1 n°122 – ottobre 2014 panorama di economia immobiliare l

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1 n°122 – ottobre 2014 panorama di economia immobiliare l
N°122 – OTTOBRE 2014
PANORAMA DI ECONOMIA IMMOBILIARE
L’INDAGINE TECNOBORSA 2014
LE FAMIGLIE ITALIANE E IL MERCATO IMMOBILIARE
INTERMEDIAZIONE E VALUTAZIONE
Link: http://www.tecnoborsa.com/IT/page.aspx?tid=877
COMPRAVENDITE
Diminuiscono del 5% le unità immobiliari classificate come abitazioni ultrapopolari e aumentano le
abitazioni di tipo civile (+1,6%), signorile (+1,4%) e i villini (+1,4%). Sono solo alcuni dei dati
pubblicati dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate in collaborazione
con la Direzione Catasto e Cartografia, che fotografa lo stock immobiliare italiano al 31 dicembre
2013. I dati riguardano i Comuni capoluogo e le Province italiane, incluse quelle autonome di
Trento e Bolzano che gestiscono in proprio gli archivi censuari del Catasto. Al netto dei beni non
censibili, aumenta dell’1% lo stock immobiliare italiano rispetto al 2012, raggiungendo quota
66.637.854 unità. Gli immobili a destinazione residenziale aumentano di circa 170mila, per un
totale di 34,6 milioni, mentre le unità immobiliari adibite a ufficio registrate sono 662.550. In
particolare, per quanto riguarda il settore residenziale, nel 2013 sono aumentate le abitazioni
signorili, civili e di tipo economico e i villini, mentre sono diminuite di circa il 5% le abitazioni di tipo
popolare e ultrapopolare e di circa l’1% le abitazioni di particolare pregio. La superficie media delle
abitazioni censite negli archivi risulta essere di circa 116 mq. Nel 2013 la rendita catastale
complessiva attribuita allo stock immobiliare italiano ammonta a quasi 37 miliardi di euro: 16,6
miliardi provengono dagli immobili censiti come abitazioni, 10,8 dagli immobili a destinazione
speciale, quasi 6 miliardi da negozi, locali di deposito, box e posti auto, 1,5 dagli uffici, 1,3 dagli
immobili ad uso collettivo e 0,7 dagli immobili a destinazione particolare.
Secondo i dati resi noti dall’Istat nel I trimestre 2014, dopo due anni di variazioni negative in tutti i
comparti immobiliari, le convenzioni notarili di compravendita per unità immobiliari, sia ad uso
residenziale sia ad uso commerciale, registrano nuovamente valori positivi. La variazione
tendenziale delle convenzioni notarili per trasferimenti di proprietà nel complesso del settore
immobiliare è pari a +1,3% (-10,3% nel I trimestre 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012);
quella per passaggi di immobili ad uso abitazione è del +1,5% (-10,3%) e quella relativa ai
trasferimenti di unità immobiliari ad uso economico è del +1,6% (-10,1%). Nel I trimestre 2014
sono 140.716 le convenzioni notarili per trasferimenti di proprietà di unità immobiliari. Il 93,1% delle
convenzioni rogate ha riguardato trasferimenti di proprietà di immobili ad uso abitativo e accessori
(131.072), il 6,3% unità immobiliari ad uso economico (8.860) e lo 0,6% unità immobiliari ad uso
speciale e multiproprietà (784). A livello territoriale, per il complesso dei trasferimenti di unità
immobiliari importanti segnali di recupero si registrano al Centro (+8,1%) e al Nord-Est (+3,6%).
Variazioni negative si rilevano al Sud (-2,9%), nelle Isole (-2,7%) e nel Nord Ovest (-0,7%). Anche
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le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca
immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche (63.084), registrano una crescita
del 5% (-6,3% nel I trimestre del 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012). Variazioni positive si
registrano in tutte le ripartizioni geografiche, con valori sopra la media nazionale al Centro
(+11,6%) e nel Nord-Est (+5,1%). Gli Archivi Notarili distrettuali con sede nelle città metropolitane
hanno maggiormente beneficiato sia della ripresa delle compravendite immobiliari (+4,3%), sia di
quella di mutui, finanziamenti e obbligazioni (+7,4%).
