Il contatto con i defunti

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Il contatto con i defunti
Il contatto con i defunti
tramite la scrittura medianica:
analisi testuale e stilistica
dei messaggi dall’aldilà
PREGIUDIZIO E CONOSCENZA
‘Eravamo davanti all’ascensore e stavamo parlando del seminario appena concluso e di
qualche nuova iniziativa. (…) Avevo giusto cominciato a parlare quando tra l’ascensore e la
schiena del pastore apparve all’improvviso una donna. Rimasi a bocca aperta. La donna
era sospesa in aria, semitrasparente, e mi sorrideva come se ci conoscessimo. “Buon Dio
chi è quella” chiesi con voce strana. (…) “Dottoressa Ross, dovevo tornare” disse. “Le
dispiace se andiamo nel suo ufficio? Mi bastano pochi minuti.” (…) Ero in preda ad un
episodio psicotico? Ero molto stressata, è vero, ma di certo non abbastanza da vedere
fantasmi, soprattutto fantasmi che si fermavano fuori del mio ufficio, ne aprivano la porta
e mi facevano entrare per prima, quasi fossi io il visitatore. (…) Non appena la porta si fu
richiusa riconobbi il visitatore. “Signora Schwartz!”
Che cosa mai stavo dicendo? La signora Schwartz era morta dieci mesi prima. Ed era stata
cremata. (…) Decisi di ottenere una prova che lei si trovava davvero lì, dandole una penna
e un foglio di carta e chiedendole di scrivere una breve nota per il reverendo. Lei
scribacchiò un rapido ringraziamento. “E’ soddisfatta adesso?” chiese poi. (…) Un istante
dopo la signora Schwartz svanì. La cercai da ogni parte ma non trovai niente, quindi corsi
di nuovi nel mio ufficio ed esaminai il suo appunto, toccando con la carta e analizzando la
grafia. Poi mi fermai. Perché dubitarne? Perché continuare ad interrogarsi?’1
Testimonianze di questo tipo si trovano ormai in centinaia di libri ma questa ha una
dimensione del tutto particolare: l’autrice, Elisabeth Kubler-Ross, psichiatra di fama
mondiale, recentemente deceduta, è considerata la più importante e significativa studiosa
1
Da ‘L’anello della vita’di Elisabeth Kubler-Ross, pag.187-188-189 (Edizioni Paoline 2002)
1
delle dinamiche emotive e psicologiche legate alla malattia terminale e al lutto. Il suo
famosissimo testo ‘La morte e il morire’ è un passaggio obbligato per chiunque, a qualsiasi
livello, voglia iniziare l’approfondimento della fase ultima della vita. Citata ovunque,
popolarissima nel settore della ‘tanatologia’, considerata appunto la capostipite di un
approccio scientifico e al contempo di intensa empatia al problema, la Kubler-Ross,
progressivamente si interessò sempre più alle esperienze di pre-morte, al contatto con
l’aldilà e al rapporto con i defunti secondo un approccio che miscelava elementi delle
grandi tradizioni monoteiste con altri più legate a filosofie orientali. La citazione di cui
sopra è tratta dal suo ultimo lavoro, un autobiografia che ripercorre una vita intera a
contatto con malati terminali, persone in lutto e defunti.
Una interessantissima forma di regola non scritta (o rimozione?) comune a tutti gli studiosi
e gli esperti del settore ha però completamente cancellato da ogni libro, ogni convegno,
ogni percorso formativo che prevede, in maniera praticamente obbligata, la citazione dei
suoi studi, circa 30 anni di interessi, ricerche e contatti che la Kubler-Ross asserisce di aver
vissuto accanto a defunti, tramite esperienze medianiche e visioni (tra cui Gesù)2.
Perché questo incredibile silenzio e oblio?
Da dove nasce questo grave errore metodologico e scientifico che cancella ed elimina dalla
memoria una parte così ampia e significativa della vita e degli studi di una ricercatrice di
indubbie capacità e talenti nella relazione d’aiuto?
