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DOSSIER
Giovedì, 19 maggio 2016
DOSSIER
Giovedì, 19 maggio 2016
Articoli
19/05/2016 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 4
FURIO BALDASSI
I dubbi degli sloveni sulla legge di tutela
19/05/2016 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 22
ROBERTO COVAZ
«Soldi del Fondo Gorizia: la gestione è trasparente»
19/05/2016 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 22
MARCO BISIACH
Esaurito il bonus per l' acquisto di biciclette "elettriche"
19/05/2016 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 34
TIZIANA CARPINELLI
«Il Pd la smetta con i metodi stalinisti»
19/05/2016 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 34
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Il "collegio" accoglie 30 minori stranieri
LAURA BLASICH
Ritirati solo i "sacchi doc" San Pier invasa dai rifiuti
Il centrodestra si spacca sui dipendenti regionali
19/05/2016 Primorski dnevnik
Krvodajalski praznik v vidiku ustanovitve nove posoke zveze
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Quell' accusa di Rossi: «Figura istituzionale che sobilla...
19/05/2016 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Pagina 12
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Il ronchese Pisapia rischia di diventare il capro espiatorio
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«Dal 1988 al 2005 la Sbe ha ricevuto 765mila euro di...
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MATTIA PERTOLDI
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Il Piccolo (ed. Gorizia)
Gorizia
I dubbi degli sloveni sulla legge di tutela
Lo storico Pirjevec: «È arrivata tardi e ha dato poco». Budin: «Ma le scuole sono in
crescita, buon segno»
di Furio Baldassi wTRIESTE La legge di tutela
della minoranza slovena? Un sei di stima.
Poteva fare di più ma non si è applicata. Sui
perchè e i per come il dibattito è aperto e l' ha
dimostrato la discussione apertasi ieri sera all'
Ente italiano per la conoscenza della lingua e
della cultura slovena.
Un dibattito che ha calamitato attorno al tavolo
storici esponenti della minoranza come gli ex
parlamentari Milos Budin e Stojan Spetic e l'
ex senatore triestino Fulvio Camerini, ma
anche esponenti di oggi come l' esponente
dell' Skgz Rudi Pavsic, Walter Bandelj,
presidente dell' Sso e consigliere comunale a
Gorizia e il professor Samo Pahor, ultras delle
istanze slovene da sempre.
Per stimolare gli interventi, Joze Pirjeve,
storico da sempre su posizioni critiche, ha
parlato di una legge «arrivata troppo tardi e
che ha dato troppo poco, legalizzando l'
apartheid e facendo sentire gli sloveni come
non graditi in città».
Un vero pugno nello stomaco, seguito da
annotazioni di carattere storico.
«È dal '48 che va avanti la negazione degli
sloveni, e il tempo perduto non sarà
recuperato mai».
Più didascalico il successivo intervento di Camerini, che ha ricordato soprattutto la complicatissima
gestazione della legge 28, quella di tutela, appunto. «In trent' anni ­ ha sottolineato, ci sono stati 52
disegni di legge e nessuno si dimentica nè i 1500 emendamenti presentati da An in aula nè l'
iperattivismo al negativo di Giovanardi... Essere arrivati comunque a un risultato è stato un successo e
non si può negare che i rapporti tra le due comunità siano migliorati».
In linea anche Rudi Pavsic.
«Alla fine è stata una fortuna che sia passata, perchè diversamente credo che la tutela non ci sarebbe
mai stata, dopo 50 tentativi abortiti. Magari è perfettibile, certo, ma credo che un passo in avanti sia
stato fatto».
«Bisogna anche osservare ­ ha evidenziato Stojan Spetic ­ che c' erano state forti frenate dalla destra e
dallo stesso territorio. E non dimentichiamoci che fu Illy a introdurre nei Comuni la carta bilingue solo a
richiesta. E poi non c' è la rappresentanza garantita in Parlamento alle minoranze e non sono state
portate a compimento varie altre voci previste nella legge. In un momento in cui spira un forte vento
xenofobo ­ ha concluso Spetic ­ è più che mai opportuno applicare l' intero dettato della legge 28».
