Numero 19 - Maggio
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Numero 19 - Maggio
A N NO IX - NUMERO 19 - MAGGIO 2006 LABORATORIO DI SATIRA Aut.Trib.MN n.5/97 del 23/05/1997 - Direttore Responsabile Antonio Galuzzi DOPO LE PORCHERIE DI TANGENTOPOLI, LA GIUSTIZIA FA PULIZIA NEGLI SPOGLIATOI. DOCCIA FREDDA NEGLI STADI 1992, MANI PULITE - 2006, PIEDI PULITI PRODI: UN BIDÉ ENTRO FINE MANDATO Stizzita la replica di Berlusconi: « Con me l’Italia non sarebbe mai uscita dal bagno» - Casini aggiunge: «E io c’entro!» - Mastella: «Il sapone è mio» Guido Rossi, neo-commissario della Figc, getta acqua sul fuoco: «A parte le fidejussioni fasulle, i passaporti falsi, la corruzione degli arbitri, il doping farmacologico e amministrativo, le bancarotte fraudolente, il falso in bilancio, le evasioni fiscali, i fondi neri, la concorrenza sleale, le concentrazioni di potere, i conflitti d’interesse, il nepotismo clientelare, la moviola taroccata, i sorteggi pilotati, i contratti gonfiati, l’abuso di posizione dominante, il ricatto dei diritti televisivi, le prostitute per i calciatori, lo spaccio di cocaina, i sequestri di persona e le associazioni a delinquere, direi che la situazione è abbastanza rosea» - Adriano Galliani: «Giuro che non ne sapevo niente! Scusate, ora vado a pettinarmi» «N L’ B G on si è ancora placata l’eco degli scandali politici della Prima Repubblica, che nell’aureo mondo fino a ieri incontaminato del calcio si è abbattuto l’impetuoso e impietoso uragano delle intercettazioni. Da anni, come Cassandra inascoltata, avevo denunciato all’opinione pubblica l’insinuarsi dei poteri forti nelle pieghe di un sistema da troppi ritenuto immune da compromessi. E ora i fatti mi hanno dato ragione». Sono le ultime accorate parole di Aldo Biscardi rilasciate ai medici mentre veniva condotto in un centro di rieducazione lessicale per una tac di controllo. Sull’orologio regalatogli da Moggi nessun commento: non vuole che se ne faccia un processo. Clamoroso scoop del Notturno di Mantova Adriano Galliani alla notizia che Silvio Berlusconi ritornerà a fare il presidente del Milan Calciopoli: lo scandalo si allarga ex arbitro Baldas conferma ai giudici l’incauto omaggio dell’ex direttore generale della Juventus all’ex conduttore: «Era un orologio con i numeri, perché Aldo non sa leggere le ore con le lancette». orrelli ha commentato la nomina a responsabile dell’ufficio indagini ricordando come sia breve il passo dalla procura ai procuratori: «Durante Tangentopoli ero in trincea, vorrà dire che da oggi mi metto in barriera». ino Corioni, presidente del Brescia, ha affermato: «La Lega Calcio non è stata toccata da questo scandalo e nemmeno Galliani si tocca!», rivelando inconsciamente un aspetto sconosciuto dell’intimità del presidente della Lega. Immediata la replica di Eva Henger, interista da sempre: «Galliani si tocca, eccome! Se non lo fa lui di sua spontanea volontà, sarà compito della commissione giudicante porre mano a una posizione che si fa di ora in ora sempre più esplosiva». Intanto, Berlusconi segue la vicenda con imbarazzo. Nel gorgo delle intercettazioni anche Blatter e Beckenbauer “Il Notturno di Mantova” è venuto in possesso di compromettenti intercettazioni. Lo scandalo si allarga a macchia d’olio e coinvolge anche i vertici del calcio continentale. Nella conversazione riportata di seguito il presidente della Fifa, Joseph Blatter, rimprovera il responsabile dell’organizzazione dei Mondiali, Franz Beckenbauer, di non aver preso posizione in merito alle manovre, ritenute deontologicamente inopportune, da parte del presidente onorario della Fiorentina, Diego Della Valle. NDR. Gli inquirenti hanno coperto da omissis la parte finale dell’intercettazione in quanto la conversazione s’è fatta volgare. «Massimo Moratti Santo Subito!»: è questo che chiedono a gran voce gli italiani onesti innamorati del giuoco del calcio, fedeli alle regole non scritte dell’etica sportiva, e che credono nella resurrezione. Dell’Inter La redazione www.ilnotturno.net [email protected] Antonio Galuzzi Corrado Andreani Enrico Alberini Nicola Martinelli Roberta Vesentini DALL’ITALIA e DAGLI ESTERI Milano - Antonio Voceri Gianni Morinovic Fabrizio Pescara Roma - Sebastiano Onano Kracow - Riccardo Campa HANNO COLLABORATO Alberto Patrucco Ilaria Jahier Gianni Pugnaghi Teo Guadalupi Stampato in 2.000 copie da Fda Eurostampa di Borgosatollo (Brescia). Distribuito in omaggio Ettore Dyr Blatter – “Aho… ‘ndo stai?” Beckenbauer – “Sto all’Octobber Feste… Me sto a pija na pinta…” Blat. – “Na pinta?” Beck. – “Hemm… Bhe… Proprio ‘na pinta… Disciamo ‘n caraffone… Scinque litri… N’aperitivetto…” Blat. – “Aho… Vacce piano… Tracanni come ‘n BMW scarburato…” Beck. – “Nun te preoccupà… C’accompagno un par de sarsicciotti… Pe’ nun fa’ ascidità… Assorbeno…” Blat. – “Me raccomanno… Che l’ultima vorta me sei annato ‘n sciorta… Pareva che pisciavi dar buscio der culo!” Beck. – “Lascia fa’…” Blat. – “Te chiamavo pe’ ssapè… Così… Se sapevi doo scarpolino de Firenze… Coso… Er pacioccone…” Beck. – “Della Valle?” Blat. – “Della Valle!” Beck. – “Perché? Che c’ha? Ho pijato un par de scarpe de ‘sto stronzo, me so vvenuti du calli e ‘na vescica che spurga daa mmerda gialla.” Blat. – “Senti… Nun me ne fotte ‘n cazzo dee tu vesciche…” Beck. – “Che vvoi sapè?” Blat. – “Volevo sapè se sapevi che ‘sta a ffa’… ‘Sto Della Valle… Che sta a ffa’… Je scureggia er cervello.” Beck. – omissis Blat. – omissis Beck. – omissis Blat. – omissis 2 BUONUMORE >jala[Y >af]eYlg_jY^a[Y \a Ia[c HYjlaf]dda NINI… GRASSIA E LA SCENEGGIATA il fondo del barile di Teo Guadalupi ERA LA PRIMAVERA DEL 2003... Primavera 2003, mattina credo. Suona il cellulare, o meglio vibra, non metto quasi mai la suoneria. – Ciao sono Luca. – Luca? – Luca! È da un po’ che non ci sentiamo! – 13 anni! – Scrivi ancora cose che fan ridere? – Dipende dai punti di vista! – Lo segui il calcio? – Purtroppo sì! – Ho un lavoro da proporti. Un gioco. Un gioco sul calcio, in cui vince chi è più furbo degli altri.... Pane per i miei denti. Insieme creiamo “Quel gioco del ca…lcio”, della Giochi Preziosi. Corrompere arbitri, dopare calciatori, buttare badilate di letame sulle reputazioni altrui, allo scopo di vincere lo scudetto... Scriviamo cartelle che recitano: “La partita che hai appena giocato potrebbe essere stranamente persa a tavolino, in quanto all’arbitro si è rotto l’orologio e lui con uno d’oro regalato vede meglio l’ora…” oppure “fai trovare un’avvenente ragazza in camera ad un arbitro prima della prossima partita e scopri che questi è omosessuale. Ti fischia due rigori contro” e ancora “Un avversario colpisce da dietro il tuo miglior giocatore, ma al processo del lunedì, la moviola decreta che è stato il tuo giocatore a comportarsi scorrettamente girandosi proprio al momento dell’impatto” e via “La Juventus opziona alcuni tuoi giocatori che quando giocano contro di lei