Scampoli del 16-05-2011 - Associazione SOS Abusi

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Scampoli del 16-05-2011 - Associazione SOS Abusi
GEAB N ° 55 è disponibile! Crisi sistemica globale - Alert maggiore per la seconda
metà del 2011- GEAB pubblico n. 55 (15 maggio 2011) Per quasi un anno, LEAP/E2020 ha individuato nella seconda metà del 2011 un nuovo
momento nella evoluzione della crisi sistemica globale. Proprio come la nostra
anticipazione del mese di febbraio 2008 al settembre 2008 aveva previsto una scossa
importante che incide sulla economia degli Stati Uniti, il nostro team conferma questo
GEAB N ° 55 che tutte le condizioni sono ormai soddisfatte per la seconda metà del 2011
e testimonieranno la fusione esplosiva di due tendenze fondamentali alla base della crisi
sistemica globale, vale a dire la dislocazione geopolitica globale, da un lato, e la crisi
globale finanziaria ed economica, dall'altra.
Per diversi mesi perché il mondo sta vivendo una successione quasi ininterrotta di scosse
geopolitiche, economiche e finanziarie che sono sotto LEAP/E2020 i segni di un grande
evento traumatico che analizziamo in questo numero GEAB.
Nel frattempo il sistema internazionale ha ormai superato la fase di indebolimento
strutturale per entrare in una fase di abbandono completo quando le alleanze vecchie
stanno crollando mentre nuove comunità di interesse emergono molto rapidamente.
Infine, ogni speranza di ripresa economica mondiale è ormai significativa e ormai
scomparsa (1), mentre il pilastro occidentale del debito, in particolare gli Stati Uniti hanno
raggiunto un livello critico senza precedenti nella storia moderna (2).
Evoluzione comparata delle azioni del PNL mondiale degli Stati Uniti e Cina (20012016) (in parità di potere d'acquisto) - Fonte: FMI / MarketWatch, 04/2011
Il catalizzatore di questa fusione esplosiva sarà ovviamente il sistema monetario
internazionale, o meglio, il caos monetario internazionale che si è ulteriormente aggravato
dal disastro che ha colpito il Giappone lo scorso febbraio e per l'incapacità degli Stati Uniti
ad affrontare l'esigenza di una riduzione immediata e significativa del suo deficit
enorme.La fine di EQ 2, simbolo e il fattore di fusione esplosiva in fase di preparazione,
rappresenta la fine di un'epoca, quella in cui il "dollaro era la valuta degli Stati Uniti e i
problemi erano del resto del mondo": da luglio 2011 il dollaro US diventa apertamente la
principale minaccia per il mondo e il problema cruciale degli Stati Uniti (3).
L'Estate 2011 confermerà che la US Federal Reserve ha perso la sua scommessa:
l'economia americana in realtà non ha mai lasciato la "grande depressione" (4), in cui è
entrata nel 2008, nonostante le migliaia di miliardi di dollari iniettati (5), cosa nota anche
alla stragrande maggioranza degli americani (6). Senza essere in grado di avviare una
EQ3 (anche in modo informale, attraverso i suoi Operatori principali, come ha fatto in
realtà prima che il mondo si interessasse troppo da vicino al mercato dei Buoni del Tesoro
US), allora la Fed non potrà che assistere impotente agli aumenti dei tassi interesse,
l'esplosione del costo del deficit degli Stati Uniti, tuffandosi in una recessione economica
esacerbata dal crollo delle borse e del comportamento irregolare del dollaro USA tra alti e
bassi, a seconda della influenza di questi fenomeni, prima di cadere bruscamente al 30%
del suo valore come abbiamo anticipato nella GEAB N ° 54 (7).Nel frattempo, Eurolandia,
BRICS e produttori di materie prime potranno rapidamente rafforzare la loro cooperazione,
mentre lanceranno un ultimo tentativo per salvare le istituzioni internazionali di Bretton
Woods e il mondo dominato dal duo di US / UK. Questo sarà l'ultimo atto perché è
irrealistico immaginare Barack Obama, che non ha mostrato finora in campo
internazionale manovre di grande rilievo, dimostrando una statura di statista, e quindi di
assumere rischi politici a un anno dalle elezioni presidenziali.
