I Rom in Italia - l`emergenza continua - Ottobre 2012
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I Rom in Italia - l`emergenza continua - Ottobre 2012
I ROM IN ITALIA: L’EMERGENZA CONTINUA Memorandum per la Commissione europea Ottobre 2012 I. Sintesi 1. La Open Society Justice Initiative ha già consegnato alla Commissione europea tre memorandum: nel maggio 20091, ottobre 20102 e marzo 20123, in cui descriveva come le modalità con cui le autorità italiane trattano i rom e i Sinti nell’ambito del “Decreto emergenza nomadi” siano in aperto contrasto con quanto previsto dalla normativa UE. Quest’ultimo memorandum aggiorna la Commissione sulle persistenti violazioni della Direttiva sull’uguaglianza razziale (2000/43/CE) e della Direttiva sulla protezione dei dati personali (1995/46/CE). 2. Nel febbraio 2012 il Governo ha presentato ricorso contro una sentenza del Consiglio di Stato del 16 novembre 2011 nella quale si affermava l’insussistenza di un’emergenza tale da giustificare il “Decreto emergenza nomadi”; successivamente, il Consiglio di Stato ha sospeso alcuni aspetti della sentenza che implicavano relazioni contrattuali e finanziarie verso terzi. Come risultato della confusione causata da questo ricorso e dalla parziale sospensione della sentenza, i tribunali e le autorità locali hanno continuato ad applicare alcuni degli elementi del Decreto emergenza nomadi, nonostante il Decreto stesso fosse decaduto nel dicembre 2011. Le autorità locali, pertanto, continuano a realizzare campi segregati e i tribunali italiani continuano a dichiarare legittimi gli sgomberi discriminatori e le ordini di trasferimento. 3. Inoltre, nonostante le assicurazioni fornite al Comitato delle Nazioni Unite sull’eliminazione della discriminazione razziale, il Governo non ha distrutto la banca dati su base etnica creata in occasione del censimento dei rom. Oltre ciò, il Governo ha stabilito ulteriori tagli al personale dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale (UNAR), l’organo nazionale di tutela dell’uguaglianza che ha il compito di attuare la Strategia nazionale d’inclusione di rom, Sinti e Caminanti, limitando notevolmente la sua capacità di azione. II. Raccomandazioni 4. Esortiamo la Commissione a concludere l’esame dell’inadempimento, da parte dell’Italia, degli obblighi ad essa incombenti in forza della Direttiva sull’uguaglianza razziale e della Direttiva sulla protezione dei dati personali. Nell’ambito di tale esame, la Commissione dovrebbe esaminare le seguenti questioni: 1 “Violazioni del diritto comunitario e dei diritti fondamentali di Rom e Sinti da parte del Governo italiano durante la realizzazione del censimento nei ‘Campi Nomadi’”, 4 maggio 2009, presentato dall’European Roma Rights Centre (ERRC), l’Open Society Justice Initiative (OSJI) e OsservAzione. Disponibile su: http://www.soros.org/initiatives/justice/litigation/ec-v-italy-20100910/memorandum-to-the-europeancommission-20090504.pdf 2 “ I Rom in Italia: Memoradum alla Commissione Europea”, 18 ottobre 2010. Disponibile su: http://www.soros.org/initiatives/justice/litigation/ec-v-italy-20100910/memorandum-italy-ec-20101018.pdf 3 “ I Rom in Italia: Memorandum aggiornato per la Commissione Europea”, 15 marzo 2012. Disponibile su: http://www.soros.org/sites/default/files/Memorandum-European-Commission-20120315_0.pdf ww w. op e ns oc i e t y fo u n d ati on s .or g • Ritorno al paradigma dell’emergenza. Il Governo italiano continua a difendere il Decreto emergenza nomadi e la sua attuazione (collettivamente, le “misure dell’Emergenza nomadi”). Di conseguenza, i tribunali italiani continuano a giustificare gli sgomberi forzati e le segregazioni abitative della popolazione rom