PD1_E1_Rel tecnica.

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 Relazione generale REALIZZAZIONE DI DUE CASSE DI ESPANSIONE NEL BACINO DEL TORRENTE DOGANA PROGETTO DEFINITIVO 1
Introduzione ...........................................................................................................................2
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Descrizione delle aree di intervento.......................................................................................3
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Descrizione del progetto delle due casse di espansione........................................................6
3.1 Lo studio idrologico idraulico ............................................................................................7
3.2 Lo studio della geologia.....................................................................................................7
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Compatibilità programmatica e vincolistica...........................................................................9
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Alternative di localizzazione e motivazioni della scelta progettuale....................................10
6
Obiettivi e criteri progettuali................................................................................................12
6.1 Abbattimento delle emissione di rumore, di polveri e di gas di scarico .........................12
6.2 Inserimento ambientale delle nuove arginature ............................................................14
6.3 Regimazione idraulica all’interno della cassa Pestello....................................................15
7
Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo (elementi preliminari) ...................................15
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Quadro economico ...............................................................................................................16
‐ 1 ‐ PROGETTO DEFINITIVO 1 1
Introduzione Il territorio di fondovalle del comune di Montevarchi è attraversato da alcuni corsi d’acqua affluenti di sinistra del fiume Arno. Il torrente Dogana è il principale di questi ed attraversa il centro urbano di Montevarchi, lambendo il centro storico di impianto medievale. Nei decenni passati il corso d’acqua ha dato origine a importanti e drammatici eventi alluvionali in concomitanza di piogge estreme con conseguente allagamento di ampie aree urbane. Solo negli ultimi venti anni si contano almeno quattro eventi (1992, 1993, 1996, 2000) di esondazioni del torrente Dogana e dei suoi affluenti. In seguito alla emanazione della L. R. n. 50 del 11.07.1994 “Interventi strutturali per la messa in sicurezza idraulica dei bacini idrografici toscani”, la Regione Toscana e gli Enti locali, tra cui il Comune di Montevarchi, hanno sottoscritto un Accordo di programma per la messa in sicurezza idraulica del bacino del Valdarno Superiore, approvato con DPGR n. 17 del 09.02.1996, a cui è seguito un Atto integrativo approvato con DPGR n. 427 del 23.12.1999. In tale Atto programmatico venivano stabiliti tempi e modi di finanziamento per la realizzazione di una serie di interventi strutturali su corsi d’acqua del Valdarno Superiore, tra cui occorre ricordare la realizzazione di un nuovo ponte sul torrente Dogana in corrispondenza di via Roma. Tale progetto (demolizione e ricostruzione del ponte di via Roma sul torrente Dogana) venne autorizzato dall’Ufficio del Genio Civile di Arezzo, ma nell’atto di omologazione idraulica del nuovo ponte sulla Dogana del 14.09.2000 si prescriveva la indifferibile necessità di realizzare nel bacino a monte del centro urbano le opere di laminazione previste nel progetto preliminare “Interventi strutturali per la messa in sicurezza idraulica del bacino del Borro della Dogana”, dimensionate in modo tale da conseguire un franco di mt. 1 nei confronti della portata duecentennale rispetto alla chiave dell’intradosso dell’impalcato del nuovo ponte, recentemente ricostruito sull’asse di via Roma. Per conseguire gli obiettivi individuati dall’Ufficio del Genio Civile di Arezzo nell’atto di omologazione idraulica del nuovo ponte sulla Dogana, si rende necessario attuare i seguenti interventi strutturali, suddivisi in due distinti stralci funzionali così individuati: •
realizzazione di due casse di espansione in località Scrafana e Pestello; •