Io credo che sia una sorta di enorme imbarazzo: l’impossibilità di conciliare il rigore
scientifico e la forte carica partecipativa con la presenza di visioni, spiriti, defunti che
scrivono su pezzi di carta. Come se queste due esperienze, non importa se entrambi
condivisibili o meno, non potessero fornire elementi per ulteriori approfondimenti l’una
all’altra.
Se riusciamo ad avvicinarci a questi fenomeni ‘altri’ con una mentalità priva di pre-giudizi,
è possibile capire qualcosa in più. Se si riesce, in altre parole, a mettere anche solo
provvisoriamente in secondo piano la questione della verità/illusione di questi messaggi e
contatti con l’aldilà, forse è possibile scoprire nuovi aspetti. La Verità da svelare, l’inganno
da scoprire possono restare in ombra, comunque presenti in ognuno di noi ma meno
significativi se lo scopo è cogliere il maggior numero di dati possibili da queste
manifestazioni, senza l’inevitabile restringimento della prospettiva che procura il
preconcetto.
2
Nello s tesso libro, a pagina 263
2
I DEFUNTI CI SCRIVONO: UN’ ESPERIENZA INDICATIVA
Ho cercato allora, tentando di mantenere fede a questi buoni propositi, di conoscere a
fondo un’esperienza di contatto con i defunti, analizzando nello specifico i messaggi a loro
attribuiti, scritti tramite la metodologia del piattino che si muove tra la classica serie di
lettere disposte in cerchio su un tavolo. Il contatto a cui ho partecipato si inserisce
all’interno di una modalità di rapporto con i defunti che, tra le numerose del genere, è
particolarmente famosa in Italia e con numerosi elementi interessanti: si protrae
ininterrottamente dal 1976, ha coinvolto qualche centinaio di persone con continue
richieste, si presenta con caratteristiche di assoluta gratuità, umiltà e rispetto dei presenti
che partecipano. Non vengono mai chiesti soldi né altra forma di compenso, è sempre
realizzata nel silenzio, evitando forme di pubblicità gratuite, viene gestita da due signore
(di 55 e 65 anni) estremamente rispettose di tutte le persone che si avvicinano e disposte,
ad esempio, a non entrare in contatto con il defunto se qualcuno dei presenti non si sente
a suo agio.
La stessa esperienza, alla quale ho direttamente partecipato, viene svolta con notevole
tranquillità: tutto è molto ‘solare’, semplice, sereno. Nessun buio, nessuna scenografia,
nessun mistero. Ci si siede intorno ad un tavolo, spesso in cucina, alla luce, chiacchierando
e conversando normalmente e poi, quando lo si stabilisce insieme a tutti i presenti,
vengono presi un piattino e le lettere scritte su un cartoncino: le due signore appoggiano
le dita, il piattino si muove velocemente, e così si formano frasi intere a risposta di
domande esplicitamente dette dai vari presenti, o, come si sostiene, anche solo pensate.
Il fatto che ha dato origine a tutto, come accade spessissimo in queste occasioni, è stato il
decesso di un famigliare, in questo caso il figlio della signora più anziana. A lei poi si è
aggiunta una partner, ormai insostituibile nella realizzazione di ogni contatto3.