Evoluzione indice Shiller dei prezzi di vendita di case esistenti negli Stati Uniti
(1890-2011) (rosso: proiezione) - Fonte: RJ Schiller / Steve Barry / Big Picture / New
York Times, 01/2011
Barriere, protezioni, embarghi , la diversificazione di riserva, materie prime ,
l'aumento dell'inflazione in generale ... il mondo si sta preparando per un nuovo
shock economico, sociale e geopolitico
La Cina ha annunciato che interromperà tutte le esportazioni di diesel per cercare di
fermare un aumento dei prezzi del carburante ha recentemente provocato una serie di
scioperi da parte di trasportatori (8). i paesi asiatici che dipendevano da quelle
esportazioni cinesi ce la faranno, tanto più che il Giappone ha fatto lo stesso a seguito del
disastro dello scorso marzo!
La Russia cessa come gli altri ad esportare prodotti petroliferi per ridurre le carenze e gli
aumenti di prezzo interno (9), fermando l'esportazione di cereali in aggiunta a quanto
dichiarato alcuni mesi fa.
In tutto il mondo arabo, l'instabilità continua a prevalere sullo sfondo di prezzi più elevati
per i prodotti di base (10), mentre le domande circa l'entità delle riserve e la capacità di
produzione di Arabia Saudita torna in primo piano (11 ).
Negli Stati Uniti, ogni evento atmosferico fuori dal comune provoca immediatamente il
rischio di perdite dovute alla mancanza di ammortizzatori" del sistema di
approvvigionamento degli Stati Uniti, se non per sfruttare le scorte strategiche (12) . Nel
frattempo la popolazione ha ridotto la sua spesa per alimentari al fine di riempire il
serbatoio della sua auto con un gallone di oltre $ 4 (13).
In Europa, la diminuzione della coperture sociali e le misure di estrema austerità attuate
nel Regno Unito, Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda, ... fanno esplodere il numero dei
poveri.
Evoluzione della percentuale di maschi occupati nei sette principali economie
occidentali (1970-2009) - Fonte: The Economist / OCSE 04/2011
L'Unione europea ha più o meno clandestinamente costruito il proprio arsenale doganale
per resistere alle importazioni in particolare dall'Asia . In primo luogo, rivede tutto il suo
apparato di misure tariffarie doganali per eliminare tutti i paesi emergenti, Cina, India e
Brasile in testa. D'altra parte, ha superato discretamente alla fine del 2010 una misura per
facilitare l'attuazione delle misure antidumping di salvaguardia, perché ora di fronte ad una
maggioranza semplice sarà sufficiente per approvare una simile proposta della
Commissione, quando era già a maggioranza qualificata, è spesso difficile da raccogliere
(14).
Nel frattempo, le banche centrali continuano a acquistare oro (15), ad annunciare più o
meno chiaramente che stanno diversificando le loro riserve (16) mentre stanno compiendo
passi sempre più incoerente e pericolosi, aumentando i tassi per contenere l'inflazione in
un contesto di economie in recessione o deboli per contrastare l'afflusso di liquidità
generata dalla politica della Federal Reserve di U.S. (17). Per parafrasare il titolo di un
articolo di Andy Xie, pubblicato nella Caixin 22/04/2011, "La risalita delll'inflazione fa
impazzire i banchieri centrali"(18).
E dalla parte americana, siamo nel surrealismo più completo: mentre il paese ha raggiunto
livelli di debito insostenibile, i dirigenti di Washington hanno fatto di questo argomento una
questione elettorale, come dimostra la questione del tetto 'del debito federale che sarà
verificato il 16 maggio (19). I paragoni abbondano sulla stampa americana e di finanza
internazionale, con gli anni di Clinton, dove era sorto un problema simile senza
conseguenze di rilievo. Ovviamente una parte importante delle élite statunitensi e
finanziarie non ha integrato il fatto che, a differenza degli anni '90, gli Stati Uniti sono visti
oggi come il 'malato del mondo "(20) dunque ogni segno di debolezza o incoerenza grave
può scatenare grave panico incontrollato.