sbagliano dei gol clamorosi e finisci senza segnare”, “Biscardi al processo mostra una tua inquadratura mentre guardi l’orologio, ma interpretandola come se stessi facendo il gesto dell’ombrello”. Insomma un bel lavoro, che ci ha portato via un paio di mesi, dandoci dentro di fantasia…. Fantasia... Nel lontano 2003… Adesso sto aspettando una chiamata dagli inquirenti come persona informata dei fatti! CARTELLI INFORMATIVI IN CHIESA - Ricordate nella preghiera tutti quanti sono stanchi e sfiduciati della nostra parrocchia. - Per tutti quanti tra voi che hanno figli e non lo sanno, abbiamo un’area attrezzata per i bambini! - Giovedì alle 5 del pomeriggio ci sarà un raduno del Gruppo Mamme. Tutte coloro che vogliono entrare a far parte delle Mamme sono pregate di rivolgersi al parroco nel suo ufficio. - Il gruppo dei volontari ha deposto tutti gli indumenti. Ora li potrete vedere nel salone parrocchiale. - Martedì sera, cena a base di fagioli nel salone parrocchiale. Seguirà concerto. - Il gruppo di recupero della fiducia in se stessi si riunisce Giovedì sera alle 7. Per cortesia usate la porta sul retro. - Venerdì sera alle 7 i bambini dell’oratorio presenteranno l’“Amleto” di Shakespeare nel salone della chiesa. La comunità è invitata a prendere parte a questa tragedia. - Un nuovo impianto di altoparlanti è stato installato in chiesa. È stato donato da uno dei nostri fedeli, in memoria di sua moglie. - Care signore, non dimenticate la vendita di beneficenza! È un buon modo per liberarvi di quelle cose inutili che vi ingombrano la casa. Portate i vostri mariti. - Tema della catechesi di oggi: “Gesù cammina sulle acque”. Catechesi di domani: “In cerca di Gesù”. - Barbara C. è ancora in ospedale, e ha bisogno di donatori di sangue per trasfusioni. Ha anche problemi di insonnia, e richiede le registrazioni delle catechesi del parroco. - Il coro degli ultrasessantenni verrà sciolto per tutta l’estate, con ringraziamenti di tutta la parrocchia. - Il torneo di basket delle parrocchie prosegue con la partita di Mercoledì sera: venite a fare il tifo per noi mentre cercheremo di sconfiggere il Cristo Re! - Il costo per la partecipazione al Convegno su “preghiera e digiuno” è comprensivo dei pasti. - Il concerto parrocchiale è stato un grande successo. Un ringraziamento speciale alla figlia del diacono, che si è data da fare per tutta la sera al pianoforte, che come al solito è caduto sulle sue spalle. - Per favore mettete le vostre offerte nella busta, assieme ai defunti che volete far ricordare. - Ringraziamo quanti hanno pulito il giardino della chiesa e il parroco. ODE AL GOVERNO PRODI di Roberta Vesentini Non ancor ti sei insediato che le esequie han decretato cidiellini e baciapile che ora schiattano di bile ma, toccandoci i coglioni, confidiamo in tempi buoni e gridiam la frase osé “Prodi faccelo vedé!” Certo siam tutti coscienti (mica siamo deficienti) che vittoria è risicata ma pur sempre consacrata dalla vecchia Cassazione figlia di Costituzione. “Lui” vorrebbe ricontare. “Ma ricontati ’sto cactus!” è pur giusto replicare. E poi conta le tue ville, dove compi meraviglie, è un consiglio che, beati, ti dan pure gli alleati. Sol così, a meditare su di un piano liberale, sol così, tra i d’India fichi , scaccerai ’sti bolscevichi. Si, perché, governo Prodi, ecceduto hai tu nei modi! Conoscendo già i timori di metà degli elettori, okkupato hai posti in vista da marmaglia comunista, che ora intende cancellare 5 anni di ben-fare: via quel ponte, via la guerra, marjuana sparsa in terra, froci e adulteri coatti riparati dentro ai Patti, via la scuola dal prelato, via di colpo il precariato, via il condono e il monopolio (gli immigrati avranno il foglio)! Che futuro si prospetta? Per metà è una disdetta. E però l’altra metà la speranza già ce l’ha: – che l’Unione resti unita – sani i senatori a vita. Donne, poche da paura, dian segnali di rottura che gli eletti, finalmente, riconoscano alla gente il potere di una voce troppo spesso messa in croce e sovente inascoltata da una classe già “arrivata”. Non parliamo, e ciò sia chiaro, solamente di denaro, ma di idee e di valori radicati dentro ai cuori. Ma ora stop con la melassa e suoniamo la grancassa. E’ banale. In tutti i modi… noi gridiamo “Su, miei Prodi!!!!” Ninì Grassia: al Nord pochi conoscono questo nome, ma nel Sud è stato uno dei più importanti autori del cinema musicarello meridionale, praticamente vere e proprio sceneggiate. E’ riuscito a far recitare (e qui Mastroianni avrà un capottamento) praticamente tutti: Nino D’Angelo, Mario Merola, Gigi D’Alessio, Antonio Zequila (!!!), Lino Patruno, e tanti altri. La sua filmografia è decisamente corposa; qui segnaleremo i suoi capolavori musicali. Vorrei citarne anche uno non musicale perché il titolo è un’autentica perla: “Via Lattea... la prima a destra” (l’ho anche intravisto in una tv locale qualche anno fa, ma vi risparmio la trama). ANNARE’ (1998) con Gigi D’Alessio Gigi torna da una trionfale tournée americana e cerca Annarè, la ragazza che ama, ma lei sta per sposarsi… parte un flashback e lo vediamo mentre canta nei locali di una ricca popputa sventolona. Gigi fa il carino con lei che per riconoscenza aiuta suo padre, Fabio Testi, gravemente ammalato. Ma un giorno Gigi incontra Annarè e si innamora. Scena culto: le due donne scoprono, grazie al cellulare dimenticato, che Gigi si barcamena tra le due. Viene cacciato e non gli rimane che partire per l’America… Praticamente una sceneggiata. Al Sud ha incassato parecchio. CELEBRITA’ (1981) con Nino D’Angelo Il primo e più famoso film di Nino D’Angelo. E’ la storia di Pasqualino, figlio di povera ed onesta famiglia napoletana, con genitori oberati da numerosa prole, ammalati e stremati dal lavoro, innamorato di Lucia, ragazzina della sua età, ingenuo e candido, pronto per cadere nella rete di scaltri lestofanti e nel giro di cattive compagnie. Il piccolo meccanico si disaffeziona del suo modesto mestiere e, spinto dai genitori più che dalla sua ambizione, tenta la carriera di cantante: la voce ce l’ha ma ahimè i furbi lo sfruttano. Va a finire anche in carcere per scippo: doveva pure saldare i debiti! Se la caverà con poco ma la madre ne fa una malattia. Con l’appoggio d’un boss sfonda nel mondo dello spettacolo. La morte della madre, durante la sua esibizione televisiva del canto “Celebrità”, gli riapre gli occhi su tante cose: ad esempio sulla società che lo circonda ivi compresa una certa Elena, ricca signorina vanesia di cui s’era invaghito e che costituiva il rovescio della medaglia della semplice Lucia. N.B. Me l’hanno regalato in dvd. Chi lo volesse assolutamente vedere scriva alla redazione, ma sono quasi certo che non riceverò molte richieste. CIENT’ANNE (1999) con Mario Merola e Gigi D’Alessio Storico incontro tra il re della sceneggiata e il nuovo reuccio del neomelodico napoletano. Il cantante Gigi, adottato da