Il sistema difensivo dello sbocco del Canale di Brenta

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Il sistema difensivo dello sbocco del Canale di Brenta
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IL SISTEMA DIFENSIVO DELLO SBOCCO DEL CANALE DI BRENTA
Dove la valle percorsa del fiume Brenta sfocia nella pianura si trova un antico sistema di
avvistamento e difesa.
Queste fortificazioni servivano a controllare il Canale di Brenta sia verso Nord che verso Sud.
A guardia del Canale di Brenta e della Pedemontana troviamo :
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il CASTELLO DI ROMANO
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il CASTELLO DI ANGARANO
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la BASTIA DI POVE - SOLAGNA E LA TORRE DI SOLAGNA
In epoca eceliniana furono luoghi importanti per il controllo del territorio della Marca e della via
verso i territori imperiali di Trento e della Carinzia.
Nel castello di Romano nacque Ezzelino III.
In epoca medioevale controllava il territorio sulla sinistra Brenta ed era uno dei castelli più
importanti degli Ezzelini.
Ai piedi del monte Castellaro dove si trova il castello di Angarano è stata scavata la necropoli
paleoveneta di Angarano riferibile nella sua fase più antica al XII –XI secolo a.C.
In epoca medioevale controllava il territorio sulla destra Brenta tra il ponte di Bassano e Marostica;
anche questo castello fu sotto il controllo diretto degli Ezzelini.
La bastia di Pove - Solagna era collegata con un muro fortificato alla torre di Solagna posta alla
base del colle a controllo della strada sulla riva sinistra della Brenta. I ritrovamenti più antichi sono
riferibili al III – IV secolo d.C.
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IL SISTEMA DIFENSIVO DELLO SBOCCO DEL CANALE DI BRENTA
1 - CASTELLO DI ROMANO
2 - CASTELLO DI ANGARANO (Castellaro)
3 - BASTIA DI POVE-SOLAGNA E TORRE DI SOLAGNA
Il viaggiatore che venisse, nel XII-XIII secolo, dalla via di Padova o anche di Castelfranco, avrebbe
visto il castello di Romano sulla sommità del colle, al di là del fiume il castello di Angarano , poco
più addentro nella vallata della Brenta la Bastia sulla sommità di uno sperone montuoso con un
muro di sbarramento lungo il crinale fino ad una robusta torre sulla Brenta; e poi il castello di
Bassano e più in la verso occidente quello di Marostica e volgendo lo sguardo ad oriente la Rocca
di Asolo ed altre torri e fortificazioni.
Di tutto questo è rimasto ancora molto, alcune di queste testimonianze sono ancora in piedi
parzialmente o in parte, di altre rimangono consistenti resti archeologici suggestivi e importanti dal
punto di vista scientifico e culturale.
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LA “TORRE DI EZZELINO” A ROMANO.
Il castello di Romano è così descritto dal Verci alla fine del 1700:
“ Questo e per natura e per arte era quasi inespugnabile; perchè la collina a levante, a mezzodì e a
ponente è molto ripida e malagevole a salirsi, e dalle poche vestigia che appariscono desumesi
quanto il castello era da ogni parte ben munito a lunga resistenza. Avea figura quadrangolare con
doppio recinto di grosse mura, e l’esterno, oltre alcune torricelle, aveva a mezzodì uno sporto ad
angolo acuto guernito di un forte baluardo. Tra l’uno e l’altro recinto v’erano le abitazioni per la
guernigione. Dentro il secondo cerchio poi sorgeva il palazzo oltre una ragguardevole torre, della
quale ancora si veggono le fondamenta. L’ingresso era
dalla parte di settentrione, dove al presente è la chiesa parrocchiale, munito ancora questo di
validi baluardi e di torri; e per avvicinarsi bisognava superare per angustosi viottoli l’erta, e la
disugualianza d’altre più basse colline; il che giovava non poco a render piu` forte il castello “.
(Verci G.B., Storia degli Ecelini ,vol. I , pp. 3-4, nota 3)
Attualmente sul colle si trova una torre cilindrica di costruzione ottocentesca.
Dell’antico castello rimane un lacerto dell’antico muro di cinta.
La parte settentrionale del colle è occupata del cimitero e da una cappella cimiteriale che è ciò che
resta dell’antica chiesa parrocchiale.
Il colle è famoso per due terzine dantesche:
“ In quella parte della terra prava
Italica, che siede intra Rialto,
E le fontane di Brenta e di Piava,
Si leva un colle, e non surge molt’alto.
