Poteri forti
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D IRETTORE R OBERTO B ERTOLDI Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona Ottimismo, l'unica droga positiva di Giovanni Coviello Oggi c'è il sole mentre scrivo, e dopo tanti giorni di cieli cupi già questa è una bella notizia. Di buone notizie e di commenti ottimistici, fateci caso, i media spesso, troppo spesso, fanno a meno. Perché un coltello che ferisce o un pettegolezzo che uccide fanno più clamore (e più audience) di un bacio che anima o di un elogio che rinvigorisce. Ma in questo momento di crisi, economica e di valori (quelli morali, non solo quelli di borsa), tutti avremmo più bisogno di rimetterci in moto con un po' di ottimismo; anche sfrontato, quando la crisi è più forte. Ieri scendevo dal Costo, dopo aver incontrato il sindaco di Asiago Andrea Gios a cui avevo appena presentato l'allargamento del progetto VicenzaPiù all'Alto Vicentino e al suo Altopiano, e davanti a me non vedevo solo i difficili tornanti della strada: vedevo anche, e soprattutto, il suo sorriso benevolo e ottimista che mi aveva un po' ricaricato dalle normali delusioni quotidiane, insieme alla vista delle sue valli mezze verdi di erba e mezze bianche di neve. (continua a pagina 12) Elezioni Provincia, lista No Lobby in campo a pagina 4 Asiago, quei parchi naturali che nessuno vuole. Ecco perché a pagina 8 ro 0.50 Eu Anno 2 nr. 53 - sabato 7 aprile 2007 Poteri forti Con questo numero inizia un'inchiesta a puntate sul potere in città: posti di comando e salotti buoni sotto la lente d'ingrandimento per capire chi sono le persone che contano veramente da pagina 6 Santoro e Sì Dal Molin, le ragioni che la Rai ha tagliato a pagina 3 Ciclismo: Monsieur Pozzato punta tutto sul Tour in VicenzaPiù Sport 3 VICENZA PIÙ INTERVENTI 7 APRILE 2007 Il Comitato del Sì spiega come avrebbe difeso l'allargamento della base americana nella trasmissione Rai Anno Zero Caro Santoro ti scrivo: la Ederle è un'opportunità per Vicenza Se il Sig. Santoro ci avesse invitato alla recente puntata di Anno Zero che aveva come argomento il dal Molin avremmo potuto esporre le ragioni per le quali, come Comitato del Si, siamo favorevoli all'allargamento della Base americana di Vicenza; purtroppo ha deciso diversamente ed ha riservato questo spazio pubblico solo al Comitato del No. Ad Anno Zero avremmo detto che: - il nostro comitato è nato per sostenere un'opportunità per Vicenza e per dare voce a quella parte della città che non si oppone, per motivi Direttore Responsabile Roberto Bertoldi REDAZIONE DI VERONA [email protected] Edizioni Locali srl via Nizza 8 Verona In redazione Valentina Infante Presidente RAFFAELE SIMONATO CONCESSIONARIO DI PUBBLICITÀ: Tel. 045.8015855 Fax.045.8041460 REALIZZAZIONE GRAFICA: Mara Giarola [email protected] REDAZIONE DI VERONA: VIA NIZZA 8, 37121 VERONA TEL. 045.8015855 - FAX 045.8041460 REDAZIONE DI ROVIGO: Corso del Popolo, 84 telefono: 0425.419403; Fax 0425.412403 REDAZIONE DI TREVISO: telefono 0422 58040; cell. 329.4127727 REDAZIONE DI TRIESTE: Piazza Benco, 4 REDAZIONE DI MANTOVA: Via Ippolito Nievo, 13 Tel. 0376.321989; Fax 0376.32183 REDAZIONE DI VICENZA: Strada Marosticana, 3 Tel. 0444.923362 UFFICIO DI BRESCIA: Via Benacense 7 tel.030.3762754; Fax 030.3367564 Supplemento della Cronaca di Trento del 16/12/2006 Stampato dalla Pentagraph S.R.L. Via Tavagnacco 61 - 33100 - Udine La tiratura è stata di 10.000 copie Autorizz.Tribunale C.P. di Verona nr. 736/03 R.N.C. del 29/09/03 Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al Registro Nazionale della stampa ideologici, alla presenza degli Americani, e che al contrario li considera alleati ed amici; - abbiamo sempre cercato di trovare una soluzione ragionevole che garantisse contemporaneamente il bene per la città, la salvaguardia dei posti di lavoro della Ederle, il rispetto dei trattati internazionali di alleanza con gli Stati Uniti; - abbiamo sempre cercato di controbattere in maniera pacata e civile alla campagna di disinformazione portata avanti da alcuni esponenti del Comitato del No interessati solo ai risvolti politici e partitici della questione; - contrariamente a quanto pubblicizzato anche da un settimanale nazionale, la pista dell'aeroporto non può essere utilizzata, per ragioni tecniche, né per il decollo né per l'atterraggio di jet e di aerei da trasporto, in quanto troppo corta - le caserme avranno sola funzione di dormitorio per i soldati della 173ma brigata e che non verrà aumentata l'attuale dotazione di armamenti, come pubblicamente ribadito dai più alti vertici militari americani; - l'area rimarrà demaniale e che quindi, restando di proprietà pubblica, potrà essere riutilizzata dal Governo italiano se dovessero cambiare in futuro le attuali condizioni politico-militari che stanno alla base della richiesta del Governo Americano; - la nuova caserma non "asseterà" la Città in quanto i dati di consumo dell'acqua inizialmente forniti dal Governo Americano riguardano la stima di un utilizzo eccezionale, in casi eccezionali, come durante l'incendio di tutta l'installazione con contemporaneamente tutti i rubinetti aperti. Il dato è stato poi drasticamente ridimensionato - attualmente per i consumi della caserma Ederle il Governo Americano paga alle Aim circa 5 milioni di euro l'anno; - i problemi di viabilità ordinaria, peraltro già esistenti, potrebbero essere risolti con il contributo del Governo Americano; - la città beneficerebbe di un passaggio della Questura di Vicenza ad una classe superiore, con un conseguente aumento delle proprie dotazioni di personale e mezzi garantendo una maggiore sicurezza; - in caso di mancato ampliamento della base, gli Americani lascerebbero Vicenza con un impatto economico sul territorio notevole in quanto l'indotto attuale può essere stimato in: 10 milioni di euro per affitto di appartamenti e magazzini al Governo Americano; 25 milioni di euro per l'affitto di appartamenti privati; 5 milioni di euro per il pagamento della fornitura di energia; 1 milione di euro per servizi di telefonia; 30 milioni di euro per paghe ai dipendenti della Ederle (di cui 9 milioni versati all'INPS); 70 milioni di euro per fornitura di beni e servizi da parte di ditte locali Contrariamente a quanto il prof. Licata trae da internet e che quantifica in un 41%, l'Italia non contribuisce con spese vive alle cifre appena esposte, come si può vedere se si va ad analizzare il bilancio dello Stato italiano: non c'è infatti nessun capitolo che preveda spese per il sostentamento delle basi Usa o Nato in Italia. La cifra esposta in internet come "condivisione degli oneri" consiste nel valore stimato degli affitti non pagati per l'uso dei terreni demaniali, nel mancato pagamento di diritti doganali, utilizzo di frequenze, tasse di possesso, accise, IVA e tasse su servizi e forniture, che comunque gli americani acquistano dai fornitori privati e pubblici a prezzi di mercato. Il livello occupazionale della città risentirebbe seriamente della chiusura della Ederle, che come numero di occupati è la prima "azienda" privata del Vicentino. Resta difficile credere che si possano ricollocare 750 dipendenti in tempi brevi: lo stesso "progetto Vivian" prevede tre generazioni (cioè 75 anni) per un riuso civile della base. Occorre anche ricordare che il personale della base non consiste solo di idraulici, elettricisti, fabbri, addetti alle pulizie, manutentori, ma anche di avvocati, ingegneri, medici, infermieri professionali, ingegneri ambientali, insegnanti, etc. Ci resta difficile vedere una facile collocazione di questo personale all'interno degli 8 progetti di Vivian. Il comitato del Sì, infine, si e' formato nell'agosto del 2006 per rappresentare quella parte della cittadinanza vicentina non contraria all'ampliamento della base americana. Questa rappresentanza è stata suffragata dal sostegno delle oltre 1000 persone che lavorano all'interno della base e che hanno raccolto nel giro di due mesi più di 10.000 firme in tutto il vicentino. Anche alcuni sondaggi, promossi dai media locali e nazionali, hanno rivelato che almeno il 50% della popolazione era favorevole ad un incremento della presenza americana. Così come la maggioranza delle categorie economiche vicentine (industriali, piccoli industriali, commercianti, artigiani, albergatori...) hanno dato il loro appoggio simbolico a questo comitato. Questo a confutare quanti sostengono che il comitato del SI sia rappresentato da poche persone spinte da meri interessi economici. La scelta di un unico portavoce è stata meditata e voluta per dare un senso di unitarietà al comitato, ma non solo: visto il clima ostile ed intimidatorio perpetrato ai danni di coloro che apertamente hanno espresso idee non esattamente in linea con coloro che non vogliono l'ampliamento (vedi attacco all'ex segretaria provinciale della Cisl o ad alcuni esponenti dei Ds) si è preferito mantenere un profilo modesto per non aumentare la spaccatura che si è consumata in questi mesi nella comunità vicentina. Argomenti semplici e chiari che avrebbero potuto aiutare i Cittadini a formarsi una opinione sull'argomento. Roberto Cattaneo Comitato del Si 4 VICENZA PIÙ FATTI&NOTIZIE 7 APRILE 2007 Da comitati e associazioni parte l'invito a una forza indipendente dai partiti La lista (quasi) No Dal Molin per ora è solo un'idea L'annuncio è arrivato, ora si attendono i fatti. Alle prossime elezioni provinciali c'è la possibilità che oltre al cartello Verdi-Comunisti ItalianiRifondazione a gareggiare sotto le insegne del No Dal Molin vi sia un'altra lista, "Iniziativa Civica Provinciale" (http://icpvicenza.blogspot.com). Nome provvisorio per un'alleanza di associazioni e comitati sparsi nel territorio vicentino stufi dell'accoppiata centrodestra-centrosinistra. A fare da animatori a questo rassemblement dal basso sono la consigliera comunale del capoluogo Franca Equizi (ormai lontana dalla Lega Nord), il combat- tivo comitato di San Pietro di Rosà contro la zincheria Valbrenta (rappresentato dal portavoce Lorenzo Signori), Emanuele Rivellino, segretario locale della Lif di Renato Ellero, la sezione vicentina di Movimento Zero (fondato dal pensatore Massimo Fini), e altri circoli civici (Trissino, Villaverla). Le prime indiscrezioni parlano di un progetto diretto a coinvolgere il numero più ampio possibile di realtà spontanee sorte contro i potentati economici e i loro protettori politici, cioè i partiti. Comitati contro le cave, contro il teatro a Villa Cordellina a Montecchio Maggiore, contro il canone Rai (capitanato dall'avvocato Bertacche), contro le multe ad Altavilla, fino a Legambiente e a Più Democrazia (i promotori dei referendum a Vicenza): con tutti costoro e con altri ancora i firmatari dell'appello stanno prendendo contatti. I punti-chiave del programma ancora in gestazione? Le prime voci prefigurano una piattaforma politica esplosiva: oltre al rifiuto categorico della Ederle 2, il ricorso massiccio alla democrazia diretta (cioè ai referendum), la moratoria a nuove costruzioni e capannoni inutili, il taglio di carrozzoni, consulenze e posti negli enti pubblici e nella società da essi controllati, l'eliminazione dei consorzi di bonifica, il sì alle energie rinnovabili e la lotta contro inceneritori e impianti inquinanti, la contrarietà a Valdastico Sud e Tav, la denuncia di lobby e la trasparenza nell'informazione. Due sono però i problemi da affrontare. Uno, tutto pratico, è riuscire a raccogliere firme e candidati in appena due settimane, prima che inizi il periodo caldo della campagna elettorale. Il secondo è eminentemente politico: dove pescherà i voti una forza ancora tutta da costruire, se a coprire l'ala sinistra del malcontento è già in corsa l'icona Emilio Franzina, i cui supporters della sinistra radicale hanno molti agganci nel fronte dei duri e puri no-base? Senza contare che il partito dell'astensione, già tradizionalmente fortissimo nelle tornate provinciali, questa volta batterà tutti i record, rimpinguato dall'effetto-delusione per la questione Dal Molin. Per questo, a differenza dei tre partiti della sinistra rosso-verde (separatisi da Ds e Margherita), gli anti-partitici di Iniziativa Civica puntano non solo e non tanto sulla ribellione contro la base americana, ma sperano invece di suscitarne una generalizzata adesione unendo le numerose rivolte che punteggiano la provincia. Se ci riusciranno, è tutto da vedere. Divisi dalla sinistra radicale, i partiti che sognano il Pd votano solo ora il candidato alle provinciali. Una mossa "strategica" L'Ulivo, il Centro e quelle primarie piccole piccole Mah, queste primarie vicentine del centrosinistra. A dicembre boccheggiavano, mancando loro l'indispensabile ossigeno dei partiti dell'Unione - che delle consultazioni interne, nonostante gli entusiasmi del 2005, restano gli unici e soli régoli. A febbraio erano definitamente stecchite: "non c'è più tempo", dicevano all'unisono i capi dei riformisti diessini e margheritini. Oggi, a due mesi scarsi dalle elezioni per il consiglio e il presidente della Provincia, ecco che, come per magia, vengono riscoperte. "Siamo i soli a dare voci ai cittadini, ai propri elettori", hanno spiegato i Quattro della Primaria Selvaggia Doppio (Margherita), Sbrollini (Ds), Quero (Repubblicani Europei) e Arnaldi (Socialisti di Boselli). Vero, e a confronto del centrodestra, che la vittoria la sente già in tasca e si concede il lusso poco democratico di mercanteggiare sottobanco il nome del capolista - ostaggio delle liti interne alla Lega berica e fra Lega e Udc a Verona - il tardivo appello al popolo è già qualcosa. Ma non si può non rimarcare il ripescaggio tattico, a congressi chiusi. Quercia e Margherita hanno confermato i loro vertici, entrambi compatti nella faticosa marcia verso il Partito (unico) Democratico, schivando il riflusso d'impopolarità dovuto al sì di Prodi al Dal Molin americano. Soprattutto, hanno saggiamente evitato di dover sacrificare alle urne autogestite lo strappo con Rifondazione, Verdi e Comunisti Italiani, con cui non s'è fatto l'accordo elettorale rompendo l'Unione nel Vicentino. E infatti, le "primariette" che si terranno domenica 15 aprile saranno circoscritte al solo Ulivo-Pd, cioè ai quattro partiti sopra citati. Che avendo eliminato il problema di fare i conti con le ali radicali dello schieramento, potran- no celebrare il rito in santa pace, orientandolo verso temi e proposte allettanti per quel Centro la cui alleanza e benevolenza si cercano come l'oro. Insomma, un gioco benriuscito per far fuori gli indesiderati "estremisti" di sinistra, dare una sterzata verso la nascita del Partito Democratico e guadagnarsi le credenziali presso l'e- lettorato moderato rappresentato da Udeur, Ppe di Carollo e Udc. Unico "buco" di questa vincente strategia è stata la "promessa mancata" che va sotto il nome di Manuela Dal Lago: altro che lista civica, l'astuta Manuela ha spiazzato ancora una volta tutti e naviga a vele spiegate verso altre e ben più concrete mete (la presiden- za della società autostradale Brescia-Padova, è la voce non smentita). A competere nella primarie fuori tempo massimo sarà sicuramente Matteo Quero, leader locale del piccolo Mre (i Repubblicani ulivisti): un'ottima occasione di autopromozione e legittimazione, tutto di guadagnato per lui. Per i Ds si pensa a Diego Bardelli, uomo forte dei Ds in Provincia, esponente della maggioranza fassiniana e ultramoderato per definizione. Uno "scontro" (si fa per dire) prestabilito. Perché prestabilito è l'esito dello scontro vero, quello delle elezioni del 26-27 maggio: salvo la sorpresa eclatante di un improbabile ballottaggio, la Casa delle Libertà uscirà dai seggi facendo il segno di vittoria, e le opposizioni di centro, di sinistra e di centrosinistra si leccheranno le ferite. In vista delle comunali di Vicenza 2008. A.M. 5 7 APRILE 2007 intervista doppia Volti e idee per le elezioni provinciali del 26-27 maggio. Sinistra radicale VS Giometto All'assalto della Provincia Uno spreco da eliminare Emilio Franzina, il capolista Verdi-PdCIRifondazione comunista Silvano Giometto, candidato per il cartello indipendente 'No Privilegi Politici' Dica età, professione, hobby e curriculum problemi di inquinamento e devastazione del politico. territorio che ne deriverebbero. Non sono con59 anni, professore universitario di storia con- trario a priori ma mi preoccupa il carico di traftemporanea, una volta giocavo a calcio mentre fico, chi fa affari non può avvelenare la salute ora vado a correre. Sono, come tutti sanno, dei cittadini. autore di spettacoli musicali. Non sono mai Bretella Ponte Alto-Isola: quasi vent'anni che stato iscritto a nessuno partito né mai lo sarò. se ne parla, come mai non è stata neppure Sono consigliere comunale, prima per cominciata? Rifondazione Comunista ora nel gruppo Non me ne sono occupato, dovete darmi misto. Mi ritrovo a sinistra perché è l'unico tempo di studiare i problemi coi miei collabospazio di decenza e legalità. ratori e sostenitori. Perchè si è candidato? Tav: dati i costi e le distanze minime con Dopo la scelta suicida di Margherita e Ds di Verona e Padova, è davvero conveniente? isolare la cosiddetta sinistra "estrema" (che di Non capisco come non si sia pensato ad altre estremo non ha proprio niente), mi sono soluzioni. Mi pare una questione capziosa messo a disposizione con chiunque mettesse quella di guadagnare pochi minuti. Una volta come primo punto il no alla base americana. che mi assicurano la regolarità sull'orario e Quali sono i tre punti qualificanti del suo sulla sicurezza mi va bene anche la linea attuaprogramma? le, non vedo perché finanziare un altro spreco Il primo è il no al Dal Molin americano. Il enorme. secondo è la tutela ambiente e territorio, a par- Le provinciali sono tradizionalmente bottino tire dalla viabilità, e poi la tutela delle risorse del centrodestra, mentre le opposizioni corprimarie come l'acqua e l'aria. Terzo: la difesa rono più divise che mai. Il suo non si riduce dei più deboli, dei precari e degli immigrati a essere un ruolo di pura testimonianza? stranieri. C'è il rischio, però potrebbe avere alla lunga un Una decisione che salverebbe fra quelle significato più importante di quello che si prese dall'amministrazione Dal Lago? pensa. E' certamente un errore andare divisi, Faccio fatica a ricordarne qualcuna, ma questo ma è dipeso dagli altri. Il mio intervento in dipende anche dal fatto che mi sono concen- consiglio comunale contro la base è andato su trato più sul Comune di Vicenza. You Tube ed è stato cliccatissimo: sarà testimoE quella che invece ritiene la peggiore in nianza, ma serve per informare. assoluto? La Provincia come istituzione ha ancora un L'appoggio al Dal Molin, con tentativi risibili senso o è un semplice spreco di denaro pubdi cambiare la postazione: una mossa per dare blico? l'idea che è una donna di buon senso, mentre E' uno spreco, confido e spero che un giorno anche lei è coinvolta. sia rimosso. Perchè le elezioni provinciali non sono molto Dica in una frase perchè un elettore dovrebsentite dai cittadini? be votare la sua lista. Perchè vivono di più l'appartenenza al proprio Per garantire un futuro ai vicentini, un futuro paese o città, hanno la consapevolezza dell'i- degno di essere vissuto. nutilità dell'ente, che se aveva un senso lo aveva prima delle Regioni. Quanto conterà la questione Dal Molin? Conta moltissimo, prima di tutto per Vicenza Caldogno e Dueville. Ma anche se ci si allontana dalla zona conta molto per i più informati, che sanno bene che la leggenda metropolitana sull'antiamericanismo è una gran puttanata. Le motivazioni del No sono concrete. Bloccare le ruspe non la vedo facile, meglio azioni di pressione pubblica come fa Rete Lilliput intorno ai siti militari Usa sparsi per la provincia. Ma se fosse esclusa ogni strada politica… Autostrada Valdastico: come conciliare l'opposizione di ambientalisti e comitati cittadini con le esigenze di trasporto delle imprese? Non è voluta dai trentini, capisco che sia un vantaggio economico ma mi domando come rispondere ai Emilio Franzina: "Dal Molin, questione centrale" Dica età, professione, hobby e curriculum politico. Sono nato il 23 luglio del 43, sono pensionato, come hobby faccio il contadino. Non ho mai avuto nessuna carica politica. Perchè si è candidato? Per procedere ad un oscuramento totale della classe politica in Provincia. Quali sono i tre punti qualificanti del suo programma? Abolizione dei privilegi della classe politica. Consegna del potere ai cittadini. Procedere per fare di Vicenza una provincia autonoma esattamente come la provincia di Trento. Una decisione che salverebbe fra quelle prese dall'amministrazione Dal Lago? Proprio nessuna. E quella che invece ritiene la peggiore in assoluto? Aver avuto il coraggio di presentarsi alle elezioni. Perchè le elezioni provinciali non sono molto sentite dai cittadini? Sono perfettamente inutili. La Provincia è perfettamente inutile, e solo diventando autonoma e amministrando il patrimonio e le risorse locali si legittima. Quanto conterà la questione Dal Molin? Nulla. Autostrada Valdastico: come conciliare l'opposizione di ambientalisti e comitati cittadini con le esigenze di trasporto delle imprese? I clan locali o i centri di interesse spariranno perché saranno solo i cittadini e tutti gli oltre 800 mila cittadini residenti nella Provincia a decidere e conciliare le esigenze future. Bretella Ponte Alto-Isola: quasi vent'anni che se ne parla, come mai non è stata neppure cominciata? Oggi gran parte dei politici oltre che falliti nella vita, cocainomani e parassiti hanno coefficienti