Mario Merola, scopre che il vero padre è in realtà il suo datore di lavoro, che è anche padre del suo acerrimo rivale in amore. Decisamente significativa questa recensione: “Ritmi da soap-opera e musica arabeggiante, scambi tra finzione e realtà in alberghi da incubo lasvegasiano. Un grandioso finale in cui a Merola gli prende un colpo ma canta sulla barella, un po’ in playback un pò no. Non c’è niente da ridere”. Avvertenze per i più impressionabili: nel cast c’è anche Giorgio Mastrota!!! LO STUDENTE(1983) con Nino D’Angelo, Jenny Tamburi Quando il barone Mario di Villalta torna nella sua bella Napoli dopo vent’anni di soggiorno in Venezuela, trova la città ben diversa da come lui l’aveva conosciuta. Ora ci sono imperanti la mafia e la camorra. Assume come segretario un giovane povero studente all’ultimo anno di scuola media superiore, Nino, non dando ascolto al commissario Marsala che lo accusa d’essere un confidente del boss locale. Questi infatti lo incaricherà di introdurlo in casa del barone per un furto: Nino viene scoperto ed arrestato. Sua madre, Rosaria, domestica in casa della ricca Claudia, giovane spasimante per Nino che ella crede essere “baroncino” dal momento che il bugiardone così le si qualifica, viene a conoscenza che il barone è in realtà colui che vent’anni prima l’aveva sedotta e poi abbandonata: padre quindi di Nino, che ancora non lo sa! Fatto scarcerare il figlio per ritirata denuncia, il barone gli intesta tutti i suoi beni e si riconcilia con Rosaria alla quale chiede perdono. Durante un festa giovanile, i sicari del boss, convinto che Nino abbia parlato alla polizia accusandolo di sollecitazione al furto, si presentano con l’intenzione di eliminare il “traditore”: il barone però gli fa da scudo mentre gli sparano e cade mormorando prima di spirare: “Chiamami papà!”. Trama da urlo, pessime le critiche: “Manca la regia, manca il ritmo, manca il montaggio, manca la minima partecipazione degli interpreti ai sentimenti dei relativi personaggi: insomma non c’è il film. L’inconsistenza delle situazioni è insopportabile, e l’ingenuità è davvero grossolana.” (sembra la recensione del “Codice Da Vinci” che ho letto su un quotidiano…) Nel cast figurano anche due coppie di cabarettisti napoletani spariti giustamente nel nulla: I Fatebenefratelli e i Sergenti a Sonagli. P.S. Vorrei aggiornare chi legge sempre questa rubrica (non credo molti) che sono riuscito, dopo indicibili peripezie, a trovare “Branchie”, unico film interpretato da Gianluca Grignani di cui ho parlato qualche numero fa. E’ decisamente molto peggio di quanto pensassi… Se qualcuno lo vuole vedere scriva sempre alla redazione, anche se probabilmente non glielo darei per pietà. Evviva Sharon Stone! T ra i tanti casi pre-estivi che spopolano sui giornali, tra diete a prova di bikini, oroscopi di coppia per single da spiaggia, tra flirts, corna e nuovi amori sotto l’ombrellone… tra di tutto e di più… è planata a volo d’angelo sulle copertine di alcune migliaia di riviste di cultura, scienza ed economia, che popolano le edicole, nuovo templi della cultura fast&furios, la mitica ed inossidabile Sharon. Una donna, miracolo della natura e icona della scienza bionica. Nel mio primo declino post trenta, cominciando a guardarmi nello specchio del tempo, scorgo rughe che non avevo, kili presi, persi, presi che non volevo, capelli bianchi che spuntano come monito di una saggezza che non ho raggiunto, denti del giudizio che avrei voluto non perdere, una lucidità d’intenti e di proposito che si arrende alla stanchezza del vivere quotidiano… e così via fino ai prossimi quaranta che talvolta più che sembrare la metà della mia vita, mi sembrano la fine. In questa depressione di dimensione cosmica… dall’iperspazio arriva lei! Sharon. Cinquanta, nuda senza vergogna, con quel giusto numero di rughe che non danno credito ai maligni gossip sui bisturi, bel- Del resto, anche le mie marchette hanno un prezzo, non soltanto quelle delle professioniste da lei evocate. Nel merito delle questioni che mi pone, devo rassicurarla che con l’esempio, la vicinanza, l’affetto, la bontà d’animo e il carattere tollerante di un padre così, suo figlio non corre certo il rischio di essere traviato da spacciatori, prostitute, comunisti e persone diversamente etniche. Caro Galonio, le scrivo perché sono stufo di veder gironzolare per il mio paese nient’altro che sporchi negri, luridi comunisti, maleodoranti musi gialli, schifosi drogati e battone troppo costose. Come faccio ad educare mio figlio in questa società? Indignato ‘63 Gentile Indignato, se con “caro Galonio” si riferisce maliziosamente al costo della mia risposta, le riconosco una raffinatezza di pensiero che nel resto della missiva non traspare. - fino ai cinquanta si può riuscire a rimanere fighe e a quanto pare senza stressarsi troppo per stare in forma… ma mi chiedo allora perché le era venuto un coccolone? - fino ai cinquanta si può stare nude davanti al mondo e mostrare tutto quello che accavallando le gambe si era solo fatto intravedere a trenta… vent’anni di attesa, non sono pochi e comunque anche questa volta non s’è vista ancora bene; - fino ai cinquanta non si deve fare il lifting… basta volersi bene e mangiare tanta frutta e verdura… ma allora perché io ho una amica vegetariana che ha tre anni meno di me e, citando Billy Crystal, “ha la faccia che sembra un mocassino” o citando Cesco S. “ha la pelle di velluto, peccato sia a coste”? - fino ai cinquanta puoi essere bellissima e prenderci coi ventenni… peccato che poi non ci si prenda coi cinquantenni che ovviamente si fanno le ventenni… L’essere bionda ed intelligente, prima della venuta al mondo di Sharon era un controsenso. Da mora ho sempre sostenuto la mia categoria, ma dopo il film “La rivincita delle bionde” e dopo aver la morte. L’analisi attenta del nuovo fe- visto il QI di Sharon, mi sono donomeno di faustiana memoria ci vuta ricredere: evidentemente c’è una certa darwiniana evoluzione pone però alcuni dubbi: della specie. Ergo, le bionde sono in via d’estinzione e quindi diventano tutte più intelligenti per la sopravvivenza oppure sono tutte tinte (NdA il biondo nasconde meglio i capelli bianchi!, E chissà che un giorno non tocchi anche a me! ) Rimane da analizzare la triade sharoniana del “Single” + “Sorridente” +“Vincente”. Sarà un caso ma secondo me le tre caratteristiche sono sempre andate di pari passo: s’è mai vista una gran gnocca single, corteggiata da tutti, miliardaria che non sia sorridente? Siamo tutte molto sollevate dal fatto che Sharon abbia ritrovato anche la “Salute”, che come dicono le nostre nonne è la cosa più importante… ma soprattutto siamo contente, grazie a Sharon di essere tutte tornate “in auge” ovvero, come si dice in gergo maschile, sul mercato. Per l’effetto di trascinamento è successo un po’ come succede ai mercatini dell’antiquariato… più banchi ci sono più si vende e