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DOSSIER Giovedì, 19 maggio 2016 DOSSIER Giovedì, 19 maggio 2016 Articoli 19/05/2016 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 4 FURIO BALDASSI I dubbi degli sloveni sulla legge di tutela 19/05/2016 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 22 ROBERTO COVAZ «Soldi del Fondo Gorizia: la gestione è trasparente» 19/05/2016 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 22 MARCO BISIACH Esaurito il bonus per l' acquisto di biciclette "elettriche" 19/05/2016 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 34 TIZIANA CARPINELLI «Il Pd la smetta con i metodi stalinisti» 19/05/2016 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 34 19/05/2016 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 34 19/05/2016 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 35 12 Il "collegio" accoglie 30 minori stranieri LAURA BLASICH Ritirati solo i "sacchi doc" San Pier invasa dai rifiuti Il centrodestra si spacca sui dipendenti regionali 19/05/2016 Primorski dnevnik Krvodajalski praznik v vidiku ustanovitve nove posoke zveze 8 11 Quell' accusa di Rossi: «Figura istituzionale che sobilla... 19/05/2016 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Pagina 12 6 10 Il ronchese Pisapia rischia di diventare il capro espiatorio 19/05/2016 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 37 3 5 «Dal 1988 al 2005 la Sbe ha ricevuto 765mila euro di... 19/05/2016 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 22 1 MATTIA PERTOLDI 14 16 18 19 maggio 2016 Pagina 4 Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia I dubbi degli sloveni sulla legge di tutela Lo storico Pirjevec: «È arrivata tardi e ha dato poco». Budin: «Ma le scuole sono in crescita, buon segno» di Furio Baldassi wTRIESTE La legge di tutela della minoranza slovena? Un sei di stima. Poteva fare di più ma non si è applicata. Sui perchè e i per come il dibattito è aperto e l' ha dimostrato la discussione apertasi ieri sera all' Ente italiano per la conoscenza della lingua e della cultura slovena. Un dibattito che ha calamitato attorno al tavolo storici esponenti della minoranza come gli ex parlamentari Milos Budin e Stojan Spetic e l' ex senatore triestino Fulvio Camerini, ma anche esponenti di oggi come l' esponente dell' Skgz Rudi Pavsic, Walter Bandelj, presidente dell' Sso e consigliere comunale a Gorizia e il professor Samo Pahor, ultras delle istanze slovene da sempre. Per stimolare gli interventi, Joze Pirjeve, storico da sempre su posizioni critiche, ha parlato di una legge «arrivata troppo tardi e che ha dato troppo poco, legalizzando l' apartheid e facendo sentire gli sloveni come non graditi in città». Un vero pugno nello stomaco, seguito da annotazioni di carattere storico. «È dal '48 che va avanti la negazione degli sloveni, e il tempo perduto non sarà recuperato mai». Più didascalico il successivo intervento di Camerini, che ha ricordato soprattutto la complicatissima gestazione della legge 28, quella di tutela, appunto. «In trent' anni ha sottolineato, ci sono stati 52 disegni di legge e nessuno si dimentica nè i 1500 emendamenti presentati da An in aula nè l' iperattivismo al negativo di Giovanardi... Essere arrivati comunque a un risultato è stato un successo e non si può negare che i rapporti tra le due comunità siano migliorati». In linea anche Rudi Pavsic. «Alla fine è stata una fortuna che sia passata, perchè diversamente credo che la tutela non ci sarebbe mai stata, dopo 50 tentativi abortiti. Magari è perfettibile, certo, ma credo che un passo in avanti sia stato fatto». «Bisogna anche osservare ha evidenziato Stojan Spetic che c' erano state forti frenate dalla destra e dallo stesso territorio. E non dimentichiamoci che fu Illy a introdurre nei Comuni la carta bilingue solo a richiesta. E poi non c' è la rappresentanza garantita in Parlamento alle minoranze e non sono state portate a compimento varie altre voci previste nella legge. In un momento in cui spira un forte vento xenofobo ha concluso Spetic è più che mai opportuno applicare l' intero dettato della legge 28». