I Rumori Nutrienti - DELÌRIVM FANTÔMAS

Transcript

I Rumori Nutrienti - DELÌRIVM FANTÔMAS
Introduzione
Testi:
Margherita Cortopassi
Emanuele Pantano
Gillo Pucciarelli
Federico Francesco Falco
Andrea Molasch
Gabriele Mureddu
Copertina:
Margherita Cortopassi
Illustrazioni:
Margherita Cortopasi
Layout:
Margherita Cortopassi
Foto:
tratte da internet
(nei casi in cui non è stato possibile, nonostante le ricerche, rintracciare gli autori delle
fotografie, queste, su richeista, saranno immediatamente rimosse)
Per ulteriori informazioni rivolgersi a: [email protected]
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Mike Patton
L’Adolescenza
Mr. B, FNM, Collaborazioni
Una nuova era: Fantomas e Ipecac
Di nuovo con i Mr. B
Seconda prova con i Fantomas
L’incontro..nascita dei Tomahawk
Patton iperattivo
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Faith No More
Intro
Gli esordi
L’era Mosley
L’era Patton
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Mr. Bungle
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Fantomas
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Tomahawk
Biografia
Tomahawk, Ipecac 2001
Mit Gas, Ipecac 2003
Curiosità ed Interviste
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Dedicato a:
Diego.
Introduzione
Introduzione
Come e perchè nasce il
progetto
Il progetto “Mike Patton. I
rumori nutrienti” nasce quasi
per caso. Prende inizialmente
forma come una sorta di
biografia dell’ex Faith
No More (come a molti
piace chiamarlo),
per crescere
col tempo e
diventare
forse qualcosa
di più (o qualcosa
di meno, starà a voi
decidere dopo che lo
avrete letto).
Nasce come progetto
grafico, ma come molte
creazioni, durante “i
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lavori in corso”, ha preso una forma inaspettata e più
consistente, fino a diventare un vero e proprio libro (o
comunque sia..qualcosa di simile).
Bè..l’ho introdotto come biografia, ma ho visto bene
di anteporre “una sorta”, e ciò non è casuale. Si tratta,
infatti, di una collaborazione on line tra 6 ragazzi del
“Cattivo come adesso...Mike Patton’s forum” ognuno dei
quali ha scritto uno dei capitoli che andrete a leggere.
Come mai questa scelta? Inutile negare che da un lato è
stata dettata da una questione materiale, quale i tempi
di realizzazione (che erano abbastanza stretti), ma
in realtà va ben oltre, infatti il progetto, lungi dal voler
essere un’esauriente e oggettiva biografia critica di
Mike (permettetemi di chiamarlo confidenzialmente
così dopo un’estate passata a lavorare su di lui), vuole
invece fornire i molteplici aspetti della personalità
“pattoniana” attraverso gli occhi dei suoi fans.
Diciamo che, se forse peccheremo sulla completezza
e l’oggetività dei dati forniti, dall’altro lato ci siamo
attenuti a quella che sembra essere la filosofia del
nostro cantante preferito: la varietà! I mille volti di
Patton visti da molteplici punti di vista, questo è ciò che
si prefigge il nostro progetto.
A voi lettori premetto una cosa: tutto ciò che troverete
scritto qui è frutto di una passione coltivata negli anni
da ragazzi come voi, non è scritto da critici musicali
professionisti; non eravamo interessati a proporre
l’ennesima critica oggettiva, ma bensì volevamo
trasmettere ciò che per noi è Patton, il suo mondo
e la sua musica. Così ognuno dei ragazzi che ha
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Mike Patton
partecipato al progetto ha scritto nei modi che più gli
erano congeniali e ha trattato gli argomenti che più gli
apparivano interessanti, curiosi, divertenti, importanti.
Troverete perciò stili e approcci diversi, e spero che
apprezziate, in quanto questa varietà e molteplicità è
ciò a cui si mirava.
Chi ha partecipato
Prendono parte alla realizzazione, come ho già
accennato, 6 ragazzi. La particolarità del progetto è
che tutto si è realizzato tramite internet, infatti ognuno
di noi proviene da zone diverse d’Italia, abbracciando
tutta la penisola da Nord a Sud.
Ciascuno si è preso l’impegno di scrivere, impegno
non da poco visto che il tutto si è realizzato in estate;
qualcuno ha scritto durante la pausa pranzo, qualcuno
tra un libro e un altro, qualcuno durante quelle 2
settimane di vacanza disponibili all’anno. Per questo
sforzo ulteriore -dato che non si trattava semplicemente
di metter giù 2 righe, ma di sacrificare quel momento
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sacro che sono le ferie estive- ho apprezzato ancora di
più questa collaborazione, che porta alla luce un testo
scritto da persone che condividono una passione con la
stessa intensità.
Ringrazio quindi tutti coloro che ne hanno preso parte:
Emanuele “Mr.Bungle82” Pantano (autore della parte
biografica),
Federico Francesco “Gidan Razorblade” Falco (autore
del capitolo sui Mr.Bungle),
J.lo (autore del capitolo sui Faith No more),
Andrea Fantomas Molasch (autore che del capitolo sui
Fantomas),
Gabriele “Sgabrioz” Mureddu (autore del capitolo sui
Tomahawk).
Ringraziamenti
Vorrei estendere i ringraziamenti a tutto il “Cattivo
come adesso...Mike Patton’s forum” che ci ha permesso
di conoscerci e di collaborare, e a tutti gli utenti, dato
che tutti, più o meno direttamente, hanno contribuito
a questa realizzazione, soprattutto condividendo
quotidianamente la passione per questa musica
attraverso uno scambio reciproco di opinioni,
informazioni e curiosità.
Vorrei ringraziare inoltre il prof. Iozzi, perchè se ho
intrapreso la strada della grafica (lunga o breve che sia)
il merito va a lui.
Infine, un ringraziamento particolare va al
“mamadesign”, lo studio grafico che ha permesso al
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Mike Patton
progetto di concretizzarsi! E che mi ha supportata
durante la realizzazione facendomi crescere da un
punto di vista tecnico,e non solo.
Bè..che altro dire?
Nato dall’idea di una ragazza di fronte al suo
computer, questo progetto ha coinvolto diverse persone
di diverse parti d’Italia.
Ho speso un’estate, lavorando ogni giorno con
costanza affinchè prendesse forma; c’ho creduto, ho
creduto nei ragazzi del forum e la risposta è stata
veramente positiva, tutti quelli che hanno aderito
l’hanno fatto con piacere e serietà.
Per me questo è stato il primo lavoro un po’ più
consistente in veste di grafica, ho cercato di soddisfare
le aspettative mie e di chi ha lavorato con me..quindi..
“...spero che alla gente piace però sennò non è che mi
sparo in testa hai capito”. =)
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Mike Patton
I rumori nutrienti
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MikeMike
Patton
Patton
L’adolescenza
Michael Allan Patton nasce
il 27 gennaio del 1968 ad
Eureka, una cittadina sulla
costa ovest della California.
Figlio di una baby sitter e
di un allenatore di football,
passa l’infanzia in una casa
piuttosto isolata, nei
pressi di un bosco,
situata a pochi
chilometri
da
Eureka.
L’infanzia
di Mike
fila liscia
senza particolari
avvenimenti. A parte
qualche scherzo di
troppo che amava fare
ai suoi genitori, era un
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ragazzo piuttosto tranquillo, spesso preferiva rimanere
in casa piuttosto che uscire con gli amici.
L’avvenimento che sarà fondamentale per il suo futuro
è il lavoro come commesso in un negozio di dischi, in
cui inizia a lavorare molto giovane (presumibilmente
intorno ai 16 anni). Mike odiava questo lavoro e
soprattutto il suo capo, perché sosteneva che
non lo pagasse in maniera adeguata. Così, per
rimpinguare lo stipendio, iniziò a rubare dei
dischi nel negozio. In poco tempo, più della
metà della sua collezione di album era
formata da dischi rubati nel negozio in
cui lavorava. E fu proprio grazie a ciò
che iniziò ad ascoltare una grande
quantità di album. Tra questi furono
quelli thrash metal, death metal e hardcore a catturare
maggiormente la sua attenzione.
Mr. Bungle, Faith No More e le prime
collaborazioni con altri artisti
Proprio in questo periodo, precisamente nel 1985, Mike
forma i Mr. Bungle insieme ad alcuni suoi compagni dell’
Eureka High School: il bassista Trevor Dunn, il chitarrista
Trey Spruance e il batterista Jed Watts.
Il primo demo della band, “The Raging Wrath of the
Easter Bunny”, viene registrato nel 1986. Lo stile di
questo primo lavoro è un death metal veloce ma
particolare grazie all’introduzione di strumenti inusuali
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Mike Patton
come dei bongo, un sassofono e un kazoo.
Intanto la band inizia a farsi conoscere, suonando nelle
feste scolastiche e in alcune spiagge della zona.
L’anno successivo vengono registrate due versioni di
un demo chiamato “Bowel Of Chiley”, le quali vengono
distribuite dai membri del gruppo ad alcune stazioni
radio californiane. Lo stile di “Bowel of Chiley” è
completamente differente da quello di “The Raging
Wrath of the Easter Bunny” e vede l’introduzione di
suoni ska, swing e funk. In questo lavoro, Jed Watts è
stato sostituito alla batteria da Hans Wagner e il nuovo
sound della band ha richiesto l’aggiunta dei trombettisti
Scott Fritz e Theo Lengyel.
Nel 1988 Fritz lascia il gruppo sostituito da Luke Miller
ed intanto esce il terzo demo-tape: “Goddammit I Love
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America!”, in sostanza molto simile al precedente e che
contiene due tracce (“Egg” e “Carousel”) che finiranno
sul primo album ufficiale della band.
Nel 1989 esce l’ultimo demo del gruppo: “OU818” che
contiene gran parte dei pezzi che finiranno sul primo
album. Il lavoro vede, il terzo (e ultimo) cambio alla
batteria: Danny Heifetz è il nuovo batterista, ed anche
una nuova entrata, il sassofonista basso Clinton “Bär”
McKinnon.
Intanto a San Francisco, un’altra band molto particolare
iniziava a farsi conoscere e a raccogliere i conensi
della critica. I Faith No More di Billy Gould (basso),
Roddy Bottum (tastiere) e Mike Bordin (batteria),
dopo aver inciso due album con il cantante nero
Chuck Mosely, stanno cercando un nuovo cantante
per sostituire proprio Mosely, indisciplinato e troppo
spesso ubriaco. Una delle demo dei Mr. Bungle finisce
nelle mani di Jim Martin chitarrista dei Faith No More
(pare che sia stato proprio Mike a consegnarla a
Martin in occasione di un concerto dei Faith No More
a San Francisco), il quale rimane favorevolmente
impressionato dalle doti vocali di Patton e lo invita a far
parte del gruppo.
Mike, dopo aver chiesto consiglio al suo grande amico
Trevor e a suo padre, accetta la proposta ed entra
così a far parte della band all’inizio dell’anno. Dopo
solo due settimane dal suo reclutamento, si presenta in
studio con i testi già pronti, lasciando di sasso gli altri
quattro membri dei FNM. Il 20 giugno del 1989 esce
“The Real Thing”.
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Mike Patton
Il successo è enorme, l’album diventa disco di platino
negli USA grazie soprattutto a “Epic”, brano che
scala in poco tempo le classifiche degli States e che
fa conoscere Patton a tutto il mondo. I Faith No More
pescano a piene mani da diversi generi: funk, rap, heavy
metal e pop si uniscono in un unico flusso sonoro in cui
la carta in più risulta essere proprio il nuovo cantante.
Patton si trasformò, in poco tempo il ragazzo timido e
riservato divenne un estroso animale da palcoscenico.
Egli stesso qualche anno dopo dichiarò: “Quando mi
chiamarono, i Faith No More erano già famosi e io
vivevo ancora in casa con i miei genitori. E non avevo
mai bevuto alcolici, non avevo mai preso una bella
sbronza. Capii che era giunto il momento di essere un
uomo.”
Intanto in questo periodo nasce una polemica tra Mike
Patton ed Anthony Kiedis, cantante dei Red Hot Chili
Peppers, una polemica che – come vedremo – avrà
sviluppi inaspettati parecchi anni dopo. Kiedis accusò
Patton di aver copiato il suo stile nel video di “Epic”,
probabilmente mosso dall’invidia di vedere i Faith No
More triplicare i RHCP in quanto a popolarità e vendite.
Visto il successo di Patton con i FNM, diventa un gioco
da ragazzi per i Mr Bungle trovare una major: nel 1991
vengono messi sotto contratto dalla Warner Bros. Il
primo album “Mr Bungle” esce nell’ agosto dello stesso
anno e vede John Zorn nelle vesti di produttore. L’album
vende bene e il gruppo riscuote un grande successo nel
seguente tour in Nord America. Le bizzarre esibizioni
di Patton sono la principale attrazione sia negli show
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dei Mr Bungle che in quelli dei Faith No More.
“Mr Bungle” è un collage di sound disparati, un album
tanto geniale quanto bizarro, un crogiuolo di infinite
idee nel quale Mike Patton mostra tutta la sua creatività
coadiuvato dal genio di John Zorn.
Mike continua così dividendo il suo tempo tra i
Mr. Bungle e i Faith No More. Con la band di San
Francisco, nel 1992, registra “Angel Dust”, l’album che
da molti è considerato il capolavoro del gruppo. Mike
partecipa attivamente alle registrazioni (cosa che non
aveva fatto in “The Real Thing” dove scrisse soltanto
i testi) ed imprime una precisa direzione al sound del
gruppo. Mentre la Warner chiedeva a gran voce la
realizzazione
di una sorta di seguito di “The Real Thing” con pezzi o
recchiabili come “Epic”, Mike decise di lavorare nella
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Mike Patton
direzione diametralmente opposta. Ne risultò un lavoro
oscuro, drammatico, ostico ai primi ascolti, con poco
spazio per la melodia. Evidente, quasi impressionante, il
cambiamento vocale di Patton. La voce da teenager
presente su “The Real Thing” lascia spazio ad un
registro vocale decisamente vario, che di fatto impone
Patton come uno dei migliori vocalist degli anni novanta.
“Angel Dust” piacque a tutta la band, tranne che a Jim
Martin il quale ebbe diversi litigi con Patton finché – nel
novembre del 1993 –abbandonò la band, e quando gli
chiesero il perché di tale decisione rispose con solo due
parole: “Mike Patton”.
Mike era totalmente cambiato in pochi anni: il ragazzo
timido e riservato di Eureka era ormai diventato un
musicista autoritario e dotato di un ego non indifferente.
Dopo le registrazioni di “Angel Dust”, Mike può tornare
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ad occuparsi dei Mr. Bungle. La pazzia è sempre la
stessa, il gruppo si esibisce sempre mascherato e sono
piuttosto frequenti i concerti in cui si registrano pazzie
di Mike: tuffi sulla batteria, distruzione di strumenti ed
orinazioni sul palco sono quasi all’ordine del giorno.
Tra gli estenuanti tour dei Faith No More e le date dei
Mr. Bungle, Patton non ha molto tempo a disposizione,
ma nei buchi di tempo trova il modo di collaborare
con altri artisti. Nel 1992 partecipa in una traccia
dell’album “Love God” dei Milk Cult e replica la visita
due anni dopo nel successivo album della band: “Burn
Or Bury”. Nel 1993 partecipa con i Faith No More
alla composizione della colonna sonora del film
“Judgement Night”, la band vi partecipa con la traccia
“Another Body Murdered” realizzata insieme ai rapper
Boo-Yaa-T.R.I.B.E. Queste collaborazioni aumenteranno
vertiginosamente negli anni, fino a diventare una
caratteristica peculiare del Patton musicista.
Nel 1994 iniziò le registrazioni con i Faith No More per
quello che sarà “King For a Day, Fool For A Lifetime” e lo
stesso fece per il nuovo album dei Mr. Bungle che uscirà
con il nome di “Disco Volante”. In questo anno Mike non
effettuò nessun tour, né con i Mr. Bungle né con i Faith
No More, in quanto decise di sposarsi con Titi, una
ragazza italiana che conobbe nella data bolognese
del tour di “The Real Thing”. Il matrimonio ebbe luogo
a San Francisco, con i parenti più stretti dei due sposi
come unici invitati. Mike si innamorò subito dell’Italia,
della sua cucina, della lingua e per questo acquistò una
casa a Bologna: per diversi anni alternò le sue giornate
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Mike Patton
tra il capoluogo romagnolo e San Francisco.
Per “King For A Day” Mike partecipò in maniera
rilevante alla composizione dei pezzi, molto più di
quanto non avesse fatto negli album precedenti. E’ lui
ad imprimere la direzione della band in questo nuovo
lavoro. La fase di scrittura e composizione dei pezzi,
questa volta ha un minimo comun denominatore: l’odio
di Mike verso Jim Martin, il quale indicò in Patton la
causa della sua uscita dalla band.
In questo nuovo lavoro la band sceglie uno stile più
diretto e più facile da eseguire dal vivo, con le chitarre
in forte evidenza. Il chitarrista che la band sceglie per la
registrazione dell’album è Trey Spruance dei Mr. Bungle,
grande amico di Mike e chitarrista fortemente versatile.
Inizialmente Trey doveva sostituire in tutto e per tutto
Martin, diventando di fatto il nuovo chitarrista dei Faith
No More, ma, in seguito, egli stesso rifiutò questo ruolo
perché spaventato dall’enorme agenda concertistica
della band.
Mike scrisse venti pezzi, ma di questi solo quattordici
entrarono a far parte dell’album che uscì nel marzo
del 1995. La musica questa volta era fortemente
aggressiva, molto più di quanto il gruppo avesse fatto
in precedenza. I testi erano di contenuto aggressivo e
al tempo stesso ironico. A livello vocale Patton compie
un ulteriore passo in avanti, mostrando un registro
vocale così ampio che si fa fatica a credere che le
quattordici tracce del disco siano cantate da un solo
vocalist. Inoltre inizia a far capolino il suo amore per le
lingue estere: una traccia del disco, “Caralho Voador” è
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cantata in portoghese, mentre “Evidence” (in inglese sul
disco) viene registrata anche in spagnolo, portoghese
e italiano (quest’ultima versione non è mai stata
rilasciata), e ancora, tra le b-sides del disco vi è “Das
Schutzenfest”, cantata in tedesco.
Mike cambiò la sua immagine in questo disco, si tagliò
i capelli (che comunque non portava più lunghi già dal
1992, anno di uscita di “Angel Dust”) e si fece crescere
i baffi. Inoltre cominciò a bere alcool, cosa che in
passato non faceva di frequente. L’unico vizio che Mike
aveva era quello di bere caffè in continuazione, una
volta Roddy Bottum disse che Mike era l’unico della
band a non usare droghe, la sua unica droga era la
caffeina.
Mike intanto era sempre inseguito da fan adoranti,
migliaia di ragazze andavano ai concerti dei Faith No
More solo per lui. Non era raro che rientrando nella
sua casa di San Francisco trovava decine di ragazze
davanti il suo cancello e spesso trovava i muri della
casa imbrattati con scritte spray di ragazze che
dichiaravano il loro amore per lui. Questi atteggiamenti
non sono mai andati giù a Mike, anzi lo disgustavano.
In una occasione una ragazza gli chiese se gli poteva
autografare un seno, Mike non solo si rifiutò ma la
mandò letteralmente a quel paese, arrabbiandosi non
poco. Un’altra volta una fan gli ammanettò la mano
destra nel backstage, per 4 ore… Potete immaginare
Patton in quale stato d’animo fosse. Quando finalmente
riuscirono a liberarlo questa ragazza non ne voleva
sapere di lasciarlo, così Mike gli diede una spinta per
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Mike Patton
allontanarla da lui, ma la ragazza cadde e batté la
testa sul pavimento. I giorni successivi, in Australia
(dove accadde il fatto) alcune associazioni femministe
iniziarono una campagna contro Mike, ma ciò non
intaccò minimamente le vendite dei Faith No More in
quanto molto amati in quel paese (“King For A Day”
rimase primo in classifica per diverse settimane).
Il tour per King For A Day durò dieci mesi in meno del
previsto, in parte perché l’abum vendette bene solo
in alcuni paesi (Australia su tutti), ma anche perché i
rapporti all’interno alla band cominciavano ad essere
tesi e così tutti decisero che era meglio fermarsi e
radunarsi in futuro per un nuovo album.
Mike che non sapeva stare un solo giorno senza far
niente, appena appreso della cancellazione di buona
parte del tour, subito tornò a lavorare con i Mr. Bungle.
Nell’ottobre del 1995 esce così “Disco Volante” uno dei
più sperimentali e bizzarri album mai usciti, un lavoro
nel quale i generi musicali più disparati come metal,
techno, hardcore, tango, pop, jazz e punk trovano
suolo comune. La traccia più stravagante e particolare
dell’album è probabilmente “Violenza Domestica”
cantata completamente in italiano. Il lavoro preoccupò
non poco la Warner, che lo considerò un “suicidio
commerciale”, ma come sempre Mike non si piegò
minimamente alle richieste dell’etichetta, il quale fu
costretta a pubblicare l’album senza nessuna modifica.
L’atteggiamento di Mike con i Mr. Bungle era diverso da
quello che teneva con i Faith No More. Se nella band
di San Francisco egli appariva come il leader, nei Mr.
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Bungle egli sembrava maggiormente parte integrante
della band, al pari dei suoi compagni. I concerti con i
Mr. Bungle lo divertivano, egli cantava spesso brani dei
suoi artisti preferiti come Ennio Morricone ed Adriano
Celentano (del quale coverizzò, in diversi concerti, il
pezzo “24.000 baci”); una volta dichiarò: “Andare in
tour con i Mr. Bungle è come fare del buon sesso, mentre
andare in tour con i Faith No More è come avere un
qualcosa nel culo”.
Tra una data e l’altra Mike trovò il tempo di incidere il
suo primo album da solista “Adult Themes For Voice”,
uscito nel 1996 per la Tzadik di John Zorn che era
ormai diventato uno dei suoi amici più cari e con il
quale registrò l’album “Elegy” del 1995. “Adult Themes”
era stato registrato solamente con un microfono
ed un registratore a quattro tracce. Mike registrò i
trentaquattro brani che lo compongono in diverse
stanze d’albergo a cinque stelle, in cui egli alloggiò
con i Faith No More durante il tour di “King For A
Day”. Per ogni traccia Mike scelse un titolo che poteva
rappresentare al meglio l’essenza del pezzo.
