Situazione Mercati e Scenario Macro 23.08.2016

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Situazione Mercati e Scenario Macro 23.08.2016
SCENARIO MACRO E SITUAZIONE MERCATI AGOSTO 2016
L’ultimo mese è stato caratterizzato da una forte riduzione della volatilità sui mercati finanziari. L’esito del
referendum britannico non sembra più essere fonte di grande preoccupazione, la Federal Reserve risulta
essere ancora più dovish delle attese, il petrolio fa inversione di marcia e torna a risalire verso area 50
dollari/barile.
Il mercato azionario americano segna nuovi massimi storici, l’indice azionario UK registra una performance
del 2.8%, l’indice Euro Stoxx 50 segna +0.7% e l’indice MSCI dei mercati emergenti sale del 4.8% in un mese.
Nel campo delle obbligazioni, prosegue la ricerca estrema di rendimento, accentuata ulteriormente dalla
recente manovra della Bank of England. Il decennale inglese sfiora i 50 punti base di rendimento, gli indici
del credito vedono nuovi restringimenti, così come gli spread dei paesi periferici (Italia ‐8 basis point,
Spagna e Portogallo ‐20).
Il Brent tocca il minimo di circa 41 dollari/barile a inizio agosto per poi salire di oltre il 20%, sostenuto da
annunci di possibili accordi sul contenimento della produzione fra i paesi OPEC e da inattesi dati di calo
delle scorte americane.
A partire da martedì 16 agosto, i rendimenti sul debito portoghese vedono un forte allargamento a seguito
delle dichiarazioni rilasciate a Reuters dal capo economista dell’agenzia di rating DBRS, McCormick,
successivamente al rilascio del dato deludente di crescita del GDP (0.8% YoY contro 1% atteso, 0.2% QoQ
contro 0.3% atteso). Secondo McCormick, l’outlook rimane sì stabile, ma le pressioni stanno crescendo da
più fronti: la crescita potrebbe rallentare e il governo potrebbe incontrare difficoltà a far approvare le
misure di correzione del disavanzo richieste dalla Commissione Europea. DBRS, che attualmente colloca il
Portogallo a “BBB low”, rivedrà il rating il 21 ottobre. Un eventuale declassamento richiederebbe alla BCE di
approvare una deroga alla norma che prevede almeno un rating pari a Investment Grade ai fini del
programma di acquisto del debito per le operazioni di politica monetaria.
Ancora più interessanti per noi sono stati i commenti di DBRS a proposito dell’Italia e del fatto che
considerano il prossimo referendum costituzionale il nuovo grande test per l’Eurozona. In questo caso però
il rating di DBRS (A low) non è determinante per il programma di acquisto della BCE, in quanto l’Italia risulta
Investment Grade per tutte e 3 le principali agenzie di rating (Moody’s, S&P e Fitch).
Oltre all’incertezza politica pesa inoltre sull’Italia una prospettiva economica in peggioramento come
evidenziato in particolare dagli ultimi dati di GDP (0.7% YoY contro 0.8% atteso, 0% QoQ contro 0.2%
atteso).
Tuttavia ricordiamo che dal punto di vista del programma di acquisto del debito sovrano da parte della BCE,
non ci sarebbe alcun impatto sul governativo italiano, che continuerebbe inoltre a beneficiare della
straordinaria caccia al rendimento che continua a dominare i mercati obbligazionari.
B.C.C. dell’Alto Reno – Ufficio Finanza e Titoli – 23 Agosto 2016
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Macro area euro
Al contrario di quanto sta recentemente accadendo negli Stati Uniti, le sorprese macroeconomiche dell’area
euro sono migliorate notevolmente, in una sorta di passaggio del testimone da una sponda all’altra
dell’Atlantico.
I primissimi dati di fiducia delle aziende rilevati all’indomani di Brexit mostrano un sensibile calo sotto 50
per la Gran Bretagna. In particolare il settore dei servizi, il settore più esposto ai rischi legati alla
decentralizzazione delle attività finanziarie dalla City, ha sofferto il calo più vistoso. Anche i dati legati al
settore immobiliare hanno mostrato un calo sia dei prezzi che delle transazioni, soprattutto nella capitale
britannica.
Al contrario, i primi indici anticipativi dell’area euro sono rimasti stabili o sono leggermente migliorati: tra
questi sono da citare soprattutto i PMI dei principali paesi dell’area euro. L’IFO e l’indice di economic
sentiment pubblicati successivamente ai PMI hanno anch’essi confermato il messaggio inviato da questi
ultimi. A luglio infatti, l'indice sul sentimento economico della Commissione europea, previsto in calo, è
invece salito (a 104,6 contro il 103,5 atteso e il 104,4 di giugno). Il miglioramento ha riguardato sia
l’industria che i servizi. Il lieve peggioramento di Francia e Spagna è stato compensato da un miglioramento
in Germania e in Italia. L’indice tedesco IFO ha sorpreso anch’esso in positivo, accusando solo una lieve
flessione rispetto al mese precedente (108,3 contro il 107,5 atteso e il 108,7 di giugno).
La fiducia delle imprese nella zona Euro sembra dimostrare per ora una buona tenuta malgrado le
incertezze politiche e finanziarie (a partire dalla Brexit e dall’acuirsi delle tensioni sulle banche italiane).
Tuttavia si tratta solo di indici a breve termine e la situazione potrebbe cambiare nel caso in cui il clima di
incertezza dovesse peggiorare, con possibili ripercussioni sui dati del PIL nel terzo trimestre.
Le conseguenze economiche del risultato del referendum britannico destinate a risultare più significative
per le prospettive di crescita della Gran Bretagna piuttosto che per quelle dell’eurozona hanno indotto la
Banca centrale britannica ad annunciare un importante e inatteso pacchetto di nuove misure, “stile BCE”. Il
pacchetto vede infatti la combinazione di un taglio dei tassi, dell’acquisto sia di titoli di stato che corporate
ed infine altresì il lancio di operazioni di finanziamento di lungo periodo per le banche, simili al LTRO della
banca centrale europea.
Guardando alla BCE, cresce l’attesa per le nuove stime economiche che verranno pubblicate a settembre ed
ovviamente anche per eventuali nuove decisioni di politica monetaria. I primi dati economici rilevati post
Brexit, come scrivevamo, hanno mostrato un impatto iniziale contenuto o nullo; al contempo, i mercati
finanziari hanno recuperato in molti casi lo shock iniziale, i rendimenti e gli spread dei paesi periferici sono
ulteriormente scesi e lo stress subito dal settore finanziario è in parte rientrato. La combinazione di
“resilienza” economica e finanziaria dell’area euro sembra al momento ridurre la necessità di nuove misure
da parte della BCE.
B.C.C. dell’Alto Reno – Ufficio Finanza e Titoli – 23 Agosto 2016
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