facendo riferimento alle misure di emergenza. Le misure previste dall’emergenza si basavano espressamente sulla nozione secondo la quale la presenza di comunità nomadi/rom è una “causa diretta di degrado sociale, ambientale e sanitario”4 e sul falso stereotipo secondo cui i rom sono nomadi per scelta. Questo porta a una discriminazione diretta e indiretta illegittima riguardo agli alloggi sulla base dell’origine etnica, in violazione della Direttiva sull’uguaglianza razziale. • Continuato utilizzo di dati personali proibiti e uso illegittimo della banca dati etnica. I dati raccolti attraverso il censimento rom nel 2008/2009, che faceva seguito alle misure del Decreto emergenza nomadi, continuano ad essere archiviati e utilizzati, anche durante gli sgomberi e i trasferimenti in nuovi insediamenti, in violazione della Direttiva sull’uguaglianza razziale e della Direttiva sulla protezione dei dati personali. Si dovrebbe richiedere alle autorità italiane di distruggere tali dati e fornire prova di tale distruzione. • Tagli al personale dell’organo di tutela dell’uguaglianza e attuazione della Strategia di inclusione nazionale. L’Italia non è autenticamente impegnata nell’attuazione della sua Strategia nazionale per l’inclusione di Rom, Sinti e Caminanti5 prevista dalla comunicazione della Commissione sulle Strategie nazionali di integrazione dei Rom: un primo passo nell’attuazione del Quadro dell’UE6, come dimostrato dal ricorso presentato dal Governo per ridare legittimitò al Decreto emergenza nomadi e dai drastici tagli del personale dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR), l’organo nazionale di tutela dell’uguaglianza incaricato dell’attuazione della strategia. 5. La Commissione dovrebbe comunicare all’Italia il suo parere, secondo il quale le misure del Decreto emergenza nomadi, la continuata attuazione di queste misure, e l’uso dei dati del censimento rom, violano la Direttiva sull’uguaglianza razziale e la Direttiva sulla protezione dei dati personali, e chiedere all’Italia di ritirare il ricorso contro la sentenza del Consiglio di Stato, distruggere tutti i dati personali raccolti a seguito delle misure dell’Emergenza nomadi, interrompere gli sgomberi e i trasferimenti presso nuovi campi segregati, smantellare i campi esistenti e fornire dei mezzi di ricorso effettivi contro tutte le pratiche discriminatorie. Nel caso l’Italia non soddisfi le presenti richieste, la Commissione dovrebbe avviare una procedura di inadempimento. 4 “Dichiarazione dello stato di emergenza riguardante gli insediamenti di comunità nomadi sui territori delle regioni di Campania, Lazio e Lombardia” (il “Decreto emergenza nomadi” o “DEN”, Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 32041 del 21 maggio 2008. 5 Strategia Nazionale per l’Inclusione di Rom, Sinti e Caminanti – Attuazione della Comunicazione della Commissione Europea n. 173/2011, http://www.cooperazioneintegrazione.gov.it/news/2012/02/strategiaitalianarom.aspx 6 Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: Strategie nazionali di integrazione dei rom: un primo passo nell’attuazione del quadro dell’UE, Bruxelles, COM(2012) 226 def., 21 maggio 2012. OSF OSJI - I Rom in Italia - l'emergenza continua - Ottobre 2012 2 6. Al fine di un monitoraggio effettivo dell’applicazione del diritto UE, la Commissione dovrebbe avviare una procedura d’infrazione contro l’Italia per le seguenti violazioni: • Discriminazione razziale nell’accesso all’alloggio: sgomberi forzati, campi segregati, censimento non necessario. In base al Decreto emergenza nomadi i comuni hanno adottato una serie di disposizioni riguardanti i campi nomadi. I rom e i sinti – sia famiglie che individui – hanno ricevuto