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 1 19 maggio 2016 Pagina 4 < Segue Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia Più pragmatico, quasi filosofeggiante l' intervento di Milos Budin . «La legge, bisogna ammetterlo, è stata frutto di un compromesso, ma quale legge non lo è? Il valore di un testo di legge si valuta in base ai risultati in termini di identità, lingua e cultura. Qual è il parametro? Le scuole. Quelle a lingua d' insegnamento slovena sono scese nei numeri? No, sono cresciute, grazie anche alle iscrizioni di studenti non di madrelingua. Segno di una crescita generale del rispetto reciproco». «È vero che molto non è ancora stato fatto ha aggiunto dal canto suo Walter Bandelj ma ora possiamo parlare di anni di reciproca convivenza vissuta in modo positivo. Senza dimenticare che il Menia di turno ci sarà sempre». Da vero showman il finale di Samo Pahor, che ha parlato senza mezze misure di «legge pessima, per colpa degli slovenucci». «Si poteva avere di piùma se chi ha fatto i danni si dichiara stupido o ignorante, lo perdoniamo». Per Pahor parlano le sentenze della Corte Costituzionale e gli innumerevoli processi vinti. «L' uso della lingua materna, nel rapporto con gli enti pubblici ormai è giurisprudenza, è garantito dalla sentenza 62 del 1992. Eppure il Parlamento è riuscito ad andare contro ben tre sentenze della Consulta! La legge di tutela, poi, è piena di norme limitative ma nessuno della minoranza ha mai mosso un dito. Siamo di fronte a una vera discriminazione razziale». ©RIPRODUZIONE RISERVATA. FURIO BALDASSI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2 19 maggio 2016 Pagina 22 Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia «Soldi del Fondo Gorizia: la gestione è trasparente» Il presidente della Cciaa Madriz dopo le rivelazioni di Vescovini: «Siamo noi a chiedere alla Procura di verificare il nostro operato. Appurerà che è tutto in regola» di Roberto Covaz «I dati forniti da Vescovini alla Procura sono parziali, non falsi ma fuorvianti. A questo punto è la Camera di commercio che chiede alla Procura un' approfondita verifica sulla gestione del Fondo Gorizia. Non abbiamo nulla da temere. Anzi, vedremo chi dice la verità». Trattiene a stento la rabbia il presidente dell' ente camerale Gianluca Madriz, che per oggi alle 17 ha convocato la giunta camerale integrata. Nel frattempo i legali che assistono la Cciaa, Giuseppe e Carlotta Campeis, hanno depositato al gip l' opposizione all' archiviazione chiesta dal pm Valentina Bossi per la querela per diffamazione presentata nel novembre del 2015 dallo stesso Madriz nei confronti di Vescovini. Tra l' ente camerale e l' imprenditore monfalconese, proprietario della Sbe, è ormai guerra aperta. Oggetto del contendere è ora la gestione del Fondo Gorizia che secondo Vescovini «è un sistema ben collaudato di marchette». Nella sua memoria, fatta propria da Bossi («Vescovini dice la verità») l' imprenditore accusa i vertici della Cciaa di aver finanziato con il Fondo Gorizia soprattutto gli enti pubblici a scapito del sostegno al credito delle imprese. Gli anni presi in esame da Vescovini vanno dal 2009 al 2012. Ma il presidente Madriz smentisce categoricamente tale affermazione. La materia è complessa ma può essere così sintetizzata. Il risultato cui è giunto Vescovini è desunto dall' analisi delle liquidazioni dei contributi attinti dal Fondo Gorizia. La Camera di commercio sostiene invece che l' elemento da tenere in considerazione è quello delle concessioni del prestito o del contributo. Si legge nella memoria presentata dagli avvocati Campeis che «solamente prendendo a riferimento tutte le concessioni operate dal Fondo Gorizia potrà valutarsi la reale ripartizione degli interventi». Che, sempre secondo la Cciaa, dal 2010 al 2012 sono stati destinati per l' 88,4 per cento alle imprese e solo il 2,3 per cento all' economia indotta dalle varie manifestazioni. Ancora Campeis: «Vescovini è andato a leggere solo i dati degli "erogati" di "natura economica" a carico dei rispettivi bilanci; ha quindi prodotto i soli provvedimenti di liquidazione/erogazione di sovvenzioni o contributi in conto capitale a suo tempo concessi. Necessita di ulteriore indagine e approfondimento l' assunto