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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÀ DI SCIENZE MOTORIE Corso di laurea magistrale in Scienze dell’attività fisica per il benessere RIEDUCAZIONE FUNZIONALE POST-RICOSTRUZIONE LCA DEL CALCIATORE SEMI-PROFESSIONISTA: PROTOCOLLO STANDARD VS. APPROCCIO FUNZIONALE Docente Relatore Prof. Giampietro ALBERTI Docente Correlatore Dott. Gabriele BOCCOLINI, Ph.D Tesi di laurea Giacomo MILESI Matricola: 845596 Anno Accademico 2014/2015 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Il cambiamento è movimento, il movimento è vita. Muoviamoci, e vivremo meglio! Giacomo Milesi 1 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista INDICE 1. INTRODUZIONE ........................................................................................4 2. TENDINE VS. LEGAMENTO......................................................................5 3. IL GINOCCHIO – ANATOMIA E FUNZIONE ...........................................11 4. I LEGAMENTI CROCIATI: ANATOMIA FUNZIONALE ...........................19 5. PATOLOGIA DEL LEGAMENTO CROCIATO ANTERIORE ...................32 5.1 EZIOPATOGENESI ................................................................................................................ 32 5.2 CLINICA E DIAGNOSI ............................................................................................................ 34 6. TIPOLOGIE CHIRURGHICHE DI TRATTAMENTO .................................37 6.1 AUTOGRAFT .......................................................................................................................... 37 6.2 ALLOGRAFT........................................................................................................................... 39 6.3 LEGAMENTI ARTIFICIALI ...................................................................................................... 40 6.4 SCELTA DEL TRAPIANTO NELLA CHIRURGIA PRIMARIA DEL LCA .................................. 41 7. PROTOCOLLI RIABILITATIVI STANDARD ............................................44 8. APPROCCIO RIEDUCATIVO FUNZIONALE ...........................................49 9. CASO CLINICO........................................................................................55 9.1 RIEDUCAZIONE FUNZIONALE.............................................................................................. 56 9.2 RIATLETIZZAZIONE............................................................................................................... 84 10. DISCUSSIONE E RISULTATI .............................................................. 110 11. CONCLUSIONI..................................................................................... 121 12. DIARIO RIEDUCATIVO ........................................................................122 12. BIBLIOGRAFIA .................................................................................... 131 2 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista PARTE PRIMA 3 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 1. INTRODUZIONE Il lavoro che si va a presentare è frutto di un approccio multidisciplinare di più figure specializzate, le quali hanno cooperato all’unisono per fare in modo che l’atleta potesse avere un percorso rieducativo ottimale. Il fisioterapista, il laureato in scienza motorie specializzato nella rieducazione funzionale ed infine il preparatore atletico di una squadra semi-professionista, seguendo i dettami che la letteratura odierna trasmette, hanno ideato tale percorso, altamente personalizzato, tarato al ragazzo in questione, calciatore semi-professionista, diciassettenne. In seguito all’analisi anatomica dell’articolazione in questione, il ginocchio, ed all’analisi funzionale oltre che strutturale del legamento sottoposto a chirurgia, il legamento crociato anteriore, si descrivono i protocolli riabilitativi convenzionali per poi presentare il percorso rieducativo creato per questo caso di studio e discuterne le differenze principali. Il lavoro vuole sottolineare l’importanza della strutturazione di un percorso altamente personalizzato, cosicché si possa rispondere alle esigenze della persona da rieducare. Enorme importanza infatti risiede nell’ultima parte rieducativa, decisamente sport-specifica, troppo spesso tralasciata o solamente accennata nei protocolli usuali. 4 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 2. TENDINE VS. LEGAMENTO Il tendine Con tale nome indichiamo delle formazioni di colore biancastro, splendenti, estremamente resistenti, costituite dall’insieme di fasci di tessuto connettivo denso. Servono da collegamento fra il corpo muscolare e lo scheletro. (Testut e Latarjet 1966). I tendini consistono in fitti fasci di fibre parallele extracellulari di collagene, con interposte file di cellule con nuclei densi, i fibrociti, che producono il collagene. La vascolarizzazione, capillariforme, è raramente evidente. I tendini sono inoltre provvisti di recettori chiamati “Organi tendinei di Golgi” che “registrano” la tensione nel tendine. Alcuni tendini sono avvolti da una guaina tendinea composta da due guaine concentriche fatte di tessuto connettivo separate da uno stretto spazio. (Cormack 2001) E’ un tessuto connettivo di tipo meno denso, provvisto di abbondanti fibre elastiche, che costituisce lo strato peritendineo o peritenomio. Da questo strato partono profondamente sepimenti di connettivo più lasso che, unendosi fra loro, circoscrivono i raggruppamenti maggiori dei fascetti tendinei, mentre altri sepimenti, più sottili e più lassi ancora, nati dalla faccia profonda dei precedenti, circoscrivono raggruppamenti meno numerosi di fasci, i quali risultano a loro volta da un certo numero di fascetti tendinei fra loro uniti da una sostanza amorfa, chiamata sostanza cementante interfascicolare. Esiste pertanto, nell’organizzazione del tendine, la disposizione al formarsi di raggruppamenti di fasci tendinei, sempre più grossi, dal cui insieme risulta formato il tendine (Testut, 1966). Mentre la guaina interna è attaccata al tendine, quella esterna si fonde con il connettivo circostante. 5 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Composte principalmente da collagene, le apposte superfici scorrevoli sono spesso descritte come sinovia. La frizione tra le due è minimizzata da un sottile filo lubrificante da fluido sinoviale. (Cormack, 2001) La matrice connettivale è quindi un insieme di molecole tra le quali quelle maggiormente rappresentate sono il collagene, sotto forma fibrillare, immerso in una “atmosfera” di proteoglicani. Le funzioni caratteristiche degli organismi superiori dipendono dal mantenimento della costanza delle forme contro pressioni interne ed esterne. Lungo il processo evolutivo, il tessuto connettivo ha svolto tale compito mediante le fibre collagene, resistenti alle tensioni, e i proteoglicani, che avendo la peculiare proprietà di legare una grande quantità di acqua, si oppongono alle forze pressorie. (Scott 1975) La presenza di corretti rapporti tra proteoglicani e collagene è indispensabile per il mantenimento della specifica funzionalità di ogni connettivo, infatti, in molti stati patologici è stato possibile dimostrare la comparsa in circolo (solubilizzazione) di quantità differenti e talvolta patognomoniche, ora di collagene, ora di proteoglicani. (Dey et al. 1992) Riparazione tendinea Le cellule chiave responsabili della riparazione tendinea sono i fibroblasti provenienti dalla guaina o, se la guaina tendinea non esiste, dal connettivo circostante. Quando i fibroblasti penetrano nella falla, producono abbondante nuovo collagene che ripristina efficacemente la continuità e la forza del tendine. Gli innesti tendinei iniziano a incorporarsi nei tendini ricongiunti in una maniera simile. Il legamento Il legamento ha composizione simile al tendine, con fasci paralleli d fibre extracellulari e interposte file di nuclei appiattiti di fibrociti. La maggior parte dei legamenti ha sostanziali fibre collagene longitudinali intrecciate con sottili fibre collagene e alcune fibre elastiche. Ciò rende i legamenti sufficientemente inestensibili per fornire un forte supporto e limitare eccessivi o disallineati movimenti articolari senza impedire il normale arco di movimento. 6 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Riparazione legamentosa Lo strappamento dei legamenti a causa di un eccessivo sforzo articolare si ripara abbastanza facilmente purchè la lesione sia opportunamente trattata. Una guarigione efficace richiede una stretta apposizione dei due capi del legamento. Ciò solitamente è ottenuto immobilizzando l’articolazione in una posizione che approssimi i due capi. In seguito ad un trauma più grave, il legamento strappato va ricucito con sutura chirurgica per assicurare una riparazione adeguata. Un soddisfacente recupero della resistenza del legamento dipende da un’adeguata deposizione di nuovo e forte collagene attraverso l’articolazione, come nella riparazione tendinea. Nel caso del ginocchio, la sutura andrebbe però effettuata in tempo zero in seguito al trauma, cosa difficilmente fattibile viste le condizioni cliniche dell’articolazione e le tempistiche di valutazione clinica e d’intervento nel primo momento post-trauma. Si tende perciò ad aspettare per avere un quadro più preciso dello stato del ginocchio; intanto la sinovia si interpone tra i due monconi impedendone l’apposizione e la rigenerazione e portando i due frammenti verso un proceso di tipo degenerativo. Per questo motivo si procede, in un secondo momento, con il trapianto tendineo. Legamentizzazione Dopo l’impianto chirurgico, l’innesto del LCA segue in sequenza le fasi di necrosi avascolare, rivascolarizzazione e rimodellamento. Le proprietà del materiale dell’innesto cambiano a mano a mano che il processo di legamentizzazione (trasformazione da tendine a legamento) avanza. Durante il periodo di maturazione, il punto di rottura di un autoinnesto prelevato dal tendine rotuleo può diminuire fino al 11% rispetto al normale punto di rottura di un LCA e la resistenza dell’innesto può diminuire fino al 13% rispetto a un normale LCA. I dati sugli innesti umani indicano che questi ultimi assomigliano alla struttura di un LCA 7 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista naturale già 6 mesi dopo l’impianto, ma continuano a maturare per un anno intero. (Brotzman e Wilk 2008) Uno studio di microscopia eseguito presso il laboratorio di morfologia umana dell’Università degli Studi dell’Insubria sulla neo-legamentizzazione ad un anno dalla ricostruzione di un LCA con tendini della zampa d’oca, il quale ha subito un nuovo evento traumatico che lo ha portato alla rottura; evidenzia a microscopia elettronica a scansione (fig.1) la presenza di numerose piccole fibre di probabile neoformazione, non ben orientate verso una direzione. La struttura presenta ancora grossi fasci collagene, possibile derivazione dal vecchio tendine. Figura 1. Ingrandimento con microscopio elettronico a scansione. Alla valutazione in microscopia elettronica a trasmissione (fig 2, 3), è stato notato, nei piccoli ingrandimenti della sezione trasversale delle fibre, la presenza di grosse fibre collagene assieme a molte piccole fibre colagene. Queste ultime risultano parallele tra loro a fasci. La popolazione cellulare è rappresentata da fibroblasti con caratteristiche citoplasmatiche di attività produttiva e le tipiche digitalizzazioni. Inoltre sono presenti zona di degenerazione; l’ipotesi del gruppo di ricerca è che rappresentino le strutture in via di degenerazione del “vecchio” legamento. 8 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Figura 2. Ingrandimento con microscopio elettronico a trasmissione. A maggiore ingrandimento le neofibrille parallele si presentano con diametri diversi, indice di attività di maturazione diversa delle stesse. Figura 3. Ingrandimento con microscopio elettronico a trasmissione. Passando alla valutazione con microscopia a forza atomica (fig.4), hanno poi evidenziato la tridimensionalità del campione, in cui appare il periodo delle fibre collagene (64nm). I lati di questi rilievi sono di 3x2µm. Le fibre non risultano parallele ma anche qui si notano fibre di diametri diversi, indice di diversa maturazione fibrillare. 9 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Figura 4. Ingrandimento con microscopio a forza atomica. Ciò che hanno evinto è che, sia in TEM (transmission electron microscope) che in SEM (scansion electron microscope) si nota la neoformazione di fibre collagene di forma più piccola e di direzionalità diversa rispetto ai grossi fasci collagene che sembrano essere quelli in via di disgregazione del vecchio tendine; in TEM si nota, inoltre la presenza di fibroblasti e di strutture di degenerazione. Con la AFM (atomic force microscope) è possibile mettere in evidenza il periodo e si conferma la presenza di fibre di diversi diametri. Considerando le piccole fibre come quelle neoformate (parallele in fasci al TEM) e quelle grosse i residui del vecchio legamento (in TEM con zone degenerative e infiltrate da neofibrille), hanno potuto così affermare che la ricostruzione ad un anno è si quasi avvenuta ma ancora in fase di maturazione. 10 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 3. IL GINOCCHIO Figura 5. Articolazione del ginocchio, vista anteriore e vista posteriore. 11 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Il ginocchio costituisce una complessa articolazione che, per la sua posizione intermedia nell’arto inferiore, necessita, da un lato, di una buona stabilità utile per sostenere e trasmettere le numerose sollecitazioni provenienti dall’anca e, dall’altro, di una buona mobilità. A differenza, però, del gomito, articolazione intermedia dell’arto superiore, nel ginocchio, la tenuta dei segmenti ossei non è assicurata, soprattutto, da una stabile e notevole congruenza articolare che è tipica del gomito, bensì da robusti e numerosi legamenti oltre che da pochi ma potenti muscoli. L’articolazione del ginocchio, infatti, affinché gli sia permessa una buona mobilità in presenza del notevole carico corporeo che deve sostenere, è costituita da due raffinate articolazioni. La prima è, infatti, rappresentata dalla faccia distale inferiore del femore con due distinte regioni articolari e dalla faccia prossimale superiore della tibia che si affronta al femore con altrettante parti articolari. Tale disposizione anatomica finisce per far pensare alla presenza di due distinte articolazioni che lavorino per proprio conto poste parallelamente. La seconda è, invece l’articolazione femoro-rotulea (o patellare). - Articolazione Femoro-tibiale E’ costituita dalle facce convesse dei due condili femorali e dalle facce concave della tibia. Più precisamente la tibia presenta la faccia mediale di forma ovalare e pianeggiante e la faccia laterale di forma quasi rotonda e lievemente concava. Fra superficie femorale e superficie tibiale, oltre alla cartilagine ialina che le ricopre entrambe, sono poste due formazioni connettivali – i menischi – costituite da fibre collagene oltre a cellule di tipo cartilagineo che aderiscono alle facce articolari tibiali. Fra le due facce tibiali è interposta una zona ossea irregolare detta eminenza intercondiloidea. 12 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista L’articolazione è un ginglimo angolare ma la presenza delle due faccette la rende simile a due articolazioni condiloidee: due gradi di libertà che permettono flesso-estensione e rotazione. Menischi I menischi hanno forma di due “C” contrapposte di grosso spessore esterno che va gradualmente diminuendo verso l’interno. I loro estremi sono denominati “corno anteriore” e “corno posteriore”. Le fibre collagene meniscali sono di due tipi. Le principali, più grosse, sono disposte longitudinalmente secondo la forma dei menischi. Le secondarie, più sottili, sono orientate ortogonalmente alle prime. La tenuta dei menischi è assicurata dalla capacità articolare adesa ad essi attraverso la sua sinoviale e da legamenti. Ciò si rende necessario perché i menischi dispongono della capacità di muoversi sulla base tibiale. Il menisco mediale ha forma di “C” aperta simile ad una mezzaluna. La “C” si presenta aperta anteriormente con un piccolo corno e larga posteriormente con un ampio corno. E’ il menisco meno mobile poiché è unito, oltre che alla capsula articolare, anche al legamento collaterale mediale. Il menisco laterale ha forma di “C” chiusa quasi completamente a cerchio. E’ unito al femore tramite i suoi due corni dai legamenti menisco-femorale anteriore e posteriore siti davanti e dietro al legamento crociato posteriore. Quasi sempre uno dei due legamenti è assente. Entrambi i menischi sono poi uniti anteriormente dal legamento trasverso del ginocchio. Il menisco laterale è in ogni caso più mobile per il fatto di essere privo di unione con il suo legamento collaterale. Entrambi i menischi si muovono indietro nella flessione nello stesso modo in cui i condili femorali ruotando si spostano posteriormente. Il contrario avviene nell’estensione. Il 13 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista movimento avviene quindi attraverso una deformazione. E’ la pressione del condili femorali che, passivamente, spinge “strizzando” indietro e in avanti le superfici meniscali. Intervengono anche i legamenti alari nell’estensione, per effetto dello spostamento in avanti della rotula. Il legamento crociato anteriore ed il muscolo semimembranoso – per il menisco interno – e il muscolo popliteo – per il menisco esterno – con fibre secondarie facilitano lo spostamento posteriore nella flessione. Più prevedibili sono gli spostamenti in rotazione, infatti è il movimento della tibia in rotazione esterna che provoca il movimento in avanti del menisco laterale e indietro di quello mediale per la pressione dei condili femorali il cui movimento è opposto a quello della tibia. Il contrario avviene nella rotazione interna. Concludendo, la funzione che i menischi esplicano è, in generale, ammortizzante per effetto della loro interposizione fra due facce articolari ossee. Movimenti di rotazione esterna contemporaneamente alla flessione del ginocchio o spinte laterali a ginocchio flesso possono provocare gravi traumi al menisco mediale. La sua maggior fragilità rispetto al laterale deriva da una sua intrinseca immobilità e dalla trazione più intensa, se esplicata in rotazione, del legamento collaterale mediale sullo stesso menisco. Capsula La capsula è ampia, lassa e sottile costituita da una parte sinoviale e una parte fibrosa. E’ rinforzata da numerosi legamenti che la ricoprono o la penetrano. Risulta più robusta posteriormente e più sottile sugli altri tre lati. L’inserzione tibiale della capsula lascia all’esterno dell’articolazione il legamento crociato anteriore, la spina con l’eminenza intercondiloidea e il legamento crociato posteriore. 14 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista L’inserzione capsulare al femore rileva, inferiormente, l’esclusione degli attacchi femorali dei legamenti crociato anteriore e posteriore. Anteriormente la capsula è molto lassa per consentire la formazione di un recesso sottoquadricipitale. Posteriormente, invece, c’è un ispessimento generalizzato della capsula più evidente nella parte alta dei condili costituendo una parete di scorrimento dei muscoli gemelli che vanno a inserirsi, al di fuori dell’articolazione, subito sopra ai punti di confine della capsula. Occorre aggiungere che qui, ma anche anteriormente, la membrana fibrosa si va a inserire rispettivamente avanti e dietro ai legamenti crociati, incapsulandoli avendo interposto materiale lipidico. Ecco perché si suole affermare che i legamenti crociati sono intracapsulari ma extrarticolari. Lateralmente e medialmente la capsula si presenta piuttosto lassa per formare i recessi laterali rotulei, mentre posteriormente forma due recessi posteriori. Lateralmente e subito sotto all’attacco capsulare, quindi all’interno dell’articolazione, si va a inserire il muscolo popliteo. Medialmente è il legamento collaterale mediale a essere intracapsulare. Legamenti Il legamento patellare è teso dal margine inferiore della rotula alla tuberosità tibiale. E’ la continuazione del tendine del muscolo quadricipite. I legamenti alari si dividono in laterale e mediale. I legamento alare laterale origina dalla rotula e da fasci dei muscoli vasto laterale e retto femorale e si porta verticalmente, un po’ obliquo, lateralmente alla tuberosità tibiale. Il legamento alare mediale origina dalla rotula e da fasci del muscolo vasto mediale si porta verticalmente, un po’ obliquo, alla tibia davanti al legamento collaterale mediale. Il legamento patellare e i legamenti alari hanno una funzione di tenuta nei confronti della rotula sull’articolazione femoro-tibio-patellare. 15 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Il legamento collaterale laterale è teso, verticalmente, dall’epicondilo laterale del femore, un po’ posteriore, fino alla testa della fibula; è affusolato e cordoniforme. Il legamento collaterale mediale è teso, verticalmente, dall’epicondilo mediale del femore al condilo mediale della tibia mentre alcune fibre si vanno a inserire sul menisco mediale. E’ piatto, a forma triangolare e totalmente interno alla capsula articolare. I due legamenti collaterali contribuiscono alla stabilità, sul piano frontale, dell’articolazione del ginocchio. Ne limitano anche l’estensione. Il legamento popliteo obliquo va dalla faccia postero-mediale della tibia come espansione fibrosa del tendine del muscolo semimembranoso, da mediale a laterale, dal basso verso l’alto, alla fossa intercondiloidea del femore. Esso limita i movimenti di estensione. Il legamento popliteo arcuato va, verticalmente, dalla testa fibulare alla capsula articolare, dove si irradia verticalmente verso l’alto inserendovisi. Ha azione di tenuta, con il legamento collaterale laterale, per la fibula. Dei legamenti crociati anteriore e posteriore si parlerà approfonditamente nel capitolo successivo. Grasso e borse mucose Il grasso possiede prevalenti funzioni ammortizzanti e di facilitazione allo scorrimento ed è sito in diverse parti dell’articolazione fra membrana sinoviale e membrana fibrosa. La parte adiposa più importante è posta anteriormente con il nome di corpo adiposo infrapatellare disposto dietro alla faccia postero-inferiore della rotula e al legamento rotuleo e davanti al femore e alla tibia. La sua funzione è di riempire spazi durante il movimento flessorio. Le borse più importanti sono: 16 - sovrapatellare, superiormente alla rotula; - prepatellare, davanti alla rotula sotto il tendine del muscolo quadricipite; Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista - infrapatellare, inferiormente alla rotula sotto il tendine del muscolo quadricipite. Articolazione femoro-rotulea E’ costituita dalla rotula che contrappone la sua faccia articolare posteriore alla faccia articolare anteriore della troclea femorale avente una forma vagamente concava. La faccia articolare rotulea è composta da due faccette articolari, una mediale e una laterale più ampia, divise da un’eminenza verticale. Si realizza così un incastro mobile nel quale la rotula si muove sul femore come una fune in una puleggia. L’articolazione è pertanto un ginglimo angolare o troclea. Gli elementi che stabilizzano la rotula sono i già citati legamenti alari, il legamento rotuleo e la capsula dell’articolazione che si inserisce sul contorno articolare della rotula al limite della cartilagine articolare. La posizione della rotula nella fase di estensione del ginocchio è verticale. Durate la flessione la rotula si sposta dall’alto in basso, come su un arco di cerchio, ritrovandosi, quando viene raggiunta la massima escursione articolare flessoria, in posizione orizzontale con la faccia posteriore orientata verso il basso e dietro. La rotazione interna del ginocchio (la gamba ruota internamente) provoca la rotazione esterna del femore e il contemporaneo spostamento all’esterno della rotula. L’inverso avviene con la rotazione contraria del ginocchio. In conclusione la rotula, dal punto di vista funzionale, ha soprattutto il compito di variare la direzione della trazione del muscolo quadricipite. Flessione ed estensione I muscoli della flessione sono: il muscolo bicipite femorale sito latero-posteriormente, il muscolo sartorio, il muscolo gracile, il muscolo semimembranoso e il muscolo semitendinoso siti medialmente, il muscolo popliteo e il muscolo gastrocnemio siti posteriormente. Sono tutti muscoli biarticolari con l’eccezione del muscolo popliteo. L’estensione è effettuata dal muscolo quadricipite femorale. 