L`eccellenza nel golf

Transcript

L`eccellenza nel golf
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
1
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
L’eccellenza nel golf
2
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
l’eccellenza nel golf
Scopri segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Alessandra Donati
www.golfissazione.com
3
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Attenzione: Tutti i diritti sono riservati a norma di legge. Nessuna
parte di questo ebook può essere riprodotta con alcun mezzo senza
l’autorizzazione scritta dell’autore. Le strategie riportate in questo
ebook sono frutto di anni di esperienze e studi, quindi non è
garantito il medesimo risultato di crescita personale e di gioco del
golf. Il libro ha esclusivamente scopo formativo e non sostituisce
alcun tipo di trattamento medico o psicologico.
Questo ebook è liberamente distribuibile, ti chiedo solo di non
modificarne il contenuto.
4
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Sommario
Introduzione
7
Le “qualità difettose” degli amatori di golf e i loro lamenti
9
Ti presento i professionisti coinvolti nell’ebook: qualità
18
comuni e non comuni di queste persone fuori dal comune
Le storie personali:
21
Alessandro Rességuier
21
Andrea Cerri
37
Andrea Perrino
43
Andrea Zanardelli
49
Antonio Burzio
56
Emanuele Bianco
63
Federica Dassù
68
Ferruccio Crotti
76
Filippo Falzoni
82
Francesco Mainardi
87
Giacomo Dovetta
91
Gianni Davico
100
Gianpaolo Fattori
106
Guido Caneo
112
Lorenzo Bosisio
123
Luca Beneduce
130
Luca Ravinetto
136
Markus Dickey
141
5
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Paolo Pustetto
147
Gli “ingredienti” dell’eccellenza dei pro
153
Migliora anche tu il tuo golf in 6 passi
157
Passo 1: ottimizza le lezioni col maestro
157
Passo 2: cura al meglio la tua forma fisica
165
Passo 3: trovati un modello
167
Passo 4: visualizza il volo di palla
170
Passo 5: sii grato
174
Passo 6: attira le magie di golf
180
Conclusione
186
6
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Introduzione
Se stai leggendo questo ebook forse sei amico di un professionista
coautore, oppure sei curioso di capire come anche tu, amatore di
golf, puoi migliorare il tuo gioco grazie agli spunti che leggerai qui.
Non troverai altrove uno scritto più utile di questo, nemmeno se
l’autore è un famoso professionista vincitore di numerosi tornei
mondiali, perché questo è un riassunto di tante storie diverse e
ogni storia ha qualcosa da insegnarti.
Alla fine di ogni storia raccontata dai professionisti ho fatto un
riassunto di ciò che serve a noi amatori per progredire nel golf per
poi, in fondo al libro, illustrarti la sequenza di semplici passi da
seguire per dare una svolta al tuo gioco. E per quanto tutti i
professionisti si affannino nel dirci che per migliorare sono necessari
maestro e campo pratica, vedrai che io trarrò altre conclusioni dai
loro scritti, che ti faciliteranno molto di più di ore di lezioni e sudate
in campo pratica.
Attento: non sto dicendo che il maestro e il campo pratica non
servono. Sto dicendo che forse anche a te mancano alcune
strategie che, se acquisite, faciliterebbero alla grande l’evolversi del
tuo gioco e anche la tua vita cambierebbe in meglio. Sto dicendo
che anche tu, anch’io, abbiamo la possibilità di acquisire queste
qualità – atteggiamenti - strategie che ci mancano.
7
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Il sottotitolo “Scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf
di am” è l’essenza di ciò che leggerai. I segreti dei pro si
assomigliano e potrai sperimentarli su di te. Sono certa che otterrai
grandi risultati dalla lettura completa di questo ebook e dal seguire
passo passo le mie istruzioni alla fine.
Tutto quello che scrivo in nero è frutto della mia testa. Quello che
scrivo in blu è frutto della testa dei pro o di altre persone e le
scritte in rosso sono dei riassunti finali elaborati, naturalmente, da
me. Ogni professionista ci regala consigli presi dalla sua esperienza
e tu adotterai quello che ti serve di più. Spero di averti facilitato la
lettura con i colori!
8
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
I lamenti dei giocatori di golf e le loro “qualità
difettose”
Tempo fa ho fatto un’inchiesta sui problemi maggiori lamentati dai
golfisti e ne sono emersi davvero tanti. C’è chi lamenta poca
distanza, poca concentrazione, ansia da gara, sfiducia nel colpo,
poco
tempo,
poca
voglia
di
allenarsi…
Copio
qui
qualche
testimonianza davvero interessante:
“Dopo le prime buche dove mediamente gioco dei colpi piuttosto
solidi e precisi, comincio lentamente ma inesorabilmente a perdere
la concentrazione - Non sento più lo swing - vado in uno stato
confusionale comincio a perdere la precisione e la qualità di gioco!
In poche parole inizio a giocare male perché fondamentalmente
perdendo la sicurezza ho maledettamente paura di sbagliare! (e
sbaglio!)
Roberto
Roberto vedo che sei consapevole che quando manca la sicurezza e
la fiducia sulla palla significa entrano immediatamente dubbio e
paura, nemici dello swing.
I miei problemi? Gestione della concentrazione.....a volte mi sento
"scollegato" dalle sensazioni che spesso provo in tante situazioni.
Strategia, a volte raffazzonata sui recuperi. Putting: allenamento e
gestione in gara su quelli importanti. In generale direi, oltre
all'aspetto tecnico che deve essere sempre alimentato con pratica
9
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
ed allenamento, molte mie difficoltà sono da...psicoterapeuta.
Matteo
Ti può consolare il fatto che la maggioranza delle persone prova
quello che provi tu, Matteo?
Ho 53 anni, gioco da 3-4 anni, con frequenza 3 volte settimana,
dopo avere finito il lavoro (sono medico)
Dopo 2 anni in cui mi sentivo umiliata dal non avere ottenuto
risultati sperati, ora ho capito quali sono le variabili in gioco:
1) età di inizio del gioco- superfluo dirlo, ma l'apprendimento
motorio è ben diverso ad ogni decade
2) competenze precedenti in altri sport- non è affatto vero che non
conta, ogni sport ha insegnato al nostro corpo e al nostro cervello
l'apprendimento di un gesto atletico e la comprensione immediata
di un compito motorio, per cui chi arriva al golf senza esperienze
precedenti impiega molto tempo solo a capire e a " sentire" il
proprio corpo che si muove e a capire cosa fa e cosa sbaglia
3) importanza dell'allenamento guidato. Tutti prendiamo alcune
lezioni, poi ci alleniamo in campo pratica, ma inevitabilmente
effettuiamo degli errori che poi il nostro cervello integra con il
movimento, pensando di fare bene
4) carattere, ovvero determinazione e resistenza allo stress
5) forma fisica
Non mi alleno, per cui vado subito in campo, ed ecco che il gioco
corto è ovviamente impreciso ed ho impiegato molto tempo per
apprenderlo...
Daniela
10
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Daniela, la questione dell’età è smentita da Luciano che ha 12 anni
più di te e gioca 10,7. Certo, lui ci dedica tanto tempo… Non lo dice,
ma si capisce! Leggi con attenzione questa testimonianza perché è
la più bella che io abbia mai ricevuto, dà una grande speranza a chi
inizia a giocare in età avanzata… se ce l’ha fatta lui puoi farcela
anche tu che sei molto più giovane. Per il resto dici cose ineccepibili.
Ho 65 anni e ho iniziato a giocare a golf quattro anni fa. Il mio hcp
è 10,7, il mio migliore risultato 74 e più volte sotto gli ottanta e ti
posso assicurare, Alessandra, che quando hai
motivazione e
concentrazione per ogni colpo i risultati arrivano. Sono convinto
che il ns. cervello ha la responsabilità di tutti i nostri comportamenti,
le nostre flappe, putt non imbucati da pochi cm. e tener fronte alle
pressioni di gioco.
Sinceramente tiro drive sui 200 m. con una alta percentuale di
fairway, legni abbastanza lunghi e dritti, carente approcci tra i 110/
140 m., molto bene gioco corto e anche putt ma la difficoltà
maggiore è quella di giocarli tutti bene con continuità. Vorrei altri
20/30 m. di drive per poter approcciare più da vicino.
Il golf mi ha letteralmente cambiato la vita. Da quattro anni gioco
(a piedi) 3/4 volte a settimana, ho perso 12 kg. di peso, ho
eliminato pillole per colesterolo e pressione sanguigna,
frequento fitness per mantenere la condizione fisica, ma i
miei 65 anni mi limitano nella torsione ed elasticità muscolare per
eseguire uno swing più potente. Evviva il golf.
Luciano
11
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Luciano, la tua bellissima testimonianza è l’essenza di ciò che darò
come “cura” agli inguaribili! Tu lamenti solo un po’ di continuità! A
65 anni sei un ragazzo, sei la speranza di tutti noi.
Cosa vorrei più di ogni altra cosa da un maestro?
Che riuscisse nell' impossibile impresa di regalarmi 20-30 mt sul
drive (e di conseguenza con le altre mazze).
Cerca di capirmi, non è un' ossessione di lunghezza fine a se stessa,
il problema è che alla mia età (61) sono arrivato a giocare un
discreto hcp (7,2 a inizio anno) ed è un hcp che con drive che non
superano i 200 m. si fa molta fatica a giocare.
Claudio
Anche tu, come Luciano sei proprio un GRANDE. Sicuramente un
risultato così alto alla tua età è dovuto al tempo a tua disposizione
da dedicare all’allenamento e alla pratica e alla tenacia di voler
raggiungere un obiettivo.
Fino a qualche anno fa ero colpito da quella che chiamo "febbre del
golf", ma ora sono tornato ad una temperatura di 36.8 e vedo le
cose con più tranquillità. La verità è che da qualche anno non vinco
più. In passato per vincere in terza o seconda categoria bastava un
36 stableford o un 38, raramente un 40, punteggi che non ho mai
superato ma che piano piano e progressivamente mi hanno portato
quasi in prima categoria. Oggi assistiamo impotenti ad una
trasformazione del golf con l'ingresso di nuove leve assolutamente
inadatti a ignari dello "spirit of the game" che ha fatto del golf il
12
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
gioco più bello del mondo. Vincere una gara significa spesso
totalizzare 44, 46 punti… Qualche giorno fa ho visto un 53! Oppure
succede l’inverso: giocatori che potrebbero giocare 14 o 16 hanno
invece 24 di hcp ed aspettano la partita con finale all'estero per
vincere..perché tutto ciò? Chi ha la responsabilità di questa
situazione?
Max
Max io vado a giocare la finale BMW ad ottobre grazie a una gara
dove ho fatto solo 37 punti! Vero, è più raro di una volta, però
succede ancora. Anche la mia febbre è scesa negli anni, questo è
normale. La febbre alta ce l’ha chi inizia, ci sono solo alcuni fissati
che hanno la febbre tutta la vita!
Mi manca la concentrazione, gioco solo per divertirmi e non riesco a
stare concentrato per 18 buche, posso fare cose da esaltazione a
tiri da dimenticare, anche se riesco il più delle volte a recuperare.
Vorrei migliorare il drive, non arrivo mai oltre i 200 metri, se
guadagnassi qualche cosa mi sentirei un campione. Vorrei anche
essere più continuo.
Io credo che ogni maestro dovrebbe trasmettere ai propri
allievi è la passione, l'ora che passi con lui non deve essere
solo insegnamento, ma farti scoprire la sfida che tu hai con
quella maledetta pallina e il campo solo allora scopri
l'essenza del golf.
Antonio
13
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Grazie della tua testimonianza, Antonio. Questa è utilissima per i
maestri. In questo ebook i maestri ci insegnano qualcosa e gli
amatori insegnano qualcosa a loro.
Ho l'ansia da prestazione, detesto fare brutte figure, cosi non riesco
ad estraniarmi e ad affrontare il gioco con distacco, ed in gara,
anche amichevole, do il peggio di me. Vorrei che il maestro mi
trasmettesse la fiducia. Paola
Paola, ti immagino sul tee della buca uno mentre tiri il drive e il
fotografo ti immortala… Che stress! Non sei la sola a provare ansia
in gara. Ho un’amica che va avanti da anni con le gocce
omeopatiche calmanti , le prende alla buca 1, alla 6 e alla 12. E a
seconda di com’è finita la gara, anche alla 18.
Le mie difficoltà maggiori :
prendere il mio tempo, eseguire tutto correttamente nella giusta
sequenza ... forse la cosa più difficile ora è l'address corretto, tendo
sempre a tenere il piede destro arretrato e miro perciò a destra del
bersaglio, ma io sono convinta di essere dritta e la difficoltà
successiva è il rilascio morbido delle braccia con rotazione del corpo,
perché spesso mi irrigidisco e o non termino il colpo, o sono rigida
sul bastone. Subito vorrei migliorare il putt, perché posso essere
intorno al green al 2° colpo, cavarmela con l'approccio, ancora
impreciso, perciò l'ideale sarebbe mirare al centro della buca, NON
al bordo che è la mia specialità!
Date le premesse (età, tempo
dedicato, ecc.) io sarei felice se avessi continuità nel gioco
14
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
(vorrebbe dire che c’ è un livello consolidato dal quale progredire) e
se migliorassi la precisione, cioè la direzione del colpo verso il
bersaglio.
Perché non ho raggiunto il livello che vorrei? A volte mi dico perché
non è il mio sport (quando sono depressa) altre perché non mi
alleno a sufficienza (quando vedo gli uomini con cesti di palline in
campo pratica, cosa che non ho mai fatto), altre che non ho
l'atteggiamento mentale giusto.
Roberta
Roberta tu lamenti continuità e precisione, problema comunissimo,
ma non dare la colpa all’età, ti rimando allo scritto di Luciano che
parla chiaro.
Bisognerebbe riuscire a giocare con la testa vuota e lasciare la
libera espressione di quello che i nostri muscoli hanno registrato....
Io normalmente ci riesco per le prime tre o quattro buche, poi
mi succede di entrare in un mondo del quale non sono più capace
di intendere e volere.
Mi manca ancora
trovare un buon ritmo, giocare i miei ferri con
regolarità perché mi danno fiducia, poi mi mancano continuità e
precisione.
Ora sto prendendo delle lezioni che mi aiutano a migliorare il mio
swing tutto benissimo al driving range, ma sul percorso è tutta
un’altra storia.
Maurizio
15
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Maurizio anche tu hai problemi di “testa”, di concentrazione, di
continuità, di ritmo e di regolarità. Se non acquisti fiducia in te ti
porterai dietro in eterno la differenza abissale tra i tuoi colpi in
campo pratica e quelli sul percorso.
Cosa mi servirebbe di più? Riuscire a mantenere la fiducia anche nei
momenti in cui sbaglio, invece tendo a rammaricarmi.
Vorrei migliorare gli approcci, perché sensibilità e precisione intorno
ai green sono fondamentali, e il drive perché il primo colpo preso
bene dà sicurezza. La cosa che maggiormente mi impedisce di
ottenere il mio golf migliore è sicuramente legata alla mente che mi
condiziona enormemente e spesso rovina le mie domeniche. Nicola
Anche i tuoi, Nicola, sono problemi di TESTA. Non ti mancherebbe
niente per giocare bene se non una sana fiducia nel colpire la
palla.
Questo è un estratto di quanto è emerso dalle 82 email che ho
ricevuto a risposta del mio sondaggio, dove la domanda principale
era: Cosa ti impedisce di giocare bene a golf?
Io, avendo letto ed analizzato le storie dei professionisti che
troverai qui di seguito, aggiungo il fatto che a tanti amatori manca
la grinta e la tenacia. Tenacia di voler raggiungere un obiettivo,
tentare e ritentare tante strade caparbiamente fino a che non si
raggiunge il risultato voluto. Il ritornello delle 82 email ricevute è la
mancanza di continuità, perdita di concentrazione, sfiducia nel
colpo, ansia da gara… Via col riassunto!
16
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Riassunto dei problemi principali lamentati dagli amatori:
di tipo tecnico: gioco corto inconsistente, soprattutto il
putting, lunghezza del drive, ferri e legni, rotazione dei
fianchi, velocità del downswing, rotazione corretta delle
spalle.
Di tipo mentale-psicologico: continuità e regolarità di gioco,
ritmo, mancanza di tempo, concentrazione, indecisione,
dubbio, sfiducia, fretta, stress da controllo del compagno di
gara, poco tempo da dedicare al gioco, ansia da gara,
strategia sbagliata, paura immotivata di non prendere la
palla, troppi pensieri tecnici durante lo swing.
Esempio classico di dialogo interno: “Oddio, finora non ho
alzato palla con l’approccio, ho paura di non riuscirci…”
Faccio una prova, due, non mi sento pronto, ma tocca a me.
Tiro e… una schifezza, rattone in acqua.
17
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Ti presento i professionisti coinvolti nell’ebook:
qualità comuni e non comuni di queste persone fuori
dal comune.
I professionisti di golf che hanno scritto la loro storia su questo
ebook sono TUTTE persone veramente straordinarie. Forse sono
stata fortunata? Il caso mi ha mandato le MIGLIORI storie di golf?
O forse il golf giocato ad alti livelli dà una “marcia in più”?
Certamente sono persone che al golf hanno dato tanto e alcuni di
loro stanno dando ancora tantissimo. Tanto in termini di tempo,
energia, fatica, disciplina ferrea. Come “fare il militare” – scrive
uno di loro. Ho visto ad esempio Andrea Perrino praticare ore sotto
il sole di luglio senza dare ascolto alla fatica, al sudore, alla voglia
di riposo. Si era proposto di tirare un certo numero di palline e le ha
tirate. Punto. Senza scuse per smettere.
Il golf ha ripagato la fatica profusa: tutti loro lavorano e
guadagnano grazie al golf. C’è chi gioca sul tour o chi ha giocato
per un periodo, c’è chi insegna, c’è chi ha una scuola, chi fa il
direttore di club, c’è chi insegna ai disabili e c’è chi costruisce nuovi
campi da golf.
I 17 professionisti intervistati sono: Alessandro Rességuier, Andrea
Cerri, Andrea Perrino, Andrea Zanardelli, Antonio Burzio, Emanuele
Bianco, Federica Dassù, Ferruccio Crotti, Filippo Falzoni, Francesco
18
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Mainardi, Giacomo Dovetta, Guido Caneo Lorenzo Bosisio, Luca
Beneduce, Luca Ravinetto, Markus Dickey, Paolo Pustetto.
Oltre a loro ho incluso due amatori, che hanno storie interessanti da
raccontarci: Gianpaolo Fattori e Gianni Davico. Sono entrambi due
amici, conosciuti via web. Entrambi in prima categoria, Gianpaolo
adora il golf e ha trovato il modo di lavorare con golfisti, Gianni è
addirittura pronto per passare al professionismo, pur avendo
superato i 40 anni. Vuole entrare nel guiness dei primati! E’ così
motivato che il suo entusiasmo è contagioso.
Molti di questi professionisti si sono formati negli USA e un paio di
loro hanno acquisito titoli speciali come la certificazione TPI
per
offrire un ulteriore servizio a chi vuole migliorare a golf. Molti sono
insegnanti appassionati, che cercano davvero il bene dell’allievo e lo
aiutano ad ottenere buoni risultati. Altri non insegnano ma lavorano
comunque nell’ambiente del golf. Andrea Perrino gioca sul tour e la
sua vita è completamente diversa dagli altri, sempre all’estero a
disputare gare e quando è a casa si dedica all’allenamento in
campo pratica e sul percorso.
Cos’hanno in comune queste persone?
La passione e l’amore totale per il gioco. La dedizione, la tenacia nel
raggiungere obiettivi, l’incoraggiamento di genitori e maestri giusti,
il fisico adatto per il golf, l’essere cresciuti in un determinato
ambiente, l’aver cominciato a giocare da piccoli, l’avere un
“mentore”, la volontà precisa di raggiungere il successo, il credere
in se stessi, il volersi migliorare costantemente.
19
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Da ogni storia impareremo qualcosa. Ognuno di loro ha il suo
“segreto” e io ho avuto l’onore di decodificarlo per creare un
manuale utile per migliorare l’approccio al gioco di ogni lettore
attento.
E tu lettore attento, ricava da questo ebook la strategia che ti serve
per aumentare la tua fiducia sulla palla, acquisire un movimento
fluido e libero da ingorghi mentali, acquisire ritmo e tempo,
allontanare dubbi, paure e indecisioni. Impara ad ascoltare il
messaggio del tuo maestro e a carpirgli “quel qualcosa in più” che ti
aiuti a fare il salto di qualità.
Ho messo i protagonisti delle storie in ordine alfabetico per nome di
battesimo, dovevo pur scegliere un ordine…
Alessandro Rességuier è l’unico che ha scritto una lunga storia,
infrangendo le barriere che gli avevo imposto con le mie domande.
Ho conosciuto Alessandro qui a casa mia, il mio giardino confina col
campo pratica di Vicopelago. E’ stato il maestro di mio marito e mia
figlia e ho per lui una speciale simpatia, non me la sentivo di
tagliare ciò che ha scritto, anche perché tutto il suo racconto è una
grande metafora di ciò che serve a raggiungere l’eccellenza.
20
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Le storie personali
Alessandro Rességuier de Miremont
Sono nato e cresciuto con il culto per lo sport. Il che rende il mio
incontro con il golf un evento non del tutto casuale.
In vacanza, mi piaceva la montagna e, fin da piccolino, traevo la
massima soddisfazione dallo staccare tutti, su per i sentieri, e
dall’individuare i passaggi più pericolosi dove piede umano non si
era mai posato. Nei centri sportivi estivi la mia propensione
emergeva chiaramente, e, dalla corsa al tennis, dalle arrampicate al
basket, agli altri lasciavo le briciole. D’inverno, sulla neve,
sapevo scivolare in mezzo ai paletti come pochi. E così cominciai a
mettere su la mia prima bacheca di trofei, medaglie e pergamene.
Passare quindi dai giochi all’agonismo il passo è stato breve e
spontaneo, anche se la costanza e la continuità dell’impegno
sottraeva qualcosa al divertimento puro e semplice ed
esigeva un’assunzione di responsabilità che fino ad allora mi
era stata del tutto sconosciuta. Parlo dei nove anni e passa di nuoto
agonistico
che,
forse,
calcolando
i
chilometri
di
vasche
di
allenamento, mi avrebbero permesso di andare in Sardegna e
ritorno.
21
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Nulla da rimpiangere, sia ben chiaro, ma quando, insieme a mio
fratello decidemmo di smettere, lo facemmo con la convinzione di
chi si era tolto un bel po’ di soddisfazioni, ma che voleva continuare
a prenderle in altre discipline.
Ovviamente nello sport, per quanto mi riguardava, e così approdai
al canottaggio, ma dopo un anno, ed oramai ne avevo quasi
quattordici, compresi non era quello l’ambito nel quale sfamare la
mia
insaziabile
voglia
di
misurarmi
agonisticamente.
Calcio,
pallacanestro, tennis, sci, tutte sfide da cui ero stato saltuariamente
attratto, ma che non mi erano entrate, come dire, “nel sangue” a
tempo pieno.
Di lasciare lo sport, nemmeno a parlarne. Era il periodo in cui,
anche se forse con un po’ di ritardo, il mio sviluppo fisico
evidenziava finalmente quello che mi era mancato solo un paio di
anni prima, centimetri che mi allungavano visibilmente le gambe e
mi allargavano le spalle. E poi allo studio non riuscivo a dedicare
tutto il tempo che l’impegno crescente richiedeva. Una lotta anche
qui. Ma mettermi alla prova era nel mio DNA.
E dunque, sapevo che lo sport, da qualche parte, mi avrebbe potuto
e dovuto dare quelle affermazioni che non smettevo di cercare
e che solo all’occasione buona avrei raccolto.
Abitavo nella periferia nord di Roma. Campagna aperta a poche
centinaia di metri da casa.
Un giorno, una puntata in macchina con mio padre ed in cinque
minuti ci fermiamo là dove spesso vedevamo pascolare le pecore,
22
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
durante il tragitto per andare a scuola. Sul retro dell’auto, quattro o
cinque palline da golf ed un ferro tre, eredità di una tradizione
familiare che risaliva a mio nonno, a suo tempo handicap 6. Ed il
golf, nel mio immaginario, era qualcosa solo per “grandi”.
In pochi minuti si sfatò nella mia mente questo luogo comune. Ed
avvenne al momento giusto. Anche se negli anni che seguirono non
cessai mai di rimproverare mio padre di avermi avvicinato un po’
troppo tardi, al golf.
“Vuoi vedere come si fa?”, e palla che parte, decolla e atterra dove
ancora si riesce a vederla. Ci provai anch’io.
Non lo sapevo ancora, ma ero già contagiato: ero diventato un
golfista.
C’era un circolo non lontano da casa, l’Arco di Costantino. In pochi
giorni si decise tutto. Un pacchetto di lezioni e, da parte mia, un
formicolio, un’adrenalina che volava sempre più su, come le
palle che partivano in alto all’impatto del mio ferro 7. E da lì in
poi, tutto un susseguirsi di eventi. Il maestro che, con le sue
cantilenanti e ripetitive istruzioni, cominciava a diventarmi un po’
“stretto” e di cui sentivo di dovermi liberare, malgrado la sua
ossessiva “gelosia”.
Il golf era ormai parte di me, ed era lui, l’estraneo. Poi l’handicap,
un susseguirsi di gare più che incoraggianti, l’handicap che si
abbassava in modo costante e progressivo, fino all’incontro con lui,
il mio vero e tuttora unico “mentore”, Peter McEvoy. Bella facciotta
tonda e gote rosse che facevano “pendant” con uno stomaco non
23
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
proprio da “figurino”. Ma quanta sapienza golfistica! E che capacità
di farmi proprio “innamorare” del golf!
Ancora adesso, negli inevitabili momenti di crisi, momenti in cui non
“senti” il gioco, e non trovi le sensazioni giuste, ricorro con la
memoria ai suoi fondamentali insegnamenti. E da lì riparto. E
non solo per il feeling comunicativo che mi consentiva di
assimilare rapidamente quello che mi avrebbe fatto diventare il
“Tiger” del mio circolo, come tutti scherzosamente mi chiamavano,
ma soprattutto quando mi insegnava a imbrigliare gli istintivi
impulsi che mi venivano su quando la palla non volava e non finiva
dove avrebbe dovuto.
Partito Peter per la sua “Academy” a Londra, mi sentii orfano
golfisticamente.
Ormai avevo spiccato il volo per le gare nazionali del circuito “under
18” e, per mantenermi ad un livello competitivo, entrai a far parte
della covata giovanile dell’Olgiata. Nessuno che però fosse in grado
di ridarmi o sostituire Peter.
Il “picco” della mia carriera dilettantistica e, con questo, la mia
decisiva autostima per il prosieguo della mia scelta sportiva, lo
ottenni in quegli anni nel corso di una delle maggiori gare nazionali,
proprio all’Olgiata. Da totale sconosciuto qual ero, anche a causa
dell’età, ma in quello che era diventato il “mio” percorso, mi
classificai 5° assoluto in un campo di più di 100 iscritti, segnando il
“par” del campo all’ultima giornata, frutto di 16 par, un birdie ed un
bogey, miglior risultato assoluto di giornata. Mio cugino, al tempo
24
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
molto più affermato di me, e capofila di un gruppo che mi
sosteneva con un tifo da curva sud, mi guardava sbalordito e non
cessava di scuotermi le spalle. Mi pare che scesi d’un colpo solo da
7 a 4 di handicap, e non guadagnato nelle gare di club…
A 17 anni finii per classificarmi al 10° posto del ranking nazionale di
categoria, ma soprattutto avevo messo nel mio bagaglio tanti di
quei circoli in tutta Italia, tante gare, tante soddisfazioni e qualche
delusione (mica tante, ma qualcuna ci vuole!) ben assorbita, e
poi, quante volte ad incrociare i ferri con i Molinari! Beh! Loro si
vedeva bene che erano di un livello di eccellenza, ma, modestia a
parte, non sfiguravo proprio! Anzi, dentro di me, pungolandomi,
non mi sentivo proprio inferiore. Ma, come detto più sopra, la
strada che stavo percorrendo non era tutta in discesa.
A 18 anni compiuti, mi si spalancò davanti un abisso.
Non esisteva un circuito nazionale, passata quell’età, che mi
permettesse di continuare a misurarmi agonisticamente nell’ambito
di una categoria dedicata. Insomma, a quel punto, chi c’era, c’era.
Altrimenti, ciascuno per conto suo. E dunque, dovevo pensare al
golf “per conto mio”.
Dall’Olgiata rientrai al mio
circolo
di origine e
continuai
a
frequentare gare nazionali, ma erano venuti meno i riferimenti, i
traguardi da raggiungere. E poi era l’anno della maturità classica,
un impegno ed un’esigenza che tende ad escludere tutto il resto.
Sicché, quando “la sfangai” come si dice a Roma, la mia
autostima si accrebbe in modo esponenziale, tanto da farmi
25
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
avviare con un successo forse inaspettato un percorso universitario
che mi indusse a non considerare più il golf come una priorità
assoluta. Tanto che forse per qualche delusione mal digerita, ma
soprattutto per un grave incidente con lo snowboard che mi
sarebbe potuto costare molto più caro, lo abbandonai del tutto.
Decisione alla quale pensavo che non sarei mai arrivato.
Io ed il golf, un rapporto che mi era apparso indissolubile … tutto
finito? E poi, soppiantato dagli studi? Roba da non credere… Ma
c’erano anche gli amici, le serate con la birra, il gruppo musicale, il
surf, lo snowboard e… Camilla. Con lei le cose si facevano sempre
più serie.
Intanto,
l’impegno
universitario
proseguiva,
alcuni
esami
mi
assorbivano proprio, ne parlavo in casa coinvolgendo anche mio
padre nelle relative discussioni. Psicologia della comunicazione e del
marketing. Mi sentivo maturare anche mentalmente, ma alla lunga
mi tornò a galla la consapevolezza che alla propria natura non si
può dire di no. L’alibi era subito dietro l’angolo: sì, mi laureo, ma
poi cosa ci faccio? Potrei abbinarlo, il pezzo di carta, all’attività
sportiva, quella per cui sono nato. Al golf. Quello che da sempre mi
era riuscito meglio; anzi, forse proprio la mia vita. Mi sembrò uno
sbocco geniale e completo.
La presi, la decisione. E la presi rapidamente. Avrei tentato la carta
del professionismo. Con l’handicap avevo ancora le carte in regola.
Se avessi fallito, sarei tornato con tutto me stesso agli studi. Poi, mi
dissi, si vedrà. Certo, non mancava molto alle selezioni del percorso
26
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
delle Querce, a Sutri. Ma che speranze avevo? Tornei “seri”, non ne
facevo da tempo immemorabile. Non avevo nemmeno Peter che mi
potesse assistere. Come avrei potuto competere con i migliori
ragazzi da tutta l’Italia, una decina dei quali con la qualifica di
nazionali, il che restringeva ulteriormente il campo dei legittimi
candidati?. Eravamo un’ottantina di aspiranti. Scoprii dopo che ero
l’unico di Roma. Ragione di più per darci dentro.
Ma io credevo in me stesso; sapevo che mettendo a posto il
mio motore, e oliati gli ingranaggi, non ce ne sarebbe stato
per nessuno.
E poi il campo mi aveva sempre portato bene. A 15 anni, ancora 2a
categoria, avevo partecipato alla Quercia d’Oro, ed avevo vinto il 1°
premio netto, malgrado consegnassi uno score da 88 all’ultimo giro
che mi era apparso disastroso, tale da mettere a repentaglio un
torneo già stravinto. Invece non me ne ero reso conto, ma con
tutte quelle pacche sulle spalle, era evidente che dovevo aver fatto
davvero qualcosa di grosso.
E così cominciai la preparazione. Da solo. Mancava circa un mese e
mezzo ai “giri”. Il giorno prima della gara mi sentii teso come il
giorno, per me storico, della maturità. Senza esagerazioni. Anzi,
ancora di più. Ma, nonostante le premesse, la fiducia in me
continuava a sostenermi. Il campo l’avevo provato due o tre
volte, con sensazioni alterne. Non mi ci volle molto per concludere
che avrei dovuto puntare più sull’esperienza che su routine
27
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
collaudate per ciascun colpo, a giocarmi buca dopo buca, senza
particolari strategie.