del pm («quanto affermato da Vescovini non è altro che la verità», ndr) sulla verità di quanto affermato. Le ulteriori indagini dovranno essere dirette a verificare compiutamente in Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 3 19 maggio 2016 Pagina 22 < Segue Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia quali misura e a quali destinatari siano state effettuate le erogazioni del Fondo Gorizia. L' acquisizione dei dati ufficiali del Fondo Gorizia è indagine pertinente e rilevante ai fini della valutazione della sussitenza del delitto di diffamazione». Riassumendo. Primo: è ancora in essere il processo per diffamazione che vede imputato Vescovini su querela presentata nel 2013 dall' allora presidente Cciaa Emilio Sgarlata. Secondo: spetta al gip decidere se archiviare la denuncia di Madriz nei confronti di Vescovini così come chiesto dal pm Bossi o accogliere l' istanza della difesa Madriz. Terzo: al di là dei procedimenti giudiziari la sensazione è che lo scontro tra le parti stia arrivando alla fase finale. La Cciaa intanto ha fornito i dati ufficiali (vedi tabella) sulla destinazione delle concessioni del Fondo Gorizia dal 2008 al 2012. Si desume un quadro diametralmente opposto a quanto indicato da Vescovini, ma saranno gli organi competenti a stabilire la verità. ©RIPRODUZIONE RISERVATA. ROBERTO COVAZ Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 4 19 maggio 2016 Pagina 22 Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia il caso «Dal 1988 al 2005 la Sbe ha ricevuto 765mila euro di contributi» La Sbe di Vescovini dal 1988 al 2005 ha ricevuto dal Fondo Gorizia contributi per un ammontare di 765.051,28 euro. Sta scritto nella corposa memoria degli avvocati Campeis (16 pagine). Deposto da tempo il fioretto tra Cciaa e imprenditore è ora il tempo della sciabola. E svelare l' entità di quanto percepito dalla Sbe dal Fondo Gorizia è un colpo basso per Vescovini. Saprà sicuramente reagire. Già, ma cos' è il Fondo Gorizia. Viene istituito con legge nazionale n 700 del 1975 al fine di finanziare interventi per la promozione dell' economia della Provincia di Gorizia e per la realizzazione di infrastrutture socio economiche. Altre due leggi, la 26 del 1986 e la legge regionale 30 del 2007 ne dettagliano gli interventi anche alla luce delle mutate condizioni socioeconomiche. La legge regionale 30 dispone anche il finanziamento al Fondo Gorizia; altro canale di finanziamento è il prelievo di una percentuale sul ricavo del carburante. Dal 2009 lo Stato ha cessato i contributi al Fondo Gorizia, non così la Regione: nel 2015 ha assicurato 720mila euro. Il Fondo Gorizia si autoalimenta con la raccolta del prestito agevolato, a tasso zero, erogato negli anni precedenti a chi aveva fatto domanda. Dunque, più soggetti richiedono finanziamenti, più a lungo è destinato a durare il Fondo Gorizia. Resta un dubbio a margine della vicenda. La legge istitutiva fa riferimento alla promozione dell' economia della provincia di Gorizia. Tra un po' non ci saranno più né la Provincia con la p maiuscola né quella con la p minuscola e neppure la Camera di Commercio di Gorizia che si fonderà con quella di Trieste per formare la Cciaa Venezia Giulia. Che fine farà il Fondo Gorizia? Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 19 maggio 2016 Pagina 22 Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia dal comune 20mila euro a disposizione Esaurito il bonus per l' acquisto di biciclette "elettriche" I goriziani si confermano buoni pedalatori (anche con l' aiutino) e spostano il progetto comunale di una mobilità più verde e sostenibile. Nel giro di cinque mesi sono andati infatti esauriti i fondi messi a disposizione dal Comune di Gorizia per l' erogazione di contributo per l' acquisto di biciclette a pedalata assistita o scooter elettrici. A dicembre 2015 l' ente aveva pubblicato il bando stanziando una somma di 20mila euro, e già nel giro di poche settimane una prima parte delle risorse erano state distribuite a fronte di diverse domande. Ognuna poteva ricevere fino ad un massimo di 400 euro, per coprire una parte del costo necessario per l' acquisto di un mezzo ecologico. Il tutto a patto di rottamare