Là onde scese già una facella,
che fece alla contrada grande assalto. “
(Paradiso, IX,25-30).
VICENDE COSTRUTTIVE E NOTIZIE STORICO-CRITICHE.
Il colle ha il significativo nome di Bastia e qui sorgeva il castello dove il 26 aprile 1194 nacque il
celeberrimo Ezzelino detto il Tiranno.
Le prime notizie archivistiche del castello risalgono al 29 aprile 1085 in un atto di donazione in
favore del monastero di S. Eufemia di Villanova. All’interno del castello che risulta assai ampio
abbiamo anche una cappella dedicata a S. Maria. Comunque la fondazione del castello è certamente
più antica.
Dopo la morte di Ezzelino III nel 1259 il castello fu distrutto
Nel 1370 Francesco Dolfin, capitano per conto di Venezia, rafforza il colle costruendo una bastia.
Dal 1404, anno della “dedizione” di Bassano e territorio a Venezia, inizia il declino dell’importanza
militare della Bastia.
Agli inizi del secolo XVI la proprietà ecclesiastica si è estesa a tutta l’area del colle.
L’attuale torre risale al 1827 e non è altro che il campanile della vecchia chiesa parrocchiale di
S.Maria demolita quasi totalmente nel 1913. Poco sotto la torre, su un rudere della cinta del castello
,la società Nazionale Dante Alighieri elevò nel 1914 un monumento a Dante con incisi su una
lapide i versi sopra riportati.
Il colle costituisce quindi una notevole stratificazione di testimonianze archeologiche e storiche
rese ancor più suggestive dalle ricerche archeologiche che ne hanno riconfermata e illuminata
l’importanza.
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Il colle costituisce un’importante area storica e archeologica cui si aggiunge il fascino del paesaggio
e del luogo.
La tutela va estesa anche alle antiche case immediatamente a Nord del cimitero che non sono altro
che la vecchia canonica.
Bibliografia essenziale.
G.Farronato. Il colle Bastia - Il castello di Ezzelino - Il monumento a Dante. Romano d’Ezzelino
1982.
G. Farronato. Colle Bastia - Castello e Capitaniato. Romano d’Ezzelino 1984.
G.B.Verci, Storia degli Ecelini, Bassano 1779.
G.B. Verci, Storia della Marca Trevigiana e Veronese, Venezia 1786-91.
Rosada Guido (a cura), Il Castello da Romano sul Colle Bastia, Canova, Dosson (Treviso) 2000.
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CASTELLO DI ANGARANO
Angarano, come testimoniato dalla sua necropoli e da ritrovamenti vari, era uno dei luoghi dove si
stanziarono popolazioni paleovenete. Divenne poi un fundus romano e in epoca longobarda si ebbe un
ulteriore stanziamento di questa popolazione. Nel medioevo vi fu costruito un castello di cui abbiamo
testimonianza archivistica per la prima volta nel 12601. I Da Romano erano proprietari, in questo luogo, di
un cospicuo numero di appezzamenti di terra coltivata di svariatissime dimensioni e sul “castellaro”
possedevano un palazzo e la torre.”2
DESCRIZIONE E VICENDE STORICO-CRITICHE
“ Castellaro e M. Crocetta (m. 292). E’ questo si può dire, un monte solo, con due cime separate da una
valletta; e di esse quella a E. à il primo e quella a O. il secondo di questi nomi. Questo monte sta ad Est di
S. Giorgio e a O. della Corte. Dalla casa Brocchi salendo direttamente per il vigneto e per i prati si
raggiunge il castellaro in 1/4 d’ora, ed in 20 minuti prendendo il sentiero meno ripido che gira il colle a
Nord; e dalla Corte (salita preferibile) si sale in 20 minuti nella valletta fra le due cime. La vista dal
Castellaro è addirittura stupenda [...] la vista è forse migliore dal M. Crocetta, specie verso la pianura. Su
ambidue i monti vi sono ruderi d’un castello. In questa superba posizione sorgeva il Castello di Angarano,
certo assai antico.
Esso fu poi degli Ecellini, che quivi avevano tremende prigioni, simili alle Zilie di Padova ed alla Malta
di Cittadella. Caduti gli Ecelini, anche questo castello, come Bassano, venne in potere dei Vicentini, e
quindi dei Padovani.
