La Gazzetta dell`Economia

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La Gazzetta dell`Economia
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Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
Anno XVI –
/
gennaio
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Consumi – I dati
– Settimanale di informazione economica – www.gazeco.it – Spedizione in abb. postale
-
% Art c.
/B L.
/
– Filiale di Bari
e le previsioni per il
Un altro anno
senza
grilli per la testa
SCHIRONE E DAPONTE ALLE PAGG. 12 E 13
LA PUGLIA ALLA PROVA DEL
Serve coraggio
per eliminare
costi e pigrizie
di FEDERICO PIRRO
E
se quest’anno decidessimo (finalmente) – sull’onda anche
dello scrollone che Sergio Marchionne sta imprimendo alle
relazioni industriali in alcuni impianti della Fiat – di dare (tutti) in Puglia un taglio a vecchie abitudini, consolidate pigrizie, luoghi comuni per imprimere una forte accelerazione all’economia
regionale facendole superare così un tasso prevedibile di crescita
che, nella migliore delle ipotesi, dovrebbe attestarsi fra l’ e l’ , %
rispetto al
, contribuendo anche al rilancio dell’occupazione?
E intanto, come si prospetta il nuovo anno per il sistema economico locale? Fermi restando alcuni margini di incertezza – legati
in primo luogo alle oscillazioni del cambio euro/dollaro e all’andamento dei mercati internazionali – si può ragionevolmente affermare, alla luce delle previsioni macroeconomiche più accreditate
che dovrebbero ‘tenere’ le nostre vendite all’estero soprattutto
di acciaio, prodotti chimici, componentistica per auto, macchine
movimento terra, sezioni di aeromobili, aerogeneratori, mentre
alcune difficoltà potrebbero incontrare ancora tac e mobilio, anche se le industrie con prodotti di maggiore qualità dovrebbero
conservare o migliorare le loro posizioni. Le esportazioni agricole
di prodotti allo stato fresco saranno prevedibilmente legate agli
andamenti stagionali, ma quelle agroalimentari come pasta, vini,
oli e conserve potrebbero attestarsi su livelli apprezzabili, poiché
alcuni nostri marchi sono ormai abbastanza rinomati all’estero.
Maggiore preoccupazione desta invece il prevedibile andamento
del mercato interno per beni di consumo immediato e semidurevole, a causa della contrazione del potere d’acquisto dell’operatore
SEGUE A PAG. 17
Un atteso provvedimento
Un anno da dimenticare
Wi-Fi libero Mercato auto
c’è la svolta che catastrofe
C
C
on l’arrivo, finalmente anche in Italia, della connessione Wi-Fi libera da vincoli
e obblighi, si aprono molte e
nuove prospettive per il mercato online. Il provvedimento
sarà esecutivo a marzo. Guido
Scorza, esperto in diritto delle
nuove tecnologie, però avvisa:
è un primo passo, una infrastruttura normativa, servirà
una cultura dello “strumento”
pubblico. Perplesso il procuratore antimafia Piero Grasso.
l’immatricolazione di
.
autovetture nel mese di dicembre, che ha evidenziato una contrazione del , %,
si è chiuso l’annus horribilis del
settore automobilistico italiano.
Secondo i dati pubblicati nei
giorni scorsi dal Centro Studi
Promotor di Bologna, infatti, il
ha archiviato il bilancio con
un calo generale del , %, risultando il periodo più buio degli
ultimi anni nonostante la coda degli incentivi statali.
TRAVERSA ALLE PAGG. 2 E 3
Export
on
SCHIRONE A PAG. 8
Unioncamere
Il Web .
Agli arabi
piace
la pietra
di Puglia
La ripresa
del Paese
partirà
dal Nord
Community
e manager:
un luogo
per ascoltare
Il Cipe
rilancia
il porto
di Taranto
GENOVESE A PAG. 5
COLELLA A PAG. 11
SPINELLI A PAG. 21
MILLARTE A PAG. 9
milioni
2
15-21 gennaio 2011
PrimoPiano
Foto mikeleeorg_flickr
Innovazioni – Ultimo passaggio alla Camera
Wi-fi pubblico
niente obblighi
l’Italia si muove
Il
è iniziato con una svolta che finalmente accomuna l’Italia ai principali Paesi del
mondo. Dopo anni di battaglie e ripetuti
annunci la Gazzetta Ufficiale ha messo nero su
bianco il testo contenuto nel decreto Milleproroghe con cui vengono aboliti quasi tutti gli obblighi che gravavano sugli hotspot wi-fi pubblici
dal
per via del decreto Pisanu. Gli esercenti
non devono più, quindi, identificare gli utenti o
registrarne il traffico. Sopravvive solo, fino al
dicembre
, un obbligo, esclusivamente per
gli internet point: richiedere licenza al Questore
per qualsiasi punto di accesso internet pubblico
(wi-fi e non; il tipo di tecnologia non importa).
Per “internet point” il decreto intende “gli esercizi pubblici che forniscono l’accesso ad internet in
via principale”. Altri esercenti, cioè quelli che “lo
forniscono in via accessoria” (come bar, ristoranti e hotel) non sono tenuti nemmeno a quest’obbligo: possono offrire wi-fi gratis (o altre forme
di accesso internet, ma il wireless è il modo più
consueto) senza più preoccuparsi di sottostare
alle norme del Pisanu.
Com’era la vecchia normativa
All’indomani degli attentati terroristici di Madrid e Londra nel
l’allora ministro dell’Interno Beppe Pisanu impone ai gestori di internet
point (spesso entrati nelle indagini sugli attentati) ma anche di tutti gli esercizi (ristoranti, discoteche, alberghi, circoli privati) che mettono
a disposizione del pubblico terminali internet di
chiedere al questore la licenza per svolgere la
loro attività. I gestori hanno inoltre l’obbligo di
identificare le persone che accedono ai servizi telefonici e telematici offerti, adottare misure per
impedire l’accesso a questi servizi in assenza di
identificazione e conservare i dati a disposizione degli organi giudiziari e di polizia. L’orizzonte
temporale di questa stretta dovrebbe terminare
il dicembre
ma la norma viene prorogata
di anno in anno fino al dicembre
.
L’input di Maroni
Il
novembre
il ministro dell’Interno
Roberto Maroni, nel corso di una conferenza
stampa, annuncia solennemente che il Governo
ha, finalmente, deciso (dopo quasi cinque anni)
di abrogare le disposizioni antiterrorismo contenute nel decreto Pisanu in materia di accesso
a Internet attraverso postazioni wi-fi pubbliche,
sostituendole con una nuova regolamentazione
idonea a contemperare le esigenze di sicurezza
e quelle di promozione dell’accesso alla Rete. Di
fronte all’euforia politica, un magistrato d’esperienza come Piero Grasso, procuratore nazionale
Antimafia, avanza timori: “Togliendo questi con-
trolli riduciamo di molto la possibilità di individuare tutti coloro che commettono reati attraverso
internet. Ora terroristi, pedofili e mafiosi possono nascondersi nella massa degli utenti non più
identificabili”. La circostanza che successivamente il Governo abbia deciso di abrogare integralmente le disposizioni in materia di identificazione
degli utenti di postazioni pubbliche wi-fi significa
che le esigenze di sicurezza ed antiterrorismo
non sono ritenute più così rilevanti.
La conversione in legge
Il Milleproroghe deve essere discusso in Parlamento e l’attenzione si sposta inevitabilmente
sulla fase di conversione in legge, prevista entro
inizio marzo. Esponenti della maggioranza hanno già annunciato la sostituzione delle vecchie
norme con nuovi obblighi più “leggeri” e meno
invasivi, attraverso emendamenti al decreto.
Del resto già a novembre il ministro Maroni si
era detto pronto ad accogliere le richieste delle
forze dell’ordine, secondo cui servono comunque alcune norme per la sicurezza degli accessi
pubblici a internet. L’orientamento prevalente
è di imporre identificazione e registrazione del
traffico degli utenti solo per specifiche esigenze
investigative (e non a tappeto e a priori, com’è
stato finora). Questo sarà il senso dell’emendamento che sarà presentato da Antonio Palmieri
(Pdl), tra i parlamentari più attenti alla materia di
internet. Le forze dell’ordine potrebbero quindi
richiedere a certi esercenti, per un determinato
periodo di tempo e per scopi precisi, di monitorare gli accessi. Un po’ come avviene per le intercettazioni telefoniche.
Cos’è il wi-fi
Wi-fi sta per wireless fidelity. È una tecnologia
che permette la connessione a centraline pubbliche senza la necessità di un collegamento fisico
tramite cavi. Vista la buona stabilità della Rete internet e la potenza regolabile del segnale radio, il
wi-fi si è imposto come standard mondiale. Nella
sostanza tutti gli apparecchi tecnologici mobili
di nuova generazione (da smartphone a tablet e
laptop) hanno già un’antenna al proprio interno
che permette di intercettare il segnale dando
l’accesso alla Rete. Accessi wi-fi sono disponibili in aeroporti, stazioni ferroviarie, internet cafè
sparsi per il mondo. In Europa è diffusa la rete dei
“Totem Freestation”. Esistono anche città, gruppi o singoli individui che hanno costruito reti wi-fi
adottando un regolamento comune per garantirne l’interoperabilità (http://www.freenetworks.
org/peering.html).
FABIO TRAVERSA
La scheda – In coda nella Ue
L’Italia digitale
cresce, ma poco
L’
Istat, con il recente studio “Cittadini e nuove tecnologie”, conferma che l’Italia, pur migliorata rispetto al
per quello che riguarda internet, resta ancora tra gli ultimi Paesi dell’Europa a .
Il % delle famiglie con almeno un componente tra i e i
anni, infatti, possiede un computer e il % accede a internet a
banda larga, ma tali cifre ci collocano in fondo alla classifica europea, davanti solo a Grecia, Bulgaria e Romania. I bassi valori medi
italiani, tuttavia, nascondono una realtà molto differenziata su
base territoriale, demografica e sociale, differenze che bisogna
aver presenti per definire strategie di contrasto efficaci.
Al divario Nord-Sud (rispettivamente % e % di famiglie
con accesso a internet) si affianca quello ancora maggiore tra
città ( %) e piccoli centri ( %).
Le famiglie di dirigenti, imprenditori e liberi professionisti
hanno percentuali di possesso del computer e di accesso a
Internet paragonabili alle medie del Nord Europa, ovvero, rispettivamente % e %. Un po’ al di sotto si collocano le famiglie con almeno un minorenne, % e %, mentre le famiglie
operaie scendono di molto, ovvero % e %. Infine gli anziani
soli: meno del % ha un computer e meno del % è connesso
a internet.
Tre sono i grandi divari che ostacolano la crescita dell’Italia digitale, come ha ricordato recentemente Juan Carlos De
Martin, fondatore di Creative Commons Italia e co-fondatore
di Nexa: infrastrutturale, economico e culturale.
Il divario infrastrutturale coinvolge chi vorrebbe accedere
a internet ma non può perché dove abita la banda larga non
c’è: un problema che riguarda soprattutto chi vive fuori dai
grandi centri urbani. Il divario economico riguarda quasi il %
delle famiglie che non ha accesso a internet e trova troppo
costoso il computer o l’accesso alla Rete o entrambe le cose.
Quanto al divario culturale il % di chi non naviga lo considera inutile e non interessante, mentre il % vorrebbe andare
online ma non ritiene di averne le capacità. Secondo De Martin occorre un piano di investimenti infrastrutturali con obiettivi concreti e una forte volontà politica di realizzarli in tempi
certi: solo così si potrà portare la banda larga praticamente
ovunque in Italia.
f.t.
PrimoPiano
15-21 gennaio 2011
3
Foto felibrilu_flickr
Intervista – Guido Scorza docente e giornalista
“Un primo passo
adesso serve
nuova cultura”
G
Foto nicolasnova_flickr
Agcom – Tutela del copyright
Pirateria in Rete
c’è la linea dura
T
empi duri per i siti che favoriscono la pirateria di musica
e film: l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha
approvato, per la prima volta, un testo con norme per potenziare la tutela del copyright su internet, come richiesto dal
decreto Romani sull’audiovisivo. Dopo i
giorni di consultazione pubblica Agcom si riunirà ancora per rendere legge
definitiva il testo.
Il punto di partenza è il detentore del copyright: chiede a
un sito o a un servizio web di rimuovere un contenuto che potrebbe favorire la pirateria. Si può trattare dell’opera vera e
propria (musica, film, spettacoli, partite o altro), disponibile in
download o in streaming, o anche di un semplice link o indicizzazione del file pirata presente su altri siti. Agcom scrive, infatti, che le nuove norme riguarderanno anche “l’indicizzazione
di file audiovisivi, sonori e di testo protetti da copyright intesa
ad agevolarne la diffusione gratuita tra gli utenti di internet
senza il consenso dei titolari di diritti”. Si tratta cioè di quei numerosi siti che fanno da motore di ricerca di file torrent (per il
peer-to-peer) o pubblicano link a file pirata scaricabili da siti esterni Rapidshare. Passate
ore senza riscontri, il detentore
di diritti si può rivolgere all’Autorità, che aprirà quindi un contraddittorio con il sito o il servizio. Accertato l’illecito, Agcom
chiederà a sua volta la rimozione e, in caso di inottemperanza,
applicherà sanzioni. Soprattutto per i siti stranieri, che difficilmente possono essere sottoposti a questa procedura, Agcom
aggiunge una doppia opzione: oscurarli, dopo un contradditorio, tramite filtro dns o ip oppure lasciare questa scelta agli
operatori. L’Autorità deciderà dopo la consultazione pubblica
quale delle due strade intraprendere.
Corrado Calabrò, presidente di Agcom, parla di “sintesi efficace tra le contrapposte esigenze di tutelare la libertà della rete e la titolarità dei contenuti, garantendo altresì il diritto dei
cittadini alla privacy e l’accesso alla cultura e ad internet. Non
si prevede alcuna forma di controllo sugli utenti o di censura
del web, come qualcuno temeva, ma, ispirandoci soprattutto
all’esperienza Usa, l’Italia si colloca tra gli esempi più moderni
e avanzati, facendo proprio l’approccio che considera il mercato unico digitale come la quinta libertà il cui sviluppo va considerato prioritario”.
f.t.
uido Scorza è avvocato,
dottore di ricerca in informatica giuridica e diritto delle
nuove tecnologie, docente
universitario e giornalista (collabora con Il Fatto Quotidiano,
L’Espresso, Wired.it, Punto Informatico, PC Magazine, Win
Magazine, Office Magazine,
Computer Business Review, Internet Magazine, Quale computer, Corriere Giuridico). Ha fondato l’Istituto per le politiche
dell’innovazione che presiede.
Come giudica la nuova normativa sul wi-fi? Ci consentirà
di superare il gap che ci separa
da altri Paesi europei?
“Da sola no. Certamente rimuove un ostacolo e ci rende
meno arretrati sotto il profilo
dell’infrastruttura normativa.
La situazione è migliorata solo
per il fatto che non serve più la
carta di identità per identificarsi in un bar. D’altra parte, però,
il nostro Paese non è stato abituato al wi-fi pubblico e non
vedo come imminente una ressa di ristoranti, alberghi, locali
pronti ad attivare e a mettere a
disposizione del pubblico il wifi. La scommessa, allora, diventa proprio quella di diffondere
la cultura del wi-fi pubblico e
aumentare la domanda di internet da parte della popolazione.
Negli Stati Uniti Starbucks e
McDonald’s si contendono la
clientela anche a colpi di wi-fi
più veloce, performante e con
maggiori servizi”.
Condivide l’allarme del procuratore Grasso?
“No. E possiamo dire che
non lo condivide neanche il ministro Maroni: se ha abrogato
totalmente l’art. del decreto Pisanu immagino che si sia
consultato con i suoi investigatori. Inoltre è stato in Israele
per parlare con i super-esperti
dell’antiterrorismo telematico.
Dubito, poi, che sia stato mai
fermato un criminale in un bar
sigenza di rivedere il sistema
perverso delle finestre temporali di diffusione dei contenuti
audiovisivi attraverso le diverse piattaforme, la necessità di
scongiurare il rischio che l’accaparramento da parte di pochi
di tutti i diritti d’autore sulle
opere dell’ingegno comporti
una sostanziale limitazione della circolazione delle stesse su
talune piattaforme e l’opportunità di sperimentare nuovi
meccanismi di licenza, restano,
a leggere lo schema di regolamento, ambizioni, speranze ed
obiettivi da perseguire nel breve periodo”.
GUIDO SCORZA
“La legge ci
rende meno
arretrati
sul piano
giuridico”
per un uso scorretto e improprio del wi-fi”.
Qual è il suo parere sul regolamento Agcom sulla nuova
disciplina in materia di diritto
d’autore?
“L’Autorità finisce con il fare esattamente ciò che, nel
nostro Paese, si è fatto sino a
questo momento: ci si preoccupa, con urgenza, di reprimere il
fenomeno della pirateria audiovisiva, rinviando ad un momento, successivo ed eventuale,
ogni questione connessa alla
promozione del mercato legale
o, addirittura (come in questo
caso) affidando tale compito a
quegli stessi player di mercato
che, sin qui, non hanno voluto
o saputo promuoverlo. L’e-
Cosa non la convince?
“Sarebbe auspicabile un passo indietro: più che la consultazione pubblica sarebbe necessaria un’indagine conoscitiva
sul fenomeno, recuperando
i numeri e cercando di capire
quanto sia vera e quanto no
la leggenda che circola da un
decennio secondo cui il peerto-peer produce un danno diretto all’industria audiovisiva.
Quanto ai tempi né il ‘gestore
del sito’ né il responsabile della
pubblicazione sono, necessariamente, operatori professionali con la conseguenza che
nelle
ore a loro disposizione
potrebbero non avere neppure
modo di avvedersi della richiesta di segnalazione e, meno che
meno, di prendere posizione
sulle contestazioni loro indirizzate. Il rischio elevato è, dunque, che il gestore del sito, per
sottrarsi ad ogni possibile contestazione ed al procedimento
dinanzi all’Autorità, ricevuta la
richiesta di rimozione, vi adempia senza neppure coinvolgere
il singolo utente nella valutazione. Così non trionferà la legalità sull’illegalità ma, piuttosto,
la convenienza economica e
commerciale dei grandi intermediari sui diritti degli utenti
più deboli”.
f.t.
Export
Il settore lapideo – Sul mercato arabo aumento di richieste del
15-21 gennaio 2011
5
%
Dalle cave pugliesi
l’export che funziona
S
ettore tradizionale dell’economia pugliese,
il lapideo dimostra una certa vivacità sul
fronte dell’export, caratterizzandosi anche
sul mercato nazionale per l’alta qualità. I volumi
di materiale estratto, il numero di cave e la capacità di commercializzazione fanno della Puglia
una regione leader nel settore, seconda solo alla
Toscana, con un fatturato di quasi
milioni di
euro nel
. L’export regionale nel corso del
ha superato il valore di
milioni di euro,
e nei primi mesi del
la pietra pugliese ha
fatto registrare sul mercato arabo un aumento
di richieste del %. Si riscontra un interesse crescente in Russia e negli Emirati Arabi, dimostrato
anche dalla partecipazione della Regione alle fiere di settore del “Mosbuild” di Mosca e al “The
Big ” di Dubai.
Quanto ai bacini estrattivi che, nel complesso,
occupano una superficie di oltre .
ettari, si
va dal marmo di Apricena nel foggiano, a quello
Atteso l’ok per la nuova legge regionale
di Trani e Bisceglie nel Barese, dalla calcarenite di
Mottola nel Tarantino, al calcare di Fasano in provincia di Brindisi. E ancora, dalla pietra leccese della zona di Cursi e Melpignano, al carparo di Gallipoli, all’argilla di Cutrofiano. Aree estrattive di un certo pregio e di antica tradizione, accanto alle quali
vanno considerate le numerosissime cave da cui si
estraggono inerti e altri materiali per l’industria.
ARIANNA GENOVESE
Mezzi al lavoro in una cava di argilla
Sostituiranno i piani urbanistici comunali
Attività estrattiva Piani particolareggiati
regole da rivedere si va verso i “via libera”
O
ltre cinque anni per un’autorizzazione
estrattiva. Così un imprenditore della
provincia di Lecce attende notizie sul destino di un’attività economica congelata. Un
caso paradossale che non sembra essere
affatto isolato, a causa dei numerosi pareri
da acquisire e dei tempi di pronunciamento
finora incerti. La difficoltà per gli operatori
del settore lapideo è rappresentata da una
vera e propria giungla normativa, in cui la
legge regionale del
dimostra tutti i segni del tempo prodotti dall’entrata in vigore
di una serie di normative ambientali: dalla
Valutazione di Impatto Ambientale (Via), alle
norme contenute nel piano paesaggistico,
a quelle per l’assetto idrogeologico, sino al
piano di tutela delle acque.