Sempre nel 1996 Mike collaborò con la band metal
brasiliana “Sepultura”, il cui batterista, Igor Cavalera,
era un suo grande amico. Egli registrò due tracce: in una,
“Lookaway”, divise il microfono con il vocalist della
band Max Cavalera e con Johnatan Davis dei Korn,
mentre l’altra, “Mine”, fu interamente scritta, composta
e cantata da lui.
Jonathan Davis era un grande estimatore di Patton e
quando, qualche tempo dopo, vinse un grammy con i
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Mike Patton
suoi Korn, lo dedicò proprio a
Patton, ai Faith No More e ai Mr.
Bungle.
Ormai Mike, consapevole dei
suoi mezzi, inizia a dar pieno
sfogo alla sua creatività e il
1997 è uno degli anni in cui
risulta più attivo. In questo anno
escono infatti: “Fear No Love” di Bob Ostertag in cui
Mike partecipa come vocalist in due tracce (“The Man
In The Blue Slip” e “Not Your Girl”), il tributo a Burt
Bacharach (“Great Jewish Music: Bart Bacharach”) in
cui partecipa nella traccia “She’s Gone Away” e quello
a Serge Gainsbourg (“Great Jewish Music: Serge
Gainsbourg”) in cui canta il pezzo “Ford Mustang”.
Nello stesso anno Mike registra anche due brani con
gli Sparks insieme ai Faith No More. I due pezzi, “This
Town Ain’t Big Enough For Both Of Us” e “Something
For The Girl With Everything”, usciranno poi sull’album
“Plagiarism” degli Sparks. Altro album uscito in
questo anno è la registrazione del festival bolognese
“Angelica” in cui Mike canta insieme a diversi artisti (tra
cui Bob Ostertag e Otomo Yoshihide) in quattro tracce:
“The Art Of Fist-Fucking 1”, “Romance For A Choking
Man/Woman”, “Cudgegokalalumosospasashatetéwao
t” e “The Art Of Fist-Fucking 2”.
E il 1997 è anche l’anno in cui Mike pubblicò, sempre
per la Tzadik, il suo secondo album da solista: “Pranzo
Oltranzista”, ispirato dal libro “La cucina futurista”
scritto da Filippo Tommaso Martinetti nel 1930. Questo
I rumori nutrienti
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album interamente composto da Patton e registrato in
un solo giorno, si avvale di ospiti di eccezionale valore:
Erik Friedlander (cello), Marc Ribot (chitarra), William
Winant (percussioni) e John Zorn (sassofono alto). Il
filo conduttore dell’album è rappresentato dal tema
del cibo. Il lavoro è difficile da descrivere, è qualcosa
che va oltre la musica e che trasporta l’ascoltatore in
un’inaspettata - ma affascinante - dimensione surreale. I
titoli delle tracce sono tutti in italiano.
Il 9 giugno del 1997 uscì anche “Album Of The Year”,
l’ultimo album dei Faith No More. Le tracce furono
composte in pochissimo tempo da Bill Gould e
Mike Patton, gli altri componenti del gruppo furono
chiamati solo per registrare le parti che gli spettavano.
Nell’album aleggia una dimensione nostalgica,
riflessiva, da “viale del tramonto”, sia nei testi che nelle
musiche.
Mike, come sempre accadeva per ogni nuova uscita
del gruppo, cambia anche qui la sua immagine, ora
estremamente pulita. Indossa eleganti vestiti italiani,
orologi di lusso e una pettinatura stile anni quaranta.
Al di là della nuova immagine, le tensioni all’interno del
gruppo cominciavano ad essere sempre più presenti e
nessuno sembrava avere più voglia di proseguire questa
avventura. E così il 20 aprile del 1998, un comunicato
del gruppo che fa subito il giro del mondo, annuncia
lo scioglimento della band. Finisce così l’avventura di
una delle band più importanti degli ultimi anni; i Faith
No More sono stati i padri del crossover, veri e propri
anticipatori di mode e tendenze, punto di riferimento
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Mike Patton
imprescindibile per moltissime band formatesi in questi
ultimi anni (Jonathan Davis dei Korn e Chino Moreno
dei Deftones, per citare due tra i nomi più rilevanti,
indicarono i Faith No More
e in particolare Mike Patton
come principale fonte di
ispirazione) .
I fan rimasero a dir poco
scioccati dall’improvvisa
ed inaspettata notizia. Mike
Patton qualche tempo dopo
dichiarò: “Abbiamo deciso
così perché andava fatto. È
come una relazione con una
donna, devi sapere quando è
il momento, perché se lo ignori e lo lasci passare, il
problema diventa sempre più grande. Un altro disco
sarebbe stato orribile”.
Dopo lo scioglimento dei Faith No More, la casa
discografica decise di far uscire un doppio album
intitolato “Who Cares A Lot”, che conteneva i principali
successi della band più altri pezzi inediti.
Nel 1998 nasce anche un altro progetto che vede
Mike coinvolto: “Weird Little Boy”. Vi partecipa come
vocalist accompagnato dal solito John Zorn e da
Trey Spruance. L’album omonimo è una sorta di noise
ambientale non di facile ascolto. Trey Spruance dopo le
registrazioni disse che l’album era “una merda” e che
non sarebbe mai dovuto uscire. Fortunatamente o no che
si voglia, l’album uscì solo in Giappone.
I rumori nutrienti
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Sempre di questo anno è la sua
partecipazione nell’album “Charlie” del
gruppo giapponese Melt Banana, in cui
“canta” nella traccia “Area 877 (Phoenix
Mix)”.
Una nuova era per Mike: i Fantômas e la
Ipecac
La fine dei Faith No More è stata una medaglia a
due facce distinte. Da un lato vi è il dispiacere per lo
scioglimento di una delle band più importanti degli anni
Novanta, dall’altro lato, grazie a questo avvenimento
Mike può finalmente dar sfogo alla sua vena creativa,
incamminandosi una volta per tutte in quel sentiero
verso l’avanguardia che aveva intravisto grazie al
suo amico John Zorn e i musicisti gravitanti intorno a
lui (Yamataka Eye su tutti, personaggio che segnerà
profondamente il “nuovo Mike”).
Già nell’ultimo tour con i Faith No More, Mike aveva
dato forma concreta alle idee che circolavano nella sua
testa, registrando un demo chiamato
poi “Diabolik demo”, in cui vi erano,
in nuce, le idee del suo nuovo gruppo,
che vide la luce nell’aprile del 1999:
i Fantômas. In quel demo Mike suonò
tutti gli strumenti, le tracce erano brevi
e veloci, con sonorità molto vicine al
thrash metal e all’hardcore.
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Mike Patton
Per la realizzazione di questo progetto iniziò a
pensare ai musicisti più adatti per queste sonorità. Il
primo della lista fu Trevor Dunn, bassista dei Mr. Bungle
e suo più grande amico. Per il ruolo di chitarrista
pensò a Buzz Osborne dei Melvins, con il quale
aveva già avuto qualche contatto negli anni passati. Il
posto dietro le pelli, col senno di poi, sarà quello più
importante per il suono della band. Mike sa benissimo
che per quello che ha in mente non gli basta
solo un buon batterista, ma necessita di
un batterista potente, veloce e tecnico.
Pensando a queste caratteristiche, il nome
poteva essere solo uno: Dave Lombardo,
storico batterista degli Stayer. Fu così che,
dopo aver ricevuto la scontata risposta
positiva da parte di Trevor, Mike inviò la
demo a Buzz e Dave. Egli era nervoso e
anche piuttosto scettico sulla possibilità
che i due potessero accettare. Ma per sua
grande fortuna, pochissimi giorni dopo, i due
chiamarono Mike, entusiasti di partecipare al
suo nuovo progetto.
I rumori nutrienti
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In poco tempo il gruppo registrò le trenta, brevi tracce
che andranno a formare il disco d’esordio di questo
nuovo progetto.
L’ultimo ostacolo da superare era trovare una casa
discografica disposta a far uscire il lavoro. Dopo aver
contattato diverse case discografiche che cercavano
sempre di imporre dei “paletti” al suo lavoro, Mike
capì che la soluzione migliore era crearsi una propria
etichetta, per la quale far uscire i lavori quando e come
si vuole. Così formò la “Ipecac Recordings” insieme al
suo manager ed amico Greg Werckman e nell’aprile
del 1999 uscì il primo lavoro della neonata etichetta,
l’esordio omonimo dei Fantômas: trenta tracce con due
minuti di durata come media e suonate alla velocità
della luce, nessun cenno di improvvisazione, tutto
perfettamente strutturato e Mike che non pronuncia
nessuna parola sensata, ma solo urla e versi “da
fumetto”: questi sono i Fantômas, una delle band più
geniali e bizzarre di fine millennio.
La band inizia il tour negli Usa, avendo un buon
responso di pubblico.
Le vendite dell’album superarono di gran lunga le
aspettative della band, permettendo così alla Ipecac
di avere una buona partenza , anche economica. Visto
il buon inizio della Ipecac, nello stesso anno l’etichetta
ingrandì il proprio catalogo facendo uscire due lavori
dei Melvins (“The Maggot” e “The Bootlicker”), un
lavoro del rumorista giapponese Maldoror (“She” sul
quale partecipa anche Mike) e un album della band di
ragazzi disabili The Kids of Widney High (“Let’s Get
34
Mike Patton
Busy”).
Il 1999 non fa certo eccezione per quanto riguarda le
collaborazioni di Mike. In questo anno escono infatti:
“Taboo & Exile” di John Zorn (Mike canta nella traccia
“Bulls – Eye”), “Memory Is An Elephant” del Tin Hat
Trio (Mike canta nella bonus track “Infinito”) e “Song
Drapes” di Jerry
Hunt (Mike
canta nella
traccia “Song
Drape 7 “I
Come””).
Di nuovo
con i Mr.
Bungle
Per Mike le
cose vanno
a meraviglia,
i Fantômas
non potevano
aspettarsi un
inizio migliore
e anche la
Ipecac era partita con il piede giusto. Visto il momento
di stabilità e tranquillità, decide di tornare nei Mr.
Bungle, per lavorare ad un nuovo, attesissimo lavoro.
Lavoro che vedrà la luce nel luglio del 1999, con il nome
I rumori nutrienti
35
di “California”. Mike partecipa come compositore
in quasi tutti i pezzi dell’album. Nonostante l’album
sia più accessibile e orecchiabile rispetto ai due
lavori precedenti, Mike disse che questo fu il lavoro
più difficile da registrare e comporre per la band. I
pezzi in effetti sembrano più semplici, strutturati e
meno stravaganti, ma la band dimostra una maturità
compositiva maggiore di quella avuta in passato.
L’album ha un discreto successo e la band va in tour
in tutto il mondo. E proprio in questo tour scoppia di
nuovo la polemica tra Kiedis e Patton. Non sono ben
chiari tutti i dettagli della storia, ma pare che durante
alcuni festival europei Kiedis che – viste le vendite dei
RHCP – aveva un occhio di riguardo all’interno della
Warner, si sia imputato per far escludere i Mr. Bungle
da alcuni festival. Vero o no che sia, Mike Patton il 31
ottobre del 1999, in un concerto dei Mr. Bungle, entra
sul palco travestito da Anthony Kiedis, accompagnato
da Trey Spruance nelle vesti di Frusciante, Heifetz in
quelle di Smith, Dunn in quelle di Flea e così via… La
band coverizza i pezzi più famosi dei RHCP in modo
“sgangherato”, con lo scopo di renderli ridicoli.
Nel gennaio del 2000 i Mr. Bungle vengono invitati a
partecipare al Big Day Out Festival in Australia, uno
dei più grandi festival del mondo, con una media di
250,000 persone ogni anno. Tra i gruppi ci sono grandi
band come Nine Inch Nails, Foo Fighters e Red Hot Chili
Peppers. Il gruppo non aveva mai partecipato a festival
così grandi, l’occasione è una di quelle che capitano
una volta nella vita. Ma pochi giorni prima dell’inizio
36
Mike Patton
del festival accade l’inaspettato: una telefonata avverte
il gruppo dell’esclusione dal festival. Mike, incredulo,
chiama Greg Werckman, il manager della band, il quale
informa Mike del perché di questa esclusione: Anthony
Kiedis aveva minacciato di non far partecipare i RHCP
a questo festival se i Mr. Bungle non ne fossero stati
esclusi.
Queste le parole di Mike in un’intervista del 2000:
“... L’estate passata stavamo cercando di inserire i Mr
Bungle in alcuni grossi festival europei. Non avevamo
mai suonato in grandi festival. Era un’ottima possibilità
per noi: potevamo suonare davanti a migliaia di
persone e far conoscere la nostra musica. Il nostro
agente stava facendo di tutto per farci comparire in
questi grossi festival, stavamo per partecipare ad
un grosso show in Francia, uno in Olanda ed in altri.
Tutto molto bello finché qualcuno non ha provato
invidia. All’improvviso siamo stati cancellati da molti
festivals, incluso un enorme festival in Australia,
specificatamente perché Anthony Kiedis non voleva
i Mr. Bungle nel bill. Minacciò la non partecipazione
dei Chili Peppers se i Mr Bungle non fossero stati
estromessi. Renditi conto di quello che ha fatto! E’
stato dannatamente patetico. Quest’uomo ha venduto
milioni di dischi! Non siamo che un granello di polvere
sul suo culo! Quale cazzo è il problema? E’ veramente
incredibile...”
Le collaborazioni non si fermarono neanche nel 2000.
Mike partecipa in diversi album: “The Big Gundown”
di John Zorn, dove il jazzista ebreo reinterpreta alcuni
I rumori nutrienti
37
pezzi di Ennio Morricone, (Mike canta in “The Ballad
Of Hanck McCain”), nell’album di scherzi telefonici
“Great Phone Calls” di Neil Hamburger (la chiamata di
Mike è la traccia 14 dell’album: “Music Of The Night”),
in “Down With The Scene” di Kid 606 (traccia “Secrets
4 Sale”) e in “The Crybaby” dei Melvins (traccia “GI
Joe”).
Intanto la Ipecac continua a sfornare pochi (se
relazionati al numero di album che rilasciano ogni anno
le grandi etichette), ma interessanti album.
Seconda prova per i Fantômas
Nel frattempo Patton inizia a lavorare al secondo,
attesissimo album dei Fantômas, che uscirà a luglio del
2001 con il titolo “Director’s Cut”. L’album, secondo
le parole di Mike, è un album di “respiro” sia per i
membri della band che per gli ascoltatori. Infatti la fase
di composizione e di memorizzazione dei pezzi è
stata molto meno dura rispetto all’esordio. Per questo
album la band ha scelto di reinterpretare alcune tra
le colonne sonore più famose del cinema, quasi tutte
prese da film horror o thriller. Il risultato fu un album
più “orecchiabile” (se paragonato all’esordio), grazie
al quale i Fantômas riuscirono a conquistarsi un buon
numero di ammiratori.
Tra settembre ed ottobre del 2001, i Fantômas iniziano
per la prima volta un tour in cui figurano come gruppo
di spalla. La band per cui aprono i concerti è però una
38
Mike Patton
delle più apprezzate degli ultimi anni: i Tool. La band
di Patton ha così la possibilità di esibirsi di fronte ad
arene con 30,000 persone. Non è un caso che dopo
questo tour le vendite dei due album della band fino ad
allora usciti, aumentarono sensibilmente.
L’incontro con Duane Danison: la nascita dei
Tomahawk
Il 16 novembre del 1999 i Mr. Bungle sono in concerto
a Nashville (Tennessee). Tra il pubblico vi è un ospite
d’eccezione: Duane Danison, ex chitarrista dei
leggendari Jesus Lizard, che alla fine del concerto entra
nel backstage per salutare la band. Mike, ammiratore
dei Jesus Lizard, parla a Danison invitandolo a fare
qualche progetto per la sua etichetta. A Duane piacque
l’idea e disse a Mike che in futuro si sarebbe fatto
sentire. Qualche tempo dopo Duane chiamò Mike per
proporgli un suo nuovo progetto nel quale proprio
Mike doveva essere il cantante. Mike sorpreso, accettò
immediatamente. Danison completò la band che aveva
in mente chiamando altri due nomi storici della scena
alternativa americana: il batterista John Stanier degli
Helmet e il bassista Kevin Rutmanis dei Melvins.
Nacquero così i Tomahawk e il 31 ottobre 2001 vide la
luce il primo album omonimo di questo supergruppo.
I pezzi sono composti principalmente da Danison ed
infatti i Tomahawk suonano come una sorta di Jesus
Lizard più ordinati e meno destrutturati, con Patton
I rumori nutrienti
39
che aggiunge
colore al suono
con le sue
doti vocali,
tornando a
cantare in
un modo più
vicino a quello
che lo aveva
reso famoso
con i Faith No
More, anche se qui la voce è meno pulita e modificata
attraverso microfoni e sintetizzatori vari.
I Tomahawk ottengono un buon successo e
intraprendono un tour di breve durata (2 mesi) ma con
buoni risultati a livello di pubblico, partecipando al Big
Day Out Festival del 2002, proprio quel festival a cui
non era riuscito a partecipare con i Mr. Bungle per via di
Anthony Kiedis.
Patton iperattivo
Nel 2001 Patton inizia a lavorare ad un progetto pop
denominato “Peeping Tom” che però vedrà la lusce
soltanto nel 2006, per la lunga contrattazione avuta
con diverse etichette discografiche che alla fine
porteranno Mike a far uscire il lavoro per la sua Ipecac.
Sul web però iniziano da subito a circolare le demo di
questo progetto che riscuote parerei entusiastici da
40
Mike Patton
parte dei fan.
Mike per la realizzazione di questo progetto contatta,
tra gli altri, anche Dan The Automator (produttore
dei Gorillaz, la band dell’ex Blur, Damon Albarn) il
quale accetta di aiutarlo ma in cambio chiede allo
stesso Mike di partecipare ad un progetto insieme alla
cantante degli Elysian Fields, Jennifer Charles.
Il progetto si chiama Lovage e l’album “Music To Make
Love To Your Old Lady By” esce nel dicembre 2001. Il
titolo dell’album dice tutto, i pezzi sono tutti basati
su temi sessuali e sul rapporto uomo-donna, i pezzi
sono costruiti quasi sempre sull’alternanza tra le parti
cantate di Jennifer Charles e quelle di Patton, l’alchimia
tra i due fu immediata.
Nei tour Mike e Jennifer si presentano vestiti quasi come
se fossero appena usciti dalla camera da letto dopo
aver fatto l’amore. Vestito da notte per lei, vestaglia
lunga, catena d’oro attorno al collo e bicchiere di vino
in mano per lui.
Nel 2001 esce inoltre l’album “The Gift” di John Zorn, in
cui Mike figura come ospite nella traccia “Bridge To The
Beyond”.
Nel 2002 i Mr. Bungle sono ormai fermi (e poco tempo
dopo si scioglieranno all’improvviso, lasciando grossa
delusione nei fan), i Fantômas sono in attesa di iniziare
a lavorare per il prossimo album ed i Tomahawk
hanno appena fatto uscire il loro primo lavoro, quindi
sono fermi anch’essi. Mike ha quindi più tempo a
disposizione per collaborare con altri artisti. I Dillinger
Escare Plan, gruppo grindcore tra i più interessanti degli
I rumori nutrienti
41
ultimi anni, chiamano Patton per registrare con lui le
4 tracce dell’EP “Irony Is A Dead Scene” (tra cui una
splendida cover di “Come To Daddy” di Aphex Twin)
che uscirà il 22 agosto del 2002. Questo mini album
conquista critica e pubblico, molti tra i fan lo indicano
come uno dei migliori lavori del Patton post Faith No
More. La sublime preparazione tecnica del gruppo
abbinata alla altrettanto sublime preparazione vocale
di Patton danno vita ad un lavoro eccezionale, la cui
unica pecca è la breve durata.
Altra collaborazione dello stesso anno è quella con
John Zorn e la musicista giapponese Ikue Mori (famosa
per essere stata la batterista dei DNA, gruppo cardine
della cosiddetta “No Wave”). Il trio darà alle stampe il
doppio cd “Hemophiliac”, con Zorn al sassofono, Ikue
Mori alle percussioni (elettroniche) e Patton alla voce.
Nel 2002 c’è da segnalare anche l’uscita di “Millennium
Monsterwork” che altro non è che la registrazione
del concerto del 31 dicembre 2000 tenutosi a San
Francisco, in cui i Fantômas hanno suonato sullo stesso
palco insieme ai Melvins, formando così una sorta di
“big band”, esperimento che verrà ripetuto in un mini
tour europeo nel 2006.
In questo anno escono anche altri due album che
vedono Mike ospite: “IAO” di John Zorn (Patton canta
nella traccia “Leviathan”) e l’album “Rise Above: 24
Black Flag Songs to Benefit the West Memphis Three”
(Patton canta nella traccia “Six Pack”).
Dopo due anni di attesa iniziano finalmente le
registrazioni dell’atteso secondo album dei Tomahawk
42
Mike Patton
“Mit Gas”, che vedrà la luce il 6 maggio 2003. L’album
risulta più corposo e compatto del precedente e
sebbene Danison rimanga il compositore principale di
tutti i pezzi l’influenza di Patton sulla band si fa sentire
in modo maggiore rispetto all’album d’esordio. “Mit
Gas” vende bene e viene girato anche un video del
singolo “Rape This Day”. La band va in tour in America,
in Europa e in Australia.
Nel 2003 escono anche due lavori di Zorn: “Masada
Anniversary Edition Vol. 2: Voices In The Wilderness”
e “Masada Anniversary Edition Vol. 3: The Unknown
Masada”. Nel primo Mike Patton canta e suona le
tastiere nella traccia “Kochot”; mentre nel secondo vi
partecipa con i Fantômas (traccia “Zemaraim”).
