Proposta di modifica del Piano di Riordino
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Proposta di modifica del Piano di Riordino
COMITATO PROMOTORE PER L’OSPEDALE DEL NORD-BARESE Proposta di modifica del Piano di Riordino Il rapporto tra posti letto ospedalieri e popolazione è stato stabilito con il DM 70/2015 a 3,0 posti letto per acuti per ogni 1.000 abitanti. Tanto porta una somma complessiva di posti letto attribuibile alla Puglia (4.000.000 di abitanti) di circa 13.000 posti letto tra pubblici e privati accreditati con l’aggiunta dello 0,7 per mille di posti letto per riabilitazione e lungodegenza. Si pone anche la necessità di individuare ospedali che abbiamo un bacino di riferimento adeguato a popolazioni che vanno da 150.000 a 300.000 abitanti per offrire un’assistenza che vada oltre il livello di base e che contemplino essenzialmente un pronto soccorso e quanto previsto in ragione della sua presenza dal citato DM 70/2015. Nel recente piano predisposto dalla Regione Puglia vi sono delle situazioni non soddisfacenti secondo i criteri enunciati dal DM 70/2015 proprio per quei principi che vedono “l’utilizzo dei bacini minimi in presenza di territori a bassa densità abitativa e quelli massimi in caso opposto”. Specificatamente questa condizione è palesemente distorta in una vasta zona territorialmente posta a Nord di Bari e che comprende una landa popolosa e che ha tutte le caratteristiche indicate dal DM 70/2015 quali “transizioni” ovvero “epidemiologica, demografica e sociale”. Specificatamente viene riportata la popolazione di riferimento che appare palesemente oltre i termini di riferimento di un Presidio indicato dal citato DM 70/2015 come I livello. a) b) c) d) e) f) g) h) Trani Bisceglie Corato Molfetta Ruvo di Puglia Terlizzi Giovinazzo Bitonto popolazione popolazione popolazione popolazione popolazione popolazione popolazione popolazione 55.000 abitanti 55.000 abitanti 48.000 abitanti 60.000 abitanti 26.000 abitanti 28.000 abitanti 21.000 abitanti 56.000 abitanti > 349.000 abitanti Si tratta di una popolazione che non può minimamente essere ricondotta agli ospedali di riferimento della città di Bari e ugualmente di Barletta e Andria distanti dall’epicentro territoriale dai 20 ai 30 Km. La stessa Regione Puglia ha riconosciuto con Delibera di Giunta Regionale n. 1725 del 7 agosto 2012 l’effettiva esigenza “epidemiologica, demografica e sociale” che in questo territorio sussiste allorquando ha deliberato la realizzazione di un nuovo ospedale che, ovviamente non potrebbe essere di base, ma perlomeno di I livello. Dall’esame del territorio si evince, dai dati storici ed obiettivi, che si tratta di una zona molto popolosa, con attività lavorativa artigianale e industriale molto significativa, con presenza di fattori di inquinamento reali, con caratteristiche epidemiologiche di particolare importanza per malattie infettive, neoplasie, malattie cardio-circolatorie, malattie neurologiche e psichiatriche, malattie polmonari, urgenze traumatiche e varie (ben quattro arterie stradali di interesse nazionale lo attraversano quali la SS 16, la SS 16/bis, la ex S 98, l’autostrada A 14, una importante rete ferroviaria quale la linea Bari-Bologna, altre ferrovie locali come la Bari-Nord). Si rende evidente l’attesa frequenza dell’infortunistica stradale e lavorativa e che vi sono patologie/tempo dipendenti che vengono completamente disattese in questo piano (esempio tra i più classici l’infarto da sottoporre a rivascolarizzazione o altre patologie ugualmente condizionate dal tempo di soccorso). Appare evidentissima una totale sottovalutazione della domanda di salute di queste popolazioni assolutamente non ben recepita. Una particolare circostanza ha fatto confondere ogni valutazione perché si è andata a interporre una situazione assolutamente burocratica a quella che è la esigenza di salute di queste popolazioni. Una specifica condizione che vede l’intero bacino del Nord Barese suddiviso in due ASL quali