Brani estratti dal lavoro degli studenti

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Brani estratti dal lavoro degli studenti
BRANI ESTRATTI DAL LAVORO DI SISTEMATIZZAZIONE DELLE IMPRESSIONI DEGLI
STUDENTI
nel corso del viaggio di ritorno da Cracovia
Eccoci qua, già di ritorno da una delle esperienze più toccanti della mia vita. Nell’ultimo anno ho
avuto la fortuna di viaggiare molto e di fare tante esperienze, ma ogni volta mi stupisco di quanto
queste possano essere così simili, ma al contempo così diverse, uniche. Quando in classe,
qualche settimana fa, ci hanno proposto di partire per il viaggio, non avrei mai creduto di vivere
emozioni simili. Il giorno prima di partire avevo sentito una mia amica che era appena tornata dallo
stesso viaggio. Le sue parole mi avevano colpita: “Non voglio raccontarti troppo, prima di tutto
perché non voglio anticiparti nulla e poi perché davvero devi viverle queste cose, devi viverle per
capire di cosa parlo. Quando tornerai ci confronteremo e vedrai che capirai quello che avevo
detto”. Aveva ragione. Esperienze del genere non si possono raccontare, non si può riassumere in
poche parole tutto quello che ho provato. Quando sabato e domenica dei miei amici mi scrivevano
per chiedermi come stesse andando la settimana, rispondevo loro di aver dentro un turbinio di
emozioni così forte da non riuscire a parlarne. Tanto, in così pochi giorni. Tutto questo è stato
possibile grazie a voi, Fabrizio e Francesca formatori di Terra del Fuoco, due persone stupende
che hanno reso tutto fantastico, ma anche grazie a noi, ai professori, all’atmosfera che tutti insieme
abbiamo saputo creare.
Ormai siamo quasi alla fine di questo lungo viaggio di ritorno ma appena necessario per poter
riflettere sull’esperienza vissuta. Ciò che abbiamo visto ci ha permesso di approfondire e arricchire
le nostre conoscenze riguardo agli aspetti più crudeli dello sterminio. Nonostante ciò non è stato
più facile comprendere quello che ha spinto quegli uomini a compiere atti così atroci perché
immedesimarsi nelle loro menti è impossibile. Le cose che ci hanno colpito di più sono state la
grandezza di Birkenau, la sistematicità dell’organizzazione del campo e quindi la velocità con cui
sono state uccise tante persone in così poco tempo. Inoltre ci hanno impressionato gli ammassi di
capelli, di scarpe, d’indumenti, di oggetti personali e di valigie, soprattutto quelli dei bambini perché
è stata loro strappata la vita così brutalmente senza aver avuto la possibilità di conoscere il
mondo.
Questo viaggio è stato importante perché ha contribuito ad accrescere la nostra sensibilità e a
cercare di fare il possibile per evitare che ciò si ripeta di nuovo facendoci prendere
consapevolezza delle nostre responsabilità.
Dobbiamo mantenere vivo il ricordo di quanto accaduto perché non dimenticare è la cosa più
importante.
Siamo qui, già di ritorno da questo lungo e pesante viaggio. Sono partita mercoledì scorso con
molte paure e aspettative … La paura della reazione che avrei potuto avere nel visitare i campi era
la principale. Le emozioni sono state diverse. La rabbia e la tristezza si univano assieme per
arrivare a un’unica domanda “Ma perché? Come è stato possibile?”. Una risposta è impossibile da
trovare, è difficile capire come la mente umana può arrivare a una simile situazione.
Speravo di poter tornare con più consapevolezza di ciò che è stato; posso dire di esserci arrivata
solo per quanto riguarda la storia e gli avvenimenti documentati, per tutto il resto una risposta non
l’ho trovata e mai la troverò.
Quest’esperienza mi ha portato e mi ha arricchita molto su più punti di vista. Torno in maniera
differente a casa e la voglia di poter raccontare ogni cosa è tanta.
Non è facile scrivere cos’è stato questo viaggio. Non ci rendiamo ancora conto di quello che
abbiamo visto. Riuscire a spiegare, a capire il male che ha spinto uomini a fare quello che hanno
fatto nei campi di concentramento ci risulta sempre più difficile, anche dopo questa esperienza.
Ciò che ci ha avvicinato, forse, ad una “comprensione” di questa “banalità del male” è la seguente
riflessione emersa durante l’assemblea di domenica: come la tastiera di un piano, la nostra vita è
limitata, definita; ma quello che possiamo fare, le note che possiamo suonare, sono infinite. Di
conseguenza il male e il bene realizzabile non hanno fine.
