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ORI Z Z O N TI
Follia
e sogni
Mumbai, baraccopoli tra i grattacieli, antichi templi in mezzo
a edifici hi-tech, è un enorme mostro di traffico, frenesia e caos,
ma qualcosa di magico tiene unita questa follia: i sogni, il coraggio
e la generosità di un popolo che non si arrende e continua
a guardare alla vita con audace positività.
di Gero Günter
fotogr afie Enno K apit z a
STELLE DI MUMBAI
Lisa Haydon, 28 anni, lanciata
nel 2014 dal film Queen, è uno
degli astri nascenti di Bollywood.
Nella pagina di destra: il Gateway
of India, monumento-simbolo
della città.
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ORIZZONTI
I
l nostro primo appuntamento a Mum­
bai è con la stilista quarantenne Shilpa
Chavan, che incontriamo nel suo appar­
tamento situato in una vecchia costru­
zione affacciata sul Mar Arabico. Siamo
a Bandra, antico agglomerato oggi sob­
borgo di Mumbai, inghiottito dalla voracità della
megalopoli. Sparsi sul pavimento ci sono tantissi­
­mi schizzi e disegni. “Quando lavoro, creo una tale
confusione … quasi come quella che c’è fuori per
strada!”, si scusa sorridendo Shilpa, una donna
minuta dai modi affabili e cordiali. È lei la visio­
naria designer dietro il brand ‘Little Shilpa’, ama­
to da Lady Gaga e da molte altre celebrities, noto
principalmente per i cappelli e gli accessori dal
look scultoreo che fondono materiali, colori e ispira­­zioni da vari mondi e culture, a metà tra la tradi­
zione orientale e l’arte contemporanea. Spesso le
sue opere nascono da pezzi scovati nei mercatini
di Mumbai; lei stessa le definisce “il frutto dei resti
della città. Mumbai mi offre infinite fonti d’ispi­
TANTE RELIGIONI
Le strade di Mumbai pullulano
di antichi templi e luoghi di
culto. Nella foto, il Rameshwar
nel quartiere Matunga.
razione. Riconosco come sia un enorme ‘mostro’
di traffico, frenesia e caos, ma c’è qualcosa di in­­
definibile che tiene unita questa follia; tutti odia­
­no Mumbai, ma tutti rimangono”. Baraccopoli tra
i grattacieli, antichi templi accanto a edifici hi-tech:
nella città più grande dell’India, fino al 1995 conosciuta come Bombay, le classi sociali, che da qual­
siasi altra parte del mondo vengono tenute ben
separate, qui sono avvinghiate come una coppia
di amanti.
Presi nella mischia
CAOS CREATIVO
La stilista Shilpa Chavan
circondata da schizzi
e disegni nel suo
appartamento-studio
a Bandra.
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Difficile descrivere Mumbai. Forse la miglior defi­
nizione l’ha data il poeta e scrittore indiano Jeet
Thayil, classe 1959, con il suo romanzo del 2012
Narcopolis, ambientato nella Bombay degli anni
Ottanta, da cui emerge il ritratto di una città oni­
rica e inquieta, in cui un’umanità ingorda, eccen­
trica e smodata sa essere però anche generosa e
poetica.
Thayil, che è altresì un apprezzato compositore e
chitarrista, si ostina a chiamare la città col suo vecchio nome: “Bombay è da sempre una miscela sel­
vaggia e cosmopolita di culture e religioni”. Se a
Bandra, infatti, si può ammirare la Basilica di Santa
Maria del Monte, una delle più importanti chiese
cattoliche di tutta l’India, il quartiere Mandvi ospi­
­ta invece la moschea della comunità musulmana
(non riconosciuta dall’Islam) dei Dawoodi Bohras,
mentre a Malabar Hill si tro­­va il vasto complesso
del tempio giainista di Walkeshwar. Qui, attorno
al Bacino di Banganga, che secondo la leggenda
sarebbe stato creato dal dio Rama, sorgono nume­
rosi tempietti indù dove re­­gna il silenzio più asso­
luto e i credenti effettuano le loro abluzioni sacre.