le AASSLL Provinciali Bari e BAT. Questa condizione amministrativo-burocratico ha creato un effetto ottico distorsivo poiché nel Piano elaborato dalla Regione Puglia si è seguito un criterio artificiale e non reale, cartaceo e non concreto. Specificatamente si è preceduto a: a)considerare i Presidi di Molfetta e Corato di Base e quindi li si è depotenziati grandemente, si è proceduto alla chiusura del Presidio di Terlizzi, considerando che le popolazioni prima afferenti a questi Presidi potessero essere serviti, in modo assolutamente non funzionale, dal Presidio di Bari “San Paolo”. Una condizione che costringe la popolazione a recarsi fuori territorio non perché poco fiduciosa dei propri Presidi di cura, ma perché private quasi completamente dell’integrato ospedaliero che può fornire la risposta in sicurezza e qualità. b) Sull’altro versante della ASL BAT si è considerato in modo del tutto particolare di classificare il Presidio di Bisceglie quale Presidio di Base pur dotandolo di 174 posti letto comprensivi di Terapia Intensiva, Ostetricia e Ginecologia e altre specialità tipiche di un Presidio di I livello. c) Tutto questo rende palese che, nei fatti, si è riconosciuto l’esigenza di porre un Presidio di I livello a disposizione delle popolazioni limitrofe a Bisceglie che vanno fino a Bitonto e sulla carta si è dato il titolo di Base al Presidio di Bisceglie perché burocraticamente esistente in una ASL, quale appunto la BAT, in cui erano già presenti due Presidi di I livello quali Andria e Barletta. Questi ultimi con bacini di utenza ben distinti, nella realtà storica e attuale, dal bacino del Presidio di Bisceglie poiché ad Andria afferisce, oltre la città, il territorio che giunge fino a Spinazzola oltre Canosa e Minervino e ancora altre piccole zone popolate, per Barletta il bacino d’utenza si spinge fino a confinare con la ASL provinciale di Foggia e col Presidio di Cerignola, inglobando una vasta zona costiera. In evidenza l’impossibilità di questi due Presidi di offrire servizio anche alle numerose popolazioni del Nord Barese. d) Appare indispensabile sanare una situazione irreale che non può non prendere atto che il Presidio di Bisceglie è posto in un territorio “a cerniera” e che va valutato come tale. Lo stesso DM 70/2015 recepisce la necessità di andare oltre i limiti territoriali addirittura fra Regioni, figuriamoci nella stessa Regione Puglia con popolazioni contigue tra le quali artificialmente si è creato un muro. Si tratta in effetti di una barriera artificiale che separa con la burocrazia la realtà. I bisogni di salute non possono essere contenuti in confini convenzionali quali quelli tra due Province o due AASSLL. e) Si ritiene indispensabile mantenere, nella zona in questione, il numero complessivo di posti letto quali per un Presidio di I livello e si deve considerare funzionalmente unico il territorio del Nord – Barese. Si deve lasciare il Presidio di Bisceglie come stabilito dal piano di riordino , si deve mantenere l’assetto esistente ante-piano nei Presidi di Molfetta, Corato e Terlizzi in attesa della realizzazione del nuovo Presidio ospedaliero del Nord- Barese già deliberato e in cui confluiranno gli ospedali considerati. f) Si fa presente che una popolazione di 300.000 abitanti dovrebbe poter disporre di un numero di posti letto fino a ben oltre 600 e tali sono i posti letto sommati dei Presidi di Bisceglie, Corato, Molfetta e Terlizzi. Si richiede pertanto la modifica del Piano già elaborato e il riconoscimento delle reali esigenze delle popolazioni interessate che non possono, altrimenti, essere depauperate del diritto alla salute a fronte di zone ad elevatissima densità di concentrazione di posti letto pubblici e privati con addirittura offerta superiore alle reali necessità. Tanto crea una grave ingiustizia ripartitiva sociale costringe, arbitrariamente, ad una migrazione sanitaria, oltre il limite dell’equità, della obiettività e dei diritti inalienabili, intere popolazioni.