la concorrenza invoglia invece di sfavorire. Se Sharon è passatella… a sessanta c’è ancora speranza, a cinquanta si è in media, a quaranta si spopola, a trenta è reato penale! Ilaria Jahier Egregio Mago Galonio, le trasmetto in calce ed integralmente la lettera che il dottor Alberto Testa, sociologo alla Brunel University di Londra, shodan di shotokan Fesik e Wkc, rappresentante della Okinawa karatedo shorin ryu karate kobuto Federation All ryukius full contact karatedo Association di Okinawa a Londra, ha consegnato a Balzarro sensei, perché la pubblicasse sulla rivista “Banzai, Samurai e Pugilato”. Sulla rivista suddetta la lettera non ha avuto ancora risposta, le sarei grato perciò, se potesse farlo lei, dall’alto della sua infinita sapienza. (allievo di Mastumura Sokon e amico di Asato) e poi (seguendo le tradizioni di Okinawa si studiare più maestri), con uno dei discepoli diretti di Chosin Chibana (diretto allievo di Itosu, uno degli altri maestri di Fukanoshi). La sua organizzazione si chiama Okinawa karatedo shorinryu karate kobudo Federation, All ryukyus full contact karatedo Association e ha l’hombu dojo a Okinawa. Lo scorso settembre, ho aiutato Kyoshi ad organizzare un seminario a Londra, che ha avuto un grande successo e che ripetermo alla mia Univeristà nel 2004, dopo il mio viaggio training a Okinawa in settembre. Volevo chiedere se si potessero organizzare dei seminari di Kyoshi in Italia. (cfr. www.rik.ne.jp/karate/english/ dojyo.htm e www.rik.ne.jp/karate/ibd. html)» ...ovvero “Cinquanta” è bello, ma “Trenta” lo era ancor di più! lissima, bionda, intelligente, single, sorridente e dulcis in fundo, vincitrice di battaglie personali comprese quelle estreme contro *** Caro Galonio, mi permetta di porre alla sua attenzione una piccola critica. A mio modesto parere il suo giornale si occupa troppo spesso di politica locale, dando poco spazio agli avvenimenti nazionali ed esteri. Non crede che l’esagerata attenzione a questioni di cortile non comprometta l’immagine della pur prestigiosa testata da lei rappresentata in veste di mago? Spero che questo piccolo appunto non le rechi fastidio. Inopportuno ‘56 Gentile Inopportuno, le critiche dei lettori sono sempre ben accette. Soltanto, costato con rammarico che con tutti gli incidenti stradali che funestano il nostro paese lei sia ancora in vita. *** Gentile Galonio, temo che una eventuale operazione militare in Iran, da parte degli Stati Uniti, porterà ad una nuova strage d’innocenti. Ho il fondato timore che 3 PRIMO PIANO le prime vittime saranno proprio i bambini. Lei cosa ne pensa? Preoccupata ‘68 Cara Preoccupata, la mia risposta è semplice: me ne fotto. *** Gentile mago, le scrivo per domandarle qual è la linea editoriale del giornale per il quale collabora, in merito ai tagli della Fiat nello stabilimento di Termini Imerese. Infingardo ‘70 Gentile Infingardo, le rispondo con una domanda. Come faccio ad avere una linea editoriale su qualcosa che non oltrepassa la soglia del mio interesse? E poi, come direbbe il suo collega Indignato ’63, lei è proprio sicuro di avere a cuore le sorti di quei terroni di merda? *** Eminente mago Galonio, ha destato in me un certo sconcerto l’idea del governo di tassare le produzioni pornografiche. Cosa ne pensa? Stupito ‘75 Fa bene a stupirsi, caro Stupito. E’ indegno di uno stato civile andare a colpire una categoria così svantaggiata, già costretta a piegare la schiena e ad abbassare la testa. Subire gli strali del fisco potrebbe inibire quello stato di fierezza di cui i lavoratori del settore necessitano per andare fino in fondo alle loro questioni. Credo, infine, che il pugno di ferro vada utilizzato soltanto nel fist fucking. «Il mio interesse accademico per gli aspetti storici e sociologici del karatedo mi ha spinto a ricercare la radice dello stile Fukanoshi sensei (che si ritrovano nel libro Karate jutsu, pubblicato da Kodansha e Kyohan) e a studiare il karate jutsu di Fukanoshi sensei – quello originale di Okinawa che ha le sue radici, come il bubishi spiega, nello shaolin loahn kung fu, white crane kung fu of the fukien region, dove era situato il tempio meridionale di Shaolin e dove molti maestri importanti andarono a studiare, tra cui Matsumura Sokon, maestro di Anko Asato (uno dei maestri di Fukanoshi – Fukanoshi tra l’altro studiò direttamente con bushi Matsumura). Quindi un karate full contact, con kata bunkai con nage waza e kansetsu waza e kyushu jutsu e rafforzato da una pratica quotidiana di Zhang Zhuan per incrementare il chi. Durante questo mio interessante cammino, ho incontrato Kyoshi Nohara delle prefettura di Okinawa. Kioshi ha imparato il karate dal padre diretto discepolo di Chotoku Kyan Mi scuso se la lettera che ho trascritto contiene qualche errore ortografico, purtroppo il correttore di Word cui l’ho sottoposta per la revisione è impazzito più volte. Ringraziandola per l’attenzione, la saluto e... complimenti per la sua meravigliosa rubrica. Dott. D. Vago Gentile dott. D. Vago, le confesso in tutta sincerità che francamente, se proprio devo essere obiettivo, che la sua lettera, pur contenendo spunti interessanti che meriterebbero un’approfondita riflessione che purtroppo lo spazio a disposizione in questa rubrica da lei tanto apprezzata non permette, non rientra nella normativa europea della casistica di pertinenza delle risposte dei maghi. 4 L’INTERVISTA Vedo Buio, manifesto del pessimismo comico. Come mai un titolo così nero? “Il libro si intitola Vedo Buio perché, in fondo, sono un inguaribile ottimista. Manifesto del pessimismo comico lo ha aggiunto il mio editor. Dei due, è lui il pessimista.” Manifesto del pessimismo comico, oltre ad essere un bel gioco di parole, è anche il filo rosso che lega i vari capitoli di questo libro? “Direi di si e lo scrivo nel finale: L’intelligenza dell’uomo non è sempre buona come non è sempre cattiva. L’uomo scrive sinfonie e fabbrica bombe, prepara pietanze sopraffine e inquina l’ambiente. Un libro può affrontare un solo argomento per volta. In questo caso mi cimento con il lato oscuro dell’umanità e della nostra società. Naturalmente ridendoci sopra. Vedo Buio è, prima di tutto, un libro umoristico!” Meglio essere pessimisti oppure ottimisti? “Pessimisti, per almeno due fondamentali ragioni: per rimanere di tanto in tanto piacevolmente sorpresi e per l’intima soddisfazione di indovinare quasi sempre.” Come definiresti, in breve, Vedo Buio? “Uscendo dalla classica definizione di satira politica e sociale… Direi che Vedo Buio è un noir comico dove alla fine sia la vittima sia l’assassino, siamo un po’ tutti noi. Se le cose non vanno per il verso giusto le responsabilità sono di tutti. Basti guardare come sono andate le ultime elezioni…” A chi si rivolge Vedo Buio? Alberto Patrucco ha un suo target? “Nel mio lavoro non ho mai la pretesa di cambiare le opinioni, non dispenso verità assolute. Certo, affronto