I banchieri centrali nella follia, i leader mondiali senza tabella di marcia, in pericolo,
l'aumento dell'inflazione, l'affondamento delle valute, materie prime in rialzo, debito
occidentale incontrollato e disoccupazione in aumento, le imprese sotto stress ... Non c'è
dubbio, che la fusione esplosiva di tutti questi fenomeni saranno gli eventi nella seconda
metà del 2011!
Esempi di inflazione dei salari in Cina (2011/2010 confronto) - Fonte: Standard
Chartered Bank / Getty 05/2011
Traduzione ed adattamento effettuato da Bloggo Blogghino (ringraziamo Carmen per la
gentile traduzione)
Link originale: http://www.leap2020.eu/GEAB-N-55-est-disponible--Crise-systemiqueglobale-Confirmation-Alerte-Majeure-pour-le-second-semestre-2011-Fusion_a6506.html
Crisi europea del debito Paga l'Italia
Dal Riformista di martedì 3 maggio 2011
di Cesaratto Sergio - Turci Lanfranco
A tutti è chiaro che Grecia, Irlanda e forse il Portogallo (i
PIG) dovranno fare default sul loro debito estero. La
questione aperta non è se, ma quando, come e, soprattutto,
chi paga. Com'è anche a tutti noto, il debito estero greco
consiste sin dall'origine sopratutto di debito pubblico; quello
irlandese è di origine privata, dovuto ai crediti esteri che
hanno finanziato un boom edilizio, ma è divenuto pubblico
dopo che lo stato ha garantito i debiti esteri contratti dalle
banche locali; quello lusitano è una via di mezzo.
La scommessa apparentemente fatta sinora dai paesi
europei che contano è che le rigide misure fiscali imposte a
quei paesi in cambio del sostegno finanziario generino un
surplus del bilancio pubblico, mentre al contempo la
deflazione salariale determini una ripresa delle esportazioni
che, con la caduta delle importazioni in seguito alla caduta
dei livelli di attività interni, generi un parallelo avanzo
commerciale e con esso la capacità di redimere il debito
estero. La ripresa delle esportazioni modererebbe la caduta
dei livelli di attività e quindi delle entrate fiscali.
La scommessa è chiaramente persa poiché attuazione ed
effetti di una selvaggia deflazione salariale sulla
competitività, in particolare di Grecia e Portogallo, sono
incerti e differiti nel tempo. Così i livelli del debito pubblico
rispetto al Pil in questi paesi sono destinati nei prossimi anni
a crescere inesorabilmente (di circa un terzo in pochi anni).
E chi sono i creditori dei PIG? Fondamentalmente Francia,
Inghilterra e, soprattutto, Germania (i FIG). Viene attribuita a
Keynes la battuta che se tu devi 1 milione alla banca il
problema è tuo, ma se ne devi 100 milioni il problema è loro.
Apparentemente questi paesi sono stretti fra la Scilla del
lasciar fallire i PIG e salvare direttamente i propri istituti
bancari dal conseguente fallimento, e la Cariddi di
continuare a foraggiare quei paesi sostenendo così,
indirettamente, le proprie banche. Per la Germania risulta
più conveniente continuare ancora per un po' con la
seconda strada e questo perché a sovvenzionare i PIG
(ovvero le banche dei FIG) attraverso i fondi europei creati
nel maggio 2010 (e rafforzati quest'anno oltre il 2013 sotto
nuova veste) non sono chiamati solo i contribuenti tedeschi,
ma anche quelli di paesi che, come l'Italia, di crediti verso il
PIG
ne
vantano
pochi.
