Scarica pieghevole - Comune di Mogliano Veneto
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GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE ORE 21.00 Cinema Cesare deve morire di Paolo e Vittorio Taviani - Ita 2012 Dramm./Doc. 76' Cast: Fabio Cavalli, Salvatore Striano All'interno del carcere di Rebibbia, i detenuti in regime di massima sicurezza hanno la possibilità di occupare le loro lunghe giornate partecipando a un laboratorio teatrale che mette in scena, per lo più, le opere di William Shakespeare. Durante le prove e l'allestimento del "Giulio Cesare", le vite degli improvvisati attori si intrecciano inevitabilmente con quelle dei personaggi interpretati, costretti a confrontarsi con temi come il potere, la mancanza di libertà, la colpa e il rimorso. Dal bardo inglese i Taviani prendono il trucco dell'Amleto (la recita della recita); la romanzesca intensità dei volti (Bruto e Cesare, Salvatore Striano e Giovanni Arcuri, più di tutti) e la coreografia dei corpi. La bella musica di Giuliano Taviani annega un sax dolente in fiati profondi e tellurici da sfilata imperiale. «Ora questa cella» dice uno dei detenuti dopo la recita «diventa una prigione». Il film, in realtà, è riuscito a trasformarla in qualcos'altro. Il ring dove combattere per dimostrare che nessun reato può privare nessuno di un riscatto. Si esce dal film proprio con questa convinzione: nessun uomo, come diceva Pasolini, può ritenere inferiore a sé nessun altro. La vittoria al Festival di Berlino 2012 – contestata da critici di un Paese che si ritiene oggi superiore a quasi tutti gli altri – è la vittoria, non deprimente, di questa idea, e non solo di questo film scarno e indistruttibile. GIOVEDÌ 6 DICEMBRE ORE 21.00 Il mio migliore Incubo! (Mon pire cauchemar) di Anne Fontaine Fra/Bel 2011, Comm. 99' Cast: Isabelle Huppert, Benoît Poelvoorde, André Dussollier, Virginie Efira, Aurélien Recoing, Samir Guesmi,Jean-Luc Couchard, Eric Berger, Gregoire Akcelrod, Régis Romele Gli opposti si attraggono. Questo l'assunto, semplice ma efficace, da cui parte la vicenda dell'ennesima commedia francese degli equivoci. A metà tra vaudeville e barzelletta, la storia della colta e gelida gallerista Agathe (l'attrice Isabelle Huppert, diventata famosa attraverso le versioni drammatiche di questo ruolo) e del donnaiolo nullafacente Patrick (quel Poelvoorde che ha dato già il meglio di sé nella commedia “frontaliera” Niente da dichiarare) si muove nei binari di una commedia in cui entrano in collisione due mondi completamente diversi. Uno, quello dell'alta borghesia parigina, è di fatto rappresentato come il luogo di una formalità estrema, capace di distruggere i rapporti, tanto che a un certo punto il marito di Agathe coglie l'occasione di fuggire con una donna più giovane e accomodante (anche se ecologista radicale) che ha conosciuto proprio attraverso Patrick. L'altro, quello del caotico Patrick, è tratteggiato per eccessi: ignoranza ruspante, arte di arrangiarsi e una certa “sana” spregiudicatezza nell'affrontare le questioni. A muovere il ritratto c'è la presenza di due rampolli che sono l'opposto dei loro genitori: geniale e mansueto il figlio di Patrick, un po' ottuso ma furbastro quello di Agathe. La presenza di tre attori di ottimo livello fa sì che si sorrida spesso di e con i nostri cugini transalpini, che a dispetto della Rivoluzione hanno ancora ben presenti le distanze tra borghesia e proletariato. BUSAN Mogliano Veneto - via don Bosco, 41 - Tel. 041 590.50.24 www.cinemabusan.it - www.feelm.it Con il patrocinio del comune di Mogliano Veneto Assessorato alla cultura Centro di Servizio del Volontariato di Treviso dì giovema e Cin ore t d’Au Con il patrocinio della provincia di Treviso Assessorato alla cultura PROVINCIA DI TREVISO 18 re ottob GIOVEDÌ CINEMA D’AUTORE re emb c i d 8 2012 ZO PREZ LE! IA SPEC SSO E INGR O UNIC € 5,00 Giovedì 18 ottobre 2012 ore 21.00 BIANCHI p.i. FLAVIO Assistenza Autorizzata ed Installazione Via Pastrengo, 8 Mogliano Veneto (TREVISO) Tel. 041 5900344 Fax 041 5935483 in replica: Sabato 20 ore 21.00, Domenica 21 ore 16.30 e ore 21.00, Lunedì 22 ore 21.00 “BELLA ADDORMENTATA” di Marco Bellocchio - Ita 2012, Dramm. 