e continuano a ricevere ordini di sgombero che sono potenzialmente discriminatori dal punto di vista razziale e non forniscono alternative per un alloggio adeguato alle persone sgomberate. Sebbene il Consiglio di Stato abbia bocciato le misure dell’Emergenza nomadi, non c’è stata alcuna riparazione per le vittime di sgombero forzato. Inoltre, i piani per la costruzione di campi segregati sono proseguiti anche dopo la sentenza del Consiglio di Stato, così come continua ad oggi il trasferimento di famiglie rom nei suddetti campi. Il censimento rom realizzato nel contesto dell’emergenza, è stato presentato ai cittadini italiani come una condizione preliminare necessaria per evitare futuri sgomberi, e per poter avere accesso ad un alloggio in futuro. Queste misure e azioni costituiscono una discriminazione diretta e indiretta su base razzialenel settore dell’alloggio, in violazione degli articoli 2(a), 2(b) e 3.1(h) della Direttiva sull’uguaglianza razziale (2004/43/CE). • Mancata protezione dei dati personali. Malgrado la sentenza del Consiglio di Stato e la fine dell’emergenza, i dati raccolti nell’ambito del censimento sui rom non sono ancora stati cancellati. In alcuni casi, le autorità italiane non hanno risposto, o si sono rifiutate di rispondere, alle richieste di cancellazione di tali dati. Al contrario, le autorità italiane continuano a utilizzare questi dati nell’ambito delle misure previste per sgombrare rom e Sinti. Ciò costituisce una violazione della Direttiva sulla protezione dei dati personali (1995/46/CE), in particolare degli articoli 6.1, 10, 7 e 8, nella misura in cui la natura etnica dei dati è provata dal fatto che solo i rom, indipendentemente dalla loro nazionalità, sono stati sottoposti al censimento. • Mancanza di mezzi di impugnazione di natura giudiziaria. Nessun giudice o autorità italiana ha riconosciuto gli effetti discriminatori su base razziale delle misure per l’Emergenza nomadi o la violazione delle garanzie sulla protezione dei dati personali, e nessun organismo ha fornito rimedi alle vittime di tali misure. Gli effetti della discriminazione e della violazione della privacy continuano tutt’oggi, dal momento che la sospensione della sentenza del Consiglio di Stato italiano ha comportato un’incertezza del diritto che ha permesso ulteriori violazioni. Questa mancanza di mezzi di impugnazione giudiziari costituisce una violazione dell’articolo 7.1 della Direttiva sull’uguaglianza razziale e dell’articolo 22 della Direttiva sulla protezione dei dati personali (1995/46/CE). 7. La Commissione dovrebbe stabilire se i tagli di bilancio e le risultanti riduzioni del personale rendano l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali incapace di adempiere gli obblighi spettanti a un organo di tutela dell’uguaglianza, e come tali costituiscano un’ulteriore violazione della Direttiva sull’uguaglianza razziale e un mancato rispetto da parte dell’Italia degli impegni assunti riguardo all’integrazione dei rom. OSF OSJI - I Rom in Italia - l'emergenza continua - Ottobre 2012 3 III. L’Italia continua ad infrangere il diritto UE A. Ricorso del Governo contro la sentenza del Consiglio di Stato 8. Il 16 novembre 2011, ad oltre tre anni dalla cosiddetta Emergenza nomadi, il Consiglio di Stato italiano ha bocciato le misure dell’Emergenza nomadi.7 La corte ha giudicato illegittime le misure d’emergenza perché non fondate su una reale emergenza legata alla presenza di popolazioni rom e sinti. Inoltre, la corte ha giudicato che alcune delle disposizioni che restringevano l’accesso ai campi e il movimento al loro interno erano illegittime perché non necessarie e sproporzionate. Tuttavia, il Consiglio di Stato non ha riconosciuto la natura discriminatoria di tali misure né ha ordinato alcuna riparazione per le vittime, come la distruzione dei dati raccolti attraverso il censimento o una qualche forma di risarcimento8. 