realizzazione di un nuovo ponte in località la Ginestra. Il primo stralcio (PROGETTO 1) consiste nella realizzazione di due casse di espansione situate a monte del tratto urbano del torrente Dogana destinate alla laminazione delle piene dello stesso corso d’acqua. La prima cassa è stata preliminarmente individuata sul Borro della Vigna in prossimità della confluenza con il Borro della Sabina in località Scrafana, mentre la seconda opera di laminazione verrà realizzata a monte del ponte del Pestello dove il Borro della Sabina si immette nel Torrente Dogana. Tali interventi sono stati sottoposti alla procedura di verifica di assoggettabilità di competenza della Provincia, con esclusione dalla VIA (Deliberazione GP n. 375 del 08.09.2014). Il secondo stralcio (PROGETTO 2) si rende necessario in quanto l’attuale manufatto che attraversa il torrente Dogana in prossimità della località la Ginestra (nei pressi del centro storico) non è in grado di garantire il regolare deflusso della portata duecentennale, non solo nella condizione attuale ma anche a seguito della realizzazione delle casse sopra descritte. ‐ 2 ‐ Relazione generale In tal senso il presente lavoro costituisce il progetto definitivo delle due casse di espansione nel bacino del torrente Dogana (PROGETTO 1). Nello sviluppo del progetto definitivo sono state recepite le prescrizioni della procedura di Verifica di Assoggettabilità dello Studio Preliminare Ambientale. 2
Descrizione delle aree di intervento Le due casse di espansione sono situate a monte del tratto urbano del torrente Dogana e distano tra loro circa 1,5 km. Le due aree di intervento sono ubicate a Sud‐Ovest e a Sud del capoluogo Montevarchi. La prima cassa di espansione è ubicata a Sud‐Ovest del capoluogo, di tipologia in linea sul Borro della Vigna, poco a monte rispetto alla confluenza con il Borro della Sabina in località Scrafana. La seconda opera di laminazione, idraulicamente più a valle, sarà ubicata a Sud di Montevarchi, verrà realizzata a monte del ponte del Pestello dove il Borro della Sabina si immette nel torrente Dogana, e sarà destinata a laminare i soli picchi di piena del torrente Dogana, che a monte della confluenza è anche chiamato Borro della Madonna o Borro di Noferi. Figura 2.1 ‐ Ubicazione delle casse di espansione (CTR 1:2.000) Le aree interessate da entrambe le casse di espansione sono aree private, per le quali sono state attivate le procedure di esproprio ai termini di Legge. ‐ 3 ‐ PROGETTO DEFINITIVO 1 Foto aerea (google maps, 2013), loc. Scrafana Foto aerea (google maps, 2013), loc. Pestello ‐ 4 ‐ Relazione generale Estratto della carta catastale loc. SCRAFANA Estratto della carta catastale loc. PESTELLO ‐ 5 ‐ PROGETTO DEFINITIVO 1 3
Descrizione del progetto delle due casse di espansione. Progetto Scrafana La cassa di espansione in località Scrafana avrà un’estensione (massima superficie allagabile) di circa 30.000 metri quadrati ed avrà una capacità di accumulo massima pari circa a 194.000 metri cubi. Per la costruzione della cassa di espansione sono previste tre principali tipologie di opere distinte: •
un corpo arginale costituito da un nucleo di argilla impermeabile superiormente rivestito da un riporto di terreni idonei per ingrossamento dell’argine stesso, per complessivi 13.000 mc; •
la realizzazione dello sfioratore di superficie e delle opere di raccordo di questo con l’alveo a valle dell’opera di regimazione, con ricorso a scogliere in massi naturali; •
alcune briglie trasversali ed una scogliera longitudinale per la protezione spondale della cassa costituita da massi naturali compatti opportunamente sistemati e in parte intasati con calcestruzzo Rck 15; •
un’opera di deflusso delle acque posta a monte con un tunnel scatolare realizzato in calcestruzzo armato per l’incanalamento del corso fluviale a regime ordinario. Progetto Pestello La cassa di espansione in località Pestello avrà un’estensione di circa 29.000 metri quadrati ed avrà una capacità di accumulo massima pari circa a 90.000 metri cubi (di cui circa 45.000 in scavo). Per la costruzione dell’opera di laminazione sono previste tre principali tipologie di opere edili distinte: •
opere di scavo (per complessivi 45.000 mc) e regolarizzazione dei terreni per l’abbassamento della quota di base della cassa di espansione; •
opere di arginatura della cassa di espansione, fino alla quota di coronamento di 153,40 m slm (1 metro di franco sul massimo riempimento con Tr 200 anni) e del torrente dogana dal ponte del Pestello fino all’abitato di Noferi; •
opere edili per la realizzazione dello scivolo per lo scarico di fondo e dello sfioratore di troppo pieno in prossimità del ponte del Pestello costituite da scogliera fluviale di massi naturali compatti opportunamente sistemati ed intasati con calcestruzzo Rck 15; •