Il 2004 si apre subito con il botto: il 27 gennaio esce
infatti “Delìrivm Còrdia” il terzo album in studio dei
Fantômas. L’album spiazza totalmente i fans, che dopo
le brevi tracce del primo album e le colonne sonore
di “Director’s Cut”, si trovano di fronte ad un album
costituito da un’ unica traccia di 74 minuti, dove la furia
degli album precedenti è trasformata in un’atmosfera
cupa e drammatica, una sorta di colonna sonora di un
film horror. Il sound è più vicino alla musica ambient che
non al rock. E’ uno di quegli album che vanno vissuti più
che ascoltati. Il lavoro divide fans e opinione pubblica,
alcuni gridano al capolavoro, altri sostengono sia la
cosa più brutta che Patton abbia fatto in vita sua. La
maggioranza della critica sembra stare comunque a
favore della prima ipotesi.
Nell’agosto del 2004 esce “Medulla” settimo album in
I rumori nutrienti
43
studio della cantante islandese Bjork: Mike vi partecipa
come ospite (cimentandosi nell’esecuzione di suoni
vocali che sostituiscono i tradizionali strumenti) in
due brani dell’album (“Pleasure Is All Mine” e “Where
Is The Line?”). Tre mesi dopo Patton regala un altro
magnifico lavoro ai suoi fans: “Romances” è il risultato
di una collaborazione con l’artista norvegese Kaada,
compositore di musica da film multipremiato nel suo
paese. Dalla mente di due amanti del cinema come
Kaada e Patton non poteva che uscir fuori un album
“visuale”. “Romances” infatti è formato da nove tracce
dalle sonorità sognanti, raffinate, eteree ma a volte
anche inquietanti e cupe, che sarebbero state perfette
come colonna sonora di un film surrealista.
Per quanto riguarda le collaborazioni, nel 2004
escono diversi album con Mike ospite: oltre al già
citato “Medulla” di Bjork, vedono la luce “Virginal CoOrdinates” di Eyvind Kang (Patton canta in tre tracce
dell’album: “I Am The Dead”, “Innocent Eye, Crystal
See” e “Marriage Of Days”), “White People” del duo
rap Handsome Boy Modeling School (Mike canta nella
traccia “Are You Down With It?”).
Sorpresa inaspettata di questo anno è la
partecipazione di Mike ad un film a basso costo di
nome “Firecracker”. Il regista Steve Balderson decide
di chiamare Patton per fargli recitare ben due ruoli
nel film (Frank un alcolizzato e David il direttore di un
circo itinerante), ruoli che inizialmente spettavano a
Dennis Hopper. Il film verrà presentato in alcuni festival
americani ed europei, ricevendo diversi apprezzamenti.
Da luglio 2006 è possibile trovarlo anche in DVD.
Mike intanto sembra avvicinarsi sempre di più al
mondo del rap. Dopo aver fatto qualche data con
Rahzel dei Roots e dopo aver partecipato all’album
degli Handsome Boy Modeling School, nel febbraio
del 2005 “General Patton vs. the X-Ecutioners”,
l’album che vede partecipi proprio il famoso trio di
scratchers e Patton. I temi dei pezzi parlano in
genere di duelli, come spesso accade nel mondo
del rap, ma assolutamente pacifisti e contro
la guerra. La collaborazione è avvenuta a
distanza: gli X-ecutioners hanno inviato ore
di registrazione a Mike, il quale ha estratto
alcuni brani da tale materiale e li ha arricchiti
aggiungendo parti suonate (suonando tutti gli
strumenti) e ovviamente linee vocali.
L’album è lontano mille miglia
dal rap tradizionale, le sonorità
sconfinano spesso nei territori
dell’avanguardia e del free jazz. Le
influenze dei gruppi di Mike (Fantômas,
Mr. Bungle, Tomahawk) e soprattutto di
John Zorn, sono ben presenti sui brani di questo lavoro
che ha convinto critica e pubblico.
Un mese dopo arriva sul mercato un nuovo lavoro dei
Fantômas, nato dalle stesse sessions di registrazione
di “Delìrivm Còrdia”. Ma se quest’ultimo era un album
cupo ed oscuro, “Suspended Animation” si presenta
come il suo opposto. Ai primi ascolti, il nuovo lavoro
viene automaticamente assimilato al primo lavoro
della band (anche qui le tracce sono 30 e tutte molto
brevi), ma ad un ascolto più attento si sente, in alcuni
brani, l’”influenza” di “The Director’s Cut” e di “Delìrivm
Còrdia”. Questa volta però, la fonte d’ispirazione per
Mike non sono stati i film dell’orrore o le atmosfere
cupe del personaggio Fantômas, ma bensì, le musiche
e i suoni dei cartoni animati, e questo è l’elemento che
maggiormente differenzia questo nuovo lavoro dai
precedenti.
Nel tour seguente all’album, troviamo una novità nella
band. Dave Lombardo viene richiamato dagli Slayer per
il tour estivo e Mike sceglie come sostituto temporaneo
uno dei più grandi drummer della storia del rock: Terry
Bozzio. Un altro straordinario personaggio si aggiunge
così alla lunga lista di artisti che hanno collaborato con
l’ex vocalist dei Faith No More, confermando ancora
una volta il valore e il carisma di questo “master of
voice and electronic manipulation”.
In questo anno si moltiplicano le voci di una possibile
riunione dei Faith No More ed escono sul mercato ben
due greatest-hits della band. Tuttavia sia Mike che gli
altri membri smentiscono con forza queste voci.
Immancabile, come ogni anno, John Zorn sforna un altro
lavoro per la sua etichetta Tzadik con Mike ospite che
questa volta canta insieme ai Painkiller (altra band di
Zorn) tutte le tracce del dodicesimo volume della serie
“50th Birthday Celebration”.
Per la Tzadik esce anche uno splendido cofanetto
contenente tutti i lavori dei Naked City (“The Complete
Studio Recordings”) tra i quali vi è una nuova versione
46
Mike Patton
I rumori nutrienti
47
vocale della traccia “Grand Guignol”, cantata proprio
da Patton.
Sul finire dell’anno esce, per l’etichetta bolognese
“Unhip Records”, uno split cd che vede i Fantômas
accoppiati ai Melt Banana, con una traccia ciascuno.
Particolari e
a dir poco
bizzarri sono i
titoli delle due
tracce: “Animali
In Calore
Surriscaldati
con Ipertermia
Genitale”
per i Fantômas e “Cat In Red” per la band nipponica.
Particolare è anche il formato dell’album disponibile in
vinile 5” o cd 3”.
Sul piano delle collaborazioni, Mike compare, come
suo solito, in diversi album: “Burner” di Odd Nosdam
(traccia “11th Ave Freakout Pt. 2”), “The Long Vein Of The
Law” di Subtle (traccia “Long Voice”) e “Wei-Wu-Wei”
dei Corleone, gruppo jazz del trombettista italiano Roy
Paci (Mike canta nella traccia “Tutto diventerà rosso”).
Nel 2006 Patton decide finalmente di pubblicare
“Peeping Tom” il suo progetto pop tanto atteso. L’album
esce per la Ipecac il 30 maggio 2006 dopo un lancio in
grande stile: il giorno antecedente all’uscita dell’album
Mike esegue “Mojo” (primo singolo dell’album) al
“Conan O’ Brien Show”. Il video del singolo viene
trasmesso anche su MTV e in diverse stazioni radio
48
Mike Patton
americane e non. L’album vede la collaborazione
di diversi artisti tra i quali Dan The Automator,
Massive Attack, Norah Jones, Bebel Gilberto, Odd
Nosdam, Dub Trio ed altri. Per questo lavoro Mike
cambia anche la sua immagine. Nei tour si presenta
vestito in maniera molto elegante, con vestiti italiani,
ricordando l’abbigliamento che era solito mostrare
nell’ultimo periodo dei Faith No More.
La collaborazione con Zorn si fa sempre più intensa
e nel 2006 escono ben tre album con Mike Patton
alla voce: “The Stone: Issue One”, “Moonchild” e
“Astronome” (Mike canta in tutte le tracce dei tre
album).
Per la Tzadik esce anche l’album “Trouble – The Jamie
Saft Trio Plays Bob Dylan”, in cui Mike presta la sua
voce per la splendida reinterpretazione del pezzo
“Ballad Of A Thin Man” di Bob Dylan.
Il 2006 ha visto anche il rafforzamento del legame
esistente tra Patton e l’Italia. La Big Band Fantômas/
Melvins si è esibita in Italia per tre volte (Roma,
Bologna e Torino), diventando così il paese con più
date in quel tour. L’8 maggio 2006 inoltre, Patton si
esibisce al Teatro Comunale di Modena come una
delle voci dell’orchestra diretta dal compositore
Eyvind Kang (già collaboratore di Patton in passato)
per rappresentare l’opera “Cantus Circæus” basata
su testi filosofici dedicati all’alchimia e composta
da Kang per il festival “L’altro suono”. Qualche mese
dopo, Patton organizza un concerto in Canada con
il trio italiano jazz core Zu, collaborazione che
I rumori nutrienti
49
probabilmente avrà sviluppi in futuro.
Nel momento della stesura di questa pagina, la
lunga lista dei progetti di Patton finisce qui, ma fra
qualche mese dovrebbe vedere la luce il nuovo album
dei Tomahawk, inoltre sta componendo la colonna
sonora del film “Pinion”, ha prestato la voce per il
personaggio di un gioco chiamato “The Darkness” che
uscirà per Playstation 3 (Patton è un grande giocatore
di videogames) e in diverse interviste ha dichiarato
di voler re-arrangiare alcune canzoni pop italiane
degli anni Sessanta (egli si è sempre dichiarato un
ammiratore di Adriano Celentano e Mina)… Insomma,
pare che per Mike Patton - per la fortuna dei fan e degli
amanti della buona musica - lo stare senza far niente sia
proibito.
50
Mike Patton
Bibliografia:
Pugliese M., Faith No More, in Eandi F. (a cura di), 100
dischi ideali per capire il Rock Hard & Heavy, Editori
Riuniti, Roma 2003
Siti web consultati:
http://www.allmusic.com/
http://mikepatton.altervista.org/
http://mikepatton.forumfree.net/
http://stripsearchland.iespana.es/fnmbiosmike.htm
I rumori nutrienti
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52
Mike Patton
I rumori nutrienti
53
Faith
FaithNo
NoMore
More
Introduzione
A quasi dieci anni dal loro
definitivo scioglimento risulta
ancora difficile coniare un
termine per catalogarne
la musica . Le definizioni
inventate dalla critica di
volta in volta - Funkcore , Rap-Metal,
Art-rock e via
dicendo non
sono
mai parse
appaganti
alle loro
orecchie. A ragione.
Nell’arco di poco meno
un ventennio hanno
realizzato appena sei
album, ma contenenti
più spunti ed idee di
I rumori nutrienti
55
quante se ne colgano andando a scandagliare le intere
discografie della stragrande maggioranza dei gruppi in
circolazione. Soprattutto nella seconda fase dalla loro
carriera, caratterizzata dall’arrivo di Patton , hanno
realizzato quattro album realmente così dissimili tra loro
da far dubitare che fossero tutti l’opera di un’unica band.
Ogni singolo album un universo di generi ed influenze
tanto numerose da rendere pretenzioso e forzatamente
omettente il mero tentativo di una qualsivoglia forma
di catalogazione . Bisogna avere molta fantasia oggi,
con il mercato saturo di gruppi “crossover” dediti ai
più svariati amalgami musicali, per realizzare cosa
rappresentò la pubblicazione- ed il successo – di un
opera quale The Real Thing nel 1989, che si impose
all’attenzione di pubblico e critica quando il mercato
discografico vedeva alla ribalta personaggi come Skid
Row e Gun ’s Roses e nel panorama Metal, a cui i Faith
No More furono erroneamente assimilati, a scandire le
appartenenze tra i vari sottogenere erano di solito solo
i battiti di un metronomo. Dopo di loro molte cose non
sarebbero state più le stesse. La critica che non li ama
obietta che sul finire degli anni 90 la scena crossover
era in piena ebollizione e ricorda quanto i nostri fossero
in buona compagnia, si inventa improbabili genealogie
per ridimensionarne la carica innovativa, a detta di
alcuni ereditata da misconosciute band underground.
Ma in questi anni la storia ha decretato il suo verdetto:
in fondo cosa resta di quella piccola breve epopea del
crossover californiano se non un manipolo di band che
hanno imperversato per una stagione appena , magari
56
Mike Patton
I rumori nutrienti
57
continuando
onestamente a
sfornare ottimi
prodotti, nell’
i n d i f fe r e n z a
del
mercato
che
voltava
lo sguardo a
Seattle, ed una
band-colosso
da megastore
ridotta oggi a plagiare Tom Petty per sfornare qualcosa
di commercializzabile ? Gould & co hanno sempre
dichiarato di non essere i capostipiti di alcunché,
negando improbabili appartenenze e non volendo mai
riconoscere il ruolo cardine da loro svolto all’interno del
panorama musicale degli ultimi due decenni. Nonostante
ciò per la rivista inglese Kerrang! il loro album Angel
Dust è stato il più influente tra quelli pubblicati negli anni
90. Tra i gruppi attuali quelli che dichiarano d’ispirarsi
ai Faith no More, o quantomeno ne ammettono una
qualche influenza, sono incalcolabili. Valga per tutte la
dichiarazione resa dal chitarrista dei Limp Bizkit Wes
Borland qualche anno fa “ I giovani d’oggi devono essere
molto grati a Mike Patton…”
Penso abbia ragione. Korn, Incubus , Deftones, Limp
Bizkit, Linkin Park e gli altri non credo debbano
ossequiare un generico movimento crossover per il
solo fatto di esistere. Se devono ringraziare qualcuno, il
nome da pronunciare è uno solo.
58
Mike Patton
Gli esordi
Nel 1981 , in una S.Francisco che vede ancora in pieno
fermento la sua celeberrima scena punk/hardcore
ma al contempo assiste al nascere di infinite band
di adolescenti anticonformisti ansiosi di prendere
le distanze da ogni genere musicale preesistente, il
chitarrista e cantante Mike ”The Man” Morris arruola
due giovanissimi, un bassista e un batterista, entrambi
residenti nella Bay Area, per formare una band. Il
bassista è un tale William David Gould , - 24 aprile 63
Los Angeles- , il batterista è Michael Andrew Bordin- 27
novembre 62 S.Francisco-. Il primo, a dispetto dell’età ,
s’è già fatto le ossa in qualche piccola band punk- wave
tra cui i The Animated, dove milita anche il tastierista
Chuck Mosely, ed ha visto andare a vuoto ,l’anno
precedente, il progetto di una band propria ideata
assieme ad un compagno di studi presso la Loyola High
school, il pianista Roddy Bottum.
Gould è un tipo sui generis : allo studio del basso affianca
malsane letture che vertono su temi insoliti: logge e
società segrete , spionaggio e traffico internazionale di
stupefacenti , si interessa inoltre di storia e geopolitica,
manifestando una spiccata simpatia per i paesi –regimi
annessi– dell’est Europa. Certamente sono anche
altre le cose che lo appassionano, se è vero che da li
a qualche anno sarà solito sfoggiare una maglietta che
recita : – Le droghe m’ hanno salvato la vita-.
I rumori nutrienti
59
Il batterista Bordin invece frequenta l’università di
Berkeley e si dedica allo studio delle percussioni
africane, cosa che influenzerà in parte il suo approccio
alla batteria e le tecniche d’esecuzione adottate nel
corso della sua carriera. Lo stile Afro lo contamina
anche nel Look, cosa che gli vale il nomignolo Puffy,
a causa della cotonatura della chioma sfoggiata in
quegli anni. Al momento dell’ingresso nella band, Bordin
ha appena lasciato ,dopo una breve militanza, gli EZ
Streets, a causa dei dissapori con il chitarrista di questi,
tale Jim Martin…
Nel gruppo di Man Morris , battezzato Sharp Young
Men ,entra a far parte anche il tastierista Wade
Worthington.
Il quartetto cambia presto nome in “Faith No Man”,e da
alla luce un singolo quello stesso anno: “Quiet in Heaven”
contenente sul lato b “Song of Liberty”, entrambi pezzi
scritti da Morris e prodotti da Matt Wallance. Appena
dopo la pubblicazione del singolo, Worthington
abbandona il gruppo e viene rimpiazzato dal vecchio
compagno di studi di Gould, Roswell Christopher Bottum
-1 luglio 63, Los Angeles- . Bottum ha dalla sua solidi studi
di piano classico, intrapresi sin da bambino, cosa che
ne tradisce estrazione alto-borghese, e pare che le
sue preferenze musicali vertano spiccatamente verso
il pop. In futuro non lesinerà dichiarazioni di stima
per artisti quali Madonna , Gorge Michael , e Queen,
nonché per le più avanguardistiche tendenze tecnodance , oltre ovviamente a dichiarare più volte il proprio
60
Mike Patton
disprezzo per l’ hard -rock ed il metal in genere, a volte
con sfumature ben più che colorite, cosa che alla lunga
finirà con l’alienare le simpatie di una fascia di pubblico
nei confronti della band. Descritto come un giovane
estremamente colto e sensibile, con alle spalle alcuni
anni trascorsi in un collegio religioso -da cui un suo
successivo marcato anticlericalismo- stupirà un po’ tutti
facendo outing e dichiarando la propria omosessualità
al culmine del successo.
Dall’ingresso di Bottum non trascorreranno che pochi
mesi che si consumerà la rottura tra Mike “Man”
Morris ed il resto del gruppo, pare a causa della
scarsa autonomia di cui potevano godere i tre, relegati
praticamente al ruolo di semplici esecutori. Di Morris
si perderanno completamente le tracce. I tre transfughi
verranno ribattezzati da un amico di Gould, tale Will
Carpmill, militante nella band Systems Collapse , Faith
No More , essendo venuto meno il vecchio “The Man”.
In seguito, interrogati sul perché di questo nome,
i membri risponderanno semplicemente che fu un
omaggio ad un levriero su cui avevano scommesso. Nel
corso del 1982 si verificano diversi cambi di formazione,
che rimane di fatto abbozzata e addirittura priva per
un certo periodo di un cantante , periodo durante il
quale i tre si esibiscono in qualche club, invitando a
cantare gente del pubblico, come una sorta di Karaoke.
Tra i chitarristi che s’alterneranno nella band spicca
tale Mark Bowen, misterioso personaggio ,cui verrà
dedicata la canzone omonima, ma di cui non si saprà più
I rumori nutrienti
61
nulla. Per un periodo di sei mesi entra a far parte della
band Courtney Love, futura leader delle Hole e signora
Cobain, nonché attrice di discreto successo. Sebbene
non vengano registrati demo in questo lasso di tempo
a testimonianza della stravagante collaborazione,
esiste però il filmato di un esibizione svoltasi presso
lo studio di una piccola emittente, filmato da cui sono
state tratte alcune foto reperibili in rete, che ritraggono
la già platinata Courtney esibirsi innanzi al “logo”
– una sorta di ottagono- del gruppo. All’epoca della sua
militanza nei F.N.M. . la ragazza pare intrattenesse una
relazione con Roddy Bottum, cosa che non impedirà che
venga allontanata a causa del celebre caratterino che la
contraddistinguerà in seguito. A distanza di anni, Gould,
interrogato nel corso di un intervista, fornirà un ritratto
non proprio adulatorio dalla Love, descrivendola come
un egocentrica che cercava in tutti i modi di imporsi come
leader del gruppo condizionando e limitando l’apporto
compositivo degli altri membri, emulando le gesta di
Morris e facendo ,di conseguenza, la stessa fine.
Nel 1983, dopo il siluramento di Bowen, Cliff Burton,
storico bassista dei Metallica, consiglierà all’amico
Gould di rivolgersi al chitarrista dei Vicious Hartred,
ossia quel Jim Martin già sfortunato compagno di
Bordin negli EZ Streets. Tale James Martin -21 Luglio 61,
Hayward- è un soggetto inquietante. Di origine ItaloIspanica, solitario e riservato, ma bevitore incallito
nonché rissoso, è cresciuto in una cittadina californiana
ascoltando Hard Rock e scorrazzando in moto. La
62
Mike Patton
sua tecnica chitarristica è fedele a modelli vintage ed
obsoleti degli anni della sua adolescenza , quali Jimmy
Page e Robin Trower. Non abbandonerà mai il suo stile
personale a prescindere dalle evoluzioni seguite dalla
band, e la cosa alla fine gli si ritorcerà contro. Pur non
riscotendo mai le simpatie dei cultori di Guitar-Heroes,
anche a causa del ruolo piuttosto marginale cui verrà
relegato il suo strumento nei pezzi dei FNM, diventerà
suo malgrado una sorta di icona a livello di immagine.
Il look da motociclista, l’abitudine di indossare due
paia di occhiali sovrapposte -da vista e da sole- e la
particolare forma di calvizie una sorta di enorme riga al
centro del cranio- ne faranno un personaggio grottesco
ma altamente rappresentativo per la Band.
Quasi nello stesso periodo continua la frenetica ricerca
di un cantante. Anche qui la scelta cade su di una vecchia
conoscenza, quel Chuck Mosely impegnato alle tastiere
negli Animated assieme a Gould ed co-fondatore della
misteriosa band punk Haircuts that kill. La leggenda
vuole che l’idea di reclutarlo sia venuta al gruppo dopo
una nottata trascorsa a bere con lui in un pub e dopo ore
di millanterie da parte sua riguardo ad un presunta innata
capacità di improvvisare validi testi. Probabilmente
c’è da credere che il carisma di Mosely abbia avuto
un ruolo centrale nella scelta di integrarlo all’interno
del gruppo, vista le doti vocali piuttosto limitate. Il
colored Mosely dev ’essere stato un grande front man
in quegli anni e la cosa pare abbia contribuito non poco
al parziale successo –in ambito underground , s’intendedella band grazie a stravaganti performance durante le
I rumori nutrienti
63
prime esibizioni effettuati in quegli anni.. Alla sua band
precedente, i sopraccitati Haircuts that kill, i compagni,
ormai pervenuti al successo planetario, scipperanno
il nome per una serie di
concerti promozionali “in
incognito”.