Per questo c’è grande attesa intorno
all’approvazione del disegno di legge regionale che dovrebbe riorganizzare l’attività estrattiva. Licenziato dalla Giunta nel maggio
del
, esso contiene le nuove disposizioni
per la disciplina del settore: “Nella proposta
di legge ci sono moltissime novità, una definizione chiara delle competenze tra comuni,
province e regione, l’introduzione del criterio di salvaguardia ambientale e il principio
di ristoro per i comuni”, anticipa l’assessore
regionale allo Sviluppo Economico Loredana
Capone. Quanto all’iter legislativo, probabilmente il testo verrà esaminato il gennaio
in sede congiunta dalle Commissioni Quarta
e Quinta, per poi concludersi con il passaggio in Consiglio Regionale.
Per andare incontro alle esigenze del settore, in Puglia dal
è attivo il Surae (Sportello Unico Regionale per le Attività Estrattive) con l’obiettivo di semplificare procedure
e adempimenti, e di far rispettare i tempi,
quantificati in
giorni lavorativi dalla presentazione dell’istanza. Ma sullo snellimento
dell’iter autorizzativo, sembrerebbero continuare a pesare i tempi di pronunciamento in
fatto di Via da parte dei comuni, competenti
per legge: “Sebbene la legge abbia fissato un
valore soglia al di sopra del quale la procedura di Via è obbligatoria, e al di sotto di tale
parametro parli di assoggettabilità, spesso
gli enti comunali preferiscono sottoporre
comunque a Via i progetti, ritenendo in tal
modo di aumentare il grado di protezione
ambientale del proprio territorio”, spiega
un tecnico del settore, l’ingegnere ambientale Massimo Selleri. “In questo modo però
si allungano i tempi, anche in considerazione delle difficoltà di natura tecnica che, per
mancanza di personale qualificato, costringono spesso i piccoli comuni a rivolgersi ad
Arpa Puglia, già gravata da specifiche e numerose incombenze”. E conclude avanzando una proposta: “Per il rilascio della Via, si
potrebbe imporre ai comuni con meno di
mila abitanti, l’istituzione di commissioni sovra comunali, come già accade per il rilascio
dell’autorizzazione paesaggistica”.
a.g.
P
Discarica abusiva in una cava dismessa
Cava di pietra leccese a Cursi
I bacini di Cursi e Melpignano tra i più antichi
La pietra leccese
arte da 500 anni
Paesaggio estrattivo Cursi e Melpignano
I
l bacino della pietra leccese di Cursi è una delle più
antiche aree di estrazione per uso ornamentale presente in Italia, tutt’ora attiva. “Qui ci sono cave di
,
anni, ed è evidente che nei centri storici di Cursi
e Melpignano ce ne siano anche di più antiche, intorno ai
,
anni, visto che molto probabilmente,
all’epoca, per poter costruire ad esempio le chiese
avranno cavato la pietra nelle immediate prossimità”, dichiara l’ingegnere Tommaso Farenga. “Così si
spiega nelle vicinanze la diffusione di frantoi ipogei e
di altri ambienti sotterranei sopra i quali è stato successivamente edificato”.
L’estrazione della pietra in questo territorio è
un’attività antica, che si tramanda di generazione in
generazione: “Rispetto alle
famiglie del nostro
comune, almeno un terzo lavora a vario titolo nel settore della pietra”, commenta il sindaco di Cursi Edoardo Santoro. “Si tratta di attività piccole ma anche
di realtà più significative che hanno saputo investire e
crescere sul fronte della qualità, con evidenti successi
anche sui mercati internazionali”. Negli ultimi ,
anni il profilo dell’attività estrattiva è cambiata, la pietra leccese non è più quella che si usava in passato per
la pavimentazione con le famose chianche di Cursi.
Spiega l’ingegnere Farenga: “Gli operatori della zona
sono stati in grado di adottare metodi di avanguardia,
già in uso in aree di estrazione di grande valore come quelle di Carrara e Apricena. E questi, associati a
metodi evoluti di lavorazione, producono una pietra
molto più nobile rispetto al passato, un prodotto di
grande qualità e di valore economico. Il risultato di
oggi è una pietra diversa, molto apprezzata e ricercata sul mercato arabo, richiesta ad esempio in Inghilterra perché adatta per effettuare il recupero di alcuni
monumenti d’epoca”.
a.g.
otrebbe essere il bacino della pietra leccese di Cursi uno dei primi Piani Particolareggiati (Pp) attivati in Puglia. Previsto come strumento attuativo del Piano Regionale
delle Attività Estrattive (Prae), il Pp di Cursi
è ormai ultimato. Seguirà adesso l’iter previsto, sino all’approvazione definitiva da parte
della Giunta regionale e, una volta in vigore,
sostituirà i piani urbanistici comunali. Fanno
parte del bacino estrattivo individuato le municipalità di Castrignano dei Greci, Corigliano
d’Otranto, Cursi, Maglie e Melpignano.
Si tratta di una realtà territoriale già ampiamente sfruttata sotto il profilo estrattivo.
Tra Cursi e Melpignano, il reticolo di cave e
sentieri che attraversano le campagne appare come un labirinto, e in alcuni luoghi
l’estrazione è stata così intensa negli anni
che gli operatori non sono più in grado di
stabilire i confini dei propri terreni. Si tratta
di attività che rivestono un’enorme importanza non solo economica ma anche storica, dato che l’area interessata dalle cave di
pietra presenta importanti testimonianze di
archeologia industriale.
“Il Piano è stato realizzato secondo un
processo di condivisione e partecipazione
che ha coinvolto i comuni e gli operatori
economici interessati”, spiega l’ingegnere
Tommaso Farenga, responsabile della redazione del Pp di Cursi. “Il criterio alla base della redazione del Piano è stato quello
dello sviluppo sostenibile. Il futuro dell’area
è stato pianificato immaginando la conciliazione delle attività economiche con i principi di tutela e salvaguardia ambientale, per
ottenere uno sviluppo economico ordinato”. E sul fronte del controllo del territorio
e del suo risanamento, sono previste azioni
di riqualificazione ambientale: “Le cave dismesse devono essere considerate come
delle grandi opportunità per il futuro, altrimenti queste porzioni di territorio rischierebbero di rimanere solo delle macchie sul
territorio, a volte anche di grande impatto e
di rischio, trasformandosi in discariche abusive”, dichiara Farenga. Nel Piano Particolareggiato di Cursi è stato definito il criterio di
una fascia di rispetto di
metri dalle aree
edificatorie esistenti, e all’interno di questa
zona di tutela si consentirà l’ultimazione
delle coltivazioni di cave già autorizzate,
nell’ottica però di una successiva riqualificazione, ad esempio divenendo zone di
servizi, strutture sportive, ma non solo. Il
Piano prevede la possibilità che, come stabilito dalla normativa regionale, trattandosi
di aree industriali dismesse, le cave non più
attive possano essere riconvertite ospitando parchi fotovoltaici a basso impatto visivo. Così nelle intenzioni, le grandi risorse
associate al settore energetico rinnovabile
potranno generare delle plusvalenze da utilizzare per interventi di riqualificazione del
territorio.
a.g.
Dal sabato
in edicola
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“Nel tempo
dell’inganno
universale
dire la verità
è un atto
rivoluzionario”
George Orwell
www.gazeco.it
Ambiente
15-21 gennaio 2011
7
Foto talks_flickr
Una suggestiva sala alla Conferenza di Cancun
Un momento della Conferenza con la presidentessa Espinosa
Clima – Dopo la Conferenza di Cancun. Investimento per il futuro
La scommessa del mondo
da 130 miliardi di dollari
S
e Copenhagen deluse ampiamente le aspettative, lo
stesso non può dirsi di Cancun, sede dell’ultima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, dato lo scetticismo
generale che ha preceduto e accompagnato i dodici giorni (dal
novembre al dicembre) di
negoziati. Insomma, qualcosa si
è mosso. Non basterà forse per
preservare l’avvenire del pianeta e delle future generazioni, ma
i
Paesi presenti con le proprie delegazioni hanno trovato
alcuni terreni di convergenza. E
allora, il bicchiere è mezzo pieno
o mezzo vuoto?
Diciamo subito che non si
tratta dell’agognato “balanced
package”, di un patto giuridicamente vincolante (con annesse
sanzioni) per tutti i contraenti.
Niente di tutto ciò. È stato tuttavia approvato un pacchetto
di iniziative per la lotta ai cambiamenti climatici. Un pacchetto che include una “visione condivisa” e un testo del gruppo
di lavoro sul Trattato di Kyoto.
Su Kyoto l’impegno è di non
fermare le trattative per far sopravvivere oltre il
l’accordo
siglato in Giappone nel
. Si
riconosce la necessità di ridurre
le emissioni di gas “serra” del
- % entro il
(rispetto al
), e dell’ % entro il
,
per fare in modo che l’aumento della temperatura globale,
entro la fine del secolo, non sia
superiore ai due gradi (ma non
vengono specificati gli impegni
che ciascun governo nazionale
dovrà assumersi). L’Unione Europea eleverà probabilmente al
%, in questo senso, il proprio
target per il
(Pacchetto
- - ), come auspicano da
tempo Gran Bretagna, Francia
Spagna e Germania. L’Italia, le
cui emissioni di gas serra sarebbero diminuite del , % tra il
e il
, non sembra ancora del tutto convinta della necessità di spingersi oltre il %.
Per il resto, vengono stanziati
(dai Paesi industrializzati)
miliardi di dollari per il periodo
per aiutare i Paesi in
via di sviluppo, attraverso il finanziamento di interventi a breve termine (fast start): l’Italia
(che si è distinta anche per aver
firmato un accordo di coopera-
zione con la Costa Rica) ha contribuito con
milioni. Viene
preventivata la mobilitazione di
ulteriori
miliardi l’anno fino
al
per azioni di lungo termine, così come la creazione di
un fondo verde (Green Climate
Fund), ancora non quantificato,
da gestire attraverso un comitato di
membri ( dei Paesi
industrializzati, di quelli in via
di sviluppo). Prende poi il via il
piano REDD (Riduzione delle
Emissioni da Deforestazione
e Degrado forestale), con l’obiettivo di tagliare (finanziando
la conservazione delle foreste
invece della loro distruzione) le
emissioni causate dalla deforestazione (rappresenterebbero
un quinto delle emissioni globali di gas “serra”).
L’accordo di Cancun, frutto
del testo di compromesso proposto dalla presidenza messicana (l’apprezzatissimo Ministro
degli Esteri, Patricia Espinosa), è
stato osteggiato fino all’ultimo
dalla Bolivia, il cui capo-delegazione, Pablo Solon, ha lamentato l’assenza di “misure idonee a
tenere il riscaldamento sotto i
due gradi”. “È una vittoria falsa
e vuota – ha accusato – imposta
senza consenso. Questo testo
minaccia di aumentare il numero delle vittime dei cambiamenti
climatici (attualmente oltre
mila persone l’anno), portandolo a un milione. Dopo il fallimento di Copenhagen è stata messa
in moto una campagna per abbattere le aspettative. Questo
ci ha portato a qualcosa che è
appena meglio di un Copenhagen II”. La Conferenza climatica
in programma il prossimo anno
a Durban (edizione numero ),
in Sudafrica, potrà chiarire i tanti dubbi. Intanto, il
è l’anno
più caldo dal
(da quando,
cioè, sono disponibili dati al riguardo), secondo quanto rilevato dal Goddard Institute for Space Studies della Nasa. La temperatura del mese di novembre è
stata superiore alla media del
periodo
di , gradi. La temperatura media della
Terra si è innalzata di , gradi
rispetto al
. Gran parte (i
due terzi) di questo aumento si
è registrata dopo il
.
ANDREA BUONO
I soldi per il taglio delle
emissioni dei gas serra
GIORGIO NEBBIA
L’intervista – Il prof. Giorgio Nebbia, ambientalista storico
“Per ottenere risultati efficaci
bisogna limitare le produzioni”
“O
ccorre deporre le armi e far pace col pianeta. Ma, nonostante le dichiarazioni generiche di buone intenzioni, nessun
Paese è sinceramente determinato a limitare in modo apprezzabile
l’inquinamento atmosferico e la deforestazione”. Né gli accordi di
Cancun, né tantomeno stato e prospettive della lotta ai cambiamenti climatici rassicurano Giorgio Nebbia, economista, professore
emerito di Merceologia all’Università di Bari e personalità di spicco
dell’ambientalismo italiano.
Professor Nebbia, è fondato l’allarme sul riscaldamento globale?
“Il riscaldamento globale è in atto per alcuni motivi difficilmente
contestabili. La temperatura media terrestre dipende dall’equilibrio fra la radiazione solare che arriva attraverso l’atmosfera e il
calore che la Terra re-irraggia (attraverso l’atmosfera) negli spazi
esterni. Un delicato equilibrio che, da alcuni secoli, riesce a tenere
intorno a
gradi centigradi la temperatura “media” della Terra.
Questa dipende, quindi, dalla composizione chimica dell’atmosfera e in particolare dalla concentrazione dei gas “serra”, fra cui
l’anidride carbonica (CO ), che viene immessa nell’atmosfera dalla
combustione di carbone, petrolio e gas naturale e dalla morte dei
vegetali. La CO viene sottratta dall’atmosfera dagli oceani e dalle
foreste in crescita. Se la quantità di CO immessa nell’atmosfera
è maggiore di quella sottratta dai cicli naturali, la temperatura del
pianeta aumenta ed aumentano piogge improvvise, desertificazione, alluvioni. La cosa è nota da oltre un secolo ed è stata precisata
da oltre trent’anni; da una decina d’anni i governi cercano un accordo per frenare lo squilibrio. Le alterazioni del clima sono dovute
non ad azioni perverse, ma ad azioni lodevoli: si bruciano carbone e
petrolio per scaldare le case, produrre elettricità e merci e muovere
le automobili; si tagliano le foreste per produrre carta, per aprire
miniere e per estendere terreni da coltivare a mais e palma da olio. Una limitazione delle emissioni di gas serra richiede, quindi, un
freno alla produzione di merci e alla crescita economica, di più nei
Paesi industriali, molto nei Paesi emergenti come Cina e India, ma
un po’ anche nei Paesi poveri”.
Ritiene che la Conferenza mondiale sul clima dell’Onu, a Cancun,
si possa considerare più un successo o più un fallimento?
“Nonostante le dichiarazioni, nessun Paese ha dimostrato una
sincera volontà di limitare inquinamento e deforestazione. Non c’è
stato alcun impegno vincolante, quanto alla limitazione delle emissioni dei gas “serra” e ai tempi in cui tali azioni dovrebbero avvenire. Nessun impegno da parte del principale inquinatore del mondo,
gli Stati Uniti, che vuole conservare la sua posizione dominante di
grande produttore mondiale di merci e servizi, non da parte della Cina che sta cominciando ad uscire dall’arretratezza, che deve
soddisfare i bisogni di oltre .
milioni di cittadini e che vorrebbe
diventare (ci sta riuscendo) il primo produttore mondiale di mer-
ci industriali, agricole, minerarie. L’unica promessa è stata l’assegnazione di
miliardi di dollari nei prossimi anni per risarcire chi
dovrà affrontare un aumento di costi per alluvioni, siccità e per la
rinuncia a distruggere le proprie foreste”.
A chi fa comodo andare avanti senza trovare un accordo (vincolante) per il bene del pianeta e delle future generazioni? E chi per
primo, invece, potrebbe pagarne le conseguenze?
“Contro qualsiasi accordo vincolante stanno le grandi forze economiche e finanziarie che hanno tutto l’interesse ad espandere i consumi anche se sono “insostenibili e dannosi per l’ambiente”, come ha
detto il Papa, ma anche i Paesi poveri che non intendono diminuire
le prospettive di sviluppo necessarie per uscire dalla miseria, almeno
finché i Paesi ricchi non smetteranno di inquinare”.
È giusto cercare un accordo giuridicamente vincolante? Quante
possibilità ci sono che sia trovato l’anno prossimo a Durban?
“Se ci fosse una sincera volontà di limitare i danni, economici,
ma soprattutto sociali e umani, dovuti al riscaldamento planetario,
danni che colpiscono maggiormente i Paesi poveri, sarebbe necessario decidere tutti insieme di cambiare modi di produzione e di
consumo, ciascuno di tanto all’anno, pena condanne internazionali. È una guerra che la comunità umana sta combattendo contro la
natura e la Terra e, come in tutte le guerre, occorre deporre le armi
e far pace col pianeta. È il titolo di un famoso e dimenticato libro del
biologo Barry Commoner. Vedremo fra un anno se la conferenza
di Durban fornirà anche proposta di pace col clima o si ridurrà alla
solita sceneggiata turistico-ministeriale di generici discorsi”.
Come valuta l’apporto fornito dall’Italia a Cancun?
“Mi è sembrato modesto; ho letto solo la dichiarazione del nostro rappresentante nella discussione generale”.
Uno studio presentato al Senato da AzzeroCO , Legambiente
e Kyoto Club “vede” l’Italia prossima all’obiettivo della riduzione
delle emissioni di CO del % entro il
. In seno all’Ue, tuttavia,
si preme per innalzare la soglia al %. Che ne pensa?
“Gli accordi internazionali vorrebbero che le emissioni di CO e
altri gas serra diminuissero rispetto a quelle del
. Dal ‘ le emissioni italiane di gas serra sono andate aumentando, anche se
l’entità dell’incremento è mascherata da artifizi contabili. Se alcune
industrie, cioè, pagano qualche Paese arretrato per opere “di mitigazione dei danni ambientali”, è “come se” emettessimo meno gas
serra. È l’acquisto della possibilità di continuare ad inquinare – una
specie di commercio delle indulgenze, quello contro cui si scagliò
Lutero nel ‘
– tanto alla fine pagano i consumatori per quello
che sarebbe invece un loro diritto, quello di non essere travolti dala.b.
le alluvioni e di non vedere inaridire i propri campi”.
8
Consumi
15-21 gennaio 2011
Foto Michael Shake_fotolia
Mercato – Il crollo della domanda dopo lo stop agli incentivi
Il dato
Previsioni
La crisi ferma le auto
il 2010 anno nerissimo
Recuperare
il clima
di fiducia
I
I
n Italia, il quadro congiunturale, non sembra particolarmente solido. Almeno
in questa fase. Il recupero
del prodotto interno lordo,
dopo la forte caduta a cavallo tra il
e il
,è
iniziato nel terzo trimestre
del
con una sequenza
di dati che indica come sia
lenta la ripresa. D’altra parte
occorre considerare che indicazioni di segno opposto derivano, più che altro, dal clima di fiducia delle industrie
manifatturiere ed estrattive,
che a dicembre si è riportato
sui livelli del febbraio
(cioè sui livelli precedenti la
crisi globale) e dal clima di
fiducia dei consumatori che
ha chiuso il
, nonostante
tutto, in recupero.
a.s.
primi dati dell’anno relativi al mercato
italiano dell’auto sono abbastanza eloquenti. Il
è stato il periodo più buio
degli ultimi anni per l’intero settore. E sono
proprio i numeri a confermare quanto sostenuto dal Centro Studi Promotor GL events
di Bologna. A dicembre, per esempio, sono
state immatricolate
.
autovetture con
una contrazione del , %. Anche per questo
motivo, il
(terzo anno della crisi dell’auto e dell’economia) ha chiuso il bilancio con
.
.
immatricolazioni. Ma soprattutto
con un calo del , %. Questo risultato è la media fra il + , % registrato nel primo trimestre (a causa della coda degli incentivi
)
e il - , % stimato nei tre trimestri successivi
(causato proprio dalla mancanza di incentivi).
Se pensassimo, inoltre, che senza la
coda degli incentivi prolungatasi fino a
marzo, le vetture immatricolate non avrebbero superato quota .
.
, il saldo sarebbe stato ancora più negativo. E
certamente, con questi presupposti, non
è ipotizzabile pronosticare un’immediata
ripresa del settore nel
a causa della
Da aprile
parte
la ripresa?