di intelligenza da ripetenti di terza media. Con questa gente non si va da nessuna parte. Il riferimento ovviamente è in generale. Tav: dati i costi e le distanze minime con Verona e Padova, è davvero conveniente? Saranno i cittadini a deciderlo. Le provinciali sono tradizionalmente bottino del centrodestra, mentre le opposizioni corrono più divise che mai. Il suo non si riduce a essere un ruolo di pura testimonianza? Tra 50 giorni saranno seppelliti dalle nostre tre squadre che si chiamano No Privilegi Politici, Solo Donne e Vicenza Provincia Autonoma. La Provincia come istituzione ha ancora un senso o è un semplice spreco di denaro pubblico? Le province non hanno senso di esistere. Sono solo spreco e parcheggio di lavoro per parentume politico. Dica in una frase perchè un elettore dovrebbe votare la sua lista. Destra e sinistra sono le ali dello stesso avvoltoio. Per mandarli tutti a casa l'unica soluzione è votare o No Privilegi Politici o Solo Donne o Vicenza Provincia Autonoma. Silvano Giometto: "Classe politica da abbattere" 6 VICENZA PIÙ INCHIESTA 7 APRILE 2007 Prima puntata di un'inchiesta sui potenti vicentini. Alla scoperta di intrecci di interessi dimenticati dall'informazione quotidiana ma anche di possibili opportunità trascurate da tutti. Operazione verità:la mappa del potere Eccoli qui, i cosiddetti "poteri forti". Personaggi che "pesano", che siedono su poltrone importanti, che decidono le sorti di aziende e affari spesso decisivi per la vita del cittadino qualunque. Con questa "mappa del potere" comprensiva dei nomi di maggior spicco del panorama vicentino, o che sulla scena nazionale portano, in alto o in basso a seconda dei giudizi, la fama di Vicenza - inizia una ricerca a puntate per capire meglio ombre e non detti della politica e dell'economia della città del Palladio. Ma anche amnesie, perchè qualche volta ci si dimentica di un 'potente' che la città potrebbe pure aiutarla, se la città si ricordasse di rivolgersi a lui. Un viaggio all'insegna della semplice trasparenza, senza pregiudizi di alcun segno. Per pura informazione. (Note: I dati sono tratti dal regi- stro delle imprese delle Camere di commercio. La scritta "fino al 31/12/2006" indica che la carica è valida fino all'approvazione del bilancio 2006: in quasi tutti i casi tutti gli incarichi sono ancora validi) 7 VICENZA PIÙ INCHIESTA 7 APRILE 2007 8 VICENZA PIÙ 7 APRILE 2007 FATTI&NOTIZIE Spirito di indipendenza, interessi turistici, lobby dei cacciatori. Ecco perché sull'Altopiano non vogliono i parchi naturali Asiago,questi parchi non s'han da fare Dopo i No Base, i No Tav, i No Mose, potrebbe esserci anche un fronte No Parco. Fedeli allo spirito di autogoverno che da secoli contraddistingue la Reggenza dei Sette Comuni, le genti di Asiago e dintorni non amano le decisioni calate dall'alto: nemmeno quando si parla di preti (ad Asiago il parroco proposto dal vescovo deve essere votato dai capifamiglia) o di parchi naturali, come in questo caso. È bastato che nel ptcp, il piano di indirizzo urbanistico provinciale in discussione in questi giorni, rispuntasse la possibilità di creare dei parchi naturali sull'Altopiano, per far sobbalzare sulla sedia gli amministratori della zona. E per far ripartire un ritornello che all'ombra dell'Ortigara si ripete uguale da almeno vent'anni. "Un parco naturale qui? No grazie". Il perché è riassunto così dal sindaco di Asiago Andrea Gios: "Abbiamo col nostro territorio un rapporto di grandissima gelosia, per cui la tutela non deve necessariamente passare attraverso un parco: ognuno sente il bosco come proprio, e del resto stiamo parlando di aree civiche, di zone che sono effettivamente proprietà collettive. Per questo non amiamo sentir parlare di parchi e di nuove regole che dovrebbero essere gestite da terzi". Parco nuovo; anzi, vecchio Per capire cosa sta accadendo bisogna fare un passo indietro. Nel documento provinciale si parla di tre nuovi parchi, il più grande dei quali occuperebbe tutta la zona Nord dell'Altopiano, ma in realtà i parchi non sono affatto nuovi. Dalla Provincia lo spiegano a chiare lettere: il ptcp non fa altro che recepire, come è obbligo di legge, le normative e gli atti di indirizzo già contenuti nel ptrc, il Piano territoriale regionale di coordinamento attualmente in vigore. In altre parole, si tratta di indicazioni e direttive già esistenti. E in effetti il ptrc, approvato dalla Regione nei primissimi anni '90, individua un elenco di aree di tutela paesaggistica dove è possibile creare riserve protette di competenza provinciale (articolo 34). Tra queste ci sono esattamente le tre fette dell'Altopiano di Asiago la fascia a nord, con tutte le vette più alte; la zona della Val d'Assa, con i suoi graffiti preistorici; e l'area della Val Frenzela e della Calà del Sasso -, finite adesso nel ptcp. Insomma, i parchi erano già previsti, ma solo sulla carta. Ad essere in vigore sono invece alcune tutele adottate dalla Regione in ottemperanza alle direttive della zione di eventuali parchi -. Sono tutele che non consentono di fare nulla se non la manutenzione dell'esistente. Non riteniamo opportuno creare ulteriori vincoli". "C'è una sovrapposizione di vincoli che non ha senso", gli fa eco Mario Porto, sindaco di Roana. In realtà, però, tra un parco naturale e una zona Sic-Zps le differenze ci sono, Comunità Europea. Si tratta delle Zps, zone a protezione speciale, e dei Sic, i siti di interesse comunitario, che tutelano la presenza di particolari specie animali (soprattutto uccelli) e il loro habitat. Nell'altopiano ce ne sono tre - i 15 mila ettari della fascia nord, la zona di Granezza, e quella di Valstagna -, mentre in tutto il vicentino il conto arriva ad una quindicina, tra cui figurano anche il Grappa, il Pasubio, i Berici, e la zona delle risorgive a nord della città. Basta lacciuoli Ed è proprio dalla presenza di queste aree vincolate che parte l'opposizione dei comuni dell'Altopiano. "Ci sono già le zone Sic e Zps - spiega Matteo Dal Pozzo, sindaco di Rotzo, uno dei comuni più interessati dalla crea- eccome: "Le Sic-Zps individuano delle misure di conservazione, ma non ci sono divieti a priori - confermano i funzionari della Regione -. In una zona Sic o Zps i piani di intervento devono essere accompagnati da una valutazione di incidenza ambientale, ma al centro di tutto ci sono l'uomo e le sue attività, per cui si può fare molto, se non tutto. Un parco pone invece vincoli ben più pesanti". Per dirne una, in un'area Sic si può cacciare, in un parco no. Turismo, caccia, edilizia I veri motivi del No al parco, in effetti, sono altri, e coinvolgono interessi diffusi. Alla base c'è il timore che l'istituzione di un'area protetta possa limitare lo sviluppo di molte attività economiche di cui vive l'Altopiano. Il turismo, perché potrebbe rendere più complicato, ampliare o ammodernare piste da sci e impianti di risalita. O, in misura minore, l'edilizia, perché il parco arriverebbe a sfiorare i margini dei paesi, interessando aree già considerate edificabili e frenando, almeno in parte, il proliferare di seconde case e condomini. "Questo non c'entra, perché si è sempre costruito nei confini dei paesi, senza intaccare boschi e pascoli, e non è che con un parco si costruirebbe di meno" ribatte però Mario Porto. "Lo sviluppo edilizio non c'entra - conferma Andrea Gios -. Per quanto si riguarda non si costruirà più, e non solo nelle zone a nord, ma nemmeno nella conca dove c'è il paese". Infine c'è la caccia, che in tutto l'Alto Vicentino rappresenta una delle lobby più influenti. "Se passasse la linea del parco e dovesse essere vietata la caccia, ci sarebbe la guerra con le associazioni venatorie", riconosce Matteo Dal Pozzo. Moti d'indipendenza Insomma, un possibile parco naturale, più che una carta in più da giocare sul tavolo della competizione turistica, è visto come una fonte di nuovi problemi. "Per noi le prospettive sono solo peggiorative", ribadiscono i sindaci. Se poi la proposta arriva come un fulmine a ciel sereno, senza nessuna forma di consultazione preventiva, il gioco è fatto. "Se ne potrebbe anche discutere, ma in questo modo dà solo fastidio", ribadisce il sindaco di Rotzo. E alla fine riaffiora anche lo spirito fiero e autonomo che ha sempre contraddistinto la Reggenza. "Noi il parco ce l'abbiamo già da 800 anni - sottolinea il sindaco di Roana -. È inutile che vengano ad insegnarci come tenere il bosco, come proteggere la fauna, come curare le malghe: lo sappiamo, l'abbiamo sempre fatto. Perché non vanno ad insegnarle a chi davvero ha disboscato e costruito in modo selvaggio? Mi sembra che ci si consideri un po' con la politica della riserva indiana: ci tolgono i servizi, gli ospedali, i medici di base, gli uffici pubblici, le scuole, non abbiamo nemmeno l'adsl, e poi ci dicono di stare qui a fare i guardiani del faro. Se c'è tutta questa voglia di Trentino è perché siamo stanchi, vivere in montagna è impossibile, e venirci a parlare di parco è come andare a parlare di corda in casa dell'impiccato". Luca Matteazzi A ciascuno il suo, Vicenza esclusa A Verona c'è il parco regionale dei Lessini, a Padova quello dei Colli Euganei, Treviso e Venezia si spartiscono il parco del Sile e Rovigo può contare sul parco del Delta del Po. Belluno, poi, non ne parliamo: lì c'è l'unico parco nazionale presente in Veneto, quello delle Dolomiti bellunesi. Così, alla fine della conta, l'unica provincia a non avere nemmeno un parco naturale è proprio il vicentino, se si esclude il fatto che una parte dei comuni di Crespadoro e Altissimo, nell'alta valle del Chiampo, rientrano nei confini della riserva della Lessinia. E la situazione non migliora nemmeno se, invece dei parchi naturali, si considerano le riserve statali o regionali: in Veneto sono una quindicina, dal bosco del Cansiglio alla foresta del Monte Baldo, dalle Bocche di Po alle rive del Piave, ma nel vicentino non ce n'è nemmeno una. Niente. Da queste parti bisogna accontentarsi di quello che passa il convento: le cosiddette zone sic e zps, l'oasi naturalistica degli stagni di Casale, le riserve gestite dalle associazioni venatorie per garantire il ripopolamento delle specie. E basta. "Il motivo è ovvio - spiega Alberto Soldà, responsabile provinciale del Wwf -: la lobby dei cacciatori. Finché hanno un sostegno così diffuso nel territorio, di parchi non se ne parla". 9 VICENZA PIÙ FATTI&NOTIZIE 7 APRILE 2007 Alto Vicentino. Retroscena dell'affare dell'anno: chi guadagna e chi perde nella vicenda del traforo Schio - Valdagno La vera storia di un tunnel lungo 135 anni Traforo Schio-Valdagno, una storia che inizia 135 anni fa. Ne è passata di acqua lungo l'Agno e il Leogra: dal 1872, anno in cui il valdagnese Luigi Valle presentava agli amici Marzotto il progetto per un tunnel sotto al monte Zovo, ad oggi, data in cui si "consuma" il passaggio che porterà il traforo realizzato dalle mani dello Stato a quelle della Provincia. Per la modica somma di 17 milioni di euro. E spulciando un po' nella travagliata storia del "buso del Muccion" (così veniva soprannominato il progetto, quando il traforo era ancora di là da venire) si scopre che sono stati persi per strada circa 44 milioni di euro di debiti, abilmente "spalmati" sulle casse dello Stato a vantaggio degli enti locali che, ora, potranno ridurre il pedaggio da 3,20 a due euro. Spulciando ancor di più si scopre che all'inizio il prezzo stabilito era decisamente più basso, ma la società di gestione ha dovuto alzarlo perché l'amministrazione valdagnese, per tre anni a tunnel realizzato, ha di fatto impedito il transito ai mezzi pesanti. Infine, si scopre che le stime dei passaggi fatte all'inizio, contrariamente a quello che si pensa, sono state ampiamente rispettate, 3mila veicoli al giorno. Ciò che invece non si è avverato è stato l'aumento progressivo dei passaggi, la previsione di un +5% all'anno: 3mila passaggi erano, nel 1999 all'apertura, e 3mila sono nel 2007.Anno domini 1872: il primo progettoPartiamo dal principio, cioè la fine dell'800. Schio e Valdagno sono due città dove il tessile laniero è in florido sviluppo, terra di due famiglie rivali che lasceranno il segno: i Rossi e i Marzotto. L'idea di Valle già da subito attira molta attenzione, ma finisce dentro a un cassetto e lì rimane. Di traforo si torna a parlare durante la Prima Guerra Mondiale, a scopi bellici, e poi negli anni '30, ma di nuovo è un nulla di fatto. Nel secondo dopoguerra, praticamente ad ogni scadenza di legislatura il problema della galleria riemerge come elemento propagandistico nelle campagne elettorali. Sempre senza successo. 1988, l'anno della svoltaQualcosa, tuttavia, inizia a muoversi nel 1988. Sulle poltrone di primo cittadino dei due comuni siedono Giuseppe Berlato Sella, a Schio, e Lorenzo Bosetti a Valdagno.Entrambi sono dirigenti delle due grandi aziende tessili: Sella della Lanerossi, Bosetti della Marzotto. Sono anni in cui il tessile "tira" ancora, la delocalizzazione e la Cina sono ancora di là da venire. E il caso vuole che proprio in quell'anno, agosto 1988, la Marzotto si "mangi" in un sol boccone, al prezzo simbolico di una lira, l'antico rivale tessile da tempo di proprietà dello Stato, la Lanerossi che nell'industriosa cittadina ha ancora centinaia di dipendenti. E allora di tunnel si inizia a parlare sul serio. A Schio c'è un'amministrazione Dc molto compatta, e convinta della necessità dell'opera. A Valdagno a fare pressioni ci pensa la Marzotto, ed è sufficiente. E da Roma, secondo i bene informati, giunge la benedizione da chi di dovere. Si sente parlare per la prima volta nell'Alto Vicentino - ma non sarà l'ultima - di project financing: l'idea è che l'opera la realizzi la società Condotte, partecipata dallo Stato, attraverso mutui bancari da restituire in 35 anni, il tempo di recuperarli coi pedaggi. II pedaggio, all'inizio, doveva essere di 5mila lire. La Condotte lavorerà dalla parte di Schio, dall'altra parte invece ci penserà l'analoga impresa Ferrocemento. I mutui vengono sottoscritti - per la maggior parte da Condotte - con un interesse a due cifre che ad oggi ci sembrerebbe esorbitante, ma che allora era normale. All'epoca infatti l'interesse sui Bot viaggiava sul 13-14%. E iniziano i problemi. Un tunnel carico di problemiSe il municipio di Schio il traforo lo vuole, deve trovarsi a sedare gli animi di un intero quartiere, Cà Trenta, che protesta contro gli espropri e l'impatto ambientale. Anche nella "val de là" non sono poi così convinti, anzi se possibile molto meno degli scledensi. A Valdagno sorge addirittura un comitato contrario, fomentato da artigiani e piccoli imprenditori, che hanno paura che la loro manodopera scappi in una Valleogra in pieno sviluppo economico: in quegli anni i capannoni della futura zona industriale scledense - oggi spesso desolatamente vuoti - venivano venduti ancor prima di essere realizzati. Alla fine i lavori partono, ma a questo punto c'è Tangentopoli: la Ferrocemento ne viene travolta, e la Condotte non vuol più continuare. I lavori del traforo costano troppo, è un "buco" sì, ma di soldi. Nel 1992 il cantiere si ferma per alcuni mesi, poi entra in scena Fintecna (sempre a partecipazione statale) a garantire l'opera e la Condotte riprende i lavori. Anche dalla parte di Valdagno. Alla fine la spesa è di 82 milioni di euro. Nel 1999 il traforo è finalmente pronto e inaugurato. Ma le sue ali vengono tarpate: da Valdagno l'amministrazione Bosetti intima subito l'altolà ai mezzi pesanti. Fino a che la Condotte non realizzerà a sue spese le opere viarie intorno a Valdagno, che permetteranno di arrivare al tunnel bypassando il centro cittadino, resta in vigore un'ordinanza municipale che vieta ai camion di transitare per il centro. E i camionisti iniziano a fare il passo di Priabona, poi allargato, e quest'abitudine non la perderanno più neanche a circonvallazione ultimata, nel 2002. A.A.A. Vendersi tunnel Per la Veneta Infrastrutture, la società che gestisce l'opera, si sarebbe trattato solo del 10% dei transiti previsti, ma è una fetta di 3 milioni e mezzo di euro accumulato da Veneta Traforo. L'affare è di quelli da non farsi scappare, l'accordo è già siglato e grazie all'assenza di perdite da recuperare l'ente provinciale garantisce che da luglio il pedaggio sarà ridotto a due euro. Fra tre anni il traforo diverrà parte del Demanio provinciale. Qualche rimorso per aver accollato allo Stato il "buco" da 45 milioni? La leghista (e scledense) Manuela Dal Lago non ne ha nessuno: "Non fatemi ricordare tutte le opere viarie di cui la nostra provincia avrebbe bisogno, e che lo Stato non ha mai realizzato - ha detto presentando l'acquisto - se per una di transiti che avrebbe pagato il doppio del pedaggio. Il prezzo lievita, e la predizione di un aumento dei transiti del 5% annuo non si avverano. E i costi sostenuti vengono recuperati a passo di lumaca, contro ogni previsione. Dati della Corte dei Conti, Veneta Infrastrutture accumula un debito di 44 milioni 600mila euro. Alla fine Fintecna si accorpa il debito, e passa la gestione (dipendenti compresi) a una nuova società, la Veneta Traforo. Arriviamo al 2007: Fintecna decide di porre in vendita l'opera. La prima a farsi avanti è la Provincia di Vicenza, che con la benedizione di Schio e Valdagno - che di fatto non ci mettono una lira - conclude un affare vantaggioso: acquista il tunnel per soli 17 milioni di euro, diluiti in due tranche, senza interessi e con in più sul piatto l'attivo di bilancio volta Roma ci rimette qualcosa, è tutto dovuto". Bilancio di un'avventura Soldi a parte, è innegabile che il traforo sia utile: riduce il transito tra le due città da 40 a 10 minuti. E forse con un pedaggio di due euro ora potrà finalmente "decollare". Realizzarlo da metà anni 80 in poi ha implicato un travaglio enorme, e una perdita di denaro pubblico imponente. Ma è certo che allora si era quasi alla scadenza massima per poterlo fare: oggi la Lanerossi non c'è più, la Marzotto non è quasi più una ditta tessile e l'economia di Schio e Valdagno è non è nemmeno paragonabile, come vivacità, a quella di allora. Quella era forse l'ultima occasione per realizzare l'opera, e nonostante tutto la politica è stata lungimirante a coglierla. Andrea Alba 10 VICENZA PI FATTI&NOTIZIE 7 APRILE 2007 Dietro la nuova bufera sul PalaCia l'annosa questione della scarsa considerazione per gli sport "minori". Schiacciati dal calcio Palazzetto, politica indifferente. Così, per sport Il palazzetto dello sport di via Goldoni è di nuovo al centro della bufera. Un braccio di ferro che, ancora una volta, oppone il Vicenza Volley alle posizioni del Comune. Da un lato la società di Giovanni Coviello, che ha in gestione il palasport con una convenzione triennale e che rischia di trovarsi pesantemente danneggiata - sia in termini organizzativi sia in termini economici - dalla chiusura dell'impianto, causa lavori di ristrutturazione, dal 30 aprile alla fine di ottobre. Dall'altra l'amministrazione che, per voce dell'assessore allo sport Gianfranco Morsoletto, ribadisce che questi erano gli accordi sottoscritti, e che non ci sono margini di modifica: "Cambiare qualcosa vorrebbe dire allungare ancora di più i tempi: non è accanimento, non c'è niente da fare". Quando si tratta di sport, però, non c'è solo l'impresa a essere coinvolta: ci sono anche i tifosi, c'è l'immagine della città, c'è il mondo degli sport cosiddetti 'minori' che a Vicenza ha la sua punta di diamante proprio nel volley. La mancanza di sufficiente dialogo fra Coviello e amministrazione comunale è all'origine dell'impasse. Lo ammette anche chi, come il presidente del Rugby Vicenza e del consiglio comunale Sante Sarracco (An), aspetta di pronunciarsi perché vuole "capire bene come stanno le cose. C'è una gran confusione, ci sono versioni diverse del problema, anche se alla base credo vi siano incomprensioni sui modi e sui tempi dei lavori". Aggiungendo: "Non c'è una grande disponibilità in Comune, è vero, ma bisogna capire come giungere a una soluzione". Si tratta di "vecchie ruggini" fra l'assessorato e Coviello, spiega l'ex-assessore allo sport Federico Formisano, oggi fra gli animatori del nascituro Partito Democratico: "Non è facile andare d'accordo con lui, questo può avere inciso in tutta la struttura comunale, ad esempio nella mancata consegna del cronoprogramma dei lavori". Lavori che per venire incontro alla squadra in procinto di giocare i playoff e a questo punto incerta sull'avvio della prossima stagione, dovrebbero essere realizzati in meno tempo. E proprio per questo obiettivo Formisano propone, come scorciatoia, una "vertenza" che potrebbe riportare la gestione dei lavori a un'azienda esterna: "L'ho suggerito ai consiglieri comunali di centrosinistra - spiega -: l'Ampcs (l'azienda municipale a cui è affidato il progetto) ha restrizioni operative precise, dovrebbe fare solo manutenzione, non interventi più pesanti. In questo caso si può aprire una vertenza e affidare la ristrutturazione a un'azienda esterna". L'Amcps, infatti, vuoi per carenza di personale, vuoi perché non opera secondo la logica del privato, non è tenuta alla celerità. Lo sottolinea il presidente del Coni Umberto Nicolai, assertore di una 'terza via' che porti a una maggiore inclusione della società pallavolistica: "Se ci fosse un direttore di lavori o comunque un tecnico chiamato dalla società che mette fiato sul collo a chi fa i lavori, tutto andrebbe più veloce. Se invece si butta fuori la società e si affida l'opera a una pseudocomunale, ecco i risultati". Nicolai non si capacita della "mancanza di fiducia" dimostrata dal Comune al Vicenza Volley: "Senza fare le guerre sante, basta essere razionali: spostiamo in avanti di un mese o poco meno l'i- nizio dei lavori, in modo da permettere i playoff. E vedi tu, gestore, come ristrutturare nel minor tempo e costo possibile. Ci si metta a discutere, insomma". Ma è proprio questo, gli facciamo presente, il problema: il Comune ha dato chiari segni di indisponibilità al confronto, ci si parla tramite raccomandate. "Mi propongo io stesso come mediatore per una soluzione", ribatte Nicolai. "Il fatto è che i nostri amministratori non sono inseriti nelle problematiche sportive, anzi, mi viene da dire, nell'humus sportivo", analizza Formisano. Che chiama in causa la miopia da troppo calcio di molti politici vicentini: "La mentalità è: il calcio è imperatore unico dello sport, quando gli abbonati di calcio quest'anno sono 3 mila di cui 2 mila provenienti da fuori città, e con un'età media di 60 anni (salvo la minoranza degli ultras). Il palazzetto, se fosse a 1900 posti, sarebbe sempre pieno". In soldoni: vengono considerati elettori, cioè degni dell'attenzione della politica, solo i fans del pallone da football. "A Vicenza manca una politica sportiva - chiosa Nicolai - basti pensare che si trovano soldi per tutte quelle rotatorie e poi non ce ne sono per un palazzetto nuovo. Si rinvia, si rinvia sempre: ogni impianto è una croce". A.M. L.M. Il giallo delle date Il Vicenza Volley deve lasciare il palazzetto entro la sera del 30 aprile: così ha perentoriamente intimato il Comune. Il problema è che i probabili playoff impegneranno la squadra di A fino alla metà di maggio. Per questo la società chiede di organizzare l'intervento in modo da consentire l'uso del campo da gioco almeno per un quindicina di giorni in più, quel tanto che basta ad evitare i grossi disagi di un trasferimento. "Non è possi- bile, è già tutto deciso e approvato", risponde l'assessorato allo sport. Solo che poi basta consultare il sito del Comune per scoprire che il bando di gara per l'assegnazione dei lavori al Palacia si chiude il 2 maggio, e che le buste saranno aperte solo l'8. Prima della metà del mese, dunque, difficilmente si vedranno operai al'opera almeno per i lavori previsti per la tranche 2007. E allora, è davvero impossibile organizzare il cantiere in modo da permettere alla Minetti di concludere il campionato sul campo di casa? "Sì - ribattono al riguardo dall'assessorato -. I primi giorni di maggio servono per completare i lavori rimasti in sospeso l'autunno scorso". Lo sfratto, insomma, è deciso. A meno che non avvenga il miracolo della buona volontà nell'incontro finalmente concesso al fotofinsh da Morsoletto a Coviello. 