L’era
1988
Mosely1983-
All’ingresso di Mosely e
Martin segue nel 1984
la firma per la Mordam
Records,
una
piccola
etichetta di S.Francisco
diretta da Ruth Schwarz. La Mordam anticipa le spese
per la realizzazione del loro primo album, che verrà alla
luce l’anno successivo.
L’album, inizialmente omonimo, sarà prodotto da Matt
Wallance e verrà distribuito successivamente con il
titolo di We care a lot.
Il disco pare abbia avuto, come in futuro sarebbe
accaduto spesso, una ganesi travagliata a causa
delle intemperanze e della totale mancanza di
professionalità di Mosely, che lungi dal dedicarsi
metodicamente alla stesura dei testi si sarebbe trovato
costretto ad improvvisarne una cospicua parte a poche
ore dall’entrata in sala di registrazione, tra lo sconcerto
e la perplessità dei “colleghi”. Il risultato, nonostante
tutto, appare comunque apprezzabile.
64
Mike Patton
Il debutto dei Faith No More non è passato alla
storia. Non c’è da gridare al miracolo, ma è un
album interessante. La produzione è quantomeno
approssimativa, e penalizza non poco certi brani che
comunque a loro modo diverranno dei classici della
band. E’ un album piuttosto omogeneo, ma che sfugge
di fatto a ogni sorta di classificazione. La base ritmica,
il basso in particolare, rivestono un ruolo di rilievo nel
sound della band, ma forse tirare in ballo come veniva
fatto all’epoca, accostamenti con il funk è francamente
eccessivo. I riff “metal” di Martin non appaiono ancora
così incisivi, mentre invece risultano a volte risolutivi
alcuni interventi della tastiera di Bottum, cosa inusuale
nel circuito musicale entro cui verrà collocata la band.
La batteria al contrario non rende affatto giustizia alle
capacità di Bordin , che offre una performance piuttosto
incolore. La voce “nera” bassa e monotona di Mosely
che sembra fondersi alla perfezione al lavoro dei
compagni quando vira sul rap ( talvolta , come nell’intro
di “Greed”, riesce perfino ad offrire una qualche
particolare suggestione melodica) alla lunga finisce
per mostrare limiti effettivamente troppo marcati nel
momento in cui è costretta a cimentarsi nel cantato.
L’Album è costituito da dieci tracce. Si apre con l’
omonima We care a lot, una sorta di rap sincopato
molto orecchiabile, che diverrà uno dei brani simbolo
del gruppo e verrà riproposto con continuità dal vivo,con
vesti però sempre più distanti dall’originale.
La seconda ” The jungle” è già un curioso miscuglio:
s’apre con un cantato rappeggiante che si sovrappone
I rumori nutrienti
65
alla sola batteria di Bordin tra vari barocchismi synt per
poi evolversi in una melodia sostenuto da alcuni bei i riff
di Martin.
“Mark Bowen” è un pezzo di facile assimilazione,
caratterizzato da una ripetuta linea melodica vocale
che si sovrappone ad una lenta ritmica altrettanto
ripetitiva .E’ uno dei brani più riusciti , e verrà ripropostoin una versione live -anche come “B” side del singolo
Easy nel 1992.
Il quarto, “Jim”, non è una vera e propria canzone, è una
semplice melodia eseguita con chitarra acustica che
dura appena l’arco di un minuto.
“Why do you brother” è il consueto martellante
incedere di basso e batteria, ma la tastiere di Bottum gli
conferiscono un atmosfera piuttosto cupa e dacadente
.Bella la trovata con cui si chiude il pezzo, un progressivo
e distorto rallentamento a cui segue la riproposizione
degli accordi portanti eseguiti solamente con il piano.
“Greed” è invece il brano più marcatamente pop , in cui
spicca il giro di basso di Gould e il cantato melodico di
Mosely.
“Pills for breakfast” si presenta come un roccioso brano
strumentale dove finalmente la chitarra di Martin riveste
un ruolo non da mera comprimaria .
La successiva “As the worm turns” è sorretta da una
semplice , ma azzeccata , melodia che compare nell’intro
eseguita dal piano per poi tornare nell’esecuzione sotto
forma di synt. Diverrà un classico ed a parte la titletrack sarà il brano più eseguito dal vivo tra quelli tratti
da questo album.
66
Mike Patton
“Arabian disco” non si scosta molto dallo stile del resto
del lavoro, ma risulta particolarmente coinvolgente e
completa; purtroppo in questo caso però i limiti canori
ed espressivi di Mosely si fanno sentire eccome, vista
la marcata linea melodica che caratterizza il brano in
alcuni tratti.
Il pezzo conclusivo , paradossalmente, è intitolato “New
begginins”. E’assai meno trascinante del precedente,
e difetta in originalità risuonando troppo “new-wave”.
La melodia non è comunque da scartare ,ma anche qui
purtroppo la voce di Mosely appare talvolta , purtroppo,
inadeguata .
Inutile dire che dall’album non scaturì nessuna fortuna
commerciale. Non ne verranno estratti singoli. La
limitata distribuzione e la totale mancanza di una spinta
promozionale lo renderanno per molto tempo un album
fantasma, fino alle ristampe realizzate nel 1995 da
parte della Australiana Liberation/Mushroom e l’anno
successivo dall’inglese London. L’unico circuito in cui
l’album viene accolto con un certo interesse è quello
delle radio dei college che trasmettono frequentemente
il brano We care a lot, il cui testo accattivante risuona
come una sorta di inno parodistico e politicamente
scorretto sulla falsa riga di quella stucchevole We are
the world tanto in voga all’epoca. Tanto basta per far
circolare minimamente il nome del gruppo negli ambienti
che contano e farlo pervenire ad un nuovo contratto.
Nel 1986 i Faith No More vengono messi sotto contratto
dalla Slash records, una sussidiaria della Warner Bros.
I rumori nutrienti
67
La
distribuzione
in
Europa sarà curata dalla
London della compagnia
Poligram. In quello stesso
anno il gruppo effettua
un primo tour negli Stati
Uniti.
Nell’ Aprile del 1987
viene
registrato
il
secondo album, che
sarà pubblicato solo in
vinile il Settembre successivo con il titolo di Introduce
Yourself. Anche la genesi di quest’opera, a dispetto del
mutato clima e del nuovo contesto “professionale” sarà
contraddistinta da screzi tra Mosely ed il resto della
band , a causa della scarsa affidabilità del frontman.
L’album confezionato dalla band è questa volta
eccellente. Tutt’oggi vi sono critici che lo considerano
addirittura il loro capolavoro. Anche se lo stile ricalca
approssimativamente quello del disco precedente, i
singoli brani appaiono più ricercati e sono arrangiati
in maniera più complessa. La produzione curata anche
in questo caso da Matt Wallance è questa volta
eccellente. Pressoché tutti i brani che compongono
quest’album verranno riproposti sporadicamente dal
vivo anche a distanza di anni, ed alcuni assurgeranno al
ruolo di classici. I quattro strumentisti offrono una grande
prova di fantasia compositiva e tecnica -in particolare i
riff di Martin, eccessivamente accantonati nel lavoro
precedente, qui diventano il pilastro portante di molti
68
Mike Patton
brani- ed anche il bistrattato Mosley in questo caso
fa la sua belle figura, offrendo talvolta interpretazioni
veramente trascinanti.
L’apertura è “Faster Disco”, un pezzo che suona energico
ma estremamente pulito allo stesso tempo, dove
s’incrociano perfettamente “l’asprezza”del riff di Martin
ed i tappeti di strings di Bottum; trascinante è anche
l’interpretazione Mosley che definisce eccellentemente
la melodia del pezzo. Con questo brano i Faith No More
avviano quella che diverrà una consuetudine, ossia la
prassi di mettere come apertura di un album una traccia
particolarmente di forte impatto.
La seconda “Anne ’s Song” è un pezzo pop sorretto da
un suggestivo giro di basso, su cui Mosley si cimenta
in un cantato piuttosto particolare, che si colloca tra il
rap/recitato ed il comune parlato. Verrà scelto come
secondo singolo.
L’omonima “Introduce Yourself” esplode sul finire
della traccia precedente, ma quando questa sta ormai
degenerando in una sorta di magma sonoro. E’ un pezzo
geniale, caratterizzato dal continuo gioco di partenze
ed interruzioni, durante le quali avviene effettivamente
una sorta di presentazione di alcuni membri del gruppo.
Il tutta dura poche decine di secondi. Questo brano
raramente uscirà dalle scalette dei concerti durante le
esibizioni del gruppo.
Segue un altro classico, “Chinese Aritmetic”, brano
caratterizzati da un lungo intro veramente azzeccato
su di cui Patton improvviserà di volta in volta varie pop
song in voga al momento.
I rumori nutrienti
69
La prima facciata del disco si chiude con “Death March”,
un brano estremamente cupo dove i riff sabbatiani di
Martin la fanno da padroni.
La riproposizione di “We Care a lot” in una nuova
versione apre il secondo lato, il brano verrà proposto
come primo singolo e video.
Il pezzo seguente R ’n’r è un melange particolarmente
riuscito tra passaggi particolarmente sostenuti e
momenti pop-soft. Una delle perle dell’album.
“Crab song” è anch’essa un classico frequentemente
riproposto live, appare come una sorta di antesignano
di altri brani futuri del gruppo, caratterizzati, come in
questo caso, da una prima parte prettamente acustica
o easy-listening cui ne segue un’altra quasi antitetica,
roboante e frenetica. Nel brano in questione si alternano
un momento soft con arpeggi di chitarra e cantato
melodico ed uno fortemente ritmato in cui la voce si
tramuta in una sorta di rappato/urlato.
“Blood e Spirit”, gli ultimi due brani , sono caratterizzati
da ritmo frenetico e marcatamente hard, il primo
è una sorta di cavalcata chitarristica che nasce
sovrapponendosi ad una semplice melodia di synt per
poi deflagrare in un finale roboante – altro archetipo
di brani futuri- la seconda è introdotta da un breve intro
70
Mike Patton
a cappella di Mosley, cui segue un altro episodio al
fulmicotone.
L’album in questione , che si presenta con una copertina
sciatta raffigurante una macchia nera su sfondo bianco,
pur non essendo affatto un prodotto marcatamente pop
ha sicuramente un elevato potenziale commerciale, ma
purtroppo fatica a trovare una qualche collocazione
sul mercato, nonostante una seppur minima popolarità
cui assurge il singolo “We care a lot”, forte della
realizzazione di un video che riesce ad inserirsi nella
programmazione di Mtv. Il gruppo affronta una seconda
tournè negli U.S.A. assieme ai Red Hot Chili Peppers,
cui saranno accostati stilisticamente dalla critica per
diversi anni, senza alcuna sostanziale motivazione
musicale concreta. Nel Febbraio dell’88 partono per una
primo tour in Europa in cui si segnala la data conclusiva
al Marquee di Londra che farà registrare il tutto esaurito.
L’uscita di un secondo singolo e relativo video, “Anne‘s
Song” -estremamente povero e privo dell’impatto
visivo del precedente- e la frenetica attività live del
gruppo iniziano a far smuovere l’album dal fondo delle
I rumori nutrienti
71
classifiche da ambo le parti dell’oceano. Soprattutto
in Inghilterra il gruppo inizia a conoscere una certa
popolarità, tanto che nel mese di Maggio vi farà ritorno
per una serie di ulteriori date.
Durante questi tour i primi incontri con la stampa
musicale non si rivelano particolarmente proficui.
I giornalisti inglesi descrivono i vari membri del gruppo
durante le interviste quasi disinteressati all’ aspetto
promozionale, ma pronti ad intraprendere animate
discussioni fra loro appena si presenta il minimo pretesto.
In effetti se l’attività live sta dando senz’altro i suoi frutti
in fatto di popolarità , allo stesso tempo sta minando gli
equilibri interni del gruppo. Sono frequenti gli episodi di
scherzi tremendi e crudeli ai danni di questo o quell’altro
elemento- ma pare sia Bordin il più bersagliato da tali
attenzioni- , e di furiose liti che vedono i contendenti
venire spesso alle mani. In particolar modo si va
oscurando prematuramente la stella di Mosley -in
quelle prime esibizioni indiscusso mattatore on stagedal momento che fuori dalle scene il suo carattere,
peraltro già minato da un‘ eccesso di protagonismo ed
autostima -valga per tutti l’episodio che lo vede rifiutarsi
di cantare la cover di War Pigs durante un concertodiventa ingestibile a causa di abuso di alcool e sostanze
stupefacenti varie. Nel corso di una lite con Jim Martin
arriverà a colpirlo -o ad essere colpito, a seconda della
campana che s’ascolta- con una bottiglia in testa. Delle
esibizioni live di Mosley non è rimasto che qualche breve
spezzone di filmato, ma devono essere state realmente
trascinanti, basti vederlo all’opera nel video di “Anne’s
72
Mike Patton
Song”, dove incarnando perfettamente la componente
funny del gruppo si lascia andare ad utilizzi inconsueti
di una banana, usata ora come ferma-capelli, ora come
microfono, per finire poi a far bella mostra -ormai
mangiata- fuori dalla zip dei pantaloni. Inoltre, anche
se oggi si tende a scordarlo, Mosley è stato uno tra i
primi -se non il primo- ad utilizzare il rap in un contesto
musicale “hard”. Intervistato anni dopo nel programma
televisivo “Indie”, oltre ad attribuirsi la paternità del rapfunky- metal collegherà la nascita di quella particolare
I rumori nutrienti
73
L’era Patton
espressione canora all’impossibilità sua di intonare
melodie “canoniche” sopra basi eccessivamente
martellanti messegli all’epoca a disposizione dei
compagni. Nonostante tutto ciò, terminato il tour
inglese, contrariamente alle aspettative del pubblico ed
alla volontà della casa discografica, il gruppo decide
di silurare il proprio front-man. La carriera di Mosley
proseguirà , dopo una breve parentesi con i Bad Brains,
all’insegna dell’insuccesso in diversi progetti tra cui
Cement e V.U.A. Oggi pare faccia il cuoco.
Orfano di Mosley , il gruppo si dedica alla stesura
del successore di “Introduce Yourself”, che a conti
fatti risulterà aver venduto la trascurabile cifra di
40.000 copie, ed alla contemporanea ricerca di un
nuovo cantante. Il chitarrista Jim Martin propone come
possibile sostituto di Mosley un fans ventenne di Eureka
da cui ha ricevuto ,dopo un concerto, una audiocassetta
contenente uno sbalorditivo demo death-metal: “The
ranging of the easter bunny”. Il suo nome è Michael
Allan Patton.
74
Mike Patton
Esistono due versioni differenti relative al reclutamento
di Patton, una lo vuole appunto incontrare Martin dopo
una data dei Faith no More, l’altra lo vedrebbe invece
spedire una cassetta con il demo al gruppo. In ogni caso
pare certo che la decisione di concedere un audizione
al ragazzo sia passata per Jim Martin - Il chitarrista in
più di un occasione dichiarerà che il demo The ranging…
è uno dei suoi ascolti preferiti- cosa grottesca, visto
i rapporti turbolenti che li legheranno in futuro. “The
ranging” è stato inciso da Patton con la sua band di
compagni di liceo, i Mr.Bungle. E’ un demo curioso,
composto prevalentemente da riffoni death metal, ma
dove trova spazio un brano rappeggiante “Evil Satan”
ed un episodio -strumentale- piuttosto soft “Grizzly
Adams” e dove fanno sporadicamente comparsa
strumenti insoliti come bongo e kazoo. La cosa che
può incuriosire è che in questo demo -inciso in maniera
dozzinale e caratterizzato da un resa acustica pessimal’apporto di Patton è del tutto marginale, praticamente
non “canta” mai realmente, si limita a strillare come
da genere -in maniera piuttosto scontata- ed anche
nel rappato di “Evil..” non brilla di certo: c’è da dire
che all’epoca l’audiocassetta è già vecchia di un paio
d’anni ed è quindi riferibile ad un Patton poco più che
adolescente; la qualità della sua prova rende probabile
quindi che ci sia stato realmente l’incontro tra Patton e
Martin che quest’ultimo abbia fiutato le potenzialità del
ragazzo indipendentemente dalla performance canora
I rumori nutrienti
75
offerta nel demo. Non è da escludere neppure che le
prime uscite di Patton con i Bungle -i filmati riferibili
all’epoca lo mostrano in esibizioni “scolastiche” non
troppo dissimile da come sarà on stage in seguitoabbiano avuto un qualche eco alle orecchie di
qualcuno vicino al gruppo. Ad ogni modo Patton viene
immediatamente reclutato all’interno della Band.
Se i membri dei Faith No More sono di fatto personaggi
insoliti, il nuovo arrivato non sembra essere da
meno. Nato il 27 gennaio del 68 in un paesino di 30
abitanti nei pressi di Eureka, Michael Allan Patton,
ha un precoce approccio alla musica con cose tipo
Elton John e Sinatra, nonché disco-dance in voga
all’epoca. Un impiego da commesso in un negozio
di dischi, da cui preleverà con costanza materiale
per la sua collezione di vinili, favorisce senz’altro la
sua crescita in materia di cultura musicale, così come
l’esperienza diretta maturata con le band Turd e i già
citati Mr.Bungle. Se i primi sono una sconosciuta band
liceale -degna di menzione solo per il fatto d’aver
avuto tra i membri anche il bassista Trevor Dunn- i
secondi al momento della momentanea dipartita
di Patton hanno già suscitato l’interesse di diverse
etichette discografiche e si riveleranno nel tempo un
curioso nonché geniale fenomeno musicale.
Gould non ha un gran ricordo del neo-arrivato
cantante: nelle sue memorie lo rammenterà come
un monello presuntuoso e strafottente con gusti ed
idee musicali piuttosto banali, si prenderà il merito
d’avergli fatto da chioccia assieme agli altri del
76
Mike Patton
gruppo e d’averlo trasformato in un vero e proprio
“bullo”…
In effetti Patton si presenta vestito come un classico
adolescente statunitense anni 80, con tanto di pantaloni
a “pinocchietto”e berretto da baseball “ruotato” a
contenere una lunga chioma ereditata dalla fugace
passione per il metal estremo, Slayer su tutti; egli
dichiara di vivere con i genitori e di non avere mai
assaggiato alcuna bevanda alcolica in vita sua, ma in
compenso professa un amore viscerale per pornografia
I rumori nutrienti
77
e masturbazione, che -a suo dire- nel suo paese è il
passatempo più diffuso. Patton si dedica allo studio
della letteratura Inglese che però abbandona a seguito
dell’ingresso nel gruppo senza mai riprendere.
I Faith No More hanno al momento dell’inserimento nel
line-up di Patton pronte tutte le musiche dei brani che
comporranno l’album successivo, il cantante stupirà un
po’ tutti scrivendo le liriche in meno di due settimane
proponendo addirittura più testi per uno stesso brano.
Nel dicembre del 88 i nuovi Faith No More debuttano
nella Bay Area ed i mese successivo sono alle prese
con le registrazioni dell’album in uno studio di Sausalito
assieme a Matt Wallance. Il disco viene presentato
in anteprima a Giugno al Roxy di Los Angeles, in
quell’occasione la band viene raggiunta sul palco da
Duff e Slash dei Guns ’n Roses con i quali eseguono la
cover War Pigs dei Black Sabbat. Il mese successivo
viene finalmente pubblicato l’album “The real thing”.
Quest’album, come già detto, vede l’apporto di Patton
limitato esclusivamente alla stesura dei testi, ed il suo
mancato coinvolgimento nella realizzazione delle
musiche è sottolineato dal fatto che vi sono ancora
diversi collegamenti tra questo lavoro ed i precedenti
che saranno definitivamente tranciati nelle opere
successive della band.
Il fatto che la cifra stilistica del gruppo non sia mutata
radicalmente sul piano musicale non deve indurre
nell’errore di credere che sia possibile accomunare in
toto questo lavoro ai precedenti; l’approccio vocale di
Patton risulta quanto mai distante da quello di Mosley:
78
Mike Patton
se questi indugiava su un stile canoro assimilabile al rap,
salvo poi trovarsi in difficoltà nell’esecuzione di parti
melodiche a causa di una scarsa estensione vocale,
Patton al contrario riesce ad eccellere nel cantato
quanto a risultare credibile in veste di rapper. Da
notare che in questo lavoro il timbro vocale adottato da
Patton risulta inconsueto e raramente verrà riproposto
successivamente, una sorta di voce androgina e nasale
che rappresenta più di ogni altro strumento l’emblema di
quest’opera.
“The Real Thing” è l’ultimo lavoro dei Faith No More
pervaso da una certa omogeneità, se di omogeneità
si può parlare quando ci si imbatte , come in questo
caso, in una riuscitissima miscela di sonorità nere -Funk
in primis ma anche Hip-Hop e Blues- e riff Speed-Trash
Metal. Incredibilmente questo album riesce ad essere a
tutt’oggi una sorta di summa delle tendenze musicali in
voga all’epoca, pur riuscendo ad apparire allo stesso
tempo del tutto originale .In quell’anno vedono la luce
altri lavori di band che si cui si vedranno erroneamente
accumunati I Faith No More, ossia i Red Hot Chili Peppers
con Mother’ s Milk e i Living Colour con Vivid -lavoro
che conoscerà un successo strepitoso negli U.S.A.- il
tentativo di associare tra loro queste band, assieme ad
altre minori, all’intero di una presunta scena Funk-Metal
o Funk-Rock non darà i frutti sperati; non si creerà mai
una vera e propria corrente stilistica e l’incredibile
evoluzione della Band di Gould e soci renderà
impossibile in futuro l’accostamento a qualsivoglia
gruppo o genere. Da ricordare come l’equivoco di fondo
I rumori nutrienti
79
di considerare da parte di una certa stampa Faith No
More e Red Hot Chili Peppers band quasi omologhe cosa peraltro discutibilissima e forse parzialmente vera
solo in quegli anni- darà origine ad una sorta di faida
musicale tra Patton e Kiedis, il nerboruto frontman dei
Peppers, il quale in più di un occasione rivendicherà
la paternità del suono dei Faith No More e suggerirà
a Patton di evitare di copiarlo pedissequamente. Alle
parole di Kiedis, probabilmente dettate dall’invidia,
dal momento che all’epoca in Europa la sua band è
quasi sconosciuta e le performance di Patton gli
vanno regalando una fama a lui mai raggiungerà, il
giovane cantante replicherà, dando sfoggio di una certa
maturità, citando come figure degne di emulazione
piuttosto Henry Rollins e Iggy Pop.