Finii il 1°giro in 75, ampiamente in zona qualificazione, addirittura
con qualche rimpianto per uno “score” ancora più competitivo. Non
volevo accontentarmi mai. Perché la strada era ancora lunga. Se
qualcuno mi avesse chiesto quando maturai alla fine la convinzione
di farcela, avrei risposto che avvenne al 3° giro, quando azzeccai il
mio “shot of the day”.
Buca 5, par 4 in salita. Drive in bunker. Speranze e probabilità di
raggiungere il green, zero virgola. Un rough impraticabile lungo la
linea ideale per arrivarci. Tirai fuori il mio ferro 6 e le palle
necessarie per quel colpo. “Fade” da antologia e palla che si
ferma ad un metro e mezzo dalla buca. Birdie! Tasso di adrenalina
alle stelle.
Imparai in seguito che anche questo stato di esaltazione è
pericoloso e che va gestito. Ma io ero evidentemente già in grado
di farlo. Conclusi la giornata 6° assoluto e, se non ricordo male, 1°
di giornata, con un vantaggio di colpi quasi incolmabile per
rientrare tra i primi 20 della qualificazione, nella peggiore delle
ipotesi..
La tranquillità e la serenità per me non sono elisir a cui attingere.
Finii per sentirmi troppo sicuro di me, anzi, troppo rilassato.
Iniziai il giro finale da incubo, con una serie di bogey inarrestabile.
28
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Panico allo stato puro. Ma, nonostante non ne azzeccassi una,
portai a casa uno score da 82: 9° assoluto in classifica finale.
Sono un professionista! La mia vita è ad una svolta. Mi viene subito
da pensare ai “se” che ho scartato come i paletti di uno slalom per
arrivare a questo momento; … e “se” mio padre non mi avesse
messo in mano quel famoso ferro 3? … e “se” non avessi sempre
subito il fascino di quella estemporaneità che era un po’ il mio
segno di riconoscimento, ma che in fondo altro non è se non
l’attitudine a concepire e realizzare strategie che altri non si
aspetterebbero… e che solo la mia personalità mi suggerisce per
fare emergere il meglio di me?
Sarei davvero qui lo stesso?
Ah! Dimenticavo: per mettermi il mio bel diploma in tasca, sarei
dovuto tornare sui banchi della scuola, ma vuoi mettere, quali
diverse motivazioni ed entusiasmo! Ma come avrei conciliato la mia
natura imprevedibile ed impulsiva con la pazienza e la capacità di
persuasione e comunicazione che si richiedono per un buon
istruttore? Come mi sarei rapportato con un mio allievo che si fosse
comportato esattamente come avevo fatto un bel po’ di anni
addietro, in quell’aneddoto che è un po’ la “mascotte” della mia
natura anarchica ed imprevedibile?
Avrò avuto 15-16 anni quando, invitato dalla Federazione a
partecipare ad una clinic del grande David Leadbetter, gli mostrai il
mio swing. Leadbetter fece qualche osservazione tecnica, ma si
soffermò soprattutto sul mio “grip”. La modifica suggerita mi
29
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
metteva molto a disagio, e allora, scuotendo la testa, senza alcun
timore reverenziale, gli dissi che così proprio non poteva andare…
Le risate dei miei compagni di corso ancora mi risuonano nelle
orecchie.
La mia preparazione “psicologica” e la mia maturità mentale mi
avrebbero aiutato. Oramai avevo 24 anni e, ne ero certo, avrei
superato ogni perplessità del mio “vecchio”, col quale non ero mai
stato tenero, golfisticamente parlando.
Dopo la scuola, brillantemente ottenuto il “pezzo di carta”, grazie
anche ad una dedizione all’approfondimento di tutte le materie,
vagliai le diverse opzioni che mi si paravano davanti. La più ovvia,
quella di restare “in casa”, all’Arco di Costantino, non assecondava,
dopo
attenta
riflessione,
il
mio
progetto
di
rapida
crescita
professionale che abbracciasse tutti gli aspetti connessi.
Insomma, non volevo “la pappa scodellata”, e forse allora non
potevo
sapere
come
quella
decisione
si
sarebbe
rivelata
lungimirante. E poi, come si dice? “Nemo propheta in patria”.
Ed eccomi a Lucca. Campo pratica di Vicopelago. Credo sia stato il
periodo più duro della mia vita. Fisicamente, soprattutto. E poi, per
la prima volta, fuori di casa, lontano dagli amici e dagli affetti. Ma
dalla mia avevo fatto il pieno di quel carburante che si chiama
voglia di spaccare il mondo, costasse quel costasse, senza
alcun pregiudizio, né alcuna indulgenza per me stesso.
30
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Volevo solo la mia “affermazione” e semmai, chissà, un giorno
anche sul “Tour”.
Lì dovevo fare tutto da solo: dalle lezioni, alla manutenzione del
campo, alla tenuta della segreteria e perfino alla raccolta delle
palline. Dalla mattina alla sera. Ma il gruppo di allievi cresceva, e
cresceva il consenso nei miei confronti, così come la mia autostima
e, piano piano, anche il mio conto in banca.
La cosa più importante, però, si spostava sul piano didattico, e la
compresi quasi subito.
Quello che avrei dovuto trasferire ai miei allievi, specie a quelli più
giovani, non era solo quanto avevo appreso nell’aula o sui libri di
tecnica. Assumeva un peso molto più determinante, nel prosieguo
del nostro rapporto, generare in loro l’entusiasmo per quello
che stavano facendo, dare loro il senso delle motivazioni e
del divertimento che, forse in parte, a me era mancato
allorché mi ero imbattuto in discipline sportive che non avevo
sentito completamente “mie”. Ed in questo sforzo, peraltro, per me
relativamente agevole, mi aiutò moltissimo la preparazione
psicologica che avevo assimilato nel periodo universitario.
Ed infatti, la parte ludica, specie per i giovanissimi allievi, si
rivelò un propellente di enorme efficacia. Era il terreno fertile,
il concime, sul quale avrei potuto meglio impostare un lavoro
tecnico duraturo e più ricco di soddisfazione, da entrambe le parti.
E poi puntai con insistenza, questa sì, quasi ossessiva, sul valore
etico dello sport, indipendente dal golf, ma che sul golf si sarebbe
31
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
dovuto innestare a maggior ragione. Era la battaglia che forse da
dilettante non ero riuscito a sostenere fino in fondo. La battaglia
per una competizione ad armi pari, libera da qualsiasi
sotterfugio o imbroglio, per l’onestà a tutti i costi, anche e
soprattutto quando poteva giocare a discapito dei propri risultati e
che, vivaddio, quando si riusciva a prevalere, magari per meritarsi
solo una bella pacca sulle spalle, non ammetteva alcuna ombra.
Senza doversi sentire, per questo, una mosca bianca.
E questo continua ad essere tuttora il mio primo insegnamento,
diciamo
il
presupposto
basilare,
per
l’abbassamento
dell’handicap e per accrescere il livello di competitività, dalla 3a
alla 1a categoria.
Quando mi resi conto che la gavetta di Vicopelago era stata
sufficiente ed una prosecuzione sarebbe stata solo fine a se stessa,
non essendo più funzionale al mio progetto di crescita professionale,
lasciai la Lucchesia ed un gruppo di amici-allievi che non avrei mai
sospettato mi sarebbero rimasti fedeli nella 3a fase del mio
percorso professionistico.
Parlo della terza e non della seconda parte, perché questa fu
rappresentata da una parentesi di ritorno all’Arco di Costantino. Qui,
a parte il clima di rimpatriata, ritrovai le stesse motivazioni che mi
avevano indotto a non radicarmi, anche e soprattutto mentalmente,
nella “bambagia”.
E la Toscana era per me di nuovo dietro l’angolo.
32
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
A Vinci, dove tutto sa di Leonardo. Dove si mangia e beve da Dio. E
dove si stende un bellissimo campo a nove buche: il Bellosguardo.
Al momento della selezione, tra i vari candidati, l’unico elemento
che giocava a mio svantaggio era la mia giovane età. Ma
evidentemente il mio tipo di approccio, il mio curriculum, avvalorato
da qualche allievo di Lucca che mi stavo portando dietro e che,
come detto poc’anzi, mi era rimasto fedele, associandosi al nuovo
club, risultarono determinanti per la scelta definitiva.
Ambiente ideale, di tipo familiare e dove mi è stato facile
amalgamarmi con una sintonia che dura tuttora. Nel giro di poco
più di un anno il numero dei soci, pressoché raddoppiato,
costituisce un serbatoio di clientela che mi garantisce ritmi di lavoro
sostenuti, a volte sostenutissimi. Ma trovo il modo di curare anche
il mio gioco e vinco la mia prima gara da “pro”.
Una sera torno a casa (a proposito: niente male, davvero) e mi
soffermo davanti allo specchio. “Ale” mi dico, “gira tutto per il verso
giusto, vero?” Ma so benissimo che sto in un ingranaggio che
richiede un suo prezzo soprattutto in termini di abitudini ed
affetti familiari. Ma ho dovuto fare una scelta, e l’ho fatta con
convinzione. Il golf continua ad essere in cima alla scala delle mie
priorità professionali, ed al golf sto dando il meglio di me
stesso,
in
modo
particolare
per
quanto
attiene
alla
mia
collocazione tecnica e “filosofica” con questo mondo.
Provo a spiegarmi meglio.
33
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
E vorrei suggerire un titolo alla spiegazione che segue, che
suonerebbe più o meno così:
“Il gioco di strategia più bello del mondo”.
Mi sono convinto che un’intera biblioteca non sarebbe sufficiente ad
elencare globalmente tutti gli aspetti del gioco e alla loro analisi. O
forse sono soltanto consapevole di non avere la presunzione di
poterlo fare. Troppe volte mi sono “avvitato” su una posizione non
ideale del backswing o su un leggero spostamento dall’asse o su un
grip che dava sensazioni troppo alterne, tali da non consentire la
buona riuscita di una sequenza ripetitiva e facile.
Spesso la ricerca ossessiva di tali dettagli toglie l’attenzione dalla
visione globale del gioco. Mi riferisco al timing ed alla ricerca
della giusta tensione.
Questi due aspetti mi consentono di “ascoltare” meglio il
corpo ed il suo rapporto con il gioco, escludendo così
pensieri e sensazioni fuorvianti che potrebbero confondere
le idee. Non solo. Sono questi gli elementi, infatti, che sono più
riconducibili agli aspetti mentali che tecnici dello swing. E sono
questi gli aspetti sui quali mi appoggio in prossimità di una gara.
Forse sarò ripetitivo, ma credo che valga la pena “stressare” tali
concetti. La consapevolezza di un solido impianto tecnico di cui mi
volevo dotare spesso si sgretolava davanti alla mia stessa
ombra, che disegnava una traiettoria troppo “flat” dello swing. E
tutto il meccanismo, faticosamente e meticolosamente impostato,
34
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
andava in tilt. Ecco perché qualsiasi colpo, ripassato mentalmente
prima della sua esecuzione, sarebbe risultato errato sul nascere,
cioè prima ancora del take away, qualora non impostato con la
giusta tensione.
A mio avviso, sono queste le considerazioni che rendono il gioco
ben più “mentale” di quanto non lo caratterizzi la ricerca tecnica.
Quasi
giunto
completarlo
alla
con
conclusione
di
questo
un’autodefinizione.
Sono
mio
solo
profilo,
un
vorrei
giovane
professionista ancora ben lontano dall’eccellenza, ancora all’inizio di
una ricerca di uno studio che tenda ad associare nel modo più
efficace e costruttivo lo swing ed il gioco, due concetti ben separati
ma tendenzialmente confluenti.
Alessandro Rességuier de Miremont
Golf Bellosguardo, Vinci.
Questa lunga e appassionata storia di Alessandro mostra un
giovane che farà strada nella vita grazie anche alla sua “sana
presunzione”, quella di cui parla più avanti Antonio Burzio. L’altro
ingrediente che lo porta al successo è la sua disposizione a
pagare il prezzo altissimo, a sorbirsi la “gavetta”, a volersi
guadagnare da vivere anche se non ne aveva bisogno, a fare lavori
umili.
Presunzione e umiltà dunque: due opposti che in Alessandro si
fondono.
Riporto le sue frasi più significative dei suoi “ingredienti” per il
successo e cioè presunzione da un lato e umiltà dall’altro. “Voglia di
35
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
spaccare il mondo costi quel che costi” “Voglio la mia affermazione”
“Tirai fuori il mio ferro 6 e le palle necessarie per quel colpo” “Non
voglio la pappa scodellata” “Nella corsa, tennis, basket agli altri
lasciavo le briciole” “Con i fratelli Molinari non sfiguravo proprio”
“Mettermi alla prova era nel mio DNA” “Vicopelago è stato il periodo
più duro della mia vita: fisicamente, per la lontananza da casa,
dalla famiglia e dagli affetti”
Questa lunga storia ti insegna tanto.
Ti insegna che per emergere nel golf come nella vita non basta una
capatina in campo due volte a settimana. Ci vuole molto, molto di
più in termini mentali: volontà, obiettivi chiari, impegno mirato,
disciplina,
determinazione,
credere
in
te
stesso,
agire
continuamente nella direzione voluta, pensare di meritarsi il
successo ed essere disposto a pagarne il prezzo.
Riassunto consigli di Alessandro Rességuier:
Ricerca il timing e la giusta tensione per ascoltare meglio il
tuo corpo durante lo swing
In gara combatti ad armi pari. Onestà totale. Nessun
imbroglio. Quando vinci non ci sarà alcuna ombra su di te.
Chiedi al tuo maestro di motivarti, trasmetterti entusiasmo,
positività, senso ludico.
===========
36
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Andrea Cerri
Mi chiamo Andrea Cerri, lavoro al Cosmopolitan Golf & Country Club
dal 2004, sono passato al professionismo nel 1992 (qualifica
nell'ottobre del 1991), quindi il prossimo anno saranno 20 anni!
I miei genitori acquistarono casa al mare dove c'era il campo da
golf e iniziammo tutti insieme questo gioco stupendo. Già da
bambino il mio sogno era quello di diventare pro, all'età di
vent'anni ebbi la fortuna di andare 6 mesi negli Stati Uniti per
migliorare il mio gioco.
Maestri, colleghi e genitori mi hanno fatto amare questo gioco
facendomi capire che non si arriva mai ad imparare. Ancora oggi
imparo
tante
cose
quotidianamente. Diciamo
che
dal
primo
momento è stato un amore a prima vista, in seguito ho avuto la
fortuna di frequentare giocatori di grosso calibro che erano nel
mondo dl golf e questo mi ha aiutato molto. Ho giocato con Silvio
Grappasonni, suo padre Ugo, Romolo Napoleoni, ecc.
Mi piaceva girare campi e conoscere persone che ne sapevano
più di me e quindi con tanta umiltà stavo ad ascoltare, cosa che
faccio ancora oggi quando ho la fortuna di giocare o stare a cena
con i pro più anziani e con i pro ed ex del Tour.
37
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Tutti i miei anni di golf da dilettante e da professionista vivevo al
Nord dove non si giocava da novembre fino a fine marzo, quindi
questa grande pausa non mi ha aiutato, appena potevo facevo
molto ma molto campo pratica (in campo andavo solo quando c'era
la gara, in estate ci andavo più spesso), ho sempre preso il golf
come divertimento dandogli tantissimo rispetto.
Difficoltà tecniche o mentali non ne ho avuto, ti insegnavano molto
a capire qual era il tuo limite (raccogli quello che semini) e da lì
non si scappava. Tensione, stress, paure non ne avevo né da
dilettante né da pro. Passando professionista, come tutti quelli che
hanno avuto una carriera da dilettante discreta, ho tentato di
sfondare nel Tour ed è stato lì che ho sentito tensione a livello
emotivo. Cercavo di superarla facendo sempre più gare e sempre
più difficili come importanza per far sì che a quelle meno
importanti mi trovassi a mio agio. E ti debbo dire che ha
funzionato.
Le mie qualità utili per il golf? Umilta' e perseveranza. Infatti è
quello che manca all’ 85% dei dilettanti. Al giorno d'oggi vogliono
subito andare in campo e poi ti vengono a dire che si sono divertiti.
Dopo quel commento li manderei dallo psicologo ahahahahah.
Fino a quando non hai un’ idea CHIARA dello swing non
imparerai mai e non ti divertirai mai. Andare in campo e tirarne
sempre più di 100 tutte le volte .....quello non è golf. Io dico
sempre che il miglior giocatore di golf è quello che sa gestire il volo
38
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
della palla e per gestire il volo della palla devi conoscere il tuo
swing. Se non lo conosci non sei un giocatore di golf. Da dilettante
sapevo, quando sbagliavo, cosa avevo fatto, ma non sapevo cosa
avevano fatto gli altri quando sbagliavano.
Le difficoltà maggiori le ho avute quando dovevo andare a fare una
gara e mi trovavo da solo, mi dovevo organizzare (viaggio, hotel
trasferimenti, cene, ecc.) in più non sapevo le lingue, così mi
passava la voglia. La mia paura? Quella di non arrivare in gara in
orario!
La cosa strana che penso succeda a tutti è quella di mettersi a
giocare tanto a golf (praticando il gioco lungo, il gioco corto, il putt,
facendo lezioni su lezioni ecc.) aspettando il risultato che tanto
sogni: io ti debbo dire che all'inizio del professionismo giocavo tanto
dando la precedenza alle gare e al secondo posto facevo lezioni.
Quell'anno non arrivava nulla.
Sono stato in vacanza ad agosto con i miei amici non golfisti senza
vedere un campo da golf e quando sono rientrato a settembre c'era
il Campionato Italiano PGAI. Mi sono trovato all'inizio del quarto
giro che ero quarto in classifica. Ho finito al decimo posto. E' stata
la mia miglior prestazione da pro. Ancora oggi mi chiedo perché!
Avevo bisogno di staccare? Ero andato in super allenamento? Ho
preso la gara senza aspettative? Non so. Sono passati 18 anni
da quella data e alla stessa gara sono arrivato 12°.
39
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Ora insegno e basta, non pratico mai. Questo potrebbe essere il
bello del golf: il risultato arriva quando meno te l'aspetti.
Il mio segreto? Grande conoscenza del mio swing, conoscenza
dei miei limiti e maturazione golfistica. Ora mi dico: se avessi
lo swing di vent'anni fa e la testa di ora, forse avevo delle
possibilità di dire la mia.
Quando gioco in campo penso solo che devo fare poco. Come
faccio non m'interessa, mi interessa quanto faccio. Fra un colpo e
l’altro cerco di tenere la concentrazione senza distrarmi, non parlo
tanto.
Cosa serve a un amatore? Praticare entrando sempre di più in
se stesso, tanta autoconvinzione. Cerco, quando insegno, di fare
paragoni, esempi di movimenti e trasmettere grande self-control.
Per allungare i colpi serve molto lo stretching e lo yoga e per
diminuire il numero dei putt serve pensare al timing cambiando
spesso le distanze al putting green.
Ritengo assolutamente IMPOSSIBILE migliorare senza allenamento!
Quando arrivano i risultati inizi a crederci e hai fiducia in te stesso
ma senza campo pratica...!
Pensare al futuro in questo periodo è difficile. Mi piacerebbe avere
una scuola di golf tutta mia. Quando l’avrò ti telefonerò Alessandra
perché mi ci hai fatto pensare e intravedere una nuova possibilità!
Andrea Cerri
Cosmopolitan Golf & Country Club dal 2004
Professionista dal 1992 (qualifica nell'ottobre del 1991)
40
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Cosa ci insegna Andrea
Andrea è uno dei maestri del mio circolo, lo ringrazio tantissimo per
la sua celerità nel consegnarmi il suo scritto e per gli spunti
fantastici che ci dà.
Punto
uno che mi piace da matti: Gioca
a
golf
senza
aspettative.
Ad Andrea è successo che quando ha giocato senza allenamento,
senza pensieri e senza aspettativa ha fatto il suo miglior risultato.
Più ti fissi sul fatto che vuoi vincere, che hai tutte le carte in regola
perché sei allenato e stai giocando bene e più il golf ti punisce.
Perché avviene questo?
Perché la tua mente e il tuo corpo non sono liberi, sono
imprigionati dalla tua idea di come devono andare le cose,
dalla tua coscienza che detta ordini all’inconscio. E’ solo quando
lasci andare che ottieni il risultato. Ti alleni, sei sicuro di te e lasci
che il gioco fluisca, cercando di divertirti, proprio come il gioco
vuole. Stai nel presente osservando il paesaggio, sentendo il vento
accarezzarti il viso, annusando il profumo di erba tagliata,
pensando al colpo successivo in tutta serenità, parlando con il
compagno.
Quando stai per fare una gara e ti senti pronto per vincerla, dì
semplicemente a te stesso: vorrei vincere. Manda il messaggio
all’universo, e l’universo ti esaudirà la richiesta a patto che tu lasci
andare l’aspettativa. Lo so, è difficile, il concetto più difficile della
legge di attrazione, ma è così: manda la tua richiesta all’universo e
l’universo l’esaudirà quando tu lascerai andare l’aspettativa.
41
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Ricorda una gara vinta o comunque con un bello score: come ti
sentivi quel giorno? Sono sicura che ti sentivi bene, libero e felice,
aperto alle magie del tuo miglior swing e il tuo gioco scorreva fluido
come l’acqua di un fiume. Eri uno con l’universo, fuso col tutto,
corpo-mente allineati, una spanna sopra l’umana cocciutaggine del
controllo ad ogni costo.
Questa cosa del lasciare andare l’aspettativa la dice apertamente
solo Andrea, ma anche gli altri, con parole diverse, ne confermano
l’importanza.
Punto due, che vedrai in seguito ripetuto da altri professionisti: in
gara pensa a fare poco, parla poco. Il fatto di non pensare alla
tecnica in gara ormai dovrebbe essere scontato. (lo spiego nel mio
ebook “libera il tuo miglior swing” che trovi qui:
http://www.golfissazione.com/diecipassi) Al massimo va bene un
solo pensiero tecnico, questo lo confermano tutti i pro. Per il resto,
in gara non bisogna distrarsi troppo intavolando conversazioni con i
compagni né incasinarsi con l’affollamento di pensieri. Fare poco
significa fare meno colpi possibili stando nel presente, pensando al
colpo successivo, cercando di farlo al meglio in scioltezza e relax.
Riassunto consigli di Andrea Cerri:
Conosci bene il tuo swing e i tuoi limiti
Lascia andare le aspettative
In gara parla poco e fai poche azioni, se vuoi fare pochi colpi
Allenati facendo stretching e yoga
42
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Allenati sul putting green da diverse distanze
Abbi autoconvinzione e self control
Sii umile e perseverante nel voler raggiungere risultati
Fai tante gare per esorcizzare l’ansia da gara
Frequenta giocatori più bravi di te
Prendi il golf come un divertimento
=============
Andrea Perrino
A due anni e mezzo avevo già le mie “mazzine” da golf e mio padre
mi allenava a tirare i miei primi colpi. Fin da piccolo seguivo mio
padre in campo, gli facevo da caddie, poi a 9 anni ho iniziato il golf
agonistico. Il fatto di iniziare a giocare da piccolo mi ha
avvantaggiato, la mente dei bambini è come un computer nuovo,
tutto da programmare ed è facile programmarla bene! Una volta
appreso uno swing corretto poi l’ho allenato tantissimo, ancora sto
prendendo lezioni e passo ore in campo pratica.
Cerco di
trovare la perfezione, anche se so che il golf è un gioco dove la
perfezione NON ESISTE, vince solo chi sbaglia meno e tira
43
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
meno forte. Il golf è un lavoro a tutti gli effetti ed è un lavoro
infinito proprio perché la perfezione fino ad oggi non l’ha raggiunta
nessuno, nemmeno Tiger woods.
Difficoltà.
Le maggiori difficoltà di gioco le ho avute in America, mentre
studiavo all’università.
Lì il maestro ci faceva fare pochissimo campo pratica, solo tanti
approcci e gioco in campo. Ho capito davvero i limiti e i punti forti
del mio gioco in campo, ma tecnicamente non progredivo, il mio
swing “ristagnava” perché giocando solo in campo non avevo modo
di allenarlo veramente. Il nostro allenatore ci invitava invece alla
competizione, visto che eravamo in dieci e potevamo giocare solo in
cinque.
Sai che succedeva? Che anziché allenarmi veramente disimparavo,
perché quando facevo slice compensavo tirando 20 metri a sinistra
e quando facevo draw mi addressavo 10 metri a destra. Il lavoro
giusto da fare invece è migliorare costantemente il proprio swing in
campo pratica col maestro, per acquisire consapevolezza e fare un
lavoro mirato per poter arrivare a un livello superiore.
Le difficoltà in generale le sento molto in condizioni atmosferiche
avverse: quando piove, quando tira vento, sembra addirittura che
la palla tremi sul green! In questi momenti mi assale il dubbio, non
riesco a mantenere la stessa fiducia sulla palla che ho a cose
normali.
44
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Adesso una grande difficoltà che sento talvolta è la stanchezza. Io
sono obbligato a stare diverse settimane consecutive fuori di casa.
Ora ad esempio arrivo da 8 settimane di torneo, dovevo fare 12
gare, ma ero stanchissimo e ho sentito la necessità di fermarmi una
settimana, la stanchezza è più che una difficoltà, è un vero killer
dello swing.
Quando non mi sento al 100% fisicamente trovo difficile arrivare a
performare a un livello di competizione altissimo dove ogni giorno è
una lotta.
Una lotta che dovrebbe essere solo contro il campo e
invece succede che inizio a guardare quello che fanno gli altri
giocatori. Mi dico “guarda quello com’è in forma, energico e che
volo meraviglioso ha la sua palla! Lui è a meno tre e io sono pari…
Quanto sarà il taglio?”
uando faccio questi ragionamenti significa che sto iniziando a
perdere il focus su cosa davvero dovrei fare e cioè riuscire a battere
il campo tutti i giorni, giocando sotto il par.
So benissimo che se qualcuno mi batte è per merito suo e non
per demerito mio, ma sapessi com’è dura rimanere integri in
questo tipo di competizioni! E poi anche se questo tipo di
ragionamento è deleterio ritengo che sia umano e normale un
confronto con gli altri. Sto a contatto con tanti giocatori di tour o
di Challenge tour e un confronto con loro per me rappresenta anche
uno stimolo a fare meglio, a imparare da chi gioca meglio,
capire le mie carenze e superarle. E poi guardo il golf in tv da
quando ho 5 anni, quando era ancora su Canale 5 e c’erano i miti:
45
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Ballesteros, Olazabal, Costantino Rocca… ancora guardo il golf in
televisione e forse ne guardo anche troppo!
In Sicilia giocavo con Jeev Milkha Singh, un giocatore affermato
sul tour, che avevo visto più volte in tv e mi dicevo “cavolo, sto
giocando come lui, ho la possibilità di rimanere a questo livello!” Mi
sentivo onorato perché la tv lo aveva trasformato ai miei occhi in
un campione super meritevole e adesso io ero come lui!
Mantenere il focus solo su te stesso senza guardare gli altri è
difficile.
Una bella storia di golf di Andrea
L’anno scorso ero a Valencia e il terzo giorno dovevo giocare con
José Manuel Lara, un giocatore da tanti anni sul tour. Per me era la
prima volta che giocavo sul tour, ero intimidito e impaurito da un
confronto con un così bravo giocatore. Allora ne parlai con Canonica,
mio grande amico, e lui mi fa: “Non ti preoccupare, stasera ti
organizzo una cena con lui, così rompete il ghiaccio e domani vi fate
una bella partita”
Infatti quella sera siamo andati in un ristorante giapponese a
Valencia e abbiamo trascorso una serata piacevolissima. Avevo
trasformato un mito in un essere umano! Infatti il giorno dopo,
quando ci siamo ritrovati sul tee ci siamo salutati come se fossimo
grandi amici. Ho fatto una gara spettacolare, ho giocato molto bene
e lui alla fine mi ha detto: “E’ stato un onore giocare con te” Che
soddisfazione, che felicità quel giorno!
Una storia di golf di Andrea un po’ meno bella
46
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Una volta sul tour facevo da caddie a Lorenzo Gagli, un giocatore di
Firenze. Gli portavo la sacca e gli consigliavo i colpi e sentivo
enormemente questa responsabilità. A un certo punto gli ho
suggerito un certo tipo di strategia e ho deciso io il colpo per lui che
non sapeva bene come sbrogliarsela, ma col mio suggerimento ha
fatto doppio bogey. Ti puoi immaginare come mi sono sentito.
L’obiettivo, la motivazione.
Quest’anno sono arrivato 43esimo in ordine di merito sul Challenge
tour e ho realizzato l’obiettivo di inizio anno che era quello di
affermarmi sul Challenge. Adesso il mio obiettivo a breve termine è
di entrare nei primi 40 per giocare il Rolex Trophy, mentre quello a
lungo temine è di entrare nei primi 20 del Challenge per prendere
la carta European Tour per l’anno prossimo. E poi in futuro giocare
il Major.
La motivazione? Adoro le sfide, voglio spingermi oltre i miei
limiti, voglio arrivare. So che posso farcela, non mi manca
niente qualitativamente in rapporto a chi ce l’ha fatta. Il sacrificio
non mi spaventa, sono disposto a pagare un prezzo altissimo per
realizzare il mio sogno.
I consigli di Andrea
Per allungare il colpo: club fitting, ossia avere gli shaft giusti in
base alla velocità di swing.
E poi palestra, allenamento fisico. Aiuta molto anche il pilates,
una ginnastica posturale in cui si allungano i muscoli e si riesce a
47
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
stirare la parte superiore del corpo tenendo ferma quella inferiore,
proprio come necessita uno swing di golf.
E poi allenamento in campo pratica e maestro. Il maestro ti aiuta
sia dal punto di vista tecnico che mentale, infondendoti sicurezza e
tranquillità, stati d’animo necessari per giocare bene. Una lezione
non basta perché la stessa cosa va detta in modi diversi
prima che arrivi ad essere compresa. Il corpo che si muove non
capisce bene l’italiano. Noi professionisti ascoltiamo più di un
maestro, abbiamo bisogno di più punti di vista per apprendere
meglio.
Ti auguro di giocare al meglio e di divertirti tanto sui campi da golf!
L’esperienza di Andrea è diversa dalle altre perché lui gioca sul tour
e frequenta i maestri dal punto di vista dell’allievo anche se magari
ne sa più di loro. Quello che ci insegna lui è il credere in se stessi.
Ha scritto più volte che “non gli manca niente” per arrivare in alto.
Lui non trova scuse del tipo: sono troppo vecchio, tiro troppo corto,
non ho tempo, non ho soldi, sono stanco… Lui ha un obiettivo, ci
crede, fa di tutto per realizzarlo, la fatica non è un ostacolo.
Andrea fa un lavoro estenuante per tutte le trasferte all’estero, la
tensione emotiva delle gare, le prove fisiche e mentali a cui è
sottoposto. Dovrebbe giocare contro il campo senza confrontarsi
con quello che fanno gli altri, ma a volte non ci riesce.
Cosa puoi imparare da questo? A pensare per te! Non preoccuparti
né delle performances migliori dei tuoi amici né se stai giocando
male, preoccupati di fare il colpo successivo nel modo migliore.
48
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Riassunto consigli di Andrea Perrino:
Chiedi al tuo maestro di infonderti fiducia nello swing
Allenati, fai di tutto per raggiungere il tuo obiettivo di golf
Credi in te stesso, non ti manca niente
Impara da chi gioca meglio di te
Fai il pilates o la palestra
Gioca contro il campo, evita il confronto con gli altri
===========
Andrea Zanardelli
Odiavo il golf. O meglio, non lo conoscevo e per questo non lo
consideravo. Ma in fondo nei primi anni novanta, in Italia, nessuno
conosceva il golf. Amavo il tennis, il calcio, lo sci.
Amavo tanti sport, ma non il golf. Anzi, il golf non volevo nemmeno
provarlo.
Fino al giorno in cui mio zio insistette così tanto che dovetti cedere
alla sua richiesta di provare. Una sola lezione, mi disse, poi basta.
49
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Non servì una lezione. Bastò un colpo. Un solo stupido, semplice
colpo. Lo ricordo ancora. Ricordo il suono, la sensazione nelle mani,
l'estasi, lo stupore e ricordo di aver volato, pur non avendo le ali,
insieme a quella piccola e fino ad allora insignificante pallina bianca.
Una pallina che è diventata parte della mia vita e con la quale,
ancora oggi, mi sorprendo a volare ogni volta che la colpisco,
raramente, come dico io.
Andrea è un appassionato di golf. Dove per passione s'intende
l'amore e l'odio che rende così uniche e speciali certe emozioni.
