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8 8ATTUALITÀ DOMENICA 10 APRILE 2016 Ex prostitute e trans L’abbraccio del Papa c’è anche per loro Incontro con tre detenuti del carcere di Opera CITTÀ DEL VATICANO - È stato un «abbraccio particolarmente significativo» quello che papa Francesco ha avuto ieri in Piazza San Pietro, in occasione dell’udienza giubilare, con un gruppo di 50 donne e transessuali, provenienti da 10 Paesi, che hanno vissuto la tragedia della prostituzione, vittime della tratta. Così che lo definisce l’Osservatore Romano, che ne ha dato notizia, spiegando che a sostenere le ex-prostitute e i trans nel loro sforzo di ritrovare una vita finalmente libera è l’associazione Rabbuni, attiva nella zona di Reggio Emilia e diretta da don Daniele Simonazzi. «Anche le donne costrette a prostituirsi - hanno spiegato - hanno qualcosa di bello dentro da condividere e da presentare al Papa, hanno voglia di pregare con lui, soprattutto per i loro figli». E infatti ieri nel gruppo c’erano anche diversi bambini. Il calore dell’incontro è testimoniato da una gioiosa foto di gruppo in cui il Papa è amorevolmente circondato dal gruppo ospite: un episodio che manifesta ancora una volta la libertà e la naturalezza senza vincoli con cui Francesco si rapporta anche a persone come i transgender, basti pensare al fatto che al Giovedì Santo dell’anno scorso, durante la visita al carcere di Rebibbia, c’era un trans persino tra i dodici a cui fece il tradizionale rito della “lavanda dei piedi”. Ieri, in più, c’era anche l’aspetto della lotta alla tratta di persone, che Papa Francesco durante l’udienza giubilare in piazza San Pietro. In alto a destra, l’incontro con tre detenuti del carcere di Opera (foto Ansa) fa tante vittime nel mondo e che Francesco ha definito più volte un «crimine contro l’umanità». Rabbuni è nata nel 1995 «come espressione del desiderio di alcuni cristiani della Chiesa di Reggio di condividere il cammino di chi si trova sulla strada». I volontari hanno quindi avvicinato le ragazze, per lo più straniere, che si prostituiscono lungo la via Emilia e nella zona di Ponte Enza. «In questi anni - ha detto don Daniele - abbiamo incontrato tantissime ragazze: una parte di loro sta continuando il proprio cammino con noi o lo ha concluso ottenendo la propria autonomia e, in qualche caso, tornando in patria. Abbiamo incontrato anche le loro famiglie e i loro popoli, in particolare quello albanese, quello nigeriano e, più recentemente, quello romeno». Sempre in Piazza San Pietro, il papa ha incontrato tre detenuti del carcere milanese di Opera, condannati per gravi delitti come l’omicidio, che gli hanno portato le ostie da loro realizzate in carcere nell’ambito del progetto “Il senso del pane”. «Le nostre mani che ieri hanno ucciso oggi preparano le ostie per l’Eucaristia che è la salvezza del mondo», gli hanno detto Cristiano Vallanzano, Ciro D’Amora e Giuseppe Ferlito (due stanno scontando l’ergastolo e uno 15 anni), consegnandogli 12 mila ostie, da loro preparate insieme a un quarto detenuto, che il Papa ha promesso di consacrare in una sua prossima messa. «Avevamo scritto una lettera a Francesco - hanno ricordato - che il 17 gennaio scorso ci ha persino salutati e ringraziati all’Angelus. E oggi siamo qui». Ad accompagnarli c’erano Santi Consolo, capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, e Giacinto Siciliano, direttore di Opera. “Il senso del pane“, avviato cinque mesi fa, ha già prodotto 400 mila ostie distribuite gratuitamente in oltre 200 parrocchie italiane. ALL’ATENEO PONTIFICIO In 200 al corso sull’esorcismo ROMA - Si è conclusa ieri all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma la settimana dedicata al corso “Esorcismo e preghiera di liberazione“, giunto quest’anno alla sua undicesima edizione. Un corso che anche quest’anno ha registrato più di 200 iscritti, organizzato in collaborazione con il gruppo di ricerca Socio-religiosa e informazioni (Gris), presieduto dal padre domenicano Francois Dermine che si contraddistingue per il suo respiro internazionale, sia per la provenienza di studenti che dei docenti da ogni parte del mondo e che ha per obiettivo di formare e informare su un tema delicato come l’esorcismo e la preghiera di liberazione. Balletto sexy, prof sotto accusa Azione Giovani e Fratelli d’Italia all’attacco: «Dovete cacciarla dalla scuola» PRATO - La prof si cimenta in qualche passo di danza, “condito” da uno scherzoso su-e-giù del maglione tanto da mostrare il reggiseno: ma tutto viene filmato dallo smartphone (nella foto) di un’alunna e diffuso in rete. È così che il “balletto sexy” di un’insegnante, intrapreso in classe durante l’intervallo tra una lezione e l’altra, ha scatenato le polemiche a Prato. Epicentro del terremoto mediatico e politico, e forse disciplinare, l’istituto professionale “Gramsci Keynes“. Nei 20 secondi di “girato” si vede l’insegnante, sulla cinquantina, pantaloni attillati e tacchi alti, muovere qualche passo di danza sulla musica in sottofondo e guardando le immagini sembra che sappia di essere ripresa da un telefonino. L’accaduto è stato fatto emergere dal gruppo studentesco Azione Giovani: uno dei leader del gruppo, ora