“The Real Thing” si apre con il devastante riff di “From out
of nowhere” un brano che riesce ad essere allo stesso
tempo potente, veloce ed estremamente orecchiabile.
Non è poco. Verrà pubblicato in agosto come singolo,
con le b-side “Cowboy song” -che a dispetto della
collocazione è un brano di grande spessore- e “The
Grade” -schitarrata acustica di Martin- che verrà
riproposta diverse volte in veste di cover da numerose
band, tra cui Helloween e Apocaliptica.
“Epic” il singolo di maggior successo della band -ed
il video più trasmesso- è un inno alla masturbazione.
Il mix Hip-Hop/Metal, se non del tutto originale,
raramente suonerà così riuscito come in questo pezzo.
Memorabile l’epilogo di piano.
“Falling to pieces” è il terzo ed ultimo singolo estratto
80
Mike Patton
dall’album, è un brano imperniato sul di un giro di basso
che conoscerà gloria imperitura- venendo persino
omaggiato nel disco di Claudio Bisio “Paté d’animo”. E’
uno degli episodi più leggeri e marcatamente pop .
La successiva , preannunciata da uno tetro scampanellare,
è la celebre “Surprise! You ’re dead”, un breve brano
trash-metal
dove il cantato
resta sospeso
tra il rap e
l’urlato.
Ne
verrà realizzato
un
pseudovideo -diretto
dallo
stesso
Gould- e verrà
riproposta nel
lavoro solista
di Martin “Milk
and
Blood”.
Viene utilizzata
nella colonna
sonora
di
“Gremlins 2” di
Jo Dante.
Il
brano
seguente,
“ Z o m b i e
Eaters”, si apre
con una lunga
I rumori nutrienti
81
ruolo che si trova ormai a ricoprire, non mostra mai
un approccio diplomatico in quelle prime interviste
rilasciando dichiarazioni azzardate se non addirittura
controproducenti per gli interessi della band, come ad
esempio le ammissioni di disprezzo verso il mondo
del Metal e del pubblico dello stesso: interrogato ad
esempio sul perché i concerti hip-hop fossero teatro
di scontri violenti assenti di fatto nel corso delle
esibizioni dei gruppi “metal” più estremi il cantante
non ha di meglio che rispondere che probabilmente
i “metallari sono troppo stupidi per essere violenti”.
Alcuni scatti fotografici -uno che lo ritrae con un piatto
in mano contenente escrementi- ed affermazioni surreali
rilasciate tanto on stage che in incontri con giornalisti,
fanno sorgere una vasta gamma di voci e leggende sulla
sua presunta coprofagia. Famose diverranno inoltre le
esternazioni rilasciate in materia di sesso-fai-da-te,
vero pallino del giovane Patton cui dedica più o meno
velatamente stralci di liriche di quel periodo; una maglia
che sarà solito sfoggiare in diverse occasioni mostra
un uomo che si masturba sul water ed una scritta che
recita “Le ragazze sono carine , ma ma non sono la cosa
importante” -real thing in origine- fa sorgere legittimi
dubbi riguardo alla provenienza del titolo del brano/
album. Anche Gesù Cristo non mancherà d’essere
associato alla masturbazione in un’altra celebre t-shirt
sfoggiata dal frontman.
Nel 1990, successivamente alla poco fortunata tournè
con i Metallica ne intraprendono una in Canada con
Soundgarden e Voivod, nel frattempo è uscito il singolo
84
Mike Patton
“Epic” ed il video impazza su Mtv .Il singolo debutta al
27 posto della classifica inglese. A Febbraio la band si
reca nuovamente in Inghilterra e riceve una candidatura
ai Grammy awards per la miglior performance Hard
/Heavy. Ad Aprile sono nuovamente in Inghilterra,
dove registrano “Live at the Brixton Academy” che
uscirà ad agosto raggiungendo in GB il 20 posto in
classifica. Intanto la loro fama, enorme in Europa, cresce
a dismisura anche in patria sull’onda del singolo “Epic”,
che scala la classifica americana fino a raggiungere il
Settembre successivo il 5 posto. Nel frattempo hanno
modo d’esibirsi nella scaletta del Mosters of Rock
italiano e francese, dove riescono ad aggraziarsi il
pubblico nonostante i ripetuti insulti, ai danni delle altre
band partecipanti, da parte di Patton -Poison in primisnella data italiana mostrerà il pene presentandolo come
il batterista del suddetto gruppo e spesso realizzò
strambe cover-”Vogue” di Madonna e la sigla dello
spot Nestlè “Sweet Dream” - proposte ad una platea,
in genere, non propriamente recettiva a questo tipo di
provocazioni.
La popolarità del gruppo schizza alle stelle e piovono
da diversi colleghi attestati di stima ed ammirazione:
Axel Rose dichiara d’invidiarne la fantasia compositiva,
Alice
Cooper, Dog ’s D’amour e Metallica tra gli
altri li citano
come band preferita,
Robert Plant
li considera l’unico
gruppo
realmente valido
dell’ultimo decennio
e
li porta con se in tour per
I rumori nutrienti
85
alcune date . Fanno da spalla anche a Billy Idol per ben
trentasette date negli States , e sono gli ospiti principali
della serata organizzata dalla rivista Rip all’Holliwood
Palladium. Il 1 dicembre sono ospiti alla trasmissione
Saturday Night Live della NBC e si esibiscono pure agli
Mtv Award. In quest’occasione Patton approfitterà per
rispondere alle proteste levate dagli animalisti riguardo
all’utilizzo dei fotogrammi che ritraggono l’agonia di
un pesce fuor d’acqua nel video di “Epic”, simulando
in coda al pezzo l’agonia del povero animale. La loro
polarità è alle stelle.
The Real Thing diventa doppio disco di platino, vendendo
oltre due milioni di copie in tutto il mondo raggiungendo
un milione solo negli U.S.A. All’apice del successo e
della fortuna economica nascono incredibilmente attriti
tra Patton ed il resto della band, dovuti all’eccessiva
pubblicità che egli fa della sua seconda band Mr.Bungle
che peraltro rivela di preferire ai Faith No More.
Nel corso del 1991 la Band prima si esibisce al Rock
in Rio allo stadio Maracanà e poi parte per un tour in
America Latina e in Giappone. Intanto Patton, assurto
al ruolo d’ icona della band e ridottosi persino a vedere
la sua faccia pubblicata in copertine di teen magazine
attraversa una profonda crisi dovuta al fatto di dovere
sostenere ritmi sempre più frenetici ed alla sensazione
d’essere
sfruttato
impunemente
dall’industria
discografica. Reagirà dedicandosi anima e corpo ai
Bungle, che danno alle stampe in quest’anno un album
omonimo pazzesco, ed altri progetti estemporanei che
lo vedono collaborare con Jhon Zorn, Kronos Quartet
86
Mike Patton
ed altri artisti d’”avanguardia”.
La band intanto viene premiata con 5 Bay Area Award
e partecipa alla colonna sonora del film “ Bill and Ted’
s Bogus Journey” con il brano -ad onor del vero non
memorabile- “Perfect Crime”. Nel film prende parte per
un cameo anche Jim Martin.
Nella seconda metà del 1991 la band inizia a lavorare
al successivo album. Questa volta l’apporto di Patton
sarà determinante anche nella stesura dalle musiche,
ed i testi verranno partoriti dopo lungo ed estenuante
I rumori nutrienti
87
processo creativo, contrariamente a quanto avvenuto
con la rapida genesi delle liriche di The Real Thing.
Tanto per cambiare il concepimento del nuovo lavoro
sarà tormentato e vedrà spesso i componenti del
gruppo venire alle corde, in particolare Patton e Martin,
divisi dalle rispettive vedute relativamente al percorso
musicale da intraprendere, essendo il primo tentato
dal richiamo dell’avanguardia sonora frequentata
nelle sue scorribande soliste, il secondo molto legato
alla tradizione rock-metal classica ed assai meno
incline alla sperimentazione. Anche la sfera privata
dei musicisti viene sconvolta da avvenimenti che vanno
88
Mike Patton
di fatto ad ostacolare la genesi dell’album. Jim Martin,
già poco coinvolto dal nuovo progetto musicale, che
vede eccessivamente distante dai suoi gusti e dal sound
classico del gruppo, viene colpito dalla scomparsa
del padre. Da quel momento i rapporti con la band
precipiteranno, arrivando persino ad assentarsi in
maniera ingiustificata da sedute programmate in studio
di registrazione, costringendo Gould ad un doppio
lavoro di stesura per le parti di basso e di chitarra. Quasi
contemporaneamente Roddy Bottum dichiara al mondo
la propria omosessualità, raccontando d’intrattenere
da quasi dieci anni una relazione con un ragazzo che
peraltro partecipa a tour del gruppo in veste di roadie.
L’outing del tastierista non farà particolarmente felice
Jim Martin, che probabilmente prenderà spunto dalla
cosa per coniare il termine “Gay Disco” per definire
sarcasticamente il nuovo sound della band. Sebbene
esista un video Making of.. che mostra la band nello
studio di S.Francisco serenamente intenta assieme al
fido Matt Wallance a comporre e a sperimentare nuove
sonorità, con un Patton ed un Martin generosissimi
e disponibilissimi in veste di intervistati, pare che le
cose effettivamente andassero in maniera ben diversa
Ricorderà di quel periodo Patton: “Avresti dovuto
sentirci, provavamo tanti di quei suoni di chitarra che
sembravamo il Guitar Center. Ognuno di noi metteva
alla prova l’altro, ognuno cercava di imporsi attraverso
quei suoni. Si ricorreva, se necessario, ad intimidazioni,
piccoli ricatti e stratagemmi vari, il tutto per far venir
fuori un brano che avesse l’approvazione unanime.
I rumori nutrienti
89
Insomma, ognuno di noi era sottoposto ad osservazioni
e critiche, un vero e proprio tormento per tutti, tranne che
per Jim, che non si faceva mai vedere..(…….) All’interno
del gruppo ci sono quattro persone che vanno molto
d’accordo tra di loro ed una che è odiata da tutti…”
Anche Gould farà a più riprese riferimenti ad un
membro della band che sta effettivamente intralciando
il lavoro degli altri, parlando addirittura di un possibile
allontanamento di uno dei membri del gruppo. Lo stesso
Patton, mediterà di lasciare i Faith No More per dedicarsi
completamente ai Mr.Bungle, a causa dell’incapacità di
lavorare con gli altri con il dovuto affiatamento.
La stesura definitiva dei nuovi brani lascia perplesso il
managment della casa discografica, il gruppo ha preso
eccessivamente le distanze dall’album precedente e non
appaiono in prospettiva pezzi che possano bissare il
successo del singolo “Epic”.
I timori dei discografici non si riveleranno alla fine
dei conti fondati. Prima di dare alle stampe l’album , il
gruppo, ribattezzatosi per l’occasione Haircuts that
kill, presenta i nuovi pezzi ad un manipolo di fans in
piccoli club della Bay Area. L’accoglienza che gli viene
tributata è trionfale. Anticipato dal singolo/video
“Midlife Crisis”, a giugno viene pubblicato “Angel Dust”.
Osannato come capolavoro da alcuni, considerato
un passo indietro rispetto il predecessore da altri,
quest’album appare come un opera estremamente
complessa ed ostica, dove scompaiono quasi del
tutto le componenti scanzonate e funny che avevano
caratterizzato The real thing , sostituite da atmosfere
90
Mike Patton
I rumori nutrienti
91
cupe e decadenti su cui si incardinano testi impregnati
di nichilismo e disfattismo. Patton ricorderà quest’album
come il suo preferito dei Faith, definendolo una sorta di
concept album ispirato agli umori ostili di quel 1992, in
particolar modo ai disordini razziali che sconvolsero
Los Angeles. La totale eterogeneità, la mancanza di
singoli trainanti faranno si che l’album non conosca
in patria il successo commerciale del predecessore
-assestandosi sulle 700.000 copie- e che veda la
frettolosa aggiunta di una cover dei Commodores
“Easy” a cercare di risollevare le vendite dopo mesi di
ristagno nelle parti basse della classifica. Nonostante
tutto il singolo Midlife Crisis raggiunge nel Regno Unito
la 3 posizione ed in alcuni paesi l’album è accolto da
un ottimo riscontro di vendite. In particolar modo in
Germania, dove supera le 270.000 copie divenendo
disco d’oro e in Gran Bretagna, dove arriva al 2 posto
della classifica degli album più venduti. Anche grazie
al traino del nuovo singolo e video annesso la band
riesce ad ottenere in molti paesi un riscontro di vendite
superiore a The Real Thing. Come già detto l’album
è stato ampiamente celebrato dalla rivista inglese
Kerrang! che lo considera il più importante ed influente
lavoro del decennio , ma generalmente è anche l’album
più apprezzato dallo zoccolo duro dei fans e da
buona parte della critica. Non è un disco di immediata
assimilazione: trancia quasi ogni legame con i lavori
passati del gruppo sperimentando sonorità ed approcci
lirici completamente nuovi. Ecco così proposti brani
che risentono di influssi Noise ed Industrial, comparire
92
Mike Patton
campionamenti da pezzi di DiscoMusic 70, riletture di una
colonna sonora di una pellicola
da Oscar e via discorrendo.
Anche la voce di Patton percorre
sentieri completamente nuovi ed
inesplorati: con interpretazioni
teatrali assume toni sarcastici,
si dilunga in fraseggi sussurratibiascicati , esplode in grida stridule
ed urla belluine , gigioneggia come
un performer anni ‘ 50 e via di
seguito.
“Land of sunshine” è il pezzo
che apre l’album. Ad un introduzione roboante segue
il ripetitivo incedere del basso, mentre le tastiere
disegnano atmosfere degne di una colonna sonora
noir. Il pezzo è caratterizzato da liriche riprese dalle
lezioni -guida per lo sviluppo dell’autostima di Ron
Hubbard ed altri telepredicatori, nonché da slogan
coniati per i biscotti della fortuna. L’epilogo del pezzo
ricorda come tutto quest’ostentazione di ottimismo
appare quantomeno ingiustificata. Pare che il testo del
brano sia venuto alla luce durante un esperimento di
autoprivazione del sonno durato diversi giorni cui si
sarebbe sottoposto Patton.
“Caffeine” conosce anch’essa medesima origine, pare
sia il frutto del “furto” di discussioni degli avventori di
caffetterie da parte di Patton durante i suoi pellegrinaggi
nel corso di quelle notti insonni. Il tema portante dovrebbe
I rumori nutrienti
93
essere il ruolo che la caffeina ricopre silenziosamente nel
condizionare scelte e comportamenti delle persone. Il
riff che caratterizza il pezzo è molto coinvolgente, così
come la splendida melodia, ma il brano si fa ricordare
soprattutto per i tortuosi passaggi centrali dove si
alterna una momentanea quiete ad un esplosione che
rasenta il Grind.
“Midlife Crisis” è il primo singolo estratto dall’album ed
è uno dei pezzi più conosciuti e rappresentativi della
Band. E’ una canzone dalla struttura elementare , sorretta
da un azzeccato intro di batteria e da un inconsueto
quanto talentuoso uso della voce da parte di Patton. Lui
sostiene d’averla scritta pensando a Madonna…sarà...
“R.V.” e’ una sorta di valzerino eseguito con il piano,
il testo è un monologo -interpretato con una voce che
ricorda quella di un uomo ormai avanti con gli annidi un disgraziato che si trova a fare un bilancio della
propria vita fallimentare, condendolo con riflessioni
qualunquiste, misogine e razziste.
Il titolo allude ai Camper e veicoli ricreativi in genere.
“Smaller and smaller” è un episodio piuttosto eavy e
sostenuto; nonostante sia molto amato dai fans non
reggerà alla prova del live. Pare che Patton sia stato
ispirato alla monotona vita dei suoi conpaesani , dediti
in maniera maniacale alla ciclicità del loro lavoro, in
particolare modo taglialegna ed agricoltori.
“Everything ruined” -terzo singolo estratto, è un episodio
marcatamente pop dove fanno sporadica comparsa
momenti più sostenuti che si dissolvono con l’incedere
dell’ orecchiabilissimo ritornello.
94
Mike Patton
Presumibilmente il testo illustra sarcasticamente il
modello consumistico-capitalista.
La successiva “Malpractice” è frutto di un delirio di
Patton, è un pezzo caratterizzato da sonorità Industrial
e da un uso della voce distorto ed aggressivo. Anche
il testo -pazzesco- narrerebbe di una erotomane che
simula una malattia genitale solo per il piacere di farsi
penetrare dalla mano del ginecologo. Curiosamente il
brano contiene un campione di Chostakovic eseguito
dai Kronos Quartet.
In “Kindergarten” ritroviamo una sorta di connubio RapRock per nulla affine a quello dell’album precedente. La
voce di Patton mantiene per tutta la durata del pezzo una
timbro piuttosto sprezzante ed aggressivo, lontano anni
luce dal rappato canonico. Anche le musiche dipingono
un’atmosfera sostenuta e drammatica, a coronare un
testo che sembra illustrare lo smarrimento dell’individuo
messo innanzi all’ineluttabilità del suo destino.
“Small victory” il secondo singolo estratto, un pezzo
caratterizzato da semplici melodie e da sonorità
pop curiosamente retrò, non è comunque un brano
scontato. Ne verrà realizzato un video raffinato ed
estremamente curato, che però non verrà praticamente
mai trasmesso negli U.S.A. a causa dell’impossibilità di
stabilire una categoria di genere -e rispettiva fascia di
programmazione- in cui inserirlo..
La popolare “Be aggressive” -è uscita anch’essa come
singolo- è un curioso brano hard-rock sostenuto da
un tappeto d’organo, dove la solista di Martin può
concedersi il lusso di un assolo tiratissimo. Bello
I rumori nutrienti
95
lo spelling del ritornello, realizzato da bambini
prelevati dalla scuola dove insegna il padre di Patton.
-Da ricordare il sostanziale plagio da parte di Marylin
Manson, che utilizzerà un coro identico per non ricordo
quale sua “gemma”. Una curiosità : il testo, scritto da
Bottum, da molti interpretato come un metaforico inno
alla ribellione ed alla sovversione , in realtà parlerebbe
proprio di ciò che appare ad una lettura superficiale: di
un rapporto orale omosessuale …
“Crack Hitler” è un pezzo dalle sonorità estremamente
ibride, caratterizzato anche qui dalla voce di
Patton che pare filtrata da un megafono. Pur essendo
particolarmente coinvolgente non durerà molto in
scaletta live. Pare che l’Hitler in questione sia un
grossista dello spaccio della droga citata nel titolo .
“Jizzlobber”, forse il brano più marcatamente heavy
dell’album, sviluppato intorno ai cupi riff di Martin che
rimandano neppure troppo velatamente ai Sabbat.
La voce di Patton assume timbriche proprie del metal
estremo rasentando nel refrain il grido belluino.
Narrerebbe della miserabile vita di un suo parente
carcerato.
“Midnigth cowboy” non è nient’altro che una
rivisitazione della colonna sonora del film omonimo,
in Italia “Un uomo da marciapiede”. Una melodia dolce
e tristissima perfetta come sipario di un album intriso d’
astio e disillusione. Plausibilmente è stata scelta anche
per la tematica del film in questione: a ben vedere la
storia del campagnolo ridotto a prostituirsi ben si
colloca tra la galleria di miserabili e perdenti descritti
96
Mike Patton
nell’album .
“Easy”, c’è poco da dire , un classico dei Commodores
e dell’ Easy Listening riportato a nuova vita dalla
superba voce di Patton , che in questo caso rasenta la
perfezione.
Quasi contemporaneamente all’uscita dell’album ai Faith
No More viene offerta la possibilità d’accompagnare
i Guns ’n Roses durante alcune grosse date in Europa
assieme ai Soundgarden. Quel tour sarà ricordato
soprattutto per alcune performance memorabili di
Patton on stage -e fuori.
I rapporti con i Guns ’n Roses
non saranno idilliaci: sia i
Soundgarden che i Faith No
More verranno volutamente
penalizzati da una pessima
acustica durante le loro
esibizioni- cosa che nella data
italiana farà letteralmente
bestemmiare Patton durante
la performance del gruppo- e
saranno costretti praticamente
all’immobilità nel backstage
essendo
perennemente
attorniati dagli uomini della
sicurezza durante tutta la
durata del tour. La cosa non
impedirà comunque a Patton
di macchinare una serie di tiri
I rumori nutrienti
97
mancini ai danni dell’odiato Axel Rose, come quando
riuscirà a sottrarre dal suo distributore di bibite una
bottiglia di succo di frutta per defecarci dentro , salvo
poi rimetterla a posto. In una vecchia intervista Roddy
Bottum ricorda come parte degli attriti tra le due band
fossero nate anche a causa della prassi di Axel e del
suo staff di girare filmini porno con fans del gruppo,
costrette in genere a performance omosessuali, dopo
essere state drogate. La cosa pare avesse disgustato ed
indispettito Patton, che a dispetto della passione per il
cinema border line - anelata di leggenda la vicenda della
videocassetta da lui realizzata, Macumba, spedita
a Igor Cavalera ed altri due amici che conteneva
una rassegna di filmati relativi a morti atroci e sesso
estremo, coprofagia inclusa, ovviamente- pare che non
abbia mai tollerato questa sorta di pratiche divistiche
ed il fenomeno ”groupies” in special modo .
Un episodio che farà particolarmente imbestialire
Rose sarà la richiesta fatta da Patton - ed accolta dal
pubblico- di gettare sulla band spazzatura durante
98
Mike Patton
l’esibizione nello stadio di Lisbona, a causa della
quantità enorme di bottiglie e rifiuti vari -alcuni mangiati
da Patton!- che andranno a sommergere letteralmente il
palco.