11 VICENZA PIÙ ATTUALITA’ 7 APRILE 2007 Nonostante il boom di sexy shop, satelliti e videomessaggi, le riviste vietate ai minori sopravvivono anche nell'era di Internet Giornaletti per soli adulti, la pensione può attendere I tempi sono cambiati da quanto Milly D'Abbraccio, una delle prime attrici a luci rosse ad ottenere visibilità anche al di fuori del circuito vietato ai minori, poteva affermare baldanzosa che fare la pornostar le sembrava la strada più veloce per diventare parlamentare. Oggi, le nipotine di Ilona Staller non siedono più sugli scranni di Montecitorio, ma le loro foto non seguono uno strada molto diversa da quanto accadeva negli anni '80. Lucidi, incellofanati, patinati, i giornali e le riviste per soli adulti continuano infatti a fare capolino nelle edicole delle città. Immarcescibili, resistono alla diffusione dei dvd, al dilagare di internet, al proliferare di siti XXX, alle mode del file sharing e del libero scambio di filmati, all'affermarsi delle tv satellitari con programmi notturni pensati apposta per chi cerca la trasgressione facile. Edicola che vai, giornaletto che trovi Nel mondo del sesso di carta esiste una particolare geografia urbana che aiuta gli amanti del genere ad orientarsi. Le edicole non sono tutte uguali, basta fare quattro passi in città per rendersene conto. C'è chi i "giornaletti" li nasconde dietro il bancone, chi li imbuca in un angolo secondario lontano dagli sguardi di bambini e signore perbene, e chi invece li espone ben in vista senza farsi troppi problemi. Senza dimenticare la via intermedia: imbucati sì, ma non troppo, ché qualcuno potrebbe sempre lasciarsi tentare. Così, la concentrazione maggiore di riviste con la X in copertina si trova in alcune edicole vicine ai punti più frequentati: nei dintorni della stazione, nelle piazze attraversate dai bus, lungo la circonvallazione. È lì che l'offerta è più varia, e gli aficionados lo sanno. Il porno non tira più. O quasi Il risultato è che il mercato è molto disomogeneo, e capire se il settore dell'hard su carta patinata funziona ancora non Nove identikit per un mercato da un miliardo di euro Secondo l'ultimo rapporto dell'Eurispes sulla pornografia in Italia (datato al 2005), il mercato dell'industria a luci rosse è in continua crescita ed è ormai arrivato ad un fatturato superiore ai mille milioni di euro. Il grosso riguarda internet, l'home video, le chat telefoniche, ma la piccola nicchia delle edicole resiste e, anzi, fa registrare un leggero aumento del 10 per cento del proprio volume di vendite. La cosa più interessante dell'indagine, però, è l'analisi del consumatore tipo di materiale pornografico: l'Eurispes individua nove tipologie di clienti, eccole. Il giovane principiante. Appartiene a tutte le classi sociali, si procura riviste e fumetti da dividere con i compagni di scuola, sfrutta le possibilità di internet. L'incallito. Uomo solo, di una certa età, oppure militari e carcerati. È affezionato alle vecchie riviste: al massimo si concede una videocassetta o un dvd. Il rapito dalla schermo. è così immediato. "C'è poco giro, molto poco - spiega Lorella Sorgo, edicolante storica della zona dei Carmini -: ormai di queste riviste ne arrivano sempre di meno, e se ne vendono poche, pochissime". "Si vende, si vende, la richiesta c'è sempre - controbatte un collega della zona di San Bortolo - tanto che stavo quasi valutando, nei mesi estivi, di prolungare l'orario di chiusura fino alle nove di sera. Proprio per intercettare quei clienti che chiedono riviste di questo genere. Non è che l'idea mi convinca del tutto, ma se le entrate non andassero così bene potrei anche provare". In generale, la sensazione è che le vendite siano calate, e si siano concentrate solo in alcuni punti "specializzati", o quasi. E anche lì l'offerta è molto diversa rispetto a quella che si poteva trovare solo una decina di anni fa: la formula "classica" non funziona più, mentre spopolano i dvd, in genere offerti a prezzi decisamente concorrenziali rispetto a quelli di videoteche e sexy shop, i manga erotici giapponesi, e le riviste di annunci che, sotto testate come Contattami o Telefonami infilano inserzioni e foto senza veli di escort, accompagnatrici e coppie a caccia di emozioni forti. "I giovani, in genere, comprano i dvd, oppure i fumetti - racconta un altro edicolante -. I clienti più anziani, invece, si orientano sulle riviste tradizionali". Identikit di un cliente qualunque L'Eurispes, che ha monitorato la situazione dell'industria del porno in Italia negli ultimi vent'anni, ha classificato nove tipi di clienti a luci rosse, dal giovane principiante alle single intraprendenti. Nel sondaggio probabilmente non rientrano i clienti delle edicole vicentine, perché qui la tipologia è sicuramente meno variegata: il cliente tipo è maschio, di solito non giovanissimo (ma le eccezioni non mancano), il classico uomo della porta accanto. Le donne non si fanno vedere, e l'unica novità è l'arrivo, anche in questo settore, della clientela immigrata. "Tra i clienti ci sono sempre più stranieri", confermano gli edicolanti. Prima regola; mai sotto casa Quello che non è cambiato, invece, è il pudore, quasi il senso di vergogna che ancora accompagna il momento dell'acquisto. Certo, non c'è più chi per comprare una rivista vietata ai minori la infila tra l'ultimo numero di Giardinaggio, la nuova uscita della collezione di modellini di trattori d'epoca e il mensile sui segreti della fauna ipogea dell'Africa Sahariana. Certo, il numero di quelli che vanno dritti al sodo è in continuo aumento, ma in molti cercano ancora di mimetizzare l'acquisto proibito, magari infilandolo dentro al quotidia- Giovane, con meno di 40 anni, sempre incollato alla Tv o alla pornorete. L'habitué di coppia. Dai 30 anni in su, benestante, acquista nei sexy shop, spesso insieme alla compagna. È quello che gira i filmini in casa o scatta foto osé con il telefonino. La donna in coppia. In teoria è la compagna dell'abitué di coppia. In realtà i due profili non sempre combaciano. La mosca bianca. La donna single che non disdegna di frequentare sexy shop o videoteche, o di navigare in internet: più dei siti a pagamenti, preferisce però quelli di annunci e i forum Il telefonista irrequieto. Benestante, sfrutta le nuove tecnologie dei palmari e dei videofonini. Usa anche internet ed è un cliente fisso dei film in dvd. Il telefonista metodico. È il cliente delle linee telefoniche erotiche. Di solito acquista anche tutti gli altri tipi di porno. Il surfista. Il cliente casuale, che consuma porno una tantum, per i motivi più diversi. no o chiedendo all'edicolante un sacchetto di carta per nasconderlo da sguardi indiscreti. Oppure, più semplicemente, si allontanano dalla loro zona abituale. "Quasi tutti quelli che mi chiedono riviste di questo genere sono clienti di passaggio - sottolinea Antonio Rigoni -. I clienti fissi sono pochissimi, anche perché quasi nessuno va a comprare queste cose sotto casa". O, ancora, ci si inventa scuse quasi sempre completamente prive di fantasia. Tipo: "Non è per me, ma per un amico a cui dobbiamo organizzare un addio al celibato". Attenzione, però, perché lo scherzo è sempre in agguato: "Ogni tanto qualcuno la prende larga e mi chiede se ho giornaletti particolari - conclude la signora Sorgo -. E io, che quando mi metto sono cattiva, faccio finta di non capire per obbligarli a spiegarmi per bene cosa intendo con particolari". 12 VICENZA PIÙ FATTI E NOTIZIE 7 APRILE 2007 Confermata all'ultimo congresso, la segretaria provinciale Ds chiarisce compensi e ruolo in Provincia Sbrollini: "Ecco come rispondo ai veleni contro di me" E' indignata per il livello a cui, a suo dire, "si è abbassato lo scontro interno al partito". Ma alla nostra richiesta di fare chiarezza sulla sua situazione personale e su quella che agita i rami di una Quercia sulla via della scissione, Daniela Sbrollini non si tira indietro. Confermata segretaria provinciale dei Ds con la assise di sabato 31 marzo (70% dei voti, contro il quasi 30% conquistato dal candidato della minoranza di sinistra, Dario Vezzaro), la Sbrollini replica alle accuse contenute nell'articolo di Vicenza Più n° 52 dal titolo "Ds, tutti i segreti di un partito spaccato. E che non si rinnova". "Nella mia relazione finale ho ricordato di aver chiesto di andare sui giornali per parlare di politica, non di veleni personali. Ed è scattato un applauso liberatorio". Ma politica significa anche trasparenza. Compensi compresi. "Sì, ma questo allora deve valere per tutti". Cominciamo da lei. "Io sono impiegata dell'Anci regionale, l'associazione dei Comuni. Sono in aspettativa dal 2003 per mandato elettorale, visto che sono consigliere provinciale. Non prendo alcuna indennità per questo, ma solo dei gettoni. Non più di 500 euro al mese, visto che se dovessi partecipare a tutte le sedute di consiglio e di commissione si arriverebbe a neppure 620 euro, che con la penultima finanziaria hanno avuto una decurtazione del 10% e perciò sarebbero 560 euro circa. Un gettone è sui 62 euro netti, e io sono in tre commissioni. Io mi faccio 10 riunioni al mese in media, ecco perché arrivo sì e no a 620. Il partito regionale, non la federazione, mi dà poi 500 euro circa come compensazione". Chiarito. Veniamo al suo partito, spaccato fra chi vuole sciogliersi nel Partito Democratico con la Margherita e chi no. Non sarebbe meglio dire chiaramente che ormai queste due anime non possono più convivere? "Un segretario, anche uno provinciale come me, non può auspicare la scissione del proprio partito". In privato lo dite senza mezzi termini, e i congressi lo provano inequivocabilmente. Perché ostinarsi a stare insieme? "Anzitutto ci sono divisioni anche nella minoranza: la mozione Mussi è contraria a priori, quella Angius è dubbiosa su tempi e modi. Poi occorre dire che non è stato ancora tutto deciso, sappiamo solo che il Partito Democratico lo dobbiamo costruire. Ho molto ammirato la Trupia (la deputata a capo della sinistra interna veneta contraria al Pd, ndr), che è stata coerente dichiarando di non voler entrare nella direzione politica. Cosa ben diversa ha fatto Rolando (consigliere comunale dell'area Salvi, anche lui contrario, ndr): uno non può chiedere un posto per le provinciali in una lista che si chiama Uniti nell'Ulivo per il Partito Democratico". Rolando ha mosso un'accusa precisa ai vertici vicentini del partito: manca il ricambio. "Io parlo per me, e dico che ho 35 anni e non 60 quanti ne avrà Rolando, faccio politica da 10, sono segretaria dal 2001 e il partito mi ha rieletta democraticamente. Le sconfitte si accettano. In Italia ci sono solo 3 segretari di federazione donne, e io sono l'unica a essere anche nella direzione nazionale essendo così giovane. Rolando è meglio se ne stia zitto". Si dice che dietro ai giovani ci sono in realtà i Grandi Vecchi, e che le decisioni siano prese dai soliti dirigenti, nel suo caso Rizzato, Bardelli e Alifuoco. "Troppo facile pensarla così. Rizzato, il mio predecessore alla segretaria dal '96 al 2000, è stato l'unico a dare la possibilità a vari giovani di fare politica, a dar loro responsabilità nel partito. E' stata una piccola rivoluzione che allora ebbe chi la contrastò. E bisogna riflettere su un fatto: la nostra generazione non ha avuto una scuola di partito per formarsi, l'esperienza oggi la si fa sul campo. Alcuni sono finiti a fare gli specchietti per le allodole, lo ammetto, ma solo perché abbandonati a loro stessi, e invece bisogna seguirli". Lei è anche consigliere provinciale. La sinistra interna Ds, assieme ai partiti della sinistra radicale con cui avete rotto, accusano i gruppi MargheritaDs di aver fatto poca opposizione in Provincia. "Se vuole le mando le interrogazioni e le mozioni che ho fatto contro le cave, per cui sono stata anche minacciata. O contro le discariche, visto che sono un'ambientalista convinta". Su autostrada Valdastico, bretella Ponte Alto-Isola, teatro di Villa Cordellina, sullo stesso caso rifiuti, non si ricordano grandi assalti a Palazzo Nievo. "Vorrei ricordare la battaglia sulla viabilità che stiamo facendo all'Albera e un'altra simile a Pozzoleone e Bolzano Vicentino. Sulla Valdastico Sud personalmente non sono mai stata d'accordo, anche se altri nel mio partito non la pensano così. Altre opere sono state adottate dal governo Prodi, come la Tav". Che costa troppo e non conviene in questa tratta. Non sarebbe meglio un potenziamento della linea esistente? "Bisogna vedere come farla e come salvaguardare il territorio. Ma noi abbiamo cultura di governo, non ci limitiamo a dire no senza assumerci delle responsabilità. Alcune opere servono e altre non servono. Contesto che abbiamo fatto poca opposizione, il fatto è che c'è meno visibilità mediatica per la Provincia". Alessio Mannino Il sole, il sorriso di Zoe e quello di don Mariano. Finalmente delle buone notizie (segue dalla prima) E allora ho detto no agli ordini del mio navigatore che mi riportava in redazione e sono andato a Cogollo del Cengio. A respirare (a 'sniffare' direi proprio) il profumo di sopresse locali pronte per la consegna, ma soprattutto a rubare un altro sorriso, quello di Zoe, la figlia di 4 mesi del sopressaro, circondato da tanto di moglie, suocera, papà e figlia di 3 anni. Una famiglia, insomma, piccola produttrice di salumi locali ma grande per serenità e voglia di fare, nonostante le parole 'crisi di mercato' e 'guerra dei prezzi' le siano ben note. Col navigatore sempre più incazzato con me, ancora più di qualche potente locale a cui qualche volta (solo qualche volta, giuro) non ubbidisco, ho poi diretto verso Schio la rotta, scegliendo, invece della strada più corta o di quella più rapida, quella che più mi piaceva in quel momento. E sono andato in via Lago di Vico 2, in Zona Industriale, dove, fra centinaia di capannoni, c'è anche il Centro di Accoglienza Socche alla Croce del Ceis di Don Mariano. Non vedevo da 2 anni almeno questo prete vero, che non pontifica troppo sui Dico, ma che lotta sul campo contro le devastazioni delle droghe: "Giovanni - mi dice -, oggi recuperare un giovane su 50, su 100 è già un grande succes- so perché le droghe di oggi distruggono il cervello". E, anche se la burocrazia nella distribuzione delle risorse dedicate al recupero dei tossicodipendenti è elefantiaca, e spesso interessata, e prova quotidianamente a distruggere la sua forza di volontà nell'aiutare i giovani senza valori e senza famiglia ("questa è la malattia grave da curare, prima non dopo!"), lui è sempre lì: a Marano, a Montemezzo di Sovizzo e nelle sue case di dolore, a distribuire sorrisi ed elogi alla vita. E stamattina c'è finalmente il s ole, soprattutto nel mio cuore. Giovanni Coviello DIRETTORE GIOVANNI COVIELLO Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona Noventa volley in B2, ritorno al futuro a pagina III Anno 2 nr. 11 - sabato 7 aprile 2007 - Supplemento al numero 53 Vicenza più Pippo Pozzato non ce l'ha fatta a bissare il successo nella Sanremo, ma potrà presto rifarsi. Lo aspettano la campagna del Nord e la Grande Boucle Il Tour nel mirino Michele Ciresa, lama di ghiaccio per i playoff dei Diavoli Vicenza a pagina V E con questo fanno tre: nuovo alloro per le giovanili dell'Asiago a pagina VI Capitan Schwoch, il leader della rinascita biancorossa a pagina VII Ne ha fatta di strada in bici. E chissà quanta ne farà ancora. Filippo "Pippo" Pozzato, nato a Sandrigo il 10 settembre 1981, non è più una promessa del ciclismo. "Dall'alto" dei suoi 25 anni è già un professionista affermato. Il curriculum parla da solo: nel 2000 salta direttamente dagli juniores ai professionisti, senza passare per i dilettanti; tre anni dopo ottiene due importanti vittorie al Trofeo Laigueglia e alla Tirreno-Adriatico. Nel 2004 vince di nuovo al Trofeo Laigueglia e si impone nella tappa Chateaubriant-Saint Brieuc al Tour de France. Pozzato continua a crescere e nella scorsa stagione riesce nell'impresa: la classicissima Milano-Sanremo è sua. Due settimane fa non è riuscito a bissare la vittoria Pozzato sarebbe entrato nella storia - a causa di problemi intestinali prima e durante la corsa. "Gia alla notte ho cominciato ad accusare problemi di stomaco - racconta -, e ne ho sofferto per tutta la gara. Un peccato, perché le gambe giravano a mille e anche la squadra, come hanno dimostrato le belle azioni di Pellizzotti e Quinziato, c'era. Non ci voleva proprio". Pozzato ha dovuto quindi cedere la corona di re di Sanremo ad Oscar Freire Gomez (Rabobank), primo allo sprint sul traguardo di via Roma davanti all'australiano Allan Davis e all'ex compagno di squadra, il belga Tom Boonen. Ma si rifarà: i suoi tantissimi tifosi sparsi in giro per il mondo sono avvisati. Prossimi appuntamenti il Giro delle Fiandre a Pasqua, la Parigi-Roubaix una settimana più tardi e soprattutto il Tour de France dal 7 al 29 luglio. Balza subito all'occhio la mancata partecipazione al Giro d'Italia; non è un caso: fin d'ora Pozzato punta tutto sulla prestigiosa corsa francese. "È inutile che prepari più competizioni - ci confida - mi concentro su una, in questo caso il Tour de France, e dò il massimo in tal senso. Altrimenti rischio di arrivare già cotto. Ora sto bene, ho ripreso ad allenarmi dopo i disturbi intestinali di qualche giorno fa. Ringrazio di cuore la mia nuova squadra, la Liquigas, che mi sta vicino da quando sono arrivato. Mi sono inserito subito con i compagni; con i dirigenti si è instaurato un ottimo rapporto professionale: sanno quali sono i miei obiettivi, ci stiamo aiutando a vicenda per centrarli". Ti aspetti un Pozzato "che se la tira", pronto a parlare solo delle sue imprese. Invece, magia, non funziona assolutamente così. "A Vicenza, come nel resto d'Italia, il ciclismo non andrà mai in crisi - spiega Pippo -; gli scandali degli anni scorsi non possono e non devono rovinare uno sport che ha fatto storia. In particolare, occorre avvicinare i bambini a questa disciplina; sono già andato più di qualche volta nelle scuole vicentine a portare la mia testimonianza sul fascino del ciclismo: mentre parlavo i ragazzi rimanevano sbalorditi. Giovani e non solo. È importante che la stampa dia il giusto spazio anche ai cicloamatori, a chi fa ciclismo solo ed esclusivamente per passione: sono loro i veri protagonisti. Da parte mia ci metto l'immagine, mi offro come testimonial. Il ciclismo non è solo professionismo, nella grande famiglia c'è spazio per tutti". Francesco Cavallaro 7 APRILE 2007 II Basket C1 maschile. Sconfitto per soli 3 punti dal Gallarate, il Vbg si concentra ora sul nono posto in griglia Playoff addio: la rimonta è cominciata DI TOMMASO QUAGGIO L'obiettivo è stato mancato per un nulla. La missione del Vbg contro Gallarate era quella di vincere, conquistare due punti fondamentali per mettersi dietro la diretta rivale in classifica, e non permetterle così di pareggiare gli scontri diretti (all'andato il Vbg si era imposto per 71 -59). Il tutto nell'ottica di raggiungere il miglior