9. Sebbene le sentenze del Consiglio di Stato siano solitamente considerate definitive, il 15 febbraio 2012 il Governo italiano, utilizzando una procedura straordinaria, ha presentato ricorso contro la decisione del Consiglio di Stato presso la Corte Suprema di Cassazione, affermando che le misure per l’Emergenza nomadi erano una risposta lecita a una situazione emergenziale legittima. Nel ricorso si afferma che il Consiglio di Stato non ha potere giurisdizionale per valutare i fatti che costituiscono il presunto stato di emergenza, e si contestano i riscontri fattuali del Consiglio di Stato9. Nel suo ricorso, il Governo afferma che la mera presenza di nomadi, ovvero rom e sinti, nei pressi dei centri delle principali città italiane nel 2008, era così pericolosa da costituire un’emergenza da affrontare con misure straordinarie, compreso il censimento. 10. Il 9 maggio 2012 il Consiglio di Stato ha emesso un’ordinanza provvisoria che sospendeva alcuni elementi della propria sentenza alla luce del ricorso del Governo. Il Consiglio di Stato ha fatto riferimento ad alcuni obblighi contrattuali e finanziari assunti dalla pubblica amministrazione nel corso dell’emergenza e ha concluso che alla luce delle “gravi conseguenze, non solo patrimoniali, che deriverebbero da un’interruzione delle attività avviate in esecuzione degli atti oggetto di impugnazione e di annullamento … deve essere data prevalenza ai suddetti requisiti di continuità” 10. Pertanto, il Consiglio di Stato ha sospeso la parte della sentenza relativa ai rapporti finanziari e contrattuali tra le amministrazioni interessate e soggetti terzi. 11. L’ordinanza del 9 maggio ha creato una notevole confusione tra le autorità locali e giudiziarie riguardo al proseguimento dell’Emergenza nomadi. Come ci si accinge ad illustrare, le autorità locali hanno continuato a costruire nuovi campi segregati e a trattare i dati del censimento rom e i tribunali hanno continuato ad avallare decisioni basate sulle misure dell’Emergenza nomadi, anche se la parte della sentenza del Consiglio di Stato che aveva dichiarato tali attività 7 Ministero degli Interni e altri contro ERRC e altri, Consiglio di Stato, Sentenza n. 6050 del 16 novembre 2011. 8 Vedi “I Rom in Italia: memorandum aggiornato per la Commissione europea”, 15 marzo 2012, par. 36. 9 Ricorso ai sensi dell’articolo 111 della Costituzione italiana e articolo 110 del Codice di procedura amministrativa, presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri italiana, il Dipartimento della Protezione Civile, il Ministero degli Interni e le Prefetture di Roma, Milano e Napoli, CT 28259/08, 15 Febbraio 2012. 10 Consiglio di Stato, Ordinanza n. 01760/2012 del registro delle misure provvisorie, Disponibile su http://www.giustiziaamministrativa.it/DocumentiGA/Consiglio%20di%20Stato/Sezione%204/2009/200906859/Provvedimenti/20 1201760_15.XML OSF OSJI - I Rom in Italia - l'emergenza continua - Ottobre 2012 4 illegittime non era stata sospesa. In ogni caso, le misure dell’Emergenza nomadi sono decadute il 31 dicembre 2011, dal momento che il Decreto governativo non è stato rinnovato11. B. Continuano i trasferimenti discriminatori nell’ambito dell’Emergenza nomadi 12. In seguito alla sospensione della sentenza del Consiglio di Stato, il Comune di Roma ha deciso di completare la costruzione del nuovo campo nomadi segregato di La Barbuta, vicino Ciampino (Roma). Questo campo, previsto dal Piano nomadi di Roma, adottato nell’ambito dell’emergenza, è progettato per ospitare fino a 900 persone e comprende recinzioni e dispositivi per la videosorveglianza12. Il Comune di Roma sta progressivamente trasferendo a La Barbuta persone provenienti da altre zone della città tra cui Tor de’ Cenci, dove le famiglie rom lavorano, frequentano scuole e dove le loro comunità sono ragionevolmente bene integrate13. 