3
‘Era la primavera del 1976 quando mi avvicinai a questo tipo di esperienza; stavo attraversando, ormai da
anni, un periodo di grandi sofferenze e difficoltà psicofisiche. Anch’io cercavo aiuto. Mi sentivo in lutto
perché mi pareva che la mia anima stesse morendo e nessuna medicina ufficiale, nessuna scienza ufficiale
era riuscita ad aiutarmi. L’aiuto ed il conforto li trovai in questo tipo di esperienza praticata allora da due
coniugi che avevano perso un figlio di sedici anni. Ora, dopo la morte del marito, io faccio da partner alla
signora diventata mia amica ed insieme riusciamo ad aiutare tante persone in difficoltà od in lutto per la
perdita di persone care. Si rivolgono a noi su indicazione di altre persone che ci hanno contattato
precedentemente, anche se nel pudore e nel timore di essere tacciate per visionarie eravamo sempre rimaste
nel silenzio e nell’anonimato. La mia amica non possiede facoltà medianiche, ma è riuscita a mettersi in
contatto con il figlio per mezzo di una strada d’amore e di luce, definita così dal figlio stesso. E’ più giusto
dire che il figlio ha cercato il contatto dicendo che la sua è una missione per “libera, accettata scelta”. Il
nostro sistema è quello del tabellone con impresse le lettere dell’alfabeto e di un piattino che scorre su queste
lettere formulando le parole. Il ragazzo è il nostro spirito guida. Di solito queste sedute avvengono di sera,
quando si è meno presi dagli impegni quotidiani. Non ci serviamo di alcun tipo di rituale e non durano più di
3
I MESSAGGI DEI DEFUNTI
Oltre alla testimonianza diretta, ho avuto poi modo di leggere decine e decine dei
messaggi scritti che, nel corso degli anni, sono stati scrupolosamente copiati e conservati,
con indicato, oltre naturalmente al testo, la data e il luogo dell’incontro, i partecipanti, le
loro domande. L’analisi di questi numerosissimi scritti ha evidenziato alcuni aspetti comuni,
un filo rosso che, nell’apparente originalità e specificità di ogni singolo messaggio (perché
destinati di volta in volta a due-tre persone spesso in lutto, presenti alla seduta), in realtà
evidenziano struttura, stile e contenuti molto simili tra loro.
Nello specifico:
lunghezza
ogni testo, scritto in tempo reale al computer sotto dettatura, varia da
un minimo di una pagina e mezza a due (le variazioni più significative
di
lunghezza
sono
da
riferirsi
al
differente
carattere
usato,
all’impostazione della pagina sullo schermo, all’interlinea). Il numero
totale di battute non varia, da testo a testo, più del 10-15%.
Struttura
Esiste una costruzione–tipo che caratterizza i vari contatti, suddivisibile
in tre parti molto distinti e identificabili da loro.
Parte uno:
riflessioni teologico-didattiche.
Si introduce e chiarisce l’ambito culturale in cui avverrà l’incontro.
Nel nome di Dio sono presente su di voi e le benedizioni altissime per tutti
invoco. Il mio amore purificato vi sorregge e vi comprende: nel cuore dell’anima mia c’è
40-50 minuti. Raramente sono durate un’ora. Noi appoggiamo un dito sul piattino, dopo un attimo di
concentrazione il piattino parte guidandoci sulle lettere, rispondendo così alle domande precedentemente
formulate dalle persone presenti. Spesso sono domande mentali e spesso il piattino si interrompe come ad
ascoltare domande o dubbi che sopraggiungono. Non sempre le persone che ci contattano sono in lutto;
spesso cercano aiuti spirituali e consigli nelle difficoltà, specialmente i giovani. Raramente sono animate
solo da curiosità e se questo è avvenuto il nostro spirito guida le ha “smascherate”. Nessuna persona è stata
delusa. Le persone in lutto hanno trovato sempre conforto ad anche serenità talvolta, nella consapevolezza
che il loro defunto non era realmente perduto. Si era spogliato della materia, ma il suo corpo spirituale
viveva più che mai ed era entrato in una dimensione dove non esistevano più il dolore, la sofferenza, la
morte. Se è il defunto a comunicare con parole materializzate non sorge alcun dubbio sull’autenticità dei
messaggi perché egli mantiene la sua personalità e lo dimostra con espressioni o modi di dire che
appartenevano solo a lui. Tuttavia non c’è staticità nell’aldilà, c’è movimento, evoluzione, crescita, vita. I
genitori disperati per la morte di un figlio, sono quelli che trovano maggior conforto. Riconoscono i figli e
traggono conforto dal fatto di sentirli felici nella nuova vita. L’unico rammarico che hanno è quello di aver
causato tanto dolore ai loro cari, ma considerano un grande privilegio la loro dipartita prematura. Saranno
pienamente felici solo quando vedranno i loro genitori sereni. Aggiungo infine una mia riflessione: ho avuto
difficoltà a scrivere quello che ho scritto, nel modo come l’ho scritto, perché per quanto mi sia sforzata, non
sono riuscita a metterlo nella sua vera luce. E’ una cosa così grande e così al di sopra che solo il parlarne è
come banalizzarla. Solo i messaggi stessi possono darci un’idea del loro vero valore.’