posto nella griglia dei playout. Non è stato così, anche perché i biancorossi si sono trovati di fronte una squadra che sembra aver risolto i problemi dovuti al cambio di allenatore, ma c'è mancato davvero poco. L'incontro è stato giocato tutto su ritmi alti, e alla fine è rimasto solo un canestro da tre a fare la differenza tra le due formazioni. Ora, dopo la pausa pasquale, il 15 aprile alle 18.00 il Vbg dovrà cercare di fermare il Marcora Legnano nell'ultima partita casa- certo esaltante. È presto detto che se, numeri alla mano, questa serie di prestazioni fosse iniziata già all'inizio della stagione, i vicentini avrebbero potuto trovare un posto sicuro nella griglia dei playoff archiviando così le due annate precedenti che li hanno visto afferrare con le unghie la serie C1. Qualche comparazione statistica con la stagione '05\'06 mostra che anche l'anno scorso i berici riuscirono a conquistare La società vicentina ha presentato tanti appuntamenti: dai tornei al campo estivo 6 successi consecutivi (allora la striscia positiva iniziò l'8ª giornata di linga del girone di qualificazione per poi vedersela contro il San ritorno contro Gallarate e contiZeno Verona. Facciamo però un nuò fino alla terzultima della stapiccolo passo indietro e osservia- gione regolare; quest'anno invece mo lo splendido girone di ritorno il Vbg ha iniziato a mietere succesdei vicentini, capolavoro della si alla 5ª di ritorno). A conti fatti squadra e del tecnico Cristian quindi, considerando il solo giroFedrigo, che ha saputo pazientare ne di ritorno, il Vbg avrebbe 16 per vedere rinascere la formazio- punti (8 vittorie e 4 sconfitte) e ne dopo un avvio di stagione non occuperebbe la quarta posizione in griglia. Lo stesso Fedrigo ci aveva confessato che la squadra era migliorata molto per atteggiamento e approccio nei confronti delle partite, aspetti su cui il tecnico ha lavorato fin da quando la squadra non riusciva a trovare continuità di rendimento. Le prestazioni sono cresciute anche grazie al contributo di quei giocatori che l'anno scorso giocavano a sprazzi di qualche minuto, e ora tengono il campo con ottimi risultati. Intanto la società biancorossa ha presentato i prossimi appuntamenti dedicati agli appassionati di basket. A partire dal 20 maggio in Piazza dei Signori si svolgerà il torneo di 3c3 di Minibasket Open che prevede una formula facilitata. La manifestazione è rivolta agli atleti appartenenti alla categoria Aquilotti in regola con l'iscrizione al CNMB e il regolamento sanitario. Vi partecipano 24 squadre della nostra provincia (5 atleti per squadra). La manifestazione è riservata ai Centri Minibasket del Comitato Provinciale di Vicenza che ne facciano richiesta via e-mail o fax allo (0444/291917), inserendo nell'adesione i dati anagrafici degli atleti partecipanti. A seguire Domenica 27 maggio al PalaLaghetto ll VBG, in collaborazione con la FIP Comitato Regionale Veneto, presenta la quarta edizione del progetto legato allo sviluppo e ad un importante momento di visibilità della pallacanestro giovanile veneta mediante l'organizzazione dell'All Star Game 2007 "Youth Veneto League" per le categorie Under 14, Under 16 e Under 18 Eccellenza. Ciascuna Società selezionerà tramite il proprio allenatore un giocatore da invitare alla manifestazione. A giugno infine, il VBG Basket Camp 2007 a Jesolo in programma dal 10 al 16. L'iniziativa è rivolta a ragazzi e ragazze dai sei ai dodici anni. Un'indimenticabile vacanza di sport e divertimento a chiusura di una stagione trascorsa assieme. I posti sono limitati e ogni anno sono andati esauriti. Affrettatevi per le iscrizioni. Basket A2 donne. Le vicentine dovranno vincere tutte le prossime gare. E sperare nella fortuna As, le ultime possibilità si giocano in casa In calendario restano ancora una manciata di partite, e l'As Vicenza si giocherà il tutto per tutto in quest'ultima parte della stagione regolare. Determinanti saranno i due impegni casalinghi, prima contro Cervia, poi, all'ultimo turno, con Treviso. Intanto, anche le biancorosse osserveranno un turno di riposo per la giornata di Pasqua, in attesa di tornare in campo domenica 15 alle 18.30 contro Cervia. La formazione di Corà è però sempre più vicina al baratro della retrocessione. L'accesso alla zona playout sembra esse- re agganciato ormai solo alla matematica. Anche se, valutando le statistiche, la formazione biancorossa nella seconda metà del campionato non ha più incassato sconfitte con pesanti passivi. L'ipotesi della retrocessione in serie B, dunque, sembra avvicinarsi sem- Campionati provinciali, le partite della prossima settimana Promozione maschile -U.S. Angarano - Montebello Basket, 13/04/2007 21:15, Palazzetto Viale Asiagoquartiere Xxv Apr - Bassano del Grappa (VI) -Zurlo S.R.L. - Primultini Basket, 13/04/2007 21:00, Palestra Via Mons. Filippi - Rosà (VI) -Basket Malo - Quinto Basket, 11/04/2007 21:00, Palestra Comunale Via Deledda - Malo (VI) -Asd Basket San Giuseppe - Pall. Araceli Vicenza, 13/04/2007 21:00, Palestra S.E.'C.Colombo' Via Colombo,42vill.sole Vicenza (VI) -Pol. Aurora 76 - Pall. Breganze, 13/04/2007 21:00, Palazzetto dello Sport Via Stadio Camisano Vicentino (VI) -Basket Thiene - Pall. Altavilla, 12/04/2007 21:15, Palestra Vianelle Via Campania, 18 Thiene (VI) -Nuovo L'argine 2001 - A.DIL. Summano Basket, 12/04/2007 21:00, Palestra Scuole M. Ferrovieri Via F. Baracca - Vicenza (VI) -Pall. Bolzano Vicentino - Grissin Bon Concordia, 13/04/2007 21:00, Palestra Via Albereria - Lisiera (VI) Prima divisione maschile, girone A -Pol. Fulgor Thiene - New Basket Povolaro, 12/04/2007 21:15, Palestra Santa Maria Maddalena - Thiene (VI) -Basket S.Nazario - Pol. Sovizzo, 11/04/2007 21:00, Palestra Via Papa Giovanni - Solagna (VI) -Trissinooro - G.S.Isola 91 Basket, 10/04/2007 21:15, Palestra Scuole Medie Via N. Sauro Trissino (VI) -Basket Arzignano - Gobbo Impresa Edile, 09/04/2007 21:00, PalestraScuola Media Motterle Via 4 Martiri - Arzignano (VI) -A.D.7 Mulini Basket - Pall. Asiago, 11/04/2007 21:00, Palestra Scuole Medie Foscolo - Torri di Arcugnano (VI) -Pol. Carmignano - Albergo Giulietta Romeo, 12/04/2007 21:30, Palestra Via Boschi Carmignano di Brenta (PD) obiettivo: vincere, quindi pre di più. "Nell'ultima partita- spiega andremo avanti a testa bassa l'ala biancorossa Erica fino in fondo. Qualsiasi ipoteCaracciolo - non abbiamo di si di salvezza, del resto, è legacerto giocato male. Corà è ta al fatto che Treviso rimanga stato soddisfatto della nostra dove è, e che la Valtarese non prestazione ed è rimasto com- vinca più". piaciuto anche dal nostro Ma stai già pesando al tuo atteggiamento in campo. Noi prossimo futuro? abbiamo giocato solo in cin- "Per ora il mio obiettivo prinque, alternando le difese, e cipale è quello di salvarci, non non è stato facile. L'approccio c'è spazio adesso per queste alla gara è buono, ma poi in cose. Di certo a maggio, quando il campionato sarà termicampo si perde qualcosa". Settimana di pausa e poi ini- nato, deciderò il mio futuro". zia la volato finale. "Ci alleneremo sempre, fermandoci solo per le festività. Con Cervia, la nostra prossima avversaria, all'andata abbiamo vinto e dobbiamo replicare la vittoria, anche perché ora non c'è nulla da perdere. Poi Ivrea e Treviso". Quale di questi incontri vi spaventa di più? "Di sicuro quella con Ivrea. In casa loro non è di certo facile, ma alla fine Erica Caracciolo: "L´approccio è buono, noi abbiamo solo un ma in campo si perde qualcosa" 7 APRILE 2007 III VICENZA PIÙ SPORT Serie C. Con due giornate di anticipo la società di Salvatore Fabio sbarca in B2 Bentornato Noventa Volley Si riaffaccia al campionato nazionale di serie B2 un volto storico della pallavolo italiana e soprattutto vicentina: il Noventa. Quest'anno la società ha conquisto con ben due turni di anticipo il salto di categoria, traguardo che era nell'aria da tempo visto il ruolino di marcia che la formazione ha saputo tenere. Non è certo da tutti infatti mettere in cassaforte diciannove vittorie su venti con un tabellino che si ferma, per ora, a 55 punti. Certo da giocare ne rimangono ancora due e il record personale può essere ancora bat- tuto. Una gioia immensa che coglie di sorpresa anche l'eterno presidente del club Salvatore Fabio, alla guida della società dal 1970, e che cancella decisamente la delusione per quella Coppa Veneto sfumata poche settimane fa a Belluno per il secondo anno consecutivo. La speranza della promozione nella scorsa solo era stata solo di passaggio visto che la società noventana ha solo sfiorato il gran salto, con l'esclusione ai play off. Tornado al successo ottenuto però c'è da dire che per il Noventa la tradizione si rinnova visto che in un passato non molto lontano la società era il punto di riferimento del volley femminile provinciale, con una squadra che ha militato prima in serie A1 e poi in serie A2, prima di cedere il titolo a Vicenza. "Avevamo costruito una squadra forte con l'intenzione di poter tornare finalmente a grandi livelli - ci racconta il presidente -, ma forse non credevamo possibile tutto questo. Siamo diventati consapevoli delle nostre capacità poco a poco e la nostra convinzione di arrivare in alto è divenuta una certezza solo verso la fine del girone d'andata. In squadra avevamo quattro ragazze esperte, mentre il resto è stato costruito attorno a giocatrici giovani con tanta voglia di vincere. Poi nel corso della stagione abbiamo dovuto fare i conti anche con alcuni gravi infortuni. Ci avevamo provato lo scorso anno, ma all'ultimo non siamo riusciti ad entrare nei playoff. L'unico rammarico è la Coppa Veneto che non siamo riusciti a vincere. Ora ci aspetta una stagione davvero intensa e dura. Un campionato di serie B2 non è di certo una passeggiata. Ma in fondo chi l'avrebbe detto che saremmo arrivati fin qui, io stesso ancora stento a crederci". Rinfreschiamo allora la memoria con qualche ricordo storico: dopo i fasti della massima serie del Noventa Volley con anni passati a giocare in A1, la retrocessione in A2 arriva nella stagione '85\'86: la gara che segna la svolta amara è quella contro Civ & Civ Modena, incontro che ha lasciato una ferita aperta tra i tifosi, non solo perché ha sancito l'amara retrocessione, ma anche perché è stata accompagnata dalla triste partenza di mister Guidetti alla volta di Mantova. A Noventa arrivò però l'argentino Carlos Ricciardi, che ha trovato nella forte brasiliana Luisa Machado la trascinatrice per il pronto ritorno in A1, conquistata con una sola sconfitta. La stagione '89\'90 fu davvero travagliata, con le dimissioni del tecnico Ricciardi, sostituito dal giovane Angelo Dotto. Fu quella l'ultima stagione sul prestigioso palcoscenico della A1 per un Noventa che da quel momento non è più riuscito a risalire la china. Anzi. La società è stata poi soffocata da problemi economici che, nel 1992, hanno tristemente portato alla vendita dei diritti. L'humus però era fertile e dopo una breve parentesi di lontananza l'eterno presidente Fabio Salvatore ha ricominciato a coltivare la sua passione e quella dei giovani per questo sport. La società rinacque dalle ceneri della vecchia ed ad oggi conta ben 140 iscritti. E una formazione femminile di B2: Complimenti! T.Q. Manù: "Siamo allo sprint finale, chi fa passi falsi resta indietro" Minetti a caccia del bis con Santeramo DI PAOLO MUTTERLE Dopo la rincorsa la Minetti Infoplus è pronta a spiccare il salto. Una rincorsa piuttosto lunga: più di due settimane senza gare ufficiali, in cui le ragazze di Manù Benelli hanno potuto recuperare qualche acciacco, insieme all'infortunio alla caviglia di Valentina Arrighetti, e preparare poi con calma la delicata sfida con Santeramo. Quanto sia importante la partita di sabato 7 aprile lo dice anche la classifica: le biancorosse sono attualmente al settimo posto con 18 punti; la formazione barese è invece decima con 14 punti, a tre dalla zona play off e appena due sopra quella retrocessione. Nella parte bassa la graduatoria continua a essere molto schiacciata e nessuna delle due squadre può permettersi passi falsi se non vuole perdere posizioni. Anche perché di qui alla fine le occasioni non sono tantissime; mancano cinque partite alla conclusione della regular season, dopodiché per potersi giocare lo scudetto bisognerà essere tra le prime otto squa- Trofei Regas e Novello, comunque vada sarà un successo dre. "Quella di sabato è la prima tappa di un periodo importante spiega coach Manù Benelli -, un mese che sarà fondamentale per decidere il nostro destino. E come si dice, chi ben comincia… Speriamo quindi di iniziare al meglio. La classifica è lì, difficile non guardarla, ma è ancora presto per fare calcoli. Dobbiamo fare più punti possibili, andare avanti cercando di vincere più partite delle altre. Chi perde resta indietro". All'andata in terra pugliese la Minetti aveva trovato uno dei suoi tre exploit esterni della stagione; gli altri due sono quello di Chieri e quello fresco fresco di Bergamo. Le premesse fanno ben sperare: il precedente favorevole dell'andata, il probabile rientro di Piske, il pubblico del PalaCia, l'onda lunga dell'entusiasmo per l'impresa con la Foppa. Insomma, gli ingredienti per poter festeggiare il turno pasquale ci sono tutti. Ma attenzione: le leonesse della Murgia non ci stanno a fare la parte dell'agnello. 360 presenze alberghiere, circa 300 atleti partecipanti, 51 partite, 16 società da tutta Italia presenti, 16 squadre femminili, 6 maschili e 2 rappresentative provinciali coinvolte. Questi i numeri del 4° Torneo di Pasqua organizzato dal Vicenza Volley nei giorni 5, 6 e 7 aprile. Le coppe in palio sono in realtà due: una, il Trofeo Novello, riservato alla categoria under 14 femminile; il Trofeo Regas sarà invece combattuto tra le formazioni maschili under 16. Le gare hanno preso il via giovedì con le fasi a gironi. Venerdì pomeriggio le semifinali e sabato la finalissima, che per il torneo femminile si svolgerà al PalaCia prima del match tra Minetti Infoplus e Tena Volley Santeramo, a cui sono invitate tutte le squadre. Al di là del lato sportivo, sono stati dei giorni di festa in cui non sono mancati momenti di svago come la serata a sorpresa di giovedì, quando le squadre hanno incontrato alcune giocatrici della serie A1, che si sono prestate a un piccolo spettacolo orchestrato dall'animatore Dario Tagliabue. Un'occasione anche per rinsaldare l'amicizia tra i club affiliati ai Vicenza VolleyCenter e Vicenza Volley Friend e soprattutto tra le ragazze e i ragazzi. Il tutto reso possibile dall'intervento degli sponsor Novello e Regas, oltre che dal consueto pool di aziende vicine alla pallavolo e alla Minetti Infoplus in particolare. Queste le società presenti, oltre alle padrone di casa del Vicenza Volley e di PiùSport Vicenza: Palermo Provincia Turistica, Asti Kid Volley, Vol-Lei Stella Rivoli, Adolescere Voghera, La squadra di Arturo Pordenone, Verdis Sigma Antares Verona, Pallavolo Longare, Virtus Carrarese, Us Altair, Tirreno Power Volley Team Finale, UISP Imola Volley, Inglesina Altavilla, Zamberlan Costruzioni Sovizzo, Acs Povolaro, Rappresentativa Provinciale Rossa, Rappresentativa Provinciale Bianca. P. M. 7 APRILE 2007 IV La società. Promessa mantenuta: le ragazze del volley si confermano in prima divisione Piccoli mezzi, grandi risultati: la Polisportiva Brendola ANNA MOLON (UFFICIO STAMPA FIPAV) DI Le avevamo lasciate la scorsa stagione trionfanti ed elettrizzate per la storica promozione in prima divisione. Le ragazze della pallavolo Brendola, una piccola realtà sportiva che è riuscita a centrare per la prima volta nella sua storia un risultato così lusinghiero, hanno mantenuto la promessa. "Le nostre atlete stanno tenendo duro - dichiara la presidentessa della Polisportiva Brendola sezione pallavolo, Patrizia Cappon - e ad oggi possiamo dirci matematicamente salve". L'obiettivo di riuscire a fare un campionato decoroso è stato quindi raggiunto, così come è stata rispettata la volontà di inserire nel gioco un numero più consistente di giovani promesse. "La prima squadra è composta per metà da ragazze tra l'83 e l'85 - spiega la presidentessa - e per l'altra metà da ragazze del '90-'91. Una grossa scommessa che è stata ripagata in termini di soddisfazioni e buoni risultati". Oltre alla prima divisione, quest'anno la società brendolese ha potuto contare anche sui campionati di categoria under 13 e16. "Puntiamo molto sulle nuove leve -continua la Cappon - e il nostro obiettivo è di continuare a svolgere un buon lavoro sul settore giovanile". Tuttavia se l'impegno profuso in questa direzione da allenatori, dirigenti e collaboratori è indiscutibile, a creare un pò di innocue "preoccupazioni" ci pensano le ragazze dai 15 ai 17 anni. "Nelle formazioni dell'Under 13 si riscontra molta più voglia di giocare e di fare piccoli sacrifici per la pallavolo - conclude Patrizia Cappon -. Una dedizione allo sport che pare scemare in concomitanza con l'inizio delle scuole superiori, ma più in generale con l'entrata ufficiale nell'età adolescenziale, fase delicata per antonomasia. E così capita sempre più spesso, rispetto ad un tempo, che le ragazze si rivolgano ad altri interessi e diversivi, relegando l'impegno sportivo in secondo piano". La Polisportiva Brendola, associata alla FIPAV dal 1996, regala momenti di aggregazione e divertimento a molti giovani, offrendo loro la possibilità di spaziare dalla pallavolo al Le ragazze dell'U13 del Brendola basket, dal calcio al minivolley e minibasket, fino a comprendere attività non agonistiche come l'aikido, il karate, la danza e la ginnastica. Durante il periodo estivo, per non perdere l'allenamento e la voglia di divertirsi assieme, la società organizza anche dei tornei di beach volley a livello amatoriale. Calendari Fipav, le partite della settimana Prima divisione Femminile girone 1 14/04/07 20.30, Flanet - Fado', S.M. "Virgilio" Camisano Vicentino Vi 14/04/07 20.30, Pallavolo Longare - Banca C.C. Campiglia, Palasport Longare Vi 14/04/07 20.00, U.S. Angarano Azzurra - Asd Pol. Brendola, "S. Maria Immacolata" Bassano del Grappa Vi 14/04/07 20.30, Laserjet Orgiano - Carmet Schio Volley, S.M. "Piovene" Orgiano Vi 14/04/07 20.00, Marzotto Sporting - Riviera Volley, Dams "Marzotto" Valdagno Vi 14/04/07 19.30, Volley Cartigliano - As Pallavolo Caldogno, S.M. "Antonibon" Cartigliano Vi Classifica: Riviera Volley 49; Marzotto Sporting 45; Fado' 43; As Pallavolo Caldogno 34; Banca C.C. Campiglia 29; Laserjet Orgiano 29; Asd Pol. Brendola 26; u.s. Angarano azzurra 23; Carmet Schio Volley 18; Volley Cartigliano 10; Flanet 10; Pallavolo Longare 5. Prima divisione Femminile girone 2 14/04/07 20.30, U.S. Costabissara - Asd Grumolo, Comunale Costabissara Vi 14/04/07 20.30, Fulgor Thiene - Pgs Novale, Patronato "S. Gaetano" Thiene Vi 14/04/07 18.00, U.S. Summano - Pall. Bassano Asd, Palestra "Einaudi" campo 1 Bassano Del Grappa Vi 14/04/07 18.30, Pall. Arzignano - Rollmac Pall. Trissino, I.T.C." M.Polo" Arzignano Vi 14/04/07 20.30, Ecoaria - Camec, S.M. "De Gasperi" Mason Vicentino Vi 14/04/07 20.00, Sporting Alto Vicentino - Mobilfer Noventa, S.M. S. Negro Chiampo Vi Classifica: U.S. Costabissara 45; Pgs Novale 41; Pall. Arzignano 37; Fulgor Thiene 35; Mobilfer Noventa 35; Pall. Bassano asd 31; U.S. Summano31; Rollmac Pall. Trissino 25; Camec 18; Sporting Alto Vicentino 14; Asd Grumolo 13; Ecoaria 8. Prima Divisione Maschile girone Unico 14/04/07 21.00, Volley Solagna - R & C Scientifica Castellana, Comunale Solagna Vi 15/04/07 10.30, Finplast - Torrebelvolley, Comunale Campiglia Dei Berici VI 14/04/07 20.30, Bioton P.G.S. Schio - Psf Volley, Palasport "Don Bosco" Schio Vi 14/04/07 21.00, Zaitex Povolaro - Volley Cartigliano, Palasport Povolaro Povolaro - Dueville Vi 14/04/07 20.00, Arreda In Legno - Fulgor Thiene, S.E. "Ghirotti" Creazzo Vi 14/04/07 21.00, Volleyoung - Pallavolo Longare, Liceo "Gb. Quadri" Vicenza Vi Classifica: R & C Scientifica Castel 52; Torrebelvolley 37; Pallavolo Longare 36; Fulgor Thiene 36; Volley Cartigliano 31; Zaitex Povolaro 29; Bioton P.G.S. Schio 27; Arreda in legno 25; Volleyoung 25; PSF Volley 16; Finplast 9; Volley Solagna 4. Seconda Divisione Femminile Girone 1 12/04/07 21.00, Volley Sottoriva - Pall. Arzignano, Com. "De Marchi" - campo 1 Marano Vicentino Vi 14/04/07 17.00, Marzotto Sporting - Castelgomberto, Dams "Marzotto" Valdagno Vi 14/04/07 18.00, Pgs Novale - San Vito Volley, S.M. "G.Lora" Novale - Valdagno Vi 12/04/07 20.30, Pallavolo Malo - Yellow Wolley, S.E. "Rigotti" Malo Vi 14/04/07 20.00,Villaverla-Santo - Pol. Cogollo, S.M. "Goldoni" Villaverla Vi Classifica: Yellow Wolley 45; Castelgomberto 42; Pol. Cogollo 39; Volley Sottoriva 34; Villaverla -Santo 32; San Vito Volley 22; Marzotto Sporting 21; Pallavolo Malo 18; Pgs Novale 17; Fulgor Thiene 11; Pall. Arzignano 1. Seconda Divisione Femminile Girone 2 15/04/07 11.00, Marchioro Sovizzo - Pallavolo Longare, Palasport Sovizzo Vi 14/04/07 21.00, Il Grifone Volley - Riva Pallavolo, S.M. "Bortolan" Vicenza Vi 14/04/07 20.30, Romec San Vitale - Uv Montecchio Maggiore, S.M. "G.Galilei" Isola Vicentina Vi 14/04/07 18.30, Asd Grumolo - Volley Sandrigo, S . M . Giovanni XXII Grumolo Delle Abbadesse Vi Classifica: Riva Pallavolo 50; Il Grifone Volley 41; Chimica Ecologica Vicenza 39; Marchioro Sovizzo 37; Romec San Vitale 25; U.S. Astico 24; Asd Grumolo 20; Pallavolo Longare 17; Volley Sandrigo 15; Fides Pallavolo 6; Uv Montecchio Maggiore 4. Seconda Divisione Femminile Girone 3 14/04/07 20.30, Volley Towers - Off. Mecc. Zoppelletto, S.M. "Ten. Laverda" Breganze Vi 14/04/07 20.30, A.S.D. Santa Croce - Usd Altair, Palestra "Einaudi" campo 1 Bassano Del Grappa Vi 14/04/07 20.30, Acs Monticello - Pall. Belvedere, Palasport Monticello Conte Otto Vi 14/04/07 19.00, Gs Pall. S. Nazario - Volley Cartigliano, S.M. "Bombieri" Valstagna Vi Classifica: Off. Mecc. Zoppelletto 50; Volley Towers 39; A.s.d. Santa croce 38; Volley Cassola 35; Menotti Specchia 32; Prix Volley Cesuna 25; Usd Altair 22; Pall. Belvedere 18; Volley Cartigliano 10; Gs pall. S. Nazario 8; Acs Monticello 4. Seconda divisione Maschile 14/04/07 18.30, Usd Altair - Samia Schio Sport, S.M. "Barolini" Vicenza Vi 14/04/07 20.30, A.S.D. Santa Croce - Nanto Volley, Palasport Barbarano Vicentino Vi 14/04/07 18.00, Volley Bassano - Fulgor Thiene, Comunale Casoni Casoni - Mussolente Vi 14/04/07 20.30, Torrebelvolley - U.S. Castello, S.M.. "Carducci" Torrebelvicino Vi Classifica: A.S.D. Santa Croce 44; Nanto Volley 40; Volley Bassano 35; Volley Ardens 33; Volley Sottoriva 29; Samia Schio Sport 25; Usd Altair 24; Torrebelvolley 15; Volley San Marco 13; Fulgor Thiene 13; U.S. Castello 2. Terza Divisione Femminile Girone Unico 13/04/07 21.15, Volley Ardens - Castellana S.Pietro, S.M. "Zanella" Bolzano vicentino vi, 14/04/07 18.00, Alimentas Lonigo - Volley San Marco, S.M. Ridolfi Lonigo Vi 14/04/07 17.30, Villaverla-Santo - Sartorello, S.M. "Goldoni" Villaverla Vi 15/04/07 10.30, Riviera Volley - Sportland Creazzo, Palasport Barbarano Vicentino Vi 14/04/07 19.00, G.S.D. Pozzo - Gnr San Vitale, Comunale Pianella Poianella - Bressanvido Vi 14/04/07 18.00, A.S.D. Santa Croce - Robur Thiene, Palestra "Einaudi" campo 2 Bassano Del Grappa Vi Classifica: Castellana S. Pietro 50; Volley Ardens 40; Sartorello 39; Volley Nove 33; Sportland Creazzo 31; A.S.D. Santa Croce 29; Robur Thiene 28; Gnr San Vitale 26; Riviera Volley 23; Alimentas Lonigo 20; Villaverla - Santo 18; G.S.D. Pozzo 17; Volley San Marco 0. Terza Divisione Maschile Unico 14/04/07 17.00, Crespadoro Volley - Usd Altair, S.E. Tiepolo Vicenza Vi 15/04/07 11.00, Ardens Autoservizi Barbiero - Volley Rosa', Comunale Lisiera Lisiera - Bolzano Vicentino Vi 14/04/07 16.00, Dueville Volley - Arreda In Legno Srl, S.M. "Roncalli" Dueville Vi 14/04/07 17.30, A.D.POL. Cornedo - Artifer Zane', S.M. "Crosara" Cornedo Vicentino Vi Classifica: A.D.Pol. Cornedo 37; Pgs Novale 37; Arreda In Legno srl 33; Pgs Cesuna C. Pennar 25; Crespadoro Volley 24; Volley Rosa' 16; Dueville Volley 14; Volley Ardens 12; Usd Altair 11; Artifer Zane' 1. 