13. Durante l’estate, le ONG per i diritti dei rom legittimate ad agire nei processi aventi ad oggetto casi di discriminazione hanno presentato un ricorso al Tribunale di Roma asserendo che il trasferimento unicamente di famiglie rom presso il nuovo campo segregato costituisce discriminazione razziale. Inizialmente, il Tribunale di Roma aveva riconosciuto in via cautelare il rischio di discriminazione razziale e aveva ordinato misure provvisorie per interrompere i trasferimenti. Tuttavia, alcune settimane dopo, il ricorso del Comune di Roma avverso tali misure temporanee è stato accolto e lo stesso ha ripreso i trasferimenti14. La decisione del Tribunale di Roma di revocare le misure ingiuntive e far proseguire i trasferimenti si basa sulle misure dell’Emergenza nomadi. Il tribunale di Roma ha affermato: “L’avere agito in esecuzione di un piano governativo, e l’averlo fatto per ragioni di emergenza esclude il carattere discriminatorio della condotta attribuita al Comune… Se il Comune agisce attuando un piano governativo di emergenza, non può dirsi che abbia l’intento di segregare o discriminare per motivi razziali o etnici un gruppo preciso di persone… Non va comunque dimenticato che l’elemento razziale è secondario nella scelta delle persone da trasferire nel villaggio di nuova costruzione, in quanto se pure è vero che si parla di nomadi, sinti, o altre etnie, è altresì vero che il piano riguarda solo quelli che tra queste ultime comunità non hanno una dimora migliore15.” 14. Il ragionamento del Tribunale di Roma è viziato da alcuni errori. Deriva erroneamente la legittimità del nuovo piano di Roma dalle misure emergenziali nel frattempo decadute. Inoltre non applica la corretta prova delle discriminazioni indirette dal momento che non tiene conto degli effetti discriminatori causati dalle misure e non esamina se le misure impiegate siano oggettivamente giustificate da una finalità legittima e costituiscano mezzi appropriati e necessari per raggiungere tale scopo. Inoltre, il Tribunale non riconosce che alcune pratiche possono essere discriminatorie sotto il profilo razziale anche se riguardano solo alcuni membri 11 Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 dicembre 2010, Gazzetta Ufficiale N. 304 del 30 dicembre 2010. 12 Vedi Amnesty International, On the Edge. Roma, Forced Evictions and Segregation in Italy, p. 12. Disponibile su: http://www.amnesty.org/en/library/asset/EUR30/010/2012/en/f84f5df4-1047-49d5-a349431bd6fab3ba/eur300102012en.pdf 13 Vedi il sito web del Comune di Roma riguardante gli obiettivi da raggiungere entro la fine del mandato. Il campo è stato aperto nel giugno 2012 http://www.comune.roma.it/PCR/resources/cms/documents/133_obiettivi_di_fine_mandato_ver_15_11.pdf 14 ASGI e 21 Luglio c. Roma Capitale, Tribunale di Roma, R.G. 17035-1/2012, 3 agosto 2012 e 5313/R.G. 13 settembre 2012. Cfr. Allegati 1 e 2. 