realizzazione di un opera di presa, costituita da uno sfioratore laterale posto nella parte più a monte dell’asta Caspri/Dogana in tangenza al perimetro della cassa. Realizzazione a fianco dello sfioratore di una viabilità di cantiere, con futura funzione di strada per manutenzione sorveglianza, con nuovo attraversamento che si andrà a collegare alla strada provinciale (SP Noferi) e demolizione dell’attuale attraversamento privato (idraulicamente insufficiente). ‐ 6 ‐ Relazione generale Nota. Occorre qui ricordare che successivamente all’approvazione del vigente strumento urbanistico, nel seguito meglio dettagliato, lo Studio Idraulico a supporto di quest’ultimo ha modificato, aumentandola, la capacità di invaso di questa opera di laminazione, per conseguire i necessari risultati nel rispetto del Regolamento 26/R. Per effetto di questo, il progetto preliminare precedentemente approvato viene modificato nei numeri e nella sostanza: la capacità di invaso passa da 66.000 mc a 90.000 mc e le opere di scavo passano da 25.000 mc a 45.000 mc. 3.1 Lo studio idrologico idraulico Su incarico dell’Amministrazione Comunale di Montevarchi, è stato redatto lo studio idrologico‐idraulico di supporto alla presente progettazione definitiva [Lombardi, 2014] al quale si rimanda per tutti i contenuti specifici. 3.2 Lo studio della geologia Si riporta una sintesi della relazione geologica [Masini, 2014], redatta su incarico dell’Amministrazione Comunale di Montevarchi, e parte integrante del presente progetto definitivo. All’interno della relazione geologica anche le verifiche geotecniche delle sezioni arginali. Cassa espansione Scrafana: Geologia: gran parte dell'area in oggetto risulta impostata sulle alluvioni recenti del Borro della Vigna: si tratta di limi sabbiosi e sabbie limose, talora passanti verso il basso a ciottolami da sub – angolari ad arrotondati, in abbondante matrice sabbiosa. Lo spessore di questi depositi varia all’incirca tra 2 e 5 metri, ed il loro substrato è costituito dalla formazione del Macigno: si tratta in sostanza di arenarie torbiditiche quarzoso feldspatiche, alternate a marne ed argilliti che affiorano lungo la porzione inferiore dei versanti che racchiudono la valle in oggetto; L’esame delle foto aeree ha infine messo in evidenza la presenza di lineazioni nella porzione meridionale della valle, in corrispondenza delle quali sono presenti aree “cataclasate”, ossia particolarmente fratturate. Geomorfologia: gran parte dell’area è posta all’interno della stretta pianura alluvionale formata dai depositi del Borro della Vigna. La suddetta valle presenta un profilo asimmetrico, caratterizzato in riva sinistra da versanti collinari che dalla località Scrafana scendono dolcemente verso sud con pendenze del 15‐25%; in riva destra sono invece presenti gli acclivi versanti che dalla località Montemutati scendono verso nord/nord –est inizialmente con pendenze comprese tra 45‐
50% che tendono gradualmente a diminuire fino ad assumere valori di pochi gradi in prossimità del contatto con il corso del borro. Tale differenza di acclività è molto probabilmente da mettersi in relazione l’assetto degli strati arenacei, a traver ‐ reggipoggio in riva destra e traver ‐ frana poggio su quella sinistra. Il terreno di progetto non risulta interessato da segni o indizi di movimenti gravitativi; tuttavia va rilevata la presenza di una frana di crollo, il cui fronte di distacco è ampio circa 8‐10 metri, posta circa 30 ‐ 40 metri a valle dell’area in cui verrà realizzato il corpo arginale. ‐ 7 ‐ PROGETTO DEFINITIVO 1 Le scarpate che delimitano il pianoro su cui è ubicata la località Montemutati risultano inoltre “attive”, essendo interessate stagionalmente da movimenti gravitativi che ne determinano un parziale arretramento. Idrogeologia: Dal punto di vista idrogeologico, i depositi alluvionali recenti presentano una permeabilità per porosità primaria variabile da medio ‐ bassa a bassa nell’orizzonte costituito da materiali fini, mentre risulta medio – alta nella porzione costituita dai materiali più grossolani. La formazione del Macigno è di per se da considerarsi costituita da litotipi essenzialmente impermeabili per porosità primaria; laddove i livelli arenacei presentano un maggior spessore ed un maggior grado di fratturazione, la formazione presenta una porosità e permeabilità secondaria con distribuzione irregolare degli spazi porosi che può raggiungere valori anche di notevole interesse. La geometria dell'acquifero risulta di non facile determinazione data l’alternanza di zone fratturate e non, l’interposizione di scaglie a minore permeabilità e l’alternanza di litotipi differenti, tipica dei depositi di flysch; in genere l’acquifero non presenta grande continuità laterale. La falda posta all'interno di questi terreni risulta “libera” nelle zone direttamente collegate con la superficie topografica mediante sistemi di fratture, mentre risulta “confinata” nelle zone in cui l’acqua rimane imprigionata entro sistemi di faglia/frattura in profondità o sotto strati pelitici a bassa permeabilità. Per quanto riguarda i depositi alluvionali e la coltre superficiale di alterazione è possibile che in essa sia presente una locale circolazione di acqua (la falda è in questo caso definibile come “libera”) dovuta alla presenza di uno scheletro “lapideo” più grossolano. Questo