Certe relazioni. Sono professionista dal 1999 e da allora cerco, nel
modo migliore che posso, di imparare sempre di più su questo
gioco e insegnare ai miei allievi ciò che so e ciò che ogni giorno
imparo.
Ho dovuto crescere da autodidatta con un corpo irrigidito da tanti
anni di sport e palestra e con caratteristiche non ideali alla corretta
esecuzione dello swing.
In pratica nulla del mio fisico favoriva in modo naturale una
corretta tecnica, tutto andava imparato. Serviva un maestro di
riferimento, un maestro di fiducia che non ho trovato. E così è
iniziata la mia infinita ricerca e sperimentazione su me stesso.
Libri, video, viaggi.
Prove, prove, infinite prove. Sbagli, errori, fallimenti. Infiniti
fallimenti. E ancora prove, certezze acquisite faticosamente e in un
solo giorno svanite. Nebbia. Confusione.
50
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Fino a quando, piano piano, tutto diventa logico. Coerente. Si
capiscono tante cose. Si capisce perché certi maestri dicono una
cosa ed altri l'esatto contrario. Si trova il capo della matassa. Il filo
conduttore.
E
tutto
diventa
semplice.
Chiaro.
E
sempre
straordinariamente difficile come solo il golf sa essere.
Nei miei anni da professionista ho vissuto tante esperienze,
talmente tante che su due piedi non si ricordano. Tante emozioni.
Tanti amici. Tante risate. Alcune cose le ricordo con molto affetto.
Le mie undici palline consecutive mandate in acqua in un par 3
durante la mia prima gara. La commozione del giorno in cui sono
diventato professionista.
Mio
nonno
era
mancato
da
poche
settimane
e
lo
sentivo
incredibilmente vicino.
Mi ha fatto compagnia buca per buca, è stato come un caddie che
mi ha aiutato in modo incredibile dato che lui voleva io diventassi
un maestro perché i maestri, lui diceva, indossavano calzoni
colorati molto belli. Lui non giocava a golf, anzi non sapeva nulla di
golf, ma mi ha insegnato che a volte dei calzoni colorati bastano
per condizionare la scelta di una vita.
Le
mie
doti
utili
alla
mia
professione
sono
la
pazienza,
l'osservazione, la calma. Lo studio delle cause e degli effetti. E
sicuramente la motivazione. La motivazione di meritarmi di
poter giocare ad un gioco così bello e meritarmi di poterlo
giocare bene. Come merita di essere giocato. La motivazione
di aiutare chi ama questo gioco a giocare meglio. La
51
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
motivazione di capire, tramite il golf, il gioco e la mia
professione, tante altre cose che con il golf non hanno a che
fare.
Il mio segreto?
Credo sia la voglia, continua, d'imparare qualcosa di nuovo, di
migliorarmi, di andare a fondo delle cose, della tecnica e del
modo con cui insegnarla e comunicarla. Non c'è un segreto. Basta
non fermarsi e trovare ogni giorno qualcosa di te che non va
cercando così di migliorarti. Il segreto forse è vivere nella
perenne insoddisfazione di se stessi gustando, solo per pochi
attimi, la soddisfazione di un successo sapendo che non basta e che
nulla basterà per farti sentire appagato.
A chi mi chiede come migliorare senza passare dal campo pratica
rispondo che non potrà mai migliorare. Ma che il modo peggiore
d'imparare è restare troppo in campo pratica. Il golf è un gioco
tecnico. La tecnica si allena in campo pratica, il gioco si allena
in campo. Nessuno dei due aspetti può essere trascurato.
Per allungare i colpi bisogna lavorare sulla flessibilità e mobilità
muscolare e sulla muscolatura di gambe, glutei e addome. La
quantità di rotazione conta molto più della forza muscolare e la
forza, dove serve, è nei muscoli che stanno più vicini al terreno.
E' da lì che si prende l'energia da trasferire alla pallina.
Imparare a pensare “dove” mandare la pallina anziché
“come” mandarcela. La tecnica del putting è facile, quasi
52
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
elementare. La gente passa ore in putting green senza imbucare un
solo colpo concentrandosi così tanto da farsi venire il mal di testa.
Poi passa un bambino, un principiante, guarda la buca, ci mira e ci
infila la pallina. La tecnica serve a rendere ripetitivo il colpo, serve a
dare controllo. Serve a far rotolare bene la pallina, non a farla
rotolare in buca. Ciò che la fa rotolare in buca è l'istinto.
Sempre più persone si rivolgono al maestro perché, purtroppo,
imparare costa fatica e pochi sono disposti a farlo. Se i golfisti
prestassero davvero attenzione e dedicassero davvero del
tempo a riflettere sugli insegnamenti ricevuti e sulle cose
viste insieme al proprio maestro durante l'ultima lezione, la
media degli handicap scenderebbe di almeno 10 colpi.
Da ragazzo non avevo soldi da investire in lezioni, ne facevo
raramente una poi lavoravo mesi. Quando tornavo dal maestro
questo mi chiedeva che fine avessi fatto, se avessi smesso di
giocare. Io semplicemente gli rispondevo che mi ero preso una
decina di settimane per lavorare sulla posizione delle mani ed ora
ero pronto per lavorare su altre cose. Questo atteggiamento credo
sia stato un mio punto di forza. Non la quantità di lezioni prese, che
si potrebbero contare sulla punta di una mano.
La “perdita” dello swing non è altro che perdita di confidenza. In
campo è dimostrato. Gioca meglio chi tecnicamente non è perfetto
ma crede in ciò che fa di chi tecnicamente è impeccabile ma non
si sente sicuro.
53
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Chi vuole migliorare deve pensare al ritmo, all'equilibrio e a colpire
forte la zolla! I colpi peggiori sono sempre in decelerazione... più si
è convinti meglio si gioca. Play conservative... hit aggressive.
Sempre. E infine il consiglio più utile: se devi sbagliare, fallo in
fretta! Nessun cattivo giocatore è un compagno spiacevole
se gioca velocemente.
Andrea Zanardelli
Nato a Brescia il 23 Aprile 1975 e professionista di golf dal 1999.
"maestro" membro della PGA Italiana e TPI Certified
Titolare della scuola GOLFACADEMY.it il cui portale internet
(www.golfacademy.it) è il sito di lezioni di golf più visitato in Italia.
Collabora con il coach americano Chuck Cook, tra i primi 5 maestri
della speciale classifica di Golf Digest
Ideatore di "My Line", il putting tool utilizzato da molti professionisti
del Tour tra i quali Edoardo Molinari.
Andrea Zanardelli ha espresso i suoi interessanti punti di forza e i
suoi consigli talmente bene da rendere superfluo ogni mio
commento.
Voglio solo condividere il fatto di cercare il continuo e costante
miglioramento, cosa che metto in atto anch’io da qualche anno a
questa parte (non tanto nel golf quanto nella vita).
L’atteggiamento di chi non si accontenta e cerca una crescita
interiore dà sapore alla vita. La rende ancora più stimolante e
degna di essere vissuta. Cosa ho imparato oggi? Mi chiedo
54
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
giornalmente. C’è sempre una risposta, ogni giorno tutti noi
impariamo qualcosa o perché la studiamo o perché la vita ce la
insegna. Ma se noi ci prefiggiamo di migliorare, di guardarci dentro,
di eliminare gli automatismi e diventare consapevoli avremo
sempre una risposta fantastica alla domanda Cosa ho imparato oggi?
(o, in alternativa, Di cosa sono grato oggi?)
Andrea ci insegna anche a sfruttare al meglio gli insegnamenti
del maestro. Dice di lavorare su una cosa sola alla volta e
comprenderla fino in fondo, con la pratica, l’allenamento e la
conoscenza di sé. Quindi, quando prendi lezione, chiedi al maestro
di insegnarti bene una cosa sola su cui poi lavorerai da solo e
fino a che non la senti acquisita, non prendere altre lezioni.
Datti uno scopo con le lezioni: metti a posto una cosa alla volta e ti
eserciti solo su quella. Poi quando sei in campo smetti di pensare
alla tecnica e sii più sciolto possibile.
Riassunto consigli di Andrea Zanardelli:
Impara ogni giorno qualcosa di nuovo
Migliora te stesso costantemente
Allenati su una sola cosa alla volta e acquisiscila prima di
tornare dal maestro
Vai in palestra per potenziare muscolatura di gambe, glutei,
addome
Pensa di meritarti di giocare un buon golf
Pensa a dove mandare la pallina anziché a come
55
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Credi fermamente nel tuo swing in campo
Se devi sbagliare, fallo in fretta
==============
Antonio Burzio
Sono sempre stato molto attratto dalla tecnologia e dagli sport. Fin
da piccolo gli sport sono stati un mezzo per sfogare un'evidente
vivacità. Per mia fortuna dopo gli inevitabili calcio, sci e tennis, tutti
praticati a livello agonistico, sono
approdato al meraviglioso gioco del golf. A distanza di ormai più di
25 anni la passione per il gioco e per le emozioni che sa suscitare
sono immutate, anche se oggi, per impegni di lavoro e di vita
privata, non ho modo di giocare così spesso come vorrei.
Il primo approccio al gioco del golf ha un sapore ormai antico. Ho
iniziato infatti a fare il caddie presso il GC Cervinia, nei mesi estivi,
assieme a tanti altri amici, allora era il passatempo preferito per
56
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
guadagnare qualche lira ed avere così il budget necessario alla sala
giochi!
A quell'epoca non era così facile iniziare soprattutto per uno come
me che era
"orfano" di golf, i miei genitori allora non giocavano e
guardavano al golf con il tipico scetticismo di chi da fuori non
ha modo di apprezzarne qualità e virtù. Con il tempo hanno iniziato
anche loro.
Il passaggio da caddie a golfista è stato un puro caso, qualche colpo
"rubato" con i bastoni dei giocatori a cui facevo da caddie e qualche
colpo con le mazze degli altri coetanei ed eccomi subito preso nel
vortice della mania da golf. Solo però grazie al presidente del
circolo di Cervinia, Avv. Beninato, potei iniziare effettivamente.
Grazie Franco!
Ho iniziato e non ho mai smesso, da subito, forse a differenza di
altri, ho preso il golf molto seriamente dedicandogli tutto il
mio tempo libero e tutte le mie energie.
Lungo la mia vita golfistica ho avuto molte soddisfazioni ed
altrettanti momenti
amari spesso, inutile nasconderlo, legate all'insicurezza dei miei
mezzi tecnici. Ho sempre invidiato i miei amici/colleghi con una
sana presunzione anche superiore alla realtà dei fatti. Mai stato
più d'accordo con G.B. Shaw quando affermava che "Per giocare a
golf non è necessario essere stupidi. Però aiuta".
57
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Molte volte mi è capitato di pensare: basta. Il golf non fa per me.
Ma poi la passione e la tenacia mi hanno sempre fatto cambiare
idea. A volte anche lo stesso Golf ti aiuta nei momenti di crisi
facendoti intravedere lo spiraglio in fondo al tunnel... pia illusione.
Una mia caratteristica che penso mi sia stata di aiuto in tanti
momenti è la precisione, o meglio la tendenza a voler tenere
tutto in ordine, credo che sia un fattore importante anche e
proprio nello swing.
Ho sempre creduto che tanta pratica e tanto esercizio siano alla
base della riuscita nel mondo del golf. Non credo che un giocatore,
indipendentemente dal livello di gioco, sia autorizzato a pretendere
alcunché dal golf senza un adeguato impegno.
Per esempio prendete i golfisti che lamentano poca distanza, li
avete mai visti in palestra ad allenarsi o in generale impegnati per
migliorare la propria condizione fisica? Mi piace il golf anche per
questo non esiste "lifting" che ti permetta di apparire meglio
di quello che sei.
Con il progredire del mio gioco ho anche avuto la fortuna di fare
diverse esperienze all'estero, sia da dilettante che da professionista.
Ogni volta mi trovo meravigliato di quanto sia diverso il golf al di
fuori dell'Italia. Non parlo banalmente dello stile dei campi e
neanche dei costi o della sua popolarità, ma dello spirito e
dell'aria che si respira nei paesi in cui il golf è uno sport e non un
gioco di società.
58
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Diverso anche il sistema di apprendimento, fuori dall'Italia il golf è
giocato in modo molto più istintivo e con meno "paranoie"
tecniche che spesso portano a giocatori più sicuri di sé in campo
ed in gara. In Italia a mio avviso si fa un uso eccessivo del
maestro e spesso in modo poco produttivo. Il maestro viene
scambiato per uno stregone che con la sola imposizione
delle mani riesce a toglierti lo shank.
Nulla di più sbagliato. Il maestro, a mio avviso, dovrebbe essere
una guida competente che sia in grado di correggere le sbavature
dell'allievo ma lasciandogli la maggior parte del lavoro. Uno
sbaglio anche credere che un maestro abbia le risposte a tutto, ci
sono molte cose da imparare da ogni maestro, ma nessun maestro
che sia in grado di insegnarti tutto sul golf. Io ne ho avuti diversi,
tutti bravissimi, tutti che mi hanno insegnato molto ed ognuno con
le sue virtù e lacune, come del resto ognuno di noi in generale.
Lo swing non va e viene, ci vogliono molti allenamenti per cambiare
anche di poco un dettaglio, quindi come può essere che lo swing
funzioni per qualche colpo si qualche no? La verità sta nell'idea
che abbiamo del nostro swing e nella fiducia che riponiamo
nei nostri mezzi.
A tal proposito mi piace ricordare 2 aneddoti, uno positivo ed uno
negativo.
59
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Negativo. Mai uscire dal presente, cioè mai guardare al di la
del colpo che si deve tirare. Una volta stavo giocando una gara
da pro a Franciacorta in modo discreto, dopo i primi 2 giri ero nella
parte alta della classifica. Il gioco e lo swing c'erano, tutto mi
riusciva così come lo pensavo era una favola poter giocare così.
Finché mettendo piede sul tee della buca 3 ho inavvertitamente
posato lo sguardo sul fuori limite di destra ed un lampo è passato
per la mente "Non tirare a destra"... puf 2 out di fila e disastro
per il resto del giro, la macchina perfetta (quasi) un ricordo lontano.
Positivo. Pro-am del Tartufo a Cherasco, nebbia tipica fantozziana
che impone agli organizzatori di dividere la gara in 2 classifiche
prime 9 e seconde 9 buche. Io ed il mio team giocavamo dalla 10°,
dopo la lunga attesa il gioco non poteva essere dei migliori e quindi
mi ritrovo un pò annoiato sul tee della 15 a 3 colpi sopra il par. Il
finale di Cherasco è par 3, 5, 4, 5. Nella mia testa con scarsa
convinzione e quasi per prendermi in giro per la giornata
infruttuosa dico "beh puoi ancora finire birdie, eagle, birdie
e eagle no?"... secondo voi com'è andata? Vinto la classifica
individuale. (pari merito con Lovato).
Ad oggi il golf occupa comunque un posto in primo piano nella mia
vita, non più come insegnante e giocatore, ma come lavoro e
passione. Mi occupo da 3 anni di marketing presso Intergolf e scrivo
articolo di golf per alcuni siti come WebGolf.it e Tshot.it avendo così
modo di conciliare la passione per il golf e la tecnologia sia in
ambito professionale che per diletto.
60
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Antonio Burzio
www.abgolf.net
twitter.com/#!/antonioburzio
www.facebook.com/antonio.burzio
Professionista di Golf & WebGolfer
Antonio Burzio sostiene che in Italia si gioca un golf “diverso”
rispetto al resto del mondo, infarcito di fissazione sulla tecnica e
con un uso eccessivo del maestro. Il maestro è visto come un
santone che deve risolvere tutti i problemi quando invece il golf
non si insegna ma si impara. Tocca solo a te rendere migliore il
tuo gioco e sfruttare la lezione cercando una sempre più accurata
conoscenza del tuo swing e di come si muove il tuo corpo.
Dalla sua storia positiva, quella della proam in cui è arrivato a pari
merito con Lovato, impariamo una grandissima lezione di magia.
Lui, ridendo, dice a se stesso che può ancora fare due birdies e due
eagles, concorderai con me che è un proposito IMPROBABILE anche
per un professionista. Invece è andata proprio così, Antonio ha
trasmesso il suo pensiero magico al suo team, ha mandato la sua
richiesta all’universo senza aspettative (quasi per prendersi in giro)
e l’universo lo ha accontentato.
Questo è mettere in pratica la legge di attrazione. Antonio
era pronto ad attrarre la magia!
61
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Mi complimento con Antonio per la sua tenacia, è uno dei pochi che
non è stato incoraggiato dai genitori e che ha iniziato come caddie,
quindi il suo successo è ancora più meritato.
Riassunto consigli di Antonio Burzio:
Sii volitivo e tenace nel raggiungere il tuo obiettivo
Metti energia, passione e impegno per progredire nel golf
Ti aiuta avere una sana presunzione
Focalizza l’attenzione sul presente, sul colpo da fare e mai
sull’ostacolo
Hai sempre la possibilità di trasformare un cattivo risultato
in uno buono
Non considerare il maestro uno santone, sei tu che devi
lavorare se vuoi migliorare (il golf non si insegna, si impara)
===============
62
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Emanuele Bianco
Mi sono avvicinato al golf per caso, nel senso che come tanti
ragazzini praticavo il calcio ma a seguito di un grave infortunio ho
dovuto abbandonare.
Il caso vuole che dove i miei hanno la casa al mare ci fosse un
campo da golf e tanti miei amici praticavano questo magnifico sport,
pertanto durante quell'estate ho iniziato anch’ io e da allora è stato
un crescendo di emozioni e soddisfazioni.
Per essere arrivato cosi in alto devo ringraziare i miei genitori
per tutto quello che hanno fatto nei miei confronti, per avermi dato
la possibilità di praticare questo magnifico sport e devo ringraziare
il mio vecchio maestro Luigi Zavattaro, il quale ha sempre creduto
nei miei mezzi anche nei momenti di difficoltà.
Questo sport è pieno di difficoltà! Ogni giorno è una sfida nuova con
te stesso... Mi ricordo che prima di diventare professionista una
delle prime gare dell’anno era il trofeo vecchio monastero a Varese.
Quell’anno mi stavo allenando tanto e avevo delle buone
aspettative per quella gara ma invece ho fatto forse una
delle mie prestazioni peggiori. Il mio stato d’animo in quel
63
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
momento era pessimo e dopo aver faticato tanto durante tutto
l’inverno non mi aspettavo sicuramente un risultato del genere.
Lo sconforto era tanto, mi era anche passato per la mente di
sospendere gli allenamenti, ma poi grazie ai miei genitori e al mio
allenatore che mi sono stati vicino non solo quell'anno non ho
mollato, ma sono passato professionista.
A tutti i golfisti posso dire di non mollare mai e di continuare a
credere nei propri obbiettivi e vedrete che alla fine i risultati
arriveranno.
Forse il mio più grande successo a livello personale è stato quando
ho vinto la mia prima gara Pro am da professionista. Durante la
premiazione ho avuto anche un attimo di commozione quando ho
ringraziato tutti gli amici e colleghi che mi sono sempre stati vicino
e vederli cosi contenti per il mio successo è stata un'emozione
indescrivibile.
Il mio segreto… Sicuramente una grande tranquillità mentale
che in uno sport come il golf è fondamentale e poi tanta tantissima
pratica e allenamento.
Tralasciando i fenomeni che sono nati con delle doti particolari, tutti
gli altri comuni mortali (categoria di cui fa parte il sottoscritto)
sono e saranno costretti se vogliono raggiungere dei risultati
a praticare moltissimo.
Quando cerco di fare un colpo prima di tutto mi immagino il volo
della pallina mentalmente e poi provo a riprodurlo nella pratica.
Alla tecnica penso quando sono in campo pratica (bastone in piano,
64
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
posizione polso sinistro ... ecc), in campo invece penso di fare il
meno possibile e a visualizzare il volo di palla.
Sicuramente non per tutte le persone funziona lo stesso tipo di
swing, vuoi per caratteristiche fisiche o per mobilità articolare, di
certo non è pensabile che tutte le persone possano fare lo stesso
gesto.
Lo scopo del maestro è di adattare lo swing alla persona e i
miglioramenti, a parte quelli iniziali legati al fatto che uno sia più
predisposto o meno, sono tutti legati al tempo che uno dedica
all’allenamento.
IL miglioramento in questo sport è strettamente legato al numero
di palline che si tirano.
La fiducia in se stessi nel golf penso che si raggiunga con i risultati.
Quando giochi bene e ottieni dei risultati positivi la fiducia
sicuramente sale.
Oltre al lavoro in campo pratica è fondamentale pensare positivo
e soprattutto il gioco del golf è un gioco che si gioca colpo per colpo.
Vedo che molti golfisti continuano a pensare ai colpi sbagliati anche
quando magari sono già un paio di buche più avanti. Questa penso
che sia una delle cose che a livello mentale rovina maggiormente i
golfisti.
Se sbagli un colpo devi pensare di far bene l’altro, e non pensare
due ore a quanto sei scarso perché hai sbagliato quel colpo. questo
di sicuro non aiuta a migliorare la fiducia in te stesso. Pensa
positivo sempre!
65
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
I miei progetti per il futuro? Cerco di migliorarmi sempre ogni
giorno e non smettere mai di aggiornarmi perché il mio sogno nel
cassetto è quello un giorno di diventare uno dei migliori
maestri al mondo.... sarà dura ma crederci non costa nulla .
Concludo citando la scritta che ho letto in una targhetta all’ingresso
di un golf e mi è rimasta impressa:
a bad day of golf is better than a good day of work (una pessima
giornata di golf è meglio di una buona giornata di lavoro).
Buon golf a tutti!
Emanuele Bianco
professionista della federazione italiana golf e socio della PGAI.
Maestro presso il circolo golf Grugliasco, campo pratica vicino al
centro di Torino.
Emanuele Bianco è sostenitore del pensiero positivo, quello della
fiducia e del superamento degli ostacoli. In effetti molti amatori
quando sbagliano si focalizzano sul colpo sbagliato anziché sul colpo
successivo. E quindi come possono pensare di farlo meglio? E’ la
stessa cosa che sostiene Antonio Burzio quando racconta di essersi
focalizzato sul fuori limite: è lì che poi ha messo la palla. Dove
metti l’attenzione fluisce l’energia, è una legge naturale. Quindi
pensare positivo sempre, anche dopo un errore.
Mai abbattersi e mollare quando qualcosa non va per il verso giusto!
Continuando ad aver fiducia in sé e nei propri obiettivi alla fine i
66
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
risultati arrivano. Ma Emanuele, prima di raccomandare questo, ha
provato una grande delusione in una gara dove aveva alte
aspettative dato che si era allenato tutto l’anno. Mi fa piacere
ripetere questo concetto, già visto nella storia di Andrea Cerri:
quando hai alte aspettative è difficile che si realizzino. Se
vuoi attrarre nella tua vita una vittoria, un bel risultato a
golf, vai a giocare libero, giocoso, fiducioso e concentrato sul
presente.
Metti in atto la tua personale legge di attrazione liberandoti
dall’attesa del risultato a tutti i costi, non è così che lo otterrai.
Le due cose da fare in campo, raccomanda Emanuele, sono la
visualizzazione del volo di palla e il “fare poco”. Fare poco,
interpreto io, significa tre cose. Primo: fare meno colpi possibile.
Secondo, fare del tuo meglio con lo swing che hai in quel momento.
Terzo: fare lo swing rilassato e semplice, una prova e via! (Se fosse
facile fare questo i maestri non avrebbero clienti). A visualizzare noi
amatori non siamo abituati e allora cominciamo ad imparare questa
tecnica tanto usata dai professionisti. In fondo a questo ebook, nei
“passi” da seguire.
Riassunto consigli di Emanuele Bianco:
In campo cerca di fare poco e visualizzare il volo di palla
Pensa positivo
Sii tenace, non mollare mai
Celebra le tue vittorie e fai tua l’emozione legata alla vittoria
67
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Quando giochi a golf sii grato perché è meglio una brutta
giornata di golf di una bella giornata di lavoro.
=========
Federica Dassù
Ho cominciato a giocare a golf nel 1968, a Firenze dove vivevo, e
al mare a Punta ala dove avevo conosciuto una famiglia di
appassionatissimi golfisti della mia età.
Ci accomunava avere una madre “fissata” per il golf e da parte
nostra la passione per lo sport.
In quei primi anni io, mia sorella e mio fratello abbiamo giocato
molto al traino dei Segafredo, e ci siamo variamente battuti nei vari
campionati italiani di categoria.
Per me il golf era un divertimento, qualcosa che mi riusciva
bene e abbastanza facilmente, ma allora non lo prendevo molto sul
serio. C’era mio fratello Baldovino che lo aveva scelto come
68
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
professione mentre io mi cullavo nell’idea di fare qualcosa di
socialmente utile, non certo la golfista per sempre!
Il golf mi permetteva di viaggiare, di contare i voli fatti ogni estate,
di essere una celebrità nel gruppo degli amici e di scuola, ma
non mi appassionava poi così tanto.
La scelta di giocare a golf come lavoro l’ho maturata nel 1981, dopo
aver passato un anno a studiare a Los Angeles con una borsa di
studio
appunto
di
golf.
laureandomi in Scienze
Avevo
finito
Forestali, e
l’università
gli
sbocchi
a
Firenze,
professionali
sembravano pochi, quando ricevetti l’invito di andare a studiare e
a giocare per la squadra di USC, una bella università privata.
Avevo 24 anni, e dopo due mesi anche una terribile tendinite al
polso sinistro causata dal sovrallenamento. La responsabilità di
giocare bene, visto che mi pagavano tutto, e la pratica quotidiana
in un ambiente nuovo e molto competitivo si facevano sentire.
Ciononostante il golf a tempo pieno mi piacque, l’America molto
meno, e decisi che avrei provato a giocare a golf sul serio.
Così nel gennaio 1983, prima donna in Italia a farlo, passai al
professionismo con l’intenzione di giocare sul Tour Americano
ed Europeo. E questa carriera è stata lunga e ricca di successi.
Vent’ anni, più di 350 gare, 6 vittorie e molti bei ricordi.
Ripensando oggi al golf, e a quello che per me è stato, lo
classificherei come il mio “fare il militare”, cioè una disciplina
69
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
dura, a volte incomprensibile e ingenerosa che esigeva totale
dedizione e perseveranza.
Ripenso alle giornate di felicità nei momenti di “grazia”, ripenso alle
volte che giocando le ultime buche dovevo allontanare il
pensiero dello winning speech e ritrovare la concentrazione
necessaria a portare a termine la gara. Così come ai momenti
bui, dove di mattina ascoltavo il rumore della pioggia sul tetto
dell’albergo e speravo che il giro fosse cancellato per non dover
andare in campo a giocare, tanta era la sfiducia nel mio gioco.
Il golf giocato negli anni 90 era ancora un po’ un gioco ma già si
capiva che anche il lato fisico sarebbe stato sempre più importante
e lo avrebbe fatto diventare uno sport. C’era il preparatore fisico
oltre, naturalmente, al maestro tecnico e si vedevano i primi
psicologi.
Io avevo scelto di investire al 100 % sul mio lavoro e cercavo di
fare quello che vedevo fare alle migliori. Avevo un ottimo
caddie, avevo cambiato maestro e mi affidavo a Leadbetter
andando un mese ogni inverno “in cura” da lui in Florida, e
avevo iniziato ad andare assiduamente in palestra a fare esercizi
specifici per il golf. Sul tour mi dicevano scherzosamente che “kilo
per metro” ero la più lunga !
Lo psicologo a tempo pieno l’ho ingaggiato per un paio di anni ed è
stato molto importante per me.
70
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Tradizionalmente e misteriosamente afflitta da una autostima bassa
e altalenante credo che i miei risultati, seppur ottimi, siano stati
inferiori alle mie possibilità. Nel 1996 con Bruno De Michelis iniziai a
tenere un giornale dei miei pensieri e soprattutto a lavorare
sugli obbiettivi dell’anno.
Sono sicura che se in quell’ anno ho vinto lo Swedish Open lo devo
a Bruno e al fatto che avevo seguito, aggiornato, alzato i miei
obbiettivi e “sentito” che potevo vincere. In playoff con 3
giocatrici di alto livello, ricordo ancora l’allegria di esserci arrivata,
era la prima volta che facevo un play-off e non sapevo neanche
bene come comportarmi.
Ricordo quelle 4 buche giocate come in “sospensione” tanto
ero concentrata ma leggera, attenta ma divertita, sentivo la
folla che tifava contro ma non mi dava noia. La Alfredsson,
favorita, uscì dopo 2 buche sbagliando un corto putt, e dopo 4 fu la
volta dell’ultima avversaria. Avevo vinto e stavo perdendo l’aereo.
Dopo una corsa velocissima all’aeroporto e ancora attraverso gates,
security ecc non dimenticherò mai l’applauso scrosciante
delle persone in aereo, sedute, che aspettavano la ritardataria
che entrava trionfante con la coppa in mano.
Il golf è ora il mio lavoro di maestro e quindi è trasmettere fiducia e
passione ai miei allievi, bravi e meno bravi, senza distinzione. Ho
vinto la mia ultima gara nel 2003 (ormai fuori età!) e sono sicura
che il golf ha voluto ridarmi indietro, con questa emozionante
vittoria, un po’ del tempo che gli ho dedicato caparbiamente. Ho
vinto una gara non per come l’avevo preparata, perché non
71
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
avevo avuto tempo di farlo per bene, ma per come mi ero
preparata per 30 anni.
Ho vinto lo Spanish Open, e sul green della 18 avevo 2 putt da 6
metri per aggiudicarmi il titolo. Sei metri in discesa in una giornata
dove avevo puttato benissimo ma lo stesso mi impaurivano…primo
putt rimasto corto di 80 cm…ho iniziato una lotta interiore, un
dialogo interno intenso e impossibile che poi ho risolto
dicendomi:”è più difficile sbagliarlo che metterlo!!!” e così è
entrato!
Oggi, abbandonate le gare, insegno al Golf dell’Ugolino a Firenze, lì
dove ho imparato a giocare.
Insegnare il golf non è facile, lo swing è naturale come un
lancio se lo impari da piccolo, e astruso se cerchi di
impararlo da grande. Un bravo maestro è soprattutto un
motivatore. Il mio primo maestro, Franco Rosi, lo ricordo
soprattutto per come riusciva sempre a darmi fiducia, a farmi
sentire che colpire la palla fosse semplice ed io brava a farlo. Per
questo un bravo maestro è un po’ psicologo, capace di
cogliere le sfumature delle ansie altrui, capace di dare
consigli e porre ostacoli da superare alla portata dell’allievo.
Un grande tecnico, ma antipatico o non empatico non funzionerà
mai altrettanto bene.
Il golf per i giocatori di circolo è a volte di una passione totalizzante
e devastante come per i professionisti. Peccato però che spesso non
abbiano voglia di fare le cose necessarie a divertirsi davvero!
72
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Andare a allenarsi in campo pratica è noiosamente necessario
se poi ci si vuole divertire in campo, così come andare a far
pilates o stretching è altrettanto importante e noioso che
allenarsi in putting green.
Praticare intorno ai green è più importante che fare 10 metri in
più con il driver ma capisco anche la passione per la distanza!
Allora però bisognerebbe aver voglia di fare preparazione atletica
adatta al golf piuttosto che cambiare driver ogni 6 mesi! Oltretutto
un gioco corto solido innesca una catena virtuosa di
confidenza nel fare score che ci permette di tirare i colpi al green
con più libertà e alla fine anche dal tee si è più tranquilli perché si
hanno i colpi per recuperare quelli eventualmente mal riusciti.
Alla maggioranza dei miei allievi dico e ripeto che il campo pratica è
il posto dove fare esperimenti, attuare cambiamenti, provare a
“lavorare sullo swing”. In campo invece bisogna giocare, ed
accettare con umiltà i risultati che si hanno. Guardare il lie della
palla, scegliere il bastone adatto, fare la scelta strategica più
adeguata e poi tirare con assoluta convinzione. Dopo di che,
come dicono i saggi inglesi,”You hit the ball, you go and find
it, and you hit it again!!!”
Il campo non è il posto per fare prove di swing diversi, di
sensazioni nuove, è il posto dove fare il meno possibile con i mezzi
che abbiamo quel giorno. Con la testa libera dai pensieri tecnici
(al massimo uno e semplice!) e focalizzata sull’obiettivo. Con la
testa capace di “entrare e uscire dal concentrarsi” tra un colpo e
l’altro ma che va “riconcentrata” quando si arriva vicino alla palla. E
73
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
soprattutto ricordiamoci la regola 1 del Golf:Il gioco del golf
consiste nel colpire la palla con un bastone dal tee fino alla buca
con dei colpi in accordo con le Regole.