15 Ibid, 13 settembre 2012, pp. 3-5. OSF OSJI - I Rom in Italia - l'emergenza continua - Ottobre 2012 5 di un gruppo protetto, come in questo caso in cui il Tribunale di Roma ammette che alcuni (ma non tutti) i membri dell’etnia in questione sono colpiti da discriminazioni. C. I tribunali continuano a legittimare gli sgomberi 15. Anche recenti decisioni dei tribunali amministrativi hanno continuato ad avallare le decisioni di trasferimento adottate durante l’Emergenza nomadi. Nel settembre 2012, il Tribunale Amministrativo del Lazio ha respinto un ricorso presentato da due cittadini rom che avevano chiesto l’annullamento di un’ordine di sgombero emesso durante l’emergenza e un risarcimento per i danni subiti a causa del carattere discriminatorio delle misure in oggetto. Il loro trasferimento era stato ordinato ai sensi dell’articolo 12 del Regolamento per le Aree assegnate alle comunità nomadi nel Comune di Milano, una misura adottata nel contesto dell’emergenza che riguardava esclusivamente i campi nomadi e non altre strutture abitative pubbliche, e che stabiliva che l’autorizzazione alla residenza in un campo per un’intera famiglia poteva essere ritirata se un qualsiasi membro della famiglia avesse in precedenza subito una condanna penale. Sulla base del falso stereotipo secondo il quale i rom sono una popolazione nomade per scelta volontaria, il Tribunale Amministrativo del Lazio ha affermato che i regolamenti che disciplinano i campi rom possono differire da quelli in vigore per le strutture abitative pubbliche. Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha anche affermato che: “Il raffronto con l’edilizia popolare è dunque del tutto fuori luogo, trattandosi qui di una situazione transitoria e precaria, che può essere legittimamente disciplinata secondo regole proprie, purché rispettose dei principi costituzionali… La commissione di reati – nel caso, si tratta di recidivi – è certamente un ragionevole parametro per la distinzione tra gli individui che aspirano ad un beneficio (è intuitivo che l’area occupata dai P. è potenzialmente destinata ad altri nomadi), mentre, circa la presunta discriminazione razziale, non si vede in qual modo l’art. 12, per la parte qui d’interesse, abbia un siffatto connotato: in generale, comunque, il regolamento si riferisce alle persone in volontaria condizione di nomade e non ai nomadi d’una particolare provenienza etnica, né comunque delinea ipotesi di espulsione dal campo in relazione alla provenienza etnica degli ospiti.”16 16. La sentenza sottostima l’uso generalmente accettato dei termini “rom” e “nomadi” come interscambiabili nel gergo amministrativo italiano, anche se solo una piccolissima parte della popolazione rom presente in Italia è volontariamente nomade, come riconosciuto dalla Strategia nazionale per l‘inclusione di Rom, Sinti e Caminanti del Governo italiano17. Fatto ancor più importante, il Tribunale non spiega perché l’aver commesso dei reati sia un fattore rilevante ai fini dell’accesso all’alloggio solo per membri di famiglie rom, e non per altre categorie di persone che desiderano beneficiare di alloggi popolari. D. Continuo utilizzo dei dati del censimento e uso illegittimo della banca dati 17. Non è stato fatto ancora nulla per distruggere i dati del censimento sui rom, né come conseguenza della sentenza del Consiglio di Stato, né come conseguenza della fine 16 N.P e F.P. contro il Comune e la Prefettura di Milano, Tribunale Amministrativo del Lazio, Ricorso n. 04923/2010. Disponibile su http://www.giustiziaamministrativa.it/DocumentiGA/Roma/Sezione%201/2010/201004923/Provvedimenti/201207479_01.XML Vedi anche Allegato 4. 17 Strategia Nazionale per l’Inclusione di Rom, Sinti e Caminanti, cit., p. 4. OSF OSJI - I Rom in Italia - l'emergenza continua - Ottobre 2012 6 dell’emergenza nel dicembre 2011. Al contrario, pratiche recenti mostrano che i dati del censimento dei rom sono conservati e utilizzati, almeno nei comuni di Milano e Roma. 18. Il 7 marzo 2012 l’allora Direttore dell’Ufficio Nazionale Antidfiscriminazioni Razziali (UNAR) ha dichiarato al Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale (CERD) che i dati raccolti nell’ambito del censimento dei rom del 2008/2009 erano stati cancellati18. Tuttavia, né il Governo né il Garante per la protezione dei dati personali hanno mai emesso alcuna disposizione ufficiale per la cancellazione di tali dati né sono state fornite prove dell’avvenuta cancellazione di questi ultimi. 