115' Giovedì 25 ottobre 2012 ore 21.00 “LA FAIDA” di Joshua Marston - usa/ alb/dan 2011 - Dramm. - 109' Giovedì 1 novembre 2012 ore 21.00 in replica: Sabato 3 ore 21.00, Domenica 4 ore 16.00 e ore 21.00, Lunedì 5 ore 21.00 “MONSIEUR LAZHAR” di Philippe Falardeau - can 2011 - Dramm./Comm. 94' Giovedì 8 novembre 2012 ore 21.00 “DIAZ - non pulire questo sangue” di Daniele Vicari - Ita/Fra/Rom 2012 - Dramm. 127' Giovedì 15 novembre 2012 ore 21.00 “COSA PIOVE DAL CIELO?” di Sebastián Borensztein - arg/esp 2011 - Comm. 93' Giovedì 22 novembre 2012 ore 21.00 “A SIMPLE LIFE” di Ann Hui - Hong Kong/Cina 2011 - Dramm. 117' Giovedì 29 novembre 2012 ore 21.00 “CESARE DEVE MORIRE” di Paolo e Vittorio Taviani - ita 2012 - Dramm./Doc. 76' Giovedì 6 dicembre 2012 ore 21.00 “IL MIO MIGLIORE INCUBO!” tel. 041. 5936381 di Anne Fontaine - Fra/Bel 2011, Comm. 99' GIOVEDÌ 18 OTTOBRE ORE 21 GIOVEDÌ 1 NOVEMBRE ORE 21.00 GIOVEDÌ 15 NOVEMBRE ORE 21.00 repliche: Sabato ore 21- Domenica ore 16.30 / 21.00 - Lunedì ore 21 repliche: Sabato ore 21- Domenica ore 16.00 / 21.00 - Lunedì ore 21 La Bella Addormentata Monsieur Lazahar Cosa piove dal cielo? di Marco Bellocchio - Ita 2012, Dramm. 115' Cast: Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Massimo Riondino, Maya Sannsa, Pier Giorgio Bellocchio, Gianmarco Tognazzi, Brenno Placido, Roberto Herlitzka, Fabrizio Falco di Philippe Falardeau - Can 2011 - Dramm./Comm. 94' Cast: Mohamed Fellag, Sophie Nélisse, Émilien Néron, Danielle Proulx, Brigitte Poupart (Un cuento chino) di Sebastián Borensztein Arg/Esp 2011 - Comm. 93' Cast: Ricardo Darín, Ignacio Huang, Muriel Santa Ana, Javier Pinto, Pablo Seijo, Iván Romanelli, Vivian Jaber Ispirato al drammatico caso di Eluana Englaro, vittima di un incidente stradale che l'ha costretta a 17 anni di stato vegetativo e morta a Udine nel 2009 in seguito all'interruzione della nutrizione artificiale per volontà del padre. Marco Bellocchio ricostruisce gli ultimi sei giorni di una ragazza in coma attraverso tre episodi che mettono in risalto differenti punti di vista. Tra “Il pianto della Madonna” di Jacopone da Todi e una Isabelle Huppert nei panni quasi di se stessa, il solenne spaccato contemporaneo del grande regista di Vincere disorienta e ingarbuglia le carte, sgomenta e sbalordisce una volta di più, sconvolge e complica i pensieri e le riflessioni. Gli ultimi giorni di Eluana sono (ri)vissuti da Marco Bellocchio come una Passione di Cristo dove le storie parallele non s'intrecciano mai ma hanno molto in comune, rilanciano e dipanano molte questioni. Perché La Bella Addormentata di Marco Bellocchio è in realtàla coscienza civile di un popolo che fatica a risvegliarsi, soggiogata dalla volontà altrui che decide e determina ogni passo. E la vicenda di Eluana Englaro diventa un pretesto per fotografare cosa accade nell'intimo di un nutrito gruppo di persone, le cui esistenze sono segnate dal dilemma vita/morte. Bellocchio sa come prendere posizione ma sa anche come guardare più in là cercando nelle contraddizioni del sentire l'umanità più profonda che sa dire sì alla vita partendo da prospettive diverse, conservandosi il diritto a un'intima ricerca al di là degli slogan. Monsieur Lazhar racconta di un immigrato algerino che si offre di sostituire, in una classe elementare canadese, un'insegnante che ha scelto la scuola come palcoscenico per il proprio suicidio. L'incontro tra l'uomo e gli alunni è un confronto tra culture e, soprattutto, l'elaborazione di due traumi che scorrono sottopelle, erompendo a tratti: quello degli studenti di fronte alla morte della maestra e quello di Lazhar, in fuga dall'Algeria, dalla morte dei