conferisce al terreno una permeabilità definibile “medio bassa” che in genere tende a diminuire con la profondità. A conferma di quanto finora detto, durante l’esecuzione dei pozzetti con escavatore non è stata rilevata la presenza di alcuna falda, ad eccezione del pozzetto P2, laddove è stata rilevata una “venuta d’acqua” proveniente da monte, alla profondità di 2,1 metri, ossia in corrispondenza del contatto tra i depositi alluvionali ed il substrato lapideo. Stante quindi la mancanza di una vera e propria falda , la vulnerabilità dell’acquifero costituito dai depositi alluvionali è bassa; lo stesso dicasi per l’acquifero posto all’interno della formazione del Macigno, stante l’elevata profondità alla quale si trovano le falde. Cassa espansione Pestello: Geologia: Da un punto di vista geologico l'area in oggetto risulta impostata sulle alluvioni recenti dei suddetti corsi d’acqua, costituite generalmente da un primo orizzonte composto da miscele di sabbie fini, limi ed argille in proporzioni variabili sia in senso verticale che orizzontale, passante verso il basso ad un secondo orizzonte più grossolano, in cui invece prevalgono sabbie medie e grossolane e/o ghiaie e ciottoli. Geomorfologia:La zona in esame è ubicata all’interno della stretta pianura alluvionale formata dai depositi del Borro di Caspri e del Borro della Sabina, localmente caratterizzata da una superficie leggermente pendente (2‐5%) verso il corso dei due borri, con quota media intorno ai 151,0 m slm. Nei numerosi sopralluoghi effettuati nella zona in studio si è potuto accertare che l’area non mostra né segni né evidenze correlabili a fenomeni di instabilità; anche la “scarpata in erosione” posta a monte della strada bianca che collega la SP16 con via Tevere, non mostra indizi di instabilità. ‐ 8 ‐ Relazione generale Idrogeologia: Dal punto di vista idrogeologico, i depositi alluvionali recenti presentano una permeabilità per porosità primaria variabile da medio ‐ bassa a bassa nell’orizzonte costituito da materiali fini, mentre risulta medio – alta nella porzione costituita dai materiali più grossolani. I depositi grossolani costituiscono generalmente un acquifero dotato di una discreta produttività idrica, di tipo prevalentemente freatico nelle zone poste al centro della valle alluvionale, e/o semiconfinato o confinato nelle zone più distali, dove maggiore è lo spessore della copertura poco permeabile limosa. Le misure freatimetriche effettuate dal Geol. Masini hanno permesso di rilevare che la presenza di una falda posta a profondità comprese tra 2,40 (angolo SO dell’invaso) e 3,25 metri dal piano campagna. 4
Compatibilità programmatica e vincolistica Gli interventi delle due casse di espansione sono inseriti negli strumenti urbanistici comunali (Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico) nella sua progettazione preliminare, aggiornata nei contenuti idrologici ed idraulici per conformarla agli standard dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno. La “Valutazione di coerenza con gli strumenti di pianificazione e la valutazione delle azioni e dei risultati attesi” della Variante agli strumenti urbanistici comunali contiene in sé anche la Progettazione Preliminare delle due casse di espansione per mitigare il rischio di esondazione del torrente Dogana (Del. G.C. n. 250 e 251 del 06/11/2008). In tal senso si riporta una sintesi, aggiornata al 2012, dei risultati relativi alla compatibilità dei vigenti strumenti di pianificazione regionale, provinciale e comunale: ƒ
PIT – Piano di Indirizzo Territoriale della Regione toscana, approvato con D.C.R. n. 72 del 24/07/2007, costituisce strumento regionale di governo del territorio. ƒ
PAI – Piano di bacino, stralcio Assetto Idrogeologico, in vigore con il D.P.C.M. 6 maggio 2005 "Approvazione del Piano di Bacino del fiume Arno, stralcio assetto idrogeologico" (GU n. 230 del 3/10/2005). ƒ
PTCP – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 72 del 16.05.2000. ƒ
PS e RU – Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico, variante di adeguamento alla disciplina urbanistica regionale e ai contenuti dell’art.55 co.6 della L.R.1/2005, approvato con Del. C.C. n.62 del 30/09/2010, e s.m.i. PCCA ‐ Piano Comunale di Classificazione Acustica, approvato con C.C. n. 4 del 17 gennaio 2005, e successiva variante C.C. n. 109 del 22 dicembre 2011. ƒ
‐ 9 ‐ PROGETTO DEFINITIVO 1 Aspetti geomorfologici idraulici e sismici Pericolosità idraulica Realizzazione di opere (casse di espansione) per mitigare il rischio di Esondazione nelle esondazione del torrente Dogana –