I
n tema di previsioni, il
potrebbe essere interessato
dalla domanda di sostituzione
di automobili. Se calcoliamo
che, in media, si acquista una
vettura nuova ogni sei anni,
questo appena cominciato
potrebbe essere l’anno più
propizio per la sostituzione
del mezzo comperato immediatamente dopo la crisi
dell’economia italiana. Fino a
marzo, però, il paragone col
sarà senza dubbio negativo, perché l’anno scorso si
registrava ancora la coda degli
incentivi statali. Da aprile in
avanti, però, si potrebbe sviluppare una moderata ripresa
della domanda che, lentamente, riporterebbe il mercato italiano sui livelli ante-crisi entro il
. Una situazione tutta da
a.s.
valutare.
totale inconsistenza della domanda di autovetture nel nostro Paese.
Un’inversione di tendenza, dunque, è legata esclusivamente all’eventuale ripresa
dell’economia e al ciclo della domanda di
sostituzione. Si calcola, infatti, che mediamente un cittadino cambi la sua auto ogni
sei anni(ne parliamo nel box accanto). Se
consideriamo che la crisi globale dell’economia si è arrestata nel
, periodo in cui
molti hanno optato per l’acquisto di una
vettura, questo potrebbe essere l’anno in
cui si riscontra più facilmente la domanda
di sostituzione. Ovviamente bisogna fare i
conti col fatto che, senza incentivi, è più difficile accollarsi una simile spesa. Ma buone
ragioni per sperare che la situazione possa
presto risollevarsi ce ne sono, ed il clima
positivo dei consumatori potrebbe agevolare queste previsioni.
Di contro pesa il basso reddito disponibile delle famiglie, legato alla precarietà
del mondo del lavoro. Ma questa è un’altra storia.
a.s.
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Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
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di Dionisio Ciccarese
Le chiacchiere
non servono
Puglia svegliati!
V
ia via i sospetti stanno
prendendo forma: questa campagna elettorale
rischia di non dare alcun valore
aggiunto alle prospettive della
Puglia. La situazione diventa
paradossale perché ci fa rimpiangere persino la stagione
della comunicazione politica intrisa di promesse. Quella politica dell’annuncio che porta i vari
esponenti a spararla sempre
più grossa nel tentativo (spesso
riuscito) di incantare un elettorato credulone e smarrito. Cambiali mai portate all’incasso. Ma
oggi non è più così.
mana Federico Pirro, docente
di Storia dell’industria nell’Università barese, in un editoriale
sul nostro giornale ha rotto gli
indugi e, con l’eleganza che lo
caratterizza, ha rivolto ai candidati una di quelle domande che
una volta tra i banchi di scuola
si definiva “a piacere”: per favore, diteci qualcosa di economico. Diteci, insomma: quale idea
della Puglia avete in testa per
i prossimi anni? Quali sono le
strategie su cui si deve puntare
per lo sviluppo? Come la Puglia
intende allinearsi all’Europa?
E se non bastasse in un al-
Sì
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Elezioni regionali – Scelte strategiche e operative fondamentali attendono il Governatore
Vendola, una vittoria palese
di Dionisio Ciccarese
E
Comunicazione,
potere
e governance
h sì, è stata una vittoria palese. E anche annunciata. A
dispetto dei giochini paracomunicativi che in preda alla disperazione si è tentato di fare per
ribaltare un rapporto che non è
mai stato in discussione. Vendola
ha vinto, ma in realtà non è solo
Palese ad aver perso. Piuttosto è
stato il centrodestra Si può dire
parte. Piepoli ne aveva sorriso e
aveva sottolineato: “Bisogna solo aspettare qualche settimana.
Vedremo”. Abbiamo visto.
Non è certo questo il fulcro
del nostro ragionamento, ma ne
esprime perfettamente l’atteggiamento. Una miscela di ignoranza
e supponenza con un esito scontato: il disastro elettorale Ora si
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Vendola al comando
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ebbra
27 f
L’esito del nostro sondaggio:
il Governatore uscente al 46,5%.
A 6 punti di distanza Palese.
La Poli Bortone all’11%.
Servizi, grafici e tabelle alle pagine 15-16-17 e 18
A proposito di debito pubblico
Foto: Carlo Cofano/Iesseppi
Turismo – Una regione leader
Confindustria – Ecco le “tesi”
L’ora di sirtaki
e flamenco BIT di Milano: Il Sud ora deve
E la tarantella? Puglia sbanca voltare pagina
N
ell’autunno del
in
molti dissero “niente sarà
più come prima” quando,
nell’occhio del ciclone della crisi
finanziaria più grave degli ultimi
sessanta anni, persino i giganti
di Wall Street mostravano piedi
d’argilla. I governi di tutto il mondo venivano allora sollecitati al
09/10
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di GIOVANNI FERRI
da quel turbinio, le gengive dei
salvati addentano ora le mani dei
salvatori pubblici. La memoria è
breve, le situazioni cambiano rapidamente, occorre stare al passo
con i tempi. Oggi, dunque, molti
di quei governi che venivano lodati – si pensi all’Irlanda – per la
celerità con cui si erano mossi
L
a Puglia in fatto di turismo
è certamente una regione
leader. È quanto merso
con chiarezza nei giorni scorsi
alla BIT di Milano., importante
rassegna fieristica di settore.
La regione ha fatto grandi
passi in avanti sul piano della
destagionalizzazione offrendo
un ampio ventaglio di offerte
che vanno ben oltre il “bel
mare” che per troppi anni ha
B
urocrazia,
criminalità
e utilizzo fruttuoso dei
fondi europei. Questi i
temi al centro del confronto al
Petruzzelli di Bari nel convegno
“Il Sud aiuta il Sud”, organizzato per celebrare i
anni
della Confindustria. In quattro
pagine l’analisi dei dati sull’economia del Mezzogiorno e le
strategie di sviluppo pianificate
da mondo delle imprese e isti-
la Gazzetta
Il presidente Nichi Vendola resta saldamente
alla guida della Puglia. Gli elettori lo hanno confermato assegnandogli oltre il % delle preferenze. Più di punti rispetto al suo principale
antagonista, Rocco Palese. Alla Poli Bortone è
andato invece l’ , % dei voti. Un esito in totale sintonia con i risultati dei tre sondaggi che
l’Istituto Piepoli aveva realizzato per il nostro
giornale (e di cui pubblichiamo la riproduzione
delle prime pagine). Ora dopo una breve pausa
(che andrà qualche giorno oltre le festività) il
presidente Vendola dovrà nominare la Giunta.
Il che dovrebbe accadere intorno al
aprile.
È questa una fase delicata e il suo esito è tanto
più atteso per i molti significati che avrà la composizione della nuova Giunta.
Una lezione
Ventura
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Anno XV - 3 / 9 aprile 2010 -
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Dati inquietanti dalla ricerca Assofin-Crif-Eurisko sulle “revolving”
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Infrastrutture
15-21 gennaio 2011
9
La scheda – Duecento iscritti nella regione
Port Authority – Stop al commissariamento
Il Distretto jonico
Si attendono le nomine
È
a Taranto la sede del Distretto della Logistica Pugliese. Approvato poco più di un anno fa, oggi
ha oltre
iscritti da tutta la regione che guardano con estremo interesse alla realizzazione
della piattaforma logistica nel porto tarantino.
La Puglia è il ponte con le economie di Balcani e Medio Oriente e Asia Minore, Nord Africa ed
Europa, con ben tre porti principali (Taranto, Bari e Brindisi) ai quali si affianca un’ampia rete ferroviaria di oltre .
km, due nodi autostradali nazionali, due aeroporti maggiori (Bari e Brindisi)
oltre allo scalo di Foggia e a quello di Grottaglie.
a.m.
C
ommissariamenti, il porto di Taranto ora potrebbe dire basta alle gestioni (troppe) con poteri
limitati. È già partita la corda per la poltrona della presidenza della Port Authority tarantina
e i problemi da affrontare e risolvere sono tanti. Innanzitutto si spera che nomina, arrivi entro la
primavera per dare impulso alla piattaforma logistica. Inoltre si spera che, almeno questa volta,
non nasca una rissa sui nomi e che la nomina del presidente non diventi un ennesimo momento
di divisione dagli ammiragli Salvatore Giuffrè (attuale commissario) e Giancarlo Olimbo, e dall’avv.
Sergio Prete.
a.m.
Sviluppo – L’ottimismo di Giovanni Pugliese presidente della sezione marittimi portuali di Confindustria
Le speranze di Taranto ancorate al porto
218 milioni del Cipe per la piastra logistica
S
i è spenta la speranza di un siderurgico
che continui a tenere a galla l’economia, asfittica da decenni, di Taranto.
Una volta tramontata l’Ilva per la crisi mondiale dell’acciaio ed il risveglio ambientalista locale, il capoluogo ionico punta senza
esitazione verso il porto. Ma si tratta di un
gigante che stenta a muoversi.
La svolta potrebbe arrivare dalla logistica,
una carta importantissima che Taranto dovrà cercare di mettere in gioco – almeno stavolta – con celerità e superando le barriere
che finora hanno di fatto paralizzato il principale fattore della possibile ripresa ionica.
L’ultimo tassello di questo intricato puzzle di infrastrutture, senza le quali la logistica è una aspirazione e non un concreto punto di partenza, è arrivato alla fine del
con l’ok del Cipe al maxi investimento per la
piastra logistica del porto di Taranto. Sono
milioni di euro che, in una città dove il
crack del Comune ha lasciato ferite profondissime, appaiono quasi come la manna dal
cielo. Nella battaglia senza prigionieri per
queste risorse destinate alla portualità, in
cui il maggior concorrente che era il porto
di Trieste è stato sconfitto, ha vinto il Mezzogiorno: ora bisognerà mantenere il passo,
utilizzare le risorse, aprire i cantieri e soprattutto completare le opere senza indugi. Il muro a sostegno del porto di Taranto
costruito dai parlamentari ionici e dal presidente della Regione Nichi Vendola, insieme
all’assessore regionale Guglielmo Minervini,
ha dato i suoi frutti. Gli scenari locali, però,
restano ora tutti da disegnare anche se – fra
tante incompiute e beghe che si trascinano
da decenni – la città ionica ha già mostrato
di saper fare squadra quando ha realizzato,
in tempi record, gli spazi per il molo porta
container in cui approdò il colosso taiwanese Evergreen.
In questo decennio si è delineata con chiarezza la vocazione di Taranto alla movimentazione merci e quella della vicina Bari alla
crocieristica, mentre Brindisi si è specializzata
nelle merci non containerizzate e nei traffici
ro-ro con la costa Balcanica e Mediorientale.
Ma ora che gli oltre
milioni di euro ci sono, cosa potrebbe bloccare il decollo tanto
atteso del porto tarantino? Lo abbiamo chiesto a Giovanni Puglisi, che con la sua esperienza di capitano di lungo corso nonché di
rappresentante di Confindustria Taranto, ha
delineato una prospettiva positiva: “Per forza, non credo che Taranto abbia altre alternative se non far crescere il porto”. Puglisi, che
è stato riconfermato nella carica di presidente della sezione marittimi portuali e trasporti di Confindustria ionica, è espressione del
Gruppo Ormeggiatori Portuali. Chiarissima
la sua opinione sull’enorme investimento: i
finanziamenti sono un punto di partenza, e
per arrivare al traguardo Taranto dovrà dimostrare di saper fare squadra.
La piattaforma logistica è considerata
un vero e proprio motore per lo sviluppo.
Quanto tempo sarà necessario per completare le opere?
“È una infrastruttura di primaria importan-
za e va inquadrata in azioni strategiche con
più interventi. Ferrovia, trasporto su gomma
e aerei sono prospettive già concrete, e con
cantieri già aperti o addirittura terminati”.
GIOVANNI PUGLISI
I numeri – In Puglia oltre mila aziende e mila addetti
Una “voce” da 3 miliardi
L
a logistica pugliese vale oltre miliardi di euro,
contribuisce a creare circa il % del valore aggiunto totale regionale. In Puglia ci sono oltre
imprese attive in questo settore in cui lavorano
circa .
addetti. A Taranto la piastra logistica,
oltre al Distripark, potrebbero dar vita ad una piattaforma intermodale ionica di rilevanza strategica
nel Mediterraneo.
Le attività principali saranno quelle destinate a
implementare la logistica per stoccaggio, carico/
scarico, groupage/degroupage, consolidamento,
imballaggio/disimballagio,
riempimento/svuotamento, distribuzione. A tali attività si aggiungeranno controllo qualità, assemblaggio, perfeziona-
mento finale e personalizzazione del prodotto, test
di funzionamento, manutenzioni, servizi telematici
e di telecomunicazione.
Fra le opere da realizzare c’è la strada che collegherà moli. Il IV sporgente verrà ampliato con una
nuova banchina di ormeggio e le aree retrostanti
riempite per realizzare ampi piazzali. Con la piattaforma logistica il trasporto non sarà più suddiviso
per modalità (marittima, terrestre, aerea) ma con
riferimento ad un centro d’interscambio fra due o
più modalità di trasporto in un’area dotata di specifici collegamenti diretti con la rete ferroviaria e
stradale nazionale.
a.m.
Eppure il mancato completamento del
raddoppio della linea ferroviaria Bari – Taranto è una delle grandi incompiute. Come
si fa ad essere ottimisti?
“Adesso nel piano straordinario per il Sud
pare che sembra che questo intervento sia
inserito tra le priorità. Ma già ora sul terminal TCT i containers viaggiano direttamente
sul treno con binari che arrivano fino in testata, di fianco alle navi. Anche per il trasporto su gomma si sono fatti passi in avanti, con
lavori realizzati per l’apertura del varco nord
che permettono il collegamento diretto con
le principali arterie stradali. Senza trascurare che sulla bretella di collegamento fra la
SS
e la SS
all’altezza di Palagiano i lavori procedono velocemente. A giugno
il ministero dei Trasporti, la Regione Puglia,
le Ferrovie, l’Autorità Portuale e la società
Distripark di Taranto hanno sottoscritto un
protocollo d’intesa per l’attrezzaggio ferroviario e il collegamento con la rete ferroviaria nazionale (PON
) finanziato con
milioni di euro. E dobbiamo anche puntare all’utilizzo del trasporto aereo, facendo riferimento alla possibilità reale di utilizzare lo
scalo di Grottaglie. È ben collegato al porto
tarantino e dispone di una pista molto lunga
e larga, già utilizzata dalla Alenia Composite
di Grottaglie per le componenti del boeing”.
Marcegaglia e Gavio sono fra i gruppi
imprenditoriali di peso che, nell’ultimo decennio, si sono interessati al porto ionico
proprio per la logistica salvo poi tirarsi indietro. E ora cosa si prospetta?
“Il gruppo Gavio dalle informazioni in mio
possesso continua ad essere interessato.
Mentre per Marcegaglia, quando mostrò
interesse allo yard della ex Belleli poi, ovviamente, si tirò indietro perché veniva richiesto all’imprenditore di farsi carico del costo
di bonifica della zona. Questo ostacolo, oggi, è superato perché si punta alla bonifica
integrale di questa area strategica con fondi
della Regione Puglia che si farà carico di un
costo di oltre
milioni, disponibili da una
delibera Cipe del
. Ci sono poi altri
milioni che l’Autorità Portuale ha messo a bilancio nel
per la progettazione definitiva ed esecutiva della cassa di colmata anche
con finalità di messa in sicurezza e bonifica,
in cui depositare i dragaggi del molo polisettoriale, per i quali ci sono altri milioni resi
disponibili dall’Autorità Portuale e dal ministero dell’Ambiente”.
Cosa trainerà il porto tarantino?
“Ci sarà un fermento che non si ricordava
da anni, quando venne costruito il polisettoriale. Ma con i lavori al V sporgente, dopo
la bonifica e la realizzazione della strada dei
moli, lo spazio per i container raddoppierà e
attirerà molti altri operatori”.
ANTONELLA MILLARTE
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Rapporti
Scenario di previsione
per la spesa per consumi delle famiglie, gli investimenti fissi lordi
e le esportazioni di beni verso l’estero delle regioni italiane
Spesa per consumi
Investimenti fissi
Esportazioni di beni
Pil
delle famiglie
lordi
verso l’estero
Piemonte e
Lombardia
guideranno la
ripresa italiana nel
2011. L’area infatti
incrementerà
il Pil dell’1,6%,
contro una media
nazionale prevista
dell’1,3%
Piemonte
Valle d’Aosta
Lombardia
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Italia
,
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15-21 gennaio 2011
11
A spingere verso
l’uscita dalla
crisi sono le
esportazioni, che
dopo il recupero
atteso per l’anno
appena trascorso,
dovrebbero
proseguire la loro
corsa nel 2011
Unioncamere – Nel centro Italia la crescita guidata dalle Marche. Il Sud al solito sarà indietro
La locomotiva ripartirà da Ovest
C
ome evidenziano gli Scenari elaborati da Unioncamere e
Prometeia, diffusi in occasione della esima Assemblea dei
presidenti delle Camere di commercio, sarà il Nord-Ovest a
suonare la carica della ripresa italiana nel
. Qui, infatti, la macchina dell’economia sembra destinata a procedere a passo più
spedito, portando l’area a incrementare il Pil dell’ , %, contro una
media nazionale prevista dell’ , %.
Mentre nel
il risveglio dalla crisi sembra aver interessato
prima e con maggior intensità il Nord-Est (+ , % l’aumento del Pil
atteso per il
a fronte di un incremento medio dell’ , %), nel
saranno infatti le regioni del Nord-Ovest quelle che, nel complesso, dovrebbero registrare le performance migliori, incalzate a
brevissima distanza da quelle del Nord-Est (+ , %).
Alle spalle della Lombardia, che dovrebbe attestarsi a + , %, l’Emilia Romagna con l’+ , %. Quindi, a pari merito, Piemonte, Veneto,
Friuli Venezia-Giulia, dove il Pil dovrebbe crescere dell’ , % nel
.
Decisamente più lenta la ripresa al Centro (+ , %), dove solo le
Marche potrebbero arrivare a superare, sebbene di poco, la media
nazionale (+ , %).
Passo lento e pesante, invece, quello del Mezzogiorno (+ , %),
con la Sicilia (+ , %) che spinge più delle altre e la Campania (+ , %)
che invece fatica di più.
A spingere verso l’uscita dalla crisi sono soprattutto le esportazioni, che, dopo il sensibile recupero atteso per l’anno appena
trascorso (+ , % il dato stimato per il
), dovrebbero proseguire
la loro corsa nel
, mantenendo un ritmo di crescita ancora consistente (+ , %). Le attese migliori si confermano quelle del NordOvest (+ , %), seguite da quelle del Nord-Est (+ , %). Più debole la
dinamica, invece, del Centro (+ , %) e del Sud (+ , %).
Sarà la Lombardia a proseguire e irrobustire il percorso di recupero delle esportazioni rispetto al
: + % l’aumento atteso nel
dopo il , % con il quale si è chiuso il
. Alle spalle di questa regione e su valori superiori alla media nazionale si dovrebbero
posizionare il Veneto (+ , %), l’Emilia Romagna (+ , %), la Calabria
(+ , %). Molise ( %) e Valle d’Aosta (+ , %) mostreranno invece una sostanziale staticità.
A rendere meno incisivo il consolidamento della ripresa saranno
però soprattutto i consumi interni, che in tutte le ripartizioni dovrebbero registrare nel
incrementi piuttosto modesti (+ , % il
dato medio). Sopra la media si dovrebbero collocare soprattutto le
regioni del Centro (+ , %), seguite da quelle del Nord-Est (+ , %).
Tra le regioni, gli andamenti migliori sono attesi in Trentino-Alto
Adige, Lazio ed Umbria (+ , %). Sul fronte opposto, la classifica regionale vede Sardegna, Molise e Abruzzo nelle posizioni di retroguardia (+ , %).
Sembrano destinati a continuare il loro percorso di risalita gli investimenti fissi lordi (+ , % atteso nel
), rafforzando così il recupero previsto per il
(+ , %). Più sensibile la propensione ad
investire delle regioni del Nord (+ , % in entrambe le ripartizioni)
seguite da quelle del Centro (+ , %). Sempre distaccato invece il
Mezzogiorno (+ , %). A livello territoriale, emerge lo sforzo dell’Emilia-Romagna (+ , %), inseguita da vicino da Piemonte e Lombardia (+ , %). Sul fronte opposto si collocano invece Molise (+ , %) e
Calabria (+ , %).