Nonostante la conflittualità scatenatasi le due
Band affronteranno anche un successivo tour anche
negli U.S.A, questa volta con i Metallica, dove però
le esibizioni dei Faith No More non desteranno
nessun particolare interesse nell’audience accorsa
ad assistere alle performance dei due colossi. Nel
frattempo si esibiscono come gruppo principale nel
più grande festival del nord Europa, il Roskilde Festival
in Danimarca, con Nirvana e Pearl Jam. Tra novembre
e dicembre ripercorrono nuovamente l’Inghilterra ed il
resto d’Europa con a spalla le L7. Il 1993 si apre con una
nuova tournè americana, questa volta con Kyuss e Babes
in Toyland. In questo lasso di tempo Patton ha modo di
dar prova della sua incredibile capacità di tenuta del
palco, regalando delle esibizioni grottesche e “malate” ,
comprendenti pratiche quasi masochistiche -improbabili
capriole volanti con atterraggi scomposti- corollari
di insulti a tutto ed a tutti, membri della band inclusi,
improvvisazione di scemenze nella lingua locale, che
sia tedesco od altro non importa, nonché provocazioni
gratuite che vanno dalla masturbazione -sul palco- alla
minzione -sempre sul palco!- ed altre amenità del genere.
In questo periodo realizzano anche un brano Rap-Metal
-ottimo- con i Boo-Yaa Tribe, “Another body murdered”
inserito nella colonna sonora del film Judgment Night.
Ad aprile sono in Giappone, a Maggio in Australia e
I rumori nutrienti
99
Nuova Zelanda ed il 17 Luglio, a conclusione di una
serie di trionfali date Europee, suonano come gruppo
principale al The Phoenix Rising Festival davanti a più
di 50.000 persone. Sarà l’ultima esibizione live di Jim
Martin con la band.
I guasti prodottisi all’interno del gruppo durante la
lavorazione di Angel Dust si accentuano durante i
quasi due anni di tour, rendendo impossibile una futura
partecipazione di Martin al nuovo lavoro in studio.
Infatti egli viene licenziato via fax da Roddy Bottum il
30 Novembre.
Dal canto suo Martin dichiarerà d’aver già lasciato lui
in precedenza e spontaneamente gli altri per profonde
divergenze artistiche con Patton .
Con la cacciata di Martin finisce il periodo più
artisticamente fertile della band che conoscerà un
progressivo calo di popolarità senza riuscire peraltro
a produrre album dello spessore dei predecessori.
Gli ultimi due lavori saranno caratterizzati da alcuni
brani memorabili e travolgenti, che andranno nella
memoria collettiva ad associarsi ai classici della Band,
ma nel complesso non avranno la carica innovatrice
dei precedenti ed appariranno effettivamente mancare
certe peculiarità del loro suono, forse eccessivamente
penalizzato dalla partenza di un elemento - a suo modo
e nel bene e nel male- carismatico come Martin. Voci
ufficiose sostengono addirittura che anche il resto della
band abbia ormai esaurito l’entusiasmo al progetto, ma
sia vincolata da solide clausole contrattuali a partorire
altri due album. Così in effetti sarà.
100
Mike Patton
Si vociferano per un po’ di
tempo nomi altisonanti per
il suo successore , tipo il
virtuoso Alex Skolnick dei
Testament, che condivide
con i nostri la scarsa
simpatia per il Metal, ma
poi non si viene a capo
di nulla. Verrà scelto a
sorpresa per realizzare
le parti di chitarra del nuovo album l’ottimo Trey
Spruance dei Mr.Bungle, che però a causa della scarsa
professionalità non verrà mai effettivamente inserito
nell’organico della Band. Il nuovo album viene registrato
tra il Settembre e Novembre del 1994 negli studi di
Bearsville di New York con il nuovo produttore Andy
Wallance e verrà pubblicato l’anno successivo.
Il 14 marzo del 1995 esce “King for a day….fool for a
lifetime” , anticipato dal singolo “Digging the grave”.
Anche in questo caso l’album viene accolto positivamente
in Europa, vendendo bene in Inghilterra -100.000
copie- Germania -120.000- e Australia -50.000- dove
raggiunge la seconda posizione in classifica degli
album più venduti., ma in patria raggiungerà a malapena
le 250.000, un quarto di quanto aveva venduto “The
Real Thing” ed un terzo di “Angel Dust”, ossia molto al
di sotto delle più nere aspettative. Complessivamente
l’album non toccherà il milione e mezzo di copie, non
male ma comunque troppo al di sotto dei due precedenti
che avevano venduto due milioni -T.R.T. e due milioni e
I rumori nutrienti
101
mezzo di copie -A.D.
L’album è anche pesantemente criticato al momento
dell’uscita, ma si rivelerà un lavoro apprezzato dai
fans a distanza di tempo. E’ spiazzante: a differenza
dei suoi predecessori è costituito da una moltitudine di
stili e generi musicali differenti che lungi dal miscelarsi
tra loro si realizzano compiutamente all’interno di un
singolo brano, facendo apparire nel complesso l’intero
album come una compilation surreale dove ci si imbatte
ora in una samba , ora in un soul, oppure in deliri HardCore cacofonici . Nonostante sia ricco di episodi easylistening si intuisce subito che avrà vita dura presso certe
nicchie di pubblico , è effettivamente troppo alternativo
per un pubblico rock, ma al contempo vi sono brani
eccessivamente ostici per i consumatori di prodotti
pop canonici. Il sound dell’album è indefinibile, ma la
sensazione che sia andato smarrito qualcosa di ben più
profondo della partecipazione di Martin è confermata
dalla quasi totale mancanza del nome di Bottum dagli
accrediti dei vari brani. In effetti il suono della tastiera,
che è stato in passato per i Faith altrettanto peculiare
della portentosa base ritmica , qui appare quantomeno
ridimensionato. Pare che il motivo sia da ricercarsi
nella materiale indisponibilità di Roddy, impegnato
a disintossicarsi dall’eroina, nel periodo precedente
all’uscita dell’album.
Anche il lavoro effettuato da Spruance, eccellente,
si discosta molto dal sound di Martin, facendo virare
la componente marcatamente Rock dell’album verso
sonorità tendenti all’ Hard-Core/Punk piuttosto che al
102
Mike Patton
Metal. Critiche a parte, questo disco rappresenta la vera
consacrazione di Patton, che come forse mai successo
nella storia della musica, interpreterà ogni singolo brano
esplorando di volta in volta nuovi timbri vocali e nuove
tonalità , dando un’incredibile prova di camaleontismo e
duttilità , riuscendo ad apparire assolutamente credibile
anche alle prese con generi che avrebbero dovuto -in
teoria- non essergli congeniali.
Come già detto in questo calderone brillano pezzi
splendidi, ma altri lasciano sinceramente perplessi, vi
sono un paio di canzoni che evidenziano richiami a
generi “in voga” all’epoca, Post-Punk e Grunge in primis,
altre appaiono troppo abbozzate se confrontate agli
arrangiamenti di Angel Dust.
“Get Out” è il breve e violento brano d’apertura,
dedica di Patton a Martin. Francamente è un brano
eccessivamente rozzo e grossolano.
“Ricochet” è il brano che non ti aspetti dai Faith No More,
tanto suona canonico ed assimilabile al sound delle band
di Seattle. E’ caratterizzato da un bel crescendo finale e
da una melodia piuttosto malinconica. Pare sia stata
scritta -casualmente- il giorno del suicidio di Kobain.
Uscirà come secondo singolo senza alcun successo.
La successiva “Evidence” è una perla dell’album, nonché
un brano molto rappresentativo per la Band.
E’ un soul molto suadente e “lounge”, con un testo
audace che pare alluda ad un rapporto fedifrago orale.
Sarà incisa in varie lingue e uscirà come terzo singolo/
video.
Con “The Gentle Art of Making Enemies” si ripropone
I rumori nutrienti
103
un brano “tirato” con riffacci hard ma ritornello
orecchiabile. Dovrebbe essere anch’essa una dedica a
Martin . Nonostante sia uno dei brani più apprezzati dai
fans e sia stata coverizzata da alcune band Nu-metal ,
non si tratta di un capolavoro.
Si passa ad un altro universo musicale con il r ’n ’b
della divertente “Star A.D.”, un pezzo che loro stessi
definiranno “maturo” per via del ricorso ad una sezione
di fiati nell’arrangiamento. Proprio per questo motivo
però non potrà essere eseguita live.
“Cuckoo for Caca” è il pezzo più strettamente “metal”
dell’album e quello che si richiama maggiormente alla
produzione passata della band. E’ una dedica alla
passione segreta di Patton.
“Caralho Voador” è un improbabile samba -con tanto di
104
Mike Patton
cantato in portoghese- dedicata alla figura di
un pappone.. Il titolo sta per “Cazzo Volante”
-omaggio al videogame “Lula Sex Empire”?Pur essendo suggestiva la melodia che la
contraddistingue non passerà alla storia .
“Ugly in the Morning” è un’altro episodio hard,
che s’apre con un ritmo cadenzato per poi
scadere nel più totale caos sonoro. Divertente
ma trascurabile.
Con la successiva “Digging the grave”, il brano
pseudo-punk proposto come primo singolo,
s’apre la sequenza di pezzi più interessanti
dell’album. Questa è divenuta assai celebre ed
è stata inclusa anche nella colonna sonora del
film “Jack frusciante è uscito dal gruppo”. Pur
di suggestioni melodiche piuttosto cupe, loro
lo definiranno un “ pop-punk ottimistico”. E’ un classico
della band e del rock anni 90.
“Take This Bottle” è un country-rock lentissimo ispirato
loro da una non meglio identificata band collega di
tour. Verrà proposto live raramente ma è comunque una
piccola perla.
“King for a Day”, la quasi title-track, è una lunga e
suggestiva canzone che s’apre e chiude come una
ballata acustica , ma è al contempo un brano hard di
grande respiro. E’ uno dei pezzi migliori dell’album , se
non dell’intera discografia della band.
“What a Day” è un’altro episodio “duro”, forse più
ricercato degli altri presenti dell’album, comunque molto
coinvolgente in veste live .
I rumori nutrienti
105
In qualche modo ispirato a Full Metal Jacket di Kubrik,
“The Last to Know” , è un rock lento in cui il melodico
della voce di Patton si sovrappone curiosamente a dei
riff comunque aggressivi .
Il finale è affidato alla super ballad -è il brano dei Faith
che Patton predilige- “Just a man”, uno strano melange
costituito da una voce bassissima, falsetti sussurrati ed
imponenti aperture chitarristiche nel cui finale fanno
sfondo cori gospel.
A coronare la travagliata , come da copione, genesi dei
pezzi si verifica l’improbabile avvicendamento, alla
chitarra: Spruance -Menta.
Se Trey Spruance è un chitarrista di indiscussa tecnica
e di eccezionale fantasia compositiva ma, per stessa
ammissione di Patton che lo ha suggerito ai colleghi, non
è troppo affidabile e non darebbe adeguate garanzie in
caso di un’ attività live estenuante come la precedente.
Viene quindi rimpiazzato per l’imminente tournè comparirà anche in tutti i video- il roadie Dean Menta,
già chitarrista dei Duh, nonché probabile compagno di
Bottum.
La tecnica del nuovo arrivato non è eccelsa, comunque
molto al di sotto degli standard richiesti da una band di
questo calibro. Curioso come, analizzando con senno di
poi le varie scelte intraprese dalla band nel corso della
carriera, queste sembrino essere dettate dalla più totale
irresponsabilità e dalla totale indifferenza delle regole
dello show buiseness . Questa di arruolare uno anonimo
roadie quando si hanno alle spalle più di sei milioni
106
Mike Patton
di copie vendute è apprezzabile, ma francamente,
pazzesca.
Infatti l’attività live della band non sarà così intensa
e fortunata come ai tempi di Angel Dust, tanto che
appena dopo quattro
mesi, complice la scarsa
risposta del pubblico,
viene cancellato il World
Tour previsto e vengono
ritirati due singoli in
procinto
di
essere
pubblicati, “The gentle
art” e “Thake this bottle”.
Patton si dedica al nuovo
dei Bungle “Discovolante” ed anche gli altri della Band
intraprendono, o continuano progetti paralleli, tra i
quali Brujeria di Gould e Imperial Teen di Bottum , mentre
Bordin parte in tour con Ozzy Osbourne. Patton darà
alle stampe anche un delirante album solista registrato
nelle stanze di vari alberghi durante le date con i Faith
e realizzato solo con la voce e pochi effetti: “Adult
themes for voice”.
Rimpiazzato Dean Menta con l’ottimo Jhon Hudson,
vecchia conoscenza di Gould e chitarrista dei Systems
Collapse, la band nel 1996 si dedica alla composizione
del nuovo album, pubblicato il 3 giugno dell’anno
successivo.
Intitolato sarcasticamente “The Album of the Year”, visto
lo scarso entusiasmo che anima ormai i componenti del
gruppo che ormai vede una partecipazione di Bottum
I rumori nutrienti
107
del tutto formale, per molti è il canto del cigno della
band, ma di fatto rappresenta il minor successo di
vendite dell’arrivo di Patton.
Il disco non è male, tutt’altro. Patton sostiene sia una
sorta di antidoto al mercato discografico impazzito,
dove infuriano mascherate alla Marylin Manson e
scarseggia la sostanza. Ha però, a dirla tutta, i difetti
del precedente, struttura dozzinale di un paio di
pezzi, langue l’apporto compositivo del tastierista
-peraltro divenuto insofferente agli atteggiamenti da
leader di Patton- ed è penalizzato da un’ eccessiva
disomogeneità nel prodotto.
L’intro dell’album è devastante: “Collision” che verrà
scelta giustamente anche come apertura delle esibizioni
live. E’ il brano più riuscito sul versante hard del disco
“Stripsearch” , uscita come terzo singolo, è una ballad
elettronica estremamente suggestiva e rappresenta un
anomalia nella produzione della band.
“Last Cup of Sorrow” , il secondo singolo, da cui un video
eccellente che fa il verso a Vertigo di Hitchcock, ma che
godrà di scarsa programmazione, è un rock-melodico
ma non banale. Non brillerà come vendite, arrivando
come miglior piazzamento in classifica solo al 51 posto
in Gran Bretagna.
“Naked in Front of the Computer” è un secondo episodio
hard, sulla falsariga di ” Get out” è veloce e piuttosto
avvincente, ma distante anni luce dalla produzione
migliore della band.
“Helpless” è invece un innocuo pop acustico, con tanto
di fischiettato, ritornello accattivante e facili melodie:
108
Mike Patton
bellissimo
ma
anch’esso
tutto
sembra tranne che
un prodotto dei
Faith No More.
La
successiva
“Mouth to Mouth”,
introdotta
da
una
melodia
arabeggiante,
ripresa da una
popolare
hit
disco anni 70, è un
pezzo ben ritmato
ma
abbastanza
trascurabile,
nonostante non sia
del tutto privo di un
certo richiamo.
Il primo singolo
“Ashes to Ashes”
è il brano senz’altro migliore dell’album, e l’unico
che conoscerà una certa fama. Caratterizzato da un
incedere drammatico e cupo, con un refrain dove eccelle
il cantato di Patton, resta una gemma che ha brillato
nelle classifiche meno del dovuto, arrivando comunque
ad un ottimo 14 piazzamento in G.B. Notevole la fattura
del video surrealista realizzato per promuoverlo.
“She Loves Me Not” è un easy listening sulla falsariga
di “Easy”, infatti avrebbe dovuto uscire come quarto
I rumori nutrienti
109
singolo prima di
essere ritirato.
Si ha un brusco
passaggio con la
turbolente
“Got
That
Feeling”,
a n c h ’ e s s a
come
“Nacked”
coinvolgente
e
trainante,
ma
lontana
dalla
complessità
d’arrangiamento
di
produzioni
a n a l o g h e
precedenti.
“Paths of Glory”
è un pezzo lento
e
angosciante
d’ispirazione
kubrickiana , spicca
indubbiamente tra gli altri pezzi per il coinvolgimento
emotivo che suggerisce.
La successiva e penultima “Home Sick Home” è un
curioso e turbolento Hard-blues .
La chiusura è affidata alla struggente “Pristina”, pezzo
dedicato alla celebre città kosovara. D’insolita bellezza
armonica, sigillerà più che degnamente la produzione
discografica della band.
110
Mike Patton
Vengono inoltre realizzati due brani con gli Sparks
-“This Town Ain’t Big Enough for the Both of Us” e
“Something for the Girl with Everything”- che saranno
inclusi nel loro “Plagiarism”.
Non c’è molto da aggiungere.
Il disco regala
senz’altro un minor numero di brani memorabili
rispetto anche allo sfortunato predecessore e vende
ancora meno, in patria è un flop completo , ma in altri
paesi è accolto trionfalmente, come l’Australia dove
schizza al primo posto in classifica , così come nella
Repubblica Ceca, o in Germania, dove si piazza al
secondo. Complessivamente però arriverà a superare
a malapena il milione di copie vendute e la cosa non
mancherà di influenzare negativamente la band già
demotivata. Inoltre praticamente tutti i membri della
band si stanno dedicando febbrilmente ad altro: Bottum
non perde occasione nelle interviste per celebrare il suo
secondo gruppo Imperial Teen , che peraltro ha ottenuto
un discreto successo, Patton oltre ad un terzo album con
i Bungle ha in cantiere un nuovo rivoluzionario progetto
noise-metal Diabolik, che diverrà poi la sua attuale
superband Fantomas, Bordin continua a collaborare con
Ozzy, infine Gould ha avviato l’attività di produttore
-infatti compare nell’album anche in questa veste- e
anch’esso medita altri svariati progetti musicali tra cui
l’apertura di una sua personale etichetta discografica.
Tutte cose che mal si conciliano con la dedizione che
una band come i Faith No More richiede. Intraprendono
comunque un lungo tour promozionale di notevole
I rumori nutrienti
111
successo negli U.S.A., in Australia e in Europa. Pare
che sull’onda dell’entusiasmo suscitato dalle ultime
date europee della Band, finalmente, torni la serenità
tra i vari componenti. E coerentemente con lo spirito
che ha sempre animato la loro attività essi decidano di
sciogliersi.
L’ultimo surreale comunicato inviato da Gould alle
agenzie il 19 Aprile recita :
“Dopo 15 lunghi e fruttiferi anni, i Faith no more hanno
deciso di porre fine alle fastidiose voci sul loro imminente
scioglimento....sciogliendosi. La decisione tra i membri è
comune, e non ci saranno dita puntate, non verranno fatti
nomi, altro che possa affermare, per l’album , che “Puffy
aveva iniziato tutto.” In più lo scioglimento permetterà
ora a ogni membro di seguire con dedizione i suoi
progetti individuali senza nascondersi. Per finire, e cosa
più importante, la band vuole ringraziare tutti i fan e le
associazioni con cui ha lavorato e che hanno supportato
la band nel corso di tutta la sua storia “
Gould, contrariamente a quanto detto nel comunicato,
qualche dito lo punterà parlando di una crisi che
avrebbe colpito uno del gruppo una volta passati i
trent’anni -ovviamente Patton- Ricorderà anche come
quante mille volte la band fosse stata in procinto di
dividersi a causa dei forti contrasti interni e i frequenti
litigi, e che, paradossalmente, ciò fosse successo in
un periodo contraddistinto da armonia e divertimento
collettivo.
Il gruppo tiene l’ultimo concerto a Lisbona il 7 Aprile,
dove alla fine Patton saluta il pubblico con un ottimistico
112
Mike Patton
-Alla prossima!prossima volta….
consapevole che non ci sarà una
I rumori nutrienti
113
114
Mike Patton
I rumori nutrienti
115
Mr Bungle
Mr Bungle
Vivere in California. Per un giovane
appassionato di musica
raramente è possibile chiedere
di più dai propri sogni.
Questo è uno stereotipo
abbastanza di voga al
giorno d’oggi ,la tendenza
di accomunare lo stato alla
Celebre Los Angeles ,vero
teatro della storia
contemporanea
dell’arte sonora,
dal suo
hotel
Chateau
Marmont
celebre per le
turbolenti nottate
devastatorie dei Led
Zeppelin fino ai tuffi
dal 4 piano di Jim
Morrison nella piscina,
agli splendidi paesaggi
I rumori nutrienti
117
ispiratori del Big Sur fino a luoghi ove qualsiasi
musicista sognerebbe di suonare come il Kit Kat Club .
Ma se nasci ad una manciata di chilometri più la,il
discorso già cambia, non tutto è cool , ad Eureka lo
sanno bene. Prospettive ridimensionate, corre l’anno
1985 nella università cittadina quando quattro studenti
non ancora diplomati decidono di fondare una band
e fare concerti in ambito puramente scolastico, sono
Trevor Dunn (che suona il basso da 4 anni per merito
del fratello maggiore), Trey Spruance (chitarrista/
118
Mike Patton
tastierista), Jed Watts (alla batteria) e Mike Patton
(vocalist), mentre più tardi si aggiungerà Scott Fritz (alla
sezione fiati, proveniente da Crescent City). Prendono il
nome da un Clown protagonista di due brevi filmati del
“The Pee Wee Herman Show” che mostrava le regole
comportamentali per bambini.
“The Raging Wrath of the Easter Bunny “, che prende
il nome in riferimento al periodo di registrazione del
lavoro: Pasqua,è il loro secondo passo compiuto ad un
anno di distanza, mixato da Spruance con un semplice
Tascam a 4 piste,è una demo dal sapore death metal
con inserimenti tribali tramite l’uso di percussioni
e strofe cariche del punk così poco apprezzato in
quel contesto underground. Ma il gruppo inizia a
respirare quella atmosfera di crossover embrionale che
attraversa la costa, e con “Bowel of Chiley” nel 1987,
dimostrano i primi legami con ritmiche ska,reggae. Oltre
ad una maggior personalità dei musicisti, le geometrie
tra Trevor e Trey cono in perfetta intesa (Freight Train)
e mostrano i primi acerbi virtuosismi (Jumping part 1)
al servizio di una serratissima metrica. Ma la qualità
sonora ancora non rende giustizio al valore effettivo
della band. Alla batteria, Jed Watts prende il posto di
Has Wagner.
Ma la svolta non tarda ad arrivare con l’incremento
di date in giro per la California, la band fa amicizia
con Billy Gould il bassista e membro fondatore della
band “Faith No More”, il quale nota in Mike Patton
doti di talento fuori dal comune, in effetti il vocalist
con la successiva demo “Goddammit I Love America!”
