L`eccellenza nel golf
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L`eccellenza nel golf
L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am 1 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am L’eccellenza nel golf 2 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am l’eccellenza nel golf Scopri segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Alessandra Donati www.golfissazione.com 3 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Attenzione: Tutti i diritti sono riservati a norma di legge. Nessuna parte di questo ebook può essere riprodotta con alcun mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’autore. Le strategie riportate in questo ebook sono frutto di anni di esperienze e studi, quindi non è garantito il medesimo risultato di crescita personale e di gioco del golf. Il libro ha esclusivamente scopo formativo e non sostituisce alcun tipo di trattamento medico o psicologico. Questo ebook è liberamente distribuibile, ti chiedo solo di non modificarne il contenuto. 4 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Sommario Introduzione 7 Le “qualità difettose” degli amatori di golf e i loro lamenti 9 Ti presento i professionisti coinvolti nell’ebook: qualità 18 comuni e non comuni di queste persone fuori dal comune Le storie personali: 21 Alessandro Rességuier 21 Andrea Cerri 37 Andrea Perrino 43 Andrea Zanardelli 49 Antonio Burzio 56 Emanuele Bianco 63 Federica Dassù 68 Ferruccio Crotti 76 Filippo Falzoni 82 Francesco Mainardi 87 Giacomo Dovetta 91 Gianni Davico 100 Gianpaolo Fattori 106 Guido Caneo 112 Lorenzo Bosisio 123 Luca Beneduce 130 Luca Ravinetto 136 Markus Dickey 141 5 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Paolo Pustetto 147 Gli “ingredienti” dell’eccellenza dei pro 153 Migliora anche tu il tuo golf in 6 passi 157 Passo 1: ottimizza le lezioni col maestro 157 Passo 2: cura al meglio la tua forma fisica 165 Passo 3: trovati un modello 167 Passo 4: visualizza il volo di palla 170 Passo 5: sii grato 174 Passo 6: attira le magie di golf 180 Conclusione 186 6 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Introduzione Se stai leggendo questo ebook forse sei amico di un professionista coautore, oppure sei curioso di capire come anche tu, amatore di golf, puoi migliorare il tuo gioco grazie agli spunti che leggerai qui. Non troverai altrove uno scritto più utile di questo, nemmeno se l’autore è un famoso professionista vincitore di numerosi tornei mondiali, perché questo è un riassunto di tante storie diverse e ogni storia ha qualcosa da insegnarti. Alla fine di ogni storia raccontata dai professionisti ho fatto un riassunto di ciò che serve a noi amatori per progredire nel golf per poi, in fondo al libro, illustrarti la sequenza di semplici passi da seguire per dare una svolta al tuo gioco. E per quanto tutti i professionisti si affannino nel dirci che per migliorare sono necessari maestro e campo pratica, vedrai che io trarrò altre conclusioni dai loro scritti, che ti faciliteranno molto di più di ore di lezioni e sudate in campo pratica. Attento: non sto dicendo che il maestro e il campo pratica non servono. Sto dicendo che forse anche a te mancano alcune strategie che, se acquisite, faciliterebbero alla grande l’evolversi del tuo gioco e anche la tua vita cambierebbe in meglio. Sto dicendo che anche tu, anch’io, abbiamo la possibilità di acquisire queste qualità – atteggiamenti - strategie che ci mancano. 7 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Il sottotitolo “Scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am” è l’essenza di ciò che leggerai. I segreti dei pro si assomigliano e potrai sperimentarli su di te. Sono certa che otterrai grandi risultati dalla lettura completa di questo ebook e dal seguire passo passo le mie istruzioni alla fine. Tutto quello che scrivo in nero è frutto della mia testa. Quello che scrivo in blu è frutto della testa dei pro o di altre persone e le scritte in rosso sono dei riassunti finali elaborati, naturalmente, da me. Ogni professionista ci regala consigli presi dalla sua esperienza e tu adotterai quello che ti serve di più. Spero di averti facilitato la lettura con i colori! 8 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am I lamenti dei giocatori di golf e le loro “qualità difettose” Tempo fa ho fatto un’inchiesta sui problemi maggiori lamentati dai golfisti e ne sono emersi davvero tanti. C’è chi lamenta poca distanza, poca concentrazione, ansia da gara, sfiducia nel colpo, poco tempo, poca voglia di allenarsi… Copio qui qualche testimonianza davvero interessante: “Dopo le prime buche dove mediamente gioco dei colpi piuttosto solidi e precisi, comincio lentamente ma inesorabilmente a perdere la concentrazione - Non sento più lo swing - vado in uno stato confusionale comincio a perdere la precisione e la qualità di gioco! In poche parole inizio a giocare male perché fondamentalmente perdendo la sicurezza ho maledettamente paura di sbagliare! (e sbaglio!) Roberto Roberto vedo che sei consapevole che quando manca la sicurezza e la fiducia sulla palla significa entrano immediatamente dubbio e paura, nemici dello swing. I miei problemi? Gestione della concentrazione.....a volte mi sento "scollegato" dalle sensazioni che spesso provo in tante situazioni. Strategia, a volte raffazzonata sui recuperi. Putting: allenamento e gestione in gara su quelli importanti. In generale direi, oltre all'aspetto tecnico che deve essere sempre alimentato con pratica 9 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am ed allenamento, molte mie difficoltà sono da...psicoterapeuta. Matteo Ti può consolare il fatto che la maggioranza delle persone prova quello che provi tu, Matteo? Ho 53 anni, gioco da 3-4 anni, con frequenza 3 volte settimana, dopo avere finito il lavoro (sono medico) Dopo 2 anni in cui mi sentivo umiliata dal non avere ottenuto risultati sperati, ora ho capito quali sono le variabili in gioco: 1) età di inizio del gioco- superfluo dirlo, ma l'apprendimento motorio è ben diverso ad ogni decade 2) competenze precedenti in altri sport- non è affatto vero che non conta, ogni sport ha insegnato al nostro corpo e al nostro cervello l'apprendimento di un gesto atletico e la comprensione immediata di un compito motorio, per cui chi arriva al golf senza esperienze precedenti impiega molto tempo solo a capire e a " sentire" il proprio corpo che si muove e a capire cosa fa e cosa sbaglia 3) importanza dell'allenamento guidato. Tutti prendiamo alcune lezioni, poi ci alleniamo in campo pratica, ma inevitabilmente effettuiamo degli errori che poi il nostro cervello integra con il movimento, pensando di fare bene 4) carattere, ovvero determinazione e resistenza allo stress 5) forma fisica Non mi alleno, per cui vado subito in campo, ed ecco che il gioco corto è ovviamente impreciso ed ho impiegato molto tempo per apprenderlo... Daniela 10 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Daniela, la questione dell’età è smentita da Luciano che ha 12 anni più di te e gioca 10,7. Certo, lui ci dedica tanto tempo… Non lo dice, ma si capisce! Leggi con attenzione questa testimonianza perché è la più bella che io abbia mai ricevuto, dà una grande speranza a chi inizia a giocare in età avanzata… se ce l’ha fatta lui puoi farcela anche tu che sei molto più giovane. Per il resto dici cose ineccepibili. Ho 65 anni e ho iniziato a giocare a golf quattro anni fa. Il mio hcp è 10,7, il mio migliore risultato 74 e più volte sotto gli ottanta e ti posso assicurare, Alessandra, che quando hai motivazione e concentrazione per ogni colpo i risultati arrivano. Sono convinto che il ns. cervello ha la responsabilità di tutti i nostri comportamenti, le nostre flappe, putt non imbucati da pochi cm. e tener fronte alle pressioni di gioco. Sinceramente tiro drive sui 200 m. con una alta percentuale di fairway, legni abbastanza lunghi e dritti, carente approcci tra i 110/ 140 m., molto bene gioco corto e anche putt ma la difficoltà maggiore è quella di giocarli tutti bene con continuità. Vorrei altri 20/30 m. di drive per poter approcciare più da vicino. Il golf mi ha letteralmente cambiato la vita. Da quattro anni gioco (a piedi) 3/4 volte a settimana, ho perso 12 kg. di peso, ho eliminato pillole per colesterolo e pressione sanguigna, frequento fitness per mantenere la condizione fisica, ma i miei 65 anni mi limitano nella torsione ed elasticità muscolare per eseguire uno swing più potente. Evviva il golf. Luciano 11 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Luciano, la tua bellissima testimonianza è l’essenza di ciò che darò come “cura” agli inguaribili! Tu lamenti solo un po’ di continuità! A 65 anni sei un ragazzo, sei la speranza di tutti noi. Cosa vorrei più di ogni altra cosa da un maestro? Che riuscisse nell' impossibile impresa di regalarmi 20-30 mt sul drive (e di conseguenza con le altre mazze). Cerca di capirmi, non è un' ossessione di lunghezza fine a se stessa, il problema è che alla mia età (61) sono arrivato a giocare un discreto hcp (7,2 a inizio anno) ed è un hcp che con drive che non superano i 200 m. si fa molta fatica a giocare. Claudio Anche tu, come Luciano sei proprio un GRANDE. Sicuramente un risultato così alto alla tua età è dovuto al tempo a tua disposizione da dedicare all’allenamento e alla pratica e alla tenacia di voler raggiungere un obiettivo. Fino a qualche anno fa ero colpito da quella che chiamo "febbre del golf", ma ora sono tornato ad una temperatura di 36.8 e vedo le cose con più tranquillità. La verità è che da qualche anno non vinco più. In passato per vincere in terza o seconda categoria bastava un 36 stableford o un 38, raramente un 40, punteggi che non ho mai superato ma che piano piano e progressivamente mi hanno portato quasi in prima categoria. Oggi assistiamo impotenti ad una trasformazione del golf con l'ingresso di nuove leve assolutamente inadatti a ignari dello "spirit of the game" che ha fatto del golf il 12 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am gioco più bello del mondo. Vincere una gara significa spesso totalizzare 44, 46 punti… Qualche giorno fa ho visto un 53! Oppure succede l’inverso: giocatori che potrebbero giocare 14 o 16 hanno invece 24 di hcp ed aspettano la partita con finale all'estero per vincere..perché tutto ciò? Chi ha la responsabilità di questa situazione? Max Max io vado a giocare la finale BMW ad ottobre grazie a una gara dove ho fatto solo 37 punti! Vero, è più raro di una volta, però succede ancora. Anche la mia febbre è scesa negli anni, questo è normale. La febbre alta ce l’ha chi inizia, ci sono solo alcuni fissati che hanno la febbre tutta la vita! Mi manca la concentrazione, gioco solo per divertirmi e non riesco a stare concentrato per 18 buche, posso fare cose da esaltazione a tiri da dimenticare, anche se riesco il più delle volte a recuperare. Vorrei migliorare il drive, non arrivo mai oltre i 200 metri, se guadagnassi qualche cosa mi sentirei un campione. Vorrei anche essere più continuo. Io credo che ogni maestro dovrebbe trasmettere ai propri allievi è la passione, l'ora che passi con lui non deve essere solo insegnamento, ma farti scoprire la sfida che tu hai con quella maledetta pallina e il campo solo allora scopri l'essenza del golf. Antonio 13 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Grazie della tua testimonianza, Antonio. Questa è utilissima per i maestri. In questo ebook i maestri ci insegnano qualcosa e gli amatori insegnano qualcosa a loro. Ho l'ansia da prestazione, detesto fare brutte figure, cosi non riesco ad estraniarmi e ad affrontare il gioco con distacco, ed in gara, anche amichevole, do il peggio di me. Vorrei che il maestro mi trasmettesse la fiducia. Paola Paola, ti immagino sul tee della buca uno mentre tiri il drive e il fotografo ti immortala… Che stress! Non sei la sola a provare ansia in gara. Ho un’amica che va avanti da anni con le gocce omeopatiche calmanti , le prende alla buca 1, alla 6 e alla 12. E a seconda di com’è finita la gara, anche alla 18. Le mie difficoltà maggiori : prendere il mio tempo, eseguire tutto correttamente nella giusta sequenza ... forse la cosa più difficile ora è l'address corretto, tendo sempre a tenere il piede destro arretrato e miro perciò a destra del bersaglio, ma io sono convinta di essere dritta e la difficoltà successiva è il rilascio morbido delle braccia con rotazione del corpo, perché spesso mi irrigidisco e o non termino il colpo, o sono rigida sul bastone. Subito vorrei migliorare il putt, perché posso essere intorno al green al 2° colpo, cavarmela con l'approccio, ancora impreciso, perciò l'ideale sarebbe mirare al centro della buca, NON al bordo che è la mia specialità! Date le premesse (età, tempo dedicato, ecc.) io sarei felice se avessi continuità nel gioco 14 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am (vorrebbe dire che c’ è un livello consolidato dal quale progredire) e se migliorassi la precisione, cioè la direzione del colpo verso il bersaglio. Perché non ho raggiunto il livello che vorrei? A volte mi dico perché non è il mio sport (quando sono depressa) altre perché non mi alleno a sufficienza (quando vedo gli uomini con cesti di palline in campo pratica, cosa che non ho mai fatto), altre che non ho l'atteggiamento mentale giusto. Roberta Roberta tu lamenti continuità e precisione, problema comunissimo, ma non dare la colpa all’età, ti rimando allo scritto di Luciano che parla chiaro. Bisognerebbe riuscire a giocare con la testa vuota e lasciare la libera espressione di quello che i nostri muscoli hanno registrato.... Io normalmente ci riesco per le prime tre o quattro buche, poi mi succede di entrare in un mondo del quale non sono più capace di intendere e volere. Mi manca ancora trovare un buon ritmo, giocare i miei ferri con regolarità perché mi danno fiducia, poi mi mancano continuità e precisione. Ora sto prendendo delle lezioni che mi aiutano a migliorare il mio swing tutto benissimo al driving range, ma sul percorso è tutta un’altra storia. Maurizio 15 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Maurizio anche tu hai problemi di “testa”, di concentrazione, di continuità, di ritmo e di regolarità. Se non acquisti fiducia in te ti porterai dietro in eterno la differenza abissale tra i tuoi colpi in campo pratica e quelli sul percorso. Cosa mi servirebbe di più? Riuscire a mantenere la fiducia anche nei momenti in cui sbaglio, invece tendo a rammaricarmi. Vorrei migliorare gli approcci, perché sensibilità e precisione intorno ai green sono fondamentali, e il drive perché il primo colpo preso bene dà sicurezza. La cosa che maggiormente mi impedisce di ottenere il mio golf migliore è sicuramente legata alla mente che mi condiziona enormemente e spesso rovina le mie domeniche. Nicola Anche i tuoi, Nicola, sono problemi di TESTA. Non ti mancherebbe niente per giocare bene se non una sana fiducia nel colpire la palla. Questo è un estratto di quanto è emerso dalle 82 email che ho ricevuto a risposta del mio sondaggio, dove la domanda principale era: Cosa ti impedisce di giocare bene a golf? Io, avendo letto ed analizzato le storie dei professionisti che troverai qui di seguito, aggiungo il fatto che a tanti amatori manca la grinta e la tenacia. Tenacia di voler raggiungere un obiettivo, tentare e ritentare tante strade caparbiamente fino a che non si raggiunge il risultato voluto. Il ritornello delle 82 email ricevute è la mancanza di continuità, perdita di concentrazione, sfiducia nel colpo, ansia da gara… Via col riassunto! 16 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Riassunto dei problemi principali lamentati dagli amatori: di tipo tecnico: gioco corto inconsistente, soprattutto il putting, lunghezza del drive, ferri e legni, rotazione dei fianchi, velocità del downswing, rotazione corretta delle spalle. Di tipo mentale-psicologico: continuità e regolarità di gioco, ritmo, mancanza di tempo, concentrazione, indecisione, dubbio, sfiducia, fretta, stress da controllo del compagno di gara, poco tempo da dedicare al gioco, ansia da gara, strategia sbagliata, paura immotivata di non prendere la palla, troppi pensieri tecnici durante lo swing. Esempio classico di dialogo interno: “Oddio, finora non ho alzato palla con l’approccio, ho paura di non riuscirci…” Faccio una prova, due, non mi sento pronto, ma tocca a me. Tiro e… una schifezza, rattone in acqua. 17 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Ti presento i professionisti coinvolti nell’ebook: qualità comuni e non comuni di queste persone fuori dal comune. I professionisti di golf che hanno scritto la loro storia su questo ebook sono TUTTE persone veramente straordinarie. Forse sono stata fortunata? Il caso mi ha mandato le MIGLIORI storie di golf? O forse il golf giocato ad alti livelli dà una “marcia in più”? Certamente sono persone che al golf hanno dato tanto e alcuni di loro stanno dando ancora tantissimo. Tanto in termini di tempo, energia, fatica, disciplina ferrea. Come “fare il militare” – scrive uno di loro. Ho visto ad esempio Andrea Perrino praticare ore sotto il sole di luglio senza dare ascolto alla fatica, al sudore, alla voglia di riposo. Si era proposto di tirare un certo numero di palline e le ha tirate. Punto. Senza scuse per smettere. Il golf ha ripagato la fatica profusa: tutti loro lavorano e guadagnano grazie al golf. C’è chi gioca sul tour o chi ha giocato per un periodo, c’è chi insegna, c’è chi ha una scuola, chi fa il direttore di club, c’è chi insegna ai disabili e c’è chi costruisce nuovi campi da golf. I 17 professionisti intervistati sono: Alessandro Rességuier, Andrea Cerri, Andrea Perrino, Andrea Zanardelli, Antonio Burzio, Emanuele Bianco, Federica Dassù, Ferruccio Crotti, Filippo Falzoni, Francesco 18 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Mainardi, Giacomo Dovetta, Guido Caneo Lorenzo Bosisio, Luca Beneduce, Luca Ravinetto, Markus Dickey, Paolo Pustetto. Oltre a loro ho incluso due amatori, che hanno storie interessanti da raccontarci: Gianpaolo Fattori e Gianni Davico. Sono entrambi due amici, conosciuti via web. Entrambi in prima categoria, Gianpaolo adora il golf e ha trovato il modo di lavorare con golfisti, Gianni è addirittura pronto per passare al professionismo, pur avendo superato i 40 anni. Vuole entrare nel guiness dei primati! E’ così motivato che il suo entusiasmo è contagioso. Molti di questi professionisti si sono formati negli USA e un paio di loro hanno acquisito titoli speciali come la certificazione TPI per offrire un ulteriore servizio a chi vuole migliorare a golf. Molti sono insegnanti appassionati, che cercano davvero il bene dell’allievo e lo aiutano ad ottenere buoni risultati. Altri non insegnano ma lavorano comunque nell’ambiente del golf. Andrea Perrino gioca sul tour e la sua vita è completamente diversa dagli altri, sempre all’estero a disputare gare e quando è a casa si dedica all’allenamento in campo pratica e sul percorso. Cos’hanno in comune queste persone? La passione e l’amore totale per il gioco. La dedizione, la tenacia nel raggiungere obiettivi, l’incoraggiamento di genitori e maestri giusti, il fisico adatto per il golf, l’essere cresciuti in un determinato ambiente, l’aver cominciato a giocare da piccoli, l’avere un “mentore”, la volontà precisa di raggiungere il successo, il credere in se stessi, il volersi migliorare costantemente. 19 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Da ogni storia impareremo qualcosa. Ognuno di loro ha il suo “segreto” e io ho avuto l’onore di decodificarlo per creare un manuale utile per migliorare l’approccio al gioco di ogni lettore attento. E tu lettore attento, ricava da questo ebook la strategia che ti serve per aumentare la tua fiducia sulla palla, acquisire un movimento fluido e libero da ingorghi mentali, acquisire ritmo e tempo, allontanare dubbi, paure e indecisioni. Impara ad ascoltare il messaggio del tuo maestro e a carpirgli “quel qualcosa in più” che ti aiuti a fare il salto di qualità. Ho messo i protagonisti delle storie in ordine alfabetico per nome di battesimo, dovevo pur scegliere un ordine… Alessandro Rességuier è l’unico che ha scritto una lunga storia, infrangendo le barriere che gli avevo imposto con le mie domande. Ho conosciuto Alessandro qui a casa mia, il mio giardino confina col campo pratica di Vicopelago. E’ stato il maestro di mio marito e mia figlia e ho per lui una speciale simpatia, non me la sentivo di tagliare ciò che ha scritto, anche perché tutto il suo racconto è una grande metafora di ciò che serve a raggiungere l’eccellenza. 20 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Le storie personali Alessandro Rességuier de Miremont Sono nato e cresciuto con il culto per lo sport. Il che rende il mio incontro con il golf un evento non del tutto casuale. In vacanza, mi piaceva la montagna e, fin da piccolino, traevo la massima soddisfazione dallo staccare tutti, su per i sentieri, e dall’individuare i passaggi più pericolosi dove piede umano non si era mai posato. Nei centri sportivi estivi la mia propensione emergeva chiaramente, e, dalla corsa al tennis, dalle arrampicate al basket, agli altri lasciavo le briciole. D’inverno, sulla neve, sapevo scivolare in mezzo ai paletti come pochi. E così cominciai a mettere su la mia prima bacheca di trofei, medaglie e pergamene. Passare quindi dai giochi all’agonismo il passo è stato breve e spontaneo, anche se la costanza e la continuità dell’impegno sottraeva qualcosa al divertimento puro e semplice ed esigeva un’assunzione di responsabilità che fino ad allora mi era stata del tutto sconosciuta. Parlo dei nove anni e passa di nuoto agonistico che, forse, calcolando i chilometri di vasche di allenamento, mi avrebbero permesso di andare in Sardegna e ritorno. 21 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Nulla da rimpiangere, sia ben chiaro, ma quando, insieme a mio fratello decidemmo di smettere, lo facemmo con la convinzione di chi si era tolto un bel po’ di soddisfazioni, ma che voleva continuare a prenderle in altre discipline. Ovviamente nello sport, per quanto mi riguardava, e così approdai al canottaggio, ma dopo un anno, ed oramai ne avevo quasi quattordici, compresi non era quello l’ambito nel quale sfamare la mia insaziabile voglia di misurarmi agonisticamente. Calcio, pallacanestro, tennis, sci, tutte sfide da cui ero stato saltuariamente attratto, ma che non mi erano entrate, come dire, “nel sangue” a tempo pieno. Di lasciare lo sport, nemmeno a parlarne. Era il periodo in cui, anche se forse con un po’ di ritardo, il mio sviluppo fisico evidenziava finalmente quello che mi era mancato solo un paio di anni prima, centimetri che mi allungavano visibilmente le gambe e mi allargavano le spalle. E poi allo studio non riuscivo a dedicare tutto il tempo che l’impegno crescente richiedeva. Una lotta anche qui. Ma mettermi alla prova era nel mio DNA. E dunque, sapevo che lo sport, da qualche parte, mi avrebbe potuto e dovuto dare quelle affermazioni che non smettevo di cercare e che solo all’occasione buona avrei raccolto. Abitavo nella periferia nord di Roma. Campagna aperta a poche centinaia di metri da casa. Un giorno, una puntata in macchina con mio padre ed in cinque minuti ci fermiamo là dove spesso vedevamo pascolare le pecore, 22 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am durante il tragitto per andare a scuola. Sul retro dell’auto, quattro o cinque palline da golf ed un ferro tre, eredità di una tradizione familiare che risaliva a mio nonno, a suo tempo handicap 6. Ed il golf, nel mio immaginario, era qualcosa solo per “grandi”. In pochi minuti si sfatò nella mia mente questo luogo comune. Ed avvenne al momento giusto. Anche se negli anni che seguirono non cessai mai di rimproverare mio padre di avermi avvicinato un po’ troppo tardi, al golf. “Vuoi vedere come si fa?”, e palla che parte, decolla e atterra dove ancora si riesce a vederla. Ci provai anch’io. Non lo sapevo ancora, ma ero già contagiato: ero diventato un golfista. C’era un circolo non lontano da casa, l’Arco di Costantino. In pochi giorni si decise tutto. Un pacchetto di lezioni e, da parte mia, un formicolio, un’adrenalina che volava sempre più su, come le palle che partivano in alto all’impatto del mio ferro 7. E da lì in poi, tutto un susseguirsi di eventi. Il maestro che, con le sue cantilenanti e ripetitive istruzioni, cominciava a diventarmi un po’ “stretto” e di cui sentivo di dovermi liberare, malgrado la sua ossessiva “gelosia”. Il golf era ormai parte di me, ed era lui, l’estraneo. Poi l’handicap, un susseguirsi di gare più che incoraggianti, l’handicap che si abbassava in modo costante e progressivo, fino all’incontro con lui, il mio vero e tuttora unico “mentore”, Peter McEvoy. Bella facciotta tonda e gote rosse che facevano “pendant” con uno stomaco non 23 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am proprio da “figurino”. Ma quanta sapienza golfistica! E che capacità di farmi proprio “innamorare” del golf! Ancora adesso, negli inevitabili momenti di crisi, momenti in cui non “senti” il gioco, e non trovi le sensazioni giuste, ricorro con la memoria ai suoi fondamentali insegnamenti. E da lì riparto. E non solo per il feeling comunicativo che mi consentiva di assimilare rapidamente quello che mi avrebbe fatto diventare il “Tiger” del mio circolo, come tutti scherzosamente mi chiamavano, ma soprattutto quando mi insegnava a imbrigliare gli istintivi impulsi che mi venivano su quando la palla non volava e non finiva dove avrebbe dovuto. Partito Peter per la sua “Academy” a Londra, mi sentii orfano golfisticamente. Ormai avevo spiccato il volo per le gare nazionali del circuito “under 18” e, per mantenermi ad un livello competitivo, entrai a far parte della covata giovanile dell’Olgiata. Nessuno che però fosse in grado di ridarmi o sostituire Peter. Il “picco” della mia carriera dilettantistica e, con questo, la mia decisiva autostima per il prosieguo della mia scelta sportiva, lo ottenni in quegli anni nel corso di una delle maggiori gare nazionali, proprio all’Olgiata. Da totale sconosciuto qual ero, anche a causa dell’età, ma in quello che era diventato il “mio” percorso, mi classificai 5° assoluto in un campo di più di 100 iscritti, segnando il “par” del campo all’ultima giornata, frutto di 16 par, un birdie ed un bogey, miglior risultato assoluto di giornata. Mio cugino, al tempo 24 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am molto più affermato di me, e capofila di un gruppo che mi sosteneva con un tifo da curva sud, mi guardava sbalordito e non cessava di scuotermi le spalle. Mi pare che scesi d’un colpo solo da 7 a 4 di handicap, e non guadagnato nelle gare di club… A 17 anni finii per classificarmi al 10° posto del ranking nazionale di categoria, ma soprattutto avevo messo nel mio bagaglio tanti di quei circoli in tutta Italia, tante gare, tante soddisfazioni e qualche delusione (mica tante, ma qualcuna ci vuole!) ben assorbita, e poi, quante volte ad incrociare i ferri con i Molinari! Beh! Loro si vedeva bene che erano di un livello di eccellenza, ma, modestia a parte, non sfiguravo proprio! Anzi, dentro di me, pungolandomi, non mi sentivo proprio inferiore. Ma, come detto più sopra, la strada che stavo percorrendo non era tutta in discesa. A 18 anni compiuti, mi si spalancò davanti un abisso. Non esisteva un circuito nazionale, passata quell’età, che mi permettesse di continuare a misurarmi agonisticamente nell’ambito di una categoria dedicata. Insomma, a quel punto, chi c’era, c’era. Altrimenti, ciascuno per conto suo. E dunque, dovevo pensare al golf “per conto mio”. Dall’Olgiata rientrai al mio circolo di origine e continuai a frequentare gare nazionali, ma erano venuti meno i riferimenti, i traguardi da raggiungere. E poi era l’anno della maturità classica, un impegno ed un’esigenza che tende ad escludere tutto il resto. Sicché, quando “la sfangai” come si dice a Roma, la mia autostima si accrebbe in modo esponenziale, tanto da farmi 25 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am avviare con un successo forse inaspettato un percorso universitario che mi indusse a non considerare più il golf come una priorità assoluta. Tanto che forse per qualche delusione mal digerita, ma soprattutto per un grave incidente con lo snowboard che mi sarebbe potuto costare molto più caro, lo abbandonai del tutto. Decisione alla quale pensavo che non sarei mai arrivato. Io ed il golf, un rapporto che mi era apparso indissolubile … tutto finito? E poi, soppiantato dagli studi? Roba da non credere… Ma c’erano anche gli amici, le serate con la birra, il gruppo musicale, il surf, lo snowboard e… Camilla. Con lei le cose si facevano sempre più serie. Intanto, l’impegno universitario proseguiva, alcuni esami mi assorbivano proprio, ne parlavo in casa coinvolgendo anche mio padre nelle relative discussioni. Psicologia della comunicazione e del marketing. Mi sentivo maturare anche mentalmente, ma alla lunga mi tornò a galla la consapevolezza che alla propria natura non si può dire di no. L’alibi era subito dietro l’angolo: sì, mi laureo, ma poi cosa ci faccio? Potrei abbinarlo, il pezzo di carta, all’attività sportiva, quella per cui sono nato. Al golf. Quello che da sempre mi era riuscito meglio; anzi, forse proprio la mia vita. Mi sembrò uno sbocco geniale e completo. La presi, la decisione. E la presi rapidamente. Avrei tentato la carta del professionismo. Con l’handicap avevo ancora le carte in regola. Se avessi fallito, sarei tornato con tutto me stesso agli studi. Poi, mi dissi, si vedrà. Certo, non mancava molto alle selezioni del percorso 26 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am delle Querce, a Sutri. Ma che speranze avevo? Tornei “seri”, non ne facevo da tempo immemorabile. Non avevo nemmeno Peter che mi potesse assistere. Come avrei potuto competere con i migliori ragazzi da tutta l’Italia, una decina dei quali con la qualifica di nazionali, il che restringeva ulteriormente il campo dei legittimi candidati?. Eravamo un’ottantina di aspiranti. Scoprii dopo che ero l’unico di Roma. Ragione di più per darci dentro. Ma io credevo in me stesso; sapevo che mettendo a posto il mio motore, e oliati gli ingranaggi, non ce ne sarebbe stato per nessuno. E poi il campo mi aveva sempre portato bene. A 15 anni, ancora 2a categoria, avevo partecipato alla Quercia d’Oro, ed avevo vinto il 1° premio netto, malgrado consegnassi uno score da 88 all’ultimo giro che mi era apparso disastroso, tale da mettere a repentaglio un torneo già stravinto. Invece non me ne ero reso conto, ma con tutte quelle pacche sulle spalle, era evidente che dovevo aver fatto davvero qualcosa di grosso. E così cominciai la preparazione. Da solo. Mancava circa un mese e mezzo ai “giri”. Il giorno prima della gara mi sentii teso come il giorno, per me storico, della maturità. Senza esagerazioni. Anzi, ancora di più. Ma, nonostante le premesse, la fiducia in me continuava a sostenermi. Il campo l’avevo provato due o tre volte, con sensazioni alterne. Non mi ci volle molto per concludere che avrei dovuto puntare più sull’esperienza che su routine 27 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am collaudate per ciascun colpo, a giocarmi buca dopo buca, senza particolari strategie. Finii il 1°giro in 75, ampiamente in zona qualificazione, addirittura con qualche rimpianto per uno “score” ancora più competitivo. Non volevo accontentarmi mai. Perché la strada era ancora lunga. Se qualcuno mi avesse chiesto quando maturai alla fine la convinzione di farcela, avrei risposto che avvenne al 3° giro, quando azzeccai il mio “shot of the day”. Buca 5, par 4 in salita. Drive in bunker. Speranze e probabilità di raggiungere il green, zero virgola. Un rough impraticabile lungo la linea ideale per arrivarci. Tirai fuori il mio ferro 6 e le palle necessarie per quel colpo. “Fade” da antologia e palla che si ferma ad un metro e mezzo dalla buca. Birdie! Tasso di adrenalina alle stelle. Imparai in seguito che anche questo stato di esaltazione è pericoloso e che va gestito. Ma io ero evidentemente già in grado di farlo. Conclusi la giornata 6° assoluto e, se non ricordo male, 1° di giornata, con un vantaggio di colpi quasi incolmabile per rientrare tra i primi 20 della qualificazione, nella peggiore delle ipotesi.. La tranquillità e la serenità per me non sono elisir a cui attingere. Finii per sentirmi troppo sicuro di me, anzi, troppo rilassato. Iniziai il giro finale da incubo, con una serie di bogey inarrestabile. 