L`intervista del 31 ottobre 2014

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L`intervista del 31 ottobre 2014
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31 ottobre 2014
È nata “La Destra”:
alcune domande ai presidenti dei tre partiti
LA DESTRA
Gabriele Pinoja
L’alleanza dei partiti di destra ticinesi ha dato vita a una forza politica di area denominata “La
Destra”, un cappello sotto il quale militeranno l’UDC, l’UDF e
Area liberale, con la porta aperta a chiunque ritenga necessaria
una politica borghese che oggi trova sempre meno spazio nei partiti storici.
Abbiamo pensato di porre alcune
domande ai presidenti dei tre partiti, Gabriele Pinoja (Unione democratica di centro), Edo Pellegrini (Unione democratica federale) e
Sergio Morisoli (Area liberale), che
servano a chiarire le motivazioni e
gli obiettivi di questo nuovo fronte politico.
1. Innanzitutto, perché questa alleanza sotto un cappello
di area. Non sarebbe stato più
semplice un partito ex-novo, o
la confluenza dei due partiti più
piccoli nell’UDC, primo partito nazionale per numero di votanti?
Pinoja
L’ipotesi da lei formulata è stata
attentamente valutata. In un primo tempo, proprio in considerazione delle attuali realtà politiche,
in cui l’UDC rappresenta il partito
con più consensi a livello nazionale, si pensava che i due partiti, UDF
e Area Liberale, potessero conflui-
re nell’UDC. Si è scartata quest’ipotesi, optando per un’unione che
raggruppasse partiti e persone della stessa corrente politica, mantenendo le identità partitiche, evitando così possibili ostacoli ideologici
o di tradizione, ma accomunando
tutti sotto un unico cappello.
Morisoli
Due anni fa, Area Liberale è nata e
si è data questo nome proprio perché i fondatori intuivano e credevano che per far nascere in Ticino
una forza di destra, e noi diciamo
chiaramente liberal conservatrice,
era indispensabile parlare di Area
e non più di partito rigido: il classico o dentro o fuori. L’alleanza con
la forma di area serve quindi per
evitare, primo, l’ostacolo che qualcuno si senta assorbito e rispettivamente che qualcuno si imponga
su altri; secondo definire dei confini chiari ma sufficientemente flessibili affinché in futuro possano partecipare altre formazioni o politici.
Trattandosi di politica cantonale il
poter mantenere ognuno certe peculiarità proprie, è essenziale per
funzionare bene.
Pellegrini
Ritengo che un nuovo partito
avrebbe potuto creare confusione
nell’elettore. L’alleanza fra tre partiti sotto un cappello di area di destra, invece, permette al cittadino
Sergio Morisoli
di essere assolutamente in chiaro
sulle nostre posizioni politiche.
La confluenza di UDF Ticino
nell’UDC non è fattibile poiché
l’UDF non è un partito che esiste
solo in Ticino come, invece, AreaLiberale, ma è una sezione cantonale dell’EDU-UDF svizzera che ha
sezioni in quasi tutti i cantoni, 5
deputati in Gran Consiglio a Berna e Zurigo ecc.
2. Ci pare di capire che non si
tratta di una semplice alleanza
elettorale in vista delle cantonali del 2015, bensì di un progetto
a medio e lungo termine. Quali
sono gli obiettivi e le aspettative da parte del suo partito?
Pinoja
Un’alleanza per un’unica elezione
politica non avrebbe alcun senso.
Si tratta di un progetto che permetta a medio termine di raggruppare e soprattutto rappresentare la
corrente della destra ticinese. L’obiettivo è quindi quello di unirci,
rafforzarci per crescere e aumentare i seggi in Gran Consiglio, oltre che cercare di ottenere un buon
risultato in CdS; e, soprattutto, di
aprirci verso tutti coloro che sposano le nostre idee politiche ed
economiche.