L'operazione in corso può essere dunque così riassunta. Se
i PIG fallissero ora, buona parte del loro debito sarebbe
ancora in mano alle banche dei FIG. Ma se si aspetta un
po', il 2013-14, questo debito si sarà col tempo in gran parte
europeizzato. Questo perché man mano che i titoli dei PIG
scadono, non potendo essere ricollocati nel mercato, sono
acquistati dai fondi europei. A quel punto i FIG avranno
convenienza a far fallire quei paesi tanto le perdite (fra un
terzo e metà dei crediti) cadranno per lo più sui fondi
europei.
Il nostro paese partecipa ai fondi europei di salvataggio con
una quota di circa il un quinto (poco meno della Francia
mentre la Germania mette poco più di un quarto); secondo
alcuni calcoli l'Italia è addirittura il maggior contribuente.
Così l'Italia sarà a chiamata a pagare per responsabilità che
non ha!
Invitiamo i lettori a guardarsi una tabella pubblicata da The
Economist che è a tal riguardo impressionante.
Questa operazione di prolungamento dei tempi del default
ha costi enormi per i PIG a cui sarebbe conveniente
ristrutturare ora il proprio debito senza vederlo crescere
inesorabilmente. E per quale motivo l'Italia accetta tutto
questo? Il ricatto è che un fallimento prematuro dei PIG,
dunque delle banche dei FIG, porterebbe a un balzo verso
l'alto dei tassi di interesse per gli altri paesi fortemente
indebitati, Spagna e Italia, anche se per ora meno inguaiati.
L'erogazione di decine di miliardi di Euro nei fondi di
salvataggio, nei fatti alle banche dei FIG, aggraverà il debito
pubblico ed estero del nostro paese. Non è un caso che
all'Italia l'Europa intenda imporre misure di bilancio restrittive
che, se attuate, sarebbero a dir poco devastanti ma che, si
ritiene, consentirebbero l'urto del salvataggio delle banche
tedesche.
Come reagire? Le proposte non mancano (vedi Per una
nuova politica economica in Europa): l'impegno della BCE a
ridurre i tassi di interesse e lasciare un po' correre
inflazione, salari e domanda interna in Germania, la
stabilizzazione e non la riduzione dei debiti pubblici, una
politica europea di rilancio degli investimenti pubblici su
ambiente energia e infrastrutture, una tassa europea sulle
transazioni fmanziarie, la re-industrializzazione del sud
europeo. Sono temi che cominciano a circolare fra i partiti
socialisti in Europa e nel PSE. Molto meno in Italia. Ciò che
manca alla sinistra italiana non è tanto o solo la forza
politica di farli avanzare per la sua parte, ma la
consapevolezza che la posta in gioco è la sopravvivenza
per il nostro paese in questa Europa.
Cesaratto è professore ordinario di Economia a Siena.
EUROPA: DEFAULT IN ARRIVO E SISTEMA CHE STA
COLLASSANDO
Sabato 14 Maggio 2011 13:07 |
Ci sono notizie che i media di larga diffusione (tv e radio) evitano di dare. Il motivo? Evitare il
panico ufficialmente, oppure nascondere lo stato reale della situazione economica
europea, dello statalismo europeo.
Su ticinolive.ch, invece, è possibile leggere quanto segue: “Stando ad un recente sondaggio di
Bloomberg, l’85% degli investitori internazionali ritiene che a breve la Grecia cadrà in
una condizione di default. Questa percentuale diventa del 59% per quanto riguarda il
Portogallo e del 55% per quanto riguarda l’Irlanda. Nel complesso, è tutto un sistema
che si avvia al collasso”.
Lo stesso sondaggio, ci ricorda che a gennaio di quest’anno la percentuale di chi credeva in un
default della Grecia era del 74%. Un segnale che la situazione sta peggiorando e che la
fiducia del mercato sta subendo un notevole calo.
Nonostante le manovre di austerità adottate dal govenro ellenico per tentare di risolvere il problema
dei conti pubblici (e nonostante i 110 miliardi di euro conferiti da UE e FMI), la Grecia
ha chiuso il 2010 con un rapporto deficit/Pil pari al 10,5%, il secondo più alto della
regione dopo il 32% dell’Irlanda e prima del 9,1% del Portogallo.
