Gestione e recupero del nella crisi del sistema
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Gestione e recupero del nella crisi del sistema
76-77_Sirfin:76-77_Sirfin 28-09-2011 14:34 Pagina 76 C Consulenza - capitolo 4 Gestione e recupero del nella crisi del sistema NEL CONSUETO APPUNTAMENTO CON I DIRIGENTI DELLA SIRFIN, SOCIETÀ CHE SI OCCUPA DI GESTIONE E RECUPERO DEI CREDITI, STAVOLTA ABBIAMO INCONTRATO IL DIRETTORE COMMERCIALE, GIOVANNI CAMPETI, ESPERTO DI ECONOMIA AZIENDALE. Nel perdurare della crisi economica, cosa è cambiato per le imprese rispetto al passato? Intanto è mutata la normativa: le misure – benché necessarie – adottate dal Governo italiano per sanare il bilancio dello Stato e arginare la speculazione internazionale sul debito pubblico possono aumentare le difficoltà di ripresa dei consumi e quindi inibire la crescita economica. In secondo luogo, è aumentata la vi- 76 Nella foto Giovanni Campeti, Direttore Commerciale della Sirfin. schiosità dei meccanismi della globalizzazione, generatrice di un sistema di universale dipendenza in virtù del quale ogni crisi locale rischia di produrre un effetto domino sull’economia dell'intero pianeta. E, poi, se da una parte il capitalismo asiatico – sfruttando il bassissimo costo del lavoro – mette in difficoltà le nostre imprese, d’altra parte non è possibile affrontare la concorrenza riducendo le tutele dei lavori. I lavoratori, in un’economia di mercato matura, sono i migliori alleati delle imprese, in quanto sono loro e le loro famiglie a generare il consumo di beni e servizi. La precarizzazione del lavoro, generando incertezza sul futuro, spinge i consumatori a far tesoro dei loro redditi, riducendo le spese che non siano strettamente necessarie. Infine, la lenta e ipertrofica pubblica amministrazione italiana rischia di schiacciare, con conseguenze disa- 76-77_Sirfin:76-77_Sirfin 28-09-2011 14:34 Pagina 77 credito economico globale. strose per l’intera economia nazionale, gli operatori economici che le forniscono beni e servizi. I ritardi nei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche sono, infatti, diventati intollerabilmente lunghi e di difficilissima gestione per qualsiasi impresa. In conclusione, nel quadro macroeconomico italiano, in cui agiscono, prevalentemente, tre operatori – imprese, amministrazioni pubbliche e famiglie – non è possibile ritenere di poterne sacrificare uno salvando gli altri: simul stabunt, simul cadent. Il quadro non è certo esaltante. Che cosa può fare un'impresa per assicurarsi il futuro? Può tenere sotto controllo i conti e, soprattutto, un elemento al quale, spesso, non si presta la dovuta attenzione: il patrimonio netto. Ci spieghi meglio di cosa si tratta. Il patrimonio netto viene evidenziato in bilancio come la somma di capitale sociale, riserve e utili e deve essere sempre in equilibrio con la situazione di indebitamento dell’impresa, visto che, altrimenti, i soci rischiano la perdita del loro investimento e – laddove un esercizio venisse chiuso in perdita – la società si troverebbe di fronte al bivio della ricapitalizzazione o della liquidazione. Per evitare di trovarsi in simili difficoltà, lei cosa consiglia di fare? In primo luogo giova precisare che ri- correre al credito bancario in questo momento – vista anche la difficoltà di avere accesso a finanziamenti a condizioni favorevoli – non è opportuno. L'ottenimento o l’ampliamento di un fido pur essendo un'iniezione di liquidità, può rivelarsi fatale per un’impresa in difficoltà, visto che attingere ad un finanziamento significa aumentare l’indebitamento. E ciò è opportuno per supportare un'espansione dell'attività, non per sanarne le sofferenze. In secondo luogo è necessario curare al massimo i flussi di cassa, con particolare riguardo alla riscossione dei crediti scaduti e non pagati, perché un cliente che non rispetta i termini di pagamento pattuiti non è più una risorsa ma una zavorra. Ma come si fa a stabilire quando è giunto il momento di non accettare più i ritardi del cliente moroso? Qui in SIRFIN riteniamo che superati i 120 giorni dallo spirare del termine previsto per il pagamento il debitore vada opportunamente sollecitato. Noi che ci occupiamo da anni della gestione di tali attività – dall’invio di una diffida di pagamento scritta alla riscossione domiciliare – abbiamo compreso che l'attendismo non aiuta nessuno: non l’impresa creditrice che riduce, con il passare dei mesi, la possibilità di riscuotere il credito; non il debitore, che, se non sollecitato, può pensare di prendersela comoda. Quali sono, dunque, i vantaggi che l’impresa può trarre nell'affidare alla SIRFIN la gestione dei crediti non riscossi? In primo luogo, l’impresa creditrice può riallocare opportunamente le risorse umane fino ad allora impegnate nel recupero crediti e consentire all'amministrazione aziendale di concentrarsi sui processi produttivi e gestionali. In secondo luogo, esternalizzando l’attività di recupero del credito, l’impresa ha la possibilità di aumentare – noi stimiamo di un 20% circa – i flussi di cassa in ingresso, con una netta diminuzione sia dei tempi di recupero dei crediti sia delle relative spese legali. Inoltre, ma se ne è già parlato con la nostra consulente economica Dorella Chiarella, in caso di mancato recupero del credito la SIRFIN fornisce la certificazione di inesigibilità ai fini della deducibilità fiscale dell'importo non riscosso. Da ultimo, ma non certo per importanza, si ha la garanzia di aver affidato la gestione delle pratiche di riscossione a professionisti scrupolosi e di comprovata esperienza. 77