Semiotica dello spettacolo digitale - Dipartimento di Arti e Scienze
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Semiotica dello spettacolo digitale - Dipartimento di Arti e Scienze
Dipartimento di arti e science di spettacolo, La Sapienza Semiotica dello spettacolo digitale Docente: Aleksandra Jovicevic Dal 5 marzo al 17 aprile 2008. Mercoledi 18-20; Giovedi 16-18; Aula V • Il corso di Semiotica dello spettacolo digitale prende in esame le arti performative che fanno uso di tecnologie digitali e di nuovi media in vari modi, pratiche performative postmoderne che usano il video, i software per i computer, le camere web, la trasmissione wireless di video e suono, etc. L' obiettivo del corso sarà di indagare e definire l'eterogeneo e ibrido campo dello spettacolo digitale, di identificarne alcuni tratti base che lo connotano, problematizzare lo statuto teorico di un territorio in continua trasformazione e di recentissima storia attraverso esempi dal teatro postdramatico, danza moderna, nuova performance art, videoarte, e cinema digitale, che verranno analizzati durante il corso. • • • • • • • • • • • • Introduzione del corso, metodo di lavoro, precedenti di spettacolo digitale, la avanguardia storica, Craig e Mejerhold; da Ubermarionete a Neuromancer; Video e commenti: Bauhaus, la Ricostruzione delle danze meccaniche; Che cos’ é la semiotica di spettacolo, come si legge l’arte, e la realta vituale; Video e commenti: Elio Petri, La decima vittima; Nuovo teatro postdramatico e l’uso di technica digitale; Video e commenti: Heiner Goebbels, Eraritjaritika; L’arte della performance, la danza concenttuale e l‘ uso della tecnica digitale; Video e commenti: The Cost of Living, DV8; Cinema digitale; Video e commenti: vari filmati di Goddard; La nuova arte interdisciplinaria e tecnica digitale; Video e commenti: Zinedine Zidan, il ritratto di XXI secolo, gruppo di autori; etc. Bibliografia Per frequentanti e non: • • • • Robert Stam, Robert Burgoyne, Sandy Flitterman-Lewis, Semiologia del cinema e dell’ audivisiovo, Bompiani, 1999; Valentina Valentini, “Visuale, Performativo, Mediatico, in Mondi, corpi, materie: Teatri del secondo Novecento, Bruno Mondadori, 2007; pp 41-79; Marco de Marinis, “Semiotica,” Capire il teatro, Bulzoni 1999, pp 15-38; Lev Manevich, Il linguagio dei nuovi media, Bompiani 2002; Per non frequentati: • Daniel Birnbaum, Cronologia, Tempo e identita’ nella videoarte, Postmedia 2007. • Enrico Livraghi, “Preludio. Movimenti.org”, Da Marx a Matrix: I movimenti, l’homo flexibilis e l’enigma del non-lavoro produttivo, DeriveApprodi, 2006, pp. 21-108. altri obiettivi del corso • • analizzeremo il linguaggio dei nuovi media collocandolo entro la storia delle moderne arti visive, performative e mediali. proveremo a rispondere alla domanda: quali sono le affinità e le differenze tra i nuovi media, le forme culturali e il linguaggi precedenti? Che cosa rende unico il modo in cui i nuovi oggetti mediatici creano l’illusione della realtà, si rivolgono allo spettatore e rappresentano spazio e tempo? Come operano nei nuovi media convenzioni e tecniche dei vecchi media? Se costruiamo un'archelogia che collega le nuove tecniche computerizzate di creazione dei media con le vecchie tecniche di rappresentazione e simulazione, dove dovremmo collocare i cambiamenti storici piu significativi? Lezione di 6. marzo 2008 Dalla supermarionetta di E.G. Craig a Neuromancer di William Gibson Avanguardie storiche e l’uso della tecnologia moderna De-letterarizzazione del teatro