Nel 1273 Rodolfo da Vivaro, ghibellino di Vicenza di somma considerazione, avvertito che il guelfo
podestà Senesio de’ Bernardi stava tramando qualche cosa contro di lui, fuggì di notte dalla patria con
numeroso seguito, ed occupò per sorpresa questo castello, che allora si teneva per i Padovani, e vi si fece
forte. I Padovani soccorsi anche dai vicentini, mandarono milizie contro il Vivaro, il quale dopo essersi
difeso a lungo dovette, avendo consumato tutti i viveri, abbandonare di notte di nascosto il castello. (Vedi:
Brentari, Storia di Bassano, p. 205).”3
I Padovani nel 1275 ordinarono che nelle due torri del castello di Angarano vi fossero due capitani con
otto soldati per torre4
“ Questo venne qualche anno dopo in potere dei Vicentini; e nel 1312 fu distrutto dalle fondamenta da
Marsilio Polafrisana, podestà a Bassano per i Padovani, allora in guerra con Cane della Scala.5 La fantasia
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“questa villa pure è una fertilissima e buonissima villa; anticamente aveva il nome di castello e era posseduta dalla
nobilissima e antichissima famiglia delli Dasmanini, molto potenti nella città di Padova e di Vicenza, ma Eccelino il
crudele che sempre cercava di distrugger il sangue nobile della Marca Trevisana, ma in particolare di quei soggetti che
potevano opporsi ragionevolmente alla sua tirannide, mandò con gran parte de suoi sicarii, per non dirli soldati, a
prender quel castello e dopo che [ebbe] fatto abbruggiare e spianar molte case e fortezze che v’erano, fece ammazzare e
rabbiosamente lacerar in molte parti Guglielmo dasmanino allora conte di quel luogo. Del 1260 li vicentini volevano
ristaurar quel castello, ma perchè i bassanesi erano contrari, s’astenevano di farlo.”Matteazzi, Storia manoscritta di
Marostica, Vicenza 1984. Trascrizione di G. Maccà. 1708(circa) - 1983.
Fasoli G., Dalla preistoria al dominio veneto, in AA.VV., Storia di Bassano, Bassano 1980, p. 22. “ In primis
palacium et Turre Castri de Angarano ...”: 16 gennaio 1262, Elenco dei beni espropriati agli Ezzelini, Verci G.B.,
Codice eceliniano, Bassano 1779, pp. 465-469.
Brentari O., Guida storico alpina di Bassano Sette Comuni,Canale di Brenta, Marostica, Possagno., Bassano1885, pp.
71-72. “ Eodem anno Rodulfus de Vivario vincentinus tempore noctis, cum quibusdam suis satellitibus, recuperavit
castrum Angarani, quod custodiebatur per commune Padue. Ideoque statim potestas praedictus cum magno evercitu ivit
et obsedit Angaranum, et deficientibus sibi victualibus de nocte Rodulfus ipse aufugit, sed XXIIII de suis capti et
suspensi fuerunt” Liber Regiminum Padue, in R.I.S. t. VIII. par. I, fasc. 4, a cura di Bonardi A., Città di Castello1903.
p. 331.
Brentari O., Storia di Bassano e del suo territorio, Bassano 1884, p. 206. Verci G.B., Storia della Marca Trevigiana,
Venezia 1786-1791,doc. 210, tomo III,9 (controllare) .
La notizia è tratta da: Historiae Cortusiorum lib. I,cap. VIII, - Rer. It. Scrip. , XII, 781 E; Mussato A., Historia
Augusta,Venezia 1636, lib. VI, rub. 7 ed 8; Verci G.B., Storia della Marca Trevigiana, Venezia 1786-1791,IV, 39.
Vedi anche Brentari O., Storia di Bassano e del suo territorio, Bassano 1884,p.209.
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popolare fabbricò su queste rovine storie spaventose di diavoli, che lì sotto tormentano l’anima di Ecelino
da Romano, noto nelle tradizioni popolari col nome di re Azzolin o re Zalin.”6
Attualmente sono ancora visibili molti resti anche se occultati dalla vegetazione e dal terriccio.
CASTELLARO DI ANGARANO DA PRIVA’
Brentari O., Guida storico alpina di Bassano Sette Comuni,Canale di Brenta, Marostica, Possagno., Bassano1885,
pp. 71-72.
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SUGGERIMENTI OPERATIVI
L’area è di grande interesse storico e archeologico. Sulla sommità si trova il castello medioevale che fu
uno degli apparati militari più importanti a guardia del territorio sulla destra della Brenta e sulla
pedemontana verso Marostica.