contestualmente un ciclomotore con motore Euro 0 o Euro 1. I goriziani hanno preferito la bicicletta allo scooter, ed infatti tutte le 51 domande totali che il Comune ha potuto soddisfare riguardano l' acquisto di questo mezzo. «Possiamo davvero dire che la nostra iniziativa ha avuto successo, e ne siamo decisamente soddisfatti commenta l' assessore comunale all' Ambiente Francesco Del Sordi . Non era scontato, e non a caso più di qualcuno era scettico a tal proposito. Ci sono state realtà italiane in cui progetti simili hanno avuto buon fine, e altre in cui le cose sono andate peggio. In pochi mesi abbiamo esaurito i fondi stanziati, e questo dimostra che i goriziani hanno apprezzato l' idea». Il progetto legato alla promozione dell' acquisto di mezzi ecologici rientra tra gli impegni presi dal Comune di Gorizia nell' ambito del «patto dei sindaci», per favorire anche le persone con difficoltà motorie, far bene all' ambiente e eliminare i motorini più vecchi ed inquinanti. Tra l' altro il bando comunale non aveva alcun tipo di carattere sociale, in questo caso, ma pensava direttamente ai benefici per l' ambiente. Ecco perché non erano previsti riferimenti al reddito e all' Isee del richiedente. Tutti i cittadini goriziani potevano ottenere l' incentivo compilando l' apposito modulo disponibile sul sito dell' ente, che scadeva il 31 maggio. Il termine è stato però anticipato, a fronte dell' esaurimento dei fondi a disposizione. «Se rifinanzieremo questo progetto? Vedremo dice l' assessore Del Sordi , ma sicuramente visto il riscontro positivo della prima esperienza avanzerò una proposta in tal senso, e valuteremo la possibilità di investire ancora nella mobilità sostenibile». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 6 19 maggio 2016 Pagina 22 < Segue Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia Marco Bisiach. MARCO BISIACH Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 7 19 maggio 2016 Pagina 34 Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia «Il Pd la smetta con i metodi stalinisti» Gherghetta striglia i «giovanotti» al vertice provinciale del partito: «Deferimenti ai probiviri una macchia sulla nostra storia» di Tiziana Carpinelli Nessuno riesce a entrare nella sua testa. Enrico Gherghetta ha «molti difetti» (lo dice lui), ma non l' assenza di coerenza. Così a quanti in queste ore lo avvicinano per chiedergli chi o cosa gliel' abbia fatto fare di mettere le mani in quel vespaio politico ch' è Grado, lui risponde con testuali parole: «Per il valore della democrazia». E pazienza se si è attirato la reprimenda del segretario provinciale Marco Rossi. Se si pungerà, lo vedremo il 5 giugno. Per ora Gherghetta dice di «non essersi sbagliato affatto» a prender posizione, sostenendo la candidatura della ribelle Elisabetta Medeot prima e dell' ex commissario Claudio Kovatsch poi. Ma trattandosi di uno dei principali azionisti politici del Pd Isontino le sue parole vanno prese tremendamente sul serio, anche quando striglia quei «giovanotti» che sollevando il deferimento di otto dem in un colpo hanno impresso una «macchia» indelebile nella storia del partito. Presidente, hanno detto che ha commesso un errore: si è sbagliato? Assolutamente no. Sono convinto di ciò che ho fatto. Ho difeso la democrazia là dove le regole erano state violate dal direttivo di un circolo. Nessun pentimento dopo gli strali di Rossi? È un obbligo, per chi si ritiene un democratico, indignarsi e ribellarsi. In vita mia ho sempre fatto così: non mi sono mai piegato a logiche che non condividevo. E in questo caso, mentre in tutt' Italia andavano in scena nei vari circoli Pd le primarie, si è impedito che un iscritto, Medeot, potesse partecipare alla competizione. Il segretario provinciale ha detto che il circolo decide in autonomia. Io ho dubbi che la sezione locale possa fare ciò che vuole. Deve sempre rimanere nell' alveo di regole valevoli per tutti allo stesso modo. Se no vale il principio della fattoria (cita "Animal Farm" di Orwell, ndr): tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Per questo, Grado non può essere la normalità. Perché? Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 8 19 maggio 2016 Pagina 34 Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia < Segue È una visione estranea al Pd. Per carità, capisco che qualcuno possa aver nostaglia del vecchio stile: un partito chiuso, che decide al suo interno. Ma non è questa la visione del partito che ha Renzi. La linea è piuttosto quella della contendibilità, della partecipazione. Ora come se ne esce? Soprattutto: farà un passo indietro? Io penso che si debba porre una riflessione sulla natura del partito. È necessario domandarsi se rispecchi quel modello o meno. Le primarie, per come la vedo io, non possono essere una "gentile concessione". Quindi nessuna autocritica? Sì, un pentimento ce l' ho: quando mi sono accorto che le regole non venivano rispettate avrei dovuto chiedere il commissariamento del circolo gradese. Ma fino all' ultimo ho auspicato una ricomposizione. Debora Serracchiani la pensa come lei? Non ne ho la più pallida idea. Non gliel' ho chiesto. E dei deferimenti dem che dice? Una grande macchia nella storia del partito locale. Queste persone hanno tutta la mia solidarietà. Aiuterà i candidati? Darò senz' altro loro una mano in campagna elettorale. Ma la mia presenza all' Isola non è opportuna e la limiterò al minimo. Devono essere i gradesi, sulla base delle proposte formulate per la città, a decidere chi sarà sindaco. Non siamo in ballo io o Rossi. E il caso Pisapia? Lui ha sbagliato, perché il direttivo dem a San Pier ha portato avanti tutto secondo le regole, in trasparenza. Pisapia ha fatto solo una cavolata a sostenere un altro candidato, non scelto dal circolo. Cosa risponde a chi le dice di aver anteposto percorsi personali al Pd? Io non sto facendo una battaglia di potere. È l' ultima cosa che mi passa per la mente. Mi fa ridere che qualcuno, col vecchio metodo stalinista, getti fango sugli altri. Non ho fini ultimi. Sono un vecchietto che vorrebbe solo tornare al suo lavoro all' Enel. Non sarà tentato dalle elezioni regionali? No, credo che dovrò sottoscriverlo dal notaio. Non c' è un disegno. Questi ragazzi devono imparare che se qualcuno li critica non lo fa per interesse, bensì perché hanno sbagliato. La bacchettata nasce dal voler mantenere lo spirito democratico che contrassegna questo partito. Spirito cui ho dedicato tutta la mia vita. ©RIPRODUZIONE RISERVATA. TIZIANA CARPINELLI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 9 19 maggio 2016 Pagina 34 Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia LO SCONTRO INTERNO Il ronchese Pisapia rischia di diventare il capro espiatorio I ribelli di Grado, deferiti davanti ai probiviri del partito, hanno l'«ombrello» di Gherghetta. Una protezione "solare" del presidente della Provincia e, si dice, anche dell' assessore regionale Sara Vita. E poi hanno una carta da giocare: il voto del 5 giugno. Appoggiano con una propria candidatura l' aspirante primo cittadino Claudio Kovatsch non quello ufficiale dei dem Luciano Cicogna, con tanto di simbolo ma poco importa. Qualcuno sarà eletto e, poi, il partito dovrà fare i conti. Meglio averli "amici" o "nemici". Ecco che dopo la scelta del candidato sampierino Pier Ugo Candido di abbandonare il Pd, non rinnovando la tessera, che ha sposato la causa dell' antagonista dei dem Riccardo Zandomeni a questo punto l' unico "scoperto" resta il capogruppo ronchese Francesco Pisapia. I vertici provinciali gli danno addosso per la comparsata pro Zandomeni, da parte di Gherghetta arriva la secca bocciatura e gli stessi esponenti di Ronchi dei Legionari lo difendono a metà. Solo il sindaco Roberto Fontanot si schiera con lui, ma rischia di diventare contraproducente. Pisapia capro espiatorio di un partito e dei suoi problemi? (p.c.) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 10 19 maggio 2016 Pagina 34 Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia Quell' accusa di Rossi: «Figura istituzionale che sobilla candidati» «Credo che Enrico Gherghetta, risorsa importante per il partito, sbagli ad anteporre un percorso personale a quello che è il comune sentire di mille militanti democratici», osservava ieri il segretario provinciale del Pd Marco Rossi. «Le ambizioni a candidare sono umane diceva , tuttavia che siano sobillate da una figura istituzionale non va bene. Anzi, proprio per il ruolo rivestito da Gherghetta prassi vuole vi sia un sereno distacco dalle scelte di avanzare una persona piuttosto che un' altra nella competizione per il municipio. Prerogativa che peraltro spetta sempre al circolo locale, il quale agisce in autonomia». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 11 19 maggio 2016 Pagina 35 Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia Il "collegio" accoglie 30 minori stranieri In via Timavo 1300 metri quadrati con 18 stanze e tutti i confort. Gestione Cooperativa Duemila e canone annuo di 40mila euro di Tiziana Carpinelli Non sarà un ostello e neppure vuole essere un dormitorio. Ma se proprio dobbiamo fare un paragone, per l' assessore Cristiana Morsolin, allora senza dubbio il concetto di collegio calza a pennello. Anzi, prendendo in prestito le parole di Sergio Serra, responsabile della cooperativa muggesana Duemilauno agenzia sociale, è «praticamente un albergo a 4 stelle». Ciascuna delle 18 stanze del nuovo Centro di accoglienza di minori stranieri sorto in via Timavo sia una singola sia una doppia o tripla ha infatti un bagno dedicato. Mentre al pian terreno, che ha una superficie di ben 540 metri quadrati, ci sono spazi molto ampi per mensa, cucine, laboratori, spogliatoi, reception e altri spazi comuni dedicati. Perfino un auditorium da sessanta posti completa il "pacchetto": sarà prestato alla collettività, e in particolare al mondo dell' associazionismo, per conferenze oppure perché no? cineforum e altre attività. L' immobile ristrutturato nel 2011 con sostanziosi fondi pubblici nel suo complesso risponde a ogni criterio di sicurezza, compreso il profilo delle barriere architettoniche. Di qui il prezzo di locazione: 40mila euro annui per 1.300 metri quadrati compressivi. Insomma, sulla carta una struttura che vuole porsi come modello per altre città. La collocazione è ritenuta da Duemilauno agenzia sociale ideale, perché lontana da abitazioni, ma relativamente vicina a trasporti, uffici e centro urbano. «Dalla Gisella ci vogliono dieci minuti a piedi per raggiungere la piazza», sottolinea Serra. Via Timavo è pronta ad accogliere un numero non superiore a 30 minori stranieri, più precisamente 25. L' allestimento, come conferma Serra per la cooperativa che gestirà il centro, sono ormai completati. Si attende il via libera dell' Azienda sanitaria e il successivo ok dell' amministrazione comunale, che del progetto finora non ha mai parlato, ma ne è al corrente da fine 2015. Potrebbero volerci un paio di settimane ancora, dopodiché la struttura aprirà ufficialmente i battenti. L' assessore Morsolin sottolinea la situazione di emergenza relativa alla collocazione, tutela e accudimento di minori migranti non accompagnati che vengono intercettati sul territorio: «Il Comune ha l' obbligo per legge di prendersene carico, collocandoli in una struttura per minorenni: su questo non c' è discrezionalità. Da gennaio a oggi sono sei i ragazzini che l' ente locale ha dovuto gestire: non si tratta di numeri importanti». Gran parte dei fondi utilizzati per coprire queste spese, rileva ancora l' assessore alle Politiche sociali, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 12 19 maggio 2016 Pagina 35 < Segue Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia sono «coperte ampiamente dalla Regione e per piccola parte anche da trasferimenti statali». «Non è facile amministrare una città in cui il 20% della popolazione è migrante conclude , ma Monfalcone fa la sua parte, sempre. Questo nuovo centro rappresenta un progetto positivo, che si apre alla città, senz' altro più complesso rispetto al mero albergaggio. Soprattutto persegue veramente l' obiettivo dell' integrazione». ©RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 13 19 maggio 2016 Pagina 37 Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia dopo ronchi dei legionari Ritirati solo i "sacchi doc" San Pier invasa dai rifiuti di Laura Blasich wSAN PIER D' ISONZO Dopo Ronchi dei Legionari, anche San Pier d' Isonzo ieri mattina ha scoperto che non utilizzare i sacchetti per la differenziata a marchio Isa significa non