I rumori nutrienti
119
mostra i suoi notevolissimi passi avanti verso la
piena maturazione, segue linee melodiche degne di
Angelo Moore, mostrando una estensione vocale
sfruttata davvero adeguatamente, in un cantato che
alternando rime a mitraglia (Bloody Mary) ad acuti
soul (Goosebumps) , irridendo la staticità in tutte le
sue forme, adeguandosi all’eclettismo della band (alle
prese persino con uno scanzonato valzer) e fugando
ogni dubbio verso i padri ispiratori delle composizioni:
i Fishbone ( Definition Of Shapes), permettandosi il
lusso di dilatare il brano accennando ad una cover
degli INXS (i need you tonight) e una citazione a
Grandmaster Flash. Egg (qui riproposta in una versione
un po’ smorta) e Carousel ,verranno poi promosse in
seguito nel primo album della band.
La pubblicità arrivà in maniera inaspettata, Mike
Patton viene ingaggiato dai Faith No More mentre
strumentalmente The Real Thing è già composto , la
120
Mike Patton
pubblicazione del primo singolo Epic che riscuote un
successo planetario,e il video che Mtv trasmette di
continuo,mostra proprio il cantante che esibisce con
orgoglio la maglietta dei Mr.Bungle.
In odore di contratto,nello stesso 1989, la band pubblica
la quarta e ultima demo “OU818” (titolo dall’intento
pariodistico verso le diatribe in seno alla band “Van
Harlen”), e ben 4 dei 5 pezzi proposti,termineranno
poi nella tracklist dell’album ufficiale. A non farcela
è solo l’interessantissima “Mr Nice Guy”, giudicata
forse troppo
“peppersiana”
dalla band che,
visti gli attriti tra
Kiedis e Patton,
decisero di non
rischiare ulteriori
coinvolgimenti.
Preziosa
comunque,
la citazione
strumentale del
popolare pezzo
della storia
della musica
partenopea
“Funiculì Funiculà”,
mentre “O Sole
Mio”, che aleggia
nell’ aria di Girls
I rumori nutrienti
121
Of Porn (aperta
da una sequenza
parlata di un film
porno passato da
Billy Gould , che
rende il bassista
meritevole di finire
nella lista dei
ringraziamenti
nella tape) .
Clinton “Bar”
McKinnon e Danny
Hefeitz(nipote
d’arte del
virtuoso violinista
Jascha) entrano
di ruolo nella
band in qualità
rispettivamente
sassofonista e
batterista.
Dopo 2 anni,
arriva dalla
stessa Warner,
l’atteso e sperato
contratto, il tempo
di scegliere i brani
maggiormente
incisivi delle
122
Mike Patton
sessioni precedenti (Trevor Dunn
scrisse un brano intitolato “Sleep”
che ne racchiudeva in fin dei conti
tre, dei quali solo il primo “Slowly
Growing Deaf” trovò spazio
nel cd,mentre “Phlegmatics” e
“Carry Stress In The Jaw” vennero
messi momentaneamente da
parte, suonandoli comunque
saltuariamente ai concerti),
aggiungerne qualcun altro, e
sotto la supervisione di John Zorn
sfornano il primo capolavoro
dal’omonimo titolo.
“Mr Bungle” inizia con il nulla,
per diversi secondi ,poi il silenzio
si spezza come il bicchiere in
sottofondo,ciò che giunge poi è
un album dai ritmi funkeggianti
alternati a riff (con quelli di questo
disco,molte band ci costruirebbero
una intera discografia) metal,
richiami al jazz, sezioni fiati
puramente ska, giri di basso
sincopati cavalcati da un un
rappato al limite delle capacità
umane, repentini cambi di tempo
uccidono la linearità dell’ascolto,
tutto questo in 10 ispiratissime
canzoni, senza singoli da gettare
I rumori nutrienti
123
in pasto ai mass media. Con testi “zappiani”, a volte
rivendicatrici della parte più onanistica della sessualità
spinta crossoverista, altre dalla bizzarra ispirazione
(“Stubb (a Dub)” è dedicata al cane di Spruance),
ed effetti sonori eccentrici che vanno dal semplice
rumorismo vocale al citazioni pionieristiche (in “Slowly
Growing Deaf” la colonna sonora del videogame
“Super Mario Bros” e alla fine di “Carousel” quella del
flipper “Cyclone” o in “The Girls Of Porn” il popolare
“Smash Tv”).
Il disco in effetti vende poco,ma nessuno fa drammi. Allo
stesso Mike la notorietà che aveva intanto
raggiunto con i Faith No More iniziava un
po’ ad infastidire. Il gruppo parte per un
Tour biennale indossando le loro celebri
maschere bizzarre, per poi rimanere
in stand by fino a fine 1994.
Nel frattempo, durante le registrazioni
del secondo disco Patton aveva portato
nella “band gemellata” anche il chitarrista Trey
Spruance per la composizione di “A King For a Day”,
quest’ultimo però abbandona questo secondo progetto
appena terminate le registrazioni, il gruppo reagisce
trattandolo nel Booklet come un mero Guest. Ma il
contraccolpo temuto non c’è e i due si ritrovano dopo
qualche mese con i Mr. Bungle per le sessioni del album
piambizioso della loro breve discografia.
“Disco Volante” è arte pura, la sublimazione della
pazzia domata e sedotta nel corso di un album davvero
avanguardia che frulla in brani dilatati psichedelia
124
Mike Patton
I rumori nutrienti
125
interpretato da Trevor Dunn durante la seconda parte
del brano sopracitato (noto ai fan come “The Secret
Song”).
Da segnalare la collaborazione del percussionista
William Winant (già noto per il suo lavoro con Frank
Zappa ,John Zorn e Oingo Boingo) , che accompagnerà
la band in tour per tutta la carriera.
cartoonesca,swing, funk sciolto in ritmi latini, fraseggi
doom e death metal, jazz ubriaco, country schizzato,
melodie arabeggianti corrotte dalla techno, in perfetta
armonia e coerenza tanto da fornire l’impressione di
ascoltare una unica grande traccia, c’è anche spazio
per una sorta di miniopera teatrale/musicale ove Mike
Patton recita in un ottimo italiano equilibrando la giusta
enfasi mentre è avvolto da un complice tango condito
dal sapore siculo degli “scacciapensieri”. Sicuramente
stupisce ancora nonostante siano passati una decina
d’anni dalla pubblicazione.
Nei testi prevale ancora la legge della citazione,
diversi i riferimenti a Poe, Peter Lamborn Wilsons (per
il libro “Scandal-Essays in Islamic Heresy” che ispirò il
testo di “Desert Search For Techno Allah” ) e addirittura
al mitico nonno della serie animata The Simpson,
126
Mike Patton
Il quintetto che si presenta in studio 4 anni dopo,ha
accumulato esperienze artistiche più disparate, Patton
è vedovo non troppo affranto dei Faith No More, ha
fondato i Fantomas dove poter nutrire e realizzare le
proprie idee su folli schegge hardcore (che ogni tanto
facevano capolino nell’album precedente) innestate con
le influenze più disparate,del progetto fa parte anche
Trevor Dunn (quest’ultimo attivo nei Trio Convulsant)
mentre Trey Spruance (con la collaborazione del
bassista e Danny Heifetz ) era alle prese con i suoi
Secret Chiefs 3, abbandonate le maschere con le quali
suonavano dagli esordi, optano per uno stile diverso,
estivo e “californiano” anni 60 senza perdere l’ironia
che li aveva sempre contraddistinto. Scelte che si
riflettono in sala di registrazione, il gruppo sforna
un album meno complesso del predecessore, pure
tenendone un filo conduttore con elementi di esso, in
linea di massima più accessibile ma sempre distante
dal concetto di musica che intende la massa, una svolta
ispirata ai Beach Boys. “California” ha il grande pregio
di aggiungere tocchi di classe alle composizioni per
non fare apparire prevedibile nemmeno un brano come
I rumori nutrienti
127
Retrovertigo (ove l’incidere possente della batteria
conferisce spessore ad un pezzo dalla dolce melodia)
l’eclettismo fa da padrone in due capolavori come
Goodbye Sober Day e Ars Morendi, che stupiscono
l’ascoltatore nei rapsodici cambi di tempo senza
eccedere nel disorientarlo, in altri episodi i cori da
spiaggia (successivamente tanto cari a john) vanno
a braccetto con fraseggi death metal,insirti di
musica latina e ritmi bassanova (The Air-Conditioned
Nightmare) o al soul enfatico di Patton su ritmi dub
(Vanity Fair) , ma c’è spazio anche per la fumettosa
Golem II The Bionic Vapour Boy (tanto sperimentale
da immaginarsela inserita in una colonna sonora di un
videogame) o per una spettacolare interpretazione
del rock and roll anni 50 introdotto da un riff metal e un
intermezzo di basso jazzato in None Of Them Knew
They Were Robots.
Sfortunatamente la band affronta una serie di problemi
che costringono prima il gruppo a posticipare l’inizio
del proprio tour, poi a vedersi esclusa dal mega
festival australiano “Big Day Out” nuovamente per
gli screzi con il frontman dei Red Hot Chili Peppers,
Anthony Kiedis. Quest’ultimo pare aver fatto pressioni
nei confronti dell’organizzazione per escludere i
Mr Bungle dalla manifestazione, offeso dal pesante
scherzo giocatogli da questi ultimi durante il
concerto del 31 ottobre 1999 . Ove Mike Patton e soci
interpretavano satiricamente il ruolo di caricature
dei Red Hot Chili Peppers ,evidenziandone i vizi e
comportamenti da band Mainstream. Il discorso è
128
Mike Patton
molto più complicato e imbarazzante di quanto possa
sembrare, ed è probabilmente per tal motivo che della
situazione non si saprà mai la nuda verità. Voci non
del tutto confermate parlerebbero di un possibile tiro
mancino giocato dai peppers verso la band di Eureka,
nel far coincidere l’uscita del proprio “Californication”
con la relase “California” a scopo di oscurarne la
visibilità mediatica.
Nella memoria resta un Patton furibondo per
l’esclusione dal festival, al quale pare seguì le scuse dei
restanti tre membri della band di L.A per la spiacevole
situazione. Resta comunque palese che la situazione
danneggiò non poco la band che non ebbe possibilità
di confrontarsi con un evento mediatico di non poco
rilievo, in un paese dove Patton con i suoi Faith no More
aveva sempre riscosso un buon successo.
La band non si perse d’animo e continuò il proprio
tour reclutando il tastierista Jeff Attridge (poi
sostituito da James Rotundi) e Ches Smith . L’attitudine
è profondamente cambiata, Mike è circondato da un
mixer, abbandonando l’attitudine stage diving che
I rumori nutrienti
129
aveva con Trey negli esordi. Glissano con fermezza
praticamente tutto il repertorio 88/92 con poche
eccezioni come per la loro amata “Travolta” (poi
rititolata Quote Unquote nell’album per evitare
problemi con la star del cinema) .
La band prende un periodo di pausa verso la fine del
2000, i fan e la stampa si aspettano un altro digiuno
quadriennale,ma la situazione lentamente peggiora,
parte del progetto. Ma è nell’asse Spruance/Patton
che risiede il problema principale. La frattura tra i
due amici di vecchia data pare oramai insanabile e
quando Mike rilascia un comunicato al Rolling Stones
America,finisce per sorprendere solo i meno attenti alle
vicende:
“Adesso sono a un punto dove tengo molto di più a
quello che circonda la musica. Ho bisogno di uno
scambio di idee genuino, senza invidia repressa,
risentimento; desiderare di voler rimanere nel gruppo
nonostante il pubblico decida di non seguirti in massa.
Sfortunatamente Mr Bungle non era più uno di questi
posti .Forse potremmo riuscire a registrare un altro
paio dischi. Ma la personalità collettiva del gruppo non
funziona a meraviglia. Tutto è stato rovinato dall’inutile
gelosia e insicurezza di un componente, cosa che ha
avvelenato il nostro rapporto portando Mr Bungle
a una morte lenta e innaturale. Adesso sono in pace
perchè ho provato a fare tutto il possibile per questa
band. ”
Senza ulteriori polemiche,nè Greatest hits o furbate
commerciali di altro genere,lo dissero “siamo musicisti,
non banchieri.”
Trevor Dunn tramite il suo sito ufficiale si mostra prima
cauto e laconico sul nuovo album della band, ermetismo
che si trasforma in pessimismo e infine implode in
considerazioni negative nei confronti dello stato di
salute della band e il suo interesse nel continuare a far
130
Mike Patton
I rumori nutrienti
131
132
Mike Patton
I rumori nutrienti
133
Fantomas
Fantomas
I Fantômas nascono nel 1998 quando,
dopo lo scioglimento dei Faith
No More, Mike Patton decide
di dare massima libertà alla
sua creatività musicale (che
risulterà poi una delle più
fertili degli ultimi anni).
Il cantante californiano nei
ritagli di tempo del periodo
Faith No More, aveva
già dimostrato di
avere una certa
originalità e
una gran
voglia
di
sperimentare
dando alla luce
un album fuori da
qualsiasi canone come
“Pranzo Oltranzista”,
dedicato a Tommaso
Marinetti uno dei
I rumori nutrienti
135
fondatori del movimento futurista italiano.
Inoltre aveva partecipato a diversi progetti dell’
amico e, per certi aspetti, maestro John Zorn:
diversi live coi Naked City, in cui si dimostra più che
all’altezza del suo predecessore alla voce del gruppo
Yamatsuka Eye, e ad altri progetti solisti. Qui Mike ha
l’occasione di migliorarsi e di scoprire nuove frontiere
dell’espressività vocale.
Lo scioglimento dei Faith No More, sebbene sia stato un
evento spiacevole per chiunque abbia amato la musica
di quella band, è stato, da un certo punto di vista, una
vera e propria fortuna per Patton e per tutti coloro
che amano i suoi progetti post Faith No More. Libero
da ogni impegno (anche i Mr Bungle, altra sua band,
rimasero praticamente fermi fino al 1999) Patton può
finalmente dare libero sfogo alle sue idee musicali. Così
nell’estate del 1998 registra completamente da solo,
suonando tutti gli strumenti, un demo intitolato “Diabolik
Demo”. Il lavoro doveva essere, nelle idee di Patton,
la messa in musica delle avventure del personaggio
di Diabolik. Mike, convinto dell’originalità della sua
idea, si guarda intorno per cercare dei musicisti adatti
a concretizzarla. La prima scelta è il bassista Trevor
Dunn, suo inseparabile amico e bassista nei Mr. Bungle;
poi è la volta di Buzz Osborne storico chitarrista dei
Melvins. Per quanto riguarda il posto di batterista (ruolo
fondamentale per quello che sarà poi il suono della
band) Mike inizialmente pensa ad un altro suo grande
amico: Igor Cavalera, batterista dei Sepultura. Igor non
si sente adatto a questo stile di musica e suggerisce a
136
Mike Patton
Mike l’uomo perfetto per quel ruolo, Dave Lombardo,
straordinario batterista degli Slayer. A questo punto,
avuta la scontata conferma della partecipazione di
Trevor Dunn, invia una copia del demo anche agli altri
due, che in maniera abbastanza sorprendente non ci
pensano su due volte e accettano immediatamente di
far parte di questa nuova avventura.
Prima di iniziare a registrare, Mike decide di cambiare
la fonte d’ispirazione della band: non più Diabolik ma
Fantômas personaggio, quest’ultimo, molto più cupo,
negativo e misterioso del primo e quindi più adatto alla
musica che aveva in mente.
Tutto è pronto per il debutto, manca soltanto una
cosa: un’etichetta disposta ad accogliere in pieno le
richieste di Mike, il quale richiede carta bianca anche
sulla cura dell’artwork. Nessuno sembra disposto
ad accogliere questa richiesta e così Mike decide
di crearsi una propria casa discografica insieme al
suo grande amico e manager dei Mr. Bungle, Greg
Werckman. Nasce quindi la Ipecac Recordings e, come
prima release viene stampato, sul finire del 1998,
“Fantômas”, conosciuto anche come “Amenaza al
Mundo” (dalla locandina dell’edizione messicana di
“Fantômas minaccia il mondo” usata come copertina).
Il lavoro è un insieme di schegge impazzite, mischiate
ad inquietanti rumori ed urla, tutto è perfettamente
strutturato senza la minima traccia di improvvisazione:
I rumori nutrienti
137
è un tipo di musica che, per i musicisti, è molto difficile
da eseguire e da ricordare. A farla da padrone, oltre
alle bizzarrie vocali di Patton (il quale non pronuncia
nemmeno una parola ma solo delle espressioni da
fumetto del tipo “ugh”, “waa”, “clank” ecc.), è il
drumming di Lombardo, un mostro di tecnica e velocità,
abbinato al basso di Dunn, cupo e maestoso; a
completare il tutto Osborne alla chitarra, che ricama
delle parti al di fuori dei normali standard chitarristici.
A confermare l’originalità dell’album c’è anche il modo
in cui sono chiamate le trenta tracce e cioè “pages”:
ogni traccia è in pratica la conversione musicale di una
pagina di fumetto.
Il lavoro viene accolto positivamente da critica e
pubblico e i Fantômas vanno in tour negli USA e
in Europa. Proprio nelle date dal vivo il pubblico
capisce di trovarsi di fronte ad una band davvero
fuori dal comune, composta da musicisti eccezionali
e guidata da un artista tanto bizzarro quanto geniale:
ascoltandoli dal vivo ci si rende conto di quanto lavoro
ci sia dietro ogni minuto della loro musica; le “tracce”
vengono suonate esattamente come sull’album…è
questa la cosa più impressionante!
Mike crede sempre di più nella sua idea e, consapevole
di avere a disposizione tre musicisti straordinari, può
tranquillamente comporre qualsiasi cosa che gli passi
per la testa con la sicurezza che questa verrà eseguita
senza nessuna difficoltà.
E’ seguendo questa logica che intorno al 2000
decide di rendere omaggio al mondo del cinema
138
Mike Patton
reinterpretando i temi di alcune famose colonne sonore.
L’album, che esce nel 2001, si intitola “The Director’s
Cut” e presenta 16 pezzi che ripropongono, nello stile
della band, temi famosi come ad esempio quelli de
“Il Padrino”, “Twin Peaks”, “Cape Fear” e tanti altri.
Questo lavoro, essendo strutturato in una forma più
accessibile del precedente, ha permesso alla band di
raggiungere una fetta di pubblico più ampia rispetto a
quella raggiunta con l’album di debutto.
Dal tour seguente viene registrato, nel 2002, il live
in comproprietà con i Melvins intitolato “Fantômas/
Melvins Big Band - Millenium Monsterwork”, che,
nonostante la non impeccabile qualità di registrazione,
consente a tutti di apprezzare la potenza della band
dal vivo.
I fantastici 4 rientrano in studio
e registrano una gran quantità
di musica, molto eterogenea,
che poi sfocerà in 2 album
estremamente diversi fra loro.
Nel 2004 esce “Delìrivm
Còrdia”. L’album è tanto
allucinante quanto
indescrivibile. La struttura della
canzone rock è qui stravolta
già dal formato dell’album: un’unica traccia di ben 74
minuti! “Delìrivm Còrdia” è uno di quei lavori che va
vissuto più che ascoltato: non siamo di fronte ad un
semplice disco di musica rock, ma ad un’opera che va al
di là della musica stessa, un flusso sonoro che stravolge
I rumori nutrienti
139
il rapporto tradizionale tra l’ascoltatore
e l’opera. Questo lavoro ha un pò diviso
critica e pubblico: per alcuni è stato
soltanto una bricconata di Patton, ma per
la maggior parte di critici e pubblico
è stato invece un grandissimo lavoro
che ha mostrato una nuova via del
fare musica. Anche le vendite
sembrano confermare questa
tesi: “Delìrivm Còrdia” infatti
vende benissimo, risultando in
poco tempo l’album più venduto nella breve storia della
Ipecac.
Sempre più importante diventa l’artwork degli album:
Mike fa affidamento al designer norvegese Martin
Kvamme, che non smette di stupire di album in album
(diventerà quasi il “copertinista” ufficiale di tutti i
140
Mike Patton
progetti di Mike). Per Delìrivm
Còrdia i toni cupi e angoscianti
dell’album si riflettono
in modo esemplare nella
copertina, in cui appaiono
foto di operazioni chirurgiche,
adatte forse solo a stomaci
forti, quasi ad avvertire
l’ascoltatore a cosa andrà
incontro!
Nel 2005 esce “Suspended
Animation”, nato dalle stesse
sessions di registrazione di Delìrivm Còrdia.
Nonostante la contemporaneità delle registrazioni,
“Suspended Animation” risulta, nei toni e nell’atmosfera
dei pezzi, praticamente l’opposto di “Delìrivm Còrdia”.
Fans e critica attendevano impazienti questo nuovo
album, soprattutto perché, dopo tre lavori molto
diversi l’uno dall’altro, tutti si chiedevano quale
direzione potesse scegliere Mike per il nuovo lavoro.
Ai primi ascolti, “Suspended Animation”, viene
automaticamente assimilato al primo lavoro del gruppo
(anche qui le tracce sono 30 e tutte molto brevi),
ma ad un ascolto più attento si sente, soprattutto in
alcuni brani, l’”influenza” di “The Director’s Cut” e di
“Delìrivm Còrdia”, ma soprattutto si sente l’evoluzione
nella complessità di composizione, nella cura dei
minimi dettagli sonori: Mike si fa addirittura costruire
degli “strumenti” che producono dei suoni da lui ben
definiti. Questa volta la fonte d’ispirazione per Mike
I rumori nutrienti
141
non sono stati i film dell’orrore o le atmosfere cupe
del personaggio Fantômas, ma bensì, le musiche e i
suoni dei cartoni animati, e questo è l’elemento che
maggiormente differenzia questo nuovo capitolo dai
precedenti.