Ai piedi del colle si trova, ancora inesplorato, l’insediamento abitativo paleoveneto. Nelle immediate
vicinanze è stata scavata la celebre necropoli.
Lungo la strada verso Valrovina e San Michele si trova la chiesa longobarda di San Giorgio con i
preziossimi affreschi e la necropoli longobarda ancora inesplorata.
Per quanto riguarda il castello sarebbe molto importante iniziarne l’esplorazione archeologica.
Da quanto è dato sapere, questa area è certamente una delle più importanti di tutta la pedemontana e della
valle.
BIBLIOGRAFIA
Brentari O., Storia di Bassano e del suo territorio, Bassano 1884
Brentari O., Ecelino da Romano nella mente del popolo e nella poesia, Cittadella 1994,pp. 128130.
Brentari O., Guida storico alpina di Bassano Sette Comuni,Canale di Brenta, Marostica,
Possagno., Bassano1885, pp. 71-72.
Canova A., G. Mantese, I castelli medievali del vicentino, Vicenza 1979.
Chemin A.,Itinerari religiosi e militari attraverso la Brenta,in AA.VV. Giornata del F.A.I.,
Bassano 1998.
Chemin A.,in:AA.VV., Studio della Valle del Brenta, The University of Manitoba Departement of
Landscape Architecture - Istituto Universitario di Architettura di Venezia Daest-Du-Cdl Ptua,
Venezia 1998.
Chiuppani F., Iscrizioni bassanesi sacre e profane. Biblioteca Civica di Bassano del Grappa,
mns1740 (circa)
Cortusiorum, Historiae lib. I,cap. VIII, - Rer. It. Scrip. , XII,
Maccà G., Storia del territorio vicentino, Caldogno 1812, XIX
Matteazzi Gio.Paolo, Storia manoscritta di Marostica, Vicenza 1984. Trascrizione di G. Maccà.
1708(circa) - 1983.
Muraro G.A., Marostica e la dominazione scaligera nel Veneto, Bassano 1989.
Mussato A., Historia Augusta,Venezia 1636,
Verci G.B., Storia Storia della Marca Trevigiana, Venezia 1786-1791
Verci G.B., Storia degli Ecelini, Venezia 1778. L’appendice costituisce il volume detto Codice
diplomatico eceliniano, citato C.E, p. 468 : “...in primis palacium et turre castri de Angarano”
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BASTIA DI POVE-SOLAGNA E TORRE DI SOLAGNA
DESCRIZIONE E VICENDE STORICO-CRITICHE
“Sulla cima della Bastia (m.350; composta interamente di dolomite) si vedono ancora le fondamenta di
antiche fortificazioni, che lasciarono il nome al monte che le portava.
Secondo la tradizione, già gli Ecelini che avevano beni e castello anche a Solagna, fabbricarono questa
rocca o bastia, come pure la torre ai piedi del monte per chiudere la strada, e la muraglia che univa
questi due forti.
Come poi ci racconta il Sale, nel 1370 Francesco di Carrara, oltre altri luoghi presso Bassano, ristaurò
anche questa rocca, e la muragkia che la univa alla torre di Solagna, e di cui restano ancora le rovine.
Nel 1372, scoppiata la guerra tra Venezia e il Carrarese, questi mandò a difendere Solagna e la Bastia
Francesco Tealdo, con 50 cavalli e 60 fanti7; ma il capitano veneto Taddeo Giustiniani li 3 Settembre
prese la Bastia, donde scese ad occupare ed incendiare Solagna, senza però poterne prendere la torre8.
Il Tealdo venne fatto prigione. Nella pace conchiusa poco dopo, la Bastia e Solagna,restarono in potere
dei Veneziani.