aree urbane Del. G.C. n. 250, 251, 252 del 6/11/2008 h Come si evince da questo estratto, la Realizzazione di opere (casse di espansione) per mitigare il rischio di esondazione del torrente Dogana – Del. G.C. n. 250, 251 e 252 del 6/11/2008 è un’azione prioritaria per abbattere le criticità legate alle esondazioni nelle aree urbane, in accordo con quanto precedentemente detto, e la coerenza nei confronti degli strumenti di pianificazione risulta piena, e solo nei confronti del PAI risulta condizionata, nel senso che la stessa realizzazione è necessaria ad avere il “disco verde” anche nel Piano stralcio dell’Autorità di Bacino. 5
Alternative di localizzazione e motivazioni della scelta progettuale. La necessità e la programmazione di questi interventi di laminazione delle portate di piena è presente ormai da diversi anni, ed ha seguito un progressivo processo di evoluzione ed adeguamento normativo. La Giunta Provinciale di Arezzo nella delibera n° 86 del 27.03.2000 (“Approvazione del progetto esecutivo della messa in sicurezza del Borro della Dogana e di affidamento al Comune di Montevarchi della realizzazione dello stesso”) riconosceva la necessità di procedere, in tempi successivi, alla costruzione delle opere di laminazione, già previste nel progetto preliminare a monte della confluenza Sabina‐Dogana, occorrenti per conseguire il franco di 1 m prescritto dal Genio Civile in corrispondenza del nuovo ponte di Via Roma. Nel medesimo dispositivo si deliberava inoltre di ‐ 10 ‐ Relazione generale inserire le casse di laminazione nei futuri programmi d’intervento inerenti alla L. 183/89, ovvero di promuovere un ulteriore accordo di programma ai sensi della L. R. n° 50/94. Successivamente il Genio Civile di Arezzo, con Provvedimento Dirigenziale del 14.09.2000, nell’omologare e autorizzare ai sensi del R.D. n° 523/1904 gli interventi previsti nel medesimo progetto, prescriveva (punto 9): « Le casse di laminazione di cui sopra dovranno essere realizzate entro 10 anni dalla data della presente autorizzazione idraulica e dovranno essere dimensionate in modo tale da conseguire un franco di m 1 nei confronti della portata duecentennale rispetto alla chiave dell’intradosso dell’impalcato di attraversamento, e comunque un franco di m 1 nei confronti della portata centennale rispetto al valore medio tra la chiave e l’imposta dell’arco costituente l’intradosso del ponte. Trascorso tale termine senza la realizzazione delle suddette casse di espansione il ponte dovrà essere demolito.» Ciò premesso, in sede di redazione del Regolamento Urbanistico nell’anno 2003 è stato condotto un primo approfondimento di tipo preliminare alla previsione di tali opere di laminazione, per meglio identificarne il dimensionamento preliminare, necessario all’organico inserimento planimetrico di tali interventi strutturali nello stesso Regolamento Urbanistico, come peraltro prescritto dalla D.C.R.T. n° 12/2000. Detti interventi, già previsti nel progetto preliminare di messa in sicurezza del Borro della Dogana, e poi ribaditi anche in quello successivo della Sabina, consistevano in: •
una cassa di espansione in linea da realizzarsi nel Borro della Vigna, 250 m a monte della confluenza con il Sabina, munita di uno sbarramento (con scarico a bocca tarata) in grado di contenere un volume massimo d’invaso pari a 260 000 mc; •
una cassa di espansione in derivazione da 46 000 mc da realizzarsi, parte in scavo, parte arginata, nell’area agricola compresa tra il Borro della Dogana (o della Madonna) ed il Borro della Sabina, nell’area inclusa tra i due corsi d’acqua presso la loro confluenza; •
una cassa d’espansione in derivazione da 34 000 mc, prevista in fregio al Borro della Dogana, in destra idrografica dello stesso, appena a monte della confluenza con il Borro della Sabina; •
una cassa d’espansione in derivazione da 26 000 mc, prevista in fregio al Borro di Caspri, in sinistra idrografica dello stesso, appena a monte dell’ abitato di Noferi Lavatoio. Durante la stesura del Regolamento Urbanistico nell’anno 2003, al fine di ridurre il rischio idraulico nel del Borro della Dogana, sono state confermate due delle altre tre casse d’espansione inizialmente previste nel progetto preliminare di messa in sicurezza del Borro della Dogana. Si tratta di quelle prossime al ponte del Pestello, l’una in sinistra e l’altra in destra del Borro, presso la confluenza con il Borro della Sabina. E’ stata invece rimossa la previsione della cassa sul borro di Caspri. Da un primo dimensionamento di fattibilità delle due casse, si è trovato che i volumi da assegnare alle stesse per la riduzione del rischio e per conseguire il prescritto franco di 1 m al ponte di Via Roma, durante un evento duecentennale, sono rispettivamente di 40 000 mc per quella in sinistra e di 30 000 mc per quella in destra. Tali casse, sarebbero state realizzate parte in scavo e parte in rilevato. ‐ 11 ‐ PROGETTO DEFINITIVO 1 Successivamente, nell’anno 2008, è stato redatto lo studio idrologico‐idraulico di supporto alla variante al Piano Strutturale e al Regolamento Urbanistico del comune di Montevarchi (AR), già riportato in sintesi nel predente paragrafo 3.3. Lo