Una nota a parte, anche in questo caso, merita il
package del cd riservato alle prime 25.000 copie
dell’album. I fortunati possessori di questa “limited
edition” hanno potuto apprezzare lo splendido
calendario illustrato dall’artista giapponese Yoshitomo
Nara e dedicato al mese di aprile. Ad ogni giorno è
dedicata un’illustrazione del maestro giapponese, che
corrisponde al brano dell’album: quello che ne viene
fuori è un magnifico booklet di 30 pagine, come pochi
se ne sono visti nella storia della musica su cd.
Segue un tour che tocca quasi tutti i continenti: a causa
di una reunion degli Slayer, Lombardo non può prendere
parte alla maggior parte dei live.
142
Mike Patton
Mike recluta Terry Bozzio, già batterista di Frank
Zappa, che in un paio di mesi impara alla perfezioni le
parti di Dave. Anche in questo caso la scelta di Mike si
rivela azzeccatissima: solo a vedere il drum set di Terry
si capisce di cosa sia capace: 4 casse una serie di tom
infinita e 11 pedali!
Ciò che risulta ascoltandoli dal vivo è un sound
leggermente diverso, meno potente ma forse più
tecnico, con Mike ormai diventato un vero e proprio
direttore d’orchestra.
Verso fine agosto 2005, in un’intervista ad un giornale
finlandese, Mike rivela di avere in mente 3-4 idee per
nuovi album: uno con Terry Bozzio, a conferma che
l’esperienza live col batterista ha dato buoni frutti, e
uno con Dave, uno totalmente acustico e uno totalmente
elettronico; entrambi , dice Mike, dovrebbero uscire nel
2006
Questa notizia verrà poi “forse” smentita (…ma con
Mike non si sa mai….) a metà del 2006, quando in
un’intervista afferma che i Fantômas rimarranno fermi
per circa 2 anni.
Nel Frattempo il 2006 vede i Fantômas impegnati
ancora in tour coi Melvins.
…cosa ci riserveranno i Fantômas nel futuro……questo
non si sa: c’è sempre un alone di mistero attorno a
questa band….come attorno al personaggio letterario
da cui hanno preso il nome, e che veniva così descritto
nella prima pagina del libro:
I rumori nutrienti
143
“FANTÔMAS.”
“What did you say?”
“I said: FANTÔMAS.”
“And what does that mean?”
“Nothing....Everything!”
“But what is it?”
“No one....And yet, yes, it is someone!”
“And what does this someone do?”
“Spreads terror!”
144
Mike Patton
I rumori nutrienti
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Mike Patton
I rumori nutrienti
147
Tomahawk
Tomahawk
Biografia
Contrariamente a quello che si
crede, i Tomahawk non sono l’
ennesima creazione scaturita
dalla mente (i cui confini sono
troppi dilatati per essere
compresi nella loro totalità)
di Mike Patton. O almeno
non del tutto, in quanto l’
effettistica e la voce
del nostro genius
contribuiscono a
formare e
caratterizzare
il suono del gruppo.
Meglio definirlo
supergruppo, in quanto
la nomea di “band”
sarebbe quantomeno
I rumori nutrienti
149
riduttivo, visto e considerato i nomi di grande spessore
che prendono parte al progetto. In realtà è merito
del chitarrista Duane Denison se oggi io scrivo dei
Tomahawk e voi leggete queste modeste pagine;
il nostro Duane non è l’ultimo arrivato sulla piazza,
sia della scena rock sia di quella chitarristica, ma
rappresenta uno dei più interessanti -e a mio parere
sottovalutati- esempi di creatività e potenza nel
panorama musicale dei 90. Musicista eclettico, duttile,
capace di rendere unico il sound di una chitarra che
ancora pochi -forse nessuno- sono riusciti a copiare
e presentare all’ interno di un disco . Naturalmente
mi riferisco all’ esperienza decennale accumulata
all’ interno dei Jesus Lizard, complesso americano
fondato da Denison nel 1989 a Chicago, Illinois. Pur non
avendo riscosso lo stesso successo di altre band dell’
epoca (Nirvana, Soundgarden, Sonic Youth e così via),
possiamo tranquillamente collocarli, per seminalità e
personalità, tra i leader della corrente grunge/noise
indipendente a stelle e strisce. Sappiamo ben poco
su come sia avvenuto l’ incontro tra Patton e Denison,
ma nel back stage si fanno molteoamicizie e nascono
numerosi progetti, è un’ abitudine nel mondo del Rock.
Difatti accadde proprio così: nel 99 Mike Patton era
in tour con i Mr B (prima band di Mike patton, insieme
a trevor Dunn, Trey Spruance, attiva dal 1985 al 2000)
a Nashiville, Alabama, città natale di Denison. Patton
era estimatore dei Jesus Lizard e stimava il lavoro del
chitarrista del gruppo, quindi si incontrano e Mike offre
un contratto a Duane con la neonata Ipecac. Denison,
150
Mike Patton
che stimava in maniera reciproca, accetta ed avanza
la proposta di suonare assieme in futuro, proponendo
al vocalist dei Bungle, il ruolo di cantante. Dunque,
ci troviamo nel 2000 e Denison inizia ad incidere
su alcuni nastri, cercando di staccarsi dal sound dei
Lizard, ma mantenendo il suo timbro caleidoscopico,
inquietante e claustrofobico. L’ avventura con il gruppo
che diede alle stampe due capolavori come “Goat”
(Touch & Go, 1991), o “Liar” (Touch & Go, 1992) si era
conclusa nella primavera del 1999 e Duane voleva
incidere dischi diversi da quelli che produceva con i
Firewater, il supergruppo formato da Tod Ashley (leader
dei Cop Shoot Cop), da Dave Ouimet (Motherhead
Bug), da Duane Denison (Jesus Lizard), Jim Kimble
(Laughing Hyenas) e Yuval Gabay (Soul Coughing),
fondato nel 1997.
Quindi Duane si ricorda della proposta di Mike come
vocalist, forse per le sue altissime prestazioni nei
compianti Faith no More e la magistrale prova data
con il primo disco dei Fantômas (“Fantômas, amenaza
al mundo”, Ipecac 1999), poi estende l’ invito anche a
Kevin Rutmanis (basso) e John Stainer (batteria). Credo
che non occorra stilare la lunga lista del curriculum
vitae di Mike Allan Patton, ma sprecherò due righe
per fornire qualche coordinata sugli altri due membri
dei Tomahawk. Iniziamo dalle quattro corde, suonate
in maniera più che dignitosa da Kevin Rutmanis, nei
melvins (“i nonni del grunge, gruppo capitanato da
Buzz Osbourne nonché chitarrista nei fantômas con
Patton, Dunn e Lombardo) dal 1999 al 2003 ed ex
I rumori nutrienti
151
Cows (band che mischiava il garage protopunk di
stooges/MC5 con il punk di artisti del calibro degli
Husker Du); Non è il tipico bassista scanzonato di
matrice funky, amante delle influenze più disparate,
che preferisce sentire maggiormente il sound senza
usare il plettro o slappa (ossia utilizza la tecnica
della slappata: colpire con il pollice le corde in mondo
da provocare un suono corposo; tipico dei bassisti
dell’ area crossover, funky oppure fusion jazz ) ; ma
preferisce rimanere quadrato per realizzare un sound
duro, essenziale, cupo come una spirale infinita, ma non
per questo risulta piatto o senza carattere. Potremmo
altresì dire che Rutmanis si occupa del lavoro sporco:
il suo ruolo è prezioso, ma preferisce lasciare il ruolo
di protagonista alla chitarra o alla voce. Dietro le
pelli invece si siede John Stainer, gran picchiatore
mai svogliato, apprezzato nel panorama hardcore e
considerato un veterano grazie soprattutto al lavoro
svolto con gli Helmet. Questo gruppo, fondato nel
1989 a New York e scioltosi recentemente, il cui nome
deriva da una storpiatura del cancelliere tedesco
Helmut Kohl, è considerato tra i veterani dell’ ambiente
grunge/metal americani. Quindi capite da voi che si
tratta di un batterista munito di grande esperienza,
capace di colpire in maniera potente ma precisa,
quasi chirurgica, ed abile nel mutamento di timbro
(inteso anche come sinonimo di atmosfera) da un
momento all’ altro senza grosse difficoltà. Una volta
formatosi il gruppo, passano sotto contratto con la
Ipecac, l’ etichetta discografica appartenente allo
152
Mike Patton
stesso Patton, in società con Greg Werckmahn:
label giovane ma non per questo inesperta. La
sua formula (creatività senza compromessi) le
ha permesso di avere sotto contratto gruppi del
calibro dei Melvins, desert Sessions, Isis, un gran
numero di artisti di grandissimo livello nell’ ambiente
alternative, senza dimenticare tutti i progetti
in cui attualmente milita Mike Patton. Nel 2001,
precisamente il 30 ottobre, viene pubblicato il disco
d’ esordio, l’ omonimo “Tomahawk” che conquista un
po’ di notorietà assestando una scossa di potenza
sonora e permettendo di iniziare una proficua
stagione concertistica per il gruppo. Essenzialmente
potremmo definire -in due parole, visto che ne
parleremo nel paragrafo seguente- lo stile dei
Tomahawk come una miscela esplosiva e radioattiva
tra la durezza tagliente e perforante dei Jesus Lizard,
l’ eclettismo dei Faith No more degli ultimi due dischi,
e la corposità e la precisione nella cadenza del
sound tipico del post-h/c. Ma questo non equivale ad
una potenza ed una durezza disumana, tutt’ altro. Vi
stupireste voi stessi nell’ ascoltare un’ accostamento
così ben riuscito tra “cattiveria” e “bellezza”. La
quiete durante la tempesta.
Nel 2003, cambiano produttore passando da Joe
Funderburk a Joe Barresi -Pennywise, Queens of the
Stone age, Led Zeppelin and the Melvins -e la scelta
è azzeccatissima. Il disco è molto più fresco, carico
e maturo del predecessore, riuscendo ad ottenere
un maggiore successo; viene estratto come primo
I rumori nutrienti
153
singolo “Rape this day”, il
cui video finisce in rotazione
su diversi canali tra cui Rock
TV. Nel video non appaiono i
membri del gruppo, forse una
contestazione al mondo dei
videoclip, il quale sarebbe
colpevole di orientare i gusti
degli spettatori. Finora siamo in
attesa del
nuovo disco entro la fine del
2007, secondo lo stesso
Denison dovrà trattarsi di
qualcosa di completamente
diverso rispetto ai due capitoli
precedenti.
Gli album in studio: il
sound
Dopo aver raccontato brevemente della nascita e del
background dei Tomahawk, urge occuparsi dell’ analisi
dei singoli due (per ora) dischi. Inizierò dal disco d’
esordio, Buona lettura.
P. S.: vi consiglio un’ ultima cosa:. Piazzate nel lettore cd
i due album. Se non doveste averli, vi leverò il saluto.
Scherzo, però procurateveli.
154
Mike Patton
Tomahawk – Tomahawk (Ipecac, 2001)
Tracklist:
01. Flashback
02. 101 North
03. Point and click
04. God Hates a coward
05. POP 1
06. Sweet smell of success
07. Sir, yes, Sir
08. Jockstrap
09. Cul de sac
10. Malocchio
11. Honeymoon
12. Laredo
13. Narcosis
Se dovessi provare a definire
ed a sintetizzare la musica
dei Tomahawk in una sola
parola, credo che “raptus”
sia quella più azzeccato,
oppure potrei accontentarmi
di un altro termine psichiatrico,
ma sarebbe fiato sprecato.
Prima di iniziare l’ analisi
I rumori nutrienti
155
delle singole tracce di cui si compone questo lavoro,
vi devo avvertire. Le mie parole saranno solamente
la trascrizione su Word delle sensazioni e delle
immagini che si formano nella mia testa (deviata
dopo anni e anni di rock) quando ascolto un disco del
genere. Puntualizzato ciò, caliamoci nell’ atmosfera
ed iniziamo. Si apre il tutto con “Flashback”, intro
inquietante che ricorda un serpente a sonagli che ci
avvolge tra le sue spire, paralizzandoci e lasciandoci
inermi ad aspettare il prossimo attacco. La voce di
mike Patton è sibilante , per via dei toni che tiene
bassi, quasi un sussurro prolungato, ma che ben presto
si trasforma in un urlo spasmodico, mentre il veleno,
dolce come nettare, ci è gentilmente offerto dalla
chitarra di Denison. Una caratteristica del disco,
oltre ad aver un leit motif (l’ ansia, la potenza, la
claustrofobia celata dietro la magnifica struttura della
melodia), è rappresentato dalla durata delle tracce.
Tredici canzoni, di cui ognuna sfiora i tre minuti -chi
più, chi meno- ma mai insipide e buttate a caso nella
mischia, è incredibile come queste canzoni siano così
efficaci e belle, da lasciarci a bocca asciutta quando
ci accorgiamo che anche l’ultima nota è andata ed il
disco è finito. E’ il turno di “101 North”: le risate iniziali
non ci tranquillizzano, si ode una vocina che ricorda
vagamente la “Rosemary’s Baby” dei Fantômas:
spettrale, distorta ed allucinogena, grande merito va
agli effetti di Patton. La colonna sonora prefetta per
il classico triller in cui scompare un’ autostoppista.
“Point and click” comunica affanno (qualche piccolo
156
Mike Patton
contatto con le sensazioni ambigue offerte dai dischi
dei Tool, per intenderci), la voce ricorda gli ultimi dischi
dei Faith No More (King for a day e Album of the year),
con qualche aggancio meno sofisticato ai Jesus Lizard.
God Hates a coward” è forse il pezzo migliore di
tutto l’ album, dove Mike usa due timbri vocali. Il primo
ci ricorda la trasmittente usata dagli steward sugli
aerei, per le comunicazioni di emergenza, mentre nel
ritornello usa gran parte della sua potenza lirica per
caricare ancora di più l’ ascoltatore, mentre il gruppo
realizza una trama sonora fittissima, più intricata della
ragnatela in cui cadono le povere mosche. E indovinate
chi fa la parte del predatore in questo vortice che ci
risucchia al suo interno? Non si sono appigli, lasciatevi
I rumori nutrienti
157
molto superstizioso, infatti indossa sempre un cornetto
d’ oro come portafortuna) è una forma raffinata di
tortura. “Honeymoon” ricorda il sound delle colonne
sonore dei film di fritz lang e di alcuni capolavori del
Calibro di cape Fear e Twin peaks. “Laredo” è una
delle prove più entusiasmanti della bravura di Denison,
perforante ed accecante nel puro stile Jesus Lizard.
“Narcosis” ci lascerà perplessi,
perché sembreranno dei canti gregoriani eseguiti da
bonzi tibetani, mentre la sezione ritmica inesorabile ci
ricorda che il disco è finito. Ma badate bene, dopo aver
ascoltato una perla del genere, vorrete averlo in loop
fisso nel vostro impianto, perché sarete così masochisti
da voler dire “ancora, ancora, ancora”.
cadere. Come se non bastasse arriva “POP 1”, in cui la
batteria scandisce il tempo come infiniti granelli di una
immaginaria clessidra, inesorabile ed interminabile.
“Sweet smell of success” è una suadente ninna nanna,
che nasconde un pericolo, uno dei pezzi più alti del
disco, che ricorda “Album fo the year” ed in particolare
un pezzo come “Ashes to ashes”. Il feedback finale
è la ciliegina sulla torta. “Sir yes Sir”, traccia con un
groove incredibile è caratterizzata da un grandissimo
pezzo di basso che regge tutta la baracca. E’ un
pezzo quasi-crossover con voce ed urla veloci e
brutali. “Jockstrap” è inquietante, sembra un macabro
musical, in cui la chitarra ci punzecchia con malignità
indossando un ghigno divertito. “Cul de sac”, è un
carillon rotto, “Malocchio (che ci ricorda che Mike è
158
Mike Patton
Tomahawk – Mit Gas (Ipecac, 2003)
Tracklist:
01. Bird Song
02. Rape this day
03. You can’t win
04. Mayday
05. Rotgut
06. Captain Midnight
07. Desatre natural
08. When the stars began to fall
09. Harelip
10. Harlem Clown
11. Aktion F1- 413
I rumori nutrienti
159
A distanza di due anni dall’ esordio, durante il quale
ogni singolo membro dei Tomahawk si dedica ai
diversi progetti, esce “Mit gas”(che tradotto dal
tedesco, significa “con gas”, riferendosi all’ acqua
frizzante, nda). È cambiato il produttore (Joe Barresi)
e di conseguenza muta anche il tipo di sound offerto.
Attenzione non stò dicendo che i due lavori sono
diversi come il giorno e la notte! La ricetta di base non
cambia, ma vengono aggiunte nuove sfumature che
rendono il disco molto più godibile del primo per via
della sua maturità compositiva. Più sofisticato, propone
una gamma di generi/melodie più spettacolari per
completezza e varietà: se nel primo, l’ atmosfera
era molto più “caotica” ed “opprimente”, qui
alterna fasi di intimità a esaltazione
pura e sfrenate invettive sonore.
Ma procediamo ab
originis. “Bird
Song”,
ossia
il cinguettio
degli uccellini non è
assolutamente un presagio
del topos che troveremo per tutta
la durata di Mit gas: chitarra camuffata
da sirene in lontana (come se fosse convocata
un’ adunanza), una batteria che ha un che di trip hop
accelerato, un giro di basso che si fonde con le sei
corde di denison che richiamano le sonorità heavy
contorte di alcune band di inizio millennio (Isis, Tool,
160
Mike Patton
Mastodon, ad esempio). La voce è prolungata
ed instancabile nel tenere la nota, preferendo
la progressiva sfocatura, il che rende tutto
molto più epico. “Rape this day” è il singolo
estratto dal cd, molto rock -nella
sua concezione purista degli
anni ’90, inizia con
una corsa
accompagnata da
quello che sembrerebbe
un organo, ma in realtà si tratta
della strumentazione di Patton. Grande
riff, ripetuti ad libitum e Stainer che pesta
saltuariamente, imitando il rumore del lampo. Pezzo
coinvolgente nella sua fase centrale. “You can’t win”
ricorda “What a Day” dei faith no more, intervallata
da parti placide e parti travolgenti, poi la quiete. Ci
catapulta nel nostro inconscio, dove l’ attrezzatura
e gli effetti del leader dei fantômas risuonano come
goccie lasciate cadere da un rubinetto che perde. Solo
l’ apreggio, sfocato e poco nitido, in lontanazza ci
salva. “Mayday”: batteria che suona in 4/4, chitarra
iperdistorta con abbondante uso della pedalina,
mentre il ritornello è catchy e Mayday viene urlato con
un acuto heavy metal finale. E’ il turno di Rotgut, una
spirale che , dolcemente sostenuta dagli accordi, ci
accompagna in un viaggio a ritroso. “Captain midnight”
I rumori nutrienti
161
è forse la migliore traccia, non solo dell’ intero album,
ma della produzione del gruppo. Quel “take me
away”, invito che risuona all’ infinito, rende ancora più
incantevole la canzone. “Desastre natural”, nonostante
il titolo, è il pezzo più calmo del disco, in cui il testo
in spagnolo rivela l’ anima gitana e raffinata come il
velluto. Emozionante. “When the stars began to falls”
è un’altra canzone incredibilmente rock, che offre un
grandissimo distacco tra strofa e chorus, in un climax in
cui Denison toglie fuori le unghie e Stainer massacra le
pelli. “Harelip”, è un brano vacanziero, fluido, brioso
in cui la distorsione non aliena, ma coinvolge. “Harem
clown” è la strumentale di turno, inizia come un disco
rotto, ma è in realtà l’ allegoria della sperimentazione
con richiami allo space rock, elettronica, e i primi 20
secondi di Astronomy Domine dei Pink Floyd. Ultima
traccia “Aktion F1 – 413”, in cui la voce racconta,
intervallata poi dal canto, sulla base di una chitarra
acustica che rimanda al deserto americano, in cui di
notte il fuoco si agita sferzato dal vento. Ma tutto muto
ed è un uragano apocalittico di suoni lisergici, distorti
e contorti Poi la quiete dopo la tempesta . Pericolo
passato, e come canta Mike in “captain Midnight”,
“Don’t be afraid.”.
Curiosità ed interviste
Significato del nome Tomahawk: è l’ascia da
combattimento dei Nativi americani; originariamente di
pietra con manico in legno, poi di ferro e di varia forma,
162
Mike Patton
dopo l’arrivo dei bianchi; si presta anche ad essere
lanciata. Denison non lo scelse per particolare ragioni,
bensì esclusivamente per il suono prodotto nel momento
in cui lo pronunciava, così come fece anche per diversi
titoli di canzoni dei Jesus Lizard.
Alcuni passaggi di un intervista a Duane, presa dalla
Webzine “TenSticks”.
TS: Qual’è il tuo metodo di composizione con i
Tomahawk?
DD: Con loro, sono solito scrivere o collezionare delle
mie rough-mix, che poi faccio diventare ‘home demos’
con la mia apparecchiatura che invio ai membri della
band, cercando di mantenere una certa continuità col
materiale.
TS: Quanti album dei Tomahawk ci saranno?
DD: Di sicuro ce ne sarà almeno un altro, ma a parte
questo non posso dire altro, può finire tutto domani così
come potrà andare avanti in eterno...
TS: Tenendo conto di tutte le bands in cui sei stato, i
Tomahawk in quale posto si trovano?
DD: I Tomahawk sono probabilmente il miglior gruppo
in cui abbia mai suonato
Denison parla di un terzo disco che egli stesso anticipa
come differente dai due lavori precedenti. Per ora
sappiamo poco, se non che parte del materiale è già
stato elaborato e la voce di mike verrà registrata in
I rumori nutrienti
163
studio, appena terminerà il suo tour con il progetto
Peeping tom (la realizzazione della concezione di popalternative di Mike Patton, in cui collabora con artisti
del calibro di Norah Jones, Massive Attack, Kid Koala
e Dan The Autmator. Lo potrete ordinare presso il sito
www.ipecac.com, dato che si tratta di un buon disco).
I Tomahawk sono patiti dei travestimenti: nei flyers e nel
materiale di promozione infatti indossavano costumi da
cow-boys (Tomahaw) e da agenti di polizia (Mit Gas),
come potete voi stessi notare dalle foto.
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Mike Patton
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Da un’idea di
Margherita Cortopassi
finito il 21 ottobre 2006
[email protected]
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