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Il Piccolo (ed. Gorizia)
Gorizia
Più pragmatico, quasi filosofeggiante l' intervento di Milos Budin . «La legge, bisogna ammetterlo, è
stata frutto di un compromesso, ma quale legge non lo è? Il valore di un testo di legge si valuta in base
ai risultati in termini di identità, lingua e cultura. Qual è il parametro? Le scuole. Quelle a lingua d'
insegnamento slovena sono scese nei numeri? No, sono cresciute, grazie anche alle iscrizioni di
studenti non di madrelingua. Segno di una crescita generale del rispetto reciproco».
«È vero che molto non è ancora stato fatto ­ ha aggiunto dal canto suo Walter Bandelj ­ ma ora
possiamo parlare di anni di reciproca convivenza vissuta in modo positivo. Senza dimenticare che il
Menia di turno ci sarà sempre».
Da vero showman il finale di Samo Pahor, che ha parlato senza mezze misure di «legge pessima, per
colpa degli slovenucci». «Si poteva avere di piùma se chi ha fatto i danni si dichiara stupido o ignorante,
lo perdoniamo».
Per Pahor parlano le sentenze della Corte Costituzionale e gli innumerevoli processi vinti. «L' uso della
lingua materna, nel rapporto con gli enti pubblici ormai è giurisprudenza, è garantito dalla sentenza 62
del 1992.
Eppure il Parlamento è riuscito ad andare contro ben tre sentenze della Consulta! La legge di tutela,
poi, è piena di norme limitative ma nessuno della minoranza ha mai mosso un dito.
Siamo di fronte a una vera discriminazione razziale».
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FURIO BALDASSI
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Gorizia
«Soldi del Fondo Gorizia: la gestione è trasparente»
Il presidente della Cciaa Madriz dopo le rivelazioni di Vescovini: «Siamo noi a chiedere
alla Procura di verificare il nostro operato. Appurerà che è tutto in regola»
di Roberto Covaz «I dati forniti da Vescovini
alla Procura sono parziali, non falsi ma
fuorvianti. A questo punto è la Camera di
commercio che chiede alla Procura un'
approfondita verifica sulla gestione del Fondo
Gorizia. Non abbiamo nulla da temere. Anzi,
vedremo chi dice la verità».
Trattiene a stento la rabbia il presidente dell'
ente camerale Gianluca Madriz, che per oggi
alle 17 ha convocato la giunta camerale
integrata. Nel frattempo i legali che assistono
la Cciaa, Giuseppe e Carlotta Campeis, hanno
depositato al gip l' opposizione all'
archiviazione chiesta dal pm Valentina Bossi
per la querela per diffamazione presentata nel
novembre del 2015 dallo stesso Madriz nei
confronti di Vescovini.
Tra l' ente camerale e l' imprenditore
monfalconese, proprietario della Sbe, è ormai
guerra aperta. Oggetto del contendere è ora la
gestione del Fondo Gorizia che secondo
Vescovini «è un sistema ben collaudato di
marchette». Nella sua memoria, fatta propria
da Bossi («Vescovini dice la verità») l'
imprenditore accusa i vertici della Cciaa di
aver finanziato con il Fondo Gorizia soprattutto
gli enti pubblici a scapito del sostegno al
credito delle imprese. Gli anni presi in esame da Vescovini vanno dal 2009 al 2012.
Ma il presidente Madriz smentisce categoricamente tale affermazione. La materia è complessa ma può
essere così sintetizzata. Il risultato cui è giunto Vescovini è desunto dall' analisi delle liquidazioni dei
contributi attinti dal Fondo Gorizia. La Camera di commercio sostiene invece che l' elemento da tenere
in considerazione è quello delle concessioni del prestito o del contributo.
Si legge nella memoria presentata dagli avvocati Campeis che «solamente prendendo a riferimento
tutte le concessioni operate dal Fondo Gorizia potrà valutarsi la reale ripartizione degli interventi». Che,
sempre secondo la Cciaa, dal 2010 al 2012 sono stati destinati per l' 88,4 per cento alle imprese e solo
il 2,3 per cento all' economia indotta dalle varie manifestazioni.
Ancora Campeis: «Vescovini è andato a leggere solo i dati degli "erogati" di "natura economica" a
carico dei rispettivi bilanci; ha quindi prodotto i soli provvedimenti di liquidazione/erogazione di
sovvenzioni o contributi in conto capitale a suo tempo concessi. Necessita di ulteriore indagine e
approfondimento l' assunto del pm («quanto affermato da Vescovini non è altro che la verità», ndr) sulla
verità di quanto affermato. Le ulteriori indagini dovranno essere dirette a verificare compiutamente in
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quali misura e a quali destinatari siano state effettuate le erogazioni del Fondo Gorizia. L' acquisizione
dei dati ufficiali del Fondo Gorizia è indagine pertinente e rilevante ai fini della valutazione della
sussitenza del delitto di diffamazione».