7 APRILE 2007 V Hockey in line. Michele Ciresa, un'arma in più per i playoff dei biancorossi Un bomber di "ghiaccio" per i Diavoli Vicenza ha giocato per sette anni nelle fila del Fassa e lo scorso anno è passato all'Asiago, dove ha fatto sentire il suo talento e la sua esperienza, nonostante non sia stata una stagione positiva per la formazione dell'altopiano. Nell'hockey in line ha giocato per due anni a Bologna, a fine anni Novanta, poi è passato a Gallarate, per due anni ha militato nei Ghosts Padova e a gennaio di quest'anno è stato chiamato dalla società vicentina per rinforzare la squadra in vista dei play off. "Ho trovato subito l'accordo con la società - spiega Ciresa -, anzi devo anche ringraziarli per il loro impegno per portarmi a Vicenza. Non conoscevo la squadra, però ho già giocato con Max (Massimo Stevanoni) e mi sono subito trovato bene con tutti. D'altronde non sono un tipo difficile". Con le quattro reti nell'esordio dei play off contro Michele Ciresa, Milano 24, ha conclasse 1980, fermato le sue doti attaccante nell'di goleador. hockey ghiaccio "Il mio punto di e in line, è arriforza, sia nel ghiacvato a Vicenza a cio che nell'in line, due gare dalla è fare gol. conclusione della regular A Vicenza ho iniseason per dare il suo contriziato bene, spero di buto e maggior incisività continuare così per all'attacco biancorosso. dare il mio contriInserito molto bene da subibuto alla squadra". to, è stato fra i protagonisti Prossimo impegno, delle ultime due gare di camdomenica 15 aprile pionato, contro Torino e in casa per gara Forlì, aiutando la squadra a due contro Milano, conquistare altrettante vittobattuta per 8-2 in rie con le sue reti, e goleador trasferta. in gara uno in trasferta a "Toccando ferro, Milano andando a segno spero non ci siano quattro volte, due per tempo. problemi a passare Michele Ciresa, classe 1980, pattina da quando aveva 6 anni Il ventiseienne di Cavalese è il turno contro Milano, anche dell'Asiago. ce la potevamo fare. un "veterano", nonostante se effettivamente il rischio di "Se va tutto bene, come Alla fine, anche se loro l'età, sia sul ghiaccio che nelsentirci già sicuri c'è. In gara spero, ci troveremo ad hanno 25 giocatori bravi, si l'in line. Ha iniziato a pattiuno, abbiamo vinto, ma loro affrontare l'Asiago che sicu- gioca con due, tre linee, nare a sei anni ed ha esordito hanno dimostrato di essere ramente è favorito. Noi quindi non dobbiamo sentirnella massima serie nel '99, una squadra forte: il nostro dovremo giocare al meglio e ci sconfitti in partenza, anche portiere ha parato poi bisognerà vedere. perché non sempre vince chi bene e abbiamo Arriva anche Max Ansoldi, parte favorito. E poi secondo sfruttato al meglio quindi saremo più competiti- me, gli possiamo dare del tutti i power play vi, ma la differenza la faran- filo da torcere". e le occasioni, ma no i portieri. Infatti, impor- In attesa della sfida con i gli avversari fino tante sarà non prendere gol, "cugini" asiaghesi, Caoduro al nostro 3-0 poi abbiamo dei buoni gioca- Diavoli Vicenza deve prima hanno tenuto tori e in una eventuale sfida affrontare e vincere contro bene, provando con i Vipers dovremo giocar- Milano 24 Quanta per passapiù volte la con- cela. re alle semifinali dei play off. clusione a rete. Li ho incontrati per due anni Prossimo appuntamento, Per la prossima in finale e, in particolare l'an- quindi, con gara due, domepartita in casa, no scorso (con i Ghosts nica 15 aprile alle ore 18.00, l'importante è non Padova), l'abbiamo buttata al Pattinodromo di Viale prendere gol e via noi. Loro sono bravi, ma Ferrarin. giocare come abbiamo fatto a Milano". E se si passa il turno, ci sarà la Prima del via: "Non conoscevo la squadra - dice Ciresa -, però sono subito tanto attesa sfida trovato bene" con i campioni DI SABRINA NICOLI E la Champions Cup fa rotta su Asiago Intanto è arrivata la notizia che ancora una volta l'inline internazionale potrebbe approdare in Italia, nel prossimo ottobre. Il CERILH, il Comitato Europeo Hockey Inline, attraverso il suo presidente, il francese Gilbert Portier, ha, infatti, proposto ufficialmente agli Asiago Vipers Tegola Canadese di organizzare un girone di semifinale dell'edizione 2007 della "European Champions Cup", il trofeo più prestigioso riservato ai club del Vecchio Continente. Insomma, un altro riconoscimento al lavoro e alla professionalità, anche oltre la balaustra, del club altopianese, che attraverso il presidente Fabio Forte conferma la possibilità di accettare la proposta, anche se una decisione ufficiale in tal senso sarà presa solo a conclusione di questo campionato. I gironi di semifinale (tre o quattro gruppi a seconda delle partecipanti) si disputeranno dal 19 al 21 ottobre 2007. La fase finale (da definire se a sei oppure a otto squadre) è in programma nei giorni 30 novembre, 1 e 2 dicembre 2007. VI 7 APRILE 2007 Hockey su ghiaccio. Anche i ragazzi di Zbontar vincono il campionato: è il terzo alloro per le giovanili dell'Asiago Under 19, primo premio alla lotteria dei rigori DI MICHELE BERARDI Ad aggiungere prestigio alla stagione appena conclusa oltre alle splendide vittorie dell'under 16 e dell'under 10, anche il campionato dell'under 19 si è trionfalmente chiuso nel modo più emozionante: ai rigori. Una "lotteria" come viene spesso definita dove non sempre contano bravura e talento ma, talvolta, anche la fortuna. La strada che ha portato i ragazzi di Zbontar ai rigori di gara 3 è stata lunga e tortuosa in quanto parecchi giocatori presenti in squadra hanno difeso anche i colori dell'under 16 mentre altri sono stati promossi in serie A dove hanno potuto assaporare la vita da professionisti e soprattutto maturare al fianco di grandi giocatori. Questi motivi, uniti all'assoluta levatura delle squadre avversarie, ha portato l'Asiago a chiudere la regular season di prima divisione all'ultimo posto con 4 lunghezze di ritardo rispetto a Brunico, Torino, Bolzano e Ora: L'under 19 esulta dopo la vittoria: per le giovanili dell'Asiago è il terzo successo in campionato una manciata di punti in più avrebbe permesso agli stellati di giocare direttamente i play off di prima divisione. Nel master round di seconda divisione l'Asiago ha trovato nel proprio gruppo Fiemme, Gardena e Feltre: con un bilancio di 3 vittorie e 3 sconfitte l'Asiago ha chiuso in seconda posizione alle spalle del Fiemme ed a pari merito con il Gardena su cui, però, gli stellati hanno conservato due reti di vantaggio negli scontri diretti. Nei quarti di finale l'Asiago a superato, anche se con qualche problema di troppo, il Cortina in tre partite (6-5, 3-5 e 6-4) mentre nelle semifinali c'è stato il più agevole impegno contro il Varese, battuto in soli due incontri (6-3 e 3-2). In finale si è arrivati ad affrontare il Gardena che non è stata, sicuramente, la squadra più in forma del campionato. Nella prima gara di finale l'Asiago, protagonista di una partita leggermente incolore, è incappato in una sconfitta per 4 a 3. Nella seconda partita, grazie ad una grandissima affermazione di 7-2, l'Asiago aveva riportato la serie in parità. Di questo passo si arriva a gara 3, giocata ieri sera. La partita risulta essere molto equilibrata e si sblocca solo al 24' grazie al goal di Matteo Tessari. L'Asiago gioca, evidentemente, per difendere il risultato anche se, al 55' arriva il pareggio, in situazione di inferiorità numerica, del Gardena. La partita va ai rigori: nella prima serie di cinque tiri sono andati a segno Ivan Demetz per il Gardena e Mirko Presti per i padroni di casa. Ad oltranza il primo tiro viene sbagliato da Ivan Demetz il cui errore ha concesso all'Asiago un succulento match point: Matteo Tessari non sbaglia ed insacca un rigore da antologia che regala, tra il tripudio generale, il tricolore di seconda divisione ad Asiago. I ragazzi che hanno vinto questo campionato sono: Pavone Gianfilippo, Tura Alessandro, Mantovani Edoardo, Testa Fabio, Basso Vittorio, Gorza Andrea, Basso Nicola, Miglioranzi Enrico, Rigoni Filippo, Basso Stefano, Strazzabosco Gianluca, Zenobini Luca, Rigoni Andrea, Mosele Filippo, Tessari Matteo, Presti Mirco, Rigoni Andrea, Sostizzo Mattia, Segafredo Matteo, Rizzotto Jacopo, Lievore Fabio, Frigo Marco e Merli Marvin. Quello dell'under 19 non è stato l'unico trionfo in quanto dopo il campionato veneto ed il "torneo di primavera", i ragazzi dell'Under 10 hanno arricchito la loro bacheca vincendo anche il "trofeo città di Asiago". Per la società asiaghese anche la soddisfazione di avere tra le fila della nazionale italiana di disciplina tre giocatori: sono stati selezionati infatti gli attaccanti Federico Benetti, John Parco e Jon Pittis i quali avevano partecipato anche allo 'stage' di portieri in programma lo scorso weekend. 7 APRILE 2007 VII VICENZA PIÙ SPORT CALCIO. Il trascinatore della squadra sogna un altro anno in mezzo al campo e un futuro da dirigente Schwoch, il leader che tutti vorrebbero Dici Stefan Schwoch e pensi all'essenza del calcio. Perché l'attaccante di Bolzano, nato il 19 ottobre 1969, è un giocatore che è sempre lì, in mezzo all'area. Pronto a buttarla dentro (e il più delle volte ci riesce pure), con la voglia di giocare tipica dei ventenni. Per il capitano del Vicenza davvero il tempo sembra non passare mai; ha una grinta che non si capisce da dove venga, un entusiasmo che contagia. Schwoch è il classico leader che tutti vorrebbero avere in squadra: non molla mai, sempre con le parole giuste per incoraggiare i compagni. Ad inizio stagione, quando i biancorossi non giravano proprio, l'attaccante credeva comunque nella conquista della salvezza; ad inizio aprile le cose si sono sistemate. Eccome. Bastava solo fidarsi di lui quando ripeteva: "Vedrete, questa formazione ha potenzialità tutte da scoprire". A distanza di qualche mese i fatti gli hanno dato ragione. È un gusto vederlo danzare al limite dell'area, o quando innesta il turbo e semina difensori che hanno dalla loro dieci anni di meno. Fa tutto questo con estrema naturalezza; ti nasconde il pallone che resti imbambolato, ti giri e ti ha già superato. A quel punto il portiere può solo sperare di fare il miracolo. Altrimenti, per la gioia dei suoi tantissimi tifosi (non solo vicentini) è gol. In questa stagione ne ha segnati nove (tre su calcio di rigore), tutti - o quasi - decisivi. L'ultimo è datato venerdì 30 marzo nell'anticipo casalingo contro lo Spezia: sono arrivati tre punti che valgono letteralmente oro. E intanto il Vicenza ha messo in saccoccia un buon tre-quarti di sicura salvezza. Vien da dire "peccato" che Schwoch e compagni si siano svegliati così tardi. Tuttavia, siccome con i se e con i ma non si va da nessuna parte, lo stesso capitano si tiene ben stretti i 39 punti, a meno 11 dalla zona playoff. "Va benissimo così, commenta il capitano; ricordiamoci che ad inizio campionato, dopo le sciagurate prime cinque giornate, nessuno avrebbe scommesso su di noi. In quei momenti spronavo i miei compagni a non mollare, soprattutto con la testa. Ero convinto che avevamo dalla nostra i mezzi per fare bene; e infatti, con un po' di pazienza e molto lavoro, ne siamo quasi venuti fuori del tutto". Ma come fa Schwoch, 37 anni, a correre sempre su e giù per il campo senza accusare nemmeno un po' di stanchezza? Risponde Stefan: "Sono consapevole di fare un mestiere da privilegiati e me lo tengo ben stretto. Certo, comporta anche dei sacrifici, ad esempio i ritiri. Ma fin che mi diverto non ci penso neanche al ritiro. E poi il fisico risponde ancora abbastanza bene; se va avanti così l'idea è di continuare a giocare almeno un altro anno". Qualche settimana fa il preparatore atletico Alesando Ciullini ci aveva confidato che è un gusto allenare Schwoch: "È sempre il primo, un vero e proprio trascinatore. Da parte nostra dobbiamo stare addirittura attenti che non esageri durante gli allenamenti. Fosse per lui starebbe in campo all'infinito". Ricordiamo a Schwoch le dichiarazioni del suo preparatore atletico; il capitano ride sotto i baffi: "Fa piacere che dicano queste cose di me; è vero, mi piace allenarmi al 100% durante la settimana, non mi risparmio mai. Le varie sedute sono importantissime per arrivare pronti all'appuntamento del sabato. So che non devo esagerare; anche perché alla mia età i tempi di recu- pero si allungano esponenzialmente. Mi viene naturale dare sempre e comunque il massimo". Meglio così aggiungiamo noi. Schwoch da grande? "Mi piacerebbe continuare a lavorare nel mondo del calcio, ci rivela; quando appenderò le scarpette al chiodo vorrei intraprendere la carriera di direttore sportivo. Il nostro ds Sergio Vignoni mi sta già dando i giusti consigli, le dritte. Lui è un mago del settore: è preparatissimo, da lui posso solo che imparare i vari trucchi del mestiere". E il Vicenza in serie A? "Sarebbe un sogno - commenta Schwoch -; nel 2007 siamo la squadra della cadetteria che ha fatto meglio, significa che i presupposti per fare bene ci sono tutti. L'anno prossimo sarà una sorpresa; penso che la società tenga conto degli ottimi risultati di questi ultimi mesi". E chissà che non programmi una scalata nella massima serie. A quel punto Schwoch potrebbe anche ripensarci e abbandonare il calcio alla veneranda età di 40 anni. Davvero non male sognare il capitano in serie A. Francesco Cavallaro PALLANUOTO. Nonostante i rimpianti per le sconfitte iniziali, il Settebello punta ad arrivare in cima alla vetta La Caoduro studia da grande Gli uomini di Matteo Greco non potevano chiudere il girone d'andata nel modo migliore: capitalizzando la sesta vittoria consecutiva che permette al collettivo vicentino di mettersi al terzo posto in classifica, un solo punto sotto la seconda, anche se distante nove punti dalla prima della classe. A questo punto il bilancio del giro di boa è presto fatto: pesano infatti quelle tre sconfitte ad inizio campionato che avrebbero proiettato il settebello su in cima. Ma come dicevamo siamo solo a metà dell'opera. "È stata una bella prova di tutto il collettivo - spiega il tecnico genovese - che nei primi due tempi è apparsa cinico in attacco ed attentissimo in difesa. Dopo un primo tempo di studio caratterizzato da un gran ritmo di nuoto, la Caoduro ha continuato giocando in velocità e dopo il raddoppio di Spaziano imbeccato bene da Papasso. Notevole la prestazio- ne di Roberto Boldrini che sale in cattedra con un tripletta fa secco il Milano che ha solo il tempo di reagire su una ingenuità difensiva. Nel terzo tempo si nota un certo rilassamento e i piemontesi accorciano nuovamente, ma Melison con una bellissima rete dalla distanza e Spaziano riportano la gara a quattro lunghezze. Ora la pausa di Pasqua per ricaricare le pile e un complimento alla squadra che non ha disatteso l'obiettivo prefissato dopo le tre sconfitte consecutive iniziali". Per il setterosa invece si deve registrare un pareggio che conferma la politica dei piccoli passi della Geoplast. La bella prestazione delle ragazze di Sergio Peri va al di là del risultato: nel derby contro una Mestrina che doveva subito recuperare lo scivolone interno, le vicentine hanno sfoderato una prestazione più che esaltante. Questo il commento del tecnico: "Bene in difesa 4 su 6 in superiorità e tanta tanta voglia di non perdere. Le ragazze hanno capito subito l'importanza della gara ed a parte l'inizio balbettante si sono subito rese conto che l'avversario poteva essere alla loro portata. Dopo lo zero 2 Frizzarin, Barboni, Barzon ed ancora Frizzarin capovolgono il risultato. Faggionato dopo un dribbling alla Estiarte viene affondata da portiere e difensore senza che l'arbitro assegni la massima punizione. Sul capovolgimento di fronte rete avversaria e momento difficile per le vicentine che si trovano a 5,41 dalla fine sotto di 2 reti (4/6). Grande prova di orgoglio specialmente in difesa e prima Barzon dalla distanza e Faggionato in superiorità pareggiano. È stato una sorta di assalto del Mestrino ma la Goplast ha finito con la palla in mano per l'ultimo tiro". T.Q. 20 VICENZA PIÙ SPORT Appuntamenti Csi. Fasi finali calcio a 5 Dopo la giornata di riposo in occasione delle festività pasquali, il campionato dilettanti di calcio a 5 del Centro Sportivo Italiano di Vicenza e provincia riprenderà la settimana successiva in modo regolare con i due gironi della fase finale, che coinvolgono le dodici migliori squadre del campionato, e con il Trofeo Csi Vicenza, che offre la possibilità a tutte le compagini di proseguire con l'attività sportiva sino a fine maggio. Fase Finale - seconda giornata Girone A Italgrafica - Over, 13/04 ore 21,00, Castelgomberto T. Systems - Leon Bar N&G Autoprestige, 13/04 ore 21,00, Longare Casonense - BRPiazzo Five, 13/04 ore 21,00, Ca' Rainati (TV) Girone B Sporting Venezia - Se Po Restena, 14/04 ore 15,00, Zugliano Sarcedo - C Due Chiampo, 12/04 ore 21,45, Sarcedo Houston Soccer Team - Csi Tezze sul Brenta, 13/04 ore 21,30, Sarcedo Trofeo Csi Vicenza - seconda giornata Girone A Pol. Brendola - Futsal Montecchio, 14/04 ore 20,30, Zermeghedo Real Camisano - Futura Futsal, 12/04 ore 21,30, Trissino Blu Max DST - Metius, 13/04 ore 21,30, Tezze s. Brenta Girone B Lusiana calcio - Caltrano, 12/04 ore 21,30, Lusiana Flora S. Bortolo - Union Vicenza, 13/04 ore 21,00, Arzignano Four Four - Villaverla, 14/04 ore 16,30, Chiampo Girone C IFK Schiavon - Nacional 5, 13/04 ore 21,30, S. Giorgio di Perlena Real Mantovano - Cobra Team, 12/04 ore 21,00, Zermeghedo A. Bancone/Iron - Aston Villa, 14/04 ore 15,30, Lonigo 7 APRILE 2007 13 7 APRILE 2007 viaggi OltreIlGiardino - 6. Luogo di vacanza per gli australiani, le due isole della Nuova Zelanda offrono un concentrato di Natura Nella Terra di Mezzo, alla ricerca del diavolo DI DANIELE BINAGHI Il mio arrivo in Nuova Zelanda mi confronta subito con la città più popolosa, Auckland, dove vive più del 50% della scarsa popolazione di queste due grandi isole ai limiti della zona antartica: tanti vi cercano lavoro, l'allevamento delle pecore non offre più grandi introiti e molti si spostano in città nella speranza di un guadagno migliore. Io vi cerco Natura, e forse qualche emozione; con un annuncio in un ostello riesco a trovare due ragazze con cui spartire l'affitto di un camper e qualche settimana di avventura. Cominciamo dalla penisola Coromandel, percorrendone le tortuose strade fino ad arrivare alle spiagge termali dove la gente si scava una buca nella sabbia calda e vi riposa mollemente. E' poi la volta di Matamata, dove un fan del fantasy par mio non può non visitare il set di Hobbitville, usato per le riprese dei film del Signore degli Anelli; da lì, proseguiamo per Rotorua, apparentemente il punto focale del turismo nell'isola Nord: parchi con pozze d'acque colorate per i minerali discioltivi, villaggi maori ricostruiti per chi vuole provare per una sera a "vivere" come loro, persino dei geyser attivati a comando versandovi del sapone in polvere (oltre che a fare più schiuma, forse serve pure a fare manutenzione…). E, dato che la gente viene in questo paese per superare i propri limiti, io vi faccio la mia prima esperienza di rafting, scegliendo ovviamente il percorso con la cascata più alta possibile (7 metri, ed il fatto che il