Foto cico_Photoxpress
La scheda/ – Un primato che resiste da
Prime
Numero
d’ordine
I
La scheda/ – Le due Italie resistono…
anni
La provincia di Milano
è sempre la più ricca
Il Mezzogiorno guida
la classifica dei poveri
posizioni della graduatoria del Pil pro capite a prezzi correnti
nel
per provincia
Province
Valori assoluti
in euro
N.I. (Italia=
)
Differenza di posizione
rispetto al
SANTA COLELLA
Ultime
Numero
d’ordine
posizioni della graduatoria del Pil pro capite a prezzi correnti
nel
per provincia
Province
Valori assoluti
in euro
N.I. (Italia=
Milano
.
,
Bari
.
,
Bolzano
.
,
.
,
Bologna
.
,
Medio-Campidano
Campidano
Taranto
.
,
Cosenza
.
,
Aosta
.
,
Roma
.
,
Modena
.
,
Bergamo
.
,
Mantova
.
,
Rimini
.
Forlì-Cesena
.
n anni di storia italiana, c’è una sola provincia in cui le cose non sono cambiate ed è Milano, prima nella classifica per Pil pro capite nel
, prima in quella del
, con oltre .
euro di ricchezza per persona.
Nella graduatoria delle province più ricche
d’Italia nel
, dopo il capoluogo lombardo si
incontrano Bolzano (che migliora di posizioni
rispetto al
), Bologna (+ ), Aosta (- ). Roma,
quinta per ricchezza prodotta nel
, compie
un balzo di posizioni inserendosi (unica città
-
)
Differenza di posizione
rispetto al
-
Caltanissetta
.
,
Lecce
.
,
Brindisi
.
,
-
Foggia
.
,
-
,
Napoli
.
,
-
,
Carbonia-Iglesias
.
,
-
-
del Centro) nella pattuglia che guida la classifica.
Se Milano si conferma la città più ricca, alle
sue spalle questi
anni di storia hanno registrato un rimescolamento di situazioni locali,
con province che hanno messo a segno miglioramenti importanti (Rimini, Trieste e Lucca
salgono nel
di una trentina di posizioni
rispetto al
) e retrocessioni davvero pesanti (come quelle di Pordenone, Biella e Lodi che
perdono oltre posizioni).
s.c.
L’
Italia continua a viaggiare a due ben diverse velocità. Lo scorso anno il Pil pro capite del Mezzogiorno ( mila euro) si è rivelato
poco più della metà di quello del Centro-Nord
(attorno ai mila euro), risultando inferiore di
oltre il % rispetto a quello medio nazionale
( mila euro). Del resto, le prime dieci province
con il Pil per abitante più elevato (Milano, Bolzano, Bologna, Aosta, Roma, Modena, Bergamo, Mantova, Rimini, Forlì-Cesena) appartengono tutte, ad eccezione di Roma, al settentrio-
ne, presentando valori che vanno dai .
di
Milano ai .
di Forlì-Cesena. A queste, si
contrappongono nelle ultime dieci posizioni
tutte province del Meridione (tra cui Brindisi,
Foggia), con valori oscillanti tra i .
di Brindisi ed i .
di Carbonia-Iglesias.
Escludendo Roma, la prima provincia del
centro è Firenze (al esimo posto), mentre la
prima del Mezzogiorno è Olbia-Tempio con un
valore di mila euro (al esimo posto).
s.c.
12
15-21 gennaio 2011
Rapporti
Spesa per le vacanze
È annoverata fra le voci
di consumo che ha subito
una riduzione maggiore
nell’ambito familiare
%
Spese per la salute
- ,
Confcommercio – Nel biennio
%
+ ,
È una voce che comprende
la cura e il benessere
della persona in un’ottica
più ampia e articolata
-
consumi in calo del , per cento
Per viaggi, cibo e vestiti
il portafogli resta chiuso
F
anno meno vacanze, non sono
fanatici dell’abbigliamento e risparmiano persino sugli alimenti.
A primo impatto diremmo che non si
tratta di noi. Perché il cittadino italiano
è un grande viaggiatore, ama fare shopping e a tavola si lascia andare. Eppure, secondo il Rapporto Consumi
pubblicato nei giorni scorsi dal Centro
Studi di Confcommercio, si tratta solo
di uno stereotipo diffuso. Perché oggi
la situazione è diametralmente opposta. E meno male che i soldi spesi per
elettrodomestici e ICT confermano la
nostra decennale tradizione. I consumatori del nostro Paese, infatti, sono più
attenti agli sprechi e soprattutto al rapporto qualità-prezzo. In poche parole,
cominciano a badare al conto in banca.
È questo quanto emerge dall’analisi del
biennio
nel quale è stato evidenziato un calo medio annuo dei consumi del , %. Un’inversione di tendenza
paragonabile solo a quella rilevata oltre
dieci anni fa. Nonostante tutto, le famiglie italiane hanno fronteggiato la crisi
La previsione
perdurante e la riduzione del reddito
disponibile con grande reattività, ricorrendo talvolta anche a quote di risparmi.
Limitare gli sprechi
In estrema sintesi, il Rapporto Consumi
pone sotto la lente d’ingrandimento il calo della spesa per le
vacanze (- , %), dei pasti in casa e fuori
casa (- , %), di mobilità e comunicazioni (- , %), ma anche dell’abbigliamento
(- , %). A tenere, invece, sono le spese
per la salute (+ , %), gli elettrodomestici e l’IT domestico (+ , %), ma anche quelle per beni e servizi telefonici
(+ , %). Nell’ambito dell’analisi di lungo periodo, che va dal
alle previsioni per il
, aumenta di cinque
volte la spesa per beni e servizi di telecomunicazioni (cellulari, abbonamenti
telefonici e Internet su tutti) rispetto a
quella per la mobilità (acquisto di auto
e spese di esercizio, carburanti). Analogamente, ma con minore intensità, si è
modificato il rapporto tra pasti consumati in casa e fuori. Nel
, ad esem-
-
pio, ad ogni euro speso per l’alimentazione domestica corrisponderanno altri
centesimi per consumazioni fuori
dal proprio appartamento.
Il quadro generale
L’acquisto di automobili è crollato nel
, dopo la fine degli incentivi. Che un
settore abbia bisogno degli incentivi per
mantenersi stabile sotto il profilo degli acquisti indica che le preferenze dei
consumatori sono cambiate. L’auto è
importante, ma forse meno di un tempo. Per non parlare di quanto accaduto
in relazione al consumo alimentare domestico. Le vecchie classificazioni piramidali, che ponevano alla base i consumi necessari e al vertice quelli voluttuari,
andrebbero aggiornate. Oggi si può rinunciare a una parte della qualità nell’alimentazione domestica mentre più difficilmente si opera un taglio drastico per
la pizzeria o il ristorante (si riduce quasi
certamente la frequenza, meno l’importo medio del pasto). Si rendono invece
necessarie le spese per salute, assisten-
Redditonominale
za e servizi domestici. Non c’è recessione che ne riduca il volume richiesto. La
congiuntura non scalfisce i trend di lungo termine. Nell’ambito della cura del
sé, invece, rimane debole l’area dell’abbigliamento. Ad ogni modo, nel
la
“convalescenza” dell’economia dovrebbe terminare, in modo da alimentare il
clima di fiducia dei consumatori. Ma la ripresa autentica dei consumi è collocata
soltanto nel
(+ , %), anno nel quale
dovrebbe diventare concretamente apprezzabile una fase di crescita. Intanto,
queste tendenze modificano la struttura
della spesa. Crescono le quote di risorse devolute alle telecomunicazioni, così come cresce la quota di spesa per la
salute a scapito di quella per il vestiario.
Si riduce invece la quota destinata alla
consumer electronics e all’IT domestico.
Tutto questo è frutto di prezzi che dovrebbero risultare ancora decrescenti,
sebbene non ai ritmi sperimentati nel
recente passato.
La domanda
ALESSANDRO SCHIRONE
Dopo il rientro
Nel 2011 Sul Pil
Nel 2012 Indietro Inflazione
crescita inciderà risale come su altri
in rialzo
la
spesa
Paesi
dell’1%
nel 2007
nel 2010
L
S
N
I
N
a crescita dell’anno in corso si
colloca intorno all’ %, in linea
con le proiezioni dei maggiori
organismi internazionali e dello
stesso Governo, ma risulta caratterizzata dalla cronica insufficienza della domanda interna,
in particolare dei consumi, che
non andranno oltre un modesto
+ , %. Anche l’altra fondamentale componente della domanda
interna, ossia gli investimenti
fissi lordi, denotano una dinamica modesta collocabile intorno
all’ , % nell’anno incorso, anche
a causa del persistere delle difficoltà di accesso al credito da
parte delle PMI. Si tratta, quindi,
di un incremento ben lontano da
valori che potrebbero far recuperare, anche solo parzialmente, gli oltre dodici punti persi nel
. Sul fronte della domanda
estera netta, l’anno in corso potrebbe chiudersi con un contributo alla crescita moderatamente positivo che, tuttavia, sembra
destinato ad annullarsi nel biennio
/ . Il tutto a causa delle
crescenti difficoltà strutturali di
agganciare il ciclo del commercio mondiale, tornato espansivo, da parte della manifattura
a.s.
italiana.
econdo il Rapporto
Consumi del Centro
Studi di Confcommercio,
la dinamica del Prodotto
Interno Lordo del biennio
/
dipenderà quasi
esclusivamente dall’andamento della spesa delle
famiglie, previsto in modesta accelerazione dal + , %
al + , % (nell’ipotesi che si
consolidi la fase di ripresa avviatasi nel corso del
e che dal mercato del
lavoro non provengano impulsi negativi sotto forma
di ulteriori flessioni occupazionali, con ricadute sul
reddito disponibile delle
famiglie). Gli investimenti
proseguiranno ad un ritmo
ancora modesto, anche se
leggermente più dinamico
rispetto all’anno in corso,
ritornando su incrementi
medi simili a quelli di oltre
dieci anni fa. È da escludere, invece, che importazioni ed esportazioni incidano
in qualche modo sul Pil a
meno di politiche attive sul
nostro territorio.
a.s.
el
, il reddito disponibile nominale delle famiglie italiane ha conosciuto per
la prima volta dal
un arretramento, con una riduzione
(rispetto al
) del , %. Questa evoluzione ha portato il valore complessivo su di un livello
inferiore a quello registrato nel
. La modesta ripresa in
atto dovrebbe determinare un
recupero molto lento, a partire
dal
(se si guarda ai dati per
abitante e per famiglia). In particolare, le singole famiglie solo
nel
avranno a disposizione
un reddito nominale analogo
a quello del
. Questi dati
misurati a prezzi correnti, che
incorporano cioè la dinamica
dell’inflazione, non fanno piena
luce sull’effettivo andamento
del potere d’acquisto delle famiglie. Infatti, l’evoluzione di
lungo periodo evidenzia una
crescita media annua tra il
e l’ultimo anno dell’orizzonte
previsionale di poco superiore
al %, che si riduce drasticamente ad un tasso medio annuo
dello , % se si misura il reddito
disponibile in termini reali, vale
a dire a prezzi costanti.
a.s.
l Paese, al di là di quanto accaduto negli anni
più recenti, non sembra in
grado di generare tassi di
crescita della domanda interna in linea con quanto
si registra in altre economie industrializzate. Nelle
previsioni che vengono
illustrate nel Rapporto, i
consumi delle famiglie sul
territorio continueranno
a mostrare un profilo di
crescita modesta, con tassi
di variazione che solo nel
saranno in linea con
le dinamiche di lungo periodo. Se si guarda ai consumi unitari (consumi reali
per abitante e per nucleo
familiare), le prospettive
appaiono ancora meno
favorevoli. In particolare
i consumi per famiglia, in
stagnazione dagli anni ’ ,
torneranno a mostrare una
crescita solo nell’ultimo
anno del periodo di previsione. Una situazione destinata a migliorare solo a
partire dall’anno appena
inaugurato.
a.s.
el
l’inflazione italiana,
dopo la forte accelerazione
registrata nel
, ha mostrato
una rapida e decisa tendenza al
rientro attestandosi, nei mesi
estivi, sui minimi degli ultimi
anni. Queste dinamiche, concentrate in un arco temporale
molto limitato, hanno determinato nella media del periodo
una variazione del , %, in linea con gli andamenti sostanzialmente contenuti registrati
nell’ultimo decennio. La tendenza a registrare un’evoluzione
moderata è confermata dagli
andamenti dei primi mesi del
in cui l’inflazione ha mostrato un incremento dell’ , %.
Che l’inflazione sia un fenomeno sostanzialmente sotto controllo è una ipotesi confermata
anche dal confronto tra le dinamiche registrate, da gennaio
a settembre
, dall’indice generale e dalla componente
di fondo. Nell’ultimo biennio sono state le componenti volatili
a guidare il repentino aumento
e la brusca discesa dei prezzi,
mentre la core inflation ha evidenziato una maggiore stabilità
con una progressiva tendenza
a.s.
alla diminuzione.
Rapporti
Foto Y. Papadimitriou_fotolia
Pasti in casa e fuori
Le famiglie italiane
riducono le uscite ma
non rinunciano alla
comodità del ristorante
%
15-21 gennaio 2011
Elettrodomestici e IT
- ,
13
%
+ ,
Non esiste recessione
che abbatta il volume
di acquisto relativo
a questo capitolo di spesa
Interrogativo sulla qualità delle poche liberalizzazioni Intervista – Luca Scandale
Foto Kurhan_stock.xchng
Spese obbligate
troppi aumenti
T
Foto Com Evolution_fotolia
agli alle spese per vacanze,
mobilità e comunicazioni, voci
che pure appaiono nel periodo
le aree a maggior tasso di
sviluppo. Poche o nessuna sforbiciata, invece, ai consumi (meno comprimibili) per l’abitazione (che rappresenta ormai poco meno del % delle spese delle famiglie) e per i pasti
in casa e fuori. Così gli italiani hanno
risposto alla crisi secondo il Rapporto consumi
di Confcommercio.
Dopo la recessione tra il
e il
, infatti, con meno soldi in tasca, hanno ridotto le spese dell’ , %
medio annuo (interrompendo una
tendenza espansiva che durava dal
’ ) e hanno dovuto cambiare abitudini di consumo.
La variazione media annua della
spesa in volume, cioè al netto dell’inflazione, nel periodo
è
stata del + , %, valore che scende
all’ , % se si includono anche gli anni
dal
al
. E la ripresa prevista
nel triennio
, secondo l’as-
sociazione dei commercianti, non
sarà sufficiente a far recuperare alle
famiglie i livelli di consumo precedenti la crisi (soprattutto se non si
sbloccherà la situazione sul fronte
del mercato del lavoro). Le voci più
dinamiche, peraltro, nel triennio
dovrebbero risultare quelle della mobilità, delle comunicazioni e del tempo libero.
Non potendo comprimere i consumi per l’abitazione e la cura del sé
e la salute, che hanno registrato un
moderato recupero, gli italiani hanno ridimensionato le voci “meno necessarie” (tabacchi, abbigliamento,
calzature, mobili, elettrodomestici,
cultura, ricreazione, giornali, libri,
istruzione ecc). La quota destinata
alle spese “obbligate” (come affitti,
manutenzione ordinaria e straordinaria della casa, acqua e altri servizi
per l’abitazione, energia elettrica,
gas, sanità, assicurazioni ecc.) è salita costantemente (soprattutto nel
biennio di recessione) e si prevede
Chi sale e chi scende
La tecnologia
a gonfie vele
turismo male
“T
Foto FHKE_flickr
oglieteci tutto ma non articoli audiovisivi,
fotografici e computer”. Sembra questa,
parafrasando un noto spot, la risposta degli italiani alla crisi. L’analisi di lungo periodo, infatti, ha
evidenziato per gli “elettrodomestici bruni e It” i
tassi di crescita più elevati rispetto a tutte le voci
di spesa dei consumi e dunque anche del capitolo
di cui fanno parte, il tempo libero, che sta assumendo un peso crescente nella spesa complessiva
delle famiglie (dal , % del
all’ , % nel
).
Per la spesa “tecnologica” tra il
e il
il
tasso di variazione medio annuo è stato del %. Grazie al passaggio al digitale terrestre e alla flessione
dei prezzi (- , %), nel biennio
la categoria ha tenuto bene, pur con un rallentamento
(+ , %), dovrebbe confermarsi agli stessi livelli nel
e mostrare ritmi più sostenuti nel
e
.
La crisi ha indebolito, invece, altre voci del
“tempo libero”, che, infatti, nel
ha segnato un - , % e nel
un - , %. Ma la tendenza,
secondo Confcommercio, dovrebbe invertirsi nel
prossimo triennio, il
si ritiene potrà chiudere
già con un + , %.
A soffrire di più la crisi, tra gli altri, viaggi e vacanze (- , %), soprattutto per il calo della domanda dei turisti stranieri (- , %), e abbigliamento e
calzature (visti in modesto recupero nel
). Solida, invece, la crescita dei consumi per la casa e
per la mobilità (mezzi di trasporto e assicurazioni),
riflesso degli incrementi dei prezzi e dei rincari energetici. Agli italiani la crisi ha tolto anche un po’
l’appetito (- , % la spesa media annua). Ma la voce
pasti in casa e fuori casa non è troppo comprimibile: nel
è previsto un calo di minore intensità e
g.d.
per gli anni successivi un recupero.
“Dobbiamo
valorizzare
i nostri
Steve Jobs”
arriverà a quasi il % del totale dei
consumi nel
.
In parte, questa dinamica è legata alla corsa dei prezzi delle spese
obbligate, una volta e mezzo più
veloci dei prezzi di beni e servizi non
necessari (detti anche commercializzabili). Il che, rileva Confcommercio,
pone un interrogativo sulla qualità
delle poche liberalizzazioni finora
adottate nel Paese, che avrebbero
dovuto incidere in particolare sul
primo aggregato.
Ma anche a prezzi costanti, il differenziale tra consumi obbligati e
commercializzabili, nato nei primi
anni ’ , non ha mai smesso di allargarsi. Confcommercio , tuttavia, per
il triennio di previsione confida in una controtendenza rispetto al lungo
periodo, ossia in una più elevata crescita della domanda di beni e servizi
commercializzabili che dovrebbe
progressivamente ridurre il divario.
GIUSEPPE DAPONTE
LUCA SCANDALE
Meno contributi e più sacrifici “D
Passi indietro
dall’istruzione
Foto Stas Perov_fotolia
S
u istruzione e sanità, pubblica
amministrazione e istituzioni
senza scopo di lucro (Isp) concentrano l’ % del proprio contributo ai consumi delle famiglie.
Per questi due servizi, infatti, i
cittadini spendono direttamente
“solo” il % circa dei consumi totali, indirettamente (attraverso
la spesa della pubblica amministrazione e delle Isp) circa il %.
Se, tuttavia, il contributo pubblico nella sanità continua a crescere dal
, nell’istruzione
ha fatto un passo indietro nel
e da allora resta invariato
e, dunque, chiede più sacrifici
alle famiglie. Lo rilevano i dati
sui consumi effettivi delle fami-
glie di cui l’Istat ha diffuso, per
la prima volta, le serie in valore
dal ‘ (l’analisi è in base ai valori correnti e incorpora quindi
anche l’inflazione).
Più in generale, si evince come poco più dell’ % dei consumi sia speso direttamente dalle
famiglie, mentre amministrazioni pubbliche e Isp coprirebbero
il restante %. Di questo, la fetta maggiore è riservata a servizi
sanitari e assistenza (aree in cui
il valore dei servizi è aumentato
in misura più rilevante), anche
per effetto dell’invecchiamento
della popolazione e della frammentazione dei nuclei familiari.
g.d.
i fronte al calo dei consumi di auto, ai danni
ambientali e al rincaro delle assicurazioni, e
visti i profitti nel settore delle tecnologie applicate
alla comunicazione, mi chiedo se convenga seguire Marchionne o non sia meglio valorizzare i nostri
Steve Jobs”. Lo rileva Luca Scandale, economista
dell’Università Lum-Jean Monet di Bari, nell’analizzare il Rapporto consumi
di Confcommercio.
La contrazione dei consumi, effetto della recessione o della situazione italiana e pugliese?
“L’economia oggi è sempre più interconnessa.
La recessione sta avendo effetti devastanti generati dalla speculazione finanziaria. Ma il caso Italia
è peculiare: la nostra crisi è più endogena. E anche
in Puglia la contrazione dei consumi deriva dalla
flessione dei redditi reali. Per ripartire la leva non
sono tanto i consumi quanto la produzione. Mi
preoccuperei di favorire le nuove imprese ad alto
valore aggiunto. Ci vuole una pianificazione sbilanciata e selettiva degli investimenti pubblici”.