Vince chi fa meno! Troppo spesso ce ne dimentichiamo.
Federica Dassù
Golf Club Ugolino, Firenze
Grazie all’esperienza di Federica inizia anche tu a tenere un
quaderno dei tuoi pensieri, di golf e non.
Per quello che riguarda il golf scrivi sul quaderno tutto ciò che serve:
cosa ti dice il maestro, cosa funziona bene e cosa male, qual è il
pensiero giusto che ti fa prendere bene la palla, i risultati delle gare
e i tuoi obiettivi. Gli obiettivi devono essere realisti (se sei 36 di hcp
non puoi diventare 2 in un anno a meno che tu non sia un
fenomeno), però, come dice Federica, aumentali un pochino ossia
pretendi quel tantino in più da te stesso.
Nella sua vita movimentata e interessante Federica ha avuto tante
soddisfazioni dal golf tra cui la magia dell’ open di Svezia,
espressa nelle frasi che ho sottolineato in giallo.
La magia mi interessa particolarmente, abbiamo tutti il potere di
manifestarla nella nostra vita e anziché imputarla al caso, cercare
di provocarla con l’atteggiamento giusto. La magia del golf non è
mai casuale e sono certa che anche tu l’hai provata, se giochi già
da tempo. Ti è mai successo di imbucare da 30 metri o con un
approccino? Magari una volta nella vita hai fatto Hole in one? Il tuo
legno è mai atterrato a 2 cm dalla bandiera in un par3? Hai mai
74
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
fatto un eagle? Hai fatto il “colpo della vita”, quello che ti ha
consentito di vincere la gara? Hai recuperato una gara infruttuosa
nelle ultime tre buche con tre risultati strabilianti? Queste sono le
magie del golf e non dirmi che non ti sono mai successe.
Federica durante il suo momento magico descrive il suo stato
d’animo con parole fantastiche:
“giocare in sospensione” (si sentiva unita al suo sé profondo,
uno col tutto)
“concentrata ma leggera” (stava nel presente con animo giocoso,
molto diverso dalla concentrazione pesante che dà mal di testa…)
“attenta ma divertita” parole simili a “concentrata ma leggera”,
che esprimono la stessa cosa (stava nel presente con spirito
divertito, leggero, sospeso, felice)
“la gente non mi dava noia” (la folla tifava contro di lei, ma
niente e nessuno poteva smuoverla da quello stato di grazia,
creatore di magie)
Riassunto consigli di Federica Dassù
Per raggiungere risultati ci vuole disciplina, dedizione e
perseveranza
Affidati a un bravo maestro e cerca di imparare dai migliori
Tieni un quaderno dei tuoi pensieri e degli obiettivi
Fai stretching, pilates, palestra.
Pratica e migliora il gioco corto per aumentare lo score
Trova un maestro che ti MOTIVI, ti dia fiducia e comprenda i
tuoi limiti e le tue potenzialità, per aiutarti a formulare
obiettivi alla tua portata.
75
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Cura il tuo dialogo interno: sul putt pensa che è più facile
imbucare che sbagliare!
In gara, gioca “sospeso”, in un luogo dove nessuno può
interferire con la tua connessione con l’universo intero
=========
Ferruccio Crotti
Mi chiamo Ferruccio Crotti ed ho 45 anni. Gioco a golf da 30, dei
quali 20 come professionista. Sono nato a Villasanta una cittadina
nei pressi del Golf Club Milano.
Credo molto al destino ed il fatto di essere nato vicino al golf
e di avere un padre innamorato di questo gioco direi che
hanno contribuito molto al fatto che diventasse la mia vita.
E’ proprio a mio padre che devo il fatto di essere diventato un
professionista
in
quanto
con
la
sua
intelligenza
di
non
obbligarmi a giocare a tutti i costi, mi ha fatto scegliere da solo
esaudendo un sogno che aveva nel cassetto.
76
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Da ragazzino facevo parecchi sport, ciclismo, nuoto, pallavolo,
calcio, ma il mio vero sogno era quello di diventare un pilota.
Purtroppo i costi troppo elevati da sostenere e la paura da parte dei
miei genitori, hanno fatto si che quel sogno rimanesse tale.
Fortunatamente tra tutti gli sport mi avvicinai anche al golf.
Praticando i vari sport mi accorsi col crescere che quello nel quale
riuscivo meglio era proprio il golf. Devo veramente ringraziare mio
padre che anche nei momenti più difficili era sempre al mio fianco e
mi dava il coraggio di continuare visto che la strada non era così
semplice per poter arrivare ad un certo livello. Prima parlavo del
destino, ecco perché ci credo in quanto giocando al golf Milano sul
mio cammino ho avuto la fortuna di incontrare uno dei
personaggi
più
importanti
del
golf
Italiano,
Giancarlo
Grappasonni il quale ad un certo punto ha voluto dedicarmi un po’
del
suo
tempo
e
seguirmi
nel
cammino
per
diventare
un
professionista.
Queste due persone sono state essenziali nello sviluppo del mio
gioco.
Non smetterò mai di ringraziarle: grazie a loro e alla mia voglia di
praticare che era uno dei miei punti di forza, visto che non ero un
talento, sono riuscito a raggiungere un discreto livello come
dilettante.
Arrivato poi alla maggiore età, ho deciso di fare il passaggio al
professionismo. Ovviamente come tutti, inizialmente ho cercato di
fare il giocatore, purtroppo con risultati non molto gratificanti
77
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
determinati principalmente da problemi di testa e di gioco corto.
A questo punto dopo tre o quattro anni mi guardai allo specchio e
mi chiesi cosa avrei voluto fare da grande.
La risposta era direi abbastanza scontata. Nonostante non sia
riuscito ad affermarmi come giocatore, la didattica mi piaceva molto,
quindi
abbandonare
i
sogni
da
giocatore
per
passare
all’insegnamento non mi è costato poi così tanto.
Il mio primo campo nel quale ho insegnato, è stato il golf club La
Rossera, per passare poi a Zoate e dopo tre anni sono approdato al
campo pratica Lucchesi oggi conosciuto come Il Laghetto.
In attesa che aprisse il golf Brianza ho prestato servizio per qualche
mese al campo pratica Orsini. Come anticipavo all’apertura del
Brianza mi sono trasferito lì per 10 anni. Cominciando a sentirmi
parte dell’arredamento decisi di cambiare posto di lavoro e
passai al campo pratica golf Monza dove rimasi per 6 anni. In
questo momento lavoro presso il Golf Club Camuzzago.
Un aneddoto che mi ricorderò per tutta la vita per la sua
straordinarietà, è accaduto durante un Campionato italiano a Cervia,
dove dopo aver fatto un 79 nel primo giro, mi presentai alla buca 9
del secondo giorno ed ero già a sei sopra il par, a quel punto
feci sei birdies di seguito finendo il giro in par.
La beffa più grossa fu quella che non mi qualificai ai due giri finali
solo per un colpo e quell’anno accadde in quattro o cinque open
di non qualificarmi per un solo colpo.
78
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Nonostante i tempi e le persone siano cambiate, e quindi il nostro
lavoro come il lavoro di tante altre persone non è più gratificante
come una volta, il golf rimane sempre uno sport affascinante in
quanto ritengo che in nessun altro sport si possa trovare una
irregolarità nei colpi e soprattutto nelle giornate determinata da
molti fattori, in primo luogo legato all’aspetto psicologico.
Mi
spiego
meglio:
il
golf
è
totalmente
illogico
se
pensi
istintivamente di fare una cosa stai già sbagliando il colpo quindi
devi riuscire a fare esattamente il contrario rispetto a quello che ti
suggerisce
l’istinto.
Contrariamente
ad
altri
sport
il
primo
avversario da battere sei te stesso e vi garantisco che battere
se stessi non è semplice. È il gioco più longevo dopo le carte e gli
scacchi, lo si può giocare fino alla morte o poco prima. Per queste
ed altre motivazioni lo rende il gioco più giocato al mondo.
Con questo vorrei invitare molte persone scettiche a provarlo per
farle capire quanto questo sport sia affascinante.
Concludo usando una frase con la quale soventemente lascio i miei
allievi: un “in bocca alla buca” e arrivederci.
Ferruccio Crotti
Golf Club Camuzzago
Ferruccio ha avuto due importanti mentori: suo padre e Giancarlo
Grappasonni.
Il fatto che suo padre non lo abbia forzato ad eccellere nel golf può
insegnarci a fare lo stesso con i nostri figli. Ferruccio è grato a suo
padre di questo, e proprio questa “mancanza di attaccamento”,
questo desiderio di rispettare la volontà del figlio che ha fatto di
Ferruccio un professionista di golf. Ci sono figli schiacciati dalle
79
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
aspettative dei genitori, figli adeguati e infelici. Ferruccio ha potuto
scegliere ed ha scelto il golf. Poi il destino è stato aiutato
dall’incontro di Ferruccio con Giancarlo Grappasonni, un golfista
eccellente col quale ha percorso la strada del professionismo.
“L’eccellenza nel golf” è il titolo di questo ebook e come vedi i
professionisti che scrivono qui hanno tutti imparato dai grandi:
Grappasonni, Leadbetter, Chuck Coock.
Ferruccio compie una magia: è 6 sopra il par e avviene
l’impossibile: fa 6 birdies di seguito e finisce il giro in par. Peccato
che non ci racconta come ha compiuto questa magia, quali pensieri
abbia avuto per la testa. Ci dà solo un’indicazione più avanti,
quando dice che il primo avversario da battere sei te stesso. Lui ha
battuto se stesso quando ha fatto quei 6 birdies. Poi ci racconta
l’antimagia, la sua delusione: non si qualifica all’Open per un solo
colpo per ben 4 o 5 volte. Che è successo Ferruccio? Troppe
aspettative vero? Troppo attaccamento al risultato? Concentrazione
“pesante”? Solo tu lo sai.
Infatti più avanti Ferruccio sostiene che il primo avversario da
battere sei te stesso.
E con queste parole coglie una grande verità. Quando ti dai dei
limiti interiori fai un auto sabotaggio e non permetti alla magia che
è in te di manifestarsi.
Non è un processo semplice quello di abbandonare i limiti mentali.
Il mio grande limite mentale per anni è stato quello di non riuscire
a tirare i legni da terra e quindi passavo dal drive al ferro 5. Niente
80
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
legni nella sacca. Poi 3 anni fa mi sono comprata un legno 7, l’ho
provato e riprovato ma ne prendevo meno del 50%. In gara non lo
usavo mai.
Adesso (da pochissimo) la mia nuova credenza è: io prendo i legni
da terra come prendo i ferri. Li tiro sempre e la percentuale di quelli
che prendo bene si è alzata notevolmente! La mia era una paura
totalmente ingiustificata.
L’essenza per credere in se stessi è abbandonare il dubbio, lasciar
andare le paure, riconoscere le proprie “scuse” e formulare nuove
credenze.
Riassunto consigli di Ferruccio Crotti
Non riporre su tuo figlio alte aspettative golfistiche
Trova un mentore, un modello da seguire, fai un po’ di
strada con lui.
Gioca a golf fino a poco prima di morire, rimarrai giovane!
Il primo avversario da battere sei te stesso. Batti te stesso e
migliorerai.
=========
81
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Filippo Falzoni
Ho iniziato a giocare all'età di 7 anni per merito di mio padre.
Era un buon tennista ma provato il golf, se ne è innamorato.
Sono passato professionista inseguendo il sogno di diventare
un grande campione!
Non
ho
avuto
particolari
incoraggiamenti,
mi
sono
soltanto
letteralmente innamorato del golf. Ero bravino e mi riusciva con
naturalezza. Con me giocava anche mia sorella di un anno più
giovane. Ci sostenevamo e spronavamo a vicenda. La FIG a quei
tempi era molto presente e di bravi con un buon rapporto etàhcp in Italia ce n’ erano veramente pochi. Purtroppo la presenza
delle istituzioni golfistiche nella vita sportiva di noi giovani
promesse
non è
stata così
prolungata come sarebbe
stato
necessario.
Le difficoltà, quando sono emerse sono state di tipo tecnico. Avevo
grande flessibilità, scioltezza e coordinazione fisica. Mentalmente da
piccolo credevo moltissimo in me stesso in quanto mi sentivo ben
appoggiato da famiglia e federazione. Molta disciplina e grandi
insegnanti, che è la cosa più importante.
82
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Avere un maestro all’altezza ti fa sentire molto più sicuro di
te , di quello che fai e che pensi in campo durante ogni swing.
Questo è importantissimo!
Poi purtroppo la mia vita golfistica è stata segnata da alcune
incertezze. Mia madre voleva che facessi l’ingegnere (ho infatti
studiato ingegneria gestionale presso il Politecnico di Milano, 15
esami all'attivo) e mio padre inseguiva il mio sogno golfistico.
E questo contrasto di idee fra i miei genitori non ha giovato al mio
gioco. Ma l'amore per il mio sport mi ha fatto scegliere il GOLF e
soprattutto
l’insegnamento.
Ho
subito
capito
di
avere
una
particolare propensione e facilità nel farmi capire dai miei allievi,
non trascurando una grande conoscenza della tecnica del golf. Sono
diventato maestro e purtroppo l'insegnamento mi ha leggermente
allontanato dai miei insegnanti e dal gioco giocato… Non si può
avere tutto!
Una qualità che mi attribuisco a livello di gioco è la disciplina, se
mi decido a praticare un drill (esercizio) posso tirare veramente
migliaia di palle! E’ fantastico creare automatismo puro derivato da
memoria muscolare che si ripresenta naturalmente in campo senza
pensarci…
I miei pensieri mentre gioco? Penso a tutto: prima cosa il ferro da
tirare, calcolando vento e distanza, poi devo sentire perfettamente
il grip. E poi si tira e basta! Fra un colpo e l'altro? Se sono in partita
penso
al
prossimo
colpo,
altrimenti
alla
mia
fantastica
bambina che mi riempie la vita.
83
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Lo swing è la cosa più logica e il movimento più naturale che esista
per colpire la palla con il bastone da golf, è questo che bisogna
capire.
Bisogna fare in modo di non essere d'intralcio ad una cosa
naturalissima.
Gli
errori
sono
semplici
accomodamenti
e
compensazioni che nascono dalla pura pigrizia fisica e dal pensiero
che il nostro non sia uno sport serio, come gli altri. Ma ragazzi….per
giocare a golf ci vuole il fisico! Ovvio, bisogna anche definire ed
individuare i limiti fisici di chi ci troviamo di fronte.
Poi c’è anche da considerare la capacità o meno del maestro di
passare il giusto messaggio all’allievo. Se non si comunica, e
soprattutto nel modo giusto, non c’è speranza. Bisogna comunicare
all’allievo la giusta sensazione che si prova nel fare un colpo nel
modo corretto. E l’unico modo è farlo con il corpo in modo compatto
e sincronizzato. E in questo mi sento particolarmente portato,
anche perché comunico molto con il giocatore e partecipo delle sue
sensazioni e allo stesso modo lo faccio partecipe delle mie.
La mia situazione è positiva in tutto. Ho una moglie fantastica e una
bambina d'oro. Nel golf l'equilibrio
mentale
è
tutto. Ho
comunque i pensieri e le incertezze di tutte le persone adulte e
sicuramente questo si riflette sul mio golf, quando ero piccolo e
soprattutto spensierato giocavo molto meglio.
Non ritengo possibile migliorare senza campo pratica, e poi si perde
il bello.
84
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
L'automatismo che ti dà la buona pratica è il massimo.
Per allungare i colpi gira più velocemente il corpo e crea un angolo
di attacco più verticale possibile.
Impara a visualizzarti ad occhi chiusi prima di fare il colpo,
guardati farlo come fossi in televisione.
Nei miei progetti c’è l’apertura di una mia scuola con una super
struttura per imparare con grandi innovazioni, ma non posso dirti
tutto!
Filippo Falzoni
Professionista dal 1996
Vive Milano e vi lavora presso il Gardanella Sporting Village
Filippo realizza il suo sogno di bambino, aiutato dal padre, dalla
condivisione del golf con la sorella e dalla FIG. Se anche la madre
fosse stata d’accordo nel farlo diventare un campione ad oggi
Filippo sarebbe un grandissimo giocatore di tour perché è una
persona positiva. E’ grato e apprezza la sua situazione familiare,
adora la sua bambina e pensa a lei a volte fra un colpo e l’altro in
gara!
La situazione familiare positiva è importante per avere equilibrio e
giocare bene a golf. Se il coniuge ti incoraggia, ti rispetta e ti ama è
tutto più scorrevole! L’energia fluisce, persino lo swing è più sciolto.
85
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Ho un amico che adora il golf ma sua moglie “non ce lo manda”,
cioè lo vuole a casa per condividere il carico familiare dei due figli
piccoli. Le poche volte che riesce ad evadere è felice di poter
giocare, ma lo stress dei “tempi stretti” gli impedisce di migliorare.
Gioca 36 da 7 anni, viene solo il sabato mattina e raramente fa
gare perché ruba troppo tempo alla famiglia. Questa è una
situazione familiare stressata e non positiva.
Filippo ribadisce l’importanza di visualizzare e dice di farlo in modo
indiretto, come vederti in un film. Immagina dunque nella tua
mente un te stesso che fa lo swing, prende bene la palla e segue il
volo della palla fino al punto in cui desidera che atterri. Per
visualizzare bene ci vuole pratica e tecnica (luminosità, contrasto,
dettagli, voce, timbro…) Il film più è preciso e più si realizza.
Riassunto consigli di Filippo Falzoni
Trova un bravo maestro che ti infonda fiducia e ti trasmetta
le sensazioni giuste
Fai tanti esercizi tecnici e pratica con disciplina
Crea un automatismo in campo dopo tanto campo pratica
Visualizzati ad occhi chiusi prima del colpo, in modo
indiretto (vedi te stesso nel film)
In campo pensa al colpo successivo o alle persone a cui vuoi
bene!
==========
86
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Francesco Mainardi
Il mio amore per il golf nasce quando avevo 5 anni e i miei genitori
mi lasciavano al Golf Club Tirrenia a giocare con le mie mini mazze.
Ho così assorbito il gioco fino a farlo diventare parte integrante
della mia vita. Anche i miei giocavano, ma mia mamma era la
fissata della famiglia: giocava bene e il golf la entusiasmava, non ci
avrebbe rinunciato per niente al mondo!
A 8 anni ho preso l'handicap e ho avuto il mio primo brevetto che
mi ha consentito di partecipare ai corsi della Federazione, fino ad
essere inserito nella squadra Nazionale Italiana, dove sono rimasto
per 7 anni.
Ho girato l'Europa e l'Italia e nel 1994, dopo varie trasferte Europee
con la nazionale, ho disputato i campionati Europei in Portogallo.
Questa esperienza mi ha dato un grande senso di responsabilità e
di grande orgoglio nell'indossare la maglia azzurra della Nazionale.
Poi, nel 1998, il professionismo.
A quei tempi di italiani nel tour c'era solo Costantino Rocca ed era
difficile pensare di riuscire e poter raggiungere grandi traguardi nel
tour
Europeo;
io
ho
preferito
dedicarmi
fin
dall'inizio
all'insegnamento, che ho subito amato fino a farlo diventare il mio
87
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
lavoro. Il mio primo campo è stato il Cosmopolitan golf, dove ho
insegnato fino al 2001, per poi trasferirmi a Firenze in un campo
pratica in centro città, dove mi sono formato nell'insegnamento
specifico del principiante, facendo insieme ai colleghi aumentare
il numero degli iscritti fino a 700.
Il principiante tipo è uno che vuole vedere la palla librarsi in
cielo e ci prova con tutto se stesso. E' super motivato, mi
ascolta attentamente, prende i miei insegnamenti per oro colato. E'
bellissimo seguire i progressi di chi comincia da zero!
Ho insegnato imparando tanto da queste persone, e ho sempre
cercato
di
radicare
in
loro
la
motivazione
iniziale,
iniettandogli "voglia di giocare, senso di divertimento e di
leggerezza" per fargli provare quello che prova un bambino
che scopre il mondo.
Succede spesso nel mio mestiere che ad un certo punto del
percorso il golfista, non si renda conto che il golf ad alti livelli, non
è un gioco, ma è uno sport e come tale necessita di allenamento,
pratica e sacrificio. Mi piace il mestiere di maestro non lo cambierei
con nessun altro lavoro. Vedere i progressi delle persone e
trasmettere loro entusiasmo mi dà una carica e un'energia forte che
influenza in positivo le altre aree della mia vita.
Quello che suggerisco a tutti i golfisti è di ascoltare attentamente il
proprio maestro e fare esattamente gli esercizi raccomandati, anche
se inizialmente non si vedono grandi risultati. Altrimenti è come
88
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
andare dal dottore e non seguire la cura: che speranze hai di
guarire?
La differenza che c'è tra un dilettante e un professionista è che il
primo pratica solo su ciò che sa fare, mentre i professionisti
si allenano sulle parti del gioco dove sono più deboli per
migliorarsi. I principianti non devono avere fretta di imparare tutto
insieme, ma dovrebbero memorizzare una cosa per volta:
un
percorso di miglioramento lento ma costante è preferibile a uno
veloce, perché ti rimane addosso come una seconda pelle.
Le mie magie?
Una volta nel mio primo incontro in Nazionale
contro una coppia di Svedesi, ho messo il secondo colpo alla 17 con
un wedge, a un centimetro dalla buca, riuscendo a vincere contro
gli Svedesi che erano i favoriti. E poi, certo, putting lunghissimi
imbucati,
approcci
in
buca,
palle
imbucate
con
uscita
dal
bunker....Qualche colpo esaltante che ricordo ancora volentieri, mi
ha magicamente illuminato la giornata!
Le qualità per eccellere? Sono una persona semplice e non un
super eroe, ma ritengo che la grinta per affrontare le gare, la
tenacia, la fiducia in me, mi abbiano aiutato ad arrivare fino qui.
Anche il pensiero positivo è utile, però non basta, ci
vuole la
memoria storica, cioè il riferimento a vittorie, buon gioco, colpi
precisi per acquisire fiducia.
La fiducia si acquisisce nel tempo con i risultati.
Auguro buon miglioramento a tutti voi lettori!
89
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Francesco Mainardi
Cosmopolitan Golf & Country club
Francesco è un ragazzo col sorriso sempre stampato sulle labbra.
Lo vedo spesso sfrecciare sul cart mentre accompagna le persone
ad allenarsi in campo e il suo saluto è sempre allegro, diretto, ad
alta voce.
Incoraggia i suoi allievi ad allenarsi sui loro punti deboli e – ha
perfettamente ragione – va contro la loro tendenza ad “auto
incensarsi” allenandosi su ciò che sanno fare meglio.
Ho un’amica super fissata che tira fino a 500 palline in campo
pratica e passa ore e ore allenando i tiri lunghi: drive, legni e ferri
lunghi. E gli approcci? Gli dedica sì e no 10 minuti ogni volta che si
allena e spesso li salta proprio perché non le piacciono e cioè le
riescono male. Fa dei toppini mostruosi che le rovinano lo score,
oltretutto con ferri e legni è lunga, arriva in green o nei pressi con i
colpi giusti per il par, ma quando si tratta di approcciare le entra
l’insicurezza e spesso sbaglia.
Quello che dice Francesco e cioè dare fiducia al maestro non è
sempre facile per molti allievi, che prendono lezioni su lezioni senza
vedere
progressi.
Ma
qual
è
l’alternativa?
Solo
quella
di
entusiasmarci di più e affrontare le lezioni con grinta e grande
voglia di giocare. Allora forse le parole del maestro si trasformano
in sensazioni giuste che danno al tuo swing un impulso nuovo.
Riassunto consigli di Francesco Mainardi
90
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Allena le parti del gioco che ancora non padroneggi
Impara gradatamente e acquisisci bene un aspetto alla volta
anziché bruciare le tappe
Fai da solo gli esercizi raccomandati dal maestro per
migliorare
Riscopri l’entusiasmo che avevi all’inizio, anche solo quello ti
farà giocare meglio!
Giacomo Dovetta
Una delle lezioni più grandi delle mia vita l’ho ottenuta vivendo la
bruttissima
esperienza
di
mio
padre
che
da
grande
imprenditore e uomo dinamicissimo che era, a causa di un’
emorragia cerebrale, è rimasto completamente paralizzato e quindi
fermo su un letto per più di quattro anni e poi morire. Nella sua
agonia mio padre non ci hai mai dato l’impressione di dover mollare,
ma anzi lo vedevamo sempre sorridente e speranzoso. Da lui ho
appreso questa voglia di non mollare mai, l’ho inserita nella
mia pratica giornaliera lungo il mio percorso di allenamento per
diventare professionista e dopo anni di sacrifici sono arrivati i frutti
di questa tenacia.
91
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Difficoltà tecniche ce ne sono state parecchie ma con la giusta
dedizione e un po’ di grinta tutto si può fare. Il bello del golf è che
se un giocatore è meno bravo su un certo settore di gioco, molto
spesso accade che invece è portato per un altro. Io come giocatore
di ferri lunghi non sono mai stato così talentuoso, allora ho
incentrato i miei allenamenti a migliorare le parti del gioco che
più mi si addicevano quali il putting ed il gioco corto in
generale andando così a bilanciare quella mancanza che
avevo nel gioco lungo.
Con ciò non dico di tralasciare la parte del gioco dove si fa più fatica
anzi, bisognerebbe dedicarci più tempo, ma quando non si riesce a
venire a capo bisogna momentaneamente tralasciare un po’ quel
settore e non scervellarsi e far fuori tutte le energie, ma piuttosto
ragionarci a mente fredda.
Una volta mi ruppi il polso sinistro sciando con lo snowboard e i
medici mi dissero di non giocare a golf per tre o quattro mesi. La
presi come una sfida! Mi dissi: “se i polsi che si muovono nel
putt sono un gravissimo problema tecnico, ora che ho un
polso ingessato posso finalmente imparare a pattare come si
deve” ed ecco che dopo tre mesi spesi sui green prima col
polso ingessato, poi coi polsi fermi dalla pratica, ottenni
risultati incredibili fino a compiere il mio record personale di
putt su 18 buche: feci 21 putt quel giorno, con otto one- putt
consecutivi e portai così mio fratello a vincere con me il
Campionato Piemontese Fourball 2008 al Royal Park.
92
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Imbucai da tutte le parti, da 3, da 4, da 7 e anche un gran siluro da
oltre i 10 metri, poi imbucai due chip da bordo green il che mi aiutò
tantissimo psicologicamente perché potei non solo fondare tutte le
mie speranze sul putter che prima o poi statisticamente doveva
ritornare terrestre, ma appoggiarmi anche al mio solido gioco corto.
I due contendenti contro me i mio fratello che drivavano a 280
metri di media e poi non sempre imbucavano con la palla in asta,
rimasero di stucco della mia “fortuna”.
Ultima cosa da pensare in campo quando si gioca una gara è la
tecnica. Me lo insegnò il mio maestro fin dall’inizio, anche se ci misi
anni a riuscirci. E’ la cosa più sbagliata che si possa fare. Pieno di
informazioni, il nostro cervello va in grande confusione,
mettendo rigidità al corpo e alle nostre articolazioni.
Se volete pensare alla tecnica avete tutto i tempo che volete una
volta in campo pratica, poi quando siete in campo pensate solo
alla pallina e a come dirigerla più velocemente possibile in
buca. Io da dilettante, mi sbizzarrivo a pensare alla tecnica quando
lavorando, andavo in campo pratica nella pausa pranzo. Così
facendo mi mettevo a posto la coscienza: ho già pensato alla
tecnica tutta le settimana, ora nel week-end mi posso divertire e
liberare da essa.
Non penserei neanche alla strategia di gioco tra un colpo e l’altro
tranne quando siamo a circa 20 metri dal nostro prossimo colpo. 20
metri normalmente equivalgono a 15 secondi, questi è il tempo
indicato per pensare alla strategia. Se noi tutti ci concentrassimo
93
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
per 150 metri sulla strategia da eseguire, dopo 6 buche avremmo
fatto fuori tutta la nostra capacità di concentrazione ed il problema
è che mancano ancora due terzi del percorso.
Come maestro, mi piace indurre il relax nei miei allievi, facendogli
osservare che si trovano in un bellissimo posto e quanto sono
fortunati a praticare questo sport. Cerco di far loro trovare un po’ di
calma interiore, poi li faccio concentrare solo su un aspetto
tecnico per volta, devono fare attenzione unicamente ad esso per
le prime 2 – 3 sessioni di pratica. Insisto sulla rotazione completa
del
corpo
verso
destra nel backswing
e
verso
sinistra nel
downswing: prima a velocità ridottissima poi al massimo, poi
all’80% della propria velocità massima. Alla fine della pratica
l’allievo non deve essere
troppo stanco,
dato che lo invito ad
usare più la coordinazione del corpo e meno il repentino
lancio delle braccia e del bastone per cercare di colpire più forte
la pallina. Sono soddisfatto quando un allievo non è stanco!
Il golf è uno sport che al 60 per cento è fatto con quella cosa che
c’è in mezzo alla orecchie. Il primo a dirlo fu proprio Bobby Jones:
“A good part of the game is played between the ears: meaning that
judgment, based on thought and experience, is often as important
as mechanical skill”.
Infatti il bello del golf è che è uno sport che si pratica in paradisi
naturali e tutti quanti quando giocano dovrebbero spegnere il
cervello e godersi quello che c’è attorno. E’ veramente un
94
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
peccato rovinarlo con i pensieri negativi del lavoro di tutti i
giorni.
Impariamo da chi l’ha inventato questo sport! Recentemente ho
fatto un paio di viaggi in Scozia per carpire i segreti dei links, ed la
prima cosa che ho imparato è che è assolutamente vietato
portare i telefoni in campo. La cosa sembra stupida ma un uomo
di oggi senza telefonino si sente nudo, ed è proprio la cosa da fare:
svuotarsi da tutti gli stress della vita prima di entrare in
campo e come fanno gli scozzesi pensare solo a divertirsi.
Il problema però, è che noi italiani siamo fin troppo degli agonisti,
nel senso che giochiamo a golf solo perché vogliamo dimostrare
agli altri quanto siamo bravi. Risultato giochiamo con i nostri
migliori amici 9 buche e le sole parole che escono a volte sono:
“gioco una Pro V1 X numero 3 e buon gioco” mentre del buon
gioco degli altri non ce ne frega niente.
Invece il vero golf è dimostrare agli altri come sai comportarti in
campo divertendoti.
Ci sono dei casi in cui la pratica è vista proprio come una futile
perdita di tempo annoiante e demoralizzante: a queste persone
suggerirei allora di giocare due o tre palline per qualche buca
come allenamento, ma ciò anche se può essere più divertente
non porta agli stessi risultati del campo pratica.
Chi vuole migliorare ha bisogno di una buona preparazione atletica,
basta che però non pratichi il nuoto, che ingrossa i muscoli delle
95
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
braccia e irrigidisce l’elasticità muscolare della parte alta del corpo
in particolare le spalle.
Un po’ di corsa giornaliera ed un po’ di esercizi a corpo libero
da fare a casa o in ufficio farebbero al caso di molti golfisti;
chiaro è che il primo mese di golf vi sentirete fuori swing e
muscolarmente affaticati ma ciò vi consentirà durante la stagione
golfistica di affrontare le 18 buche con più freschezza e quindi
sapere allungare in media tutti i vostri colpi.
Dulcis in fundo, la Titlest, con il programma TPI sta ottenendo
moltissimi miglioramenti in breve tempo solo eseguendo delle
schede di valutazione dei giocatori e consigliandogli delle semplici
schede di esercizi, prevalentemente a corpo libero, che danno
notevoli miglioramenti ed immediati, quindi vi suggerisco di
guardare il sito che parla della Titliest Performance Institute per
maggiori info e affidarvi ad un preparatore atletico certificato TPI
che vi possa aiutare.
Le persone fanno tre putt in due casi: la direzione di uno dei due
putt è stata clamorosamente sbagliata o la forza del primo putt è
stata enormemente errata, ma siccome vedo che sulla direzione più
o meno tutti ci adattiamo, sulla forza vedo i più grandi errori,
come putt che si fermano corti 4 metri prima o lunghi 5
metri dopo la buca.