Nel 1378 scoppiò nuova guerra; ed i veneziani rafforzarono la Bastia, la quale fu però presto presa dal
Carrarese e fortemente munita. Dopo di allora non ebbe più importanza.” 9
“ Solagna era pure difesa a S. dalle torri sul Cornon, e da quella di cui si vedono ancora i ruderi nella
contrada Torre, a piè del monte; ed un muro univa le torri in alto a questa che sbarrava la strada”10
Nel 1373 anche la “ Torre” a difesa della strada sulla Brenta , in seguito a un trattato, è consegnata a
Venezia.11
Nella carta del territorio bassanese disegnata da F. Chiuppani nella suo Historia Bassanese si trova
sinteticamente raffigurata la Bastia sul Cornon, la torre di Solagna e il muro di sbarramento che le univa.12
Anche il Salomonio dà succinta notizia di questi fatti: “SOLAGNA Rocca, da Francesco da Carrara del
1372. fornita di buon Presidio con Bassano; mà da Taddeo Giustinian Generale de Veneti, doppo un fiero
assalto, conquistata; poscia ricuperata dal Carrara: E doppo pochi giorni un’altra volta da Veneti
occupata, & distrutta. Finalmente rihavuta, & rifabricata dal Carrara, fu poi del 1374, per patti di pace
ceduta à Venetiani.13, La pace del 1373 tra Veneziani e Carraresi fu negoziata da Francesco Petrarca.14
Solagna e la fortezza sul Cornon furono riprese dai padovani il 10 giugno 1378 15
Nel 1401 le fortificazioni di Solagna furono ripristinate da Gian Galeazzo Visconti per sbarrare il passo al
re di Germania Roberto del Palatinato e per l’ultima volta fornite di guarnigione nel 1404 da Caterina
Visconti vedova di Gian Galeazzo16.
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Gatari A., Istoria padovana - Rer. It. Scrip., XVII, p. 100-104
Andrea de Redusiis de Quero, Chronicon Tarvisinum, Rer. It. Scrip., XIX, p. 746
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Brentari O., Guida storico alpina di Bassano Sette Comuni,Canale di Brenta, Marostica, Possagno., Bassano1885,
pp. 74-75. Brentari O., Storia di Bassano e del suo territorio, Bassano 1884, pp. 231-232. Todesco L., Solagna,
Padova 1919, p. 20.
10
Brentari O., Guida storico alpina di Bassano Sette Comuni,Canale di Brenta, Marostica, Possagno.,
Bassano1885, p. 88. Brentari O., Storia di Bassano e del suo territorio, Bassano 1884, pp. 231-232.
11
Cronica dei Gatari, in Muratori,R.I.S., tomo 17,p.104. Todesco L., Solagna, Padova 1919, p.19. Signori F., Storia
di Pove e dei povesi, Cittadella 1985, p. 27. Su questa guerra tra Padova e Venezia vedi anche: Brentari O., Storia di
Bassano e del suo territorio, Bassano 1884, pp. 213-242. Sambin P., La guerra del 1372-73 tra Venezia e Padova, in
Arch. Ven. V, v. XXXVIII-XLI (1946-1947).
12
Chiuppani F., Historia Bassanese, ms. in due volumi, Biblioteca Civica di Bassano del Grappa, foglio di guardia.
13 Salomonio F.G., Agri patavini inscriptiones sacrae et profanae, Patavii1646, n. 56.
14 Todesco L., Solagna, Padova 1919, p. 19.
15 A. e G. Gattari, Istoria Padovana.., p. 249.
16 Todesco L., Solagna, Padova 1919, p. 20.
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Dal 1404, anno della dedizione a Venezia, le fortificazioni vennero ricostruite, ma subito dopo
abbandonate e solo saltuariamente in occasioni di emergenza vennero riutilizzate.
Il giorno 8 di settembre del 1796 Napoleone Bonaparte, scendendo verso Bassano, mette in fuga il
presidio austriaco attestato alla Torre.17
Il toponimo “Torre”appare per la prima volta nel 1317 e nel 1333 in due documenti riguardanti le
investiture del feudo vescovile di Solagna18
REPERTI ARCHEOLOGICI
TORRE DI SOLAGNA. Resti della torre e del muro di sbarramento; esistono ancore le
antiche gallerie scavate nella roccia (da non confondersi con quelle della guerra 191518).
“ Nei pressi dei ruderi dell’antica struttura difensiva medievale che dà il nome alla frazione,
durante lavori agricoli e, soprattutto, nel corso della costruzione della linea ferroviaria della
Valsugana, si rinvennero tombe romane a inumazione, databili, sulla base dei ritrovamenti
monetali ad esse riferibili, ai sec. III e IV d. C”19
17 Todesco L., Solagna, Padova 1919, p. 28.
18 Archivio Capitolare di Padova, Inv. Feud., 5 maggio 1333; si tratta di vari beni, tra cui un appezzamento di terra
alberata e arativa dalla misura di tre campi “in contrata de la turre”. Signori F.,Storia di Solagna e del suo territorio, le
origini, Cittadella 1995, p. 103.
19
Gerola 1907, p. 10. ASA 1908. Saccocci A., Monete provenienti da scavo nel Museo Civico di Bassano del
Grappa, in Archeologia Veneta, VII 1984, pp. 145-266; p. 149, nr. 13.