battello ne è lungo solo 4 vi fa capire che c'è un terribile momento di verticalità prima dell'inabissamento). Ritornando verso di piccozza e ramponi da ghiaccio, riusciamo a risalirne abbastanza per perderci nel suo bianco venato di verdi ed azzurri. Poi, ripresa la via, arriviamo a Queenstown, capitale dello sport estremo, piena di aspiranti lanciatori nel vuoto, ma la lasciamo presto per raggiungere il fiordo di Milford, lungo il quale una motonave ci porta a vederne le mille cascate, spesso infilandoci il muso da tanto si avvicina alle scogliere; la notte è magica, nessuna luce intorno, le stelle del sud con la Grande Croce e le Nubi di Magellano mi ricordano le molte leggende che ho sentito, come quella Nella piazza principale di Christchurch, il dell'isola Nord che sarebbe Mago della Nuova Zelanda risveglia le un pesce pescato da un dio coscienze dei passanti puntellatosi sull'isola Sud. Dunedin ci offre altre danze ovest, fluttuiamo su delle camere d'aria all'interno di grotte il cui maori, e molti leoni marini lungo soffitto è tappezzato di vermetti le coste della penisola di Otago, luminosi, e poi raggiungiamo il mentre la zona interna del monte lago Taipo, dove però le condizio- Cook, lo "spartinuvole", esibisce ni avverse del clima impediscono dei laghetti con iceberg che galalle ragazze di lanciarsi col para- leggiano placidi in attesa di un'altra imbarcazione titanica. La meta cadute. Nel frattempo, tra una tappa e e punto di separazione è l'altra facciamo scorta nei super- Christchurch: le ragazze rivolano mercati e usiamo abbondante- a nord, io passo qualche giorno a mente i luoghi per barbecue che visitare la città dove faccio la troviamo un po' dovunque: a conoscenza con il Mago, una sorta turno cuciniamo e laviamo i piat- di Beppe Grillo locale molto simti, con ricette italo-irlandesi o patico. Una nuotatina con le foche semplicemente inventate (la a Kaukorua, e poi una settimana nostra preferenza va però ai nella fattoria Bergli lavorando per nachos con formaggio fuso, fagio- amici esperantisti sulle colline ed li, carne e guacamole, di cui io andando in barca e kayak con divento gran gourmet!). Gli inces- Max e gli altri ragazzi che vi santi venti di Wellington ci alloggiano; tra una tagliatina costringono ad usare robuste d'unghie agli alpaca (presi per giacche, mentre l'amica esperanti- mescolarne la lana a quella delle sta Jo, pur anzianotta, si diverte a pecore) ed una ai rami degli albescarrozzarci tra le tante attrazioni ri, arriva il giorno del mio ritorno fino al set dove Peter Jackson sta in Australia, dove atterro a girando King Kong; e da Sydney. Wellington raggiungiamo, Vi resto di più dell'altra volta, e con un traghetto notturno, così la visito un po' tutta, facendo lunghe camminate sui sentieri che l'isola sud. Visitiamo il bel parco di circondano la baia e rifocillandoAbel Tasman, e, poi, le mi spesso a Chinatown, dove ho Gli idoli Maori hanno lo sguardo fiero e la pelle ricoperta di tatuaggi come coloro che li hanno scolpiti strane rocce a strati di Punakaiki, dove le sule fanno il nido senza essere disturbate dagli umani, tutti intenti a gustarsi deliziosi pancake con sciroppo d'acero al calduccio delle locande lungo la costa. Perché qui fa fresco, se non lo si era capito, e anche quando non piove o nevica le nuvole in cielo abbondano: un vero paradiso per le felci, che infatti troviamo ovunque. Delle guide ci portano a visitare il ghiacciaio Fox, che prima di cominciare a subire i mutamenti climatici arrivava quasi fino al mare, insieme al suo compagno Franz Josef: armati scoperto un seminterrato con moltissimi ristorantini. Raggiungo le Blue Mountains, dove ospite di altri amici faccio ancora un po' di trekking (durante uno d'essi, ho la fortuna di avvistare due uccelli lira, dalla lunga coda sottile come le corde dello strumento omonimo), e poi riparto verso Canberra, la capitale costruita a metà strada tra le due città più importanti della nazione: la piscina dell'ostello offre sicuramente un diversivo, ma anche le visite al Parlamento - dove vengono inscenati alcuni episodi storici per il pubblico - ed alle parti dell'osservatorio di monte Stromlo scampate ad un furioso incendio sono piacevoli ed istruttive. Ma è Melbourne il piatto forte: quando rincontro l'amico Shane è gran festa, si va insieme a visitare la città ed a fare colazione alla domenica mattina con tutti i suoi parenti (buffet per 6 euri, una cosa grandiosa!), al luna park di Santa Kilda o a vedere i pinguini e poi via, lungo la Great Ocean Road, fino ai faraglioni dei 12 Apostoli. I Grampiani ci danno da scarpinare, cosa che poi faccio anche nei 7 giorni che passo in Tasmania, sperando di avvistare un "diavolo" o ancor meglio un "tilacino" (entrambi gli animali si tengono però ben nascosti alla mia vista): da Launceston, con una macchina a noleggio, visito le grotte di Marakoopa, la contea devastata dall'attività mineraria di Queenstown, la costa ovest così caratterizzata da rocce trasformate dall'effetto del mare in mosaici, in ponti, in cattedrali, in soffioni, e poi attraverso l'Eaglehawk Neck (stretto passaggio, una volta chiuso da una guarnigione e da un cordone di cani ferocissimi) per raggiungere Port Arthur, la più famosa colonia penale del continente. Hobart, in compenso, mi appare spenta ed inutile. Ma ormai non c'è più tempo, torno a Melbourne ed affronto l'Oceano Pacifico… Gli hobbit sono davvero esseri piccolini, al loro cospetto mi sentivo come Gulliver di fronte ai lillipuziani La scheda Nuova Zelanda, le isole estreme Un mezzo di trasporto autonomo, come un camper, offre molte opportunità di visitare la Nuova Zelanda senza spendere una cifra enorme e fermandosi dove si vuole; come in Australia, i campeggi sono spesso gratuiti ed offrono bagni e zone per cucinare (attenzione agli opossum, però, che tendono ad assalire le vostre provviste!). Il tempo frescolino consiglia di vestirsi bene, magari a strati, in modo da potersi levare quanto di superfluo nei momenti in cui il sole riesce a bucare le nuvole e a raggiungere il verde della terra. Gli interessati alla cultura maori troveranno pane per i loro denti, anche se è praticamente impossibile imbattersi in qualcosa che non sia stato trasformato in spettacolo: la Nuova Zelanda vive oramai di questo, di bungee jumping, di imprese impossibili, più che di pecore; ma chi potrà godersela di più saranno quelli che amano la Natura, dai monti al mare, dalle colline ai fiumi: decine di parchi e riserve, centinaia di sentieri, animali che vivono abbastanza tranquillamente da rendere frequente l'imbattersi in leoni marini appisolati sulla spiaggia o delfini che vi nuotano accanto. E semplicità, specialmente nel sud: le città sono a misura d'uomo, tranquille, ci sferragliano ancora i tram su rotaia mentre i turisti si guardano intorno, quasi increduli di aver speso tutti i loro soldi in due o tre attività sportive. Per visitare il Paese serve un biglietto di proseguimento di viaggio o ritorno, sennò non vi lasceranno entrare; in compenso, ci sono ottime possibilità per raggiungere le Fiji ed altre isole a prezzi scontati, in particolare grazie a degli speciali pass dell'Air New Zealand. 14 7 APRILE 2007 giovani Psicologia della nuova internet-mania: timidezza, noia e narcisismo adolescenziale. Tutto in una personal page I fatti vostri a portata di click. Ecco My Space DI ALESSIO MANNINO Ormai se non hai la tua paginetta non sei nessuno. In senso letterale: non esisti, non ci sei, non sei connesso. Poche ciance: chi, fra i giovani magnagati, non mette in mostra se stesso su MySpace, alzi la mano. Pochi, pochissimi resistono nella trincea dei non-myspacesizzati. Perché questa immensa città virtuale (vedi articolo) dà il brivido di avere a portata di mano il mondo intero dalla tua stanzetta di casa. Entri e, click dopo click, puoi "conoscere" decine, centinaia, migliaia di persone. L'onnipotenza della curiosità, l'esibizionismo informatico come passatempo, la distruzione delle distanze di spazio e tempo elevato a software per nuove amicizie: tutto questo è MySpace. Magari per i vicentini fra i 15 e i 35 anni è anche qualcos'altro: è guardare dal buco della serratura, protetti dallo schermo del computer, senza poi trasformare la conoscenza online in amicizia reale. Gli eterni adolescenti in quel di Vicenza, se confrontati con un padovano se non con un milanese o un romano, mantengono ancora una mentalità chiusa, una timidezza guardinga e molto poco affabile. Insomma, sono poco socievoli. Farsi tanti amichetti nella doppia vita internettiana è facile, conoscerli dal vivo invece costa fatica. Ecco allora che la cerchia di persone che già si frequentano abitualmente si ricrea qui tale e quale, e gli spazi personali diventano il sostituto della posta elettronica. Con una grande differenza: che quello che ci si scri- Gli artisti usano MySpace per raggiungere il grande pubblico ve può essere letto anche da altri. Si genera così un vero e proprio guardonismo di massa, grazie al quale uno può sapere cosa fa non solo l'amico, ma anche il suo conoscente e a sua volta questi può sapere cosa farai quella sera tu. Il segreto non esiste più, l'intimità viene abolita, il privato diventa pubblico. Tutti possono sapere tutto, o quasi. Se almeno uno appro- Molti contestano il fondatore Tom Anderson, che compare come "amico fittasse di questa onnistandard" in tutti i profili veggenza convertendo il suo errare fra gli spazi perso- esiste perciò un MySpace vicennali in approcci concreti ("Ehy tino: ce ne sono tanti quanti ciao, ieri ho visto la tua pagina, i sono gli utenti vicentini. Che tuoi gusti musicali mi piacciono come tutti quelli sparsi sul un casino") assisteremmo a una globo, non corrispondono novità ciclopica: non ci sarebbe necessariamente al profilo di più bisogno di presentarsi, nerds che compensano sul pc le basterebbe aggiungere una per- sofferte sfighe esistenziali. Fior sona all'elenco di 'friends'. di gruppi musicali già abbastanOvviamente questo non accade. za noti sono sbarcati qui per In generale perché - e per fortuna - le emozioni di pelle del visà-vis contano ancora qualcosa. Nel caso degli smanettoni berici, non c'è neanche questo pericolo: i contatti myspace riflettono quelli del proprio giro del weekend. Per rendersene conto basta andare sulla pagina inteL'ultima frontiera del markestata a Vicenza (www.myspating? MySpace. Non c'è guru ce.com/vicenzarock): il misteche alla domanda "qual è il rioso autore ha inserito né più futuro del web?" non vi né meno le sue amicizie. E risponda con il nome della dev'essere senz'altro un comunità online più grande maschio, almeno a leggere la del mondo. Non si capirebbe parte dedicata a "chi mi piacealtrimenti perché il tycoon rebbe conoscere": "tutte le dei media Rupert Murdoch fighette del Grottino", risponde. nel 2005 abbia sborsato 580 Nella reticolo ironico e scanzomilioni di dollari per acquinato di MySpace non c'è un stare il dominio punto d'inizio né d'arrivo. Non www.myspace.com e la piccola società che lo gestiva (composta da Tom Anderson, che è in automatico il primo "amico" quando ci si iscrive, e Chris De Wolfe). E' solo allora che tutti hanno cominciato a chiedersi: ma cosa accidenti è MySpace? MySpace nasce nel settembre 2003. E' una piattaforma di social networking, cioè un sito creato per far incontrare fra loro le persone che vi si iscrivono. Consiste in un programma che permette a ciascuno di pubblicare gratuitamente una pagina web in cui poter elencare i propri MySpace si è velocemente trasformato in uno spazio pieno di gusti in fatto di musica, film, avere un filo diretto coi propri fan. Lo stesso quelli che cercano visibilità. Ragazzi di tutte le tipologie e di tutte le tribù con l'html ornano e decorano la propria pagina più per passare il tempo che per altro. E per ingannare la noia molti si perdono nei meandri delle liste d'amici altrui, provando lo spionistico piacere di scoprire vita, preferenze e fatti di gente che abita a un km da casa piuttosto che dall'altra parte dell'oceano. A differenza della ormai declinante chat, tuttavia, MySpace è un pianeta esclusivamente giovane. E' rarissimo trovare qualcuno che abbia superato i 35 o 40 anni. Un po' perché si tratta di un programma molto recente e ancora sconosciuto ai più. E un po' perché esibire il proprio io idealizzato rimodellato secondo i propri desideri, dato che ciascuno ha la libertà di mostrare solo ciò che vuole - è quanto di più felicemente adolescenziale ci sia. Chissà qual è il tasso di adolescenza di Ray, che ha intitolato il suo spazio www.myspace.com/vicenza pur essendo lui del North Carolina, di 47 anni d'età e con appena 3 amici. Forse un omaggio alla sua città natale: "I was born in Italy while my father was stationed there". Lo supponiamo figlio di un militare americano di stanza alla Ederle. Ah no, basi americane anche qui no eh… Come farsi amici in tutto il mondo dal pc di casa esibizionisti libri, luoghi, sesso e quant'altro possa servire a definire le sue caratteristiche personali. In pratica, un formidabile strumento per fornire ai pubblicitari una quantità pressocchè infinita di informazioni sugli utenti/consumatori. Che oggi sono arrivati al numero di quasi 100 milioni. MySpace ha surclassato altri siti o software orientati alla ricerca di amici o dell'anima gemella (come le chat). Per un unico motivo: l'estrema semplicità. Per creare un profilo-base con foto e note generiche bastano pochi minuti. Personalizzare il design della pagina, elaborarla aggiungendovi video, immagini o links, renderla il proprio juke-box con le proprie quattro canzoni preferite (come avviene nelle homepage delle band musicali) è più complesso, ma non richiede abilità particolari. A questo punto comincia il perverso gioco di MySpace. Si chiede a un altro utente che ispira simpatia o di cui ci è piaciuto il profilo "vuoi essere mio amico?". Se risponde di sì, è fatta. E via così, ingrossando giorno dopo giorno il numero dei propri "friends", in teoria all'infinito. La cosa ovviamente funziona anche al rovescio: una volta inaugurata la propria pagina decine e decine di visitatori busseranno per farsi "addare" (aggiungere, in gergo) come amici. Marketing virale allo stato puro. L'altro segreto del successo di MySpace sta nella libertà totale (fatto salvo il rispetto delle leggi) nella scelta dei contenuti: ognuno può riempire la propria pagina con ciò che più gli aggrada. I gruppi musicali possono così farsi conoscere da ascoltatori, locali ed etichette discografiche senza neanche bisogno di inviare un demo. E ciascuno può assaporare l'ebbrezza di un doppione informatico in cui riversare le proprie attività e il proprio mondo, facendosi promoter di se stesso. A.M. 15 7 APRILE 2007 storie Reportage da un inviato "poco speciale" sulla 41sima rassegna di Vinitaly a VeronaFiere Questo rosso cileno val bene un Giletti "Ne valeva proprio la pena?", chiedeva la mia gentile consorte. Domanda non inaspettata. Alla mia quinta volta al Vinitaly, avevo deciso di condividere con lei i miei impegni di cronista, certo che, da vicentina ed intenditrice di vini, avrebbe apprezzato questo immenso carrozzone fieristico. Pochi giorni prima, in un Bàcaro dalle parti di Corso Palladio, le avevo fatto assaggiare un rosso cileno, strepitoso ma costosissimo. Perciò la possibilità di riprovare l'esperienza, aggratis, nel padiglione allestito per i paesi sudamericani, l'aveva convinta a seguirmi. "Poi si possono degustare quelli della California, quelli australiani, georgiani, ungheresi e perfino i vini indiani: quando ti ricapita più?". Un arrivo difficile (e giornalisti Winnie Pooh) Insomma, alle 7 di venerdì mattina saliamo in macchina per cominciare di buon mattino il tour alcolico. Solo che alle 10 si era ancora in colonna all'uscita di Verona est. "Diamine, non staranno mica entrando tutti adesso, i 4300 espositori accreditati?". Il dubbio di aver scelto la giornata sbagliata mi attanagliava, considerato anche il tempaccio infame. Eppure avevo deliberatamente evitato il week-end: dove avevo sbagliato? Forte la tentazione di mollare l'auto in uno qualsiasi dei marciapiedi lungo il viale verso la Fiera, sull'esempio dei tanti acrobatici parcheggiatori che vedevo dal finestrino mentre sfrecciavo a 10 metri l'ora. I tolleranti gestori delle pompe di benzina avevano permesso che si sostasse praticamente in ogni pertugio, lasciando libere solo le colonnine del carburante; per il resto c'erano vetture ovunque e non andava meglio a chi aveva scelto il bus navetta, visto che arrancava su una corsia preferenziale già intasata. Per riguardo alla mia signora, considerata la distanza e la pioggia battente, ho deciso di proseguire, nonostante il navigatore mi facesse sconsolatamente notare che, di quel passo, arrivavo a desti- nazione attorno alle 12. Alla fine, prevale il compromesso del parking multilivello, a 1 km dall'ingresso. Zuppi, si entra a ritirare i pass per la stampa. Mi illudevo di trovare, almeno lì, una comoda scorciatoia, invece scopro che in Italia uno su due scrive o lavora per qualche testata: una cinquantina i "giornalisti" in coda, alcuni davvero improbabili e con tanto di pupazzetto Winnie Pooh che pende dal cellulare. Finalmente dentro la bolgia: migliaia di addetti ai lavori, hostess dalle gonne cortissime, esperti, semplici curiosi che si precipitavano da uno stand all'altro, spesso senza una meta, solo per prendersi meno pioggia possibile. Sommelier, parla come bevi! Viste le esperienze degli altri anni, quando per voler assaggiare di tutto ero tornato a casa a becco quasi asciutto, questa volta avevo già programmato nei dettagli le mie tappe: Veneto, per l'assaggio grappe; Abruzzo, dove una testata della mia regione mi aveva fissato un paio di appuntamenti; e naturalmente Cile. Se avanzava tempo, una puntatina dagli yankees californiani, che la tv aveva detto tra i più temibili concorrenti dei vini di casa nostra. Però di fronte a noi, il primo padiglione era quello della Lombardia, dove albergavano i guru dell'Ais (i sommelier) e dell'Onav (i più modesti assaggiatori). "Cara, che dici se ascoltiamo qualche loro vaticìnio, tanto per arrivare più smaliziati davanti ai calici? Insomma per non fare la figura dei neofiti". Mi ero riproposto di seguire in religioso silenzio il loro operato, segnandomi a mente qualche descrizione da poter sciorinare al momento giusto. Così, forte del mio cartellino stampa, mi infilo durante una degustazione di bianchi dell'Oltrepò. "Un'unghia tenue, denota la fugace sosta fermentativa…spicca un sapore di frutta a bacca gialla, con un marcato retrogusto di cuoio vissuto, tipo sella appena usata...il perlage sfuma in una nota di fieno". Che? Ma 'sta gente, di cosa si nutre? Come avrebbe detto in coro, un celebre trio cabarettistico napoletano del Drive In: "a me, me pare 'na strunz.." Avrei voluto trovare il coraggio di alzare la mano, scimmiottando il grande Totò: "ma mi faccia il piacere!". Invece, deluso, ho abbandonato quasi subito quel convivio di saggi, con l'idea proletaria che il vino è meglio berlo che parlarci troppo sopra. Fortunatamente, nei padiglioni scelti ho trovato le informazioni che mi interessavano, anticipando la mia profonda ignoranza in materia; anzi, con garbo e rispetto, gli espositori hanno scelto i vocaboli più semplici e concreti per descrivere le sensazioni che, indubbiamente, evocano certi vini di qualità. Il vino è meglio del vip (piacione) Alle 15 ho detto stop, trascinando la consorte (che più volte ho rischiato di perdere) sull'unico pulmino ancora libero. "Ci porti all'uscita 10", ho urlato entrando, fradicio e un po' barcollante per i fenoli ingurgitati. Pensavo di rivolgermi al controllore, invece mi trovo davanti il vippone Massimo Giletti, che naturalmente stava intrattenendosi con una delle hostess sul predellino, di fatto monopolizzando il bus. Mentre mia moglie restava a bocca aperta, forse anche in apnea, abbozzo un "piacere", col dubbio però che si tratti della straordinaria imitazione della Gialappa's. Invece è proprio lui, altissimo e riccioluto, che cerca pure di spiegarmi che le uscite non sono numerate come i padiglioni. Non voglio sapere altro da lui, anche perché mia moglie continua a fissarlo immobile ed atona. Durante la via del ritorno, naturalmente è scomparsa ogni recriminazione per code, traffico e disagi meteorologici. Appena riprende colore e conoscenza, lei mi degna appena di uno sguardo, rivolgendomi solo un: "Certo che è proprio bòno!". Non credo si riferisse al cabernet cileno. Andrea Genito Alcune immagini del Vinitaly 2007, edizione record per visitatori ed espositori 16 7 APRILE 2007 terza pagina Pensieri contro. L'ultimo film del regista: un atto d'accusa contro l'Uomo. E contro la Cultura I Chiodi del "pagano" Olmi. Lezione di verità e bellezza DI GIULIANO CORÀ E' difficile immaginare che Ermanno Olmi possa, superandosi, superare un'opera come questa, suo ultimo film. E' il suo 'testamento narrativo', un magnifico addio da cui vale la pena di cogliere gli insegnamenti. Prima di tutto, quella che Olmi considera la fondamentale inanità del sapere scritto, della scienza accumulata nei libri. Essa separa gli uomini più di quanto non li unisca ("A cosa sono serviti i libri? A ingannarci l'uno con l'altro"). Il Professore - così, senza un nome, viene chiamato il protagonista - lui l'ha capito, ed il suo gesto è emblematico: come Cristo è stato crocifisso per aver commesso il 'peccato' dell'Amore, così egli crocifigge i libri, per punirli del peccato di superbia. Nel suo breve peregrinare per il mondo, non sarà più la parola scritta a fargli da tramite, bensì il linguaggio dell'oralità e della gestualità: essenziale, primigenio, 'primitivo'. 