19. A Milano, le vittime degli sgomberi hanno presentato una segnalazione riguardo l’uso improprio dei dati del censimento dei rom al Garante per la protezione dei dati personali nel 2011. Il Garante deve tuttora rispondere alla richiesta, che è ancora pendente. Tuttavia, una serie di documenti trasmessi al Garante dalla Prefettura e dal Comune di Milano riguardanti un uomo rom e la sua famiglia che erano stati sottoposti al censimento, dimostrano che i dati del censimento rom sono stati conservati almeno fino a febbraio 201219. 20. Nel gennaio 2012 a Roma, a un rom italiano è stato concesso l’accesso ai propri dati raccolti nel corso del censimento dei rom, comprese le sue impronte digitali e le fotografie con familiari, in seguito a un’ordinanza del tribunale. Il ricorrente aveva ottenuto l’accesso alle informazioni presentando ricorso contro il Ministero degli Interni e la Questura di Roma, che gli avevano negato l’accesso ai suoi dati del censimento20. Tuttavia, il ricorrente non ha potuto ottenere altre informazioni sul trattamento di tali dati. Pertanto, nel luglio 2012, il ricorrente ha adito il Tribunale di Roma asserendo che la banca dati di informazioni sensibili e il proseguimento del trattamento dei suoi dati personali – comprese impronte digitali e foto con familiari – costituivano una pratica discriminatoria su base razziale e violavano la Direttiva sull’uguaglianza razziale. Ha anche affermato che la raccolta e il trattamento di tali dati da parte della Prefettura violava l’articolo 6, 7, 8 e 10 della Direttiva sulla protezione dei dati personali dal momento che non erano necessari ai fini dell’identificazione, in particolare dal momento che il ricorrente, un cittadino italiano, poteva semplicemente mostrare i sui documenti di identità21. In particolare, anche le Linee guida per il censimento dei rom non prevedevano procedure di rilevazione dattiloscopica eccetto per i casi in cui l’identificazione non fosse altrimenti possibile22. Questo caso è ancora pendente davanti al Tribunale di Roma, ma non è stato considerato urgente. 18 Comitato per l’eliminazione della discriminazione razziale, Osservazioni conclusive, CERD/C/ITA/CO/1618, par. 11: “Il Comitato prende atto della dichiarazione fatta dallo Stato parte secondo la quale i dati sono stati distrutti”. 19 “I Rom in Italia: Rapporto aggiornato per la Commissione Europea”, 15 marzo 2012, sopra, al par. 25. Cf. anche: Documenti trasmessi al Garante dalla Prefettura e dal Comune di Milano, Allegato 3. 20 XXX contro Ministero degli Interni, Prefettura e Questura di Roma, Tribunale Amministrativo del Lazio, N. 05170/2011, 23 Novembre 2011. Allegato 4. 21 XXX contro Ministero degli Interni, Prefettura e Questura di Roma, ricorso presentato al Tribunale di Roma, 26 luglio 2012, RG 49444/2012.Cf. Allegati 5 e 6 22 “Linee guida per l’attuazione delle Ordinanze del Presidente nn. 3676, 3677 e 3678 del 30 maggio riguardanti gli insediamenti delle comunità nomadi nelle regioni del Lazio, Lombardia e Campania,” 17 luglio 2008. Nella sua decisione del novembre 2011, il Consiglio di Stato asseriva che le Linee guida non avevano un chiaro valore giuridico e non erano sufficienti per rimediare al carattere illegittimo del censimento effettuato nell’ambito delle misure dell’Emergenza nomadi (a pag. 22). OSF OSJI - I Rom in Italia - l'emergenza continua - Ottobre 2012 7 IV. Tagli al personale dell’organo di tutela dell’uguaglianza