Nel III trimestre dell’anno il barometro dei prezzi delle case di seconda mano segna ancora rosso
nelle principali città italiane. Contrazioni si registrano nella maggior parte dei capoluoghi monitorati
da idealista.it, anche se gradualmente continua ad assorbirsi il lotto delle città in terreno negativo.
È quanto rileva l'ultimo rapporto del portale immobiliare, che ha seguito l'andamento dei prezzi di
145.711 immobili di 76 centri (rispetto ai 69 della precedente rivelazione), tra luglio e settembre.
Per il III trimestre consecutivo diminuisce l’incidenza dei centri in trend negativo, passata dal 73%
al 69% dei Comuni monitorati nell’ultimo trimestre. Nei principali mercati tengono meglio gli
immobili di fascia alta perché la ricchezza delle famiglie consente ai proprietari di aspettare tempi
migliori per la vendita e perché le aree di maggior pregio hanno più mercato; all’opposto, i prezzi
nella fascia bassa sono sprofondati, ma non hanno mercato. Adesso le difficoltà maggiori
coinvolgono il segmento medio con prezzi che risultano disallineati rispetto al diminuito potere
d’acquisto delle persone, qui i margini di discesa sono ancora elevati; anche dopo l’estate tutti i
grandi mercati hanno segnato un trend ribassista, ad eccezione di Venezia (0,2%), cui spetta il
primato di città più cara d’Italia con 4.535 euro/m²; i ribassi più significativi del trimestre si
registrano in provincia, dove più forti sono i fenomeni di riflusso e la contrazione dei valori avviene
ora a velocità maggiore. Tra le città in terreno positivo (23 nel periodo d’analisi), segnaliamo il
balzo delle città lombarde, alcune delle quali hanno invertito il trend negativo a partire dall’estate.
Secondo le rilevazioni operate dall’Ufficio Studi Gabetti presso le agenzie dei network Gabetti,
Professionecasa e Grimaldi, nel I semestre del 2014 si è registrata una variazione media dei prezzi
del -3% per le grandi città, rispetto al II semestre del 2013; tale variazione segue quella registrata
nel 2013, che aveva visto per le grandi città un -8% rispetto al 2012. In particolare, nel I semestre
del 2014, Genova ha mostrato la variazione più sensibile (-6%), mentre Roma (-2%) e Milano (3%) continuano il processo di limatura delle quotazioni, così come Firenze (-2,2%), Bologna (3,3%), Napoli (-2,8%), Torino (-3%) e Palermo (-2%). Quanto alla variazione semestrale dei prezzi
nelle otto grandi città, sotto il profilo dell’offerta si conferma una crescente polarizzazione tra
soluzioni di buon livello qualitativo (in termini di caratteristiche costruttive, efficienza energetica,
location e contesto) e quelle situate in contesti periferici di scarso appeal o che hanno peculiarità
intrinseche, per cui non incontrano le esigenze della domanda. Nel I semestre del 2014 i tempi
medi di vendita nelle grandi città hanno cominciato a ridursi (6-7 mesi in media), presentando
tuttavia situazioni molto differenziate, che vedono come fattori determinanti il prezzo richiesto e le
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caratteristiche del prodotto immobiliare. In particolare, gli immobili con caratteristiche appetibili i cui
prezzi sono stati riallineati hanno tempi di vendita che si stanno riportando su tempistiche variabili
tra i 3-4 mesi; viceversa, le tempistiche si sono allungate per gli immobili immessi sul mercato a
prezzi troppo elevati, che vedono successivi ribassi e per quelli che hanno caratteristiche
intrinseche per cui non attraggono l’interesse della domanda; in questi casi i tempi di vendita si
prolungano anche oltre l’anno. Gli sconti medi tra prezzo richiesto dal venditore e prezzo di
chiusura della trattativa per le grandi città sono su una media del 15% per le soluzioni usate ma
anche questa media vede, in realtà, una sensibile differenza tra immobili “a prezzo”, che vedono
ridursi la percentuale indicata anche sotto il 10% e quelli che invece vengono immessi sul mercato
a prezzi non attuali con successivi ribassi, nel corso dei mesi, che vedono invece sconti anche
oltre il 20%. Per il II semestre 2014 si prevede un ulteriore lieve riallineamento dei prezzi, in linea
con quello evidenziato per il I semestre che, unito alla riattivazione del credito alle famiglie, si
prevede possa contribuire al consolidamento della ripresa delle transazioni, anche se in modo non
ancora uniforme per tutte le realtà territoriali. Importante, poi, il sostegno per l’acquisto prima casa
a categorie quali giovani coppie, nuclei familiari monogenitoriali con figli minori e giovani titolari di
rapporti di lavoro atipici. Tra le iniziative che potranno incidere in senso positivo, si segnala il
Fondo di Garanzia “prima casa”, all’interno della legge di Stabilità 2014, disciplinato dal recente
decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che ne istituisce le regole di accesso,
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 settembre.
