settore automotive a tavoletta, ma occhio ai tornanti

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settore automotive a tavoletta, ma occhio ai tornanti
Una crescita dell’8% dalll’inizio dell’anno solo a livello
europeo, con punte del 15% e del del 22% in Italia e
Spagna, i paesi del sud Mediterraneo che pian piano stanno
rialzando la testa dopo sei anni di crisi dei consumi.
All’interno del settore beni di consumo è questo,
l’automotive, uno fra quelli che stanno attirando l’attenzione
dei gestori di fondi azionari.
Una scelta logica soprattutto per quanto riguarda l’Europa,
vista la sua natura di industria strettamente legata al ciclo
economico, ma che rivela una fiducia nelle capacità di
crescita dei grandi mercati emergenti e una ricerca di
opportunità in quelle compagnie che spingono l’acceleratore
sull’innovazione tecnologica.
Abbiamo parlato con due gestori di fondi azionario globale
che hanno fra le principali partecipazioni vari titoli di società
automotive, per chiedergli dove stanno investendo, quali
sono i sotto e i sovrappesi, e dove punteranno per i prossimi
mesi.
Anne Leborgne, Amundi
Fondo: Amundi Funds Equity Global Luxury & Lifestyle
Con un rendimento totale pari al 41,7% contro il 26,7% del
gestore medio (dati al 30 aprile 2015) il fondo gestito da
Leborgne è il top performer a un anno nella categoria
Azionario tematico - Beni di consumo ciclici e servizi. Sui tre
anni il rendimento totale è stato invece pari al 60,1% contro
il 51,3% del gestore medio.
Primo titolo in portafoglio è Toyota (4,32% del totale), con
Daimler, il marchio che detiene il gruppo Mercedes, al terzo
posto (4,19%) e Bmw (2,88%) al quinto. Delphi, produttore
britannico di soluzioni per l’automazione (macchine a guida
automatica) è poco sotto (2,81% del portafoglio).
La scelta tedesca
“Il mercato europeo – spiega Leborgne – è cresciuto dell’8%
da inizio anno.
La crescita è guidata da Italia e Spagna, ma tutti i mercati
maggiori contribuiscono positivamente, con la Germania e
la Francia a +4% e la Gran Bretagna a +6%. Rimaniamo
fiduciosi sull’Europa, dove ci aspettiamo una crescita del
5% quest’anno, dopo il 6% del 2014”.
Per quanto riguarda Daimler e Bmw, continua Leborgne,
“sono particolarmente ben piazzate per beneficiare del trend
positivo dei mercati europei. Daimler in particolare dovrebbe
trarre benefici da una gamma di prodotti rinnovata e da
iniziative di risparmio sui costi: oggi può vantare una delle
linee più giovani sui segmenti che contano”.
Bmw è invece “un po’ più colpita dal rallentamento cinese. Il
gruppo sta ringiovanendo la gamma con la Serie 7 che avrà
un buon impatto sul 2016 e altri modelli in arrivo. Un nuovo
amministratore delegato darà l’impulso a una nuova
dinamica l’anno prossimo».
L’auto del futuro
Guida assistita, nuove tecnologie di propulsione, una
necessità di soluzioni sempre più avanzate per quanto
riguarda la sicurezza, spingono l’interesse nei confronti di
quei produttori ad alto contenuto di innovazione. “Valeo e
Delphi sono particolarmente ben posizionate specie per
quanto riguarda i settori powertrain e driving assistance. In
particolare pensiamo che certi prodotti, come lo start-stop e
il park assist diventeranno equipaggiamento di base in ogni
macchina”.
Fiat-Chrysler a marce ridotte
“FCA-Chrysler – dice Leborgne – è una interessante, anche
se incompleta, idea di investimento. Comprando Chrysler,
Fiat ha ribilanciato il suo posizionamento geografico: ha
ridotto la sua esposizione all’Europa ed è cresciuta negli
Usa.
Un’ottima idea qualche anno fa, ma ora il mercato
americano ha raggiunto un livello che lascia minor
potenziale di crescita e il margine di Chrysler è rimasto
inferiore alla media nonostante i volumi importanti.
Oltre a ciò, Fiat non ha risolto i suoi problemi di scala in
alcune regioni chiave come Europa e Asia, e continuerà a
soffrire in Brasile. Nel breve termine, tuttavia, la crescita del
mercato italiano sarà favorevole per Fiat”.
I titoli preferiti della manager francese rimangono Daimler,
Valeo e Delphi.
Pamela Woo, BNP Paribas Investment Partners
Fondo: Parvest Equity World Consumer Durables
Il fondo gestito da Woo, con Aum per 155 milioni, ha da
poco inserito in portafoglio azioni Toyota: il titolo della casa
giapponese è salito direttamente in terza posizione con un
3,62% sul totale. Nella top-ten un altro produttore
automobilistico è Daimler, con il 2,88%.
Il veicolo ha generato un rendimento complessivo
dell’80,1% nel triennio al 30 aprile 2015, contro una media
del 51,3%. È terzo nella classifica a tre anni della asset
class Azionario Tematico - Beni di consumo ciclici e servizi
dopo l’Invesco Global Leisure e l’Eurizon Easy Fund Equity
Consumer.
Crescita inattesa
“Chiaramente – spiega Woo – le vendite in Europa
occidentale sono state ben superiori rispetto alle previsioni
degli Oem (Original equipment manufacturer, ndr). Questo è
stato a causa di una serie di fattori: la fiducia dei
consumatori e delle aziende, la disoccupazione in calo, la
svalutazione dell’euro, il calo netto del petrolio.
A livello di allocazione noi siamo sottopeso sul settore auto
& component rispetto al nostro benchmark MSCI World
Consumer Discretionary, e questo perché crediamo che il
prezzo delle azioni rifletta già l’ottimismo sul mercato e per
via del rallentamento in Cina e l’impatto sui profitti
dell’industria. Continuiamo comunque a preferire fornitori e
produttori di pneumatici rispetto agli Oem”.
Rischi di frenata
I rischi al ribasso per l’azionario automotive, spiega la
manager, arrivano soprattutto da “Russia e Brasile, mercati
in netto calo, mentre la Cina continua a indebolirsi.
La domanda cinese e la profittabilità dell’industria sono
sotto stretta osservazione. Inoltre a livello generale le attese
potrebbero essere ottimistiche e incorporare già il livello dei
cambi, prezzi più bassi della benzina, tassi bassi e ripresa
economica europea”.