.
02 - Lanscape Digital Model della città di
Genova: analisi idrologica.
03 - Lanscape Digital Model della città di
Genova: analisi idrogeologica.
04- Basilica di San Pietro - Loggia dell’emiciclo sud, lavoro di ricerca per conto del
prof. Vitale Zanchettin, modello in scala
1:15 realizzato in legno massello di tiglio
assemblato unicamente con magneti.
Esecuzione modello: Michele Ridolfi per il
LAR – Laboratorio di supporto al progetto.
STAFF
Direttore scientifico: Giuseppe D’Acunto.
e-mail: [email protected]
Personale tecnico: Carlo Ferro, Michele
Ridolfi.
N.14 SET-OTT 2016 39
04
MeLa Media Lab Iuav
MeLa - Media Lab ≥
Università Iuav di Venezia
Palazzo Badoer, S. Polo 2468, 30125 Venezia
e-mail: [email protected]
I
di Malvina Borgherini
l MeLa Media Lab è una struttura che si occupa di ricerca, sperimentazione e sviluppo
nel campo dell’interazione multisensoriale
e delle nuove interfacce applicate alla rappresentazione e alla comunicazione dell’architettura e del design, dei prodotti cultu-
rali e delle arti visive e performative.
Più precisamente, alcuni dei temi di ricerca e degli ambiti di lavoro
The MeLa Media Lab deals with research, testing and development in the field of multisensory interaction and new interfaces applied to the
representation of architecture, design, cultural
and visual arts products.
Some of the MeLa research topics are: the relationship between arts, translatability by a
language code to another; migration and permanence of traces and their revision in design
thinking; the use of new technologies in dissemination of artistic and cultural heritage.
MeLa, born in 2008, has always sought to develop strong synergies with research institutions,
government and local administration, productive activities, convinced that only the sharing of
knowledge can lead to an improvement of the
community in which we live.
Currently the laboratory is divided into three
sections: MeLa.research, MeLa.learning and
MeLa.factory.
su cui si è cimentato in questi ultimi anni il laboratorio sono: la
questione del rapporto tra le arti, la traducibilità da una scrittura
a un’altra, da forme e sostanze dell’espressione in altre materie; la
migrazione, la permanenza di tracce e la loro rivisitazione nel pensiero progettuale; l’uso delle nuove tecnologie nella diffusione del
patrimonio artistico, scientifico e culturale o nella riorganizzazione dei sistemi produttivi.
Il MeLa, nato nel 2008 in concomitanza con la creazione allo Iuav
del Dipartimento della Ricerca, ha sempre considerato l’ambito di
ricerca attorno cui si è costituito – quel mondo della figurazione riferito in particolare all’architettura, al paesaggio, al design, caratterizzato da una secolare contrapposizione tra sapere tecnico-scientifico e pensiero umanistico – un terreno di incontro più che di
scontro; e allo stesso modo ha cercato di sviluppare solide sinergie
con enti di ricerca, organi di governo e di amministrazione del territorio, attività produttive pubbliche e private, nella convinzione
che solo la condivisione delle esperienze, dei saperi e delle criticità
possa portare a un miglioramento della comunità in cui viviamo.
Attualmente il laboratorio è suddiviso in tre sezioni – MeLa.research, MeLa.learning, MeLa.factory – per permettere una più efficace
organizzazione del lavoro e per dare all’esterno un quadro il più
possibile esaustivo della diverse attività in corso.
Tra i recenti progetti della sezione research ci sono due progetti europei: Theatrum Mundi. A journey through European performing arts, un
Creative Europe Culture attualmente in corso che vede coinvolti un
40 OFFICINA*
01
team di collettivi artistici (Maison d’Europe et d’Orient F, The-
Sempre nell’ambito della sezione resaerch, il MeLa ha negli ultimi
atro Tsi Zakynthos EL, DW-RS producties NL, International
anni organizzato alcuni seminari internazionali di studio tra cui:
Theatre Institute F) e uno di laboratori universitari (MeLa Me-
Photopaysage. Ce que la photographie fait au paysage. Rôle de la photographie
dia Lab Iuav e Art and Speech Laboratory, University of Athens
dans l’invention, la création et la transformation des paysages (2016), in col-
EL); e MIC. My Ideal City, un Seventh Framework Programme ultimato
laborazione con l’Institut des Texte et Manuscrits Modernes Paris,
nel 2011 cui hanno partecipato, oltre al MeLa Media Lab Iuav,
con l’École Nationale d’Architecture Paris-Belleville, con l’École
quattro musei della scienza (MUSE di Trento, Cienca Viva di
Nationale Supérieure de Paysage Versailles e con il Dipartimento
Lisbona, Experimentarium di Copenhagen e Bloomfield Scien-
Culture del Progetto); Immagini liminari. Corpi, stanze, paesaggi (2014);
ce Museum di Gerusalemme). Per Theatrum Mundi sarà realizzata
Il disegno del disegno. Una rete di laboratori dell’immagine (2011); Materia e
un’innovativa piattaforma multimediale, mentre per MIC è stato
corpo dell’immagine o della necessaria eteronomia della copia (2010). I temi
effettuato il coordinamento artistico dell’intero progetto – che
trattati nell’ambito di queste giornate di studio hanno contribuito
sperimentava l’uso di ambienti virtuali condivisi nell’ambito di
alla crescita di un proficuo dibattito interno al laboratorio, conflu-
un confronto pubblico sui temi della costruzione della città del
ito poi in una nuova collana editoriale (Corpi) nata dalla collabora-
prossimo futuro – nonché la realizzazione degli ambienti virtuali
zione con la casa editrice Quodlibet.
delle città di Trento e di Lisbona.
Tra le recenti attività della sezione learning, oltre al progetto eu-
Inoltre il MeLa sta partecipando alla valutazione di due PRIN
ropeo Tempus, INFOBC L’innovation dans la formation pour les bien
(L’immaginario urbano nel cinema, nella fotografia e nelle pratiche audiovisive
culturels: un nouveau curriculum euro-méditerranéen pour la préservation
in Italia dagli anni Sessanta ad oggi, responsabile nazionale: Rober-
des biens culturels – un progetto che si propone di mettere a punto
to De Gaetano, Università della Calabria - Dipartimento di Studi
e rendere attuativo un corso di studi riconosciuto dal Ministero
Umanistici, responsabile locale: Carmelo Marabello, Università
e dalle istituzioni internazionali competenti per la formazione
Iuav di Venezia - Dipartimento di Culture del Progetto; Topografia
delle figure professionali del restauratore e del soprintendente ai
dei Palazzi Vaticani nel Cinquecento: costruzione, funzione, decorazione, re-
beni culturali in Tunisia, cui partecipano, oltre all’équipe dell’U-
sponsabile nazionale e locale: Vitale Zanchettin, Università Iuav di
niversità di Urbino e del MeLa Media Lab dello Iuav, l’Ecole Na-
Venezia - Dipartimento di Costruzione dell’Architettura) .
tionale Supérieure d’Arts et Métiers Paris Tech, France; l’Univer-
1
N.14 SET-OTT 2016 41
02
sitat de Barcelona, Facultat de Bellas Artes, Espagne; UNIMED
Union des Universités de la Mediterranée, Italia; l’Institut des
Métiers du Patrimoine, Université de Tunis, Tunisie; l’Université
de la Manouba, Faculté des Arts et des Humanités, Tunisie; l’Université de Sousse, Institut Supérieur des Beaux-Arts, Tunisie;
l’Université de Gabés, Tunisie; l’Université de Sfax, Faculté des
Lettres et Sciences Humaines, Tunisie; l’Université Ezzitouna,
Tunisie; il Ministry of Higher Education and Scientific Research,
Tunisie – il MeLa propone anche la formazione specialistica con
il master Interactive Media for Interior Design, giunto nel 2016 alla sua
quarta edizione.
Il network di imprese ed enti interessati alle linee di ricerca espresse a partire dal 2008 all’interno del laboratorio, si è sviluppato
negli anni e ha dato vita a una serie di collaborazioni che hanno
permesso la fondazione della sezione factory del MeLa.
Si ricordano qui i progetti più recenti, tra cui: E-Biz: sviluppo di
il MeLa Media Lab è una
struttura che si occupa di
ricerca, sperimentazione
e sviluppo nel campo
dell’interazione
multisensoriale
e delle nuove interfacce
applicate alla rappresentazione
e alla comunicazione
applicazioni interattive per la comunicazione e la vendita di prodotti d’arredo e capi d’abbigliamento (2015-16) con Prismatech, Nuovi linguaggi
per la conoscenza e la diffusione del patrimonio culturale della villa veneta
(2014-15) con Istituto Regionale Ville Venete; Laboratorio Villari:
to dell’archivio digitale di Carlo Scarpa: messa in rete dei rilievi realizzati
nuovi strumenti e tecniche per la produzione di porcellane artistiche (2014)
in occasione dei restauri di alcune opere veneziane (2011-13) con il museo
con Villari; Memoria di un’architettura scomparsa: villa Soranza a Ca-
di Castelvecchio di Verona; H VEN LC3 un percorso dentro i disegni
stelfranco Veneto (2014) con il Museo di Castelvecchio di Verona in
di Le Corbusier per il nuovo ospedale di Venezia e FM VEN un percorso
occasione della mostra Paolo Veronese; L’illusione della realtà; Ap-
per la fondazione Masieri di Venezia (2011-12) con Archivi Generali;
plicazioni interattive per la comunicazione di prodotti d’arredo (2013-14)
Palladio library: mediateca e sistema comunicativo-informativo su Andrea
con Alf + Da Frè; Applicazioni di modellazione e prototipazione digitale
Palladio (2011-12) con il Centro Internazionale Studi di Architet-
per la produzione di porcellane artistiche (2013) con Villari; Ampliamen-
42 OFFICINA*
tura Andrea Palladio di Vicenza. ♦
NOTE
1 – Si segnala inoltre la partecipazione ai
seguenti PRIN: Prospettive Architettoniche: conservazione digitale, divulgazione
e studio (2014-16) e Geometria descrittiva
e rappresentazione digitale: interfacce
naturali per la genesi e lo sviluppo della
forma nel progetto degli artefatti (201012), responsabile nazionale: Riccardo
Migliari, Sapienza Università di Roma
- Facoltà di Architettura - Dipartimento
di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura; responsabile locale: Agostino De
Rosa, Università Iuav di Venezia, Dipartimento Culture del Progetto.