EPdo Pellegrini
Morisoli
Esatto. Fosse una questione puramente elettorale per aprile 2015,
bastava l’UDC. Invece assieme abbiamo maturato l’idea che nessuno di noi da solo può rappresentare il mondo variegato del centro
destra ticinese, e men che meno le
diverse sfaccettature della politica
liberalconservatrice che dovrebbe
contraddistinguerci. Quindi l’alleanza è un segno forte di maturità
e complementarietà politica prima
ancora che elettorale. Siamo nati
per produrre quella politica che le
formazioni maggiori non possono
o non vogliono produrre, pena le
faide interne.
Pellegrini
L’UDF è un piccolo partito e i piccoli partiti, in Ticino, hanno sempre avuto difficoltà a ottenere consensi nelle tornate elettorali, perché
il cittadino ha la tendenza ad esprimere un voto “utile” e quindi sceglie di votare i partiti che hanno
reali chance di entrare in Governo
e in Parlamento. Anche per questo motivo, già 4 anni fa, ci siamo alleati con l’UDC presentando la lista UDC-UDF per il Gran
Consiglio poiché, sulla stragrande
maggioranza dei temi, sia cantonali, sia federali, la nostra posizione
e quella dell’UDC coincidono. Ricordo anche che i Consiglieri nazionali dell’EDU-UDF hanno qua-
si sempre fatto parte della frazione
UDC in Parlamento.
Da parte di UDF Ticino c’è la totale disponibilità a portare avanti questo progetto di “Destra ticinese” anche dopo le elezioni
cantonali dell’aprile 2015. In quali
precisi termini sarà tema di discussione nei prossimi mesi.
Per quel che riguarda gli obiettivi del nostro partito è ovvio che,
per noi, ma anche per l’EDU-UDF
svizzera, sarebbe di grande importanza portare un rappresentante
dell’UDF in Gran Consiglio.
3. Qual è, a suo parere, la situazione della destra ticinese sul
palcoscenico politico? Quale è
il suo potenziale e come è distribuita a livello partitico?
Pinoja
La destra ticinese esiste, ma purtroppo è frammentata e imprigionata soprattutto all’interno dei
partiti storici di centro destra. Partiti nei quali, attualmente, la maggioranza è rappresentata da radicali, rappresentanti sindacali o
populisti, i quali, di certo, si oppongono alle nostre idee e visioni
politiche.
Sono certo che all’interno di PPD,
PLR e LEGA, ci sono molti simpatizzanti e sostenitori delle idee
dell’UDC, come ad esempio il for-
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31 ottobre 2014
te sentimento patriottico in contrapposizione al pericolo Europa,
oppure l’essere favorevoli al liberismo economico. Per tradizione,
abitudine o convenienza, fino a oggi non si sono mossi e, salvo rare eccezioni, non hanno lasciato il
partito, chissà, forse sperando che
qualcosa cambi. In effetti qualcosa sta cambiando, ma non nei loro
partiti. La nascita di una destra ticinese è una ghiotta occasione per
aderire a una corrente nella quale, sono certo, potrebbero meglio
identificarsi.
non in quelle cantonali, perché già
diversi esponenti di altri partiti ci
hanno sostenuto. Oggi proponiamo una soluzione valida e chiara
anche a livello cantonale, alla quale possono aderire tutti quei cittadini scontenti degli atteggiamenti assunti dai loro partiti, nei quali
spesso si riscontrano grosse contraddizioni e non si capisce più cosa vi stia succedendo.
Fermi difensori dei valori svizzeri e
sostenitori di un’economia liberale, questi sono principi fondamentali, dai quali mai ci staccheremo.
dati non hanno un particolare beneficio e le cose non cambiano.