28 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Panico allo stato puro. Ma, nonostante non ne azzeccassi una, portai a casa uno score da 82: 9° assoluto in classifica finale. Sono un professionista! La mia vita è ad una svolta. Mi viene subito da pensare ai “se” che ho scartato come i paletti di uno slalom per arrivare a questo momento; … e “se” mio padre non mi avesse messo in mano quel famoso ferro 3? … e “se” non avessi sempre subito il fascino di quella estemporaneità che era un po’ il mio segno di riconoscimento, ma che in fondo altro non è se non l’attitudine a concepire e realizzare strategie che altri non si aspetterebbero… e che solo la mia personalità mi suggerisce per fare emergere il meglio di me? Sarei davvero qui lo stesso? Ah! Dimenticavo: per mettermi il mio bel diploma in tasca, sarei dovuto tornare sui banchi della scuola, ma vuoi mettere, quali diverse motivazioni ed entusiasmo! Ma come avrei conciliato la mia natura imprevedibile ed impulsiva con la pazienza e la capacità di persuasione e comunicazione che si richiedono per un buon istruttore? Come mi sarei rapportato con un mio allievo che si fosse comportato esattamente come avevo fatto un bel po’ di anni addietro, in quell’aneddoto che è un po’ la “mascotte” della mia natura anarchica ed imprevedibile? Avrò avuto 15-16 anni quando, invitato dalla Federazione a partecipare ad una clinic del grande David Leadbetter, gli mostrai il mio swing. Leadbetter fece qualche osservazione tecnica, ma si soffermò soprattutto sul mio “grip”. La modifica suggerita mi 29 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am metteva molto a disagio, e allora, scuotendo la testa, senza alcun timore reverenziale, gli dissi che così proprio non poteva andare… Le risate dei miei compagni di corso ancora mi risuonano nelle orecchie. La mia preparazione “psicologica” e la mia maturità mentale mi avrebbero aiutato. Oramai avevo 24 anni e, ne ero certo, avrei superato ogni perplessità del mio “vecchio”, col quale non ero mai stato tenero, golfisticamente parlando. Dopo la scuola, brillantemente ottenuto il “pezzo di carta”, grazie anche ad una dedizione all’approfondimento di tutte le materie, vagliai le diverse opzioni che mi si paravano davanti. La più ovvia, quella di restare “in casa”, all’Arco di Costantino, non assecondava, dopo attenta riflessione, il mio progetto di rapida crescita professionale che abbracciasse tutti gli aspetti connessi. Insomma, non volevo “la pappa scodellata”, e forse allora non potevo sapere come quella decisione si sarebbe rivelata lungimirante. E poi, come si dice? “Nemo propheta in patria”. Ed eccomi a Lucca. Campo pratica di Vicopelago. Credo sia stato il periodo più duro della mia vita. Fisicamente, soprattutto. E poi, per la prima volta, fuori di casa, lontano dagli amici e dagli affetti. Ma dalla mia avevo fatto il pieno di quel carburante che si chiama voglia di spaccare il mondo, costasse quel costasse, senza alcun pregiudizio, né alcuna indulgenza per me stesso. 30 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Volevo solo la mia “affermazione” e semmai, chissà, un giorno anche sul “Tour”. Lì dovevo fare tutto da solo: dalle lezioni, alla manutenzione del campo, alla tenuta della segreteria e perfino alla raccolta delle palline. Dalla mattina alla sera. Ma il gruppo di allievi cresceva, e cresceva il consenso nei miei confronti, così come la mia autostima e, piano piano, anche il mio conto in banca. La cosa più importante, però, si spostava sul piano didattico, e la compresi quasi subito. Quello che avrei dovuto trasferire ai miei allievi, specie a quelli più giovani, non era solo quanto avevo appreso nell’aula o sui libri di tecnica. Assumeva un peso molto più determinante, nel prosieguo del nostro rapporto, generare in loro l’entusiasmo per quello che stavano facendo, dare loro il senso delle motivazioni e del divertimento che, forse in parte, a me era mancato allorché mi ero imbattuto in discipline sportive che non avevo sentito completamente “mie”. Ed in questo sforzo, peraltro, per me relativamente agevole, mi aiutò moltissimo la preparazione psicologica che avevo assimilato nel periodo universitario. Ed infatti, la parte ludica, specie per i giovanissimi allievi, si rivelò un propellente di enorme efficacia. Era il terreno fertile, il concime, sul quale avrei potuto meglio impostare un lavoro tecnico duraturo e più ricco di soddisfazione, da entrambe le parti. E poi puntai con insistenza, questa sì, quasi ossessiva, sul valore etico dello sport, indipendente dal golf, ma che sul golf si sarebbe 31 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am dovuto innestare a maggior ragione. Era la battaglia che forse da dilettante non ero riuscito a sostenere fino in fondo. La battaglia per una competizione ad armi pari, libera da qualsiasi sotterfugio o imbroglio, per l’onestà a tutti i costi, anche e soprattutto quando poteva giocare a discapito dei propri risultati e che, vivaddio, quando si riusciva a prevalere, magari per meritarsi solo una bella pacca sulle spalle, non ammetteva alcuna ombra. Senza doversi sentire, per questo, una mosca bianca. E questo continua ad essere tuttora il mio primo insegnamento, diciamo il presupposto basilare, per l’abbassamento dell’handicap e per accrescere il livello di competitività, dalla 3a alla 1a categoria. Quando mi resi conto che la gavetta di Vicopelago era stata sufficiente ed una prosecuzione sarebbe stata solo fine a se stessa, non essendo più funzionale al mio progetto di crescita professionale, lasciai la Lucchesia ed un gruppo di amici-allievi che non avrei mai sospettato mi sarebbero rimasti fedeli nella 3a fase del mio percorso professionistico. Parlo della terza e non della seconda parte, perché questa fu rappresentata da una parentesi di ritorno all’Arco di Costantino. Qui, a parte il clima di rimpatriata, ritrovai le stesse motivazioni che mi avevano indotto a non radicarmi, anche e soprattutto mentalmente, nella “bambagia”. E la Toscana era per me di nuovo dietro l’angolo. 32 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am A Vinci, dove tutto sa di Leonardo. Dove si mangia e beve da Dio. E dove si stende un bellissimo campo a nove buche: il Bellosguardo. Al momento della selezione, tra i vari candidati, l’unico elemento che giocava a mio svantaggio era la mia giovane età. Ma evidentemente il mio tipo di approccio, il mio curriculum, avvalorato da qualche allievo di Lucca che mi stavo portando dietro e che, come detto poc’anzi, mi era rimasto fedele, associandosi al nuovo club, risultarono determinanti per la scelta definitiva. Ambiente ideale, di tipo familiare e dove mi è stato facile amalgamarmi con una sintonia che dura tuttora. Nel giro di poco più di un anno il numero dei soci, pressoché raddoppiato, costituisce un serbatoio di clientela che mi garantisce ritmi di lavoro sostenuti, a volte sostenutissimi. Ma trovo il modo di curare anche il mio gioco e vinco la mia prima gara da “pro”. Una sera torno a casa (a proposito: niente male, davvero) e mi soffermo davanti allo specchio. “Ale” mi dico, “gira tutto per il verso giusto, vero?” Ma so benissimo che sto in un ingranaggio che richiede un suo prezzo soprattutto in termini di abitudini ed affetti familiari. Ma ho dovuto fare una scelta, e l’ho fatta con convinzione. Il golf continua ad essere in cima alla scala delle mie priorità professionali, ed al golf sto dando il meglio di me stesso, in modo particolare per quanto attiene alla mia collocazione tecnica e “filosofica” con questo mondo. Provo a spiegarmi meglio. 33 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am E vorrei suggerire un titolo alla spiegazione che segue, che suonerebbe più o meno così: “Il gioco di strategia più bello del mondo”. Mi sono convinto che un’intera biblioteca non sarebbe sufficiente ad elencare globalmente tutti gli aspetti del gioco e alla loro analisi. O forse sono soltanto consapevole di non avere la presunzione di poterlo fare. Troppe volte mi sono “avvitato” su una posizione non ideale del backswing o su un leggero spostamento dall’asse o su un grip che dava sensazioni troppo alterne, tali da non consentire la buona riuscita di una sequenza ripetitiva e facile. Spesso la ricerca ossessiva di tali dettagli toglie l’attenzione dalla visione globale del gioco. Mi riferisco al timing ed alla ricerca della giusta tensione. Questi due aspetti mi consentono di “ascoltare” meglio il corpo ed il suo rapporto con il gioco, escludendo così pensieri e sensazioni fuorvianti che potrebbero confondere le idee. Non solo. Sono questi gli elementi, infatti, che sono più riconducibili agli aspetti mentali che tecnici dello swing. E sono questi gli aspetti sui quali mi appoggio in prossimità di una gara. Forse sarò ripetitivo, ma credo che valga la pena “stressare” tali concetti. La consapevolezza di un solido impianto tecnico di cui mi volevo dotare spesso si sgretolava davanti alla mia stessa ombra, che disegnava una traiettoria troppo “flat” dello swing. E tutto il meccanismo, faticosamente e meticolosamente impostato, 34 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am andava in tilt. Ecco perché qualsiasi colpo, ripassato mentalmente prima della sua esecuzione, sarebbe risultato errato sul nascere, cioè prima ancora del take away, qualora non impostato con la giusta tensione. A mio avviso, sono queste le considerazioni che rendono il gioco ben più “mentale” di quanto non lo caratterizzi la ricerca tecnica. Quasi giunto completarlo alla con conclusione di questo un’autodefinizione. Sono mio solo profilo, un vorrei giovane professionista ancora ben lontano dall’eccellenza, ancora all’inizio di una ricerca di uno studio che tenda ad associare nel modo più efficace e costruttivo lo swing ed il gioco, due concetti ben separati ma tendenzialmente confluenti. Alessandro Rességuier de Miremont Golf Bellosguardo, Vinci. Questa lunga e appassionata storia di Alessandro mostra un giovane che farà strada nella vita grazie anche alla sua “sana presunzione”, quella di cui parla più avanti Antonio Burzio. L’altro ingrediente che lo porta al successo è la sua disposizione a pagare il prezzo altissimo, a sorbirsi la “gavetta”, a volersi guadagnare da vivere anche se non ne aveva bisogno, a fare lavori umili. Presunzione e umiltà dunque: due opposti che in Alessandro si fondono. Riporto le sue frasi più significative dei suoi “ingredienti” per il successo e cioè presunzione da un lato e umiltà dall’altro. “Voglia di 35 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am spaccare il mondo costi quel che costi” “Voglio la mia affermazione” “Tirai fuori il mio ferro 6 e le palle necessarie per quel colpo” “Non voglio la pappa scodellata” “Nella corsa, tennis, basket agli altri lasciavo le briciole” “Con i fratelli Molinari non sfiguravo proprio” “Mettermi alla prova era nel mio DNA” “Vicopelago è stato il periodo più duro della mia vita: fisicamente, per la lontananza da casa, dalla famiglia e dagli affetti” Questa lunga storia ti insegna tanto. Ti insegna che per emergere nel golf come nella vita non basta una capatina in campo due volte a settimana. Ci vuole molto, molto di più in termini mentali: volontà, obiettivi chiari, impegno mirato, disciplina, determinazione, credere in te stesso, agire continuamente nella direzione voluta, pensare di meritarsi il successo ed essere disposto a pagarne il prezzo. Riassunto consigli di Alessandro Rességuier: Ricerca il timing e la giusta tensione per ascoltare meglio il tuo corpo durante lo swing In gara combatti ad armi pari. Onestà totale. Nessun imbroglio. Quando vinci non ci sarà alcuna ombra su di te. Chiedi al tuo maestro di motivarti, trasmetterti entusiasmo, positività, senso ludico. =========== 36 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Andrea Cerri Mi chiamo Andrea Cerri, lavoro al Cosmopolitan Golf & Country Club dal 2004, sono passato al professionismo nel 1992 (qualifica nell'ottobre del 1991), quindi il prossimo anno saranno 20 anni! I miei genitori acquistarono casa al mare dove c'era il campo da golf e iniziammo tutti insieme questo gioco stupendo. Già da bambino il mio sogno era quello di diventare pro, all'età di vent'anni ebbi la fortuna di andare 6 mesi negli Stati Uniti per migliorare il mio gioco. Maestri, colleghi e genitori mi hanno fatto amare questo gioco facendomi capire che non si arriva mai ad imparare. Ancora oggi imparo tante cose quotidianamente. Diciamo che dal primo momento è stato un amore a prima vista, in seguito ho avuto la fortuna di frequentare giocatori di grosso calibro che erano nel mondo dl golf e questo mi ha aiutato molto. Ho giocato con Silvio Grappasonni, suo padre Ugo, Romolo Napoleoni, ecc. Mi piaceva girare campi e conoscere persone che ne sapevano più di me e quindi con tanta umiltà stavo ad ascoltare, cosa che faccio ancora oggi quando ho la fortuna di giocare o stare a cena con i pro più anziani e con i pro ed ex del Tour. 37 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Tutti i miei anni di golf da dilettante e da professionista vivevo al Nord dove non si giocava da novembre fino a fine marzo, quindi questa grande pausa non mi ha aiutato, appena potevo facevo molto ma molto campo pratica (in campo andavo solo quando c'era la gara, in estate ci andavo più spesso), ho sempre preso il golf come divertimento dandogli tantissimo rispetto. Difficoltà tecniche o mentali non ne ho avuto, ti insegnavano molto a capire qual era il tuo limite (raccogli quello che semini) e da lì non si scappava. Tensione, stress, paure non ne avevo né da dilettante né da pro. Passando professionista, come tutti quelli che hanno avuto una carriera da dilettante discreta, ho tentato di sfondare nel Tour ed è stato lì che ho sentito tensione a livello emotivo. Cercavo di superarla facendo sempre più gare e sempre più difficili come importanza per far sì che a quelle meno importanti mi trovassi a mio agio. E ti debbo dire che ha funzionato. Le mie qualità utili per il golf? Umilta' e perseveranza. Infatti è quello che manca all’ 85% dei dilettanti. Al giorno d'oggi vogliono subito andare in campo e poi ti vengono a dire che si sono divertiti. Dopo quel commento li manderei dallo psicologo ahahahahah. Fino a quando non hai un’ idea CHIARA dello swing non imparerai mai e non ti divertirai mai. Andare in campo e tirarne sempre più di 100 tutte le volte .....quello non è golf. Io dico sempre che il miglior giocatore di golf è quello che sa gestire il volo 38 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am della palla e per gestire il volo della palla devi conoscere il tuo swing. Se non lo conosci non sei un giocatore di golf. Da dilettante sapevo, quando sbagliavo, cosa avevo fatto, ma non sapevo cosa avevano fatto gli altri quando sbagliavano. Le difficoltà maggiori le ho avute quando dovevo andare a fare una gara e mi trovavo da solo, mi dovevo organizzare (viaggio, hotel trasferimenti, cene, ecc.) in più non sapevo le lingue, così mi passava la voglia. La mia paura? Quella di non arrivare in gara in orario! La cosa strana che penso succeda a tutti è quella di mettersi a giocare tanto a golf (praticando il gioco lungo, il gioco corto, il putt, facendo lezioni su lezioni ecc.) aspettando il risultato che tanto sogni: io ti debbo dire che all'inizio del professionismo giocavo tanto dando la precedenza alle gare e al secondo posto facevo lezioni. Quell'anno non arrivava nulla. Sono stato in vacanza ad agosto con i miei amici non golfisti senza vedere un campo da golf e quando sono rientrato a settembre c'era il Campionato Italiano PGAI. Mi sono trovato all'inizio del quarto giro che ero quarto in classifica. Ho finito al decimo posto. E' stata la mia miglior prestazione da pro. Ancora oggi mi chiedo perché! Avevo bisogno di staccare? Ero andato in super allenamento? Ho preso la gara senza aspettative? Non so. Sono passati 18 anni da quella data e alla stessa gara sono arrivato 12°. 39 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Ora insegno e basta, non pratico mai. Questo potrebbe essere il bello del golf: il risultato arriva quando meno te l'aspetti. Il mio segreto? Grande conoscenza del mio swing, conoscenza dei miei limiti e maturazione golfistica. Ora mi dico: se avessi lo swing di vent'anni fa e la testa di ora, forse avevo delle possibilità di dire la mia. Quando gioco in campo penso solo che devo fare poco. Come faccio non m'interessa, mi interessa quanto faccio. Fra un colpo e l’altro cerco di tenere la concentrazione senza distrarmi, non parlo tanto. Cosa serve a un amatore? Praticare entrando sempre di più in se stesso, tanta autoconvinzione. Cerco, quando insegno, di fare paragoni, esempi di movimenti e trasmettere grande self-control. Per allungare i colpi serve molto lo stretching e lo yoga e per diminuire il numero dei putt serve pensare al timing cambiando spesso le distanze al putting green. Ritengo assolutamente IMPOSSIBILE migliorare senza allenamento! Quando arrivano i risultati inizi a crederci e hai fiducia in te stesso ma senza campo pratica...! Pensare al futuro in questo periodo è difficile. Mi piacerebbe avere una scuola di golf tutta mia. Quando l’avrò ti telefonerò Alessandra perché mi ci hai fatto pensare e intravedere una nuova possibilità! Andrea Cerri Cosmopolitan Golf & Country Club dal 2004 Professionista dal 1992 (qualifica nell'ottobre del 1991) 40 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Cosa ci insegna Andrea Andrea è uno dei maestri del mio circolo, lo ringrazio tantissimo per la sua celerità nel consegnarmi il suo scritto e per gli spunti fantastici che ci dà. Punto uno che mi piace da matti: Gioca a golf senza aspettative. Ad Andrea è successo che quando ha giocato senza allenamento, senza pensieri e senza aspettativa ha fatto il suo miglior risultato. Più ti fissi sul fatto che vuoi vincere, che hai tutte le carte in regola perché sei allenato e stai giocando bene e più il golf ti punisce. Perché avviene questo? Perché la tua mente e il tuo corpo non sono liberi, sono imprigionati dalla tua idea di come devono andare le cose, dalla tua coscienza che detta ordini all’inconscio. E’ solo quando lasci andare che ottieni il risultato. Ti alleni, sei sicuro di te e lasci che il gioco fluisca, cercando di divertirti, proprio come il gioco vuole. Stai nel presente osservando il paesaggio, sentendo il vento accarezzarti il viso, annusando il profumo di erba tagliata, pensando al colpo successivo in tutta serenità, parlando con il compagno. Quando stai per fare una gara e ti senti pronto per vincerla, dì semplicemente a te stesso: vorrei vincere. Manda il messaggio all’universo, e l’universo ti esaudirà la richiesta a patto che tu lasci andare l’aspettativa. Lo so, è difficile, il concetto più difficile della legge di attrazione, ma è così: manda la tua richiesta all’universo e l’universo l’esaudirà quando tu lascerai andare l’aspettativa. 41 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Ricorda una gara vinta o comunque con un bello score: come ti sentivi quel giorno? Sono sicura che ti sentivi bene, libero e felice, aperto alle magie del tuo miglior swing e il tuo gioco scorreva fluido come l’acqua di un fiume. Eri uno con l’universo, fuso col tutto, corpo-mente allineati, una spanna sopra l’umana cocciutaggine del controllo ad ogni costo. Questa cosa del lasciare andare l’aspettativa la dice apertamente solo Andrea, ma anche gli altri, con parole diverse, ne confermano l’importanza. Punto due, che vedrai in seguito ripetuto da altri professionisti: in gara pensa a fare poco, parla poco. Il fatto di non pensare alla tecnica in gara ormai dovrebbe essere scontato. (lo spiego nel mio ebook “libera il tuo miglior swing” che trovi qui: http://www.golfissazione.com/diecipassi) Al massimo va bene un solo pensiero tecnico, questo lo confermano tutti i pro. Per il resto, in gara non bisogna distrarsi troppo intavolando conversazioni con i compagni né incasinarsi con l’affollamento di pensieri. Fare poco significa fare meno colpi possibili stando nel presente, pensando al colpo successivo, cercando di farlo al meglio in scioltezza e relax. Riassunto consigli di Andrea Cerri: Conosci bene il tuo swing e i tuoi limiti Lascia andare le aspettative In gara parla poco e fai poche azioni, se vuoi fare pochi colpi Allenati facendo stretching e yoga 42 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Allenati sul putting green da diverse distanze Abbi autoconvinzione e self control Sii umile e perseverante nel voler raggiungere risultati Fai tante gare per esorcizzare l’ansia da gara Frequenta giocatori più bravi di te Prendi il golf come un divertimento ============= Andrea Perrino A due anni e mezzo avevo già le mie “mazzine” da golf e mio padre mi allenava a tirare i miei primi colpi. Fin da piccolo seguivo mio padre in campo, gli facevo da caddie, poi a 9 anni ho iniziato il golf agonistico. Il fatto di iniziare a giocare da piccolo mi ha avvantaggiato, la mente dei bambini è come un computer nuovo, tutto da programmare ed è facile programmarla bene! Una volta appreso uno swing corretto poi l’ho allenato tantissimo, ancora sto prendendo lezioni e passo ore in campo pratica. Cerco di trovare la perfezione, anche se so che il golf è un gioco dove la perfezione NON ESISTE, vince solo chi sbaglia meno e tira 43 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am meno forte. Il golf è un lavoro a tutti gli effetti ed è un lavoro infinito proprio perché la perfezione fino ad oggi non l’ha raggiunta nessuno, nemmeno Tiger woods. Difficoltà. Le maggiori difficoltà di gioco le ho avute in America, mentre studiavo all’università. Lì il maestro ci faceva fare pochissimo campo pratica, solo tanti approcci e gioco in campo. Ho capito davvero i limiti e i punti forti del mio gioco in campo, ma tecnicamente non progredivo, il mio swing “ristagnava” perché giocando solo in campo non avevo modo di allenarlo veramente. Il nostro allenatore ci invitava invece alla competizione, visto che eravamo in dieci e potevamo giocare solo in cinque. Sai che succedeva? Che anziché allenarmi veramente disimparavo, perché quando facevo slice compensavo tirando 20 metri a sinistra e quando facevo draw mi addressavo 10 metri a destra. Il lavoro giusto da fare invece è migliorare costantemente il proprio swing in campo pratica col maestro, per acquisire consapevolezza e fare un lavoro mirato per poter arrivare a un livello superiore. Le difficoltà in generale le sento molto in condizioni atmosferiche avverse: quando piove, quando tira vento, sembra addirittura che la palla tremi sul green! In questi momenti mi assale il dubbio, non riesco a mantenere la stessa fiducia sulla palla che ho a cose normali. 44 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Adesso una grande difficoltà che sento talvolta è la stanchezza. Io sono obbligato a stare diverse settimane consecutive fuori di casa. Ora ad esempio arrivo da 8 settimane di torneo, dovevo fare 12 gare, ma ero stanchissimo e ho sentito la necessità di fermarmi una settimana, la stanchezza è più che una difficoltà, è un vero killer dello swing. Quando non mi sento al 100% fisicamente trovo difficile arrivare a performare a un livello di competizione altissimo dove ogni giorno è una lotta. Una lotta che dovrebbe essere solo contro il campo e invece succede che inizio a guardare quello che fanno gli altri giocatori. Mi dico “guarda quello com’è in forma, energico e che volo meraviglioso ha la sua palla! Lui è a meno tre e io sono pari… Quanto sarà il taglio?” uando faccio questi ragionamenti significa che sto iniziando a perdere il focus su cosa davvero dovrei fare e cioè riuscire a battere il campo tutti i giorni, giocando sotto il par. So benissimo che se qualcuno mi batte è per merito suo e non per demerito mio, ma sapessi com’è dura rimanere integri in questo tipo di competizioni! E poi anche se questo tipo di ragionamento è deleterio ritengo che sia umano e normale un confronto con gli altri. Sto a contatto con tanti giocatori di tour o di Challenge tour e un confronto con loro per me rappresenta anche uno stimolo a fare meglio, a imparare da chi gioca meglio, capire le mie carenze e superarle. E poi guardo il golf in tv da quando ho 5 anni, quando era ancora su Canale 5 e c’erano i miti: 45 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Ballesteros, Olazabal, Costantino Rocca… ancora guardo il golf in televisione e forse ne guardo anche troppo! In Sicilia giocavo con Jeev Milkha Singh, un giocatore affermato sul tour, che avevo visto più volte in tv e mi dicevo “cavolo, sto giocando come lui, ho la possibilità di rimanere a questo livello!” Mi sentivo onorato perché la tv lo aveva trasformato ai miei occhi in un campione super meritevole e adesso io ero come lui! Mantenere il focus solo su te stesso senza guardare gli altri è difficile. Una bella storia di golf di Andrea L’anno scorso ero a Valencia e il terzo giorno dovevo giocare con José Manuel Lara, un giocatore da tanti anni sul tour. Per me era la prima volta che giocavo sul tour, ero intimidito e impaurito da un confronto con un così bravo giocatore. Allora ne parlai con Canonica, mio grande amico, e lui mi fa: “Non ti preoccupare, stasera ti organizzo una cena con lui, così rompete il ghiaccio e domani vi fate una bella partita” Infatti quella sera siamo andati in un ristorante giapponese a Valencia e abbiamo trascorso una serata piacevolissima. Avevo trasformato un mito in un essere umano! Infatti il giorno dopo, quando ci siamo ritrovati sul tee ci siamo salutati come se fossimo grandi amici. Ho fatto una gara spettacolare, ho giocato molto bene e lui alla fine mi ha detto: “E’ stato un onore giocare con te” Che soddisfazione, che felicità quel giorno! Una storia di golf di Andrea un po’ meno bella 46 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Una volta sul tour facevo da caddie a Lorenzo Gagli, un giocatore di Firenze. Gli portavo la sacca e gli consigliavo i colpi e sentivo enormemente questa responsabilità. A un certo punto gli ho suggerito un certo tipo di strategia e ho deciso io il colpo per lui che non sapeva bene come sbrogliarsela, ma col mio suggerimento ha fatto doppio bogey. Ti puoi immaginare come mi sono sentito. L’obiettivo, la motivazione. Quest’anno sono arrivato 43esimo in ordine di merito sul Challenge tour e ho realizzato l’obiettivo di inizio anno che era quello di affermarmi sul Challenge. Adesso il mio obiettivo a breve termine è di entrare nei primi 40 per giocare il Rolex Trophy, mentre quello a lungo temine è di entrare nei primi 20 del Challenge per prendere la carta European Tour per l’anno prossimo. E poi in futuro giocare il Major. La motivazione? Adoro le sfide, voglio spingermi oltre i miei limiti, voglio arrivare. So che posso farcela, non mi manca niente qualitativamente in rapporto a chi ce l’ha fatta. Il sacrificio non mi spaventa, sono disposto a pagare un prezzo altissimo per realizzare il mio sogno. I consigli di Andrea Per allungare il colpo: club fitting, ossia avere gli shaft giusti in base alla velocità di swing. E poi palestra, allenamento fisico. Aiuta molto anche il pilates, una ginnastica posturale in cui si allungano i muscoli e si riesce a 47 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am stirare la parte superiore del corpo tenendo ferma quella inferiore, proprio come necessita uno swing di golf. E poi allenamento in campo pratica e maestro. Il maestro ti aiuta sia dal punto di vista tecnico che mentale, infondendoti sicurezza e tranquillità, stati d’animo necessari per giocare bene. Una lezione non basta perché la stessa cosa va detta in modi diversi prima che arrivi ad essere compresa. Il corpo che si muove non capisce bene l’italiano. Noi professionisti ascoltiamo più di un maestro, abbiamo bisogno di più punti di vista per apprendere meglio. Ti auguro di giocare al meglio e di divertirti tanto sui campi da golf! L’esperienza di Andrea è diversa dalle altre perché lui gioca sul tour e frequenta i maestri dal punto di vista dell’allievo anche se magari ne sa più di loro. Quello che ci insegna lui è il credere in se stessi. Ha scritto più volte che “non gli manca niente” per arrivare in alto. Lui non trova scuse del tipo: sono troppo vecchio, tiro troppo corto, non ho tempo, non ho soldi, sono stanco… Lui ha un obiettivo, ci crede, fa di tutto per realizzarlo, la fatica non è un ostacolo. Andrea fa un lavoro estenuante per tutte le trasferte all’estero, la tensione emotiva delle gare, le prove fisiche e mentali a cui è sottoposto. Dovrebbe giocare contro il campo senza confrontarsi con quello che fanno gli altri, ma a volte non ci riesce. Cosa puoi imparare da questo? A pensare per te! Non preoccuparti né delle performances migliori dei tuoi amici né se stai giocando male, preoccupati di fare il colpo successivo nel modo migliore. 48 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Riassunto consigli di Andrea Perrino: Chiedi al tuo maestro di infonderti fiducia nello swing Allenati, fai di tutto per raggiungere il tuo obiettivo di golf Credi in te stesso, non ti manca niente Impara da chi gioca meglio di te Fai il pilates o la palestra Gioca contro il campo, evita il confronto con gli altri =========== Andrea Zanardelli Odiavo il golf. O meglio, non lo conoscevo e per questo non lo consideravo. Ma in fondo nei primi anni novanta, in Italia, nessuno conosceva il golf. Amavo il tennis, il calcio, lo sci. Amavo tanti sport, ma non il golf. Anzi, il golf non volevo nemmeno provarlo. Fino al giorno in cui mio zio insistette così tanto che dovetti cedere alla sua richiesta di provare. Una sola lezione, mi disse, poi basta. 49 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Non servì una lezione. Bastò un colpo. Un solo stupido, semplice colpo. Lo ricordo ancora. Ricordo il suono, la sensazione nelle mani, l'estasi, lo stupore e ricordo di aver volato, pur non avendo le ali, insieme a quella piccola e fino ad allora insignificante pallina bianca. Una pallina che è diventata parte della mia vita e con la quale, ancora oggi, mi sorprendo a volare ogni volta che la colpisco, raramente, come dico io. Andrea è un appassionato di golf. Dove per passione s'intende l'amore e l'odio che rende così uniche e speciali certe emozioni. Certe relazioni. Sono professionista dal 1999 e da allora cerco, nel modo migliore che posso, di imparare sempre di più su questo gioco e insegnare ai miei allievi ciò che so e ciò che ogni giorno imparo. Ho dovuto crescere da autodidatta con un corpo irrigidito da tanti anni di sport e palestra e con caratteristiche non ideali alla corretta esecuzione dello swing. In pratica nulla del mio fisico favoriva in modo naturale una corretta tecnica, tutto andava imparato. Serviva un maestro di riferimento, un maestro di fiducia che non ho trovato. E così è iniziata la mia infinita ricerca e sperimentazione su me stesso. Libri, video, viaggi. Prove, prove, infinite prove. Sbagli, errori, fallimenti. Infiniti fallimenti. E ancora prove, certezze acquisite faticosamente e in un solo giorno svanite. Nebbia. Confusione. 