Regina Lamedica. Si fa presto a dire metrò

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Regina Lamedica. Si fa presto a dire metrò
INTERVISTA
Clara Modesto
Si fa presto
a dire metrò
Sicurezza ed efficienza nei metrò.
Abbiamo intervistato un’esperta di trasporti,
la professoressa Regina Lamedica,
ordinario di Sistemi Elettrici per i Trasporti
dell’Università di Roma “La Sapienza”
L’
incidente di Roma del 17 ottobre scorso ha sottolineato
drammaticamente l’importanza che riveste ormai il servizio
di trasporto offerto dalle linee metropolitane.
La prima linea fu realizzata a Napoli e i lavori, iniziati nel 1911
ed interrotti durante la prima guerra mondiale, terminarono il 20
settembre del 1925. La linea va da Pozzuoli a Granturco ed è oggi
inglobata nella Roma-Napoli, via Formia. In realtà, a Napoli già dal
1889 era in servizio una ferrovia urbana sotterranea, la “Cumana”,
che fu la seconda in Europa, dopo quella di Londra, a fungere da
metropolitana. Negli anni ’30 a Roma fu progettata e realizzata
la seconda linea metropolitana nazionale che, durante l’era fascista,
doveva offrire un collegamento rapido tra la stazione ferroviaria di
Roma Termini ed il quartiere E42 (l’attuale EUR) che avrebbe dovuto
ospitare l’Esposizione Universale del 1942.
Cosa si intende per metropolitana?
Un linea “metropolitana” è un
sistema di trasporto urbano che,
muovendosi su ferro o su gomma,
utilizza una sede r iser vata,
prevalentemente in galleria. Se
la sede riser vata è realizzata
all’aperto ed il sistema di marcia
è totalmente automatizzato, la
metropolitana viene definita
“leggera”.
Quanti chilometri di linee metropolitane ci sono in Italia?
In Italia sono in esercizio circa
160 km di linee metropolitane
che sono state costruite nelle
città di Catania, Genova, Milano,
Torino, Roma e Napoli. In parti-
colare a Torino è di tipo “leggero”.
Quanti passeggeri trasporta ogni
anno?
Le metropolitane sono caratterizzate
da capacità di trasporto e frequenza
elevate. La frequenza, in generale,
può variare dai 90 ai 120 secondi,
nei periodi di punta, fino ad oltre
i 5 minuti, nei periodi di scarso
traffico. I passeggeri trasportati
nell’esercizio giornaliero sono alcune
centinaia di migliaia. Ad esempio,
la linea A di Roma, entrata in
ser vizio nel 1980, trasporta quotidianamente 450.000 utenti.
L’efficienza e la sicurezza di un
sistema di trasporto sono
strettamente legate alla manutenzione, per le metropolitane
come viene svolta e da chi?
L’attività manutentiva è articolata
in modo differente a seconda che
la revisione riguardi gli impianti
di terra o “fissi” (apparati per
l’alimentazione dei treni, per la
sicurezza ed il segnalamento, per
le telecomunicazioni, ecc .) o il
materiale rotabile. In entrambi i
casi, gli interventi di manutenzione
sono di tipo preventivo (o programmato) e di tipo straordinario, cioè
effettuato a seguito del verificarsi
di eventi di guasto. In quest’ultimo
caso, a seconda dell’anomalia riscontrata, l’inter vento delle squadre
di manutenzione può essere
immediato o differito. Nel caso
degli impianti fissi, le operazioni
di manutenzione seguono opportune
scadenze temporali e sono, in
generale, effettuate in loco a meno
che l’apparecchiatura non richieda
altrimenti. Per la manutenzione
del materiale rotabile è necessaria
la presenza di depositi e di officine
che possono realizzarsi in un unico
ambiente oppure essere separati
fisicamente. La manutenzione
preventiva è suddivisa in “ordinaria”, se l’inter vento si svolge
nei depositi, o di “revisione generale”
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obiettivo sicurezza
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Si fa presto
a dire metrò
se l’intervento si esegue in officina.
In quest’ultimo caso, il veicolo è
“rimesso a nuovo”, pertanto le
scadenze degli inter venti, di tipo
“chilometrico”, sono diverse in
funzione dell’apparato.
Ogni quanto si effettuano controlli
sui diversi apparati?
Ad esempio le casse dei convogli,
a seconda che siano di acciaio o di
lega, sono revisionate tra i 700.000
e il 1.500.000 di km circa, i carrelli
ogni 500.000 km circa, i motori
ogni 300.000 km circa.
L’introduzione di componenti
elettronici ha complicato la manutenzione in quanto, per l’individuazione
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obiettivo sicurezza
rapida dei guasti, è necessario
disporre di un sistema diagnostico.
Ci può illustrare brevemente il
concetto di sicurezza nel sistema
ferroviario in generale?
Il termine sicurezza, dal punto
di vista lessicale, non esprime il
doppio concetto che sottintende
e che è invece ben descritto dalla
terminologia anglosassone con le
parole “safety” e “security”. La
sicurezza, intesa come “safety”, di
un qualsiasi sistema ferroviario
dipende sia dalla sicurezza del
rotabile sia dalla sicurezza della
via. Tali obiettivi, perseguiti nelle fasi
di progettazione, di costruzione,
di collaudo assieme alla manutenzione degli apparati preposti
alla “safety”, sono raggiunti se
associati a norme di circolazione
e di precauzioni.
La sicurezza, intesa come “security”,
dipende da tecnologie non preposte
alla circolazione dei rotabili (sistemi
di ventilazione, antincendio, antintrusione, ecc.), ma indispensabili
sia in fase di prevenzione sia a
seguito di atti vandalici, di incendi
o di collisioni/svii che possono
richiedere l’evacuazione rapida
dei passeggeri.