Il contributo pubblico nella sanità cresce sempre, nell’istruzione resta al palo. Segno di invecchiamento del Paese?
“Sì, l’Italia è una piramide al contrario. Anziana la testa, poco giovane la base. Ma è grave che
da noi non si investa in formazione, scuola e università. E non si dice che il contributo ai consumi
delle famiglie arriva dal canale previdenziale. Prima o poi la bomba delle pensioni esploderà: una
generazione, dopo la beffa del precariato, rischia
di restare senza pensione”.
Cala la domanda anche nel turismo.
“In Italia, il mercato è in crisi da tempo. Ci hanno
scavalcato quattro nazioni in pochi anni. Ci manca
la competitività delle relazioni, non dei singoli: l’industria turistica è una tipica attività a rete. Si deve pensare anche a cultura e turismo come industrie. Per Tremonti ‘con la cultura non si mangia’.
Per noi, si mangia e si ricava anche il contorno! La
Puglia, invece, sta vivendo una stagione felice. È
apprezzata anche all’estero. Gli aeroporti stanno
facendo un lavoro straordinario, possono essere il
g.d.
vero driver per lo sviluppo regionale”.
14
15-21 gennaio 2011
Imprese&Mercati
L’azienda speciale ha l’obiettivo di implementare il listino dei valori immobiliari
Mercato delle case sott’esame
dall’Aicai un progetto di analisi
H
a preso il via un nuovo progetto analisi del mercato immobiliare. L’iniziativa
è della Borsa Immobiliare della Camera di Commercio di Bari, gestita dall’Aicai, azienda speciale dell’ente camerale. Il progetto ha come fondamento un
processo di stretta collaborazione tra i professionisti del settore immobiliare, in
particolare con coloro che si occupano dell’intermediazione, con l’obiettivo
d’implementare il listino ufficiale dei valori immobiliari con uno studio capillare del territorio.
A tale scopo è stata formalizzata una convenzione con la Facoltà
di Agraria dell’Università degli Studi di Bari al fine di dotare il documento anche dei valori fondiari. Il progetto è molto ambizioso anche perché richiederà la collaborazione di tutti i
protagonisti del settore e sarà unico nel suo genere
in Italia. L’avvio della fase operativa è avvenuto
con il seminario “Il mercato immobiliare: un nuovo
progetto d’indagine ed analisi”, al quale seguiranno
altri incontri, finalizzati all’esplicazione delle fasi del
progetto stesso. I lavori del seminario hanno avuto inizio con i saluti della Dott.ssa Ida Borrelli, coordinatrice
dell’Aicai, e del Prof. V.N. Savino, preside della Facoltà
di Agraria di Bari. Hanno sviluppato l’argomento l’Ing.
A. Mignini, che ha relazionato sulle nuove potenzialità
del listino della Borsa Immobiliare, ed il Prof. C. Acciani,
intervenuto sulla rilevazione ed elaborazione dei dati.
Il progetto nelle sue fasi operative è stato illustrato dal
Dott. Giuseppe Mangialavori mentre le conclusioni sono state tracciate dal Prof. V. Fucilli.
La Borsa Immobiliare è uno dei servizi della Camera
di Commercio di Bari. Lo sportello è un valido strumento operativo nato per essere dalla parte di cittadini, operatori, imprese, istituzioni. L’intento è rendere
più accessibili le informazioni e più chiare le quotazioni, attraverso l’unico listino ufficiale per l’area barese e
le valutazioni effettuate dai suoi periti ed esperti.
I servizi offerti sono la possibilità di sottoscrivere incarichi di vendita e locazione, perizie
estimative, ricevere informazioni professionali e consulenze, consultare il listino ufficiale, aggiornato semestralmente, o la banca dati nazionale.
Sono accreditate alla Borsa agenzie immobiliari di Bari e provincia selezionate in base a requisiti di qualificata professionalità, etica deontologica e correttezza commerciale. Le agenzie
sono coordinate da un comitato di vigilanza e cooperano fra
loro secondo una chiara e prestabilita metodologia, mentre il
comitato di listino è responsabile della redazione del listino ufficiale, un valido strumento istituzionale di riferimento che
fornisce l’orientamento di massima sul valore commerciale degli immobili di Bari e provincia.
Tra le problematiche di stretta attualità oggi in Italia, infatti, quello della casa riveste grande importanza. Si tratti di compravendita o di locazione, i timori e
le esitazioni nel muoversi rappresentano una costante
nell’atteggiamento del cittadino. Parimenti, chi offre i
servizi atti a risolvere questo stato di cose, il più delle
volte non riesce ad arrivare al destinatario.
È al fine di fornire un valido supporto sia per gli operatori iscritti, che per le imprese del settore, che l’ente offre un rilevante contributo per una regolazione
armonica del mercato locale. Attraverso uno Sportello
dedicato all’utenza, presente all’interno del salone della
Camera di Commercio, la Borsa immobiliare provvede a
fornire servizi trasparenti di compravendita, locazione,
perizie estimative e tutte quelle attività di supporto e
di orientamento. Le Agenzie Immobiliari di Bari e provincia accreditate alla Borsa Immobiliare di Bari sono
trentatre e sono selezionate in base ai requisiti di esperienza, correttezza e professionalità.
Foto dinostock_Photoxpress
Specializzato su tessile abbigliamento, partirà il
Foto .shock_Photoxpress
S
pesso quando i mercati sono saturi e le aziende locali e nazionali non tirano più
l’internazionalizzazione è vista come l’ultima
spiaggia a cui ricorrere: si va all’estero per cercare di vendere i propri prodotti dando il colpo
di grazia ad una situazione già critica. Internazionalizzare è un progetto pluriennale e progettare significa analizzare e catalizzare le risorse
umane, finanziarie e tecniche dell’impresa per
giungere ad un giudizio consapevole sulla situazione attuale della propria azienda e sulle sue
potenzialità future. La presenza sui mercati esteri deve essere gestita strategicamente e non
lasciata al caso, pianificando le attività da svolgere e valutando le potenzialità dei vari mercati
e delle risorse a disposizione.
Per questo l’Aicai e l’Ifoc, aziende speciali del-
gennaio
Via al corso di export
per non improvvisare
la Camera di Commercio di Bari, propongono
quest’anno la nuova edizione del Corso Specialistico che sarà dedicato esclusivamente al settore tessile abbigliamento, che avrà inizio il
gennaio
e si svilupperà nei mesi di gennaio
e febbraio.
S’intende fornire ai partecipanti conoscenze e strumenti per intraprendere e sviluppare
un percorso di business all’estero. I destinatari
sono imprenditori, export manager, quadri dirigenti, professionisti del settore e personale
delle aziende che intendono accrescere e perfezionare le proprie competenze nell’ambito
dell’export.
La metodologia didattica predilige l’apprendimento attivo grazie al continuo riferimento
alla pratica ed alla esperienza professionale del
formatore e dei partecipanti anche con l’analisi
di particolari casi di studio. I partecipanti riceveranno materiale didattico e un attestato di
partecipazione.
Il programma sarà sviluppato dal Dr. Luca
Testoni – Dr. Michele Lenoci “La moda italiana,
davvero rischia l’ultima sfilata? Mercati internazionali: opportunità o minaccia?), Dr. Giorgio
Barbon (Management e pianificazione strategica: modelli e metodi per un corretto approccio
all’internazionalizzazione), Dr. Gianfranco Lai
(Marketing: cosa deve fare l’esportatore per avere successo. Opportunità e rischi dell’internazionalizzazione), Dr. Antonio Olivieri (Pagamenti internazionali e assicurazione crediti: strumenti e tecniche di pagamento. Assicurazione
e smobilizzo dei crediti all’export), Dr. Antonio
Olivieri (Trasporti internazionali e assicurazione
merci), Dr. Giuseppe De Marinis (La tutela del
contratto nelle operazioni con l’estero: formalità e procedure legate all’import/export, teoria
generale del contratto e tecniche di redazione),
Dr. Michele Lenoci (Focus Paese d’interesse:
scenario politico, culturale ed economico della
nazione; analisi del contesto geo – economico e
delle opportunità per le PMI del settore tessile
ed abbigliamento).
Per informazioni ed iscrizioni è possibile rivolgersi alle segreterie organizzative dell’Aicai (Via
Emanuele Mola , Bari - Tel.
/
Telefax
/
e-mail: [email protected].
it) o Ifoc (Via Emanuele Mola
Bari - Tel.
/
- Telefax
/
e-mail: [email protected]).
ilPianetaCdcBari
La Camera di Commercio di Bari, allo scopo di fornire all’utente la migliore assistenza nell’esercizio del diritto
ad ottenere informazioni sullo stato di
avanzamento dei procedimenti e delle
pratiche, ha istituito un Ufficio per le
Relazioni con il Pubblico.
UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO
Presidente: Luigi Farace
Primo piano
Orari di apertura al pubblico della C.C.I.A.A.
Tel.
.
/
(Capo Servizio/Responsabile)
Fax
.
/
e-mail: [email protected]
***
A.I.C.A.I.
Presidente: Carlo Maria Martino
Assistenza Imprese Commerciali, Artigiane e Industriali
Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n.
BARI
Quinto piano
Tel.
.
/
Fax
.
e-mail: [email protected]
***
I.F.O.C.
Presidente: Pietro Di Cillo
Secondo piano – Terzo piano
Agenzia di Formazione – Istituto di Formazione
CCIAA Bari
Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n.
–
BARI
Tel.
.
/
.
Fax
.
e-mail: [email protected]
***
S.A.M.E.R.
Presidente: Michele Di Benedetto
Piano terra – Primo piano
Servizio Analisi Chimico-Merceologiche
Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n.
BARI
Tel.
.
Fax
.
e-mail: [email protected]
–
ORARI DI APERTURA SPORTELLI
MATTINA – tutti gli uffici
dal lunedì al venerdì dalle ore . alle ore .
POMERIGGIO – Registro Imprese – Diritto Annuale dal lunedì al giovedì dalle ore . alle
ore .
POMERIGGIO – altri uffici
lunedì e giovedì dalle ore . alle ore .
Interventi
I
mercati finanziari si accaniscono ormai contro l’Europa e i suoi “pigs”, ma la crisi
delle finanze pubbliche, in realtà, si rivela acuta anche oltreoceano. Nella nazione a stelle e
strisce ci sono Stati in condizioni finanziarie davvero preoccupanti, anzi alcuni sarebbero già
in bancarotta se non giungesse
in soccorso il provvidenziale sostegno federale.
California, Alabama, New
York, Illinois, Arizona, Hawaii,
sono questi e altri i singoli governi oggi impegnati a colmare le falle nei bilanci, cedendo
edifici pubblici per riprenderli
in affitto, mettendo in piedi
collette tra i cittadini per evitare la chiusura di biblioteche
pubbliche, facendo uso delle
videoconferenze per risparmiare sulle trasferte, oltre che
riducendo i giorni lavorativi
per i dipendenti statali e in generale diminuendo il numero
dei dipendenti pubblici.
La California del governatore Schwarzenegger sta peggio di tutti, poiché ha chiuso
il
con un deficit di
miliardi di dollari, a cui sono
da aggiungere i preventitati
miliardi del
, in quanto
da una parte si sono ridotte
progressivamente le entrate,
mentre dall’altra sono aumentate ulteriormente le spese. Il
sistema pensionistico presenta un deficit di
miliardi di
dollari, mentre la sanità non è
da meno con un passivo di ben
miliardi!
Per legge negli Stati Uniti i
singoli Stati sono obbligati a
Usa-Europa – Paesi in difficoltà dalla California all’Irlanda
La crisi è globale
nel mondo di “pigs”
ricondurre il bilancio in parità,
sorge perciò la necessità di far
quadrare i conti in qualche modo. In questo senso le strade
percorribili sono fondamentalmente tre: a) aumentare le
tasse, b) tagliare le spese, c)
chiedere aiuto al Congresso
federale.
I vari Stati in difficoltà hanno
già agito in tutte e tre le direzioni, ma i risultati non sono confortanti, soprattutto riguardo
alla terza opzione c’è da dire
che i trasferimenti federali non
sono scontati ma subordinati
alle decisioni della politica...e
secondo le previsioni nel
diminuiranno di ben , miliardi di dollari rispettto al
.
Appare evidente, quindi, che
non c’è solo l’Irlanda che ha bisogno di essere salvata, non ci
sono solo i “pigs” europei, ma
ci sono situazioni di pesante
difficoltà anche oltreoceano:
eppure, nonostante questo,
gli investitori comprano titoli
di Stato USA come salvagente
di fronte alla crisi europea!
L’altro aspetto della questione, inoltre, consiste nel
ARNOLD SCHWARZENEGGER
fatto che lo Stato federale, da
parte sua, non è che sia messo
in condizioni migliori dei singoli Stati che dovrebbe salvare.
Questo è il motivo per cui il
governo centrale si vede costretto a ridurre i trasferimenti
in favore dei governi locali: il
debito pubblico statunitense,
infatti, è una montagna giunta a .
miliardi di dollari,
una cifra pari a oltre il % del
Prodotto Interno Lordo, con
le spese per interessi che toccano i
miliardi di dollari,
ovvero l’ , % del Pil, mentre a
ciò va aggiunto un deficit di bilancio arrivato al % del Pil con
la tendenza ad aumentare nei
prossimi anni.
La Federal Reserve ha iniziato a stampare dollari, come è noto, questo potrebbe
arrecare un certo beneficio
alla situazione economica,
ma non è ricorrendo alla sola
zecca federale che si risolve il
problema. Secondo un’analisi
recente, se la Casa Bianca non
avvierà un percorso virtuoso
per riassestare le finanze corre
il rischio di perdere il controllo
Azioni
È
stato recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero dello
Sviluppo Economico del
settembre
disciplina l’attuazione dell’articolo
del decreto-legge
giugno
, n. , convertito,
con modificazioni, dalla legge agosto
,
n.
, inerente la semplificazione degli strumenti di attrazione degli investimenti e di sviluppo d’impresa.
Il Decreto stabilisce dunque i criteri, le condizioni e le modalità per la concessione delle
agevolazioni finanziarie nella forma di contratti di sviluppo. I Contratti di Sviluppo sono tipicamente finalizzati a favorire la realizzazione
di investimenti rilevanti per il rafforzamento
della struttura produttiva del Paese, del Mezzogiorno in particolare. I contratti di sviluppo
possono essere proposti da una o più imprese.
Una delle novità rispetto a precedenti strumenti – quali i Contratti di Programma – è costituita dalla possibilità per le imprese costituite all’estero di proporre direttamente contratti di sviluppo a condizione di istituire una sede
secondaria con rappresentanza stabile nel territorio italiano nell’ambito del programma di
sviluppo e a mantenerla per almeno cinque anni dalla ultimazione del programma di sviluppo
(tre anni nel caso di piccole e medie imprese).
Sulla base di quanto previsto dal Decreto,
beneficiari delle agevolazioni sono il soggetto
che promuove l’iniziativa (soggetto proponente), e le eventuali altre imprese partecipanti ai
progetti d’investimento (soggetti aderenti).
Ove vi siano programmi proposti e realizzati
da più imprese, il soggetto proponente ne assume la responsabilità verso il Ministero dello
Svilupppo Economico anche in termini di coerenza tecnica ed economica.
La proposta di contratto di sviluppo, la cui
valutazione spetta all’Agenzia nazionale per
l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo
d’impresa (Invitalia spa), deve essere finalizzata alla realizzazione di uno delle seguenti tipologie di programmi:
a) programma di sviluppo industriale: un’iniziativa imprenditoriale finalizzata alla produzione di beni e/o servizi, per la cui realizzazio-
15
sui conti pubblici. Per stabilizzare il debito pubblico, infatti,
ci vorrebbe una riduzione della spesa federale, oppure un
aumento delle tasse in misura
opportuna. Invece, in prospettiva delle elezioni del
,
l’amministrazione Obama sta
facendo l’esatto contrario. Infatti è in discussione la proposta di prorogare sgravi fiscali
per
miliardi di dollari...
La tesi a sostegno di questo
indirizzo è che grazie alla Federal Reserve e ai suoi miliardi di
liquidità l’economia possa ripartire sistemando tutti i problemi, ma gli analisti ritengono
che il risultato di questa politica nel medio e lungo periodo
sarà l’opposto, con una diminuzione dell’occupazione, un
freno della crescita e discesa
dei consumi.
Tutti continuano perciò a
guardare con preoccupazione
verso l’Europa e comprano i titoli del Tesoro USA come benirifugio, ma è invece negli Stati
Uniti che i dati economici rivelano le maggiori difficoltà. Ci
sono ancora determinati punti
di forza a vantaggio degli States, prima di tutto la conferma
che il dollaro rimane la valuta
di riserva mondiale, tutttavia
restano i dubbi su un contesto
che non può essere trascinato
a lungo portandosi dietro tutti
i rischi ad esso collegati.
FRANCESCO ANTONIO
SCHIRALDI
(con la collaborazione
di Michele Loglisci – options
and derivates strategist)
a cura di Iniziativa advisors
Le novità del Decreto del ministero dello Sviluppo Economico
Per i contratti di sviluppo
gli strumenti più semplici
Foto Valentin Mosichev_Photoxpress
ne sono necessari uno o più progetti d’investimento ed eventualmente progetti di ricerca industriale e prevalente sviluppo sperimentale,
strettamente connessi e funzionali tra di loro
in relazione al processo di produzione dei prodotti finali;
b) programma di sviluppo turistico: un’iniziativa imprenditoriale finalizzata allo sviluppo dell’offerta turistica, attraverso il potenziamento e il miglioramento della qualità
dell’offerta ricettiva, delle attività integrative
l’offerta ricettiva e dei servizi di supporto alla
15-21 gennaio 2011
fruizione del prodotto turistico per la cui realizzazione sono necessari uno o più progetti
d’investimento, ed, eventualmente, progetti
di ricerca industriale e prevalente sviluppo
sperimentale, strettamente connessi e funzionali tra di loro in relazione alla definizione di
offerta turistica per il territorio di riferimento;
c) programma di sviluppo commerciale:
un’iniziativa imprenditoriale finalizzata allo
sviluppo del settore commerciale, attraverso il
potenziamento e la qualificazione dell’offerta
distributiva del territorio, per la cui realizzazio-
ne sono necessari uno o più progetti d’investimento ed, eventualmente, progetti di ricerca
industriale e prevalente sviluppo sperimentale
strettamente connessi e funzionali tra loro in
relazione alla definizione dell’offerta distributiva per il territorio di riferimento.
Il programma di sviluppo può prevedere
anche la realizzazione di opere infrastrutturali, materiali e immateriali, funzionali all’oggetto del contratto di sviluppo, con i relativi
oneri posti a carico delle risorse pubbliche.
Per ciascuna delle tipologie di programma
individuate, il decreto stabilisce l’importo
complessivo delle spese e dei costi ammissibili degli investimenti oggetto del contratto
di sviluppo (a parte il costo delle eventuali opere infrastrutturali):
a)
milioni di euro, con riferimento ai programmi di sviluppo industriale ovvero , milioni di euro, qualora tali programmi riguardino esclusivamente attività di trasformazione e
commercializzazione di prodotti agricoli;
b) , milioni di euro, con riferimento ai
programmi di sviluppo turistico;
c)
milioni di euro, con riferimento ai programmi di sviluppo commerciale.
Il Decreto stablisce inoltre l’importo minimo
delle spese di investimento a carico dei soggetti definiti proponenti:
a)
milioni di euro, a parte eventuali progetti di ricerca industriale e prevalente sviluppo sperimentale, con riferimento ai programmi di sviluppo industriale, ovvero milioni di
euro se tali programmi riguardano esclusivamente attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli;
b)
milioni di euro, a parte eventuali progetti di ricerca industriale e prevalente sviluppo sperimentale, con riferimento ai programmi di sviluppo turistico;
c)
milioni di euro, a parte eventuali progetti di ricerca industriale e prevalente sviluppo sperimentale, con riferimento ai programmi di sviluppo commerciale.
Le agevolazioni sono concesse nelle forme e
secondo le intensità previste dal Regolamento
(CE) n.
/
del agosto
.
16
15-21 gennaio 2011
Opinioni
di Vito RAIMONDO
L’ultima polemica generata dalla stampa vicina al Governo
Cachemire anticomunista
diciamolatutta ma D’Alema non lo sapeva
Cachemire e vacanza a Saint Moritz
Così D’Alema tradisce i lavoratori…
MASSIMO D’ALEMA
Il bell’articolo di Oscar Iarussi (“La Gazzetta
del Mezzogiorno” dell’ gennaio) dedicato al
successo strepitoso del capursese Luca Medici (Checco Zalone) ricorda, ad un certo punto,
una formidabile battuta del grande attore Massimo Troisi.