Sempre in quest’area si trova la Torre del Silenzio
degli zoroastristi della comunità parsi, sulla cui
sommità vengono esposte le salme dei defunti che
saranno poi divorate da corvi e avvoltoi, secondo
il rito funebre del culto.
“Mumbai è un amalgama, tutto è molto ravvici­
nato, tutto ti entra nella pelle”, afferma Thayil, con­
fessando come ritenga Mumbai “una città rovinata,
certo, ma non distrutta, comunque da vedere, me­­
glio se a piedi, passeggiando attraverso le strette
vie di Colaba costellate da edifici che testimonia­no
il passato coloniale dell’India”. In questo quartie­
­re, nella zona sud della megalopoli, effettivamente
i ritmi sono più distesi. Passeggiando verso nord,
si può raggiungere il Gateway of India, affacciato
sul porto, un arco alto 26 metri costruito nel 1911
per accogliere re Giorgio V d’Inghilterra e la regina
Maria in visita a Bombay, oggi punto di partenza
per molte escursioni in mare. Di fronte al monu­
mento è situato il famosissimo hotel a 5 stelle Taj
Mahal Palace. Continuando a camminare, si rag­
giunge l’Asiatic Society, con le magnifiche sale riccamente decorate, e ci si può rilassare nel vasto
parco Oval Maidan dove i mumbaikars, come ven­
gono chiamati gli abitanti di Mumbai, giocano a
cricket o a calcio. Nei pressi si trova l’imponente
stazione ferroviaria Chhatrapati Shivaji, in stile
neogotico-vittoriano, costruita nel 1888.
Per noi, però, è ora di incontrare l’artista Sudarshan
Shetty nel suo atelier di Chembur, quartiere resi­
denziale nella parte orientale della città. Anche parlando con Shetty emerge un rapporto controverso
di amore-odio verso la metropoli: “Con mia moglie
parliamo continuamente di andar via – spie­ga –
però continuiamo a restare”. Le sue installazioni
ironiche e surreali, basate sull’animazione di og­­
getti quotidiani sfruttando i principi della mecca­
nica e della cinetica, ci parlano della condizione
VISIONI CRITICHE
Sopra: attraverso le sue
opere, l’artista indiano
Sudarshan Shetty critica
la condizione dell’uomo
contemporaneo che corre
insaziabile, senza rendersi
conto della futilità e caducità
delle cose terrene. Sotto:
veduta sulla skyline di
Mumbai da Marine Drive.
dell’uomo contemporaneo, sempre meno in con­
tatto con desideri, emozioni e significati auten­
tici delle cose, e ci ricordano la caducità e futilità
della vita e dei beni materiali. “Mumbai cambia
così velocemente che si è sempre attanagliati da
una strana sensazione di nostalgia ... tutto scom­
pare repentinamente e lascia il posto ad altro;
non c’è tempo per riflettere, tutta la città è suc­
cube di una folle frenesia”.
“È come vivere in una centrifuga”, conferma l’in­
glese Virginia Holmes, che vive a Mumbai da 8
anni. Insieme alla collega Natascha Nischol gesti­
sce un fiorente studio di make-up. Le due donne
arrivarono qui proprio quando stava iniziando il
boom di Bollywood. “Mumbai oggi è internazio­
nale, le fasce più ricche sono sempre più esigenti
e molto sensibili alle nuove mode”. Questo è evi­
dente soprattutto a Bandra, dove l’alcol scorre a fiu­­mi e tutti indossano mise firmate e dove si danno
appuntamento le star del cinema e il jet-set in­­
diano. All’Olive Bar & Kitchen, ad esempio, l’attore
Aamir Khan è un habitué, c’è poi il delizioso Zenzi
in stile balinese o il Poison che addirittura vieta
l’ingresso alle donne in sari … E la spiritualità
dell’India? “A Mumbai c’è tutto, basta cercarlo.
La città ti può stravolgere con la sua energia - con­
clude Virginia - ma ti regala sempre qualcosa di
nuovo. Per questo rimango”.