50 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Fino a quando, piano piano, tutto diventa logico. Coerente. Si capiscono tante cose. Si capisce perché certi maestri dicono una cosa ed altri l'esatto contrario. Si trova il capo della matassa. Il filo conduttore. E tutto diventa semplice. Chiaro. E sempre straordinariamente difficile come solo il golf sa essere. Nei miei anni da professionista ho vissuto tante esperienze, talmente tante che su due piedi non si ricordano. Tante emozioni. Tanti amici. Tante risate. Alcune cose le ricordo con molto affetto. Le mie undici palline consecutive mandate in acqua in un par 3 durante la mia prima gara. La commozione del giorno in cui sono diventato professionista. Mio nonno era mancato da poche settimane e lo sentivo incredibilmente vicino. Mi ha fatto compagnia buca per buca, è stato come un caddie che mi ha aiutato in modo incredibile dato che lui voleva io diventassi un maestro perché i maestri, lui diceva, indossavano calzoni colorati molto belli. Lui non giocava a golf, anzi non sapeva nulla di golf, ma mi ha insegnato che a volte dei calzoni colorati bastano per condizionare la scelta di una vita. Le mie doti utili alla mia professione sono la pazienza, l'osservazione, la calma. Lo studio delle cause e degli effetti. E sicuramente la motivazione. La motivazione di meritarmi di poter giocare ad un gioco così bello e meritarmi di poterlo giocare bene. Come merita di essere giocato. La motivazione di aiutare chi ama questo gioco a giocare meglio. La 51 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am motivazione di capire, tramite il golf, il gioco e la mia professione, tante altre cose che con il golf non hanno a che fare. Il mio segreto? Credo sia la voglia, continua, d'imparare qualcosa di nuovo, di migliorarmi, di andare a fondo delle cose, della tecnica e del modo con cui insegnarla e comunicarla. Non c'è un segreto. Basta non fermarsi e trovare ogni giorno qualcosa di te che non va cercando così di migliorarti. Il segreto forse è vivere nella perenne insoddisfazione di se stessi gustando, solo per pochi attimi, la soddisfazione di un successo sapendo che non basta e che nulla basterà per farti sentire appagato. A chi mi chiede come migliorare senza passare dal campo pratica rispondo che non potrà mai migliorare. Ma che il modo peggiore d'imparare è restare troppo in campo pratica. Il golf è un gioco tecnico. La tecnica si allena in campo pratica, il gioco si allena in campo. Nessuno dei due aspetti può essere trascurato. Per allungare i colpi bisogna lavorare sulla flessibilità e mobilità muscolare e sulla muscolatura di gambe, glutei e addome. La quantità di rotazione conta molto più della forza muscolare e la forza, dove serve, è nei muscoli che stanno più vicini al terreno. E' da lì che si prende l'energia da trasferire alla pallina. Imparare a pensare “dove” mandare la pallina anziché “come” mandarcela. La tecnica del putting è facile, quasi 52 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am elementare. La gente passa ore in putting green senza imbucare un solo colpo concentrandosi così tanto da farsi venire il mal di testa. Poi passa un bambino, un principiante, guarda la buca, ci mira e ci infila la pallina. La tecnica serve a rendere ripetitivo il colpo, serve a dare controllo. Serve a far rotolare bene la pallina, non a farla rotolare in buca. Ciò che la fa rotolare in buca è l'istinto. Sempre più persone si rivolgono al maestro perché, purtroppo, imparare costa fatica e pochi sono disposti a farlo. Se i golfisti prestassero davvero attenzione e dedicassero davvero del tempo a riflettere sugli insegnamenti ricevuti e sulle cose viste insieme al proprio maestro durante l'ultima lezione, la media degli handicap scenderebbe di almeno 10 colpi. Da ragazzo non avevo soldi da investire in lezioni, ne facevo raramente una poi lavoravo mesi. Quando tornavo dal maestro questo mi chiedeva che fine avessi fatto, se avessi smesso di giocare. Io semplicemente gli rispondevo che mi ero preso una decina di settimane per lavorare sulla posizione delle mani ed ora ero pronto per lavorare su altre cose. Questo atteggiamento credo sia stato un mio punto di forza. Non la quantità di lezioni prese, che si potrebbero contare sulla punta di una mano. La “perdita” dello swing non è altro che perdita di confidenza. In campo è dimostrato. Gioca meglio chi tecnicamente non è perfetto ma crede in ciò che fa di chi tecnicamente è impeccabile ma non si sente sicuro. 53 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Chi vuole migliorare deve pensare al ritmo, all'equilibrio e a colpire forte la zolla! I colpi peggiori sono sempre in decelerazione... più si è convinti meglio si gioca. Play conservative... hit aggressive. Sempre. E infine il consiglio più utile: se devi sbagliare, fallo in fretta! Nessun cattivo giocatore è un compagno spiacevole se gioca velocemente. Andrea Zanardelli Nato a Brescia il 23 Aprile 1975 e professionista di golf dal 1999. "maestro" membro della PGA Italiana e TPI Certified Titolare della scuola GOLFACADEMY.it il cui portale internet (www.golfacademy.it) è il sito di lezioni di golf più visitato in Italia. Collabora con il coach americano Chuck Cook, tra i primi 5 maestri della speciale classifica di Golf Digest Ideatore di "My Line", il putting tool utilizzato da molti professionisti del Tour tra i quali Edoardo Molinari. Andrea Zanardelli ha espresso i suoi interessanti punti di forza e i suoi consigli talmente bene da rendere superfluo ogni mio commento. Voglio solo condividere il fatto di cercare il continuo e costante miglioramento, cosa che metto in atto anch’io da qualche anno a questa parte (non tanto nel golf quanto nella vita). L’atteggiamento di chi non si accontenta e cerca una crescita interiore dà sapore alla vita. La rende ancora più stimolante e degna di essere vissuta. Cosa ho imparato oggi? Mi chiedo 54 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am giornalmente. C’è sempre una risposta, ogni giorno tutti noi impariamo qualcosa o perché la studiamo o perché la vita ce la insegna. Ma se noi ci prefiggiamo di migliorare, di guardarci dentro, di eliminare gli automatismi e diventare consapevoli avremo sempre una risposta fantastica alla domanda Cosa ho imparato oggi? (o, in alternativa, Di cosa sono grato oggi?) Andrea ci insegna anche a sfruttare al meglio gli insegnamenti del maestro. Dice di lavorare su una cosa sola alla volta e comprenderla fino in fondo, con la pratica, l’allenamento e la conoscenza di sé. Quindi, quando prendi lezione, chiedi al maestro di insegnarti bene una cosa sola su cui poi lavorerai da solo e fino a che non la senti acquisita, non prendere altre lezioni. Datti uno scopo con le lezioni: metti a posto una cosa alla volta e ti eserciti solo su quella. Poi quando sei in campo smetti di pensare alla tecnica e sii più sciolto possibile. Riassunto consigli di Andrea Zanardelli: Impara ogni giorno qualcosa di nuovo Migliora te stesso costantemente Allenati su una sola cosa alla volta e acquisiscila prima di tornare dal maestro Vai in palestra per potenziare muscolatura di gambe, glutei, addome Pensa di meritarti di giocare un buon golf Pensa a dove mandare la pallina anziché a come 55 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Credi fermamente nel tuo swing in campo Se devi sbagliare, fallo in fretta ============== Antonio Burzio Sono sempre stato molto attratto dalla tecnologia e dagli sport. Fin da piccolo gli sport sono stati un mezzo per sfogare un'evidente vivacità. Per mia fortuna dopo gli inevitabili calcio, sci e tennis, tutti praticati a livello agonistico, sono approdato al meraviglioso gioco del golf. A distanza di ormai più di 25 anni la passione per il gioco e per le emozioni che sa suscitare sono immutate, anche se oggi, per impegni di lavoro e di vita privata, non ho modo di giocare così spesso come vorrei. Il primo approccio al gioco del golf ha un sapore ormai antico. Ho iniziato infatti a fare il caddie presso il GC Cervinia, nei mesi estivi, assieme a tanti altri amici, allora era il passatempo preferito per 56 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am guadagnare qualche lira ed avere così il budget necessario alla sala giochi! A quell'epoca non era così facile iniziare soprattutto per uno come me che era "orfano" di golf, i miei genitori allora non giocavano e guardavano al golf con il tipico scetticismo di chi da fuori non ha modo di apprezzarne qualità e virtù. Con il tempo hanno iniziato anche loro. Il passaggio da caddie a golfista è stato un puro caso, qualche colpo "rubato" con i bastoni dei giocatori a cui facevo da caddie e qualche colpo con le mazze degli altri coetanei ed eccomi subito preso nel vortice della mania da golf. Solo però grazie al presidente del circolo di Cervinia, Avv. Beninato, potei iniziare effettivamente. Grazie Franco! Ho iniziato e non ho mai smesso, da subito, forse a differenza di altri, ho preso il golf molto seriamente dedicandogli tutto il mio tempo libero e tutte le mie energie. Lungo la mia vita golfistica ho avuto molte soddisfazioni ed altrettanti momenti amari spesso, inutile nasconderlo, legate all'insicurezza dei miei mezzi tecnici. Ho sempre invidiato i miei amici/colleghi con una sana presunzione anche superiore alla realtà dei fatti. Mai stato più d'accordo con G.B. Shaw quando affermava che "Per giocare a golf non è necessario essere stupidi. Però aiuta". 57 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Molte volte mi è capitato di pensare: basta. Il golf non fa per me. Ma poi la passione e la tenacia mi hanno sempre fatto cambiare idea. A volte anche lo stesso Golf ti aiuta nei momenti di crisi facendoti intravedere lo spiraglio in fondo al tunnel... pia illusione. Una mia caratteristica che penso mi sia stata di aiuto in tanti momenti è la precisione, o meglio la tendenza a voler tenere tutto in ordine, credo che sia un fattore importante anche e proprio nello swing. Ho sempre creduto che tanta pratica e tanto esercizio siano alla base della riuscita nel mondo del golf. Non credo che un giocatore, indipendentemente dal livello di gioco, sia autorizzato a pretendere alcunché dal golf senza un adeguato impegno. Per esempio prendete i golfisti che lamentano poca distanza, li avete mai visti in palestra ad allenarsi o in generale impegnati per migliorare la propria condizione fisica? Mi piace il golf anche per questo non esiste "lifting" che ti permetta di apparire meglio di quello che sei. Con il progredire del mio gioco ho anche avuto la fortuna di fare diverse esperienze all'estero, sia da dilettante che da professionista. Ogni volta mi trovo meravigliato di quanto sia diverso il golf al di fuori dell'Italia. Non parlo banalmente dello stile dei campi e neanche dei costi o della sua popolarità, ma dello spirito e dell'aria che si respira nei paesi in cui il golf è uno sport e non un gioco di società. 58 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Diverso anche il sistema di apprendimento, fuori dall'Italia il golf è giocato in modo molto più istintivo e con meno "paranoie" tecniche che spesso portano a giocatori più sicuri di sé in campo ed in gara. In Italia a mio avviso si fa un uso eccessivo del maestro e spesso in modo poco produttivo. Il maestro viene scambiato per uno stregone che con la sola imposizione delle mani riesce a toglierti lo shank. Nulla di più sbagliato. Il maestro, a mio avviso, dovrebbe essere una guida competente che sia in grado di correggere le sbavature dell'allievo ma lasciandogli la maggior parte del lavoro. Uno sbaglio anche credere che un maestro abbia le risposte a tutto, ci sono molte cose da imparare da ogni maestro, ma nessun maestro che sia in grado di insegnarti tutto sul golf. Io ne ho avuti diversi, tutti bravissimi, tutti che mi hanno insegnato molto ed ognuno con le sue virtù e lacune, come del resto ognuno di noi in generale. Lo swing non va e viene, ci vogliono molti allenamenti per cambiare anche di poco un dettaglio, quindi come può essere che lo swing funzioni per qualche colpo si qualche no? La verità sta nell'idea che abbiamo del nostro swing e nella fiducia che riponiamo nei nostri mezzi. A tal proposito mi piace ricordare 2 aneddoti, uno positivo ed uno negativo. 59 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Negativo. Mai uscire dal presente, cioè mai guardare al di la del colpo che si deve tirare. Una volta stavo giocando una gara da pro a Franciacorta in modo discreto, dopo i primi 2 giri ero nella parte alta della classifica. Il gioco e lo swing c'erano, tutto mi riusciva così come lo pensavo era una favola poter giocare così. Finché mettendo piede sul tee della buca 3 ho inavvertitamente posato lo sguardo sul fuori limite di destra ed un lampo è passato per la mente "Non tirare a destra"... puf 2 out di fila e disastro per il resto del giro, la macchina perfetta (quasi) un ricordo lontano. Positivo. Pro-am del Tartufo a Cherasco, nebbia tipica fantozziana che impone agli organizzatori di dividere la gara in 2 classifiche prime 9 e seconde 9 buche. Io ed il mio team giocavamo dalla 10°, dopo la lunga attesa il gioco non poteva essere dei migliori e quindi mi ritrovo un pò annoiato sul tee della 15 a 3 colpi sopra il par. Il finale di Cherasco è par 3, 5, 4, 5. Nella mia testa con scarsa convinzione e quasi per prendermi in giro per la giornata infruttuosa dico "beh puoi ancora finire birdie, eagle, birdie e eagle no?"... secondo voi com'è andata? Vinto la classifica individuale. (pari merito con Lovato). Ad oggi il golf occupa comunque un posto in primo piano nella mia vita, non più come insegnante e giocatore, ma come lavoro e passione. Mi occupo da 3 anni di marketing presso Intergolf e scrivo articolo di golf per alcuni siti come WebGolf.it e Tshot.it avendo così modo di conciliare la passione per il golf e la tecnologia sia in ambito professionale che per diletto. 60 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Antonio Burzio www.abgolf.net twitter.com/#!/antonioburzio www.facebook.com/antonio.burzio Professionista di Golf & WebGolfer Antonio Burzio sostiene che in Italia si gioca un golf “diverso” rispetto al resto del mondo, infarcito di fissazione sulla tecnica e con un uso eccessivo del maestro. Il maestro è visto come un santone che deve risolvere tutti i problemi quando invece il golf non si insegna ma si impara. Tocca solo a te rendere migliore il tuo gioco e sfruttare la lezione cercando una sempre più accurata conoscenza del tuo swing e di come si muove il tuo corpo. Dalla sua storia positiva, quella della proam in cui è arrivato a pari merito con Lovato, impariamo una grandissima lezione di magia. Lui, ridendo, dice a se stesso che può ancora fare due birdies e due eagles, concorderai con me che è un proposito IMPROBABILE anche per un professionista. Invece è andata proprio così, Antonio ha trasmesso il suo pensiero magico al suo team, ha mandato la sua richiesta all’universo senza aspettative (quasi per prendersi in giro) e l’universo lo ha accontentato. Questo è mettere in pratica la legge di attrazione. Antonio era pronto ad attrarre la magia! 61 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Mi complimento con Antonio per la sua tenacia, è uno dei pochi che non è stato incoraggiato dai genitori e che ha iniziato come caddie, quindi il suo successo è ancora più meritato. Riassunto consigli di Antonio Burzio: Sii volitivo e tenace nel raggiungere il tuo obiettivo Metti energia, passione e impegno per progredire nel golf Ti aiuta avere una sana presunzione Focalizza l’attenzione sul presente, sul colpo da fare e mai sull’ostacolo Hai sempre la possibilità di trasformare un cattivo risultato in uno buono Non considerare il maestro uno santone, sei tu che devi lavorare se vuoi migliorare (il golf non si insegna, si impara) =============== 62 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Emanuele Bianco Mi sono avvicinato al golf per caso, nel senso che come tanti ragazzini praticavo il calcio ma a seguito di un grave infortunio ho dovuto abbandonare. Il caso vuole che dove i miei hanno la casa al mare ci fosse un campo da golf e tanti miei amici praticavano questo magnifico sport, pertanto durante quell'estate ho iniziato anch’ io e da allora è stato un crescendo di emozioni e soddisfazioni. Per essere arrivato cosi in alto devo ringraziare i miei genitori per tutto quello che hanno fatto nei miei confronti, per avermi dato la possibilità di praticare questo magnifico sport e devo ringraziare il mio vecchio maestro Luigi Zavattaro, il quale ha sempre creduto nei miei mezzi anche nei momenti di difficoltà. Questo sport è pieno di difficoltà! Ogni giorno è una sfida nuova con te stesso... Mi ricordo che prima di diventare professionista una delle prime gare dell’anno era il trofeo vecchio monastero a Varese. Quell’anno mi stavo allenando tanto e avevo delle buone aspettative per quella gara ma invece ho fatto forse una delle mie prestazioni peggiori. Il mio stato d’animo in quel 63 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am momento era pessimo e dopo aver faticato tanto durante tutto l’inverno non mi aspettavo sicuramente un risultato del genere. Lo sconforto era tanto, mi era anche passato per la mente di sospendere gli allenamenti, ma poi grazie ai miei genitori e al mio allenatore che mi sono stati vicino non solo quell'anno non ho mollato, ma sono passato professionista. A tutti i golfisti posso dire di non mollare mai e di continuare a credere nei propri obbiettivi e vedrete che alla fine i risultati arriveranno. Forse il mio più grande successo a livello personale è stato quando ho vinto la mia prima gara Pro am da professionista. Durante la premiazione ho avuto anche un attimo di commozione quando ho ringraziato tutti gli amici e colleghi che mi sono sempre stati vicino e vederli cosi contenti per il mio successo è stata un'emozione indescrivibile. Il mio segreto… Sicuramente una grande tranquillità mentale che in uno sport come il golf è fondamentale e poi tanta tantissima pratica e allenamento. Tralasciando i fenomeni che sono nati con delle doti particolari, tutti gli altri comuni mortali (categoria di cui fa parte il sottoscritto) sono e saranno costretti se vogliono raggiungere dei risultati a praticare moltissimo. Quando cerco di fare un colpo prima di tutto mi immagino il volo della pallina mentalmente e poi provo a riprodurlo nella pratica. Alla tecnica penso quando sono in campo pratica (bastone in piano, 64 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am posizione polso sinistro ... ecc), in campo invece penso di fare il meno possibile e a visualizzare il volo di palla. Sicuramente non per tutte le persone funziona lo stesso tipo di swing, vuoi per caratteristiche fisiche o per mobilità articolare, di certo non è pensabile che tutte le persone possano fare lo stesso gesto. Lo scopo del maestro è di adattare lo swing alla persona e i miglioramenti, a parte quelli iniziali legati al fatto che uno sia più predisposto o meno, sono tutti legati al tempo che uno dedica all’allenamento. IL miglioramento in questo sport è strettamente legato al numero di palline che si tirano. La fiducia in se stessi nel golf penso che si raggiunga con i risultati. Quando giochi bene e ottieni dei risultati positivi la fiducia sicuramente sale. Oltre al lavoro in campo pratica è fondamentale pensare positivo e soprattutto il gioco del golf è un gioco che si gioca colpo per colpo. Vedo che molti golfisti continuano a pensare ai colpi sbagliati anche quando magari sono già un paio di buche più avanti. Questa penso che sia una delle cose che a livello mentale rovina maggiormente i golfisti. Se sbagli un colpo devi pensare di far bene l’altro, e non pensare due ore a quanto sei scarso perché hai sbagliato quel colpo. questo di sicuro non aiuta a migliorare la fiducia in te stesso. Pensa positivo sempre! 65 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am I miei progetti per il futuro? Cerco di migliorarmi sempre ogni giorno e non smettere mai di aggiornarmi perché il mio sogno nel cassetto è quello un giorno di diventare uno dei migliori maestri al mondo.... sarà dura ma crederci non costa nulla . Concludo citando la scritta che ho letto in una targhetta all’ingresso di un golf e mi è rimasta impressa: a bad day of golf is better than a good day of work (una pessima giornata di golf è meglio di una buona giornata di lavoro). Buon golf a tutti! Emanuele Bianco professionista della federazione italiana golf e socio della PGAI. Maestro presso il circolo golf Grugliasco, campo pratica vicino al centro di Torino. Emanuele Bianco è sostenitore del pensiero positivo, quello della fiducia e del superamento degli ostacoli. In effetti molti amatori quando sbagliano si focalizzano sul colpo sbagliato anziché sul colpo successivo. E quindi come possono pensare di farlo meglio? E’ la stessa cosa che sostiene Antonio Burzio quando racconta di essersi focalizzato sul fuori limite: è lì che poi ha messo la palla. Dove metti l’attenzione fluisce l’energia, è una legge naturale. Quindi pensare positivo sempre, anche dopo un errore. Mai abbattersi e mollare quando qualcosa non va per il verso giusto! Continuando ad aver fiducia in sé e nei propri obiettivi alla fine i 66 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am risultati arrivano. Ma Emanuele, prima di raccomandare questo, ha provato una grande delusione in una gara dove aveva alte aspettative dato che si era allenato tutto l’anno. Mi fa piacere ripetere questo concetto, già visto nella storia di Andrea Cerri: quando hai alte aspettative è difficile che si realizzino. Se vuoi attrarre nella tua vita una vittoria, un bel risultato a golf, vai a giocare libero, giocoso, fiducioso e concentrato sul presente. Metti in atto la tua personale legge di attrazione liberandoti dall’attesa del risultato a tutti i costi, non è così che lo otterrai. Le due cose da fare in campo, raccomanda Emanuele, sono la visualizzazione del volo di palla e il “fare poco”. Fare poco, interpreto io, significa tre cose. Primo: fare meno colpi possibile. Secondo, fare del tuo meglio con lo swing che hai in quel momento. Terzo: fare lo swing rilassato e semplice, una prova e via! (Se fosse facile fare questo i maestri non avrebbero clienti). A visualizzare noi amatori non siamo abituati e allora cominciamo ad imparare questa tecnica tanto usata dai professionisti. In fondo a questo ebook, nei “passi” da seguire. Riassunto consigli di Emanuele Bianco: In campo cerca di fare poco e visualizzare il volo di palla Pensa positivo Sii tenace, non mollare mai Celebra le tue vittorie e fai tua l’emozione legata alla vittoria 67 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Quando giochi a golf sii grato perché è meglio una brutta giornata di golf di una bella giornata di lavoro. ========= Federica Dassù Ho cominciato a giocare a golf nel 1968, a Firenze dove vivevo, e al mare a Punta ala dove avevo conosciuto una famiglia di appassionatissimi golfisti della mia età. Ci accomunava avere una madre “fissata” per il golf e da parte nostra la passione per lo sport. In quei primi anni io, mia sorella e mio fratello abbiamo giocato molto al traino dei Segafredo, e ci siamo variamente battuti nei vari campionati italiani di categoria. Per me il golf era un divertimento, qualcosa che mi riusciva bene e abbastanza facilmente, ma allora non lo prendevo molto sul serio. C’era mio fratello Baldovino che lo aveva scelto come 68 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am professione mentre io mi cullavo nell’idea di fare qualcosa di socialmente utile, non certo la golfista per sempre! Il golf mi permetteva di viaggiare, di contare i voli fatti ogni estate, di essere una celebrità nel gruppo degli amici e di scuola, ma non mi appassionava poi così tanto. La scelta di giocare a golf come lavoro l’ho maturata nel 1981, dopo aver passato un anno a studiare a Los Angeles con una borsa di studio appunto di golf. laureandomi in Scienze Avevo finito Forestali, e l’università gli sbocchi a Firenze, professionali sembravano pochi, quando ricevetti l’invito di andare a studiare e a giocare per la squadra di USC, una bella università privata. Avevo 24 anni, e dopo due mesi anche una terribile tendinite al polso sinistro causata dal sovrallenamento. La responsabilità di giocare bene, visto che mi pagavano tutto, e la pratica quotidiana in un ambiente nuovo e molto competitivo si facevano sentire. Ciononostante il golf a tempo pieno mi piacque, l’America molto meno, e decisi che avrei provato a giocare a golf sul serio. Così nel gennaio 1983, prima donna in Italia a farlo, passai al professionismo con l’intenzione di giocare sul Tour Americano ed Europeo. E questa carriera è stata lunga e ricca di successi. Vent’ anni, più di 350 gare, 6 vittorie e molti bei ricordi. Ripensando oggi al golf, e a quello che per me è stato, lo classificherei come il mio “fare il militare”, cioè una disciplina 69 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am dura, a volte incomprensibile e ingenerosa che esigeva totale dedizione e perseveranza. Ripenso alle giornate di felicità nei momenti di “grazia”, ripenso alle volte che giocando le ultime buche dovevo allontanare il pensiero dello winning speech e ritrovare la concentrazione necessaria a portare a termine la gara. Così come ai momenti bui, dove di mattina ascoltavo il rumore della pioggia sul tetto dell’albergo e speravo che il giro fosse cancellato per non dover andare in campo a giocare, tanta era la sfiducia nel mio gioco. Il golf giocato negli anni 90 era ancora un po’ un gioco ma già si capiva che anche il lato fisico sarebbe stato sempre più importante e lo avrebbe fatto diventare uno sport. C’era il preparatore fisico oltre, naturalmente, al maestro tecnico e si vedevano i primi psicologi. Io avevo scelto di investire al 100 % sul mio lavoro e cercavo di fare quello che vedevo fare alle migliori. Avevo un ottimo caddie, avevo cambiato maestro e mi affidavo a Leadbetter andando un mese ogni inverno “in cura” da lui in Florida, e avevo iniziato ad andare assiduamente in palestra a fare esercizi specifici per il golf. Sul tour mi dicevano scherzosamente che “kilo per metro” ero la più lunga ! Lo psicologo a tempo pieno l’ho ingaggiato per un paio di anni ed è stato molto importante per me. 70 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Tradizionalmente e misteriosamente afflitta da una autostima bassa e altalenante credo che i miei risultati, seppur ottimi, siano stati inferiori alle mie possibilità. Nel 1996 con Bruno De Michelis iniziai a tenere un giornale dei miei pensieri e soprattutto a lavorare sugli obbiettivi dell’anno. Sono sicura che se in quell’ anno ho vinto lo Swedish Open lo devo a Bruno e al fatto che avevo seguito, aggiornato, alzato i miei obbiettivi e “sentito” che potevo vincere. In playoff con 3 giocatrici di alto livello, ricordo ancora l’allegria di esserci arrivata, era la prima volta che facevo un play-off e non sapevo neanche bene come comportarmi. Ricordo quelle 4 buche giocate come in “sospensione” tanto ero concentrata ma leggera, attenta ma divertita, sentivo la folla che tifava contro ma non mi dava noia. La Alfredsson, favorita, uscì dopo 2 buche sbagliando un corto putt, e dopo 4 fu la volta dell’ultima avversaria. Avevo vinto e stavo perdendo l’aereo. Dopo una corsa velocissima all’aeroporto e ancora attraverso gates, security ecc non dimenticherò mai l’applauso scrosciante delle persone in aereo, sedute, che aspettavano la ritardataria che entrava trionfante con la coppa in mano. Il golf è ora il mio lavoro di maestro e quindi è trasmettere fiducia e passione ai miei allievi, bravi e meno bravi, senza distinzione. Ho vinto la mia ultima gara nel 2003 (ormai fuori età!) e sono sicura che il golf ha voluto ridarmi indietro, con questa emozionante vittoria, un po’ del tempo che gli ho dedicato caparbiamente. Ho vinto una gara non per come l’avevo preparata, perché non 71 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am avevo avuto tempo di farlo per bene, ma per come mi ero preparata per 30 anni. Ho vinto lo Spanish Open, e sul green della 18 avevo 2 putt da 6 metri per aggiudicarmi il titolo. Sei metri in discesa in una giornata dove avevo puttato benissimo ma lo stesso mi impaurivano…primo putt rimasto corto di 80 cm…ho iniziato una lotta interiore, un dialogo interno intenso e impossibile che poi ho risolto dicendomi:”è più difficile sbagliarlo che metterlo!!!” e così è entrato! Oggi, abbandonate le gare, insegno al Golf dell’Ugolino a Firenze, lì dove ho imparato a giocare. Insegnare il golf non è facile, lo swing è naturale come un lancio se lo impari da piccolo, e astruso se cerchi di impararlo da grande. Un bravo maestro è soprattutto un motivatore. Il mio primo maestro, Franco Rosi, lo ricordo soprattutto per come riusciva sempre a darmi fiducia, a farmi sentire che colpire la palla fosse semplice ed io brava a farlo. Per questo un bravo maestro è un po’ psicologo, capace di cogliere le sfumature delle ansie altrui, capace di dare consigli e porre ostacoli da superare alla portata dell’allievo. Un grande tecnico, ma antipatico o non empatico non funzionerà mai altrettanto bene. Il golf per i giocatori di circolo è a volte di una passione totalizzante e devastante come per i professionisti. Peccato però che spesso non abbiano voglia di fare le cose necessarie a divertirsi davvero! 