Riassumendo. Primo: è ancora in essere il processo per diffamazione che vede imputato Vescovini su
querela presentata nel 2013 dall' allora presidente Cciaa Emilio Sgarlata.
Secondo: spetta al gip decidere se archiviare la denuncia di Madriz nei confronti di Vescovini così come
chiesto dal pm Bossi o accogliere l' istanza della difesa Madriz. Terzo: al di là dei procedimenti
giudiziari la sensazione è che lo scontro tra le parti stia arrivando alla fase finale.
La Cciaa intanto ha fornito i dati ufficiali (vedi tabella) sulla destinazione delle concessioni del Fondo
Gorizia dal 2008 al 2012. Si desume un quadro diametralmente opposto a quanto indicato da Vescovini,
ma saranno gli organi competenti a stabilire la verità.
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ROBERTO COVAZ
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il caso
«Dal 1988 al 2005 la Sbe ha ricevuto 765mila euro
di contributi»
La Sbe di Vescovini dal 1988 al 2005 ha
ricevuto dal Fondo Gorizia contributi per un
ammontare di 765.051,28 euro. Sta scritto
nella corposa memoria degli avvocati
Campeis (16 pagine).
Deposto da tempo il fioretto tra Cciaa e
imprenditore è ora il tempo della sciabola. E
svelare l' entità di quanto percepito dalla Sbe
dal Fondo Gorizia è un colpo basso per
Vescovini. Saprà sicuramente reagire.
Già, ma cos' è il Fondo Gorizia. Viene istituito
con legge nazionale n 700 del 1975 al fine di
finanziare interventi per la promozione dell'
economia della Provincia di Gorizia e per la
realizzazione di infrastrutture socio­
economiche. Altre due leggi, la 26 del 1986 e
la legge regionale 30 del 2007 ne dettagliano
gli interventi anche alla luce delle mutate
condizioni socio­economiche. La legge
regionale 30 dispone anche il finanziamento al
Fondo Gorizia; altro canale di finanziamento è
il prelievo di una percentuale sul ricavo del
carburante. Dal 2009 lo Stato ha cessato i
contributi al Fondo Gorizia, non così la
Regione: nel 2015 ha assicurato 720mila euro.
Il Fondo Gorizia si autoalimenta con la raccolta
del prestito agevolato, a tasso zero, erogato
negli anni precedenti a chi aveva fatto domanda. Dunque, più soggetti richiedono finanziamenti, più a
lungo è destinato a durare il Fondo Gorizia.
Resta un dubbio a margine della vicenda. La legge istitutiva fa riferimento alla promozione dell'
economia della provincia di Gorizia. Tra un po' non ci saranno più né la Provincia con la p maiuscola né
quella con la p minuscola e neppure la Camera di Commercio di Gorizia che si fonderà con quella di
Trieste per formare la Cciaa Venezia Giulia. Che fine farà il Fondo Gorizia?
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dal comune 20mila euro a disposizione
Esaurito il bonus per l' acquisto di biciclette
"elettriche"
I goriziani si confermano buoni pedalatori
(anche con l' aiutino) e spostano il progetto
comunale di una mobilità più verde e
sostenibile. Nel giro di cinque mesi sono
andati infatti esauriti i fondi messi a
disposizione dal Comune di Gorizia per l'
erogazione di contributo per l' acquisto di
biciclette a pedalata assistita o scooter
elettrici. A dicembre 2015 l' ente aveva
pubblicato il bando stanziando una somma di
20mila euro, e già nel giro di poche settimane
una prima parte delle risorse erano state
distribuite a fronte di diverse domande.