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ORIZZONTI
TRENI NELL’ARTE
La stazione ferroviaria Chhatrapati Shivaji,
nota anche con il nome ‘inglese’ di Victoria Terminus,
è una delle stazioni ferroviarie più trafficate
del mondo. Edificata nel 1888 in stile neogoticovittoriano, con una fusione di elementi veneziani e indiani,
dal 2004 è per l’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.
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ORIZZONTI
Patina chic
IN VERDE
Le strade di Mumbai
sono costellate da
bancarelle che vendono
ogni genere alimentare,
in particolare verdure,
che sono alla base della
cucina indiana.
Street Food Indian Style
Mum ba i è a nch e la patria dello street food. A ogni angolo è possibile acquistare le dosa, una sorta di crêpes
salate che gli indiani prediligono soprattutto a colazione; sono, infatti, un concentrato di proteine, essendo la pastella
composta da farina di riso e lenticchie. Altra prelibatezza da strada è il Pani Puri, un pane fritto e tondo con un
ripieno a base di patate, cipolle, ceci, peperoncino e chaat masala (un particolare mix di spezie), immerso in una
salsa molto liquida aromatizzata alle erbe e al tamarindo. Per 20 rupie (poco meno di 30 centesimi di euro) se ne può
acquistare una porzione da sei pezzi, ognuno da mangiare in un sol boccone.
Il cavaliere della tradizione
“C i ò che faccia m o al Konkan Café è lo slowfood indiano”,
afferma lo chef Ananda Solomon, responsabile anche di tutta la
ristorazione per la catena dei Vivanta Hotels. Arredato come una
tipica casa del Mangalore, il Konkan Café serve specialità di mare
tradizionali delle coste occidentali e meridionali dell’India. Il suc­
cesso del locale è dovuto in larga parte all’ossessione di Solomon
per la ricerca sulle ricette più antiche dell’Asia. Non è raro che si
rechi in incognito nelle regioni rurali del Paese per apprendere
dalle donne dei villaggi l’uso di qualche spezia o particolari espe­
dienti culinari. Addirittura, dice, “sono stato anche in molti templi,
perché ci sono molti piatti che sono nati appunto nei templi. È in
una di queste visite, ad esempio, che ho appreso come la noce di
Betel può essere impiegata in cucina”. Anche la sua deliziosa
crème brûlée alla castagna d’acqua cinese l’ha concepita durante
uno dei suoi numerosi viaggi d’esplorazione. “Mi piace poi molto
parlare con gli anziani dei villaggi. Sono persone che ancora
conoscono le proprietà di qualsiasi erba e spezia”. Tutte nozioni
che in seguito lui rielabora nelle cucine del Konkan.
vivantabytaj . com /
president - mumbai /
dining /konkan - cafe restaurant . html
i
Pa n i P u r i
Le sfoglie di pane (i Puri)
pronte per essere fritte possono
essere acquistate in un qualsiasi
negozio di cibi indiani.
R i ch a r d d’S o uz a non vuole reinventare la
cucina indiana. Preferisce lasciare le sperimentazioni
ai celebri chef indiani di Londra, come Vineet Bhatia
o Atul Kochhar, che hanno ricevuto una vera e propria
pioggia di stelle Michelin. A Mumbai, afferma, “è richie­
sto buon cibo senza tanti fronzoli”. Il fatto che il suo
ristorante Pali Bhavan, nel vivace quartiere di Bandra,
sia uno dei più in voga, è la prova che abbia ragione.
Al successo del locale contribuisce anche il fascinoso
stile rétro-chic degli arredi. Tutto qui ha una patina che
sa d’antico ma che nell’insieme crea un ambiente
raccolto, caldo e accogliente, con le pareti ricoperte
da vecchie foto. Le pietanze sono semplici ma fresche,
leggere e invitanti, accomodate con sapienza su piatti
d’argilla. Da provare l’Aloo Tikki (polpette di patate
e piselli) con salse allo yogurt, il Murgh Tikka (pollo
speziato) accompagnato da una salsa chutney e, come
dessert, il Kulfi (una sorta di gelato) oppure il Gulab
Jamuns (una specie di frittella immersa in uno sciroppo
aromatizzato). Ogni giovedì, alle 21:30, la sala da pranzo
viene sgomberata per lasciar posto a un dj-set.
facebook . com /palibhavan
IL GUSTO
DELL A SEMPLICITÀ
Nel suo ristorante
Pali Bhavan, Richard
d’Souza serve piatti ottimi
ma senza tanti fronzoli.