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posto per ogni vostro problema. Piccole avversità amplificano il loro potere negli spiriti
vostri poiché scarsa è la fede che vi anima e poca nella confidenza del Dio d’amore che
tutti vede, comprende e mette sotto la protezione della vergine, Madre di tutte le madri.
Apritevi alla confidenza nella Misericordia. Cristo è venuto tra gli uomini non per un
periodo breve e circostanziato; è disceso dall’eternità per condividere ogni umana
passione, ogni tormento e perfino la morte fisica per redimerla e poter dimostrare la sua
situazione di transito e di non no di fine. Morte e resurrezione si annullano e aprono ad
ognuno le porte dell’eternità gloriosa
Parte due:
si entra nello specifico delle singole situazioni di ogni incontro tramite consigli
pratici, risposte circostanziate, analisi psicologiche.
Sì Claudia, sono nonna Clelia e sono tanto felice perché un nuovo nipote sta bussando alle
porte del mondo terreno del tuo sposo e delle tue famiglia che vi amano e anche per te,
putina, arriveranno notti insonni, giorni di felicità e nuovi pensieri da elaborare.
Amici, non è una fregatura affidarsi alla misericordia.
Gli eventi possono essere tragici, felici, comunque sempre nuovi, ma da come si
affrontano si riconosce la volontà personalmente messa in opera. Nel dolore spesso, nella
malattia, nei dispiaceri si profila la propria maturazione e l’indole ne esce fortificata.
Lo cerchi quel bene, ogni tanto perdi la strada ma l’indole tua ne soffre e cerca la
rettitudine e la pace.
Il tuo bisogno di aiutare è sempre palese, talvolta pericoloso. L’aiuto che puoi dare
all’amica tua è darle l’esempio di una fermezza adamantina: quando si prendono impegni
superiori alle proprie forze, bisogna avere l’umiltà di chiedere appoggi superiori e sapersi
affidare alla provvidenza
5
Parte tre:
si forniscono chiavi di lettura del qui ed ora, modelli interpretativi non solo di
ciò che è accaduto (malattia, morte o anche nascita, successi personali…) ma di quello che
la persona in lutto sta vivendo nel tempo presente.
Non credete alle previsioni, la vita si vive ogni giorno e ogni giorno offre la possibilità di
riscatto ed elevazione. Restare succubi di paure non è da anime forti. Chiedete la forza di
cambiare ogni evento funesto, la possibilità di accettare ciò che non dipende da voi
cambiare. L’illuminazione di capirne la differenza.
Sorrido alle interpretazioni oniriche. I vostri sono presentimenti d’amore, sensazioni che si
profilano nel subconscio servendosi, talvolta, di telepatici ausili. Ma non lasciatevi tentare
dal credere a sogni premonitori.
Contenuti Si ritrovano alcuni contenuti sempre presenti, in maniera più o meno
approfondita, nei vari testi:
ƒ
l’apertura al futuro, la speranza: E tu pure Luca sta sereno, già te lo disse
tuo padre; le vostre serene chiacchierate continueranno come quando,
ancora ragazzo, ti confidavi a lui per avere sostegno e guida. Ora più che
mai, e anche nel futuro, egli è sostegno e guida per te, che tante
preoccupazioni devi e ti sei dovuto accollare. Io ti sono amico, egli ti è padre
e il Padre più grande, fautore di ogni cosa buona, permette che gli spiriti si
incontrino in comunione d’amore quando gli intenti sono buoni e la volontà
pura.