17 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Durante la flessione, movimento che avvicina le superfici posteriori di gamba propriamente detta e coscia, non si avrà una coincidenza di affrontamento fra asse femorale e asse tibiale ma la gamba si fletterà portandosi un po’ all’interno rispetto alla posizione della coscia. In ogni caso la meccanica della flesso-estensione si realizza con una particolare dinamica che include rotazione e scivolamento. L’azione è comandata dai muscoli ma, in essa, notevole è l’apporto di guida dei legamenti soprattutto dei crociati. La rotazione dei condili femorali, nella flessione, avviene verso dietro e lo scivolamento verso avanti. Senza questo scivolamento anteriore, in teoria, si produrrebbe una lussazione del femore. Il contrario avviene nell’estensione: rotazione avanti e scivolamento indietro. Infine, durante la flesso-estensione si verifica un modesto movimento di rotazione del tutto involontario. Perché possa realizzarsi l’intera estensione del ginocchio, in stazione eretta, occorre una modesta rotazione esterna terminale della tibia che detende un po’ il legamento crociato anteriore consentendo ai collaterali di raggiungere il massimo della tensione. Ovviamente per poter iniziare la cinetica opposta, ossia la flessione, occorre prima ruotare internamente la tibia. (Pirola 1996) 18 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 4. I LEGAMENTI CROCIATI: ANATOMIA FUNZIONALE Figura 6. Lesione al terzo medio del LCA. Aprendo anteriormente l’articolazione del ginocchio, notiamo che i legamenti crociati sono situati esattamente al centro dell’articolazione, in gran parte nella fossa intercondiloidea. Il primo che si presenta è il legamento crociato anteriore, la cui inserzione tibiale è sulla superficie prespinale, lungo la glena interna, fra l’inserzione del corno anteriore del menisco interno in avanti, e quella del menisco esterno indietro. Il suo tragitto è obliquo in alto, in dietro ed in fuori e la sua inserzione femorale si effettua sulla faccia assiale del condilo esterno a livello di una zona stretta ed allungata verticalmente a contatto della cartilagine, sulla parte più posteriore di questa faccia. Vi si descrivono tre fasci: il fascio antero-interno: il più lungo, quello che si presenta per primo alla vista ed il più esposto ai traumatismi; 19 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista il fascio postero-esterno: esso è coperto dal precedente ed è quello che resiste nelle rotture parziali; il fascio intermedio. Nel suo insieme, la sua forma è avvolta su se stessa, in quanto le sue fibre più anteriori sulla tibia hanno una inserzione più bassa e più anteriore sul femore, e le sue fibre più posteriori sulla tibia si inseriscono più in alto sul femore, cosicché tutte le sue fibre non hanno la stessa lunghezza. Da quanto ha detto F.Bonnel, la lunghezza media del legamento crociato anteroesterno è compresa tra 1,83 e 3.35 cm; vi è dunque una grande differenza di lunghezza delle fibre secondo la loro posizione. Nel fondo dell’incisura intercondiloidea, dietro il crociato anteriore, si vede il legamento crociato posteriore. La sua inserzione tibiale si realizza sulla parte più posteriore della superficie retro-spinale; esso deborda anche sul contorno posteriore del piatto tibiale. Questa inserzione tibiale del crociato posteriore è dunque situata molto più indietro dell’inserzione del corno posteriore del menisco esterno e del menisco interno. La traiettoria del LCP è obliqua in avanti, all’interno e in alto. La sua inserzione femorale occupa il fondo dell’incisura intercondiloidea e deborda anche notevolmente sulla faccia assiale del condilo interno, lungo la cartilagine, al limite inferiore di questa faccia su una zona di inserzione allungata orizzontalmente. Vi si descrivono tre fasci: il fascio postero-esterno: il più posteriore sulla tibia ed il più esterno sul femore; il fascio antero-interno: il più anteriore sulla tibia ed il più interno sul femore; il fascio menisco femorale di Wrisberg, che si attacca al corno posteriore del menisco esterno, aderisce quindi rapidamente al corpo del legamento che accompagna generalmente su tutta la faccia anteriore, per venire a fissarsi con lo stesso sulla faccia assiale del condilo interno. Esiste a volte un equivalente di questa disposizione per il menisco interno: alcune fibre del legamento crociato anteriore si vengono a 20 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista fissare sul corno anteriore del menisco interno vicino all’inserzione del legamento trasverso. Il due legamenti crociati sono in contatto l’uno con l’altro attraverso il bordo assiale, il legamento anteriore passa al di fuori del posteriore. Essi non sono liberi all’interno della cavità articolare, ma ricoperti dalla sinoviale e contraggono con la capsula importanti rapporti. Scivolano l’uno contro l’altro attraverso il loro bordo assiale durante i movimenti del ginocchio. Rapporto fra la capsula ed i legamenti crociati I legamenti crociati contraggono rapporti tanto stretti con la capsula articolare che si potrebbe dire che essi sono in realtà degli ispessimenti della capsula stessa e che, come tali, ne fanno parte integrante. Si è visto come la capsula penetri nella fossa intercondiloidea per formare un doppio setto nell’asse dell’articolazione. Per comodità, si dice che, orientativamente, l’inserzione tibiale della capsula lascia al di fuori dell’articolazione le inserzioni dei legamenti crociati; in realtà, l’inserzione capsulare passa attraverso l’inserzione dei crociati. Più semplicemente l’ispessimento capsulare del crociati “sporge” sulla faccia esterna della capsula, dunque all’interno del doppio setto. In una vista postero-interna dopo aver rimosso il condilo interno e ribaltata in parte la capsula, il legamento crociato anteriore appare nettamente addossato contro il foglietto esterno del setto capsulare. Si nota in avanti, il recesso sottoquadricipitale e l’orifizio nel quale viene ad incastrarsi la rotula. In una vista postero-esterna, il legamento crociato posteriore appare addossato contro il foglietto interno del setto capsulare. Si nota come non tutte le fibre dei crociati abbiano la stessa lunghezza, né la stessa direzione: durante i movimenti, quindi, non vengono poste in tensione simultaneamente. Questi schemi permettono inoltre di mettere in evidenza i gusci condiloidei, in parte resecati a livello del condilo esterno ed a livello del condilo interno. 21 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Su di una sezione vertico-frontale passante per la parte posteriore dei condili, si può apprezzare la “suddivisione” della cavità articolare: - al centro, il setto capsulare, raddoppiato dai legamenti crociati che separa la cavità in due metà, esterna ed interna; questo setto si prolunga in avanti con il corpo adiposo; - ciascuna delle due metà dell’articolazione è suddivisa a sua volta dai menischi in due piani, il piano superiore o soprameniscale, corrispondente all’interlinea femoromeniscale ed il piano inferiore o sottomeniscale, corrispondente all’interlinea tibiomeniscale. E’ la presenza dei legamenti crociati che modifica così profondamente la struttura di questa articolazione trocleare. In effetti se i due canali fossero uniti formerebbero una troclea. Tanto che definire questa articolazione bicondilare non ha alcuna logica meccanica. Il legamento crociato anteriore dalla sua posizione intermedia di partenza, comincia prima col coricarsi sull’orizzontale sul piano del piatto tibiale durante la flessione a 45-50°, poi risale fino alla sua posizione più elevata nella flessione estrema; quando esso si abbassa, si allunga nella incisura inter-spinosa, come se andasse “a segare” il massiccio delle spine tibiali. Il LCA durante il suo movimento dalla estensione alla flessione estrema attraversa un settore ben più importante verso i 60° che il legamento crociato anteriore e, in rapporto al femore, “taglia” l’incisura intercondiloidea, “separando” così le due facce della troclea fisiologica e teorica dai due condili. Direzione dei legamenti crociati Visti in prospettiva i legamenti crociati appaiono effettivamente incrociati nello spazio, l’uno in rapporto all’altro. Anche sul piano sagittale la loro disposizione incrociata è evidente, il LCA è obliquo in alto ed indietro, mentre il LCP è obliquo in alto e in avanti. Se i legamenti crociati sono isolati, si nota che rimangono incrociati sia nell’estensione sia nella flessione. 22 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Si vede anche che durante i movimenti, scivolano l’uno contro l’altro sulla loro faccia assiale. Le loro direzioni si incrociano anche sul piano frontale in quanto le loro inserzioni tibiali sono allineate sull’asse antero-posteriore mentre le loro inserzioni femorali sono distanti di 1,7 cm: ne consegue che il legamento crociato posteriore è obliquo in alto e in dentro e che il crociato anteriore è obliquo in alto ed in fuori. Sul piano orizzontale invece, sono paralleli e a contatto con il loro bordo assiale. I legamenti crociati, non sono solamente incrociati fra di loro, ma lo sono anche in rapporto al legamento collaterale omolaterale. Così il crociato anteriore è incrociato con il legamento collaterale esterno e il crociato posteriore con il legamento collaterale tibiale. Esiste quindi una regolare alternanza nell’obliquità dei quattro legamenti se li consideriamo nell’ordine da fuori in dentro o viceversa. Esiste una differenza di inclinazione tra i due legamenti crociati: quando il ginocchio è in estensione, il LCA è più verticale, mentre il LCP è più orizzontale. Lo stesso avviene per la direzione generale delle zone di inserzione femorale: quella del legamento crociato posterointerno è orizzontale, mentre quella del legamento crociato anteriore è verticale. Sul ginocchio flesso, il LCP, che era coricato orizzontalmente in estensione, si alza verticalmente, descrivendo un arco di circonferenza maggiore di 60° in rapporto alla tibia, mentre il LCA si alza poco Il rapporto di lunghezza fra i crociati varia secondo gli individui, ma, con le distanze dei punti di inserzione tibiale e femorale, costituisce la caratteristica propria di ogni ginocchio perché, tra l’altro, è esso che determina, come si è visto precedentemente, il profilo dei condili. Ruolo meccanico dei legamenti crociati E’ ormai abitudine associare i legamenti crociati a corde, fissate su inserzioni puntiformi. Questo è vero solo in prima approssimazione e presenta il vantaggio di mettere in luce l’azione generale del legamento, ma non ci permette in nessun modo di conoscere le loro fini azioni. Per questo bisogna considerare tre fattori. 23 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 1. Lo spessore del legamento. Lo spessore e il volume del legamento sono direttamente proporzionali alla sua resistenza ed inversamente proporzionali alle sue possibilità di allungamento, potendo ogni fibra essere considerata come una piccola molla di scarsa elasticità. 2. La struttura del legamento. Dal momento che le inserzioni sono estese, le fibre non hanno tutte la stessa lunghezza. Conseguenza importante: ogni fibra non è sollecitata nello stesso momento. Come per le fibre muscolari si tratta di un vero reclutamento di fibre in corso di movimento, ciò che fa variare la loro resistenza e la loro elasticità. 3. L’estensione e la direzione delle inserzioni. Le fibre, inoltre, non sono sempre parallele fra di loro, esse si organizzano spesso seguendo dei piani storti “attorcigliati”, poiché le linee di inserzione non sono parallele fra loro ma oblique o perpendicolari nello spazio. In più, la direzione relativa delle inserzioni varia nel corso dei movimenti, e questo contribuisce al “reclutamento” differenziato e inoltre modifica la direzione d’azione del legamento preso globalmente. Queste variazioni nell’azione del legamento si realizzano non solamente sul piano sagittale ma nei tre piani dello spazio, ciò rende perfettamente conto della loro azione complessa e simultanea sulla stabilità anteroposteriore, la stabilità laterale e la stabilità rotatoria. In definitiva la geometria dei legamenti crociati determina come già dimostrato il profilo condilo-trocleare sul piano sagittale e sugli altri due piani dello spazio. Globalmente i legamenti crociati assicurano la stabilità antero-posteriore del ginocchio e permettono i movimenti cerniera mantenendo sempre a contatto le superfici articolari. Il loro ruolo può essere illustrato come un modello meccanico (fig.7: modello visto in sezione) facile a realizzarsi: due assicelle o due cartoni spessi A e B sono collegati fra di loro con dei nastri ab e cd tesi dall’estremità dell’una alla estremità opposta dell’altra; possono così compiere dei movimenti pendolari l’una in rapporto all’altra attorno alle due 24 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista cerniere: la cerniera a è coincidente con c, e la cerniera b è in d, ma è loro impossibile scivolare l’una sull’altra. I legamenti crociati del ginocchio realizzano una disposizione ed un funzionamento simili, con la differenza che non ci sono soltanto due punti di cerniera, ma tutta una serie allineata sulla curvatura del condilo. Come col modello, lo scivolamento antero-posteriore è impossibile. Continuando con la dimostrazione i legamenti sono raffigurati in maniera lineare: il legamento crociato anteriore ab, e il legamento crociato posteriore è cd sulle figure piccole; mentre sulle grandi sono indicate le fibre estreme e medie e anche le linee di inserzione. Partendo dalla posizione di allineamento (fig.7/168), o di flessione modesta a 30° (fig.7/169) nella quale i legamenti crociati sono egualmente tesi, la flessione fa basculare la base femorale cd (fig.7/170) mentre il legamento crociato posteriore cd si raddrizza ed il legamento crociato anteriore ab diviene orizzontale. Sullo schema più completo (fig.7/171) in flessione a 60°, la tensione delle fibre elementari di ciascuno dei crociati cambia di poco. 25 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Figura 7. Immagine tratta dal volume 2 del testo Fisiologia articolare I.A. Kapandji pag.131 26 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista A partire dal momento in cui la flessione si accentua a 90° (fig.8/172), fino a 120° (fig.8/173), il legamento crociato posteriore si raddrizza verticalmente e si mette in tensione proporzionalmente più del legamento crociato anteriore: nello schema in dettaglio (fig.8/174), si vede come le fibre medie ed inferiori del legamento crociato anteriore sono detese (-) mentre le fibre anterosuperiori sono in tensione (+); per il legamento crociato posteriore, al contrario le fibre posteriori-superiori sono detese (-) mentre le fibre anteroinferiori sono in tensione (+). Il legamento crociato posteriore è teso in flessione. In estensione ed in iper-estensione, in rapporto alla posizione di partenza (figg.8/176 e 8/177) tutte le fibre del LCA sono, all’inverso, in tensione (+), mentre le sole fibre posterosuperiori del LCP sono tese (+); inoltre, in iperestensione (fig.8/178), il fondo dell’incisura intercondiloidea c, viene ad appoggiarsi sul LCA che mantiene la tensione come la corda di un arco. Il LCA è teso in estensione e rappresenta uno dei freni della iperestensione. I lavori recenti di F. Bonnel confermano così ciò che pensava Strasser (1917) che, grazie ad un modello meccanico, aveva trovato che il legamento crociato anteriore è teso nell’estensione ed il legamento crociato posteriore nella flessione. Tuttavia, l’analisi più fine delle condizioni meccaniche conferma che Roud (1913) non sbagliava, pensando che i crociati restassero sempre tesi con alcune delle loro fibre, in ragione della loro ineguale lunghezza. Come avviene spesso in biomeccanica, due proposizioni apparentemente contraddittorie possono essere vere simultaneamente e non si escludono a vicenda. 27 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Figura 8. Immagine tratta dal volume 2 del testo Fisiologia articolare I.A. Kapandji pag.133 28 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Si è visto, studiando il movimento dei condili sulle glene, che questo consiste in un rotolamento associato a scivolamento. Se si comprende facilmente il rotolamento, come spiegare lo scivolamento in un’articolazione così poco congruente come il ginocchio? Devono entrare in gioco dei fattori attivi, muscolari: gli estensori tendono a spostare la tibia in avanti sotto il femore durante l’estensione e, al contrario, i flessori fanno scivolare il piatto tibiale indietro durante la flessione. Ma studiando i movimenti su un preparato anatomico, il ruolo dei fattori passivi, e più precisamente dei legamenti crociati, appare predominante. Sono proprio i crociati che richiamano i condili e li fanno scivolare sulle superfici articolari nel senso inverso a quello del rotolamento. Partendo dalla posizione di estensione I (fig.9/179), se il condilo rotolasse senza scivolare, dovrebbe indietreggiare alla posizione II e l’inserzione femorale b del crociato anteriore ab dovrebbe trovarsi in b’, descrivendo il tratto ipotetico bb’, che è la causa della lesione del corno posteriore del menisco interno. Ora il punto b può solamente spostarsi su di un cerchio con centro in a e di raggio ab (supponendo il legamento inestensibile); ne consegue che il tragitto reale di b non è bb’ ma bb’’, che corrisponde alla III posizione del condilo, più anteriore della posizione II di un tratto e. Nella flessione, il legamento crociato anteriore viene sollecitato e richiama il condilo in avanti. Si può dunque affermare che durante la flessione il legamento crociato anteriore è responsabile dello scivolamento del condilo in avanti, combinato con un rotolamento verso l’indietro. Alla stessa maniera (fig.9/180) si può dimostrare il ruolo del crociato posteriore durante l’estensione. Passando dalla posizione I alla posizione II col semplice rotolamento, il condilo è richiamato verso l’indietro dal legamento crociato posteriore cd; la traiettoria della sua inserzione femorale c non è cc’, ma cc’’ su di un cerchio di centro d e di raggio dc. Ne consegue che il condilo scivola verso l’indietro di un tratto f per disporsi in una posizione III. Durante l’estensione, il legamento crociato posteriore è responsabile dello scivolamento del condilo verso l’indietro, associato ad un suo rotolamento in avanti. Questa dimostrazione è 29 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista ripetuta con un modello meccanico che dimostra l’alternarsi della tensione dei legamenti rappresentati con degli elastici. I movimenti di cassetto sono dei movimenti anormali di traslazione antero-posteriore della tibia sul femore. Essi si ricercano in due posizioni: con ginocchio flesso ad angolo retto e sul ginocchio in estensione completa. - Con ginocchio flesso ad angolo retto (fig.9/183): il paziente è in decubito dorsale su un piano duro, il ginocchio da esaminare è flesso ad angolo retto, il piede è appoggiato sulla tavola; l’esaminatore blocca il piede del paziente sedendovisi sopra e con le mani, prende a pieno palmo l’estremità superiore della gamba; tirando verso di lui, ricerca il cassetto anteriore, e spingendo verso dietro, ricerca il cassetto posteriore. Queste ricerche devono essere fatte col piede posto in rotazione indifferente - cassetto diretto -, il piede in rotazione esterna - cassetto in rotazione esterna -, ed il piede in rotazione interna - cassetto in rotazione interna. Questa terminologia è preferibile alla denominazione “cassetto rotatorio esterno o interno” che implica un’idea di rotazione durante il corso dei movimenti di cassetto. Il cassetto posteriore (fig.9/181) si manifesta con una traslazione della tibia sul femore posteriormente; esso è dovuto alla rottura del LCP. Il cassetto anteriore (fig.9/182) si manifesta con una traslazione verso l’avanti della tibia sul femore; esso è dovuto alla rottura del LCA. - Con il ginocchio in estensione, una mano sostiene la faccia posteriore della coscia mentre la mano che sta avanti prende l’estremità superiore della gamba e cerca di mobilizzarla dall’avanti all’indietro e viceversa: questo è il test di Lachmann-Trillat. Se si apprezza una traslazione verso l’avanti questo è il “Lachmann anteriore” ed è la manifestazione di una rottura del legamento crociato anteriore, associata per Bousquet ad una rottura della porzione fibro-tendinea postero-esterna (PAPE); 30 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista questa ricerca è difficile perché il movimento è di modesta ampiezza, quindi difficile da mettere in evidenza. (Kapandji 2011) Figura 9. Immagine tratta dal volume 2 del testo Fisiologia articolare I.A. Kapandji pag.135 31 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 5. PATOLOGIA DEL LEGAMENTO CROCIATO ANTERIORE EZIOPATOGENESI Dati gli stretti rapporti che legano tra loro tutte le formazioni anatomiche presenti nell’articolazione del ginocchio, una lesione isolata a seguito di sollecitazioni traumatiche rappresenta l’eccezione. (Morlacchi e Mancini 2003) Le lesioni traumatiche del ginocchio provocano un danno della stabilità passiva dell’articolazione e devono pertanto essere considerate e trattate come lesioni potenzialmente gravi. Sono frequenti come le lesioni meniscali e si verificano soprattutto in sport di contatto come il calcio, l’hockey su ghiaccio, la pallamano, il basket, il rugby interessando comunque anche gli altri sport come lo sci, la pallavolo e le arti marziali. Epidemiologicamente la causa che provoca il maggior numero di lesioni al legamento crociato anteriore è il contatto diretto tra giocatori nel caso di sport di contatto, cause secondarie sono i movimenti articolari, come le rotazioni, che eccedono la normale escursione articolare (Joseph et al. 2013; Hägglund e Waldén 2015; Dragoo et al. 2012). Maggiore è lo stress a carico del ginocchio, maggiore sarà il grado di coinvolgimento dei legamenti. Le lesioni combinate sono in genere il risultato di un impatto violento. Anche in questo caso maggiore è l’entità dell’impatto, più grave e complicato sarà il danno legamentoso. (Ferrario, Monti, e Jelmoni 2005) I meccanismi patogenetici più frequenti sono: sollecitazione in valgismo a ginocchio atteggiato in flessione e tibia in rotazione esterna. La lesione conseguente a un trauma di questo tipo è simile sia che l’impatto avvenga sul lato esterno del ginocchio sia che si verifichi sul versante interno del piede, come, per esempio, quando due giocatori colpiscono entrambi la palla contemporaneamente con il lato interno del piede. In tale evenienza si verifica dapprima l’impiego del LCI e quindi del PAPI (cosiddetto punto d’angolo interno, 32 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista formato dal legamento posteriore obliquo, il corno posteriore del menisco interno e il tendine capsulare del muscolo semimembranoso) e del LCA (la cosiddetta triade malheureuse degli Autori francesi) In seguito ad un impatto molto violento sul versante esterno del ginocchio si può lesionare infine il LCP. Sollecitazione in varismo, a ginocchio atteggiato in flessione e tibia in rotazione interna. La prima strutta che viene sottoposta a tensione e che può rompersi è il LCE. Quando l’impatto è più violento, il LCA è sottoposto ad allungamento sino a una sua possibile rottura, (sono traumi tipici da sport: cambio repentino di direzione, ricaduta da un salto, impatto contro la superficie mediale del ginocchio, etc.). Sollecitazione in valgismo, a ginocchio esteso, in questo caso si verifica la lesione del compartimento mediale, LCA e del LCP Sollecitazione in varismo a ginocchio esteso, in questo caso si verifica la lesione del PAPE (cosiddetto punto d’angolo postero-esterno, costituito dal corno posteriore del menisco esterno e il tendine del muscolo popliteo), del LCP e del LCA. Trauma in iperestensione o iperflessione, molto più rari sono quei meccanismi che possono provocare la lesione isolata dei legamenti crociati: così ad esempio, la retropulsione della tibia da trauma sagittale in corrispondenza dell’epifisi prossimale della tibia stessa, a ginocchio atteggiato in flessione (trauma da cruscotto), può determinare la lesione del LCP; mentre l’iperestensione forzata del ginocchio, può causare la lesione del LCA. Le lesioni dei legamenti crociati possono essere associate a un danno della capsula articolare posteriore nel PAPE. Trauma da rotazione senza contatto, un trauma da torsione senza contatto può avvenire in seguito a una rotazione a piede fermo. Questo tipo di trauma può provocare una lesione sia meniscale che legamentosa. La lesione del LCA può conseguire a una rotazione interna forzata della tibia rispetto al femore. 33 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista CLINICA E DIAGNOSI Un accurato esame clinico inizia sempre con una precisa valutazione anamnestica, riferita soprattutto al meccanismo di lesione. Il sintomo immediato soggettivo di una lesione legamentosa (in particolare di una lesione del pivot centrale) è spesso rappresentato da una sensazione di scatto articolare, a volte anche udibile, accompagnata dalla sensazione che il ginocchio “stia uscendo” di sede; l’atleta cade a terra in seguito a un’immediata impotenza funzionale, ma succede a volte, soprattutto nelle lesioni isolate del legamento crociato o dei legamenti collaterali, che si rialzi e riprenda l’attività. Un segno importante è anche la sensazione di instabilità immediata del ginocchio che l’atleta prova nel rialzarsi dopo la caduta, indipendentemente dalla gravità del dolore. Il dolore infatti può essere grave e duraturo ma anche minimo e transitorio. La sua localizzazione è generalmente descritta in profondità nel ginocchio o in qualsiasi punto lungo le strutture legamentose o sulla capsula articolare, maggiormente in regione anteriore e laterale. Per esempio, nelle lesioni importanti del legamento collaterale mediale il dolore, all’inizio acuto, spesso scompare in un attimo, mentre nel caso di traumi meni gravi può persistere più a lungo; ciò porta a sottovalutare la severità della lesione. La tumefazione articolare che si manifesta subito dopo la lesione sotto forma di versamento endoarticolare (in genere emartro) o di rigonfiamento localizzato in sede mediale o laterale è di entità variabile. Oltre alla diagnosi clinica, devono sempre essere eseguite una radiografia standard del ginocchio per accertare la presenza di eventuali compromissioni osteoarticolari, la TC e la RM, che permettono la verifica diagnostica, soprattutto di lesione isolata o combinata, necessaria per l’impostazione del trattamento definitivo. Un bilancio articolare conclusivo è effettuato a qualche ora di distanza dal trauma, dopo il primo trattamento immediato. Per quanto riguarda i tests diagnostici si descrivono ora i più usati a scopi diagnostici: 34 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista - Test del varo-valgo La ricerca di lassità inizia con la manovra di stress in varo o in valgo con ginocchio flesso di 30°, in modo da poter valutare i legamenti collaterali, o esteso, per valutare lesioni dei punti d’angolo e del pivot centrale. La valutazione comprende tre stadi: stadio 1: lesione lieve con apertura della rima articolare fino a 5 mm; stadio 2: lesione media con apertura della rima articolare da 5 a 10 mm; stadio 3: lesione grave con apertura della rima articolare oltre i 10 mm e coinvolgimento dei legamenti collaterali e del legamento crociato anteriore (in valgo) o posteriore (in varo). - Test del cassetto anteriore Si esegue con il ginocchio flesso a 60° e l’esaminatore seduto sull’avampiede del paziente. Con entrambe le mani si applica una spinta dall’indietro all’avanti in modo da rendere evidente un’eventuale traslazione anteriore della tibia. Il test viene eseguito sia in posizione neutra sia in posizione di rotazione interna ed esterna del ginocchio, in modo da mettere in evidenza anche il danno, rispettivamente, del punto d’angolo posteroesterno (PAPE) e di quello posterointerno (PAPI). - Test di Lachmann-Trillat Si esegue con il ginocchio flesso di 30° impugnando con le due mani il femore e la tibia e applicando la stessa sollecitazione in direzione opposta, dall’avanti all’indietro e dall’indietro in avanti, in modo da evidenziare un’eventuale traslazione anteriore della tibia rispetto al femore. I risultati del test sono classificati secondo il grado di traslazione e il tipo di arresto che può subire il movimento passivo, così da distinguere i test senza arresto, che indicano generalmente una lesione completa del legamento crociato anteriore, da quelli con arresto ritardato stabile, che possono indicare una lesione incompleta, ovvero di solo uno dei fasci 35 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista del legamento o una detensione del legamento stesso senza interruzione della struttura. A volte l’arresto in presenza di lesione completa può essere dovuto a un compenso funzionale delle strutture periferiche. - Jerk-test Si esegue con l’anca flessa di 45° e il ginocchio flesso di 90° nel paziente in posizione supina. L’esaminatore produce uno stress in valgo spingendo il terzo superiore della gamba e mantenendo con l’altra mano il piede in rotazione interna. Intanto l’esaminatore estende passivamente il ginocchio. In caso di positività del test, nel corso del movimento, a circa 30° di flessione del ginocchio, si avverte uno spostamento del piatto tibiale che, a estensione quasi completa, si riduce bruscamente riportando il piede in rotazione esterna. - Pivot-shift test Ha un significato funzionale simile a quello del Jerk-test. Si esegue con il ginocchio esteso nel paziente in posizione supina, esercitando una pressione tale da spingere il ginocchio in valgo. All’inizio della flessione del ginocchio si ha una sublussazione anteriore dell’emipiatto tibiale laterale, che a circa 30° di flessione si riduce spontaneamente con uno scatto nettamente percepibile. 