72 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Andare a allenarsi in campo pratica è noiosamente necessario se poi ci si vuole divertire in campo, così come andare a far pilates o stretching è altrettanto importante e noioso che allenarsi in putting green. Praticare intorno ai green è più importante che fare 10 metri in più con il driver ma capisco anche la passione per la distanza! Allora però bisognerebbe aver voglia di fare preparazione atletica adatta al golf piuttosto che cambiare driver ogni 6 mesi! Oltretutto un gioco corto solido innesca una catena virtuosa di confidenza nel fare score che ci permette di tirare i colpi al green con più libertà e alla fine anche dal tee si è più tranquilli perché si hanno i colpi per recuperare quelli eventualmente mal riusciti. Alla maggioranza dei miei allievi dico e ripeto che il campo pratica è il posto dove fare esperimenti, attuare cambiamenti, provare a “lavorare sullo swing”. In campo invece bisogna giocare, ed accettare con umiltà i risultati che si hanno. Guardare il lie della palla, scegliere il bastone adatto, fare la scelta strategica più adeguata e poi tirare con assoluta convinzione. Dopo di che, come dicono i saggi inglesi,”You hit the ball, you go and find it, and you hit it again!!!” Il campo non è il posto per fare prove di swing diversi, di sensazioni nuove, è il posto dove fare il meno possibile con i mezzi che abbiamo quel giorno. Con la testa libera dai pensieri tecnici (al massimo uno e semplice!) e focalizzata sull’obiettivo. Con la testa capace di “entrare e uscire dal concentrarsi” tra un colpo e l’altro ma che va “riconcentrata” quando si arriva vicino alla palla. E 73 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am soprattutto ricordiamoci la regola 1 del Golf:Il gioco del golf consiste nel colpire la palla con un bastone dal tee fino alla buca con dei colpi in accordo con le Regole. Vince chi fa meno! Troppo spesso ce ne dimentichiamo. Federica Dassù Golf Club Ugolino, Firenze Grazie all’esperienza di Federica inizia anche tu a tenere un quaderno dei tuoi pensieri, di golf e non. Per quello che riguarda il golf scrivi sul quaderno tutto ciò che serve: cosa ti dice il maestro, cosa funziona bene e cosa male, qual è il pensiero giusto che ti fa prendere bene la palla, i risultati delle gare e i tuoi obiettivi. Gli obiettivi devono essere realisti (se sei 36 di hcp non puoi diventare 2 in un anno a meno che tu non sia un fenomeno), però, come dice Federica, aumentali un pochino ossia pretendi quel tantino in più da te stesso. Nella sua vita movimentata e interessante Federica ha avuto tante soddisfazioni dal golf tra cui la magia dell’ open di Svezia, espressa nelle frasi che ho sottolineato in giallo. La magia mi interessa particolarmente, abbiamo tutti il potere di manifestarla nella nostra vita e anziché imputarla al caso, cercare di provocarla con l’atteggiamento giusto. La magia del golf non è mai casuale e sono certa che anche tu l’hai provata, se giochi già da tempo. Ti è mai successo di imbucare da 30 metri o con un approccino? Magari una volta nella vita hai fatto Hole in one? Il tuo legno è mai atterrato a 2 cm dalla bandiera in un par3? Hai mai 74 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am fatto un eagle? Hai fatto il “colpo della vita”, quello che ti ha consentito di vincere la gara? Hai recuperato una gara infruttuosa nelle ultime tre buche con tre risultati strabilianti? Queste sono le magie del golf e non dirmi che non ti sono mai successe. Federica durante il suo momento magico descrive il suo stato d’animo con parole fantastiche: “giocare in sospensione” (si sentiva unita al suo sé profondo, uno col tutto) “concentrata ma leggera” (stava nel presente con animo giocoso, molto diverso dalla concentrazione pesante che dà mal di testa…) “attenta ma divertita” parole simili a “concentrata ma leggera”, che esprimono la stessa cosa (stava nel presente con spirito divertito, leggero, sospeso, felice) “la gente non mi dava noia” (la folla tifava contro di lei, ma niente e nessuno poteva smuoverla da quello stato di grazia, creatore di magie) Riassunto consigli di Federica Dassù Per raggiungere risultati ci vuole disciplina, dedizione e perseveranza Affidati a un bravo maestro e cerca di imparare dai migliori Tieni un quaderno dei tuoi pensieri e degli obiettivi Fai stretching, pilates, palestra. Pratica e migliora il gioco corto per aumentare lo score Trova un maestro che ti MOTIVI, ti dia fiducia e comprenda i tuoi limiti e le tue potenzialità, per aiutarti a formulare obiettivi alla tua portata. 75 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Cura il tuo dialogo interno: sul putt pensa che è più facile imbucare che sbagliare! In gara, gioca “sospeso”, in un luogo dove nessuno può interferire con la tua connessione con l’universo intero ========= Ferruccio Crotti Mi chiamo Ferruccio Crotti ed ho 45 anni. Gioco a golf da 30, dei quali 20 come professionista. Sono nato a Villasanta una cittadina nei pressi del Golf Club Milano. Credo molto al destino ed il fatto di essere nato vicino al golf e di avere un padre innamorato di questo gioco direi che hanno contribuito molto al fatto che diventasse la mia vita. E’ proprio a mio padre che devo il fatto di essere diventato un professionista in quanto con la sua intelligenza di non obbligarmi a giocare a tutti i costi, mi ha fatto scegliere da solo esaudendo un sogno che aveva nel cassetto. 76 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Da ragazzino facevo parecchi sport, ciclismo, nuoto, pallavolo, calcio, ma il mio vero sogno era quello di diventare un pilota. Purtroppo i costi troppo elevati da sostenere e la paura da parte dei miei genitori, hanno fatto si che quel sogno rimanesse tale. Fortunatamente tra tutti gli sport mi avvicinai anche al golf. Praticando i vari sport mi accorsi col crescere che quello nel quale riuscivo meglio era proprio il golf. Devo veramente ringraziare mio padre che anche nei momenti più difficili era sempre al mio fianco e mi dava il coraggio di continuare visto che la strada non era così semplice per poter arrivare ad un certo livello. Prima parlavo del destino, ecco perché ci credo in quanto giocando al golf Milano sul mio cammino ho avuto la fortuna di incontrare uno dei personaggi più importanti del golf Italiano, Giancarlo Grappasonni il quale ad un certo punto ha voluto dedicarmi un po’ del suo tempo e seguirmi nel cammino per diventare un professionista. Queste due persone sono state essenziali nello sviluppo del mio gioco. Non smetterò mai di ringraziarle: grazie a loro e alla mia voglia di praticare che era uno dei miei punti di forza, visto che non ero un talento, sono riuscito a raggiungere un discreto livello come dilettante. Arrivato poi alla maggiore età, ho deciso di fare il passaggio al professionismo. Ovviamente come tutti, inizialmente ho cercato di fare il giocatore, purtroppo con risultati non molto gratificanti 77 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am determinati principalmente da problemi di testa e di gioco corto. A questo punto dopo tre o quattro anni mi guardai allo specchio e mi chiesi cosa avrei voluto fare da grande. La risposta era direi abbastanza scontata. Nonostante non sia riuscito ad affermarmi come giocatore, la didattica mi piaceva molto, quindi abbandonare i sogni da giocatore per passare all’insegnamento non mi è costato poi così tanto. Il mio primo campo nel quale ho insegnato, è stato il golf club La Rossera, per passare poi a Zoate e dopo tre anni sono approdato al campo pratica Lucchesi oggi conosciuto come Il Laghetto. In attesa che aprisse il golf Brianza ho prestato servizio per qualche mese al campo pratica Orsini. Come anticipavo all’apertura del Brianza mi sono trasferito lì per 10 anni. Cominciando a sentirmi parte dell’arredamento decisi di cambiare posto di lavoro e passai al campo pratica golf Monza dove rimasi per 6 anni. In questo momento lavoro presso il Golf Club Camuzzago. Un aneddoto che mi ricorderò per tutta la vita per la sua straordinarietà, è accaduto durante un Campionato italiano a Cervia, dove dopo aver fatto un 79 nel primo giro, mi presentai alla buca 9 del secondo giorno ed ero già a sei sopra il par, a quel punto feci sei birdies di seguito finendo il giro in par. La beffa più grossa fu quella che non mi qualificai ai due giri finali solo per un colpo e quell’anno accadde in quattro o cinque open di non qualificarmi per un solo colpo. 78 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Nonostante i tempi e le persone siano cambiate, e quindi il nostro lavoro come il lavoro di tante altre persone non è più gratificante come una volta, il golf rimane sempre uno sport affascinante in quanto ritengo che in nessun altro sport si possa trovare una irregolarità nei colpi e soprattutto nelle giornate determinata da molti fattori, in primo luogo legato all’aspetto psicologico. Mi spiego meglio: il golf è totalmente illogico se pensi istintivamente di fare una cosa stai già sbagliando il colpo quindi devi riuscire a fare esattamente il contrario rispetto a quello che ti suggerisce l’istinto. Contrariamente ad altri sport il primo avversario da battere sei te stesso e vi garantisco che battere se stessi non è semplice. È il gioco più longevo dopo le carte e gli scacchi, lo si può giocare fino alla morte o poco prima. Per queste ed altre motivazioni lo rende il gioco più giocato al mondo. Con questo vorrei invitare molte persone scettiche a provarlo per farle capire quanto questo sport sia affascinante. Concludo usando una frase con la quale soventemente lascio i miei allievi: un “in bocca alla buca” e arrivederci. Ferruccio Crotti Golf Club Camuzzago Ferruccio ha avuto due importanti mentori: suo padre e Giancarlo Grappasonni. Il fatto che suo padre non lo abbia forzato ad eccellere nel golf può insegnarci a fare lo stesso con i nostri figli. Ferruccio è grato a suo padre di questo, e proprio questa “mancanza di attaccamento”, questo desiderio di rispettare la volontà del figlio che ha fatto di Ferruccio un professionista di golf. Ci sono figli schiacciati dalle 79 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am aspettative dei genitori, figli adeguati e infelici. Ferruccio ha potuto scegliere ed ha scelto il golf. Poi il destino è stato aiutato dall’incontro di Ferruccio con Giancarlo Grappasonni, un golfista eccellente col quale ha percorso la strada del professionismo. “L’eccellenza nel golf” è il titolo di questo ebook e come vedi i professionisti che scrivono qui hanno tutti imparato dai grandi: Grappasonni, Leadbetter, Chuck Coock. Ferruccio compie una magia: è 6 sopra il par e avviene l’impossibile: fa 6 birdies di seguito e finisce il giro in par. Peccato che non ci racconta come ha compiuto questa magia, quali pensieri abbia avuto per la testa. Ci dà solo un’indicazione più avanti, quando dice che il primo avversario da battere sei te stesso. Lui ha battuto se stesso quando ha fatto quei 6 birdies. Poi ci racconta l’antimagia, la sua delusione: non si qualifica all’Open per un solo colpo per ben 4 o 5 volte. Che è successo Ferruccio? Troppe aspettative vero? Troppo attaccamento al risultato? Concentrazione “pesante”? Solo tu lo sai. Infatti più avanti Ferruccio sostiene che il primo avversario da battere sei te stesso. E con queste parole coglie una grande verità. Quando ti dai dei limiti interiori fai un auto sabotaggio e non permetti alla magia che è in te di manifestarsi. Non è un processo semplice quello di abbandonare i limiti mentali. Il mio grande limite mentale per anni è stato quello di non riuscire a tirare i legni da terra e quindi passavo dal drive al ferro 5. Niente 80 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am legni nella sacca. Poi 3 anni fa mi sono comprata un legno 7, l’ho provato e riprovato ma ne prendevo meno del 50%. In gara non lo usavo mai. Adesso (da pochissimo) la mia nuova credenza è: io prendo i legni da terra come prendo i ferri. Li tiro sempre e la percentuale di quelli che prendo bene si è alzata notevolmente! La mia era una paura totalmente ingiustificata. L’essenza per credere in se stessi è abbandonare il dubbio, lasciar andare le paure, riconoscere le proprie “scuse” e formulare nuove credenze. Riassunto consigli di Ferruccio Crotti Non riporre su tuo figlio alte aspettative golfistiche Trova un mentore, un modello da seguire, fai un po’ di strada con lui. Gioca a golf fino a poco prima di morire, rimarrai giovane! Il primo avversario da battere sei te stesso. Batti te stesso e migliorerai. ========= 81 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Filippo Falzoni Ho iniziato a giocare all'età di 7 anni per merito di mio padre. Era un buon tennista ma provato il golf, se ne è innamorato. Sono passato professionista inseguendo il sogno di diventare un grande campione! Non ho avuto particolari incoraggiamenti, mi sono soltanto letteralmente innamorato del golf. Ero bravino e mi riusciva con naturalezza. Con me giocava anche mia sorella di un anno più giovane. Ci sostenevamo e spronavamo a vicenda. La FIG a quei tempi era molto presente e di bravi con un buon rapporto etàhcp in Italia ce n’ erano veramente pochi. Purtroppo la presenza delle istituzioni golfistiche nella vita sportiva di noi giovani promesse non è stata così prolungata come sarebbe stato necessario. Le difficoltà, quando sono emerse sono state di tipo tecnico. Avevo grande flessibilità, scioltezza e coordinazione fisica. Mentalmente da piccolo credevo moltissimo in me stesso in quanto mi sentivo ben appoggiato da famiglia e federazione. Molta disciplina e grandi insegnanti, che è la cosa più importante. 82 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Avere un maestro all’altezza ti fa sentire molto più sicuro di te , di quello che fai e che pensi in campo durante ogni swing. Questo è importantissimo! Poi purtroppo la mia vita golfistica è stata segnata da alcune incertezze. Mia madre voleva che facessi l’ingegnere (ho infatti studiato ingegneria gestionale presso il Politecnico di Milano, 15 esami all'attivo) e mio padre inseguiva il mio sogno golfistico. E questo contrasto di idee fra i miei genitori non ha giovato al mio gioco. Ma l'amore per il mio sport mi ha fatto scegliere il GOLF e soprattutto l’insegnamento. Ho subito capito di avere una particolare propensione e facilità nel farmi capire dai miei allievi, non trascurando una grande conoscenza della tecnica del golf. Sono diventato maestro e purtroppo l'insegnamento mi ha leggermente allontanato dai miei insegnanti e dal gioco giocato… Non si può avere tutto! Una qualità che mi attribuisco a livello di gioco è la disciplina, se mi decido a praticare un drill (esercizio) posso tirare veramente migliaia di palle! E’ fantastico creare automatismo puro derivato da memoria muscolare che si ripresenta naturalmente in campo senza pensarci… I miei pensieri mentre gioco? Penso a tutto: prima cosa il ferro da tirare, calcolando vento e distanza, poi devo sentire perfettamente il grip. E poi si tira e basta! Fra un colpo e l'altro? Se sono in partita penso al prossimo colpo, altrimenti alla mia fantastica bambina che mi riempie la vita. 83 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Lo swing è la cosa più logica e il movimento più naturale che esista per colpire la palla con il bastone da golf, è questo che bisogna capire. Bisogna fare in modo di non essere d'intralcio ad una cosa naturalissima. Gli errori sono semplici accomodamenti e compensazioni che nascono dalla pura pigrizia fisica e dal pensiero che il nostro non sia uno sport serio, come gli altri. Ma ragazzi….per giocare a golf ci vuole il fisico! Ovvio, bisogna anche definire ed individuare i limiti fisici di chi ci troviamo di fronte. Poi c’è anche da considerare la capacità o meno del maestro di passare il giusto messaggio all’allievo. Se non si comunica, e soprattutto nel modo giusto, non c’è speranza. Bisogna comunicare all’allievo la giusta sensazione che si prova nel fare un colpo nel modo corretto. E l’unico modo è farlo con il corpo in modo compatto e sincronizzato. E in questo mi sento particolarmente portato, anche perché comunico molto con il giocatore e partecipo delle sue sensazioni e allo stesso modo lo faccio partecipe delle mie. La mia situazione è positiva in tutto. Ho una moglie fantastica e una bambina d'oro. Nel golf l'equilibrio mentale è tutto. Ho comunque i pensieri e le incertezze di tutte le persone adulte e sicuramente questo si riflette sul mio golf, quando ero piccolo e soprattutto spensierato giocavo molto meglio. Non ritengo possibile migliorare senza campo pratica, e poi si perde il bello. 84 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am L'automatismo che ti dà la buona pratica è il massimo. Per allungare i colpi gira più velocemente il corpo e crea un angolo di attacco più verticale possibile. Impara a visualizzarti ad occhi chiusi prima di fare il colpo, guardati farlo come fossi in televisione. Nei miei progetti c’è l’apertura di una mia scuola con una super struttura per imparare con grandi innovazioni, ma non posso dirti tutto! Filippo Falzoni Professionista dal 1996 Vive Milano e vi lavora presso il Gardanella Sporting Village Filippo realizza il suo sogno di bambino, aiutato dal padre, dalla condivisione del golf con la sorella e dalla FIG. Se anche la madre fosse stata d’accordo nel farlo diventare un campione ad oggi Filippo sarebbe un grandissimo giocatore di tour perché è una persona positiva. E’ grato e apprezza la sua situazione familiare, adora la sua bambina e pensa a lei a volte fra un colpo e l’altro in gara! La situazione familiare positiva è importante per avere equilibrio e giocare bene a golf. Se il coniuge ti incoraggia, ti rispetta e ti ama è tutto più scorrevole! L’energia fluisce, persino lo swing è più sciolto. 85 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Ho un amico che adora il golf ma sua moglie “non ce lo manda”, cioè lo vuole a casa per condividere il carico familiare dei due figli piccoli. Le poche volte che riesce ad evadere è felice di poter giocare, ma lo stress dei “tempi stretti” gli impedisce di migliorare. Gioca 36 da 7 anni, viene solo il sabato mattina e raramente fa gare perché ruba troppo tempo alla famiglia. Questa è una situazione familiare stressata e non positiva. Filippo ribadisce l’importanza di visualizzare e dice di farlo in modo indiretto, come vederti in un film. Immagina dunque nella tua mente un te stesso che fa lo swing, prende bene la palla e segue il volo della palla fino al punto in cui desidera che atterri. Per visualizzare bene ci vuole pratica e tecnica (luminosità, contrasto, dettagli, voce, timbro…) Il film più è preciso e più si realizza. Riassunto consigli di Filippo Falzoni Trova un bravo maestro che ti infonda fiducia e ti trasmetta le sensazioni giuste Fai tanti esercizi tecnici e pratica con disciplina Crea un automatismo in campo dopo tanto campo pratica Visualizzati ad occhi chiusi prima del colpo, in modo indiretto (vedi te stesso nel film) In campo pensa al colpo successivo o alle persone a cui vuoi bene! ========== 86 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Francesco Mainardi Il mio amore per il golf nasce quando avevo 5 anni e i miei genitori mi lasciavano al Golf Club Tirrenia a giocare con le mie mini mazze. Ho così assorbito il gioco fino a farlo diventare parte integrante della mia vita. Anche i miei giocavano, ma mia mamma era la fissata della famiglia: giocava bene e il golf la entusiasmava, non ci avrebbe rinunciato per niente al mondo! A 8 anni ho preso l'handicap e ho avuto il mio primo brevetto che mi ha consentito di partecipare ai corsi della Federazione, fino ad essere inserito nella squadra Nazionale Italiana, dove sono rimasto per 7 anni. Ho girato l'Europa e l'Italia e nel 1994, dopo varie trasferte Europee con la nazionale, ho disputato i campionati Europei in Portogallo. Questa esperienza mi ha dato un grande senso di responsabilità e di grande orgoglio nell'indossare la maglia azzurra della Nazionale. Poi, nel 1998, il professionismo. A quei tempi di italiani nel tour c'era solo Costantino Rocca ed era difficile pensare di riuscire e poter raggiungere grandi traguardi nel tour Europeo; io ho preferito dedicarmi fin dall'inizio all'insegnamento, che ho subito amato fino a farlo diventare il mio 87 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am lavoro. Il mio primo campo è stato il Cosmopolitan golf, dove ho insegnato fino al 2001, per poi trasferirmi a Firenze in un campo pratica in centro città, dove mi sono formato nell'insegnamento specifico del principiante, facendo insieme ai colleghi aumentare il numero degli iscritti fino a 700. Il principiante tipo è uno che vuole vedere la palla librarsi in cielo e ci prova con tutto se stesso. E' super motivato, mi ascolta attentamente, prende i miei insegnamenti per oro colato. E' bellissimo seguire i progressi di chi comincia da zero! Ho insegnato imparando tanto da queste persone, e ho sempre cercato di radicare in loro la motivazione iniziale, iniettandogli "voglia di giocare, senso di divertimento e di leggerezza" per fargli provare quello che prova un bambino che scopre il mondo. Succede spesso nel mio mestiere che ad un certo punto del percorso il golfista, non si renda conto che il golf ad alti livelli, non è un gioco, ma è uno sport e come tale necessita di allenamento, pratica e sacrificio. Mi piace il mestiere di maestro non lo cambierei con nessun altro lavoro. Vedere i progressi delle persone e trasmettere loro entusiasmo mi dà una carica e un'energia forte che influenza in positivo le altre aree della mia vita. Quello che suggerisco a tutti i golfisti è di ascoltare attentamente il proprio maestro e fare esattamente gli esercizi raccomandati, anche se inizialmente non si vedono grandi risultati. Altrimenti è come 88 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am andare dal dottore e non seguire la cura: che speranze hai di guarire? La differenza che c'è tra un dilettante e un professionista è che il primo pratica solo su ciò che sa fare, mentre i professionisti si allenano sulle parti del gioco dove sono più deboli per migliorarsi. I principianti non devono avere fretta di imparare tutto insieme, ma dovrebbero memorizzare una cosa per volta: un percorso di miglioramento lento ma costante è preferibile a uno veloce, perché ti rimane addosso come una seconda pelle. Le mie magie? Una volta nel mio primo incontro in Nazionale contro una coppia di Svedesi, ho messo il secondo colpo alla 17 con un wedge, a un centimetro dalla buca, riuscendo a vincere contro gli Svedesi che erano i favoriti. E poi, certo, putting lunghissimi imbucati, approcci in buca, palle imbucate con uscita dal bunker....Qualche colpo esaltante che ricordo ancora volentieri, mi ha magicamente illuminato la giornata! Le qualità per eccellere? Sono una persona semplice e non un super eroe, ma ritengo che la grinta per affrontare le gare, la tenacia, la fiducia in me, mi abbiano aiutato ad arrivare fino qui. Anche il pensiero positivo è utile, però non basta, ci vuole la memoria storica, cioè il riferimento a vittorie, buon gioco, colpi precisi per acquisire fiducia. La fiducia si acquisisce nel tempo con i risultati. Auguro buon miglioramento a tutti voi lettori! 89 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Francesco Mainardi Cosmopolitan Golf & Country club Francesco è un ragazzo col sorriso sempre stampato sulle labbra. Lo vedo spesso sfrecciare sul cart mentre accompagna le persone ad allenarsi in campo e il suo saluto è sempre allegro, diretto, ad alta voce. Incoraggia i suoi allievi ad allenarsi sui loro punti deboli e – ha perfettamente ragione – va contro la loro tendenza ad “auto incensarsi” allenandosi su ciò che sanno fare meglio. Ho un’amica super fissata che tira fino a 500 palline in campo pratica e passa ore e ore allenando i tiri lunghi: drive, legni e ferri lunghi. E gli approcci? Gli dedica sì e no 10 minuti ogni volta che si allena e spesso li salta proprio perché non le piacciono e cioè le riescono male. Fa dei toppini mostruosi che le rovinano lo score, oltretutto con ferri e legni è lunga, arriva in green o nei pressi con i colpi giusti per il par, ma quando si tratta di approcciare le entra l’insicurezza e spesso sbaglia. Quello che dice Francesco e cioè dare fiducia al maestro non è sempre facile per molti allievi, che prendono lezioni su lezioni senza vedere progressi. Ma qual è l’alternativa? Solo quella di entusiasmarci di più e affrontare le lezioni con grinta e grande voglia di giocare. Allora forse le parole del maestro si trasformano in sensazioni giuste che danno al tuo swing un impulso nuovo. Riassunto consigli di Francesco Mainardi 90 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Allena le parti del gioco che ancora non padroneggi Impara gradatamente e acquisisci bene un aspetto alla volta anziché bruciare le tappe Fai da solo gli esercizi raccomandati dal maestro per migliorare Riscopri l’entusiasmo che avevi all’inizio, anche solo quello ti farà giocare meglio! Giacomo Dovetta Una delle lezioni più grandi delle mia vita l’ho ottenuta vivendo la bruttissima esperienza di mio padre che da grande imprenditore e uomo dinamicissimo che era, a causa di un’ emorragia cerebrale, è rimasto completamente paralizzato e quindi fermo su un letto per più di quattro anni e poi morire. Nella sua agonia mio padre non ci hai mai dato l’impressione di dover mollare, ma anzi lo vedevamo sempre sorridente e speranzoso. Da lui ho appreso questa voglia di non mollare mai, l’ho inserita nella mia pratica giornaliera lungo il mio percorso di allenamento per diventare professionista e dopo anni di sacrifici sono arrivati i frutti di questa tenacia. 91 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Difficoltà tecniche ce ne sono state parecchie ma con la giusta dedizione e un po’ di grinta tutto si può fare. Il bello del golf è che se un giocatore è meno bravo su un certo settore di gioco, molto spesso accade che invece è portato per un altro. Io come giocatore di ferri lunghi non sono mai stato così talentuoso, allora ho incentrato i miei allenamenti a migliorare le parti del gioco che più mi si addicevano quali il putting ed il gioco corto in generale andando così a bilanciare quella mancanza che avevo nel gioco lungo. Con ciò non dico di tralasciare la parte del gioco dove si fa più fatica anzi, bisognerebbe dedicarci più tempo, ma quando non si riesce a venire a capo bisogna momentaneamente tralasciare un po’ quel settore e non scervellarsi e far fuori tutte le energie, ma piuttosto ragionarci a mente fredda. Una volta mi ruppi il polso sinistro sciando con lo snowboard e i medici mi dissero di non giocare a golf per tre o quattro mesi. La presi come una sfida! Mi dissi: “se i polsi che si muovono nel putt sono un gravissimo problema tecnico, ora che ho un polso ingessato posso finalmente imparare a pattare come si deve” ed ecco che dopo tre mesi spesi sui green prima col polso ingessato, poi coi polsi fermi dalla pratica, ottenni risultati incredibili fino a compiere il mio record personale di putt su 18 buche: feci 21 putt quel giorno, con otto one- putt consecutivi e portai così mio fratello a vincere con me il Campionato Piemontese Fourball 2008 al Royal Park. 92 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Imbucai da tutte le parti, da 3, da 4, da 7 e anche un gran siluro da oltre i 10 metri, poi imbucai due chip da bordo green il che mi aiutò tantissimo psicologicamente perché potei non solo fondare tutte le mie speranze sul putter che prima o poi statisticamente doveva ritornare terrestre, ma appoggiarmi anche al mio solido gioco corto. I due contendenti contro me i mio fratello che drivavano a 280 metri di media e poi non sempre imbucavano con la palla in asta, rimasero di stucco della mia “fortuna”. Ultima cosa da pensare in campo quando si gioca una gara è la tecnica. Me lo insegnò il mio maestro fin dall’inizio, anche se ci misi anni a riuscirci. E’ la cosa più sbagliata che si possa fare. Pieno di informazioni, il nostro cervello va in grande confusione, mettendo rigidità al corpo e alle nostre articolazioni. Se volete pensare alla tecnica avete tutto i tempo che volete una volta in campo pratica, poi quando siete in campo pensate solo alla pallina e a come dirigerla più velocemente possibile in buca. Io da dilettante, mi sbizzarrivo a pensare alla tecnica quando lavorando, andavo in campo pratica nella pausa pranzo. Così facendo mi mettevo a posto la coscienza: ho già pensato alla tecnica tutta le settimana, ora nel week-end mi posso divertire e liberare da essa. Non penserei neanche alla strategia di gioco tra un colpo e l’altro tranne quando siamo a circa 20 metri dal nostro prossimo colpo. 20 metri normalmente equivalgono a 15 secondi, questi è il tempo indicato per pensare alla strategia. Se noi tutti ci concentrassimo 93 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am per 150 metri sulla strategia da eseguire, dopo 6 buche avremmo fatto fuori tutta la nostra capacità di concentrazione ed il problema è che mancano ancora due terzi del percorso. Come maestro, mi piace indurre il relax nei miei allievi, facendogli osservare che si trovano in un bellissimo posto e quanto sono fortunati a praticare questo sport. Cerco di far loro trovare un po’ di calma interiore, poi li faccio concentrare solo su un aspetto tecnico per volta, devono fare attenzione unicamente ad esso per le prime 2 – 3 sessioni di pratica. Insisto sulla rotazione completa del corpo verso destra nel backswing e verso sinistra nel downswing: prima a velocità ridottissima poi al massimo, poi all’80% della propria velocità massima. Alla fine della pratica l’allievo non deve essere troppo stanco, dato che lo invito ad usare più la coordinazione del corpo e meno il repentino lancio delle braccia e del bastone per cercare di colpire più forte la pallina. Sono soddisfatto quando un allievo non è stanco! Il golf è uno sport che al 60 per cento è fatto con quella cosa che c’è in mezzo alla orecchie. Il primo a dirlo fu proprio Bobby Jones: “A good part of the game is played between the ears: meaning that judgment, based on thought and experience, is often as important as mechanical skill”. Infatti il bello del golf è che è uno sport che si pratica in paradisi naturali e tutti quanti quando giocano dovrebbero spegnere il cervello e godersi quello che c’è attorno. E’ veramente un 94 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am peccato rovinarlo con i pensieri negativi del lavoro di tutti i giorni. Impariamo da chi l’ha inventato questo sport! Recentemente ho fatto un paio di viaggi in Scozia per carpire i segreti dei links, ed la prima cosa che ho imparato è che è assolutamente vietato portare i telefoni in campo. La cosa sembra stupida ma un uomo di oggi senza telefonino si sente nudo, ed è proprio la cosa da fare: svuotarsi da tutti gli stress della vita prima di entrare in campo e come fanno gli scozzesi pensare solo a divertirsi. Il problema però, è che noi italiani siamo fin troppo degli agonisti, nel senso che giochiamo a golf solo perché vogliamo dimostrare agli altri quanto siamo bravi. Risultato giochiamo con i nostri migliori amici 9 buche e le sole parole che escono a volte sono: “gioco una Pro V1 X numero 3 e buon gioco” mentre del buon gioco degli altri non ce ne frega niente. Invece il vero golf è dimostrare agli altri come sai comportarti in campo divertendoti. Ci sono dei casi in cui la pratica è vista proprio come una futile perdita di tempo annoiante e demoralizzante: a queste persone suggerirei allora di giocare due o tre palline per qualche buca come allenamento, ma ciò anche se può essere più divertente non porta agli stessi risultati del campo pratica. Chi vuole migliorare ha bisogno di una buona preparazione atletica, basta che però non pratichi il nuoto, che ingrossa i muscoli delle 95 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am braccia e irrigidisce l’elasticità muscolare della parte alta del corpo in particolare le spalle. Un po’ di corsa giornaliera ed un po’ di esercizi a corpo libero da fare a casa o in ufficio farebbero al caso di molti golfisti; chiaro è che il primo mese di golf vi sentirete fuori swing e muscolarmente affaticati ma ciò vi consentirà durante la stagione golfistica di affrontare le 18 buche con più freschezza e quindi sapere allungare in media tutti i vostri colpi. Dulcis in fundo, la Titlest, con il programma TPI sta ottenendo moltissimi miglioramenti in breve tempo solo eseguendo delle schede di valutazione dei giocatori e consigliandogli delle semplici schede di esercizi, prevalentemente a corpo libero, che danno notevoli miglioramenti ed immediati, quindi vi suggerisco di guardare il sito che parla della Titliest Performance Institute per maggiori info e affidarvi ad un preparatore atletico certificato TPI che vi possa aiutare. Le persone fanno tre putt in due casi: la direzione di uno dei due putt è stata clamorosamente sbagliata o la forza del primo putt è stata enormemente errata, ma siccome vedo che sulla direzione più o meno tutti ci adattiamo, sulla forza vedo i più grandi errori, come putt che si fermano corti 4 metri prima o lunghi 5 metri dopo la buca. Io sconsiglio di pattare a feeling dalle lunghe distanze a meno che non praticate il putt due/tre ore al giorno. Se praticate a far fare alla testa del putt sempre la stessa velocità presto acquisterete un 96 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am miglior controllo della forza da dare alla palla e se poi gli aggiungeste altri paletti come – voglio fare 10 metri allora il mio backswing sarà di 30 cm, voglio fare 15 metri aumenterò solo la lunghezza del backswing del 50 % e non la velocità. Allora il putt, per magia, dopo una trentina di palline di pratica metterà la vostra palla “data” a fianco della buca per un semplice tap-in. La cosa piu’ importante è credere in se stessi e pensare positivo. Ogni immaginarsi il qual volta proprio volo si va della sulla palla pallina bisognerebbe migliore, magari richiamando alla mente il proprio colpo migliore eseguito magari settimane fa. Così facendo, non è detto che tutti i colpi riescano perfetti, ma predisponiamo il nostro cervello alla giusta rilassatezza mentale atto a fargli inconsciamente pensare solo a quei pochi input che deve passare al corpo per far compiere i movimenti più importanti. I miei progetti? Oltre a consolidare la mia presenza nel circolo in cui lavoro intendo allargare la mia esperienza d’insegnamento verso i più piccoli andando a fare degli stage nelle scuole di golf internazionali come quelle britanniche o statunitensi. Mia intenzione è di trovare un posto di lavoro in una location dove sia possibile giocare o insegnare anche nei mesi invernali visto che dove lavoro al momento la stagione si chiude dai mesi di novembre a marzo. Auguro buon golf a tutti i lettori di questo ebook! 