IMMAGINI
Crediti: MeLa.
01 - Progetto H VEN LC3, un percorso dentro i disegni di Le Corbusier per il nuovo
ospedale di Venezia.
02 - Screenshot del video Leonardo, l’uomo vitruviano: il Documento. ≥
03 - Il Museo Analogo: il Modello Esplorabile di Castelvecchio. ≥
STAFF
Direttore scientifico: Malvina Borgherini.
e-mail: [email protected]
Personale docente: Luciano Comacchio,
Emanuele Garbin, Enrico Pitozzi, Stefano Benfatto, Matteo Morassut.
Personale tecnico: Marco Gnesutta.
Collaboratori: Gianluca Asmundo, Rita El
Asmar, Alessandro Forlin.
N.14 SET-OTT 2016 43
03
PORTFOLIO
Scatti d’architettura
Il Laboratorio Fotografico Iuav
Lab-Fot - Laboratorio Fotografico ≥
Università Iuav di Venezia
Magazzino 7, Dorsoduro 1827, 30123 Venezia
e-mail: [email protected]
Umberto Ferro è il responsabile tecnico del Laboratorio Fotografico Iuav.
e-mail: [email protected]
I
di Umberto Ferro
l Laboratorio Fotografico è una realtà che
esiste all’Università Iuav di Venezia dal
1980. Nasce presso la sede storica dei Tolentini all’interno dell’ITTPE, Istituto di
Teoria e Tecnica della Progettazione Edilizia, per iniziativa del direttore prof. Lu-
ciano Semerani. Viene pensato come Laboratorio di supporto alla
didattica, alla ricerca e alle altre strutture dello Iuav.
Photo Lab exists at Iuav University of Venice
since 1980.
In 2009 the Photo Lab joins the Iuav Laboratory System, a structure that since 2008 joins
in a coordinated way the different Iuav laboratories, bringing together existing tools, technologies and skills.
Since 2003, the laboratory organizes photographic technique and visual culture courses
for the spaces representation at different scales,
having the intent of providing students with relevant knowledge in design, implementation and
use of photographs. The courses are part of the
training activities financed by the European Social Fund with professionalizing intent.
Nel 1996, con la fine dei restauri dell’ex cotonificio veneziano, il
laboratorio si sposta assieme al Dipartimento di Progettazione
Architettonica (naturale evoluzione del vecchio ITTPE) presso il
campus di S. Marta, andando a occupare uno spazio più adatto per
caratteristiche e dimensioni e più vicino ai nuovi luoghi della didattica. Nello stesso anno si introducono le prime tecnologie digitali
andando così a integrare quel processo appena iniziato che porterà la fotografia analogica (quella chimica, per intendersi) quasi
a scomparire a beneficio della “fotografia digitale”. Il laboratorio
oggi utilizza attrezzature all’avanguardia e dispone al suo interno
di competenze con alto grado di specializzazione.
Nel 2009, con la chiusura del Dipartimento di Progettazione Architettonica, il Laboratorio Fotografico entra a far parte del Sistema Laboratori Iuav, una struttura nata nel 2008 che accorpa in
modo coordinato i diversi laboratori già esistenti mettendo così
insieme strumenti, tecnologie e competenze.
Dal 2003 al 2008, tra le altre cose e in collaborazione con professionisti esterni, si organizzano corsi di tecniche fotografiche
e di cultura visiva per la rappresentazione di spazi alle diverse
scale, con l’intento di fornire agli allievi le conoscenze utili alla
progettazione, realizzazione e utilizzo di riprese fotografiche
volte alla rappresentazione dell’architettura, del paesaggio contemporaneo e dell’ambiente urbano.
I corsi fanno parte delle attività formative finanziate dal Fondo
Sociale Europeo con intenti professionalizzanti.
01
Le attività istituzionali svolte del laboratorio sono di:
-- collaborazione alla didattica con lezioni frontali e con la produzione di immagini per lezioni, pubblicazioni, seminari, workshop,
esposizioni;
-- supporto fotografico alle diverse unità di ricerca dell’Ateneo e
alle attività svolte da altre strutture Iuav come l’Archivio Progetti
e l’Ufficio Comunicazione;
-- realizzazione in esterni di immagini che descrivano il manufatto
dal punto di vista del rapporto con l’esistente e il suo linguaggio
architettonico, di campagne fotografiche documentative e di foto
di eventi organizzati dallo Iuav sul territorio;
-- realizzazione in interni di foto dove il modello tridimensionale
diventa il soggetto da rappresentare attraverso un’adeguata scelta
di punto di vista e di illuminazione, riproduzione di opere d’arte
e di materiale cartaceo utilizzando le tecniche più adeguate all’uso
richiesto.
Tutte le attività descritte vengono svolte in completa autonomia e
condivise con la comunità Iuav in uno spirito di reciproca collaborazione e le immagini realizzate, opportunamente elaborate in
digitale, vengono rese disponibili alla comunità scientifica. ♦
02
03
04
05
dal 2003 al 2008 sono stati organizzati corsi
di tecniche fotografiche e di cultura visiva
per la rappresentazione di spazi alle diverse
scale, con l’intento di fornire agli allievi le
conoscenze utili alla progettazione
06
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08
il laboratorio oggi utilizza
attrezzature all’avanguardia e
dispone al suo interno di competenze
con alto grado di specializzazione
10
09
IMMAGINI
01 - Scatto dell’interno del Laboratorio
Fotografico al Magazzino 7.
02 - La presentazione degli W.A.Ve. 2016
dedicati a Porto Marghera, con la visita del
sindaco di Venezia Brugnaro.
03/06 - Lavoro inedito del 2006 sulla tomba
Brion di Carlo Scarpa, in parte su pellicola
colore 6x9 e in parte in digitale.
07/11 - La Ex Sava di Fusina, “la fabbrica
che oggi non c’è più”, oggi, dopo anni di abbandono è stata definitivamente demolita.
Scatti digitali del 2006 mai pubblicati.
11
IN PRODUZIONE
Testare i materiali
per l’edilizia
La ricerca di laboratorio tra trasferimento tecnologico e innovazione
Alessandro Cibin è architetto e direttore tecnico del laboratorio prove fisiche e meccaniche di t 2i.
e-mail: [email protected]
D
di Alessandro Cibin
al 2014 è attivo a
perience e offre servizi per lo sviluppo nuovi
livello
regionale
prodotti secondo criteri di User Centered
il centro di ricer-
Design. Tra i principali campi di consulenza
ca t 2 i, frutto del-
rientrano quelli della web&interface usabili-
la
ty ossia del monitoraggio di ogni aspetto
collaborazione
delle
Camere
di
della interazione uomo-interfaccia, della
Commercio di Treviso, Belluno, Verona e
display&wayfinding, ossia il monitoraggio
Venezia-Rovigo e Delta Lagunare.
della percezione e dell’esplorazione di un
La missione di t i è rivolta al trasferimen-
ambiente e del advertising&packaging, ossia
to tecnologico e all’innovazione, affian-
del monitoraggio e analisi dell’impatto visi-
cando le aziende in processi di formazio-
vo di un prodotto o di un messaggio attra-
ne e crescita volti ad aumentarne la loro
verso gli occhi del consumatore.
2
The t2i research centre, a collaboration of the
Chambers of Commerce of Treviso, Belluno,
Verona and Venice-Rovigo and Delta Lagoon,
is active since 2014. The t2i mission aims to the
technological transfer and innovation, supporting companies in training and growth processes
to enhance their competitiveness.
Currently the laboratories belonging to t2i are
five. These include the physical and mechanical
testing laboratory that is one of the few Italian centres authorized to carry out laboratory
tests valid for the CE marking of construction
products. It performs testing both on site and in
laboratory, treating different types of material
or components like doors and windows, curtain
wall, interior wall systems, cladding systems,
flooring, furniture, etc.
competitività.
Nello specifico, i servizi offerti riguar-
Laboratorio Design e Prototipazione
dano: la consulenza nel settore della pro-
Il laboratorio ha lo scopo di aiutare le
prietà intellettuale con marchi, brevetti e
imprese a sviluppare prodotti innovativi
normative tecniche, servizi di supporto
riducendo costi e tempi di sviluppo gra-
per la ricerca, percorsi di formazione e or-
zie a metodologie e strumentazioni in-
ganizzazione aziendale, servizi per avvio
novative per la prototipazione, la realtà
di start up innovative e di incubatore, e in-
aumenta e le simulazioni sia fisiche che
fine, l’offerta tecnica di un vasto apparato
meccaniche.
di laboratori all’avanguardia per sostenere
la qualificazione e il riconoscimento dei
Laboratorio Chimico
prodotti nei mercati e per testare nuovi
Il laboratorio chimico, accreditato ACCRE-
prodotti in fase di realizzazione.
DIA LAB n.170, si occupa di analisi nel set-
Attualmente le strutture laboratoriali affe-
tore agroalimentare, enologico e cerealicolo.
renti a t 2 i sono cinque, suddivise per com-
In particolare il laboratorio è attivo nella cer-
pentenze e atività prevalenti.
tificazione DOC/DOCG, per l’intero territorio nazionale, e rilascia i relativi certificati
50 OFFICINA*
Laboratorio Ergonomia e User Experience
di analisi per l’esportazione, grazie all’auto-
Il laboratorio ha competenze chiave in abi-
rizzazione da parte del Ministero delle Poli-
to di ergonomia fisica, ergonomia cogniti-
tiche Agricole Alimentari e Forestali, che ne
va, metodologie di analisi usabilità e user ex-
attesta un servizio qualificato e riconosciuto.