In base a uno studio sviluppato da Ipsos per Acri la preferenza degli italiani per la liquidità è
stabilmente elevata: riguarda 2 italiani su 3; inoltre, chi investe lo fa solo con una parte minoritaria
dei propri risparmi. Rispetto al 2013 è costante la quota di italiani possessori di certificati di
deposito e di obbligazioni (10%), cresce la quota di coloro che dichiarano di aver sottoscritto
assicurazioni sulla vita/fondi pensione (dal 19% al 24%), salgono lievemente i possessori di fondi
comuni di investimento (dal 12% al 14%), di azioni e titoli di Stato (entrambi dal 7% all’8%),
risultano, infine, in discesa i possessori di libretti di risparmio (dal 23% al 22%). L’investimento
ideale degli italiani ormai non è più il mattone: se ancora nel 2006 la percentuale di coloro che
vedevano nel mattone l’investimento ideale era il 70% e nel 2010 il 54%, nel 2011 è scesa al 43%,
nel 2012 al 35%, nel 2013 al 29%, fino all’attuale 24%, di gran lunga il dato più basso dal 2001;
inoltre, la preferenza per gli immobili scende ovunque nella penisola, ma è nel Nord Ovest che si
registra il calo più marcato, dal 30% al 22%.
In base a quanto pubblicato dall’Osservatorio sul mercato immobiliare di lusso in Italia di
www.luxforsale.it, così come per il 2013, si conferma il dato che quasi il 35% del patrimonio
immobiliare di lusso in Italia è concentrato in 2 regioni: in Toscana, per il 19,04% del patrimonio
immobiliare e in Liguria per il 14,30%; le regioni meno prodighe di immobili di prestigio sono la
Basilicata (0,07%), la Valle d’Aosta (0,27%), la Calabria (0,37%) e il Molise (0,47%). Come
immaginabile quasi il 60% di immobili hanno una cifra al di sotto del milione e 250.000 euro, anche
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se c’è da considerare che più di 750 proprietà hanno un valore superiore a due milioni e mezzo di
euro. Altro dato interessante è quello che rileva come, rispetto al 2013, siano diminuiti
percentualmente gli immobili con un prezzo compreso tra il milione e 250 mila euro e i 2,5 milioni e
siano aumentati, sempre in percentuale, quelli sotto il milione e 250 mila euro o quelli sopra i 2,5
milioni. Un dato interessante, sintomo probabilmente del fatto che i prezzi sotto una certa fascia e
sopra una certa fascia non subiscono svalutazioni e continuano anzi ad essere molto appetibili.
Appartamenti, attici e loft hanno una predominanza di immobili sotto i 750 mila euro, casali e uffici
contano il maggior numero di prodotti in vendita nella fascia tra i 750 mila euro e il milione e 250
mila euro. Le ville sono principalmente concentrate nella fascia tra i due milioni e mezzo e i 5
milioni di euro, mentre come immaginabile operazioni immobiliari, palazzi, attività commerciali e
castelli mediamente superano i 5 milioni di euro. Il potenziale cliente italiano risiede principalmente
nei grandi centri urbani come Milano, Roma ma il dato davvero interessante è quello che rivela
come la derivazione geografica degli acquirenti di proprietà di lusso in Italia si stia modificando
velocemente negli ultimi anni, forse mesi: lo scorso anno gli americani, anche sulla scia degli
acquisti effettuati da vip famosi, hanno letteralmente preso d’assalto gli immobili di pregio in Italia,
con il 41,52% di visite dall’estero; quest’anno si mantiene alto l’interesse dei virtuali compratori a
stelle e strisce (11,80%), ma si registra principalmente un ritorno degli acquirenti europei perché è
in crescita costante l’interesse da parte di compratori russi (2,94%) e da tutti i paesi della fascia
Nord e Centro Europa; soprattutto, si nota un incremento vertiginoso di visite da parte di nazioni
emergenti come Brasile (2,17%), Emirati Arabi (1,27%) e Arabia Saudita, ma attenzione alla Cina!