vedere raccolti i rifiuti, seppure separati e conferiti correttamente. Un giro di vite quello sull' utilizzo dei sacchi "approvati" che ha sollevato non poche proteste in paese. «Anche se in pratica quasi tutte le abitazioni sono dotate di giardino o spazi esterni spiega un' abitante , il secco residuo non è stato ritirato e quindi dovremo tenercelo un' altra settimana in casa. E per cosa? I sacchetti che io e altri abbiamo utilizzato sono gialli e trasparenti. L' unica pecca è che non sono quelli di Isa. Io lo ritengo un sopruso e un' ingiustizia con quello che paghiamo il servizio, poi». Consegnate le dotazioni "regolamentari", Isontina Ambiente ha dato mandato agli operatori di non raccogliere quanto non conferito con i sacchetti ufficiali, anche se la differenziata è stata effettuata senza sgarrare. Della linea assunta da Isa la residente ha avuto conferma ieri dalla società stessa, cui si è rivolta subito per avere dei chiarimenti ed esprimere il proprio disappunto. «Per quel che riguarda il secco residuo quello che ci è stato dato sono comunque due rotolini di sacchetti gialli sottolinea inoltre la residente di plastica sottile e decisamente piccoli. Per chi si trova a dover gestire una mole di indifferenziato sopra alla media, perché magari ha pannoloni o pannolini da smaltire, che, francamente, nessuno getta nel contenitore giallo senza metterli prima in un sacchetto, poi si tratterà di andarseli a comprare nei punti vendita convenzionati». Inutile impuntarsi per una spesa che è tutto sommato irrisoria? A conti fatti, quelli del costo complessivo pagato ogni anno per il servizio, per molti residenti la questione si pone. «Negli anni abbiamo perso servizi, visto che la plastica e la carta vengono raccolte ogni due settimane e non più una volta alla settimana, come all' avvio del sistema porta a porta afferma un' altra abitante di San Pier , ma i costi della tariffa non sono calati, anzi». Per questo la mancata raccolta ha suscitato un notevole malumore a San Pier, dove quasi un' abitazione su tre è rimasta con i sacchi sul marciapiede con sopra appiccicato l' avviso sulla causa per quale i rifiuti non sono stati ritirati dagli operatori. Anche sul proprio sito, Isa comunque ha indicato tra le tre regole fondamentali del porta a porta quella di "usare solo i sacchetti previsti dal sistema di raccolta". Non basta, quindi, tenere presente che "ogni rifiuto ha un proprio sacchetto che viene raccolto solo se e quando contiene solo i Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 14 19 maggio 2016 Pagina 37 < Segue Il Piccolo (ed. Gorizia) Gorizia materiali a cui è predestinato" e che, ancora, "ogni rifiuto viene raccolto solo nella giornata dedicata che trovate indicata sul calendario". ©RIPRODUZIONE RISERVATA. LAURA BLASICH Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 15 19 maggio 2016 Pagina 12 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Gorizia Il centrodestra si spacca sui dipendenti regionali Sul Comparto unico il capogruppo azzurro Riccardi "scarica" il sindaco Urbani «I problemi esistenti nel pubblico impiego vanno risolti, non strumentalizzati» di Mattia Pertoldi wUDINE Il "tiro al piccione" non va mai bene e non serve a risolvere i problemi nemmeno quelli evidenti del Comparto unico e del futuro dei dipendenti pubblici. Riccardo Riccardi, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, non ha gradito la "sparata" del sindaco di Gemona Paolo Urbani che ha attaccato ad alzo zero i dipendenti del Fvg impegnati nella trattativa per il rinnovo del contratto dando loro dei privilegiati considerato lo stipendio tabellare più alto dei loro colleghi delle Regioni ordinarie e del posto fisso. «Pensare di rinnovare il contratto dei dipendenti della pubblica amministrazione ha spiegato Riccardi considerando soltanto l' aspetto economico non affronta e non supera alcuna criticità. Nel nostro pubblico impiego esiste un problema complessivo che va risolto, non strumentalizzato. E gli errori evidenti presenti nell' attuazione del Comparto unico vanno presi in considerazione senza scaricare la colpa su chi è innocente: ci vuole fermezza, in altre parole, ma anche prudenza». Perché il