Quali sono i parametri che Maastricht impone? Il limite imposto dall’Europa è del 3%. Ergo, siamo
di fronte ad una pagliacciata generale.
“L’inevitabile default della Grecia” è il titolo di un articolo apparso lo scorso 5 maggio sul New
York Times – ricorda ancora Ticinolive – che fa sapere che il quotidiano newyorchese
definisce “la ristrutturazione del debito” a cui la Grecia dovrà per forza di cose essere
confrontata, un modo gentile per indicare che il paese è in default (come scritto dal
sottoscritto solo qualche giorno fa su questo sito in merito all’uso della neolingua,
ricordate?) e riporta le parole del ministro greco delle Finanze George
Papaconstantinou: “Il costo che peserà sul paese sarà enorme, non vi sarà alcun
beneficio. La Grecia sarà fuori dai mercati per 10, 15 anni.” Tombola.
Nonostante i dati sulla “ripresa europea”, capeggiata dalla Germania, il Fondo Monetario
Internazionale continua a ricordarci – anche se in burocratese – che restano rischi
“tangibili” di contagio sul fronte del debito in altri Paesi dell’area euro dopo i “Pig”,
ovvero Irlanda, Grecia e Portogallo. E la bufera dei bilanci pubblici potrebbe estendersi
anche alla Spagna e, in prospettiva, all’Italia e alla new entry del Belgio
(probabilmente, la crisi belga sarà la scintilla che innescherà definitivamente la
separazione fra Fiamminghi e Valloni).Secondo il sussidiario.net “per il Fmi, con il
deterioramento del settore bancario irlandese, «i rischi sovrani si sono intensificati di
nuovo nei Paesi periferici della zona euro, espandendosi ad altri Paesi, inclusi Belgio e
Italia». E tra molti analisti, l’Italia è a rischio tanto quanto se non più della Spagna, se
non fosse che Tremonti ha già fatto sapere in Europa che è pronto ad aggredire i
risparmi degli italiani, che ammontano a tre volte tanto il valore complessivo del debito
pubblico.La dimostrazione di questa strategia a dir poco “criminale”, sono giunte anche
le parole del ministro Sacconi che ha sostenuto: “Siamo al riparo dal contagio perché
abbiamo una robusta disciplina di bilancio insieme con una grande ricchezza nazionale.
Se malauguratamente ci fosse una crisi di governo e un’instabilità politica - ha avvertito
- saremmo un Paese a rischio. Per fortuna c’è stabilità”. E’ quell’insieme a una grande
ricchezza nazionale che fa gridare vendetta.Tornando all’articolo a firma di Mauro
Bottarelli su sussidiario.net, val la pena riportare anche altre considerazioni. Felix
Zulauf, presidente del Zulauf Asset Management, sostiene che il nostro Paese è il
prossimo in lista d’attesa per un salvataggio da parte di Ue e Fmi poiché “in Italia sta
dipanandosi una crisi bancaria al rallentatore”. Ancora: “Tutti quanti stanno guardando
la Spagna ma io penso che la prossima nazione sarà l’Italia”, ha dichiarato Zulauf di
fronte a una platea di delegati durante una conferenza ad Edinburgo. Di più “Ciò che
noto – insiste Zalauf – è un tremendo flusso in uscita di depositi. È una crisi bancaria al
rallentatore e il sistema bancario è il più grande acquirente di bond governativi italiani.
Le banche hanno comprato tra il 60% e il 90% dei bond emessi negli anni recenti e
visto lo sviluppo dei balance sheet del sistema bancario italiano, non saranno più in
grado di farlo. A questo punto mi chiedo chi comprerà quei bonds”. Questo, sempre
secondo Zulauf, creerà pressione sui redimenti dei bonds italiani e potrebbe rigettare
l’Italia dentro una nuova recessione.Negli Usa, nel frattempo, frotte di americani hanno
incamerato e stanno incamerando tonnellate di argento fisico. Il sistema bancario a
stelle e strisce, dopo il crollo di Lehman Brothers è andato in grande sofferenza e solo il
bail-out obamiano ha stoppato il peggio. Ma sempre più americani hanno perso fiducia
negli istituti di credito.