Infatti, se a differenza degli anni precedenti dove la Cina di fatto segnava numeri limitati, nel 2014
si registra un’impennata di visite. Si può affermare con certezza che i clienti si dividono
principalmente in 2 categorie: gli “amanti del lusso” e gli “investitori puri”: i primi sono alla ricerca
dell’esclusività, ovvero di quella tipologia di prodotto che possa soddisfare una loro esigenza
personale legata al lusso, quindi o immobili moderni situati in location da sogno e dotati dei
principali comfort, oppure dimore storiche che molto spesso racchiudono al proprio interno un vero
e proprio scrigno di tesori di inestimabile valore: quadri d’arte, scale in marmo, soffitti a volta,
mobili d’antiquariato. Da un’analisi dei visitatori suddivisi per età e per sesso, si evidenzia una
preponderanza di uomini e di una fascia di età compresa tra i 34 e i 54 anni (60%), i cui interessi
sono come ipotizzabile legati principalmente a notizie economiche finanziarie, investimenti e
finanza, acquisti di articoli di valore, appassionati di veicoli di lusso, nautica e golf. I dispositivi usati
sono principalmente i PC desktop (71,67%) ma, come prevedibile, sono in aumento costante gli
utenti che utilizzano sistemi mobile, come tablet (16,11%) e telefoni mobile (12,21%).
Secondo Nomisma la prima metà dell’anno 2014 ha segnato una svolta nei maggiori mercati
italiani (8 città metropolitane) con una ripresa delle compravendite, mentre sono contrastanti le
indicazioni che provengono dal mercato nazionale con un I trimestre connotato dal segno “più”
(7,4% di compravendite di abitazioni rispetto allo stesso periodo del 2013), a cui ha fatto seguito il
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segno “meno” (-1% di transazioni). Rispetto a questo quadro, che esprime una situazione di
crescente illiquidità degli immobili, occorre fare dei distinguo: la domanda di acquisto di abitazioni
non è percepita univocamente in calo, anche se il giudizio negativo risulta tuttora prevalente, al
contrario di ciò che avviene per uffici e negozi per i quali la curva della domanda si è stabilizzata
su livelli che esprimono il netto prevalere di giudizi di flessione; l’offerta di immobili in vendita
continua, invece, ad aumentare nel segmento abitativo, mentre per uffici e negozi l’inclinazione
della curva esprime un indebolimento della crescita. I tempi medi di vendita hanno raggiunto livelli
decisamente elevati in tutti i segmenti, mentre un altro fattore che concorre a ridurre la liquidità
degli immobili in vendita è lo sconto mediamente praticato sul prezzo richiesto. Anche per questo
indicatore il livello raggiunto è elevato ma, tutto sommato, stabile per il terzo semestre consecutivo.
Sul mercato residenziale si è raggiunto, in media, il 16,5%, con punte del 19,6% nei mercati
periferici; sul versante degli immobili di impresa lo sconto medio praticato ha superato il 17%.
LOCAZIONI
Uomo, nella fascia d’età compresa fra i 30 e i 40 anni e lavoratore dipendente con una disponibilità
a scegliere un canone di locazione che oscilla fra i 400 e i 600 euro: è l’identikit dell’inquilino
tracciato dall’Osservatorio di Affitto Assicurato. Il 40% dei contratti di locazione stipulati in questi
ultimi due anni è di persone con età compresa fra i 30 e i 40 anni, una fascia anagrafica che, prima
della crisi, era più orientata all’acquisto dell’immobile e oggi sceglie l’affitto perché soluzione più
alla sua portata. Più fisiologico, in questo senso, il 23% di inquilini under 30, fascia d’età, questa,
che tradizionalmente sceglie l’affitto come prima soluzione una volta uscita dalla casa di famiglia.