suoi cari, dai suoi fantasmi. Philippe Falardeau ha il merito di abbozzare temi che non ha la tracotanza di disegnare esattamente, ponendo domande sull'educazione (non solo scolastica) e sulla vita, sulla Storia e su personaggi, senza soffocarli mai nella macchietta. E sceglie una narrazione cauta ma non didascalica, che rivela le sue premesse, fluida e garbata. Il cuore del film resta la relazione tra i bambini - Alice (Sophie Nelisse) in particolare - e il maestro, ovvero l'incontro con l'altro, la scoperta reciproca delle storie personali che stanno dietro un nome e un cognome sul registro, da una parte e dall'altra della cattedra. È questa simmetria, infatti, che, se inizialmente può suonare un po' meccanica, diviene poi responsabile della forza e della bellezza del film, specie perché il regista e sceneggiatore Philippe Falardeau non pone tanto l'adulto al livello dei bambini quanto il contrario. Monsieur Lazhar è dunque un film commovente, non pietistico né moraleggiante, che riflette sulla perdita ma fa riflettere anche noi su cosa ci siamo persi per strada. All'improvviso, dal cielo, una mucca. Splash! Non prima però di avere affondato barchetta di legno e coppia di amanti con occhi a mandorla. Inizia così Cosa piove dal cielo?, vincitore del festival di Roma. Poi ci si sposta a Buenos Aires, nella vita piatta e alienata di Roberto, cinquantenne tutto casa e bottega. Il suo unico passatempo? Collezionare le notizie più assurde dai giornali del mondo. La monotonia ha però le ore contate quando s'imbatte in un povero disgraziato solo come lui, che cerca un parente a Buenos Aires. E' cinese, non ha un soldo e non conosce una parola di spagnolo. Roberto è quasi costretto ad aiutarlo. Brillante parabola sull'universale bisogno dell'altro, il film è una delle sorprese dell'anno, che camuffa dietro l'incedere lento e catatonico - speculare al modus vivendi del protagonista - la sua sferzante ironia, lavorando di attrito tra il resoconto quotidiano e i siparietti surreali con cui ricostruisce le “cronache dell'incredibile” tanto amate da Roberto. Ma la voglia di graffiare non si trattiene nemmeno nei confronti della società argentina, di cui stigmatizza chiusure e ottusità. Borenzstein mira alla commedia umana, non inventa nulla - le gag sfruttano la straordinaria mimica degli attori - e ottiene il massimo dal minimo drammaturgico e di messa in scena. Pedina sì l'assurdo ma per trovarci un senso. E porta a casa una doppia morale: una la regala al pubblico - ci si salva sempre “insieme” - l'altra al cinema: ricca è quell'arte che non di mezzi abbonda, ma di idee giuste e interpreti adeguati. GIOVEDÌ 25 OTTOBRE ORE 21.00 GIOVEDÌ 8 NOVEMBRE ORE 21.00 GIOVEDÌ 22 NOVEMBRE ORE 21.00 La Faida Diaz - Non pulire questo sangue A Simple Life (The Forgiveness of Blood) di Joshua Marston Usa/ Alb/Dan 2011 - Dramm. - 109' Cast: Tristan Halilaj, Sindi Lacej, Refet Abazi, Llire Vinca Celaj Nik e Rudina, 17 anni lui e 15 lei, sono fratello e sorella e vivono nel Nord dell'Albania. Coltivano i loro sogni e crescono come tutti i ragazzi della loro età. Ma da una lite con i vicini per questioni di terra il padre è accusato di omicidio e la famiglia diventa oggetto di vendetta: il padre è costretto a scappare e le antiche leggi della tradizione tribale impongono che nessuno dei maschi di famiglia possa mettere il naso fuori di casa. Di colpo tutto poggia così sulle spalle di Rudina. Una situazione che non può essere tollerata da Nik. Ci sono registi che hanno un'anima popolare e un po' bambina, che sanno inquadrare più e meglio di altri l'innocenza rapita di un'adolescenza vissuta nel modo e nel mondo sbagliato. Joshua Marston è uno di questi e lo aveva già dimostrato con Maria Full of Grace, struggente racconto di gioventù, ingiustizia e rabbia. Se l'incubo nell'opera precedente era la droga, qui è l'odio. Entrambe sono armi devastanti, irrazionali, incontrollabili. Marston sa raccontare quest'escalation dalla gioia al dolore con impietosa tenerezza, è aiutato da attori giovani con buona presenza scenica e bel talento e interpreti più anziani che hanno la storia che il regista vuole raccontare scritta su visi solcati dagli anni, dalla fatica e dal rancore. di Daniele Vicari - Ita/Fra/Rom 2012 - Dramm. 