97 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Giacomo Dovetta Nato a Bra il 6 marzo 1975. Il mio rapporto con il golf inizia molto presto: all’età di otto anni, nel 1983, mio papà Ermanno mi porta con sé al Golf Club Cherasco. Già a 9 anni, con l’aiuto del maestro Sandro Fiammengo prendo l’handicap di gioco. Dagli otto ai tredici anni i miglioramenti sono costanti e le gare al circolo portano le prime soddisfazioni. Il pallone per me era però irresistibile:gioco circa sette anni, fino all’esordio in Promozione con Cheraschese e Fossano. La predisposizione per lo sport è innata e, dopo un soggiorno a Londra, decido di dedicarmi completamente al golf. Tornato in Italia, trovo lavoro come buyer vicino al Golf Club Cherasco. Il carattere e la professionalità si plasmano anche grazie alle innumerevoli gare alle quali partecipo e vinco con costanza. Nel 2005 il grande salto: decido di diventare un professionista di golf, un maestro, sogno realizzato nel 2008. Dopo un anno al Golf Club Alba, da marzo 2010 lavoro al Golf Club Cuneo come primo maestro, circolo dove nel 2009 ero stato apprezzato per le lezioni tenute nei weekend. Una carriera in continua evoluzione: a gennaio 2011 divento membro PGAI dopo aver superato con successo il colloquio di prova e arricchisco la mia esperienza partecipando al seminario annuale PGA. Attualmente sono maestro presso il Barolo Golf Club, dove subentro come professionista del golf responsabile del Progetto Kinder GolfAcademy della Ferrero. 98 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Della storia di Giacomo mi è piaciuto tantissimo l’episodio del putting col polso ingessato. Quello che per tutti sarebbe stato una maledizione per Giacomo è stata un’opportunità! Chi non avrebbe maledetto la sorte per un polso rotto che ti impedisce di giocare a golf? Sfido chiunque a trasformare una “disgrazia” in una benedizione come ha fatto Giacomo. Grazie al polso rotto Giacomo ha DAVVERO imparato a pattare, lo ha ampiamente dimostrato quando ha fatto 21 putt su 18 buche. E lo dimostra più avanti, quando dà dettagli specifici sugli errori più comuni sul putting e come evitarli. Grande Giacomo! Giacomo come Antonio Burzio evidenzia la differenza tra il golf italiano e quello scozzese, ossia “quello vero”. In Italia non c’è senso sportivo, giochiamo uno contro l’altro più che contro il campo. Siamo perennemente stressati e il telefono squilla ogni tre buche, “prendersi il tempo” per essere qui e ora risulta sempre più difficile. Non commento oltre il suo scritto, già completo ed esaustivo da tutti i punti di vista, con spunti importantissimi per tutti noi. Riassunto consigli di Giacomo Dovetta Trasforma i problemi in opportunità, il negativo in positivo Stai nel presente e apprezza la natura quando sei in campo, spegni il telefono e lascia a dopo il lavoro Impara a dosare la lunghezza del backswing sul putting a seconda della distanza. Richiama alla mente i tuoi colpi migliori immaginando il volo della palla per riprodurlo al meglio 99 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Migliora la parte del gioco che sai fare meglio. Ad esempio, se il tuo punto forte sono gli approcci, allenati a tirane il più possibile in bandiera. Fai esercizi a corpo libero, ti consiglio caldamente il TPI =============== Gianni Davico Ho iniziato a giocare a golf a 36 anni. Per anni ho avuto l’idea, vaga, di cominciare a praticare questo sport. Mi dicevo che quando Roberta (la mia primogenita) sarebbe stata più grande magari avrei cominciato con lei. È stato un ritornello che mi sono ripetuto troppe volte per diversi anni, subordinando la felicità (perché per me giocare a golf, e anche allora ne avevo un confuso sentore, è una fonte continua e interminabile di felicità!) ad un evento futuro. Infine un giorno, all’improvviso, ho capito. Ho capito che nulla sarebbe successo a meno che la decisione non fosse partita da dentro di me. E ho deciso quindi di cominciare un’attività che, da allora, non ha fatto che darmi gioie sconfinate, tant’è che il mio 100 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am principale obiettivo al momento è di diventare professionista. Se ci riuscirò, ignoro – i miei “colleghi”, del resto, potrebbero essere quasi tutti miei figli –, ma il fatto stesso di essermi dato questa meta mi motiva e mi rende felice. Io ho sempre adorato praticare, e non ho mai avuto problemi in questo. Mi sento talmente fortunato a poter praticare questo sport che tutto ciò che mi accade – comprese le virgole, i colpi sbagliati e così via – mi sembra una benedizione. Quindi non vedo difficoltà, anche perché arrivare al mio attuale handicap (4.0) è stato un vero scherzo! ☺ Certo, in questo momento c’è un grosso scoglio davanti a me – diventare professionista è tutt’altro che uno scherzo –, ma è qualcosa che ho scelto io e non una difficoltà che ho incontrato lungo il cammino. E conto tra qualche mese di raccontare come l’avrò superato! Un mio punto di forza è la disciplina: io seguo un percorso che mi sono prestabilito e che comprende circa quindici ore di campo pratica settimanale, palestra o corsa un paio di volte la settimana e così via. Certe volte in campo pratica sono proprio stanco, però faccio mia la considerazione espressa da Anthony Kim su “Golf Digest” dello scorso giugno: “Anche quando non vuoi tirare l’ultimo secchio o paio di secchi di palle, fisicamente ti è possibile, e poi può essere che trovi qualcosa in questa ultima parte della sessione. Dopo un po’, tutte queste piccolezze si sommano”. 101 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am L’altro punto è la forza mentale, che poi è un riflesso della disciplina. Il vero vantaggio – l’unico, forse – su chi ha vent’anni meno di me e gioca a golf da più tempo di me è la mia forza mentale, la capacità di reagire serenamente agli inevitabili errori, di non perdere mai la testa ma di andare avanti anche quando le cose non vanno bene. Non si può pretendere di migliorare facendo una lezione o due l’anno e passando mezz’ora al mese in campo pratica. Uno dei punti di forza del golf è quello di poter essere goduto a diversi livelli. Molti golfisti si accontentano di giocare ogni tanto, fare un bel colpo qua e là, stare in compagnia di persone piacevoli eccetera. Va benissimo, non c’è nulla da dire su questo. Ma poi non sarà il nuovo driver a migliorare le prestazioni! Se però si è seriamente intenzionati a migliorare, ad andare verso i propri limiti, a scoprire di che cosa si è davvero capaci, allora bisogna partire dalla considerazione che facevo prima: che non esistono scorciatoie per diventare bravi. Bisogna praticare, praticare e poi praticare ancora. Il tutto, ovviamente, sotto la supervisione di un maestro di fiducia (altrimenti si rischia di praticare l’errore, e quindi di peggiorare). Un buon sistema per allungare i colpi è il pilates, o più in generale l'attività in palestra, corsa compresa. Il fatto di avere un fisico in forma aiuta molto in gara, soprattutto nelle ultime buche quando le risorse mentali e fisiche potrebbero scarseggiare. 102 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am E la palestra ha senso comunque solo se fatta con continuità, in maniera commisurata alle proprie caratteristiche, senza voler strafare e possibilmente sotto la guida di un esperto. Per evitare la discontinuità serve l'esperienza: il fatto di essersi trovati in passato in situazioni simili può aiutare a non ripetere gli stessi errori. Ma anche qui, il pericolo è di girare intorno al problema anziché andare diritti alla soluzione. Infine, un aspetto da non sottovalutare è quello mentale: il golf è essenzialmente uno sport mentale, quindi saper governare la propria mente nei momenti cruciali è fondamentale per un buon gioco. E anche la mente si allena: io ho avuto la fortuna di avere un maestro che lavora con uno psicologo sportivo, e ho trovato tantissimi benefici da questo. I miei due maestri, Andrea De Giorgio e Roberto Cadonati, hanno scritto un libro sull’argomento, che consiglio caldamente a chi è interessato a questi temi: si chiama Come giocare a golf ConVincenteMente. C’è poi l’altro aspetto, altrettanto importante, del superare i brutti momenti di gioco. Il “segreto” sta nel concentrarsi in quel che si sta facendo. Ovvero, gli errori sono normali nel golf, ma è importante accettarli una volta compiuti e passare oltre, in maniera da evitare che un errore ne porti altri tre o quattro a seguire. Non che sia facile – anche questa è una tecnica mentale che va allenata. Due parole sul libro che ho scritto. La vita 2.0 è la descrizione delle tecniche e della linea di pensiero che ho applicato a me stesso, e che ciascuno può – secondo me – applicare a sé per aumentare la 103 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am felicità della sua propria vita. Sono partito da alcune costatazioni se vogliamo banali ma non contestabili. Il punto è, per dirla con Andersen, che il re è nudo. E non c’è più tempo, dunque, per fare finta: allora il compito che mi sono ritagliato è quello di una sorta di grillo parlante, di pascoliano fanciullino, di qualcuno che ci ricordi che la felicità è alla nostra portata, adesso e semplicemente, sempre e comunque, nonostante noi possiamo essere indotti a ritenere che le cose stiano in maniera differente. Ad esempio: il denaro è troppo sopravvalutato, mentre l’unica risorsa davvero critica che abbiamo è il tempo. Di conseguenza, siamo ricchi solo se abbiamo il tempo per fare le cose che vogliamo veramente e non siamo sempre costretti a saltare di scadenza in scadenza, in una corsa al massacro che non ha mai fine. Naturalmente non ho la pretesa di insegnare qualcosa ad altri, e questo perché nessuno può insegnare alcunché a chicchessia: si può solo imparare (volendolo). Io ho detto nel libro quello che mi riguarda, cercare di estrarre dei casi generali; e poi ciascuno farà il lavoro su di sé. Se vorrà, beninteso. E la mia speranza è che lo voglia. Gianni Davico 43 anni, per mestiere amministro da oltre quindici anni uno studio di traduzioni, (www.tesietesti.it); sono sposato e ho due bambine, che sono una grossa fetta della mia felicità. Molte tra le cose che faccio sono qui: http://www.giannidavico.it Ega:4 104 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Gianni Davico dei due amatori che scrivono in questo ebook è il solo ad avere il grande obiettivo di diventare professionista. Lo vuole con tutto se stesso, mette in atto tutte le azioni necessarie per ottenere il suo obiettivo, impara dagli errori guarda sempre avanti nonostante le difficoltà. Sono sicura che ce la farà. Gianni è un esperto di felicità. Ha impostato la sua vita in modo da lavorare poco, giocare molto a golf che è la sua passione e stare con la famiglia. Gli resta il tempo per seguire le figlie che adora. Non male vero? Per questo ho voluto mettere Gianni nel mio ebook insieme ai professionisti: ha tanto da insegnare a tutti noi, in materia di golf e di vita. Anch’io cerco di fare come lui (tranquillo: non ho intenzione di fare la professionista di golf!), impostando la mia vita e il mio tempo con attività che mi riempiano il cuore e l’anima. Voglio lavorare con la mia passione, cioè scrivere, passare tanto tempo di qualità con i miei cari e continuare a giocare a golf tre volte a settimana “razzolando” un pochino come faccio ora, tirando non più di un centinaio di colpi per ogni percorso. Gianni ti invita a fare un punto della situazione della tua vita per capire cosa vuoi davvero. Vuoi giocare meglio a golf? Datti questo obiettivo, alza i tuoi standard e come Gianni fai di tutto affinché si realizzi: Dedicagli tempo, passione, energia. Prova, sperimenta, sbaglia e impara, sii tenace, non mollare e ce la farai. Riassunto consigli di Gianni Davico: Lavora meno e gioca di più a golf 105 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Affronta con serenità le difficoltà Datti obiettivi e li raggiungerai Concentrati sempre sul presente, in modo che quando sbagli un colpo tu pensi solo al colpo che devi fare adesso Portati al limite delle forze. Anche quando sei stanco, fai lo stesso quell’allenamento in più da cui potresti imparare qualcos’altro Per allungare i tuoi colpi, fai pilates ============ Gianpaolo Fattori Sin da piccolo ero affascinato da questo Sport e ad una manifestazione organizzata presso la Fiera di Milano, dove erano rappresentati tutti gli sport, mi avvicinai ad un Maestro della Federazione Italiana Golf, chiedendogli se potevo provare, mi diede i primi rudimenti sul grip e mi disse “colpisca”. Una magia, colpii la palla e la presi bene, lo strumento segnava 137 m e cioé con un ferro 7 avevo tirato la pallina ad una distanza virtuale di 137 metri, aveste visto lo stupore del Maestro eh eh, al 106 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am punto di dubitare di me, non ci credeva che era la prima volta in vita mia che prendevo in mano un ferro da golf! Effettuai altri colpi e tutti su quella distanza, tranne un air shot che ridimensionava un attimino la situazione, terminata questa sessione di tiri mi accompagnò da una signora, la quale prese nota dei miei dati e mi diede l'annuario della FIG, dove c'erano segnati tutti i campi a cui potevo rivolgermi per delle lezioni. Il maestro mi salutò esortandomi a continuare perché secondo lui avrei imparato facilmente, ero gasatissimo. Qualche giorno dopo, la mia Azienda mi aveva programmato un appuntamento a Brescia, guarda caso accanto al Golf Club e terminato l'appuntamento di lavoro mi recai a piedi attraversando il parcheggio verso la Segreteria. Vedevo parcheggiate automobili bellissime e di grossa cilindrata e passo dopo passo mi entrò in testa il tarlo dello sport da ricchi e una volta arrivato sulla soglia dell'ingresso mi dicevo “ma cosa centri tu con sto’ ambiente?" “Niente” mi risposi e rinunciai ad entrarvi. All'appuntamento successivo andò esattamente allo stesso modo, ma al terzo vinsi la mia diffidenza e un pochino teso entrai e da lì mi si aprì un mondo fantastico, concordai 10 lezioni che feci in 2 settimane, quotidianamente all'ora di pranzo anziché pranzare andavo a lezione, ricordo l'acquisto del primo guantino, l'entusiasmo e la tenacia di un sportivo quale mi ritengo essere. 107 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Dopo 6 lezioni mi resi conto d'essere pronto per affrontare il campo e lo dissi al mio primo Maestro, Gianbattista Maestroni, la risposta mi riportò alla frustrazione iniziale e cioè per andare in campo dovevo iscrivermi al Club, per un novello sposo con debiti non era una buona notizia, sapevo colpire bene la palla ma non potevo permettermi d'iscrivermi ad un Club. Tornato a casa dissi alla mia ex moglie che "dovevo" rinunciare al Golf e mentre parlavo mi capitò sotto mano l'Annuario del Golf regalatomi in Fiera e sfogliandolo trovai un Campo Pratica non lontanissimo da me, 32 km, che mi permetteva d'iscrivermi per sole 200.000 lire annue, telefonai e appena ebbi la conferma ci andai subito e m'iscrissi. Ero finalmente un giocatore di Golf. Grazie al mio nuovo maestro, Fernando Pasqualucci e alla mia bravura,alla prima Gara a cui partecipai vinsi il premio come NC, mi ricordo ancora, si trattava di una scatola di 6 bottiglie di vino bianco ahahah e in quella stessa occasione presi l'hcp. Con il passare degli anni arrivai a 10,5, ora sono 13,5 di handicap, e di conseguenza in Prima Categoria, vincendo coppe e accessi a Finali ma nessuno di questi premi mi ha dato la stessa emozione delle prime buche che feci su quel campo di patate che era il percorso di 3 buche del Campo pratica "La Palazzina". Un giorno un socio di vecchia data mi si avvicina e mi dice, " ti va di fare qualche buca con me?" Ero emozionantissimo e non mi pareva vero che lo stesse dicendo proprio a me. Sono passati molti anni e 108 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am ho giocato su più di 100 campi da Golf tra l'Italia ed estero, St Andrews, Gleneaglees, Kingsbarns e Ballybunion ma quel ricordo é ancora presente nella mia mente come lo sono le forti emozioni che mi tornano solo a ricordarlo. Il Golf negli anni é cambiato, nuovi Drive e nuove attrezzature permettono distanze e risultati assolutamente improponibili sino a pochi anni fa, tutto giustamente si evolve ma la passione rimane intatta negli anni, alcuni problemi possono allontanarmi un poco, ma poi ritorno ad affrontare nuove sfide con un maggior vigore, forse con meno agonismo e più consapevolezza dei miei limiti. Sono uomo da Campo Pratica e preferisco andare in quelli poco frequentati, non perché sia un solitario, anzi, ma perché posso concentrarmi senza perdermi in chiacchiere, adoro confrontarmi con me stesso e di conseguenza riconoscere che se un atleta non s'allena non può pretendere molto da se stesso. Se io do poco al Golf perché mai lui dovrebbe dare molto a me? Sono stato Istruttore di Nuoto e Assistente Bagnante, ho giocato a Baseball per molti anni, sono stato poi allenatore e arbitro, buon cicloamatore di Gran Fondo, nel 1996 ottenni il Prestigio Nazionale, per cui so cosa voglia dire la fatica e per hobby velista, surfista e subacqueo. Vivo di Sport e vi garantisco che il Golf, se fatto bene é fatica, sudore, concentrazione, tensione e adrenalina a 1000, non credo esista un altro sport completo come questo, dove tutti i muscoli sono impegnati in un modo così equilibrato. 109 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Se dovessi dare un consiglio a chi s'avvicina a questo sport é di affrontarlo mentalmente, la testa in questa disciplina prevale, per cui spesso mi trovo ad allenarmi senza pallina in giardino e se ho "voglia" il risultato arriva. Riassumerei il tutto in questa frase, " i risultati che ottengo nel Golf, sono proporzionali a quanto io dedico a questo Sport e parlo di voglia di giocare, passione e determinazione. Questa é la mia piccola storia del mio Golf. Gianpaolo Fattori 53 anni, gioco a golf da 13 anni e sono in prima categoria Il mio sito: www.golf4u.it Forse per Gianpaolo è un onore essere annoverato fra i golfisti eccellenti di questo ebook visto che lui non è un professionista, ma in realtà la sua testimonianza è preziosa ed espressa con una scrittura vivace e simpatica. Dalla foto si capisce bene che Gianpaolo è un tipo simpatico: morde il suo drive per fargli capire che deve comportarsi bene in campo! Temeva che il golf fosse inarrivabile per lui (“uno sport da ricchi”), ma quando scopre che può essere alla sua portata la sua felicità è grande! La storia del socio che chiede proprio a lui di giocare insieme è impressa nella sua memoria come un grande onore ricevuto, un premio inaspettato, una manna scesa dal cielo. Gianpaolo parla di voglia di giocare, passione e determinazione. Cosa ti evocano queste parole? Vedo di usarne delle altre per dire la 110 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am stessa cosa. Oggi ho fatto 9 buche da sola nell’immensità delle seconde 9 buche del Cosmopolitan, incredibilmente deserte mentre sulle prime c’era la coda. Sono partita con una grande voglia di sperimentare un legno 5 nuovo e allungare i miei colpi, cosa che avrei dovuto fare in campo pratica, ma… Insomma avevo una grande voglia non di giocare come tutti gli altri giorni, ma di giocare AL MEGLIO. Mi sono detta: oggi voglio creare dei colpi più lunghi del solito. E così ho fatto. Ho giocato con divertimento, spirito di osservazione, voglia di novità. Tiravo tre palle a buca e scommettevo con me stessa che con la prima avrei fatto un ottimo risultato. Alla 16 ho fatto un miracolo incredibile: ho tirato 3 drive tutti uguali a circa 110-120 metri dal green, tre secondi colpi stupendi di cui due in green e uno appena a destra del green. Ho fatto due par e un birdie, roba da manuale (paragonata ai miei standard). Per ogni bel colpo mi complimentavo con me stessa a voce alta, tanto nessuno mi sentiva, poi mi ringraziavo del complimento con una voce un po’ diversa. Questo era un dialogo tra sé1 (coscienza) e sé2 (subconscio), in cui sé1 si complimentava con sé2 per il buon comportamento a golf! La voglia di cui parla Gianpaolo è questa, una voglia ricca di entusiasmo e di passione. Riassunto consigli di Gianpaolo Fattori: Evita di perderti in chiacchiere in campo pratica Dai al golf passione e determinazione e il golf ti darà tanto in risultati Affronta il golf predisponendo la tua mente alla positività 111 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Confrontati sempre con te stesso anziché con gli altri ================ Guido Caneo Con buona probabilità sono l’ultimo professionista di golf ad aver iniziato come caddie, figura oramai scomparsa nella maggior parte dei circoli. Chi ha giocato al golf di Castelgandolfo avrà certamente notato il casale adiacente al campo pratica, e magari ci sarà finito più di una volta con qualche tiro storto. Ecco, quella era la casa dove abitavo da bambino. Il campo non c'era ancora. La vallata ospitava solo poche ville di campagna, orti, pascoli, e una rigogliosa azienda agricola che ho visto trasformarsi nel campo da golf sul quale ho poi imparato a giocare. La mia passione per il golf è cominciata collezionando le palline del campo pratica che i golfisti più maldestri tiravano proprio sotto la finestra della mia camera da letto. Erano tutte identiche, segnate da una grossa riga rossa, con un odore particolare, fra gomma e petrolio. Un giorno feci la conoscenza del Maestro che aveva in gestione il campo pratica e trovammo un accordo: io avrei restituito 112 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am le centinaia di palline ma in cambio mi avrebbe fatto fare un giro sul trattorino raccattapalle. Era rosso, e tanto mi bastava per sognare che fosse una Ferrari. Aveva due “ali” ai lati, larghe, per raccogliere le palline dalla superficie, e così fantasticavo di pilotare un aereo, mentre i cestelli si riempivano. Oppure, a mio piacere, potevo immaginarmi su un carro armato, enorme e indistruttibile, come quelli visti nei film in tv. Il rumore mi sembrava simile. Quanto all'indistruttibilità... oggi il trattorino rosso è ancora li. Avevo 10 anni e non mi faceva difetto l'immaginazione. Tutti i giorni della settimana, appena tornato da scuola, filavo dritto verso il campo pratica, che era diventato il mio quartier generale. Ascoltavo i maestri fare lezione ai soci del circolo. Poi, mentre raccoglievo le palline e quando tutti se ne erano andati, sperimentavo le nozioni che avevo carpito. Il Sabato e la Domenica invece, facevo da caddie in campo. Speravo nel freddo per indossare due maglie e sembrare più robusto. Con la bella stagione, infatti, i giocatori esitavano di fronte ad un caddie tanto esile da poter stare nella loro sacca. I diversi maestri che di volta in volta conoscevo, mi regalavano ciascuno di loro un vecchio bastone. Così la mia prima sacca da golf era un mazzo variamente assortito di bastoni di tutte le marche e diverse misure, persino da donna. Il mio primo sponsor fu mio fratello: comprò con i suoi risparmi un set di ferri usato della Ben Hogan, finalmente tutti uguali. 113 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am I caddie di Castelgandolfo avevano accesso al campo per giocare solo di lunedì, il giorno di chiusura del circolo. Per me era un giorno speciale: la mattina a scuola disegnavo a penna sul quaderno lo score che avrei utilizzato in campo, e il Maestro (di golf) mi faceva trovare sempre un carrellino per la sacca. Con gli altri caddie perdevo sempre, ma ci divertivamo un mondo. Capitò un dicembre in cui il Maestro mi chiese di fargli da caddie in una delle prime edizioni della Pro Am di Natale al Golf Fioranello, un piccolo circolo dal grande fascino ed una atmosfera amichevole e coinvolgente anche per un ragazzino come me. Alcuni soci del circolo mi fecero il regalo che desideravo da sempre: la mia prima tessera federale del Club. Fioranello diventò il mio Circolo, ma anche la mia seconda casa, la mia prima palestra di vita golfistica da dilettante e tutt'oggi il Club in cui insegno da professionista. Sono diventato un professionista di golf grazie ad una serie di circostanze e incontri fortunati. La mia curiosità per il mondo di quei golfisti maldestri che tiravano storto proprio sotto la finestra della mia camera da letto ha presto incrociato la generosità e l’affetto di molte persone che hanno assecondato e alimentato la mia passione. Amavo il golf di un amore sincero e chiunque lo amasse altrettanto sinceramente, riconosceva e incoraggiava quel mio sentimento. Ho preso lezioni da Maestri che mi hanno insegnato tutto in cambio di poco o niente, per la pura soddisfazione di rendere ancora più 114 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am fervida la mia passione per il golf e poi condividerla. Guanti, scarpe e palline erano i miei regali più richiesti e non mi venivano mai lesinati. Guardavo i Maestri e volevo diventare uno di loro. Oggi guardo i ragazzi che amano il golf e cerco in loro la mia stessa acerba passione, per assecondarla, alimentarla fino a maturazione e finalmente condividerla in campo. Non ho mai avvertito particolari difficoltà sotto l’aspetto tecnico. Ho cominciato da bambino e il mio corpo si disponeva alle torsioni dello swing con naturalezza. Al contrario, l'approccio psicologico era ancora immaturo: avevo difficoltà a contenere la tensione nelle ultime buche, e questo finiva talvolta per compromettere il risultato finale di certe gare fino a quel momento perfette. Con l’esperienza si impara a gestire l’ansia da prestazione e la paura di vincere, ed è quello che insegno sempre ai miei allievi migliori. Ma quello che crea enormi condizionamenti negativi in molti giovani è la soddisfazione delle altrui aspettative. Genitori, amici, soci e conoscenti, con le loro aspettative, possono moltiplicare la pressione psicologica sul ragazzo, che si sente in obbligo di giocare bene, di non deludere, e con ciò si finisce per giocare più per gli altri che per se stessi. Con pessimi risultati. Consiglio sempre ai genitori dei miei ragazzi di stare lontani dal loro golf, e di lasciare che si divertano giocando, ritagliandosi uno spazio tutto loro. E se son rose, fioriranno. 