Ecco la ricetta del ripieno …
2 patate medio-grandi,
lessate e schiacciate
1 tazza di ceci lessati
1 cucchiaino
di peperoncino in polvere
1 cucchiaino
di chaat masala
Foglie di coriandolo
Sale
… e quella della salsa
(il Pani):
1 cucchiaino di succo
di tamarindo
1 cucchiaino di cumino
in polvere
2 cucchiai di zucchero
di canna
1 cucchiaino di peperoncino
in polvere
Foglie di coriandolo tritate
Foglie di menta tritate
Sale
Per il Pani, tritare finemente
tutti gli ingredienti in un mixer,
quindi aggiungere mezzo litro
d’acqua, mescolare bene
e lasciare in infusione.
Per il ripieno, riunire tutti
gli ingredienti elencati in una
ciotola, amalgamarli e
aggiustare di sale. Una volta
pronto, fare un buco con
il pollice nel Puri già fritto
e riempirlo; quindi, immergerlo
nel Pani per qualche istante
prima di consumarlo.
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ORIZZONTI
Buono a sapersi
Problemi di circol azione
Rimanere bloccati nel traffico fa parte della
quotidianità di Mumbai e gli spostamenti
vanno pianificati di conseguenza: per percorrere 6 km col taxi non è raro impiegarci
2 ore. Se invece non si hanno bagagli e si è
dotati di una buona dose di coraggio e temerarietà, è possibile affidarsi a un rickshaw che,
per poche rupie, sfreccerà impavido tra le
auto. Per strada, i clacson risuonano incessantemente: ma non è, come da noi, un
segnale di aggressività, anzi, per i locali è
un piacevole trastullo, tanto che molti mezzi
portano applicato dietro un adesivo con la
scritta ‘horn ok please’.
Curiosità
1
2
Un a c i t tà , d u e n o m i
Il 4 maggio 1995, il governo approvò la ridenominazione della città di Bombay in Mumbai,
dopo anni di pressioni politiche da parte dei
movimenti nazionalisti, che ritenevano il nome
‘Bombay’ un retaggio del periodo coloniale
britannico. Tuttavia, il ‘vecchio’ nome continua
in alcuni casi a essere utilizzato. Anche
le compagnie aeree sembrano indecise: sul biglietto scrivono ‘Mumbai’,
ma sull’etichetta del bagaglio
stampano la sigla ‘BOM’.
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TUTTO S U L L A C ITTÀ
M ODA E L ETTRI Z Z A N TE
TRE N DY DI N ER
Il Mumbai City Museum, noto anche come
Dr. Bhau Daji Lad Museum, offre un viaggio
nella Mumbai contemporanea, sottolineando
le importanti opere e progetti condotti nello
sviluppo della città. Recentemente ristrutturato,
gli esterni sono un esempio di architettura
palladiana, mentre gli interni sono vittoriani.
bdlmuseum . org
Dall’esterno sembra una galleria d’arte,
in realtà è il fashion boutique concept store
più cool della città. Situato nel quartiere
di Colaba, Bombay Electric offre le ultime
novità dei più quotati stilisti indiani,
come Manish Arora e Rajesh Pratap Singh,
ma a prezzi ‘occidentali’.
bombayelectric . in
Design contemporaneo, alti soffitti e un grande
soppalco. Di giorno il Café Zoe è uno dei
diner più rilassanti e accoglienti di Mumbai,
adatto anche alle famiglie, di notte si trasforma
in un locale trendy e alla moda degno di
Manhattan, con musica dal vivo e dj-set. Dopo
le 19:00 i minori di 21 anni non sono ammessi.
cafezoe . in
R i c e r ch e
d i m e r c at o
Il lusso della quiete
I mercati di strada offrono
lo spaccato più autentico
sull’umanità che popola
Mumbai. Al riguardo, assolutamente da visitare è il
Chor Bazaar (letteralmente,
‘mercato dei ladri’), uno dei
più grandi mercati delle pulci
dell’intera India, dove è possibile trovare
di tutto e a prezzi irrisori, da pezzi di navi ad
autentici mobili in stile vittoriano, da orologi
antichi a lampadari di cristallo.