Ognuna poteva ricevere fino ad un massimo di
400 euro, per coprire una parte del costo
necessario per l' acquisto di un mezzo
ecologico. Il tutto a patto di rottamare
contestualmente un ciclomotore con motore
Euro 0 o Euro 1. I goriziani hanno preferito la
bicicletta allo scooter, ed infatti tutte le 51
domande totali che il Comune ha potuto
soddisfare riguardano l' acquisto di questo
mezzo. «Possiamo davvero dire che la nostra
iniziativa ha avuto successo, e ne siamo
decisamente soddisfatti ­ commenta l'
assessore comunale all' Ambiente Francesco
Del Sordi ­. Non era scontato, e non a caso più
di qualcuno era scettico a tal proposito. Ci sono state realtà italiane in cui progetti simili hanno avuto
buon fine, e altre in cui le cose sono andate peggio. In pochi mesi abbiamo esaurito i fondi stanziati, e
questo dimostra che i goriziani hanno apprezzato l' idea». Il progetto legato alla promozione dell'
acquisto di mezzi ecologici rientra tra gli impegni presi dal Comune di Gorizia nell' ambito del «patto dei
sindaci», per favorire anche le persone con difficoltà motorie, far bene all' ambiente e eliminare i
motorini più vecchi ed inquinanti. Tra l' altro il bando comunale non aveva alcun tipo di carattere sociale,
in questo caso, ma pensava direttamente ai benefici per l' ambiente. Ecco perché non erano previsti
riferimenti al reddito e all' Isee del richiedente. Tutti i cittadini goriziani potevano ottenere l' incentivo
compilando l' apposito modulo disponibile sul sito dell' ente, che scadeva il 31 maggio. Il termine è stato
però anticipato, a fronte dell' esaurimento dei fondi a disposizione.
«Se rifinanzieremo questo progetto? Vedremo ­ dice l' assessore Del Sordi ­, ma sicuramente visto il
riscontro positivo della prima esperienza avanzerò una proposta in tal senso, e valuteremo la possibilità
di investire ancora nella mobilità sostenibile».
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Marco Bisiach.
MARCO BISIACH
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«Il Pd la smetta con i metodi stalinisti»
Gherghetta striglia i «giovanotti» al vertice provinciale del partito: «Deferimenti ai
probiviri una macchia sulla nostra storia»
di Tiziana Carpinelli Nessuno riesce a entrare
nella sua testa. Enrico Gherghetta ha «molti
difetti» (lo dice lui), ma non l' assenza di
coerenza. Così a quanti in queste ore lo
avvicinano per chiedergli chi o cosa gliel'
abbia fatto fare di mettere le mani in quel
vespaio politico ch' è Grado, lui risponde con
testuali parole: «Per il valore della
democrazia». E pazienza se si è attirato la
reprimenda del segretario provinciale Marco
Rossi. Se si pungerà, lo vedremo il 5 giugno.
Per ora Gherghetta dice di «non essersi
sbagliato affatto» a prender posizione,
sostenendo la candidatura della ribelle
Elisabetta Medeot prima e dell' ex
commissario Claudio Kovatsch poi. Ma
trattandosi di uno dei principali azionisti politici
del Pd Isontino le sue parole vanno prese
tremendamente sul serio, anche quando
striglia quei «giovanotti» che sollevando il
deferimento di otto dem in un colpo hanno
impresso una «macchia» indelebile nella storia
del partito.
Presidente, hanno detto che ha commesso
un errore: si è sbagliato?
Assolutamente no. Sono convinto di ciò che ho
fatto. Ho difeso la democrazia là dove le regole erano state violate dal direttivo di un circolo.
Nessun pentimento dopo gli strali di Rossi?
È un obbligo, per chi si ritiene un democratico, indignarsi e ribellarsi. In vita mia ho sempre fatto così:
non mi sono mai piegato a logiche che non condividevo. E in questo caso, mentre in tutt' Italia andavano
in scena nei vari circoli Pd le primarie, si è impedito che un iscritto, Medeot, potesse partecipare alla
competizione.
Il segretario provinciale ha detto che il circolo decide in autonomia.
Io ho dubbi che la sezione locale possa fare ciò che vuole.
Deve sempre rimanere nell' alveo di regole valevoli per tutti allo stesso modo. Se no vale il principio
della fattoria (cita "Animal Farm" di Orwell, ndr): tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali
degli altri. Per questo, Grado non può essere la normalità.
Perché?
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È una visione estranea al Pd.
Per carità, capisco che qualcuno possa aver nostaglia del vecchio stile: un partito chiuso, che decide al
suo interno. Ma non è questa la visione del partito che ha Renzi. La linea è piuttosto quella della
contendibilità, della partecipazione.