LABORATORIO
PROVE FISICHE E
MECCANICHE
LABORATORIO
CHIMICO
LABORATORIO
DESIGN
E PROTOTIPAZIONE
LABORATORIO
ERGONOMIA E
USER ESPERIENCE
Marchi, Brevetti e
Normativa Tecnicca
LABORATORIO
METROLOGICO
Laboratori
di prova
Innovazione e
ricerca
Formazione e
organizzazione
Avvio StartUp e
incubatore
01
Laboratorio Metrologico
Il laboratorio metrologico è dotato di moderni sistemi di misura ed emette rapporti
di taratura per molteplici tipologie di strumenti. È una delle poche realtà presenti nel
territorio regionale a supporto delle imprese nell’affrontare le difficoltà e risolvere le
problematiche legate al monitoraggio e alla
misurazione del prodotto: dalla gestione
il laboratorio vanta numerose
collaborazioni con enti esterni
quali Università e centri di
ricerca
del parco strumenti, alle conferme metrologiche, al calcolo dell’incertezza di misura.
Laboratorio Prove Fisiche e Meccaniche
Il laboratorio prove fisiche e meccaniche è
uno dei pochi centri italiani abilitati a eseguire test di laboratorio validi ai fini della
marcatura CE nei prodotti da costruzione
(CPR – Regolamento UE 305/2011).
Esegue test sia in cantiere che in laboratorio, trattando diverse tipologie di materiale o
componente: serramenti, moduli di facciata
continua, sistemi di divisori interni, sistemi
di rivestimento, pavimenti, arredi, ecc.
Tra gli ambiti di maggiore interesse si segnalano i test sui sistemi di fissaggi performanti
per l’involucro edilizio - in particolare relativi alla posa in opera di serramenti e chiusure
finalizzate alla perfetta adesione con le parti
02
N.14 SET-OTT 2016 51
03
la missione di
t2i è rivolta al
trasferimento
tecnologico e
all’innovazione,
affiancando le
aziende in processi
di formazione e
crescita volti ad
aumentarne la loro
competitività
04
murarie - e l’ambito delle prove di reazione al
nali dei prodotti per l’edilizia e al contempo
del Parco Scientifico Galileo di Padova
fuoco su materiali edili e per l’arredamento.
l’introduzione di materiali nuovi e innova-
(SIL) e la Stazione sperimentale del Vetro.
Per tali test il laboratorio è autorizzato
tivi richiede, infatti, un continuo aggiorna-
Si segnala inoltre la partecipazione a nu-
dal Ministero dell’Interno all’esecuzione
mento dei test definiti per sistemi e prodot-
merose attività di ricerca svolte in colla-
delle prove ai fini di omologazione secon-
ti “tradizionali”. Tale lavoro, innovativo
borazione con l’Università Iuav di Ve-
do il D.M. 26 marzo 1985, per verifica-
e sperimentale, consente di avvicinare le
nezia e con il Sistema Laboratori Iuav a
re le classi di reazione al fuoco di pare-
aziende al mondo dei test sui prodotti,
dimostrazione di come la ricerca teorica e
ti e pavimenti esistenti in edifici, ai fini
migliorando la qualità e le prestazioni dei
quella applicata possano trovare una con-
dell’ottenimento del CPI (Certificazione
prodotti stessi, ma anche di individuare
nessione proprio nelle sperimentazioni di
Prevenzione Incendi).
dettagli normativi poco efficaci portando
laboratorio che si pongono quali strumen-
Negli ultimi anni il laboratorio prove fisi-
poi le esperienze maturate sui tavoli di re-
ti essenziali per lo sviluppo di ricerche e
che e meccaniche si è poi concentrato sulla
visione della normativa.
progettazione esecutiva di nuovi test per
Il laboratorio vanta numerose collabora-
sistemi di involucro edilizio (in particolare
zioni con enti esterni quali Università e
serramenti, facciate e partizioni interne). Il
centri di ricerca quali il Fraunhofer Insti-
continuo aumento delle richieste prestazio-
tute, la Rete dei Laboratori Universitari
52 OFFICINA*
prodotti innovativi. ♦
IMMAGINI
Crediti: Laboratorio CERT.
01 - Attività e organizzazione dei laboratori di t2i.
02- Prove di resistenza meccanica su serramenti.
03 - Prove sui materiali tessili.
04 - Prove di reazione al fuoco SBI - Single
Burning Item.
05 - Strumentazioni del laboratorio di metrologia.
AZIENDA
t2i - trasferimento tecnologico e innovazione
Via Roma 4
31020, Lancenigo di Villorba (Treviso)
[email protected]
www.t2i.it ≥
Laboratorio prove fisiche e meccaniche - CERT
Via Pezza Alta 34
31046, Rustignè di Oderzo (Treviso)
[email protected]
05
VOGLIO FARE L’ARCHITETTO
50 provini 10x10x10
Bologna centro storico
Andrea Babolin è dottore in Scienze
dell’architettura dell’Università Iuav di
Venezia, con la tesi di laurea sul recupero
del Castello del Catajo nei Colli Euganei.
e-mail: babolin.andrea @gmail.com
Claudia Zanella è dottoressa in Scienze
dell’architettura dell’Università Iuav di
Venezia, frequenta l’École Polytechnique
Fédérale de Losanna EPFL, Svizzera.
e-mail: [email protected]
The atelier of Sustainability treated the theme
of historical Italian centre. Bologna was the
place of our reflections. The project refers to the
rivers which still exist in the city but nowadays
are all covered and no longer visible.
The water and rivers space has become the
surface for car parks between the roads. The
aim of the project was just an action: bring to
light a segment of the Canale di Reno to create
new quality for the space along the river. To
emphasize the water’s presence, we construct a
new structure along the same containing new
facilities, for example markets with biological
products km 0. This building is made with
recycled concrete, composed by inert coming from
waste materials. So, the project has become a
study of the concrete composition.
Fifty tests were made in order to find the correct concrete for our construction. After that,
we were able to verify and compare ideas with
executions.
54 OFFICINA*
L
di Andrea Babolin e Claudia Zanella
a proposta di ripen-
splorazione di quali possibilità possono
sare i centri storici
aprirsi immaginando di riscoprire il Canale
italiani, di renderli
di Reno in quella zona di Bologna.
nuovamente fulcri
Lungo via Riva di Reno, infatti, si trova il
di attrazione delle
Canale interrato che al di sopra ospita un
attività commercia-
grande parcheggio, rendendo la sezione
li, ma anche della vita sociale delle persone
della strada sovrastante piuttosto ampia:
è stato il tema di partenza del laboratorio1.
circa 30 metri.
Il progetto si colloca nel centro storico di
Il Canale ha definito la forma della strada,
Bologna, una città che si mantiene ancora
tanto che le pieghe del tracciato del Canale
attrattiva per i suoi abitanti e per le persone
corrispondono oggi a incroci di più diret-
che la vivono. Per questo le nostre riflessio-
trici stradali sovrastanti facendo allargare
ni si sono concentrate in una zona margi-
notevolmente lo spazio quasi a definire
nale del centro, poco curata, ad ovest, vi-
delle piazze.
cino al limite disegnato dalle mura di cinta
Nella proposta progettuale sono proprio
medievali. È un’area ricostruita in tempi
questi i fulcri principali, dove sono stati
recenti, in cui la gran parte degli edifici si
immaginati tre luoghi di mercato volti a
discosta dalla tradizione storica e costrut-
valorizzare la presenza dell’acqua riportata
tiva bolognese.
alla luce, ma anche a ripensare agli spazi
Dal disegno del netto storico2 è emerso lo
pubblici di via Riva di Reno.
sviluppo del centro nelle epoche e nei di-
I prodotti alimentari che caratterizzano
versi anni fino ad oggi, dove coesistono
questi mercati saranno propri della cam-
parti più conservate ma anche quartieri
pagna bolognese per incentivare le aziende
“sventrati”, oggi ricostruiti. Tale operazio-
locali, proponendo punti vendita in cui le
ne ci ha consentito soprattutto di guardare
persone possono trovare prodotti di qualità
la trasformazione degli spazi aperti, di ri-
a km0, diversi da quelli presenti nei super-
conoscere e osservare l’articolato sistema di
mercati o nei negozi più comuni. I tre mer-
corsi d’acqua presenti a Bologna, un tempo
cati sono inoltre parte di un’unica struttura
luoghi centrali della vita collettiva, oggi in-
longitudinale capace di tenerli insieme a
vece del tutto invisibili perché quasi com-
costituire un intervento univoco.
pletamente interrati.
Il progetto architettonico è stato concepi-
Proprio da questo studio prende forma il
to ed esplorato di pari passo con lo studio
progetto. La proposta diviene dunque un’e-
del materiale della struttura e della pavi-
01
mentazione dei percorsi. Sin dall’inizio,
una lunga sequenza di prove di tonalità,
l’idea di progetto voleva essere chiaramente
granulometria degli inerti, percentuali dei
espressione di un unico gesto e intento; per
diversi componenti.
questo, anche il materiale doveva essere il
È dunque stato necessario confrontare le
medesimo nelle diverse parti del progetto.
idee teoriche con la messa in opera del ma-
Il calcestruzzo riciclato si è rivelato il mate-
teriale e con tutte le possibili varianti per
riale più adatto per questo tipo di interven-
arrivare a definire al meglio la miscela di
to: riciclato poiché costituito oltre che da
calcestruzzo riciclato. Per questo sono stati
acqua, cemento, sabbia e ghiaia, anche da
eseguiti 50 diversi provini di calcestruzzo
inerti derivanti da materiali di scarto (late-
delle dimensioni di 10x10x10 cm a fine di
rizio e pietra) recuperati in alcuni centri di
sondare tutte le possibilità cromatiche e
raccolta della provincia di Bologna.
granulometriche attuabili.