Morisoli
Ammesso che, nella confusione odierna, destra significhi ancora qualcosa - fuori dai pregiudizi,
dalle caricature volgari e dal populismo - penso che molte minoranze nei vari partiti e trasversalmente si riconoscano ancora in cinque
cose di destra: la libertà unita alla
responsabilità individuale, lo Stato
non invadente, il libero mercato, il
sistema federalista elvetico, la sovranità del diritto svizzero rispetto
a quello dell’UE. Per motivi di potere partitico interno (numeri e sedie) sono però costretti a negoziare
e a diluire molto questi punti e, alla
fine, sono operativamente costretti
a cedere al socialismo, allo statalismo, alla iper-regolamentazione, al
dirigismo bernese e al centralismo
filoeuropeista della maggioranza
dei loro partiti. Non è un potenziale, esiste già ma il punto è come coalizzarli all’esterno. Questa è la nostra sfida di area appena iniziata.
Morisoli
Come tutti, miriamo ad aumentare il consenso elettorale. Speriamo di essere attrattivi per chi non
crede più che i propri partiti attuino una politica di destra, ma anche
per il 50% che non va più a votare e per il 15% che non sa o non
ha trovato un partito da votare. E
poi ci sono il ceto medio dimenticato, i piccoli e medi imprenditori, gli artigiani, le famiglie tradizionali, i piccoli e medi proprietari, i
contribuenti, i disoccupati veri, e
non da ultimo chi ha davvero bisogno dello Stato. Poi abbiamo un
chiaro DNA: liberali in economia
e conservatori delle regole e dei valori svizzeri.
Pellegrini
La lista senza intestazione dà, giustamente, la possibilità di esprimere il voto anche a chi non se la
sente di optare per un partito, ma
preferisce scegliere, fra i candidati
dei vari partiti, solo delle persone
appartenenti alla propria aerea di
pensiero. In questo senso ritengo
che la nostra lista di destra permetterà a un certo numero di persone che nelle ultime elezioni hanno
scelto la lista senza intestazione, di
poter esprimere la propria preferenza per un’area di pensiero ben
definita e che ha le idee chiare,
contrariamente ai partiti borghesi
tradizionali che, a causa delle correnti interne di sinistra e di destra,
non sono più affidabili.
Pellegrini
I cittadini che la pensano come noi
sono attualmente sparsi - oltre che
nell’UDC, nell’UDF e in AreaLiberale - anche fra le destre dei diversi partiti borghesi e, quindi, non è
chiaro quanti siano effettivamente. Se guardiamo, però, i risultati dell’UDC quando si vota per il
Consiglio Nazionale, percentualmente ben superiori ai risultati alle
cantonali, e se si guardano i clamorosi successi in Ticino delle iniziative “di destra” quali quella sui minareti, sul divieto di dissimulare il
volto nei luoghi pubblici (iniziativa antiburqa), sull’immigrazione di
massa, ecc., è evidente che i Ticinesi di destra sono ben più numerosi di quanto si possa desumere dai
singoli risultati elettorali di UDC,
UDF e AL. Il potenziale della nostra alleanza di destra è quindi notevole. Starà a noi riuscire a convincere a votare per noi chi, pur
essendo di destra, finora ha votato
PPD, PLRT e Lega.
Pellegrini
Come detto al punto precedente,
la nostra sfida è proprio quella di
convincere in particolare la destra
di PPD e PLRT a votare per noi.
Penso che gli elettori di queste aree
dei partiti citati abbiano, stavolta,
una vera chance di vedere realizzati i loro auspici votando la nostra lista, mentre votando PLRT o
PPD sosterrebbero una politica di
centro-sinistra: il PLRT lo ha dimostrato durante la corrente legislatura e anche il PPD, specialmente a livello nazionale, è posizionato
molto, troppo, a sinistra (pensiamo solo all’alleanza spuria fatta
nel 2007 e nel 2011 con i socialisti
per eleggere in Consiglio federale
Eveline Widmer-Schlumpf al posto
dei candidati UDC).
Non dimentichiamo poi che una
parte molto consistente dei cittadini non si reca più alle urne perché
“tanto fanno come vogliono”. Vogliamo e dobbiamo riuscire a motivare anche una parte di questi elettori scontenti a votare per noi.