ƒ
l’incoraggiamento: ti abbraccio mamma, abbraccio papà, sostengo la sua
valida umanità, sorreggo la sua debolezza. Ti abbraccio forte mamma bella.
Ti sorrido, ti conforto. Mamma bellissima e luminosa, coi baci asciugo le tue
ansie.
ƒ
gli ammonimenti, i ‘rimproveri’: tu sai che ti ho sempre amato e rispettato
ma non nascondere la tua debolezza dietro scuse che danneggiano te stesso
e gli altri, guarda la realtà in faccia, supera le debolezze dannose, i rancori
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ingiustificati e pensa che hai accanto a te lo spirito di un figlio che potrà darti
solo certezze.
ƒ
la conferma che lo spirito sta bene: io sono e resto il vostro Emiliano. Non
sono cambiato, sono maturato nel tempo senza tempo, ho preso coscienza
di me stesso e delle possibilità che travalicano l’umano esistere.
Religione
L’ambito religioso all’interno del quale fanno riferimento tutti i testi
scritti provenienti dall’aldilà è marcatamente ed esplicitamente
cattolico:
giudizio
finale
come
autogiudizio,
indissolubilità
dei
sacramenti, primato del Papa, Maria madre della chiesa, il divenire
della vita anche dopo la morte, l’importanza delle opere e delle fede…
Il distacco da chi si ama sembra insopportabile ma solo per chi non ha la fiducia
nella comunione delle anime.
Ha condiviso i dolori del parto come vergine Madre, ha condiviso di dividere il suo
Figlio con l’umanità intera donandoLo e donandosi.
La presa di conoscenza di se stesso sarà un incontro con le sue responsabilità e
meriti. Finite le sofferenze terrene che hanno segnato gli anni della sua maturità
fisica, ora prenderà coscienza dei suoi meriti.
Quando avrò imparato a comprendere il dolore causato dal male e renderlo arma di
benedizione per riscattarlo sarò in grado di condividerlo senza rimanerne scalfito.
La quaresima cristiana avvicina l’uomo a Dio. Cristo ha condiviso la penitenza. I suoi
quaranta giorni nel deserto hanno dimostrato come senza penitenza l’uomo non
può maturare se stesso. Crista ha vinto le tentazioni del maligno, ha dimostrato così
che si può vincere ogni tentazione. I sacramenti dunque non sono regole da
sottovalutare.
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Caratteristiche dello spirito-guida
Il defunto, figlio di una delle due signore,
che funge da spirito-guida per entrare in contatto con altri spiriti o comunque inviare loro
notizie ai cari in vita, si presenta dotato di una serie di elementi distintivi molto positivi:
ƒ
mentalità aperta ed estremamente tollerante: ‘l’incredulità non è peccato, spesso
apre strade infinite, orizzonti che si perdono per ritrovare strade miracolose di luce’.
Utili restano i comprensibili dubbi che potranno essere dissipati solo dalle parole
materializzate nella luce di verità trascendente.
Non dipende da me forzare una volontà che sta raggiungendo la conoscenza e la
pace dell’anima.
Essere spirituali non vuol dire rinnegare il proprio corpo, il corpo è sede dello
spirito, meritevole di ogni riconoscimento, di ogni dignità.
ƒ
Bontà: ‘Ciao Nicola, novello papà…al fratello in Dio Nicola, ripeto la mia stima e la
benedizione sulla famiglia che tanto sta nel suo cuore’.