Io sconsiglio di pattare a feeling dalle lunghe distanze a meno che
non praticate il putt due/tre ore al giorno. Se praticate a far fare
alla testa del putt sempre la stessa velocità presto acquisterete un
96
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
miglior controllo della forza da dare alla palla e se poi gli
aggiungeste altri paletti come – voglio fare 10 metri allora il
mio
backswing
sarà
di
30
cm,
voglio
fare
15
metri
aumenterò solo la lunghezza del backswing del 50 % e non
la velocità. Allora il putt, per magia, dopo una trentina di
palline di pratica metterà la vostra palla “data” a fianco della
buca per un semplice tap-in.
La cosa piu’ importante è credere in se stessi e pensare
positivo.
Ogni
immaginarsi
il
qual
volta
proprio
volo
si
va
della
sulla
palla
pallina
bisognerebbe
migliore,
magari
richiamando alla mente il proprio colpo migliore eseguito
magari settimane fa. Così facendo, non è detto che tutti i colpi
riescano perfetti, ma predisponiamo il nostro cervello alla giusta
rilassatezza mentale atto a fargli inconsciamente pensare solo a
quei pochi input che deve passare al corpo per far compiere i
movimenti più importanti.
I miei progetti? Oltre a consolidare la mia presenza nel circolo in cui
lavoro intendo allargare la mia esperienza d’insegnamento verso i
più piccoli andando a fare degli stage nelle scuole di golf
internazionali come quelle britanniche o statunitensi. Mia intenzione
è di trovare un posto di lavoro in una location dove sia possibile
giocare o insegnare anche nei mesi invernali visto che dove lavoro
al momento la stagione si chiude dai mesi di novembre a marzo.
Auguro buon golf a tutti i lettori di questo ebook!
97
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Giacomo Dovetta
Nato a Bra il 6 marzo 1975. Il mio rapporto con il golf inizia molto
presto: all’età di otto anni, nel 1983, mio papà Ermanno mi porta
con sé al Golf Club Cherasco.
Già a 9 anni, con l’aiuto del
maestro Sandro Fiammengo prendo
l’handicap di gioco. Dagli otto ai tredici anni i miglioramenti sono
costanti e le gare al circolo portano le prime soddisfazioni. Il pallone
per me era però irresistibile:gioco circa sette anni, fino all’esordio
in Promozione con Cheraschese e Fossano. La predisposizione per
lo sport è innata e, dopo un soggiorno a Londra, decido di
dedicarmi completamente al golf.
Tornato in Italia, trovo lavoro come buyer vicino al Golf Club
Cherasco. Il carattere e la professionalità si plasmano anche grazie
alle innumerevoli gare alle quali partecipo e
vinco con costanza.
Nel 2005 il grande salto: decido di diventare un professionista di
golf, un maestro, sogno realizzato nel 2008. Dopo un anno al Golf
Club Alba, da marzo 2010 lavoro al Golf Club Cuneo come primo
maestro, circolo dove nel 2009 ero stato apprezzato per le lezioni
tenute nei weekend. Una carriera in continua evoluzione: a gennaio
2011 divento membro PGAI dopo aver superato con successo il
colloquio di prova e arricchisco la mia esperienza partecipando al
seminario annuale PGA. Attualmente sono maestro presso il Barolo
Golf Club, dove subentro come professionista del golf responsabile
del Progetto Kinder GolfAcademy della Ferrero.
98
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Della storia di Giacomo mi è piaciuto tantissimo l’episodio del
putting col polso ingessato. Quello che per tutti sarebbe stato una
maledizione per Giacomo è stata un’opportunità! Chi non avrebbe
maledetto la sorte per un polso rotto che ti impedisce di giocare a
golf?
Sfido
chiunque
a
trasformare
una
“disgrazia”
in
una
benedizione come ha fatto Giacomo. Grazie al polso rotto Giacomo
ha DAVVERO imparato a pattare, lo ha ampiamente dimostrato
quando ha fatto 21 putt su 18 buche. E lo dimostra più avanti,
quando dà dettagli specifici sugli errori più comuni sul putting e
come evitarli. Grande Giacomo!
Giacomo come Antonio Burzio evidenzia la differenza tra il golf
italiano e quello scozzese, ossia “quello vero”. In Italia non c’è
senso sportivo, giochiamo uno contro l’altro più che contro il
campo. Siamo perennemente stressati e il telefono squilla ogni tre
buche, “prendersi il tempo” per essere qui e ora risulta sempre più
difficile. Non commento oltre il suo scritto, già completo ed
esaustivo da tutti i punti di vista, con spunti importantissimi per
tutti noi.
Riassunto consigli di Giacomo Dovetta
Trasforma i problemi in opportunità, il negativo in positivo
Stai nel presente e apprezza la natura quando sei in campo,
spegni il telefono e lascia a dopo il lavoro
Impara a dosare la lunghezza del backswing sul putting a
seconda della distanza.
Richiama alla mente i tuoi colpi migliori immaginando il volo
della palla per riprodurlo al meglio
99
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Migliora la parte del gioco che sai fare meglio. Ad esempio,
se il tuo punto forte sono gli approcci, allenati a tirane il più
possibile in bandiera.
Fai esercizi a corpo libero, ti consiglio caldamente il TPI
===============
Gianni Davico
Ho iniziato a giocare a golf a 36 anni. Per anni ho avuto l’idea, vaga,
di cominciare a praticare questo sport. Mi dicevo che quando
Roberta (la mia primogenita) sarebbe stata più grande magari avrei
cominciato con lei. È stato un ritornello che mi sono ripetuto troppe
volte per diversi anni, subordinando la felicità (perché per me
giocare a golf, e anche allora ne avevo un confuso sentore, è una
fonte continua e interminabile di felicità!) ad un evento futuro.
Infine un giorno, all’improvviso, ho capito. Ho capito che nulla
sarebbe successo a meno che la decisione non fosse partita da
dentro di me. E ho deciso quindi di cominciare un’attività che, da
allora, non ha fatto che darmi gioie sconfinate, tant’è che il mio
100
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
principale obiettivo al momento è di diventare professionista.
Se ci riuscirò, ignoro – i miei “colleghi”, del resto, potrebbero
essere quasi tutti miei figli –, ma il fatto stesso di essermi dato
questa meta mi motiva e mi rende felice.
Io ho sempre adorato praticare, e non ho mai avuto problemi in
questo. Mi sento talmente fortunato a poter praticare questo sport
che tutto ciò che mi accade – comprese le virgole, i colpi
sbagliati e così via – mi sembra una benedizione. Quindi non
vedo difficoltà, anche perché arrivare al mio attuale handicap (4.0)
è stato un vero scherzo! ☺
Certo, in questo momento c’è un grosso scoglio davanti a me –
diventare professionista è tutt’altro che uno scherzo –, ma è
qualcosa che ho scelto io e non una difficoltà che ho incontrato
lungo il cammino. E conto tra qualche mese di raccontare come
l’avrò superato!
Un mio punto di forza è la disciplina: io seguo un percorso che mi
sono prestabilito e che comprende circa quindici ore di campo
pratica settimanale, palestra o corsa un paio di volte la
settimana e così via. Certe volte in campo pratica sono proprio
stanco, però faccio mia la considerazione espressa da Anthony Kim
su “Golf Digest” dello scorso giugno: “Anche quando non vuoi tirare
l’ultimo secchio o paio di secchi di palle, fisicamente ti è possibile, e
poi può essere che trovi qualcosa in questa ultima parte della
sessione. Dopo un po’, tutte queste piccolezze si sommano”.
101
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
L’altro punto è la forza mentale, che poi è un riflesso della
disciplina. Il vero vantaggio – l’unico, forse – su chi ha vent’anni
meno di me e gioca a golf da più tempo di me è la mia forza
mentale, la capacità di reagire serenamente agli inevitabili
errori, di non perdere mai la testa ma di andare avanti anche
quando le cose non vanno bene.
Non si può pretendere di migliorare facendo una lezione o due
l’anno e passando mezz’ora al mese in campo pratica. Uno dei punti
di forza del golf è quello di poter essere goduto a diversi livelli.
Molti golfisti si accontentano di giocare ogni tanto, fare un bel colpo
qua e là, stare in compagnia di persone piacevoli eccetera. Va
benissimo, non c’è nulla da dire su questo. Ma poi non sarà il nuovo
driver a migliorare le prestazioni!
Se però si è seriamente intenzionati a migliorare, ad andare verso i
propri limiti, a scoprire di che cosa si è davvero capaci, allora
bisogna partire dalla considerazione che facevo prima: che non
esistono scorciatoie per diventare bravi. Bisogna praticare,
praticare e poi praticare ancora. Il tutto, ovviamente, sotto la
supervisione di un maestro di fiducia (altrimenti si rischia di
praticare l’errore, e quindi di peggiorare).
Un buon sistema per allungare i colpi è il pilates, o più in generale
l'attività in palestra, corsa compresa. Il fatto di avere un fisico in
forma aiuta molto in gara, soprattutto nelle ultime buche quando le
risorse mentali e fisiche potrebbero scarseggiare.
102
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
E la palestra ha senso comunque solo se fatta con continuità, in
maniera commisurata alle proprie caratteristiche, senza voler
strafare e possibilmente sotto la guida di un esperto. Per evitare
la discontinuità serve l'esperienza: il fatto di essersi trovati
in passato in situazioni simili può aiutare a non ripetere gli
stessi errori. Ma anche qui, il pericolo è di girare intorno al
problema anziché andare diritti alla soluzione.
Infine, un aspetto da non sottovalutare è quello mentale: il golf è
essenzialmente uno sport mentale, quindi saper governare la
propria mente nei momenti cruciali è fondamentale per un
buon gioco. E anche la mente si allena: io ho avuto la fortuna di
avere un maestro che lavora con uno psicologo sportivo, e ho
trovato tantissimi benefici da questo. I miei due maestri, Andrea De
Giorgio e Roberto Cadonati, hanno scritto un libro sull’argomento,
che consiglio caldamente a chi è interessato a questi temi: si
chiama Come giocare a golf ConVincenteMente.
C’è poi l’altro aspetto, altrettanto importante, del superare i brutti
momenti di gioco. Il “segreto” sta nel concentrarsi in quel che si
sta facendo. Ovvero, gli errori sono normali nel golf, ma è
importante accettarli una volta compiuti e passare oltre, in maniera
da evitare che un errore ne porti altri tre o quattro a seguire. Non
che sia facile – anche questa è una tecnica mentale che va allenata.
Due parole sul libro che ho scritto. La vita 2.0 è la descrizione
delle tecniche e della linea di pensiero che ho applicato a me stesso,
e che ciascuno può – secondo me – applicare a sé per aumentare la
103
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
felicità della sua propria vita. Sono partito da alcune costatazioni se
vogliamo banali ma non contestabili. Il punto è, per dirla con
Andersen, che il re è nudo. E non c’è più tempo, dunque, per fare
finta: allora il compito che mi sono ritagliato è quello di una sorta di
grillo parlante, di pascoliano fanciullino, di qualcuno che ci ricordi
che la felicità è alla nostra portata, adesso e semplicemente,
sempre e comunque, nonostante noi possiamo essere indotti a
ritenere che le cose stiano in maniera differente. Ad esempio: il
denaro è troppo sopravvalutato, mentre l’unica risorsa davvero
critica che abbiamo è il tempo. Di conseguenza, siamo ricchi solo se
abbiamo il tempo per fare le cose che vogliamo veramente e non
siamo sempre costretti a saltare di scadenza in scadenza, in una
corsa al massacro che non ha mai fine.
Naturalmente non ho la pretesa di insegnare qualcosa ad altri, e
questo perché nessuno può insegnare alcunché a chicchessia:
si può solo imparare (volendolo). Io ho detto nel libro quello
che mi riguarda, cercare di estrarre dei casi generali; e poi ciascuno
farà il lavoro su di sé. Se vorrà, beninteso. E la mia speranza è che
lo voglia.
Gianni Davico
43 anni, per mestiere amministro da oltre quindici anni uno studio
di traduzioni, (www.tesietesti.it); sono sposato e ho due bambine,
che sono una grossa fetta della mia felicità. Molte tra le cose che
faccio sono qui:
http://www.giannidavico.it Ega:4
104
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Gianni Davico dei due amatori che scrivono in questo ebook è il solo
ad avere il grande obiettivo di diventare professionista. Lo vuole
con tutto se stesso, mette in atto tutte le azioni necessarie per
ottenere il suo obiettivo, impara dagli errori guarda sempre avanti
nonostante le difficoltà. Sono sicura che ce la farà.
Gianni è un esperto di felicità. Ha impostato la sua vita in modo da
lavorare poco, giocare molto a golf che è la sua passione e stare
con la famiglia. Gli resta il tempo per seguire le figlie che adora.
Non male vero? Per questo ho voluto mettere Gianni nel mio ebook
insieme ai professionisti: ha tanto da insegnare a tutti noi, in
materia di golf e di vita. Anch’io cerco di fare come lui (tranquillo:
non ho intenzione di fare la professionista di golf!), impostando la
mia vita e il mio tempo con attività che mi riempiano il cuore e
l’anima. Voglio lavorare con la mia passione, cioè scrivere, passare
tanto tempo di qualità con i miei cari e continuare a giocare a golf
tre volte a settimana “razzolando” un pochino come faccio ora,
tirando non più di un centinaio di colpi per ogni percorso.
Gianni ti invita a fare un punto della situazione della tua vita per
capire cosa vuoi davvero. Vuoi giocare meglio a golf? Datti questo
obiettivo, alza i tuoi standard e come Gianni fai di tutto affinché si
realizzi: Dedicagli tempo, passione, energia. Prova, sperimenta,
sbaglia e impara, sii tenace, non mollare e ce la farai.
Riassunto consigli di Gianni Davico:
Lavora meno e gioca di più a golf
105
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Affronta con serenità le difficoltà
Datti obiettivi e li raggiungerai
Concentrati sempre sul presente, in modo che quando sbagli
un colpo tu pensi solo al colpo che devi fare adesso
Portati al limite delle forze. Anche quando sei stanco, fai lo
stesso quell’allenamento in più da cui potresti imparare
qualcos’altro
Per allungare i tuoi colpi, fai pilates
============
Gianpaolo Fattori
Sin
da piccolo
ero
affascinato
da questo
Sport e
ad
una
manifestazione organizzata presso la Fiera di Milano, dove erano
rappresentati tutti gli sport, mi avvicinai ad un Maestro della
Federazione Italiana Golf, chiedendogli se potevo provare, mi diede
i primi rudimenti sul grip e mi disse “colpisca”.
Una magia, colpii la palla e la presi bene, lo strumento segnava 137
m e cioé con un ferro 7 avevo tirato la pallina ad una distanza
virtuale di 137 metri, aveste visto lo stupore del Maestro eh eh, al
106
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
punto di dubitare di me, non ci credeva che era la prima volta in
vita mia che prendevo in mano un ferro da golf!
Effettuai altri colpi e tutti su quella distanza, tranne un air shot che
ridimensionava un attimino la situazione, terminata questa sessione
di tiri mi accompagnò da una signora, la quale prese nota dei miei
dati e mi diede l'annuario della FIG, dove c'erano segnati tutti i
campi a cui potevo rivolgermi per delle lezioni. Il maestro mi salutò
esortandomi a continuare perché secondo lui avrei imparato
facilmente, ero gasatissimo.
Qualche giorno dopo, la mia Azienda mi aveva programmato un
appuntamento a Brescia, guarda caso accanto al Golf Club e
terminato l'appuntamento di lavoro mi recai a piedi attraversando il
parcheggio verso la Segreteria.
Vedevo parcheggiate automobili bellissime e di grossa cilindrata e
passo dopo passo mi entrò in testa il tarlo dello sport da ricchi e
una volta arrivato sulla soglia dell'ingresso mi dicevo “ma cosa
centri tu con sto’ ambiente?"
“Niente” mi risposi e rinunciai ad entrarvi.
All'appuntamento successivo andò esattamente allo stesso modo,
ma al terzo vinsi la mia diffidenza e un pochino teso entrai e da lì
mi si aprì un mondo fantastico, concordai 10 lezioni che feci in 2
settimane, quotidianamente all'ora di pranzo anziché pranzare
andavo
a
lezione,
ricordo
l'acquisto
del
primo
guantino,
l'entusiasmo e la tenacia di un sportivo quale mi ritengo essere.
107
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Dopo 6 lezioni mi resi conto d'essere pronto per affrontare il campo
e lo dissi al mio primo Maestro, Gianbattista Maestroni, la risposta
mi riportò alla frustrazione iniziale e cioè per andare in campo
dovevo iscrivermi al Club, per un novello sposo con debiti non era
una buona notizia, sapevo colpire bene la palla ma non potevo
permettermi d'iscrivermi ad un Club.
Tornato a casa dissi alla mia ex moglie che "dovevo" rinunciare al
Golf e mentre parlavo mi capitò sotto mano l'Annuario del Golf
regalatomi in Fiera e sfogliandolo trovai un Campo Pratica non
lontanissimo da me, 32 km, che mi permetteva d'iscrivermi per sole
200.000 lire annue, telefonai e appena ebbi la conferma ci andai
subito e m'iscrissi.
Ero finalmente un giocatore di Golf.
Grazie al mio nuovo maestro, Fernando Pasqualucci e alla mia
bravura,alla prima Gara a cui partecipai vinsi il premio come NC, mi
ricordo ancora, si trattava di una scatola di 6 bottiglie di vino bianco
ahahah e in quella stessa occasione presi l'hcp.
Con il passare degli anni arrivai a 10,5, ora sono 13,5 di handicap,
e di conseguenza in Prima Categoria, vincendo coppe e accessi a
Finali ma nessuno di questi premi mi ha dato la stessa emozione
delle prime buche che feci su quel campo di patate che era il
percorso di 3 buche del Campo pratica "La Palazzina".
Un giorno un socio di vecchia data mi si avvicina e mi dice, " ti va di
fare qualche buca con me?" Ero emozionantissimo e non mi pareva
vero che lo stesse dicendo proprio a me. Sono passati molti anni e
108
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
ho giocato su più di 100 campi da Golf tra l'Italia ed estero, St
Andrews, Gleneaglees, Kingsbarns e Ballybunion ma quel ricordo é
ancora presente nella mia mente come lo sono le forti emozioni che
mi tornano solo a ricordarlo.
Il Golf negli anni é cambiato, nuovi Drive e nuove attrezzature
permettono distanze e risultati assolutamente improponibili sino a
pochi anni fa, tutto giustamente si evolve ma la passione rimane
intatta negli anni, alcuni problemi possono allontanarmi un poco,
ma poi ritorno ad affrontare nuove sfide con un maggior vigore,
forse con meno agonismo e più consapevolezza dei miei limiti.
Sono uomo da Campo Pratica e preferisco andare in quelli poco
frequentati, non perché sia un solitario, anzi, ma perché posso
concentrarmi
senza
perdermi
in
chiacchiere,
adoro
confrontarmi con me stesso e di conseguenza riconoscere che se
un atleta non s'allena non può pretendere molto da se stesso.
Se io do poco al Golf perché mai lui dovrebbe dare molto a me?
Sono stato Istruttore di Nuoto e Assistente Bagnante, ho giocato a
Baseball per molti anni, sono stato poi allenatore e arbitro, buon
cicloamatore di Gran Fondo, nel 1996 ottenni il Prestigio Nazionale,
per cui so cosa voglia dire la fatica e per hobby velista, surfista e
subacqueo.
Vivo di Sport e vi garantisco che il Golf, se fatto bene é fatica,
sudore, concentrazione, tensione e adrenalina a 1000, non
credo esista un altro sport completo come questo, dove tutti
i muscoli sono impegnati in un modo così equilibrato.
109
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Se dovessi dare un consiglio a chi s'avvicina a questo sport é di
affrontarlo mentalmente, la testa in questa disciplina prevale, per
cui spesso mi trovo ad allenarmi senza pallina in giardino e se
ho "voglia" il risultato arriva.
Riassumerei il tutto in questa frase, " i risultati che ottengo nel Golf,
sono proporzionali a quanto io dedico a questo Sport e parlo di
voglia di giocare, passione e determinazione.
Questa é la mia piccola storia del mio Golf.
Gianpaolo Fattori
53 anni, gioco a golf da 13 anni e sono in prima categoria
Il mio sito: www.golf4u.it
Forse per Gianpaolo è un onore essere annoverato fra i golfisti
eccellenti di questo ebook visto che lui non è un professionista, ma
in realtà la sua testimonianza è preziosa ed espressa con una
scrittura vivace e simpatica. Dalla foto si capisce bene che
Gianpaolo è un tipo simpatico: morde il suo drive per fargli capire
che deve comportarsi bene in campo!
Temeva che il golf fosse inarrivabile per lui (“uno sport da ricchi”),
ma quando scopre che può essere alla sua portata la sua felicità è
grande! La storia del socio che chiede proprio a lui di giocare
insieme è impressa nella sua memoria come un grande onore
ricevuto, un premio inaspettato, una manna scesa dal cielo.
Gianpaolo parla di voglia di giocare, passione e determinazione.
Cosa ti evocano queste parole? Vedo di usarne delle altre per dire la
110
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
stessa cosa. Oggi ho fatto 9 buche da sola nell’immensità delle
seconde 9 buche del Cosmopolitan, incredibilmente deserte mentre
sulle prime c’era la coda.
Sono partita con una grande voglia di sperimentare un legno 5
nuovo e allungare i miei colpi, cosa che avrei dovuto fare in campo
pratica, ma… Insomma avevo una grande voglia non di giocare
come tutti gli altri giorni, ma di giocare AL MEGLIO. Mi sono detta:
oggi voglio creare dei colpi più lunghi del solito. E così ho fatto. Ho
giocato con divertimento, spirito di osservazione, voglia di novità.
Tiravo tre palle a buca e scommettevo con me stessa che con la
prima avrei fatto un ottimo risultato. Alla 16 ho fatto un miracolo
incredibile: ho tirato 3 drive tutti uguali a circa 110-120 metri dal
green, tre secondi colpi stupendi di cui due in green e uno appena a
destra del green. Ho fatto due par e un birdie, roba da manuale
(paragonata ai miei standard). Per ogni bel colpo mi complimentavo
con me stessa a voce alta, tanto nessuno mi sentiva, poi mi
ringraziavo del complimento con una voce un po’ diversa. Questo
era un dialogo tra sé1 (coscienza) e sé2 (subconscio), in cui sé1 si
complimentava con sé2 per il buon comportamento a golf! La voglia
di cui parla Gianpaolo è questa, una voglia ricca di entusiasmo e di
passione.
Riassunto consigli di Gianpaolo Fattori:
Evita di perderti in chiacchiere in campo pratica
Dai al golf passione e determinazione e il golf ti darà tanto in
risultati
Affronta il golf predisponendo la tua mente alla positività
111
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Confrontati sempre con te stesso anziché con gli altri
================
Guido Caneo
Con buona probabilità sono l’ultimo professionista di golf ad aver
iniziato come caddie, figura oramai scomparsa nella maggior parte
dei circoli.
Chi ha giocato al golf di Castelgandolfo avrà certamente notato il
casale adiacente al campo pratica, e magari ci sarà finito più di una
volta con qualche tiro storto. Ecco, quella era la casa dove abitavo
da bambino. Il campo non c'era ancora. La vallata ospitava solo
poche ville di campagna, orti, pascoli, e una rigogliosa azienda
agricola che ho visto trasformarsi nel campo da golf sul quale ho
poi imparato a giocare.
La mia passione per il golf è cominciata collezionando le palline del
campo pratica che i golfisti più maldestri tiravano proprio sotto la
finestra della mia camera da letto. Erano tutte identiche, segnate
da una grossa riga rossa, con un odore particolare, fra gomma e
petrolio. Un giorno feci la conoscenza del Maestro che aveva in
gestione il campo pratica e trovammo un accordo: io avrei restituito
112
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
le centinaia di palline ma in cambio mi avrebbe fatto fare un giro
sul trattorino raccattapalle.
Era rosso, e tanto mi bastava per sognare che fosse una Ferrari.
Aveva due “ali” ai lati, larghe, per raccogliere le palline dalla
superficie, e così fantasticavo di pilotare un aereo, mentre i cestelli
si riempivano. Oppure, a mio piacere, potevo immaginarmi su un
carro armato, enorme e indistruttibile, come quelli visti nei film in
tv. Il rumore mi sembrava simile. Quanto all'indistruttibilità... oggi
il trattorino rosso è ancora li. Avevo 10 anni e non mi faceva difetto
l'immaginazione.
Tutti i giorni della settimana, appena tornato da scuola, filavo dritto
verso il campo pratica, che era diventato il mio quartier generale.
Ascoltavo i maestri fare lezione ai soci del circolo. Poi, mentre
raccoglievo
le
palline
e
quando
tutti
se
ne
erano
andati,
sperimentavo le nozioni che avevo carpito.
Il Sabato e la Domenica invece, facevo da caddie in campo.
Speravo nel freddo per indossare due maglie e sembrare più
robusto. Con la bella stagione, infatti, i giocatori esitavano di fronte
ad un caddie tanto esile da poter stare nella loro sacca.
I diversi maestri che di volta in volta conoscevo, mi regalavano
ciascuno di loro un vecchio bastone. Così la mia prima sacca da golf
era un mazzo variamente assortito di bastoni di tutte le marche e
diverse misure, persino da donna. Il mio primo sponsor fu mio
fratello: comprò con i suoi risparmi un set di ferri usato della Ben
Hogan, finalmente tutti uguali.
113
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
I caddie di Castelgandolfo avevano accesso al campo per giocare
solo di lunedì, il giorno di chiusura del circolo. Per me era un giorno
speciale: la mattina a scuola disegnavo a penna sul quaderno lo
score che avrei utilizzato in campo, e il Maestro (di golf) mi faceva
trovare sempre un carrellino per la sacca. Con gli altri caddie
perdevo sempre, ma ci divertivamo un mondo.
Capitò un dicembre in cui il Maestro mi chiese di fargli da caddie in
una delle prime edizioni della Pro Am di Natale al Golf Fioranello, un
piccolo circolo dal grande fascino ed una atmosfera amichevole e
coinvolgente anche per un ragazzino come me. Alcuni soci del
circolo mi fecero il regalo che desideravo da sempre: la mia prima
tessera federale del Club. Fioranello diventò il mio Circolo, ma
anche la mia seconda casa, la mia prima palestra di vita golfistica
da dilettante e tutt'oggi il Club in cui insegno da professionista.
Sono diventato un professionista di golf grazie ad una serie di
circostanze e incontri fortunati. La mia curiosità per il mondo di
quei golfisti maldestri che tiravano storto proprio sotto la finestra
della mia camera da letto ha presto incrociato la generosità e
l’affetto di molte persone che hanno assecondato e alimentato la
mia passione.
Amavo il golf di un amore sincero e chiunque lo amasse altrettanto
sinceramente, riconosceva e incoraggiava quel mio sentimento. Ho
preso lezioni da Maestri che mi hanno insegnato tutto in cambio di
poco o niente, per la pura soddisfazione di rendere ancora più
114
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
fervida la mia passione per il golf e poi condividerla. Guanti, scarpe
e palline erano i miei regali più richiesti e non mi venivano mai
lesinati. Guardavo i Maestri e volevo diventare uno di loro.
Oggi guardo i ragazzi che amano il golf e cerco in loro la mia
stessa acerba passione, per assecondarla, alimentarla fino a
maturazione e finalmente condividerla in campo.
Non ho mai avvertito particolari difficoltà sotto l’aspetto tecnico. Ho
cominciato da bambino e il mio corpo si disponeva alle torsioni dello
swing con naturalezza. Al contrario, l'approccio psicologico era
ancora immaturo: avevo difficoltà a contenere la tensione nelle
ultime buche, e questo finiva talvolta per compromettere il risultato
finale
di
certe
gare
fino
a
quel
momento
perfette.
Con
l’esperienza si impara a gestire l’ansia da prestazione e la
paura di vincere, ed è quello che insegno sempre ai miei allievi
migliori.
Ma quello che crea enormi condizionamenti negativi in molti giovani
è la soddisfazione delle altrui aspettative. Genitori, amici, soci
e conoscenti, con le loro aspettative, possono moltiplicare la
pressione psicologica sul ragazzo, che si sente in obbligo di giocare
bene, di non deludere, e con ciò si finisce per giocare più per gli
altri che per se stessi. Con pessimi risultati.
Consiglio sempre ai genitori dei miei ragazzi di stare lontani dal loro
golf, e di lasciare che si divertano giocando, ritagliandosi uno spazio
tutto loro. E se son rose, fioriranno.
115
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Per realizzare un sogno e raggiungere un obiettivo occorre la
determinazione
costante
nel
tempo.
Nel
golf
questo
è
l'elemento che fa la differenza. Per diventare un professionista non
basta avere passione per il gioco. Occorre dedizione, impegno,
sacrificio. Devi trovare la motivazione giusta e tradurla in impegno
anche quando i risultati non arrivano e l’obiettivo che ti eri
prefissato sembra troppo lontano. Bisogna farsi
muscoli
della
frustrazioni,
pazienza
che
e
diventare
inevitabilmente
crescere
impermeabili
arriveranno
a
i
alle
fiaccare
le
ginocchia. Per diventare un maestro del golf devi diventare
robusto dentro.
Un giorno ero in trasferta per giocare un campionato italiano. Nel
giro di prova del campo avevo fatto tutti ganci. Nel primo giro di
gara pure. Facevo solo hook, con qualsiasi bastone. Ero sconsolato
e pensavo solo a quello. Chiamai il mio maestro e gli dissi “ sono
disperato, faccio tutti hook” lui mi rispose “ e qual è il problema?” .
“Il problema è che faccio solo hook, non riesco a fare un colpo
dritto” dissi. “ Non è un buon motivo per fare un brutto score,
anche Bobby Locke giocava con hook accentuati ma ha vinto 4
British Open” mi disse lui. Così il giorno dopo andai a giocare
sereno e motivato a far bene. Con quegli hook non vinsi 4 British
Open ma passai il taglio e mi divertii molto.
Il mio segreto? Riprendendo un’espressione di Socrate, direi “il
sapere di non sapere” e il desiderio continuo di migliorarmi sia
come giocatore che come maestro. Anche se non faccio il
tournament player amo giocare a golf e migliorarmi. Più gioco e
116
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
meglio insegno, perché mi avvicina ai miei allievi e alle loro
difficoltà a migliorare. E mi piace pensare di non aver finito di
studiare il golf e di imparare. Non ho simpatia per i colleghi che si
pongono nei confronti dei loro allievi come fossero l’Oracolo di Delfi.
Il dubbio di non sapere abbastanza è ciò che ti spinge a migliorarti,
e quindi a crescere.
Il golf è un mondo dagli innumerevoli aspetti, e non basta una vita
per conoscerli tutti.
Per colpire bene, bisogna imparare a non pensare. E' come il
paradosso filosofico di Achille e la tartaruga. Se la mente si ferma a
pensare ai fotogrammi che compongono lo swing, si perde il timing.
Il lavoro propedeutico sulle fasi dello swing lo faccio in campo
pratica:
mi
soffermo
molto
sulla
tecnica
del
movimento,
sull’allenamento specifico di alcuni aspetti cruciali. Ma sul campo
sposto l’accento sul gioco vero e proprio: bisogna fare meno colpi
possibili, il resto non conta.
In campo non mi curo più dello swing: devo giocare al meglio
con lo swing che ho in quel momento, giusto o sbagliato che
sia. Inutile tentare di modificarlo in campo.
Lo swing è un automatismo frutto di un duro lavoro in campo
pratica. Buono o cattivo che sia stato il lavoro propedeutico, in
campo non c'è più tempo per maturare un nuovo automatismo.
Quando prendo posizione sulla palla per tirare, cerco di sentire il
momento giusto per iniziare lo swing. Devo sentire solo il
livello apicale di attenzione e la reattività del corpo. Senza
117
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
fretta. E’ come la cottura della pasta: se hai fretta, rischi di
scolarla cruda, ma se ci pensi troppo la tiri via scotta.
Spesso i giocatori che hanno più difficoltà a progredire nel golf sono
quelli che si innamorano della tecnica. Ma la tecnica del golf può
essere un labirinto dal quale potresti non uscire mai se non trovi
qualcuno che ti indica la strada giusta.