36 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 6. TIPOLOGIE CHIRURGICHE DI TRATTAMENTO AUTOGRAFT L’autograft (meglio conosciuto come autoinnesto o autotrapianto) è una tecnica di ricostruzione legamentosa che prevede il prelievo di un componente con caratteristiche analoghe a quelle del tessuto interessato dal soggetto stesso e viene innestato al posto di questo. Il maggior impiego dell’autograft è per la lesione dei legamenti crociati. Il prelievo dei tendini (il terzo medio del tendine rotuleo o il semitendinoso-gracile) può essere effettuato eseguendo un’incisione verticale od obliqua in corrispondenza della proiezione cutanea della zampa d’oca. Nel caso di ricostruzione con tendini ischio-crurali, una volta incisa la fascia del sartorio con i tendini ancora adesi, si ribaltano i semimuscoli in modo da evidenziare singolarmente il tendine gracile e il semitendinoso. Con uno strumento di smusso si procede a separare prima il semitendinoso e poi il gracile dalla fascia del sartorio. Una volta afferrati i margini liberi distali dei due tendini, si procede con uno strumento smusso per liberare completamente i due tendini dalla sottostante fascia del sartorio. Si procede poi a suturare i margini liberi. A questo punto, si possono prelevare mediante l’uso di un tendon-stripper (fig.10), chiuso o aperto a seconda delle esigenze del chirurgo, prima il gracile e poi il semitendinoso. Figura 10. Tendon-stripper 37 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Il tendon-stripper deve avanzare lentamente con piccoli movimenti rotatori all’interno della coscia; nel caso in cui incontri difficoltà nell’avanzare, è opportuno ritirarlo ed effettuare una dissezione accurata del tendine eliminando le aderenze. La loro mancata rimozione può causare la precoce amputazione del tendine. Si preparano poi i tendini prelevati tramite un “graft master”. Il tessuto muscolare presente viene rimosso mediante l’uso di una forbice smussa o di uno scolla-periostio. Le due estremità di ogni tendine vengono tubularizzate mediante l’uso di un filo da sutura. A questo punto si procede a disporre l’uno sull’altro i due tendini, si piegano attorno ad un filo, facendo in modo che il semitendinoso abbracci il gracile; si misura il diametro del neolegamento e quindi, dopo aver duplicato i due tendini, si passa a pretensionare il costrutto ottenuto, sull’apposito “graft master”. Il trapianto viene fatto passare attraverso due tunnel ossei, uno femorale e uno tibiale. Il tunnel tibiale si ottiene mediante perforazione dell’osso, quindi di grande importanza è l’orientamento che il chirurgo deve seguire per ottenere un foro con giusta angolazione. Pertanto usa un compasso con angolazione compresa tra i 45° e i 50°. Alla fine, si otterrà un tunnel tibiale di lunghezza media di 40-50 mm. Dal tunnel tibiale si prosegue poi costruendo il tunnel femorale. La lunghezza media del tunnel femorale è anch’essa attorno ai 40-50 mm, e il foro viene effettuato posizionando il ginocchio con un’angolazione compresa tra i 70° e i 90°. Viene quindi posizionato il trapianto nella sede anatomica e fissato con due viti. In uno studio biomeccanico in vitro, Hammer dimostra che è necessario fornire un uguale tensione ai quattro fasci del trapianto gracile-semitendinoso, per ottenere un trapianto più forte e rigido anche rispetto al tendine rotuleo. Tuttavia, se non si riesce a fornire un’uguale tensione ai quattro fasci non si notano differenze significative rispetto alle altre metodologie di trapianto. 38 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista La fissazione tibiale è invece molto più problematica rispetto a quella femorale, poiché risulta più debole. Questo è dovuto per via della più bassa densità ossea in corrispondenza dell’estremità prossimale di tibia se comparata con quella distale femorale. Tra i numerosi metodi di fissazione tibiale, si preferisce il sistema BIO-INTRAFIX (DepuyMitek) (fig.11). Il primo motivo è perché questo sistema ha il più alto valore di resistenza alla rottura (1309 N) e rigidità (267 N/mm); il secondo motivo è che questo è un sistema completamente all’interno del tunnel e, se correttamente inserito non causa irritazioni cutanee e raramente richiede la rimozione. Il BIO-INTRAFIX, oltre ad essere bioriassorbibile, fornisce una grande superficie di contatto tra ogni capo del trapianto e del tunnel osseo perché distende e spalma ogni singolo fascio all’interno del tunnel. (Bellin 2011) Figura 11. BIO-INTRAFIX Il tendine, dopo l’innesto, dovrà andare incontro ad un lento processo di legamentizzazione, ce avverrà senza la possibilità di rigetto, poiché il materiale innestato è stato prelevato dal paziente stesso. ALLOGRAFT L’allograft è una tecnica di ricostruzione dei legamenti del ginocchio con trapianto da donatore (cadavere). Il tendine prelevato verrà come per la tecnica dell’autograft, lavorato per renderlo fisicamente comparabile con gli spazi creati per l’innesto. 39 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista E’ scelta a seconda delle esigenze del paziente poiché non prevede come per l’autograft il recupero poi anche della parte interessata dal prelievo. Come procedimento chirurgico è analogo a quello dell’autograft; l’unico problema (anche se con percentuali di insorgenza molto basse) è il fallimento dell’innesto a causa del rigetto. LEGAMENTI ARTIFICIALI La tecnica prevede l’uso di legamenti artificiali LARS (fig.12), i quali grazie alle caratteristiche meccaniche con cui sono progettati e costruiti, sono considerati pari ai legamenti biologici in un intervento chirurgico di ricostruzione. La differenza sostanziale tra questo tipo di intervento e le altre due tecniche non sta tanto nella modalità con la quale viene svolto, ma nella riduzione dei rischi di rigetto e nella diminuzione del tempo di recupero. Questa tecnica è molto usata attualmente poiché è molto meno invasiva delle altre, infatti non richiede il prelievo di tendini con autotrapianto o da donatore, e quindi le operazioni da svolgere per preparare il legamento sono svolte non in sede chirurgica ma nella fase preintervento (un legamento artificiale è costruito in base ai diversi fattori clinici del paziente quali l’età per esempio). Presenta però degli inconvenienti che ne limitano l’uso, come ad esempio la durata effettiva dell’impianto. (Dolfi 2007) Figura 12. LARS ligament 40 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista SCELTA DEL TRAPIANTO NELLA CHIRURGIA PRIMARIA DEL LCA Una revisione rapida del Sistema nazionale per le linee guida pubblicata nel 2009 ed aggiornata nel 2011 mette a confronto le differenti metodiche chirurgiche analizzando, attraverso l’analisi dettagliata di 30 studi scientifici accuratamente scelti, l’efficacia e la sicurezza dei diversi trattamenti chirurgici, attraverso la positività degli outcomes. Nell’ambito del trapianto autologo gli studi reperiti si riferiscono tutti al confronto tra tendine rotuleo e tendini ischiocrurali. Sebbene non sembrino emergere sostanziali differenze a favore dell’uno o dell’altro tipo di trapianto, dalle prove riscontrate negli studi valutati le performance dei due trattamenti possono essere così sintetizzate: tendine rotuleo: • migliori risultati relativamente alla stabilità, in termini di minore lassità (prevalentemente misurata con KT1000, a volte con Lachman test, del pivot shift e punteggio IKDC); • più frequente ritorno all’attività pre-lesionale; • maggiore conservazione di forza flessoria; • percentuali lievemente inferiori di casi di fallimento del trapianto. Tendini ischiocrurali: • minore dolore anteriore del ginocchio; • minor dolore all’inginocchiamento; • minore perdita di estensione articolare (come ROM); • assenza di crepitio femoro-rotuleo. (Poolman et al. 2007; Poolman, Farrokhyar, e Bhandari 2007; Yunes et al. 2001; Schultz e Carr 2002; Freedman et al. 2003; Thompson, Harris, e Grana 2005; Forster e Forster 2005; Herrington et al. 2005; C. C. Prodromos et al. 2005; Goldblatt et al. 2005; Biau et al. 2006; Spindler et al. 2004; Lewis et al. 2008; Lidén et al. 2007; Sajovic et al. 2008; Matsumoto et al. 2006; Zaffagnini et al. 2006) 41 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Gli studi sul confronto tra trapianto autologo e trapianto omologo non hanno evidenziato differenze significative tra i due interventi. Emerge una discreta superiorità dell’autograft, resa problematica dalla presenza di confondenti. Le tecniche di sterilizzazione, necessarie a ridurre l’incidenza di complicanze infettive nei soggetti trapiantati con allograft, riducono l’efficacia di tale trapianto. È utile precisare che la superiorità si riferisce all’efficacia funzionale del trapianto, mentre i trapiantati con allograft (rispetto ai trapiantati con autograft) beneficiano dell’assenza della sintomatologia dolorosa nel sito del prelievo. Sono tuttavia auspicabili futuri studi che consentano un approfondimento su questo tema. (C. Prodromos, Joyce, e Shi 2007; Krych et al. 2008) Infine la scarsità di prove relative al trapianto sintetico non consente di formulare valutazioni conclusive in merito all’efficacia operatoria di tale metodica. (Muren, Dahlstedt, e Dalén 2003; Nau, Lavoie, e Duval 2002) Per quanto concerne la sicurezza dell’operazione di ricostruzione, le principali complicanze del trapianto autologo sono di natura infettiva. L’incidenza di infezioni risulta lievemente superiore nel trapianto con tendini ischiocrurali, ma tale dato è suggerito da un solo lavoro tra quelli inclusi e si riferisce prevalentemente a infezioni intra-articolari. Pregressi interventi di ricostruzione del LCA o del ginocchio in generale e alcuni sistemi di fissazione sono fattori predisponenti per le complicanze infettive. I pochi dati emersi relativamente alle complicanze meccanico-funzionali non sembrano rilevanti. (Lee et al. 2008; Tuman et al. 2008; Binnet e Başarir 2007; Judd et al. 2006; Almazán et al. 2006) L’esiguo numero di studi selezionati relativi alle complicanze infettive dell’allograft non consente di ottenere informazioni conclusive sul confronto con l’autograft in termini di incidenza di infezioni. Emerge tuttavia un rischio maggiore per il trapianto omologo in assenza di sterilizzazione del tessuto impiegato. (Centeno et al. 2007; Crawford et al. 2005) 42 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Mentre nessuno, tra gli studi selezionati, ha valutato la sicurezza dell’impiego di materiali sintetici utilizzati nella ricostruzione del LCA. 43 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 7. PROTOCOLLI RIABILITATIVI STANDARD Si riportano due tipologie di protocollo riabilitativo in seguito a ricostruzione LCA. Il primo è stato delineato da S.I.G.A.S.C.O.T. (Società Italiana Ginocchio Artroscopia Sport Cartilagine Tecnologie Ortopediche), una società italiana che riunisce al suo interno tre società affiliate S.I.O.T. come la Società Chirurgica del Ginocchio (S.I.C.G.), la Società Italiana Traumatologia dello Sport (S.I.Trans) ed il Gruppo Italiano di Ricerca sulla Cartilagine (GIRC) in un'unica società. Il protocollo in esame rappresenta quindi il risultato di studi effettuati da grandissimi specialisti e studiosi dell’articolazione del ginocchio ed caratterizzato da queste fasi: Colonna1 FASE I (1-4 sett.) FASE II (5-8 sett.) FASE III (9-12 sett.) OBIETTIVI CARICO _ Rispetto dei tempi biologici di cicatrizzazione, _ controllo dolore ed infiammazione, _ recupero iniziale del movimento (estensione completa, flessione a 90° entro 2 settimane e 120° entro 4 settimane) Due stampelle nelle prime 2 settimane. Poi, in assenza di gonfiore, abbandonare progressivamente una, quindi entrambe le stampelle Esercizi attivi per anca e caviglia _ Recupero completo del movimento (estensione e flessione), _ deambulazione corretta, _ ginocchio sgonfio con assenza di versamento Completa assenza di gonfiore. In caso di ginocchio gonfio continuare con una stampella Esercizi in acqua Mobilizzazioni rotulee Cocontrazioni di quadricipite e flessori a ginocchio esteso Esercizi isometrici del quadricipite, stretching flessori e tricipite surale Cyclette, rinforzo con elastici di anca -ginocchiocaviglia Esercizi in catena chiusa con flessione del ginocchio 0-45° _ Recupero iniziale della forza muscolare, _ ripresa completa delle attività quotidiane (guidare, lavorare, etc) _ Recupero completo della forza muscolare, _ recupero della corsa e della coordinazione FASE IV (13-20 sett.) ESERCIZI TERAPEUTICI Completo, se il ginocchio tende a gonfiarsi, diminuire le attività fisiche giornaliere Completo, se il ginocchio continua a gonfiarsi farsi visitare dal chirurgo Rinforzo in catena aperta con macchine isotoniche evitando gli ultimi 30° di estensione Cyclette, esercizi in catena chiusa fino a 90° di flessione e esercizi propriocettivi con tavolette instabili Corsa su tapis roulant e sul campo sportivo, in linea retta Esercizi propriocettivi Rinforzo muscolare fino a recupero completo Test isocinetico _ Recupero atletico (resistenza Completo allo sforzo prolungato), _ recupero dei gesti sport specifici FASE V (21-24 sett.) In progressione, dopo la corsa in linea retta, introdurre curve ad angolo sempre più stretto, fino a cambi di direzione Attività aerobica e di resistenza allo sforzo prolungato Balzi ed attività plimetrica Tabella 1. Protocollo riabilitativo S.I.G.A.S.C.O.T. post-ricostruzione LCA 44 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Il secondo protocollo riportato è tratto dal libro “Orthopaedic rehabilitation of the athlete, getting back in the game” Fase I (da 1a a 6a settimana) _ Settimane 0-2: fase post-operatoria precoce. _ Obiettivi: controllo del dolore/gonfiore; raggiungimento della contrazione quadricipitale. _ AROM/PROM; _ mobilizzazioni della rotula e del tendine rotuleo; _ rinforzo quadricipite (utilizzando la stimolazione elettrica neuromuscolare se necessario), angoli al ginocchio 45-90°, SLR, mini-squats; _ allenamento del cammino; _ allenamento dello schema del salire le scale; _ condizionamento cardiovascolare attraverso ergometro per arti superiori; _ applicazione di ghiaccio per controllare il gonfiore articolare; _ esercizi per l’articolazione della caviglia in posizione eretta. _ Settimane 2-6: fase post-operatoria intermedia. _ Obiettivi: raggiungimento della completa estensione del ginocchio e della flessione fino a 110°, salita e discesa delle scale; iniziare esercizi di stabilità sul piano frontale; concentrarsi sul controllo neuromuscolare degli arti inferiori. _ AROM/PROM fino al raggiungimento dei 110° di flessione del ginocchio; _ mobilizzazioni della rotula e del tendine rotuleo; _ rinforzo quadricipite (NMES se necessario) seguito dallo stretching muscolare; _ rinforzo arti inferiori con enfasi al piano frontale con attivazione degli adduttori utilizzando il pallone da calcio e SLR; _ rinforzo della fascia lata; _ rinforzo degli ischio-crurali con leg curl ed esercizi in posizione di stacco seguito dallo stretching dello stesso gruppo muscolare; 45 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista _ rinforzo degli extrarotatori dell’anca; _ rinforzo del grande gluteo con esercizio SLR da prono; _ rinforzo del tricipite surale seguito da stretching analitico; _ esercizi di allenamento neuromuscolare e di equilibrio eseguiti in stazione eretta su un solo arto; _ condizionamento cardiovascolare utilizzando l’ellittica ed il tapis roulant (utilizzandoli in entrambi i sensi di marcia); _ ritorno agli esercizi di rinforzo per l’arto sano. Fase II (da 6a a 12a settimana) _ Settimane 6-8: fase post-operatoria tardiva. _ Obiettivi: raggiungimento del ROM complete; 80% della forza quadricipitale dell’arto sano; controllo del gonfiore residuo. _ Continuazione della progressione degli esercizi precedenti; _ rinforzo quadricipite attraverso affondi in avanzamento, laterali, ed in direzione diagonale; _ rinforzo eccentrico del quadricipite attraverso programmi di discesa dallo step; _ progressione sul piano frontale attraverso esercizi di discesa laterale dallo step; _ rinforzo del core; _ programma di flessibilità per gli arti inferiori. _ Settimane 8-12: fase transitoria. _ Obiettivi: incremento intensità e durata degli esercizi; esercizi per lo schema della corsa. _ Inizio delle progressioni per la corsa: il programma inizia sul tapis roulant ad una velocità controllata, ad un passo base di 10 minuto per miglio, alternando 10 minuti di camminata a 5 di corsa in linea e ripetendo il tutto 2 volte. Ripetere il programma a giorni alterni. Il rapporto camminata/corsa deve diminuire in relazione al gonfiore ed al dolore articolare, fino ad eseguire una corsa continua. 46 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista L’obiettivo sarebbe aumentare la distanza e la frequenza con l’intensità come terza ed ultima variabile da incrementare. La progressione va eseguita in un periodo di tempo di 4-6 settimane. Fase III (da 12a a 24a settimana) _ Settimane 12-16: principi per il ritorno allo sport. _ Obiettivi: allenamento neuromuscolare e ritorno all’esercitazioni sport specifiche; se è stato raggiunto l’80% dell’indice di forza del quadricipite vengono eseguiti i tests di salto; la batteria dei tests di salto include il single hop, x-hop, triple hop, and timed hop test. _ Per la fase sul campo: effettuare una progressione di esercitazioni funzionali sul campo d’erba con e senza palla; la progressione evolve previa buona esecuzione dei compiti richiesti. _ Corsa in linea senza palla con scarpe da corsa, inserendo successivamente l’utilizzo delle scarpe da calcio e l’incremento della velocità. _ Dribbling in linea indossando le scarpe da calcio, con variazioni di velocità e partenze ed arresti. _ Corsa in diagonale ed all’indietro senza l’utilizzo della palla. _ Corsa con variazioni di velocità e direzione senza l’utilizzo della palla. _ Variazioni di velocità e direzione con l’utilizzo della palla. _ Iniziare progressione di esercizi sul salto e l’atterraggio, prima indossando scarpe da corsa e successivamente scarpe da calcio. _ Settimane 16-20: progressione sul campo. _ Obiettivi: incremento delle capacità aerobiche ed anaerobiche per ritornare all’attività calcistica. _ Salto a due arti e progressione per saltare ed atterrare su un solo arto; 47 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista _ progressione di esercitazioni sulla trasmissione della palla, da corta a lunga distanza, da bassa ad alta intensità, utilizzando tutte le modalità di trasmissione (interno, esterno piede), ed infine calciare in porta; _ dribbling in linea retta, incrementando poi velocità e cambi di direzione, utilizzando l’interno e l’esterno piede; _ tecnica a coppie. _ Settimane 20-24 _ Obiettivi: il ritorno allo sport necessita di almeno il 90% della massima contrazione volontaria isometrica del quadricipite e l’85% del tempo di salto dell’arto sano. _ Provare i calci d’angolo, le punizioni, i dribbling, i contrasti, inclusi i rapidi cambi di direzione durante i passaggi o le conclusioni al volo; _ progressione dall’ 1 vs. 1 al 3 vs. 3 con contrasto diretto; _ progressione verso l’11 vs. 11 ad alta intensità con tackles e contatti diretti; _ completa tolleranza cardiovascolare aerobica ed anaerobica necessaria per giocare 90 minuti di partita; _ riottenere i valori pre-infortunio ai test atletici (Reider, Davies, e Provencher 2015). 48 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 8. APPROCCIO RIEDUCATIVO FUNZIONALE Catene cinetiche e cinematiche Nella fisiologia articolare umana non esistono movimenti monoarticolari. Li possiamo eseguire, ma non sono la scelta prioritaria del nostro apparato locomotore. Per una scelta di economicità e praticità, il nostro corpo utilizza quasi esclusivamente movimenti complessi. In fisica, per “catena cinetica” si intende un sistema composto da segmenti rigidi uniti da giunzioni mobili, dette snodi. Il nostro corpo è composto da tante catene cinetiche, messe in moto dai muscoli. Con il termine “catena cinetica” o “catena cinematica” ci si riferisce all’insieme di organi e sistemi che determinano i movimenti volontari del corpo umano. Per catena cinetica aperta si intende il sistema in cui l’estremità più lontana (distale) è libera, senza vincoli. Esempio: gli arti inferiori durante la camminata. Si ha invece una catena cinetica chiusa quando l’estremità distale è fissa, cioè non può muoversi durante l’esecuzione del gesto senza vincolare anche un’altra catena. Esempio: squat. Significato di “funzionale” Il termine “funzionale” oggi è usato spesso in maniera inappropriata. In nostro obiettivo, al contrario, è partire da una definizione scientifica, senza la quale è impossibile costruire un percorso rieducativo specifico. La definizione tratta dal vocabolario è la seguente: “funzionale”: aggettivo che indica la rispondenza alla funzione (uso, scopo) cui qualcosa o qualcuno è destinato. Quindi l’allenamento funzionale è l’allenamento relativo alla funzione per cui un muscolo o meglio una catena cinematica esiste e si è evoluta in un certo modo. Le scelte evolutive del nostro apparato locomotore spiegano la funzione di ogni muscolo, catena cinematica e sistema articolare del corpo. 49 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Bisogna applicare questo concetto, adattandolo alla realtà articolare del soggetto ed alla funzione dei muscoli o delle catene cinematiche attivate. La definizione di allenamento funzionale come “allenamento relativo alla funzione dei muscoli nella normale vita di relazione” non è corretta. Manca infatti un parametro di riferimento, la vita di relazione cambia da persona a persona, ma tutte hanno le medesime catene cinematiche. Principio dell’azione-funzione L’evoluzione dell’allenamento moderno è allenare ogni muscolo secondo la sua azione (applicazione frequente nelle palestre) e la sua funzione (caratteristica spesso trascurata). Capire le scelte evolutive del nostro apparato locomotore: è da qui che bisognerebbe partire. Nei centri fitness si è ricercato fino all’eccesso il concetto di isolamento, focalizzando l’attenzione sulla semplice azione muscolare ma perdendo di vista l’insieme, il motivo per cui quel muscolo, catena cinetica o catena articolare si sono evoluti in un certo modo. Ne discende il principio dell’azione-funzione: l’allenamento di ogni qualità o capacità motoria deve essere programmato in base all’azione e alla funzione della catena cinematica su cui viene applicato. Senza una rispondenza di questo tipo, l’allenamento sarà per forza di cose incompleto. Semplificando: allenamento funzionale = azione + funzione Per gli stessi motivi, gli esercizi funzionali difficilmente possono essere catalogati come esercizi che vanno ad attivare e stimolare un solo gruppo muscolare. Lavorando, infatti, su catene cinematiche quanto più possibile estese, saranno coinvolte grandi aree muscolari, anche se con una prevalenza dell’uno o dell’altro distretto. L’obiettivo dell’allenamento funzionale è uno stress sistemico, che coinvolga il più possibile i sistemi organici. Non basta. Altre e numerose sono state le scelte dettate dall’evoluzione che spiegano perché oggi siamo come siamo e capirle porterà a comprendere come e 50 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista perché un determinato muscolo ha sviluppato una certa funzione e, di conseguenza, come è meglio allenarlo. Obiettivi Lo scopo dell’allenamento funzionale è lo sviluppo delle capacità condizionali e delle qualità motorie nella loro totalità. Quindi si cerca di formare un atleta capace di esprimere forza e resistenza, vale a dire un’ipertrofia muscolare non puramente estetica ma funzionale, ovvero che “serve” e di cui il nostro apparato locomotore non si priva facilmente. L’atleta deve inoltre sviluppare le varie capacità coordinative, a partire dalla propriocettività (forse la più importante), per prevenire gli infortuni ed ottimizzare la prestazione stessa. I benefici dell’allenamento funzionale L’allenamento funzionale è: Più aderente alla fisiologia organica o Permette una sollecitazione contemporanea di tutti gli undici sistemi endogeni o Si svolge per lo più in stazione eretta. Troppo spesso ci scordiamo di essere bipedi, statisticamente l’uomo sta in piedi solo due ore al giorno! Più funzionale o Perché si svolge in stazione eretta (un atleta deve sempre allenarsi in piedi!) o Perché sollecita lunghe catene cinematiche. o Perché allena le catene muscolari secondo l’abbinamento azione-funzione o Perché allena tutte le capacità coordinative o Perché segue la nostra storia evolutiva Più allenante rispetto alle discipline indoor classiche o Dal punto di vista biomeccanico o Dal punto di vista muscolare o Dal punto di vista dei sistemi endogeni coinvolti Si pensi solo alla differenza tra la corsa su tapis roulant e la corsa su strada o sterrato. 