ƒ
Capacità di analisi psicologiche: vorrei che ogni spirito tormentato mettesse se
stesso al cospetto delle proprie possibilità. Vorrei che potesse, chi non si sente
padrone di se stesso, mettere a nudo il suo orgoglio. L’orgoglio si veste spesso di
mentite spoglie, trae in inganno chi vorrebbe trarre in inganno gli altri. Non si può
evadere dal proprio io, si può soltanto mettersi in ascolto umile delle sue richieste.
Ovunque si cerchi la verità non si può trovare perché ha sede in se stessi; evadere
vuol dire soltanto cercare alibi per non incontrare se stessi. E non abbiate paura di
incontrare il vostro io: ognuno può migliorarlo, dominarlo e trovare la sua serenità
nel riconoscerlo.
L’intimo suo è pulito, le su intenzioni si fermano all’immediato perché non ha
imparato a guardare in ampia visuale. Gli occhi dell’anima hanno la capacità di
penetrare l’infinito ma bisogna adeguarsi alla luce sfolgorante a poco a poco per
non restarne abbagliati. Carlotta nutri il tuo fisico con sana caparbietà….
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ƒ
Fornisce consigli pratici: non vi dico ora asciugate le lacrime di una madre
disperata. Vi dico lasciatele sgorgare e laveranno la rabbia, purificheranno i
sentimenti, saranno la via per trovare la pace, la consolazione e il senso
dell’accettazione che darà frutti benefici.
Se rileggete troverete, come sempre, esaurienti risposte. Riposate.
Abbandona ogni supporto fisico: la chimica non ti può aiutare se lo spirito tuo si
ostina a rinchiudersi su se stesso.
Apriti alla gioiosa speranza, apprezza ciò che di buono c’è nel tuo nucleo. Trova
infine nei tuoi cari e nel loro amore la forza….
Ti raccomando di restare padrona delle tue emozioni.
ƒ
Dimostra comprensione e vicinanza ai nostri problemi terreni:
voi vi dibattete in mille occupazioni quotidiane, impegni reali o fatti necessari
dall’errato comportamento dell’umanità intera. Difficile togliersi di dosso gli impegni
inutili eppur necessari in un vivere quotidiano.
Sapete che apprezzo ancora il sapore dolce del gelato? Ogni ricordo è un simbolo
ma io gioisco delle vostre piccole cose.
L’analisi dello stile tipico di questi messaggi evidenzia una costruzione sintattica
delle frasi certamente elaborata, anche se non particolarmente complessa. Si
denota una buona padronanza della lingua italiana: ricchezza di termini in generale
e di aggettivi in particolare, conoscenza della punteggiatura, dei modi verbali…
Praticamente mai si trovano errori rileggendo per intero le trascrizioni di questi
messaggi:
solo
raramente
è
possibile
trovare
qualche
parola
di
dubbia
interpretazione (es: rilevare al posto di rivelare) che si può giustificare più in un
errore di battitura/trascrizione che in altro.
Si evidenziano inoltre alcune forme arcaiche, tendenzialmente retoriche, che fanno
pensare a volte ad un tipo di scrittura di alcuni decenni fa, pur senza avere una
9
connotazione estremamente specifica (es: sento la sublime fede tua materna
affidarsi all’infinito ed io rassicuro tutti nel suo nome purificato, oppure: non resti
l’anima tua offesa da ciò che quaggiù ognun di noi ritiene empio).
Nel complesso tutti i messaggi sono sempre facilmente comprensibili sia nei concetti
e pensieri che esprimono che in singoli passaggi o riferimenti più specifici; dove si
presentano parole o idee meno immediate, sempre seguono due-tre frasi di
spiegazione, a conferma dell’impostazione ‘didattica’ che attraversa tutti questi testi.
La scrittura, nel suo complesso, ha quindi tutte le caratteristiche per essere
comprensibile a chi possiede un livello culturale medio, nella norma, cioè alla quasi
totalità delle persone.
QUINDI?