Ho conosciuto giocatori di terza categoria che avevano letto più libri
di golf di me, cambiavano decine di maestri, pensando che l’ultimo
fosse il migliore, ritagliavano dalle riviste le lezioni di tecnica e le
portavano in sacca. Finivano per muoversi nello swing con la
disinvoltura di un elefante in una gioielleria. Ma soprattutto senza
una logica, senza capire causa ed effetto di ciò che facevano. Per
uscire dal labirinto è necessario capire che non esiste un solo modo
per far bene lo swing, ognuno deve trovare il proprio. In molti casi
è stato utile insegnargli a leggere il volo della palla, la sua
traiettoria, per comprendere come il bastone è arrivato all’impatto e
risalire alle cause dell’errore. Di colpo tutto sembrava più semplice
e logico.
Non tardano ad arrivare i risultati quando il giocatore scopre che lo
swing non è il fine per cui gioca ma il mezzo per giocare e mandare
la palla dove vuole.
Non è un caso se i giocatori del Tour danno il meglio quando
raggiungono
una
stabilità
interiore.
Non
puoi
trovare
la
tranquillità nel campo se non ce l’hai nella vita. I golfisti
118
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
affrontano il campo nello stesso modo in cui affrontano la
vita. Io ho una deformazione professionale. Quando conosco una
persona immagino come farà lo swing, se sarà un picchiatore dallo
swing veloce o uno “swinger” ritmato ed elegante. Spesso ci prendo.
Chi per carattere è calmo e riflessivo affronterà il campo con lo
stesso piglio. Chi è estroverso, parla a voce alta e cammina a passo
veloce tenderà a voler “divorare” la pallina.
Ho tanti allievi che vorrebbero migliorare il loro swing ma senza
andare mai al campo pratica. A loro dico sempre che bisognerebbe
campare a lungo, o avere due vite. Ogni volta che giochiamo 18
buche facciamo appena una cinquantina di swing completi in oltre 4
ore. Praticamente lo stesso numero di swing che facciamo in
mezz’ora al campo pratica con 2 gettoni di palle.
Si possono guadagnare molti metri sul driver con poche correzioni
allo swing: è una questione di leve ed elasticità muscolare. Molto
sta nell'imparare l'uso efficiente delle nostre leve (spalle,
braccia, shaft) per aumentare la velocità della testa del
bastone. Semplificando, occorre eseguire un arco molto
ampio, facendo ruotare le spalle il più possibile e caricando
bene i polsi.
Poi si dovrà curare la flessibilità muscolare e la capacità di creare
forza esplosiva. Un esercizio semplice e immediato? Praticare col
ferro 8 con la pallina infossata nel rought alto.
119
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Ho aiutato alcuni allievi a ridurre il numero dei 3 putt consigliando
loro di contare i passi che separano la palla dalla buca,
specialmente nel primo put, il più lungo. I giocatori alti di
handicap hanno bisogno di riferimenti, di numeri. Se so che ho un
put di 15 passi mi rimarrà più facile dare alla palla la giusta forza
rispetto a quando mi affido esclusivamente al mio occhio e al
feeling. E col tempo imparerò ad associare il numero di passi
all’ampiezza del movimento da fare.
La fiducia nei propri mezzi deriva dalla preparazione. Se mi sono
allenato bene allora sarò più fiducioso sul campo, perché i colpi che
dovrò affrontare li avrò provati e riprovati tante volte. Ma
probabilmente questo già lo sapete, e allora se ancora non vi
sentite confidenti e fiduciosi fate così: ripensate ai vostri migliori
colpi ogni volta che finite una gara. Ripassateli a mente
come fosse l’ Highlights di una gara del Tour, un filmato con
le
vostre
migliori
prodezze,
e
nella
prossima
gara
impegnatevi a fare un numero ancora maggiore di colpi
“spettacolari”. Ecco. Quei colpi rappresentano il vostro
potenziale, il livello di gioco che potrete raggiungere.
Se ho mai gufato un compagno di gara?
E’ inutile negarlo: tutti i golfisti gufano e non sono io l'eccezione.
Non credo sia un atteggiamento controllabile. E' questione di istinto.
Gioco una partita individuale e non mi si può chiedere certo di non
tifare per me stesso! Ricordo un periodo della mia vita che nei
match play non so se mi concentravo di più a fare bene i miei colpi
o a gufare quelli del mio avversario.
120
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Anche questo bieco aspetto è il bello del golf!
Guido Caneo
I miei siti:
www.caneogolf.it
www.inbuca.it
Guido consiglia di diventare impermeabile alle frustrazioni se vuoi
arrivare in alto nel golf. Oggi hai giocato male? Oggi hai segnato nr
sullo score? Oggi facevi tutti slices? Perdevi le palle nei laghi e nei
boschi? Toppavi ogni approccio? Tre putt a buca minimo? Queste
abominevoli
performances
sono
il
dramma
di
noi
golfisti,
soprattutto noi di terza, provocano catastrofe emotiva. Guido dice
che devi farti scivolare addosso queste frustrazioni se vuoi
progredire. E’ dura eh?
Però quando impari a farlo ti fortifichi e riparti determinato, riparti
da persona nuova. Oggi è o non è il primo giorno della tua vita, se
lo calcoli da oggi fino alla fine dei tuoi giorni?
La bella storia dell’infanzia di Guido e del suo approccio volontario
al golf è commovente nella sua semplicità. Il trattorino rosso come
una Ferrari, le palle che spiovono sotto la finestra di Guido, le
informazioni carpite dai maestri e allenate di nascosto evocano un
passato lontano, un mondo in cui per farsi strada nella vita
occorreva esporsi in prima persona. E per essere felici bastava poco.
121
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Ce lo vedi oggi un bambino di 10 anni che non vede l’ora di salire
sul trattore raccattapalle?
E poi c’è la storia degli hook e della telefonata al suo maestro.
Maestri di golf, prestate attenzione! Sempre incoraggiare, sempre
dire “Nessun problema, ce la fai anche con gli hook” Date fiducia ai
vostri allievi, togliete loro la negatività. Nell’80% dei casi hanno un
problema mentale.
E’ del tutto inutile commentare ciò che Guido ha scritto. Leggilo
attentamente perché il tuo gioco ne può trarre grande beneficio.
Riassunto consigli di Guido:
Diventa impermeabile alle frustrazioni
Non pensare a niente quando fai lo swing in campo
Fatti un film mentale di tutti i tuoi migliori colpi dopo una
gara
e
proponiti
fermamente,
nella
prossima
gara,
di
riprodurli e superarli
Cerca di migliorarti sempre, in ogni circostanza
Per evitare 3 putt conta i passi fra la palla e la buca e regola
di conseguenza l’apertura delle spalle
============
122
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Lorenzo Bosisio
La casa dei miei genitori aveva il muro di cinta condiviso col Golf
Club Varese e da lì a cominciare a giocare è stato tutt’uno.
A 17 anni avrei voluto cominciare la carriera di professionista ma
mio padre me lo proibì, la mia vita prese un’altra strada e per quasi
10 anni non toccai bastone. Nel 1991 la voglia di riprovarci, ormai
autosufficiente, mi portò al golf Club le Querce dove fui promosso al
primo colpo.
Non mi sono mai reputato padrone di qualità sovrannaturali, forse
la tenacia nel realizzare un sogno e l’aver giocato e
insegnato altri sport mi ha permesso di arrivare dove sono.
Certamente da sempre mi sono accorto che per me, insegnare era
importante.
La fortuna è stata una grande protagonista in questa storia,
trovarmi
nel
posto
giusto
al
momento
giusto è stato
determinante.
Il luogo era Barlassina, nel momento in cui stava lavorando,
quello che allora era considerato il numero 1 dell’insegnamento
mondiale, Chuck Cook.
123
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Dopo 6 giorni passati al suo fianco a tradurre i suoi consigli ai suoi
allievi e ad aiutarlo come potevo mi chiese se avessi voluto
imparare seriamente ad insegnare.
Logicamente accettai e dopo poco tempo mi ritrovai in Texas e tra i
migliori maestri e giocatori dell’ultimo ventennio. Un’esperienza che
ancor oggi, nel ricordarla mi commuove.
Da quel momento tutta la mia vita prese una piega differente come
il modo di insegnare il gioco del golf.
Segreti?
Non
credo
di
averne,
certo
la
dedizione
e
la
professionalità hanno fatto sì che potessi stare alla stessa
“mensa” di chi oggi è considerato tra i migliori nel golf.
Quando devo fare un colpo da golf l’unica cosa a cui penso è la
routine, poi a divertirmi. Non sono mai stato un Grande
giocatore, quindi non pretendo molto dal mio swing, quello che mi
impongo invece è imparare sempre tecniche nuove e differenti
per insegnare al più largo gruppo di persone possibili.
Per questo da anni insegno ai disabili, non vedenti, malati spinali,
amputati e collaboro il più possibile con chi è al loro fianco
quotidianamente, dottori, specialisti, psicologi, allenatori.
Nelle parole magiche non credo, credo altresì che i fondamentali
siano importanti, grip e colpire la palla.
Ho avuto grosse soddisfazioni dall’insegnamento, ho portato NC a
prendere l’Hcp, giocatori di hcp 15 scendere a 9, poi a 0… Quello
che cerco è far amare questo sport meraviglioso e credo che in
124
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
25 anni di attività qui, in Spagna ed in America ci sia ancora
qualcuno che sorride ricordando un mio consiglio.
La mia vita non è stata facilissima: un padre padrone e la
consapevolezza precoce di dovercela fare da solo. Ma la stessa vita
mi ha dato soddisfazioni impensabili: due figli, una moglie
comprensiva di tutte le mie stranezze, e una “testa” capace sempre
di vedere oltre ai muri che si ergevano sulla mia strada.
Dello sbagliare ne ho fatto un vessillo, ma se riesci a capire dagli
errori, puoi superare qualsiasi ostacolo.
Qualche anno fa, ho abbandonato Milano e sono andato a vivere a
Minorca, un piccolo golf e poco lavoro, ma tanto tempo per pensare.
Una rinascita emotiva e psicologica. Un ritorno 2 anni fa e una vita
da ricostruire, una scommessa vinta visto che ho ripreso meglio di
prima, con nuovi valori e nuove priorità.
Un consiglio a chi vuole migliorare senza pratica? Giocare, giocare,
giocare e sperare . . .
Per allungarsi? Mettere un grip più forte, ruotare più flat,
caricare meglio i polsi, usare meglio i fianchi e la spalla
destra, praticare molto il punch shot, un colpo che dà miglior
contatto con la palla. Cosa? Non avete idea di cosa sia il punch shot?
Punch Shot è un colpo che fa tenere la palla molto bassa, quasi un
controvento, ma aiuta ad avere un contatto con la palla migliore e
cosi facendo permette di aggiungere qualche metro.
Per non fare troppi putt? Tagliare lo shaft del putter, il 99% dei
dilettanti ha un putter troppo lungo, migliorare la posizione sulla
125
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
palla con gomiti più attaccati al corpo, usare un grip corretto,
fare alcuni esercizi che mi ha insegnato Tom Kite.
Eccone uno, potentissimo: posizionare 4 palline ai 4 punti cardinali
della buca a una distanza di 1 metro e 20 e altre 4 a una distanza
superiore di altri 40 cm. L'esercizio si intende concluso quando si
imbucano tutte le 8 palline una dopo l'altra. Se x esempio si
imbucano le prime sei e si sbaglia la settima si dovrà ricominciare
da capo.
La
prima
volta
che
l'ho
fatto
dopo
2
ore
ero
ancora
lì,
ahahahahahah!
Di
aneddoti
ne
ho
da
vendere,
primo
tra
tutti
continuare
migliorando la collaborazione con Chuck Cook, ormai un padre per
me. Riuscire a realizzare alcuni suoi progetti per l’Italia, creare un
gruppo di ragazzini e portarli ad un buon livello, allargare la base
dei golfisti con lezioni low cost, fare l’esame TPI e il primo livello del
“The Golfing Machine” oggi sono solo 7 i maestri accreditati per
insegnarlo nel mondo, scrivere un libro su cosa e come insegnare ai
disabili, farmi capire dai miei colleghi, riuscire a togliere le barriere
architettoniche nei golf.
Due parole su quest’ultimo argomento, per chi non ha esperienza
con i diversamente abili: le barriere architettoniche nei golf non
differiscono molto da quelle delle città, gradini, bagni adatti e spazi
diversi per le carrozzine, ma il tutto va coniugato con il percorso.
Bunkers
che
permettano
di
entrare
ed
uscire
a
persone
diversamente abili, tee di partenza predisposti per non vedenti ecc.
126
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Di aneddoti ne ho tantissimi, dal primo incontro con Payne Stewart,
a casa di Tom Kite nella sala dei suoi trofei, le serate passate con
Chuck e Leadbetter parlando di golf, una lezione di putt a Tom Kite,
un toro long horn da 600 Kg nel campo pratica del Barton Kreek
Lake Side, le gare “Texas King” con tutti i maestri e giocatori amici
di Chuck , le mie prime buche giocate con Kite, più ne dico e più ne
ricordo.
Ne ho uno davvero troppo carino, ve lo devo raccontare:
Sette di mattina, campo pratica del Barton Creek, una mattina
come tante altre, quando sentiamo dei rumori dietro la siepe che
costeggia la staccionata a sinistra del campo pratica. Di colpo un
muggito molto forte e molto vicino. Due corna che spuntano
dondolando nell'aria a farsi spazio tra i rovi, un muso rosso, due
occhi vispi, curiosi. Il nostro vicino che pascolava tranquillo aveva
sentito le nostre voci e incuriosito si era fatto largo tra i rovi e noi
cominciavamo a pensare se una staccionata leggera avrebbe tenuto
lontano quei seicento chili di muscoli dietro a due corna larghe più
di 2 metri. A Chuck venne in mente che dentro la sacca aveva il suo
pranzo di metà mattina, due mele rosse, grosse e polpose.
Le prese e le diede al toro che allegro per la bella sorpresa di uno
spuntino diverso indietreggiò e se ne andò. La mattina dopo alle
sette del mattino avevamo un osservatore attento dietro la
staccionata, che aspettava come la mattina precedente, le sue due
mele. Da quel giorno per diverse settimane Chuck dovette portarsi
4
mele
in
sacca,
due
per
lui
e
due
per
quel
toro
che
127
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
intelligentemente aveva capito che la differenza tra un bello swing e
uno pessimo passava per due frutti rossi, maturi e succosi.
Lorenzo Bosisio
Lorenzo Bosisio nasce a Varese il 1 settembre 1961 ed è
professionista dal 1991 con la qualifica di Maestro presso il centro
tecnico federale di Nepi.
Nel 1992 conosce il maestro americano Chuck Cook e lo stesso
anno viene invitato a seguire un
corso di formazione sull’suo
metodo di insegnamento presso la Chuck Cook teaching school a
Barton Creek Lake Side in Texas.
Qui nasce una amicizia e una collaborazione che lo porterà a
diventare il direttore delle scuole di Chuck Cook in Italia e a seguire
in Maestro In Europa e in America alla “corte” dei più importanti
maestri nell’ambito del golf, tra i quali, David Leadbetter, Bill
Strausbaugh, Dave pelz, Jim Mc lean, Gary Wiren, e il Dr. Richard
Coop.
Negli anni Partecipa a numerose conferenze mondiali sulla tecnica
del golf e diversi corsi della PGA americana.
Grazie all’amicizia con Chuck Cook conosce e gioca insieme a Tom
Kite, Payne Stewart, Omar Oresti.
Nei mesi precedenti alla sua vittoria al British Amateur Champion
ha il piacere di insegnare a Silvia Cavalleri che poi vincerà nello
stesso anno lo U.S. Amateur Champion sotto la guida di Chuck
Cook.
Ha collaborato con diversi professionisti della squadra nazionale
come Gianluca Baruffaldi e Marcello Santi.
128
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Con la Federazione Golf Disabili collabora per l’insegnamento a
ragazzi diversamente abili e collabora con il Centro Protesi di Budrio
(BO)
Ha insegnato presso diversi circoli del Nord Italia e attualmente
insegna come free lance a Milano.
Lorenzo parla di fortuna, dice di essere arrivato a realizzare il sogno
per essersi trovato al posto giusto al momento giusto. Niente di più
falso a mio avviso. Lorenzo ha costruito la sua fortuna con le sue
mani ed ha attratto il suo sogno con i suoi pensieri. E’ stato forse
spronato e incoraggiato dalla famiglia? No. Ha fatto tutto da solo. Il
pensiero incessante di voler emergere nel golf, il suo impegno
costante, il suo accettare gli errori e cercare di superarli ha fatto sì
che conoscesse Chuck Cook divenuto poi il suo mentore e
insegnante. Al posto giusto e al momento giusto forse Lorenzo c’è
sempre
stato.
Di
sicuro
c’è
adesso
insegnando
anche
ai
diversamente abili e desiderando per loro una vita migliore.
Riassunto consigli di Lorenzo Bosisio:
Taglia lo shaft del putter e patta con i gomiti attaccati al
corpo
Fai l’esercizio di mettere 4 palline a 1m. e20 dalla buca ai
quattro punti cardinali, e di metterne altre 4 a 1m. e60.
Imbucale tutte e 8, altrimenti ricomincia fino a che non ci
riesci.
Impara dai grandi del golf, scegli un insegnante eccellente
Quando devi fare il colpo pensa alla routine e a divertirti.
129
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Porta due mele con te nel caso tu incontrassi un toro
affamato alla buca 15!!!
===========
Luca Beneduce
Vivo e lavoro a Peschiera Borromeo di fronte all’idroscalo di Milano,
precisamente nel Campo Pratica Orsini fondato da mio nonno
Antonio Orsini negli anni 70’.
Vivo qui insieme alla mia famiglia ed il mio gemello Marco, siamo
cresciuti in mezzo al golf e ci siamo avvicinati al golf fin da bambini
tirando i primi colpi a 4 anni. Insieme
abbiamo fatto tutto il
percorso golfistico passando dalle gare giovanili, trofei, gare
regionali, nazionali, internazionali,
europei
fino a diventare
professionisti nel 2008.
Dal 2003 al 2007 abbiamo fatto parte della squadra nazionale di
golf partecipando a numerosi tornei come sopra elencati.
Nel 2008 abbiamo frequentato la scuola nazionale professionisti ed
ora siamo assistenti di classe A,
da giocatore professionista ho
130
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
categoria dell’alps tour e partecipo ogni tanto a qualche torneo del
challenge tour.
Credo che non esita un segreto per giocare bene a golf bisogna
allenarsi tanto senza tralasciare la qualità, oggi e’ sempre più
importante la preparazione atletica e mentale per affrontare i tornei
e le difficoltà di questo bellissimo gioco.
La mia preparazione di un colpo si divide in tre fasi:
Analisi (esempio in che posizione si trova pallina, distanza da
percorre, scelta del colpo e del bastone da utilizzare vento ecc)
Visualizzazione (cerco di immaginare il volo e la traiettoria del
colpo che intendo fare)
Esecuzione (address e tiro)
Consiglio a tutti i giocatori anche amateur
di crearsi una
preparazione (routine) e di effettuarla prima di ogni colpo.
Tra un colpo e l’altro cerco di mantenere la concentrazione
sempre sul lato positivo della situazione e cerco nel caso di
un colpo errato di continuare a fare sempre la stessa cosa.
La mente guida sempre il corpo, quindi penso
che i brutti
colpi avvengo quando il pensiero di preparazione al colpo è
negativo.
Alcuni giocatori amateur, cadono nell’errore di portare la pratica
del campo pratica anche sul percorso, questo li porta a
concentrarsi
solo
sul
movimento
tecnico
ed
a
dimenticarsi
completamente dell’ obiettivo principale del golf che è quello di fare
meno colpi possibili e non quello di fare più bei colpi
possibili.
131
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Le difficoltà si presentano a qualsiasi livello , questo è un gioco
molto tecnico e difficile ma allo stesso tempo molto divertente.
Quello che tutti i giocatori devono comprendere è che la strada è
lunga non si finisce mai di imparare in questo gioco, ogni
esperienza positiva e negativa fa crescere il nostro livello di
conoscenza e di abilità.
Ci vuole molta pazienza , tenacia e soprattutto la voglia di mettersi
in gioco ed in competizione non solo contro gli altri ma contro te
stesso.
Quando il pensiero diventa troppo tecnico è difficile riprodurre un
gesto corretto, quello che cerco sempre di fare con i miei allievi è di
spiegargli tecnicamente come devono muoversi e di conseguenza
dargli un’ immagine oppure un feeling per riprodurre quel
gesto tecnico.
Il golf è da sempre la mia passione ho sempre sognato e continuerò
a sognare di poter un giorno giocare nel tour maggiore e
confrontarmi con i giocatori più forti del mondo.
Negli anni ho fatto del golf anche il mio lavoro con l’insegnamento
mi piace molto trasmettere le mie conoscenze e le mie esperienze
ai miei allievi,
soprattutto se sono giovani ed allora il lavoro
diventa anche divertente e piacevole.
Negli ultimi mesi ho partecipato ad un corso per diventare
ClubMaker, ho allestito un laboratorio qui al campo pratica Orsini e
con il mio gemello ripariamo, facciamo fitting e bastoni su misura.
132
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Per migliorare il golf consiglio agli amateur di fare delle pratiche
mirate e suddivise in sessioni di pratica:
mezz’ora di putting ( stella da 1,5 m e putt da 10 m)
mezz’ora di gioco corto (25,50,70 m)
mezz’ora di bunkers (uscite corte, lunghe)
un’ora di gioco lungo suddivisa in ferri medi e legni
Per migliorare il risultato in campo a volte basta un minimo di
strategia in più, senza cercare troppi colpi spettacolari ma nel
ricercare un colpo più concreto semplice efficace ed alla proprio
portata.
Per migliorare la distanza consiglio di controllare il corretto
funzionamento del
sistema delle leve,
di fare degli esercizi
di
potenziamento fisico e di allungamento , e valutare l’idea di
fare un fitting per poter controllare se la propria attrezzatura è
adatta al proprio swing.
Per migliorare la fiducia in se stessi non è semplice, credo che la
pratica ed il lavoro danno molta più consapevolezza e convinzione
nell’ affrontare le difficoltà. La fiducia aumenta pian piano con il
risultato.
I progetti per il futuro sono andare più in alto possibile come
giocatore, per poter partecipare a tornei tanto sognati.
Luca è maestro e giocatore di tour allo stesso tempo. Ama entrambi
i lavori ma giocare sul tour ed elevare il suo livello è il suo sogno. E’
giovane, ce la farà!
133
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Luca,
come
tanti
ragazzi
giovani,
dopo
il
traguardo
del
professionismo, non si accontenta, anzi, trova nuove mete da
raggiungere, ha tanta voglia di emergere da una vita di abitudini
per viverne una entusiasmante, con standard più alti, cerca sempre
il meglio per sé e per gli altri. Luca è maestro, gioca sul tour e fa
bastoni su misura con un laboratorio proprio… Nell’attesa di
sfondare in categorie superiori e vincere tanti soldini giocando a
golf.
Hai tutto il mio appoggio e la mia approvazione Luca!
Cosa puoi imparare da tutto questo? A non accontentarti mai. A
cercare il continuo e costante miglioramento in tutte le aree della
vita. Vivere felici è crescere un pochino ogni giorno, è la scoperta,
la crescita e il progresso che dà senso alla vita. Quindi datti nuove
mete, nuovi obiettivi e usa il tuo potere creativo per interrompere
abitudini noiose. Ogni lavoro uguale a se stesso ogni giorno viene a
noia, anche il teoricamente più gratificante. Ogni rapporto stanco e
abitudinario porta decrescita e rassegnazione. Ogni situazione
stagnante sia economica che emozionale che di relazione o di
condizione fisica porta malessere alla lunga. Malessere inteso come
vita trascinata, vita “sopravvissuta”.
Per quanto riguarda il golf, stai passando anche tu un momento di
stanchezza e trascinamento? Specie se giochi da diversi anni è
difficile vedere grossi miglioramenti anzi diciamo pure che è facile
peggiorare.
Quindi cerca il miglioramento anche nel golf. Ri-motivati. Parti per
una giornata di golf dicendoti: oggi voglio giocare bene e divertirmi.
134
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Poi rilassati e tieniti pronto ad essere positivo, a divertirti, ad essere
felice. E’ molto probabile che tu ci riesca.
Riassunto consigli di Luca Beneduce:
Formula sempre pensieri positivi prima di ogni colpo
Inventati una preparazione al colpo (routine) sempre uguale
Chiedi al maestro di farti “sentire” il movimento, e “vederlo”
con un’immagine, oltre a descriverlo con le parole
Niente pensieri tecnici e meno che mai pensieri negativi
prima del colpo
Pratica, diventa consapevole, ottieni qualche risultato e
otterrai fiducia
Fai un “club fitting” per avere un’attrezzatura adatta al tuo
swing
=========
135
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Luca Ravinetto
Ho sempre giocato a golf ma mi e’ sempre piaciuto troppo per farlo
diventare un numero su uno score, per me la cosa più importante è
“il colpo dopo”, mi sono sempre divertito ad esplorare swing
differenti ed a fare colpi strani, ciò mi permette di avere una
conoscenza enorme della tecnica, ma non mi ha mai permesso di
solidificarne una in maniera seria. Questo e’ il tipico atteggiamento
che porta ad essere dei maestri esperti e non dei giocatori, infatti è
quello che faccio da ormai 13 anni.
Se ad oggi devo guardare a cosa mi ha aiutato sempre nel golf
sono certo di affermare: forza fisica, strategia, ed il non
mollare mai!
Come ho già detto con la tecnica mi sono più divertito che
appassionato, dopo un po’ che provavo un movimento avevo voglia
di provarne un altro.
Quando faccio un colpo penso al punto di atterraggio, al volo che la
palla deve fare, ed a come devo colpirla, più penso al movimento,
più vado lontano dall’ obiettivo.
Con i miei allievi non ho parole magiche, ma cerco sempre di
insegnare loro a scegliere quello che vogliono fare, il golf può
136
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
essere un gioco ma anche un sport, se non vuoi tirare lungo puoi
anche fare a meno di tutta quella tecnica. Vedo tanta gente confusa
che chiacchiera tanto e non sa fare niente, allora capisco che
vogliono solo chiacchierare, in questi casi non serve il campo
pratica, conviene portarli al ristorante davanti ad una bella birra e
fare un po’ di conversazione.
Il maestro non dà cure, quelli sono i santoni, il maestro vero ti
insegna ad allenarti per insegnare al fisico come fare lo swing
migliore, e’ allenamento fisico, memoria muscolare, non è poesia, è
scienza. Per i principianti ci vuole solo allenamento fisico, poi serve
anche quello mentale, ma per quanto un asino possa essere
concentrato il cavallo andrà sempre più veloce.
In tutti questi anni ho imparato a “non parlare con gli stupidi, ti
abbassi al loro livello e ti battono per esperienza”.
Vita personale...tutto alla grande!
Le donne? Ho sempre preferito quelle degli altri.
Soldi? Non ho ancora capito bene cosa farne.
Fisico? Prima lo distruggo e poi lo curo
Spirituale?
“la
contraddizione
costituisce
il
fondo
mobile
e
imprevedibile dell'animo”(questa però è di Moravia), mi annoiano
tutte quelle cose che non mi persuadono, ho uno spirito bulimico,
un solo Dio, un solo amore, che noia….
Non ho mai gufato un avversario in vita mia se non al colpo finale
in cui doveva sbagliare per farmi vincere, ho sempre voluto che ne
137
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
facesse uno bello per fargli vedere che ne sapevo fare uno migliore,
giocare con le schiappe non mi e’ mai piaciuto.
Se uno non vuol fare del campo pratica gli consiglio tanto stretching,
anche un po’ di chiesa non penso gli faccia male!
Per tirare lungo la risposta è solo una, tecnica! La tecnica con tutta
la sua biomeccanica serve per fare molta distanza senza stressare il
corpo, si possono vedere migliaia di giocatori tirare corto e dritto
anche senza tecnica, ma lungo e dritto ne vedrete ben pochi.
Essere un buon pattatore è più una questione di ispirazione, la
tecnica è molto semplice ed elementare, per impararla non ci vuole
molto, ma quando sei vicino alla buca e devi imbucare un putt
importante ti serve l’ ispirazione necessaria, devi veder rotolare
la palla dentro la buca prima di cominciare a muovere il
putter.
Il futuro? Come sul percorso gioco colpo per colpo, il futuro
immediato è quello che mi interessa, inutile stare a fare tanti
discorsi sul risultato finale, per quanto riguarda il mio lavoro ho
capito che il numero di golfisti è in calo mentre sta crescendo
quello dei consumatori, pertanto mi allineo di conseguenza ed
aspetto come fa l’ indiano sulla riva del fiume.
Per quanto riguarda il resto….. preferisco un buon libro che uscire
con gente noiosa, amo l’ educazione, il galateo, chi ha una vita da
raccontare, chi fa cose belle ogni giorno, chi si ricorda le date
138
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
importanti, chi sopporta il caldo senza togliersi la maglietta dai
pantaloni, chi sorride, chi gioca con i bambini, chi si ricorda sempre
che non gli e’ dovuto niente.
Luca Ravinetto
Lavoro presso il Golf Club Fontevivo a San Miniato.
Ho cominciato a giocare a golf mentre imparavo a camminare al
Golf Club Tirrenia, ma le prime gare le ho fatte in quello che e’
sempre stato il mio circolo, il Golf Club Montecatini.
Vivo a San Miniato e da diverso tempo mi occupo anche della
gestione del Club in ogni suo aspetto, dal sito internet, al customer
care alla gestione del calendario gare.
Il mio sito:
http://www.golfway.biz/
Luca è un comico nato. Prende la vita come esperimento,
divertimento, leggerezza, sorriso. Ascolta le persone, le osserva
bene e poi dà loro quello che vogliono, sia che si tratti di golf o di
chiacchiere da bar. Ci strapperà tante risate quando pubblicherà il
suo libro comico sui golfisti “toccati”! (toccati è sinonimo di suonati!)
La cosa più importante da sottolineare di quello che Luca scrive è
l’atteggiamento del maestro nei confronti degli allievi confusi, che
sono la stragrande maggioranza.
Ebbene sì è proprio così e vediamo se tu che stai leggendo ti
riconosci in quello che sto per scrivere.
Sei giustificato solo se sei un principiante, nel qual caso quando ti
rivolgi al maestro sai solo che vuoi imparare a colpire la palla ed hai
le idee chiare.
139
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Ma se giochi da più di un anno e vai dal maestro solo perché “giochi
male” (cioè fai rattoni, slices, hook, shank, e chi più ne ha più ne
metta) è chiaro che non hai alcuna idea chiara su cosa imparare,
cosa vuoi dal maestro, quale sensazione vuoi fare tua. Vuoi solo
che il maestro ti illumini e ti risolva il problema, capisca da solo di
cosa hai bisogno e te lo dia all’istante. Vero? Per poi dargli la colpa
quando non prendi un colpo in campo.
Se il maestro ti fa lavorare solo sul grip ti arrabbi perché non sei
più un principiante e quelle piccole cose pensi di averle acquisite.
Ma per chi ti ha preso?
Ecco che l’umiltà se ne va, il tuo andare dal maestro corrisponde
all’incontro con un santone che con un colpo di bacchetta ti fa
giocare da Dio… Attenzione perché esistono anche i maestri che
capiscono al volo di cosa ha bisogno qualunque persona gli si pari
davanti, l’esperienza e la costante attenzione affinano la loro
percezione dei bisogni altrui. Ma non tutti i maestri sono così,
perciò bisogna imparare a chiedere.
Luca nella sua carriera di insegnante ha visto golfisti di tutti i colori
e ha affinato la sua capacità di capire cosa vuole ciascuno della
variegata tipologia di allievi. Ci sono persone che cercano solo un
po’ di compagnia e condivisione dei loro problemi! Riprenderò
questo argomento nei “passi” finali in fondo all’ebook.
Riassunto consigli di Luca Ravinetto
140
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Visualizza nella mente il rotolo della palla in buca prima di
pattare
Riconosci te stesso: sei un golfista o un “consumatore di
golf”?
Quando fai un colpo pensa al volo della palla e al punto di
atterraggio
Fai stretching
Non fissarti sulla tecnica: se ti accontenti di tirare dritto ma
corto non ne hai bisogno.
===========
Markus Dickey
Ho iniziato a giocare a golf a 10 anni dato che mio padre giocava,
e io volevo essere come lui. Ero un tipico atleta americano,
quello che “sa fare tutto”: giocavo a calcio, pallacanestro e baseball,
poi il golf è diventata la mia prima passione. Cercavo di giocare il
più spesso possibile, mi è capitato di fare anche 54 buche in un
giorno e non m’importava con chi giocassi, mi andava bene anche
giocare da solo. Semplicemente, un amore totale per il golf.