Dall’analisi effettuata dall’osservatorio di Affitto Assicurato emerge che l’inquilino che utilizza il
canale delle agenzie immobiliari è nel 66% dei casi italiano, per il 28% dei casi cittadino
comunitario e soltanto nel 6% dei casi extracomunitario. Il rapporto fra maschi/femmine per
contratti di locazione stipulati è del 68% contro il 32%; si equivalgono, invece, i contratti di affitto
stipulati da single e da famiglie. Per le fasce d’età gli inquilini sono per il 23% sotto i 30 anni, per il
40% fra i 30 e i 40 anni, per il 20% fra i 40 e i 50 anni, e per il 17% sopra i 50 anni. Tra gli inquilini
prevalgono nettamente (69%) i lavoratori dipendenti, il 20% sono autonomi, per l’8% pensionati e
per il 3% studenti e disoccupati. Molto concentrata anche la prevalenza della durata nei contratti di
locazione, che vede il termine dei 4 anni prevalere nel 74% dei casi, seguito a grande distanza dai
6 anni (12%), dalla soluzione 3+2 (10%) e il restante 4% è di contratti “transitori”. Da ultimo,
l’importo del canone di locazione: il 34% dei contratti è nella fascia 500-600 euro, il 28% tra 400500 euro, il 16% tra 300-400 euro, il 10% tra 600-1.000 euro, il 6% rispettivamente sotto i 300 e
sopra i 1.000 euro.
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MUTUI
Per l’Abi i dati relativi ai primi otto mesi del 2014 evidenziano la ripresa del mercato dei
finanziamenti alle famiglie per l’acquisto delle abitazioni. Dal campione dell’Associazione bancaria,
composto da 84 banche che rappresentano circa l’80% della totalità del mercato bancario italiano,
emerge che tra gennaio e agosto 2014 l’ammontare delle erogazioni di nuovi mutui è stato pari a
15.543 miliardi di euro rispetto ai 12.089 miliardi dello stesso periodo del 2013. L’incremento su
base annua è, quindi, del 28,6%. L’ammontare delle nuove erogazioni di mutui nel 2014 è
superiore anche al dato dei primi otto mesi del 2012, quando si attestarono sui 13.924 miliardi di
euro. Sono in aumento soprattutto i mutui a tasso variabile che rappresentano, nei primi otto mesi
del 2014, il 79,7% delle nuove erogazioni complessive; tale valore era del 77,2% nello stesso
periodo del 2013 e del 69,1% nei primi otto mesi del 2012.
Sempre per l’Abi a settembre 2014 è in ulteriore miglioramento la dinamica dei prestiti bancari: il
complesso dei finanziamenti registra una ancor più lieve contrazione su base annua (-2,3% in
miglioramento rispetto al -2,5% del mese precedente e dal -4,5% di novembre 2013, quando
aveva raggiunto il picco negativo). I finanziamenti a famiglie e imprese si posizionano al -0,9%
come variazione annua a settembre 2014 dal -1,2% del mese precedente e -4,5% a novembre
2013; questo di settembre 2014 per i prestiti bancari è il miglior risultato da maggio 2012. Inoltre,
tale dinamica dei prestiti bancari, ancorché in misura più limitata, non è una caratteristica solo
italiana ma si registra anche a livello dell’intera Area dell’euro: dalla fine del 2007, prima dell’inizio
della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.819,5 miliardi di euro, quelli a
famiglie e imprese da 1.279 a 1.420 miliardi di euro. Sempre a settembre 2014, i tassi di interesse
sui prestiti si sono assestati in Italia su livelli ancor più bassi, in virtù della progressiva riduzione dei
tassi Bce: il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è ridotto al 3% (3,12%
il mese precedente e segnando il valore più basso da marzo 2011; 5,72% a fine 2007). Il tasso
medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è ridotto al 2,87% (il valore più
basso da febbraio 2011), dal 2,95% di agosto 2014 (5,48% a fine 2007); il tasso medio sul totale
dei prestiti è risultato pari al 3,76% (3,78% il mese precedente; 6,18% a fine 2007). A seguito del
perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta, le
sofferenze lorde sono risultate ad agosto 2014 pari a quasi 174 mld, dai 172,4 mld di luglio. Il
rapporto sofferenze lorde su impieghi è del 9,2% ad agosto 2014 (7,3% un anno prima; 2,8% a fine
2007), valore che raggiunge il 15,5% per i piccoli operatori economici (13,1% ad agosto 2013;
7,1% a fine 2007), il 15,2% per le imprese (11,7% un anno prima; 3,6% a fine 2007) e il 6,7% per
le famiglie consumatrici (6,1% ad agosto 2013; 2,9% a fine 2007). Anche le sofferenze nette ad
agosto registrano un aumento, passando dai 78,2 miliardi di luglio ai 79,5 miliardi di agosto. Il
rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,41% ad agosto dal 4,30% di luglio
2014 (3,93% ad agosto 2013; 0,86%, prima dell’inizio della crisi). Infine, lo spread fra il tasso
medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane su
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livelli particolarmente bassi: a settembre 2014 è risultato pari a 217 punti base (214 punti base ad
agosto 2014), prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti % a
fine 2007).