Ritorna la tempesta perfetta?
http://diariodellacrisi.blogspot.com/2011/05/ritorna-la-tempesta-perfetta.html
La crisi del debito di alcuni paesi dell’area euro sta determinando un cambiamento di visione al di
qua e al di là dell’Oceano Atlantico, con cali degli indici azionari che si mischiano con un calo di
oltre il 10 per cento del prezzo del greggio passato da oltre 114 dollari al barile a qualcosa meno di
100, una flessione determinata sia delle esagerazioni precedenti dettate dalla speculazione sia dalle
crescente sensazione che la crescita statunitense sia meno forte del previsto.
In tutto questo vi è stato un apprezzamento dell’1 per cento del dollaro nei confronti delle altre
principali, un apprezzamento che non tiene conto dei problemi del debito anche in casa statunitense
con un rapporto tra il deficit e il prodotto interno lordo vicino al 10 per cento e un debito pubblico
che si avvicina al tetto fissato a 14,3 trilioni di dollari, un tetto che, secondo il ministro del Tesoro
statunitense, sarà toccato e superato all’inizio di agosto.Come dicevo in una precedente puntata del
Diario della crisi finanziaria, la crisi finanziaria è sostanzialmente una crisi del debito, aggravata
dalle malefatte della finanza strutturata, è le prossime settimane e i prossimi mesi ci diranno se si
aggraverà la tempesta perfetta iniziata quattro anni e nove mesi fa.
ALLUCINAZIONI MONETARIE
Lunedì 16 Maggio 2011 08:59 |
http://www.movimentolibertario.it/index.php?
option=com_content&view=article&id=14543:allucinazioni-monetarie&catid=1:latest-news
di Matteo Corsini
"L'impatto della grande trasformazione bancaria indotta dalla politica monetaria della Fed, che sta
semplicemente accompagnando la trasformazione del capitalismo verso il suo nuovo punto di
equilibrio sostenibile, suggerisce di comunicare bene e con continuità gli effetti del cambiamento in
divenire. Ecco spiegato perché le apparizioni di Bernanke nel prossimo futuro non saranno limitate
alle soli Commissioni parlamentari americane, ma si faranno più frequenti e innovative. La Fed ha
tutto l'interesse a spiegare come la sua strategia sia connessa a una visione più ampia dell'economia
di mercato e perché l'eccezionalità della politica monetaria adottata sia legata al conseguimento di
un nuovo equilibrio." (E. Narduzzi)
Lo scorso 27 aprile ho rinunciato a quasi tutto il primo tempo della semifinale di Champions
League tra Barcellona e Real Madrid per vedere la prima conferenza stampa della storia tenuta da
un presidente della Federal Reserve.
Ben Bernanke ha tenuto un sermoncino, per poi dedicarsi alle domande di un gruppo selezionato di
giornalisti. Non so dire se siano state più banali le domande o le risposte, ma tutto appariva talmente
preconfezionato che in confronto i tortellini di Giovanni Rana sembrano quelli che fa mia madre.
Bernanke doveva più che mai esercitare il suo ruolo di incantatore di serpenti, e pare che con
Narduzzi sia riuscito alla perfezione nell'intento. Non solo costui ritiene che non ci sia nulla di
censurabile nell'operato della Fed, ma si spinge per fino a parlare di “trasformazione del capitalismo
verso il suo nuovo punto di equilibrio sostenibile” e di “visione più ampia dell'economia di
mercato”, come se le parole di Bernanke avessero avuto su di lui l'effetto di un potente
allucinogeno.
E' chiaro che tutto il sistema monetario fiat e il sistema bancario a riserva frazionaria si basano sulla
fiducia (o credulità?) nella loro solidità, ed è altrettanto chiaro che il primo a doversi preoccupare di
mantenere alta la fiducia è proprio il presidente della banca centrale. Per questo, ancorché io critichi
l'operato di Bernanke, capisco il suo comportamento.