115 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Per realizzare un sogno e raggiungere un obiettivo occorre la determinazione costante nel tempo. Nel golf questo è l'elemento che fa la differenza. Per diventare un professionista non basta avere passione per il gioco. Occorre dedizione, impegno, sacrificio. Devi trovare la motivazione giusta e tradurla in impegno anche quando i risultati non arrivano e l’obiettivo che ti eri prefissato sembra troppo lontano. Bisogna farsi muscoli della frustrazioni, pazienza che e diventare inevitabilmente crescere impermeabili arriveranno a i alle fiaccare le ginocchia. Per diventare un maestro del golf devi diventare robusto dentro. Un giorno ero in trasferta per giocare un campionato italiano. Nel giro di prova del campo avevo fatto tutti ganci. Nel primo giro di gara pure. Facevo solo hook, con qualsiasi bastone. Ero sconsolato e pensavo solo a quello. Chiamai il mio maestro e gli dissi “ sono disperato, faccio tutti hook” lui mi rispose “ e qual è il problema?” . “Il problema è che faccio solo hook, non riesco a fare un colpo dritto” dissi. “ Non è un buon motivo per fare un brutto score, anche Bobby Locke giocava con hook accentuati ma ha vinto 4 British Open” mi disse lui. Così il giorno dopo andai a giocare sereno e motivato a far bene. Con quegli hook non vinsi 4 British Open ma passai il taglio e mi divertii molto. Il mio segreto? Riprendendo un’espressione di Socrate, direi “il sapere di non sapere” e il desiderio continuo di migliorarmi sia come giocatore che come maestro. Anche se non faccio il tournament player amo giocare a golf e migliorarmi. Più gioco e 116 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am meglio insegno, perché mi avvicina ai miei allievi e alle loro difficoltà a migliorare. E mi piace pensare di non aver finito di studiare il golf e di imparare. Non ho simpatia per i colleghi che si pongono nei confronti dei loro allievi come fossero l’Oracolo di Delfi. Il dubbio di non sapere abbastanza è ciò che ti spinge a migliorarti, e quindi a crescere. Il golf è un mondo dagli innumerevoli aspetti, e non basta una vita per conoscerli tutti. Per colpire bene, bisogna imparare a non pensare. E' come il paradosso filosofico di Achille e la tartaruga. Se la mente si ferma a pensare ai fotogrammi che compongono lo swing, si perde il timing. Il lavoro propedeutico sulle fasi dello swing lo faccio in campo pratica: mi soffermo molto sulla tecnica del movimento, sull’allenamento specifico di alcuni aspetti cruciali. Ma sul campo sposto l’accento sul gioco vero e proprio: bisogna fare meno colpi possibili, il resto non conta. In campo non mi curo più dello swing: devo giocare al meglio con lo swing che ho in quel momento, giusto o sbagliato che sia. Inutile tentare di modificarlo in campo. Lo swing è un automatismo frutto di un duro lavoro in campo pratica. Buono o cattivo che sia stato il lavoro propedeutico, in campo non c'è più tempo per maturare un nuovo automatismo. Quando prendo posizione sulla palla per tirare, cerco di sentire il momento giusto per iniziare lo swing. Devo sentire solo il livello apicale di attenzione e la reattività del corpo. Senza 117 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am fretta. E’ come la cottura della pasta: se hai fretta, rischi di scolarla cruda, ma se ci pensi troppo la tiri via scotta. Spesso i giocatori che hanno più difficoltà a progredire nel golf sono quelli che si innamorano della tecnica. Ma la tecnica del golf può essere un labirinto dal quale potresti non uscire mai se non trovi qualcuno che ti indica la strada giusta. Ho conosciuto giocatori di terza categoria che avevano letto più libri di golf di me, cambiavano decine di maestri, pensando che l’ultimo fosse il migliore, ritagliavano dalle riviste le lezioni di tecnica e le portavano in sacca. Finivano per muoversi nello swing con la disinvoltura di un elefante in una gioielleria. Ma soprattutto senza una logica, senza capire causa ed effetto di ciò che facevano. Per uscire dal labirinto è necessario capire che non esiste un solo modo per far bene lo swing, ognuno deve trovare il proprio. In molti casi è stato utile insegnargli a leggere il volo della palla, la sua traiettoria, per comprendere come il bastone è arrivato all’impatto e risalire alle cause dell’errore. Di colpo tutto sembrava più semplice e logico. Non tardano ad arrivare i risultati quando il giocatore scopre che lo swing non è il fine per cui gioca ma il mezzo per giocare e mandare la palla dove vuole. Non è un caso se i giocatori del Tour danno il meglio quando raggiungono una stabilità interiore. Non puoi trovare la tranquillità nel campo se non ce l’hai nella vita. I golfisti 118 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am affrontano il campo nello stesso modo in cui affrontano la vita. Io ho una deformazione professionale. Quando conosco una persona immagino come farà lo swing, se sarà un picchiatore dallo swing veloce o uno “swinger” ritmato ed elegante. Spesso ci prendo. Chi per carattere è calmo e riflessivo affronterà il campo con lo stesso piglio. Chi è estroverso, parla a voce alta e cammina a passo veloce tenderà a voler “divorare” la pallina. Ho tanti allievi che vorrebbero migliorare il loro swing ma senza andare mai al campo pratica. A loro dico sempre che bisognerebbe campare a lungo, o avere due vite. Ogni volta che giochiamo 18 buche facciamo appena una cinquantina di swing completi in oltre 4 ore. Praticamente lo stesso numero di swing che facciamo in mezz’ora al campo pratica con 2 gettoni di palle. Si possono guadagnare molti metri sul driver con poche correzioni allo swing: è una questione di leve ed elasticità muscolare. Molto sta nell'imparare l'uso efficiente delle nostre leve (spalle, braccia, shaft) per aumentare la velocità della testa del bastone. Semplificando, occorre eseguire un arco molto ampio, facendo ruotare le spalle il più possibile e caricando bene i polsi. Poi si dovrà curare la flessibilità muscolare e la capacità di creare forza esplosiva. Un esercizio semplice e immediato? Praticare col ferro 8 con la pallina infossata nel rought alto. 119 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Ho aiutato alcuni allievi a ridurre il numero dei 3 putt consigliando loro di contare i passi che separano la palla dalla buca, specialmente nel primo put, il più lungo. I giocatori alti di handicap hanno bisogno di riferimenti, di numeri. Se so che ho un put di 15 passi mi rimarrà più facile dare alla palla la giusta forza rispetto a quando mi affido esclusivamente al mio occhio e al feeling. E col tempo imparerò ad associare il numero di passi all’ampiezza del movimento da fare. La fiducia nei propri mezzi deriva dalla preparazione. Se mi sono allenato bene allora sarò più fiducioso sul campo, perché i colpi che dovrò affrontare li avrò provati e riprovati tante volte. Ma probabilmente questo già lo sapete, e allora se ancora non vi sentite confidenti e fiduciosi fate così: ripensate ai vostri migliori colpi ogni volta che finite una gara. Ripassateli a mente come fosse l’ Highlights di una gara del Tour, un filmato con le vostre migliori prodezze, e nella prossima gara impegnatevi a fare un numero ancora maggiore di colpi “spettacolari”. Ecco. Quei colpi rappresentano il vostro potenziale, il livello di gioco che potrete raggiungere. Se ho mai gufato un compagno di gara? E’ inutile negarlo: tutti i golfisti gufano e non sono io l'eccezione. Non credo sia un atteggiamento controllabile. E' questione di istinto. Gioco una partita individuale e non mi si può chiedere certo di non tifare per me stesso! Ricordo un periodo della mia vita che nei match play non so se mi concentravo di più a fare bene i miei colpi o a gufare quelli del mio avversario. 120 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Anche questo bieco aspetto è il bello del golf! Guido Caneo I miei siti: www.caneogolf.it www.inbuca.it Guido consiglia di diventare impermeabile alle frustrazioni se vuoi arrivare in alto nel golf. Oggi hai giocato male? Oggi hai segnato nr sullo score? Oggi facevi tutti slices? Perdevi le palle nei laghi e nei boschi? Toppavi ogni approccio? Tre putt a buca minimo? Queste abominevoli performances sono il dramma di noi golfisti, soprattutto noi di terza, provocano catastrofe emotiva. Guido dice che devi farti scivolare addosso queste frustrazioni se vuoi progredire. E’ dura eh? Però quando impari a farlo ti fortifichi e riparti determinato, riparti da persona nuova. Oggi è o non è il primo giorno della tua vita, se lo calcoli da oggi fino alla fine dei tuoi giorni? La bella storia dell’infanzia di Guido e del suo approccio volontario al golf è commovente nella sua semplicità. Il trattorino rosso come una Ferrari, le palle che spiovono sotto la finestra di Guido, le informazioni carpite dai maestri e allenate di nascosto evocano un passato lontano, un mondo in cui per farsi strada nella vita occorreva esporsi in prima persona. E per essere felici bastava poco. 121 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Ce lo vedi oggi un bambino di 10 anni che non vede l’ora di salire sul trattore raccattapalle? E poi c’è la storia degli hook e della telefonata al suo maestro. Maestri di golf, prestate attenzione! Sempre incoraggiare, sempre dire “Nessun problema, ce la fai anche con gli hook” Date fiducia ai vostri allievi, togliete loro la negatività. Nell’80% dei casi hanno un problema mentale. E’ del tutto inutile commentare ciò che Guido ha scritto. Leggilo attentamente perché il tuo gioco ne può trarre grande beneficio. Riassunto consigli di Guido: Diventa impermeabile alle frustrazioni Non pensare a niente quando fai lo swing in campo Fatti un film mentale di tutti i tuoi migliori colpi dopo una gara e proponiti fermamente, nella prossima gara, di riprodurli e superarli Cerca di migliorarti sempre, in ogni circostanza Per evitare 3 putt conta i passi fra la palla e la buca e regola di conseguenza l’apertura delle spalle ============ 122 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Lorenzo Bosisio La casa dei miei genitori aveva il muro di cinta condiviso col Golf Club Varese e da lì a cominciare a giocare è stato tutt’uno. A 17 anni avrei voluto cominciare la carriera di professionista ma mio padre me lo proibì, la mia vita prese un’altra strada e per quasi 10 anni non toccai bastone. Nel 1991 la voglia di riprovarci, ormai autosufficiente, mi portò al golf Club le Querce dove fui promosso al primo colpo. Non mi sono mai reputato padrone di qualità sovrannaturali, forse la tenacia nel realizzare un sogno e l’aver giocato e insegnato altri sport mi ha permesso di arrivare dove sono. Certamente da sempre mi sono accorto che per me, insegnare era importante. La fortuna è stata una grande protagonista in questa storia, trovarmi nel posto giusto al momento giusto è stato determinante. Il luogo era Barlassina, nel momento in cui stava lavorando, quello che allora era considerato il numero 1 dell’insegnamento mondiale, Chuck Cook. 123 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Dopo 6 giorni passati al suo fianco a tradurre i suoi consigli ai suoi allievi e ad aiutarlo come potevo mi chiese se avessi voluto imparare seriamente ad insegnare. Logicamente accettai e dopo poco tempo mi ritrovai in Texas e tra i migliori maestri e giocatori dell’ultimo ventennio. Un’esperienza che ancor oggi, nel ricordarla mi commuove. Da quel momento tutta la mia vita prese una piega differente come il modo di insegnare il gioco del golf. Segreti? Non credo di averne, certo la dedizione e la professionalità hanno fatto sì che potessi stare alla stessa “mensa” di chi oggi è considerato tra i migliori nel golf. Quando devo fare un colpo da golf l’unica cosa a cui penso è la routine, poi a divertirmi. Non sono mai stato un Grande giocatore, quindi non pretendo molto dal mio swing, quello che mi impongo invece è imparare sempre tecniche nuove e differenti per insegnare al più largo gruppo di persone possibili. Per questo da anni insegno ai disabili, non vedenti, malati spinali, amputati e collaboro il più possibile con chi è al loro fianco quotidianamente, dottori, specialisti, psicologi, allenatori. Nelle parole magiche non credo, credo altresì che i fondamentali siano importanti, grip e colpire la palla. Ho avuto grosse soddisfazioni dall’insegnamento, ho portato NC a prendere l’Hcp, giocatori di hcp 15 scendere a 9, poi a 0… Quello che cerco è far amare questo sport meraviglioso e credo che in 124 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am 25 anni di attività qui, in Spagna ed in America ci sia ancora qualcuno che sorride ricordando un mio consiglio. La mia vita non è stata facilissima: un padre padrone e la consapevolezza precoce di dovercela fare da solo. Ma la stessa vita mi ha dato soddisfazioni impensabili: due figli, una moglie comprensiva di tutte le mie stranezze, e una “testa” capace sempre di vedere oltre ai muri che si ergevano sulla mia strada. Dello sbagliare ne ho fatto un vessillo, ma se riesci a capire dagli errori, puoi superare qualsiasi ostacolo. Qualche anno fa, ho abbandonato Milano e sono andato a vivere a Minorca, un piccolo golf e poco lavoro, ma tanto tempo per pensare. Una rinascita emotiva e psicologica. Un ritorno 2 anni fa e una vita da ricostruire, una scommessa vinta visto che ho ripreso meglio di prima, con nuovi valori e nuove priorità. Un consiglio a chi vuole migliorare senza pratica? Giocare, giocare, giocare e sperare . . . Per allungarsi? Mettere un grip più forte, ruotare più flat, caricare meglio i polsi, usare meglio i fianchi e la spalla destra, praticare molto il punch shot, un colpo che dà miglior contatto con la palla. Cosa? Non avete idea di cosa sia il punch shot? Punch Shot è un colpo che fa tenere la palla molto bassa, quasi un controvento, ma aiuta ad avere un contatto con la palla migliore e cosi facendo permette di aggiungere qualche metro. Per non fare troppi putt? Tagliare lo shaft del putter, il 99% dei dilettanti ha un putter troppo lungo, migliorare la posizione sulla 125 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am palla con gomiti più attaccati al corpo, usare un grip corretto, fare alcuni esercizi che mi ha insegnato Tom Kite. Eccone uno, potentissimo: posizionare 4 palline ai 4 punti cardinali della buca a una distanza di 1 metro e 20 e altre 4 a una distanza superiore di altri 40 cm. L'esercizio si intende concluso quando si imbucano tutte le 8 palline una dopo l'altra. Se x esempio si imbucano le prime sei e si sbaglia la settima si dovrà ricominciare da capo. La prima volta che l'ho fatto dopo 2 ore ero ancora lì, ahahahahahah! Di aneddoti ne ho da vendere, primo tra tutti continuare migliorando la collaborazione con Chuck Cook, ormai un padre per me. Riuscire a realizzare alcuni suoi progetti per l’Italia, creare un gruppo di ragazzini e portarli ad un buon livello, allargare la base dei golfisti con lezioni low cost, fare l’esame TPI e il primo livello del “The Golfing Machine” oggi sono solo 7 i maestri accreditati per insegnarlo nel mondo, scrivere un libro su cosa e come insegnare ai disabili, farmi capire dai miei colleghi, riuscire a togliere le barriere architettoniche nei golf. Due parole su quest’ultimo argomento, per chi non ha esperienza con i diversamente abili: le barriere architettoniche nei golf non differiscono molto da quelle delle città, gradini, bagni adatti e spazi diversi per le carrozzine, ma il tutto va coniugato con il percorso. Bunkers che permettano di entrare ed uscire a persone diversamente abili, tee di partenza predisposti per non vedenti ecc. 126 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Di aneddoti ne ho tantissimi, dal primo incontro con Payne Stewart, a casa di Tom Kite nella sala dei suoi trofei, le serate passate con Chuck e Leadbetter parlando di golf, una lezione di putt a Tom Kite, un toro long horn da 600 Kg nel campo pratica del Barton Kreek Lake Side, le gare “Texas King” con tutti i maestri e giocatori amici di Chuck , le mie prime buche giocate con Kite, più ne dico e più ne ricordo. Ne ho uno davvero troppo carino, ve lo devo raccontare: Sette di mattina, campo pratica del Barton Creek, una mattina come tante altre, quando sentiamo dei rumori dietro la siepe che costeggia la staccionata a sinistra del campo pratica. Di colpo un muggito molto forte e molto vicino. Due corna che spuntano dondolando nell'aria a farsi spazio tra i rovi, un muso rosso, due occhi vispi, curiosi. Il nostro vicino che pascolava tranquillo aveva sentito le nostre voci e incuriosito si era fatto largo tra i rovi e noi cominciavamo a pensare se una staccionata leggera avrebbe tenuto lontano quei seicento chili di muscoli dietro a due corna larghe più di 2 metri. A Chuck venne in mente che dentro la sacca aveva il suo pranzo di metà mattina, due mele rosse, grosse e polpose. Le prese e le diede al toro che allegro per la bella sorpresa di uno spuntino diverso indietreggiò e se ne andò. La mattina dopo alle sette del mattino avevamo un osservatore attento dietro la staccionata, che aspettava come la mattina precedente, le sue due mele. Da quel giorno per diverse settimane Chuck dovette portarsi 4 mele in sacca, due per lui e due per quel toro che 127 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am intelligentemente aveva capito che la differenza tra un bello swing e uno pessimo passava per due frutti rossi, maturi e succosi. Lorenzo Bosisio Lorenzo Bosisio nasce a Varese il 1 settembre 1961 ed è professionista dal 1991 con la qualifica di Maestro presso il centro tecnico federale di Nepi. Nel 1992 conosce il maestro americano Chuck Cook e lo stesso anno viene invitato a seguire un corso di formazione sull’suo metodo di insegnamento presso la Chuck Cook teaching school a Barton Creek Lake Side in Texas. Qui nasce una amicizia e una collaborazione che lo porterà a diventare il direttore delle scuole di Chuck Cook in Italia e a seguire in Maestro In Europa e in America alla “corte” dei più importanti maestri nell’ambito del golf, tra i quali, David Leadbetter, Bill Strausbaugh, Dave pelz, Jim Mc lean, Gary Wiren, e il Dr. Richard Coop. Negli anni Partecipa a numerose conferenze mondiali sulla tecnica del golf e diversi corsi della PGA americana. Grazie all’amicizia con Chuck Cook conosce e gioca insieme a Tom Kite, Payne Stewart, Omar Oresti. Nei mesi precedenti alla sua vittoria al British Amateur Champion ha il piacere di insegnare a Silvia Cavalleri che poi vincerà nello stesso anno lo U.S. Amateur Champion sotto la guida di Chuck Cook. Ha collaborato con diversi professionisti della squadra nazionale come Gianluca Baruffaldi e Marcello Santi. 128 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Con la Federazione Golf Disabili collabora per l’insegnamento a ragazzi diversamente abili e collabora con il Centro Protesi di Budrio (BO) Ha insegnato presso diversi circoli del Nord Italia e attualmente insegna come free lance a Milano. Lorenzo parla di fortuna, dice di essere arrivato a realizzare il sogno per essersi trovato al posto giusto al momento giusto. Niente di più falso a mio avviso. Lorenzo ha costruito la sua fortuna con le sue mani ed ha attratto il suo sogno con i suoi pensieri. E’ stato forse spronato e incoraggiato dalla famiglia? No. Ha fatto tutto da solo. Il pensiero incessante di voler emergere nel golf, il suo impegno costante, il suo accettare gli errori e cercare di superarli ha fatto sì che conoscesse Chuck Cook divenuto poi il suo mentore e insegnante. Al posto giusto e al momento giusto forse Lorenzo c’è sempre stato. Di sicuro c’è adesso insegnando anche ai diversamente abili e desiderando per loro una vita migliore. Riassunto consigli di Lorenzo Bosisio: Taglia lo shaft del putter e patta con i gomiti attaccati al corpo Fai l’esercizio di mettere 4 palline a 1m. e20 dalla buca ai quattro punti cardinali, e di metterne altre 4 a 1m. e60. Imbucale tutte e 8, altrimenti ricomincia fino a che non ci riesci. Impara dai grandi del golf, scegli un insegnante eccellente Quando devi fare il colpo pensa alla routine e a divertirti. 129 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Porta due mele con te nel caso tu incontrassi un toro affamato alla buca 15!!! =========== Luca Beneduce Vivo e lavoro a Peschiera Borromeo di fronte all’idroscalo di Milano, precisamente nel Campo Pratica Orsini fondato da mio nonno Antonio Orsini negli anni 70’. Vivo qui insieme alla mia famiglia ed il mio gemello Marco, siamo cresciuti in mezzo al golf e ci siamo avvicinati al golf fin da bambini tirando i primi colpi a 4 anni. Insieme abbiamo fatto tutto il percorso golfistico passando dalle gare giovanili, trofei, gare regionali, nazionali, internazionali, europei fino a diventare professionisti nel 2008. Dal 2003 al 2007 abbiamo fatto parte della squadra nazionale di golf partecipando a numerosi tornei come sopra elencati. Nel 2008 abbiamo frequentato la scuola nazionale professionisti ed ora siamo assistenti di classe A, da giocatore professionista ho 130 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am categoria dell’alps tour e partecipo ogni tanto a qualche torneo del challenge tour. Credo che non esita un segreto per giocare bene a golf bisogna allenarsi tanto senza tralasciare la qualità, oggi e’ sempre più importante la preparazione atletica e mentale per affrontare i tornei e le difficoltà di questo bellissimo gioco. La mia preparazione di un colpo si divide in tre fasi: Analisi (esempio in che posizione si trova pallina, distanza da percorre, scelta del colpo e del bastone da utilizzare vento ecc) Visualizzazione (cerco di immaginare il volo e la traiettoria del colpo che intendo fare) Esecuzione (address e tiro) Consiglio a tutti i giocatori anche amateur di crearsi una preparazione (routine) e di effettuarla prima di ogni colpo. Tra un colpo e l’altro cerco di mantenere la concentrazione sempre sul lato positivo della situazione e cerco nel caso di un colpo errato di continuare a fare sempre la stessa cosa. La mente guida sempre il corpo, quindi penso che i brutti colpi avvengo quando il pensiero di preparazione al colpo è negativo. Alcuni giocatori amateur, cadono nell’errore di portare la pratica del campo pratica anche sul percorso, questo li porta a concentrarsi solo sul movimento tecnico ed a dimenticarsi completamente dell’ obiettivo principale del golf che è quello di fare meno colpi possibili e non quello di fare più bei colpi possibili. 131 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Le difficoltà si presentano a qualsiasi livello , questo è un gioco molto tecnico e difficile ma allo stesso tempo molto divertente. Quello che tutti i giocatori devono comprendere è che la strada è lunga non si finisce mai di imparare in questo gioco, ogni esperienza positiva e negativa fa crescere il nostro livello di conoscenza e di abilità. Ci vuole molta pazienza , tenacia e soprattutto la voglia di mettersi in gioco ed in competizione non solo contro gli altri ma contro te stesso. Quando il pensiero diventa troppo tecnico è difficile riprodurre un gesto corretto, quello che cerco sempre di fare con i miei allievi è di spiegargli tecnicamente come devono muoversi e di conseguenza dargli un’ immagine oppure un feeling per riprodurre quel gesto tecnico. Il golf è da sempre la mia passione ho sempre sognato e continuerò a sognare di poter un giorno giocare nel tour maggiore e confrontarmi con i giocatori più forti del mondo. Negli anni ho fatto del golf anche il mio lavoro con l’insegnamento mi piace molto trasmettere le mie conoscenze e le mie esperienze ai miei allievi, soprattutto se sono giovani ed allora il lavoro diventa anche divertente e piacevole. Negli ultimi mesi ho partecipato ad un corso per diventare ClubMaker, ho allestito un laboratorio qui al campo pratica Orsini e con il mio gemello ripariamo, facciamo fitting e bastoni su misura. 132 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Per migliorare il golf consiglio agli amateur di fare delle pratiche mirate e suddivise in sessioni di pratica: mezz’ora di putting ( stella da 1,5 m e putt da 10 m) mezz’ora di gioco corto (25,50,70 m) mezz’ora di bunkers (uscite corte, lunghe) un’ora di gioco lungo suddivisa in ferri medi e legni Per migliorare il risultato in campo a volte basta un minimo di strategia in più, senza cercare troppi colpi spettacolari ma nel ricercare un colpo più concreto semplice efficace ed alla proprio portata. Per migliorare la distanza consiglio di controllare il corretto funzionamento del sistema delle leve, di fare degli esercizi di potenziamento fisico e di allungamento , e valutare l’idea di fare un fitting per poter controllare se la propria attrezzatura è adatta al proprio swing. Per migliorare la fiducia in se stessi non è semplice, credo che la pratica ed il lavoro danno molta più consapevolezza e convinzione nell’ affrontare le difficoltà. La fiducia aumenta pian piano con il risultato. I progetti per il futuro sono andare più in alto possibile come giocatore, per poter partecipare a tornei tanto sognati. Luca è maestro e giocatore di tour allo stesso tempo. Ama entrambi i lavori ma giocare sul tour ed elevare il suo livello è il suo sogno. E’ giovane, ce la farà! 133 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Luca, come tanti ragazzi giovani, dopo il traguardo del professionismo, non si accontenta, anzi, trova nuove mete da raggiungere, ha tanta voglia di emergere da una vita di abitudini per viverne una entusiasmante, con standard più alti, cerca sempre il meglio per sé e per gli altri. Luca è maestro, gioca sul tour e fa bastoni su misura con un laboratorio proprio… Nell’attesa di sfondare in categorie superiori e vincere tanti soldini giocando a golf. Hai tutto il mio appoggio e la mia approvazione Luca! Cosa puoi imparare da tutto questo? A non accontentarti mai. A cercare il continuo e costante miglioramento in tutte le aree della vita. Vivere felici è crescere un pochino ogni giorno, è la scoperta, la crescita e il progresso che dà senso alla vita. Quindi datti nuove mete, nuovi obiettivi e usa il tuo potere creativo per interrompere abitudini noiose. Ogni lavoro uguale a se stesso ogni giorno viene a noia, anche il teoricamente più gratificante. Ogni rapporto stanco e abitudinario porta decrescita e rassegnazione. Ogni situazione stagnante sia economica che emozionale che di relazione o di condizione fisica porta malessere alla lunga. Malessere inteso come vita trascinata, vita “sopravvissuta”. Per quanto riguarda il golf, stai passando anche tu un momento di stanchezza e trascinamento? Specie se giochi da diversi anni è difficile vedere grossi miglioramenti anzi diciamo pure che è facile peggiorare. Quindi cerca il miglioramento anche nel golf. Ri-motivati. Parti per una giornata di golf dicendoti: oggi voglio giocare bene e divertirmi. 134 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Poi rilassati e tieniti pronto ad essere positivo, a divertirti, ad essere felice. E’ molto probabile che tu ci riesca. Riassunto consigli di Luca Beneduce: Formula sempre pensieri positivi prima di ogni colpo Inventati una preparazione al colpo (routine) sempre uguale Chiedi al maestro di farti “sentire” il movimento, e “vederlo” con un’immagine, oltre a descriverlo con le parole Niente pensieri tecnici e meno che mai pensieri negativi prima del colpo Pratica, diventa consapevole, ottieni qualche risultato e otterrai fiducia Fai un “club fitting” per avere un’attrezzatura adatta al tuo swing ========= 135 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Luca Ravinetto Ho sempre giocato a golf ma mi e’ sempre piaciuto troppo per farlo diventare un numero su uno score, per me la cosa più importante è “il colpo dopo”, mi sono sempre divertito ad esplorare swing differenti ed a fare colpi strani, ciò mi permette di avere una conoscenza enorme della tecnica, ma non mi ha mai permesso di solidificarne una in maniera seria. Questo e’ il tipico atteggiamento che porta ad essere dei maestri esperti e non dei giocatori, infatti è quello che faccio da ormai 13 anni. Se ad oggi devo guardare a cosa mi ha aiutato sempre nel golf sono certo di affermare: forza fisica, strategia, ed il non mollare mai! Come ho già detto con la tecnica mi sono più divertito che appassionato, dopo un po’ che provavo un movimento avevo voglia di provarne un altro. Quando faccio un colpo penso al punto di atterraggio, al volo che la palla deve fare, ed a come devo colpirla, più penso al movimento, più vado lontano dall’ obiettivo. Con i miei allievi non ho parole magiche, ma cerco sempre di insegnare loro a scegliere quello che vogliono fare, il golf può 136 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am essere un gioco ma anche un sport, se non vuoi tirare lungo puoi anche fare a meno di tutta quella tecnica. Vedo tanta gente confusa che chiacchiera tanto e non sa fare niente, allora capisco che vogliono solo chiacchierare, in questi casi non serve il campo pratica, conviene portarli al ristorante davanti ad una bella birra e fare un po’ di conversazione. Il maestro non dà cure, quelli sono i santoni, il maestro vero ti insegna ad allenarti per insegnare al fisico come fare lo swing migliore, e’ allenamento fisico, memoria muscolare, non è poesia, è scienza. Per i principianti ci vuole solo allenamento fisico, poi serve anche quello mentale, ma per quanto un asino possa essere concentrato il cavallo andrà sempre più veloce. In tutti questi anni ho imparato a “non parlare con gli stupidi, ti abbassi al loro livello e ti battono per esperienza”. Vita personale...tutto alla grande! Le donne? Ho sempre preferito quelle degli altri. Soldi? Non ho ancora capito bene cosa farne. Fisico? Prima lo distruggo e poi lo curo Spirituale? “la contraddizione costituisce il fondo mobile e imprevedibile dell'animo”(questa però è di Moravia), mi annoiano tutte quelle cose che non mi persuadono, ho uno spirito bulimico, un solo Dio, un solo amore, che noia…. Non ho mai gufato un avversario in vita mia se non al colpo finale in cui doveva sbagliare per farmi vincere, ho sempre voluto che ne 137 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am facesse uno bello per fargli vedere che ne sapevo fare uno migliore, giocare con le schiappe non mi e’ mai piaciuto. Se uno non vuol fare del campo pratica gli consiglio tanto stretching, anche un po’ di chiesa non penso gli faccia male! Per tirare lungo la risposta è solo una, tecnica! La tecnica con tutta la sua biomeccanica serve per fare molta distanza senza stressare il corpo, si possono vedere migliaia di giocatori tirare corto e dritto anche senza tecnica, ma lungo e dritto ne vedrete ben pochi. Essere un buon pattatore è più una questione di ispirazione, la tecnica è molto semplice ed elementare, per impararla non ci vuole molto, ma quando sei vicino alla buca e devi imbucare un putt importante ti serve l’ ispirazione necessaria, devi veder rotolare la palla dentro la buca prima di cominciare a muovere il putter. Il futuro? Come sul percorso gioco colpo per colpo, il futuro immediato è quello che mi interessa, inutile stare a fare tanti discorsi sul risultato finale, per quanto riguarda il mio lavoro ho capito che il numero di golfisti è in calo mentre sta crescendo quello dei consumatori, pertanto mi allineo di conseguenza ed aspetto come fa l’ indiano sulla riva del fiume. Per quanto riguarda il resto….. preferisco un buon libro che uscire con gente noiosa, amo l’ educazione, il galateo, chi ha una vita da raccontare, chi fa cose belle ogni giorno, chi si ricorda le date 138 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am importanti, chi sopporta il caldo senza togliersi la maglietta dai pantaloni, chi sorride, chi gioca con i bambini, chi si ricorda sempre che non gli e’ dovuto niente. Luca Ravinetto Lavoro presso il Golf Club Fontevivo a San Miniato. Ho cominciato a giocare a golf mentre imparavo a camminare al Golf Club Tirrenia, ma le prime gare le ho fatte in quello che e’ sempre stato il mio circolo, il Golf Club Montecatini. Vivo a San Miniato e da diverso tempo mi occupo anche della gestione del Club in ogni suo aspetto, dal sito internet, al customer care alla gestione del calendario gare. Il mio sito: http://www.golfway.biz/ Luca è un comico nato. Prende la vita come esperimento, divertimento, leggerezza, sorriso. Ascolta le persone, le osserva bene e poi dà loro quello che vogliono, sia che si tratti di golf o di chiacchiere da bar. Ci strapperà tante risate quando pubblicherà il suo libro comico sui golfisti “toccati”! (toccati è sinonimo di suonati!) La cosa più importante da sottolineare di quello che Luca scrive è l’atteggiamento del maestro nei confronti degli allievi confusi, che sono la stragrande maggioranza. Ebbene sì è proprio così e vediamo se tu che stai leggendo ti riconosci in quello che sto per scrivere. Sei giustificato solo se sei un principiante, nel qual caso quando ti rivolgi al maestro sai solo che vuoi imparare a colpire la palla ed hai le idee chiare. 