'Orale' era appunto la cultura nei popoli primitivi, gestuale e istintivo il loro linguaggio: e 'primitivi' ed 'ignoranti' sono coloro presso i quali egli si rifugia. Un popolo che si situa agli antipodi di tutto ciò che è stata la sua esistenza precedente; un popolo la cui pace, egli dice, non viene dal mondo, ma dal cuore: 'In interiore hominis abitat Deus'. E non solo nel cuore dell'Uomo abita Dio: anche nella Natura. Gli insetti abitano tra le erbe, i cieli trascolorano nelle ore del giorno, le acque del fiume scorrono lente, si gonfiano, si fanno quasi carne, i pesci ridono, come noi. Ma non è un acquerello d'Arcadia, quello che Olmi vuole mostrarci. Vibra continuamente, sotto queste immagini, il basso continuo della minaccia suprema: l'avidità e il potere, incarnati sia nel disordine che l'uomo ha introdotto in questa perfetta armonia (il pesce-siluro), sia nella Macchina. Ogni volta che essa appare, è sempre per ferire, avvelenare, distruggere: l'elicottero, la grande benna, la ruspa che si fa largo tra gli alberi. La Macchina è frutto di quel sapere ostile racchiuso nei libri, ed è ostile all'uomo, ai suoi bisogni essenziali: un bicchiere di vino, una carezza, una danza, un tetto di canniccio. E poi c'è Dio. Dio ama gli uomini? E' loro vicino, nelle rigide istituzioni (la splendida figura del Monsignore) di quella Chiesa che si autodefinisce suo 'corpo mistico'? Allevia i loro dolori? Non lo crede, il Professore, ed al vecchio prete che lo rimprovera del suo atto getta in faccia quella che sembra una suprema bestemmia, ed è un supremo monito: nel Il regista Ermanno Olmi Giorno del Giudizio, sarà Dio a dover chiedere perdono agli uomini per le loro sofferenze. Eppure un Dio c'è, in questo film, un Dio 'materno' e a noi vicino, come diceva Giovanni Paolo I°: ed è appunto quella Natura di cui abbiamo già accennato. Il vero 'mistero' di questo film è di come un Autore profondamente cristiano e cattolico, come Ermanno Olmi, ci abbia dato, del Sacro, una visione profondamente 'pagana', dipingendo una Natura che non appare come 'Creatura', come dono di Dio all'Uomo, ma essa stessa Dio. E infine la 'civiltà'. Coloro presso i quali il Professore fugge sono le mille miglia lontani dalla 'civiltà' quale la intendiamo comunemente. Abitano una terra e costruiscono case "perché ci sono sempre stati", e tanto basta, come diritto; bevono il vino che essi stessi hanno cresciuto; mangiano cibi semplici, cotti da loro: i pesciolini, pescati dal loro fiume Una scena del film Centochiodi ed offerti all'ospite. Uomini e donne sono umili e sereni residenti di quella terra, riposano, dopo un'esistenza di lavoro; la giovane fornaia impasta farina, acqua e lievito - elementi primordiali di vita ed essa stessa offre amore; colui che oggi è postino, prima era muratore, costruttore di case, 'pon- tifex'. A voler sintetizzare, ecco il tema dominante di questo poema olmiano: la Sacralità dell'esistenza e del mondo, e un monito per noi che l'abbiamo violata. I Centochiodi: una di quelle rarissime opere che appaiono come miracolosamente, e ci offrono materia di riflessione e meditazione infinita. Ferrara l'ateo devoto: "Olmi blasfemo" Il Cristo santone che crocifigge i libri e sceglie la carezza della vita, il Cristo di Ermanno Olmi, trionferà a Cannes, e nelle sale arriverà come una grande epifania dei valori contro i delitti concettuali e storici della cultura, dell'arte, della teologia, contro l'aridità della religione che celebra il suo idolo tra gli incensi e sugli altari. Ma quale figlio di Dio, Cristo è un uomo e basta, amabile per di più, bello come Raz Degan, ci libera perdonando, rifiuta di giudicare, e insegna soltanto l'amore come prossimità (che parola di merda) e come ascolto (che parola vuota, quando nessuno parla). Lo puoi incontrare dietro l'angolo, basta svestirsi dei panni curiali di ogni possibile civiltà, basta indossare la povertà come cilicio della salvezza, basta rendersi semplice, ignorante, stradaiolo, ed ecco che la salute del cuore credente fa premio sulla salvezza dell'anima come sistema complesso, misterioso, come messaggio da decifrare nei secoli, come tradizione vivente, come disciplina liturgica, come dramma nel chiostro, esercizio spirituale pensato, ripensato e sorvegliato. Olmi è un poeta e un regista che merita il culto tributatogli universalmente, non lo discuto, e non vedo l'ora di vedere il suo film nel dvd che mi porterà mia moglie tenendo in una mano, carezzandolo, un libro del cardinale Newman sullo sviluppo della dottrina cristiana e nell'altra, stringendolo nel suo spessore, l'introduzione al cristianesimo del cardinale Ratzinger, insomma una specie di esorcismo laico contro tutte le eresie, contro tutte le comunità di base e di Bose, contro il business dell'irrazionalismo irreligioso promosso dai cattivi lettori di Karl Barth, poi entrerò nel web per avere notizie del Giuliano Ferrara e il cardinale Scola generale Petraeus, se mai riesca a scoraggiare gli assassini che uccidono i civili affinchè sia abbattuta la democrazia esportata con l'onore delle armi, e mi compiacerò delle legnate che il Papa regnante ha assestato, ricevendo i ciellini, sul basto asinino di quest'Europa salumiera. Scherzi a parte, e a parte che c'è il Cristo ricco e severo del cardinale Biffi, la sua gioia di cherubini che sale verso le cose di lassù raccontate per la gente di quaggiù, un'alternativa convincente alla mitologia della fede fai-da-te, del popolo di Dio che fa a suo piacimento di ogni altare un'osteria e di ogni osteria un altare, a parte tutto questo, sono davvero stupefatto della semplicità di cuore con cui passa sui giornali laicisti e atei non-devoti l'appello controculturale e controrazionale di un soggetto cinematografico raccontato da tutti come la nuova rivelazione cristiana, quella che spazza via la leggenda dell'incarnazione, il ciarpame ieratico dei sacramenti, e ci dirige rapidamente verso l'umanità assoluta del Messia, senza nemmeno il conforto protestante della scrittura. Sola fide, e chiodi arrugginiti conficcati sul corpo dei libri, sacri e profani. La fede semplice e povera e l'amore di prossimità, che hanno tutto il diritto di vivere i loro assoluti in nome della libertà dell'uomo, sono però diventati lo strumento perfetto, inconsapevole e perciò tanto più efficace, demagogico, per il compimento ideologico della secolarizzazione e per l'apostasia occidentale. Il decalogo si fa catalogo, questo: credere senza studiare, amare senza apprendere e senza insegnare, perdonare senza giudicare, l'anarchia spirituale e l'egoCristocentrismo in cui tutti possono essere nazareni e nessuno deve essere propriamente cristiano, fino alla crocefissione dei libri in nome della salvezza dalla religione, questo strumento di regno, questa istituzione terrena destinata di per sé a ogni fallimento. Sono certo che il film di Olmi mi piacerà, perché è molto bravo e intenso e forte, ma non mi lascerò ingannare dalla sua malia. Per noi atei devoti Cristo non è un'icona a disposizione della sensibilità individuale, uno che nasca per curare l'ansia e il timore e il tremore che nascono dagli aut aut dell'esistenza, è semmai la più grande delle ipotesi sul mondo e sulla trascendenza fondata su un avvenimento duro come un fontanile di pietra, costruita in secoli di storia teologica ed ecclesiastica, vissuta come tradizione e cultura e politica da generazioni bimillenarie. Un santone no. La crocefissione dei libri no. Siamo troppo laici per questo tipo di devozioni. Abbiamo ancora la memoria dei roghi di libri. Preferiamo l'incenso. Il Foglio 26 marzo 2007 17 edicola 7 APRILE 2007 Ogni settimana, tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire Comitati di tutta Italia, unitevi! No Tav, No Mose, No Base Dal Molin, No Ponte di Messina. E pure No Scorie in Basilicata, No Coke a Tarquinia, No Tangenziale a Magenta, No Triv (trivellazioni) in Val Di Noto. E prima di tutto No Tav, il popolo contrario all'alta velocità, che oggi torna a marciare da Trana, in val Sangone, ad Avigliana, in val di Susa. Dal Piemonte a Bolzano alla Sicilia, non c'è grande opera senza un comitato di cittadini che la contesti. Gente comune, casalinghe, operai, impiegati, studenti, spesso senza tessera di partito e alla prima esperienza politica, qualche volta un passato di militanza che va fin troppo stretto. (…) Ogni comitato ha la sua storia. Ogni storia si ripete. Più di settanta volte. Quanti sono i comitati che lo scorso dicembre hanno firmato il "Patto nazionale di solidarietà e mutuo soccorso". Ventinove righe e un sito web www.pattomutuosoccorso.org che stanno ridisegnando il modo di fare politica e stanno dando un nuovo senso alla parola "partecipazione". (…) . Specificano: "Il Patto non è una sede decisionale, è una cornice per valorizzare le esperienze, è una sede in cui praticare la solidarietà e l'aiuto reciproco". Poi aggiungono, quasi a dettare le regole di come rappor- In questa pagina: la manifestazione di febbraio contro il Dal Molin militare. (Foto Luigi De Frenza) tarsi con i partiti: "Il Patto non è un tentativo per infiltrarsi di soppiatto nella politica di palazzo nè intende farsi ospitare nei palazzi della politica. Il Patto non ha governi amici a cui guardare con fiducia, né ha partiti a cui consegnare deleghe in bianco". (…) Spiega Alessandro Borzaga, del comitato No Tav-Kein BBT di Bolzano: "I partiti non rappresentano più gli interessi locali. Tutti avvertono una forte delusione. Il bello di queste iniziative lo abbiamo visto in Val di Susa quando a lottare contro i cantieri c'erano sindaci, preti, comunisti, anarchici, gente comune senza appartenenze di partito". Quelli del Patto dicono che togliere i simboli della politica ufficiale moltiplica le adesioni alle iniziative: "Quando non ci sono più bandiere di sinistra o di destra è facile che si trovino obiettivi comuni". (…) "Quelli più in difficoltà sono i dirigenti locali di partito, anche quelli della sinistra radicale che appoggiando il governo Prodi che ha detto sì all'Alta velocità si trovano davanti a un bivio: seguire le direttive dei vertici nazionali o dare ascolto alla base?", infila il dito nella piaga Alessandro Borzaga, 48 anni, informatore medico scientifico. Nella piaga c'era pure Franca Equizi, consigliere comunale a Vicenza, prima tessera della Lega di Umberto Bossi nel 1992, espulsa dal partito l'anno scorso: "Meglio così. Mai avuto dubbi. Io continuo ad essere d'accordo con l'autodeterminazione dei popoli e per la salvaguardia dei territori". Formidabili i duelli tra la battagliera ex leghista e il sindaco della città di Vicenza Enrico Hullweck di Forza Italia, favorevole all'ampliamento della base Usa, contrario a un sondaggio che chiami i vicentini a dire la loro. Anche se per anni sono stati insieme nella Casa della Libertà, Franca Equizi non disdegna oggi di manifestare con i No Global: "Se è per questo anche dieci anni fa la Lega era contro la guerra in Kosovo. Sono i politici che dovrebbero preoccuparsi. La tentazione è quella di fondare un altro movimento". Una tentazione che nel Patto nazionale di solidarietà e mutuo soccorso viene esclusa nero su bianco: "Non intendiamo percorrere strade che ci portino a diventare partito". Ma contro ogni desiderio c'è già chi ha pensato di correre ai ripari. Marina dell'Assemblea permanente contro l'ampliamento della base Usa lo spiega chiaramente: ""No Dal Molin" è un marchio registrato. Non ci potrà mai essere un partito o un simbolo elettorale con questo nome". (…) Aldo Bonomi, sociologo e fondatore del consorzio A.A.Ster, cita l'esempio più classico: "Di fronte allo sviluppo di grandi opere i primi ad andare in crisi sono i sindacati. C'è chi giura che la cosa più importante sia il lavoro e chi invece ritiene che sia il rispetto della comunità". I sindacati si dividono allora di fronte alle promesse di grandi investimenti che porteranno ricchezza al territorio. È successo in Val Di Susa con l'Alta Velocità. Lo stesso sta accadendo con l'ampliamento della base Usa a Vicenza, dove il console americano a Milano Deborah E. Graze pigia sull'acceleratore: "Nella città veneta siamo il primo datore di lavoro a Vicenza. Oggi spendiamo 176 milioni di euro l'anno, nel 2011 saranno quasi il doppio". Una proposta allettante destinata però a frantumarsi davanti a quel cartello esibito al corteo dei 100 mila a Vicenza del 17 febbraio: "Se ampliano la base americana non si potrà più circolare più in via Tasso". Analizza il sociologo Aldo Bonomi: "È la vittoria dei localismi. Di fronte alle spinte della globalizzazione, ogni luogo ridisegna la propria dimensione. Vale per i comitati contro le grandi opere come per le manifestazioni di quartiere per avere una maggiore sicurezza. Gli unici fuori gioco sono i politici che non hanno imparato a mettersi in mezzo". E allora si torna al punto di partenza. Ai partiti che non capiscono la gente. Alla politica con la "P" maiuscola spiazzata da questi comitati dove si trovano fianco a fianco il sindaco e il parroco, il militante di sinistra e quello di destra, i vicini di casa soprattutto. (…) Il comun denominatore, dal Piemonte al Veneto alla Sicilia, diventa allora uno solo: "Questo sviluppo infinito non ci piace". Con la voglia di essere padroni in casa loro, i comitati contro le trivellazioni petrolifere, i rigassificatori, il ponte di Messina, la linea dell'Alta velocità che passa dal Nord Ovest al Nord Est, da Berlino alla Sicilia, tessono una rete per scambiare idee ed esperienze. (…) Troppo spesso, sono i partiti a guardare e non capire quello che sta succedendo. L'esponente dei No Tav della Valle di Susa è esplicito: "I partiti, di sinistra o di destra, hanno lo stesso problema: non capiscono più la gente che non vuole più delegare scelte fondamentali della propria vita". (…) da Specchio 24 marzo 2007 19 VICENZA PIÙ 7 APRILE 2007 REGIONE Cerimonia ufficiale a Parenzo per la consegna dello Stemma dalle mani del suo Presidente, Ivan Jakovcic Riconoscimento istriano per il presidente Galan Il Presidente della Regione del Veneto Giancarlo Galan ha ricevuto, nel corso di una cerimonia ufficiale a Parenzo lo Stemma della Regione istriana dalle mani del suo Presidente, Ivan Jakovcic. L'assegnazione al Presidente Galan è stata deliberata lo scorso 12 marzo dall'assemblea regionale come riconoscimento per gli eccezionali meriti in relazione ai rapporti instaurati con la Regione istriana e la Repubblica di Croazia. Leggendo le motivazioni dell'assegnazione il Presidente dell'assemblea regionale Anton Perusko ha sottolineato che il Presidente Galan ha contribuito in modo particolare all'incremento della collaborazione bilaterale tra la Regione del Veneto e la Regione istriana. Ha inoltre apertamente sostenuto il processo di integrazione europea della Repubblica di Croazia. La Regione del Veneto e quella istriana collaborano in molti progetti bilaterali e multilaterali in ambito europeo, riguardanti tra l'altro i settori dell'economia, della tutela dell'ambiente, della pesca e della cultura. Inoltre, la Regione del Veneto da dieci anni a questa parte sta attuando un programma di finanziamento per la tutela e il restauro del patrimonio culturale nei territori adriatici che furono sotto l'influenza della Repubblica Serenissima, includendo molte testimonianze storiche e architettoniche presenti nel territorio della Regione istriana. La motivazione fa riferimento anche all'impegno con cui il Presidente Galan e la Regione del Veneto hanno sostenuto il processo di c o s t i t u z i o n e dell'Euroregione adriatica, con sede a Pola. In conclusione, l'assemblea ha voluto assegnare il suo Stemma ad un "amico convinto e sincero della Regione istriana." INIZIATIVE - E' stato inaugurato alla presenza di numerose autorità ed esponenti del mondo imprenditoriale Un nuovo laboratorio per i materiali sportivi e per le energie rinnovabili Offrire alle imprese venete una nuova e qualificata possibilità di puntare su nuovi prodotti, certificati e molto difficilmente riproducibili, cominciando dal Distretto Produttivo dello Sportsystem e della Bicicletta, ma puntando ad una ben più vasta gamma di interlocutori e, al contempo, ad una nuova occasione di sviluppo economico del bellunese. E' questo l'obbiettivo che il Consorzio di Certificazione Certottica, attraverso la Società Dolomiticert, punta a raggiungere con l'entrata in funzione dei nuovi laboratori di ricerca e certificazione, inaugurati a Longarone dall'Assessore regionale alle Politiche Economiche Fabio Gava, alla presenza di numerose autorità ed esponenti del mondo imprenditoriale e sportivo, tra le quali l'Assessore all'Ambiente del Land Carinzia Reinhart Rohr, del Presidente di Certottica Floriano Pra e dei campioni degli sport invernali Maurilio de Zolt, Silvio Fauner, Chiara Simionato e Gerda Weissensteiner. "Con Dolomiticert - ha detto Gava - Certottica si pone perfettamente in linea con il futuro dell'economia del Terzo Veneto: innovazione e ricerca di qualità sono infatti gli elementi fondamentali per garantire lo sviluppo nei prossimi anni, e per sfruttare al meglio le occasioni fornite dalla nuova programmazione europea 2007-2013 che, per il Veneto, assegna allo sviluppo economica 500 milioni di euro, 200 dei quali riservati proprio alla ricerca e innovazione tecnologica". Gava ha anche posto l'accento sulla necessità che il mondo produttivo punti con maggior forza sulla qualità certificata come strumento di lotta alle contraffazioni. "Dolomiticert - ha annunciato il presidente Pra - si aprirà anche ad un nuovo straordinario fronte: quello delle energie rinnovabili. In questo senso la presenza dell'assessore Rohr è partico- larmente significativa, perché la Carinzia è all'avanguardia europea nel settore ed è partner privilegiato del Veneto nell'ambito della cooperazione transfrontaliera Italia-Austria". In tema di energia rinnovabile, CertotticaDolomiticert ha già presentato un progetto di adeguamento alle energie rinnovabili del patrimonio edilizio bellunese, e sta lavorando alla validazione di un nuovo tetto fotovoltaico alla cui realizzazione sono interessati già vari enti pubblici. La struttura, inaugurata oggi e realizzata con un investimento di 1,5 milioni di Euro e con un contributo della Regione di 420 mila, lavorerà sul fronte dell'innovazione dei materiali, dei dispositivi e dell'attrezzatura sportiva, non limitandosi ai soli prodotti del- l'occhialeria, ma ampliandosi ad una vasta gamma di prodotti e di settori, come ad esempio quello dei caschi (industriali, per i Vigili del Fuoco, per motociclismo, per arrampicata e sci), dei materiali tecnici come i pellami naturali e sintetici, degli sci da discesa e da fondo, le cui qualità costruttive vengono testate da un macchinario (unico al mondo) realizzato appositamente per testare le prestazioni dei materiali sotto sforzo, messe in relazione con la muscolatura umana grazie all'utilizzo anche di un elettromiografo. All'interno del laboratorio prove è già stato selezionato anche un team di esperti già in possesso delle competenze e del know how necessario per progettare, realizzare ed utilizzare la strumentazione tecnologica, con il supporto specialistico della facoltà di ingegneria dell'Università di Padova. 