Quello che trovo deprimente, tuttavia, è che anche chi dovrebbe capire un minimo le faccende
monetarie chiuda gli occhi davanti ai fatti (non solo recenti) e pur di giustificare l'inflazionismo
della Fed parli di una visione più ampia dell'economia di mercato, che grazie all'eccezionalità della
politica monetaria sarebbe incamminata verso un nuovo punto di equilibrio sostenibile.
Ma se stampare denaro e tenere i tassi di interesse a livelli anormalmente bassi non ha portato a
nessun equilibrio (concetto peraltro discutibile) quando era fatto con meno spudoratezza di adesso,
per quale motivo questa volta dovremmo essere in marcia verso un equilibrio sostenibile invece che
verso un nuovo burrone?
Cronaca Italia
La cedolare secca conviene?
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/cedolare-secca-conviene-affitti-casa-856915/
ROMA – La cedolare secca sugli affitti conviene a chi ha un reddito alto e non a chi invece ha
entrate più ridotte. Questo finora è il ragionamento che ha accompagnato la nuova norma. Si paga
solo 21% se la casa è affittata a mercato libero o il 19% se si tratta di un canone “concordato”, al
posto dell’Irpef e dell’imposta di registro. Ma ci sono tanti fattori da considerare, come spiega una
tabella del Sole 24 Ore.
Istat. Il padrone di casa che sceglie la cedolare secca non potrà chiedere adeguamenti Istat
all’inquilino. Spiega il Sole: “Nessuno può prevedere l’inflazione ma l’andamento di questi ultimi
anni fanno sperare male e un’ipotesi del 2% annuo sembra probabile. Il che vuol dire, su un affitto
da 600 euro a mese, 144 euro all’anno che oltretutto entrano a far parte del canone, quindi si tratta
di una specie di “interesse composto” che funziona come l’anatocismo: l’anno seguente l’Istat si
calcola non su 7.200 ma su 7344 euro annui e va a 147 euro. E così via”.
Aumenti periodici. Il divieto di aumentare il canone per il periodo della cedolare è assoluto, quindi
niente revisioni dell’affitto basati, per esempio, su un accordo con l’inquilino che a sue spese fa
alcuni lavori in casa.Addizionale regionale. Ogni Regione ha la sua, ma dato che la cedolare la
assorbe, dove è più alta è più vantaggiosa.
Addizionale comunale. c’è anche questo aspetto da considerare: alcuni comuni neanche l’hanno
applicata con il risultato che a Milano (dove non c’è) la cedolare non convince molto, a Roma
invece (dove è allo 0,9) i proprietari sono più interessati.
Burocrazia. Per i nuovi contratti va fatta una speciale denuncia online (sono pochi i casi nei quali si
usa il vecchio modello 69). Bisogna accreditarsi e si riceve il pincode. Poi arriverà una nuova
imposta e adempimenti separati dall’Irpef: se l’importo a vantaggio della cedolare è minimo (100200 euro) forse i nuovi impegni burocratici non valgono la candela.
Affitti in nero. La cedolare dovrebbe spingere chi finora non ha registrato il contratto e pagato le
tasse a mettersi in regola. In Italia sono circa 500mila gli immobili in nero. Non è solo questione di
vantaggio fiscale: l’inquilino infatti per legge può provvedere direttamente alla registrazione e
facendo così otterrebbe un canone pari al triplo della rendita catastale (poche centinaia di euro
all’anno, in media) per quattro anni. Ma non è detto che la cedolare convenga al padrone di casa.