4. “La Destra” mira ovviamente
ad aumentare il consenso elettorale. In particolare, quali altri elettori pensa di poter aggiungere a quelli già da sempre
schierati con i partiti di questa
alleanza? E perché questi elettori dovrebbero votare per il
nuovo movimento?
5. La parte dei partiti storici che è scontenta del sopravvento preso dalla corrente più
a sinistra del proprio partito,
ha negli ultimi anni fatto sempre maggiormente uso della
scheda senza intestazione. Cosa pensa dell’idea che si è data con questa lista di votare le
singole persone, “punendo” così in qualche modo i partiti considerati in qualche modo inaffidabili? Secondo lei, è efficace in
questo senso?
Pinoja
“La Destra“, come dicevo, ambisce a ottenere un seggio in CdS e ad
aumentare sensibilmente i propri
rappresentanti in Gran Consiglio.
Nelle elezioni nazionali i nostri
consensi sono stati maggiori che
Pinoja
La scheda senza intestazione è la
scelta degli scontenti. Si vogliono
premiare le persone e punire i partiti. Purtroppo alla fine, grazie al
nostro sistema elettorale, quest’ultimi non vengono puniti, i candi-
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Morisoli
Saranno magari scontenti delle correnti sinistre dei partiti, ma
continuano a votarli! Come forma intermedia e a breve termine di
cambiamento, la lista senza intestazione è interessante. Permette di
prendere fiato, “di affrancarsi” dal
clan. A medio termine però non
produce nulla. I voti emessi senza
lista avvantaggiano proprio i partiti che si vorrebbero “punire”.
6. In campagna elettorale si sono sentite e si sentono le promesse più varie, per la maggior
parte irrealizzabili o per i veti
incrociati da parte dei partiti al
momento della loro attuazione,
oppure perché si tratta di sparate del tutto fuori dalla realtà,
volte soltanto a illudere la gente e a scaldare gli animi. Lei che
promesse (realizzabili) si sente
di fare all’elettorato de “La Destra”, qualora il consenso popolare le desse la necessaria fiducia?
Pinoja
Durante
l’attuale
legislatura,
l’UDC è sicuramente stata una
delle compagini più attive in Parlamento. Ha proposto soluzioni
concrete, in seguito accettate, si è
attivata in ogni dove prendendo
posizioni chiare e incondizionate. Siamo un partito d’opposizione che non deve sottostare ad alcun diktat, che prende posizione e
propone soluzioni concrete con il
chiaro obiettivo di risolvere i problemi.
La disoccupazione causata da uno
sproporzionato numero di frontalieri, il mercato del lavoro che deve essere sostenuto dallo Stato con
provvedimenti seri ed efficaci, il sistema fiscale che necessita una revisione immediata a 360°, la riduzione della spesa pubblica legata
soprattutto alla troppo costosa
amministrazione pubblica, la revisione della scuola media che attualmente non funziona, un Ente
ospedaliero cantonale più credibile dopo le recenti vicende, sono temi ai quali costantemente diamo le
priorità. “Prima i Nostri”, l’iniziativa popolare costituzionale, è riuscita, ed è al vaglio delle commissioni. Sarà un tema centrale del
prossimo futuro, al pari dell’applicazione nella legge del risultato della votazione popolare del 9
febbraio “contro l’immigrazione di
massa”.
Morisoli
Più che di promesse, si tratta di
promuovere in fretta delle misure
che servano a rispondere a queste
emergenze: le famiglie tradizionali
penalizzate, le aziende serie demonizzate, i contribuenti strizzati, il
ceto medio dimenticato, la proprietà punita, i bilaterali subiti, lo Sta-
to costoso. In sintesi, ci vogliamo
occupare di finanza ed economia,
perché solo con un ripensamento
in questi settori ci rimettiamo sul
binario giusto. La miglior socialità
è il mantenimento e la creazione di
posti di lavoro in Ticino!