51 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Dal punto di vista del coinvolgimento muscolare, nella corsa sul tappeto si ha la fase eccentrica del movimento, ma quella concentrica, cioè l’estensione della coscia sul bacino, è compiuta dalla rotazione stessa del tappeto vanificando parzialmente l’azione del gluteo. Non solo, l’appoggio del piede è ammortizzato dalla macchina. Il semplice impatto del piede sul terreno (non necessariamente sconnesso o sterrato) durante una corsa o una camminata all’aperto ha conseguenze estremamente amplificate dal punto di vista biomeccanico e allena la propriocettività. Allo stesso modo si pensi alla differenza degli esercizi di rinforzo selettivo di un muscolo o gruppo muscolare eseguito utilizzando macchine isotoniche, e gli esercizi funzionali i quali coinvolgono nello stesso tempo più gruppi muscolari che lavorano in sinergia tra loro durante un movimento che l’atleta compie continuamente nella vita relazione o, in special modo, durante la pratica sportiva. (Bruscia 2015) Rieducazione funzionale L’approccio rieducativo funzionale, è similare a quello dell’allenamento funzionale, o meglio, in caso di infortunio, precedente. Ha come obiettivo quello di “rieducare” la persona o l’atleta ai gesti che svolgeva precedentemente. Per farlo nel migliore dei modi bisogna rieducare e poi allenare i muscoli, studiando la loro attivazione durante i movimenti. Si parte quindi dai più semplici schemi dinamici, come camminare, salire e scendere le scale, stare in equilibrio su un arto, per poi spostare l’attenzione verso gesti/esercizi funzionali necessari per ottenere il rinforzo e la stabilità dell’arto lesionato, sempre in maniera aderente allo sport praticato dal soggetto. E’ di fondamentale importanza progredire adeguatamente con la difficoltà delle esercitazioni, mantenendo costantemente al centro del progetto l’infortunato. Ogni percorso rieducativo è unico, totalmente personalizzato, poiché ogni persona reagisce in maniera 52 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista differente allo stimolo allenante. Per questo è molto importante assecondare le sensazioni riportate dal soggetto ed osservarlo molto attentamente durante l’esecuzione degli esercizi, così da creare delle progressioni mirate, aiutando il soggetto al recupero dello schema che in quel momento rappresenta l’obiettivo. La peculiarità dell’approccio è: allenare il movimento. In questo modo si ha la possibilità di allenare i muscoli nello stesso modo in cui poi l’atleta, in un contesto situazionale, li utilizza durante la pratica sportiva, preparandolo durante l’iter rieducativo alle medesime contrazioni sinergiche, co-contrazioni muscolari. In ultima istanza, dopo aver attentamente analizzato il modello prestativo della disciplina sportiva del soggetto, si svolge un training specifico della muscolatura, allenando attraverso esercitazioni sport specifiche e ripristinando lo stato di fitness necessario per affrontare gli allenamenti con la proprio squadra di appartenenza. 53 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista PARTE SECONDA 54 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 9. CASO CLINICO Presentazione del caso clinico Un ragazzo di 17 anni calciatore semi-professionista, militante in una squadra di IV serie italiana, con passato agonistico giovanile in una squadra professionistica e con all’attivo presenze nella nazionale di categoria; riporta durante un match pre-campionato della stagione 2014/15 una distorsione al ginocchio dx con annessa lesione del LCA, il 3 Agosto 2014. In seguito ad indagini diagnostiche approfondite, si conferma l’esito lesivo legamentoso e l’atleta decide di sottoporsi alla chirurgia riparativa, attraverso metodica autograft, utilizzando il prelievo dei tendini gracile e semitendinoso. Nel decorso pre-operatorio il sottoscritto ed il collega fisioterapista non hanno seguito direttamente l’atleta. Il ragazzo riferisce di aver effettuato costantemente un rinforzo selettivo della muscolatura estensoria del ginocchio tramite attrezzature isotoniche coadiuvato ad un lavoro al cicloergometro, periodicamente 3/4 volte a settimana. Trascorsi 72 giorni, si sottopone all’intervento ricostruttivo, il 14 Ottobre 2014. L’operazione ha l’esito desiderato. 55 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista PARTE FISIOTERAPICA Colonna1 4-21° giorno 21-90° giorno OBIETTIVI CARICO ESERCIZI TERAPEUTICI recupero estensione; graduale, prima 2 reclutamento muscolare; stampelle poi una addestramento al carico e alla deambulazione, mobilità rotulea 4 volte a settimana: mobilizzazione passiva, attivazione quadricipite, attivazione medio gluteo recupero completo del ROM - completo recupero movimenti accessori; aumento della tollerabilità al carico; prevenzione aderenza cicatriziale; allenamento sensibilità propriocettiva; rinforzo muscolare 3 volte a settimana: massaggio cicatrice, mobilizzazione passiva attivo-assistita e attiva, esercizi muscolari in CCC e CCA per distretti muscolare arto inferiore, core stability (plank), progressione graduale del carico (es.squat), progressione degli stimoli propriocettivi senza e con ausili esterni mantenimento articolarità, controllo qualità del movimento, aumento difficoltà degli esercizi della fase precedente, test valutativi, massaggio decontratturante completo 90-150° giorno Tabella 2. Intervento fisioterapico nel processo rieducativo RIEDUCAZIONE FUNZIONALE 22-40 giorni post-operatori: FASE ACQUATICA ESERCIZI RIABILITAZIONE 5-7-9-nov. Es erci zi di fl es s o es tens i one e a bdu-a dduzi one Es erci zi di propri ocezi one con tavol ette, s a l s i cci otti (res i s tenza mi ni ma ) Bi ci cl etta i n a cqua , s tretchi ng i n a cqua per fl es s ori , qua dri ci pi te Es erci zi per fl es s i one con ca vi gl i ere Affondi frontal i e l a tera l i Va ri e moda l i tà di ca mmi no (+pes i e ca vi gl i ere) NOTE 5 nov. Es tens i one qua s i compl eta, fl es s i one 90° no dol ore,gi nocchi o vi s i va mente gonfi o, nes s un dol ore i n a cqua , dea mbul a zi one con una s tampel l a 10 Nov. RIMOZIONE STAMPELLA = 12-14-16-19 21-23 nov. Es erci zi del l a fa s e precedente con di ffi col tà ma ggi ore Es erci zi con di ffi col tà s uperi ore Es erci zi i n CCC (s qua t, a ffondi , s tep up) Es erci zi di s tabi l i tà bi e monopoda l i ca i n s egui to a ba l zi Ski p i n a cqua Propedeutica a l s a l to Es erci zi per fl es s i one del l 'a rto Obi etti vi del l a fa s e: _ Rec.fl ex (10% i n - 2 mes i ) _ La voro s u qua dri ci pi te+fl ex _ Propri ocetti vi tà _ Ri nforzo mus col a re pi ù i ntens o 16 Nov. Idrobi ke 19 Nov. Vi s i ta Dott.Cobel l i : tutto ok, entro pros s i ma vi s i ta vuol e vedere fl es s i one compl eta Tabella 3. Esercitazioni rieducative e note della fase acquatica In seguito alla rimozione dei punti di sutura, l’atleta si presenta con un’estensione quasi completa della gamba sulla coscia, una flessione di 90° senza presenza di dolore, un ginocchio visivamente ancora in parte gonfio, e deambula su indicazione fisioterapica con l’aiuto di una stampella. 56 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista In questo periodo di tempo si inizia il lavoro acquatico, avente l’obiettivo in prima istanza di ridurre il gonfiore articolare residuo grazie agli effetti terapeutici dell’ambiente acquatico. La pressione idrostatica che si affronta immersi, provoca una riduzione del calibro dei vasi superficiali, un miglioramento del reflusso venoso ed una facilitazione nel riassorbimento dei liquidi interstiziali, degli edemi, dei versamenti intrarticolari. Non solo, essa provoca una maggiore stimolazione del sistema sensoriale esterocettivo, una maggiore percezione del proprio corpo ed una stimolazione della capacità equilibrio. Fattori questi essenziali per iniziare a rieducare schemi motori molto importanti per il soggetto, rievocando le corrette sensazioni percettive durante i movimenti. L’acqua possiede altri effetti terapeutici molto importanti grazie al principio di Archimede che in essa si realizza, ovvero la spinta di galleggiamento. Grazie a questo principio, si esplicita una diminuzione del carico ponderale e di conseguenza una facilitazione alla stazione eretta ed alla deambulazione, attivando in maniera minoritaria la muscolatura, il tutto in assenza o riduzione di dolore durante il movimento. Nel caso specifico ci si serve di tali principi inizialmente per effettuare un lavoro attivo mirato, coadiuvato a quello del fisioterapista, sul rispristino del ROM articolare; contemporaneamente si propongono delle esercitazioni propriocettive attraverso l’utilizzo di tavolette acquatiche e galleggianti. Si sfrutta anche la fuoriuscita del getto d’acqua direttamente sull’articolazione durante le sedute per ricreare l’esito di un trattamento linfodrenante e lavorare sulla riduzione dell’edema. Ma soprattutto, fin dalla prima seduta, si propongono esercizi di andature per lo schema motorio del cammino. Tutto il percorso, come sottolineato nel paragrafo generale sulla rieducazione funzionale, è caratterizzato dalla progressione graduale della proposta di esercizi. Alla corretta esecuzione di un esercizio, corrisponde, una variante operativa, più ardua, o per lo meno differente, per cercare di trasmettere più sensazioni possibili al soggetto e far 57 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista affrontare a lui il maggior numero di esperienze motorie con le relative differenti attivazioni muscolari, segnali propriocettivi, sinergie muscolari, piani di lavoro, etc. L’ambiente acquatico, grazie allo scarico ponderale ad esso connesso, è utilizzato per riprendere esercizi funzionali base, come lo squat e gli affondi; esercizi fondamentali per la fase terrestre di rinforzo e controllo muscolare. Quindi successivamente si introducono esercizi in catena cinetica chiusa, anch’essi con la dovuta progressività (da bipodalico, a monopodalico per esempio). Si aumenta, in seguito, la difficoltà degli esercizi precedenti, e si introducono esercizi propedeutici alla corsa, come tutte le variabili dello skip; per arrivare a rieducare e realizzare una corsa in acqua. Ultimo step acquatico è quello propedeutico al gesto del salto e al successivo arresto, in tutte le varianti seguendo una logica progressione. Ci si serve di apposite cavigliere e polsiere galleggianti, e non, per incrementare il lavoro in acqua a seconda dell’obiettivo che caratterizza la seduta di lavoro. Le sedute hanno la durata di un’ora e si svolgono con cadenza trisettimanale. 41-57 giorni post-operatori: PRIMA FASE TERRESTRE 24 nov. inizio lavoro terrestre 26-28-30 nov. 1-3-4-8-10 dic. Bi ke Spi nni ng Stretchi ng i n fl es s i one Propri ocezi one Pres s a con thera ba nd (nero) (0-60°) Squa t bi poda l i co con thera ba nd (0-45°) Squa t bi poda l i co (con s ovra cca ri co) 0-45° Squa t bi poda l i co s u bos u Squa t bi poda l i co i s ometri co Leg pres s monopoda l i ca es ecuzi one l enta (0-45°) Lenghteni ng excerci s es Tri ci pi ti Step up (20/30cm) Eccentri co ma nua l e per fl es s ori Eccentri co per fl es s ori con res .el a s tica Leg ext.con el a s tico+pa l l a Leg curl monopoda l i ca Adduttori i n moda l i tà eccentri ca e/o contra zi one s tatica Adductor ma chi ne Fi tba l l per fl es s ori : bi poda l i ca e mono eccentri ca Squa t bi poda l i co pa l l a a nt.+pos t. per VMO Gl utei con el a s tico Ponte per fl es s ori 24 Nov. Nes s un dol ore dopo s eduta, s tanchezza 5/6 30 Nov. 1h i n a cqua NON ARRIVARE A MAX ESTENSIONE! 1 Di c. Step up con s ovra cca ri co 5kg+s qua t bi poda l i co con 5kg 3 Di c. Squa t bi poda l i co s u bos u 7 Di c. Pi s ci na 45' i ndi vi dua l e Tabella 4. Esercitazioni e note della prima fase terrestre 58 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Successivamente al recupero della deambulazione fisiologica e del ROM completo, il 24 Novembre 2014 inizia la prima fase rieducativa terrestre, come da indicazione fisioterapica. Le sedute acquatiche (almeno una a settimana) sono delegate all’atleta, il quale a suo piacimento svolge il lavoro individualmente a percezione di leggero gonfiore articolare, con l’obiettivo di mantenere l’articolazione “asciutta” e poter lavorare al meglio fuori dall’ambiente acquatico. Il lavoro in acqua viene mantenuto anche per avere grande progressività tra le fasi rieducative. La durata della seduta rieducativa è di 1h30’/una 4 volte/settimana. La seduta in palestra si caratterizza di una prima parte di riscaldamento utilizzando macchine cardio (bike, ellittica, tapis roulant) e da una parte propriocettiva essenziale. La parte propriocettiva è caratterizzata da una progressione strutturata. Dapprima propriocettiva statica bipodalica e monopodalica e poi (dopo le prime 2 sedute, visto il livello dell’atleta) propriocettiva dinamica. La proposta si sposta poi ad una deambulazione sugli elementi propriocettivi, per poi inserire un elemento di distrazione/difficoltà in più come per esempio la ricezione e la trasmissione di un pallone, piuttosto che il movimento di una parte appendicolare del corpo. Quindi si sfrutta l’elemento propriocettivo (skimmy, bosu, tavolette propriocettive, fitball) per stimolare il sistema nervoso attraverso efferenze ed afferenze prima di inziare la seduta di rinforzo, questo elemento inziali caratterizza tutto il percorso rieducativo, dalla prima all’ultima seduta. Importante sottolineare l’introduzione precoce dell’attrezzo. Si sfruttano palloni di consistenze diverse da quelli utilizzati in gara, come per esempio palle di gomma piuma o palle di plastica, per rieducare schemi tecnici anche al di fuori dal terreno di gioco. Immediatamente vengono proposti esercizi in catena cinetica chiusa, non superando i 45/60° di flessione della gamba sulla coscia durante le prime sedute in palestra (fino al 12 Dicembre). 59 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista L’obiettivo di questa prima fase è quello di riattivare a livello nervoso la componente muscolare tramite esercitazioni lente e altamente controllate, a contrazione concentrica ed eccentrica. Nella proposta operativa ci sono anche esercitazioni analitiche per un gruppo muscolare, al fine di rinforzare il suddetto gruppo ed attivarlo nel migliore dei modi, anche attravero macchine isotoniche, e trasportare successivamente in dinamica l’attivazione (in questo caso sinergica) dei muscoli allenati. E’ il caso del medio gluteo, muscolo essenziale per il mantenimento della stazione eretta e per lo schema motorio della deambulazione. Spesso si riscontra, attraverso un test clinico fisioterapico, che il muscolo in esame, non si riesca ad attivare volontariamente, in seguito alla richiesta dell’operatore, il quale pone il cliente in posizione di decubito laterale con arto inferiore abdotto ed intraruotato; o in altre circostanze si riscontra un basso livello di forza muscolare. Per non incappare in una situazione similare, si sottopone l’atleta fin da subito, ad un allenamento intensivo per la muscolatura glutea, gruppo muscolare che si trova nel punto più prossimale dell’arto inferiore e dalla cui corretta attivazione dipende la stabilità, la linearità, il controllo statico e dinamico dell’arto stesso. Particolare attenzione, fin da subito, viene data al gruppo muscolare degli ischio-crurali, sito di asportazione tendinea in sede operatoria. Attraverso il protocollo dei lenghtening excercises, si introduce immediatamente la contrazione eccentrica in progressione del gruppo muscolare, per riabituare il soggetto a controllare tale meccanismo contrattile, contrazione fondamentale e massivamente utilizzata dal calciatore. Il lavoro eccentrico per i muscoli flessori di gamba ha inizio con questo protocollo per poi progredire ed aumentare l’intensità della contrazione eccentrica. Va sottolineato il lavoro di mobilità passiva per la flessione dell’articolazione del ginocchio, effettuato tra un’esercitazione e l’altra per mantenere il ROM articolare raggiunto. 60 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista In seguito ad ogni seduta l’atleta effettua cicli di ghiaccio e posture di allungamento per la catena flessoria (considerata la retrazione che lo caratterizzava) presso la sua abitazione. Le esercitazioni sono proposte partendo da 3 serie da 8-15 ripetizioni (dipende dal distretto muscolare coinvolto, dal tipo di contrazione muscolare richiesta e dall’esercitazione in esame). Detto questo, a sensazione dell’atleta la seduta successiva si aumentano serie e/o ripetizioni e/o carico dell’esercizio proposto. Inizialmente si lavora in maniera molto più voluminosa sull’arto infortunato, per ridurre il gap muscolare, neuromuscolare e funzionale rispetto al controlaterale. Tutti i programmi giornalieri sono ideati seguendo le sensazioni dettate dall’atleta e dal suo corpo, progredendo di giorno in giorno. Elemento essenziale delle prime sedute è la consapevolezza corporea. Risvegliare nell’atleta, tramite diretti feedback visivi e tattili, la corretta esecuzione di semplici movimenti funzionali, come salire e scendere le scale, eseguire dei piegamenti sulle gambe, camminare; rimuovendo degli automatismi scorretti che l’infermità crea. In poche parole, il ragazzo viene reso consapevole del corretto trasferimento del peso corporeo. Gli obiettivi fondamentali di questa prima fase sono: controllo motorio e percezione del proprio corpo durante l’esecuzione di esercizi lenti e controllati in ogni istante del movimento aumentando la consapevolezza corporea ed allenanando il corretto trasferimento del carico corporeo; controllo del gonfiore articolare; attivazione del core, essenziale per raggiungere un buon controllo del corpo in statica e soprattutto in situazioni dinamiche; mantenimento del ROM articolare raggiunto fisioterapicamente. Esercizi terapeutici. Distensioni arto inferiore con thera band (0-60°) 61 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Esercizio svolto dalla posizione seduta, l’atleta impugna un thera band ed effettua delle distensioni dell’arto inferiore attivando prevalentemente la muscolatura estensoria della gamba. Squat bipodalico con thera band (0-45°) Figura 13. Squat bipodalico con thera band (0-45°) Esercizio di squat bipodalico, raggiungendo un angolo flessorio gamba-coscia massimo di 45°, utilizzando una resistenza elastica, la quale ha l’intento di ridurre il peso corporeo gravante sugli arti inferiori. Esecuzione lenta. Squat bipodalico isometrico Mantenimento della posizione di squat bipodalico con angolo gamba-coscia pari a circa 90°, appoggiando la schiena ad un sostegno rigido. Squat bipodalico con sovraccarico (0-45°) Figura 14. Squat bipodalico con sovraccarico (0-45°) Esercizio di squat bipodalico, raggiungendo un angolo flessorio gamba-coscia massimo di 45°. Esecuzione lenta e con un sovraccarico. 62 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Squat bipodalico su bosu Figura 15. Squat bipodalico su bosu Esercizio di squat bipodalico, eseguito lentamente su una superficie instabile, viene chiamato in letteratura “freeman squat”. Leg press monopodalica lenta (0-45°) (Alberti, Garufi, e Silvaggi 2012) Estensioni dell’arto inferiore utilizzando la macchina isotonica leg press. La massima flessione della gamba raggiunta è di 45° e non si raggiunge mai la posizione di massima estensione, per mantenere sempre un’attivazione muscolare e per non sollecitare in maniera considerevole il LCA (nel momento di massima estensione dell’arto inferiore, il legamento raggiunge la sua massima tensione) Lenghtening excercises Figura 16. Lenghtening excercises: extender, diver e glider Il protocollo è composto da 3 esercizi: extender, diver e glider. Extender: stabilizzare la coscia a 90° di flessione ed estendere lentamente la gamba fino al punto di massima tensione, mantenere tale posizione per un paio di secondi e ritornare nella posizione di partenza. Diver: dalla stazione eretta estendere lentamente l’arto inferiore sollevato mentre 63 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista si porta il tronco parallelamente al suolo e si estendono gli arti superiori. Raggiungere il momento di massima tensione dell’arto appoggiato al terreno e tornare, sempre lentamente, nella posizione di partenza. Glider: la posizione di partenza vede l’atleta appoggiato ad un supporto, con il tronco eretto, le gambe leggermente divaricate sul piano frontale, l’arto di lavoro flesso di 10-20° ed il controlaterale appoggiato su uno skateboard. Si inizia il movimento facendo scivolare posteriormente quest’ultimo arto, fino al raggiungimento della posizione che evoca la massima tensione della muscolatura flessoria. Si ritorna infine alla posizione di partenza, con l’aiuto di entrambi gli arti superiori. Tricipiti surali in stazione eretta Esercizio di attivazione selettiva del tricipite surale. Dalla posizione eretta si esegue una flessione plantare, sollevando il carico corporeo. Tricipiti surali leg press Esercizio similare al precedente, svolto utilizzando la leg press, impostando quindi il carico voluto. Step up (20/30cm) Figura 17. Step up Esercizio di salita di un ostacolo. Fondamentale caricare tutto il peso corporeo sull’arto di lavoro prima della salita sullo step, per poi estenderlo nella seconda fase dell’esercizio. Si richiede all’atleta di finire il movimento con una flessione plantare forzata, affinchè possa 64 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista avvenire una completa estensione dell’arto (controllata), e quindi un’attivazione della muscolatura estensoria anche negli ultimi gradi di movimento. Eccentrico manuale flessori Figura 18. Eccentrico manuale per flessori in decubito prono e supino Esercizio proposto in due varianti operative. Con l’atleta in posizione prona si lavora eccentricamente ed analiticamente sulla funzione di flessione della gamba che il gruppo muscolare degli ischio-crurali ha. Nella seconda variante, con atleta disteso in posizione supina, si lavora analiticamente sulla funzione di estensione della coscia che i muscoli flessori di gamba possiedono. L’operatore, imprimendo nelle prime fasi rieducative una moderata resistenza manuale, inizialmente sollecita l’atleta a svolgere l’esercitazione lentamente. In una seconda fase rieducativa la resistenza è più intensa e l’esecuzione del movimento ha maggiore velocità. Eccentrico flessori con resistenza elastica L’atleta è disteso in posizione prona, con un elastico a livello del calcagno. Effettua la flessione simultanea delle gambe, per poi estendere lentamente un arto, contrastando la resistenza elastica. 65 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Leg VMO Figura 19. Leg VMO Esercizio di estensione dell’arto inferiore, sfruttando la resistenza elastica. L’elastico è posto a livello del terzo medio della tibia, riducendo così la componente di forza tagliente agente sui legamenti crociati. Si chiede all’atleta un’attivazione degli adduttori, stringendo tra le gambe una palla. Tale contrazione inibisce l’azione del vasto laterale, massimizzando ulteriormente l’intervento del vasto mediale obliquo. Si evitano, inoltre, gli ultimi grado di estensione. Leg curl monopodalica Attivazione analitica degli ischio-crurali, tramite la macchina isotonica leg curl. Adduttori isometrico manuale Adduttori eccentrico manuale Figura 20. Isometrico ed eccentrico manuale per adduttori Esercitazioni specifiche per il gruppo muscolare degli adduttori. La prima esercitazione sfrutta la contrazione isometrica: ponendo il soggetto ad un angolo variabile di apertura delle 66 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista cosce sul piano frontale, chiedere al soggetto di eguagliare la resistenza manuale dell’operatore per qualche secondo e cambiare, nella ripetizione successiva, l’angolo di apertura. La seconda sfrutta la contrazione eccentrica. Partendo dalla posizione di massima chiusura delle cosce, l’atleta controlla la resistenza manuale. L’esercizio termina nel punto di massima apertura degli arti inferiori. Adducutor machine Attivazione analitica degli adduttori, tramite la macchina isotonica adductor machine. Ponte per flessori/glutei Figura 21. Progressione dell’esercitazione ponte per flessori e glutei Progressione di esercizi per l’attivazione sinergica del gruppo muscolare degli ischio-crurali e dei glutei. Si può eseguire mantenendo la posizione nel punto di massima estensione dell’anca (ricreando una linea retta tronco-anca-arto inferiore) o dinamicamente. C’è la variante 67 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista monopodalica e la variante che unisce la fase concentrica bipodalica ad una fase eccentrica monopodalica. Fitball per flessori bipodalico Figura 22. Fitball per flessori bipodalico Fitball per flessori eccentrico monopodalico Figura 23. Fitball per flessori eccentrico monopodalico Esercitazioni simili a quelle appena descritte. C’è una componente propriocettiva molto importante, la presenza della fitball. L’esercitazione deve essere svolta inizialmente lentamente, controllando in ogni istante il movimento richiesto. 68 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Squat VMO Figura 24. Squat VMO Esercizio di squat con enfasi sull’attivazione del vasto mediale obliquo. L’atleta esegue dei piegamenti sugli arti inferiori, raggiugendo la flessione della gamba di 90°, e non estendendo completamente gli arti, così da svolgere una continua contrazione muscolare per l’intera durata della serie di lavoro. Glutei con elastico Figura 25. Esercitazioni per i glutei in decubito laterale e in posizione quadrupedica Nel primo esercizio si richiede, in posizione di decubito laterale, un’abduzione della coscia ed un’intrarotazione del femore, così da attivare massivamente il medio gluteo. Nel secondo, in posizione quadrupedica, l’atleta esegue un’abduzione di coscia. L’introduzione della resistenza elastica aumenta la difficoltà esecutiva. 