Non possiamo essere sicuri di riuscire a capire veramente ciò che è stato. L’unica promessa che
facciamo a voi, a noi, è di non smettere mai di pensare e riflettere sul valore e significato del più
grande cimitero a cielo aperto: Auschwitz.
E infine la promessa più grande che ci sentiamo di fare è di alzarci, camminare, diffondere quello
che abbiamo provato in questi giorni figli affinché le NOTE che verranno suonate in futuro siano
migliori.
Le emozioni provate sono state tante sia per i luoghi visitati ma soprattutto per le persone che
hanno condiviso con noi quest’esperienza. Per quanto siano stati solo 5 giorni, ognuno di loro è
contato tanto per noi, dagli argomenti trattati, alla visita ai campi, ai dibattiti affrontati, ma
soprattutto l’esperienza generale ci ha fatto cresce un po’ …
Grande esperienza formativa sotto molti aspetti, non soltanto per quanto ha riguardato la vita di
campo; il viaggio, la vita in Polonia, le attività, le serate … tutto ciò è parte indelebile
dell’esperienza e del “pullman” della memoria, che rimarrà e che ha contribuito a una crescita
interiore di tutti, partendo dalla condivisione di una camera con persone sconosciute alle 8 ore
trascorse ad Auschwitz. Sinceramente non mi sarei mai aspettato che tutto ciò mi desse tutte
queste emozioni, che il rapporto con gli altri compagni di viaggio diventasse così buono e che i
formatori, essendo così giovani, fossero al tempo stesso persone così esperte e preparate.
Dunque ringrazio tutti i compagni e i grandissimi Fabio e Francesca per aver trasformato questo
viaggio di conoscenza in qualcosa di più, qualcosa di fantastico, di unico, di indimenticabile per
me, qualcosa che fa crescere di testa ma soprattutto di “pancia”.
Non sono più la ragazza che è partita mercoledì scorso, perché ora quella scarpetta azzurra è
entrata a far parte della mia vita.
Il percorso che avete preparato per noi non è un puro percorso storico, è un percorso umano che
inizia con questa meravigliosa esperienza. Credo che la cosa migliore che io possa fare sia
promettervi che non metterò fine a questo percorso, che cercherò di uscire da questa insipida e
triste “zona grigia”.
Non ero molto sicura prima di fare questo viaggio, avevo molto incertezze, come “sono sola”, “non
conosco nessuno”, “aiuto come farò?”, ma poi appena salita sul pullman, queste domande sono
sparite perché ho capito che avrei visto qualcosa di unico, qualcosa che mi avrebbe cambiato la
vita per sempre (sola o in compagnia)!. Credo che quei luoghi prima o poi debbano essere visti da
tutti, perché danno un insegnamento, che si porta dietro per tutta la vita, ma che è diverso per
ciascuno di noi. Per me è stato il fatto che ogni mio problema non è niente e che non posso
prendere tutto sul personale, perché nella mia vita ho e ho avuto troppa fortuna e devo ringraziare
per questo!
Comunque … ci sono tante cose che vorrei dire, ma le riassumo in questa frase che fa capire tutto:
rifarei questo viaggio altre mille volte, perché ogni volta mi darebbe qualcosa di più!
Vi ringraziamo per questa bella esperienza che ci avete fatto vivere. Inoltre siete delle persone
fantastiche che siete riuscite a trasmettere la passione per questo progetto.
Abbiamo apprezzato molto la vostra serietà e il vostro modo di coinvolgerci in questa esperienza.
Senza di voi non saremmo riusciti a elaborare i nostri pensieri. Grazie a voi abbiamo condiviso
emozioni e punti di vista differenti che ci hanno permesso di conoscerci meglio e unirci (o quasi).
Ci piacerebbe rivivere questa esperienza una seconda volta per vedere le differenze che abbiamo
provato o meno.
E’ stata la più bella esperienza della mia vita e vi ringrazio davvero tanto.
Ora anch’io mi sento in dovere di proteggere quel luogo perché è molto importante continuare a
ricordare. Inoltre la cerimonia finale a Birkenau è stata stupenda.
Vorrei anche ringraziarvi per averci dato delle possibilità di confronto poiché a scuola sono poche
le volte in cui ci si può confrontare, esprimere le proprie opinioni.
Infine vorrei dire che si è creato un gruppo bellissimo, formato da belle persone e con le quali sono
felice di aver condiviso questi 5 giorni di forti emozioni.