occidentale, 1900-1930 • Hugo von Hoffmansthal, »Die Buhne als Traumbild«, 1903: de-semantizzazione del linguaggio teatrale; • Edward Gordon Craig, »Il primo dialogo sul’ arte del teatro«, 1911: nel futuro teatro l’attore sara sostituitto con supermarionetta; • Il futurismo italiano,1909: vita=arte; l’uomo futuro; • Il futurismo russo, costruttivismo, cubofuturismo, 1909: uomo-robot; • Bauhaus, 1919: Oscar Schlemmer: kunstfigur; Walter Gropius: teatro della totalità; • E. V. Mejerholjd (1874-1934): biomecchanica; • Erwin Piscator (1898-1966): teatro della totalità. Marcel Duchamp (1887-1968) • Marcel Duchamp era l'avatar della cultura digitale. Con la sua serie di ready-made, Duchamp ha dato un forte colpo al sistema di valutazione analoga, mettendo gli oggetti banali in contesto di alta cultura. Il suo argomento - nessun oggetto ha un valore per se, fin che non si mette in una rete semiotica che definisce il suo contenuto -era troppo avanti al suo tempo. Futurismo italiano • Considerata l’arte dei manifesti, per i suoi 68 manifesti (19091933), tra cui: • • • • Il teatro di Varieta, (1913); L'arte dei rumori, (1913); La pittura dei suoni, rumori e odori, (1913); Lo splendore geometrico e meccanico e la sensibilità numerica, (1914); Il teatro futurista sintetico, (1915); Ricostruzione futurista del' universo, (1915); Il teatro plastico, (1919); La nuova religione morale della velocita (1916); Il teatro futurista aeroradiotelevisivo, (1931); L' uomo futuro (1933); Il teatro totale futurista, (1933). • • • • • • • I concetti principali del futurismo: • velocità, simultaneità, illogicità, montaggio, sintesi, sincretismo, uso di tutte delle tecnologie moderne; • Diretto rapporto con gli spettatori, (dal disgusto e provocazione fino a una specie di fisicofolia); • Vita=arte; • Uomo-macchina. Biomeccanica • • Con la biomeccanica Mejerhold si proponeva di fondare le basi per un nuovo attore, per controllare e dirigere il suo processo creativo e i suoi mezzi espressivi, in cui movimento e controllo dei propri movimenti vanno insieme, essendo la mente che suggerisce e dirige l'azione. Nella pedagogia biomeccanica, movimento, emozione e parola sono collegati al sistema nervoso, per cui l'interiorità si esprime tramite il movimento, ma a differenza di Stanislavskij Mejerhold non metteva in relazione il »mondo emotivo dell'attore« con quello del personaggio, mescolando tramite la reviviscenza, i sentimenti dell'uno con quelli dell'altro: la relazione tra attori e spettatori era piu importante che non l'identita fra attore e personaggio. • L'attore deve rappresentare il personaggio non come é ma come lo vede: il che significava che doveva comunque esprimere la propria personalità ed esperienza. • Mejerhold più volte afferma che in uno spettacolo si ritrova sia l'attore con il suo corpomente sia una seconda persona virtuale che l'attore rende concreta, per cui il personaggio diventa un composto in cui precipitano i tratti specifici che lo qualificano, il piacere di crearlo e la personalità di attore. Erwin Piscator (1898-1966) »Il mio conto del tempo ha iniziato il 4. di agosto 1914. Da quel momento l’ago di barometro si alza: 13 milioni di morti/ 11 milioni di invalidi/ 50 milioni di soldati nei battaglioni/ 6 miliardi di granate/ 50 miliardi di metri cubici del gas. Che cos’ é qui lo sviluppo della personalità? Nessuno qui si sviluppa come personalità. Qualcosa d’altro la sviluppa. Di fronte a un ventenne si é messo di traverso la guerra. Il destino. Ogni altro maestro é di troppo.«