Inaugurato a Modena il Museo Casa Enzo Ferrari

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Inaugurato a Modena il Museo Casa Enzo Ferrari
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Modena
Economica Numero 1
gennaio-febbraio 2012
La Casa
del M ito
Inaugurato a Modena
il Museo Casa Enzo Ferrari
T
e lo trovi davanti all’improvviso, tra edifici vecchi e nuovi, ossimoro architettonico – e simbolico – tra passato e futuro, tra dedizione contadina e
creatività motoristica. Alla destra, sullo sfondo, trova spazio la torre della
vecchia ghiacciaia di Modena, quasi prestata a questo palcoscenico motoristico da chissà quale paesino toscano. A sinistra la Casa Natale, quella
dove nacquero l’uomo e il mito. E pochi passi più in là, al centro di questa conchiglia,
la perla: una gemma gialla che brilla anche grazie a tutte le sue vetrate. è così che si
presenta il Museo Casa Enzo Ferrari.
L’assonanza con il cofano di una fiammante Ferrari è immediata, ma non è ancora
Ermes Ferrari
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Se lo puoi sognare,
lo puoi fare
La macchina
più bella
e prestazionale
che ho costruito
sarà la prossima
che presenterò
sul mercato
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nulla rispetto alle emozioni che si respirano all’interno. E comunque, più che
di un museo, si deve parlare di un polo
costituito anche dalla Casa Natale, un
edificio che in modo asettico si potrebbe
definire di archeologia industriale. Ma che
è tutt’altro, perché è lì che nel 1898 ha
avuto tutto inizio. Ed è lì che nacquero
il Drake e la scuderia Ferrari. Ed è lì, in
questa casa-officina, che Enzo tentò a più
riprese di riacquistare, peraltro senza riuscirci, che incomincia la visita.
Ne varchi la porta e ti ritrovi all’interno,
nell’officina dove prima di Enzo il suo papà
Alfredo vi svolgeva la sua attività di carpentiere metallico per conto delle Ferrovie.
Ad accoglierci una struttura fatta come le
alette delle testate di raffreddamento delle
moto – oppure le pagine di un libro, fate
voi – dove scorrono le retroproiezioni che
ci fanno rivivere l’epopea del creatore del
Mito, inframmezzata con alcuni memorabilia. La sua patente, ad esempio, gli immancabili occhiali. Poi due sale, due piccole stanze. La Sala Viola, dove trova posto
la ricostruzione dell’ufficio di Ferrari, con
tanto di arredamento originale. Non stupisca il colore, perché chi conosce la storia
di Enzo sa che il Nostro amava scrivere con
un solo inchiostro violaceo, lo stesso colore delle lettere che il papà scriveva con la
carta copiativa. A quel viola è legata anche
la particolarissima storia della grafia e in
particolare della firma del Genio. A pochi
passi di distanza la Sala Gialla, dove un filmato consente di ripercorrere l’evoluzione
dello stemma della Ferrari, quel cavallino
rampante che nei primi anni aveva la coda
rivolta in basso, al contrario di oggi.
Ma è solo l’inizio dell’avventura nel cuore
del sogno. Perché finito il tour nella Casa
Natale inizia quello sotto il motore (in tutti i sensi) di quello che non vuole essere
solo un polo museale, ma un vero punto
di riferimento per la città e l’intero territorio, un contenitore per iniziative artistiche,
scientifiche e culturali. Un plus di Modena
per Modena, insomma. Stiamo parlando
del Museo, una struttura progettata dallo
studio londinese Future Systems, diret-
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to dall’archistar Jan Kaplický. Un lavoro
seguito, dopo la scomparsa del maestro
ceco, dall’italiano Andrea Morgante, che
ne ha curato tutti i particolari, lavandini e
maniglie inclusi!
E forse è anche grazie a questi particolari
che all’interno del Museo la prospettiva
è completamente diversa da ciò che si
vede da fuori: gli spazi si moltiplicano,
i punti di vista sono i più diversi, in un
percorso armonico che ricorda quello di
un circuito. Varchi la porta d’ingresso e
sei accolto da una serie di vetture – e che
altro, sennò? – che ripercorrono la storia
del Mito. La storia dell’uomo, del pilota e
del costruttore. Una storia che è anche il
Leitmotiv della prima mostra ospitata dal
Museo. Perché non aspettatevi di trovare
le stesse cose nel Mef: questa prima mostra, ad esempio, durerà sino a giugno.
Poi via ad altre sorprese, ad altre novità.
La prima cosa che ti colpisce? Il senso di
profondità della struttura. E i colori, per-
ché chi pensa che a dominare la scena sia
il rosso, beh, per quello magari può aspettare Maranello (peraltro Mef e Museo
Ferrari di Maranello lavorano in stretta
sinergia, con la possibilità di un unico biglietto fortemente scontato e persino un
servizio navetta di collegamento). A farla
da padrone è il giallo – siamo o non siamo
a Modena? –, il colore che Ferrari scelse
come sfondo al simbolo della sua scuderia proprio per omaggiare la propria città.
Del resto, anche la carta intestata utilizzata dal Drake riportava la dicitura “Ferrari,
Modena, Italia” a sottolineare il legame
sempre strettissimo con la realtà geminiana. Un colore che regala tanta luminosità
agli ambienti del Museo e che contribuisce
anche all’efficienza energetica – cosa che
non guasta, visti i tempi (anche in Formula
1 si parla di motori ibridi…) – dell’edificio.