Ora come se ne esce? Soprattutto: farà un passo indietro?
Io penso che si debba porre una riflessione sulla natura del partito. È necessario domandarsi se
rispecchi quel modello o meno. Le primarie, per come la vedo io, non possono essere una "gentile
concessione".
Quindi nessuna autocritica?
Sì, un pentimento ce l' ho: quando mi sono accorto che le regole non venivano rispettate avrei dovuto
chiedere il commissariamento del circolo gradese. Ma fino all' ultimo ho auspicato una ricomposizione.
Debora Serracchiani la pensa come lei?
Non ne ho la più pallida idea.
Non gliel' ho chiesto.
E dei deferimenti dem che dice?
Una grande macchia nella storia del partito locale. Queste persone hanno tutta la mia solidarietà.
Aiuterà i candidati?
Darò senz' altro loro una mano in campagna elettorale. Ma la mia presenza all' Isola non è opportuna e
la limiterò al minimo. Devono essere i gradesi, sulla base delle proposte formulate per la città, a
decidere chi sarà sindaco. Non siamo in ballo io o Rossi.
E il caso Pisapia?
Lui ha sbagliato, perché il direttivo dem a San Pier ha portato avanti tutto secondo le regole, in
trasparenza. Pisapia ha fatto solo una cavolata a sostenere un altro candidato, non scelto dal circolo.
Cosa risponde a chi le dice di aver anteposto percorsi personali al Pd?
Io non sto facendo una battaglia di potere. È l' ultima cosa che mi passa per la mente. Mi fa ridere che
qualcuno, col vecchio metodo stalinista, getti fango sugli altri. Non ho fini ultimi. Sono un vecchietto che
vorrebbe solo tornare al suo lavoro all' Enel.
Non sarà tentato dalle elezioni regionali?
No, credo che dovrò sottoscriverlo dal notaio. Non c' è un disegno. Questi ragazzi devono imparare che
se qualcuno li critica non lo fa per interesse, bensì perché hanno sbagliato. La bacchettata nasce dal
voler mantenere lo spirito democratico che contrassegna questo partito. Spirito cui ho dedicato tutta la
mia vita.
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
TIZIANA CARPINELLI
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LO SCONTRO INTERNO
Il ronchese Pisapia rischia di diventare il capro
espiatorio
I ribelli di Grado, deferiti davanti ai probiviri del
partito, hanno l'«ombrello» di Gherghetta. Una
protezione "solare" del presidente della
Provincia e, si dice, anche dell' assessore
regionale Sara Vita. E poi hanno una carta da
giocare: il voto del 5 giugno.
Appoggiano con una propria candidatura l'
aspirante primo cittadino Claudio Kovatsch ­
non quello ufficiale dei dem Luciano Cicogna,
con tanto di simbolo ­ ma poco importa.
Qualcuno sarà eletto e, poi, il partito dovrà fare
i conti. Meglio averli "amici" o "nemici".
Ecco che dopo la scelta del candidato
sampierino Pier Ugo Candido di abbandonare
il Pd, non rinnovando la tessera, che ha
sposato la causa dell' antagonista dei dem
Riccardo Zandomeni a questo punto l' unico
"scoperto" resta il capogruppo ronchese
Francesco Pisapia. I vertici provinciali gli
danno addosso per la comparsata pro­
Zandomeni, da parte di Gherghetta arriva la
secca bocciatura e gli stessi esponenti di
Ronchi dei Legionari lo difendono a metà. Solo
il sindaco Roberto Fontanot si schiera con lui,
ma rischia di diventare contraproducente.
Pisapia capro espiatorio di un partito e dei
suoi problemi?
(p.c.)
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Quell' accusa di Rossi: «Figura istituzionale che
sobilla candidati»
«Credo che Enrico Gherghetta, risorsa
importante per il partito, sbagli ad anteporre
un percorso personale a quello che è il
comune sentire di mille militanti democratici»,
osservava ieri il segretario provinciale del Pd
Marco Rossi.
«Le ambizioni a candidare sono umane ­
diceva ­, tuttavia che siano sobillate da una
figura istituzionale non va bene. Anzi, proprio
per il ruolo rivestito da Gherghetta prassi vuole
vi sia un sereno distacco dalle scelte di
avanzare una persona piuttosto che un' altra
nella competizione per il municipio.