127' Cast: Elio Germano, Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Monica Barladeanu, Pippo Delbono, Ralph Amoussou, Rolando Ravello, Alessandro Roja, Paolo Calabresi, Ioana Picos, Aylin Prandi Luca è un giornalista che il 20 luglio 2001 decide di andare a vedere di persona cosa sta accadendo a Genova durante il G8. Alma è un'anarchica tedesca che ha partecipato agli scontri e ora cerca dei dispersi. Nick è un manager francese giunto a Genova per un seminario. Anselmo è un anziano militante della CGIL che ha preso parte al corteo pacifico. Bea e Ralf sono di passaggio ma cercano un luogo dove dormire. Max è vicequestore aggiunto e ha preso la decisione di non partecipare a una carica per evitare una strage di pacifici manifestanti. Tutti costoro e molti altri si troveranno la notte del 21 luglio all'interno della scuola Diaz dove la polizia scatenerà l'inferno. Il film di Vicari si colloca all'interno del cinema di denuncia civile, non si nasconde dietro a nessun facile manicheismo come quello di chi tuttora considera i Black Block solo dei 'compagni che sbagliano'. Ne mostra le devastazioni e così può permettersi di proporre un film che si muove su un piano eticamente elevato. Solo chi è in malafede può accusarlo di essere 'contro la polizia'. E' sicuramente contro ma con l'opposizione e la denuncia di quel tumore che può pervadere (così come è accaduto) un'istituzione la cui finalità e quella di mantenere l'ordine democratico e non di esercitare violenza fisica e psicologica su chi ritiene di dover sottoporre a controlli o restrizioni di libertà. Questo è un film senza star. Ognuno ha il proprio ruolo che si immerge e riemerge come un corso d'acqua carsico nei gironi degli inferi di quella notte. Una notte da dimenticare diranno alcuni. Una notte da ricordare afferma con forza e rigore questo film. (Tao Jie) di Ann Hui - Hong Kong/Cina 2011 Dramm. 117' Cast: Andy Lau, Deanie Yip, Anthony Wong Chau-Sang, Tsui Hark Ann Hui è una dei maggiori cineasti orientali ed è fra le più acclamate della new wave cinematografica di Hong Kong, ha al suo attivo diversi documentari. Ha sviluppato un forte interesse per l'indagine e l'osservazione della vita e della gente comune, tanto da diventare un vero e proprio tratto distintivo della sua filmografia, dedicata a raccontare spaccati di vita quotidiana, soprattutto dei più sfortunati. Il suo ultimo lavoro, presentato nella sezione ufficiale alla 68° Mostra di Venezia, ispirato a fatti e persone reali (la vita del produttore Roger Lee e al suo rapporto con la governante) e narra la storia della cinese Chung Chun-Tao, detta Ah Tao che a causa della morte del padre durante l'occupazione giapponese viene mandata dalla madre a lavorare come "amah", ossia serva, presso la famiglia Leung. Il destino della donna si lega indissolubilmente con quello dei membri della famiglia finendo per lavorare al servizio di Roger. E' una storia semplice, trattata in modo lineare e con occhio attento ai dettagli, che la rende un po' neo-realista, regalandole una liricità che non scade mai nel dramma. Non c'èi nichilismo o annientamento, c'è solo dignità e bontà, attesa e accettazione dell'inevitabile, senza angoscia anche se tutto è velato di una profonda tristezza. E' un gioco di sguardi, di silenzi e di parole che rivelano come Roger ed Ah Tao siano legati da un rapporto fra madre e figlio. Bravissimi gli interpreti Deanie Ip (Coppa Volpi a Venezia) e Andy Lau che duettano imprimendo ai personaggi una carica emotiva sorprendente, in un dialogo silenzioso tra anime che hanno vissuto diversi anni insieme.