degli argomenti, sviluppo dei temi e lo faccio da una mia angolazione. Dopo Il capitale di Marx, L’Italia che ho in mente di Berlusconi e i Dossier del Sismi Ecco perché Alberto Patrucco “vede buio” Breve chiacchierata con il comico brianzolo in occasione della presentazione mantovana della sua ultima fatica letteraria sull’uranio nigerino, pretendo di poter dire anch’io la mia. Certo, non sarà facile eguagliare in comicità questi precedenti… ma almeno ci provo.” Un libro per tutti… “Ripeto, in Vedo Buio faccio comicità su dei temi, sviluppo dei percorsi. Non è necessario essere in sintonia perfetta con il mio punto di vista per ridere. Non voglio fare proselitismi. Spero di ottenere un unico risultato: quello di stimolare il sorriso su degli argomenti che poi, necessariamente, impongano Alberto Patrucco intervistato dal direttore del Notturno, Antonio Galuzzi, alla libreria Mondadori, lo scorso 26 aprile Tivù e medicina Fino a non molto tempo fa, quando ci sentivamo poco bene andavamo dal dottore, lui ci dava una medicina per guarire, noi la prendevamo e, nella maggior parte dei casi, tornavamo a stare bene. Punto, finiva lì! Non c’interessava nient’altro! Oggi invece, che i programmi televisivi di divulgazione scientifica proliferano più dei batteri in un’infezione, che le trasmissioni di medicina in tv hanno superato le trasmissioni virali in Africa, amiamo sentirci tutti esperti medici. Prevediamo i malanni di stagione, conosciamo tutti i metodi di prevenzione, stiliamo quadri clinici e la chirurgia laparoscopica per noi non ha segreti. E attendiamo impazienti che, nelle rubriche quotidiane di medicina, si parli della malattia di cui soffriamo come si aspetta di ascoltare l’oroscopo mattutino del una minima rielaborazione. L’importante, a mio avviso, è che ci si svaghi senza perdere troppo tempo in questioni esclusivamente futili. L’ho sempre sostenuto, ridere significa arieggiare lo spirito. Se lo si fa su temi non banali… meglio.” A livello di forma, cosa ci dobbiamo aspettare da “Vedo Buio”? “Non c’è una pulizia di testo da Accademia della Crusca, ma nemmeno quelle sporcature tipiche della scrittura da cabaret. E’ una via di mezzo. Direi che ho tentato di im- nostro segno. “Per i nati sotto il segno del diabete, in vista un dolce incontro… ma fate attenzione potrebbe essere pericoloso! Per gli stitici della seconda decade potrebbero esserci finalmente risvolti positivi, ma occorre maggiore spinta…” Senza contare gli effetti psicologici di condizionamento che insorgono nel seguire i talk-show di medicina. Al termine del programma vieni posseduto da tutti i sintomi citati nella discussione e per una settimana vivi nell’angoscia di avere i giorni contati. Aspetti la puntata successiva, ma non danno le soluzioni della settimana precedente. Non ti rimane altro che andare dal medico. Lui ti ascolta e si accorge che, secondo quello che dici, dovresti avere una malattia diversa per ogni giorno. Allora ti prescrive solamente una pillola (una sola!) da prendere rigorosamente la domenica in un orario preciso: alle venti circa! … La cura del sonnifero durante “Elisir” funziona sempre e per tutte le malattie! Purtroppo quanto ti svegli, a mezzanotte e dintorni, in Tv c’è solo Marzullo e così cadi in una malattia ancor più grave, questa volta reale: la depressione! I programmi di divulgazione medicoscientifica, occorre riconoscerlo, svolgono però un ruolo essenziale per quanto riguarda il tema della prevenzione. Pre-venire è meglio che curare, dicevano gli antichi saggi (che praticavano il coito interrotto), e l’autopalpazione può assumere aspetti provvidenziali quando si parla di malattie da curare per tempo. Non sempre i risultati non sono quelli desiderati. Proporre l’autopalpazione reciproca alla vostra vicina, nella migliore delle ipostesi vi porterà un ematoma alle cavità oculari, meglio conosciuto come sindrome dell’occhio nero. In alcune circostanze però la palpazione preventiva può rivelarsi davvero fondamentale. Soprattutto per coloro che frequentano primere al testo una vivacità non formale ma rispettosa. Per quanto attiene i contenuti, ho liberato il testo dai nomi che contraddistinguono la stretta attualità per dare un respiro più ampio ai contenuti e per rendere le argomentazioni più perenni. Ho messo in primo piano “cosa fa l’uomo” e non “chi lo fa”. C’è solo qualche rara eccezione per qualche personaggio immortale, come Mike Bongiorno.” Questa terza via, per quanto attiene la forma del testo, hai tentato di imboccarla anche sui contenuti? “Ci ho provato. Lo spettacolo dal vivo, la produzione letteraria e le apparizioni televisive, attingono dal medesimo serbatoio, che è poi la realtà, ma sviluppano percorsi ben distinti. Non faccio le stesse cose in tre contesti diversi. Ci sono, come è ovvio, dei punti in comune, degli snodi chiave. Ma chi assiste allo spettacolo dal vivo non rivive i tempi e i contenuti della televisione, come chi legge il libro non trova il testo dello spettacolo. Nel libro te la prendi un po’ con tutti: politici, leghisti, calciatori, presentatori televisivi… gli idraulici. Ma non c’è proprio nessuno che si salva? “Forse i nonni… Ma nemmeno tutti. Potrebbe diventare nonno anche Calderoli.” Il libro è punteggiato da “pensierini della buonanotte” e termina con un lapidario alla Spoon River. Cosa rappresentano? “Dell’umorismo mi piace molto anche la sintesi comica. Con i pensierini della buonanotte, che sono l’esatto contrario di un augurio di buon riposo, prendo un argomento e lo rigiro in poche righe. Con il lapidario la sintesi raggiunge il massimo grado. Con un epitaffio di poche parole racconto la vita intera di un personaggio famoso. Per esempio: sulla tomba di Mike Bongiorno sarà scritto “Ho scelto la cassa numero tre”. Cos’altro si deve aggiungere?” Infine? “Comprate Vedo Buio e regalatelo anche ai compleanni. Se lo farete, ne scriverò altri. E’ del tutto evidente che, dopo averlo letto, sarete in grado di concludere se questa per voi potrà essere una promessa o una minaccia. Fatemelo sapere, c’ho il sito internet.” assiduamente i viali notturni: meglio dare sempre una “palpatina” prima, per evitare brutte sorprese… Per non parlare del bombardamento di consigli, che subiamo costantemente, sulla corretta alimentazione. Per ogni programma televisivo dove si preparano succulente ricette di piatti deliziosi (ormai tutti, compresi anche i telegiornali), ce ne sono altrettanti che dicono che se li mangi ti fanno male… Ma com’è possibile?! Prima mi prendi per la gola… e poi per il culo?! In tal modo, i medici e i giornalisti impegnati in Tv, aggressivi contro il colesterolo come un candeggiante sulle macchie, non comprendono quanto i loro, pur lodevoli, suggerimenti cancellino lentamente le nostre tradizioni. All’insegna della buona salute, il menù dello scorso Natale preparato da mia madre consisteva in un’insalata russa senza maionese