Il linguaggio agisce come filtro di questa esperienza: è tramite esso, e non altro,
che si arrivano a cogliere le caratteristiche complessiva del fenomeno in oggetto. È
evidente che sono presenti molti aspetti che concorrono a creare un situazione che
ha molti aspetti favorevoli e stimolanti per chi partecipa agli incontri:
1. la facile comprensibilità dei testi, e quindi dei messaggi che i defunti ci
inviano;
2. la loro riconoscibilità, se letti cronologicamente, proprio grazie a tutti quegli
elementi sopra citati che permettono di identificare facilmente ogni
messaggio e quindi favoriscono una familiarità con lo stesso;
3. la specificità delle risposte che, sempre, contengono passaggi con precisi
indicazioni, molto personalizzate, riguardanti il rapporto privato tra defuntopersona in lutto.
Altri dati poi concorrono a creare una situazione globale che facilita la continua
richiesta di contatti delle persone in lutto (anche se spesso all’inizio sono titubanti,
quasi sempre poi restano molto soddisfatte e continuano nell’esperienza): l’assenza
di richieste di denaro, la semplicità e naturalezza con cui avvengono questi contatti,
l’umiltà e sincera disponibilità delle due signore che gestiscono il tutto, la totale
mancanza di gesti/parole/oggetti/elementi scenografici che evocano spiriti maligni,
tenebre, violenza e senso del pericolo in genere.
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Altrettanto visibili però sono i rischi che possono incombere in chi usufruisce di
questo servizio:
1. la dipendenza dai messaggi – si attendono i testi da leggere come fossero
veri e propri decaloghi etici e comportamentali da utilizzare nella vita
quotidiana. Il giudizio dei defunti su chi resta, le indicazioni su cosa fare e
come interpretare le vicende terrene assumono connotazioni intensamente
prescrittive;
2. diminuisce il senso critico nell’affrontare le situazioni più complesse di ogni
giorno (quelle che sono poi maggiormente oggetto d’indagine durante i
contatti) e la capacità di autogiudizio/autocoscienza;
3. aumenta via via l’interesse per l’aldilà, con tendenza, in vari casi segnalate
dalle stesse due signore, di perdita di controllo (crescono le richieste di
contatti,
si
cercano
ulteriori
modi
di
comunicazioni,
si
prova
individualmente…).
Non si possono evitare di considerare poi tutte le numerosissime conseguenze che questa
modalità di rapporto ha sull’elaborazione personale del lutto e sulla relazione con il proprio
caro deceduto. Volutamente non è stata approfondita la questione (assolutamente
importante!) perché merita un’analisi particolareggiata a parte e non è questa l’oggetto del
presente studio ma non si può almeno sottolineare che:
-
la ricchezza e la vastità del lascito umano che i nostri cari deceduti hanno lasciato in
noi, non è assolutamente paragonabile con i suggerimenti e le indicazioni che si
ritrovano nei messaggi. L’eredità d’affetti, i ricordi delle esperienze vissute insieme
e tutti gli oggetti e i beni concreti dei nostri morti ci parlano un una maniera così
ricca e variegata da non trovare niente, in quest’altra dimensione, di neppure
lontanamente equiparabile.
-
La possibilità di far continuare a vivere chi non c’è più, dentro se stessi e/o
all’esterno, proseguendo la sua ‘opera’, rende la vita terrena ancora ricca di possibili
azioni, di ‘cose da fare’, di scelte da compiere, di servizi da proseguire. Questi
messaggi dei defunti non aggiungono altro, non hanno niente di più da dire e da
dare di ciò che già, se lo vogliamo, possiamo capire e fare.
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Nell’apparente unicità, originalità e trasparenza, i testi dei defunti in realtà rallentano, a
volte letteralmente impediscono, la presa di contatto con la realtà: l’assenza lasciata da
chi abbiamo perduto.
Il suo lascito.
Il nostro legame con lui.
Nicola Ferrari
Pedagogista, formatore
Associazione Maria Bianchi
www.mariabianchi.it
[email protected]
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