Alla domanda “Lei è un emigrante?” rispose:
“No, qua sembra che un napoletano non possa
viaggiare, può solo emigrare”. Il tutto in perfetto dialetto partenopeo.
Penso che questo episodio calzi per la vicenda
di quel comunistone di Massimo D’Alema che ha
pensato (male, secondo i suoi detrattori) di trascorrere un breve periodo di vacanza nientemeno che a Saint Moritz. È stato, poi, beccato e fotografato con una sciarpa di cachemire al collo.
Apriti cielo! Si sono scatenati i direttori dei
giornali di proprietà del premier “Chi” (Signorini) e “Il Giornale” (Sallusti) oltre a Berlusconi.
“Il dirigente di un partito che è così vicino ai
lavoratori in cassa integrazione o disoccupati
con quale faccia (tosta) va in quel posto in vacanza?” gli è stato rimproverato. E giù lazzi e
sberleffi-Sallusti e Signorini quello sfizio possono toglierselo, ovviamente. Berlusconi neanche a dirlo: una Saint Moritz la trova ad ogni
piè sospinto. O no?
Che brutto spettacolo quello di certa stampa
nostrana!
Cresce il rendimento dei Btp
Così aumenterà il debito pubblico
Non si riescono a comprendere i toni di soddisfazione di certi osservatori economici a proposito dell’ultimo collocamento – il
dicembre scorso – di Btp decennali e triennali pervenuti a rendimenti del , % e del , %.
A parte la capacità dimostrata dal Paese di
collocare il debito pubblico, rimane il dato che
il costo del finanziamento risulta sempre più caro in coincidenza dell’ulteriore incremento dello
spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi.
Insomma, continuerà ad aumentare il debito
pubblico. Il che non è proprio il miglior prologo
per la problematica vicenda economica pubblica del
.
venzione dell’evasione fiscale e alla Prestigiacomo uno per prevenire i disastri ambientali
e, magari, alla Federazione Calcio un piano
anti-risse?
Ma dove l’hanno pescato questo ministro
perlomeno ilare che ricorda il Catalano di
“Quelli della Notte”?
La campagna subliminale
di Silvio Berlusconi
Il ministro Paolo Romani
sulle orme del Catalano arboriano
Il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo
Romani, essendo amico stretto di Silvio Berlusconi, pensa, forse, di imitare il premier tentando di camminare sull’acqua!
A proposito della Responsabilità Civile
sull’auto, ha parlato di tagli tariffari del % a
fronte di un ulteriore aumento, nel
.
Sapete qual è lo strumento individuato? “L’istituzione di un sistema di prevenzione delle
frodi”.
Mi chiedo: se ciò è possibile, perché Romani
non suggerisce a Tremonti un sistema di pre-
SILVIO BERLUSCONI
Silvio Berlusconi grida ai quattro venti che il
Paese non può permettersi il lusso di andare a
votare anticipatamente e, intanto, di soppiatto
introduce la campagna elettorale.
Oltre alle apparizioni nelle sue TV, giorni fa, è
approdato sulle colonne de “La Gazzetta dello
Sport” e i colleghi della “rosea” si sono prestati: diciamola tutta!
Due vistosi messaggi più che subliminali. In
prima pagina campeggiava il titolo: “Io voto
Antonio”, riferito a Cassano. A seguire (pag. )
“Silvio slow. Lezione di un’ora. Milan che vince
fa bene al Paese”.
Inutile aggiungere qualcosa!
La vera campagna acquisti
del premier: Torregiani
PAOLO ROMANI
Mentre i suoi ministri – La Russa in testa –
sferrano feroci attacchi all’ex presidente del
Brasile, Lula, che ha negato l’estradizione
dell’assassino italiano Cesare Battisti, il no-
“Non vi offendo, perché io non vi ho insultato, ma vi ho descritto”
Il casi della vita. Il destino. Filippo Melchiorre,
fervido consigliere del Comune di Bari, qualche
giorno fa, percorrendo i corridoi dell’Ufficio Anagrafe si è trovato di fronte ad una coppia che
desiderava sposarsi.
Detto fatto. Melchiorre ha controllato le carte e ha agito, secondo legge. Nel frattempo,ha
scoperto che l’uomo è, nientemeno, il vice presidente del colosso russo del gas Gazprom e lei
una connazionale sociologa.
C’è qualcuno che – una volta andati via gli
sposi - lo ha sentito imprecare: “Proprio a me
doveva capitare di unire in matrimonio due
eredi di Stalin!”. Ricordiamo che l’officiante
proviene da An i cui antenati vedevano come il
fumo negli occhi gli eredi dei bolscevichi.
Comunque, si tranquillizzi il buon Melchiorre: il suo grande capo (il premier) è molto amico del diretto referente dello sposo, Putin.
Non gli arriverà nessun rimbrotto. Anche
questa è globalizzazione. Ce ne fossero altri di
questi buoni esempi.
Vito Raimondo
DICIAMOLA
TUTTA
Vito Raimondo
V
o
DICIAMOLA TUTTA
Un giornalista
racconta
e le loro malizie...
VIP
i
Quelle nozze celebrate
da un consigliere ex An
Indro Montanelli
In libreria
DICIAMOLA
TUTTA
stro premier, conscio dei danni che potrebbero derivare alla nostra economia a causa di
un eventuale embargo sollecitato dagli iscritti al Pdl nei confronti di un Paese in cui molti
Gruppi industriali nostrani (Telecom, Fiat e
altre) operano da anni con grandi risultati economici, ha deciso – sotto la spinta della sua
cara amica Daniela Santanchè – di incontrare
Alberto Terregiani, in carrozzella dal
per
colpa di Battisti.
Uno spot fantastico da tycoon eccelso. E lì
Berlusconi ha dichiarato: “Con Brasilia i rapporti sono solidi”. Ha zittito così i suoi improvvidi
ministri e, nel contempo, ha guadagnato un
parlamentare alla sua causa nel prossimo Governo: il paralitico Torregiani che, di corsa, ha
inneggiato alla frase del premier: “Non mi sento più solo. Mi ha capito e dato maggior fiducia
aver sentito la sua sincera volontà di far sì che la
giustizia venga attuata”.
Benvenuto nel Pdl, Torregiani!
conta
Un giornalista race le loro malizie...
i VIP
Rubriche
15-21 gennaio 2011
17
segue dalla prima
Serve coraggio per eliminare...
famiglia (blocco retributivo nel pubblico impiego, persistenza di cassa integrazione, impoverimento di alcuni settori della società, vincoli del
patto di stabilità interno). Se partiranno invece
i cantieri di alcune grandi opere infrastrutturali
già finanziate (stradali, idriche, portuali, ferroviarie, aeroportuali) e l’edilizia pubblica anch’essa già finanziata – insieme alle opere minori
coperte da risorse già disponibili di Comuni e
Province, e ad alcune vaste lottizzazioni in città
come Bari – tutte le filiere collegate al comparto
delle costruzioni potrebbero trarne giovamento
anche sotto il profilo occupazionale.
Il turismo dovrebbe proseguire la sua crescita
sia pure diseguale fra le sei province – Capitanata e Salento resteranno ancora in testa per arrivi
e presenze rispetto tutti gli altri territori – apportando benefici ormai apprezzabili in termini
di pil, con il trascinamento della domanda di una
vasta gamma di beni e servizi.
La Regione potrebbe accelerare la sua spesa,
conoscendo già ora la liquidità iniettabile nel sistema, pari a poco più di , miliardi di euro – al
netto cioè di quella imponente per la sanità – e,
con il Piano del lavoro, ulteriore impulso sarebbe impresso dall’Ente all’innalzamento dei livelli
occupazionali.
Ma diciamoci con franchezza tutta la verità: il
per l’economia pugliese sarà in gran parte
quello che tutti noi faremo in modo che sia. Se
ci limiteremo infatti solo a secondare con vecchi
comportamenti i trend provenienti dall’esterno,
potremo anche crescere, ma ciò avverrà a tassi
contenuti. Dobbiamo invece – lo dicevamo all’inizio – compiere un salto di qualità nel nostro modo di agire: dovremmo snellire, ad esempio, tutti
gli iter burocratici nella pubblica amministrazione (ma non solo in essa), razionalizzare il lavoro
collettivo ovunque esso si svolga, aggredire con
consorzi e reti di imprese nuovi mercati, destagionalizzare ancor più il turismo con politiche di
allotment, attrarre con progetti qualificati investimenti di grandi capitali, come ad esempio quelli di
alcuni Fondi sovrani, o altre aziende multinazionali con azioni di scouting che la Puglia – unica fra le
Regioni italiane – può sostenere con incentivi che
altre non hanno, cominciando peraltro a sbloccare – per quanto di competenza locale – quelli fermi
da anni come il rigassificatore di Brindisi, la statale
, l’ammodernamento della raffineria dell’Eni
Refining&Marketing a Taranto e la riconversione
a metano della sua vecchia centrale elettrica, oggi
funzionante ancora ad olio combustibile.
Ma lo dobbiamo volere – si diceva – superando pigrizie, vecchie abitudini, luoghi comuni e
autoindulgenze, smettendola di addossare sempre e soltanto al ‘nordismo’, al Senatore Bossi e
al Governo responsabilità che sono e resterebbero (quasi tutte) soltanto nostre.
FEDERICO PIRRO
docente di Storia dell’Industria nell’Università
di Bari e di Politiche economiche territoriali
nell’Ateneo di Lecce.
leNewsdaTerritorioeImprese
inviate le vostre notizie a [email protected]
PUGLIA
Piano Straordinario per il Lavoro:
Regione contro la disoccupazione
È stato presentato il Piano Straordinario Lavoro
della Regione
Puglia per affrontare la grave situazione regionale in materia di disoccupazione e di salvaguardia dell’occupazione esistente: sono state
previste risorse per
milioni di euro distribuite su linee di intervento, declinate a loro volta in interventi che interesseranno circa
.
potenziali destinatari. Il governo regionale ha voluto fornire
una risposta immediata a una situazione sempre più difficile e insostenibile: nel terzo trimestre del
il tasso di disoccupazione regionale,
secondo la rilevazione Istat, è del , %, sale al % per le donne. Ancora più gravi i recenti dati forniti dall’Istat per la disoccupazione giovanile in Italia salita a novembre al , %, il dato più elevato dal
.
Principi Attivi 2010:
pubblicata graduatoria
È stata pubblicata la graduatoria definitiva dei progetti ammessi
alla valutazione di merito del bando “Principi Attivi
” della Regione Puglia. La graduatoria è stata approvata, insieme con l’elenco
definitivo dei progetti non accoglibili ed esclusi dalla valutazione
di merito perché non rispondenti ai requisiti richiesti dal bando.
Presentato il piano di riordino
della rete scolastica pugliese
“Abbiamo compiuto scelte che non ferissero al cuore il diritto
alla scuola e all’apprendimento e il diritto delle comunità ad avere
nella scuola l’architrave del tessuto civile, perché la scuola è il più
importante presidio di democrazia e legalità”.
Lo ha detto il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, presentando, insieme all’assessore competente, Alba Sasso, il piano
di riordino della rete scolastica per l’anno scolastico
/
, approvato in giunta. Il piano presenta importanti novità per il mondo
della scuola in Puglia (
le scuole per una platea di
mila studenti) non solo da un punto di vista metodologico ma anche da un
punto vista contenutistico e di merito.
Bari-Palese: in autunno
all´aeroporto con la metro
L’assessore regionale ai Trasporti Guglielmo Minervini ha sottolineato che in merito al collegamento ferroviario tra la stazione centrale
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di Bari e l’aeroporto Karol Wojtyla i lavori procedono più velocemente
del previsto e sono giunti nella fase di posa dei binari. Il collegamento, secondo Minervini, si materializzerà per l’autunno di quest’anno,
con largo anticipo rispetto ai primi sei mesi del
, periodo in cui
Ferrotranviaria doveva chiudere il cantiere. Il “risultato eccezionale”
ottenuto nel
da Aeroporti di Puglia – più di milioni di passeggeri nei tre scali della regione – imprime un’accelerata lungo la strada
che porta al “potenziamento delle infrastrutture” e verso l’organizzazione di “servizi migliori tra le aerostazioni e le città”.
Promozione prodotti agroalimentari:
ok al programma regionale 2011
Approvato dalla Giunta regionale il Programma delle attività di educazione alimentare e di promozione dei prodotti agroalimentari
pugliesi di qualità, valido per l’anno
, con l’obiettivo di valorizzare e sostenere detti prodotti (DOP, DOC, IGT, IGP, biologici, tipici
e tradizionali), con particolare riguardo al progetto del marchio collettivo “Prodotti di Puglia”. È inoltre prevista la partecipazione del
sistema delle imprese agroalimentari pugliesi alle principali manifestazioni fieristiche specializzate, in Italia e all’estero. Il Programma
sarà realizzato in regime di convenzione con l’Unione regionale
delle Camere di Commercio Puglia è sarà operativa la convenzione
già stipulata fra Regione, Unioncamere Puglia e Veronafiere. Saranno infine stipulati protocolli d’intesa con i partner storici quali il
CIHEAM – IAM Bari, lo Slow Food Puglia, il Movimento Turismo del
Vino Puglia e l’Associazione Italiana Sommelier Puglia e una convenzione con l’Istituto per il Commercio Estero.
BASILICATA
Provincia di Potenza:
bilancio di previsione 2011
Innovazione e concretezza per una Basilicata connessa, competitiva e solidale, capace di guardare al futuro. Sono i punti di
forza di un bilancio coerente con gli impegni assunti e con il programma di mandato, nonostante l’insostenibile taglio ai trasferimenti statali di milioni e
mila euro che viene recuperato
senza aumentare le tasse. La proposta di bilancio
, cui è allegato il piano annuale e triennale delle Opere Pubbliche, è stata
adottata dalla Giunta provinciale ed approderà nelle prossime
settimane in Consiglio per l’approvazione, puntando su tre punti
fondamentali e azioni ad essi connessi: riduzioni dei costi ed innovazione; viabilità, edilizia, patrimonio e rifiuti; identità, cultura,
turismo e formazione.
Censimento dell’agricoltura:
incontro Ordine Agronomi Matera
Si è tenuto martedì scorso nella sede dell’Ordine dei dottori
Agronomi e dottori Forestali di Matera l’incontro fra il Consiglio
dell’Ordine e i Coordinatori Intercomunali del Censimento Agricoltura appartenenti alla categoria per discutere dell’esperienza
di Censimento che sta volgendo al termine. Un’esperienza che
sta permettendo di censire le aziende agricole del territorio
nazionale per riaggiornare la situazione agricola in Italia. Nel
corso della riunione sono stati discussi gli aspetti professionali
che hanno consentito di svolgere tale esperienza evidenziando
eventuali proposte necessarie a migliorare l’interazione professionisti/Istituzioni.
Acquedotto Lucano 2010:
appalti ed energia rinnovabile
Assemblea dei soci di Sel
per autosufficienza energetica
L’assemblea ordinaria dei soci di Acquedotto Lucano ha approvato la relazione sulle attività e sugli investimenti e la modifica statutaria. Nella relazione il direttore generale, Gerardo Marotta, ha
illustrato il lavoro svolto nel corso del
da Acquedotto Lucano:
la Società si è confermata la prima stazione appaltante della Basilicata e una delle prime nell’intero panorama meridionale. Ammontano, infatti, a circa
milioni di euro i lavori per i quali sono state
definite o sono in corso di definizione le procedure di aggiudicazione che corrispondono ad oltre
mila giornate uomo di lavoro.
Il
è stato anche l’anno della scelta di Acquedotto Lucano di
investire nella produzione di energia alternativa per far fronte agli
elevati costi sostenuti per il funzionamento degli impianti indispensabili alla gestione del Servizio Idrico Integrato. A maggio, infatti,
è stato attivato il primo impianto a fonti rinnovabili: la centralina
idroelettrica nel serbatoio di San Giuliano a Brienza (PZ).
Ridefinire gli investimenti per gli anni
e il
per meglio
proseguire il percorso avviato verso la sostenibilità e l’autosufficienza energetica regionale: sono questi i temi affrontati e approvati dall’assemblea dei soci della Società Energetica Lucana (Sel).
In questi anni di gestione, la Società ha definito numerosi accordi
con gli enti pubblici lucani, ha svolto nelle scuole attività di educazione alla sostenibilità e soprattutto ha garantito servizi e di management energetico valle pubbliche amministrazioni regionali. Tra
questi: l’acquisto aggregato di energia elettrica per economizzare
le forniture energetiche degli Enti Pubblici della Regione grazie al
quale è stato possibile realizzare un risparmio annuale di circa
mila euro; un Piano per la costruzione di impianti fotovoltaici sugli
ospedali; la gara per l’acquisto aggregato di gas per le utenze pubbliche della Basilicata; il monitoraggio ed il controllo nella vendita
delle royalties gas.
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15-21 gennaio 2011
Itinerari
Foto Michele Cannone_flickr
Sono le più grandi d’Europa: una fascia lunga venti chilometri
Noi viaggiatori estasiati
nel bianco delle saline
Vos estis sal terrae, disse Gesù agli apostoli. (Matteo
In omni oblatione tua offres sal. (Levitico : )
Angela Corcelli (Università Bari)
“Margherita di Savoia
miniera per la scienza”
L
e acque madri delle saline di Margherita di Savoia sono una “miniera” alla quale attingere
per la produzione di farmaci, cosmetici o addirittura per la memoria dei computer al posto del silicio.
La professoressa Angela Corcelli del Dipartimento di Biochimica Medica, Biologia e Fisica Medica (Università di Bari), diretto dal prof. Sergio
Papa, si dedica alla ricerca nella “miniera” delle
saline in collaborazione con il prof. Aharon Oren
della Hebrew University di Gerusalemme, del Cnr
di Lecce e ATIsale di Margherita di Savoia. Del
frutto delle ricerche è costantemente informata
la comunità scientifica internazionale di biologi,
microbiologi, biotecnologi e fisici che potranno
anche disporre, per eventuali brevetti, di ceppoteche di microrganismi isolati nelle saline di Margherita di Savoia.
Le acque madri sono quelle che rimangono
nelle vasche di decantazione dopo la raccolta
del sale. Creano paesaggi di straordinari contrasti con le colline di sale nell’azzurro di cielo
e mare. Rosse come rame vecchio e immobili,
sprezzanti persino delle brezze marine, quelle
acque sembrano mortifere. Eppure, nonostante
l’alta concentrazione di cloruro di sodio vicino
al limite di solubilità, pullulano di microrganismi
alofili archeali della famiglia delle Halobacteriaceae, detti anche archeobatteri: almeno dieci
milioni di cellule per millimetro di acqua. Sono
loro a conferire alle acque madri il caratteristico
colore per i pigmenti derivati del beta-carotene,
presenti nelle loro membrane. La biomassa che
sboccia nelle saline (ospitano anche l’alga Dunaliella di color arancione), rappresenta il primo
anello della catena alimentare di questi ambienti da cui dipendono l’artemia salina, il minuscolo
crostaceo di cui si nutrono i fenicotteri facendoli
diventare rosa.
E
sale sia.
Andiamo, “curiosi viaggiatori”, a vederlo nelle saline di Margherita
di Savoia, in provincia di Foggia. Sono le più grandi d’Europa insistendo su una fascia lunga venti chilometri per una profondità massima
di cinque. La produzione media annua di sale è di circa sei milioni di quintali,
milioni le confezioni di sale che arrivano ogni anno nelle nostre
case. Hanno una superficie evaporante di .
ettari e una salante di
ettari. La prima serve per portare le acque del mare a saturazione che si
raggiunge alla temperatura di ° C riducendo l’acqua di circa / del suo
volume iniziale. Il periodo più favorevole per questo procedimento è, ovviamente, quello estivo.
La zona salante è continuamente alimentata con acqua satura preparata nella zona evaporante. Le saline erano conosciute già nel III secolo
a.C. e si estendevano in parte del lago Salpi sulle cui sponde fu fondata dai
greci Salapia. La città dovette essere abbandonata e ricostruita (dai Romani) più all’interno, perché invasa dalle acque palustri provocate da uno
straripamento del Carapelle. Le acque malsane e malaria condannarono,
però, anche quella nuova città e nel XVI secolo Salapia fu definitivamente
abbandonata al suo destino.