La pratica progettuale si è così concentrata sul progetto del materiale, riservando
Metodologia di realizzazione dei provini
un’attenzione particolare alla composizio-
Preparazione dell’impasto: utilizzando un
ne del calcestruzzo riciclato, definita dopo
secchio come recipiente sono stati versati
la proposta
diviene dunque
un’esplorazione
di quali possibilità
possono aprirsi
immaginando di
riscoprire il Canale
di Reno
02
N.14 SET-OTT 2016 55
03
è divenuto un progetto
sul materiale, in cui
è stata riservata
un’attenzione
particolare alla
composizione del
calcestruzzo riciclato
07
56 OFFICINA*
04
i singoli componenti; sono stati miscelati
Miscelati assieme i vari componenti, il cal-
a secco tra di loro utilizzando un trapano
cestruzzo è stato posato su una superficie
con apposita frusta ed è stata aggiunta metà
rigida, compattato con una cazzuola; la
dell’acqua prestabilita. È stata poi effet-
superficie è stata poi bagnata con una spu-
tuata un’ultima miscelatura. In alcuni casi
gna inzuppata d’acqua e infine asciugata.
la quantità d’acqua prestabilita non è stata
Questa operazione, ripetuta più volte, ha
sufficiente a causa del forte assorbimen-
fatto emergere i diversi inerti aggiunti
to da parte degli inerti in laterizio; è stata
alla soluzione di acqua, cemento e ossido
quindi aggiunta un’ulteriore dose d’acqua.
di ferro preparata in precedenza. Ciò ha
Prove di tonalità: sono state effettuate una
permesso una prima scelta degli inerti da
serie di prove, con base cemento bianco
utilizzare per la realizzazione della serie di
o grigio 325 e aggiunta di ossidi di ferro
provini 10x10x12 cm.
di colore giallo, rosso o marrone. Una
Getto nei casseri: sono stati costruiti dei
volta miscelati i componenti, una picco-
casseri in polistirolo della dimensione di
la quantità è stata posata su un mattone
12x12x12 cm e spessore 2,5 cm per conte-
di laterizio per valutarne la cromia dopo
nere un provino di calcestruzzo 10x10x12
l’asciugatura.
cm. Le singole pareti dei casseri sono state
Prove con inerti e ossidi: individuate le
fissate tra di loro utilizzando viti filettate
tonalità del calcestruzzo che si voleva ot-
ed elastici per impedire lo “spanciamento”
tenere con gli ossidi, sono stati aggiunti
delle pareti durante l’inserimento del ma-
alcuni inerti di diversa granulometria
teriale liquido. Una volta gettato il compo-
per trovare la proporzione migliore
sto all’interno del cassero, con un chiodo è
tra matrice cemetizia e inerte. Gli
stata fatta aderire la miscela alle pareti per
inerti utilizzati sono stati i se-
eliminare l’aria in eccesso, minimizzando
guenti: polvere di pietra di Vero-
così la formazione di bolle d’aria all’inter-
na, polvere di pietra di Asiago, graniglia
no del getto che avrebbero comportato
di varia granulometria, laterizio di recu-
una riduzione delle caratteristiche mecca-
pero frantumato.
niche del calcestruzzo.
05
Taglio dei provini: dopo 24 ore dal getto
del calcestruzzo il provino è stato levato
dal cassero e fatto asciugare per qualche
giorno per poi essere tagliato sul lato superiore di 2 cm. Questa operazione è servita per far emergere la composizione del
cemento, gli inerti grossi e quelli più fini.
Infine, tutte le superfici sono state rifinite
con delle carte abrasive fini per esaltare la
composizione del calcestruzzo.
Queste sperimentazioni, compiute in parallelo allo sviluppo del progetto architettonico, hanno consentito di verificare
continuamente le idee teoriche con la materia concreta, contribuendo ad affinare le
scelte di progetto.
La struttura architettonica assume imponenza e uniformità grazie al calcestruzzo,
rifinito in maniera diversa nelle strutture
e nelle pavimentazioni dei percorsi. La
possibilità di provare più volte a realizzare
e catalogare dei provini in calcestruzzo,
come accade in cantiere, ha consentito di
apprezzare da vicino il materiale, esplorandone i comportamenti, gli effetti e le
differenze cromatiche e di composizione,
prefigurando così l’esito finale immaginato per il progetto architettonico.
06
N.14 SET-OTT 2016 57
Elenco dei materiali utilizzati
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
08
Cemento: utilizzato come legante idraulico di
due colori, grigio e bianco, e di tre tipi, cemento 325 (normale), 425, 525 (alta resistenza).
Sabbia a base silicea di varia granulometria:
sabbia fine 1/4 - 1/8 mm, sabbia grossolana
1 - 1/2 mm.
Ghiaia di due tipi: tonda e spigolosa, di diversa granulometria: ghiaia fine 4 - 8 mm,
ghiaia media 8 - 16 mm.
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
impiegati per perfezionare la tonalità del
colore del calcestruzzo nelle prove. In genere tutti gli ossidi non garantiscono la
durata del colore nel tempo. Per questo
motivo si è preferito utilizzarli in modesta
quantità.
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
Ossidi di ferro: giallo, rosso e marrone,
Laterizio: derivante da scarti di costruzione
e demolizione, recuperato in eco-centri limitrofi alla zona di progetto.
Pietra rossa: recuperata dagli scarti delle lavorazioni in cava, setacciata per ottenere varie granulometrie. Ha caratteristiche meccaniche simili alla ghiaia e per questo motivo è
stata sostituita a una parte di essa. ♦
09
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
58 OFFICINA*
NOTE
1 - Questo lavoro si è svolto durante l’atelier di sostenibilità ambientale della
Magistrale Iuav nell’Anno Accademico
2015-2016 portato avanti dai prof. Benno
Albrecht, Composizione architettonica
e urbana, Massimo Rossetti, Tecnologia
dell’architettura, e Massimiliano Scarpa,
Fisica tecnica ambientale.
2 - Il netto storico è l’operazione con cui
si mettono a confronto mappe storiche
con carte geografiche attuali dei centri
cittadini per riconoscere le parti storiche
rimaste integre rispetto a quelle costruite
in tempi più recenti.
IMMAGINI
Crediti: Andrea Babolin e Claudia Zanella.
01 - Disegno della zona di progetto con i
principali luoghi di aggregazione.
02, 05 - Sezioni trasversali di progetto
lungo via Riva di Reno.
03/04 - Fasi preparatorie per la realizzazione dei provini: scelta dei materiali (cemento, ossidi, inerti); miscela degli inerti
con il cemento e l’ossido; realizzazione dei
provini 10x10x10 cm con le varie miscele.
06 - Sezione di alcuni dei provini realizzati.
07 - Verifica del colore posando una piccola
quantità dell’impasto su un blocco di laterizio.
08 - Vista del progetto verso la facciata
est della chiesa di Santa Maria Della Visitazione al ponte delle Lame.
09 - Dettaglio costruttivo. 1- Calcestruzzo
strutturale 25cm; 2- Isolamento 120 mm,
EPS; 3- Rivestimento interno in fibrocemento sp.25 mm; 4- Massetto con rete
metallica 60 mm; 5- Pavimento in gres 20
mm; 6- Giunto elastico sp. 10 mm; 7- Tubi in
pvc per impianti; 8- Lastra in acciaio sp. 10
mm; 9- Isolante ad alta densità, EPS; 10Rompi goccia; 11- Copertura in lamiera 1
mm; 12- Barriera al vapore; 13- Massetto
di pendenza 2% in calcestruzzo armato sp.
8 cm; 14- Scossalina in rame; 15- Canale
di gronda; 16- Strato di malta 20 mm; 17Guaina impermeabile sp. 2 mm; 18- Telaio
in acciaio per il rivestimento interno; 19Vetro esterno sp. 10 mm; 20- Vetro interno
sp.10 mm; 21- Vetrocamera sp. 16 mm; 22Profilo di battuta dell’anta; 23- Sigillatura
con silicone; 24- Infisso in alluminio; 25Illuminazione a led.
10 - Vista del progetto dai portici di Bologna.
BIBLIOGRAFIA
- Albrecht B., Magrin A., “Esportare il centro storico”, Guaraldi, Rimini, 2015.
- Andriani C., “Le forme del cemento - sostenibilità”, Gangemi Editore, Roma, 2012.
- Kind-Barkauskas F., “Concrete Construction Manual”, Birkhäuser Edition Detail, Basilea, 2002.
- Faresin A. (a cura di), “Architettura in
calcestruzzo. Soluzioni innovative e sostenibilità”, Utet, Torino, 2012.
- Gaventa S. (a cura di), “Concrete design”,
Mitchell Beazley, Londra, 2001.
- Grim F., Richarz C. (a cura di), “Atlante
del Fribrocemento”, Utet, Torino, 2008.
10
IMMERSIONE
Che suono fa il
vostro prodotto?
Dalle composizioni sperimentali di John Cage alla ricerca della
sonorità ideale: i materiali al servizio del sound design
di Doriana Dal Palù
Doriana Dal Palù è Ph.D. in Innovazione Tecnologica per l’Ambiente Costruito, borsista di ricerca e collaboratore
alla didattica presso il DAD – Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino.
e-mail: [email protected]
This contribution deals with the theme of sound
design, as well as the support provided by material libraries such as MATto, the material
library of Politecnico di Torino, to designers and
firms in this context.
A first overview on the theoretical research on
soundscape by John Cage will introduce the
main topic of everyday sounds design. The research opportunity offered by MATto will be
disclosed as well as the SounBe tool and method
developed and adopted by Politecnico di Torino design researchers in order to “sound” and
verbally categorize different material samples
and foods. The main key points of the SounBe
database will be outlined, such as the presence
of materials indexed by sound descriptors, and
several applications of sound design in the industrial field will be sketched.
Finally, the topic of the responsibility for the
soundscape generation will be discussed and
the role of the designers in this context will be
pointed out.