che mettono ulteriormente a rischio l’attuazione della Strategia nazionale per l’inclusione 21. Oltre alle succitate violazioni del diritto UE sulla discriminazione e la protezione dei dati personali, le recenti misure adottate dal Governo italiano hanno ulteriormente minato la credibilità dell’impegno italiano a lavorare per l’inclusione dei rom, dal momento che sono state ridotte le risorse disponibili per incoraggiare tale integrazione. La Strategia nazionale per l’inclusione di Rom, Sinti e Caminanti identifica l’Ufficio nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) come il punto di contatto nazionale per l’elaborazione e l’attuazione della Strategia23. Per effetto del Decreto legge n. 5 del 6 luglio 2012, il personale dell’UNAR è stato drasticamente ridotto da circa 18 a quattro persone, numero chiaramente insufficiente per coordinare la realizzazione della strategia, dal momento che l’Ufficio ha anche il mandato di agire come organismo di tutela dell’uguaglianza ai sensi dell’articolo 13 della Direttiva sull’uguaglianza razziale. V. Conclusione 22. Le istituzioni dell’Unione europea sono rimaste troppo a lungo in silenzio dinanzi al trattamento emergenziale riservato dall’Italia alla popolazione rom e non hanno preso posizione contro la palese discriminazione razziale e la raccolta illegittima di dati personali che sono parte delle attività di censimento su base etnica, sgomberi forzati, e altre misure legate all’Emergenza nomadi portate avanti dal Governo italiano. La Commissione dovrebbe indagare, censurare e, se necessario, avviare una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’inosservanza della Direttiva sull’uguaglianza razziale e della Direttiva sulla protezione dei dati personali. 23 Strategia nazionale per l’inclusione di Rom, Sinti e Caminanti, cit., pp. 25, 35 e ss. OSF OSJI - I Rom in Italia - l'emergenza continua - Ottobre 2012 8 1. Allegati Allegato 1: Decisione del Tribunale di Roma sul campo segregato “La Barbuta”, 3 agosto 2012 Allegato 2: Decisione del Tribunale di Roma sul campo segregato “La Barbuta”, 13 settembre 2012 Allegato 3: Dati Censimento rom: Risposta del Comune di Milano all’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, 6 febbraio 2012 Allegato 4: Decisione del Tribunale Amministrativo del Lazio sulla richiesta di accesso [anonimizzata] ai dati del censimento rom, 23 novembre 2011 . Allegato 5: Ricorso [anonimizzato] per la cancellazione dei dati del censimento e delle impronte digitali e per il risarcimento per discriminazione razziale, Roma, 26 luglio 2012. Allegato 6: Traduzione inglese del ricorso [anonimizzata] per la cancellazione dei dati del censimento e delle impronte digitali e per il risarcimento per discriminazione razziale, Roma, 26 luglio 2012 The Open Society Institute–Brussels is the EU policy arm of the Open Society Foundations. We work to influence and inform EU policies, funding and external action to ensure that open society values are at the heart of what the European Union does, both inside and outside its borders. The Brussels team brings into EU policy debates evidence, argument and recommendations drawn from the work of the Open Society Foundations in nearly 70 countries. The Open Society Justice Initiative uses law to protect and empower people around the world. Through litigation, advocacy, research, and technical assistance, the Justice Initiative promotes human rights and builds legal capacity for open societies. Our staff is based in Abuja, Amsterdam, Bishkek, Brussels, Budapest, Freetown, The Hague, London, Mexico City, New York, Paris, Phnom Penh, Santo Domingo, and Washington, D.C. OSF OSJI - I Rom in Italia - l'emergenza continua - Ottobre 2012 9