, - )
Nel XII secolo i templari di Barletta s’impossessarono della zona definita
“Casale di Sancta Maria de Sailinis”, ma anche loro, nonostante l’importanza del commercio del sale, dovettero abbandonare la zona, a causa
della malaria. Nel
il territorio fu di nuovo popolato. Gioacchino di
Murat nel
dette al “Casale” un’amministrazione civica indipendente
e le saline ebbero un direttore, con potere di sindaco.
Nel
Carlo Afan de Rivera bonificò buona parte del lago Salpi.
Il nome Margherita di Savoia fu scelto dagli abitanti di quella parte della
Puglia ed elessero anche un loro sindaco. Si era nel novembre del
.
Quando poi si scoprì che a Margherita di Savoia c’erano anche bacini termali di grandi capacità terapeutiche, la città del sale fu conosciuta in Italia
e all’estero. È per il sale in zucca d’alcuni docenti e operai in pensione, “Gli
amici del Museo” che a Margherita di Savoia è stato allestito in una torre
del ‘
il Museo del sale.
Sia pur piccolo è grande per far rivedere, e ricordare, dalle fotografie
dell’epoca, gli attrezzi dei quali si servivano gli operai. Così pale di legno,
picconi, cesti di vimine, scarpe chiodate, blocchi di sale a strati, raccontano delle fatiche, delle tradizioni, di un intero paese dedito al sale dal quale
aveva sostentamento.
L’excursus – Da Plinio a Plutarco, elogi costanti nella storia
La giusta riabilitazione per il sale
simbolo di saggezza e serenità
N
ulla si cucina di buono senza il sale. Senza
il sale molti cibi andrebbero a male, senza
sale niente baccalà, la pizza napoletana sarebbe
scipita, e quale il sapore di una parmigiana o di
un’insalata, o del pane o di un piatto d’asparagi,
che sapore le olive senza la salamoia o un pesce
arrostito sulla brace?
E poi il sale è indispensabile per l’organismo
umano e animale perché nella traspirazione perdiamo buona parte dei sali del nostro corpo e se
non li reintegrassimo con il cloruro di sodio, ma
ce ne incoglierebbe.
Nella preistoria si riuscì ad allevare alcuni animali approfittando della loro necessità di sale
che trovavano là dove l’uomo aveva urinato. Di
qui a spargere sale in alcuni posti circoscritti, attirarvi gli animali e poi chiuderli in recinti, non ci
volle molto genio.
Rendiamo allora gli onori dovuti al sale che di
storia ne ha da raccontare. Plinio lo paragonò al
sole e Plutarco lo pose al pari del pane, “di modo che potendo vivere gli uomini di solo pane
e sale, uno stesso tempio fu eretto a Cerere e
a Nettuno.
Sale simbolo di saggezza e di dottrina evangelica, di discrezione, di pace e di serenità. Ebbe
tale e tanta importanza nell’antichità e non solo
come alimento che in suo nome si fecero guerre
ed era dato in dono agli dei.
Gli Israeliti lo usavano nei sacrifici, perché simbolo d’eternità e di alleanza con Dio.
Per il sale nel
a.C. si pagavano tasse...
salatissime che i Giudei chiamavano “ghavel”,
cioè legge iniqua e si crede quindi che da quella
fraBoschi,SentierieTorrenti
Novoli intorciata e focàra
* Fischi e fischietti, maskere e suene per Sand’Anduene, maschere
e suoni per Sant’Antonio Abate a Rutigliano. Giorni di festa, organizzati dagli Assessorati Cultura e Turismo del Comune di Rutigliano per
annunciare il Carnevale alle porte e per onorare il taumaturgo protettore degli animali e degli ammalati di herpes zoster, detto fuoco
di Sant’Antonio.
La festa comincia il gennaio e sino al dello stesso mese tante
le iniziative che non mancheranno di attirare i “curiosi viaggiatori”
estimatori dei fischietti di terracotta.
Il dalle , alle , mostra mercato nelle stradine del Centro
Storico, la domenica successiva dalle , alle , , sempre negli
stessi posti, mostra dell’artigianato rutiglianese della terracotta. In
questa occasione le strade saranno animate da artisti girovaghi, da
musicisti folk e i visitatori troveranno punti di ristoro dove gustare
dolci, biscotti, braciole, vino e altre delizie della cucina locale. Nel
programma anche il concorso nazionale tra artigiani del fischietto.
*A Novoli (Le) la devozione per Sant’Antonio Abate, detto l’Orologiaio per gli orologi donati dai devoti e attaccati alla sua veste, è
rappresentata dall’intorciata e della focàra. E allora ecco dal al
gennaio tre giorni di fuoco con l’intorciata, lunga quanto emozionante processione al seguito della statua del santo, durante la quale devoti o gli adepti delle confraternite, portano enormi ceri. L’aspetto
più spettacolare dei festeggiamenti resta la focàra: un enorme torre
di fascine di tralci di vite per raccogliere le quali si è cominciato a
lavorare nei mesi scorsi: non meno di persone sono coinvolte per
preparare la focàra alta metri ed è composta da almeno
mila
fascine. A predisporla sono pignunai da pignu per la forma di covone
che ha. È così grande la focàra che la processione è fatta passare dentro una galleria realizzata alla base della pira.
* Musica, piatti tipici a Roseto Valfortore illuminato dai falò in onore di Sant’Antonio. Il paese accoglierà oltre
equipaggi di camperisti che assisteranno all’evento. Ogni vicolo e piazza del borgo,
saranno preparati i falò artistici che concorreranno all’assegnazione
dei premi dedicati alla manifestazione. Attorno ai falò, e nello stand
enogastronomico della Pro Loco con tavolini e posti a sedere, sarà
possibile degustare le pietanze della tradizione rosetana.
parola ebraica sia derivata la nostra altrettanto
odiata gabella.
I Romani per il sale realizzarono una grande
strada, la Salaria. Scrisse Cassiodoro, prefetto
del pretorio d’Italia nel VI secolo al tempo dei
Goti: “Ben può esser l’oro meno cercato da taluno, ma non vi ha alcuno che non desideri il sale,
al quale devesi ogni cibo più grato”.
Venezia costruì sul sale la sua grandezza mercantile.
Per molto tempo (e tanto tempo fa ormai),
il pane lo s’impastò con l’acqua di mare che veniva raccolta in botti trasportate da carretti e
venduta casa per casa.
Con l’acqua marina si salava il pane sempre
al punto giusto e si risparmiava sull’acquisto
del sale.
Parco Nazionale del Gargano
Oasi Lago Salso
natura intatta
L’
Oasi Lago Salso è a breve
distanza dalle saline in territorio del
Comune di Manfredonia e insistendo nel Parco Nazionale del Gargano. È
una delle zone umide di Capitanata, tra le più importanti
dell’Italia Meridionale. L’Oasi
di
ettari è, infatti, di elevato valore naturalistico, formata da un alternarsi di specchi
d’acqua e folti canneti, in tre
vasche arginate di profondità
variabile da
a
cm, a seconda del livello stagionale e
delle esigenze gestionali.
Nell’Oasi di Manfredonia
(come
pure nelle saline)
gli ornitologi, e
purtroppo anche
i bracconieri, hanno catalogato diverse specie
di uccelli migratori. E quando
nelle vasche delle saline, in primavera, è cambiata l’acqua,
per alcune settimane si forma
un’immensa distesa di fango
con granchietti, vermetti e larve ghiotto pascolo per ingrassare gli uccelli limicoli. Info:
. .
Sanità
15-21 gennaio 2011
19
Il caso – L’ANDID: “Nuova cura per cibo e salute”
Sprechi alimentari
una questione etica
L
e feste dello spreco. Confermato anche per quest’anno,
nonostante la crisi.
Dei , milioni di tonnellate di alimenti freschi e consumabili, imballaggi compresi, che, ogni anno, finiscono
nelle pattumiere degli italiani, nove
tonnellate ( % di natura organica) si
concentrano tra dicembre e gennaio
(
kg. a testa: .
calorie gettate,
ogni giorno).
Il loro valore complessivo sfiora
miliardi €, circa % del PIL.
Si butta il % del pane, % di pasta, % di carne, % di frutta, % di
verdura: cibo ancora buono.
Le persone che potrebbero essere
sfamate con il cibo (ancora utilizzabile) buttato, sono
milioni.
Ma lo spreco non è solo quanto si
butta inutilmente nella spazzatura
ma anche nell’esagerazione di consumo.
“Un attentato ad ambiente, salute, risparmi, alla propria vita. Se si
vuole esorcizzare la paura del futuro – dice la presidente dell’associazione dietisti ANDID, Giovanna Cecchetto – si scelgano altre vie, non
quella dello spreco a tutti i costi,
programmato, pianificato con lucidità mesi prima.
Questa tendenza allo spreco non
sente ragioni, economiche o scientifiche. È in crescita perché il nostro
stile di vita sta inesorabilmente cambiando. E, mentre oltre milioni di
italiani vivono sotto la soglia di po-
vertà relativa, si buttano al macero
cibi buoni (nel % dei casi se ne sono comprati troppi, nel % perché
allettati da offerte”).
Il cibo gettato è anche problema
ambientale, sociale ed economico.
Per produrre il cibo finito nella
spazzatura sono serviti più di un
quarto dell’acqua consumata e
milioni di barili di petrolio.
“Di fronte a questi dati vogliamo
invitare – dice Stefania Vezzosi, componente direttivo ANDID – gli italiani a ritenere “regola etica” il “non
sprecare” cose tangibili, come cibo,
e beni più immateriali, come tempo
e salute, ed imparare ad acquisire atteggiamento di cura verso il cibo e il
suo acquisto”.
Foto Koriolis_Photoxpress
Adottata una “Scheda Sanitaria” per gli under
Indagine del prof. Santamato (Di Venere, Bari)
C
S
Adolescenti e la salute La Sclerosi multipla
c’è il modello siciliano una sofferenza sociale
rescono, i ragazzi crescono e diventano
adolescenti. Chi deve seguirli dal punto di
vista medico?
Attualmente essi sono affidati al Pediatra di
Famiglia (fino ai - anni) ed al Medico di Medicina Generale (dai ai anni in poi).
La fase di transizione, dall’adolescenza all’età giovane adulta – dice il dr. Piernicola Garofano (Palermo) – ingloba pazienti con malattie
croniche endocrine, esordite in età pediatrica e
che permangono nelle età successive. La transizione, realtà assistenziale complessa, richiede
cultura specifica e programmazione sanitaria
compiuta. Mancano cultura specifica allargata
agli amministratori e luoghi stessi della transizione che, spesso, diventa realtà disattesa od
omessa il cui peso ricade anche economicamente sulle famiglie ed è quantificabile fino a
euro al mese.
“Si impone la sperimentazione di modelli
applicabili per formare ed attivare servizi per
l’adolescenza”.
Foto Ivan Hafizov_Photoxpress
La Regione Sicilia ha adottato la “Scheda
Sanitaria Adolescenziale”, strumento, unico in
Italia, di raccolta dei principali dati sulla salute
dell’adolescente, mezzo di comunicazione tra
famiglia, pediatra ed altri operatori sanitari,
dispositivo di razionalizzazione e verifica degli
interventi sanitari sull’adolescente.
offerenze invisibili sopportate in proprio anche
economicamente e trascurate dalla società.
Nel mondo milioni di persone e, in Italia,
mila ( .
nuovi casi l’anno) sono colpiti dalla
sclerosi multipla (SM), malattia infiammatoria del
sistema nervoso centrale a decorso cronico che
provoca inabilità fino, spesso, alla sedia a rotelle.
Il costo sociale annuo è di miliardi e mezzo e
– secondo indagine del prof. Vito Santamato (primario neurologo ospedale Di Venere, Bari Carbonara) – .
€ (con modulazioni per gravità)
quello individuale. Il % dei malati è pensionato
( % pensione di anzianità), % ha abbandonato
il lavoro.
Un’indagine a livello europeo (Barometro della
European Multiple Sclerosis Platform) sottolinea
le lacune assistenziali per i pazienti.
È emerso un divario tra i
Paesi in termini di
accesso alla cura e al trattamento. I risultati migliori, quest’anno, in Austria, Germania e Islanda.
L’accesso a trattamento e terapie vede al quarto posto l’Italia dove l’ % dei pazienti riceve
trattamento sintomatico, il % ha accesso a cen-
L’ % degli italiani cerca su internet informazioni mediche
tri di riabilitazione (il rimborso copre - % dei
costi), è legalmente possibile mantenere il posto
di lavoro e c’è un fondo pensioni in caso di prepensionamento da disabilità.
Nonostante non vi sia una cura, la patologia
è, ora, più gestibile da parte dei pazienti grazie
ai farmaci modificanti il decorso della malattia.
Ma meno del % dei pazienti, in Europa, li utilizzano: in Italia, pazienti su
ed il costo è
rimborsato.
Ma questi farmaci, tutti somministrati per iniezione quotidiana, necessitano di accurata gestione degli eventuali effetti collaterali. Per questo,
il % dei pazienti non è costante nella terapia a
lungo termine. Gli stessi farmaci via orale sono
usati in Stati Uniti, Russia e ed Australia. Ma, in
Europa – dice il dr. Antonio Messina, amministratore delegato Merck Serono (Società con vendite
per , €; un miliardo€ in Ricerca e Sviluppo, nel
) – essi sono in valutazione da parte delle
autorità competenti. Dopo l’approvazione, per
la rimborsabilità, necessitano, in Italia, - mesi,
altrove non più di tre.
Foto dinostock_Photoxpress
Antibiotici sotto accusa
tra ricerca ferma e abusi
S
peranze deluse, illusioni perdute. Rischiamo di perdere definitivamente la lotta contro i batteri che, con gli antibiotici, credevamo aver vinta.
È aumentato il numero dei ceppi di germi resistenti e ricerca e la
disponibilità di nuovi ed efficaci antibiotici si è quasi nulla mentre
usiamo male quelli disponibili.
È di
milioni di euro la spesa evitabile del
legata a consumi e costi non appropriati degli antibiotici.
Disponiamo di
antibiotici e la ricerca di nuovi antibatterici si
è, quasi completamente, fermata da anni a questa parte.
Le resistenze sono state, in gran parte, indotte dal consumo inappropriato ed eccessivo di antibiotici e questo minaccia di farci
restare senza cura per le infezioni le più banali.
Alcuni germi patogeni importanti hanno già sviluppato livelli di
antibioticoresistenza che sfiorano il
% e si profilano cosiddetti
superbatteri come NDM- (New Delhi Metallo-beta-lactamase- )
già presente in Europa.
Uno studio dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) vede l’Italia
è ai primi posti in Europa per consumo di antibiotici e registra particolare aumento di consumo ospedaliero. Costituita, in novembre
– dice il prof. Rasi, direttore generale AIFA – una task force
transatlantica per affrontare a livello globale il problema resistenze.
Circa - % del ricorso agli antibiotici, si ha in medicina generale
e, tra le prime cause di prescrizione, vi sono malattie delle prime
vie aeree causate spesso da virus su cui gli antibiotici non hanno
efficacia. Negli Usa, .
morti per anno, in ospedale, sono da
infezioni da batteri resistenti.
“La sospensione precoce della terapia – dice Rasi – è tra le principali cause di sviluppo delle resistenze, perché uccide i batteri più
deboli e ‘’seleziona’’ quelli più forti. Evitare il “fai da te”. Gli antibiotici, per esempio non sono indicati per raffreddore o influenza:
assumerli mette a rischio la salute favorendo lo sviluppo di germi
resistenti”.
Il sovrautilizzo improprio di antibiotici causa seri rischi alla salute
ed anche un eccesso di spesa per il SSN (spesa per antibiotici, nel
, circa .
milioni €)
Lo studio ha mostrato differenze regionali nel consumo: valori
meno elevati in Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Valle d’Aosta,
la P.A. Trento e di Bolzano con , dosi giornaliere ogni
abitanti e più elevati in Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia e Campania
con , ogni
abitanti).
dosi giornaA livello nazionale, un sovraconsumo di
. .
liere e a livello della Campania di . .
dosi giornaliere.
Campania, Puglia e Sicilia insieme determinano quasi il % di tutto l’eccesso di consumi in Italia.
“Se tutte le regioni si allineassero al consumo medio delle sei “vir-
tuose”, risparmieremmo
, milioni € e, se il costo (per dose media giornaliera) divenisse in tutte le regioni pari a quello della Lombardia ( , euro), si otterrebbe un risparmio di
, milioni €”.
Il risparmio complessivo derivante dall’effetto congiunto di una
maggiore appropriatezza dei consumi e della riduzione dei costi è
di
, milioni € ( , % di spesa farmaceutica convenzionata
).
In ogni regione, inoltre, il risparmio ottenibile inciderebbe sul valore dello sfondamento della loro spesa: nel Lazio per il %, Puglia
%, Sardegna %”.
Si ridurrebbero anche le malattie ed i costi da reazioni avverse
da antibiotici che sono state .
nel
e, dal
e
, ne
sono state segnalate
con
morti.
Anche Internet ha proprie colpe. L’ % degli italiani gli si affida e
il % si informa sui farmaci (ricerca internazionale sui servizi della
London School of Economics). Ma solo uno su controlla le fonti
col rischio di imbattersi in contenuti di cui non fidarsi. A gennaio i
consigli medici online raggiungono il loro picco massimo.
Necessario investire per lo sviluppo di nuovi antibiotici. Si tenga
presente che, per renderli disponibili, necessitano - anni.
Strategica un’alleanza tra sistema regolatorio sull’uso appropriato.
Libri&Riviste
15-21 gennaio 2011
21
Community Management
Processi informali, social
networking e tecnologie
Enterprise . per la gestione
della collaborazione nelle
organizzazioni
Autore: Emanuele Scotti, Rosario Sica
Editore: Apogeo
Collana: Percorsi di Studio
Pubblicazione:
Numero di pagine:
Prezzo: €
EMANUELE SCOTTI
Il saggio – Un approfondimento tra innovazione e strategie
Arriva l’Enterprise 2.0
il web sarà trasversale
L’
evoluzione di Internet,
il cosiddetto Web . ,
comporta nuove modalità di accesso alle informazioni, di relazione, di gestione
della conoscenza. “È rimasta
celebre la copertina del Time
che, al tradizionale appuntamento con il personaggio
dell’anno, nel
, ha scelto
l’utente come nuovo protagonista del Web e dello scenario
economico. Se confrontata con
un’altrettanto celebre copertina di quasi venticinque anni prima – quando protagonista era il
personal computer – osserviamo il passaggio da una tecnologia che interconnette hardware
a una tecnologia che interconnette persone”. La differenza
sta nell’approccio degli utenti
(non più meramente “lettori”):
dalla semplice consultazione
alla possibilità di contribuire popolando il Web e alimentandolo
con i propri contenuti.
La rivoluzione si estende al
funzionamento dei mercati e
delle imprese, determinando
un ambiente complesso e in
continua ridefinizione. I siti di
social networking, Facebook in
testa, sono tra i più significativi
fenomeni della Rete: comunità
in cui gli utenti, sulla base di affinità personali o professionali,
stabiliscono relazioni, comunicano, condividono contenuti.
Questi meccanismi trovano riscontro anche in ambito aziendale, influenzando l’evoluzione
dei modelli organizzativi e di
management. L’Enterprise .
è una nuova modalità di gestione, basata sulle specificità del
Web . , in cui le community e
il community management giocano un ruolo centrale.
Realizzando la profezia del
Cluetrain Manifesto, i mercati
e i prodotti si sono trasformati
in conversazioni. I consumatori
parlano tra loro del prodotto/
servizio, si organizzano per
acquistarlo a condizioni più
interessanti e per utilizzarlo al
meglio. Nei forum, ad esempio,
gli appassionati si confrontano sull’esperienza di utilizzo e
scambiano trucchi e consigli.
Le procedure e le regole, così, finiscono col costituire solo
una parte del processo grazie
al quale le organizzazioni crea-
no il loro valore. L’altra parte,
quella informale, fatta di networking, di community non
formalizzate, di reti di fiducia
e di passione, rappresenta un
asset di importanza crescente,
perché in grado di garantire
l’agilità, la robustezza, l’innovazione, la circolazione delle idee
e delle conoscenze di successo.
Affrontare questi temi all’interno delle organizzazioni non
è semplice. I benefici, efficienza e maggior adeguatezza al
contesto, comportano un forte
cambiamento culturale, hanno
bisogno di coraggio e di respiro, risorse scarse nell’attuale
panorama socio-economico.