DA SEMPRE IL CRI CKET è lo sport nazio­
nale dell’India. Sull’immenso Oval Maidan, cir­
condato dagli imponenti edifici dell’University of
Mumbai e del palazzo dell’High Court, ogni
giorno si allenano innumerevoli atleti, amatori o
semi-professionisti. Da qualche anno, però, il
parco si sta popolando anche di gruppetti che giocano a calcio, sport rilanciato nel Paese con la
fondazione dell’I-League nel 2007 e, soprattutto,
con la nascita dell’Indian Super League nel 2014.
Sito buddista
Lontane dal caos della città, le grotte di Kanheri,
nel Parco Nazionale Sanjay Gandhi, una trentina
di km a nord di Mumbai, offrono un’oasi di quiete.
Il complesso buddista, realizzato tra il I secolo a.C.
e il IX d.C., comprende oltre 100 grotte, alcune
con monumentali facciate, scavate nella roccia
e con magnifiche statue all’interno.
Mumbai
1
1 Chowpatty Beach
2 Nariman Point
Il Ta j M a h a l Pa l ac e , di fronte al Gateway of India, nel quartiere di Colaba,
è molto più di un hotel di lusso da 450 camere. Venne edificato nel 1903 dal magnate
indiano Jamshedji Tata, che decise di costruirsi da solo il ‘salotto buono dell’India’, piccato
per non essere stato ammesso, in quanto non bianco, negli esclusivi circoli imperiali
britannici dell’epoca. Ancora oggi, nella Sea Lounge dell’albergo si riunisce, per piacere
o per discutere d’affari, tutta l’India che conta. È qui che soggiornano i capi di Stato esteri
in visita a Mumbai; ad esempio, la suite Tata ha recentemente ospitato il presidente degli
Stati Uniti Barack Obama. Leggendaria è, invece, la suite Rajput, che a suo tempo vide ospiti
John Lennon e Yoko Ono. Sempre della stessa catena alberghiera fa parte il Taj Lands End,
nel vivace quartiere di Bandra, location preferita da attori e star indiane e internazionali,
dalle cui 493 camere si può godere di un magnifico tramonto sulla spiaggia di Juhu.
tajhotels . com
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Foto NORBERT KNIAT ILLUSTRAZIONE Anna Schäfer
V i ta s u ll a s a b b i a
In città si trovano due spiagge, accomunate
da un’incredibile offerta di divertimenti e
svaghi fino a tarda notte: Chowpatty Beach,
nel centro di Mumbai, e Juhu Beach, più
piccola ma più chic, collocata a circa 18 km
a nord della metropoli. L’acqua, però, a causa
dell’inquinamento non è balneabile … almeno
per gli standard occidentali.
2
Da non perdere
P ER ORGA N I Z Z ARE
un viaggio a Mumbai, si può contattare
l’Ufficio Nazionale del Turismo Indiano
con sede a Milano:
indiatourismmilan . com
Il tr atto di M a r i n e D r i v e da Nariman Point a Chowpatty Beach costituisce una
delle passeggiate più frequentate di Mumbai, fiancheggiata da imponenti edifici in stile Art decò.
Soprattutto al tramonto, con le luci della città da un lato e il Mar Arabico dall’altro, è la meta
preferita dalle coppie di innamorati. Le innumerevoli bancarelle gastronomiche che la costeggiano
offrono ogni tipo di specialità indiana; da provare è il Bhel Puri a base di riso soffiato.
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