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SUGGERIMENTI OPERATIVI
*
La Bastia è una delle più importanti opere di fortificazione del territorio. I ruderi
dell’antico apparato di difesa, mascherati dalla vegetazione, sono notevoli. Emerge ancora un
apparato in muratura (forse un muro di scarpa) lungo decine di metri e le fondamenta di più
ambienti di quello che era il torrione della bastia. Un muro di sbarramento, di cui restano
tracce anche significative la congiungeva con la Torre sulla riva della Brenta.
* E’ necessario intraprendere al più presto una adeguata campagna archeologica preceduta
da un accurato rilievo topografico. Nel frattempo l’area deve essere salvaguardata da
ricognizioni e scavi abusivi, vista la fragilità di ciò che rimane. Anche qui devono essere
messi in atto i necessari vincoli di tutela. fortificazione, comunque già protetta da un vecchio
vincolo della Soprintendenza ai Monumenti.
E’ necessario porre attenzione in qualsiasi lavoro di ripristino nel nucleo urbano ed evitare
che i restauri a fini abitativi divengano ristrutturazioni.
Alla TORRE dovrebbero emergere:
1 – resti delle antiche muraglie inglobati nelle case di abitazione
2 - strutture sotterranee
3 - lacerti di pitture murali, decorazioni e graffiti
4 a livello del suolo ogni scavo per impianti o fognature può intaccare lo strato
archeologico
*
La valorizzazione turistica è di una notevole potenzialità.
*
Bastia e Torre è uno dei luoghi cui deve essere assegnata una particolare priorità.
* Per la Torre è necessaria una salvaguardia immediata dell’area circostante i resti del
torrione e del muro di sbarramento
Resti della torre di Solagna.
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Torre di Solagna. Installazioni difensive sulla costa del monte Bastia
14
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BIBLIOGRAFIA
Archivio Soprintendenza Archeologica (Padova) 1908
Brentari O., Guida storico alpina di Bassano Sette Comuni,Canale di Brenta, Marostica,
Possagno., Bassano1885, pp. 74-75.
Brentari O., Storia di Bassano e del suo territorio, Bassano 1884, pp. 231-232.
Brentari O., Ecelino da Romano nella mente del popolo e nella poesia, Cittadella 1994, pp.130135.
CARTA ARCHEOLOGICA DEL VENETO, Vol. I, a cura della Regione Veneto, Modena 1988;
Chemin A.,Itinerari religiosi e militari attraverso la Brenta,in AA.VV. Giornata del F.A.I.,
Bassano 1998.
Chemin A.,in:AA.VV., Studio della Valle del Brenta, The University of Manitoba Departement of
Landscape Architecture - Istituto Universitario di Architettura di Venezia Daest-Du-Cdl Ptua,
Venezia 1998.
Chiuppani F., Historia Bassanese, ms. in due volumi, Biblioteca Civica di Bassano del Grappa,
foglio di guardia.
Chiuppani F., Iscrizioni bassanesi sacre e profane. Biblioteca Civica di Bassano del Grappa,
mns1740 (circa).
Farronato G., Romano D’Ezzelino, Colle Bastia Castello e Capitaniato, Cassola 1984, pp..313315.
Fasoli G., in AA.VV., Storia di Bassano, Bassano 1980, p. 43.
Gatari Cronica dei, in Muratori,R.I.S., tomo 17, p.104.
Gerola. G. , Ritrovamenti archeologici nel territorio di Bassano, Bollettino del Museo Civico di
Bassano, III/1pp.39-48; IV/ pp. 1-14, Bassano 1906. Estratto : Bassano 1907.
Signori F., Storia di Solagna e del suo territorio, le origini, Cittadella 1995 pp. 53-54,70.Torre
p.103 e foto n.2 p..3.
Saccocci A., Monete provenienti da scavo nel Museo Civico di Bassano del Grappa, in Archeologia
Veneta, VII 1984, pp. 145-266; p. 149, nr. 13.
Sambin P., La guerra del 1372-73 tra Venezia e Padova, in Arch. Ven. V, v. XXXVIII-XLI (19461947).
Salomonio F.G., Agri patavini inscriptiones sacrae et profanae, Patavii1646, n. 56.
Archivio Capitolare di Padova, Inv. Feud., 5 maggio 1333; si tratta di vari beni, tra cui un
appezzamento di terra alberata e arativa dalla misura di tre campi “in contrata de la turre”.
Todesco L., Solagna, Padova 1919, p. 20.