Prerogativa che peraltro spetta sempre al
circolo locale, il quale agisce in autonomia».
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Il "collegio" accoglie 30 minori stranieri
In via Timavo 1300 metri quadrati con 18 stanze e tutti i confort. Gestione Cooperativa
Duemila e canone annuo di 40mila euro
di Tiziana Carpinelli Non sarà un ostello e
neppure vuole essere un dormitorio. Ma se
proprio dobbiamo fare un paragone, per l'
assessore Cristiana Morsolin, allora senza
dubbio il concetto di collegio calza a pennello.
Anzi, prendendo in prestito le parole di Sergio
Serra, responsabile della cooperativa
muggesana Duemilauno agenzia sociale, è
«praticamente un albergo a 4 stelle».
Ciascuna delle 18 stanze del nuovo Centro di
accoglienza di minori stranieri sorto in via
Timavo ­ sia una singola sia una doppia o
tripla ­ ha infatti un bagno dedicato. Mentre al
pian terreno, che ha una superficie di ben 540
metri quadrati, ci sono spazi molto ampi per
mensa, cucine, laboratori, spogliatoi, reception
e altri spazi comuni dedicati. Perfino un
auditorium da sessanta posti completa il
"pacchetto": sarà prestato alla collettività, e in
particolare al mondo dell' associazionismo,
per conferenze oppure ­ perché no? ­
cineforum e altre attività.
L' immobile ristrutturato nel 2011 con
sostanziosi fondi pubblici nel suo complesso
risponde a ogni criterio di sicurezza, compreso
il profilo delle barriere architettoniche. Di qui il
prezzo di locazione: 40mila euro annui per
1.300 metri quadrati compressivi. Insomma, sulla carta una struttura che vuole porsi come modello per
altre città. La collocazione è ritenuta da Duemilauno agenzia sociale ideale, perché lontana da
abitazioni, ma relativamente vicina a trasporti, uffici e centro urbano.
«Dalla Gisella ci vogliono dieci minuti a piedi per raggiungere la piazza», sottolinea Serra.
Via Timavo è pronta ad accogliere un numero non superiore a 30 minori stranieri, più precisamente 25.
L' allestimento, come conferma Serra per la cooperativa che gestirà il centro, sono ormai completati. Si
attende il via libera dell' Azienda sanitaria e il successivo ok dell' amministrazione comunale, che del
progetto finora non ha mai parlato, ma ne è al corrente da fine 2015. Potrebbero volerci un paio di
settimane ancora, dopodiché la struttura aprirà ufficialmente i battenti. L' assessore Morsolin sottolinea
la situazione di emergenza relativa alla collocazione, tutela e accudimento di minori migranti non
accompagnati che vengono intercettati sul territorio: «Il Comune ha l' obbligo per legge di prendersene
carico, collocandoli in una struttura per minorenni: su questo non c' è discrezionalità. Da gennaio a oggi
sono sei i ragazzini che l' ente locale ha dovuto gestire: non si tratta di numeri importanti».
Gran parte dei fondi utilizzati per coprire queste spese, rileva ancora l' assessore alle Politiche sociali,
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sono «coperte ampiamente dalla Regione e per piccola parte anche da trasferimenti statali». «Non è
facile amministrare una città in cui il 20% della popolazione è migrante ­ conclude ­, ma Monfalcone fa
la sua parte, sempre. Questo nuovo centro rappresenta un progetto positivo, che si apre alla città, senz'
altro più complesso rispetto al mero albergaggio. Soprattutto persegue veramente l' obiettivo dell'
integrazione».
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dopo ronchi dei legionari
Ritirati solo i "sacchi doc" San Pier invasa dai rifiuti
di Laura Blasich wSAN PIER D' ISONZO Dopo
Ronchi dei Legionari, anche San Pier d' Isonzo
ieri mattina ha scoperto che non utilizzare i
sacchetti per la differenziata a marchio Isa
significa non vedere raccolti i rifiuti, seppure
separati e conferiti correttamente. Un giro di
vite quello sull' utilizzo dei sacchi "approvati"
che ha sollevato non poche proteste in paese.
«Anche se in pratica quasi tutte le abitazioni
sono dotate di giardino o spazi esterni ­ spiega
un' abitante ­, il secco residuo non è stato
ritirato e quindi dovremo tenercelo un' altra
settimana in casa. E per cosa? I sacchetti che
io e altri abbiamo utilizzato sono gialli e
trasparenti.