studio idrologico, effettuato attraverso il software Al.To. 2000 ha interessato tutto il reticolo classificato, in particolare nel tratto urbano del centro abitato di Montevarchi, con la sola esclusione del Fiume Arno, per il quale sono stati considerati i risultati del modello P.A.I. e del nuovo modello SI.MI. entrambi sviluppati dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno. Lo Studio Idraulico a supporto del vigente strumento urbanistico ha modificato nella sostanza le capacità di invaso delle opere di laminazione, per conseguire i necessari risultati nel rispetto del Regolamento 26/R. Per effetto di questo, il progetto preliminare precedentemente approvato viene modificato nei numeri e nella sostanza. Viene confermata la presenza della cassa in località Scrafana, che avrà un’estensione di circa 30.000 metri quadrati ed avrà una capacità di accumulo massima pari circa a 194.000 metri cubi. Per la costruzione della cassa di espansione si prevede la tipologia di sbarramento con bocca tarata Le casse in località Pestello si riducono ad una sola, quella in sinistra idraulica, in quanto quella in destra presenta alcune difficoltà tecniche che ne consigliavano l’accantonamento: •
siamo ai piedi di un versante storicamente non stabile; •
l’area è separata dal borro dalla Strada Provinciale per Noferi; •
la realizzazione di due casse presenta maggiori costi di realizzazione, di gestione ed ambientali rispetto alla soluzione di una sola cassa. La cassa di espansione in località Pestello avrà un’estensione di circa 29.000 metri quadrati ed avrà una capacità di accumulo massima pari circa a 90.000 metri cubi (di cui circa 45.000 in scavo). Per la costruzione dell’opera di laminazione è previsto uno sfioratore laterale posto nella parte centrale del tratto arginato in adiacenza all’asta Caspri/Dogana. 6
Obiettivi e criteri progettuali In questo paragrafo sono approfonditi e disaminati i potenziali impatti (derivati dallo studio preliminare ambientale) ritenuti più rilevanti che potrebbero scaturire dalla realizzazione delle due casse di espansione, sia nella fase di cantiere che nella fase di esercizio, e le conseguenti misure di mitigazione che sono alla base dei criteri progettuali. Alcuni impatti sono relativi all’esistenza delle opere in progetto, altri impatti sono dovuti all’utilizzazione di risorse, altri ancora sono legati alla produzione di residui e/o emissioni; in sostanza tutti gli effetti dovuti ai fattori causali di impatto. 6.1 Abbattimento delle emissione di rumore, di polveri e di gas di scarico La movimentazione di materiali terrosi è in assoluto il maggior impatto che sarà prodotto con la realizzazione delle opere di laminazione, con particolare riferimento alla fase di cantiere. ‐ 12 ‐ Relazione generale In termini di movimentazione di materiali terrosi, si parla di un numero considerevole di camion che interesserebbe l’abitato del Pestello e parte dell’abitato di Montevarchi, con un forte impatto per le emissioni di rumori, polveri e gas di scarico in una zona densamente abitata. Tale impatto nelle matrici che seguono accenderebbero una casella rossa (ad alto effetto negativo). Occorre individuare una misura di mitigazione, che porti effetti migliorativi anche verso altre forme di impatto ( come ad es. Riflessi ambientali su aree esterne), e al contempo possa superare una ulteriore criticità della cantierizzazione della cassa Pestello legato alla accessibilità dell’area. La scelta progettuale fondamentale è quella di riutilizzare il materiale terroso escavato nella cassa Pestello e non necessario in quel sito, ovvero 28.000 mc, realizzando il terrapieno arginale della cassa Scrafana. Al contempo, stante l’esubero di materiale disponibile, il paramento di valle della cassa Scrafana sarà modificato nella pendenza, addolcendo la stessa, con un miglior inserimento ambientale. Questo consentirà di utilizzare la totalità del materiale terroso. Inoltre, spostando verso valle il salto presente attualmente nei pressi della bocca tarata di progetto, si avrà un beneficio nei confronti di alcune erosioni regressive che stanno interessando anche la viabilità vicinale in adiacenza al Borro della Vigna. Questa sinergia tra le due opere pone alcune problematiche da risolvere, che qui vengono di seguito elencate: 1.
accessibilità al cantiere Pestello per realizzare gli scavi e per allontanare il materiale terroso escavato. L’assenza di un ponte adeguato impone la necessità di realizzare un attraversamento ad hoc, anche se di natura provvisionale; 2.
mitigazione per quanto possibile della presenza di traffico di mezzi pesanti da cantiere nelle aree maggiormente abitate. La via Tevere (in adiacenza al borro Sabina in sinistra idraulica) risulta particolarmente angusta (larghezza media inferiore a 6 metri, con traffico veicolare e pedonalciclabile in entrambi i sensi di marcia); 3.