Infatti questi dovrebbe registrare il contratto come se iniziasse in quel momento, “dimenticando” il
periodo precedente in nero e sperando che il Fisco non faccia controlli altrimenti scatterebbero le
sanzioni previste. In secondo luogo l’inquilino che volesse mettersi in regola avrebbe qualche
difficoltà: molti uffici delle Entrate vogliono una copia del contratto e i dati catastali, che spesso
mancano.Senza contare che nei piccoli centri spesso i contratti in nero sono a favore di parenti o
amici, che non farebbero uno sgarbo al padrone di casa. La cosa però andrebbe a vantaggio degli
inquilini delle grandi città, spesso incattiviti da anni di affitto in nero e con canoni altissimi
Il nuovo volto del processo telematico
http://www.leggioggi.it/2011/05/16/il-nuovo-volto-del-processo-telematico/
Le regole tecniche in vigore dal 18 maggio, D.M. 44 del 2011
Dal 18 maggio diventano efficaci le novità per l’informatizzazione del processo sia civile che
penale, ed in particolar modo per il processo telematico, introdotte dal Decreto del Ministero della
Giustizia del 21 febbraio 2011 n. 44, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 aprile.
Sono le nuove regole tecniche per l’adozione nel processo civile e nel processo penale delle
tecnologie dell’informazione e della comunicazione, in esecuzione dell’articolo 4 comma 1 del
decreto legge 29 dicembre 2009 n. 193 (convertito nella legge 22 febbraio 2010 n. 24), recante
“Interventi urgenti in materia di funzionalità del sistema giudiziario” ed in attuazione del decreto
legislativo 7 marzo 2005 n. 82, recante “Codice dell’amministrazione digitale”.
Si tratta di un regolamento avente rilevanza particolare, perchè rimane l’unica disposizione valida
ed operante nel delicato settore della digitalizzazione della giustizia.
Com’è noto, un primo passo verso la realizzazione del processo telematico era stato ottenuto con il
Decreto del Ministero della Giustizia n. 123 del 13 febbraio 2001 e, successivamente, del 17 luglio
2008.Ora, i due D.M., a partire dal prossimo 18 maggio, vengono abrogati dal decreto del 21
febbraio, che intende porsi in linea di stretta continuità con i nuovi progetti del Governo di
informatizzazione della Giustizia che prevedono la digitalizzazione e riorganizzazione degli uffici
giudiziari, la dematerializzazione dei procedimenti e la messa in rete dei principali servizi ai
cittadini.
In particolar modo, con il D.M. n. 44/2011 si disciplina con maggiore attenzione l’invio delle
comunicazioni e delle notifiche in via telematica dagli uffici giudiziari agli avvocati e agli ausiliari
del giudice (artt. 16, 17 e 18), nel processo civile, in attuazione dell’art. 51 della Legge 6 agosto
2008, n. 133.
Lo stesso art. 4 del decreto prevede che il Ministero della giustizia si avvale di un proprio servizio
di posta elettronica certificata conforme a quanto previsto dal codice dell’amministrazione digitale.
Il D.M. realizza ulteriori funzionalità a completamento del nuovo “processo civile telematico”, per
facilitare il colloquio con gli utenti della Giustizia.
La notificazione telematica, in particolar modo, faciliterà la costituzione del fascicolo elettronico
dei Giudici e l’archiviazione informatica dei documenti.
In altri termini, l’ossatura del processo telematico rimane quella già delineata dai precedenti
provvedimenti ed è contraddistinta dalla creazione di una rete informatica che colleghi studi
professionali e cancellerie degli uffici giudiziari, trasformando l’attuale fascicolo cartaceo in un
fascicolo virtuale inserito in rete, nonché la creazione di un accesso autorizzato alla rete telematica
giudiziaria per ogni operatore di diritto (magistrati, avvocati, personale di cancelleria, ufficiali
giudiziari) con diversi gradi di abilità (creazione dell’atto, trasmissione, lettura) e di un indirizzo di
casella di posta elettronica certificata cui il programma potrebbe inviare gli avvisi sui depositi
eseguiti nel fascicolo virtuale, segnalando altresì le eventuali scadenze per il compimento di atti
processuali.Infine, altra novità di rilievo è rappresentata dai pagamenti telematici (capo V) del
contributo unificato e degli altri diritti e spese nonché dei diritti di copia, delle spese di
registrazione, trascrizione e voltura atti, dei diritti di notifica.