problema, per Riccardi, è quello di affrontare un discorso complessivo, globale, senza lasciarsi trascinare, da una parte, da facili populismi e, dall' altra, da una difesa d' ufficio delle migliaia di dipendenti del Comparto unico regionale. «Dobbiamo avere il coraggio di affrontare una sfida ha continuato che riduca le distanze tra le regole del privato e quelle del pubblico dove la retribuzione rapprsenta soltanto una parte di una vicenda molto più ampia. La sfida è quella di riuscire far comprendere a tutti, dipendenti e sindacati del pubblico impiego compresi, che ci saranno migliori condizioni soltanto per chi è pronto a raccogliere la sfida di una pubblica amministrazione efficiente in grado di rispondere alle domande dei cittadini e delle imprese. Per quelli che non hanno voglia, invece, dobbiamo essere chiari e spiegare come anche nella pubblica amministrazione per loro non ci sarà più posto». Il capogruppo azzurro entra anche nel dettaglio delle sue proposte. «Interveniamo sul sistema delle premialità ha concluso eliminando gli incentivi a pioggia e concentrando i benefit, invece, sul raggiungimento di determinati e specifici obiettivi. Quanto al posto sicuro, poi, dobbiamo avere il coraggio di dire che il fatto di aver superato un concorso pubblico non si puà automaticamente tradurre nell' essere al sicuro per tutta la vita, ma che se una persona non compie il proprio dovere e non mi Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 16 19 maggio 2016 Pagina 12 < Segue Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Gorizia riferisco semplicemente a timbrare il cartellino è giusto mandarla a casa. Un discorso complesso che non può essere ridotto, come ha fatto Urbani, al solo elemento retributivo. Perché se non attiviamo una riflessione globale sul rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini non soltanto non supereremo le criticità esistenti, ma continueremo a scavare un solco tra popolo e "macchina burocratica" ancora più pesante di quello che abbiamo visto in questi anni nascere tra Paese e politica». ©RIPRODUZIONE RISERVATA. MATTIA PERTOLDI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 17 19 maggio 2016 Primorski dnevnik Gorizia Krvodajalski praznik v vidiku ustanovitve nove posoke zveze V Triu bodo v nedeljo, 22. maja, praznovali 60. dan krvodajalca iz trikega mestnega okroja. V obinskem gledaliu bodo med sveanostjo, ki se bo zaela ob 10. uri, izroili priznanje najzaslunejim krvodajalcem. Izvedbo prireditve je finanno podprla trika obinska uprava, tako da sta jo veraj predstavila obinska odbornica Cristiana Morsolin in predsednik krvodajalske zveze za triko mestno okroje Franco Devid?. Nedeljskega praznika se bodo udeleila tudi krvodajalska drutva iz Slovenije in Hrvake, s katerimi gojijo dolgoletne stike; sveanost bo prilonost za razmislek o opravljenem delu in za poziv mladim, naj se vkljuijo v krvodajalske vrste. V zadnjih letih je tevilo krvodajalcev na Trikem naraslo, vendar je tevilo darovanj upadlo za 9,2 odstotka. Upadu nameravajo kljubovati tudi z zdruitvijo gorike in trike krvodajalske zveze; februarja sta triki predsednik Franco Devid? in goriki predsednik Feliciano Medeot podpisala protokol o vzpostavitvi sodelovanja in zdruitve obeh zvez v eno. Z ustanovitvijo nove posoke krvodajalske zveze raunajo na okrepitev delovanja, saj bodo z zdruitvijo moi uinkoviteji. Med lanskim letom so v triki bolninici nateli 2008 darovanj, medtem ko jih je bilo v Gorici 3917. Na pokrajinski ravni je lani tevilo darovanj v primerjavi z letom prej naraslo za 8,62 odstotka. Na deelni ravni predstavljajo darovanja iz gorike pokrajine 8,62 odstotka vseh darovanj. Na podlagi novega protokola o sodelovanju so ustanovili ve delovnih skupin; ena je namenjena izkljuno mladim, saj je eden izmed glavnih cilj pomladitev krvodajalskih vrst. Do 31. maja bodo izdelali osnutek statuta nove posoke krvodajalske zveze; do 30. junija bodo sklicali skupino delegatov, ki bodo vzeli v pretres osnutek statuta; zatem ga bodo potrdili na ustanovnem obnem zboru nove posoke krvodajalske zveze, ki ga bodo predvidoma izpeljali pred koncem letonjega leta. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 18