L' unica pecca è che non sono quelli di Isa. Io
lo ritengo un sopruso e un' ingiustizia con
quello che paghiamo il servizio, poi».
Consegnate le dotazioni "regolamentari",
Isontina Ambiente ha dato mandato agli
operatori di non raccogliere quanto non
conferito con i sacchetti ufficiali, anche se la
differenziata è stata effettuata senza sgarrare.
Della linea assunta da Isa la residente ha
avuto conferma ieri dalla società stessa, cui si
è rivolta subito per avere dei chiarimenti ed
esprimere il proprio disappunto. «Per quel che
riguarda il secco residuo quello che ci è stato dato sono comunque due rotolini di sacchetti gialli ­
sottolinea inoltre la residente ­ di plastica sottile e decisamente piccoli. Per chi si trova a dover gestire
una mole di indifferenziato sopra alla media, perché magari ha pannoloni o pannolini da smaltire, che,
francamente, nessuno getta nel contenitore giallo senza metterli prima in un sacchetto, poi si tratterà di
andarseli a comprare nei punti vendita convenzionati».
Inutile impuntarsi per una spesa che è tutto sommato irrisoria? A conti fatti, quelli del costo complessivo
pagato ogni anno per il servizio, per molti residenti la questione si pone.
«Negli anni abbiamo perso servizi, visto che la plastica e la carta vengono raccolte ogni due settimane
e non più una volta alla settimana, come all' avvio del sistema porta a porta ­ afferma un' altra abitante
di San Pier ­, ma i costi della tariffa non sono calati, anzi». Per questo la mancata raccolta ha suscitato
un notevole malumore a San Pier, dove quasi un' abitazione su tre è rimasta con i sacchi sul
marciapiede con sopra appiccicato l' avviso sulla causa per quale i rifiuti non sono stati ritirati dagli
operatori. Anche sul proprio sito, Isa comunque ha indicato tra le tre regole fondamentali del porta a
porta quella di "usare solo i sacchetti previsti dal sistema di raccolta". Non basta, quindi, tenere
presente che "ogni rifiuto ha un proprio sacchetto che viene raccolto solo se e quando contiene solo i
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Il Piccolo (ed. Gorizia)
Gorizia
materiali a cui è predestinato" e che, ancora, "ogni rifiuto viene raccolto solo nella giornata dedicata che
trovate indicata sul calendario".
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LAURA BLASICH
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Messaggero Veneto (ed.
Gorizia)
Gorizia
Il centrodestra si spacca sui dipendenti regionali
Sul Comparto unico il capogruppo azzurro Riccardi "scarica" il sindaco Urbani «I
problemi esistenti nel pubblico impiego vanno risolti, non strumentalizzati»
di Mattia Pertoldi wUDINE Il "tiro al piccione"
non va mai bene e non serve a risolvere i
problemi nemmeno quelli ­ evidenti ­ del
Comparto unico e del futuro dei dipendenti
pubblici. Riccardo Riccardi, capogruppo di
Forza Italia in Consiglio regionale, non ha
gradito la "sparata" del sindaco di Gemona
Paolo Urbani che ha attaccato ad alzo zero i
dipendenti del Fvg ­ impegnati nella trattativa
per il rinnovo del contratto ­ dando loro dei
privilegiati considerato lo stipendio tabellare
più alto dei loro colleghi delle Regioni
ordinarie e del posto fisso.
«Pensare di rinnovare il contratto dei
dipendenti della pubblica amministrazione ­ ha
spiegato Riccardi ­ considerando soltanto l'
aspetto economico non affronta e non supera
alcuna criticità. Nel nostro pubblico impiego
esiste un problema complessivo che va risolto,
non strumentalizzato.
E gli errori evidenti presenti nell' attuazione del
Comparto unico vanno presi in considerazione
senza scaricare la colpa su chi è innocente: ci
vuole fermezza, in altre parole, ma anche
prudenza». Perché il problema, per Riccardi, è
quello di affrontare un discorso complessivo,
globale, senza lasciarsi trascinare, da una
parte, da facili populismi e, dall' altra, da una difesa d' ufficio delle migliaia di dipendenti del Comparto
unico regionale.