Pellegrini
I veti incrociati ci saranno anche
in futuro. Sui temi più caldi però,
con una sufficiente forza elettorale, potremo fare proposte attuabili
e sufficientemente condivise: penso
principalmente al risanamento delle finanze cantonali con un chiaro
freno alle spese e penso al rilancio
dell’occupazione dei residenti con
l’attuazione dell’iniziativa “Prima i
nostri”. Quando le finanze saranno sistemate e i Ticinesi che hanno
voglia di lavorare avranno tutti un
posto di lavoro, si potrà cominciare a pensare alle altre priorità che,
quasi tutte, richiedono investimenti e quindi finanze sane.
7. Quali sono i primi obiettivi
elettorali di aprile 2015 in cifre?
Pinoja
Avvicinarci il più possibile alla
conquista di un seggio in CdS e almeno 8 Granconsiglieri.
Morisoli
Grazie a una lista per il CdS con
delle personalità adatte alle emergenze, possiamo dimostrare agli
elettori che siamo in grado di prenderci il DFE. Per il Gran Consiglio
non sarebbe male raddoppiare i
seggi odierni dell’UDC, ma anche
7 o 8 posti per iniziare il progetto
non sarebbero male…
Pellegrini
Per il Governo la lotta sarà dura,
ma i potenziali candidati della nostra lista sono all’altezza della situazione; penso che non sia utopia
un UDC-UDF-AL in Consiglio di
Stato.
Compreso il seggio di AL, attualmente la destra dispone di 6 deputati. Penso che si possa ragionevolmente sperare di ottenerne 8 o 9.
8. Qual è il suo messaggio per
convincere l’elettorato borghese ad accompagnarvi in questa
avventura?
Pinoja
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1 03.01.14
L’elettorato
borghese
esiste.
“La Destra”, con UDC-UDF-AL, è
una corrente nella quale possono
convergere tutti coloro che da tempo cercano una soluzione che raggruppi trasversalmente dei partiti.
Gente convinta che il bene del nostro paese può essere garantito nel
futuro:
–solo con una forte opposizione a
tutti coloro che vorrebbero traghettarci in Europa, o legarci a
essa con accordi bilaterali troppo deboli a vantaggio solamente
degli altri;
– con il mantenimento di tutti quei
valori conquistati nel tempo, come l’indipendenza, la libertà, il
federalismo, la democrazia diretta;
–con il rigore nella gestione delle
finanze pubbliche ;
–con il sostegno a un’economia
liberale, che deve essere forte, dinamica e in grado di creare prosperità per tutti, oltre che
permettere allo Stato di garantire la socialità;
–con un sistema fiscale equo ma
concorrenziale, che permetta prima di tutto che gli importanti
contribuenti non se ne vadano e
che possibilmente ne attiri altri;
–con delle vie di comunicazione
migliori delle attuali, prima fra
tutte la costruzione del secondo
tubo del San Gottardo.
La Destra c’è, l’alternativa a soluzioni ormai incancrenite, pure.
Seguiteci e metteteci alla prova.
Morisoli
L’elettorato borghese è già convinto di questo progetto. Solo che ha
bisogno di una spintarella. Da anni
se ne parla trasversalmente, ci conosciamo tutti, siamo tutti amici,
ma poi non si conclude mai niente perché prevale il vecchio attaccamento al partito. La speranza
per molti di destra che il partito
un giorno ridiventi quello che era,
è dura a morire. Questa volta non
c’è più la scusa di dover aspettare o di non avere alternative serie
fuori dal proprio orto tradizionale
o di famiglia. Noi ci siamo!
Pellegrini
Sono convinto che il solo fatto di
poter votare una lista dichiaratamente schierata a destra e con effettive chance di poter influire sulla politica dei prossimi 4 anni, sia
già un forte incentivo a darci fiducia.
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