Secondo Crif Il mese di settembre ha nuovamente fatto registrare un segno positivo relativamente
al numero di richieste di mutui presentate dalle famiglie italiane (istruttorie formali, quindi, non
semplici richieste di informazioni o preventivi online), con un +14,7% rispetto allo stesso mese del
2013. Si conferma pertanto il trend positivo iniziato a luglio dello scorso anno, quando si era
manifestata l’inversione di tendenza dopo il crollo verticale del biennio precedente. In termini
aggregati, prendendo in esame i primi 3 trimestri dell’anno in corso, il numero di richieste di mutui
si è assestato su un incoraggiante +11,8% rispetto allo stesso periodo del 2013, confermando un
percorso di recupero, lento ma costante, rispetto agli anni precedenti. Le variazioni rispetto allo
stesso mese dell’anno precedente sono indicate in valori ponderati, cioè al netto dell’effetto
prodotto dal differente numero di giorni lavorativi. L’andamento aggregato nei primi 9 mesi
dell’anno a confronto con le rilevazioni degli anni precedenti fornisce un’ulteriore conferma del
ritrovato interesse da parte degli italiani a richiedere un finanziamento per l’acquisto
dell’abitazione, tuttavia è oltremodo evidente quanto sia ancora profondo il gap rispetto al triennio
2011-2013. In altre parole, il dato positivo si sta consolidando mese dopo mese ma la strada per
tornare su livelli “normali” è ancora decisamente lunga. Un segnale inequivocabile di questa
dinamica è rappresentato dal fatto che solamente 4 immobili su 10 siano acquistati con il supporto
di un mutuo. Un altro dato significativo che emerge dall’analisi mensilmente condotta da CRIF è
rappresentato dall’importo medio dei mutui richiesti, che nei primi 9 mesi dell’anno in corso si è
mantenuto su un valore più contenuto, pari a 124.199 euro, ben lontano dai 127.685 euro del pari
periodo 2013 e ancor di più dai 131.576 euro dei primi 9 mesi del 2012. Peraltro, il trend appare in
marcata contrazione da quattro anni a questa parte, sia in virtù della consolidata prudenza da
parte delle famiglie, che tendono a richiedere il finanziamento minimo indispensabile per rendere il
peso delle rate il meno possibile gravoso, sia della progressiva riduzione del prezzo degli immobili
residenziali. La dinamica rilevata risulta coerente anche analizzando la distribuzione delle
domande in funzione dell’importo: nei primi 9 mesi del 2014, infatti, si registra un aumento solo per
le fasce al di sotto dei 100.000 euro; in particolare, la fascia inferiore ai 75.000 euro è cresciuta di
1,6 punti percentuali rispetto al pari periodo 2013 (arrivando a una quota pari al 28,3% del totale),
mentre quella tra i 75 e i 100.000 euro ha fatto registrare un aumento più contenuto, pari a 0,4
punti percentuali. La fascia di importo preferita dagli italiani si conferma essere quella compresa tra
i 100.000 e i 150.000 euro, con il 28,5% delle domande di mutuo, seppur in calo di 0,5 punti
percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Parallelamente, si consolida il trend
relativo alla durata dei mutui richiesti, con la classe compresa tra i 25 e i 30 anni che risulta essere
ancora una volta la preferita dagli italiani, con una quota pari al 27,5% del totale, anche in questo
caso nel tentativo di trovare una soluzione maggiormente sostenibile rispetto al reddito disponibile.