Le macchine, dicevamo, tutte poste su
particolarissime pedane completamente bianche, anche queste disegnate da
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Se vuoi fare
grandi cose,
devi pensare
in grande
era solito dire Ferrari. E allora capisci perché questa affermazione sia stata utilizzata
come slogan del Museo.
Alzi gli occhi e ti ritrovi dalla parte opposta rispetto all’uscita, una decina di metri più
in basso, e capisci allora che visto da dentro il Museo non è un cofano, ma piuttosto
una mano, una mano aperta protesa ad accogliere e proteggere nel suo palmo la Casa
Natale, che rimane sempre ben visibile in primo piano grazie alla grandissima vetrata.
Giù, più sotto, le auto lasciano il posto ad antri che, questi sì, ti ammiccano come dei
box. A sinistra, nel primo di questi, una piccola sala cinematografica (contiene 16 persone al massimo) per immergersi quasi fisicamente nel Mito. Uno spazio, questo, che
sarà arricchito progressivamente da nuovi contenuti. Il primo filmato racconta la storia
della Scuderia attraverso le voci di alcuni noti testimoni, ma tra poche settimane ne sarà
pronto un secondo per raccontare la leggenda del cavallino, il simbolo regalato dalla
contessa Paolina a un giovane Enzo Ferrari.
Poco più in là, nella sala successiva, un altro locale dove 12 monitor touch screen permettono di navigare tra migliaia e migliaia di reperti, piccoli filmati, preziosi documenti, molti
dei quali – alcuni anche in originale, come la preziosissima stilografica del Drake – messi a
disposizione del Mef dalla collezione del pilota belga Jacques Swaters. è qui che i giovani
delle scuole hanno modo di interagire e di approfondire lo studio della figura del Drake.
Qualche passo ancora e si entra nella sala conferenze, capiente di 150 persone, dove
c’è l’unica concessione al rosso: le poltroncine. Esci dai box, accorgendoti che anche
le griglie di aerazione sono di ispirazione automobilistica (assomigliano ai frontalini
delle auto) e riprendi il tour del Museo, questa volta in salita, sempre tra vetture, testimonianze e cimeli, selezionati da Adolfo Orsi e Leo Turrini, i curatori dell’allestimento,
fino ad arrivare all’uscita, dove ti ritrovi davanti ad altri due “box”: lo shop, come in ogni
museo che si rispetti, e la caffetteria (alla quale peraltro è possibile accedere anche
senza entrare nel Museo).
A malincuore decidi di uscire, ma non puoi fare a meno di voltarti e lanciare un altro
sguardo a questo gioiello. E, mentre lo fai, all’orizzonte appare per un attimo il tridente
della Maserati. A confermare una volta di più che la storia ha una sua logica. E che
i motori hanno un cuore che batte a Modena, all’ombra della Ghirlandina. E che hai
appena toccato con mano, imparando che “se lo puoi sognare, lo puoi fare”.
PER IL NUOVO MUSEO MOSTRE, FILM, MARATONA E GIRO D’ITALIA
Anche figurine, dipinti a tema, film e grandi appuntamenti sportivi a Modena ruoteranno attorno al nuovo Museo Casa Enzo Ferrari.
Al Museo della Figurina è in corso una nuova mostra intitolata “Vengo a prenderti stasera. Come
l’automobile ha cambiato le nostre vite in un secolo di grafica”. Oltre a spezzoni di film dedicati
alle automobili si possono ammirare 400
figurine d’epoca selezionate dalla collezione del Museo per illustrare, con ironia d’altri tempi, il mito delle quattro
ruote.
Per gli appassionati di cinema la Sala
Truffaut propone fino al 23 maggio la
rassegna “Vrooom! Auto da corsa e corse in auto”, accompagnata dalla mostra
di dipinti di Andrea Semprebon, “Race
cars. Passione a quattro ruote”.
Anche lo sport renderà omaggio al Drake e al suo museo modenese: giovedì 10
maggio la quinta tappa del Giro d’Italia,
Modena-Fano, partirà proprio dal Museo
Casa Enzo Ferrari. Qui saranno allestiti
il villaggio e il podio firma degli atleti.
Verso le 12 si snoderà il corteo della carovana che attraverserà il centro storico
e le telecamere della Rai riprenderanno
la manifestazione.
Domenica 14 ottobre dal Museo Casa Enzo Ferrari
passeranno invece gli atleti della Maratona d’Italia, che quest’anno prevede partenza e arrivo da
Carpi con una maggiore presenza nel centro storico di Modena. Anche questo evento sarà trasmesso
in diretta dalla Rai.
E. S.
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Andrea Morgante. Ferrari, ovviamente, ma
anche Maserati, Pagani, De Tomaso, Alfa
Romeo (un marchio al quale il Drake era
legatissimo), poi le elaborazioni dell’amico Stanguellini, a sottolineare il rapporto
tra Modena e i motori, la meccanica. Tutte
ad accompagnare il percorso in leggera
discesa, così da farci rifiatare dopo le prime emozioni, verso un’altra prospettiva,
accompagnati da 72 metri di teche che
assomigliano a sedili per mettere in bella
mostra documenti, testimonianze, tutto ciò che serve per vivere l’avventura di
Ferrari, immedesimarsi nelle sue passioni, nella sua creatività, nella sua determinazione. «Se lo puoi sognare, lo puoi fare»,
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