materiale terroso escavato nell’area della cassa Pestello che non risulta di granulometria idonea per la realizzazione di argini a tenuta idraulica, visto la matrice dominante di natura sabbioso limosa. Per le prime due problematiche, in questo studio si individua una viabilità di cantiere che ripercorrendo strade vicinali e poderali (senza quindi occupare suolo in più), partendo dall’area di scavo della cassa Pestello, può raggiungere la destra idraulica del Sabina nei pressi della zona verde presente alla fine della parte abitata del Pestello. La connessione tra questa viabilità di cantiere e la viabilità ordinaria si dovrà realizzare un nuovo attraversamento del borro Sabina, da realizzare con la modalità di guado temporaneo, ed una diversa sistemazione dell’incrocio tra la via Tevere, le viabilità di quartiere e la nuova viabilità di cantiere. Si prevede la realizzazione di un restringimento di carreggiata, con carattere temporaneo, da rimuovere dopo la realizzazione delle opere idrauliche. Nella figura che segue si riporta il tracciato della viabilità di cantiere e della connessione su via Tevere. ‐ 13 ‐ PROGETTO DEFINITIVO 1 Nuova viabilità di cantiere I risultati che si ottengono sono dunque molteplici. Da un lato si riesce a mettere in comunicazione la viabilità ordinaria con quella di cantiere, limitando il carico di mezzi pesanti sulla via Tevere nel tratto più angusto e maggiormente antropizzato. Inoltre, il nuovo attraversamento (guado temporaneo) sul borro Sabina risolve l’ulteriore aspetto della accessibilità dell’area, oggi priva di ponti adeguati al transito di mezzi d’opera. Il terzo aspetto da risolvere riguarda la natura litologica dei materiali in parola, a matrice dominante di natura sabbioso limosa. Il loro riutilizzo per la realizzazione dello sbarramento necessita di un accorgimento tecnico per garantirne l’adeguata impermeabilità. La soluzione attuata in questa progettazione definitiva è la posa in opera di un geocomposito bentonitico, che avrà un limitato transito di mezzi d’opera, limitando al massimo l’impatto derivante dalle emissioni di rumori, polveri e gas di scarico nelle zona più densamente abitate. Il geocomposito bentonitico sarà utilizzato sulle arginature di entrambe le casse. 6.2 Inserimento ambientale delle nuove arginature La realizzazione delle arginature rappresenta in entrambe le opere di laminazione il maggior elemento di occupazione del suolo, che genera il più evidente impatto visivo delle opere stesse. Nel caso di Scrafana, l’impatto visivo è sicuramente limitato, in quanto l’arginatura si inserisce in un contesto morfologico comunque altimetricamente articolato. Nel caso del Pestello la realizzazione delle nuove arginature si inserisce in prevalenza come un ringrosso delle modeste arginature in materiale terroso già esistenti. Le opere che occupano suolo sono limitate a due nuovi attraversamenti di collegamento dell’area di cantiere con la viabilità esistente, dove uno di questi rappresenta la sostituzione di uno esistente, risultato inadeguato ai ‐ 14 ‐ Relazione generale parametri idraulici del deflusso delle piene. Altro aspetto riveste l’invaso del volume di laminazione in quanto comporta, oltre alle arginature, opere di scavo, che di per sé non rappresentano né occupazione di suolo (ad eccezione della fase di cantiere in senso stretto) né impatti particolari. Per un miglior inserimento ambientale, le arginature di “Scrafana” saranno realizzate con un paramento di valle di pendenza molto dolce compresa tra 1 su 3 e 1 su 5, e saranno rinverdite con la messa a dimora di alcuni arbusti autoctoni e già presenti sul posto. Così facendo l’opera di arginatura sarà integrata al paesaggio e praticamente “invisibile” ai cittadini non addetti ai lavori. Nella cassa di espansione “Pestello” il maggior impatto è costituito dalle nuove arginature, che in larga parte sono un rigrosso di arginature già esistenti (in questo caso si passa da argini di 1‐1,5 metri a paramenti di altezza di circa 4 metri), e in parte sono nuove (queste però sono di altezze più contenute, non superiori a 2,5 metri). Dove le arginature superano i 3 metri di altezza, il paramento sarà interrotto da una pista di servizio. Le nuove scarpate arginali saranno rinverdite con essenze arbustive autoctone e con l’impianto di alcune alberature di piccola taglia. 