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Relativamente all’età dei richiedenti, infine, la fascia compresa tra i 35 e i 44 anni si conferma
essere quella prevalente, con una quota pari al 34,5% del totale, seguita da quella tra i 25 e i 34
anni (27,7%).
Rassegna Stampa
Gli italiani risparmiano di più
Dati Acri-Ipsos
Data: 31/10/2014
MF
Crescono i mutui per la casa
Dati Banca d’Italia
Data: 30/10/2014
Italia Oggi
Con le tasse sulla casa persi oltre mille miliardi
Confedilizia – Intervista C. Sforza Fogliani
Data: 30/10/2014
Il Giornale
Rent to buy, ora arrivano al rogito più contratti
Locazioni e compravendite
Data: 30/10/2014
Il Sole 24 Ore/Casa24Plus
Casa: affitto, compro o un mix?
Locazioni e dintorni
Data: 27/10/2014
Il Sole 24 Ore
Gli italiani scelgono le agenzie immobiliari
Indagine Tecnoborsa 2014
Data: 26/10/2014
La Nuova Ferrara
Le tasse valgono il 35% in più delle case
Dati Omi - Agenzia Entrate
Data: 25/10/2014
Libero
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L’arte di rinegoziare
Locazioni
Data: 25/10/2014
Milano Finanza
Il mini-scudo fiscale fa evitare il carcere e vale cinque miliardi
Voluntary disclosure e autoriciclaggio
Data: 18/10/2014
Il Giornale
Agli italiani piacciono le agenzie immobiliari
Indagine Tecnoborsa 2014
Data: 17/10/2014
Iocomprocasa.com
Il mattone torna a piacere. Più compravendite nel 2014
Dati Istat
Data: 17/10/2014
La Stampa
Gli italiani scelgono con l’aiuto delle agenzie immobiliari
Indagine Tecnoborsa 2014
Data: 16/10/2014
BZCasa/Immobiliare.it/News
Manovra da 36 miliardi: taglio a tasse e spesa
Legge di stabilità
Data: 16/10/2014
Il Sole 24 Ore
Tornano di moda le agenzie immobiliari. Ma solo per chi vende casa
Indagine Tecnoborsa 2014
Data: 15/10/2014
Monitorimmobiliare.it
La casa è stata munta troppo
Confedilizia: da bene rifugio è stata ridotta a un investimento da cui fuggire
Data: 15/10/2014
Italia Oggi
Il mutuo ritrova casa
Barometro Crif
Data: 15/10/2014
Il Messaggero
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Valorizzare il patrimonio: quattro punti da attuare
Intervento G. Bambagioni
Data: 13/10/2014
Il Sole 24 Ore
L’Italia a Bruxelles: “Dovete sbloccarci 31 miliardi in 7 anni o addio investimenti”
Governo e Ue
Data: 12/10/2014
La Repubblica
Confedilizia: sul mattone tasse pari al 2,25% del Pil
Confronto Imu-Tasi
Data: 9/10/2014
Il Sole 24 Ore
Mattone batte finanza immobiliare
Investimenti
Data: 9/10/2014
Il Sole 24 Ore/Casa24Plus
Casa, no ai vecchi pignoramenti
Decreto legge “del fare”
Data: 7/10/2014
Il Sole 24 Ore
Perizie immobiliari più rigorose
In arrivo la Norma UNI
Data: 6/10/2014
Italia Oggi/Sette
Camere di Commercio
Le partecipate delle CdC
Data: 6/10/2014
LaRepubblica/A&F
Immobiliare: ecco l’andamento del II trimestre secondo Tecnoborsa
Sondaggio Bankitalia, Tecnoborsa e Agenzia Entrate
Data: 2/10/2014
Il Ghirlandaio.com
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