L’Enterprise . è un approccio multidisciplinare, trasversale rispetto ai dipartimenti
aziendali, che si concretizza
tanto all’interno dell’azienda
quanto nella sua proiezione
esterna. Nell’organizzazione,
community e network sono la
leva per migliorare la collaborazione: iniziative di Intranet . ,
di performance improvement,
di organizational network analysis. Verso l’esterno, si sviluppa una nuova idea di marketing conversazionale.
Molte aziende hanno cominciato a sperimentare delle azioni coerenti con questo nuovo
scenario. Modalità innovative
di commercializzazione, di comunicazione, innovazione, post
vendita e assistenza sul prodotto: tutto mira alla creazione di
un dialogo tra l’organizzazioni e
l’ambiente circostante.
Emanuele Scotti e Rosario
Sica esplorano le trasformazioni in atto, sottolineando come
queste aprano grandi spazi di
innovazione per tutti i processi
strategici aziendali e, in particolare, per la gestione della conoscenza e dei meccanismi di apprendimento. Concretamente,
il manuale racconta esperienze
italiane di enti pubblici e privati.
E fornisce strumenti e metodologie di lavoro utili a progettare, lanciare e alimentare community aziendali.
Degna di nota la prefazione
di Giorgio De Michelis, digressione storico-antropologica sul
concetto di comunità.
GIANDOMENICO SPINELLI
Intervista – La tesi di Emanuele Scotti, Phd in semiotica
“Adesso la nuova frontiera
è l’ascolto del consumatore”
“O
ggi, nel marketing, ascoltare è più importante che parlare. La Rete ha plasmato consumatori più ‘cattivi’ perché ha reso il meccanismo meritocratico e trasparente. Per citare
Chris Anderson: le formiche hanno megafoni. L’azienda deve saper essere trasparente, deve immergersi nelle community e nelle
conversazioni, prendere atto delle critiche e, di conseguenza, risolvere i problemi”.
Phd in Semiotica nel
, Emanuele Scotti si è specializzato in
Open and Distance Education nel
presso la Open University
(UK). Ha gestito progetti di community management e di innovazione per Allianz, Barclays Italia, BTicino, Comune di Firenze,
Comune di Venezia, Eurizon, Fiat Group, Fiera di Milano, Intesa
Sanpaolo. Con Rosario Sica, coautore del libro, Scotti ha fondato
Open Knowledge, società di consulenza e di servizi nata a gennaio
per portare all’interno delle organizzazioni le idee e gli
strumenti del Web . .
Che ruolo può avere, ai fini del successo di un’azienda, una
strategia di community management?
“Direi fondamentale. L’organizzazione delle imprese è in evoluzione. I modelli tradizionali, nati con l’impresa tayloristica, restano
legati alla gerarchia, ai ruoli, al controllo. Sono strutture indipendenti dalle persone. Ora, rispetto all’era del fordismo, l’azienda opera diversamente. Sono cambiati i prodotti, è cambiata la concorrenza, è cambiato il cliente. In questo nuovo contesto, la rigidità diventa un rischio. Una strategia basata sulle community garantisce
la flessibilità necessaria per affrontare il cambiamento. L’approccio
Enterprise . è modellato sulle peculiarità del Web . ”.
Quanto interesse riscontra, da parte delle imprese italiane, nei
confronti dell’Enterprise . ?
“C’è più attenzione da parte delle funzioni aziendali rivolte
verso l’esterno (marketing, relazioni, pubblicità). Il mercato funziona in modo diverso rispetto anche solo al recente passato. Il
consumatore non è più un target. I clienti si uniscono, si condizionano, si scambiano opinioni. È come avere centinaia di migliaia di
persone che lavorano gratis per la buona riuscita del prodotto. Le
tradizionali logiche di vendita e di marketing sono obsolete. Qui,
dunque, c’è più sensibilità.
Verso l’interno, invece, prevale ancora l’organizzazione gerarchica, basata sul ruolo, sulla funzione.
Lavoriamo molto con piccole e medie imprese, che spesso
mancano di una struttura definita. Questo, paradossalmente, è
un bene. Non bisogna rincorrere il modello della grande azienda,
ma costruire un sistema più agile”.
La viralità della Rete rappresenta il presupposto imprescindibile dei nuovi modelli?
“La Rete ha dimostrato che sono possibili meccanismi di comunicazione, interazione e collaborazione nuovi, impensabili fino a
poco tempo fa. Pensiamo a Wikipedia: è la più grande enciclopedia mai vista ed è stata costruita senza budget, è venuta fuori da
un apparente caos. Gli interventi sono, anche qualitativamente,
molto buoni. D’altra parte, Internet ha fornito l’infrastruttura necessaria a questi processi. Il Web è, dunque, allo stesso tempo, un
modello e una struttura che abilita”.
Nell’era del social network, il marketing conversazionale garantisce l’orientamento al mercato?
“Facebook ha circa
milioni di utenti nel mondo. In Italia,
quasi milioni. È un mondo in cui chiunque può entrare e ascoltare quello che le persone dicono. Dunque, rappresenta una grande opportunità ai fini del prodotto. È un osservatorio incredibile,
gratuito, più fedele rispetto ai sondaggi, alle interviste telefoniche. La reputazione del marchio, oggi, si costruisce sul Web. Ci
si fida del parere di chi ha usato un prodotto piuttosto che della
brochure. Nel turismo, c’è un fenomeno incredibile: TripAdvisor.
Lo spostamento di reputazione su TripAdvisor ha ricadute molto
concrete sulle strutture ricettive”.
Cambiano pure i modelli di apprendimento e di gestione del
personale. Il capitale umano ne esce riqualificato?
“Si tratta di un processo più complesso, ma inevitabile. Tutti
quelli che fanno impresa hanno in mente il modello della grande
azienda. Su questo terreno, sembra più difficile fare a meno della gerarchia. Ma la nuova visione restituisce potere alle persone,
alle loro competenze, alla loro passione. C’è più motivazione, perché tutti beneficiano dell’impegno di tutti. Il lavoro diventa meno
alienante e più gratificante. Non è tanto importante la responsabilità che deriva dalla posizione ricoperta, quanto la richiesta che
arriva del problema specifico. Cambiano i metodi di valutazione,
l’organizzazione, la remunerazione. Non bisogna correre dietro
modelli standard, affermati, vecchi, ma ripensarli alla luce del potere fondamentale delle persone”.
Cambia anche il ruolo del consumatore. Quali le caratteristiche del prosumer?
“Parlerei, piuttosto, di social customer. È un consumatore
più connesso, più informato, più consapevole e ha un ruolo attivo, perché produce parte del valore insito nel prodotto o nel
servizio. Spesso, oggi, chi compra è molto più preparato di chi
vende. C’è grande competenza. Il social customer appartiene a
una community cui può chiedere consigli. I mercati sono conversazioni perché i clienti parlano del prodotto ancora prima che
l’azienda lo sappia”.
Qual è il prodotto o l’azienda simbolo del nuovo approccio?
“Citerei il caso di Lago, firma veneta dell’arredamento. Il libro
racconta l’integrazione, nei processi manifatturieri, di una logica
più efficiente e snella, quella della community. Logica che ha pure
una sua proiezione esterna, con la community dedicata ai consumatori. È un luogo di interazione e dialogo e costituisce una fonte
di informazioni preziose. I numeri parlano chiaro: l’azienda cresce
del - % annuo”.
g.s.
22
15-21 gennaio 2011
Fiscalmente
Fisco – Telefonia e microprocessori: come cambia la fatturazione
Inversione contabile
sarà così dal 1° aprile
D
al °aprile
nuove regole per le cessioni di telefoni cellulari
e microprocessori. È prevista, infatti, l’applicazione del meccanismo del “reverse charge”, che comporta lo spostamento
degli obblighi fiscali in capo al cessionario e non al cedente come
avviene normalmente.
L’applicazione del meccanismo dell’inversione contabile, infatti,
comporta che il destinatario della cessione, (se soggetto passivo
d’imposta nel territorio dello Stato), sarà obbligato all’assolvimento
dell’Iva, in luogo del cedente. Ciò, in deroga al principio di carattere
generale secondo cui debitore d’imposta nei confronti dell’Erario, ai
fini Iva, è il soggetto che effettua la cessione di beni o la (prestazione
di servizi).
Pertanto, i cedenti di detti beni saranno tenuti ad emettere fattura
senza addebito d’imposta, con l’osservanza delle disposizioni di cui
agli artt. e seguenti del D.P.R. n.
del
e con l’indicazione
della norma che prevede l’applicazione del reverse charge (art. ,
comma , lett. c,). Il committente, a sua volta, “dovrà integrare la
fattura con l’indicazione dell’aliquota e della relativa imposta” e annotarla nel registro delle fatture emesse o in quello dei corrispettivi,
di cui agli artt. o del D.P.R. n.
del
, entro il mese di ricevimento ovvero anche successivamente, ma comunque entro quindici
giorni dal ricevimento e con riferimento al relativo mese. Lo stesso
documento, ai fini della detrazione, dovrà essere annotato anche nel
registro degli acquisti di cui all’art. del D.P.R. n.
del
.
Soggetti esclusi
Al fine di semplificare la riscossione dell’Iva e di contrastare le frodi e l’evasione fiscale, l’Italia è stata autorizzata dal Consiglio dell’U-
nione europea a rendere debitore dell’Iva direttamente l’acquirente
dei telefoni cellulari e microprocessori.
Obiettivo delle deroga richiesta dall’Italia e autorizzata con la decisione del Consiglio è quello di rendere debitore dell’IVA il soggetto
passivo-cessionario, ma solo a determinate condizioni e unicamente
in relazione a determinati prodotti. Ciò, in quanto, “Un numero significativo di operatori (…) evade il pagamento dell’IVA all’erario dopo
la vendita dei loro prodotti. I loro acquirenti, tuttavia, hanno il diritto
di beneficiare di una detrazione fiscale in quanto sono in possesso di
fatture valide. Questo tipo di evasione fiscale assume una forma più
aggressiva quando gli stessi beni sono ceduti più volte, in base a uno
«schema a carosello», senza alcun versamento IVA all’erario”.
Designando, in questi casi, il destinatario dei beni quale debitore
del pagamento dell’IVA, la deroga autorizzata eliminerebbe la possibilità di praticare questo tipo di evasione fiscale che si verifica, di
regola, nelle cessioni che precedono il commercio al dettaglio, nel
quale i beni sono ceduti all’ultimo cessionario ossia all’utilizzatore
finale del ciclo distributivo.
È noto, infatti, che “l’uso di un meccanismo di inversione contabile
comporta un minor rischio di spostamento della frode sul commercio
al dettaglio dei prodotti in questione, dal momento che i telefoni cellulari sono generalmente forniti dalle grosse società di telefonia e che
la misura si applica ai circuiti integrati prima della loro installazione in
prodotti destinati al consumatore finale”.
Con la circolare /E il Fisco ha fornito perciò tutti i chiarimenti in
merito all’applicazione dell’art. , comma
della Legge Finanziaria
, anche alla luce della Decisione del Consiglio che restringe il
campo d’applicazione della norma per quanto riguarda i personal
Foto robert lerich_Photoxpress
computer e i loro componenti e accessori.
In particolare, la circolare chiarisce che l’applicazione del meccanismo del reverse charge per i cessionari residenti in Italia si applica
per quanto riguarda i personal computer soltanto ai componenti che
costituiscono dispositivi a circuito integrato come i microprocessori
e le unità centrali di elaborazione prima della loro istallazione in prodotti destinati al consumatore finale.
L’Agenzia precisa che il reverse charge si applica per le sole cessioni di beni “effettuate nella fase distributiva” e quindi non si applica
“alla fase del commercio al dettaglio”.
Sono inoltre escluse le cessioni dei beni effettuate da contribuenti
minimi.
EMILIA CIMINIELLO
CHIARA DAMMACCO
a cura di Giuseppe Ciminiello
FiscoinAula
L
a pronuncia dalla Corte di
Giustizia UE (causa C- / ),
che ha definitivamente dichiarato incompatibili con il Sistema
Comunitario dell’IVA le norme
“condonistiche” italiane, contenute negli artt. e della L. n.
/
, deve essere recepita
d’obbligo dalla giurisdizione nazionale. Pertanto, i nostri organi
giurisdizionali sono tenuti, tout
court, a disapplicare la disciplina
contraria alle norme europee e
per effetto di tanto “l’istanza
di definizione automatica degli
anni pregressi in materia di IVA”
deve ritenersi invalida. Stessa
sorte per le cartelle esattoriali
emesse per la riscossione degli
importi dovuti per il condono
“IVA” in parola.
Questa, in soldoni, la decisione innovativa e sotto alcuni
profili energica resa dalla Commissione Tributaria Regionale
di Torino (Pres. Bonadies, Rel.
Onano) sull’attualissimo tema
della in/compatibilità della normativa fiscale italiana rispetto
ai precetti contenuti nelle omologhe disposizione comunitarie.
Il fatto
Il Sig. Ve.Ed. con apposito ricorso si opponeva alla cartella esattoriale con cui erano state iscritte
a ruolo le somme dovute (ai fini
IVA) a seguito della definizione
Condono IVA: l’Europa non fa sconti
operata ai sensi dell’art. della
legge
/ per gli anni d’imposta dal
al
. Osservava
che, a seguito della cessazione
dell’attività avvenuta il / /
,
allo scopo di chiudere definitivamente le proprie posizioni fiscali
con l’Erario, decise di aderire al
cosiddetto condono tombale
quale regolato dall’art.
della
legge
/ . Dopo aver valutato l’utilità di definire sia le imposte sui redditi che l’IVA decise di
condonare solamente le prime.
Tuttavia, in data / /
, presentava erroneamente dichiarazione di adesione alla definizione
di cui all’art. della legge
/
(cosiddetto condono tombale)
sia per le imposte sui redditi che
per l’IVA. Accortosi dell’errore, in
data / /
presentava dichiarazione rettificativa con la quale
rese nota all’Amministrazione
la propria effettiva intenzione di
definizione delle sole imposte sui
redditi. Ritenendo pacificamente
sanato l’errore commesso, provvedeva, entro le previste scadenze, al versamento di quanto dovuto limitatamente alle imposte
sui redditi. In particolare il contribuente osservava che in materia
di dichiarazioni tributarie affette
da errori, la Corte di Cassazione
ne ha sempre ammesso l’emendabilità purché avvenute entro i
termini di decadenza, come nel
caso di specie.
La Commissione provinciale respingeva il ricorso, ed a seguito di
tanto il contribuente proponeva
appello insistendo sulla emendabilità della dichiarazione integrativa, avvenuta esattamente dodici giorni dopo la sua presentazione, appena il tempo di rendersi
conto dell’errore commesso. A
supporto era citata la sentenza
della Corte di Cassazione SS.UU.
n.
/
che ha ritenuto
corretto il principio sulla base del
quale viene affermata l’emendabilità e la ritrattabilità di ogni dichiarazione tributaria che risulti
frutto di un errore del dichiarante
sia esso testuale o extratestuale,
di fatto o di diritto, quando da
tale dichiarazione possa derivare
l’assoggettamento del dichiarante medesimo ad oneri contributivi diversi e più gravosi di quelli
che per legge devono restare a
suo carico.
Il contribuente, inoltre, osservava che nelle more del giudizio era intervenuta la sentenza
del luglio
della Corte di
Giustizia delle Comunità Europee (Causa C- / ) che aveva
rilevato l’illegittimità nel sistema
comunitario del meccanismo del
condono in materia di IVA. Chiedeva quindi di disapplicare le
regole sulla sanatoria in quanto
contrarie alla normativa comunitaria, secondo quanto stabilito
dalla Suprema Corte, Sezione V
Civile, con sentenze del
settembre
, n.
e
.
La decisione
A parere del Collegio le doglianze del contribuente riferite al diritto Comunitario sono risultate fondate. Invero,
la Corte di Giustizia CE, con la
sentenza C- / , pronunciata
in una procedura di infrazione
promossa dalla Comunità Europea, ha ritenuto incompatibile
la legge
/
, artt. e ,
con l’art.
del Trattato e con
gli artt. e della VIA Direttiva
in materia di IVA. In particolare ha rilevato che gli artt. e
della citata legge pregiudicano
seriamente il corretto funzionamento del sistema comune
dell’IVA, introducendo rilevanti
differenze di trattamento tra
i soggetti passivi sul territorio
italiano, alterando il principio
di neutralità fiscale e violando
l’obbligo di garantire una riscossione equivalente dell’imposta
in tutti gli Stati membri. A parere della Corte “le contestate
disposizioni, introducendo una
misura di condono appena dopo la scadenza dei termini entro
cui i soggetti passivi avrebbero
dovuto pagare l’IVA e richiedendo il pagamento di un importo
assai modesto rispetto a quello
effettivamente dovuto, consentono ai soggetti passivi interessati di sottrarsi definitivamente
agli obblighi ad essi incombenti
in materia di IVA, anche se le autorità fiscali nazionali avrebbero
potuto individuare almeno una
parte di questi contribuenti durante i quattro anni precedenti
alla data di prescrizione dell’imposta normalmente dovuta”.
Il Collegio torinese ha dunque
preso atto della circostanza che
le disposizioni in parola erano
state dichiarate contrarie alla
VI Direttiva Comunitaria. Accertato ciò, il Collegio ha poi ricordato che la sentenza n.
/
della Corte Costituzionale, ha
stabilito che il valore giuridico
delle pronunce della Corte UE è
assolutamente vincolante per i
giudici nazionali. Eppertanto, la
normativa in questione doveva
essere disapplicata. Invero, anche per consolidata giurisprudenza della Corte di Giustizia il
giudice nazionale è tenuto in
ogni caso ad applicare integralmente il diritto comunitario,
disapplicando le disposizioni eventualmente contrastanti della
legge interna, sia anteriori sia
successive alla norma comunitaria. Occorre ricordare, poi, che
le sentenze interpretative della
Corte di Giustizia hanno effetto
ex tunc, in quanto definiscono
la portata della norma comunitaria così come avrebbe dovuto
essere intesa sin dalla sua entrata in vigore e, conseguentemente, estende i suoi effetti anche ai
rapporti sorti in epoca antecedente alla pronuncia della sentenza interpretativa, purché ne
pendano ancora gli effetti.
Le conclusioni
La Commissione, acclarata la
portata e l’efficacia temporale
delle decisioni della Corte Europea, non ha potuto che dichiarare l’invalidità della dichiarazione
di condono ai fini IVA inizialmente formulata dal contribuente e,
conseguentemente, dichiarare
la nullità della cartella esattoriale impugnata.
LE SCADENZE FISCALI
SABATO
GENNAIO
Annotazione, sul registro IVA degli acquisti,
del documento riepilogativo relativo alle fatture
di ammontare unitario inferiore a €
, ricevute nel mese di dicembre.
Emissione e registrazione delle fatture differite relative ai beni consegnati o spediti nel
corso del mese di dicembre e risultanti da Ddt
(documenti di trasporto) o altro documento e-
quivalente. Le fatture differite devono recare la
specificazione della data e del numero dei documenti cui si riferiscono e possono essere riepilogative di tutte le cessioni poste in essere fra
due soggetti.
LUNEDÌ
GENNAIO
Termine per la regolarizzazione dei versamenti di imposte, ritenute e ICI non effettuati o effet-
tuati in misura insufficiente entro il dicembre
scorso. Comunicazione all’Agenzia delle Entrate
dei dati relativi alle dichiarazioni d’intento inviate dagli esportatori abituali e ricevute nel mese
di dicembre.
Versamento, da parte degli amministratori di
condominio, delle ritenute d’acconto operate a
titolo di IRES (cod.
) e IRPEF (cod.
) nel
mese di dicembre sui corrispettivi corrisposti
per prestazioni inerenti ai contratti di appalto di
opere e servizi.
Versamento, da parte dei sostituti d’imposta,
delle ritenute operate nel mese di dicembre sui
redditi di lavoro dipendente e assimilati, di lavoro autonomo e sulle provvigioni.
Pagamento dell’IVA, se il debito è superiore a
€ , , relativa al mese di dicembre (cod.
)
da parte dei contribuenti mensili.
Chi va&Chi viene
Destinazione Compagnia
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Bologna
Bucarest
Volo
Part.
Arr.
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Partenze da BARI
Frequenza
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Milano MXP Easyjet
Air One
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Milano Orio Ryanair
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Torino
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15-21 gennaio 2011
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