60 OFFICINA*
agosto 1952: in una
che si ha del prodotto stesso o ne anticipa le
sala da concerti di
aspettative. Quante volte capita di ascoltare
Woodstock,
New
un suono ed essere immediatamente cata-
pianista
pultati in un mondo di sensazioni familiari,
David Tudor si esi-
più o meno positive? Il trapano del vicino
bisce in 4’33’’, forse
ci riporta all’ultima dolorosa seduta di cure
la più nota composizione sperimentale del
dal dentista, lo spettatore seduto dietro di
teorico musicale John Cage. Nei 273 se-
noi al cinema apre un pacchetto di patatine
condi della performance non viene prodotta
e in noi cresce l’appetito. Solo negli ultimi
una sola nota musicale, si genera invece
anni i designer e le realtà produttive hanno
in modo completamente spontaneo una
iniziato a prendere in considerazione il va-
composizione apparentemente muta ma in
lore di questa componente invisibile, sco-
realtà incredibilmente rumorosa di suoni
prendo che, in effetti, può essere trattata
ambientali dati dalla presenza del musici-
esattamente come una dimensione di pro-
sta, del pubblico, dei tecnici, degli oggetti
getto, come un requisito di prodotto, solo
in sala. Opera di denuncia? Certamente, ma
con le dovute attenzioni.
anche un coraggioso invito ad “ascoltare il
Al Politecnico di Torino l’approccio multi-
mondo che ci circonda”. Le nostre attivi-
sensoriale al progetto è un tema di parti-
tà quotidiane sono infatti costantemente
colare interesse per ricercatori e designer.
accompagnate da suoni, tanto da poter
A supporto della progettazione di questi
affermare di vivere immersi nel soundscape,
aspetti, la materioteca del Dipartimento di
un paesaggio sonoro eterogeneo fatto di
Architettura e Design MATto ≥ si occupa
allarmi, beep, ma anche e soprattutto di suo-
da anni di raccolta, catalogazione e studio
ni meccanici generati dall’interazione fra i
dei materiali più innovativi sul mercato,
materiali, le forme degli oggetti e le azio-
approfondendo dalle caratteristiche tradi-
ni che mettono in moto il sistema sonoro.
zionalmente prese in considerazione nel
Raramente però questi suoni sono frutto di
progetto come i processi di lavorazione
un processo progettuale consapevole, con
del materiale, il peso, le proprietà mecca-
il conseguente risultato di vivere in un pasti-
niche, alle caratteristiche sensoriali oggi di
che di stimoli acustici oggi sempre crescen-
grande interesse nella ricerca della qualità
te. Occorre inoltre considerare che il suono
globale percepita. I campioni dei materiali
di un prodotto veicola un messaggio, susci-
raccolti vengono quindi studiati dal punto
ta delle emozioni, completa la percezione
di vista visivo, olfattivo, tattile ma anche
York,
il
01
sonoro, un criterio di archiviazione piut-
pione, ovvero con determinate caratteristiche
tosto raro nelle materioteche del mondo.
geometrico-dimensionali, e viene sollecitato
Per fare ciò, i ricercatori di MATto hanno
secondo delle gestualità normalizzate e ripe-
sviluppato SounBe , uno strumento e una
tibili. Il risultato finale di questo lavoro spe-
metodologia di analisi e classificazione bre-
rimentale è la creazione di una banca dati in
vettati che consentono di sollecitare ad hoc
costante crescita grazie alla quale il designer
i campioni di materiali al fine di produrre
può esplorare l’universo sonoro ascoltando
il suono e, successivamente, descrivere gli
suoni generati da diversi campioni di materiali
stimoli così ottenuti adottando le tecniche
suddivisi in forme di presentazione (pannel-
dell’analisi sensoriale. Un gruppo di “degu-
li, pellicole e fogli, schiume e espansi, tessu-
statori”, ovvero dei giudici guidati nell’utilizzo
ti, griglie e reti, granulati e polveri, gel, ecc.),
delle tecniche sensoriali descrittive, attribuirà
confrontandoli, leggendo fra le righe come
una piccola serie di descrittori scelti a ciascun
questi materiali siano stati percepiti dai giu-
suono, in modo tale da poter classificare og-
dici sensoriali, quali aggettivi abbiano meglio
gettivamente le qualità percepite del suono di
descritto le loro qualità sonore, ma anche ef-
un materiale, che si presenta in forma di cam-
fettuando delle ricerche per descrittore chiave.
1
la sperimentazione
è stata estesa
al mondo del
cibo, considerato
concettualmente al
pari di un materiale
di progetto
N.14 SET-OTT 2016 61
02
Volendo quindi addentrarsi nella ricerca del
suono “perfetto” oggi non è più necessario vagare per le città a caccia di ispirazioni
come avrebbe fatto Jean-Baptiste Grenouille de Il profumo per il senso dell’olfatto,
o Palmiro Péaquin, naso valdostano specializzato nella ricerca del profumo dei tessuti ≥:
i ricercatori hanno già operato in questa
direzione catalogando materiali e suoni
in chiave qualitativa, fornendo cioè delle
risposte a misura del design. Esplorando
03
nel database di MATto si potranno trovare
ielliera torinese Mattioli, una serie di colla-
questo archivio scopriremo quindi che la-
suoni generati da biscotti, tavolette di cioc-
ne con pendagli sagomati come gocce d’ar-
stre più o meno sottili dello stesso materiale
colato e alghe giapponesi in un vortice di
gento che tintinnano a ogni movimento, in
producono sonorità differenti, troveremo
consistenze, forme e gestualità di volta in
linea con l’identità sonora generata dall’an-
materiali polimerici che, se sollecitati, tin-
volta differenti e applicabili al progetto.
tica tradizione italiana dei sonagli che le ba-
tinnano come un metallo, vetri trasparen-
L’attenzione verso il suono da parte dei de-
lie indossavano per intrattenere i neonati.
ti come un quarzo puro e sonori come un
signer e dei ricercatori anticipa il crescente
Ma l’aspetto sonoro ha, in alcuni casi, in-
cristallo pur non contenendo piombo, film
desiderio delle aziende di cavalcare questo
ciso invece negativamente sul gradimento
in biopolimero fruscianti come la seta, ma
aspetto del design a favore del marketing
dei prodotti da parte del consumatore. Ne
non solo. La sperimentazione è stata estesa
sensoriale, e il progetto esperienziale ne è
è un esempio il caso delle confezioni degli
al mondo del cibo, considerato concettual-
un’immediata risposta. Sono sempre più
snack “Sun Chips” di Frito Lay: l’azienda
mente al pari di un materiale di progetto e,
frequenti quindi i progetti di prodotti, co-
ha dovuto rapidamente ritirare dal mercato
per il quale, gli aspetti sensoriali e in parti-
municazione e servizi che sfruttano la so-
un packaging in materiale biodegradabile re-
colar modo quello sonoro giocano un ruolo
norità del prodotto o del materiale stesso
centemente introdotto in quanto giudicato
fondamentale. E se ad Oxford si è studiato
come elemento identitario ≥. Ne sono un
troppo sonoro dai propri consumatori e,
il suono perfetto per patatine e non solo ≥,
esempio “Le Chiacchiere” dell’azienda gio-
per questo, fastidioso.
62 OFFICINA*
04
le nostre attività quotidiane sono costantemente
accompagnate da suoni, tanto da poter affermare
di vivere immersi nel soundscape, un paesaggio
sonoro eterogeneo fatto di allarmi, beep, ma
anche e soprattutto di suoni meccanici
N.14 SET-OTT 2016 63
05
il suono di un prodotto veicola
un messaggio, suscita delle
emozioni, completa la percezione
che si ha del prodotto stesso
Appare quindi chiaro come il suono del
prodotto concorra a rendere la percezione del prodotto stesso più appagante ed
esclusiva in alcuni casi, e altrettanto critica
e discutibile in altri. Se è vero che queste
opportunità possono offrire dei vantaggi
in termini di marketing e di identità del prodotto e dell’azienda, è altrettanto vero che
la stessa modulabilità del progetto sonoro
concorre ad arricchire la già complessa
giungla di suoni nella quale viviamo.
Chiudiamo quindi con un interrogativo
provocatorio preso in prestito da uno degli
scritti di Murray Schafer, teorico canadese
autore delle più note ricerche sul paesaggio
sonoro: “il soundscape del mondo nel quale viviamo è una composizione deliberata di suoni sulla quale non abbiamo nessun controllo,
oppure noi ne siamo gli autori e gli esecutori
e, pertanto, i responsabili di attribuirgli una
configurazione ed un’estetica?”2.
Noi designer siamo pronti a riconoscere
questa responsabilità, accettiamo la sfida. ♦
64 OFFICINA*
IMMAGINI
01 - Un’applicazione del vetro Sonoro Superiore SON.hyx®, sviluppato dall’Accademia Luigi Bormioli. Questo vetro hightech, senza piombo né altri metalli pesanti,
presenta elevate prestazioni chimiche,
meccaniche e ottiche, oltre che sonorità
qualitativamente comparabili a quelle di un
cristallo grazie alla struttura che amplifica
il suono. Essendo perfettamente trasparente, l’utilizzo di questo vetro nei calici
da degustazione garantisce una resa del
colore del vino al 99,99%. Proprio l’accentuata sonorità potrebbe offrire uno spunto
progettuale di interesse per bicchieri nuovi
in grado di intonare un brindisi quasi musicale. Crediti: Bormioli Luigi S.p.A.
02 - Alcuni dei materiali appartenenti a famiglie materiche e forme di presentazione
differenti, catalogati in MATto, la Materioteca del Politecnico di Torino. Crediti: Paulo Miranda.
03 - Esempio di ricerca per confrontare il
comportamento sonoro di due materiali
differenti, sottoposti alla stessa sollecitazione. Il tipo di indicazioni fornite in
merito al suono del campione potrebbero
ad esempio supportare la scelta di un materiale particolarmente appropriato per la
creazione di stoviglie per locali pubblici.
04 - Dopo alcune prove mirate a ricreare
la sonorità perfetta per questi gioielli con
materiali differenti, l’azienda Mattioli ha
scelto l’argento per realizzare i sonagli
della serie “Le Chiacchiere”, gioielli ispirati alla tradizione italiana dei pendagli
sonori che le balie utilizzavano per intrattenere i neonati. Crediti: Mattioli S.p.A.