6.3 Regimazione idraulica all’interno della cassa Pestello La natura delle due opere, casse di espansione per la laminazione delle portate di piena ad elevato tempo di ritorno, non presenta particolari impatti di natura idraulica, e anzi alcuni aspetti critici dello stato attuale (modesto ristagno rilevato all’interno della cassa “Pestello”) saranno superati con la realizzazione delle opere stesse. Le opere non modificano il regime del Deflusso Minimo Vitale e il regime ordinario delle piene. Nella fase di cantiere occorre fare attenzione a non creare ristagni durante lo scavo della cassa “Pestello”. In condizioni di esercizio in fase di emergenza le aree individuate come accumuli delle esondazioni controllate saranno interessate da alcuni metri di acqua, che sarà poi rilasciata al corso d’acqua nelle ore successive al transito delle piene. In condizioni di esercizio ordinario l’impatto è legato alla presenza di materiali accumulati nei pressi delle opere d’arte e nelle aree di invaso, che possono causare ristagni temporanei in caso di attivazione. Per scongiurare il rischio di ristagno all’interno della cassa “Pestello”, sarà realizzato un fosso di scolo delle acque, che ripercorrerà il tracciato di quello attualmente esistente, da cui si allontana poi per raggiunge la condotta di scarico della cassa. Tale fosso consentirà di regolare il deflusso dell’acqua sia in condizioni di normale esercizio (occorre allontanare la pioggia che interessa direttamente l’area di accumulo), che in condizioni di emergenza (evitando il ristagno delle acque di esondazione). In condizioni di esercizio ordinario sarà necessario fare un controllo periodico della presenza di materiali accumulati nei pressi delle opere d’arte e nelle aree di invaso, per scongiurare ristagni temporanei in caso di attivazione. 7
Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo (elementi preliminari) Il Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo sarà redatto nel progetto esecutivo in conformità alle vigenti norme in materia di utilizzo delle terre e rocce da scavo ed in particolare all’art. 5 del D.M. ‐ 15 ‐ PROGETTO DEFINITIVO 1 161/2012. In questa fase (progetto definitivo) si forniscono gli elementi fondamentali e preliminari nello specifico elaborato “piano di utilizzo”. 8
Quadro economico LAVORI A BASE D'ASTA
IMPORTI IN EURO
CASSA DI ESPANSIONE SCRAFANA
A
TAGLI e DEMOLIZIONI
€
7 653.25
B
SPLATEAMENTI E SCAVI
€
22 912.25
C
RIEMPIMENTI, VESPAI, SOTTOFONDI RILEVATI E AREE VERDI
€
203 162.73
D
OPERE IN CEMENTO ARMATO
€
56 095.60
O
OPERE DI COMPLETAMENTO
sommano (parziale)
€
6 741.25
€
296 565.08
CASSA DI ESPANSIONE PESTELLO
A
DEMOLIZIONI
€
7 222.20
B
SPLATEAMENTI E SCAVI
€
242 777.50
C
RIEMPIMENTI, VESPAI, SOTTOFONDI RILEVATI E AREE VERDI
€
58 224.50
D
OPERE IN CEMENTO ARMATO
€
90 675.27
E
MURATURE, CONGLOMERATI BITUMINOSI
€
3 120.00
H
OPERE DI INGEGNERIA NATURALISTICA
€
36 120.00
O
OPERE A CORPO
€
195 000.00
sommano (parziale)
€
633 139.47
sommano (Scr.+Pes.)
€
929 704.55
€
31 660.00
€
961 364.55
PER ONERI RELATIVI ALLA SICUREZZA (RIF. COMPUTO)
COMPLESSIVAMENTE LAVORI A BASE D'ASTA
SOMME A DISPOSIZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE
1 Per I.V.A. 22 % sui lavori A BASE D'ASTA
€
211 500.20
Per acquisto ed istallazione segnaletica orizzontale e verticale a norma di legge
2 compreso I.V.A.
€
12 200.00
Per acquisto e piantumazione essenze arboree relativamente alle aree da rinverdire
3 compreso I.V.A.
€
16 400.00
4 per oneri di cui all'art. 92 del codice degli appalti
€
19 227.29
Per oneri relativi consulenze specialistiche di tipo geologico e strutturale collaudi
tecnici e amministrativi relativamente alla nomina dei collaudatori e alle spese
5 tecniche iva compresa.
€
34 000.00
Per imprevisti in corso d'opera relativamente agli scavi e ai sottoservizi, allo
6 spostamento dei servizi a rete aerei ed interrati iva compresa
€
25 000.00
Per oneri relativi alla pubblicità dell'appalto come previsto al'rt. 29 della legge 109/94
7 comma 2 e s.m. compreso I.V.A.
€
8 Per oneri relativi alla acquisizione delle aree iva compresa
1 200.00
€
325 000.00
€
31 500.00
€
2 607.96
€
678 635.45
€
1 640 000.00
per oneri relativi ai frazionamenti e atti di compravendita conpreso spese accessorie
9
10 Pareggio ed arrotondamento
TOTALE SOMME A DISPOSIZIONE
TOTALE COMPLESSIVO
Il tecnico Dott. Ing. Michele Mancini ‐ 16 ‐