studente universitario, è venuto a saperlo dal fratello che studia nell’istituto dove anche lui è stato allievo. Il collettivo di destra ha criticato pubblicamente lo «squallido spettacolo» inserendo l’episodio «in un contesto che caratterizza quella scuola di cui fanno parte le lezioni progender». Secondo lo stesso gruppo, infatti, la prof avrebbe cambiato sesso ed il licenziamento immediato della «insegnante transessuale», ballerina e protagonista «di uno spogliarello in classe», è chiesto dal capogruppo Fdi del Consiglio regionale Giovanni Donzelli che reclama l’intervento degli ispettori del Miur. Qualcuno a Prato dice in effetti di ricordare l’insegnante quando lavorava faceva il bibliotecario in un’altra scuola e non ve- stiva abiti femminili. Ma alla preside del’istituto, Maria Grazia Tempesti, non interessano «i particolari riguardanti l’identità sessuale della professoressa», che ha convocato per lunedì, quando la scuola riaprirà i battenti, nel quadro dell’avvio di un possibile provvedimento disciplinare. In quella occasione, comunque, la docente potrà dare la sua versione e chiarire l’accaduto. Di certo, spiega la dirigente scolastica, sull’insegnante «sino ad oggi non erano mai arrivati richiami formali o segnalazioni sul suo comportamento». Anche i suoi alunni, tutti tra i 14 ed i 15 anni, la descrivono come spesso in vena di scherzare con gli studenti, vestita con abiti vistosi, «piuttosto eccentrica ma mai protagonista di comportamenti fuori dalle regole». L’Ateneo Pontificio intende così offrire la sua formazione a persone consacrate o laici e fornisce risposte alle domande teoriche ed esistenziali, secondo il magistero della Chiesa. Nella giornata conclusiva si è svolta la tavola rotonda con esorcisti: padre Francois Dermine, don Aldo Buonaiuto, mons. Larry Hogan, don Antonio Mattatelli, e a moderare gli interventi padre Pedro Barrajon, direttore dell’Istituto Sacerdos che ha dato vita al corso. La struttura del percorso formativo è interdisciplinare e si fonda su una base teologica, spaziando anche sulle questioni concrete della vita di tutti i giorni e della pastorale. Banda delle monetine Tre arrestati a Torino TORINO - Lanciare moneti- ne a terra per distrarre e derubare qualcuno appena sceso da un’auto: questo il trucco adoperato da tre sudamericani di 27, 28 e 30 anni che sono stati arrestati in flagranza dai carabinieri nel parcheggio della Coop di Collegno. Le vittime di questi “colpi” erano di solito donne. Il rumore delle monetine attirava l’attenzione dell’automobilista e i ladri ne approfittavano per impadronirsi della borsetta lasciata per pochi istanti incustodita sul sedile. Cane-guida diventa cieco, lo aiuta un labrador Storia di solidarietà a Ivrea: Vittorino Biglia con i cani Penelope e Spritz (foto Ansa) IMPERIA - Storia di solidarietà e di affetto fra uomini e cani quella che lega Vittorino Biglia, 56 anni, vicepresidente dell’Unione Italiana Ciechi di Imperia, con i due cani che sono stati gli occhi nella sua cecità. Penelope, una labrador bionda, lo ha accompagnato ed è stata la sua ombra per cinque anni prima di essere lei stessa, per strano caso del destino, colpita nel novembre scorso dalla stessa disabilità del suo padrone. Penelope è affetta da una retinopatia grave, una malattia rarissima che colpisce un cane su diecimila, e non può più fare il cane guida. Ad assistere lei e il suo padrone è arrivato Spritz, un esuberante labrador maschio nero, due anni ad agosto, che ora accompagna Vittorino Biglia e la sua “collega” Penelope. Vittorino Biglia, da 30 non vedente, non ha voluto per un momento riportare Penelope alla scuola di Limbiate dove era stata addestrata nel 2010 per poi essere inviata, grazie ad una donazione del Lions Club di Collegno, a casa Biglia. «Lei resta qui con me per sempre», dice Vittorino, centralinista telefonico e operatore informatico in una banca e che vive tra Rivoli e Civezza, paese dell’entroterra imperiese. «Si direbbe che sono una persona sfortunata - racconta Vittorino - Ma questa storia mi ha anche fatto capire il vero e unico amore che gli animali hanno per l’uomo e per i loro simili». Anche Spritz è stato addestrato a Limbiate e donato dal Lions Club La Torre di Imperia. «Non si allontana neppure per idea. Suonano alla porta di casa e lui precede tutti. Penelope lo segue a fatica perché non vede e talvolta rotola giù per le scale». La storia di Penelope ha dell’incredibile. «Cinque anni di onorato servizio fino a quando una mattina di novembre una ragazza in metro mi ha chiesto se ero sicuro che il mio cane stesse bene. Subito non ci ho dato peso, poi mi sono preoccupato e lo abbiamo fatto visitare da un veterinario. La diagnosi era pazzesca: retinopatia. Scherzo del destino che mi fa stare male. Storia simile alla mia che ho perso la vista a circa vent’anni a causa di una retinite pigmentosa, malattia degenerativa attualmente irreversibile», spiega il padrone di Penelope e Spritz, ricordando che la notizia l’aveva lasciato «distrutto, disarmato, una nuova brutta tegola su una vita già tormentata». «Ma mi sono fatto forza e coraggio come sempre e mi sono detto: “Penelope resterà con me” e così è stato”. E ora c’è anche Spritz.