69 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 59-83 giorni post-operatori: SECONDA FASE TERRESTRE 12 dic. aumento gradi di lavoro 14-15-18-19-20-22 23-28-29 dic. 2-3-5-7 gen. Es erci zi del l a fa s e precedente Propri ocezi one (di ffi col tà >) Squa t VMO 0-90° con s ovra cca ri co Leg pres s monopoda l i ca es ecuzi one l enta (0-75°) Step up con s ovra cca ri co e os tacol o pi ù a l to Leg ext. con el a s tico+pa l l a +s upi na zi one del pi ede (VMO) Leg.ext. i s ometri ca 3'' Leg pres s bi poda l i ca 5''conc-5''ecc Eccentri co l ento per qua dri ci pi te Nordi c ha ms tri ng Propri ocezi one s u fi tba l l +s ovra cca ri co Arres ti monopoda l i ci s u bos u Arres ti monopoda l i ci s u tappetino el a s tico El l i tti ca Ta pi s roul a nt ma x 5.5km/h Intermi ttente s u s pi nni ng Affondi frontal i con s ovra cca ri co Affondi frontal i con res i s tenza el a s tica Ponte per fl es s ori con s ovra cca ri co Ponte per fl es s ori monopoda l i co con s ovra cca ri co Squa t monopoda l i co con el a s tico Squa t monopoda l i co con s ovra cca ri co Spl i te s qua t Spl i te s qua t con s ovra cca ri co Affondi l a tera l i Step up + eccentri co l ento qua dri ci pi te Propedeutica a l l a pl i ometri a Ci rcui t tra i ni ng 12 Di c. Aumento gradi di lavoro per esercizi in CCC Mi s ura zi one cos ci a : zona s ottogl utea : dx 52cm - s x 54.5 1/2 cos ci a : dx 49cm - s x 52 3 Gen. Mi s ura zi one cos ci a : zona s ottogl utea : dx 53cm - s x 55cm 1/2 cos ci a : dx 51.5 cm - s x 53cm Tabella 5. Esercitazioni e note della seconda fase terrestre Raggiunto un grande controllo nell’esecuzione di esercizi fondamentali quali lo squat bipodalico a carico corporeo, l’equilibrio monopodalico su skimmy, la salita e la discesa dello step ed un buon controllo del core, viene concessa l’autorizzazione del collega fisioterapista ad inserire esercitazioni senza restrizioni di angolo di flessione del ginocchio. Il 12 Dicembre 2014 ha inizio, quindi, la seconda fase rieducativa terrestre. La durata e la periodicità delle sedute rimane invariata. Si aumentano però i gradi e i carichi di lavoro. Le esercitazioni progrediscono parallelamente alle condizioni dell’atleta. Le proposte in catena cinetica chiusa divengono più difficoltose; i gradi di lavoro aumentano, si inserisce un sovraccarico esterno, si aumenta la resistenza alla leg press monopodalica. Ottenuto un buon volume di lavoro monopodalico alla leg press orizzontale, si passa poi alla proposta monopodalica in catena cinetica chiusa, indispensabile per un calciatore ritrovare la sinergia muscolare durante movimenti molto vicini a quelli che la disciplina richiede. Per variare lo stimolo allenante si utilizzano resistenze elastiche durante l’esecuzione del movimento, resistenza che funge da elemento destabilizzante. 70 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Viene introdotta in questa fase la contazione eccentrica del quadricipite, eseguita in maniera lenta ed in catena cinetica chiusa. Tali esercitazioni sono, inoltre, fondamentali per riscoprire la corretta esecuzione di un banale movimento: il piegamento sulle gambe. La linearità deve essere protagonista assoluta di tale proposta; per mantenere l’arto allineato (ancaginocchio-caviglia) la muscolatura glutea si deve attivare e sorreggere tutto l’arto inferiore. Inoltre, con un esercizio ad hoc si somma la contrazione concentrica lenta e la contrazione eccentrica lenta in catena cinetica chiusa, sempre con il medesimo obiettivo. La proposta propriocettiva diviene sempre più dinamica: si effettuano ora degli arresti monopodalici sulla bosu e/o sul tappeto elastico. Verso le ultime sedute della fase in questione, si introducono esercitazioni propedeutiche al lavoro di carattere pliometrico ed al salto. Si frammenta il movimento del salto, dapprima andando a lavorare solamente sulla fase concentrica, la spinta; successivamente sull’arresto con caduta da step di 20cm ed infine unendo le fasi. Parallelamente anche le esercitazioni eccentriche per gli ischio-crurali vedono un incremento del carico: esercizio fondamentale in questa fase, o meglio da questa fase rieducativa, è il nordic hamstring con modifica Bisciotti. La modifica consiste in una differente posizione di partenza dell’atleta, seduto sui propri calcagni; per poi effettuare una veloce estensione di coscia, prima di contrastare la caduta verso il terreno tramite la contrazione eccentrica degli ischio-crurali. Altro esercizio fondamentale, con tutte le sue varianti, che caratterizza la fase, è l’affondo. Affondo frontale, all’indietro, in avanzamento, laterale, ed anche con sovraccarico ed elemento destabilizzante. I lavori che aprono e concludono la seduta aumentano d’intensità: si raggiunge la velocità massima di 6km/h sul tapis roulant con una massima inclinazione del 7%, sulla spinning si introducono lavori aerobici con cambio di ritmo, e si utilizza l’ellittica per rinforzare la coordinazione arti superiori-arti inferiori e simulare un movimento più similare a quello della 71 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista corsa. Per incrementare il carico di lavoro per seduta ed iniziare a condizionare l’organismo sotto l’aspetto metabolico si inzia a proporre una seduta organizzata a circuito per quanto concerne le esercitazioni di rinforzo muscolare. Gli obiettivi fondamentali di questa fase di lavoro sono: rinforzo muscolare funzionale; aumento della fitness cardiovascolare; rinforzo del core; recupero dello schema motorio della corsa; recupero dello schema motorio del salto. Esercizi terapeutici. Squat VMO con sovraccarico Figura 26. Squat VMO con sovraccarico Leg press monopodalica (0-75°) Step up con sovraccarico ed ostacolo più elevato Figura 27. Step up con sovraccarico e step più alto 72 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Leg extension isometrica Estensione dell’arto inferiore utilizzando la macchina isotonica leg extension. L’atleta arresta l’estensione, evitando gli ultimi 30° di estensione, e mantiene la posizione per qualche secondo. Leg press bipodalica lenta (5’’-5’’) Esercizio caratterizzato dall’alteranza continua di una fase concentrica avente durata di 5 secondi ed una conseguente fase eccentrica della medesima durata. Eccentrico lento per quadricipite Figura 28. Eccentrico lento per quadricipite Esercizio di discesa dallo step. L’elemento di fondamentale importanza è la presenza della linearità anca-ginocchio-caviglia. L’esercuzione è lenta, durante la quale il controllo del valgo dinamico è l’obiettivo primario. Nordic hamstring mod. Bisciotti Figura 29. Nordic hamstring con modifica Bisciotti e resistenza elastica 73 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Figura 30. Nordic hamstring con modifica Bisciotti Esercizio proposto in 2 varianti di difficoltà crescente. Il primo è facilitante, la resistenza elastica riduce il carico frenante a carico della muscolatura flessoria del ginocchio. Il nordic proposto è caratterizzato da una modifica apportata dal Prof.Bisciotti: la partenza avviene con le gambe totalmente flesse, successivamente l’atleta estende l’anca velocemente ed infine rallenta la caduta attivando eccentricamente gli ischio-crurali. In questo modo si agisce con una sola esercitazione sia sull’azione che i muscoli flessori di gamba hanno a livello dell’anca sia sull’azione che hanno a livello del ginocchio. Propriocezione su fitball con sovraccarico Figura 31. Esercizio propriocettivo su fitball con sovraccarico Esercizio di controllo. L’atleta è seduto su una superficie instabile, e il compito richiesto è quello di flettere ed estendere un arto inferiore. Il tutto mantenendo una linearità della catena cinetica, controllando il valgismo del ginocchio. Una variante è l’introduzione del 74 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista sovraccarico e/o la richiesta di effettuare delle torsioni di busto contemporaneamente alla flesso-estesione dell’arto inferiore. Arresti monopodalici su bosu Figura 32. Arresti monopodalici su bosu Arresti monopodalici su tappeto elastico Figura 33. Arresti monopodalici su tappeto elastico senza e con resistenza elastica destabilizzante 75 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Esercizi propriocettivi dinamici. All’atleta viene chiesto di effettuare un jump ed il successivo arresto monopodalico su piattaforma instabile, il tutto mantenendo un controllo corporeo adeguato. Una variante è la richiesta di un quarto di giro in volo precedente all’arresto e/o l’utilizzo di un attrezzo propriocettivo differente e/o l’utilizzo di una perturbazione esterna (nelle foto soprastanti, una resistenza elastica). Intermittente su spin bike Affondi frontali Affondi frontali con sovraccarico Affondi frontali con resistenza elastica Affondi laterali Figura 34. Esercitazioni di affondo su più piani e con diversi gradi di difficoltà L’affondo è un esercizio fondamentale nella rieducazione dell’atleta. Esso è presente in tutte le sue varianti: affondo frontale, laterale, con sovraccarico, con perturbazione esterna. Il tutto per far vivere ed affrontare all’atleta situazioni 76 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista progressivamente più ardue e propriocettivamente differenti. Si richiede, anche in questa classe di esercizi (tranne nell’affondo laterale) all’atleta di finire il movimento con una flessione plantare forzata. Squat monopodalico con resistenza elastica Squat monopodalico con sovraccarico Figura 35. Squat monopodalico con sovraccarico Esercizi di squat monopodalici. L’atleta raggiunge il maggior grado di flessione dell’arto che riesce a controllare in maniera adeguata, ovvero mantenendo una corretta posture del tronco e dell’arto inferiore in toto. Splite squat con sovraccarico Figura 36. Splite squat con sovraccarico Variante di squat monopodalico, nella quale l’atleta riesce a raggiungere correttamente un maggior grado di flessione dell’arto. Step up + eccentrico lento per quadricipite Esercizio che somma l’esercitazione di salita sullo step e quella di discesa lenta. 77 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Ponte per flessori con sovraccarico Core stability Ponte per flessori monopodalico con sovraccarico Propedeutica al salto e alla pliometria Gruppo di esercitazioni che mirano al controllo corporeo durante un movimento complesso come quello del salto e soprattutto durante l’arresto che avviene in seguito. Quindi si è creata una progressione per rieducare la discesa e salita da un attrezzo in seguito ad un salto. Dapprima controllando altezze moderate, frammentando il movimento ed eseguendolo in appoggio bipodalico; per arrivare in ultima istanza ad eseguire un jump e un arresto in seguito al jump con un solo arto e con un sovraccarico in mano, come si vede nella fase rieducativa successiva. Rientrano nella progressione anche gli esercizi a carattere pliometrico. 87-127 giorni post-operatori: FASE DI RITORNO ALLO SPORT 9 gen. inizia corsa 11-12-14-15-16-18 gen. 19-21-23-25-26-28-30 1-2-4-6-8-9-11-13-15 18 feb. Run s u tapi s roul a nt Fa rtlek Leg pres s a rres to mono Leg pres s s tacco mono Intermi ttente s u 100m Intermi ttente s u 50m Run i n curva Run CdD Run + gi ro dors a l e Tecni ca a na l i tica Tecni ca ba s s a i ntens i tà Tecni ca medi a i ntens i tà Tecni ca a l ta i ntens i tà Squa t jump bi po-a rres to bi po Squa t jump bi po-a rres to mono Squa t jump mono-a rres to mono Squa t jump-a rres to-res .el a s tica Squa t jump e a rres ti s u SABBIA Stacchi monopoda l i ci con s ovra cca ri co Di s ces a -a rres to-jump SJ con rotazi one 90° Intermi ttente con run i n curva Intermi ttente con Cds Intermi ttente con CdD Step up+s a l to Fl es s ori prono con el a s tico Eccentri co fl a s h fl es s ori Squa t eccentri co fl a s h Note: sensazioni similari riguardo l'espressione di forza nei 2 arti inferiori 19 Gen. INIZIO LAVORO SU CAMPO 17 Feb. Ini zi a l a voro con PREPARATORE/SQUADRA 14 Ma r. GIOCA 45' CON JUNIORES NAZIONALE Jump i n l ungo bi po Jump i n l ungo mono La vori per a ppoggi o over-s ca l etta Es erci tazi oni per i l ruol o IT con pa l l a 1vs .1 contro a vvers a ri o pa s s i vo 1vs .1 s ubi to s emi pa s s i va mente Ti ri i n porta Tabella 6. Esercitazioni e note della fase di ritorno allo sport 78 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Avuta l’autorizzazione medica, in seguito alla visita di controllo presso l’ortopedico che ha operato l’atleta, il 9 Gennaio 2015 si svolge la prima corsa post-operazione sul tapis roulant. Fino al 19 Gennaio si incrementa ulteriormete il lavoro in palestra inserendo all’inizio ed alla fine della seduta il nuovo schema motorio, inizialmente a ritmo costante, incrementando quotidianamente l’andatura da mantenere, per poi passare all’esecuzione di esercitazioni di cambio di ritmo sul tappeto. Una variante operativa è quella di inserire esercitazioni di corsa all’interno del circuit training, come fatto nella fase precedente utilizzando la spin bike. Prima di effettuare la prima seduta sul campo, l’atleta raggiunge al tapis roulant la velocità di 15km/h durante le esercitazioni di cambio di ritmo. Successivamente l’organizzazione temporale e logistica delle sedute è la seguente: 3 sedute/settimana sul campo ed 1 seduta/settimana in palestra. Entrambe le tipologie di sedute allenanti hanno la durata di 1h e 30’. Inizialmente si lavora sul campo in erba naturale utilizzando le scarpe da corsa. Il lavoro metabolico effettuato sul campo è sempre di tipo intermittente, ovvero esercitazioni caratterizzate da tratti attivi alternati a tratti di riposo passivo. Si inizia, quindi, una progressione metabolica di esercitazioni sempre più similari, per quanto riguarda i tempi di lavoro e di recupero, e per quanto riguarda l’intensità espressa, alla partita di calcio. Ritrovate le corrette sensazioni corporee durante la corsa, ed il corretto schema della corsa, si inizia ad eseguire parte della seduta allenante su campo in erba artificiale (campo sul quale l’atleta dovrà allenarsi una volta reintegrato in squadra). Parallelamente al lavoro atletico specifico, si sviluppa il programma funzionale. La progressione è ora in una fase ultima, caratterizzata da movimenti sempre più veloci, esplosivi, complessi dal punto di vista condizionale e coordinativo. Si introducono esercitazioni di squat jump, dapprima bipodalico sia nella fase concentrica che in quella eccentrica dell’arresto, per poi passare ad uno squat jump monopodalico con arresto bipodalico, per poi terminare con l’esecuzione e l’arresto monopodalico. 79 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista I circuit training divengono più brevi ma allo stesso tempo maggiormente intensi, sia dal punto di vista muscolare che metabolico, e sono caratterizzati da esercitazioni esplosive come l’esercizio dello step up jump. Le esercitazioni eccentriche lente lasciano spazio ad esercitazioni eccentriche flash, per rievocare con metodiche analitiche, a livello muscolare quello che accadde durante i movimenti sport specifici. Si ricomincia, fin dalle primissime sedute sul campo, a ritrovare il feeling con l’attrezzo, inizialmente attraverso esercitazioni di tecnica analitica per poi passare ad esercitazioni tecniche a coppia, partendo da una distanza ravvicinata di trasmissione, per poi aumentare la distanza che il pallone delle percorrere. A livello propriocettivo grande importanza, nella seduta, hanno gli arresti monopodalici riprodotti sempre con varianti operative, per ridonare le sensazioni estero e propriocettive specifiche all’articolazione lesa. Anche il lavoro di salto ed il lavoro a carattere pliometrico vengono trasferiti sul campo di gioco, ad intensità maggiorata. Vengono introdotti percorsi coordinativi neuromuscolari brevi, associati al pre-atletismo a bassa intensità. La fase termina con esercitazioni specifiche per il ruolo ed esercitazioni in progressione di 1 vs. 1. La proposta di riatletizzazione, protagonista di questa fase operativa, durante la quale l’atleta viene rieducato a tutte le varianti della corsa, verrà analizzata nel seguente paragrafo. Successivamente alla proposta di riatletizzazione, il 17 Febbraio 2015, l’atleta viene consegnato al preparatore atletico della società in cui milita, il quale è sempre stato aggiornato sul lavoro svolto e dal fisioterapista e dal sottoscritto. 80 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Infine il 14 Marzo, scende in campo per la prima partita ufficiale con la squadra Juniores Nazionale, per i primi 45’ di gara post-infortunio. Gli obiettivi di quest’ultima fase sono: miglioramento della fitness metabolica specifica; allenamento della forza funzionale specifica; recupero e allenamento delle gestualità sport specifiche; allenamento della rapidità. Esercizi terapeutici Leg press – arresto mono Leg press – stacco mono Esercizi facente parte della progressione della propedeutica al salto. Su una leg press orizzontale si richiede all’atleta di eseguire, in seguito ad una spinta bipodalica, un arresto monopodalico, nel primo esercizio citato, mentre nel secondo esercizio proposto, l’atleta deve compiere una spinta monopodalica. Quindi si vede anche in questa fase la riproduzione di un movimento complesso come il salto, suddiviso nelle sue parti nel progetto rieducativo. La leg press è preziosa in questa circostanza, poiché permette di eseguire tali movimenti con pesi minori rispetto al peso corporeo del soggetto. Squat jump bipodalico – arresto bipodalico Squat jump monopodalico – arresto monopodalico Squat jump monopodalico – arresto monopodalico Squat jump – arresto con resistenza elastica Squat jump con rotazione 90° Ultima progressione di esercitazioni riguardante la rieducazione del salto. Vengono svolte sul campo di gioco, si inseriscono rotazioni del corpo in volo e l’attrezzo di gioco in seguito o durante l’esecuzione del jump. 81 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Stacchi monopodalici con sovraccarico Figura 37. Stacchi monopodalici con sovraccarico Esercizio funzionale per gli ischio-crurali, durante il quale questo gruppo muscolare viene sollecitato in sinergia con il quadricipite, come nella fase d’appoggio del piede durante la corsa. Jump-arresto su SABBIA Variante operativa per l’allenamento del salto e dell’arresto. L’atleta si trova ad eseguire i movimenti gestendo un'altra superficie. Step up jump Variante maggiormente dinamica dell’esercizio step up, nel quale è presente la fase di volo. Si alterna una ripetizione in cui la spinta avviene con un arto ed una ripetizione eseguita dal controlaterale. Flessori prono con elastico Figura 38. Esercizio per flessori con elastico 82 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Esercizio analitico per l’attivazione della muscolatura flessoria della gamba. L’operatore si serve di una resistenza elastica per contrastare entrambe le modalità di contrazione, sia quella concentrica, sia quella eccentrica. All’inizio della fase eccentrica l’operatore imprime maggior forza cosicchè l’atleta è costretto a gestire una contrazione eccentrica ad elevata intensità in un brevissimo lasso di tempo. Eccentrico flash per flessori Figura 39. Eccentrico flash per flessori Esercitazione specifica, nella quale si vuole evocare una contrazione eccentrica flash dei muscoli flessori di gamba. L’atleta si sposta eseguendo dei brevi passi in avanti ed indietro, gestendo una resistenza elastica; quando si trova di fronte all’attrezzo, carica il tiro ed arresta l’arto di calcio a pochi centrimetri dalla palla. Squat eccentrico flash Figura 40. Squat eccentrico flash 83 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Esercizio di squat nel quale è presente un’enfasi della fase eccentrica del movimento. Nella prima fase del movimento, l’atleta si lascia cadere, il muscolo cede eccentricamente verso il basso, in questa fase in un primo tempo il complesso muscolare viene bruscamente stirato e solo verso la fine dell’allungamento produce una forza eccentrica molto alta per frenare il movimento stesso. E’ proprio in questa fase che il muscolo rischia di insultarsi, sia per la violenza dello stiramento (nella prima fase), che per la forte tensione che deve sviluppare (seconda fase). Immediatamente dopo la fase eccentrica segue una brevissima fase che potremmo definire di "stabilizzazione isometrica", sulla quale s’innesta senza soluzione di continuità una contrazione concentrica di tipo esplosivo che corrisponde al momento in cui le gambe si estendono. Questa è una metodica di lavoro utile per riprodurre lo stesso pattern di attivazione neuromuscolare che si ritrova nel ciclo eccentrico-isometrico-concentrico esplosivo, tipico dei movimenti balistici come il cambio di direzione, il balzo, ecc. LA RIATLETIZZAZIONE Modello fisiologico e prestativo del calciatore La riatletizzazione è la parte più importante di quest’ultima fase di lavoro, attraverso la quale l’atleta allena i movimenti specifici ed i gesti tecnici ad intensità crescenti, e raggiunge una condizione di forma che gli permette di tornare nel gruppo squadra senza controindicazioni. Tutte le proposte di lavoro a cui si sottopone l’atleta in questa fase cruciale del lavoro sono state studiate tenendo in grossa considerazione il “modello fisiologico” del giocatore di calcio. Nei giochi di squadra si può affermare (Arcelli, 1978), semplificando le cose, che si alternano: - momenti di elevato impegno, per esempio quando viene eseguito uno scatto; - momenti d’impegno scarso o nullo, in particolare quelli delle fasi statiche, del cammino, della corsa blanda. 84 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista In una partita di calcio, nel corso degli impegni più elevati, c’è una richiesta energetica assai alta e, dunque, i muscoli consumano molto ATP per ogni secondo. Essi lo traggono da fonti diverse: 1. dall’ATP preformato, quello che si trova già nei muscoli quando l’arbitro fischia l’inizio; l’energia che arriva per questa via è poca e può servire per correre pochi metri; 2. dalla fosfocreatina che si trova anch’essa nei muscoli all’inizio del match; negli scatti brevi, anche alla massima intensità, i muscoli del calciatore ricorrono soprattutto a questa fonte di energia; soltanto una parte della fosfocreatina presente nei muscoli, in ogni modo, può essere utilizzata durante lo sforzo e questo dà ai muscoli stessi un’autonomia un po’ superiore a quella dell’ATP preformato, ma in ogni caso sufficiente soltanto a compiere poche decine di metri; fra un momento di impegno elevato e l’altro, inoltre, la ricostruzione della fosfocreatina è di solito parziale e, dunque, la quantità disponibile è spesso ridotta; 3. dall’ossigeno; considerato il fatto che i momenti di elevato impegno di solito hanno una durata molto limitata (raramente più di una manciata di secondi), l’ossigeno che riesce ad arrivare con il sangue in questo intervallo è poco; di conseguenza è poca l’energia che è prodotta con esso. Una certa quantità di ossigeno, in ogni caso, si trova già legato alla mioglobina all’interno delle fibre muscolari; infatti, la mioglobina non è soltanto la “navetta” che trasporta l’ossigeno fino ai mitocondri, ma è anche un serbatoio di ossigeno che si trova già presente nella fibra, vicino ai mitocondri, e che, dunque, è di pronto uso; per questo motivo è detta “granaio di ossigeno”; 4. dal meccanismo anaerobico lattacido con formazione di acido lattico, in quantità tanto maggiore quanto più lungo è lo scatto. E’ importante considerare a fondo la produzione di energia con tale meccanismo. Nel corso delle fasi di sforzo intenso, in definitiva, la maggior parte dell’ATP è prodotta non utilizzando l’ossigeno, ma creando un “debito di ossigeno”, vuoi alattacido, vuoi lattacido. 85 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Molto diversa è la situazione nei momenti di impegno scarso o nullo. Si tratta delle fasi in cui il gioco è fermo, o si svolge da un’altra parte del campo. Il giocatore, quindi, non si sposta o cammina o corre a una velocità molto ridotta. In queste fasi di impegno ridotto, si può dire che l’organismo cerca di riportare certi parametri verso la norma (vale a dire a “recuperare”); soprattutto tende a: 1. riformare la fosfocreatina; l’energia per ricostruirla deve derivare dal meccanismo energetico aerobico; occorre, dunque, ossigeno che si combina con il glucosio e con gli acidi grassi a livello dei mitocondri; 2. ridare ossigeno alla mioglobina (riempire il “granaio”); una parte dell’ossigeno che arriva con il sangue, si lega appunto alla mioglobina; 3. eliminare l’acido lattico che si è formato; anche per questo smaltimento occorre ossigeno. In pratica, il recupero nelle fasi di impegno ridotto è reso possibile dal fatto che l’ossigeno che giunge ai muscoli è inferiore a quello che occorre in quel momento ai muscoli stessi. Nelle fasi di scarso impegno, insomma, le varie componenti del recupero richiedono tutte l’intervento dell’ossigeno. In sintesi si può dire che: - durante i momenti di elevata intensità si crea un “debito di ossigeno”: dai due meccanismi anaerobici (alattacido e lattacido), infatti, si ottiene energia senza usare l’ossigeno; - durante le fasi di intensità scarsa, questo ossigeno va restituito all’organismo: si deve “pagare il debito d’ossigeno”, anche se di solito soltanto in maniera parziale. Il tempo di impegno ridotto che si ha a disposizione fra un impegno elevato ed il successivo, infatti, non è quasi mai sufficientemente lungo da consentire di recuperare totalmente, vale a dire di riempire completamente il “granaio” (rifornire di ossigeno tutta la mioglobina), e soprattutto di ricostruire tutta la fosfocreatina ed eliminare l’acido lattico. Il recupero, dunque, 86 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista è quasi sempre parziale. Che esso sia maggiore o minore dipende da vari fattori, in particolare: - da quello che il giocatore fa nel corso del recupero. Le sue necessità di energia sono minime se egli è fermo; sono leggermente più alte se cammina; sono ancora più alte se egli corre; ovviamente la disponibilità di ossigeno per il recupero è tanto maggiore quanto meno ossigeno serve in quel momento; - da quanto più elevate sono le capacità dell’organismo dell’atleta di far giungere ossigeno ai muscoli e di utilizzarlo; - dalla durata del recupero. Se le situazioni di gioco sono tali per cui si susseguono due momenti di impegno elevato con una fase molto breve di scarso impegno, il recupero sarà necessariamente molto parziale. (Ferretti et al. 2011) Il modello prestativo del calciatore negli ultimi anni, con l’introduzione della strumentazione GPS ed attraverso lo studio dell’impegno cognitivo che caratterizza il calcio, ha subito notevoli cambiamenti. Normalmente, quando si parla d’intensità, ci si riferisce al consumo energetico, alla percentuale relativa al massimo consumo di ossigeno o all’intensità muscolare. Spesso però non si reputa importante quella che si può definire intensità cognitiva. Nel gioco del calcio un lavoro intermittente eseguito ad alta intensità, implica sicuramente un’intensità organica elevata, ma la sua complessità è praticamente nulla, ottenendo così un lavoro cognitivo a bassa intensità. Un’esercitazione con un bassissimo consumo energetico cognitivo, non ricreerà sicuramente quelle situazioni complesse in cui ai giocatori si richiede nello stesso tempo un elevato impegno fisico, tattico, tecnico e mentale. Ovviamente, ogni esercitazione deve essere strutturata in un contesto che richiami le più vicine richieste di gioco, non solo fisiche, tecniche, tattiche o cognitive, ma in particolare con una finalità di gioco specifica. 