per antipasto, pasta al forno senza ragù per primo, cappone ripieno senza ripieno come secondo (e contorno), panettone di soia e torrone light per dolce. Ai nipotini che, giustamente, reclamavano i consueti cioccolatini e dolciumi abbiamo dovuto dire che per quest’anno la befana non sarebbe passata, perché ricoverata in ospedale con il diabete! Tradizioni che cambiano, ma non solo. Se vale il detto “parla come mangi”, anche il linguaggio ha risentito notevolmente dell’ondata di erudizione scientifica avvenuta in televisione. Prima, quando mia moglie non voleva fare l’amore diceva semplicemente di avere mal di testa. Ora mi illumina sul fatto che è affetta da attacchi dolorosi acuti accompagnati da disturbi oculomotori, da vertigini e parestesie. Io, che mi sono adattato, la invito a recarsi ad emettere materiale indesiderato dall’organismo tramite un’azione combinata delle peristalsi del colon sigmoideo e del retto, associato al rilascio degli sfinteri e del muscolo elevatore dell’ano… Può cambiare la forma, ma non la sostanza. Fabrizio Pescara Il primo reality show su carta stampata Emozioni a non finire, su e giù per il Pirellone Riassunto puntate precedenti. Il consigliere Gilberto Corrao, avute rassicurazioni in merito alla pratica Multiplast, si trova in ascensore con la dottoressa Anna Torelli dell’amministrazione. Poco prima dell’ingresso della Torelli in ascensore, Corrao scarica una ragguardevole caccola sul tasto del diciassettesimo piano. Così facendo riesce a dissimulare la prodigiosa decapperata che sta ponendo in essere, proprio all’ingresso della dottoressa. Ma la figuraccia non è scongiurata, dal momento che non si è accorto di avere la patta dei pantaloni slacciata. La Torelli se ne avvede ma fa finta di niente. Intanto, il tecnico Ettore Salvemini, si sta occupando del computer di Corrao, momentaneamente fuori uso. Cosa emergerà dai file del consigliere Corrao? Gilberto Corrao (consigliere): “Mi dica, Salvemini…. Il guaio è più grave del previsto?” Anna Torelli (amministrazione): fissa la porta scorrevole dell’ascensore auspicando un veloce arrivo a destinazione. La patta spalancata del consigliere Corrao la imbarazza alquanto. Gilberto Corrao: “… Perché non può parlarne al telefono? Dove si trova? Al sesto? No, stia lì… Combinazione ci siamo!” L’ascensore giunge al sesto piano. La porta si spalanca, Anna Torelli svicola facendo un cenno di saluto, mentre Salvemini sale. I due, Corrao e Salvemini, ripongono in tasca i rispettivi cellulari. Ettore Salvemini (programmatore): “Andiamo al diciassettesimo piano… Intanto le spiego i problemi al suo terminale. Ma… cos’è questo schifo attaccaticcio?!” Salvemini pigia il tasto 17 senza accorgersi del grosso grumo sgusciato poco prima, come un escargot, dalla narice sinistra di Corrao. Salvemini tenta di scrostarla dall’indice utilizzando il pollice, ma invano. Fatalmente la schifezza rimane appiccicata al pollice. Finalmente riesce nell’intento, pigiando nuovamente un tasto dell’ascensore, il ventesimo. Ora il grumo è sul tasto numero 20. Ettore Salvemini: “Sa… Dopo vado al ventesimo…” Gilberto Corrao: “Mi dica, dunque, il computer ha problemi seri?” Ettore Salvemini: “In tutta franchezza, è impestato di virus…” Gilberto Corrao: “Come è possibile?” Ettore Salvemini: “Credo siano stati fatali i siti di bondage estremo.” Gilberto Corrao: “Bondage?!” Ettore Salvemini: “Già… Ma hanno contribuito anche quelli di fist fucking, coprofagia, bukkake, gang bang… E anche quello dell’ACI. In tutta franchezza, al suo computer manca soltanto la candida.” Gilberto Corrao: “Mi avevano avvisato che il sito dell’ACI non è sicuro.” Ettore Salvemini: “Se poi evita anche gli altri, forse è meglio… Più che un antivirus le servirebbe un lanciafiamme.” Gilberto Corrao: “Sa com’è… Un po’ di svago durante le ore di lavoro.” Ettore Salvemini: “Consigliere… Si è svagato anche di recente?” Gilberto Corrao: “Perché?” Ettore Salvemini: “C’ha una sbragata di patta da spavento.” FINE TERZA PARTE - CONTINUA 1) GILBERTO CORRAO GRADIRA’ L’ECCESSO DI CONFIDENZA DA PARTE DI ETTORE SALVEMINI? 2) RIUSCIRA’, SALVEMINI, A BONIFICARE IL LEBBROSARIO RAPPRESENTATO DAL CUMPUITER DI CORRAO? Sia per la domanda 1 sia per la domanda 2: SI 4347721 – NO 4347722 – NON SO 4347723 (tariffa 30 euro al minuto + tasse) CHI DESIDERI CHE DA OGGI IN POI SUBISCA MOBBING, RICHIAMI E VESSAZIONI D’OGNI SORTA FINO ALL’INEVITABILE LICENZIAMENTO? Gilberto Corrao - 4347724 • Raffaella Degani - 4347725 • Anna Torelli - 4347726 • Ettore Salvemini - 4347727 (tariffa 300 euro al minuto + tasse + scatto alla risposta) Azioni, risultati ed effetti imprevisti na delle cose che più mi fanno U sorridere è la quasi assoluta incapacità degli esseri umani di capire la realtà che li circonda. Mi diverte il fatto che gli uomini pongono in essere azioni che nelle intenzioni dovrebbero raggiungere un risultato (pianificato razionalmente), ma i cui effetti spesso vanno in direzione diametralmente opposta. Esempi: a) Un caro amico, convinto animalista raccoglie dalla strada un piccione che apparentemente non riesce a spiccare il volo. Completamente travolto dalla propria volontà di aiutare il volatile, lo raccoglie, lo accarezza e lo getta in aria per rendergli più agevole la partenza. Risultato: il piccione sale per 5 o 6 metri grazie all’impeto animalista e poi ricade con un cupo tonfo a terra morendo sul colpo. b) Blair alcuni anni fà riforma l’educazione scolastica inglese, spingendo per una maggiore autonomia degli istituti e premiando quelli maggiormente virtuosi ed efficienti. Risultato: ancora più marcate differenze tra gli istituti scolastici rendono la scuola inglese ancora più classista di quanto non fosse al tempo dei conservatori, cosa che non deve aver certo fatto esultare di gioia i Labour. c) La Casa delle Libertà, non creden- do nella possibilità di un risultato elettorale favorevole, dopo aver agevolato il voto degli italiani all’estero, modifica la legge elettorale in senso proporzionale. Risultato: con il vecchio sistema elettorale la Cdl sarebbe stata riconfermata coalizione di Governo. Mi viene in mente un vecchio adagio di un Padre della Chiesa: “Anziché fare il bene che voglio, faccio il male che non voglio”. d) Una delle catene di Sant’Antonio che circolano nelle mail, e che occorre far circolare il più possibile (a detta di chi le comincia), riguarda la deforestazione dell’Amazzonia. E’ molto dettagliata, molto esaustiva, molto drammatica, molto sentita e fa scaturire sentimenti molto forti. Ma è molto lunga, e per me come credo per tanti che a leggere sul monitor fanno fatica, è meglio stamparla e leggermela con comodo, magari a casa e non in ufficio. Risultato: una decina di fogli stampati che. moltiplicati per una decina di persone miopi, fanno centinaia di alberi abbattuti e cartucce di toner consumate. Come diceva Cicerone: «E’ bene, anche nel perseguire le cose