139 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Ma se giochi da più di un anno e vai dal maestro solo perché “giochi male” (cioè fai rattoni, slices, hook, shank, e chi più ne ha più ne metta) è chiaro che non hai alcuna idea chiara su cosa imparare, cosa vuoi dal maestro, quale sensazione vuoi fare tua. Vuoi solo che il maestro ti illumini e ti risolva il problema, capisca da solo di cosa hai bisogno e te lo dia all’istante. Vero? Per poi dargli la colpa quando non prendi un colpo in campo. Se il maestro ti fa lavorare solo sul grip ti arrabbi perché non sei più un principiante e quelle piccole cose pensi di averle acquisite. Ma per chi ti ha preso? Ecco che l’umiltà se ne va, il tuo andare dal maestro corrisponde all’incontro con un santone che con un colpo di bacchetta ti fa giocare da Dio… Attenzione perché esistono anche i maestri che capiscono al volo di cosa ha bisogno qualunque persona gli si pari davanti, l’esperienza e la costante attenzione affinano la loro percezione dei bisogni altrui. Ma non tutti i maestri sono così, perciò bisogna imparare a chiedere. Luca nella sua carriera di insegnante ha visto golfisti di tutti i colori e ha affinato la sua capacità di capire cosa vuole ciascuno della variegata tipologia di allievi. Ci sono persone che cercano solo un po’ di compagnia e condivisione dei loro problemi! Riprenderò questo argomento nei “passi” finali in fondo all’ebook. Riassunto consigli di Luca Ravinetto 140 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Visualizza nella mente il rotolo della palla in buca prima di pattare Riconosci te stesso: sei un golfista o un “consumatore di golf”? Quando fai un colpo pensa al volo della palla e al punto di atterraggio Fai stretching Non fissarti sulla tecnica: se ti accontenti di tirare dritto ma corto non ne hai bisogno. =========== Markus Dickey Ho iniziato a giocare a golf a 10 anni dato che mio padre giocava, e io volevo essere come lui. Ero un tipico atleta americano, quello che “sa fare tutto”: giocavo a calcio, pallacanestro e baseball, poi il golf è diventata la mia prima passione. Cercavo di giocare il più spesso possibile, mi è capitato di fare anche 54 buche in un giorno e non m’importava con chi giocassi, mi andava bene anche giocare da solo. Semplicemente, un amore totale per il golf. 141 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Mio padre era un militare, io vivevo nello Utah e ho iniziato a giocare a golf proprio nella base militare. Poi ci siamo trasferiti in Texas, in Germania, in Inghilterra e a Vicenza, in Italia. Durante la nostra permanenza a Vicenza (1985-87) ho giocato a Verona, Padova, Aviano (alla base) e qualche volta a Venezia. Il mio handicap era intorno a 4. Nel 1987 sono tornato negli USA per iniziare l’università. Ho giocato e praticato molto in quel periodo e il mio handicap è sceso a 2. Nel 1990, dopo aver frequentato tre diverse università, non potevo più giocare in prima Divisione e ho deciso di diventare professionista e così è stato. Adesso sono un membro “Classe A” del British PGA e socio effettivo del PGAI. Fino al 2000 ho giocato moltissime gare e avuto belle esperienze anche se non ho avuto risultati abbastanza buoni per mantenermi come giocatore. Ho giocato gli European Team championship 5 volte, 2 gare sul Challenge tour, una gara sul’Hogan tour, British Open Qualifying, la Hippo Tour, la European Player Development Tour, European Tour Qualifying, molte pro-am e gare regionali di professionismo. Ho avuto molti brutti risultati lungo la strada, ma anche qualcuno buono. E, la cosa più importante, è che ho conosciuto persone meravigliose e ho vissuto momenti indimenticabili. Non cambierei niente. Nel 2002, con moglie e due bambini, ho deciso di tornare negli USA per completare i miei studi universitari e prendere un master in contabilità, che ho terminato nel 2004. Poi sono tornato a Roma per 142 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am stare con mia moglie e poi sono stato assunto come direttore al Pevero qui in Sardegna. Ho trascorso 5 anni meravigliosi, fatto grandi amici e ho imparato ad apprezzare il Pevero con i suoi 8 venti diversi! Il Pevero è in assoluto il mio campo da golf preferito e lo raccomando caldamente a chi non lo ha mai visitato. Se tu, lettore di questo ebook, vieni al Pevero, gioca con Pietrino Pirina! Perderai i tuoi soldi ma sarà un’esperienza fantastica. Per quanto il golf mi appassioni ancora, non faccio più gare. Prima di tutto mi riesce difficile giocare sotto 80 (problemi perenni sul gioco corto… accetto consigli!) Qualche volta, quando sono ispirato, riesco a giocare il par del campo, ma sotto il par è raro… La mia grande passione, adesso, è la mia famiglia. Ho due ragazzi fantastici e una moglie paziente e comprensiva. Sono molto contento, eccitato e motivato dai miei due progetti in Sicilia. Le proprietà sono eccellenti, ma più che altro le persone con cui lavoro sono straordinarie. Il mio cuore sarà sempre in Sardegna, ma la Sicilia è spettacolare! Se dovessi descrivere me stesso direi che sono una delle persone più fortunate che possiate mai incontrare. Nella vita ho avuto soddisfazioni dal golf e da tutto quello che ne è derivato. Mi piace stare intorno ai golfisti e ai campi da golf. Non penso mai di cambiare tipo di lavoro e spero di lavorare per altri 50 anni. Spero che molte altre persone inizino a giocare a golf in Italia e che si costruiscano molti altri campi da golf. Mi piacerebbe che il golf 143 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am in Italia diventasse molto meno esclusivo. Ho rispetto delle scelte della Federazione, specialmente quella della Tessera Libera, ma penso che bisogna andare oltre. Regioni come Sardegna e Sicilia dovrebbero diventare prime destinazioni per i turisti del golf. In tutta Italia i campi da golf dovrebbero essere meta di tutta la popolazione locale, soprattutto dei giovani, con degli incentivi per portare le persone ad avvicinarsi al golf. Tutte le persone, nessuna esclusa. Markus ha spostato il suo interesse dal gioco al lavoro, si può dire che stia lavorando nel ramo del golf (che adora) e quindi che lavori divertendosi! C’è forse qualcosa di più bello e gratificante che sognare e poi realizzare il sogno? C’è qualcosa di più bello che trasformare la propria passione in un lavoro redditizio? Markus sogna l’espansione del golf in Italia. La nostra bella Sicilia dal clima mite è un luogo perfetto per i due nuovi campi da golf che Markus sta contribuendo a costruire e che diventeranno meta turistica al più presto portando ricchezza e lavoro ai siciliani. Markus vorrebbe promuovere un golf per tutti, ma in Italia manca questa volontà. Voglio riportare un parere di Massimo Cuzzolin, un “golf tour operator”, riguardo ai campi pubblici, sono sicura che ti interesserà. 144 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am “Sono certo che la strada per sviluppare il golf da noi debba essere la costruzione di campi pubblici. Sì lo so, la parola "pubblico" in Italia fa venire i brividi ma pensa a quante aree stupende ci sono in Italia in stato di semi abbandono che, per esempio, potrebbero essere prese in concessione. Recentemente mi hanno chiesto un parere riguardo ad una proprietà comunale di circa 30h con un casale diroccato e fatiscente all'interno... se lo avessi visto ti assicuro ci avresti immaginato un campo da golf. Con un il business plan abbiamo dimostrato la fattibilità ed il ritorno dell'operazione considerato che sarebbe stata una zona con pista ciclabile (al St.Andrews alla 18 devi far passare la gente che va al mare..), laghetti balneabili, energeticamente indipendente ed ecologicamente all'avanguardia. "Bel progetto ma c'è così poca gente che gioca a golf..." Questa è stata la risposta. E’ vero che il golf non è un gioco per tutti, ma può esserlo sicuramente per tanti. Non a caso nel mondo oramai ci sono più di 100 milioni di golfisti ed il giro di affari si misura in centinaia di milioni di euro. (Un dato curioso: Olanda 16 milioni di abitanti 340.00 golfisti ed il clima è quello che è, Italia 60 milioni di abitanti e ... golfisti). Sono appena tornato dall'ultimo US Open che come sai coincideva con la festa del papà negli Stati Uniti (commovente l'abbraccio fra Rory e Gerry), tu non ti immagini quanti padri erano accompagnati 145 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am dai figli o viceversa, facendo il tifo per i loro beniamini ..... No! non riescono a convincermi che è solo un gioco per snob!” Massimo Cuzzolin E’ probabile che queste parole di Massimo scuotano la tua indifferenza verso il modo di considerare il golf in Italia: uno sport da ricchi e perditempo. Markus mi scuserà se ho inserito questo commento di Massimo sui campi pubblici, ma l’argomento era più che pertinente! L’entusiasmo pervade tutto lo scritto di Markus, la gratitudine per tutto ciò che è riuscito ad essere, fare, avere, realizzare è palpabile in ogni frase. Non è stata la fortuna a trovare te Markus, sei tu che l’hai attirata proprio come Lorenzo Bosisio, Gianni Davico, Andrea Zanardelli e di fatto tutti i coautori di questo ebook, me compresa. Mi vedrai sicuramente a giocare nei tuoi bei campi siciliani, Markus! Riassunto consigli di Markus Dickey Gioca al Pevero sfidando Pietrino Pirina! Apprezza e sii grato della tua famiglia, ricerca una felicità familiare Dì a te stesso che sei una persona fortunata. Metti entusiasmo in tutto ciò che fai ================ 146 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Paolo Pustetto Sono un ragazzo di 38 anni e attualmente vivo fra Jesolo e Treviso. Lavorando da 5 anni al golf di Jesolo ho deciso di viverci vicino durante il periodo estivo mentre l'inverno preferisco la città. Sono professionista da 18 anni e devo dire che mi sembra ieri quando ho superato il primo esame di assistente! Tutto questo grazie ai miei genitori che mi hanno fatto conoscere il golf quando ero piccolo e ad il mio maestro Ugo, maestro del golf Villa Condulmer. Credo sia stato un amore a prima vista... Mi e' sempre piaciuto giocare e fin dalla terza media il mio obiettivo era quello di fare del golf la mia professione! In tutto questo Ugo e' stata la persona che mi ha insegnato ogni segreto di questo meraviglioso sport e quando e' mancato una piccola parte di me e' andata con lui!! Ho avuto la fortuna di far parte della squadra nazionale per alcuni anni e naturalmente questo mi ha portato ad essere un ragazzo " diverso " nel senso che dovevo condurre una vita diversa dai miei coetanei. Dovevo conciliare scuola e golf ma devo dire che anche in questo caso la mia famiglia mi ha aiutato molto. 147 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Una volta passato professionista ho avuto alcuni anni dove ho provato la strada del giocatore di torneo, ma molto probabilmente non ero abbastanza maturo golfisticamente per affrontare un così alto numero di gare. E perciò mi sono buttato a capofitto nell'insegnamento che amo e dove cerco di mettere ogni mia risorsa . Credo di essere sempre stata una persona piena di grinta e di voglia di emergere... Naturalmente ho avuto i miei momenti difficili in cui mi chiedevo: ma chi me l'ha fatto fare? Però poi ho sempre superato ogni ostacolo con sacrificio e con la disciplina mentale che solo il golf, a mio giudizio, ti può dare! E forse proprio grazie ai sacrifici fatti sono anche riuscito a togliermi qualche soddisfazione a livello agonistico. La gara che ricordo sempre con grande gioia e' il campionato della PGA ad Albarella nel ‘96 quando giunsi alla fine sesto ma dove mi trovai in testa dopo il terzo dei quattro giri; ricordo ancora come la notte prima dell'ultimo giro non riuscii a dormire. L'emozione del primo colpo alla 1... E l'ultimo putt per il birdie imbucato davanti a tante persone! Il mio segreto: beh non posso svelarlo del tutto ma posso solo dire che forse e' la voglia di diventare il numero 1, di non essere inferiore a nessuno, di ricercare ogni giorno parole nuove con cui trasmettere i miei pensieri agli allievi, leggere libri, 148 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am guardare dvd, cercare di entrare nella testa delle persone per capire più velocemente possibile cosa vogliono da me. Poi aggiungo che adoro trasmettere ai miei ragazzi tutta la grinta che ancora oggi reputo di avere! Sì, perché e' proprio con i ragazzi che adoro lavorare. Mi piace pensare che un giorno vedrò un mio allievo trionfare in una gara importante, ma sopratutto mi piacerebbe che diventassero tutti delle persone affermate anche se non necessariamente del golf. A loro cerco di far capire quanto il golf sia la fotocopia della vita... E che per riuscire bisogna fare fatica e a volte fare anche scelte impopolari agli occhi dei propri coetanei! Quando tiro un colpo cerco solo di pensare ad avere un buon ritmo e un buon equilibrio. Meno pensieri tecnici ho in testa meglio gioco, la tecnica la curo poi solo in campo pratica. In campo ricerco solo delle buone sensazioni e cerco di non farmi condizionare dagli eventi. La miglior cosa credo sia giocare colpo per colpo con la massima attenzione senza pensare a quello che sarà e a quello che e' stato! Quando una persona si trova in difficoltà cerco innanzitutto di capire le cause, poi faccio pulizia del suo cervello e successivamente provo a reinserire dei dati usando sempre parole semplici ed esempi visivi, se necessario mi faccio aiutare dai teaching aids (ossia degli strumenti che aiutano a sviluppare determinate aree dello swing). 149 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Al di fuori del golf come sono? Forse esattamente come lo sono nel mio sport. Cerco di trasmettere a mio figlio Leonardo di 9 anni i principi ed i valori che sono stati trasmessi a me. Sono metodico e precisino esattamente come lo sono quando gioco e quando insegno; e forse questo nei rapporti personali non mi ha mai dato una grande mano. Spesso dico che nel golf uno tira fuori esattamente il suo carattere... Io credo di aver fatto il contrario! Credo che nel golf fortuna e sfortuna non esistano: siamo noi e solo noi gli artefici di tutto. E poi penso anche se di fortuna si tratta... questa vada sempre alla fine da chi gioca meglio! E' naturale che se devo scontrarmi con un amico alla fine preferisco vincere io, ma “gufare” le persone affinché sbaglino non fa parte del mio DNA! A volte mi chiedono: maestro come faccio a diventare bravo senza allenarmi in campo pratica?.. Beh la risposta e' semplice: e' IMPOSSIBILE ! Il golf e' una disciplina che richiede tanto esercizio: bisogna capire, applicare, sentire e rendere lo swing il più ripetitivo possibile. Quindi l'unico modo e' prendere lezioni con un maestro ed applicare al campo pratica ciò che viene insegnato! (Se conoscessi altre strade per migliorare credo che a quest'ora sarei già multimilionario!) Così facendo si acquista la famosa fiducia. Ai ragazzi invece cerco di trasmettere il fatto di pensare di essere più forti di tutti, devono 150 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am convincersi di non essere inferiori a nessuno e che con un buon allenamento possono raggiungere traguardi importanti! Cosa vedo nel mio futuro? Per adesso vorrei rimanere qui a Jesolo. Sto bene, l'ambiente e' bello ed il lavoro non manca. E poi ho una bella squadretta di ragazzi che mi sta dando grandi soddisfazioni! Non nego che mi piacerebbe fare una bella esperienza all'estero... Ma per questo devo aspettare che mio figlio cresca ancora un po’. Gli stati uniti sarebbero il mio sogno!.. Un paese dove da 10 anni vado per conoscere e per imparare da chi di golf ne sa più di me. La cosa certa e' una... che ho avuto nella vita un grosso regalo: quello di poter fare un lavoro che alla fine e' la mia più grande passione, che mi da la possibilità di conoscere tante persone e di vedere tanti posti in giro per il mondo! Poter fare quello che ti piace credo non abbia prezzo. Quindi grazie mamma, grazie papà! Paolo Pustetto Golf Jesolo Della bella storia di Paolo mi piace parlare del suo senso di gratitudine. Paolo è infinitamente grato ai suoi genitori che lo hanno iniziato al golf e supportato nei momenti difficili della sua vita, come quando doveva conciliare allenamento di golf e studio, rinunciando allo svago. E’ grato al suo maestro Ugo. E’ grato del fatto di poter lavorare con la sua passione, il golf. E’ grato del fatto di girare il mondo, conoscere gente. E’ grato di poter trasmettere tutta la sua energia ai suoi allievi con lo scopo sincero di servirli al meglio. 151 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am La gratitudine è un mezzo per avere ciò che si vuole dalla vita perché ogni nuova cosa che ti arriva è un dono, ne sei grato, la apprezzi. Così te ne arriveranno sempre di più. Le persone felici sono quelle che si ritengono fortunate, ammettono di aver avuto tanto e sono grate. Più si è felici più si è grati e viceversa. Se ad oggi non sei felice è sicuro che non provi gratitudine. Dai per scontate le cose positive della tua vita e poni l’accento su ciò che ti manca. Con questi pensieri di mancanza attrarrai sempre la mancanza, mai l’abbondanza. I pensieri prendono forma. Se inizi a provare gratitudine per ciò che già sei, hai, provi, vivi ti cambia completamente la vita in meglio. All’inizio sarà una forzatura, dovrai elencare le cose che ti vanno bene e non sei abituato, ma con un piccolo sforzo vedrai ne troverai diverse: puoi essere grato della tua casa, della tua famiglia, del fatto che stai bene economicamente, di parti del tuo aspetto fisico che ti piacciono, di alcune abilità che possiedi, di giocare a golf! Impara da Paolo il senso di gratitudine, sarai facilitato nella realizzazione dei tuoi sogni. Riassunto consigli di Paolo Pustetto Chiedi al tuo maestro di ripulirti il cervello dalle tue vecchie convinzioni sullo swing Supera gli ostacoli con sacrificio e disciplina mentale, sia nel golf che nella vita 152 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Riserva i pensieri tecnici solo per il campo pratica Gioca con la massima attenzione colpo per colpo in campo senza pensare ai colpi passati né a quelli che verranno. Qui e ora, dunque. ========= Gli ingredienti dell’eccellenza dei pro Avrai notato che tutti gli scrittori di questo ebook hanno qualità, attitudini e atteggiamenti comuni che, come gli ingredienti di una torta, hanno fatto di loro “golfisti eccellenti”. Per fare la torta al cioccolato il pasticcere usa uova, burro, farina, latte, zucchero e cacao, in quantità precise e con la sequenza giusta. Se tu hai gli ingredienti ma li usi a casaccio senza pesarli il risultato sarà una torta al cioccolato ben diversa da quella che hai comprato in pasticceria. Eppure gli ingredienti sono gli stessi… Ora tu, golfista amatore forse non hai in te gli “ingredienti” dell’eccellenza dei pro e forse non ti interessa diventare “eccellente”, ma sono certa che ti interessa migliorare. Il miglioramento passerà dall’acquisizione di alcuni “ingredienti” scoperti nei pro. 153 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Quasi tutti i professionisti-scrittori hanno iniziato a giocare da bambini. Se ti manca questo ingrediente e hai iniziato a giocare a 50 anni è ovvio che non puoi farci niente, così come non puoi acquisire l’attitudine personale verso gli sport. Ci sono persone più o meno dotate e anche la natura non si può modificare, questi professionisti avevano tutti doti fisiche giuste per il golf. Ti parlerò di come migliorare la tua forma fisica e la tua elasticità muscolare seguendo i consigli dei pro. Ci sono alcuni ingredienti difficili (ma non impossibili) da acquisire su cui non mi soffermerò perché bisognerebbe parlarne a lungo e perché lo sforzo che ti richiedono non è robetta da poco. Ho parlato diffusamente di come acquisire questa qualità sia nel golf che nella vita nel mio ebook che trovi qui: http://www.golfissazione.com/diecipassi Il primo ingrediente è un’autostima alta e/o il credere fortemente in se stessi e nelle proprie possibilità, qualità comuni a tutti gli intervistati. Se tu non hai questa qualità che Antonio Burzio chiama “sana presunzione” per acquisirla devi faticare non poco e devi volerla con tutto te stesso. Altro ingrediente dell’eccellenza è quello di avere obiettivi chiari. Hai notato come quasi tutti avevano la visione chiara di voler insegnare o giocare sul tour e l’obiettivo passava dal diventare professionista. Per realizzare questo alto obiettivo serviva tenacia, disciplina, lavoro duro. Come “fare il militare” scrive Federica Dassù. 154 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Eviterò di parlarti di tutto questo, qualità troppo difficili da acquisire se ti mancano. Altri ingredienti più facilmente reperibili anche per te sono: un atteggiamento giocoso e di apertura all’apprendimento, la gratitudine, pensare positivo, saper visualizzare il volo di palla, diventare impermeabile alle frustrazioni. Li vedremo tutti nei “passi” del prossimo capitolo. Una cosa importantissima per migliorare è avere un “mentore”, un insegnante, qualcuno che ti infonda fiducia e sia un modello da seguire. Il tuo maestro può andare benissimo, ma va bene anche un amico, qualcuno che gioca meglio di te che stimoli il tuo progresso. Hai notato che molti pro hanno avuto insegnanti eccellenti come Leadbetter, Grappasonni, Chuck Cook e altri e come l’aiuto di questi “grandi” sia stato determinante per il loro avanzamento nel golf. Importantissimo per tutti questi pro è stato anche confrontarsi con altri professionisti e nomi celebri del golf Questo puoi farlo anche tu, in proporzione! Alzare i tuoi standard e spingerti oltre i tuoi limiti come hanno fatto i pro dipenderà da quello che tu vuoi dal tuo golf. Se vuoi davvero progredire ce la farai. Se ti accontenti di giocare un centinaio di colpi a giro come faccio io ti basta uno sforzo minimo. So che ti servirà tantissimo imparare a visualizzare il volo di palla come fanno i pro e ad attrarre le magie. Questi due sono ingredienti non troppo difficili da acquisire! Riassunto ingredienti dell’eccellenza nel golf: 155 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Non acquisibili: Iniziare a giocare da bambini Avere predisposizione naturale per lo sport Essere elastici e coordinati Acquisibili con tanto impegno: Avere obiettivi chiari Tenacia nel raggiungere gli obiettivi Credere in se stessi – avere un’alta autostima (“sana presunzione”) Controllare le proprie emozioni Allontanare dubbi, paure, incertezze Tranquillità familiare e serenità d’animo Pensare positivo Diventare impermeabile alle frustrazioni Essere disposti ad allenarsi tanto, impegnarsi, faticare. Alzare gli standard e spingersi al limite Considerarsi persone fortunate con forte senso di gratitudine Conoscere bene i propri limiti e i propri punti di forza Desiderare il bene per se stesso e per gli altri Acquisibili facilmente: Confrontarsi con golfisti che giocano meglio di te Visualizzare il volo di palla Trovare un modello da seguire Ottimizzare le lezioni di golf 156 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Migliorare la propria forma fisica Gratitudine Attirare le magie di golf ========= Migliora il tuo golf in 5 passi Passo numero 1: ottimizza le lezioni col maestro I maestri sono tutti diversi perché per quanto giochino tutti un golf eccellente quello che insegnano è filtrato dal loro carattere ed esperienza di vita e così dicasi degli allievi. Il maestro dovrebbe cercare di capire la psicologia della persona che ha davanti e dargli il giusto input per migliorare, l’input più semplice, immediato e adatto a lui. L’allievo dovrebbe sapere cosa chiedere al maestro. Se il maestro è distratto e l’allievo confuso la lezione è un flop. Per cominciare, è necessario prestare grande attenzione alle parole, la postura, l’enfasi e i gesti del tuo maestro. Quando è con te il maestro comunica. Se non capisci bene ciò che dice chiedi di usare altre parole, di farti vedere cosa intende e di farti sentire lo swing, lavorando sul tuo corpo. (usa le tre modalità sensoriali, è molto più efficace che usarne una sola) 157 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Poi, appena appreso, dedica tempo ad allenare la sensazione prima di prendere un’altra lezione. Meno lezioni e più conoscenza di sé e del proprio swing. Sempre più persone si rivolgono al maestro perché, purtroppo, imparare costa fatica e pochi sono disposti a farlo. Se i golfisti prestassero davvero attenzione e dedicassero davvero del tempo a riflettere sugli insegnamenti ricevuti e sulle cose viste insieme al proprio maestro durante l'ultima lezione, la media degli handicap scenderebbe di almeno 10 colpi. Andrea Zanardelli Non è così sbagliato provare diversi maestri fino a che non trovi quello che fa per te. Però prenditi la responsabilità di lavorare da solo sul tuo swing, seguendo gli insegnamenti del maestro. Il golf non si insegna, si impara. Il maestro, a mio avviso, dovrebbe essere una guida competente che sia in grado di correggere le sbavature dell'allievo ma lasciandogli la maggior parte del lavoro. Uno sbaglio anche credere che un maestro abbia le risposte a tutto, ci sono molte cose da imparare da ogni maestro, ma nessun maestro che sia in grado di insegnarti tutto sul golf. Antonio Burzio Se il tuo maestro si ripete e ti annoia digli che hai bisogno di rimotivarti e osserva quello che riesce a fare con te. Un bravo maestro è soprattutto un motivatore. Il mio primo maestro, Franco Rosi, lo ricordo soprattutto per come riusciva sempre a darmi fiducia, a farmi sentire che colpire la palla fosse 158 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am semplice ed io brava a farlo. Per questo un bravo maestro è un po’ psicologo, capace di cogliere le sfumature delle ansie altrui, capace di dare consigli e porre ostacoli da superare alla portata dell’allievo. Un grande tecnico, ma antipatico o non empatico non funzionerà mai altrettanto bene. Federica Dassù Chiedi al tuo maestro un pensiero giusto per te da utilizzare sempre per prendere la palla nel migliore dei modi in campo. Uno solo, tecnico. Giusto per te. Sperimentalo con lui. Quando prendo posizione sulla palla per tirare, cerco di sentire il momento giusto per iniziare lo swing. Devo sentire solo il livello apicale di attenzione e la reattività del corpo. Senza fretta. E’ come la cottura della pasta: se hai fretta, rischi di scolarla cruda, ma se ci pensi troppo la tiri via scotta. Guido Caneo Se hai fatto tutto quello che il maestro ti dice ma non migliori, e soprattutto non trovi nuove motivazioni e stimoli, trovatene un altro! Avere un maestro all’altezza ti fa sentire molto più sicuro di te , di quello che fai e che pensi in campo durante ogni swing. Questo è importantissimo! Poi c’è anche da considerare la capacità o meno del maestro di passare il giusto messaggio all’allievo. Se non si comunica, e soprattutto nel modo giusto, non c’è speranza. Bisogna comunicare all’allievo la giusta sensazione che si prova nel fare un colpo nel modo corretto. E l’unico modo è farlo con il corpo in modo compatto e sincronizzato. E in questo mi sento 159 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am particolarmente portato, anche perché comunico molto con il giocatore e partecipo delle sue sensazioni e allo stesso modo lo faccio partecipe delle mie. Filippo Falzoni A fine lezione nota se ti senti stanco e se senti tensione nelle braccia e nelle gambe. Se sì, fallo presente al tuo maestro. Vuol dire che hai usato meno il corpo e più le braccia. Chiedi al maestro come arrivare rilassato alla lezione con lui. Come maestro, mi piace indurre il relax nei miei allievi, facendogli osservare che si trovano in un bellissimo posto e quanto sono fortunati a praticare questo sport. Cerco di far loro trovare un po’ di calma interiore, poi li faccio concentrare solo su un aspetto tecnico per volta, devono fare attenzione unicamente ad esso per le prime 2 – 3 sessioni di pratica. Insisto sulla rotazione completa del corpo verso destra nel backswing e verso sinistra nel downswing: prima a velocità ridottissima poi al massimo, poi all’80% della propria velocità massima. Alla fine della pratica l’allievo non deve essere troppo stanco, dato che lo invito ad usare più la coordinazione del corpo e meno il repentino lancio delle braccia e del bastone per cercare di colpire più forte la pallina. Giacomo Dovetta Se sei a un livello medio alto e desideri proseguire per abbassare ulteriormente l’handicap cerca un maestro certificato TPI. la Titlest, con il programma TPI sta ottenendo moltissimi miglioramenti in breve tempo solo eseguendo delle schede di 160 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am valutazione dei giocatori e consigliandogli delle semplici schede di esercizi, prevalentemente a corpo libero, che danno notevoli miglioramenti ed immediati, quindi vi suggerisco di guardare il sito che parla della Titliest Performance Institute per maggiori info e affidarvi ad un preparatore atletico certificato TPI che vi possa aiutare. Giacomo Dovetta Chiedi al tuo maestro di “farti sentire” il timing, il ritmo e provalo insieme a lui prima che ti spieghi qualunque aspetto tecnico. Ciò che conta è il timing ed la ricerca della giusta tensione. Questi due aspetti mi consentono di “ascoltare” meglio il corpo ed il suo rapporto con il gioco, escludendo così pensieri e sensazioni fuorvianti che potrebbero confondere le idee. Non solo. Sono questi gli elementi, infatti, che sono più riconducibili agli aspetti mentali che tecnici dello swing. Alessandro Rességuier Prova a dire al tuo maestro che dal golf ti aspetti divertimento e felicità e che adesso sei qui da lui per questo. Osserva il suo comportamento. ho sempre cercato di radicare in loro la motivazione iniziale, iniettandogli "voglia di giocare, senso di divertimento e di leggerezza" per fargli provare quello che prova un bambino che scopre il mondo. Francesco Mainardi 161 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Abbi le idee chiare di dove vuoi arrivare col golf. Senza idee chiare è preferibile, come dice Luca, andare col maestro al bar. Con i miei allievi non ho parole magiche, ma cerco sempre di insegnare loro a scegliere quello che vogliono fare, il golf può essere un gioco ma anche un sport, se non vuoi tirare lungo puoi anche fare a meno di tutta quella tecnica. Vedo tanta gente confusa che chiacchiera tanto e non sa fare niente, allora capisco che vogliono solo chiacchierare, in questi casi non serve il campo pratica, conviene portarli al ristorante davanti ad una bella birra e fare un po’ di conversazione. Luca Ravinetto Il golf devi impararlo da solo, entrando in te stesso e conoscendo il tuo corpo, il tuo swing e i tuoi pensieri. Cosa serve a un amatore? Praticare entrando sempre di più in se stesso, tanta autoconvinzione. Cerco, quando insegno, di fare paragoni, esempi di movimenti e trasmettere grande self-control. Andrea Cerri Il maestro ti insegna sempre su cosa allenarti per migliorare. Ogni maestro fa del suo meglio per trasmetterti le sensazioni giuste. Il maestro non dà cure, quelli sono i santoni, il maestro vero ti insegna ad allenarti per insegnare al fisico come fare lo swing migliore, e’ allenamento fisico, memoria muscolare, non è poesia, è scienza. Per i principianti ci vuole solo allenamento fisico, poi serve anche quello mentale, ma per quanto un asino possa essere concentrato il cavallo andrà sempre più veloce. Luca Ravinetto 162 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Se trovi un maestro che capisce da solo di cosa hai bisogno sei fortunato, ma dato che non sempre è così ti conviene riflettere prima su cosa davvero vuoi. Vuoi la continuità dei colpi lunghi? Abbassare l’handicap? Approcciare bene? Un obiettivo chiaro ben specificato al maestro sarà facilmente portato a termine. Uno generico no. (migliorare un po’, fiducia nel colpo, allungare il drive…) Ricerco ogni giorno parole nuove con cui trasmettere i miei pensieri agli allievi, cerco di entrare nella testa delle persone per capire più velocemente possibile cosa vogliono da me. Poi aggiungo che adoro trasmettere ai miei ragazzi tutta la grinta che ancora oggi reputo di avere! Paolo Pustetto Ci sono maestri che non si risparmiano. Mettono tutto se stesso nell’insegnamento, anche il cuore. …generare in loro l’entusiasmo per quello che stavano facendo, dare loro il senso delle motivazioni e del divertimento. Alessandro Rességuier Riassunto su come ottimizzare le lezioni col maestro Prima di prendere la seconda lezione lavora bene su quello che hai appreso dalla prima lezione e acquisiscilo. Ricorda che il maestro non è un medico che ti cura, tocca a te fare il grosso lavoro di auto guarigione. 