87 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Le conseguenze di un lavoro cognitivo sulle prestazioni fisiche sono state oggetto di studio negli ultimi anni. Ad esempio, è stato dimostrato come la fatica mentale compromette le prestazioni fisiche (Marcora, Staiano, e Manning 2009). Un gruppo di soggetti ha svolto degli esercizi cognitivi tramite un software dedicato della durata di 90 minuti, facendo registrare un tempo di esaurimento e una percezione della fatica peggiore durante il post test sul cicloergometro rispetto al gruppo di controllo. Ovviamente per i ricercatori è impossibile riprodurre in laboratorio tutte le caratteristiche di una partita, pertanto si può ipotizzare che l’intensità cognitiva nel calcio tocca i suoi massimi livelli durante una partita. Per quanto riguarda l’intensità fisica, negli ultimi anni, si è assistito ad una rivoluzione molto importante. Il gioco del calcio è caratterizzato da accelerazioni, decelerazioni, cambi di direzione e situazioni non conosciute. Sono proprio le accelerazioni e le decelerazioni, infatti, a richiedere una maggior spesa energetica (Cost of sprint running, Csr) rispetto alla corsa a velocità costante, così tanto che anche a basse velocità, in presenza di esse, è necessario un significativo aumento della richiesta metabolica (di Prampero et al. 2005). Più semplicemente, il costo energetico della corsa in accelerazione è maggiore di quello a velocità costante perché il soggetto deve spendere energia anche per aumentare la propria energia cinetica, ed è proprio per questo motivo che negli ultimi anni si è verificato un cambio del modello prestativo e conseguentemente metodologico. L’intensità del gioco è determinata dunque dalla potenza metabolica espressa durante la partita e dalla sua quantità di lavoro espresso in KJ. La potenza metabolica non è altro che il rapporto tra costo energetico e velocità. Le valutazioni del carico esterno effettuate nel calcio utilizzando la tecnologia GPS si sono spesso concentrate sulla distanza coperta o sul tempo speso effettuando movimenti a determinate categorie di velocità. 88 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Lo studio di Osgnach e dei suoi collaboratori (Osgnach et al. 2010) dimostra anche che i precedenti approcci sottostimano la richiesta di alta intensità necessaria negli allenamenti dei calciatori d’élite, che è in parte simile a quella osservata in partita. È un dato di fatto che, ai calciatori, è imposto un carico metabolico elevato non solo durante le fasi intense e massimali della partita (intese come corsa ad alta velocità) ma ogni volta in cui l’accelerazione è elevata, anche quando la velocità è ridotta. Per fare maggiore chiarezza, per anni, si continuava a far riferimento ai km percorsi oppure a quanto strada faceva il calciatore oltre i 21 km/h. È sufficiente pensare che un calciatore, per raggiungere tale velocità partendo da fermo, impiega circa 2 secondi, e la sua potenza massima è sviluppata tra i 10 e i 16 km/h. Se per qualche motivo tattico il giocatore non arrivasse a 21 km/h, lui avrebbe prodotto una potenza metabolica superiore a 50 watt/kg pari a circa 3 volte il suo VO2max, ma nessuno se ne accorgerebbe in quanto la sua velocità non ha superato i 21 km/h. Da numerose analisi, è stato riscontrato che la potenza metabolica media espressa durante una partita è mediamente 11.7 W/kg corrispondenti a 34,3 ml⋅kg-1⋅min-1 d’ossigeno netto. Di conseguenza la nuova match analysis, per ciò che riguarda l’analisi prestativa dei singoli giocatori, si sta concentrando maggiormente sulla suddivisione della corsa in categorie di accelerazioni, e non in categorie di velocità, sulle decelerazioni, sull’analisi della potenza metabolica espressa, sull’analisi dei cambi di direzione. Con l’utilizzo dei GPS quindi, è possibile analizzare nel dettaglio il carico esterno della singola esercitazione o dell’intera seduta, e confrontarli con i dati di riferimento della Serie A. Durante la partita, circa il 25% della distanza totale è ricoperta ad una potenza metabolica superiore a 20 W*kg-1, corrispondente ad una spesa energetica circa del 45% del totale. Inoltre, il calciatore esegue circa 1.5 cambi di direzione intensi (CdD > 20 W*kg-1) al minuto, 89 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 18.0 CdD al minuto maggiori di 30° e circa 4.5 azioni intense al minuto (azioni > di 20 W*kg1). Secondo le analisi fatte dal Prof. Colli e i suoi collaboratori, è emerso quanto segue: • se si valuta erroneamente solo le velocità superiori alla MPA (Massima Potenza Aerobica) o VAM (>16 km/h) queste occupano “solo” il 6,2% del tempo totale; • il giocatore sviluppa il 15% del tempo ad una potenza metabolica superiore alla MPA (Massima Potenza Aerobica stabilita a 20 W/kg pari a circa 57 mL⋅kg-1⋅min-1 di O2); • la spesa energetica (EE) della partita è pari a circa 65 kj/kg che per un giocatore di 70 kg è 4550 kJ pari a circa 1100 kcal; • per oltre 50 minuti il giocatore tende a camminare (fino a 6 km/h) ma solo per 2-3 minuti è completamente fermo. Un’ulteriore analisi è stata effettuata riguardante le azioni intense e il recupero. Appare interessante notare come dalle analisi effettuare, il 73% delle azioni sopra la MPA (>20 W/kg) ha una durata inferiore ai 3 secondi, seguiti nella maggior parte dei casi da una situazione più “aerobica” della durata di circa 10 secondi. Solamente l’11% circa delle azioni dura per un tempo superiore ai 6 secondi. Per rendere ancora più chiaro, tra le massime durate di queste azioni sopra i 20W/kg, solo lo 0.8% dura oltre 10” ed il massimo riscontrato è stato di 14 secondi. Per quanto riguarda la distribuzione della Potenza Metabolica durante l’arco di una partita, è emerso che, mediamente, il 58% delle azioni intense sono effettuare tra 20 e 30 W/kg, mentre per il restante 42% dei casi le azioni intense superano i 30 W/kg. Per quanto riguarda invece la distribuzione media durante la partita di tutte le azioni secondo la valutazione della Potenza Metabolica, nell’arco di 1 minuto, solamente 9 secondi sono trascorsi a Potenza superiore ai 20W/kg, mentre i restanti secondi sono trascorsi ad azioni più aerobiche. 90 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Un’analisi dettagliata e interessante è stata eseguita sulle accelerazioni in quanto parte basilare del modello prestativo del calciatore. L’accelerazione durante una partita non è assoluta perché se il soggetto si trovasse a velocità bassissime (0-8 km/h) accelera molto fino anche a 5-7 m/s2, mentre se si trovasse a 18-22 km/h la sua accelerazione sarà solo di 2-3 m/s2, pur se massimale. Ecco perché il Prof. Colli ha utilizzato questo indice di accelerazione massimale dipendente dalla velocità riscontrando che in partita si sviluppano il 20% delle accelerazioni oltre il 50% della massima possibile, a qualsiasi velocità, mentre tutte le altre sono azioni di accelerazione moderata. Per questo motivo, non sono da considerarsi intense le accelerazioni > 2m/s 2, ma considerare intense tutte quelle accelerazioni che siano almeno il 50% della massima accelerazioni possibile relativa alla velocità di partenza. Un altro parametro interessante riguarda i cambi di direzione (CdD). I CdD sono presenti in misura elevatissima (circa 1000 con angoli superiori ai 30°) e oltre 800 sono con angoli > 30° ma anche sviluppati a potenze superiori ai 20 W/kg. In pratica il calciatore esegue un CdD > 30° e a W/kg > 20 ogni 17-18 secondi. (Boccolini 2015) La progressione di lavoro intermittente Le proposte di lavoro intermittenti prendono spunto da un lavoro di ricerca di equipe effettuato nel settore giovanile professionistico della società per la quale lavoro, che è andato a studiare attraverso la misurazione del carico esterno con la strumentazione GPS una progressione di lavoro idonea al ritorno in campo del calciatore. In seguito al lavoro di corsa continua ed al lavoro di corsa con cambio di ritmo svolto in palestra precedentemente si inzia la progressione di lavoro intermittente Inizialmente si eseguono in progressione 3 serie da 8 minuti sui 100 m: 91 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista rec.passivo Figura 40. Intermittente sui 100m Vel.media 12 km/h 12 km/h 14,4 km/h 14,4 km/h 18 km/h Sec.lavoro-rec. 30''-10'' 30''-5'' 25''-15'' 25''-10'' 20''-20'' Watt 12 watt 13,7 watt 12,4 watt 14 watt 13,2 watt Watt in accelerazione 22 watt in acc. 22 watt in acc. 31 watt in acc 31 watt in acc 51 watt in acc. Tabella 7. Caratteristiche metaboliche della progressione intermittente sui 100m Ovviamente partendo da 3 serie 30’’-10’’ da 8 minuti, per poi aumentare, a seconda della risposta dell’atleta, l’intensità della proposta di lavoro. Successivamente si propongono serie di lavoro intermittenti sui 50 m, sempre con lo stesso minutaggio: rec.passivo Figura 41.Intermittente sui 50m Vel.media 15 km/h 18 km/h Sec.lavoro-rec. 12''-8'' 10''-15'' Watt 14 watt 13,1 watt Watt in accelerazione 41 watt in acc. 66 watt in acc. Tabella 8. Caratteristiche metaboliche della progressione intermittente sui 50m Si inseriscono, poi, nella progressione di lavoro i cambi di direzione: cambi di direzione in corsa lenta a vari angoli per allenare la frenata eccentrica e l’accelerazione 92 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Figura 42. Cambi di direzione in corsa lenta Intermittente 20’’-10’’ con cambi di direzione e recupero passivo, a 16,67 watt in media. Utilizzando l’attrezzo in conduzione. 12.5 35.37 21.65 90° 60° 17. 68 25 m 17.67 43.31 Figura 43. Intermittente con cambi di direzione 2x20 m in 10” e 10” con recupero passivo, a 14watt di media. Utilizzando l’attrezzo in conduzione. 20 m Figura 44. Intermittente con cambio di senso 93 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 2x20 m in 10” e 40 m in 20”, a 7,2 km/h di media e 16watt di media. Si propongono queste ultime 3 esercitazioni in 3 serie da 6 minuti. 20 m 20 m Figura 45. Cambio di ritmo con attrezzo La progressione termina con lavori di sprint a velocità massimale per allenare la frenata dopo il raggiungimento della velocità massima e la massima frequenza di passo. 10-20-30m con frenata 10 m Figura 46. Sprint con frenata con attrezzo 10+10+10m 10 m Figura 47. Sprint con cambi di direzione 10+10m 10 m Figura 48. Sprint con cambi di senso Mentre la progressione di lavoro utilizzata, per quanto riguarda le esercitazioni tecniche alle varie intensità, prende spunto da uno studio effettuato da Francesco Vaccariello e Mauro Fumagalli (Vaccariello e Fumagalli 2014). 94 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Sulla base di importanti e documentate esperienze riabilitative, illustrano i presupposti e le modalità per un percorso di reinserimento in squadra del calciatore infortunato attraverso un razionale utilizzo del pallone all’interno di circuiti dinamici scientificamente programmati. Elaborando con rigore i dati raccolti con la Match Analysis sono state sviluppate delle esercitazioni, con un costante incremento delle difficoltà fisico-tecniche distribuite in quattro step: tecnica analitica, bassa intensità, media intensità, alta intensità. Un percorso utile sia per riuscire a valutare quanto più possibile oggettivamente lo stato del giocatore in riabilitazione sia, e in particolare, per ricondurlo con gradualità ad una condizione fisicopsichica tale da permettergli di tornare a lavorare all’interno del gruppo-squadra. Le esercitazioni tecniche sono state sviluppate tenendo in considerazione in seguenti valori: Volume: metri percorsi in totale al minuto. V.1: metri percorsi a velocità sopra 15 km/h al minuto. V.2: metri percorsi a velocità sopra 24 km/h al minuto. Acc./Dec.: quantità di metri percorsi con accelerazione e decelerazione sopra e sotto 2 metri/sec. quadrato al minuto. Potenza Metabolica: la distanza, espressa in metri, percorsa ad alta intensità (potenza>20W/kg) in un minuto. Progressione primo step: tecnica analitica. Attività n.1: palleggio sul posto, lavoro 30’’/recupero 30’’, durata totale: 4’30’’ Varianti: Collo piede (dx) Collo piede (sx) Collo piede (dx/sx) Collo piede (dx) – coscia (dx) Collo piede (sx) – coscia (sx) 95 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Attività n.2: calciare sul posto, lavoro 30’’/recupero 30’’, durata totale: 5’30’’ Varianti relative alla superficie d’impatto: Interno piede – rasoterra Interno piede – controbalzo – rasoterra Interno piede – al volo – rasoterra Collo piede – rasoterra Collo piede – controbalzo – rasoterra Collo piede – al volo – rasoterra Varianti della direzione di provenienza della palla: Destra – sinistra Attività n.3: palleggio in avanzamento, lavoro 30’’/recupero 30’’, durata totale: 4’30’’ Varianti relative alla superficie d’impatto: Collo piede (dx) Collo piede (sx) Collo piede (dx/sx) Collo piede (dx) – coscia (dx) Collo piede (sx) – coscia (sx) Attivita n.4: calciare in avanzamento, lavoro 30’’/recupero 30’’, durata totale 5’30’’ Varianti relative alla superficie d’impatto: 96 Interno piede – rasoterra Interno piede – controbalzo – rasoterra Interno piede – al volo – rasoterra Collo piede – rasoterra Collo piede – controbalzo – rasoterra Collo piede – al volo – rasoterra Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Progressione secondo step: bassa intensità La durata totale della seconda progressione è di 24’40’’ ed ha i seguenti obiettivi: 1. Carico interno: battito cardiaco medio 70% - 75% Percezione dello sforzo scala CR10 modificato: 5/6 2. Carico esterno: Dati V.1 V.2 A./D. P.M. Tecnica bassa intensità Min. 90m Max. 360m Min. 0m Max. 62,5m Min. 90m Max. 214m circa 8/12m/min Tabella 9. Dati progressione tecnica bassa intensità Attività n.1: guida della palla in linea Figura 49. Guida della palla in linea Effetttuare il percorso in guida della palla per quattro volte consecutive. Varianti: 1. Collo piede (dx) – (sx) 2. Collo esterno (dx) – (sx) 3. Collo piede (dx – dx) – (sx – sx) 4. Collo esterno (dx – dx) – (sx – sx) 5. Pianta del piede (dx) – (sx) Lavoro 20’’/recupero 20’’, totale metri percorsi: circa 140 m (28 metri x 5 varianti), la durata totale dell’attività è di 3’. L’atleta recupera 1’30’’ prima dell’inizio dell’attività successiva che avviene a 4’30’’. 97 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Attività n.2: lavoro tecnico sul quadrato Figura 50. Conduzione e palleggio sul quadrato Percorrere i lati del quadrato alternando la guida della palla al palleggio Varianti: 1. Guida con il piede (dx) – palleggio con il piede (sx) 2. Guida con il piede (dx) – palleggio con il piede (sx) Guida esterno/interno (dx) – palleggio (sx) 3. Guida esterno/interno (sx) – palleggio (dx) Esterno (dx/dx) – (sx/sx) – palleggio (dx/dx) – (sx/sx) 4. Esterno/interno (dx) – esterno/interno (sx) Palleggio (dx) – (sx) all’indietro 5. Pianta del piede (dx) – (sx) – palleggio (dx) all’indietro 6. Esterno (dx)/pianta del piede (dx) – esterno (sx)/pianta del piede (sx) – palleggio (sx) all’indietro Quando il giocatore recupera dopo aver terminato la ripetizione riparte dal punto in cui ha appena terminato l’esercizio ed esegue la sessione successiva nel verso opposto. 98 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Lavoro 20’’/recupero 20’’, totale metri percorsi: circa 224 m (28 metri x 8 varianti), la durata totale dell’attività è di 4’20’’. L’atleta recupera 1’40’’ prima dell’inizio dell’attività successiva che avviene a 11’30’’. Attività n.3: lavoro tecnico sul quadrato con slalom e palleggio Figura 51. Conduzione slalom e palleggio sul quadrato Percorrere il lati del quadrato alternando guida della palla tra i 4 paletti, palleggio e guida in linea, secondo le seguenti modalità: 1. Guida tra i paletti con il piede (dx) – palleggio con il piede (sx) – guida tra i paletti con il piede (dx) – palleggio con il piede (sx) 2. Guida tra i paletti con il piede (sx) – palleggio con il piede (dx) – guida tra i paletti con il piede (sx) – palleggio con il piede (dx) 3. Guida tra i paletti alternando (dx e sx) – palleggio alternando (dx e sx) – guida tra i paletti alternando (dx e sx) – palleggio alternando collo (dx) e collo (sx) 4. Guida tra i paletti utilizzando solo l’interno del piede – palleggio con la coscia – guida tra i paletti utilizzando solo l’interno del piede – palleggio con la coscia 99 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 5. Guida tra i paletti utilizzando solo l’esterno del piede – palleggio alternando collo e coscia (dx) – guida tra i paletti utilizzando solo l’esterno del piede – palleggio alternando collo e coscia (sx) 6. Guida della palla tra i paletti utilizzando solo l’avampiede (pianta del piede) – palleggio con la testa – guida tra i paletti utilizzando solo l’avampiede (pianta del piede) – palleggio con la testa 7. Guida tra i paletti utilizzando solo 1 tocco d’interno – palleggio alternando collo – coscia (dx) e collo – coscia (sx) – guida tra i paletti utilizzando solo 1 tocco d’interno – palleggio alternando collo piede – coscia (dx) e collo piede – coscia (sx) 8. Guida della palla utilizzando solo 1 tocco d’esterno tra un paletto e l’altro – palleggio con gli interni piede – guida in slalom solo 1 tocco d’esterno – palleggio con gli interni piede Il giocatore esegue 4 ripetizioni in un verso, poi si sposta e le esegue nell’altro senso. Lavoro 20’’/recupero 20’’, totale metri percorsi: circa 240 m (30 metri x 8 varianti), la durata totale dell’attività è di 5’. L’atleta recupera 2’ prima dell’inizio dell’attività successiva che avviene a 18’30’’. 100 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Attività n.4: lavoro tecnico sul quadrato con slalom, calcio e allungo Figura 52. Conduzione in slalom, calcio e allungo Dopo aver eseguito lo slalom tra i 4 paletti, calciare la palla, effettuare un allungo sulla diagonale del quadrato (fino al secondo conetto) e rifare il tutto dall’altro lato. Eseguire 8 ripetizioni. Varianti: 1. Guida tra i paletti con il piede (dx) – calciare con il piede (dx) – allungo – guida tra i paletti con il piede (sx) – calciare con il piede (sx) – allungo 2. Guida tra i paletti con il piede (sx) – calciare con il piede (dx) – allungo – guida tra i paletti con il piede (dx) – allungo – calciare con il piede (sx) – allungo Il giocatore esegue 4 ripetizioni in un verso, poi si sposta e le esegue nell’altro verso Lavoro 20’’/recupero 30’’, totale metri percorsi: circa 400 m (50 metri x 8 varianti), la durata totale dell’attività è di 6’10’’. La distanza totale percorsa nell’allenamento tecnico a bassa intensità è di circa 1004 metri, e la durata di questo step è di 24’40’’. 101 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Progressione terzo step: media intensità La durata totale della seconda progressione è di 24’50’’ ed ha i seguenti obiettivi: 1. Carico interno: battito cardiaco medio 80% - 85% Percezione dello sforzo scala CR10 modificato: 6/7 2. Carico esterno: Dati V.1 Tecnica Min. 130m media intensità Max. 520m V.2 A./D. P.M. Min. 0m Max. 90m Min. 130m Max. 309m circa 13/22m/min Tabella 10. Dati progressione tecnica media intensità Attività n.1: guida della palla con cambi di direzione Figura 53. Conduzione con cambi di direzione Effettuare lo slalom con la palla cambiando direzione prima del paletto; arrivato in fondo al percorso, tornare indietro sempre con la palla facendo un allungo. Varianti tecniche: 1. esecuzione slalom libero 2. solo con il piede dx 3. solo con il piede sx 4. cambi di direzione con l’interno del piede 5. cambi di direzione con l’esterno del piede Ogni ripetizione il giocatore cambia punto di partenza da sx a dx o viceversa. 102 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Totale cambi di direzione con la palla eseguiti: 25(5x5), lavoro 20’’/recupero 40’’, totale metri percorsi: circa 390 m, la durata totale dell’attività è di 4’20’’. L’atleta recupera 1’ prima dell’inizio dell’attività successiva che avviene a 5’20’’. Attività n.2: navetta tecnica, cambi di direzione e frenata Figura 54. Navetta tecnica, cambi direzione e frenata Eseguire navetta da paletto a paletto: in andata, correre veloce, frenare ed effettuare gesto tecnico (4 toccate totali: destra/sinistra/destra/sinistra), ritorno invece in corsa lenta. Alla terza ripetizione anche il ritorno avviene velocemente per poi proseguire in accelerazione fino al terzo paletto. Tornare al punto di partenza di passo. Alternare accelerazione una volta a destra e una volta a sinistra per un totale di 4 volte. Varianti tecniche: 1. interno piede rasoterra 2. interno di controbalzo rasoterra 3. interno al volo rasoterra 4. colpo di testa 103 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Totale cambi di direzione con la palla eseguiti: 12, lavoro 30’’/recupero 30’’, totale metri percorsi: circa 420 m, la durata totale dell’attività è di 3’30’’. L’atleta recupera 1’50’’ prima dell’inizio dell’attività successiva che avviene a 10’40’’. Attività n.3: guida della palla con cambi di direzione e tiro in porta Figura 55. Conduzione, cambi di direzione e tiro in porta Effettuare lo slalom con la palla cambiando direzione prima del paletto, arrivato in fondo al percorso, calciare nella porticina e tornare indietro facendo un allungo. Alternare la partenza a destra e a sinistra. Varianti tecniche: 1. esecuzione slalom libero 2. solo piede dx 3. solo piede sx 4. cambi di direzione con l’interno del piede 5. cambi di direzione con l’esterno del piede 6. “tunnel” al paletto Ad ogni ripetizione, il giocatore cambia punto di partenza da sx a dx o viceversa. Totale cambi di direzione con la palla eseguiti: 25 (5x5), lavoro 25’’/recupero 35’’, totale metri percorsi: circa 420 m, la durata totale dell’attività è di 5’25’’. L’atleta recupera 1’30’’ prima dell’inizio dell’attività successiva che avviene a 17’40’’. 104 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Attività n.4: navetta tecnica, progressione e cambio di direzione Figura 56. Navetta tecnica, progressione e cambi di direzione Eseguire navetta da paletto a paletto: in andata correre veloce, frenare ed effettuare gesto tecnico (toccata a destra – spostamento laterale – toccata a sinistra), ritorno invece in corsa lenta. Dopo la terza ripetizione prosegurie con accelerazione – progressione ondulata – cambi di direzione – corsa lenta – e infine passo, per poi recuperare sul posto e prepararsi ad una nuova esecuzione. Varianti tecniche: 1. interno piede rasoterra 2. interno di controbalzo rasoterra 3. interno al volo rasoterra 4. colpo di testa 5. mezzo-collo rasoterra 6. esterno rasoterra Totale cambi di direzione con la palla eseguiti: 18, lavoro 30’’/recupero 50’’, totale metri percorsi: circa 429 m, la durata totale dell’attività è di 7’10’’. La distanza totale percorsa nell’allenamento tecnico a media intensità è di circa 1659 metri, e la durata di questo step è di 24’50’’. 105 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Progressione quarto step: alta intensità La durata totale della seconda progressione è di 25’30’’ ed ha i seguenti obiettivi: 1. Carico interno: battito cardiaco medio 85% - 95% Percezione dello sforzo scala CR10 modificato: 7/8 2. Carico esterno: Dati V.1 V.2 A./D. P.M. Tecnica alta intensità Min. 184m Max. 734m Min. 2m Max. 127m Min. 184m Max. 436m circa 23/35m/min Tabella 11. Dati progressione tecnica media intensità Attività n.1: guida della palla in slalom e ritorno in progressione Figura 57. Conduzione in slalom e ritorno in progressione Effettuare il percorso di circa 30 m in guida della palla, passare al mister per proseguire con un dai e vai e ritornare con allungo di circa 30 m. Varianti tecniche: 1. guida della palla-passaggio-dai e vai con i piedi (x2) 2. guida della palla-passaggio-dai e vai di testa (x2) 3. guida della palla-passaggio-uno/due e tiro nella porticina (x2) Totale cambi di direzione con la palla eseguiti: 66 (11x6), lavoro 25’’/recupero 30’’, totale metri percorsi: circa 360 m (60 m x 6), la durata totale dell’attività è di 4’35’’. L’atleta recupera 1’25’ prima dell’inizio dell’attività successiva che avviene a 6’. 106 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Attività n.2: guida della palla in linea con cambi di senso Figura 58. Conduzione in linea con cambi di senso Effettuare il percorso in guida della palla compiendo, ai conetti, dei cambi di senso. Varianti tecniche: 1. esecuzione libera 2. pianta del piede 3. dietro piede portante 4. solo con gli interni 5. solo con gli esterni 6. solo piede destro alternando interno/esterno 7. solo piede sinistro alternando interno/esterno 8. orologio e ripartenza con l’esterno Totale cambi di direzione con la palla eseguiti: 48 (6x8), lavoro 20’’/recupero 20’’, totale metri percorsi: circa 360 m (45 m x 8), la durata totale dell’attività è di 5’. L’atleta recupera 1’30’ prima dell’inizio dell’attività successiva che avviene a 12’30’’. 