05 - Campagna pubblicitaria “Every image
has a sound” realizzata con poster sonori
interattivi in materiali differenti (lamiera,
carta da lucido, pluriball) progettati dall’agenzia pubblicitaria brasiliana DM9DDB
per Saxsofunny, un’azienda di sound design che si occupa da oltre vent’anni di
progettazione dell’accompagnamento sonoro di spot pubblicitari, jingle, colonne
sonore di film e cortometraggi. Crediti:
Ddb Brasil for Saxsofunny, 2009.
06 - Panoramica di alcune delle possibili
occasioni di progettazione di un suono: dalle interazioni dirette con l’uomo, come nel
caso di oggetti sollecitati direttamente dalle
nostre mani o dal nostro corpo (un mouse
che scorre su una superficie di una scrivania, un bicchiere accartocciato, un cucchiaino in una tazzina, un packaging, un vestito)
alle interazioni naturali ma pur sempre sonore (un tessuto che sventola, una goccia
d’acqua su un tetto).
Crediti: Doriana Dal Palù.
NOTE
1 - De Giorgi C., Astolfi A., Buiatti E., Lerma B., Arato F., Dal Palù D., “SounBe: metodo e strumento per l’analisi sensoriale
acustica dei materiali”, IT TO20110089,
Politecnico di Torino, Torino, 2011.
2 - Schafer R. M., “The soundscape: our sonic environment and the tuning of the world”,
Destiny Books, Rochester, Vermont, 1977.
BIBLIOGRAFIA
- Bandini Buti L., Bisson M., Boeri C., Gellini
G., Zingale S., “Progetto&Multisensorialità.
Come gli oggetti sono e come ci appaiono”,
FrancoAngeli, Milano, 2010.
- Bonami F. (a cura di), “Silence. Listen to
the Show”, Mondadori Electa, Milano, 2007.
- Bull M., Back L. (a cura di), “Paesaggi
sonori. Musica, voci, rumori: l’universo
dell’ascolto”, il Saggiatore, Milano, 2008.
- Ferreri M., Scarzella P., “Oggetti sonori.
La dimensione invisibile del design”, Electa, Milano, 2009.
- Hekkert P., Schifferstein H. N. J. (a cura
di), “Product Experience”, Elsevier Science, Amsterdam, 2007.
- Laughlin Z., Howes P., “The Sound and Taste of Materials”, in E. Karana, O. Pedgley,
V. Rognoli (a cura di), “Materials experience:
fundamentals of materials and design”, Butterworth-Heinemann, Oxford, 2013, pp. 39-49.
- Lerma B., Dal Palù D., “Materials (and products) sensoriality: can perceptive evaluations strengthen the meta-design phase?”,
in “ELISAVA TdD”, n. 32, 2016, pp. 48-61.
- Lerma B., De Giorgi C., Allione C., “Design e materiali. Sensorialità_sostenibilità_progetto”, FrancoAngeli, Milano, 2011.
- Lyon R. H., “Designing for product sound
quality”, Marcel Dekker, New York, 2000.
- Norman D., “Emotional design: why we
love (or hate) everyday things”, Basic Books, New York, 2004.
- Norman D., “Usare i suoni come significanti”, in D. Norman, “La caffettiera del masochista. Il design degli oggetti quotidiani”,
Giunti Editore, Firenze, 2015, pp. 178-183.
- Schafer R. M., “The soundscape: our sonic
environment and the tuning of the world”,
Destiny Books, Rochester, Vermont, 1977.
LINK UTILI
- MATto, la Materioteca del Politecnico di
Torino ≥
- Palmiro Péaquin, il naso dei tessuti ≥
- Il suono progettato nel mondo del cibo ≥
- Esempi di suono identitario di prodotto ≥
06
BIM NOTES
Curtain Wall & COBie:
quale soluzione?
Applicabilità dello standard inglese BS1192-4 ai sistemi di facciata continua
Michele Carradori ha svolto attività di
ricerca presso Permasteelisa Spa & Università degli Studi di Padova.
e-mail: [email protected] BIS-lab, Gruppo Contec
Christian Florian è BIM Manager presso
Permasteelisa S.p.a.
e-mail: [email protected]
Since the publication of the Government Construction Strateg y in May 2011, the United
Kingdom has started a BIM implementation
process which aimed to achieve a “fully collaborative 3D BIM” on all central procurement projects by 2016. In particular, one of the expected
requirements is COBie, a standard for the
transmission of information useful for facility
management. This article focuses on the implementation of COBie for curtain walls, which is
required in UK even if it is not expected by the
original American specification of the standard.
The issues that arise when considering the
contents – i.e. the specific pieces of information that should be transmitted - and the data
structure, lead to the conclusion that COBie
is not a good solution in order to properly
exchange information needed to manage and
maintain curtain walls.
The research work that generated this result led
also to the development of a contribution presented at the European Conference on Product
and Process Modelling (ECPPM 2016), held
in Cyprus on Sep, 7-9 2016.
66 OFFICINA*
L
di Michele Carradori e Christian Florian
a pubblicazione del-
Al pari di muri, pilastri ed altri elementi, i
la Government Con-
sistemi di facciata continua non sono inclusi
struction Strateg y nel
nella lista di prodotti le cui informazioni pos-
maggio 2011 segna,
sono o devono essere trasmesse attraverso
nel Regno Unito, un
COBie. Il curtain wall, infatti, è escluso dalla
punto di svolta per
versione originale americana dello standard2.
l’industria delle costruzioni. L’obbligo di
Data però la presenza di un British Stan-
raggiungere entro il 2016 il cosiddetto “fully
dard che richiede COBie in generale e la
collaborative 3D BIM (Building Information Mo-
richiesta da parte della committenza di
deling)” per tutti i progetti pubblici, richiede
COBie per i sistemi di facciata continua,
agli attori del processo edilizio di adottare
la ricerca ha inteso indagare e verificare
un nuovo processo e nuovi strumenti.
comunque una possibile via per applicare
Parte integrante dei requisiti imposti dal
COBie al mondo del curtain wall.
Governo britannico è l’utilizzo dello standard COBie (Construction Operations Building
Premesse alla ricerca: cos’è COBie?
information exchange) per lo scambio delle
COBie è uno standard americano e, come
informazioni .
l’acronimo suggerisce, si occupa di trasferire
A partire da questo requisito, nel 2015 Perma-
in maniera standardizzata ed esaustiva l’in-
1
steelisa ha intrapreso un percorso di ricerca
formazione tra le fasi di Design, Construction
che ha avuto come tema COBie applicato ai
e Operation, cioè da chi progetta e costruisce
sistemi di facciata continua. Anche attraverso
un’opera a chi si occupa della sua gestione.
la collaborazione con l’Università di Pado-
Esso pertanto viene principalmente utilizza-
va, in particolare nell’ambito del progetto di
to nell’ambito del Facility Management 3.
tesi di Michele Carradori e Michele Scotton,
Considerando il formato interoperabile
è maturata una più profonda conoscenza di
IFC (Industry Foundation Classes), COBie si
COBie e dello standard BS 1192-4:2014. Inol-
configura come una sua Model View Defini-
tre, è stato possibile analizzare diverse moda-
tion (MVD), ovvero quel sottoinsieme del
lità con cui le informazioni possono essere
patrimonio informativo di IFC volto a con-
strutturate in un modello BIM ed estratte da
sentire un efficiente gestione dell’edificio4.
esso secondo COBie. In seguito, attraverso
Analizzando il suo formato .xml, COBie
un tirocinio in azienda, la ricerca ha trovato
organizza l’informazione estratta dal mo-
applicazione nel tentativo di generare un
dello attraverso diversi fogli di lavoro: per il
output COBie in un caso studio reale.
singolo edificio (foglio Facility) viene espli-
COBie: uno standard per la
trasmissione delle informazioni
utili in ottica di Facility
Management
East W.,
Using COBie
in P. Teicholz (a cura di),
BIM for Facility Managers,
John Wiley & Sons Inc., Hoboken,
New Jersey, 2013, pp. 107-143.
citata la suddivisione in livelli (Floor), spazi
rispetto allo specifico prodotto analizzato;
delle informazioni attese nel foglio Compo-
(Space) e zone funzionali (Zone); vengono
-- come strutturare l’informazione? Per un
nent è abbastanza semplice. Si tratta infatti di
riportati i tipi di prodotto (Type) e le istanze
sub-contractor come Permasteelisa, questo si
trasmettere dei codici identificativi propri di
di questi tipi (Component) che sono installate
traduce in cosa debba essere considerato
ogni cellula6, associare lo spazio dell’edificio
nei diversi spazi dell’edificio e che possono
Type (modello di prodotto) e cosa Component
in cui essa è localizzata7 e comunicarne le date
costituire sistemi funzionali (System); infi-
(istanza) e come gli elementi vadano model-
di installazione e inizio della garanzia.
ne, vengono definite informazioni proprie
lati per permettere un’esportazione corretta.
Il discorso si complica considerevolmente
del Facility Management, come operazioni di
quando, come nel caso studio affrontato, le
manutenzione ( Job), risorse necessarie per
La comunicazione con il consulente BIM
medesime informazioni sono richieste per i
eseguirle (Resource), parti di ricambio (Spare)
del cliente per il progetto analizzato, ha po-
singoli componenti che costituiscono una
e documenti associati (Document).
tuto fornire un feedback importante rispetto
cellula pre-fabbricata (complessivamente
Va specificato che l’estrazione delle infor-
alle problematiche insorte nell’applicazione
fino a un centinaio) e per i materiali spediti
mazioni secondo la COBie MVD andreb-
dello standard. La ricerca è stata portata
e assemblati in cantiere (site-materials).
be eseguita a partire dal modello federato
avanti con riferimento ai sistemi “Unitized”
Riguardo alla compilazione del foglio Type,
che sintetizza i contributi di tutti gli attori
di facciata continua, ovvero quei sistemi di
invece, ci si scontra con la generalità delle
del processo, al fine di ottenere un archi-
facciata a cellule, prodotte e preassemblate
informazioni richieste. Alcune di queste non
vio informativo omnicomprensivo. Tutta-
in stabilimento e poi installate in cantiere.
possono essere univocamente definite per
via, affrontando il problema dal punto di
tipo di cellula: colore, materiale, finitura, ad
vista del singolo sub-contractor, una delle at-
Quali informazioni trasmettere?
esempio, sono proprietà descrivibili solo in
tività svolte è stata generare dei file COBie
Considerando il formato .xml di COBie, li-
riferimento ai componenti che costituiscono
a partire da un modello parziale, in modo
mitatamente ai fogli Type e Component, esiste
la cellula (vetro, profili, ecc.); altre invece non
da verificare, in ottica COBie, la presenza
un template standard5 nel quale ogni colonna
sono disponibili per il prodotto in questione
di informazioni debitamente strutturate
descrive l’informazione richiesta. Il foglio
(costo di sostituzione, vita prevista, numero
nel modello.