«Dobbiamo avere il coraggio di affrontare una sfida ­ ha continuato ­ che riduca le distanze tra le regole
del privato e quelle del pubblico dove la retribuzione rapprsenta soltanto una parte di una vicenda molto
più ampia. La sfida è quella di riuscire far comprendere a tutti, dipendenti e sindacati del pubblico
impiego compresi, che ci saranno migliori condizioni soltanto per chi è pronto a raccogliere la sfida di
una pubblica amministrazione efficiente in grado di rispondere alle domande dei cittadini e delle
imprese. Per quelli che non hanno voglia, invece, dobbiamo essere chiari e spiegare come anche nella
pubblica amministrazione per loro non ci sarà più posto».
Il capogruppo azzurro entra anche nel dettaglio delle sue proposte. «Interveniamo sul sistema delle
premialità ­ ha concluso ­ eliminando gli incentivi a pioggia e concentrando i benefit, invece, sul
raggiungimento di determinati e specifici obiettivi. Quanto al posto sicuro, poi, dobbiamo avere il
coraggio di dire che il fatto di aver superato un concorso pubblico non si puà automaticamente tradurre
nell' essere al sicuro per tutta la vita, ma che se una persona non compie il proprio dovere ­ e non mi
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19 maggio 2016
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Messaggero Veneto (ed.
Gorizia)
Gorizia
riferisco semplicemente a timbrare il cartellino ­ è giusto mandarla a casa. Un discorso complesso che
non può essere ridotto, come ha fatto Urbani, al solo elemento retributivo. Perché se non attiviamo una
riflessione globale sul rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini non soltanto non supereremo le
criticità esistenti, ma continueremo a scavare un solco tra popolo e "macchina burocratica" ancora più
pesante di quello che abbiamo visto in questi anni nascere tra Paese e politica».
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MATTIA PERTOLDI
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19 maggio 2016
Primorski dnevnik
Gorizia
Krvodajalski praznik v vidiku ustanovitve nove
posoke zveze
V Triu bodo v nedeljo, 22. maja, praznovali 60.
dan krvodajalca iz trikega mestnega okroja. V
obinskem gledaliu bodo med sveanostjo, ki se
bo zaela ob 10. uri, izroili priznanje
najzaslunejim krvodajalcem. Izvedbo
prireditve je finanno podprla trika obinska
uprava, tako da sta jo veraj predstavila
obinska odbornica Cristiana Morsolin in
predsednik krvodajalske zveze za triko mestno
okroje Franco Devid?. Nedeljskega praznika
se bodo udeleila tudi krvodajalska drutva iz
Slovenije in Hrvake, s katerimi gojijo
dolgoletne stike; sveanost bo prilonost za
razmislek o opravljenem delu in za poziv
mladim, naj se vkljuijo v krvodajalske vrste. V
zadnjih letih je tevilo krvodajalcev na Trikem
naraslo, vendar je tevilo darovanj upadlo za
9,2 odstotka. Upadu nameravajo kljubovati
tudi z zdruitvijo gorike in trike krvodajalske
zveze; februarja sta triki predsednik Franco
Devid? in goriki predsednik Feliciano Medeot
podpisala protokol o vzpostavitvi sodelovanja
in zdruitve obeh zvez v eno. Z ustanovitvijo
nove posoke krvodajalske zveze raunajo na
okrepitev delovanja, saj bodo z zdruitvijo moi
uinkoviteji. Med lanskim letom so v triki
bolninici nateli 2008 darovanj, medtem ko jih je
bilo v Gorici 3917. Na pokrajinski ravni je lani
tevilo darovanj v primerjavi z letom prej naraslo za 8,62 odstotka. Na deelni ravni predstavljajo
darovanja iz gorike pokrajine 8,62 odstotka vseh darovanj. Na podlagi novega protokola o sodelovanju
so ustanovili ve delovnih skupin; ena je namenjena izkljuno mladim, saj je eden izmed glavnih cilj
pomladitev krvodajalskih vrst. Do 31. maja bodo izdelali osnutek statuta nove posoke krvodajalske
zveze; do 30. junija bodo sklicali skupino delegatov, ki bodo vzeli v pretres osnutek statuta; zatem ga
bodo potrdili na ustanovnem obnem zboru nove posoke krvodajalske zveze, ki ga bodo predvidoma
izpeljali pred koncem letonjega leta.
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