migliori, procedere con calma e moderazione». E soprattutto avvedutezza. Gianni Morinovic 5 RUBRICHE di Antonio Galuzzi • Quella notte andai giù duro. Paresi. • Certo che il mondo è pieno di criticoni: qualcuno ha detto che Cristo era uno spendaccione. Solo perché aveva le mani bucate... • A quel punto gettai la maschera a terra: non voleva farmi entrare in teatro. • Monica non conosceva le mezze misure: si faceva solo nani e giganti. • A volte occorre avere un occhio clinico. L’altro può benissimo continuare ad andare alla mutua. • Ma lo specchietto serve alle allodole per meglio incipriarsi il becco? • La gallina al marito: «Ladro, mi hai fatto la cresta sulla spesa!». • Cadde una foglia dall’albero, e si fece male. Era una foglia d’acero contusa. • Ho piantato baracca e burattini. Ci ho anche innaffiato, ma non è venuto su un cazzo. • Per anni e anni e anni ho lottato contro i mulini a vento. Che pale! • Il primo estratto dalle macerie finì in televisione, sulla ruota di Roma. A Napoli, invece, il secondo estratto. • Alice era proprio una donna precisina: per mettermi le corna aspettò Carnevale. • I miei più grandi difetti? Sono molto superstizioso e golosissimo. In tasca tengo sempre un cornetto. Algida. • Le donne, a letto con me, non simulano mai! Si addormentano per davvero. • Il formichiere coerente si divorò una zampa poiché gli si era informicolata. • Se una pianta carnivora mangia la foglia, è cannibale o vegetariana? • Lei sta influenzando il teste, disse il giudice al bacillococco. • Il falegname intavolò un discorso aprendo il cassetto dei ricordi. • «Ha paura dell’operazione? E’ perché non ha fegato», disse l’infermiera all’uomo in attesa di trapianto. • «Adesso chiama Mario – disse il direttore della sala doppiaggio – che tocca a lui». Il doppiatore gli diede una voce. • Quella notte alzai il gomito... e venne su tutto il braccio... • «Tesoro, smettila di indorare la pillola: se non la mandi giù qui non si ciula!» • Risposi alla maestra per le rime, e lei mi diede un bel voto. • Tanto per rompere il ghiaccio, preparai a Maria una granita. • Era così stonato che quando cantava gli fischiavano persino le orecchie. • Tirai i remi in barca e presi in pieno un marinaio. • Io vorrei passare alla storia. Ok, disse il prof: parlami della rivoluzione francese. • Ogni volta che vado dal dottore, lui toglie il disturbo. 6 VITA VISSUTA Per uno come il sottoscritto, riconoscere qualche buona legge al governo uscente è esercizio assai doloroso. Peggio che per Fonzie chiedere scusa o per George W. Bush assentarsi nel bel mezzo di un’happy hour. Eppure, onestà intellettuale m’impone una trasparente riflessione, e tra le meritorie iniziative del precedente esecutivo, ascriverei la legge contro il fumo nei locali pubblici, la riforma del codice della strada e l’altrettanto epocale riforma del servizio di leva (seppure avviata dal precedente governo di centrosinistra). Tre novità che da un lato ci portano ad una dimensione più moderna e salutare del nostro vivere comune; dall’altro, però, lasciano un vuoto, cancellano delle tradizioni, chiudono un’epoca. Per questo, vorrei riproporvi, con quel pizzico di nostalgia adatto all’occasione, un mio stralcio di diario, che ci riporta al 1995 nella caserma dell’aeronautica di Viterbo. PASSO! CADENZA! Il militare è un’esperienza avvolgente. A 360 gradi potremmo dire, se non durasse 365 giorni. Non per nulla, quando in una qualsiasi cena in compagnia sbuca l’argomento militare, chi l’ha fatto ne parlerebbe per ore (spesso, purtroppo, accade), chi non c’è stato in quei frangenti si scartavetra i cosiddetti all’infinito. Durante i tre giorni di visita si capisce subito l’andazzo. A cominciare dalla sveglia alle cinque del mattino, per prendere il pullman degli “aspiranti”, fino alle lunghe attese in mutande nei corridoi della caserma. Per non parlare della considerazione che gli altri militari hanno delle burbe, ridotta al lumicino se non meno. Neanche un escremento di cane è degnato di minor riguardo. Anche perché si è costretti a guardarlo, almeno una volta, per evitare di pestarlo. Il giovane militare, al contrario, è un pezzo di sterco invisibile. PRESA DI COSCIENZA Ti guardi intorno e ti senti male. 200 ragazzi in mutande. C’è quello scheletrico, al quale daranno insufficienza toracica; c’è quello grasso, al quale daranno eccesso toracico; c’è quello fuori di testa, al quale daranno i gradi di sergente. Ti guardi attorno e sono tutti orribili: bianchicci, lattiginosi, addirittura flaccidi. Anche quel fighetto del Rivolta, tutto Armani e Versace, sembra un pirla qualsiasi, in mutande come tutti gli altri (in altre circostanze, il Rivolta, ti era sembrato un pirla griffato). Sei in fila. L’ordine è perentorio. A militare tutti gli ordini sono pe- Il nostro documentarista ci racconta la vita da VAM durante il CAR a Viterbo. Il mestiere delle armi dall’osservatorio svantaggiato di un aviere totalmente privo di ambizioni rentori. GIU’ LE MUTANDE! Passa il tenente medico. Ha inforcato un guanto in lattice di gomma, si reca dal primo della fila, gli palpeggia lo scroto e conta fino a due. Va dal secondo e fa la stessa identica cosa. Tu sei l’ultimo della fila, ma tempo dieci minuti e arriva anche il tuo momento. Il freddo e la prospettiva che ti si profila all’orizzonte, hanno trasformato il tuo scroto in una sorta di prugna secca. Il tenente arriva e comincia a ravanare: “Uno e…. Uno e…” Un testicolo deve essere un po’ rientrato. Allora il tenente medico ravana con più fervore: “Uno e… Uno e… DUE!” E’ andata, per Giove. La prima prova è brillantemente superata. Il tenente medico ti gratifica con un buffetto sulla guancia e ti dice: “Puoi andare, ragazzo.” E saresti soddisfatto anche tu, se per la pacchettina sulla gota rubiconda non avesse usato la stessa mano col guanto in lattice impiegata per le altre 199 borse. Così si procede, prova dopo prova. Hai dimostrato di possedere due coglioni e di sapere incastrare il cubo nell’incavo cubico, l’ovale nell’incavo ovale e, il più difficile, il rombo nell’incavo romboidale. Non ci sono santi che tengano, sei abile di prima. Peccato che a militare ci andrai 10 anni più tardi. Prima hai fatto i cinque anni di università, più cinque anni di fuoricorso. Rimani sempre abile di prima, ma nel frattempo ti sei preso lo scolo con una prostituta lituana, distrutto i legamenti delle ginocchia facendo la gara dei sacchi alla sagra del paese, disintegrato il fegato con litri di Fernet, spezzato il cuore per colpa di quella stronza della Giovanna. Alla visita medica eri ancora pieno di aspettative. Dieci anni più tardi, arrivi a destinazione (caserma dell’aeronautica di Viterbo) che sei già uno straccio. E mentre per tutta la notte piantoni le latrine della tua camerata, per preservarle dal rischio di un attacco terroristico, come se loro stesse non fossero un ordigno batteriologico, pensi: “Cosa cazzo