141
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Mio padre era un militare, io vivevo nello Utah e ho iniziato a
giocare a golf proprio nella base militare. Poi ci siamo trasferiti in
Texas, in Germania, in Inghilterra e a Vicenza, in Italia. Durante la
nostra permanenza a Vicenza (1985-87) ho giocato a Verona,
Padova, Aviano (alla base) e qualche volta a Venezia. Il mio
handicap era intorno a 4.
Nel 1987 sono tornato negli USA per iniziare l’università. Ho giocato
e praticato molto in quel periodo e il mio handicap è sceso a 2. Nel
1990, dopo aver frequentato tre diverse università, non potevo più
giocare in prima Divisione e ho deciso di diventare professionista e
così è stato. Adesso sono un membro “Classe A” del British PGA e
socio effettivo del PGAI.
Fino al 2000 ho giocato moltissime gare e avuto belle esperienze
anche se non ho avuto risultati abbastanza buoni per mantenermi
come giocatore. Ho giocato gli European Team championship 5
volte, 2 gare sul Challenge tour, una gara sul’Hogan tour, British
Open Qualifying, la Hippo Tour, la European Player Development
Tour, European Tour Qualifying, molte pro-am e gare regionali di
professionismo. Ho avuto molti brutti risultati lungo la strada, ma
anche qualcuno buono. E, la cosa più importante, è che ho
conosciuto persone meravigliose e ho vissuto momenti
indimenticabili. Non cambierei niente.
Nel 2002, con moglie e due bambini, ho deciso di tornare negli USA
per completare i miei studi universitari e prendere un master in
contabilità, che ho terminato nel 2004. Poi sono tornato a Roma per
142
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
stare con mia moglie e poi sono stato assunto come direttore al
Pevero qui in Sardegna. Ho trascorso 5 anni meravigliosi, fatto
grandi amici e ho imparato ad apprezzare il Pevero con i suoi 8
venti diversi! Il Pevero è in assoluto il mio campo da golf preferito e
lo raccomando caldamente a chi non lo ha mai visitato. Se tu,
lettore di questo ebook, vieni al Pevero, gioca con Pietrino Pirina!
Perderai i tuoi soldi ma sarà un’esperienza fantastica.
Per quanto il golf mi appassioni ancora, non faccio più gare. Prima
di tutto mi riesce difficile giocare sotto 80 (problemi perenni sul
gioco corto… accetto consigli!) Qualche volta, quando sono ispirato,
riesco a giocare il par del campo, ma sotto il par è raro…
La mia grande passione, adesso, è la mia famiglia. Ho due ragazzi
fantastici e una moglie paziente e comprensiva. Sono molto
contento, eccitato e motivato dai miei due progetti in Sicilia.
Le proprietà sono eccellenti, ma più che altro le persone con
cui lavoro sono straordinarie. Il mio cuore sarà sempre in
Sardegna, ma la Sicilia è spettacolare!
Se dovessi descrivere me stesso direi che sono una delle persone
più fortunate che possiate mai incontrare. Nella vita ho avuto
soddisfazioni dal golf e da tutto quello che ne è derivato. Mi piace
stare intorno ai golfisti e ai campi da golf. Non penso mai di
cambiare tipo di lavoro e spero di lavorare per altri 50 anni.
Spero che molte altre persone inizino a giocare a golf in Italia e che
si costruiscano molti altri campi da golf. Mi piacerebbe che il golf
143
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
in Italia diventasse molto meno esclusivo. Ho rispetto delle
scelte della Federazione, specialmente quella della Tessera Libera,
ma penso che bisogna andare oltre. Regioni come Sardegna e
Sicilia dovrebbero diventare prime destinazioni per i turisti del golf.
In tutta Italia i campi da golf dovrebbero essere meta di tutta la
popolazione locale, soprattutto dei giovani, con degli incentivi per
portare le persone ad avvicinarsi al golf. Tutte le persone, nessuna
esclusa.
Markus ha spostato il suo interesse dal gioco al lavoro, si può dire
che stia lavorando nel ramo del golf (che adora) e quindi che lavori
divertendosi! C’è forse qualcosa di più bello e gratificante che
sognare e poi realizzare il sogno? C’è qualcosa di più bello che
trasformare la propria passione in un lavoro redditizio?
Markus sogna l’espansione del golf in Italia. La nostra bella Sicilia
dal clima mite è un luogo perfetto per i due nuovi campi da golf che
Markus sta contribuendo a costruire e che diventeranno meta
turistica al più presto portando ricchezza e lavoro ai siciliani.
Markus vorrebbe promuovere un golf per tutti, ma in Italia manca
questa volontà. Voglio riportare un parere di Massimo Cuzzolin, un
“golf tour operator”, riguardo ai campi pubblici, sono sicura che ti
interesserà.
144
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
“Sono certo che la strada per sviluppare il golf da noi debba essere
la costruzione di campi pubblici. Sì lo so, la parola "pubblico" in
Italia fa venire i brividi ma pensa a quante aree stupende ci sono
in Italia in stato di semi abbandono che, per esempio, potrebbero
essere prese in concessione.
Recentemente mi hanno chiesto un parere riguardo ad una
proprietà comunale di circa 30h con un casale diroccato e fatiscente
all'interno... se lo avessi visto ti assicuro ci avresti immaginato un
campo da golf. Con un il business plan abbiamo dimostrato la
fattibilità ed il ritorno dell'operazione considerato che sarebbe stata
una zona con pista ciclabile (al St.Andrews alla 18 devi far passare
la gente che va al mare..), laghetti balneabili, energeticamente
indipendente ed ecologicamente all'avanguardia. "Bel progetto
ma c'è così poca gente che gioca a golf..." Questa è stata la
risposta.
E’ vero che il golf non è un gioco per tutti, ma può esserlo
sicuramente per tanti. Non a caso nel mondo oramai ci sono più di
100 milioni di golfisti ed il giro di affari si misura in centinaia di
milioni di euro. (Un dato curioso: Olanda 16 milioni di abitanti
340.00 golfisti ed il clima è quello che è, Italia 60 milioni di abitanti
e ... golfisti).
Sono appena tornato dall'ultimo US Open che come sai coincideva
con la festa del papà negli Stati Uniti (commovente l'abbraccio fra
Rory e Gerry), tu non ti immagini quanti padri erano accompagnati
145
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
dai figli o viceversa, facendo il tifo per i loro beniamini ..... No! non
riescono a convincermi che è solo un gioco per snob!”
Massimo Cuzzolin
E’ probabile che queste parole di Massimo scuotano la tua
indifferenza verso il modo di considerare il golf in Italia: uno sport
da ricchi e perditempo.
Markus mi scuserà se ho inserito questo commento di Massimo sui
campi pubblici, ma l’argomento era più che pertinente!
L’entusiasmo pervade tutto lo scritto di Markus, la gratitudine per
tutto ciò che è riuscito ad essere, fare, avere, realizzare è palpabile
in ogni frase.
Non è stata la fortuna a trovare te Markus, sei tu che l’hai attirata
proprio come Lorenzo Bosisio, Gianni Davico, Andrea Zanardelli e di
fatto tutti i coautori di questo ebook, me compresa.
Mi vedrai sicuramente a giocare nei tuoi bei campi siciliani, Markus!
Riassunto consigli di Markus Dickey
Gioca al Pevero sfidando Pietrino Pirina!
Apprezza e sii grato della tua famiglia, ricerca una felicità
familiare
Dì a te stesso che sei una persona fortunata.
Metti entusiasmo in tutto ciò che fai
================
146
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Paolo Pustetto
Sono un ragazzo di 38 anni e attualmente vivo fra Jesolo e Treviso.
Lavorando da 5 anni al golf di Jesolo ho deciso di viverci vicino
durante il periodo estivo mentre l'inverno preferisco la città. Sono
professionista da 18 anni e devo dire che mi sembra ieri quando ho
superato il primo esame di assistente!
Tutto questo grazie ai miei genitori che mi hanno fatto conoscere
il golf quando ero piccolo e ad il mio maestro Ugo, maestro del golf
Villa Condulmer. Credo sia stato un amore a prima vista... Mi e'
sempre piaciuto giocare e fin dalla terza media il mio obiettivo era
quello di fare del golf la mia professione!
In tutto questo Ugo e' stata la persona che mi ha insegnato ogni
segreto di questo meraviglioso sport e quando e' mancato una
piccola parte di me e' andata con lui!!
Ho avuto la fortuna di far parte della squadra nazionale per
alcuni anni e naturalmente questo mi ha portato ad essere un
ragazzo " diverso " nel senso che dovevo condurre una vita diversa
dai miei coetanei. Dovevo conciliare scuola e golf ma devo dire che
anche in questo caso la mia famiglia mi ha aiutato molto.
147
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Una volta passato professionista ho avuto alcuni anni dove ho
provato la strada del giocatore di torneo, ma molto probabilmente
non ero abbastanza maturo golfisticamente per affrontare un così
alto numero di gare. E perciò mi sono buttato a capofitto
nell'insegnamento che amo e dove cerco di mettere ogni mia
risorsa .
Credo di essere sempre stata una persona piena di grinta e di
voglia di emergere... Naturalmente ho avuto i miei momenti
difficili in cui mi chiedevo: ma chi me l'ha fatto fare? Però poi ho
sempre superato ogni ostacolo con sacrificio e con la disciplina
mentale che solo il golf, a mio giudizio, ti può dare! E forse proprio
grazie ai sacrifici fatti sono anche riuscito a togliermi qualche
soddisfazione a livello agonistico.
La gara che ricordo sempre con grande gioia e' il campionato della
PGA ad Albarella nel ‘96 quando giunsi alla fine sesto ma dove mi
trovai in testa dopo il terzo dei quattro giri; ricordo ancora
come la notte prima dell'ultimo giro non riuscii a dormire.
L'emozione del primo colpo alla 1... E l'ultimo putt per il birdie
imbucato davanti a tante persone!
Il mio segreto: beh non posso svelarlo del tutto ma posso solo dire
che forse e' la voglia di diventare il numero 1, di non essere
inferiore a nessuno, di ricercare ogni giorno parole nuove con
cui trasmettere i miei pensieri agli allievi, leggere libri,
148
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
guardare dvd, cercare di entrare nella testa delle persone per
capire più velocemente possibile cosa vogliono da me.
Poi aggiungo che adoro trasmettere ai miei ragazzi tutta la grinta
che ancora oggi reputo di avere! Sì, perché e' proprio con i ragazzi
che adoro lavorare. Mi piace pensare che un giorno vedrò un mio
allievo trionfare in una gara importante, ma sopratutto mi
piacerebbe che diventassero tutti delle persone affermate
anche se non necessariamente del golf. A loro cerco di far
capire quanto il golf sia la fotocopia della vita... E che per riuscire
bisogna fare fatica e a volte fare anche scelte impopolari agli
occhi dei propri coetanei!
Quando tiro un colpo cerco solo di pensare ad avere un buon ritmo
e un buon equilibrio. Meno pensieri tecnici ho in testa meglio
gioco, la tecnica la curo poi solo in campo pratica. In campo
ricerco
solo
delle
buone
sensazioni
e
cerco
di
non
farmi
condizionare dagli eventi. La miglior cosa credo sia giocare colpo
per colpo con la massima attenzione senza pensare a quello
che sarà e a quello che e' stato!
Quando una persona si trova in difficoltà cerco innanzitutto di
capire
le
cause,
poi
faccio
pulizia
del
suo
cervello
e
successivamente provo a reinserire dei dati usando sempre
parole semplici ed esempi visivi, se necessario mi faccio aiutare
dai teaching aids (ossia degli strumenti che aiutano a sviluppare
determinate aree dello swing).
149
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Al di fuori del golf come sono? Forse esattamente come lo sono nel
mio sport. Cerco di trasmettere a mio figlio Leonardo di 9 anni i
principi ed i valori che sono stati trasmessi a me. Sono metodico e
precisino esattamente come lo sono quando gioco e quando
insegno; e forse questo nei rapporti personali non mi ha mai dato
una grande mano. Spesso dico che nel golf uno tira fuori
esattamente il suo carattere... Io credo di aver fatto il contrario!
Credo che nel golf fortuna e sfortuna non esistano: siamo noi
e solo noi gli artefici di tutto. E poi penso anche se di fortuna si
tratta... questa vada sempre alla fine da chi gioca meglio!
E' naturale che se devo scontrarmi con un amico alla fine preferisco
vincere io, ma “gufare” le persone affinché sbaglino non fa parte del
mio DNA!
A volte mi chiedono: maestro come faccio a diventare bravo senza
allenarmi in campo pratica?.. Beh la risposta e' semplice: e'
IMPOSSIBILE !
Il golf e' una disciplina che richiede tanto esercizio: bisogna capire,
applicare, sentire e rendere lo swing il più ripetitivo possibile.
Quindi l'unico modo e' prendere lezioni con un maestro ed applicare
al campo pratica ciò che viene insegnato! (Se conoscessi altre
strade
per
migliorare
credo
che
a
quest'ora
sarei
già
multimilionario!)
Così facendo si acquista la famosa fiducia. Ai ragazzi invece cerco di
trasmettere il fatto di pensare di essere più forti di tutti, devono
150
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
convincersi di non essere inferiori a nessuno e che con un buon
allenamento possono raggiungere traguardi importanti!
Cosa vedo nel mio futuro? Per adesso vorrei rimanere qui a Jesolo.
Sto bene, l'ambiente e' bello ed il lavoro non manca. E poi ho una
bella squadretta di ragazzi che mi sta dando grandi soddisfazioni!
Non nego che mi piacerebbe fare una bella esperienza all'estero...
Ma per questo devo aspettare che mio figlio cresca ancora un po’.
Gli stati uniti sarebbero il mio sogno!.. Un paese dove da 10 anni
vado per conoscere e per imparare da chi di golf ne sa più di me. La
cosa certa e' una... che ho avuto nella vita un grosso regalo:
quello di poter fare un lavoro che alla fine e' la mia più
grande passione, che mi da la possibilità di conoscere tante
persone e di vedere tanti posti in giro per il mondo!
Poter fare quello che ti piace credo non abbia prezzo.
Quindi grazie mamma, grazie papà!
Paolo Pustetto
Golf Jesolo
Della bella storia di Paolo mi piace parlare del suo senso di
gratitudine.
Paolo è infinitamente grato ai suoi genitori che lo hanno iniziato al
golf e supportato nei momenti difficili della sua vita, come quando
doveva conciliare allenamento di golf e studio, rinunciando allo
svago. E’ grato al suo maestro Ugo. E’ grato del fatto di poter
lavorare con la sua passione, il golf. E’ grato del fatto di girare il
mondo, conoscere gente. E’ grato di poter trasmettere tutta la sua
energia ai suoi allievi con lo scopo sincero di servirli al meglio.
151
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
La gratitudine è un mezzo per avere ciò che si vuole dalla vita
perché ogni nuova cosa che ti arriva è un dono, ne sei grato, la
apprezzi. Così te ne arriveranno sempre di più.
Le persone felici sono quelle che si ritengono fortunate, ammettono
di aver avuto tanto e sono grate. Più si è felici più si è grati e
viceversa.
Se ad oggi non sei felice è sicuro che non provi gratitudine. Dai per
scontate le cose positive della tua vita e poni l’accento su ciò che ti
manca. Con questi pensieri di mancanza attrarrai sempre la
mancanza, mai l’abbondanza. I pensieri prendono forma. Se inizi a
provare gratitudine per ciò che già sei, hai, provi, vivi ti cambia
completamente la vita in meglio. All’inizio sarà una forzatura,
dovrai elencare le cose che ti vanno bene e non sei abituato, ma
con un piccolo sforzo vedrai ne troverai diverse: puoi essere grato
della tua casa, della tua famiglia, del fatto che stai bene
economicamente, di parti del tuo aspetto fisico che ti piacciono, di
alcune abilità che possiedi, di giocare a golf!
Impara da Paolo il senso di gratitudine, sarai facilitato nella
realizzazione dei tuoi sogni.
Riassunto consigli di Paolo Pustetto
Chiedi al tuo maestro di ripulirti il cervello dalle tue vecchie
convinzioni sullo swing
Supera gli ostacoli con sacrificio e disciplina mentale, sia nel
golf che nella vita
152
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Riserva i pensieri tecnici solo per il campo pratica
Gioca con la massima attenzione colpo per colpo in campo
senza pensare ai colpi passati né a quelli che verranno. Qui e
ora, dunque.
=========
Gli ingredienti dell’eccellenza dei pro
Avrai notato che tutti gli scrittori di questo ebook hanno qualità,
attitudini e atteggiamenti comuni che, come gli ingredienti di una
torta, hanno fatto di loro “golfisti eccellenti”.
Per fare la torta al cioccolato il pasticcere usa uova, burro, farina,
latte, zucchero e cacao,
in quantità precise e con la sequenza
giusta. Se tu hai gli ingredienti ma li usi a casaccio senza pesarli il
risultato sarà una torta al cioccolato ben diversa da quella che hai
comprato in pasticceria. Eppure gli ingredienti sono gli stessi…
Ora tu, golfista amatore forse non hai in te gli “ingredienti”
dell’eccellenza dei pro e forse non ti interessa diventare “eccellente”,
ma sono certa che ti interessa migliorare. Il miglioramento passerà
dall’acquisizione di alcuni “ingredienti” scoperti nei pro.
153
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Quasi tutti i professionisti-scrittori hanno iniziato a giocare da
bambini. Se ti manca questo ingrediente e hai iniziato a giocare a
50 anni è ovvio che non puoi farci niente, così come non puoi
acquisire l’attitudine personale verso gli sport. Ci sono persone più
o meno dotate e anche la natura non si può modificare, questi
professionisti avevano tutti doti fisiche giuste per il golf.
Ti parlerò di come migliorare la tua forma fisica e la tua elasticità
muscolare seguendo i consigli dei pro.
Ci sono alcuni ingredienti difficili (ma non impossibili) da acquisire
su cui non mi soffermerò perché bisognerebbe parlarne a lungo e
perché lo sforzo che ti richiedono non è robetta da poco. Ho parlato
diffusamente di come acquisire questa qualità sia nel golf che nella
vita nel mio ebook che trovi qui:
http://www.golfissazione.com/diecipassi
Il
primo
ingrediente
è
un’autostima
alta
e/o
il
credere
fortemente in se stessi e nelle proprie possibilità, qualità comuni
a tutti gli intervistati. Se tu non hai questa qualità che Antonio
Burzio chiama “sana presunzione” per acquisirla devi faticare non
poco e devi volerla con tutto te stesso.
Altro ingrediente dell’eccellenza è quello di avere obiettivi chiari.
Hai notato come quasi tutti avevano la visione chiara di voler
insegnare o giocare sul tour e l’obiettivo passava dal diventare
professionista. Per realizzare questo alto obiettivo serviva tenacia,
disciplina, lavoro duro. Come “fare il militare” scrive Federica
Dassù.
154
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Eviterò di parlarti di tutto questo, qualità troppo difficili da acquisire
se ti mancano.
Altri ingredienti più facilmente reperibili anche per te sono: un
atteggiamento giocoso e di apertura all’apprendimento, la
gratitudine, pensare positivo, saper visualizzare il volo di
palla, diventare impermeabile alle frustrazioni.
Li vedremo tutti nei “passi” del prossimo capitolo.
Una cosa importantissima per migliorare è avere un “mentore”, un
insegnante, qualcuno che ti infonda fiducia e sia un modello da
seguire. Il tuo maestro può andare benissimo, ma va bene anche
un amico, qualcuno che gioca meglio di te che stimoli il tuo
progresso. Hai notato che molti pro hanno avuto insegnanti
eccellenti come Leadbetter, Grappasonni, Chuck Cook e altri e
come l’aiuto di questi “grandi” sia stato determinante per il loro
avanzamento nel golf. Importantissimo per tutti questi pro è stato
anche confrontarsi con altri professionisti e nomi celebri del golf
Questo puoi farlo anche tu, in proporzione!
Alzare i tuoi standard e spingerti oltre i tuoi limiti come hanno
fatto i pro dipenderà da quello che tu vuoi dal tuo golf. Se vuoi
davvero progredire ce la farai. Se ti accontenti di giocare un
centinaio di colpi a giro come faccio io ti basta uno sforzo minimo.
So che ti servirà tantissimo imparare a visualizzare il volo di
palla come fanno i pro e ad attrarre le magie. Questi due sono
ingredienti non troppo difficili da acquisire!
Riassunto ingredienti dell’eccellenza nel golf:
155
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Non acquisibili:
Iniziare a giocare da bambini
Avere predisposizione naturale per lo sport
Essere elastici e coordinati
Acquisibili con tanto impegno:
Avere obiettivi chiari
Tenacia nel raggiungere gli obiettivi
Credere in se stessi – avere un’alta autostima (“sana
presunzione”)
Controllare le proprie emozioni
Allontanare dubbi, paure, incertezze
Tranquillità familiare e serenità d’animo
Pensare positivo
Diventare impermeabile alle frustrazioni
Essere disposti ad allenarsi tanto, impegnarsi, faticare.
Alzare gli standard e spingersi al limite
Considerarsi
persone
fortunate
con
forte
senso
di
gratitudine
Conoscere bene i propri limiti e i propri punti di forza
Desiderare il bene per se stesso e per gli altri
Acquisibili facilmente:
Confrontarsi con golfisti che giocano meglio di te
Visualizzare il volo di palla
Trovare un modello da seguire
Ottimizzare le lezioni di golf
156
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Migliorare la propria forma fisica
Gratitudine
Attirare le magie di golf
=========
Migliora il tuo golf in 5 passi
Passo numero 1: ottimizza le lezioni col maestro
I maestri sono tutti diversi perché per quanto giochino tutti un golf
eccellente quello che insegnano è filtrato dal loro carattere ed
esperienza di vita e così dicasi degli allievi. Il maestro dovrebbe
cercare di capire la psicologia della persona che ha davanti e dargli
il giusto input per migliorare, l’input più semplice, immediato e
adatto a lui.
L’allievo dovrebbe sapere cosa chiedere al maestro. Se il maestro è
distratto e l’allievo confuso la lezione è un flop.
Per cominciare, è necessario prestare grande attenzione alle parole,
la postura, l’enfasi e i gesti del tuo maestro. Quando è con te il
maestro comunica. Se non capisci bene ciò che dice chiedi di usare
altre parole, di farti vedere cosa intende e di farti sentire lo
swing, lavorando sul tuo corpo. (usa le tre modalità sensoriali, è
molto più efficace che usarne una sola)
157
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Poi, appena appreso, dedica tempo ad allenare la sensazione prima
di prendere un’altra lezione. Meno lezioni e più conoscenza di sé e
del proprio swing.
Sempre più persone si rivolgono al maestro perché, purtroppo,
imparare costa fatica e pochi sono disposti a farlo. Se i golfisti
prestassero davvero attenzione e dedicassero davvero del
tempo a riflettere sugli insegnamenti ricevuti e sulle cose
viste insieme al proprio maestro durante l'ultima lezione, la
media degli handicap scenderebbe di almeno 10 colpi.
Andrea Zanardelli
Non è così sbagliato provare diversi maestri fino a che non trovi
quello che fa per te. Però prenditi la responsabilità di lavorare da
solo sul tuo swing, seguendo gli insegnamenti del maestro. Il golf
non si insegna, si impara.
Il maestro, a mio avviso, dovrebbe essere una guida competente
che sia in grado di correggere le sbavature dell'allievo ma
lasciandogli la maggior parte del lavoro. Uno sbaglio anche
credere che un maestro abbia le risposte a tutto, ci sono molte cose
da imparare da ogni maestro, ma nessun maestro che sia in grado
di insegnarti tutto sul golf.
Antonio Burzio
Se il tuo maestro si ripete e ti annoia digli che hai bisogno di
rimotivarti e osserva quello che riesce a fare con te.
Un bravo maestro è soprattutto un motivatore. Il mio primo
maestro, Franco Rosi, lo ricordo soprattutto per come riusciva
sempre a darmi fiducia, a farmi sentire che colpire la palla fosse
158
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
semplice ed io brava a farlo. Per questo un bravo maestro è un
po’ psicologo, capace di cogliere le sfumature delle ansie
altrui, capace di dare consigli e porre ostacoli da superare
alla portata dell’allievo. Un grande tecnico, ma antipatico o non
empatico non funzionerà mai altrettanto bene.
Federica Dassù
Chiedi al tuo maestro un pensiero giusto per te da utilizzare sempre
per prendere la palla nel migliore dei modi in campo. Uno solo,
tecnico. Giusto per te. Sperimentalo con lui.
Quando prendo posizione sulla palla per tirare, cerco di sentire il
momento giusto per iniziare lo swing. Devo sentire solo il
livello apicale di attenzione e la reattività del corpo. Senza
fretta. E’ come la cottura della pasta: se hai fretta, rischi di
scolarla cruda, ma se ci pensi troppo la tiri via scotta.
Guido Caneo
Se hai fatto tutto quello che il maestro ti dice ma non migliori, e
soprattutto non trovi nuove motivazioni e stimoli, trovatene un
altro!
Avere un maestro all’altezza ti fa sentire molto più sicuro di
te , di quello che fai e che pensi in campo durante ogni swing.
Questo è importantissimo! Poi c’è anche da considerare la capacità
o meno del maestro di passare il giusto messaggio all’allievo.
Se non si comunica, e soprattutto nel modo giusto, non c’è
speranza. Bisogna comunicare all’allievo la giusta sensazione che si
prova nel fare un colpo nel modo corretto. E l’unico modo è farlo
con il corpo in modo compatto e sincronizzato. E in questo mi sento
159
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
particolarmente portato, anche perché comunico molto con il
giocatore e partecipo delle sue sensazioni e allo stesso modo lo
faccio partecipe delle mie.
Filippo Falzoni
A fine lezione nota se ti senti stanco e se senti tensione nelle
braccia e nelle gambe. Se sì, fallo presente al tuo maestro. Vuol
dire che hai usato meno il corpo e più le braccia. Chiedi al maestro
come arrivare rilassato alla lezione con lui.
Come maestro, mi piace indurre il relax nei miei allievi, facendogli
osservare che si trovano in un bellissimo posto e quanto sono
fortunati a praticare questo sport. Cerco di far loro trovare un po’ di
calma interiore, poi li faccio concentrare solo su un aspetto
tecnico per volta, devono fare attenzione unicamente ad esso per
le prime 2 – 3 sessioni di pratica. Insisto sulla rotazione completa
del
corpo
verso
destra nel backswing
e
verso
sinistra nel
downswing: prima a velocità ridottissima poi al massimo, poi
all’80% della propria velocità massima. Alla fine della pratica
l’allievo non deve essere
troppo stanco,
dato che lo invito ad
usare più la coordinazione del corpo e meno il repentino
lancio delle braccia e del bastone per cercare di colpire più forte
la pallina.
Giacomo Dovetta
Se sei a un livello medio alto e desideri proseguire per abbassare
ulteriormente l’handicap cerca un maestro certificato TPI.
la
Titlest,
con
il
programma
TPI
sta
ottenendo
moltissimi
miglioramenti in breve tempo solo eseguendo delle schede di
160
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
valutazione dei giocatori e consigliandogli delle semplici schede di
esercizi, prevalentemente a corpo libero, che danno notevoli
miglioramenti ed immediati, quindi vi suggerisco di guardare il
sito che parla della Titliest Performance Institute per maggiori info e
affidarvi ad un preparatore atletico certificato TPI che vi possa
aiutare.
Giacomo Dovetta
Chiedi al tuo maestro di “farti sentire” il timing, il ritmo e provalo
insieme a lui prima che ti spieghi qualunque aspetto tecnico.
Ciò che conta è il timing ed la ricerca della giusta tensione.
Questi due aspetti mi consentono di “ascoltare” meglio il
corpo ed il suo rapporto con il gioco, escludendo così
pensieri e sensazioni fuorvianti che potrebbero confondere
le idee. Non solo. Sono questi gli elementi, infatti, che sono più
riconducibili agli aspetti mentali che tecnici dello swing.
Alessandro Rességuier
Prova a dire al tuo maestro che dal golf ti aspetti divertimento e
felicità e che adesso sei qui da lui per questo. Osserva il suo
comportamento.
ho sempre cercato di radicare in loro la motivazione iniziale,
iniettandogli "voglia di giocare, senso di divertimento e di
leggerezza" per fargli provare quello che prova un bambino
che scopre il mondo.
Francesco Mainardi
161
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Abbi le idee chiare di dove vuoi arrivare col golf. Senza idee chiare
è preferibile, come dice Luca, andare col maestro al bar.
Con i miei allievi non ho parole magiche, ma cerco sempre di
insegnare loro a scegliere quello che vogliono fare, il golf può
essere un gioco ma anche un sport, se non vuoi tirare lungo puoi
anche fare a meno di tutta quella tecnica. Vedo tanta gente confusa
che chiacchiera tanto e non sa fare niente, allora capisco che
vogliono solo chiacchierare, in questi casi non serve il campo
pratica, conviene portarli al ristorante davanti ad una bella birra e
fare un po’ di conversazione.
Luca Ravinetto
Il golf devi impararlo da solo, entrando in te stesso e conoscendo il
tuo corpo, il tuo swing e i tuoi pensieri.
Cosa serve a un amatore? Praticare entrando sempre di più in
se stesso, tanta autoconvinzione. Cerco, quando insegno, di fare
paragoni, esempi di movimenti e trasmettere grande self-control.
Andrea Cerri
Il maestro ti insegna sempre su cosa allenarti per migliorare. Ogni
maestro fa del suo meglio per trasmetterti le sensazioni giuste.
Il maestro non dà cure, quelli sono i santoni, il maestro vero ti
insegna ad allenarti per insegnare al fisico come fare lo swing
migliore, e’ allenamento fisico, memoria muscolare, non è poesia, è
scienza. Per i principianti ci vuole solo allenamento fisico, poi serve
anche quello mentale, ma per quanto un asino possa essere
concentrato il cavallo andrà sempre più veloce.
Luca Ravinetto
162
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Se trovi un maestro che capisce da solo di cosa hai bisogno sei
fortunato, ma dato che non sempre è così ti conviene riflettere
prima su cosa davvero vuoi. Vuoi la continuità dei colpi lunghi?
Abbassare l’handicap? Approcciare bene? Un obiettivo chiaro ben
specificato al maestro sarà facilmente portato a termine. Uno
generico no. (migliorare un po’, fiducia nel colpo, allungare il drive…)
Ricerco ogni giorno parole nuove con cui trasmettere i miei
pensieri agli allievi, cerco di entrare nella testa delle persone per
capire più velocemente possibile cosa vogliono da me.
Poi aggiungo che adoro trasmettere ai miei ragazzi tutta la grinta
che ancora oggi reputo di avere!
Paolo Pustetto
Ci sono maestri che non si risparmiano. Mettono tutto se stesso
nell’insegnamento, anche il cuore.
…generare in loro l’entusiasmo per quello che stavano facendo,
dare loro il senso delle motivazioni e del divertimento.
Alessandro Rességuier
Riassunto su come ottimizzare le lezioni col maestro
Prima di prendere la seconda lezione lavora bene su quello
che hai appreso dalla prima lezione e acquisiscilo.
Ricorda che il maestro non è un medico che ti cura, tocca a
te fare il grosso lavoro di auto guarigione.
163
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Fai presenti i tuoi bisogni “psicologici” al maestro: rimotivazione, fiducia in te, rilassamento e osserva quello che
ti dice e ti insegna.
A fine lezione, nota se senti tensione nelle braccia e nelle
spalle, nel qual caso hai utilizzato male le leve. Dillo al tuo
maestro.
Dì al tuo maestro che desideri provare di nuovo un grande
divertimento a giocare a golf e nota cosa cambia nel suo
modo di insegnare.
Fatti insegnare il “pensiero tecnico giusto e unico” che ti
facilita lo swing corretto. Poi prova col maestro lo “swing
senza pensieri”, quello di “sensazione”, di ritmo, di tempo,
quello che farai sul percorso con o senza l’unico pensiero
tecnico.
Abbi obiettivi precisi prima di prendere una serie di lezioni,
comunicali al maestro e insieme li realizzerete. Più sei
generico più la lezione è inutile.
Se esigi molto dal tuo golf fai un club fitting (per vedere se
hai i bastoni adatti a te) e cerca un maestro certificato TPI
Se chiedi di più, ottieni di più!
164
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Passo numero 2: cura al meglio la tua forma fisica
Questo è un passo per i golfisti che esigono di più da loro stessi. Chi
vuol fare un percorso di miglioramento serio ha bisogno di un fisico
preparato allo swing.