107 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Attività n.3: navette tecniche sul triangolo Figura 59. Navette tecniche sul triangolo Effettuare il gesto tecnico al paletto facendo 4 toccate (destro-sinistro-destro-sinistro), proseguire con accelerazione di 12 m fino al paletto centrale, frenare e correre lentamente fino al paletto seccessivo a 12 m per ripetere di nuovo il gesto tecnico. Ripetere lo stesso percorso per quattro volte consecutive. Varianti tecniche: 1. interno piede 2. controbalzo d’interno 3. interno al volo rasoterra 4. colpo di testa Totale cambi di direzione con la palla eseguiti: 16, lavoro 60’’/recupero 30’’, totale metri percorsi: circa 384 m (96 m x 4), la durata totale dell’attività è di 5’30’’. L’atleta recupera 1’30’ prima dell’inizio dell’attività successiva che avviene a 19’30’’. 108 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Attività n.4: rombo tecnico a due triangoli Figura 60. Rombo tecnico a due triangoli Effettuare il gesto tecnico al paletto facendo 6 toccate (destro-sinistro), voltarsi e proseguire con accelerazione fino al paletto, voltare a destra proseguendo in corsa lenta fino al paletto successivo e tornare al punto di inizio camminando. Ripetere per quattro volte alternando la destra e la sinistra. Varianti tecniche: 1. interno piede x2 2. controbalzo d’interno x2 3. interno al volo rasoterra x2 4. colpo di testa x2 Ripetere per otto volte il percorso. Totale cambi di direzione con la palla eseguiti: 8, lavoro 30’’/recupero 15’’, totale metri percorsi: circa 528 m, la durata totale dell’attività è di 6’. La distanza totale percorsa nell’allenamento tecnico ad alta intensità è di circa 1632 metri, e la durata di questo step è di 25’30’’. 109 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 10. DISCUSSIONE E RISULTATI DISCUSSIONE Dopo aver delineato e ricostruito il caso di studio, si analizzano ora le particolarità e i punti di forza di tale approccio. Personalizzazione della seduta e collaborazione tra figure specializzate Non considerando, in prima istanza, le caratteristiche tecniche di tale approccio, va sottolineato che la stretta collaborazione tra le figure specializzate ha avuto una fondamentale importanza. Come si evince dal report, non sono stati eseguiti dei test valutativi dell’atleta, poiché egli è stato testato, giorno dopo giorno, monitorando la qualità dei suoi movimenti, appuntando le sensazioni riportate durante e dopo le sedute ed anche tramite valutazioni fisioterapiche. Seguendo, successivamente, le considerazioni tratte dal collega fisioterapista, si è deciso di passare o meno alla fase rieducativa successiva, aumentare o diminuire le richieste; quindi al centro del progetto c’è sempre stato solo l’atleta, nella sua globalità, e la programmazione quotidiana delle sedute è sempre stata creata ad hoc secondo le condizioni psico-fisiche possedute dal ragazzo in quel particolare giorno. Spesse volte è capitato che il programma giornaliero fosse rivisto, corretto aumentando o diminuendo la richiesta, valutando le condizioni in tempo reale dell’atleta. Ovviamente il carico allenante e la difficoltà delle esercitazioni, ha avuto un aumento costante e progressivo. Va sottolineato che il ragazzo non ha mai avuto un momento di deflessione, si è riusciti quindi quotidianamente ad aumentare l’uno o l’altro parametro, seduta dopo seduta. L’ultimissima fase, è stata poi assegnata allo staff tecnico della società di appartenenza dell’atleta. Staff che è sempre stato informato sulle condizioni del calciatore, fin dalle prime fase rieducative fisioterapiche. Quindi il lavoro delle varie figure che hanno realizzato tale progetto è stato totalmente complementare, in molti casi sovrapposto, nelle fasi di “passaggio” tra una figura e l’altra. 110 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Caratteristiche della seduta rieducativa Come si vedrà nel capitolo “diario rieducativo”, la seduta, indipendentemente dal luogo in cui è stata realizzata (piscina riabilitativa, palestra, campo di gioco), ha delle proprietà di base sempre presenti: riscaldamento iniziale, esercizi propriocettivi, esercizi di controllo/rinforzo muscolare. Questi tre punti caratterizzano ogni seduta effettuata. Dopo di che vanno a sommarsi infine dei lavori su macchine cardio (idrobike, spin bike, tapis roulant, ellittica) nella vasca riabilitativa ed in palestra o lavori metabolici e tecnici nelle sedute svolte sul campo di gioco. Il ragazzo è poi stato sollecitato a svolgere delle esercitazioni defaticanti presso la sua abitazione, post-allenamento. Esercizio propriocettivo Le esercitazioni propriocettive hanno una fondamentale importanza poiché l’operazione chirurgica di ricostruzione del LCA ripristina una buona stabilità passiva ma permane, in seguito, un’inevitabile perdita delle afferenze propriocettive, causa anche delle caratteristiche diverse tra legamento e tendine trapiantato (come descritto nella prima parte di questo lavoro). Parte del volume del LCA è occupato da recettori nervosi e da terminazioni libere, esso riveste un ruolo sensoriale nel rilevamento del movimento e della posizione spaziale articolare, ed è sede di fondamentali recettori sensoriali di Ruffini, corpuscoli di Pacini e terminazioni libere che in seguito all’atto chirurgico vengono persi. La struttura del tendine si basa su due principali componenti: il collagene di tipo I e l’elastina. Essi sono immersi in una matrice di proteoglicani ed acqua presentando dei componenti che sono prodotti da particolari cellule chiamate tenoblasti e tenociti. E’ provvisto di meccanorecettori, gli organi tendinei del Golgi che hanno la capacità di fornire al SNC varie informazioni per regolare il movimento. Detto questo, si può dedurre che il LCA rispetto al tendine ha maggiori elementi per calcolare la sua posizione. 111 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Il lavoro di recupero propriocettivo applicato nella prima fase del protocollo va concentrato sul risveglio delle strutture su cui si fonde il tendine trapiantato e sugli aspetti neuromuscolari. Non esiste più il legamento da allenare e riabilitare ma bensì un tendine da ripristinare alle funzioni del LCA considerando tutte le strutture del ginocchio. Il tendine trapiantato inizia a fare i compiti del LCA e quello che propone il terapista deve essere fatto in base alle potenzialità e caratteristiche del tendine capace di assorbire, trasmettere e graduare le sollecitazioni. L’esercizio terapeutico funzionale e la propriocezione applicati in fase precoce consentono di arrivare alle ultime fasi rieducative. L’esercizio deve costituire una situazione problematica a cui il paziente deve dare una risposta e per fare ciò fa ricorso alle sue capacità organizzative. La rieducazione funzionale, propone al paziente un compito appunto conoscitivo che deve risolvere con un comportamento senso motorio al fine di recuperare le sue funzioni. L’attività senso motoria ha la funzione di recuperare prima e qualitativamente meglio il gesto motorio prevedendo la soluzione di un compito conoscitivo, il paziente risente di un disordine meccanico afferente‐ efferente causato dal trauma, dall’intervento chirurgico e per ultimo da un processo degenerativo, quindi è necessario ricomporre e riprogrammare il meccanismo di afferentazione. Gli esercizi sfruttano l’utilizzo di svariate superfici instabili per riconosce superfici e contatti differenti, sempre al fine di aumentare il controllo corporeo durante esercitazioni funzionali che parallelamente progrediscono in termini di intensità e difficoltà. Le esercitazioni propriocettive non sono una modalità di raccolta passiva di informazioni ma richiedono un processo organizzato da parte del SNC. Durante un esercizio eseguito in situazioni instabili vi è una aumentata attivazione elettromiografia della muscolatura profonda del tronco (core) e degli arti inferiori, questo perché vi è un maggiore coinvolgimento della muscolatura di sostegno che ha lo scopo di garantire una maggiore stabilità a livello degli arti inferiori. Gli esercizi propriocettivi vengono ideati su misura 112 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista dell’atleta, seguendo una progressione dal semplice al complesso, dallo statico al dinamico e dal generale allo sport-specifico. I lavori propriocettivi sono stati proposti a inizio seduta poiché svariate pubblicazioni indicano come un programma di riscaldamento caratterizzato da tali esercizi sia molto efficace sul fronte preventivo. La consapevolezza corporea ed il controllo neuromuscolare dei muscoli di anca, ginocchio e caviglia vengono allenati tramite queste esercitazioni. Aumentano, inoltre, l’attivazione EMG dei muscoli semitendinoso e semimembranoso, essenziali nel controllo del valgo dinamico e dello scivolamento anteriore della tibia sul femore (Zebis et al. 2008; Waldén et al. 2012; Sugimoto et al. 2015; Herman et al. 2012). Inoltre, eseguendo esercizi propriocettivi, si ottiene un’azione sinergica muscolare del quadricipite con i muscoli ischio-crurali, la quale si oppone sempre efficacemente allo sfavorevole spostamento in avanti delle tibia sul femore, preservando dall’usura e dal trauma tutte le strutture legamentose altrimenti esageratamente sollecitate e/o sovraccaricate. Scelta degli esercizi Nell’iter rieducativo sono stati proposti svariati esercizi. La richiesta, come sottolineato nei paragrafi precedenti, è mutata e si è trasformata di giorno in giorno, per fare in modo che l’atleta non si abituasse e non ripetesse automaticamente delle esercitazioni ormai standardizzate, ma, contrariamente, affrontasse ogni seduta di lavoro con grandissimo coinvolgimento attentivo, cercando di assimilare tutte le afferenze provenienti dalle diverse esercitazioni. Quindi, si è cercato di differenziare anche solamente con un sovraccarico diverso e/o una distrazione propriocettiva in più, un esercizio già fatto in sedute precedenti. Come studi scientifici ormai suggeriscono sono state combinate esercitazioni a catena cinetica chiusa (CCC) ed esercitazioni a catena cinetica aperta (CCA) all’interno delle giornate rieducative, poiché riguardo all’incremento della forza muscolare, soprattutto quadricipitale, la somma degli stimoli ricevuta da entrambe le modalità di esercizi è migliore 113 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista rispetto al risultato ipertrofico che si ottiene tramite solamente l’esecuzione di esercizi a catena cinetica chiusa. Ciò detto, le esercitazioni a CCC sono state maggiormente incentivate, soprattutto quelle eseguite in appoggio monopodalico, poiché molto più specifiche per il soggetto calciatore. L’enorme valore aggiunto degli esercizi in CCC è l’attivazione muscolare sinergica che in essi si presenta. Attraverso questi esercizi si può attivare e di conseguenza allenare i gruppi muscolari in un regime di contrazione molto simile a quello che si utilizza durante i movimenti della vita quotidiana e, nel caso specifico, della gara. E’ stato, inoltre, dimostrato non esserci grande differenza di traslazione tibiale anteriore durante esercizi in CCC (0-60°) ed esercizi in CCA (range 90-40°). Diverso è la considerazione riguardante gli esercizi in CCA avente range tra 40 e 0° di flessione, poiché presentano un notevole stress in tensione sia per il LCA che per le strutture capsulari periferiche. Nelle prime fasi rieducative, la somministrazione di esercizi in CCC è essenziale per provocare meno complicanze patello-femorali e lassità. Pertanto le esercitazioni funzionali sono state introdotte fin da subito, anche nelle sedute acquatiche, per riiniziare a riprodurre determinate sensazioni corporee ed iniziare a lavorare sulla qualità dei movimenti poiché, una volta iniziata la prima fase rieducativa terrestre, tali esercitazioni sarebbero state protagoniste delle sedute di lavoro. Si è sempre lavorato dapprima sulla qualità dei movimenti e successivamente sulla quantità. Per infondere nell’atleta la consapevolezza della corretta esecuzione del movimento si è utilizzato lo specchio ed anche, quando necessario, un feedback diretto con l’atleta; per esempio durante le prime ripetizioni dell’esercitazione eccentrico lento per quadricipite, l’operatore, ponendo la propria mano sulla faccia mediale del ginocchio, ha fatto in modo che l’esercizio avvenisse seguendo la corretta linearità, controllando molto bene il valgo dinamico. Il concetto di controllo dinamico dell’intera catena cinetica è elemento fondamentale del percorso rieducativo in esame. Dall’esercitazione eccentrico lento per quadricipite, si passa 114 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista ad esercitazioni maggiormente dinamiche ed intense muscolarmente come lo splite squat, per esempio, fino ad arrivare ad esercitazioni di jump con successivo arresto monopodalico ed esercitazioni a carattere pliometrico. Ovviamente queste ultime esercitazioni citate, senza un grosso lavoro precedente di consapevolezza, non potrebbero essere proposte in regime di grande controllo corporeo e quindi di sicurezza per l’atleta. Un’importante caratteristica di due classi di esercitazioni utilizzate in maniera continuativa nel percorso rieducativo descritto (step up e affondi frontali) è la richiesta di concludere il movimento attraverso una flessione plantare forzata e quindi sull’avampiede. Questa richiesta è necessaria innanzitutto per allenare i muscoli estensori del ginocchio anche negli ultimi gradi di estensione, e, secondariamente, per allenare importanti flessori della gamba, i muscoli gastrocnemi. Si evidenzia, in una prima fase rieducativa, un maggior carico di lavoro richiesto all’arto infortunato, ma fin da subito anche il controlaterale ha ricevuto stimoli allenanti (si veda il “diario rieducativo”). Una sottolineatura particolare va fatta per l’attivazione ed il rinforzo della muscolatura glutea fin dalle prime sedute fisioterapiche. D’accordo con il collega fisioterapista, si è intrapreso un percorso iniziale analitico per rinforzare questo gruppo muscolare, essenziale per il controllo stato-dinamico dell’arto inferiore in toto, per il ripristino del corretto controllo dell’equilibrio in stazione eretta e di conseguenza, per il corretto ripristino dello schema motorio del cammino e della corsa. Successivamente, attraverso il controllo statico della stazione eretta in appoggio monopodalico (es.propriocezione con resistenza elastica) l’atleta si è trovato a dover attivare correttamente la muscolatura in questione affinché potesse trovare e mantenere la corretta posizione per effettuare tale esercizio. In una fase successiva si è richiesto il controllo della stazione eretta in condizioni dinamiche ed infine esplosive (Meuffels et al. 2012). 115 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Circa la scelta degli esercizi globali, in un interessante lavoro è stato evidenziato come sia lo step up l’esercizio che attiva maggiormente il grande gluteo durante la fase concentrica dell’esercizio e l’affondo sia l’esercitazione che risulta stimolare maggiormente tale muscolo durante la fase eccentrica. Lo step up potrebbe avvicinarsi alla coordinazione specifica della fase di contatto, fase in cui il grande gluteo lavora in sinergia con gli ischio-crurali per l’estensione dell’anca. In altri lavori ancora più recenti, in cui sono stati confrontati i risultati elettromiografici ottenuti durante lo step up e durante lo squat monopodalico, si è giunti ad affermare che quest’ultimo sollecita maggiormente l’intera catena cinetica posteriore, facendo presupporre che lo squat monopodalico sia da preferire quando si vuole ricercare un’adeguata e specifica coordinazione intermuscolare. Circa l’attivazione selettiva del grande gluteo bisogna poi rifarsi a lavori che hanno confrontato squat monopodalico, affondo e step up: secondo tali studi il grande gluteo è attivato più efficacemente dallo squat monopodalico, seguito da affondo e da step up, nell’ordine. Secondi gli Autori, questa potrebbe rappresentare concretamente una progressione di carichi, per adattare in modo graduale gli atleti a sollecitazioni sempre maggiori e più articolate al distretto del grande gluteo (Sannicandro e Traficante 2014). Infine, ma non per importanza, va sottolineato il tempo dedicato durante il percorso rieducativo alle esercitazioni di core stability. E’ di fondamentale importanza ripristinare un adeguato controllo dei muscoli dell’anca e del tronco, essi hanno infatti il duplice obiettivo di stabilizzare e trasferire la forza verso gli arti durante i vari movimenti con l’ulteriore funzione di migliorare la tecnica esecutiva durante gli esercizi con sovraccarico e di prevenzione degli infortuni. Come per tutti gli altri gruppi muscolari si è creata una progressione di lavoro, progredendo con la difficoltà giocando con i parametri di tempo e con gli appoggi al suolo consentiti. 116 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Importanza della muscolatura antagonista nella stabilità del ginocchio e del lavoro eccentrico L’importanza dei muscoli ischio-crurali è già stata sottolineata nei paragrafi precedenti. Svolgono un’importante funzione stabilizzatrice del ginocchio, opponendosi alla traslazione anteriore di tibia; lavorano in sinergia in particolar modo con il gluteo e gli erettori spinali (durante l’estensione dell’anca) e con i muscoli gastrocnemio, sartorio e gracile (durante la flessione del ginocchio); durante la corsa svolgono diverse funzioni, appena il piede appoggia al suolo, si contraggono insieme ai muscoli anteriori di coscia per stabilizzare l’articolazione del ginocchio e nella fase successiva in cui il piede è in appoggio permettono l’estensione dell’anca e quindi l’avanzamento del corpo. Entrando nel merito dei movimento sport-specifici del calciatore, si sottolinea che le alte velocità richieste, gli arresti improvvisi, le ripartenze, i repentini cambi di direzione e le azioni tecnico-specifiche ad alta velocità, espongono questo distretto muscolare ad un alto rischio di lesione. Nel caso specifico dell’atleta in esame, parte del tendine del muscolo gracile e del muscolo semitendinoso sono stati prelevati per ricostruire il LCA lesionato. Tutti queste considerazioni sommate, portano ad avere grossa considerazione ed attenzione al ricondizionamento dei muscoli flessori della gamba. Fin da subito si è lavorato analiticamente, soprattutto in modalità eccentrica lenta, con esercitazioni manuali, proposte per entrambe le funzioni principali dei muscoli flessori di gamba, l’estensione di coscia e la flessione di gamba. Un protocollo formato da tre esercitazioni è stato introdotto nella prima fase rieducativa terrestre, i lenghtening excercises: extender, diver e glider. Questi tre esercizi vengono svolti a bassa intensità, si sono dimostrati utili per il recupero dell’atleta infortunato agli hamstring. Il primo è un esercizio di stretching dinamico mentre gli altri due sono delle esercitazioni utilissime per riprodurre le condizioni che si verificano durante l’ultima fase di contatto del 117 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista piede e quella in cui inizia l’estensione dell’anca, magari con una lieve inclinazione del busto in avanti che ne accentua il carico sugli hamstring (Sannicandro e Traficante 2014). Per variare lo stimolo allenante si è utilizzata anche la resistenza manuale ed anche l’attrezzo isotonico leg curl, eseguendo la flessione di gamba monopodalica contro resistenza. Un esercizio, con tutte le sue varianti, essenziale per l’allenamento sinergico degli ischio-crurali e dei glutei è il ponte, evoluto in un secondo momento nell’esercizio fitball per flessori. Esercizio eccentrico per gli hamstring molto importante è il nordic hamstring excercise con modifica Bisciotti, ovvero inserendo una partenza con gli arti inferiori flessi passivamente e contatto natiche-calcagni, per poi estendere l’anca e, nella seconda parte dell’esercitazione, attivare eccentricamente gli hamstring frenando la caduta del tronco. Questa esercitazione porta ad un miglioramento del controllo della muscolatura flessoria della gamba durante una contrazione eccentrica (Delahunt et al. 2016), mentre un programma di esercizio caratterizzato da contrazioni eccentriche degli hamstring è efficace nella prevenzione degli infortuni muscolari di questo gruppo muscolare (Goode et al. 2015). Non appena possibile si è poi passati a svolgere esercitazioni a CCC, come detto nel paragrafo precedente, nelle quali si ha un’attivazione sinergica della muscolatura estensoria, flessoria della gamba, dei glutei e degli adduttori A tal proposito, l’affondo sembra essere l’esercizio che sollecita, oltre il muscolo grande gluteo, anche gli ischio-crurali in maniera considerevole durante la sua fase eccentrica. Pertanto, alla luce delle evidenze in letteratura, si potrebbe ipotizzare che l’affondo possa essere un mezzo utile a sollecitare, nella corretta attivazione funzionale, l’intera catena cinetica posteriore (hamstring e gutei) durante la fase eccentrica. Risulta, peraltro, molto simile da un punto di vista coordinativo alla fase terminale di oscillazione dell’arto nello sprint, fase che espone gli ischio-crurali a forti sollecitazioni eccentriche, oltre che a 118 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista rappresentare un momento ad alto rischio lesivo. Pertanto si potrebbe inquadrare questo esercizio in un’ottica sia preventiva sia prestativa. Chiudendo l’analisi riguardo l’importanza della muscolatura degli hamstring, si cita un lavoro di ricerca in cui si evidenzia il ruolo della fatica sulla risposta riflessa degli hamstring e la traslazione postero-anteriore della tibia. Un decremento della risposta nell’attivazione di tale muscolatura determina una riduzione della funzione neuromuscolare ed un aumento della traslazione tibiale con conseguente aumento dell’incidenza degli infortuni al LCA (Behrens et al. 2013). Ampliando la visione riguardo all’importanza dell’esercizio eccentrico, un recente studio scientifico afferma che un'associazione tra esercizio eccentrico ed allenamento neuromuscolare porta al raggiungimento di outcames migliori in riabilitazioni in seguito ad interventi di ricostruzione del LCA (Frizziero et al. 2014). Una progressione di esercitazioni è stata struttura anche in questa direzione, partendo dall’esercizio eccentrico lento per quadricipite con tutte le sue varianti, inserendo poi l’esercizio step up + eccentrico lento ed infine aumentando considerevolmente la velocità della contrazione eccentrica, l’esercizio squat eccentrico flash. Riatletizzazione sport e ruolo specifica L’ultima fase rieducativa, svolta sul campo di gioco, ha avuto come obiettivo quello di ricondizionare dal punto di vista metabolico e tecnico l’atleta, affinché potesse tornare nel gruppo squadra nella migliore condizione possibile. Le progressioni intermittenti “a secco” e quelle a sfondo tecnico sono state proposte inizialmente in maniera separata, non facendole coesistere all’interno di una singola seduta. Successivamente, per aumentare il volume di lavoro e gli stimoli ricevuti in una singola seduta riatletizzante, sono state ideate sedute caratterizzate dalle une e dalle altre esercitazioni. Sono stati introdotti parallelamente, inoltre, esercizi coordinativi di rapidità per sensibilizzare in maniera specifica l’appoggio dell’arto al suolo. 119 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Da esercitazioni sport-specifiche metaboliche e tecniche, si è poi andati ancor più nello specifico, attraverso la somministrazioni di esercitazioni ruolo-specifiche. Le progressioni di lavoro sono arrivate fino all’esecuzioni di small sided game 1 vs. 1 prima di restituire l’atleta al preparatore atletico della società calcistica di appartenenza. Si sottolinea ulteriormente l’importanza di tale fase di lavoro, fase nella quale l’atleta rivive tutti i movimenti specifici della disciplina sportiva, dapprima a velocità controllate e successivamente a velocità simili a quelle di gara. Programma preventivo post ritorno in squadra Durante tutto l’iter rieducativo l’atleta è stato educato ad eseguire lavori di attivazione propriocettivi, di controllo muscolare e di core stability per un totale di 15/20 minuti di lavoro, prima dell’inizio degli allenamenti, con cadenza almeno trisettimanale. La seduta viene ideata dal ragazzo, in base all’esperienza rieducativa vissuta, allo stato di forma del momento, al giorno della settimana in cui ci si trova. RISULTATI L’atleta è stato riconsegnato allo staff 127 giorni dopo l’operazione chirurgica di ricostruzione del LCA. Dopo 25 giorni dal ritorno in gruppo, dapprima svolgendo un lavoro differenziato con il preparatore atletico e parte di lavoro con la squadra, ha effettuato la sua prima presenza in una gara ufficiale con la Juniores Nazionale, giocando 45 minuti. L’atleta ha concluso la stagione collezionando presenze nel campionato di IV divisione senza subire alcun tipo di infortunio. 120 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 11. CONCLUSIONI Concludendo, il ragazzo in seguito al percorso rieducativo, è tornato alla pratica sportiva agonistica 152 giorni dopo l’operazione. Va detto che il collega fisioterapista ed il sottoscritto avrebbero atteso almeno 30 giorni ancora prima della prima gara ufficiale, causa vicissitudini contrattuali si è deciso di far scendere in campo il ragazzo precocemente. Ormai tutti i percorsi rieducativi post-ricostruzione LCA, con finalità sportive agonistiche, sono molto più lunghi rispetto ai canonici 6 mesi rieducativi rispettati tempo fa. L’alto numero di recidive ha spinto gli staff medici ad attendere maggiormente, anche il doppio del tempo, dal momento che si afferma scientificamente che la sicurezza medica che non avvenga una lesione recidiva, si ha al compimento del secondo anno post chirurgico. Ecco perché il ragazzo è stato sensibilizzato fin da subito a svolgere parte del percorso individualmente, dapprima svolgendo lavori di recupero a casa, successivamente educandolo a svolgere programmi preventivi post-ritorno in squadra anche ad apparente raggiungimento dello stato di salute. 