Type è finalizzato alla definizione delle ca-
di modello); infine il significato di alcuni at-
ratteristiche di ogni tipo di prodotto (co-
tributi richiesti non è sufficientemente chiaro
COBie in pratica
muni a tutte le istanze di quel tipo), mentre
(parliamo ad esempio di accessibility performan-
Innestandosi in un progetto reale in cui veni-
il foglio Component fornisce le informazioni
ce, code performance e sustainability performance).
va richiesta la trasmissione delle informazio-
peculiari di ogni singola istanza. Ad ogni
L’adozione di COBie rischia pertanto di
ni in formato COBie, la ricerca ha cercato di
tipo di prodotto e ad ogni singola istanza
forzare l’utente a incasellare in spazi pre-
dare una risposta a due questioni principali:
installata nell’edificio corrisponde una riga
definiti (le colonne del template di COBie)
-- quali informazioni trasmettere? Al di là
nel rispettivo foglio di lavoro. Intendendo la
informazioni sicuramente utili, ma che
del template di COBie, c’è la necessità di sta-
cellula di facciata come il prodotto da consi-
non si adattano alla struttura proposta
bilire in che maniera rispondere ai requisiti
derare in prospettiva COBie, la definizione
dallo standard.
N.14 SET-OTT 2016 67
01
Come strutturare l’informazione?
cellula come il “prodotto” da gestire attra-
Conclusioni
I principali problemi sono sorti nella defi-
verso COBie, questo si tradurrebbe in centi-
Il tentativo di strutturare modelli informa-
nizione della struttura da dare alle infor-
naia di Type e migliaia di Component.
tivi al fine di estrarre output COBie per i
mazioni affinchè queste siano allineate con
Naturalmente, in virtù degli obiettivi che
sistemi di facciata continua ci ha portati a
quella proposta da COBie. Tralasciando i
COBie si pone e delle tipologie di prodotti
concludere che COBie può essere applicato
ragionamenti su come gli elementi vadano
a cui si rivolge, non è questo il dettaglio che
ai sistemi di facciata solo attraverso compro-
modellati a seconda del software utilizzato8,
è utile avere nella definizione dei tipi di cel-
messi e generando inefficienze nel processo
è necessario ragionare sul significato di Type
lula. Questa considerazione però impone di
di modellazione BIM.
e Component per i sistemi di facciata.
adottare una definizione semplificata di Type,
Ad oggi - e fino a quando non sarà svilup-
La definizione di questi due concetti è piut-
che può essere determinata solo in funzione
pata una MVD specificamente rivolta all’in-
tosto chiara per un “prodotto” nella consue-
delle proprietà di tipo richieste dal cliente.
volucro architettonico - si considera più
ta accezione del termine: un certo modello
Se, per esempio, il cliente è interessato alle
efficace ed efficiente, in un’ottica di Facility
di pompa, di tavolino o di lavagna luminosa,
proprietà termiche del vetro di ciascuna cel-
Management, concordare con la committenza
costituiranno un singolo Type, mentre le di-
lula, è chiaro che due cellule che presentano
una lista specifica di proprietà/metadati da
verse istanze con le quali ciascun modello è
vetri di caratteristiche diverse dovranno ap-
associare agli elementi del modello informa-
installato nell’edificio costituiranno, ciascu-
partenere a Type diversi. Si torna dunque alla
tivo, in modo che possano tornare utili nella
na, un Component. Per prodotti del genere,
necessità di stabilire, con chi dovrà riceverle,
una volta definiti i tipi ricorrenti, le varie
quali siano le informazioni che si vogliono
istanze di prodotto si presenteranno uguali
trasmettere attraverso COBie.
le une alle altre in vari punti dell’edificio.
Si pensi poi a come la complessità della
I sistemi Unitized di facciata continua inve-
questione aumenti qualora venga richiesta
ce, possono prevedere in progetti comples-
un’esportazione “individuale” di tutte, o
si anche alcune centinaia di tipi di cellule
delle più sensibili, componenti che costi-
diverse, per un totale di diverse migliaia di
tuiscono la cellula, o dei site-materials. Tale
cellule installate. Per un produttore, infatti,
situazione richiederebbe una modellazione
due cellule di facciata apparentemente iden-
dedicata di tutti questi elementi e la necessi-
tiche che differiscono però anche solo per
tà di rendere ciascuno di essi univocamente
la lunghezza di un profilo in alluminio sono
identificabile attraverso gli attributi richie-
due prodotti distinti. Assumendo dunque la
sti nel foglio Component 9.
68 OFFICINA*
fase di gestione dell’edificio. ♦
IMMAGINI
01 - Lo schema sintetizza come viene organizzato il contenuto informativo di COBie. Crediti Michele Carradori.
02 - Nell’immagine, ricavata dal sistema
BIM proprietario Permasteelisa Moving
Forward (PMF), due cellule sono dello
stesso colore solo quando sono identiche
in tutti i sub-elementi che le compongono; in tal caso le cellule sono identificate
da uno stesso codice di produzione, detto
material master. Crediti Permasteelisa.
NOTE
1 - Il riferimento è il BS 1192-4:2014 dal titolo
“Collaborative production of information - Part
4: Fulfilling employer’s information exchange
requirements using COBie – Code of practice”
elaborato dal British Standard Institute.
2 - National BIM Standard US (NBIMS) v.3,
capitolo 2.4., pp. 219-220.
3 - Bill East, il principale sviluppatore dello
standard, rispetto al contenuto di COBie afferma: “COBie should include ‘Managed’ assets.
Managed assets are those assets which requires management, requires (considerable) ongoing maintenance, has consumable parts and
requires regular periodic inspections”.
4 - .IFC è uno dei formati in cui l’output COBie può essere generato, assieme al formato .IFCxml e .xml; quest’ultimo è il formato
richiesto per COBie dal BS 1192-4 e consente di visualizzare l’informazione sotto forma
di foglio di calcolo (e.g. con Excel).
5 - www.projects.buildingsmartalliance.org ≥
6 - Informazioni già presenti nel processo
standard Permasteelisa come, ad esempio,
codici di produzione, numeri seriali o l’indirizzo (chiave) che permette di individuare ciascuna cellula all’interno dell’intero progetto.
7 - Se il modello BIM su cui il modello delle facciate andrà ad innestarsi presenterà
un’adeguata definizione degli spazi, definendo opportunamente dei punti di controllo per le famiglie di cellula, il software
BIM sarà in grado di collegare ciascuna
cellula al locale corrispondente.
8 - Va considerato comunque che tali valutazioni possono fortemente modificare la
pratica corrente e renderla meno efficiente.
9 - Nel processo standard interno di Permasteelisa (PMF), lo sviluppo di un progetto prevede la modellazione di tutte le
cellule e dei loro componenti ad un livello
di dettaglio geometrico e informativo necessario per la produzione, quindi molto
più elevato rispetto a quello richiesto per
gli scambi informativi nei processi BIM.
BIBLIOGRAFIA
- BSI, “BS1192-4:2014 – Collaborative production of information – Part 4: Fulfilling
employer’s information exchange requirements using COBie – Code of practice”, British Standard Institution, London, 2014.
- East W., “Performance Specification for
Building Information Exchange”, in “Journal
of Building Information Modeling”, Fall 2009,
buildingSMART alliance, 2009, pp. 18-20.
- East W., Liebich T., Nisbet N., “Facility
Management Handover Model View”, in
“Journal of Computing in Civil Engineering”,
27 - Issue 1, American Society of Civil Engineers, 2013, pp. 61-67.
- NBIMS-US, “Construction Operation Building information exchange (COBie) – Version
2.4”, in “National BIM Standard - United States Version 3”, National Institute of Building
Science, Washington, DC, 2015.
- Karlshøj J., Borin P., Carradori M., Scotton
M., Zanchetta C., “Delivering COBie data –
focus on curtain walls and building envelopes”, in “eWork and eBusiness in Architecture, Engineering and Construction: ECPPM
2016”, CRC Press, September 2016.
N.14 SET-OTT 2016 69
02
MICROFONO ACCESO
Fare ricerca
al CERN di Ginevra
Davide Caffarri
a cura di Emilio Antoniol
Emilio Antoniol è architetto Ph.D. in
tecnologia dell’architettura.
e-mail: [email protected]
Volevamo capire come fosse fare ricerca in un laboratorio internazionale. Lo abbiamo
chiesto a Davide Caffarri, un giovane ricercatore del CERN di Ginevra, che dal 2009
lavora nel progetto ALICE, uno dei quattro maggiori esperimenti attualmente in corso
sull’acceleratore del CERN.
I tuoi studi partono da Padova: ci potresti raccontare qualcosa sul tuo profilo
di ricercatore? Quale è stato il percorso che ti ha fatto arrivare al CERN?
Io ho studiato a Bologna, sia per la laurea triennale in Fisica che per la specialistica, nel
What does it mean to do scientific research in
an international laboratory? We asked Davide Caffarri, a young researcher at CERN
laboratory in Geneva, who since 2009, is working in the ALICE project, one of the four
major experiments currently in progress on the
CERN accelerator.