Non solo. Una ginnastica costante nel tempo evita dolori muscolari,
mal di schiena, torcicollo, mal di gomito, di polso e altri piccoli
acciacchi tipici del golfista “incriccato”.
Chi decide per il programma TPI avrà risultati ancora più veloci.
E poi palestra, allenamento fisico. Aiuta molto anche il pilates,
una ginnastica posturale in cui si allungano i muscoli e si riesce a
stirare la parte superiore del corpo tenendo ferma quella inferiore,
proprio come necessita uno swing di golf.
Andrea Perrino
Per allungare i colpi serve molto lo stretching e lo yoga
Andrea Cerri
Chi vuole migliorare ha bisogno di una buona preparazione atletica,
basta che però non pratichi il nuoto, che ingrossa i muscoli delle
braccia e irrigidisce l’elasticità muscolare della parte alta del corpo
in particolare le spalle.
Un po’ di corsa giornaliera ed un po’ di esercizi a corpo libero
da fare a casa o in ufficio farebbero al caso di molti golfisti.
Paolo Pustetto
165
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Per migliorare la distanza consiglio di controllare il corretto
funzionamento del
sistema delle leve,
di fare degli esercizi
di
potenziamento fisico e di allungamento e valutare l’idea di
fare un fitting per poter controllare se la propria attrezzatura è
adatta al proprio swing.
Luca Beneduce
Andare a allenarsi in campo pratica è noiosamente necessario
se poi ci si vuole divertire in campo, così come andare a far
pilates o stretching è altrettanto importante e noioso che
allenarsi in putting green.
Federica Dassù
Un buon sistema per allungare i colpi è il pilates, o più in generale
l'attività in palestra, corsa compresa. Il fatto di avere un fisico in
forma aiuta molto in gara, soprattutto nelle ultime buche quando le
risorse mentali e fisiche potrebbero scarseggiare.
Gianni Davico
Lo stretching con il ferro sulle spalle è una pratica comune perfino
sulla buca 1, prima di mettere piede sul tee di partenza. Il ferro è
sorretto dalle braccia allungate e la schiena si muove insieme a
braccia e spalle ruotando intorno alla spina dorsale. Le gambe sono
ferme.
L’allungamento dei muscoli se diventa una pratica giornaliera
previene le contratture e mantiene l’elasticità muscolare che per lo
swing è essenziale.
166
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Riassunto su come migliorare la forma fisica
(niente di più facile!)
Scegli fra pilates, corsa, palestra o gli esercizi TPI
Fai stretching più spesso possibile
Se hai tempo e voglia fai TUTTO!
Passo numero 3: Trova un modello
Il modello non deve essere necessariamente il tuo maestro, può
anche essere Tiger Woods. Se segui le sue imprese alla tv o sui
giornali, analizzi il suo swing significa che cerchi di imparare da lui e
di imitarlo. Se però trovi qualcuno in carne ed ossa con cui
comunicare l’efficacia del modeling sarà maggiore.
Va benissimo anche un amico o un parente che di golf ne sa più di
te. Giocando a lungo insieme a lui assumerai poco alla volta il suo
stesso modo di pensare e il vostro swing andrà ad assomigliarsi.
La cosa migliore è un maestro che ti incoraggi, ti segua e ti
trasmetta bene il suo pensiero. Se fai la strada con qualcuno che
stimi arriverai prima e più in alto.
Addirittura il tuo modello può cambiarti la vita!
Dopo 6 giorni passati al fianco di Chuck Cook a tradurre i suoi
consigli ai suoi allievi e ad aiutarlo come potevo mi chiese se avessi
voluto imparare seriamente ad insegnare.
167
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Logicamente accettai e dopo poco tempo mi ritrovai in Texas e tra i
migliori maestri e giocatori dell’ultimo ventennio. Un’esperienza che
ancor oggi, nel ricordarla mi commuove.
Da quel momento tutta la mia vita prese una piega differente
come il modo di insegnare il gioco del golf.
Lorenzo Bosisio
Il tuo modello può dirti qualsiasi cosa per incoraggiarti e tu acquisti
coraggio!
Un giorno ero in trasferta per giocare un campionato italiano. Nel
giro di prova del campo avevo fatto tutti ganci. Nel primo giro di
gara pure. Facevo solo hook, con qualsiasi bastone. Ero sconsolato
e pensavo solo a quello.
Chiamai il mio maestro e gli dissi:
“ sono disperato, faccio tutti hook”
lui mi rispose “e qual è il problema?”
“Il problema è che faccio solo hook, non riesco a fare un colpo
dritto” dissi.
“Non è un buon motivo per fare un brutto score, anche Bobby
Locke giocava con hook accentuati ma ha vinto 4 British Open” mi
disse lui.
Così il giorno dopo andai a giocare sereno e motivato a far bene.
Con quegli hook non vinsi 4 British Open ma passai il taglio e mi
divertii molto.
Guido Caneo
Chi ha trovato un maestro-modello è davvero fortunato.
168
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
devo ringraziare il mio vecchio maestro Luigi Zavattaro, il quale ha
sempre creduto nei miei mezzi anche nei momenti di difficoltà.
Emanuele Bianco
Per molti il modello è un genitore.
Devo veramente ringraziare mio padre che anche nei momenti più
difficili era sempre al mio fianco e mi dava il coraggio di continuare
visto che la strada non era così semplice per poter arrivare ad un
certo livello. Al golf Milano poi ho avuto la fortuna di incontrare
uno
dei
personaggi
più
importanti
del
golf
Italiano,
Giancarlo Grappasonni il quale ad un certo punto ha voluto
dedicarmi un po’ del suo tempo e seguirmi nel cammino per
diventare un professionista.
Queste due persone sono state essenziali nello sviluppo del mio
gioco.
Ferruccio Crotti
C’è chi sceglie i migliori per bruciare le tappe.
Io avevo scelto di investire al 100 % sul mio lavoro e cercavo di
fare quello che vedevo fare alle migliori. Avevo un ottimo
caddie, avevo cambiato maestro e mi affidavo a Leadbetter
andando un mese ogni inverno “in cura” da lui in Florida.
Federica Dassù
L’atteggiamento di ascolto e di umiltà ti aiuta ad apprendere il
meglio dell’esperienza degli altri. Quando sei con qualcuno che ne
sa più di te su qualunque argomento chiediti: “cosa posso imparare
169
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
da questa persona?” Non darti risposte e stai solo con le antenne
dritte a recepire i messaggi utili. Ascolta, guarda, partecipa. Non
lasciare che la mente vaghi, sii presente al 100%.
In seguito ho avuto la fortuna di frequentare giocatori di grosso
calibro che erano nel mondo dl golf e questo mi ha aiutato molto.
Ho giocato con Silvio Grappasonni, suo padre Ugo, Romolo
Napoleoni, ecc.
Mi piaceva girare campi e conoscere persone che ne sapevano
più di me e quindi con tanta umiltà stavo ad ascoltare, cosa che
faccio ancora oggi quando ho la fortuna di giocare o stare a cena
con i pro più anziani e con i pro ed ex del Tour.
Andrea Cerri
Riassunto sull’importanza del modello
Un modello è qualcuno che stimi più bravo di te, da imitare
per acquisire le sue qualità.
Un modello accelera il tuo successo perché ti passa la sua
conoscenza
Osserva e ascolta con umiltà quello che il modello ti
trasmette.
Fatti sempre la domanda “cosa posso imparare da questa
persona?”
Passo numero 4: Visualizza il volo di palla.
La visualizzazione è un modo per allineare la coscienza all’inconscio.
170
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Come ho spiegato bene nel report gratuito “Libera il tuo miglior
swing” (che trovi qui: http://www.golfissazione.com/diecipassi),
l’inconscio o Sé2 è colui che muove i fili, che fa lo swing con ritmo,
che SA come fare. Quando la mente conscia o Sé1 gli dà istruzioni
spesso l’inconscio sbaglia il colpo perché si confonde.
Un modo per allineare Sé1 a Sé2 abbiamo visto che è evitare del
tutto le istruzioni quando si gioca in campo.
Mai pensare alla tecnica (gira le spalle, piega i polsi, sgancia il
fianco…) in campo. Lo dicono tutti i pro! Quindi per far tacere Sé1
bisogna ingannare la mente conscia ad esempio cantando (!) o
pronunciando delle parole ritmiche tipo “Ladies and gentlemen”
“Solo swing” o “pronti-attenti-via-fine”.
Ti rimando al mio report se ancora non lo hai letto:
http://www.golfissazione.com/diecipassi
L’altro modo di evitare pensieri tecnici è focalizzarsi sul volo di
palla. La visualizzazione non è una tecnica facile per chi non l’ha
mai provata.
Fai questa prova di visualizzazione indiretta.
Immagina un bicchiere pieno di vino rosso. Bicchiere di vetro,
traspare il colore rosso scuro del vino. Senti il profumo.
Adesso immagina che questo bicchiere pieno di vino diventi grande
ad altezza d’uomo.
Adesso è normale come prima
Adesso è piccolo come un ditale.
Adesso è grande come una casa
Adesso piccolo come un ditale.
171
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Adesso cresce a dismisura ed è grande come il pianeta terra.
Questa piccola prova serve a farti capire se riesci a visualizzare. Se
non riesci a vedere il bicchiere di vino che cambia dimensione devi
allenarti bene per vedere il volo della palla!
Adesso una prova di visualizzazione diretta.
Tu, come Alice delle Meraviglie, immagina di crescere fino a
diventare grande come una casa.
Poi piccolo come una bambola.
Adesso cresci e diventi alto come una montagna.
Adesso piccolo come una pallina da golf
Attenzione perché non devi vedere te stesso come in un film, ma
devi sentirti crescere e rimpicciolire confrontandoti con le cose con
cui ti paragoni.
Chiara la differenza tra indiretta e diretta?
Stop. Non mi dilungo oltre sulle tecniche di visualizzazione perché i
professionisti che visualizzano il volo di palla, fanno qualcosa di
estremamente semplice. I due esercizi che ho descritto servono
solo per allenarti a visualizzare.
Quando cerco di fare un colpo prima di tutto mi immagino il volo
della pallina mentalmente e poi provo a riprodurlo nella pratica.
Emanuele Bianco
172
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Conoscendo il proprio swing e la distanza che fanno con ogni
bastone i professionisti immaginano solo come deve volare la palla,
a che altezza, in che direzione, come e dove deve atterrare e
rotolare. Loro riescono a vedere con la mente tutto questo perché
sono allenatissimi.
Alcuni di loro visualizzano in maniera indiretta, nel senso che si
osservano da fuori come se guardassero un film, altri in maniera
diretta, cioè osservano la palla che vola come se già avessero
fatto lo swing. Quindi, nella mente, vedono la pallina ferma
sull’erba, il bastone che la attraversa, il volo e l’atterraggio.
Impara a visualizzarti ad occhi chiusi prima di fare il colpo,
guardati farlo come fossi in televisione.
Filippo Falzoni
Nella
visualizzazione
includi
particolari
sensoriali:
il
rumore
dell’impatto del bastone con la palla, i colori intorno a te più vividi
che puoi, il toc di atterraggio, gli alberi mossi dal vento…
quando sei vicino alla buca e devi imbucare un putt importante ti
serve l’ ispirazione necessaria, devi veder rotolare la palla
dentro la buca prima di cominciare a muovere il putter.
Luca Ravinetto
Visualizzazione (cerco di immaginare il volo e la traiettoria del
colpo che intendo fare)
Luca Beneduce
173
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
La visualizzazione è particolarmente efficace sugli approcci (faccio
un colpo a correre, la palla batte sul poggio e rotola in green…) e
sul putting (vedo nella mente la palla che rotola e atterra in buca),
ma è applicabile ad ogni colpo.
Riassunto su come visualizzare il volo di palla
Allenati a visualizzare direttamente e indirettamente con i
due esercizi (il bicchiere di vino e Alice nel paese delle
Meraviglie)
Visualizza indirettamente o direttamente i tuoi colpi di golf
prima di effettuarli. Inizialmente visualizza il rotolo della
palla nel putting e nel pitching.
Passo numero 5: sii grato
La gratitudine è energia e imprime senso positivo al tuo modo di
pensare. Più sei grato di ciò che già sei, hai e fai e più cose ti
arrivano.
Quindi, anziché lamentarti di ciò che ti manca, fai un elenco di ciò
che hai e di cui sei grato e i tuoi pensieri prenderanno un’altra
direzione attirando abbondanza, energia e voglia di vivere.
Che c’entra col golf? C’entra, eccome! Leggi qui:
Chi usa parole come “ebbi la fortuna” è grato e attira altra fortuna.
174
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
I miei genitori acquistarono casa al mare dove c'era il campo da
golf e iniziammo tutti insieme questo gioco stupendo. Già da
bambino il mio sogno era quello di diventare pro, all'età di
vent'anni ebbi la fortuna di andare 6 mesi negli Stati Uniti per
migliorare il mio gioco.
Andrea Cerri
Esprimi la gratitudine con parole come “passione” “fantastico”
“contento” “eccitato”
La mia grande passione, adesso, è la mia famiglia. Ho due ragazzi
fantastici e una moglie paziente e comprensiva. Sono molto
contento, eccitato e motivato dai miei due progetti in Sicilia.
Markus Dickey
Esprimere la gioia è gratitudine.
Ho fatto una gara spettacolare, ho giocato molto bene e lui alla fine
mi ha detto: “E’ stato un onore giocare con te” Che soddisfazione,
che felicità quel giorno!
Andrea Perrino
Gratitudine è far rivivere una persona cara nel ricordo
Mio
nonno
era
mancato
da
poche
settimane
e
lo
sentivo
incredibilmente vicino.
Mi ha fatto compagnia buca per buca, è stato come un caddie che
mi ha aiutato in modo incredibile dato che lui voleva io
diventassi un maestro perché i maestri, lui diceva, indossavano
calzoni colorati molto belli.
Andrea Zanardelli
175
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Riconoscere di essere fortunati aiuta ad esserlo ancora di più
Con il progredire del mio gioco ho anche avuto la fortuna di fare
diverse esperienze all'estero, sia da dilettante che da professionista.
Antonio Burzio
Ricordare le emozioni positive e tenerle a mente spesso è essere
grati.
Durante la premiazione ho avuto anche un attimo di commozione
quando ho ringraziato tutti gli amici e colleghi che mi sono sempre
stati vicino e vederli così contenti per il mio successo è stata
un'emozione indescrivibile.
Emanuele Bianco
Quando arrivi a provare gratitudine per una cosa che all’apparenza
è negativa non c’è limite all’abbondanza di positività che riceverai.
Una volta mi ruppi il polso sinistro sciando con lo snowboard e i
medici mi dissero di non giocare a golf per tre o quattro mesi. La
presi come una sfida! Mi dissi: “se i polsi che si muovono nel
putt sono un gravissimo problema tecnico, ora che ho un
polso ingessato posso finalmente imparare a pattare come si
deve”
Giacomo Dovetta
Sii grato anche per i successi degli altri per attirare il tuo successo.
E' bellissimo seguire i progressi di chi comincia da zero!
Francesco Mainardi
176
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Leggi queste parole di gratitudine e inizia ad usarle anche tu.
Se dovessi descrivere me stesso direi che sono una delle persone
più fortunate che possiate mai incontrare. Nella vita ho avuto
soddisfazioni dal golf e da tutto quello che ne è derivato.
Markus Dickey
Usa la parola “benedizione” e benedici tutto e tutti. Il mondo benedirà di te.
Mi sento talmente fortunato a poter praticare questo sport che tutto
ciò che mi accade – comprese le virgole, i colpi sbagliati e
così via – mi sembra una benedizione.
Gianni Davico
Sii grato dei tuoi ricordi felici di bambino. Non smettere mai di
sognare.
(Il trattorino raccattapalle) era rosso, e tanto mi bastava per
sognare che fosse una Ferrari. Aveva due “ali” ai lati, larghe, per
raccogliere le palline dalla superficie, e così fantasticavo di pilotare
un aereo, mentre i cestelli si riempivano. Oppure, a mio piacere,
potevo immaginarmi su un carro armato, enorme e indistruttibile,
come quelli visti nei film in tv.
Guido Caneo
Sii grato anche per un semplice guantino da golf.
Entrai (in Club House) e da lì mi si aprì un mondo fantastico,
concordai 10 lezioni che feci in 2 settimane, quotidianamente all'ora
di pranzo anziché pranzare andavo a lezione, ricordo l'acquisto del
177
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
primo guantino, l'entusiasmo e la tenacia di un sportivo quale mi
ritengo essere.
Gianpaolo Fattori
Sii grato per i tuoi genitori.
Devo veramente ringraziare mio padre che anche nei momenti più
difficili era sempre al mio fianco e mi dava il coraggio di continuare
Ferruccio Crotti
Sii sempre grato per la tua famiglia.
Ma la stessa vita mi ha dato soddisfazioni impensabili: due figli, una
moglie comprensiva di tutte le mie stranezze, e una “testa” capace
sempre di vedere oltre ai muri che si ergevano sulla mia strada.
Lorenzo Bosisio
Lavorare con la propria passione è davvero un regalo di cui essere
grati. Però anche giocare a golf è un bel regalo e un motivo di
gratitudine.
Ho avuto nella vita un grosso regalo: quello di poter fare un lavoro
che alla fine e' la mia più grande passione, che mi da la possibilità
di conoscere tante persone e di vedere tanti posti in giro per il
mondo!
Paolo Pustetto
Appena assumi un atteggiamento diverso nei confronti di ciò che
hai già cominci ad attrarre una quantità maggiore di cose buone per
te, materiali e non. Concentrati su ciò che hai già, fai una lista più
178
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
lunga che puoi delle cose di cui sei grato. Puoi essere perfino grato
di avere gli occhi per leggere queste parole, di avere il computer su
cui le stai leggendo e dell’orologio che hai al polso proprio adesso.
Certo, può darsi che tu preferisca qualcos’altro, come ad esempio
allungare i tuoi colpi di golf, essere più regolare e abbassare il tuo
hcp. Può darsi che tutto questo ti arrivi presto se cominci a provare
gratitudine per quello che hai già.
Quando dai tutto per scontato e non provi gratitudine emani
pensieri ed emozioni negative come insoddisfazione, sensazione di
non avere abbastanza, noia e rancore. In questo modo attiri a te le
cose che non vuoi.
Pratica la gratitudine tutti i giorni e noterai grandi cambiamenti
nella tua vita.
Riassunto gratitudine
La gratitudine è energia e i professionisti la esprimono in
quello che scrivono.
Usa anche tu parole-chiave come “fortuna, benedizione,
felicità, gioia, fantastico, spettacolare, contento, motivato,
bellissimo, regalo “
179
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Fai una lista di tutto ciò che già hai e di cui sei grato e sentiti
grato ogni giorno.
La gratitudine è un mezzo per far arrivare nella tua vita tutto
ciò che desideri perché apprezzando ciò che hai già ti
arriveranno sempre più cose che apprezzerai.
Passo numero 6: Attira le magie di golf
I colpi spettacolari che portano risultati strabilianti a golf non sono
casuali ma li hai creati tu. Se ti entra un putt da trenta metri è una
magia. Se imbuchi dal bunker o con un approccio fai una magia. Se
nelle ultime tre buche recuperi cinque colpi e vinci la gara hai fatto
una magia.
Sei d’accordo?
Ovvio che, come dicono tutti i pro, più ti alleni e più magie ti
capiteranno, ma io sono qui apposta per aiutarti ad aumentare il
numero e la qualità delle tue magie, svelandoti gli “ingredienti” per
attrarle.
Punto primo: Stai nel presente. Pensa a ciò che vuoi (ad esempio,
mandare la palla in green) poi stai concentrato SOLO sullo swing,
fermo immobile sul presente che stai vivendo. Intendo con questo
che ogni altro pensiero inutile e dannoso deve essere allontanato da
te perché tu sai che stare nel pensiero non è vivere il presente.
Niente pensieri tecnici, nessuna paura e nessuna preoccupazione.
(Sono queste cose che rovinano lo swing)
180
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Imparare a pensare “dove” mandare la pallina anziché
“come” mandarcela.
Andrea Zanardelli
Punto secondo: lascia andare le aspettative di come devono
andare le cose.
Siccome ti sei allenato, hai preso lezioni e vuoi dimostrare qualcosa
a te stesso o agli altri ti aspetti di vincere la gara e metti energia
negativa in questa aspettativa. Ingombri la mente che non è più
libera e giocosa, ma orientata ad dover far bene ed è molto difficile
che tu attiri magie. Attirerai magie con la voglia di giocare e di
divertirti.
(… ho disputato il Campionato Italiano PGAI senza allenarmi) E'
stata la mia miglior prestazione da pro. Ancora oggi mi chiedo
perché!
Avevo
bisogno
di
staccare?
Ero
andato
in
super
allenamento? Ho preso la gara senza aspettative?
Andrea Cerri
Attirerai magie “volando con la pallina”, quella gioia estatica che
nasce dal cuore quando sei concentrato sul presente e gioisci del
presente che crei tu.
Quando la palla è colpita con naturalezza e spontaneità il colpo è
magico.
Una pallina che è diventata parte della mia vita e con la quale,
ancora oggi, mi sorprendo a volare ogni volta che la colpisco,
raramente, come dico io.
Andrea Zanardelli
181
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
La magia di questo “shot of the day” è stata il “tirare fuori le palle
necessarie per quel colpo” Che significa? Significa sempre la stessa
cosa: concentrarsi sul presente , che è quello di eseguire uno swing
sulla palla col ferro 6. Farlo nel modo migliore possibile, stando nel
presente e con spirito giocoso, divertendosi nel farlo. Le “palle” qui
sono intese anche come fiducia in sé e nelle proprie possibilità,
distacco totale dalla paura di sbagliare. Fiducia assoluta.
Buca 5, par 4 in salita. Drive in bunker. Speranze e probabilità di
raggiungere il green, zero virgola. Un rough impraticabile lungo la
linea ideale per arrivarci. Tirai fuori il mio ferro 6 e le palle
necessarie per quel colpo. “Fade” da antologia e palla che si
ferma ad un metro e mezzo dalla buca. Birdie! Tasso di adrenalina
alle stelle.
Alessandro Rességuier
Ecco cos’è uno spirito giocoso. E’ quello che hanno i bambini.
Nella mia testa con scarsa convinzione e quasi per prendermi in
giro per la giornata infruttuosa dico "beh puoi ancora finire birdie,
eagle, birdie e eagle no?"... secondo voi com'è andata? Vinto la
classifica individuale. (pari merito con Lovato).
Antonio Burzio
Punto terzo: isolati dalle distrazioni continuando a stare nel
presente.
Da tanto che sei concentrato, ti stai divertendo, stai dando il meglio
di te in modo del tutto spontaneo e naturale, niente e nessuno può
turbare questo tuo stato di grazia creatore di magie. Mentre crei la
magia ti senti bene, senti che stai giocando a un gioco meraviglioso.
182
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Ti affidi all’istinto (o inconscio) e sospendi ogni giudizio. Sospendere
il giudizio significa allontanarsi da ogni dubbio, incertezza e paura.
Sei semplicemente qui e ora a creare la magia. Sei senza limiti.
Gli ingredienti delle magie li ha elencati Federica con parole
bellissime.
(Ho vinto l’Open di Svezia) Ricordo quelle 4 buche giocate come
in “sospensione” tanto ero concentrata ma leggera, attenta
ma divertita, sentivo la folla che tifava contro ma non mi
dava noia.
Federica Dassù
Quando entra la paura inondi la testa di rimedi e pensieri tecnici,
allora la paura ha la meglio su di te. La paura sei tu, sei te
stesso. Ecco perché il primo avversario da battere sei tu.
Contrariamente ad altri sport il primo avversario da battere sei
te stesso e vi garantisco che battere se stessi non è semplice.
Ferruccio Crotti
Voglio darti una buona notizia: anche quando crei magie sei te
stesso. Tu sei fatto di mente conscia (Sé1) e inconscio (Sé2).
Appena lasci uscire il bambino spontaneo che è in te, liberando il
tuo Sé2 da aspettative, paure, istruzioni, limiti che Sé1 ti impone,
aspettati magie.
Le mie magie?
Una volta nel mio primo incontro in Nazionale
contro una coppia di Svedesi, ho messo il secondo colpo alla 17 con
un wedge, a un centimetro dalla buca, riuscendo a vincere contro
gli Svedesi che erano i favoriti. E poi, certo, putting lunghissimi
imbucati,
approcci
in
buca,
palle
imbucate
con
uscita
dal
183
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
bunker....Qualche colpo esaltante che ricordo ancora volentieri, mi
ha magicamente illuminato la giornata!
Francesco Mainardi
Durante i miei tentativi di guadagnarmi da vivere dopo che mi sono
licenziata dalla banca mi è successo un episodio magico che mi ha
cambiato la vita.
Stavo provando la rappresentanza di un prodotto multifunzione che
però non riuscivo a vendere direttamente, parlando con le persone,
così ho pensato di venderlo on line.
Ho preso lezioni per creare un’offerta di vendita da mandare ai miei
contatti on line spendendo diversi soldi, col preciso intento e
aspettativa di vendere i miei prodotti e riscuotere le provvigioni.
Io mi aspettavo di destare l’interesse delle persone, credevo di
essere convincente e che avrei venduto chissà quanti prodotti. Più
inviavo email alle persone più non avevo alcun riscontro. Zero
vendite. Ho continuato a prendere lezioni e ho provato ad usare le
tecniche di vendita acquisite per proporre il mio ebook “10 passi per
imbucare a golf nella vita” che ho scritto l’anno scorso.
(http://www.golfissazione.com/diecipassi) Solo per provare.
Ne ho venduto 106! Ho guadagnato molto di più di quello che
speravo di guadagnare in provvigioni con la rappresentanza.
Volevo guadagnare? La magia di guadagnare si è manifestata non
nel modo in cui mi aspettavo io ma in un modo che non mi
aspettavo e che preferisco di gran lunga all’altro!
184
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Ed ecco la vera magia. Ho abbandonato la rappresentanza e faccio
quello che amo fare. E’ così che guadagnerò davvero, anche non
dovessi incassare più un euro. Perché mi diverto, scrivere per me è
un gioco.
Quindi quando le cose non vanno come vorresti, resta aperto alle
possibilità. Quando la gara di Antonio Burzio stava andando male lui
scherzosamente ha detto a se stesso che nelle ultime 4 buche
poteva sempre fare 2 birdies e due eagles. Era aperto a questa
possibilità e ha creato la sua magia.
Riassunto su come creare magie nel golf
Stai
nel
presente
con
naturalezza,
spirito
di
gioco
e
divertimento.
Evita
ogni
“pesantezza”
come
preoccupazione,
paura,
pensieri negativi, insicurezze.
Lascia andare ogni aspettativa e gioca per divertirti e per
goderti il colpo.
Sii aperto alle possibilità. Quando una gara sta andando
male puoi ancora riprenderti e ribaltare il risultato.
Isolati dal mondo, stai completamente concentrato su ciò
che fai.
185
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Fai lavorare il tuo inconscio con spirito giocoso come quello
di un bambino.
Gioca “sospeso”, in un luogo dove non esistono emozioni
negative, con la mente sgombra e leggera.
Sentiti connesso con l’universo intero.
Parole-chiave per compiere magie in tutti gli ambiti della
vita: stare nel presente, ingenuità, aprirsi alle possibilità,
naturalezza,
spontaneità,
spirito
giocoso,
fiducia,
incoscienza, non accontentarsi mai.
Conclusione
Il mio ringraziamento va a queste 19 meravigliose persone che mi
hanno donato tempo ed energie per scrivere le storie che hai letto
in questo ebook.
Mi sono tanto divertita nello scriverlo, nel leggere e rileggere le
storie personali di tutti questi golfisti-scrittori, storie diverse ma che
si somigliano nella passione per il gioco del golf. Ho imparato tanto
da tutti loro e adesso quando vado in campo o sul putting green
cerco solo di sgombrare la mente e pensare al gioco, a tornare
bambina.
186
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
Se avessi letto bene e volessi davvero imitare l’eccellenza dovrei
anche prendere una serie di lezioni e mettere esattamente in
pratica con tanto allenamento quello che mi insegna il maestro…
Ma io sono refrattaria la campo pratica, mi piace passeggiare e
giocare in campo e non trovo nemmeno la scusa che non ho
tempo… La mia sfida adesso è sperimentare gli ingredienti
dell’eccellenza che mi consentono di giocare il meglio di ciò che
so già fare.
Conosco i limiti (grossi) del mio swing, ma conosco anche le mie
possibilità in base ai ricordi storici dei colpi che ho fatto.
Ecco, la mia sfida personale è quella di far emergere il meglio di
ciò che so già fare senza allenamento e senza maestro.
Dopo questa dichiarazione leggo nel pensiero dei professionistimaestri che hanno scritto qui, che stanno pensando proprio adesso:
“questa pazza ci fa l’intervista e poi ci toglie i clienti”
Tranquilli! Dichiaro solennemente che chi vuole davvero calare di
handicap e dedicarsi ad imparare bene questo meraviglioso gioco
per farlo diventare uno sport ha necessità di trovare un bravo
maestro che lo aiuti e di allenarsi con impegno e costanza.
Può scegliere fra i maestri-professionisti di questo ebook che sono
eccezionali!
Nelle mie ricerche non sostituisco il maestro. Come potrei?
187
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
I miei strumenti non sono tecnici, sono solo mentali. Ho sistemi
totalmente
personali
per
acquisire
fiducia,
senso
di
valore,
entusiasmo. Li sto sperimentando e tu ne hai avuto un assaggio qui
in questo ebook, quando parlo di gratitudine, magie e “ingredienti
del successo”.
Il programma di golf magico che ho appena lanciato (oggi, 3
novembre 2011) servirà non solo a chi come me ha poco tempo
o poca voglia di praticare, ma anche ai più bassi di hcp che
praticano regolarmente. Si tratta di un audio con affermazioni e
induzioni ipnotiche potenti per cambiare le credenze inconsce e
infondere fiducia nel colpo, base necessaria per giocare bene a golf.
Io ho aumentato la mia media-gare di ben 6 punti! Lo trovi qui:
www.golfissazione.com/golfaudio
Naturalmente le credenze di tutte queste splendide persone che
hanno scritto sul mio ebook sono state per me fonte di ispirazione
nella creazione dell’audio e di questo ringrazio tutte loro di cuore.
Questi
professionisti
CREDONO
nel
loro
swing,
SANNO
che
metteranno il drive lungo in fairway, SONO CERTI che metteranno
l’approccio “dato”, SENTONO che imbucheranno il putt.
Ecco perché ho usato nell’audio molte delle loro espressioni, ecco
perché mi sono ispirata a loro. Ascoltando più e più volte l’audio mi
sono convinta che posso ripetere lo swing dei miei momenti migliori,
quelli in cui avevo FIDUCIA.
188
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
E tu, lettore di questo ebook, fai tuo il “programma delle magie”
nell’ultimo capitolo.
Prova, sperimenta, allena la tua mente al silenzio e fai lavorare
l’inconscio, è lui che sa come farti muovere bene nello swing. Prima
però convinci il tuo inconscio ad eliminare ogni dubbio ripetendoti
affermazioni potenti o ascoltando il mio audio+golf. Ti raccomando
di ascoltarlo la sera prima della gara, prima di addormentarti,
quando l’inconscio recepisce di più. Ti stupirai del tuo gioco!
In più ti esorto, senza che tu debba faticare troppo, ad osservare i
tuoi pensieri in campo. Collega i pensieri alla qualità del tuo gioco e
nota come quando “non hai pensieri” cambia tutto.
Ti esorto ad acquisire anche solo un atteggiamento mentale di
questi professionisti, che sia l’impegno, la tenacia, la grinta, la
fiducia in sé, il senso di divertimento. Ricorda che tutti loro parlano
di migliorarsi costantemente, di avere ancora tanto da imparare
sia dalla vita che dal golf (anche se sembra impossibile). Non
accontentarti mai perché la vera felicità è sentire che stai crescendo,
che la tua comprensione del mondo e delle cose aumenta ogni
giorno di più. Evita di darla vinta alle abitudini e fai un piccolo
sforzo per crescere.
Mentre sei occupato a giocare a golf libera-mente, guarda caso, ti
accade di imbucare con un approccio.
Mentre sei occupato a migliorare te stesso, guarda caso, ti accade
di sentirti felice!
189
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am
I miei tre gioielli, fonte primaria della mia felicità.
Dedicato al tuo successo,
Alessandra Donati
190