163 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Fai presenti i tuoi bisogni “psicologici” al maestro: rimotivazione, fiducia in te, rilassamento e osserva quello che ti dice e ti insegna. A fine lezione, nota se senti tensione nelle braccia e nelle spalle, nel qual caso hai utilizzato male le leve. Dillo al tuo maestro. Dì al tuo maestro che desideri provare di nuovo un grande divertimento a giocare a golf e nota cosa cambia nel suo modo di insegnare. Fatti insegnare il “pensiero tecnico giusto e unico” che ti facilita lo swing corretto. Poi prova col maestro lo “swing senza pensieri”, quello di “sensazione”, di ritmo, di tempo, quello che farai sul percorso con o senza l’unico pensiero tecnico. Abbi obiettivi precisi prima di prendere una serie di lezioni, comunicali al maestro e insieme li realizzerete. Più sei generico più la lezione è inutile. Se esigi molto dal tuo golf fai un club fitting (per vedere se hai i bastoni adatti a te) e cerca un maestro certificato TPI Se chiedi di più, ottieni di più! 164 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Passo numero 2: cura al meglio la tua forma fisica Questo è un passo per i golfisti che esigono di più da loro stessi. Chi vuol fare un percorso di miglioramento serio ha bisogno di un fisico preparato allo swing. Non solo. Una ginnastica costante nel tempo evita dolori muscolari, mal di schiena, torcicollo, mal di gomito, di polso e altri piccoli acciacchi tipici del golfista “incriccato”. Chi decide per il programma TPI avrà risultati ancora più veloci. E poi palestra, allenamento fisico. Aiuta molto anche il pilates, una ginnastica posturale in cui si allungano i muscoli e si riesce a stirare la parte superiore del corpo tenendo ferma quella inferiore, proprio come necessita uno swing di golf. Andrea Perrino Per allungare i colpi serve molto lo stretching e lo yoga Andrea Cerri Chi vuole migliorare ha bisogno di una buona preparazione atletica, basta che però non pratichi il nuoto, che ingrossa i muscoli delle braccia e irrigidisce l’elasticità muscolare della parte alta del corpo in particolare le spalle. Un po’ di corsa giornaliera ed un po’ di esercizi a corpo libero da fare a casa o in ufficio farebbero al caso di molti golfisti. Paolo Pustetto 165 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Per migliorare la distanza consiglio di controllare il corretto funzionamento del sistema delle leve, di fare degli esercizi di potenziamento fisico e di allungamento e valutare l’idea di fare un fitting per poter controllare se la propria attrezzatura è adatta al proprio swing. Luca Beneduce Andare a allenarsi in campo pratica è noiosamente necessario se poi ci si vuole divertire in campo, così come andare a far pilates o stretching è altrettanto importante e noioso che allenarsi in putting green. Federica Dassù Un buon sistema per allungare i colpi è il pilates, o più in generale l'attività in palestra, corsa compresa. Il fatto di avere un fisico in forma aiuta molto in gara, soprattutto nelle ultime buche quando le risorse mentali e fisiche potrebbero scarseggiare. Gianni Davico Lo stretching con il ferro sulle spalle è una pratica comune perfino sulla buca 1, prima di mettere piede sul tee di partenza. Il ferro è sorretto dalle braccia allungate e la schiena si muove insieme a braccia e spalle ruotando intorno alla spina dorsale. Le gambe sono ferme. L’allungamento dei muscoli se diventa una pratica giornaliera previene le contratture e mantiene l’elasticità muscolare che per lo swing è essenziale. 166 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Riassunto su come migliorare la forma fisica (niente di più facile!) Scegli fra pilates, corsa, palestra o gli esercizi TPI Fai stretching più spesso possibile Se hai tempo e voglia fai TUTTO! Passo numero 3: Trova un modello Il modello non deve essere necessariamente il tuo maestro, può anche essere Tiger Woods. Se segui le sue imprese alla tv o sui giornali, analizzi il suo swing significa che cerchi di imparare da lui e di imitarlo. Se però trovi qualcuno in carne ed ossa con cui comunicare l’efficacia del modeling sarà maggiore. Va benissimo anche un amico o un parente che di golf ne sa più di te. Giocando a lungo insieme a lui assumerai poco alla volta il suo stesso modo di pensare e il vostro swing andrà ad assomigliarsi. La cosa migliore è un maestro che ti incoraggi, ti segua e ti trasmetta bene il suo pensiero. Se fai la strada con qualcuno che stimi arriverai prima e più in alto. Addirittura il tuo modello può cambiarti la vita! Dopo 6 giorni passati al fianco di Chuck Cook a tradurre i suoi consigli ai suoi allievi e ad aiutarlo come potevo mi chiese se avessi voluto imparare seriamente ad insegnare. 167 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Logicamente accettai e dopo poco tempo mi ritrovai in Texas e tra i migliori maestri e giocatori dell’ultimo ventennio. Un’esperienza che ancor oggi, nel ricordarla mi commuove. Da quel momento tutta la mia vita prese una piega differente come il modo di insegnare il gioco del golf. Lorenzo Bosisio Il tuo modello può dirti qualsiasi cosa per incoraggiarti e tu acquisti coraggio! Un giorno ero in trasferta per giocare un campionato italiano. Nel giro di prova del campo avevo fatto tutti ganci. Nel primo giro di gara pure. Facevo solo hook, con qualsiasi bastone. Ero sconsolato e pensavo solo a quello. Chiamai il mio maestro e gli dissi: “ sono disperato, faccio tutti hook” lui mi rispose “e qual è il problema?” “Il problema è che faccio solo hook, non riesco a fare un colpo dritto” dissi. “Non è un buon motivo per fare un brutto score, anche Bobby Locke giocava con hook accentuati ma ha vinto 4 British Open” mi disse lui. Così il giorno dopo andai a giocare sereno e motivato a far bene. Con quegli hook non vinsi 4 British Open ma passai il taglio e mi divertii molto. Guido Caneo Chi ha trovato un maestro-modello è davvero fortunato. 168 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am devo ringraziare il mio vecchio maestro Luigi Zavattaro, il quale ha sempre creduto nei miei mezzi anche nei momenti di difficoltà. Emanuele Bianco Per molti il modello è un genitore. Devo veramente ringraziare mio padre che anche nei momenti più difficili era sempre al mio fianco e mi dava il coraggio di continuare visto che la strada non era così semplice per poter arrivare ad un certo livello. Al golf Milano poi ho avuto la fortuna di incontrare uno dei personaggi più importanti del golf Italiano, Giancarlo Grappasonni il quale ad un certo punto ha voluto dedicarmi un po’ del suo tempo e seguirmi nel cammino per diventare un professionista. Queste due persone sono state essenziali nello sviluppo del mio gioco. Ferruccio Crotti C’è chi sceglie i migliori per bruciare le tappe. Io avevo scelto di investire al 100 % sul mio lavoro e cercavo di fare quello che vedevo fare alle migliori. Avevo un ottimo caddie, avevo cambiato maestro e mi affidavo a Leadbetter andando un mese ogni inverno “in cura” da lui in Florida. Federica Dassù L’atteggiamento di ascolto e di umiltà ti aiuta ad apprendere il meglio dell’esperienza degli altri. Quando sei con qualcuno che ne sa più di te su qualunque argomento chiediti: “cosa posso imparare 169 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am da questa persona?” Non darti risposte e stai solo con le antenne dritte a recepire i messaggi utili. Ascolta, guarda, partecipa. Non lasciare che la mente vaghi, sii presente al 100%. In seguito ho avuto la fortuna di frequentare giocatori di grosso calibro che erano nel mondo dl golf e questo mi ha aiutato molto. Ho giocato con Silvio Grappasonni, suo padre Ugo, Romolo Napoleoni, ecc. Mi piaceva girare campi e conoscere persone che ne sapevano più di me e quindi con tanta umiltà stavo ad ascoltare, cosa che faccio ancora oggi quando ho la fortuna di giocare o stare a cena con i pro più anziani e con i pro ed ex del Tour. Andrea Cerri Riassunto sull’importanza del modello Un modello è qualcuno che stimi più bravo di te, da imitare per acquisire le sue qualità. Un modello accelera il tuo successo perché ti passa la sua conoscenza Osserva e ascolta con umiltà quello che il modello ti trasmette. Fatti sempre la domanda “cosa posso imparare da questa persona?” Passo numero 4: Visualizza il volo di palla. La visualizzazione è un modo per allineare la coscienza all’inconscio. 170 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Come ho spiegato bene nel report gratuito “Libera il tuo miglior swing” (che trovi qui: http://www.golfissazione.com/diecipassi), l’inconscio o Sé2 è colui che muove i fili, che fa lo swing con ritmo, che SA come fare. Quando la mente conscia o Sé1 gli dà istruzioni spesso l’inconscio sbaglia il colpo perché si confonde. Un modo per allineare Sé1 a Sé2 abbiamo visto che è evitare del tutto le istruzioni quando si gioca in campo. Mai pensare alla tecnica (gira le spalle, piega i polsi, sgancia il fianco…) in campo. Lo dicono tutti i pro! Quindi per far tacere Sé1 bisogna ingannare la mente conscia ad esempio cantando (!) o pronunciando delle parole ritmiche tipo “Ladies and gentlemen” “Solo swing” o “pronti-attenti-via-fine”. Ti rimando al mio report se ancora non lo hai letto: http://www.golfissazione.com/diecipassi L’altro modo di evitare pensieri tecnici è focalizzarsi sul volo di palla. La visualizzazione non è una tecnica facile per chi non l’ha mai provata. Fai questa prova di visualizzazione indiretta. Immagina un bicchiere pieno di vino rosso. Bicchiere di vetro, traspare il colore rosso scuro del vino. Senti il profumo. Adesso immagina che questo bicchiere pieno di vino diventi grande ad altezza d’uomo. Adesso è normale come prima Adesso è piccolo come un ditale. Adesso è grande come una casa Adesso piccolo come un ditale. 171 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Adesso cresce a dismisura ed è grande come il pianeta terra. Questa piccola prova serve a farti capire se riesci a visualizzare. Se non riesci a vedere il bicchiere di vino che cambia dimensione devi allenarti bene per vedere il volo della palla! Adesso una prova di visualizzazione diretta. Tu, come Alice delle Meraviglie, immagina di crescere fino a diventare grande come una casa. Poi piccolo come una bambola. Adesso cresci e diventi alto come una montagna. Adesso piccolo come una pallina da golf Attenzione perché non devi vedere te stesso come in un film, ma devi sentirti crescere e rimpicciolire confrontandoti con le cose con cui ti paragoni. Chiara la differenza tra indiretta e diretta? Stop. Non mi dilungo oltre sulle tecniche di visualizzazione perché i professionisti che visualizzano il volo di palla, fanno qualcosa di estremamente semplice. I due esercizi che ho descritto servono solo per allenarti a visualizzare. Quando cerco di fare un colpo prima di tutto mi immagino il volo della pallina mentalmente e poi provo a riprodurlo nella pratica. Emanuele Bianco 172 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Conoscendo il proprio swing e la distanza che fanno con ogni bastone i professionisti immaginano solo come deve volare la palla, a che altezza, in che direzione, come e dove deve atterrare e rotolare. Loro riescono a vedere con la mente tutto questo perché sono allenatissimi. Alcuni di loro visualizzano in maniera indiretta, nel senso che si osservano da fuori come se guardassero un film, altri in maniera diretta, cioè osservano la palla che vola come se già avessero fatto lo swing. Quindi, nella mente, vedono la pallina ferma sull’erba, il bastone che la attraversa, il volo e l’atterraggio. Impara a visualizzarti ad occhi chiusi prima di fare il colpo, guardati farlo come fossi in televisione. Filippo Falzoni Nella visualizzazione includi particolari sensoriali: il rumore dell’impatto del bastone con la palla, i colori intorno a te più vividi che puoi, il toc di atterraggio, gli alberi mossi dal vento… quando sei vicino alla buca e devi imbucare un putt importante ti serve l’ ispirazione necessaria, devi veder rotolare la palla dentro la buca prima di cominciare a muovere il putter. Luca Ravinetto Visualizzazione (cerco di immaginare il volo e la traiettoria del colpo che intendo fare) Luca Beneduce 173 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am La visualizzazione è particolarmente efficace sugli approcci (faccio un colpo a correre, la palla batte sul poggio e rotola in green…) e sul putting (vedo nella mente la palla che rotola e atterra in buca), ma è applicabile ad ogni colpo. Riassunto su come visualizzare il volo di palla Allenati a visualizzare direttamente e indirettamente con i due esercizi (il bicchiere di vino e Alice nel paese delle Meraviglie) Visualizza indirettamente o direttamente i tuoi colpi di golf prima di effettuarli. Inizialmente visualizza il rotolo della palla nel putting e nel pitching. Passo numero 5: sii grato La gratitudine è energia e imprime senso positivo al tuo modo di pensare. Più sei grato di ciò che già sei, hai e fai e più cose ti arrivano. Quindi, anziché lamentarti di ciò che ti manca, fai un elenco di ciò che hai e di cui sei grato e i tuoi pensieri prenderanno un’altra direzione attirando abbondanza, energia e voglia di vivere. Che c’entra col golf? C’entra, eccome! Leggi qui: Chi usa parole come “ebbi la fortuna” è grato e attira altra fortuna. 174 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am I miei genitori acquistarono casa al mare dove c'era il campo da golf e iniziammo tutti insieme questo gioco stupendo. Già da bambino il mio sogno era quello di diventare pro, all'età di vent'anni ebbi la fortuna di andare 6 mesi negli Stati Uniti per migliorare il mio gioco. Andrea Cerri Esprimi la gratitudine con parole come “passione” “fantastico” “contento” “eccitato” La mia grande passione, adesso, è la mia famiglia. Ho due ragazzi fantastici e una moglie paziente e comprensiva. Sono molto contento, eccitato e motivato dai miei due progetti in Sicilia. Markus Dickey Esprimere la gioia è gratitudine. Ho fatto una gara spettacolare, ho giocato molto bene e lui alla fine mi ha detto: “E’ stato un onore giocare con te” Che soddisfazione, che felicità quel giorno! Andrea Perrino Gratitudine è far rivivere una persona cara nel ricordo Mio nonno era mancato da poche settimane e lo sentivo incredibilmente vicino. Mi ha fatto compagnia buca per buca, è stato come un caddie che mi ha aiutato in modo incredibile dato che lui voleva io diventassi un maestro perché i maestri, lui diceva, indossavano calzoni colorati molto belli. Andrea Zanardelli 175 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Riconoscere di essere fortunati aiuta ad esserlo ancora di più Con il progredire del mio gioco ho anche avuto la fortuna di fare diverse esperienze all'estero, sia da dilettante che da professionista. Antonio Burzio Ricordare le emozioni positive e tenerle a mente spesso è essere grati. Durante la premiazione ho avuto anche un attimo di commozione quando ho ringraziato tutti gli amici e colleghi che mi sono sempre stati vicino e vederli così contenti per il mio successo è stata un'emozione indescrivibile. Emanuele Bianco Quando arrivi a provare gratitudine per una cosa che all’apparenza è negativa non c’è limite all’abbondanza di positività che riceverai. Una volta mi ruppi il polso sinistro sciando con lo snowboard e i medici mi dissero di non giocare a golf per tre o quattro mesi. La presi come una sfida! Mi dissi: “se i polsi che si muovono nel putt sono un gravissimo problema tecnico, ora che ho un polso ingessato posso finalmente imparare a pattare come si deve” Giacomo Dovetta Sii grato anche per i successi degli altri per attirare il tuo successo. E' bellissimo seguire i progressi di chi comincia da zero! Francesco Mainardi 176 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Leggi queste parole di gratitudine e inizia ad usarle anche tu. Se dovessi descrivere me stesso direi che sono una delle persone più fortunate che possiate mai incontrare. Nella vita ho avuto soddisfazioni dal golf e da tutto quello che ne è derivato. Markus Dickey Usa la parola “benedizione” e benedici tutto e tutti. Il mondo benedirà di te. Mi sento talmente fortunato a poter praticare questo sport che tutto ciò che mi accade – comprese le virgole, i colpi sbagliati e così via – mi sembra una benedizione. Gianni Davico Sii grato dei tuoi ricordi felici di bambino. Non smettere mai di sognare. (Il trattorino raccattapalle) era rosso, e tanto mi bastava per sognare che fosse una Ferrari. Aveva due “ali” ai lati, larghe, per raccogliere le palline dalla superficie, e così fantasticavo di pilotare un aereo, mentre i cestelli si riempivano. Oppure, a mio piacere, potevo immaginarmi su un carro armato, enorme e indistruttibile, come quelli visti nei film in tv. Guido Caneo Sii grato anche per un semplice guantino da golf. Entrai (in Club House) e da lì mi si aprì un mondo fantastico, concordai 10 lezioni che feci in 2 settimane, quotidianamente all'ora di pranzo anziché pranzare andavo a lezione, ricordo l'acquisto del 177 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am primo guantino, l'entusiasmo e la tenacia di un sportivo quale mi ritengo essere. Gianpaolo Fattori Sii grato per i tuoi genitori. Devo veramente ringraziare mio padre che anche nei momenti più difficili era sempre al mio fianco e mi dava il coraggio di continuare Ferruccio Crotti Sii sempre grato per la tua famiglia. Ma la stessa vita mi ha dato soddisfazioni impensabili: due figli, una moglie comprensiva di tutte le mie stranezze, e una “testa” capace sempre di vedere oltre ai muri che si ergevano sulla mia strada. Lorenzo Bosisio Lavorare con la propria passione è davvero un regalo di cui essere grati. Però anche giocare a golf è un bel regalo e un motivo di gratitudine. Ho avuto nella vita un grosso regalo: quello di poter fare un lavoro che alla fine e' la mia più grande passione, che mi da la possibilità di conoscere tante persone e di vedere tanti posti in giro per il mondo! Paolo Pustetto Appena assumi un atteggiamento diverso nei confronti di ciò che hai già cominci ad attrarre una quantità maggiore di cose buone per te, materiali e non. Concentrati su ciò che hai già, fai una lista più 178 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am lunga che puoi delle cose di cui sei grato. Puoi essere perfino grato di avere gli occhi per leggere queste parole, di avere il computer su cui le stai leggendo e dell’orologio che hai al polso proprio adesso. Certo, può darsi che tu preferisca qualcos’altro, come ad esempio allungare i tuoi colpi di golf, essere più regolare e abbassare il tuo hcp. Può darsi che tutto questo ti arrivi presto se cominci a provare gratitudine per quello che hai già. Quando dai tutto per scontato e non provi gratitudine emani pensieri ed emozioni negative come insoddisfazione, sensazione di non avere abbastanza, noia e rancore. In questo modo attiri a te le cose che non vuoi. Pratica la gratitudine tutti i giorni e noterai grandi cambiamenti nella tua vita. Riassunto gratitudine La gratitudine è energia e i professionisti la esprimono in quello che scrivono. Usa anche tu parole-chiave come “fortuna, benedizione, felicità, gioia, fantastico, spettacolare, contento, motivato, bellissimo, regalo “ 179 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Fai una lista di tutto ciò che già hai e di cui sei grato e sentiti grato ogni giorno. La gratitudine è un mezzo per far arrivare nella tua vita tutto ciò che desideri perché apprezzando ciò che hai già ti arriveranno sempre più cose che apprezzerai. Passo numero 6: Attira le magie di golf I colpi spettacolari che portano risultati strabilianti a golf non sono casuali ma li hai creati tu. Se ti entra un putt da trenta metri è una magia. Se imbuchi dal bunker o con un approccio fai una magia. Se nelle ultime tre buche recuperi cinque colpi e vinci la gara hai fatto una magia. Sei d’accordo? Ovvio che, come dicono tutti i pro, più ti alleni e più magie ti capiteranno, ma io sono qui apposta per aiutarti ad aumentare il numero e la qualità delle tue magie, svelandoti gli “ingredienti” per attrarle. Punto primo: Stai nel presente. Pensa a ciò che vuoi (ad esempio, mandare la palla in green) poi stai concentrato SOLO sullo swing, fermo immobile sul presente che stai vivendo. Intendo con questo che ogni altro pensiero inutile e dannoso deve essere allontanato da te perché tu sai che stare nel pensiero non è vivere il presente. Niente pensieri tecnici, nessuna paura e nessuna preoccupazione. (Sono queste cose che rovinano lo swing) 180 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Imparare a pensare “dove” mandare la pallina anziché “come” mandarcela. Andrea Zanardelli Punto secondo: lascia andare le aspettative di come devono andare le cose. Siccome ti sei allenato, hai preso lezioni e vuoi dimostrare qualcosa a te stesso o agli altri ti aspetti di vincere la gara e metti energia negativa in questa aspettativa. Ingombri la mente che non è più libera e giocosa, ma orientata ad dover far bene ed è molto difficile che tu attiri magie. Attirerai magie con la voglia di giocare e di divertirti. (… ho disputato il Campionato Italiano PGAI senza allenarmi) E' stata la mia miglior prestazione da pro. Ancora oggi mi chiedo perché! Avevo bisogno di staccare? Ero andato in super allenamento? Ho preso la gara senza aspettative? Andrea Cerri Attirerai magie “volando con la pallina”, quella gioia estatica che nasce dal cuore quando sei concentrato sul presente e gioisci del presente che crei tu. Quando la palla è colpita con naturalezza e spontaneità il colpo è magico. Una pallina che è diventata parte della mia vita e con la quale, ancora oggi, mi sorprendo a volare ogni volta che la colpisco, raramente, come dico io. Andrea Zanardelli 181 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am La magia di questo “shot of the day” è stata il “tirare fuori le palle necessarie per quel colpo” Che significa? Significa sempre la stessa cosa: concentrarsi sul presente , che è quello di eseguire uno swing sulla palla col ferro 6. Farlo nel modo migliore possibile, stando nel presente e con spirito giocoso, divertendosi nel farlo. Le “palle” qui sono intese anche come fiducia in sé e nelle proprie possibilità, distacco totale dalla paura di sbagliare. Fiducia assoluta. Buca 5, par 4 in salita. Drive in bunker. Speranze e probabilità di raggiungere il green, zero virgola. Un rough impraticabile lungo la linea ideale per arrivarci. Tirai fuori il mio ferro 6 e le palle necessarie per quel colpo. “Fade” da antologia e palla che si ferma ad un metro e mezzo dalla buca. Birdie! Tasso di adrenalina alle stelle. Alessandro Rességuier Ecco cos’è uno spirito giocoso. E’ quello che hanno i bambini. Nella mia testa con scarsa convinzione e quasi per prendermi in giro per la giornata infruttuosa dico "beh puoi ancora finire birdie, eagle, birdie e eagle no?"... secondo voi com'è andata? Vinto la classifica individuale. (pari merito con Lovato). Antonio Burzio Punto terzo: isolati dalle distrazioni continuando a stare nel presente. Da tanto che sei concentrato, ti stai divertendo, stai dando il meglio di te in modo del tutto spontaneo e naturale, niente e nessuno può turbare questo tuo stato di grazia creatore di magie. Mentre crei la magia ti senti bene, senti che stai giocando a un gioco meraviglioso. 182 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Ti affidi all’istinto (o inconscio) e sospendi ogni giudizio. Sospendere il giudizio significa allontanarsi da ogni dubbio, incertezza e paura. Sei semplicemente qui e ora a creare la magia. Sei senza limiti. Gli ingredienti delle magie li ha elencati Federica con parole bellissime. (Ho vinto l’Open di Svezia) Ricordo quelle 4 buche giocate come in “sospensione” tanto ero concentrata ma leggera, attenta ma divertita, sentivo la folla che tifava contro ma non mi dava noia. Federica Dassù Quando entra la paura inondi la testa di rimedi e pensieri tecnici, allora la paura ha la meglio su di te. La paura sei tu, sei te stesso. Ecco perché il primo avversario da battere sei tu. Contrariamente ad altri sport il primo avversario da battere sei te stesso e vi garantisco che battere se stessi non è semplice. Ferruccio Crotti Voglio darti una buona notizia: anche quando crei magie sei te stesso. Tu sei fatto di mente conscia (Sé1) e inconscio (Sé2). Appena lasci uscire il bambino spontaneo che è in te, liberando il tuo Sé2 da aspettative, paure, istruzioni, limiti che Sé1 ti impone, aspettati magie. Le mie magie? Una volta nel mio primo incontro in Nazionale contro una coppia di Svedesi, ho messo il secondo colpo alla 17 con un wedge, a un centimetro dalla buca, riuscendo a vincere contro gli Svedesi che erano i favoriti. E poi, certo, putting lunghissimi imbucati, approcci in buca, palle imbucate con uscita dal 183 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am bunker....Qualche colpo esaltante che ricordo ancora volentieri, mi ha magicamente illuminato la giornata! Francesco Mainardi Durante i miei tentativi di guadagnarmi da vivere dopo che mi sono licenziata dalla banca mi è successo un episodio magico che mi ha cambiato la vita. Stavo provando la rappresentanza di un prodotto multifunzione che però non riuscivo a vendere direttamente, parlando con le persone, così ho pensato di venderlo on line. Ho preso lezioni per creare un’offerta di vendita da mandare ai miei contatti on line spendendo diversi soldi, col preciso intento e aspettativa di vendere i miei prodotti e riscuotere le provvigioni. Io mi aspettavo di destare l’interesse delle persone, credevo di essere convincente e che avrei venduto chissà quanti prodotti. Più inviavo email alle persone più non avevo alcun riscontro. Zero vendite. Ho continuato a prendere lezioni e ho provato ad usare le tecniche di vendita acquisite per proporre il mio ebook “10 passi per imbucare a golf nella vita” che ho scritto l’anno scorso. (http://www.golfissazione.com/diecipassi) Solo per provare. Ne ho venduto 106! Ho guadagnato molto di più di quello che speravo di guadagnare in provvigioni con la rappresentanza. Volevo guadagnare? La magia di guadagnare si è manifestata non nel modo in cui mi aspettavo io ma in un modo che non mi aspettavo e che preferisco di gran lunga all’altro! 184 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Ed ecco la vera magia. Ho abbandonato la rappresentanza e faccio quello che amo fare. E’ così che guadagnerò davvero, anche non dovessi incassare più un euro. Perché mi diverto, scrivere per me è un gioco. Quindi quando le cose non vanno come vorresti, resta aperto alle possibilità. Quando la gara di Antonio Burzio stava andando male lui scherzosamente ha detto a se stesso che nelle ultime 4 buche poteva sempre fare 2 birdies e due eagles. Era aperto a questa possibilità e ha creato la sua magia. Riassunto su come creare magie nel golf Stai nel presente con naturalezza, spirito di gioco e divertimento. Evita ogni “pesantezza” come preoccupazione, paura, pensieri negativi, insicurezze. Lascia andare ogni aspettativa e gioca per divertirti e per goderti il colpo. Sii aperto alle possibilità. Quando una gara sta andando male puoi ancora riprenderti e ribaltare il risultato. Isolati dal mondo, stai completamente concentrato su ciò che fai. 185 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Fai lavorare il tuo inconscio con spirito giocoso come quello di un bambino. Gioca “sospeso”, in un luogo dove non esistono emozioni negative, con la mente sgombra e leggera. Sentiti connesso con l’universo intero. Parole-chiave per compiere magie in tutti gli ambiti della vita: stare nel presente, ingenuità, aprirsi alle possibilità, naturalezza, spontaneità, spirito giocoso, fiducia, incoscienza, non accontentarsi mai. Conclusione Il mio ringraziamento va a queste 19 meravigliose persone che mi hanno donato tempo ed energie per scrivere le storie che hai letto in questo ebook. Mi sono tanto divertita nello scriverlo, nel leggere e rileggere le storie personali di tutti questi golfisti-scrittori, storie diverse ma che si somigliano nella passione per il gioco del golf. Ho imparato tanto da tutti loro e adesso quando vado in campo o sul putting green cerco solo di sgombrare la mente e pensare al gioco, a tornare bambina. 186 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am Se avessi letto bene e volessi davvero imitare l’eccellenza dovrei anche prendere una serie di lezioni e mettere esattamente in pratica con tanto allenamento quello che mi insegna il maestro… Ma io sono refrattaria la campo pratica, mi piace passeggiare e giocare in campo e non trovo nemmeno la scusa che non ho tempo… La mia sfida adesso è sperimentare gli ingredienti dell’eccellenza che mi consentono di giocare il meglio di ciò che so già fare. Conosco i limiti (grossi) del mio swing, ma conosco anche le mie possibilità in base ai ricordi storici dei colpi che ho fatto. Ecco, la mia sfida personale è quella di far emergere il meglio di ciò che so già fare senza allenamento e senza maestro. Dopo questa dichiarazione leggo nel pensiero dei professionistimaestri che hanno scritto qui, che stanno pensando proprio adesso: “questa pazza ci fa l’intervista e poi ci toglie i clienti” Tranquilli! Dichiaro solennemente che chi vuole davvero calare di handicap e dedicarsi ad imparare bene questo meraviglioso gioco per farlo diventare uno sport ha necessità di trovare un bravo maestro che lo aiuti e di allenarsi con impegno e costanza. Può scegliere fra i maestri-professionisti di questo ebook che sono eccezionali! Nelle mie ricerche non sostituisco il maestro. Come potrei? 187 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am I miei strumenti non sono tecnici, sono solo mentali. Ho sistemi totalmente personali per acquisire fiducia, senso di valore, entusiasmo. Li sto sperimentando e tu ne hai avuto un assaggio qui in questo ebook, quando parlo di gratitudine, magie e “ingredienti del successo”. Il programma di golf magico che ho appena lanciato (oggi, 3 novembre 2011) servirà non solo a chi come me ha poco tempo o poca voglia di praticare, ma anche ai più bassi di hcp che praticano regolarmente. Si tratta di un audio con affermazioni e induzioni ipnotiche potenti per cambiare le credenze inconsce e infondere fiducia nel colpo, base necessaria per giocare bene a golf. Io ho aumentato la mia media-gare di ben 6 punti! Lo trovi qui: www.golfissazione.com/golfaudio Naturalmente le credenze di tutte queste splendide persone che hanno scritto sul mio ebook sono state per me fonte di ispirazione nella creazione dell’audio e di questo ringrazio tutte loro di cuore. Questi professionisti CREDONO nel loro swing, SANNO che metteranno il drive lungo in fairway, SONO CERTI che metteranno l’approccio “dato”, SENTONO che imbucheranno il putt. Ecco perché ho usato nell’audio molte delle loro espressioni, ecco perché mi sono ispirata a loro. Ascoltando più e più volte l’audio mi sono convinta che posso ripetere lo swing dei miei momenti migliori, quelli in cui avevo FIDUCIA. 188 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am E tu, lettore di questo ebook, fai tuo il “programma delle magie” nell’ultimo capitolo. Prova, sperimenta, allena la tua mente al silenzio e fai lavorare l’inconscio, è lui che sa come farti muovere bene nello swing. Prima però convinci il tuo inconscio ad eliminare ogni dubbio ripetendoti affermazioni potenti o ascoltando il mio audio+golf. Ti raccomando di ascoltarlo la sera prima della gara, prima di addormentarti, quando l’inconscio recepisce di più. Ti stupirai del tuo gioco! In più ti esorto, senza che tu debba faticare troppo, ad osservare i tuoi pensieri in campo. Collega i pensieri alla qualità del tuo gioco e nota come quando “non hai pensieri” cambia tutto. Ti esorto ad acquisire anche solo un atteggiamento mentale di questi professionisti, che sia l’impegno, la tenacia, la grinta, la fiducia in sé, il senso di divertimento. Ricorda che tutti loro parlano di migliorarsi costantemente, di avere ancora tanto da imparare sia dalla vita che dal golf (anche se sembra impossibile). Non accontentarti mai perché la vera felicità è sentire che stai crescendo, che la tua comprensione del mondo e delle cose aumenta ogni giorno di più. Evita di darla vinta alle abitudini e fai un piccolo sforzo per crescere. Mentre sei occupato a giocare a golf libera-mente, guarda caso, ti accade di imbucare con un approccio. Mentre sei occupato a migliorare te stesso, guarda caso, ti accade di sentirti felice! 189 L’eccellenza nel golf – scopri i segreti dei pro per migliorare il tuo golf di am I miei tre gioielli, fonte primaria della mia felicità. Dedicato al tuo successo, Alessandra Donati 190