After a degree in Physics at the Bologna’s
University, Davide won a Ph.D. scholarship
in Physics in Padua. His collaboration with
CERN starts already during the three-year
degree and continued during the advanced degree and PhD scholarship with some operational partnerships in the ALICE project.
curriculum di Interazioni Fondamentali, poi ho vinto una borsa di dottorato in Fisica a Padova. La mia collaborazione con CERN comincia, in realtà, già durante la laurea triennale,
dove ho seguito alcune attività di simulazione con una docente che lavorava al CERN.
Durante la specialistica ho invece iniziato le prime collaborazioni operative in alcune fasi
del progetto ALICE, e queste sono poi proseguite con il dottorato.
Come è strutturata la ricerca in un laboratorio internazionale come il CERN?
Il CERN è una realtà molto grande, è un villaggio più che un semplice laboratorio. Attualmente lavorano nei progetti del CERN circa 2.500 persone. A queste si aggiungono circa
13.000 users, ossia persone che non sono strutturati del CERN ma che collaborano, con
modi o tempi diversi, a vari progetti di ricerca.
L’altro aspetto è quello che già citi nella domanda: il CERN è un laboratorio internazionale in cui partecipano 22 Stati membri oltre a numerosi Stati associati che collaborano
per alcune ricerche o attività. È quindi una realtà scientifica e culturale ricchissima, dove
puoi conoscere gente da tutto il mondo. Si ha davvero modo di lavorare in un contesto
internazionale e multietnico.
Cosa si fa attualmente al CERN? Dal tuo profilo abbiamo visto che fai parte
di un progetto chiamato ALICE. Di cosa si tratta e che ruolo hai all’interno di
questo progetto?
Il CERN ospita LCH (Large Hadron Collider) che è il più grande acceleratore di particelle al
mondo, con i suoi 27 km di circonferenza. Su questo sono attivi quattro esperimenti principali: i due più famosi sono quelli che hanno scoperto il Bosone di Higgs e sono ATLAS
e CMS, con circa 3.500 fisici coinvolti in ogni progetto; poi c’è LHCb che indaga perché
nell’universo c’è più materia che antimateria e infine c’è ALICE, acronimo di A Large Ion
70 OFFICINA*
01
Collider Experiment, che si concentra sulla fisica subnucleare, quindi sulle interazioni tra i
componenti fondamentali all’interno di protoni e neutroni, ossia i quark. L’acceleratore è
in funzione da marzo a novembre, mentre viene spento per le attività di manutenzione da
dicembre a marzo. Nei primi mesi vengono condotti esperimenti sulle collisioni tra protone e protone mentre il mio lavoro di ricerca si basa sulle collisioni tra ioni di piombo che
si eseguono nelle ultime tre settimane di novembre.
Con chi lavori nel progetto ALICE? Come sono composti i team di ricerca:
sono tutti fisici o ci sono anche altre professionalità coinvolte nella ricerca?
Il team dipende molto dalla natura del progetto. Inizialmente, nei primi progetti i fisici si
occupavano di tutto. Con l’allargamento delle attività ricerca è stato necessario introdurre
nuove professionalità in particolare ingegneri che ora seguono gran parte delle attività di
mappatura, collaudo e di gestione delle macchine. A partire dalla fine degli anni ‘90 è poi
stata introdotta una nuova figura che è quella dell’informatico: vista la grande mole di dati
che produciamo è sempre più necessario avere persone esperte nella loro gestione e nel
loro trattamento.
Cosa vuol dire lavorare a un progetto come ALICE, quali sono le difficoltà e
quali i lati positivi di lavorare in un laboratorio come il CERN?
Come già detto, gli aspetti positivi riguardano il lavorare in un ambiente multietnico e
fortemente stimolante sul piano culturale. La difficoltà principale riguarda invece la grande competitività che caratterizza questo lavoro. La ricerca è precaria in molte parti del
mondo, quindi c’è molta competizione: bisogna sempre dare il massimo per mantenere la
propria posizione.
02
N.14 SET-OTT 2016 71
Come avviene la divulgazione dei risultati di ricerca?
03
Lo strumento fondamentale per la divulgazione della ricerca sono le pubblicazioni e gli
articoli scientifici in cui rendicontiamo il nostro lavoro. Nel caso di grandi scoperte, come
è stato per il Bosone di Higgs, vengono poi organizzate campagne di divulgazione più
ampie per la stampa. Tuttavia, negli ultimi anni il CERN ha spinto molto in direzione di
una maggiore visibilità dei progetti di ricerca. Per esempio oggi si può visitare il CERN,
prenotando una visita e venendo a vedere direttamente le strutture dove si svolgono queste ricerche. È un modo per coinvolgere le persone in progetti di ricerca pura che spesso
sono difficili da spiegare in altro modo.
L’ultima domanda risente di una certa deformazione professionale. Ricercate particelle piccolissime ma lo fate in strutture gigantesche ed estremamente complesse. Ci potresti descrivere la struttura del laboratorio? Quali
sono gli edifici che lo compongono, dove si svolgono gli impatti tra particelle?
Dove fate, invece, la pausa pranzo?
Il laboratorio è stato fondato nel 1956 e fino agli anni ’70 c’è stato un continuo aumento
delle esigenze in termini di spazio. Sono stati così costruiti molti edifici per la ricerca investendo però budget molto contenuti, privilegiando gli aspetti di ricerca a quelli di sviluppo
architettonico. Nella maggior parte dei casi si tratta di edilizia prefabbricata. Negli ultimi
anni le attività principali in ambito edilizio hanno riguardano quasi esclusivamente il consolidamento e la messa in sicurezza dei locali. Si privilegiano quindi interventi di ripristino
o manutenzione mentre sono più limitati quelli di nuova costruzione.
La mensa, ad esempio si trova in uno degli edifici più recenti, dove è situata anche la sala
del consiglio del CERN, quindi presenta anche delle caratteristiche architettoniche più
piacevoli e moderne, con grandi vetrate, spazi ampi e una maggior attenzione agli aspetti
ambientali. C’è poi un aspetto molto curioso nella cosa se si pensa che in questi edifici
“vecchi”, che hanno ormai più di quarant’anni, si trovano alcune delle tecnologie più
avanzate e innovative a livello mondiale: è una dicotomia che fa sorridere.
Per concludere ti chiedo tre aggettivi che descrivano il tuo lavoro in un laboratorio di ricerca internazionale.
Stimolante, sia come ambiente che come lavoro, competitivo e innovativo. ♦
72 OFFICINA*
il CERN è il più
grande acceleratore
di particelle al mondo
con i suoi 27 km
di circonferenza,
attualmente lavorano
nei progetti del CERN
circa 2.500 persone
a cui si aggiungono
circa 13.000 users
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IMMAGINI
01 - Veduta invernale del Globo della
Scienza e dell’Innovazione. © 2005-2016
CERN. Crediti: Patrice Loiez.
02 - Davide Caffarri.
03 - All’interno del progetto ALICE. ©
2007-2016 CERN. Crediti: Maximilien Brice.
04 - Chiusura della prima porta del magnete L3 dell’esperimento ALICE. © 20082016 CERN. Crediti: Mona Schweizer.
05 - La caverna dell’esperimento ALICE. ©
2003-2016 CERN. Crediti: Maximilien Brice.
LINK UTILI
CERN, www.home.cern ≥
ALICE, www.alice-collaboration.web.cern.ch ≥
N.14 SET-OTT 2016 73
05
CELLULOSA
a cura di
Una moglie
giovane e bella
www.libreriamarcopolo.com ≥
Una moglie giovane e bella
Tommy Wieringa
Iperborea
2016
(copertina di xxystudio)
Keri Smith
Come diventare un
esploratore del mondo
Corraini Edizioni 2011
“È un passatempo usato da uomini e donne
per divertirsi quando sono a cena, tra coppie che ancora non si conoscono bene. La
domanda: Come vi siete conosciuti?
Uno scambio di sguardi. Tu sai raccontarlo
meglio di me, dice lei. E lui: Tanto tempo
fa, in un paese lontano...”
Edward è un quarantenne di successo, affermato virologo e “collezionista di prime
volte” che passa da una donna all’altra come
un eterno ragazzino. L’incontro con Ruth è
una folgorazione: bella, vitale e appassionata come solo a vent’anni si può essere, con
lei crede di aver vinto la sua battaglia contro il declino. Edward e Ruth sono i materiali di questo esperimento: si incontrano, si
piacciono, stanno insieme, hanno un figlio.
E visioni opposte del mondo. Edward è
un ricercatore di successo, sperimentazione animale, multinazionali farmaceutiche,
pandemie da debellare; Ruth si sta laureando, è vegana e no global, idealista che non accetta i suoi test sugli animali e il suo rifiuto
di capire la sofferenza. Quando il figlio, che
solo Ruth desidera, trasforma la passione in
74 OFFICINA*
una routine da espletare nei giorni utili,
quando l’insicurezza diventa “tollerabile
solo prendendo un’amante ancora più giovane”, il castello comincia a sgretolarsi e le
paure sfuggono al controllo.
Gli altri materiali da analizzare sono il tempo e la frattura (probabilmente) insanabile
sulla soglia di due mondi, il mondo com’era
e com’è in parte ancora, e il mondo che sta
andando in un’altra direzione e non vuole più essere quello che era. Due persone
che sono persone, con le loro vite e le loro
insicurezze, e due persone che sono anche
una parte per il tutto. “Nel frattempo è
successo qualcosa... Qualcosa di irreparabile […]”. Ci può essere dialogo e sperimentazione tra questi due mondi, oltre a uno
(scontro) fisico? Cos’è il dolore? Possiamo
davvero capirlo, senza prima averlo provato sulla nostra pelle?
a cura dei Librai della MarcoPolo
Yona Friedman
Utopie realizzabili
Quodlibet 2003
(copertina di dg)
Hella Jongerius
I don’t have a favourite colour
Creating the Vitra
Colour & material library
gestalten 2016
(S)COMPOSIZIONE
I’m fixing a hole
where the rain gets in
and stops my mind from wandering
where it will go
The Beatles, Fixing a hole ≥
Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, 1967.
Immagine di Valentina Covre