ci sto a fare qui.” (in qualche momento, te lo eri già domandato all’università). LE MUTANDE! E’ il momento della puntura. Tempo dieci minuti ed è il turno dello smutandato davanti a te. L’ago penetra nella natica del valoroso soldato e questo sviene come una pera cotta. Stramazzando al suolo, il guerriero lascia spalancata la visuale tra te e il tenente medico, seduto al tavolino delle pratiche burocratiche. La tentazione è troppo forte, indichi con un dito l’ammasso afflosciato ai tuoi piedi e chiedi: “Scusi tenente, una domanda. Ma noi, il culo al nemico, dovremmo farlo con questo pirla qua?” Il tenente, non lo trova buffo. Avanti così, giorno dopo giorno. Nel caffellatte ti mettono il bromuro per non farti tirare l’orgoglio (ma la natura prende comunque il sopravvento), poi ti sbattono in fila per rasarti, vaccinarti, vestirti, lavarti, misurarti… Arrivi a temere anche un marchio a fuoco. E’ il tuo incubo più frequente: “Giù le mutande!” Ferro rovente! Sssccc… E ti ritrovi con la AI di Aeronautica Italiana DESTINAZIONE IGNOTA sulla chiappa. Il giorno dopo sei di nuovo in In ultimo, tante marce. A destifila in mutande. L’ordine è peren- nazione, per evitare di marcire, si torio. A destinazione gli ordini marcia: a destra, a sinistra, avansono ancora più perentori: GIU’ ti, indietro; dalla fureria alla pista di decollo, dai parcheggi alle camerate. Si procede tutti insieme, allineati e coperti, verso non si sa cosa. LA SCALA Inutile dilungarsi sulle esperienze di leva. Pur diverse, le une dalle altre, sono in fondo tutte simili. Il cameratismo, le marce, gli scherzi, le punizioni. Ciò che mi preme sottolineare, di questo strano viaggio, è una peculiarità di fondo. Quella sorta di rapporto piramidale tra persone che consente con molta facilità di uscire dai rigidi meccanismi militari. In altre parole, di scantonare. E’ una filosofia che feci mia in pochissimo tempo e che mi raccontò, qualche anno prima, mio zio. Sul momento non gli diedi molto peso. Ma a militare la rammentai per tempo e mi fu preziosa. Mio zio, con un commilitone, studiò un trucco degno del miglior stratega. Trovata una scala in fureria, i due non facevano altro che transitare nei piazzali del campo con un intervallo di una mezz’oretta da un passaggio all’altro. Ogni 30/40 minuti, transitavano in tutti i luoghi più esposti, dove potevano essere visti dai superiori, con la scala in spalla e il piglio di chi deve andare a sbrigare delle faccende. In realtà non facevano assolutamente nulla e, tra un passaggio e l’altro, se ne stavano imboscati in qualche angolo, tra pennichelle, sigarette, vettovaglie trafugate dalla sala mensa e riviste di dubbio gusto. Con questo mezzuccio, riuscirono a svicolare le corvé per buoni due mesi. Nessuno si sarebbe messo ad obiettare. Loro, a tutti gli effetti, stavano lavorando. Qualcuno doveva averglielo ordinato. E’ questo l’aspetto più divertente del militare. Se ti trovi in un luogo è perché qualche superiore ti ha ordinato di andarci. E per superiore si può intendere chiunque. Superiore è anche un soldato semplice istruttore, con tre mesi di anzianità in più. Con tutto il rispetto, a Viterbo prendevo ordini da un ragazzo che in abiti civili vendeva lupetti allo stadio di Terni. Il venditore di arachidi allo stadio, nella gerarchia sociale civile è uno dei gradini più bassi. Eppure, a militare impartiva ordini. Questo fatto dava al soldato semplice (io) una grande libertà. Dover prendere ordini da tutti, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, conferisce una libertà d’azione pressoché totale: “Aviere, cosa ci fa qui!?” “Scusi, tenente. Me lo ha ordinato l’istruttore.” “Ok, ragazzo. Vai pure.” Voilà. Il gioco è fatto. Questo meccanismo sta alla base - ed è la chiave - di un capolavoro del cinema moderno: Apocalypse Now, di Francis Ford Coppola. Lo si apprezza quando il protagonista, nel mezzo di una battaglia, dice ad un soldato: “Soldato, chi è che comanda qui?” E il soldato risponde: “Credevo che fosse lei.” EPILOGO Dopo un mese, durante il quale marcai visita in maniera spudorata, finalmente si decisero a riformarmi. I legamenti del ginocchio interruppero sul nascere la mia brillante carriera calcistica, ma riuscii almeno a farli fruttare. Feci quattro giorni di reclusione all’ospedale militare della Cecchignola e ottenni il tanto sospirato congedo. I soli rammarichi rimasti dall’esperienza militare furono di non essere arrivato al giorno del giuramento (il mio plotone fu il migliore e fu messo alla testa del corteo) e di non aver visitato a dovere la medievale Viterbo, uno dei tanti gioielli della provincia italiana. Purtroppo, le dosi di bromuro che ci somministravano non erano sufficienti a garantire che il centro storico di Viterbo fosse in vetta alle nostre aspirazioni. Però, imparai a riconoscere i portatori di scala, e non è cosa da poco. Portare la scala è una capacità che si può esportare nella vita civile. Quando al lavoro si ha poca voglia di fare è sufficiente mostrarsi indaffarati: si può transitare per i corridoi e gli uffici open space con faldoni di documenti o altro materiale, così tanto per fare scena. Ancora meglio, si può dire ad alta voce quello che si sta facendo, possibilmente sbuffando come una caldaia a vapore, impartire ordini a caso o fingere di interessarsi a qualcosa: “Avete compilato i moduli?” In verità non si sta facendo niente. Per meglio dire, si sta trasportando la scala. E poi che non si venga a dire che i viaggi, anche quelli apparentemente più inutili, come un mese di CAR a Viterbo, non insegnano nulla. Tony Vox IL NOTTURNO AL MANTOVA MUSICA FESTIVAL 2006 GIOVEDÌ 25 MAGGIO 2006 VENERDÌ 26 MAGGIO 2006 SABATO 27 MAGGIO 2006 22.45 Via Oberdan NOTTURNO CLUB a cura de IL NOTTURNO, in collaborazione con l’Officina delle Arti Jimmy Villotti Organ Trio • Jimmy Villotti (chitarra) • Emiliano Pintori (organo hammond) • Fabio Grandi (batteria) 22.45 Via Oberdan NOTTURNO CLUB a cura de IL NOTTURNO, in collaborazione con l’Officina delle Arti “Senza Parole” canzoni italiane in Jazz. • Ettore Martin (sax tenore), • Matteo Alfonso (pianoforte) • Leonardo Rigo (contrabbasso) • Enzo Carpentieri (batteria) 18.00 Piazza Marconi NOTTURNO SATURDAY AFTERNOON SHOW a cura de IL NOTTURNO Performance dei ragazzi della Cooperativa Sociale “Fior di Loto” di Mantova 18.30 Loggia del Grano a cura de IL NOTTURNO Concerto del coro Mantovaincanto con il gruppo strumentale Nuova Scuola di Musica 22.45 Via Oberdan NOTTURNO CLUB a cura de IL NOTTURNO, in collaborazione con l’Officina delle Arti Vladimir Denissenkov Quartet • Vladimir Denissenkov (bayan) • Marco Remondini (cello - sax) • Giancarlo Zucchi (tastiera) • Pietro “Pelo” Benucci (batteria) Al termine sarà consegnato il “Premio Notturno” DOMENICA 28 MAGGIO 2006 18.00 Loggia del Grano NUOVA SCUOLA DI MUSICA a cura de IL NOTTURNO Concerto degli allievi della Nuova Scuola di Musica di Mantova