20 7 APRILE 2007 regione L'attenzione alle esigenze dell'utente costituisce da sempre per Veneto Strade S.p.A. un obiettivo prioritario I servizi di veneto strade Veneto Strade S.p.A., costituita nel 2001 è nata per volontà congiunta della Regione del Veneto, delle sette Amministrazioni Provinciali della Regione e di quattro Società Autostradali operanti nel territorio regionale. E' una Società a partecipazione pubblica e privata ed ha, tra i principali scopi sociali, la progettazione, la costruzione, il recupero, la ristrutturazione, la manutenzione, la vigilanza sulla rete viaria di interesse regionale assegnata a seguito del trasferimento di competenze dallo Stato alle Regioni ed agli Enti Locali in materia di viabilità .L'attenzione alle esigenze dell'utente costituisce da sempre per Veneto Strade S.p.A. un obiettivo prioritario. La Società, a testimonianza dell'impegno assunto, nel 2004 ha conseguito la Certificazione alle UNI EN ISO 9001:2000. I servizi resi agli utenti possono essere così sinteticamente riassunti:la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade in gestione, per la quale nel periodo 2002 - 2006 sono stati investiti oltre 105 milioni di Euro, attraverso ispezioni di verifica del piano viabile da parte delle squadre di manutenzione almeno 3 volte alla settimana; interventi di pulizia di detriti sul piano viabile entro 5 ore dalla segnalazione almeno nel 90% dei casi; interventi di ripristino delle barriere danneggiate in zone a rischio entro 48 ore dalla segnalazione almeno nel 50% dei casi; trattamento antigelo mediante spargimento di sale 2 ore prima dell'evento previsto almeno nel 90% dei casi; taglio dell'erba dai bordi di scarpate e banchine 3 volte l'anno, potatura delle piante almeno una volta ogni 5 anni.Gli interventi di ripristino della viabilità con mezzi e risorse adeguate a risolvere le situazioni di emergenza e con la pianificazione delle attività da svolgere nei diversi casi, in particolare il ripristino della viabilità dopo incidenti entro 3 ore dalla segnalazione in alme- no nel 90% dei casi; lo sgombero della neve entro 45 minuti dalla segnalazione almeno nel 90% dei casi e il Piano Neve, approntato annualmente, per consentire anche durante la stagione invernale buone condizioni di transitabilità attraverso il servizio di sgombero neve ed i trattamenti invernali preventivi del piano viabile.Trattamenti preventivi antigelo sono previsti ogni qualvolta le condizioni meteorologiche facciano prevedere la formazione di ghiaccio sulla carreggiata stradale. Consistono nello spargimento con mezzi automatizzati di sale e ghiaino, in particolare in corrispondenza di curve pericolose, di sovrappassi e sottopassi, all'imbocco delle gallerie, nelle aree di incrocio e nei tratti di strada ove siano possibili rischi per la circolazione stradale.Le attività di sviluppo e potenziamento della rete. La gestione della rete stradale veneta e il suo adeguamento alle crescenti esigenze qualitative e quantitative dell'utenza, comportano una serie molto complessa di attività, con riflessi - diretti ed indiretti - di primaria importanza e di enorme ed immediato impatto sul piano socio-economico. Il Piano Triennale Regionale 2002 - 2004 approvato dal Consiglio Regionale del Veneto, la cui realizzazione è affidata istituzionalmente a Veneto Strade S.p.A., ha stanziato ingenti finanziamenti per garantire adeguate caratteristiche di efficienza e sicurezza della rete viaria trasferita dallo Stato. Nel triennio 2002 - 2004 sono state appaltate nuove opere per oltre 342 milioni di Euro e con il nuovo Piano Triennale Regionale per gli anni 2006 2008, recentemente approvato dal Consiglio Regionale, si prevede di raggiungere, al 30 giugno 2007, un importo superiore ai 514 milioni di Euro per nuove opere appaltate. Veneto Strade S.p.A. è inoltre incaricata della realizzazione delle opere complementari al Passante di Mestre, alla A28 Sacile Conegliano ed alla Pedemontana Veneta.Le informazioni sulla viabilità. Conoscere in anticipo le condizioni della strada e della situazione del traffico è requisito fondamentale di sicurezza e del comfort di viaggio. Con tale presupposto Veneto Strade S.p.A. ha attivato sul sito internet istit u z i o n a l e (www.venetostrade.it) un servizio di informazione, denominato "Viabilità in tempo reale", che riporta le condizioni di percorribilità della rete stradale principale del Veneto oltre che, nel periodo invernale, le condizioni meteorologiche. Sul sito è possibile reperire facilmente informazioni dettagliate sulle ordinanze di chiusura o di deviazione del traffico. Ciò consente quindi all'utenza di accertare la percorribilità di ciascuna tratta stradale, la presenza di cantieri e di ogni altra situazione che possa incidere sulla capacità di assorbimento del traffico. L'asse medio padano à strategico per il futuro della nostra Regione La Nogara Mare collegata a Mantova e con la Valdastico Sud è un'opera che serve a "sbottigliare" la Bassa Veronese e l'Alto Polesine e i lavori potrebbero partire alla fine del 2008. Lo ha detto questa sera l'assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso intervenuto al Convegno sullo Sviluppo Infrastrutturale dell'Asse Medio Padano, promosso a Legnago in provincia di Verona. "L'opera non ha problemi di finanziamento - ha sottolineato Chisso - perché è in regime di project financing al cui interno era ipotizzato un contributo pubblico di 60 milioni di euro, dei quali la Regione si è fatta carico sin dallo scorso anno. Nel frattempo abbiamo dato il via a consultazioni continue con gli enti locali, con il coordinamento delle province di Verona e di Rovigo, per far in modo che questa autostrada si inserisca nel territorio nel modo migliore e le esigenze locali hanno trovato spazio nello Studio di Impatto Ambientale che è pronto". "Ora dobbiamo formalizzare l'inserimento in Legge Obbiettivo di questo intervento con la firma di un'intesa istituzionale quadro i cui contenuti sono già definiti e che prevede anche la terza corsia autostradale sulla A4 da Venezia a Trieste. Se firmiamo l'accordo tra fine marzo e i primi di aprile - ha detto Chisso - dovremmo arrivare al pronunciamento del CIPE sul preliminare per la fine dell'anno - inizio 2008 e quindi i cantieri potrebbero aprire prima dello scadere del prossimo anno". "La Nogara Mare - ha sottolineato ancora l'assessore regionale sarà realizzata prevedendo il pedaggio gratuito per i cittadini residenti lungo l'asse per tratte di 15-18 chilometri, mediante l'utilizzo di forme di esazione molto evolute; in fase di gara finale cercheremo anche di aumentare il chilometraggio. Si tratta inoltre di un'opportuni- tà per realizzare a livello locale quegli interventi strutturali magari piccoli dal punto di vista dimensionale ma di enorme importanza per la sicurezza e la qualità della vita delle comunità". L'assessore ha concluso ricordando che altri importanti interventi per l'area della Bassa Veronese sono stati previsti nel Piano Triennale della viabilità regionale approvato nelle scorse settimane in Consiglio. "In questo modo noi intendiamo rispettare un patto tra gentiluomini rispetto al quale ci attendiamo che venga rispettato anche dagli altri interlocutori". Veneto strade S.p.A. www.venetostrade.it SEDE LEGALE e DIREZIONE CENTRALE: Via C.Baseggio, 5 30174 Mestre Venezia Tel. 041 290 77 11 DIREZIONE DISTACCATA BELLUNO: Via Villa Patt 32036 Sedico (BL) Tel. 0437 868 111 21 Carciofini sott'odio Abbasso il lavoro! di Alessio Mannino Annuncio: il Comune permette ai commercianti di commerciare anche la domenica, cioè di sgobbare e far cassa nell'unico giorno libero della settimana. La Chiesa berica fa sapere: non si può lavorare tutti i santi giorni, bisognerà pure mantenerne uno dedicato al riposo, merce oramai in estinzione. I preti hanno ragione. Al di là dei richiami di rito alla sacralità del settimo giorno, era dai tempi del vescovo Onisto che non si facevano sentire sull'ennesimo segno di rimbambimento collettivo da iperlavoro. Dov'erano negli ultimi quindici anni, l'epoca del boom dell'imprenditoria vicentina? Ingeriscano pure negli affari politici, mica ci scandalizziamo come certe préfiche e comari di sinistra, sempre urtate dal lobbistico interventismo degli orfani di Ruini. Però, se devono farlo, che lo facciano andando al nocciolo del problema: il gregge cristiano di Vicenza e in generale del Nordest insegue il lavoro - e il frusciare di contanti che ne zittisce lo stress come il nuovo vitello d'oro che contabilizza il tempo abolendo quel poco che rimane "libero". E il responsabile ha un nome preciso: benessere. Il benessere fa rima con malessere, anzi: sono diventati la stessa cosa. Più si guadagna, più si accumula, più si ha e meno si è, se non felici, almeno sereni. Ecco le possibili alternative agli straordinari domenicali. 1) Rigirarsi nel letto fino a mezzogiorno 2) Abbandonarsi a passatempi i più improduttivi possibili, come ad esempio pensare 3) Ingurgitare pillole omeopatiche di televisione: il piccolo schermo della domenica pomeriggio garantisce temporanee lobotomizzazioni che, se assunte in piccole dosi, affinano il senso critico 4) darsi ai piaceri terreni: la vita di coppia ringrazierà 5) leggere un libro, quell'oggetto rettangolare composto da fogli uno attaccato all'altro con dentro delle scritte 6) uscire di casa e parlare coi propri simili, scoprendo che non esistono solo i colleghi, i vicini e i parenti 7) farsi una passeggiata in silenzio in posti non ancora cementificati 8) spegnere il telefonino 9) giocare a un gioco qualsiasi - freccette o bocce vanno benissimo 10) sparire dalla circolazione senza dire niente a nessuno, lasciando il seguente biglietto: "Ne ho le scatole piene". 7 APRILE 2007 tempo libero L'angolo dell'oste. Non solo Umbria e Toscana: anche nel vicentino oli di prima qualità Dorato e piccantino, l'olio Dop arriva dai Berici Colore dorato, piccantino, leggermente amarognolo. L'olio extravergine d'oliva dei Colli Berici sta lentamente uscendo dal settore dei prodotti di nicchia, conquistandosi gli apprezzamenti di una schiera sempre più vasta di buongustai. Certo, la strada per arrivare ai risultati dei più blasonati olii del centro italia o del Garda, se si vuole rimanere a latitudini più vicine alle nostre, è ancora lunga, ma i primi risultati sono incoraggianti. Arrivata nel vicentino duemila anni fa insieme ai romani, incentivata dai dogi veneziani all'epoca della Serenissima, la coltivazione dell'olivo in provincia di Vicenza è oggi in pieno boom, con un totale di oltre 40 mila piante, distribuite tra le zone di Pove, ai piedi del Grappa, e nei pendii dei colli Berici. Proprio nei Berici, l'anno scorso, è stato prodotto il primo olio a denominazione di origine protetta (Dop) del vicentino. Un risultato importante, che premia gli sforzi dei coltivatori locali e di quanti - Pro loco, Provincia e istituto agrario di Lonigo in testa - li hanno aiutati a portare avanti questo progetto. "È un esito importantissimo - conferma Lucio Penzo, presidente della cooperativa Olivicoltori associati dei colli del Basso Vicentino -, perché ottenuto da un gruppo di olivicoltori motivati che hanno selezionato e unito le loro migliori produzioni aziendali per creare un unico blend ancora più complesso e ricco di caratteri qualitativi". L'olio dei Berici si ottiene Anche tra le brumose terre beriche attraverso procedimenti mec- si produce un olio d'oliva di qualità canici da olive coltivate e raccolte in zona entro il 15 gennaio, pre- base - colore verde oro, aromi intensi valentemente delle varietà Pertegaro, di cardo, erbe selvatiche e mandorle, Coratina e Rosara. La qualità è assi- guasto leggermente amarognolo e curata dai controlli di un'apposita piccante -, che lo rendono ottimo per commissione, ma i numeri sono molti piatti tradizionali della cucina ancora piccoli. La produzione, nel vicentina. Provate a versarne un filo, 2006, si è avvicinata ai 5000 mila litri, crudo, sulla carne alla brace, sul bacripartiti tra la linea "normale" (che calà, sulla polenta calda, sul mineassorbe i due terzi del totale), quella strone o anche su dei semplici crostidop e quella biologica. Tutte e tre ni di pane abbrustolito: non rimarrecondividono delle caratteristiche di te delusi. Garantito. Appuntamenti. Pedalate ed escursioni per tutti nel lungo weekend di Pasqua Gite tra castelli, ciliegi e vette innevate Escursioni. Non c'è niente di più classico, a Pasqua, di una gita fuori porta. E infatti le proposte per questo fine settimana abbondano. Si comincia domenica 8, con una rilassante pedalata a Malo organizzata da Tuttinbici. Si parte alle 9 da piazza Matteotti, si pranza al sacco, e si rientra nel In bici in Riviera Berica tardo pomeriggio dopo aver visitato anche il museo dell'arte seri- capitello del ciclista; il Cai di Thiene, ca e laterizia. Lunedì 9, giorno di invece, chiama a raccolta gli appasioPasquetta, i più mattinieri si possono nati per una escursione sul Novegno. divertire con le marce non competiti- Mercatini. Saranno regolarmente ve di Montecchio Maggiore (dove la attivi in sei comuni della Provincia festa continuerà per tutta la giornata, sei mercati del lunedì: con giochi, mercatini, folclore e Nei centri storici di Thiene, Lonigo, inziative per tutti i gusti) e di Mason Sovizzo, Torrebelvicino, Montegalda Vicentino, oppure con la Ciaspolada e Tezze sul Brenta si di Pasquetta che parte alle 9 dal rifu- potrà passeggiare in città gio Piccole Dolomiti alla Guardia, all'aria aperta con la posper un ultima passeggiata nella neve sibilità di approfittare prima dello sbocciare della primave- delle occasioni offerte ra. Sempre lunedì, la Giovane dalle bancarelle dei comMontagna organizza una camminata mercianti ambulanti. attorno a Marostica (ritrovo alle 9 nel Mostre. Chi vuole approparcheggio dell'ospedale), le pro loco fittare dell'occasione per dei colli Berici hanno in programma conoscere qualcosa di varie escursioni in zona (sul sentiero nuovo, può scegliere tra delle rose a Castegnero, alla grotta di la mostra "Cinema e San Bernardino a Mossano), mentre Fumetto", che negli spazi a Malo c'è il classico cicloraduno al dell'ex Gil (teatro Astra) espone tavole e manifesti riguardanti alcuni dei più celebri personaggi passati dal mondo delle nuvole parlanti a quello del grande schermo, e quella su "Il Meraviglioso e la Gloria"che nel bassanese palazzo Bonaguro propone capolavori dei grani protagonisti dell'arte del Seicento, da Rubens a Bernini al Guercino. Manifestazioni. Martedì 10 aprile, infine, a Nanto si apre la 14° edizione del simposio Nantopietra, con scultori da tutto il mondo impegnati a lavorare la famosa pietra dei Berici. Il tema di quest'anno è quello della fontana. 22 tempo libero 7 APRILE 2007 Popcorn. Ne I vestiti nuovi dell'Imperatore (2001) una favola sull'insensatezza del potere e le gioie della semplicità La storia fatta coi se: ecco il Napoleone "clandestino" DI GIULIANO CORÀ Si definisce "ucronìa" quel genere letterario (e cinematografico) che racconta una vicenda storica non com'è realmente avvenuta, ma come sarebbe potuta accadere 'se'. Ovverosia: come sarebbe andato il mondo se i Persiani avessero vinto alle Termopili? O se i Turchi avessero vinto a Lepanto? O se Hitler avesse vinto la Seconda Guerra Mondiale? Qui l'ipotesi è che Napoleone non sia morto a Sant'Elena, ma sia rientrato clandestinamente in Francia, mentre al suo posto sull'isola sarebbe stato collocato un sosia, il quale ne 'interpreterà' il ruolo fino alla morte. Storia ucronica, prima di tutto, o verosimile fantasia? A parte questo, una storia raccontata con grande delicatezza e poesia. Quella che avrebbe potuto essere, e rimanere per tutto il film, una garbata commediola in costume, diventa pian piano un apologo sulla 'disumanità' e sulla follia del potere, e non a caso la narrazione trova il suo climax proprio nella scena agghiacciante del manicomio. Quasi impossibilitato, per la bizzarria crudele degli eventi, ad attuare il suo piano (una versione 'per adulti' de Il principe e il povero di Mark Twain, 1881), l'Imperatore si trova a dover scegliere tra i fasti di un trono quasi favoloso e la concretezza umana di una quotidianità intessuta di 'verità': lavoro, casa, amore. Cos'è più importante? Gran parte del merito bisogna riconoscerlo, va anche all'ambientazione, talmente raffinata e pittorica (e così elegantemente fotografata) da ricordare più di una volta anche nei caldi interni - gli splendidi fondali dipinti del coevo La Nobildonna e il duca di Eric Rohmer (2001), o certe inquadrature dei Duellanti di Ridley Scott (1977). Per non parlare della recitazione: grande attore Ian Holm, che alterna con maestria da Oscar tutti i registri, dalla tracotanza all'ironia (e autoironia), fino a un disperato smarrimento. Perfetta, delicata, dolcissima nella sua autentica femminilità è poi la semisconosciuta Iben Hjejle. Una favola intelligente e stilisticamente perfetta, un piccolo gioiello da riscoprire (a noleggio) con piacere e commozione. Sul comodino. L'inventore di Montalbano ricostruisce un evento dimenticato del primo dopoguerra siciliano. Con curiosità e rigore Camilleri, lo storico che non t'aspetti DI GIOVANNI MAGALOTTI Lo scrittore Camilleri è solito alternare ai romanzi con protagonista il commissario Montalbano, opere di taglio storico in cui indaga, con curiosità e rigore, piccoli episodi della scena italiana. Si tratta di fatti spesso sconosciuti al pubblico perché marginali ai grandi eventi, ma che l'autore ritiene significativi perché emblematici di un'abitudine o di una svolta sociale. Le pecore e il pastore, uscito di recente per l'editore Sellerio, appartiene a questa categoria di testi. Giovanni Battista Peruzzo, vescovo di Agrigento nel primo dopoguerra, strenuo difensore dei contadini e fermo oppositore del latifondo considerato "struttura di peccato", fu vittima, negli anni del suo mandato, di una vera e propria aggressione, descritta in un volume. In una nota di questo, si accennava senza rilievo al fatto che dieci monache del monastero benedettino di Palma Montechiaro, saputo delle sue preoccupanti condizioni di salute, avrebbero offerto a Dio il sacrificio della loro vita per la sua incolumi- tà. Camilleri, durante la lettura di questo libro, è sorpreso e turbato dalla banalità della citazione che sembra non cogliere il peso della circostanza nell'insieme della vicenda. Vi si sofferma e analizza parola per parola il testo della lettera della badessa, di dieci anni successiva all'evento. Dopo una breve indagine, prova a mettere insieme i diversi tasselli dell'episodio e a darvi un'interpretazione complessiva, restituendole il dovuto rilievo. Alla fine non pretende di arriva- re a una conclusione, accontentandosi di fare partecipe il lettore del suo preoccupato percorso di ricerca. Compie così una scelta interessante che segnala in lui un'attitudine di storico: essa lo porta a cercare di ragionare sugli eventi, prescindendo da qualsiasi giudizio morale, e soprattutto rinunciando alla pretesa di accedere a una verità assoluta. Andrea Camilleri, Le pecore e il pastore, Sellerio, 144 pp., € 10 Sommiamo relazioni. Sottraiamo ostacoli. Moltiplichiamo idee. Condividiamo esperienze. 26-28 Salus - Salone della salute e del benessere FEBBRAIO 10-18 Luxury & Yachts - Salone internazionale del lusso 10-18 Nauticshow - Salone internazionale della nautica 15-18 Legno & Edilizia - Mostra internazionale sull’impiego del legno nell’edilizia 23-25 Forum “Il nuovo club” - International congress & trade show for fitness, wellness and acquatic clubs MARZO 29/3-2/4 Vinitaly - Salone internazionale del vino e dei distillati 29/3-2/4 Enolitech - Salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecnologie olivicole ed olearie 29/3-2/4 Sol - Salone internazionale dell’olio d’oliva extravergine di qualità 29/3-2/4 Anteprima Agrifood - Laboratorio per il salone internazionale dell’alimentare made in Italy APRILE 17-19 Pte Expo - Progetto Terza Età - Fiera e congresso delle tecnologie, prodotti e servizi per la terza età 19-21 Greenbuilding - Mostra e convegno internazionale su efficienza energetica e architettura sostenibile 19-21 Solarexpo - Mostra e convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuita MAGGIO 5-9 Siab - International techno-bake exhibition 10-12 Saldat - Mostra convegno della saldatura e taglio 16-17 Automotive Dealer Day - Informazione, strategie, strumenti per la commercializzazione automobilistica 25-27 Veronafil 1 - Manifestazione filatelica, numismatica, cartofila 25-27 Verona Mineral Show Geo Business GIUGNO 5-8 Pulire - Mostra internazionale delle produzioni e delle tecnologie per le attività dell’igiene ambientale 14-16 Saloni della verniciatura 2007: Polveri, Cleantech, Ecocoating Mostre convegno sui prodotti, servizi e tecnologie di verniciatura e altri trattamenti superficiali SETTEMBRE 20-24 Abitare il Tempo - Giornate internazionali dell’arredo 8-11 Fieracavalli - Fiera internazionale dei cavalli e salone delle attrezzature e delle attività ippiche 17-20 Agrifood - Salone internazionale dell’alimentare made in Italy 21-24 Bus & Bus Business - Salone internazionale del trasporto in autobus 22-24 Job & Orienta - Scuola, orientamento, formazione e lavoro 23-25 Big Buyer - Mostra convegno del settore cartoleria e cancelleria di prodotti ufficio/casa/scuola per grandi compratori italiani ed esteri 23-25 Cartoshow - Mostra di prodotti e servizi per il mondo della cartoleria DICEMBRE *** Model Expo Italy - Fiera del modellismo *** Elettroexpo - Mostra mercato di elettronica, radiantismo, strumentazione, componentistica informatica *** Data da definire MANIFESTAZIONI ALL’ESTERO 15 Vinitaly India - Mumbay - Salone dei migliori vini italiani Gennaio 17-18 Vinitaly India - New Delhi - Salone dei migliori vini italiani Gennaio 23-25 Marmomacc USA / Stonexpo East - Mostra internazionale di marmi, pietre e tecnologie Marzo 17 Samoter Tour Polonia - Workshop e business meeting tra aziende italiane e aziende locali Maggio dell’edilcantieristica Giugno Samoter Tour Russia - Workshop e business meeting tra aziende italiane e aziende locali dell’edilcantieristica 4-5 Vinitaly Russia - Mosca - Salone dei migliori vini italiani Giugno 7 Vinitaly Russia - San Pietroburgo - Salone dei migliori vini italiani Giugno Settembre Fieragricola Eastern Europe Tour - Raid di 4.500 km con trattori e macchine agricole attraverso Italia, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Italia Ottobre Vinitaly - US Tour - Salone di vini, olio d’oliva e prodotti tipici italiani Novembre Marmomacc USA / Stonexpo - Mostra internazionale di marmi, pietre e tecnologie 8 Samoter Tour Romania - Workshop e business meeting tra aziende italiane e aziende locali Novembre dell’edilcantieristica Novembre Vinitaly Japan - Salone dei migliori vini italiani Novembre Vinitaly China - Salone di vini, olio d’oliva e prodotti tipici italiani CALENDARIO SUSCETTIBILE DI VARIAZIONI IN COLLABORAZIONE CON www.veronafiere.it HANNO DETTO "La corruzione è sempre stata compagna di strada dell'uomo. D'altronde, la stessa cultura cattolica ci insegna: senza soldi non si cantano messe. Pensiamo all'obolo di San Pietro. Il problema, per noi politici (…) è gestire il proprio percorso verso Dio cercando una mediazione". Paolo Cirino Pomicino da Il Corriere della Sera 2 aprile 2007 "Il movimento noglobal è in crisi, non esiste più nelle forme in cui si è sviluppato a partire dal Chiapas, da Seattle, dalla stesa Genova. Ormai siamo in una realtà globale irreversibile e bisogna cercare di capire come costruire qualcosa di nuovo". Toni Negri da Il Corriere del Veneto 31 marzo 2007 "È possibile andare in una missione di guerra, anche se retoricamente denominata missione di pace, con l'idea che salvare una sola vita umana valga tutta l'i-m-p-r-e-s-a?" Marcello Veneziani sul caso Mastrogiacomo da Quotidiani Epolis 3 aprile 2007