121 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 12. DIARIO RIEDUCATIVO 5 NOV. 1h piscina Recupero schema motorio del cammino Inizio rinforzo muscolare Esercizi propriocettivi Va l uta zi one: es tens i one qua s i compl eta ; fl es s i one 90° s enza dol ore; s ta to i nfi a mma tori o: gi nocchi o a ncora 7 NOV. 1h piscina Esercizi per flex con cavigliere Affondi frontali + laterali Esercizi per schema cammino (+ pesi) Esercizio bicicletta Idromassaggio gonfi o; buone s ens a zi oni i n a mbi ente a cqua ti co 9 NOV. 1h piscina Esercizi per flex con cavigliere Affondi frontali + laterali Esercizi per schema cammino (+ pesi) Esercizio bicicletta Idromassaggio Flesso-estensione arto dx con pesi e cav. galleggianti Va l uta zi one: s ens a zi oni SEMPRE mol to pos i ti ve 10 NOV: togl i e l e s ta mpel l e 12 NOV. 1h piscina Esercizi per flex con cavigliere Affondi frontali + laterali Esercizi per schema cammino (+ pesi) Esercizio bicicletta Idromassaggio Lavoro per hamstring Squat bipo alla scaletta 4x20 Accenno skip a un arto Esercizi di propriocettività: 2 arti su tavolette 14 NOV. 1h piscina Esercizi per flex con cavigliere Esercizi per quadricipite Affondi frontali + salto e atterraggio bipodalico Esercizi propriocettivi con palla Skip a un arto Idromassaggio Lavoro per hamstring Squat bi e monopodalico alla scaletta 16 NOV. 1h30' piscina Esercizi per flex Squat bi e monopodalico Esercizi propriocettivi con palla e altri attrezzi Skip a un arto (+ cavigliere e galleggianti) Andature per estensione e per flex Inizia IDROBIKE 19 NOV. 1h piscina Esercizi per flex Andature per estensione (in punta e sui talloni) Propriocettività avanzata con tav + avanzamento Affondi frontali e laterali dopo jump Lavori abdu-adduzione Squat bi e monopodalico 3x20 dx Balzi mono + ruoto 90° + arresto 2x10 dx Idrobike Stretching alla scaletta in flessione 21 NOV. 1h piscina Esercizi per flex Andature per estensione (in punta e sui talloni) Propriocettività avanzata con tav + avanzamento Affondi laterali + gluteo Affondi frontali Squat bi e monopodalico 4x20 dx Lavori abdu-adduzione Idrobike Idromassaggio Va l uta zi one: 120-130° fl es s i one a tti va A casa: extender 2x10xarto + diver 2x8 (un giorno si e uno no) + esercizi dati da fisioterapista 122 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 23 NOV. 1h piscina Esercizi per flex Andature per estensione (in punta e sui talloni) Propriocettività avanzata + palla Affondi laterali + gluteo Affondi frontali 4x andata-ritorno Squat monopodalico 3x20 dx Lavori abdu-adduzione Idrobike 30' Idromassaggio 24 NOV. 1h palestra 10' bike Propriocezione Stretching in flessione Leg press 0-45° mono dx 3x10 10kg 45'' rec. Glider 2x5xarto Pressa con elastico 0-45° dx 5x10 30'' rec. Ecc.manuale flex 2x8 Squat bipodalico con elastico 0-45° 3x10 40'' rec. Adduttori ecc.manuale 2x10 Tricipiti leg press 3x12 20kg Posture+ghiaccio 26 NOV. 1h palestra 8' bike Propriocezione Stretching in flessione Leg press 0-45° mono dx 4x10 10kg 45'' rec. Glider 2x5xarto Leg curl dx 3x10 10kg 45'' rec. Ecc.flex con elastico 2x10xarto+2x10 manuale sx Squat bipodalico con elastico 0-45° 3x10 40'' rec. Step up 2x10 dx 50'' rec. Tricipiti leg press 3x12 20kg Posture+ghiaccio 28 NOV. 1h palestra 10' bike Propriocezione (30'' mono su skimmy, es.fitball) Stretching in flessione Leg press 0-45° mono dx 6x12 20kg 35'' rec. Glider 2x8xarto Leg curl dx 3x10 15kg 45'' rec. Ecc.manuale flex 3x10 dx Pressa con elastico 4x15 dx 30'' rec. Step up 3x12 dx 40'' rec. Tricipiti leg press 5x15 20kg Posture+ghiaccio 30 NOV. 1h piscina Esercizi per flex Affondi con balzi (frontali+laterali) Propriocettività avanzata + palla Salti + arresti mono + rotazione Stretching in flessione Squat monopodalico 4x20 dx Skip e calciata Idrobike Idromassaggio 1 DIC. 1h30' palestra 10' bike Propriocezione Stretching in flessione Leg press 0-45° mono dx 5x12 30/40kg (3 serie 40kg) Ecc.manuale flex 3x10 dx Step up 4x12 dx con 5kg 40'' rec. Leg curl dx 3x10 15kg 45'' rec. Squat bipodalico lento con 5kg 5x12 Glider 2x10 Tricipiti leg press 5x15 30kg Fitball per flex 2x10 bipo + 1x7 ecc.dx Leg VMO 3x10 Adduttori ecc.manuale 2x10 123 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 3 DIC. 1h30' palestra 10' bike Propriocezione (BOSU squat bipo 3x12) Stretching in flessione Leg press 0-45° mono dx 6x12 40kg 40'' rec. Glider 2x10 Step up 5x12 dx con 6kg Leg curl dx 4x10 10kg 45'' rec. Leg VMO 4x10 40'' rec. Fitball per flex 2x12 bipo + 2x8 ecc.dx Tricipiti leg press 5x15 30kg Bike 4' 4 DIC. 1h palestra 10' bike Propriocezione Stretching in flessione Squat bipodalico 5x30'' Diver 2x10 Leg press 0-45° mono dx 5x12 40kg Leg curl dx 5x10 10kg (1a) 15kg 4x8 Squat VMO 3x10 Adduttori ecc. 3x8 Glutei 5x30'' + 2x10 quadrupedia Ponte 3x8 Note: 7 Di cembre: pi s ci na i ndi vi dua l e 45' 8 DIC. 1h30' palestra 10' bike Propriocezione (3x15 bosu) Stretching in flessione Leg press mono dx 4x12 50kg Ecc.manuale flex 3x10 dx + 2x10 sx Step up 6kg 4x10 Glider 2x8 Leg curl 3x8 15kg Squat VMO 4x12 Ponte 3x12 Leg VMO 5x10 Tricipiti leg press 4x12 30kg 10 DIC. 1h30' palestra 10' bike Propriocezione Stretching in flessione Leg press mono dx 5x15 50kg rec. 40'' Fitball per flex 3x10 bipo + 2x8 ecc.dx Step up 8kg 5x10 Leg curl 2x10 15kg Leg VMO 5x10 Diver 2x10 Squat VMO 4x12 (ultime 2 2x15) Adduttori ecc.manuale 3x10 Glutei 3x10 con elastico 12 DIC. 1h30' palestra 10' bike Propriocezione Stretching in flessione Leg press mono dx 4x10 60kg rec. 40'' Leg curl 5x12 15kg Propriocezione res.elastica 4x10 Glider 2x10 Step up 8kg 5x12 Ecc.manuale per flex 3x10 dx + 2x10 sx Leg VMO 6x12 Squat VMO 4x15 Tricipiti 4x12 30kg 14 DIC. 1h30' palestra 10' bike Propriocezione Stretching in flessione Leg press mono dx 5x12 60kg rec. 40'' Fitball per flex 2x10 bipo + 3x8 dx ecc. Step up 10kg 4x10 bilanciere Flex con elastico ecc. 3x10 Squat VMO 4x15 Extender 2x10xarto Glutei 3x10 con elastico Leg VMO 6x12 Tricipiti 5x15 30kg Tapis roulant 8' 4.5km/h Va l uta zi one: 1cm s otto gl uteo s x=54.5cm 1/2 cos ci a 124 s x=52cm dx=52cm dx=49cm Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 15 DIC. 1h30' palestra 10' tapis roulant 5km/h Propriocezione Stretching in flessione Leg press mono dx 5x15 60kg Leg curl 4x10 mono 20kg Step up 10kg 4x10 bilanciere Glider 2x10 Propriocezione res.elastica 4x10 + distrazione Leg press lenta 5x5 80-90-100-90-80kg Ecc.manuale flex 2x10 bi + 2x10 dx Adduttori ecc.manuale 3x10 10' spinning 18 DIC. 1h30' casa Propriocezione Stretching in flessione Squat VMO 5x15 Ecc.manuale flex 3x10 bipo + 2x10 dx Propriocezione res.elastica 4x10 Nordic 2x5 Leg VMO 6x12 Fitball per flex 3x10 bipo Squat bipo 20libbre 5x12 Glutei 4x10 con elastico Adduttori ecc.manuale 3x10 Tricipiti 4x12 peso corporeo 19 DIC. 1h30' palestra 10' tapis roulant 5.5km/h Propriocezione Stretching in flessione Squat VMO 4x12 con 10kg Glider 2x10 Step up+ecc.lento 10kg 3x8 Leg curl 4x10 20kg Leg press mono dx 4x12 70kg Propriocezione res.elastica 4x12 + colpo di testa Leg VMO 4x15 Tricipiti 4x12 15' spinning Tapis roulant 5.5km/h 5' 20 DIC. 1h30' palestra 10' tapis roulant 5.5km/h Propriocezione Stretching in flessione Es.fitball 6kg 4x12 Fitball per flex 3x10 dx ecc. Leg press lenta 5x6 100kg Ponte 4x12 Leg ext. Dx 3'' 3x10 15kg Adduttori ecc.manuale 4x10 Glutei 4x10 con elastico Leg VMO 4x15 15' spinning 22 DIC. 1h palestra 10' ellittica Propriocezione (arresto mono front+lat su bosu) Stretching in flessione Squat VMO 5x12 con 10kg Glider 2x10 Leg ext. 3'' 4x10 15kg Fitball per flex 3x12 bipo + 3x10 ecc.dx Propriocezione res.elastica 4x15 + colpo di testa Leg press mono dx 3x8 80kg Tricipiti 4x15 23 DIC. 1h30' palestra 10' ellittica Propriocezione Stretching in flessione Ecc.manuale flex 3x12 bipo + 2x12 dx Step up + ecc.lento 23kg manubri 4x10 Leg curl 4x10 20kg leg VMO 5x15 Affondi frontali 4x10 ai cavi 15-10-5-0kg Adduttori ecc.manuale 4x10 Glutei 4x10 con elastico 10' spinning 125 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 28 DIC. 1h30' palestra 10' ellittica Propriocezione (arresti mono su trampolino) Stretching in flessione Squat VMO 5x15 con 10kg Fitball per flex 2x10 ecc.mono dx + 2x8 mono dx Leg press mono dx 5x12 70kg Glider 2x10 Leg ext. 3'' 4x10 15kg Propriocezione res.elastica 4x15 + testa Spinning 15' 29 DIC. 1h30' palestra 10' tapis roulant 5.5 km/h Propriocezione (arresti bosu 3x12+trampolino 4x12) Stretching in flessione Step up 4x10 con 25kg Ecc.manuale flex 3x12 bipo + 2x12 sx Ecc.lento 4x10 con 10kg Leg curl 5x12 con 20kg dx Affondi frontali 4x10 con 4kg Squat VMO 5x10 con 15kg Tricipiti 5x15 Leg press bipo lenta 4x5 con 110kg IT spinning 8' 30-30 2 GEN. 1h30' palestra 8' spinninig Propriocezione (trampolino 4x12+bosu4x12) Stretching in flessione Step up 5x10 + sulle punte 25kg Leg curl 3x8 25kg dx Affondi front. 2x10 6kg + 2x10 res.elastica Fitball x flex 3x10 ecc.mono + 2x10 dx Leg press mono 3x8 dx 80kg Adductor machine 4x10 30kg Squat mono con elastico 4x10xarto Tricipiti 4x12xarto castello 10+10kg Es. su fitball 4x10 8kg Leg ext. 3'' 3x10 20kg Ellittica 5' 3 GEN. 1h30' palestra 8' tapis roulant 5.5km/h 5-7% Propriocezione Stretching 1a stazione x2 (affondi res.elastica x12 con 6kg+ Step up 30kg x10) Spinning 3' 2a stazione x2 (squat mono 6kg x10+ Squat VMO castello 20+20kg x10) Spinning 3' 3a stazione x2 (fitball x flex bipo x12+ Fitball x flex dx x10) Spinning 3' Ripetizione di tutto il circuito 10' core stability 5 GEN. 1h30' palestra 8' tapis roulant 5.5km/h 6.5% Propriocezione Stretching in flessione Prop. pliometria (arresti bipo 2x12 - mono dx 1x10) Leg press mono dx 4x10 80kg Leg curl dx 4x10 25kg Leg ext. 3'' 4x10 20kg dx Adductor machine 4x15 30kg Leg press lenta 5x5 110kg Leg press mono ecc. 3x10 dx 40kg Ponte x flex 4x15 Tricipiti 15+15kg castello 4x12xarto IT 10' 30-30 spinning 7 GEN. 1h30' palestra 8' tapis roulant 6km/h 7% Propriocezione Prop. Pliometria (arresti bipo 4x12 - mono dx 3x10) Squat VMO 5x15 15kg Fitball x flex 4x15 Affondi 3x12 front + 2x10 lat. Glider 2x12xarto Ecc.lento 3x10 15kg Ecc.manuale flex 3x10xarto Squat mono dx 4x12 Affondi res.elastica 8kg 2x12 + 2x12 con rotazione Adduttori ecc. 2x10 + 2x10 decubito laterale IT spinning 5' 30-30 + 5' 45-15 126 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 9 GEN. 1h30' palestra 8' ellittica Propriocezione Stretching Prop.pliometria (3x10 mono xarto) Leg press mono 3x8xarto 90kg Leg curl 4x12xarto 25kg (sx con 15kg) Step up + ecc.lento 4x8 20kg dx Ponte 4x15 Affondi res.elastica 3x12xarto 10kg + 3x12 dx rot.6kg Squat mono res.elastica 4x10 dx Run 8' 9km/h 11 GEN. 1h30' palestra 5' tapis 9km/h Propriocezione Stretching Prop.pliometria (2x10xarto con rot. 90°) 3' tapis 10km/h 1a stazione x2 (leg ext. 3'' x12xarto 20kg + affondi res.elastica rot. x10xarto 8kg) 3' tapis 10km/h 2a stazione x2 (leg press mono x10xarto 90kg + squat mono res.elastica x12xarto) 3' tapis 10km/h 3a stazione x2 (leg curl x12xarto 20kg + fitball x flex mono x10xarto) Ripetizione circuito 5' tapis roulant 10km/h 12 GEN. 1h30' palestra 8' tapis roulant 10km/h Propriocezione Stretching Prop.pliometria (3x10xarto con rot. 90°) Leg press mono 4x10xarto 90kg Leg curl 5x10xarto dx 25kg sx 20kg Step up + ecc.lento 4x10xarto 25kg Fitball x flex 4x15 Squat mono res.elastica 4x10 dx 8kg Affondi res.elastica 10kg + punta 4x10 dx Leg press mono ecc. 3x10xarto 50kg Adductor machine 3x10 35kg Adduttori ecc.manuale 3x10 Tricipiti castello 4x10xarto 20+20kg Tapis 10' 30'' 8km/h - 30'' 11.5km/h 14 GEN. 1h30' palestra 8' spinning Propriocezione Stretching Leg press arresto bipo con 60kg 3x10 Squat VMO 4x12 20kg Adductor machine 4x10 35kg Glutei 4x12 (3 modalità) Tapis 10' 30'' 8km/h - 30'' 12.5km/h Leg ext. 3'' 4x12 20kg Prop.res.elastica 4x15 + testa Adduttori ecc.manuale 3x10 Bike 5' Tapis 10' 40'' 7km/h - 20'' 13.5km/h 15 GEN. 1h30' palestra 5' tapis 10km/h Propriocezione Stretching Arresti mono + palla 3x10xarto Affondi 3x10xarto 20kg Squat mono res.elastica 5x10xarto 10kg Ponte 3x12xarto Leg press mono 4x12 dx 90kg Tricipiti castello 4x15xarto 20+20kg Leg press mono ecc. 3x12xarto 50kg Tapis 10' 40'' 9km/h - 20'' 14km/h IT spinning 10' 40-20 (fuori sella) 16 GEN. 1h30' palestra 5' tapis 10km/h Propriocezione Arresti mono 2x10xarto rot.90° 1a stazione (squat bipo skimmy 1x15 + squat mono res.elastica 1x12 + fitball x flex 1x12xarto) 3' tapis 11km/h 2a stazione (affondi frontali 1x15 6kg + affondi laterali 1x12 6kg + fitball x flex 1x15) 3' tapis 11km/h 3a stazione (step up 25kg 1x12 + ecc.lento 10kg 1x10 + ponte x flex 1x12xarto) 3' tapis 11km/h Core stability 10' Ripetizione circuito 10' spinning 127 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 18 GEN. 1h30' palestra 8' tapis 10km/h Stretching + extender 2x10xarto Propriocezione Arresti mono 3x10xarto Leg ext. 3'' 4x10 25kg dx Squat VMO 4x15 20kg Leg curl 3x10xarto 25kg Ponte 10kg 3x10xarto Leg press lenta 5x5 120kg Tricipiti castello 25+25kg 4x12xarto Prop.res.elastica 3x15xarto + palla Adductor machine 4x10 35kg Tapis 10' 40'' 8km/h - 20'' 15km/h 19 GEN. 1h30' CAMPO 10' spinning Stretching + andature Propriocezione IT 8' 30-10 4' rec. Lavoro su arresti mono+palla IT 8' 30-10 6' rec. Tecnica di base a coppia IT 8' 30-5 rec. Spostamenti laterali Note: ottime sensazioni. RPE: 4/5 Note: vasto med. e lat. Dx un po’ deficitari! 21 GEN. 1h30' CAMPO 8' spinning Andature Propriocezione Squat VMO 4x15 20kg Leg ext. 3'' 4x12 25kg dx Leg curl 1x10 bipo 5kg + 3x8xarto 5kg Leg press mono ecc. 3x8 50kg IT 8' 25-15 4' rec. Tecnica analitica sul posto IT 8' 30-5 6' rec. 7mx4 conduzione (3' lavoro 1'30'' rec.) IT 8' 30-5 + tecnica analitica e gestione della palla 23 GEN. 1h30' CAMPO 8' spinning Andature Propriocezione Step up 4x10xarto 15kg Fitball x flex mono 3x10 Ecc.lento 3x10xarto 10kg Ponte mono 10kg 3x10xarto Squat mono res.elastica 4x10 dx 5kg Affondi res.elastica 3x10xarto 5kg Tecnica bassa intensità 30' RPE: 7 25 GEN. 1h30' palestra 8' tapis roulant 10km/h Propriocezione Squat jump su step bipo 2x10 Leg press mono conc + ecc.bipo 40kg 3x8xarto Leg press 3x10 150kg Glider 2x10xarto Leg ext. 3'' 5x10 25kg dx Leg curl 4x12xarto 25kg Affondi laterali res.elastica 6kg 4x10xarto Ecc.manuale flex 2x10xarto Trcipiti 4x12xarto castello 25+25kg Glutei 4x12xarto con elastico 10' tapis 40'' 10km/h - 20'' 16km/h 128 26 GEN. 1h30' CAMPO 8' spinning Andature Propriocezione Run in curva 5x50m Arresto bipo gradone 2x10 + 1x10 saltello succ. IT 25-15 8' rec. Stop controbalzo + giocata al volo IT 25-15 8' Rec. jump dx 2x8 + arresto bipo + giocata (SABBIA) IT 20+20m 10-20 6' Tecnica analitica in movimento Note: primi 2 IT gira in 20'' Allenamento svolto interamente su sintetico Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 28 GEN. 1h30' CAMPO 8' spinning Run curva 5x100m Andature Propriocezione Squat VMO 5x12 20kg Leg ext. 3'' 4x12 25kg dx + 2x12 sx Leg press mono ecc. 3x8 70kg Leg press mono conc. 3x5 50kg Leg curl 3x10xarto 5kg Nordic mod. 3x8 Ecc.flash flex 2x8xarto IT 20-20 8' Rec. tecnica+spostamenti lat.+conduzione indietro IT 12-8 8' (quasi sempre in 10'') Rec.tecnica media intensità 10' Tecnica analitica+palleggio 30 GEN. 1h30' CAMPO 5' spinning Run curva 6x100m (+strette) Propriocezione Andature 1a stazione (step up+ecc.lento 20kg x8 + fitball flex mono x10 + affondi res.elastica 8+8kg x10) Tecnica+spostamenti laterali e frontali 2a stazione SABBIA (jump mono-arresto mono 2x5 + jump bipo-arresto mono 2x10 + discesa gradone bipo-jump-arresto mono x5xarto) Tecnica+spostamenti laterali e frontali 3a stazione (affondi lat. res.elastica 5kg x10 + ponte flex 5kg x10xarto + squat mono res.elastica 10kg x10) Tecnica+spostamenti laterali e frontali Tecnica media intensità 24'50'' Note: buonissime sensazione anche nei CdD 1 FEB. 1h30' palestra 8' tapis roulant 10km/h Propriocezione 1a stazione x2 (SJ bipo-arresto mono step 5kg x10 Step up 25kg x10 + nordic mod. x8) 3' Tapis 12km/h 2a stazione x2 (jump mono-arresto bipo 5kg x10 + Affondi res.elastica rot. 8kg x10 + Fitball x flex mono x12) 3' tapis 12km/h 3a stazione x2 (jump mono-arresto mono x5 + Squat VMO 12+12kg x10 + flex elastico prono x12) 3' Tapis 12km/h Core stability Ripetizione circuito 2 FEB. 1h30' CAMPO 8' spinning Andature Propriocezione Run in curva 4x50m + 4x50 CdD bassa intensità SJ mono - arresto bipo x10xarto+giocata IT 12-8 8' Rec. SJ bipo-arresto mono res.elastica 2x5+palleggio IT 20-20 + curva 8' Rec. SJ mono-arresto mono 2x5+palleggio IT 10-10 20+20m CdS 6' Trasmissione 20-30m-dopo controllo e slalom Colpi di testa su sintetico con salto Note: misurazione zona sottoglutea 54 dx - 54.5 sx 1/2 coscia 51.5 dx - 52 sx RPE: 6.5 4 FEB. 1h30' CAMPO 8' spinning - andature - propriocezione 2x (affondi res.elastica 8+8kg x12 + squat res.elastica 10kg x10 + SJ gradone x8) 2x (nordic mod.x8 + ponte flex mono 10kg x10 + flex elastico prono x12) 2x (affondi laterali 8kg x10 + tricipiti calf machine x15 tricipiti 10+10kg x10) Rapidità 10/15m over-scalette Run curva 3x50m IT 6' 20-10 con CdD con palla 3' e 3' senza 25x25m Tecnica bassa intensità 2x5' IT 6' 20+20m 10-10 con palla Controllo-giocata 30/40m in anticipo 10' RPE: 6 6 FEB. 1h30' CAMPO 5' spinning - andature - propriocezione (leg press mono 70kg x12 + leg ext. 25kg x12 + leg curl 5kg x12) (SJ mono 2x5xarto + SJ bipo-arresto mono 2x5xarto + discesa gradone-jump-arresto mono-colpo di testa x5) (Squat mono res.elastica 5kg x12 + affondi lateralix12 ecc.manuale flex x12) Run curva 4x40m + 4x40m CdD + 4x40m giro dorsale Tecnica alta intensità 25m 6' 30-30 con lancio di 30m IT palla 20-5 3' RPE: 7 allenamento svolto interamente su sintetico 129 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 8 FEB. 1h30' palestra 9 FEB. 1h30' CAMPO 8' tapis roulant 10km/h 8' spinning - propriocezione - andature Propriocezione Tecnica analitica bassa intensità in movimento 1a stazione x2 (SJ-arresto mono step 5kg x10 rot.90° Run curva 4x50m + 4x50m CdD Step up+ecc.lento 25kg x10 + nordic mod. x8) 5 x 6 SJ mono - arresto mono + allungo 3' Tapis 13km/h IT 8' 10-15 2a stazione x2 (SJ mono-arresto bipo 5kg x10 rot.90°+ Lavoro su salti+arresto Affondi res.elastica rot. 8kg x10 + IT 8' 10-15 leg curl 35kg mono ecc. x8 dx-sx-dx) Lavoro su salti+arresto 3' tapis 13km/h IT 6' 20-20+10-10 3a stazione x2 (jump mono-arresto mono x5 + Trasmissioni in movimento 20-30m S. VMO 12+12kg x10 + flex elastico prono x12 dx-sx-dx) 1vs1 passivo subito e attivo fatto RPE: 7 3' Tapis 13km/h Core stability Ripetizione circuito solo x1 11 FEB. 2h CAMPO 8' spinning - andature - propriocezione 2x (affondi res.elastica 8+8kg rot. x12 + squat res.elastica 10kg x10 + SJ gradone x10) 2x (nordic mod.x8 + flex elastico prono dx-sx-dx x10 + ecc.manuale x12) 2x (affondi laterali 8kg x10 +SJ mono-colpo testa x10 tricipiti 10+10kg x12) Rapidità 10/15m over-scalette Rapidità 10/15m over-scalette + giocata/1vs1 Run 4x40m in curva Run CdD media intensità 4x40m IT 6' 20-10 con CdD con palla 6' 25x25m Tecnica media intensità slalom + progressione IT 6' 20+20m 10-10 con palla Tecnica media intensità slalom + calcio IT 6' 10-20 40m con palla 13 FEB. 2h CAMPO 5' spinning - propriocezione - andature 2x (SJ mono-colpo di testa x5 + SJ bipo arresto mono x5 + pliometria-arresto mono x5) 2x(SJ in lungo mono arresto mono x5 + SJ bipo-arresto mono 3kg x8) 4x50m 6arresti+allungo - 4x40m giro dorsale Tecnica analitica alta intensità Tecnica alta intensità 25' Rapidità + CdD-CdS-1vs.1-calcio IT con palla intensi 5' Esercitazioni per ruolo cross-calcio 10' RPE: 7.5 15 FEB. 1h30' palestra 18 FEB. 1h30' CAMPO 8' tapis roulant 10km/h 8' spinning - andature - propriocezione Propriocezione 2x (affondi res.elastica 8+8kg rot. x12 + 1a stazione x2 (step up jump 5kg x10 + squat res.elastica 10kg x10 + SJ gradone x12) Step up+ecc.lento 25kg x10 + nordic mod. x8) 2x (nordic mod.x8 + flex elastico prono dx-sx-dx x10 + 3' Tapis 13km/h ecc.manuale x12) 2a stazione x2 (SJ mono-arresto bipo 5kg 90° x10+ 2x (affondi laterali 8kg x10 +SJ mono-colpo testa x10 + Affondi res.elastica rot. 8kg x10 + tricipiti 10+10kg x15) fitball x flex x12 dx-sx-dx) Rapidità 10/15m over-scalette 3' tapis 13km/h Movimenti con palla-1vs.1 subito e fatto passivo 3a stazione x2 (jump mono-arresto mono x5 + 6 Arresti mono 4x40m in curva+ CdD 4x40m S. VMO 12+12kg x12 + flex elastico prono x12 dx-sx-dx) Rapidità 10/15m over-scalette + giocata/1vs1 3' Tapis 13km/h Tecnica media intensità CdD Core stability IT 6' 20+20m 10-10 con palla Ripetizione circuito x1 Tecnica media intensità slalom + calcio IT 6' 10-20 40m con palla 130 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista 13. BIBLIOGRAFIA 1. Alberti, Garufi, e Silvaggi. 2012. Allenamento della forza a bassa velocità. 2. Almazán, Arturo, Antonio Miguel, Alberto Odor, e José-Clemente Ibarra. 2006. «Intraoperative Incidents and Complications in Primary Arthroscopic Anterior Cruciate Ligament Reconstruction». Arthroscopy: The Journal of Arthroscopic & Related Surgery: Official Publication of the Arthroscopy Association of North America and the International Arthroscopy Association 22 (11): 1211–17. doi:10.1016/j.arthro.2006.06.019. 3. 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Hart. 2008. «Joint Infection Unique to Hamstring Tendon Harvester Used during Anterior Cruciate Ligament Reconstruction Surgery». Arthroscopy: The Journal of Arthroscopic & Related Surgery: Official Publication of the Arthroscopy Association of North America and the International Arthroscopy Association 24 (5): 618–20. doi:10.1016/j.arthro.2006.12.033. 57. Vaccariello, Francesco, e Mauro Fumagalli. 2014. Il ritorno all’attività agonistica. Calzetti & Mariucci Editore. 58. Waldén, Markus, Isam Atroshi, Henrik Magnusson, Philippe Wagner, e Martin Hägglund. 2012. «Prevention of Acute Knee Injuries in Adolescent Female Football Players: Cluster Randomised Controlled Trial». BMJ (Clinical Research Ed.) 344: e3042. 59. Yunes, Michael, John C. Richmond, Eric A. Engels, e Leo A. Pinczewski. 2001. «Patellar versus Hamstring Tendons in Anterior Cruciate Ligament Reconstruction: A Meta-Analysis». Arthroscopy: The Journal of Arthroscopic & Related Surgery: Official Publication of the Arthroscopy Association of North America and the International Arthroscopy Association 17 (3): 248–57. 60. Zaffagnini, Stefano, Maurilio Marcacci, Mirco Lo Presti, Giovanni Giordano, Francesco Iacono, e Maria Pia Neri. 2006. «Prospective and Randomized Evaluation of ACL Reconstruction with Three Techniques: A Clinical and Radiographic Evaluation at 5 Years Follow-Up». Knee Surgery, Sports Traumatology, Arthroscopy: Official Journal of the ESSKA 14 (11): 1060–69. doi:10.1007/s00167-006-0130-x. 61. Zebis, Mette K., Jesper Bencke, Lars L. Andersen, Simon Døssing, Tine Alkjaer, S. Peter Magnusson, Michael Kjaer, e Per Aagaard. 2008. «The Effects of Neuromuscular Training on Knee Joint Motor Control during Sidecutting in Female Elite Soccer and Handball Players». Clinical Journal of Sport Medicine: Official Journal of the Canadian Academy of Sport Medicine 18 (4): 329–37. doi:10.1097/JSM.0b013e31817f3e35. 134 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista Ringraziamenti Difficile capire da chi iniziare con i ringraziamenti. Il percorso universitario ha visto un’enorme metamorfosi del sottoscritto. Gli insegnanti che ho avuto la fortuna di conoscere durante l’iter universitario, i compagni di viaggio, la scoperta di una fantastica materia di studio, tutti questi fattori hanno reso questa avventura davvero importante. Inizio quindi ringraziando il Professor Alberti senza il quale la realizzazione di questa tesi non sarebbe stata possibile, la sua disponibilità in ogni circostanza è sicuramente meritevole di citazione. Il suo fedele collaboratore Dottor Gabriele Boccolini, “Gabri” che nonostante un dolce arrivo ha trovato il tempo per seguirmi in ogni passo per la stesura del lavoro di ricerca. Ringrazio tutti i compagni che hanno condiviso il mio vissuto universitario, scegliendo il mio stesso percorso. Due persone su tutte vanno menzionate, Dani e Tommy, prima compagni di giornate milanesi e poi amici veri nella vita di tutti i giorni. Volente o nolente l’impegno universitario ha tolto tempo da utilizzare e condividere con altre persone importanti della mia vita: gli amici di sempre, la famiglia e il mio Amore. Nonostante questo, tutti loro ci sono sempre stati, a loro modo mi hanno sostenuto ed incitato affinché un grande obiettivo potesse essere raggiunto nel migliore dei modi. Mark, Nak e Andre sono sempre riusciti, anche nelle nostre rare uscite a farmi divertire nonostante le scadenze universitarie e gli impegni lavorativi, facendo in modo che la qualità delle nostre sortite fosse sempre altissima, al contrario della quantità. Senza la mia famiglia tutto questo non sarebbe potuto essere possibile. Ci sono stati degli imprevisti durante il percorso ma se sono qui oggi, gran parte del merito è sicuramente dei miei familiari. Mi hanno sempre assecondato nelle mie scelte fin dalla prima, mi hanno aiutato nei momenti di difficoltà infondendomi tanta autostima e tanta forza, mi hanno festeggiato nei momenti felici, sono stati, sono e saranno sempre fondamentali. Quindi grazie mamma e papà (soprattutto per gli ultimi mesi e voi sapete il perché), grazie Gio e Evelyn che con la potenza della neve mi avete fatto vivere giornate spensierate e grazie a tutto il resto della famiglia per avermi vestito in questa importante occasione! Grazie, ovviamente a Beppe, rivelatosi fotografo molto professionale! Siete tutti importantissimi e voglio che lo sappiate. Grazie all’amico e grande professionista fisioterapista Bruno, che ha condiviso professionalmente con me questo lavoro. Infine grazie a Te. Sappiamo entrambi che il più grosso e bel cambiamento è avvenuto in seguito a quel fatidico venerdì. Sei stata, sei e, spero, sempre sarai la mia compagna di viaggio. I tuoi consigli spassionati, l’energia che siamo stati in grado di trasferirci in questi 135 Rieducazione funzionale post-ricostruzione LCA del calciatore semi-professionista anni, le ambizioni, i sogni, i progetti. Tutto ha il tuo sapore, in tutte le cose fatte c’è il tuo segno indelebile. Questo traguardo è davvero in buona parte tuo. Senza te sicuramente non avrei fatto il percorso in questo modo, senza te forse non sarei nemmeno arrivato al traguardo finale. Sei semplicemente essenziale. GRAZIE. 136